`

COMUNITÀ APERTA ottobre 2018

COME INSEGNARLA AI BAMBINI ADORAZIONE EUCARISTICA, Pagina 21

Pagina 6

Possiamo leggere COMUNITÀ APERTA e gli AVVISI PARROCCHIALI (e altro ancora) al computer o con lo smartphone.

Il SITO DELLA PARROCCHIA ha questo indirizzo www.ecclesia-.it

Una volta visualizzato può essere salvato con “aggiungi su schermata Home” ; nel computer in altro modo. Uscirà una

piccola icona  JOINTS WP Replace This Image Aperto il sito, si clicca sul MENU. Si clicca poi sulle parole evidenziate in azzurro. Per ottenere gli avvisi e com. aperta si scarica il PDF.

Evidentemente l’utilizzo è possibile anche da località lontane. Attendo volontari per un piccolo gruppo che con me guidi questo Sito.

Il sito, una volta aperto, propone subito una pagina chiamata HOME dove si trovano gli ultimi inserimenti di articoli o altro. Tuttavia posso scegliere la pagina AVVISI SETTIMANALI, o quella di COMUNITÀ APERTA, oppure STORIA DELLA PARROCCHIA che dispone anche di due sottocartelle titolate POESIE O BRANI SPIRITUALI e VITE DI SANTI E ALTRI; troverò nel menu anche COMUNICAZIONI, cioè brevi avvisi o inviti, e una sottocartella collegata con avvisi provenienti da LA COLLABORAZIONE DI . Infine una pagina fissa così chiamata: ORARI MESSE E CATECHESI.

A destra della videata appare sempre una banda con il titolo EVENTI PARROCCHIALI. Cliccando sulle parole azzurre

posso conoscere il contenuto degli eventi o appuntamenti. In fondo c’è una FINESTRA SUL MONDO per poter osservare il mondo, soprattutto attraverso informazioni missionarie. Ogni settimana sarà proposto un articolo dall’Osservatore Romano e uno da Avvenire; continuando oltre l’articolo posso sfogliare il quotidiano scelto, pagina su pagina, che viene aggiornato ogni giorno automaticamente.

L’ORGANO : GRANDE STRUMENTO MUSICALE

Pagina 16

n°ADDIO 474 MARIANO! Pagina14 sommario pg. 3 La lettera pg. 11 Omelia di d. Stefano nella solennità dei nostri Patroni pg. 3 Preghiera s S. Giuseppe pg. 13 Storia di Pederobba (sintesi) pg. 4 Giuseppino è diventato sacerdote! pg. 15 Il centro anziani racconta pg. 5 Notizie da don Giuliano pg. 15 Un bando delle O.Pie pg. 5 Racconto: il leone e il pg. 16 Al giovane che cerca … moscerino pg. 16 Satana esiste: non è un mito pg. 6 La missione di don Giuseppe pg. 19 Sull’Humane Vitae pg. 7 Un bel dono alla parrocchia pg. 20 La torre di Siloe pg. 7 Ringraziamenti pg. 21 Poesia del Pascoli: Il lampo pg. 8 L’organo: grande strumento pg. 21 Adorazione eucaristica, come musicale insegnarla ai bambini pg. 10 Alla messa di fine grest pg. 22 Ricordo di don Giuseppe pg. 10 Prospettive Cresima Favero nel periodo ’43-‘44 pg. 11 La festa dei nonni pg. 24 Ufficiature pg. 11 Itinerari per fidanzati pg. 24 Calendario pastorale

Parrocchia Sabato Domenica e-mail del parroco: [email protected] Sera Mattina Sera collaboratori: quanti offrono articoli di propria mano su CIANO 19.00 10.30 fatti, aneddoti, o riflessioni riguardanti soprattutto la realtà cristiana del nostro . A corredo, non foto, ma CORNUDA 18.30 8.00 18.30 disegni, schizzi in bianco e nero. Si consegnino 10.30 possibilmente in chiavetta o via e-mail. COVOLO 18.30 9.30 Distribuzione: CROCETTA 18.00 8.00 Edicola Peron di Bonetto Federico e incaricate. 9.15 c. di riposo — STAMPATO IN PROPRIO PRO MANUSCRIPTO — NOGARÈ 18.30 10.00 Pederobba, P.za IV Novembre, 14

ONIGO 19.00 8.30 Per chi avesse articoli, idee, proposte, 10.30 opinioni, corrispondenza dall’estero può 19.00 10.00 18.00 scrivere a PEDEROBBA [email protected]

MADONNA DI ROCCA 7.30 e far pervenire il materiale entro 9.30 il 20 di ogni mese.

In allegato un foglio/invito alla presentazione del libro «mirabilis humanitas» su don Oddo Stocco, il 21 ottobre ore 11.00, sotto il tendone della Mostra Mercato dei Marroni del Monfenera.

pg. 2

Pederobba, 12 settembre 2018.

Carissimi, la fede come va? La tua fede si rafforza? Qual è il tuo rapporto con Gesù figlio di Dio e Salvatore? E il tuo rapporto con la comunità cristiana, vero motore di una società, che deve ritrovare la salute per tanti motivi intaccata? Interessanti sono le proposte di chiusura degli esercizi commerciali nelle domeniche e nei giorni di festa. Lo sappiamo, la domenica e le feste sono il tempo privilegiato per l’incontro tra genitori e figli, per coltivare le amicizie, per impegnarsi nella comunità. Fondamentale è la sincronia di un tempo libero per tutti: non è la stessa cosa essere liberi l’uno il martedì e l’altro il giovedì … La festa - tempo libero dal lavoro - affonda le sue radici nella liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto ed è alla base della nostra civiltà.

Ai partecipanti alla festa dei marroni dico: la bellissima iniziativa che si estende su ben quattro feste di ottobre è una gemma preziosa, entrata ormai nella storia del nostro paese. Tuttavia, la solidarietà che si esprime bene in quella festa ha un suo luogo d’origine, un suo principio, la sua sorgente, il suo germoglio, ed è l’Eucaristia! Buon mese di ottobre a tutti!

te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e A fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa. Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno, la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen.

pg. 3

CORRISPONDENZA TRA GIUSEPPINO E DON PAOLO A MEZZO WHAT‘SAPP

5 agosto 2018-09-10

Buon giorno don Paolo! Ciao tutti di Pederobba, Come state? Vorrei comunicarvi che sarò ordinato sacerdote il 30 agosto 2018 insieme ad altri 8 confratelli e celebrerò la prima messa il 1 settembre, a Phat Diem, in provincia di Ninh Binh, (la cittadella antica, 130 km dalla capitale Hà Nội)

Attualmente, sto nel Vescovado di Phat Diem e lavoro anche per il nostro seminario minore.

Non so se riusciranno ad essere presenti fisicamente , ma di certo spero di sì e a Loro chiedo di accompagnarmi con la preghiera, come già so che avete fatto in questi anni per me. Il Signore vi benedica e buone vacanze ! In Cristo, Giuseppino

La mia risposta Sono veramente contento di questo approdo che hai preparato da tempo. Sono attualmente in vacanza sulle Dolomiti, ma appena tornerò in parrocchia inviterò le persone che ti hanno conosciuto e apprezzato di pregare per te e accompagnarti nella impegnativa e bellissima missione di sacerdote. Quest'anno celebro i 50 anni del mio sacerdozio: sono stato ordinato il 1° settembre (!) 1968 e ho celebrato la 1^ messa l'8 settembre. Date da ricordare. Auguri e buon lavoro per il Vietnam e per il mondo intero. Con affetto: don Paolo. 10 settembre 2018.

