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Provincia di

Progetto A. Vanni Desideri

hanno collaborato A. Andreotti, G. Ciampoltrini, A. Costantini, A. Dani

Foto G. Ciampoltrini, M. Filippi, A. Vanni Desideri

Plastici A. Andreotti, F. Castellacci, G. Panattoni, C. Panattoni

Restauri Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Scuola di restauro “La Cantoria”

Composizione B. Toni

Stampa Nuova Grafica - Le Botteghe (Fucecchio) opuscolo3.qxp 16/09/2009 17:31 Pagina 3

MUSEO ARCHEOLOGICO DI CASTELFRANCO

Dalla Preistoria al primo Medioevo 4

Dalla nascita del castello all’età Moderna 6

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DALLA PREISTORIA AL MEDIOEVO

La più antica storia del versante restituiti da questi piccoli villaggi valdarnese del territorio comuna- sono da menzionare, in un qua- le di Castelfranco di Sotto è docu- dro archeologico ancora carente, mentata nel Museo Archeologico ceramiche con tipica decorazio- del capoluogo, nella sconsacrata ne dell’antica età del Bronzo e chiesa del monastero di Santa una punta di freccia in bronzo. Chiara, in via Galilei. La docu- Anche le tracce di insediamenti mentazione archeologica si deve d’età etrusca si collocano di pre- in massima parte all’attività del ferenza lungo le rive dei corsi Gruppo Archeologico Valdarno d’acqua, a quel tempo certamen- Inferiore che, da oltre un trenten- te utilizzati come via di comuni- nio, svolge una preziosa attività cazione e di trasporto, e soprat- di tutela e salvataggio dei dati tutto dell’Usciana, come accade storici e archeologici. anche nel suo alto corso, ai mar- Soprattutto i versanti collinari gini meridionali del Padule di esposti a sud, prospettanti sulla Fucecchio. Tracce di questi inse- pianura compresa tra i corsi d’ac- diamenti, sottoforma di ripostigli qua dell’Usciana e dell’Arno, metallici e ceramiche, di cui si hanno restituito indicazioni sulla trova già ricordo negli scritti eru- frequentazione da parte delle diti del XVIII secolo, sono ripetu- comunità di cacciatori/raccoglito- tamente emersi nel corso di lavo- ri del Paleolitico medio e superio- ri di urbanizzazione e di regimen- re (Homo sapiens neandertha- tazione idrica negli ultimi due lensis e Homo sapiens sapiens). decenni del secolo scorso. Come altrove, nelle prime età dei Gli interventi di riorganizzazione metalli, gli abitati stabili delle del territorio, portati a termine in comunità di agricoltori/allevatori età augustea con le sistemazioni preferiscono ubicazioni più pros- agrarie (centuriazioni) ancora sime ai terreni più facilmente col- ben percepibili soprattutto nella tivabili, più fertili e in prossimità cartografia del XIX secolo, sono dei corsi d’acqua. Tra i materiali documentati anche dai ritrova-

Firmalampe da Casa Bruscolo (età Macina da Casina Valle (età romana). romana). 4 opuscolo3.qxp 16/09/2009 17:32 Pagina 5

Tracce delle centu- riazioni augustee tra Castelfranco e Fucecchio (IGM 1880)

menti di tracce di abitati (macine da grano e ceramiche), alcuni dei quali, nonostante la crisi del mondo antico, prolungano la loro vita fino al IV-V secolo per dar luogo a piccoli agglomerati che trovano il loro baricentro, non solo religioso, nelle prime pievi del territorio.

Un tratto della via Francigena presso Galleno

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DALLA NASCITA DEL CASTELLO ALL’ETÀ MODERNA

Lo scavo, condotto nel 1995 in un’ampia piazza pavimentata in piazza Bertoncini, ha permesso la laterizio, indagata nello scavo del raccolta di numerosi dati relativi 1995. Il primo palazzo comunale, al periodo di fondazione di più piccolo dell’attuale, si apriva Castrum Franchum e ai suoi primi su una piazza quadrata corri- secoli di vita. Alla metà del XIII spondente all’attuale angolo tra secolo, gli abitanti dei villaggi Corso Bertoncini e Via Marconi e, aperti, distribuiti nella pianura e alla fine del XIV secolo, venne già costituiti da edifici di debole con- sostituito da un nuovo edificio sistenza, si raccolgono, con l’ap- dello sviluppo simile all’atuale, poggio di , in un nuovo cen- con facciata ruotata verso nord e tro difeso da cortine, torri e porte arretrata, in modo da realizzare in laterizi, prodotti in fornaci tem- uno spazio aperto in continuità poranee come quella indagata con la strada. A queste fasi della nel 1999 in località Comana. Di piazza del e del sagrato una delle porte del castello, quel- della pieve sono relativi i calchi di la meridionale, detta “a Catiana”, pavimentazione esposti in mu- è stata documentata l’antiporta in occasione di lavori di urbaniz- zazione nel 1998. All’interno delle mura, nell’area centrale del nuovo castello, si fronteggiano la nuova pieve di San Pietro e il primo palazzo comunale, ai lati di

