Città Metropolitana di Reggio Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

Ufficio del Commissario Straordinario Delegato per la realizzazione degli interventi di rischio idrogeologico per la Regione Calabria

CITTA' METROPOLITANA DI

Interventi di Sistemazione Idraulica per la Messa in Sicurezza della Fiumara Condojanni nel di CUP J83B17000140001

PROGETTO DEFINITIVO

Torrente Condojanni

Marina di Sant'Ilario

Ardore Marina

Elaborato il Progettista Studio Preliminare Ambientale

Scala Giosa s.r.l. Ing. Salvatore Perillo il R.U.P.

0 Marzo 2021 PRIMA EMISSIONE Geom. Saverio Calafiore Rev. Data Descrizione Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

Sommario 1 PREMESSA ...... 2 2 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ...... 4 3 CONTENUTI DELLO STUDIO ...... 8 4 DESCRIZIONE CARATTERISTICHE DEL PROGETTO...... 11 5 QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO E IMPATTI POTENZIALI ...... 14 6 CONCLUSIONI ...... 36 Allegati ...... 38

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1 PREMESSA

Il presente studio fornisce gli elementi tecnici utili alle varie fasi della proceduta di verifica di assoggettabilità a VIA di cui all’art. 19 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. e allegato IV e IV bis dello stesso e dell’art. 6 del R.R. n.03/2008 e ss.mm.ii., relativamente agli “Interventi di Sistemazione Idraulica per la Messa in Sicurezza della Fiumara Condojanni nel Comune di Ardore”, Provincia di Reggio Calabria, per come richiesto dal committente Settore 13 – Difesa del Suolo – Demanio Idrico e Fluviale della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Gli interventi progettati, ubicati in provincia di Reggio Calabria nei Comuni di Ardore e Sant’Ilario allo Jonio, sono finalizzati al ripristino di un tratto di muro d’argine e alla realizzazione di una gabbionata con funzione di protezione spondale della fiumara Condojanni. Allo stato attuale infatti l’azione delle acque torrentizie ha scalzato al piede un tratto di muro d’argine avente una lunghezza di circa 76ml, causando il crollo quasi completo del manufatto; inoltre, in un tratto in prossimità del ponte della SS106 (E90), a causa dell’innalzamento del livello del fondo dell’alveo dovuto al deposito trasportato dalle acque del torrente, si hanno tracimazioni in occasione di eventi meteorici consistenti. Col presente progetto pertanto si è previsto di ripristinare il tratto di argine crollato con un muro in c.a. e di posizionare una gabbionata a protezione della zona interessata dalle esondazioni del torrente; completano gli interventi previsti alcune opere di manutenzione su altri tratti di argini esistenti (copriferro etc.) e pulizie localizzate all’interno dell’alveo. L’area è localizzata all’esterno e a considerevole distanza dai siti di interesse comunitario (SIC) Rete Natura 2000:  SIC IT9350174 Monte Tre Pizzi  SIC IT9350146 Fiumara Buonamico  SIC IT9350135 Vallata del Novito e Monte Mutolo  SIC IT9350182 Fiumara

Il presente documento è finalizzato alla valutazione dell’incidenza di quanto prefigurato in progetto sugli habitat e sulle specie vegetali ed animali caratterizzanti i suddetti SIC, sebbene le opere previste dal presente progetto non interferiscano direttamente con le suddette aree risultando all'esterno di esse, sulla base delle perimetrazioni fornite sul sito del Ministero dell'Ambiente. Nello specifico gli interventi previsti in progetto ricadono ad una distanza di:  km 7,2 dal SIC IT9350174 Monte Tre Pizzi

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 km 8,2 dal SIC IT9350146 Fiumara Buonamico  km 8,7 dal SIC IT9350135 Vallata del Novito e Monte Mutolo  km 9,7 dal SIC IT9350182 Fiumara Careri

Pertanto gli interventi in progetto, sia per la loro natura, sia per la considerevole distanza dai siti SIC sopra indicati avranno incidenza ambientale scarsa o nulla.

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2 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Allo scopo di contribuire a garantire la biodiversità nel territorio degli Stati membri, l'Unione europea ha creato una rete ecologica di zone speciali protette denominata “Natura 2000”. Tale rete è costituita da:  “Zone Speciali di Conservazione” (ZSC) designate dagli Stati membri in conformità alle disposizioni della Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi-naturali e della flora e della fauna selvatiche (Direttiva Habitat);  “Zone di Protezione Speciale” (ZPS) istituite dalla Direttiva 79/409/CEE del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici (c.d. Direttiva Uccelli). L’Allegato I (tipi di habitat naturali di interesse comunitario) e l’Allegato II (specie animali e vegetali di interesse comunitario) della Direttiva 92/43/CEE forniscono indicazioni circa i tipi di habitat e di specie la cui protezione richiede la designazione di zone speciali di conservazione. Alcuni di essi, quelli che rischiano di scomparire, sono definiti come tipi di habitat o di specie “prioritari”; l’Allegato IV elenca le specie animali e vegetali che richiedono una protezione rigorosa.

Secondo i criteri stabiliti dall’Allegato 3 di detta Direttiva, ogni Stato membro ha quindi selezionato i siti ospitanti gli habitat naturali e le specie animali e vegetali selvatiche. In base a tale individuazione, l’apposita Commissione ha quindi adottato un elenco di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per ognuna delle sette regioni biogeografiche in cui è stata suddivisa l'Unione Europea (alpina, atlantica, boreale, continentale, macaronesica, mediterranea e pannonica). Entro il termine massimo di sei anni a decorrere dalla selezione del SIC, lo Stato membro interessato dovrebbe designare il sito in questione come ZSC. Per la regione biogeografica mediterranea, in particolare, con Decisione della Commissione delle Comunità europee n. C (2008) 8049 def. del 12 dicembre 2008 è stato aggiornato l’elenco dei SIC (secondo elenco). Le aree in cui ricadono gli interventi oggetto di studio interessano in maniera indiretta (ricadendo in prossimità ma al di fuori di essi, sulla base delle perimetrazioni fornite dal MATT) i seguenti SIC:  SIC IT9350174 Monte Tre Pizzi  SIC IT9350146 Fiumara Buonamico  SIC IT9350135 Vallata del Novito e Monte Mutolo  SIC IT9350182 Fiumara Careri

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In Italia, il recepimento della Direttiva Habitat è avvenuto attraverso il Regolamento di cui al D.P.R. 357 dell’8 settembre 1997, poi modificato ed integrato dal D.M. 20 gennaio 1999 e dal D.P.R. 120 del 12 marzo 2003. In base all'art. 6, comma 3 del DPR 120/2003 sono da sottoporre a valutazione di incidenza tutti gli interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi. Ai fini della valutazione di incidenza, i proponenti di piani e progetti devono quindi presentare uno “studio” volto ad individuare e valutare i principali effetti che il piano o l'intervento può avere sul sito interessato appartenente alla rete Natura 2000. Per quanto concerne invece la Direttiva Uccelli, i riferimenti legislativi di recepimento ed attuazione a livello nazionale sono:  Legge n. 157 dell’11 febbraio 1992 - Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio (G.U.R.I., serie generale, n. 46 del 25.02.1992);  Legge 3 ottobre 2002. n. 221 - Integrazioni alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio, in attuazione dell'articolo 9 della direttiva 79/409/CEE (G.U.R.I. n. 239 dell’ 11.10.2002). Con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 3 settembre 2002, sono state divulgate le “Linee guida per la gestione dei siti della Rete Natura 2000” (G.U.R.I. n. 224 del 24 settembre 2002). Tale decreto ha demandato alle Regioni ed alle province autonome di Trento e Bolzano il compito di predisporre appropriate misure di conservazione funzionali e strutturali dei siti in argomento, attraverso l’elaborazione di appositi Piani di Gestione (PdG). Da ultimo, il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha fissato - con Decreto 30 marzo 2009 (G.U.R.I. n. 95 del 24 aprile 2009, S.O. n. 61) - il “Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE”, recependo il sopra richiamato elenco comunitario. A completamento del quadro normativo a livello nazionale appare necessario richiamare il D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 - Norme in materia ambientale (c.d. Codice dell’ambiente, pubbl. nella G.U.R.I. n. 88 del 14.04.2006), abrogativo di gran parte dei previgenti provvedimenti in materia e parzialmente rivisitato negli ultimi anni attraverso lo strumento dei decreti integrativi e correttivi. Detto decreto ha riscritto organicamente le regole su valutazione ambientale strategica (VAS),

