IL NAVIGLIO È BELLO IN BICI

STRADA FACENDO... QUI

otta Visconti – o la Mott, per la gente del DA CAMPESE ALLA MOTTA DEI VISCONTI posto – è un interessante sul Mconfine delle province di Milano e di Ma procediamo con ordine. Come molti dei paesi e che vede le circa 7.800 anime che lo abi- della zona, anche l’originale nucleo di Motta era tano “circondate” dai vicini territori di Bereguardo, vivo già in epoca romana ed aveva una voca- e . zione prettamente agricola. Tuttavia l’insedia- Con la sua superficie di poco inferiore ai dieci chi- mento da cui discende non era ubicato nella sua lometri quadrati adagiata su una faglia pianeg- attuale posizione, ma presso l’antico borgo di Campese, fra gli odierni abitati di Besate e Ze- giante posta ad un centinaio di metri di altezza lata. Quel nome derivava probabilmente dal la- sul livello del mare, Motta pur appartenendo dal tino Campestris o Locus Campensis, termini punto di vista politico-territoriale alla Provincia del dall’evidente riferimento agricolo, ed il borgo di Capoluogo, è in realtà geograficamente più vi- Campese aveva a che fare altrettanto probabil- cino a Pavia alla cui giurisdizione peraltro appar- mente con la nobile famiglia De Campesis che, teneva fino all’Unità d’Italia. Non per nulla, diversi secoli dopo, portò diversi suoi esponenti questa sua “vocazione” di frontiera che l’ha visto ad importanti incarichi pubblici nella città di spesso al centro – più nolente che volente – delle Pavia. A Campese sembra che fosse situata continue scaramucce fra i signori delle due città anche una delle prime grange del monastero di per il controllo del territorio, è di fatto l’origine Morimondo, ma le continue scorribande delle sol- stessa della sua esistenza. dataglie che prendevano parte agli ininterrotti

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STRADA FACENDO... QUI Motta Visconti scontri fra Milano e Pavia e che finivano per pas- sare dal territorio del paese, spinsero gradata- mente gli abitanti a spostarsi più a est, nei pressi della “Motta” – letteralmente mucchio o cumulo – ovvero di quella che era probabilmente una for- tificazione di difesa che i signori locali avevano eretto per contenere le temute “invasioni”. Fu così, almeno secondo le ricostruzioni più accre- ditate, che piano piano i campesini si spostarono “in loco mota” segnando così la progressiva estinzione del nucleo abitativo originario. Il ter- mine “Mota” o “Motade” compare per la prima volta in uno scritto dell’Archivio di Stato di Milano nel 1206, mentre di Campese si parla già nel 1137 in un contratto di vendita di un terreno che un privato cedeva alla giurisdizione dell’Abbazia di Morimondo. Quale che sia la reale storia di questo originale “spostamento”, sta di fatto che il borgo abitato si sviluppò intorno a Motta e che fu qui, come è facile immaginare dal nome at- tuale del paese, che entrò sulla scena la potente e ramificata famiglia dei Visconti che sembra avesse già il controllo del territorio fin dall’epoca di Teobaldo, verso la metà del 1200. Il ramo “mottese” dei Visconti non fu però sempre “in sintonia” con quello dominante che esercitò la LA MAESTRA ADA NEGRI signoria su Milano: per esempio, è accertato che Antonio, discendente di Teobaldo, tentò una ri- Nei secoli successivi il paese fu annesso al feudo bellione contro il “parente” Gian Galeazzo e per di diversi signori ed altrettante casate, dai Del questo fu punito con l’esilio e la confisca dei beni, Mayno ai Visconti di Cislago, fino ad essere coin- compresi i suoi possedimenti nei pressi di Motta. volta come gran parte del territorio circostante Successivamente perdonato, Antonio tornò in nelle continue lotte fra Milano e Pavia e al sus- possesso delle sue terre: Azzone Visconti, altro seguirsi di dominazioni straniere sulla Lombardia suo discendente, nel 1412 ebbe il permesso da intera: da quella degli spagnoli, a quella dei fran- parte del Duca di Milano Filippo Maria di costruire cesi e degli austriaci, fino all’Unità d’Italia. Dal “per la mercede dell’anima sua [di suo padre] e punto di vista delle “cosa da vedere”, la parte del dei suoi predecessori” la chiesa dedicata a leone nel paese la giocano le chiese, senza dub- Sant’Antonio, poi diventata la parrocchiale di San bio interessanti edifici dalla lunga storia secolare: Giovanni Battista: fu proprio in quel periodo che oltre alla già citata chiesa parrocchiale, sono da il semplice toponimo Motta divenne la “Motta dei rimarcare la cinquecentesca chiesa di Santa Visconti”.

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STRADA FACENDO... QUI Motta Visconti

Maria alla Fornace, l’Oratorio di San Isidoro alla Ritorno A Motta Visconti Cascina Agnella edificato nel 1680, l’Oratorio di Ella dintorno si guardò, tremando, San Rocco Vecchio e quello di San Rocco Nuovo e riconobbe la selvaggia e strana e la Chiesa di Santa Maria del Girone, detta terra che a fiume si dirompe e frana anche di Sant’Anna. Ma forse non molti sanno entro l'acque, che fuggon mormorando. che da Motta è passata, per una significativa por- Il guado antico riconobbe e il prato zione della sua vita, una delle protagoniste più e le foreste, azzurre in lontananza alte della poesia italiana. Ada Negri, infatti, visse sotto il pallor dei cieli: proprio nella Scuola Elementare di Motta la sua e il passato di lotta e di speranza, prima esperienza lavorativa come insegnante, il suo ribelle e splendido passato arrivando nella piccola città della bassa nel 1888, ricomparve, senz'ombra e senza veli. quando aveva 18 anni, e rimanendovi fino nel Piegavano gli steli 1892, periodo proprio a cavallo dell’apertura intorno, ed ella respirava il vento: delle “Scuole Nuove” datata 1890. A detta della vento di libertà, di giovinezza, stessa poetessa, la cui vita avventurosa la portò soffio di primavere ad aderire ai grandi ideali rivoluzionari e progres- sepolte, belle come messaggere sisti e poi a riportarla ad una profonda fede cat- di gloria, piene d'ali e di bufere tolica, la Negri visse proprio a Motta i periodi più violente e d'immemore dolcezza! [...] felici della sua esistenza e durante il suo servizio da maestra cominciò a pubblicare i suoi primi scritti nel giornale locale della sua città natale Lodi, il Fanfulla. Nell’opera della Negri non man- cano le citazioni di Motta, fra cui la celebre poe- LA SOSTA AL BAR sia Ritorno a Motta Visconti ed il racconto Bar Buteghin Birichino di strada, ispirato alla vita del paese. via Gigi Borgomaneri, 6 Inoltre, nella poesia Anima Bianca contenuta telefono 02 90000103 nella raccolta Le solitaire, la poetessa ricorda scherzosamente una strana particolarità tuttora DOVE MANGIARE di Motta: su un migliaio di cognomi differenti pre- Antica Trattoria dell’Isola senti nel paese, oltre trecento persone si chia- via Gigi Borgomaneri, 87 mano Scotti o Buratti. telefono 02 90001202

