Poste Italiane. Spedizione in a.p.- 45%-art.2 comma 20/B legge 662/96 - D.C./D.C.I. TorinoD.C./D.C.I. - 662/96 legge 20/B comma 45%-art.2 a.p.- in Spedizione Italiane. Poste Ottobre2003 8 N. XVIII. ANNO 2003

ISSN 1124-044 X alGerbasso Lalepre tornerà PARCHIPIEMONTESI numero M E 124 125 124 123 N S I L E

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I N F O 126 R M allarisaia Gruin scalo AVIFAUNA A 127 Z I O N

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N A T U R A L I S T I C A La Mandria Valle del Ticino (Aree attrezzate Collina Villa Picchetta di Rivoli; Capanne di Marcarolo 28062 Cameri (NO) MONDOa cura di Emanuela Celona Ponte del Diavolo; Via Umberto I, 32a Tel. 0321 517706 Gran Paradiso 15060 Bosio (AL) Riserva Madonna della Neve Web PARCHITel. e fax 0143 REGIONALI 684777 SacroNOVARA Monte di Orta Monte Lera) Via della Rocca 47 - 10123 Torino Viale Carlo Emanuele II, 256 PARCHITel. 011 8606211 (Riserve Monte Mesma; SacroALESSANDRIA Monte di Crea 10078 Venaria Reale (TO) fax 011 8121305 Colle Torre di Buccione) Tel. 011 4993311 NAZIONALI Ecomusei: eco…che? del mese. Così come è facile documentarsi sui più Cascina Valperone Via Sacro Monte Val Grande 15020 Ponzano Monferrato (AL) fax 011 4594352 Se ne sente parlare sempre più spesso, ma non è importanti appuntamenti organizzati per studiosi e LE AREE PROTETTE28016 Orta S. Giulio (NO) DEL PIEMONTE Villa S. Remigio Tel. 0141 927120 Tel. 0322 911960 sempre ben chiaro cosa sono. non della materia attraverso le sezioni dedicate al fax 0141 927800 Stupinigi 28922 Verbania (VB) fax 0322 905654 c/o Ordine Mauriziano, Tel. 0323 557960 Ecomusei… è cioè? Si tratta di musei, o parchi workshop annuale e ai progetti seguiti in ambito di Parco Fluviale del Po via Magellano, 1 fax 0323 556397 “culturali”, o sentieri etnografi ci, o che? animazione locale e, ad oggi, sulla teatralità e le 10128 Torino Tratto Vercellese/ Parchi del Lago Maggiore Tel. e fax 011 5681650 Niente di tutto questo, o forse, un po’ di tutto questo. mappe del patrimonio locale. Alessandrino (Lagoni di Mercurago Defi niti come musei del territorio, estesi nello spazio Dalle barre di navigazioni verticali, invece, notizie in (Riserva Torrente Orba) Riserve Canneti di Piazza Giovanni XXIII, 6 (perché non si limitano a raccolte di oggetti contenuti continuo aggiornamento sulle iniziative degli ecomusei 15048 Valenza (AL) Dormelletto e Fondo Toce) Lago di Candia Tel. 0131 927555 Via Gattico, 6 Alpe Veglia e Alpe Devero in edifi ci museali che costituiscono, semmai, poli e un’agenda con le iniziative in programma. 28040 Mercurago di Arona (NO) Via M. Vittoria, 12 - 10123 Torino fax 0131 927721 Via Castelli, 2 Tel. 011 8612584 dell’ecomuseo) e del tempo (perché riguardano il Sempre attraverso questi strumenti utili alla naviga- Tel. 0322 240239 28868 Varzo (VB) PARCHI Bosco di Cassine fax 0322 237916 Tel. 0324 72572 PROVINCIALIfax 011 8612788 presente, riproponendo attività e tradizioni passate, zione, è possibile conoscere le attività riservate alle c/o Municipio fax 0324 72790 come occasione di sviluppo futuro), hanno come scuole; le linee guida per diventare un’ecomuseo Piazza Vittorio Veneto, 1 VERBANIA 15016 Cassine elemento fondamentale il coinvolgimento delle riconosciuto dalla Regione Piemonte; notizie sul Tel. 0144 715151 Sacro Monte Calvario Collina di Superga di Domodossola Via Nizza 18 - 10125 Torino popolazioni locali. Un ecomuseo, insomma, per Laboratorio Ecomusei, il gruppo di consulenti che (Riserva Bosco del Vaj) Borgata S. Monte Calvario, 5 Settore Pianificazione nascere, dovrebbe essere richiesto da chi vive e lavora per fornire agli ecomusei regionali il suppor- Via Alessandria, 2 28055 Domodossola (VB) Tel. 011 4322596 abita un determinato territorio. to tecnico-scientifi co di cui hanno bisogno e, per Parchi astigiani 10090 Castagneto Po (TO) Tel. 0324 241976 fax 0324 247749 SETTOREFax 011 4324759 PARCHI (Rocchetta Tanaro, TORINOTel. e fax 011 912462 Settore Gestione Ad oggi, comunque, si dibatte ancora per una sola fi nire, l’archivio del giornale Il Sentiero, periodico di Val Sarmassa, Sacro Monte Tel. 011 4323524 e univoca defi nizione del termine “ecomuseo”, ed informazione sulle attività ecomuseali. Valleandona e Val Botto) Gran Bosco di Salbertrand della SS. Trinità di Ghiffa Fax 011 4324793 Via S. Martino, 5 Via Monginevro, 7 P.zza SS. Trinità, 48 è per questo che, per farsene un’idea, risulta più ASTI 10050 Salbertrand (TO) 28823 Ghiffa (VB) Banche dati 14100 Asti Tel. 011 4324383 semplice navigare nella Rete. Materiali d’approfondimento Tel. 0141 592091 Tel. 0122 854720 Tel. 0323 59870 fax 0323 590800 fax 0141 593777 fax 0122.854421 Biblioteca Ma non è tutto. Attraverso il sito e la barra di naviga- Tel. 011 4323185 Realtà non solo virtuali zione orizzontale è possibile, attraverso la sezione Laghi di Avigliana Il sito www.ecomusei.net offre un panorama degli Osservatorio, conoscere quali sono le iniziative Via Monte Pirchiriano Alta Valsesia 10051 Avigliana (TO) C.so Roma,35 parchi web ecomusei, non solo italiani, visitabili oppure ap- di valorizzazione del patrimonio locale in corso, Baragge (riserva), Bessa Tel. 011 9313000 13019 Varallo (VC) pena ideati e presenti ancora sotto forma di istituzionali o meno; attraverso Museologia (e le (riserva), Brich Zumaglia fax 011 9328055 Tel. e fax 0163 54680 tutti gli indirizzi (area attrezzata) progetto. In Italia sono oltre una cinquantina sotto-sezioni: Spazio ICOM; Dicono i museologi; Orsiera Rocciavrè e le e-mail Via Crosa 1 LameVERCELLI del Sesia (Piemonte Parchi di ottobre vi ha dedicato Bibliografi a; Istituzioni ed enti di ricerca; Libri) tro- 13882 Cerrione (BI) (Riserve Orrido di Chianocco delle aree protette BIELLA e Orrido di Foresto) (Riserve Garzaia uno speciale); in Piemonte sono diciassette vare documenti per i propri studi ecomuseali. E per Tel. 015 677276 di Villarboit; fax 015 2587904 Via San Rocco, 2 - Fraz. Foresto e del settore parchi sono quelli istituiti dalla Regione e oltre una ventina quest’anno, direttamente dall’home page, è raggiun- 10053 Bussoleno (TO) Isolone di Oldenico; Palude di Casalbertrame; aggiornati i siti ecomuseali riconosciuti dalla Provincia di gibile la sezione dedicata al primo Incontro nazionale Parco Burcina - Tel. 0122 47064 fax 0122 48383 Garzaia di Carisio) Torino; ma dalla home page è possibile anche ecomusei 2003, che avrà luogo a Biella, dal 9 al 12 Felice Piacenza Via XX Settembre, 12 nel sito ufficiale della Casina Blu 13030 Albano Vercellese (VC) avere un’idea di quelli diffusi in Europa e nel ottobre, e dove tutte le realtà ecomuseali italiane, e 13814 Pollone (BI) Val Troncea Regione Piemonte V. della Pineta Tel. 0161 73112 mondo. Ogni mese, sempre dalla home page, non solo, avranno modo di confrontarsi. Tel. 015 2563007 fax 0161 73311 fax 015 2563914 10060 Pragelato (TO) www.regione.piemonte.it/parchi/ Tel. e fax 0122 78849 è possibile scoprire le particolarità di un eco- Per ulteriori informazioni: “Navigate gente, navigate…” Monte Fenera museo attraverso la pagina dell’Ecomuseo (www.ecomusei.net)”. Canavese Fraz. Fenera Annunziata Piemonte Parchi Web (Riserve Sacro Monte 13011 Borgosesia (VC) Alta Valle Pesio e Tanaro Tel. 0163 209478 www.regione.piemonte.it/parchi/rivista (Riserve Augusta di Belmonte; fax 0163 209356 Bagiennorum; Monti Pelati e Torre Cives; Ciciu del Villar; Vauda) Vuoi ricevere le news di Piemonte Parchi? CUNEOOasi di Crava Morozzo; Corso Massimo d’Azeglio, 216 Loc. Sacro Monte Sorgenti del Belbo) 10081 Castellamonte (TO) Piazza della Basilica invia una e-mail a: [email protected] Via S. Anna, 34 Tel. 0124 510605 13019 Varallo (VC) 12013 Chiusa Pesio (CN) fax 0124 514463 Tel. 0163 53938 con oggetto: “iscrivetemi a Piemonte Parchi news” Tel. 0171 734021 fax 0163 54047 fax 0171 735166 Parco Fluviale del Po Tratto torinese Bosco delle Sorti della Alpi Marittime (Area Attrezzata Le Vallere) Partecipanza di Trino (Riserve: Juniperus Cascina Vallere, Corso Trieste 98 C.so Vercelli, 3 Phoenicea); 10024 Moncalieri 13039 Trino (VC) C.so Dante Livio Bianco, 5 Tel. 011 642831 Tel. 0161 828642 12010 Valdieri (CN) fax 011 643218 fax 0161 805515 Tel. 0171 97397 fax 0171 97542

Parco Fluviale del Po Tratto cuneese (Riserva Rocca di Cavour) Via Griselda 8, 12037 Saluzzo Tel. 0175 46505 fax 0175 43710 www.regione.piemonte.it /parchi/rivista Lupo Disegno di Marcus Parisini REGIONE PIEMONTE editoriale Direzione Turismo, Sport e Parchi 2003 Via Magenta 12, 10128 Torino 8• Assessorato Ambiente Via Principe Amedeo 17, Torino 2 Assessore: Ugo Cavallera Ambiente Il summit di Durban Assessorato Cultura Fotografare il territorio Via Meucci 1, Torino di Marco Tessaro Assessore: Giampiero Leo Si è tenuto dal 14 al 19 di settembre in Sudafrica, il V Congresso mondiale sulle aree protette. PIEMONTE PARCHI 6 Mensile Cinema&Geografia I dati dell’incontro sono positivi, nonostante i Direzione e Redazione Un mondo d’immagini campanelli d’allarme non smettano di segnalare i Via Nizza 18, 10125 Torino di Cristiano Giorda Tel. 011 4323566 - Fax 011 4325919 continui pericoli che incombono sull’ambiente. e-mail: La partecipazione di 3.000 delegati in [email protected] 10 Parchi nel mondo rappresentanza di 154 stati è un primo segno Direttore responsabile: Kgalagadi Gianni Boscolo della pace d’interesse, seguito dalla firma di un Accordo e di di Alessandro Bee un Piano d’azione validi per i prossimi 10 anni. Redazione Enrico Massone (vicedirettore), Filo conduttore: il coinvolgimento delle comunità Toni Farina, Emanuela Celona 13 locali e la valorizzazione delle loro tradizioni. (Web e news letter) Parchi piemontesi Aldo Molino (itinerari e territorio), La lepre “I parchi non possono essere isolati, ma devono Giovanni Boano tornerà al Gerbasso essere collegati con il territorio circostante, (Museo di storia naturale di di Fabrizio Nobili Carmagnola, consulenza scientifica), attraverso programmi più ampi - è detto nel Mauro Beltramone (abstract on line) Fiorella Sina (CSI – versione 16 documento finale, che prosegue - vi sono ampie on line), Susanna Pia (archivio foto- Insetti parti del pianeta ancora da proteggere, e ambienti grafico) Maria Grazia Bauducco Le sanguinarie (segretaria di redazione) regine dei prati naturali come gli oceani e le foreste ancora di Francesco Tomasinelli insufficientemente protetti”. Hanno collaborato a questo numero: A. Bee, G. Bernardi 19 I mari sono un patrimonio immenso per la L. Bordignon, C. Giorda, conservazione della biodiversità, anche se oggi G. Fiecchi, M. Giammarino, Territorio A. Losacco, L. Mercalli, F. Nobili, Le case di San Michele la tutela delle acque salate è solo dello 0,5%. S. Romano, M. Tessaro, di Annalisa Losacco F. Tomasinelli, G. Vaschetti La Riserva di Miramare (Trieste) gestita dal Fotografie: 22 WWF, la più antica area protetta marina d’Italia, A. Bee, G. Bernardi, G. Bissattini, Parchi piemontesi è stata selezionata insieme alle isole Galapagos G. Boetti, D. Casalis, F. Liverani, M. Acqua pura, acqua sana Libra, A. Losacco, E. Manghi, (Equador), Mafia (Tanzania) e Lenger (Micronesia) L. Mercalli, A. Salvi, M. Tessaro, di Gabriella Fietti F. Tomasinelli, M. Valsesia, per sperimentare concretamente la messa a Realy Easy Star/Moretti, 25 punto di indicatori di buona gestione e individuare Archivio parco Po torinese/ Avifauna Dominici/Nobili, Gru in scalo alla risaia parametri di sviluppo sostenibile. Archivio rivista/Boscolo/Farina/ di Lucio Bordignon È stato anche sigliato un accordo per il rilancio Molino/Fontana/Garda/Alpe Cartine: Clicart della collaborazione fra l’Unione Mondiale per In copertina: 28 la Conservazione della Natura (IR @K ) e l’Ufficio Mantide religiosa di Fabio Liverani Natura e letteratura Disegni: di L. Starmini L’ornitologia Convenzione di Ramsar per la salvaguardia degli di Giovanni Verga ambienti umidi. L’Elenco attuale che comprende L’editore è a disposizione per gli di Mauro Giammarino aventi diritto per fonti iconografiche 1.308 zone umide d’importanza internazionale non individuate. Riproduzione, anche parziale, di testi, fotografie e disegni 30 con elevato valore in termini di biodiversità, sarà vietata salvo autorizzazione dell’editore Verso il 2006 dunque incrementato con l’individuazione di nuove Turisti d’antan Registrazione del Tribunale di Torino viaggiatori a Torino e Piemonte aree. n. 3624 del 10.2.1986 di Gianni Boscolo Negli ultimi vent’anni anni le aree protette del Arretrati (disponibili, dal n. 90):  2 Manoscritti e fotografie non richiesti dalla pianeta sono triplicate, ma gli oltre 100mila i parchi redazione non si restituiscono e per gli 34 stessi non è dovuto alcun compenso. Valichi alpini e riserve, pari al 12% della superficie terrestre, non L’ospizio del San Bernardo sono indenni da insidie e difficoltà. Abbonamento 2003 (tutti i 10 di Toni Farina numeri dell’anno, più gli speciali), E’ necessario un aumento dell’impegno finanziario tramite versamento di  14 che ne permetta il funzionamento e sia di stimolo sul conto corrente postale 38 n. 13440151 intestato a: Clima alla ricerca scientifica e ad una fruizione non Piemonte Parchi - SS 31 km 22, Laghi effimeri invasiva e devastante. Ma è altrettanto importante di Luca Mercalli 15030 Villanova Monferrato (AL). far conoscere meglio il ruolo e la missione delle Gestione editoriale e stampa: 41 aree protette come cerchiamo, appunto, di fare, Rubriche Diffusioni Grafiche S.p.A. giusto da vent’anni. Villanova Monferrato (AL) Tel.0142 3381, fax 483907 Ufficio abbonamenti: (e.m.) tel. 0142 338241 Grafica: M. Bellotti Riservatezza -legge 675/96. L’Editore garantisce la tutela dei dati personali. Dati che potranno essere rettificati o cancellati su semplice richiesta scritta e che potranno essere utilizzati per proposte o iniziative legate alle finalità della rivista. Stampato su carta ecologica senza cloro PIEMONTE PARCHI WEB 1 www.regione.piemonte.it/parchi/rivista 6 AMBIENTE

testo e foto di Marco Tessaro veicolato dalle riviste del settore fotogra- fi co, e dai concorsi fotografi ci, sempre La foto patinata, l’immagine-cartolina alla ricerca del “bello” e del formalmente che riviste naturalistiche, ambientali e corretto. E il contenuto? E’ possibile in- di promozione turistica utilizzano per dirizzare il nostro sguardo di fotografi e illustrare il paesaggio svolge un compito amanti della natura ad un livello un po’ importante. Gli splendidi scenari che la più consistente del plauso di parenti, natura ci offre così come vorremmo che amici, colleghi di circolo…? fosse in ogni dove, ha il merito di “coin- Il paesaggio è l’espressione qualitativa volgere” una moltitudine di persone. del rapporto tra uomo e ambiente e la Ed è un coinvolgimento emotivo e quindi fotografi a è insieme un effi cacissimo profondo. Mentre il testo scritto mette in strumento di analisi di questa diffi cile moto il ragionamento, l’immagine dialoga dimensione. Nel XIX secolo la “Mission direttamente con la sfera dell’inconscio héilographique” in Francia e l’esplora- e delle emozioni di ognuno di noi, un zione della “Nuova Frontiera” negli USA ambito meno apparente ma più tenace. inaugurano un fi lone sempre in grado Guai ad avere la percezione che tutto di rinnovarsi. Nel ’900 fa da splendido è compromesso, che il paesaggio giac- punto di riferimento il programma della cia irrimediabilmente abbruttito sotto il Autostrade, linee ferroviarie super veloci, “Farm Security Administration” (FSA) vo- peso eccessivo del nostro insostenibile luto dal presidente Rooswelt nell’ambito rapporto con l’ambiente. E’ essenziale scambi intermodali, aeroporti, fabbriche, del New Deal. Decine di fotografi , tra cui affermare, tramite la fotografi a, che i fabbrichette e scatoloni prefabbricati, rotonde, Walker Evans e Dorotea Lange, vengo- paesaggi splendidi esistono, che l’uomo svincoli, centri commerciali, fi umi incanalati no inviati nelle campagne americane ad è in grado addirittura di impreziosire in sponde artifi ciali, versanti montani indagare sugli effetti dell’estrema po- il territorio con i propri manufatti, con trafi tti da elettrocondutture. vertà succeduta al “Dust Bowl”, ovvero il proprio semplice abitare. Tuttavia, la Cosa mettere dentro un’inquadratura? alla polverizzazione dei terreni causata ridondanza con cui libri, riviste, televisio- dalla siccità e dall’iper-sfruttamento del ne e mezzi di comunicazione utilizzano suolo agricolo, tra le cause della Grande questo modello divulgativo “del bello”, Depressione del ’29. Ne scaturisce una non è esente da contraddizioni e pericoli. documentazione di 77mila immagini a Infatti, da una parte la banalizzazione cui fa riferimento anche l’assemblea del messaggio impedisce di cogliere la del Congresso per la defi nizione delle vera complessità delle cose, dall’altra politiche di intervento. l’insistenza può provocare un effetto del La stessa consapevole funzione, che tipo “vedo e non vado”. Mi accontento oggi defi niremmo di “supporto alle de- dell’immagine da copertina anziché cisioni”, degli amministratori, muove la immergermi di persona nel territorio FOTOGRAFARE IL TERRITORIO realizzazione della “Mission photografi - teso nel captare ciò che non va. Per que de la DATAR”. Si tratta di una impo- tornare all’arte dello scrivere con la luce, nente campagna fotografi ca attraverso lo scenario è aggravato dal messaggio cui la Francia degli Anni ’80 si interroga