Carissimo don Paolo, Grazie di cuore per le sue parole. Sto bene ma un po’ occupato. La prima Messa ho fatto ―piangere‖ tutta la Chiesa soprattutto il mio vescovo. Tutti erano commossi. Pace e Bene!

pg. 4

DALL’ECUADOR — 8 settembre 2018

Don Giuliano risponde a un mio What’sApp dove gli chiedo se continua il suo grande lavoro di tante messe al sabato e alla domenica! Caro Paolo, sono di ritorno appunto da una messa! E' la seconda della giornata di sabato, però ci sarà una terza. Domani andiamo a 4 ! Se non lo sai, la settimana scorsa sono stato a San Salvador per partecipare con tre delle nostre suore al terzo convegno continentale di teologia AMERINDIA. È stato bellissimo, soprattutto perché ho potuto celebrare i 50 anni di MEDELLIN (la memorabile conferenza latinoamericana dei Vescovi ndr) visitando le tombe di San Romero di America, del padre Rutilio Grande (assassinato prima ancora del vescovo Romero di San Salvador) e dei sei gesuiti assassinati proprio nel campus universitario dove si e' svolto il convegno. Inginocchiato davanti alla tomba di Rutilio ho pensato ai nostri (di don Giuliano e di don Graziano ndr) intensi e Ieri ho chiamato arrischiati anni di Muisne … un amico mio ingegnere e La messa di oggi l'ho celebrata a 15 minuti dalla città in piena gli ho chiesto cosa faceva. Mi ha risposto:«Lavoro. campagna. Sono stato molto felice. Sto facendo un Penso che scriverò una relazione in spagnolo e in italiano su trattamento acquatermico quello che ho vissuto a San Salvador. Paolo il farmacista di Falzè ha un della porcellana, vetro e metallo in un ambiente di memory che è stato realizzato qua sul progetto Muisne. Fattelo dare. Ha tensione» i sottotitoli in italiano. Lo puoi far vedere anche alla gente. Mi ha veramente colpito ma non ho capito niente, Ciao. Un abbraccio. così gli ho chiesto di Giuliano. essere più specifico e mi ha risposto: «Sto lavando i piatti sotto la supervisione di mia moglie»

Il leone e il moscerino Sulla riva del ruscello, un moscerino minuscolo si era addormentato. Ma dal profondo della foresta arrivò un ruggito sordo e possente. Il povero moscerino si spaventò terribilmente. Un grande, grosso, grasso leone alla ricerca della cena, ruggiva a pieni polmoni. Il moscerino gridò indignato: «Ehilà! La volete smettere? Cos’è tutto sto trambusto? Non potete lasciar dormire in pace la brava gente? Che diritto avete di stare qui?». Il leone sbuffò: «Che diritto? Il mio diritto! Io sono il re della foresta. Faccio quello che mi piace, dico quello che mi piace, mangio chi mi piace, vado dove mi piace, perché io sono il re della foresta!». «Chi ha detto che voi siete il re?» domandò tranquillamente il moscerino. «Chi l’ha detto?...» ruggì il leone. «Io lo dico, perché io sono il più forte e tutti hanno paura di me». «Ma io, tanto per fare un esempio, non ho paura di voi, quindi voi non siete re». «Non sono re? Ripetilo se hai coraggio!». «Certo, lo ripeto. E non sarete re se non vi batterete contro di me e non vincerete». «Battermi con te?» sbuffò il leone calmandosi un po’. «Chi ha mai sentito niente di simile? Un leone contro un moscerino? Piccolo atomo insignificante, con un soffio ti mando in capo al mondo!».  continua pg. 14

pg. 5

Una lettera di don Giuseppe ci rivela il suo itinerario di vita e di servizio pastorale. Egli, un tempo aggregato alla nostra diocesi di , si legò anni fa alla diocesi del Papa – Roma – a cui fanno riferimento le Comunità Neocatecumenali. Egli da ―Roma‖ viene inviato al servizio di parrocchie neocatecumenali (per lui in Africa – Cameroun). Egli deve rinnovare ogni tre anni il permesso con una apposita convenzione tra Vescovo e Vescovo, cioè tra il Papa (qui rappresentato dal suo Vicario) e il vescovo di Douala, la città dove da decenni opera il nostro don Giuseppe. Egli, passando per Roma, chiede il rinnovo del ―mandato‖. A lui tanti auguri di buona salute e di fecondo servizio pastorale, che svolgerà questa volta in un seminario che coltiva vocazioni al sacerdozio provenienti dal movimento cristiano neocatecumenale. Il Movimento include anche religiose, famiglie e giovani. Molte di queste persone, molte di queste famiglie, sono inviate in missione in diversi Paesi del mondo intero, verso i 5 continenti.

Roma, 23 settembre, 2018

A Sua Eminenza Reverendissima Angelo Card. De Donatis Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma Piazza San Giovanni in Laterano, 6° — 00184 ROMA

Oggetto: Rinnovamento convenzione triennale Fidei ROMA - Basilica di San Donum. Pietro Eminenza,

sono don Giuseppe BUSNELLO, sacerdote incardinato nella Diocesi di Roma e Missionario da alcuni anni come prete “Fidei Donum” in Cameroun. Dopo essere stato parroco diversi anni in due parrocchie, ROMA -Basilica di San Paolo dall’anno scorso sono Padre Spirituale nel Seminario Redemptoris Mater di Douala. La mia convenzione è scaduta il 20-09-2018 e perciò le domando di rinnovarla: finché il Signore mi dà salute e forza, desidero continuare il mio servizio sacerdotale in Cameroun. Evidentemente bisognerà che anche il vescovo locale, Mons. Samuel KLEDA, glielo chieda personalmente.

Quello che desidero è fare la volontà di Dio, mettendomi a disposizione dell’annuncio del Vangelo e a servizio della Chiesa.

Riconoscente per la sua attenzione alla mia domanda, le chiedo la sua benedizione per me, per il Seminario dove il Signore mi chiama a lavorare, per l’evangelizzazione in Cameroun.

Con i più distinti saluti,

Don Giuseppe BUSNELLO

pg. 6

carissimi coniugi ―torinesi‖, Tiberio e Vittoria Foggiato, si sono I presentati da me una domenica per dirmi: — Ha piacere se regaliamo alla Parrocchia una ―Madonna‖ che abbiamo in casa, preziosa per gli anni (metà ‗800), per la fattura (gesso colorato), per il ricordo del nonno Foggiato che la custodiva con particolare devozione? — Verrò un giorno per vederla. Ho visto e mi ha colpito la bellezza, non solo della Madre, ma anche del Cristo che riposa, schiodato dalla croce, sulle sue ginocchia. Si tratta di una ―Pietà‖. Un‘opera molto bella e carica di suggestione. Portata in chiesa, ora è riposta con cura in uno scatolone in sacrestia; sarà esposta ogni anno durante le ultime due settimane che precedono la Pasqua e sarà davanti all‘altare. Suggestiva per i bambini, ma anche per gli adulti i quali, guardando il gruppo statuario, si sentiranno consolati e compresi nelle loro sofferenze, che spesso toccano il cuore delle nostre famiglie. Ringrazio a nome della Comunità questi simpatici e ―antichi Pederobbesi‖ che non mancano, tornando qui qualche mese all‘anno, di ricordarci la bellezza di una devozione che caratterizzava Pederobba. Spero che riprenderemo tutti a sentire la Passione d-el Signore, e della Madre, che noi veneriamo particolarmente ogni anno al 15 di settembre con la processione dell‘Addolorata.

LA PARROCCHIA RINGRAZIA

La parrocchia ha ricevuto in offerta da una persona €. 1.000,00, come motivo di riconoscenza al Signore per la vendita di un immobile, transazione andata a buon fine.

Ancora si vuol ringraziare che ha offerto €. 200,00 sempre quale ringraziamento al Signore per un affare favorevole.

pg. 7

Dal salmo 149: 1 Alleluia. Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli. Ringrazio Sergio Ramon che spiega a me e a voi la complessità 2 Gioisca Israele nel suo creatore, dello strumento dell’organo, frutto di tradizioni, innovazioni, esultino nel loro re i figli di Sion. scoperte nei secoli. 3 Lodino il suo nome con danze, Leggere questo articolo ci permette di valutare in giusta misura con tamburelli e cetre gli cantino inni. il grande patrimonio che abbiamo: l’organo.

Tralascio le note storiche sul nostro organo. Mi concentro su quanto mi è stato chiesto da Don Paolo; rendere più comprensibile, se possibile, la descrizione del nostro organo e dei lavori di manutenzione recenti attraverso la spiegazione dei termini frequenti.

CONSOLLE, è il controllo dell’organo, raggruppa i manuali (tastiere, i comandi registri, la pedaliera, le staffe). Prima del Concilio era molto vicino all’organo dietro l’altare. I nuovi orientamenti liturgici e i progressi tecnici hanno consigliato di spostare la consolle lontano dalle canne. E’ il caso della consolle del nostro organo.

COSA SONO I REGISTRI DI UN ORGANO? Una serie di canne omogenee e coerenti per un determinato timbro di suono. Ad esempio nel primo manuale, cioè nelle tastiera più vicina a chi suona, il nostro organo porta una placchetta a bilico con su scritto Flauto 8. (Da ricordare che il Flauto era il registro dei tempi di Avvento e Quaresima). Nel secondo manuale o tastiera, vi sono i registri violeggianti, Viola e Concerto Viole, registri moderni realizzati grazie ai progressi tecnici del XIX secolo. Aprire i registri è indispensabile se si vuole suonare. Si tratta di scegliere i registri adatti al momento liturgico e al canto che si sta eseguendo. Il nostro organo ne conta 30. Alcuni però sono registri che modificano lo stesso suono. Non sono cioè suoni diversi ma qualità diverse dello stesso suono. Se i registri rimangono chiusi non si ha alcun suono. Come si aprono i registri? Sopra i due manuali ci sono alcune placchette che azionano i registri dei due manuali e della pedaliera. In alcuni organi, ma non nel nostro, i registri sono azionati da tiranti o manopole. Quando si aprono i registri e si suona si aprono delle valvole che sono poste alla base delle canne. Queste valvole si chiamano anche ventilabro, labbro del vento.