La porta nord-orientale della terra La piazza del Comune al termine dello nuova di Castelfranco scavo (da Abela 1998) e un calco 6 campione della sua pavimentazione in laterizio opuscolo3.qxp 16/09/2009 17:32 Pagina 7

XIV al XVIII secolo, attraverso ceramiche acrome, maioliche e ingubbiate. Nella primavera del 2007, in Piazza XX Settembre, è stata esplorata una stratigrafia di livelli e strutture che permette di far luce su un importante capito- lo della storia del monastero e della vita stessa del castello. Le difese del castello, sul finire del XVI secolo, cominciarono a esse- re smantellate per consentire La fornace da laterizi di Comana (da l’espansione dell’area del mona- Abela-Ciampoltrini 2002) stero. Qui infatti è stato colto con seo. Pochi decenni dopo, all’inizio chiarezza il procedimento di del XV secolo, la sede stradale smantellamento delle mura, il venne rialzata e il palazzo nuova- riutilizzo dei suoi laterizi nel mente sostituito dalla struttura nuovo perimetro del monastero, giunta fino ai nostri giorni. la colmatura del fossato medie- Dai livelli di innalzamento della vale e la nuova viabilità perime- piazza (inizi del XV secolo) provie- trale. ne una quantità di materiali (cera- Nel corso dei lavori di restauro miche, vetri, metalli e monete) della ex chiesa del monastero che illustrano i modi di vita della francescano di S. Chiara, fondato popolazione del castello e la cir- nel 1632, per la sua nuova desti- colazione di manufatti, tra cui nazione a sede del museo, nel ceramiche acrome da cucina e da 1991 è stata condotta una cam- mensa, invetriate da cucina e pagna di scavo che ha permesso maioliche da mensa di produzio- il recupero di una serie di interes- ne valdarnese. I reperti osteologi- santi dati. Dalle sepolture inda- ci animali permettono inoltre di gate provengono oggetti devozio- osservare il ruolo delle diverse nali (crocefissi, rosari e meda- specie animali domestiche nella gliette). dieta carnea. I prodotti ceramici che circolano Ad una comunità monastica fem- nel castello in età postmedievale minile, appartengono invece le sono quelli tipici dell’ambito val- ceramiche dal distrutto monaste- darnese. Un ruolo primario in ro agostiniano dei SS. Iacopo e molti usi, compresi quelli di rap- Filippo che, dal XIV secolo, occu- presentanza, hanno le ceramiche pava l’angolo sud-occidentale del ingubbiate e graffite. Queste pro- castello, a ridosso delle mura duzioni, che nei casi più antichi castellane. I contesti ne docu- (XVI secolo) e di maggior pregio mentano l’intero arco di vita, dal recano emblemi familiari e di isti-

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tuzioni religiose, accompagnano la vita dei castelfranchesi fino alle soglie del XIX, quando la concor- renza delle produzioni protoindu- striali contribuisce a determinar- Catino in ne il declino. Maiolica Arcaica tarda (inizi del XV secolo)

Boccale in maiolica "alla Boccale in maiolica (Liguria, XVII zaffera a rilievo" secolo) (fine XIV-inizi XV secolo)

Scodella in maiolica con decorazione centrale figurata (XV secolo)

Scodella e piatto in cera- mica graffita a stecca (XVI secolo)

Crocefisso in bronzo dall'ex monaste- ro di Santa Chiara a Castelfranco 8 (XVIII secolo). opuscolo3.qxp 16/09/2009 17:33 Pagina 9

MUSEOMUSEO ARCHEOLOGICO ARCHEOLOGICO DI ORENTANODI ORENTANO

Il Paleolitico 10 Il Paleolitico inferiore 10 Il Paleolitico medio 10 Il Paleolitico superiore 11

