Rivista Biellese

Lucio Bordignon

26 A Curino un’oasi per le farfalle

Perché aiutare le farfalle? In una ex miniera a cielo aperto è stato creato un habi- Le farfalle trovano l’ammirazione di tutti. Chi non è rimasto rapito dalla magica cromia tat favorevole ai Lepidotteri. dei colori delle ali o chi non è rimasto a bocca Dopo una dozzina d’anni aperta vedendo una di queste meraviglie vo- lanti suggere il nettare di un fiore esposto sui sono oltre sessanta le specie nostri balconi? Le farfalle sono indubbia- presenti nell’area recuperata mente tra gli animali più apprezzati e ricercati dall’uomo nei secoli. Molti poeti, scrittori, scienziati e personaggi illustri ne hanno de- cantato la bellezza, la leggiadria, la vita effi- Quando nel 2000 la miniera a cielo aperto mera. Cosa sarebbe una primavera senza far- Nolizza di Curino finì il suo ciclo estrattivo si falle? Sarebbe come una laguna senz’acqua, presentò la sfida del suo recupero. Negli anni una montagna senza neve, qualcosa di impen- precedenti, chi scrive aveva progettato e recu- sabile. Eppure in molte parti d’Europa, d’Ita- perato per conto delle società Minerali Indu- lia, del Piemonte, del Biellese alcune specie striali e Sasil alcune miniere dismesse coltu- di farfalle si fanno via via sempre più rare, e ralmente creandovi delle oasi per gli uccelli; in alcuni casi sono addirittura scomparse. i risultati erano stati sorprendenti. Ora ser- Perché? Le cause sono molteplici: distruzione viva un progetto innovativo che andasse a degli habitat; impiego massiccio in agricoltura beneficio di altri animali in pericolo. di insetticidi ed erbicidi che colpiscono le Perché non “costruire” un’oasi per far- piante nutrici dei bruchi; collezionismo lu- falle? L’idea piacque subito, non restava che croso che può contribuire alla riduzione delle rimboccarsi le maniche e preparare un pro- popolazioni di specie rare. getto realizzabile, ma soprattutto utile alle A livello locale Raviglione e Boggio, nel farfalle. loro straordinario testo sulle farfalle del Biel- lese, ci informavano che nel nostro territorio luglio 2015 Durante un monitoraggio a Curino

c’erano 23 tra le 96 specie di far- falle diurne (superfamiglia Ro- 27 paloceri o Papilionoidi) in peri- colo citate dal Consiglio d’Eu- ropa (Raviglione e Boggio, 2001). Tutti quanti noi sopra i qua- rant’anni, che abbiamo trascorso un’infanzia libera nei prati, ci rendiamo conto che il numero delle farfalle oggi si è notevol- mente ridotto rispetto ad un re- cente passato. Mi ricordo di un piccolo prato a dove an- davo a giocare da bambino e dove c’erano diverse zerinzia (Zerynthia polyxena); ora quel prato è stato occupato da un grosso caseggiato. in atto a favore dei Lepidotteri (si parla sem- Ho il ricordo di un frutteto dove vedevo le pre di Ropaloceri, cioè farfalle diurne con belle atalanta (Vanessa atalanta) che venivano antenna a forma di clava), iniziative caldeg- a suggere il liquido zuccherino che fuoriusciva giate anche dalle associazioni amanti della dai fichi: ora quel frutteto è stato abbandonato natura e realizzate in vari stati europei e anche ed è una boscaglia di robinie. Ogni casa nella oltre oceano, negli Stati Uniti d’America. In- mia piccola frazione, Cerreia, negli anni Ses- fatti in questo panorama di decadimento am- santa-Settanta aveva animali da cortile ed un bientale i giardini per farfalle possono giocare suo letamaio. Sopra il letame crescevano rigo- un ruolo importante per sostenere alcune po- gliose le ortiche e sulle foglie dell’ortica vi polazioni di farfalle che vivono in ambienti erano tanti bruchi neri che le divoravano: naturali di norma complessi e difficilmente erano larve di vanessa appartenenti a varie ricostruibili, almeno per facilitare la presenza specie. Ora non c’è più nulla di tutto questo. delle specie più diffuse e soprattutto per far Visto questo stato di generale degrado ci nascere l’amore e il rispetto verso queste stu- siamo chiesti se ripristinando la copertura ve- pende e indifese creature alate. getale nelle ex miniere potevamo fare qual- cosa di specifico per aiutare le farfalle, qual- cosa di simile a ciò che era stato fatto negli Come ricreare un ambiente attraente anni passati per gli uccelli. L’idea era di creare per le farfalle? una vera e propria oasi per farfalle. Del resto l’impresa di creare un giardino per farfalle da Nell’immaginario comune le farfalle sono parte di proprietari lungimiranti è una tra le sempre associate ai fiori, quindi un primo soluzioni più immediate e proficue da mettere passo per attrarle potrebbe essere quello di Rivista Biellese Ambiente ripristinato per favorire i Lepidotteri, anno 2013 (foto Lucio Bordignon)

