Numero 2 - Marzo 2007

Ecco, grazie ai soliti volonterosi, vec- Archeometallurgia nella chi e nuovi, e ad alcuni sponsor, che Valle del San Michele ringrazio di cuore per la collaborazio- Interessanti spunti per un itinerario ne, un altro numero di A.S.A.R. news lungo la valle per mantenere un collegamento con i soci e con chi si interessa di cultura Nell’ambito di un progetto più generale sul Garda. Dal luglio 2006 l’attività sugli impianti produttivi storici dell’Alto dell’Associazione è vissuta sulla Garda, finanziato dall’ASAR e appoggia- continuazione degli scavi archeolo- to dal di Tignale che ha fornito gici a Tremosine, Tignale, Toscolano l’alloggio, nell’estate 2006 un gruppo di Maderno e Maguzzano di Lonato; i ricerca del Dipartimento di Archeologia risultati sono illustrati di seguito dal dell’Università di Padova, coordinato da prof. Gian Pietro Brogiolo e dai suoi Mattia Pavan, ha lavorato nella Valle del collaboratori. San Michele, dove le fonti archivistiche Ci sono state poi alcune iniziative di attestano un’intensa attività metallurgica supporto che sono state organizzate dal 1504 fino al 1807, quand’una improv- con altri Enti o Associazioni in Valle visa e violenta alluvione distrusse tutte delle cartiere in luglio, a Tremosine le fucine della valle. Il Tiboni, nella sua in agosto, a Tignale in ottobre e a storia di Tremosine, scrive che a San Mi- Toscolano in novembre, con buona chele l’evento non recò danni alle persone, partecipazione di pubblico. mentre ebbe esiti più disastrosi a Campione Sono state occasioni importanti per dove numerosi furono i morti, trascinati far conoscere l’A.S.A.R. e l’attività nel lago da una rovinosa ondata di piena. trovavano la miniera di ferro e il forno. La presenza di un ricco arredo scultoreo, svolta, per incontrare persone, per In entrambe le località, dopo il disastro gli Se tuttavia questa notizia fosse veritiera, che di norma è appannaggio di chiese im- scambiare qualche opinione e intrec- impianti furono abbandonati. La calamità avremmo una spiegazione per l’antichità portanti quali le battesimali, insinua il dub- ciare nuove collaborazioni. Anche la naturale, ricorda il Solitro (Benaco, 1897, della chiesa, intitolata ad un santo caro ai bio che la chiesa richiamasse molti fedeli, partecipazione all’iniziativa “Cento p. 479), non fu che l’ultimo atto di un’in- Longobardi, che sorge isolata sul dosso in ipotesi corroborata anche dal fatto che la Associazioni”, voluta dal Comune di dustria ormai in crisi che aveva conosciuto fondo alla valle, dove il torrente si sdoppia devozione era ancor viva in epoca moderna. Salò in settembre, è stata positiva. il suo massimo sviluppo nel XVIII secolo, al pari dei sentieri che salgono rispettiva- Gli atti del XVII secolo del consiglio co- A nome anche del Consiglio direttivo quando gli Archetti con il loro Negozio di mente verso i passi di Lorina e Tremalzo. Il munale di Tremosine ricordano che, quando ringrazio quanti hanno prestato gra- Campione davano lavoro a 3000 persone luogo riveste dunque una certa importanza le siccità estive minacciavano i raccolti, gli tuitamente il proprio lavoro nei rilievi dell’entroterra gardesano e della valle di per la viabilità dal Garda verso il Trentino abitanti vi andavano in processione, così tecnici e negli scavi archeologici, a chi Ledro. Mentre le fonti scritte, che meritano e dunque la fondazione del luogo di culto come al santuario della Madonna di Mon- ha offerto la propria competenza nelle peraltro di essere ulteriormente esplorate, potrebbe dipendere, non solo o non tanto tecastello di Tignale, oggetto ancor oggi di escursioni guidate o nella cura degli restituiscono informazioni solo dagli inizi dalla prossimità con il centro metallurgi- grande devozione mentre il San Michele atti amministrativi. del XVI secolo in poi, l’archeologia ha ri- co, ma anche dalla sua favorevole posi- suscita ora ben poca attenzione. Confido nella partecipazione attiva di velato frammenti di una storia che ci spinge zione. Grazie alle indagini condotte nel Anche dal punto di vista militare, il passo tutti anche per il futuro per proporre molto più indietro nel tempo. 2002-2003, si è potuto rintracciare parte sopra la chiesa ebbe forse un saltuario nuove iniziative e per far crescere Nella carta archeologica redatta dal Roberti dell’arredo liturgico in pietra lavorata che rilievo, come suggeriscono la toponoma- ancora la nostra Associazione. all’inizio degli anni ’50, viene ricordato un decorava la chiesa. Risale all’VIII secolo e stica, le tracce di difese e le fonti di età Un caro saluto a tutti. forno fusorio che, secondo l’autore, risali- ci fornisce un termine ante quem anche per moderna. Nel 1616, temendo infiltrazioni rebbe all’epoca romana. La notizia non è la costruzione dell’edificio che, sulla base dal Trentino, il comune di Tremosine inviò Il presidente verificabile perché i lavori per la diga sotto dell’intitolazione, non dovrebbe peraltro una guardia armata di quattro uomini di Domenico Fava San Michele hanno alterato profondamente essere anteriore all’età longobarda e dunque giorno e otto di notte alla Bastia e al passo la morfologia proprio della zona dove si risalire tutt’al più al VII secolo. in contrada di San Michele. Ma per questi

Nuovi libri in biblioteca Associazione Storico Archeolgica Sono tre i volumi che voglio proporre in questo numero per la Biblioteca gardesana. Tutti della Riviera (A.S.A.R.) rappresentano la continuità rispetto ad iniziative precedenti, di tradizione più antica, come Presidente: Domenico Fava; le Memorie dell’Ateneo di Salò, o recente, come gli altri due, che hanno trovato ottimi V. Presidente: Mirelia Scudellari; sponsor privati per la loro edizione. Tesoriere: Gianfranco Ligasacchi; AA.VV., Memorie Ateneo di Salò. Atti che l’arch. Antonio Merlin vuole dedicare al Consiglieri: Gian Pietro Brogiolo, dell’Accademia. Studi-Ricerche. 2005, nostro lago. Dopo la breve introduzione di Silvana Ciriani (segretaria), Miriam Salò 2006, pp. 253 ill. M. Nocera (La magia del lago), M. Arduino Musesti, Antonio Foglio; presenta una serie di antichi testi poetici Collegio sindacale: Monica Ibsen, Il volume, edito per iniziativa dell’Ateneo, Claudio Stabili. contiene gli scritti di un gruppo di studiosi dedicati alla navigazione (La navigazione gardesani. Si segnalano M. Zane (Networks benacense nell’antica poesia). T. Ferro fa poi un excursus su cantieri, battaglie, ban- Tesseramento 2007 politici, sociabilità e reti tecnologiche: Il La quota sociale ordinaria per il 2007 caso Salò nel secondo Ottocento), P. Belotti diti e contrabbandieri, imbarcazioni e regate (Tutti a bordo!). è fissata in €. 10,00 (dieci), da versarsi (Francesco Erizzo, provveditore e doge), direttamente al Tesoriere o utilizzando E. Ledda (L’arte scenica nel giardino d’un il c/c presso il Banco di , a Salò: poeta), A. Mazza (Maderno e il “Winte- S. Vacchelli, Alto Garda. La via lenta. ASAR cod. 3500, sportello 55180, rkurort”), U. Perini (Villa di , conto corrente n. 8128. Il bollino sarà appunti di storia e arte). Escursioni sui sentieri della fatica, Brescia 2006, pp. 164 ill. inviato tramite posta. M. Arduino, T. Ferro, M. Nocera, Le im- Dopo quello dedicato ai luoghi gardesani E-mail barcazioni del lago di Garda, Desenzano della grande guerra, edito nel 2005, questo Per informazioni e comunicazioni si del Garda 2006, pp. 71 ill. volume propone 28 itinerari sui monti del può far riferimento a Gianfranco Liga- Dopo “Il carpione del Garda”, presentato Garda e dell’entroterra. Ogni proposta è sacchi ([email protected]) o Domeni- nel numero di luglio 2006 di A.S.A.R. news, corredata da cartine, notizie e fotografie co Fava ([email protected]). questo è il secondo volume di una trilogia della zona.

