Documenti & Ristampe sono fascicoli speciali, dedicati agli scritti rari e di difficile reperimento, che in epoche diverse sono stati Documenti compilati sul Carsolano & e sui territori limitrofi. Nella selezione si tiene Il foglio di conto anche di quel che è utile per l’insegnamento lumen della storia locale nelle Miscellanea 26 scuole. Anno 2010 Ristampe

La leggenda della Brogli elettorali a 2 Madonna dei Bisognosi 9 Carsoli (1920) da Redazione da Redazione

Caporali e mietitori San Pietro di 12 oricolani 14 da Redazione da Redazione

Amico Passamonti Triangolazioni 16 signore di Arsoli 22 geodetiche sui di Tommaso Passeri monti Simbruini di Francesco Fergola

Il cardinale Antonio Le lettere dei fanti della Grande 25 Benedetto Antonucci 30 Guerra di Lorenzo Jella da Redazione

Una sentenza Informazioni da Avvisi per 35 della Corte di 37 libri antichi 40 emigranti (1912) Cassazione da Redazione da Redazione da Redazione

All’interno proponiamo la donazione della chiesa di San Pie- AVVISO AI LETTORI tro (in versione italiana) fatta nel 1060 ai bene- e prime pagine della miscellanea sono oc- Con la prossima dichiarazione dei redditi si dettini di Subiaco. Seguono due biografie, quella può destinare il 5 per mille dell’IRPEF alle Lcupate dalla leggenda di traslazione della di Amico Passamonti e, guardando al Risorgi- associazioni di volontariato. Chi vuole so- Madonna dei Bisognosi di cui ricorre quest’anno stenere le nostre attività può firmare sotto la mento, quella del card. Antonucci. In chiusura il XIV° centenario. Sull’argomento abbiamo ri- dicitura “Sostegno del volontariato, delle or- alcune notizie tratte da vecchi libri, riviste e gior- proposto una delle più note redazioni della storia. ganizzazioni non lucrative ecc.” E indicare nali d’epoca: furti di oggetti sacri, storie di santi, le A seguire un soggetto poco studiato nella piana il codice fiscale della Associazione Culturale prime triangolazioni geodetiche, le lettere dei sol- del Cavaliere, quello legato alla nascita di un LUMEN dati della Grande Guerra e gli avvisi rivolti agli attivismo politico che confluirà nelle formazioni 90021020665 emigranti ad inizio Novecento. fasciste e del suo ingresso nella società locale, di tratto dove emerge la figura di un caporale che, a Un argomento insolito è la pubblicazione di una cui abbiamo notizia in un verbale del Consiglio fine Ottocento, assoldava i contadini di Oricola sentenza della Corte di Cassazione Penale che si Provinciale di L’Aquila. L’Archivio Storico del per lavori da svolgere nella Campagna Romana. rende necessaria per tutelare i nostri centri storici di Pereto ha restituito un vecchio con- Agli appassionati della storia di Camerata Nuova dalle false ristrutturazioni edilizie. Ristampa La leggenda della Ristampiamo una delle più note redazioni della leggenda di Madonna dei fondazione del santuario della Madonna dei Bisognosi* non solo Bisognosi per onorare il ricorrente XIV° centenario, quanto per colmare una lacuna presente nella memoria delle da Redazione nuove generazioni.

l viaggio della statua lignea della Madonna giurati a danno dei Cristiani, muoveva, e dei Bisognosi da Siviglia alla cima del mon- s’incamminava furioso alla volta di Spagna. I te Serrasecca, tra Pereto e di Botte, Contro questi barbari quasi tutta la nazione come il peregrinare dei suoi devoti, faceva spagnuola si mise alle armi per impedire ad parte di quell’insegnamento orale che la scuola non essi il passo del mare, e per rattenere, e repri- forniva, ma a cui provvedeva la comunità di cui i mere il di loro orgoglioso furore. Siviglia an- bambini erano parte. cor essa si unì alla sua nazione, e gran gente Questa leggenda, alcune storie sulla vita dei santi, armata uscì da detta città per battere i sa- pochi racconti di morti tornati dall’aldilà e la nar- raceni. Ancor Fausto da valoroso si unì a’ suoi razione dei fatti epici di ogni paese, costituivano il concittadini armati; e con essi fece vela per bagaglio dell’immaginario popolare, conservato fi- combattere i nemici del nome cristiano la- no a qualche decennio fa. sciando alla custodia della casa, e del figliuolo Procopio la moglie Elfustia. «Nella Spagna, e precisamente nel territorio Placide e tranquille erano le onde allorché della città di Siviglia non molto lungi dal ma- diede alle vele l’armata di Siviglia, ma fatto re, si trovava eretto fin dal secolo V di nostra non poco viaggio era già la flotta in alto mare, * Ci riferiamo al libretto de- redenzione un tempio dedicato a Maria San- quando all’improvviso suscitossi fiera tem- vozionale Il santuario di Ma- ria SS. de’ Bisognosi posto tissima sotto il consolante titolo dei Bisognosi. pesta, e 1’armata tutta trovossi in manifesto sul monte Carsoli de’ Marsi, In detto tempio si venerava la di Lei sacra im- pericolo di restare sommersa nelle onde. Roma 1876, pp. 5-31, di cui magine fatta a rilievo, e intagliata in legno di abbiamo omesso le note e i Grande era la costernazione, in cui si tro- commenti che l’autore ano- olivo. [...] Il concorso dei buoni fedeli, che si varono gli armati cristiani. Fausto però il buon nimo fece ai suoi tempi. Per portavano con molta divozione a venerare notizie più dettagliate sulla divoto di Maria dei Bisognosi, pieno di fiducia leggenda si veda M. Ba- Maria dei Bisognosi, e ad implorare da essa il nella sua gran Protettrice, implorò in sì fatale silici, Santa Maria dei Biso- materno patrocinio, era grande, e continuo gnosi. Le fonti. Pereto-Roc- sventura con calde preghiere il soccorso della ca di Botte (AQ), Pietra- non solo dei popoli vicino a Siviglia, ma dei Vergine; ed oh portento! Ecco che tutta ri- secca di Carsoli 2005. Il lontani ancora. Si segnalava però fra tutti i santuario è posto sul monte splendente appare in aria a Fausto in atto di Serrasecca, tra Pereto e devoti visitanti un gentiluomo sivigliano, di frenare la insorta tempesta, e mentre il mare Rocca di Botte. famiglia illustre, e di meriti grandi, chiamato al comando di Maria torna alla placida calma, Fausto. Si portava egli spesso unitamente alla con voce sentita non dal solo Fausto, ma da di lui moglie Elfustia, e all’unico di loro fi- altri divoti compagni ancora, avverte la Ver- gliuolo Procopio, a venerare questa santa effi- gine santissima l’esercito cristiano a non az- gie di Maria con specialissima divozione, e zuffarsi coll’armata nemica, dicendo: «Tornate continuato ossequio fervoroso. Le grazie, che pure addietro fedeli miei; poiché per questa volta non questa fortunata famiglia riportava dalla vi succederà di poter resistere all’impeto de’ saraceni». Beatissima Vergine negli spirituali, e tem- Questo avviso celeste fu tosto riferito al gene- porali bisogni, erano grandi. E grande ancora rale dell’armata cristiana, ma disgraziata- era l’amore che portavano essi a Maria; e mente non fu creduto, fu riputata anzi una talmente accetti erano divenuti alla Vergine follia inventata da gente timida, e codarda. santissima, che alcune volte si degnò ancora di Continuò pertanto per ordine dell’ammira- parlare con Fausto, come si vedrà in appresso. glio la flotta il suo corso ad incontrare l’ini- Nell’epoca, che regnava in Costantinopoli mico, e trovandosi le due armate a fronte 1’imperadore Foca, ed in Roma teneva la sede spinsero i legni alla pugna, nella quale, dopo Sopra: di S. Pietro Bonifazio IV sommo pontefice, un fiero combattimento, restarono superiori, frontespizio nativo dell’antica città di Valeria nei Marsi, un e vittoriosi i Saraceni. Fra i molti prigionieri dell’opera citata esercito formidabile di saraceni, o mori con- cristiani restati in potere dei nemici, vi si trovò

2 Lumen ancor Fausto, che fra durissime catene avvin- to, unitamente agli altri suoi sventurati com- pagni, era gelosamente custodito. In tale compassionevole stato, Fausto, secon- do il pio suo costume, non tardò a ricorrere con ferventi preghiere, e calde lacrime alla sua potentissima Avvocata Maria. Ed oh nuo- vo portento maraviglioso! Scende la Beatis- sima Vergine dal Cielo, riempie di estrema consolazione, e contentezza il suo divoto Fau- sto, e lo libera prodigiosamente dalla dura prigionia, traendolo a mano fra la turba dei nemici a salvamento, e trasportandolo al lido di Siviglia. Il primo pensiere di Fausto, nel vedersi così prodigiosamente ricondotto dalla Vergine santissima in patria, non fu già quello di correre alla sua casa per riabbracciare la sposa, ed il figliuolo Procopio, ma di portarsi, con animo grato e riconoscente al tempio della Beatissima Vergine de’ Bisognosi, e rin- graziarla di cuore per benefizi tanto singolari ricevuti. Nel tempio di Maria prostrati El- fustia, ed il figliuolo Procopio erano ad orare allorché ivi giunse Fausto, e tutti tre uniti in santa allegrezza rendettero le più affettuose grazie alla Vergine santissima, e quindi fecero ritorno alla casa, magnificando il Signore e la di Lui Madre amabilissima. Non puole esprimersi quanto si accrebbe in questa fortunata famiglia l’amore, la rico- noscenza, e la divozione verso Maria. I tre di- voti tanto favoriti con più frequenza visita- vano quella sacra Immagine della Madre dei Bisognosi. Con indicibile carità accoglievano i pellegrini, e sollevavano i poveri colle loro adorando, e benedicendo la mano sempre a- facoltà. Tutti intenti alla perfezione cristiana, morosa di Dio, sottoponendosi con perfettis- l’unico loro pensiere era della vita spirituale, sima rassegnazione a quanto sopra di lui di- procurando di accrescere sempre più fedeli sponeva il Cielo. alla Chiesa, e divoti a Maria. Coltivava Fausto In tale stato di cose conobbe Fausto che il suo l’amicizia di un mercante ebreo colla spe- dovere era di non rimanersene neghittoso, ranza di convertirlo a Gesù Cristo. Spesso ma di pensare al proprio sostentamento, ed a l’andava esortando, e persuadendo a ricono- quello specialmente del suo figliuolo Pro- scere la già accaduta redenzione, effettuata copio. Risolvé pertanto di procacciarsi il ne- dal sospirato Salvatore Divino, ed abbracciare cessario alla vita per mezzo dell’industria le- la cristiana religione, in cui solo puole trovarsi cita ad un cristiano. Per mandare ad effetto salvezza. questo suo divisamento, andava fra sé rivol- Mentre Fausto in queste, ed altre belle opere gendo il pensiere di chiedere in prestito di pietà, e d’amore fraterno si occupava colla qualche somma di danaro al ricco mercante sua famiglia, piacque al Signore di porre a ebreo, con cui teneva amichevole relazione. prova la virtù di questo suo servo come suol Non sapeva però risolversi a farne 1’ideata fare con tutti i suoi più prediletti amanti. In richiesta, conoscendo bene che l’Ebreo avreb- breve tempo per i grandi infortuni, che gli be almeno richiesta una sicurtà, che diffidava Sopra: sopraggiunsero, restò privo della sua ama- Fausto di ritrovare fra i suoi concittadini, copertina di uno dei tissima Elfustia, e di tutti i suoi beni di fortuna. conoscendosi bene da tutti il misero stato in tanti libretti Di dovizioso che egli era, divenne in poco cui era caduto. Ma mentre un giorno, secondo devozionali che tempo assai povero. A queste prove costante il suo divoto costume, si era portato al sacro riferisce la leggenda rimase Fausto nelle sue virtù, raffinandole tempio della Beatissima Vergine, e prostrato della Madonna dei anzi sempre più ad imitazione del S. Giobbe, avanti la di lei Immagine fervorosamente ora- Bisognosi (1973)

Lumen 3 cro simulacro della Vergine santissima espose il convenuto fatto coll’ebreo, e la supplicò del- la sua sicurezza: ed oh degnazione meravi- gliosa di Maria verso il suo divoto! «Dà pur francamente, disse, o Ebreo, a, Fausto mio divoto quanto ti ha chiesto in prestito, che io prometto per lui che ti restituirà sinceramente nello spazio d’un anno il principale ed i frutti». Commosso 1’ebreo dalla celeste voce, senza più indugiare, accettò volentieri la cauzione, e subito consegnò a Fausto la chiesta somma di danaro. Non si conosce in che cosa impiegasse Fausto il danaro nel farne il traffico; si sa bensì che in compagnia del suo figlio Procopio, e di alcuni mercanti si pose in mare, e fece vela verso levante. Nel progresso però del viaggio tra- sportarono la nave verso settentrione, e la condussero nel mar Jonio, e da quello all’A- driatico nei confini della Puglia, provincia fertilissima e ricca. Quivi la divina Provvi- denza prosperò il traffico di Fausto, e de’ suoi compagni, mentre avendo preso porto in detta provincia, ivi si fermarono ad esercitarsi nella mercatura con felicissimo successo, mentre tanto fu il lucro, che in poco spazio di tempo fecero acquisto di grandi ricchezze, il tutto attribuendo Fausto al favore della sua divina Protettrice Maria. Terminate tutte le loro faccende, Fausto, ed i compagni risolvettero di far ritorno alla patria, tenendo la via stessa di mare, d’onde, contro loro intenzione, erano stati condotti nella Puglia, con isperanza di avere prospera navigazione nel ritorno, siccome 1’aveano a- vuta nel venire. Giunti erano i viaggiatori in alto mare, quando all’improvviso sorse fiera tempesta, e fu essa tale, che restarono alcuni compagni di Fausto sommersi nelle acque. Lo va, udì una voce, che gli disse: «Fausto va pur spavento del divoto di Maria, e la costerna- liberamente dall’ebreo tuo confidente, e domandagli zione insieme fu grande; senza però atten- in prestanza quella somma di danaro, che ti pare dere ad altro, invocò il solito soccorso della necessaria al tuo traffico, e offeriscigli me per sicu- gran Madre dei Bisognosi, che propizia ascol- rezza di esso». tò le preghiere del suo servo. Cessò la furiosa Lieto oltremodo per tale rasserenante annun- procella, ed il mare tornò alla calma. zio della Vergine, Fausto rendé le dovute gra- Ma le prove che il Signore volea fare di Fausto, zie alla sua divina Benefattrice per si parziale non erano al loro termine. Procopio più non si degnazione, e quindi subito si portò dall’e- trovò nella nave, cessata la tempesta. Quale si breo, chiedendogli mille monete di quei fosse il dolore dell’amato genitore, ciascuno tempi da dieci l’una. Io lo farei volentieri, può idearselo. Forte però sempre, e costante rispose l’ebreo, ma come tu potrai farmi si- alle prove, raddoppiò il fervore della sua curo della sorte principale, e del frutto cor- fiducia in Maria, e le di lui speranze non Sopra: rente? Per me, disse Fausto, prometterà Santa andarono deluse. Apparve la Vergine in aria Tagliacozzo, chiesa di Maria de’ Bisognosi, a cui tu ben sai quanto io nella forma stessa, che si adorava nella sua San Francesco, professi tenera servitù, e sai ancora essere mia chiesa nel territorio di Siviglia, e così parlò: S. Maria Aegentium specialissima Protettrice. Curioso l’ebreo di «Fausto io ti consolerò di quanto tu mi hai domanda- Montis Pereti, di ascoltare la celeste voce, accettò la proposta to dopo lo spazio di molti mesi; ma voglio che tu mi Giuseppe Ranucci, fatta da Fausto, ed insieme ad esso si portò al prometti, tornato che sarai in patria, di levare l’im- sec. XVIII sacro tempio. Genuflesso Fausto avanti il sa- magine mia dalla chiesa, che tu sai, e portarla in

4 Lumen Italia nella provincia di Abruzzo, che confina con quella della Puglia, dove tu sei stato: ivi giunto la collocherai nella sommità di un monte detto Carsoli, perchè in quelli paesi, ove tu sei nato, ed ove io sono stata venerata sotto nome di Maria de’ Bisognosi, aneleranno i saraceni, e, deprederanno, e profane- ranno i tempj tutti, e gli edifizi cristiani: e quando tu sarai giunto colla mia immagine al monte Carsoli, troverai ivi Procopio tuo figliuolo sano e salvo». A queste voci, ed assicurazioni della Vergine tut- to consolato Fausto, rispose: «Madre pietosa, io ti prometto di eseguire con ogni prontezza, e conforme all’obbligo, che ti porto di tante grazie singolari, quan- to mi hai comandato», e sparì la visione. La nave che conducea Fausto con alcuni com- pagni restati salvi nella tempesta, al tran- quillarsi, e riporsi il mare in calma ritrovossi Fausto dopo essersi trattenuto qualche tempo su i lidi della Grecia, ove prese porto il divoto in Grecia, riavutosi dagli infortuni sofferti, di Maria per riaversi alquanto dalle calamità pensò di continuare il viaggio per la patria. Si sofferte. Mentre stavasi rinfrancando in un pose quindi di nuovo in mare, e dopo felice castello vicino, si rammentò, che il tempo di tragitto, giunse al lido presso Siviglia. Sceso a dover fare la restituzione all’ebreo mercante, terra subito si portò a visitare la sua santissima era per maturare. Conoscendo di non poter Protettrice Maria, e con profonda venera- giungere in tempo a Siviglia per pagare ciò, zione e devozione insieme le rese le più affet- che doveva, risolvette, pieno al solito della sua tuose grazie. E da credersi che Fausto non fede in Maria, di chiudere in una cassetta di tardasse punto a pensare al modo di adem- legno le monete mille, ed i frutti di esse, u- piere alla promessa fatta alla Beatissima Ver- nendovi ancora una carta diretta alla Bea- gine, di trasportare cioè la di Lei sacra imma- tissima Vergine dei Bisognosi, pregandola a gine in Italia. Altre maraviglie però restavano trovar modo di fare il pagamento dovuto. Po- a compiersi dalla Vergine Santissima, e più sta la cassetta in mare, in virtù della potenza strepitose delle prime, non solamente a favore della Vergine Santissima, si trovò maraviglio- del suo divoto Fausto, ma dell’ebreo mercante samente al lido del medesimo presso Siviglia, ancora. ove era la chiesa dedicata a Santa Maria de’ Mentre un giorno Fausto era per Siviglia si Bisognosi. L’ebreo al giungere della cassetta si abbatté coll’amico ebreo; fatte scambievol- trovava a diporto in un suo giardino con mente le amichevoli congratulazioni, 1’ebreo casino annesso situato alla spiaggia del mare. richiese la somma di danaro, ed i frutti di esso, Stava egli ricreandosi in un balcone alla deli- come aveva convenuto già collo stesso Fausto. ziosa veduta del sottoposto lido, quando vide Ma questi che viveva affatto spensierato te- galleggiare sopra le acque una picciola casset- nendo per certo, che l’ebreo avesse il tutto ta. Curioso, ed ansioso insieme di vedere cosa ricevuto, tanta era la fiducia del divoto di Ma- entro di essa si conservasse, discese al lido, e ria, restò molto ammirato della di lui istanza, con artifizio la trasse a terra. Rientrò quindi palesandogli ancora il modo, con cui gli aveva nel suo casino colla cassetta, ed apertala vi rimesso la somma del danaro dovutogli, ed i ritrovò le monete, che vi aveva poste Fausto frutti corrispondenti, conchiudendo di non unitamente alla carta, o lettera diretta alla poter credere, che il tutto non avesse ricevuto. gloriosa Vergine dei Bisognosi. L’Ebreo, sen- Ma l’ebreo ostinatamente negando, Fausto lo za manifestare ad alcuno la cosa, pensò di por- pregò, che seco volesse trovarsi alla prova a- tare con tutta segretezza la cassetta nella sua vanti a quella stessa miracolosa Immagine di casa di città, racchiudendola nel fondo di una Maria, che si era degnata farsi sua sicurtà. gran cassa in cui si custodivano tutte le gioie, e Accettò 1’ebreo la proposta di Fausto deriden- danari non pochi, spettanti all’ebreo stesso. do forse la di lui fiducia. Ambedue si recarono Un tale operato non si sa, se debba ascriversi a nell’ora stabilita al tempio, e prostrato il pio mala intenzione nell’ebreo, ovvero al deside- divoto avanti l’immagine della Beatissima Ver- rio di veder rinnovare qualche maravigliosa gine, narrò il fatto, ed espose le sue ragioni. Sopra: cosa, come accadde allorché ascoltò la voce di Allora la potentissima Protettrice, ed Avvocata veduta aerea del Maria, che gli diede sicurezza del danaro chie- di Fausto, Maria, così si degnò parlare, e santuario (cartolina sto in prestito da Fausto. decidere: «Iniquo ebreo come puoi tu negare di illustrata 1976) Lumen 5 aver ricevuto da Fausto gloriosissima Madre e Protettrice ricevuto, e mio divoto la moneta la promessa fattale in mare di levarla dalla di imprestatagli con mia si- Lei chiesa presso Siviglia, e trasportarla in curtà, ed i frutti di es- Italia, e precisamente al Monte Carsoli. Tutto sa? Dentro la tua gran sentì, e con somma attenzione il neofito cassa, e nel fondo di essa fedele, ma molto dolendogli di restar privo ora sta l’istessa casset- della sacra immagine di Maria de’ Bisognosi, tina, della quale Fausto da cui, dopo Dio, ripeteva la sua conversione, ha narrato quanto tu hai risolvette di abbandonar la patria ancora, e udito, con quella mone- seguire l’immagine di Maria. Pregò quindi ta, presa, al lido del mare Fausto ad ammetterlo in sua compagnia nella contiguo alla tua villa, a detta traslazione. Volentieri fu accettata l’of- me indirizzata, acciò per ferta da Fausto, e convennero poi ambedue mano mia la ricevessi, del giorno, in cui doveva la medesima effet- come sicurtà di esso Fau- tuarsi. sto: sei stato già soddi- Perché poi il tutto procedesse con quiete, e se- sfatto; taci, temerario e gretezza, prepararono una barca al lido del bugiardo». mare vicino, misero in ordine quanto poteva Confuso oltremodo occorrer loro nel viaggio, ed aggiunti in loro restò l’ebreo al parlare di Maria. Scosso quindi compagnia alcuni altri divoti di Maria, parenti il duro suo cuore a tante maraviglie celesti, di Fausto, nel giorno prefisso levarono segre- illuminato dalla divina grazia, proruppe in tamente la miracolosa immagine dalla di Lei dirottissimo pianto, si prostrò a terra chie- chiesa, la portarono con tutta cautela al lido del dendo perdono della sua temerità, e com- mare, e la collocarono nella preparata barca, e punto dei proprj errori, e perfidia fece risolu- senza più indugiare, dato un addio per sempre zione di farsi cristiano. a Siviglia, fecero vela per il Mediterraneo felice- La divina grazia, da cui era stato illuminato mente; entrati quindi i fortunati traslatori nel 1’ebreo nel tempio di Maria santissima de’ Bi- mare Jonio, e di poi nell’Adriatico, giunti alla sognosi, andava di giorno in giorno operando spiaggia di Francavilla, terra situata nella regio- nella di lui anima, per cui non tardò a fare ne degli antichissimi popoli Marroccini in riva istanza di ricevere il santo battesimo. Dopo al mare, ora spettante alla diocesi di Chieti nella essere stato istruito a sufficienza su i doveri provincia degli Abruzzi, popolata da circa due della cristiana religione, fu rigenerato nelle mila abitanti, ivi presero porto. sacre acque battesimali con molta di lui spiri- La sacra immagine della Vergine fu accolta in tuale consolazione. Non picciolo ancora fu il Francavilla con divozione, e religioso entu- contento di Fausto, vedendo non perdute le siasmo. Quei primi felici accoglitori italiani sue esortazioni fatte negli anni scorsi al- avrebbero voluto ritenere appresso loro quel l’ebreo. prezioso tesoro, ma inteso da Fausto il volere La conversione del neofito fu stabile, e sin- della Beatissima Vergine, di esser collocata cera. La di lui conversazione con Fausto inco- nella sommità del Monte Carsoli, desistettero minciò ad essere più stretta, e frequente. dal conceputo pensiere, e lasciarono che i de- Spesso si portava a visitare l’mmagine di Ma- voti di Maria, i quali erano già disposti alla ria Santissima de’ Bisognosi, per intercessione partenza, proseguissero il loro viaggio. della quale era esso divenuto cristiano, e di cui Per il trasporto del sacro simulacro da Fran- divenne ancora uno dei più ferventi divoti. cavilla al monte Carsoli, dovendosi esso effet- Intento tutto ai doveri della cristiana reli- tuare per terra, aveva di già Fausto nei giorni gione, con tutto fervore s’impiegava in opere che ivi si trattenne, fatto acquisto di una mula, sante; e delle proprie ricchezze si serviva per che quindi dal medesimo si conobbe essere l’esercizio della carità cristiana. Il novello cri- indomita. Con ogni diligenza però, e nel mi- stiano, in una parola, era divenuto l’edifica- glior modo possibile, posero sopra il dorso della zione di tutta Siviglia. medesima la statua della Beatissima Vergine, e Sopra: Intanto Fausto andava fra se stesso pensando tosto si posero in viaggio, lasciando libera la ritratto di papa seriamente a mantenere la promessa fatta di mula, onde essa stessa si eleggesse la strada. Bonifacio IV, in trasportare 1’immagine di Santa Maria de’ Fausto e i compagni seguivano il sacro convo- Storia delle vite dei Bisognosi in Italia, e conoscendo essere glio con molta divozione e venerazione insieme. Pontefici di Bartolomeo giunto il tempo di effettuarla, un giorno nelle Alcune cose mirabili sono da notarsi in tale Platina [...], tomo I, consuete conferenze, che teneva col novello circostanza; la mula indomita, all’istante che Venezia 1750, p. 280 cristiano, gli palesò l’ordine che avea da quella vi fu posta sopra la sacra immagine di Maria