Dal Mesolitico all’età del Bronzo 12

Gli etruschi a Orentano 13 L’abitato di Ponte Gini 13

Età romana 16 Il ponte e la via del Botronchio (I-V sec. d.C.) 16 Le importazioni nella piana di Bientina (I a.C. - II d.C.) 17 Casa Carletti: un abitato tardoantico a Orentano 18 Le importazioni a Corte Carletti (I-V d.C.) 19

Medioevo 20 La piroga medievale di Orentano 20

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IL PALEOLITICO

Homo erectus è la prima specie umana a diffondersi oltre i limiti della sua area di origine raggiun- gendo l’Europa direttamente dall’Africa Nord-occidentale, op- pure aggirando da oriente il baci- no mediterraneo. Il primo uomo europeo, denominato Homo erec- tus heidelbergensis dal nome della località dove fu individuato nel 1907, è vissuto nel corso di una fase climatica interglaciale, dando luogo alle culture del Paleolitico inferiore. I rilievi collinari che si sviluppano Chopper da Casa Grugno (Paleolitico ai margini dell’attuale pianura inferiore) dell’Arno rappresentano resti di conoidi e antiche sponde fluviali della cultura acheuleana del Pa- risalenti al Pleistocene medio leolitico inferiore. (750.000 - 120.000 anni fa) dove Nel territorio di Orentano, dove le Homo erectus ha lasciato, a parti- colline delle Cerbaie si affacciava- re dai 419.000-403.000 anni fa no sul bacino lacustre di Bientina (Casa Mariotti, San Romano), che doveva prestarsi molto bene grandi punte a lavorazione bifac- all’attività venatoria, sono nume- ciale (amigdale) e schegge a mar- rosi i ritrovamenti di superficie gini taglienti, realizzate quasi che documentano la presenza di sempre in diaspro rosso, che rap- accampamenti temporanei di presentano gli esordi in Italia questi cacciatori.

Il passaggio (biologico e culturale) all’Homo sapiens neanderthalen- sis che succede a Homo erectus heidelbergensis, che fu probabil- mente lentissimo e graduale, si fa convenzionalmente coincidere intorno a 120.000 anni fa, nel- l’interglaciale Riss-Würm, quando inizia il Paleolitico medio che si estende fino al glaciale di Würm per terminare intorno ai 35.000 anni fa. Il passaggio dall’intergla- ciale al glaciale è segnato da un corrispondente mutamento della fauna, quando agli animali che (da Bar-Josef 1998)

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antico di età interglaciale (Riss- Würm) con choppers semplici e doppi, chopping-tools, e bifacciali subtriangolari spessi e allungati, ma è prevalente il musteriano tipi- co (Würm I e II) con punte, ra- schiatoi, coltelli, piccoli bifacciali subtriangolari e rare ‘limandes’ (sorta di bifacciali schiacciati). Appena documentato è il Muste- abitano foreste di clima tempera- riano a denticolati, mentre del tut- to (elefanti, ippopotami, rinoce- to assente è l’Uluzziano, facies ronti, cervi e cinghiali) succedono musteriana tarda e di transizione. orsi, caprioli, lupi e cavalli in un paesaggio di prateria arborata più Nel Paleolitico superiore, dai fredda 35.000 ai 10.000 anni fa, il clima In questo periodo, anche sulle resta mediamente rigido fino ai Cerbaie l’uomo di Neanderthal 18.000 anni a.C., quando ha ini- caccia e vive in gruppo, seppelli- zio una progressiva tendenza sce i morti, utilizza il fuoco, co- verso il clima temperato. In que- struisce capanne e utensili per la sto periodo vive Homo sapiens caccia di cui restano molte e sapiens, specie umana simile a caratteristiche industrie litiche noi e ancora dipendente dall’atti- (Musteriano), prevalentemente in vità di caccia e raccolta, che svi- diaspro. luppa un’industria litica molto Fra i numerosi siti che hanno re- articolata. Compaiono infatti stituito industria attribuibile al- nuovi tipi di strumenti ad alta spe- l’uomo di Neanderthal, alcuni cializzazione funzionale (bulini, presentano un materiale litico grattatoi, lame e punte a dorso e abbondante, con caratteristiche microliti) che documentano una di veri e propri accampamenti da molteplicità di attrezzi utilizzati cui, con spostamenti limitati a sia per l’attività venatoria che per poche centinaia di metri, grazie la trasformazione dei materiali. alla varietà e all’abbondanza Sulle Cerbaie sono rimasti innu- della selvaggina, era possibile merevoli manufatti litici, di note- procurarsi il necessario per vive- vole fattura, tipologicamente ben re, in tempi brevi e con poche dif- assortiti e abbandonati nelle loca- ficoltà. lità occupate dai bivacchi tempo- È documentato un musteriano ranei.