asar marzo07.indd 1 28-03-2007 15:53:17 apprestamenti, che il termine Bastia indu- l’acqua che alimentava le ruote delle fucine. la strada di accesso all’impianto. con un’indagine estesa anche ai mulini, un ce a ritenere fossero fissi, sono necessarie Si conservano invece a vista, a valle della A sud del primo complesso, alla distanza di secondo gruppo di ricerca che, sempre nel- ulteriori indagini archeologiche. diga, i resti di due altre fucine, che sono 440 m e a 565 m s.l.m. è stata localizzata l’estate 2006, ha iniziato a documentare le Ritornando agli impianti metallurgici, la state documentate nell’estate del 2006. una seconda fucina, composta di due edifici, strutture di Tignale e della Val di Brasa. Su documentazione scritta della prima metà La prima, localizzata circa 300 m di di- il primo con tre ambienti, il secondo con questi lavori riferisce Annalisa Colecchia in del XVI secolo permette di localizzare sulla stanza e alla quota di 570 m s.l.m., risulta quattro. un altro articolo di questo notiziario. riva sinistra del torrente San Michele sia la gravemente danneggiata: sono visibili solo Questi primi dati sono di per sé di un certo miniera di ferro che il forno e alcune fuci- brevi tratti di muro in alzato pertinenti ad interesse, ma solo lo scavo di almeno una ne. La miniera, il forno e una prima fucina un paio di ambienti e alcuni graniti lavorati fucina potrebbe darci informazioni più Gian Pietro Brogiolo si trovavano nella zona ora interessata dal che servivano a sostenere le strutture del dettagliate, creando altresì un polo di visita piccolo bacino idroelettrico e non sono più maglio. per un itinerario archeometallurgico che visibili, non so se perché distrutti o coperti A mezzacosta, sei metri sopra questi am- potrebbe collegare anche gli altri impianti dai detriti, salvo gli incavi nella roccia per la bienti, un terrazzamento artificiale, an- dei quali si conservano resti tra Tignale e paratia in legno che formava il bacino del- ch’esso in buona parte crollato, costituiva Tremosine. Impianti sui quali ha lavorato,

Campione: la “fabbrica” è sparita Quattro immagini per testimoniare come nomia, quella turistica, con nuove strade, un paese può cambiare volto. È Campione, alberghi, porto, appartamenti... frazione lacustre di Tremosine, dal 1896 La prima immagine, in bassso, riprodotta sede di un cotonificio, voluto dall’impren- dal libro “Il cotonificio Vittorio Olcese ditore gargnanese Giacomo Feltrinelli. nelle sue origini nelle sue vicende e nella Campione ha rappresentato un’esperienza sua attualità”, è del 1939 e mostra l’ampia significativa di “paese fabbrica” fino al distesa dei capannoni della “fabbrica” nel maggio 1981, quando tutto si è fermato. pieno dell’attività. Dopo anni di dibattiti e di progetti, nel La seconda è del 2003, la terza e la quarta 2006 sono arrivate le ruspe: il cotonificio sono del dicembre 2006. è sparito per lasciar spazio ad un’altra eco-

LEZIONE DI STORIA lazzaretto di Salò, per la quale i ragazzi sono centro del vulcano, in cui si concentravano luogo, che permetteva quasi di rivivere le stati divisi in due gruppi. le tragedie e le speranze dei salodiani colpiti vicende di un lontano passato, di percepire NEL LAZZARETTO Nell’introduzione, dopo aver sommaria- o minacciati dalla terribile malattia. In quel i lamenti e le preghiere delle persone che mente descritto le strutture di governo del contesto abbiamo parlato della natura della venivano ricoverate e recluse in quello DI SALÒ territorio presenti in Riviera in età veneta, peste, delle idee che su di essa avevano gli spazio. A conclusione dell’esperienza, che Un’iniziativa a favore degli studenti ho richiamato i tratti caratteristici della uomini del Seicento, delle improbabili e si è ripetuta per il secondo anno grazie so- società e della vita quotidiana in epoca spesso inquietanti terapie con cui cercava- prattutto alle professoresse Lucia Fontana Giovedì 14 dicembre 2006 sono stato invi- d’antico regime, sottolineando le profonde no di scampare alla morte. Sulla base dei ed Elena Raggi, credo di poter affermare tato da alcune docenti della scuola media differenze tra la realtà esistenziale dei nostri documenti custoditi negli archivi salodiani che sia stata positiva ed interessante per gli statale “Gabriele d’Annunzio” di Salò a antenati e quella attuale, per noi abituale e ho ricostruito le vicende della pestilenza studenti e per i docenti, come lo è stata per tenere una lezione di storia locale a tre scontata. I ragazzi hanno seguito con lode- del 1630, soffermandomi sull’opera degli me: è stata un’esperienza storica, nella qua- classi seconde nell’ambito della cosiddetta vole attenzione le mie parole, proponen- uffici di sanità del comune e della Comunità le alla conoscenza si è aggiunto anche una “Settimana della convivenza”. Tema del- domi anche alcune domande. Ci siamo poi di Riviera, sui loro tentativi talvolta eroici specie di incontro con gli uomini del passato l’intervento: la peste a Salò. La lezione si è trasferiti al lazzaretto, compiendo il tragitto e disperati di salvare la comunità locale attraverso la mediazione di un monumento. articolata in due momenti: una esposizione a piedi, in una giornata fredda ma allietata dall’annientamento, usando tutti i mezzi A mio avviso un’esperienza da ripetere e introduttiva nell’aula magna della scuola dal sole. L’ambiente era certamente il più a disposizione e privilegiando l’interesse non solo con le scuole medie. sull’argomento prescelto di fronte agli stu- adatto per parlare della peste e delle sue collettivo rispetto alle esigenze dei singoli. denti delle tre classi riunite e, nella seconda conseguenze: il lazzaretto, infatti, durante I ragazzi hanno seguito con vivo interesse Giuseppe Piotti parte della mattinata, una visita guidata al le pestilenze diventava il luogo cruciale, il la lezione, aiutati anche dal contesto del



asar marzo07.indd 2 28-03-2007 15:53:20 I notai del Comune di Gargnano Le curiosità di una professione

L’affermarsi delle libertà comunali, che davano la funzione di padre in figlio. nella maggior parte delle città dell’Italia Questa categoria, oltre a redigere contratti settentrionale inizia verso la metà del XII e testamenti, assunse anche molte altre fun- secolo, si traduce nell’esigenza di mettere zioni come l’ufficio di segretario comunale per iscritto le prerogative, le acquisizioni o delle Opere pie, di cancelliere giudiziario, e i diritti cittadini, ossia rappresentare in di istruttore nei processi penali (Notaio al forma documentaria le vicende del potere maleficio), compiti che richiedevano una pubblico. Per questo l’attività dei notai, cioè notevole mole di lavoro ben retribuito e nu- la scrittura di documenti pubblici, nasce e si meroso personale, tanto che, in Gargnano, evolve col Comune. Essi, infatti, avevano nel 1500, se ne contarono fino a quindici. il potere di dare carattere pubblico ai docu- Nella Magnifica Patria esercitavano anche menti redatti. l’ufficio di Patrocinatori ed erano tanto nu- La scrittura e la capacità di esprimersi merosi che, il 25 maggio 1546, per meglio correttamente in latino che, fino al 1400 regolamentare tale professione, venne co- continua a rappresentare la lingua ufficiale stituito un collegio le cui regole e garanzie usata nei documenti, sono dominio di pochi furono codificate nel 1574 dal doge Luigi in una società dove ormai domina la lingua Mocenigo e tali rimasero fino alla caduta volgare. della Serenissima nel 1797. Ma come si esercitava la professione di Ogni anno, per la festa di S. Antonio di Il vecchio palazzo municipale di Gargnano notaio? Un giovane che avesse voluto Padova, loro patrono, tutti dovevano conve- intraprendere la carriera notarile doveva nire a Salò, alla solenne funzione in onore anzitutto saper leggere e scrivere, poi impa- del Santo e fare offerte in cera o in denaro, comunali, redigevano diversi atti come Dum Herculian Setti, arciprete della Pieve rare i rudimenti del mestiere facendo pratica con pesanti multe ai mancanti. l’affitto delle terre o dei boschi comunali, di Gargnano”. presso un collega più anziano, dopo aver Gravissime erano le pene contro i notai che la delimitazione dei confini delle proprietà In successivi verbali del 1581 si legge che seguito per due anni studi di grammatica, contravvenivano alle leggi e, in particolare (Terminazioni), i verbali delle deliberazioni “il Consiglio Generale il 26 febbraio ha latino e diritto romano. Al termine di questo ai falsari, si giungeva fino al taglio della del Consiglio Grande o Generale, composto dato incarico al mastro muratore Giovanni periodo di formazione, doveva superare mano destra e alla pubblica gogna: erano da 60 consiglieri, o gli inventari dei beni Traffagnini di presentare un progetto ed un un esame e ottenere il riconoscimento da portati su un asino, con la faccia rivolta comunali o parrocchiali su cui il Comune modello in legno del nuovo edificio, simile parte delle maggiori autorità pubbliche: verso la coda e, condotti a suon di tromba, esercitava il patrocinio. alla Loggia di Brescia, che il mese dopo, l’imperatore, il papa o il doge e, più tardi, per le vie di Salò. In un documento del 31 dicembre 1579, il cioè il 27 marzo, fu appaltato per la costru- le città. Ottenuto il riconoscimento, il no- Per evitare le falsificazioni, il doge Gio- notaio Francesco Grazioli, di Villavetro, zione a Domenico Pasqua, di Gargnano, per taio entrava a far parte della corporazione vanni Cornaro, nell’aprile del 1718, istituì elencava i beni della vecchia Casa comu- la somma di 4470 lire venete. Il palazzetto professionale, versava la tassa di iscrizione l’Archivio Notarile. Per meglio distinguere nale “ad terram proiectam ob periculum del Comune, posto al centro del paese, e veniva iscritto nella matricola. i propri documenti, ogni notaio apponeva imminentem conditum” (abbattuta perché mantiene ancora, almeno parzialmente la Ricevuta l’investitura, il notaio aveva tutte dei segni particolari. minacciava di cadere) e riferiva che i de- sua funzione e sotto il suo porticato ci si le carte in regola per esercitare la profes- Quello che oggi è il timbro del notaio, allora legati del Comune avevano preso in affitto incontra, si discute e si commentano le sione. era il “Signum Tabellionis”, cioè un disegno alcuni fondaci (in contrata Fontis) in cui decisioni e i progetti dell’Amministrazione In Riviera la classe dei notai fu numerosa che poteva essere una croce con le iniziali o erano stati riposti i materiali per la ricostru- Comunale. e fiorente: a Gargnano ci furono intere fa- altro, sempre uguale, con il quale il notaio zione del Palazzo fra cui tremila coppi “et miglie dedite a tale attività, come i De La chiudeva il documento. lignami di ogni sorte, travi e spardossi. Altri Zuana, i Faustini o i Grazioli, che si traman- A Gargnano, i notai, in qualità di segretari ottocento coppi erano affidati al reverendo Domenico Bardini

