COMUNE DI PROVINCIA DI CORPO POLIZIA MUNICIPALE Settore Usi Civici

PRESENTAZIONE

La Sentenza di seguito riportata è stata trascritta fedelmente a cura del Corpo di Polizia Municipale, dai documenti originali conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Pattada.

A seguito dell’emanazione della presente sentenza e del Decreto del Commissario degli Usi Civici di n. 238 del 23 maggio 1939, sono pervenuti alla popolazione del Comune di Pattada i terreni in uso civico tuttora nella disponibilità dei cittadini.

Pattada li 26 novembre 2 012

Il Comandante del Corpo di P.M. U.P.G. - Capitano di Polizia Locale - Luigi Fraghì

Trascrizione dall’originale Corpo Polizia Municipale di Pattada Com.te P.M. – U.P.G. Cap. P.L. – Luigi Fraghì – Operatori P.M.: Lorella Crasta – Gianfranca Gattu – Pala G.Luigi

COMUNE DI PATTADA PROVINCIA DI SASSARI CORPO POLIZIA MUNICIPALE Settore Usi Civici

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Trascrizione dall’originale Corpo Polizia Municipale di Pattada Com.te P.M. – U.P.G. Cap. P.L. – Luigi Fraghì – Operatori P.M.: Lorella Crasta – Gianfranca Gattu – Pala G.Luigi

Cronol. 622 N. 77 2 ottobre 1929 VII Repert. 72

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Nelle cause iscritte ai N° 15 e 16 del relativo registro gÜt

I Comuni di , e rappresentati dall’avv to Renato Piga X

I Comuni di , Bottida, Burgos, Esporlatu e Pattada, rappresentati dall’avv to

Francesco Chessa X

Il Comune di Bono rappresentato dall’ avv to Agostino Careddu X

Il Comune di rappresentato dall’ avv to Giuseppe Campus

Contro

Angioi cav. Giovanni Antonio fu Saturnino domiciliato a Benetutti rappresentato dall’avv to Giuseppe Cocco Ortu X

Angioi avv. Saturnino di Giovanni Antonio comparso di persona X

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Angioi Antonio Maria, Teresa e Maria di Giovanni Antonio domiciliati a Bene- tutti, non comparsi, X

La Provincia di Sassari rappresentata dall’avv. Luigi Colomo

-Per i Comuni di Benetutti, Nule e Anela si conchiude piaccia all’Ill mo Sig. Com- missario, rejetta ogni contraria istanza, eccezione e deduzione, dichiarare:

Accertata l’esistenza dell’uso civico di bagno sulle terme di San Saturnino e più precisamente sulla sorgente “ Su Anzu Mannu” e il diritto di tenere al pascolo il bestiame adibito al traino ed al trasporto dei bagnanti sul terreno circostante, non- ché il diritto di farvi sostare carri e veicoli di qualsiasi genere, liquidando il com- penso in natura secondo la formula dal convenuto Don Giovanni Angioi nel ver- bale di udienza 29 ottobre 1927. In via subordinata liquidando il compenso in con- formità alle disposizioni di legge considerando l’uso come appartenente alla prima classe e cioè ai diritti essenziali compensabili con un quarto del terreno che, nel ca- so, dovrebbe corrispondere alla località ove esiste la sorgente “ Su Anzu Mannu”.

-Per i Comuni di Ozieri, Bottida, Burgos, Esporlatu e Pattada si conclude per l’ammissione della prova testimoniale nei seguenti termini:

“ E’ vero che su tutte le sorgenti denominate di San Saturnino, territorio di Bene- tutti e Bultei, esiste l’uso civico di bagnarsi in tutte le stagioni dell’anno, ma più precisamente da maggio ad ottobre, con l’uso di un piccolo locale annesso alla va- sca principale detta “Su Anzu Mannu” ed altresì con l’uso accessorio di sciogliere al pascolo il bestiame necessario per il traino ed il trasporto, sia bovino, sia equino, senza alcun corrispettivo in denaro, o in natura, senza opposizione di chicchessia.

“E’ vero altresì che questo uso dura nella località suddetta da tempo immemorabi- le da parte di tutti gli abitanti dei Comuni deducenti?

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“ E’ vero, infine, che l’uso di bagno fu sempre esercitato di giorno e di notte senza

limite alcuno di numero e di persone. All’udienza poi del 19 gennaio 1929 per gli

stessi Comuni si chiede l’accesso sul posto per la identificazione delle terme e la

descrizione della località, nonché per la descrizione del terreno dove è compresa la

sorgente “Su Anzu Mannu” e le altre adiacenti.

Per il Comune di Bono si conclude: perché l’Ill mo Sig. Commissario respinta ogni

diversa istanza, eccezione e deduzione voglia dichiarare: a) riconosciuta la sussistenza dell’uso civico di bagno in favore degli abitanti del

Comune di Bono sulle acque termali di San Saturnino e più precisamente nella

sorgente cosiddetta “Su Anzu Mannu” liquidando il compenso in natura nella

misura ed entro i limiti proposti dal convenuto nobile Giovanni Antonio Angioi

nel verbale del 29 ottobre 1927.

b) In via subordinata liquidando il detto compenso in natura in conformità alla

legge.

c) Con vittoria di spese.

- Per il convenuto Angioi Giovanni Antonio si conclude: perché, rejetta ogni avver-

sa istanza, eccezione e deduzione, si dichiari:

1° Respingere l’istanza di accertare e liquidare quale uso civico in applicazione

della legge 16 giugno 1927 N° 1766, il diritto di uso di bagno nelle terme di

San Saturnino in territorio di Bultei e della servitù accessoria di pascolo sul ter-

reno circostante.

