L’Alba della Piana

VESTI LITURGICHE E ABBIGLIAMENTO ECCLESIASTICO NELLA DIOCESI DI OPPIDO TRA IL XVII E IL XX SECOLO

Letterio Festa

l “guardaroba” del clero cristiano fu, I Sinodi Diocesani I nei primi secoli della storia della Innanzitutto, si occuparono del Chiesa, del tutto conforme a quello della tema dell’abbigliamento ecclesiastico i gente comune1. Ancora nel IV secolo, diversi Sinodi celebrati nella storia san Giovanni Crisostomo invitava i sa- della Diocesi aspromontana. Il primo di cerdoti, in quanto ministri del Cristo e cui abbiamo traccia documentaria è celebranti dei divini misteri, a vestire quello indetto da mons. Paolo Diano abiti almeno migliori di quelli ordinari2. Parisio nel 1670, il cui capitolo XXVIII L’uso di vesti speciali, mutuate in ricordava che la veste propria del clero parte dai riti veterotestamentari o del è la tradizionale talare nera mentre in- mondo classico, ebbe inizio verso il vitava gli ecclesiastici ad indossare III secolo e si diffuse via via più ce- scarpe o calzature «di onesti colori, ov- lermente prima in Oriente, dove la vi- vero non rosse, azzurre o gialle»21 men- cinanza della Corte imperiale e la na- tre si potevano, invece, indossare turale tendenza al decorativo e al sim- scarpe bianche in occasione di viaggi, bolico porteranno presto a espressioni insieme all’abito ecclesiastico corto22. fastose, e poi, più lentamente, a Roma Quindi si vietava l’uso di ferri per ar- dove l’antica austerità latina sem- ricciare i capelli, il camminare con af- brava mantenersi in seno alla nuova fettazione, l’eccessiva eleganza come Fede e dove il papa Celestino I (+ l’opposta sordidezza ed ogni effemina- 432) ammoniva i vescovi a distin- tezza mentre s’ispirava uno stile corri- guersi più per la dottrina che per le spondente al proprio stato ed alla pro- vesti: «discernendi a plebe, vel caete- pria vocazione. L'abate Antonino Martino (1818-1854) ris sumus, doctrina, non veste; mentis Il 24 aprile 1676, un breve del papa puritate, non cultu»3. In questo pe- Clemente X concedeva al vescovo Vin- riodo, le oblazioni venivano offerte vesti cominciarono ad acquistare sem- cenzo Ragni la possibilità d’indossare volontariamente dai fedeli proprio pre maggior fasto con il diffondersi dei «un berrettino», durante la celebrazione per provvedere al vitto e all’abbiglia- damaschi18. della Messa, fatta eccezione per la parte mento dei chierici addetti al servizio In seguito, tra il XIV e il XVI se- compresa tra il Prefazio e la Comu- divino. colo, s’imposero i velluti, i pizzi, i ri- nione, «a motivo della sua infermità»23. L’abbigliamento ecclesiastico ini- cami preziosi, gli ampi galloni sulle Simile concessione sarà fatta in se- zierà a specificarsi rispetto a quello ci- biancherie. Infine, il bastone pasto- guito, «alle solite condizioni»24, al suc- vile, quindi, soprattutto a partire rale, antico simbolo dei vescovi, co- cessore, mons. Bisanzio Fili. dall’VIII secolo anche se già nel IV si minciò ad assumere la forma che an- Seguì il Sinodo indetto nel 1699 dallo affermarono le vesti liturgiche per la cora oggi lo contraddistingue, a partire stesso mons. Fili il quale, rinnovando le celebrazione dei riti sacri del culto cri- dal X secolo19, si aggiunsero, poi, precedenti indicazioni, esortava a non cu- stiano. L’alba o camice4, il pallio5, la l’anello e la croce pettorale20. rare troppo la capigliatura, a non indossare dalmatica6, la casula e la pianeta7, il Particolari modifiche, riforme e parrucche ma ad avere modestia e compo- manipolo8, la stola9, i sandali, i coturni semplificazioni dell’abbigliamento li- stezza nei capelli e a non nascondere il col- e le calze bianche10, furono le prime in- turgico ed ecclesiastico si ebbero in se- letto proprio del clero25. segne liturgiche del clero. guito al Concilio di Trento (1545-1563) Infine, si occupò del nostro tema an- Tra il IX e il XII secolo, abbiamo e al Concilio Vaticano II (1962-1965). che il Sinodo indetto dall’illustre ve- l’apparizione della cappa magna11 e Oltre che nelle esposizioni dei Mu- scovo Giuseppe Maria Perrimezzi26 nel del rocchetto12 ma in seguito alla loro sei, delle Sacrestie e dei Tesori delle 1726, secondo il quale i chierici, nuova importanza nella gerarchia feu- Cattedrali, questi importanti elementi «avendo rinunciato per amore di Dio dale, s’imposero particolarmente le della Cultura e dell’Arte religiosa, l’abito secolaresco e le fluenti chiome», nuove insegne dei vescovi: i guanti13, hanno lasciato significativa traccia an- dovevano indossare la veste prescritta e il razionale14, la mitra15 e il subcinto- che nei documenti e nelle fonti archivi- portare la tonsura, senza utilizzare «par- rium16. stiche. In questo nostro studio, citeremo rucche e cerchietti»27, mentre veniva Nel secolo XII appaiono anche i alcuni di tali testi, conservati nell’Ar- comminata la scomunica ipso facto a chi primi canoni dei colori liturgici17 men- chivio Storico della Diocesi di Oppido entrava in Sacrestia o celebrava la tre a partire dal periodo successivo le Mamertina-Palmi. Messa senza talare28.