“costruire” a regola d’arte un 28 prato con fiori apprezzati dalle farfalle. In commercio esistono delle miscele per prati fioriti. Noi all’inizio del piano di recu- pero, nella primavera del 2001, abbiamo scelto questi miscugli, ma abbiamo subito riscontrato risultati deludenti: bassa per- centuale di germinazione e scarso sviluppo in altezza delle erbe da fiore, nonostante l’ot- timo terriccio sul quale erano state seminate. Tra le specie floristiche nate ve ne erano via, Mentha) e Verbenacee (Genere Verbena). troppe estranee alla nostra zona, col risultato Dove è stato possibile abbiamo raccolto, du- che le farfalle le ignoravano. Tutto da rifare! rante il periodo estivo, i semi di queste erba- Allora abbiamo incominciato ad osservare gli cee naturali per seminarle in autunno. Nel ambienti naturali per vedere quali fossero i frattempo avevamo arato il terreno e interrato fiori che i Lepidotteri apprezzassero maggior- cosa era rimasto della semina “commerciale” mente: nei prati da fieno, nelle bordure dei in modo da eliminarne ogni traccia. Nella boschi, lungo le fasce erbose che fiancheg- risemina di settembre insieme ai semi raccolti giano le strade, negli incolti. abbiamo aggiunto del fiorume (i residui di Abbiamo notato che le farfalle diurne ap- erbe affienate, ricche proprio di sementi, prezzavano particolarmente fiori come le pri- sparse sul letto di un fienile) trovato presso mule (Primula vulgaris), i cardi, le centauree privati che falciano ancora piccoli prati da (Generi Carduus, Centaurea, Cirsium), la ca- fieno a Soprana e Curino, cioè poco distante napa acquatica (Eupatorium cannabinum), la dalla ex miniera. A questa miscela naturale salcerella (Lythrum salicaria), l’erba viperina abbiamo aggiunto in percentuali dosate altre (Echium vulgare), la malva (Malva sylvestris), sementi trovate sul mercato come trifoglio la verga d’oro (Solidago virgaurea), le vedo- (Trifolium pratense), ginestrino (Lotus corni- velle dei prati (Knautia arvensis e Succisa pra- culatus) ed erba medica (Medicago sativa). tensis), il ginestrino (Lotus corniculatus), la L’erba è stata irrigata a pioggia per tre set- sferra-cavallo (Hippocrepis comosa), e poi vari timane al fine di favorirne la germinazione in tipi di Boraginacee (Generi Myosotis, Pulmo- un periodo di norma asciutto in questa parte naria), Scrofulariacee (generi Veronica, Verba- del Biellese. Le irrigazioni sono state sospese scum), Composite (Generi Arctium, Aster, a partire dalla seconda settimana di ottobre. Hieracium, Lactuca, Hypochoeris, Taraxacum, L’erba nel frattempo ha continuato a crescere Cichorium ecc.), Labiate (Generi Lamiun, Sal- e ad attecchire sino alle prime gelate di metà luglio 2015