2° Pronunciata l’inesistenza del preteso uso civico, essere di competenza dei Tri-

bunali ordinari la cognizione delle questioni sollevate nelle domande e nella

denuncia dei Comuni interessati, circa il contenuto e la estensione del godimen-

to del diritto principale di bagno nelle terme e dell’ accessorio il pascolo.

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3° Subordinatamente, sospesa la decisione in merito, ammettere l’Angioi a prova-

re con testimoni che l’uso dei bagni nella sorgente delle terme detta “Su Anzu

Mannu” in questione, era da tempo immemorabile goduto da tutto il pubblico,

ossia da tutti i cittadini, senza determinazione di Comune, da qualunque parte

accorressero per ragione di salute.

4° Condannare le parti soccombenti nelle spese tutte ed onorari di lite.

- Nell’interesse di Angioi Saturnino si conchiude perché venga dichiarato: a) Decaduti i Comuni di Ozieri, Bottida, Burgos ed Esporlatu da ogni loro azio-

ne, ragione o diritto perché proposti fuori termine. b) In via principale aderendo alle conclusioni presentate nell’interesse dell’ An-

gioi Giovanni Antonio c) Subordinatamente: Non potersi estendere la prova testimoniale oltre i limiti

segnati dall’atto di citazione originale. d) Più subordinatamente doversi questa limitare alla natura del diritto, non es-

sendo contestato nella sorgente la esterna manifestazione dell’uso. e) Sempre ed in ogni più grave ipotesi dovere gli Angioi Giovanni Antonio e

Saturnino corrispondere per le loro quote un canone annuo agli aventi diritto,

per la indivisibilità dell’oggetto. f) Doversi sempre il diritto esperire dai Comuni di Bultei e Benetutti i soli che

eccepirono la contestazione.

- Per la Provincia di Sassari si chiede che venga messa fuori causa con vittoria di

spese.

Ritenuto in fatto

Su denuncia dei Comuni di Benetutti, Bono, Nule, Anela, Bultei, Bottida, Burgos,

Esporlatu, Pattada ed Ozieri, questo Commissariato, agendo d’ufficio, convenne

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davanti a sè Angioi Giovanni Antonio, domiciliato a Benetutti, i suoi figli Angioi

Mulas avv. Saturnino, Antonio Maria, Teresa e Maria nonché la Provincia di Sas- sari, siccome proprietari dei terreni in cui sgorgano le acque termali dette di San

Saturnino, in giurisdizioni limitrofe di Benetutti e Bultei, per sentirvi accertare e li- quidare l’uso civico di bagno nelle dette sorgenti, esercitati ab antico dalle popola- zioni di detti Comuni, con l’accessorio diritto di far sostare e sciogliere al pascolo, nei terreni circostanti alle terme, il bestiame adibito al trasporto dei bagnanti con gli appositi veicoli.

A sostegno della domanda i Comuni attori anzitutto interrogarono sull’esistenza dell’uso il Cav. Angioi Giovanni Antonio. Questi nell’udienza 12 maggio 1926 ri- spose ed eccepì :” che non contestava il diritto dei comunisti di Benetutti e di Nule all’uso del bagno nei mesi di maggio e giugno e nel periodo dal 15 ottobre alla fine di novembre, né l’accessorio diritto di pascolo - che tale uso era quello il quale vie- ne direttamente esercitato nella sorgente o vasca detta “Su Anzu Mannu” o “ Su

Ludu” – e che perciò non si estende alle due contigue casette costituenti proprietà assoluta e riservata dell’Angioi e che non potrebbero essere occupate senza un cor- rispettivo”. Ad analoga osservazione dei Comuni attori, nell’udienza 5 marzo

1927 soggiunse ” che il periodo autunnale dei bagni si estende dal 1° settembre al

31 ottobre”.

Queste dichiarazioni dell’Angioi furono espressamente accettate e confermate dai

Comuni di Benetutti, Nule, Bultei, Bono ed Anela nella detta udienza del 5 marzo

1927. I convenuti germani Angioi Antonio Maria, Teresa e Maria nell’udienza

29 ottobre 1927 dichiararono di disinteressarsi della causa. Il convenuto avv. to Sa- turnino Angioi fece proprie le dichiarazioni e le proposte del padre per quanto il terreno e le sorgenti possano interessarlo attualmente ed in progresso di tempo.

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La convenuta Provincia di Sassari, che già aveva proceduto alla espropriazione per causa di pubblica utilità, delle terre di San Saturnino, ed era stata dichiarata decadu- ta dalla espropriazione nei 23/24 delle terme espropriati all’Angioi, conservando i diritti per l’altro ventiquattresimo espropriato ai coniugi Canu Pietro Maria e Fenu

Luigia di Bultei, dichiarò che si disinteressava del merito della causa in ordine ai

23/24 retrocessi all’Angioi, e che per l’altro ventiquattresimo riconosceva le prete- se dei Comuni attori.