MADERNO 1859 Una lapide ricorda una vicenda del Risorgimento

In Via Roma, all’inizio dell’unica strada d’accesso a Maderno, Via Aquilani, murata sulla casa ex Arrighi, si scorge, appena, una lapide:

IN QUESTA VIA IL 24 GIUGNO1859 FRA L’ANSIA E L’ESULTANZA DEL POPOLO ACCLAMANTE NELLA FEDE DEI NUOVI DESTINI D’ITALIA ENTRAVA IN MADERNO IL 3° BATTAGLIONE DEL 16° REGGIMENTO ARALDO DI CIVILTA’ PER LA RIVIERA ALL’IDEALE EDUCATA DA VENEZIA MADRE GLORIOSA NEI SECOLI

Essa fu collocata certamente molti anni dopo quest’avvenimento dal cav. Matteo Elena, allora proprietario dello stabile, e dettata dall’avv. Donato Fossati, illustre storico locale, per ricordare l’ingresso a Maderno del 16° Reggimento Fanteria che partecipò successi- vamente alle gloriose battaglie di S. Martino e Solferino. Lo storico Stampais ci ricorda che in realtà i soldati giunsero a Maderno il 18 giugno ma la data fu volontariamente posticipata di sei giorni per farla coincidere con quella della vittoria di S. Martino e Solferino. Si sa che i militari giunsero con musica e tamburi e che, dopo il 24 giugno, tornarono ancora in Maderno e vi rimasero sino alla fine di settembre ospitati in case e cortili e, gli ufficiali, presso famiglie altolocate. Fu trovato anche un locale idoneo per la scuola di musica militare presso la casa del signor Vincenzo Gaioni. Ogni sera i trentasei tamburi della banda facevano il giro delle contrade, accolti con en- tusiasmo dalla popolazione. Il capitano piemontese Capello, appartenente al suddetto Reggimento, fu ospite della famiglia Brunati, ne sposò la figlia Marta e fu padre del Generale d’artiglieria Giuseppe Farmacia dr. Minelli Capello, morto a Brescia nel 1929. S’imparentarono poi con la famiglia Bulgheroni. omeopatia - articoli ortopedici - apparecchi medicali Anche il sergente maggiore e capo tamburino Giuseppe Salvi si fermò successivamente a Maderno dove si sposò e per diversi anni fece l’istruttore a molti giovani amanti di con voi via Statale 93, Toscolano (BS) - tel. e fax 0365641141 questo strumento. dal 1948 www.farmaciaminelli.it Andrea De Rossi



asar marzo07.indd 3 28-03-2007 15:53:21 Ricerche etnoarcheologiche sulle fucine di Tignale e Tremosine Testimonianze di archeologia protoindustriale legate alla lavorazione del ferro

