VAS – Documento di Scoping di –Scoping VAS Documento giugno 2018

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Piano Urbanistico Comunale (PUC) di Ollolai Legge Regionale n. 45 del 1989 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Documento di Scoping

COMUNE DI OLLOLAI Via Mazzini, 2 08020 Ollolai (NU) Tel. +39 (0784) 51051

Il Sindaco dott. Efisio ARBAU Consigliere con delega all’Urbanistica dott. Mario NONNE Il Responsabile Ufficio Tecnico ing. Davide SORO Il Segretario Comunale dott.sa Tonina MATTU

GRUPPO DI LAVORO Progettisti Coordinatore scientifico Daniele RALLO, urbanista Responsabile contrattuale Raffaele GEROMETTA, urbanista

Coordinamento operativo Fabio VANIN, urbanista

Contributi specialistici Teresa COSSU, dott.ssa geologa Demis Massimiliano MURGIA, dott. Archeologo Lisa DE GASPER, urbanista Fabio FASAN, urbanista Francesco BONATO, urbanista Elettra LOWENTHAL, ingegnere Lucia FOLTRAN, dott.ssa in scienze amb Lino POLLASTRI, ingegnere Giovanni TRENTANOVI, dott. forestale

MATE Engineering Sede legale: Via San Felice, 21 - 40122 - Bologna (BO) Tel. +39 (051) 2912911 Fax. +39 (051) 239714 Sede operativa: Via Treviso, 18 - 31020 - San Vendemiano (TV)

Tel. +39 (0438) 412433 Fax. +39 (0438) 429000 e-mail: [email protected]

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INDICE 1 PREMESSA ...... 3 2 QUADRO NORMATIVO ...... 4 2.1 Normativa europea ...... 4 2.2 Normativa nazionale ...... 4 2.3 Normativa regionale ...... 4 3 GLI OBIETTIVI DI PUC...... 6 4 CARATTERIZZAZIONE DELL'AMBIENTE ...... 12 4.1 Inquadramento territoriale ...... 12 4.2 Inquadramento climatico ...... 12 4.3 Atmosfera ...... 13 4.4 Idrosfera ...... 16 4.5 Geosfera ...... 20 4.6 Rischi naturali ...... 28 4.7 Biodiversità ...... 38 4.8 Paesaggio, patrimonio storico, architettonico, archeologico ...... 42 4.9 Sistema socio - economico ...... 44 4.10 Sistema insediativo ...... 46 4.11 Popolazione ...... 51 4.12 Rifiuti ...... 53 4.13 Mobilità ...... 54 4.14 Aspetti energetici ...... 55 4.15 Infrastrutture a rete ...... 57 4.16 Sintesi delle criticità, delle emergenze e delle opportunità del territorio ...... 59 4.17 Quali sono gli obiettivi di sostenibilità che Ollolai può porsi ...... 61 5 NOTA METODOLOGICA ...... 62 5.1 Premessa ...... 62 5.2 Le fasi ...... 63 5.3 Indice ragionato del Rapporto Ambientale ...... 68 6 PIANI CON I QUALI IL PUC SI RELAZIONA ...... 68 7 COERENZA DEGLI OBIETTIVI DI PUC CON I CRITERI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ... 70 7.1 Obiettivi di protezione ambientale definiti a livello nazionale, internazionale e comunitario ..70 7.2 Coerenza degli obiettivi di PUC con i criteri generali di sostenibilità ambientale ...... 73 8 ANALISI PRELIMINARE DI SOSTENIBILITA’ DEGLI OBIETTIVI DI PUC ...... 77 9 MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEL PROCESSO PARTECIPATIVO ...... 81 10 INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE (SCMA) ...... 83

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1 PREMESSA Il documento in esame è parte integrante della procedura di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico Comunale (PUC) in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale (PPR) ed al Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). La metodologia che si intende adottare per il processo di VAS del PUC di Ollolai in provincia di è stata elaborata sulla base delle “Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali” approvate con Deliberazione n. 44/51 del 14 dicembre 2010, redatte dal Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna. Tale documento è oggetto di incontri con Provincia, SAVI, ARPAS, uffici regionali competenti, sovrintendenze, enti gestori ecc. all’interno dei quali, a seguito della sua illustrazione, vengono acquisiti pareri, contributi ed osservazioni in merito. In base agli elementi emersi nella fase di consultazione verranno attivate le fasi successive della procedura ed in particolare verrà predisposto il Rapporto Ambientale.

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2 QUADRO NORMATIVO Lo scopo del presente capitolo è quello di presentare un breve excursus sulla normativa europea, nazionale e regionale rilevante ai fini dell'elaborazione della valutazione ambientale strategica.

2.1 Normativa europea La direttiva 2001/42/CE, chiamata anche Direttiva VAS, è entrata in vigore il 21 luglio 2001 e doveva essere attuata dagli Stati membri prima del 21 luglio 2004. Essa si integra perfettamente all’interno della politica della Comunità in materia ambientale contribuendo a perseguire gli obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, della salute umana e dell’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, di conservazione ed uso sostenibile della biodiversità. La direttiva ha carattere procedurale e sancisce principi generali, mentre gli stati membri hanno il compito di definire i dettagli procedurali tenendo conto del principio di sussidiarietà. Tale procedura si esplica: nell’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale che deve individuare, descrivere e valutare gli effetti significativi dell’attuazione del piano sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano stesso. Tale elaborato dovrà contenere le informazioni contenute nell’allegato I della direttiva. La procedura prevede inoltre lo svolgimento di consultazioni; la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione. L’innovazione della procedura si fonda sul principio che la valutazione deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano ed anteriormente alla sua adozione in modo tale di essere in grado di influenzare il modo in cui viene stilato il piano. Altro elemento fondamentale è l’obbligo di concedere a determinate autorità ed al pubblico l’opportunità di esprimere la loro opinione sul rapporto ambientale formulando pareri che devono essere presi in considerazione durante la preparazione e l’adozione del piano. Al momento dell’adozione devono essere messi a disposizione delle autorità e del pubblico il piano, una dichiarazione di sintesi in cui viene illustrato in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale, dei pareri espressi, dei risultati delle consultazioni e le ragioni per cui è stato scelto il piano, le misure in merito al monitoraggio. Con riferimento a quest’ultimo punto l’art. 10 della direttiva definisce che gli stati membri controllano gli effetti ambientali significativi dell’attuazione dei piani al fine di individuare gli effetti negativi imprevisti ed adottare misure correttive.

2.2 Normativa nazionale Dal 29 aprile 2006, data di entrata in vigore del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 (recante "Norme in materia ambientale"), la normativa nazionale sulla tutela dell'ambiente ha subito una profonda trasformazione. Il Dlgs 152/2006 (cd. "Codice ambientale") e s.m.i ha riscritto le regole su valutazione ambientale, difesa del suolo e tutela delle acque, gestione dei rifiuti, riduzione dell'inquinamento atmosferico e risarcimento dei danni ambientali, abrogando la maggior parte dei previgenti provvedimenti del settore.

2.3 Normativa regionale Con DPGR n. 66 del 28/04/2005 “Ridefinizione del Servizi delle Direzioni generali della Presidenza della Regione e degli Assessorati, loro denominazione, compiti e dipendenza funzionale”, la competenza in materia di VAS è stata assegnata al Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti (SAVI) dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente. Conseguentemente, la Giunta Regionale, con Delibera n. 38/32 del 02/08/2005, ha attribuito al predetto Servizio funzioni di coordinamento per l’espletamento della valutazione ambientale strategica di piani e programmi. Con la LR 18 maggio 2006 n. 6 “Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna (ARPAS)” all’ARPAS vengono attribuite alcune funzioni, tra le quali:  organizzazione e gestione del sistema informativo ambientale regionale anche per il monitoraggio ambientale (SIRA);

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 fornire il supporto tecnico – scientifico necessario agli uffici competenti per le attività istruttorie relative alla Valutazione Ambientale Strategica;  la verifica e controllo di progetti di interventi sull’ambiente;  la redazione di un rapporto annuale sullo stato dell’ambiente della Sardegna. Successivamente, con Legge Regionale n. 9 del 12 giugno 2006, concernente il conferimento di funzioni e compiti agli enti locali, sono state attribuite alla regione le funzioni amministrative non ritenute di livello nazionale relative alla valutazione di piani e programmi di livello regionale o provinciale (art. 48), e alle province quelle relative alla valutazione di piani e programmi di livello comunale e sub-provinciale (art. 49). Il comma 2 dell’art. 48 della LR. n. 9/2006, inoltre, attribuisce alla Regione il compito di provvedere alla formulazione di linee guida di indirizzo tecnico – amministrativo in materia di valutazione ambientale. A tale fine il servizio SAVI dell’ Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna ha predisposto, in collaborazione con l’Assessorato agli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, specifiche Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali. Le suddette Linee Guida sono state approvate con Deliberazione di Giunta Regionale N. 44/51 del 14 dicembre 2010 ed illustrano l’iter procedurale per la redazione e per l’approvazione dei Piani Urbanistici Comunali nel rispetto sia di quanto stabilito dalla LR n. 45 del 22 dicembre 1989 “Norme per l’uso e la tutela del territorio”, sia di quanto disposto dalla parte seconda del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.. Nelle more dell’emanazione di una legge regionale che regolamenti, in maniera organica, la procedura di valutazione ambientale strategica coordinando le indicazioni a livello nazionale con le norme regionali, la Regione Autonoma Sardegna ha disposto con Deliberazione n. 24/23 del 23 aprile 2008 le “Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica”. Successivamente alla Deliberazione del 2008, la disciplina in materia di VIA e VAS è stata, a livello nazionale, oggetto di ulteriori modifiche (D. Lgs. 128/2010, ulteriori provvedimenti adottati dal legislatore nazionale nei primi mesi del 2012). A fronte delle modifiche intervenute, è emersa la necessità di adeguare le direttive in materia di VIA e VAS mediante una riformulazione della deliberazione 24/23 del 23 aprile 2008, al fine di rendere più certa l’azione amministrativa nell’ambito delle valutazioni ambientali, introducendo, altresì, delle semplificazioni. Pertanto la RAS con Deliberazione n. 34/33 del 7 agosto 2012 ha individuato le nuove Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione ambientale che sostituiscono integralmente quelle già approvate con la Deliberazione n. 24/23 del 23 aprile 2008. Si evidenzia infine che l’entrata in vigore del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) ha previsto che i Comuni provvedano ad adeguare i loro strumenti urbanistici comunali alle disposizioni del PPR coerentemente con i principi che stanno alla base del PPR stesso. I nuovi PUC che saranno elaborati in conformità alle disposizioni del PPR e/o quelli che per adeguarsi a tali disposizioni dovranno essere revisionati, pertanto, dovranno essere sottoposti a VAS.

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3 GLI OBIETTIVI DI PUC L’approccio da perseguire nel piano muove necessariamente da una lettura e da un confronto, metodologico e tecnico, con il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) e con il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), a cui il PUC deve adeguarsi, identificando le invarianti ambientali, paesaggistiche e storico-culturali che caratterizzano il territorio di Ollolai. Occorre pertanto superare i limiti e le criticità proprie del vecchio piano di fabbricazione, risalente agli anni Settanta, ripensando il piano come uno strumento caratterizzato da due anime: una strategica, che definisce gli obiettivi per Ollolai, e l’altra operativa , che si muove entro i binari della legge e del decreto Floris. Non più appiattito sullo strumento dello “zoning”, il PUC diventa uno strumento che individua, progetta e sostiene le politiche di sviluppo economico locale (in primis il turismo ma anche la pastorizia), che salvaguarda e valorizza le risorse naturalistico-ambientali e che mette in rete i beni identitari e i valori storici dei luoghi (es. le sorgenti, le chiese di San Basilio e San Michele Arcangelo). I principi/obiettivi generali alla base del PUC di Ollolai sono:

1.RECUPERO DEL CENTRO STORICO E DEGLI SPAZI PUBBLICI

La nascita e lo sviluppo del centro storico sono stati per lo più condizionati dall’orografia del territorio e dalle morfologie della viabilità, che hanno delineato gli isolati, le piazze e gli slarghi. L’obiettivo principale del PUC consiste nella riqualificazione del centro storico, lavorando sui materiali urbani del suolo pubblico, restituendo un centro competitivo e in grado di mettersi in evidenza nella rete dei centri della . Per questo, il PUC non si limiterà a recepire i contenuti del piano particolareggiato, ma dovrà restituire una nuova forma urbana, in grado di intercettare le economie turistiche all’interno di una strategia di marketing territoriale, in grado di valorizzare le risorse locali, la cultura e le tradizioni locali, anche attraverso la creazione di un marchio di qualità di pacchetti turistici integrati “Natura” – “Storia” – “Prodotti tipici”. Ciò significa anche lavorare sulle politiche abitative (progetto “Case a 1 euro“) per incentivare il recupero dell’esistente, limitando l’espansione urbana ed il consumo di suolo.

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Estratto T04.02.03 “I progetti guida. Workplace1€” del Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per la zona A

2. RICUCITURA DELLE FRATTURE TRA CENTRO ANTICO ED ESPANSIONI RECENTI

Da una lettura sull’evoluzione del sistema insediativo pare evidente che a partire dagli anni Sessanta/Settanta il territorio ha vissuto un processo di urbanizzazione che ha interessato i principali assi infrastrutturali determinando un’urbanizzazione diffusa e frammentata soprattutto lungo Via Taloro, Via Mareddu, Via Palai e Via Mazzini. Le espansioni urbane recenti si sono attestate a Sud e a Ovest, secondo un modello talvolta privo di un disegno unitario, caratterizzato non sempre dalla presenza di opere di urbanizzazione e servizi e da un tessuto urbanistico caratterizzato dall’alternanza di “vuoti” e “pieni”. Il Villaggio Taloro, abbandonato probabilmente tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta, costituisce un’ulteriore realtà che necessita di essere ripensata sotto il profilo delle funzioni, degli spazi pubblici e dei servizi per il territorio, anche in chiave turistica. Il compito difficile del PUC dovrà essere quello di ricercare una coerenza tra storia e modernità, ricomponendo le fratture, riordinando i bordi del costruito, ridefinendo il limite tra città e campagna, ristabilendo un rapporto coerente tra vuoti e pieni, riqualificando il sistema degli accessi e migliorando la dotazione di verde e di aree attrezzate. Queste operazioni di “ricucitura” e di “rigenerazione” dovranno necessariamente essere accompagnate dalla rivisitazione delle gerarchie della rete viaria, con l’obiettivo di separare il traffico di attraversamento territoriale da quello locale e degli spostamenti interni al centro urbano.

Nostra elaborazione del sistema insediativo del P.P.R.

2. RICUCITURA DELLE FRATTURE TRA CENTRO ANTICO ED ESAPNSIONI RECENTI

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3.CONTENIMENTO DEL CONSUMO DI SUOLO AGRICOLO

L’aumento delle infrastrutture, lo sviluppo delle industrie, l’urbanizzazione diffusa e i fenomeni di speculazione edilizia hanno progressivamente messo in crisi il sistema ambientale, rompendo gli equilibri ecologici e creando delle fratture nelle nostre città italiane, contendendo spazio all’agricoltura e occupando terreni non adatti all’insediamento, come gli ambiti a sofferenza idraulica. Il principio del risparmio di suolo agricolo cerca di invertire questa tendenza introducendo concetti nuovi come “rigenerazione urbana”, “città verde” e “impronta ecologica”. In questa direzione intende muoversi anche il PUC, sposando la filosofia del “consumo zero” e “costruire sul costruito”. Ciò presuppone una riflessione sulla conformazione del centro di Ollolai, con l’obiettivo principale di individuare parti specifiche diverse tra loro per ruolo, funzione e per materiali urbani, ma soprattutto di identificare le varie correlazioni, connessioni ed interdipendenze desiderabili od esistenti tra gli spazi pubblici (Piazza Guglielmo Marconi e Via Satta) che potranno anche essere implementati all’interno di un organico progetto del suolo pubblico. Le azioni che il PUC potrà attivare per Ollolai vertono per lo più sul recupero e rinnovo del tessuto esistente, intervenendo sulla ricalibratura del “baricentro urbano”, sulla ridefinizione degli spazi interstiziali liberi e sulla ricucitura dei bordi urbani, con l’obiettivo di attribuire una nuova identità (e dignità) al centro.

4. VALORIZZAZIONE DELLE VALENZE AMBIENTALI, RIQUALIFICAZIONE DEL PAESAGGIO E MESSA IN RETE DEI BENI DI INTERESSE STORICO, CULTURALE E PAESAGGISTICO

La dimensione ambientale e paesaggistica è quella che connota maggiormente il Comune di Ollolai e il suo contesto territoriale, caratterizzato nella porzione centro-occidentale dal Monte San Basilio, a sud dal sistema collinare che digrada dolcemente verso il lago di Chucchinadorza, a est dal sistema insediativo del centro urbano di Ollolai e, infine, a nord dalla piana agricola lungo la SS128. Le morfologie ed il paesaggio di Ollolai caratterizzato dal lago di Chucchinadorza, da aspri rilievi, da piccoli colli e da diverse vallate solcate da vari corsi d’acqua di esigua portata, restituiscono un’immagine suggestiva del paesaggio. Le scelte del nuovo piano urbanistico dovranno essere articolate in considerazione della varietà di paesaggi naturali che connotano il territorio di Ollolai, salvaguardando le diversità geoambientali, valorizzando i corridoi ecologici (Rio Sos Bussos, Rio Ovolai, Rio De Bidda e Rio Sos Molinos), tutelando le rive del lago e garantendo nel contempo lo sviluppo di nuove forme di turismo sostenibile, alternative e complementari a quello costiero. Il miglioramento della fruibilità delle risorse storico-culturali, architettoniche, archeologiche e paesaggistiche deve essere accompagnato dalla definizione di una strategia di valorizzazione dei beni di interesse storico, culturale e paesaggistico presenti nel territorio, i quali dovranno rientrare in un progetto unitario e diventare nodi di percorsi tematici che hanno come filo conduttore quello di collegare i luoghi della cultura e della storia del territorio di Ollolai. Dal Parco naturale di San Basilio, con la chiesa ed il parco archeologico, al centro storico di Ollolai, articolato secondo il disegno delle piazze Marconi (chiesa di San Michele Arcangelo) e Sant’Antonio, con l’omonima chiesa, dal sistema collinare al lago di Cucchinadorza, sono solo alcuni esempi di un ricco patrimonio locale che necessita di essere valorizzato. Il paesaggio quindi, oltre a costituirsi come risorsa da salvaguardare, si presta a configurarsi come l’elemento (o l’insieme di elementi) in grado di valorizzare il territorio e qualificarlo all’interno di una strategia di marketing territoriale.

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Ruderi Convento Francescano San Basilio

Monte di San Basilio

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Relazioni paesaggistiche e territoriali del comune di Ollolai con i territori contermini 5. RIVITALIZZAZIONE DELLA STRUTTURA SOCIO – ECONOMICA PARTENDO DALLE RISORSE DEL TERRITORIO

Il principale fenomeno che caratterizza il territorio di Ollolai e, in generale, i Comuni del Barbagia è la marginalità e l’esclusione dai flussi economici della costa. Si tratta di Comuni isolati dal punto di vista dei collegamenti e caratterizzati dalla scarsa presenza di infrastrutture e servizi. A ciò si aggiunge il progressivo spopolamento delle aree interne da parte delle giovani coppie, che migrano verso i centri più dinamici e con più opportunità di lavoro, innescando un circuito negativo caratterizzato dalla diminuzione dei redditi e dei consumi totali, dalla fuga di popolazione attiva e dal complessivo indebolimento del centro. Inoltre, il progressivo indebolimento della popolazione e un alto indice di dipendenza in alcuni Comuni dell’interno, mettono in evidenza come l’assenza di un ricambio generazionale, la scarsa presenza di attività economiche e il peso demografico di un’estesa popolazione anziana potrebbero mettere in crisi nel lungo periodo la sopravvivenza di alcuni Comuni. In quest’ottica Ollolai potrebbe rappresentare, proprio per le sue risorse naturalistiche e storiche, nonché per la qualità del paesaggio, un’alternativa complementare al turismo costiero, istituendo legami con le dinamiche economiche contermini e dialogando con nuove forme di turismo sempre più orientate alla ricerca di ambienti salubri e con un’elevata qualità paesaggistica.

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6. MANTENIMENTO DEL PRESIDIO DEL TERRITORIO E DELL’ECONOMIA LOCALE

Diversamente da altre realtà urbane, quello di Ollolai è un territorio che ha mantenuto fisionomia e caratteristiche proprie di un’economia tuttora legata all’agricoltura e alla pastorizia. Dai dati del Censimento dell’Agricoltura (2010) emerge infatti un sistema economico fortemente imperniato sul settore agricolo, con oltre 50 aziende agricole e 130 occupati in agricoltura. Pur configurandosi come il settore principale dell’economia locale, il territorio di Ollolai sta subendo un processo di progressivo abbandono del territorio extraurbano. Il PUC dovrà individuare gli strumenti per incentivare il recupero delle case rurali e, in generale, del patrimonio edilizio sparso consentendo, nel contempo, un presidio costante e continuo degli spazi aperti e garantendo la riqualificazione delle aree degradate e il miglioramento della percezione del paesaggio. In stretta correlazione con la valenza agropastorale del territorio extraurbano, il nuovo piano dovrà ripensare anche il ruolo degli ambiti collinari in chiave turistica, proponendo un turismo di qualità alternativo e complementare al mare, in grado di valorizzare le molteplici risorse ambientali, paesaggistiche, storico – architettoniche ed archeologiche presenti nel territorio.