Oltre a ciò gli attori produssero i seguenti documenti: 1° Le diverse deliberazioni podestariali, con le quali furono autorizzati a sostenere il presente giudizio con l’approvazione della Giunta Provinciale Amministrativa; 2° Due attestazioni giu- rate sulla esistenza dell’uso, nell’interesse rispettivamente dei Comuni di Pattada e di Ozieri. 3° Sentenza 28 maggio 1862 del Giudice del Mandamento di Benetutti, con la quale il sacerdote Pietro Sanna di Bono e la Signora Rosalia Cherchi, nella qualità di tutrice dei minori figli di primo letto germani Angioi Cherchi Antonio

Maria, Giovanni Antonio, Teresa e Saturnina fu Saturnino da Benetutti, furono condannati a provvedere ai cavalli dei concorrenti ai bagni di San Saturnino, esi- stenti nel loro terreno, il necessario pascolo in luogo vicino e comodo, secondo ap- positi atti di sottomissione ed ordinanza dello stesso Giudice, nel termine di giorni cinque, sotto pena, trascorso detto termine, di provvedervi il Sindaco del Comune a loro spesa – 4° Conciliazione, o atto di sottomissione, 22 gennaio 1862 davanti al giudice del mandamento di Benetutti, col quale i detti Sacerdote Pietro Sanna e

Rosalia Cherchi avevano assunto obbligo di somministrare detto pascolo nel mentre che il seminato non fosse raccolto, lasciando nel tempo successivo al rac- colto, la servitù come per l’addietro, ossia senza determinazione di sito. 5° Delibe- razione 29 aprile 1883 del Consiglio Comunale di Benetutti di autorizzare il Sin-

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daco a convocare in giudizio la detta Donna Rosalia Cherchi e figli onde tenerli obbligati a lasciare incolto il terreno necessario al pascolo del bestiame dei concor- renti ai bagni termali in territorio di Benetutti. 6° Deliberazione 14 ottobre 1887 del

Consiglio Comunale di Benetutti, con la quale si autorizzano le riparazioni, in via d’urgenza, della casa esistente nelle terme di San Saturnino che da mezzo secolo dava ricetto ai comunisti accorrenti ai bagni. 7° Un opuscolo del 1870 dell’archeologo Cav. Giovanni Spanu sulle acque termali di San Saturnino presso

Benetutti.

Coerentemente alle dichiarazioni fatte di sopra dal convenuto Angioi Giovanni

Antonio vennero prodotti: 1° gli atti ed i documenti relativi alla causa promossa dall’Angioi Giovanni Antonio contro la Provincia di Sassari per ottenere la dichia- razione di decadenza della stessa Provincia dalla procedura di espropriazione delle terme di San Saturnino - tra i quali atti vi ha la sentenza della Corte d’Appello di

Cagliari 28 febbraio – 3 marzo 1927, che accolse la domanda dell’Angioi, e l’estratto della mappa del Nuovo Catasto (foglio XXXIV e XXV) dei Comuni di

Benetutti e Bultei , relativa ai terreni in cui esistono le terme di S. Saturnino – 2°

Un fascicolo di atti e documenti relativi alla causa vertita, davanti al Tribunale di

Sassari tra Angioi Giovanni Antonio e la Provincia di Sassari - tra i quali docu- menti vi ha l’atto pubblico 18 gennaio 1851 rogato Carta ( visionato a Ghilarza al vol 1° foglio 187), col quale Giacomo Angelo Manconi vendette a Don Saturni- no Angioi la tanca detta di San Saturnino dei Bagni, dove si affermò che esisteva:

“ la servitù dei bagni termali posti nella medesima, con la quale servitù, portata an- che dagli atti di concessione che qui si abbiano per espressi, intende cedere e ven- dere detta tanca, ossia il diritto alla metà indivisa di essa tanca” 3° Atto pubblico 15 dicembre 1927 rogato Maniga (reg. al N° 1261), di transazione, tra la provincia di

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Sassari ed Angioi Giovanni Antonio e figli di tutte le cause civili vertite tra la stessa

Provincia ed i medesimi Angioi, e di retrocessione agli Angioi di tutti i terreni ove esistono le terme, compreso quello già appartenente ai coniugi Canu Pietro Maria e Fenu Francesca Luigia e da questi venduto ai germani Angioi con atto di vendita

23 luglio 1921. Il convenuto Angioi Saturnino alla sua volta produsse atto 13 giu- gno 1927 di divisione tra i fratelli, di cui appresso.

Nell’udienza 25 giugno 1927 il convenuto Angioi Giovanni Antonio precisò me- glio la sua posizione di proprietario dei terreni onerati in giurisdizione di Benetutti e di Bultei, affermando che egli è proprietario di 23/24 dei terreni onerati e relative sorgenti a lui espropriati e poi retrocessi dalla Provincia di Sassari – che l’altro ven- tiquattresimo sì appartiene ai suoi figli germani Angioi per averlo acquistato dai detti coniugi Canu e Fenu, cui la Provincia lo espropriò e retrocesse.

Da canto suo il convenuto Angioi avv. Saturnino chiarì la sua posizione di proprie- tario dei terreni onerati con l’affermare “ che egli era divenuto proprietario di 23/24 degli stessi terreni in forza del recente atto di divisione 19 giugno 1927 rogato Ena

(reg. al N° 3) tra lui e i suoi germani che l’altro ventiquattresimo era rimasto co- mune ai germani Angioi - che al loro padre Angioi Giovanni Antonio era rimasta la proprietà assoluta delle sorgenti termali e dei terreni adiacenti, su cui egli ha ini- ziato uno stabilimento balneare - che la divisione fece rientrare nella sua quota: a) Il terreno in regione San Saturnino o Bagni ( Benetutti); mapp 1 Foglio 25; Ettari

4.65.73; reddito Lire 130,40; tuttora intestato ad Angioi Giovanni Antonio; confi- nante al predio Mercuria ed al fondo seguente: b) Il terreno in regione Su Anzu o

Bagni di San Saturnino (Bultei) mapp. 8 fraz R, di Ettari 0.01.18; Mapp. 9 Ettari

0.68.47; mapp. 10 fraz. R di Ettari 0.00.64; numero mappale 7. di Ettari 24.11.36; reddito Lire 1012.70, tuttora intestati ad Angioi Giovanni Antonio ( Fog. XXXIV)

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confinanti a Rio di Orune, ad eredi di Scangia Michele, al predio Mercuria ed al fiume Tirso; - C) Il terreno in regione Muros, Sa de Su Canonigu Merenda Ona, tuttora intestato in catasto ad Angioi Giovanni Antonio, n° mappale 1 Fog.