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DAL MESOLITICO ALL’ETÀ DEI METALLI

Dopo la fine del Pleistocene, da Oriente si diffondono le prime tec- niche agricole, di allevamento e di produzione della ceramica (Neo- litico), cui segue, tra il III e il I mil- lennio a. C., la metallurgia del ra- me (Eneolitico), del bronzo e del ferro. Questo lungo periodo è ancora scarsamente documentato nel territorio: industria litica tipologi- camente attribuibile al Mesolitico e strumenti in ossidiana, importa- ta nel Neolitico dalle isole tirreni- che, testimoniano la presenza di piccole comunità su un promonto- La giovane donna di Ponte di Dreino, rio o isolotto in località Isola. morta nelle paludi durante la tarda Sporadici manufatti dell’Eneo- età del Bronzo litico provengono dalla zona del Botronchio, fra cui un’ascia in pie- tante sulla piana, è documentato tra levigata e punte di freccia, un minuscolo insediamento di databili dal Neolitico all’età del poche capanne. Pochi frammenti Bronzo rinvenute anche nei pressi ceramici sono ciò che resta del di Orentano. Allo scorcio dell’età soggiorno, forse stagionale, di un del Bronzo (fine del II millennio gruppo di pastori, mentre recen- a.C.), contemporaneamente al temente (2006) è stata individua- grande villaggio palafitticolo di ta e scavata dalla Soprintendenza Fossa Nera di Porcari, sul versan- per i Beni Archeologici una isolata te collinare di Orentano prospet- capanna in località I Cavi.

Studio ricostruttivo della capanna dei Cavi (età del 12 Bronzo finale) (F. Cavanna, Associazione Arkè). opuscolo3.qxp 16/09/2009 17:36 Pagina 13

L’ETAL’ETA ETRUSCA ETRUSCA

Dal IX secolo a.C. la piana del- dell’Auser, e soprattutto lungo le l’Auser comincia a popolarsi di sponde del fiume, si distribuisco- piccoli villaggi, o capanne isola- no numerosi piccoli abitati. Si te, attestate ancora una volta nei tratta comunque di uno sviluppo pressi dell’Isola, insieme ad una di breve durata poiché, nel corso probabile necropoli. L’economia del IV secolo a.C., le comunità di questi abitati si basa sull’agri- locali progressivamente muoio- coltura, sulla pesca, sull’alleva- no, mentre la pianura si trasfor- mento del bestiame e sulla cac- ma probabilmente in palude. cia, mentre il commercio ha un ruolo ancora molto limitato. Gli L’abitato di Ponte Gini oggetti d’uso quotidiano (cerami- Scoperto durante lavori agricoli ca e tessuti, segnalati da pesi da negli anni ’80 sul piccolo rilievo telaio) sono di produzione dome- omonimo, l’abitato etrusco (IV-III stica, mentre i rari oggetti metal- secolo a.C.) è stato esplorato lici (di bronzo e, rarissimamente, dalla Soprintendenza per i Beni ferro) sono forniti da artigiani Archeologica della Toscana tra il vaganti. 1981 e il 1986, che hanno resti- Le abitazioni di questo periodo tuito almeno tre fasi di occupa- sono molto semplici, costruite di zione dell’area. legno e di argilla cruda, su fonda- La prima fase (Ponte Gini I) corri- zioni realizzate con ciottoli fluvia- sponde al periodo di fioritura li e coperte con tegole o, più della piana dell’Auser (V secolo spesso, con legname o paglia. a. C.), cui succede, nel momento Le tombe sono realizzate secon- di abbandono della piana del- do il rituale in uso nell’Età del l’Auser (fine del IV secolo a.C.), Ferro: il vaso cinerario è di solito una capanna (Ponte Gini II) dota- un dolio, mentre nei casi di sepolture particolarmente ric- che, si impiegano vasi d’importa- zione greca e in superficie, sulla verticale della sepoltura, viene installato un cippo in pietra, in genere dallo forma a clava, che ne segnala la presenza. Dal VII-VI secolo a.C. si sviluppa il commercio, favorito dagli itinera- ri che collegano Pisa e con la Pianura Padana e che qui si incrociano; questo sarà uno degli elementi che contribuirà all’incremento demografico del VI-V secolo a.C., quando la piana

