CARTA DELLE VOCAZIONI FAUNISTICHE DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI BARI

PARTE III DISTRIBUZIONE E STATUS DELLE SPECIE

DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO

UNIVERSITÀ DI PAVIA DOTT. ALBERTO MERIGGI

DOTT. GIANPASQUALE CHIATANTE

ATC “BARI” DOTT. GIOVANNI FERRARA

GENNAIO 2017

[Type text] MM [Type text]

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

3.1 PREMESSA

La gestione di un territorio e delle comunità animali che vi sono presenti, non può prescindere dalla conoscenza delle specie che lo popolano, dalla loro distribuzione e dalla consistenza delle loro popolazioni. Il monitoraggio delle popolazioni di interesse conservazionistico è importante per la conoscenza dello stato delle popolazioni e delle relazioni specie-ambiente e per la definizione delle strategie gestionali volte ad un miglioramento della capacità portante e all’incremento delle densità. In questo capitolo, pertanto, sono elencate le specie di fauna omeoterma di interesse conservazionistico presenti nella città metropolitana di Bari. Per esse vengono anche illustrate le distribuzioni e la consistenza delle loro popolazioni.

3.2 MATERIALI E METODI

3.2.1 Check-list delle specie di uccelli e mammiferi della città metropolitana di Bari

Per acquisire un quadro conoscitivo del territorio interessato, sono stati raccolti dati sulla presenza di tutte le specie di uccelli presenti, sia su base bibliografica sia direttamente attraverso censimenti, da gennaio 2009 a gennaio 2014. I dati bibliografici sono tratti prevalentemente da Liuzzi et al. (2013). In particolare, per gli uccelli presenti durante l’inverno sono stati realizzati censimenti mediante transetti lineari (Bibby et al. 2000) percorsi a piedi e disposti in modo casuale sull’intero territorio della città metropolitana. Durante il periodo riproduttivo, invece, sono stati realizzati censimenti da punti d’ascolto (Bibby et al. 2000), della durata di 10 minuti ciascuno, dall’alba fino alle ore 11:00. Per le specie a comportamento crepuscolare e notturno (Strigiformi, occhione Burhinus oedicnemus, succiacapre Caprimulgus europaeus) sono stati realizzati punti d’ascolto con l’ausilio del playback (Bibby et al. 2000). Tale metodo prevede l’emissione di un canto registrato al fine di stimolare la risposta territoriale dei maschi delle specie a minore contattabilità. Pertanto la sequenza di emissione-ascolto è stata così realizzata: 2 minuti d’ascolto, 1 minuto di emissione, 1 minuto d’ascolto, 1 minuto di emissione, 1 minuto d’ascolto, 1 minuto di emissione, 3 minuti d’ascolto, per un totale di 10 minuti per punto. Sono state inoltre considerate le osservazioni effettuate in modo casuale da professionisti e appassionati birdwatchers. In particolare si desiderano ringraziare tutti coloro che hanno fornito dati di presenza delle specie faunistiche: Vitantonio Altieri, Enrico Ancora, Ferdinando Atlante, Nicola Baccetti, Stefano Benedetto, Luigi Boccaccio, Olivia Brambilla, Pierandrea Brichetti, Michele Bux,

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Giuseppe Cagnetta, Giuseppe Carlucci, Pietro Chiatante, Fabrizio Cillo, Nicola Cillo, Sergio de Bellis, Augusto De Sanctis, Sergio Fasano, Giuseppe Fiorella, Gabriele Fortunato, Egidio Fulco, Lorenzo Gaudiano, Anthony Green, Rocco La Badessa, Roberto Lerco, Ivan Maggini, Giuseppe Maldera, Maurizio Marrese, Antonio Mazzone, Angelo Nitti, Enrico Ricchitelli, Ettore Rigamonti, Daniele Ronconi, Franco Roscelli, Luciano Ruggieri, Alfredo Vilmer Sabino, Enrico Vettorazzo. I censimenti invernali sono stati condotti dall’1 dicembre al 31 gennaio, mentre i censimenti in periodo riproduttivo dall’1 aprile al 31 luglio. Per la nomenclatura e l’ordine sistematico delle specie di uccelli è stata seguita la lista CISO-COI (Fracasso et al. 2009) e per le categorie fenologiche i termini proposti da Fasola e Brichetti (1984):  Sedentaria (S): specie o popolazione legata per tutto il corso dell’anno a un determinato territorio, dove è normalmente portato a termine il ciclo riproduttivo; possono compiere erratismi stagionali di breve portata, generalmente in autunno-inverno e a seguito di particolari situazioni ambientali o meteorologiche.  Migratrice (M): specie o popolazione che compie annualmente spostamenti dalle aree di nidificazione verso i quartieri di svernamento. Una specie è considerata migratrice per un determinato territorio quando vi transita senza nidificare o svernare.  Nidificante (B): specie o popolazione che porta regolarmente a termine il ciclo riproduttivo in un determinato territorio. È utile abbinare sempre tale termine ad altri (per es. sedentaria) che di per sé sono insufficienti ad indicare la nidificazione. Le specie migratrici nidificanti sono denominate “estive”.  Svernante (W): specie o popolazione migratrice che si sofferma a passare l’inverno o buona parte di esso in un determinato territorio, ripartendo in primavera verso le aree di nidificazione. In alcuni casi (per es. specie estive) è difficile stabilire se le sporadiche segnalazioni invernali si riferiscono a reali casi di svernamento oppure a individui menomati o a presenze temporanee di migratori tardivi o precoci.  Accidentale (A): specie che capita in una determinata zona sporadicamente, in genere con individui singoli o comunque in numero molto limitato. Solitamente si tratta di specie con areali di nidificazione e quartieri di svernamento molto lontani dai territori ove compaiono, spesso sospinte fuori dalle abituali rotte migratorie da particolari situazioni meteorologiche. Sono inoltre stati raccolti dati sulle specie di mammiferi della città metropolitana di Bari, sia su base bibliografica sia direttamente attraverso censimenti o dal ritrovamento di carcasse. In particolare

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico sono stati utilizzati i dati del 3° Rapporto Nazionale ex art. 17 Direttiva Habitat (92/43/CE), 2013 (www.sinanet.isprambiente.it/Reporting_Dir_Habitat), e i dati tratti da Stoch (2005). Sono inoltre stati realizzati censimenti mediante transetti lineari (Bibby et al. 2000), disposti in modo casuale sull’intero territorio della città metropolitana. Per la nomenclatura e l’ordine sistematico si è fatto riferimento a Corbet e Ovenden (1986), Spagnesi e De Marinis (2002) e de Jong (2013).

3.2.2 Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Sulla base dei dati ottenuti sono state realizzate carte di distribuzione reale delle specie di interesse conservazionistico. In particolare sono state prese in considerazione le specie di interesse conservazionistico ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE, del D.P.R. n. 357/1997 di attuazione della stessa e della Direttiva Uccelli 2009/147/CE. Per le specie di interesse conservazionistico sono state prese in considerazione anche le specie considerate Vulnerabili, In pericolo e In pericolo critico secondo la Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia (Peronace et al. 2012). Sono state inoltre prese in considerazione le specie alloctone e naturalizzate presenti nella città metropolitana. Per gli uccelli sono state prese in considerazione le sole specie svernanti e/o nidificanti e per ciascuna di esse, oltre che una breve descrizione delle caratteristiche fisiche e ecologiche, sono descritte la distribuzione in Puglia (Liuzzi et al. 2013) nonché la distribuzione e la consistenza delle popolazioni nella città metropolitana. Le carte di distribuzione reale, sia dello svernamento sia della nidificazione, sono impostate secondo una griglia con celle di 5 km di lato. Per la consistenza delle popolazioni e per le specie contattate durante i rilievi sul campo sono stati calcolati degli indici di abbondanza, in particolare l’Indice Kilometrico di Abbondanza medio (IKA) e l’Indice Puntiforme di Abbondanza medio (IPA), sia totale, sia per le diverse unità di paesaggio e sia per le aree protette/non protette. Il primo, utilizzato per i contatti ottenuti con i transetti, è calcolato come valore medio degli IKA dei singoli transetti, ottenuti utilizzando la formula

=

� �� � ��� Il secondo, utilizzato per i contatti ottenuti�ℎ��� con i punti� d’ascolto, � è calcolato utilizzando la formula

=

� �� � ��� � ����

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Per evidenziare le relazioni esistenti tra gli indici calcolati e le variabili ambientali sono state inoltre calcolate le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio.

3.3 RISULTATI

3.3.1 Check-list delle specie di uccelli e mammiferi della città metropolitana di Bari

Per redigere la check-list delle specie presenti sono stati eseguiti censimenti sul campo. In particolare durante il periodo invernale sono stati effettuati 192 transetti, sia per gli uccelli sia per i mammiferi, per un totale di 124 km percorsi (fig. 3.1). Sono inoltre stati realizzati 65 punti d’ascolto per le specie crepuscolari-notturne (fig. 3.2) per un totale di 650 minuti d’ascolto. Durante il periodo riproduttivo, invece, sono stati effettuati 209 punti d’ascolto al canto e 65 punti d’ascolto per le specie crepuscolari-notturne (fig. 3.3). Durante il periodo primavera-estate sono inoltre stati realizzati 192 transetti lineari per il campionamento dei mammiferi di interesse, per un totale di 140 km percorsi (fig. 3.4).

Fig. 3.1. Transetti lineari effettuati durante il periodo invernale.

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Fig. 3.2. Punti d’ascolto al canto con playback per le specie crepuscolari effettuati durante il periodo invernale.

Fig. 3.3. Punti d’ascolto al canto effettuati durante la stagione riproduttiva; in rosso i punti con playback per gli uccelli crepuscolari.

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Fig. 3.4. Transetti lineari realizzati durante il periodo primavera-estate.

Con i dati ottenuti è stato quindi possibile stilare una check-list delle specie di uccelli presenti nella città metropolitana di Bari, di seguito elencati. 1. Volpoca (Tadorna tadorna): M, W 2. Fischione (Anas penelope): M, W 3. Canapiglia (Anas strepera): M, W 4. Alzavola (Anas crecca): M, W 5. Germano reale (Anas platyrhynchos): M, W, B 6. Codone (Anas acuta): M 7. Marzaiola (Anas querquedula): M 8. Mestolone (Anas clypeata): M 9. Moriglione (Aythya ferina): M 10. Moretta tabaccata (Aythya nyroca): M 11. Moretta (Aythya fuligula): M 12. Moretta codona (Clangula hyemalis): A2 (12/1875, 1930) 13. Orchetto marino (Melanitta nigra): M irr

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14. Orco marino (Melanitta fusca): A1 (10/01/2008) 15. Smergo minore (Mergus serrator): M, W 16. Starna (Perdix perdix): presente a seguito delle immissioni venatorie 17. Quaglia (Coturnix coturnix): M, B 18. Fagiano comune (Phasianus colchicus): presente a seguito delle immissioni venatorie 19. Strolaga mezzana (Gavia arctica): M 20. Berta maggiore (Calonectris diomedea): M 21. Berta minore (Puffinus yelkouan): M, W 22. Sula (Morus bassanus): M, W 23. Cormorano (Phalacrocorax carbo): M, W 24. Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis): M irr 25. Tarabuso (Botaurus stellaris): M 26. Tarabusino (Ixobrychus minutus): M 27. Nitticora (Nycticorax nycticorax): M 28. Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides): M 29. Garzetta (Egretta garzetta): S, M, W 30. Airone bianco maggiore (Casmerodius albus): M 31. Airone cenerino (Ardea cinerea): S, M, W 32. Airone rosso (Ardea purpurea): M 33. Cicogna nera (Ciconia nigra): M 34. Cicogna bianca (Ciconia ciconia): M 35. Mignattaio (Plegadis falcinellus): M 36. Spatola (Platalea leucorodia): M 37. Fenicottero (Phoenicopterus roseus): M 38. Tuffetto (Tachybaptus ruficollis): M, W 39. Svasso maggiore (Podiceps cristatus): M, W, B 40. Svasso collorosso (Podiceps grisegena): W irr 41. Svasso cornuto (Podiceps auritus): M irr, W irr 42. Svasso piccolo (Podiceps nigricollis): M, W 43. Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus): M, W irr, B? 44. Nibbio bruno (Milvus migrans): M, B, W irr 45. Nibbio reale (Milvus milvus): SB?, M, W

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46. Grifone (Gyps fulvus): A2 (2001, 12/02/2012) 47. Biancone (Circaetus gallicus): M, B 48. Falco di palude (Circus aeruginosus): M 49. Albanella reale (Circus cyaneus): M, W 50. Albanella pallida (Circus macrourus): M 51. Albanella minore (Circus pygargus): M 52. Astore (Accipiter gentilis): M irr 53. Sparviere (Accipiter nisus): SB, M, W 54. Poiana (Buteo buteo): SB, M, W 55. Poiana codabianca (Buteo rufinus): M irr 56. Poiana calzata (Buteo lagopus): A2 (12/1879, 10/01/1909) 57. Aquila anatraia maggiore (Aquila clanga): A1 (10/1878) 58. Aquila minore (Aquila pennata): W irr 59. Aquila reale (Aquila chrysaetos): A3 (09/1877, 2000, 23/12/2003) 60. Aquila imperiale (Aquila heliaca): A1 (1989) 61. Falco pescatore (Pandion haliaetus): M 62. Grillaio (Falco naumanni): M, B, W irr 63. Gheppio (Falco tinnunculus): SB, W, M 64. Falco cuculo (Falco vespertinus): M 65. Smeriglio (Falco columbarius): M, W 66. Lodolaio (Falco subbuteo) M 67. Falco della Regina (Falco eleonorae): M 68. Lanario (Falco biarmicus): SB 69. Sacro (Falco cherrug): M 70. Falco pellegrino (Falco peregrinus): M, W, B 71. Porciglione (Rallus aquaticus): M 72. Voltolino (Porzana porzana): M 73. Schiribilla (Porzana parva): M 74. Schiribilla grigiata (Porzana pusilla): M irr 75. Re di quaglie (Crex crex): M 76. Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus): SB, M, W 77. Folaga (Fulica atra): M

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78. Gru (Grus grus): M 79. Gallina prataiola (Tetrax tetrax): A 80. Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus): M 81. Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus): M 82. Avocetta (Recurvirostra avosetta): M 83. Occhione (Burhinus oedicnemus): M, W irr, B 84. Corrione biondo (Cursorius cursor): A1 (1899) 85. Pernice di mare (Glareola pratincola): M 86. Corriere piccolo (Charadrius dubius): M, W irr 87. Corriere grosso (Charadrius hiaticula): M, W 88. Fratino (Charadrius alexandrinus): M, W, B 89. Corriere asiatico (Charadrius asiaticus): A1 (20/11/1898) 90. Corriere di Kittiliz (Charadrius pecuarius): A1 (1908) 91. Piviere tortolino (Charadrius morinellus): M 92. Piviere dorato (Pluvialis apricaria): M, W 93. Pivieressa (Pluvialis squatarola): M, W 94. Pavoncella (Vanellus vanellus): M, W 95. Piovanello maggiore (Calidris canutus): M 96. Piovanello tridattilo (Calidris alba): M, W 97. Gambecchio comune (Calidris minuta): M, W 98. Gambecchio nano (Calidris temminckii): M, W irr 99. Piovanello comune (Calidris ferruginea): M 100. Piovanello violetto (Calidris maritima): A1 (17/11/1904) 101. Piovanello pancianera (Calidris alpina): M, W 102. Gambecchio frullino (Limicola falcinellus): M irr 103. Combattente (Philomachus pugnax): M 104. Frullino (Lymnocryptes minimus): M 105. Beccaccino (Gallinago gallinago): M, W 106. Croccolone (Gallinago media): M 107. Beccaccia (Scolopax rusticola): M, W 108. Pittima reale (Limosa limosa): M 109. Pittima minore (Limosa lapponica): M

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110. Chiurlo piccolo (Numenius phaeopus): M, W irr 111. Chiurlo maggiore (Numenius arquata): M, W 112. Piro piro del Terek (Xenus cinereus): A4 (20/11/1876, 08/1878, 10/08/1893, 1984) 113. Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos): S, M, W 114. Piro piro culbianco (Tringa ochropus): M, W irr 115. Totano moro (Tringa erythropus): M, W 116. Pantana (Tringa nebularia): M 117. Albastrello (Tringa stagnatilis): M 118. Piro piro boschereccio (Tringa glareola): M 119. Pettegola (Tringa totanus): M, W 120. Voltapietre (Arenaria interpres): M, W 121. Falaropo di Wilson (Phalaropus tricolor): A1 (24/10/1889) 122. Falaropo beccosottile (Phalaropus lobatus): M 123. Falaropo beccolargo (Phalaropus fulicarius): A1 (7-9/11/2007) 124. Stercorario mezzano (Stercorarius pomarinus): A2 (09/1870, s.d.) 125. Labbo (Stercorarius parasiticus): M irr, W irr 126. Labbo maggiore (Stercorarius skua): A1 (1986) 127. Gabbiano di Sabine (Xema sabini): A1 (3-4/07/2007) 128. Gabbiano tridattilo (Rissa tridactyla): M 129. Gabbiano roseo (Chroicocephalus genei): M, W 130. Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus): S, M, W 131. Gabbiano testagrigia (Chroicocephalus cirrocephalus): A1 (21/10/2012- 19/07/2013) 132. Gabbianello (Hydrocoloeus minutus): M 133. Gabbiano di Ross (Rhodostesia rosea): A1 (23/02/2012) 134. Gabbiano di Franklin (Larus pipixcan): A1 (10-15/04/2004) 135. Gabbiano corallino (Larus melanocephalus): M, W 136. Gabbiano corso (Larus audouinii): M 137. Gavina (Larus canus): M, W 138. Zafferano (Larus fuscus): M, W 139. Gabbiano reale (Larus michahellis): S, M, W

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140. Gabbiano reale nordico (Larus argentatus): M, W 141. Gabbiano reale pontico (Larus cachinnans): M, W 142. Mugnaiaccio (Larus marinus): A1 (07/01/2007) 143. Fraticello (Sternula albifrons): M, B 144. Sterna zampenere (Gelochelidon nilotica): M 145. Sterna maggiore (Hydroprogne caspia): M 146. Mignattino piombato (Chlidonias hybrida): M 147. Mignattino comune (Chlidonias niger): M 148. Mignattino alibianche (Chlidonias leucoptera): M 149. Beccapesci (Sterna sandvicensis): M, W 150. Sterna di Rüppell (Sterna bengalensis): A1 (07/2002) 151. Sterna comune (Sterna hirundo): M 152. Gazza marina (Alca torda): A1 (1999) 153. Colombaccio (Columba palumbus): SB, M, W 154. Tortora dal collare (Streptopelia decaocto): SB 155. Tortora selvatica (Streptopelia turtur): M, B 156. Parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus): SB 157. Cuculo dal ciuffo (Clamator glandarius): M, B irr 158. Cuculo (Cuculus canorus): M, B 159. Barbagianni (Tyto alba): SB 160. Assiolo (Otus scops): M, B, W irr 161. Civetta (Athene noctua): SB 162. Allocco (Strix aluco): SB 163. Gufo comune (Asio otus): SB 164. Gufo di palude (Asio flammeus): M irr 165. Succiacapre (Caprimulgus europaeus): M, B 166. Rondone comune (Apus apus): M, B 167. Rondone pallido (Apus pallidus): M, B 168. Rondone maggiore (Apus melba): M, B 169. Martin pescatore (Alcedo atthis): M, W 170. Gruccione egiziano (Merops persicus): A1 (04/1874) 171. Gruccione (Merops apiaster): M, B

