ZPS “Costa tra Marina di e ” (IT8050047)

Descrizione generale del Sito La ZPS “Costa tra e Policastro Bussentino” include al suo interno il - Sito di Importanza Comunitaria “Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta” (IT8050040) ed il- Sito di Importanza Comunitaria “Fascia interna della Costa degli Infreschi e della Masseta” (IT8050011). Si tratta di un insieme di siti simili dal punto di vista naturalistico e ambientale, per la somiglianza dei caratteri fisico‐territoriali e dei caratteri ecologici che li contraddistinguono. La maggioranza delle specie faunistiche e vegetali che li caratterizzano sono le stesse, pertanto si descriveranno cumularmene al fine di evitare un’inutile ripetizione di aspetti comuni, effettuando quindi un inquadramento floristico‐faunistico complessivo. Nella realizzazione del sito web, invece verranno distinte e inserite ognuna nella sezione dedicata al SIC di appartenenza. La ZPS “Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino” è collocata nella zona Sud del Parco ed il suo territorio è compreso tra 0 m s.l.m. ed i 660 m s.l.m. Nel sito risultano predominanti gli habitat “Arbusteti termo‐mediterranei e pre steppici” e le “Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici”. Inoltre sono presenti habitat rupestri delle pareti rocciose, prativi, di macchia e una piccola percentuale del sito è costituita da grotte e boschi ripariali a galleria. La sua qualità ed importanza sono legate principalmente alla presenza di una ricca ornitofauna. Sono presenti inoltre l’endemica primula di (Primula palinuri) e la Dianthus rupicola, una macchia illirica ben conservata e, tra i serpenti, il Cervone. Cartografia

Sentieristica

Descrizione degli habitat, della fauna e della vegetazione Il Formulario Standard Natura 2000 indica, per la ZPS “Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino” (IT8050047) la presenza di nove habitat di interesse comunitario, gli stessi che compongono i SIC inclusi al suo interno:

Cod.92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba L’ultimo tratto del fiume rappresenta un importante area per la vegetazione ripariale, caratterizzato dalla presenza di (Populus alba), salici (Salix alba); a stretto contatto con l’acqua, ma con radici ancora asciutte, si sviluppano canneti di canna domestica (Arundo donax), con altre specie lianose come il luppolo, il vilucchio e la vite selvatica. Tale habitat si rinviene anche lungo i valloni “Cala Bianca” e “Marcellino”.

Cod 1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con limonium spp endemici. La vegetazione rupestre e alofila che si insedia sulle falesie più esposte agli spruzzi d’acqua marina si chiama Critmo–Limonieto, dal nome delle piante che la caratterizzano. Infatti è costituita essenzialmente da finocchio marino e da specie diverse di statice (Limonium spp). Per quanto riguarda la ZPS in oggetto, l’habitat è caratterizzato dalla presenza dell’endemismo campano- lucano-calabro Limonium remotispiculum. Cod. 5210: Matorral arborescenti di Juniperus spp. Macchie di sclerofille sempreverdi mediterranee e submediterranee organizzate attoro a ginepri arborescenti. Sono costituite da specie arbustive che danno luogo a formazioni per lo più impenetrabili. L’habitat è tipico dei substrati calcarei e si ritrova prevalentemente in aree ripide e rocciose del piano termomediterraneo.

5320: Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere In termini bioclimatici l’ambito di pertinenza di queste garighe, è il macrobioclima mediterraneo ed in particolare il bioclima pluvistagionale-oceanico; si tratta di garighe su litorali subalofili a dominanza di camefite. Lungo la costa tra e Marina di Camerota si rinvengono frequentemente lungo una fascia compresa tra le falesie direttamente esposte all’azione del mare e le comunità arbustive della macchia mediterranea, con espansioni verso l'interno.

8210: Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica Questo habitat è costituito da vegetazione tipica delle pareti rocciose carbonatiche delle regioni mediterranea e eurosiberiana, dalla pianura alla fascia alpina. Lungo la costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino la vegetazione casmofitica assume particolare valore ambientale in quanto essa si inserisce nel Dianthion rupicolae rappresentata da stazioni puntiformi di Dianthos rupicolae ed è associata a preziosi endemismi come la Primula palinuri, la Campanula fragilis, l’Euforbia dendroides, il Juniperus phoenicea e la Fritillaria messanensis, geofita bulbosa estremamente rara, personalmente rilevata nella baia di P.to Infreschi. Questo habitat è presente lungo le pareti rocciose a picco sul mare che caratterizzano il tratto di costa da Marina di Camerota a Porto Infreschi.

