Musica

PETITE MESSE SOLENNELLE Michele Campanella

Lunedì 10 Dicembre 2018 Musica La Petite Messe Solennelle 3 PETITE MESSE SOLENNELLE di Michele Campanella

Lunedì 10 Dicembre, ore 20.45 Sala Grande Non è questa la sede per confermare o confutare tesi sul “silenzio” creativo di Rossini. All’indomani del Guillaume Tell Michele Campanella (1829), Rossini si rinchiude in un isolamento artistico che concertatore e primo pianoforte conosce soltanto due eccezioni, lo del 1842 Monica Leone e la Petite Messe Solennelle del 1863. Resta comunque secondo pianoforte impressionante il lasso di tempo che divide queste ultime Enrica Ruggiero due composizioni e ancora più impressionante il fatto harmonium che con la Petite Rossini abbia raggiunto il capolavoro assoluto della sua vita, dopo un’interruzione che avrebbe Linda Campanella inaridito qualunque altro talento. In realtà Rossini si “tenne in allenamento” scrivendo numerosi brani per pianoforte, da lui Adriana Di Paola denominati Péchés de Vieillesse. Mi sembra utile partire da mezzosoprano questi sconcertanti frammenti musicali per comprendere dove Francesco Marsiglia Rossini abbia trovato il suono del pianoforte della Petite. È tenore inimmaginabile infatti credere che la scrittura pianistica della

Messa possa nascere per quell’occasione: è invece frutto PETITE MESSE SOLENNELLE Matteo d’Apolito di un quotidiano amore per lo strumento, testimoniato dallo basso-baritono studio di Bach e dalla composizione dei Peccati di Vecchiaia. La Stagione Armonica programma Rossini amava definirsi “pianiste de la quatrième classe”: di coro (1792 – 1868) fronte a Chopin, a Liszt e alla coorte di più o meno formidabili Sergio Balestracci Petite Messe Solennelle virtuosi di cui si lamenta Heine nelle sua corrispondenze maestro del coro per soli, coro, due pianoforti e harmonium parigine e che frequentavano proprio il salotto di casa Kyrie (soli e coro) Gloria (soli e coro) Rossini, è evidente che la classificazione è comprensibile. Gratias (, tenore, basso) Ma se si parla di musica tout-court e non di pianismo allora Domine Deus (tenore) Qui tollis (soprano e contralto) il discorso diventa più complesso e l’autoironia di Rossini Quoniam (basso) Cum Sancto Spiritu (soli e coro) suona immeritatamente severa. Se si analizza il linguaggio Credo (soli e coro) pianistico dei Peccati di Vecchiaia ci si accorge che essi non Crucifixus(soprano) Et resurrexit (soli e coro) sono affatto lontani dalla Messa. Ciò che cambia radicalmente Preludio religioso – Offertorio (pianoforte) con il sostegno di Sanctus (soli e coro) tra Peccati e Petite non è tanto il linguaggio — che peraltro in O salutaris Hostia (soprano) alcuni dei Peccati è allusivo, provocatorio, quasi dispettoso Agnus Dei (contralto e coro) — bensì il senso stesso della musica. Uno dei più pericolosi equivoci sulla Messa nasce dalla vicinanza temporale tra Intanto va detto che la Messa oltre che ai brani canonici 5 i brani pianistici e il capolavoro sacro: se si pensa che la (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei) enumera anche Messa sia uno dei Peccati di Vecchiaia, il più grande tra essi, un Preludio Religioso all’Offertorio