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valutazione di impatto ambientale (VIA), prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, difesa del suolo e tutela delle acque, gestione dei rifiuti, risarcimento dei danni ambientali. In particolare, i progetti di cui all’Allegato IV, di competenza regionale, vengono sottoposti a VIA previa verifica di assoggettabilità, ma deve comunque essere effettuata una valutazione (cfr. art. 6, comma 6, lett. b, D. Lgs n. 152/2006) qualora gli interventi di nuova realizzazione ricadano, anche solo parzialmente, in aree protette come definite dalla L. 6 dicembre 1991, n. 394. Il D. Lgs. 152/2006, per come modificato dal D. Lgs. n. 4/2008, stabilisce altresì con formula onnicomprensiva (peraltro in due norme praticamente uguali: art. 5, c. 1, lett. o ed art. 26, c. 4) che il provvedimento conclusivo di valutazione dell'impatto ambientale sostituisce o coordina tutte le autorizzazioni, le intese, le concessioni, le licenze, i pareri, i nullaosta e gli assensi comunque denominati in materia ambientale e di patrimonio culturale necessari per la realizzazione dell’intervento. In accordo con le disposizioni nazionali, il sistema integrato delle aree protette della Regione Calabria (proposti Siti di Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale, Siti di Interesse Nazionale e Siti di Interesse Regionale) è regolamentato dalla L.R. n. 10 del 14 luglio 2003 – “Norme in materia di aree protette” (B.U.R.C. n. 13 del 16 luglio 2003), che recepisce a livello regionale anche le Direttive Habitat ed Uccelli. Con Deliberazione Giunta Regionale n. 604 del 27 giugno 2005 (B.U.R.C. n. 14 – Parti I e II – del 01.04.2005) è stato poi emanato il “Disciplinare/Procedura sulla Valutazione di Incidenza (Direttiva 92/43/CEE «Habitat» recante «conservazione degli habitat naturali e semi-naturali, nonché della flora e della fauna selvatica», recepita dal D.P.R. 357/97 e s.m.i. – Direttiva 79/409/CEE «Uccelli» recante «conservazione dell’avifauna selvatica»)”. Più recentemente, infine, la Regione Calabria si è dotata del “Regolamento regionale delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale, di Valutazione Ambientale Strategica e delle procedure di rilascio delle Autorizzazione Integrate Ambientali” (Regolamento Regionale 4 agosto 2008, n. 3, pubblicato sul B.U.R.C. n. 16 – Parti I e II – del 16.08.200). Tale Regolamento, per come modificato con Regolamento Regionale n. 5 del 14 maggio 2009, detta le norme ai fini della valutazione ambientale, che spaziano dalla definizione dei contenuti dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) alle attività di monitoraggio e controllo dell’opera allorché realizzata (artt. 7÷19). Inoltre, ponendo fine a numerose questioni sollevate dalla precedente disciplina, chiarisce (art. 36, comma 1) che la valutazione di impatto ambientale comprende la procedura di valutazione d’incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. n. 357/1997. Unitamente alle leggi e disposizioni regolamentari di settore segnalate nel prosieguo, perfezionano il quadro delle principali fonti normative considerate:  UNI 10742:1999 - Impatto ambientale - Finalità e requisiti di uno studio di impatto

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ambientale;  UNI 10745:1999 - Studi di impatto ambientale - Terminologia.  UNI 11109:2004 - Impatto ambientale - Linee guida per lo studio dell'impatto sul paesaggio nella redazione degli studi di impatto ambientale.

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3 CONTENUTI DELLO STUDIO L’intervento proposto, per come prefigurato in progetto, può essere ricondotto alla tipologia di cui al punto 7 (Progetti di infrastrutture), lett. o dell’Allegato IV del D.Lgs. 152/2006: “o) opere di regolazione del corso dei fiumi e dei torrenti, canalizzazione e interventi di bonifica ed altri simili destinati ad incidere sul regime delle acque, compresi quelli di estrazione di materiali litoidi dal demanio fluviale e lacuale”. Si precisa tuttavia che gli interventi previsti in progetto hanno carattere di manutenzione straordinaria e ripristino di opere spondali esistenti e non sono previste opere di regolazione del torrente, canalizzazioni etc. che possono incidere sul regime delle acque, né tantomeno interventi di estrazione di materiali litoidi dal demanio fluviale. Pertanto, il presente studio preliminare ambientale è stato redatto secondo le disposizioni del già citato Regolamento Regionale 4 agosto 2008, n. 3 e s.m.i.; precisamente, è stato strutturato in base ai contenuti indicati nel relativo Allegato C.

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Ambito Intervento n. 1 Comune di Ardore

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Ambito Intervento n. 2 Comune di Sant’Ilario dello Jonio

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4 DESCRIZIONE CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

4.1 Stato attuale Cartograficamente l’area d’intervento rientra nel Foglio 603, I quadrante, tavoletta N.O. – e nel Foglio 590, II quadrante, tavoletta S.O. – , della Carta d’Italia 1:25.000 edita dall’I.G.M. e nei Fogli n. 603031 e n. 590153 della Carta Tecnica Regionale. Il torrente Condojanni ricade nell’ambito territoriale denominato “Fascia montana della bassa Locride”, nel versante orientale del territorio della Regione Calabria e si sviluppa in direzione NO- SE sfociando nel mar Jonio. La fiumara in questione presenta un regime idraulico tipico delle fiumare del territorio Calabrese, con periodi di magra o addirittura di secca durante la stagione estiva e periodi di piena improvvisa in concomitanza delle precipitazioni più intense. Le litologie argillose di cui è costituito il versante, essendo quasi del tutto impermeabili favoriscono il ruscellamento piuttosto che l’infiltrazione, per cui le acque meteoriche provenienti da monte ruscellano sugli stessi senza infiltrarsi. Si tratta di un corso d’acqua con le peculiarità tipiche delle fiumare ovvero breve lunghezza ed elevate pendenze nel tratto montano, con piene brevi ed improvvise, nel corso delle quali si verifica un ingente apporto di materiale solido grossolano che viene depositato nei tratti vallivi. Durante i mesi più piovosi dell’anno i corsi d’acqua risentono dell’azione delle elevate precipitazioni e pertanto sono possibili deflussi incanalati caratterizzati da portate idriche consistenti e da trasporti torbidi e solidi periodica mente elevati. Queste caratteristiche hanno causato nel tempo una azione di scalzamento al piede di un tratto di argine in SX idraulica con conseguente crollo del muro d’argine per un tratto di lunghezza circa 60ml e la rotazione di un ulteriore tratto di circa 15ml. Inoltre, in una zona avente uno sviluppo di circa 250ml in prossimità della SS106, in concomitanza con eventi pluviometrici intensi, a causa dell’innalzamento della quota dell’alveo dovuto all’accumulo dei detriti, le acque della fiumara raggiungono un livello tale da superare l’argine in gabbioni esistenti ed esonda invadendo le zone limitrofe. All’interno del progetto, le suddette zone oggetto di intervento sono state denominate rispettivamente Ambito 2 e Ambito 1. Le aree di interesse ricadono in area demaniale e sono distinte al N.C.E.U. del Comune di Ardore al Fg. 29 (Ambito 1) e del comune di Sant’Ilario allo Jonio al Fg. 13 (Ambito 2). La quota dei due siti di intervento è di circa 5m s.l.m. (Ambito 1) e 25m s.l.m. (Ambito 2).

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Dette zone, inoltre, sono posizionate al di fuori delle aree SIC più vicine ad una distanza rispettivamente di: distanza di:  km 7,2 dal SIC IT9350174 Monte Tre Pizzi  km 8,2 dal SIC IT9350146 Fiumara Buonamico  km 8,7 dal SIC IT9350135 Vallata del Novito e Monte Mutolo  km 9,7 dal SIC IT9350182 Fiumara Careri

4.2 Tipologia di intervento

CARATTERISTICHE E DIMENSIONI DEL PROGETTO L’ambito di intervento n. 1 ricade nella parte di alveo del torrente Condojanni afferente al Comune di Ardore, in prossimità della SS106 (E90). In questa zona in passato, sulla sponda destra, si sono avute esondazioni del torrente con allagamenti delle zone limitrofe, per cui si è deciso di prevedere una protezione in gabbioni per una lunghezza di circa 250ml, al fine di contenere la fuoriuscita dell’acqua dall’alveo del torrente in caso di eventi meteorici particolarmente intensi. I lavori previsti a tale scopo dal presente progetto definitivo sono costituiti da: - Pulizia area di intervento per una fascia di larghezza pari a circa 6,00ml, con smaltimento in discarica di eventuale materiale di risulta rivenuto; - Scavo per raggiungimento della quota di imposta delle opere di protezione previste; - Realizzazione di gabbionate in pietrame di altezza pari a 2,00m, impostate su un materasso in pietrame interrato di circa 50cm di spessore poggiato su magrone cementizio di 20cm; L’ambito di intervento n. 2 ricade più a monte, nella parte di alveo del torrente Condojanni afferente al Comune di Sant’Ilario allo Jonio. In questa zona, sulla sponda sinistra, si è avuto il crollo di un tratto di muro d’argine di circa 60ml, e la perdita di equilibrio di un ulteriore tratto di muro di lunghezza pari a circa 16ml, e ormai prossimo al crollo. Al fine di ripristinare l’argine succitato si sono previsti col presente progetto i seguenti interventi: - Demolizione dei tratti di muro d’argine prossimi al crollo - Scavo di sbancamento per realizzare un nuovo muro in C.A. - Realizzazione di un muro d’argine in C.A. di altezza pari a 4,80m - Posizionamento dei blocchi di c.a. del vecchio muro, previa riduzione e sagomatura, a protezione del piede del nuovo muro d’argine dall’azione di scalzamento dell’acqua del torrente, per come fatto in passato nei tratti limitrofi - Sagomatura del terreno a protezione delle fondazioni del nuovo muro d’argine e di quelli limitrofi - Ripristino del copriferro della scarpa di fondazione anteriore di un tratto di muro esistente, posizionato a monte rispetto quello crollato, deteriorato a causa dell’azione dilavante delle acque torrentizie