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mentre vietava ad altri di portare «un ed investendosi, parlar di affari dome- saio secolaresco, un archibugio da stici, di novelle di piazza, di ciance, di guerra o un morione da soldato»34 e ad buffonerie e forse ancora di oscenità. Al- altri ancora di «passar da’ calici alle tri vedrete venir vestiti non solamente di zappe e da’ messali alle ceste» oppure li corto, ma ancora da cacciatori, da sol- rimproverava perché usavano «guanti, dati, infino da sbirri»39. manicotto oppur ventaglio nelle mani Ed, infine, concludeva: che dovrebbon solamente tenere le sacre «Non intendo che in casa portiate pagine»35. veste talare, come portate in città, ma Quindi, precisava: dico solamente che nelle vestimenta di «Se vestiamo abiti sagri nelle chiese, casa si conosca alcuna differenza tra quivi troviam le vesti bianche di Cristo, ecclesiastici e secolari; almen nella che furono a lui di dileggio e a noi non moda, nella foggia, nel colore. Si dimo- debbono esser di fasto; troviamo le por- stri anche in casa che siamo uomini di pore, che gli furon di scherno e a noi non Chiesa, non di corte, non di campo, non debbono esser di lusso; le sindoni, che di campagna»40. furono arredi di morte e a noi non deb- bono essere delizie; le funi, che furono Mons. Ferdinando Mandarani ordigni di schiavitù e a noi non debbono Tra i vescovi di Oppido, si fermò, essere strumento di libertà ed il rima- poi, con particolare attenzione sul tema nente insomma che ci raccorda la sua dell’abbigliamento ecclesiastico, mons. dolorosa Passione e la sua vergognosis- Ferdinando Mandarani, che resse la sede sima morte, come potrà mai essere che aspromontana dal 1748 al 176941. Nella ci spiri sentimenti di vanità?»36. sua prima lettera pastorale, scritta signi- Ed ancora: ficativamente in italiano, raro esempio «Li vedeste, or profumarsi davanti a per quei tempi, si concentrò sull’argo- uno specchio e starvi le ore intiere; mento proprio nel primo paragrafo, inti- or’assistere presso di un sarto perché gli tolato, per l'appunto, «Vestire»42. Il canonico mons. Giuseppe Mangione (1860-1932) vestito con le insegne canonicali abiti riescano più attillati; or girne in Il presule, pur partendo dalla costa- volta per trovar drappi forastieri che, tazione «che così nella Città, come in Mons. Giuseppe Maria Perrimezzi col maggior prezzo, dimostrino che tutti i luoghi della Diocesi, da più tempo Grande cura per questo tema ebbe, sieno i migliori che si ritrovano in si trova indotta e continuatamente e fe- quindi, questo presule che sedette sulla piazza; or con perrucchini da Ganimedi delmente osservata da tutti la delazione cattedra oppidese dal 1714 al 1734, il girar le sale e correr per gli corsi; or con del decente e proprio abito ecclesiastico quale «bacio per mille volte queste mie cappelli da damerini, mostrarsi più ch’è il talare, cioè la veste nera, lunga povere lane», amava dire riferendosi al scrupolosi nell’osservar le mode oltra- fino a’ piedi», non volle mancare di dare suo abito ecclesiastico, «poiché per que- montane che nell’eseguire le leggi dio- le sue opportune indicazioni per riaffer- ste lane non sarò mai per invidiare a’ se- cesane; or vestendo al disotto alla seco- mare «la necessità e la stretta obbliga- natori le maestose lor toghe, a’ capitani laresca maniera, palesarsi mezzo eccle- zione»43 d’indossare la prescritta veste le lor clamidi preziose, agli stessi re- siastici, mezzo laici; or’insomma, por- canonica. A tal proposito, egli innanzi- gnanti i loro manti reali»29. Per tal mo- tando calze trasparenti e scarpe molto tutto precisava: tivo, non mancava di rimproverare co- strette, far vedere che la lor sincerità sta «Il cuore non si vede, se non che da loro che, tra i membri del suo clero, «per sol nelle calze e che osservano povertà Dio, ma gli uomini, da quel che vedono, bizzarria di genio, o per vanità di pen- sol nelle scarpe»37. prendono argomento dell’interno, che sieri, o per comodità di portamento»30, Mentre, all’opposto: non vedono, e però nel mirare un eccle- non indossavano l’abito clericale. A co- «Altri si veggion nei piedi certe scar- siastico in abito modesto e decente, se storo, il vescovo intimava: pacce che così logore, così intacconate, n’edificano per la congettura che ne ri- «Se lasciam la livrea della Casa di neppur le tengono i contadini che zap- traggono della interna bontà e religiosità Dio, perché vogliam poi continuare il sa- pan la terra. Ad altri si scorgon le calze sua; perché regolarmente la forma scom- lario? Si rinunzino dunque le prebende che cadono a brane, vesti ridutte in posta del vestito è l’indizio della defor- che si possiedono, i benefizi che si go- cenci, camice nere e sudice come le pen- mità della mente e de’ costumi»44. dono, le dignità che si ostentano; si la- tole e, per opposto, altri vedrete sopra gli Il buon presule ordinava che la ta- scino i privilegi, le immunità, le prece- altari come sposi novelli, tutti pieni di lare, confezionata semplicemente di lana denze; non si ricerchino emolumenti da odore di zibetto, che, come lo sposo dei e non di seta, «non sia lacera, sconcia o quel servizio di cui ci vergogniamo por- Cantici, par che dicano a chi li rimira: sordida per avarizia o per incuria» e pre- tarne il segno»31. “Fulcite me floribus, stipate me malis, cisava, allo stesso tempo, che «non sia Ad alcuni stigmatizzava «i porta- quia amore langueo!”. In ultimo, fibbie vana né pomposa per ostentazione»45, menti da damerini che spasimano e le af- nelle scarpe, anelli nelle dita, parruc- quindi intimava: fettazioni da Adoni che languiscono»32 e chini nella testa da fare innamorare ogni «Gli ecclesiastici, specialmente sa- l’uso sconveniente di indossare «un par- più debol cuore»38. cerdoti, non debbono vestir da duolo, da rucchino da sposo sul capo con uno Sulla stessa linea, affermava: scorruccio, ovvero, come dir si suole, da sfoggio di merletti sul petto o una giubba «Vedrete sacerdoti vestir gli abiti sa- lutto, per la morte di chi si voglia, do- da soldato nel dosso, con un mantello ri- gri all’infretta e tutti in furia, come se vendo essi aiutare le anime dei loro con- lasciato dietro le spalle e con un pajo di vestissero armi da guerra, quando tra giunti con le orazioni e con li sagrifici, scarpe che fanno invidia a Giuditta»33 momenti si à da dar battaglia al nimico non piangerli con vesti lugubri secondo