2 3 sulle dinamiche di sconvolgimento del dell’avventore medio con macchina a paesaggio che si concretizzano sotto tracolla! la spinta della crescita demografica, Non è necessario essere artisti o dell’esodo rurale e della conseguente professionisti per impegnarsi nella urbanizzazione, della modernizzazione comprensione delle stratificazioni dell’agricoltura, dell’industria, dei servizi del territorio. Anzi, poichè i nuovi e dell’utilizzo del tempo libero. Ventotto processi di supporto alle politiche dei artisti internazionali, in-formati ma senza “decision maker” e di diffusione delle nessuna limitazione alla propria libertà responsabilità in seno alla collettività espressiva, si assumono l’incarico di (Agenda 21 Locale - Sistemi di Gestio- guardare il paesaggio per conto della ne ambientale) si basano sul massimo collettività, indagando le relazioni tra coinvolgimento possibile degli attori por- cambiamento e persistenze, crisi ed tatori di interesse che operano nella eccellenze. Ne scaturisce un lavoro comunità, i fotografi, anche dilettanti, sopra le righe, insuperato forse per- si devono sentire investiti del compito ché teso esplicitamente a favorire una di indagare il territorio. Come luogo di diversa cultura di gestione qualitativa connessione tra convivenze storiche, del paesaggio. culturali e produttive con l’ambiente e Negli stessi anni in Italia si delinea un gli ecosistemi naturali. Questo senza gruppo di forte connotazione intellettua- paura di arrivare addirittura, come dice le, capace, come dice Claudio Marra, Roberta Valtorta a proposito dello sti- “di dar vita, nel giro di poco tempo, a le dei New Topographics americani, a una vera e propria new wave visiva che fotografie “volutamente mediocri, non avrebbe presto superato, per risonan- belle, severe, a indicare la mediocrità za e fama, i confini del nostro paese”. di un paesaggio che ha perso la sua Un gruppo che si fa portatore di uno verginità naturale senza saper salire a “sguardo ‘basso’, anti trionfalistico, una moderna dignità culturale”. normalizzante, ma paradossalmente fotografi italiani accettano dentro l’inqua- portanti esempi di committenza pubblica territorio ha favorito per reazione l’affer- del geografo Eugenio Turri, nei quali Accettando di dare un contenuto forte ‘dirompente’, splendido controcanto dratura ogni elemento della descrizione, come l’Archivio dello Spazio voluto dalla marsi del concetto di “sostenibilità dello il paesaggio diventa “teatro” e quindi al proprio operato i fotografi non solo al “paese del boom artificiale… del- bello o brutto che sia, per indagare sui Provincia di Milano nel decennio suc- sviluppo”. Oggi la gestione dell’ambiente “rappresentazione”, e quindi “immagine”, ricollocano l’arte della fotografia nella l’esibizionismo arrogante…”, e alla segni che un paesaggio complesso ma cessivo, sino ad arrivare all’attualissimo non può prescindere da una visione mentre gli elementi portanti su cui su dimensione che le compete, ma diven- deriva del “non luogo”, della svendita privo di connotazioni precise offre ormai progetto Osserva.Te.R. (Osservatorio di medio e lungo termine che ponga fonda, gli “iconemi”, presuppongono tano anche protagonisti della spinta di del territorio. a sguardi sempre più assenti: “La gente del Territorio Rurale), attraverso cui la sullo stesso piano gli aspetti economi- una sorta di ragionamento fotografico rinnovamento del rapporto uomo-am- Ne fanno parte nomi storici del rinno- non sente quasi il bisogno di fermare d.g. Agricoltura della Regione Lombardia ci, sociali e naturali senza privilegiarne originario. biente. Perché questo avvenga però, vamento fotografico italiano: Jodice, il paesaggio… non vede più, vede indaga sul paesaggio degli agro-ecosi- alcuno a discapito degli altri. Sarebbe Il primo passo è opporsi alla deriva è indispensabile il supporto convinto Basilico, Cresci, Guidi, Barbieri e so- distrattamente, è bombardata da mille stemi della pianura lombarda. auspicabile che questo nuovo impor- culturale verso cui la fotografia non di dei mezzi di comunicazione i quali prattutto Luigi Ghirri. Il territorio, dopo stimoli visivi” (Mimmo Jodice). Quelli citati sono esempi di altissimo tantissimo contesto culturale mettesse élite è trascinata; deriva che offre già devono accettare di mettere in gioco l’esperienza degli Alinari, precedente di Questa forma espressiva, così inconsa- livello, che però hanno il difetto di ri- nella propria faretra anche la freccia alcuni esempi parossistici, come nei la dimensione iconografica un po’ scon- oltre un secolo e così diversa, ridiventa pevolmente “politica”, si concretizza per manere un po’ circoscritti in un ambito della fotografia del territorio. Quanto parchi Disneyland, dove le vedute più tata, tranquillizzante e commerciale che protagonista delle arti visive del nostro la prima volta nel 1984 con il progetto élitario. Ma le cose stanno cambiando. i tempi siano maturi per questo salto fotogeniche sono segnalate con appositi oggi li caratterizza per approdare a una Paese. Come fu per Walker Evans, i Viaggio in Italia, e vede successivi im- Da poco più di un decennio, la crisi del lo dimostrano, per esempio, gli scritti cartelli per facilitare la povera mente nuova cultura visiva.

4 5 CINEMA&GEOGRAFIA UN MONDO D’IMMAGINI

di Cristiano Giorda la territorialità umana, il legame af- memoria; l’attualità delle tematiche paesaggi della memoria. Attraverso vita nel futuro della città. con l’esperienza personale, col senso fettivo e cognitivo che lega gli uomini affrontate, rispetto alle quali svolge il paesaggio i geografi analizzano In altri fi lm il paesaggio è in primo di realtà, con la capacità di individuare Cinema e paesaggio, territorio e ai luoghi. Il fi lm, con la sua struttura la funzione di risposta culturale a l’ordine territoriale inteso come pro- luogo un ambiente naturale, con il una serie di concetti che fanno parte memoria. Viviamo in un mondo narrativa, propone sempre immagini problemi reali. L’egemonia culturale duzione culturale, come risultato di quale l’uomo stabilisce relazioni che dell’immaginario collettivo. In tal modo ridondante di immagini: quelle che di spazi fi sici e relazioni tra uomini e degli Stati Uniti è in notevole parte una relazione di lungo periodo tra attraverso la natura lo portano a co- il cinema ha legami molto stretti con percepiamo direttamente e quelle luoghi. Talvolta il luogo, con i signifi - basata proprio sulla sua produzione società e ambiente, tra uomini e ri- noscere se stesso, in un progressivo l’elaborazione del senso di apparte- che ci rimandano i media. Le imma- cati che l’uomo vi attribuisce, è il vero cinematografi ca, che in molti paesi sorse. Per il geografo il paesaggio è processo di assimilazione tra identità nenza ad una cultura ed è utile per gini sono il tramite tra noi e il mondo protagonista di una pellicola, come in europei occupa più del 60% della insieme un simbolo e un modello, un personale e identità collettiva veico- riconoscere alcuni aspetti dei luoghi esterno. Ogni immagine “racconta” Dersu Uzala, “il piccolo uomo delle programmazione totale. Come ha insieme di segni da interpretare e il lata dai valori simbolici assegnati al che ricolleghiamo a stereotipi diffusi. il mondo che ci circonda. Nessuna grandi pianure” di Akira Kurosaua. In scritto il sociologo francese Pierre prodotto razionale di rapporti tra cose paesaggio. La montagna e il deserto Un fi lm americano appare diverso ri- immagine è neutra: raccontandoci altri casi è un fondale insostituibile Sorlin: “Noi europei strutturiamo la e soggetti. Il paesaggio è dunque sono protagonisti in questo ruolo di spetto a un fi lm europeo e perfi no un il mondo, un’inquadratura (mentale per collocare culturalmente i signi- nostra immagine del mondo attra- una porta d’accesso sul mondo: una moltissimi fi lm, ad esempio in Hi- fi lm francese è distinguibile da uno o fi sica) ci suggerisce un insieme di fi cati dell’intreccio narrativo, come verso la lente di Hollywood”. “inquadratura” carica di molte possibili malaya di Valli e Il Tè nel deserto di italiano, perché le nazioni europee signifi cati. Pur con codici e fi nalità di- in Viaggio in Inghilterra di Richard L’immagine cinematografi ca è un’utile interpretazioni. Nel fi lmLe biciclette di Bernardo Bertolucci. Anche il mare conservano molte caratteristiche verse, l’arte e la scienza si servono Attenborough. Tuttavia, la comples- fonte per la geografi a culturale, perché Pechino la trasformazione della città ha una funzione simbolica molto im- culturali distintive e in genere i fi lm delle rappresentazioni come tramite sità della realtà che emerge in ogni aiuta a capire come una collettività cinese dal passato rurale alla moder- portante, riproposta dal recente La affrontano problemi e vicende locali. tra l’abbondanza della “realtà” e fotogramma non è mai riconducibile rappresenta i propri luoghi e fenomeni nità consumista è narrata attraverso tempesta perfetta di W. Petersen. In quanto rappresentazione, il cinema i modelli culturali con cui poterla e una sola interpretazione, ha più e si interroga su di essi, anche speri- la relazione tra il quartiere storico, È l’elemento dei paesaggi “vuoti” o è una chiave di accesso al mondo, sia comprendere. signifi cati e conduce quindi a diversi mentando la loro possibile evoluzione con abitazioni povere, basse e molto “rarefatti” in cui paradossalmente è a quello conosciuto direttamente sia Le geografi a e il cinema nutrono un possibili punti di vista. futura. Emblematico lo spazio urbano vicine, e gli alti palazzi in costruzio- la minore quantità di segni a conte- a quello lontano: infl uenza la nostra grande interesse verso le immagini del Tre ragioni rendono potente il linguag- del futuro in Blade Runner di Ridley ne del nuovo quartiere, che sostituirà nere la possibilità di una maggiore percezione mentale ed emozionale mondo. La geografi a culturale sostiene gio del cinema. Lo stile narrativo, che Scott. Diffi de pensare alle megalopoli quello vecchio. I ragazzi protagonisti abbondanza di signifi cati, cosa che e struttura la nostra conoscenza che la conoscenza geografi ca si fonda riprende il modello di romanzo nato in del terzo millennio senza evocare le della pellicola abitano ancora con le accade anche con altri ambienti e simbolica. Anche chi non è mai su esperienze, ricordi, circostanze e Europa nel XVIII secolo; la capacità di inquadrature del fi lm, trasformandole famiglie nelle vecchie case, ma per luoghi estremi come la Patagonia, stato a New York riconosce come vissuti. Considera le immagini, e in rivolgersi alla sfera emozionale, mol- in un archetipo. ritrovarsi e giocare si danno appun- l’Antartide, il Polo Nord. familiari i suoi edifi ci e alcuni suoi particolare quelle espresse dagli to legata all’elaborazione del senso In altri fi lm, come in Chocolat di tamento nel vuoto dei cantieri, dove Riconoscere un paesaggio e attribuirvi spazi, perché attraverso le immagini artisti, importanti per comprendere di appartenenza e in generale alla Lasse Hallström, si ritrovano invece metaforicamente si proietta la loro una serie di signifi cati ha a che fare quei luoghi sono penetrati nella sua

Oceano (foto E. Manghi)

6 Afghanista (foto D. Casalis) Sahara (foto A. Bee) Kabul (foto D. Casalis)

mappa mentale della città. Il cinema, infatti, non è la realtà. Costruendo e ripetendo certi stereotipi, acquista una forza persuasiva in grado di rinforzare LA LEZIONE DAL GRANDE SCHERMO l’idea che essi siano la realtà. Non ha importanza se le città sono ricostruite negli studi o se, per fare un esempio, di Enrico Massone di uranio impoverito molto prima che se ne parlasse l’Afghanistan di Viaggio a Kandahar sui giornali. Abbiamo ospitato personaggi come Julia non è reale, ma ricostruito vicino al Torino ospita dal 17 al 24 ottobre la VI edizione di “Butterfl y” Hill, la ragazza che ha vissuto un anno confi ne iraniano. Lo spettatore osserva Cinemambiente. Manifestazione ormai nota grazie su una sequoia millenaria o Arundhati Roy, l’autrice una rappresentazione che gli consente all’alta qualità della proposta cinematografi ca. Film di Il dio delle piccole cose e molti altri. di orientarsi in uno spazio sconosciuto, di ambiente ma anche belli grazie a una seria se- Le storie proposte diventano occasioni di sen- i cui codici culturali gli sono distanti e lezione. E con le associazioni ambientaliste come sibilizzazione degli studenti? in parte ignoti. Terminata la proiezione, referenti culturali privilegiati di cui si proiettano Dopo le proiezioni per i ragazzi c’è sempre un dibat- per molti, l’immagine dell’Afghanistan, numerose produzioni. tito con registi ed esperti della materia trattata. Ad dei suoi paesaggi, dei suoi abitanti e Abbiamo chiesto a Gaetano Capizzi, direttore del esempio lo scorso anno abbiamo proposto il dei loro modi di vita sarà assai vicina festival di approfondire i contenuti della proposta. fi lm Free Willy, poi un’etologa ha spiegato tutta la a quella del fi lm. Come ben sanno Come è nata l’idea di Cinemambiente? vicenda di Keyko, l’orca protagonista del fi lm. La politici e governi, che spesso sono Dalla passione ambientalista e cinematografi ca proiezione di alcuni fi lmati sul risparmio idrico è stata coinvolti nella produzione cinema- di un gruppo di amici. Un terreno inesplorato, al- presentata da Shalini Dewan la rappresentante in tografi ca e nella sua distribuzione, Tokio (foto Realy Easy Star/Moretti) meno, in Italia. Nata anche dall’esistenza di una Italia dell’ONU. Inoltre forniamo schede didattiche questa infl uenza può giungere ad cinematografi a attenta alla natura, all’ecologia, allo per l’analisi del fi lm e delle sue problematiche. orientare i fl ussi di persone per la- sviluppo sostenibile. Proiettiamo quasi tutti fi lm in Sotto il profi lo culturale che cosa signifi ca voro o per turismo, l’opinione pubblica anteprima nazionale spesso di autori poco noti al educare al rispetto dell’ambiente? rispetto a decisioni ed eventi, i fl ussi grande pubblico. Cerchiamo di essere una sorta di Il festival può stimolare nuove iniziative nei di investimenti o di aiuti umanitari. Il marchio di qualità. giovani? nostro modo di guardare il mondo, Le novità di quest’anno? Gli psicanalisti sostengono che avere coscienza dei ma anche il nostro modo di abitarlo. Il festival dura una settimana, si svolge su tre sa- problemi sia il primo passo per risolverli, avere co- Il nostro modo di pensarlo, ma anche le, si superano i diecimila spettatori e ne parlano scienza di come viviamo, della scarsità delle risorse, il nostro modo di amarlo. molti giornali europei. Quest’anno si aggiunge una dello sfruttamento dei più deboli, dell’inquinamento nuova sezione dedicata ai documentari, oltre alla e di uno “stile di vita” folle è il primo gradino per la retrospettiva su un grande autore della storia del risoluzione di questi problemi. Per saperne di più cinema che si è distinto per la rifl essione sull’am- Progetti ulteriori? Bernardi S., Il paesaggio nel cinema biente e sull’uomo. Con altri festival stiamo fondando l’EFFN, Environ- italiano, Venezia, Marsilio, 2002 Che cosa rappresenta il Festival nel panorama mental Film Festival Network, per dare un respiro Cosgrove, D., Realtà sociali e pae- delle offerte culturali di Torino? europeo a queste iniziative. Inoltre abbiamo un saggio simbolico, Milano, Unicopli, Torino è la città dei festival cinematografi ci. C’è un progetto di distribuzione in DVD dei fi lm vincitori. 1990 alto livello di passione e cultura cinematografi ca Sorlin P., Cinema e identità europea, dove trovano spazio diverse rassegne. Il nostro è un Programma completo su Milano, La Nuova Italia, 2001 evento unico nel suo genere in Italia. E’ un festival di www.regione.piemonte.it/parchi/rivista Turri E., Il paesaggio come teatro, ricerca e di denuncia, ad esempio abbiamo parlato e www.cinamambiente.it Venezia, Marsilio, 1998 Artico (foto E. Manghi) 8 9 PARCHI NEL MONDO