novembre, quindi è andata in quiescenza ed cavalli. Gli equini, con la loro importante ha svernato. La sopravvivenza invernale dei azione di brucamento, hanno contribuito in 29 cespi erbosi è stata alta, così nella primavera quest’area al mantenimento del prato fiorito, successiva abbiamo avuto un’ottima fioritura contrastando la ricrescita della vegetazione delle erbe con uno splendido risultato fauni- arbustiva ed arborea. In tal senso senza i ca- stico in quanto le farfalle sono giunte subito valli avremmo dovuto intervenire con lo sfal- dai territori limitrofi per cibarsi del nettare cio meccanico che avrebbe procurato inqui- offerto dal nuovo prato. namento e disturbo, e ucciso parecchi bruchi È stato faticoso ed impegnativo procurarsi che si trovavano nell’erba. le sementi naturali ma ne è valsa la pena: ora Se il cibo non mancava alle farfalle adulte il prato era formato e non aveva più bisogno ora bisognava pensare alla loro prole, i bru- di cure, era divenuto quello che in gergo viene chi, cioè le larve dei Lepidotteri, che rappre- definito un “prato stabile”, in grado di auto- sentano la fase successiva nel ciclo biologico rigenerarsi, perfettamente integrato con l’am- dopo la schiusa dell’uovo. biente circostante. I bruchi sono noti per la loro voracità nel Mettemmo a disposizione dei Lepidotteri cibarsi, e quindi nel triturare le foglie di al- anche diverse piantine di buddleia (Buddleja beri, cespugli, fiori ed erbe, che vengono de- davidii), pianta di origine asiatica ma natura- finiti “piante ospiti”. Era necessario quindi lizzata nel Biellese da decenni, in quanto è introdurre tali vegetali nel “giardino per far- risaputo che tale arbusto è straordinariamente falle” che ci eravamo proposti di ricreare: le gradito dalle farfalle per i suoi grappoli di piante ospiti avrebbero attirato le farfalle, che fiori profumatissimi. sarebbero giunte dalle zone limitrofe per de- Il primo passo era stato fatto ma le farfalle porvi le uova. non vivono di solo nettare, suggono con la Consultando il libro Le farfalle del Biellese loro spirotromba anche altri alimenti: acqua, di Raviglione e Boggio ricavammo un elenco sali minerali disciolti in liquidi naturali od dei Ropaloceri che potenzialmente avrebbero organici, linfa che sgorga dalla corteccia, potuto vivere intorno la ex miniera. Indivi- frutta matura o marcescente, escrementi, so- duando le loro preferenze in fatto di piante stanze oleose e bituminose. ospiti ci sembrò opportuno piantare: Quindi per dare un menu completo e ap- petitoso abbiamo messo a disposizione acqua, Prugnolo (Prunus spinosa) per attirare il po- raccolta in piccoli stagni, piante che produ- dalirio (Iphiclides podalirius); cono linfa come pioppi tremuli, salici, ciliegi, Biancospino (Crataegus monogyna) per atti- betulle e piante che producono frutta come rare la pieride del biancospino (Aporia fichi, peschi, meli, peri. Abbiamo messo a di- crataegi); mora anche alcuni gelsi, che si ornano in Frangola (Frangula alnus) per attirare la ce- estate di more molto zuccherine. Come “pro- dronella (Gonepteryx rhamni); duttori” di liquidi organici abbiamo pensato Agrifoglio (Ilex aquifolium) per attirare la Ce- di introdurre nei terreni ripristinati alcuni lastrina argiolus; Rivista Biellese

Salicone (Salix caprea) per attirare la vanessa Viola (Viola sp.) per attirare pafia e adippe 30 multicolore (Nymphalis polychloros); (Argynnis paphia e A. adippe), dafne (Bren- Betulla (Betula alba) per attirare l’antiopa this daphne), selene e dia (Boloria selene e (Nymphalis antiopa); B. dia); Spirea (Spiraea sp.) per attirare la neptis (Nep- Molinia (Molinia coerulea) per attirare driade tis rivularis); (Minois dryas); Pioppo tremulo e nero (Populus tremula e ni- Malva (Malva sylvestris) per attirare il Pyrgus gra) per attirare l’ilia (Apatura ilia); malvoides. Quercia (Quercus spp.) per attirare la tecla del leccio (Satyrium ilicis) e quella della quer- A questo punto tutto era pronto e non ci cia (Thecla quercus); restava che aspettare che le farfalle arrivas- Bagolaro (Celtis australis) per attirare la libi- sero... tea (Lybithea celtis); Rovo (Rubus sp.) per attirare la tecla del rovo (Callophrys rubi). Come testare il recupero?