Giugno 2019 Pagina 8 L’Alba della Piana le vane leggi del secolo; è però in simi- e sue pistole, una delle quali senza bac- glianti occasioni funeste, senza mutar chetta; un calzone usato di bombace in consueta veste, o alterarla di sorte al- d’Inghilterra color blu; due giamberghe cuna, potrà bastar loro trattenersi in di spumiglione di seta61 nera usate; una casa, al più un giorno, nel quale piutto- mantelletta62 con sua mozzetta63 di saja sto che dirottamente piangere e lamen- di Milano color pavonazzo foderata di tarsi, attendano a proporre a’ congiunti armesino cremjs; un giamberghino di ed alli amici de’ defunti, cristiane con- velluto nero ed un altro di seta fiorato siderazioni, con le quali temperar pos- usati; un altro giamberghino di amuer sano lo sconcio e smoderato sfogo delle nero usato; una zimarra di Segovia passioni»46. usata; due paja di calzoni di spumiglione Infine, «nelle sole occasioni di viag- usati; altro giamberghino di spumiglione gio», mons. Mandarani consentiva ai nero; altro paio di calzoni di spumi- suoi sacerdoti d’indossare «la veste non glione nero usati; una zimarra di spumi- talare ma che sia lunga infino alla metà glione nero usata foderata di armosino; della gamba», sempre di colore nero e una dalmatica di lustrino bianco64 con «formata senza le attillatezze e super- galloncino e cimetta d’oro65 attorno; un fluità concertate sul garbo e leggiadria paio di coturni di damasco cremes con della moda»47. Dello stesso colore dove- cimetta e bottoncini di oro colle sue vano essere anche «il vestito di sotto e scarpe dell’istessa maniera; un’altra dal- cioè il corpetto, ovvero giamberghino, il matica di lustrino color cremes foderata calzone e le calzette»48. di armosino con galloncini di oro at- torno; una tonicella della stessa qualità; Il corredo di mons. Nicola Spedalieri due angoli di seta, uno verde, l’altro cre- Un altro documento d’archivio, re- mes; un manichetto di velluto color pao- Mons. Nicola Colangelo, vescovo di Oppido datto qualche anno dopo, ci ragguaglia nazzo usato; un altro paio di scarpe con dal 1932 al 1935, con il mantello circa il vasto corredo di mons. Nicola suoi coturni, con galloncino e bottoni di Spedaliere, ultimo presule dell’antica oro, color bianco; quattro borse per uso Canone vescovile75 usato, foderato di Città di Oppido, diruta dal sisma del 5 di calici66, una bianca, una verde, l’altra coperta di vitellino rosso con le armi ve- febbraio 178349. E fu proprio la notizia blu e l’altra cremes, con tre veli67 corri- scovili; un manto vescovile di saja di del terremoto e dei suoi nefasti effetti spondenti con cimette di oro; un Rituale Milano color pavonazzo con mostre ad abbreviare i giorni di questo vescovo Romano68 con coperta di lana rossa ed d’armesino cremis e finalmente era den- che si trovava, in quel periodo, nel suo un Cerimoniale69 per li Pontificali con tro detto baulo un camicio di merletto; paese natale, dove morì, il 5 aprile coverte dorate ed impresa vescovile. Un una croce d’argento dorato vescovile, 1783, a due mesi esatti dal “grande fla- altro baullo dell’istessa maniera con en- col suo fiocco verde; altra croce di ar- gello”. Il giorno dopo la sua morte, il tro un abito viatorio vescovile di color gento ed oro con pietre grandi di sme- governatore del re, don Felice Testa, pavonazzo di sajetta di Milano, con sue raldi al numero di sei e dieci diamanti entrato «nella baracca dove abitava il fu mostre di armesino cremis; un manto ve- piccioli anche per uso vescovile con suo monsignor don Nicola Spedalieri per scovile color pavonazzo di amuerro con fiocco verde ed oro e un anello vescovile occasione del tremoto» per compiere lo sue mostre di armosino parimenti cre- con pietra di zaffiro»76. spoglio previsto dalle leggi del tempo, mis; un mantellone parimenti pavonazzo vi trovo il seguente corredo appartenuto di spumiglione colle mostre di armosino Il guardaroba dei canonici e il corredo all’estinto: cremis; una giamberga di velluto di dei seminaristi «Una camiciuola usata di calamo50 e bombace d’Inghilterra color blu usata; Lo Statuto del Capitolo della Catte- seta color cremes; una livrea51 di servi- un pajo di stivali dell’istessa robba; un drale, promulgato dal vescovo Antonio tore color blu di panno con frange di calzone di barracano70 blu usato; una Galati nel 1926, prevedeva, invece, seta; un’altra livrea dell’istessa maniera coppola71 di seta nera; quattro collaretti come “guardaroba” per i canonici le in- per uso di volante52; una cappa magna di di seta pavonazzi; un fazzoletto di seta segne corali che erano, «per antica con- sajetta di Milano53, per uso di Giovedì usato nero e cremis; una berretta72 di suetudine e concessione della Sede Apo- santo, coll’armellino54 riposti entro un seta nera usata e due collari bianchi. stolica»77, il rocchetto, la e la baullo di vacchetta di Fiandra55. Un altro Nello stesso baulo anche di vacchetta cappa canonicale, volgarmente detta baulo dell’istessa maniera con entro una abbiamo ritrovato una pianeta di lama “mezza cappa”. La mozzetta era confe- veste di camera di amuer56 color cremes