DELLA PACE testo e foto di Alessandro Bee regione semidesertica del in un’area che fi no a poco tempo fa che si estende per circa 38.000 km², è posizionato proprio al confi ne anche alcune giraffe, reintrodotte re- Kalahari. Nato nel 2000 dal- non era accessibile al pubblico a causa una superfi cie pari all’incirca a quella tra i due Stati e il suo percorso lo centemente dopo che si erano estinte Nell’angolo nord-occidentale l’unione del Gemsbok national della guerra. Nel mondo sono state dell’Olanda. Vaste aree coperte di porta a “sconfi nare” per alcuni tratti nella regione. del Sudafrica che confi na con park (Botswana) con l’adiacente individuate 136 aree transfrontaliere cespugli si alternano a lunghe dune in Botswana e per altri in Sudafrica, Il Kgalagadi è anche conosciuto per la la Namibia e il Botswana si Kalahari Gemsbok national park che coinvolgono 98 Stati; la libera disposte in modo parallelo, dal tipico quasi a simboleggiare la naturale presenza di numerose specie di uccelli, estende una delle più (Sudafrica), il parco costituisce circolazione di animali, la fi rma di colore rosso per la presenza di ossido unione dei due parchi. tra cui il tessitore, celebre per i suoi grandi aree protette del uffi cialmente il primo parco tran- trattati e la gestione delle di ferro che ricopre i granelli di sab- Oltre che per la bellezza del paesaggio enormi nidi-comunità, che posso- mondo: il Kgalagadi sfrontaliero dell’Africa. Obiettivo risorse diventano simbolo di una nor- bia. La vista si perde all’orizzonte e la e il fascino delle dune rosse, il Kgala- no ospitare più di 300 “inquilini” transfrontier park, principale è quello di salvaguardare malizzazione dei rapporti e un modello mancanza di luci artifi ciali rende parti- gadi è famoso per la sua ricchissima e in cui sono presenti anche 50 situato nella al meglio l’ecosistema del Kalahari, di conservazione della natura per il XXI colarmente suggestiva l’osservazione fauna, che vive in una regione appa- camere inaccessibili ai preda- conservandone la grande biodiversità secolo. Il Kgalagadi transfrontier park è notturna del cielo. Dicono i San, i primi rentemente inospitale. Ed ecco così tori. Questi enormi nidi sono e permettendo alla fauna di muoversi un’affascinante regione semidesertica abitanti della regione, che nel Kalahari che tra le dune o nei letti asciutti dei inoltre perfettamente isolati: liberamente senza vincoli posti dal- “di notte si sentono cantare le stelle”. fi umi è possibile scorgere la sagoma la temperatura all’interno l’uomo. L’area è attraversata dai letti asciutti elegante dell’orice (in inglese “gem- delle camere non supera Sudafrica e Botswana han- di due fi umi, l’Aoub e il Nossob, che sbok”), antilope perfettamente adattata i 30 °C in estate e non no collaborato fi n dal 1948 scorrono raramente e solo per breve al deserto e animale simbolo del parco. scende mai sotto i 15 alla protezione comune di tempo dopo una stagione delle piogge Ben adattata alle alte temperature del °C in inverno. questo importante ecosiste- particolarmente abbondante. Tuttavia, Kalahari, ha un apparato digestivo ca- Questa regione, ma, ma solo recentemente proprio in questo periodo, i letti dei due pace di ridurre al minimo l’espulsione di inoltre, è parti- hanno formalizzato una serie di fi umi tendono a convogliare l’acqua pio- liquidi utili all’organismo e può vivere a colarmente accordi precedenti, eliminando vana e l’umidità che si trattiene nel lungo senza bere. Le sue lunghe corna ogni barriera che potesse impe- terreno costituirà una risorsa importante costituiscono inoltre un’eccellente arma dire i movimenti degli animali per il sostentamento della zona nella di difesa contro i numerosi predatori che e realizzando un’effi ciente ge- stagione secca, da maggio a ottobre. vivono in questa regione, tra cui leoni, stione dell’area. Il Kgalagadi è la Per poter sopravvivere durante i mesi ghepardi, leopardi e iene. In particolare prima realizzazione concreta di un più aridi gli animali hanno la necessità i leoni del Kalahari sono conosciuti per importante progetto che prevede la di muoversi liberamente, alla ricerca avere dimensioni superiori a quelle dei creazione nell’Africa australe di diversi della vegetazione di cui nutrirsi. La leoni presenti in altri parchi. Anch’essi parchi transfrontalieri, chiamati anche creazione di un parco transfrontaliero sono ben adattati all’ambiente deserti- “Parchi della Pace”, nati dall’unione è determinante per mantenere un’area co e possono sopravvivere per lunghi di aree protette situate al confi ne di conservazione che sia la più vasta periodi senza acqua, ottenendone il tra due o più Stati, in zone spesso possibile, senza che vi siano recinzioni necessario per vivere dalle prede di devastate da calamità naturali e da e altri condizionamenti antropici che cui si nutrono. La fauna del parco com- guerre civili. Un altro esempio è il impediscano gli spostamenti della fau- prende anche altri erbivori come gnu, Great Limpopo transfrontier park, na. Il letto asciutto del fi ume Nossob alcelafi e springbok, piccole antilopi formato dai parchi Kruger (Suda- celebri per essere rappresentate sulla frica), Gonarezhou (Zimbabwe) e maglia della nazionale di rugby suda- Limpopo (Mozambico), quest’ulti- fricana, e numerosi piccoli mammiferi. mo istituito recentemente Nella zona del Fiume Aoub, con un po’ di fortuna, è possibile incontrare interessante anche dal punto di vista botanico: la fl ora è costituita da centi- naia di specie diverse che vivono in un ambiente apparentemente inospitale. Alla fi ne della stagione delle piogge alcune zone sono letteralmente coperte Nella pagina prededente: dai fi ori gialli della Tribulus terrestris, giraffa, leonessa, ghepardo e orice. pianta rigogliosa nel Kalahari. È interes- In questa pagina, sopra: springbok, sante notare che, pur essendoci state a sinistra: nido di uccelli tessitori intense ricerche nell’ultimo ventennio, sotto: leone ogni anno vengono ancora scoperte nuove specie di piante. Il parco è fa- cilmente accessibile ed è percorribile con un proprio fuoristrada seguendo le piste indicate. Due di queste si tro- vano nei letti asciutti dei fi umi Nossob Info e Aoub, dove spesso si concentra la Il Kgalagadi transfrontier park è ben fauna e dove sono quindi più facili gli collegato a Upington, città sudafricana avvistamenti. facilmente raggiungibile in aereo, dalla Il Kgalagadi transfrontier park è sicura- quale il parco dista circa 300 km. mente un esempio per la cooperazione Il Kgalagadi è bene organizzato e il tra Stati volta alla salvaguardia di im- pernottamento può avvenire nei tre portanti ecosistemi e rappresenta un rest-camp (campeggi) dislocati al suo importante modello di conservazione interno. Ente per il turismo sudafricano della natura nel nuovo millennio. di Milano: tel. 02 43911150

12 PARCHI PIEMONTESI di Fabrizio Nobili*

La lepre: preda ambita dall’uomo dall’al- ba dei tempi, tanto da diventare quasi il simbolo della caccia alla selvaggina minuta, come il cervo lo è per la gros- sa. Questo animale timido ed elusivo, maestro sia nel mimetismo che nella fuga in velocità, ha sempre consentito all’uomo di cimentarsi in una caccia con i cani diffi cile ed entusiasmante. E’ stato uno dei pochi selvatici che nel corso dei secoli ha saputo non solo adattarsi ma addirittura avvantaggiarsi dell’espansione agricola, offrendo al- l’uomo di ieri un saltuario ma prezioso apporto proteico, a quello di oggi un saporito piatto di cacciagione. Non è un caso infatti che la lepre ancora oggi attiri su di sé le attenzioni del mondo venatorio, un po’ meno di quello pro- tezionista. Invece questo delicato ed foto O. Dominici elegante selvatico, a causa delle sue esigenze ecologiche, dovrebbe esse- re maggiormente considerato come un prezioso bioindicatore. La lepre comune (Lepus europaeus) si distingue dagli altri lagomorfi presenti in Italia, la lepre varia- bile (Lepus timidus), il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) e il silvilago o minilepre americana (Sylvilagus fl ori- danus), per le maggiori dimensioni, le forme più slanciate, le orecchie bordate di nero più lunghe del capo e la coda superiormente nera. Originaria di ambienti steppici, la lepre ha trovato condizioni ideali negli am- bienti coltivati, frequentando tuttavia una grande varietà di habitat, dalle brughiere ai boschi luminosi e ricchi di sottobosco, ai greti fl uviali, ai pascoli alpini, dove può spingersi fi no ai 2.000 m, coabitando in questo caso con la lepre bianca. E’ LA LEPRE TORNERÀ AL GERBASSO 13 un animale solitario e territoriale, che compresi nel territorio protetto dal Parco talità sono state diverse da quelle che non si allontana sensibilmente se non fl uviale del Po torinese. ci si aspettava: non hanno inciso costretto dall’eccessivo disturbo o dalla Nel 2001 il Museo di storia na- molto il bracconaggio o i preda- ricerca di cibo. Trascorre le ore di riposo turale di Carmagnola e l’Ente tori naturali, bensì soprattutto i in una depressione poco profonda del parco, venuti a conoscenza che cani randagi o vaganti. Il fi ume terreno, riparata e protetta alla vista da la Provincia di Alessandria, gra- non sembra avere rappresentato cespugli ed arbusti. zie ad un’attenta gestione attuata un ostacolo per due lepri che Ogni lepre dispone sul proprio territorio negli ultimi anni, aveva la possibilità alla fi ne di febbraio hanno at- di più di un rifugio, scelto tenendo conto di fornire animali autoctoni, abituati traversato il Po, stabilendosi della direzione del vento e della buona a vivere in un ambiente naturale per alcuni mesi nei campi visuale. Di abitudini prevalentemente molto simile a quello del Po sull’altra sponda. crepuscolari o notturne ha un udito carmagnolese, hanno deciso Altri due animali, a otto mesi fi nissimo e un olfatto ben sviluppato, di tentare l’impresa: è iniziato dal rilascio, sono fi nite nel essenziale nella scelta del cibo. così il “Progetto Lepre”. carniere di coscienziosi Il periodo riproduttivo, di maggiore Ottenuto il parere favorevole cacciatori che hanno intensità in estate, è interrotto solo dell’Istituto Nazionale della contattato i ricercatori, nei mesi di ottobre, novembre e di- fauna Selvatica e della Re- consentendo di racco- cembre. I leprotti nascono già ben gione, nel gennaio 2002 so- gliere dati utili sul loro sviluppati e sono in grado di muoversi no stati liberati nella Riserva spostamento (un maschio autonomamente dopo breve tempo. Le naturale speciale della Lanca è stato abbattuto in ottobre cure parentali della madre si limitano di San Michele 20 animali (10 sulle prime alture del a all’allattamento, consistente in un’unica maschi e 10 femmine) muniti circa 12 km dal sito di rilascio, poppata serale, e già a 12-14 giorni i di radio-collari. Nei 162 ettari riuscendo ad attraversare in- leprotti integrano l’alimentazione lattea della riserva, oltre al bosco denne diverse strade molto con i primi cibi solidi. planiziale, all’interno del quale sono traffi cate!). Gli abbattimenti di qualche La lepre adulta è erbivora. La sua dieta state volutamente lasciate ampie esemplare ovviamente dispiacciono, ma in estate è costituita da erbe spontanee, radure alternate a siepi arbustive che non devono essere “demonizzati”. trifoglio, erba medica, talune crucifere e contribuiscono ad aumentare l’indice di La reintroduzione deve infatti prefi ggersi composite, erbe aromatiche, tarassaco, ecotono locale, sono presenti molteplici lo scopo di ricostituire all’interno del ter- cavoli e barbabietole. Durante l’inverno ambienti: l’area umida costituita appunto ritorio protetto una popolazione vitale, in si nutre di erbe secche, bacche, ghiande, dalla lanca, boschi ripariali umidi (sali- grado di riprodursi in condizioni naturali, germogli di cereali invernali (frumento, ceti in evoluzione ad ontaneti), pioppeti, al fi ne di ricostituire un prezioso tassello orzo, avena, segale), gradisce inoltre ghiareti, aree incolte e laghi di cava della nostra biodiversità, ma anche, in foto A. Salvi foto la corteccia degli alberi giovani (peri sulle cui sponde, man mano che cessa prospettiva, di creare un serbatoio da e meli in particolare, ma anche olmi, l’estrazione della ghiaia, vengono pian- cui gli animali possano ricolonizzare salici, pioppi, robinie e frassini). tati alberi e arbusti. Tutt’intorno, appena naturalmente le vicine aree aperte Le densità, assai variabile a seconda al di fuori dei confi ni della riserva natu- alla caccia. Uno degli scopi di questo delle aree geografi che e degli ambienti, rale, in un’area di circa 500 ettari, fossi progetto è anche quello di verifi care può superare in condizioni ottimali i 40 e tradizionali fi lari di salici capitozzati quanto convenga ripopolare gli ambienti individui ogni 100 ettari. fanno da cornice agli ampi coltivi e ai idonei con animali di cattura (cioè sel- In molti paesi europei la prati stabili, conservando un paesaggio vatici) di provenienza locale, piuttosto situazione della lepre si campestre tipico del carmagnolese. che continuare con una dispendiosa è fatta critica negli ulti- Le lepri sono state monitorate dai guar- ed eticamente discutibile politica di mi decenni. In Pianura diaparco e dai ricercatori per 12 mesi “ripopolamenti pronta caccia” con ani- Padana in particolare utilizzando la tecnica del “radio-tracking”, mali provenienti dall’Europa dell’Est o l’aumento della rete raccogliendo dati e informazioni sullo dall’Argentina o, peggio ancora, allevati viaria e del traffi co, spostamento e sull’home range di in batteria, spesso incapaci di soprav- l’uso di pesticidi e ogni singolo animale, sul suo utilizzo vivere in natura. soprattutto la meccanizzazione dell’ambiente e, non ultimo, sul tasso Quest’anno sono stati liberati altri 16 agricola monocolturale con la conse- di sopravvivenza, e quindi sulle cause animali (10 con radiocollare) che au- guente scomparsa o la forte riduzione di mortalità. spicabilmente andranno a rinfoltire il degli avvicendamenti agricoli e di tutti E’ ancora troppo presto per trarre delle nuovo nucleo insediatosi nei coltivi e quegli ecotoni così preziosi quali le siepi, conclusioni, considerato che il progetto nei boschi di San Michele. i fossi, gli incolti, hanno portato questa è di durata triennale, ma i dati raccolti Nel 2004 il progetto Lepre si concluderà specie a ridursi notevolmente o addirit- fi no ad oggi lasciano ben sperare: ad con il rilascio di altri esemplari, per la tura ad estinguersi localmente. oltre un anno dal rilascio gli animali soddisfazione non solo di ecologi e natu- Così è avvenuto nelle campagne di ancora in vita sono il 20%. Le lepri so- ralisti ma anche dei coltivatori-cacciatori San Michele, frazione di Carmagnola, pravvissute sono stanziali e pertanto locali ai quali, tra una semina ed una dove l’ultima lepre è stata avvistata ben ambientate, il tasso di mortalità trebbiatura, capita, dopo tanti anni, di all’inizio degli anni ’80. Questa specie, è stato insperabilmente contenuto nei “alzare” e contemplare l’amato selvatico nonostante le immissioni effettuate in primi mesi (al contrario di quanto av- mentre corre con proverbiale velocità aree limitrofe dagli ATC e dalle aziende viene solitamente nelle operazioni di ed eleganza. faunistiche venatorie, non è più riuscita ripopolamento), consentendo ad alcuni a ricolonizzare i suoi antichi areali, oggi esemplari di riprodursi. Le cause di mor- *guardiaparco Parco fl uviale Po torinese Arch. parco Po/Nobili 14 15 INSETTI ali ondeggiando e sibilando (strofinano parti del corpo, come alcune cavallet- te). Spesso il bluff risulta in grado di mettere in fuga anche avversari ben più grandi, intimoriti dalla controffen- siva. In agosto, quando i prati assolati ed incolti straripano di vita, le mantidi Le sanguinarie hanno tutte raggiunto l’età adulta: le femmina possono misurare anche sette-otto centimetri, mentre i maschi tendono ad essere più piccoli e gracili. Le femmine continuano a mangiare imperterrite, soprattutto cavallette, mentre i maschi pensano solo ad regine dei prati accoppiarsi. Ma anche quest’ultima, come molto sanno, è un attività spesso rischiosa per il pretendente. Le fem- mine di Mantis religiosa, più di molte Le mantidi, famose per divorare altre specie, hanno una pessima fama di divoratrici di maschi e sono infatti tra il maschio e acerrime nemiche le specie più aggressive in tal senso. Ma i pretendenti sanno per istinto che devono esser prudenti. Percepiscono degli altri insetti. la compagna grazie ai feromoni che essa rilascia e, una volta individuata la presenza di un possibile compagna, testo e foto comune Mantis religiosa, comincia in La voracità assicura una crescita cercano di avvicinarsi inosservati per di Francesco Tomasinelli un piccolo involucro di materiale spu- rapida: in soli quattro mesi saranno poi scattare su di essa all’ultimo mo- gnoso solidificato, l’ooteca, deposto adulte. Una taglia sempre maggiore mento. Purtroppo a volte le cose non L’agguato è la tecnica di caccia pre- dalla madre sul finire dell’estate, dopo protegge anche da un numero molto vanno come dovrebbero, il maschio si ferita dalle mantidi, soprattutto nella l’accoppiamento. I piccoli, sovente più elevato di nemici: formiche, altre manti- fa scoprire e finisce tristemente tra le specie, detta il “diavoletto”. Di colore di un centinaio, svernano nell’ooteca di, lucertole, vespe e ragni, soprattutto braccia spinose della più combattiva grigio-marrone e struttura elegante, per poi fuoriuscire tutti nello stesso mo- i Salticidi o ragni saltatori, vere tigri consorte. Anche durante l’amplesso con un grande corno sul capo, risulta mento durante la primavera successiva, tra gli Aracnidi. Certo con la crescita i non cessano i rischi per il maschio; molto differente dalla comune “mantide giusto in tempo per la schiusa delle problemi non finiscono. Quando i gio- può infatti essere afferrato per il capo religiosa” e assomiglia di più ad alcune uova di tantissimi altri insetti minuti di vani misurano già qualche centimetro e divorato durante la copula. La par- specie tropicali. Eppure Empusa pen- cui i piccoli si nutriranno. Le piccole vengono decimati da uccelli e rettili e ticolare struttura del sistema nervoso nata, questo il suo nome scientifico, è mantidi sono copie degli adulti in scala solo ottime doti mimetiche possono Dall’alto solo una, ma forse la più affascinante, microscopica, misurano meno di un garantire agli insetti una qualche pro- Piani di Praglia, Liguria, delle nove specie di mantidi che popo- centimetro alla nascita, e si comportano tezione. Nelle zone secche infatti le Sotto, Val Grassa Liguria, nel Parco lano il territorio italiano. Una discreta come i genitori, pur conducendo una mantidi tendono sempre al giallo, del Beigua ambienti tipici di mantidi rassegna di specie, spesso messe in vita più attiva. Tutte infatti, come molti mentre rimangono verdi quan- ombra dalla più comune e la più grande altri insetti, presentano una metamorfosi do è presente una vegetazione Ameles spallanzani di tutte, la Mantis religiosa. incompleta; attraversano cioè una serie rigogliosa. A volte, tuttavia, Le mantidi sono gli insetti predatori per di stadi pre-immaginali (6-10, a seconda quando le Mantis religiosa eccellenza e appartengono tutti ad un della specie) prima di raggiungere l’età adulte vengono messe alle unico ordine, Mantodea, che annove- adulta. Una volta mature non crescono strette, dimostrano di es- ra più di duemila specie nelle regioni più e mantengono le stesse spoglie sere in grado di difendersi temperate e tropicali del pianeta. sino alla morte. Le giovani mantidi molto bene: divaricano Si ritiene che ragni e mantidi religiose devono mangiare molto per crescere gli arti anteriori, si gon- siano, in molte ecosistemi, i peggiori in fretta. Spesso arrivano addirittura ad fiano e sollevano le nemici degli insetti. E davvero non è inseguire le prede, moscerini, minuscoli difficile crederlo dando un sguardo più grilli e ragnetti e, a volte, anche i loro da vicino a queste creature. Fin dalla fratelli più piccoli, per poi consumarli. nascita sono presenti tutte le strutture dedicate alla caccia: ampi occhi montati su una testa mobilissima e triangolare, due braccia raptatorie irte di spine e quattro arti locomotori sormontati dall’addome. Quest’ultimo è coperto, almeno in parte e solo negli adulti, dalle ali, anche se quasi tutte le mantidi so- Mantide religiosa con cavalletta no, al meglio, volatori davvero modesti. foto F. Liverani La vita di una mantide nostrana, la più 16 17 Ameles decolor Geomantis larvoides

gli consente comunque di fecondare Le specie italiane la compagna anche se privato della testa! Non vi sono comunque certez- Mantis religiosa (Linnaeus, 1758). La più comune e la più grande, diffusa ze circa il cannibalismo nuziale delle quasi in tutta la penisola sotto i mille metri di quota. mantidi religiosa; in alcune specie non Empusa pennata (Thunberg, 1815). Il “diavoletto” protagonista dell’in- è affatto diffuso. Pare comunque che troduzione, piuttosto localizzata. La femmina adulta misura circa 6 cm, si tratti di un comportamento teso ad il maschio è più gracile. Si nutre soprattutto di piccoli insetti volanti ed è accumulare nelle femmina quanto più meno aggressiva e vorace di M. religiosa. Ha un ciclo vitale particolare: cibo possibile per poi produrre un gran le ooteche vengono deposte in autunno ed i piccoli svernano, per poi numero di uova. L’ormai inutile maschio riprendere l’attività, già piuttosto grandi, in primavera. rientra quindi nel menù, assieme ad un Ameles spallanzania (Rossi, 1792). Mantide corpulenta ed aggressiva a moltitudine di altre creature. Sono in- ma di piccola taglia, legata ad ambienti aridi e secchi del centro e Sud fatti documentate aggressioni, da parte Italia. Misura infatti solo quattro centimetri, con femmine adulte attere e di Mantis religiosa affamate, anche a maschi alati. E’ molto vorace e può avere due generazioni annue, con giovanissimi serpenti e lucertole! ninfe svernanti in determinati regioni. Affini ad essa per costumi e livrea A settembre, quando i primissimi è A. decolor (Charpentier, 1825). freddi cominciano a farsi sentire le Iris oratoria (Linné, 1758). Bella specie di piccola taglia simile a Mantis grandi femmine, ormai gonfie di cibo religiosa. Gli adulti hanno un bel cerchio rosso-violaceo sulle ali mem- e di uova, depongono le ooteche su branose (solitamente non visibili). Ciclo e comportamento sono simili a tronchi o pietre. A volte un solo ac- quelli della Mantis religiosa. coppiamento consente di fecondare Geomantis larvoides (Pantel, 1896). Specie di piccola taglia, rara e com- cinque e più covate, le uniche della pletamente attera, diffusa solo in Liguria e Sicilia. loro breve esistenza. A ottobre, infatti, Più recentemente sono state aggiunte al gruppo alcune specie piuttosto la maggior parte delle mantidi è già rare e localizzate. Si tratta di morta, anche se qualche presenza Pseudoyersinia andrae (Lombardo, 2000) dalla Sardegna e delle siciliane occasionale è comune nelle regioni Pseudoyersinia lagrecai (Lombardo, 1984), simile ad Ameles, ed Rivetina più calde. Nascoste tra l’erba nelle baetica tenuidentata (L Greca e Lombardo, 1982), affine ad M. religiosa sicurezza delle ooteche migliaia di ma poco inferiore per dimensioni. embrioni attendono il loro turno per l’anno successivo.