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4 CARATTERIZZAZIONE DELL'AMBIENTE

4.1 Inquadramento territoriale Il Comune di Ollolai è situato nella parte centro meridionale della Provincia di Nuoro, alle pendici del Monte San Basilio, e fa parte della regione storica del Centro Sardegna. Il territorio del Comune di Ollolai confina a ovest con il comune di , a nord-ovest con il comune di , a nord-est con il comune di , a est con il comune di , a sud con il comune di e a sud-ovest con il comune di Teti. Il centro abitato è raggiungibile mediante la strada statale n. 128 Centrale Sarda, il cui tracciato si snoda a soli 2 km dall'abitato.

Inquadramento del comune di Ollolai rispetto alla Inquadramento del comune di Ollolai nella provincia di Nuoro Regione Sardegna

4.2 Inquadramento climatico L’orografia della provincia di Nuoro è particolarmente complessa e questo dà vita ad una notevole varietà di microclimi. Si osservano climi miti nelle zone costiere, quasi continentali nelle zone collinari e pedemontane, climi più rigidi nelle zone montuose. Il territorio di Ollolai presenta il tipico clima di media montagna, con massime abbastanza contenute anche in estate, varie nevicate ogni inverno con permanenza anche prolungata della

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Piano Urbanistico Comunale (PUC) Comune di Ollolai (NU) Documento di Scoping neve, molti giorni con presenza di nebbia sulle cime di San Basilio e ventilazione quasi costante. Le temperature medie annuali si aggirano sugli 11.5°/12°C con una media nivometrica di 35/45 cm annui. La media pluviometrica si aggira intorno agli 800/850 mm medi annui.

4.3 Atmosfera L’importanza di determinare la concentrazione degli inquinanti atmosferici è legata alla loro influenza sulla salute degli esseri viventi e sull’ambiente in generale. Gli inquinanti atmosferici hanno effetti diversi sui vari organismi a seconda della loro concentrazione atmosferica, del loro tempo di permanenza e delle loro caratteristiche chimico – fisiche. D’altro canto anche la sensibilità delle piante e degli animali agli inquinanti atmosferici dipende dalle caratteristiche degli organismi e dal tempo di esposizione alle sostanze inquinanti. Si ritiene quindi che l’indagine relativa a questa componente ambientale sia fondamentale sia per verificare lo stato della qualità dell’aria sia per indagare quali siano le principali fonti emissive presenti. Tali aspetti dovranno confrontarsi con gli elementi progettuali che andranno a delinearsi nel PUC. La Regione Sardegna con D.G.R. n. 55/6 del 29 novembre 2005 ha approvato il Piano di Prevenzione, Conservazione e Risanamento della Qualità dell’Aria Ambiente in Sardegna, redatto ai sensi del D. Lgs. n. 351 del 1999. Secondo il Piano suddetto, il territorio di Ollolai rientrava nella “Zona di Mantenimento” in cui devono essere applicate le misure di mantenimento. Successivamente il D. Lgs. 155/2010 ha ridefinito i criteri che le Regioni sono tenute a seguire per la suddivisione dei territori di competenza in zone di qualità dell’aria, allo scopo di assicurare omogeneità alle procedure applicate su tutto il territorio nazionale. La nuova zonizzazione è stata approvata dalla RAS con DGR n. 52/19 del 10/12/2013 e prevede la classificazione del territorio in zone ad agglomerati.

Il comune di Ollolai ricade in Zona IT2010 “Zona rurale” per gli inquinanti PM10, PM2,5, NO2, SO2, CO, Pb, Benzene, As, Cd, Ni, B(a)P e in Zona IT2011 “Zona Ozono” per l’O3 che comprende tutte le zone, escluso l’agglomerato di Cagliari già monitorato per questo inquinante.

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Mappa di zonizzazione per la Regione Sardegna In ambito comunale non vi sono centraline fisse di monitoraggio per la qualità dell'aria. Le stazioni di monitoraggio più vicine sono ubicate in comune di Nuoro (2) e di (1). Le prime (stazioni CENNU 1 e CENNU2) rientrano nella Zona Rurale IT2010 “Area di Nuoro” mentre la centralina di Ottana (stazione CENOT3) ricade nella Zona Rurale IT2010 della Sardegna Centro Settentrionale. L’area di Nuoro include diverse realtà emissive legate ad una media urbanizzazione: traffico veicolare e dalle altre fonti di inquinamento, come impianti di riscaldamento, attività artigianali, ecc. Le due stazioni di misura, che non fanno parte della rete di misura per la valutazione della qualità dell’aria, sono ubicate in area urbana: la CENNU1 è rivolta alla valutazione dell’inquinamento da traffico veicolare, mentre la CENNU2 alla determinazione dell’inquinamento di fondo.

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Posizione delle stazioni di misura dell’area di Nuoro. Fonte:RAS, ARPAS "Relazione annuale sulla qualità dell'aria in Sardegna per l'anno 2016"

Nello specifico la CENNU1 monitora gli inquinanti benzene (C6H6), monossido di carbonio (CO), biossido di azoto (NO2), particolato PM10 e biossido di zolfo (SO2) mentre la CENNU2 monitora CO, NO2, PM10, SO2 ed ozono (O3). La stazione CENOT3 è posta invece a ovest del centro abitato di Ottana, nell’area industriale che accoglie una centrale elettrica e diversi stabilimenti chimici, peraltro attualmente in forte crisi. La stazione si trova interposta tra l’area industriale e il centro abitato, a circa cinquecento metri da esso, e monitora C6H6, NO2, O3, PM10 e SO2.

Posizione delle stazioni di misura di Ottana. Fonte:RAS, ARPAS "Relazione annuale sulla qualità dell'aria in Sardegna per l'anno 2016"

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Dai monitoraggi effettuati nell'intervallo temporale 2013 - 2016 emerge che l’inquinamento atmosferico nell’area urbana di Nuoro, per quanto rilevato dalla rete di monitoraggio, si mantiene su livelli molto bassi e ampiamente entro i limiti di legge. Presso la stazione di Ottana si rileva una criticità per i valori elevati di ozono, limitata al superamento del valore obiettivo; gli altri parametri monitorati rimangono stabili e ampiamente entro i limiti normativi.

4.4 Idrosfera L’indagine sul sistema idrico risulta fondamentale al fine di indagare possibili vettori di trasmissione degli inquinamenti tra suolo, acque superficiali ed acque sotterranee. Deve essere posta attenzione all’assetto idrogeologico del territorio in esame per determinare in particolare la posizione e la direzione di deflusso delle falde, elemento anch’esso significativo per la definizione di potenziali vettori di trasmissione degli inquinamenti. I corsi d’acqua infatti, oltre ad avere la funzione di raccogliere le acque provenienti dai bacini idrografici di riferimento, sono potenziali corridoi ecologici ed ecosistemi per le popolazioni biotiche oltre che elementi ordinatori del paesaggio. La verifica dello stato quali – quantitativo degli stessi risulta essere quindi fondamentale ed a sussidio del progetto di piano. La pianificazione di nuove destinazioni d’uso di tipo residenziale, commerciale, a servizi ecc. genererà una domanda di acqua potabile e la produzione di nuovi reflui urbani che dovranno essere correttamente gestiti in base alla normativa vigente ed alla vulnerabilità dell’area. Nella pianificazione di nuove infrastrutture si dovrà porre attenzione alle acque dilavate dalle piattaforme stradali in relazione alla vulnerabilità e profondità della falda, alla vulnerabilità dei corsi d’acqua, alla permeabilità dei suoli: infatti le acque di pioggia provenienti dalle piattaforme stradali avviate al sistema di raccolta si caricano dei materiali che l’esercizio dell’attività di trasporto e l’esposizione atmosferica producono. Il territorio comunale di Ollolai ricade, secondo il Piano di Tutela delle Acque, per il 94,4% nell’ Unità Idrografica Minima (U.I.O.) del Tirso e per il rimanente 5,56% nell’U.I.O. del Cedrino. I bacini idrografici interessati sono infatti quelli del fiume Tirso (0222), sottobacino 0223 “Bacino del fiume Taloro” e del fiume Cedrino (0102). La U.I.O. del fiume Tirso che interessa la quasi totalità del territorio comunale è caratterizzata da un’intensa idrografia con sviluppo prevalentemente dentritico dovuto alle varie tipologie rocciose attraversate lungo la parte centrale ed è delimitata a Ovest dal massiccio del Montiferru, a Nord- Ovest dalle Catene del Marghine e del Goceano, a Nord dall’altopiano di Buddusò, a Est dal massiccio del Gennargentu, a Sud dall’altopiano della Giara di Gesturi e dal Monte Arci. L’altimetria è notevolmente varia: all’interno di questa U.I.O. sono presenti aree pianeggianti, collinari, e montuose che culminano con le vette del versante settentrionale del Gennargentu (Bruncu Spina 1829 m s.l.m.). Il limite meridionale del territorio comunale è lambito dal fiume Taloro, uno dei principali affluenti del fiume Tirso. Oltre al fiume Taloro, il comune è attraversato da altri corsi d’acqua minori come il Riu de Bidda, il Rio Sos Bussos, il Riu Pozzone, il Riu Ovolai, il Riu Sos Molinos. Il fiume Taloro nasce a 1300 m s.m. dalle pendici della Punta Mandra de Caia, che fa parte del massiccio del Gennargentu. La valle sinuosa, con asse principale est-ovest, presenta la classica sezione a “V” con fondovalle stretto e inciso contenuto tra versanti ripidi che scendono da sovrastanti rilievi rocciosi, che spesso superano i 1000 m di altitudine. Solo in alcuni tratti localizzati il fondovalle si allarga a sufficienza da consentire l’espansione delle acque di piena al di fuori dell’alveo inciso. La Direttiva 2000/60/CE all’articolo 8.1 impone agli Stati membri di istituire programmi di monitoraggio per la valutazione dello stato delle acque superficiali e delle acque sotterranee, al fine di definire una visione coerente e globale dello stato delle acque all'interno di ciascun distretto idrografico. La Regione Sardegna, in conformità a quanto previsto dal decreto n. 56 del 2009 del MATTM, ha provveduto ad adeguare i programmi di monitoraggio per la valutazione dello stato delle acque superficiali, secondo i criteri tecnici riportati nell’Allegato 1 del succitato decreto. I corpi idrici superficiali che interessano l'ambito comunale sono:

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₋ corpo idrico fluviale fluviale Riu de Bidda (codice 0223-CF003000); ₋ corpo idrico fluviale Riu Agasti (codice 0223-CF000500); ₋ corpo idrico fluviale Fiume Taloro (codice 0223-CF000105); ₋ lago artificiale Taloro a Cucchinadorza (codice 0223 - LA4032).

La classificazione dello Stato Ecologico (SE) e dello Stato Chimico (SC) dei corpi idrici è stata effettuata sulla base delle indicazioni riportate nel DM 260/2010.

Gli schemi a lato sintetizzano i passaggi previsti dal succitato DM 260/2010 per la definizione dello Stato Ecologico e dello Stato Chimico

In accordo con quanto previsto al punto A.3.3.5 del D.M. n. 260/2010, al fine di conseguire il miglior rapporto tra costi del monitoraggio ed informazioni utili alla tutela delle acque derivanti dallo stesso monitoraggio, è stato applicato il criterio del raggruppamento dei corpi idrici al fine di sottoporre a monitoraggio operativo solo quelli più rappresentativi. Come si evince dalla consultazione del Riesame e aggiornamento del Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna, i corpi fluviali che interessano il comune di Ollolai si caratterizzano per uno stato ecologico ed uno stato chimico “Buono” per accorpamento. Non è stato invece classificato lo stato ecologico e lo stato chimico del lago artificiale Taloro a Cucchinadorza.

Fonte: Riesame e aggiornamento del Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna, Allegato 6, Tavola 1 "Classificazione delle acque superficiali: STATO ECOLOGICO"

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Fonte: Riesame e aggiornamento del Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna, Allegato 6, Tavola 2 "Classificazione delle acque superficiali: STATO CHIMICO"

Le pressioni individuate dall'Aggiornamento del Piano di Gestione del Distretto Idrografico per i corpi idrici superficiali di interesse sono:

one atto atto Natura Natura Bacino Bacino Misure in in Misure Pressioni Pressioni idrografico idrografico Denominazi ID_CI_WISE ID_CI_WISE KTM.2 Ridurre l'inquinamento dei nutrienti di origine agricola KTM.3 Ridurre l'inquinamento da pesticidi in agricoltura 0223- Bacino del 2.1 diffuse – dilavamento KTM.8 Misure per aumentare CF00300 Riu de Bidda Naturale fiume Taloro urbano l’efficienza idrica per 0 l'irrigazione, l'industria, l'energia e l’uso domestico KTM 12 Servizi di consulenza per l'agricoltura KTM.5 Miglioramento della continuità longitudinale (per esempio allestimento di passi per pesci, demolizione di vecchie dighe) KTM.7 Miglioramenti del regime di flusso e/o formazione di flussi 3.1 prelievi - agricoltura ecologici 3.2 prelievi - uso potabile KTM.8 3.3 prelievi – industriale KTM.9 Misure di politiche dei 0223- prezzi dell’acqua per il recupero Bacino del Fiume 4.2 Alterazioni CF00010 HMWB dei costi dei servizi idrici dalle fiume Taloro Taloro morfologiche - Dighe, 5 barriere e chiuse famiglie 4.3 Alterazioni idrologiche KTM.10 Misure di politiche dei - Alterazioni del livello prezzi dell’acqua per il recupero idrico o del volume dei costi dei servizi idrici dall’industria KTM.11 Misure di politiche dei prezzi dell’acqua per il recupero dei costi dei servizi idrici dall’agricoltura KTM.24 Adattamento al cambiamento climatico 0223- - Bacino del CF00050 Riu Agasti Naturale - fiume Taloro 0

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Piano Urbanistico Comunale (PUC) Comune di Ollolai (NU) Documento di Scoping one atto atto idrico Corpo Corpo drenante drenante Misure in in Misure Pressioni Pressioni Denominazi ID_CI_WISE ID_CI_WISE KTM.7 0223-CF000104 KTM.8 – Fiume Taloro 3.1 KTM.9 Taloro a 0223 - Cucchinador 0223-CF001602 3.2 KTM.10 LA4032 za – Torrente Dino 3.3 KTM.11 0223-CF001700 KTM 12 KTM.24 Estratto Allegato N. 8 SEZ. N. 2 "Programma di misure per i corpi idrici superficiali" del PdG del Distretto Idrografico

All'interno del territorio comunale di Ollolai si riconosce il corpo idrico sotterraneo (volume distinto di acque sotterranee contenute da uno o più acquiferi) 3831 - Granitoidi del Nuorese. É stata svolta a livello regionale una specifica analisi delle pressioni significative che potenzialmente agiscono sui corpi idrici sotterranei, sia sullo stato chimico che sullo stato quantitativo. Ai sensi della Direttiva 2000/60/CE e delle sue linee guida, per pressioni significative si intendono quelle che determinano il rischio di non raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati per un determinato corpo idrico o gruppo di corpi idrici. Per determinare quali tra le pressioni siano effettivamente significative ai sensi della Direttiva si è proceduto, per ciascun corpo idrico, con il confronto tra le pressioni potenzialmente significative e gli indicatori di impatto desunti dall’elaborazione dei dati di monitoraggio. Per il corpo idrico 3831 non sono state individuate pressioni sullo stato chimico e sullo stato quantitativo. La seguente tabella riporta l'attribuzione dello stato chimico, quantitativo e complessivo al corpo idrico sotterraneo di interesse; sempre in tabella viene riportato anche il confronto fra l’attuale classificazione rispetto al precedente ciclo di pianificazione (2011). ↔ nessuna variazione rispetto al precedenti ciclo di pianificazione. ▲ il corpo idrico è passato dallo STATO SCARSO allo STATO BUONO rispetto al precedenti ciclo di pianificazione ▼ il corpo idrico è passato dallo STATO BUONO allo STATO SCARSO rispetto al precedenti ciclo di pianificazione x il confronto non è possibile perché in uno dei due cicli di pianificazione lo stato del corpo idrico risultava non definito.

Stato chimico Stato quantitativo Stato complessivo Stato Livello Confront Stato Livello di Confronto Stato Livello di Confronto chimic di o con lo quantitativ confidenz con lo complessiv confidenz con lo stato o 2015 confiden stato o a stato o 2015 a complessiv za chimico quantitativ o definito definito o definito nel 2011 nel 2011 nel 2011

3831 buono media ↔ buono media ↔ buono media ↔

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Stato chimico dei corpi idrici dei granitoidi paleozoici

Il corpo idrico sotterraneo non è a rischio di non raggiungimento degli obiettivi per il corpo idrico.

↔ situazione invariata relativamente al rischio di non raggiungimento degli obiettivi rispetto a quanto definito nel 2011 ▲ il corpo idrico è passato dallo stato di a rischio (o probabilmente a rischio) del non raggiungimento degli obiettivi allo stato di non a rischio. ▼ il corpo idrico è passato dallo stato di non a rischio (o probabilmente a rischio) del non raggiungimento degli obiettivi allo stato di a rischio.

Corpo idrico sotterraneo Analisi di rischio Confronto con 2015 l'analisi di rischio 2011 3831 - Granitoidi del Nuorese Non a rischio ↔

4.5 Geosfera

Inquadramento geomorfologico In questa prima fase di “Riordino delle conoscenze” è stata predisposta la “Carta Geomorfologica” nella quale vengono rappresentate le caratteristiche del paesaggio in riferimento ai fenomeni geologici e strutturali, geomorfologici e litologici. Le caratteristiche geomorfologiche del territorio sono quelle riportate in legenda:

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Estratto Tav. A1.3 “Carta geomorfologica” del PUC

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Inquadramento geo-litologico Il territorio comunale di Ollolai in termini geo-litologici è quasi esclusivamente impostato su rocce magmatiche intrusive a composizione granitoide ascritte al Batolite Sardo-Corso, generalmente attraversate da sistemi di fratture variamente intersecantesi e caratterizzate da vario grado di alterazione. Il Complesso granitoide risulta iniettato da manifestazioni filoniane tardo erciniche orientate secondo le direttrici tettoniche principali, lungo cui sono orientate anche le principali faglie rilevate nell’area. In netto subordine si riscontrano in affioramento rocce metamorfiche ascrivibili al ?Precambriano-?Paleozoico. I depositi continentali quaternari olocenici, di origine alluvionale e detritica, non raggiungono estensioni superficiali e potenze tali da renderli prevalenti, seppure localmente, rispetto alle formazioni paleozoiche. Si riscontrano in affioramento lungo i corsi d’acqua principali e in alcuni versanti o zone di fondovalle, aree in cui si presentano condizioni geologiche e geomorfologiche favorevoli al raggiungimento del requisito di cartografabilità alla scala dello Studio di Riordino delle Conoscenze sia in termini di estensione che di potenza media. Di seguito una rappresentazione degli elementi areali, lineari e puntuali rappresentati nella “Carta geolitologica” del PUC:

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Estratto Tav. A1.1 “Carta geolitologica” del PUC Inquadramento idrogeologico La “Tav. A1.4. Carta Idrogeologica” riporta informazioni inerenti al substrato litologico derivate dalla Carta geo-litologica, con una riclassificazione delle litologie secondo le caratteristiche di permeabilità. Per la definizione delle classi di permeabilità sono state utilizzate le informazioni ricavabili dalla cartografia geo-litologica in associazione a dati di letteratura scientifica, riclassificandole in unità litologiche omogenee, aventi oltre che una comprovata unità spaziale e giaciturale, anche un tipo di permeabilità prevalente in comune e un grado di permeabilità relativa che si mantiene in un campo di variazione piuttosto ristretto. La valutazione, di tipo qualitativo, si riferisce a valori di permeabilità classificati nei quattro intervalli definiti nella Tabella mostrata in basso, richiamata nelle LINEE GUIDA:

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Sulla base dello studio geologico e idrogeologico eseguito nel territorio comunale di Ollolai e della “Tav. A1.1. Carta Geo-litologica” si è proceduto con la individuazione delle seguenti Unità Idrogeologiche: - 1 - Unità detritico-carbonatica Quaternaria - 2 - Unità delle alluvioni Plio-Quaternarie - 11 – Unità magmatica Paleozoica - 14 - Unità metamorfica inferiore Paleozoica

UNITA' (Descr. Sintetica) DESCR. GERARCH. CODICE UNITA' IDROGEOLOGICA

b2 - Coltri eluvio-colluviali. SEDIMENTI LEGATI A GRAVITÀ 1 - Unità Detritico-Carbonatica Quaternaria. 1 a - Depositi di versante. SEDIMENTI LEGATI A GRAVITÀ 1 - Unità Detritico-Carbonatica Quaternaria. h1r - Depositi antropici. DEPOSITI OLOCENICI DELL'AREA CONTINENTALE 2 - Unità delle alluvioni Plio-Quaternarie. 2 b - Depositi alluvionali. SEDIMENTI ALLUVIONALI 2 - Unità delle alluvioni Plio-Quaternarie. fb - Filoni basaltici. CORTEO FILONIANO 11 - Unità Magmatica Paleozoica. mg - Filoni e ammassi di micrograniti. CORTEO FILONIANO 11 - Unità Magmatica Paleozoica. pe - Filoni e ammassi pegmatitici. CORTEO FILONIANO 11 - Unità Magmatica Paleozoica. ap - Filoni e ammassi aplitici. CORTEO FILONIANO 11 - Unità Magmatica Paleozoica. BLA1b - Facies Sa Mendula. Granodioriti a grana medio-grossa. COMPLESSO GRANITOIDE DEL NUORESE 11 - Unità Magmatica Paleozoica. fp - Porfidi granitici. CORTEO FILONIANO 11 - Unità Magmatica Paleozoica. fq - Filoni idrotermali. CORTEO FILONIANO 11 - Unità Magmatica Paleozoica. 11 BME - Unità Intrusiva di Borta Melone. Monzograniti a tendenza leucocrata. COMPLESSO GRANITOIDE DEL NUORESE 11 - Unità Magmatica Paleozoica. OBN2a - Facies Crastu Longu. Monzograniti biotitici, a grana medio-grossa. COMPLESSO GRANITOIDE DEL NUORESE 11 - Unità Magmatica Paleozoica. NNIa - Facies Pratobello. Granodioriti talora monzogranitiche. COMPLESSO GRANITOIDE DEL NUORESE 11 - Unità Magmatica Paleozoica. NNIb - Facies Gavoi. Granodioriti talora monzogranitiche. COMPLESSO GRANITOIDE DEL NUORESE 11 - Unità Magmatica Paleozoica. NNIc - Facies . Granodioriti tendenzialmente monzogranitiche. COMPLESSO GRANITOIDE DEL NUORESE 11 - Unità Magmatica Paleozoica. OVOb - Facies Teti. Granodioriti monzogranitiche, a grana media. COMPLESSO GRANITOIDE DEL NUORESE 11 - Unità Magmatica Paleozoica. mc - Micascisti e paragneiss indifferenziati. PARADERIVATI 14 14 - Unità Metamorfica Inferiore Paleozoica.