BICICLETTA E DINTORNI Cicli Chitti via Garibaldi, 74 - Casorate Primo telefono 02 9009 7334

Mondobici via Vittorio Emanuele II, 21 - Casorate Primo telefono 377 9600456

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STRADA FACENDO... QUI Bereguardo

BEREGUARDO: LA "CASA DI VACANZA" un gran numero di itinerari alla scoperta delle bel- DEI VISCONTI DI MILANO lezze naturali della provincia di Pavia e di quella di Milano. Tutto questo è Bereguardo, borgo co- Un tranquillo paese disteso nelle ondulate e spet- munale di circa 3.000 anime situato fra la riva si- tacolari campagne che si crogiolano al sole fra nistra del Ticino ed il Naviglio che dal paese Milano e Pavia, un fiume – il Ticino – che ne ha prende il nome, proveniente da . segnato indelebilmente la storia e ne ha portato E' un luogo di passaggio e lo è sempre stato: lo stesso sorgere, la spettacolare idea ingegne- oggi segna il confine fra le province di Milano e ristica del Naviglio che ne segna i confini e le in- Pavia, un tempo era uno snodo importante della sospettabili radure, lanche fiorite e porzioni di navigazione interna lombarda, crocevia di bosco che ne fanno un notevole polmone verde scambi commerciali e riserva di caccia dei signori nonché la base di partenza o transito ideale per dell'epoca.

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STRADA FACENDO... QUI Bereguardo

IL CASTELLO VISCONTEO da Gian Galeazzo Visconti nel 1386, divenne una INTORNO A CUI NACQUE IL BORGO enorme riserva di caccia. Fu forse allora che, le reminiscenze della presenza francese sulla Se il territorio di Bereguardo fu segnato dal pas- zona, portarono a chiamare quel luogo Beaure- saggio di popolazioni originarie della Francia già garde, poi Bel Riguardo e, da lì, Bereguardo. Il in epoca romana e successivamente dai Longo- Castello, il cui fossato era alimentato diretta- bardi, il vero nucleo intorno al quale si sviluppò il mente dalle acque del Naviglio, subì numerosi borgo medievale è il Castello Visconteo la cui co- ampliamenti, come quelli di Filippo Maria Visconti struzione fu voluta ed iniziata da Luchino Visconti nel XV secolo che alcune fonti vogliono abbia im- – ovviamente solo omonimo del famoso regista piegato nei lavori anche il Bramante, ed è tuttora del '900 che era un suo discendente e che fu Si- uno dei più begli esempi di architettura civile del gnore di Milano e fratello dell'Arcivescovo Gio- suo genere e della sua epoca. vanni – verso la metà del XIV secolo con lo scopo di diventare un presidio per un importante IL PORTO ED IL PONTE DI BARCHE punto di navigazione del Ticino, nei pressi del- l'area in cui si prospettava la costruzione di una Fu quindi il Ticino, il grande fiume, a giocare un parte della grande opera idrica che costituiranno ruolo fondamentale nella nascita di Bereguardo, i Navigli. Il Castello, terminato ed ampliato da attirando le attenzioni dei Signori di Milano e co- Bernabò Visconti, ebbe grande successo ma non stituendo un importante via di comunicazione per come presidio militare, scopo per cui fu inizial- i traffici commerciali del Ducato dell'epoca. Ed in- mente concepito: divenne ben presto luogo pri- torno al fiume e al nascente castello non poteva vilegiato di vacanza e svago dei signori di Milano non sorgere un borgo popolare che, oltre a sfrut- e, dopo l'annessione al suo territorio di influenza tare la campagna tradizionalmente feconda della di una grande area forestale verso il Ticino ric- zona, cominciò anche ad erogare i servizi neces- chissima, allora, di boschi e selvaggina, voluta sari in quella che era a tutti gli effetti la casa di

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STRADA FACENDO... QUI Bereguardo vacanza prediletta della nobiltà del tempo: botte- nel tardo Medioevo. Fu proprio Francesco Sforza, gai, falegnami, fabbri ed armaioli costituirono nel- quello dell'assedio al castello, a seguirne gran l'intorno del castello un centro abitato piuttosto parte dei lavori di realizzazione che si svolsero fra vivace. E' certamente contemporanea alla na- il 1457 ed il 1470, anche se i primissimi scavi ri- scita del castello anche la costruzione di un porto salgono addirittura al 1420. Si tratta della por- sul Ticino che era fin da subito caratterizzato dal- zione di canale che si stacca da Abbiategrasso l'originale e tradizionale ponte sostenuto dalle nell'incile di Castelletto e raggiunge poi il Ticino barche che ancora oggi, sebbene dopo nume- dopo 19 chilometri: dotato di 12 conche che ne rose modifiche, collega l'abitato di Bereguardo al garantiscono una caduta di 24 metri, il canale fu comune di Zerbolò. Del porto e del ponte, anche per secoli una importantissima via di collega- se non è chiaro se fosse già "stabile" come oggi mento e rifornimento per la città di Milano costi- o fosse costituito semplicemente da una nave tuendone, per esempio, fino ai primi dell'800 – "girante" che faceva spola da un capo all'altro del ovvero fino alla realizzazione del Naviglio fiume, si hanno notizie documentate fin dal 1374. che ne soppiantò rapidamente l'utilizzo – l'unico Il porto era il quinto da valle a monte degli undici collegamento con il mare, percorso giornalmente costruiti all'epoca sul Ticino ed era assurto a tale da un gran quantità di merci e di uomini. Le im- importanza che verso la fine del 1300 fu fortifi- barcazioni che risalivano il Po e poi il Ticino, per cato e per i cento anni successivi oggetto di nu- raggiungere Milano venivano trasbordate via merose contese militari e politiche, come quelle terra, spesso con tutta l'imbarcazione stessa, fra i Ducati di Milano e Pavia, che portarono per- nelle acque del canale attraverso cui potevano fino ad un assedio del castello da parte di Fran- raggiungere il Naviglio Grande e quindi la città. cesco Sforza nel 1447 nell'ambito del suo tentativo, poi riuscito, di impadronirsi del potere LA SOSTA AL BAR a Milano, a discapito dei Visconti. Grassi Severina via Castello, 1 LA MERAVIGLIA INGEGNERISTICA telefono 0382 928098 DEL NAVIGLIO DOVE MANGIARE Nell'abitato principale e nelle frazioni agricole di Viscontea - Mescita con Cucina Frutteto, Vigna del Pero e Zelata, nonché nel per- via Castello, 31 duto borgo di Passarello distrutto da una alluvione telefono 0382 928148 – cui oggi si è aggiunta la zona residenziale "nuova" di Villette – gli abitanti di Bereguardo Dallalalla Osteria Fiorentina hanno anche assistito alla nascita di quel ramo via Cavagna Sangiuliani, 5 del Naviglio oggi conosciuto appunto come "di telefono 0382 930876 Bereguardo". Al nostro sguardo ormai avvezzo di frequentatori abituali delle zone, non risulta forse BICICLETTA E DINTORNI immediato immaginare quale geniale ed innova- La Bicicletta tivo capolavoro tecnico ed ingegneristico fosse il Quartiere Villette, 1/A sistema dei Navigli quando questo fu concepito telefono 0382 928311