6 Lumen Santissima, restò ammansita; e quindi da per gine in quel monte. sé senza guida alcuna indirizzò il cammino Le dette due terre ove Maria voleva essere collocata. Difatti s’in- erano appunto in camminò verso ponente alla volta del monte atroce competenza Carsoli, e giunta che fu alle di lui radici non si fra di loro per i con- arrestò, ma poggiando su per il monte per fini territoriali in aspro sentiero, ed assai erto, e sassoso, nel quella stessa parte mentre era per giungere alla sommità, e del monte. Ma in pianura di esso, inciampò in un selce, e questa memorabile e chinando le ginocchia su di dura pietra, vi fausta circostanza lasciò maravigliosamente impresse le vestigia dell’arrivo della sacra di esse, come al presente si vede nella picciola immagine, ebbe fine cappella a memoria del fatto ivi eretta. Solle- l’ostinata contesa, vatasi quindi la mula da terra proseguì il mentre di comun cammino, e giunta alla pianura del Monte si consenso stabilirono arrestò, e cadde, estinta al momento. gli abitanti di esse Fausto ed i compagni, che avevano seguito la terre per vero confi- mula fino al piano del monte, conobbero ne, e termine dei due apertamente dalla morte repentina di essa, territori quell’istesso che quello precisamente era il sito, ove voleva sito, ove detta sacra essere collocata la sacra immagine di Maria. immagine si era fer- Ma nel mentre essi andavano occupandosi in mata, ed in cui fuvvi levare dal dorso della mula la statua della subito eretta una chiesa dedicata alla Ma- Vergine santissima, ecco che d’improvviso donna dei Bisognosi, come si dirà qui ap- comparve Procopio tutto allegro, e festeg- presso. giante, vestito di candide vesti, cantando 1’in- Non il solo Fausto, e compagni traslatori, ma no O gloriosa Domina. Fausto quasi fuori di sé le popolazioni vicine, e lontane ancora si per il contento di rivedere il figlio, gli corre affrettarono ad erigere in onore di Santa Ma- incontro, lo abbraccia, se lo stringe al seno e lo ria de’ Bisognosi un picciolo tempio nel sito bacia teneramente, magnificando Maria, stesso, ove era restata estinta la mula, che por- vedendo avverata la promessa, che la Beatis- tato avea sul suo dorso la sacra Immagine di sima Vergine fatta gli aveva in mare. Ancora Maria sopra il monte Carsoli. Non è da mara- tutti i divoti compagni di Fausto fecero festa, e vigliarsi, che in pochi mesi si erigesse la chiesa giubilo a sì portentoso evento. Quindi tutti entro di cui doveva collocarsi il s. Simulacro, uniti prendendo il sacro Simulacro di Maria, se riflettasi alla divozione, e concorso grande qui, disse Procopio, ove è restata estinta la di tante popolazioni, che si portavano a visita- mula, è il luogo precisatomi dalla Vergine re quella portentosa sacra immagine, ed alle stessa, che poc’anzi è partita da me; qui devesi molte grazie, e favori, che impartiva Maria ai collocare la sacra immagine, come difatti fe- divoti visitanti. Grati questi, e riconoscenti, cero. Altra maraviglia ebbe luogo all’arrivo moltiplicavano le largizioni, e le limosine, della sacra immagine al monte Carsoli. Fino a molti ancora travagliavano gratuitamente alla quel tempo il detto monte era di una sterilità erezione della chiesa, o somministravano ce- tale, che perennemente privo era, e spogliato menti ed altri materiali occorrenti all’opera. affatto di erbe, e di alberi, chiamato perciò dai La chiesa da quel poco, che di essa si conserva convicini popoli Terra secca; ma al comparire al presente, essendone stata, come si dirà in della Beatissima Vergine dei Bisognosi, tosto appresso, edificata una nuova nel medesimo si ricoprì: di verdi ammanti, di arboscelli, e di sito, era di stile rozzo, distinta in due parti, fiori, rendendosi fertile ancora, come tuttora quasi a somiglianza di due navate. Essa fu in si vede, seminandovi gli agricoltori nella som- appresso ornata di varie pitture grossolane mità di esso delle biade, ed altri generi. assai, essendo state fatte in quell’epoca per le Non tardò a spandersi il grido, e la fama di arti, e scienze molto infelice. Furono ancora e- Sopra: tanti portentosi avvenimenti sul monte Car- rette alcune picciole celle annesse alla detta cartolina illustrata soli, per cui vi accorse molto popolo da’ vicini chiesa, le quali servirono di abitazione a Fau- ante 1940: paesi. Gli abitanti però delle due terre Pereto, sto e compagni, che si dedicarono ivi, mentre complesso e Rocca di Botte, due miglia e mezzo fra di vissero, a custodia della sacra immagine, ed a conventuale privo di loro distanti, ed altrettanto dal sito ove volle servigio dei divoti fedeli, che si portavano alla intonacatura e volto essere collocata la sacra Immagine di Maria, visita di quel santuario. della Madonna furono i primi a venerare la Beatissima Ver- Il grido del portentoso arrivo del sacro ritoccato

Lumen 7 simulacro di Maria al indugiò a rendere la promessa fatta, di visi- monte Carsoli giunse tare cioè personalmente la di Lei sacra im- rapidamente alla città magine sul monte Carsoli. E siccome ante- di Roma ancora, e riormente aveva dato ordine, che della pro- precisamente al som- pria casa esistente in Valeria sua patria se ne mo pontefice Boni- formasse un monastero, restando estinta in fazio IV di nazione lui la sua prosapia, si propose con un sol marso. È da credersi, viaggio di adempiere al voto fatto, e quindi che molti dei romani, portarsi a Valeria. che sempre si segna- Messo insieme quanto potevagli abbisognare larono nella divozio- si pose in viaggio, accompagnato dalla sua ne della Beatissima pontificia corte, e da molti del clero romano, Vergine, corressero per la via Valeria. ancor essi a venerare Giunto al monte Carsoli, ove trovò riunite le la sacra immagine, e popolazioni vicine in gran folla per sì fausto ad implorare il patro- evento, con grandissima divozione rendè a cinio di Maria per le Maria le più affettuose grazie per la ricupe- gravissime calamità, rata salute, e pregolla ancora cordialmente ad dalle quali oppressa intercedere grazie presso il suo divin Figlio a in quell’epoca geme- pro dell’afflitta, e desolata Italia, tanto trava- va l’Italia sotto la spa- gliata da barbare genti, che non cessavano di da dei longobardi, crudelmente opprimerla, e devastarla. Quin- come dice Baronio di nel giorno 11 giugno sacro alla memoria ne’ suoi Annali, per del glorioso apostolo S. Barnaba, volle consa- cui sono di molto mancanti le istorie di quel crare con divota pompa quel picciolo tempio tempo nel riferire i fatti della chiesa romana. sotto il titolo di S. Maria de’ Bisognosi. Diede Si sa però per costante tradizione, che tuttavia quindi limosine per 1’accrescimento della continua nei Marsi, e che registrata trovasi da fabbrica, provvide di sacri paramenti la chie- molti, i quali hanno detto, e scritto sul nostro sa, le fece dono di una miracolosa immagine santuario, che il papa Bonifazio IV si trovava del crocifisso, che tuttora si conserva, ed a cui oppresso nel 610 da gravissima infermità, dal- si ha molta venerazione, e l’arricchì di molte la quale non poté esser liberato per quanti indulgenze, come è registrato nell’antichis- rimedi dell’arte molti, e valenti medici aves- sima pergamena, che ivi tuttora si conserva, e sero posti in opera. Disperando il s. pontefice che qui si notano a consolazione, e profitto della sanità del corpo, andava disponendosi a spirituale dei fedeli divoti . santamente morire, come santamente aveva 1. Nel giorno di S. Barnaba apostolo, anniver- fino a quel punto vissuto. Fuvvi chi gli richia- sario della consacrazione del tempio, indul- masse, in tale penosa circostanza, a memoria genza plenaria. la fama, che andava ogni dì più crescendo dei 2. Nella festa di S. Onofrio, indulgenza ple- miracoli, e grazie, che il clementissimo Iddio naria. andava operando per intercessione di S. 3. In tutte le feste di Maria Santissima, seimila Maria de’ Bisognosi trasportata dalla Spagna anni d’indulgenza. in Italia al monte Carsoli. Il pontefice, come 4. In ciascuna festa del Signore, e in tutte le divoto che era in modo particolare della domeniche, seicento anni d’indulgenza. Beatissima Vergine, di cuore si raccomandò in 5. In ciascun giorno dell’anno cinquanta anni quell’estremo suo bisogno alla gran Madre d’indulgenza. dei Bisognosi Maria, facendo voto, se restato In ogni anno da quell’epoca in poi si solen- fosse libero da quella mortale, e dal canto nizza in quella chiesa la festa di S. Barnaba umano irrimediabile infermità, di portarsi a apostolo, e vi è molto concorso delle vicine visitarla personalmente. Fatto il voto, la notte popolazioni, che si portano più dell’usato a seguente gli apparve in visione la glorio- visitare quella Sacra Immagine. Vi si è intro- sissima Vergine in quella forma stessa, che dotta in tale giorno memorabile per la con- scolpita vedesi la di Lei statua in legno di sacrazione del tempio una specie di fiera, al olivo. E sì, gli disse, «tu sei già sano Bonifazio, presente però di molto diminuita. Sopra: consolati». E di fatti scossosi il s. pontefice dal un’immagine ad sonno si ritrovò all’istante nella pristina sanità. affresco nel Tornato Bonifazio per intercessione della santuario Beatissima Vergine alla pristina sanità non

8 Lumen Ristampa Brogli elettorali a Le elezioni per il Consiglio Provinciale dell’Aquila nel 1920 Carsoli (1920) furono accompagnate da brogli che nel mandamento di Carsoli produssero un ricorso da parte di Ercole Laurenti.

da Redazione

1) Archivio di Stato di L’A- l testo del verbale trascritto è tratto È provato - si dice nel ricorso - che nelle sere quila, Amministrazione Pro- vinciale. Atti del Consiglio dagli Atti del Consiglio Provinciale, adu- precedenti le elezioni, nella rivendita di Angela Provinciale 1921, b. 37, nanza del 29 gennaio 1921, 3° punto Di Carlo, certo Di Marco Matteo di Tufo, ed fasc. 107. I all’ordine del giorno: Ricorso dell’e- Egidi Nicola di Pietrasecca investirono violen- lettore Laurenti Ercole contro le operazioni elettorali temente degli elettori, minacciandoli di perse- del Mandamento di Carsoli, per l’elezione del Con- cuzione con le armi se non avessero votato per sigliere Galli Dott. Giulio (1). Galli; che certo Giampietro Stefano fu minac- ciato da percosse se non avesse smesso di pero- «Il Consigliere Galli si allontana dalla Sala. rare per la candidatura dell’altro candidato Sul ricorso presentato dall’elettore Laurenti ing. Sebastiano Bultrini e che il parroco di Ercole contro le operazioni elettorali del Man- Pietrasecca, spiegando tutta la sua influenza, damento di Carsoli nel quale veniva pro- non certo imparziale, disinteressata, facevasi clamato eletto il Consigliere Dott. Prof. Giu- portavoce di oscure minacce di operai del lio Galli, riferisce per la Commissione dei re- Giampietro. Si generava in questo modo il clami, Tomassetti il quale giustifica la conclu- convincimento che non si potesse votare per il sione cui la Commissione è venuta, unanime, Bultrini senza andare incontro a gravissimi per la nomina di un Comitato inquirente, con danni nella persona, come ha dichiarato l’ex la preoccupazione da cui essa è stata presa di assessore di Pietrasecca ed Ufficiale di Posta fronte alle accuse di corruzioni e di violenze, Cerri Raffaele. che i due partiti in lotta si sono scambiate, Che all’alba del 17 ottobre il paese fu destato da avvalorandole con dichiarazioni e documenti: un diabolico clamore di banditori, che vaticina- per modo che la Commissione non si è sentita vano sanguinose rappresaglie agli elettori che si autorizzata a ritenere che queste reciproche avventurassero a votare secondo il proprio con- accuse potessero fra loro compensarsi. Legge vincimento ed allo scopo di procurare l’asten- quindi la seguente Relazione. sione dei timidi fu perlustrato da apposite squa- Nel Mandamento di Carsoli si addivenne nel 17 dre armate l’unica strada che allaccia Tufo e Pie- ottobre 1920 all’elezione di un Consigliere trasecca, e l’intento fu pienamente raggiunto. provinciale e venne proclamato eletto il Dott. Nè qui si arrestarono le violenze e le coarta- Galli Giulio con voti N. 1180 contro 1134 ripor- zioni: l’elettore De Angelis Ercole si stabilì di tati dall’altro candidato ing. Sebastiano Bultrini. buon mattino presso il locale della Sezione, Contro la proclamazione del Dott. Galli ha esercitando intimidazioni di ogni genere ver- proposto ricorso l’elettore del Comune di Ori- so singoli elettori come attesta tra altri il me- cola Laurenti Ercole, che, dopo avere esposto dico di Pietrasecca. Ma più tardi lo stesso De fatti di doglianza per il modo come si addi- Angelis riusciva ad impaurire circa 200 elet- venne alla scelta del candidato al Consiglio tori, facendoli rinchiudere in una stalla e pri- Provinciale ed aver censurato il modo come si vandoli della possibilità di procurarsi altra addivenne alle elezioni nelle varie sezioni del scheda. Alla violenza si aggiunse la frode con- Mandamento, sostiene che specialmente in segnando agli elettori analfabeti così intimo- Pietrasecca e in Tufo la elezione fu preceduta da riti una scheda che i fautori del Galli dissero un accorto lavorio di intimidazioni susseguito essere quella del Bultrini e facendola votare da minacce gravi di ingiusto danno esercitato come tale da essi elettori indrappellati, i quali sui più pacifici elettori, e che raggiunsero il restituiti a libertà si avvidero più tardi dell’in- doppio intento di annullare in molti elettori la ganno di cui erano state vittime. libertà di voto e di allontanare parecchi altri Proseguendo nella sua esposizione, il Lau- Segnalazione archivistica: M. Sciò dalle urne. renti riferisce una serie di irregolarità riguar-

Lumen 9 danti il modo come si svolsero le operazioni Ad essa furono condotti con inganno il Pre- elettorali, denunziando, fra l’altro, che più di sidente e il Segretario della lega dei contadini di trenta elettori furono costretti a non passare Carsoli, allo scopo evidente di dividere i socia- nella cabina, violandosi così segretezza del listi dagli altri aderenti al comune programma. voto, e molte schede portavano contrassegni Ma l’esito non fu quale gli ispiratori del conve- visibili allo scopo di far riconoscere l’elettore, gno si ripromettevano, perchè i socialisti non come se ne ha traccia nello stesso verbale della abboccarono ed espulsero i due incauti compa- sezione, dove si legge che furono dichiarate gni, sospetti di lue viminale, dalle cariche che nulle tre schede perchè l’elettore si era fatto occupavano. riconoscere. Che alle proteste degli astanti il Anche dal Dott. Galli sono state presentate una Presidente della Sezione opponeva il rifiuto di serie di dichiarazioni autenticate dirette a con- inserire in verbale quanto essi constatavano. futare quanto si afferma in quelle esibite dal Oltre a ciò con l’assistenza e la connivenza di Laurenti. Sui fatti esposti si uno scrutatore un elettore votò due volte, un OSSERVA suo omonimo cugino emigrato in America, Dai documenti hic inde esibiti la Commissione violazione questa portata già a conoscenza ha tratto il dubbio che elezioni provinciali nel dell’autorità giudiziaria con denunzia dell’e- Mandamento di Carsoli non si svolsero già in lettore Sciò Francesco di Tufo. quella corretta competizione di partiti, che ha Ciò premesso il Laurenti ha chiesto in linea per base il civile e libero contrasto delle idee e principale: dei programmi, e che rifugge dagli astii perso- 1. l’annullamento delle operazioni elettorali nali e dalle acri ire partigiane; ma che esse al della terza sezione di Carsoli posta in Pietra- contrario ebbero l’impronta di un’antipatica secca, per violenze e frodi e per violazione del lotta personale, nella quale i due contendenti si segreto del voto; e subordinatamente la nomi- dettero affannosamente alla ricerca di un pro- na di un comitato inquirente per meglio rac- gramma e di un colore politico, che desse ad cogliere la prova dei fatti tutti accennati e essi la possibilità di aver l’appoggio di qualsiasi specificati nel ricorso, e di altri ancora che partito. Da una parte infatti si fusero cauta- emergeranno quando in quella alpestre fra- mente combattenti, popolari, socialisti, opposi- zione sarà svanito il senso di terrore sparso tori delle vecchie amministrazioni, per dare il negli animi da interessati agitatori, e quando loro appoggio al Dott. Galli; dall’altra vecchi sarà rafforzato nuovamente dalla presenza del amministratori, appaltatori, interessati, grossi comitato il sentimento della legalità, smarrito proprietari si riunirono intorno all’Ing. Bultri- durante la elezione; 2. la revisione accurata di ni che doveva essere l’esponente dei loro inte- tutte le schede dichiarate valide dall’ufficio ressi; e a queste due fazioni, in lotta aspra fra di elettorale di Pietrasecca, perché, com’è stato loro, danno l’abbrivio le influenze politiche dei dimostrato, vi è fondato motivo per ritenere Deputati della Regione. che oltre le schede annullate, altre ve ne siano Era inevitabile che così procedendo la lotta, contenenti vietati dalla legge e che for- dovessero commettersi violenze, sopprusi, e- marono oggetto di proteste non accolte dal seg- sercitarsi intimidazioni ed influenze coercitive gio nè inserite in verbale dal Presidente. dai partigiani accaniti, di entrambi i candidati: A sostegno di tale ricorso il Laurenti ha esibito lo si afferma precisamente nelle dichiarazioni tredici documenti contenenti, dichiarazioni autenticate dalle parti esibite. autenticate di elettori che riferiscono la verità Or se la Commissione dovesse stare a queste dei fatti denunciati. dichiarazioni l’una contradicente l’altra, do- Per combattere questo ricorso il Dott. Galli ha vrebbe dubitare assai di quanto lo spirito par- presentata una memoria in cui smentisce reci- tigiano dei contendenti ha voluto consacrare in samente le accuse di corruzione e di violenza duplici documenti; e dovrebbe limitarsi a con- fatte ai suoi fautori; e si fa a sostenere, al con- cludere che i sistemi e i metodi elettorali di una trario: che violenze e corruzioni furono messe fazione si equivalgono con i sistemi e metodi in opera dal suo competitore che ostentava «l’ap- elettorali dell’altra. Ma per amor di verità e per poggio mentito o reale di palazzo Viminale». esattezza di giudizio, allo scopo di accertare Per circa un mese - egli dice - hanno piovuto obiettivamente la influenza che tali metodi e si- fulmini o blandizie viminali sulle attonite popo- stemi hanno avuto nella vittoria del Dottor Galli lazioni della regione. Ma l’interessamento go- e nella sconfitta dell’Ing.Bultrini, essa sarebbe vernativo si è manifestato anche in altro modo; del parere di affidare tale indagine ad un Co- una adunanza di capi elettori a me avversarii è mitato inquirente. stata tenuta in un’anticamera del Palazzo Vi- Tale conclusione della Commissione la esime minale, presieduta da un certo Sig. Vendittelli. dall’occuparsi della richiesta dell’annulla-

10 Lumen mento delle elezioni nella sezione di Pie- che il Consiglio se ne è già reso perfetto conto, e trasecca; fatta in linea principale dal ricorrente, d’altra parte il consigliere Galli ha anche diritto non essendovi allo stato degli atti elementi. di chiedere che la sua posizione in questo Con- bastevoli per giustificare un simile rigoroso sesso sia definita senza ingiustificato ritardo. provvedimento. Speranza si associa alla proposta di sospensiva La Commissione non crede neppure di acce- del consigliere Trozzi. dere all’altra richiesta del ricorrente con la qua- Trozzi mantiene ferma la sua proposta di so- le si domanda la revisione di tutte le schede spensiva, e chiede con l’appoggio di altri Consi- valide dell’Ufficio elettorale di Pietrasecca per glieri che essa sia messa a partito per appello accertare se esse rivestono gli estremi della lega- nominale. lità. Essa è contraria al contenuto del verbale Il Segretario procede all’appello dei Consi- delle operazioni elettorali, dal quale risulta la glieri presenti, che dà il seguente risultato: regolarità dello spoglio e delle attribuzioni del- Votano si (favorevoli alla sospensiva della di- le schede, e la di cui efficacia probatoria, come scussione) i consiglieri Bizzarri, Camilli, Carusi, atto pubblico, non può esser impugnata che Castrucci, Cidonio, Colavincenzo, De Caris, De con la querela di falso. Merulis, Gualtieri, Marchetti, Mastrangeli, Or- Aperta la discussione sulle conclusioni della landi, Pace, Stornelli, Tomassetti, Torchetti, Commissione, Giannini dice che dalla brillante Trozzi. relazione della Commissione rilevasi come vio- Votano no i consiglieri Amicucci, Angelucci, An- lenze vi furono nelle elezioni del Mandamento tonelli, De Amicis, De Marchis, D’Eramo, De di Carsoli da parte di entrambi i partiti in lotta. Vincentiis, Di Lisio, Freda, Giammarco, Gian- Ma di un esame la Commissione pare non si sia nini, Grifoni, Irti, Ludivici, Maccarone, Maoli occupata, che certo avrebbe fatto dileguare Giuseppe, Marcone, Marinucci, Martelli, Nan- quelle preoccupazioni, cui il relatore ha accen- ni, Paolucci, Rosati, Sardi, Speranza, Tanturri, nato e l’avrebbe indotta ad altre conclusioni: di Volpe. accertare cioè da quale parte s’iniziarono le vio- Astenuto: De Michele. lenze. Ora noi sappiamo che le violenze parti- Il Presidente dichiara quindi la proposta di rono proprio dalla fazione che sosteneva il can- sospensiva della discussione presentata dal con- didato gradito dal Governo, tanto che questo sigliere Trozzi è stata respinta a maggioranza di per assicurarne la vittoria inviava reparti di 26 voti su 43 votanti. truppa e nugoli di carabinieri, quasi per inti- Giannini quindi, con l’adesione di altri Con- midazione, mentre certo la loro presenza non siglieri, chiede che si proceda a votazione per era necessaria a tutelare l’ordine pubblico fra appello nominale sulla sua proposta di rigetto quelle miti popolazioni che hanno sempre dato delle conclusioni della Commissione per la no- prova di civile tolleranza in tutte le passate lotte. mina del Comitato inquirente. Era naturale quindi, era legittimo che il partito Eseguitosi l’appello nominale, questo dà il se- del Galli contro le intimidazioni e le violenze guente risultato: governative anche con violenza si difendesse: e Votano si (favorevoli alla proposta Giannini) questa sua legittima difesa della quale non gli si Amicucci, Angelucci, Antonelli, Cidonio, De può fare alcun carico, non può ora giustificare Amicis, De Caris, De Marchis, D’Eramo, De la proposta della nomina di un Comitato inqui- Vincentiis, Di Lisio, Freda, Giammarco, Gian- rente. Egli quindi propone che sia rigettata la nini, Grifoni, Ludovici, Macarone, Maoli Giu- proposta della Commissione e sia senz’altro seppe, Marcone, Marinucci, Martelli, Nanni, convalidata la elezione del consigliere Galli e Orlandi, Paolucci, Sardi, Tanturri, Volpe. chiede che su questa sua doppia proposta si voti Votano no i consiglieri Bizzarri, Camilli, Carusi, a schede segrete. Castrucci, Colavincenzo, De Merulis, Donatelli, Il Presidente fa notare al consigliere Giannini Gualtieri, Marchetti, Mastrangeli, Stornelli, che per i ricorsi che riguardano le operazioni Torchetti, Trozzi. elettorali la Legge vieta la votazione a schede Si astengono i consiglieri De Michele, Irti, Pace, segrete. Rosati, Speranza, Tomassetti. Trozzi propone che sia sospesa la discussione Il Presidente dichiara quindi approvata a mag- sull’oggetto per dar modo ai Consiglieri di po- gioranza di 26 voti su 39 votanti, la proposta del ter esaminare e vagliare tutti i documenti alle- consigliere Giannini, e per l’effetto respinte le gati al ricorso ed al controricorso. conclusioni della Commissione dei reclami per Giannini non trova giustificata la sospensiva, la nomina di un Comitato inquirente sulle ope- proposta dal consigliere Trozzi, perchè la Com- razioni elettorali del Mandamento di Carsoli. missione dei reclami ha già dettagliatamente riferito sui ricorsi e sui documenti, per modo