Si ringraziano Laura Marchese, Emanuele Biggi, Matteo Dei per l’aiuto prestato nella realizzazione del servizio fotografico.

Mantis religiosa

18 TERRITORIO Le case di San Michele

Sorvolando l’intera Europa con le sue ali possenti, il capo supremo degli angeli sembra aver scelto i luoghi più suggestivi e inaccessibili per far erigere i santuari destinati al proprio culto. La Sacra di San Michele in Piemonte (foto archivio rivista/Fontana) testo e foto di Annalisa Losacco questi alcuni spiccano particolarmen- Ma ecco, nel V secolo d.C., San te. Non solo per la loro bellezza, ma Michele apparire per la prima volta. Da nord a sud, la forza e la poten- anche perché collegati da una linea La tradizione narra che un pastore, za da guerriero che caratterizzano ideale che ha creato la Via Sancti Mi- dopo aver ritrovato nei pressi di una la fi gura di San Michele Arcangelo chaelis, uno degli itinerari di pellegri- grotta di Monte Sant’Angelo un suo hanno conferito nel corso dei secoli naggio più percorsi insieme a quelli toro smarrito, non riuscendo a cat- alle più belle abbazie, ma anche alle per Santiago di Compostela, Roma, turarlo gli lanciò contro una freccia. piccole chiese-grotta come a Gravina la Terra Santa e la . Inspiegabilmente, questa tornò verso in Puglia, atmosfere di mistero e di Da sud, con Monte Sant’Angelo, sul il pastore, che rimase ferito. grande suggestione. promontorio del Gargano, a nord con Raccontato l’episodio al vescovo di Molti luoghi gli sono stati dedicati. Tra Mont-Saint-Michel in Normandia, (e Siponto, dopo tre giorni l’Arcangelo il suo “dirimpettaio” in Cornovaglia, apparse all’alto prelato e gli dichiarò Mount St. Michael’s), passando per di aver consacrato la grotta, dove il punto mediano, “snodo” del per- avrebbe poi fatto trovare la sua corso, la Sacra di San Michele in orma su un masso e un altare con Val di Susa. un drappo rosso sormontato da una Ma chi è San Michele Arcangelo? croce di cristallo. Citato sia nell’Antico che nel Nuovo Negli anni e nei secoli successivi, San Testamento, San Michele si afferma Michele sarebbe apparso ancora tre nell’Apocalisse come il difensore del- volte, manifestandosi con eventi ec- la Chiesa: condottiero e capo degli cezionali o salvando dalla peste gli angeli, al grido di Mi ka el (Chi come abitanti dei paesi circostanti e facendo Dio?) si scaglia contro Lucifero e la di Monte Sant’Angelo uno dei luoghi schiera degli angeli ribelli. più frequentati dai pellegrini. Presto il suo culto si diffuse dal- Ma facciamo un salto di oltre 2.000 l’Oriente in Occidente, laddove la chilometri. Cosa lega un paese arroc- civiltà bizantina era ben radicata. cato su un promontorio del sud Italia a una delle abbazie più particolari del Statua di San Michele Un culto molto antico mondo? E’ sempre curioso come i riti cristiani Anche nel culto di Mont-Saint-Michel facilmente si sovrappongano a quelli si ritrovano gli elementi del toro e della pagani. Il culto di San Michele è fra grotta: la tradizione vuole che un toro questi: si legge sugli scritti di antichi rubato venisse poi ritrovato fra due storici che le popolazioni italiche del rupi sul Monte. monte Gargano usassero interrogare Questi caratteri comuni fanno pen- un oracolo di nome Calcante, rappre- sare che, per opera dei legionari sentato come un uomo potente, con reduci dalle campagne militari nelle due grandi ali. regioni anatoliche, in tutte e due le Mont St. Michel’s, in Cornovaglia Monte Sant’Angelo nel Gargano (foto archivio rivista/Bosolo)

Monte Sant’Angelo interno del Santuario Mont Saint Michel, in Bretagna Son et lumières a Mont Saint Michel

zone si fosse diffuso il culto di Mithra, Ugo di Montboissier, barone di Alvernia, è tuttavia premiata dalla vista spet- all’improvviso, anche se un po’ distan- una forza ancora maggiore a questo Rosa fatta di canti sacri, di pois blu sui divinità indoeuropea. Il mithraismo, contribuì all’ampliamento della cappella tacolare di una struttura imponente, te, la costruzione torreggiante. Piano, luogo di antiche celebrazioni. capitelli e le volte a crociera, di lame di infatti, era praticato prevalentemente già esistente, la Sacra, votata a San che spicchi sopra le case e le chiese piano dall’apparente blocco di pietra La bellezza dell’abbazia, insieme luce sui pavimenti di pietra ormai levi- in grotte naturali o, in mancanza, in Michele Arcangelo e per secoli, i pelle- del paese. Solo quando si varcano le uniforme il santuario inizia ad acqui- alla singolarità del paesaggio che la gata da tanti passi, fino ad arrivare alla ricostruzioni al di sotto di edifici già grini accorsero all’abbazia sostandovi due arcate d’ingresso del santuario, stare plasticità nel gioco della galleria circonda, fanno di Mont-Saint-Michel maestosa chiesa abbaziale, dove nella esistenti e aveva nel sacrificio del toro anche per mesi. si inizia a percepire un luogo sacro di archetti, nella rotondità dell’abside uno spettacolo unico al mondo. Perio- volta dell’abside una grande nuvola l’elemento essenziale per garantire la Ma, ciò che è più interessante, oltre dalle caratteristiche atipiche: invece di e nei diversi livelli dell’edificio. dicamente isolata dalle alte maree è di fumo regala al visitatore emozioni fecondità. agli umili fedeli la Sacra accoglieva elevare verso i cieli, la ripida scalinata Anche qui una scala ripidissima: lo meta di migliaia di turisti ogni anno che oniriche. Il tutto, nell’alito del vento che La crescente notorietà di questi due principi e nobili che apprezzavano la di ottantanove gradini porta nel cuore Scalone dei Morti, che fino a poco durante il giorno popolano le anguste spira forte dal mare. luoghi di culto e pellegrinaggio così ricchezza e l’esclusività della biblioteca della terra fino a una grotta dalla volta tempo fa ospitava nelle sue nicchie gli stradine della piccola comunità. distanti, nel corso dei secoli, fece na- monastica. Questo rendeva l’abbazia irregolare, un po’ buia e inquietante, scheletri dei monaci. In questo caso è Pochi posti per dormire, tanti negozietti L’isola e monastero di St. Michel’s in scere l’esigenza di votare altre struttu- non solo un importante luogo di culto, priva di grandi impressioni marmoree diretta verso l’alto, fino alla Porta dello di souvenir… alla luce del sole si ri- Cornovaglia è una copia in formato re, esistenti o nascenti, a sacre tappe ma anche il fulcro di studi forse collegati ma ricca di atmosfera e soprattutto del Zodiaco, che rappresenta il varco per schia di perdere l’incanto mistico che ridotto del “dirimpettaio” francese. Si intermedie sulla via che dalla Francia alla regola dei Templari. ricordo di eventi prodigiosi. lasciare alle spalle il mondo profano. un luogo del genere può offrire. Meglio fronteggiano separati da un’ottantina portava in Puglia e fino in Terra San- Il fondo della spelonca ospita una bella Per elevarsi ancora di più, qui il pel- aspettare pazientemente il tramonto di miglia di Manica. Anche qui l’Angelo ta. La Sacra di San Michele era per I luoghi statua cinquecentesca di San Michele legrino percorre un’altra scala verso e ammirare la sagoma dell’abbazia sarebbe apparso (nel 495 d.C.) a pe- questo ideale. Il diffondersi della sua Monte Sant’Angelo sorge su un crina- nella sua forma iconografica classica: la sacralità della chiesa: la sobrietà svettare verso un cielo che cambia scatori del luogo. Fu luogo di preghie- fama aveva portato i monaci a riela- le del promontorio del Gargano. Per il santo, incoronato preziosamente, delle forme e degli arredi non concede rapidamente colore, mentre decine ra benedettina, vi venne edificata una borare la tradizione del culto locale di raggiungere il paese è necessario calpesta il demonio minacciandolo distrazioni. di lucine iniziano ad illuminare quella chiesa, meta di pellegrinaggio a partire San Giovanni Vincenzo, eremita sul- affrontare una serie di curve impe- con una spada. L’orizzonte torna ad aprirsi dal terrazzo magica silhouette. Addentrarvisi di se- dal 1660. Oggi rimane una cappella l’altro versante della valle del Monte gnative, che zigzagano fino alla cima adiacente la chiesa e che affaccia sulle ra è un’esperienza unica: poter vivere inglobata nel castello che sovrasta lo Caprasio, ritenendo di poter conferire del monte all’interno di un paesaggio Diverso è l’impatto visivo della Sacra di rovine dell’antico monastero. Di qui si l’incanto di luci e suoni degli spettacoli sperone granitico, abitazione di una all’abbazia un maggior prestigio proprio pietroso a volte piegato dalla volontà S. Michele: già lungo la strada principa- gode infatti la spettacolare vista della che vengono periodicamente allestiti nobile famiglia. È separato dalla terra- attribuendole un ideale di fratellanza dell’uomo, a volte lasciato ad espri- le che da Torino porta a Susa si intuisce Val di Susa e delle montagne maestose all’interno delle ampie sale è al tempo ferma, da una via lastricata di qualche con le principali abbazie d’oltralpe e mersi liberamente e selvaggiamente. la sagoma dell’abbazia. Seguendo le che la circondano. Le cime innevate, stesso emozionante e inquietante. Si centinaio di metri che si scopre con la della penisola italica. L’ansia di raggiungere la meta non indicazioni per la Sacra, ecco delinearsi tinte di rosa dal tramonto, conferiscono respira un’atmosfera da Il nome della bassa marea. 20 21 PARCHI PIEMONTESI ACQUA PURA, di Gabriella Fiecchi tera e quelle del Matto sono costituite fl agellati ed altri protozoi). Il meccanismo foto G. Boetti da “gneiss listati”, chiamati così perché di azione deriva dalla loro capacità di presentano fi tte alternanze di minerali metabolizzare l’idrogeno solforato com- Un mondo pieno di contrasti sintetizzato chiari e minerali scuri. Pareti calcaree portandosi come sofobatteri rendendolo dalla presenza di piccole e grandi mon- sovrastano la conca di Entrarque dal quindi disponibile all’assorbimento da tagne. Piccole poiché le quote raggiunte Colle della Gabella. cui deriva la effi cacia. ACQUA SANA sono relativamente modeste, pensiamo Ma in questo ambiente, il lento e in- Altra peculiarità del luogo sono le grotte all’Argentera (3.297 m) e al Gelas (3.143 cessante lavorio dell’acqua ha dato naturali, ovvero alimentate e riscaldate m), alla brevità delle valli e alla pochezza vita ad un’altra caratteristica, più unica direttamente dalle sorgenti idrominerali di quegli ammassi di neve che in tempi che rara per una località montana: le calde, sulfuree ove con un soggiorno nelle Alpi marittime non lontani potevano fregiarsi dell’ap- acque termali. Proprio nel cuore della di circa dieci minuti per volta, vengono pellativo di ghiacciai e che ora sono in Val Gesso, a 1.370 metri sul livello del curate affezioni dell’apparato respi- fase di accentuata regressione. Eppure mare si trova la Stazione Termale delle ratorio e della funzionalità articolare grandi per la maestosità di molti valloni Terme Reali di Valdieri, che utilizza sor- e muscolare. Sempre nella zona del e anfi teatri, per la vastità dei panorami genti di acque solfato-cloruro–sodiche cuneese vi sono le Terme di Vinadio, di bellezza suprema, forse unici poiché che sgorgano calde, ovvero ipertermali il cui motto è “Salute, Benessere, Relax comprendono anche il mare. Infatti dalle (42-75°C). Acque che possiedono azio- per una vita migliore” e che, secondo la vette del Gelàs, del Melodia, dell’Argen- ne antinfi ammatoria, antidolorifi ca, an- classifi cazione chimico-fi sica utilizzano tera, in particolare nelle terse giornate tisettica, antiessudativa ed eutrofi ca e, acque medio minerali, clorurate, calci- dell’autunno non è diffi cile ammirare, pertanto sono indicate nel trattamento che, litiose, sulfuree. Note già in epoca oltre ai principali massicci alpini fi no delle affezioni reumatiche, degli esiti romana, oggi utilizzano le tecniche più all’Adamello, la Costa Azzurra e, più di fratture, delle affezioni di orecchie, moderne per trattare asma e allergie, in là ancora, la Corsica. naso, gola, della pelle e di alcune psoriasi e malattie cutanee, obesità e Ludwig Purtscheller, nel 1892 sul Bollet- forme ginecologiche. Il principio attivo malattie del ricambio. Che signifi cato del Club alpino austriaco scriveva: delle acque di Valdieri è lo zolfo che ha oggi, in epoca di tecnologie avan- “Questa regione montuosa racchiude viene assorbito dall’organismo come zatissime, fare ricorso ad una medicina in se tutto ciò che forma gli attributi di zolfo elementare e, attraverso la cute, naturale tanto antica come è quella che un’alta regione alpina: sontuosità di fre- come acido solfi drico. Inoltre lo zolfo si trova alle terme? Carla Mirabelli, spe- sche selve, gole e pianori attraversati da elementare si combina con l’idrogeno cialista in medicina termale e dirigente mormoreggianti acque, superbe vedute solforato formando polisolfuri, notevol- del Sevizio di fi siatria all’Ospedale di su frastagliate creste e su sommità stra- mente diffusibili attraverso la mucosa Novi Ligure, spiega che “il patrimonio namente dentellate, cascate d’acqua e intestinale, borchiasle e genito urinaria. idrotermale di cui il Piemonte è ricco, è superfi ci di laghi, nonché nevi e ghiacci Ma quello che rende uniche le Terme ancora troppo poco sfruttato, mentre le e vaghi effetti di luce e di colori che con Reali di Valdieri sono le “alghe solforate” sue terme possono essere considerate la loro forza soggiogante riempiono il che, applicate come veri e propri fanghi dei templi innalzati alla dea Salute ove è cuore e l’anima”. servono a trattare affezioni reumatologi- possibile sottoporsi agli effi caci, a volte Da sempre inospitali le Marittime hanno che e dermatologiche. Impropriamente addirittura prodigiosi, trattamenti curativi conservato nel tempo il proprio fascino chiamate muffe, si sviluppano facendo in una cornice di parchi appenninici e di selvaggia terra di frontiera grazie a scorrere l’acqua minerale sorgiva in fl us- alpini in cui il clima favorisce la clima- una conformazione aspra e complessa. so lamellare, su gradinate di pietra,ad terapia che insieme alla aromaterapia, Fenomeni carsici si manifestano nella una temperatura compresa tra i 40 e ottenuta con i profumi di resine e balsami Val Grande a monte di Palanfrè dove i 42°C. Classifi cate nell’ordine delle della fl ora, alla cromoterapia derivante affi orano distese di rocce nude fi ttamente Beggiatoacee sono formate da diversi dai colori della natura, alla anemoterapia incise dalle acque di ruscellamento, men- tipi di alghe (cianofi cee ed alghe azzur- ottenuta con lo spirare di venti e brezze tre le cime più alte della Serra dell’Argen- re frammiste afdalghe verdi, diatomee, potenziano l’azione delle acque, cioè

