di Città Metropolitana di Milano

Verbale di Deliberazione del Consiglio Comunale

N. 31 DEL 08-10-2018

OGGETTO: PRESA D'ATTO DEI RISULTATI DEL REFERENDUM CONSULTIVO COMUNALE DEL 30 SETTEMBRE 2018 E RICHIESTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA LOMBARDIA AI SENSI DELL'ART. 7 SEXIES DELLA LEGGE REGIONALE N. 29/2006 E SS.MM.II. DI AVVIO DELL'ITER LEGISLATIVO PER LA FUSIONE DEI COMUNI DI (MI) E ZELO SURRIGONE (MI)

L'anno duemiladiciotto addì otto del mese di Ottobre, alle ore 21:00, presso la SALA CONSILIARE, convocato dal Sindaco, mediante avvisi scritti e recapitati a norma di legge, si è riunito il Consiglio Comunale in sessione ed in seduta pubblica di prima convocazione. Previo esaurimento delle formalità prescritte dalla normativa vigente, all’appello risultano presenti:

Componente Presente Assente Componente Presente Assente

RAIMONDO GABRIELLA X RESTELLI LORENZO X

PERVERSI CRISTIAN X GUERRA GIANCARLO X

COSTANTINI EMILIANO X MAIO GIUSEPPE X CHECCHINI X SESSA MAFALDA X MASSIMILIANO BONATI GIUSEPPE X DECORATO LUCIA X

CANTARELLA VANESSA X

Numero totale PRESENTI: 10 – ASSENTI: 1

Assiste all’adunanza il SEGRETARIO COMUNALE DOTT. MASSIMO EQUIZI che provvede alla redazione del presente verbale.

Essendo legale il numero degli intervenuti, GABRIELLA RAIMONDO nella sua qualità di SINDACO assume la presidenza e dichiara aperta la discussione per la trattazione dell’oggetto suindicato.

Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii.

Fatto presente che l’esposizione ed interventi sono riportati “per relationem” nella registrazione magnetica della seduta che viene assunta e conservata agli atti a cura del Segretario Comunale come parte documentale e probatoria e a disposizione dei singoli Consiglieri e degli aventi titolo (ai sensi dell’art. 54 del “Regolamento Funzionamento Consiglio comunale”)

IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO che la Legge Regionale Lombardia n. 29/2006 “Testo Unico delle Leggi Regionali in materia di circoscrizioni comunali e provinciali”, da ultimo modificata con L.R. 6 luglio 2017 n. 17, agli artt. 7 e seguenti disciplina il procedimento di fusione tra Comuni;

RICHIAMATE le deliberazioni di Consiglio Comunale di Vermezzo n. 20 del 24/05/2018 e di Zelo Surrigone n. 20 del 28/05/2018, aventi entrambe ad oggetto “Avvio della procedura per la fusione dei comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone, in provincia di Milano, ai sensi dell'art. 7bis della Legge Regionale 29/2006, modificata dalla Legge 6 luglio 2017, n. 17” con le quali si approvavano: a) il progetto per la fusione dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone; b) i quesiti referendari prescritti dall'art. 7 bis, comma 1, della L.R. 29/2006, tra cui la proposta di nominativi per il nuovo ente; c) la procedura e le modalità per la presentazione delle osservazioni sul progetto di fusione da parte della cittadinanza e degli interessati e la fissazione del relativo termine di scadenza;

RICHIAMATI ulteriormente: - le deliberazioni di Consiglio Comunale di Vermezzo n. 23 del 16/07/2018 e di Zelo Surrigone n. 24 del 16/07/2018, esecutive, con le quali sono state approvate le modifiche statutarie in tema di Refere ndum Comunali; - le deliberazioni di Consiglio Comunale di Vermezzo n. 24 del 16/07/2018 e di Zelo Surrigone n. 25 del 16/07/2018, esecutive, con le quali sono state approvate le nuove disposizioni regolamentari per lo svolgimento dei referendum comunali; - le deliberazioni di Consiglio Comunale di Vermezzo n. 27 del 04/08/2018 e di Zelo Surrigone n. 29 del 04/08/2018, con le quali si approvava il progetto di fusione definitivo e l’indizione del Refere ndum Comunale consultivo per il giorno 30/09/2018”, cui si rinvia per i dettagli, con le quali, tra l’altr o, si è dato riscontro alle osservazioni pervenute nei termini; - le convocazioni dei comizi del Sindaco di Vermezzo il 13/08/2018 e del Sindaco di Zelo Surrigone il 13/08/2018, con le quali si indicevano rispettivamente le consultazioni referendarie consultive per la f usione nei rispettivi comuni per domenica 30 settembre 2018; - le comunicazioni del Comune di Vermezzo del 06/08/2018 prot. n. 4620 e del Comune di Zelo Surrigone del 06/08/2018 prot. n. 3181 alla Prefettura di Milano, relative all’indizione del referendum consultivo comunale per la fusione dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone per domenica 30 settembre 2018;

VISTA la deliberazione di Giunta Regionale n. X/7104 del 25/09/2017 avente ad oggetto: “Modulo perl ’espressione della volontà degli aventi diritto, modalità di convocazione degli elettori ed ulteriori indic azioni operative in attuazione dell’art. 2, comma 3 della Legge Regionale 6 Luglio 2017, n. 17 (Revisi one delle procedure in materia di istituzione di nuovi Comuni e di modifica delle circoscrizioni e delle de nominazioni comunali. Modifica del Titolo II della L.R. 29/2006) – Referendum consultivo comunale ai sensi dell’articolo 7 quater della legge regionale 15 dicembre 2006 n. 29 (Testo Unico delle leggi regi onali in materia di circoscrizioni comunali e provinciali)”;

DATO ATTO che le consultazioni referendarie si sono regolarmente svolte nella giornata di DOMENICA 30 settembre 2018, in conformità con le vigenti disposizioni di legge, statutarie e regolamentari e, giusti i verbali degli Uffici Centrali per il Referendum di Vermezzo e Zelo Surrigone, che si allegano in copia rispe ttivamente, sotto la lettera “A” quello del Comune di Vermezzo e sotto la lettera “B” quello del Com une di Zelo Surrigone, al presente atto per farne parte integrante e sostanziale e dai quali emerge

che in entrambi gli enti la maggioranza dei votanti si è espressa a favore della fusione e che la denominazione del nuovo Comune, la quale complessivamente ha riportato più voti, è stata quella di “”;

VISTI gli avvisi pubblicati sul sito istituzionale del Comune il 01/10/2018, con i quali si comunicava Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii. no nei rispettivi Comuni i risultati del referendum consultivo comunale di domenica 30 settembre 2018 per la f usione che risultano così definiti:

COMUNE DI VERMEZZO 1° quesito «VOLETE CHE I COMUNI DI VERMEZZO E ZELO SURRIGONE SIANO UNIFIC ATI?» SI NO BIANCHE NULLE VOTANTI ELETTORI

942 524 0 1 1467 3062

2° quesito «Volete che il nuovo Comune sia denominato: a) VERMEZZO CON ZELO b) ZELO CON VERMEZZO c) VERMEZZO SURRIGONE d) VERMEZZELO e) VERMEZZO CON ZELO SURRIGONE

VERMEZZO ZELO CON VERMEZZO VERMEZZELO VERMEZZO BIANCHE NULLE VOTANTI ELETTORI CON ZELO VERMEZZO SURRIGONE CON ZELO SURRIGONE 513 19 416 172 139 152 56 1467 3062

Comune di ZELO SURRIGONE 1° quesito «VOLETE CHE I COMUNI DI VERMEZZO E ZELO SURRIGONE SIANO UNIFIC ATI?» SI NO BIANCHE NULLE VOTANTI ELETTORI

434 264 0 0 698 1421

2° quesito «Volete che il nuovo Comune sia denominato: a) VERMEZZO CON ZELO b) ZELO CON VERMEZZO c) VERMEZZO SURRIGONE d) VERMEZZELO e) VERMEZZO CON ZELO SURRIGONE

VERMEZZO ZELO CON VERMEZZO VERMEZZELO VERMEZZO BIANCHE NULLE VOTANTI ELETTORI CON ZELO VERMEZZO SURRIGONE CON ZELO SURRIGONE 108 135 173 77 78 89 38 698 1421

RICHIAMATI l’art. 9, del vigente Regolamento per la disciplina dei Referendum Comunali, i quali di spongono che: “comma 7: La proclamazione dei risultati è effettuata entro dieci giorni dalla data di svolgimento della consultazione. Comma 8: Il verbale dell’ufficio centrale viene trasmesso dal presidente al Sindaco per gli ulteriori adempimenti. Comma 9: Dell’esito del referendum viene data comunicazione con deliberazione del consiglio comunale.

RICHIAMATO l'art. 7 sexies della L.R. 29/2006 e ss.mm.ii, il quale dispone che: “1. All’esito della procedura di cui agli articoli 7 bis, 7 ter e 7 quater, i consigli comunali possono presentare richiesta al Presidente della Giunta regionale per la promozione della relativa procedura e per la presentazione del progetto di legge. 2. La deliberazione di richiesta, assunta a maggioranza dei componenti di ciascun consig lio comunale interessato, approva in via definitiva e uniforme i contenuti di cui all’articolo 7, comma 2 e a ttesta, ai fini della verifica dei requisiti formali da parte della Giunta regionale, la regolarità del conf ronto preliminare, ove prescritto, l’effettuazione del referendum consultivo comunale secondo le norme dello statuto e del regolamento di partecipazione, fermo restando quanto previsto agli articoli 7 quater e 7 quinquies e nel rispetto dell’articolo 133, secondo comma, della Costituzione, ne riporta gli es iti e indica l’eventuale sussistenza di contenzioso sulla regolarità delle operazioni referendarie o anc Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii. he sui risultati della votazione. 3. I comuni interessati allegano alla richiesta i verbali di proclamazi one dei risultati della consultazione referendaria, nonché ogni altra documentazione utile ai fini della de liberazione del Consiglio regionale relativa alla possibile assunzione del referendum ai sensi dell’articolo 9.”;

RITENUTO, pertanto, in adempimento alla disposizione soprarichiamata: - di approvare in via ulteriore il progetto di fusione dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone, per a ssolvere all’onere di approvare in via definitiva e uniforme i contenuti di cui all’art. 7 comma 2 della L. 29/2006 e ss.mm.ii., come prescritto dall’art. 7 sexies comma 2 della medesima, che si allega al presente atto sotto la lettera “C” per farne parte integrante e sostanziale; - di attestare, ai fini della verifica dei requisiti formali da parte della Giunta regionale, la regolarità delc onfronto preliminare con la popolazione e le parti sociali ed economiche di cui all’art. 7bis della L.R. 29/2006, avvenuto attraverso diversi incontri pubblici in entrambi i Comuni; - di attestare l’effettuazione del referendum consultivo comunale, i cui esiti sono soprariportati, sec ondo le norme dello statuto e del regolamento di partecipazione, fermo restando quanto previsto agli articoli 7 quater e 7 quinquies della L.R. 29/2006 e nel rispetto dell’articolo 133, secondo comma, de lla Costituzione; - di attestare l’insussistenza, al momento dell’approvazione della presente deliberazione, di contenzi osi sulla regolarità delle operazioni referendarie o sui risultati della votazione;

RICHIAMATI inoltre: - l'art. 9 bis della L.R. 29/2006 e ss.mm.ii, sulle spese per il confronto preliminare e per i refe rendum consultivi comunali, il quale dispone che “1. Le spese per il confronto preliminare di cui all’ articolo 7 bis sono a carico dei comuni interessati. Le spese per i referendum consultivi comunali di c ui all’articolo 7 quater sono rimborsate dalla Regione, previa attestazione, da parte dei sindaci dei c omuni interessati, della insussistenza di eventuale contenzioso o di altre condizioni che possano infici are la regolarità delle operazioni referendarie e dei risultati della votazione, inviata al Presidente del C onsiglio regionale prima dell’approvazione della deliberazione del Consiglio regionale sull’assunzi one dei referendum consultivi comunali, ai sensi dell’articolo 9, comma 1, nei limiti della disponib ilità di bilancio e secondo criteri e modalità stabiliti dalla Giunta regionale; non rientrano fra le spe se da rimborsare gli oneri conseguenti all’espletamento di funzioni per le quali le relative leggi preve dono già la competenza comunale a sostenerli; i comuni interessati all’organizzazione e allo svolgimento de lla consultazione referendaria sono tenuti a razionalizzare i servizi al fine di realizzare un significa tivo contenimento della spesa. 2. Le spese per i referendum consultivi comunali effettuati ai sensi de ll’articolo 7 quater sono rimborsate dalla Regione, nei limiti di spesa di cui al comma 1, anche qual ora il Presidente della Giunta regionale non avvii l’iniziativa legislativa di cui all’articolo 7 septies, in c aso di verifica positiva, da parte della Giunta regionale, in ordine alla sussistenza dei requisiti f ormali di cui all’articolo 7 sexies, previa attestazione, contenuta nelle deliberazioni dei consigli c omunali di richiesta di promozione della procedura di cui allo stesso articolo 7 sexies, presentata al Presidente della Giunta regionale”. - l'art. 10 della L.R. 29/2006 e ss.mm.ii, sugli adempimenti per il procedimento legislativo, il quale di spone che: “1. Il Consiglio regionale, a seguito della trasmissione dei pareri di cui all’articolo 8 alla c ompetente commissione consiliare e dell’assunzione del referendum consultivo comunale di cui all’ar ticolo 9, delibera sull’approvazione della proposta di legge. […] 4. Il Consiglio regionale delibera, di norma, in modo da consentire, in caso di approvazione, l’entrata in vigore della legge istitutiva del nuovo comune il 1° gennaio dell’anno successivo […].”;

RITENUTO, pertanto, di presentare richiesta al Presidente della Giunta Regionale per la promozi one della relativa procedura finalizzata alla presentazione del progetto di legge per la fusione dei Comu ni di Vermezzo e Zelo Surrigone e per la denominazione del nuovo Comune;

RICHIAMATE, inoltre, le disposizioni di cui all’art. 2, co. 4 della Legge Regionale 6 luglio 2017, n. 17 - “Revisione delle procedure in materia di istituzione di nuovi comuni e di modifica delle circoscrizionie delle denominazioni comunali. Modifica del Titolo II della L.R. 29/2006” relativamente alle annualità di scadenza della legislatura regionale ed in particolare alle lettere a), b) e c), di seguito riportate: “In cas o di scadenza della legislatura regionale o qualora si verifichi lo scioglimento anticipato del Consig lio regionale per fattispecie diverse da quella di cui all'articolo 126, primo comma, della Costituzione: a) le richieste di avvio dell'iniziativa legislativa, da parte dei consigli comunali interessati, al Presidented ella Giunta regionale, di cui all'articolo 7 sexies della l.r. 29/2006, come modificata dalla presente legge, s ono presentate a partire dal decimo giorno successivo alla data di proclamazione del Presidente della Giunta regionale; b) le richieste di avvio pendenti, pervenute anteriormente al decimo giorno successivo alla proclamazionedelPresidente Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii. della Giunta regionale, di cui alla lettera a), decadono; i comuni interessati possono ripresentarle a partire dal termine di cui alla lettera a); c) i progetti di legge di cui alla L.R. 29/2006 non approvati alla conclusione della legislatura decadono;taliproge tti possono essere ripresentati dal Presidente della Giunta regionale entro sei mesi dalla sua proclamazi one, con salvaguardia dei referendum consultivi già effettuati entro la conclusione della legislatura”;

VISTI: - gli artt. 117 e 133 della Costituzione; - l'art. 15 del D.Lgs. 267/2000; - l'art. 20, comma l del D.L. 95/2012, convertito in legge n. 135/2012; - la Legge Regionale 15 dicembre 2006, n. 29; - l’art. l, commi da 116 a 134, Legge n. 56/2014;

VISTO il D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, rubricato “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti loca li”, e successive modifiche ed integrazioni;

Preso atto del qui unito parere favorevole di regolarità tecnica ai sensi dell’art. 49 del Tuel 267/2000; Con la seguente votazione: Consiglieri presenti e votanti n°10 Voti favorevoli n°9 Astenuti n°1 (Guerra) Voti contrari //

DELIBERA 1) DI DARE ATTO che le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale del presente atto ed alle stesse si rinvia anche come suo contenuto motivazionale;

2) DI DARE altresì ATTO che, all’esito del Referendum Comunale Consultivo tenutosi il 30 settembre 2018 sulla fusione dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone la maggioranza dei votanti i n entrambi i Comuni si è espressa a favore della fusione e che la denominazione del nuovo Comune, la quale complessivamente ha riportato più voti, è stata quella di “Vermezzo con Zelo”, come risulta dai verbali dei rispettivi uffici centrali per il referendum che si allegano in copia al presente atto rispe ttivamente sotto la lettera “A” (per il Comune di Vermezzo), e sotto la lettera “B” (per il Comune di Zelo Surrigone) per formarne parte integrante e sostanziale;

3) DI DARE ATTO dei risultati del referendum consultivo comunale tenutosi domenica 30 settembre 2018 che risultano così definiti:

COMUNE DI VERMEZZO: 1° quesito «VOLETE CHE I COMUNI DI VERMEZZO E ZELO SURRIGONE SIANO UNIFIC ATI?» SI NO BIANCHE NULLE VOTANTI ELETTORI

942 524 0 1 1467 3062

2° quesito «Volete che il nuovo Comune sia denominato: a) VERMEZZO CON ZELO b) ZELO CON VERMEZZO c) VERMEZZO SURRIGONE d) VERMEZZELO e) VERMEZZO CON ZELO SURRIGONE

VERMEZZO ZELO CON VERMEZZO VERMEZZELO VERMEZZO BIANCHE NULLE VOTANTI ELETTORI CON ZELO VERMEZZO SURRIGONE CON ZELO Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii. SURRIGONE 513 19 416 172 139 152 56 1467 3062

Comune di ZELO SURRIGONE: 1° quesito «VOLETE CHE I COMUNI DI VERMEZZO E ZELO SURRIGONE SIANO UNIFIC ATI?» SI NO BIANCHE NULLE VOTANTI ELETTORI

434 264 0 0 698 1421

2° quesito «Volete che il nuovo Comune sia denominato: a) VERMEZZO CON ZELO b) ZELO CON VERMEZZO c) VERMEZZO SURRIGONE d) VERMEZZELO e) VERMEZZO CON ZELO SURRIGONE

VERMEZZO ZELO CON VERMEZZO VERMEZZELO VERMEZZO BIANCHE NULLE VOTANTI ELETTORI CON ZELO VERMEZZO SURRIGONE CON ZELO SURRIGONE 108 135 173 77 78 89 38 698 1421

4) DI RICHIEDERE, per l’effetto di cui ai punti precedenti al Presidente della Giunta regionale la promozi one della relativa procedura per la presentazione del necessario progetto di legge, demandando al Sindaco la trasmissione del presente atto via PEC all’indirizzo presidenzaec.regione.lombardia.it;

5) DI RIAPPROVARE il progetto di fusione dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone, che si a llega alla presente deliberazione sotto la lettera “C” per formarne parte integrante e sostanziale;

6) DI ATTESTARE il regolare svolgimento del confronto preliminare e l’effettuazione del refere ndum consultivo comunale secondo le norme dello statuto e del regolamento di partecipazione e fermo restando quanto previsto agli articoli 7 quater e 7 quinquies della L.R. 29/2006, nel rispetto dell’art. 133, secondo comma della Costituzione, nonché l’insussistenza di c ontenziosi sulla regolarità delle operazioni referendarie o sui risultati della votazione, al momento di approvazione della presente deliberazione;

7) DI DEMANDARE al Responsabile dell’Ufficio Economico e Finanziario il tempestivo a ssolvimento di ogni adempimento necessario e propedeutico alla richiesta di rimborso, nei modi ed entro i t ermini prescritti dall’art. 9 bis della L.R. 29/2006 e ss.mm.ii, delle spese sostenute da questo Com une per lo svolgimento del referendum consultivo comunale del 30 settembre 2018, ivi compresa l ’acquisizione della necessaria attestazione da parte del Sindaco sull’insussistenza di eventuali contenzi osi o di altre condizioni che possano inficiare la regolarità delle operazioni referendarie e dei risultati della votazione;

8) DI DARE ATTO che, come prescritto dalla deliberazione di Giunta Regionale n. X/7104 del 25/09/2017, i moduli con la manifestazione di voto ed i verbali di sezione saranno custoditi presso l ’archivio Comunale.

Successivamente, IL CONSIGLIO COMUNALE CONSIDERATA l’urgenza che rivestel’es

ecuzione dell’atto; VISTO l’art. 134, comma 4, del D. Lgs. 267/2000, che testualmente recita: “4. Nel caso di urgenza le de liberazioni del consiglio o della giunta possono essere dichiarate immediatamente eseguibili con il voto e spresso dalla maggioranza dei componenti”;

Con la seguente votazione: Consiglieri presenti e votanti n°10 – Voti favorevoli n°9 – Astenuti n°1 Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii. (Guerra) – Voti contrari //

DELIBERA di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4 del D.Lgs 267/2000.

Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii.

Deliberazione n. 31 del 08-10-2018

Letto, confermato e sottoscritto.

Il SINDACO Il SEGRETARIO GABRIELLA RAIMONDO DOTT. MASSIMO EQUIZI

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

[ X ] Deliberazione dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell’ art. 134, comma 4, del D.Lgs. 267/2000 e.ss.mm.ii.

[ ] Deliberazione esecutiva ad ogni effetto di legge decorso il decimo giorno di pubblicazione, ai sensi dell’art. 134, comma 3, del D.Lgs n. 267/2000 e.ss.mm.ii.

Il SEGRETARIO DOTT. MASSIMO EQUIZI

Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii. Comune di Zelo Surrigone Città Metropolitana di Milano

OGGETTO: PRESA D'ATTO DEI RISULTATI DEL REFERENDUM CONSULTIVO COMUNALE DEL 30 SETTEMBRE 2018 E RICHIESTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA LOMBARDIA AI SENSI DELL'ART. 7 SEXIES DELLA LEGGE REGIONALE N. 29/2006 E SS.MM.II. DI AVVIO DELL'ITER LEGISLATIVO PER LA FUSIONE DEI COMUNI DI VERMEZZO (MI) E ZELO SURRIGONE (MI)

P A R E R E D I R E G O L A R I T A ’ T E C N I C A (Art.49 del D.Lgs 18.08.2000 n.267 e ss.mm.ii.)