Dalla consultazione dell’elaborato Carta Idrogeologica emerge che l’Unità Idrogeologica dominante nel territorio comunale è l’Unità Magmatica Paleozoica, per definizione nell’insieme poco permeabile e dalla bassa porosità efficace, all’interno della quale è possibile distinguere due distinte tipologie di acquifero, di seguito descritte in sintesi. La porzione superficiale, generalmente costituita da granitoidi in facies alterata, è permeabile prevalentemente per porosità. La formazione alterata, roccia semicoerente, presenta una buona componente scheletrica ed una certa componente fine limo-argillosa, derivante dalla alterazione dei minerali feldspatici. Il coefficiente di permeabilità K per la coltre superficiale è dell'ordine di 10-6 m/s, per cui il grado di permeabilità relativa è definibile come mediamente basso. È chiaro che il grado di permeabilità cresce proporzionalmente al grado di disfacimento della roccia granitoide, che in forma di sabbione arcosico (roccia granitoide completamente alterata, ridotta a roccia incoerente) può arrivare a valori medi di permeabilità relativa, con coefficiente di permeabilità compreso tra 10-2 e 10-4 m/s. Il bedrock granitoide in facies litoide costituisce nell'area in esame il substrato impermeabile, il quale in particolari condizioni geo-strutturali può presentare permeabilità secondaria, ovvero per fessurazione. La roccia litoide va a costituire pertanto un impermeabile relativo rispetto alla coltre alterata, in grado di tamponare parzialmente la circolazione idrica per la presenza di una superficie di contatto tra complessi con differente permeabilità relativa. Il complesso granitico litoide presenta nel complesso permeabilità secondaria molto bassa (coefficiente di permeabilità K<10-7 m/s). Limitatamente alle fasce molto disturbate tettonicamente la permeabilità per fessurazione cresce leggermente, pur mantenendosi mediamente bassa, con coefficiente di permeabilità K che può aggirarsi sull'ordine di 10-6 m/s. In netto subordine si trovano rappresentate nel comune di Ollolai le Unità Idrogeologiche n. 14 (Unità metamorfica inferiore paleozoica (che si caratterizza per la permeabilità bassa, in prevalenza per fessurazione), n. 1 (Unità detritico-carbonatica quaternaria) e n. 2 (Unità delle alluvioni plio-quaternarie).

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L’Unità delle alluvioni plio-quaternarie e l’Unità detritico-carbonatica quaternaria poggiano direttamente sul basamento paleozoico con affioramenti mediamente poco potenti. Si tratta in entrambi i casi di depositi eterogenei, soprattutto in termini granulometrici, dalla estrema variabilità sia in senso longitudinale, che in senso trasversale, che lungo la verticale. Ciò si traduce nella giustapposizione di termini di varia granulometria (nel caso della unità alluvionale aggregati in lenti allungate nel senso della corrente) con conseguente circolazione idrica con deflusso preferenziale dell’acqua nei livelli a più alto grado di permeabilità relativa. All’elemento idrogeologico di base sono stati sovrapposti gli elementi strutturali, idrologici, idrogeologici e antropici di tipo puntuale, areale o lineare, necessari a delineare le caratteristiche idrogeologiche del territorio comunale di Ollolai.

Estratto “Tav. A1.4. Carta Idrogeologica” del PUC

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Uso del suolo Dal punta di vista dell’uso del suolo il territorio comunale risulta piuttosto omogeneo: gran parte del territorio (95 %) è rappresentato dal territorio agricolo-forestale (CLC 2 e 3), prati e pascoli arborati e boschi di querce. Notevole estensione occupano le superfici rupicole (ca. 95 ha). Il nucleo abitato di Ollolai rappresenta l’area a maggiore densità di superfici artificiali; non si nota dispersione insediativa né edificazione diffusa lungo le principali arterie viarie. Il grafico a torta mostra la ripartizione delle macro-categorie di uso del suolo:

Ripartizione delle macro – categorie di uso del suolo in comune di Ollolai

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Estratto Tavola A3.1 “Carta dell’uso del suolo” del PUC del comune di Ollolai

Cave Dalla consultazione del Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE) aggiornato al 2007 emerge che in ambito comunale vi sono 2 cave inattive. Non vi sono invece cave attive e concessioni minerarie vigenti o archiviate/in chiusura.

Sup. occupata Denominazione Situazione Prodotto Label Uso Materiale da attività Stato cava cava amministrativa commerciale di cava (Ha) 156003_O Fenattia Cava Dismessa O Grigio Monzogranito 0.548 Area Storica Estrattiva parzialmente rinaturalizzata 151007_C Chizzu e noli Cava Dismessa c Inerti per Granito 0.144 Area Storica ril_riemp_str Estrattiva parzialmente rinaturalizzata Elenco delle cave Dismesse Storiche (INATTIVE) della Provincia di Nuoro. Fonte: Piano Regionale Attività estrattive - Catasto regionale dei giacimenti di cava

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Estratto Quadro Unione Cave della Provincia. Fonte: Piano Regionale Attività estrattive

4.6 Rischi naturali

Pericolosità idraulica e da frana Il comune di Ollolai ricade quasi interamente nel Sub Bacino 2 del Tirso, ad eccezione di una piccola porzione che rientra nel Sub Bacino 5 Posada – Cedrino. Il PAI vigente non individua aree caratterizzate da elementi di pericolosità idraulica. Per quanto riguarda la pericolosità geomorfologica, dalla consultazione di Sardegna Mappe P.A.I., il navigatore dedicato alla consultazione delle carte del Piano di Assetto Idrogeologico, emerge che il lago artificiale di Cucchinadorza rientra tra le aree di pericolosità moderata da frana (Hg1) mentre le aree contermini ricadono in aree di pericolosità da frana media (Hg2) ed elevata (Hg3). Si evidenzia che aree a pericolosità da frana Hg1, Hg2 e Hg3 sono stata individuate a sud – est del comune di Sarule, al confine con il territorio di Ollolai.

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Hg3

Hg2

Hg1

Aree a pericolosità da frana individuate a sud del territorio comunale. Immagine estratta da Sardegna Mappe PAI

Aree a pericolosità da frana individuate a sud – est del comune di Sarule, al confine con il territorio di Ollolai. Immagine estratta da Sardegna Mappe PAI

Prendendo in considerazione il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (P.S.F.F.) approvato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Regione Sardegna con Delibera n. 2 del 17.12.2015 si evidenzia una criticità lungo il fiume Taloro in corrispondenza del quale è stata perimetrata la fascia C geomorfologica, in considerazione delle caratteristiche dell’incisione valliva.

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Estratto Elaborato 2_01_TI066_2_1_0 “Atlante cartografico delle fasce fluviali” – Sub Bacino 02 “Tirso” del P.S.F.F.

Altro Piano preso in considerazione è il Piano di gestione del rischio di alluvioni della Sardegna (P.G.R.A) che è stato approvato con Deliberazione del Comitato Istituzionale n. 2 del 15/03/2016. Ai sensi dell’art. 6 del D.lgs. 49/2010, le mappe di pericolosità e rischio di alluvioni contengono la perimetrazione delle aree geografiche che potrebbero essere interessate da alluvioni secondo diversi tempi di ritorno delle precipitazioni. A tale scopo il Piano ha recepito l'inviluppo delle perimetrazioni delle aree caratterizzate da pericolosità idraulica mappate nell’ambito della predisposizione del PAI e sue varianti, di studi derivanti dall’applicazione dell’Art. 8 comma 2 delle Norme di Attuazione del PAI, della predisposizione del PSFF, nonché delle aree alluvionate nell’evento del 18/11/2013 denominato “Cleopatra”, aggiornate alla data del 31.12.2016. Nel caso specifico di Ollolai, in recepimento del P.S.F.F., il Piano individua aree a classe di pericolosità P1 - bassa in corrispondenza del fiume Taloro.

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Estratto Tav. Hi – 914 “Mappa della pericolosità da Estratto Tav. Hi – 890 “Mappa della pericolosità da alluvione” P.G.R.A alluvione” P.G.R.A All’Elaborato “Atlante delle aree di pericolosità da frana per singolo Comune, Volume 5: Nurachi — Posada” sono inoltre sintetizzate le aree a pericolosità da frana individuate dal PAI presenti in territorio comunale.

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Estratto “Atlante delle aree di pericolosità da frana per singolo Comune Volume 5: Nurachi — Posada” del P.G.R.A. Il PGRA ha inoltre elaborato la Carta del Danno Potenziale che deriva dall’analisi condotta sul territorio regionale di tutte le categorie di elementi “a rischio” esposti a possibili eventi di natura idrogeologica, identificati e classificati secondo uno schema di legenda che prevede l’istituzione di 6 macrocategorie di elementi, ognuna delle quali a sua volta suddivisa in sottocategorie specifiche: 1. Zone urbanizzate; 2. Strutture Strategiche: Ospedali e centri di cura pubblici e privati, centri di attività collettive civili, sedi di centri civici, centri di attività collettive militari; 3. Infrastrutture strategiche: Linee elettriche, metanodotti, oleodotti, gasdotti e acquedotti, vie di comunicazione di rilevanza strategica sia carrabili che ferrate, porti e aeroporti, invasi idroelettrici, grandi dighe; 4. Beni ambientali, storici e culturali di rilevante interesse: Aree naturali, aree boscate, aree protette e vincolate, aree di vincolo paesaggistico, aree di interesse storico e culturale, zone archeologiche; 5. Zone interessate da attività economiche, industriali o impianti tecnologici, potenzialmente pericolosi dal punto di vista ambientale: zone estrattive, discariche, depuratori, inceneritori; 6. Zone agricole, zone umide, corpi idrici: Zone destinate ad uso agricolo o caratterizzate da elementi di naturalità. Le classi omogenee di Danno Potenziale previste sono quattro, e tengono conto per la loro definizione del danno alle persone, e di quello al tessuto socio-economico ed ai beni non monetizzabili: 1. D1: Danno potenziale moderato o nullo; 2. D2: Danno potenziale medio; 3. D3: Danno potenziale elevato; 4. D4: Danno potenziale molto elevato.

Di seguito si riportano gli estratti della Carta del Danno Potenziale per il comune di Ollolai che si riferiscono alla parte sud del territorio. Come si evince dalla lettura delle tavole il centro abitato di Ollolai non rientra tra le aree di danno (il nucleo abitato presenti nella mappa Dp – 915 è quello di Gavoi). Il danno evidenziato per il territorio comunale è da moderato o nullo (D1) a medio (D2), ad eccezione delle infrastrutture a rete per le quali il danno è elevato (D3) e della porzione di territorio rientrante nel perimetro del Parco Nazionale del Golfo di e del Gennargentu il cui livello di danno potenziale è molto elevato (D4).

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Estratto Quadro di Unione delle Mappe del pericolo da alluvione, danno potenziale e Rischio di alluvioni

Estratto Tav. Dp– 914 “Mappa del danno potenziale” P.G.R.A

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Estratto Tav. Dp– 915“Mappa del danno potenziale” P.G.R.A

Estratto Tav. Dp– 890“Mappa del danno potenziale” P.G.R.A

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Rischio incendi Secondo il Piano Regionale delle attività di Previsione, Prevenzione e Lotta Attiva contro gli incendi boschivi per il triennio 2017 - 2019, il comune di Ollolai rientra tra i comuni con indice di pericolosità e di rischio basso (2). Dalla consultazione del geoportale della Sardegna dove sono disponibili i perimetri dei soprassuoli percorsi dal fuoco dal 2005 al 2016, sulla base dei rilievi effettuati dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione, si osserva che il territorio comunale è stato interessato da incendi negli anni 2005, 2007, 2009, 2010, 2012, 2013, 2014 e 2015.

Incendio del 9 settembre 2005 in località Trighinzu. Incendio del 21 luglio 2007 in località Lapoddi. Tipologia Tipologia zona percorsa dal fuoco: bosco zona percorsa dal fuoco: pascolo

2 1

Incendi del 18 luglio 2009 in località Sa Tanca Nova (a Incendio dell’11 settembre 2010 in località Pradu. Tipologia cavallo tra il comune di Ollolai) (1) ed il comune di Gavoi) e zona percorsa dal fuoco: pascolo del 24 luglio 2009 in località Callai (2). Tipologia zona percorsa dal fuoco: bosco (1); bosco e pascolo (2)

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Incendio del 27 settembre 2012 in località Elidorti. Tipologia Incendio del 10 agosto 2012 in località S’Armidda. Tipologia zona percorsa dal fuoco: altro zona percorsa dal fuoco: altro

Incendio di vaste dimensioni del 20 luglio 2012 in località Domallai che ha interessato il comune confinante di Olzai ed una piccola porzione del comune di Ollolai. Tipologia zona percorsa dal fuoco in territorio comunale: bosco, altro

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Incendio del 29 settembre 2013 in località Callai. Tipologia Incendio del 12 ottobre 2014 in località Bubosoli - Lapoddi zona percorsa dal fuoco: bosco, altro Tipologia zona percorsa dal fuoco: altro, bosco

Incendio del 24 novembre 2014 in località Caguselli. Incendio del 14 luglio 2015 in località M. Callai. Tipologia Tipologia zona percorsa dal fuoco: bosco, altro zona percorsa dal fuoco: bosco, altro

Dall’analisi effettuata risulta che il territorio comunale risulta interessato da una piccola percentuale di aree percorse da incendi. L’area più ampia, di ca. 11 ha, si localizza nella porzione sud-ovest a cavallo con il comune di Olzai (anno incendio 2012), seguita da due aree a nord di Ollolai, percorse da incendio nel 2007 (ca. 6.7 ha) e nel 2014 (ca. 6.5 ha). Nella porzione centrale del territorio comunale, si localizzano altre aree incendiate, di modeste superfici.

Rischio sismico In relazione al rischio sismico, il comune di Ollolai rientra nella zona sismica 4, ai sensi dell’O.P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003 e s.m.i. La zona 4 è quella che nell'intero territorio nazionale presenta il minor rischio sismico, essendo possibili sporadiche scosse che possono creare danni con bassissima probabilità. Rischio industriale

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Secondo quanto riportato nel Sito del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), in ambito comunale non vi sono aziende a rischio di incidente rilevante (aggiornamento febbraio 2018).

4.7 Biodiversità Il comune di Ollolai rientra in piccola parte (circa lo 0,62% del territorio comunale) all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei, istituito con D.P.R. 30.03.1998, ma finora sospeso.

Perimetro del Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei. Immagine estratta da http://www.parks.it/parco.nazionale.gennargentu/ Ai sensi dell’art. 1 dell’Allegato A “Misure di salvaguardia provvisorie del Parco Nazionale del Golfo di Orosei e Gennargentu” del DPR 30 marzo 1998 “L'area del Parco nazionale del golfo di Orosei e Gennargentu, così come delimitata nella cartografia allegata è suddivisa nelle seguenti zone: ₋ zona 1, di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale con limitato o inesistente grado di antropizzazione; ₋ zona 2, di valore naturalistico, paesaggistico e culturale con relativo grado di antropizzazione; ₋ zona 3, con maggiore grado di antropizzazione”. Dalla consultazione del geoportale della Sardegna emerge che la porzione di territorio comunale rientrante all’interno del perimetro del Parco ricade nelle seguenti zone: ₋ Zona 1- Monte Bodoliai; ₋ Zona 3 – Barbagia di Belvì, MAndrolisai, Barbagia di Ollolai

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Estratto Tav. D.3 “Carta delle aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate” del PUC L’art. 3 “Divieti generali” dell’Allegato A sopra citato stabilisce che: Sono vietati sul tutto il territorio del Parco nazionale del golfo di Orosei e Gennargentu le seguenti attività: a. la cattura, l'uccisione, il danneggiamento ed il disturbo della fauna selvatica, ad eccezione di quanto eseguito per fini di ricerca e di studio previa autorizzazione dell'Ente parco. Alle specie ittiche si applica la normativa vigente, salvo quanto previsto alla lettera c), del comma 1, del successivo art. 4; b. la raccolta ed il danneggiamento della flora spontanea ad eccezione di quanto eseguito per fini di ricerca e di studio previa autorizzazione dell'Ente parco, sono consentiti anche in attuazione dell'art. 6, comma 1, lettera b), della legge 23 agosto 1993, n. 352, il pascolo e la raccolta di funghi, tartufi ed altri prodotti del bosco, nel rispetto delle vigenti normative, degli usi civici e consuetudini locali; c. l'introduzione in ambiente naturale non recintato di specie e popolazioni estranee alla flora ed alla fauna autoctona; d. il prelievo di materiali di rilevante interesse geologico e paleontologico, ad eccezione di quello eseguito, per fini di ricerca e di studio, previa autorizzazione dell'Ente parco; e. l'apertura di nuovi siti di cave, miniere e discariche, escluse le discariche per rifiuti solidi urbani ed inerti;

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f. l'introduzione da parte di privati, di armi, esplosivi o di qualsiasi mezzo di distruzione o cattura se non autorizzata, fatto salvo quanto previsto dall'art. 21, comma 1, lettera g), della legge 11 febbraio 1992, n. 157; g. il campeggio al di fuori delle aree destinate a tale scopo ed appositamente attrezzate; e' consentito il campeggio temporaneo appositamente autorizzato in base alla normativa vigente; h. il sorvolo non autorizzato dalle competenti autorità, secondo quanto espressamente regolamentato dalle leggi sulla disciplina del volo; i. il transito dei mezzi motorizzati fuori dalle strade statali, provinciali, comunali, vicinali e dalle piste forestali gravate da servizi di pubblico passaggio, e privato, fatta eccezione per i mezzi di servizio e per le attività agrosilvopastorali; l. la costruzione nelle zone agricole di qualsiasi tipo di recinzione, ad eccezione di quelle necessarie alla sicurezza delle abitazioni, degli impianti tecnologici e di quelle accessorie alle attività agrosilvopastorali, purché realizzate secondo tipologie e materiali tradizionali, e delle delimitazioni temporanee a protezione delle attività zootecniche; m. il taglio dei boschi e la manomissione della macchia mediterranea ad eccezione, previa autorizzazione dell'organismo di gestione, degli interventi selvicolturali tendenti a favorire il mantenimento e il ripristino dei boschi e della restante vegetazione arborea e arbustiva, nonché i rimboschimenti con l'impiego di specie autoctone. Inoltre nelle aree delle zone 1 e 2, di cui al precedente art. 1, vigono i seguenti ulteriori divieti (cfr. art. 4, allegato A del DPR): a. lo svolgimento di attivita' sportive con veicoli a motore; b. la circolazione dei natanti a motore lungo le aste fluviali, fatta eccezione per le eventuali attivita' di sorveglianza, di soccorso e di esercizio della pesca professionale autorizzata; c. l'introduzione in ambiente naturale di specie, razze, e popolazioni estranee alla fauna autoctona; d. la realizzazione di opere che comportino la modificazione del regime delle acque, fatte salve le opere necessarie alla difesa del suolo; e. l'apertura di nuove cave, miniere, discariche per rifiuti solidi urbani e inerti; f. l'apposizione di cartelli e manufatti pubblicitari di qualunque natura e scopo, con esclusione della segnaletica stradale di cui alla normativa vigente e di quella informativa del parco; g. la realizzazione di nuove opere di mobilita': ferrovie, filovie, impianti a fune ed aviosuperfici, tracciati stradali ad eccezione di quelli previsti alle lettere a), e) del comma 2 del succitato art. 6. Con esclusivo riferimento alla zona 1 vige il divieto di pesca sportiva”. L’area a sud del territorio comunale è inoltre stata definita dal Piano Faunistico Venatorio Oasi permanente di Protezione Faunistica e di cattura (OPF) “Ovodda – Gavoi” (codice OASI_NU_11). All’interno del comune non vi sono Siti Rete Natura 2000. I siti più vicini sono il SIC ITB021156 “Monte Gonare” ed il SIC ITB021103 “Monti del Gennargentu” che distano dal confine comunale rispettivamente 2.200 m e 8.700 m.