22 l’idroterapia nelle sue varie applicazio- ni dai fanghi alle inalazioni”. Le diverse azioni terapeutiche delle acque dipendo- no dalle sostanze in esse disciolte, dalla loro concentrazione, dalla temperatura e dalle metodiche di somministrazione. Per questo sono molto importanti le infrastrutture e la prescrizione del me- dico specialista, il quale è in grado di prescrivere i trattamenti più idonei a giovani sportivi, bambini allergici o an- ziani. Per esempio, l’azione dell’acqua sulfurea salsobromoiodica, presente a Valdieri, Vinadio e Acqui Terme, nel cam- po della reumatologia e traumatologia, si manifesta con sollievo del dolore e riduzione dello spasmo muscolare con miglioramento della motilità articolare, del tono e dello stato di nutrizione dei tessuti nonché della circolazione sangui- gna. L’ambiente termale inoltre, induce maggior serenità, aumento della fiducia e dell’autostima con superamento del disagio che l’evento morboso, dalle fratture, magari in giovani calciatori o sciatori, alle vasculopatie in recenti mamme, a traumi cranici (con anche gravi danni della motilità) procurati ad esempio da incidenti stradali. Comunque la vocazione salutistica delle terme, si rivolge anche al trattamento di anziani affetti da patologie croniche e progressivamente disabilitanti soprattutto se a carico di più apparati e con scarsa tolleranza ai farmaci. In questi casi le cure termali, assolutamente naturali, pos- sono venire somministrate combinate, ovvero ad esempio inalatorie, balneo- terpiche, fangoterapiche, idroponiche (per bibita), più ginnastica in acqua, massaggi, ecc. senza alcun effetto in- desiderato anzi con potenziamento della risposta benefica. Esistono programmi curativi, altri preventivi e riabilitativi che, prescritti adeguatamente caso per caso, portano a risultati che i farmaci, per quanto sofisticati non riescono dare. Infatti, quale casa farmaceutica potrebbe Chalet della Bela Rosin alle Terme mai individuare e produrre qualche cosa (foto G. Bernardi) paragonabile a quello che naturalmente ci fornisce la natura? Per fare un ultimo esempio, “alle Terme di Acqui, continua la dottoressa Mirabelli, varie forme di pa- tologie reumatiche, si curano con fanghi ipertermali con una ottantina d’anni di maturazione, derivanti dall’acqua che sgorgata dai rilievi appenninici, penetra a circa 3.000 m di profondità, si riscalda a 100°C ed entra nella spaccatura della crosta terrestre che si trova proprio sotto il bacino della città, portando con se i sali ed i minerali sciolti durante il percorso di risalita nei vari strati geologici”. 24 AVIFAUNA

Sono tornate a far visita ai luoghi atavici, dove i loro antenati, in stormi immensi e vocianti, facevano scalo per riposarsi prima del grande salto sopra le Alpi, verso la “terra Gru in scalo alla risaia

In alto: stormo di gru in volo sotto: in risaia (foto M. Libra) 25 di Lucio Bordignon* Rolex per un’ingegnosa impresa” alla In queste pagine: il Monte Barone ricercatrice sudafricana Lindy Rodwell si specchia nella “nuova palude”. Sotto, da sinistra: cicogna Nel tempo remoto e buio del Medioevo per il suo progetto di protezione della nella risaia ecologica; la nuova palude; quando la civiltà umana si stava spe- gru caruncolata (Bugeranus caruncu- pavoncella; gnendo sotto i colpi di una recessione latus) in Africa; secondo perché, per la la raccolta del riso aspirato “a strappo” mai vista, vaste porzioni di Pianura prima volta nella storia, un uomo, Angelo (foto M. Valsesia) Padana tornarono ad impaludarsi e, in D’Arrigo ha compiuto una straordinaria luogo del regno delle messi, tornò quello impresa facendo da “madre” a sei gru della palude. Nell’alta pianura vercellese siberiane (Grus leucogeranus) volando cimarlo sono miliardi di microrganismi e biellese vasti appezzamenti ritornarono con loro dal Circolo polare artico russo bentonici che consumano la paglia del selvaggi, ricoperti da alte erbe incolte al Mar Caspio. Ritornando alle gru di riso. Questa in aprile viene sommersa (molinie) che venivano sommerse dal- casa nostra, le gru cenerine (Grus grus), con uno speciale rullo, detto rotolama, le piogge primaverili, creando l’habitat possiamo essere felici nel constatare che ha il compito di schiacciare la paglia, ideale al “pascolo” delle gru, che si che stanno attraversando un buon mo- senza “lavorare” il terreno. Il suolo su cui muovevano lente e attente fra l’erba in mento di espansione in Italia e questo crescerà il riso non essendo soggetto cerca di rane, bisce e insetti. L’ambiente spiegherebbe il “recupero” dei siti storici a nessuna violenza meccanica, lascia che si stava rigenerando, e che avrebbe di sverno, processo favorito non solo intatto il suo carico biotico (insetti, crosta- poi portato alla nascita di una grande dalla capacità di recupero della gru ma cei, semi di piante acquatiche ecc.) che foresta allagata, veniva spesso incen- anche dalla politica di tutela territoriale serve da cibo agli uccelli. Così questa diato dai pastori che volevano inibire il varata dalle varie regioni e da un maggior risaia, a differenza di quelle tradiziona- ricostituirsi del bosco per mantenere il rispetto da parte dei cacciatori italiani. li che in inverno sono asciutte, rimane pascolo erboso. Questo era positivo per Ora resta un sogno per il Bel Paese: il inondata come una palude naturale. le gru perché da sempre hanno preferito nido della gru. Questo sogno si stava Anche i trattamenti chimici, come di- gli ambienti aperti, anziché quelli boscati, quasi materializzando la primavera serbo e concimazione con prodotti di soprattutto perché, data la loro statura, scorsa quando sei gru si sono fermate sintesi, sono ridotti all’osso così che è potevano vedere da lontano il pericolo per quasi un mese, (dal 24 marzo al 18 nato un riso che potremmo chiamare avanzare, fosse un uomo o un animale solo nel Medioevo, ma anche in tempi voluminoso, costruito a terra con erbe la carne a buon mercato. Attualmente, aprile), in una “nuova palude”, coltivata “riso secondo natura”. selvatico. recenti, sicuramente sino ai primi del palustri, in mezzo all’acqua. Le uova con la protezione dei più importanti siti proprio nell’alto vercellese, tra Roasio e A crederci sono in molti e sono in au- Gli stormi giungevano dalla Sicilia, dalla Novecento, nelle paludi alto-adriatiche erano olivastre con macchie brune palustri e con la tutela legale accorda- Brusnengo, nel cuore di quello che era mento, spinti da una voglia di produrre Sardegna e dal centro-sud della penisola del Veneto (esempio a Caorle e Torre e rossicce, covate per un mese, da ta alle gru, le cose vanno decisamente il più grande incolto padano, la baraggia, seguendo ritmi e sistemi naturali, che, in dove avevano passato l’inverno, nelle di Mosto). Alcuni toponimi, come Porto- metà aprile in poi. In seguito, con le meglio. Da qualche anno si nota un in- che ospitava le gru in primavera, durante questo caso, sono anche molto economi- grandi paludi che un tempo costellavano gruaro in provincia di Venezia, ricordano grandi bonifiche degli Anni ’20-’30, cremento nelle presenze migratorie e nei la migrazione pre-nuziale. E nuovamente ci, per il risparmio di gasolio, di prodotti tutto la costa. Ai tempi di Chichibio, il la presenza dei grandi uccelli acquatici. distruggendo l’ambiente adatto anche casi di svernamento in Italia; soprattutto si sono viste nell’aprile di quest’anno, chimici e di impiego di macchinari costosi personaggio della favola del Boccaccio Si commerciavano le uova e i pulcini, le coppie riproduttrici scomparvero. Le il 2002 è stato particolarmente ricco di nella solita località. La palude che ha rispetto ai metodi in uso. Ma a crederci (XIV secolo) che prese di nascosto una chiamati in dialetto veneto “gruati”. Ve- gru comunque continuarono a transitare segnalazioni in tutt’Italia, in particolare attratto così tanto le gru non è altro che sono anche coloro che amano gli uccelli coscia di gru cacciata dal suo padrone nivano venduti a coppie (due erano le sull’Italia giungendo da oltralpe, ma que- dove le gru si concentrano per motivi una risaia coltivata in modo naturale, e sostengono che ci si debba sforzare per darlo alla sua bella, questi grandi uova deposte) al prezzo di 20-60 lire a sta volta, a differenza del passato, l’Italia geografici, come sullo stretto di Mes- mantenendo l’acqua e il riso tutto l’anno. per ricercare una forma attiva di convi- trampolieri erano ben diffusi in Italia. seconda dello sviluppo. I giovani di gru non era più terra di sverno. Gli stormi la sina, dove in autunno, tra fine ottobre Chiaramente il seme viene raccolto col venza tra uomo e animale selvaggio nel Giungevano a branchi in novembre e venivano allevati e tenuti come animali sorvolavano alti nel cielo, diretti verso e i primi di dicembre, e in primavera, metodo detto “a strappo”, in pratica aspi- reciproco interesse e rispetto. ripartivano in febbraio-marzo; frequenta- domestici nei giardini delle ville patri- il nord Africa. Perché? E’ probabile per nel mese di marzo si contano centinaia rando il riso, ma le paglie restano tutte Sicuramente, sotto questo aspetto, le vano gli ambienti umidi ma anche i campi zie. Erano pericolosi per via delle loro mancanza di ambienti adatti, ma anche di gru al giorno. L’anno scorso sembra in piedi a formare una sorta di canneto gru ci vogliono insegnare che la via in cerca di grano e i querceti aperti in beccate se venivano infastiditi. I maschi per il disturbo apportato dalla caccia, che essere stato proprio “l’anno della gru”, inondato, con 20-30 centimetri d’acqua, intrapresa da questa nuova risicoltura cerca di ghiande. Le gru comunque non soprattutto erano lunatici e beccavano al tempo del Fascismo era grandemen- non solo per la copiosa presenza, ma molto gradito alle gru perché ricorda gli è quella giusta. occupavano lo “Stivale” solo in inverno; persone, cani e animali da cortile. Il te praticata e incoraggiata in tutt’Italia per altri due buoni motivi: primo perché atavici acquitrini padani. Il fondo della alcune coppie vi ponevano il nido, non nido era facile da trovare perché molto come mezzo autarchico per procurarsi è stato assegnato il prestigioso “Premio risaia non viene arato, perché a con- * ornitologo

26 27 NATURA E LETTERATURA L’ornitologia di Giovanni Verga

di Mauro Giammarino atteggiamenti degli uccelli, quasi che essi provino i nostri stessi sentimenti: “Un uccello pispigliava sul C’è un parallelismo comignolo del tettuccio della cappelletta e agitava continuo in Storia le ali con un moto sì rapido che ai raggi del sole di una capinera, già nascente le sue penne sembravano fatte di pagliuzze preannunciato dal d’oro. Diceva: vieni! Poi spiccò un volo rapido, dritto, titolo del resto, tra gli sicuro; dove correva... era libero e volava!”. stati d’animo della pro- Quando lo sconforto è la condizione ineluttabile di tagonista e la presenza di chi ha deciso per la rassegnazione: “Gli uccelletti una varietà sorprendente di che non hanno allegria”, “ gli uccelli non cantano uccelli, che fa pensare a un più…” foto G. Bissattini Verga interessato al mondo Nel racconto c’è sfoggio di “ornitologia letteraria” dell’ornitologia. (Marchi, Concordanze verdine, 1970): capinera, Giovanni Verga Una capinera in gabbia, destinata a perire, usignolo, passerotti, merli, allodole, assiolo, cana- Storia di una capinera seppure nutrita a dovere, perché non è di rino, rondini, corvi. Tutte creature che compaiono cibo di cui è affamata, è simbolo dell’anima nel campo uditivo e visivo della protagonista, sve- Scritto nel 1869 e pubblicato nel 1871, questo romanzo di Verga, Nasce nel 1840 a , dove infelice che si dibatte tra la spensieratezza landone lo stato d’animo. Animaletti che appaiono sebbene appartenga alla prima produzione letteraria, si discosta riceve un’educazione impron- di un cuore adolescente che s’innamora e sensibili ed impauriti, indicativi dell’interiorità della sensibilmente sia nella struttura sia nei contenuti. tata sulla cultura materialistica il dovere di una monaca, il cui solo sposo giovane, compartecipi dei suoi sentimenti: “E il Scritto in forma epistolare, è tratto da una storia autobiografica: le e scientifica, affiancata da una può e deve essere Cristo. canto di quell’uccello melanconico di cui non lettere che la giovane Maria, costretta dal padre alla vita del con- concezione filosofico-letteraria La capinera diventa simbolo dell’ansia di so il nome, ma che mi fa venire agli occhi vento, scrive alla cara amica Marianna durante un breve soggiorno di ispirazione romantica e risor- libertà della protagonista, ansia che viene lagrime dolcissime quando la sera sto ad in campagna, testimoniano l’angoscia della giovane novizia che, gimentale. A questo primo periodo si devono al di fuori della vita monacale, scopre il mondo, la realtà e l’amore, descritta più volte nel corso dell’opera, facendo ascoltarlo dalla mia finestra”. alcuni suoi romanzi storici e patriottici. Nedda destinato a rimanere intrappolato nel suo cuore. riferimento sempre a uccelli: “il mio canarino Lo stesso tema viene ripreso in , in L’opera non è soltanto una chiara polemica alla società del tempo, Il secondo periodo della vita di Verga coincide Primavera ed altri racconti è fuggito, poverino!….È , novella in cui ma soprattutto è l’espressione di un grande dramma intimo, sen- con il viaggio e soggiorno a Firenze (1865- andato a cercare altrove compaiono un pettirosso, “uccelletto del novem- timentale e umano. (g.v.) 1872): qui frequenta Francesco dall’Ongaro, la sua allegria e il suo vispo bre”, canterino, che “sembra voler dire qualcosa”, un esponente della “letteratura rusticana”, cinguettare”. gazze cacciate a sassate mentre beccano oli- ai cui modelli narrativi Verga si ispira per la Per tutto il romanzo gli uccel- ve cadute, un assiolo dal canto lamentoso, composizione di Una peccatrice e Storia di li sembrano allegri e partecipi una “passera petulante e sospettosa”, una capinera. delle felicità momentanee della schiamazzi di passerotti “sulla gronda”, Nel novembre 1872 Verga si trasferisce a giovane. Il loro canto riecheggia “svegliati dalle voci mattutine” e Milano, dove frequenta gli scrittori della Sca- per tutta l’opera ed esso consola pigliatura, fra i quali Arrigo e Camillo Boito, la protagonista e la rallegra. Ed è Emilo Praga, Luigi Gualdo: entra così in con- una sinfonia di versi, gorgheggi e tatto con la cultura e la narrativa europea che canti (“ascoltare il canto degli uccel- che si mettono “a pigolare sviluppano in Verga elementi di critica sociale letti che sono allegri, saltellano come dentro il nido”, allodole saltel- antiborghese. Da questa nuova ispirazione, me e ringraziano il buon Dio”; “Dio sia lanti, uccelletti spaventati… nascono i romanzi Eva, Tigre reale e Eros. lodato della gioia, della felicità che accora La critica letteraria non è benevo- Nel 1874 la novella rusticana Nedda, segna l’uccello che canta”). la nei confronti di questi scorci la conversione di Verga ai modi e ai temi del Ma gli uccelli sono anche e visivi e musicali di un’ornito- “verismo”, aprendo così una nuova fase della soprattutto spie della me- logia generica, che mostrano sua attività di scrittore. Verga abbandona i lanconia che l’attanaglia, piagnucolosi come il suo un indugiare di sentimenti personaggi aristocratici e borghesi e scopre animo triste, uniche compagnie compassionevoli dolciastro e stucchevole. Tuttavia reputo pennel- il mondo degli umili, dei diseredati e degli dei momenti di sconforto: “Gli uccelli non cantano late e note piacevoli per il lettore questi quadretti oppressi. Ne derivano opere come Vita dei più… soltanto qualche volta, laggiù l’assiuolo piange” in cui s’immagina l’uomo e la natura consonanti di campi, Novelle rusticane, I Malavoglia e Mastro “e il canto di quell’uccello melanconico di cui non un’esistenza difficile, in cui è vibrante, come le ali don Gesualdo. so il nome, ma che mi fa venire agli occhi lagrime degli uccelli in fuga, l’ansia di libertà. Nel 1893 Verga ritorna in Sicilia, a Catania, dolcissime quando la sera sto ad ascoltarlo dalla dove muore nel 1922, appartato come un mia finestra”. C’è il tentativo di antropomorfizzare gli Sylvia Atricapilla, disegni di Lorenzo Starnini foto G. Bissattini “galantuomo” ormai al di fuori della storia. 28 29 VERSO IL 2006

TURISTI D’ANTAN 1506 si laureò in teologia un certo Moncenisio nel 1770. In contrasto con formativo dei giovani di buona fami- viaggiatori a Torino e Piemonte Erasmo da Rotterdam. Il più illustre precedenti relazioni di viaggio annota glia. Gli inglesi saranno numerosi, tra i molti allievi svizzeri, spagnoli, una discesa tranquilla con belle pia- attirati dal nascente “alpinismo” inteso tedeschi, inglesi e francesi, che tra il nure, boschi di pino, selvaggina che prima che come sfi da, come studio di Gianni Boscolo altri “luoghi comuni”, come grissini, rintracciabile soltanto nelle bibliote- XV e il XVI secolo calcarono le aule vaga nelle foreste. Scrive anche della della botanica, della fauna e della sci e Mole Antonelliana?”. Staremo a che. Il volume è costruito sulla base dell’ateneo torinese. Defi nire i caratteri buona educazione diffusa e di una geologia. Una domanda aleggia, incoffessata, vedere. Per intanto può essere inte- dei giornali di viaggio, diari (anche di una regione (e soprattutto dei suoi corte che offre un buon esempio di Il transalpino più noto fu Michel de la tra gli “addetti ai lavori” e non: “Le ressante chiedersi: in passato, cosa inediti), e lettere; esclude quindi, abitanti), è un’operazione di sintesi vita esente dalla corruzione dei vizi Montagne: venne in Italia, per cure Olimpiadi saranno un’occasione per dicevano i viaggiatori stranieri che tutti coloro che sono passati senza sempre diffi cile. E fortemente infl uen- cortigiani. Il coevo e suo conterraneo ai calcoli (meta i Bagni di Lucca), e far fi nalmente conoscere Piemonte arrivavano ai piedi delle Alpi, magari lasciare traccia scritta. Pellegrini che zata da chi guarda e annota. Tutti Samuel Sharp sottolinea che le donne forse anche per misteriose amba- e Torino?”. Riuscirà il capoluogo a dopo aver attraversato con le slitte e si recavano a Roma, commercianti comunque, ben disposti o prevenuti, sono di gradevole aspetto, dalla pelle scerie segrete, dal settembre 1580 liberarsi del suo stereotipo: “Fiat, Ju- nel gelo, il Moncenisio, lungo la via della Savoia o del Lyonnese. Le colti o superfi ciali, non mancano di molto bianca, sobriamente eleganti al novembre 1581. Passando da ventus e cioccolatini?”. Specie ora di Francia? tracce (e i commenti) cominciano annotare l’ordine delle vie, la bellezza e non si truccano. Torino annotò (in un diario rimasto che la prima non ha più un’immagine Le ricerche storiche scarseggiano. dal XVI secolo. E si scoprono nomi dei palazzi e dei paesaggi. Anche chi Costituiscono l’avanguardia del vero ignoto per due secoli): “È una piccola forte e ha lasciato invece, la patina Unica eccezione un bel libro, a più e vicende interessanti. Ad esempio, vi faceva un frettolosa tappa verso e proprio esercito di fi gli di Albione città, situata in un luogo molto ricco grigia di ferriere, “boite”, lastrature? mani, curato da Franco Paloscia nel l’anno prossimo si festeggia il seicen- mete più note del Gran Tour: Milano, che verranno in Piemonte per le Alpi, d’acqua, non molto ben costruita né E ancora: “Basteranno investimenti 1991, dal titolo Il Piemonte dei gran- tesimo anniversario della fondazio- Venezia, Roma, Napoli. Tra i primi o sulla via del Gran Tour, immanca- molto piacevole” sporca, aggiunge, e comunicazione ad andare oltre ad di viaggiatori (edizioni Abete), ormai ne dell’Università. Il 4 settembre del inglesi vi fu Anne Miller che passò il bile tra il ’700 e ’800 nel curriculum nonostante “…sia attraversata da un