Lumen 11 Documento Caporali e mietitori Il documento proposto è un contratto di caporalato di fine oricolani (1874) Ottocento, rinvenuto tra le carte dell’Archivio Storico del Comune di Pereto.

da Redazione

1) Archivio Storico Comune l documento è un prestampato proveniente di Pereto, Registro dei ver- bali di udienza del Conci- da Roma, probabilmente anteriore al 1870, liatore del comune di Pereto che con piccole cancellature e aggiunte ri- dell'anno 1875, foglio vo- I mase valido anche dopo. lante. Le parti in corsivo so- no quelle aggiunte a penna dal caporale, la parti barrate «MIETITURA 1875 sono quelle cancellate. Colla presente da valere per i crocesagnati con- tadini si obbligano per la Mietitura di recarsi nella tenuta qualunque situata nell’Agro Roma-no fuori della Porta [segue spazio sbarrato] spettante al Mercante Sig. [Segue spazio sbar-rato] sotto la direzione del Caporale Sig. Filip-po Laurenti di Oricola o di chi per esso coi se-guenti patti e condizioni. 1. Per eseguire la Mietitura dovranno i detti contadini di Oricola partire alla chiamata del Caporale ed al primo accenno tenersi pronti alla partenza senza il minimo ritardo do- vranno trovarsi in tenuta il giorno che gli verrà stabilito dal Caporale e rimanervi costante- mente fino a campo finito. 2. A tale effetto hanno ricevuta l’Arra o Ca- parra qui appiè scritta da doversi scontare nel del Caporale tanto se non si trivino in tenuta corso della lavorazione. nel giorno stabilito, quanto se interrompano la 3. I suddetti contadini di Oricola saranno te- prestazione dell’opera per un solo giorno, sia nuti a favore del Caporale a pagare il doppio per tutta la contemplata lavorazione innanzi della Caparra ricevuta ovvero alla rifusione che questa sia interamente compiuta e licen- di tutti i danni intrinseci ed estrinseci a scelta ziata la Compagnia. Lo stesso si conviene nel

Sopra: elenco dei mietitori sotto contratto per l’annata 1875 con le relative caparre; a lato: tabella riassuntiva delle caparre (* per questo mietitore non è indicata alcuna somma di denaro)

Segnalazione archivistica: M. Sciò

12 Lumen caso che per inabilità, o per furto o per insu- bordinazione qualunque o per imperizia di lavoro venisse scartato chiunque ed espulso dalla tenuta, o dal Padrone o dai Fattori, o dal Caporale, o da chi per esso. 4. Dovranno detti contadini in caso di non ve- ra e reale e giustificata malattia e carcerazione sostituire un cambio abile, diversamente sa- ranno tenuti agli effetti dell’Art. 3. 5. La Mietitura sarà eseguita a cottimo di giorni undici di lavoro e non di tempo ad uso e stile dell’Agro Romano, per la convenuta mer-cede di Lire 16 sopra Roma, e £ 18 sotto Roma paria a scudi [segue spazio in bianco] do-vranno mietere ogni sorta di Cereali, siano grani, biade e orzo; qualora non si terminasse dentro il sudetto termine di giorni undici dovranno continuare a mietere fino a campo finito per la convenuta giornaliera mercede di soldi ventinove /29/ pari a baj. [segue spazio in bianco] al giorno per le giornate fuori del cottimo degli undici giorni suddetti. La mie- titura dovrà essere eseguita da ciascuna ga- vetta secondo il più retto uso agrario a tempo asciutto con Serecchia tagliente ammanel- lando spesso e legando bene le gregne a noto e non a bugo. 6. Li gregnaroli riceveranno per il salario la metà dei mietitori. 7. Qualunque somaro che darà servizio per contrario saranno tenuti alla emenda di tutti i uso dell’acquarolo non ha diritto alcuno com- danni che dalla trasgressione del presente Ar- penso, e questi, ossia l’acquarolo percepirà il ticolo potessero derivare al Caporale, non che salario come un mietitore. all’osservanza dell’Articolo 3; dovranno poi pas- 8. Durante la Mietitura riceveranno il solito sare da una gavetta all’altra secondo l’ordine vitto di pane libbre quattro a bocca di forno, e del Caporale, e qualora si ricusassero verranno vino sterzato fogliette quattro companatico on- scortati e saranno tenuti all’effetto dell’Art. 3. cie tre ossia una libra a gavetta, si dovrà man- E per l’osservanza di quanto sopra si obbli- giare nel taglio, rimanendo vietato di portarsi gano eziando a tutti i danni e spese anche stra- in qualsivoglia altro luogo, ed in specie ove giudiziali e di sottostare in tutto al Tribunale sono stati depositati i loro oggetti, ed in caso de’ Mercenari di Roma ove e per l’effetto eleg- gere il loro domicilio all’Albergo del Sole Piazza Pollarola Roma. Fatto in doppio originale da ritenersi uno per parte. [Sul retro dello stampato leggiamo la conse- gna delle caparre.] I crocesegnati contadini di Oricola si obbligano ognuno per la quota e arte, che li riguarda, co- me da colonne apposite, nella prossima mie- titura 1875 ed a forma del presente contratto Sopra: dichiarano di aver ricevuta per caparra dal Ca- mietitori della piana porale Sig. Filippo Laurenti di Oricola, la del Fucino all’inizio somma segnata nella rispettiva colonna, ed in del Novecento mancanza obbligansi anche alle spese di Regi- (Archivio Privato); stro, e multe +++, ed a qualunque danno ed a lato: interesse, che ne potesse derivare. Di che etc. contratto per la mietitura dell’anno Oricola 26 settembre 1874» 1875

Lumen 13 Documento San Pietro di Il documento del 1060 che proponiamo in latino con Camerata trascrizione italiana a fronte, è estratto dal Regesto Sublacense del sec. XI, a cura di L. Allodi e G. Levi, Roma 1885, p. 248, doc. 208. È il più antico testimone conosciuto da Redazione sulla storia di Camerata.

1) Attestata anche la varian- N NOMINE DOMINI NOSTRI el nome del Signore nostro Gesù Cristo, te fidelibus] ai suoi fedeli: IESU CHRISTI anno deo propitius N nell’anno a Dio propizio del pontificato cfr. R. S., p. 248, nota 2. 2) In omnibus] per tutti gli Pontificatus domni nycolai summi del nostro signor papa Nicola, sommo ponte- aspetti (legali): [sic] in base I a confronti maggiormente pontificis et universali pape. In fice e papa universale. Nella sacralissima sede attestati nella documenta- sacrattissima sede beati petri apostoli anno di San Pietro Apostolo: il secondo anno, il mese zione altomedievale- secundo. Mense november. Indictione iii di novembre, indizione tredicesima. Reputia- medievale. In omnibus] fra tutti (gli aventi diritto): inter- decima. Domino deo nostro credimus placere mo di piacere a Dio quando facciamo dono dei pretazione meno attendi- quando de nostris propriis suis fideliter nostri beni ai suoi (1) con fedeltà. Perciò risulta bile. 3) Lett.: gioiranno. largimus. Ideo costat me domnus rainaldus che io, signor Rinaldo, conte illustrissimo, figlio 4) tutto al completo e illustrissimus comes filius domni berardi del signor conte Berardo, di nazionalità franca, senza spartizioni [inte- grum: cfr. nota 6 a p. 248; comiti. Natione francorum. modo sum risieda attualmente in Carsoli. A partire da og- se invece si accetta la habitator in carsoli. A presenti die propria et gi, di mia propria, spontanea e buona volontà, lezione in corpo testo: incli- tum] ben noto. spontaneaque mea bona voluntate. Do dono offro, dono, trasmetto, concedo ed irrevocabil- 5) da praesenti … sive trado concedo et inrevocabiliter largio. Seu et mente elargisco ed anche delibero in riferimen- chartam: R. S., p. 248], è plausibile un errore di com- in omnibus delibero atque charta offertionis to ad ogni aspetto legale (2) ed agisco con una pilazione nel testo origina- itemque donationis facio in monasterio sancti carta di offerta ovvero di donazione per il mo- rio del R. S. [Arca VI,1], c. 214r, dove si legge “d christi confessoris BENEDICTI. ET SANCTEQUE nastero del santo confessore di Cristo Bene- a p ( r a e s e n t i ) … s i v e SORORIS eius SCOLASTICE qui situm est in detto e di sua sorella santa Scolastica che è sito char(ta)”: “d” senza segno abbreviativo potrebbe sublacu. In vobis domno uberto religiosissimo in Subiaco: a vostro favore, dom Umberto, reli- derivare da abbreviatura abbati vestrorumque collegio atque succes- giosissimo abate ed a favore della vostra comu- mal trascritta = “videlicet” ovvero “dicta” o “dedit”. Va soribus vestris in eternum. Propter amore nità e dei vostri successori, in eterno, per amore comunque notato che sommi dei venerationemque sanctorum et del sommo Dio e per venerazione dei suoi santi charta, a c. 214r è al nomi- nativo e non all'accusa- veniam delictorum nostrorum vel parentum e perdono dei peccati nostri o dei nostri geni- tivo, come si legge in R. S., nostrorum ut audire mereamur vocem tori, per essere meritevoli di ascoltare la parola p. 248. domini. Venite benedicti patris mei percipite di Dio: «Venite benedetti del padre mio, rice- regnum. Et iterum. Quodcumque pro no- vete il Regno» ed inoltre: «Qualunque bene voi mine meo daturi estis centuplum accipietis et donerete per il mio nome, riceverete il centu- vitana eternam possidebitis. Et quam remu- plo e possiederete la vita eterna». E quale remu- nerationem et quis melior accipere potest nerazione e chi può ricevere un dono migliore quando de perituris vitam eternam comparat quando si raffronta la vita eterna con le realtà A lato: ubi cum iustis et bene meritis sine fine destinate alla morte, quando si gioirà (3) senza stralcio della fine, per i secoli dei secoli, con i giusti e con tavoletta al 25.000 F. coloro che hanno ben meritato Si tratta 367 sezione III dunque della chiesa di San Pietro che sorge in Arsoli dell’IGM, il Ø Camerata, con il suo edificio per intero e con sito di San Pietro è tutte le emergenze ad essa appartenenti ed su Colle Vidale anche la medesima rocca, sita in cima a Came- rata. Tutti i beni in integro ed i confini : su due lati, io, soprascritto conte Ri- naldo; sul terzo lato, il territorio campano; sul quarto, la Terra di san Benedetto. Quanto è racchiuso tra questi confini, tutto al completo e ben noto (4), sicuro e tranquillo, per sempre, ovvero (5) la carta scritta, a partire dal momen- Versione dal latino: Luchina Branciani to attuale, di entrare, utilizzare, possedere, do-

14 Lumen gaudent per secula cuncta. Idest ecclesia san- nare, scambiare o rinnovare. Conferisco quindi 6) Lett.: saprà di essere cti Petri que sita est in camorata cum toto a voi ed ai vostri successori l’autorità di portare legato dal vincolo dell'ana- tema edificio suo. Et cum omnibus ad eam perti- a termine ovvero realizzare qualsiasi iniziativa 7) Una lezione precedente nentibus. Seu et ipsa rocca in capite de ipsa voi vorrete. Inoltre a voi tutti non verrà mai Todi = “di Todi” risulta cor- retta in “di Todino” nel testo camorata. Omnia in integro affines a duobus arrecato alcun danno né da me né dai miei originario (= R. S., c. 214v, lateribus ego superscripto comes rainaldus a eredi né da altra subordinata persona, grande interlinea): cfr. R. S., p. 248, nota 13). tertio territorio canpanino a quarto terra o piccola. Mai intenterete lite o Sancti Benedicti. Inter isti affines totum et calunnie o molestie, ma in qualsiasi circostan- inclitum. Securum et quietum. Imperpet- za, da ogni persona, in ogni luogo dove a voi o ai tuum da presenti hora introeundi fruendi vostri successori sarà necessario stare, io pro- possidendi donandi comutandi sive chartarn metto anche che li difenderò, per sempre. In renovandi. Quicquid exinde facere sive pera- effetti, se qualcuno, circostanza che d’altra par- gere volueritis vobis vestrisque successoribus te crediamo non si verificherà, tenterà di op- tribuo potestatem. Quibus numquam a me porsi alla presente carta, incorrerà nel vincolo neque ab heredibus meis. Neque ab alia sub- dell’anatema (6) e verrà cacciato dal Regno di missa magna paruaque persona . Numquam Dio perché nel giorno del giudizio insieme ad habeatis questionem aut calumpnia vel Anna e Caifa e con Giuda, il traditore del Signo- molestia. Sed in omni tempore ab omni ho- re, trovi il suo posto nell’incendio eterno. Versi mine. In omni loco ubi vobis vestrisque suc- inoltre dieci libbre d’oro e la presente carta ri- cessoribus necesse fuerit stare me et defen- manga valida. dere promitto. In perpetuum. Nam si quis  Rinaldo conte glorioso.  Firma di mano di vero quod fuerit non credimus contra hanc. Massaro uomo nobile, testimone, figlio di chartam venire temptauerit. Sciat anathe- Avillone.  Firma di Rozolino, testimone, figlio matis vinculo innodotum. Regnoque dei di Ardengo, uomo nobile.  Firma di Randisco, alienatum ut in die iudicii cum Anna et caipha testimone, figlio di Todino (7), uomo nobile. et cum iuda traditore domini portionem Io, Amato, nel nome del Signore, maggiorente habeat in eterno incendio. Insuper componat e notaio accreditato in Subiaco, sono colui che aureas libras decem et ista charta firma ha redatto e stilato . permaneat.

 Domnus RAINALDUS GLORIOSUS CO- MES.  Signum manus Massarus filius abil- In alto: lonius virum testium.  Signum Rozolinus fi- la spianata su cui lius ardengo virum testium.  Signum Ran- sorgeva la chiesa di disci filius todini virum testium. San Pietro; a lato: Ego amato In dei nomine virum et scriniarum l’accesso ad un aptus sublaco qui scripsi et complevi. pozzo nascosto tra i rovi

Lumen 15 Ristampa Amico Passamonti La storia di Amico d'Arsoli, anche se con qualche imprecisione nella parte signore di Arsoli iniziale, rimane un documento interessante. La ristampa è tratta da: Tommaso Passeri, Amico Passamonti signore di Arsoli, morto col Ferruccio a Gavinana. Notizie storiche, Roma di Tommaso Passeri 1893*

* La dedica è stata omes- l Personaggio, del quale per più anni Osserva inoltre lo stesso Principe, appog- sa, n.d.r. 1) La colonia carseolana in ho ricercato notizie, e che forma il giandosi a cronache ed a valenti scrittori, che agrum aequicolorum, os- soggetto di questo lavoro, è senza nel 1183, fu decisa dal Papa Lucio III una sia Arsoli nella sua origine, I per Tommaso Passeri. Ro- dubbio tra le prime glorie dell’Arsoli gran questione pei diritti di giurisdizione sui ma, tipografia Sinimberghi, moderno, del paese, cioè, risorto sulle rovine castelli di Arsoli, e Rovianello, insorta 1883. del primo, come bene indica lo stemma comu- fra il suddetto abate di Sangro ed il menzio- 2) Baronio, Annali, anno 1003, VIII: Mabillon, Anna- nale (1). Fui mosso a scrivere di lui e perché nato Riccardo detto erroneamente Ricere de les ord. S. Benedicti, tom. dagli stessi arsolani appena per nome cono- Arsola. E che però senza alcun fondamento IV, unde cum arsulae qui- busdam alius regionis sciuto, e perché ben poco ne dissero gli storici, scrisse il Nibby nella sua Analisi dei dintorni di praepotentibus viris trade- e perché infine alcuni, che non curarono ri- Roma: «che il Vescovo di Tivoli, Milone, nell’ac- re nollet, etc. ed altri. 3) Cod. 8000 della Biblio- cercarne la prosapia, lo vollero della illustre cennato giudizio sentenziò a favore dè Monaci teca Vaticana, fog. 29. stirpe di Orso. che riebbero così la terra di Arsoli, la quale nel No! Amico di Arsoli, valorosissimo capitano secolo XIV divenne signoria degli Orsini». Tre dè suoi tempi, discese da quella nobile e ricca errori dice il Massimo, in una frase! Poiché ne il marsicana famiglia dè Passamonti, la quale Vescovo di Tivoli sentenziò a favore dè Monaci, ebbe indubbiamente la signoria di Arsoli dal ne essi riebbero la Terra di Arsoli, ne gli Orsini XIII al XVI secolo. Che anzi il ch. principe ne furono mai padroni. Era bensì posseduto Massimo D. Camillo Vittorio, conosciutissimo dai Passamonti che lo ritennero fino al XVI tra gli eruditi per le sue cognizioni storiche, secolo, e che a quella famiglia Passamonti ap- specialmente a riguardo di Arsoli, a lui tanto partenesse il mentovato Riccardo si prova dal prediletto, farebbe risalire ad un secolo avanti vedersi spesso ricordato come Riccardo de Ar- il possesso di Arsoli nei Passamonti. sulis, cioè signore di Arsoli. Egli dopo avere, in un pregevole suo scritto, Che la famiglia Passamonti, nel 1256, posse- comprovato che la rocca di Arsoli fin dal se- desse Arsoli, si ha dalle schede del dottissimo colo X era di tanta importanza da spingere, mons. Galletti (3) nelle quali trovasi accennata sul principiare del seguente secolo XI, l’avi- una donazione di questo castello fatta li 29 dità di alcuni prepotenti individui di Mon- aprile detto anno da Raynerio di Arsoli, a fa- ticelli, presso Tivoli, a prendere con tradi- vore di Ottaviano suo figlio e di Andrea figlio di mento, e far morire in carcere il ven. Pietro Abbajamonte, altro suo figlio già defunto. III, abate sublacense, perché non volle accon- Nell’archivio del Principe Orsini (II. A. I. 37) si sentire che la usurpassero (2); e che per la trova l’atto seguente: «256, aprile 30. Testa- stessa importanza fu la medesima rocca mento di Rainerio di Bobone, signore di Arsoli, destinata a servire di prigione all’altro abate il quale istituisce eredi Ottaviano suo figlio ed sublacense Simone di Sangro, il quale, fa- Andrea suo nipote nato da Abbajamonte suo cendo guerra a Filippo di Marano, l’uomo il figlio, ai quali lascia la rocca ed il castello di Ar- più potente della sua Abazia, fu da questo soli. Inoltre istituisce erede Addone Bobboni preso per tradimento nel luogo detto la Cona, canonico di S.Pietro nell’usofrutto di quindici in un giorno dell’anno 1166, mentre l’abate si Vassalli, di un molino, del casale, orto, vigna, ecc. recava a Tivoli, e tosto condotto prigioniero e lascia pure degli assegni ad Oddolina moglie di all’Agosta. Considerando poi essere la rocca di Pietro Paparozzi e a Passabruna sue figlie». Arsoli più forte e sicura, il medesimo Filippo Quest’atto nell’archivio Orsini fece credere a lo consegnò a Riccardo signore di que-sto qualcuno che il Raynerio a quella potente fa- castello affinchè ve lo custodisse colla mas- miglia si appartenesse. Ma, prescindendo dal sima diligenza come fece fino all’anno 1168 in dubbio che il testamento non possa essere Segnalazione bibliografica: S. Maialetti cui venne posto in libertà. autentico, ove si fosse esaminata la genealogia