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Schema dell’inquadramento del comune di Ollolai nella rete dei Siti Rete Natura 2000. Immagine estratta dall’Elaborato T01.01.01 “Inquadramento. Analisi geografica” del Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per la zona A Per quanto riguarda gli aspetti vegetazionali, circa il 68% delle superfici considerate nella carta vegetazionale del PUC è rappresentato da boschi di querce sempreverdi (leccio e sughera) e caducifoglie. Parte di queste superfici sono rappresentate da prati e pascoli arborati (ca. 420 ha per lo più a sughera). Ca. 145 ha sono costituiti da macchie e garighe, mentre le formazioni rupestri, ricoperte da vegetazione rada, coprono ca. 3,5 ha. Si segnalano ca. 3,5 ha rimboschiti a conifere mediterranee nella parte meridionale del comune. Le praterie annuali coprono una superficie considerevole (19% pari a circa 486 ha).

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Estratto Tavola A3.2 “Carta della copertura vegetale” del PUC

4.8 Paesaggio, patrimonio storico, architettonico, archeologico Il paese di Ollolai è sorto alle pendici del monte San Basilio, a circa 1000 m sul livello del mare. Quercia, tasso, pero selvatico, elce, erica scoparia, agrifoglio ricoprono il monte su cui venne eretta la chiesa bizantina di San Basilio Magno, dove si possono ancora vedere i resti dell’antico convento francescano che fu teatro della leggenda della maledizione dei frati. Si narra, infatti, della disamistade (faida) tra due importanti casate – i Ladu e gli Arbau – che portarono alla persecuzione dei francescani. I frati andarono via nel 1490 lanciando una maledizione che, secondo i racconti degli anziani, provocò il violento incendio che distrusse gran parte dell’abitato. A sud-ovest del paese, sul massiccio granitico ai confini del Gennargentu, si trovano le punte più alte del territorio comunale chiamate La finestra della Sardegna: Punta Manna (1104 m) e Punta de S’Aschisorju (1127 m). Da qui, nelle giornate di cielo terso, si possono osservare i mari che bagnano l’Isola, uno spettacolo che attira numerosi escursionisti che si inoltrano nei sentieri tra le rocce e la fitta vegetazione. Tra le produzioni tipiche spicca quella dei cestini di asfodelo: l’abilità delle maestre cestinaie di Ollolai è rinomata in tutta l’Isola.

Panorama del comune di Ollolai

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Chiesa agreste di San Basilio e sullo sfondo il Monte di San Basilio Riprendendo le considerazioni riportate nella Relazione Generale del “Piano Particolareggiato per il Centro di Antica Formazione e per la Zona A” relativamente agli aspetti storici, nell’antichità il territorio di Ollolai ha registrato frequenze e insediamenti umani fin dal Neolitico antico, come risulta dagli scavi archeologici nella zona di San Basilio. Il centro abitato è probabilmente di epoca romana, se si considera il capoluogo della confederazione delle “Civitates Barbariae”. La sua popolazione si convertì al Cristianesimo quando Gregorio Magno riuscì a convincere il capo Ospitone a favorire la conversione dei suoi sudditi. Nel Medioevo Ollolai apparteneva al Giudicato di Arborea, era una sua curatoria, e tale rimase anche dopo la scomparsa del Giudicato nel 1410, quando, con la caduta di Oristano in mano degli Aragonesi, divenne marchesato. E quindi come capitale della Barbagia il paese aveva una sua importanza, oltre che strategica, sociale e storica. Secondo la tradizione raccolta da molti storici, nel Medioevo Ollolai era composto da sette grosse borgate: Trighingiu, Moroniài, Su Donnighellu-Donnieddu (di origine giudicale), Orrocoghina, Su ’e Pezzi, Mirisone e Ollolai. Nel 1478 fu conquistata dagli Aragonesi e incorporata nel Giudicato di Mandas. Per una trentina d’anni fu anche sede di un piccolo convento francescano dedicato a Santa Maria Maddalena: i frati francescani andarono via il 3 agosto 1490, portando con sé un prezioso e venerato Crocifisso ligneo che ora si trova nella Cattedrale di Santa Giusta. La loro partenza va inquadrata nel contesto della grande “disamistade” fra le due potenti famiglie locali, i Ladu e gli Arbau. I primi erano i sostenitori del marchese di Arborea, Leonardo Alagòn, e gli altri degli Aragonesi, rappresentato dal viceré Nicolò Carroz. Nello stesso anno scoppiò un rovinoso incendio che distrusse tutto il nucleo urbano, eccezion fatta per un unico quartiere, e che costituì il focolare di una terribile pestilenza. Negli anni successivi ad Ollolai si susseguirono una serie di padroni. Dai feudatari spagnoli ai signori di Mandas e infine al governo sabaudo che ne prenderà possesso il 6 ottobre 1741. In seguito, per controllare lo strapotere dei feudatari, nel 1771 i Consigli comunicativi vennero riformati in modo da essere eletti dai capifamiglia. Il primo Consiglio comunitativo di Ollolai di cui si abbia memoria è del 1795. Tra le testimonianze del passato di Ollolai figurano: i nuraghi Tarotto, Ispotollai, Caprino, Palai e San Sebastiano; la parrocchiale di San Michele Arcangelo e la chiesetta campestre di San Basilio, cui anticamente era annesso un convento.

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La chiesa di San Michele Arcangelo sorge nella piazza principale del paese, sistemata ai primi del 1900 incanalando il torrente Su Rivu Mannu che la attraversava. La chiesa, in stile tardo-gotico, ma più volte rimaneggiata nel tempo, in origine era presumibilmente dedicata a San Bartolomeo, come testimoniato dalla presenza all’interno dell’edificio di una cappella gotica dedicata al Santo, probabilmente l'unica parte sopravvissuta dell'antica chiesa. Al centro del nucleo più antico del paese è ubicata anche la Chiesa di Sant’Antonio da Padova caratterizzata da una semplice pianta rettangolare che presenta una facciata in muratura con un ampio portone ligneo sovrastato da un oculo circolare e da una piccola croce. Alla sommità dello spiovente del tetto a doppia falda è collocato un piccolo campanile a vela. Il territorio è inoltre ricco di acque e sorgenti. Nel nucleo antico è localizzata la più famosa e abbondante fonte di Ollolai, quella di Gupunnio, conosciuta come “ Sa Ontana Manna” e dottamente ribattezzata Regina Fontium. Minori per portata d’acqua sono quelle al di fuori del centro storico, come ad esempio la fontana de Su Sapunadorju (il lavatoio), detta Sa Ontanedda (la fontanella). A qualche centinaio di metri dall’abitato, vi è la fontana de Su Puthu, un tempo utilizzata come abbeveratoio. Sono inoltre soggetti a vincolo paesaggistico (ai sensi degli artt. 142 e 143 del D.Lgs n. 42/2004 ed s.m.i.) i seguenti beni paesaggistici ambientali: ₋ aree a quote superiore ai 900 m; ₋ fiumi, torrenti e corsi d’acqua: Riu Su Dolau, Riu Pirasteddu, Riu Sos Molinos, Riu De Bidda, Riu Stampos, Riu Agasti, Riu Ovolai, Riu Sos Bussos, Riu fenue, Riu Lutturi, ₋ lago di Cucchinadorza La fase di riordino e delle conoscenze relativa agli aspetti archeologici (cfr. “Relazione riordino delle conoscenze dei beni storico culturali” allegata al PUC) ha individuato ad oggi 8 siti archeologici (nuraghi, chiese) di cui 5 inseriti nel PPR vigente. Si ritiene comunque altamente possibile la presenza di ulteriori emergenze archeologiche che, anche se non ufficialmente edite, risultano segnalate e potranno eventualmente essere individuate nella fase di indagine diretta sul territorio. A titolo esemplificativo si riportano alcuni toponimi: Sa Untana de sos Pardes dove si collocano testimonianze di periodo nuragico, l’area di Su Triqinzu con tracce dal nuragico al tardo medioevo, il sito di Palai in cui in scritti del 1800 viene individuato un nuraghe, o in località Sa Perda Itta dove Giovanni Lilliu segnalava la presenza di un Menhir.

4.9 Sistema socio - economico Dalla consultazione dei dati ISTAT relativi al censimento Industria e Servizi 20111 emerge che nel 2011 erano attive nel territorio comunale 76 unità locali2 , due in più rispetto al 2001, per un totale di 120 addetti (contro i 121 del 2001).

1 Il Censimento Industria e Servizi 2011 è realizzato per la prima volta in forma “virtuale”, utilizzando esclusivamente il Registro Statistico delle Imprese Attive (ASIA), per tale scopo integrato con nuove fonti amministrative che ne estendono il contenuto, relativamente alle informazioni sull’occupazione. L’estensione del campo di osservazione ha riguardato il settore dell’agricoltura limitatamente alla Silvicoltura e utilizzo di aree forestali (Divisione 02 della classificazione Ateco2007), Pesca e acquacoltura (Divisione 03) e Attività di supporto all’agricoltura e attività successive alla raccolta (Gruppo 016), tutti settori non appartenenti al campo di osservazione del 6° Censimento generale dell’Agricoltura del 2010. Tra le esclusioni si segnala quella delle cooperative sociali, interessate dal Censimento delle Istituzioni non profit 2011, mentre al contrario sono state incluse alcune unità appartenenti alla Pubblica Amministrazione (settore S13) organizzate con forma giuridica disciplinata dal diritto privato. 2 La definizione di unità locale adottata è conforme al regolamento del Consiglio Europeo N. 696 del 15 marzo 1993, secondo cui un’unità locale corrisponde a un’impresa o a una parte di un’impresa situata in una località topograficamente identificata. In tale località, o a partire da tale località, una o più persone svolgono (lavorando eventualmente a tempo parziale) delle attività economiche per conto di una stessa impresa.

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Territorio Ollolai Tipologia unità unità locali delle imprese Forma giuridica totale Classe di addetti totale Tipo dato numero unità attive numero addetti Anno 2001 2011 2001 2011 Ateco 2007 Totale 74 76 121 120 Attività manifatturiere 12 8 18 10 Industrie alimentari 4 4 6 4 Confezione di articoli di abbigliamento, confezione di articoli in pelle e pelliccia 2 .. 2 .. Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili), fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio 2 1 3 1 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 1 1 2 3 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) 2 2 4 2 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 1 .. 1 .. Costruzioni 9 25 28 50 Costruzione di edifici 7 19 26 40 Lavori di costruzione specializzati 2 6 2 10 Commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 26 19 35 25 Commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli 2 1 2 .. Commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 6 6 10 10 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 18 12 23 15 Trasporto e magazzinaggio 8 5 11 9 Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte 6 4 7 6 Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti 1 .. 1 .. Servizi postali e attività di corriere 1 1 3 3 Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 9 8 15 13 Attività dei servizi di ristorazione 9 8 15 13 Attività finanziarie e assicurative 1 1 4 3 Attività di servizi finanziari (escluse le assicurazioni e i fondi pensione) 1 1 4 3 Attività professionali, scientifiche e tecniche 3 5 4 5 Attività legali e contabilità 2 2 3 2 Attività degli studi di architettura e d'ingegneria, collaudi ed analisi tecniche .. 3 .. 3 Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 1 .. 1 .. Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 2 .. 2 .. Attività di servizi per edifici e paesaggio 1 .. 1 .. Attività di supporto per le funzioni d'ufficio e altri servizi di supporto alle imprese 1 .. 1 .. Istruzione .. 1 .. 1 Istruzione .. 1 .. 1 Sanità e assistenza sociale 3 3 3 3 Assistenza sanitaria 3 3 3 3 Attività artistiche, sportive, di intrattenim ento e divertimento .. 1 .. 1 Attività creative, artistiche e di intrattenimento .. 1 .. 1 Altre attività di servizi 1 .. 1 .. Altre attività di servizi per la persona 1 .. 1 .. Fonte: ISTAT, Censimento dell'industria e dei servizi 2011

Il settore predominante è quello delle “Costruzioni” con 25 unità (33% sul totale) seguito dal settore del "Commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli" con 19 unità (25% sul totale); al terzo posto il settore delle "Attività dei servizi di alloggio e di ristorazioni" con 8 unità. In linea con quanto già osservato per le unità locali, il settore che registra il maggior numero di addetti è quello delle costruzioni con 50 addetti (42% circa sul totale); anche il secondo ed il terzo posto rimangono immutati rispetto a quanto evidenziato in termini di unità locali occupando rispettivamente il 21% e l’11% della forza lavoro totale.

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Una delle caratteristiche principali del territorio è rappresentato dalla sua ruralità. Situato al centro della Sardegna, ha un'economia basata sull'attività agro-pastorale e sull'artigianato tradizionale: la lavorazione dell'asfodelo per ottenere ceste e cestini, la lavorazione della stoffa, del legno e del ferro. Per quanto riguarda il settore zootecnico, secondo il censimento ISTAT 2010, sono 36 le unità agricole che allevano ovini e/o caprini, 7 con allevamenti di bovini e/o bufalini, 7 che allevano suini e 2 con allevamenti di avicoli. L’allevamento ovino si dimostra nettamente prevalente rispetto a tutti gli altri allevamenti principali. Delle 36 unità agricole con allevamenti di ovini e/o caprini, sono 22 quelle che allevano un numero di capi maggiore di 100. Il numero totale di capi, comprensivo anche degli allevamenti con numero di capi minore di 100, è di 5.118.

Tipo dato numero di capi dell'unità agricola Anno 2010 Classe di capi 10-19 20-49 50-99 100-199 200-299 300-499 totale Ollolai 1 8 5 13 5 4 36

I 7 allevamenti di bovini e/o bufalini contano in totale 198 capi; i capi di suini secondo il censimento dell’agricoltura sono 108 e, di questi, 58 sono presenti in un’unica unità agricola. Delle due unità agricole che allevano avicoli, una presenta un numero consistente di capi pari a 25.000 unità.

4.10 Sistema insediativo Riprendendo l’analisi del sistema insediativo riportata nella Relazione Generale del Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per la zona A l’espansione del tessuto urbano di Ollolai è stata vincolata dalla presenza di margini naturali idrografici e orografici. Il comune di Ollolai da sempre è fortemente legato all’elemento naturale. Per la sua conformazione infatti, si ritrova ad essere racchiuso tra diverse dominanti ambientali che ne hanno caratterizzato il funzionamento; basti pensare al ruolo del monte San Basilio, ai piedi del quale si è sviluppato il primo edificato, ricco di sorgenti d’acqua che ne hanno favorito l’insediamento umano. I maggiori poli del centro storico di Ollolai sono rappresentati dalla piazza Marconi e dalla piazza Sant’Antonio. La piazza Marconi, fulcro dell’articolazione della viabilità urbana e di quella di collegamento con la rete territoriale, rappresenta il polo centrale delle attività del centro storico, nonostante la posizione decentrata rispetto alla piazza Sant’Antonio.

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Prima e seconda polarità del centro storico di Ollolai Immagine estratta dalla Relazione Generale del Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per la zona A Le tipologie edilizie tradizionali più diffuse nel centro storico di Ollolai sono: - Lotto con pendenza longitudinale: i tipi edilizi di base presenti all’interno di questa categorizzazione sono quelli della monocellula e della cellula doppia, con sviluppi in altezza, su due o più livelli, e ulteriori sviluppi in profondità. - Lotto con pendenza trasversale e accesso da valle: all’interno di questa categorizzazione si possono osservare diverse tipologie, dalla monocellula alla cellula doppia, nelle loro diverse articolazioni in base alla conformazione del lotto. - Lotto con pendenza trasversale e accesso da monte: all’interno di questa categoria sono individuabili monocellule e tricellule composte dalla fusione di tre unità abitative. L’analisi della destinazione d’uso attuale delle componenti elementari mostra come la maggior parte di queste abbia destinazione residenziale (63,3%); segue la destinazione per i depositi – autorimesse (14,8%), la destinazione commerciale (2,5%), artigianale (0,7%), religiosa (0,6%), ricettiva e i servizi privati (0,5%).

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Suddivisione delle unità edilizie secondo la funzione. Tabella e grafico estratti dalla Relazione Generale del Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per la zona A

L’analisi dell’utilizzo attuale delle unità edilizie mette in evidenza l’elevata presenza nel centro storico di fabbricati disabitati; questi rappresentano, infatti, ben il 19,5% delle componenti elementari totali.

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Suddivisione delle unità edilizie secondo l’utilizzo. Tabella e grafico estratti dalla Relazione Generale del Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per la zona A Analizzando i dati relativi all’utilizzo per tipologia di funzione (residenziale, non residenziale), il Piano Particolareggiato ha inoltre messo in evidenza che: - il 60,6% delle unità residenziali è abitata, il 30,9% disabitata e l’8,6% abitate saltuariamente; - 19,7% della componente elementare non residenziale risulta non utilizzata, il 26,6% Utilizzata, il 10,2% utilizzata saltuariamente e il 43,4% rientra nella categoria Altro.

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Estratto Elaborato T03.04 “Rilievo e Analisi dell'edificato. Funzioni e utilizzo” del Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per la zona A

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Oltre al centro di Ollolai, il sistema insediativo si caratterizza per la presenza del villaggio Ex Enel Taloro che è sorto in adiacenza al lago artificiale Cucchinadorza, raggiungibile dalla provinciale Olzai-Teti attraverso una breve bretella d'asfalto lungo la strada che porta a Ovodda. Il villaggio, ora in stato di abbandono, ha ospitato, negli anni Sessanta, tecnici, funzionari e lavoratori delle società che costruirono la centrale idroelettrica del Taloro, a valle del Lago di Gusana e a monte di quello del Cucchinadorza. Nel piccolo aggregato sussistevano una decina di abitazioni, una chiesa, una scuola, un asilo e un cineteatro.

4.11 Popolazione Dai dati del censimento 2011, il Comune di Ollolai ha fatto registrare un dato demografico pari a 1.374 abitanti, contro i 1.578 abitanti rilevati nel censimento 2001. L’andamento demografico restituisce un trend in diminuzione, con un range di popolazione residente compreso tra un valore massimo di 1.578 unità (2001) ed un minimo di 1.293 (2016). Il numero di famiglie ha avuto invece un andamento più altalenante con un massimo nel 2003 (617 famiglie) ed un minimo nel 2016 (581 famiglie). In calo il numero medio di componenti in quanto si è passati da 2,46 componenti medi per famiglia nel 2003 a un valore di 2 negli anni 2015-2016.

Popolazione residente, numero famiglie e media componenti per famiglia al 31 dicembre dal 2001 al 2016

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Popolazione residente

1.600

1.500

1.400

1.300

1.200

1.100

1.000

900

800 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Popolazione residente dal 2001 al 2016. Elaborazione da dati ISTAT tuttitalia.it

Numero di famiglie dal 2003 al 2016. Elaborazione da dati ISTAT tuttitalia.it

Come è noto, l’andamento demografico può essere schematizzato come saldo algebrico delle due componenti saldo naturale (nati - morti) e saldo migratorio (iscritti – cancellati). Nell'intervallo temporale 2002 – 2017 si osserva come il numero di cancellati sia sempre stato superiore al numero di iscritti.

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Anche il saldo naturale è sempre risultato negativo, ad eccezione dell’anno 2014.

Nel periodo 2002-2017 si registra un progressivo invecchiamento della popolazione residente. Analizzando la struttura demografica si ha infatti un incremento della popolazione di età superiore a 65 anni passando dal 19,8% nel 2002 al 27,8% nel 2017. Se la popolazione anziana sta aumentando, quella giovane (0-14 anni) si sta contraendo dal 12,7% nel 2002 all'11,0% del 2017.

4.12 Rifiuti Dal punto di vista della gestione rifiuti il comune di Ollolai, facente parte dell’Unione dei Comuni della Barbagia, attua la raccolta differenziata di: umido, sfalci e ramaglie, RSU indifferenziati, imballaggi in plastica, imballaggi in vetro e alluminio, carta e cartone. I rifiuti indifferenziati sono destinati all'impianto di smaltimento di , località Tossilo. Nel 2012, oltre all’impianto sopra citato, è stato impiegato anche l’impianto di Cagliari in località Macchiareddu.

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La tabella seguente riporta la produzione totale di rifiuti allo smaltimento e differenziati, nonchè la produzione procapite totale di rifiuti relativi all'intervallo temporale 2011 - 2015. Come si evince dalla lettura dei dati, la produzione procapite di rifiuti è diminuita nel tempo da 284 nel 2011 a 240 kg/ab/a nel 2015; anche la percentuale di raccolta indifferenziata è aumentata passando da circa il 61% del 2011 al 70% del 2015. Produzione rifiuti urbani allo smaltimento Differenziati Totali Produzione Variaz. % (t/anno) (t/anno) (t/anno) procapite % sul R.D. totale totale (kg/ab/a) di RU rispetto all'anno prec. Anno Anno ISTAT Popolazione Rif. indif. da abit. resid. Rif. indif. da fluttuanti abit. Rif. ingombranti allo smalt. Rif. da spazz. stradale Prod. Tot. Rif. allo smaltimento Rifiuti raccolta differenziata da Prod. tot. rifiuti urbani di 2011 1.381 136,19 0,00 16,29 0,00 152,47 239,88 392,35 284 -7,7% 61,1 2012 1.349 143,78 0,00 15,97 0,00 159,75 248,67 408,41 303 4,1 60,9 2013 1.332 118,71 0,00 14,95 0,00 133,66 216,10 349,76 263 -14,4 62 2014 1.329 88,09 0,00 7,96 0,00 96,05 214,20 310,25 233 -0,1 69 2015 1.33 80,87 1,37 11,59 0,00 93,84 221,97 315,81 240 1,8 70,29 Fonte: Rapporti sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna

4.13 Mobilità Il centro abitato è raggiungibile mediante la strada statale n. 128 Centrale Sarda, il cui tracciato si snoda a soli 2 km dall'abitato. Il paese è collegato, mediante la S.P. 29 e la S.P. 128, alla Strada Statale 131, diramazione centrale nuorese, che consente un agevole collegamento con i maggiori centri della Sardegna.