Il Responsabile del Servizio Amministrativo, ai sensi dell’art.49 del D. Lgs. 18.08.2000 n.267 e ss.mm.ii., esprime parere favorevole di regolarità tecnica attestante la regolarità e la correttezza dell'azione amministrativa. Addì, 08-10-2018 Il Responsabile del Servizio DOTT. EQUIZI MASSIMO

Eventuali note:

Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii. Comune di Zelo Surrigone

Città Metropolitana di Milano

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CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE

Deliberazione di Consiglio Comunale n° 31/2018

OGGETTO: PRESA D'ATTO DEI RISULTATI DEL REFERENDUM CONSULTIVO COMUNALE DEL 30 SETTEMBRE 2018 E RICHIESTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA LOMBARDIA AI SENSI DELL'ART. 7 SEXIES DELLA LEGGE REGIONALE N. 29/2006 E SS.MM.II. DI AVVIO DELL'ITER LEGISLATIVO PER LA FUSIONE DEI COMUNI DI VERMEZZO (MI) E ZELO SURRIGONE (MI)

Il sottoscritto Responsabile della Pubblicazione, certifica che il provvedimento viene pubblicato all’Albo Pretorio online consultabile sul Sito Ufficiale dell’Ente dal 11-10-2018 per giorni 15 consecutivi.

Zelo Surrigone, 11-10-2018

Il Responsabile della Pubblicazione

DOTT. MASSIMO EQUIZI

Documento firmato digitalmente ai sensi del D.lgs 82 del 2005 e ss.mm.ii.

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COMUNE DI VERMEZZO COMUNE DI ZELO SURRIGONE

Progetto di fusione Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone

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Redatto da: RA Revisori Associati, Mantova – via Cremona 29/a

Sommario 1. LA FUSIONE DI COMUNI ...... 5 1.1. Premessa 5 1.2. Temi generali 5 2. CONTESTO NAZIONALE E NORMATIVO ...... 9 3. IL CONTESTO TERRITORIALE DEI COMUNI INTERESSATI ALLA FUSIONE...... 19 3.1. L’Area Abbiatense nella geografia regionale 19 3.2. Accessibilità dei Comuni ai centri locali, provinciali e regionali 23 3.3. Classificazione sismica 23 3.4. Classificazione climatica 24 4. PROFILI STORICI E CULTURALI ...... 25 4.1. Comune di Vermezzo 25 4.2. Comune di Zelo Surrigone 26 5. INDICATORI SOCIO-TERRITORIALI ...... 27 5.1. Le dinamiche demografiche 27 5.2. La popolazione straniera 30 5.3. Il profilo socio-economico del Nuovo Comune 33 5.4. La popolazione “contribuente” 33 6. SERVIZI E DOTAZIONI ...... 35 6.1. Il sistema socio-sanitario 35 6.2. Il sistema scolastico 37 6.3. Le altre dotazioni e servizi 38 6.4. Biblioteche 39 6.5. Uffici postali 39 6.6. Forze dell’ordine 39

6.7. Il capitale sociale: 40 3 6.8. Le Istituzioni religiose 40 6.9. La sintesi della componente territoriale 41 7. ASPETTI AMMINISTRATIVI ...... 42 7.1. L’Istituzione di un nuovo Comune mediante la fusione 42 7.2. Il percorso istituzionale della fusione 42 7.3. La Fusione: un percorso impegnativo 43 7.4. La dimensione politico-istituzionale 43 7.5. Le opportunità della fusione 43 7.5.1. I contributi regionali e statali ...... 44 7.5.2. La fusione, il patto di stabilità e il pareggio di bilancio ...... 44 7.5.3. Le altre disposizioni previste dal D.L. 31 maggio 2010, n. 78 ...... 44 7.5.4. Le agevolazioni previste dalla legge Delrio ...... 45 7.6. Precisazioni e modalità operative. 45 7.6.1. Nomina del Commissario prefettizio ...... 45 7.6.2. Mandati dei Comuni estinti ...... 45 7.6.3. Le capacità assunzionali ...... 46 7.6.4. Il Fondo per lo sviluppo delle risorse umane e per la produttività ...... 46 7.6.5. Gli atti normativi, regolamenti, strumenti urbanistici, bilanci ...... 46 7.6.6. L’Organo di revisione contabile ...... 46 7.6.7. Lo statuto e i regolamento ...... 46 7.6.8. I bilanci e programmazione finanziaria ...... 46 7.6.9. Le aliquote tributi differenziate ...... 47 8. ASPETTI ORGANIZZATIVI E TECNICI ...... 48 8.1. La composizione della rappresentanza istituzionale 48 8.2. Organizzazione interna 48 8.2.1. Dotazione Organica ...... 48 8.2.2. Una proposta organizzativa del Comune Fuso ...... 50 8.2.3. Gli orari apertura uffici ...... 52 8.2.4. I programmi informatici ...... 52 8.2.5. I beni mobili e immobili ...... 52 8.2.6. Le partecipazioni ...... 53 9. ASPETTI FINANZIARI ...... 55 9.1. Le entrate correnti 55 9.2. Le aliquote tributi 56 9.3. I Municipi 58 9.4. Le spese correnti 61 9.5. Indebitamento 62 9.6. La spesa del personale 64 9.7. Il fondo produttività 65 10. VANTAGGI ECONOMICI ...... 67 10.1.1 Risparmi di spesa ...... 70

10.1.2 Maggiori contributi ...... 71 10.1.3 Riepilogo vantaggi economici ...... 73 4 11. I PUNTI FONDAMENTALI DA GARANTIRE E SVILUPPARE ...... 74 12. ATTIVITA’ DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE ...... 76 13. CONCLUSIONI ...... 77

1. LA FUSIONE DI COMUNI 5 1.1. Premessa

La proposta di fusione per i Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone nasce dalla volontà delle am- ministrazioni che, richiamate le esperienze relative all’Unione dei Navigli, dal 1999 al 2016, han- no ritenuto di dare avvio alla fase di valutazione della procedura che potrà portare alla fusione dei due Comuni. Tale scelta è stata valutata come l’unico percorso che potrà portare a concreti van- taggi. Nelle deliberazioni consigliari dei due Comuni (n. 4 del 8 marzo 2018 per Vermezzo e n. …. Del …. Per Zelo Surrigone) le amministrazioni, peraltro con voto unanime, hanno ritenuto che “la fusione rappresenta la migliore opportunità per colmare il deficit di personale, di competenze tecniche e di capacità amministrativa, oltre che finanziario, stante la possibilità di accedere a forme di contribuzione straordinaria, sia a livello statale che regionale e di conseguire risparmi derivanti dall’eliminazione della frammentazione nella prestazione dei servizi, ottimizzando la gestione amministrativa e miglioramento dei servizi ai cittadini”.

1.2. Temi generali La fusione di Comuni è diventata argomento politico e istituzionale di attualità sia per il rinnovato interesse prestato dal legislatore nazionale sia per le scelte di fusione compiute da un numero cre- scente di Enti locali, soprattutto in Lombardia. Le ragioni sono semplici da sintetizzare: per lo Stato la fusione è uno strumento di riordino territo- riale, per i Comuni più piccoli una soluzione in grado di offrire risparmi di gestione, semplifica- zione organizzativa e possibilità di governare il territorio in maniera coordinata. Anche restando su un livello generale è agevole ricordare i vantaggi che la fusione di più Comuni produce. È un processo che può dar luogo a migliori servizi ai cittadini, sia qualitativamente che quantitativamente, perché semplifica l’attività lavorativa all’interno della nuova “macchina” am- ministrativa e, in contemporaneo, realizza un contenimento della spesa corrente per abitante del nuovo Comune rispetto ai Comuni precedenti. Se si procede con una buona architettura del progetto di fusione non mancano infatti le economie di scala e non è difficile capirne il motivo: il contenimento dei costi può essere meglio perseguito da un’unica amministrazione di maggiori dimensioni rispetto a due o più entità piccole e non co- ordinate. Inoltre il percorso della fusione garantisce una governance effettiva al nuovo Comune perché viene confermato dalla scelta dei cittadini coinvolti con la consultazione referendaria. È in definitiva un processo che prende avvio da una “scelta politica” degli amministratori ma diventa sostanziale solo se i cittadini lo confermano con il proprio voto, consapevoli e convinti dallo sce- nario istituzionale, organizzativo e finanziario che viene loro proposto. Tali evidenze vanno rese percepibili alle Comunità con lo Studio di fattibilità e con la sua illustra- zione in occasione di assemblee pubbliche. In questi incontri si devono evidenziare gli aspetti che rendono un territorio unico e, in quanto tale, realmente adatto al processo di fusione. Insieme a

questo argomento prioritario si devono descrivere le possibilità e le prospettive che la fusione de- 6 termina, di natura finanziaria, organizzativa e di servizio per un confronto fra il prima ed il dopo l’aggregazione tra i Comuni. Rispetto alla GAO, Gestione Associata Obbligatoria (peraltro costantemente prorogata dal 2010 ad oggi), la fusione si presenta come uno strumento alternativo, definitivo e più convincente per un motivo principale. Consente di ottenere, insieme, maggior risparmio economico, effettiva semplificazione gestionale nonché una governance più solida e condivisa con i cittadini. Con la fusione i Comuni scelgono di confrontarsi su temi più sostanziali e con prospettive definitive, mettono al centro del loro confronto non solo relazioni funzionali per gestire servizi ma la discus- sione sul futuro assetto istituzionale e di governo del territorio dei due Comuni. Se comparata con l’Unione di Comuni, la fusione si rivela uno strumento più snello, che evita la moltiplicazione degli organi gestionali (consiglio, giunta e sindaco dell’unione si sommano in ca- so di Unione a quelli dei singoli Comuni) nonché i conflitti talvolta generati tra gli amministratori intorno alla ripartizione delle risorse o alla destinazione di specifici interventi. La fusione possiede un di più, proprio e specifico, in termini di volontarietà, di fiducia reciproca. Porta a ragionare su come integrare la rappresentanza politica dei Comuni aderenti, ridefinire i confini del territorio ma anche gli assetti organizzativi, economici, le risorse, il patrimonio, le re- lazioni con il contesto. Con la fusione tutto questo diventa una chiara prospettiva di assetto istitu- zionale, di sviluppo territoriale e, insieme, di miglioramento dell’offerta di servizi per i cittadini. Inoltre coinvolge subito, come valutatori e decisori di prima istanza, gli elettori. La fusione di Comuni è da alcuni anni oggetto di un rinnovato interesse da parte del legislatore in quanto stru- mento di riordino territoriale in grado di offrire in particolare ai Comuni più piccoli risparmi di gestione, semplificazione organizzativa e possibilità di una più solida azione amministrativa sul fronte dei servizi e delle politiche per il territorio. Merita al riguardo evidenziare che il processo di fusione viene anche visto come la possibilità di ottimizzare le risorse trasferite ai Comuni che sempre più si stanno contraendo. A tale contrazione è possibile rispondere con un’azione ammi- nistrativa volta alla razionalizzazione della spesa ed all’ottenimento di specifiche economie di scala.

Tabella 1: La riduzione di risorse per i Comuni italiani – Anni 2010 – 2015

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Per quanto riguarda il processo di riorganizzazione territoriale degli enti locali, in un contesto di contrazione della spesa pubblica, ha riguardato:

- l’istituzione delle città metropolitane; - il superamento delle provincie; - il superamento della frammentazione comunale, attraverso l’associazionismo intercomu- nale (convenzioni/Unioni/GAO) e le fusioni di Comuni. Di fronte all’obbligo, per gli enti locali con una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, di gestire le funzioni comunali fondamentali in un’ottica intercomunale, ma anche alla generale esigenza dei Comuni di favorire uno sviluppo territoriale che vada oltre gli attuali confini comunali, lo stru- mento della fusione appare oggi più efficace sia della GAO (Gestione Associata Obbligatoria) sia dell’Unione di Comuni. Rispetto alla GAO, infatti, la concentrazione in capo ad un unico soggetto delle competenze organizzative consente di ottenere un risparmio economico, una semplificazione gestionale e più alte performance nei servizi erogati. In merito all’Unione, invece, una delle criti- che che gli stessi amministratori locali hanno negli ultimi anni rivolto a questo strumento riguarda le difficoltà derivate dalla moltiplicazione degli organi decisionali: la presenza di consiglio, giunta e presidente dell’Unione, che va a sommarsi a quella dei singoli Comuni, se da un lato consente di mantenere in modo formale le identità locali, dall’altro appesantisce il processo decisionale, ovve- ro di presa delle decisioni, così come quello organizzativo-gestionale, ne allunga i tempi, non ne riduce in modo sostanziale i costi, ed addirittura rischia di generare un costante conflitto tra gli amministratori intorno alla ripartizione delle risorse e alle destinazioni di specifici interventi in questo o in quel Comune. L’Unione potrà diventare valido strumento, anche con evidenti vantaggi economici e organizzati- vi, se il legislatore riterrà opportuno modificare l’attuale quadro normativo prevedendo per le U- nioni “vere”, vale a dire quelle che trasferiscono tutte le funzioni e tutti i servizi, che la gestione degli enti avvenga con un unico bilancio anziché un bilancio per ogni ente che partecipa all’Unione a cui va aggiunto il bilancio della stessa Unione.

La fusione, viceversa, comporta un’integrazione completa degli enti locali coinvolti nella nuova 8 realtà comunale: integrazione che riguarda prima di tutto le forme di rappresentanza politica dei

Comuni aderenti, che risulta naturalmente ridotta nel numero di rappresentanti eletti, ma anche degli assetti organizzativi e delle risorse (umane e finanziarie).

2. CONTESTO NAZIONALE E NORMATIVO 9

2.1 Le fonti legislative concernenti la fusione di Comuni, sono costituite da: A. riferimenti normativi nazionali  l’art. 133 della Costituzione italiana  l’art. 15 del T.U.E.L. (d.lgs. 267/2000)  l’art. 1, commi 116-134 della legge Delrio (l. 56/2014)  l’art. 20 decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135; B. riferimenti normativi regionali  Legge Regionale 28 dicembre 2011 , n. 22;  Legge Regionale 27 giugno 2008, n. 19;  Legge Regionale 15 dicembre 2006, n. 29;  Legge Regionale 6 luglio 2017, n.17. 2.2 Corte dei Conti - Le fusioni di Comuni producono risparmi di spesa La Corte dei conti ha preso parte alla Audizione della Sezione delle Autonomie presso la Com- missione affari costituzionali evidenziando come la fusione di Comuni rappresenti lo strumento in cui si possono manifestare effettivi risparmi della spesa pubblica. 2.3 Le fusioni di Comuni – Profili anagrafici e finanziari La disciplina delle fusioni è attualmente contenuta nel T.U.E.L che, agli artt. 15 e 16, ha attribuito alle regioni, a norma degli articoli 117 e 133 della Costituzione, la possibilità di modificare le cir- coscrizioni territoriali dei Comuni sentite le popolazioni interessate e nelle forme previste dalle leggi regionali. Queste norme sono state poi integrate dall’art. 1, commi 116 ss., della legge n. 56/2014 (Legge Delrio). Ma solo a seguito del Decreto Legge n. 95/2012 si è registrato un rile- vante incremento delle fusioni, dovuto agli incentivi finanziari che la legislazione statale ha previ- sto al fine di incoraggiare il processo di riordino e di semplificazione degli enti territoriali. Tabella 2: le fusioni in Italia dal 2009 al 2018

di cui per N° Anni N° Fusioni incorporaz Comuni ione soppressi

2009-2011 4 13 2013 2 4 2014 24 57 2015 7 1 17 2016 29 2 75 2017 17 4 31 2018 19 1 35 Totale 102 8 232 Fonte: Tuttitalia.it

L’analisi complessiva delle fusioni è possibile disaggregarla per Regioni. Tale analisi evidenzia 10 che la Regione dove il fenomeno ha avuto la maggiore manifestazione è la Regione Trentino Alto

Adige, seguita dalla Regione Lombardia e dalla Regione Toscana. Tabella 3: le fusioni per Regione dal 2009 al 2018

Friuli Emilia Trentino Anni Calabria Campania Venezia Liguria Lombardia Marche Piemonte Toscana Veneto Romagna Alto Adige Giulia 2009-2011 1 1 2 2013 1 1 2014 4 1 9 2 7 1 2015 1 2 1 3 2016 4 2 3 18 2 2017 1 1 3 3 4 1 3 1 2018 1 1 2 1 4 5 2 1 2 Totale 2 1 10 8 1 21 6 9 13 24 7 Fonte: Tuttitalia.it La conferma che la fusione rappresenta il vero strumento di riforma della pubblica amministra- zione per contenere le risorse assegnate alla finanza locale potrebbe essere sicuramente conferma- to analizzando i singoli progetti di fusione nella sezione dedicata ai risparmi/economie di spesa ed alla razionalizzazione delle dotazioni organiche. Possiamo indicare, sia pur nel ristretto ambito di analisi indicato e al netto degli incentivi ricevuti, che le fusioni considerate hanno prodotto un ri- sparmio di spesa ampiamente superiore ai 10 milioni di euro. Il criterio dell’affiancamento dell’incentivazione regionale a quella statale sembra idoneo a favorire il riassetto istituzionale in- teso a favorire l’aggregazione e la riduzione dei Comuni. Ovviamente, il buon esito di tali proces- si rispetto agli obiettivi di riduzione della spesa e di aumento dell’efficienza gestionale dei servizi erogati dipende anche dalla corretta individuazione dell’ambito ottimale nel quale il nuovo ente si troverà ad operare. Una maggior facilità di accesso ai servizi da parte dei cittadini-utenti può rappresentare un concre- to incentivo a superare le resistenze identitarie che rappresentano le principale cause frenanti delle fusioni tra Comuni. La migliore fruibilità dei servizi, la maggior capacità contrattuale verso i for- nitori e verso le altre amministrazioni, le economie di scala derivanti dalla razionalizzazione delle risorse rappresentano ulteriori fattori incentivanti per il conseguimento degli obiettivi di maggior efficienza, efficacia ed economicità perseguiti dal legislatore.

2.4 I risultati del Ministero dell’Interno1 Se alle conclusioni raggiunte dalla Corte dei Conti associamo i risultati forniti dallo studio del Ministero dell’Interno si giunge alle medesime conclusioni. Vale a dire che il processo di fusione fra Comuni porta a risultati positivi in termini di minor spesa pro-capite e ad un miglioramento della conseguente pressione tributaria in capo ai cittadini.

1 Fonte: Ministero Interno

Dallo studio dell’analisi della “spesa pro-capite media” dei Comuni aggregati per classi dimensio- 11 nali risultano valori che assumono un andamento ad U (tabella 4): la spesa pro-capite è alta nei

Comuni di piccole dimensioni, cala per la fascia intermedia, torna a crescere per quelli di maggio- ri dimensioni. Tabella 4: spesa pro-capite media per fasce di popolazione.

Lo studio evidenzia che per le spese correnti, i piccoli Comuni tendono ad avere una spesa pro ca- pite molto più alta di quella dei Comuni tra i 5 e i 20 mila abitanti. La spesa tende poi a crescere per i Comuni più grandi. Per i piccoli Comuni le diseconomie di scala rendono maggiormente o- nerosa la gestione dei servizi. Di contro, per i Comuni di maggiore dimensione demografica esiste la necessità di un sovradimensionamento dei servizi legato alla funzione di polo di attrazione per i Comuni limitrofi. Fatti i calcoli, a livello nazionale, gli oltre 4 mila Comuni con meno di 3 mila abitanti aggregati porterebbero un risparmio di oltre 2 miliardi e mezzo di euro. 2.5 I vantaggi della fusione Il legislatore nazionale, pur mantenendo la volontarietà nel ricorso a questo strumento, ha inteso incentivarlo, a partire dalla legge n. 56 del 2014 (c.d. Legge Delrio), in modo deciso, garantendo una serie di benefici di tipo economico-finanziario ai Comuni nati da fusione. I vantaggi derivanti, prevalentemente, dalla legislazione statale e, parzialmente, da quella regiona- le, sono:

- Ottimizzazione delle risorse umane e loro conseguente specializzazione; - Riduzione amministratori; - Riduzione dei costi; - Produzione di economie di scala; - Possibilità di copertura del turn-over del personale del 100%; - Specializzazione delle risorse umane e aumento del livello di produttività; - Uniformità di procedimenti amministrativi;

Possibilità di mantenere i Municipi esistenti con rappresentanti eletti; - 12 - Maggior «peso specifico» del Comune; - Uniformità dei servizi al cittadino; - Ottimizzazione, anche da un punto di vista economico, dei sistemi informatici; - Contributi regionali (per il primo anno) se già unione; - Contributi statali (60% trasferimenti del 2010). La fusione, inoltre, consente di ottimizzare le risorse presenti all’interno dei territori dei Comuni coinvolti nella fusione: la gestione di capitali, patrimonio immobiliare e beni mobili da parte di un unico, più grande Comune permette di utilizzare al meglio le risorse disponibili e di contenere gli sprechi. Dal punto di vista dei vantaggi economici, inoltre, il passaggio da più amministrazioni a un’unica amministrazione comunale permette di ridurre i costi degli apparati amministrativi, primi fra tutti quelli legati agli organi istituzionali (sindaco, giunta e consiglio comunale), al revisore dei conti e al segretario comunale. Infine, realizzare una fusione significa dare al Comune unico nuo- ve possibilità di investimento e quindi nuove prospettive per lo sviluppo di medio-lungo periodo del territorio. Attraverso la fusione sono poi osservabili alcuni vantaggi sul fronte dell’erogazione dei servizi da parte dell’ente locale, e quindi dell’espletamento di uno dei principali doveri che il Comune ha nei confronti dei suoi cittadini. L’unificazione dei servizi all’interno di un nuovo Comune unico per- mette infatti di conseguire un miglioramento dell’offerta al cittadino e alle imprese, da un lato grazie alla generazione di economie di scala, dall’altro alla possibilità di una maggiore specializ- zazione di funzionari e tecnici all’interno del nuovo ente. Laddove prima della fusione si registra- vano difficoltà di collegamento tra i servizi erogati in territori contigui dai diversi Comuni con un conseguente dispendio notevole di risorse in termini economici ed organizzativi, dopo la fusione il raccordo tra i servizi sul territorio è completo, l’erogazione degli stessi più capillare e la risposta ai bisogni del cittadino più esaustiva. Un’ ultima osservazione è da riferirsi al destino dei contributi economici e delle agevolazioni a disposizione del nuovo Comune. L’aumento di risorse derivante dalla fusione costituisce certa- mente una boccata di ossigeno per il bilancio dell’ente, ma non deve essere sprecato: i nuovi am- ministratori si troveranno di fronte alla scelta di utilizzare le nuove risorse aumentando gli inve- stimenti o riducendo il debito pro-capite, aumentando i servizi o diminuendo la tassazione (oppure l’applicazione di tutte le “possibilità”). In merito alla riduzione della tassazione è importante evi- denziare, in quanto costituirà un beneficio per i cittadini solo nel breve periodo, utilizzare i van- taggi finanziari per allineare la tassazione nei territori coinvolti dalla fusione entro i cinque anni previsti dalla normativa vigente. La fusione è uno strumento che getta lo sguardo degli ammini- stratori nel lungo periodo: le nuove risorse potrebbero quindi essere utilizzate al meglio solo se costituiranno la base su cui pianificare un programma di investimenti destinati ad affrontare in modo strutturale le difficoltà del territorio ed a favorire il suo rilancio e sviluppo di lungo periodo.

