John LEE Hooker and Friends
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B P AUL REDDICK Gente come Reddick è appassio- JOHN LEE HOOKER singolarmente i seguenti mu- la partecipazione straordinaria L RIDE THE ONE nata e basta, ama solo ricercare in AND FRIENDS sicisti: John Hammond che di Booker T. Jones alle tastie- U STONY PLAIN libertà, rileggere in pace il vocabo- THE BLUES Magicians LIVE apre la serata accompagnando re, mentre alla chitarra compare E www½ lario delle note fino alla radice del- ON STAGE 1992 Hooker in una Ride Johnny Ride il leader degli Spirit, l’indimen- la musica tradizionale, che sia la COllectORS DREAM RECORDS che scalda subito l’ambiente; Ry ticato Randy California. Ecco S popolare del settecento, appunto, www½ Cooder che viene elogiato dal pronto per l’archiviazione un al- o il blues prebellico. Per cui si ri- grande vecchio e che accompa- tro tassello della lunga carriera parte da qui, da “uno”, da Ride The gna con la bottleneck, di par suo, di John Lee Hooker, ritratto anco- One e da un contratto con la Stony uno dei grandi classici Crawling ra al massimo della forma. Plain, dalla presenza di altri ma- King Snake. Poi è la volta della Andrea Trevaini ster dell’indipendenza canadese, migliore chitarrista blues, Bon- tra cui il chitarrista Greg Cocke- nie Raitt, un’artista che si tro- rill, Steve Marriner, polistru- va parecchio a suo agio ad ac- ALBERT CASTIGLIA mentista, Colin Cripps, Anna compagnare John Lee Hooker; BIG DOG Ruddick. Ride The One (Blues insieme eseguono una lunga e RUF RECORDS Is A Beautiful Landscape), recu- tirata I’m In The Mood For Love. www½ “Hard blues for modern times”. Il pera in un certo senso le trame Anche al pianista e leader del- motore è sempre lo stesso, la ben- del precedente Wishbone, ma si la band di Chuck Berry, John- Ci eravamo lasciati con Albert zina è sempre quella drammati- spinge verso atmosfere più oscu- Questo disco racchiude un’esi- ny Johnson, Hooker riserva Castiglia sulle note collabora- ca, esplosiva miscela di blues, in- re, suoni più densi e corposi, man- bizione del grande vecchio del una calorosa e simpatica intro- tive dell’ottimo Blues Caravan gigantito dal rock e sporcato dal tenendosi per paradosso agile pur boogie, John Lee Hooker, fil- duzione, ricordando che era lui 2014, un CD+DVD dal vivo re- r&b. E si che nel bagaglio di Paul abbandonando ogni tipo di deli- mata nel 1992 dalla BBC, quan- il Johnny B. Goode della canzo- gistrato insieme ai colleghi di Reddick ci sono le Villanelle, quel- catezza. E’ probabilmente ad oggi do Hooker aveva 71 anni, per la ne di Chuck, insieme eseguono etichetta Christina Sjolberg la “forma di canto di lavoro, anti- il disco più maturo di Paul Reddi- Serie TV delle Performances Live You Gimme So Much Trouble, in e Laurence Jones, dove il ca di secoli” dall’anima sostan- ck, il quale, come dicevamo, non At The Sweetwater. Ora il film vie- cui lo scintillante pianismo di vero protagonista era il chitarri- zialmente delicata; a quella una rallenta certo il suo percorso ver- ne riproposto su singolo CD, con Johnson ha modo di rivaleggia- sta della Florida (anche se nato JOHN LONG gli ultimi anni. Il filo conduttore dell’ope- tocca a un personaggio singolare, l’allo- S TAND YOUR GROUND ra di questo straordinario musicista (eccel- ra già ultracinquantenne John Long, “un Delta GROOVE lente armonicista) e talent-scout, passa per nome molto comune, quasi come Smith” www½ gente come Mannish Boys (con cui colla- (da una recensione di allora “nonostante borarono tantissimi artisti, citiamo la leg- questo sia il suo primo lavoro, ha un’espe- Continua a colpirci la produzione Delta genda Finis Tasby e Johnny Dyer, anche rienza ultra quarantennale”); il suo album Groove, stavolta picchiando duro ai fian- loro scomparsi nel 2014; la prima uscita Lost And Found colpì particolarmente Chor- chi, sul lato blues più profondo e sensibi- della Delta Groove fu proprio il loro lavo- tkoff, tanto da proporre all’istante un con- le. Volendo spendere due doverose parole, ro That Represent Man del 2004), Hollywo- tratto. Nato a St.Louis, Missouri nel 1950, ricordiamo Randy Chortkoff, scompar- od Flames, R.J. Mischo, Rod Piazza, Sean Long è un’autentica reincarnazione; alle- so nel maggio del 2015, l’uomo che se- Costello, Elvin Bishop; insomma c’è di che natosi sullo sfogo dei 78 giri di famiglia, dette alla regia per la realizzazione di una approfondire considerando tanta produ- che comincia a maneggiare in età già te- delle pagine più importanti del blues de- zione come un capitolo a parte. Nel 2006 nerissima, il cantante, chitarrista, armoni- forma di composizione vocale po- so la ricerca. Più che canzoni, sto- l’aggiunta di due brani registra- re in gigioneria