d’oro con galloni e cimetta di oro con zionata sul modello di quella papale al- usata e foderata di tela di Persia imbot- anche la borsa per il calice color pavo- lora in uso ed era di due tipi, uno per tita di bombace57; una giamberga58 di ca- nazzo con le armi vescovili ricamate al l’inverno ed uno per l’estate. La moz- lidoro di Palmi59 color blu foderata di didietro; un ammitto73 arricciato di mus- zetta invernale era fatta di velluto cosid- seta col suo giamberghino dell’istessa soletta74; una stola e un manipolo detto “serico”, di colore rosso cremisino robba; una cinta di seta color pavonazzo dell’istessa maniera. Dentro una scatola e bordata di ermellino bianco e s’indos- con suoi fiocchi; una tavaniera60 di seta tre mitrie, una bianca ricamata in oro e sava dalla prima Domenica d’Avvento con lacci di seta verde; un paio di guanti trenta pietre, quindeci dinnanzi e quin- fino ai primi Vespri della solennità di di seta color cremes entro una scatola; deci dietro, otto bianche, sei turchine, sei Pentecoste. Anche la cappa invernale due cappelli di pelo usati con fiocchi verdi e dieci rosse; altra mitria di lama doveva essere confezionata con lo stesso verdi. Un altro baullo anche di vacchetta in oro semplice gialla; altra in oro pari- velluto e la pelliccia bianca di ermellino. con dentro una guarnizione da sella di menti gialla con ricamo di argento; due La mozzetta estiva che s’indossava dai velluto blu di seta con gallone d’argento fasce di seta bianca con frange in oro; un primi vespri di Pentecoste fino alla

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dovevano prendere parte agli esercizi di pietà «vestiti di sacco, o sia cappa bianca di lino, col mozzetto, senza cappuccio di color acquamarino e col cappuccio bianco distinto in testa di lino mede- simo»88 mentre quelli della Confrater- nita di Sant’Anna di Sant’Anna di Semi- nara erano tenuti ad indossare «il sacco bianco con cingolo di seta color celeste; il cappuccio pendente sopra le spalle nelle processioni di divozione e di rito e sopra la testa calato avanti la faccia nelle esequie dei defunti; il mozzetto anche color celeste con cappuccetto di dietro e con orlo color cremisi e la medaglia di argento appuntata nella parte sinistra del petto nella quale sia scolpita l’immagine di detta gloriosa tutelare Sant’Anna»89. Un uso-abuso di abiti sacri si ebbe all’epoca del già citato mons. Perrimezzi ad opera di alcuni «gentiluomini» oppi- Il vescovo Maurizio Raspini vestito con la cappa magna ed altri ecclesiastici con le loro insegne desi i quali avanzarono il preteso privi- legio di portare le aste del baldacchino prima Domenica d’Avvento doveva, in- sottana nera con pellegrina83 per casa; 4) nella processione del Corpus Domini, vece, essere fatta di raso rosso e sempre due collari di lana color scarlatto con «vestiti di camice sacerdotale e ornati di bordata di ermellino bianco mentre la collaretti bianchi; 5) cappello a due una stola diaconale a traverso» che essi cappa estiva doveva essere confezionata gronde e berretta pretesca; 6) cotta con prelevavano allo scopo dalle sagrestie con lo stesso raso ma senza pelliccia di maniche larghe un palmo e mezzo in delle chiese della Città episcopale, «ed ermellino. Insieme a tali insegne, i cano- diametro; 7) calze color rosso; 8) scarpe in tempo di sede vuota hanno avuto la li- nici potevano indossare anche la berretta con fibbia per l’uscita e pianelle per bertà di servirsi anche di quelli ch’erano nera con quattro spicchi. Un antichis- casa, proibiti gli stivaletti»84. per gli vescovi destinati, unendo insieme simo privilegio del Capitolo oppidese camice sacerdotale e parrucca secolare- consentiva ai canonici d’indossare, inol- Gli abiti delle Confraternite e i capi sca»90, e tutto questo soltanto in quel tre, un anello d’oro «fuorché durante la d’abbigliamento del Monte di pietà giorno solenne, mentre ricusavano deci- celebrazione della Messa»78 e una fascia Una notevole varietà si può, quindi, samente di farlo in qualsiasi altra circo- di seta di colore viola ornata di fiocchi. I riscontrare negli abiti delle Confrater- stanza simile. canonici mansionari, invece, avevano nite esistenti in Diocesi. Ad esempio, Infine, per completezza d’informa- come insegna corale una mozzetta sem- leggiamo nello Statuto della Confrater- zione, riportiamo anche alcuni capi di plice di colore viola79. nita del Carmine di Varapodio abbigliamento tratti dall’inventario dei Una volta, uno dei canonici della dell’anno 1769: beni del Monte di pietà dell’antica Op- Cattedrale scrisse a “La palestra del «Li fratelli non possono vestire altro pido, redatto qualche tempo dopo il ter- clero”, una diffusa rivista di pastorale li- abito che di tela ordinaria, esclusa la tela remoto del 1783: turgica, per presentare «un quesito circa che si dice di cassetta, ed altre più fine, «Una faldetta91 di drappo in seta fio- il diritto di fregiare il cappello dei cano- con mozzetta di terzanella85 di colore ol- rata con campo giallo con fiori rossi, nici coi cordoni rossi e i fiocchi rossi»80. tremarino, siccome usò la Congrega- verdi e torchini… una saja92 verde di Il vescovo del tempo, mons. Maurizio zione fin dalla sua origine, con cappelli seta ricamata con fiori gialli, bianchi e Raspini, venuto a conoscenza del fatto, dello stesso colore e che sieno tenuti rossi… un busto cremisi guarnito tutto scrisse anche lui alla redazione del pe- nella parte sinistra portare legata alla d’argento… una gonnella di stoffa fio- riodico, chiedendo che si desse una ri- mozzetta una immaginetta della Vergine rata a mille fiori… una mezza veste di sposta privata alla domanda del sacer- Santissima in seta di poco valore. Ne damasco in seta con campo giallo e fio- dote e precisando