Si pensi alla regole del pareggio di bilancio all’impossibilità di effettuare mutui salvo il ricono- 13 scimento di spazi finanziari concessi dallo Stato e/o dalla Regione. Le disposizioni normative in vigore prevedono ai Comuni nati da fusione il riconoscimento degli spazi finanziari con la conse- guenza che, ricevendo un contributo decennale, parte di tale contributo potrà essere utilizzato per finanziare la quota del mutuo contratto per la realizzazione dell’opera. Altre valutazioni sul percorso di della fusione possono essere così sintetizzate: 1. Il nuovo Comune aggregato, supera i 5.000 abitanti e sulla base della legislazione vigente si pone al riparo da vincoli futuri di Gestione associata obbligatoria. 2. La fusione dei due Comuni entra nella classe dimensionale dei 5-10 mila abitanti, in cor- rispondenza della quale risultano meglio ottimizzati, ad oggi, i costi pro- capite delle fun- zioni di amministrazione generale. È ragionevole attendersi che la fusione consentirà risparmi nella spesa oggi assorbita dalle funzioni di amministrazione, gestione e controllo, che comprendono sia le spese per gli or- gani istituzionali (in sostanza le indennità per sindaci, assessori e consiglieri), ma soprattutto quel- le per le attività di funzionamento dell’ente (gestione economica, gestione delle entrate e dei beni, organizzazione e gestione del personale) e per l’esercizio di funzioni istituzionali (ufficio tecnico, anagrafe). Trattandosi di Comuni di piccole dimensioni il risparmio atteso avrà dimensioni finanziarie con- tenute in valore assoluto, ma comunque significative, perché le risorse così recuperate potranno essere spostate o su altre voci di spesa, in particolare potranno essere utilizzate per il potenzia- mento dei servizi offerti ai cittadini, oppure come riduzione della tassazione in capo ai cittadini stessi. La crescita dimensionale, dunque, ridurrà le risorse assorbite dalle funzioni “obbligatorie” (gestionali e istituzionali), consentendo il potenziamento di quelle “accessorie” (i servizi ai citta- dini: sociale, istruzione, sicurezza…..). Potrebbero aprirsi inoltre spazi per scelte di investimento che saranno valutate dalle future amministrazioni comunali. Altro effetto positivo legato alla crescita dimensionale è la possibilità di sviluppare una maggiore specializzazione funzionale degli operatori, che di solito genera un miglioramento della qualità del lavoro svolto. Ci si attende in sostanza un miglioramento dell’equità nell’accesso ai servizi pubblici locali. Anche in questo caso, il processo di fusione ha il pregio di muoversi nella direzione giusta, in un contesto territoriale in cui il processo di aggregazione sta assumendo particolare interesse. La fusione produce un altro effetto. La maggiore capacità degli amministratori locali di leggere con più efficacia i bisogni dei cittadini e delle imprese locali e di implementare le nuove e conse- guenti politiche d'intervento. La realizzazione del Nuovo Comune oggetto di studio dovrebbe avere, altresì, il vantaggio di promuovere un virtuoso avvicinamento della scala territoriale con cui si organizzano le istituzioni locali e vengono effettuate le scelte strategiche, a quella in cui popolazione e imprese esercitano

realmente le attività quotidiane e domandano i servizi. Tale percorso dovrebbe portare il Comune 14 fuso ad intraprendere un’azione più forte, nell’ambito dello sviluppo territoriale – urbanistico ed economico, avendo la consapevolezza del “peso” assunto nell’ambito dell’area di appartenenza. A tal fine le future amministrazioni dovranno valutare come coordinare gli strumenti urbanistici in vigore. La scelta dei Municipi permette di mantenerli in vita per la prima legislatura per poi av- viarne la convergenza.

2.6 I temi locali Il risultato che deve perseguire il progetto di fusione, perché il progetto di fusione possa ritenersi utile, in primis per i cittadini, è la migliore rappresentazione delle motivazioni che spingono gli amministratori a proporlo, a prescindere dal vantaggio dei contributi statali destinati ai Comuni sorti da fusione. Tali contributi rappresentano un aspetto importante e vengono sempre richiamati in un processo di fusione ma sono un argomento secondario in quanto incentivi straordinari e non infiniti. Nel caso di Vermezzo e Zelo Surrigone ci sono più tipologie di motivazioni, peraltro ben eviden- ziate nelle deliberazioni che hanno dato avvio al processo di analisi della fusione. La prima motivazione che deve essere evidenziata deriva dal confronto più favorevole tra fusione e GAO – Gestione Associata Obbligatoria. In relazione alla normativa vigente sia il Comune di Vermezzo che il Comune di Zelo Surrigone hanno comunque di fronte a sé l’obbligo di gestire le funzioni comunali fondamentali in un’ottica intercomunale. È una prescrizione che riguarda tutti gli Enti locali con una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. La seconda motivazione è l’accesso ad una condizione di favore e di incentivazione, prevista per i Comuni che decidono di fondersi. Il legislatore nazionale, pur mantenendo la volontarietà nel ri- corso a questo strumento, ha inteso incentivarlo in vario modo, l’ultimo deciso con la legge n. 56 del 2014. Sono così garantiti una serie di benefici di tipo economico-finanziario ai Comuni nati da fusione. Anche se la dimensione economica non può essere la leva che innesca il processo, di cer- to riveste un ruolo importante nella decisione di intraprendere tale percorso. Lo studio quantifi- cherà nel dettaglio la dimensione finanziaria della premialità. La terza motivazione è quella di avviare con la fusione un processo di riorganizzazione dei due Comuni, per perseguire i vantaggi derivanti dai processi aggregativi e lasciare ai cittadini una struttura comunale più forte. Una fusione ben costruita e con buone condizioni di partenza, può consentire di ottimizzare le risorse presenti all’interno dei territori dei Comuni coinvolti. La ge- stione finanziaria, del patrimonio immobiliare e dei beni mobili da parte di un unico, più grande Comune porta ad utilizzare al meglio le risorse disponibili e a contenere gli sprechi. Il passaggio da più amministrazioni ad un’unica amministrazione comunale permette di ridurre i costi degli apparati amministrativi, primi fra tutti quelli legati agli organi istituzionali (sindaco, giunta e con- siglio comunale), al revisore dei conti e al segretario comunale. Se sono già in atto convenzioni o

accordi tra i Comuni, la fusione può permettere di renderli definitivi e farli diventare parte del 15 modello operativo del nuovo Comune.

Una buona fusione può rendere vantaggi sul fronte dell’erogazione dei servizi da parte dell’ente locale e quindi dell’espletamento di uno dei principali doveri che il Comune ha nei confronti dei suoi cittadini. Unificare i servizi all’interno di un nuovo Comune unico fornisce occasione per migliorare l’offerta al cittadino e alle imprese, innovare il modello di fornitura anche con maggio- re specializzazione dei funzionari e dei tecnici oltre che con migliore impiego dei sistemi informa- tici e delle tecnologie di gestione delle informazioni oggi disponibili. Diventano inoltre più nego- ziabili i rapporti con i fornitori. Sugli effetti delle tre argomentazioni si pensi poi al tema della destinazione dei contributi econo- mici, dei risparmi e delle agevolazioni che saranno a disposizione del nuovo Comune. Vedremo se la fusione genera nuove risorse, di che entità e se possono per esempio costituire la base su cui pianificare un programma di investimenti per sviluppare il territorio del nuovo ente, nonché, even- tualmente, per alleggerire la pressione fiscale. Abbiamo fin qui considerato le motivazioni per la fusione che interessano più da vicino i cittadini dei due Comuni. Esse sono: 1. Il confronto più favorevole tra fusione e GAO – Gestione Associa- ta Obbligatoria, 2. L’accesso a condizioni di favore e di incentivazione, 3. Costruire una struttura comunale più forte, con nuove risorse per investimenti o per minore pressione fiscale.

Con la fusione tra i due Comuni il territorio della zona omogenea “Magentino e Abbiatense” della Città Metropolitana si arricchisce dunque di un ente locale più grande e più solido, con un Comu-

ne nuovo che va ad occupare, in termine di popolazione, la 12^ posizione in luogo della 21esima e 16 25esima occupata dai Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone.

COMUNI ZONA Posizione Posizione OMOGENEA MAGENTINO Popolazione ante post E ABBIATENSE fusione fusione

ABBIATEGRASSO 32565 1 1 MAGENTA 23845 2 2 CORBETTA 18366 3 3 17364 4 4 12099 5 5 11909 6 6 9131 7 7 9063 8 8 7877 9 9 6766 10 10 6254 11 11 VERMEZZO-ZELO SURRIG 5773 12 5762 12 13 5467 13 14 4954 14 15 4867 15 16 ALABAIRATE 4708 16 17 4584 17 18 4288 18 19 4159 19 20 4113 20 21 VERMEZZO 3931 21 2401 22 22 2064 23 23 CASSINETTA DI LUGAGNAN 1911 24 24 ZELO SURRIGONE 1842 25 GUIDO VISCONTI 1658 26 25 1489 27 26 1209 28 27 1138 29 28

Parallelamente, all’interno del nuovo Comune, uno degli obiettivi da perseguire con maggiore forza è quello della promozione di una sorta di “solidarietà territoriale”: con questo termine si vuole indicare l’attenzione che ogni Comune coinvolto nella fusione è chiamato a rivolgere agli altri, promuovendo politiche pubbliche volte a limare gli squilibri dei territori che presentano più marcate difficoltà e maggiori disagi in un’ottica di coesione territoriale. Il processo di fusione, se presenta indubbie opportunità e vantaggi, allo stesso tempo, può gene- rare preoccupazioni nelle Comunità.

L’ente locale con i suoi rappresentanti è l’istituzione più vicina al cittadino, la prima a cui si fa 17 riferimento per ogni necessità: la prospettiva di un cambiamento importante, con alcuni Comuni che concludono la propria operatività per entrare a far parte di un ente nuovo e più grande, può generare nei cittadini la preoccupazione di trovarsi esposti a qualche limite rispetto alle attuali tutele o alla difficoltà di rapporti con il nuovo ente. Una seconda attenzione è legata al tema dell’identità. Perdere lo status di Comune, può far e- mergere, in una parte dei cittadini, l’impressione di non vedere più la coincidenza tra assetto amministrativo e le proprie tradizioni. Il progetto di fusione potrà far emergere eventuali difficoltà e darà indicazioni su come possano essere superate con un buon processo di fusione. Il progetto di fusione che interessa i Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone ha una buona base di partenza ed è rappresentata dall’esiguità della distanza dei due centri. Avviare un processo di aggregazione con attenzione alle potenzialità e alle criticità consente di considerare il valore degli elementi che nel tempo hanno dato una fisionomia ed una identità ai Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone: il valore prodotto dalle famiglie, dagli artigiani e dalle imprese, quanto realizzato dalle singole amministrazioni, l’identità sociale e culturale, il patri- monio fatto da beni culturali, valori territoriali e paesaggistici, infrastrutture, l’associazionismo laico e religioso, i servizi presenti, lo stato di salute finanziaria di ogni Comunità. Di tutto questo deve rimanere evidenza nel nuovo Comune ma con una logica di consolidamento e sviluppo. Sarà verificata l’aspettativa che una buona fusione è più della somma dei singoli Comuni e che il processo di fusione è impostato secondo criteri di rassicurazione, coinvolgimen- to e condivisione con i cittadini.

2.7 Obiettivi dello studio di fattibilità Con le premesse fin qui sviluppate, diventano più chiari gli obiettivi che si prefigge lo Studio di fattibilità. Sono evidenziate le motivazioni che hanno condotto gli amministratori di Ver- mezzo e Zelo Surrigone ad avviare il processo di fusione e a verificare se per ognuna emergono concrete condizioni a sostegno, piuttosto che criticità. Il primo tema è se il territorio dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone è realmente adatto al processo di fusione sia in sé che considerato come parte della più ampia zona omogenea Abbia- tense. Si procede al riguardo ad una analisi territoriale, socio- economica, del capitale sociale e dei servizi attualmente presenti per cogliere i fattori di contesto che possono risultare come e- lementi costitutivi del nuovo Comune e fornire una loro precisa caratterizzazione. Rappresenta altresì la prospettiva che la fusione dei due Comuni non è fine a se stessa. E’ aperta e può vol- gere alla creazione di una realtà amministrativa territoriale di più grandi dimensioni a cui ten- dere con le convenzioni e le Unioni prima per poi arrivare alla nascita di un Comune di grandi dimensioni.

Il secondo tema è quello della concretezza delle aspettative. Sono state espresse tre motivazioni 18 della fusione: un assetto finale più efficiente della GAO, la possibilità di accedere a vantaggi economico-finanziari e di recuperare risorse anche grazie ad una nuova “macchina comunale” più integrata. Si procede ad una simulazione del nuovo Comune, con numeri e dimensioni dei vantaggi e de- gli assetti organizzativi del Comune aggregato. Sono inoltre presentati alcuni elementi di complemento che non potevano mancare per la sin- golarità del contesto territoriale: cenni di storia amministrativa che richiamano somiglianze tra il passato ed il presente e la descrizione della dotazione storico-artistica e paesaggistica che dai Comuni proponenti può arrivare in dote al Nuovo Comune.

3. IL CONTESTO TERRITORIALE DEI COMUNI INTERESSATI ALLA FUSIONE. 19 3.1. L’Area Abbiatense nella geografia regionale

I Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone sono contigui e confinanti. Sono caratterizzati da una vi- cinanza tra loro e situati nella zona Abbiatense. Figura 1: inquadramento territoriale Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone

Fra i Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone vi è omogeneità a livello di Piano di Zona, di Agen- zia delle Entrate e di Centro Provinciale per l’Impiego. Detengono partecipazioni nella stessa so- cietà che gestisce il servizio idrico integrato. Figura 2: Il territorio dell’Area Abbiatense della zona omogenea Magentino-Abbiatense

Nel piano strategico metropolitano milanese2 il territorio in cui sono ubicati i Comuni di Vermez- 20 zo e Zelo Surrigone appartengono alla zona omogenea “magentino-abbiatense” e viene definita

“Terra di agricoltura tra produzione e fruizione”. Interessa 29 Comuni ed una superficie di 360,44 kmq con una popolazione pari a 221.557 (dati ISTAT 1.1.2017) e un numero di addetti pari a 50.690.

Merita al riguardo, stante il buon esito del progetto di fusione, le azioni concrete che i due Comu- ni potranno mettere in atto nell’ambito del PSM Milanese. Nel piano sono riportate le seguenti declinazioni suddivise per ambito di interesse: 1. Il distretto turistico agroalimentare del Magentino e Abbiatense Il territorio della Zona omogenea è utilizzato per oltre il 70% della sua estensione a fini agricoli, di cui buona parte ricompreso nel Parco Agricolo Sud Milano e nel Parco del Ticino che connota- no fortemente l’identità di questo territorio. Per questo tra gli obiettivi fondamentali è la valorizzazione dell’attività agricola, a partire dall’attuazione dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale “Milano metropoli rurale”, che vede tra i soggetti firmatari, oltre a Città metropolitana e altri soggetti, anche il Distretto neo-rurale del- le tre acque di Milano DINAMO e il Distretto Riso e Rane, che operano sul territorio del Magen- tino e Abbiatense. Grazie all’AQST è possibile partecipare ai bandi dei Programmi Operativi Re- gionali e Nazionali, finanziati dai Fondi Strutturali 2014-2020 (FEASR innanzitutto, ma anche FESR ed FSE), il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, i Programmi Europei a Gestione Diretta ed altre risorse pubbliche e private, sviluppando una serie di attività fondamentali per il territorio. A partire da questo quadro già avviato, sarà dunque centrale favorire lo sviluppo di un modello che sia in grado di integrare l’attività di produzione agricola con altre forme di sviluppo di beni e servizi per il territorio, in coerenza con le vocazioni naturali e territoriali, attraverso una solida

2 Fonte: sito Città Metropolitano, zona omogenea Magentino Abbiatense

partnership tra i Comuni della Zona omogenea, le aziende agricole locali, Città metropolitana e il 21 Parco Agricolo Sud Milano, oltre ad altri soggetti istituzionali.

Gli obiettivi possono riguardare l’innovazione di prodotto, di processo e di filiera, in ottica di a- gricoltura di prossimità; la valorizzazione e promozione del territorio e della cultura rurale; la ri- qualificazione e valorizzazione paesaggistico ambientale, anche in chiave di bio-diversità; ecc. Queste politiche aprirebbero alla concreta possibilità di valorizzazione fruitiva e turistica del terri- torio, nella logica del distretto turistico agroalimentare, con un ruolo della Zona omogenea nel contribuire a consolidare e sviluppare ulteriormente i Distretti agricoli esistenti, soprattutto nel territorio del Magentino. Ciò implica lavorare sulla filiera nel suo complesso, dove la produzione diviene il primo passaggio di una serie di azioni che intercettano distribuzione, enogastronomia e ricettività, in un progetto di valorizzazione dei percorsi tra le eccellenze del territorio e di fruizio- ne dei beni culturali e paesaggistici, a partire dal ruolo delle cascine, dalla progettazione museale, dalla realizzazione di laboratori dedicati, dall’attrazione generata da manifestazioni coordinate a scala intercomunale. 2. Un programma di mobilità per Magentino e Abbiatense Uno dei temi più sentiti dai Comuni della Zona omogenea è rappresentato dalla mobilità. Si rileva la presenza di una serie di criticità specifiche legate alla programmazione dei servizi di TPL, che creano difficoltà di connessione, in particolare con alcuni importanti servizi pubblici. Alla luce di questi elementi di valutazione, nonché in vista del varo dell’Agenzia per il TPL, la Zona omogenea si propone di avviare un progetto condiviso tra i Comuni, finalizzato a definire le priorità e gli orientamenti per lo sviluppo della mobilità nel Nord Ovest Milano. Lo strumento, configurabile come un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), è pensato per garantire una molteplicità di risultati. Due sono i principali fronti d’azione: Un progetto di ri- organizzazione del TPL, finalizzato a dotare i Comuni della Zona omogenea di adeguati strumenti di analisi e di una proposta di riorganizzazione che possa superare le attuali criticità. Fondamenta- li, in particolare, le relazioni con Milano - e quindi con la programmazione del Comune e delle sue Agenzie - e le connessioni alle principali polarità esistenti (in primo luogo poli sanitari e sco- lastici). - La programmazione, integrata tra i Comuni della Zona omogenea, degli interventi infrastruttura- li, riconsiderando le priorità di intervento in ordine ai progetti più rilevanti (la “Viabilità Compar- to Sud-Ovest” con Vigevano-Malpensa, la riqualifica della SP114 tra e la Tangen- ziale Ovest e la variante alla SS11 nel tratto Sedriano-Bareggio-), privilegiando la mo- bilità dolce, promuovendo l’integrazione delle reti ciclabili comunali oggi esistenti (a partire dal progetto “Brezza sull’acqua”, lungo il Ticino, e dalla valorizzazione delle alzaie del Canale scol- matore di nord-ovest, nel tratto dal Fontanile Nuovo Bareggio (SIC) alle alzaie del Naviglio, quale valido possibile percorso di interconnessione per lo sviluppo agrituristico), riorganizzando e valo- rizzando i nodi di interscambio.

In questo quadro, la chiave di volta viene individuata nell’intermodalità, in particolare tra gomma, 22 ferro e mobilità dolce, in una visione che possa integrare il modello “classico” con le nuove forme di “mobilità intelligente”, valutando la possibilità di promuovere l’uso di mezzi più ecologici, di tipo elettrico, e sfruttando le nuove tecnologie, utili ad esempio per attivare strumenti di infomobi- lità. Inoltre, attraverso il PUMS sarà possibile interagire in forma strutturata con la nascente A- genzia per la mobilità, che avrà il compito di programmazione del trasporto pubblico, inquadran- do in modo efficace le priorità per l’ambito. Sarà inoltre possibile attivare politiche e progetti condivisi e adeguatamente contestualizzati, che, oltre a rendere più efficiente la programmazione dei singoli Comuni, potranno offrire maggiori possibilità di attrarre investimenti e di partecipare a bandi di finanziamento di diversa natura. Il PUMS potrebbe rappresentare la prima sperimenta- zione di uno strumento operativo costruito e, in prospettiva, adottato dall’Assemblea dei Sindaci dalla Zona omogenea. 3. Lo sviluppo della cooperazione intercomunale per la semplificazione e la competi- tività Per rendere competitivo e attrattivo il territorio per le imprese e i cittadini, pur nei limiti delle pos- sibilità di azione in questo contesto, appare fondamentale sviluppare un processo orientato in for- ma più estesa all’abilitazione del sistema economico locale. In questa logica, attraverso un raffor- zamento della cooperazione intercomunale, è possibile avviare un percorso orientato alla sempli- ficazione e alla competitività, che si concentri sul funzionamento della “macchina amministrativa pubblica” e sull’erogazione di servizi. Le azioni dovranno rispondere a criteri orientati a garantire maggiore efficacia ed efficienza alle attività delle Amministrazioni, attraverso: la semplificazione dell’azione amministrativa, l’omogeneizzazione di norme, regolamenti e pratiche, la messa in comune di buone prassi ed e- sperienze, nonché l’impegno a promuovere in modo capillare lo sviluppo delle “Autostrade In- formatiche” (fibra ottica). Il primo passo prevede la predisposizione di un progetto pilota, da condividere e sviluppare in- sieme agli attori socio-economici del territorio, che si proponga il potenziamento in ordine alla di- gitalizzazione e messa in comune di alcuni servizi, a partire dalla valorizzazione delle esperienze esistenti tra i Comuni. Alcuni campi di sperimentazione riguardano ad esempio i SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive) e il catasto intercomunale, la standardizzazione della modulistica e l’omogeneizzazione dei regolamenti in materia amministrativa, edilizia, del commercio e delle attività produttive. Un ulteriore terreno di innovazione riguarda le società partecipate, altro elemento e fattore di competitività. Sempre in chiave di efficientamento dei servizi offerti, si propone di avviare un processo di riorganizzazione, al fine di mettere in comune esperienze e risorse, con particolare ri- ferimento alla gestione integrata dei rifiuti. I confini amministrativi dei due Comuni sono oggi così individuati:

 Vermezzo confina con i Comuni di Abbiategrasso, , Gaggiano, Guido Visconti, 23 Morimondo e Zelo Surrigone;

 Zelo Surrigone confina con i Comuni di Morimondo, Guido Visconti e Vermezzo.