XXXIV; di Ett. 6.83.53, reddito Lire 287.08, confinante a Cocco Mulas Grazia, ad eredi di Scangia Michele ed a Marrosu Salvatore. Lo stesso Angioi Saturnino nella udienza del 22 giugno 1929 si diè cura di chiarire la situazione topografica delle sorgenti termali, costituenti oggetto della presente causa, con l’affermare: che le sorgenti giacciono parte in territorio di Bultei e parte in territorio di Benetutti -

Che in territorio di Bultei giace la sorgente principale detta “Su Anzu Mannu “ a poca distanza dalla chiesa di San Saturnino, e segnata in catasto al Fog. XXXIV col mapp. N° 10 – che attorno a questa sorgente sgorgano altre due piccole sor- genti derivanti probabilmente dalla prima, denominate Su Ludu e Sos Agros e non riportate con speciali numeri di mappa, ma comprese, insieme alla prima, nel

N° mapp. 7 – che infatti il n° 10 si restringe alla sola sorgente ed alla casa che vi e- siste – che dette sorgenti sono poste nel fondo San Saturnino o Sos Bagnos, ora di proprietà di Angioi Saturnino e segnato coi n. di mappa 1-7-8-10-11 del Foglio

XXXIV – che il Cav Angioi Giovanni Antonio, nel fare donazione ai propri figli, entro i detti mappali si riservò la proprietà di una zona di circa mezzo ettaro com- prendente le sorgenti Su Anzu Mannu, Su Ludu e Sos Agros – Che in territorio di

Benetutti, nella regione Mercuria, esiste altra sorgente denominata Sos Beccos, da lungo tempo ridotta a bagno a cura dell’ Angioi Giovanni Antonio, al quale si ap- partiene unitamente a 25 are di terreno circostante comprese nel chiuso assegnato in divisione all’Angioi Antonio. Questa sorgente è giacente nel mappale 3 del Fo- glio XXV – che oltre questa esistono in territorio di Benetutti molte altre sorgenti disseminate nei predii limitrofi al chiuso dell’Angioi Antonio e diversamente de-

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nominate - che parimenti in territorio di Bultei , oltre a quelle sopra designate, esi- stono altre numerose sorgenti appartenenti a diversi proprietari – che in territorio di

Benetutti non esiste una regione denominata “ San Saturnino” – che alla presente questione interessano solo i numeri di mappa 1 . 10 . 8 - 3 . 7 dei detti Fogli

XXXIV e XXV. –

Nelle diverse udienze le parti si occuparono anche della liquidazione del compen- so a favore dei Comuni per la soppressione legale dell’uso. I Comuni proposero un compenso in natura e taluni di essi per canone enfiteutico infisso sulle terre one- rate. Il convenuto Angioi Giovanni Antonio fece una proposta concreta di asse- gnazione della sorgente Su Anzu Mannu, della vasca, della stufa e del terreno a- diacente per le bestie da tiro e da sella dei bagnanti.

Oltre a tutto ciò, i Comuni, sebbene in modo non concorde, né uniforme, a soste- gno delle rispettive pretese dedussero prova testimoniale, prova peritale e l’accesso dell’Ufficio sovra luogo: la prima per l’accertamento dell’uso e sue modalità: la seconda per la liquidazione del compenso; il terzo per la descrizione ed identifica- zione dei luoghi e delle sorgenti.

Dopo di che nelle udienze del 5 dicembre 1928 e 22 giugno 1929 i procuratori delle parti comparse presero le su riferite conclusioni

Ritenuto in diritto

I I convenuti Angioi Giovanni Antonio e Saturnino sollevano una questione di

carattere pregiudiziale che, in ordine logico, si affaccia alla discussione prima di

ogni altra: Se cioè dopo le leggi particolari anteriori al 1865 abolizione degli a-

demprivii, od usi civici della Sardegna, e soprattutto dopo quella generica del

23 aprile 1865 N° 2252, siano sopravvissuti nella Isola di simili usi. La que-

stione fu ampiamente discussa presso questo Commissariato più volte. Ma i

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dibattiti, compreso l’ultimo, dottamente sostenuto dagli Angioi, non valgono a

mutare la giurisprudenza costantemente seguita da quest’Ufficio e che ebbe

una succinta espressione nella sentenza 20 – 26 febbraio 1927 tra il Comune di

Villamassargia contro i germani Raia. Il Commissario ora non ha che a richia-

mare quella giurisprudenza. Se tuttora fosse opportuno insistere, si potrebbe os-

servare ulteriormente quanto appresso: Le leggi, che provvidero all’abolizione

degli ademprivii furono le leggi di scorporo del 4 gennaio 1863 N° 1105 e del

23 aprile 1865 N° 2252, ossia quelle leggi che ebbero per iscopo di detrarre dal-

la ingente massa di terreni ex feudali duecentomila ettari a favore della Società