L’attività siderurgica era praticata nella re- acque che alimentavano le ruote idrauliche di cm 54) che era originariamente affondata feriore del martello e che erano variamente gione altogardesana forse già in età romana dei magli. Le dimensioni e la profondità nel terreno e che sosteneva l’, sulla sagomati a seconda della lavorazione e della e nel medioevo; venne incentivata nel XVI e dei bacini, generalmente variabili a seconda quale batteva il martello del maglio. In po- tipologia degli oggetti da produrre. nei secoli successivi e venne ulteriormente della morfologia del terreno e della portata sizione non centrale rispetto alla superficie In loc. Molinelli di Sopra, a circa m 460 incoraggiata negli anni del dominio , d’acqua, non sono determinabili, in quanto del blocco si trova un solco rettangolare, di s.l.m., è stato rilevato un edificio diruto tramite la costruzione di nuovi impianti e essi risultano oggi parzialmente interrati. larghezza e andamento uniformi (cm 32 x di forma rettangolare, costituito da due le esenzioni daziarie che portarono all’af- Il bacino 1, di forma pseudocircolare, sovra- 4 circa; spessore cm 3,5); il solco delimita ambienti e destinato alla lavorazione del fermazione del comparto minerario-metal- stava di circa 20 metri una “fucina da ferro” un incavo, che a sua volta delimita un ulte- ferro e successivamente ad attività molitoria lurgico gravitante sulla Riviera di Salò, a (m 410 s.l.m.), la cui esistenza è segnalata riore abbassamento del piano di lavoro. Dal (fabbricato 1); l’accesso è sul lato est; la scapito di altre aree produttive come la Val nel catasto napoleonico (1811) che ne men- medesimo sito provengono anche alcuni gora corre lungo il perimetrale nord. Sabbia. Nel corso del Settecento (seconda ziona la proprietaria, Moschini Giovanna q. strumenti in ferro pertinenti al meccanismo Il primo ambiente, ad est, si affaccia sul metà) furono appoggiate le iniziative im- sentiero che da Prabione scende al Ponti- prenditoriali promosse da alcune famiglie, cello e, dopo aver attraversato il torrente come quella bresciana degli Archetti, che San Michele, prosegue per Campione: le possedevano fucine in Campione con un murature perimetrali sono in blocchi ret- centinaio di operai dipendenti ed impiega- tangolari e lastre di pietra, occasionalmente vano uomini di Tignale e Tremosine “nel inframmezzati da ciottoli e pezzi di laterizi; tagliar boschi, preparar carboni ed altre si- le aperture sono riconducibili a fasi diver- mili faccende” (Relazioni dei Rettori veneti se; una finestrella rettangolare (cm 50x65 in Terraferma, 2 giugno 1764). circa), aperta sulla gora, permetteva forse La crisi nella lavorazione del ferro si ma- il passaggio dell’albero di trasmissione nifestò palesemente alla fine dell’Ottocento che collegava la ruota idraulica al maglio. e comportò l’abbandono delle fucine, vo- Il secondo ambiente si addossa all’altro, lutamente distrutte per guadagnare terreno del quale sfrutta il perimetrale ovest, e all’agricoltura e all’allevamento oppure comunica con il primo tramite una piccola convertite in mulini. E’ interessante notare, porta; è in fase con due alti piloni a sezione tuttavia, come in alcuni complessi edilizi rettangolare che, posti all’esterno, sono la conservazione e la lavorazione dei ce- allineati alla gora e la sovrastano sul lato a reali affiancasse l’attività artigianale, che monte: sostenevano probabilmente tubature continuava ad essere ancora praticata nella in legno e assicuravano la caduta dell’ac- seconda metà del XIX secolo. qua e la violenza del gettito sufficiente ad Le ricerche etnoarcheologiche sulle fucine innescare il movimento della ruota. I piloni di Tignale e Tremosine, avviate nel 2006 sono realizzati in blocchetti di pietra legati Tignale. Località Molinelli / Valle delle Fucine. dall’Università di Padova sotto la direzione da abbondante malta e rinzeppati con fram- Posizionamento delle strutture identificate. scientifica del prof. Gian Pietro Brogiolo, menti di laterizi; sono rastremati verso l’alto hanno come obiettivo lo studio sistematico, ed hanno alla base misure oscillanti dai 70 in una prospettiva dinamica e storica, delle Ventura vedova Andreis (A.S.B. - Archivio d’incastro tra la ruota idraulica e l’albero ai 120 cm. La gora, a cielo aperto, corre testimonianze di archeologia protoindustria- di Stato di Brescia, “Sommarione” napoleo- di trasmissione che azionava il maglio. Si lungo il lato settentrionale dell’edificio; è le legate alla lavorazione del ferro ed oggi nico, busta n. 21, 1102. Mappa n. 1621). Nel tratta dei perni di rotazione (guèei) montati scavata nella roccia in posto; l’acqua cadeva in pericolo di estinzione per le numerose catasto lombardo veneto (1852) l’opificio nei fori quadrangolari delle teste dell’albe- dall’alto attraverso un sistema di tubature trasformazioni intervenute nel tempo, per è ancora funzionante ed è descritto come ro e resi coassiali mediante l’inserzione di sostenuto dai piloni; a valle dell’opificio il sistematico abbandono successivo al XIX “maglio da ferro ad acqua” (A.S.B., Catasto cunei in legno: ciascun perno è costituito da il canale risulta interrato. La pulizia dello secolo e per l’occasionale conversione delle del Comune Censuario di Tignale n. 2002. un lungo codolo a cuneo quadrangolare e spazio interno ha permesso di individuare, strutture in abitazioni private. Mappa n. 1621). La fucina, sita in loc. Moli- da un mozzo cilindrico leggermente conico nel vano orientale, alcuni oggetti in ferro ed Alla ricerca d’archivio, condotta dal dott. nelli di Sotto, risulta oggi trasformata in una con la conicità verso l’interno, conformato un blocco rettangolare in granito, alto circa Giancarlo Marchesi (Università di Verona) casa d’abitazione (fabbricato 5). Alcuni re- in modo tale da contenere le oscillazioni 40 cm. La parte residua del manufatto pre- e finora prevalentemente impostata sui perti in ferro e manufatti in pietra ne denun- orizzontali lungo l’asse della ruota. Sono senta sulla superficie maggiore un incavo a catasti ottocenteschi, si è accompagnato il ciano, tuttavia, la destinazione originaria. stati, inoltre, recuperati manufatti in ferro “coda di rondine”, solo in parte conservato, riscontro diretto sul territorio, effettuato da Nell’area è stata, infatti, individuata la masa pertinenti alla parte finale del maglio: i ed un solco a sezione rettangolare che curva un gruppo di studenti dell’Università di Pa- o masèta, cioè una grossa pietra rettangolare percussori (bòca) che venivano fissati in un descrivendo un angolo retto. La pietra, nel dova e da appassionati del luogo. Il lavoro (larga cm 91 e conservata per una lunghezza incavo rettangolare ricavato nella parte in- cui incavo era probabilmente alloggiato sul campo, realizzato in poco meno di due l’incudine, era originariamente interrata settimane (18-29 luglio 2006), è consistito per assorbire i colpi. Nell’ambiente sono nella verifica delle situazioni documentate state rinvenute anche due macine in granito, dalla cartografia storica e si è incentrato su che testimoniano la conversione funzionale alcune aree campione. Sono stati così recu- dell’opificio ed il suo utilizzo come muli- perati dati utili alla ricostruzione, su scala no, secondo una prassi frequente nell’area ridotta, di sistemi idraulici micro-territoriali altogardesana e ben documentata nelle e sono state individuate situazioni costanti fonti scritte: nel catasto lombardo veneto il nei modi di distribuzione degli opifici in fabbricato è già definito “mulino da grano relazione ai corsi d’acqua, alla morfologia con pila da orzo ad acqua” (A.S.B., Catasto del terreno, alla distribuzione degli insedia- del Comune Censuario di Tignale n. 2002. menti ed alle aree di approvvigionamento Mappa n. 1642). dei prodotti semilavorati. Un grande bacino di raccolta (bacino 2), pseudocircolare, sovrasta l’opificio Tignale idraulico appena descritto (fabbricato 1) A Tignale, in località Molinelli / Valle delle ed il fabbricato 3 (circa m 450 s.l.m.), la Fucine sono stati individuati alcuni fabbri- cui originaria destinazione a fucina non cati e due bacini artificiali di raccolta (orgà è, tuttavia, sicura: la struttura, che non è o bottaccio), nei quali confluivano rivoli e stata ancora indagata archeologicamente, canali (fig. 1). I bacini, realizzati mediante compare nel catasto lombardo veneto come l’escavazione del versante, erano definiti da “mulino da grano ad acqua (A.S.B., Catasto muri di contenimento in pietre e ciottoli ed del Comune Censuario di Tignale n. 2002. erano chiusi verso valle da sbarramenti in Mappa n. 1641). pietra con aperture, che servivano a rego- Località Molinelli / Valle delle Fucine. Fabbricato 2. Blocchi in granito pertinenti al A circa m 520 s.l.m. sorge il fabbricato 2, lare e ad irrigimentare lo scorrimento delle meccanismo del maglio idraulico. costituito da un ambiente di circa m 7x7



asar marzo07.indd 4 28-03-2007 15:53:22 (dimensioni interne) e dotato di cortile an- ampia cm 22 x 42 circa, è rifinita da un grosse”. Gli opifici si concentrano nelle se- la follatura e la molitura. Si concentravano tistante, la cui recinzione è costruita a secco. piccolo incavo quadrangolare, il cui lato guenti località: “Fucine” (10 attestazioni), nelle località di (Val de) Arto, Campiono, L’accesso si trova sul lato est. Le murature misura circa cm 10 e la cui profondità è di Brasa (8 attestazioni), Arto (2 attestazioni), Conquadrino, Fosina, Molino di Sopra, perimetrali (spessore 65-70 cm) sono in cm 10-11. In corrispondenza delle estremità Paludi (2 attestazioni), Musio (1 attestazio- Molino di Sotto, Sancto Michiele, Sega. pietre e ciottoli di forma e dimensioni irre- di uno dei lati dell’incavo si notano due ne). Dal catasto austriaco del 1852 (Archi- Molte di queste fucine sono state trasformate golari, alcuni leggermente sbozzati, legati piccole concavità di forma pseudocircolare vio di Stato di Brescia, Catasto del Comune in abitazioni private e risultano ovviamente da malta; i cantonali sono in blocchi paral- e di andamento non uniforme, più o meno Censuario di Tremosine n. 2046) emergono alterate nelle caratteristiche architettoniche lelepipedi squadrati; le aperture sulla gora, equidistanti dai limiti laterali del piano di alcuni cambiamenti: risultano dismesse 9 e nelle proporzioni; il riscontro sul terreno, che corre lungo il perimetrale sud, sono sor- lavoro. Il reperto è confrontabile con un fucine, una delle quali viene citata come il censimento e la rilevazione dello stato montate da lastre di pietra con funzione di manufatto conservato in una vecchia fucina mulino; vengono costruite ex novo 5 fucine, di conservazione dei singoli opifici è stato architrave. La pulizia dell’interno ha messo di valle Brasa, a Tremosine. una delle quali è descritta come “fucina da appena avviato. in luce quattro pesanti massi in granito in- Il fabbricato 4 è menzionato nel catasto ferro con pile d’orzo ad acqua”. In conclusione la campagna d’indagine fissi nel terreno e pertinenti al meccanismo lombardo veneto come opificio costruito Fonti assai utili per delineare i comparti 2006 ha permesso di identificare, a Tignale e del maglio idraulico (fig. 2). I manufatti da poco tempo: “pascolo boscato forte, produttivi cinquecenteschi sono gli estimi Tremosine, un rilevante numero di fucine e costituivano l’intelaiatura portante del ma- ora maglio da ferro ad acqua costrutto di catastali (Archivio di Tremosine. Busta 32. opifici idraulici, ha evidenziato le potenzia- glio e fungevano da supporti laterali e da nuovo” (A.S.B., Catasto del Comune Cen- “Estimum Comunis Trimosigni 1531”), la lità della regione ai fini della prosecuzione cerniere per l’asta lignea, evitando così il suario di Tignale n. 2002. Mappa n. 30). cui analisi è stata intrapresa da Gianfranco delle indagini ed ha, inoltre, delineato le disassamento della struttura. La presenza La struttura, ancora visibile sul terreno e Ligasacchi: essi informano sulle caratte- principali caratteristiche del comprensorio di quattro blocchi, anziché due secondo la dotata di accesso sul lato nord-est, oggi ristiche tipologiche delle fucine, sui loro siderurgico: forni fusori nelle alte valli, fu- prassi comune, rappresenta forse la soluzio- si presenta in stato di rudere ed è in gran proprietari, sulle modalità di gestione (fa- cine e maglietti nelle fasce altimetriche più ne adottata per ovviare alla mancata repe- parte ricoperta da strati di humus e da fitta miliare, plurifamiliare, comunitaria), sulla basse, gravitanti sui centri abitati e prossimi ribilità di pezzi di granito sufficientemente vegetazione boschiva. localizzazione toponomastica. Le fucine agli sbocchi portuali. grandi oppure, se i quattro monoliti non erano edifici isolati oppure annessi ad una sono nella collocazione originaria, indica Tremosine casa d’abitazione, talvolta dotati di carbonili Annalisa Colecchia la compresenza di due maglietti. Al centro La situazione documentata per Tremosine è (magazzini per il carbone) e di un cortile; dell’ambiente, entro un circolo di pietre, si piuttosto articolata. Il catasto napoleonico erano costruite in muratura con copertura NOTA trova un blocco parallelepipedo in granito, del 1811 (A.S.B., “Sommarione” napoleo- a volta, in coppi (le case potevano avere, Alle ricognizioni sul territorio hanno parte- piantato nel terreno e segnato da tracce di nico, busta n. 22, 1119) riporta l’esistenza di invece, il tetto in paglia); erano adibite cipato, oltre alla scrivente, Monica Gamba, usura e di corrosione; la faccia superiore, 23 fucine, 2 delle quali sono definite “fucine anche ad altre attività, come per esempio Beniamino Milesi, Serena Mosole.

