2012_010 Progetto Definitivo Relazione paesaggistica

REGIONE Provincia di

PROGETTO DI RESTAURO CONSERVATIVO, CONSOLIDAMENTO FONDAZIONALE ED ADEGUAMENTO DIMENSIONALE DEL PONTE DELLA PRIULA LUNGO LA SS 13 PONTEBBANA DAL KM 39+250 AL KM 39+700

RELAZIONE PAESAGGIATICA D.P.C.M. 12 dicembre 2005 Indice:

1. PREMESSA ...... 2

2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ...... 2

3. IL TERRITORIO NELLA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SOVRAORDINATA ...... 5

3.1. P.T.R.C...... 5 3.2. PIANO DI AREA MEDIO CORSO DEL ...... 6 3.3. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE ...... 12 3.4. PIANO REGOLATORE GENERALE ...... 14

4. CONTESTO PAESAGGISTICO DELL’INTERVENTO IN PROGETTO ...... 17

5. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO IN PROGETTO ...... 23

5.1. CRITERI E SCELTE PROGETTUALI ...... 23 5.2. FOTOINSERIMENTO ...... 27

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1. PREMESSA

La presente relazione paesaggistica è stata redatta in osservanza dei criteri e dei contenuti richiesti dal D.P.C.M. 12 dicembre 2005 al fine di ottenere l’autorizzazione paesaggistica delle opere da realizzare nelle aree tutelate dalla legge (D.Lgs 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, art. 142, comma 1, lettera c) i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascun; lettera g) i territori coperti da foreste e da boschi…) previste nel Progetto di restauro conservativo, consolidamento fondazionale ed adeguamento dimensionale del Ponte della Priula lungo la SS 13 Pontebbana dal km 39+250 al km 39+700 tra i comuni di e Susegana in Provincia di Treviso. Oltre all’ambito paesaggistico tutelato nel quale si inserisce, il Ponte della Priula è stato dichiarato immobile di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 comma 1 del D.lgs 22 gennaio 2004 n. 42 con decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in data 28/06/2012. Per l’individuazione di particolari criticità che potrebbero essere presenti dal punto di vista paesaggistico, è stato consultato il recente Piano d’area del Medio corso del Piave della Regione Veneto, adottato con D.G.R. n. 826 del 15/03/2010. Tale Piano attribuisce valore al patrimonio paesaggistico regionale come fattore di riconoscibilità ambientale, di attrattività, e di identità. Esso inoltre predispone un sistema di monitoraggio e prevede un osservatorio regionale sul paesaggio, attivando un piano di confronto permanente tra Regioni, Amministrazioni locali ed organi decentrati del ministero. Per la sua costruzione si è partiti dall’analisi del sistema delle conoscenze date dalla pianificazione comunale e provinciale, portando all’individuazione e condivisione dei valori del paesaggio ed alla loro assunzione nell’ambito del Piano Paesaggistico Regionale.

2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

Il ponte che attualmente collega, superando il Piave, il territorio di Nervesa della Battaglia a quello di Susegana è noto con il nome di Ponte della Priula, localizzato nella porzione settentrionale della Provincia di Treviso ai margini dell’ambito collinare del Montello. Il ponte rappresenta un importante nodo viario della mobilità su gomma lungo la direttrice Venezia-Udine, lungo la SS. N. 13 “Pontebbana” posto dal km 39+250 al km 39+700. L’importanza della SS13 si deve alla sua funzione di collegamento dei centri dell’area pedemontana trevigiana della sinistra Piave con il sistema che corre verso il capoluogo provinciale, e allo stesso tempo come asse di confluenza verso il casello autostradale di . Il centro abitato più vicino al manufatto storico è l’omonima frazione di “Ponte della Priula” in di Susegana, che sviluppa l’edificato sino ai margini est del ponte (sponda sinistra del fiume) ed è una località in crescente sviluppo urbano dove è localizzata anche una stazione della linea ferroviaria Venezia-Udine. Infatti a sud del ponte automobilistico a circa 300 mt da quest’ultimo, il Piave è attraversato da un secondo ponte, quello ferroviario.