con John Lee Ho- polare, in auge nel sedicesimo e rie, frammenti quelli di Shadows, ti nel 1989 ad Atlantic City. Lo oker. Segue poi una lunga Born diciassettesimo secolo, l’ex Side- gia di per sé un attacco potente Sweetwater, un piccolo locale For Good Luck (Bad Luck Do Me men ha dedicato un album nel guidato da una torrida armonica, con solo 90 posti a sedere, ven- No Harm), dove è invece la chi- 2004 per la Nothern Blues. Ma Celebrate, la più (a paragone) in- ne aperto nel 1972 a Mill Valley, tarra di Robert Cray a mettersi c’è qualcosa che non torna; a que- trospettiva Mourning Dove, la bel- California, ma divenne un loca- in evidenza. John Lee Hooker è sto punto Reddick, con la sua voce lissima ballata Gotta Find A..., tra le di culto grazie all’appassiona- in gran forma, con la sua voce ca- di grosso calibro, la sua armonica gli undici brani che compongono ta gestione di Jeannie Patterson vernosa dirige i suoi boogies da (eccellente, distorta), la sua chitar- l’album, il quale procede in cre- che lo rilevo’ negli anni ’80 e che gran stregone quale è, mentre ra, dovrebbe essere quanto di più scendo lungo l’asse del blues più lentamente lo fece diventare il la sua chitarra pur limitandosi a famoso esiste nel panorama del sporco attraverso It Goes With You, luogo perfetto per degli “once- punteggiare il blues è immedia- rock blues del ventunesimo seco- Diamonds, fino all'apoteosi di Li- in-a-life time shows” delle stars tamente riconoscibile. La punta a New York), con il suo solismo lo. Suo era Villanelle, suo l’ottimo ving In Another World, rock blues del rock, tanto da essere procla- massima però là si raggiunge tirato e scoppiettante, ed una va- Wishbone del 2012, disco alle so- di inaudita robustezza in grado di mato dal Times come uno dei quando tutti gli ospiti salgo- rietà di temi musicali veramen- glie delle quattro stelle che invece sintetizzare da solo tutte le coordi- migliori club Americani. La lista no sul palco e con l’aiuto anche te impressionante. Castiglia non non ha trovato nemmeno un’eti- nate dell’artista; probabilmente il dei big che vi si esibirono va da: dell’armonica di Charlie Mus- è più una giovane promessa, ha chetta all’altezza, sua I’m A Crimi- più bel pezzo del disco, non fosse Aaron Neville a Carlos Santana, selwhite si lanciano in una jam 46 anni, è sulla scena dagli anni nal, che campeggiava nel primo per una tripletta finale che conclu- passando per Bob Weir, Etta Ja- di oltre 13 minuti, eseguendo ’90, quando ad inizio carriera Rattlebag, a nome Sidemen, uti- de a meraviglia con I Tried To Tell mes, John Hiatt, Gregg Allman, una Higher And Higher che non per vari anni è stato il chitarri- lizzato niente meno che da Coca You, boogie blues che rimanda Townes VanZandt, Van Morrison. è mai stata così onomatopeica, sta della band di Junior Wel- Cola per il Super Bowl. Dev’esse- a certe cose di John Lee Hooker, Memorabili incontri sul piccolo con John Lee Hooker che incita ls, dove ha imparato il mestie- re dunque una scelta in nome Love And Never Know, una balla- palco dello Sweetwater furono ed apprezza i singoli artisti im- re, suonando in seguito anche dell’indipendenza quella di resta- ta dolente e notturna, densa come quelli di Mark Knopfler con JJ pegnati nell’esecuzione. Le due con la cantante di Atlanta San- re al di sotto di qualsiasi profilo, la pece e lo splendido holler soli- Cale, oppure quello di Elvis Co- bonus – tracks aggiunte, trat- dra Hall e dividendo i palchi evitando così qualsiasi tipo di ri- tario, unicamente in compagnia stello con Jerry Garcia. Bene, te da un’esibizione ad Atlantic con Pinetop Perkins e John ferimenti, qualsiasi inscatolamen- di un’armonica in tonalità “gra- anche la sera riportata su que- City del 1989, sono poi un suo Primer. Ma il suo stile è deci- to, qualsiasi tentativo di ingabbia- ve”. Ottimo. sto CD, quella del 9 marzo fu iper-classico, Boogie Chillun ed samente più aggressivo, orien- re in alcun modo la sua musica. Roberto Giuli memorabile, salgono sul palco il blues Red House, eseguiti con tato verso un blues-rock elettri- BuscaderO 96 co e vigoroso che raggiunge la la New Orleans si insinua tra senza essere mai l’unico tema come molti nuclei storici man- già esistenti e il risultato ha avu- B maturazione definitiva in que- le pieghe della canzone. What musicale del disco, veramen- tiene il nome del fondatore an- to notevole successo sia di critica L sto suo ottavo album solista (se I Like About Miami è un eccel- te bello nell’insieme, articolato che se questi è scomparso da pa- che di pubblico, entrando anche U non ho fatto male i conti), dove lente brano di Charlie Pickett e dai mille spunti sonori, e che recchi anni (pensate alla Duke nelle classifiche di Latin Pop.