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CUMULO CON ALTRI PROGETTI Allo stato attuale non sono noti altri interventi che possano generare effetti cumulativi con quelli presenti nel presente intervento UTILIZZAZIONE DI RISORSE NATURALI Gli interventi previsti non comportano utilizzo di risorse naturali per la loro natura di manutenzione e ripristino di manufatti esistenti (muri di argine e gabbioni) PRODUZIONE DI RIFIUTI L’esecuzione delle opere genererà una quantità di rifiuti limitata consistente in materiale di scavo per le opere di fondazione e materiale di demolizione di manufatti in cls. In fase progettuale si è optato per una logica di riciclo di gran parte dei suddetti rifiuti, prevedendo il riutilizzo in situ sia il materiale da scavo che di demolizione, a scopo di protezione delle opere da realizzare. INQUINAMENTO E DISTURBI ALIMENTARI La tipologia degli interventi non prevede l’immissione nell’ambiente di sostanze inquinanti se non quelle legate alle macchine operatrici nella fase di cantiere, comunque limitate sia nel tempo che nelle quantità e riconducibili a una normale attività antropica. Si potrà comunque limitare tale emissione facendo uso di macchine recenti caratterizzate da basso livello di emissioni di scarico e di emissioni rumorose. RISCHIO DI INCIDENTI, PER QUANTO RIGUARDA LE SOSTANZE O LE TECNOLOGIE UTILIZZATE Le sostanze e le tecnologie utilizzate per il tipo di interventi previsti rientrano in quelli della normale attività edilizia (Calcestruzzi, acciaio per armature, pietrame per gabbioni) per cui non si ritiene possa conformarsi il rischio di incidenti con conseguenze per l’ambiente interessato.

4.3 Localizzazione dell’intervento

L’ambito di intervento n. 1 ricade in destra idraulica in prossimità del viadotto della SS106 (E90), a poca distanza dello sbocco a mare del torrente. Qui, a causa dell’accumulo nel tempo di detriti trasportati dalle acque, la quota dell’alveo si è innalzata andando a ricoprire degli esistenti gabbioni di protezione dalle esondazioni. L’ambito di intervento n. 2 è situato circa 2,0 km più a monte rispetto all’ambito n. 1 e ricade in sinistra idraulica. Entrambe le aree di intervento non presentano particolari aspetti di sensibilità ambientale, anzi essendo marginali rispetto all’alveo vero e proprio e facilmente accessibili dalla viabilità ordinaria sono state nel tempo utilizzate per smaltire abusivamente materiale di vario genere che, per

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quanto possibile, con il presento intervento verrà allontanato in discarica autorizzata, restituendo alle aree il loro originario carattere di naturalità.

5 QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO E IMPATTI POTENZIALI

Allo scopo di valutare adeguatamente gli effetti dell’intervento progettato sulle varie componenti, una particolareattenzioneèstataprestataall’analisidellostatoinizialedelcontestoambientale. Si sono pertanto analizzati i potenziali impatti sulle seguenti componenti ambientali:

a) Atmosfera b) Ambiente idrico c) Suolo e sottosuolo d) Vegetazione, flora, fauna e) Ecosistemi ed aree protette f) Paesaggio

5.1 ATMOSFERA Le fasi di realizzazione e di esercizio di un’opera possono interferire con il sistema atmosferico fondamentalmente in termini di variazioni microclimatiche di degrado della qualità dell’aria. Più precisamente, obiettivo della caratterizzazione meteoclimatica e dello stato di qualità dell’aria è di stabilire la compatibilità ambientale dell’opera in relazione sia alle emissioni inquinanti, anche causate da sorgenti mobili, sia alla perturbazione indotta sui fattori climatici rispetto alle loro condizioni iniziali.

5.1.1 Caratterizzazione dello stato attuale della componente Per quanto concerne gli aspetti climatologici, è da evidenziare che l’ambito territoriale in cui si inquadra il progetto non presenta marcate singolarità rispetto alle condizioni che caratterizzano l’intera costa jonica reggina: ottima assolazione, inverni miti, estati caldi e siccitose, moderate ventosità. Il grado di qualità dell’aria è generalmente valutato confrontando il livello di concentrazione di alcuni inquinanti in atmosfera con parametri di riferimento di varia natura. La normativa nazionale indica numerosi parametri ai fini della protezione della salute e degli ecosistemi, che spaziano dai valori limite ai riferimenti guida di lungo termine, dai livelli di attenzione o allarme agli indici associati a predeterminati obiettivi di qualità.

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Nell’ambito territoriale d’interesse, infatti, con riferimento alle tre usuali micro categorie da considerare per le emissioni in atmosfera (emissioni localizzate, diffuse e da traffico) è immediato riscontrare:  l’assenza di “sorgenti puntuali” quali, ad esempio, impianti di tipo industriale, artigianale o produttivi in genere cui associare significative emissioni localizzate;  la mancanza di situazioni di accentramento sul territorio di sorgenti afferenti al settore abitativo o terziario che possano far ipotizzare apprezzabili emissioni diffuse;  l’assenza di traffico sulle strade locali in misura tale da determinare il superamento dei valori stabiliti dalle leggi in materia di inquinamento atmosferico.

5.1.2 Analisi delle potenziali interferenze del progetto con la componente ambientale e valutazione Fase di Cantiere I principali fattori di interferenza con lo stato qualitativo dell’atmosfera sono da relazionare esclusivamente alla fase di cantiere e da ricercare in: 1. sollevamento di polveri; 2. inquinamento chimico causato soltanto dai gas di scarico dei motori delle macchine di cantiere e dai mezzi di trasporto dei materiali. In particolare, durante detta fase le movimentazioni di carico, trasporto, scarico e posa in opera di materiali verranno effettuate con l'ausilio di un escavatore idraulico cingolato con benna idonea con un autocarro ribaltabile. Tale macchina emette emissioni in atmosfera attraverso principalmente gli impianti di generazione di potenza necessari al movimento ed all’utilizzo. Tali emissioni sono rappresentate dagli ossidi di azoto NO2, NOX, il biossido di zolfo SO2, il monossido di carbonio CO ed il particolato atmosferico PM10. Il periodo giornaliero di lavoro risulta limitato alle ore diurne (8 ore) e ricopre un arco temporale corrispondente alla durata dei lavori. Le emissioni dunque risultano distribuite in un arco temporale limitato nel tempo. Si ritiene che un solo mezzo di codesta tipologia non possa generare un inquinamento tale da determinare un aumento significative delle concentrazioni degli inquinanti emessi in atmosfera e il superamento dei valori soglia imposti dai limiti di legge per l'area in esame. Le ricadute al suolo degli inquinanti inoltre si ritiene siano ampiamente inferiori agli Standard di Qualità per la protezione della vegetazione (D.Lgs. 155/2010). Inoltre l’intervento proposto non comporta produzioni di calore, né prevede opere la cui realizzazione necessiti dell’uso di sostanze chimiche volatili e dannose per l’uomo e, più

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in generale, per le componenti biotiche dell’ambiente. Tuttavia, per minimizzare l’impatto sono state previste alcune prescrizioni operative finalizzate all’abbattimento delle polveri (misure di mitigazione). Riguardo l’inquinamento chimico proveniente dai motori dei mezzi di trasporto del materiale e delle macchine operatrici durante la fase di realizzazione delle opere, si ritiene che l’interferenza con la qualità dell’aria sia pressoché trascurabile, in considerazione delle seguenti circostanze oggettive:  le superfici interessate dall’operatività dei mezzi in cantiere sono molto limitate;  le informazioni sullo stato qualitativo dell’aria nel contesto di riferimento non fanno emergere situazioni di criticità in atto o prossimi ai valori soglia stabiliti dalle norme in materia di inquinamento da traffico;  le quantità del materiale da movimentare e/o scaricare sono esigue, con conseguente limitato numero di mezzi impegnati e ridotto arco temporale d’interesse;  le macchine operatrici e gli automezzi devono comunque rispettare le disposizioni di legge in materia di scarichi in atmosfera dei prodotti di combustione. Per ciò che riguarda la dispersione di polveri, il rischio di inquinamento atmosferico di ampi areali, considerati anche i caratteri morfologici del luogo ed il regime anemologico, risulta sicuramente minimo. Fase di esercizio Non si prevedono impatti durante la vita delle opere

Tale impatto diretto sulla componente atmosferica, che si manifesta esclusivamente nella fase di costruzione/realizzazione delle opere (fase di cantiere), è dunque di lieve entità e temporaneo e pertanto risulta non significativo. Tali impatti hanno carattere temporaneo e, comunque, potranno essere mitigati attraverso una corretta gestione del cantiere e prevedendo prescrizioni e/o obblighi quali: - contenimento della velocità di transito dei mezzi (max 20 km/h); - bagnatura delle piste di cantiere; - bagnatura e copertura con teloni del materiale trasportato dagli automezzi; - installazione di dispositivi per l’abbattimento delle polveri (cannoni o augelli che sparano acqua nebulizzata).