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NAVIGLIO GRANDE: 3 da Abbiategrasso 27 km ca. alla Darsena di Milano

iamo giunti alla terza tappa del nostro viag- gio in sella alla bici nel percorso che si Ssnoda lungo il Naviglio Grande e che dalla bella località di Sesto Calende ci porta fino alla grande Milano. Un percorso di grande interesse storico dove l’acqua, questa risorsa eccezionale che ci viene abbondantemente regalata dalla na- tura in questo fazzoletto di terra lombarda, è senza dubbio la grande protagonista dello sce- nario che, costantemente, accompagna le nostre pedalate. Siamo ora ad Abbiategrasso, proprio nel punto in cui il corso del Naviglio si separa in due tronconi, entrambi "cuore" di due eccezionali che la attraversa. Il percorso continua lungo la vie ciclabili. All'altezza della frazione di Castel- statale vigevanese, raggiunge la seicentesca Ca- letto, proprio di fronte all'antica casa del Guar- scina Baitana, la Madonna del Dosso, la Cascina diano delle Acque, il Naviglio di Bereguardo si Cantalupo ed il Lago Boscaccio, lungo strade in stacca da quello Grande procedendo in direzione graniglia fra rogge e fitta vegetazione. Prose- Pavia. Il Grande, invece, piega il suo corso verso guendo nel lungo tratto rettilineo si attraversano sinistra puntando la città di Milano. Ed anche il i territori di e che, nostro viaggio prosegue scegliendo questa se- del capoluogo, costituiscono veri e propri "avam- conda direzione. La pista si snoda per un lungo posti" industriali e commerciali. tratto alla sinistra del Naviglio in un'area dove il Entrato nel territorio milanese, il percorso incro- passaggio dei veicoli è estremamente limitato e cia quello del "Lambro, Abbazie ed Expo" all'al- riservato solo agli accessi delle diverse cascine tezza della Stazione di San Cristoforo per poi che sorgono nella campagna su quel "lato" del proseguire fino alla Darsena di Porta Ticinese, canale. Si arriva così fino a , attraver- anch'essa recentemente ripristinata ed oggi fra i sando il territorio di . Da notare che un luoghi più soggettivi e distintivi della "nuova" Mi- profondo ed importante intervento di ripristino da- lano di stampo europeo. Dalla Darsena si può tato 2002, ha riqualificato e ridonato l'antico proseguire facilmente entrando in città e, vo- splendore a gran parte della Darsena: elemento lendo, raggiungere il centro ammirando Sant'Am- importantissimo di questo intervento è stata pro- brogio, Santa Maria delle Grazie e Piazza prio la costruzione dello straordinario e ramificato Castello, fino al Duomo. Inoltre si può scegliere itinerario ciclo-pedonale che intorno al Naviglio di proseguire sul circuito della "Cicloalzaia della si snoda. A Gaggiano il percorso oltrepassa il ca- Martesana" dove si può proseguire addirittura nale per portarsi sulla sponda destra attraverso fino al fiume Adda nell'abitato di Cassano, incro- un ponte assai spettacolare, in grado di mostrare ciando il Percorso Regionale 15 del Lambro e, tutto il fascino di questa piccola ma bellissima lo- più avanti, il Percorso Regionale Adda lungo il calità stretta come un abbraccio intorno all'acqua quale ci si può spingere fino a Bergamo.

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STRADA FACENDO... QUI Vermezzo

ermezzo è un'altra località dalla tipica ori- dato origine al suo primo nucleo, il suo posizio- gine rurale per la quale il Naviglio ha gio- namento “sull’altra sponda” rispetto ad Abbiate- Vcato e gioca tuttora un ruolo fondamentale. grasso – alle quali vicende storiche fu per secoli Quella della centralità del Naviglio nella storia e strettamente legato – ne segnò in epoca moderna nello sviluppo dei centri abitati che abbiamo visi- un certo isolamento che rallentò di fatto sensibil- tato lungo il nostro ideale percorso è una realtà mente l’ingresso di quella “rivoluzione industriale” che molte volte ci siamo ritrovati a riscontrare e che nel corso dell’800 stava cambiando radical- non costituisce certo novità. Ma nel caso di Ver- mente il volto del territorio nei suoi dintorni, cre- mezzo possiede una accezione particolare ed un ando “gli operai” e dando un impulso urbanistico po’ diversa dal solito che sarà interessante sco- agli abitati. Fu così che Vermezzo visse la stessa prire. Se infatti la ricchezza di acque, già naturale situazione che accomunò i vicini , e rafforzata dalla costruzione del canale, ha se- e , anch’essi nati lungo la gnato da sempre la vocazione rurale del borgo e via pavese: la storica strada che congiungeva Mi-

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STRADA FACENDO... QUI Vermezzo

lano ed Abbiategrasso – l’attuale “Vigevanese” – porterà poi il comune, negli anni ’70 ed ’80, a rag- era al di là del Naviglio e fino alla costruzione del giungere le dimensioni di oggi. ponte di ferro datata 1903, l’unico modo per arri- varvi era quello di ricorrere ai collegamenti con IN MEZZO AL VERDE barche che facevano da spola da una sponda all’altra spinte a braccia attraverso una robusta Ma lasciamo la sua storia recente per rimettere corda di canapa. La situazione si acuì quando la ordine nel nostro racconto: comune totalmente ferrovia Milano- inaugurata nel 1871 pianeggiante di circa 4000 anime contando non vide costruita alcuna stazione nei pressi di anche le frazioni di Ravello e Tavolera, Vermezzo Vermezzo. Fu il sindaco Luigi Cozzi, raccogliendo ha avuto come tutti i centri confinanti una origine anche la voce di tutti i vicini comuni, che riuscì fi- eminentemente agricola e molto probabilmente nalmente a far approvare al costruzione del ponte romana. Interessante, al solito, è il dibattito e, successivamente, a contribuire alla realizza- aperto sull’origine del suo nome: l’interpretazione zione del tronco tramviario Milano-Corsico-Abbia- più accreditata vuole che esso derivi dall’ espres- tegrasso che si rivelò fondamentale per sione “viridis medium” – letteralmente “in mezzo permettere ai lavoratori vermezzesi di raggiun- al verde” – che evidentemente stava ad indicare gere Milano. E così, se nel 1908 a Vermezzo si la ricchezza della vegetazione che doveva cir- contavano poco meno di ottocento anime, nel condare il primo nucleo abitato e, probabilmente, 1925 oltre cento erano le persone che dal paese accennare anche al suo isolamento. Non manca si trasferivano per lavorare nelle fabbriche di Mi- chi sostiene invece che l’attuale toponimo derivi lano. Era il seme di quella urbanizzazione che dall’espressione dialettale milanese vermecc –