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172. Ghiandaia marina (Coracias garrulus): M, B 173. Upupa (Upupa epops): M, B, W irr 174. Torcicollo (Jynx torquilla): M, W, B 175. Picchio verde (Picus viridis): SB 176. Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major): SB 177. Picchio rosso minore (Dendrocopos minor): SB 178. Calandra (Melanocorypha calandra): SB 179. Calandrella (Calandrella brachydactyla): M, B 180. Calandrina (Calandrella rufescens): A1 (27/03/1875) 181. Cappellaccia (Galerida cristata): SB 182. Tottavilla (Lullula arborea): M, W, B 183. Allodola (Alauda arvensis): M, W, B 184. Allodola golagialla (Eremophila alpestris): A1 (05/1887) 185. Topino (Riparia riparia): M 186. Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris): M irr 187. Rondine (Hirundo rustica): M, B 188. Balestruccio (Delichon urbicum): M, B 189. Rondine rossiccia (Cecropis daurica): M, B 190. Calandro (Anthus campestris): M, B 191. Prispolone (Anthus trivialis): M 192. Pispola (Anthus pratensis): M, W 193. Pispola golarossa (Anthus cervinus): M, W irr 194. Spioncello (Anthus spinoletta): M, W 195. Cutrettola (Motacilla flava): M 196. Cutrettola testagialla orientale (Motacilla citreola): A1 (07/05/2006) 197. Ballerina gialla (Motacilla cinerea): M, W, B? 198. Ballerina bianca (Motacilla alba): SB, M, W 199. Beccofrusone (Bombycilla garrulus): A 200. Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus): A1 (11/1882) 201. Scricciolo (Troglodytes troglodytes): M, W, B 202. Passera scopaiola (Prunella modularis): M, W 203. Sordone (Prunella collaris): A2 (1989, 01/12/2012)

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204. Pettirosso (Erithacus rubecula): M, W, B 205. Usignolo (Luscinia megarhynchos): M, B 206. Pettazzurro (Luscinia svecica): M 207. Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros): M, W 208. Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus): M, B 209. Stiaccino (Saxicola rubetra): M 210. Saltimpalo (Saxicola torquatus): SB, M, W 211. Culbianco (Oenanthe oenanthe): M 212. Monachella (Oenanthe hispanica): M, B 213. Codirossone (Monticola saxatilis): M 214. Passero solitario (Monticola solitarius): SB, W, M 215. Merlo da collare (Turdus torquatus): M irr 216. Merlo (Turdus merula): SB, M, W 217. Cesena fosca (Turdus eunomus): A1 (1901) 218. Cesena (Turdus pilaris): M, W 219. Tordo bottaccio (Turdus philomelos): M, W 220. Tordo sassello (Turdus iliacus): M, W 221. Tordela (Turdus viscivorus): SB 222. Usignolo di fiume (Cettia cetti): SB 223. Beccamoschino (Cisticola juncidis): SB 224. Salciaiola (Locustella luscinioides): M 225. Forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon): M 226. Pagliarolo (Acrocephalus paludicola): A1 (10/03/2011) 227. Forapaglie comune (Acrocephalus schoenobaenus): M 228. Cannaiola comune (Acrocephalus scirpaceus): M, B 229. Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus): M 230. Canapino levantino (Hippolais olivetorum): A1 (03/05/1885) 231. Canapino maggiore (Hippolais icterina): M 232. Canapino comune (Hippolais polyglotta): M 233. Capinera (Sylvia atricapilla): SB, M, W 234. Beccafico (Sylvia borin): M 235. Bigia grossa orientale (Sylvia crassirostris): A1 (06-07/2007)

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236. Sterpazzola (Sylvia communis): M, B 237. Sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata): M, B 238. Bigia di Rüppel (Sylvia rueppelli): A1 (24/03/1898) 239. Sterpazzolina comune (Sylvia cantillans): M, B 240. Occhiocotto (Sylvia melanocephala): SB 241. Luì forestiero (Phylloscopus inornatus): A1 (07/12/2012) 242. Luì verde (Phylloscopus sibilatrix): M 243. Luì piccolo (Phylloscopus collybita): M, W, B? 244. Luì grosso (Phylloscopus trochilus): M 245. Regolo (Regulus regulus): M, W 246. Fiorrancino (Regulus ignicapilla): M, W 247. Pigliamosche (Muscicapa striata): M 248. Pigliamosche pettirosso (Ficedula parva): A2 (23/09/2009, 10/10/2010) 249. Balia dal collare (Ficedula albicollis): M 250. Balia nera (Ficedula hypoleuca): M 251. Codibugnolo (Aegithalos caudatus): SB 252. Cinciarella (Cyanistes caeruleus): SB 253. Cinciallegra (Parus major): SB 254. Picchio muraiolo (Tichodroma muraria): A 255. Rampichino comune (Certhia brachydactyla): SB 256. Pendolino (Remiz pendulinus): M, B 257. Rigogolo (Oriolus oriolus): M, B 258. Averla piccola (Lanius collurio): M, B 259. Averla cenerina (Lanius minor): M, B 260. Averla maggiore (Lanius excubitor): A 261. Averla capirossa (Lanius senator): M, B 262. Ghiandaia (Garrulus glandarius): SB 263. Gazza (Pica pica): SB 264. Gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus): A2 (24/12/1880, 23/04/1909) 265. Taccola (Corvus monedula): SB 266. Cornacchia grigia (Corvus cornix): SB 267. Corvo imperiale (Corvus corax): SB

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

268. Storno (Sturnus vulgaris): SB,M, W 269. Storno roseo (Pastor roseus): A 270. Passera d’Italia (Passer domesticus italiae): SB 271. Passera sarda (Passer hispaniolensis): SB, M, W 272. Passera mattugia (Passer montanus): SB 273. Passera lagia (Petronia petronia): SB 274. Fringuello (Fringilla coelebs): SB, M, W 275. Peppola (Fringilla montifringilla): M, W irr 276. Verzellino (Serinus serinus): SB, M, W 277. Verdone (Carduelis chloris): SB, M, W 278. Cardellino (Carduelis carduelis): SB, M, W 279. Lucherino (Carduelis spinus): M, W 280. Fanello (Carduelis cannabina): SB, M, W 281. Frosone (Coccothraustes coccothraustes): M, W 282. Organetto (Carduelis flammea): A2 (12/1886, 20/11/1889) 283. Crociere (Loxia curvirostra): M irr, W irr, B irr 284. Ciuffolotto scarlatto (Capodacus erythrinus): A 285. Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula): M irr 286. Zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis): M, W 287. Zigolo golarossa (Emberiza leucocephalos): A3 (10/1874, 27/12/1890, 04/1912) 288. Zigolo giallo (Emberiza citrinella): M irr, W irr 289. Zigolo nero (Emberiza cirlus): SB 290. Zigolo muciatto (Emberiza cia): M 291. Ortolano (Emberiza hortulana): M irr 292. Zigolo boschereccio (Emberiza rustica): A4 (1874, 04/1881, 03/1899, 25/09/1914) 293. Zigolo minore (Emberiza pusilla): A3 (05/1880, 15/04/1901, 18-20/04/2010) 294. Migliarino di palude (Emberiza schoeniclus): M, W 295. Zigolo capinero (Emberiza melanocephala): M, B 296. Strillozzo (Emberiza calandra): SB, M, W

Nella città metropolitana di Bari sono state contattate 296 specie di uccelli, di cui 47 specie (15,9%) sono sedentarie e nidificanti, 63 specie (21,3%) sono migratrici e nidificanti, 95 specie (32,1%) sono

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico migratrici e svernanti e 87 specie (29,4%) sono esclusivamente migratrici. Infine, sono state segnalate 47 specie accidentali (15,9%) e, oltre al parrocchetto monaco, unica specie alloctona naturalizzata in Puglia (Liuzzi et al 2013), sono state osservate altre sei specie sfuggite alla cattività: l’alzavola anellata (Callonetta leucophrys), l’anatra mandarina (Aix galericulata), l’anatra sposa (Aix sponsa), l’anatra muta (Cairina moschata), il parrocchetto dal collare (Psittacula krameri) e la rosella di Pennant (Platycercus elegans). Le quattro specie di anatre sono state osservate tutte presso la Riserva Naturale Regionale Orientata “Laghi di Conversano e Gravina di Monsignore” e in particolare l’alzavola anellata si è riprodotta certamente (è stata osservata la femmina con due giovani al seguito). Il fagiano comune e la starna sono presenti nella città metropolitana di Bari a seguito delle immissioni effettuate a scopo venatorio. Delle 90 specie nidificanti (sia sedentarie sia migratrici) 36 specie (40,0%) sono Non Passeriformi e 54 specie (60,0%) sono Passeriformi, con un rapporto pari a 0,67. Delle 111 specie svernanti (sia sedentarie sia migratrici), invece, 60 specie (54,1%) sono Non Passeriformi e 51 specie (45,9%) sono Passeriformi, con un rapporto pari a 1,18.

Di seguito è riportata la check-list delle specie di mammiferi della città metropolitana di Bari, compilata dai dati rinvenuti in bibliografia e dalle osservazioni effettuate durante i rilievi di campo. 1. Riccio europeo occidentale (Erinaceus europaeus) 2. Toporagno appenninico (Sorex samniticus) 3. Mustiolo (Suncus etruscus) 4. Crocidura ventre bianco (Crocidura leucodon) 5. Crocidura minore (Crocidura suaveolens) 6. Talpa romana (Talpa romana) 7. Rinolofo euriale (Rhinolophus euryale) 8. Rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) 9. Rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros) 10. Rinolofo di Méhely (Rhinolophus mehelyi) 11. Serotino comune (Eptesicus serotinus) 12. Pipistrello di Savi (Hypsugo savii) 13. Vespertilio di Blyth (Myotis blythii) 14. Vespertilio di Capaccini (Myotis capaccinii) 15. Vespertilio smarginato (Myotis emarginatus)

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

16. Vespertilio maggiore (Myotis myotis) 17. Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii) 18. Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus) 19. Orecchione grigio (Plecotus austriacus) 20. Miniottero (Miniopterus schreibersii) 21. Molosso di Cestoni (Tadarida teniotis) 22. Lepre europea (Lepus europaeus) 23. Arvicola di Savi (Microtus savii) 24. Topo selvatico (Apodemus sylvaticus) 25. Topolino delle case (Mus musculus) 26. Ratto nero (Rattus rattus) 27. Ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus) 28. Istrice (Hystrix cristata) 29. Lupo (Canis lupus) 30. Volpe (Vulpes vulpes) 31. Tasso (Meles meles) 32. Donnola (Mustela nivalis) 33. Faina (Martes foina) 34. Gatto selvatico (Felis silvestris) 35. Cinghiale (Sus scrofa)

Nella città metropolitana di Bari sono presenti 35 specie di mammiferi. La lepre europea è presente nella città metropolitana a seguito delle immissioni effettuate a scopo venatorio.

3.3.2 Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Sono state individuate 39 specie di uccelli di interesse conservazionistico (tab. 3.1). Non sono state prese in considerazione le specie svernanti o nidificanti in modo irregolare, così come le specie pelagiche (es. procellariformi, svassi). Tra i mammiferi sono state individuate 18 specie di interesse conservazionistico (tab. 3.2).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Tab. 3.1. Specie di uccelli della città metropolitana di Bari di interesse conservazionistico (VU = Vulnerabile, EN = In pericolo, CR = In pericolo critico).

N Nome italiano Nome latino Lista Rossa Direttiva Uccelli 1. Volpoca Tadorna tadorna VU 2. Canapiglia Anas strepera VU 3. Alzavola Anas crecca EN 4. Garzetta Egretta garzetta X 5. Falco pecchiaiolo Pernis apivorus X 6. Nibbio bruno Milvus migrans X 7. Nibbio reale Milvus milvus VU X 8. Biancone Circaetus gallicus VU X 9. Albanella reale Circus cyaneus X 10. Grillaio Falco naumanni X 11. Smeriglio Falco columbarius X 12. Lanario Falco biarmicus VU X 13. Falco pellegrino Falco peregrinus X 14. Occhione Burhinus oedicnemus VU X 15. Fratino Charadrius alexandrinus EN X 16. Piviere dorato Pluvialis apricaria X 17. Gabbiano roseo Chroicocephalus genei X 18. Gabbiano corallino Larus melanocephalus X 19. Fraticello Sternula albifrons EN X 20. Beccapesci Sterna sandvicensis VU X 21. Succiacapre Caprimulgus europaeus X 22. Martin pescatore Alcedo atthis X 23. Ghiandaia marina Coracias garrulus VU X 24. Torcicollo Jynx torquilla EN 25. Calandra Melanocorypha calandra VU X 26. Calandrella Calandrella brachydactyla EN X 27. Tottavilla Lullula arborea X 28. Allodola Alauda arvensis VU 29. Rondine rossiccia Cecropis daurica VU 30. Calandro Anthus campestris X 31. Saltimpalo Saxicola torquatus VU 32. Monachella Oenanthe hispanica EN

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

N Nome italiano Nome latino Lista Rossa Direttiva Uccelli 33. Pendolino Remiz pendulinus VU 34. Averla piccola Lanius collurio VU X 35. Averla cenerina Lanius minor VU X 36. Averla capirossa Lanius senator EN 37. Passera d’Italia Passer domesticus italiae VU 38. Passera sarda Passer hispaniolensis VU 39. Passera mattugia Passer montanus VU

Tab. 3.2. Specie di mammiferi della città metropolitana di Bari di interesse conservazionistico.

Direttiva Habitat N Nome italiano Nome latino Allegato II Allegato IV 1. Rinolofo euriale Rhinolophus euryale X X 2. Rinolofo maggiore Rhinolophus ferrumequinum X X 3. Rinolofo minore Rhinolophus hipposideros X X 4. Rinolofo di Méhely Rhinolophus mehelyi X X 5. Serotino comune Eptesicus serotinus X 6. Pipistrello di Savi Hypsugo savii X 7. Vespertilio di Blyth Myotis blythii X X 8. Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii X X 9. Vespertilio smarginato Myotis emarginatus X X 10. Vespertilio maggiore Myotis myotis X X 11. Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii X 12. Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus X 13. Orecchione grigio Plecotus austriacus X 14. Miniottero Miniopterus schreibersi X X 15. Molosso di Cestoni Tadarida teniotis X 16. Istrice Hystrix cristata X 17. Lupo Canis lupus X X 18. Gatto selvatico Felis silvestris X

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

VOLPOCA (Tadorna tadorna, Linnaeus 1758)

Pur legata agli ambienti costieri, a terra si muove con facilità, camminando e correndo rapidamente; moderatamente gregaria, ma spesso osservabile in coppie. Nidifica in zone umide costiere salmastre, come lagune, saline, valli da pesca e stagni retrodunali. Nido in cavità, tane di animali selvatici o tra la vegetazione erbacea densa. Depone 8-10 uova tra aprile e giugno (Brichetti e Fracasso 2003). La specie è considerata Vulnerabile in Italia come nidificante da Peronace et al. (2012), tra le principali minacce sono annoverate la distruzione e la trasformazione degli habitat di riproduzione e svernamento, le uccisioni illegali, la cattura di pulli, la presenza di cani randagi nei siti riproduttivi e il disturbo antropico (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è considerata migratrice regolare, svernante e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Durante il periodo invernale, le Saline di Margherita di Savoia (BT) erano considerate fino all’anno 2000 l’unico sito italiano di importanza internazionale per lo svernamento della specie (Baccetti et al. 2002). Prime nidificazioni accertate nel 1993 alle Saline di Margherita di Savoia (BT) (Tinarelli et al. 1995); successivamente la specie è stata riscontrata nidificante anche alle Saline di Torre Colimena (TA) (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 2 celle (fig. 3.5), ovvero nell’1,0% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata nell’oasi di protezione Torre Caldeno.

Fig. 3.5. Distribuzione della volpoca in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

CANAPIGLIA (Anas strepera, Linnaeus 1758)

Piuttosto schiva, al di fuori del periodo riproduttivo di solito non forma grandi stormi. Nidifica in zone umide salmastre costiere (lagune, valli da pesca, complessi deltizi, saline) e d’acqua dolce dell’interno (laghi, paludi, zone umide di recente creazione, ecc.), caratterizzati da bordure di vegetazione palustre emergente. In migrazione e svernamento frequenta anche torbiere, casse di espansione fluviale, laghi e fiumi. Nidifica sul terreno in coppie isolate. Depone 7-11 uova, tra aprile e giugno (Brichetti e Fracasso 2003). Specie di interesse venatorio, è considerata specie Vulnerabile come nidificante in Italia da Peronace et al. (2012). Tra le principali minacce sono annoverate la distruzione e la frammentazione degli habitat di riproduzione e alimentazione, le variazioni del livello delle acque in periodo riproduttivo, il prelievo venatorio, le uccisioni illegali e il disturbo antropico (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è migratrice regolare, svernante, estivante e segnalata come probabile nidificante negli anni ’70-’80 (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 1 cella (fig. 3.6), ovvero nello 0,5% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per l’oasi di protezione Torre Caldeno.

Fig. 3.6. Distribuzione della canapiglia in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

ALZAVOLA (Anas crecca, Linnaeus 1758)

Anatra di piccole dimensioni, si riposa a riva o strutture emergenti, ma sul terreno si muove piuttosto goffamente. Nidifica in zone umide d’acqua dolce, naturali o artificiali, anche di ridotta estensione, con fondali poco profondi ricchi di vegetazione riparia, erbacea, cespugliosa e arborea. Localmente in lagune e valli da pesca, bacini lacustri montani, torbiere, boschi allagati, fiumi e torrenti, lanche, raramente in prati e coltivi. In migrazione e svernamento frequenta una grande varietà di ambienti costieri e interni. Nidifica sul terreno, in coppie raggruppate o isolate. Depone 8-11 uova tra marzo e maggio (Brichetti e Fracasso 2003). Specie di interesse venatorio, è considerata In pericolo come nidificante in Italia da Peronace et al. (2012). Tra le principali minacce sono annoverate la distruzione e la trasformazione degli habitat di nidificazione e alimentazione e le variazioni del livello delle acque in periodo riproduttivo (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è migratrice regolare, svernante ed estivante, nidificante irregolare con casi di nidificazione nelle zone umide della provincia di Foggia (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 1 cella (fig. 3.7), ovvero nello 0,5% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Regionale Lama Balice.

Fig. 3.7. Distribuzione dell’alzavola in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

GARZETTA (Egretta garzetta, Linnaeus 1766)

Airone bianco di media grandezza e dall’aspetto elegante, decisamente gregario anche al di fuori della stagione e del sito riproduttivo, si associa spesso anche ad altre specie affini. Nidifica in boschi igrofili ripari di medio fusto e in boschetti asciutti circondati da risaie; localmente in canneti, pioppeti e pinete litoranee. In migrazione predilige acque salmastre costiere, ma frequenta anche coltivi, rive di fossati, marcite, acque urbane, ecc. Nidifica in colonie, generalmente plurispecifiche, su alberi, arbusti, vegetazione erbacea e palustre. Depone in aprile-agosto 2-8 uova (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, tra le principali minacce sono annoverate la distruzione e la trasformazione dell’habitat, la contaminazione da pesticidi e metalli pesanti, il disturbo antropico, le uccisioni illegali, la collisione con linee elettriche e il disturbo venatorio durante lo svernamento (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è migratrice regolare, svernante, estivante e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Osservabile con facilità sia lungo le coste marine che in ambienti umidi di varia tipologia, interni e costieri (Liuzzi et al. 2013). Nidificante localizzata al Lago Salso (FG) (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 5 celle (fig. 3.8), ovvero nel 2,6% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata nell’oasi di protezione Torre Caldeno.