30 31 ruscello (la Dora ndr) che ne asporta Carcassonne, Arles, visto la Grand entusiasma. Ma quattro giorni dopo il interessato alla coltivazione del riso Bartlett di uno splendido libro di illu- russi, polacchi, austriaci. Tra questi, la sporcizia…”. Un suo compatriota, Chartreuse, aggiunge: “…e ci parve, primo sfavorevole impatto con l’Italia, e alle macchine per la sua pulitura. strazioni delle Alpi). due esuli trovarono nella Torino della Philippe-Emmanuel de Coulanges, cu- per la sua grandezza, comparabile a muta parere, anche se il Piemonte Ne approfi ttò anche per esportarne Non mancarono i tedeschi. Nel Sei- seconda metà dell’Ottocento, un rifu- gino di Madame de Sevignè, gauden- Lille o a Bruxelles…vie larghe e ben resterà comunque ai margini del suo clandestinamente una piccola quantità cento Adam Ebert sottolinea come il gio sicuro. Nicolò Tommaseo, dalmata te, annota invece usi e costumi della tracciate…case…ben fatte…”. entusiasmo. Altro francese illustre fu lo proponendosi di migliorare la produ- Theatrum Sabaudiae sia una rappre- di Sebenico, vice di Manin nei giorni buona società sabauda. Interessanti Montesquieu che arriva a Torino il storico Jules Michelet venuto in Italia zione oltreoceano. sentazione un po’ “gonfi ata” delle città della gloriosa Repubblica di Venezia le note di Maximilien Misson, ugonotto 23 ottobre 1728, trova invece la città (1830) su prescrizione medica, per Fra gli inglesi più noti John Ruskin, piemontesi; nel Settecento Keyßler del ’49, arriva nel maggio del 1854 fuggito dalla Francia dopo la revoca piccola, anzi confuta che vi siano 53 curarsi dallo stress. Il suo interesse giunto in Piemonte soprattutto per le annota invece la rigidità della corte e vi rimane fi no all’ottobre del ’59. Il dell’editto di Nantes e, ovviamente mila anime come sostiene il re. Gli prevalente saranno i patrioti piemon- Alpi. Venne a Torino per distrarsi un e un clima pesante tra i nobili. Anche secondo fu Lajos (Luigi) Kossuth un- critico verso la “patria del cattolicesi- pare povera e “sparagnina”: “…non tesi, ma nel diario (1854) parlerà an- po’ nell’estate 1858 (non ne poteva Johann Kaspar Goethe critica l’asso- gherese, fuggiasco dopo il fallimento mo”. Mise Torino al di sopra del resto si banchetta: un pranzo che venga che del fascino della città. Del primo più “dei pavimenti di mattone e della lutismo dispotico, ma non manca di della rivoluzione che aveva guidato d’Italia. “La città di Torino, scriveva offerto a qualche straniero è una viaggio in Italia di Honorè du Balzac cucina scadente di Bellinzona”). Al- apprezzare la regolarità delle strade, nel 1849. In esilio per ben 45 anni, nel 1691, è situata in pianura… è un gran novità e se ne parla per molto (1836) rimangono poche note. Pia- tro americano famoso fu Hermann la pulizia che compie la Dora… Al- si fermò fi no alla morte avvenuta luogo molto bello; le vie sono tutte tempo…”. cevoli quelle torinesi, forse perché vi Melville, l’autore di Moby Dick Passa tro noto tedesco sarà Wagner che fa nel 1894. Durante la seconda guer- ridenti; le maniere libere e socievoli Insomma lo stereotipo di città poco arriva con un’amante, in abiti maschili fuggevolmente nel 1857. Apprezza, una “toccata e fuga” nella prima metà ra d’indipendenza (1859) organizzò che vi troviamo ce ne fanno respira- ospitale e chiusa, ha radici lontane per evitare i pettegolezzi. Poco noto come Ruskin, la collezione della dell’Ottocento. Cercava relax dopo la e guidò una legione ungherese. Ma re l’aria con tanto maggior piacere e colte. Stendhal la vede codina e forse è il passaggio di americani. Il quadreria reale e dice che Torino stesura dei Nibelunghi. Poi ovviamen- l’elenco sarebbe lunghissimo, tra cui quanto più non facevamo che fuggire bigotta, in preda ai Gesuiti, dispo- primo fu John Morgan (1764), medi- è più regolare di Filadelfi a, e che: te c’è Nietzshe, esaltato dalla città il musicista russo Petr ČCiajkovskij, i selvaggi costumi dell’Italia, dove ab- tica. Non manca tuttavia, di invitare co destinato a organizzare il servizio “…sembra tutta costruita da un solo dove pare ritrovare vitalità e energia. l’artista polacco Paolo Troubetzkoy, biamo trovato più statue che uomini”. a “fl aner le long de la rue du Po”, sanitario dell’armata rivoluzionaria imprenditore e pagata da un solo capi- Si ferma a lungo, scrive 163 lettere, e Mozart padre e fi glio (gennaio 1771), “Questa città è stupenda, scriveva visitare il ponte eretto da Napoleone, dell’Indipendenza americana. Poi talista”. Omettiamo i numerosi inglesi sul Po, in un momento estatico, urla: Jean Jacques Rosseau… invece il fi ammingo Luc-Joseph van deliziarsi del panorama da Superga. Thomas Jefferson (1787): non an- arrivati alla ricerca del pittoresco e “Meraviglioso! Al di là del bene e del Insomma un libro da aggiornare der Vynckt nell’ottobre del 1724 in François-Renè de Chateaubriand pas- cora terzo presidente degli Stati Uniti, del sublime dell’alpe, capeggiati da male”. Partirà ormai pazzo. Poi viene dopo il 2006. viaggio verso Roma per il giubileo. sa le Alpi nel 1803 e il 17 giugno proveniente da Marsiglia. Si dedicò Samuel Butler e William Brockedon Rilke. E poi ancora, pittori, musicisti Pur avendo attraversato La Rochelle, è a Torino; il primo contatto non lo soprattutto a girare le campagne (quest’ultimo autore con William H. e viaggiatori anche dell’Est europeo, Litografi e ottocentesche di Torino da: Immagini della Collezione Simeom, Comune di Torino

32 33 L’OspizioVALICHI ALPINI del San Bernardo

testo e foto di Toni Farina Sotto la sua protezione, Helvetii e largo Bernardo da Mentone. Stando Salassi imbastiscono una fi orente ad approfondite ricerche, sarebbe più È inverno. Come spesso accade, rete di traffi ci attiva fi no alla metà del- corretto parlare di “Bernardo detto da sui 2.500 metri del Colle del Gran l’ultimo secolo pre-cristiano, quando Mentone”, tuttavia, come spesso ac- San Bernardo c’è tormenta. La tem- l’intera zona fi nisce sotto il controllo cade per le fi gure leggendarie a fare peratura: –18! Ciò nonostante, fra dei Romani. Anche per loro il valico testo è la leggenda. Che si fa cronaca, le accoglienti mura dell’Ospizio c’è si rivela importante, tant’è che per supplendo alle incertezze storiche e folla: arduo trovare posto a sedere proteggerlo scomodano dall’Olimpo relegando in un cantuccio la meno nella “salle a manger”. il supremo fra gli dei. Brutale con i struggente realtà dei fatti. I frati agostiniani che lo gestiscono popoli soggiogati, Roma è tuttavia E leggenda sia, dunque! Bernardo, prodigano zuppe fumanti e consigli tollerante con le loro tradizioni, ragion giovane di nobili origini destinato a sugli itinerari. A un primo impatto, l’at- per cui a Giove si affi anca l’appella- una vita di agiatezze, decide di la- mosfera riporta a un qualsiasi rifugio tivo di Pennino (da Penn). Un Giove sciare agi, nobiltà e un’amabile pro- alpino durante il week-end. “vallesano” insomma. messa sposa. Destino e vocazione Qualche minuto e si fa largo una prima Alpis Pœnina, o Mons Jovis: l’alto Col- lo spingono in altra direzione: aiutar differenza: nell’aria non si percepisce le acquista un toponimo degno del suo le genti bisognose è la sua strada. quella tensione un po’ paranoica dalla valore strategico. Un accesso rapido Seguendola, approda ad Aosta e ne quale oggi giorno non si salva neppure e diretto verso la Valle del Rodano e diventa arcidiacono. l’andar per monti. I lunghi corridoi, il le Gallie, da agevolare e vigilare nel Tra le prime missioni, liberare il colle museo, la cripta, i canti, la devozio- modo dovuto, per questo i romani vi dai “diavoli” che lo infestano e impe- ne, la Storia: no, l’Ospice non è un costruiscono un’ampia mulattiera e discono a pellegrini e viandanti un rifugio qualsiasi. l’Ospizio recupera una sua dimen- agevole. Cosa non facile, fra il Monte installano sul sommo una mansio, transito libero e sereno. In barba all’apertura del tunnel sione. Apprezzata da molti: per tro- Bianco e il Monte Rosa lo spartiacque ovvero un presidio permanente. Ol- E così, alla guida di un esercito di stradale, che in teoria avrebbe vare posto nei fi ne settimana occorre alpino offre il meglio in quanto a seve- tre ad erigere - è ovvio - una grande fedeli: dovuto sancirne il tramonto, i prenotare con mesi di anticipo. La ra- rità e imponenza. Basta un’occhiata statua a Juppiter Pœninus. Ma la “Esorcizzò il diavolo, lo storpiò e gli frati hanno saputo reinventare gione? La bellezza del luogo certo, la alla carta per verifi carlo: sono pochi i Storia ha fauci voraci e anche i po- ordinò, in nome di Dio, di lasciare quei un futuro e proprio d’inverno, neve sempre abbondante sicuro ma, punti in cui la quota scende, di poco, tenti romani sono costretti a passare luoghi per sempre e di affondare negli tornati al piano i venditori di c’è altro sul colle. È la possibilità di al di sotto dei fatidici “tremila”. Questa il testimone. In sintonia con il buio abissi inabitabili del Montmaillet, a due peluche e ninnoli vari, fondere natura e spiritualità ad attirare. la regola. Abili dell’individuare i punti calato sull’impero, per il colle inizia leghe sul lato di ponente, e di restarvi E poi c’è la Storia, lunga, comples- di passaggio, gli antichi abitanti delle un lungo periodo di oblio: toccherà fi no alla fi ne del mondo...” sa, con la “S” maiuscola. Impossibile giogaie alpestri riescono però a indivi- a Carlo Magno, nuovo unifi catore Liberato il valico, Bernardo si fa sfuggire al suo richiamo. L’inizio non duare l’eccezione: uno stretto intaglio d’Europa, riportarlo in auge. muratore e dà inizio alla costruzione è noto con chiarezza, tardo neolitico a 2.472 m, scavato fra due ripide balze La tranquillità è però di breve durata: del primo vero ospizio. E’ la metà del si presume. Nelle attuali valli del Ro- e posto trasversalmente rispetto ai prima dell’Anno Mille, dal Mediterra- 1100: il colle assume il nome che por- dano e d’Aosta sono insediati i primi solchi vallivi che vi adducono. neo si affacciano i saraceni. Le loro terà nel millennio a venire. popoli alpini: separati da una barriera La variante morfologica si dimostra scorribande non risparmiano le valli Grazie all’attrattiva esercitata sull’im- di altissime montagne! La caccia e preziosissima, addirittura sacra: con alpine e anche il Mons Jovis cade maginario popolare, l’Ospice du Gran la necessità di approvvigionamento l’arrivo delle popolazioni celtiche, il sotto il loro controllo. Guai ad avven- San Bernard diventa un’istituzione no- li spingono a cercare su quelle luogo diventa, infatti, la principale turarsi, si rischiano la borsa e la vita… ta in tutto il mondo cristiano, un vero montagne una via, un passaggio residenza di Penn, dio delle vette. fi nché, sulla ribalta della Storia, si fa e proprio simbolo dell’accoglienza. 35 Un tetto e un piatto caldo a quanti si gnamento dei viaggiatori e il trasporto eccole, le valanghe, ognuna con il vedono costretti a scegliere quell’im- dei bagagli rappresenta una delle prin- proprio strascico di tragedie e di lutti. Inverno all’Ospizio pervio passaggio. cipali attività economiche indotte, la cui Ne è sinistra testimonianza la Mor- E insieme agli aiuti materiali, non me- importanza è correlata alle diffi coltà di gue (obitorio), piccola costruzione a Un soggiorno invernale all’Ospizio del Gran no importante, il conforto spirituale. transito e qui il Nostro non ammette pochi passi dall’Ospizio nella quale San Bernardo è un’esperienza raccomanda- bile, lo dimostrano le numerose tracce di sci Per i più, il viaggio da Aosta a Martigny rivali. Non per nulla i Marronier del vengono pietosamente composti i alpinisti che si incrociano sui pendii dell’Alta attraverso le Alpi rappresenta infatti un Gran San Bernardo ottengono, a corpi degli sventurati periti nel corso Combe Froide, impegnati in appaganti tra- tuffo nel mondo del-non-conosciuto, partire dal 1600, su concessione del della traversata. versate o semplici estimatori di una notte fra da affrontare ben equipaggiati… ma, Duca Carlo Emanuele I, l’esenzione La Morgue viene chiusa soltanto nel le storiche mura. Fra queste, imperdibile il quale “equipaggiamento” possono mai dal servizio militare. In cambio sono 1956, quando sul colle, grazie alla museo, dove leggere, fra l’altro, gli antichi e permettersi emigranti, pellegrini, la- tenuti ad accompagnare i viaggiatori, strada carrozzabile, già rombano i curiosi ex-voto, oppure il pannello con i livelli voratori stagionali? Lassù, al di là dei prestare loro soccorso e mantenere motori. Sono ancora pochi, sbuffanti, della neve caduta: 1978, 22 metri; 2001, 23 transiti illustri – fra tutti Napoleone agibile la strada. Corde e badili so- ma inesorabili… metri e mezzo; 1977, 24 metri e mezzo! - passa soprattutto gente comune, no le loro armi: di qui l’appellativo di E’ per loro che, nel 1964, si inaugura Accertata con una telefonata la mancanza che non sale certo i monti per diletto “soldati della neve”. il tunnel: un cambiamento epocale, di pericoli, da Bourg St. Bernard (uscita del o per sete di conoscenza. Gente che, Perché è proprio d’inverno che la loro niente più viandanti infreddoliti da traforo sul versante svizzero) al Colle sono non potendo equipaggiare il corpo, si opera diventa essenziale. Nella Com- rifocillare, niente più comitive da due ore o poco più di tranquilla scivolata (o deve accontentare di equipaggiare… be Froide - così è detta l’Alta Valle del accompagnare. camminata con le “ciaspole”) su pista bat- tuta e ben segnalata. Dal versante italiano, lo spirito. Gran San Bernardo - l’innevamento Lo spazio e il tempo: annullati. al contrario, occorrono cinque ore e più di Ma l’Ospizio è una presenza “forte” e è proverbiale e l’orografi a fa sì che le La neve, le valanghe: dimenticati. marcia da St. Rhemy. anche per questo, col tempo, la sua precipitazioni siano sempre accompa- L’Ospizio?… Prenotazioni (con larghissimo anticipo) importanza cresce. Donazioni, lasciti, gnate dal vento; di conseguenza, la E’ inverno, come spesso accade sui tel. 0041 27 7871236. l’edifi cio si ingrandisce, alla semplice neve si deposita in accumuli e lastroni, 2.500 metri del Colle del Gran San accoglienza si affi anca un vero servi- insidiosissimi perché causa di grandi Bernardo c’è tormenta. La tempera- zio di accompagnamento: è qui che e imprevedibili valanghe! tura: –18! Ciò nonostante, fra le ac- Le illustrazioni, dall’alto: San Bernardo da Mentone, patrono degli alpinisti entrano in ballo i “marroniers” (dal Tzermanaire, Brigande, Traverse (sul coglienti mura dell’Ospizio c’è folla: Carlo Magno attraversa le Alpi nel 773 latino marones, ossia guida). lato italiano), Lacerandes, Marchan- arduo trovare posto a sedere nella Napoleone al valico nel 1800 Al pari di altri valichi alpini, l’accompa- de, Frossarde (sul versante svizzero), “salle a manger”. (Museo di 36 Chambéry) 37 CLIMA Un ghiacciaio alpino, in una calda giornata estiva, è un buon posto per vedere sottostante di circa 60 m. Un laghetto glaciale più piccolo, ma l’acqua in tutti i suoi stati fi sici: gassosa, solida singolare per l’alta quota alla quale si e liquida. Prodotta dalla fusione di neve e ghiaccio, è formato (3.460 m), si trova presso si incanala in solchi sinuosi, le “bédières”, la vetta della Croce Rossa (3.566 m), viene inghiottita in pozzi profondi per riaffi orare alte Valli di Lanzo. Anche qui è stata alla fronte del ghiacciaio. intrapresa un’azione di monitoraggio da parte dell’ENEL, per assicurare una corretta gestione del sottostan- te invaso idroelettrico del Lago della Rossa. Ma il caso senza dubbio più noto è quello del Lago Effi mero, for- matosi sul Ghiacciaio del Belvedere, a monte di Macugnaga, nell’estate 2002. Quasi tutti i ghiacciai alpini sono in ritiro, il Belvedere si è invece messo in marcia verso valle, travolgendo la- rici, invadendo pascoli e abbattendo antiche morene, ricreando insomma condizioni da Piccola Età Glaciale. Il motivo non sta tuttavia in favorevoli condizioni climatiche – nevi abbon- danti e freddi pungenti – ma proprio nella situazione opposta: estati calde e prolungate. Si può infatti supporre che LAGHILAGHI il ghiaccio abbarbicato alla parete est del Monte Rosa si sia gradualmente “scollato” per l’aumento della tempe- ratura avvenuto anche ad alta quota, scorrendo quindi a valle con maggior velocità. Si è pertanto generata una sorta di “piena glaciale”, tecnicamente detta “surge”, con netto incremento di effitesto e foto di Luca Mercalli* meri velocità e di massa della lingua del Belvedere. Un evento raro e transito- In qualche caso, il percorso delle ac- rio, destinato a esaurirsi dopo qualche que glaciali è rallentato. Accade che anno lasciando il ghiacciaio più povero si raccolgano in laghi temporanei, sia e magro. Gianni Mortara, ricercatore in superfi cie, sia all’interno del ghiac- del CNR-IRPI di Torino, si era accorto ciaio, creando paesaggi meravigliosi, del fenomeno nella tarda estate 2001, in continuo mutamento. La loro bel- e poiché alcuni blocchi di ghiaccio A fi anco in alto, il lago sul ghiacciaio Rocciamelone; lezza però è traditrice, perché spes- cadevano dal fi lo della morena fi n sotto, lago Santa Margherita, presso il ghiacciaio del Rutor In questa pagina, in alto autunno sul lago del Roc; so celano nelle loro profondità i semi sul sentiero per il Rifugio Zamboni, in basso, il piccolo lago comparso da alcuni anni sul ghiacciaio Croce Rossa (Valli di Lanzo) della catastrofe. La diga di ghiaccio segnalò il caso alle autorità locali e o di morena che li contiene è infatti lo incluse nel progetto europeo sui fragile e, con l’aumento del volume rischi glaciali. Dalle fotografi e aeree Laghi glaciali: antichi e attuali d’acqua, può cedere in modo più o risultò un modesto lago dalle acque Il paesaggio alpino è costellato di laghi glaciali, antichi e attuali, tutti stupendi meno improvviso sotto la crescente azzurre che appariva nel bel mezzo ma per loro stessa natura instabili e talora apportatori di sciagure. Famoso spinta idrostatica. Si genera allora del ghiacciaio. Al momento, nulla di quello di Santa Margherita, in Valle d’Aosta, che per secoli, sbarrato a più una “Jokulhlaup”, termine islandese preoccupante. Nel corso dell’inverno riprese dalla lingua del grande ghiacciaio del Rutor, causò inondazioni a che signifi ca alluvione di origine gla- 2001 - 2002 l’onda di piena glaciale si La Thuile e ancora più a valle. A partire dalla fi ne del 1800 col ritiro del ciale. I glaciologi la chiamano anche trasferì a valle, lasciando dietro di sé ghiacciaio il pericolo è del tutto cessato. Ben noto, e facilmente raggiungibile con l’acronimo GLOF, dalle iniziali di di circa 20 m e un volume stimato in cumulata dal vento, poi scomparso. una cavità, ancora poco visibile, tra i con una breve passeggiata, anche il lago morenico del Miage, in Val Veny: “Glacier Lake Outbourst Flood”. più di 300mila m2. Il suo svuotamento L’attuale specchio d’acqua cresce detriti rocciosi e il manto nevoso. In uno specchio d’acqua grigio-verde tra i larici, delimitato a ovest da un’alta La formazione di tali laghi è un improvviso potrebbe causare problemi invece di anno in anno per effetto giugno l’eccezionale ondata di caldo muraglia di ghiaccio dalla quale a tratti avvengono crolli di seracchi. Il 9 fenomeno tipico dei periodi di cam- sia al borgo di Novalesa sia a quello del termocarsismo. Per questo dal africano causò la rapida fusione delle agosto 1996 un crollo causò un’ondata che travolse un gruppo di turisti, biamento nella dinamica glaciale: di Bessans. Il lago del Rocciamelone 1999 è tenuto sotto controllo dai tec- nevi e in poche settimane la cavità fortunatamente senza gravi conseguenze. erano frequenti durante le avanzate, si è formato dopo il 1984 in una con- nici del progetto europeo “Glaciorisk” si riempì d’acqua, formando un lago La storia insegna che il comportamento di questi laghi è imprevedibile e lo ridiventano oggigiorno in epoca di ca del ghiacciaio scavata dal vento, e dalle autorità francesi e italiane: sempre più grande. Il livello aumen- invita dunque alla prudenza. Valga ad esempio il ghiacciaio austriaco di ritiro. Tra i casi più studiati, il lago dove, in seguito ad estati calde, si è l’impegno dell’assessorato regiona- tava anche di un metro al giorno, non Vernagt che nell’autunno 1677 sbarrò la Valle di Rofen: il lago che ne risultò del Rocciamelone, presso il Colle del accumulata l’acqua di fusione. Alla fi ne le alle Politiche per la Montagna è si poteva più attendere, il rischio di fuoriuscì il 24 maggio 1678, senza far danni ma, riformatosi rapidamente, Moncenisio, alla frontiera tra Francia e del 1800 è temporaneamente esistito stato determinante per l’effettuazione un cedimento della labile diga glaciale il 16 luglio dello stesso anno causò una piena catastrofi ca. Nuova rottura Italia. E’ a quota 3.200 m, ha una lun- un piccolo lago in posizione diversa delle prospezioni radar, che hanno diveniva infatti insostenibile. Si mise senza danni nel 1679, seguita da grave inondazione il 14 giugno 1680. ghezza di oltre 600 m, una profondità dall’attuale, arginato dalla neve ac- evidenziato uno spessore del ghiaccio così in moto una poderosa operazio- 38 39 ne di protezione. Da Roma giunse lo stato maggiore del Dipartimento con uomini e mezzi; campi base di militari e vigili del fuoco sorsero nei parcheg- gi di Macugnaga, divise ovunque e ovunque gli echi sordi degli elicotteri, compreso il colossale Erickson in gra- do di sollevare oltre 7 tonnellate. Gli ultimi giorni di giugno fu installato un campo di sorveglianza permanente a 2.200 m, nell’intaglio della morena del Lago delle Locce, da dove il lago, ormai battezzato “Effimero”, appariva in tutta la sua straordinaria grandio- sità creando un ambiente irreale e inquietante. Le misure di profondità eseguite da Enel Hydro insieme al Nucleo Som- mozzatori di Milano segnalarono nella parte centrale un abisso di 57 m (un palazzo di 20 piani). La superficie la- custre ammontava a 150.000 m2 e il volume risultava di ben tre milioni di mc (un medio invaso idroelettrico). A inizio agosto, tra mille difficoltà, iniziò il pompaggio delle acque per diminuirne il livello e quindi la pressione sulle fragili sponde di ghiaccio. Fortunata- mente il bacino si svuotò poi del tutto in modo graduale attraverso piccole fratture nel ghiaccio del fondo, senza causare piene rilevanti. Nel settembre 2002 il Lago Effimero era scomparso e l’inverno ha coperto Glaciorisk e Nimbus di neve il gran catino che lo contene- La consapevolezza che i ghiacciai costituiscono fonte di pericolo per chi va. Si vedrà se, con la nuova stagione vive e frequenta le zone di montagna ha portato la Comunità Europea ad estiva, avrà o meno modo di riformar- approvare nel 2000 il progetto di ricerca “Glaciorisk”. L’attività è coordinata si: i tecnici sono lì pronti a sorvegliarlo da François Valla glaciologo al Cemagref di Grenoble e vede coinvolte per impedire che possa trasformarsi tutte le nazioni alpine più Norvegia e Islanda. Per l’Italia partecipano il di nuovo in una minaccia. CNR-IRPI di Torino e la Società Meteorologica Italiana (www.nimbus.it/ ghiacciai/glaciorisk.htm). Scopo dello studio, compilare un archivio infor- *Società Meteorologica Italiana, Torino matizzato di tutti i casi storici di catastrofi glaciali e di tutte le situazioni attuali potenzialmente a rischio. Un dettagliato rapporto sui recenti aspetti In alto, il lago Effimero, nel massimo invaso; del rischio glaciale, compresi i casi citati in questo articolo, è contenuto nel in basso, le pompe installate numero speciale di Nimbus 23-24 (www.nimbus.it), interamente dedicato nel luglio 2002 nel tentativo ai ghiacciai, sia alpini, sia polari e patagonici. di abbassare il livello delle acque