Ceramiche da mensa (a vernice nera e acrome) e da fuoco d'età etrusca dal villaggio di Ponte Gini 13 opuscolo3.qxp 16/09/2009 17:38 Pagina 14

la ceramica da tavola a vernice nera, prodotta nell’Etruria setten- trionale, indicano raggi commer- ciali assai ampi. Legname, lana (le numerose fuseruole indicano una consi- stente attività tessile) sono pro- babilmente le materie prime ‘intermediate’ a Ponte Gini III; i Liguri dell’alta valle del Serchio, probabilmente, il ‘terminale’ del- l’attività del traffico, all’interno, come la città di Pisa, sulla costa, Ceramica fine e di impasto dal villaggio etrusco è all’altro capo della via commer- di Ponte Gini ciale. La caccia integra l’economia del- ta di focolare, fossa di scarico e discarica, con selciati di ciottoli fluviali. La caccia sembra la sua base economica, ma la presenza di anfore vinarie etrusche e l’aes rude (blocchetti informi di bron- zo, con funzione monetale) può indicare attività di commercializ- zazione del legname. Intorno alla metà del III secolo a.C., un nuovo abitato (Ponte Gini III) sostituisce la capanna isola- ta. La fondazione questa volta è preceduta da lavori di stabilizza- zione del suolo con pali, terra e ghiaia, su cui si installa un abita- Il fossato di to circondato da un fossato rin- Ponte Gini III con i resti forzato, in alcuni tratti, da un sel- umani ciato con spina centrale e conso- lidato con travi. L’abitato controllava una via com- merciale, forse quella del vicino ramo dell’Auser, come testimo- niano l’inconsueto numero di monete (di Populonia, Napoli, Particolari dell’area romano-campane, e altri centri di scavo etruschi) e le anfore vinarie di di Ponte produzione laziale o campana e Gini III

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l’insediamento, i cui abitanti sem- brano godere di un discreto teno- re di vita, tale da permettere l’ac- quisizione di oggetti d’ornamento in bronzo o in ambra, oltre che la tesaurizzazione monetaria. Tomba a L’alfabetizzazione, segnalata in incinerazione un graffito mutilo che indica in fossa semplice. forse l’onomastica del nucleo familiare o gentilizio di Ponte Gini III – v(e)lani… – completa la rico- struzione dell’ambiente ‘umano’ dell’abitato orentanese del III secolo a.C.. I due individui uccisi e gettati nel fossato che protegge l’abitato Tomba con cinerario documentano la fine violenta di protetto da cassetta Ponte Gini III, forse durante le in pietra e sorpontata scorrerie liguri nel territorio etru- da cippo a clava. sco, degli ultimi decenni del III secolo a.C., o forse per un sem- plice atto di brigantaggio.

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L’ETÀ ROMANA

La fondazione di Lucca, nel 180 territorio e porta alla scomparsa e a.C., nell'area di confronto tra all’abbandono di gran parte degli Etruschi e Liguri, segna la pacifi- insediamenti rurali. Solo nel III cazione del territorio e l’inizio di secolo d.C. si ha una modesta un periodo di prosperità. ripresa, come documentato dal Entro il II secolo a.C. si conclude caso dell’abitato di Corte Carletti l’opera di bonifica della piana (III-V secolo d.C.). Anche la fre- dell’Auser, mentre nell’area cen- quentazione della ‘strada’ roma- turiata e lungo i rami del fiume, si na del Botronchio, continuata fino addensano gli insediamenti, la almeno al IV secolo, con gli stru- cui economia agricola è integrata menti da boscaiolo recuperati, dalla pesca (come documentano i sembra indicare che i boschi numerosi pesi da rete in piombo) delle Cerbaie avevano già acqui- e dalla tessitura. stato la funzione, durata per tutto Le strutture abitative hanno basi il Medioevo e fino alle soglie costruite con ciottoli fluviali, dell’Età Moderna, di grande riser- messi in opera a secco, e pareti in va di legname e per il pascolo. argilla cruda che delimitano ambienti pavimentati in terra bat- IL PONTE E LA VIA DEL BOTRON- tuta e coperti da tetti in tegole. CHIO (I-IV secolo d. C.) Le modeste attività commerciali di Individuate nel 1981 e indagate in questi piccoli e medi proprietari più riprese dal GVAA, queste infra- sono documentate soprattutto strutture e le loro sequenze strati- dalla ceramica fine da tavola, prove- grafiche hanno permesso di rico- niente da Pisa e da Arezzo, o dagli struire un affascinante capitolo oggetti d’ornamento personale. della vita d’età romana (I-IV secolo La grande crisi italica del I-II seco- d.C.) nella piana dell’Auser. lo d.C. è sensibile anche in questo Il rilievo naturale a cordone, che collegava le Cerbaie con gli inse- diamenti lungo le rive del fiume e dei suoi affluenti, nel punto in cui era interrotto da un ramo dell’Au- ser fu dotato di un ponte su palafit- te ancora in buona parte conserva- te. I materiali recuperati indicano una massiccia attività di lavorazio- ne del legname e un frequente impiego di cavalcature, mentre le numerose monete potrebbero essere state perdute dai passanti, lungo un tracciato forse soggetto a pedaggio e che rimase in uso dal- l’età augustea fino a tutto il IV