Fig. 3.8. Distribuzione della garzetta in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

FALCO PECCHIAIOLO (Pernis apivorus, Linnaeus 1758)

Rapace di medie dimensioni, vagamente simile per struttura e colorazione (estremamente variabile) alla Poiana (Buteo buteo). Nel periodo riproduttivo è solitario e non facilmente osservabile; fortemente gregario durante le migrazioni. Nidifica in zone boscate diversificate, anche di scarsa estensione, di latifoglie e conifere pure o miste, preferibilmente d’alto fusto, su versanti radurati o confinanti con aree erbose aperte. Nidifica in coppie isolate, su alberi. Depone 1-3 uova in maggio- giugno (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, tra le principali minacce sono elencate la distruzione e la trasformazione degli habitat di riproduzione e alimentazione, le uccisioni illegali durante la migrazione, la distruzione dei nidi di Corvidi, il disturbo antropico durante la nidificazione e problemi ambientali nelle aree di svernamento africane (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è migratrice regolare, nidificante e svernante irregolare (Liuzzi et al. 2013). Nidificante molto localizzata di recente immigrazione, con popolazioni stabili sul Gargano (5-10 coppie); possibili nidificazioni sul Sub Appennino Dauno e in provincia di Bari (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 1 cella (fig. 3.9), ovvero nello 0,5% dell’area di studio. La specie, nidificante da confermare, è presente nel SIC Bosco Difesa Grande.

Fig. 3.9. Distribuzione del falco pecchiaiolo nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

NIBBIO BRUNO (Milvus migrans, Boddaert 1783)

Rapace di medie dimensioni, da solitario a decisamente gregario sia in colonie riproduttive sia in raggruppamenti, presso concentrazioni di cibo o in dormitori comuni. Nidifica in zone boscose mature miste di latifoglie, in ambienti planiziali o rupestri, circondati da zone aperte, terrestri o acquatiche, utilizzate per alimentarsi; localmente nidifica in pinete litoranee, boschi sempreverdi mediterranei, zone aride con boschetti o pareti rocciose, steppe e coltivazioni estensive alberate, aree boscate suburbane. Nidifica in coppie isolate o raggruppate, talvolta in colonie. Il nido è collocato sugli alberi, localmente su rocce e su manufatti vari. Depone in media 3 uova, tra metà aprile e giugno (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, tra le principali minacce sono elencate la distruzione e la trasformazione dell’habitat riproduttivo, la lotta ai nocivi, le uccisioni illegali, la contaminazione da pesticidi e metalli pesanti, la diminuzione delle risorse trofiche (pesci), la chiusura delle discariche a cielo aperto e il disturbo antropico durante la nidificazione (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia la specie è considerata migratrice regolare e nidificante; registrati isolati casi di svernamento (Liuzzi et al. 2013). Nidificante localizzata su Sub Appennino Dauno, gravine dell’arco ionico e nell’area pedemurgiana in provincia di Bari (Sigismondi et al. 2006; Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 1 cella (fig. 3.10), ovvero nello 0,5% dell’area di studio.

Fig. 3.10. Distribuzione del nibbio bruno nel periodo invernale nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 4 celle (fig. 3.11) ovvero nel 2,1% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Bosco Difesa Grande.

Fig. 3.11. Distribuzione del nibbio bruno nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie nidifica con 2-3 coppie nell’area pedemurgiana della città metropolitana di Bari (Sigismondi et al. 2006). La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,01. L’IPA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui e boschi”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,00, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,01.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,06 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,02

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente dalle colture permanenti.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,655 0,078 Aree estrattive -0,233 0,577 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,452 0,261 Seminativi semplici in aree irrigue 0,108 0,799 Colture orticole -0,514 0,192 Vigneti -0,514 0,192 Frutteti e frutti minori -0,483 0,225 Oliveti -0,483 0,225 Prati stabili 0,240 0,568 Altre colture permanenti 0,783 0,022 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,187 0,657 Sistemi colturali e particellari complessi -0,436 0,280 Aree agricole con spazi naturali 0,436 0,280 Aree agroforestali 0,316 0,445 Boschi 0,655 0,078 Prati alberati e pascoli alberati 0,546 0,162 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,514 0,192 Arbusteti 0,546 0,162 Aree con vegetazione in evoluzione 0,546 0,162

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione rada 0265 0,526 Spiagge e dune -0,327 0,430 Roccia nuda 0,016 0,971 Aree percorse da incendi -0,216 0,608 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,452 0,261 Paludi salmastre e saline -0,216 0,608

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

NIBBIO REALE (Milvus milvus, Linnaeus 1758)

Rapace di medie dimensioni, vive solitario o in piccoli gruppi, soprattutto presso ricche fonti di cibo o lungo le rotte migratorie, forma talvolta assembramenti consistenti in dormitori comuni (roost). Nidifica in ambienti aperti di varia natura e composizione, caratterizzati da boschi e boschetti maturi di latifoglie o conifere, con presenza di vasti spazi aperti incolti o coltivati utilizzati per cacciare. Abitualmente frequenta discariche di rifiuti urbani. Si riproduce in coppie isolate o sparse; il nido è collocato su alberi e rocce. Depone in media 2 uova, tra fine marzo e metà aprile (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è considerata Vulnerabile come nidificante in Italia da Peronace et al. (2012). Le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli habitat di riproduzione e alimentazione, la modificazione dei sistemi di conduzione agricola e allevamento del bestiame, la chiusura delle discariche a cielo aperto, la lotta ai nocivi, l’avvelenamento da pesticidi, le uccisioni illegali e il disturbo antropico durante la nidificazione (Brichetti e Fracasso 2003).In Puglia è sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante (Liuzzi et al. 2013). Nidificante localizzata sul Sub Appennino Dauno, Murgia Alta, area pedemurgiana e gravine dell’arco ionico.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 6 celle (fig. 3.12), ovvero nel 3,1% dell’area di studio. Il nibbio reale è presente nella ZRC La Selva.

Fig. 3.12. Distribuzione del nibbio reale in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie frequenta regolarmente un roost durante il periodo invernale nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, unico sito in Puglia, in cui sono stati contati 82 individui nel dicembre 2011 (Fulco et al. 2013). La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 0,02. L’IKA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 0,00, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,02.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,09

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano la presenza di correlazioni positive tra l’indice e le aree agroforestali.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,247 0,555 Aree estrattive -0,247 0,555 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,577 0,134 Seminativi semplici in aree irrigue 0,615 0,105 Colture orticole -0,247 0,555 Vigneti -0,247 0,555 Frutteti e frutti minori -0,412 0,310 Oliveti -0,412 0,310 Prati stabili 0,253 0,545 Altre colture permanenti 0,423 0,297 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,247 0,555 Sistemi colturali e particellari complessi 0,082 0,846 Aree agricole con spazi naturali -0,082 0,846 Aree agroforestali 0,756 0,030 Boschi 0,247 0,555 Prati alberati e pascoli alberati 0,082 0,846 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,247 0,555 Arbusteti 0,082 0,846 Aree con vegetazione in evoluzione 0,082 0,846 Aree con vegetazione rada 0,082 0,846

62

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Spiagge e dune -0,216 0,608 Roccia nuda -0,083 0,845 Aree percorse da incendi -0,143 0,736 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,577 0,134 Paludi salmastre e saline -0,143 0,736

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è presente in 9 celle (fig. 3.13), ovvero nel 4,6% dell’area di studio. La sua presenza è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per la ZRC La Selva, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Bosco Difesa Grande.

Fig. 3.13. Distribuzione del nibbio reale nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie nidifica con 0-1 coppie nell’area pedemurgiana della città metropolitana di Bari (Sigismondi et al. 2006). La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

63

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

BIANCONE (Circaetus gallicus, J.F. Gmelin 1788)

Rapace di dimensioni medio-grandi, tipicamente solitario, anche durante le migrazioni al massimo si riunisce in gruppi di pochi individui. Nidifica in boschi e boschetti aperti intervallati a vaste superfici nude, sabbiose o rocciose con parziale copertura erbacea e arbustiva, utilizzate per la caccia, su versanti caldi e soleggiati, spesso scoscesi. Predilige boschi di latifoglie sempreverdi, come leccete e sugherete, pinete con macchia mediterranea e boschi misti di latifoglie e conifere. Si riproduce in coppie sparse. Il nido è collocato su alberi e raramente su rocce. Depone 1 uovo, tra fine marzo e aprile (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è considerata specie Vulnerabile come nidificante in Italia da Peronace et al. (2012). Le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli habitat di riproduzione e alimentazione, la riforestazione per abbandono dei prati-pascolo, la rarefazione dei rettili, le uccisioni illegali, il disturbo antropico durante la nidificazione e l’elettrocuzione (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è migratore regolare, nidificante e svernante irregolare (Liuzzi et al. 2013). I casi di svernamento sono localizzati nel , mentre la specie si riproduce in modo localizzato su Gargano, Sub Appennino, Murgia Alta e gravine dell’arco ionico (Liuzzi et al. 2013).

64

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 5 celle (fig. 3.14), ovvero nel 2,6% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Bosco Difesa Grande.

Fig. 3.14. Distribuzione del biancone nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

65

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

ALBANELLA REALE (Circus cyaneus, Linnaeus 1766)

Rapace di medie dimensioni, da solitario a moderatamente gregario, durante le migrazioni o presso dormitori comuni forma gruppi più consistenti. In migrazione e svernamento frequenta ambienti aperti, generalmente erbosi, pianeggianti e montani, come pascoli, praterie, torbiere, margini di zone boscose, arbusteti, garighe, incolti (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono le uccisioni illegali (Brichetti e Fracasso 2003).In Puglia è migratrice regolare e svernante (Liuzzi et al. 2013). Svernante più diffusa in provincia di Foggia e sull’Alta Murgia, più localizzata in provincia di e nel Salento (Liuzzi et al. 2013).

66

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 9 celle (fig. 3.15), ovvero nel 4,6% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.15. Distribuzione dell’albanella reale in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 0,01. L’IKA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui e boschi” e “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,03, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,01.

67

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,05 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,04

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano la presenza di una correlazione positiva tra l’indice e le colture permanenti.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,655 0,078 Aree estrattive -0,234 0,577 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,452 0,261 Seminativi semplici in aree irrigue 0,108 0,799 Colture orticole -0,514 0,192 Vigneti -0,514 0,192 Frutteti e frutti minori -0,483 0,225 Oliveti -0,483 0,225 Prati stabili 0,240 0,568 Altre colture permanenti 0,783 0,022 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,187 0,657 Sistemi colturali e particellari complessi -0,436 0,280 Aree agricole con spazi naturali 0,436 0,280 Aree agroforestali 0,316 0,445 Boschi 0,655 0,078 Prati alberati e pascoli alberati 0,546 0,162 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,514 0,192 Arbusteti 0,546 0,162 Aree con vegetazione in evoluzione 0,546 0,162

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione rada 0,265 0,526 Spiagge e dune -0,327 0,430 Roccia nuda 0,016 0,971 Aree percorse da incendi -0,216 0,608 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,452 0,261 Paludi salmastre e saline -0,216 0,608

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

GRILLAIO (Falco naumanni, Fleischer 1818)

Rapace di piccole dimensioni, piuttosto gregario, nidifica in colonie formate di solito da poche decine di coppie, più raramente da centinaia; non forma di solito consistenti raggruppamenti durante le migrazioni, mentre gli stormi di maggiori dimensioni si osservano durante lo svernamento e soprattutto nei dormitori comuni. Nidifica nei centri storici di piccoli e grandi centri urbani ricchi di cavità e anfratti, localmente in ambienti aperti, preferibilmente collinari, caldi e secchi, con zone rupestri e alberi sparsi, circondate da aree aperte di alimentazione, incolte o coltivate in modo estensivo. Nidifica in colonie, coppie sparse, localmente isolate. Il nido è realizzato in cavità e anfratti, su roccia, sotto i coppi; a volte utilizza nidi artificiali o di altre specie. Depone in media 4 uova, da fine aprile a inizio giugno (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli habitat di alimentazione, la modificazione dei sistemi tradizionali di conduzione agricola e allevamento del bestiame, la ristrutturazione dei vecchi edifici, le uccisioni illegali, l’uso di pesticidi e problemi ambientali nelle aree africane di svernamento (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è migratrice regolare, nidificante e svernante irregolare (Liuzzi et al. 2013). Specie sinantropica e ad elevato valore conservazionistico; al 2008 la popolazione nidificante pugliese è stata stimata in 10000-15000 individui. Nidifica soprattutto sulle Murge baresi e tarantine, ma anche in provincia di Foggia e nel Salento (Liuzzi et al. 2013).

70

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 14 celle (fig. 3.16), ovvero nel 7,2% dell’area di studio. La specie è tipicamente sinantropica, nidificando all’interno di alcuni centri urbani della città metropolitana; la presenza della specie è stata confermata per i comuni di , , , , , Casamassima, Sammichele di Bari, , Putignano, Noci e Locorotondo.

Fig. 3.16. Distribuzione delle colonie riproduttive di grillaio nella città metropolitana di Bari.

Di seguito si riportano i numeri degli individui censiti nel periodo pre-riproduttivo ai roost notturni delle principali colonie di grillaio, tra il 2009 e il 2011 (LIPU Gravina 2009, 2010; Giglio e Gustin 2011).

71

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Colonia 2009 2010 2011 Gravina in Puglia 1206 1871 1635 Altamura 965 1082 1510 Santeramo in Colle 914 1235 1187 Cassano Murge 342 588 520 Acquaviva delle Fonti 282 490 480 Casamassima 7 - 36 Gioia del Colle 105 177 294 Putignano 56 - - Locorotondo 6 - - Totale 3883 5443 5662

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,21. L’IPA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui” e “seminativi non irrigui e pascoli”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,96, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,11. Tali valori sono riferibili alle aree di caccia, in quanto la specie nidfica nei centri urbani.

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,00 Oliveti 0,04 Seminativi non irrigui e pascoli 0,92 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,59

72

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostra che l’indice è influenzato negativamente dai frutteti.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,382 0,351 Aree estrattive 0,355 0,389 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,300 0,470 Seminativi semplici in aree irrigue 0,160 0,705 Colture orticole -0,355 0,389 Vigneti -0,600 0,116 Frutteti e frutti minori -0,709 0,049 Oliveti -0,464 0,247 Prati stabili 0,447 0,267 Altre colture permanenti 0,307 0,459 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,355 0,389 Sistemi colturali e particellari complessi -0,191 0,651 Aree agricole con spazi naturali -0,464 0,247 Aree agroforestali 0,589 0,124 Boschi 0,191 0,651 Prati alberati e pascoli alberati 0,136 0,747 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,436 0,280 Arbusteti -0,355 0,389 Aree con vegetazione in evoluzione 0,136 0,747 Aree con vegetazione rada 0,491 0,217 Spiagge e dune -0,429 0,289 Roccia nuda 0,302 0,468 Aree percorse da incendi 0,661 0,074 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,682 0,062 Paludi salmastre e saline -0,283 0,496

73

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

SMERIGLIO (Falco columbarius, Linnaeus 1758)

Il più piccolo rapace europeo, vive solitario in coppie, anche durante le migrazioni e lo svernamento, può tuttavia riunirsi in dormitori comuni composti al massimo da una decina di individui. In migrazione e svernamento frequenta ambienti aperti erbosi con alberi e arbusti sparsi, in aree pianeggianti e collinari, come coltivazioni estensive di bonifica, campagne coltivate con filari di alberi, incolti, garighe, zone umide, ecc (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono le uccisioni illegali (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è migratore regolare e svernante (Liuzzi et al. 2013). Osservati singoli individui o piccoli gruppi di 2-3 individui in provincia di Foggia, sull’Alta Murgia e nel Salento (Liuzzi et al. 2013).

74

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 1 cella (fig. 3.17), ovvero nello 0,5% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e per il SIC-ZPS Murgia Alta.

Fig. 3.17. Distribuzione dello smeriglio in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

75

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

LANARIO (Falco biarmicus, Temminck 1825)

Rapace di medie dimensioni, con corporatura tipica del genere Falco. Silhouette in volo caratterizzata dal corpo più smilzo rispetto a F. peregrinus, con ali più lunghe e meno appuntite, coda più allungata e più stretta alla base, capo più piccolo. Nidifica in ambienti collinari steppici con pareti rocciose di varia composizione e altezza, in zone accidentate aperte, aride o desertiche, incolte o parzialmente coltivate. Durante lo svernamento osservato in zone planiziali aperte, anche ai margini di zone umide. Nidifica in coppie isolate su rocce, a volte in nidi di altre specie. Depone 3-4 uova in gennaio-aprile (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE e considerata Vulnerabile nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia (Peronace et al. 2012), le principali minacce sono le trasformazioni ambientali, le uccisioni illegali, il prelievo di uova e pulli, l’uso di pesticidi e il disturbo antropico ai siti riproduzione (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è specie sedentaria e nidificante su Gargano, Sub Appennino Dauno, Murge e gravine dell’arco ionico, per un totale di 13-18 coppie al 2004 (Sigismondi et al. 2007, Liuzzi et al. 2013).

76

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è presente sull’altopiano delle Murge, dove nidificano 3-4 coppie (Sigismondi et al 2007) (fig. 3.18).

Fig. 3.18. Distribuzione del lanario nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile calcolarne gli indici di abbondanza.

77

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

FALCO PELLEGRINO (Falco peregrinus, Tunstall 1771)

Rapace di medie dimensioni, generalmente solitario o al massimo e per brevi periodi in nuclei famigliari. Specie tipicamente rupicola, nidifica in zone rocciose costiere, insulari e interne, spesso nei pressi di spazi aperti utilizzati per cacciare. Localmente anche in centri urbani, su ruderi, vecchi edifici e grattacieli. In dispersione e svernamento frequenta anche pianure coltivate, zone umide, alvei fluviali, boschi radi, centri abitati, grossi immondezzai e zone montane. Nidifica in coppie isolate su rocce, a volte in nidi di altre specie, localmente su edifici. Depone 1-6 uova in febbraio- aprile (Brichetti e Fracasso 2003). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono le trasformazioni ambientali, le uccisioni illegali, il prelievo di uova e pulli, l’uso di pesticidi, il disturbo antropico ai siti riproduzione, la collisione con cavi aerei (Brichetti e Fracasso 2003). In Puglia è sedentario e nidificante, migratore regolare e svernante (Liuzzi et al. 2013). Svernante localizzato, lo si incontra dove ci sono pareti naturali o artificiali, come cave e centri urbani. Si riproduce sul Gargano e sulle isole Tremiti; di recente ha iniziato a riprodursi nell’area delle gravine ioniche (Liuzzi et al. 2013).

78

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 4 celle (fig. 3.19), ovvero nel 2,1% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per l’oasi Torre Caldeno.

Fig. 3.19. Distribuzione del falco pellegrino in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 0,01. L’IKA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “frutteti” e “seminativi irrigui e oliveti”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 0,00, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,02.