Scavi al monastero di Maguzzano Primi risultati sorprendenti

L’abbazia di Santa Maria Assunta si trova chiesa. Questi frammenti di arredo liturgico nella frazione di Maguzzano nel comune appartengono sicuramente ad un luogo di di Lonato (Bs), sulle colline moreniche culto, ben più antico della prima attesta- prospicienti il lago di Garda. L’antichità zione di una abbatiola Magontiani desti- del popolamento in questa zona è attestata nataria di un decreto emanato dal vescovo da numerosi rinvenimenti archeologici for- di Verona Raterio, attorno all’anno 966, tuiti che coprono un arco cronologico tra il dopo la distruzione provocata dagli Ungari. Paleolitico e il Basso Medioevo. Per quello Dopo l’incendio l’abbazia viene ricostruita che riguarda le vicende più legate alla no- prestando particolare attenzione ai problemi stra indagine, risulta di enorme interesse di difesa forse tramite una torre di avvista- segnalare il ritrovamento, poco lontano mento della quale resta testimonianza in una dall’abbazia, di due cippi di età romana che iscrizione, conservata nel deposito lapidario starebbero a indicare l’esistenza, nelle vici- del monastero, dove si fa riferimento al suo nanze del monastero, dell’importante via di restauro da parte dell’abate Gesone a metà comunicazione romana, tradizionalmente del XII secolo. La riorganizzazione del identificata, nel settore dell’abbazia, come cenobio viene attuata nella seconda metà la strada Macarona che unisce Lonato e del XV secolo, dapprima incorporandolo Desenzano e passa accanto all’attuale chiesa nel monastero di S. Giustina di Padova del monastero. Tra VIII e IX secolo sono (nel 1463), poi (dal 1491) in quello di San datati alcuni reperti scultorei (frammenti di Benedetto Po (Mantova), al quale sarà le- monaci di Polirone, cominciarono i lavori del complesso rinascimentale, solo verso plutei, cornici e pilastrini) rinvenuti durante gato fino alla soppressione napoleonica del di costruzione del monastero che in buona sud sono emerse strutture, il che autorizza i lavori del 1961-1962 all’interno della 1797. Immediatamente dopo il passaggio ai parte esiste ancora oggi. Il complesso com- a congetturare che negli altri due lati l’inse- prendeva due chiostri: il primo ad oriente, diamento non si estendesse oltre; con la chiesa, aveva funzione conventuale; 3. vi è altresì un’evoluzione nelle tecniche nel secondo, del quale sopravvivono tre lati, costruttive tra le fasi più antiche, altome- due dei quali ancora provvisti di porticato, dievali, che presentano murature legate era destinato alle attività produttive. Gli sca- con argilla e quelle successive nelle quali vi hanno messo in luce una situazione assai il legante è di malta; complessa che richiede ulteriori ricerche e 4. per le fasi più antiche non è chiara la fun- riflessioni, il che rende questa nota, con la zione degli edifici e nemmeno se fossero o quale si è voluta dare una tempestiva notizia meno pertinenti ad un complesso religioso dei risultati della ricerca, provvisoria, ancor- e solo a partire dal periodo III, la presenza ché alcuni risultati siano attendibili: di sepolture pare in relazione forse con una 1. l’area indagata presenta una sequenza che cappella, che non coincide con la chiesa va dall’Alto Medioevo all’Età Moderna, attuale; in particolare poi rimane da verifi- mentre non sono state trovate stratigrafie care se tutte le strutture di queste fasi siano più antiche, che pur dovevano esistere, in relazione con il monastero e non anche, considerati i reperti di piena età romana che almeno in parte, con la chiesa plebana ri- sono stati trovati in livelli successivi; cordata nel documento del 1145. 2. in ogni fase esistono più edifici distinti Solo il completamento delle ricerche, che si estendevano sia verso est, dove le oltre ad ulteriori indagini in archivio, per- stratigrafie sono presumibilmente conser- metteranno di risolvere alcuni di questi vate all’interno del corpo di fabbrica rina- problemi. scimentale, sia verso ovest e sud dove sono L’archeologa dr. Alexandra Chavarria Arnau, in piedi a sinistra, con l’assistente dr. Silvia state distrutte dalle cantine. Nelle trincee Nuvolari durante la campagna di scavo 2006 nell’abbazia di Maguzzano. eseguite nel 2005 lungo il perimetro esterno Alexandra Chavarría Arnau



asar marzo07.indd 5 28-03-2007 15:53:23 Il Fascio Nazionale Femminile. Sotto Comitato di Salò Una documentazione archivistica inedita