LE CANNE DELL’ORGANO Attraverso le valvole passa aria che sale nella canna per uscire quasi subito da una apertura a forma di labbra. In questo caso si tratta di canne ad anima o labiali. Dall’apertura labiale fino all’estremo della

pg. 8 canna si ha la parte di canna detta risuonatore. L’aria che esce forma il suono , un po’ come avviene nel Flauto dolce o nei comuni fischietti. Abbiamo parlato di valvole che azionate dalle placchette poste sopra le tastiere si aprono e lasciano passare l’aria. Dove si trova questa aria? In una cassa posta alla base delle canne che ha all’interno aria a pressione costante generata da un motore. Questa cassa si chiama somiere al cui interno l’aria è divisa in canali. Come viene prodotta questa aria? Da un mantice azionato da un motore elettrico, che aspira l’aria e la invia allo strumento. Le canne sono di materiale specifico, stagno o piombo. Potrebbero essere anche di legno o addirittura di carta. Nel nostro organo le canne sono quasi tutte ad anima o labiali. Le canne più alte producono il suono più acuto? No ! E’ l’esatto contrario. Più alte sono più producono un suono grave. Basti ricordare l’esperimento di Pitagora con il suono di due famosi martelli di dimensione diverse. Più basse sono più acuto è il suono. La lunghezza della canna è inversamente proporzionale al numero delle vibrazioni. Le canne dell’organo sono di varia lunghezza e si misurano in piedi. La misura si effettua dalla apertura labiale fino all’apertura della canna all’estremità superiore. Il piede è una misura inglese e corrisponde a 32,484 centimetri. Sulla placchetta del nostro organo sopra il primo manuale o tastiera sta scritto ad esempio Flauto 8’. Che significa? Significa che la prima canna della serie di canne del Flauto, quella più alta che dà il suono più grave, misura 2,598 mt. (cioè 8 piedi). Tutto il registro di Flauto cosi indicato suona l’altezza reale delle note.

Nel secondo manuale abbiamo un registro denominato Bordone. Si ottiene chiudendo le canne con un tappo alla sommità. La differenza tra una canna aperta ed una tappata consiste nel fatto che, a parità di lunghezza, la canna tappata produce un suono corrispondente all’ottava esatta inferiore rispetto al suono della stessa canna aperta. La costruzione delle canne ha delle regole ben precise su cui non mi soffermo.

Quando un registro porta il numero 4’ 8’ 16’ 32’ che significa? Il segno di apostrofo rimanda al piede. Se otto è la misura del suono corrispondente alla realtà, 4 significa che la canna suonerà all’ottava superiore, 16 significa che suonerà all’ottava inferiore. Il nostro organo ha anche un registro ad ancia, che è una sottile linguetta metallica quasi sempre in ottone contenuta nella base della canna. E’ la Tromba. Il registro presente in ambedue le tastiere è il Principale, di 8 piedi. Emette il caratteristico suono dell’organo. Vi è il registro Dulciana dal suono morbido in parte simile alla Viola, Voce umana, antico registro barocco battente, dal suono dolce e sommesso. C’è il Ripieno, insieme di canne del registro Principale, che suonando assieme producono gli armonici del suono stesso. C’è la Tromba 8’ che è una canna ad ancia, registro molto antico tipico della tradizione organaria italiana. Il Contrabbasso è il registro principale della pedaliera, non ha alcuna relazione con gli strumenti ad arco, e fu il primo a comparire nella pedaliera. Il Basso, molto alto, dà alla pedaliera uno dei suoni più gravi e potenti.

LE STAFFE Vicino ai pedali ci sono due staffe: ―Crescendo‖ e " Espressione". Il Crescendo mette in moto un crescente numero di registri, l’Espressione agisce sulla qualità del suono. A cura di Sergio Ramon.

pg. 9

ALLA MESSA DI FINE GREST Che dire ai bambini, come dare loro regole, se sappiamo che oggi le regole non piacciono più, anche se sono utili? Prima delle regole è necessaria la fede, per poter offrire la vita – con le proprie regole di comportamento – a Qualcuno che ci ama, ci aspetta e vuole vederci felici. Sviluppiamo allora la fede! Ho detto alla messa: — Mi raccomando, insieme ai genitori create in casa ―un angolo per stare in silenzio‖, un angolo di silenzio soprattutto dentro di voi. Questo è un discorso fatto soprattutto ai più grandi: in quel silenzio il Signore parlerà e donerà pace. Bisognerà aspettare, forse, intensificando silenzio e preghiera, ma sicuramente il Signore parlerà. Ascoltatelo! Un bambino allora alza la mano e mi dice forte: — Io una volta ho sentito che il Signore mi parlava! È vero, Dio parla alla semplicità dei bambini, più che a noi. Terminando la messa, e camminando sul prato, un piccolino mi si avvicina: — Ma come fa Gesù a parlare, se è morto? La mia risposta: — Sì, è morto, ma poi è risuscitato, è tornato vivo e bello, ed è in Paradiso e ci ascolta. Così il bambino, forse per la prima volta, è venuto a conoscenza che esiste davvero la Pasqua.

PRONTI A PARTIRE (RIPARTIRE)

on la fine delle vacanze iniziano tutte le attività. C Per i nostri ragazzi, anche il catechismo parrocchiale è pronto a ripartire. In questo periodo di vacanze ci siamo riposati o ci siamo stancati? Ci siamo divertiti o annoiati? È arrivata l’ora di un rinnovato impegno nella nostra vita e come battezzati siamo chiamati a un impegno più maturo, alla sequela del nostro Maestro e Signore. In modo particolare sono invitati i ragazzi della seconda media, perché il prossimo 18 novembre riceveranno il sacramento della Cresima. Noi sappiamo che è molto difficile essere veramente pronti, ma con l’aiuto di Dio, con la preghiera e lo stimolo dei genitori riusciremo a maturare nella fede e poter seguire gli insegnamenti di Gesù con costanza e impegno. Questo come detto per i ragazzi di seconda media, ma vale per tutti, piccoli e adulti.

pg. 10

AVVISO SPECIALE PER I NONNI DI PEDEROBBA Appuntamento per stare insieme in armonia ed allegria alla VI FESTA DEI NONNI DOMENICA 7 OTTOBRE 2018

 Ore 10.00 santa messa presso la Chiesa Parrocchiale di Pederobba

 Ore 12.30 pranzo sotto il tendone della Mostra Mercato dei Marroni del Monfenera

Per informazioni e prenotazioni contattare i seguenti numeri: Francesco 349/0597636 —

VICARIATO DI Farmacia Gobbato 0423/69302 ITINERARI PER FIDANZATI E 2018 ~ 2019 — Giancarlo 329/0773044 CAMMINI DI FORMAZIONE AL MATRIMONIO CRISTIANO

PARROCCHIA DI CAERANO DI SAN MARCO presso il centro parrocchiale al .venerdì sera. Don Stefano Chioatto — lo ―storico‖ della nostra Iscrizione e prenotazione per colloquio di accoglienza: Diocesi e telefono: 3277956241 o e-mail [email protected] Accoglienza previo appuntamento: I PATRONI DI PEDEROBBA, 7 ottobre 2018 (presso il centro parrocchiale dalle 16.00 alle 18.00) nella sua omelia pronunciata nella solennità del 29 Inizio: 26 ottobre 2018 giugno 2018. PARROCCHIA DI MONTEBELLUNA presso il centro parrocchiale prevalentemente al .giovedì sera. si può vedere dall’1/11/2018 il calendario del corso nel sito www.duomomontebelluna.it Avere un patrono Iscrizione e prenotazione per colloquio di accoglienza: ll patrono è il Santo telefono:I 0423/609095 o e-mail [email protected] dall’1/11 al 31/12/18 che per una antica Accoglienza previo appuntamento: tradizione o una 5 e 6 gennaio 2019 (presso il centro parrocchiale dalle 15.00 alle 18.30) libera scelta è Inizio: 10 gennaio 2019 celebrato con PARROCCHIA DI ONIGO particolare culto dal presso l’oratorio al .venerdì sera. Iscrizioni: 18 gennaio 2019 (presso il centro parrocchiale dalle 20.45) clero e dal popolo Inizio: 1 febbraio 2019 di un luogo come Info: tel. 0423-600515 — 348/7962618 — 340-2731612 protettore e e-mail [email protected] info intercessore http://www3.diocesitv.it/treviso/s2magazine/index1.jsp?idPagina=902 presso Dio.

pg. 11

Il termine ―patrono‖ proviene dal linguaggio giuridico. Il patronato era un istituzione del diritto romano, un tipo di parentela legale che univa patrono e ―clienti‖. Il fondamento di questa relazione era l’affidamento che una persona o un ente in condizione di inferiorità sociale e giuridica (i clienti) faceva di sé ad un cittadino con pieni diritti (il patrono) per ottenerne la protezione. Si entrava così a far parte della casa e della famiglia del patrono, nei confronti dei quali si aveva però degli obblighi. La chiesa, ereditando dalla cultura romana il concetto, ne arricchì di significato spirituale il contenuto. Già nella seconda metà del II secolo iniziò l’uso di attribuire agli apostoli il titolo di ―patrono‖, esteso successivamente ai martiri, quindi agli altri santi. I santi furono invocati come patroni nelle necessità della vita individuale e collettiva. Più frequentemente si ricorreva loro nelle malattie, nelle pubbliche calamità, e come protettori durante le guerre. La consuetudine di affidare una città o un paese al patrocinio di un santo si diffuse con le invasioni barbariche per cercare difesa, aiuto e protezione da parte delle popolazioni minacciate; il possesso delle reliquie dei santi dava sicurezza: la loro custodia non sarebbe venuta meno.