16 Lumen degli Orsini a partire da Orso, che fu senatore di Roma nel 1151, non vi sarebbe stato a dubi- tare menomamente per escluderne con Ray- nerio tutti i figli e parenti dè quali in quell’atto 30 aprile 1256 si fa menzione. Fra gli Orsini infatti, fino agli attuali tempi, non trovasi alcuno che porti il nome di quelli menzionati nel citato testamento. È anche indubitato che anteriormente al XII secolo uno dei rami del- la casa Orsini fu quello dè Bodoni, che vuol dire discendenti di Bodone, e che lo stesso Ce- lestino III, elevato al pontificato nel 1191 di 85 o 90 anni, nelle sue memorie, pag. 501 e 536, comprova che il cognome Bobò o Boboni fu nel secolo XII abbandonato, assumendo quello “dè figli di Orso”. fratelli Bernardo ed Abbajamonte, mossi dal- 4) Arch. Segr. Vaticano, Concorre a meglio stabilire la genealogia ed il arm. XIII, cap. VI, num. 38. l’avidità di dominare, esclusivamente dagli al- 5) Tiburtina Castri Arsu- possesso della Signoria di Arsoli nei discen- tri, s’impadronirono a tradimento del loro larum cor. Petruccio cor. denti di Rayneiro un Breve di Clemente IV nipote Baldassare, figlio dell’altro loro fratello Cassadoro cor. Tholo- maeo cor. Puteo, e Tibur- diretto al vescovo di Anagni li 9 giugno Benedetto, già defunto, il quale governava tina Castrororum , 1262(4). In questo importante documento si Arsoli insieme ad essi, e, carceratolo in questa etc. cor. Sarmiento. ha che i suddetti Raynerio ed Ottaviano furo- Rocca, ve lo ritennero per molti anni, deva- no a tradimento spogliati della rocca di Arsoli stando i suoi beni allodiali a quelli della signo- da Tolomeo della Montagna, signore del limi- ra Maria Mareri sua moglie, tramandogli insi- trofo castello della Prugna, il quale, impa- die anche alla vita. tronitosi di Arsoli, vi ritenne Raynerio lungo Moriva intanto in questa rocca addì 20 settem- tempo in carcere, ove morì: che Ottaviano ri- bre 1490, il suddetto Bernardo, lasciando eredi cuperò di poi la Rocca, ma il suo nipote An- il suo fratello Abbajamonte ed i figli Sansone e drea, che vi aveva diritto per una porzione, Alessandro, altri suoi fratelli, ed usufruttuaria, con nuovo tradimento, aiutato dal suddetto coll’abitazione nella Rocca, la vedova di lui si- Tolomeo, da Matteo Colonna signore di Rio- gnora Paolina Margani figlia di Ludovico nobi- freddo e da Andrea de Pontibus signore di le romano, come dal testamento per gli atti di Tagliacozzo, Pereto, ecc., scacciandone lo zio, Pietro quondam Giovanni notaro di Arsoli del se ne impadronì interamente: che Ottaviano, 19 settembre 1490, ed istrumento di accetta- fattone ricorso al Papa, costui, col breve pre- zione di eredità, per gli atti dello stesso nota- citato, fece commettere all’Abate sublacense di ro, 23 detto mese ed anno. Moriva pure, poco trasferirsi immediatamente alla rocca di Arsoli, dopo, nella medesima rocca di Arsoli, Ab- ordinando che, cacciati gl’invasori Tolomeo, bajamonte cui successe l’unico suo figlio Ami- Matteo ed Andrea, fosse rimesso Ottaviano nel co, celebre come capitano di quei tempi, cono- possesso di essa, siccome avvenne. sciuto sotto il nome di Amico d’Arsoli o sem- I discendenti di Raynerio seguitarono dopo plicemente l’Arsoli. Costui, 1492 imitando il ciò a possedere tranquillamente il castello di vituperevole esempio paterno, si unì ai suoi Arsoli e la sua rocca fino alla morte di Gaspere cugini Cesare e Gaspare, figli di Sansone, per Passamonti, avvenuta nel 1460, la cui eredità congiurare di nuovo contro quello stesso Bal- venne divisa fra i sei figli di lui Benedetto, Ab- dassare, altro loro cugino, e nella loro congiu- bajamonte, Alessandro, Sansone, Bernardo e ra volle essere ammesso il vicario o ministro Giovanni. che Baldassare teneva in questa Rocca, ma Questi ed altri avvenimenti, dei quali dovrò scoperta la trama, il ministro, servatis servandis, discorrere, hanno il loro appoggio e le loro premesso, cioè, regolare procedimento, fu prove sulle scritture e sui documenti esibiti impiccato, senza impedire per altro che Ami- nelle cause attitate avanti il tribunale della Ro- co, Cesare e Gaspare si mantenessero nello ta dal 1525 al 1546 (5); atti che dissipano ogni spoglio. Baldassare, campata la vita, implo- dubbiezza e sulla genealogia dei Passamonti e rato l’aiuto dé Colonnesi, ed accordatosi cogli sui fatti che riguardano questo nostro Paese; arsolani Robertone e mastro Ciccio, nemici di Sopra: poiché niuno fra i critici più severi e fra gli Amico, entrò nel 1495 a mano armata in Ar- cartolina illustrata storici più illuminati potrebbe giammai seria- soli, ne eguagliò al suolo le case, ne fece pri- con il panorama di mente smentire. gionieri gli abitanti, ne rovinò e depredò i Arsoli ad inizio Circa l’anno 1483 avvenne che i prenominati beni, e, conservata la Rocca, la consegnò al si- Novecento

Lumen 17 6) Esami giudiziali fatti gnor Fabrizio Colonna (6), dal quale, in com- Orsini, la Margani, la Mareri, quella dei conti addì 24 novembre 1540. 7) Corsignani Pietro penso dei diritti che esso Baldassare aveva so- di Montefortino, d’Antiochia e simili. Antonio, De Aniene, pag. pra Arsoli, ebbe alcuni beni in Cave e Civita E di tutti què documenti voglio primiera- 117 e 118, ed. di Roma 1718. Ma cade in equivoco Lavinia, e non volle più metter piede in queste mente far menzione dell’atto stipulato li 10 dicendo che i Conti di contrade. dicembre 1524 dal notaro Innocenzo della Antiochia ebbero Arsoli in Per circa sette anni, e fino alla esaltazione di Porta col quale Amicus de Passamontibus de dominio. 8) Esami giudiziali fatti Alessandro VI al pontificato, la casa Colonna si- Arsulis costituì suo procuratore Giulio Marco addì 26 novembre 1540. gnoreggiò Arsoli e la Prugna, e forse vi sarebbe Dentato. Egli, Amico, non volle esser colto 9) Il Petruccio fu poi surro- gato per morte dall'altro rimasta lungamente, se il detto Pontefice, per dalla citazione introduttiva di lite che dà suoi prelato Guglielmo Cassa- nulla favorevole ai Colonnesi, non li avesse di- parenti s’aspettava di giorno in giorno, senza doro. chiarati, nel 1501, decaduti dal possedimento aver provveduto che un suo legittimo rappre- di tutti i loro beni; e , togliendo così la rocca di sentante potesse in sua assenza comparire Arsoli a Muzio Colonna, succeduto a Fabrizio, avanti qualunque giudice e tribunale, poiché, la restituì ad Amico insieme alla Prugna. spintovi dalle sue abitudini guerresche, ed E qui cade in acconcio avvertire, che il castello impegnatosi ad unirsi agli Orsini ed ai quat- della Prugna e suo territorio dalla famiglia tromila uomini capitanati da Renzo da Ceri, Montanea, o della Montagna, era passato agli corse immediatamente a combattere contro le Orsini pel matrimonio di Gio. Giordano Orso armi di Carlo V nella guerra di Pavia, la quale con Maria d’Antiochia figlia del Re di Napoli, e finì il 24 febbraio 1525 colla micidiale batta- quindi da Roberto Orsini, conte di Alba e di glia data presso le mura di quella città, re- Tagliacozzo, donata, con tutto il suo stesso ter- stando Francesco I re di Francia prigioniero ritorio, ad Alessandro Passamonti marito di degli imperiali spagnuoli. E mentre Amico Maddalena Orsini la cui dote venne assicurata esponeva colà la vita avvenne che Muzio e sulla metà del castello e il territorio. La dona- Girolamo Passamonti, associati ad Ascanio zione fu confermata dal celebre Gentile Virgi- Colonna, non per sentenza di tribunale ma nio Orsini, con diploma datato in li proprio marte entrarono in Arsoli, ne caccia- 12 marzo 1494, di propria mano firmato, e nel rono la moglie e la famiglia di lui e ne deva- quale si legge che Roberto Orsini fu mosso a starono grandemente la Rocca. Né bastò! Poi- rimunerare Alessandro Passamonti degli im- ché addì 15 marzo 1525 gli Anticolani vassalli portanti servigi ricevuti nelle sue imprese mili- di esso Ascanio e le genti di Muzio e Girolamo tari. Da detto Alessandro, in forza di testamen- saccheggiarono, incendiarono e rovinarono to, passò la metà del castello e suo territorio ad viepiù rocca, castello e territorio, arrecando Amico Passamonti che erasi maritato con Ber- un danno per oltre venticinque mila ducati nardina dei Conti di Antiochia, signori di Sam- d’oro (8). Gli abitanti furono dispersi e buci e di altri castelli nei Marsi (7). costretti a refuggiarsi in altri paesi, e solo Reintegrato Amico nel possesso di Arsoli, dopo due o tre mesi, invitati dal Colonna, in come più sopra ho narrato, non poté a lungo parte rimpatriarono, ma molti altri non vi tranquillamente godere; nel dicembre 1521, i tornarono che assai più tardi. Dopo tali fatti, figli del suo cugino Baldassare vi fecero una con citazione 20 aprile 1525 e ad istanza di scorreria con gente armata ed avida di botti- Girolamo, Muzio ed altri de Passamontibus no, e che, non potendo entrare nel Paese, di- venne promossa la causa avanti il giudice strussero molini ed altri edifici, depredarono delegato monsignor Lorenzo Petrucci (9) con- il bestiame e danneggiarono gravemente il tro Giulio figlio del fu Alessandro ed Amico territorio. Visto allora che inviano colla forza del fu Abbajamonte ed altri de Passamontibus delle armi avrebbero potuto da se soli anche relativamente alla terza parte del castello di in seguito ricuperare i loro diritti, che certa- Arsoli posseduto per intero dal detto Amico, mente avevano sopra la rocca, castello e ter- chiedendosi fosse questo condannato a rila- ritorio di Arsoli, deliberarono farne appello ai sciarlo in favore degli istanti insieme a tutte le tribunali. Ed eccoci innanzi ad una volumi- relative pertinenze, ed a pagare i frutti inde- nosa raccolta di quelle citazioni od istanze, bitamente percetti, ecc. ecc. documenti e prove, allegazioni, difese, decreti Il giudizio fu in pochi mesi finito con risul- e sentenze che sono un tesoro per la storia, e tanze pienamente favorevoli a Girolamo Pas- che incontestabilmente rivelano essere Amico samonti, il quale in forza di un mandato ese- d’Arsoli figlio di Abbajamonte Passamonti, fa- cutivo diretto lì 11 marzo 1526 al card. Ca- miglia che ebbe per più secoli la signoria di merlengo Francesco Armellini, rimesso per la Arsoli, e che era non meno doviziosa che nobi- sua esecutorietà ad Ercole Verardi di Cascia le in quanto che gli individui di essa si marita- governatore generale dell’Abazia di Subiaco, rono a donne delle più cospicue Case, quali la fu da costui, a suono di campana, messo in

18 Lumen possesso della rocca benché diruta, del ca- stello e pertinenze, ossia delle due terze parti già spettanti ad Amico e Cesare Passamonti, condannati dalla Rota a ricederle in com- penso dei frutti indebitamente percetti (10). Avvisato Amico di quanto in questo castello era avvenuto, tornò in Arsoli con numerosa com- pagnia di soldati; tentò per ben due volte, in quel medesimo anno, ricuperarlo, ma per le molte forze che Girolamo Passamonti ed i Co- lonnesi gli opposero e per le opportune pre- cauzioni adottate fu vana ogni sua impresa, obbligato perciò a ritirarsi ed a menare vita privata in Roma, in una casa degli Orsini a Monte Giordano, né poté mai più vedere il suo Arsoli. Nell’anno seguente, le armi di Carlo V, capita- nate dal contestabile di Bourbon, composte, al benché vecchio, trafitto e ucciso. Accesasi quin- 10) Atti del Solmeri. Not. dire del Moroni (11) di 6000 cattivi spagnuoli, del governatore Verardi, 11 di battaglia, lo stesso Amico passò per le armi marzo 1526. 4000 ebrei, 3000 avventurieri italiani ladroni quattrocento dell’esercito Colonnese, ed altri 11) Dizionario di erudi- e sicarii, 27000 tedeschi nella più parte arrab- ottocento ne fece prigionieri. Il rimanente, co- zione storico ecclesiasti- ca, vol. LIX, p. 17. biati e fanatici luterani e 10000 uomini assol- me scrive il citato Jannuccelli (16), venne inse- 12) Moroni, loc. cit. vol. dati dai Colonnesi tra i loro vassalli i più guito colla spada alle reni fino ai propri lari. XLV, pag. 110, e vol. LIX., pag. 18. malandrini, entrarono in Roma il 6 maggio Ma la gloria d’Amico fu breve! Mosso egli nuo- 13) Memorie di Subiaco e 1527, e, saccheggiata per due mesi, vi arreca- vamente dal suo genio militare, andò guer- sua Badia, pag. 237. 14) Opera, cit., vol. LXXVI, rono altresì devastazioni e rovine non mai reggiando per l’Italia, ponendosi infine ai pag. 16. patite simili. Amico non si rimase indifferente, servigi di Firenze, che, assalita dalle armi con- 15) Il suddetto Jannuccelli scrive che fu Scipione a che, venuto il momento opportuno, postosi dotte dal principe d’Orange, dal march. del provocare Amico. Circo- alla testa di alcuni patrizi e di alquanti Corsi Guasto, da Maramaldo ed altri sostenitori de’ stanza che non varia il risultato. che erano agli stipendi del popolo romano, Palleschi contrari alla libertà di quel comune, 16) Opera, cit. addì 17 febbraio 1528, e cioè nel giorno stesso faceva gli estremi sforzi per sostenere la sua 17) Storia fiorentina, lib. X, cap. 39. in cui le imperiali armate lasciavano Roma, municipale indipendenza. Narra il Varchi 18) Varchi, loc. cit., cap. 46 irrompendo egli improvvisamente dal Tevere, (17): «che venuto a Rovezzano addì 4 ottobre e 47. fece man bassa sui spagnuoli e tedeschi, non 1529 il Principe d’Orange, per iscuoprire perdonando neppure coloro che erano negli paese, si fecero alcune scaramuccie tra cavalli ospedali, né agli artisti che vi si erano stabiliti leggeri dell’una e dell’altra parte, e sempre (12). Tanta fu l’ira, che le nefandità operate da quei dè fiorentini n’andarono col meglio ché quei barbari su Roma avevano accesa nell’ani- non è possibile a dire quanto fosse grande l’ar- mo del valoroso nostro Capitano. dore e l’accortezza dell’Arsoli così vecchio». Clemente VII poi, nell’intendimento di an- Eletto Francesco Ferruccio commissario ge- nientare la potenza de’ Colonnesi anche per- nerale ad Empoli ed in tutti quei contorni so- ché avevano, con gravissimi danni di Roma e pra le cose della guerra, chiese ai signori Die- dell’Italia, secondato le armi di Carlo V e del ci, che ne avevano in Firenze la supremazia, Bourbone, pose alla testa di un esercito di ti- alcuni cavalli, proponendosi di ritogliere San burtini e spoletini napoleone Orsini abate di Miniato che i spagnoli avevano preso appena Farfa ed il nostro Amico. Scipione Colonna, giunti sotto Firenze, tenendo infestato il cam- vescovo di Rieti ed abate di Subiaco, inorgo- mino di questa città a Pisa, e danneggiando glitosi, al dire di Jannuccelli (13), per un pic- ogni dì colle scorrerie che facevano in quei colo vantaggio avuto li 26 giugno 1528 sopra pressi. I Dieci mandarono a tanto difficile im- l’Orsini nelle vicinanze di Subiaco, condusse il presa il Bichi e l’Arsoli, l’un giovane e l’altro suo esercito né Marsi ed incontratosi presso vecchio, ed, al dire del Varchi, sperimentatis- Magliano colle truppe di Amico, costui, secon- simi in sulle guerre e di grandissimo valore, do il Moroni (14), ricordandosi forse degli con cento cavalli, e, mentre erano in via, af- immensi danni fatti a questo suo castello e frontatisi cò nemici, addì 7 novembre 1529, Sopra: rocca di Arsoli dai Colonnesi e dai loro vas- presso Valdipresa, si portarono in maniera cartolina illustrata salli, provocò Scipione a battersi seco di lui che, senza lor danno, presero forse cento ca- con veduta interna (15). Il baldanzoso Colonna, sul vigore dé suoi valli, la maggior parte spagnuoli, e li condus- del castello Massimi anni, accettò, ma in breve rimase dall’Arsoli, sero, quasi trionfando, in Empoli (18). ad Arsoli

Lumen 19 Accolti festosamente appiccò, come dice il Varchi, una più tosto dal Ferruccio, mosse- terribile e sanguinosa battaglia che grossissi- ro dipoi ad assaltare ma e spaventosa scaramuccia che durò gran San Miniato al tede- pezza. Intanto, secondo il convenuto e la men- sco, e , dopo strenuo te di Malatesta, si avanzano altre truppe, e la combattimento, ri- cavalleria del Principe d’Orange assaliva con presero la terra, i ba- grandissimo impeto i cavalli dell’Arsoli e degli stioni e la rocca. Vol- altri capitani i quali però, sostenendo valida- le Ferruccio riavere mente l’urto, posero lo spavento e scompiglio ancora Volterra, che tra nemici, e già davasi voce che il campo era da circa un anno ave- rotto perché quell’istesso Orange che tanta va patteggiato cogli parte aveva preso, poco innanzi, al sacco ed avversari, e, cogli alla desolazione di Roma, v’era rimasto ucciso, stessi capitani, vi en- e molti dé suoi si fuggirono vituperosamente trò sul finire dell’a- insino a Pisa. Sopraggiunte, invece, altre prile 1530, vincendo forze, si riaccese la battaglia, e l’Arsoli, accanto ogni ostacolo, ogni sempre al Ferruccio con un drappello di ca- accanita resistenza. pitani, non pareva, come scrive lo storico fio- Assalita nuovamente rentino, che si potesse saziare di vendicarsi. questa piazza dalle La piazza di Gavinana correva tutta di sangue, armi del marchese ed i corpi morti non lasciavano venire innanzi del Guasto, del Ma- i soldati del Ferruccio mentre da ogni lato ramaldo, del Sar- comparivano nuovi e freschi nemici. Allora, miento e di altri ca- rivolgendosi Amico al commissario, veduta pitani, il Ferruccio e vana ogni ulteriore resistenza e difesa, gli 19) Certamente il Varchi l’Arsoli seppero si bene resistere ai diversi disse: «Signor Commissario, non si volemo noi non potè avere la genea- attacchi, e tanto valorosamente respingere logia di Amico d'Arsoli, né arrendere?» No, rispose il Ferruccio; e ad un gl'interessava di occupar- quelle truppe a Firenze nemiche, che a 17 tratto, lanciandosi l’uno e l’altro in un folto sene nello scrivere la storia giugno 1530 ebbero queste gravissime per- stuolo che veniva per offenderli, fecero sforzo fiorentina. Non merita per- ciò rimarco se nel XI, cap. dite, ed i pochi superstiti furono sbaragliati e si estremo, che, data e rilevata una grande 86 nominando i quattro fugati con somma loro vergogna. strage, ributtarono i nemici fuori della terra. capitani dè Cavalleggeri, mette per primo il signore Firenze intanto era ridotta agli estremi delle Quivi però, radunatisi tutti i fanti e cavalli Amico d'Arsoli Orsino. Che conseguenze del prolungato assedio, e, forte della parte avversa che erano sparsi in diversi non fosse Orsino, ma dei Passamonti si prova an- dubitando sulla lealtà del Malatesta, vide che luoghi, e strette d’ogni intorno le poche mili- cora coll'istrumento del l’ancora di salvezza poteva solo trovare nel zie della repubblica, il Ferruccio e l’Arsoli, fe- notaro Domenico Mare- scotti, 8 marzo 1520 in virtù Ferruccio e nel suo luogotenente Amico d’Ar- riti di più colpi mortali, non potendo più reg- del quale Amicus de Pas- soli. Decise quindi richiamare l’uno e l’altro in gere le armi, si arresero. samontibus dominus Ca- stri Arsularum alienò a città con quanta più gente potessero per dare Maramaldo volle gli si consegnasse il Ferruccio favore della chiesa di S. decisiva battaglia agli assedianti ed impa- che era prigione d’uno spagnuolo, e caricatolo Maria, inclusa oggi nel no- stro camposanto, un ter- dronirsi del Malatesta. Questi però, penetrato di villanie, di sua mano lo uccise; e Marzio Co- reno in vocabolo Sondola, nel segreto del Consiglio, e raddoppiando di lonna, uno dei capitani imperiali e papalini, territorio di Arsoli. 20) Lib. XI, cap. 123. perfidia, comunicò il tutto al d’Orange, e lo comperò per 600 ducati Amico per ammaz- 21) Questa monografia, fi- istruì, a base di frode e d’inganno, sul da farsi zarlo barbaramente. Truce fatto, che fece dire no alla morte di Amico, ma con piccole varianti in prin- per avere nelle mani, ed uccidere quei due al Varchi (20): «il signore Amico d’Arsoli, il cipio fu letta in Arsoli nella valorosi campioni. Il Ferruccio e l’Arsoli, cui quale aveva quel giorno con senno senile e for- festa scolastica del 29 ago- sto 1892. era affidato il comando del primo squadrone ze giovanili fatto prove meravigliose, fu com- cavalli (19), obbedendo agli ordini della re- prato dal signor Marzio Colonna seicento duca- pubblica, mossero da Volterra per recarsi a ti da coloro che l’avevano prigione, e ammaz- Pisa; ma ingannati dalle guardie, all’uopo di zato di sua mano: atto che i Romani antichi non certo pagate, ed accompagnati da pioggia di- ne fecero alcun mai in tutte le guerre loro né si rettissima, furono costretti scendere dal Mon- bello, né si lodevole, che questo non fosse più Sopra: te Lari a San Marcello per andare di filato a brutto e più biasimevole: e come la cagione che cartolina illustrata Gavinana, ove giunsero infatti, per la diritta si allegava in difesa del sig. Marzio, che Amico con veduta dei via, nella mattina del 3 agosto 1530 entrando aveva morto in battaglia Scipione Colonna suo giardini del castello nella porta dinanzi nel momento stesso che il cugino non lo scagiona, né gli toglie la macchia Massimi ad Arsoli; la Maramaldo, per avere accorciato il cammino dell’infamia: né l’usanza dé moderni romani fortezza è sullo e rotto il muro a secco, vi entrava, a caso, dalla può fare che quello che è crudele e vituperoso, sfondo parte opposta. Accortosi di ciò il Ferruccio, non sia vituperoso e crudele». (21)