Schema infrastrutturale. Fonte: Elaborato “Inquadramento. Scala territoriale” del Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per le zone A

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Assi viari principali di collega memento. Immagine estratta dall’Elaborato “Analisi e riordino delle conoscenze. L’assetto urbano. Analisi del tessuto storico” del Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per la zona A Relativamente al sistema del trasporto pubblico locale la mobilità del territorio è garantita dal servizio extraurbano dell’ARST (Azienda Regionale Trasporti), nello specifico con le seguenti linee: - 505 – – LODINE – GAVOI – OLLOLAI - NUORO - 525 - GAVOI - OLLOLAI - SARULE - ORANI - OTTANA Z.I. ENICHEM

4.14 Aspetti energetici Il comune di Ollolai si è dotato del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES). Il PAES è uno strumento di pianificazione strategica, con specifico riferimento al settore energetico – ambientale che contiene politiche, strategie e azioni finalizzate a razionalizzare l’uso delle risorse energetiche del territorio, secondo criteri di ecosostenibilità. Il punto di partenza è l’Inventario di base delle emissioni (IBE) che rappresenta lo strumento fondamentale per l’individuazione delle criticità e delle potenzialità del territorio dal punto di vista energetico e ambientale, fattori che determinano le scelte strategiche e, quindi, l’individuazione delle azioni che dovranno realizzare le strategie del PAES.

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I consumi annui di energia e le relative emissioni di CO2, calcolati per l’anno di riferimento 2008, sono pari rispettivamente a 7832,76 MWh ed a 2207,99 tonnellate di CO2 /anno.

Il settore alla quale si deve imputare il maggior quantitativo di emissioni di CO2 è quello residenziale (72,6%), seguito dal terziario (14,9%) e con percentuali di gran lunga inferiori dai settori Comunale (3,2%), Illuminazione Pubblica (7,7%) e Trasporti (1,6%). Per quanto riguarda i consumi di energia si ha la stessa articolazione gerarchica tra i diversi settori pur con percentuali differenti: residenziale (82%), terziario (9,3%), Comunale (2,5%), Illuminazione Pubblica (4,5%) e Trasporti (1,7%).

Consumi energetici per settore. I valori si riferiscono all’anno di riferimento 2008. Fonte: PAES del comune di Ollolai

Tabella consumi energetici per settore. Fonte: PAES del comune di Ollolai

Ne consegue che l’obiettivo minimo del PAES, rappresentato dall’abbattimento del 20% delle emissioni rispetto all’anno di riferimento (2008), comporta una riduzione delle emissioni di CO2 corrispondente ad un valore pari 441,6 tonnellate/anno nel 2020. Gli obiettivi strategici individuati dal comune di Ollolai per declinare operativamente la strategia, coerentemente ai quali saranno definite le azioni operative, sono i seguenti: - OS_01. Efficientamento energetico patrimonio immobiliare pubblico; - OS_02. Efficientamento e gestione intelligente delle reti pubbliche (illuminazione, reti idriche e fognarie, internet ecc.); - OS_03. Incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili; - OS_04. La riqualificazione del sistema della mobilità territoriale comunale; - OS_05. L’adozione di un sistema di gestione ambientale delle organizzazione di lavoro interne dell’amministrazione comunale;

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- OS_06. Gli interventi sul patrimonio edilizio privato; - OS_07. Azioni di informazione, formazione e sensibilizzazione delle varie fasce della popolazione sui temi dell’ecosostenibilità delle attività antropiche sul territorio. Le Azioni proposte dal PAES che sostanziano e realizzano la strategia del Piano stesso e sono specificamente finalizzate al raggiungimento degli obiettivi previsti in ordine alla riduzione delle emissioni di CO2 nel territorio di Ollolai riguardano i seguenti ambiti: - efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico; - interventi a sostegno del settore della mobilità sostenibile con incentivi all’uso di mezzi pubblici e/o mezzi con bassi valori di inquinamento e la sostituzione dei parchi veicoli comunali obsoleti; - installazione di impianti (fotovoltaico, mini-eolico, mini-idrico) per la produzione di energia da fonti rinnovabili sia a servizio degli immobili del patrimonio immobiliare comunale, sia come fonte indipendente di produzione di energia rinnovabile; - attivazione di studi di analisi e di ricerca in merito alle potenzialità derivanti dalla realizzazione di impianti alimentati da biomassa; - adozione di strumenti urbanistici comunali atti ad incentivare l’attuazione di azioni di efficientamento del patrimonio immobiliare privato (Piano Energetico Comunale, Allegato Energetico al Regolamento Edilizio); - adozione di strumenti per la pianificazione del settore della mobilità sostenibile; - promozione di acquisti verdi (adozione di capitolati per l’acquisto di prodotti e servizi pubblici che contengano criteri di ecosostenibilità); - azioni di informazione, formazione, sensibilizzazione delle varie fasce della popolazione sui temi dell’ecosostenibilità delle attività antropiche sul territorio.

I valori delle riduzioni dei consumi annui di energia e delle relative emissioni di CO2 nel territorio del Comune di Ollolai, derivanti dalla realizzazione delle azioni previste nel PAES per il periodo 2013- 2020, saranno pari rispettivamente a 1.471,89 MWh e 815,62 tonnellate di CO2/anno.

Quest’ultimo valore, sommato alla quota di riduzione della CO2 derivante dalle azioni già intraprese dal Comune di Ollolai nel periodo 2008-2012, che risulta essere pari a 78,53 t CO2/anno, fornisce un valore pari a 894,15 t CO2/anno, corrispondente ad un abbattimento percentuale delle emissioni del 40,5 % rispetto all’anno di riferimento.

4.15 Infrastrutture a rete A seguito dell’applicazione della L.R. n. 19 del 6.12.2006 “Disposizioni in materia di risorse idriche e bacini idrografici”, è stato introdotto il concetto di “Sistema Idrico Multisettoriale”, intendendo con esso “l’insieme delle opere di approvvigionamento idrico e adduzione che, singolarmente o perché parti di un sistema complesso, siano suscettibili di alimentare, direttamente o indirettamente, più aree territoriali o più categorie differenti di utenti, contribuendo ad una perequazione delle quantità e dei costi di approvvigionamento”. La stessa Legge stabilisce inoltre che la gestione unitaria del sistema idrico multisettoriale regionale è affidata all’Ente Acque della Sardegna (ENAS). Il territorio regionale è stato ripartito in sette zone idrografiche denominate “Sistemi”. Il lago di Cucchinadorza ubicato a sud del comune di Ollolai ricade nel Sistema 2 – TIRSO, Schema idraulico 2A “Taloro”. (fonte: Relazione Generale del “Riesame e Aggiornamento del Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna, 2° ciclo di pianificazione, 2016-2021”). Il sistema di opere realizzate sul fiume Taloro nasce con l’obiettivo di utilizzare ai fini idroelettrici, irrigui e industriali i deflussi del rio omonimo. Il sistema consta di tre sbarramenti: Gusana, Cucchinadorza e Benzone, gestiti dall’ENEL, e tre impianti di produzione idroelettrica, di cui uno reversibile.

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Lo sbarramento Gusana, che realizza l’invaso principale del sistema, sottende un bacino imbrifero totale di 246,68 km2. L’invaso è dedicato alla regolazione dei deflussi funzionali alla produzione di energia delle centrali idroelettriche Cucchinadorza e Taloro. Il gruppo di produzione Taloro è reversibile. Da detto invaso, mediante due distinte prese, vengono integrate le risorse dello schema idraulico potabile n. 14 Govossai (PRGA ’83). Lo sbarramento Cucchinadorza ha principalmente la funzione di regolare i volumi turbinati dalla centrale idroelettrica di Gusana nonché quelli del bacino idrografico residuo a valle dello sbarramento di Gusana di 107,55 km2. Dal Cucchinadorza è alimentata la centrale idroelettrica di Baddu Ozzana. In coda all’invaso è ubicata un’opera di presa acquedottistica che, mediante sollevamento, si collega all’impianto di potabilizzazione dello schema potabile n. 20 Barbagia - Mandrolisai (PRGA ’04). La diga Benzone, terminale del sistema Taloro, cui afferisce un bacino imbrifero residuo di 89,37 km2, costituisce il bacino di scarico del 2° salto Taloro ed è funzionale alla regolazione dei deflussi da destinarsi all’alimentazione della centrale idroelettrica di Tumuele. Dal bacino Taloro vengono prelevate le risorse per le utenze del Comprensorio irriguo della Media Valle del Tirso del Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale e delle utenze industriali della zona di Ottana. Le risorse a servizio delle utenze irrigue e industriali vengono sollevate da quota di presa dal Benzone, 147 m s.l.m., ad una vasca di carico a quota 230 m s.l.m., tramite un impianto di sollevamento. La centrale di sollevamento e la condotta premente sono gestiti dall’ENEL che deve fornire annualmente dall’invaso di Benzone un volume di 40 Mm3 all’anno a quota 230 m. s.l.m. per gli usi potabili ed industriali della Media Valle del Tirso. Dalla vasca di carico la risorsa viene addotta tramite un canale nella vasca di compenso di Sa Ruxi (350.000 m3 di capacità). Una seconda condotta in pressione collega la vasca di carico con la presa dal bacino di compenso di Sa Ruxi, da cui si derivano le condotte per l’alimentazione dell’utenza agricola e industriale. Le risorse invasate nel sistema Taloro costituiscono, inoltre, la riserva strategica del sistema elettrico della Sardegna per il riavvio e la rimessa in carico della rete elettrica regionale in caso di spegnimento. Il volume d’acqua da turbinare necessario per il riavvio del sistema elettrico è di 24 Mm3; tale volume deve essere costantemente disponibile nell’invaso di Gusana. La rete fognaria ed idrica in ambito comunale è gestita da Abbanoa S.p.A., gestore unico del Servizio Idrico Integrato della Sardegna. In territorio comunale è inoltre presente il depuratore consortile del Bim Taloro che depura le acque nere di ben 7 Comuni consorziati e sarà presto oggetto d'intervento da parte di Abbanoa. Obiettivo è l'adeguamento tecnologico n un'ottica di efficientamento e risparmio energetico. Secondo il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti il comune di Ollolai ricade nello Schema n. 14 "Govossai". Il Piano Generale degli Acquedotti ha predisposto per ogni comune una scheda riportante le dotazioni e fabbisogni riferiti al giorno medio dell’anno e al giorno di massimo consumo, i volumi annui occorrenti (al lordo del 5% di perdite ammissibili durante il trasporto con l’adduttrice esterna) e l’attuale disponibilità idrica.

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Estratto Allegato 5 – “Stato di fatti acquedotti in esercizio; Volume IV – Schede monografiche per i comuni del Nuorese” del Nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti Il territorio è servito dall'acquedotto consortile “Govossai” ed in particolare dall’invaso di Gusana (14/3) sul rio Taloro.

Estratto "All. 5 - Stato di fatto acquedotti in esercizio, Vol. I - Banca dati" del Nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti Al 2041 il Piano Generale degli Acquedotti ha stimato che il fabbisogno per il comune di Ollolai è di 0,162 Mmc (anno) e che la portata richiesta in un giorno di massimo consumo è di 7,66 l/s che verrà soddisfatta dagli invasi di Govossai, Olai e Gusana (cfr. "All. 7 - Schemi di adduzione in assetto futuro Vol II - Schede") Si evidenzia che la regione Sardegna da diversi anni sta affrontando il tema della crisi idrica. Secondo quanto evidenziato dal direttore dell’Autorità di bacino Roberto Silvano, il biennio 2014- 2016 ha conosciuto una quantità di precipitazioni fra le più basse degli ultimi 94 anni. Si riporta di seguito la situazione del sistema idrico 15 “Sardegna” all’interno del quale ricadono gli invasi di Govossai, Olai e Gusana, dal quale emerge una situazione critica o comunque da vigilare dal 2014 ad oggi.

Fonte: http://www.sardegnacedoc.it/

4.16 Sintesi delle criticità, delle emergenze e delle opportunità del territorio Vengono qui di seguito riportate in sintesi le criticità (riportate in verde), le emergenze e le opportunità del territorio individuate sulle diverse componenti:

Qualità dell'aria Dalla consultazione delle Relazioni annuali sulla qualità dell'aria in Sardegna relativi al triennio 2013 - 2015 non emergono particolari situazioni di criticità per l’area urbana di Nuoro, che si mantiene su livelli molto bassi e ampiamente entro i limiti di legge. Presso la stazione di Ottana si rileva una criticità per i valori elevati di ozono, limitata al superamento del valore obiettivo; gli altri parametri monitorati rimangono stabili e ampiamente entro i limiti normativi. Idrosfera e Geosfera I corpi fluviali che interessano il comune di Ollolai (Riu de Bidda, Riu Agasti, Fiume Taloro) si

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caratterizzano per uno stato ecologico ed uno stato chimico “Buono” per accorpamento. Le pressioni individuate dall'Aggiornamento del Piano di Gestione del Distretto Idrografico per il fiume Taloro e per il lago di Cucchinadorza sono prelievi per uso agricolo, potabile ed industriale. Per il Riu de Bidda risulta fonte di pressione il dilavamento urbano. Il corpo idrico sotterraneo 3831 - Granitoidi del Nuorese presente in comune di Ollolai si caratterizza per uno stato complessivo (chimico e quantitativo) "buono". L’Unità Idrogeologica dominante nel territorio comunale è l’Unità Magmatica Paleozoica, per definizione nell’insieme poco permeabile e dalla bassa porosità efficace. Secondo il Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE) aggiornato al 2007 in ambito comunale vi sono due cave inattive parzialmente rinaturalizzate. Dal punta di vista dell’uso del suolo il territorio comunale risulta piuttosto omogeneo: gran parte del territorio (95 %) è rappresentato dal territorio agricolo-forestale, prati e pascoli arborati e boschi di querce. Il PAI vigente non individua aree caratterizzate da elementi di pericolosità idraulica. Rischi naturali e antropici Per quanto riguarda la pericolosità geomorfologica, dalla consultazione di Sardegna Mappe P.A.I. emerge che il lago artificiale di Cucchinadorza rientra tra le aree di pericolosità moderata da frana (Hg1) mentre le aree contermini ricadono in aree di pericolosità da frana media (Hg2) ed elevata (Hg3). Il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (P.S.F.F.) evidenzia una criticità lungo il fiume Taloro in corrispondenza del quale è stata perimetrata la fascia C geomorfologica. Dalla consultazione del geoportale della Sardegna si osserva che il territorio comunale risulta interessato da una piccola percentuale di aree percorse da incendi.

Il comune di Ollolai rientra in piccola parte (circa lo 0,62% del territorio comunale) all’interno del Vegetazione, flora, perimetro del Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei, istituito con D.P.R. fauna e biodiversità 30.03.1998, ma finora sospeso L'ambito comunale non è interessato dalla presenza di Siti Rete Natura 2000; i siti più vicini sono il SIC ITB021156 “Monte Gonare” ed il SIC ITB021103 “Monti del Gennargentu” che distano dal confine comunale rispettivamente 2.200 m e 8.700 m. La componente naturale è fortemente predominante su quella insediativa ed infrastrutturale. Presenti nel territorio comunale boschi di querce caducifoglie prevalentemente nella porzione di territorio a nord del centro di Ollolai, mentre a sud dell’abitato prevalgono i boschi di leccio. Non mancano in ambito comunale formazioni rupestri, boschi di sughera (prevalentemente a nord del centro abitato) e macchie evolute. Presenza dell’area archeologica di San Basilio. Paesaggio, patrimonio storico, architettonico Tra le testimonianze del passato di Ollolai figurano: i nuraghi Tarotto, Ispotollai, Caprino, Palai e ed archeologico San Sebastiano; la parrocchiale di San Michele Arcangelo e la chiesetta campestre di San Basilio, cui anticamente era annesso un convento. Il nucleo storico di Ollolai è sorto alle pendici del Monte Basilio e si colloca quindi in un ambito di valore sotto il profilo paesaggistico. Presenza in territorio comunale di elementi naturali di interesse paesaggistico: Monte di San Basilio, lago di Cucchinadorza, ecc… Ad oggi sono stati individuati 8 siti archeologici di cui 5 inseriti nel PPR vigente. Si ritiene comunque altamente possibile la presenza di ulteriori emergenze archeologiche. Dinamica demografica con rischio di spopolamento Popolazione Incremento della fascia di popolazione di età ≥ 65 anni, a discapito della fascia 15 - 64 e della fascia 0 - 14 anni

Comune ad elevata vocazione agricola. Per quanto riguarda il settore zootecnico l’allevamento ovino si dimostra nettamente prevalente rispetto a tutti gli altri allevamenti principali. Sistema economico Dalla consultazione dei dati ISTAT relativi al censimento Industria e servizi 2011 emerge che il settore predominante è quello delle “Costruzioni” seguito dal settore del "Commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli" e dal settore delle "Attività dei servizi di alloggio e di ristorazioni". I maggiori poli del centro storico di Ollolai sono rappresentati dalla piazza Marconi e dalla piazza Sant’Antonio. Sistema insediativo L’analisi dell’utilizzo attuale delle unità edilizie effettuata dal “Piano Particolareggiato per il Centro di Antica e Prima Formazione e per la zona A” mette in evidenza l’elevata presenza

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nel centro storico di fabbricati disabitati; questi rappresentano, infatti, ben il 19,5% delle componenti elementari totali. Presenza del villaggio Ex Enel Taloro, sorto in vicinanza del lago di Cucchinadorza che è stato abbandonato probabilmente tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80 ed ora si trova in uno stato di abbandono.

Il paese è collegato, mediante la S.P. 29 e la S.P. 128, alla Strada Statale 131, diramazione Mobilità centrale nuorese, che consente un agevole collegamento con i maggiori centri della Sardegna.

La regione Sardegna è interessata da diversi anni da una crisi idrica. Il sistema idrico 15 Servizio Idrico “Sardegna” all’interno del quale ricadono gli invasi di Govossai, Olai e Gusana, si trova in Integrato una situazione critica o comunque da vigilare dal 2014 ad oggi.

In ambito comunale è presente il depuratore consortile del BIM Taloro

4.17 Quali sono gli obiettivi di sostenibilità che Ollolai può porsi Il processo di valutazione ambientale strategica ha come principale finalità l'integrazione delle considerazioni di carattere ambientale nell'ambito della pianificazione. Si è ritenuto opportuno, già in questa fase iniziale di pianificazione, individuare i possibili obiettivi di protezione ambientale rilevati a partire dalle criticità ed emergenze emerse pertinenti all'ambito di competenza del Piano e relative alle componenti ambientali, rimandando per le componenti territoriali (sistema insediativo, sistema socio - economico) agli obiettivi di Piano. Ciò può fornire indirizzi alla progettazione finalizzati alla sostenibilità ambientale e costituire “riferimento” nel processo valutativo che verrà condotto all’interno del Rapporto Ambientale. Gli obiettivi di sostenibilità sono sostanzialmente dinamici e possono modificarsi nel tempo in funzione delle esigenze e priorità che emergeranno nelle varie fasi di stesura del PUC. In base all’analisi già effettuata emerge il seguente quadro. Proseguire nel processo già avviato con la redazione del PAES mediante l'adozione di misure Qualità dell'aria volte alla riduzione delle emissioni inquinanti, alla riduzione dei consumi energetici e all'impiego Aspetti energetici di fonti energetiche rinnovabili

Idrosfera e Geosfera Tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica

Rischi naturali e Tutelare la popolazione dai fenomeni di dissesto idrogeologico, verificando la compatibilità delle antropici previsioni urbanistiche con le aree di dissesto individuate dalla pianificazione di settore e dagli Studi di Compatibilità Idraulica e Geologica ai sensi dell’art. 8 comma 2 delle NTA del PAI

Vegetazione, flora, Tutelare il ricco patrimonio forestale presente in territorio comunale (anche mediante forme di fauna e biodiversità gestione sostenibile) e contenere l’abbandono di pratiche agricole tradizionali (principalmente di carattere estensivo, che consentono la preservazione delle funzioni ecologiche delle superfici agricole)

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5 NOTA METODOLOGICA

5.1 Premessa

All’interno del presente capitolo verranno proposte la metodologia di analisi e di valutazione ambientale oltre che le informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. In primo luogo si riporta una breve sintesi della “filosofia della Valutazione Ambientale Strategica”. La piena integrazione della dimensione ambientale nella pianificazione implica un evidente cambiamento rispetto alla concezione derivata dalla applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti. Tale cambiamento consiste soprattutto nel fatto che l’integrazione della dimensione ambientale nel piano e la valutazione del suo livello di efficacia devono essere effettive a partire dalla fase di impostazione del piano fino alla sua attuazione e revisione. Ciò comporta che l'integrazione debba essere effettiva e continua e che si sviluppi durante tutte le quattro fasi principali del ciclo di vita di un piano: 1. Orientamento e impostazione 2. Elaborazione e redazione 3. Consultazione e adozione/approvazione 4. Attuazione, gestione e monitoraggio La figura riportata rappresenta la sequenza delle fasi di un processo di piano nel quale l'elaborazione dei contenuti di ciascuna fase è sistematicamente integrata con la Valutazione Ambientale. Tale sequenza costituisce l'asse ordinatore del percorso di valutazione. Il filo che collega le analisi / elaborazioni del piano e le operazioni di Valutazione Ambientale appropriate, per ciascuna fase, rappresenta la dialettica tra i due processi e la stretta integrazione necessaria all'orientamento verso la sostenibilità ambientale. Tale dialettica tra analisi e proposte del piano e Valutazione Ambientale deve essere reale: entrambe dovrebbero godere di pari autorevolezza e di comparabile capacità di determinazione. Sembra opportuno sottolineare tre elementi che caratterizzano lo schema: ₋ la presenza di attività che tendenzialmente si sviluppano con continuità durante tutto l'iter di costruzione e approvazione del piano. Si tratta della costruzione della base di conoscenza e della partecipazione, intesa in senso ampio per comprendere istituzioni, soggetti con competenze e/o conoscenze specifiche nonché il pubblico e le sue organizzazioni; ₋ la considerazione della fase di attuazione del piano come parte integrante del processo di pianificazione, in tal senso accompagnata da attività di monitoraggio e valutazione dei risultati;

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₋ la circolarità del processo di pianificazione, introdotta attraverso il monitoraggio dei risultati e la possibilità / necessità di rivedere il piano qualora tali risultati si discostino dagli obiettivi di sostenibilità che ne hanno giustificato l'approvazione. Qui di seguito si ripercorre la sequenza delle fasi e delle operazioni comprese in ciascuna fase mettendo in risalto il contenuto e il ruolo della Valutazione Ambientale.