3.2. Accessibilità dei Comuni ai centri locali, provinciali e regionali L’accessibilità nell’area è garantita dalla mobilità con mezzi privati e degli autobus di linea, gestiti dalla società di trasporto pubblico locale, che servono, pur con frequenza contenuta, tutti i centri urbani. Per quanto riguarda le relazioni e gli spostamenti locali, frai i due centri abitati, si deve rilevare che la distanza è pari a 1,1 km. La distanza dal Capoluogo di Provincia e di Regione è pari a km …; mentre la distanza da Abbia- tegrasso è pari a 5,4 km. Il Comune di Vermezzo può contare della stazione ferroviaria “Albairate-Vermezzo”.

3.3. Classificazione sismica3 La classificazione sismica del territorio nazionale ha introdotto normative tecniche specifiche per le costruzioni di edifici, ponti ed altre opere in aree geografiche caratterizzate dal medesimo rischio sismico.

In basso è riportata la zona sismica per il territorio di Vermezzo e Zelo Surrigone, indicata nell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale della Lombardia dell'11 luglio 2014 n. 2129 entrata in vigore il 10 aprile 2016.

Zona con pericolosità sismica molto bassa. Zona sismica E' la zona meno pericolosa dove le possibilità di danni sismici sono basse. 4 E' la zona meno pericolosa, dove i terremoti sono rari ed è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica.

I criteri per l'aggiornamento della mappa di pericolosità sismica sono stati definiti nell'Ordinanza del PCM n. 3519/2006, che ha suddiviso l'intero territorio nazionale in quattro zone sismiche sulla base del valore dell'accelerazione orizzontale massima (ag) su suolo rigido o pianeggiante, che ha una probabilità del 10% di essere superata in 50 anni.

3 Fonte:Tuttitalia.it

3.4. Classificazione climatica4 24 La classificazione climatica dei Comuni italiani è stata introdotta per regolamentare il funzionamento ed il periodo di esercizio degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia. In basso è riportata la zona climatica per il territorio dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone, assegnata con Decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 26 agosto 1993 e successivi aggiornamenti fino al 31 ottobre 2009.

Zona climatica E Periodo di accensione degli impianti termici: dal 15 ottobre al 15 apri- le (14 ore giornaliere), salvo ampliamenti disposti dal Sindaco.

Il grado-giorno (GG) di una località è l'unità di misura che stima il fabbisogno energetico necessario per mantenere un clima confortevole nelle abitazioni. Rappresenta la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, degli incrementi medi giornalieri di temperatura necessari per raggiungere la soglia di 20 °C. Più alto è il valore del GG e maggiore è la necessità di tenere acceso l'impianto termico. Per Vermezzo e Zelo Surrigone il grado giorno è pari a 2.586,

4 Fonte:Tuttitalia.it

4. PROFILI STORICI E CULTURALI 25

5 4.1. Comune di Vermezzo Il Comune, attraversato dal , si trova a 111 metri sul livello del mare e dista 20 chilometri dal capoluogo provinciale. Il toponimo ha un’origine alquanto discussa, ma comunque latina, per cui si ritiene che il primo insediamento sia avvenuto in età romana. Il nome potrebbe infatti derivare da “viridis medium” cioè “in mezzo al verde”, poi modificato in “Vermez”. Questa ipotesi sarebbe avvalorata dal fatto che nel circondario, là dove sorge la Cascina del Conte, pare esistesse un tempo un “verderium” o “viridarium” cioè un verziere noto per la varietà delle piante coltivate. Altra ipotesi6 dal sito probabilmente ci si deve riportare al latino “vermicius”, cioé “rosso” da cui discende la voce vermiglio col conseguente termine milanese vermecc, avente il significato di vegeto o prosperoso (Olivieri). Già prima dell’anno 1000, precisamente nel 955, il termine Vermecio appare nelle antiche perga- mene che registrano i passaggi di proprietà tra cittadini di evidente stirpe germanica, a conferma della presenza di famiglie longobarde nella nostra zona. Nell’età paleocristiana, probabilmente già nel IX secolo, venne eretta sul territorio una piccola “basilica” dedicata a San Zenone i cui resti sono stati rinvenuti durante i lavori di scavo del 1957 effettuati nell’attuale chiesa parrocchiale, intorno al 1200 sul campo erboso prospiciente la chiesa si radunavano i “capi di casa” per decidere gli affari della comunità; era nato il comune. Di fronte a questo spazio verde si ergeva il castello fortificato e presidiato da soldati stipendiati dal Comune di Milano, nell’interno di creare un avamposto difensivo in campagna. Molti nobili milanesi possedettero terreni e proprietà nel territorio di Vermezzo: ricordiamo i Del Conte, i Panigarola, i Visconti, gli Avogadro, ma la casata più rappresentativa fu quella dei Poz- zobonelli, che già dal XIII secolo aveva acquistato una posizione di tutto rispetto tra gli altri pro- prietari. A partire dal 1500 le vicende di Vermezzo si differenziano progressivamente da quelle di Abbia- tegrasso. Esso fu ceduto quale proprietà feudale da Lodovico il Moro ad Ambrogio Varese di Ro- sate. Per due secoli, sino all’avvento della dominazione austriaca, Vermezzo appartenne soltanto ai Varese, che non lo cedettero perché la sua rendita era soddisfacente e la sua posizione, vicino al Naviglio ed alla strada ad esso parallela, permetteva un facile trasporto delle merci. Lo sviluppo del paese non fu favorito dalla sua posizione piuttosto isolata: infatti la costruzione di un ponte sul Naviglio che permettesse i collegamenti con la strada per Milano e Abbiategrasso avvenne solo all’inizio del 1900.

5 Fonte: sito Comune di Vermezzo 6 Fonte: sito AVIS (tratto da Mario Comencini – Vermezzo 1995)

Fino ad allora gli abitanti che dovevano oltrepassare il Naviglio avevano dovuto accontentarsi del 26 tradizionale trasporto con la barca, unita all’altra riva da una robusta corda di canapa; per lo più i trasferimenti avvenivano a piedi lungo il Naviglio. La costruzione del Ponte in ferro, avvenuta nel 1903 scardinò questo tradizionale isolamento e portò al paese una ventata di novità. Dopo pochi anni infatti anche Vermezzo poté usufruire del tronco tranviario Milano--Abbiategrasso e nel 1925 un centinaio di operai vermezzesi si recavano quotidianamente nelle fabbriche di Milano.

4.2. Comune di Zelo Surrigone7 Il nome Zelo ha origine dal latino Agellum, che significa campo coltivato. Si puo’ quindi supporre che le origini di Zelo siano di epoca romana, quando era consuetudine da parte degli imperatori donare in premio ai legionari terreni coltivabili. Sulle ceneri del villaggio romano sorse poi un Ca- stello cinto da mura e da fossato con una chiesetta dedicata a Santa Giuliana e poche case. Fu nel secolo XIII che prese l’appellativo di Serugono, a ricordo d’una famiglia milanese che a- veva molti possedimenti a Zelo. Nell’epoca franca, Zelo fece parte del comitato di Milano: castel- lo, luogo e fondo, furono posseduti da molte famiglie nobili milanesi. Il suo territorio era formato da campi, prati, selve di castagneti, vigne con acqua, grazie anche all’antichissimo fontanile della Micschia che gia’ nell’XI secolo serpeggiava la Cascina Merina ed il suo mulino e allo scavo successivo delle rogge Longona e Sant’Ambrogio. Nel 1483 il duca Gian Galeazzo Sforza vendeva il feudo al nobile Giacomo Biglia, maestro delle entrate ducali straordinarie e nei secoli successivi passo’ ai Varese di Rosate che lo cedettero allo spagnolo Giovanni Garcia dell’Hoyo. Zelo Surrigone fa parte del Parco Agricolo Sud di Milano e la sua economia e’ ancora largamente fondata sull’agricoltura, soprattutto sulla coltivazione del riso e del mais. Molte le cascine disse- minate sul territorio alcune delle quali conservano qua e la’ qualche ricordo delle antiche architet- ture e del lavoro dei contadini.

7 Fonte: sito Avis (tratto da Mario Comencini – Vermezzo 1995)

5. INDICATORI SOCIO-TERRITORIALI 27 5.1. Le dinamiche demografiche

L’esame dell’andamento della popolazione dal 1861 al 2011 (per gli anni oggetto di censimento) e l’esame dell’andamento della popolazione dal censimento 2001 ad oggi evidenzia un andamento crescente della popolazione, con un incremento esponenziale della popolazione a partire dal 1961. La crescita è continuata anche negli anni successivi e fino ai giorni nostri. Tabella 5: censimento 1861 - 2011

andamento della popolazione dal 1861 al 2011

Il fattore popolazione è uno degli elementi portanti sul quale il progetto di fusione basa le sue fondamenta. Come avremo modo di osservare nella gestione delle spese correnti distingueremo le spese di funzionamento della macchina amministrativa, Funzione 1 (oggi Missione 1), dalle altre Funzioni caratterizzanti i servizi resi alla Comunità. La spesa per il funzionamento della macchina amministrativa rappresenta un costo che, indipendentemente dal numero di abitanti e per molte delle sue componenti, deve essere sostenuto e pertanto all’aumentare della popolazione diminui- sce la spesa per abitante. Ciò significa che la tassazione dei cittadini per una quota maggiore è de- stinata a finanziare le spese generali. Nel progetto di fusione si realizzano eliminazione di costi doppi e soprattutto la spesa della Mis- sione 1 (servizi istituzionali, generali e di gestione) viene ripartita su una popolazione maggiore riducendo in questo modo il prelievo delle entrate tributarie per finanziare le spese generali. En- trando nello specifico la situazione della popolazione dei due Comuni interessati dal progetto di fusione evidenzia alla data del 1 gennaio 2018 una popolazione pari a 5.792 abitanti. Grafico 1: Popolazione Comuni

28 L’andamento demografico della popolazione residente nei due Comuni dal 2001 al 2017 eviden- ziano per entrambi i Comuni il medesimo andamento desumibile dalla tabella di seguito riportata: Tabella 6: andamento della popolazione dal 2001 al 2017

ZELO Anno VERMEZZO SURRIGONE 2001 3.108 1.115 2002 3.373 1.135 2003 3.472 1.158 2004 3.533 1.185 2005 3.590 1.185 2006 3.690 1.168 2007 3.807 1.168 2008 3.839 1.142 2009 3.854 1.187 2010 3.897 1.377 2011 3.839 1.497 2012 3.907 1.627 2013 3.951 1.675 2014 3.938 1.711 2015 3.920 1.771 2016 3.931 1.842 2017 3943 1.849

Grafico 2: andamento popolazione 2011 - 2017

Il nuovo Comune che deriverebbe dalla fusione dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone rappresenta circa il 2,61% della popolazione dell’area Magentino-Abbiatense. In relazione ai fattori che sono la causa dell’andamento della popolazione si riporta, di seguito, la tabella che evidenzia gli indici di crescita totale, anno 2017, in relazione al dato provinciale e regionale. Tabella 7: indici demografici

Principali indici demografici calcolati sulla popolazione residente Indice di Indice di 29 Indice di Indice di carico Indice di Indice di ricambio della struttura della Indice di Anno dipendenza di figli per mortalità vecchiaia popolazione popolazione natalità(1) ENTE strutturale donna feconda (1) attiva attiva 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic 2016 94,9 48,9 104 146,2 20,9 7,6 4,8 Vermezzo 2017 98,9 48,7 118,2 149,7 21,9 - - 2016 76,7 46,2 125 112,5 15,9 17,7 5 Zelo Surrigone 2017 75,9 47,2 147,2 116,4 15,3 - -

Provincia di , 2016 161,3 56,7 129 137,3 20,3 8,4 9,2 Città Metropolitana 2017 163,1 56,8 128,7 139 20,8 - - 2016 155,7 56,2 127,7 137,8 21,4 8,1 9,4 Regione Lombardia 2017 159,1 56,5 127,9 140,4 21,9 - -

Indice di vecchiaia Rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Ad esempio, nel 2016 l'indice di vecchiaia per la Lombardia dice che ci sono 155,7 anziani ogni 100 giovani. Indice di dipendenza strutturale Rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad esempio, teoricamente, in Lombardia nel 2016 ci sono 56,2 individui a carico, ogni 100 che lavorano. Indice di ricambio della popolazione attiva Rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è minore di 100. Ad esempio, in Lombardia nel 2016 l'indice di ricambio è 127,7 e significa che la popolazione in Indice di struttura della popolazione attiva Rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa. È il rapporto percentuale tra la parte di popolazione in età lavorativa più anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni). Carico di figli per donna feconda È il rapporto percentuale tra il numero dei bambini fino a 4 anni ed il numero di donne in età feconda (15-49 anni). Stima il carico dei figli in età prescolare per le mamme lavoratrici. Indice di natalità Rappresenta il numero medio di nascite in un anno ogni mille abitanti. Indice di mortalità Rappresenta il numero medio di decessi in un anno ogni mille abitanti. Età media pp , pp g pp l'aspettativa di vita di una popolazione. L’esame della tabella evidenzia che i due comuni presentano dati decisamente migliori rispetto al dato provincila ed aldato regionale. E’ significativo l’indice di natalità del Comune di Zelo Surrigone (17,7) e l’indice di mortalità del Comune di Vermezzo (4,8). Per quanto concerne la struttura della popolazione è possibile desumere il peso della popolazione dei due Comuni oggetto dello studio di fattibilità suddiviso per fasce. Tabella 8: la popolazione suddivisa per fasce

Zelo Provincia di fasce età Vermezzo Regione Surrigone Milano da 0 a 14 anni 16,4% 18,3% 13,8% 13,9% da 15 a 64 anni 67,3% 67,9% 63,8% 63,9% oltre i 65 anni 16,3% 13,8% 22,4% 22,2% età media 41,1 39,0 44,5 44,3 Anche nell’esame della popolazione suddiviso per fasce i due Comuni mostrano un andamento decisamente diverso dal dato medio provinciale e dal dato medio regionale. In particolare si evi- denzia un’alta percentuale di popolazione compresa nella fascia fino a 14 anni ed una bassa per- centuale relativa alla popolazione compresa nella fascia oltre i 65 anni. Si desume, a fronte di tale struttura, che i due Comuni rispetto alla provincia ed alla Regione pre- sentano un’età media inferiore. Tale analisi evidenzia come le politiche territoriali saranno improntate alla luce della richiesta di servizi legata appunto alla composizione della popolazione.

30

Relativamente alla consistenza della popolazione in rapporto all’estensione territoriale (abitan- ti/kmq), è possibile desumere che il contesto dei territori dei due Comuni interessati dalla fusione risulta avere una densità di popolazione inferiore rispetto al dato medio dell’area omogenea di ap- partenenza. Densità abitanti/kmq dei due Comuni 539,29 Densità abitanti/kmq zona magentino-abbiatense 614,68

5.2. La popolazione straniera 8 Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia. L’andamento della popolazione straniera, distinto per singolo Comune oggetto del progetto di fu- sione è così rappresentato:

5.2.1 Vermezzo

8 Fonte: Tuttitalia.it

Gli stranieri residenti a Vermezzo al 1° gennaio 2017 sono 200 e rappresentano il 5,1% della po- 31 polazione residente.

La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 15,0% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall'Ecuador (13,5%) e dall'Egitto (11,0%).

5.2.2 Zelo Surrigone Gli stranieri residenti a Zelo Surrigone al 1° gennaio 2017 sono 79 e rappresentano il 4,3% della popolazione residente.

La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Repubblica Popolare Cinese con il 15,2% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Romania (13,9%).

L’esame dei dati riportati nella composizione e consistenza della popolazione straniera, anche per area di provenienza, evidenziainnanzitutto che la presenza di Comunità straniere provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, dalla Romania, dall’Ecuador e dall’Egitto Percentualmente è possibile osservare che, la percentuale della popolazione straniera sulla popolazione residente è

molto bassa rispetto al dato medio regionale (11,4%) ed al dato medio della Città Metropolitana 32 (13,9%).

5.3. Il profilo socio-economico del Nuovo Comune 33 L’economia dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone, come risulta dall’analisi del censimento delle imprese9 presentava, per ogni Comune, le seguenti attività, suddivise per categoria economi- ca (CCIAA). In particolare:

Comune di Comune di Provincia Regione Descrizione Vermezzo Zelo Surrigone di Milano Lombardia Agricoltura, silvicoltura pesca 14 8 46.243 745.156 Attività manifatturiere 24 9 96.072 490.587 Costruzioni 47 25 133.501 744.164 Commercio all'ingrosso e al 56 36 196.318 1.400.825 dettaglio; riparazione di aut... Trasporto e magazzinaggio 15 8 26.793 149.958 Attività dei servizi alloggio e 15 8 55.318 386.176 ristorazione Servizi di informazione e 11 5 25.608 118.549 comunicazione Attività finanziarie e assicurative 9 4 24.404 117.102 Attivita' immobiliari 9 1 66.611 247.550 Attività professionali, 8 5 45.690 183.456 scientifiche e tecniche Noleggio, agenzie di viaggio, 23 4 34.669 177.752 servizi di supporto alle im... Istruzione 0 1 4.639 27.500 Sanita' e assistenza sociale 1 0 6.457 37.224 Attività artistiche, sportive, di 4 0 9.757 66.348 intrattenimento e diver... Altre attività di servizi 9 4 39.539 230.834 TOTALE 245 118

In termini di sistema economico il nuovo Comune aggregato avrebbe le seguenti caratteristiche: 363 attività economiche con una prevalenza nell’ambito delle attività relative al Commercio all’ingrosso e al dettaglio a cui seguono le imprese di costruzioni.

5.4. La popolazione “contribuente”

9 Fonte: ASR – Annuario Statistico Regionale Lombardia

Di interesse è il dato relativo alle persone fisiche ed all’incidenza dei contribuenti sul totale della 34 popolazione. Il dato che emerge dall’analisi della tabella 9 evidenzia una percentuale di contri- buenti inferiori al dato provinciale e regionale; tale risultato è da leggere in relazione a quanto e- videnziato nell’analisi della popolazione per fasce di età. Vale a dire una maggior percentuale di popolazione in età scolare che conseguentemente riduce il peso della “popolazione” contribuente.

Tabella 9: la popolazione contribuente (fonte: ministero delle finanze)

Dichiaranti Comune Anno Popolazione %pop Reddito imponibile Media/Dich. Media/Pop. attivi Vermezzo 2016 2628 3.931 66,85% 63.221.734 24.057 16.083 Zelo Surrigone 2016 1205 1.842 65,42% 28.185.596 23.391 15.302 Provincia di Milano 2016 2.253.813 3.208.509 70,24% 61.638.048.258 27.348 19.211 Lombardia 2016 6.903.290 10.019.166 68,90% 164.343.928.337 23.807 16.403 Italia 2016 39.457.256 60.589.445 65,12% 797.504.978.906 20.212 13.162 Di seguito si evidenzia l’esposizione grafica ed il raffronto con i dati provinciali, regionali e stata- li:

Nello stesso paragrafo (5.1) si è evidenziato il minor peso della popolazione oltre i 65 anni. Di se- guito si riporta, tabella 10, l’analisi dell’incidenza dei “redditi da pensione” sul totale dei contri- buenti e della popolazione dei due Comuni: Tabella 10: redditi da pensione (fonte: ministero delle finanze)

Comune Anno Pensionati Popolazione %pop Reddito imponibile Media/Dich.

Vermezzo 2016 737 3.931 18,75% 14.338.170 19.455 Zelo Surrigone 2016 291 1.842 15,80% 5.395.952 18.543 Provincia di Milano 2016 783.355 3.208.509 24,41% 16.481.427.850 21.040 Lombardia 2016 2.498.838 10.019.166 24,94% 46.402.558.704 18.570 Italia 2016 14.622.078 60.589.445 24,13% 251.116.115.985 17.174

35 6. SERVIZI E DOTAZIONI

6.1. Il sistema socio-sanitario Nell’ambito dei servizi socio sanitari nel territorio dei due Comuni si rilevano le seguenti offerte di servizi: 1. Medico di Base (di Famiglia)10 Vermezzo

Cod.Reg. Medico Tipol. Distretto Comune Ovest Mila- 48177 Bighiani Marco MMG Cisliano, Vermezzo nese Ovest Mila- 22981 Cucchi Rosamaria MMG , Vermezzo nese Ovest Mila- 27302 De Pasquale Carmelo MMG Gaggiano, Vermezzo nese Ovest Mila- 46484 De Sanctis Marina PLS Vermezzo nese Ovest Mila- 15829 Ferrari Claudia MMG Gudo Visconti, Vermezzo nese Ovest Mila- 33333 Visigalli Roberta MMG Gudo Visconti, Vermezzo nese

Zelo Surrigone

Cod.Reg. Medico Tipol. Distretto Comune

Cesano Boscone, Zelo Sur- 46383 Causi Grazia MMG Rhodense rigone

08820 Lang Anna MMG Ovest Milanese Cisliano, Zelo Surrigone

2. Farmacie

Farmacia Zaffino Piazza Roma, 3 - Zelo Surrigone Farmacia Della Salute Snc Dottoressa Pivello Daniela Via Manzoni, 8 - Vermezzo

3. Collegi di accertamento per alunni disabili: gli ambiti e le sedi presenti in ATS Città Metropolitana di Milano per i Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone afferiscono ad Ab- biategrasso.

4. Servizi Socio-Sanitari fruibili nel territorio Servizi Socio-Sanitari per anziani Assistenza Domiciliare integrata Presso ogni Comune Centro Malattie a Trasmissione Ses- Prevenzione, Cura e Diagnosi delle Malattie a Tra- suale (MTS) smissione Sessuale.

10 Fonte: ATS della Città Metropolitana

Commissione Medica Locale: visite Accertamento della sussistenza dei requisiti fisici e 36 patenti psichici per il rilascio, la conferma di validità e la

revisione della patente di guida e della patente nau- tica. Consultorio Familiare Équipe – composta da assistente sociale, ginecolo- go, infermiera, ostetrica e psicologo. Igiene e Sanità Pubblica e Prevenzio- Pareri su concessioni edilizie civili e commerciali ne negli ambienti di vita Pareri per inconvenienti igienici a seguito di esposti Impiantistica Sezione Amministrativa, Ascensori, Apparecchi a pressione, Apparecchi di sollevamento, Sezione impianti elettrici Ispettorato Micologico Vigila, controlla e certifica la commestibilità dei funghi Laboratorio di Sanità Pubblica Servizio del Dipartimento di Prevenzione Medico, che esegue analisi microbiologiche e tossicologiche di alimenti e bevande, acque (destinate al consumo umano, minerali, di piscina, di balneazione, super- ficiali e reflue), cosmetici, campioni ambientali e liquidi di dialisi, a fini preventivi di salvaguardia della salute della collettività. Maternità anticipata Rilascio del Provvedimento di interdizione anticipa- ta dal lavoro in caso di gravi complicanze della gra- vidanza o di preesistenti forme morbose che si pre- sume possano essere aggravate dallo stato di gravi- danza. Prevenzione e sicurezza negli ambien- Attività di vigilanza, controllo, informazione, for- ti di lavoro mazione ed assistenza in materia di salute e sicu- rezza negli ambienti di lavoro. Protesi ed ausili e Medicina Integrati- Fornitura di ausili per incontinenti, stomizzati, pro- va tesi ed ausili per disabili, presidi per diabetici, pro- dotti per celiaci, ossigenoterapia, prescrizioni ali- menti particolari, nutrizione enterale, attivazione registro ASL per farmaci particolari. SerT Assistenza per alcol dipendenza, gioco d'azzardo patologico e dipendenze comportamentali, tossico- dipendenza. Sportello Unico per il Welfare Punto di accesso e attivazione dei servizi sociosani-

tari e sociali, mette a disposizione le informazioni 37 sulla rete dei servizi e delle strutture dedicate agli

anziani o ai disabili di tutte le età. Ufficio relazioni con il pubblico Fornisce informazioni circa i servizi socio-sanitari del Distretto di Ostiglia e raccoglie reclami, osser- vazioni e suggerimenti dei cittadini.