8310 : Grotte non ancora sfruttate a livello turistico Grotte non aperte alla fruizione turistica, comprensive di eventuali corpi idrici sotterranei, che ospitano specie altamente specializzate, rare, spesso strettamente endemiche, e che sono di primaria importanza nella conservazione di specie animali.

6220*: Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea Praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di graminacee; su substrati di varia natura, spesso calcarei e ricchi di basi, talora soggetti ad erosione, con aspetti perenni (riferibili alle classi Poetea bulbosae e Lygeo-Stipetea; in particolare sulla ZPS sono presenti in maniera più rappresentativa le formazioni xerofile a dominanza di Hyparrhenia hirta.

5330: Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici All’interno della ZPS tale habitat è rappresentato principalmente da formazioni secondarie ad Ampelodesmos mauritanicus diffuse in maniera estesa da “Torre Zancale” a “Torre Mozza”; rientrante pertanto nel biotopo Corine sottotipo 32.23: Garighe dominate da Ampelodesmos mauritanicus. L’ampelodesmo, o tagliamani, è una grande graminacea che forma cespi molto densi di foglie lunghe fino a un metro. Questa specie ha un areale di tipo mediterraneo-occidentale. Grazie alla rapidità di ripresa dopo il fuoco, la diffusione di questa specie è molto ampia, essa costituisce infatti, praterie secondarie che sostituiscono diverse tipologie vegetazionali laddove gli incendi sono molto frequenti, come nell’area di costa in esame. La fisionomia è quella di una prateria alta e piuttosto discontinua, dove l’ampelodesmo è accompagnato da camefite o arbusti sempreverdi della macchia mediterranea, da diverse lianose e da numerose specie annuali.

8330 : Grotte marine sommerse o semisommerse Grotte situate sotto il livello del mare e aperte al mare almeno durante l’alta marea. Vi sono comprese le grotte parzialmente sommerse. I fondali e le pareti di queste grotte ospitano comunità di invertebrati marini e di alghe.

Uccelli Migratori abituali elenc. nell'All. I della Dir. 79/409/CEE

Nome : STROLAGA MEZZANA Specie: Gavia arctica (Linnaeus, 1758) La Strolaga mezzana trova gli habitat adatti per la costruzione del nido interamente al di sopra del 55° parallelo, dalla Scozia alla Scandinavia, dalla Russia all’Alaska. Nidificante in nord Europa e svernante nel nostro Paese, sverna lungo le coste del Mare del Nord, Baltico e Atlantico, nel Mar Nero e nel Mar Caspio. Scarsa, ma regolare, nel Mediterraneo. In migrazione e svernamento frequenta tratti costieri marini, spesso in corrispondenza di insenature, foci fluviali, porti e lagune. In Italia, i movimenti si osservano tra ottobre-dicembre e fine gennaio-maggio.

Nome comune: BERTA MAGGIORE Specie: Calonectris diomedea (Scopoli, 1769) Specie distribuita in periodo riproduttivo in colonie localizzate su pareti rocciose di isole e coste del Mediterraneo e degli arcipelaghi delle Azzorre e delle Canarie. E’ classificata come “Vulnerabile” nella Lista Rossa italiana. Specie prettamente pelagica viene osservata regolarmente al largo delle coste della ZPS, e del PNCVD, più in generale, soprattutto nella stagione invernale impegnata in movimenti erratici di natura trofica.