Paesaggio fluviale con capanne e ponte (Pompei, casa dei pigmei) 16 (da Conticello, 1994) opuscolo3.qxp 16/09/2009 17:40 Pagina 17

secolo d.C.. Durante questo lungo periodo, il ponte dovette subire ristrutturazioni e modifiche, anche a motivo del progressivo impaluda- mento della piana che si trasformò in lago. La struttura del ponte, a tre cam- pate e della larghezza di circa 4 Coppa in terra sigillata Graffito di proprietà sul m, consiste di robuste pile ottenu- italica con gladiatori e fondo di un piattello in te con travi squadrate di sostegno galli Terra sigillata italica alle traverse che sorreggevano la carreggiata in tavolato. Simili semplici strutture, che dovevano essere assai diffuse ma che rara- mente sono giunte fino a noi, sono documentate, oltre che in alcune decorazioni parietali di Pompei, anche nella zona lacu- stre di Turicum (odierna Zurigo). Dallo scavo del ponte e del letto del fiume proviene, oltre a ferra- menta impiegata nella struttura del ponte, una quantità di oggetti in ceramica, monete e manufatti Peso da stadera in piom- Didracma di Neapolis (IV bo a forma di anfora secolo a. C.). LE IMPORTAZIONI NELLA PIANA DI BIENTINA (I A.C. - II D.C.)

Dressel 2-4 Dressel 6a (I a.C. – II d.C.) (I-II d.C.) Italia Piceno Coppe in terra SIgillata Firmalampe e marchio su Vino Vino? Olio? italica con bolli "in planta lucerna pedis"

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Ricostruzione del ponte ligneo romano del Botronchio Le pile del ponte ligneo del Botronchio (A. Andreotti, F. Castellacci, G. Panattoni, C. Panattoni) di bronzo e ferro in straordinario stato di conservazione. Tra questi sono presenti attrezzi agricoli, bellici e venatori, ma anche ferra- ture di cerchioni di ruote, parti di bardature equine, oggetti decora- tivi e d’uso quotidiano.

Casa Carletti: un abitato tardioan- tico a Orentano Il ponte ligneo di Turicum (Zurigo) L’abitato di Casa Carletti, indivi- duato nel 1987, è stato indagato dal GVAA con il coordinamento della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ed ha permesso di ricostruire le vicende di un abitato frequentato dal I secolo d.C. fino alle soglie del V Ponte in legno secolo d.C., mentre restano da (Pompei, casa dei pigmei) definire le fasi tardorepubblicana (da Conticello, e della prima età imperiale. 1994) Nella prima fase (fine del II seco- lo d. C.) è presente una capanna

Ceramiche comuni, a pareti sottili e da fuoco dall'area Attrezzi agricoli e armi in ferro dal- del ponte del Botronchio. l'area del ponte del Botronchio opuscolo3.qxp 16/09/2009 17:41 Pagina 19

LE IMPORTAZIONI A CORTE CARLETTI (I - V D.C.)