6.2. Il sistema scolastico Per quanto concerne il sistema scolastico, nei 2 Comuni oggetto del presente studio, sono presenti, ad oggi, le seguenti strutture: Territorio di Vermezzo: Scuola Infanzia: Via Dante, 1 Scuola primaria: Via Dante 1 Scuola secondaria di I grado: Via Carducci, 2 Il Comune di Vermezzo è anche sede dell’Istituto comprensivo G. Rodari. Territorio di Zelo Surrigone: Scuola Infanzia: Via Dante, 6 Il Comune di Zelo Surrigone è inserito nell’Istituto comprensivo G.Rodari di Vermezzo. La polarità di riferimento per le scuole di ordine superiore è rappresentata dal Comune di Abbia- tegrasso. L’esame della popolazione scolastica effettuato su base ISTAT alla data del 1.1.2017 (Fonte: Tut- titalia) è desumibile dalla tabella sotto riportata: Distribuzione della popolazione per età scolastica 2017 VERMEZZO ZELO SURRIGONE Età Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale TOTALE 0 15 14 29 13 17 30 59 1 14 16 30 15 14 29 59 2 13 13 26 13 16 29 55 3 23 18 41 8 15 23 64 4 14 20 34 10 17 27 61 5 26 28 54 14 14 28 82 214 166 380 Dalla tabella si evidenzia un numero complessivo di 380 ragazzi nell’intera area dei territori inte- ressati alla fusione. In particolare, stante la composizione delle classi, si evidenzia che i nati nel 2016 sono stati 59, i nati nel 2015 sono stati 59, i nati nel 2014 sono stati 55, i nati nel 2013 sono stati 64, i nati nel 2012 sono stati 61 ed i nati nel 2011 sono stati 82.

6.3. Le altre dotazioni e servizi 38 6.3.1 Servizio idrico integrato

Il servizio idrico integrato per entrambi i Comuni è gestito dalla società CAP HOLDING spa di cui i due Comuni sono azionisti. 6.3.2 Illuminazione pubblica Comune N. punti luce Vermezzo 568 Zelo Surrigone 311

6.3.3 Strade Comune Km strade comunali Km strade provinciali Vermezzo 16,2 2,0 Zelo Surrigone 11,0 9,5 Nel Comune di Vermezzo insistono, altresì, 7,7 km di piste ciclopedonali. 6.3.4 Raccolta differenziata Comune Raccolta differenziata Piazzola Ecologica Vermezzo si si Zelo Surrigone si si

6.3.5 Piano Governo del Territorio Comune Approvato Zelo Surrigone Delibera Consiglio Comunale n. 30 del 24/10/2013 Vermezzo Delibera Consiglio Comunale n. 25 del 25/07/2013

6.3.6 Strutture sportive Comune Struttura sportiva Sede Vermezzo Campo da Calcio con Spogliatoi – Via A. Negri Centro Sportivo Piscina comunale estiva Via G. Deledda Palestra comunale Via A. Negri Zelo Surrigone Nessuna struttura

6.3.7 Sportelli bancari Sono presenti i seguenti sportelli bancari:

- Vermezzo: Banca Monte dei Paschi di Siena Spa (MPS), Via Ponti Carmine, 14. La Banca svolge altresì il servizio di Tesoreria per il Comune di Vermezzo.

Zelo Surrigone: nel comune non risultano sportelli bancari operativi. La Tesoreria è affidata - 39 alla Banca Monte dei Paschi di Siena, agenzia di Vermezzo.

6.3.8 Mercati11 Comune Giorno Posti Vermezzo – Via Piave Venerdì 10 Zelo Surrigone – Piazza Roma Lunedì 12

6.4. Biblioteche I Comuni fanno parte del sistema bibliotecario dell’Abbiatense. La Biblioteca del Comune di Ver- mezzo è ubicata presso il Centro Civico in Via Corridoni, 46. La Biblioteca del Comune di Zelo Surri- gone è ubicata in via Cavour 7. Le Biblioteche di Vermezzo e di Zelo Surrigone fanno altresì parte del- la Fondazione Per Leggere.

6.5. Uffici postali E’ presente l’Ufficio Postale presso il Comune di Vermezzo in via Manzoni, n. 8.

6.6. Forze dell’ordine I presidi delle forze dell’ordine presenti nei Comuni oggetto dello studio si trovano a: Forza dell’ordine Sedi Carabinieri Comando Compagnia di Abbiategrasso (MI) Comando Stazione di Abbiategrasso (MI) Vigili del Fuoco Corbetta (MI), Via della Repubblica Distaccamento volontari di Abbiategrasso, Piazza V.Veneto, 2 – Abbiategrasso Polizia di Stato Milano Guardia di Finanza Compagnia di Corsico – Via Bruno Buozzi, 5 - Cor- sico

11 Fonte: Italiambulante.it

40 6.7. Il capitale sociale:

Associazionismo sportivo, ricreativo, culturale, sociale, pro loco12:

Comune Nome associazione VERMEZZO Associazione “INSIEME PER” Associazione “MONELLI FELICI” Comitato Genitori Istituto Comprensivo “G. RODARI” Comitato “AMICI DI VERMEZZO” Associazione “VIVERE VERMEZZO” Associazione “SAN FRANCESCO” Associazione “ORIZZONTI” Croce Oro Gaggiano ASD ACCADEMIA MILANESE Associazione Sportiva dilettantistica “SHOTOKAN KARATE – DO” Europesca Abbiategrasso – Sezione di Vermezzo - Associazione di promozione sociale “G. pro Sport APS” Associazione “Energie in Comune” G3A Gruppo Amici Animali Abbandonati AVIS territorio di competenza: Bubbiano- Calvignasco-Gudo Visconti-Vermezzo- Vernate-Zelo Surrigone Associazione Rosatemusica Zelo Surrigone Associazione Ciciarem un Cincinin Compagnia Teatrale “dell’Orologio” Comitato beni architettonici Pro San Galdi- no Comitato Zelo in Festa

6.8. Le Istituzioni religiose Dal punto di vista del presidio religioso, ogni Comune ha una sola parrocchia e la presenza dei sa- cerdoti nell’ambito delle Unità Pastorali. La Diocesi ha strutturato il territorio in Unità Pastorali. I Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone fanno parte dell’Unità pastorale VI – e del De- canato di Abbiategrasso.13 Parrocchia Chiese e Parrocchie

12 DGR 23 maggio 2016 n. 10-5195 – Allegato A, Art. 2 Requisiti per l'iscrizione all'albo regionale. 1. Può essere iscritta all'albo regionale l'associazione pro loco che svolga le attività previste dall'art. 12 della legge re- gionale 1° ottobre 2015 "Politiche regionali in materia di turismo e attrattività del territorio lombardo" e per la quale concorrano le seguenti condizioni: a) svolga la propria attività in un Comune nel quale non operi altra associazione pro loco iscritta all'albo regionale. Qua- lora nel Comune coesistano più località fortemente caratterizzate e distinte, possono essere riconosciute anche più asso- ciazioni pro loco in uno stesso Comune purché non operino nella medesima località

13 Fonte: sito Diocesi di Milano

Vermezzo Chiesa Parrocchiale 41 Parrocchia di San Zenone

Zelo Surrigone Chiesa Parrocchiale Parrocchia di Santa Giuliana e B.V. del Carmelo

Santo Patrono Vermezzo San Zenone Ultima Domenica di Maggio Zelo Surrigone Santa Giuliana Seconda Domenica di Settembre

6.9. La sintesi della componente territoriale Alcuni elementi emergenti della analisi territoriale restituiscono, come si è visto, caratteri, dota- zioni e patrimoni che connotano il ruolo dei due Comuni oggetto del progetto di fusione nel con- testo dell’area Abbiatense. In termini quantitativi, la superficie territoriale dei 2 Comuni oggetto dello studio di fattibilità rappresenta circa il 2,98% del territorio complessivo della Zona Omogenea Magentino- Abbiatense così individuata nell’ambito della Città Metropolitana di Milano. I 2 Comuni condividono risorse paesistico-ambientali e storico-artistiche nel contesto del territo- rio, risorse alle quali si sono negli anni agganciati percorsi di promozione territoriale e relative e- conomie turistico-ricettive. Se le dotazioni di servizi alla popolazione (scolastici, sanitari, di pre- sidio dei corpi dello Stato …) risulta essere buona, è da sottolineare una ricca articolazione del capitale sociale aggregato in forme di associazionismo tematicamente diversificato, che integra i servizi di welfare erogati dal sistema pubblico.

7. ASPETTI AMMINISTRATIVI 42 7.1. L’Istituzione di un nuovo Comune mediante la fusione

La motivazione che porta alla fusione di Comuni deve rispondere a obiettivi di sviluppo organiz- zativo, gestione dei servizi e funzioni e tendere a individuare ambiti territoriali che per ampiezza, entità demografica e attività produttive consentono un equilibrato sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. Territorialmente può essere fatta e deve riguardare territori contigui di Comuni appartenenti alla stessa provincia. La competenza di istituire nuovi Comuni è riconosciuta dal legislatore statale alle Regioni. È la legge regionale, sentite le popolazioni interessate, a disporre l’istituzione di un nuovo Comune mediante fusione. La fusione è quindi il risultato di un iter procedurale in capo alla Regione, e disciplinato con legge regionale, che può variare al variare del contesto normativo di riferimento. Ad avviare e orientare questo processo deve essere però la volontà dei cittadini e degli ammini- stratori dei Comuni interessati. 7.2. Il percorso istituzionale della fusione L’avvio del percorso che porta alla fusione è stato recentemente modificato dal Consiglio Regio- nale che, in data 6 luglio 2017 (Legge n. 17), ha introdotto nuove modalità sia per la fusione ordi- naria che per la fusione per incorporazione fra Comuni. Con le nuove procedure i Comuni interessati a intraprendere una delle iniziative al centro della legge, potranno avviare l’iter attraverso una delibera di Consiglio comunale. La legge approvata prevede, in caso di volontà di fusione tra due o più enti, una fase preliminare di confronto tra le Amministrazioni comunali coinvolte, i cittadini, le parti sociali e quelle econo- miche presenti sul territorio. Attività che deve durare almeno 60 giorni rendendo noti i contenuti del progetto sia attraverso il sito web del Comune che attraverso i consueti canali istituzionali (affissioni, Comunicazioni alla cittadinanza, assemblee pubbliche). Alla luce delle osservazioni pervenute nei 60 giorni successivi alla approvazione della delibera di avvio del procedimento per la modifica del nome o dei confini circoscrizionali, i Comuni convo- cano ed approvano eventuali controdeduzioni presentate e fissano la data del referendum consulti- vo. L’avviso di indizione del referendum deve rimanere pubblicato per almeno 45 giorni. L’articolo 9, comma 4 bis - della Legge Regionale n. 29/2006 e s.m.i., dispone che la votazione si intende favorevole in caso di conseguimento, in ogni Comune interessato, della maggioranza dei voti validi favorevolmente espressi. Indipendentemente dal numero degli elettori che ha partecipa- to, la proposta sottoposta a referendum è approvata se è stata raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

Il progetto e l’esito finale della consultazione referendaria saranno poi inviati al Presidente della 43 Giunta regionale che predispone il relativo progetto di legge da inviare al Consiglio regionale per l’approvazione della legge di fusione. Nei Comuni istituiti mediante fusione di due o più Comuni contigui lo statuto comunale prevederà forme di partecipazione attraverso organismi di consultazione o l'istituzione di municipi nei terri- tori delle Comunità di origine. Lo statuto e il regolamento disciplinano l'organizzazione e le funzioni dei municipi, potendo pre- vedere anche organi eletti a suffragio universale diretto. Si applicano agli amministratori dei mu- nicipi le norme previste per gli amministratori dei Comuni con pari popolazione (norma naziona- le). Il municipio, organismo privo di personalità giuridica, ha lo scopo di valorizzare i caratteri civici delle popolazioni locali e di operare un decentramento dei servizi comunali ed è chiamato ad esprimere un proprio parere, se previsto dallo statuto del nuovo Comune, ad esem- pio sugli strumenti urbanistici che coinvolgono il Municipio, sul bilancio di previsione e sul ren- diconto che coinvolge il Municipio e sui programmi delle opere pubbliche e sul DUP del Munici- pio. 7.3. La Fusione: un percorso impegnativo La nascita di un nuovo Comune dalla fusione di diversi enti locali è una sfida impegnativa e sti- molante per le amministrazioni coinvolte. Per questo è fondamentale che questo processo nasca e sia orientato da una forte volontà politica degli amministratori dei Comuni interessati. Ogni realtà locale ha le sue specificità, a partire dal contesto normativo regionale di riferimento. Sono diversi gli elementi che devono essere presi in considerazione per affrontare le criticità e cogliere le op- portunità che si presentano quando si intraprende questo percorso. A livello generale, si possono individuare due diversi ambiti di approfondimento delle problematiche che devono essere affron- tate in un processo di fusione tra Comuni: quello politico-istituzionale e quello tecnico. 7.4. La dimensione politico-istituzionale I fattori da considerare, valutando le opportunità e le criticità di una fusione tra Comuni in una prospettiva politica e istituzionale, sono:  le dimensioni e le caratteristiche socio-economiche degli Enti interessati;  l’abitudine o la predisposizione a cooperare e il livello di fiducia reciproca;  l’accordo tra gli amministratori coinvolti e la condivisione di una vision per il futuro Comune unico. 7.5. Le opportunità della fusione Il percorso verso la fusione di Comuni è sì un percorso impegnativo, ma insieme agli aspetti problematici e alle criticità bisogna valutare anche le opportunità che può offrire, in termini di governance e anche di praticabilità di politiche di area vasta.

Attraverso la fusione, piccoli Comuni possono acquisire una dimensione che conferisce loro 44 maggiore rappresentatività nel dialogo con gli altri soggetti politici del territorio.

L’unificazione dei servizi all’interno di un Comune unico può permettere di conseguire un miglioramento dell’offerta al cittadino grazie a economie di scala e alla possibilità di una maggiore specializzazione di funzionari e tecnici. Infine e non da ultimo, il passaggio da quattro amministrazioni (oltre all’Unione) a un’unica amministrazione comunale permette di ridurre i costi degli apparati amministrativi (organi istituzionali, revisore dei conti e segretario comunale). 7.5.1. I contributi regionali e statali Per favorire la fusione, l’articolo 15 del T.U.E.L. cui già si è fatto riferimento prevede che siano erogati ai nuovi Comuni sia contributi regionali, che contributi straordinari dello Stato. I contributi regionali dipendono dalle disposizioni normative della Regione di riferimento. Il contributo statale per le fusioni è invece attualmente disciplinato nel dettaglio dal decreto ministero dell’Interno. Il decreto prevede che ai Comuni nati da fusione nel 2014, e negli anni successivi, spetti a decorrere dal 2014 e per un periodo di dieci anni, un contributo straordinario pari al 60% (modificato dalla Legge di Stabilità 2018) dei trasferimenti erariali attribuiti ai medesimi enti per il 2010, nel limite degli stanziamenti finanziari previsti e in misura non superiore a 2 milioni di euro/anno per ogni fusione. Il contributo viene corrisposto dall’anno successivo all’istituzione del nuovo Comune a meno che questo non venga costituito entro il 1 gennaio dell’anno. In questo caso il contributo viene corrisposto sin dal primo anno di vita del nuovo Comune. 7.5.2. La fusione, il patto di stabilità e il pareggio di bilancio Fino al 2015 il Comune nato da fusione non era soggetto al patto di stabilità (ora pareggiodi bilancio) e ai suoi vincoli se non a partire dal terzo anno successivo a quello di istituzione. Tale disposizione è stata modificata dalla Legge di Stabilità 2016 che nell’introdurre come obiettivo di finanza pubblica il pareggio di bilancio ha previsto per tutti gli enti, anche per i Comuni risultanti da fusione, tale obbligo con l’eliminazione dell’esonero per i primi tre anni di istituzione del nuovo Comune. 7.5.3. Le altre disposizioni previste dal D.L. 31 maggio 2010, n. 78 Per i piccoli Comuni (inferiori a 5000 abitanti) la fusione può rappresentare una alternativa all’obbligo di gestione associata delle funzioni fondamentali previsto dal D.L. 78/2010. Con la fusione infatti, piccoli Comuni potrebbero superare la soglia dei 5mila abitanti, e conservare piena autonomia nella gestione dei loro servizi e funzioni all’interno del nuovo Ente nato da fusione.

In ogni caso, in mancanza di diversa normativa regionale, i Comuni istituiti per fusione con una 45 popolazione pari o superiore a 3mila abitanti sono esentati da tale obbligo per un mandato elettorale. 7.5.4. Le agevolazioni previste dalla legge Delrio La Legge n.. 56/2014 definisce una nuova disciplina di favore per le fusioni di Comuni e in particolare per i piccoli Comuni, prevedendo:  che al Comune risultante da fusione di piccoli Comuni si applichino in quanto compatibili le norme di maggior favore, incentivazione e semplificazione previste per i piccoli Comuni e per le Unioni di Comuni (limite assunzione personale);  che il Comune risultante da fusione possa utilizzare i margini di indebitamento consentiti dalle norme vincolistiche in materia per uno o più dei Comuni originari, anche quando dall’unificazione dei bilanci non risultino ulteriori margini di indebitamento per il nuovo Ente;  che i progetti presentati da Comuni risultanti da fusione abbiano priorità di accesso alle risorse per interventi infrastrutturali di adeguamento, ricostruzione e nuova costruzione di edifici pubblici, misure antisismiche, mantenimento reti viarie e telematiche (art.18, c.9, decreto legge n. 69/2013). 7.6. Precisazioni e modalità operative. La legge Delrio è il principale riferimento normativo, a cui si aggiungono gli interventi regionali, per quanto riguarda il percorso che porta alla costituzione di un nuovo Comune mediante fusione. Tale strumento normativo ha modificato ed integrato il D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (T.U.E.L.). 7.6.1. Nomina del Commissario prefettizio In attesa delle elezioni dei nuovi organi del Comune unico (Sindaco, Consiglio e Giunta) con Decreto del Prefetto viene nominato un Commissario che si occupa dell’amministrazione dell’Ente e che approva gli atti (Statuto del Comune, criteri di adozione di regolamenti e regolamenti) che precedono l’insediamento della nuova amministrazione. Il Commissario può essere affiancato da un Comitato consultivo dei Sindaci (dei due Comuni che hanno avviato il progetto di fusione) che senza maggiori oneri per la finanza pubblica possono coadiuvarlo sino all’elezione dei nuovi organi del Comune unico. Il Comitato è comunque consultato sullo schema di bilancio e sull’eventuale adozione di varianti agli strumenti urbanistici. Il Commissario convoca periodicamente il Comitato per aggiornarlo sulle attività programmate e quelle in corso. 7.6.2. Mandati dei Comuni estinti I consiglieri comunali cessati per effetto dell’estinzione dei Comuni derivante dalla fusione, continuano a esercitare gli incarichi esterni loro attribuiti negli organi di secondo livello di altri enti sino alla nomina dei nuovi rappresentanti. Tutti i soggetti nominati dal Comune estinto per fusione in enti, aziende, istituzioni o altri organismi continuano a esercitare il loro mandato sino alla nomina dei successori.

7.6.3. Le capacità assunzionali 46 I Comuni istituiti a decorrere dall’anno 2011 a seguito di fusione nonché le Unioni di Comuni possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 100 per cento della spesa relativa al personale di ruolo cessato dal servizio nell’anno precedente. 7.6.4. Il Fondo per lo sviluppo delle risorse umane e per la produttività Le risorse dei Comuni estinti destinate alle politiche di sviluppo delle risorse umane e alla produttività del personale confluiscono in un unico fondo del nuovo Comune avente la stessa destinazione. 7.6.5. Gli atti normativi, regolamenti, strumenti urbanistici, bilanci Salvo diversa disposizione della legge regionale, gli atti normativi, i regolamenti, i piani di governo del territorio e i bilanci dei Comuni restano in vigore, per il territorio e le popolazioni di riferimento, sino all’entrata in vigore dei corrispondenti atti del commissario o degli organi del nuovo Comune. 7.6.6. L’Organo di revisione contabile Gli organi di revisione contabile decadono dalla data di istituzione del Comune derivante dalla fusione. Sino alla nomina dell’organo di revisione contabile del nuovo Comune, le funzioni sono svolte provvisoriamente dall’organo di revisione contabile in carica nel Comune con maggior numero di abitanti. 7.6.7. Lo statuto e i regolamento In assenza di uno statuto provvisorio, sino all’entrata in vigore del nuovo statuto e del regolamento di funzionamento del consiglio comunale del Comune unico, si applicano in quanto compatibili quelli del Comune di maggiore dimensione demografica. A tal riguardo si richiamano le disposizioni previste dalla Legge Delrio (Legge n. 56/2014) ai commi: 116. In caso di fusione di uno o più Comuni, fermo restando quanto previsto dall'articolo 16 del testo unico, il Comune risultante dalla fusione adotta uno statuto che può prevedere anche forme particolari di collegamento tra il nuovo Comune e le Comunità che appartenevano ai Comuni oggetto della fusione. 117. L'articolo 15, comma 2, del testo unico è sostituito dal seguente: «2. I Comuni che hanno dato avvio al procedimento di fusione ai sensi delle rispettive leggi regionali possono, anche prima dell'istituzione del nuovo ente, mediante approvazione di testo conforme da parte di tutti i consigli comunali, definire lo statuto che entrerà in vigore con l'istituzione del nuovo Comune e rimarrà vigente fino alle modifiche dello stesso da parte degli organi del nuovo Comune istituito. Lo statuto del nuovo Comune dovrà prevedere che alle Comunità dei Comuni oggetto della fusione siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi». 7.6.8. I bilanci e programmazione finanziaria

Il Comune risultante da fusione approva il bilancio di previsione entro 90 giorni dall’istituzione o 47 dal diverso termine di proroga eventualmente previsto da apposito provvedimento. Non potendo essere approvato il bilancio del nuovo Comune entro il 31 dicembre il nuovo Comune ricade nel c.d. esercizio provvisorio disciplinato dall’art. 163 del TUEL. In considerazione che l’esercizio provvisorio si fonda sui valori delle previsioni definitive dell’ultimo bilancio di previsione approvato e che il nuovo Comune non ha esercizi precedenti, interviene, per garantire la gestione del nuovo ente in questa fase transitoria, la lettera b, del comma 125 della Legge n. 56/2014 precisando che – ai fini dell’articolo 163 del TUEL – si individua negli stanziamenti dei bilanci dei Comuni che partecipano alla fusione il riferimento sul quale procedere nel corso dell’esercizio provvisorio per la gestione provvisoria del bilancio del Comune fuso. Occorre notare il fatto che il Comune sorto da fusione si fa carico degli adempimenti spettanti ai Comuni estinti; alla luce di ciò, il nuovo Comune approva anche il rendiconto dei Comuni estinti qualora questi non vi abbiano provveduto. Il nuovo Comune subentra, altresì, agli adempimenti relativi alle certificazioni del patto di stabilità, comprese le dichiarazioni fiscali relative agli adempimenti dell’esercizio precedente. 7.6.9. Le aliquote tributi differenziate I Comuni risultanti da una fusione, anche senza l’istituzione di municipi, possono mantenere tributi e tariffe differenziati per ciascuno dei territori degli enti preesistenti alla fusione, per i primi cinque anni così come previsto dalla modifica al comma 132 della Legge delrio (Legge n. 56 del 2014)..