Noi non conosciamo le ragioni della scelta per cui i vostri avi vollero intitolare la chiesa di questa comunità ai Santi Pietro e Paolo, sappiamo però che più che una devozione o un culto di carattere locale questa intitolazione sta a ricordare il legame che ogni comunità cristiana locale, ogni comunità particolare ha con la Chiesa universale, di cui professa la stessa fede e con la quale vive una comunione nella carità. Non a caso nella preghiera eucaristica ricorderemo che ciò che celebriamo qui a Pederobba è in comunione con il vescovo Gianfranco Agostino e, a sua volta, con Papa Francesco. Ci chiediamo perché la Chiesa ha ritenuto opportuno celebrare unite la festa di due santi così importanti, ma con storie e personalità così differenti. C’è una ragione insieme storica geografica. Subirono quasi contemporaneamente il martirio a Roma durante la persecuzione neroniana tra il 64 e 67 dopo Cristo. Roma allora era la capitale dell’impero ―caput mundi‖, dove il cristianesimo era giunto, non per opera loro, ma 15 anni prima. Ma c’è una ragione più profonda che riguarda il ministero particolare che Gesù aveva affidato a ciascuno all’interno della chiamata più generale all’apostolato, all’annuncio del Vangelo. Ce lo spiega Paolo nella lettera ai Galati. Quando Paolo si reca Gerusalemme per quello che è chiamato ―il 1° concilio‖ e che ha dovuto trattare la questione della circoncisione per i non ebrei, dice: ―visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non ebrei come a Pietro quello per gli ebrei – poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo degli ebrei aveva agito anche in me per i pagani –, gli apostoli riconobbero la grazia a me data‖. C’è dunque una missione che Pietro e Paolo hanno ricevuto direttamente dal Signore e che è diversa da quella degli altri Apostoli: è una missione che ha una autorità e una responsabilità. Pietro aveva il compito di presiedere il collegio degli apostoli, di mantenere la comunione fra di loro, di confermare tutta la comunità dei credenti per mantenere integro il Vangelo comunicato e trasmesso da Cristo. Paolo, una volta confrontatosi con tutti gli altri apostoli, quello di comunicarlo a tutte le genti che non provenivano dall’ebraismo. Il Vangelo è basato sulla professione di fede fatta da Pietro che abbiamo ascoltato nel Vangelo: – ―tu sei il Cristo il figlio del Dio vivente‖, e Gesù – ―tu sei Pietro e su questa roccia solida edificherò la mia Chiesa e le porte degli Inferi non prevarranno su di essa‖.

pg. 12

Non sono sempre stati facili i rapporti tra i due, cosa dovuta alle loro forti personalità. Per Pietro, la sua fede schietta e genuina è impostata con la sua comunità e la sua sequela di Gesù termina con il martirio, ma prima di quest’ultima professione di fede firmata con il sangue, la sua fede matura attraverso molte prove e cadute: è fatta di slanci e di rinnegamenti; deve più volte superare l’ostacolo della paura e della presunzione (due poli opposti). Certo, il suo nome nuovo è Roccia, che dà l’idea della solidità e di stabilità, ma che insieme può significare (KEFA) = ―testa dura‖. Per certi aspetti la vicenda di Paolo è più vicina alla nostra: non aveva conosciuto Gesù ―stanco‖, aveva incontrato invece il Signore Risorto, attraverso una forte esperienza mistica profonda che gli aveva ri-orientato la vita. E non solo, egli ha saputo comunicare il suo vissuto, la sua esperienza, e per grazia di Dio e il dono dello Spirito Santo ha saputo penetrare le profondità del mistero cristiano comunicando con concetti e parole che la cultura del tempo potesse comprendere. Egli stesso ha voluto annunciarle e trasmetterle a decine di comunità che ha evangelizzato e visitato nel bacino del Mediterraneo. Tutto questo con un carattere molto intraprendente e forte. Dio sceglie uomini disponibili a seguirlo, per farne santi, anche oggi. Oggi il ministero il Pietro e quello di Paolo continua nel loro successore che è il vescovo di Roma, supremo garante della fede e della comunione ed evangelizzazione, sollecito per tutte le chiese. Questo lo vediamo nella storia dei Papi, soprattutto a partire da Paolo VI fino ad oggi.

a cura di Sergio Ramon — 1^ puntata La prima testimonianza scritta che documenta l’esistenza della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Pederobba risale al 3 maggio 1152. Papa Eugenio terzo elenca una serie di parrocchie soggette al vescovo trevigiano. Tra queste vi è Petrarubea con tutte le sue pertinenze. La bolla però non accenna ai santi patroni Santi Pietro e Paolo. Il nome Petrarubea nei secoli successivi sarà quasi sempre tradotto e inteso come Pietrarossa la caratteristica marna rossa presente in paese , anche se dal punto di vista filologico altre spiegazioni non sono impossibili.Il documento scritto certifica l’esistente. E’ presumibile che la parrocchia si sia formata attorno all’ottavo secolo, come avvenne in tutto l’Occidente carolingio. Fu un periodo di espansione economica e demografica, una volta terminate le migrazioni o invasioni barbariche. Le zone circostanti già scarsamente abitate, dopo il crollo dell’Impero Romano, erano state invase da foreste e le vie di comunicazioni abbandonate. Tra sesto e settimo secolo giunsero i Longobardi; la loro presenza in zona è resa certa dalla toponomastica tuttora esistente in località e paesi vicini e nei documenti notarili successivi. Trovandosi Pederobba tra le città -romane di e Feltre, divenute poi sedi episcopali, potrebbe essere la ragione per cui si ipotizzò Pederobba stessa come tappa intermedia di un ipotetico viaggio di evangelizzazione intrapreso dal vescovo Prosdocimo primo protettore di Padova. Una tradizione medievale

pg. 13 infatti narra di San Pietro in persona che invia Prosdocimo a Padova quale base di evangelizzazione dell’intera X Regio Venetia et Histria. Nel viaggio da Padova, Asolo fino a Feltre Prosdocimo si sarebbe fermato a Pederobba. Da qui l’intitolazione della vecchia pieve, la plebs, ai santi Pietro e Paolo. Nulla va tolto alla fede, ma si tratta di una tradizione di scarso o nullo fondamento storico. Il cristianesimo si diffuse infatti in zona tra fine del terzo e inizio quarto secolo a partire dalle grandi città poste sul mare, Aquileia in primis. A quest’ultima fece riferimento anche la parrocchia di Pederobba.Tra nono e decimo secolo divamparono le devastazioni ungariche che interessarono la zona e tutta la pianura padana e che ebbero a Cartigliano, nel bassanese, un episodio bellico determinante a settembre 899. In questo periodo vanno collocate alcune fortificazioni sulla vicina plebs di Onigo di cui parlano i diplomi imperiali rilasciati al conte Rambaldo di Collalto. Erano le estreme difese della marca veronese. Il 19 luglio 1181 papa Alessandro terzo da Viterbo riconfermava a Didone, decano del capitolo di Treviso, la protezione papale sulla cattedrale di Treviso e sulle pievi dipendenti tra cui Petrarubea concessa in precedenza da papa Eugenio terzo.Lo sviluppo demografico della parrocchia è documentato il 25 agosto 1187 data in cui papa Urbano terzo da Verona conferma a Oberto, decano dei canonici di Treviso, i diritti su poderi e decime sparse nella diocesi e tra queste cita una Ecclesia Sanctae Margarite de Petrarubea cum omnibus pertinentiis suis. E’ la chiesa di Santa Margherita di Costa di cui si è persa traccia che però all’epoca godeva di decime e beni immobili. L’economia era basato sull’allevamento e, in misura minore, sull’agricoltura.Si abbatté anche su Pederobba la furia della peste nera del XIV secolo che interruppe ovunque il processo di crescita. Si calcola che gli abitanti scendessero ad una metà. Nella faticosa ripresa successiva sorsero accanto alla chiesa principale le chiese campestri, intitolate a santi la cui devozione era spesso dettata da specifiche circostanze di vita della popolazione. La fonte battesimale rimaneva però sempre nella chiesa principale. Nel 1467 era ormai in rovina la chiesa di Santa Margherita di Costa, mentre era aperta al pubblico la chiesa di San Giacomo delle Brentelle la cui presenza, con funzione di riparo e ospedale, va collegata ai pellegrinaggi verso i luoghi apostolici e alla Compagnia dei Battuti probabilmente di Treviso. Di qualche anno posteriore è la testimonianza circa il Rettorato di San Sebastiano, al Monfenera, ove esisteva un eremo con alcune abitazioni annesse, con obbligo di 5 messe settimanali con esclusione dei mesi invernali. Nel 1578 apprendiamo che erano aperte le chiese di San Giacomo, San Sebastiano, Santa Margherita (evidentemente era stata ricostruita vista la notizia precedente), Santa Fosca, (compare per la prima volta questa santa di provenienza veneziana) e San Martino non più chiesa, ma sede di confraternita. Alla stessa data il parroco afferma di avere 600 anime da comunione, cifra a cui quindi vanno aggiunti i ragazzi non ancora in età da comunione. CONTINUA…