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Estratto stradario Provincia di Treviso

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Estratto fotopiano, a sinistra il ponte automobilistico, a destra quello ferroviario

Veduta aerea da nord del Ponte della Priula

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3. IL TERRITORIO NELLA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SOVRAORDINATA

3.1. P.T.R.C.

Il P.T.R.C., adottato con delibera di G.R. n° 372 del 17.02.2009, considera le diverse componenti fisiche e strutturali che costituiscono il sistema regionale, in particolare Il P.T.R.C. si articola per settori funzionali raggruppati in quattro sistemi: ambientale, insediativo, produttivo e relazionale tra i quali comunque prevale quello ambientale. Infatti il Piano considera due aspetti principali dell’ambiente: da una parte i condizionamenti che l’ambiente pone allo sviluppo delle attività umane e dall’altro l’impatto che gli interventi antropici hanno sull’ambiente. In particolare i 4 sistemi vengono definitidal PTRC: - il “sistema dell’ambiente” che costituisce, con il complesso delle prescrizioni e vincoli da esso derivati, il quadro delle aree di più rigida tutela del territorio regionale, in cui sono compresi le aree ed i beni sottoposti a diversi gradi di protezione e i relativi provvedimenti di incentivazione e sviluppo accanto a quelli per il territorio agricolo di cui si considerano, in questo contesto, gli aspetti che sono parte integrante del sistema ambientale; - il “sistema insediativo”, nel quale vengono trattate le questioni attinenti all’armatura urbana ed ai servizi (generali ed alla persona), alle politiche della casa, alla forma urbana e agli standard urbanistici; - il “sistema produttivo”, nel quale vengono definite le modalità per la regolazione degli insediamenti produttivi, per la riorganizzazione di quelli esistenti e per le eventuali e/o necessarie rilocalizzazioni; sono inoltre trattati i problemi dei settori terziario e turistico con linee ed indirizzi per il loro sviluppo o la migliore organizzazione; - il “sistema delle relazioni”, nel quale trovano coerenza diversi programmi e deliberazioni nazionali e regionali relativi al trasporto e alle comunicazioni, e ove vengono formulate direttive per il riordino delle reti. Per l’ambito territoriale ove è localizzato il ponte oggetto di intervento, va ricordata l’importanza del sistema del Fiume Piave, considerandone l’area fluviale in senso stretto quanto gli ambiti golenali e di sponda, capaci di costituire un elemento strutturante il sistema naturalistico ed ecorelazionale di scala regionale, ma con strette relazioni con i diversi contesti locali attraversati.

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3.2. PIANO DI AREA MEDIO CORSO DEL PIAVE

Identificazione generale

Con DGR n 826 del 15.03.2010 è stato adottato il Piano d’Area del Medio Corso del Piave. Il Piano, già considerato all’interno del vecchio PTRC, ha trovato la sua definitiva redazione all’interno della fase transitoria tra il vecchio e nuovo PTRC, in attuazione della DGR n.21 del 03.03.1998 che avviava il processo di redazione del Piano d’Area Ambito fluviale di alta pianura. L’ambito corrisponde alla parte dell’alveo del fiume Piave di estensione più consistente che comprende le aree delle grave. Partendo da nord, l’ambito si estende dal ponte che collega il territorio del Comune di Fener a quello di e lambendo l’area del rilievo collinare del Montello posto a sud, arriva fino alla linea delle risorgive in Comune di , nel punto in cui il corso d’acqua si restringe demarcando la divisione tra l’alta e la bassa pianura.