Nome comune: MARANGONE DAL CIUFFO Specie: Phalacrocorax aristotelis desmarestii (Payraudeau,1826) Il Marangone dal ciuffo è una specie politipica presente nel Mediterraneo e nel Mar Nero con la sottospecie meridionale (Phalacrocorax aristotelis desmarestii). Specie tipicamente marittima si osserva spesso negli scogli dove sosta generalmente con le ali aperte. I luoghi di pesca sono quasi sempre in corrispondenza di golfi e baie anche se talvolta può spingersi al largo. Specie prettamente pelagica, anche se rispetto alla precedente si posa più di frequente lungo la costa. Considerata “A più basso rischio” nella Lista Rossa italiana. Sensibile alle trasformazioni ambientali delle coste è minacciata dall’inquinamento delle acque specie da metalli pesanti, dalla perdita dei siti idonei alla nidificazione, dalla drastica riduzione delle risorse alimentari e dalla navigazione da diporto. E’ da considerare solo quale migratrice irregolare per la ZPS in oggetto.

Nome comune: BECCAPESCI Specie: Sterna sandvichensis (Latham, 1787) Il beccapesci tranne che in Oceania vive in tutto il resto del mondo, in Italia ci sono rare nidificazioni sul delta del Po, e nei pressi del Gargano, quindi sempre nei pressi del mare. Si ciba di pesci catturati tuffandosi in picchiata dal volo all'improvviso. Nidifica in primavera inoltrata. In inverno la specie vaga nel Mediterraneo e lungo le coste atlantiche e settentrionali del continente. Nidificano 82.000 – 130.000 coppie, di cui oltre 1.300 in Italia. E’ considerata “Vulnerabile” nella Lista Rossa italiana. Specie costiera e marina, frequenta le coste della ZPS sia in inverno che in periodo migratorio. Non ci sono particolari indicazioni da fornire per la sua conservazione, perché la specie in inverno è alquanto ubiquitaria e non sembra avere particolari esigenze ambientali.

Nome comune: GABBIANO CORSO Specie: Larus audouinii (Payraudeau, 1826) Il Gabbiano corso costituisce uno dei più cospicui endemismi a livello dell'avifauna mediterranea ed è interessato da problemi di conservazione a causa della distribuzione localizzata e delle relativamente piccole dimensioni della popolazione globale. Vive sulle coste del Mar Mediterraneo, dove le acque sono meno inquinate. Nidifica principalmente in Spagna (Isole Chafarinas e foce dell'Ebro), a Gallipoli sull' Isola di Sant'Andrea; in Sardegna e nell'Arcipelago Toscano, in Grecia e Algeria. In inverno si muove a sud, lungo la costa nordafricana, e oltre in Gambia, Mauritania e Senegal. In Italia la popolazione nidificante si aggira intorno alle 500 coppie, con varie oscillazioni negli anni. Si nutre di pesci e crostacei. Nidifica in primavera inoltrata, su piccole isole lungo le coste rocciose. La IUCN classifica il gabbiano corso come specie “In pericolo”.

Nome Comune GABBIANO CORALLINO Specie Larus melanocephalus Il gabbiano corallino nidifica in lagune costiere, specialmente su strisce di sabbia con un po’ di vegetazione, talvolta in colonie miste con altri laridi; migratore, frequenta le coste marine al di fuori del periodo riproduttivo, spesso insieme ai G.comuni. si nutre spesso sui campi arati di fresco, oppure intento a raccogliere pesci o altro cibo sulla superficie dell’acqua o a caccia d’insetti come il G. comune.

Nome comune: SMERIGLIO Specie: Falco columbarius (Linnaeus, 1758) Vive in ambienti aperti con alberi radi. Nidifica su cenge rocciose, sul suolo tra le eriche e le betulle, sugli alberi nei nidi di corvidi, sulle dune e nella tundra settentrionale fino alla Siberia. Si nutre prevalentemente di piccoli uccelli, talora di arvicole. È diffuso come svernante in Europa centrale e meridionale, mentre nidifica (nella tundra e talora su dune costiere) in quella settentrionale fino alla Siberia. In Italia si trova come specie di passo e svernante. Nella ZPS la specie è da considerare solo migratrice irregolare.