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STRADA FACENDO... QUI Vermezzo

ossia: rigoglioso, prosperoso – a sua volta legata dei sacramenti era riservata al tempo alla Pieve al termine latino vermicius, che originariamente di Rosate ed anche dalle dimensioni tutto som- significava “rosso” o “vermiglio”. Quale che sia mato “ridotte” dell’edificio che sono state sostan- ciò che è veramente successo, quello che è certo zialmente rispettate dalla ristrutturazione – o che un abitato nominato come Vermetio appare meglio, dalla vera e propria ricostruzione – fatta in un antico documento del 955 d.C.: si tratta di nel ‘500 per volere di San Carlo Borromeo che, un accordo per il passaggio di proprietà di alcuni visitando il paese, aveva trovato la chiesa in terreni fra famiglie di origine longobarda. La sto- “pessime condizioni”. Quando, nel 1957, furono ria successiva del paese è legata strettamente a eseguiti i lavori per realizzare una nuova pavi- quella del territorio circostante ed in particolare a mentazione sotto la quale installare un impianto quella della vicina Abbiategrasso. Fra le diverse di riscaldamento, gli operai si imbatterono un una nobili famiglie che si dividevano le proprietà dei antica muratura con tracce di affresco: si trattava terreni nei suoi dintorni, una importanza partico- della base di un’abside circolare attorno alla lare la giocò quella milanese dei Pozzobelli che quale, eseguendo ulteriori scavi, furono trovati furono di fatto i signori del feudo al 1492, anno in frammenti di affreschi di raffinata esecuzione che cui Giovanni Pietro Pozzobelli – probabilmente potrebbero risale all’età tardoromana. Potrebbe “spinto” dal Duca Gian Galeazzo Sforza – con- essere stato addirittura il Bramante, nel ‘400, a cesse a Gottardo Panigarola, cancelliere ducale contribuire alla realizzazione del Palazzo Pozzo- e personaggio decisamente in vista nella corte belli, che come si può evincere dal nome costi- sforzesca, prima l’utilizzo e poi l’acquisto di tutta tuiva la residenza della nobile famiglia omonima. l’ala nobile del castello. I Pozzobelli, comunque, La sua struttura ed il suo loggiato, benché ab- restarono sullo sfondo e, dopo le vicissitudini che biano subito nel corso dei secoli numerosi frazio- provarono la popolazione nel corso del seicento namenti, ampliamenti, ristrutturazioni e compresa la nota epidemia di peste, tornarono i modifiche, conservano ancora interessantissime maggiori proprietari del borgo nel ‘700 alla scom- testimonianze artistiche che accomunano di- parsa dalla scena pubblica dei Panigarola. verse epoche e diversi stili.

LA CHIESA DI SAN ZENONE LA SOSTA AL BAR E PALAZZO POZZOBELLI In Piazza - via Manzoni, 3 telefono 02 9440078 Dal punto di vista artistico ed architettonico Ver- mezzo ha le sue costruzioni più interessanti nella DOVE MANGIARE Parrocchiale dedicata a San Zenone e nel Pa- Ristorante Naviglio Grande lazzo Pozzobelli. La prima dovrebbe avere avuto Alzaia Naviglio Grande, 1 origine intorno al X secolo e molto probabilmente telefono 02 94941686 si doveva trattare di una cappella utilizzata per il culto privato al servizio degli abitatori del castello Trattoria San Galdino e dedicata al Santo vescovo di Verona: tale ipo- via Vittorio Emanuele, 22 - Zelo Surrigone tesi è rafforzata dal fatto che la somministrazione telefono 02 9440434

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STRADA FACENDO... QUI Gaggiano

l comune di Gaggiano è un piccolo gioiello di creto di Vittorio Emanuele II comportò una note- circa 9.000 anime, contando anche le diverse vole riorganizzazione delle entità comunali della Ifrazioni che lo compongono. Il suo territorio è zona. E così furono annessi al “capoluogo” di- adagiato a 14 chilometri da Milano lungo le versi borghi che avevano in precedenza dignità sponde del Naviglio Grande su cui si affaccia comunali indipendenti: Barate, Bonirola, Fa- anche il Municipio, ed occupa una parte pianeg- gnano sul Naviglio, San Vito e Vigano Certosino. giante piuttostoe stesa del parco Agricolo Sud. Tanto che per un po’ il nuovo maxi-comune si Gaggiano ha anche un’altra caratteristica piutto- chiamò Gaggiano ed Uniti. Le sue origini sono sto singolare: è infatti considerato uno dei co- comunque molto più antiche di quella data e, muni più “verdi” di tutta la provincia, dal momento analogamente ad altri centri della zona, derivano che solo un quinto del suo territorio è stato edifi- dall’insediamento primordiale di “coloni” in di- cato, mentre il restante 80% è adibito a terreno verse “cascine” agricole che sfruttavano il terreno agricolo o a vegetazione. assai fertile e ricco di corsi d’acqua e che si sono L'attuale estensione del territorio del comune ha via via aggregate intorno ad un “punto di rac- la sua origine nel 1869, per la precisione nella fa- cordo” dell’antica strada postale che da Milano tidica data del 7 marzo, anno in cui un Regio De- conduceva a Vigevano.