5.2 AMBIENTE IDRICO L’area di studio, riguarda il tratto terminale dell’alveo della Fiumara Condojanni, circa 3.0 Km, che presenta una direzione NW-SE e sfocia nel Mar Jonio tra gli abitati di Marina di Sant’Ilario a nord

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e Ardore Marina a sud. In particolare i siti in esame ricadono in prossimità dell’alveo fluviale e sono situati ad una quota media s.l.m. di: Ambito 01- 5.00 metri slm; Ambito 02 - 25.0 metri slm. Morfologicamente l’area trasversalmente si presenta pianeggiante, anche se solcata da canali erosivi che determinano anche scarpate di qualche metro di altezza. In senso longitudinale la pendenza media dell’alveo è dell’ordine dell’1.0%. Le definizioni utilizzate in questa sezione devono intendersi:

 acque superficiali: le acque interne ad eccezione di quelle sotterranee, le acque di transizione e le acque costiere, tranne per quanto riguarda lo stato chimico, in relazione al quale sono incluse anche le acque territoriali;  corpo idrico superficiale: un elemento distinto e significativo di acque superficiali, quale un lago, un bacino artificiale, un torrente, fiume o canale, parte di un torrente, fiume o canale, acque di transizione o un tratto di acque costiere.

5.2.1 Caratterizzazione dello stato attuale della componente Idrografia e idrogeologia La morfologia dei versanti e l’andamento pluviometrico determinano un deflusso delle acque, nel Mar Jonio, attraverso numerose aste torrentizie tutte allineate in direzione ortogonale alla linea di costa. Il deflusso delle acque, conformemente all’andamento pluviometrico, è quello caratteristico delle fiumare con un regime torrentizio che alterna: periodi di piena, coincidenti con la stagione delle piogge; a lunghi periodi di secca. A seguito di violenti nubifragi tali corsi d’acqua possono crescere impulsivamente nel giro di poche ore flash floods. I bacini idrografici di queste fiumare hanno dimensioni relativamente contenute, ciò influisce sull’energia e l’intensità dei fenomeni a cui sono soggetti. La notevole pendenza dei primi 30 Km dalla costa, che raggiunge valori di 40°, in associazione con il regime climatico caratterizzato da intense precipitazioni influisce sull’energia e l’intensità dei fenomeni erosionali (produzione di sedimenti), sul trasporto sedimentario fluviale (solitamente stagionale) e sullo sviluppo di morfologie a mare erodendo e creando, in modo violento, ampi sistemi di canyon sulla stretta piattaforma marina e la cui testata va a collocarsi molto vicino alla linea di costa. Il bacino della Fiumara Condoianni (codice 428) ha una estensione planimetrica complessiva di 66.526 Km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 43.88 Km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 18,54 Km con una pendenza media del 9%. Il valore della densità di drenaggio e 4,92 Km/Km2 (dati estrapolati da “Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria”). Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma

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(Gravelius) pari a 1.90.

A partire dal modello digitale del terreno del bacino, con risoluzione spaziale pare 80 m, è stata realizzata una caratterizzazione altimetrica del bacino le cui quote minima, massima e media sono risultate rispettivamente pari a Hmin = 1.0 m.s.m., Hmax =1050 m.s.m., Hmed = 344.2 m.s.m. L’analisi delle quote del DTM del bacino, inoltre ha mostrato le seguenti classi altimetriche:

La stessa distribuzione delle quote ha consentito di ricavare la curva ipsometrica.

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Dalla matrice altimetrica, opportunamente elaborata con procedure di calcolo finalizzate all’analisi dei dati spazialmente distribuiti, sono state ricavate informazioni utili circa la pendenza e l’esposizione dei versanti.

La distribuzione spaziale dei valori della pendenza dei versanti del bacino della Fiumara Condoianni ha mostrato, per le classi considerate, le seguenti percentuali:

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Analogamente, si è determinata la distribuzione spaziale delle esposizioni del bacino, le cui distribuzioni percentuali sono di seguito riportate

Le caratteristiche idrologiche stimate per il bacino della Fiumara Condojanni, derivate dai dati termo-pluviometrici delle stazioni di competenza, sono riportati nella tabella seguente dove

figurano i valori medi mensili dei parametri: precipitazione, temperatura ed evapotraspirazione.

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La Fiumara Condojanni presenta un regime idraulico tipico delle fiumare del territorio Calabrese con periodi di magra o addirittura di secca, durante la stagione estiva, e periodi di piena improvvisa in concomitanza delle precipitazioni intense e/o di lunga durata. Le cospicue acque di ruscellamento superficiale che con numerose aste torrentizie alimentano l’asta centrale della fiumara, nella porzione di studio 8 ultimi 7.0 Km) sono ulteriormente alimentate dal ruscellamento superficiale sui versanti argillosi impermeabili che delimitano lateralmente la piana alluvionale fluviale. Come le altre fiumare della zona anche la Fiumara Condoianni presenta le peculiarità tipiche delle fiumare. Si ha una breve lunghezza ed elevata pendenza nel tratto montano che determina, durante gli eventi pluviometrici estremi, eventi di piena brevi ed improvvisi con erosione e trasporto a valle di un’ingente quantitativo di materiale solido grossolano e blocchi anche di dimensione metrica. Le acque torbide di questi eventi di piena, una volta sfociate nei tratti vallivi, a pendenze più blande, rilasciano il materiale più grossolano e pesante che generalmente determina un sovralluvionamento dell’alveo. Tali depositi, anche metrici di materiali sciolti, durante i mesi più piovosi dell’anno risentono della elevata portata della fiumara che determina un deflusso delle acque in zone incanalate che variano la loro posizione planimetrica, stagionalmente, all’interno dell’alveo fluviale. Questa è la causa principale del dissesto che subiscono le opere di arginatura lungo l’alveo. Infatti l’accumulo di materiale nella fase calante della piena, oblitera i canali di deflusso delle acque ed alla successiva piena ne vengono, per erosione, creati di nuovi che posso anche scorrere lungo l’argine creando erosione sulle fondazioni e successivo crollo. L’elevato trasporto solido del corso d’acqua è testimoniato anche dalla zona di accumulo alla foce che durante gli eventi di piena crea una protuberanza di materiale

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verso mare che puntualmente nei giorni e mesi successivi viene smantellata dalla dinamica costiera con ridistribuzione lungo le spiagge. Per questo motivo è essenziale una manutenzione dell’alveo nelle zone di fondovalle, dove gli accumuli di materiale sono più importanti, con pulitura e riprofilatura dell’alveo di deflusso delle acque centralmente ed accumulo del materiale di risulta addossato agli argini a bordo alveo. In questo modo si ripristina il normale deflusso delle acque e si protegge gli argini laterali da fenomeni di erosione.

5.2.2 Analisi delle potenziali interferenze del progetto con la componente ambientale e valutazione Fase di Cantiere Nella fase di costruzione dell'opera non si prevedono rischi di sversamenti accidentali di sostanze inquinanti, in quanto la tipologia dei lavori non ne prevede l’utilizzo. Il progetto inoltre non prevede l'utilizzo di materiali inquinanti in quanto le opere sono costituite sostanzialmente da cls e acciaio e pietrame naturale di origine rocciosa proveniente da estrazione di cava. Le opere non hanno effetti sul regime delle acque superficiali né su quelle del sottosuolo, vista la limitata profondità interessata e l’assenza di interferenze dirette con corpi idrici sotterranei, trattandosi di manutenzione e ripristino di opere spondali esistenti. Fase di esercizio Non si prevede alcun tipo di impatto sulla componente ambientale durante la vita utile delle opere, stante che trattasi di ripristino di opere esistenti. In conclusione non si prevedono impatti sulla componente ambiente idrico né in fase di cantiere né in fase di esercizio.