 segue da pg. 5 Ma non mandò niente da nessuna parte. Ebbe un bel soffiare e sforzarsi con tutta la forza dei polmoni. Allora perse definitivamente il senso delle proporzioni e si buttò avanti a fauci spalancate per inghiottire il moscerino, ma inghiottì solo una zolla d’erba. E l’astuto insettino dov’era? Proprio in una narice del leone e là cominciò a solleticarlo e punzecchiarlo. Il leone sbatteva la testa contro gli alberi, si graffiava con i suoi unghioni, strepitava, ruggiva... «Oh! Il mio naso! Il mio povero naso! Pietà! Esci di lì! Sei tu il re della foresta, sei tutto quello che vuoi... Ma esci dal mio naso!» piagnucolò infine il leone. Allora il moscerino volò fuori dalla narice del leone, che mortificato e umiliato sparì nel profondo della foresta. Il moscerino cominciò a danzare di gioia: «Sono il re, re, re, re! Ho battuto un leone! L’ho fatto scappare! Sono il più forte e il più furbo, io!». A forza di saltellare, esultando, qua e là, il moscerino non si accorse di essersi avvoltolato in qualche cosa di fine, e di leggero e di forte... dei lunghi fili bianchi, quasi invisibili tra i fili d’erba e che si attorcigliavano intorno al corpo dell’insetto, legando le sue zampe, le sue ali. Il ragno arrivò sulle sue otto zampe, borbottando: «Che bello stuzzichino per la cena...». Grossi o piccoli, i superbi sono sempre stupidi.

pg. 14

isita alla base militare d’ del V Centro Anziani “Opere Pie” di Pederobba. Un viaggio e … purtroppo un ritorno. Ma...che dire di questa “piccola gita”? MEMORABILE E UNICA! Per questa uscita c’è stata una grande organizzazione dietro, per far si che vada tutto al meglio: merito delle figure professionali presenti nel “Nucleo Castagno” del Centro Anziani di Pederobba. In questo progetto volontari e familiari hanno contribuito alla realizzazione a pieno di questo “sogno diventato realtà” . Dopo mesi di attese e preparazione è arrivato il grande giorno: 19 LUGLIO 2018! Sono stati invitati non solo gli ospiti del “Nucleo Castagno”, ma anche ospiti del reparto “Rehability”, “Nucleo Betulla” e “Nucleo Olivo”. La visita dell’Aeronautica Militare di Istrana è iniziata alle ore 10:30 circa con la guida di un Maresciallo che ha dedicato il suo tempo, agli ospiti e relativi accompagnatori, a una visita guidata per la spiegazione di alcune aree: bombe, un aereo e il suo rispettivo motore. Alle 12:00 si sono recati alla mensa ufficiale dei militari e infine alle ore 15:00 sono arrivati in sede a Pederobba. L’aeroporto militare di Istrana è una base dotata di una sola pista d’atterraggio. Era in uso già da diversi anni e la struttura rimase la stessa fino al secondo dopoguerra, quando si rese necessario un ampliamento dovuto alla “guerra fredda”. L’odierno aeroporto venne ufficialmente inaugurato il 20 Giugno 1954, alla presenza del Per informazioni: presidente della Repubblica Luigi Einaudi. In [email protected] realtà era già in uso nei mesi precedenti, quando 380-1881210 (Silvia) iniziò il graduale trasferimento del 51° Stormo, in IPAB Opere Pie d’Onigo sito in Via Roma 77 precedenza dislocato tra le basi di Aviano e 31040 Pederobba TV Treviso-Sant’Angelo. Gli anziani assieme ai loro “compagni di viaggio” hanno apprezzato molto la visita e le spiegazioni del Maresciallo, l’accoglienza, ma soprattutto la disponibilità e gentilezza dei militari stessi. Per molti giorni nei reparti del Centro Anziani si è parlato di questa magnifica avventura. È stata una bella giornata malgrado il caldo, ma ha avuto un riscontro positivo su tutti coloro che vi hanno partecipato.

pg. 15

Alla fine di questo articolo si può dire cha alla base di Istrana tutti vorrebbero tornare; poi, aver visto tutti felici e interessati ha dato sicuramente gioia e soddisfazione a coloro che hanno organizzato tutto questo. AL GIOVANE CHE CERCA Un giovane attraversa un tempo di ricerca per un senso da dare alla vita. — Perché non partecipi alla festa domenicale? Perché non preghi più? — Non ne ho voglia. Sono in ricerca! Bene, cerca pure l’obiettivo della tua vita, quale ―Signore‖ dovrai servire, perché a qualcuno dobbiamo pur donarci… È il Signore stesso, del resto, che pone il giovane nella situazione di «riconquistare» la sua fede e farla propria. Lo vuole! Però, tu che sei alla ricerca, sii un buon ricercatore, che non si stanchi alle prime difficoltà. Questa ricerca ti sia utile. Sappi che il Signore si fa trovare nel silenzio, nell'umiltà.

“Dio resiste ai superbi;

agli umili invece dà la sua grazia.” (lettera di Giacomo 4, 6)

Mentre uno speleologo esplora grotte e anfratti sotterranei, si mantiene agganciato alla corda che lo riporterà in superficie appena possibile. Cerca, se trovi qualcosa di meglio di Gesù Cristo, ma intanto non lasciarlo, per non trovarti a cadere improvvisamente nel vuoto… Un consiglio: prega, e fa’ pregare per te piccoli, malati e quelli che si credono peccatori. Dio li ascolta volentieri.

di Paolo Carlin - da Vita Pastorale – aprile 2017 uardando al mondo di oggi, alla sua cultura, filosofia di vita, comportamenti e G avvenimenti, possiamo notare un’epoca di cambiamenti profondi. Quanto si sceglie per buono e valido, o meno, risulta dal giudizio e criteri soggettivi e personali, non più da criteri oggettivi e universali. Il rifiuto di valori riferiti all’unico Dio rivelato nella Sacra Scrittura ha condotto a un relativismo su tutti i fronti che, più di un tempo, esalta in modo eccessivo l’uomo, la sua creaturalità elevandolo a dio. Si ricercano ambiti al di là della natura umana nel desiderio di poteri e soluzioni immediate e indolori ai problemi naturali ed esistenziali. Nella povertà o negazione dei valori univer- sali è manifesta la carenza di coraggio e serenità nella vita umana e si tenta di superarla cercando realtà e facoltà oltre la stessa natura umana. Aumentano, purtroppo, i casi in cui si cade nella realtà preternaturale, cioè angelica, ma non sono gli angeli di Dio a rispondere alla richiesta, ma i ribelli, i demoni, che sono al servizio di satana. Gli angeli di Dio, infatti, ci sono di aiuto nella vita ma non la cambiano, restano fedeli al progetto di Dio per noi, indicandoci la via della fedeltà a Dio e al vero bene. Attraverso maghi, streghe, cartomanti, veggenti, sensitivi, guru di vario genere, anche senza saperlo, si mette in grave rischio spirituale la nostra anima