piuttosto che «questa possano negli abiti portar merletti, piz- rata… un pannicello per figliuoli rosso povera Diocesi ha necessità di non per- zilli o altro ornamento, ne cingolo di seta guarnito con un pizzillo di argento… dere il tempo in cordoni e fiocchi, ma di o di fettuccia, ma di filo bianco ordinario una mezza veste di drappo con fiori in legarsi coi sacri vincoli dell’obbedienza per dimostrare in questo abito l’umiltà oro col campo rosso… un gipponetto93 all’ordinario e di fregiarsi di virtù sacer- della Vergine Santissima loro Madre»86. di damasco fiorato col campo giallo… dotali e pastorali»81. Questo, invece, l’abito dei confratelli una faldetta color di rosa macchiata… Al momento di entrare in Seminario, della Venerabile Confraternita del San- una mezza veste color di carne guarnita invece, ciascun seminarista, secondo il tissimo Sangue di Cristo Redentore di con lamaretti94 di oro, galloni e collare Regolamento dell’Istituto, doveva avere Casalnuovo: di velluto nero… un corpetto di damasco come indispensabile corredo: «1) Sot- «Devono avere i confratelli della celeste con pizzilli di oro falso… una tana di salga82 pavonazza filettata color medesima per diloro divisa il sacco, o sia faldetta di teletta di Reggio95 color cre- scarlatto con risvolti alle maniche e fa- abito con cappuccio bianco, colla moz- misi macchiata»96. scia di lana anche color scarlatto per zetta rossa e cappello rosso»87. Ci sembra opportuno concludere con l’uscita; 2) mantello di panno nero per Mentre gli affiliati della Congrega di le parole dell’erudito ottocentesco, Gae- l’inverno e di merinos nero per l’està; 3) Maria Santissima del Soccorso di Scido tano Moroni:

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«Non vi fu forse tanta discrepanza riccamente ornato di ermellino bianco ed un tempo Vescovi. Notizie cronistoriche, Tipografia Bar- d’opinioni negli scrittori, quanto sopra usato dai cardinali, dai vescovi e da alcuni prelati. bera, Roma 1876, 341-350; R. LIBERTI, Diocesi di 12 Il rocchetto o cotta è una sorta di corta tunica di Oppido-Palmi. I vescovi dal 1050 ad oggi, Virgilio ciò che riguarda l’uso e la proprietà delle lino bianco che può essere ornata ai bordi con ri- Editore, Reggio Calabria 2001, 99-118; S. RULLO, vesti dell’ecclesiastica gerarchia, perché cami, merletti o galloni. Cronografia vescovile Taurianese ed Oppidese, queste sempre hanno sofferto de’ cam- 13 I guanti venivano confezionati in seta e ricca- Edizioni Tauroprint, Gioia Tauro 2002, 176-178; biamenti. Ciò non deve recar meraviglia, mente ricamati. G. PIGNATARO, «Per una storia dell’episcopato di 14 Il razionale è una sorta di pettorale, ornato di mons. Giuseppe Maria Perrimezzi in Oppido di giacché non è materia spettante al gemme, anticamente usato per privilegio dai ve- Calabria (1714-1734)», in Historica, XXI (1968) dogma che dev’essere costante e stabile, scovi. 4, 203-214; XXII (1969) 1-2, 23-38; E. ma alla mutabile disciplina ecclesiastica 15 La mitra è un copricapo liturgico proprio del ve- CARNEVALE, «Giuseppe Maria Perrimezzi», in esteriore della Chiesa, la quale come scovo che può avere varie forme e colori e che può Calabria Letteraria, LVII (1989) 3, 24-32; G. essere riccamente decorato con ricami, gemme e RUSSO, «Mons. Perrimezzi e l’Accademia ma- sposa di Gesù Cristo, tanto più ri- galloni. riana», in Il Provinciale, XXI (1989) 2-8, 13-25; splende, quanto maggiormente viene 16 Il subcintorium o cingolo è un cordone di colore L. FESTA, «Nobiltà, clero e popolo negli scritti di d’ogni lato con varietà d’ornamenti cir- bianco che assicura il camice alla vita. mons. Giuseppe Maria Perrimezzi, vescovo di Op- 17 condata. Secondo dunque la variazione I colori liturgici sono bianco o dorato, rosso, pido dal 1714 al 1734», in Corriere della Piana, verde, viola e nero e variano a seconda delle di- IV (2019) 1, 2,3). de’ tempi e la diversità delle nazioni, si verse occasioni e solennità liturgiche. 27 Prima Dioecesana Synodus Oppidensis ab illu- è saggiamente cambiato l’abito degli ec- 18 Il damasco è un tessuto che presenta per lo più strissimo et reverendissimo Domino D. Fr. Jose- clesiastici, or usandosi in una foggia, or disegni stilizzati o motivi floreali, nel nostro terri- pho Maria Perrimezzi, Ordinis Minimorum S. in un’altra, secondochè fu giudicato me- torio soprattutto foglie di acanto, ad effetto di lu- Francisci de Paula, SS. D. N. Benedicti Papae XIII cido-opaco. Di particolare importanza in Calabria Praelato domestico ac Pontificio Solio Episcopo glio convenire alla gravità e grandezza era il celebre damasco catanzarese. Assistente, Dei et Apostolicae Sedis gratia, Sanc- del sagro ministero»97. 19 Il pastorale è un bastone di legno o metallo pre- tae oppidensis Ecclesiae Episcopo celebrata anno zioso che, appunto a partire dal X secolo, assunse MDCCXVI Die XVIII, XIX et XX Mensis Augusti, sempre più una estremità arrotondata e si arricchì Typis De Mosca, Neapoli 1728, 28. Note: 28 1 di preziosi elementi decorativi. Cfr. ivi. Cfr. S. PICCOLO PACI, Storia delle vesti liturgi- 20 29 Simboli ormai tipici dei vescovi, tradizional- G. M. PERRIMEZZI, De’ ragionamenti pastorali che, Ancora, Milano 2008. 2 mente realizzati in metallo prezioso ed ornati di fatti al clero da mons. Giuseppe Maria Perrimezzi Cfr. GIOVANNI CRISOSTOMO, Homilia 83 in Mat- gemme. de’ Minimi di San Francesco di Paola, vescovo già thaeum, 6, (PG LVIII, 754). 