concessionaria delle Ferrovie Sarde. Questi duecentomila ettari dovevano con-

cedersi liberi dai diritti di ademprivio. Da ciò l’abolizione sulla intera massa dei

terreni ex feudali, degli ademprivii, affinché i duecentomila Ettari risultassero

purgati da siffatti usi. Senza l’abolizione su tutta la massa dei terreni ex feudali

una parte di essa (i 200.000 Ettari) non ne sarebbe riuscita immune. Il resto,

dopo la detrazione dei duecentomila ettari, rimase anch’esso liberato dagli a-

demprivi, salva l’assegnazione dei compensi a favore degli ademprivisti e dei

cussorgianti. Ora tutta l’economia di dette leggi e dei relativi regolamenti, tutte

le loro disposizioni e tutte le loro finalità sono volte alla sistemazione dei terreni

ex feudali, a cominciare dallo scorporo dei duecentomila ettari. Dette leggi non

ebbero altro scopo, né contemplarono altre terre. I terreni che non erano feudali

non rientrarono nelle loro disposizioni, comprese quelle abolitive degli adem-

privi. Questi continuarono a vivere sui terreni non feudali, sia dei Comuni e sia

dei privati. L’esercizio degli ademprivi su questi terreni non feudali non fu mai

considerato reato, né seguito da procedimenti penali. Ai proprietari delle terme

di San Saturnino non venne mai in mente di sottoporre gli utenti a sanzioni pe-

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nali. Questi ademprivi, scampati all’abolizione del 1865 ed anni precedenti, fu-

rono soppressi dalle leggi 1924 e 1927 sotto la generica denominazione di usi

civici. Si ripete ancora una volta che le leggi del 1863 e del 1865 ed anni prece-

denti provvidero esclusivamente ad un bisogno tipico del momento: la siste-

mazione dei terreni ex feudali della quale un particolare e caratteristico aspetto

fu lo scorporo dei terreni su cennati e l’abolizione degli ademprivi. Furono que-

sti provvedimenti analoghi a quelli dati dalla Carta Reale 21 febbraio 1839 e re-

lativo regolamento sulla divisione dei terreni di antica ed originaria proprietà dei

Comuni – divisione gratuita e proporzionata al bisogno dei Comunisti.

II Altra eccezione di carattere pregiudiziale, sollevata dagli Angioi, fu quella con-

cernente la pretesa decadenza dei Comuni, ultimamente intervenuti in causa,

dal diritto di provocare la liquidazione dell’uso in questione. Ma l’eccezione

non regge, perché, di fronte alla proroga, operata dalla legge 16 giugno 1927

N° 1766, del termine a fare le denuncie, queste risultano tutte presentate in ter-

mine utile. Tanto che gli Angioi addimostrarono di non volere ulteriormente

insistere nella loro pretesa.

III In merito gli Angioi non contestano che un diritto competa alle popolazioni dei

Comuni in contesa e sia stato da esse ab antico esercitato, ma eccepiscono che

non si tratti di uso civico nel senso voluto dalla legge 16 giugno 1927, bensì una

limitazione legale del diritto di proprietà sulle terme, la quale si esplicherebbe

sotto forma di una servitù irregolare e pubblica e di cui il regime rientrerebbe

completamente sotto la giurisdizione della Magistratura Ordinaria ( art. 533 a

535 C.C.). Il che, anzitutto, sarebbe reso manifesto dal contenuto dell’uso eser-

citato dalle popolazioni, di fronte a quello degli usi civici: il primo non riusci-

rebbe a soprafare il diritto di proprietà e di godimento degli Angioi sulle terme:

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l’uso civico invece riuscirebbe ad esaurire l’utilità e la capacità della cosa onera-

ta, a soddisfare al bisogno delle popolazioni. Ma il concetto, che si vorrebbe co-

sì esprimere , da un lato non rende la pretesa discriminazione e dall’altro lato

non corrisponde alla realtà. L’uso civico può avere un contenuto più o meno e-

steso, ma giammai riesce a distruggere il diritto di proprietà sulla cosa onerata,

né la natura di un diritto reale sulla cosa altrui , pubblica e privata. L’uso civico

non può degenerare in dominio e neppure in condominio. Se così fosse non

occorrerebbe contrapporre il concetto di limitazione della proprietà, né di servi-

tù sia pure irregolare e pubblica. In ordine al contenuto dell’uso civico si dice al-

tresì che esso comprende solo lo sfruttamento dei prodotti del suolo, giammai

quello delle acque, che costituisce oggetto dell’uso goduto dalle popolazioni

contendenti. Ma anche questo preteso criterio di distruzione non ha riscontro

nella realtà: il godimento della terra comprende anche gli elementi che alla terra

sono naturalmente connessi, quali i minerali, le piante, i frutti, le acque, i pesci

ecc. (Vedi art. 19 Reg.to 28.2.1923 citato dagli stessi Angioi). Il contenuto degli

usi civici è svariatissimo ed indefinito, come lo dimostra la storia di essi. L’uso

al bagno ben può rientrare nella serie indeterminata degli usi civici. In secondo

luogo il concetto di servitù irregolare e pubblica, in contraposto all’uso civico,

sarebbe reso manifesto dal subbieto del diritto: Quella competerebbe non solo

agli abitanti di un determinato Comune o di una frazione di Comune (V.art 1

legge 16 giugno 1927 N 1766), ma anche a persone di altri Comuni indeter-

minati , e, nella specie, ad uno qualsiasi degli altri Comuni dell’Isola – l’uso ci-

