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PARTE TERZA L’età moderna: Ottocento e Novecento Il periodo napoleonico e la dominazione austriaca (1797-1866) di Debora Marzotto Castagnaro 3 La Rivoluzione Francese portò, alla fine del XVIII secolo, alla caduta del- la monarchia assoluta e delle strutture feudali in Francia. Tale rivoluzione rappresentò il momento culminante di una più vasta rivoluzione europea al- le cui origini stavano le aspirazioni della borghesia ad accedere al potere po- litico fino allora esclusivo monopolio della nobiltà terriera. L’esercito francese, comandato dal ventisettenne Napoleone, nell’aprile del 1796 passò le Alpi Marittime e sconfisse i Piemontesi a Millesimo e gli Au- striaci a Dego. Il Re di Piemonte e Sardegna, Vittorio Amedeo III, fu costret- to, suo malgrado, a chiedere l’armistizio di Cherasco (Cuneo). Napoleone sconfisse poi gli Austriaci a Lodi e si diresse verso Milano do- ve, il 15 maggio, fu accolto trionfalmente dalla popolazione come un libera- tore. Ma, ben presto, venne meno anche l’entusiasmo; gli abitanti, infatti, do- vettero pagare una cospicua indennità di guerra al vincitore mentre l’eser- cito francese saccheggiava ovunque: chiese, case, musei e pubblici edifici. Dopo aver costituito un governo provvisorio in Lombardia, Napoleone conquistò le legazioni pontificie di Bologna e di Ferrara. Le città di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, vennero riunite in una Repubblica che fu detta Cispadana, cioè al di qua del Po. Il 7 gennaio 1797 essa adottò il trico- lore come vessillo, che divenne poi la Bandiera d’Italia. Il 9 luglio, con l’aggregazione della Lombardia alla Romagna, venne crea- ta la Repubblica Cisalpina (al di qua delle Alpi), con capitale Milano. Sempre nel 1797, Napoleone entrò nel territorio della Repubblica Vene- ta. Occupò varie città, tra le quali Verona, sebbene la Serenissima avesse di- chiarato la propria neutralità fin da quando Napoleone aveva fatto il suo in- gresso a Milano, credendo così di salvarsi. Il 17 aprile 1797 la popolazione di Verona insorse e, gridando “Viva San Marco”, assalì le guardie presso i pon- ti e i soldati per le strade. I Francesi si ritirarono a Castelvecchio, dentro San Pietro e San Felice, tenendo chiuse le porte della città. Dopo innumerevoli incendi e tante devastazioni, l’insurrezione terminò il 25 aprile, ponendo fi- ne a quel fenomeno poi definito: “Pasque Veronesi” (L’ARENA). Queste rappresentarono certamente uno degli avvenimenti più dram- matici e tormentati della storia di Verona specie nel biennio 1796-1797. Gli stessi nostri paesi dovettero sottostare al continuo passaggio di truppe (fran- cesi ed austriache) con un devastante impatto sull’economia locale e sul- 65 Storia di una comunità e del suo territorio L’età moderna: Ottocento e Novecento l’assetto sociale e politico, provocando pure una violenta ingerenza in am- Il Calafà ricordava come presso Zomesa (Zimella?) si trovasse un disegno bito religioso. Le battaglie di Arcole ( 15 – 17 novembre 1796) e di Rivoli ( 14 con tutte le Ville di Pressana fatto all’inizio del 1700 e come in esso vi fosse- – 15 gennaio 1797) portarono la guerra direttamente “in casa” con violen- ro distinte tutte le pezze di terra, la loro quantità, il nome ed il luogo. Di que- ze e distruzioni senza precedenti (G.DA PERSICO, 1820). sto prezioso quanto importante documento, nulla purtroppo è arrivato a noi (CALAFA’, 1797). Ad aggravare ulteriormente la situazione ci si mise pure il terremoto. In- fatti il 5 giugno 1794 alle 5,30 del mattino, una forte scossa fece balzare giù dal letto gli abitanti di Cologna, Zimella, Baldaria e Pressana mentre una seconda fu avvertita verso le 6,30; non ci fu però alcun morto anche se i danni a cose ed abitazioni non mancarono. Il 19 maggio 1794 si cominciò a lavorare per il gran stradone dei “Guavi”, detto Stradone di Pressana; me- tà era destinato alla coltura e metà a strada (CALAFA’, 1797). Siamo alla fi- ne del 1700 e Caselle contava 419 abitanti mentre Pressana 1387 (censi- mento del 1790). Alla fine del XVIII secolo, il Contado o Quartiere del Fiumenovo si esten- deva su di una superficie di 138 Kmq e comprendeva 13 ville con i relativi sob- borghi. La popolazione era alquanto variabile anche se, per il nostro comu- ne, abbastanza costante. Negli anni 1766-1770, a Pressana abitavano 1.338 persone mentre a Caselle 396; tra il 1780 e il 1784, la popolazione andò di- minuendo passando a 1.221 a differenza di Caselle che aumentò a 441. L’an- damento ritornò stazionario alla fine del 1700 (1785-1790) con 1.306 abi- tanti a Pressana e 360 a Caselle. Pressana contava tra i 3 e i 4 chierici provvi- sti di beneficio mentre Caselle ne aveva 1 o 2 di media e l’attività principale per l’intero contado era quella del lavoro in campagna con circa 3.000 oc- cupati nel settore. A seguire i negozianti con circa 150 iscritti, gli artisti