Nome comune: FALCO PECCHIAIOLO Specie: Pernis apivorus (Linnaeus, 1758) Migratore a lungo raggio, transahariano, sverna in Africa tropicale. Giunge in Italia in aprile- maggio, mentre la migrazione autunnale ha luogo in settembre-ottobre. Durante la migrazione primaverile, tende a concentrarsi in poche aree favorevoli, che consentono di evitare di attraversare tratti di mare (es. Gibilterra, Bosforo, Stretto di ): in queste situazioni si possono osservare concentrazioni spettacolari di migliaia di individui. Nidifica su alberi in boschi d'alto fusto, a 10-20 m d'altezza; spesso riutilizza nidi di altre specie (es. cornacchie, poiane), ma è in grado di costruirsi il nido da solo. La dieta consiste quasi esclusivamente di insetti, anche se non disdegna altre prede di piccole dimensioni (uccelli, mammferi, rettili). In particolare, si nutre di larve e adulti di imenotteri sociali (vespe, api): i falchi seguono i movimenti degli insetti fino ai nidi, che, se sottoterra, vengono dissotterrati scavando anche fino a 40 cm di profondità. E’ considerata “Vulnerabile” nella Lista Rossa italiana. La specie nidifica in ambienti boschivi maturi, pertanto al momento la frequentazione della ZPS è limitata al solo periodo migratorio, allorquando la specie la sorvola e può sostarvi per riposare, ma anche per motivi trofici. Nome comune: NIBBIO BRUNO Specie: Milvus migrans (Boddaert, 1783) E' un migratore principalmente transahariano, che giunge in Italia in marzo e riparte verso l'Africa in agosto. Alcuni individui svernano in Medio Oriente, in Africa settentrionale o, eccezionalmente, in Europa meridionale. Spesso nidifica colonialmente, sia nei grandi boschi di pianura che sulle pareti rocciose. E’ e considerata “Vulnerabile” nella Lista Rossa italiana. Si nutre di vertebrati sia vivi che morti; frequenta spesso i grandi laghi, e fiumi dove cattura pesci soprattutto morti o morenti, frequenta gli immondezzai, dove cerca soprattutto ratti, ma anche campi e prati dove ricerca soprattutto piccoli roditori, ma anche uccelletti e anfibi e persino grossi insetti. La specie per la nidificazione necessita di ambienti aperti, non distanti da zone umide, e dotati comunque di formazioni arboree vetuste su cui nidificare.

Nome comune: NIBBIO REALE Specie: Milvus milvus (Linnaeus, 1758) In Italia è stazionario, migratore e svernante: diversi individui provenienti dall'Europa centrale si aggiungono alla popolazione nidificante durante l'inverno. Nidifica su alti alberi, costruendo un nido di rami e sterpi ad un'altezza compresa tra 7 e 30 m; spesso utilizza come base il nido di una poiana o di un corvo imperiale.. In Italia nidificano 300 – 400 coppie. E’ considerata “In pericolo” nella Lista Rossa italiana. Frequenta zone in cui boschi sparsi si alternano a campi coltivati, pascoli, praterie ed altre zone aperte; a differenza del Nibbio bruno, non è legato agli ambienti acquatici ed è meno frequente in città e villaggi. Si può considerare il Nibbio reale come un tipico abitante di paesaggi aperti con agricoltura tradizionale. Nella ZPS in esame viene osservata solo in periodo migratorio, probabilmente le osservazioni si riferiscono a giovani in erratismo. L’assenza della specie in periodo riproduttivo può essere spiegata con il forte calo, che ha subito in tutto l’areale riproduttivo e le difficoltà che sta avendo nel riprendersi numericamente, oltre che nella scarsità di fonti trofiche, dovuta alla mancanza di attività pastorali rilevanti e di prede selvatiche naturali.

Nome comune: BIANCONE Famiglia: Accipitridae Specie: Circaetus gallicus (Gmelin, 1788) Il Biancone predilige le regioni calde comprese, in Italia, tra il livello del mare e i 1600 metri. E' una specie migratrice che giunge in Italia in marzo-aprile per nidificare e riprodursi nel periodo estivo. Riparte per le aree di svernamento africane in settembre-ottobre. In Italia il Biancone nidifica al nord, soprattutto in Liguria e nel centro, mentre è meno frequente al sud. In Italia nidificano 350 – 400 coppie. E’ considerata “In pericolo” nella Lista Rossa italiana. Frequenta ambienti aperti, erbosi o rocciosi, con presenza di boschi maturi di querce o conifere, utilizzati per la riproduzione. Si nutre principalmente di rettili, in particolare di serpenti appartenenti al genere dei Colubridi (Saettone, Biacco, Natrice dal collare) che arrivano a costituire circa il 95% della dieta. Nella ZPS in questione è solo migratrice regolare, sebbene non manchino ambienti idonei per l’alimentazione. Quello che forse scarseggia è l’ambiente forestale idoneo alla nidificazione.