vico, invece, competerebbe esclusivamente ai membri di un dato Comune o

frazione, con esclusione degli altri che non vi appartenessero – Vincolato de-

terminerebbe la pertinenza ma non sta in fatto, né in diritto, che l’uso civico,

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compreso quello di bagno in questione, appartenga a chiunque capiti sulla terra

onerata. Esso compete, come bene patrimoniale ed uti singulus, a chi fa parte di

una data collettività di utenti. Di questa collettività fa parte solo chi abita nel ter-

ritorio del Comune o frazione. Gli altri sono sprovvisti di titolo: possono essere

ammessi al godimento momentaneamente, per semplice tolleranza e per puro

riguardo dovuto alla comitas gentium , ma non potrebbero pretendere un dirit-

to, né tutelarlo in giudizio. Nella fattispecie, gli altri Comuni contendenti, oltre a

quelli di Benetutti, Nule, Bultei, Bono ed Anela, scesero in giudizio muniti di

prove del diritto preteso dai rispettivi abitanti. Altrettanto non fecero, né avreb-

bero potuto fare gli abitanti degli altri Comuni dell’Isola. La collettività degli u-

tenti poi sta a sé, indipendentemente dall’Ente Comune e dai Comunisti uti u-

niversi. Anzi la collettività degli utenti si afferma di fronte e contro lo stesso En-

te Comune. Tanto che si può dire che il bene, formato economicamente

dall’uso, si costituisce e rientra nel patrimonio della Collettività e dei singoli,

piuttosto che nel patrimonio del Comune.

Il subbietto del diritto fornirebbe altro elemento di distinzione dell’uso civico

dalla servitù irregolare e pubblica, in quanto questo competerebbe a chi esercita

solo un diritto di uso, mentre quello spetterebbe a chi partecipa ai frutti. Questa

distinzione che si fonda più sull’oggetto che sul soggetto del diritto non fornisce

un sicuro ed esatto criterio di distinzione: anche le servitù in genere, siano le

prediali che le personali, tendono a ritrarre un utile dal fondo serviente, che può

costituire un frutto di esso. Se poi è vero che le servitù personali nominate (art.

476 e segg.C.C.) ed innominate od irregolari, competono alla persona o ad una

universalità di persone su di una cosa, ciò non importa che l’uso civico debba

confondersi con le servitù irregolari, né che sparisca ogni linea di demarcazione

Trascrizione dall’originale Corpo Polizia Municipale di Pattada [( Com.te P.M. – U.P.G. Cap. P.L. – Luigi Fraghì) – Operatori P.M.: Lorella Crasta – Gianfranca Gattu – Pala G.Luigi]

tra l’uno e le altre. E’ piuttosto il caso di vedere se, tanto di fronte ai principii di

diritto, quanto nei casi pratici, si possa parlare di servitù vera e propria, personale

o prediale, ovvero di uso civico. In ordine ai subbietti, le servitù rifuggono dal

concetto della collettività e tutt’al più ammettono un’astratta persona giuridica

come titolare di esse che si perpetua nel tempo sempre identica a se stessa. La

collettività costituisce invece una caratteristica dell’uso civico, come nella fatti-

specie. Per il solo fatto che l’uso è collettivo costituisce uso civico. Se taluni usi,

come quelli deambulanti, furono chiamati e qualificati servitù irregolari e pub-

bliche, ciò può essere derivato da errore di qualifica, che non distrugge la so-

stanza e l’essenza di un vero uso civico. Altre volte il concetto di servitù pub-

blica ed irregolare implica l’uso delle cose demaniali, dello Stato delle Provin-

ce e dei Comuni, ossia delle cose destinate all’uso diretto ed immediato dei cit-

tadini ( art 426 e segg. C.C. ). Ma un tale uso non è uso civico nel senso portato

dalla legge 16 giugno 1927, perché non è sulle cose altrui, non ha carattere pa-

trimoniale e non è volto ad un utile economico particolare. L’uso delle cose

demaniali si può dire sulle cose proprie, in quanto cade su stabili dello Stato,

delle Provincie e dei Comuni, di cui il popolo utente costituisce l’elemento più

essenziale e più vitale. Esso non ha carattere patrimoniale, perché non rientra

nel patrimonio degli utenti, né come capitale, né come accessorio di frutti. Non

mira ad un utile economico particolare, perché nessun utente può ritrarre od

appropriarsi alcun accessorio di frutti destinato al proprio sostentamento. In

questo concetto della demanialità rientrano le servitù pubbliche di cui all’ art.

534 C.C. Aggiungasi che le servitù pubbliche hanno il loro titolo nella legge: le

irregolari, specie le discontinue e non apparenti, lo hanno nel contratto o

nell’usucapione, l’uso civico ha particolari modi di acquisto, comprese le con-

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cessioni storiche. Queste considerazioni più che ad escludere, conducono ad

ammettere l’esistenza dell’uso civico di bagno, di cui si discorre.

IV Resta così accertata l’esistenza dell’uso sia in linea di principio e sia nel rico-

noscimento di fatto da parte degli Angioi. Né occorre procedere ad altri ac-

certamenti probatorii. Tanto meno è il caso di ammettere la prova subordina-

tamente dedotta dagli Angioi per dimostrare il concorso di elementi che e-

scludono la natura dell’uso civico, già positivamente accertata.