Inquadramento normativo

Sull’ambito ricade, come da PTRC 1992: l’ambito di valore naturalistico-ambientale del Medio Corso del Piave (ambito 41). La parte nord dell’ambito è disciplinata da tre piani di area: Piano di Area del Massiccio del Grappa, approvato con PCR 930 del 1994, Piano di Area del Montello, approvato con DCR del 2003, Piano di Area delle Prealpi Vittoriesi ed Alta Marca, adottato con DGR 3855 del 2005. L’ambito è interessato dalle seguenti aree appartenenti alla Rete Natura 2000: ZPS IT3240023 Grave del Piave, ZPS IT3240034 Garzaia di , ZPS IT3240035 Settolo Basso, SIC IT3240030 Grave del Piave – Fiume Soligo - Fosso di Negrisia, SIC IT3230088 Fiume Piave dai Maserot alle Grave di Pederobba (nella parte più a sud).

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Caratteri del paesaggio

GEOMORFOLOGIA E IDROGRAFIA La morfologia dell’ambito è estremamente semplice: essa consiste nell’alveo attuale del fiume Piave a canali intrecciati e superfici recenti del conoide del Piave, con tracce di canali intrecciati, sub-pianeggianti nella piana di divagazione recente. La parte sud dell’ambito ricade nella fascia della risorgive.

VEGETAZIONE E USO DEL SUOLO La vegetazione dell’area è costituita prevalentemente da formazioni igrofi le strettamente legate all’ambiente ripariale, rappresentate soprattutto da consorzi a salici. A queste si associano soprattutto nella parte nord dell’ambito, arbusteti, orno-ostrieti ed altre formazioni tipiche degli ambienti umidi e periodicamente inondati. La diversa distribuzione delle cenosi vegetali è in funzione del livello dell’acqua nelle stagioni dell’anno. Durante il periodo di magra e durante l’estate sono presenti in particolare erbe e canne palustri; nel periodo di massima normale e nel livello medio invernale si trova principalmente il bosco golenale composto da salici (Salix cinerea, S. purpurea, S. alba, S. eleagnos), pioppi (Populus nigra) e ontani (Alnus glutinosa). Tra il livello di massima normale e quello di massima assoluta il bosco golenale è composto da olmi (Ulmus carpinifolia), frassini (Fraxinus excelsior) e farnie (Quercus robur); infine oltre il livello di massima assoluta si diffonde il bosco planiziale. Per quanto riguarda l’uso del suolo si rileva la presenza nell’ambito di vigneti e seminativi, anche se in bassa percentuale in quanto il territorio è occupato quasi totalmente dal corso d’acqua e dalla fascia ripariale ad esso associata.

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INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE Il territorio dell’ambito in esame interessa principalmente l’alveo del Piave, escludendo i numerosi centri abitati che gravitano sull’asta fluviale. L’area rappresenta la fascia intermedia del corso del fi ume posta tra le Prealpi Vittoriesi e l’Alta Marca e l’area della bassa pianura trevigiana e del sandonatese. Il territorio risulta omogeneo dal punto di vista morfologico, in quanto si colloca quasi totalmente in zona pianeggiante ad eccezione della parte settentrionale che corrisponde alla stretta di Nervesa in cui il Piave si incunea tra il Montello e le colline del coneglianese. Qui si possono ritrovare i caratteri naturalistici della bassa collina, della pianura e le rilevanti emergenze idriche del paleoalveo del fiume Piave, del

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Monticano, del Meolo e del Piave stesso: tutti legati da un sistema antropico che ha sfruttato e colto di volta in volta, gli elementi propri di ciascun ambiente. Dal punto di vista della morfologia insediativa l’area si inserisce tra la fascia lineare delineata dalla Pontebbana e l’Opitergino; su questo sistema si è innescato quel vasto processo diffusivo extraurbano caratterizzato da una rete di insediamenti produttivi cresciuti con un forte grado di spontaneità, soprattutto nel corso degli ultimi decenni. Collocato strategicamente sull’attraversamento fluviale è il centro urbano di Ponte di Piave da cui si diparte verso una direttrice privilegiata dei flussi di attraversamento e su cui si attestano, pur esternamente all’ambito, diverse attività produttive. Per quanto concerne il sistema infrastrutturale, il tronco autostradale della “A27” Venezia - Belluno intercetta trasversalmente in direzione nord parte dell’asta fluviale, attraversando i comuni di e ; la ferrovia invece, interessa l’ambito con la linea che collega la città di Treviso a Conegliano.