21 3 Costitutiones Synodales illustrissimi et reveren- di Ravello e Scala, ora di Oppido. Parte prima In G. MORONI, Dizionario di erudizione storico- dissimi Domini Don Pauli Diano Parisio, Patritii consegrata all’eminentissimo principe Pietro ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri giorni, reginii, Episcopi oppiden. in prima diaeces. Marcellino cardinal Corradini, prefetto della Sa- Tipografia Emiliana, Venezia 1859, vol. XCVI, Synodo promulgatae die 20 mensis maii anni gra Congregazione del Concilio, Stamperia di Mi- 202. Cfr. Voce “Vesti liturgiche” in Enciclopedia 1670, Typis Pauli Monetae, Romae 1671, 68. chele - Luigi Muzio, Napoli 1718, 103. del Cattolico, Bianchi-Giovini, Milano 1948, II, 22 «L’abito corto o abito d’abate, è tutto di color 30 Ivi, 100. 903-904. 31 4 nero e si compone del cappello ecclesiastico, del Ivi, 105. Il camice è una sorta di lunga tunica di lino collare, del corpetto, del vestito lungo dalla cui 32 Ivi, 111. bianco che può essere ornata ai bordi con ricami, spalle pende il ferraiuoletto o mantellino di seta, di 33 Ivi, 111-112. merletti o galloni. Secondo le testimonianze degli calzoni corti con fibbiette a’ centurini, di calze e di 34 Ivi, 114. antichi Padri della Chiesa come Gregorio di Tours, scarpe con fibbie. L’abito e il sott’abito ordinaria- 35 Ivi, 213. Girolamo, Venanzio Fortunato, Isidoro e molti al- 36 mente sono di panno o di drappi di saia» (MORONI, Ivi, 218. tri, il primo e più usato colore per gli abiti eccle- Dizionario di erudizione ecclesiastica, 200) 37 Ivi, 223. Sulla stessa linea, poco più avanti, con- siastici fu il bianco, secondo un uso già invalso per 23 F. RUSSO, Regesto vaticano per la Calabria, tinuava: «Tanta diligenza perché l’abito vada attil- il culto veterotestamentario in Israele. In seguito, a voll. 14, Gesualdi Editore, Roma 1974-1995, vol. lato; niuna cura perché il sembiante comparisca causa delle teorie degli eretici Novaziani, i quali si VIII, Roma 1974, 1670-1676, 416. modesto! Tanto studio perché la chiometta non si definivano “catari” cioè “candidi”, il clero catto- 24 RUSSO, Regesto vaticano per la Calabria, vol. veda scomposta, niun pensiere perché gli occhi lico iniziò ad utilizzare vesti di color paonazzo, ov- IX, Roma 1974, 1691-1700, 294. non si vedan giranti! Tanta fatica perché le scarpe vero un violetto che sta tra il nero e il bianco. Il 25 Acta Synodi Diaecesanae ab illustrissimo et re- siano da sposa, niun riguardo perché i passi siano nero cominciò, invece, a diffondersi quando i mo- verendissimo Domino D. Bisantio Fili, Patritio al- ordinati! Tanto travaglio perché il collare, i mani- naci - i quali non ammettevano altro colore per i tamurano, Dei et Apostolicae Sedis gratia Epi- chetti, i merletti spirino muschio e zibetto, niuna loro indumenti - iniziarono ad essere posti alla scopo oppidensi celebrata die vigesima aprilis operazione perché i costumi mandino buon odore guida delle comunità cristiane come vescovi anni 1699, Typis Cameral. Vincentii De Amico, e conservino buona fama!» (Ivi, 221). (MORONI, Dizionario di erudizione ecclesiastica, 38 Messanae 1701, 90. G. M. PERRIMEZZI, De’ ragionamenti pastorali 204). 26 5 Giuseppe Maria Perrimezzi, membro della fami- fatti al clero da mons. Giuseppe Maria Perrimezzi Il pallio è una striscia circolare di lana bianca da glia religiosa di San Francesco di Paola, fu lo scru- de’ Minimi di San Francesco di Paola, vescovo già cui cadono, sul petto e sul dorso, due corte bande poloso e attento autore di un’apprezzata biografia di Ravello e Scala, ora di Oppido. Parte seconda e decorata con sei croci nere: è un paramento pro- del Santo Paolano, data alle stampe a Napoli nel consegrata all’illustrissimo e reverendissimo prio del papa, dei patriarchi e degli arcivescovi. 6 1713. Il Perrimezzi nacque anche lui a Paola, il 17 monsignore Prospero Lambertini, segretario della La dalmatica e la tunicella sono delle corte tuni- dicembre 1670. Dopo aver studiato dai Gesuiti, en- Sagra Congregazione del Concilio, Stamperia di che aperte ai lati che giungono alle ginocchia, con trò nell’Ordine dei Minimi, distinguendosi per Michele - Luigi Muzio, Napoli 1721, 154. Il Lam- maniche aperte e larghe. La dalmatica è l’abito li- virtù e applicazione allo studio. Fu direttore del bertini, qualche tempo dopo, diventerà papa con il turgico proprio del diacono mentre la tunicella è, Convitto della sua Città natale e correttore provin- nome di Benedetto XIV. oggi, usata dal vescovo e, un tempo, dal suddia- ciale. Dotato di buon eloquio, predicò nella Basi- 39 Ivi, 153. cono. 40 7 lica Lateranense e nella Cattedrale di Napoli. Nel Ivi, 313. La casula o pianeta è un mantello con un foro per 1707 fu eletto vescovo di Ravello e Scala e quindi, 41 Ferdinando Mandarani nacque a Santa Caterina passarvi la testa e aperto sotto le braccia. È l’abito nel 1714, fu trasferito alla Sede vescovile di Op- sullo Ionio, il 3 maggio 1696. Fu ordinato sacer- liturgico proprio del sacerdote. 8 pido Mamertina, dove, nel 1726, celebrò un Si- dote il 20 settembre 1719 e conseguì il dottorato in Il manipolo è una striscia della stessa stoffa della nodo diocesano. Nel corso del suo lungo mini- Diritto Canonico e Civile. Fu vicario generale di pianeta che veniva legata al braccio sinistro ed stero, pubblicò oltre sessanta opere, trattando di mons. Marcello Filomarini, vescovo di Mileto. oggi non più in uso. 9 varie materie teologiche, storiche e pastorali. Il 18 Eletto vescovo di Strongoli il 3 luglio 1741 fu, in La stola è una lunga striscia della stessa stoffa febbraio 1734, stanco delle vessazioni e delle an- seguito, nominato vescovo di Oppido, il 29 gen- della pianeta che passa sulle spalle e ricade sul gherie del principe di Cariati, feudatario di Op- naio 1748. In questa sede, costruì il nuovo edificio petto del sacerdote. Può essere ornata con ricami, pido, presentò le dimissioni al papa Clemente XII del Seminario presso l’Episcopio e la Cattedrale, frange e galloni. 10 che le accolse e lo promosse, il 24 marzo succes- lasciando nel vecchio palazzo il Monastero delle Calzature che venivano utilizzate dai vescovi sivo, arcivescovo titolare di Bostra. Morì a Roma donne monache che, nel 1757, per suo decreto, ac- nelle celebrazioni più solenni ed erano confezio- il 10 febbraio 1740 e fu sepolto nella chiesa di San coglierà la clausura delle Clarisse. Istituì il Monte nate nei colori liturgici. 11 Francesco di Paola (Cfr. C. ZERBI, Della Città, frumentario e il Monte annonario e provvide la La cappa magna è un mantello a lunga coda, di Chiesa e Diocesi di Oppido Mamertina e dei suoi Cattedrale di nuovi arredi e paramenti. Fu il primo moerro rosso o violetto per i giorni di penitenza, vescovo di Oppido ad assumere il titolo di “Abate