V Non resta, quindi, che procedere alla liquidazione dell’uso, con la determina-

zione del compenso dovuto ai Comuni che subirono la perdita, ope legis,

dell’uso medesimo. Tra le parti si discusse a lungo sulla natura del compenso,

ossia sul modo di determinarlo: in natura ( art 5 e 6 legge), o mediante canone

enfiteutico ( art 7 legge ). Anzi il convenuto Angioi Gio’ Antonio fece una

proposta concreta di compenso determinato in natura e con assegnazione di-

retta dell’acqua termale e del terreno accessorio ed adiacente.

Di queste proposte quale sarebbe accettabile in fatto ed in diritto?

All’assegnazione di un compenso in natura si vorrebbe opporre la inapplicabi-

lità del criterio posto dall’art 7, e, segnatamente, la piccolezza dell’assegno

non riducibile ad unità agraria. Ma, giustamente, si osserva in contrario che al-

la piccolezza del terreno accessorio va unita la importanza ed il valore

dell’acqua termale, la quale costituisce la cosa principale – che alla utilità a-

graria, contemplata come elemento normale degli art 6 e 7 della legge, può

ben sostituirsi l’utilità igienica non esclusa dalla stessa legge - che l’insieme

del terreno e dell’acqua, portante detta utilità, può consentire le proporzioni di

cui all’art 5, agli effetti della determinazione del compenso – che di tutto que-

sto fu conscio l’Angioi Giovanni Antonio quando fece l’accennata proposta

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del compenso in natura – che, in conseguenza, ritiene il Commissario di pote-

re adottare questa forma di liquidazione, la quale può favorire la conservazio-

ne dell’uso nella definitiva sistemazione delle terre di uso civico (art 12 cap. 2°

legge).

Sotto questo profilo la determinazione del compenso può ben inspirarsi alla

proposta dell’Angioi, e può tradursi in concreto da una statuizione del Com-

missario anche senza intervento dei tecnici. Ritiene il Commissario che, data

la perennità, l’abbondanza, l’importanza e l’efficacia terapeutica della sorgen-

te “Su Anzu Mannu “ possa la medesima essere prescelta alla soddisfazione

dell’uso di bagno delle popolazioni contendenti. Ben può essa sopperire con-

temporaneamente sia all’uso del proprietario, sia a quello delle popolazioni

utenti. All’uopo dopo alimentata la vasca del proprietario Angioi, il perenne e

vigoroso getto della sorgente può alimentare anche quella delle popolazioni

attrici, da costruirsi a fianco della prima, ad iniziativa degli stessi comuni con-

sorziati. A lato dell’una e dell’altra potranno i medesimi costruire il Tepida-

rium (stuffa ) od ambiente di transudazione . Tutto poi potranno raccordare

all’accessorio terreno destinato alla sosta dei veicoli e del bestiame da traspor-

to dei bagnanti. Su queste ultime modalità è lasciato alle parti di accordarsi sul

posto. In caso di disaccordo potranno provvedersi davanti l’Autorità Giudizia-

ria (Commissario). In quanto alle dimensioni della vasca costruenda ad ini-

ziativa dei comuni interessati, e così anche del Tepidarium, potrà essere sod-

disfatto alle proporzioni del compenso, ai sensi dell’art 5 della legge, se si se-

guiranno le dimensioni della vasca e del Tepidarium costruiti per sé dal pro-

prietario ed attualmente esistenti. Nel caso l’uso dell’acqua assegnato alle po-

polazioni potrebbe assurgere alla importanza di quello del proprietario, e tutti

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e due potrebbero costituire due metà dell’intero (art 5 cap. 1° legge ); mentre

l’uso del terreno adiacente assumerebbe minori proporzioni.

VI Seguendo questi criteri di determinazione il compenso verrebbe a ritrarre del

tenore e della sostanza dell’uso considerato nella sua attuale integrità: uso del-

le acque, uso del terreno adiacente per la sosta delle bestie, uso del passaggio

di accesso dalla via pubblica che costeggia il terreno onerato. La variazione

avverrebbe nelle proporzioni di questi elementi che concorrono alla forma-

zione del compenso ( dell’acqua assegnata alle popolazioni ) A Si approva la

cancellatura .

VII Alle necessità topografiche e di identificazione dei terreni e delle acque termali

provvedono i documenti prodotti dalle parti e segnatamente gli estratti cata-

stali e di mappa accennati in narrativa, nonché le notizie fornite dal convenuto

Angioi Saturnino, sulla cui esattezza nessuno ha sollevato dubbio di sorta.

Non occorre quindi farsi luogo ad alcuno dei mezzi probatori sulla materia.

VIII Così del pari non occorre istruire più ampiamente le cause intorno agli attuali

proprietari e possessori dei terreni onerati. Tutte le persone che potevano avere

interesse in proposito furono convenute in giudizio, ed in confronto a tutti vie-

ne ora giudicato su di un uso che gravita sulle cose più che sulle persone. (B)

Ad ogni modo su questo punto non sorse questione alcuna e nessuno ha mes-

so in dubbio le notizie fornite dall’ avv. Angioi Saturnino come in narrativa.

Tanto meno si sente il bisogno di istruire ulteriormente sulle modalità di tempo

e di luogo dell’uso, agli effetti di un compenso che ne tenga il luogo e soddi-

sfaccia in avvenire alle esigenze degli utenti.

IX Habilita così l’esistenza dell’uso civico resta risoluta la questione della com-

petenza del Commissario, che gli Angioi avevano messo in dubbio. In questa

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speciale competenza rientrano precisamente tutti i provvedimenti implorati

dai Comuni istanti e suggeriti dalla materia del contendere. Trattasi non già di

terreni ademprivili, ma di terre di originaria e libera proprietà privata; ed il

Commissario, se non trova luogo ad applicare le leggi del 1863, del 1865, del

1897 e del 1907, è però tenuto ad applicare quelle recenti del 1924 e del 1927,

generali ed estese a tutto il territorio dello Stato. Queste ultime leggi riguarda-

no gli usi civici, che non possono confondersi con gli ademprivi in proprio e

specifico senso.