VALORI NATURALISTICO-AMBIENTALI E STORICO-CULTURALI L’ambito nel complesso presenta buoni valori naturalitico - ambientali. L’area si snoda attraverso il greto del fiume Piave mostrando ampi e diversificati spazi di naturalità e habitat di grande importanza ecosistemica. Si tratta di aree di espansione fluviale che per i frequenti cambiamenti di regime del corso d’acqua, mostrano caratteristiche naturali diversificate: tratti di corso fluviale a carattere torrentizio; zone di greto ghiaioso asciutto o grave; aree con acque stagnanti (pozze palustri di grava e langhe); aree di

9 2012_010 Progetto Definitivo Relazione paesaggistica risorgiva; boschi ripariali misti e canneti ripari; pioppeti-saliceti ed arbusteti xerici di grava; colture erbacee annuali e pluriennali di golena; praterie aride; vigneti e campi chiusi. Tutti gli habitat elencati sono di grande importanza per quanto riguarda la funzionalità ecologica e la biodiversità e manifestano una certa rilevanza naturalistica. Tra questi comunque, sono da sottolineare le aree della garzaia di Pederobba, di Settolo Basso, delle Grave di Negrisia, delle Fontane Bianche di Fontigo e delle Grave di Papadopoli. La garzaia di Pederobba si trova in corrispondenza dell’uscita del fiume Piave dalle Prealpi, quando il suo alveo si allarga e si distingue per la presenza di un’importante sito di nidificazione della famiglia degli ardeidi. Sono presenti zone a bosco umido, aree di grava sassose, canali laterali, aree umide ed aree di risorgiva occupate dalla tipica vegetazione delle zone umide. Il tratto di corso che comprende l’area di Settolo Basso consiste in un’area golenale con tratti fluviali di buona qualità, un bosco umido costituito da salici e pioppi con tratti di golena e langa. Nelle parti occupate dal bosco golenale sono presenti ampi terrazzi attraversati da sentieri, mentre all’interno del greto si alternano isole sabbiose e ghiaiose dove si è sviluppata la vegetazione tipica di questi ambienti. Le Grave di Negrisia rappresentano il tipico ambiente del medio corso del Piave che qui è caratterizzato da un letto largo e canali anastomizzati, isole fluviali, distese di ghiaie nude, langhe e vegetazione di riva e golenali. Nel sito si trova una grande ricchezza floristica grazie alla compresenza di specie igrofile, xerofile e mesofile. Un tempo lungo tutto il corso del fiume si incontravano numerosi opifi ci. In particolare sulla riva destra, il canale della Piavesella garantiva l’irrigazione delle terre coltivate e soprattutto forniva energia alle ruote ad acqua presenti (già nel 1768 lungo il canale di Nervesa si contavano 26 mulini in attività). Un’altra attività connessa all’utilizzo delle acque era quella dei trasporti su zattere di vari materiali: legname, minerali e stracci che venivano pestati da un maglio e lasciati macerare nelle cartiere. Il frumento, il granoturco e il sorgo erano coltivati ovunque; la bachicoltura, legata alla diffusione del gelso, la viticoltura e l’allevamento del bestiame sia da stalla che da cortile integravano il reddito agricolo, rendendolo decoroso. Nel contesto di un’economia ancora chiusa la casa colonica produceva il necessario per il fabbisogno dei suoi abitanti. Le tristi vicende legate all’espandersi del primo conflitto mondiale mutarono radicalmente tale situazione di tranquillità. La sera del 10 novembre 1917 infatti, venne fatto saltare il ponte di , mentre i soldati raggiungevano la riva destra del Piave. La nuova linea del fronte venne ben presto fortificata: dal lago di Garda scorreva lungo la riva destra del Brenta presso Valstagna, l’altopiano dei Sette Comuni (Asiago), il Monte Tomba, e Nervesa, dove il fronte si stabilizzò fino alla tarda primavera del 1918.