5.3 SUOLO E SOTTOSUOLO Per questa componente ambientale vengono di seguito segnalati gli aspetti ritenuti essenziali ai fini della valutazione di impatto ambientale, rinviando per ogni approfondimento agli studi specialistici a carattere geologico facenti parte del progetto.

5.3.1 Caratterizzazione dello stato attuale della componente Geologia e geomorfologia Le aree oggetto di studio, situate sul versante ionico delle Serre calabre, Sud Italia, ricadono nel Bacino della Fiumara Condoianni è sono caratterizzate dalla presenza delle unità cristalline calabridi (Unità di Paleozoico; AMODIO-MORELLI, 1976), costituite da Graniti biotitici

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localmente con muscovite ed associate granodioriti di età tardo-ercinica (circa 250 Ma), da Scisti quarzoso-biotitici e biotitico-granatiferi e Scisti filladici e/o filladi nelle porzione medio alte del bacino mentre nelle aree poste alle quote più basse affiorano i sedimenti terrigeni mio- pleistocenici oltre ai depositi alluvionali olocenici stabilizzati e non.

Porzione medio alta del bacino: è impegnato dal complesso paleozoico cristallino e metamorfico. Gli Scisti quarzoso-biotitici e biotitico-granatiferi presentano un'ondulazione anticlinalica e sinclinalica, mascherata a luoghi dalle filladi che spesso arrivano al di sotto dell'attuale livello di erosione; le filladi seguono le ondulazioni dei sottostanti Scisti e, talvolta, sono direttamente a contatto con i termini a più elevato grado di metamorfismo per erosione di quelli intermedi. Il passaggio tra le plutoniti e le rocce metamorfiche avviene tramite una fascia di Aureola Metamorfica con andamento NE-SW, composta da Scisti biotitici e filladici termometamorfosati. L'Aureola Metamorfica presenta un grado molto elevato di termometamorfismo nelle immediate vicinanze delle magmatiti, mentre è già piuttosto basso a poche decine di metri di distanza. Porzione medio bassa del bacino: Sull’unità cristallino-metamorfiche poggiano direttamente, in discordanza, i depositi dei cicli sedimentari miocenici (formazione di Stilo-Capo d'Orlando, Aquitaniano Burdigaliano; BONARDI et alii, 1980) e, a luoghi, alcuni lembi di rocce carbonatiche mesozoiche. I termini miocenici costituiscono il riempimento di canyons sottomarini ed i corrispondenti depositi di scarpata e di tracimazione ricoperti dalla coltre alloctona delle Argille varicolori (Langhiano-Serravalliano), con inclusi di successioni quarzoarenitiche, lembi della formazione Gessoso-solfifera e termini arenacei e marnosi. L'orografia dell'area in studio possiede uno scenario variabile man mano che si procede da N-NW

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verso S-SE ed è fortemente influenzata dal generale assetto strutturale, dalla natura dei vari termini litologici, nonché dagli intensi processi di alterazione del sub-strato cristallino- metamorfico. L'area presenta infatti un paesaggio piuttosto accidentato ed è caratterizzata da serie discontinue di rilievi profondamente incisi, spesso alternate a balze e pianori. Il trend morfologico prevalente, NW-SE, è dato dalla presenza di alti-morfologici ereditati dai versanti di faglia, con rigetti dell'ordine di alcune centinaia di metri. I maggiori lineamenti tettonici controllano il reticolo idrografico il quale, fitto ed in approfondimento, è rappresentato dall’ asta principale (F.ra Condoianni), in corrispondenza delle quali le linee d'impluvio sono prevalentemente parallele tra di loro ed ortogonali all'asse principale. In particolare, l'idrografia presenta un pattern angolato con alveo del torrente stretto e ben definito e valloni laterali che incidono profondamente i versanti con sezioni a "V". Il continuo e generale ringiovanimento, connesso al forte tasso di sollevamento quaternario a scala regionale, favorisce l'attività erosiva come testimonia la presenza di valli pensili, di profonde incisioni vallive, nonché fenomeni di cattura fluviale. La fascia montana della bassa Locride costituisce un anello di congiunzione tra il massiccio Aspromontano e l'area costiera ed è caratterizzato da una prima fascia collinare pedemontana a morfologia dolce, allungata tra il paesaggio aspromontano ad ovest e le colline a est; a nord e a sud l'ambito è delimitato dalle piane delle fiumare Condoianni, e .

5.3.2 Analisi delle potenziali interferenze del progetto con la componente ambientale e valutazione Fase di Cantiere Gli impatti delle azioni di progetto qui esaminati consistono in:  consumo di risorse minerarie (materiali di cava);  occupazione di suolo;  rischi di contaminazione. Per quanto concerne il consumo di risorse minerarie, non si intravedono particolari criticità, per modeste quantità di materiali litoidi necessari e le possibilità della loro fornitura da cave già attive e localizzate al di fuori dei siti d’intervento. In merito alle esigenze di occupazione del suolo, sono previsti depositi temporanei di materiali

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nell’ambito del cantiere ma solo per le operazioni necessarie per la costruzione delle gabbionate, mentre ulteriori esigenze di occupazione di suolo, seppur assai limitate nel tempo e nello spazio, sono afferenti solo ai servizi logistici di cantiere (uffici, servizi igienici, spogliatoi per il personale ed eventuale mensa). I rischi di contaminazione del suolo sono da relazionare solo a sversamenti accidentali di oli e idrocarburi da parte di mezzi di trasporto e delle macchine che operano nel cantiere. Relativamente alla produzione di rifiuti, i rifiuti di tipo domestico prodotti dai lavoratori appaiono insignificanti. Fase di esercizio Non si prevede alcun tipo di impatto sulla componente del suolo e del sottosuolo durante la vita utile delle opere, stante che trattasi di ripristino di opere esistenti. Dal punto di vista geologico e geoambientale, gli esiti dello studio condotto non fanno emergere impatti penalizzanti per le zone direttamente interessate dalle opere da realizzare o elementi di criticità che non possano essere risolti con i normali accorgimenti di progettazione esecutiva quali:  Limitazione allo stretto indispensabile delle superfici occupate dai servizi logistici di cantiere.  Ricorso a cave di prestito autorizzate all’estrazione mineraria, per le forniture di pietrame, ghiaie e sabbie.  Minimizzazione del rischio di contaminazione da sversamenti accidentali affidata ad adeguate prescrizioni nell’ambito delle attività di coordinamento ai fini della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori, cui l’impresa appaltatrice dovrà necessariamente conformarsi.

5.4 FAUNA, FLORA, ECOSISTEMI ED AREE PROTETTE In questa sezione da consultazione di studi pregressi e l’esame delle fonti bibliografiche esistenti – vengono analizzate le caratteristiche e la distribuzione della vita vegetale ed animale, onde consentire di verificare le alterazioni ecosistemiche e l’incidenza dell’intervento proposto sulla fauna e sulla flora. Sono stati quindi considerati le unità ecosistemiche e gli elementi di qualità e di sensibilità ecologica (specie rare, popolamenti caratteristici, ecc.) presenti nella zona d’interesse. Tenuto conto dell’ambito di potenziale influenza delle opere in progetto e considerato che queste non ricadono in aree facenti parte della “Rete Natura 2000”, ma si trovano vicine (distanza Minima 7,2 Km) ad alcune di esse:

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 SIC IT9350174 Monte Tre Pizzi  SIC IT9350146 Fiumara Buonamico  SIC IT9350135 Vallata del Novito e Monte Mutolo  SIC IT9350182 Fiumara Careri ad una descrizione generale seguirà una parte più specifica, descrittiva dei SIC interessati ed incentrata sugli habitat naturali e sulle specie ivi presenti.

5.4.1 Caratterizzazione dello stato attuale della componente Vegetazione e flora terrestre La fascia montana della bassa Locride costituisce un anello di congiunzione tra il massiccio Aspromontano e l'area costiera ed è caratterizzato da una prima fascia collinare pedemontana a morfologia dolce, allungata tra il paesaggio aspromontano più elevato ad ovest e le colline di Serro Papa a est; a nord e a sud l'ambito è delimitato dalle piane delle fiumare Careri e Bonamico. É presente un gruppo collinare costituito principalmente da rocce terrigene, posto tra le montagne aspromontane a ovest e sud e il paesaggio collinare ionico meno elevato a est. Il rilievo presenta tre versanti principali che bordano l'unità a nord, est e sud ed un'area sommitale con crinali convessi e localmente accidentati dalla presenza di caratteristiche forme rupestri dovute a erosione differenziata di materiali terrigini a diversa resistenza all'erosione (Pietra Cappa, Pietra di Febo). La fascia collinare presenta un paesaggio caratterizzato dal prevalere di vegetazione erbacea seminaturale diretta conseguenza di un forte impatto antropico sul territorio. Nelle aree pianeggianti ai bordi delle fiumare si localizza l'agrumicultura di qualità. Fauna terrestre Per la forte antropizzazione, la comunità animale terrestre nel comprensorio di che trattasi presenta esigue specie di grande taglia. Si rileva anche la riduzione delle specie, pur ancora numerose, di piccola taglia, dovuta in parte alla storicamente intensa attività venatoria ed agli incendi. Da segnalare la presenza di alcuni rettili: il ramarro (Lacertaviridis), la luscengola (Chalcideschalcides), il cervone (Elaphequatorlineata), il biacco (Hierophisviridiflavus) e la lucertola campestre (Podarcissicula).