Giugno 2019 Pagina 11 L’Alba della Piana di Santa Marina e del Santissimo Salvatore”, in virtù Città (Cfr. S. IDÀ, Saggio di Storia Patria, Villa- paonazzo; cuturni para tre dei suddetti colori; san- del fatto che la gran parte dei beni della Mensa ve- nova di Guidonia (RM) 2016, 86). dali para due uno ricamato e l’altro semplice color scovile provenivano da fondi già appartenuti ad an- 60 Ovvero una zanzariera. bianco; due mitre, una gemmata col fondo bianco tichi monasteri basiliani siti in agro di Paracorio e di 61 Tessuto di seta leggero e increspato. e l’altra di lama gialla; una pianeta ricamata in oro Varapodio. Riformò diverse chiese ricettizie ed or- 62 Piccola mantella indossata in passato dai vescovi dello stesso fondo della mitra; tre para di guanti dinò la raccolta degli atti riguardanti i beni della fuori della loro Diocesi e, ancora oggi, da alti pre- rossi, bianchi e paonazzi con ricami in oro; un fal- Diocesi in un grande volume detto “Calderone”. lati, al posto della mozzetta, per coprire il roc- distorio con pomi d’ottone [Seggio senza spalliera Forse celebrò un Sinodo diocesano nel 1762 del chetto. Essa è di colore rosso per i cardinali, viola- che in alcune cerimonie liturgiche solenni viene quale, però, rimangono scarsissime tracce. Fu nomi- ceo per gli altri, lunga fino ai ginocchi e aperta sul collocato in prossimità dell’altare ed è riservato al nato prelato domestico e assistente al Soglio ponti- davanti, senza maniche ma con due aperture per le solo vescovo che presiede il rito]; rocchetti nu- ficio. Concluse la sua esistenza terrena il 9 novem- braccia. mero cinque con rispettivi merletti e guarnizioni; bre 1769 (Cfr. ZERBI, Della Città, Chiesa e Diocesi 63 Mantellina con piccolissimo cappuccio, chiusa panneggi per il trono numero quattro, due di panno di Oppido Mamertina e dei suoi Vescovi, 367-378; al petto da una bottoniera, portata dal papa, dai car- color verde coll’impresa di monsignore e due di LIBERTI, Diocesi di Oppido-Palmi. I vescovi dal dinali, dai vescovi, dai canonici e da alcuni prelati. raso giallo con passamano di seta bianca colli ri- 1050 ad oggi, 131-150; IDEM, «Mons. Ferdinando Originaria del basso Medioevo, è segno di giuri- spettivi ferri» (ASDOP, fondo della Curia Vesco- Mandarani plurifondatore di cappellanie corali nella sdizione in chi la indossa. vile, sezione Cassa Sacra, serie Inventari di beni, Diocesi di Oppido a metà del XVIII secolo», in Ri- 64 Tessuto lucido di raso di seta. busta 296, fascicolo 2, Inventario per l’ingresso di vista storica calabrese, VIII (1987) 1-4; RULLO, 65 Bordura di passamaneria dorata. mons. Tommasini dell’anno 1793, 4v-6v). In altri Cronografia vescovile Taurianese ed Oppidese, 66 La borsa del corporale è una custodia quadran- momenti, invece, i vescovi dovettero accontentarsi 181-183; IDEM, «Le chiese ricettizie nell’opera ri- golare utilizzata per contenere il corporale piegato di un “guardaroba” più essenziale. Il vescovo Giu- formatrice del vescovo Mandarani», in Historica, sopra il calice. E’ confezionata con la stessa stoffa lio Ruffo, ad esempio, designato vescovo di Op- LIII (2000) 3, 130-135). e lo stesso colore della pianeta. pido nel 1605, giungendo in Diocesi trovò un Epi- 42 F. MANDARANI, Prima lettera pastorale di mon- 67 Quadrato di stoffa dello stesso colore della pia- scopio cadente, il bastone pastorale spezzato, nes- signor Ferdinando Mandarani, vescovo di Op- neta utilizzato per coprire il calice. sun anello, mitria o altri paramenti sacri (Cfr. pido, al Capitolo e clero della sua Diocesi, No- 68 Libro liturgico. ARCHIVIO SEGRETO VATICANO, Relatio ad Limina vello De Bonis Stampatore arcivescovile, Napoli 69 Altro libro liturgico. Apostolorum, Acta miscellanea 98, f. 426v). 1748, 7. 70 Tessuto realizzato con pelo di capra. 77 Statuta Capituli Ecclesiae Cathedralis Oppiden, 43 Ibidem. 71 Piccolo berrettino anche dette “zucchetto” per la Tipografia episcopale “Cuore di Gesù”, Tropea 44 Ivi, 7-8. sua caratteristica forma. 1926, 5. 45 Ivi, 9. 72 Cappello liturgico ecclesiastico a tre o quattro 78 Ivi, 6. 46 Ivi, 10. spicchi. 79 Ibidem. 47 Ibidem. 73 L'amitto è una veste liturgica costituita da un 80 ASDOP, Archivio di deposito, fondo della Curia 48 Ivi, 11. panno di lino bianco rettangolare, munito di due Vescovile, serie Vescovi, sottoserie Mons. Mauri- 49 Nicola, Bruno, Venanzio, Alessandro Spedalieri nastri in tessuto. Viene indossato sotto i camici con zio Raspini, busta 3, fascicolo 12, Lettera di mons. nacque a Badolato il 27 febbraio 1705. Studiò a l'apertura del collo larga, con la funzione di coprire Raspini alla rivista “La palestra del clero” del 18 Stilo, Napoli e Roma e fu ordinato sacerdote il 24 il collo. marzo 1960, 1. settembre 1729. Fu vicario generale del vescovo di 74 Tessuto di cotone realizzato con filati fini, molto 81 Ibidem. Umbriatico Francesco Maria Loyero che seguì an- morbido al tatto. 