8. ASPETTI ORGANIZZATIVI E TECNICI 48 8.1. La composizione della rappresentanza istituzionale

La nascita del Comune unico, derivante dalla fusione, determina la formazione di un consiglio comunale sulla base della classe demografica di appartenenza che, per il caso in esame, è compresa fra i 3.000 abitanti ed i 10.000 abitanti (La L. 56/2014 all’art. 1, c. 135). Come si può osservare nella tabella di seguito riportata si osserva una consistente diminuzione della rappresentanza istituzionale derivante dalla nascita di un Comune unico in luogo dei due esistenti. Nel paragrafo relativo alla verifica dei risultati attesi dalla fusione, sia in termini di maggiori contributi che di economie di spesa, quantificheremo il risparmio effettivo. Ricordiano inoltre che, ai fini organizzativi, compete al Sindaco l’attribuzione diretta di specifiche competenze gestionali, ad esempio quelle attribuite come ufficiale di governo o rappresentante la Comunità locale, prevista espressamente nell’art. 107, c. 5, del Tuel.

RAPPRESENTANZA ISTITUZIONALE Composizione dei Consigli Comunali per i Comuni fra 3.000 e 10.000 abitanti e ipotesi “Comune Fuso”

SITUAZIONE ATTUALE DESCRIZIONI

n. n. Consiglieri Assessori n. Revisori Comune Sindaco Sindaco escluso dei conti escluso Sindaco Popolazione compresa VERMEZZO 1 12 4 1 fra 3.000 - 10.000 abitanti Popolazione fino a 3.000 ZELO SURRIGONE 1 10 2 1 abitanti TOTALE 2 22 6 2

SITUAZIONE POST FUSIONE Popolazione compresa COMUNE DOPO FUSIONE 1 12 4 1 fra 3.000 - 10.000 abitanti DIFFERENZE -1 -10 -2 -1 -14

8.2. Organizzazione interna Esaminiamo l’aspetto relativo all’organizzazione dei Comuni da un punto di vista di: 1. dotazione organica; 2. orari apertura uffici al pubblico; 3. programmi informatici. 8.2.1. Dotazione Organica Di seguito riportiamo, per mera informazione di carattere generale, le dotazioni organiche di sintesi dei singoli Comuni e la dotazione organica dell’Unione dettagliata per profilo professionale.

Tabella: dotazione organica dei Comuni per provenienza 49 Dotazione Organica alla ZELO COMUNE data dello studio di VERMEZZO SURRIGONE NUOVO fattibilità Categoria D 2 1 3 Categoria C 4 2 6 Categoria B 2 1 3 posti vacanti 2 1 3 TOTALE ANNO 10 5 15 Relativamente alla dotazione organica è bene ricordare che la funzione/servizio Polizia Locale, Protezione Civile, Sportello Unico Attività Produttive e commercio sono state trasferite all’Unione di Comuni I Fontanili. Alle informazioni riportate nella tabella è altresì importante evidenziare che i due Comuni oggetto di studio si avvalgono del medesimo Segretario comunale in convenzione con altri Comuni. Le considerazioni espresse per il segretario comunale, per il revisore dei conti avendo trasferito tutte le funzioni all’Unione è già uno anche per i singoli Comuni, valgono anche per il nucleo di valutazione o organismo indipendente di valutazione. Alcune considerazioni:  Il nuovo ente dovrà procedere a nominare il segretario, oppure stipulare apposita convenzione di segreteria risolvendo quelle in essere. Il numero di ore potrà ovviamente essere rideterminato rispetto alle precedenti convenzioni in quanto, rispetto all’attività amministrativa svolta per due Comuni, la stessa si riduce dovendo essere svolta per un solo Comune;  La presenza di servizi che necessariamente dovranno essere garantiti nei singoli territori dei Comuni che vanno a fondersi. Servizi di carattere istituzionale (esempio iservizi demografici, lo sportello per i cittadini) e servizi che specificatamente interessano un territorio. Anche se, diventando il territorio comunale più ampio ci potranno essere valutazioni organizzative su un’area più vasta anche per i servizi gestiti dall’Unione di cui i comuni fanno parte;  Le posizioni organizzative attribuite sulla base dell’organizzazione interna di ogni singolo Comune. Conoscere nel dettaglio la dotazione di personale dei Comuni prefusione permette infatti di fare scelte oculate nella riorganizzazione dei servizi all’interno del Comune unico, valutando l’adeguatezza numerica degli addetti impiegati nei diversi servizi e la necessità/possibilità di ricorrere a nuove assunzioni, in ragione delle vigenti normative. Dall’esame delle posizioni occupate nella dotazione organica e dai posti vacanti emergono le indicazioni della possibile organizzazione del nuovo Comune oltre alla possibilità di assunzione del personale nel limite della spesa.

Il grafico successivo evidenzia il riepilogo del personale suddiviso per categorie/fasce di 50 appartenenza, compreso i posti vacanti in dotazione organica.

8.2.2. Una proposta organizzativa del Comune Fuso La struttura organizzativa del Comune fuso può essere suddivisa, richiamando le disposizioni introdotte dalla Legge Bassanini in materia di separazione fra chi è chiamato ad adottare atti di indirizzo da chi è chiamato ad eseguire atti di gestione. A fine di garantire il decentramento dei servizi alle comunità dei territori dei Comuni fusi e per ampliare l’offerta di servizi ai cittadini del nuovo Comune si evidenxia la proposta di struttura organizzativa del nuoco Comune che potrebbe essere, da un punto di vista politico, corrispondente alla previsione di istituire i Municipi con i relativi organi previsti dalle disposizioni della c.d. Legge Delrio.

a. Organizzazione

 Pur con l’ obiettivo di creare, per quanto possibile e in un’ottica di economia di scala, 51 uffici “unici” deve essere prevista una territorializzazione nell’erogazione dei servizi alla

cittadinanza mediante la creazione di sportelli polifunzionali (URP) nei territori dei 2 Comuni attori. Questo potenzierebbe l’ascolto delle esigenze specifiche del cittadino e garantirebbe l’immediata erogazione di procedimenti di primo livello. E’ da evitare, per quanto possibile, sia la duplicazione che la frammentazione di un servizio, soprattutto per evitare il rischio di non riuscire a garantire la continuità del servizio in caso di assenza del personale  La specializzazione del personale è un ulteriore obiettivo realizzabile dedicando il personale esistente ad uffici unici con competenze non più frammentate. A ciò si aggiunga l’indubbia utilità degli sportelli polifunzionali che facendo da filtro all’utenza possono permettere agli altri uffici di focalizzarsi sulle proprie mansioni.  Con la riorganizzazione si possono prevedere funzioni innovative o sinora non attivate per carenza di personale e/o sua specializzazione (es. funzione in tema di contributi agli enti e alle imprese, oppure area polizia locale). Gli sportelli polifunzionali ( URP ) pensati nei presidi territoriali (municipi) sono ipotizzati come strutture snelle, orientate all’ attività di contatto con il pubblico, con un’accessibilità ampia e costituite da personale in grado di rilasciare informazioni ed erogare servizi in modo polivalente; l’ interscambiabilità del personale – da costruire con percorsi formativi ed affiancamenti ad hoc – deve essere garantita per mantenere la continuità del servizio. L’ URP sarà coordinato da un unico responsabile per quanto concerne la sua organizzazione e il rapporto con l’utenza; la dipendenza dell’ URP dai restanti uffici ( ai quali restano in capo le responsabilità del procedimento ) è di tipo funzionale, nel senso che l’ URP si rapporta ai secondi per tutte le questioni inerenti il contenuto dei procedimenti gestiti. b. Organizzazione “gestionale” La nuova proposta organizzativa dovrà essere sviluppata e completata con l’indicazione del personale e soprattutto, prevedendo l’istituzione dei Municipi, del personale destinato a funzione di front-office nei singoli uffici municipali. In particolare potranno essere previsti la costituzione di uffici di front office (sportelli per i cittadini) presente in tutti i territori dei Comuni che si fonderanno. Allo stesso modo, al fine di ottimizzare le risorse, potranno essere previsti uffici di back office volti anche a contenere la spesa in materia di servizi e strutture informatiche, oltre ad una gestione economica del materiale di consumo che negli anni a venire potrà portare ad ulteriori economie di scala. Gli uffici di front office sono rappresentati dallo sportello presente presso ogni municipio ed in grado di fornire le seguenti indicazioni:

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Ogni sportello sarà gestito da personale avente specifiche competenze raccoglierà le istanze e la documentazione e fornirà le risposte immediate. Le pratiche e le autorizzazioni saranno ritirate dai cittadini ed imprse direttamente presso lo sportello. Le domande, le istnze e le richieste di pareri e autorizzazioni saranno trasmesse all’ufficio di back office che elaborerà e tratterà i documenti ricevuti fornendo le necessarie risposte. 8.2.3. Gli orari apertura uffici Nella organizzazione del Comune fuso si dovrà garantire, almeno, il medesimo servizo a favore dei cittadini in termine di attività di apertura degli uffici. Dall’esame della dotazione organica dell’ente dovranno essere individuati i servizi e le funzioni che potranno essere concentrate in un medesimo ufficio, in quanto la loro attività non prevede il contatto con il pubblico, dei servizi che prevedono uno sportello a favore dei cittadini. In questo modo si potranno organizzare gli uffici, individuare i responsabili di procedimento e di posizione organizzativa, previa stesura di apposito regolamento. 8.2.4. I programmi informatici L’aspetto della struttura del software e dell’hrdware rappresenta, unitamente al “livello” di connessione un elemento assolutamente importante poiché le sedi territoriali del Comune fuso devono essere in grado di avere un sistema informatico collegato al server centrale o alla “nuvola” che possa fornire tutte le risposte, anche in termine di stampa dei certificati o di gestione delle posizioni contributive dei singoli cittadini. E’ fuor di dubbio che con la fusione dovremo avere una unica unità centrale e un unico contratto di manutenzione e assistenza anziché due, considerando anche l’Unione. Sono stati analizzati i contratti di assistenza in essere, distinti per tipologia di programmi, per società. Pertanto il Comune nuovo derivante da fusione adotterà ed affiderà ad un’unica società il servizio informatico e la fornitura degli applicativi gestionali con un indubbio risparmio di spesa. 8.2.5. I beni mobili e immobili In questa sezione si richiamano gli inventari dei beni mobili e immobili dei due Comuni che evidenziano il patrimonio dell’ente (tabella). Su tali beni dovranno essere messe in atto tutti gli atti per il trasferimento al nuovo Comune. In particolare per gli immobili ed i beni mobili registrati (autovetture, autocarri, motocicli, imbarcazioni) dovranno essere valutate tutte le operazioni di trascrizione nei registri (es. conservatoria) del nuovo intestatario (Comune fuso). Si richiama, relativamente al trasferimento dei beni al nuovo Comune, l’articolo 1, comma 128: “L'istituzione del nuovo Comune non priva i territori dei Comuni estinti dei benefici che a essi si riferiscono, stabiliti in loro favore dall'Unione europea e dalle leggi statali. Il trasferimento della

proprietà dei beni mobili e immobili dai Comuni estinti al nuovo Comune è esente da oneri 53 fiscali”.

Tabella: il riepilogo dei beni immateriali e materiali

VERMEZZO ZELO SURRIGONE DESCRIZIONE al 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2016

IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 52.599,59 8.567,76

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 7.532.347,42 4.267.269,24

1) Beni demaniali 2.932.187,21 1.440.809,34

Terreni 11.121,36 Fabbricati 602.033,66 10.370,01 Infrastrutture 2.330.153,55 1.419.317,97 altri beni demaniali 4.600.160,21 2.826.459,90 2) Altre immobilizzazioni materiali Terreni 44.790,93 Fabbricati 4.503.769,51 2.814.284,77 Impianti e macchinari 23.231,07 11.250,00 Attrezzature industriali e commerciali 19.113,99 315,28 Mezzi di trasporto 150,59 Macchine perufficio e hardware 965,00 32,06 Mobili e arredi 4.320,24 577,79 Altri beni materiali 3.818,88

3) Immobilizzazioni in corso TOTALE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI E 7.584.947,01 4.275.837,00 MATERIALI

8.2.6. Le partecipazioni Nel paragrafo precedente sono stati richiamati gli inventari dei singoli Comuni, che evidenziano i beni immateriali, i beni materiali suddivisi in beni immobili ed immobili. Gli enti locali nell’inventario e nello stato patrimoniale riportano altresì le partecipazioni finanziarie detenute nelle società di capitali e nei consorzi o aziende speciali. Nel processo di fusione diventa importante conoscere il peso delle partecipazioni per il ruolo che il Comune potrà esercitare in seno all’assemblea e per gli impegni, anche finanziari che dovrà assumere. Nel processo di fusione sarà necessario Comunicare alla governance delle partecipate l’avvenuta nascita del nuovo ente al fine di attribuire le azioni o le quote all’ente stesso.

Comune ZELO 54 SOCIETA' PARTECIPATE VERMEZZO da SURRIGONE FUSIONE CAP HOLDING SPA 0,208% 0,0516% 0,260% S.A.S.O.M. SRL 9,1930% 3,0640% 12,257%

9. ASPETTI FINANZIARI 55 In vista di una fusione di Comuni un altro interessante ambito di indagine è quello economico- finanziario, attraverso una analisi dei dati contabili e del loro andamento in un periodo di riferimento, elaborato utilizzando i rendiconti finanziari di competenza o, in alternativa i bilanci di previsione assestati. Attraverso una somma lineare dei bilanci (senza quindi tener conto di eventuali maggiori o minori oneri) si possono determinare le entità che saranno aggregate in un unico ente. Calcolare una serie di indicatori in percentuale o in valore assoluto che permettono, pur con la dovuta prudenza, un ulteriore confronto. 9.1. Le entrate correnti In merito alle entrate correnti una analisi particolare merita l’esame della situazione relativa alle entrate tributarie nei singoli Comuni.

VERMEZZO ZELO SURRIGONE ENTRATE Rendiconto Rendiconto Rendiconto Rendiconto ENTRATE CORRENTI 2016 2017 2016 2017 Imposte, tasse e proventi assimilati 1.304.115,38 1.374.373,37 560.455,22 642.632,72 Compartecipazione tributi Fondi perequativi da Amministrazioni Centrali 389.568,82 375.593,91 143.752,60 146.000,00 Entrate Correnti di natura tributaria 1.693.684,20 1.749.967,28 704.207,82 788.632,72 Trasferimenti correnti da amministrazioni pubbliche 252.247,28 178.745,77 44.437,82 62.789,16 Trasferimenti correnti da imprese Trasferimenti correnti 252.247,28 178.745,77 44.437,82 62.789,16 Vendita di beni e servizi proventi derivanti dala gestione di beni 158.075,09 269.223,13 98.104,72 116.610,11 Proventi derivanti dall'attività di controllo e repressione 4.301,63 3.241,17 Interessi attivi 16,21 0,73 298,35 739,40 Altre entrate e redditi di capitale Rimbori e altre entrate correnti 129.521,00 251.787,83 10.987,54 14.720,06 Entrate Extratributarie 287.612,30 521.011,69 113.692,24 135.310,74 TOTALE ENTRATE CORRENTI 2.233.543,78 2.449.724,74 862.337,88 986.732,62 Dall’esame della tabella è possibile, considerando il numero di abitanti, determinare la pressione tributaria per abitante in ogni Comune e la pressione tributaria risultante dal Comune nato dalla Fusione. Pressione tributaria 2016

ZELO ENTRATE VERMEZZO CONSOLIDATO SURRIGONE Imposte, tasse e proventi assimilati 2016 1.304.115,38 560.455,22 1.864.570,60 pressione tributaria per abitante 2016 331,75 304,26 322,98 ABITANTI AL 1 gennaio 2018 3.931 1.842 5.773 Questi valori possono essere evidenziati, con una maggiore caratterizzazione, nell’esposizione grafica di seguito riportata:

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Pressione tributaria 2017

ZELO ENTRATE VERMEZZO CONSOLIDATO SURRIGONE Imposte, tasse e proventi assimilati 2017 1.374.373,37 642.632,72 2.017.006,09 pressione tributaria per abitante 2017 348,56 347,56 348,24 ABITANTI AL 1 gennaio 2018 3.943 1.849 5.792 Questi valori possono essere evidenziati, con una maggiore caratterizzazione, nell’esposizione grafica di seguito riportata:

9.2. Le aliquote tributi Di seguito viene esposta la situazione al 2018 delle aliquote riferite all’IMU, alla TASI ed all’Addizionale comunale IRPEF al fine di prendere visione della consistenza delle aliquote per ogni Comune e della differente politica tributaria da ogni singolo ente applicata. Pur rilevando che la legge di stabilità 2017 ha previsto la non assoggettabilità a TASI per le abitazioni principali (con la trasformazione dell’entrata tributaria in un maggiore trasferimento dello Stato a favore dei Comuni) è opportuno ricordare che la Fusione porta alla costituzione di un Comune unico e pertanto le aliquote dovranno essere uniformate.

ALIQUOTE IMU ANNO 2017 VERMEZZO ZELO SURRIGONE 57 abitazioni principali Ctg. A1, A8 e A9 + 0,40% 0,50% pertinenze terreni agricoli, aree fabbricabili e fabbricati 0,91% 0,91% diversi dai precedenti Detrazione € 200,00 € 200,00

ALIQUOTE TASI ANNO 2017 VERMEZZO ZELO SURRIGONE abitazioni principali Ctg. A1, A8 e A9 (ed una 0,10% 0,15% pertinenza) fabbricati rurali ad uso strumentale ctg. D10 0,10% 0,10% altri immobili 0,10% 0,15% % a carico del possessore diverso dal 20% 20% proprietario

ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF ANNO 2017 ALIQUOTE ESENZIONE FINO A VERMEZZO 0,65% 10.000,00 ZELO SURRIGONE 0,60% L’esposizione grafica permette di meglio osservare gli scostamenti fra aliquote e fra Comuni.

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Nota: Tributi comunali (modifiche introdotte dal DL n.50/2017): Comma 132 Legge Delrio: I Comuni risultanti da una fusione possono mantenere tributi e tariffe differenziati per ciascuno dei territori degli enti preesistenti alla fusione non oltre il quinto esercizio finanziario del nuovo Comune. Ai fini dell’applicazione delle disposizioni di cui al primo periodo non sono considerati gli esercizi finanziari in cui l’efficacia degli aumenti dei tributi o delle addizionali è sospesa in virtù di previsione legislativa. Prima della modifica sopra richiamata per mantenere per un mandato amministrativo tributi e tariffe differenziate per ciscun territorio era obbligatorio prevedere l’istituzione dei Municipi. Tale norma si ritiene chiarisca in via definitiva la possibilità, anche per le fusioni per incorporazione, di mantenere aliquote tributarie differenziate anche per i Comuni incorporati.

9.3. I Municipi

Il legislatore ha previsto, all’art. 16 del D.Lgs. 267/2000, l’istituto dei Municipi tramite il quale 59 “nei Comuni istituiti mediante fusione di due o più Comuni contigui lo statuto comunale può prevedere l’istituzione di municipi nei territori delle Comunità di origine o di alcune di esse”. Il Municipio non costituirebbe un nuovo ente, cioè un’entità dotata di personalità giuridica autonoma, bensì un organo di decentramento burocratico – amministrativo del Comune. La normativa prevede che la competenza dei Municipi possa avere un carattere partecipativo o consultivo o di amministrazione attiva. Allo statuto o ai regolamenti comunali è rimessa l’individuazione delle funzioni e la definizione delle modalità di organizzazione. In sintesi, con la nuova elastica formulazione dell’istituto dei Municipi, è lo statuto a dover regolarne l’organizzazione e le funzioni, compresa l’istituzione di organi. La legge prevede inoltre la possibilità di eleggere a suffragio universale diretto rappresentanti dei Municipi istituiti in corrispondenza delle Comunità di origine. Le amministrazioni che hanno avviato il processo di fusione possono procedere all’approvazione di una bozza di statuto conforme prevedendo, se ritengono di avvalersi di tale facoltà, l’istituzione dei municipi. La presente ipotesi è formulata per permettere una transizione al Comune Unico senza sacrificare il senso di identità della Comunità fuse. È un obiettivo di primaria importanza, ritenuto in modo condiviso come pregiudiziale per il prosieguo positivo del progetto di fusione. L’articolo 15 del d.lgs. 267/2000, nel normare il procedimento di fusione dei Comuni prevede, tra l’altro:

Articolo 15 Modifiche territoriali, fusione ed istituzione di Comuni 1. (…) 2. I Comuni che hanno dato avvio al procedimento di fusione ai sensi delle rispettive leggi re- gionali possono, anche prima dell'istituzione del nuovo ente, mediante approvazione di testo conforme da parte di tutti i consigli comunali, definire lo statuto che entrerà in vigore con l'istituzione del nuovo Comune e rimarrà vigente fino alle modifiche dello stesso da parte degli organi del nuovo Comune istituito. Lo statuto del nuovo Comune dovrà prevedere che alle Comunità dei Comuni oggetto della fusione siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi. (…). L’articolo 16 è ulteriormente esplicativo: Articolo 16 Municipi 1. Nei Comuni istituiti mediante fusione di due o più Comuni contigui lo statuto comunale può prevedere l'istituzione di municipi nei territori delle Comunità di origine o di alcune di esse. 2. Lo statuto e il regolamento disciplinano l'organizzazione e le funzioni dei municipi, po- tendo prevedere anche organi eletti a suffragio universale diretto. Si applicano agli ammi- nistratori dei municipi le norme previste per gli amministratori dei Comuni con pari popolazio- ne.