5.2 Le fasi

Valutazione Ambientale nella fase di orientamento e impostazione Il Rapporto Preliminare, il cosiddetto Documento di Scoping - documento che ha la funzione principale di proporre quali dovranno essere i contenuti del Rapporto Ambientale e di “aprire la fase di consultazione” con l’autorità competente e i soggetti competenti in materia ambientale – viene redatto sulla base del documento “Documento degli Obiettivi”. Il Documento citato rappresenta la tappa iniziale del percorso di elaborazione del PUC ed è finalizzato alla presentazione dei temi che si intendono trattare e degli obiettivi di Piano. Il Documento degli Obiettivi, assieme al “Documento di Scoping” hanno la funzione di attivare la procedura di VAS. L’autorità Procedente dovrà quindi attivare uno o più incontri con i Soggetti Competenti in Materia Ambientale (S.C.M.A.), precedentemente concordati con l’Autorità Competente, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Il processo di consultazione salvo quanto diversamente concordato, si conclude entro novanta giorni. Valutazione Ambientale nella fase di elaborazione e redazione Il Rapporto Ambientale prenderà forma a partire dalla fase di scoping svolta e conterrà in particolare: ₋ l’analisi dello stato di salute del territorio; ₋ l'analisi del quadro programmatorio; ₋ l'analisi dello "scenario zero" ₋ la descrizione dello scenario di progetto; ₋ l'analisi degli effetti sull'ambiente, la salute umana, il paesaggio e il patrimonio culturale; ₋ il confronto tra scenari; ₋ la valutazione della coerenza interna ed esterna del progetto di Piano; ₋ l’individuazione delle linee guida della VAS per la sostenibilità ambientale; ₋ l’individuazione degli indicatori per il monitoraggio delle prestazioni ambientali del PUC; ₋ la descrizione delle attività di partecipazione svolte nell’ambito del procedimento di VAS ₋ la sintesi dei contenuti delle osservazioni pervenute durante la fase di scoping e le modalità di recepimento e sarà corredato anche dalla Sintesi non Tecnica e da eventuali elaborati grafici che si riterranno necessari ed utili alla valutazione. Valutazione ambientale nella fase di consultazione L'integrazione della dimensione ambientale nella fase di consultazione e adozione è incentrata sulla consultazione delle autorità competenti e del pubblico riguardo alla proposta di piano e al relativo Rapporto Ambientale. I risultati di tale consultazione devono essere presi in considerazione prima dell’approvazione del piano. Di seguito l’Autorità Competente esprimerà un parere motivato sulla base della documentazione presentata dall’Autorità Procedente e delle consultazioni. L'amministrazione responsabile dovrà informare le autorità e i soggetti consultati in merito alle decisioni prese, mettendo a loro disposizione il piano approvato e la “Dichiarazione di Sintesi” nella quale si riassumono gli obiettivi e gli effetti ambientali attesi, si dà conto di come sono state considerate le osservazioni e i pareri ricevuti e si indicano le modalità del monitoraggio di tali effetti nella fase di attuazione del piano.

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È un documento che illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel Piano e come si è tenuto conto del Rapporto Ambientale, dei pareri espressi e dei risultati delle consultazioni avviate nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano alla luce delle alternative possibili. Ha la funzione quindi di rendere ancor più trasparente il processo decisionale che ha portato alla formulazione finale del Piano. L’attuazione e la gestione del piano Di norma lo sforzo di pianificazione si concentra sulle due fasi precedenti, ma, dal punto di vista ambientale, l'attuazione del piano è in realtà la fase più importante poiché proprio in questa fase si manifesta l'efficacia e l'utilità reale dello sforzo e del procedimento di Valutazione Ambientale utilizzato durante la elaborazione del piano. In questa fase la Valutazione Ambientale si concentra nella gestione del programma di monitoraggio ambientale e nella valutazione periodica del conseguimento degli obiettivi di sostenibilità. Qualora gli effetti fossero sensibilmente diversi da quelli previsti, il monitoraggio dovrebbe consentire di provvedere ad azioni correttive e, se del caso, di procedere a una complessiva revisione del piano. Il monitoraggio ambientale dell’attuazione del piano è quindi di vitale importanza per una valutazione dei risultati pratici ottenuti, che permetta di non ripetere gli stessi errori nei nuovi piani. L’approccio proposto per l’analisi del territorio e l’individuazione dello “Scenario Zero” Il cosiddetto “Quadro Conoscitivo” sarà organizzato con l’intento di individuare il complesso delle criticità e valenze presenti nel territorio, per disporre di una base conoscitiva adeguata a informare correttamente le scelte di Piano. Di seguito si riportano le componenti ambientali e socio – economiche che si ipotizza di analizzare nel Rapporto Ambientale, che potranno essere oggetto di revisione in fase di stesura del RA, anche tenuto conto degli esiti della fase di scoping: ₋ Atmosfera; ₋ Idrosfera; ₋ Rischi naturali e antropici; ₋ Geosfera; ₋ Flora, fauna e biodiversità; ₋ Paesaggio; ₋ Patrimonio storico, architettonico ed archeologico; ₋ Inquinanti fisici; ₋ Economia e società; ₋ Mobilità; ₋ Sottoservizi; ₋ Rifiuti; ₋ Energia

Ai fini della restituzione dello stato attuale dell’ambiente, verranno presi in considerazione dati di livello comunale, provinciale, regionale in possesso di vari enti (Regione, ARPAS, Comune, Provincia, gestori, ecc), indicati in piani e programmi e pubblicazioni vigenti, nonché informazioni emerse negli incontri e nella fase di scoping. In base alle conoscenze acquisite in fase di analisi sarà possibile individuare la probabile evoluzione del territorio in relazione alle dinamiche in atto, in assenza di progetto di Piano (ovvero descrivere lo Scenario Zero di riferimento). Ciò fornisce ai progettisti e ai tecnici incaricati della VAS una base di partenza su cui costruire e valutare le trasformazioni territoriali. L’ipotesi “Zero”, il “non fare”, assume infatti il ruolo di “grandezza di confronto”. Una volta individuato lo scenario zero e quindi la probabile evoluzione dell’ambiente senza la predisposizione del piano sarà possibile mettere in luce con chiarezza le criticità ambientali allo stato attuale e quelle prevedibili per il futuro. Potranno quindi essere individuate le migliori strategie recepibili dal piano stesso, scaturite dalla valutazione ambientale delle azioni di Piano.

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La metodologia per la valutazione degli effetti Sulla base dell’analisi ambientale e delle tipologie di azioni messe in atto dal Piano verranno valutate, per componenti ambientali e socio - economiche, le possibili pressioni indotte dall'attuazione delle trasformazioni previste dal Piano Urbanistico. Se opportuno, verranno proposte misure di miglioramento ambientale. Al termine di ciascuna componente indagata verrà riportato un giudizio sull'impatto di tipo qualitativo (positivo, nullo, negativo) di ciascuna azione di Piano mediante la compilazione di una matrice di sintesi riportante in ascissa le azioni di Piano ed in ordinata le pressioni potenziali che scaturiscono dalle trasformazioni previste dal PUC.

Valutazione dei potenziali impatti rispetto al Piano vigente Impatto potenzialmente positivo rispetto al Piano vigente Impatto nullo Impatto potenzialmente non significativo Impatto potenzialmente negativo rispetto al Piano vigente

Consumo Consumo di suolo edificazione per nuova Recupero del patrimonio edilizio esistente Tutela naturalistiche ed ambientali del territorio delle risorse Az_01 Individuazione e disciplina normativa della ZTO A Centro storico Az_02 Individuazione e disciplina normativa della ZTO B Az_03 Individuazione e disciplina normativa della ZTO C Az_04 Individuazione e disciplina normativa della ZTO D Az_05 Individuazione e disciplina normativa della ZTO E usi agricoli Az_06 ...... Esempio di matrice di sintesi di valutazione degli impatti per la componente suolo e biodiversità

La verifica di sostenibilità delle trasformazioni in relazione al contesto territoriale di riferimento potrà venire realizzata anche mediante la tecnica dell’overlay mapping che consiste nel sovrapporre le azioni di Piano con mappe tematiche rappresentative del contesto ambientale di riferimento al fine, per l'appunto, di valutare la compatibilità ambientale delle trasformazioni con il contesto.

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Per specifici ambiti di trasformazione potrà infine essere effettuata una valutazione dei potenziali impatti connessi alla realizzazione degli interventi mediante la predisposizione di una specifica scheda di valutazione che potrebbe contenere i seguenti elementi:  Inquadramento territoriale;  Disposizioni del Piano;  Analisi del quadro di riferimento ambientale per la trasformazione del territorio suddiviso in: - vincoli e tutele; - assetto ambientale e paesaggistico; - assetto geologico; - assetto storico – culturale; - compatibilità geologica/geotecnica dell’area di trasformazione; - compatibilità idraulica dell’area di trasformazione; - ......

 Valutazione degli impatti ed eventuali accorgimenti da adottare.

PUC Scheda di valutazione 01

Inquadramento Territoriale LOCALIZZAZIONE Localizzazione su ortofoto

DESCRIZIONE

Disposizioni del Piano Estratto tav. di progetto PUC

Descrizione e destinazioni d’uso:

ANALIDI DEL QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE PER LA TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO” Vincoli e tutele Estratto Tavola di Inquadramento dell’ambito di intervento rispetto al sistema dei Vincoli

Descrizione dei vincoli: Assetto Ambientale e Paesaggistico Estratto Tavola di Inquadramento dell’ambito di intervento rispetto al sistema ambientale e paesaggistico Descrizione dell’assetto ambientale e paesaggistico dell’area: Assetto geologico, idrogeologico e geomorfologico Estratto Tavola di Inquadramento dell’ambito di intervento rispetto all’assetto geologico, idrogeologico e geomorfologico Descrizione dell’assetto geologico: Assetto storico - culturale Estratto Tavola di Inquadramento dell’ambito di intervento rispetto all’assetto storico - culturale Descrizione dell’assetto storico – culturale: Compatibilità geologica – geotecnica dell’area di trasformazione Estratto Tavola di Inquadramento dell’ambito di intervento rispetto alle Aree a Pericolosità Geologica Descrizione della compatibilità geologica – geotecnica: Compatibilità idraulica dell’area di intervento Estratto Tavola di Inquadramento dell’ambito di intervento rispetto alle aree a Pericolosità Idraulica Descrizione della compatibilità idraulica: Sistema infrastrutturale di trasporto e reti tecnologiche Estratto Tavola di Inquadramento dell’ambito di intervento rispetto al sistema infrastrutturale di trasporto e reti tecnologiche Descrizione della sistema infrastrutturale di trasporto e reti tecnologiche: Valutazione impatti ed eventuali accorgimenti da adottare Componente Impatti attesi Sintesi Accorgimenti ambientale e socio Valutativa economica Aria/clima Acqua Rumore

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Suolo e sottosuolo Paesaggio Biodiversità Patrimonio culturale, architettonico ed archeologico Radiazioni non ionizzanti Mobilità Rifiuti Energia Sistema economico e sociale

Le scelte di Piano sono destinate ed ordinate ad indurre, di natura, effetti di carattere urbanistico ed ambientale. Compito della Valutazione Ambientale Strategica è di esprimere un giudizio di compatibilità con le componenti naturali ed antropiche presenti, valutando tali effetti, conseguenti agli interventi sul territorio. E’ altresì compito del processo di VAS indirizzare il Piano nella direzione dello sviluppo sostenibile, rendendo evidenti a tutti gli attori coinvolti nel processo di elaborazione e adozione del piano (pubblica amministrazione, tecnici, popolazione residente, etc.) gli effetti ambientali delle trasformazioni. Tale compito muove dalla volontà, chiaramente espressa dalla Direttiva Europea che ha istituito il procedimento (Dir. 2001/42/CE), di inserire una più ampia gamma di fattori nell’iter decisionale al fine di contribuire a soluzioni più sostenibili e più efficaci (cfr. punto (5) del testo della Direttiva 2001/42/CE). È da tenere conto, infatti, che una trasformazione, pur dando risposta alle necessità delle comunità (in termini di nuove abitazioni, nuove aree commerciali e produttive, etc.), nella gran parte dei casi determina anche un effetto sulle componenti ambientali (consumo di suolo, modifica del paesaggio, incremento dei consumi idrici ed energetici, etc.). In tal senso, il Rapporto Ambientale conterrà un capitolo all'interno del quale verrà verificata la sostenibilità del piano rispetto alle alternative considerate. Per effettuare tale verifica, le alternative potranno essere messe a confronto rispetto ai primi 8 criteri di sostenibilità ambientale definiti a livello internazionale, utili in quanto permettono di verificare le strategie individuate in riferimento alla pluralità di aspetti che la VAS è chiamata a considerare: dalla tutela delle risorse naturali (sia abiotiche come l’aria, l’acqua e il suolo, sia quelle biotiche, in relazione agli elementi e ai sistemi naturali di valenza ecologica riconoscibili sul territorio), agli effetti sul paesaggio (tema questo complesso, per la molteplicità di elementi che lo compongono sia con riferimento a quello naturale e agrario degli spazi aperti, sia in merito a quello costruito del tessuto urbano consolidato), sulla salute umana (considerando sia le interazioni con le possibili sorgenti di inquinamento ambientale sia gli effetti indiretti connessi alla presenza di spazi idonei all’attività fisica e ricreativa e a strutture per la mobilità ciclabile e pedonale). La verifica potrà quindi essere effettuata confrontando lo scenario zero (coincidente con il mantenimento del quadro ambientale e pianificatorio vigente), lo scenario 1 corrispondente alla proposta di piano integrata con le linee guida per la sostenibilità del Piano individuate dal processo di VAS ed altre alternative che dovessero emergere durante la fase di costruzione del Piano o di partecipazione.

La verifica di coerenza Le analisi di sostenibilità si accompagnano ad una verifica della coerenza interna ed esterna del Piano. L’analisi di coerenza interna consente di verificare l’esistenza di contraddizioni all’interno del Piano, mettendo in relazione le strategie, le proposte di intervento e le caratteristiche del sistema ambientale-territoriale e socio-economico. La valutazione di coerenza esterna garantisce invece l’armonizzazione degli obiettivi del piano con gli obiettivi di sostenibilità definiti dalle direttive, normative e dai piani sovraordinati o dello stesso livello pianificatorio.

Indicazioni in merito al monitoraggio di piano Il processo di Valutazione ambientale prosegue nella fase di attuazione e gestione con il monitoraggio, che ha il compito di: ₋ fornire informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni di piano (impatti individuati nel Rapporto Ambientale derivanti dall'attuazione delle azioni proposte dal Piano);

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₋ consentire di verificare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale che il piano si è posto mediante la verifica dell’effettiva applicazione delle misure previste dalla VAS e dal Piano; ₋ permettere l’individuazione tempestiva di misure correttive qualora si rendessero necessarie. Esso dovrà trovare riscontro nell’attività di reporting, che ha la funzione di conservare la memoria del piano. L’archivio dei rapporti ha anche la funzione di processo di apprendimento anche attraverso errori (di previsione, valutazione e scelta politica ecc). I risultati del monitoraggio dovranno essere resi pubblici e le decisioni di ri-orientamento dovranno essere rese trasparenti attraverso la pubblicazione nel sito web e attraverso l’organizzazione di appositi incontri.

5.3 Indice ragionato del Rapporto Ambientale Di seguito si riporta un’ipotesi di Indice del Rapporto Ambientale redatto sulla base delle considerazioni precedenti tenuto conto che durante la fase di analisi e valutazione potranno essere necessarie alcune variazioni: 1. Premessa 2. Quadro normativo 3. Ruolo della VAS e metodologia di valutazione 4. Sintesi dei contenuti delle osservazioni pervenute e modalità di recepimento 5. Analisi delle componenti ambientali 6. Quadro di riferimento programmatico 7. Gli obiettivi del PUC 8. Analisi della coerenza esterna degli obiettivi di Piano 9. Lo scenario 0 10. Il progetto di Piano 11. Analisi di coerenza interna 12. Analisi degli effetti sull'ambiente, la salute umana, il paesaggio e il patrimonio culturale 13. Sintesi delle linee guida per la sostenibilità di Piano 14. Verifica della sostenibilità del PUC (confronto tra scenari) 15. Consultazione, partecipazione ed informazione 16. Indicazioni in merito al monitoraggio

6 PIANI CON I QUALI IL PUC SI RELAZIONA Si fornisce di seguito un elenco dei Piani e Programmi pertinenti con il Piano Urbanistico Comunale (PUC) di Ollolai, rispetto ai quali, nel Rapporto Ambientale, sarà svolta l’analisi di coerenza esterna dello stesso PUC, approfondendo e specificando eventuali relazioni e interferenze. Piani e Programmi di Livello Regionale ₋ Piano Paesaggistico Regionale (P.PR.) 2006; ₋ Piano di Assetto Idrogeologico (PAI); ₋ Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (P.S.F.F.); ₋ Piano di Gestione del Rischio Alluvioni della Sardegna (P.G.R.A.); ₋ Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.); ₋ Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna; ₋ Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della Sardegna; ₋ Piano d’Ambito della Regione Sardegna; ₋ Piano Stralcio di Bacino Regionale per l’Utilizzo delle Risorse Idriche (PSURI); ₋ Piano Forestale Ambientale Regionale (PFAR);

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₋ Piano Regionale di Previsione, Prevenzione e Lotta Attiva contro gli Incendi Boschivi; ₋ Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014 - 2020; ₋ Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria; ₋ Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti; ₋ Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE); ₋ Piano Energetico Ambientale Regionale (PEARS); ₋ Piano Regionale dei Servizi Sanitari.

Piani e Programmi di Livello Provinciale ₋ Piano Urbanistico Provinciale/Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PUP/PTCP), ₋ Altri piani di settore

Piani e Programmi di livello comunale ₋ Altri piani di settore.