20 Lumen Furono gli Arsolani afflitti da intenso cordo- L’esito della causa non fu punto dissimile dalla 22) Merita che io riporti fe- delmente l'esame che fece glio nel risapere il miserando fine di Amico prima sentenza, e Girolamo Passamonti si un arsolano chiamato a loro amato signore! Né poterono aver sollievo mostrò assai sollecito nel far subastare quanto testificare sulla congiura preparata in casa di Do- nel suo figlio Roberto, che, rimasto senza l’ap- ad Amico e poi a Roberto era rimasto in que- menico Antonio Ciotti a poggio paterno e senza gli aviti possessi, erasi sto paese dopo le rovine e danneggiamenti danno del sig. Giacomo ritirato nel vicino castello di , feu- sopra ricordati. Zambeccari: «1542. Pro fisco ed illmo de Zambec- do allora degli Orsini, aspettandovi l’esito del- Gli incanti ebbero luogo il 15, 16 e 17 marzo chariis contra Dominicum la causa in appello riassunta li 21 ottobre 1535 1536. Nel primo il signor Pietro Epifanio offrì Antonium». Riferisce il te- ste che in una sera fatto contra Robertum filium et haeredem quondam D. scudi1500; nel secondo il signor Camillo Co- chiamare dal Ciotti in sua Amici de Passamontibus. La difesa di Roberto lonna ne offri 2000; e, finalmente, nel terzo il casa, questi gli disse: «vi ho mandato a chiamare esibiva, tra gli altri, i seguenti esami giudiziali signor Giacomo Zambeccari offrì scudi 2500 perché noi stamo così sen- per comprovare: rimanendone definitivamente aggiudicata- za padrone et noi non siamo de Dio ne del dia- (a) che nel 1459 Baldassare Passamonti, col- rio, ma per mala sua ventura e dé suoi. volo, et il sig.Jacobo a que- l’aiuto di casa Colonna, armata manu per vim Codesti signori Zambeccari non incontrarono sto nostro bisogno non ci ha dato nullo santo ne fa- Castrum Arsul. Et d. Amicum de Arsulis de posses- e non poterono mai avere le simpatie degli vore, solo qualche volta lui sione ejecit et spoliavit, et arcem et Castrum in minibus Arsolani che ricordavano con giusto orgoglio ci avesse mandato qualcu- no de soi ad vede alman- d. Fabritii de Colimna bona ipsius d. Amici et Vassal- le gloriose gesta di Amico, e stimavano, in co». Proponendo il Ciotti di lorum diripiendo et depredando palam et piblice, etc. ; cuor loro, fare onta al nome di quel grande scrivere una certa lettera, il teste prosegue: «Che ha (b) che nel 1501, cacciati i Colonnesi, Amico uomo dedicandosi con affetto sincero ad un da scrivere, rispondessimo riebbe Arsoli; nuovo signore che il volgo lo diceva venuto da noi questa lettera che vo- reste? Disse, la lettera vor- (c) che nella sede vacante per morte di Leone casa del diavolo. Per la qual cosa riunitisi, do- ria essere questa che ave- pp. X, Muzio e Girolamo Passamonti figli di po pochi anni, in casa di certo Domenico An- ressimo ad rimettere lo pa- Baldassare armata manu ed in assenza di Ami- drone vero quale è il figlio tonio Ciotti, congiurarono impossessarsi de del signore Amico d'Arsoli. co, rientrarono in Arsoli danneggiandolo som- signor Giacomo, e, avutolo in loro potere, ri- Poi cominciò il detto Do- mamente per oltre venticinque mila ducati menico Antonio a dire: che chiamare tosto Roberto figlio di Amico per ne volemo fare di questo d’oro. (Leone X morì il I° dicembre 1521 e la rimetterlo in possesso di Arsoli (22). La con- sor Jacobo? Lui non ci vol sede vacò giorni 38); giura, forse per essere stata fatta tra genti di bene, ne ci porta amore, et come ha la roba lui se la (d) che da molti anni Amicus de Arsulis tenebat, ogni condizione, venne scoperta, e la cono- porta via a Roma, noi non habebat possidebat Castrum Arsul. cum suisjuribus scenza di essa fu motivo perché il signor Ro- ne vedemo mai niente: questo non è vero padrone et pertinentiis, et territorio, una cum territorio pru- berto, perduta ogni speranza di riacquistare nostro et è venuto da casa gnae; questo Castello, abbandonasse Saracinesco ed del diavolo de Bologna… e così quando venerrà que- (e) che detto Amico contrasse legittimo matri- andasse errando a militare or qua or là per sto signore, cioè Roberto, monio con D. Bernardina d’Antiochia dalla l’Italia: e fu pure cagione perché il sig. Giaco- noi fingeremo non ne sa- per niente et soneremo la quale ebbe, tra gli altri figli, che in appresso mo rifabbricasse sollecitamente la Rocca, della campana all'armi et usce- morirono, esso Roberto unico erede super- quale non esisteva, a quel tempo, che la Chiesa remo a combattere con lo- ro ecc.». stite ex legitimo matrimonio natum (nel 1512 nel- e qualche stanza; ma ciò non ostante gli Ar- 23) Veggasi: Arsoli ed i no- la rocca di Arsoli); solani non cessavano suscitare turbolenze che bilissimi signori Massimo, per Tommaso Passeri, Ro- (f) che nell’anno 1529 vel alio veriore tempore in rendevano assai difficile allo Zambeccari il go- ma, tipografia Sinimberghi, obsedione Florentiae dictus d. Amicus ab hoc saeculo dimento di questa signoria, e, per dippiù, gli 1874. decessitet ita mortuus fuit, et traditus ecclesiasticae facevano eziandio temere della vita. Onde, e sepolturae, relicto post se, inter alios filios qui postea per un riguardo e per l’altro, fu egli obbligato obierunt, ipsum Robertum superstitem. (E questo reclamare l’appoggio del Pontefice Giulio III, prova evidentemente che l’Amico Passamon- il quale, con Breve del marzo 1552, verificati i ti, figlio di Abbajamonte, era quello stesso che fatti, spedì in Arsoli, nella qualifica di com- morì a Gavinana accanto al Ferruccio); missario, il sig. Gio. Battista Conti con incarico (g) che, morto Amico intestato, esso Roberto, di sedare e governare gli Arsolani, assegnan- successit et ha ereditati paternese immiscuit et se pro dogli l’onorario di scudi otto mensili da pa- haerede gessit. garglisi dalla Comunità. Gli avversari di Roberto, oltre alla produzione Ma se gli Arsolani non fecero altre congiure dei molti documenti relativi al merito della avverse gli Zambeccari, costoro non ne ebbero spiegata azione, esibirono una prova testi- giammai l’affezione. Epperò , addì 30 ottobre moniale diretta a stabilire che niun cursore o 1574, decorsi appena 38 anni dal loro ac- messo od altro individuo volevasi azzardare a quisto, venderono rocca, castello e territorio presentare in Saracinesco citazioni a Roberto di Arsoli al signor Fabrizio dè Massimi, i cui per metum et periculum mortis propter ipsius Roberti discendenti hanno formato e formano la terribili tate et hominum Saracineschi; per la qual delizia ed il decoro di questo paese (23). cosa chiesero incidentalmente ed ottennero di poter procedere a tali atti per affissione.

Lumen 21 Ristampa Triangolazioni Questi dati vennero pubblicati sugli Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, geodetiche sui vol. XVII (1838), pp. 5-29. È un raro esempio di studio monti Simbruini geodetico dei nostri monti, con riferimenti al monte Midia.

di Francesco Fergola

o studio porta il titolo di: Relazione «I grandi lavori geodetici, intrapresi negli delle operazioni geodetiche ese- ultimi tempi in diverse contrade del Globo da L guite nelle provincie settentrionali insigni operatori, hanno avuto il doppio og- del Regno di Napoli, riguardanti getto di determinare i principali punti delle la congiunzione della specola reale di Capo- carte topografiche de’ vari regni, e di racco- dimonte alla cupola di S. Pietro in Roma e la gliere buoni elementi per la delicata questione rete de’ triangoli che si lega alla triangolazio- della grandezza e forma della Terra. A qual ne proveniente dall’alta Italia: di Francesco fine […] si sono estese sulla superficie de’ Reali Fergola primo tenente del genio [...], ed è domini di quà del Faro quattro principali reti redatto con un linguaggio tecnico che non agevola trigonometriche, partendo da una base geo- la lettura; dal suo contesto abbiamo estrapolato detica misurata nella pianura tra Castelvol- quelle parti di più facile comprensione. turno e Patria. La prima rete si avanza dalla

Sopra: frontespizio degli Annali; a lato: tabella con i dati raccolti

Segnalazione bibliografica: M. Sciò

22 Lumen detta base verso Napoli, da una parte, e verso quali fu pure determinata dagl’ingegneri geo- Terra di Lavoro ed Abruzzo ultra 2° dall’ altra, grafi italiani e francesi, con una triango- determinando con grandi triangoli la posi- lazione proveniente dall’alta Italia appoggiata zione della Specola reale di Capodimonte, sulla base di Milano […]. quella dell’Officio Topografico a Pizzofalcone, Una terza rete, traversando gli Appennini quella de’ principali monti vicini e de’ monti verso Ariano, si é spinta dalla base di Castel- della frontiera del Regno, sino a’ punti geo- volturno nella provincia di Capitanata, per detici di monte Terminillo e Pizzo di Sevo ver- dare un lato di verifica ad una quarta rete di- so Città Ducale ed Amatrice. Si estende poi stesa lungo l’Adriatico dal lato di partenza internamente ai segnali di Pizzalvano, del Ta- Civitella del Tronto-Montepagano sino a S. burno, del Matese, della Meta e del Sirente; e Maria di Leuca nell’estremità del capo di Lec- sulla costa alle isole vicino la capitale ed a quel- ce. Questa, che è l’ultima rete stabilita sinora le del golfo di Gaeta. ne’ Reali domini di qua del Faro, si é pro- La seconda rete trigonometrica ha progredito lungata benanche sino all’isola di Fanò, legan- accanto alla prima per le province di Princi- do così alla geografia del Regno quest’isola, Sopra: pato ultra, Sannio, Abruzzo citra ed Abruzzo nonché il lavoro trigonometrico eseguito da- tabella con i dati ultra 1°, completando la triangolazione della gli uffiziali francesi in Corfù e sulle coste del- raccolti, il monte frontiera, e spingendosi in ultimo ai punti l’Albania. La determinazione di Fanò era Midia è trigonometrici, cupola di Civitella del Tronto pure di grande importanza per fissare la erroneamente e campanile di Montepagano, la distanza de’ grandezza precisa della bocca dell’Adriatico, chiamato Dimidia

Lumen 23 non ancora ben conosciuta; essendo essa un coll’istrumento posto sul cilindro. Così l’intera dato essenzialissimo nella costruzione della altezza di, questi segnali ascende a 2, pas 6. Di carta di quel mare, per la quale gli uffiziali questa costruzione sono i segnali esistenti sopra dello Stato maggiore austriaco e napoletano i monti di Tifata, Pizzalvano, Taburno e Matese. eseguirono i rilievi trigonometrici e topogra- Quelli eretti sugli altri monti di Terra di La- fici della costa del Regno di Napoli, ed unita- voro, Abruzzo citra ed Abruzzo ultra 2.°, sono mente a questi, per completare i lavori della formati con pietre a secco bene aggiustate, costa di Albania, vi prese parte il capitano hanno la base quadrata di 1, pas 5 di lato, e 2 passi della marina inglese Signor E. Smyth cogli di altezza totale. Essi sono elevati pe’ primi sei Uffiziali della corvetta al suo comando. […]» palmi in forma prismatica e pel resto in forma Questo lavoro venne svolto prima dei moti rivolu- di piramide tronca, terminati da una pietra pa- zionari del 1820, poi la scarsezza degli operatori e rallelepipeda a base quadrata di 0, pas 2 di lato e gli eventi insurrezionali interruppero le ricogni- di conveniente spessezza. Si è posta molta cura zioni che ripresero anni dopo portando a compi- nel marcare permanentemente i centri di mento i rilievi lungo il confine settentrionale del questi segnali in fabbrica ed a secco, da potere Regno. essere riconosciuti quante volte, per operazioni Scrive il tenente Fergola: «Dopo aver succinta- analoghe da intraprendersi, fosse in seguito mente esposto l’andamento delle operazioni necessario di progredire dagli stessi punti in geodetiche finora eseguite nel Regno delle altre direzioni. Perciò si è assicurato ciascun due Sicilie, passiamo ad esibire due impor- centro con una croce bene scolpita nel vivo del tanti risultamenti ottenuti dalla triangola- monte, o quando il monte era ricoperto di ter- zione della frontiera […] Primieramente dai ra, scolpita su grossa pietra salidamente fabbri- segnali de’, monti di Città Ducale e di Ta- cata nel suolo. Questa croce è fatta corrispon- gliacozzo, la cui distanza di 27 miglia è un lato dere esattamente al centro del quadrato base della triangolazione della frontiera, si è po- del segnale, di cui una trave ben diritta e verti- tuto distintamente osservare la Cupola di S. cale alta quanto il segnale stesso, poggiando con Pietro in Roma, onde questo punto trovasi l’estremità inferiore a punta conica sul centro legato con la Specola di Capodimonte, me- della croce ne determina l’asse. Nella cima di diante una ben condizionata triangolazione. questa trave, che giunge a fiore del cilindro ne’ L’importanza di questa determinazione si segnali in fabbrica, è marcato il punto manifesta riflettendo, che dalla longitudine di corrispondente a piombo sul centro della croce S. Pietro stabilita dagli antichi astronomi del segnata nel suolo, ad oggetto di potervi situare Collegio Romano e dalla differenza geodetica esattamente l’istrumento nelle osservazioni da di longitudine fra Roma e Napoli dedotta dai farsi in centro. Ne’ segnali a secco la cima della triangoli, si potrà ricavare la longitudine di trave verticale si adatta in un buco praticato, a Napoli, sulla quale esiste ancora qualche metà di apessezzaza, nel mezzo della pietra incertezza. […]» quadrata del vertice. In tal modo il punto Così apprendiamo che i rilievi svolti servivano oltre traguardato ne’ segnali, corrisponde precisa- che a far progredire la cartografia del Regno, anche mente al loro centro; e quantunque rispetto a’ a risolvere problemi topografici rimasti insoluti. segnali a secco la misura degli angoli non possa La relazione dell’ufficiale del Genio militare napo- eseguirsi in centro, gli elementi per la ridu- letano, riporta una descrizione dei segnali geodetici zione potranno sempre prendersi, con facilita usati nel corso delle misurazioni che ristampiamo di ed esattezza. seguito perché può servire da riscontro ai munufatti Stabiliti con gli accennati procedimenti i vertici che ancora oggi, con un po’ di fortuna, si ritrovano delle reti trigonometriche e calcolate le loro sui nostri monti. rispettive distanze, resta a vedere come essi « De’ segnali geodetici sieno stati determinati di posizione sulla sfera terrestre per latitudine e per longitudine, e per - Alcuni de’segnali geodetici stabiliti per la trian elevazione sul livello medio del mare.» golazione sono costrutti in fabbrica ed altri con Nelle tabelle riportate sono esposti i dati raccolti pietre a secco, ma di forma regolare. Quelli in nelle campagne topografiche, le cime dei rilievi, a pas fabbrica hanno la base quadrata di 1, 3 di lato noi vicini, usati come capisaldi nelle triangolazioni, sulla quale ergesi sino all’altezza di 2 passi un sono il monte Midia, il Sirente, il Terminillo. prisma di poco rastremato e dal mezzo del pia- I triangoli usati per collegare la specola di Capodi- no superiore di quest’ultimo s’innalza un cilin- monte con la cupola di San Pietro a Roma sono il dro del diametro 0,5 e dell’altezza 0,6 di passo, 4bis, 3bis, 9, 10, 11, 12, 13, 17, 19, 20, 21 e 24. affinchè l’operatore, situato sul prisma possa eseguire le osservazioni in centro del segnale

24 Lumen Ristampa Il cardinale Il card. Antonucci, originario di Subiaco, nel corso della sua cariera Antonio Benedetto diplomatica fu spettarore e protagonista di quegli eventi che Antonucci condussero alla fine del potere temporale dei papi*. Incontrò anche Livio Mariani. da Lorenzo Jella

i sono compiuti, non ha guari, cin- quanta anni dalla morte del cardinale Antonio Benedetto Antonucci; e poi- S chè tuttora luminosa risplende la grande opera ond’egli altamente benemerito della Chiesa e della Patria, nel secolo XIX, ci crediamo in dovere di rievocarne il nome; che anzi, se è sempre bene ridestare la memoria dei grandi, questo ricordo riesce anche più gradito, allorchè giunge opportuno. E l’opportunità ne viene dal sacro Patto di Laterano, poichè le la- * Il titolo originale del brano crime di consolazione versate dal regnante è: Gloriosa figura di un por- porato di Subiaco del seco- pontefice Pio XI, nel memorabile giorno del- lo XIX ed è tratto da Latina l’undici febbraio, non possono non riallacciarsi Gens, 1929, fasc. 12 (di- cembre), pp. 634-639). alle lacrime di dolore sparse dall’immortale Pio IX, quando, per la nequizia dei tempi, spez- zandosi definitivamente le relazioni diploma- tiche tra la Santa Sede ed il governo del Re di Sardegna, Egli, il gran papa Mastai-Ferretti, richiamava a Roma il nunzio Apostolico, dalla Corte di Torino. Quel nunzio era appunto mons. Antonio Bene- detto Antonucci, cui oggi è succeduto, presso il Re d’Italia, S. E. mons. Borgongini Duca. i germani Gregorio e Giuseppe Antonucci, Ma non turbiamo la cronologia e procediamo pronipoti del cardinale, diedero nuovo lustro ordinatamente. alla loro famiglia. Mons. D. Gregorio, tra le altre benemerenze, I nobili Antonucci ebbe quella di essere il primo vicario Aposto- Subiaco, l’industriosa città sorgente a monte lico dello Scen-si meridionale in Cina; e mons. della pittoresca valle rigata dall’Aniene, così D. Giuseppe, valente latinista, fu Protonotario celebre nei fasti della storia, perchè culla del- Apostolico e ricoprì alte mansioni nelle Con- Sopra: l’ordine monastico di San Benedetto, lo vide gregazioni Romane. il cardinale nascere il 17 settembre 1798. La famiglia dei Dotato di elette qualità di mente e di cuore, Antonucci e il suo nobili Antonucci, che è tra le più antiche e Antonio Benedetto compì con lode i suoi studi stemma benemerite di Subiaco, diede sempre uomini nelle scuole del seminario di Subiaco, e, ap- illustri che si segnalarono per alti servigi resi pena sacerdote, fu nominato canonico del al paese; ma ciò che forma l’impronta caratte- Capitolo della Chiesa di S. Andrea, allora, in ristica di questa nobile stirpe è la rara pietà e un col seminario, eretta con sovrana son- l’attaccamento sincero alla Santa Sede. tuosità e magnificenza regale dal pontefice Antonio Benedetto ebbe un fratello, per no- Pio VI, che di Subiaco fu cardinale Commen- me Francesco, insigne letterato, membro del- datario e benefattore munificentissimo. l’Accademia Tiberina; ed una sorella, Maria, Roma poi lo accolse, nella cui università con- che tutta trascorse la sua vita in opere di re- seguì con onore le lauree di Sacra Teologia e ligione e di carità. di Diritto; sempre inteso a menare una vita Segnalazione bibliografica: P. Nardecchia In tempo più recente, due altri insigni prelati, irreprensibile, nel faticoso acquisto della virtù

Lumen 25 1) Ecco le parole con le Riassumere la magnifica opera da lui compiuta quali il giornale di Liegi commentava l'opera di non è cosa facile: basta ricordare che la stampa mons. Antonucci dell’epoca, in specie il Giornale di Liegi, non fa Nous nous associons de coeur aux sentiments ex- che inneggiare alla prudenza, allo zelo, al tatto, primés dans les lignes sui- alla bontà e fermezza di animo del nunzio vantes du Handelsbland. mons. Antonucci nel risolvere le questioni più S. Exc. Mgr. Antonucci, vi- ce-supérieur de la mission scabrose, nel comporre i più funesti dissidi, nel hollandaise et ponce près tutelare gl’interessi della Santa Sede: sicchè con de la cour des Pays-Bas, a été nommé par S. S., à la stima del Re Guglielmo II, egli conquistò pur l'évéché de Montefeltro. quella degli altri più eminenti uomini di stato Tous ceux qui ont eu le bonheur de connaitre ce del Belgio e della Olanda; e amici e nemici si digne Prélat, se rejouis- mostrarono a lui sempre deferenti e devoti. sent sincerement de cette haute distinction accordée A missione compiuta, egli ebbe un plebiscito di à sa vertu et à son mérite. stima che forse a pochi è dato di conseguire: cat- Ces qualités, unies à son amour pour son prochain, tolici e protestanti si dolevano ugualmente del- sa bonté d'ame et sa la partenza del nunzio, e mentre i giornali ne mansuétude, marques certaines d'une véritable celebravano le benemerenze e i meriti, i parroci piété, ont acquis chez nous della Missione di Olanda gli offrivano un calice à Mgr. Antonucci grand nombre d'amis et lui ont d’oro di finissimo lavoro, e il clero delle diverse valu l'estime générale. provincie gli mandava in dono sacre vesti, anelli Nous sommes certains que pour beaucoup de per- preziosi ed altri oggetti di rarissimo pregio (1). sonnes, méme parmi les e del sapere. Ma il velo di modestia del quale Il pontefice Gregorio XVI lo ascrisse, in premio, non-catholiques, son dé- part sera considéré cora- egli si cinge, non vale a nasconderlo. all’Albo dei Camerieri d’onore; ed il grande Se- me une perte bien sensi- Ne scopre i pregi lo sguardo sagace di mons. gretario di Stato, Cardinale Lambruschini, in da- ble. Capaccini, poi Cardinale, esperto diplomatico, ta 3 giugno, così gli scriveva. cresciuto nella scuola del famoso Segretario di Mi valgo poi della presente occasione per attestarle la Stato, il Cardinale Consalvi, e lo addita alla con- piena soddisfazione del Santo Padre e del suo Mini- siderazione del Santo Padre, Gregorio XVI. stero per servigio utile, inappuntabile e diligentissimo che da Lei si è reso alla Santa Sede in coteste contrade Il primo nunzio di Olanda. (Belgio e Olanda) per un numero ben rilevante di Con la rivoluzione del 1830, il Belgio rimase se- anni. Sono certissimo che la di Lei memoria rimarrà parato dalla Olanda e i due Paesi acquistarono costi per lungo tempo e veramente in benedizione. le propria libertà e indipendenza; viva però si Chiamandola altrove il servizio della Chiesa, io ri- mantenne in entrambi la lotta religiosa, dovuta tengo che dapertutto ella si condurrà con quella pru- specialmente al fanatismo dei calvinisti, alla ipocrisia giansenistica e alla poca o nessuna fer- mezza dei governi più ligi ai libero-massoni, che deferenti verso la Chiesa Cattolica. In così difficili condizioni occorreva alla S. Sede un uomo d’inconcusso valore per tutelare gl’in- teressi dei cattolici e i diritti di Roma, nel Belgio e in Olanda. Quest’uomo fu l’eminente mons. Capaccini, il quale, partendo alla volta del Belgio, menò seco il giovane sacerdote Antonucci, sicuro di aver in lui un valido ausilio, conoscendone già la rara bontà e dottrina, ed avendone pienamente in- tuite le non comuni attitudini diplomatiche. Nè male si appose, poichè, dopo poco tempo, mons. Capaccini, essendo stato richiamato a Roma e destinato a più alta missione in Inghil- Sopra: terra, propose al papa di essere sostituito, nei il card. Antonucci in Paesi Bassi, dall’Uditore Antonucci. una stanpa d’epoca; Gregorio XVI annuisce, e mentre crea, nel a lato: 1832, la Nunziatura per la Olanda, con incari- Subiaco, cartolina cato di affari e vice-superiore delle Missioni O- illustrata di inizio landesi, residente nell’Aja, ne nomina primo Novecento nunzio mons. Antonucci.

26 Lumen denza e con quello zelo per la gloria di Dio e pel bene dei fedeli, di cui ha dato saggio così chiaro nei Paesi Bassi. Montefeltro e Ferentino Tornato a Roma, un nuovo campo si apriva al- l’attività e al talento di mons. Antonucci. Dalla diplomazia egli passava all’apostolato. Nel 1840 fu consacrato vescovo di Monte Feltro (Urbi- no), dove rimase fino al 1842; assunse poi, nel 1844, la diocesi di Ferentino (Frosinone). L’esperto diplomatico diede prova di essere an- che uomo esimio di governo, pieno di bontà e di zelo pastorale. La inespugnabile Feretrum (San Leo), sorgente a cavaliere di un monte roccioso, cui lambiscono le falde il Conca ed il Marecchia come pure Fe- rentinum, la vetusta città degli Ernici dalle su- perbe mura ciclopiche, ricordano ancora il dol- ce presule che tanto bella memoria di sè lasciò ai suoi diocesani. razione del Gran Cordone dei Santi Maurizio Nel viaggio che papa Gregorio XVI fece per le e Lazzaro e il donativo di una carrozza. provincie di Marittima e Campagne, visitò an- Ma gli eventi incalzano vertiginosamente: che Ferentino, e mons. Antonucci ebbe l’ambito scoppia la guerra contro l’Austria, avviene onore di ospitarlo decorosamente nel suo epi- l’abdicazione di Carlo Alberto, l’infausto esi- scopio. lio, la proclamazione di Vittorio Emanuele II; nè cessa l’ostinata lotta contro la religione Re Carlo Alberto e la Rosa d’oro cattolica; si dà il bando ai vescovi, tra i quali Nel Concistoro del 25 luglio 1844, mons. An- vittima principale è il santo arcivescovo di tonucci venne trasferito, da quella di Fe- Torino, mons. Luigi dei Marchesi Franzoni; si rentino, alla sede arcivescovile di Tarso ed multano i parroci, si votano leggi contrarie al inviato nunzio a Torino, succedendo all’illu- vangelo !... stre mons. Pasquale Gizzi, arcivescovo di Te- Ma il nunzio è la, in mezzo alla tremenda be, creato cardinale. burrasca, senza venir meno alla fiducia del pa- La sua nomina riuscì oltre modo gradita al re pa, alla stima del re, alla considerazione degli Carlo Alberto, alla corte ed agli uomini di go- uomini di stato, all’ammirazione dei rappre- verno, i quali ben presto conobbero ed ap- sentanti delle corti straniere, non avendo per prezzarono l’alto valore diplomatico, le nobili guida che rettitudine e prudenza nel tutelare i maniere, la prudenza e la fermezza di carat- diritti della Chiesa. tere del nuovo nunzio, messe a prova dall’ac- Intanto - scrive Saverio Cilibizzi nella sua re- cumularsi delle tempestose vicende che, per cente Storia parlamentare politica e diplomatica opera del Parlamento Subalpino, afliggevano, d’Italia, vol. 1, pag. 152: «Pio IX, rispondendo allora, la Chiesa nel regno di Sardegna. ad una lettera di Vittorio Emanuele, dichiarò Intanto, il 1° di giugno 1846, muore Gregorio nel modo più assoluto di non voler dare il suo XVI. Il suo grande successore, Pio IX, vuol consenso alla legge sul matrimonio civile. Il dare ua prova di paterno affetto ai reali di Pie- matrimonio elevato alla dignità di Sacra- monte; un attestato di stima al suo rappresen- mento, era un dogma della Chiesa Cattolica e tante in quella corte. però alla Chiesa solamente spettava di rego- Essendo nata una figlia al duca di Savoia Vit- larne la validità... Il papa, anzi, in segno di torio Emanuele, poi re d’Italia, Pio IX delega protesta, richiamò dal regno di Sardegna il mons. Antonucci a rappresentarlo, in qualità di proprio nunzio, mons. Antonucci». padrino, al battesimo, conferito alla medesima Il nunzio lascia Torino e giunge a Roma. Pio dall’arcivescovo di Torino. La neonata era Ma- IX accoglie con le lacrime e stringe, tra le ria-Pia, che fu in seguito regina di Portogallo. braccia lo strenuo difensore dei diritti della Nella fausta circostanza, mentre il papa invia- Chiesa !... Ma, forse, un raggio di luce consolò va la rosa d’oro alla regina di Sardegna, il in quell’istante quei due cuori doloranti di Sopra: nunzio, che godeva tutta la stima e l’affetto del amore... la visione della grande Italia Fascista, Carlo Alberto di magnanimo re Carlo, si ebbe da lui la deco- riconciliata, oggi, con Iddio. Savoia

Lumen 27 orfane dal crudo morbo. L’8 di luglio 1865, si rinnova la sventura, e più violenta e micidiale. Non importa il vescovo, già divenuto cardi- nale, è al suo posto, e lo stesso zelo, la stessa ge- nerosità, gli stessi eroismi scrivono un’altra pagina gloriosa nel volume della sua vita. Già divenuto cardinale, perchè Sua Santità Pio IX, giusto estimatore degli alti meriti dell’illustre presule, lo aveva insignito della sacra porpora, nel Concistoro del 20 maggio 1858, nominandolo cardinale dell’Ordine dei Preti, col titolo dei Santi Silvestro e Martino, con gioia grande di Ancona, della città natale, Subiaco, e di tutti i numerosi ammiratori dell’esimio prelato.