82 Tessuto di lana con diritto e rovescio, ad effetto che nel suo trasferimento a Nicastro. Ottenne il dot- 75 Libro liturgico. diagonale. torato nel 1731. Alla morte del Loyero, fu confer- 76 ARCHIVIO STORICO DELLA DIOCESI DI OPPIDO 83 La pellegrina è una veste ecclesiastica simile alla mato nel suo incarico da mons. Domenico Peronacci MAMERTINA-PALMI (ASDOP), fondo della Curia mozzetta con la differenza che è aperta sul davanti, in Umbriatico. In seguito, fu vicario generale anche Vescovile, serie Vescovi, sottoserie Mons. Nicola senza bottoni, ed è applicata alla talare. del vescovo Nicola Brescia di San Marco Argentano Spedalieri, busta 13, fascicolo 2, Inventario per la 84 ASDOP, fondo del Seminario Vescovile, serie e di due arcivescovi di Reggio Calabria, mons. Da- morte di mons. Spedaliere dell’anno 1783, 1-5. Un Regolamenti e Orari, busta 3, fascicolo 3, Regola- miano Polou e mons. Domenico Zigari. Il 19 dicem- simile inventario fu redatto, qualche anno dopo, mento del 1883, 19. bre 1758 fu eletto vescovo di Martirano, per essere, per il vescovo Alessandro Tommasini in occasione 85 Seta di qualità inferiore, tratta da bozzoli incom- poi, trasferito ad Oppido il 29 gennaio 1770. Il 18 del suo ingresso in Diocesi avvenuto nel 1791: piuti per la morte del baco oppure avariati o mac- marzo seguente fu nominato assistente al Soglio «Una croce pettorale con catiniglia d’oro; altra chiati. pontificio. Prese possesso per procura della Diocesi croce pettorale d’oro con laccio verde in oro; altra 86 ASDOP, fondo delle Confraternite, serie Con- il 12 giugno 1770. A causa di problemi di salute do- nobile per li pontificali d’oro con gemme verdi nu- fraternita di Maria SS. del Carmine in Varapodio, vette spesso dimorare in Guardavalle, presso il suo mero sette con l’anello anche con pietra verde busta 1, fascicolo 1, Statuto del 1769, 2r. paese natale, dove morì il 5 aprile 1783 e dove fu gemmato; altra croce d’oro smaltata con laccio di 87 ASDOP, fondo delle Confraternite, serie Con- sepolto nella cappella gentilizia della sua famiglia, seta più altra croce d’oro smaltata per sopra l’abito fraternita del Preziossimo Sangue di Cristo Reden- nella chiesa parrocchiale (Cfr. ZERBI, Della Città, come maestro di Sacra Teologia; altro anello gior- tore in Cittanova, busta 1, fascicolo 1, Statuto del Chiesa e Diocesi di Oppido Mamertina e dei suoi naliero d’oro con pietra verde; altro anche d’oro 1777, 1r. Vescovi, 379-382; LIBERTI, Diocesi di Oppido- con pietra ametista ed un bacolo pastorale; una sot- 88 ASDOP, fondo delle Confraternite, serie Con- Palmi. I vescovi dal 1050 ad oggi, 151-156; RULLO, tana di castoro paonazzo; un manto dell’istessa fraternita di Santa Maria del Soccorso in Scido, Cronografia vescovile Taurianese ed Oppidese, roba; manteletta e mozzette due anche dell’istessa busta 1, fascicolo 1, Statuto del 1777, 3r. 184-185). roba; sottana e mantellone, mantelletta e mozzetta 89 ASDOP, fondo delle Confraternite, serie Con- 50 Tessuto simile alla seta ma d’inferiore qualità. di stamina velata [Tessuto di stame, cioè di lana fraternita di Sant’Anna in Sant’Anna di Seminara, 51 Veste con i colori e lo stemma di una famiglia sottile e resistente] color paonazzo; zimarra nera di busta 1, fascicolo 1, Statuto del 1802, 1v. nobile utilizzata dalla servitù. castoro [tessuto morbido e rasato]; zimarra nera di 90 G.M. PERRIMEZZI, Delle canoniche allegazioni 52 Servi addetti alla trasmissione di messaggi o che calamo e seta; sottana nera di calamo; due abbiti fatte a pro delle ragioni di se stesso, del suo clero accompagnavano la carrozza o la portantina del neri di panno, uno di Sigovia ed un altro di panno e della sue chiese da monsignor Giuseppe Maria padrone con delle fiaccole durante le ore notturne. del bue; un altro abito di castoro paonazzo; una ve- Perrimezzi de’ Minimi di San Francesco di Paolo, 53 Tessuto di lana con i punti di legatura disposti in ste da camera color pignolo; un abito nero di sta- vescovo di Oppido. Parte prima a Benedetto XIII, diagonale. mina velata; un abito di ammuer nero; un abito di pontefice massimo, Gaetano Zenobj stampatore ed 54 Pelliccia di ermellino, indossata tradizional- pelle nero in cottone; un abito di stamina velata co- intagliatore di N.S., Roma 1725, 100. mente come segno del potere e insegna di dignità lor paonazzo con laccietti in oro; una cappa magna 91 Scialle o manto di lana o seta, per lo più nero, dei gradi più elevati della gerarchia ecclesiastica, di stamina velata con suo armellino entro un fa- lungo fino al ginocchio. accademica o giudiziaria. gotto; una verde per andare in chiesa di 92 Sorta di lunga veste. 55 Cuoio adoperato soprattutto per tomaie di damasco; un’altra di nobiltà verde; tre cappelli, 93 Ovvero un panciotto. scarpe, per valigeria e per rilegature, ricavato da due con fiocchi verdi ed uno con fiocchi d’oro; due 94 Ovvero alamari. pelli di vacca che vengono conciate con estratti ve- fasce o siano cinte color paonazzo, una con fiocchi 95 Tela leggera, a tessuto rado, usata per fodere. getali e ingrassate con olio. di seta e l’altra con fiocchi d’oro; due birette pre- 96 ASDOP, fondo della Curia Vescovile, sezione 56 Ovvero “amuerro”, tessuto di seta. tesche una di panno e l’altra di raso; quattro berrit- Cassa Sacra, serie Inventari di beni, busta 296, fa- 57 Ossia “bambagia”, tessuto di cotone. tini di raso negro; mezza canna d’amuer colore scicolo 1, Inventario dei beni del Monte di pietà 58 Nome popolare della finanziera o redingote. paonazzo; calzette di seta color paonazzo para sei; del 1788, 1-7. 59 Tessuto di lana d’Angora, prodotto proprio in dalmatica e tonacella di nobiltà con passamano in 97 MORONI, Dizionario di erudizione ecclesiastica, quegli anni a Palmi in fabbriche istallate dal prin- oro color bianco; l’istessi di colore rosso e di color 202. cipe di Cariati, Scipione Spinelli, feudatario della

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