5.4.2 Ecosistemi ed Aree Protette Le aree su cui occorre intervenire hanno una forte valenza ambientale, ma si trovano al di fuori dei siti ricadenti nella Rete Natura 2000:  SIC IT9350174 Monte Tre Pizzi  SIC IT9350146 Fiumara Buonamico

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 SIC IT9350135 Vallata del Novito e Monte Mutolo  SIC IT9350182 Fiumara Careri Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche "conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali" (Art.2). Di seguito vengono riportate le mappe relative ai SIC sopra citati, mentre le singole schede sono riportate tra gli allegati finali, contenenti le informazioni tratte dal sito del Ministero dell'Ambiente, con riferimento all'invio alla Commissione Europea, avvenuta nel mese di Dicembre 2020.

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SIC IT9350146 Fiumara Buonamico

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SIC IT9350182 Fiumara Careri

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SIC IT9350174 Monte Tre Pizzi

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SIC IT9350135 Vallata del Novito e Monte Mutolo

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5.4.3 Analisi delle potenziali interferenze del progetto con la componente ambientale e valutazione Fase di Cantiere In accordo alle indicazioni sulla “Valutazione di piani e progetti aventi un’incidenza significativa sui siti della rete Natura 2000” fornite dalla Commissione Europea (D.G. Ambiente) con la “Guida metodologica alle disposizioni dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4 della direttiva Habitat 92/43/CEE”, le potenziali incidenze delle azioni di progetto sulla componente Fauna, Vegetazione e Flora, Ecosistemi naturali possono valutarsi sulla base dei fattori ed indicatori che seguono: Perdita di superfici di habitat - Le zone di intervento non si sovrappongono alle aree di localizzazione degli habitat prioritari segnalati nei SIC sopra menzionati. L'occupazione del suolo per l'installazione dei servizi logistici di cantiere non implica la distruzione di habitat con specie vegetali ed animali terrestri di interesse conservazionistico. Frammentazione delle connessioni ecologiche - L'attuazione degli interventi, per come configurati in progetto, non comporterà forme di frammentazione delle connessioni ecologiche, né direttamente, né indirettamente. Alterazione/impoverimento quali-quantitativo delle singole specie e dei popolamenti floro- faunistici nel loro complesso - Tenendo conto della distribuzione, delle criticità, della sensibilità e della vulnerabilità delle specie e dei popolamenti caratterizzanti il sito d’intervento e le aree ad esso limitrofe, è possibile affermare che le opere proposte non pregiudicano l’integrità dei SIC prossimi alle aree di intervento e, più in generale, non comportano effetti inammissibili sulla componente biotica dell’ecosistema terrestre. In definitiva è da considerare, infatti, che l’attuazione degli interventi proposti non genera:  modifiche incongruenti rispetto alla morfologia ed all’assetto del territorio;  cambiamenti microclimatici;  interferenze negative sui corridoi ecologici;  situazioni critiche in termini di perturbazione delle specie presenti nel sito o tali da incidere sfavorevolmente sull’ecologia e sulla diffusione dei popolamenti floro-faunistici oggetto di protezione;  variazioni significative nella qualità delle acque e fenomeni di inquinamento ambientale. Inquinamento e disturbi ambientali - I potenziali fattori di disturbo dell’intervento proposto su fauna, flora e vegetazione sono attribuibili solo alla fase di realizzazione delle opere e non risultano di tipo diverso da quelli già considerati nella trattazione delle componenti “atmosfera” e “ambiente idrico”: emissioni (polvere, rumore e vibrazioni) da parte delle macchine operatrici e dei mezzi di trasporto dei materiali; rischio di inquinamento per sversamenti provenienti

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accidentalmente dai mezzi e macchinari impiegati. Gli impatti derivanti da queste fonti, tutti di natura temporanea, sono decisamente minimizzati, se non addirittura annullati, dalle già segnalate precauzioni operative e misure di mitigazione, per cui a quanto esposto in precedenza appare utile aggiungere solo alcune riflessioni riguardanti particolarmente la componente ambientale in esame. Per quanto concerne l’inquinamento acustico, è opportuno evidenziare che l’area d’intervento si trova in diretta prossimità di infrastrutture viarie, ferroviarie e ambiti antropizzati, per cui la fauna del luogo è già soggetta - e si è evidentemente adattata – a stabili situazioni di disturbo sonoro, prodotto dal traffico stradale e dal passaggio dei treni. La valutazione del rumore generato dal cantiere (soltanto di giorno, stante la cessazione delle attività lavorative nei periodi notturni) prefigura unicamente modesti aggravi temporanei rispetto alla condizione attuale. Analoghe considerazioni possono essere estese al disturbo causato da vibrazioni. Avanzando nel merito della valutazione, è da segnalare che la diffusione in atmosfera e la conseguente deposizione di polveri sulle superfici fogliari, sugli apici vegetativi e sulle superfici fiorali, possono determinare inammissibili squilibri fotosintetici ed alterazioni della biochimica vegetale. Nella fattispecie tali rischi risultano temporanei, localizzati e comunque marginali, tenuto conto della tipologia delle lavorazioni e dei relativi tempi di attuazione, delle cautele operative definite in progetto e soprattutto della consistenza quantitativa dei materiali da movimentare e porre in opera. Fase di esercizio Non si prevede alcun tipo di impatto sulla componente in esame durante la vita utile delle opere, stante che trattasi di ripristino di opere esistenti. In conclusione gli impatti sia durante la fase di realizzazione delle opere che durante la fase di esercizio risultano essere non significativi. Al fine di ridurre al minimo i succitati impatti possono essere messi in atto le seguenti misure mitigative:  Riduzione al minimo di mezzi operativi; ottimizzazione dei relativi percorsi e tempi di impiego.  Schermatura delle sorgenti luminose utilizzate per la segnalazione del cantiere.  Dotazione del cantiere di servizi igienici prefabbricati funzionalmente autosufficienti (privi di scarichi esterni).

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5.5 PAESAGGIO

Le aree oggetto di intervento sono incluse nell'ambito di paesaggio 9 denominato “Fascia costiero- collinare della Bassa Locride”, rappresentato in figura. L'Ambito si compone di una fascia costiera e di una stretta fascia collinare. Nella prima, il paesaggio è caratterizzato da vegetazione erbacea seminaturale, diretta conseguenza di un forte impatto antropico sul territorio dovuto ad agricoltura estensiva, pascolo e incendio. Sono diffusi i pascoli aridi mediterranei (Brometalia

rubenti tectori) che occupano le superfici Fascia costiero-collinare momentaneamente non coltivate, le praterie della Bassa Locride steppiche a tagliamani (Ampelodesmos mauritanicus) sui substrati arenacei o marnosi, quelle a barboncino mediterraneo (Hyparrhenia hirta) sui substrati sciolti, e quelle a sparto (Lygeum spartum) sui substrati argillosi. Sono ancora presenti limitati lembi di macchia a lentisco (Pistacia lentiscus) e di querceti a quercia castagnara (Quercus virgiliana). La copertura del suolo è prevalentemente agricola intorno ai centri abitati, che sono generalmente di piccole dimensioni, con attività rurali diversificate rappresentate da seminativi non irrigui di cereali o di foraggiere (sulla), uliveti, vigneti e agrumeti, quest'ultimi localizzati soprattutto lungo le vallate fluviali. Diffusa nelle prime aree collinari è l'attività di pascolo, soprattutto ovi-caprino, che da luogo a produzioni casearie con forme diversificate localmente caratterizzate da imprese a conduzione familiare e di piccolissima dimensione con un mercato piuttosto ristretto. I Paesaggi rurali caratterizzanti che emergono in questo Ambito sono: gli Uliveti della fascia collinare della bassa Locride, gli Agrumeti della fascia costiera e delle fiumare della bassa Locride, i Vigneti del Greco di .