2) Riferiamo integralmente Civitas fidei Ancon Dorica Il B. D. Bosco amico del Cardinale il prezioso documento Die XX decemb. an. Chr. Tornato appena dalla Nunziatura di Torino, Tra questi, oltre, ad Antonio Rosmini e Silvio M. DCCC.LI Anconae in mons. Antonucci, nel Concistoro del 5 Settem- Curia. Pellico, che onorarono di speciale amcizia Rei municipalis curatores bre 1851, venne trasferito, dalla chiesa arcive- mons. Antonucci, va ricordato don Giovanni in consilium cum convenis- scovile di Tarso, alle diocesi riunite di Ancona e Bosco, innalzato oggi alla gloria degli altari. sent Verbaque fatta essent D N Pii IX Pont Max Prin- Umana (Numana?). Mentre mons. Antonucci era presso i reali di cipis Benignissimi indul- Raggiunse la sua sede, e, preceduto come era Piemonte, l’umile abate di Valdocco cominciava gentia et auctoritate nobis exoptantibus postulanti- da splendida fama, il suo ingresso in diocesi fu già a rivelarsi con le sue ammirabili istituzioni a bus que concessum atque un vero trionfo. vantaggio della gioventù. Antonucci ebbe quin- adtributum uti ad ornan- dam virtutem Antonii Be- Di piacevole aspetto, di maniere signorili, dallo di conoscenza e relazioni personali con don Bo- nedicti Antonucci Civitatis sguardo vivo e penetrante, dalla parola facile, sco, fin da quando era nunzio a Torino. N Episcopi quem praeci- puum honorem amplis-- assennata e prudente, mons. Antonucci non Trasferito da quella Nunziatura alla sede di imo cuique praestare pos- tarda a conquistare l’animo, la stima, la venera- Ancona, egli tenne dietro con amorevole inte- sumus eidem iure optimo decernamus decretum in zione, del laicato e del clero. ressamento al prodigioso sviluppo dell’Opera haec verba prescribi pla- Il 20 decembre, pochi giorni appena dal suo Salesiana, onde avvenne che reciproca stima e cuit. Quum Antonius Benedic- arrivo, il municipio di Ancona, gli offre un’ar- cordiale amicizia unissero quei due grandi tus Antonucci Domo Su- tistica pergamena, colla quale, auspicandogli personaggi, nell’armonia del bene. blaqueó familia sui muni- cipii clarissima Antistes un lungo vescovado gli conferisce la cittadi- E tutto rifulse il loro spirito di altissima carità dumus Pontificalis Ad- nanza e lo ascrive al patriziato anconitano (2). nella luttuosa congiuntura in cui Ancona fu stator ad solium Eques Mauritianus Cruce Magna L’auspicio si avverò; e la dorica città dal glauco exornatus Societatis Ca- mare, illustre per i suoi monumenti, celebre tholicae in urbe censor ad nei fasti della religione e della patria, lo ebbe, lectus inter patricios Leo- polit Pinnienses et Mari- per ben 28 anni, pastore veneratissimo. nienses multis nominibus Sensibile a tante prove di ffettuosa stima, de Re Christiana optime meritus fuerit. mons. Antonucci consacra tutto sè stesso alla Ac primum ad Pontificia vasta diocesi e costruisce quel luminoso per Belgium negotia cura agens catholicis etiam per apostolato di carità e di zelo, il cui riflesso non Hollandiam tuendis diu si è spento ancora. Nei momenti avversi, che praepositus inde Pontifi- catibus gradatim duobus purtroppo turbarono il suo lungo governo, Feltrodunensi et Ferenti- massime all’epoca dei Plebisciti, egli non venne nati sancte perfunctus mox ad Archiepiscopatum Tar- mai meno al suo dovere; e con prudenza e sensem evectus ac Le- mitezza superò mirabilmente le più difficili e gatus Pontificis Maximi delicate situazioni. In due circostanze specialmente apparve la Sopra: grande carità che lo infiammava. Subiaco, arco Scoppiato il colera in Ancona, nel 1855, mons. trionfale eretto in Antonucci accorre tra i primi al soccorso degli onore di papa Pio appestati; le case più povere, i più abban- VI Braschi; donati tuguri lo accolgono angelo confor- a lato: tatore. Nè di ciò pago, si fa promotore e ge- Subiaco, ponte San nerosissimo contributore per la erezione di Mauro un asilo che accolga le povere fanciulle, rese

28 Lumen invasa dal colera. Il 18 agosto 1865, mentre il apud Sardiniae Regem ubique gentium prudenza morbo ancora infieriva, il cardinale Antonucci Religione dottrina Virorum così affettuosamente rispondeva a don Bosco, Principum cleri populique anorem et desiderium pro- che sempre nuove esibizioni aveva da porgere meruerit Catholicae Ec- a sollie-vo dei colpiti dalla sventura clesiae libertatem ac Ro- mani Pontificatus iura stre- Carissimo D. Bosco, nue adseruerit propugna- verit. A quest’ora la risposta del mio Vicario Generale alla Nunc vero Anconitanis ac Sua cara lettera Le sarà giunta. Tuttavolta aggiun- Numanat Episcopus datus populo universo spe ipsa go due righe per rispondere all’altra Sua del 16 cor- ac nomine maior brevi vi- rente. sus fuerit Municipium in Io sono intenerito per l’affetto ch’Ella conserva per consilio gratia auctoritate adiuverit adiuvet. me, e ne La ringrazio con tutto il cuore. Resto poi Ø Placere uti vir Reverendiss inteso di quanto mi dice riguardo ai miei orfanelli, e cuius Magisterio Sancto, diu frui percupimus in sono penetrato di riconoscenza per tanta bontà ed splendidissimum patriae in interesse veramente evangelico ch’Ella ne prende. ordinem cooptetur et in Pa- triciorum numero habeatur Continui a pregare per me, e mi creda sempre con et sit. vera stima e sincero attaccamento, dopo di averla Utique ea de re decretum benedetta cordialmente, di Lei carissimo D. Bosco, quam honorificentissime conscribatur et in publicas tabulas referatur scribundo aff.mo nel Signore adfuere Antonio Benedetto Card. Antonucci Ludovicus Querenghi co- mes eq torq vexillarius. Arcivescovo Vesc. Hannibal Bosdati comes eq torq Ferdinandus de Nè queste amichevoli relazioni si affievolirono Bosis. in seguito; vennero anzi a rinsaldarsi nella Petrus Bourbon de Monte Marehio eq hieros auspicata circostanza in cui il beato, cedendo Augustinus Trionfi Marchio ai reiterati inviti del cardinale, si recò a poichè comprese che il vecchio nunzio di To- eq hieros Georgius de Bernabei co- visitarlo in Ancona, nel giugno del 1877, e con rino doveva trovarsi, in quell’ora tremenda a mes, eq Dominicus Merca- lui rimase per ben due giorni ospite desidera- fianco del Pontefice, martire della Rivolu- telli Rei Municipal curato- res tissimo, insieme all’illustre arcivescovo di zione. Buenos Ayres, mons. Aneyros. Dopo la morte di Pio IX, egli partecipò al Conclave con grande autorità e consiglio. Il Sacro Speco di S. Benedetto Ruggero Bonghi, nel suo famoso libro Pio IX e A traverso una vita così piena di operosità e di il papa futuro lo pose fra i papabili, ma stante la zelo (anche questo va ricordato a onore tarda età, si rinunciò al suo nome. dell’esimio Porporato) egli non dimenticò il Tornato in Ancona, rendeva la sua bell’anima suo suolo natio, beneficandolo con amore lar- a Dio, il 29 gennaio 1879, universalmente go e generoso. rimpianto, lasciando di sè un’orma imperi- Partito semplice sacerdote, Subiaco lo rivide, tura nei fasti gloriosi della religione e della insignito dell’infula vescovile, nel 1841, quan- patria, e nel libro d’oro della vita, tutta luce di do con rito solenne benedisse la prima pietra carità che infiammando la sua grande anima, del ponte monumentale di S. Mauro, che il lo faceva presente, con cuore generoso, do- Consorzio Sublacense Provinciale gettò sul- vunque fosse una lacrima da tergere, un dis- l’Aniene per la nuova strada Gregoriana, che sidio da comporre, un’opera buona da com- unendo la valle del Simbrivio a quella del Liri piere. e del Sacco, apriva nuovi sbocchi al com- Sono trascorsi cinquant’anni !... Alla luce sma- mercio e all’industria cittadina. gliante del Patto di Laterano e della apoteosi Vi ritornò più volte decorato della sacra por- del beato Giovanni Bosco, lo spirito eletto del pora cardinalizia, accolto sempre con festante cardinale Antonucci avrà certamente trasalito tripudio di allegrezza e di gioia. di novella gioia, nell’eterno sorriso del cielo». Una santa nostalgia lo portava, di tempo in tempo in patria, quella di prostrarsi sulla ve- nerata roccia del Sacro Speco di S. Benedetto, per ivi ritemprare il suo spirito di apostolato per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Egli si trovava a Subiaco quando i cannoni piemontesi aprirono la breccia di Porta Pia; Sopra: ma non appena le circostanze glielo consen- Subiaco, cattedrale tirono, partì senza indugio alla volta di Roma, di S. Andrea

Lumen 29 Ristampa Le lettere dei fanti Nelle lettere spedite dai soldati della Prima Guerra Mondiale i racconti della Grande sono tragicamente veri, ma in tanto orrore essi riuscirono a scrivere Guerra brani di umanità.

di Redazione

ià in un precedente fascicolo (1) ab- zione. Ora mentre sono quasi tutti esposti al biamo ristampato alcune lettere dei duro cimento ed all’aspra tenzone, le loro ma- Gcombatteti nella Prima Guerra Mon- dri, le spose, le fidanzate, le sorelle e le altre per- diale riprese dal bollettino Il Sacro sone di famiglia continuano le loro pie visite Speco di San Benedetto, edito dai monaci di Su- allo Speco venerato, piangenti e imploranti per biaco. Questa corrispondenza venne inizialmente i loro cari, esposti al pericolo, ed illuminano la pubblicata come lettere dal fronte, poi, con l’inter- Grotta, con offerte di cera e d’olio, ricoprono di vento della censura militare, scomparve dalle pagi- fiori la devota statua e fan celebrare Messe per ne della rivista per ricomparire, di tanto in tanto, la salvezza dei combattenti (2). come testomonianza dei miracoli ricevuti dai soldati Tutto ciò, per noi custodi del Santuario, spetta- o come informazione resa dagli oblati del monastero tori quasi ogni giorno di tali scene pietose e di al proprio abate. Era questo un modo per superare i fede viva ed operante, riesce di intensa commo- controlli governativi imposti in quegli anni. Il caso zione e di soave edificazione. del Sacro Speco non è l’unico nel panorama della Anche i Monaci, i figli di S. Benedetto, son par- 1) Il foglio di Lumen, Do- stampa italiana dell’epoca, soprattutto per quella cumenti e Ristampe, 20 titi per la guerra e dai nostri monasteri d’Italia, (2008), pp. 34-35. pubblicistica a carattere locale più difficile da con- fra Sacerdoti, chierici e fratelli laici se ne con- 2) Pellegrinaggi ce ne fu- trollare da parte della censura. rono per tutto il periodo di tano ben venticinque. Che il Signore e S. Bene- guerra e dai luoghi più di- detto ci ridonino presto la sospirata pace» (3). sparati come ad esempio «Non possiamo passare sotto silenzio lo spetta- da Carsoli, Castellafiume e Villa San Sebastiano di colo tenerissimo di fede e di pietà dimostrato «Ospedale Mellini 192 Tagliacozzo nell'agosto del dai buoni fedeli di Subiaco verso il loro gran (Brescia) CHIARI 31-10-1915 1916 (vd. Il Sacro Speco di Protettore S. Benedetto, in questi momenti di San Benedetto, settembre Rev.mo p. Abate, 1916, p. 166) angoscia, di trepidazione e di speranze per la 3) Da: Il Sacro Speco di San Benedetto, anno XXI, nostra Italia. Ordinata dal Governo la mobili- Impugnando la matita un pò con la bocca e un fasc. 4, giugno 1915, pp. tazione, prima parziale e poi generale di tutte le pò con le due sole dita che non sono state offe- 100-101, titolo originale se, mi accingo a scriverle un pò a lungo, ora dell'articolo: Cronaca Su- classi militari, il nostro Santuario fu meta conti- blacense. Il nostro Santua- nua dei giovani soldati richiamati i quali, prima che nessuna altra occupazione mi distrae. Ho rio e la guerra. di rispondere all’appello della Patria, accorre- ricevuta la sua lunga lettera. Ne avevo proprio vano quassù a pregare con fede il gran Patriar- bisogno p. Abate e non so come ringraziarla. ca per implorare la sua validissima protezione Appena che l’ho letta mi sono sentito subito per il grande cimento. Tutti ricordavano, con più forte, ho subito sentito crescere in me la devota riconoscenza, la grazia specialissima rassegnazione alla volontà del Signore e la concessa già da S. Benedetto ai soldati di Subia- fiducia nella protezione di S. Benedetto. co all’epoca della guerra italo turca e come in In quel mondo cosi anormale qual’è la vita del quel terribile frangente tutti i militi di Subiaco campo di battaglia mi pareva di essere diven- ritornassero incolumi in patria e, nessun lutto tato un altro uomo. Ripensavo alla mia vita funesto, travagliasse in quell’occasione le fami- religiosa passata, ma come una cosa lontana, Sopra: glie Sublacensi. Pieni dunque il cuore di sì dolce lontana assai. Pensavo pure al giorno in cui, frontespizio del speranza i baldi giovani e gli uomini più maturi piacendo al Signore, sarei tornato fra i cari periodico Il Sacro confratelli, ma quel giorno quanto mi sem- Speco pellegrinarono devotamente quassù e, loro pri- mo pensiero, fu quello di purificarsi l’anima brava lontano e difficile a venire. con i santi sacramenti della confessione e comu- La sua lettera, giuntami il giorno 20, cioè due nione e poi di provvedersi della miracolosa giorni prima che fossi ferito, cambia il mio medaglia di S. Benedetto che ricevettero dalle animo (non rida) la situazione: e pieno di fidu- Segnalazione bibliografica: cia e di speranza nel giorno in cui ci saremmo M. Sciò mani dei Padri Penitenzieri con grande devo-

30 Lumen tutti riuniti nel nostro Monastero, affrontai tesse: fu sconvolta la trincea e io restai a rin- tranquillamente le sanguinose giornate del graziare il Signore e S. Benedetto. Nei giorni 20, 21 e 22. 6 e 7 ottobre fecero specialmente furore le I primi due giorni la passai liscia. Il giorno 21 bombe a mano. La nostra trincea distava da perdemmo il Colonnello, colpito da un shra- quella austriaca una quindicina di metri, sic- pnell, mentre a poca distanza dalla linea di chè potevamo scambiarci agevolmente di combattimento diramava ordini alle varie quelle pillole. Una ne cadde vicino a me: un compagnie impegnate. Il 22 si continuò l’of- mio compagno più lontano, restò ucciso, di- fensiva: movendo all’assalto di una trincea versi feriti, la trincea tutta sconquassata, e fortemente difesa da mitragliatrici, reticolati io.... io restai li a riflettere. È proprio vero ecc. ci trovammo investiti da un fuoco così fu- dunque che il Signore mi concederà la grazia, rioso, che i colpi di fucile non si distinguevano di ritornare nel monastero. Del resto, l’idea più l’uno dall’altro, e davano l’illusione di un della bella morte e dell’ ingresso nell’eternità, immenso fragore prolungato. Bè, pensai allo- che a sorgere d’un pericolo improvviso suol 4) Da: Il Sacro Speco …, an- no XXI, fasc. 9, novembre ra, questo è il momento d’occupare qualche destare tanto orrore, li era diventata così co- 1915, pp. 217-220; titolo ori- posticino nel mondo di là; speriamo nella mune, così familiare, come la cosa più indif- ginale: La fiducia dei nostri militari nella protezione di S. misericordia del Signore che sia un posticino ferente e naturale di questo mondo. Prego e Benedetto. PAX bello. pregherò sempre il buon Gesù che nell’ora Tra i monaci del monastero che persero la vita nel con- Quando uscito finalmente da quella zona così della mia morte mi dia la grazia di pronun- flitto ci fu dom Andrea Zac- battuta, e riavutomi alquanto dallo sfinimento ziare le parole In manus tuas Domine commendo caria morto, colpito da causato dalla perdita di sangue, potei guar- spiritum meum, con la stessa fiducia, con la proiettile nemico, il 15 di- cembre 1915, era nato a darmi un pò indosso, misericordia che spetta- stessa tranquillità, con la stessa pace nel cuore, Subiaco il 25 ottobre 1889 colo! la mia divisa era tutta, dal berretto ai con cui le pronunziavo lassù ogni giorno, spe- (vedi: Il Sacro Speco di San Benedetto, anno XXI, fasc. tacchi delle scarpe, foracchiata, bruciacchiata cialmente nei momenti in cui la morte sem- 11, gennaio 1916, pp. 262- in tutti i sensi; la boraccia m’ era stata portata brava proprio sicura. 268, foto a p. 263). via di netto, senza che me ne accorgessi. Si Così, p. Abate, secondando il desiderio da lei figuri con quale gratitudine ringraziassi il espresso nella sua lettera le ho raccontato più Signore che da quell’uragano di proiettili o meno confusamente e all’ingrosso le mie pe- m’aveva fatto uscire con ferite piuttosto lievi. repizie; ora avrei piacere di sapere qualche Domandai subito notizie del mio plotone, che cosa degli altri confratelli che si trovano sotto quando caddi per la ferita alla gamba, prose- le armi. Il buon Dio e il nostro S. Padre ci guiva all’assalto, e che dovette avere perdite diano la gioia di riunirci tutti, senza lamentare gravi; ma nessuno seppe dirmi nulla. nessuna perdita. Però le lunghe file di prigionieri che venivano I Benedettini di Chiari vengono spesso a oltrepassate dall’automobile con cui mi tra- visitarmi: è venuto anche il vecchio p. Abate sportavano via, facevano ritenere che l’assalto col quale mi sono ingegnato a parlare in generale aveva avuto esito favorevole. francese, riuscendo spesso a farmi intendere, Le ho raccontato cosi la mia ultima giornata al e più spesso ancora a non farmi intendere: fronte. Di altre giornate precedenti in cui il non si poteva fare altrimenti. pericolo è stato pure grandissimo, e la prote- Ora p. Abate, bisogna che smetta perché le zione del Signore e di S. Benedetto ancor più due dita sono stanche, e le loro compagne grande, potrei parlarle. Nei giorni 25 e 26 set- minacciano rivoluzione. Mi raccomando alle tembre, mentre col mio plotone stavo facendo sue preghiere e le chiedo la S. Benedizione. dei lavori per facilitare la comunicazione fra la Della P. V. Rev.ma linea di combattimento e le linee delle truppe Aff.mo figlio D. CARLO di rincalzo, l’artiglieria austriaca ci scoperse: P. S. Mi rammento per lo scapolare di S. Bene- cominciarono a fischiare gli shrapnell; grana- detto me lo mandi subito; sarà per me una te grosse come bottiglioni da 10 litri, dopo grande felicità».(4) essersi annunziate un mezzo minuto prima con un sibilo crescente e caratteristico, scop- «Ospedaletto da Campo 75 piavano intorno a noi, sollevando nuvoli di Carissimo Padre sassi che ricadevano anche a centinaia di me- tri. Una ne cadde a due o tre passi da me, ma Già dal 15 corrente si è cambiata residenza. Un grazie alla bontà del Signore, non scoppiò. Se immenso locale accoglie ora il nostro Ospe- Sopra: fosse scoppiata, non ci sarebbe voluto meno di daletto. Incantevole il sito; sulle rive del tragico dom Zaccaria, un gran miracolo per rimanere ancora nel Isonzo che mesto e silenzioso scorre portando monaco sublacense mondo di quà. Il 1 ottobre si ripeté la stessa al mare chi sa quanti ricordi di guerra e di qual deceduto in guerra storia, ma di notte: e pure il Signore mi pro- guerra! Oh la guerra! quanta espressione ha (vd. nota 4)