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STRADA FACENDO... QUI Gaggiano

IL PAESE DELLE GAZZE è legata alla attuale frazione di Barate in un do- cumento del 1054, mentre il nome di Gaggiano L’origine del nome di Gaggiano è piuttosto dibat- – o anche Gagiano, Gazano e Gazianum – tuta: alcune fonti lo fanno derivare da un curioso venne per la prima volta riportato in un atto nota- termine longobardo Gehage, il cui utilizzo è so- rile del 1146. Il feudo fra il IX ed il XII secolo ap- stanzialmente andato perduto nelle evoluzioni partenne ad una serie di nobili famiglie, tra cui successive della lingua e che avrebbe un signifi- quelle dei Boccardi e degli Avogadri, e venne cato che suona simile a 'bosco regio cintato'. Per coinvolto direttamente nelle lotte tra i milanesi e altre fonti, invece, si riferirebbe più semplice- i pavesi, alleati di Federico Barbarossa: nel 1168 mente al latino Gaianum, aggettivo collegabile a un tal Alberto da Gaggiano ricevette da San Gal- qualche possidente romano vissuto in epoca im- dino, arcivescovo di Milano, l’intimazione di la- periale. Per i più romantici invece, il termine Gag- sciare le simpatie per il partito filoimperiale che giano riecheggerebbe la massiccia presenza di aveva al suo interno spinte scismatiche e che si gazze nella zona, ma forse questa interpreta- era radicato nella zona quando qualche anno zione è soltanto una suggestiva e poetica imma- prima l’imperatore stesso aveva sostato a Gag- gine bucolica. Quale che sia la verità, la prima giano mentre preparava un attacco a Milano. Nel citazione “ufficiale” relativa al territorio comunale 1274, invece, fu il Carroccio milanese a sostare

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STRADA FACENDO... QUI Gaggiano a Gaggiano nel corso del suo spostamento per fare per ragioni di spazio, anche le parrocchiali attaccare Pavia. Intorno al suo castello, nella se- delle diverse località, tutte di interessante valore conda metà del duecento, Gaggiano fu al centro artistico: la duecentesca chiesa di San Vito, la della guerra civile tra i Della Torre e i Visconti, per chiesa della Madonna Addolorata nella Cascina il controllo sul Ducato e nei secoli successivi fu Sporzano; l'oratorio di Sant'Antonio Abate nella sotto il dominio degli Sforza. Superate le pesti- Cascina Donato del Conte; le chiese della Ma- lenze del 1524 e del 1630, che ne decimarono la donna del Dosso e della Madonna Regina del popolazione, il comune registrò una crescita co- Mondo a Bonirola. Di notevole interesse anche stante degli abitanti grazie anche al continuo mi- alcuni edifici civili: dal palazzo comunale al set- glioramento dei sistemi di collegamento e in tecentesco palazzo Venini Uboldi affacciato sul particolare al ruolo svolto in tal senso dal Navi- Naviglio, da Villa Borromeo d’Adda a Fagnano a glio. Una particolare attenzione meritano anche Villa Marino che fu dimora del finanziere Tom- le attuale frazioni di Barate e Vigano Certosino, maso Marino noto soprattutto per aver commis- nate e sviluppatisi intorno a due importantissimi sionato la costruzione del Palazzo nel centro di insediamenti monastici, vescovile nel primo caso Milano che porta il suo nome e che ora è la sede e dei certosini nel secondo. comunale del capoluogo.

FRA NATURA E CULTURA LA SOSTA AL BAR È piuttosto indiscutibile che protagonista dello Pasticceria Tarantola sviluppo economico e sociale del paese lungo i via Roma, 42 secoli, sia stato il Naviglio, che anticamente arri- telefono 02 908 5053 vava a Castelletto di Abbiategrasso e fu dal 1233 fatto proseguire fino a Trezzano, tanto che il Aperitif Vintage nuovo tratto fu identificato come “Naviglio di Gag- via Liberazione, 9 giano”. Numerosi sono infine, anche i monumenti telefono 349 778 0762 artistici ed architettonici che arricchiscono la città, a partire dalla chiesa di Sant’Invenzio, con il ti- DOVE MANGIARE pico sagrato affacciato sul Canale e la sua fac- Trattoria Da Vittoria ciata barocca elegante e pulita la cui via Einstein, 14 ristrutturazione risale al 1620, ma la cui origine è telefono 02 9086625 certamente ben più antica e databile almeno al XII secolo. Accanto alla Certosa di Vigano Cer- Casa Lara - Trattoria Griglieria Pizzeria tosino – che i monaci costruirono riconvertendo via De Gasperi un vecchio fortilizio e che ora è di proprietà pri- telefono 02 9081953 vata – sorge la Chiesa dei Santi Eustorgio e Maria il cui rifacimento di fine ‘400 partiva da un BICICLETTA E DINTORNI antico edificio preesistente probabilmente risa- Alex Bici lente ad epoca tardo-romana. Ma meriterebbero piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, 7 una più ampia citazione, che qui non possiamo telefono 344 1406438

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STRADA FACENDO... QUI Trezzano sul Naviglio

n piccolo borgo essenzialmente agricolo sua origine rurale e simile in questo a tutti i piccoli che accoglie poco più di un migliaio di comuni della zona nati probabilmente dalla cen- Uanime che per circa un paio di millenni non turiazione che i romani fecero del contado frazio- ha visto cambiare che di pochissimo, e spesso nato intorno ai possedimenti di qualche ricca o solo riguardo ai “padroni” che lo controllavano, la nobile famiglia. Che cosa successe dunque agli sua natura e la sua vocazione al lavoro della inizi degli anni sessanta da costituire una svolta terra. Se leggeste questa descrizione stentereste così radicale nella storia della fin lì piccola Trez- a credere che stiamo parlando di Trezzano sul zano? Semplice: nel 1961 venne aperta al pub- Naviglio, centro che oggi con i suoi circa venti- blico la Strada Statale Vigevanese – nata per mila abitanti ed il suo tessuto sociale, economico ovviare alla difficile agibilità della Ripa Ticinese e perfino geografico così strettamente legati al con essa superabile grazie ad una variante che capoluogo Milano, costituisce uno dei comuni più parte dal quartiere Lorenteggio – che, dopo un grandi e popolosi dell’intero territorio provinciale. paio di anni di lavori, finì per stravolgere la tran- Ebbene, fino alla fine degli anni ’50 e fin dalla sua quilla esistenza del comune trezzanese. Non è fondazione risalente all’epoca romana, Trezzano difficile immaginarlo: da un lato la nuova strada – o meglio, Treciano come era conosciuto origi- che tagliava letteralmente in due il comune scar- nariamente – era rimasto proprio così, fedele alla dinò completamente il tessuto agricolo, frazio-