pg. 16 perché si aprono delle porte alla possibile azione straordinaria del diavolo. Aumentano anche i casi in cui, nel seguire discipline che divinizzano l’uomo, si nasconde la superbia di poter fare da soli, compreso guarirsi e guarire nell’inganno della cultura del benessere raggiunto a tutti i costi. Cristo, mae- stro di vita, che porta la sua croce e ci insegna ad essere consapevoli della nostra creaturalità, non ci serveo, perché l’io è il centro e riferimento di ogni passo nella vita. Ad aggravare la difficoltà di accorgersi di questo errore, c’è la cultura dello scetticismo e della mistificazione, ma anche dell’ignoranza e della presunzione. Questo è il terreno fertile per l’azione satanica (menzognera): il male e il diavolo non esistono. Già papa Paolo VI si era espresso al riguardo e oggi anche Papa Francesco. Nell’omelia Resistite fortes in fide (29 giugno 1972) Paolo VI diceva: «Da qualche fessura è entrato il fumo di satana nel tempio di Dio. [...] Crediamo in qualche cosa di preter- naturale venuto nel mondo proprio per turbare, per soffocare i frutti del Concilio ecumenico e per impedire che la Chiesa prorompesse nell’inno di gioia per aver riavuto in pienezza la coscienza di sé». Bisogna difendersi contro «quel male che chiamiamo il demonio». Il demonio è «un agente oscuro e nemico. Il male non è più soltanto una deficienza, ma un’efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa. [...] Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerlo esistente; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente esso pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure lo spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni». Il magistero della Chiesa e dei papi resta coerente con la Sacra Scrittura. Papa Francesco, all’inizio del suo ministero, commentando un passo della Lettera agli Efesini, nell’omelia del 30 ottobre 2014 a Casa Santa Marta, affermò: «A questa generazione e a tante altre hanno fatto credere che il diavolo fosse un mito, una figura, un’idea, l’idea del male. Ma il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui. Una presenza reale che agisce nascosto anche se si è scettici: ma noi non siamo tanto convinti». Il Papa ha poi spronato a vestire l’armatura di Dio: la verità. Francesco descrive satana con termini ben precisi: «É il bugiardo, è il padre dei bugiardi, il padre della menzogna, è un seminatore di zizzania, fa litigare, induce nell’errore grave. Il diavolo non ci butta addosso fiori, ma frecce infuocate, per ucciderci. Abbiamo bisogno dello scudo della fede», da qui, l’esortazione a «prendere l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito che è la parola di Dio». Per il Papa l’antidoto resta la fede, insieme alla consapevolezza che la vita è una milizia. Il diavolo esiste e bisogna sconfiggerlo: «Lo dice la parola di Dio», afferma Papa Francesco. Ci vogliono forza e coraggio per resistere e per annunziare. Dice ancora il Pontefice: «Per andare avanti nella vita spirituale si deve combattere. Non è un semplice scontro, no, è un combattimento conti- nuo». Papa Francesco ha anche rammentato che sono tre i nemici della vita cristiana: il demonio, il mondo e la carne, ovvero le passioni che sono le ferite del peccato originale. Il Papa osserva che la salvezza che ci dà Gesù è gratuita, ma siamo chiamati a difenderla: «Non si può pensare a una vita spirituale, a una vita cristiana, senza resistere alle tentazioni, senza lottare contro il diavolo, senza indossare questa armatura di Dio che ci dà forza e ci difende». Parliamo di concreta realtà che fa soffrire nell’animo e nel nascondimento di fronte a una società che cataloga malattia psichiatrica ciò che non capisce e non accetta, perché non crede alla rivelazione e all’insegnamento di Gesù, Dio fatto uomo.

pg. 17

Antiche eresie ritornano come la storia là dove l’uomo nel soddisfare il prurito delle sue orecchie si contorna di maestri a sua soddisfazione allontanandosi così dalla verità, diceva già san Paolo ai Corinzi. La Chiesa è consapevole da sempre, seguendo il suo capo, Cristo Gesù, della realtà personale e spirituale di satana e lotta contro le forze del male. Specialmente in questo tempo in cui l’esoterismo e l’occultismo stanno dilagando, la Chiesa valorizza e promuove il ministero dell’esorcismo, ministero di carità e di- preghiera per aiutare le persone che soffrono a causa dell’azione straordinaria del diavolo. A mio parere occorre anche che sia reinserito un corso di formazione su chi sono e come agiscono angeli e demòni nei programmi di studio nei seminari. I sacerdoti oggi si trovano in situazione di ―imbarazzo‖ o peggio di scetticismo là dove c’è una azione straordinaria di satana. Non sanno ri- conoscerla, né sanno come affrontarla, oppure si spaventano. Al fedele attaccato manca spesso una vita di fede costituita non da pratiche religiose, ma da una relazione di amicizia e unione con Gesù di cui le azioni religiose ne sono espressione. In particolare si riscontra la carenza e quindi la necessità di . un ascolto attento e ripetuto del Vangelo, elmo che ci ripara da ossessioni, confusioni, paure, angosce; di . una preghiera assidua quale dialogo con Dio, spada per combattere le tentazioni; di . un ricorrere costante ai sacramenti, incontro diretto con Dio, corazza che protegge sia il corpo che l’anima nella grazia di Dio. Se presenti tutte e tre, queste sono le armi della vittoria che tengono alto lo scudo della fede con cui respingere gli assalti del diavolo; se assenti, i peccati sono le fessure per le quali in vario modo e grado si infiltra l’azione di satana nella nostra vita. Egli usa l’inganno, la suggestione, la passione, la superbia, la paura, il dubbio, la malizia, le nostre debolezze per arrivare a condizionare la nostra vita. Se il peccato è stabile nella vita della persona, se si ricorre a occultismo ed esoterismo per guarire e conoscere il futuro, può non bastare correggere la vita dal punto di vista della fede. Allora occorre la preghiera e la fede della Chiesa, in aiuto alla preghiera e alla fede di chi è attaccato in modo straordinario dal demonio; occorre la preghiera di liberazione e di esorcismo. Quando compaiono situazioni o stati d’animo che non si spiegano e sono improvvisi e contrastanti, fenomeni di preveggenza, rumori, odori, ombre che non spieghiamo, o durante la preghiera improvvisamente si sbadiglia o si ha sonnolenza che poco prima non c’era, rifiuto di stare in chiesa, avversione al sacro, sono solo alcuni sintomi che devono insospettirci e, dopo aver corretto la vita di fede, occorre pregare con il sacerdote di riferimento e fare con lui un discernimento nella preghiera, quindi consultare l’esorcista della diocesi. Non dimentichiamo mai che satana non è onnipotente e che Dio non permette che ci prenda o faccia quello che vuole. Una volta tolto il peccato, che gli darebbe forza, satana può solo disturbare ma mai prevalere se non siamo noi a dargli credito. Gesù lo ha sconfitto e ci insegna che l’umiltà tiene lontano il maestro della superbia. Dio lo distruggerà alla fine del mondo. Ora serve per stimolarci alla vigilanza e fedeltà ai comandamenti e agli insegnamenti di Gesù, per poter entrare in paradiso, là dove il Signore ci ha preparato un posto nella gloria del Padre. A lode e gloria della Trinità. Paolo Carlin

pg. 18

Alcuni passaggi di una recente conferenza del cardinale Robert Sarah, nel 50° della pubblicazione dell’enciclica «HUMANAE VITAE» di Paolo VI sulla fecondità coniugale (1968 2018)

↳┃ «Cari amici, cari sposi se, in quanto cristiani, voi rifiutate la contraccezione, non è innanzitutto perché ―la Chiesa lo proibisce‖. ↳┃ È È piuttosto perché voi sapete, attraverso l’insegnamento della Chiesa, che la contraccezione è intrinsecamente un male, cioè che essa distrugge la verità dell’amore e della coppia umana. Essa riduce la donna a non essere altro che un oggetto di piacere e di godimento, sempre disponibile in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza alle pulsioni sessuali necessario dire quanto il rifiuto delle pratiche e dell’uomo». della mentalità contraccettive liberi la coppia dalle pesantezze dell’egoismo. Una vita secondo la verità della sessualità umana libera dalla paura! Alcuni tra quelli che chiedono un ↳┃ Essa libera le energie dell’amore e rende felici! ―cambiamento della disciplina‖, dicono che ―la Voi che lo vivete, ditelo! Chiesa è troppo dura‖ oppure che ―la Chiesa deve

adattarsi‖. Secondo l’enciclica Humanae Vitae, la Chiesa non fa altro che trasmettere ↳┃ «Vorrei sottolineare che a fondamento di quanto ricevuto da Dio stesso. Ella non ogni santità si deve trovare l’amore di Dio. Ora, ha e non avrà mai il potere di cambiare colui che ama vuole ciò che vuole l’amato. Amare alcunché». Dio significa volere ciò che lui vuole. Al vertice «Accogliere Humanae Vitae non è della mistica, si parla di unione delle volontà, o di dunque principalmente questione di comunione delle volontà. Così Paolo VI incoraggia sottomettersi ed obbedire al Papa, ma gli sposi a ―conformare la loro condotta alle di ascoltare e accogliere la Parola di intenzioni creatrici di Dio‖ (Giovanni Paolo II, Udienza generale, 1 agosto 1984). Dio, la benevola rivelazione di Dio su In questa volontà di sposare l’intenzione creatrice ciò che noi siamo e su ciò che si trova una vera via di unione teologale con Dio e dobbiamo fare per corrispondere al suo nello stesso tempo di una giusta realizzazione di amore. La posta in gioco infatti è la sé. È veramente amare Dio amare ciò che la sua nostra vita teologale, la nostra vita di sapienza ha inscritto nella mia natura. E ciò apre relazione con Dio. a un giusto e realista amore di sé.