Lumen 31 5) Da: Il Sacro Speco …, an- questo nome in questi memorandi luoghi, un stre bombarde l’avevano talmente sconquas- no XXII, fasc. 7, settembre 1916, pp. 163-165; titolo ori- tempo assai attraenti per bellezze di natura. È sata che non vi era più l’ombra di un piccolo ginale: Nostra corrispon- vero che la guerra è passata oltre, ma le sue ricovero. Forse il 305 risparmia qualche cosa, denza. La lettera è antici- pata da questa premessa: dolorose traccie non possono scomparire così ma le bombarde italiane sono di tale e tanta Un nostro diletto Confratello facilmente. Cimiteri e cimiteri; case deserte, e efficacia che nulla risparmiano. La nostra Sacerdote richiamato sotto sconvolte da raffiche del fuoco nemico. Do- vittoria in gran parte è dovuta a questo nuovo le armi dal principio delle ostilità, ed addetto ad un o- vunque una croce, dovunque il segno di nostra congegno. spedale da Campo, ci scris- redenzione, e sulla rozza croce eretta dalla pietà L’impressione generale riportata dalla fugge- se ultimamente una lettera, descrivendoci con parola vi- leggi alle volte parole, espressione sincera del vole visita ai dolorosi monti, meritatamente va le impressioni d'una sua più alto sentimento cristiano. Sulla croce di un calvarii di nostra passione, fu l’intima convin- visita ai luoghi del Carso e dell'alto Isonzo, e ci parve Ufficiale sta scritto «Pace. Usi obbedire tacendo, e zione che il nostro esercito ha dimostrato in così interessante il raccon- tacendo morire». questa guerra un tale valore che a buon diritto to, e così savie le riflessioni che abbiamo creduto di ri- L’ubbidienza cieca e pronta senza, esitazione può, anzi deve annoverarsi fra i migliori eser- portarla qui in gran parte, si- accoppiata al completo nascondimento in Dio, citi d’Europa. curi di far cosa grata a tanti nostri lettori che seguono ecco la più bella caratteristica della vita cristia- Ecco, carissimo Padre, in queste poche righe con trepidazione e speran- na: caratteristica che certamente dovette ador- descritto assai rudamente ed imperfettamen- za le fasi della nostra dura, ma gloriosa guerra. Eccola nare la vita di quell’eroe che giaceva sepolto te quanto ho potuto constatare da vicino. nella sua integrità. sotto quella croce. Un’altra iscrizione più senti- Molto resta ancora da dire ma il tempo è ta trovasi ai piedi di una grande croce eretta per avaro. Affmo D. Pietro P.» (5) un pugno di prodi. «Rev.mo Padre Non alziamo pietra, Non tracciamo linea, Ancora una grazia il mio cuore sente di attri- Soli vi lasciamo buire al nostro S. Protettore. Con la vostra gloria. Era il 29-8 quando mi giunse una lettera con- Gran Dio! Per il sangue tenente una minuscola medaglia di S. Bene- Versato da questi eroi detto che avevano data a mia madre nel San- Salva l’Italia nostra. tuario. Da due giorni il mio reggimento trova- L’altro giorno mi recai su quei celebri monti che vasi a Gorizia, ignoti della nostra sorte, quan- per ben un anno sono stati spettatori di tanto do un ordine repentino, e poco dopo eravamo sangue versato. Veramente arido è il Carso, il pronti per partire. terreno rossiccio, la roccia in tutto simile a La sera era già calata ci mettemmo in cam- quella di codesti luoghi. Il terreno è solcato da mino. Giungemmo così alle prime case di Sar- linee intricatissime di caminamenti, ad ogni cano, (paese quasi diroccato) quando fischi e passo una buca enorme prodotta dallo scop- mugiti terribili seguito a scoppi, molto noti ai pio di granata. Attorno ad un cocuzzolo sco- nostri orececchi, ci fece fermare di colpo. Era persi un mucchio di cadaveri nemici resi giunto il momento di camminare a scacchi! La informi ed irriconoscibili. Poco lungi vidi in- strada era tutta ingombra di carri, biciclette castonato nella fessura di una roccia il cada- muli ed altro. In breve raggiungemmo l’er- vere di un nostro soldato, che non mandava picata del S. Gabriele, e già si avevano feriti. alcun fetore perché morto da tempo e già dis- Cominciammo ad arrampicarci per quelle seccato dell’azione dell’aria. Conservava, tutti rocce, scavalcando cadaveri di già avanzata i lineamenti del volto, i peli della barba assai putrefazione che i nemici avevano abbando- bene si distinguevano, la dentiera superiore nato. Ci fermammo vicini ai posti avanzati do- sporgente in fuori sembrava di avorio: sulla ve si aspettò l’alba del 30 che fu salutata da un fronte il forame del proiettile nemico pene- duello di artiglieria che durò fino a sera. Du- trante in cavità cranica: il resto della persona rante quel fuoco quante volte credevo di peri- tutto deforme. Caratteristica era l’espressione re! Quante granate mi scoppiavano a pochi del dolore che conservava assai vivo. Quali e metri! Più volte mi trovavo imbrattato da vi- quanti sensi di dolore provai alla vista di quei scere sanguinolenti; ed io, li sempre illeso. gloriosi avanzi. Mormorai una prece e prose- Venne la sera, la luna cominciava a farsi vede- guii oltre, ma sempre con una certa trepida- re; quante grida terribili miste di dispera- zione perché il sibilo delle nostre granate por- zione, e ai pochi rimasti ci fece sbalzare. Mi tanti al nemico il meritato saluto, scuoteva i alzai, gli austriaci erano per piombarci ad- nervi in modo impressionante. dosso! Segui il lungo crepitio e dopo innu- Col coraggio dei compagni giunsi alla linea merevoli sforzi li respingemmo. Nella notte Austriaca quella tenuta fino al 4 Agosto cioè lanciavano numerosi gas, seguiti da attacchi. prima della nostra fulminea avanzata. Le no- Eravamo così tutti sbaragliati. Non trovavo

32 Lumen più nessuno della compagnia. Il 31 l’artiglie- 6) Da: Il Sacro Speco …, an- no XXIII, fasc. 9, novembre ria non ci dava un pò di pace. Ormai eravamo 1917, pp. 158-159; titolo sordi e molti senza favella. Mi trovavo buttato originale: Grazie e favori. A maggiore chiarezza del ti- a terra, giacché privi di trincea, senza un mi- tolo c'è questa nota: In con- nimo riparo; quando senza volerlo, mi scostai formità ai Decreti di Urbano un pó. Miracolo! Sul mio pasto piombò una VIII, si dichiara che ai fatti che qui si narrano come bombarda, 5 soldati divennero mucchi di car- grazie e favori del Cielo non ne, un’ altro fece due passi indietro, poi spirò si debba prestare altra fede che l'umana. boccheggiando sangue. Ed io ancora salvo La medaglia di S. Bene- con la mia medaglia fra le dita, che da quando detto di cui parla il soldato venne prodotta in varie for- l’ebbi non avevo mai lasciata, e che conservo magari una messa cantata. Ma bisognava che me: oblunga, a croce, circo- tuttora. La notte era sempre un continuo, e mi fossi risolto prima! All’atto pratico, la festa lare. La forma oblunga la descrivemmo in il foglio di per trovare un piccolo riparo, io ed un’altro consistè in questo: la Domenica mattina venne Lumen, 25 (2009), pp. 19- dovemmo sbarazzarci di due cadaveri semi- un buon padre Cappuccino, saldato di sanità 21. Ora descriviamo la me- daglia a forma circolare: sepolti, che erano appoggiati a una roccia e in un ospedaletto non troppo lontano: disse «dal XIV centen(ario) del che emanavano un puzzo da morire, e ci ac- messa, con una bella predica; e poi tutto il natale del Santo, in cui fu fatta coniare dai Cassinesi, coccolammo ai loro posti. Venne l’alba del 1°, giorno a confessare. Siccome gli parve oppor- prende nome di medaglia gli austriaci tentarono un nuovo sforzo dispe- tuno di consacrare altre particole e di con- giubilare di S. Benedetto. È circolare; sul diritto reca in- rato, seguiti da innumerevoli rinforzi. Erava- servare il Santissimo, nel pomeriggio ci fu tera e in piedi l'immagine del mo ben pochi. Sfiniti dal continuo combattere. rosario, discorso e benedizione: poi continua- S(anto), impugnante con la destra la Croce, e nella sini- Una sola mitragliatrice funzionava e poco do- rono fino a notte le confessioni. stra l'aperta regola, ove leg- po cessò il suo schioppettio. Il tenente che Stante il tempo molto incerto, s’era fatta la gesi "Ausculta, fili, prae- cepta magistri". Agli estremi funzionava era colpito a morte! Senza bombe cappella in una cucina di una casa (giacché ora d'un seggio che gli è dietro, e ben poche cartucce e gli austriaci erano per si fa i signori, e si sta nelle case di un paese na- sono, a destra, un calice spezzato dond'esce un ser- piombarci addosso, massacrandoci con le turalmente disabitato dai borghesi): tre casse pe (allusione al suo mira- bombe. Un grosso sasso mi colpi le costole soprapposte formavano l’altare, un uscio la colo in ), a sinistra il rovesciandomi; mi rialzai e seguitai ancora il tradizionale corvo col pane predella, varie coperte da campo e una tova- (avvelenato da Florenzo). fuoco. Facemmo un nuovo sforzo disperato e glia della mensa nostra nascondevano la me- Nei due spazii vuoti, fra il dopo un bel pó gli austriaci erano in rotta. schinità delle suppellettili; un’altra coperta seggio e il cerchio interno della medaglia, sono le Nella ritirata il suolo era coperto di cadaveri! faceva da baldacchino. I soldati avevano tro- parole: Crux S. Patris Bene- Ormai non ne potevo più, la mia vita era tutta vato una litografia del Crocifisso; e, attaccata dicti [Croce del S. Padre Benedetto]; tutto a l'intorno indolenzita, la gola arsa dai gas, la sete mi sopra l’altare, l’avevano adornata piuttosto queste altre: Eius in obitu martorizzava, che ormai erano 3 notti e 2 gior- bene con una ghirlanda d’alloro e di fiori di nostro praesentia mumia- mur [Della presenza sua ni e mezzo che non mangiavo ne bevevo. Mi biancospino; altri due mazzi di fiori nella morte nostra munia- accoccolai in terra, senza più speranze; ma sull’altare, e quattro candelieri completavano moci]; e sotto i piedi del Santo: Ex S. M. Cassino forse ero ancora protetto, la medaglia era l’addobbo. Siccome la cucina cappella non era MDCCCLXXX [Dal sacro ancora nelle mie mani. Un momento dopo abbastanza quieta per la necessità che i soldati Montecassino, 1880]. Nel rovescio campeggia la Cro- una granata mi scoppiò vicino, mi sentii col- transitassero continuamente li, cosi fu deciso ce, nei quattro angoli della pito, ma non feci caso; dopo che si levò il fumo di portare il Santissimo in una stanzetta più quale le lettere C. S. P. B., cioè Crux S. Patris Bene- vidi che al mio braccio sinistro usciva un riga- appartata; e, perchè non restasse incustodito, dicti; intorno al cerchio della gnolo di sangue. Vicino al mio gomito era una sorse l’idea di domandare se qualcuno dei medaglia le lettere V. R. S. N. S. M. V. - S. M. Q. L. I. V. grossissima scheggia (del peso di un palo di soldati avesse voluto fare un po’ di guardia. B., cioè Vade retro satana, chili) tuttora bollente. Riacquistai un po’ di Feci domandare la cosa da un soldato, senza numquam suade mihi vana; sunt mala quae libas, ipse forza e giù a precipizio per la china. A Sarcano parere che lo desiderassi o lo sapessi io. venena bibas [Va' indietro, la mia faccia era di cera. Ormai ero salvo lon- Credevo che al mattino se ne sarebbero tano da quella borgia infernale. trovati tre o quattro: se ne trovarono undici, e Sarebbe mio desiderio che la presente fosse credo che più ce ne sarebbero stati, se più si pubblicata nel bollettino mensile il «Sacro Spe- fosse cercato. Dalle sette di sera alle sei di co». Ringraziandolo anticipatamente mattina un’ora per uno di adorazione: Dev.mo Soldato Pistoia Pietro». (6) ognuno svegliava il successore, e mi dicono che il Santissimo non restasse tanto solo «... Ho da darle una notizia che le farà piacere nell’intervallo, perché chi smontava trovava abbiamo fatto la Pasqua in batteria. Qualche l’altro non solo già sveglio, ma già pronto! Col probabilità di altro spostamento mi persuase pretesto di varie faccende da sbrigare, la mia Sopra: ad affrettare la cosa, e a tarpare parte del pro- pigrizia fece sì che prendessi ben poca parte a medaglia di San gramma, che in una piena edizione avrebbe questa adorazione; ma quel che vidi m’ha Benedetto nella dovuto comprendere un due o tre giorni di lasciato un ricordo, che spero continuo e forma circolare predicazione, ed un po’ di solennità esterna: salutare. Immagini una stanzetta stretta e (descrizione a nota 6)

Lumen 33 satana, giammai persua- squallida: a una parete un tavolino, con sopra santa benedizione, e quindi fornitici della sua dermi vanità; son velenose le tue bevande, beviti i tuoi disteso uno asciugamani; e sopra, posata la santa immagine impressa sulla medaglia be- veleni]. Lungo il braccio borsa del corporale e dentro a quella il nedetta, che teniamo conservata come vera orizzontale della Croce le lettere N. D. S. M. D.; lungo Signore! Una candela da una parte, un cosa sacra sempre presso di noi e che sempre il verticale C. S. S. M. L., vasetto di fiori dall’altra; contro la parete un ci ha fatto da scudo procurandoci coraggio in cioè Non doemon sii mihi immagine del Sacro Cuore. Eppure l’assicuro ogni angoscia, partimmo contenti perchè si- dux: Crux sancta sit mihi lux [Non il demonio sia a me che si sentiva la presenza del Signore; pareva curi che mai ci verrà a mancare la sua pro- duce. Croce santa, sii la mia di essere nella capanna di Betlemme. Quante tezione e siamo così sicuri anche di ritornare luce]: al di sopra della Croce bel saluto evangelico e be- cose avranno detto a Gesù quei poveri soldati un giorno a ringraziarlo delle immense grazie nedettino: Pax [Pace]». La e quante più cose avrà detto Gesù a loro! ricevute. descrizione è tratta da: Il Sacro Speco di San Bene- Credo che avranno dovuto provare che cos’ è Si, o Gran Padre nostro, San Benedetto, noi, detto, anno XXIV, fasc. 6, il Paradiso. tutta la nostra esistenza la dobbiamo a te e settembre-ottobre 1918, pp. 99-100. La mattina del Lunedi, poi, a buon’ora entrò come ci hai aiutato tante e tante volte per il 7) Da: Il Sacro Speco …, an- la Messa, e si fece la Comunione, accompa- passato, ti supplichiamo ad aiutarci sempre e no XXIV, fasc. 3, maggio 1918, pp. 53-54; titolo ori- gnata da un altro discorso del buon Padre, di- fà tu che quando il cannone e tutte le armi ginale: Una Pasqua di Guer- scorso, come gli altri, semplice e persuasivo, micidiali falciano tante povere vite umane ci ra. Il titolo è accompagnato da questa nota: La stral- perché puramente religioso. Così finì la no- giunga a noi il tuo conforto e il tuo aiuto. Fa tu ciamo da una lettera di un stra festa; quanto all’esito, mi ripromettevo di che noi raccogliendo il frutto delle continue nostro Oblato, ora tenente di artiglieria al fronte, in data più, perché su novanta presenti le Comunioni preghiere recitate dai nostri bimbi, dalle 17 aprile del corrente anno. furono cinquanta o cinquantacinque: credo nostre giovani spose e dai nostri vecchi geni- 8) Da: Il Sacro Speco …, an- no XXI, fasc. 9, novembre che se si poteva far le cose con più calma e tori che ci attendono e che queste preghiere 1915, pp. 215-216; titolo maggior preparazione, quasi tutti avrebbero per tua intercessione suscitandone dalla SS. originale: La fiducia dei no- stri militari nella protezione fatta la Pasqua. Ecco come riesco a guastare le Trinità la santa Benedizione e la santa grazia di S. Benedetto. feste a Nostro Signore; se mi decidevo prima, di poter riabbracciare i nostri cari che con le cose andavano in un altro modo ...». (7) ansia ci aspettano, indi fiduciosi ti offriamo tutto il tributo del nostro affetto, sorgente del «Dal Campo lì 24 Ottobre 1915 nostro povero cuore infranto e travagliato dalla fatica e dalle sofferenze, ma robusto e R.mo p. Priore del Monastero di S. Benedetto saturo di confidenza e di fede e perciò tor- - SUBIACO niamo sempre a pregare e mai cesseremo, tro- In questo momento in cui la storia registra vando nella preghiera coraggio, conforto, vit- anche per l’Italia nostra vittorie e lutti per la toria e ritorno. liberazione delle nostre antiche terre irre- Ed ora rivolgendoci a lei nostro caro padre in dente noi qui sottoscritti tutti figli di Subiaco, religione la supplichiamo devotamente quale che siamo orgogliosi di tenere come nostro custode della santa Basilica, pregare questo Santo Protettore S. Benedetto, che sempre ha Gran Santo insieme a Maria Santissima e la saputo conservare custodia sui propri figli a SS. Trinità, per nostro riguardo e quando nel- lui devoti, egli che ci liberò dal flagello del la mattutina preghiera consegue il Sacra- Terremoto nel luttuoso giorno del 13 gennaio mento della Santa Comunione lanci su noi la u. s. non potendo anche negare che benchè sua santa benedizione che unita essa ci por- lontani dalla nostra cara patria, sempre ci ha terà il suo conforto in questi luoghi in cui si custoditi liberandoci da multiplicati pericoli, incontrano pericoli addizionati. Infine accol- come quelli in data 16 Giugno, 16 Luglio, 5 ga i nostri più cordiali saluti che in grazia di Ottobre u. s. e nella corrente settimana. Dio e di S. Benedetto le porgiamo insieme a Quando per disposizione delle autorità Mili- tutti i familiari, unendovi ricolmo di speranze tari fummo richiamati sotto le armi già cono- un sincero a rivederci presto a chiederle la scendo il nostro difficile compito da compiere, Santa Benedizione. Devotissimi (8). A lato: non potemmo fare a meno prima di partire, [seguono 26 firme] la redazione del recarci costà nella sua Santa Grotta, Vulcano Sacro Speco annota la di Grazie e di speranze, onde ricevere la sua cessazione dell’attività di uno dei suoi collaboratori (da Il Sacro Speco ..., anno XXIII, fasc. 9, novembre 1917, p. 151)

34 Lumen Ristampa Una sentenza La sentenza a cui facciamo riferimento è quella della Corte di della Corte di Cassazione Penale Sez. III, 16.06.2006 (Cc. 13.01.2006), n. Cassazione 20776. Un documento che gli amministratori comunali dovrebbero conoscere. da Redazione

li stralci della sentenza trascritti ci edilizio dello spazio attraverso la realizzazione di permettono di distinguere ciò che è un edificio in tutto o in parte nuovo. ristrutturazione edilizia e ciò che non b) L’art. 10, 1° comma - lett. c), del T. U. n. Glo è, dato importante per salvaguar- 380/2001, come modificato dal D. Lgs. n. dare l’integrità dei nostri centri storici e avere idee 301/2002, assoggetta a permesso di costruire que- chiare in proposito. gli interventi di ristrutturazione edilizia «che Sono riportate solo le parti riguardanti il diritto, è portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte omessa la parte che riguarda il fatto che ha condotto diverso dal precedente, che comportino aumento di alla sentenza e le conclusioni a cui è giunta la corte. unità immobiliari, modifiche del volume, della sago- Ci si è mantenuti fedeli al testo, i corsivi e i neretti ma, dei prospetti o delle superfici», ovvero si connet- sono quelli presenti nel documento. tano a mutamenti di destinazione d’uso, limitata- mente agli immobili compresi nelle zone omogenee A). « [...] 1. In punto di diritto deve rilevarsi che: c) L’art. 22, 3° comma - lett. a), dello stesso T. U., a) L’art. 3, 1° comma - lett. d), del T. U. n. come modificato dal D. Lgs. n. 301/2002, 380/2001 - come modificato dal D. Lgs prevede, però, che - a scelta dell’interessato - tali 27.12.2002, n. 301 - definisce interventi di ri- interventi possono essere realizzati anche in base strutturazione edilizia quelli “rivolti a trasfor- a semplice denunzia di inizio attività. mare gli organismi edilizi mediante un insieme Dalle disposizioni legislative dianzi ricordate si sistematico di opere che possono portare ad un deduce che sono sempre realizzabili previa organismo in tutto o in parte diverso dal pre- mera denunzia di inizio dell’attività le ristrut- cedente. Tali interventi comprendono il ripri- turazioni edilizie di portata minore: quelle, stino o la sostituzione di alcuni elementi costi- cioè, che determinano una semplice modifica tutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e dell’ordine in cui sono disposte le diverse parti l’inserimento di nuovi elementi ed impianti”. che compongono la costruzione, in modo che, La ristrutturazione edilizia non vincolata, pertan- pur risultando complessivamente innovata, to, al rispetto degli elementi tipologici, formali e questa conserva la sua iniziale consistenza strutturali dell’edificio esistente e differisce sia urbanistica (diverse da quelle, descritte nell’art. dalla manutenzione straordinaria (che non può 10, 1° comma - lett. c, che possono incidere sul comportare aumento della superficie utile o del carico urbanistico). numero delle unità immobiliari, né modifica Il T.U. n. 380/2001 ha introdotto, in sostanza, della sagoma o mutamento della destinazione uno sdoppiamento della categoria delle ristrut- d’uso) sia dal restauro e risanamento conservativo turazioni edilizie come disciplinata, in prece- (che non può modificare in modo sostanziale denza, dall’art. 31, 1° comma - lett. d), della leg- l’assetto edilizio preesistente e consente soltan- ge n. 457/1978, riconducendo ad essa anche in- to variazioni d’uso “compatibili” con l’edificio terventi che ammettono integrazioni funzionali conservato). e strutturali dell’edificio esistente, pure con in- La stessa attività di ristrutturazione, del resto, crementi limitati di superficie e di volume. può attuarsi attraverso una serie di interventi Deve ritenersi, però, che le modifiche del “vo- che, singolarmente considerati, ben potreb- lume”, ora previste dall’art. 10 del T. U., pos- bero ricondursi agli altri tipi dianzi enunciati. sono consistere in diminuzioni o traslazioni L’elemento caratterizzante, però, é la connes- dei volumi preesistenti ed in incrementi volu- sione finalistica delle opere eseguite, che non de- metrici modesti, poiché, qualora si ammet- Sopra: vono essere riguardate analiticamente ma tesse la possibilità di un sostanziale amplia- frontespizio della valutate nel loro complesso al fine di indi- mento dell’edificio, verrebbe meno la linea di sentenza viduare se esse siano o meno rivolte al recupero distinzione tra “ristrutturazione edilizia” e

Lumen 35 “nuova costruzione”. possono essere realizzati medianti denuncia 1.1 In materia di ristrutturazione edilizia di inizio attività: previa integrale demolizione, il legislatore ha - se “portino ad un organismo edilizio in tutto o introdotto una disciplina espressa soltanto con in parte diverso dal precedente e comportino l’art. 3, 1° comma - lett. d), del T.U. n. 380/2001, aumento di unità immobiliari, modifiche del che, nella sua formulazione originaria, ricon- volume, della sagoma, dei prospetti o delle su- duceva nell’ambito degli interventi di ristrut- perfici, ovvero che, limitatamente agli immobili turazione edilizia “anche quelli consistenti nella compresi nelle zone omogenee A), comportino demolizione e successiva fedele ricostruzione di un mutamenti della destinazione d’uso”; fabbricato identico, quanto a sagoma, volume, area di - se, però, comportino la preventiva demoli- sedime e caratteristiche dei materiali, a quello preesi- zione dell’edificio, il risultato finale deve coin- stente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per cidere nella volumetria e nella sagoma con l’adeguamento alla normativa antisismica” (per la l’edificio precedente. ricostruzione dell’interpretazione giurispru- 1.3 In ogni caso, la ricostruzione su ruderi denziale della disciplina previgente vedi Cass., costituisce sempre “nuova costruzione”, in Sez. III, 4.2.2003, Pellegrino). quanto il concetto di ristrutturazione edilizia postula Il D. Lgs. 27.12.2002, n. 301 ha modificato necessariamente la preesistenza di un fabbricato da tale disposizione, comprendendo tra gli inter- ristrutturare, cioè di un organismo edilizio dota- venti di ristrutturazione edilizia “anche quelli to delle murature perimetrali, strutture oriz- consistenti nella demolizione e ricostruzione con la zontali e copertura. In mancanza di tali ele- stessa volumetria e sagoma di quello preesistente, menti strutturali non è possibile valutare l’esi- fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’ade- stenza e la consistenza dell’edificio da conso- guamento alla normativa antisismica”. lidare ed i ruderi non possono che considerarsi È stato eliminato, dunque, il riferimento alla alla stregua di un’area non edificata [vedi Cass., “fedele” ricostruzione ed è stato specificato che Sez. III: 4.2.2003, Pellegrino e 20.2.2001, ric. la ricostruzione costituisce ristrutturazione se Perfetti; nonché C. Stato, Sez. V: 28.5.2004, n. il risultato finale coincide nella volumetria e 3452; 15.4.2004, n. 2142; 1.12.1999, n. 2021; nella sagoma con il preesistente edificio de- 4.8.1999, n. 398; 10.3.1997, n. 240]. molito. La demolizione - per essere ricondotta anche L’identità della volumetria e della sagoma non alla nuova nozione legislativa di “ristruttu- costituisce, invece, un limite per gli interventi razione edilizia” - deve essere contestualizzata di ristrutturazione che non comportino la temporalmente nell’ambito di un intervento unita- previa demolizione dell’edificio. rio, volto, nel suo complesso, alla conservazione 1.2 Può concludersi, allora - quanto agli di un edificio che risulti ancora esistente e strut- interventi di ristrutturazione di cui all’art. 10, turalmente identificabile al momento dell’ini- 1° comma, lett. c), del T.U. n. 380/2001, come zio dei lavori (c.d. principio della contiguità modificato dal D.Lgs. n. 301/2002 (non di temporale).» [Omessa la parte successiva] portata minore) - che essi sono subordinati a permesso di costruire ma, in alternativa,