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,07 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,05 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00

79

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,00

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostra che l’indice è influenzato positivamente dalle colture temporanee associate alle colture permanenti e negativamente dalle aree con vegetazione rada.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate 0,203 0,630 Aree estrattive 0,483 0,225 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,062 0,883 Seminativi semplici in aree irrigue -0,008 0,984 Colture orticole 0,203 0,630 Vigneti 0,514 0,192 Frutteti e frutti minori 0,655 0,078 Oliveti 0,343 0,406 Prati stabili -0,080 0,851 Altre colture permanenti -0,192 0,649 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,733 0,039 Sistemi colturali e particellari complessi -0,078 0,855 Aree agricole con spazi naturali -0,218 0,604 Aree agroforestali -0,327 0,430 Boschi 0,062 0,883 Prati alberati e pascoli alberati -0,218 0,604 Pascoli naturali, praterie e incolti -0,546 0,162 Arbusteti -0,218 0,604 Aree con vegetazione in evoluzione -0,218 0,604 Aree con vegetazione rada -0,764 0,027 Spiagge e dune 0,316 0,445 Roccia nuda -0,259 0,536 Aree percorse da incendi -0,216 0,608 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici -0,327 0,429 Paludi salmastre e saline 0,540 0,167

80

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

OCCHIONE (Burhinus oedicnemus, Linnaeus 1758)

Limicolo piuttosto grande e di corporatura robusta, elusivo, ad attività spiccatamente notturna e crepuscolare. Gregario, soprattutto durante le migrazioni. Nidifica in ambienti aperti e aridi, generalmente pianeggianti, caratterizzati da vegetazione erbacea rada e bassa, con presenza sparsi di cespugli come aree di bonifica, incolti erbosi, garighe, asfodeleti, dune sabbiose, steppe cerealicole, pascolate o alofile, prati-pascoli, ampi sabbioni e ghiaieti fluviali. In migrazione si osserva anche in campi arati, stoppie, litorali marini; durante lo svernamento sembra localmente prediligere pascoli su suoli salmastri. Nidifica con coppie isolate, localmente raggruppate; il nido è posto sul terreno. In media depone 2 uova, tra aprile e luglio, in particolare tra la fine di aprile e la prima metà maggio (Brichetti e Fracasso 2004). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è specie In pericolo come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012). Le minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione e alimentazione, l’uso di pesticidi, la meccanizzazione agricola, l’estrazione di ghiaia e inerti, le uccisioni illegali, il prelievo di uova e pulli, il disturbo antropico e venatorio (mezzi fuoristrada, escursionismo, esercitazioni militari, addestramento cani, ecc.) (Brichetti e Fracasso 2004). In Puglia è migratore regolare, nidificante e svernante irregolare (Liuzzi et al. 2013). Le aree di maggior interesse per la specie sono le zone aride ed aperte dell’Alta Murgia e del Tavoliere (Liuzzi et al. 2013).

81

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo l’occhione è stato contattato in 14 celle (fig. 3.20), ovvero nel 7,2% dell’area di studio. La specie è presente nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nel SIC-ZPS Murgia Alta e nel SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.20. Distribuzione dell’occhione nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,17. L’IPA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui” e “seminativi non irrigui e boschi”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,26, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,13.

82

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,18 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,27 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,50

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano l’assenza di relazioni significative.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,627 0,096 Aree estrattive -0,136 0,747 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,409 0,314 Seminativi semplici in aree irrigue 0,102 0,811 Colture orticole -0,518 0,188 Vigneti -0,273 0,513 Frutteti e frutti minori -0,218 0,604 Oliveti -0,464 0,247 Prati stabili 0,056 0,895 Altre colture permanenti 0,531 0,176 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,136 0,747 Sistemi colturali e particellari complessi -0,518 0,188 Aree agricole con spazi naturali 0,027 0,949 Aree agroforestali 0,375 0,360 Boschi 0,463 0,247 Prati alberati e pascoli alberati 0,164 0,699 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,191 0,651 Arbusteti 0,164 0,699 Aree con vegetazione in evoluzione 0,164 0,699

83

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione rada -0,055 0,898 Spiagge e dune -0,429 0,289 Roccia nuda -0,261 0,533 Aree percorse da incendi -0,283 0,496 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,245 0,558 Paludi salmastre e saline -0,283 0,496

84

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

FRATINO (Charadrius alexandrinus, Linnaeus 1758)

Limicolo di piccole dimensioni, piuttosto gregario, soprattutto al di fuori della stagione riproduttiva. Nidifica lungo litorali sabbiosi o ghiaiosi, dove occupa zone naturali, quasi prive di vegetazione a monte della battigia e in zone umide costiere ricche si spazi aperti sabbiosi o argillosi (lagune, saline, stagni salmastri, anse fluviali, complessi deltizi). Localmente in zone industriali, ai margini di strade campestri e su litorali urbani. In migrazione e svernamento appare legato a zone umide costiere sabbiose e fangose. Nidifica sul terreno in coppie raggruppate o isolate, spesso associate ad altri Caradriformi (più frequentemente con il fraticello Sternula albifrons). Tra marzo e agosto depone 2-4 uova (Brichetti e Fracasso 2003). Specie elencata nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è specie In pericolo come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012). Le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione, l’erosione marina costiera, le mareggiate in periodo riproduttivo, il disturbo antropico durante la nidificazione, le uccisioni illegali, la predazione di uova e pullida parte di ratti, animali randagi, gabbiano reale (Larus michahellis) e Corvidi (Brichetti e Fracasso 2004). In Puglia è migratore regolare, svernante, sedentario e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Durante lo svernamento mostra un’ampia distribuzione, essendo presente in tutte le zone litorali sabbiose e le aree umide retro-dunali, ma prevalentemente localizzato al nord, dove sono presenti due aree umide di interesse nazionale per lo svernamento della specie: le zone umide tra Manfredonia (FG) e Margherita di Savoia (BT) e i laghi di Lesina e Varano (FG). Nidifica principalmente sul litorale di Lesina (FG), nelle Saline di Margherita di Savoia (BT) e in Salento (Liuzzi et al. 2013).

85

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 5 celle (fig. 3.21), ovvero nel 2,6% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Regionale di Lama Balice e per l’oasi di protezione Torre Caldeno.

Fig. 3.21. Distribuzione del fratino in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

86

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo il fratino è presente in 2 celle (fig. 3.22), ovvero nell’1,0% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per l’oasi di protezione Torre Caldeno.

Fig. 3.22. Distribuzione del fratino nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

87

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

PIVIERE DORATO (Pluvialis apricaria, Tunstall 1771)

Limicolo di medie dimensioni e di corporatura piuttosto compatta, fortemente gregario, specialmente al di fuori del periodo riproduttivo, quando forma gruppi anche di centinaia o migliaia di individui. In migrazione e svernamento frequenta ambienti aperti di tipo steppico, interni e costieri, sia coltivati (prati, pascoli, medicai, marcite, campi arati, stoppie, terreni di bonifica) sia naturali (salicornieti, saline, litorali, incolti, terreni allagati, ecc.) (Brichetti e Fracasso 2004). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono la trasformazione e la frammentazione degli ambienti di sosta e di alimentazione, nonché le uccisioni illegali (Brichetti e Fracasso 2004). In Puglia è migratore regolare e svernante (Liuzzi et al 2013). Le aree più importanti per lo svernamento della specie sono le Saline di Brindisi e le zone aperte dell’Alta Murgia e del Salento (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 8 celle (fig. 3.23), ovvero nel 4,1% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.23. Distribuzione del piviere dorato in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 0,38. L’IKA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 1,10, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,07.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,48 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 1,49

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostra che l’indice è influenzato positivamente da paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici, mentre è influenzata negativamente da frutteti e oliveti.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,483 0,225 Aree estrattive 0,171 0,685 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,655 0,078 Seminativi semplici in aree irrigue 0,291 0,485 Colture orticole -0,592 0,122 Vigneti -0,592 0,122 Frutteti e frutti minori -0,733 0,039 Oliveti -0,733 0,039 Prati stabili 0,607 0,111 Altre colture permanenti 0,415 0,306 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,171 0,685 Sistemi colturali e particellari complessi -0,094 0,826 Aree agricole con spazi naturali -0,234 0,577 Aree agroforestali 0,500 0,207 Boschi 0,265 0,526 Prati alberati e pascoli alberati 0,234 0,577 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,592 0,122 Arbusteti -0,094 0,826

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione in evoluzione 0,234 0,577 Aree con vegetazione rada 0,452 0,261 Spiagge e dune -0,327 0,430 Roccia nuda 0,314 0,449 Aree percorse da incendi 0,540 0,167 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,764 0,027 Paludi salmastre e saline -0,216 0,608

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

GABBIANO ROSEO (Chroicocephalus genei, Brème 1839)

Gabbiano di grandezza medio-piccola, somigliante al gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus) ma distinto strutturalmente per la corporatura più snella ed elegante, il collo più lungo, il capo relativamente piccolo, con vertice appiattito e fronte nettamente inclinata che prosegue con il becco lungo ed evidentemente incurvato. Nidifica in ambienti salmastri costieri (lagune, saline, stagni), dove occupa argini fangosi o ghiaiosi e isolotti spogli o con vegetazione alofila bassa e frammista a detriti di bivalvi. Si riproduce sul terreno, in colonie, monospecifiche o miste. Depone tra fine aprile e giugno 2-3 uova (Brichetti e Fracasso 2006). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione, le variazioni del livello delle acque durante il periodo riproduttivo, il disturbo antropico durante la riproduzione, la contaminazione da metalli pesanti e cloridrati, la collisione con i cavi aerei (Brichetti e Fracasso 2006). In Puglia è migratore regolare, nidificante e svernante (Liuzzi et al. 2013). La specie è maggiormente localizzata nell’area delle Saline di Margherita di Savoia (BT), sia durante la riproduzione sia durante lo svernamento (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 1 cella (fig. 3.24), ovvero nello 0,5% dell’area di studio.

Fig. 3.24. Distribuzione del gabbiano roseo in inverno nella città metropolitana di Bari.

Il gabbiano roseo non è stato contattato durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

GABBIANO CORALLINO (Larus melanocephalus, Temminck 1820)

Gabbiano di grandezza medio-piccola, spiccatamente gregario durante tutto l’anno, formando raggruppamenti anche di migliaia di individui e regolarmente mescolandosi a congeneri. Nidifica in ambienti salmastri costieri (lagune, saline), dove occupa isole (barene, dossi, argini) con copertura vegetale alofitica bassa, diversificata e frammista a detriti di bivalvi. Si alimenta su spiagge, in foci fluviali, aree portuali e coltivi prossimi ai siti riproduttivi. Nel periodo extra-riproduttivo frequenta preferibilmente acque marine e litorali, capitando localmente nell’entroterra, soprattutto durante lo svernamento, quando frequenta giornalmente coltivi e, nelle regioni meridionali, oliveti. Si riproduce sul terreno, in colonie, generalmente plurispecifiche, localmente coppie sparse e isolate. Depone in maggio-luglio 1-4 uova (Brichetti e Fracasso 2006). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione, il disturbo antropico durante la riproduzione, le mareggiate in periodo riproduttivo, la predazione di uova e pulli da parte di ratti, animali randagi, gabbiani reali (Larus michahellis) e Corvidi, la contaminazione da pesticidi organoclorurati (Brichetti e Fracasso 2006). In Puglia è migratore regolare, svernante, estivante e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Durante il periodo di svernamento è localizzato principalmente in tre aree distinte: il Lago di Varano (FG), il litorale tra (BA) e Torre Canne (BR) e i Bacini di Ugento (LE). Si riproduce nell’area delle Saline di Margherita di Savoia (BT) (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 3 celle (fig. 3.25), ovvero nel 1,5% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per l’oasi di protezione Torre Caldeno.

Fig. 3.25. Distribuzione del gabbiano corallino in inverno nella città metropolitana di Bari.

Il gabbiano corallino non è stato contattato durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

FRATICELLO (Sternula albifrons, Pallas 1764)

Sterna di piccole dimensioni, in genere gregaria, soprattutto presso le colonie riproduttive e i dormitori, ma di solito non in stormi consistenti e spesso solitaria. Nidifica principalmente in ambienti salmastri costieri (lagune, stagni retrodunali, valli da pesca, saline, litorali sabbiosi) ma anche d’acqua dolce dell’interno (fiumi a corso lento con ampi alvei e ricchi di isole). Occupa preferibilmente siti spogli circondati dall’acqua (barene, dossi, scanni, argini e cordoni fangosi, banchi di ghiaia e sabbia). In migrazione frequenta acque marine e costiere. Nidifica sul terreno in colonie monospecifiche o miste. Depone in maggio-luglio 1-4 uova (Brichetti e Fracasso 2006). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è considerata In pericolo come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012). Le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione, il disturbo antropico durante la nidificazione, variazioni del livello delle acque in periodo riproduttivo, predazione di uova e pulli da parte di ratti, cinghiali, cani e gatti randagi, gabbiani reali (Larus michahellis) e Corvidi, contaminazione da metalli pesanti e idrocarburi clorurati (Brichetti e Fracasso 2006). In Puglia è migratore regolare, nidificante e svernante irregolare (Liuzzi et al. 2013). I siti di nidificazione sono localizzati soprattutto nelle Saline di Margherita di Savoia (BT); altri siti noti sono localizzati a Lesina, nel Salento e a nord di Bari (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 1 cella (fig. 3.26), ovvero nello 0,5% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per l’oasi di protezione Torre Caldeno.

Fig. 3.26. Distribuzione del fraticello nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

BECCAPESCI (Sterna sandvicensis, Latham 1787)

Sterna di media grandezza, ad eccezione di quando si alimenta attivamente, è fortemente gregario durante tutto l’anno con formazione di grandi assembramenti soprattutto presso i dormitori e le colonie riproduttive. Nidifica in lagune aperte su isolotti piatti parzialmente o totalmente ricoperti da vegetazione alofitica. In migrazione e svernamento frequenta acque costiere marine o salmastre, con fondali sabbiosi, limpidi poco profondi e ricchi di fauna ittica di superficie. Nidifica sul terreno in colonie, anche molto dense, normalmente in associazione con specie affini. Depone in aprile-giugno 1-3 uova (Brichetti e Fracasso 2006). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è considerata Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012). Le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione, il disturbo antropico durante la nidificazione, mareggiate in periodo riproduttivo, predazione di uova e pulli da parte di ratti, animali randagi, gabbiani reali (Larus michahellis) e Corvidi, contaminazione da pesticidi organoclorurati (Brichetti e Fracasso 2006). In Puglia è migratore regolare, svernante e nidificante irregolare (Liuzzi et al. 2013). La popolazione nidificante si concentra nelle Saline di Margherita di Savoia (BT) (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 5 celle (fig. 3.27), ovvero nel 2,6% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per l’oasi Torre Caldeno.

Fig. 3.27. Distribuzione del beccapesci in inverno nella città metropolitana di Bari.

Il beccapesci non è stato contattato durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

SUCCIACAPRE (Caprimulgus europaeus, Linnaeus 1758)

Caprimulgiforme di media grandezza, paragonabile per dimensioni e struttura al cuculo (Cuculus canorus) o allo sparviere (Accipiter nisus). Specie crepuscolare e notturna, tendenzialmente solitaria. Nidifica in ambienti caldi e secchi, con copertura arborea o arbustiva molto discontinua, su suoli piatti o versanti soleggiati, anche con affioramenti rocciosi, ai margini di zone aperte, preferibilmente incolte o pascolate; localmente frequente in zone di macchia mediterranea o in boschi a distanza di 1-4 anni da un incendio. Nidifica in coppie isolate, localmente raggruppate. Depone sul terreno 1-3 uova tra maggio e agosto (Brichetti e Fracasso 2006). Specie elencata nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, la principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione e alimentazione, l’eccessivo imboschimento, la modificazione dei sistemi di conduzione agricola e di allevamento del bestiame, l’uso di pesticidi, l’asfaltatura delle strade sterrate poderali, l’impatto con veicoli in transito, la distruzione dei nidi da parte di mandrie pascolanti (Brichetti e Fracasso 2006). In Puglia è migratore regolare e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Nidifica in alcune aree delle Murge baresi e tarantine, nonché in provincia di Foggia, dove nidifica anche sul Gargano (Liuzzi et al. 2013).

100

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 4 celle (fig. 3.28), ovvero nel 2,1% dell’area di studio. La presenza della specie è stata accertata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per i SIC Bosco Difesa Grande e Murge di Sud-Est.

Fig. 3.28. Distribuzione del succiacapre nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,06. La specie è stata osservata esclusivamente nella U.P. “seminativi non irrigui e boschi”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,11, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,04.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,36 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,00

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano l’assenza di relazioni significative.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,577 0,134 Aree estrattive -0,082 0,846 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,082 0,846 Seminativi semplici in aree irrigue -0,351 0,393 Colture orticole -0,412 0,310 Vigneti -0,412 0,310 Frutteti e frutti minori -0,247 0,555 Oliveti -0,247 0,555 Prati stabili 0,085 0,842 Altre colture permanenti 0,592 0,122 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,412 0,310 Sistemi colturali e particellari complessi -0,577 0,134 Aree agricole con spazi naturali 0,577 0,134 Aree agroforestali -0,216 0,608 Boschi 0,577 0,134 Prati alberati e pascoli alberati 0,577 0,134 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,412 0,310 Arbusteti 0,577 0,134 Aree con vegetazione in evoluzione 0,577 0,134

102

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione rada 0,247 0,555 Spiagge e dune -0,216 0,608 Roccia nuda 0,083 0,845 Aree percorse da incendi -0,143 0,736 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,082 0,846 Paludi salmastre e saline -0,143 0,736

103

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

MARTIN PESCATORE (Alcedo atthis, Linnaeus 1758)

Inconfondibile per struttura e atteggiamento, è specie tendenzialmente solitaria, spesso territoriale anche nei territori di svernamento. Nidifica preferibilmente in zone umide d’acqua dolce, anche di ridotta estensione e in ambienti urbani, con acque limpide, poco profonde e pescose, dove sono presenti pareti e scarpate sabbiose o argillose, meglio se prive di vegetazione. In migrazione e svernamento frequenta le aree costiere e interne a quote inferiori ai 200-300 m, dove le acque sono più frequentemente libere dal ghiaccio. Nidifica in coppie isolate all’interno di gallerie scavate in scarpate, generalmente presso l’acqua. Depone 4-10 uova in marzo-agosto (Brichetti e Fracasso 2007). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione e alimentazione, l’inquinamento delle acque, la cementificazione delle sponde fluviali, le repentine variazioni del livello delle acque in periodo riproduttivo, le uccisioni illegali, la collisione con superfici riflettenti, il disturbo antropico (Brichetti e Fracasso 2007). In Puglia è migratore regolare, svernante, sedentario e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Svernante diffuso sia lungo le coste sia presso le aree umide, interne o costiere. Nidifica nelle zone umide d’acqua dolce, in particolare in provincia di Foggia, lungo il fiume e in alcune zone della provincia di Taranto (Liuzzi et al. 2013).

104

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 5 celle (fig. 3.29), ovvero nel 2,6% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per l’oasi di protezione Torre Caldeno.

Fig. 3.29. Distribuzione del martin pescatore in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

105

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

GHIANDAIA MARINA (Coracias garrulus, Linnaeus 1758)

Corporatura robusta e struttura generale da piccolo Corvide, è specie tendenzialmente solitaria durante tutto l’anno, si riunisce solo occasionalmente in gruppi, più spesso prima delle migrazioni o dove presenti temporanee concentrazioni elevate di prede. Nidifica in ambienti di varia natura e composizione, pianeggianti e collinari, caratterizzati da clima caldo e secco, ricchi di cavità naturali o artificiali in cui nidificare e di aree aperte incolte o coltivate con corsi d’acqua; localmente in pinete litoranee, frutteti, oliveti e coltivi alberati. Nidifica in colonie, coppie sparse o isolate, deponendo in maggio-giugno 2-7 uova (Brichetti e Fracasso 2007). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012). Le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione e alimentazione, la modificazione dei sistemi di conduzione agricola e di allevamento del bestiame, l’uso di pesticidi, le uccisioni illegali e il prelievo di pulli (Brichetti e Fracasso 2007). In Puglia è migratrice regolare e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Nidificante più diffusa nel foggiano e sulle Murge (Liuzzi et al. 2013).

