L’Adige 05/12/2012 , dichiarazioni di Catia Pancin – Poste, spariscono altri sportelli

fabia sartori In chiudono definitivamente sette uffici postali, mentre a subire un processo di riorganizzazione saranno altri ventinove sportelli di Poste Italiane. Per un totale di trentasei «sforbiciate» complessive facenti parte del piano d'interventi che l'azienda Poste Spa vuole mettere in atto al fine di «evolvere in una società in grado di creare utili». Attenzione a questa data: martedì 18 dicembre. È questo il giorno in cui abbasseranno definitivamente la serranda gli uffici postali di Cadine e Nago . La stessa data significherà razionalizzazione - ovvero limitazione dell'apertura a tre giorni settimanali - per le postazioni attive a Centa San Nicolò , Stenico e Castel Tesino : nei primi due casi la riduzione prevede un calo da cinque mattine in settimana a tre mattine, nell'ultimo caso il taglio è più drastico con il passaggio da sei giorni pieni a solo tre giornate. «Irrevocabilmente» affermano i segretari regionali di Slc Cgil, Slp Cisl e Uil Post che sono stati convocati da Poste Italiane lo scorso lunedì.Nel computo totale dei prossimi interventi compare la certezza di due chiusure e tre riorganizzazioni. Ed i rimanenti trentuno sportelli postali quale destino devono attendersi? Le organizzazioni sindacali guidate dai segretari Daniela Tessari (Slc Cgil), Catia Pancin (Slp Cisl) e Flavio Quaglierini (Uil Post) hanno ottenuto la sospensione di qualsiasi provvedimento di chiusura o riorganizzazione nei confronti dei trentuno uffici in questione ritenuti - come del resto gli altri cinque - «diseconomici e a bassa operatività».Ovviamente, esiste una condizione. Ed allora a segnare in rosso sul calendario la data del 18 dicembre dovranno essere Provincia, Comuni ed istituzioni locali: sarà questo, infatti, il termine ultimo entro cui le amministrazioni comunali o quella provinciale potranno dichiarare a Poste Italiane la propria intenzione ad intervenire attraverso accordi di tipo commerciale in grado di dare sostenibilità economica agli uffici destinati a chiusura o razionalizzazione. In caso contrario, la lista dei «condannati» è già stata presentata ed approvata da Agcom (il garante nazionale nelle comunicazioni, ndr). Ovvero, il provvedimento diverrebbe esecutivo a tutti gli effetti. Ecco, quindi, identificati i potenziali «salvatori» degli sportelli a rischio. In caso di disinteresse o impossibilità d'intervento da parte delle amministrazioni, le comunità dovranno dire definitivamente addio anche agli uffici postali di Borghetto , Pieve di , San Sebastiano di , Tiarno e Meano , mentre procederanno alla razionalizzazione in termini di orario gli sportello di , , Bleggio , Calliano , , , , , , , Livo , Madruzzo , Molina di Ledro , , , Ospedaletto , , , Roncone , S. Cristoforo al lago , Sarche , , Smarano , , e Varena .«Abbiamo ottenuto una deroga importante - sottolineano Tessari, Pancin e Quaglierini - Ora la palla passa alla politica». In sostanza, le soluzioni attuabili dalle istituzioni potrebbero essere di vario tipo: «Non si tratta - dicono i segretari - di un impegno esclusivamente economico: l'orientamento deve essere quello di coinvolgere maggiormente la cittadinanza nell'utilizzo e scelta dei prodotti postali in maniera da garantire entrate sufficienti a giustificare la presenza dello sportello considerato». Il che si traduce nella valorizzazione di prodotti postali bancari o assicurativi, anche in netta concorrenza con realtà profondamente radicate nella cultura trentina.Rimane il fatto che «è necessario garantire a tutti i cittadini la presenza dei servizi disponibili in ufficio postale, soprattutto nelle Comunità montane: l'impatto sociale della cancellazione di trentasei sportelli sarebbe troppo consistente». Cgil Cisl e Uil sottolineano infine che non ci saranno ricadute impattanti sul personale assunto: «La chiusura verrà effettuata presso sportelli che già non dispongono di personale fisso e stabile, mentre nel caso di razionalizzazione si incorrerà in una rimodulazione dell'orario lavorativo. Per circa 35 lavoratori coinvolti».