Tra le differenti modalità possono portare ad individuare, previo recepimento nello statuto dell’ente:  l’istituzione della figura di rappresentanti del municipio di nomina sindacale;  il decentramento organizzativo e dei servizi, senza prevedere organi di rappresen- tanza politico-amministrativa;

 l’istituzione di municipi con competenze a geometria variabile sulla base delle previsioni 60 dello statuto (organi consultivi, organi con competenze tipiche dei consigli di circoscri-

zione, organi deputati a formulare pareri obbligatori per alcune materie e con competen- ze d’indirizzo e di amministrazione diretta per altre). In tale prospettiva, la Municipalità si potrebbe sviluppare in un assetto duale, con un rappre- sentante di Municipio (Pro Sindaco) e un Consiglio di Municipio.

Il decentramento dei servizi (e dei centri di esercizio di alcune funzioni amministrative), con il mantenimento degli uffici (sportelli) al servizio del cittadino rappresentano un sostanziale obbligo. Diventa importante definire il ruolo e le competenze del Municipio e di conseguenza degli organi che lo compongono. Per questo gli organi dei due Comuni dovranno esprimersi nell’ipotesi di dare corpo ed attua- zione al progetto prevedendolo specificatamente nello statuto. Si può prevedere, ad esempio, che il Consiglio del Municipio possa esprimere obbligatoria- mente i seguenti pareri (non vincolanti), con le modalità che andrebbero poi recepite in un Regolamento sul decentramento, relativamente a: - revisione dello statuto; - strumenti urbanistici che coinvolgono il Municipio; - programmi delle opere pubbliche e DUP del Municipio. Nel caso in cui il Consiglio comunale intendesse deliberare in senso contrario ai pareri della Municipalità, tale parere dovrà essere obbligatoriamente motivato. Oltre ai pareri obbligatori, la Municipalità potrebbe essere assegnataria di compiti, funzioni e della gestione di servizi stabiliti dallo Statuto e dal Regolamento sul decentramento, fra cui: 1. manutenzione del patrimonio del municipio (strade, illuminazione, scuole); 2. contribuzione alle associazioni; 3. manifestazioni di promozione ed iniziative culturali di interesse del Municipio. Inoltre competerebbe alla Municipalità la supervisione e il controllo dei servizi erogati sul pro- prio territorio, a cominciare proprio dal possibile sportello polifunzionale con compiti di anagra- fe, stato civile e informazione sui tributi.

9.4. Le spese correnti 61 L’esame delle spese correnti dei due Comuni evidenzia la politica seguita dai Comuni nell’ambito delle singole funzioni. La valutazione delle stesse, nel presupposto del bilancio complessivo del Comune nuovo porterà a valutazione di assoluta importanza per due ordini di motivi:  La scelta delle linee programmatiche del nuovo ente e quindi del DUP che dovrà essere definito;  La revisione di tutte le convenzioni e di tutti i contratti potendo in questo modo evidenziare in modo determinante le aree di economie di spesa. L’analisi della spesa corrente, in valori assoluti, per singola funzione evidenzia lo scostamento di spesa fra i due Comuni. I dati riportati si riferiscono ai rendiconti 2017. Lo scostamento è dovuto anche alle linee amminstrative volute dalle singole amministrazioni comunali. L’esame delle spese correnti per abitante, come riportato nella tabella successiva, è stato determinato aggiungendo alla spesa per abitante del singolo Comune la spesa per abitante sostenuta dalla fusione.

MISSIONI ZELO VERMEZZO CONSOLIDATO rendiconto 2017 SURRIGONE

1. Servizi Istituionali, generali e di gestione 823.827,46 369.182,70 1.193.010,16 SPESE PER ABITANTE 208,93 199,67 205,98 2. Giustizia - - - SPESE PER ABITANTE - - - 3. Ordine Pubblico e SiCurezza 132.000,00 57.300,00 189.300,00 SPESE PER ABITANTE 33,48 30,99 32,68 4. istruzione e diritto allo studio 371.846,77 113.573,69 485.420,46 SPESE PER ABITANTE 94,31 61,42 83,81 5 Tutela e valorizzazione dei beni e delle 43.726,88 16.074,00 59.800,88 attività culturali SPESE PER ABITANTE 11,09 8,69 10,32 6. Politiche giovanili, sport e tempo libero 58.246,54 58.246,54 SPESE PER ABITANTE 14,77 - 10,06 7. Turismo - SPESE PER ABITANTE - - - 8. Assetto del territorio ed edilizia abitativa 10.758,03 1.911,82 12.669,85 SPESE PER ABITANTE 2,73 1,03 2,19 9. Sviluppo sostenibile e tutela del territorio 452.397,55 237.513,77 689.911,32 e dell'ambiente SPESE PER ABITANTE 114,73 128,46 119,11 10. Trasporti e diritto alla mobilità 117.000,00 59.876,91 176.876,91 SPESE PER ABITANTE 29,67 32,38 30,54 11. Soccorso civile - - SPESE PER ABITANTE - - - 12. Diritti sociali, politiche sociali e famiglia 247.817,62 102.546,10 350.363,72 SPESE PER ABITANTE 62,85 55,46 60,49 14. Sviluppo economico e competitività - SPESE PER ABITANTE - - - 15. Agricoltura, politiche agroalimentari e - SPESE PER ABITANTE - - - 17. Energia e diversificazione delle fonti - SPESE PER ABITANTE - - - 19. Relazioni con altre autonomie locali - SPESE PER ABITANTE - - - TOTALE 2.257.620,85 957.978,99 3.215.599,84 ABITANTI 3.943 1.849 5.792,00 SPESE CORRENTI PER ABITANTE 572,56 518,11 555,18

Dall’esame della situazione relativa ai Comuni oggetto dello studio di fattibilità è stato possibile 62 osservare come la spesa per abitante del singolo Comune raffrontata con la spesa complessiva, paragonabile a quella del Comune fuso, mostri alcuni scostamenti. Considerando i risparmi di spesa che la fusione produce si osserva che la spesa per abitante relativa alla funzione 1 (ora missione 1) percepisce un risparmio di spesa per abitante pari a euro 17,17. Ciò significa che in considerazione dei 348,24 euro pagati dai cittadini per imposte e tasse (dati rendiconto 2017) con la fusione si liberano 17,17 euro per abitante da destinare a nuovi servizi o riduzione della tassazione. A tali vantaggi dobbiamo altresì considerare ed aggiungere le maggiori risorse che vengono assegnate per 10 anni ai Comuni fusi. Bisogna tenere anche in considerazione l’importante ruolo che avranno sulla riduzione di spesa le economie di scala. Il Comune più grande può negoziare, con i vari fornitori, da una posizione di maggior forza ottenendo condizioni migliori, riducendo anche i costi fissi di struttura allo stretto indispensabile,eliminando tutte le duplicazioni e le sovrapposizioni.

descrizione euro % risparmio di spesa per abitante 17,17

spesa corrente funzione 1 per abitante 205,98 spesa corrente funzione 1 post fusione per abit 188,81 spesa corrente totale per abitante 555,18 spesa corrente totale post fusione per abitante 538,01 -3% pressione tributaria per abitante 348,24 pressione tributaria post fusione per abitante 331,07 -5% Gli scostamenti, sia in valore assoluto che per abitante, riferiti alle altre funzioni deve tener conto che la spesa sostenuta è il risultato delle politiche e delle scelte strategiche che le amministrazioni hanno deciso di operare nei vari ambiti: istruzione, cultura, sociale, viabilità e ambiente. L’esame dei riflessi dei risparmi generati dalla fusione in considerazione della spesa corrente per abitante risultante dallo studio condotto dal Ministero dell’Interno evidenzia la situazione riportata nella tabella seguente:

9.5. Indebitamento Per quanto concerne il limite di indebitamento si richiama quanto previsto dall’articolo 1, comma 119 della Legge n. 56/2014. I Comuni istituiti a seguito di fusione possono utilizzare i margini di indebitamento consentiti dalle norme vincolistiche in materia a uno o più dei Comuni originari e nei limiti degli stessi, anche nel caso in cui dall'unificazione dei bilanci non risultino ulteriori possibili spazi di indebitamento per il nuovo ente. Le tabelle sotto riportate evidenziano la situazione al 31 dicembre 2017 al fine di evidenziare la reale situazione che il Comune fuso si troverà a partire dal 1 gennaio 2019.

INDEBITAMENTO al 31 dicembre 2017

INTERESSI LIMITE DEBITO RESIDUO ABITANTI AL DEBITO ENTRATE PASSIVI % MARGINE Comune INDEBITAMENTO AL 31/12/2017 31.12.2017 PROCAPITE CORRENTI MUTUI INDEBITAMENTO INDEBITAMENTO (10%) ACCESI VERMEZZO 124.867,07 3.943,00 31,67 2.233.543,78 223.354,38 3.522,78 0,16% 219.831,60 ZELO SURRIGONE 57.524,42 1.849,00 31,11 862.337,88 86.233,79 3.993,98 0,46% 82.239,81 TOTALE 182.391,49 5.792,00 31,49 3.095.881,66 309.588,17 7.516,76 0,24% 302.071,41

63 Dall’esame dei dati contenuti nella tabella si evidenzia una possibilità di ricorso al credito (mutui) particolarmente elevata. Altro aspetto che merita essere sottolineato, perché direttamente collegato alla possibilità di assumere mutui, era la premialità, per i Comuni che intraprendevano il percorso della fusione post Legge 135/2012, derivante dall’esclusione dall’obiettivo di finanza pubblica (patto di stabilità per tre anni prima e poi portati a cinque). Con la legge di stabilità 2016 (articolo 1 - Comma 710)14 tale “premialità” è stata soppressa. Al fine di consentire comunque una premialità, per i Comuni derivanti da fusione, è stato previsto che gli spazi finanziari ceduti dalla Regione sono assegnati tenendo conto prioritariamente delle richieste avanzate dai Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti e dai Comuni istituiti per fusione a partire dall'anno 201115. Tale disposizione è stata altresì prevista dalla Legge di Bilancio 2018 (legge n. 205/2017). In particolare tale previsione veniva auspicata dalla Legge Delrio all’interno dell’articolo 1, comma 131, che sosteneva l’opportunità – nell’ambito del patto di stabilità verticale – di prevedere forme di incentivazione per i Comuni sorti da fusione. E’ pertanto possibile pianificare l’utilizzo di parte dei vantaggi economici destinandoli, per la parte straordinaria relativa ai contributi dello Stato, a spese di investimento. Si riporta l’esposizione grafica del debito residuo per abitante:

Sullo sviluppo successivo dell’indebitamento comunale si evidenzia la seguente situazione desunta dal Bilancio di Previsione 2018-2020 approvato dai due Comuni: Anno Vermezzo Zelo Surrigone

14 Ai fini del concorso al contenimento dei saldi di finanza pubblica, gli enti di cui al comma 709 devono conseguire un saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali, come eventualmente modificato ai sensi dei commi 728, 730, 731 e 732. 15 Legge di Stabilità 2016, articolo 1 – comma 729;

2018 41.760,00 16.264,44 2019 11.118,00 17.104,69 64 2020 11.709,00 17.931,08 Per quanto riguarda il Comune di Vermezzo entro il 31.12.2018 cessa il mutuo con l’Istituto del Credito Sportivo per la redazione della palestra di via Aldo Negri. 9.6. La spesa del personale Dall’esame della dotazione organica dei singoli Comuni si estrapola la situazione del personale dell’Unione e delle relative capacità assunzionali. Diventa interessante osservare la movimentazione “in uscita” del personale ai fini della verifica delle disponibilità assunzionali. Al riguardo si richiama il contenuto dell’art. 1 – comma 762 della Legge n. 208/2015: “Per i Comuni fino a 1.000 abitanti e per i Comuni istituiti a decorrere dall’anno 2011 a seguito di fusione nonché per le unioni di Comuni, fermi restando i vincoli generali sulla spesa di personale, è consentito il turn over al 100% (art. 1, comma 229, legge 208/2015)”. La formulazione della dotazione organica alla data del 31 dicembre 2017 fornisce un dato significativo sull’entità della spesa e sulle possibilità assunzionali alla luce della legge di stabilità 2016 (articolo 1 – comma 762). Di seguito le tabelle illustrative:

Dotazione Organica alla ZELO COMUNE data dello studio di VERMEZZO SURRIGONE NUOVO fattibilità Categoria D 2 1 3 Categoria C 4 2 6 Categoria B 2 1 3 posti vacanti 2 1 3 TOTALE ANNO 10 5 15 L’esposizione della tabella con il grafico di seguito riportano evidenzia in modo puntuale la suddivisione per categoria di dipendenti per i territori in cui sono stati assunti ed hanno prestato la propria attività.

Il Comune derivante da fusione potrà procedere ad assunzioni in numero pari alle unità cessate nel 2015-2017 e alle cessazioni che avverranno nel 2018.

Tale previsione, qualora il percorso che porta alla fusione si concluda positivamente, permette di 65 fornire una informazione puntuale per le scelte amministrative del nuovo ente e sull’organigramma di cui vorrà dotarsi per garantire maggiori e ulteriori servizi al territorio. Stante la riduzione della spesa corrente che abbiamo rilevato nel paragrafo precedente, senza considerare i maggiori contributi che avendo una durata decennale non possono essere utilizzati per spese stabili nel tempo come il personale, sarà possibile dopo aver definito la dotazione organica e l’organizzazione del lavoro decidere il potenziamento di alcuni servizi (esempio: polizia locale, manutenzione del territorio). 9.7. Il fondo produttività La Legge Delrio, al comma 123, ha previsto che le risorse destinate, nell'anno di estinzione del Comune, alle politiche di sviluppo delle risorse umane e alla produttività del personale di cui al CCNL relativo al comparto regioni e autonomie locali del 1º aprile 1999, dei Comuni oggetto di fusione confluiscono, per l'intero importo, a decorrere dall'anno di istituzione del nuovo Comune, in un unico fondo del nuovo Comune avente medesima destinazione. Il fondo dell’Unione sarà pari alla somma delle quote di pertinenza dei singoli Comuni aderenti all'Unione (cioè le quote del trattamento accessorio riferibili al personale comandato presso l'Unione) in modo che la costituzione del fondo, sotto il profilo contabile, risulti pari a saldo zero, e non comporti un incremento della spesa per il trattamento accessorio. (delibera 60/2017 della Corte dei conti, sezione di controllo per la Sardegna)

ZELO Descrizione risorse VERMEZZO Comune Fuso SURRIGONE

Risorse stabili 19.805,00 14.683,00 34.488,00

Risorse variabili 6.798,00 1.764,00 8.562,00 Incentivi specifici per - disposizione di legge 26.603,00 16.447,00 43.050,00 TOTALE Diventerà importante la gestione del fondo per la sua destinazione in considerazione che anche della riduzione delle posizioni organizzative che, non essendo più interessate dall’indennità di posizione, torneranno ad essere considerate sul fondo della produttività.

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10. VANTAGGI ECONOMICI 67 10.1 Le Opportunità della fusione (analisi generali dei suoi effetti nelle diverse dimensio- ni) Le principali opportunità che la fusione comporta possono essere racchiusi nelle seguenti catego- rie: • opportunità connesse all’aumento della dimensione organizzativa; • opportunità connesse alla nascita di una nuova istituzione; • opportunità connesse all’acquisizione di risorse aggiuntive rispetto alle gestioni singole. Il processo di fusione determina un aumento della dimensione organizzativa di riferimento. Tale fenomeno comporta l’eliminazione della duplicazione di tutte quelle attività della medesima spe- cie che, prima della fusione, erano affidate alla responsabilità di strutture organizzative di Comuni diversi. Ciò consente: • di ridurre gli sforzi necessari alla progettazione e diffusione delle tecniche necessarie per lo svolgimento delle attività. Non ci si riferisce solo alle tecniche direttamente connesse all’erogazione di servizi offerti alla società locale, ma anche a quelle che consentono, co- me quelle di gestione del personale, di presidiare le condizioni di efficace realizzazione dei servizi finali; • di ridurre il volume complessivo delle attività orientate al coordinamento di particolari processi, quando, a fronte della fusione, una diversa assegnazione di compiti consente di riunire sotto un’unica responsabilità compiti in precedenza assegnati a più persone o gruppi; • di ridurre gli investimenti in beni. Per esempio l’investimento per l’acquisto di software gestionale è effettuato una volta sola, piuttosto che moltiplicato per ogni Comune preso singolarmente. Oppure, la riorganizzazione del personale, anche in relazione agli spazi di- sponibili (strutture e locali), prefigura un’ottimizzazione con conseguente riduzione dei costi. Per esempio, alcuni dei costi associabili allo spazio reso libero, nel caso di sua inutilizzazione, po- trebbero così non insorgere più o essere imputati ad attività svolte per realizzare nuovi servizi o per migliorare la qualità di quelli già esistenti. L’aumento dei volumi di attività da svolgere, congiuntamente a un aumento della quantità di per- sonale gestibile, consente, inoltre, una più razionale divisione del lavoro poiché è possibile: • assegnare a tale personale compiti maggiormente omogenei, riducendo così la gamma delle mansioni assegnate a un singolo operatore. Ciò determina una diminuzione dei tem- pi di svolgimento delle attività e di apprendimento per la risoluzione dei problemi;

• utilizzare strumenti tecnici maggiormente specializzati, e dunque più efficaci ed efficienti, 68 se si verifica una situazione in cui si tratta di aumentare il parco di strumenti tecnici per

soddisfare le esigenze derivate dall'aumento dei carichi di lavoro dovuto alla confluenza nella fusione di compiti svolti in precedenza dai Comuni aderenti. La possibilità di ridurre e rendere omogenei i compiti assegnati agli operatori, se uniti a processi di sviluppo delle competenze professionali, può determinare un aumento della qualità dei prodotti amministrativi, soprattutto in quei contesti dove agli operatori sono riconosciuti significativi spazi di discrezionalità. L’innalzamento del grado di competenza professionale può riguardare sia lo svolgimento di attività operative sia quelle di tipo gestionale. La possibilità di aumentare la specializzazione degli operatori non implica l’eliminazione degli attuali sistemi di relazioni con il pubblico che consentono di accogliere, ascoltare e rispondere ra- pidamente alle richieste dei cittadini sfruttando efficacemente la conoscenza dell’ambiente sociale di riferimento e la possibilità di governare diverse leve amministrative, a causa dell’ampia gamma delle mansioni assegnate a un unico operatore. La costruzione di una rete di esperti di supporto alla figura di “prima linea” costituirà, invece, un’opportunità per aumentare il livello di adegua- tezza della risposta amministrativa. Infine l'aumento dimensionale incrementa la probabilità, in particolari situazioni, di ridurre la di- pendenza esterna e interna da risorse critiche consentendo: • un maggior livello di attrazione dei fornitori disposti a qualificare la qualità del proprio contributo, spinti dalla possibilità di incrementare i termini della propria collaborazione. In questo modo si allargano le possibilità di scelta della fusione, riducendo la possibilità che si creino cartelli o posizioni di rendita dovute alla scarsa convenienza a fornire servizi a realtà di dimensioni limitate; • una diminuzione del grado di dipendenza da singoli operatori, evitando così pericoli d’interruzione nell’erogazione dei servizi nel caso di loro assenza; • la necessità di dipendere dal mercato, quando risulta particolarmente scarsa l'offerta, di ruoli particolarmente critici, come i responsabili degli uffici tecnici, o l'acquisizione di strumenti non pienamente utilizzati nell'ambito di uno dei Comuni costituenti il nuovo Comune (macchine operatrici, computer, ecc.). Quanto abbiamo illustrato ha dei riflessi significativi sulla dinamica dei costi. In questo senso, è opportuno osservare come il costo di un servizio sia la somma di fattori eterogenei quali: • le strutture interne di raccordo e gestione, il cui costo varia “a scatti”, in funzione dei li- velli imposti dagli altri fattori. Appartengono a questa categoria, ad esempio, i costi di ri- scaldamento e pulizia degli uffici; • la quantità delle attività richieste al servizio, il cui costo è proporzionale alle quantità for- nite. Appartengono a questa categoria, ad esempio, i costi di:

attrezzature destinate direttamente all’erogazione dei servizi (automezzi, computer); - 69 - personale direttamente addetto all’erogazione dei servizi (personale di sportello, agenti di Polizia Locale). • la qualità delle prestazioni (interne ed esterne) fornite dal servizio, il cui costo varia for- temente con il livello di qualità desiderata. Appartengono a questa categoria, ad esempio, i costi di:

- formazione e aggiornamento del personale; - risorse (umane e non) necessarie per garantire i livelli di qualità prefissati (aumentare gli orari d’apertura al pubblico, migliorare la manutenzione del verde, offrire nuovi servizi). Le aree di azione e i relativi vantaggi che si offrono al nuovo Comune possono essere così distin- te: • riduzione dei costi fissi di struttura allo stretto indispensabile, eliminando tutte le duplica- zioni e le sovrapposizioni e, attraverso questa via, liberare risorse per offrire nuovi e/o migliori servizi; • acquisizione del massimo vantaggio dalla disponibilità di masse critiche di risorse per of- frire servizi altrimenti impossibili. Il processo di fusione consente poi agli enti di ottenere una moltiplicazione del loro ruolo istitu- zionale. In primo luogo si ottengono benefici per negoziare, da una posizione di maggiore forza, con- dizioni migliori quando si tratta di entrare in rapporto con aziende fornitrici di servizi, altre istituzioni pubbliche con le quali realizzare progetti Comuni, altre istituzioni pubbliche e sponsor privati per l’acquisizione di finanziamenti agevolati o a fondo perduto proposti da enti nazionali o europei. In secondo luogo, il nuovo soggetto istituzionale di maggiori dimensioni può promuovere e sostenere l’auto organizzazione delle associazioni locali. Dal punto di vista dello sviluppo delle strategie istituzionali, la realizzazione di una fusione con- sente di: • integrare e coordinare non episodicamente scelte riguardanti territori omogenei, allargando il campo di azione nel quale definire e perseguire obiettivi strategici di sviluppo di servizi e di pro- mozione dell'economia locale; • governare unitariamente una massa di risorse decisamente più ampia rispetto a quella a disposi- zione di ogni singolo Comune, rendendo così effettiva l’opportunità di realizzare interventi che richiedono disponibilità economiche non presenti presso le singole realtà comunali. Il risparmio di risorse dovuto al recupero di efficienza, connesso all’aumento dimensionale, e alla possibilità di acquisire nuove risorse rende possibili investimenti e aumenti della spesa corrente di ampliamento e miglioramento dei servizi esistenti o di creazione di servizi del tutto nuovi senza effettuare ma- novre di aumento della pressione fiscale o delle tariffe.