A lato: cartolina illustrata di Carsoli, in evidenza il suo centro storico agli inizi del Novecento

36 Lumen Ristampa Informazioni da Proseguiamo lo spoglio di testi antichi alla ricerca di notizie sulla libri antichi storia delle nostre contrade.

da Redazione

niziamo con il riportare una notizia Antonio nell’anno 1711 alla campagna, furono tratta dalla Gazzetta Universale, n. 18, 1 veduti alcuni animali immondi scivolare più volte giù marzo 1791, p. 143, dove si dava noti- da alcune pietre ripide, e lisce, dell’altezza di due I canne in circa, con atti, e modi tali, che avevano del zia di un furto avvenuto a Rocca di Botte. «[...] Premendo sommamente al vigilantissimo Mon- redicolo, e burlesco, e però acconcia a distogliere signor Rinuccini Governatore di Roma la pulizzia l’attenzione del popolo a quanto diceva il Missionario. della Dominante per l’estirpazione dei malviventi che Il Padre facendo il segno della Croce, ed esortando infestano il pubblico, dagli esecutori di quel Tribunale tutti a fare lo stesso, con avvertire essere quelli tanti ne sono stati già carcerati 14 tutti rei d’ omicidio cras- Demoni, venuti a fine d’impedire il frutto della sazioni, furti ec. Fra questi si trovano due accusati di Divina parola, li fece subito sparire; onde non più furto sacrilego, commesso nella Terra di Rocca di Bot- comparvero, come lo depongono con fede giurata due te nel Regno di Napoli, ai quali furono trovate una persone, che si trovarono presenti, ed altre due persone Croce d’argento da Chiesa rotta in pezzi ; una pisside, di veduta attestano essere un caso poco differente un incensiere, un ostensorio, ed un Calice dell’istesso succeduto un’altra volta tra i confini di Pereto, e metallo, il tutto acciaccato. Nella perquisizione poi Rocca di Botte, luogo distante due miglia dalle dette fatta in dosso uno aveva altra coppa di Calice, e l’altro Terre, dove nel meglio predicare, si vidde avviarsi in una Crocetta di Pisside, ed il legno della S. Croce con mezzo al popolo un simile animale immondo, al- 1) L’opera missionaria del custodia. La cognizione della causa dei medesimi spet- quanto però differente dagli altri, con un cane, che lo Baldinucci era nota anche a seguitava; il che tanto più rese credibile essere quello Giacinto de Vecchi Piera- terà al Sacro Tribunale dell’ Inquisizione giacché i sa- lice. crileghi rei portarono via le pissidi cole particole con- un Demonio, quanto che in quel luogo non v’erano, sacrate. [...]» né praticavano bestie porcine. Se bene non gli riuscì Riferimenti ai nostri paesi sono presenti nella anche in quell’occasione distogliere dall’attenzione Vita del p. Antonio Baldinucci della Compagnia del l’udienza, perché col segno della Croce fu parimente Giesù missionario. Scritta dal p. Francesco Maria dal Padre dileguato; onde non più comparve, né Galluzzi […], Roma 1720, pp. 86-87. (1) l’animale inseguito, né il cane, che gli dava la caccia. Il biografo, narrando l’attività missionaria di padre Balducci, riferisce delle lotte che questo sosteneva giornalmente contro il demonio disturbatore delle sue predicazioni. Diceva il missionario ad un suo corrispondente: «Il De- monio ha preso a perseguitarmi da un luogo ad un altro: ma la Santissima Vergine non lo fa vincere. Si aiuta a disturbare le Missioni per via di stridi d’ener- gumeni, e coll’eccitare un’uomo malvaggio ad andare girando con un’immagine della Vergine, spacciando falsi miracoli, con truffare robba, e denari, ma è stato cacciato». Per ostacolare queste interferenze, il padre faceva il segno della croce e il distur- batore spariva. «Così in Diocesi di Sopra: Tivoli, quietò quattro donne spiritate, che avevano frontespizio della fatto tramortire alcuni dell’udienza per lo spavento. Gazzetta Universale […] In Tagliacozzo col solo recitare un Pater, ed Ave, a lato: cacciò un nero stuolo di rondoni, che molto basso stampa raffigurante volavano su l’uditorio, con gran disturbo […]. p. Antonio L’altro caso successo nella Terra di Pereto della Dio- Baldinucci cesi de’ Marsi in Regno. Predicando ivi il Padre Lumen 37 […] In Colle Alto Diocesi di Rieti, fece egli cadere sul Bitonto fino a’ dì nostri, Napoli 1843, pp. 60-64. tavolino, ove il Padre predicava, una grossa pietra, e L’autore riporta alcune considerazioni sulla che non lo colpisse, con restarne ferito, o infranto, scrive frontiera settentrionale del Regno di Napoli chi fù presente, esservi mancato un sol capello […]». risalenti ai primi anni dell’Ottocento, la cui Altra notizia di un certo interesse è tra gli scritti lettura ci permette di comprendere il signifi- di Niccolò Tommaseo (Il secondo esilio. Scritti di cato strategico del Carsolano e della Marsica Niccolò Tommaseo concernenti le cose d’Italia e d’Eu- in quell’epoca. ropa dal 1849 in poi, vol. 3, Milano 1862, pp. 121- «La frontiera del regno [verso lo Stato Pontificio] 122). Qui l’autore pone a confronto l’opera di bene può essere considerata divisa in cinque vallate: Livio Mariani (2), L’Italia possibile, con quella di di Fondi e Scauri: di Ceprano e Sora: di Avezzano e un altro patriota, Giuseppe la Massa (3), autore Celano: di Aquila: degli Abruzzi marittimi. […] Della guerra insurrezionale in Italia. Per la valle di Roveto risalendo il Liri, v’è altro Scrive Tommaseo: «Questi due libri, usciti alla sentiero ma molto più lungo, che continuando defi- 2) In diverse circostanze luce da pochi mesi, parranno fuor di stagione oraai: latamente verso Capistrello conduce a Tagliacozzo, e l’Associazione Lumen si è ma per questo appunto io ne parlo. Quando a molti voltando a levante per i piani Palentini mena ad interessata a questo per- sonaggio del nostro Risor- pareva giunto il momento dell’operare, non era da Avezzano. Il quale ultimo sentiero, senza molta dif- gimento, un elenco degli inframmettere discorsi, che avrebbero distratto, e ficoltà, si può rendere transitabile per l’artiglieria di studi promossi si trova nel- l’Indice generale ed elenco forse diviso; ma giacchè quel che i savii presenti- un corpo d’armata. Assai malagevole, sin anche con delle pubblicazioni dell’As- vano, interviene, cioè una dilazione, non dico al cavalcature, è l’attuale transito per Rocca di Mezzo sociazione Culturale Lu- men (onlus), a cura di C. De risolversi delle nostre sorti, ma al cominciare di ve- a voler passare dalla valle di Avezzano e Celano in Leoni, Pietrasecca di Car- dere un barlume d’idee che faccia sperare la possi- quella dell’Aquila […]. soli 2009. 3) Patriota siciliano (Trabia bilità dell’intendersi sopra le vie del risolverle; non Dalla vallata di Avezzano e Celano vassi nello Stato 1819 - Roma 1881), fu il sarà importuno un cenno di riconoscenza a coloro pontificio per Tagliacozzo, da dove si discende a principale ispiratore dei mo- che con animo sincero pensarono a questo. L’ Autore Carsoli, e quindi a Subbiaco sulla falda occidentale ti rivoluzionari scoppiati a Palermo nel 1848. Nel 1860 romano ha l’occhio all’Italia del passato, il Siciliano degli appennini. Carsoli è città appartenente al re- seguì Garibaldi. Entrò nel- alla futura; ma non dissimulano nè l’uno nè l’altro gno di Napoli, e sarebbe utile forse di cedersi allo l’esercito sabaudo e fu de- putato nei banchi della sini- le condizioni presenti; e le stesse loro speranze sono stato limitrofo in compenso di altri siti che più ne stra. Scrisse diverse me- gravi d’imagini dolorose e di severi ammaestra- convengono. Dalla stessa vallata di Avezzano e Ce- morie storiche. menti, come di chi sente le difficoltà d’ogni impresa lano si è a Terni nello stato papalino lungo il ru- che sia generosa negli intendimenti e voglia esser scello Salto. […] durevole negli effetti. Le memorie del Romano son Gli sbocchi delle nostre cinque vallate nello stato frutto di studii solitari; e talvolta raccolgono in romano non sono difficili a difendersi; ed entrerò ne’ mezza pagina le indagini di mezza la vita: i desiderii particolari […]. del Siciliano spirano la fiducia di cittadino che sa Nella vallea di Avezzano e Celano non altro vorrei che con la mano stessa trattare la spada ad assalti ani- tre forti ridotti fabbricati con case matte e controscarpe mosi, e a versi felici la penna. Non toccherò d’alcune a fuochi di rovescio, il primo nello sbocco da Capistrel- sentenze che nel primo paiono scostarsi da quella lo ne’ piani Palentini, il secondo a Tagliacozzo, il terzo unità di dottrine religiose ch’è necessaria ai grandi a Forca-Caruso sulla via da Celano a Sulmona; ed moti delle nazioni; sentenze da non imputare a deli- altro più piccolo sull’alto del cammino da Celano berato proposito in abbozzo d’opera incompiuta per all’Aquila, e tutti da servire in tempo di pace per allog- morte. Ma noterò di buon grado che ambedue, inge- giamento. Per la vallata aquilana, mi sembra, non al- gnandosi di costituire in fantasia questa Italia cia- tro bisognare che mettere in istato di difesa la città scuno al modo suo, tendono pure virtualmente più istessa dell’Aquila, che è cinta di buone mura, co- ad unità che non paiano: e che i libri loro, in tanto struendo de’ semplici ridotti a case matte ad Antrodoco subisso di declamazioni non meno sguajate, se non e Lionessa. [...] più eleganti, che le rettoriche, rimangono meritevoli Il grande obbiettivo di siffatte disposizioni a difesa è di di lettura. Ne prendiamo occasione a tenere breve poterci noi concentrare lungo tutta quanta la strada o ragionamento sopra certe questioni che son passate, solo su quell’una parte che dalla scafa del Garigliano e certe altre che sopravverranno e che passeranno; conduce a Venafro ed a Popoli, e distaccare il nemico per fare un quasi esame della nostra coscienza, e di dalla sua base di operazioni sulla grande strada da quella de’pochi o molti che abbiamo consenzienti con Roma ad Ancona, per così trovarsi i suoi corpi di noi, che riconoscono un positivo non rettile tra i fatti esercito divisi dalle montagne che separano le cinque ma volante su quelli; che sanno bene, le cose umane valli della nostra frontiera […]». non succedere mai al modo che l’uomo desidera o so- Interessanti sono anche le descrizioni topo- gna, ma non negano che il sogno possa essere, se non grafiche o storiche del Regno di Napoli, dove Sopra: presagio, ricordo». è facile trovare brevi notizie, anche se i toponi- frontespizio delle Notizie di carattere militare sono presenti in mi sono spesso riportati in modo errato. memorie raccolte da uno scritto di Mariano D’Ayala, Le vite de’ più Nella Descrizione topografico, fisica, economica, po- Mariano D’Ayala celebri capitani e soldati napoletani dalla giornata di litica de’ Reali Dominj al di qua del Faro nel Regno

38 Lumen delle Due Sicilie […], tomo II, Napoli 1835, alle 1656, per cui si tralasciò di fare ivi il mercato. Vi pas- pp. 223-224, troviamo un profilo geologico sano due torrenti uno col nome di Mauro, e l’altro delle nostre contrade. Torano: il primo ha origine da Vallintensa territorio «[...] Più svariata è la costituzione geologica del Cir- di Colli, dalla terra del Tufo, e da quella di Pietra Sec- condario di Carsoli. Le rocce cominciano a divenir ca. Il secondo da detta terra di Colli. Si uniscono am- meno smisurate e più basse a misura che da’ suoi con- bedue a piè del paese, e vanno poi dopo il corso di circa fini discorrono versa lo Stato della Chiesa. Quelle di due miglia a tuffarsi nel fiume di Poggio Cinolfo. Paglia Bovi presso Tufa, di Cerrino presso Carsoli, di Dioc. di Marsi, feudo della casa Colonna di Roma, Macchia d’ Orlando presso Pietrascura, di Macchia- d’aria bassa, fa di popolazione 850. longa, Vallecicutana, Foresta e Fonte Celeste presso […] Colli terra, situata in un monte petroso con altro Pereto, di Morrone presso Rocca di Botte, fanno pa- monte boscoso in faccia. Vi è un castello quasi diruto, tente una calcarea a bianco smaccato, a grana gros- dove credesi esser nato S. Berardo. Vi passa al disotto solana, a tessitura piuttosto terrosa che compatta, ed a un torrente, che origina dalle inondazioni, e nelle tem- strati rovesciati alla peggio, inquinati da reliquie di peste danneggia parte del territorio seminabile. Dioc. 4) Su questo santo si veda corpi organici marini, ed interpolati da filoncelli di di Marsi, feudo della casa Contestabile Colonna, d’a- D. Zinanni, Da Rocca di Botte a Trevi. Pietro Ere- petroselce. Accanto alle loro falde e nelle loro vallate ria temperata, fa di popolazione 463. mita, l’uomo della speran- stanno ammassamenti o di sabbione siliceo-calcareo, o […] Pereto terra, sita a mezzogiorno in alto, nella cui za, Casamari 1988. 5) Per maggiori notizie si di marna turchiniccia sparsa di pezzi alquanto volu- sommità vi sono due grandi torrioni accompagnati veda Vita di padre Andrea minosi di selenite, o di arenaria zeppa di grani di con muri d’intorno scoverti, e mal ridotti dall’intem- da Rocca di Botte (1585- quarzo e di squamette di mica, uniti in cemento calca- perie dell’aria. Vi sono altri piccoli torrioni, che cir- 1651), a cura di S. Maialetti, Pietrasecca di Carsoli reo. Sul pendio della montagna calcarea ove posa condano in parte il paese colle mura provenienti da 2005. Oricola, si osserva un profondo avvallamento carat- essi. Dioc. di Marsi, principato della casa Colonna di teriforme, simigliante al decantato Pullo di Molfetta Roma, d’aria temperata, fa di popolazione 1000. in Terra di Bari. Tra l’eminenze di Oricola e quelle di […] Pietra Secca terrasita sopra di una vena Carsoli si stende il piano del Cavaliere, ove giacciono antica, detta Vena Cionca. Dioc. di Marsi, feudo della depositi vulcanici consistenti in lapillo bruniccio, che casa Arnone, d’aria ottima, fa di popolaz. 711. contiene squame di mica nera e particelle di pirossena, […] Poggio Cinolfo terra. Dioc. di Marsi, marche- ma è decomposto per lo più in modo che la terra ado- sato della casa Orsini Ottieri, d’aria temperata, fa di prasi per cemento in cambio della pozzolana. Nel luo- popolazione 686. go detto Sesara tra e Celle, in cui era l’anti- […] Rocca di Botte terra. Vi è una fontana ca Carseoli, città degli Equi, e di cui non rimangono d’acqua, che credesi averla fatta scaturire S. Pietro col adesso se non scarsi e miserabili avanzi di muraglie, si colpo del suo bastone da una pietra per dissetare sua scorge un tufo litoide di color bruno cinericcio e di fina sorella nel ritorno da Pietrasecca. Ella scorre a mezza grana terrosa. Consimili depositi si trovano anche di- costa dal monte S. Brizio, mezzo miglio da Roccabotte spersi in cumuli ed in pezzi ne’ piani e nelle vallette distante; e nel monte detto Serra secca vi è il intermedie alle alture calcaree fin presso Carsoli santuario della SS. Vergine col titolo della Madonna situato parte su dosso montuoso e parte in pianura per de’ Bisognosi, venuta dalla Siviglia, ed assai mi- dove scorrono i torrenti della Maura e della Mola, e racolosa. Fu patria di S. Pietro Eremita (4), e di S. dove uniti con quello del Fosso Fioggio, danno origine Andrea cappuccino (5). Dioc. di Marsi, feudo del al Torano, il quale devasta le campagne vicine a’ loro Gran Contestabile Colonna, d’aria sana, fa di po- confluenti. È comune opinione, che le dette materie polazione 780». sieno state distaccate da vulcani arsi nelle contrade Una breve memoria sulla Carsioli alto medie- vicine in epoca remota, e sieno state strascinate dalle vale è presente nelle Memorie prenestine dispo- alluvioni del mare nella sommersione del continente». ste in forma di annali, Roma 1795, alle pp. 101- Altrettanto curiosa è la Istorica descrizione del Re- 102. gno di Napoli diviso in dodici province, […]. Opera «Anno di Cristo 873. Da una carta dell’anno pre- di Giuseppe Maria Alfano […], Napoli 1798, pp. sente abbiamo la sicura notizia, che il Monastero 174, 178, 182, 188-190. Da notare la descri- Farfense possedeva in due fondi: l’uno zione delle mura di Pereto (la più antica finora coltivato da un colono chiamato Grimoaldo, l’altro conosciuta), e la leggenda che unisce Rocca di da un colono chiamato Romano, e che nel giorno Botte e Pietrasecca. decimo di maggio un certo Racone figlio di Frau- «[…] Auricola, seu Oricola; terra collocata sulla ci- perto di Carsoli, il quale aveva poco prima offerto ma di un monte vicino allo Stato Pontificio: e nel fine ai Monaci un figlio con alcune sue terre, domandò del suo territorio vi è un ameno sito, dove stava una ai medesimi in enfiteusi gli accennati fondi, per il volta l’antica Carsoli, tanto da Ovidio mentovata, canone di quattro denari, da pagarsi ogni anno nel che fu poi nella Guerra Sociale devastata. Dioc. di mese di agosto sotto la pena di cinquanta soldi di Marsi, feudo della casa Colonna romana, d’aria argento in caso di negligenza. [...]» Sopra: salubre, fa di popolazione 727. frontespizio delle […] Carsoli terra: molestata dalla peste nell’anno Memorie prenestine

Lumen 39 Ristampa Avvisi per Il periodico La Marsica*, pubblicò il 15 settembre 1912 a p. 2 un avviso emigranti (1912) per gli emigranti marsicani che volevano recarsi in America. Lo ristampiamo per non dimenticare che anche noi siamo stati migranti.

da Redazione

« on tre soli piroscafi nello scorso vadano a raggiungere parenti intimi. Però mese di luglio sono stati respinti da quelli che hanno superato i 45 anni di età, deb- New York ben 103 emigranti. Que- bono possedere una somma assai maggiore; Csto fatto dovrà servire come moni- così pure una maggiore somma è richiesta per to; ripetiamo di attenersi alle norme che ora gl’individui che per le condizioni fisiche o per riassumiamo per maggiore utilità dei Segre- altre ragioni non diano affidamento di poter tro- tariati: vare una pronta occupazione [...] gli emigranti a) Sono respinti allo sbarco a New Jork gli af- dovranno essere già forniti del biglietto ferro- fetti da: ernia, gozzo, arteriosclerosi, anchilosi viario se diretti nell’interno degli Stati Uniti. di varie giunture, atrofia delle estremità, malat- c) Sono respinti i minori degli anni 16 quan- * Era un giornale pubblicato tie croniche progressive del sistema nervoso do non siano accompagnati almeno da uno dei ad Avezzano e diffuso nella centrale disarticolazione con accorciamento e regione marsicana, l'artico- genitori, oppure non li vadano a raggiungere lo originale aveva il titolo: zoppicamento, gotta, atasia locomotrice, lupus in America. Gli orfani sono accettati tutte le vol- Segretariato di emigrazione difetti valvolari del cuore, vene varicose pro- te che raggiungano persone che faccia loro le per il Circondario di Avez- nunziate, i balbuzienti, i mutilati o deformi ecc. zano. Alla fine dell’articolo veci dei genitori. era riportata la seguente Sono pure respinti gli affetti da malattie ripu- annotazione: «N. B. - Per d) Le autorità degli Stati Uniti non vogliono la facilitazione nel disbrigo gnanti e contagiose; come le malattie veneree, delle pratiche e per le no- la tigna, la rogna, il tracoma, anche di forma che gli emigranti sieno attratti colà da contratti tizie inerenti al mercato di di lavoro o anche da semplici promesse di lavo- lavoro all'Estero, gli emi- leggera, la tubercolosi, la scrofola, ingrossa- granti di tutto il Circondario mento di glandole etc. Sono altresì respinti gli ro. L’emigrante dovrà presentarsi allo sbarco possano rivolgersi al Se- affetti da malattie mentali, come idioti, demen- agli Stati Uniti senza alcun impegno o vincolo gretariato Circondariale di Emigrazione in Avezzano ti o solo deficienti di mente. È importante nota- anche morale; [...]. In una parola, deve risul- retto dal Sig. M. Colaneri, re che anche senza una malattia speciale, sono Segretario Capo di questo tare che l’emigrante si rechi negli Stati Uniti alla Comune». respinti i nani [...]. ricerca di lavoro. b) È necessario che ogni emigrante sia in e) Sono in ultimo respinti: i condannati a grado di dimostrare di avere i mezzi sufficienti pene infamanti; le donne non maritate in stato per il primo sostentamento dopo l’arrivo negli di gravidanza e quelle che conducono seco figli Stati Uniti, in relazione della sua età, del suo sesso e delle sue condizioni fisiche. Di regola è non legittimi; le prostitute e coloro che favori- richiesto che l’emigrante possegga allo sbarco scono la prostituzione, i poligami e gli anar- Segnalazione bibliografica: chici.» M. Sciò almeno L. 125 e L. 75 solamente per quelli che

Pubblicazione della Associazione Culturale NORME PER GLI AUTORI ATTIVITÀ DELLA ASSOCIAZIONE Lumen (onlus) L’Associazione Culturale Lumen pubblica scritti Conferenze: prossimo incontro di studi sui 67061 Pietrasecca di Carsoli (AQ) di autori italiani e stranieri a carattere divulgati- mulini ad acqua proposto dalla SIGEA. via Luppa, 10 vo, utili alla vita sociale e culturale della piana Escursioni: itinerari naturalistici e storici. E-mail: [email protected] del Cavaliere e dei territori limitrofi. Gli scritti Visite guidate: musei, luoghi d’arte e siti devono essere realizzati preferibilmente con archeologici. Redazione: don Fulvio Amici, Claudio De videoscrittura idonea all’ambiente IBM e com- Collaborazioni: con scuole, ricercatori, studenti Leoni, Sergio Maialetti, Paola Nardecchia patibili (non Macintosh) e inviati agli indirizzi universitari e Pubbliche Amministrazioni. e Michele Sciò. dell’Associazione. La collaborazione si intende Illustrazione in copertina: a titolo totalmente gratuito. Gli autori sono Biblioteca: dotata di volumi di archeologia, storia locale e generale, arte, letteratura, periodici e santuario della Madonna dei Bisognosi, responsabili delle affermazioni contenute nei materiale archivistico. affresco secolo XV loro scritti. Le bozze verranno corrette internamente e non saranno allestiti estratti, Stampa: il foglio di Lumen e i Quaderni di Immagini: S. Maialetti, M. Sciò, archivi ma verranno inviate agli autori n. 2 copie del Lumen. fotografici privati, web fascicolo dove compare il loro articolo. Tipografia: MCM - Carsoli (AQ) - località Recocce Composizione: M. Sciò tel.: 0863 992122 - e-mail: [email protected] 40 Lumen