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STRADA FACENDO... QUI Trezzano sul Naviglio

nando i fondi e depotenziandone la produttività, “terzo cippo miliare” che evidentemente doveva dall’altro rese il territorio ad essi circostante indicare la distanza del borgo dal capoluogo Me- estremamente appetibile da tutti gli altri punti di diolanum. Tuttavia, diverse fonti indicano nel suf- vista, compreso quello della edificazione abita- fisso –anus un indizio importante che farebbe tiva e dello sviluppo industriale e del terziario. In propendere per una diversa ricostruzione: esso quest’ottica si inserisce il noto progetto dell’archi- infatti nella toponomastica romana indica in ge- tetto Renzo Zingone – lo stesso della bergama- nere l’appartenenza di un luogo o di un fondo ad sca Zingonia – che proprio in quegli anni diede un proprietario che, in questo caso, potrebbe es- vita al Quartiere omonimo. Intorno a queste sem- sere stato tal “Tersius”, da cui Tersianus e, in se- plici e logiche dinamiche, si sviluppò il boom de- guito, Treciano. Il primo documento che riporta mografico di Trezzano che passò dai circa 1400 espressamente il nome del borgo è assai antico abitanti del 1961 agli oltre 13.000 di soli dieci e risale all’anno 839 d.C., quando un certo An- anni più tardi, portandosi poi stabilmente intorno gelfrit di Treciano si prestò come testimone nel agli attuali ventimila all’inizio degli anni ’80. riconoscere una eredità di un podere a favore della canonica di Sant’Ambrogio, che già allora TRA CAMPI E NAVIGLIO doveva essere il più importante centro econo- mico e sociale della zona. Alla chiesa si aggiun- Dopo la fondazione del villaggio in epoca ro- sero intorno al 1100 anche due conventi che mana, Treciano – come i vicini Terciago e Loirana contribuirono ulteriormente al consolidamento che hanno poi dato vita alle odierne omonime del centro abitato. Entrambi sono ancora esi- frazioni – è rimasto per decenni poco più che un stenti e, nei secoli, si sono trasformati in resi- agglomerato di cascine con qualche centinaio di denze private: quello dei Certosini che abitanti in tutto. Il suo nome sembra derivare corrisponde all'attuale Casa Tazzini e quello dei dall’espressione latina Tertium Miliarium, ovvero Cistercensi che è divenuto la Residenza Mai-

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STRADA FACENDO... QUI Trezzano sul Naviglio nardi. Se ad essi si aggiunge la costruzione del chiesa intitolata, secondo il volere del suo prede- Naviglio fra il 1233 ed il 1257, si può compren- cessore Dionigi Tettamanzi, a Santa Gianna Be- dere facilmente come introno alle sue sponde, ai retta Molla, già incontrata nel nostro viaggio in due conventi e alla chiesa si sia sviluppato il quel di Pontevecchio. Infine, sul vasto territorio borgo nonché estesa la superficie coltivata nelle di Trezzano è interessante segnalare anche zone ad esso circostanti, spesso grazie ad im- l’area del Lago Boscaccio, compresa all’interno portanti attività di bonifica. del Parco Sud. Benché il bacino sia di origine ar- tificiale e derivi semplicemente da alcune attività LA PARROCCHIALE DI SANT’AMBROGIO di escavazione industriale, esso è stato succes- ED IL LAGO BOSCACCIO sivamente recuperato e trasformato ricreando fe- delmente il tipico habitat della pianura lombarda Trezzano rimase così, fino al ‘700, sotto il diretto che doveva caratterizzare la zona prima della controllo di enti ecclesiastici, attraversando i se- sua urbanizzazione: un progetto avviato nel 1984 coli senza grandi scossoni e seguendo passo e tuttora in continua evoluzione, che ha attirato passo l’avvicendarsi dei diversi “governi” che si l’interesse e la collaborazione di scienziati, bio- susseguirono sul suo territorio in maniera simbio- logi e naturalisti. tica con quanto accadeva nella grande Milano. L’unificazione fra Trezzano, Terzago e Loirano fu sancita nel 1809 e, dopo una parentesi in cui l’in- LA SOSTA AL BAR tero comune fu annesso a quello vicino di Cor- Vizzi di Roberta e Dolores sico, nel 1862 esso aggiunse ufficialmente al suo piazza San Lorenzo, 5 nome il suffisso “sul Naviglio”, per distinguerlo telefono 02 48464673 dall’omonimo comune di , tuttora situato nella zona della Martesana. Nonostante Sfizi e Vizi la profonda trasformazione che ne ha caratteriz- via San Cristoforo, 11 zato la storia recente, Trezzano conserva ancora telefono 02 48401589 alcune interessanti testimonianze del suo lungo passato rurale ed agricolo. Oltre ai due ex-con- DOVE MANGIARE venti, di grande interesse è anche la parrocchiale Bacco e Arianna Ristorante di Sant’Ambrogio, edificata probabilmente fra il X via Circonvallazione, 1 ed il XII secolo e successivamente ampliata nel telefono 02 48403895 XVII secolo con l’introduzione di diversi elementi dall’ispirazione decisamente barocca. In essa Antica Osteria del Ponte sono conservate opere artistiche di grande inte- via Vittorio Veneto, 22 resse fra cui gli affreschi cinquecenteschi alcuni telefono 02 4455637 dei quali opera del grande pittore milanese Ber- nardino Luini. Da ricordare, inoltre – non tanto BICICLETTA E DINTORNI dal punto di vista artistico quanto più da quello MIB produzione ne vendita biciclette religioso – che il 25 aprile 2015 il cardinale An- via Brunelleschi, 61 gelo Scola ha inaugurato nel comune una nuova telefono 346 6087619

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STRADA FACENDO... QUI Corsico

on la vicina e con Trez- comportato per Corsico un “salto” nella dimen- zano sul Naviglio, la città di Corsico costi- sione e nella popolosità del borgo, passato dalle Ctuisce una sorta di continuum territoriale circa mille anime che stabilmente lo abitavano con il comune di Milano, declinandone la voca- nei suoi primi settecento anni di vita, alle circa zione commerciale ed industriale e “assorben- settemila del 1930 e alle oltre 42.000 del 1981, done” anche la conformazione “fisica”. Gran punto più “alto” del suo andamento demografico parte delle considerazioni fatte poco fa per Trez- che è stato influenzato anche da imponenti flussi zano, valgono infatti anche per questa nuova migratori, prima di attestarsi intorno ai 33.000 "tappa" del nostro ideale viaggio. Ed infatti co- abitanti attuali. muni ai due centri sono gli "eventi-cardine" che ne hanno indelebilmente segnato la storia: la co- LA ZONA DEI TORRENTI “CHE CORRONO” struzione del Naviglio Grande nella seconda metà del 1200, l’insediamento delle prime indu- Sembra proprio che prima del 1200 il territorio di strie agli inizi del ‘900 e l’inaugurazione nel 1961 Corsico fosse caratterizzato soprattutto dalla pre- della Strada Statale Nuova Vigevanese. senza piuttosto “disordinata” di rivoli e torrenti Ciascuna di queste tre discontinuità temporali, ha che correvano fra i campi, senza la presenza di