106

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 20 celle (fig. 3.30), ovvero nel 10,3% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.30. Distribuzione della ghiandaia marina nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,01. L’IPA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,00, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,01.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,02

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente dalle aree agroforestali.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,247 0,555 Aree estrattive -0,247 0,555 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,577 0,134 Seminativi semplici in aree irrigue 0,615 0,105 Colture orticole -0,247 0,555 Vigneti -0,247 0,555 Frutteti e frutti minori -0,412 0,310 Oliveti -0,412 0,310 Prati stabili 0,253 0,545 Altre colture permanenti 0,423 0,297 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,247 0,555 Sistemi colturali e particellari complessi 0,082 0,846 Aree agricole con spazi naturali -0,082 0,846 Aree agroforestali 0,756 0,030 Boschi 0,247 0,555 Prati alberati e pascoli alberati 0,082 0,846 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,247 0,555 Arbusteti 0,082 0,846 Aree con vegetazione in evoluzione 0,082 0,846

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione rada 0,082 0,846 Spiagge e dune -0,216 0,608 Roccia nuda -0,083 0,845 Aree percorse da incendi -0,143 0,736 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,577 0,134 Paludi salmastre e saline -0,143 0,736

109

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

TORCICOLLO (Jynx torquilla, Linnaeus 1758)

Picide simile per struttura e atteggiamento ad un Passeriforme, è generalmente solitario. Nidifica in vari tipi di ambienti boscati e alberati, preferibilmente in quelli aperti di latifoglie, pure o miste, dove predilige aree ecotonali bosco-pascolo ricche di formicai. Comune in ambienti rurali a mosaico, con siepi, boschetti e filari di alberi, localmente in vigneti abbandonati, frutteti e oliveti, aree cimiteriali, parchi, giardini e orti urbani. In svernamento frequenta preferibilmente zone boscate costiere, pianeggianti o collinari. Si riproduce in coppie isolate all’interno di cavità di alberi, muri e manufatti vari; depone 6-14 uova in aprile-agosto (Brichetti e Fracasso 2007). Specie In pericolo come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012), le principali minacce sono la distruzione e la trasformazione degli ambienti di riproduzione e alimentazione, la scomparsa di cavità naturali, l’eliminazione di alberi morti o marcescenti, l’uso di pesticidi, le uccisioni illegali e i cambiamenti climatici (Brichetti e Fracasso 2007). In Puglia è specie migratrice regolare e nidificante, parzialmente svernante (Liuzzi et al. 2013). Occasionali osservazioni invernali lungo la costa. Nidificante molto localizzata, quasi esclusivamente in provincia di Foggia; nidificazioni probabili in Puglia centrale (Valloni di Spinazzola, Bosco Difesa Grande) (Liuzzi et al. 2013).

110

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è presente in 2 celle (fig. 3.31), ovvero nel 1,0% dell’area di studio.

Fig. 3.31. Distribuzione del torcicollo nel periodo invernale nella città metropolitana di Bari.

Il torcicollo non è stato contattato durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

111

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è presente in 1 cella (fig. 3.32), ovvero nello 0,5% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il SIC Bosco Difesa Grande.

Fig. 3.32. Distribuzione del torcicollo nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

Il torcicollo non è stato contattato durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

112

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

CALANDRA (Melanocorypha calandra, Linnaeus 1766)

Alaudide di grandi dimensioni, territoriale durante la stagione riproduttiva ma in genere gregaria già alla fine del periodo riproduttivo con formazione di stormi anche superiori al migliaio di individui. Nidifica in ambienti aperti, caldi e secchi, erbosi e pietrosi, in zone pianeggianti e accidentate, dove occupa incolti con vegetazione diradata, garighe, pascoli e zone parzialmente coltivate a cereali; localmente frequenta coltivi estensivi e margini disseccati di zone umide. Nidifica con coppie isolate, talvolta raggruppate. Il nido è collocato a terra in una fossetta adattata. Depone in media 4-5 uova, tra aprile e metà giugno (Brichetti e Fracasso 2007). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012). È minacciata dalle trasformazioni ambientali per bonifiche agricole, dalla meccanizzazione agricola e modificazione dei sistemi tradizionali di conduzione, dall’eccessivo pascolamento in periodo riproduttivo, dall’uso di pesticidi e diserbanti (Brichetti e Fracasso 2007). In Puglia è sedentaria e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Le zone di maggiore interesse per la specie sono rappresentate da alcune aree della provincia di Foggia e dell’Alta Murgia; localizzata altrove (Liuzzi et al. 2013).

113

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 10 celle (fig. 3.33), ovvero nel 5,1% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.33. Distribuzione della calandra in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 0,82. L’IKA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 1,32, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,04.

114

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,32 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 1,79

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano la presenza di una correlazione positiva con paludi, corsi d’acqua e bacini idrici, mentre correlazioni negative con frutteti e oliveti.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,483 0,225 Aree estrattive 0,171 0,685 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,655 0,078 Seminativi semplici in aree irrigue 0,291 0,485 Colture orticole -0,592 0,122 Vigneti -0,592 0,122 Frutteti e frutti minori -0,732 0,039 Oliveti -0,732 0,039 Prati stabili 0,607 0,111 Altre colture permanenti 0,415 0,306 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,171 0,685 Sistemi colturali e particellari complessi -0,094 0,826 Aree agricole con spazi naturali -0,234 0,577 Aree agroforestali 0,500 0,207 Boschi 0,265 0,526 Prati alberati e pascoli alberati 0,234 0,577 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,592 0,122 Arbusteti -0,094 0,826

115

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione in evoluzione 0,234 0,577 Aree con vegetazione rada 0,452 0,261 Spiagge e dune -0,327 0,430 Roccia nuda 0,314 0,449 Aree percorse da incendi 0,540 0,167 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,764 0,027 Paludi salmastre e saline -0,216 0,608

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 34 celle (fig. 3.34), ovvero nel 17,4% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per i SIC Bosco Difesa Grande e Murge di Sud-Est.

Fig. 3.34. Distribuzione della calandra nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

116

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,50. L’IPA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 1,17, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,41.

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,62 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 1,96

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente da paludi, corsi d’acqua e bacini idrici, mentre è influenzato negativamente da frutteti e oliveti.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,483 0,225 Aree estrattive 0,171 0,685 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,655 0,078 Seminativi semplici in aree irrigue 0,291 0,485 Colture orticole -0,592 0,122 Vigneti -0,592 0,122 Frutteti e frutti minori -0,733 0,039 Oliveti -0,733 0,039 Prati stabili 0,607 0,111 Altre colture permanenti 0,415 0,306 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,171 0,685 Sistemi colturali e particellari complessi -0,094 0,826 Aree agricole con spazi naturali -0,233 0,577

117

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree agroforestali 0,500 0,207 Boschi 0,265 0,526 Prati alberati e pascoli alberati 0,234 0,577 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,592 0,122 Arbusteti -0,094 0,826 Aree con vegetazione in evoluzione 0,233 0,577 Aree con vegetazione rada 0,452 0,261 Spiagge e dune -0,327 0,430 Roccia nuda 0,314 0,449 Aree percorse da incendi 0,540 0,167 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,764 0,027 Paludi salmastre e saline -0,216 0,608

118

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

CALANDRELLA (Calandrella brachydactyla, Leisler 1814)

Alaudide di piccole dimensioni, nettamente territoriale durante la stagione riproduttiva, ma con coppie spesso concentrate in piccoli gruppi, altrimenti gregaria. Nidifica in ambienti aperti, caldi e secchi, costieri ed interni, dove occupa dune sabbiose, ampi greti e alvei fluviali sassosi, distese di fango ai margini di zone umide costiere, saline, salicornieti inariditi, aree steppose aride e ciottolose, pascoli, incolti erbosi e pietrosi, coltivi e prati. Quasi ovunque predilige aree aperte incolte con copertura erbacea inferiore al 50-60%. Le coppie sono isolate, localmente distribuite in colonie lasse e con maggiore frequenza a quote basse. Nidifica a terra in una fossetta adattata. Depone in media 4 uova, tra aprile e metà luglio (Brichetti e Fracasso 2007). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è specie In pericolo come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012). È minacciata dalla trasformazione e frammentazione ambientale per bonifiche agricole, dal pascolamento eccessivo in periodo riproduttivo, dal disturbo antropico e dall’uso di pesticidi (Brichetti e Fracasso 2007). In Puglia è migratrice regolare, nidificante e svernante irregolare (Liuzzi et al. 2013). Le popolazioni dell’Alta Murgia e del Tavoliere appaiono floride (Liuzzi et al. 2013).

119

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 23 celle (fig. 3.35), ovvero nel 11,8% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.35. Distribuzione della calandrella nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,20. L’IPA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui e pascoli”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,57, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,15.

120

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,92 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,59

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano la presenza di correlazioni positive con le aree percorse da incendi e paludi, corsi d’acqua e bacini idrici, mentre correlazioni negative con frutteti e oliveti.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,514 0,192 Aree estrattive 0,327 0,429 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,592 0,122 Seminativi semplici in aree irrigue 0,107 0,799 Colture orticole -0,655 0,078 Vigneti -0,655 0,078 Frutteti e frutti minori -0,764 0,027 Oliveti -0,764 0,027 Prati stabili 0,671 0,069 Altre colture permanenti 0,351 0,393 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,327 0,429 Sistemi colturali e particellari complessi -0,156 0,712 Aree agricole con spazi naturali -0,265 0,526 Aree agroforestali 0,316 0,445 Boschi 0,234 0,577 Prati alberati e pascoli alberati 0,265 0,526 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,655 0,078 Arbusteti -0,156 0,712

121

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione in evoluzione 0,265 0,526 Aree con vegetazione rada 0,546 0,162 Spiagge e dune -0,327 0,430 Roccia nuda 0,439 0,276 Aree percorse da incendi 0,756 0,030 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,733 0,039 Paludi salmastre e saline -0,216 0,608

122

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

TOTTAVILLA (Lullula arborea, Linnaeus 1758)

Alaudide di dimensioni medio-piccole, solitaria e territoriale durante la riproduzione, anche nelle altre stagioni non molto gregaria, riunendosi in gruppi di poche unità, fino ad un massimo di poche decine di individui. Nidifica preferibilmente in ambienti ondulati erbosi con boschetti e cespugli sparsi, ma occupa anche boschi aperti radurati, vigneti, oliveti, incolti, brughiere, prati e pascoli alberati, steppe sabbiose litoranee e zone a macchia mediterranea. Nidifica in coppie isolate, localmente in piccoli gruppi sparsi, deponendo sul terreno 3-6 uova in marzo-agosto (Brichetti e Fracasso 2007). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono la trasformazione e la degradazione degli ambienti per bonifiche agricole, l’imboschimento naturale e la riforestazione, le modificazioni dei tradizionali sistemi di allevamento e le uccisioni illegali (Brichetti e Fracasso 2007). In Puglia è sedentaria e nidificante, migratrice regolare e parzialmente svernante (Liuzzi et al. 2013). L’areale è piuttosto frammentato, occupa poche aree delle Murge, il Gargano e i Monti Dauni (Liuzzi et al. 2013).

123

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 9 celle (fig. 3.36), ovvero nel 4,6% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per i SIC Bosco di Mesola e Murge di Sud-Est.

Fig. 3.36. Distribuzione della tottavilla in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 0,44. L’IKA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui e boschi” e “seminativi non irrigui e oliveti”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 1,01, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,23.

124

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,36 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,08 Seminativi non irrigui e oliveti 0,89 Seminativi non irrigui e boschi 1,33 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,00

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano l’assenza di correlazioni significative.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,406 0,318 Aree estrattive 0,571 0,140 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,317 0,444 Seminativi semplici in aree irrigue -0,318 0,443 Colture orticole -0,330 0,425 Vigneti -0,178 0,674 Frutteti e frutti minori 0,051 0,905 Oliveti -0,101 0,811 Prati stabili 0,364 0,376 Altre colture permanenti 0,481 0,228 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,051 0,905 Sistemi colturali e particellari complessi -0,520 0,187 Aree agricole con spazi naturali 0,368 0,370 Aree agroforestali -0,531 0,175 Boschi 0,672 0,067 Prati alberati e pascoli alberati 0,558 0,151 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,203 0,630 Arbusteti 0,368 0,370 Aree con vegetazione in evoluzione 0,558 0,151

125

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione rada -0,165 0,696 Spiagge e dune 0,141 0,739 Roccia nuda 0,198 0,639 Aree percorse da incendi 0,088 0,836 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,089 0,834 Paludi salmastre e saline 0,439 0,276

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 28 celle (fig. 3.37), ovvero nel 14,4% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per i SIC Bosco Difesa Grande, Bosco di Mesola e Murge di Sud-Est.

Fig. 3.37. Distribuzione della tottavilla nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

126

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,18. L’IPA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui e boschi” e “seminativi non irrigui e pascoli”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,52, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,14.

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,27 Oliveti 0,11 Seminativi non irrigui e pascoli 0,23 Seminativi non irrigui e oliveti 0,13 Seminativi non irrigui e boschi 0,88 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,12

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato negativamente dalle aree urbanizzate e dai sistemi colturali e particellari complessi.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,707 0,050 Aree estrattive 0,635 0,091 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,335 0,417 Seminativi semplici in aree irrigue -0,376 0,358 Colture orticole -0,587 0,126 Vigneti -0,383 0,349 Frutteti e frutti minori -0,156 0,713 Oliveti -0,359 0,382 Prati stabili 0,344 0,405 Altre colture permanenti 0,540 0,167 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,072 0,866 Sistemi colturali e particellari complessi -0,814 0,014 Aree agricole con spazi naturali 0,012 0,978

127

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree agroforestali -0,235 0,575 Boschi 0,683 0,062 Prati alberati e pascoli alberati 0,431 0,286 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,263 0,528 Arbusteti 0,072 0,866 Aree con vegetazione in evoluzione 0,431 0,286 Aree con vegetazione rada -0,048 0,910 Spiagge e dune -0,259 0,536 Roccia nuda 0,102 0,809 Aree percorse da incendi 0,249 0,552 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,204 0,629 Paludi salmastre e saline 0,083 0,845

128

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

ALLODOLA (Alauda arvensis, Linnaeus 1758)

Alaudide di medie dimensioni, solitaria e territoriale durante il periodo riproduttivo, altrimenti decisamente gregaria, con formazione di gruppi che normalmente constano di qualche decina, più raramente alcune migliaia di individui. Nidifica in ambienti aperti erbosi, dalla pianura alle alte praterie montane, dove occupa sia zone incolte, sia coltivi intensivi, prati e pascoli; localmente utilizza le brughiere, le lande, i salicornieti degradati, le dune sabbiose, i margini asciutti di zone umide, gli ampi alvei fluviali, le aree aeroportuali e suburbane. Le coppie sono isolate o sparse. Nidifica a terra in una fossetta adattata. Depone in media 4 uova, tra aprile e settembre (Brichetti e Fracasso 2007). Specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012), è specie di interesse venatorio. Le principali minacce sono la trasformazione e la degradazione degli ambienti per bonifiche agricole, la diffusione delle monocolture intensive, la meccanizzazione agricola, l’imboschimento naturale, l’uso di pesticidi, le catture illegali e l’eccessiva pressione venatoria (Brichetti e Fracasso 2007). In Puglia è sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante (Liuzzi et al. 2013). Piuttosto comune durante lo svernamento, l’areale di riproduzione comprende la provincia di Foggia e l’Alta Murgia (Liuzzi et al. 2013).

129

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 38 celle (fig. 3.38), ovvero nel 19,5% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per la ZRC La Selva, per l’oasi di protezione Santa Maria della Scala, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per i SIC Bosco Difesa Grande e Murge di Sud-Est.

Fig. 3.38. Distribuzione dell’allodola in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 7,55. L’IKA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 7,04, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 6,49.

130

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,00 Oliveti 0,98 Seminativi non irrigui e pascoli 5,42 Seminativi non irrigui e oliveti 0,30 Seminativi non irrigui e boschi 0,14 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 30,82

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente da paludi, corsi d’acqua e corpi idrici, mentre è influenzato negativamente dai frutteti.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,366 0,373 Aree estrattive 0,415 0,307 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,561 0,148 Seminativi semplici in aree irrigue 0,429 0,289 Colture orticole -0,244 0,560 Vigneti -0,610 0,108 Frutteti e frutti minori -0,708 0,049 Oliveti -0,342 0,408 Prati stabili 0,625 0,098 Altre colture permanenti 0,675 0,066 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,122 0,774 Sistemi colturali e particellari complessi -0,146 0,729 Aree agricole con spazi naturali -0,146 0,729 Aree agroforestali 0,671 0,069 Boschi 0,586 0,127 Prati alberati e pascoli alberati 0,464 0,247 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,488 0,220 Arbusteti 0,000 1,000

131

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione in evoluzione 0,464 0,247 Aree con vegetazione rada 0,342 0,408 Spiagge e dune -0,208 0,622 Roccia nuda 0,344 0,405 Aree percorse da incendi 0,423 0,297 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,903 0,002 Paludi salmastre e saline 0,085 0,842

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 13 celle (fig. 3.39), ovvero nel 6,7% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.39. Distribuzione della allodola nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

132

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,10. L’IPA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,09, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,10.

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,08 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,39

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano la presenza di relazioni positive con paludi, corsi d’acqua e bacini idrici, mentre relazioni negative con frutteti e oliveti.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,483 0,225 Aree estrattive 0,171 0,685 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,655 0,078 Seminativi semplici in aree irrigue 0,291 0,485 Colture orticole -0,592 0,122 Vigneti -0,592 0,122 Frutteti e frutti minori -0,733 0,039 Oliveti -0,733 0,039 Prati stabili 0,607 0,111 Altre colture permanenti 0,415 0,306 Colture temporanee associate a colture permanenti -0,171 0,685 Sistemi colturali e particellari complessi -0,094 0,826 Aree agricole con spazi naturali -0,234 0,577

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree agroforestali 0,500 0,207 Boschi 0,265 0,526 Prati alberati e pascoli alberati 0,234 0,577 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,592 0,122 Arbusteti -0,094 0,826 Aree con vegetazione in evoluzione 0,234 0,577 Aree con vegetazione rada 0,452 0,261 Spiagge e dune -0,327 0,430 Roccia nuda 0,314 0,449 Aree percorse da incendi 0,540 0,167 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,764 0,027 Paludi salmastre e saline -0,216 0,608

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

RONDINE ROSSICCIA (Cecropis daurica, Laxmann 1769)

Irundinide di medie dimensioni, per grandezza e struttura molto simile alla rondine comune (Hirundo rustica), anche se leggermente più tozza e con becco appena più grosso. Nidifica in ambienti caldi e secchi, aperti o accidentati, litoranei e dell’interno. Sulle coste marine frequenta zone rupestri, nell’immediato entroterra zone a macchia mediterranea, nell’interno corpi d’acqua, con ponti, in ambienti naturali o coltivati, localmente centri abitati. Nidifica in coppie sparse o isolate; il nido è fissato ad una superficie orizzontale ruvida, con ingresso tubolare radente il piano d’appoggio. Depone tra fine aprile e giugno 4-5 uova(Brichetti e Fracasso 2007). Specie considerata Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012), le principali minacce sono la trasformazione dei siti riproduttivi, la distruzione dei nidi, l’uso di pesticidi, l’occupazione di nidi da parte di altre specie (es. balestruccio) e i problemi ambientali nelle aree di svernamento (Brichetti e Fracasso 2007). In Puglia è migratrice regolare, nidificante e svernante irregolare (Liuzzi et al. 2013). Si riproduce sul Gargano, in un’area ai confini tra le province di Bari e di Brindisi e in provincia di Lecce; recenti osservazioni invernali in provincia di Lecce (Liuzzi et al. 2013).

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 2 celle (fig. 3.40), ovvero nel 1,0% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per l’oasi Monte San Nicola e per il SIC Murgia dei Trulli.