Almagro 50 Dressel 20 Africana I Keay 25 Anfora (III-V d.C.) (I-III d.C.) (II-IV d.C.) (IV d.C.) di “Empoli” Lusitania Spagna Africa Africa (III-V d.C.) Salse di pesce Olio Olio Olio Etruria Vino

di legno con pavimento in terra l’impianto del terzo insediamento battuta, dotata di un’aia antistan- (IV-V secolo). L’insediamento con- te in ciottoli e laterizi frammentati siste in una capanna di legno e attraversata da una canaletta di anch’essa dotata di un’aia in scarico. tegole frammentate. Una seconda fase, della seconda L’economia dell’abitato sembra metà del III secolo d.C., è docu- fondata sull’allevamento, preva- mentata da una discarica di lentemente di suini, integrato dal- materiale ceramico che viene lo sfruttamento del legname delle successivamente livellata per Cerbaie, oltre che da attività agri- cole, di caccia e di pesca. Ma, nel corso della sua storia, si nota con evidenza il progressivo restrin- gimento del mercato: la ceramica africana da mensa e da cucina e le anfore spagnole e africane del III secolo sono sostituite, un seco- lo dopo, da prodotti della Toscana settentrionale, mentre le anfore sono ormai, per la maggior parte, quelle tipiche da vino della valle dell’Arno (la cosiddetta “anfora d’Empoli”). Ricostruzione dell'edificio di Corte Carletti (A. Andreotti, F. Castellacci, G. Panattoni, C. Panattoni). 19 opuscolo3.qxp 16/09/2009 17:41 Pagina 20

MEDIOEVOMEDIOEVO

La piroga medievale di Orentano La piroga fu rinvenuta nell’agosto del 1900 «appoggiata sul fondo terroso del già lago, e sottoposta a tutto il banco torboso». I proprietari della Torbiera di Orentano, il Tinelli e il Guerrazzi, ne fecero dono al Museo di Firenze. Dopo i primi entusiasmi del Milani (direttore del R. Museo Archeologico e degli Scavi del- l’Antichità in Etruria) per il ritrova- mento e la donazione, la piroga dovette acquistare interesse solo Ceramiche medievali, grezze e depurate dal territorio dopo le indagini geografiche sul di Orentano (XII-XIII secolo). bacino del Bientina sviluppate appunto fra gli anni Venti e Trenta. per ritornare, dopo circa un seco- Esposta a lungo nella sezione lo, a Orentano. preistorica del Museo, per quasi L’imbarcazione è databile ad età un ventennio la piroga monossile medievale sulla base del confron- è stata conservata nei depositi to con l'esemplare del Trasimeno.

La piroga di Orentano nel cortile del Museo Archeologico di Firenze negli anni Venti del XX secolo (Archivio fotografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana).

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BIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIA SCELTA

Castelfranco di Sotto fra Cinque- perficie nel Medio Valdarno Infe- cento e Settecento. Un itinerario riore, Santa Croce sull’Arno 1983. archeologico, a cura di G. Ciampol- trini e Roggero Manfredini, Bientina A. DANI, Le Cerbaie nella Preistoria, 2007. in Le Cerbaie. La natura e la storia, Pisa 2004, pp. 43-48. G. CIAMPOLTRINI, L’insediamento tra l’Era e l’Elsa dall’età dei Metalli alla A. DANI, Stazioni paleolitiche di su- tarda Antichità, in Le colline di San perficie sulle colline delle Cerbaie Miniato. La natura e la storia, Livor- (Valdarno inferiore), “Rivista di no 1997, pp. 59-77. Scienze Preistoriche”, 29 (1974), pp. 305-336. G. CIAMPOLTRINI, Insediamenti del III e II millennio a. C. fra le Cerbaie, G. F. FRANCESCHINI, Castelfranco di l’Era, l’Egola, in Presitoria e Proto- Sotto Illustrato, a cura di G. Ciam- storia fra Valdarno e , Pon- poltrini e G. Manfredini, Pisa 1981. tedera 2003, pp. 151-154. Insediamenti dell’età del Bronzo fra G. CIAMPOLTRINI, Archeologia delle le Cerbaie e l’Auser. Ricerche al terre nuove lucchesi del Valdarno Palazzaccio di e Ai Cavi Inferiore, in Atti del Seminario inter- di Orentano (Castelfranco di Sotto), nazionale Le Terre Nuove – San a cura di G. Ciampoltrini, Bientina Giovanni Valdarno, 28-30 gennaio 2008. 1999, a cura di D. Friedmanm e P. Pirillo, Firenze 2004, pp. 319-338. La “Piazza del Comune” di Ca- stelfranco di Sotto. Lo scavo ar- G. CIAMPOLTRINI, E. ABELA, Castelfran- cheologico di Piazza Remo Berton- co di Sotto. Archeologia del territo- cini e la nascita di un antico castel- rio dalla Preistoria al rinascimento. lo del Vadarno Infeiore, a cura di G. Guida della mostra, Ciampoltrini e E. Abela, Poggibonsi 2002. 1998.