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un insediamento abbastanza rilevante da costi- citata in un documento del XII secolo nel mona- tuire un borgo. E’ proprio da questo “correre” che stero milanese di San Vittore al Corpo. Quale che sembra derivare il nome della futura città, anche sia la vera origine del suo nome, quel che è certo se questa non è certo l’unica interpretazione di è che il nucleo originario di Corsico si formò in tale fatto opinata dagli studiosi. Infatti, quelle bo- maniera stabile da “ondivago” che era in conco- scaglie poco presidiate e solcate dalle acque, mitanza con i lavori di costruzione del Naviglio erano facile rifugio per soldatesche sbandate e Grande iniziati nel 1259 su ispirazione di Martino bande di pirati che imperversavano nella zona Della Torre, leader della famiglia milanese che con le loro scorrerie: da questi “corsari” – come contendeva ai Visconti il controllo della città. Il erano chiamati – potrebbe infatti derivare il nome borgo nacque ai margini di quella straordinaria dato al borgo. Ma pure plausibile è la teoria se- opera ingegneristica che fu il canale navigabile: condo la quale il toponimo sarebbe derivazione una fonte storica milanese del tempo cita Corsico di un nome romano – come per esempio Curtius, come punto in cui sostarono alcuni militi milanesi ovvero “di Curzio” – che farebbe pensare a qual- l’11 maggio 1274 mentre si spostavano per at- che originario insediamento ai tempi dell’Impero taccare Novara guidati da Napoleone Della cui non ci è giunta testimonianza, se non qualche Torre. E’ questa la prima testimonianza diretta traccia di una ora scomparsa località di “Curto” dell’esistenza della città.

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Dalla signoria dei Visconti ai giorni nostri del vetro e della ceramica. Molto rapidamente, Negli anni successivi Corsico seguì fedelmente così, il tessuto sociale del comune si trasformò le sorti della vicinissima Milano: per esempio, caratterizzandosi con una massiccia presenza di dopo la Battaglia di Desio in cui Ottone Visconti proletariato industriale. Iniziò così l’epoca mo- sconfisse il suddetto Napo Della Torre nel 1277, derna. Da ultimo nel nostro breve viaggio, ci- la famiglia Visconti conquistò definitivamente il tiamo il luoghi interessanti che possiamo oggi controllo del capoluogo e anche Corsico, “stori- visitare scoprendo la parte del territorio comunale camente” fedele ai Torriani, divenne territorio di forse meno nota ai più: l'ottocentesca chiesa par- diretta influenza dei loro avversari. Lo stretto le- rocchiale dei Santi Pietro e Paolo; l'oratorio di game con Milano e con le sue vicende storiche, San Biagio del XIII secolo e restaurato nel Set- ivi comprese i diversi soggetti che si alternarono tecento in località Grancino; i monumenti ai Ca- nel suo governo, rimase sostanzialmente inalte- duti, ai marinai, alla Resistenza e agli alpini; i rato per Corsico fino all’Unità d’Italia. Fra i diversi complessi della Guardia di Sotto e della Guardia personaggi che sono transitati per il comune in di Sopra e il palazzo rinascimentale, che fu resi- questo lungo periodo citiamo il capitano di ven- denza di Niccolò Piccinino. tura Niccolò Piccinino che qui morì nel 1444 nella sua villa al termine della sua avventurosa vita da condottiero al soldo di Filippo Maria Visconti. Il 2 LA SOSTA AL BAR novembre del 1584 passò da Corsico San Carlo Maya Cafè Corsico Borromeo, allora arcivescovo di Milano, ormai via Vittorio Emanuele II, 23 morente dopo essere caduto in malattia durante telefono 393 2911336 una visita pastorale in alcuni paesi nella zona del Lago Maggiore. Il Santo si spense a Milano il DOVE MANGIARE giorno seguente, dopo essere stato lì trasportato Ristorante,Griglieria,Lounge Bar,Gelateria su una lettiga. Nel pieno del momento più buio Antica Posta della storia lombarda, quello legato alle continue via Vittorio Emanuele II, 27 lotte fra le signorie locali e alla dominazione spa- telefono 329 484 8861 gnola, nel 1525 a Corsico fu fondata l’”Opera Pia Vimercati” che si occupava della distribuzione del Trattoria la Combriccola pane alle famiglie indigenti della zona, mentre nel via Fiume, 13 1706 gli spagnoli vennero definitivamente cac- telefono 329 186 4261 ciati da Eugenio di Savoia, agli ordini dell’Impero Austriaco che insediò proprio a Corsico il suo BICICLETTA E DINTORNI quartier generale. L’Unità d’Italia del 1861 trovò Milesi Carlo Corsico caratterizzata da una vocazione sostan- via Sant’Adele, 24 zialmente agricola e zootecnica che vedeva però telefono 02 440 5333 la nascita delle prime aziende casearie con una certa organizzazione: le prime industrie in senso Il.Va. di Mauro Cornalba “moderno” si insediarono nel nuovo secolo dedi- via Malakoff, 11 candosi inizialmente alla produzione della carta, telefono 02 440 8656

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STRADA FACENDO... La Darsena di Porta Ticinese a Milano

e c'è una cosa che negli ultimi anni è mu- unica, accattivante e davvero piena di tesori. tato decisamente è senza dubbio il volto di Che, non a caso, dopo lo straordinario exploit di SMilano, il suo skyline ed il suo respiro in- presenze di Expo ha mantenuto inalterata la sua ternazionale. Non che la grande città sotto la Ma- attrattiva tanto da superare, per esempio, Fi- donnina abbia tradito la sua anima più profonda renze in quanto a numero di turisti che la visitano e la storia che da secoli l'ha resa uno dei più im- ogni anno. portanti centri della nostra bellissima Italia. Anzi. La Darsena di Porta Ticinese, completamente re- La sapiente commistione di nuove aree dalla vo- cuperata e riportata ad un antico splendore dopo cazione spiccatamente europea e di antichi luo- la profonda ristrutturazione datata 2015, è con ghi che hanno mantenuto inalterato il loro Porta Nuova e la zona City Life uno dei luoghi- fascino, fanno della Milano di oggi una città simbolo della "nuova" Milano. Nuova ma profon-