Ecco come si ingrandiscono L’acqua ha la sua massima densità alla temperatura di 4°C e quando la raggiunge tende ad affondare. Se il lago è insediato sul ghiacciaio, i quattro gradi sono sufficienti a far fondere altro ghiaccio, aumentando così le dimensioni dell’invaso, che viene “mangiato” dal basso, assu- mendo una forma a pera. L’acqua raffreddata a meno di 4 gradi, più leggera, torna in superficie e si ri- scalda al sole, mantenendo attivo il processo. Per questo i laghi glaciali continuano a ingrandirsi.

40 portunità educativa piena non si limita a descrivere in di spunti scientifi ci e cultu- modo approfondito i valori rali. Il patrimonio forestale storico-artistici del santua- è costituito da circa 200 rio, delle cappelle e dei ro- ettari di bosco di castagno, mitori, ma è anche un invito querce e conifere, dal ricco accattivante e piacevole a sottobosco con il laghetto scoprire le mille particola- delle streghe le cui acque a cura di Enrico Massone rità del territorio del Basso scompaiono nel periodo Monferrato. estivo... Dal mercatino dei prodotti Un’area naturale dove si biologici Il Paniere alle trovano tre siti per la ripro- proposte escursionistiche duzione di anfi bi, che ospita di Camminare il Monfer- 36 specie di mammiferi e rato, dall’Ecomuseo della moltissimi uccelli tra cui Splendide immagini in pietra da cantoni alle LIBRI diversi tipi di rapaci diurni bianco e nero, volti diffi cili attività di studio e ricerca e notturni. da dimenticare. dell’Atlante informatico delle Questo è Cuore di Cabanè biodiversità e del Centro di – Vita e immagini di Marca- Documentazione europeo rolo, un libro che raccoglie sui Sacri Monti. tre anni di ricerca fotografi ca per catturare in uno scatto gli aspetti del paesaggio antropico locale. Con le sue cascine, con la sua gente, Marcarolo è protagonista attraverso le persone che hanno deci- so di continuare in questo territorio abbandonando la città per ritrovarvi una dimensione più umana e Ghiffa, Il Sacro Monte che in questo libro vengo- un’emozione fra lago, arte no immortalate. e natura (info: tel. 0323 Le fotografi e sono di Andrea 59870) è l’interessante Repetto e Massimo Cam- videocassetta realizzata pora, i testi di Gianni Re- dall’Ente di gestione della petto e Roberto Burlando: riserva. il libro è curato dal Parco Le immagine fi lmiche degli Capanne di Marcarolo e autori Claudio Silvestri e dall’Ecomuseo di Cascina Carlo Pessina, privilegiano Ritorno in montagna - Il par- Moglioni. (Ed. Artistica di l’ampia zona verde in cui co naturale Veglia Devero è Savigliano, € 30) sono immerse le cappelle il titolo della videocassetta Info: tel.143 877825. del Sacro Monte. realizzata dal parco (€ 13) “Il piacere della bicicletta è Il luogo è un balcone pa- del profondo nord piemon- quello stesso della libertà”, noramico naturale che si tese, che defi nisce il Veglia diceva Alfredo Oriani più di affaccia sul Lago Maggiore l’Alpe della luce per la di- sessant’anni fa. ed è valorizzato dalla pre- mensione solare dei suoi Un leit-motiv valido anco- senza di cascate, specchi pascoli, e il Devero, l’Alpe ra oggi soprattutto quando d’acqua e cappellette del sorriso per lo splen- consente di entrare in con- votive sparse lungo i per- dore delle fi oriture estive: tatto diretto con la natura. corsi che lo attraversano: un’interessante carrellata Ruote, zoccoli e scarponi, ed. Comunità Montana (tel. uno scenario ambientale sugli scenari panoramici € che spazia sulle cime dei di incomparabile bellezza 0171 955555), 9, è una monti più alti, immortalate e sui segni che l’uomo da nuova proposta di itinerari dai “pittori di Laveno” e che millenni ha lasciato sul ciclotuirstici e in mountain nella bella stagione diventa territorio. bike lungo la valle Stura il punto d’incontro per mani- Gli autori affermano che di Demonte, raccolti da festazioni, fi ere e mercatini “l’amore e il rispetto per la Giorgio Bernardi che li dell’artigianato. natura sono un bene antico ha percorsi per anni, ne La riserva è un’impor- da tramandare alle gene- provato ogni piega, ogni tante meta per il tempo razioni future e che l’Ente asperità. libro, il luogo ideale per parco opera per vincere la Percorsi ciclo escursionisti- passeggiate a piedi, brevi diffi cile scommessa di co- ci, turistici, di valle per sod- trekking, percorsi a cavallo niugare la conservazione disfare ogni tipo di esigenza e, sotto il profi lo didattico della natura con lo sviluppo e valorizzare un ambiente con due sentieri-natura sostenibile delle popolazioni La Guida al Sacro Monte di ricco e fi ero della propria offre un’interessante op- di montagna” . Crea, edita dal parco (€ 5) unicità culturale. 4141 foto G. Bissattini e per i loro insegnanti: ad en- la natura percorsi che posso- presenza di molti altri uccelli trambi propone un’occasione no essere sviluppati nell’arco che in questo periodo appro- inedita di approccio plurisen- di uno o più anni. Notizie fi ttano della tranquillità del- soriale alla natura. Sens’azioni è stato realizzato L’accademia nazionale dei l’area per una sosta durante la Coprendosi gli occhi con l’ap- dal Comune di Torino con il Lincei compie 400 anni. migrazione. posita mascherina (una foglia contributo della Fondazione Il nome della prestigiosa Ac- stilizzata) e seguendo le indi- Edoardo Agnelli, per attività cademia fondata a Roma nel Info: cazioni contenute nella casset- assistenziali e sociali”. 1603 da Federico Cesi, s’ispi- Centro Cicogne e Anatidi, A cura di Aldo Molino ta allegata al libro, si può pas- Ideazione e Progettazione: Tac- ra “all’eccezionale acutezza di Racconigi seggiare in tutta sicurezza, con- tile Vision ONLUS di Torino sguardo attribuita alla lince, Via Stramiano, 30 – 12035 Rac- centrarsi sulle sensazioni offerte tel. 338 9628838 un felino di ancor non estinta conigi (CN); dagli altri sensi, scoprire i ru- e-mail: [email protected] specie, preso a simbolo della www.cicogneracconigi.it mori del bosco e dei suoi in- con la collaborazione della lo- dotta compagnia di studiosi”. numerevoli abitatori. cale Sez. Prov. UIC. In origine comprendeva solo Cani e gatti tutto l’anno SENTIERI E’ anche possibile riconoscere Per informazioni su come repe- lo studio delle scienze natura- Dogs not allowed, ed. Castalia gli alberi, apprezzandone in al- rire sia il libro con disegni tat- li, mentre dal 1874 per volon- (tel. 011 4374176) € 8,90 è il cuni casi il profumo esplorando tili e cassetta, sia la mascheri- tà di Quintino Sella, l’ambito Incredibile avvistamento a titolo dell’ormai tradiziona- PROVATI Nelle foto di Aldo Molino Racconigi tronco, rami e foglie soltanto alcune immagini del Sentiero na, rivolgersi presso il Comu- della ricerca si ampliava per le calendario di fotografi e in con l’ausilio delle mani. dei Sensi ne di Torino, comprendere le scienze “mo- Da domenica 13 luglio, presso bianco e nero che ogni anno Per la prima volta a Torino, e Segreteria del Settore verde rali o umanistiche”. il Centro Cicogne di Racconi- Marilaide Ghigliano dedica ai forse non solo a Torino, diven- pubblico-gestione: L’attività dell’Accademia si svi- gi, è presente un esemplare di cani di strada, quelli senza peti- ta accessibile a tutti un parco scherina) e mettendo in gioco tel. 011 4420110; luppa con approfondimenti del- Vanellus armatus, denominata gree che “parlano” con gli oc- in città, un itinerario dunque anche gli altri organi del sen- o presso l’UIC torinese: la scienza e con la diffusione “Pavoncella armata”, secondo la chi. “Lattanzio, segno dei pe- che ha il pregio di essere rag- so. Dopo lo scoraggiante avvio, tel. 011 535567. delle ricerche svolte. L’accade- più recente check-list degli uc- sci: affettuoso, sensibile, pro- giungibile con grande facilità, a poco a poco ci si fa l’abitu- La Cooperativa Agriforest mia conferisce premi e borse di celli del mondo (Massa B., Bot- clive al ri-morso” è un esem- con rapidità e a costo quasi ze- dine a questo mondo diverso, che organizza visite guidate, studio e pubblica i risultati de- toni L., Violani C., 1993 - Lista pio della breve didascalia che ro. Va ricordato che se altri per- senza luce, ma con altri stimoli può essere contattata allo 011 gli studi compiuti. La biblioteca in lingua italiana degli uccelli accompagna le varie immagi- corsi specifi ci per non veden- che di solito trascuriamo. L’in- 3839511 dell’Accademia è un altro pre- di tutto il mondo - Università ni mensili del 2004. Beware of ti esistono in Provincia di To- contro tattile con le ruvide su- zioso tassello del mosaico. degli Studi di Milano). cats invece è la versione felina perfi ci degli alberi una diversa rino, come quello di Ceresole Resistenza I membri dell’Accademia sono L’eccezionalità dell’evento è del calendario, quella dedica- nel Parco del Gran Paradiso o dall’altra e gli odori del bosco suddivisi in due classi: Scien- dovuta al fatto che, se il dato ta ai gatti. quello del Bric Filia nella ca- sono fonti di emozioni che ab- a Pinerolo ze fi siche, matematiche e natu- passerà il vaglio del Comita- Si trova nelle migliori libre- navesana Valle Sacra, questo è biamo disimparato a percepi- rali e Scienze morali, storiche to Italiano per le Omologazio- rie. l’unico fruibile in completa au- re. Larice, abete, quercia, acero, Quattro itinerari che toc- e fi lologiche, entrambe com- ni, risulterà il primo per il Pa- Il Sentiero dei Sensi pulsantiera. Il percorso, che si tonomia anche da un non ve- tuia sono alcune delle essenze cano una quarantina di siti poste da 90 soci nazionali, 90 leartico occidentale, quindi la snoda per circa 400 metri, in- dente che può, almeno in teo- tra le più comuni della colli- del Pinerolese sui percorsi soci corrispondenti e 90 soci prima osservazione nella sto- Senz’azioni è l’invitante nome fatti ha inizio e termine pro- ria, uscire di casa effettuare la ne torinese che si incontrano della Resistenza e dei tragici stranieri. ria per l’Europa! del percorso naturalistico ac- prio di fronte alle fermate del- passeggiata e rientrare da so- e che si imparano a conoscere eventi del 43/45. Un percor- Tra i numerosi piemontesi Il Vanellus armatus è infatti una cessibile a tutti nel Parco della l’autobus 70. lo (è consigliabile però alme- lungo il percorso. Non man- so che si snoda intorno alla (per nascita o perché qui han- specie originaria del Centro e Maddalena di Torino, inaugu- L’itinerario è stato attrezzato no la prima volta farsi accom- ca la sezione di un tronco che città di Pinerolo e sui monti no svolto le loro ricerche) at- Sud Africa che, pertanto, non rato il 7 giugno scorso. per consentire ai disabili visi- pagnare). permette di capire la struttu- che la circondano alla ricerca tualmente soci dell’Accademia è mai stata segnalata al di fuori I “sensi”, non più soltanto vi e motori di percorrerlo e di Volendo si può così tornare ra del fusto. di cippi, luoghi, memorie e dei Lincei, ricordiamo Roberto del suo areale distributivo. spettatori, ma in “azione”, co- accostarsi al bosco per cono- più volte lungo l’anno, e se- I “sensi in gioco” sono anche persone di una tragica sta- Malaroda, professore emerito Si tratta di un parente stretto me attori protagonisti: la pro- scerne i segreti in piena auto- guire da vicino la vita e l’evo- un progetto pluriennale che si gione. È quanto propone un dell’Università di Torino e già della nostra Pavoncella (Vanel- posta pensata principalmente nomia: la facilità del tracciato, luzione del parco nel divenire avvale del supporto della Coop. cd rom realizzato dalla Co- ordinario di geologia, che dal lus vanellus), caratterizzata pe- per i non vedenti è in realtà ri- il mancorrente, gli attraversa- delle stagioni. Agriforest per dare spazio e spe- munità montana Pinerolese 1985 al 1990 fu membro del rò da un piumaggio più con- volta a tutti Il percorso offre, a menti guidati, i disegni tatti- Anche se non si appartiene a rimentare gli “strumenti per- Pedemontano e dal Comi- Comitato tecnico-scientifi co trastato bianco-nero, da zam- chiunque ne abbia il desiderio, li, i testi in Braille e a caratte- una delle categorie svantag- cettivi” dei bambini che ha se- tato per la difesa dei valori dei Parchi naturali della Re- pe più lunghe e da uno spe- l’opportunità di fare una pas- ri ingranditi in corpo adatto giate, vale comunque la pena de nel Parco del Nobile. Il pro- della Resistenza. Percorsi da gione Piemonte. roncino presente sull’ala che seggiata piacevole e stimolan- per chi vede poco, insieme ad di provare di effettuare il per- getto si sviluppa su 5 percorsi fare in auto per ritrovare fat- Accademia Nazionale dei le ha meritato l’appellativo di te fra gli alberi più interessanti altri accorgimenti offrono un corso così come è stato pensa- specifi ci più un percorso fi nale ti e persone. Uno strumento Lincei “armata”; anche l’atteggiamen- del parco collinare della Madda- supporto essenziale. E’ anche to, rinunciando alla vista (ma- conclusivo di immersione nel- per “andare nei luoghi” ma Palazzo Corsini – Via della to di postura con una zampa lena. L’itinerario si snoda nella disponibile un libro corredato anche, attraverso un’accura- Lungara, 10 sollevata, prettamente milita- parte mediana del Parco della da disegni tattili e da un sup- ta documentazione, fi lmati, 00165 Roma re, ha contribuito alla sua de- Rimembranza, dall’accesso di porto audio. Sulla cassetta o sul musiche, testi e documenti, Tel. 06 68027340 nominazione. fronte al Centro di Rieducazio- Cd a scelta, una voce offre tut- per conoscere o ricordare. Il E-mail: [email protected]; Il fatto che non sia marcata ne Funzionale del C.T.O. ed è te le informazioni utili a segui- cd rom può essere richiesto www.lincei.it con anelli e che presenti un raggiungibile facilmente con i re con precisione l’itinerario, e alla comunità montana, tel. piumaggio da adulto asso- mezzi pubblici dalla città. Sul- ad interpretare correttamente 0121 77246. lutamente perfetto, induce a la carreggiata stradale, poiché le immagini tattili disponibili constatare che non si tratti di scesi dall’autobus è necessario lungo il percorso e sul libro. Il un soggetto fuggito dalla catti- attraversarla, è stata realizzata volume realizzato dal Comune vità; verranno svolti comunque una pavimentazione tattile zi- di Torino è stato curato da Fa- vari accertamenti per esclude- grinata che segnala l’attraver- bio Levi e Rocco Rolli da anni re tale evenienza. samento, con il relativo sema- impegnati sulle tematiche dei Al momento la Pavoncella ar- foro sonoro (sperimentale) a “non vedenti”, per la casa edi- mata pascola tranquilla nella richiesta, attivabile premen- trice Zamorani. zona umida del Centro Cico- do l’apposito pulsante collo- Il percorso è stato progettato gne, senza mostrare particola- cato nella parte inferiore della anche per i ragazzi delle scuole re diffi denza, grazie anche alla 42 43 Artisti alla corte della natura Marcus Parisini Disegnare gli occhi per raccontare l’anima