e un Salutaris Hostia (Rossini stesso lo definisce nella dedica al buon Dio “dernier composto peraltro in precedenza ed inserito nella Petite in un péché mortel de ma vieillesse”…) siamo completamente fuori secondo momento. L’attributo “petite” si riferisce non solo ad strada. Possiamo invece correttamente considerare la grande un gesto di modestia dell’autore, ma soprattutto alla formazione quantità di spartiti per pianoforte composti da Rossini negli strumentale e vocale della composizione. Per questo motivo anni del silenzio, come essenziale preparazione alla nascita l’orchestrazione eseguita dallo stesso autore quattro anni dopo, del capolavoro. Il secondo equivoco nel quale si cade spesso ”per evitare che qualcun altro lo facesse”, è un vero tradimento sta nello stile vocale. In questo caso sia il riallacciarsi al Rossini al senso profondo dell’originale. La scrittura pianistica, asciutta dell’opera buffa, sia il considerare la Messa come opera e chiara, il vero segreto di questo capolavoro, è cancellata ”romantica” nella sua collocazione storica e interpretarla alla da un’orchestrazione che al contrario, nella sua inevitabile stregua di altri melodrammi coevi, sono errori che deformano pesantezza (il testo pianistico non è ricreato, ma soltanto in modo irreparabile il volto del capolavoro. Dovremmo trascritto), ne rende irriconoscibile il senso. Il coro, che si deve invece ammettere che la posizione di Rossini rispetto al suo confrontare con un’orchestra di grande organico, raggiunge (lontanissimo) passato e rispetto alle “novità” musicali delle volentieri le ottanta voci. Rare volte nella storia della musica, quali era al corrente sia stata di rottura la più completa possibile. con l’autorizzazione dell’autore, si è arrivati a tale misfatto. Come I soli titoli di vari brani pianistici ci fanno capire chiaramente se non bastasse la creazione di una consuetudine esecutiva l’atteggiamento polemico e ostile che il pesarese nutriva posticcia, lo spartito che è stato usato per un secolo nelle per le giovani leve dei compositori. Rossini sapeva di essere esecuzioni della versione per pianoforte non è quello originale, sopravvissuto alla sua epoca e di vivere in un mondo musicale ma una riduzione redazionale dalla partitura orchestrale. che non gli assomigliava affatto. Non per caso i suoi brani Risultato: il pianoforte di ripieno è scomparso, il Preludio PETITE MESSE SOLENNELLE pianistici furono composti non per la pubblicazione, bensì per religioso è affidato all’harmonium invece che al pianoforte, le esclusive esecuzioni del suo salotto. Questo isolamento molto della parte pianistica è inventata di sana pianta. Pochi volontario si legge chiaramente proprio nei toni dei Pechés, così anni fa la Fondazione Rossini ha autorizzato l’esame del vari tra loro, ma tutti caratterizzati da un voluto e sofferto distacco manoscritto e si è arrivati alla sua pubblicazione. Soltanto dal linguaggio musicale del tempo: incapacità di accettare il suo ora si ha chiaro il danno che la Petite ha subito da una prassi tempo e la musica che lo rappresentava a pieno titolo. esecutiva che come non mai ha tradito l’intenzione dell’autore.