5.5.1 Caratterizzazione dello stato attuale della componente La zona oggetto degli interventi presentano una vegetazione tipica delle fiumare in cui si localizza una articolata vegetazione ripale dominata dai cespuglieti a oleandro (Nerium oleander) e dalla vegetazione glareicola a perpetuino italiano (Helichrysum italicum). 5.5.2 Analisi delle potenziali interferenze del progetto con la componente ambientale e

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valutazione Fase di Cantiere In fase di cantiere l'incidenza negativa dovuta solo all'alterazione della percezione paesaggistica dei luoghi a causa della presenza di mezzi è di lieve rilevanza e breve durata. È sufficiente, infatti, che vengano curati gli aspetti formali ed organizzativi del cantiere (recinzioni ed attrezzature di aspetto decoroso; ricerca del massimo grado di contenimento degli ingombri delle installazioni logistiche. Fase di esercizio L’attuazione degli interventi in esame, incentrati sul ripristino dei manufatti di argine in due tratti della fiumara e relativa pulizia in tali tratti dell’alveo da materiali ad esso estranei, non solo non pregiudica le attuali qualità del paesaggio, ma aggiunge valore all’ambito, operando nettamente in direzione del ripristino delle condizioni originarie. Inoltre  le opere da realizzare non alterano i caratteri morfologici del luogo e, anzi, ripristinano lo skyline naturale  il progetto non prevede l’abbattimento di alberi o l’eliminazione di vegetazione d’interesse conservazionistico  Gli scavi a cielo aperto per l’estrazione del pietrame necessari alla realizzazione dei lavori riguardano cave autorizzate già esistenti, lontane dal luogo di impiego. Gli impatti conseguenti alla realizzazione delle opere risultano essere assolutamente positivi.

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6 CONCLUSIONI

Oggetto della presente relazione è lo Studio preliminare Ambientale relativo alla realizzazione degli “ Interventi di Sistemazione Idraulica per la Messa in Sicurezza della Fiumara Condojanni nel Comune di Ardore”, Provincia di Reggio Calabria, per come richiesto dal committente Settore 13 – Difesa del Suolo – Demanio Idrico e Fluviale della Città Metropolitana di Reggio Calabria, al fine di verificarne la necessità di assoggettabilità a VIA. Lo studio è stato svolto coerentemente alle indicazioni fornite dalle normative nazionali e regionali in materia. In particolare, esso è stato redatto ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. e art. 6 del R. n. 03/2008 e ss.mm.ii. Sono state valutate le potenziali interferenze, sia positive che negative, che la soluzione progettuale determina sul complesso delle componenti ambientali addivenendo ad una soluzione complessivamente positiva. Infatti, a fronte degli impatti che si verificano, in fase di cantiere, per la pressione delle operazioni di scavo e movimentazione di materiale su alcune delle componenti ambientali (comunque di entità lieve e di breve durata), gli interventi producono indubbi vantaggi sull’ambiente antropico e naturale. La realizzazione delle azioni previste in progetto non comporterà neppure impatti negativi agli habitat delle aree SIC più prossime alla zona di intervento:  SIC IT9350174 Monte Tre Pizzi  SIC IT9350146 Fiumara Buonamico  SIC IT9350135 Vallata del Novito e Monte Mutolo  SIC IT9350182 Fiumara Careri in ragione anche del fatto che tali aree risultano essere tutte esterne all'area interessata dall'intervento e distanti da essa, come risulta dalle perimetrazioni fornite dal Ministero dell'Ambiente e dalla Regione Calabria. Va inoltre evidenziato che gli interventi da eseguire, a fronte di disturbi limitati alle attività ricreative, consentiranno la riqualificazione di tratti di alveo oggi degradati e il ripristino di condizioni di sicurezza dei territori limitrofi, interessati da eventuali tracimazioni. Pertanto, sulla base dei risultati riscontrati a seguito delle valutazioni condotte nel corso del presente studio, si può concludere che gli interventi generano impatti complessivamente nulli o positivi, in quanto:

 non ci sono impatti negativi sul patrimonio storico, archeologico ed architettonico; le scelte progettuali e la realizzazione degli interventi di mitigazione e/o compensazione

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previsti rendono gli impatti presenti su flora, fauna, unità ecosistemiche e paesaggio di entità pienamente compatibile con l’insieme delle componenti ambientali;  gli interventi non creano disfunzioni nell’uso e nell’organizzazione del territorio, né gli obiettivi del progetto sono in conflitto con gli utilizzi futuri del territorio;  gli interventi sono conformi agli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti ed i principali effetti sono compatibili con le esigenze di tutela igienico-sanitaria e di salvaguardia dell’ambiente. Inoltre gli interventi progettuali conseguono anche altri impatti positivi quali la riduzione sostanziale del rischio idraulico per le zone limitrofe al torrente, con indubbi vantaggi per i cittadini che fruiscono a vario titolo di questi ambiti.

Messina, 11/03/2021 Ing. Salvatore PERILLO

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Allegati

38 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

Inquadramento Generale degli Ambiti di intervento e Aree SIC

Dist. 8,7 Km

Dist. 7,2 Km

AMBITO 2

AMBITO 1

Dist. 9,7 Km

Dist. 8.2 Km Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

Panoramica dell’area di intervento AMBITO n. 1

Panoramica dell’area di intervento AMBITO n. 1 (Anno 2009) Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

Panoramica dell’area di intervento AMBITO n. 2

Panoramica dell’area di intervento AMBITO n. 1 (Anno 2015) Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

Scheda di Sintesi Area SIC

IT9350146 - Fiumara Buonamico Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

Scheda di Sintesi Area SIC

IT9350182 – Fiumara Careri Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 NATURA 2000 - STANDARD DATA FORM For Special Protection Areas (SPA), Proposed Sites for Community Importance (pSCI), Sites of Community Importance (SCI) and for Special Areas of Conservation (SAC)

SITE IT9350182

SITENAME Fiumara Careri

TABLE OF CONTENTS

1. SITE IDENTIFICATION 2. SITE LOCATION 3. ECOLOGICAL INFORMATION 4. SITE DESCRIPTION 5. SITE PROTECTION STATUS 6. SITE MANAGEMENT 7. MAP OF THE SITE

1. SITE IDENTIFICATION

1.1 Type 1.2 Site code Back to top B IT9350182

1.3 Site name

Fiumara Careri

1.4 First Compilation date 1.5 Update date

1995-05 2019-12

1.6 Respondent:

Name/Organisation: Regione Calabria - Dipartimento Ambiente e Territorio - Settore Parchi ed Aree Naturali Protette Address: Cittadella Regionale, Località Germaneto 88100 – Email: [email protected]

1.7 Site indication and designation / classification dates

Date site classified as SPA: 0000-00

National legal reference of SPA designation No data

Date site proposed as SCI: 1995-09

Date site confirmed as SCI: No data

Date site designated as SAC: 2017-06

National legal reference of SAC designation: DM 27/06/2017 - G.U. 166 del 18-07-2017

2. SITE LOCATION

Back to top 2.1 Site-centre location [decimal degrees]:

Longitude Latitude 16.074444 38.182778

2.2 Area [ha]: 2.3 Marine area [%]

311.0 0.0

2.4 Sitelength [km]:

0.0

2.5 Administrative region code and name

NUTS level 2 code Region Name Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 ITF6 Calabria

2.6 Biogeographical Region(s)

(100.0 Mediterranean %)

3. ECOLOGICAL INFORMATION

Back to top 3.1 Habitat types present on the site and assessment for them

Annex I Habitat types Site assessment

Cave Data Code PF NP Cover [ha] A|B|C|D A|B|C [number] quality

Representativity Relative Surface Conservation Global

3250 30.57 G A C B B 3290 2.39 G A C B A 6220 53.07 G A C B B 92D0 11.75 G A C B A

PF: for the habitat types that can have a non-priority as well as a priority form (6210, 7130, 9430) enter "X" in the column PF to indicate the priority form. NP: in case that a habitat type no longer exists in the site enter: x (optional) Cover: decimal values can be entered Caves: for habitat types 8310, 8330 (caves) enter the number of caves if estimated surface is not available. Data quality: G = 'Good' (e.g. based on surveys); M = 'Moderate' (e.g. based on partial data with some extrapolation); P = 'Poor' (e.g. rough estimation)

3.2 Species referred to in Article 4 of Directive 2009/147/EC and listed in Annex II of Directive 92/43/EEC and site evaluation for them

Species Population in the site Site assessment

D. G Code Scientific Name S NP T Size Unit Cat. A|B|C|D A|B|C qual.

MinMax Pop.Con.Iso.Glo.