Fig. 3.39. Distribuzione della rondine rossiccia nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

CALANDRO (Anthus campestris, Linnaeus 1758)

Motacillide di dimensioni piuttosto grandi, moderatamente gregario durante le migrazioni e il periodo invernale; solitario e territoriale durante la nidificazione. Nidifica in ambienti aperti, aridi e assolati, con copertura erbacea magra, rada e presenza di cespugli e massi sparsi; localmente in greti fluviali, salicornieti asciutti, calanchi, dune sabbiose, zone a macchia mediterranea degradata, incolti sabbiosi, bordi di strade sterrate e margini fangosi inariditi di zone umide e di coltivi estensivi; in ambienti mediterranei frequente nei primi stadi delle successioni post-incendio. Si riproduce in coppie isolate, localmente raggruppate. Depone sul terreno 3-6 uova in aprile-luglio (Brichetti e Fracasso 2007). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, le principali minacce sono la trasformazione e la frammentazione degli ambienti di riproduzione e alimentazione per bonifiche agricole, la costruzione di strade, l’apertura di cave, l’imboschimento naturale e artificiale, l’abbandono di prati e pascoli e l’uso di pesticidi (Brichetti e Fracasso 2007). In Puglia è migratore regolare e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Nidifica sull’Alta Murgia, sul Gargano e sui Monti Dauni (Liuzzi et al. 2013).

137

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 5 celle (fig. 3.41), ovvero nel 2,6% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e per il SIC-ZPS Murgia Alta.

Fig. 3.41. Distribuzione del calandro nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,01. L’IPA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,00, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,02.

138

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,06

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente dalle aree agroforestali.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,247 0,555 Aree estrattive -0,247 0,555 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,577 0,134 Seminativi semplici in aree irrigue 0,615 0,105 Colture orticole -0,247 0,555 Vigneti -0,247 0,555 Frutteti e frutti minori -0,412 0,310 Oliveti -0,412 0,310 Prati stabili 0,254 0,545 Altre colture permanenti 0,423 0,297 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,247 0,555 Sistemi colturali e particellari complessi 0,082 0,846 Aree agricole con spazi naturali -0,082 0,846 Aree agroforestali 0,756 0,030 Boschi 0,247 0,555 Prati alberati e pascoli alberati 0,082 0,846 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,247 0,555 Arbusteti 0,082 0,846 Aree con vegetazione in evoluzione 0,082 0,846

139

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione rada 0,082 0,846 Spiagge e dune -0,216 0,608 Roccia nuda -0,083 0,845 Aree percorse da incendi -0,143 0,736 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,577 0,134 Paludi salmastre e saline -0,143 0,736

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

SALTIMPALO (Saxicola torquatus, Linnaeus 1766)

Passeriforme di piccole dimensioni, per lo più solitario e spiccatamente territoriale durante tutto l’anno, a parte le fasi di migrazione attiva. Nidifica sia in ambienti naturali, aperti, incolti e aridi, con cespugli e alberi sparsi, sia coltivati a prati e cereali, dove occupa aree marginali, scarpate erbose di fossati e bordi strade. Localmente frequenta zone rurali intensamente coltivate, parchi urbani e suburbani di recente impianto, margini di zone umide, rive di fiumi, vigneti, frutteti, orti e boschetti con radure. Le coppie sono isolate o sparse. Nidifica a terra in una fossetta adattata, spesso sotto zolle erbose, pietre e cespugli, frequentemente in vicinanza dei bordi strada. Depone in media 5 uova, tra la prima decade di febbraio e la metà di luglio (Brichetti e Fracasso 2008). Specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012), è minacciata dalla perdita di habitat per monocolture intensive e modernizzazione dei sistemi di conduzione agricola, dallo sfalcio degli argini e dalla pulizia primaverile di rogge e fossati, nonché dalla cementificazione di fossati irrigui e dall’uso di pesticidi (Brichetti e Fracasso 2008). In Puglia è sedentario e nidificante, migratore regolare e svernante (Liuzzi et al. 2013). Ampiamente distribuito in tutta la Regione, si adatta a nidificare anche in aree agricole coltivate e nelle periferie cittadine (Liuzzi et al. 2013).

141

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 31 celle (fig. 3.42), ovvero nel 15,9% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per la Riserva Regionale Laghi di Conversano e Gravina di Monsignore, per l’oasi di protezione Torre Caldeno, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.42. Distribuzione del saltimpalo in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 0,22. L’IKA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui e oliveti”, “vigneti e oliveti” e “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 0,16, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,21.

142

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,07 Oliveti 0,05 Seminativi non irrigui e pascoli 0,08 Seminativi non irrigui e oliveti 0,39 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,45 Seminativi non irrigui 0,38

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente dai seminativi semplici in aree irrigue.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate 0,060 0,888 Aree estrattive 0,024 0,955 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,539 0,168 Seminativi semplici in aree irrigue 0,715 0,046 Colture orticole 0,204 0,629 Vigneti 0,455 0,257 Frutteti e frutti minori 0,251 0,548 Oliveti 0,156 0,713 Prati stabili 0,160 0,706 Altre colture permanenti -0,049 0,908 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,539 0,168 Sistemi colturali e particellari complessi 0,323 0,435 Aree agricole con spazi naturali -0,072 0,866 Aree agroforestali 0,047 0,912 Boschi -0,120 0,778 Prati alberati e pascoli alberati -0,144 0,734 Pascoli naturali, praterie e incolti -0,144 0,734 Arbusteti -0,120 0,778 Aree con vegetazione in evoluzione -0,144 0,734

143

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione rada -0,443 0,272 Spiagge e dune 0,024 0,956 Roccia nuda -0,265 0,526 Aree percorse da incendi 0,083 0,845 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,168 0,692 Paludi salmastre e saline 0,415 0,307

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 16 celle (fig. 3.43), ovvero nel 8,2% dell’area di studio. La specie è presente nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nella Riserva Regionale Laghi di Conversano e Gravina di Monsignore, nelle oasi di protezione Torre Caldeno e Barsento, nel SIC-ZPS Murgia Alta e nei SIC Murge di Sud-Est e Murgia dei Trulli.

Fig. 3.43. Distribuzione del saltimpalo nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

144

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,03. L’IPA più elevato è stato riscontrato nelle U.P.“aree urbanizzate” e “vigneti e oliveti”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,00, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,03.

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,00 Oliveti 0,02 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,02 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,08 Vigneti e oliveti 0,07 Seminativi non irrigui 0,04

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente dai sistemi colturali e particellari complessi e negativamente dalle aree estrattive.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate 0,675 0,066 Aree estrattive -0,761 0,028 Seminativi semplici in aree non irrigue -0,147 0,728 Seminativi semplici in aree irrigue 0,445 0,270 Colture orticole 0,479 0,230 Vigneti 0,331 0,423 Frutteti e frutti minori 0,110 0,795 Oliveti 0,233 0,578 Prati stabili -0,239 0,569 Altre colture permanenti -0,377 0,357 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,172 0,684 Sistemi colturali e particellari complessi 0,872 0,005 Aree agricole con spazi naturali 0,233 0,578

145

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree agroforestali 0,217 0,606 Boschi -0,528 0,179 Prati alberati e pascoli alberati -0,270 0,518 Pascoli naturali, praterie e incolti -0,147 0,728 Arbusteti 0,209 0,620 Aree con vegetazione in evoluzione -0,270 0,518 Aree con vegetazione rada 0,049 0,908 Spiagge e dune 0,394 0,334 Roccia nuda -0,049 0,908 Aree percorse da incendi -0,425 0,294 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici -0,123 0,772 Paludi salmastre e saline 0,000 1,000

146

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

MONACHELLA (Oenanthe hispanica, Linnaeus 1758)

Passeriforme di piccole dimensioni, per lo più solitario a parte aggregazioni poco coese anche con altre specie congeneri durante le migrazioni. Nidifica in ambienti aperti accidentati, caldi e aridi, con cespugli e pietraie, costieri e dell’interno. Localmente predilige cave di marmo, anche parzialmente in uso, e bassi vigneti con muretti a secco. Si rinviene anche in scarpate stradali, alvei fluviali asciutti, frane e falesie. Le coppie sono isolate o sparse. Il nido è a coppa e costruito in anfratti, cavità o sporgenze naturali e artificiali, localmente in pietraie, grotte e tubi orizzontali. Depone in media 4-5 uova, tra la prima decade di aprile e la prima di maggio (Brichetti e Fracasso 2008). Specie In pericolo come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012), è minacciata dalla perdita di habitat per imboschimento naturale e dalla modificazione dei sistemi tradizionali di allevamento, dalle alterazioni dovute al consolidamento dei calanchi, dalle asfaltature stradali, dall’aumento del traffico veicolare, dal disturbo antropico e da problemi climatico-ambientali nelle aree di svernamento africane (Brichetti e Fracasso 2008). In Puglia è migratrice regolare e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Diffusa come nidificante sull’Altopiano delle Murge, sul Gargano e sui Monti Dauni, localizzata in Salento (Liuzzi et al. 2013).

147

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 13 celle (fig. 3.44), ovvero nel 6,7% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.44. Distribuzione della monachella nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La monachella non è stata contattata durante i rilievi di campo pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

148

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

PENDOLINO (Remiz pendulinus, Linnaeus 1758)

Superficialmente simile per struttura ad un piccolo Paridae con dimensioni leggermente inferiori anche a quelle della cinciarella (Cyanistes caeruleus) ma corporatura ancora più compatta, ali decisamente brevi, coda relativamente sviluppata (ma ancora decisamente inferiore alla lunghezza del corpo), tarsi robusti, becco corto, sottile, nettamente appuntito e di forma tipicamente conica. Nidifica in zone umide di varia natura, d’acqua dolce o salmastra, con tipica vegetazione igrofila ripariale, anche in stadi progressivi di interramento (paludi, stagni, lanche, laghi, fiumi, canali, cave rinaturalizzate, lagune, valli da pesca, casse di colmata, ecc.), dove occupa fasce ripariali alberate bordate da vegetazione igrofila emergente e presenza di elofite. Nidifica in coppie sparse o isolate, localmente raggruppate, deponendo in un caratteristico 2-8 uova in aprile-metà luglio (Brichetti e Fracasso 2011). Specie inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012). Le principali minacce sono la trasformazione e la frammentazione degli habitat, le arginature fluviali, la bruciatura o lo sfalcio della vegetazione palustre emergente, la potatura dei filari alberati ei violenti acquazzoni durante la nidificazione (Brichetti e Fracasso 2011). In Puglia è sedentario e nidificante, migratore regolare e svernante (Liuzzi et al. 2013). Nidifica in varie zone umide con vegetazione arboreo-arbustiva ripariale e canneti. Sverna in ambienti caratterizzati da vegetazione arboreo-arbustiva e in canneti anche di piccole dimensioni (Liuzzi et al. 2013).

149

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 1 cella (fig. 3.45), ovvero nello 0,5% dell’area di studio.

Fig. 3.45. Distribuzione del pendolino nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

150

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

AVERLA PICCOLA (Lanius collurio, Linnaeus 1758)

Averla di taglia intermedia tra un Passer e un merlo (Turdus merula). Presenta tratti massicci, postura eretta, capo ingrossato, becco robusto e adunco, coda slanciata. La si osserva generalmente bene in vista sui posatoi utilizzati per la caccia o per la difesa del territorio. Occupa le aree aperte o semi- aperte, come zone ad agricoltura estensiva, pascoli, praterie arbustate e ampie radure, generalmente soleggiate. Nidifica in coppie isolate, deponendo tra maggio e luglio-agosto1-8 uova (Casale e Brambilla 2009). Specie elencata nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al 2012). Le principali minacce sono la perdita e la frammentazione degli habitat di alimentazione e riproduzione, la monocoltura intensiva, la scomparsa di siepi e di alberature, l'impiego di insetticidi e i problemi climatico ambientali nelle aree africane di svernamento e di sosta migratoria (Brichetti e Fracasso 2011). In Puglia è migratrice regolare e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Nidifica su Gargano e Monti Dauni; rara in Puglia centrale, segnalata come nidificante presso il Bosco Difesa Grande e il Monte Caccia (Liuzzi et al. 2013).

151

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 1 cella (fig. 3.46), ovvero nello 0,5% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il SIC Bosco Difesa Grande.

Fig. 3.46. Distribuzione dell’averla piccola nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza.

152

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

AVERLA CENERINA (Lanius minor, J.F. Gmelin 1788)

Averle di medie dimensioni, da solitaria a moderatamente gregaria, comunque decisamente più delle congeneri europee, sia durante la riproduzione sia durante lo svernamento e la migrazione. Nidifica in ambienti aperti, pianeggianti e ondulati, incolti, coltivati in modo tradizionale o a pascolo, con alberi dominanti sparsi, filari alberati o boschetti. Predilige margini di pascoli aridi o steppe cerealicole con filari alberati stradali; localmente frequenta ampi alvei fluviali, mandorleti, pioppeti coltivati e aree risicole. Nidifica in coppie sparse o isolate, localmente raggruppate i colonie lasse, deponendo tra maggio e giugno in media 4-6 uova (Brichetti e Fracasso 2011). Specie elencata nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, è specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012). Le principali minacce sono la perdita dei siti di riproduzione e di alimentazione (dovuta alle bonifiche agricole, all’imboschimento, all’abbandono delle attività agro-pastorali tradizionali, ecc.), l’antropizzazione degli ambienti agricoli, l’uso di prodotti chimici in agricoltura e problemi climatico-ambientali (Brichetti e Fracasso 2011). In Puglia è migratrice regolare e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Nidificante più comune in provincia di Foggia, con nuclei più isolati sulle Murge e recenti colonizzazioni del Salento (Liuzzi et al. 2013).

153

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 22 celle (fig. 3.47), ovvero nell’11,3% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.47. Distribuzione dell’averla cenerina nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie non è stata contattata durante i rilievi di campo pertanto non è stato possibile stimarne gli indici di abbondanza. Un recente studio ha messo in evidenza come la specie sia più abbondante nelle zone con praterie aride naturali e con steppe cerealicole (Chiatante et al.2014).

154

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

AVERLA CAPIROSSA (Lanius senator, Linnaeus 1758)

Averla di medie dimensioni, vive solitaria o in coppia e territoriale sia durante la stagione riproduttiva, sia in inverno, come almeno in parte durante la migrazione. Nidifica in zone aperte collinari e pianeggianti, secche e soleggiate, cespugliate e alberate, incolte, coltivate in modo tradizionale o a pascolo, localmente in oliveti, vigneti tradizionali, frutteti, macchia mediterranea, parchi e giardini urbani e suburbani. Nidifica con coppie sparse o isolate. Altamente territoriale e fedele al sito riproduttivo. In media depone 4-6 uova tra fine aprile e luglio (Brichetti e Fracasso 2011). Specie In pericolo come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012), è minacciata dalla perdita di habitat di riproduzione e di alimentazione per bonifiche agricole, dalle monocolture intensive, dall’imboschimento naturale o artificiale, dalla modificazione delle pratiche agro-silvo pastorali tradizionali, dall’impiego di pesticidi e prodotti chimici in agricoltura, dai cambiamenti ambientali in particolare da freddo prolungato e piogge persistenti nel periodo tardo primaverile- estivo e nelle aree di svernamento africane (Brichetti e Fracasso 2011). In Puglia è migratrice regolare e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Nidificante scarsa in diverse aree della provincia di Foggia, delle Murge e del Salento (Liuzzi et al. 2013).

155

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è stata contattata in 28 celle (fig. 3.48), ovvero nel 14,4% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per i SIC Murge di Sud-Est e Murgia dei Trulli.

Fig. 3.48. Distribuzione dell’averla capirossa nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,03. L’IPA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui e boschi”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,00, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,03.

156

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,06 Seminativi non irrigui e boschi 0,12 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,02

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente dalle colture permanenti, dalle aree agricole con spazi naturali, dai boschi, dai prati e pascoli alberati e dalle aree con vegetazione in evoluzione.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,327 0,429 Aree estrattive 0,082 0,847 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,627 0,096 Seminativi semplici in aree irrigue 0,305 0,462 Colture orticole -0,191 0,651 Vigneti -0,300 0,470 Frutteti e frutti minori -0,245 0,558 Oliveti -0,136 0,747 Prati stabili 0,475 0,234 Altre colture permanenti 0,866 0,005 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,164 0,699 Sistemi colturali e particellari complessi -0,164 0,699 Aree agricole con spazi naturali 0,709 0,049 Aree agroforestali 0,054 0,900 Boschi 0,873 0,005 Prati alberati e pascoli alberati 0,791 0,019 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,409 0,314

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Arbusteti 0,791 0,019 Aree con vegetazione in evoluzione 0,791 0,019 Aree con vegetazione rada -0,027 0,949 Spiagge e dune 0,214 0,610 Roccia nuda 0,192 0,649 Aree percorse da incendi -0,283 0,496 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,518 0,188 Paludi salmastre e saline 0,472 0,237

158

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

PASSERA D’ITALIA (Passer domesticus italiae, Linnaeus 1758)

Specie decisamente antropofila, nidifica nei centri abitati, dal centro alla periferia, nelle zone edificate in generale ed in campagna soprattutto dove si concentrano edifici rurali con cascinali e silos. Si riscontra maggiormente in zone agricole con seminativi che costituiscono il principale habitat trofico in ambito extraurbano. Evita le aree forestali o comunque caratterizzate da una bassa presenza antropica. Compie più covate annue da marzo a luglio. Specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012), le principali minacce appaiono la diminuzione delle cavità di nidificazione a seguito delle ristrutturazioni degli edifici, l’accumulo di metalli pesanti e altre sostanze chimiche nei nidiacei, la competizione con il colombo di città (Columba livia domestica) per le risorse alimentari e con lo storno (Sturnus vulgaris) per i siti di nidificazione. Altre possibili minacce sono l’espansione urbanistica, l’uso di pesticidi nelle aree verdi, l’inquinamento atmosferico e l’introduzione della benzina verde, in quanto potrebbero incidere sulla quantità di insetti disponibili per l’allevamento dei nidiacei (Gustin et al. 2009). In Puglia è sedentaria e nidificante (Liuzzi et al. 2013). Ampiamente diffusa su tutto il territorio regionale, frequenta una vasta gamma di ambienti (Liuzzi et al. 2013).

159

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 79 celle (fig. 3.49), ovvero nel 40,5% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il Parco Regionale Lama Balice, per la Riserva Regionale Laghi di Conversano e Gravina di Monsignore, per la ZRC La Selva, per le oasi di protezione Torre Caldeno, Santa Maria della Scala, Castello di Marchione e Barsento. La specie è presente inoltre nel SIC-ZPS Murgia Alta e nei SIC Bosco di Mesola, Murge di Sud-Est, Murgia dei trulli e Laghi di Conversano.

Fig. 3.49. Distribuzione della passera d’Italia in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 2,05. L’IKA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui e pascoli”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 2,58, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 1,87.

160

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 1,67 Oliveti 1,47 Seminativi non irrigui e pascoli 3,27 Seminativi non irrigui e oliveti 2,61 Seminativi non irrigui e boschi 1,47 Aree urbanizzate 2,44 Vigneti e oliveti 2,04 Seminativi non irrigui 2,08

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano la presenza di relazioni positive tra l’indice e i prati stabili.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate 0,204 0,629 Aree estrattive 0,323 0,435 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,503 0,204 Seminativi semplici in aree irrigue 0,121 0,775 Colture orticole -0,216 0,608 Vigneti -0,228 0,588 Frutteti e frutti minori -0,335 0,417 Oliveti -0,371 0,365 Prati stabili 0,724 0,042 Altre colture permanenti -0,025 0,954 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,000 1,000 Sistemi colturali e particellari complessi 0,515 0,192 Aree agricole con spazi naturali 0,120 0,778 Aree agroforestali -0,259 0,536 Boschi 0,000 1,000 Prati alberati e pascoli alberati 0,275 0,509 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,443 0,272 Arbusteti 0,144 0,734

161

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione in evoluzione 0,275 0,509 Aree con vegetazione rada 0,311 0,453 Spiagge e dune 0,517 0,189 Roccia nuda 0,687 0,060 Aree percorse da incendi 0,581 0,131 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,443 0,272 Paludi salmastre e saline 0,415 0,307

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è presente in 127 celle (fig. 3.50), ovvero nel 65,1% dell’area di studio. La passera d’Italia è stata contattata in tutte le aree protette e i siti Natura 2000 della città metropolitana di Bari.