pg. 19

↳┃ Il piano del Creatore non si riduce alla Creatore. Humanae Vitae apre una strada di regolarità biologica. La fedeltà all’ordine della santità coniugale, una pedagogia dell’adorazione, creazione comprende molto di più. La fedeltà al dell’accettazione filiale e adorante del piano piano di Dio suppone l’esercizio di una paternità- divino. Dio stesso viene così amato come un maternità responsabile, che si esprime attraverso Padre, i suoi doni sono ricevuti con riconoscenza un ricorso intelligente ai ritmi della fecondità. Esso e venerazione. suppone una collaborazione tra gli sposi, una comunicazione, delle scelte comuni e libere, poste ↳┃ «Sì, cari amici, cari sposi, non vi predico la secondo coscienza, illuminate dalla grazia e dalla facilità. Vi annuncio Gesù, e Gesù crocifisso! Cari preghiera perseverante, fondate su una sposi, vi invito a entrare nella via regale della generosità di fondo, per decidere di donare la vita santità coniugale. Ci saranno dei giorni in cui essa o, per dei giusti motivi, di rinviare una nascita. andrà percorsa non senza eroismo da parte Essa suppone una vera carità coniugale, una vera vostra. Ci saranno dei giorni in cui voi sarete sulla temperanza e dominio di sé, soprattutto se via della Croce. Penso alla ―croce di coloro la cui occorre limitare le unioni coniugali ai periodi fedeltà suscita derisione, ironie e anche infecondi. In breve, si tratta di un’arte di vivere, di persecuzioni‖ (Giovanni Paolo II, 23 settembre 1983), una spiritualità, di una santità propriamente alla croce delle preoccupazioni materiali che la coniugale! generosità nell’accoglienza della vita comporta, alla croce delle difficoltà nella vita di coppia, alla ↳┃ «Comprendere il disegno del Creatore, croce della continenza e dell’attesa in alcuni riceverlo con il cuore, suppone un profondo periodi. La felicità, la gioia perfetta delle vostre atteggiamento spirituale di riconoscenza e di coppie passa da qui. So che questo non avviene adorazione, che è un dono dello Spirito Santo. senza sacrificio, ma ―i tentativi sempre ricorrenti Ricevendo con gratitudine l’ordine naturale, d’un cristianesimo senza sacrificio, un cercando di comprenderlo, di amarlo, non solo gli cristianesimo liquido, all’acqua di rose, sono sposi realizzano il loro amore nelle virtù che destinati al fallimento‖ (Giovanni Paolo II, 23 settembre consolidano la loro reciproca carità, ma ancor più 1983)». essi si aprono all’adorazione contemplativa del

LA TORRE DI SILOE n episodio analogo si è presentato con la vicenda tragica del Ponte Morandi U di Genova. La domanda dei discepoli: — Sono colpevoli, quelli che sono incappati nella disgrazia del crollo? Chi è colpevole? Per noi, oggi, un avvertimento … La responsabile sembra essere individuata nell’azienda Autostrade; ci saranno dei colpevoli e dei responsabili … Ma dovremo anche approfondire: c’è qualcosa nella cultura, nella società, nel campo religioso, che porta a trattare certi servizi pubblici in modo a volte superficiale, finalizzando quasi tutto al guadagno da incassare ad ogni costo.

pg. 20

Non possiamo dirlo di questa vicenda Il lampo (dalla raccolta di poesie Myricae) in questo momento particolare, fino a che E cielo e terra si mostrò qual era: non si sia pronunciata la magistratura. E poi la terra ansante, livida, in sussulto; dobbiamo ammettere anche l’imponderabile il cielo ingombro, tragico, disfatto: … bianca bianca nel tacito tumulto Ma alla fine, chi ridarà vita a chi l’ha una casa apparì sparì d’un tratto; perduta? come un occhio, che, largo, esterrefatto, s’aprì si chiuse, nella notte nera. A noi, come ha fatto il Papa, sta l’impegno innanzitutto della preghiera per le Giovanni Pascoli vittime che sono vive dinanzi a Dio, e per i familiari. Per noi infine un avvertimento: il tempo di vita che ci è dato è per la conversione.

ADORAZIONE EUCARISTICA, come INSEGNARLA AI BAMBINI

In Inghilterra, la Chiesa cattolica gestisce di- rettamente, nominando i presidi, 2.134 scuole pubbliche primarie e secondarie, finanziate al 90% dallo Stato, dove 825.840 alunni ricevono, ogni settimana, almeno un'ora di insegnamento della religione. Sono istituti che hanno molto successo e attirano, in una media che raggiunge e supera il 30%, anche scolari di altre religioni.

Ci si è rivolti, in una di queste scuole, a genitori e in- segnanti e, facendo suonare una canzone dedicata a Ge- sù, si è introdotto uno dei mezzi più efficaci per avvicinare i più piccoli all'Eucarestia: la musica. «È molto importante scegliere uno spazio in cui i bambini possano fare esperienza dell'adorazione, che può essere a scuola, in oratorio o in chiesa e ci vuole un periodo di tempo in silenzio, senza interruzioni, con Gesù, ed è importante che in quello spazio ci ritroviamo insieme come comunità. Ricorderà ai bambini l'esperienza della Messa e la familiarità li aiuterà. Attenzione all'età - piccoli di sei anni possono sedersi in silenzio per cinque o anche dieci minuti, un periodo probabilmente troppo lungo per un tredicenne. E importante limitare il tempo ed aumentarlo gradualmente e non partire subito con un'ora». «Essenziale anche far sedere i bambini in una posizione che consenta loro di vedere bene il Santissimo e dar loro la possibilità di concentrarsi su quella prospettiva, usando delle candele o della luce soffusa. «Bisogna comunicare ai bambini l'importanza di questo momento, usare passaggi delle Scritture, ma anche comunicando loro sentimenti di calore, unità e sicurezza». Alcuni altri consigli pratici: spiegare tutto bene ai bambini, compresa la genuflessione; usare litanie o invocazioni ripetitive che piacciono ai più piccoli; collegare i passaggi della Scrittura alle stagioni o ad altri momenti significativi della vita dei bambini; proiettare anche immagini sul muro, purché non diventino una distrazione.

pg. 21

RICORDO DI DON GIUSEPPE FAVERO NEL PERIODO 1943-1945 Da una conferenza di Sergio Ramon nel 70° del Rastrellamento del Grappa

el rastrellamento del Grappa la figura di don Giuseppe Favero acquista un grande risalto. Il N contesto non è quello definito della prima guerra mondiale dove la scelta di campo è precisa, ma quello della guerra indicibile, che ha diviso gruppi e famiglie al proprio interno. Come altrove, a guerra conclusa, cala anche a Pederobba il silenzio, specialmente sul biennio 1943-1945. Non è il caso di ricordare quei fatti che sono conosciuti. Se però altrove il ricordo di quegli anni è passato attraverso successivi filtri di ideologie Pederobba è passata attraverso una mediazione religiosa con il voto alla Madonna, di cui fu autore Don Giuseppe Favero. Quella che fu nella storia una guerra civile, divenne occasione di preghiera e di ringraziamento che, anche in tempi di desacralizzazione, regge. … II 2 ottobre 1966 in una nota redatta al santuario della Crocetta di don Giuseppe scriveva: “Nella mia vita turbinosa ho avuto a che fare con il Fascismo, con le Brigate Nere, con i Partigiani, con i Tedeschi, e ci sono sempre riuscito bene … Don Giuseppe aveva la consapevolezza di aver giocato una carta pericolosa (sono sue le parole) con i Tedeschi che “Vent’anni fa per salvare il paese dalla devastazione dell’incendio e per sottrarre i giovani alla deportazione o all’impiccagione, avevo giocato con i Tedeschi una carta pericolosa che poteva costarmi la vita per ogni imprudenza dei partigiani, ma quella volta mi è andata bene”. La sua fu una azione in parte simile a quella di Don Bruno, sviluppata però con maggiore ampiezza non escludendo il terreno economico. Il 14 aprile 1940 nella visita pastorale di Monsignor Mantiero aveva tracciato un profilo della parrocchia: 2200 anime, 360 famiglia, 7 contrade. I Pederobbesi hanno due difetti: un po' di vino in eccesso e il lavoro domenicale. È riuscito a non fare aprire un ballo domenicale, preoccupazione costante dei parroci della zona. L'emigrazione è una necessità, ma chi va in Germania è seguito dalla parrocchia. I rapporti con le autorità sono buoni, a differenza di quanto avveniva nel 1936. Qualche ombra su certi fattacci a Sant'Antonio. Si leggono 77 Vite del Popolo, 6 Avvenire d'Italia, 150 Angelo della Famiglia, 250 bollettini parrocchiali, ci sono 68 aspiranti, 25 piccolissime, 5 beniamine, 28 aspiranti, 45 effettive, 56 donne cattoliche. Il pulpito di Don Giuseppe serve per varie raccomandazione di carattere pratico: la distribuzione della tessera di partito agli agricoltori, il possesso comune della sabbia del Piave, la necessità di oscurare le abitazioni nella notte come recita un appunto dell’11 febbraio 1945, la pulizia dei bagni della chiesa, l'ordine e il silenzio in chiesa (8 aprile 1944), il nudismo (23 luglio 1944) e le donne in bicicletta (2 luglio 1944). Vi fu una sola messa la terribile domenica XVII dopo Pentecoste del 1944, mentre l'anno dopo ci sarà una messa per celebrare la memoria dei caduti del rastrellamento con l'invito a partecipare a tutte le associazioni combattentistiche. Come dopo la prima guerra mondiale con don Bruno, anche in questa occasione il