In un angolo della ex miniera Polizza ri- Occorreva trovare un metodo scientifica- creammo un orticello, piantando: mente corretto per verificare quali e quante farfalle avrebbero potuto frequentare gli am- carote e finocchi per dare cibo a bruchi di bienti che noi avevamo ricreato a loro favore. macaone (Papilio machaon); Bisognava mettere a punto un censimento che cavolo cappuccio, verza, cavolfiore, broccolo fosse standardizzabile e che producesse risul- per fornire cibo ai bruchi di cavolaia mag- tati attendibili rispetto alla situazione reale. giore (Pieris brassicae), rapaiola o pieride Insieme a Diego Fontaneto, dell’Univer- della rapa (Pieris rapae), navoncella o pie- sità di Milano, elaborammo un metodo per ride del navone (Pieris napi); censire le farfalle a volo diurno appartenenti ortiche, che seminammo su letti di letame alla superfamiglia Papilionoidi (Papilionoi- invecchiato, come cibo per i bruchi della dea, sezione Ditrysia sottordine Heteroneura), vanessa dell’ortica (Aglais urticae), dell’ata- che raccoglie 15 famiglie tra cui Papilionidae, lanta (Vanessa atalanta), della vanessa c- Pieridae, Nymphalidae, Lycaenidae ed Hespe- bianco (Polygonia c-album), della vanessa ridae, che potenzialmente avremmo dovuto io (Inachis io). trovare nel ripristino di Curino.

Nella fascia prossima al bosco trapian- tammo delle piantine selvatiche delle seguenti Metodologia del censimento specie: Percorrendo sempre il medesimo tragitto Primula (Primula vulgaris) per attirare lucina all’interno delle ex miniere Sella e Nolizza, si (Hamearis lucina); dovevano contare tutte le farfalle a vista. Nei luglio 2015 Argynnis paphia (pafia), specie molto numerosa a fine estate a Curino (foto Lucio Bordignon)

casi in cui la determinazione era pro- blematica si procedeva fotografando 31 gli esemplari, per determinarli in se- guito, oppure si catturavano momen- taneamente con un retino di tulle, per non ferirli e per liberarli pronta- mente dopo la determinazione della specie di appartenenza. Il percorso, che si sviluppa su circa 1,5 km lineari, era stato trac- ciato all’interno dei terreni recupe- rati in modo che toccasse tutti gli habitat presenti nelle due ex miniere di Sella e Nolizza: prato-pascolo, orto, arbusteto, incolto erbaceo, sta- gno, boscaglia d’invasione e limite con la foresta. I conteggi venivano fatti sempre con le medesime condizioni atmosfe- riche, con cielo sereno, o parzialmente sereno, dizzare i risultati. Si sono mantenuti stabili in modo che fosse soleggiato e in assenza di alcuni valori come il punto d’inizio, il trac- forte vento. ciato, l’andatura, il tempo di percorrenza, la L’orario dei censimenti era sempre con- distanza di identificazione delle farfalle. Re- centrato tra metà e fine mattina, in modo che lativamente a quest’ultimo fattore, la distanza la temperatura fosse già gradevolmente alta, utile ad identificare attraverso il riconosci- ma non eccessiva: questo avrebbe favorito la mento visivo una farfalla di grossa taglia (es. circolazione delle farfalle. Ai conteggi hanno una pafia) con un certo successo non supe- partecipato sempre 2 censori alla volta, que- rava, se non raramente, i 30 metri di distanza sto per aumentare le probabilità di contatto dal censore, fino a scendere a 2-4 metri se la con le farfalle, per aumentare l’efficacia nella farfalla era di piccola taglia (es. un argo az- determinazione e per aiutarsi a vicenda nel zurro). Spesso l’osservatore si serviva di un raccogliere i dati e materiale fotografico. La binocolo (ve ne sono in commercio di speci- durata di ogni censimento era mediamente di fici per farfalle) per confermare gli avvista- un’ora e 40 minuti. I censimenti iniziavano menti più lontani o per verificare nel dettaglio nei primissimi giorni di aprile per concludersi alcuni particolari identificativi. a fine settembre e venivano condotti due volte Le farfalle di dubbia identificazione, perlo- al mese, a distanza di 13-15 giorni. più di piccola taglia, venivano fotografate con Si è così cercato di uniformare tempi e una camera digitale che permetteva di identi- metodi del censimento per poterne standar- ficarle in un secondo momento a tavolino, tra- Rivista Biellese Gonepteryx rhamni (cedronella), tra le prime farfalle a comparire nei giorni miti di fine inverno Issoria lathonia (piccola madreperla), (foto Lucio Bordignon) numerosa a Curino ma solo per brevi periodi (foto Lucio Bordignon)