Nel corso del 2003 e 2004 un gruppo di cogli altri dei vari Comitati, ad illustrare soci dell’ASAR (Daniele Andreis, Piercarlo e ricordare l’opera benefica e patriottica Belotti, Silvana Ciriani, Gianfranco Liga- svolta da questa cittadinanza nel fortunoso sacchi, Miriam Musesti, Giuseppe Piotti, periodo della guerra». Gabriella Quecchia), sotto la supervisione Un nutrito organigramma prevedeva la di Giuseppe Scarazzini, hanno eseguito ed ripartizione delle cariche e dei ruoli. Alla ultimato per conto del Comune di Salò il Presidenza onoraria la contessa Evelina riordino dell’archivio storico dell’Otto-No- Martinengo Cesaresco, a quella effettiva vecento. Lo scopo immediato del lavoro era Giovanna Cassini assistita dalla sua vice quello di rendere agibile quei locali dotan- Teresa Pavesi, e dalle segretarie Caterina doli dei servizi necessari, delle scaffalature Cominelli, Elda Fuchs e Marisa Maestri. e delle attrezzature minime e in seguito Seguiva un consiglio direttivo di tredici consentire la consultazione sorvegliata dei consiglieri, tutti rigorosamente femmine: documenti. Domenica Agosti, Ada Berti, Jenny Broc- La cartolina edita per l’occasione Fra le carte sparse, frutto di precedenti chetti, Angela Campanardi Castellini, Fio- trasferimenti e traslochi, raccolte senza rella Fiorini, Margherita Fuchs, inventariazione, è apparso il Registro dei Maria Ghilardello, Caterina Monselice, pubbliche sottoscrizioni per venire incontro dina». Non mancano immagini, volantini, verbali del Sotto Comitato di Salò - Fascio Nina Nichelatti Frera, Ines Peroni, Marta alle mille necessità di adulti e bambini giun- la Relazione della Vicepresidente (edita a Nazionale Femminile. È un quaderno a ri- Sbarbari e Luigia Zanca. gendo fino ad interessare il Sommolago: Salò nel 1919 dalla Tipografia Gio. Devo- ghe formato A4, dove in una cinquantina di L’associazione si estendeva anche ai paesi «Il giorno 13 marzo [1919] i Presidenti ti), ritagli della stampa bresciana relativi pagine è raccolto materiale eterogeneo ma limitrofi dove operavano altre signore nella dei Comitati Profughi e Liberati-Libera- alle iniziative patrocinate ed ai particolari ben conservato e cronologicamente ordina- veste di delegate: Antonietta Maestri Moli- tori, da noi invitati, si unirono al fascio e della preparazione e della inaugurazione il to: i verbali e la copia della corrispondenza nari a , Catina Bianchi Al- portarono l’offerta della nostra plaga alla 27 luglio 1919 della targa bronzea ricavata tenuta dalle responsabili del sodalizio con berti a Maderno, Letizia Visentini dei conti popolazione di Riva, che accolse commossa dalla fusione di un cannone austriaco bot- le altre istituzioni e con personaggi più o Traccagni a Toscolano e, infine, Antonia e riconoscente la fraterna dimostrazione tino di guerra donato dall’esercito italiano, meno noti del momento. Fadini vedova Simoni in Valtenesi. d’affetto». a perenne ricordo dell’antico confine fra il Era il 16 giugno 1918, e la guerra stava Le socie attive erano 353 distinte in soste- Per dare maggiore risalto al lavoro venne Regno d’Italia e l’Impero Asburgico. volgendo al termine. Nella sala consiliare nitrici (n. 50, con versamento di una quota anche interessato Giuseppe Solitro, assente Quel gesto porterà, per gli anni a venire, del Palazzo Municipale di fronte al sindaco di lire 10), ordinarie (n. 165, con quota da Salò dal 1903: una vecchia e ben nota co- viaggi in battello vissuti come pellegrinaggi Giacomo Frera fu costituito il Sottocomi- variabile da lire 1 a lire 5), lavoratrici (n. noscenza nell’ambiente culturale cittadino per sottolineare ogni volta la conquista del- tato, articolazione salodiana del Fascio Na- 138, con quota di lire 0,50). Dal rendiconto che non volle far mancare il suo appoggio l’italianissimo lago e celebrare le epiche zionale Femminile: «La cerimonia si chiuse finanziario 1918-1919 a fronte di entrate per alla causa. gesta dell’Alpino Italiano. con l’offerta di fiori alle famiglie dei caduti, lire 4651,30 ci furono spese quasi di pari im- Il clima, il linguaggio degli scritti erano Il 10 luglio 1927, «Alle 11,15 uno squillo le quali, con la loro presenza resero sacra la porto con un piccolo avanzo di lire 103,35 quelli di un acceso patriottismo reso ancor di tromba annuncia che si sta per passare il prima adunanza del Sodalizio». depositato sul libretto di risparmio. più ardente dalla vittoria di Vittorio Veneto punto ove era un giorno il vecchio confine. Per un paio di anni e fino al 14 aprile La loro attività era sostanzialmente di ca- che andava a suggellare gli sforzi ed i sacri- Tacciono le canzoni, tutti sono in piedi, le 1920 fu un ininterrotto fermento di attività rattere assistenziale e di beneficenza, sotto- fici di ben quattro guerre contro l’Austria, eliche del piroscafo ammutoliscono (...) solidali e caritatevoli. Poi in quell’anno lineata continuamente da un nazionalismo sentita come il nemico per antonomasia. Da Generale Cantore, Cesare Battisti, qui si sa tutta la documentazione fu ufficialmente acceso, già presente negli anni della prima qui la partecipazione alle celebrazioni che si che siete presenti col vostro spirito imma- ceduta al Comune affinché provvedesse a guerra mondiale. Si provvedeva a distri- tenevano in altre località come quella a Bez- colato». (Luigi Vecchi, in «Il Giornale del conservarlo in deposito presso l’Archivio buire indumenti e capi di abbigliamento zecca datata 15 agosto 1919 per «la com- Garda», 11 luglio 1927) in modo che: «gli atti che – scrive il Pro agli assistiti, in particolare alle famiglie dei memorazione della battaglia del 21 luglio Sindaco – si riferiscono alla gestione del soldati feriti o morti in guerra o all’ospedale 1866 e rendere più solenne la prima libera Piercarlo Belotti Fascio Femminile Salodiano serviranno, militare di tappa di Salò. Non mancarono celebrazione della fulgida vittoria garibal-

Le Grotte di Catullo Il luogo più amato a

Le così dette “Grotte di Catullo” rappre- zione faceva parte il noto poeta latino Caio sentano la più imponente, per dimensioni Valerio Catullo; non è certa l’appartenenza e complessità, struttura privata signorile della villa a tale famiglia, è invece certo presente nell’Italia settentrionale. Situato che Catullo possedesse una grandiosa villa nel comune di Sirmione, definito da molti sulle coste del lago di Garda meridionale e, “la perla del lago”, il complesso architetto- data l’assenza di altri siti possibili o quanto nico è sito all’estremità della penisola sir- meno identificati, la tradizione, risalente al mionese in una posizione eccezionalmente XV e XVI secolo, assegnerebbe alle antiche suggestiva e circondata dalle acque del pietre sirmionesi l’onere d’aver ospitato il Garda su tre lati. poeta latino. La prima testimonianza cartacea di un inte- La costruzione è articolata su tre diversi ressamento alla villa è una rappresentazione livelli: il più basso che è anche il meglio dettagliata dei resti d’inizio Ottocento; conservato è costituito dalle strutture di successivamente furono effettuati accurati sostegno che superando le scoscesità del scavi dal veronese Giovanni Girolamo Orti terreno forniscono un piano di supporto Il secondo livello era costituito dalle botte- da colonne che permettevano agli ospiti Manara, cui è dedicata la piazzetta che pre- unitario per i livelli superiori: questo livello ghe, dalle vasche di contenimento dell’ac- di mirare il lago in tutta la sua bellezza. Il cede l’ingresso al complesso architettonico. probabilmente serviva anche da magazzino qua per i bagni termali, da alcuni corridoi piano alto doveva essere molto lussuoso Nel 1939-40 alcuni scavi e restauri sono visti gli ampi spazi offerti dalle imponenti e da stanze di servizio. Le terme in primo e curato, un po’ come tutte le case dei fa- stati intrapresi dalla Soprintendenza che arcate in pietra. È interessante rilevare che luogo dovevano essere note nell’antichità coltosi patrizi romani, anche perchè, visto nel 1948 ha acquisito l’area nella sua com- proprio questa parte dell’edificio diede il e la villa appartenente all’Agro veronese l’immenso lavoro e la grande spesa che pletezza garantendo la tutela ambientale e nome al complesso intero: l’appellativo di doveva essere un’importante stazione di deve avere comportato la costruzione del strutturistica dell’intero complesso. “Grotte di Catullo” è infatti d’origine rina- sosta lungo la via che congiungeva Verona complesso in una zona abbastanza impervia La villa fu costruita probabilmente all’inizio scimentale, laddove “grotte” o “caverne” e Brescia. Infine il terzo livello, il più alto, come la penisola sirmionese, è presumibile del I secolo a. C. o a cavallo tra il II secolo indicavano strutture interrate e parzialmente era occupato dagli appartamenti del pro- che la famiglia che ne ordinò la costruzione a. C. ed il I a. C. per conto di una famiglia crollate, coperte di vegetazione in cui si prietario, dai giardini di cui è rimasto un avesse a disposizione una discreta fortuna. patrizia veronese di cui secondo la tradi- penetrava come in cavità naturali. vasto uliveto e dai passeggiamenti ornati A noi cittadini del Ventunesimo secolo di