La Petite, scritta per un pianoforte coadiuvato da un pianoforte Definire le ragioni di un’opera così irripetibile, coglierne la di “ripieno” e da un Harmonium, fu eseguita per la prima volta grandezza è nel caso della Petite Messe un’operazione non nel salotto di casa Pillet-Will secondo le disposizioni di Rossini: facile. Sinora abbiamo detto ciò che essa NON è: non è per dodici voci del coro e quattro solisti vocali che si univano romantica, non è figlia del Rossini del Barbiere. Ora possiamo al coro nei “tutti”, per un totale quindi di sedici voci. Rossini fu dire ciò che essa è: la Petite è musica sacra, è musica religiosa, presente ma non diresse né richiese la presenza di un direttore: è musica che si rifà programmaticamente al lontano passato, si limitò a girare le pagine dello spartito del primo pianista. alla tradizione della musica liturgica. Nel volgere lo sguardo Tornerò su questo punto per me essenziale. all’antico, Rossini compie il prodigio di preparare il futuro. Quei suoni scarni del suo pianoforte prosciugato di ogni inutile dal direttore. Se si osserva la Messa nel dettaglio, si vedrà che 7 orpello, quella linea di canto che non sai se definire da teatro tutti i numeri con le voci soliste accompagnate dal pianoforte o da chiesa, dove non c’è una nota in più del necessario, quel non richiedono direttore, mentre i brani corali hanno bisogno coro che nella sua trasparenza celebra l’amore di Rossini per di un concertatore, ovvero di un pensiero musicale che guidi i testi antichi, persino il suono demodé dell’harmonium che si il gruppo non soltanto per banali motivi di insieme ma per nasconde dentro quello dei pianoforti arricchendoli di vibrazioni dare un senso di unità musicale a una composizione che dura acidule, tutti questi elementi insieme fanno del timbro della un’ora e ventitré minuti. Quando coesistono un direttore ed un Petite un unicum che guarda all’oggettivazione stravinskiana, pianista, l’unità della Messa è in grave pericolo, perché le menti al Novecento che prende le distanze dalla retorica romantica e musicali sono due e per meri motivi di convivenza, o si invita un dai vapori decadentistici di fine secolo. Compito non facile degli direttore di rango o un pianista di rango: difficile che il compito esecutori è trovare uno “stile” che renda giustizia del linguaggio di guida sia diviso a metà tra due forti personalità. miracolosamente a cavallo tra altere e palcoscenico. Nell’anno del bicentenario rossiniano mi è stato chiesto di Ma se è vero che Rossini nasce a teatro e la sua scrittura è sintetizzare i due ruoli di concertatore e pianista in uno. Nel inconfondibilmente legata a questo luogo espressivo e ai mio caso ho ragionato da pianista: ho posto come centro della suoi tipici stilemi, è altrettanto palese come il suo genio sia composizione il pianoforte in modo che esso svolga la funzione riuscito, utilizzando questo stesso linguaggio, a scrivere di tessuto connettivo dell’intera struttura musicale. L’assenza di musica religiosa, che nulla ha a che vedere con le buffonerie una guida “visiva” impone agli esecutori una grande capacità di Figaro. Il punto quindi sta nel credere o meno alla sincerità d’ascolto nei confronti di una parte che altrimenti viene dell’ispirazione: da qui nascerà una lettura “seria” o al contrario considerata come “accompagnamento”. Capovolgendo gli distaccata e al limite ironica del testo. La cosa veramente equilibri interni del gruppo, li riordino in modo da rendere la straordinaria è che il testo stesso permette comodamente struttura della composizione molto più coerente di quanto PETITE MESSE SOLENNELLE due letture di tendenza opposta. Non si sorprendano gli non sia consueto attribuirle. Non più piccolo ensemble ascoltatori di quel che sto dicendo: il testo musicale è sempre “orchestrale”, ma piccolo complesso cameristico: un cambio disponibile a letture diverse. In questo caso specifico proprio fortissimo di mentalità. l’uso di stilemi che nascono dal teatro conserva un’ambiguità di notazione che lascia ampio margine di scelta e quindi anche di Michele Campanella errore. Insomma le piccole cose-che definiscono il volto della composizione-vanno lette nel contesto generale: soltanto così si sciolgono gli equivoci.