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mite il pc. Dove il riconoscimento visivo o la staff dell’Università di Torino (Francesca Bar- tecnica fotografica non davano risultati circa bero, Magdalena Witek, Luca P. Casacci, Cri- la determinazione delle farfalle, queste veni- stiana Cerrato, Dario Patricelli, Alessio Vovlas vano catturate durante i successivi campiona- e Marco Sala), sotto il coordinamento del prof. menti con un retino apposito di rete finissima Emilio Balletto e della dr.ssa Simona Bonelli, e morbida, che non rovinava le scaglie alari. mentre negli anni precedenti hanno parteci- Subito dopo una rapida identificazione il sog- pato sotto il coordinamento del dr. Diego Fon- getto veniva prontamente rilasciato là dove era taneto: Gianluca Ferretti, Claudia Fontaneto, stato raccolto. Nel caso le farfalle (ci riferiamo Lucio Bordignon, Gianpiero Lentullo. Nel sempre a Papilionoidaea) fossero fuggite senza 2012 da Lucio Bordignon e Cristiana Cerrato. essere state determinate, venivano elencate Dopo il 2013 non sono più avvenuti ulteriori come “soggetti non determinati”. censimenti. È stata redatta anche una tesi di laurea sull’argomento (S. Ripetta, 2012)

Risultati Progressione nella colonizzazione Le farfalle erano già presenti in modo spo- radico nel 2001 ma i conteggi veri e propri, Qual è stata la risposta delle farfalle alla standardizzati e regolari partirono dal 2003, presenza di un nuovo habitat a loro potenzial- dopo due anni dai primi ripristini. Gli anni di mente favorevole? Quante sono state nel det- censimento sono stati i seguenti: 2003, 2004, taglio le specie che hanno colonizzato gli 2006, 2007, 2011, 2012 e 2013. Nel 2011 i con- ambienti ricreati nelle ex miniere? Vedia- teggi sono stati fatti in collaborazione con lo mone il dettaglio: luglio 2015

Elenco delle farfalle censite nelle ex miniere di Sella e Nolizza 33

La nomenclatura è tratta dalla check-list delle specie della fauna italiana (Balletto e Cassulo, 1995); tra parentesi sono indicati i nomi volgari più ricorrenti.