asar marzo07.indd 6 28-03-2007 15:53:24 tutta questa meraviglia poco è rimasto; il sua popolarità e l’Italia era stata finalmente Paene insularum, Sirmio, insularumque Sirmione, d’isole e di penisole terzo livello, quello patrizio per così dire, unificata, tuttavia i tempi stavano evolvendo ocelle, quascumque in liquentibus stagnis fiore, di quante in limpidi laghi è stato depredato completamente e le sue verso la fine della repubblica. marique vasto fert uterque Neptunus, e nell’ampio mare regge assoluto Nettuno, pietre sono andate a costituire chissà quali Catullo, grazie all’influenza della sua quam te libenter quamque laetus inviso, quale allegrezza, che lieto rivederti; altre costruzioni nelle vicinanze; destino facoltosa famiglia che poteva contare su vix mi ipse credens, Thuniam atque Bithunus quasi vero non sembra aver lasciato simile è toccato al livello intermedio di cui numerosi appoggi nel mondo politico tra liquisse campos et videre te in tuto! la Thynia e la Bithinia, e libero mirarti. rimangono alcune vestigia. Più consistenti cui spiccava il nome di Giulio Cesare, già O quid solutis est beatius curis, Cosa v’è di più dolce che, senza ambasce, ed imponenti sono le rovine del livello ospite nella lacustre dimora, si trovò im- cum mens onus reponit ac peregrino deposti i crucci, stanco d’una fatica più basso che, sebbene anch’esse abbiano merso nell’agiatezza della ricca gioventù labore fessi venimus larem ad nostrum durata lontano, giungere al focolare costituito una cava di materiale per diversi patrizia, dedita alle lettere, alla poesia, in desideratoque acquiescimus lecto? e stendersi sul letto che ci è caro? secoli, rendono ancora bene la magnificenza cui il suo talento si manifestò. Il suo nome Hoc est, quod unum est pro laboribus tantis. E’ questo il solo premio a tanti affanni. che doveva avere avuto la villa intera in età spiccò all’interno del circolo dei neòteroi Salve, o venusta Sirmio, atque ero gaude; Salve, bella Sirmione, godi con me: cesariana. (termine coniato da Cicerone polemica- gaudete vosque, Lydiae lacus1 undae: e, onde del lago di Garda, godete: Veniamo ora al suo proprietario, Caio mente: Orator, 161), i poetae novi cultori ridete, quicquid est domi cacchinorum! ridete tutta l’allegria della mia casa. Valerio Catullo: egli era un poeta di ceto di una poetica ellenistica che discostava (traduzione di Tiziano Rizzo) patrizio, abbinamento singolare all’epoca dall’assoggettamento alla tradizione. Altri visto che a Roma la maggior parte dei suoi poeti della cerchia furono Furio Bibaculo, Nel suo passaggio per il Belpaese Goethe ne di CatulIo conserva ancora il suo nome contemporanei poeti provenivano dalle ple- Varrone Atacino, Elvio Cinna, Licinio Cal- curiosamente non fa tappa nei pressi delle e la sua posizione ed è ricordata per causa be o dalla schiavitù; nacque nel 84 o nell’87 vo. La vita di Catullo fu breve ed intensa, rovine, né fa menzione delle “Grotte” nel sua; ma le grevi piogge autunnali e le neb- a. C. secondo S. Girolamo che ne riporta segnata dall’amore per la nobile Clodia, Viaggio in Italia, pur conoscendo la fama bie c’impedirono di abbandonare la strada, anche la morte intorno al 57 a. C., sebbene cantata come Lesbia e ricordata in nume- del poeta e del luogo del suo “otium”, essendo meglio non vederla che vederla in la storiografia successiva la collochi tra il rose liriche, dalla morte del fratello in Asia tanto da nominarlo “triumviro” del canto così cattivi momenti”. 55 e il 54 a.C. Visse a Verona la prima gio- Minore nelle vicinanze di Troia; fu dunque d’amore con Tibullo e Properzio. Il grande Altri letterati di chiara fama frequentarono vinezza per poi trasferirsi nella voluttuosa al seguito del pretore Memmio, l’uomo cui tedesco devia per in direzione le “Grotte”, da Paul Heyse a Carducci, da Roma che vedeva Cesare agli albori della Lucrezio dedicò il De Rerum Natura. di Verona. Beardsley a Tennyson, che canta la Sirmio- carriera politica, vedeva Cicerone pretore Catullo nel suo iter poetico non dimenticò Byron giunse a Sirmione nel novembre ne d’ulivi argentea in una poesia. e Lucrezio intento nella stesura del De di cantare le bellezze di Sirmione nel carme 1816, in una giornata piovosa e grigia, Rerum Natura: non erano tempi facili per XXXI del Liber, definendola fiore d’isole tanto che n’ebbe una povera impressione. Associazione Hesperia i costumi romani, Roma mirava in salita la e penisole: All’amico Thomas Moore scrisse: “Sirmio- Toscolano Maderno

Assemblea annuale soci A.S.A.R. LA CAPPELLA DELL’ADDOLORATA Salò, Sala dei Provveditori, ore 17.30 Un manufatto ricco di storia e di fede nei pressi di Cecina 21 aprile 2007 La cappella dell’Addolorata, che sorge in tratto dell’attuale Gardesana e alla Caset- assolutamente illeggibili. L’unica raffigura- alla presenza nel nostro territorio dell’Ordi- località Marsina, poco oltre il borgo di Ce- ta si inseriva nella strada che porta a San zione ancora evidente si trova sulla parete ne dei Servi di Maria, i cui sette fondatori cina, in direzione di San Giorgio, costituisce Giorgio, da dove raggiungeva Villavetro orientale ed appartiene all’ultima fase degli sono ricordati nella fascia di coronamento un elemento caratteristico del paesaggio e, in comune di Gargnano. È chiamata ‘regia’ interventi decorativi, cioè a quella realizzata dell’arco che sovrasta la cappelletta.1 con la sua struttura armoniosa, contribuisce in onore del re in quanto era la strada prin- nel secolo XVIII. In questo affresco sono Un altro aspetto della devozione locale alla a sottolineare il fascino della strada fian- cipale e ‘postale’ per essere percorsa dal rappresentati un santo stigmatizzato (forse Vergine dei Sette Dolori è la costituzione, cheggiata da siepi e alberi di alloro. servizio di posta”. san Francesco) e un vescovo che regge con nel 1667, nella parrocchia di San Giorgio, Il portico del piccolo edificio fa da cornice La cappella, della quale non si hanno notizie una mano il pastorale e con l’altra la palma della scuola (confraternita) omonima, ad al percorso viario, corrispondente a quello storiche e neppure citazioni in documenti di del martirio. Al centro si erge una croce. opera del servita Fulgenzio Buonagiunta. dell’antica Strada Regia, citata nel 1348 in archivio, è costituita da due piccoli edifici La dedicazione del piccolo edificio sacro Notizie particolareggiate sulla costituzione pergamene dell’Archivio di Stato di Milano, di carattere devozionale - una cappelletta alla Santa Vergine potrebbe essere collegata della confraternita e sulla presenza dei Servi relative ai secoli XIV e XV, come Strata e un portico - costruiti in epoche diverse, communis Brixie (v. Belotti, Foglio, Liga- e da una rustica tettoia sostenuta da due sacchi, Borghi, ville e contrade, Salò 1996, robusti pilastri, aggiunta successivamente p. 147). La denominazione di Strada Regia per consentire la sosta dei viaggiatori e il postale appare nelle mappe del Catasto cambio dei cavalli. La costruzione della Austriaco di Toscolano (1852). Nell’opera tettoia ha comportato l’innalzamento della suddetta, gli autori affermano: “È la strada parete meridionale del portico nel punto di che da Piazza a Maderno risaliva verso unione delle due strutture. Borgo e Quadrellata (ora via Benamati e via La parte più antica del semplice complesso Cavour), attraversava il fiume e proseguiva architettonico è la cappelletta sul lato oc- in Toscolano (via Trento), percorreva un cidentale, chiusa da un cancello di ferro. Secondo Monica Ibsen l’edicola potrebbe risalire al secolo XV; l’attribuzione cronolo- gica è giustificata sia dalla tipologia edilizia che dalla presenza, sotto la decorazione settecentesca, del frammento di un affresco quattrocentesco dai colori vivaci (rosso, giallo, verde) riproducente la parte inferiore di due figure: di una si intravede la tunica, dell’altra uno stivaletto, tipico attributo di un santo pellegrino, forse san Rocco. Il portico, più alto della cappelletta, fu ag- giunto probabilmente nel secolo XVI. Esso è costituito da quattro archi a tutto sesto, due dei quali sono aperti lungo il tracciato viario (direzione nord–sud), mentre gli altri due sono chiusi da pareti affrescate in due epoche diverse. Ad ovest la struttura mura- ria si unisce alla cappelletta quattrocentesca circoscrivendone l’ingresso e costituendone quasi l’arco trionfale. Anche nel portico, specialmente nella parte inferiore, sono vi- sibili resti di intonaci e di affreschi anteriori alla decorazione settecentesca, ma ormai