Infine una parole sulla funzione di pianista-concertatore: come ho scritto prima, Rossini non prevedeva, data la ristrettezza del gruppo di esecutori, la presenza di un direttore. La tradizione successiva lo ha invece considerato necessario: così, nella gran parte dei casi a dirigere è il direttore del coro e a suonare i due pianoforti sono chiamati pianisti che devono dipendere La Stagione Armonica festival e rassegne in Italia e all’estero: 9 coro Ravenna Festival, «Poesia e Musica» a San Maurizio a Milano, Settembre Musica a Torino (MiTo), Festival La Stagione Armonica viene Claudio Monteverdi a Cremona, fondata nel 1991 dai madrigalisti TrentoMusicAntica, Festival Cantar del Centro di Musica Antica di Lontano, Festival Barocco di Viterbo, Padova e si specializza nel repertorio Sagra Musicale Umbra, le Serate rinascimentale e barocco con Musicali di Milano, Festival Abbaye inclusione di programmi relativi al d’Ambronnay, York Early Music periodo classico, il ‘900 storico e il Festival, Festival delle Fiandre, Festival contemporaneo. di Torroella de Montgrí, Festival Misteria Paschalia di Cracovia, Festival Dal 1996 l’Ensemble è preparato e Europäische Kirchenmusik, Salzburger diretto da Sergio Balestracci. Festspiele. Si avvale della collaborazione di strumentisti e di solisti tra i più Ha registrato per la RAI, per le radio e qualificati ed ha collaborato con televisioni tedesca, svizzera, francese, orchestre e gruppi strumentali quali belga ed ha inciso per Astrée, Tactus, Hespèrion XX, Accademia Bizantina, Denon, Argo-Decca, Rivo Alto, Accademia degli Astrusi, Akademie Arabesque, Symphonia, Bongiovanni, für Alte Musik Berlin, Orchestra di CPO, Archiv, Deutsche Grammophon, Padova e del Veneto, I Solisti Veneti, Brilliant, Fuga Libera, e per la rivista Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Amadeus. Pertecipa alla registrazione e Orchestra Giovanile Italiana. per Sony Deutsche Harmonia Mundi PETITE MESSE SOLENNELLE de La Signora regale L’Ensemble è stato diretto da illustri prodotto ed interpretato dal mezzo- direttori quali Anthony Rooley, Nigel soprano Anna Bonitatibus che nel Rogers, Jordi Savall, Peter Maag, 2015 vince il The International Opera Gianandrea Gavazzeni, Gustav Awards come Best CD Operatic Leonhardt, Michele Campanella, Recital. Ottavio Dantone, Stefano Demicheli, Reinhard Goebel, René Jacobs, Tra il 2009 e il 2015 ha collaborato più Jonathan Webb, Howard Shelley, volte in Italia e all’estero con Riccardo Claudio Scimone, Federico Ferri, Muti con il quale, al Festival di Zsolt Hamar, e nel 2009 ha avuto Pentecoste di Salisburgo, ha eseguito inizio una collaborazione — più volte la Missa Defunctorum di Paisiello e il riconfermata — con Riccardo Muti. Requiem in do minore di Cherubini. Si è esibita per le principali associazioni concertistiche italiane, partecipando ai più importanti Michele Campanella Ha suonato con le principali orchestre Monica Leone concertatore e primo pianoforte europee e statunitensi, è stato secondo pianoforte ospite dei più importanti festival internazionali e ha registrato per le Il pianista Michele Campanella è etichette più prestigiose. Nata a Campobasso, Monica considerato internazionalmente Leone ha iniziato gli studi pianistici uno dei maggiori virtuosi e interpreti In veste di direttore-solista si è esibito sotto la guida della madre, Carmen lisztiani. con le più prestigiose orchestre Mazzarino, e li ha proseguiti poi La Società “” di Budapest italiane. È membro dell’Accademia con Massimo Bertucci presso il gli ha conferito il Gran Prix du Disque di Santa Cecilia, dell’Accademia Conservatorio di Napoli. Ha così nel 1976, 1977 e 1998. Nel 1986 il Filarmonica Romana, dell’Accademia ereditato l’impostazione pianistica Ministero della Cultura ungherese Cherubini di Firenze. È direttore della scuola di Vincenzo Vitale, il gli ha conferito la medaglia ai “meriti artistico del Maggio della Musica di più importante didatta italiano della lisztiani”, così come l’American Liszt Napoli, Presidente della Società Liszt, seconda metà del secolo XX. Society nel 2002. chapter italiano e dell’American Liszt Si è quindi perfezionata con Society. Michele Campanella a Ravello e Formatosi alla scuola pianistica all’Accademia Chigiana di Siena, napoletana di Vincenzo Vitale, ha un dove le è stato conferito il Diploma temperamento versatile che lo ha d’onore. portato ad avvicinare autori quali Si è esibita in sale prestigiose e Clementi, Weber, Poulenc, Busoni, con le migliori orchestre italiane, Rossini, Brahms, Ravel e Liszt. quali l’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra della Toscana, l’Orchestra di Padova e del Veneto, i Pomeriggi Musicali di Milano.