Dinamiche di trasformazione

INTEGRITÀ NATURALISTICO-AMBIENTALE E STORICO-CULTURALE L’integrità naturalistica dell’ambito è nel complesso buona e gli ambienti che evidenziano caratteri ecologico-ambientali di valore - dove le modifiche antropiche sono state contenute - sono le aree di Settolo Basso, Grave di Negrisia e Garzaia di Pederobba. Tale condizione può comunque essere minacciata da diversi interventi antropici, quali l’estrazione di materiale in alveo, la modifica dell’assetto idrogeologico, la riduzione o eliminazione di biotopi e fasce di vegetazione riparia. Non meno importante l’inquinamento: proveniente soprattutto da coltivazioni ed allevamenti intensivi che contribuiscono a degradare l’ambiente fluviale, sia in termini di funzionalità che per quanto concerne il suo ruolo di connessione eco-sistemica. Il Piave specialmente in passato, era famoso per le sue piene,

10 2012_010 Progetto Definitivo Relazione paesaggistica che trascinavano a valle detriti di ogni genere: legname, sabbie, ghiaie, perfino materiali pesanti come le rocce. Tra i rami divaganti sorgono veri e propri isolotti, si creano stagni e crescono arbusti che in breve danno origine a macchie boschive ed a diverse varietà di paesaggi.

FATTORI DI RISCHIO ED ELEMENTI DI VULNERABILITÀ Le principali vulnerabilità dell’ambito sono associate alla presenza dell’uomo e in particolare alla modifica delle condizioni idrauliche, alle canalizzazioni ed al prelievo incontrollato di acqua, all’attività estrattiva sul greto di sabbia e ghiaia, alle pratiche agricole e di allevamento intensivo svolte in prossimità del corso d’acqua, con possibile inquinamento della falda ed eutrofizzazione delle acque, alle sistemazioni fondiarie, nonché alla pressione esercitata dagli insediamenti umani e relative infrastrutture.

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PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Treviso, approvato in data 23.03.2010 con Delibera della Giunta Regionale n. 1137, si sviluppa secondo due direttrici primarie, lo sviluppo e il riordino del territorio provinciale e delle realtà economiche e sociali che qui sono collocate. Questo implica la necessita di relazionare in modo stretto e diretto le trasformazioni territoriali con politiche di riordino locale, con particolare attenzione alle ricadute dirette e indirette. Per quanto riguarda il sistema ambientale, il PTCP conferma gli aspetti evidenziati all’interno del PTRC, evidenziando l’importanza ambientale del sistema del Piave così come dell’area collinare situata a nord.

Estratto della tavola 5.1.A del PTCP – Sistema del paesaggio

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3.3. PIANO REGOLATORE GENERALE

Si riportano gli estratti relativi ai vigenti Piani Regolatori Generali dei Comuni di Susegana e Nervesa della Battaglia. Il Comune di Susegana è attualmente dotato di un Piano Regolatore Generale (PRGC) approvato con D.G.R.V. n. 1165 del 18 marzo 2005 e n. 3718 del 28 novembre 2006. Il Comune di Nervesa della Battaglia è attualmente dotato di un Piano Regolatore Generale (PRGC) adottato con DCC 72/02 ed approvato con DGRV 1064/2006.

Quadro di unione PRG

Comune di Susegana

Comune di Nervesa

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Estratto P.R.G. Comune di Susegana

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Estratto P.R.G. Comune di Nervesa della Battaglia