Ai fini della valutazione della coerenza esterna, verranno analizzati i contenuti dei Piani e Programmi di livello regionale, provinciale e comunale con il quale il PUC si relaziona ed individuati gli obiettivi specifici di ciascun Piano e gli indirizzi (cartografici e/o normativi) che si riferiscono al territorio comunale. Tali indirizzi verranno quindi confrontati con gli obiettivi del Piano Urbanistico (ad esempio mediante matrici di correlazione) al fine di verificarne la coerenza. Nella valutazione della coerenza potranno essere considerate le seguenti classi:

Gli obiettivi del PUC sono coerenti con gli obiettivi e gli indirizzi della programmazione sovraordinata o di pari livello Gli obiettivi del PUC risultano indifferenti con gli obiettivi e gli indirizzi della programmazione sovraordinata o di pari livello Gli obiettivi del PUC non risultano in diretto contrasto con gli obiettivi e gli indirizzi della programmazione sovraordinata o di pari livello, tuttavia gli stessi presentano possibili elementi di criticità in relazione alle azioni che da questo potrebbero svilupparsi che dovranno essere considerati in fase di valutazione del PUC Gli obiettivi del PUC presentano finalità che risultano in contrasto con gli obiettivi e gli indirizzi della programmazione sovraordinata o di pari livello

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7 COERENZA DEGLI OBIETTIVI DI PUC CON I CRITERI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

7.1 Obiettivi di protezione ambientale definiti a livello nazionale, internazionale e comunitario Nelle pagine seguenti si riportano gli obiettivi di sostenibilità ambientale sia internazionali che di livello nazionale. In particolare si fa riferimento ai 10 Criteri di Sostenibilità del “Manuale per la Valutazione Ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea, 1998”, al Piano d’Azione del Summit mondiale sullo Sviluppo Sostenibile – tenutosi a Johannesburg nel 2002, al Sesto e al Settimo Programma comunitario di azione in materia di ambiente, alla Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia. I 10 Criteri di Sostenibilità Ambientale del Manuale U.E. Nel “Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione Europea” Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile – Agosto 1998) vengono individuati 10 criteri di sostenibilità che di seguito si riportano: 1. Ridurre al minimo l’impegno delle risorse energetiche non rinnovabili 2. Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione 3. Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti 4. Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi 5. Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche 6. Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali 7. Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale 8. Protezione dell’atmosfera 9. Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale 10. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile piani e programmi Piano d’Azione del Summit mondiale sullo Sviluppo Sostenibile – Johannesburg, 2002 In questo documento, che si configura come un vero e proprio accordo internazionale, sottoscritto da tutti gli stati presenti al Summit, si richiamano i principi di Rio 1992 per il conseguimento dello sviluppo sostenibile. All’interno del Piano sono raccolti i principali contenuti delle varie intese raggiunte nel corso del Summit. L’obiettivo è stato quello di individuare le nuove sfide da affrontare nel decennio seguente, allo scopo di realizzare un modello di sviluppo capace di coniugare la crescita economica con le problematiche sociali ed ambientali ed in grado anche di assicurare una società più equa e prospera, nel rispetto delle generazioni future. Viene confermato il cosiddetto “approccio precauzionale” per tutte le attività che caratterizzano il progresso e l’evoluzione tecnologica dell’uomo. Sesto Programma comunitario di azione in materia di ambiente Il documento in esame si configura come lo strumento di programmazione pluriennale delle attività dell’UE in campo ambientale. Il sesto programma in particolare copre un arco temporale di dieci anni, a decorrere dal 22 luglio 2002 – decisione N. 1600/2002/CE. Quattro i settori principali di intervento: 1) cambiamenti climatici, 2) natura e biodiversità, 3) ambiente, salute e qualità dell’aria ed infine 4) risorse naturali e rifiuti. Settimo Programma d’Azione per l’Ambiente Il VII Programma d’azione per l’ambiente, approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio con la decisione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L. 354 del 28 dicembre 2013, definisce un quadro generale per le politiche europee da seguire in materia ambientale fino al 2020.

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Prendendo le mosse dal VI Programma per l’ambiente terminato nel 2012, il nuovo programma dal titolo “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta” intende raggiungere un elevato livello di protezione ambientale, una migliore qualità della vita e un determinato grado di benessere dei cittadini europei e non. Il VII Programma lancia infatti le sfide da seguire, gli obiettivi da raggiungere e definisce un quadro di programmazione europea per l’ambiente fino al 2020. Individua inoltre 9 obiettivi prioritari da realizzare: 1. proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Unione; 2. trasformare l´Unione in un´economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’impiego delle risorse, verde e competitiva; 3. proteggere i cittadini da pressioni e rischi ambientali per la salute e il benessere; 4. sfruttare al massimo i vantaggi della legislazione dell’Unione in materia di ambiente; 5. migliorare le basi scientifiche della politica ambientale; 6. garantire investimenti a sostegno delle politiche in materia di ambiente e clima e farlo al giusto prezzo; 7. migliorare l´integrazione ambientale e la coerenza delle politiche; 8. migliorare la sostenibilità delle città dell´Unione; 9. aumentare l´efficacia dell´azione UE nell´affrontare le sfide ambientali a livello regionale e mondiale.

La strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia Approvata dal CIPE nel 2002 (Deliberazione n. 57, del 2 agosto 2002), la Strategia Nazionale d’Azione ambientale garantisce la continuità con l’azione dell’Unione Europea, in particolare con il Sesto Piano di Azione Ambientale e con gli obiettivi fissati a Lisbona e poi a Göteborg dal Consiglio Europeo in materia di piena occupazione, di coesione sociale e di tutela ambientale. Deve inoltre garantire, in coerenza con le indicazioni del Consiglio Europeo di Barcellona (2002), la predisposizione della strumentazione necessaria per la concertazione, la partecipazione, la condivisione delle responsabilità a livello nazionale ed il reporting. La Strategia d’Azione Ambientale si articola, identificando prima gli strumenti operativi di carattere generale, in quattro grandi aree tematiche prioritarie, le medesime indicate dal Sesto Piano d’Azione Ambientale dell’UE: ₋ cambiamenti climatici e protezione della fascia dell’ozono; ₋ protezione e valorizzazione sostenibile della Natura e della Biodiversità; ₋ qualità dell’Ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani; ₋ prelievo delle risorse e produzione di rifiuti.

Piano di Azione Summit mondiale sullo Sesto Programma comunitario di Strategia d'azione ambientale per lo Sviluppo Sostenibile Johannesburg azione in materia di ambiente sviluppo sostenibile in Italia 2002 TEMI 2002 2007-2013

Ridurre le emissioni di gas a effetto Ridurre le emissioni di gas a effetto serra Ridurre le emissioni di gas a effetto serra serra nei settori energia, trasporti, nei settori energia, trasporti, industriale, nei settori energia, trasporti, industriale, industriale, abitativo e terziario abitativo e terziario (protocollo di Kyoto). abitativo e terziario (protocollo di Kyoto). (protocollo di Kyoto). Riduzione delle emissioni inquinanti in Ridurre le malattie respiratorie ed altre Raggiungere livelli di qualità dell’aria atmosfera e mantenimento delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico che non comportino rischi o impatti concentrazioni al di sotto dei limiti che

ARIA - ARIA- CLIMA con particolare attenzione a donne e negativi significativi per la salute escludano danni alla salute umana, agli bambini. umana e per l’ambiente. ecosistemi, al patrimonio monumentale. Assicurare lo sviluppo sostenibile degli Conservare, ripristinare e utilizzare Ridurre l'inquinamento nelle acque interne, ocenai e la gestione sostenibile della in modo sostenibile l'ambiente nell'ambiente marino e nei suoli. pesca. marino, le coste, le zone umide. Raggiungere livelli di qualità delle acque sotterranee e di superficie che non presentino impatti o rischi Dimezzare entro il 2015 il numero di significativi per la salute umana e persone che non hanno eccesso all'acqua Gestione sostenibile della risorsa idrica. per l'ambiente, garantendo che il potabile. ACQUA tasso di estrazione delle risorse idriche sia sostenibile nel lungo periodo. Sviluppare la gestione integrata delle risorse idriche e dei piani di efficienza idrica Uso sotenibile ed elevata qualità Conversione e ripristino della risorsa idrica. entro il 2005 sostenendo i paesi in via di delle acque. sviluppo.

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Miglioramento della qualità della risorsa

idrica. Eliminare sostanze chimiche persistenti (POPs) e pesticidi; Minimizzare gli impatti delle sostanze chimiche pericolose per Promuovere un uso sostenibile del Proteggere il territorio dai rischi ambiente e salute entro il 2020; Ridurre le suolo, prevenendo fenomeni di idrogeologici, sismici e vulcanici e dai concentrazioni di piombo nelle vernici a erosione, deterioramento, fenomeni erosivi delle coste. base di piombo e nelle altre fonti di contaminazione e desertificazione. esposizione all’uomo, in particolare dei bambini. Ridurre gli impatti dei pesticidi sulla salute umana e l’ambiente; Produrre ed utilizzare le sostanze chimiche in Ridurre e prevenire la desertificazione. modo da non comportare un impatto negativo sulla salute e sull’ambiente entro il 2020. SUOLO Ridurre inquinamento nelle acque interne,

nell’ambiente marino e nei suoli. Riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste. Bonifica e recupero delle aree e dei siti

inquinati. Gestione del territorio che tenga conto delle caratteristiche e della vocazione dei suoli. Ridurre l’uso dei pesticidi. Conservazione e uso sostenibile delle Arrestare il deterioramento della Conservazione della biodiversità. diversità biologiche; diversità biologica entro il 2010. Conservare, ripristinare e utilizzare Recupero della funzionalità dei sistemi Riduzione significativa entro il 2010 del in modo sostenibile l’ambiente naturali e agricoli nelle aree montane, ritmo di perdita della diversità biologica. marino, le coste, le zone umide. collinari, di pianura e marini. Assicurare lo sviluppo sostenibile degli Riduzione del prelievo di risorse senza oceani e la gestione sostenibile della Conservare le specie e habitat. pregiudicare gli attuali livelli di qualità della pesca. vita. Conseguire una utilizzo più Estensione delle coltivazioni, adozione di efficiente delle risorse naturali con buone pratiche agricole, adozione di BIODIVERSITÀ Conservare gli ecosistemi delle montagne. modelli di produzione e di consumo pratiche biologiche o ecocompatibili, più sostenibili. gestione sostenibile delle foreste. Cambiare gli stili non sostenibili di

produzione e consumo. Conservare e ripristinare le zone Contenimento della mobilità a maggiore con significativi valori legati al impatto ambientale. GGIO paesaggio. PAESA Ridurre sensibilmente il numero di persone costantemente soggette a Riduzione dell’inquinamento acustico e livelli medi di inquinamento acustico riduzione della popolazione esposta. di lunga durata che provocano danni RUMORE alla salute.

Riduzione delle emissioni inquinanti in Contribuire a un elevato livello di atmosfera e mantenimento delle qualità della vita di benessere concentrazioni di inquinamento al di sotto sociale per i cittadini attraverso un di limiti che escludano danni alla salute ambiente in cui il livello umana, agli ecosistemi e al patrimonio

dell'inquinamento non provochi monumentale. effetti nocivi per la salute umana e della vita)

RADIAZIONI l'ambiente e attraverso uno sviluppo Riduzione dell'esposizione a campi urbano sostenibile. elettromagnetici in tutte le situazioni a rischio per la salute umana e l'ambiente

(Ambiente e salute equalità naturale. Assicurare la diffusione e l'accesso ai Ridurre gli impatti dei pesticidi sulla servizi di assistenza sanitaria di base al fine Ridurre l'uso dei pesticidi. salute umana e l'ambiente. di ridurre le minacce ambientali alla salute. Produrre ed utilizzare le sostanze Ridurre di 1/4 entro il 2005 il numero di chimiche in modo da non malati di AIDS di età compresa tra i 15 e 24 comportare un impatto negativo Sicurezza e qualità degli alimenti. anni. sulla salute e sull'ambiente entro il 2020. Eliminare sostanze chimiche persistenti (POPs) e pesticidi; Minimizzare gli impatti delle sostanze chimiche pericolose per Contribuire ad una migliore qualità ambiente e salute entro il 2020; ridurre le della vita mediante un approccio Uso sostenibile degli OGM. concentrazioni di piombo nelle vernici a integrato concentrato sulle zone

POPOLAZIONE SOCIETÁE base di piombo e nelle altre fonti di urbane. esposizione all'uomo, in particolare dei

(Ambiente salute e qualita' della vita) bambini.

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Piano di Azione Summit mondiale sullo Sesto Programma comunitario di Strategia d'azione ambientale per lo Sviluppo Sostenibile Johannesburg azione in materia di ambiente sviluppo sostenibile in Italia 2002 TEMI 2002 2007-2013

Accrescere la produzione alimentare salvaguardando la sicurezza alimentare in maniera sostenibile per l'ambiente. Controllo del traffico nei centri urbani e promozione di attività alternative alla mobilità privata. Infrastrutturazione urbana a favore della

MOBILITA' modalità di trasporto ciclopedonale. Stabilizzare e ridurre i consumi energetici Stabilizzare e ridurre i consumi Stabilizzare e ridurre i consumi energetici nei settori trasporti, industriale, abitativo e energetici nei settori trasporti, nei settori trasporti, industriale, abitativo e terziario. industriale, abitativo e terziario. terziario. Promuovere l’uso di tecnologie più pulite e l’efficienza energetica. Promuovere l’uso di fonti di energia Incrementare la produzione di energia da Sviluppare e diffondere le tecnologie rinnovabili allo scopo di fonti rinnovabili; Elaborare Piani Energetico energetiche alternative allo scopo di raggiungere, entro il 2010 l’obiettivo Ambientali regionali che privilegino le fonti ENERGIA assegnare una parte maggiore del mix del 12% del consumo. Raggiungere, rinnovabili, l’innovazione tecnologica, la energetico alle energie rinnovabili. entro il 2010, la percentuale del razionalizzazione della produzione elettrica 22% della produzione di energia e dei consumi energetici. elettrica a partire da energie rinnovabili.

Prevenire e minimizzare la produzione di Conseguire una sensibile riduzione Riduzione della produzione di rifiuti. rifiuti. delle quantità di rifiuti prodotte. Ottimizzare il riuso ed il riciclo dei rifiuti, Incentivare il riutilizzo, il recupero e Recupero di materia e recupero energetico l'uso di materiali alternativi non dannosi per RIFIUTI (gestione

dei rifiuti)dei il riciclaggio dei rifiuti. dei rifiuti. l'ambiente.

Gli obiettivi più pertinenti sono stati evidenziati in corsivo. Di seguito se ne riporta una sintesi dalla quale emerge come siano strettamente riconducibili ai dieci criteri di sostenibilità ambientale del manuale UE.

Ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori energia, trasporti, industriale, abitativo e terziario ARIA - CLIMA Riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera Conservare, ripristinare e utilizzare in modo sostenibile le zone umide ACQUA Ridurre l'inquinamento nelle acque interne e nei suoli Uso sostenibile delle acque Gestione del territorio che tenga conto delle caratteristiche e della vocazione dei suoli, prevenendo fenomeni di erosione e rischio SUOLO idrogeologico, deterioramento, contaminazione e desertificazione. BIODIVERSITA' Conservazione della biodiversità, di specie, habitat ed ecosistemi PAESAGGIO Conservare e ripristinare le zone con significativi valori legati al paesaggio RUMORE Riduzione dell’inquinamento acustico e riduzione della popolazione esposta RADIAZIONI Riduzione dell'esposizione a campi elettromagnetici MOBILITA' Controllo del traffico nei centri urbani e promozione di attività alternative alla mobilità privata ridurre i consumi energetici nei settori trasporti, industriale, abitativo e terziario ENERGIA diffondere le tecnologie energetiche alternative Prevenire e minimizzare la produzione di rifiuti RIFIUTI Incentivare il riciclaggio dei rifiuti

7.2 Coerenza degli obiettivi di PUC con i criteri generali di sostenibilità ambientale In linea con quanto indicato nelle Linee Guida Regionali per la Valutazione Ambientale Strategica dei PUC approvate con Deliberazione n. 44/51 del 14 dicembre 2010, si riporta un quadro sinottico – tabella di sintesi che permette una facile individuazione della coerenza degli obiettivi di Piano con i principi di cui al comma 2, art. 3 delle N.T.A. del P.P.R. e con i 10 criteri di sostenibilità ambientale proposti dal Manuale UE.

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l'obiettivo del piano risulta coerente con il criterio di sviluppo sostenibile/principi di cui al comma 2 dell'art. 3 delle NTA del PPR l'obiettivo del piano risulta indifferente al criterio di sviluppo sostenibile/principi di cui al comma 2 dell'art. 3 delle NTA del PPR, in quanto non persegue finalità ad esso correlato la coerenza dell'obiettivo di Piano con il criterio di sviluppo sostenibile/principi di cui al comma 2 dell'art. 3 delle NTA del PPR dovrà essere approfondita nel RA in relazione alle azioni definite dal PUC

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Criteri di Sostenibilità Ambientale del Manuale U.E. Principi di cui al comma 2, Art. 3 delle NTA del P.P.R.

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Uso e gestionecorretta, dal punto Conservare e migliorare la qualità - Promuovere - la partecipazione iti iti della capacitàdi rigenerazione - Ridurre al minimo l’impegnodelle - Impiego delle risorserinnovabili - - Conservare e migliorarelo stato - - Protezione dell’atmosfera - Conservare - miglioraree la qualità Conservare - miglioraree la qualità PR. 1 - Controllo dell'espansione delle città PR. 2 - Gestione dell'ecosistema urbano secondoil principio di precauzione Ob. Ob. - 9 Sensibilizzare alle problematiche ambientali,sviluppare l’istruzione lae formazione in campo ambientale PR. 3 - Conservazione sviluppo e del patrimonio naturale culturalee PR. 4 - Alleggerimento della eccessiva pressione urbanistica,in particolare nellezone costiere PR. 5 - Politiche settoriali nelrispetto della conservazione della diversità biologica PR. 6 - Strategie territorialiintegrate le per zone ecologicamente sensibili PR. 7 - Protezionedel suolo con la riduzione dierosioni PR. 8 - Conservazione recupero e delle grandi zoneumide PR. 9 - Gestione e recuperodegli ecosistemi marini PR. 10Conservazione - e gestionedi paesaggi diinteresse culturale, storico, estetico ed ecologico PR. 11Più - adeguata compatibilità delle misuresviluppo di che incidano paesaggiosul PR. 12Recupero - di paesaggi degradati daattività umane Ob. Ob. 1 risorse energetiche non rinnovabili Ob. 2 lim nei Ob. 3 vistadi ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti Ob. 4 della fauna e dellaflora selvatiche, degli habitat deie paesag Ob. 5 suoli dei delle e risorse idriche Ob. 6 delle risorse storiche culturalie Ob. 7 dell’ambiente locale Ob. 8 Ob. 10 del pubblico alledecisioni che comportano sviluppouno sostenibile piani e programmi 1. Recupero del centro storico e degli spazi pubblici

2. Ricucitura delle fratture tra centro antico ed espansioni recenti

3. Contenimento del consumo di suolo agricolo

4. Valorizzazione delle valenze ambientali, riqualificazione del paesaggio e messa in rete dei beni di interesse storico, culturale e paesaggistico

5. Rivitalizzazione della struttura socio – economica partendo dalle risorse del territorio

6. Mantenimento del presidio del territorio e dell'economia locale

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La verifica di coerenza riportata nella tabella seguente evidenzia che gli obiettivi di Piano 3, 4 e 6 relativi al contenimento del consumo di suolo agricolo, alla tutela e valorizzazione delle valenze ambientali, paesaggistiche e storico - culturali del territorio ed al mantenimento del presidio del territorio e dell'economia locale risultano coerenti con i criteri di sostenibilità ambientali proposti dal Manuale UE e con i principi di cui al comma 2, Art. 3 delle NTA del P.P.R. in quanto prevedono la tutela delle risorse ambientali e della biodiversità, la tutela degli elementi di interesse storico - architettonico, la difesa del suolo, la salvaguardia e valorizzazione del territorio agro. Particolare attenzione dovrà essere posta nell'attuazione degli obiettivi 2 e 5 che afferiscono al sistema della residenza e dei servizi e delle attività economiche in quanto, pur non risultando gli stessi in diretto contrasto con i criteri di sostenibilità ambientale, potrebbero comportare un incremento del carico insediativo, con conseguente aumento delle pressioni sulle componenti ambientali (atmosfera, idrosfera, suolo e sottosuolo, biodiversità). Laddove necessario, dovranno quindi essere individuate specifiche misure per il contenimento degli effetti che saranno finalizzate al miglioramento dell’efficienza energetica, alla razionalizzazione dei consumi, all’impiego di fonti rinnovabili di energia, alla riqualificazione energetica degli edifici oggetto di recupero/valorizzazione, ecc. Tuttavia, nel caso specifico dell’obiettivo 5, la rivitalizzazione del territorio mediante l’attuazione di una serie di azioni/misure volte a “richiamare” nella Barbagia di Ollolai forme di turismo sostenibile alternativo a quello costiero, non può prescindere dalla conservazione e valorizzazione delle bellezze naturali e dei beni storici, architettonici ed archeologici presenti nella zona. Relativamente all'obiettivo 1 di recupero del centro storico e degli spazi pubblici, esso risulta coerente con gli obiettivi di sostenibilità ambientale di controllo dell'espansione delle città (contenimento del consumo di suolo) e di tutela del paesaggio, degli elementi di interesse storico - architettonico e delle valenze ambientali. Si dovrà comunque, anche in riferimento a questo obiettivo, porre particolare attenzione alla modalità di attuazione dello stesso nel PUC al fine di garantire l'applicazione di misure finalizzate al contenimento dei consumi energetici ed idrici ed alla corretta gestione dei reflui.