Fig. 3.50. Distribuzione della passera d’Italia nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

162

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 1,49. L’IPA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “aree urbanizzate”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 1,52, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 1,49.

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 1,18 Oliveti 1,09 Seminativi non irrigui e pascoli 0,85 Seminativi non irrigui e oliveti 1,36 Seminativi non irrigui e boschi 0,94 Aree urbanizzate 4,08 Vigneti e oliveti 1,71 Seminativi non irrigui 1,73

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente dai sistemi colturali e particellari complessi.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate 0,619 0,115 Aree estrattive -0,690 0,069 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,000 1,000 Seminativi semplici in aree irrigue 0,444 0,271 Colture orticole 0,357 0,389 Vigneti 0,405 0,327 Frutteti e frutti minori 0,238 0,582 Oliveti 0,143 0,752 Prati stabili -0,220 0,601 Altre colture permanenti -0,342 0,408 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,452 0,268 Sistemi colturali e particellari complessi 0,786 0,028 Aree agricole con spazi naturali 0,190 0,665

163

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree agroforestali 0,187 0,657 Boschi -0,429 0,299 Prati alberati e pascoli alberati -0,310 0,462 Pascoli naturali, praterie e incolti -0,238 0,582 Arbusteti 0,214 0,619 Aree con vegetazione in evoluzione -0,310 0,462 Aree con vegetazione rada -0,167 0,703 Spiagge e dune 0,452 0,261 Roccia nuda -0,144 0,734 Aree percorse da incendi -0,577 0,134 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici -0,167 0,703 Paludi salmastre e saline 0,082 0,846

164

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

PASSERA SARDA (Passer hispaniolensis, Temminck 1820)

Specie gregaria, soprattutto al di fuori del periodo riproduttivo, quando forma gruppi di decine o centinaia di individui. Specie decisamente antropofila si rinviene con maggiore abbondanza nelle aree fortemente edificate, dall’ambiente urbano a quello extraurbano. Frequenta le aree agricole con notevole concentrazione di edifici rurali ed in generale, a differenza della passera d’Italia, utilizza ambienti più diversificati tollerando margini di boschi xerofili e coltivazioni arboree. Specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012), le principali minacce appaiono la diminuzione delle cavità di nidificazione a seguito delle ristrutturazioni degli edifici, la scarsità del materiale per la costruzione del nido, l’accumulo di metalli pesanti e altre sostanze chimiche nei nidiacei. Altre possibili minacce sono l’espansione urbanistica, l’uso di pesticidi nelle aree verdi, l’inquinamento atmosferico e l’introduzione della benzina verde, in quanto potrebbero incidere sulla quantità di insetti disponibili per l’allevamento dei nidiacei (Gustin et al. 2009). In Puglia è sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante (Liuzzi et al. 2013). Nidificante più comune in provincia di Foggia, con varie colonie nel Tavoliere; nidificante localizzata anche in provincia di Bari. Drurante lo svernamento è più diffusa e comune (Liuzzi et al. 2013).

165

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 4 celle (fig. 3.51), ovvero nel 2,1% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per l’oasi di protezione Torre Caldeno.

Fig. 3.51. Distribuzione della passera sarda in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 0,07. L’IKA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui e oliveti”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 0,00, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,14.

166

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,64 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,00

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano la presenza di correlazioni positive con spiagge e dune e con le saline.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate 0,412 0,310 Aree estrattive 0,412 0,310 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,412 0,310 Seminativi semplici in aree irrigue 0,439 0,276 Colture orticole 0,412 0,310 Vigneti 0,247 0,555 Frutteti e frutti minori 0,247 0,555 Oliveti 0,412 0,310 Prati stabili 0,423 0,297 Altre colture permanenti 0,254 0,545 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,577 0,134 Sistemi colturali e particellari complessi 0,412 0,310 Aree agricole con spazi naturali 0,412 0,310 Aree agroforestali -0,216 0,608 Boschi 0,412 0,310 Prati alberati e pascoli alberati 0,412 0,310 Pascoli naturali, praterie e incolti -0,082 0,846 Arbusteti 0,412 0,310

167

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione in evoluzione 0,412 0,310 Aree con vegetazione rada -0,412 0,310 Spiagge e dune 0,756 0,030 Roccia nuda 0,249 0,552 Aree percorse da incendi -0,143 0,736 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,247 0,555 Paludi salmastre e saline 1,000 <0,001

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è presente in 1 cella (fig. 3.52), ovvero nello 0,5% dell’area di studio.

Fig. 3.52. Distribuzione della passera sarda nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

168

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 0,01. L’IPA più elevato è stato riscontrato nella U.P. “seminativi non irrigui”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,00, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 0,01.

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,00 Oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e pascoli 0,00 Seminativi non irrigui e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui e boschi 0,00 Aree urbanizzate 0,00 Vigneti e oliveti 0,00 Seminativi non irrigui 0,04

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano la presenza di relazioni positive con le aree agroforestali.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate -0,247 0,555 Aree estrattive -0,247 0,555 Seminativi semplici in aree non irrigue 0,577 0,134 Seminativi semplici in aree irrigue 0,615 0,105 Colture orticole -0,247 0,555 Vigneti -0,247 0,555 Frutteti e frutti minori -0,412 0,310 Oliveti -0,412 0,310 Prati stabili 0,254 0,545 Altre colture permanenti 0,423 0,297 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,247 0,555 Sistemi colturali e particellari complessi 0,082 0,846 Aree agricole con spazi naturali -0,082 0,846 Aree agroforestali 0,756 0,030 Boschi 0,247 0,555

169

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Prati alberati e pascoli alberati 0,082 0,846 Pascoli naturali, praterie e incolti 0,247 0,555 Arbusteti 0,082 0,846 Aree con vegetazione in evoluzione 0,082 0,846 Aree con vegetazione rada 0,082 0,846 Spiagge e dune -0,216 0,608 Roccia nuda -0,083 0,845 Aree percorse da incendi -0,143 0,736 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,577 0,134 Paludi salmastre e saline -0,143 0,736

170

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

PASSERA MATTUGIA (Passer montanus, Linnaeus 1758)

Specie gregaria, soprattutto fuori dalla stagione riproduttiva. Frequenta le zone rurali con abbondanza di edifici e le zone edificate in generale, compresi i centri abitati anche se con spiccata preferenza per l’ambiente agricolo rispetto alla congenere passera d’Italia (Passer domesticus italiae). Utilizza a scopo trofico i seminativi e le colture permanenti con punte di abbondanza nei seminativi irrigui, negli ambienti articolati delle colture stratificate e dei mosaici agrari, nelle colture arboree dei frutteti e degli oliveti. Evita i boschi e gli arbusteti. Specie Vulnerabile come nidificante in Italia (Peronace et al. 2012), le principali minacce appaiono le trasformazioni ambientali, le modificazioni delle tradizionali tecniche in agricoltura, l’uso di pesticidi nelle aree verdi e l’inquinamento atmosferico in quanto potrebbe incidere sulla quantità di insetti disponibili per l’allevamento dei nidiacei (Gustin et al. 2009). In Puglia è sedentaria e nidificante; ampiamente distribuita su tutto il territorio (Liuzzi et al. 2013).

171

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Svernamento Durante il periodo invernale la specie è stata contattata in 49 celle (fig. 3.53), ovvero nel 25,1% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il Parco Regionale Lama Balice, per la Riserva Regionale Laghi di Conversano e Gravina di Monsignore, per le oasi di protezione Torre Caldeno, Santa Maria della Scala, Castello di Marchione e Barsento. La specie è inoltre presente nel SIC-ZPS Murgia Alta e nei Bosco di Mesola, SIC Murge di Sud-Est, Murgia dei trulli e Laghi di Conversano.

Fig. 3.53. Distribuzione della passera mattugia in inverno nella città metropolitana di Bari.

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IKA durante il periodo invernale è pari a 2,23. L’IKA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “aree urbanizzate” e “oliveti”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IKA è pari a 0,57, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 2,57.

172

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Unità di paesaggio (U.P.) IKA Frutteti 2,55 Oliveti 4,67 Seminativi non irrigui e pascoli 0,16 Seminativi non irrigui e oliveti 2,75 Seminativi non irrigui e boschi 0,23 Aree urbanizzate 5,09 Vigneti e oliveti 3,84 Seminativi non irrigui 0,55

Le correlazioni di Spearman tra l’indice chilometrico di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano che l’indice è influenzato positivamente dalle aree urbanizzate e dalle colture orticole.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate 0,905 0,005 Aree estrattive -0,500 0,216 Seminativi semplici in aree non irrigue -0,667 0,083 Seminativi semplici in aree irrigue 0,140 0,742 Colture orticole 0,833 0,015 Vigneti 0,595 0,132 Frutteti e frutti minori 0,524 0,197 Oliveti 0,714 0,058 Prati stabili -0,610 0,108 Altre colture permanenti -0,634 0,091 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,262 0,536 Sistemi colturali e particellari complessi 0,690 0,069 Aree agricole con spazi naturali 0,000 1,000 Aree agroforestali 0,062 0,883 Boschi -0,619 0,115 Prati alberati e pascoli alberati -0,500 0,216 Pascoli naturali, praterie e incolti -0,500 0,216 Arbusteti -0,619 0,115

173

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Aree con vegetazione in evoluzione -0,500 0,216 Aree con vegetazione rada -0,262 0,536 Spiagge e dune 0,452 0,261 Roccia nuda -0,240 0,568 Aree percorse da incendi -0,577 0,134 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici -0,548 0,171 Paludi salmastre e saline 0,082 0,846

Riproduzione Durante il periodo riproduttivo la specie è presente in 83 celle (fig. 3.54), ovvero nel 42,6% dell’area di studio. La presenza della specie è stata confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il Parco Regionale Lama Balice, per la Riserva Regionale Laghi di Conversano e Gravina di Monsignore e nelle oasi di protezione Torre Caldeno, Santo Spirito, Santa Maria della Scala, Barsento, Marzalossa e Bosco Selva. La specie è presente anche nel SIC-ZPS Murgia Alta e nei SIC Bosco di Mesola, Murge di Sud-Est e Murgia dei Trulli.

Fig. 3.54. Distribuzione della passera mattugia nel periodo riproduttivo nella città metropolitana di Bari.

174

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

La specie è stata contattata durante i rilievi di campo, pertanto l’IPA durante il periodo riproduttivo è pari a 1,07. L’IPA più elevato è stato riscontrato nelle U.P. “seminativi non irrigui e oliveti”, “vigneti e oliveti” e “oliveti”. Nelle aree dove l’attività venatoria è vietata l’IPA è pari a 0,52, mentre nelle aree dove l’attività venatoria è consentita è pari a 1,13.

Unità di paesaggio (U.P.) IPA Frutteti 0,73 Oliveti 1,37 Seminativi non irrigui e pascoli 1,00 Seminativi non irrigui e oliveti 1,40 Seminativi non irrigui e boschi 0,06 Aree urbanizzate 0,92 Vigneti e oliveti 1,36 Seminativi non irrigui 0,86

Le correlazioni di Spearman tra l’indice puntiforme di abbondanza e l’uso del suolo nelle unità di paesaggio mostrano l’assenza di correlazioni significative.

Uso del suolo r p value Aree urbanizzate 0,619 0,115 Aree estrattive 0,190 0,665 Seminativi semplici in aree non irrigue -0,048 0,935 Seminativi semplici in aree irrigue 0,482 0,227 Colture orticole 0,714 0,058 Vigneti 0,375 0,389 Frutteti e frutti minori 0,214 0,619 Oliveti 0,619 0,115 Prati stabili 0,073 0,863 Altre colture permanenti -0,195 0,643 Colture temporanee associate a colture permanenti 0,262 0,536 Sistemi colturali e particellari complessi 0,595 0,132 Aree agricole con spazi naturali -0,024 0,977 Aree agroforestali 0,062 0,883 Boschi -0,167 0,703

175

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Uso del suolo r p value Prati alberati e pascoli alberati -0,048 0,935 Pascoli naturali, praterie e incolti -0,262 0,536 Arbusteti -0,095 0,840 Aree con vegetazione in evoluzione -0,048 0,935 Aree con vegetazione rada -0,214 0,619 Spiagge e dune 0,436 0,280 Roccia nuda 0,096 0,821 Aree percorse da incendi 0,082 0,846 Paludi interne, corsi d’acqua e bacini idrici 0,095 0,840 Paludi salmastre e saline 0,577 0,134

176

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

RINOLOFO EURIALE (Rhinolophus euryale, Blasius 1853)

Predilige aree calde e alberate ai piedi di colline e montagne, soprattutto se situate in zone calcaree ricche di caverne e prossime all’acqua. Rifugi estivi prevalentemente in grotta nelle regioni più calde, talora nelle soffitte in quelle più fredde. Colonie riproduttive di 50-400 femmine, con presenza occasionale di qualche maschio. Di frequente condivide i rifugi e può formare colonie miste con altre specie congeneri e con Miniopterus schreibersii, Myotis emarginatus e Myotis capaccinii. Rifugi invernali in grotte e gallerie minerarie, preferibilmente con temperature intorno ai 10-12 °C. Si attacca alle volte o alle pareti per mezzo dei piedi. Ha spiccate abitudini gregarie tanto che di solito lo si trova in gruppi in cui gli esemplari sono a stretto contatto fra loro; le colonie, talora miste, possono essere formate anche da migliaia di individui. Lascia il rifugio nel tardo imbrunire; caccia volando basso sul terreno, preferibilmente in zone collinari con copertura arborea o arbustiva relativamente fitta. Di regola sedentario (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

177

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 2 celle (fig. 3.55), ovvero nell’1,0% dell’area di studio. La specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Grotte di Castellana.

Fig. 3.55. Distribuzione del rinolofo euriale nella città metropolitana di Bari.

178

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

RINOLOFO MAGGIORE (Rhinolophus ferrumequinum, Schreber 1774)

È il più grande rappresentate del genere presente in Europa. La pelliccia è folta e soffice, con una colorazione da marrone chiaro a bruno scuro sul dorso e crema sul ventre. Specie subtroglofila, predilige zone calde e aperte con alberi e cespugli, in aree calcaree prossime ad acque ferme o correnti, anche in vicinanza di insediamenti umani; si spinge eccezionalmente anche oltre i 2.000 m, ma per lo più si mantiene a quote non superiori agli 800 m. Rifugi estivi in edifici, fessure rocciose, cavi degli alberi e talora in grotte e gallerie minerarie; svernamento in cavità sotterranee naturali o artificiali con temperature di 7-12 °C, raramente inferiori; l’ibernazione ha luogo da settembre- ottobre ad aprile, ma durante questo periodo il sonno può essere interrotto più volte, anche per procurarsi il cibo. Pende dal soffitto o dalle pareti, ove si attacca con i soli piedi, isolatamente o formando gruppi di regola piccoli, monospecifici e in cui i singoli individui si mantengono ad una certa distanza l’uno dall’altro. Aree di foraggiamento in zone con copertura arborea ed arbustiva sparsa, su pendici collinari, presso pareti rocciose, nei giardini, ecc. Sedentario; la distanza tra il rifugio estivo e quello invernale è usualmente di 20-30 km (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

179

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 37 celle (fig. 3.56), ovvero nel 19,0% dell’area di studio. La specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per la ZRC LA Selva, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Grotte di Castellana.

Fig. 3.56. Distribuzione del rinolofo maggiore nella città metropolitana di Bari.

180

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

RINOLOFO MINORE (Rhinolophus hipposideros, Bechstein 1800)

Predilige zone calde, parzialmente boscate, in aree calcaree, anche in vicinanza di insediamenti umani. Nella buona stagione è stato osservato fino a 1.800 m e in inverno fino a 2.000 m. Rifugi estivi e colonie riproduttive prevalentemente negli edifici (soffitte, ecc.) nelle regioni più fredde, soprattutto in caverne e gallerie minerarie in quelle più calde. Ibernacoli in grotte, gallerie minerarie e cantine, preferibilmente con temperature di 4-12 °C e un alto tasso di umidità. Gli animali pendono dal soffitto o dalle pareti, ove si attaccano con i soli piedi, sempre isolatamente durante l’ibernazione, anche a contatto reciproco nelle colonie riproduttive; queste sono formate in prevalenza da femmine (da una decina a un centinaio di esemplari, fino ad un massimo di 800) e da una minoranza di maschi adulti (sino al 20%), dato che questi estivano per lo più isolatamente; in dette colonie possono trovarsi anche altre specie quali Myotis myotis o Myotis emarginatus, le quali però non si mescolano ai gruppi del Rhinolophus hipposideros. Aree di foraggiamento in boschi aperti, parchi, boscaglie e cespuglieti; le prede vengono catturate anche direttamente sul terreno o sui rami. Sedentario; la distanza tra il rifugio estivo e quello invernale è usualmente di 5-10 km; il più lungo spostamento noto è di 153 km (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

181

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 9 celle (fig. 3.57) ovvero nel 4,6% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per la ZRC La Selva, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Bosco Difesa Grande.

Fig. 3.57. Distribuzione del rinolofo minore nella città metropolitana di Bari.

182

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

RINOLOFO DI MÉHELY (Rhinolophus mehelyi, Matschie 1901)

Biologia apparentemente simile a quella di Rhinolophus euryale; può spingersi fino a 1.200 m di quota, ma per lo più non supera i 500 m. Rifugi estivi e invernali in cavità sotterranee naturali o artificiali, situate in aree calcaree prossime all’acqua, talora con altri rinolofi, Myotis blythii, Myotis capaccinii, Myotis myotis e Miniopterus schreibersii. Per quanto è noto la specie non frequenta le costruzioni umane. Fortemente gregaria, forma grosse colonie la cui consistenza varia da pochi a circa 2.000 individui; colonie numerose possono trovarsi in ogni stagione. Lascia i rifugi al crepuscolo serale. Vola lentamente e con destrezza, alternando brevi tratti a volo planato; senza sforzo può decollare dal suolo e ciò fa pensare che possa cacciare anche sul terreno. Poco si sa sull’alimentazione, verosimilmente simile a quella del Rhinolophus blasii. La specie è molto probabilmente sedentaria, limitandosi eventualmente a compiere brevi spostamenti tra quartieri estivi e invernali (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

183

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 1 cella (fig. 3.58), ovvero nello 0,5% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il SIC Grotte di Castellana.

Fig. 3.58. Distribuzione del rinolofo di Méhely nella città metropolitana di Bari.

184

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

SEROTINO COMUNE (Eptesicus serotinus, Schreber 1774)

Specie primitivamente boschereccia, predilige attualmente i parchi e i giardini situati ai margini degli abitati e gli abitati stessi, prevalentemente in aree planiziali; in Europa è stata trovata sino a circa 1.800 m di quota, sino a circa 2.600 nel Caucaso. Rifugi estivi soprattutto negli edifici, dove gli animali si rifugiano tra le travi del tetto, nelle fessure dei muri e dietro i rivestimenti, più di rado nei cavi degli alberi, nelle bat-box (ad esempio con Pipistrellus nathusii e Nyctalus noctula) o, nelle regioni meridionali, in grotta; in detti rifugi gli animali restano isolati o si riuniscono in gruppi di 10- 20 individui o più numerosi nel caso delle colonie riproduttive. Caccia isolatamente lungo i margini dei boschi, in aree agricole e pascoli, ma anche in aree antropizzate quali giardini, viali illuminati e discariche, descrivendo di solito ampi cerchi con volo lento, di rado a più di 6-10 m dal suolo. La specie, sebbene sia con molta probabilità tendenzialmente sedentaria, è tuttavia capace di compiere spostamenti di una certa entità; quello più lungo sinora accertato è di 330 km (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

185

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 7 celle (fig. 3.59), ovvero nel 3,6% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per la ZRC La Selva e per il SIC- ZPS Murgia Alta.