G. CIAMPOLTRINI, A. ANDREOTTI, Bo- S. RUGLIONI, Orentano e Villa Cam- scaioli, carrettieri, cacciatori. Il panile dal XVI al XX Secolo. Storia ponte del Botronchio di orentano delle frazioni del Comune di Castel- (Castelfranco di Sotto, Pisa), “Ras- franco di Sotto, San Miniato 1998. segna di Archeologia”, 18 B, 2001, pp. 145-173. S. RUGLIONI, Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, G. CIAMPOLTRINI, A. ANDREOTTI, Etruschi 2004. e Romani sullle Cerbaie, in Le Cerbaie. La natura e la storia, Pisa Tra ager e centuriatus e silva. ricer- 2004, pp. 47-58. che sul decumanus “del Colmo dei Bicchi – Botronchio” nella piana di G. CIAMPOLTRINI, F. MAESTRINI, Fram- Lucca, a cura di G. Ciampoltrini, menti di storia. Archeologia di su- Bientina 2008.

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LE PROPOSTE DIDATTICHE

Castelfranco Musei organizza visi- Moduli diversi da quelli proposti te e laboratori didattici rivolti agli possono essere concordati con gli studenti delle scuole primarie e insegnanti. secondarie di 1° e 2° grado. I Eventuali materiali elaborati dagli contenuti dei moduli scelti saran- studenti nel corso del modulo no progettati in base alle esigen- possono essere valorizzati attra- ze degli insegnanti e tenendo verso esposizione o pubblicazio- conto del livello scolastico. ne. Durante gli incontri agli insegnan- Le attività devono essere prenota- ti verrà eventualmente consegna- te rivolgendosi al Museo di Oren- to ulteriore materiale di approfon- tano (0583 238843) o all’Ufficio dimento insieme a proposte di Cultura del Comune di Castel- attività da svolgere in classe. franco di Sotto (0571 487253).

PROPOSTE PER LA SCUOLA PRIMARIA

A1 - Archeologia della moneta A2 - Viabilità antica e medievale A3 - La navigazione interna e la pesca A4 - Le abitazioni nell’antichità A5 - La produzione della ceramica e del laterizio A6 - Il mestiere dell’archeologo A7 - Dal basso Medioevo al Rinascimento A8 - La nascita dell’insediamento medievale nel territorio castelfranchese A9 - La piana di Orentano in epoca romana

PROPOSTE PER LA SCUOLA SECONDARIA

B1 - Archeologia della moneta B2 - Viabilità antica e medievale B3 - La navigazione interna e la pesca B4 - Le abitazioni nell’antichità B5 - La produzione della ceramica e del laterizio B6 - Il mestiere dell’archeologo B7 - Dal basso Medioevo al Rinascimento B8 - La nascita dell’insediamento medievale nel territorio castelfranchese B9 - La piana di orentano in epoca romana

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PRENOTAZIONI

MODULO DI CONFERMA PERCORSI DIDATTICI DA INVIARE VIA FAX 0571 489580

scuola:

indirizzo postale: prov:

comune: cap:

tel: fax:

e-mail:

classe/i interessata/e:

titolo del percorso scelto:

codice:

numero totale studenti: numero di accompagnatori:

docente di riferimento 1:

contatto telefonico (preferibilmente un cellulare):

inizio alle ore: del giorno:

docente di riferimento 2:

contatto telefonico (preferibilmente un cellulare):

Con l’invio del presente modulo il sottoscritto dichiara di accettare i ter- mini, le modalità ele condizioni di svolgimento delle attività didattiche presentate da Castelfranco Musei.

firma del dirigente scolastico:

data: timbro dell’istituto

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Museo archeologico di Castelfranco di Sotto ex Chiesa di Santa Chiara, via Galileo Galilei - CASTELFRANCO DI SOTTO (Pisa) Apertura su appuntamento (tel. 0583 238843 - 0571 487253)

Museo archeologico di Orentano vecchio teatro, via Martiri della Libertà - ORENTANO - Castelfranco di Sotto (Pisa) tel. 0583 238843 - 0571 487253 Orario: Martedì e Giovedì 10,00 - 12,00 - Domenica 16,00 - 19,00

www.valdarnomusei.it www.comune.castelfranco.pi.it