asar marzo07.indd 7 28-03-2007 15:53:26 di Maria nel nostro territorio vengono for- nite da Monica Ibsen nel volume San Pier d’Agrino di Bogliaco sul Garda, Bogliaco 2001, p. 40, nel quale l’autrice afferma: “L’unica iniziativa sviluppatasi nella par- rocchia di San Giorgio fu la scuola della Vergine dei sette dolori, fondata nel 1667 e aggregata all’arciconfraternita romana: il fondatore, dagli atti delle visite pastorali, risulta essere stato il servita vicentino Ful- genzio Buonagiunta, figura di spicco della provincia veneta dell’Ordine; se nulla si sa del sodalizio, non sorprende la relazione con i Servi di Maria, che furono presenti almeno dal Quattrocento con possedimenti del convento bresciano di Sant’Alessandro a Toscolano, e dal 1483 al 1659 con un convento – quello di San Pietro Martire – a Maderno, e che esercitarono una significa- tiva influenza sulla devozione, testimoniata anche dalla bella e malandatissima santella posta sulla strada Regia al confine tra Ce- cina e Roina”. Da quanto sopra affermato, si comprende come la devozione mariana, già presente nella zona dal tempo della costruzione della cappella, si sia orientata, dalla seconda metà del Seicento in poi, in modo particolare ver- so le sofferenze della Vergine: ciò ha indotto gli abitanti di San Giorgio alla ristruttura- zione del piccolo edificio sacro e forse alla rato un cartiglio nel quale sono riprodotte tetto del piccolo edificio. Nel 1990 circa il Il recupero del complesso architettonico nuova dedicazione, poiché nessun elemento a caratteri lapidari le parole attribuite alla complesso architettonico è diventato pro- ha comportato l’esecuzione delle seguenti testimonia che esso fosse anticamente dedi- Vergine Addolorata: prietà delle sorelle Castellini le quali, nel opere: cato alla Madonna Addolorata. dicembre 2003, l’hanno donato al Comune - stilature delle fessurazioni; Nel Settecento la cappella e il portico furono ATENDITE ET VIDETE SI EST DOLOR di Toscolano Maderno. - rifacimento di tutti gli intonaci (esclusi ridipinti con motivi legati alla crocifissione SIMILE DOLOR MEUS. La cappella, per molto tempo, ha versato quelli della zona affreschi) con intonaco a ed alla deposizione di Cristo dalla croce e (Si deve intendere: “Attendite et videte si in uno stato di notevole degrado: in molti calce e discialbo; con la raffigurazione dei sette santi fonda- est dolor similis dolori meo”, cioè: “Osser- punti l’intonaco si era staccato, gli spigoli - rifacimento degli ancoraggi degli archi tori dell’Ordine dei Servi di Maria. vate e vedete se esiste un dolore simile al dei pilastri su cui poggiano gli archi erano (catene); L’arco interno della cappelletta è ornato da mio dolore”). sbrecciati, numerose crepe si erano aperte - pulizia e sistemazione dei coppi di co- una cornice di stucco al centro della quale nei muri. All’azione inclemente del tempo pertura; si trova una testina di angelo che doveva Al di sopra del cartiglio, entro la fascia si era aggiunto, in anni abbastanza recenti, - drenaggio a monte per l’allontanamento essere racchiusa fra due ali. Un’ala è, però, verde che delimita l’arco, è dipinta, sempre il furto di un lungo sedile di pietra che si delle acque meteoriche; scomparsa. Sulla parete di fondo è raffi- a caratteri lapidari, la scritta: trovava sul lato orientale del portico e di - posizionamento di griglie per lo scolo gurata la Madonna Addolorata incoronata due acquasantiere che erano murate nella delle acque di copertura e allontanamento/ da due angeli. La Vergine, della quale si BB. SEPTEM FUNDATORES ORDINIS facciata della cappelletta quattrocentesca. convogliamento delle stesse; intravedono a fatica i tratti, regge sulle SERVORUM BEATAE MARIAE VIRGI- Nel mese di ottobre del 2006 la Regione - sistemazione dell’acciottolato; ginocchia il Figlio deposto dalla croce. La NIS ORATE Lombardia, nell’ambito dell’Obiettivo 2 per - adattamento al livello stradale originale figura di Cristo è ancora meno visibile di (“Beati sette fondatori dell’Ordine dei Servi la valorizzazione degli itinerari escursioni- dei sedili situati sul lato orientale del portico quella di Maria. della Beata Maria Vergine pregate”). stici e storici, ha finanziato una serie di in- e della tettoia e rivestimento con lastre di L’affresco della parete meridionale, parzial- terventi finalizzati al consolidamento delle pietra della parte superiore di essi; mente conservato, rappresenta un santo che Negli affreschi della volta, di fattura assai strutture murarie dell’edificio e all’indagine - collocazione, sulla facciata della cappel- indossa una tunica celeste sopra la quale è modesta, sono rappresentati i sette santi stratigrafica del tracciato viario. I lavori di letta, di due acquasantiere, in sostituzione drappeggiato un manto marrone. Alla sua fondatori dell’Ordine. Le loro figure sono scavo hanno permesso di riportare alla luce degli antichi elementi lapidei trafugati sinistra, posati su un pilastrino, sono dipinti inserite in tre tondi e nei quattro pennacchi. l’antica pavimentazione acciottolata della alcuni anni fa; gli attributi papali, cioè la croce a tripla Negli altri due tondi sono dipinti due angeli Strada Regia, situata ad una quota inferiore - creazione di pozzetti per il collocamento traversa e la tiara. che reggono la croce, le lance, la scala e le di circa 40 cm rispetto al livello attuale, e di punti luce; La decorazione della parete settentrionale è corde, simboli della crocifissione e della di scoprire che, come già aveva ipotizzato - installazione di un contatore. quasi completamente scomparsa: le uniche deposizione di Gesù dalla croce. l’architetto Anna Brisinello, direttore dei la- È auspicabile, nell’immediato futuro, come tracce rimaste sembrano raffigurare la mitra Intorno al 1987, il signor Campagnari, vori, la lastra di pietra collocata all’ingresso ha suggerito l’architetto Brisinello, anche e il mantello di un vescovo. Alla base della proprietario della cappella, ha ceduto al della cappelletta non ne costituiva la soglia, l’esecuzione di un restauro pittorico che im- parete è, invece, ben visibile il frammento Comune di Toscolano Maderno una striscia ma corrispondeva al piano orizzontale di un pedisca l’ulteriore degrado degli affreschi dell’affresco quattrocentesco del quale si è di terreno per l’ampliamento della strada. gradino di cui, durante l’intervento, è stata e restituisca ad essi, per quanto possibile, parlato all’inizio. L’Amministrazione Comunale, per ricom- messa in luce l’alzata, al di sotto della quale l’aspetto originario. Sulla facciata della cappelletta è raffigu- pensarlo, ha provveduto al rifacimento del è affiorato un altro gradino. Letizia Erculiani

1L’Ordine dei Serviti, o Servi di Maria, fu originato dall’apparizione della Madonna Addolorata a sette pii mercanti fiorentini nel 1233. La Vergine li chiamava al suo servizio per riportare la pace nella città di Firenze sconvolta dalle lotte fra guelfi e ghibellini. La confraternita, chiamata all’inizio “Compagnia di Maria Addolorata” e in seguito “Ordine dei Servi di Maria”, ricevette un notevole impulso da Filippo Benizi, il quale, entrato nell’Ordine nel 1254, ne divenne superiore generale nel 1267. Due anni dopo egli rifiutò la proposta di elezione al pontificato per poter continuare la sua opera all’interno della congregazione. La Regola della confraternita, che si ispirava alle norme agostiniane, venne approvata in un primo tempo dal papa Clemente IV nel 1268 e definitivamente da parte di Benedetto XI l’11 febbraio 1304. Dalla Toscana l’Ordine si diffuse in molte altre regioni italiane e in numerosi paesi stranieri. Filippo Benizi fu canonizzato nel 1671.

Appuntamenti 29 APRILE: Gita a Campo e Assenza di Brenzone; 1 GIUGNO: Festeggiamenti per i 100 anni della Cartiera di Toscolano; 2 GIUGNO: Inaugurazione del Centro di Eccellenza di Maina inferiore, in Valle delle cartiere, ore 10.30; 12 GIUGNO: Serata a ricordo di Piercarlo Belotti, Salò, Istituto “C. Battisti”, ore 21. 

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