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4. CONTESTO PAESAGGISTICO DELL’INTERVENTO IN PROGETTO

Il Ponte della Priula si inserisce all’interno di un contesto più ampio che assume particolare valore paesaggistico, in ragione della presenza di elementi di eccellenza quali il sistema delle colline trevigiane, il Montello e il corso del Piave, che le conferiscono un ruolo di cerniera tra questi tre ambiti. Il valore del contesto è riconosciuto non solo in ambito locale ma a livello regionale e nazionale, considerando gli studi all’interno dell’area anche ai fini della candidatura a Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. L’ambito paesaggistico è in effetti definito dalla compresenza di elementi caratteristici del paesaggio collinare sul quale si poggia l’immagine del paesaggio fluviale del Piave e dell’area boschiva del Montello. Il tratto del fiume che costeggia i territori di Nervesa della Battaglia e Susegana, fino a Ponte di Piave, presenta un carattere torrentizio con alveo a morfologia ampia e ramificata, costituito prevalentemente da ciottoli e ghiaie, nel tratto immediatamente a valle di Nervesa della Battaglia l’alveo del fiume disperde una frazione considerevole delle acque nelle alluvioni ghiaiose, contribuendo all’alimentazione delle falde di pianura. In questo ambito si inserisce il manufatto storico del Ponte della Priula.. Fino alla fine del secolo scorso questo ponte è sempre fatto e rifatto in legno. E’ dagli inizi del1900 che il ponte è stato ricostruito in muratura e cemento armato e come tale ha resistito fino ai giorni nostri, malgrado i danni subiti nella I° e II° guerra mondiale. Resti del ponte in legno sono visibili presso la riva sinistra in prossimità del battente del nuovo ponte. Ad oggi il contesto territoriale risulta lievemente alterato all’interno dell’alveo, dove risente comunque di alterazioni antropiche quali l’estrazione di materiale in alveo, la modifica dell’assetto idrogeologico, la riduzione o eliminazione di biotopi e fasce di vegetazione riparia. L’intervento dell’uomo risulta più evidente, sotto il profilo paesaggistico, in prossimità degli innesti dell’asta viaria sulle sponde destra e sinistra del fiume Piave: nel Comune di Susegana (località Ponte della Priula) la viabilità di raccordo tra il ponte ed il tessuto urbano è caratterizzata da un doppio filare di cipressi con che penetra nel tessuto urbano già densamente edificato. Nella sponda destra vi sono nuovamente alberature (Cupressus) a delimitare l’innesto del ponte lungo la SS. 13 “Pontebbana”, mentre a nord dell’asse viario, immediatamente a ridosso del ponte vi è un edificio a carattere ricettivo realizzato prima degli anni ’70, nelle zone contermini alla viabilità di svincolo del Ponte, sono stati edificati numerosi insediamenti a carattere commerciale/artigianale.

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veduta aerea del 1972

Veduta aerea

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Veduta del ponte dalla sponda destra

Veduta del ponte dalla sponda sinistra

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Veduta dell’alveo del fiume nei pressi del ponte

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Veduta aerea dell’innesto nella sponda sinistra (Comune di Susegana)

Veduta della SS 13 Pontebbana

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Veduta aerea dell’innesto nella sponda sinistra (Comune di Nervesa della Battaglia)

Veduta dall’incrocio di innesto sulla SS 13 Pontebbana

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5. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO IN PROGETTO

5.1. CRITERI E SCELTE PROGETTUALI

Il Ponte della Priula rappresenta un nodo viario cruciale per il traffico veicolare della SS. 13 “Pontebbana”, prioritaria risulta la messa in sicurezza complessiva, anche in termini di percorribilità ciclopedonale, da ottenersi mediante il suo allargamento, nel rispetto della sua integrità architettonica, storica e culturale. La necessità di adeguare funzionalmente i ponti storici non comporta esclusivamente miglioramenti della portanza, ma investe anche interventi sulla geometria degli impalcati per selezionare, ai fini della sicurezza, le varie modalità di fruizione. Un secondo aspetto, in molti casi non scindibile dagli adeguamenti statici, comporta un atteggiamento progettuale che impone un confronto ragionato tra esistente e il nuovo intervento. Il rapporto con una costruzione storica implica la visibilità del nuovo intervento senza una cancellazione della struttura esistente, in un equilibrio che non svilisca il manufatto dal punto di vista statico e architettonico. Il progetto di restauro conservativo, consolidamento fondazionale ed adeguamento dimensionale del Ponte della Priula, caratterizzato da una certa valenza storica e architettonica, diventa possibile nel momento in cui viene formulata una soluzione progettuale che rispetta la struttura preesistente e ne valorizza i caratteri costitutivi, sia sotto l'aspetto architettonico che ambientale e paesaggistico. Inoltre, in linea di principio, per salvaguardare le caratteristiche storico- architettoniche di un ponte è certamente preferibile adottare forme e materiali distinguibili dal contesto architettonico precostituito. L'intervento dovrà quindi cercare di conservare il più possibile il ruolo della fabbrica storica, in un'opera di stratificazione nella quale l'antico si integra funzionalmente con il nuovo. In base a questo principio si è scelto di intervenire con il progetto di allargamento (in concordanza con le indicazioni preliminari date dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici ed Ambientali) simmetrico rispetto all’attuale asse geometrico, lasciando inalterata la visuale delle pile e degli archi ribassati, ed intervenendo in sovrapposizione alla carreggiata attuale con uno sbalzo complessivo di circa 1,60 ml da ambo il lati. Una sorta di sovrapposizione di secondo ordine con nuovi materiali per l’impalcato strutturale (acciaio) ed il riposizionamento dei parapetti esistenti in ferro intervallati da pilastrini in cemento armato su zoccolo anch’esso in c.a.