Fig. 3.59. Distribuzione del serotino comune nella città metropolitana di Bari.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

PIPISTRELLO DI SAVI (Hypsugo savii, Bonaparte 1837)

Frequenta le zone costiere, le aree rocciose, i boschi e le foreste di ogni tipo, nonché i più vari ambienti antropizzati, dalle zone agricole alle grandi città. Nella buona stagione si rifugia, anche per la riproduzione, soprattutto nelle fessure delle rocce e dei manufatti (spacchi dei muri, interstizi fra le tegole, fra le travi e il tetto, fra le persiane e le pareti, fra queste e gli oggetti appesi, ecc.), nonché nei fienili, nei sottotetti e in altri ambienti riparati, occasionalmente nei cavi degli alberi. Gli ibernacoli, nei quali gli animali si trovano di regola solitari, sono rappresentati dalle fessure presenti nelle cavità sotterranee naturali o artificiali, nelle aree rocciose e negli alberi. Il foraggiamento, che talora ha luogo a oltre 100 m di altezza, avviene di solito poco sopra la superficie dell’acqua e della chioma degli alberi, lungo i rilievi rocciosi e le strade forestali o cittadine, anche alla luce dei lampioni; presso gli scogli costieri dell’Adriatico sono stati osservati esemplari, che, usciti dagli spacchi delle rocce, cacciavano a pelo d’acqua, anche in pieno giorno. Quasi certamente sedentario, è tuttavia capace di compiere spostamenti di una certa entità; quello più lungo sinora noto è di 250 km (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

187

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 18 celle (fig. 3.60), ovvero nel 9,2% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per la ZRC La Selva e per il SIC- ZPS Murgia Alta.

Fig. 3.60. Distribuzione del pipistrello di Savi nella città metropolitana di Bari.

188

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

VESPERTILIO DI BLYTH (Myotis blythii, Tomes 1857)

Dato che Myotis blythii e Myotis myotis sono stati distinti come specie solo in data relativamente recente e che ancora oggi non è sempre facile distinguerli in natura, la conoscenza della loro biologia necessita di ulteriori precisazioni; comunque sembra che la biologia del M. blythii sia in complesso molto simile a quella del M. myotis, differendone però sensibilmente per quanto concerne la dieta e, di conseguenza, le aree di foraggiamento preferite. Predilige pertanto cacciare nelle zone più o meno riccamente erbose, sia primarie (steppe, praterie) sia di origine antropica (prati, pascoli), evitando per esempio le aree aride e denudate, quelle erbose rasate di fresco o degradate e qualsiasi tipo di bosco e foresta. Occasionalmente capace di compiere spostamenti di una certa entità; lo spostamento più lungo sinora accertato è di 600 km (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

189

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 10 celle (fig. 3.61), ovvero nel 5,1% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Grotte di Castellana.

Fig. 3.61. Distribuzione del vespertilio di Blyth nella città metropolitana di Bari.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

VESPERTILIO DI CAPACCINI (Myotis capaccinii, Bonaparte 1837)

Predilige sia aree carsiche boscose o cespugliose, sia aree alluvionali aperte, purché, in ogni caso, prossime a fiumi o specchi d’acqua, dal livello del mare a 825 m di quota (grotta in provincia di Rieti, Lazio). Pur non disdegnando di frequentare occasionalmente gli edifici, è animale tipicamente cavernicolo che ama rifugiarsi durante tutto l’anno in cavità sotterranee naturali o artificiali, che possono essere diverse in stagioni, mesi o addirittura in giorni diversi. Lo si trova di regola aggrappato alle pareti con tutti e quattro gli arti o rintanato nelle fessure, sia solitario sia in colonie formate da centinaia o migliaia di individui, non di rado in compagnia o addirittura in promiscuità con altre specie, quali Rhinolophus euryale, R. ferrumequinum, R. mehelyi, Myotis blythii, M. daubentonii, M. myotis, ma soprattutto Miniopterus schreibersii. La caccia, che inizia dopo il tramonto ma prima della notte fonda, si svolge in aree aperte o ai margini di zone alberate, ma soprattutto sull’acqua, anche a vari chilometri di distanza dai rifugi; le prede consistono in Insetti catturati in volo o sul pelo dell’acqua. Il volo è rapido, agile, ora rettilineo con frequenti variazioni direzionali, ora ondulato, ora ad ali tese, ora contrassegnato da frequenti battiti d’ala a escursione limitata, talora frullante. Preda Ditteri, Neurotteri e altri Insetti che vivono vicino o sull’acqua (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 1 cella (fig. 3.62), ovvero nello 0,5% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il SIC Grotte di Castellana.

Fig. 3.62. Distribuzione del vespertilio di Capaccini nella città metropolitana di Bari.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

VESPERTILIO SMARGINATO (Myotis emarginatus, E. Geoffroy 1806)

Specie termofila che si spinge sin verso i 1.800 m di quota, prediligendo le zone temperato-calde di pianura e collina, sia calcaree e selvagge sia abitate, con parchi, giardini e corpi d’acqua. Rifugi estivi al Nord soprattutto negli edifici, che condivide spesso con altre specie (quali Rhinolophus hipposideros e Myotis myotis), ma anche nelle bat-box e nei cavi dei muri e degli alberi; al Sud prevalentemente in cavità sotterranee naturali o artificiali. Sverna in cavità sotterranee naturali o artificiali con temperature di 5-9 °C, di rado minori, da ottobre a marzo-aprile, talvolta fino a maggio; qui pende dalle volte o dalle pareti, singolarmente o in piccoli gruppi, ma talora si incunea nelle fessure; sono conosciuti gruppi in cui la specie era mescolata con Myotis myotis e M. bechsteinii. Caccia quasi sempre isolatamente, ai margini di boschi e siepi, tra la vegetazione o sull’acqua, a 1- 5 m di altezza (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

193

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 2 celle (fig. 3.63), ovvero nell’1,0% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per la ZRC La Selva.

Fig. 3.63. Distribuzione del vespertilio smarginato nella città metropolitana di Bari.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

VESPERTILIO MAGGIORE (Myotis myotis, Borkhausen 1797)

Specie termofila, predilige le località temperate e calde di pianura e di collina, ove frequenta gli ambienti più vari, ivi compresi quelli fortemente antropizzati, che anzi sono i preferiti nelle località relativamente più fredde del Nord o più elevate. Frequenta di regola località comprese fra il livello del mare e i 600 m di quota, ma può spingersi sin verso i 2.000 m. Nella buona stagione si rifugia, anche per la riproduzione, nei fabbricati, ove può sopportare temperature elevate (sino a 45 °C), in ambienti sotterranei naturali o artificiali (cantine, grotte, miniere ecc.) e, più di rado, nei cavi degli alberi e nelle bat-box; si trova di regola appeso alle volte o alle pareti, sia isolato sia in colonie che possono raggiungere varie migliaia di individui, talora miste a esemplari di alcuni Rhinolophus, di altri Myotis, ecc., ma specialmente di Miniopterus schreibersii; spesso si insinua in fessure naturali o in interstizi presenti nei fabbricati, ma solo raramente in spacchi molto stretti. Sverna di regola in ambienti sotterranei naturali o artificiali. Caccia in zone ove il suolo è facilmente raggiungibile, preferendo cacciare in corrispondenza di prati rasati di fresco, pascoli degradati, frutteti con ampie radure e boschi misti o pinete privi o poveri di sottobosco, evitando per esempio le aree coperte da ricca vegetazione erbacea e i boschi con fitto sottobosco; in certe aree geografiche caccia anche in ambienti semidesertici. Può compiere spostamenti, anche di oltre 200 km, tra i quartieri estivi e quelli invernali (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

195

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 17 celle (fig. 3.64), ovvero nel 8,7% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Grotte di Castellana.

Fig. 3.64. Distribuzione del vespertilio maggiore nella città metropolitana di Bari.

196

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

PIPISTRELLO ALBOLIMBATO (Pipistrellus kuhlii, Kuhl 1817)

Specie spiccatamente antropofila, in alcune regioni addirittura reperibile solo negli abitati, dai piccoli villaggi alle grandi città, ove si rifugia nei più vari tipi di interstizi presenti all’interno o all’esterno delle costruzioni, vecchie o recenti che siano (e anzi con un’apparente predilezione per quest’ultime), talora dentro i pali cavi di cemento. La perdita dei legami con i rifugi naturali non è tuttavia totale, cosicché lo si può trovare, con frequenza variabile da zona a zona, anche nelle fessure delle rocce, nelle cavità degli alberi e sotto le cortecce. I luoghi di ibernazione sono fondamentalmente gli stessi di quelli utilizzati per l’estivazione; tuttavia, nella cattiva stagione, gli animali sembrano preferire le fenditure delle rocce e, negli edifici, le fessure più riparate e le cantine, pur potendosi trovare anche all’esterno, ad esempio nelle sbollature dell’intonaco e nelle crepe delle costruzioni in pietra. Gli habitat frequentati sono i più diversi, ora ricchi di boschi e di verde, ora di tipo steppico, per lo più vicini a corsi d’acqua, che però possono anche mancare del tutto. La caccia si svolge nei giardini (anche tra le fronde degli alberi), nei frutteti, sui corpi d’acqua, lungo le strade, intorno ai lampioni e nelle zone aperte in genere. Specie molto probabilmente sedentaria (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

197

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 45 celle (fig. 3.65), ovvero nel 23,1% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Murge di Sud-Est.

Fig. 3.65. Distribuzione del pipistrello albolimbato nella città metropolitana di Bari.

198

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

PIPISTRELLO NANO (Pipistrellus pipistrellus, Schreber 1774)

La specie, in origine boschereccia, è nettamente antropofila, tanto che oggi preferisce gli abitati, grandi o piccoli che siano; è però frequente anche nei boschi e nelle foreste di vario tipo, soprattutto nelle aree poco o non antropizzate. Qualsiasi riparo, cavità, fessura o interstizio presente nei fabbricati, nelle rocce e negli alberi, anche se di piccolissime dimensioni, può essere eletto a rifugio in ogni periodo dell’anno dal Pipistrello nano, che, almeno nella buona stagione, si può trovare anche in bat-box di piccole dimensioni. Come ibernacoli predilige le grandi chiese, le abitazioni in genere, le cavità degli alberi e quelle sotterranee naturali o artificiali (grotte, miniere, cantine, ecc.), gli spacchi delle rocce e dei muri. Nei rifugi può addentrarsi nelle fessure o appendersi liberamente ai soffitti e alle volte. Il foraggiamento avviene di regola a non più di 1-2 km dai rifugi, sopra laghetti e stagni, al margine dei boschi, nei giardini, sulle discariche, lungo le strade e intorno ai lampioni. Fondamentalmente sedentaria, almeno in certe regioni, la specie è tuttavia capace di compiere anche regolari movimenti migratori (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

199

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 10 celle (fig. 3.66), ovvero nel 5,1% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e per il SIC-ZPS Murgia Alta.

Fig. 3.66. Distribuzione del pipistrello nano nella città metropolitana di Bari.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

ORECCHIONE GRIGIO (Plecotus austriacus, Fischer 1829)

Specie fortemente antropofila, predilige gli ambienti agrari e, soprattutto nelle zone più settentrionali dell’areale, gli abitati; evita le aree boscose più estese ma frequenta comunemente la macchia mediterranea e le leccete. Nella buona stagione i rifugi sono rappresentati nella maggior parte dei casi dai sottotetti, talora condivisi col Rhinolophus hipposideros e col Myotis myotis, occasionalmente dalle grotte e altre cavità sotterranee. Stanziale; quartieri d’inverno e d’estate fra loro distanti meno di 20 km; spostamento più lungo sinora accertato di 62 km (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

201

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 5 celle (fig. 3.67), ovvero nel 2,6% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e per il SIC-ZPS Murgia Alta.

Fig. 3.67. Distribuzione dell’orecchione grigio nella città metropolitana di Bari.

202

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

MINIOTTERO (Miniopterus schreibersi, Kuhl 1817)

Specie tipicamente cavernicola, legata soprattutto agli ambienti non o scarsamente antropizzati, con preferenza per quelli carsici, presente negli abitati solo di rado e, per lo più, solo nella parte settentrionale dell’areale; predilige le zone di bassa o media altitudine, da quelle litoranee a quelle di mezza montagna. Predilige rifugiarsi in ogni stagione nelle cavità sotterranee naturali o artificiali. Spiccatamente gregaria, forma in ogni periodo dell’anno colonie anche di varie migliaia di individui, monospecifiche o miste, insieme a Rinolofidi (Rhinolophus ferrumequinum, R. euryale, R. mehelyi) e Vespertilionidi (Myotis blythii, M. capaccinii, M. emarginatus, M. myotis). La specie, pur potendosi comportare come sedentaria in alcune zone meridionali a clima relativamente mite, compie di regola spostamenti, anche assai più lunghi di 100 km, fra quartieri estivi e invernali (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita negli allegati II e IVdella Direttiva Habitat 92/43/CE.

203

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 27 celle (fig. 3.68), ovvero nel13,8% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Grotte di Castellana.

Fig. 3.68. Distribuzione del miniottero nella città metropolitana di Bari.

204

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

MOLOSSO DI CESTONI (Tadarida teniotis, Rafinesque 1814)

Specie rupicola, oggi presente anche nelle aree antropizzate, ivi comprese le grandi città, ove alcuni edifici possono vicariare in modo soddisfacente gli ambienti naturali da essa prediletti. Questi consistono in pareti rocciose e dirupi di vario tipo, anche litoranei (falesie e scogli), nei cui crepacci l’animale si rifugia, isolatamente o in piccoli gruppi, sia nella buona sia nella cattiva stagione; meno frequente la sua presenza in grotta, ove ama nascondersi nelle fessure delle volte. Nelle zone urbanizzate può trovarsi entro le crepe delle pareti, anche esterne, o negli interstizi tra queste e travi, persiane, canne fumarie, rivestimenti vari e persino addobbi (quadri, ad esempio). La specie, al contrario di quanto si supponeva, sembra essere fondamentalmente sedentaria e forse migratrice occasionale (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

205

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 8 celle (fig. 3.69), ovvero nello 4,1% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per la ZRC La Selva.

Fig. 3.69. Distribuzione del molosso di Cestoni nella città metropolitana di Bari.

206

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

ISTRICE (Hystrix cristata, Linnaeus 1758)

Inconfondibile. L’istrice trova particolare diffusione negli ecosistemi agro-forestali della regione mediterranea, dal piano basale fino alla media collina. Tuttavia, la si può occasionalmente ritrovare anche nelle grandi aree verdi situate all’interno delle città, purché contigue a zone provviste di abbondante vegetazione. Soprattutto le rive dei corsi d’acqua e le siepi costituiscono importanti corridoi naturali e sono utilizzati come vie di espansione (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

207

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nell’ATC Bari/BT La specie è stata segnalata in 9 (fig. 3.70), ovvero nel 35,9% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per la ZRC La Selva, per il SIC-ZPS Murgia Alta e per il SIC Bosco Difesa Grande.

Fig. 3.70. Distribuzione dell’istrice nella città metropolitana di Bari.

208

Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

LUPO (Canis lupus, Linnaeus 1758)

Specie caratterizzata da una organizzazione sociale di branco, i cui componenti normalmente appartengono ad uno stesso nucleo familiare, al quale possono aggregarsi individui solitari. Il parto avviene in una tana scavata in un luogo appartato in cui, dopo una gestazione di circa 2 mesi, vengono partoriti 4-6 cuccioli. Gli ambienti più frequentati sono quelli della montagna appenninica dagli 800 m s.l.m. in su, caratterizzati da alternanza di pascoli e boschi e da una buona variabilità ambientale. La presenza di potenziali prede quali bovini e ovini allevati allo stato brado e ungulati selvatici favoriscono il lupo e rendono l’ambiente idoneo alla riproduzione, mentre l’elevata antropizzazione, il disturbo causato dall’attività venatoria e dal turismo e un elevato grado di innevamento del terreno sono da considerarsi elementi sfavorevoli (Meriggi e Massolo 1994; Meriggi et al. 1994). Specie particolarmente protetta, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La rinnovata presenza della specie nel territorio della città metropolitana di Bari, con i primi rinvenimenti già a partire dal 2000, ha spinto il Parco Nazionale dell’Alta Murgia ad intraprendere delle ricerche atte ad accertare la distribuzione e la consistenza delle popolazioni di lupo, a definire l’impatto che esso può avere sulle attività umane e ad accertare l’efficacia delle misure di prevenzione e di risarcimento dei danni. In particolare, nel 2010-2011, sono state condotte indagini per mezzo del fototrappolaggio, con il quale sono stati individuati almeno 2 individui (AA.VV., 2011). Un altro dato interessante è stato raccolto durante una battuta al cinghiale (Sus scrofa) in località Montedoro (comune di , BA), dove è stato rinvenuto un escremento nei pressi di una carcassa di cinghiale. Infine sono stati ritrovati due individui morti per impatto con autoveicoli, in particolare una femmina il 23 gennaio 2010 sulla SP238 Ruvo di Puglia-Calendano e un maschio il 10 agosto 2010 sulla SP128 Santeramo in Colle-Laterza (fuori dal territorio del Parco) (AA.VV., 2011). La specie è stata segnalata anche per i SIC Valloni di Spinazzola (nel comune di Spinazzola) e Bosco Difesa Grande (nel comune di Gravina in Puglia) (fig. 3.71).

Fig. 3.71. Distribuzione del lupo nella città metropolitana di Bari.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

GATTO SELVATICO (Felis silvestris, Schreber 1777)

Il gatto selvatico è legato agli habitat forestali, in particolare di latifoglie, soprattutto per la protezione offerta dalla vegetazione. Tende ad evitare le aree di altitudine elevata, probabilmente in relazione all’innevamento che può costituire un ostacolo alle attività di spostamento e di caccia. È prevalentemente notturno, e trascorre le ore diurne di inattività in rifugi che possono essere vere e proprie tane o semplicemente siti di vegetazione densa. L’areale complessivo nel nostro Paese non è segnalato in calo, ma la specie risulta rara in tutte le aree di presenza. Seppure la scarsità di dati di distribuzione e densità non permettano di definire la reale gravità della situazione, è probabile che esista un concreto rischio di estinzione della specie in buona parte dell’attuale areale.I principali fattori di minaccia sono la frammentazione degli habitat forestali, la competizione e l’ibridazione con il gatto domestico, le malattie trasmesse dal gatto domestico, la persecuzione diretta da parte dell’uomo. Ibridi tra gatto domestico e selvatico sono stati osservati in buona parte dell’areale europeo ed extraeuropeo, e sono stati ottenuti in cattività, anche se le difficoltà di identificazione del livello di purezza basato sui caratteri morfologici rendono impossibile determinare il grado esatto di ibridazione delle popolazioni (Spagnesi e De Marinis, 2002). Specie protetta, è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CE.

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Distribuzione e status delle specie di interesse conservazionistico

Distribuzione nella città metropolitana di Bari La specie è stata segnalata in 7 (fig. 3.72), ovvero nel 3,6% dell’area di studio. La presenza della specie è confermata per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e per il SIC-ZPS Murgia Alta.

Fig. 3.72. Distribuzione del gatto selvatico nella città metropolitana di Bari.

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