Famiglia Hesperiidae (10 specie) Cacyreus marshalli (licenide di Marshall) Pyrgus malvoides (pirgo comune della malva) Satyrium ilicis (satirio del leccio) Pyrgus armoricanus (pirgo bretone) Callophrys rubi (tecla del rovo) Erynnis tages (tagete) Cupido argiades (argiade) Heteropterus morpheus (morfeo) Celastrina argiolus (celastrina) Thymelicus lineolus (atteone lineato minore) Plebeius argyrognomon (falso idas) Thymelicus sylvestris (atteone lineato maggiore) Plebeius idas (idas) Ochlodes venatus (esperide dei boschi) Polyommatus icarus (argo azzurro, icaro) Hesperia comma (comma) Lampides boeticus (lampide di Spagna) Carcharodus alceae (falso pirgo dell’alcea) Carcharodus flocciferus (falso pirgo dell’alche- Famiglia Nymphalidae (16 specie) milla) Nymphalis polychloros (vanessa multicolore) Inachis io (pavone di giorno) Famiglia Papilionidae (3 specie) Vanessa atalanta (vanessa atalanta o vulcano) Papilio machaon (macaone) Vanessa cardui (vanessa del cardo) Iphiclides podalirius (podalirio) Aglais urticae (vanessa dell’ortica) Zerynthia polyxena (zerinzia o polissena) Polygonia c-album (vanessa c-bianco) Argynnis adippe (adippe) Famiglia Pieridae (11 specie) Argynnis paphia (pafia) Aporia crataegi (pieride del biancospino) Issoria lathonia (piccola madreperla) Pieris brassicae (cavolaia maggiore) Brenthis daphne (dafne) Pieris edusa (edusa) Boloria selene (selene) Pieris napi (pieride del navone o navoncella) Boloria dia (dia) Pieris rapae (pieride della rapa, rapaiola o cavo- Melitaea athalia (atalia) laia minore) Melitaea didyma (didima) Pieris mannii (pieride di Mann) Neptis rivularis (silvano dei ruscelli) Anthocharis cardamines (aurora) Limenitis reducta (silvano azzurro) Colias crocea (croceo) Colias hyale (colia sulfureo) Sottofamiglia Satyrinae (10 specie) Gonepteryx rhamni (cedronella) Minois dryas (driade) Leptidea sinapis (pieride della senape) Kanetisa circe (circe) Hipparchia fagi (ipparchia del faggio) Famiglia Riodinidae (1 specie) Hipparchia semele (semele) Hamearis lucina (lucina) Melanargia galathea (galatea) Maniola jurtina (iurtina) Famiglia Lycaenidae (12 specie) Coenonympha arcania (cenoninfa scura) Lycaena phlaeas (argo bronzato) Coenonympha pamphilus (panfilo) Lycaena tytyrus (titiro) Pararge aegeria (egeria) Glaucopsyche alexis (alexis) Lasiommata megera (megera) Rivista Biellese

2003. Primo anno di censimenti, anche se rinvenuto, dalle baragge di Santa Maria alle 34 qualche farfalla era già presente sin dal alte colline di Castelletto Villa, 59 specie di primo anno di ripristino, cioè nel 2001. Ropaloceri. Sono state censite in quest’anno 28 specie Ad innalzare la biodiversità dell’area re- diverse di Ropaloceri (o Papilionoidi). cuperata ha contribuito la corretta realizza- 2004. Si è notato un notevole incremento qua- zione del progetto, studiato appositamente litativo, passando da 28 a 40 specie di far- per favorire l’insediamento di quante più spe- falle osservate. cie di farfalle possibile. 2006. Le specie sono salite a 48. Questo mette in rilievo l’importanza con- 2007. Siamo arrivati al tetto di 50 specie (Bor- servazionistica che può assumere anche un dignon, 2008). piccolo settore fatto oggetto di cure partico- 2011. Salto di altre 13 specie, si arriva al tetto lari. Tale “giardino per farfalle” può risultare delle 63 specie. un contributo apprezzabile al delle 2012. Si è aggiunta un’altra specie, Lampides popolazioni naturali che vivono nel Biellese. boeticus, portando il totale complessivo a Ad esempio tra le specie censite abbiamo tro- 64. vato la zerinzia o polissena che è una tra le specie considerate vulnerabili a livello euro- La progressione qualitativa della Lepidot- peo, tanto da essere protetta dalla Direttiva terofauna è evidente, a dimostrazione del Habitat dell’Unione Europea, dalla Conven- fatto che la progettazione e la realizzazione zione di Washington e di Berna. È citata inol- del “giardino delle farfalle” ha portato a ot- tre sul Libro Rosso delle Farfalle italiane timi risultati. (Prola e Prola, 1990) quale specie minacciata. Due altri papilionidi considerati a rischio indeterminato a livello continentale sono il Risultati, raffronti e conclusioni macaone (Papilio machaon) e il podalirio (Iphiclides podalirius), seriamente minacciati Nel periodo 2003-2012 sono state indivi- dall’urbanizzazione diffusa e dalla condu- duate nella ex area mineraria di Curino 64 zione agricola moderna, poco rispettosa degli specie di Ropaloceri, che rappresentano il incolti dove si sviluppano le piante selvatiche 59% della fauna citata da Raviglione e Boggio utili alla loro deposizione. (2001) per il Biellese (circa 110 specie in to- Una specie rara a livello locale indicata da tale, comprendendo anche le farfalle di mon- Raviglione e Boggio (2001) è la colia sulfureo tagna): un numero notevole se rapportato alla (Colias hyale), un pieride, rarefattosi per la modestissima superficie dell’area curinese, di perdita dei prati di trifoglio, ricreati invece 0,30 chilometri quadrati (30 ettari). Questo appositamente a Curino. Altre due farfalle straordinario risultato è messo in risalto pa- presenti a Curino, la lucina (Hamearis lucina) ragonando la vicina area comunale di , e la tecla del leccio (Satyrium ilicis), sono lo- ben più grande di quella curinese con 28,14 calizzate e poco comuni nel Biellese. Un’altra chilometri quadrati, dove Soldano (2004) ha presenza è il licenide Cupido argiades, che è luglio 2015