e ma- nifattori con 250, i nobili (circa 80) e i cittadini che esercitano professioni (arti liberali) (circa 80) (G.MACCAGNAN, 1998). Pressana sotto il dominio francese Il 30 luglio del 1796 di buon mattino arrivarono a Cologna Veneta alcuni soldati; era un picchetto di Ulani accompagnati da molti uomini di fanteria e con una nutrita schiera di Ussari. Una volta giunti a Cologna, vennero dis- locati nel territorio e quindi anche nel nostro comune. Nel frattempo si sep- pe che Legnago era stata lasciata dai Francesi. Così, alcune avanguardie te- desche, con molta circospezione iniziarono la perlustrazione dell’intera zo- na alla ricerca di soldati nemici. Passarono da Minerbe mentre, durante la Il territorio veronese in una mappa del 1745. Al centro si possono notare i paesi notte, la gente dei nostri paesi fu svegliata dall’arrivo di circa 9.000 soldati: di Pressana, Caselle e S.Sebastiano (B.C.VR.) Ussari a cavallo, Ulani a cavallo con, a seguito, la fanteria, i cannoni, i carri con le armi e le masserizie, le polveri, i vivandieri ed altri carri a seguito; una La prima dominazione francese di Verona, compresa fra il 1 giugno 1796 sosta breve, quindi la partenza verso Legnago. Solo due mesi dopo, si regi- ed il 25 aprile 1797, chiuse definitivamente l’esperienza plurisecolare del do- strò un altro transito dell’esercito tedesco con oltre 25.000 soldati. Era il 9 minio veneto sulla terraferma. Dopo un iniziale disorientamento subito sia settembre del 1796 e già dal mattino tutti i paesi videro interminabili file di in città che nel territorio dall’impeto delle truppe francesi, si fece avanti nel- uomini transitare da Cologna per proseguire verso Minerbe e San Zenone di- la popolazione la volontà di riscatto contro l’esercito invasore. Numerosi fu- retti a Legnago. La lunga “processione” iniziò al mattino per terminare la se- rono, nei mesi precedenti l’aprile 1797, gli atti di violenza perpetrati nei con- ra dopo le 22. Il Calafà annota il passaggio di cavalieri Ussari ed Ulani, fan- fronti degli abitanti inermi. Le abitazioni, le colture, le vie di comunicazio- teria, carri, cannoni, vivandieri, falegnami ecc. e, in altre occasioni, anche ne, le stesse famiglie, furono sconvolte dai fatti d’armi, dalle continue sca- quello di numerose truppe francesi; con un territorio, che dovette subire va- ramucce ed aggressioni e da infinite ed onerose depredazioni. ri sconvolgimenti di fronte in pochi giorni (CALAFA’, 1797). 66 67 Storia di una comunità e del suo territorio L’età moderna: Ottocento e Novecento mandati sull’Adige. Dopo la mezzanotte, una divisione tedesca si stabilì nel castello di Bevilacqua dopo aver fatto ripiegare le avanguardie del generale francese Augereau che si attestò rapidamente nella posizione lungo l’Adige tra Legnago e Bonavigo. Nel frattempo dalla vicina Cologna e dagli accam- pamenti limitrofi, partirono 1.500 tedeschi verso Legnago per prepararsi al- la campale battaglia di Angiari nei pressi dell’Adige. Il 25 marzo arrivarono tra Bevilacqua, Minerbe e San Zenone, quattro reg- gimenti di fanteria austriaci. Piantate le baracche, vari soldati furono man- dati in ispezione. Fra di essi vi era il colonnello Pini, prima tenente nel reg- gimento Regio. L’intera zona era a rischio e, il giorno dopo, si sentì da Le- gnago il rumore del cannone; erano iniziate due battaglie separate risolte entrambe a favore dei tedeschi. A Legnago si fecero prigionieri 500 francesi mentre furono requisiti 15 cannoni. Il giorno 28 truppe provenienti da Be- vilacqua, si diressero verso Albaredo passando da San Zenone e Caselle; si parlò di circa 10.000 soldati imperiali. Come prima ricordato, i frequenti scontri tra le fazioni avverse portaro- no a continue conquiste e ad altrettante perdite di territori, spesso esigui. Pressana, Albaredo, Cologna e Minerbe continuavano ad essere conquista- te e poi perse dai due eserciti in guerra. Il 3 maggio 1797 i soldati Francesi entrarono in Cologna con la violenza devastatrice della nuova libertà e, una volta insediatisi, ostentarono un ve- ro disprezzo per quello che era stato il suo passato civile e religioso. Di lì a poco si diressero verso Pressana, sconvolgendo la quiete secolare di queste terre tranquille. Quale prima conseguenza del nuovo stato, vennero cancel- late e scalpellate tutte le iscrizioni e gli stemmi che ricordavano la Repub- blica Veneta. Ovunque furono abbattuti i Leoni di San Marco, simboli del dominio della Serenissima. I soldati di Napoleone depredarono e portaro- no via tutto: animali, fieno, grano, vestiti, scarpe. Da annotare pure un epi- sodio particolare. Da Legnago arrivarono 60 soldati di cavalleria francese Il fiume Adige e il suo corso (1784) Agli inizi del 1797 la divisione del generale francese Augerau era di stan- (B.C.VR.) che, con fare da veri briganti, provvidero a derubare tutte le case isolate si- za all’interno del castello di Bevilacqua.