B A080 Circaetus gallicus c P DD C B C B

B A081 Circus aeruginosus c P DD C B C B

B A073 Milvus migrans c P DD C B C B

B A077 Neophron percnopterus c R DD C B C B

B A072 Pernis apivorus c P DD C B C B

Group: A = Amphibians, B = Birds, F = Fish, I = Invertebrates, M = Mammals, P = Plants, R = Reptiles S: in case that the data on species are sensitive and therefore have to be blocked for any public access enter: yes NP: in case that a species is no longer present in the site enter: x (optional) Type: p = permanent, r = reproducing, c = concentration, w = wintering (for plant and non-migratory species use permanent) Unit: i = individuals, p = pairs or other units according to the Standard list of population units and codes in accordance with Article 12 and 17 reporting (see reference portal) Abundance categories (Cat.): C = common, R = rare, V = very rare, P = present - to fill if data are deficient (DD) or in addition to population size information Data quality: G = 'Good' (e.g. based on surveys); M = 'Moderate' (e.g. based on partial data with some extrapolation); P = 'Poor' (e.g. rough estimation); VP = 'Very poor' (use this category only, if not even a rough estimation of the population size can be made, in this case the fields for population size can remain empty, but the field "Abundance categories" has to be filled in)

3.3 Other important species of flora and fauna (optional)

Species Population in the site Motivation

Species Group CODE Scientific Name S NP Size Unit Cat. Other categories Annex

Min Max C|R|V|P IV V A B C D

Allium pentadactyli P P X X Brullo, Pavone & Spamp.

Artemisia campestris L. P subsp. variabilis (Ten.) C X Greuter

A 1201 Bufo viridis C X X X

Cardopatium P P X corymbosum (L.) Pers.

R 5670 Hierophis viridiflavus C X X

R 5179 Lacerta bilineata C X X

R 1250 Podarcis sicula C X X

Scorzonera hispanica L. P subsp. neapolitana P X (Grande) Greuter

Group: A = Amphibians, B = Birds, F = Fish, Fu = Fungi, I = Invertebrates, L = Lichens, M = Mammals, P = Plants, R = Reptiles Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 CODE: for Birds, Annex IV and V species the code as provided in the reference portal should be used in addition to the scientific name S: in case that the data on species are sensitive and therefore have to be blocked for any public access enter: yes NP: in case that a species is no longer present in the site enter: x (optional) Unit: i = individuals, p = pairs or other units according to the standard list of population units and codes in accordance with Article 12 and 17 reporting, (see reference portal) Cat.: Abundance categories: C = common, R = rare, V = very rare, P = present Motivation categories: IV, V: Annex Species (Habitats Directive), A: National Red List data; B: Endemics; C: International Conventions; D: other reasons

4. SITE DESCRIPTION

Back to top 4.1 General site character

Habitat class % Cover

N09 13.94 N25 1.7 N08 5.13 N21 22.9 N06 35.68 N26 5.81 N15 8.16 N23 6.49 N20 0.19

Total Habitat Cover 99.99999999999999

Other Site Characteristics Il sito esaminato comprende parte della Fiumara Careri e le zone limitrofe: il territorio si estende lungo la fascia collinare ionica, a partire da quota 225 m s.l.m. fino a 75 m s.l.m. Il clima è di tipo mesomediterraneo umido, con temperature medie annue comprese tra 13 e 16 °C e precipitazioni medie variabili tra 1900 e 1400 mm, concentrate in 110/120 giorni. Tra 225 a 125 m l?alveo fluviale si presenta stretto, con pendenza intorno al 2,7%; lungo questo tratto la corrente è rapida con conseguente tendenza all?approfondimento del letto. A quota 125 m, in corrispondenza della confluenza della fiumara Acone, il letto fluviale tende ad allargarsi e la pendenza si attenua attestandosi intorno all?1,2%, per assumere un andamento meandriforme. Il territorio che delimita il corso fluviale presenta morfologia ondulata; in alcuni tratti i versanti si presentano acclivi, mentre a partire da quota 125 m s.l.m. l?area diventa prevalentemente pianeggiante. Il substrato geologico lungo l?alveo ? costituito da depositi alluvionali grossolani- conferma l'elevata energia di trasporto dei corsi d'acqua; il territorio circostante è composto invece da arenarie. Il suolo si caratterizza per la tessitura franca, localmente franco-argillosa a reazione subalcalina, con bassa capacità di scambio cationico e scarso livello di protezione nei confronti del rischio di inquinamento degli acquiferi. Le limitazioni strutturali del suolo, dovute alla natura sabbiosa e alcalina, determinano la necessità di interventi e pratiche agronomiche, quali concimazioni e lavorazioni del terreno, per un utilizzo a scopo agro forestale. La fiumara conserva diversi aspetti di vegetazione ripariale (Tamericeti, Saliceti, Elicriseti), in buono stato di conservazione. La vegetazione potenziale dell?area vasta è rappresentata da boschi termofili e da macchia mediterranea riferibili alla classe dei Quercetea ilicis. La maggior parte del sito è caratterizzato da aspetti di degradazione della vegetazione potenziale a causa degli effetti dell?attività antropica (incendi, pascolo, taglio), per cui in generale il territorio presenta un mosaico di fitocenosi (prati xerici, garighe, macchia) ascrivibili a diversi sintaxa (Tuberarietea guttatae, Cisto-Micromerietea, Quercetea ilicis, ecc.). Il letto della fiumara è caratterizzato da vegetazione azonale igrofila tipica dei corsi d?acqua a flusso intermittente dell?Italia meridionale (Nerio-Tamaricetea). I calanchi e i pendii argillosi sono tipicamente colonizzati da una vegetazione steppica specializzata a Lygeum spartum inquadrata nei Lygeo-Stipetea.

4.2 Quality and importance Fiumara in buono stato di conservazione con aree calanchive limitrofe ricche di specie rare.Il sito è caratterizzato da una flora tipicamente mediterranea particolarmente ricca soprattutto a causa della estesa presenza di fitocenosi terofitiche caratterizzate da alta densità di specie. Tra gli endemismi ad areale ristretto si segnala nel sito Allium pentadactyli Brullo, Pavone et Spampinato, considerata vulnerabile (VU) a livello regionale e nazionale.

4.3 Threats, pressures and activities with impacts on the site

The most important impacts and activities with high effect on the site

Negative Impacts Positive Impacts Threats and Pollution inside/outside Activities, Pollution inside Rank Rank pressures [code] (optional) [code] [i|o|b] management [code] (optional) [code] /outside [i|o|b] M E01.02 b MA08b M K01.01 b HI01b H A02.01 b H A04.01 b M J02.05 b H J01.01 b M D01.02 b H A06.02 b Rank: H = high, M = medium, L = low Pollution: N = Nitrogen input, P = Phosphor/Phosphate input, A = Acid input/acidification, T = toxic inorganic chemicals, O = toxic organic chemicals, X = Mixed pollutions i = inside, o = outside, b = both

4.4 Ownership (optional) Type [%] National/Federal 0 State/Province 0 Public Local/Municipal 0 Any Public 70 Joint or Co-Ownership 0 Private 30 Unknown 0 sum 100 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

4.5 Documentation Regione Calabria - Dipartimento Ambiente e Territorio. Revisione e aggiornamento dei formulari realizzati nell'ambito del progetto “Mappatura e censimento di habitat e specie” - Finanziato con fondi FESR - POR Calabra 2014-20120 - Azione 6.5.A.1 - -

5. SITE PROTECTION STATUS (optional)

Back to top 5.1 Designation types at national and regional level:

Code Cover [%] Code Cover [%] Code Cover [%]

IT01 35.0 IT00

5.2 Relation of the described site with other sites: designated at national or regional level:

Type code Site name Type Cover [%]

IT01 Parco Nazionale dell?Aspromonte * 35.0

5.3 Site designation (optional)

6. SITE MANAGEMENT

Back to top 6.1 Body(ies) responsible for the site management:

Organisation: Città Metropolitana di Reggio Calabria Address: Piazza Italia - 89124 Reggio Calabria Email: [email protected]

6.2 Management Plan(s): An actual management plan does exist:

X Yes Name: Servizio di supporto nella predisposizione del Piano di gestione dei siti Natura 2000 sul territorio della Provincia di Reggio Calabria. Documento definitivo di Piano e allegati. Provincia di Reggio Calabria, 2007. Link: https://www.regione.calabria.it/website/organizzazione/dipartimento11/subsite/parebio/retnat2000/piagestsitinat2000/

No, but in preparation

No

6.3 Conservation measures (optional) Con DGR n.278 del 19-07-2016 sono state approvate le misure di conservazione habitat e sito specifiche

7. MAP OF THE SITES

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INSPIRE ID:

Map delivered as PDF in electronic format (optional)

YesX No

Reference(s) to the original map used for the digitalisation of the electronic boundaries (optional).

135 I NE - 135 I SE 1:25000 Gauss-Boaga Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

Scheda di Sintesi Area SIC

IT9350174 - Monte Tre Pizzi Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021

Scheda di Sintesi Area SIC

IT9350135 - Vallata del Novito e Monte Mutolo Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021 Città Metropolitana di Reggio Calabria Protocollo n. 19312/2021 del 16/03/2021