considerata in Piemonte una specie localiz- Bibliografia citata zata. Tra i ninfalidi a rischio indeterminato a 35 Balletto E. e Cassulo L., 1995 - Leptidoptera Hesperioidea, livello continentale troviamo la vanessa mul- Papilionoidea. In: A. Minelli, S. Ruffo & S. La Posta ticolore (Nymphalis polychloros) e la neptis (eds.), Check-list delle specie della fauna italiana. (Neptis rivularis), non sempre facili da osser- Calderini, Bologna. vare anche nel Biellese secondo Raviglione e Bordignon L., 2008 - Dalla sabbia al colore. www.lemi- nierechevivono.it - Minerali Industriali spa, Boggio (2001); la distruzione degli habitat Novara. viene identificata come la causa principale del Prola G. e Prola C., 1990 - Libro rosso delle farfalle loro declino. Tra i satiridi i due entomologi d’Italia. WWF Italia, Quaderni, n. 13, Roma. denunciano la rarità a livello locale anche Raviglione M. e Boggio F., 2001 - Le Farfalle del Biellese. della semele (Hipparchia semele), che a Cu- Collana Ambiente. Assessorato alla Tutela Ambientale, Provincia di , in collaborazione rino è risultata essere piuttosto comune. Tra con Ente di Gestione Aree Protette Baragge-Bessa- gli esperidi presenti merita una citazione il Brich. Ed. Amministrazione Provinciale di Biella. morfeo (Heteropterus morpheus), considerato Biella, 2001 (pp. 1-372). specie vulnerabile nel vecchio continente e Ripetta S., 2012 - Cenosi di farfalle e di uccelli nelle aree estrattive ripristinate della provincia di Biella nel Biellese, a motivo delle bonifiche delle (Piemonte) - Università di Torino. Facoltà di scienze praterie umide. matematiche, fisiche e naturali. Anno accademico Le altre specie di farfalle trovate nelle ex 2011-12. miniere di Curino sono piuttosto comuni, ma Soldano A. e Soldano M., 2004 - Tra baraggia e collina. Flora e farfalle del territorio di Roasio. Ente Gestione questo termine sta perdendo sempre più il Aree Protette Baragge, Bessa, Brich. Eventi & suo valore letterale, visto che oggi gran parte Progetti Editore, Biella. delle farfalle diurne sono in generale diminu- zione; quindi ogni appezzamento, anche se di modesta estensione, può risultare utile al so- stegno delle popolazioni selvatiche di questi straordinari insetti. Con la realizzazione del “giardino per far- falle” nelle ex miniere Sella e Nolizza di Cu- rino (Bordignon, 2008), che sono entrate a far parte del settore di ripristino denominato “Parco Aurora”, siamo certi di aver dato an- che noi un importante contributo per salvare le farfalle biellesi.