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STRADA FACENDO... La Darsena di Porta Ticinese a Milano damente radicata nella tradizione. La Darsena è specchio d'acqua della Darsena stessa, così un angolo della città che ha ritrovato quella cen- come ancora oggi si può ammirare: ha una su- tralità che aveva perduto, quella operosa e vi- perficie di oltre 17.000 metri quadrati, per una vace frequentazione di popolo che aveva lunghezza di 750 metri ed un larghezza massima quando, secoli orsono, era il "porto di Milano", di 25. Quando fu costruita, era il "cuore" di quello centro vitale degli scambi, delle merci e dei tra- straordinario crocevia di vie d'acqua che era la sporti che sfruttavano quella straordinaria idea città di Milano, canali oggi per la maggior parte che era stato il Naviglio. del loro corso sotterranei, coperti come furono dall'edificazione di vie e strade. Si congiunge- IL CUORE DELLA "MILANO CHE LAVORA" vano infatti nella Darsena non solo i due Navigli ed il Cavo Ticinello – che poi finisce nella Vettab- Un luogo unico che ha visto passare re ed impe- bia, canale agricolo oggi in parte coperto che ratori, generazioni di operai e commercianti, nasce da Piazza Vetra e finisce poi nel Lambro merci di ogni tipo, innovazioni tecniche, invasori, presso – ma anche l'Olona e la battaglie e nobili famiglie che lottavano per il suo Conca di Viarenna che la collegava con la Cer- controllo. La Darsena era lo snodo più importante chia dei Navigli e, da qui, con la Martesana. Il del traffico commerciale milanese, sorta nel progressivo affermarsi dell'importanza dei tra- punto esatto in cui il Naviglio Grande si ricongiun- sporti su gomma grazie allo sviluppo della rete geva con il Naviglio Pavese e con il Cavo Tici- autostradale nel '900, portò la funzione commer- nello che ne costituiva il canale scolmatore. Fu ciale della Darsena ad un lento declino. Il 30 costruita proprio dove si trovava il cosiddetto La- marzo 1979, verso le ore 14, un barcone che tra- ghetto di Sant'Eustorgio, dal nome della basilica sportava circa 140 tonnellate di sabbia – come che era nei suoi pressi. Questo fu realizzato nel avrebbero potuto fare solo venti camion – entrò 1388 per permettere l'attracco dei barconi che, nella Darsena, proveniente da Castelletto di Cug- partendo dalle cave del Lago Maggiore e percor- giono, lungo il Naviglio. Per fare il suo percorso rendo il Ticino ed in Naviglio, trasportavano i aveva impiegato circa otto ore. Fu l'ultima imbar- blocchi di marmo di Candoglia che servivano per cazione ad attraccare e scaricare il proprio carico l'edificazione del Duomo di Milano. Fu l'allora go- nella Darsena che, da allora, chiuse i battenti. vernatore spagnolo Pedro Enrique de Acevedo, Conte di Fuentes, a volere nel 1603 la costru- IL NUOVO SPLENDORE DELLA DARSENA zione della darsena e la trasformazione del punto di attracco del Laghetto in un vero e proprio porto Da quel giorno che scrisse la parola fine ad fluviale che, in breve, divenne uno dei più impor- un'epoca storica durata secoli, la Darsena co- tanti e trafficati d'Italia. Si trovava a ridosso delle nobbe un periodo di degrado e di abbandono, ri- Mura Spagnole, costruite nel '500 ed abbattute schiando perfino, nel 2004, di essere nel XX secolo, la cui particolare forma disegnò lo definitivamente deturpata da un folle progetto

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STRADA FACENDO... La Darsena di Porta Ticinese a Milano

che voleva trasformarla in un grande parcheggio tri tempi. Siedono all'aperto in uno dei molti locali sotterraneo. e ristoranti, alcuni dei quali sfruttano i vecchi Restava sempre, nel sentire dei milanesi, un "barconi" ormeggiati sul canale e trasformati in luogo-simbolo ricco di fascino. Ma era un fascino sale da pranzo. Partecipano alle numerose ini- decadente, un po' triste ed un po' nostalgico. E' ziative ed eventi che immancabilmente, specie stata la riqualificazione del 2015 che le ha dato nelle stagioni favorevoli, animano Piazza XXIV una vera e propria nuova vita. Maggio, Via D'Annunzio, Viale Gorizia, la Ripa di Oggi la Darsena è un luogo di grande frequenta- Porta Ticinese, Via Ascanio Sforza e l'Alzaia del zione ed interesse, non soltanto da parte dei tu- Naviglio Pavese. In una atmosfera europea e co- risti, ma anche dei milanesi stessi. Le sue strade smopolita che la rende ancora più speciale. ed i suoi dintorni sono sempre brulicanti, con un Non a caso l'autorevole New York Times ha citato continuo andirivieni di persone che frequentano la Darsena come uno dei dodici più bei scorci cit- il ricostruito Mercato Comunale, vero gioiello d'al- tadini di tutta l'Europa.

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NAVIGLIO PAVESE: 5 dalla Darsena di Milano a Pavia 33 km ca.

el nostro itinerario lungo le ricche e variegate piste ci- Nclabili che si dipanano in- torno ai Navigli, abbiamo percorso una sorta di triangolo che ci ha visto partire dalla "sorgente" del Naviglio che nasce da una costola del Ticino – ci perdonerete la li- cenza poetica – risalire fino ad Ab- biategrasso e, da qui, raggiungere in una direzione Milano e nell'altra Bereguardo. Con il nostro ultimo tratto che percorriamo idealmente nelle prossime pagine comple- tiamo l'ultimo "lato" del nostro per- corso. Si tratta di un interessante itinerario che parte dalla Darsena È molto interessante in questo tratto constatare di Porta Ticinese e, seguendo l'Alzaia del Navi- il cambio di scenario che ci si para innanzi: se glio Pavese come strada maestra, arriva fino a fino a quest'altezza ci si è mossi in un ambiente Pavia dopo circa 30 Km di agevole cammino. Si sostanzialmente urbano senza soluzione di con- tratta di uno dei più "classici" fra i percorsi ciclabili tinuità, da qui ci si trova davanti soprattutto la della zona: la pista non presenta particolari diffi- bella campagna lombarda, con il suo sapore ru- coltà, è per la maggior parte del suo svolgersi al rale ed agricolo intervallato qui e là da qualche riparo dal traffico ed è quindi assolutamente grande cascina. E, naturalmente, segnato dalla adatta a tutti, anche ai ciclisti meno esperti e, per- bellezza e dal fascino del Naviglio. Presso la fra- ché no, alle famiglie con bambini al seguito. Dalla zione di Torre del Mangano, nel comune di Cer- Darsena si imbocca l'Alzaia procedendo sulla tosa di Pavia, si incrocia la piccola strada che, riva sinistra prima di passare alla destra grazie deviando dalla ciclabile principale, porta al com- ad un ponte all'altezza di Piazzale Famagosta. È plesso monastico, distante meno di un chilome- questo l'unico tratto che vede condividere la tro. Una "digressione" che merita certamente di strada con il traffico a motore e che, quindi, ri- essere fatta senza rimpianti, specie nelle belle chiede una maggiore attenzione. Presso la fra- giornate estive e primaverili che permetteranno zione Badile di si cambia di godere al meglio della maestosità del monu- nuovamente sponda, prendendo decisamente la mento trecentesco. Terminata la visita, si può tor- direzione di Pavia ed entrando nel nuovo tratto nare sulla pista principale riprendendo la strada di ciclabile attraverso la quale si raggiunge la verso Pavia, cui mancano da quel punto più o Certosa. meno sei chilometri.

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