di Serafi na Romano tura: prima anche del disegno, dine, bellezza, per ritornare al- anni fa, a vendere ritratti, ov- Museo Zoologico de “La Spe- che nasce, appunto, come segno l’essenzialità delle cose e delle viamente di animali, per le stra- cola” a Firenze dal 29 ottobre Gli animali hanno un’anima? di gratitudine per gli esempi, i sensazioni. Parisini, studente di de di Milano, dopo una breve e 2003 all’11 gennaio 2004, insie- Marcus Parisini ne è talmente messaggi, per le lezioni di veri- liceo artistico a Genova, dove insofferente esperienza all’Ac- me con l’uscita del suo secondo sicuro, che, dice, il vero proble- tà – “gli animali non posano, è nato nel ‘66, inizia a cercar- cademia di Brera. Gavetta du- libro Il mio caro vecchio lupo. ma è, semmai, fi ssarla sul fo- non fi ngono, non si atteggia- lo con passione già a 14 anni, ra, ma dura poco: il tempo di Oggi, Marcus Parisini insegna glio, là dove nessuna fotogra- no” – e per gli incanti trasmes- racconta, battendo mezza Pe- bussare, nel 1990, alla porta di all’Istituto Europeo di Design fi a può arrivare; poiché, se an- si all’uomo capace di fermar- nisola. Lo trova a 22 in un vec- riviste prestigiose come Airone dell’Accademia di Belle Arti di che gli animali hanno un’ani- si, guardare, provare lo stupo- chio fi enile diroccato a Monte- e Bell’Italia, di affermarsi come Cuneo. Potete trovarlo a casa, ma, non può che essere diver- re dell’incontro con la magia rosso Grana, sulle Alpi Marit- uno dei più quotati illustratori allo 0171 98762, che ritrae gli sa e particolare per ognuno di della vita selvatica. time cuneesi a 1.300 metri di naturalisti. Una fama raggiun- occhi: parte sempre da lì, per- loro, come lo è per noi. Poi, in ordine d’importanza, e quota. Vi investe i 12 milioni ta grazie anche a L’Anima de- ché, dice, l’anima viene prima E’ giovane, Marcus, ma ha av- non potrebbe essere altrimen- di eredità familiare e 5 anni di gli animali (Edizioni Biblioteca di tutto. E’ con quella che i suoi viato molto presto la sue ricerca ti per questo artista-sacerdote In queste pagine fatiche manuali per dotarlo di dell’Immagine), giudicato da animali ci parlano. E’ con quella occhi, lupi, volpi e uccelli umana e artistica, consolidan- del culto della natura, Marcus luce, acqua, un bagno. molti esperti il più bel testo il- che i suoi splendidi disegni ci ha messo la casa. Doveva esse- disegnati da Marcus do quasi subito le sue certezze. Lassù, con la moglie, i tre fi gli, lustrato del 2002, dove l’artista insegnano a guardare la natura In basso a sinistra: l’ultimo Prima di tutto, spiega, c’è la na- re un posto di silenzio, solitu- una cavalla, le api, tanti fogli e accosta disegni, schede scienti- e a conoscere noi stessi. libro realizzato la fedele penna Bic, (“l’inchio- fi che e celebri rifl essioni sulla stro ti costringe a non sbagliare natura di maestri del pensiero il tratto”), Marcus vive e lavora, di ogni tempo e cultura, da San perché, mai come in lui questi Francesco ai grandi capi india- due aspetti s’identifi cano, o per- ni e a Konrad Lorenz. ché, spiega lui semplicemente Una quindicina le mostre di Pa- “non riuscirei a disegnare lu- risini tra Genova, Torino, Tren- pi a Torino!”. Da lì, parte per to. La prima nel 1987 a En- la città con le sue tavole sotto tracque, nel Parco naturale delle il braccio. Aveva cominciato 15 Alpi Marittime. La prossima al

44 45 un successivo mezzacosta si por- ta al letto del rio attraversato in precedenza. Da osservare alcu- ne profonde “marmitte dei gi- ganti” scavate nelle tenere rocce calcaree. Gli abitanti di Palanfré le chiamano “le Buriere” per la a cura di Toni Farina similitudine con l’attrezzo usa- to per la produzione del burro. SCOPRIPARCO Tornati sul versante di sinistra orografi ca, si è dominati dalle pa- rete del Monte Colombo, sito di rilevante interesse ornitologico. Su queste falesie nidifi cano co- lonie di corvidi: gracchi alpini e gracchi corallini. Fermarsi qual- che istante ad osservare con il bi- nocolo le loro acrobazie aeree è l’occasione per gustarsi un vero spettacolo della natura. L’itine- rario si sviluppa poi sul fondo del vallone i cui pendii sono fi t- tamente coperti di pino mugo, PALANFRÉTra laghi e faggi secolari nelle Marittime rifugio sicuro del gallo forcello. Verso quota 1.750 si incontra un bivio dove occorre tenere la sini- stra, seguendo le tacche bianco rosse della GTA. Attraversato il rio, il sentiero sale a mezzacosta consentendo la vista del piccolo Lago del Vilazzo e di ampie su- perfi ci rocciose montonate frut- to dell’azione dei ghiacciai del Quaternario. La salita si addolcisce successi- vamente in una conca, al termi- ne della quale, oltre una picco- la soglia glaciale, si trova il Lago Nella pagina precedente, degli Arbergh (2.036 m), regno in alto: del camoscio. Per raggiungere i Il Monte Pianard Laghi del Frisson, si imbocca a e la Rocca d’Orel destra una traccia di sentiero che Sotto e a sinistra: risale prima una china tra gros- Lago Frisson si blocchi di roccia (tacche ros- Qui sopra: panorama ma ridotta. Un aspetto da vero su Palanfrè dalla costa di Giorgio Bernardi rendono inoltre la zona di gran- di dislivello sono i dati salienti se) e quindi traversa con alcuni bosco delle fi abe, e questo grazie di Pianard de interesse per gli appassiona- della facile escursione con la quale panoramici sali scendi verso la alla quota elevata, alle condizio- (foto arch. parco) Ad ottobre con le prime bru- ti di geologia. Infi ne i laghi del- è possibile conoscere e apprezza- conca che ospita il lago inferiore ni climatiche diffi cili, all’inneva- me autunnali le foglie dei faggi l’alta Val Grande, occhi dai colori re il territorio della riserva. Dal- (2.056 m) nel quale si specchia mento importante e prolungato si fanno d’oro. È quello il mo- cangianti che occupano conche la piazzetta di Palanfré 1.375 m la vertiginosa parete nord-ovest foto G. Bernardi e alla forte pendenza del terreno. mento migliore per salire a Palan- scavate dai ghiacciai. Laghi degli (fontana) si sale per la strada ac- del monte omonimo. A destra Per dare continuità all’antica tu- fré, piccolo borgo del comune di Arbergh, del Frisson e Vilazzo (di ciottolata che passa ai piedi delle dell’emissario, il sentiero scende itinerario: www.parcoalpimaritti www.parcoalpimarittime.it tela della bandita, nel 1979 la Re- co, in via Umberto I 119, tel. e Vernante, nel Parco naturale del- modeste dimensioni ma di gran- case e le supera in direzione de- verso il fondo del vallone con- me.it) percorribile in due giorni. Sedi operative si trovano a En- gione Piemonte ha istituito nel- fax 0171 920550; e-mail: le Alpi Marittime. Le case che da de interesse per la sua formazio- gli alpeggi. Raggiunto il primo giungendosi al bivio incontrato La salita alla Rocca d’Orel è inve- tracque, in via Provinciale 1 (tel. l’alta Val Grande la Riserva natu- [email protected] un anno sono tornate a vivere an- ne, conseguenza di una frana), tornante, si lascia la strada e si a quota 1.750 da dove si torna al ce altamente raccomandabile agli 0171 978809, fax 0171 978921) e rale speciale del Bosco e dei La- che d’inverno per la residenza di specchi d’acqua suggestivi che prosegue in piano su mulattiera punto di partenza seguendo l’iti- appassionati dei panorami a 360°. ad Aisone, in via Fossà 1. ghi di Palanfré, che accorpata al Vitto e alloggio alcune famiglie con il loro bestia- mutano con il variare dell’incli- (indicazione Laghi Arbergh) nel nerario di andata. Dalla cima la vista spazia infat- Per la visita alla Riserva di Pa- me sono addossate ad un costone Parco dell’Argentera nel 1995 ha nazione della luce, con i giochi bosco di faggio verso il Gias Pia- ti su gran parte dell’arco alpino lanfré ci si può rivolgere alla dato vita al Parco delle Alpi Ma- A Palanfré (Vernante) si trova a cui fanno da sfondo le praterie di nuvole e con lo scorrere delle mian. In breve si passa sul versan- Per chi ha più giorni occidentale; a oriente le Sede operativa e uffi cio infor- l’Arbergh, locanda di proprietà del Monte Pianard e una secola- rittime. Non è la bandita il solo stagioni. Solo la piramide per- te destro orografi co attraversan- e la pianura piemontese comple- mazioni del parco di Vernante, elemento di pregio naturalistico e del parco consigliabile per la col- re faggeta. Un bosco risparmiato fetta del Monte Frisson, il pic- do il rio degli Arbergh, nel tratto La “Via di Téit” è l’itinerario più tano l’orizzonte visivo. in via Umberto I 115, tel. e fax paesaggistico della riserva. locazione. Tel. 335 6596266; dalle lame delle asce dei boscaioli colo Cervino delle Alpi Marit- mediano asciutto per buona par- indicato per fare conoscenza con 0171 920220. Nonostante la superfi cie relati- e-mail: [email protected] per l’importante funzione di pro- time, rimane immutabile senti- te dell’anno a causa della natura gli aspetti antropici della riserva. Nel parco informati Nelle sede di Vernante è aperto vamente modesta (poco più di A Vernante, ampie possibilità di tezione dell’abitato dalle valan- nella della Val Grande. carsica del substrato geologico. Si tratta di un sentiero culturale tutto l’anno un centro visita che 1.000 ettari) si contano infat- soggiorno nei vari alberghi: Na- ghe. La sua tutela è documenta- Tracciato ex novo dal parco nel- che partendo da Vernante con- La sede e il servizio promozione ospita un’esposizione permanente ti circa 850 specie fl oreali, del- zionale (tel. 0171 920252), Park ta dal 1699 nei Registri catastali La proposta la primavera del 2003 (il vecchio duce a Palanfré toccando borgate del territorio del Parco delle Al- sul bosco di faggio e sulle attivi- le quali una decina sono ende- Hotel (tel. 0171 920194), Al Tor- e, nel ‘700, nei bandi campestri percorso, pericoloso e disastra- disabitate dal tipico tetto in pa- pi Marittime si trova a Valdieri, tà di alpeggio, salette per mostre mismi ristretti delle Alpi Marit- rente (tel. 0171 920191), Caval- custoditi nell’archivio comuna- I Laghi del Vallone to, si trovava sull’altro versante), glia di segale. Per gli amanti del- in c.so Dante Livio Bianco 5. Tel. ed un park shop. time. L’elevata concentrazione di lino (tel. 0171 920192), La Baita le di Vernante. Faggeta anomala, degli Arbergh il sentiero guadagna quota con le traversate ad anello è indicata 0171 97397; fax: 0171 97542; e- A Vernante possibilità di infor- litotipi e il consistente carsismo (tel. 0171 920241), Martinet (tel. contorta, con fusti corti e chio- Tre ore comode di salita e 700 m una successione di svolte e con quella della Garbella (descrizione mail: [email protected] Internet: mazioni anche presso la Pro lo- 0171 920197). 46 47 Stambecchi olimpici

di Caterina GromisDAL di Trana un tentativo di reintroduzione to delle Regie Patenti che ne dello stambecco in Svizzera, di- proibiva la caccia e ne vietava MONDOE’ una storia a lieto fine che ben mostrazione di precoce presa di la compravendita. si addice all’immagine idillia- coscienza ecologica. Per fortu- Al tempo d’oggi molto si deve ca presentataDELLA dalle nostre val- na il tentativo fallì, dato che gli all’istituzione di sempre più nu- late alpine in vista delle pros- animali immessi erano ibridati merose aree protette, dove pos- RICERCAsime olimpiadi. Le ultime no- con la nostra capra domestica. sono essere condotte indistur- tizie dal mondo della ricerca Stambecco e capra sono Mam- bate ricerche scientifiche. Fu il dicono che la reintroduzione miferi Ungulati Ruminanti del- 1960 l’anno in cui per iniziati- dello stambecco in Val Tron- la famiglia dei Bovidi, apparte- va del Parco nazionale del Gran cea, in Val Germanasca, ha avu- nenti alla tribù dei Caprini ed Paradiso incominciò l’opera che to successo. al genere Capra. Sono specie in circa quarant’anni ha ripor- Questa specie antichissima il interfeconde: certo è che per tato lo stambecco su gran par- cui antenato preistorico risa- l’attuale attenzione scientifica te dei territori originari. le, non molto diverso dai suoi al recupero dei ceppi origina- Nelle valli pinerolesi le rein- rampolli attuali, a 15 milioni di ri sarebbe stato un bel colpo troduzioni attuate negli anni anni fa, dopo alterne vicende trovarsi le Alpi abitate dai di- ’70 non ebbero grande fortu- legate alla deriva dei continen- scendenti di quel pasticcio di na, per colpa dei bracconieri ti, si è stabilita sulle Alpi sot- incroci. Quasi tutte le nazioni di cui lo stambecco è vittima to il nome di Capra ibex ibex. alpine si dedicarono al proget- predestinata perché ogni parte In tempi storici lo stambecco to di ridistribuire il re delle Al- del suo corpo è dotata di qua- era ampiamente distribuito su pi nel suo areale. In Germania lità culinarie o di magici signi- tutto l’arco alpino, ma dal Me- cominciarono negli Anni ’30, ficati. Nel 1980 venne istituito archivio rivista/Alpe dioevo incominciarono per lui in Francia a partire dal 1959- il Parco della Val Troncea e ai secoli duri, che lo portarono a 60, in già nel 1890 tre individui sopravvissuti dopo lonie vicine, bassissima morta- rischiare l’estinzione. In Italia furono rilasciati 20 capi prove- le precedenti immissioni se ne lità naturale ed elevata natalità all’inizio del XIX secolo solo un nienti dalla Svizzera. In Italia, sono aggiunti altri 12, prove- (ci sono stati diversi parti ge- centinaio di capi sopravviveva unico paese da cui non scom- nienti da zone diverse del Parco mellari). A questo si aggiun- sul massiccio del Gran Paradiso. parve mai del tutto, lo stam- del Gran Paradiso. Gli animali ge la constatazione che il me- Da questo sparuto drappello, becco deve la sua salvezza al- sono stati seguiti assiduamen- stiere del guardiaparco si av- tra alti e bassi, due guerre mon- la passione della famiglia rea- te durante l’avvicendarsi delle vicina sempre di più a quel- diali e bracconieri accaniti, par- le per la caccia: tra il 1920 e il stagioni e oggi, dopo 15 anni, lo dell’etologo, e che quindi le tì la ripresa: dai 416 superstiti ’33 furono liberati nella Riser- sono diventati 200. operazioni sulla fauna selva- del 1945 si arrivò al massimo va reale di Valdieri Entraque 23 Il successo del progetto è dovu- tica sono eseguite con meto- storico di 5.781 esemplari nel stambecchi catturati nel Gran to a molte ragioni: stabilità dei do e competenza. Forse poi 1992 e agli attuali 4.000. Paradiso, dove erano stati sal- soggetti reintrodotti, immigra- la coscienza ecologica sta ma- Alla fine dell’Ottocento ci fu vati dall’estinzione con il decre- zione di diversi animali da co- turando: come non capita più molto spesso di vedere lattine e immondizie lungo i sentieri, anche il bracconaggio sta pas- sando di moda. I parchi sono sempre più nume- rosi e se le zone protette sono sotto il controllo di gente che sa prendersene cura i risultati si vedono. Basta una passeggiata, archivio rivista/Garda anche senza binocolo.

Giovo M., Rosselli D., 2002: Lo stambecco in Val Troncea e Val Germanasca. Regione Piemonte Parco Naturale Val Troncea.

Giovo M. Rosselli D., 2003: La popolazione di stambecco rein- trodotta in Val Troncea e Val Germanasca (Alpi Cozie, Tori- no). Distribuzione, consistenza e demografia (1987/2001). Ri- vista Piemontese di Storia Na- turale, 24, 2003: 327-344 48