• influenzare una maggiore integrazione dell’azione delle associazioni con finalità sociali e politi- 70 che.

Nei rapporti istituzionali, la presenza di una rappresentanza territoriale espressione di un territorio vasto consente di accrescere la potenziale forza di negoziazione con amministrazioni locali di pari livello e di livello più elevato. Oltre che offrire a Comuni di piccole dimensioni la possibilità di condividere risorse, la fusione può rappresentare un punto di forza anche per lo svi- luppo di reti inter istituzionali nelle quali si realizza un’integrazione di differenti livelli della Pub- blica Amministrazione, nonché l’integrazione tra questa e altri soggetti del sistema sociale di rife- rimento, al fine di produrre un valore pubblico attraverso la cooperazione inter organizzativa in un sistema di cooperazione interistituzionale. Infatti Comuni di piccole dimensioni potrebbero trovarsi a dover interagire con soggetti privati rispetto ai quali, singolarmente presi, potrebbero avere uno scarso potere di contrattazione e di controllo. 10.1.1 Risparmi di spesa L’analisi dei costi che generano un indubbio risparmio sono stati sintetizzati nella tabella che se- gue evidenziando e quantificando gli importi desumibili dalla contabilità dell’ente.

SPESA E RISPARMI STRUTTURA ORGANIZZATIVA GENERALE

ZELO descrizione VERMEZZO Totale Comune Fuso Risparmio SURRIGONE organi istituzionali 29.301,00 26.494,13 55.795,13 40.000,00 - 15.795,13 spese per assistenza tecnica 29.390,99 18.000,00 47.390,99 37.000,00 - 10.390,99 programmi e rete informatica spese tesoreria 3.000,00 2.600,00 5.600,00 4.500,00 - 1.100,00 spese per incarichi e consulenze 21.979,66 2.100,00 24.079,66 20.000,00 - 4.079,66 professionali (iva, ecc.) spese per revisore dei conti 6.500,00 4.300,00 10.800,00 6.500,00 - 4.300,00 indennità di posizione 36.840,00 12.403,24 49.243,24 40.000,00 - 9.243,24 acquisti di beni e servizi 1.603.822,59 648.488,93 2.252.311,52 2.207.265,29 - 45.046,23 spese per segretario comunale 32.471,03 21.000,00 53.471,03 44.000,00 - 9.471,03 TOTALE "ipotesi" RISPARMIO DERIVANTE DALLA FUSIONE 2.498.691,57 2.399.265,29 - 99.426,28 Come è possibile osservare, in via prudenziale, il risparmio è da subito quantificabile in euro 99.426,28 pari ad un risparmio di euro 17,22/abitante. L’analisi dei risparmi è stata condotta in modo puntuale sulla Missione 1 (ex funzione 1), come rilevato nel paragrafo spese correnti è da ritenere che ulteriori risparmi, o meglio, minori spese derivanti dalle economie di scala che si andranno a realizzare sulle restanti Missioni portino ad un valore di economia particolarmente rilevante. Analizzando le voci, ed in particolare il macroaggregato acquisti di beni e servizi, è stata fatta una proiezione per i primi 11 anni successivi alla fusione. Tale stima tiene conto che il contributo straordinario dello Stato sarà corrisposto, stante l’attuale legislazione, per 10 anni. Figura ..: sviluppo risorse aggiuntive

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10.1.2 Maggiori contributi 1. Contributi Regionali La normativa regionale non prevede una specifica disposizione contributiva a favore delle fusioni di Comuni. Per questi dobbiamo fare riferimento all’articolo 20, comma 4, della Legge Regionale 27 giugno 2008, n. 19 (Concessione dei contributi regionali). “Nei bandi regionali che prevedono la concessione di risorse a favore di Comuni sono stabilite misure premiali per i Comuni istituiti a seguito della fusione di due o più Comuni contigui secondo le procedure previste dalla legge regionale 15 dicembre 2006, n. 29 (Testo unico delle leggi regionali in materia di circoscrizioni comunali e provinciali)”. 2. Contributi Statali I riferimenti relativi alla attribuzione di contributi statali al percorso della fusione sono i seguenti: L’articolo 15 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267/2000 (TUEL): Modifiche territoriali, fusione ed istituzione di Comuni. 1. A norma degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalla legge regionale. Salvo i casi di fusione tra più Comuni, non possono essere istituiti nuovi Comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti o la cui costituzione comporti, come conseguenza, che altri Comuni scendano sotto tale limite.

2. I Comuni che hanno dato avvio al procedimento di fusione ai sensi delle rispettive leggi 72 regionali possono, anche prima dell'istituzione del nuovo ente, mediante approvazione di testo conforme da parte di tutti i consigli comunali, definire lo statuto che entrerà in vigore con l'istituzione del nuovo Comune e rimarrà vigente fino alle modifiche dello stesso da parte degli organi del nuovo Comune istituito. Lo statuto del nuovo Comune dovrà prevedere che alle Comunità dei Comuni oggetto della fusione siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi. 3. Al fine di favorire la fusione dei Comuni, oltre ai contributi della regione, lo Stato eroga, per i dieci anni decorrenti dalla fusione stessa, appositi contributi straordinari commisurati ad una quota dei trasferimenti spettanti ai singoli Comuni che si fondono. 4. La denominazione delle borgate e frazioni è attribuita ai Comuni ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione. 2. MINISTERO DELL’INTERNO - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali - Decreto 27 aprile 2018 sulla disciplina delle modalità e termini per l’attribuzione dei contributi alla fusione dei Comuni. Articolo 2 (Modalità di attribuzione del contributo): Ai Comuni istituiti a seguito di fusione realizzate negli anni 2012 e successivi spetta, a decorrere dall’anno 2013 e per un periodo di dieci anni, un contributo straordinario che è commisurato al 20 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010 ai Comuni che hanno dato luogo a fusione, nel limite degli stanziamenti finanziari previsti. La normativa statale d’incentivazione alle Fusioni di Comuni è stata oggetto di modifiche. In base a quanto previsto dal DL 95 del 2012 all’articolo 20 convertito con modificazioni in Legge n.135 del 2012, è stato emanato il Decreto del Ministero dell’Interno – Decreto 27 aprile 2018: “Modalità e termini per il riparto dei contributi spettanti, a decorrere dall’anno 2013, ai Comuni scaturenti da procedure di fusione realizzate negli anni 2012 e seguenti”. Il decreto prevede che ai Comuni istituiti a seguito di fusione realizzate negli anni 2012 e successivi spetti, a decorrere d all’anno 2013 e per un periodo di 10 anni, un contributo straordinario che è commisurato al 60%16 dei trasferimenti erariali attributi per l’anno 2010 ai Comuni che hanno dato luogo a fusione, nel limite degli stanziamenti finanziari previsti. Il decreto specifica che in caso di insufficienza dei fondi erariali destinati al finanziamento delle fusioni di Comuni, il contributo spettante per la fusione è proporzionalmente ridotto. Determinazione contributo straordinario statale calcolato sui trasferimenti erariali totali attribuiti ai 2 Comuni della fusione nell’anno 2010

16 La normativa relativa ai contributi è stata recentemente modificata dalla Legge di Stabilità 2018. In particolare si prevede che a decorrere dall'anno 2018 il contributo straordinario ai Comuni nati dalla fusione di cui all'articolo 15, comma 3, del TUEL (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) o dalla fusione di cui alla legge 7 aprile 2014, n. 56, è elevato al 60 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l'anno 2010 nel limite degli stanziamenti finanziari previsti e in misura comunque non superiore a 2 milioni di euro per ciascun beneficiario.

Dall'anno di istituzione il nuovo Comune avrà una QUOTA ANNUA di 588.871 5.888.714 73 contributo dello STATO in spesa CORRENTE pari a EURO

calcolato sulla base del tetto massimo contributo annuo 2.000.000 annuo per 10 anni euro Valori presenti nel sito del Ministero dell'Interno utilizzati per il calcolo dei contributi

Trasferiment Determinazione i erariali contributi Comune dallo Stato Legge di Bilancio 2010 2018

VERMEZZO 679.861,92 407.917,15 ZELO SURRIGONE 301.590,47 180.954,28

Trasferimenti statali al Comune Fuso 981.452 588.871

10.1.3 Riepilogo vantaggi economici Il riepilogo dei vantaggi economici, dati dalle economie di spesa realizzate per effetto della rior- ganizzazione e della riduzione degli adempimenti amministrativi di carattere generale e delle spe- se di funzionamento dell’ente e dai maggiori contributi dello Stato, oltre al contributo una tantum regionale, sono riportati nella tabella sotto riportata che evidenzia un totale vantaggi economici pari a euro 688.297,71 per il primo anno. In linea puramente teorica si può dire, stante la legisla- zione vigente, che il vantaggio finanziario per 10 anni sarà pari a euro 6.882.977,14; rispettiva- mente pari a euro 119 per abitante nel primo anno di fusione e ad euro 1.190 per abitante come sommatoria dei 10 anni di fusione.

ZELO TOTALE TOTALE VANTAGGI ECONOMICI VERMEZZO SURRIGONE PRIMO ANNO 10 anni

CONTRIBUTI STATALI 407.917,15 180.954,28 588.871,43 5.888.714,34

RISPARMI DI SPESA 67.686,09 31.740,19 99.426,28 994.262,80

TOTALE VANTAGGI ECONOMICI 475.603,24 212.694,47 688.297,71 6.882.977,14

11. I PUNTI FONDAMENTALI DA GARANTIRE E SVILUPPARE 74 Gli amministratori dei Comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone hanno indicato alcune priorità che ritengono necessarie per guidare il processo di fusione. Alcune fanno già parte delle scelte che le amministrazioni hanno effettuato nell’ambito dell’Unione, alla quale sono stati trasferiti alcuni servizi, altre rappresentano indicazioni di come sarà gestito il futuro Comune e le scelte che troveranno riscontro nello statuto del nuovo Comune. In particolare: 1. La sede legale e operativa principale sarà presso il municipio di Vermezzo, mentre a Zelo Sur- rigone sarà presente lo sportello operativo per il pubblico collegato in rete con la sede principale. Nel municipio di Zelo Surrigone, oltre al front-office, troveranno spazio uffici che alleggeriranno la mancanza di spazio della sede operativa principale. 2. Lo sportello per il cittadino nel municipio di Zelo Surrigone osserverà gli stessi orari della sede centrale. Entrambe le sedi degli uffici potranno essere utilizzate da tutti i cittadini indipendente- mente dal territorio in cui si abita. 3. Sarà istituita la figura del Prosindaco in ciascun Municipio aderente alla fusione. 4. In tutti i territori oggetti di fusione saranno mantenuti i locali di proprietà pubblica a disposi- zione per ambulatori medici, servizio postale, ecc.. Il nuovo Comune metterà a disposizione nuovi spazi in tutto il territorio per implementare tali o nuovi servizi. 5. Saranno mantenute e sviluppate le scuole materna/primaria/secondaria presenti sul territorio. 6. Le strutture comunali all’aperto e al chiuso continueranno ad essere usate dalle associazioni convenzionate con scadenza come riportata dalle convenzioni attuali. 7. Il nuovo Comune manterrà e cercherà di potenziare i contributi alle Associazioni per meglio ga- rantire il loro sviluppo, così come curerà il mantenimento del patrimonio artistico-storico- culturale presente sul territorio. Costituirà elemento da potenziare, anche mediante la creazione di una consulta delle associazioni, il dialogo ed il confronto fra le stesse al fine di garantire un mag- giore coinvolgimento ed una maggiore conoscenza e fruibilità dei servizi e della partecipazione. 8. Le feste e gli eventi patrocinati dal Comune organizzati dallo stesso o dalle Associazioni avran- no tutto il sostegno per poter proseguire come momenti aggregativi. Considerati nel loro insieme, i punti cardine risultano espressi in modo coordinato tra i due Co- muni. In particolare si evidenzia che tali punti rappresentano interventi ed azioni mirate per i sin- goli Comuni volte a conservare l’operatività di alcuni servizi ritenuti rilevanti per la vita dei sin- goli Comuni e di continuare l’opera di salvaguardia del proprio patrimonio immobiliare, storico e artistico. Con questa premessa l’amministrazione del nuovo Comune, previa volontà espressa dai cittadini nel referendum, potrà inserire nei propri strumenti di programmazione e gestione le indi- cazioni espresse dagli attuali amministratori e potrà attribuire ad esse la dotazione finanziaria e le priorità esecutive ritenute più appropriate. La scelta di garantire attenzione alle esigenze locali sa-

rà il modo migliore per avviare la transizione verso un nuovo Comune capace di operare su due 75 piani, quello dei singoli centri che lo costituiranno e quello del Comune aggregato.

9. I risparmi di spesa saranno utilizzati anche per la riduzione del carico di tributi in considerazio- ne della situazione “tributaria” del Comune fuso. 10. La programmazione e pianificazione degli interventi, strutturali e di risparmio energetico, in ambito scolastico, compreso l’asilo nido saranno inseriti nei piani di intervento del nuovo Comu- ne. 11. Nell’ambito delle strutture sportive si prevede di implementare anche nel territorio di Zelo Surrigone una struttura dedicata allo sport che sia alternativa e comunque integrante di quelle già presenti nel territorio di Vermezzo. 12. Implementazione e valorizzazione di spazi pubblici. 13. Raccolta di nuove opere e bandi per far crescere l’economia e il lavoro dei nostri comuni, creando una rete fra le aziende del territorio. Possibilità di nuove aree commerciali e di spazi per supermercati, negozi, ma anche palestra, parco sportivo, circuito sportivo ippico, aree comunali da implementare o in co-proprietà da riorganizzare per far nascere nuovi servizi.

12. ATTIVITA’ DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE 76 La Comunicazione bidirezionale tra istituzioni e cittadini è un’esigenza specifica dell’attuale evo- luzione del sistema pubblico, che ha determinato il passaggio alla trasparenza dell’attività ammi- nistrativa, l’obbligo di informazione per i soggetti erogatori di pubblico servizio e una più attiva partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Tale Comunicazione è altresì obbligatoriamente prevista dalle disposizioni introdotte dalla Legge regionale n. 17 del 2017. L’obiettivo generale è di far conoscere al cittadino quali sono i vantaggi della fusione attraverso un messaggio chiaro, efficace, coinvolgente e immediato. Proporre alla cittadinanza il progetto di unificazione dei due Comuni dando rilievo agli esiti dello studio di fattibilità condotto trovando gli strumenti più adeguati per Comunicare i vantaggi dell’unificazione e le varie fasi del processo che a livello amministrativo e burocratico saranno necessarie per portare a termine il progetto stesso. Una attenzione particolare dovrà essere riservata a tutti i Consiglieri Comunali di tutti i Comuni, di maggioranza e di minoranza; una analoga attenzione la si dovrà riservare a tutti i c.d. “stake- holders” quali le associazioni del territorio e tutte le figure istituzionali presenti nei due Comuni. In sintesi i contenuti della campagna informativa saranno:  La spiegazione dei motivi che hanno portato alla valutazione dell’importanza della fusio- ne come scelta strategica;  Gli effetti della fusione;  Il possibile percorso della fusione;  I vantaggi dell’istituzione del nuovo Comune. Le azioni che si ipotizzano possano essere attuate ai fini di una corretta Comunicazione dell’attività amministrativa mirata alla fusione sono:  Consiglio Comunale di avvio procedimento di fusione e approvazione dello studio di fat- tibilità e dei quesiti referendari;  Illustrazione del piano di fusione a tutti i consiglieri;  Assemblee pubbliche con i cittadini e le associazioni;  Raccolta delle eventuali osservazioni al progetto di fusione.

13. CONCLUSIONI 77 Per la valutazione degli effetti connessi al processo di fusione delle amministrazioni comunali di

Vermezzo e Zelo Surrigone possiamo elencare quelli che, ragionevolmente, potranno essere gli effetti attesi. La fusione dei due Comuni ha innanzitutto il vantaggio di accrescere la dimensione demografica dell’ente, facendola rientrare nella classe dimensionale dei 5-10 mila abitanti, in corrispondenza della quale risultano meglio ottimizzati ad oggi i costi pro-capite delle funzioni di amministra- zione generale. È ragionevole attendersi, dunque, che la fusione consentirà risparmi nella spesa oggi as- sorbita dalle funzioni di amministrazione, gestione e controllo, che comprendono sia le spese per gli organi istituzionali (in sostanza le indennità per sindaci, assessori e consiglieri), ma soprattutto quelle per le attività di funzionamento dell’ente (gestione economica, gestione delle entrate e dei beni, organizzazione e gestione del personale) e per l’esercizio di funzioni i- stituzionali (ufficio tecnico, anagrafe). Trattandosi di due Comuni non appartenenti alla stessa fascia demografica, il risparmio atteso avrà dimensioni finanziarie ancorché contenute in valore assoluto, comunque significative, per- ché le risorse così recuperate potranno essere spostate o su altre voci di spesa, in particolare po- tranno essere utilizzate per il potenziamento dei servizi offerti ai cittadini, oppure come riduzio- ne della tassazione in capo ai cittadini stessi. La crescita dimensionale, dunque, ridurrà le risorse assorbite dalle funzioni “obbligatorie” (ge- stionali e istituzionali), consentendo il potenziamento di quelle “accessorie” (i servizi ai cittadi- ni). Altro effetto positivo solitamente connesso alla crescita dimensionale è la possibilità di accre- scere la specializzazione funzionale degli operatori, che di solito genera un miglioramento della qualità del lavoro svolto. Su questo piano ci si aspetta dunque un ritorno positivo soprattutto in termini di aumento della qualità dei servizi offerti ai cittadini, oltre che di gratificazione del personale dipendente. Unificare le due amministrazioni comunali esistenti implica anche l’unificazione delle procedu- re, dei criteri di valutazione e del livello dei servizi erogati. Da questo punto di vista, la fusione dei Comuni avrà necessariamente un effetto di omogeneizzazione attinente sia alla quantità e qualità dei servizi offerti ai cittadini, sia alle modalità di accesso e di compartecipazione al loro finanziamento, riducendo dunque le disparità di trattamento oggi esistenti all’interno di una Comunità che di fatto è accomunata da spazi, tempi e stili di vita. Ci si attende in sostanza un miglioramento dell’equità nell’accesso ai servizi pubblici lo- cali. Anche in questo caso, il processo di fusione ha sicuramente il pregio di muoversi nel- la direzione giusta.

In definitiva, un ultimo effetto positivo della fusione si potrebbe avere sulla capacità degli 78 amministratori locali di leggere con più efficacia i bisogni dei cittadini e delle imprese local- mente insediati e di implementare le conseguenti politiche d'intervento. La realizzazione del Comune Unico avrà, infatti, il vantaggio di promuovere un virtuoso avvi- cinamento della scala territoriale cui vengono normalmente analizzati i fenomeni e vengono ef- fettuate le scelte strategiche, a quella in cui popolazione e imprese esercitano realmente le at- tività quotidiane e domandano i servizi. Tale percorso porterà il Comune fuso ad intraprendere un’azione forte, nell’ambito dello sviluppo territoriale – urbanistico ed economico, avendo la consapevolezza del “peso” assunto nell’ambito dell’area di appartenenza. Infine il maggior “peso” assunto dal Comune fuso consentirà di ottenere una maggiore conside- razione nell’ambito delle relazioni con i soggetti esterni, siano essi istituzioni o imprese; tale maggior peso potrà essere speso nei confronti dei vari livelli istituzionali e di altri soggetti ester- ni che assumono il ruolo di “fornitori” di servizi pubblici. A tal proposito, è bene ricordare che ulteriori vantaggi, anche di natura strettamente economi- ca, dovrebbero derivare dalla diminuzione del numero di enti con cui ci si confronta e dalla u- nificazione delle procedure di selezione e affidamento. Gli aspetti negativi saranno da prevedere nella fase iniziale per affrontare i quali si può, però, far ricorso anche ai contributi economici che sono previsti a livello nazionale e regionale a so- stegno di tali procedure; il legislatore, pensando a tutta una serie di costi fissi derivanti dalle strutture confluenti in un unico ente, ha, infatti, previsto di renderli una voce crescente (si veda l'incremento con l'ultima Legge di Stabilità) proprio per compensare costi fissi che, altrimenti, avrebbero provocato un rifiuto da parte delle Comunità locali e costituito un ostacolo insormontabile per l'avvio di processi di riordino territoriale. Da ultimo, non bisogna in alcun modo correre il rischio che l’unificazione degli enti comunali possa avere effetti negativi per i cittadini in termini di minore partecipazione o maggiore di- stanza dai punti di accesso ai servizi, sia perché l’unificazione riguarda la struttura gestiona- le dei servizi e non la distribuzione territoriale dei punti di erogazione degli stessi, sia perché i cittadini sono, di fatto, abituati da tempo a muoversi su distanze che oltrepassano i confini co- munali. Le analisi contenute in questo documento dimostrano l’esistenza di affinità economiche, sociali e istituzionali. Sono evidenziati in modo chiaro i possibili risparmi e le potenzialità derivante dagli interventi straordinari concessi. Essi offrono la possibilità di valutare con consapevolezza le maggiori risorse di cui disporrebbe il territorio in caso si addivenisse positivamente a costitui- re il Comune Unico. Le motivazioni strategiche e culturali più autentiche per sostenere il progetto di fusione dei due Comuni sono da ricercare nelle potenzialità e nelle risorse umane e ambientali del territorio.

È prefigurabile che su questa identità rinnovata, potenzialmente più larga, efficiente e competi- 79 tiva diventi possibile costruire progetti ambiziosi, incentrati sulle potenzialità ed eccellenze dei territori confluenti in un'unica entità: agricoltura, turismo e ambiente in primis. La valutazione complessiva sui risparmi, sui potenziali contributi, sugli effetti che si possono produrre, sul modello di fusione a cui si tende (Comune aggregato con Municipi e Prosindaci), sui punti fondamentali espressi dai singoli Comuni, evidenzia in sintesi come la fusione tra Vermezzo e Zelo Surrigone possa apportare un vantaggio a tutte le Comunità e agli Enti locali interessati dal presente studio. E’ quindi, in sintesi, un processo positivo, concreto e fattibile.

Nota 80 I dati presentati all’interno dello studio di fattibilità vanno letti non nella loro pun- tualità, in quanto possono essere suscettibili di errori dovuti alla mancanza di preci- sione o di aggiornamento di alcune delle fonti, anche istituzionali, consultate. Piuttosto, essi devono servire a ricostruire un quadro il più possibile completo ed esaustivo dei due Comuni, per gli scopi cui è proposto lo studio. Si auspica che ciò possa costituire per gli amministratori locali uno strumento utile ad elaborare una riflessione più approfondita circa la fusione che intendono proporre alla popolazio- ne.

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