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8 ANALISI PRELIMINARE DI SOSTENIBILITA’ DEGLI OBIETTIVI DI PUC Gli obiettivi di Piano sono stati desunti a partire dal riconoscimento delle peculiarità del territorio comunale di Ollolai (intese come elementi di pregio da tutelare, criticità e opportunità presenti in ambito comunale). Il nuovo Piano Urbanistico Comunale intende perseguire una traiettoria di sviluppo centrata sulla valorizzazione delle risorse locali, sulla assunzione collettiva della responsabilità di preservare tali risorse per le generazioni future, sul convincimento che occorre trovare il corretto equilibrio tra esigenze della vita contemporanea e la preziosità del territorio e delle sue specificità, sulla consapevolezza che è inevitabile intraprendere un nuovo modo di usare e trasformare il territorio e la città. Sotto il profilo ambientale e paesaggistico, il Piano riconosce le peculiarità del territorio e promuove la tutela e la valorizzazione delle valenze ambientali, paesaggistiche e storico - culturali del territorio. Da una prima lettura del territorio si evince come la componente naturale sia fortemente predominante su quella insediativa ed infrastrutturale. Presenti nel territorio comunale boschi di querce caducifoglie prevalentemente nella porzione di territorio a nord del centro di Ollolai, mentre a sud dell’abitato prevalgono i boschi di leccio. Non mancano in ambito comunale formazioni rupestri, boschi di sughera (prevalentemente a nord del centro abitato) e macchie evolute. Oltre alle formazioni forestali, il territorio si caratterizza per la presenza dell’acqua, in particolare del lago artificiale di Cucchinadorza ubicato a sud del comune, al confine con i comuni di Teti e Ovodda, delle sorgenti che hanno favorito nei secoli scorsi l’insediamento umano e dei numerosi corsi d’acqua, per lo più effimeri. Su questi serbatoi di biodiversità, il PUC dovrà ridefinire e valorizzare i corridoi ecologici esistenti, migliorandone la funzionalità ecologica e le relazioni ecosistemiche con le aree di maggior valenza ambientale e con gli elementi di naturalità minore diffusi nel territorio. Ciò anche nello spirito di promuovere una valorizzazione turistica integrata compatibile con le risorse del territorio. L’importanza di tutelare tali ambiti di valenza ambientale riveste importanza anche sul piano economico, in quanto essi contribuiscono ad incrementare l’attrattività turistica dei luoghi (cfr. obiettivo 5). L’ambiente e la storia dei luoghi costituiscono un binomio inscindibile dei turismi di oggi. Il patrimonio di risorse ambientali e storico/culturali rappresenta per ogni meta turistica l’elemento che fa la differenza, che la distingue e la identifica in un contesto competitivo ormai globale. Il Piano, in linea con il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Sardegna 2014 - 2020, considera centrale la valorizzazione e riqualificazione dell’ambiente e dello spazio rurale attribuendo all’agricoltura un importante ruolo di presidio a difesa del territorio e del suo patrimonio naturalistico, ma allo stesso tempo di valorizzazione delle produzioni e dei territori. Alla base della valorizzazione e riqualificazione dell'ambiente e dello spazio rurale vi sono la salvaguardia, il ripristino ed il miglioramento della biodiversità e del paesaggio agrario, riducendo il conflitto tra le attività agricole e le esigenze di tutela degli habitat e delle specie mediante azioni volte alla conservazione dello spazio naturale e favorendo il mantenimento o la ricostruzione di elementi del paesaggio rurale con valenza di corridoi ecologici. La necessità di preservare il territorio agricolo è inoltre ancor di più avvallata dal fatto che l’attività agricola (comprensiva anche della zootecnia) rappresenta il settore principale dell’economia locale. Si pongono quindi una serie di interrogativi che non riguardano solo la riorganizzazione dell’esistente ma anche le modalità per garantire il presidio del territorio extraurbano e la valorizzazione delle numerose risorse ambientali, storiche e archeologiche in chiave turistica, valorizzando anche le produzioni locali e sostenendo il recupero dell’edilizia rurale sparsa. Per quanto riguarda il tema dello spazio urbano, risulta fondamentale il tema del contenimento/riduzione del consumo di suolo utilizzando prioritariamente, per rispondere alla eventuale domanda abitativa stimata, le potenzialità derivanti dalla riqualificazione e dalla trasformazione dei tessuti già compromessi, agendo quindi sull’esistente.

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Le riflessioni contemporanee sul territorio hanno indicato la necessità di affrontare il futuro considerando che, in termini di edificazione, occupazione del suolo, infrastrutturazione, ciò che è stato realizzato negli ultimi decenni è superiore a quanto fatto nei secoli precedenti. Tali riflessioni consegnano ai piani urbanistici la necessità di affrontare il tema dello sviluppo non più nei termini espansivi della crescita, quanto in quelli contenitivi della riqualificazione. In questa direzione intende muoversi anche il PUC di Ollolai, sposando la filosofia del “costruire sul costruito”. Lavorare sulla città esistente vuol dire, a partire dal suo riconoscimento per sistemi, considerarne gli elementi strutturali e, contemporaneamente, confrontarsi con i temi specifici del funzionamento e della qualità delle parti che la compongono. Sempre più spesso si associano, a questo atteggiamento della pianificazione, i temi e le modalità della “riqualificazione”. In questo senso, allora, il PUC si pone l’obiettivo di migliorare la qualità dello spazio pubblico attraverso il coordinamento degli interventi pubblici e privati, l’integrazione degli spazi esistenti con quelli di nuova realizzazione, la riqualificazione del centro storico e, più in generale, del centro urbano, la valorizzazione di luoghi e percorsi paesaggistici di collegamento con le risorse naturalistiche e storico-culturali, in primis quelle afferenti il Monte San Basilio. Il piano si pone quindi come obiettivo primario il recupero del centro storico e degli spazi pubblici di Ollolai, in coerenza con i dettami del Piano particolareggiato del centro storico, mediante, ad esempio, la redazione di Progetti su aree pubbliche o di uso pubblico che garantiscano/perseguano il rispetto e la valorizzazione delle visuali prospettiche dell’edificato e la salvaguardia delle vedute. La riqualificazione della città pubblica dovrà inoltre tenere in considerazione tutti gli elementi che la connotano (strade, viali, corsi, piazze, marciapiedi, aree verdi, arredo urbano, illuminazione pubblica, aree di pertinenza, etc.), privilegiando gli interventi che prevedono la creazione, riqualificazione ed adeguamento dei percorsi e sentieri di valore paesaggistico. Le azioni che il PUC potrà attivare per Ollolai vertono per lo più sul recupero e rinnovo del tessuto esistente, intervenendo sulla ricalibratura del “baricentro urbano”, sulla ridefinizione degli spazi interstiziali liberi e sulla ricucitura dei bordi urbani, con l’obiettivo di attribuire una nuova identità (e dignità) al centro. Il PUC affronta nel Documento degli Obiettivi anche la questione delle attività economiche, all'interno del tema della rivitalizzazione dell'assetto socio - economico del territorio, in una chiave di lettura volta al potenziamento di un'offerta turistica di tipo "naturalistica" alternativa a quella classica della Sardegna di tipo balneare. ll PUC agisce sostanzialmente sulle regole e modalità di uso del suolo all’interno dei limiti amministrativi comunali, pertanto gli obiettivi e le strategie/azioni di Piano si tradurranno nella zonizzazione e nelle Norme Tecniche che verranno predisposte successivamente alla fase di scoping. Il piano di Ollolai agirà sul sistema ambientale, insediativo e dei servizi ed inevitabilmente andranno a crearsi relazioni trasversali con clima, aria, idrosfera (acque superficiali e sotterranee), geosfera, flora, fauna, biodiversità, paesaggio, beni culturali, storici, architettonici ed archeologici, popolazione, sottoservizi, consumi (acqua, energia), produzione di reflui e rifiuti, inquinanti fisici (rumore, radiazioni, inquinamento luminoso), salute, rischi naturali ed antropici. Ad esempio una trasformazione urbanistica agisce inevitabilmente sulla componente suolo (consumo ed impermeabilizzazione), sul paesaggio e sulle componenti biotiche. La relazione tra le componenti dipende dalla tipologia di uso del suolo di partenza: agricolo, incolto, bosco, habitat, area dismessa, ecc; nel caso di un'area dismessa, infatti, l’impatto su paesaggio o componenti biotiche può essere positivo in quanto viene riqualificato un ambito degradato. Nel caso dell’individuazione di servizi l’interazione è molto forte con le componenti sociali e con le infrastrutture ed i sottoservizi, tuttavia si avranno relazioni anche con le componenti ambientali aria, acqua, suolo e sottosuolo, paesaggio e componenti biotiche, agenti fisici (emissioni acustiche, elettromagnetiche, inquinamento luminoso). Le trasformazioni del territorio possono interagire anche con i beni storico culturali, architettonici ed archeologici in funzione della vicinanza / posizione. A conclusione delle prime considerazioni sulla sostenibilità degli indirizzi di Piano, vengono qui di seguito individuate, per ciascun obiettivo di Piano, le componenti ambientali che dovranno essere oggetto di particolare attenzione in sede di stesura del Rapporto Ambientale per il riconoscimento dei possibili impatti significativi sull’ambiente (positivi o negativi) derivanti dall’attuazione del Piano

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Piano Urbanistico Comunale (PUC) Comune di Ollolai (NU) Documento di Scoping e, di conseguenza, per l’individuazione di eventuali indicazioni e linee guida aventi lo scopo di indirizzare il Piano verso la sostenibilità ambientale. Vengono inoltre indicate le componenti per le quali, già a questo livello di pianificazione, è possibile stabilire una correlazione positiva tra obiettivo e componente.

L’interazione obiettivo - componente ambientale dovrà essere oggetto di particolare attenzione in sede di stesura del Rapporto Ambientale per il riconoscimento dei possibili impatti significativi sull’ambiente (positivi o negativi) derivanti dall’attuazione dell’obiettivo stesso + Correlazione positiva tra obiettivo di Piano e componente ambientale e socio - economica Nessuna correlazione significativa

Componenti ambientali e socio - economiche potenzialmente interessate dall'attuazione degli obiettivi di Piano

Obiettivi di Piano Aria Acqua sottosuolo Suolo e Vegetazione, flora, fauna biodiversità e Paesaggio, patrimonio storico, archeologico architettonico, insediativo Sistema Salute umana Sistema economico produttivo mobilità della Sistema ed Recupero del centro storico e degli 1 + + + + + + spazi pubblici Ricucitura delle fratture tra centro 2 + + antico ed espansioni recenti Contenimento del consumo di suolo 3 + + + + + + agricolo Valorizzazione delle valenze ambientali, riqualificazione del 4 paesaggio e messa in rete dei beni di + + + interesse storico, culturale e paesaggistico Rivitalizzazione della struttura socio – 5 economica partendo dalle risorse del + + territorio Mantenimento del presidio del 6 + + + + + territorio e dell'economia locale

Inoltre, viene qui di seguito riportata l'analisi di sostenibilità degli obiettivi di Piano (e delle strategie che ne conseguono) con gli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati al par. 4.16 per il territorio di Ollolai rilevati a partire dalle criticità ed emergenze emerse nel Documento di Scoping.

La coerenza dell'obiettivo di Piano con gli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati al par. 4.16 dovrà essere approfondita nel RA in relazione alle azioni definite dal PUC L'obiettivo di Piano risulta indifferenti agli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati al par. 4.16

L'obiettivo di Piano risulta coerenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati al par. 4.16

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Obiettivi di Piano

Obiettivi di sostenibilità ambientale individuati per il PUC 5. Rivitalizzazione della struttura struttura della 5. Rivitalizzazione partendo – socio economica territorio del dalle risorse del presidio del 6. Mantenimento locale e territorio dell'economia 1. Recupero del centro storico storico e centro del 1. Recupero degli pubblici spazi tra fratture delle 2. Ricucitura ed espansioni centro antico recenti di consumo del 3. Contenimento suolo agricolo 4. Valorizzazione delle ambientali, valenze riqualificazione paesaggio e del messa in beni di interesse storico, rete culturale dei e paesaggistico Proseguire nel processo già avviato con la redazione del PAES mediante l'adozione di misure volte alla riduzione delle emissioni inquinanti, alla riduzione dei consumi energetici e all'impiego di fonti energetiche rinnovabili Tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica Tutelare la popolazione dai fenomeni di dissesto idrogeologico, verificando la compatibilità delle previsioni urbanistiche con le aree di dissesto individuate dalla pianificazione di settore e dagli Studi di Compatibilità Idraulica e Geologica ai sensi dell’art. 8 comma 2 delle NTA del PAI

Tutelare il ricco patrimonio forestale presente in territorio comunale (anche mediante forme di gestione sostenibile) e contenere l’abbandono di pratiche agricole tradizionali (principalmente di carattere estensivo, che consentono la preservazione delle funzioni ecologiche delle superfici agricole)

L’analisi preliminare di coerenza degli obiettivi di piano e delle strategie con gli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati al par. 4.16 per il territorio di Ollolai (a partire dalle criticità ed emergenze pertinenti all'ambito di competenza del Piano) ha premesso di individuare gli obiettivi del nuovo piano che risultano coerenti con gli stessi e gli obiettivi per i quali, in questa fase preliminare, non è possibile verificarne la coerenza, in quanto strettamente correlata alla "traduzione" degli obiettivi e delle linee strategiche in azioni di Piano. Ciò che emerge dalla valutazione effettuata risulta essere infatti che gli obiettivi di Piano 3, 4 e 6 risultano coerenti con l'obiettivo di sostenibilità ambientale di tutela del ricco patrimonio forestale presente e di contenimento del fenomeno di abbandono di pratiche tradizionali. Maggiore attenzione, per quanto riguarda la valutazione dei potenziali impatti, dovrà invece essere rivolta alle azioni di Piano che derivano dall'attuazione degli obiettivi relativi allo spazio urbano ed extraurbano (Obiettivi 1, 2 e 5) in termini di tutela quali - quantitativa della risorsa idrica, di riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e di risparmio energetico. In tal senso si ritiene che l’attuazione degli obiettivi di recupero e valorizzazione, riqualificazione e riconversione, ma anche di trasformazione, potranno trovare coerenza con gli obiettivi di sostenibilità, prevedendo l'introduzione nella normativa di Piano di specifiche misure.

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9 MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEL PROCESSO PARTECIPATIVO Il processo partecipativo all’interno del processo di redazione del Piano permette di creare una dinamica democratica e condivisa sulle scelte più generali di gestione del territorio. La partecipazione è da considerarsi non solo come applicazione di una norma (tale attività è esplicitamente riconosciuta nelle Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica della RAS in cui si richiama la necessità di avviare il processo partecipativo sin dalle prime fasi di elaborazione del Piano al fine di consentire a tutti gli interessati di formulare osservazioni e suggerimenti di supporto alla definizione delle scelte di piano compatibili con le esigenze economiche e sociali della comunità) ma come opportunità di crescita di una coscienza e consapevolezza che contrasta la tendenza dei processi di pianificazione di scindere nettamente le conoscenze “scientifico-disciplinari” dei tecnici e degli amministratori dalla conoscenza diffusa degli abitanti che vivono e fruiscono il territorio. La finalità generale di innescare un processo partecipativo è infatti quello di aumentare il grado di consapevolezza dei cittadini sulle scelte di piano, a partire dai requisiti di fattibilità e di opportunità delle diverse alternative progettuali, cercando di allontanarsi dalla scala del singolo per avvicinarsi alle esigenze del bene pubblico. In particolare gli obiettivi più specifici possono essere schematizzati in quattro punti chiave: ₋ rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini; ₋ aumentare la responsabilità dei singoli nei confronti della cosa pubblica, promuovendo l’atteggiamento costruttivo e propositivo anziché passivo e di richiesta; ₋ aumentare il grado di consapevolezza da parte di tecnici, amministratori e cittadini sulle reali esigenze della città e del territorio; ₋ attuare scelte il più possibile condivise dal contesto sociale. A tal fine è importante creare contesti che mettano in relazione la società civile, le istituzioni/amministrazione e i tecnici in modo da far interagire e integrare le diversità di approccio al territorio, ai problemi e alle esigenze del territorio di Ollolai Il percorso partecipativo per la VAS del PUC di Ollolai sarà articolato in funzione della dualistica tipologia dei diversi soggetti interessati allo svolgimento della valutazione ambientale: ₋ da una parte gli attori che svolgono un ruolo “istituzionale” nella procedura di VAS: il proponente, l’autorità procedente, l’autorità competente, i soggetti competenti in materia ambientale, gli enti territorialmente interessati; ₋ dall’altra parte il pubblico ed il pubblico interessato, inteso nell’accezione più ampia di cittadini singoli o gruppi di interesse o associazioni.

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L’incontro di Scoping Il primo momento di partecipazione è rappresentato dall’incontro con l’Autorità Competente ed i Soggetti Competenti in Materia Ambientale (S.C.M.A.). Nell’incontro viene illustrato il Documento di Scoping al fine di: ₋ illustrare gli obiettivi individuati dall’amministrazione comunale per lo sviluppo del territorio; ₋ condividere la metodologia da adottare per la conduzione del processo di VAS; ₋ definire la portata ed il livello delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale.

Il PUC per un’idea condivisa della città di Ollolai Al fine di coinvolgere i cittadini nel processo di costruzione del Piano, l’Amministrazione Comunale potrà stabilire un confronto con la comunità locale durante la fase di elaborazione e redazione del PUC. Il percorso partecipativo inserito nella costruzione del nuovo Piano Urbanistico Comunale offre una grande opportunità per la creazione di un’idea condivisa della città, dei valori che sostanziano la sua identità e il suo sviluppo. Il piano, cioè, attraverso la partecipazione, diventa il luogo preposto per l’interrelazione tra sapere tecnico e sapere comune, dove si costruisce un nuovo rapporto tra conoscenza ed azione. Indagare il territorio come condizione umana arricchisce l’apparato analitico del piano con le visioni percettive, nozionali e culturali del contesto locale, basa le sue intenzioni su queste e sui comportamenti, desideri e paure di chi spesso è considerato come “elemento osservato” piuttosto che possibile “osservatore privilegiato”. La ricerca dei valori da parte del sapere tecnico dovrebbe allora trovare nelle pratiche partecipative quello spazio in cui trovano confronto e reciproca legittimità le immagini dell’osservatore e dei protagonisti attivi del mondo osservato. Il colloquio costante nel processo del piano tra le due visioni reca vantaggio a tutte le parti, infatti, maggiore sarà la loro corrispondenza in termini di elementi riconoscibili ed eleggibili tanto più il piano avrà possibilità di efficacia e condivisione. A questo fine il percorso, qualsiasi sia la sua portata e completezza, deve essere per quanto possibile, sempre trasparente, chiaro e realistico perché l’assunzione delle reciproche responsabilità si basi su un terreno di fiducia. Il metodo di lavoro è basato sull’intendere l’Amministrazione Pubblica non tanto un soggetto decisionale quanto piuttosto un soggetto che dialoga continuamente e costruttivamente con la realtà locale, svolgendo anche ruolo di interazione e aggregazione sociale. Il percorso partecipativo potrà quindi svilupparsi su due livelli. Da una parte il coinvolgimento e l’ascolto dei cittadini, sia come singoli che come gruppi di interesse o associazioni, per determinare un quadro dei “desiderata” delle persone che vivono il territorio. Dall’altra parte la consultazione di enti istituzionali e non, con l’obiettivo di intessere rapporti che possano sia far emergere problematiche legate alla gestione dei servizi che favorire lo scambio di materiali tra comune ed enti. La fase di consultazione ai sensi dell’art. 14 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. Il PUC adottato, come previsto sia dalla L.r. 45/89 sia dalla parte seconda del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., verrà quindi messo a disposizione del pubblico, unitamente al Rapporto Ambientale e alla Sintesi Non Tecnica, affinché chiunque abbia la possibilità di prenderne visione ed esprimere le proprie osservazioni. Segue quindi la consultazione di cui all’art. 14 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Durante tale fase, come riportato nelle Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali, verranno organizzati incontri con i Soggetti Competenti in Materia Ambientale (S.C.M.A.), con il pubblico e con il pubblico interessato finalizzati a presentare il PUC ed il relativo Rapporto Ambientale.

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10 INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE (SCMA) Nel seguito viene riportata una proposta di elenco dei Soggetti Competenti in Materia Ambientale (SCMA) coinvolti nel processo di consultazione da concordare con l’Autorità Competente (Provincia di Nuoro, Settore Amministrativo, Ufficio Urbanistica): - Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Direzione generale della difesa dell’ambiente - Servizio sostenibilità ambientale e Sistemi Informativi (SASI) - Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Direzione generale della difesa dell’ambiente – Servizio Valutazioni Ambientali - Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Direzione generale della difesa dell’ambiente – Servizio Tutela della Natura e Politiche Forestali - Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Direzione generale della difesa dell’ambiente – Servizio Tutela dell’atmosfera e del territorio - Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Direzione Generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, Servizio territoriale dell'Ispettorato ripartimentale di Nuoro - AGRIS Sardegna - Agenzia per la ricerca in agricoltura della Regione Autonoma della Sardegna - LAORE Sardegna - Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura - Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e l'ambiente della Sardegna(Fo.Re.S.T.A.S.) - Regione Autonoma della Sardegna - Assessorato degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica, Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia - Servizio Pianificazione Paesaggistica e Urbanistica - Regione Autonoma della Sardegna - Assessorato degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica, Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia - Servizio tutela del paesaggio e vigilanza province Nuoro - Ogliastra - Regione Autonoma della Sardegna - Assessorato degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica, Direzione Generale Enti Locali e Finanze - Servizio demanio e patrimonio e autonomie locali di Nuoro e Olbia Tempio - Regione Autonoma della Sardegna - Assessorato dei Lavori Pubblici, Direzione Generale dei Lavori Pubblici - Servizio territoriale opere idrauliche di Nuoro (STOINU) - Regione Autonoma della Sardegna - Assessorato Agricoltura e Riforma Agropastorale - Regione Autonoma della Sardegna - Assessorato Industria, Direzione generale dell'Industria, Servizio attività estrattive e recupero ambientale - Regione Autonoma della Sardegna, Direzione generale Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna - Servizio difesa del suolo, assetto idrogeologico e gestione del rischio alluvioni - MIBACT - Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro - Provincia di Nuoro - Settore Gestione Ambiente e Territorio - Provincia di Nuoro - Settore Infrastrutture - ARPAS – Direzione Tecnico Scientifica - Dipartimento di Nuoro - A.S.L. di Nuoro - Distretto di Nuoro - ABBANOA

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- Ente Acque delle Sardegna - Unione dei Comuni Barbagia - Consorzio BIM Taloro - Comuni confinanti: Olzai, Sarule, Mamoiada, Gavoi, Ovodda e Teti

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