pg. 22 ricordo dei caduti è avocato dalla Chiesa. Proprio a Pederobba le offerte raccolte per un erigendo monumento ai caduti sono devolute alla costruzione del campanile con tanto di richiesta ufficiale presentata da don Giuseppe al prefetto di Treviso. Non si è sviluppata ancora una memoria laica degli avvenimenti bellici. Così scriveva il 13 agosto 1944 in un appunto che risente della relativa serenità prima della tempesta settembrina. “Pro-memoria: tenete presente; abbiamo dato inizio alla devozione dei primi cinque sabati del mese in onore della Madonna per ottenere da essa la incolumità dalle devastazioni di guerra e lo spettacolo di fede si ripeterà per altre 4 volte. Alla preghiera fiduciosa della Madonna deve però seguire la nostra cooperazione e impegnarsi ciascuno a non fare cosa da cui possa venire poi danno al paese, perché sarebbe ridicolo provocare un male e pretendere dalla Madonna il miracolo della nostra salvezza, ma tutti e ciascuno dobbiamo adoperarci affinché nessun male ci incorra. In modo particolare io mi sono adoperato con tutti i mezzi per conservare la pace la tranquillità della mia parrocchia e lo farò nella misura in cui mi sarà consentito. Tengo anzi a dire e dichiarare ancora una volta che tutto quello che ho fatto e farò ha un solo scopo: preservare la mia parrocchia dagli orrori della guerra. Questo resta l'unico vero scopo della mia azione. Io spero che i giovani, che fino a qua hanno goduto pace e tranquillità, sapranno apprezzare quanto fu fatto a loro beneficio e sapranno astenersi da azioni che sono contro la legge di Dio e i dettami della propria coscienza di cristiani. Inutile quindi indagare per conoscere come la pensi il parroco in certe questioni. La penso come Fra Cristoforo: né bastonati, né bastonatori, né assaliti, né assalitori. Tutte le questioni che possono sorgere in questo cantuccio della nostra Patria infelice le dobbiamo liquidare con la carità e con le trattative. Se nonostante i nostri sforzi, elementi estranei tenteranno di turbare la nostra pace, sappiate che un gruppo di volenterosi veglia ogni notte per turno intorno alle nostre case per avvistare e individuare i male intenzionati. Se siete quindi assaliti di notte non aprite le porte, ma con quei mezzi che avete, date l'allarme affinché si possa perlomeno cercare di individuare quelli che approfittando delle tenebre tramano ai nostri danni. I veri combattenti stanno a casa e questi sapranno fare buona guardia. I giovani pensino che è nel loro interesse starsene quieti ed evitare di accomunarsi con elementi poco sicuri che non hanno mai dato esempi di vita buona e onesta.” Nel periodo della guerra civile risalta l’opera benedettina dei vari parroci, in particolare del nostro. I Benedettini, agli albori del Medioevo, seppero proteggere le popolazioni, tormentate dalle continue invasioni e contese di potere tra i vari gruppi militari. Don Giuseppe, specialmente nel 1943-45, ha la consapevolezza di svolgere un ruolo di mediazione tra le parti militari in lotta, che va oltre l'assistenza, e che assume inevitabilmente un ruolo di rappresentanza del proprio paese-parrocchia. Ciò risalterà maggiormente negli anni successivi alla conclusione del conflitto con il riemergere dei problemi di miseria ed emigrazione, e i tentativi per porvi rimedio fatti in prima persona. Non gli sfuggiva la necessità di dare un corso storico e di vita quotidiana, nella situazione del dopoguerra, alla propria azione pastorale. Basti ricordare quanto scrisse al vescovo Mantiero nella visita pastorale del 1940. Da qui tutta una serie di iniziative a carattere economico non sempre con esito felice. Nell'azione pastorale di don Giuseppe la fede e il voto di settembre erano la premessa per la lotta alla povertà.

pg. 23

data ora nome MARIA TERESA E FAMILIARI mese di ottobre 2018 Pederobba 14/10/18 BARATTO GILBERTO E RENATA 01/10/18 19.00 MARCON VITTORIO da mutilati e invalidi FRANCO DE MARTIN COMPLEANNO 02/10/18 8.30 CAVALLIN MARIA DUSSIN FRANCO E DEFUNTI 04/10/18 19.00 FRANCESCO E PASQUALE DUSSIN E PANDOCCHI PALAZZO, E CERNOIA MARIA 20/10/18 19.00 RINO, AMALIA, TECLA E 05/10/18 10.00 TEI PIETRO ANNIVERSARIO TERESINA 06/10/18 19.00 BRESOLIN GIOVANNI DE MARTIN GIANCARLO 8° ANNIVERSARIO UCCELLA SECONDO i vicini di casa 21/10/18 10.00 ANGELICA E I DEFUNTI 07/10/18 10.00 CONIUGI GALILEO E GIUSEPPINA DIMENTICATI BAZZACO E LORO FAMILIARI ELISA, VITTORIO, GIUSEPPE, DEFUNTI DI VIA BERENGAN AMELIA E FAMILIARI TRINCA ANGELICA GUADAGNIN GUIDO, MARIA, ZAMMUNER ARTURO STEFANO E GIOVANNA ANNIVERSARIO E DE BIASI CLARA 18.00 ANTONIO, CECILIA, LINO, IVO E GIANNI CARLO 7° ANNIVERSARIO PAPÀ SANDRO MICHIELON ROBERTO COMPLEANNO 22/10/18 19.00 SACCHET MIRO FACCHIN GIUSEPPE R ADELAIDE 24/10/18 9.30 GIACOMO BRESOLIN ANNIVERSARIO 25/10/18 19.00 PAPÀ ATTILIO FESTA DEI BRESOLIN ZIA LINA VALENTINO E REGINA 27/10/18 19.00 MENEGON ALFONSO, LUIGIA E 08/10/18 19.00 ANTONIO FRAGOSA TARCISIO 09/10/18 8.30 BUSNELLO GIOVANNI R PIRTOTTO 28/10/18 10.00 CHINAZZO ELIO, EMILIO, SAVINA, GIOVANNI LUIGINA E RITA E DEF. 11/10/18 19.00 PUTTON RAFFAELE BATTOCCHIO VINCENZA COSTANZO VITALE 30° MARCHESE BORTOLO, MARIANNA GIORNO E COSTANTE 13/10/18 19.00 GEMIN ARTURO COSTENARO LIVIO ANNIVERSARIO DAL BUSCO VITTORE GEREMIA 18.00 RITA GUADAGNIN Colmello 29/10/18 19.00 MAMMA EMILIA BRESOLIN MADDALENA Cugine Panno

calendario pastorale del mese di ottobre 2018 Il mese di ottobre è dedicato alla recita del ROSARIO per ottenere la difesa della Chiesa dagli attacchi dei nemici, esterni ed interni. È dedicato pure alla preghiera e alla formazione MISSIONARIA. Sb. 6 Ore 15.30 in cattedrale  mandato diocesano ai catechisti. Dalle 15.00 alle 19.00  confessioni: 1° sabato del mese. Gv. 4 ADORAZIONE nel 1° giovedì del mese (preghiamo per le vocazioni alla vita missionaria). Questa volta dalle ore 15.00 alle ore 19.30. Dm. 7 FESTA DEI NONNI. Santa messa ore 10..0; segue pranzo sotto il capannone della festa dei marroni (su prenotazione). Ln. 8 Consiglio Pastorale Parrocchiale ore 20.30/. Sb. 20 In cattedrale  veglia missionaria e invio. Dm. 21  92^ GIORNATA MISSIONARIA Sb. 27 Confessioni in preparazione alla solennità dei Santi e alla Commemorazione dei defunti. dalle ore 15.00 in poi. Mc. 31 Messa vigiliare della festività dei Santi.

pg. 24