X Le spese del presente giudizio devono porsi a carico dei convenuti Angioi

Giovanni Antonio e Saturnino per due terzi ed a carico degli altri convenuti

germani Angioi Antonio Maria, Teresa e Maria e Provincia di Sassari per

l’altro terzo soltanto non avendo essi contestato il diritto preteso dagli attori. E’

ciò a favore dei Comuni attori e parti in causa come in epigrafe ( art 370

C.P.C.).

P.Q.M.

Il Commissario Regionale, sentiti i procuratori delle parti comparse, eccettuate

Angioi Antonio Maria, Teresa e Maria, che non comparvero alla udienza di spe- dizione, rejetta ogni contraria istanza, eccezione e deduzione:

1° Riconosce a favore degli attori Comuni di Benetutti, Nule, Anela, Bono, Bultei,

Ozieri, Bottida, Burgos, Esporlatu e Pattada, l’esistenza dell’uso civico di bagno sulle sorgenti termali in territorio di Bultei e Benetutti e nelle località sopra descrit- te, ora appartenenti all’Angioi Don Giovanni Antonio ed al figlio Angioi Don Sa- turnino, nonché dell’accessorio diritto di sosta dei veicoli e delle bestie da trasporto, e di pascolo delle stesse bestie, in terreno adiacente alle sorgenti.

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2° Conseguentemente riconosce la competenza speciale di questo Commissario

Regionale a giudicare dello stesso uso e di tutte le questioni sollevate dai convenuti intorno al medesimo.

3° Come compenso del soppresso uso civico di cui sopra assegna ai Comuni atto- ri, nell’interesse delle rispettive popolazioni, l’uso civico del bagno nella sorgente termale “Su Anzu Mannu” (Bultei), segnata in catasto col numero di mappa 10 e, più comprensivamente, col n° di mappa 7, del Foglio XXXIX, Regione San Sa- turnino (Bultei), con l’accessorio diritto di cui sopra.

4° Dichiara il detto compenso essere costituito dai seguenti elementi: a) l’assoluta proprietà, sia della vasca dell’acqua termale, sia della camera a stuffa, da costruirsi entrambe ad iniziativa e nell’interesse dei Comuni consorziati; - b) il diritto di de- rivazione perenne e costante dell’acqua della sorgente per alimentare la detta va- sca, subito dopo avere alimentato la vasca del proprietario come attualmente esiste, mediante apposito canale conduttore, a sgorgo diretto dell’acqua. c) il diritto di so- sta dei veicoli e delle bestie da trasporto dei bagnanti in una data superficie di suolo, contigua alla sorgente e della estensione da stabilirsi sul posto, di comune accordo delle parti. d) il diritto di far depascere dette bestie, durante i bagni, nella cennata superficie di suolo, proporzionata allo stretto bisogno del momento. e) il diritto di accesso alla sorgente ed alla detta area accessoria dalla via pubblica che costeggia il fondo onerato.

5° In favore di ciascun gruppo di Comuni, aventi propria rappresentanza come in epigrafe, condanna: a) I convenuti Angioi Giovanni Antonio ed Angioi Saturnino a due terzi delle

spese del giudizio;

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b) I convenuti Angioi Antonio Maria, Teresa e Maria e la Provincia di Sassari ad

un terzo delle stesse spese. Comprese in dette spese anche quelle che occorre-

ranno per mettere in completa esecuzione la presente sentenza e che saranno

prelevate dai depositi provvisori N 00629-332.00685-718-00076-00692-

00693-00727 eseguiti dai comuni attori in data 6.5.1929 - 11.5.1926 – 18/5 28–

13/6 28 – 16/8 1928 – 24/5 1928 – 24/5 1928 -15.6.28 – nonché N 00686 e

00711 del 18/5 e 9/6 28 nella Sezione di R. Tesoreria di Cagliari.

6° Dette spese saranno liquidate dal sottoscritto Commissario a presentazione delle singole e particolareggiate parcelle, previo parere del Consiglio dell’ordine degli avvocati.

7° Manda notificarsi e pubblicarsi la presente a norma di legge.

(A) Aggiungasi = Oltre a ciò il compenso viene ristretto alla principale sorgente

“Su Anzu Mannu” non tanto per ragione di proporzioni territoriali (art 5 leg-

ge), quanto perché in essa sorgente si compendiano le migliori virtù ed i

principali elementi terapeutici che rendono celebrate le acque termali di Be-

netutti e di Bultei (art 6 legge). = Si approva la proposta.

(B) Né potrebbe la interessata Provincia di Sassari essere messa fuori causa. (Si

approva l’aggiunta)

Cagliari 5 agosto 1929 a VII

S. Conteddu Commissario

VPaglietti segretario

Pubblicato dal sottoscritto segretario ai sensi dell’art 366 cod. proc. civ. nella pub- blica udienza tenutasi da questo commissariato in Cagliari oggi due ottobre 1929 a

VII VPaglietti

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N 131 R. Copie- addì 2.11.1929 rilasciate N 19 copie esecutive della presente per la notifica e pubblicazione ed esatte dei depositi effettuati dai Comuni £ 456 riparti- to in quote per ciascun Comune. VPaglietti

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