È stata ospite di istituzioni quali la Sagra Musicale Umbra, la Settimana Senese, l’Associazione Scarlatti di Napoli, gli Amici della Musica di Firenze. Oltre che in Italia Monica Leone ha suonato in Francia, Spagna, Romania, Ungheria, Libano, Stati Uniti, Cina, Venezuela, Brasile, Argentina, Ucraina.

È docente di musica da camera al Conservatorio di Messina. Enrica Ruggiero Linda Campanella Adriana Di Paola Francesco Marsiglia harmonium soprano contralto tenore

Si è formata alla scuola di Michele Savonese, si è diplomata Nasce a Palermo e si diploma Nato a Napoli nel 1974, Francesco Campanella, con il quale ha brillantemente sia in pianoforte con giovanissima in canto con il Marsiglia si è diplomato in canto conseguito il diploma di Alto Walter Ferrato al Conservatorio di massimo dei voti e la lode presso nel 1998 al Conservatorio di Perfezionamento con merito presso Genova, sia in canto con Franca il Conservatorio di Trapani con Salerno con il massimo dei voti, l’Accademia Musicale Chigiana di Mattiucci al Conservatorio di Vittoria Mazzoni. Si perfeziona quindi sotto la guida di Giuliana Valente, Siena. Sempre con Campanella Alessandria. Ha perfezionato lo studio all’Accademia di Santa Cecilia con conseguendo poi il diploma di ha frequentato i corsi di alto del suo repertorio seguendo corsi con Renata Scotto. secondo livello all’istituto “Orazio perfezionamento della Scuola di Renata Scotto, Rockwell Blake, Robert Vecchi”, Modena, con il massimo Pianoforte di Ravello. Ha affiancato al Kettelson, Alida Ferrarini. Tra i riconoscimenti, la menzione dei voti e la lode. percorso solistico una intensa attività d’onore al Concorso Giuseppe Di Si è perfezionato con L. Magiera, di musica da camera, formandosi Ha iniziato la sua carriera Stefano, il primo premio al “Santa C. Desderi, R. Bruson, all’Accademia Nazionale di S. Cecilia, professionistica nel 1998 e ha cantato Chiara” di Napoli, il secondo premio R. Kabaivanska, L. Pavarotti e con Felix Ayo, e seguendo i maestri in alcuni dei principali teatri ed enti al “Renato Bruson”, il secondo con Mirella Freni. Vincitore di vari del Trio di Trieste all’Accademia lirici e per prestigiose istituzioni premio e premio speciale della concorsi tra cui il 58° Concorso Chigiana di Siena e alla Scuola musicali italiane e all’estero, dove ha giuria al Concorso internazionale di “Belli” di Spoleto, ha interpretato Internazionale di Duino. interpretato i principali ruoli del suo Musica sacra. Tra le sue più recenti numerosi ruoli nei migliori teatri repertorio che corrisponde a quello partecipazioni ricordiamo Amelia al italiani ed esteri con direttori e Dal 2004 lavora al Teatro dell’Opera del soprano lirico-coloratura. Ha ballo (l’amica) di Menotti al Festival registi di fama internazionale. di Roma come Maestro collaboratore lavorato con grandi registi tra i quali dei Due Mondi di Spoleto e Il di sala ed è stata ospite come Luca Ronconi, Beppe de Tommasi, viaggio a Reims (Marchesa Melibea) Tra i recenti debutti: Don Ramiro ne Korrepetitorin alla Staatsoper di Filippo Crivelli e con direttori quali nella produzione dell’Accademia a Rieti e a Brema, Vienna nella stagione 2011/2012. Ha Diego Fasolis, Fabrizio Carminati, del . Raffaele in Stiffelio al Teatro La suonato per importanti associazioni Daniele Rustioni ed Enrique Mazzola. Al Reina Sofia a Valencia ha cantato Fenice di Venezia, Ferrando in Così e teatri italiani tra cui: Accademia in Le nozze di Figaro diretta da Fan Tutte all’Opera Giocosa di Nazionale di Santa Cecilia, Teatro Eccellendo soprattutto nei ruoli Andrea Battistoni, Ariadne auf Naxos Savona e al Teatro Sociale di Trento, dell’Opera di Roma, Accademia mozartiani e del “belcanto” italiano ha (Dryade) diretta da Sir Colin Davis. il Conte d’Almaviva ne Il Barbiere di Filarmonica Romana, Maggio della debuttato in circa 50 ruoli operistici, Siviglia all’Opera di Firenze. È stato Musica di Napoli, Amici della Lirica in molti casi prime esecuzioni. Intensa In concerto ha cantato la Petite il Conte d’Almaviva ne Il Barbiere di Bolzano, Festival Internazionale la sua attività concertistica in campo Messe Solennelle di Rossini per il di Siviglia e Alfredo ne La Traviata dell’Operetta di Trieste, Centro Studi nazionale e internazionale. Ampia la Reate Festival sotto la guida prima di al Maggio Musicale Fiorentino, Giacomo Puccini, Ravello Festival, sua discografia soprattutto in ambito Michele Campanella e poi di Antonio Edmondo in Manon Lescaut al Teatro Regio di Torino, Festival di barocco. Pappano per diverse produzioni Teatro Regio di Torino e al Teatro Spoleto. dell’Accademia di S. Cecilia. San Carlo di Napoli e Fenton in Falstaff al Teatro Regio di Torino. Matteo D’apolito Sergio Balestracci basso-baritono maestro del coro