La scelta progettuale nasce dalla primaria esigenza di mettere in sicurezza il transito dei veicoli sulle carreggiate del ponte, e apportare un generale consolidamento strutturale al manufatto che ad oggi presenta evidenti segnali di degrado, non solo strutturale ma anche negli elementi di linguaggio architettonico. L’attuale sezione stradale del ponte è composta da due carreggiate con larghezza di 3,60 ml cad., cunetta e marciapiede di servizio da ambo i lati con dimensioni di 0,40 + 0,80 ml e parapetti di contenimento bordo-ponte. La larghezza complessiva all’interno dei parapetti risulta quindi di 9,60 ml. Il progetto di adeguamento dimensionale prevede un allargamento complessivo di circa 3,20 ml con uno sbalzo di 1,60 ml da ambo i lati. La nuova sezione è quindi composta da due carreggiate di 3,75 ml, oltre a banchine di 0,5 ml e barriere bordo-ponte tipo H2 (sezione utile 0,65 ml). L’impalcato termina lateralmente con una pista ciclabile unidirezionale per ogni senso di marcia (larghezza = 1,60 ml) e quindi

23 2012_010 Progetto Definitivo Relazione paesaggistica il riposizionamento del parapetto originario composto da elementi metallici intervallati da pilastrini in cemento armato.

Vedute del ponte

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L’allargamento della sezione è ottenuto grazie ad un nuovo impalcato con struttura in acciaio che si sovrappone alla soletta esistente in cemento armato e poggia sulle pile esistenti previo consolidamento delle stesse. La sezione originaria dell’impalcato in cemento armato è rimasta inalterata, con le solette laterali (parzialmente a sbalzo) sorrette da mensole in calcestruzzo sagomate che diventano il limite fisico di separazione tra la vecchia e la nuova struttura segnato costruttivamente da un profilato metallico con forma ad “U”. Le nuove mensole in acciaio, che sorreggono lo sbalzo di 1,60 ml delle piste ciclabili in progetto, sono poste allo stesso passo delle mensole esistenti in c.a. e allineate a quest’ultime ne richiamano il ritmo prospettico.

Modello di spaccato tridimensionale della soluzione progettuale: si noti la sezione dell’impalcato del ponte esistente (di colore bianco) e lo sbalzo di 1.60 ml da ambo i lati del manufatto esistente per adeguare funzionalmente l’asta viaria. Lo sbalzo è previsto con mensole in acciaio per segnare la differenza tra il manufatto storico ed le opere di nuova realizzazione. Alle estremità delle mensole sarà poi riposizionato il parapetto esistente, rimosso dalla struttura originaria

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Grafici di progetto: prospetto e particolare della sezione

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5.2. FOTOINSERIMENTO

Veduta dalla sponda destra

Veduta dall’alveo del fiume in direzione ovest

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Pieve di Soligo, 20.07.2013 Il Progettista Ing Carlo Titton

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