Nato a San Giovanni Rotondo (FG), Ha studiato flauto diritto con Matteo D’Apolito compie gli studi Edgar Hunt, diplomandosi musicali al Conservatorio di Foggia. successivamente al Trinity College Particolarmente congeniale al of Music di Londra e ha iniziato repertorio buffo interpreta Don molto presto l’attività concertistica Bartolo ne Il Barbiere di Siviglia come strumentista e vocalista nel A Natale regala al Teatro Regio di Torino, Busan campo della musica rinascimentale Performing Arts (Corea), Bonci di e barocca, contribuendo tra i primi Cesena, Opera di Varna (Bulgaria) e in Italia alla riscoperta di questo in tournée in Benelux. Recente repertorio. il successo come Podestà nell’opera Margherita di J. Foroni al Festival di Fondatore a Torino dell’Accademia Wexford. Tra i suoi ruoli: Alidoro ne «La Fontegara» e dell’Accademia del La Cenerentola nei Teatri del Giglio Flauto dolce, ha curato la revisione di Lucca, Municipale di Piacenza, di un gran numero di composizioni Alighieri di Ravenna, Rendano seisettecentesche allestite in prima di Cosenza e al Luglio Musicale esecuzione moderna, partecipando Trapanese, Fleville e Mathieu in a numerose edizioni di Settembre Andrea Chenier al Teatro Umberto Musica (oggi MiTo). Giordano di Foggia. Nel 1994 è stato tra i fondatori Tra le apparizioni all’estero: dell’orchestra barocca Academia Sagrestano in Tosca al Seoul Sejong Montis Regalis, In veste di Center e al Busan Performing Arts; musicologo con La Stagione Uberto ne La Serva Padrona al Armonica ha eseguito trascrizioni e Teatro Coliseo di Buenos Aires registrazioni di partiture inedite. e Tobia in Ser Marcantonio al Festival di Wildbad; Schaunard ne Già docente presso la Scuola di La Bohème di Puccini e Bartolo ne Alto Perfezionamento Musicale di Il Barbiere di Siviglia di Rossini al Saluzzo e al Conservatorio G. Verdi Teatro Regio di Torino. di Milano è specialista nel repertorio delle opere musicali di compositori Tra gli impegni del 2018: Beaupertuis barocchi italiani nonché nello studio ne Il cappello di paglia di Firenze di della trattatistica rinascimentale e Rota al Teatro San Carlo di Napoli barocca. Prossimi appuntamenti

Prosa Venerdì 14, Sabato 15 — ore 20.45 Domenica 16 Dicembre — ore 16.00 Sala Grande Le avventure di Numero Primo di Marco Paolini e Gianfranco Bettin con Marco Paolini

Domenica 16 Dicembre — ore 11.00 Ridotto del Teatro Incontro con Marco Paolini in dialogo con Lorenzo Marchiori ingresso libero

Happy Kids Domenica 16 Dicembre — ore 15.30 Spazio Due Laboratori teatrali con la favola I tre capelli d’oro del diavolo

Prosa Venerdì 11, Sabato 12 — ore 20.45 Domenica 13 Gennaio — ore 16.00 Sala Grande Enrico IV di Luigi Pirandello adattamento e regia Carlo Cecchi con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Gigio Morra, Roberto Trifirò

Happy Kids Domenica 13 Gennaio — ore 15.30 Spazio Due Laboratori teatrali con la favola Cappuccetto Rosso

I Concerti delle 18 Torneranno dal 15 Gennaio Sei appuntamenti musicali sul palcoscenico del Teatro info in biglietteria Biglietti I biglietti per tutti gli spettacoli della Stagione 2018/2019 sono disponibili in Biglietteria e anche on-line

Bar del Teatro aperto dalle ore 19 info 0434 247624 comunale giuseppeverdi.it

Caffè Drink e Smart Food Prenota alla Biglietteria