Nome comune: FALCO DI PALUDE Specie: Circus aeroginosus (Linnaeus, 1758) Specie legata ad ambienti umidi di acqua dolce. La migrazione verso nord comincia in febbraio e marzo e di frequente attraversa il Mediterraneo. Gli uccelli arrivano nelle loro aree di riproduzione dal tardo marzo in avanti, al più tardi i primi di maggio nelle zone più a nord dell'areale, che copre la quasi la totalità della parte centrale e orientale del continente Europeo. E’ considerata “In pericolo” nella Lista Rossa italiana. Durante il periodo migratorio segue principalmente le valli fluviali o i litorali, anche se a volte deve attraversare aree asciutte. Si nutre di piccoli mammiferi acquatici, uova e piccoli di gallinella d'acqua, folaga e altri uccelli acquatici, rane, rettili, insetti, animali malati, feriti o morti. In Italia le coppie nidificanti sono 170 – 220 per lo più ubicate in zone umide costiere o interne dotate di fitta vegetazione palustre emergente, soprattutto fragmiteti.

Nome comune: ALBANELLA REALE Specie: Circus cyaneus (Linnaeus, 1766) Specie con un areale riproduttivo europeo continuo e ampio nella parte scandinava e orientale del continente. Parte delle popolazioni sono residenti, migrano soprattutto quelle scandinave e orientali, che svernano nel bacino del Mediterraneo, nella Gran Bretagna meridionale, nell’Europa centrale. Una piccola quantità si spinge fino alle coste nordafricane. In Italia è estinta come nidificante. Nel suo areale nidifica in ambienti aperti, quali colture di cereali, incolti, pascoli, aree rurali. Un habitat non presente nella ZPS, per cui la specie è solo migratrice regolare.

Nome comune: ALBANELLA MINORE Specie: Circus pygargus (Linnaeus, 1758) E' un migratore a lunga distanza, che sverna in Africa subsahariana e nidifica in Europa continentale e in Asia. La migrazione primaverile ha luogo in aprile-maggio. La migrazione autunnale ha luogo tra agosto e ottobre. In Italia viene stimata una popolazione nidificante di 260 – 380 coppie. E’ classificata “Vulnerabile” nella Lista Rossa italiana. Si nutre di animali del terreno (roditori, rettili e insetti) e di adulti e nidiacei di uccelli, in particolare di allodole. Nidifica in giugno-luglio in zone aperte, quali colture di cereali, incolti, zone golenali, pascoli, zone rurali ecc

Nome comune: FALCO DELLA REGINA Specie: Falco eleonorae (Genè, 1839) Il nome scientifico della specie, è un omaggio a Eleonora d'Arborea, legislatrice sarda del XIV secolo che compilò un codice di leggi (Carta de Logu), in cui inserì un articolo che vietava la caccia dei falchi adulti e il prelievo dei nidiacei. Vive sulle coste del Mediterraneo, soprattutto in Grecia (dove si trovano i 2/3 dell'intera popolazione di falchi), ma anche in Spagna, Croazia, Marocco, Algeria e nelle Canarie. In Italia nidificano 500 – 600 coppie distribuite in una decina di colonie, localizzate in Sardegna e nei gruppi insulari della Sicilia delle Pelagie e delle Eolie. Si nutre di grossi insetti, ad esempio libellule, e caccia altri uccelli che, a fine estate, migrano dall'Europa all'Africa. E’ considerata “Vulnerabile” nella Lista Rossa italiana. La ZPS è fuori areale riproduttivo della specie ed è interessata quindi solo dal transito migratorio.

Nome comune: FALCO PELLEGRINO Specie: Falco peregrinus (Tunstall, 1771) Specie cosmopolita, il cui areale riproduttivo europeo interessa le isole britanniche, la Scandinavia del sud e del nord, l’intero bacino del Mediterraneo, la Francia e la Germania. In Italia l’ultima stima riporta una popolazione nidificante di 900 – 1.100 coppie, con una tendenza all’incremento ulteriore. E’ considerata “Vulnerabile” nella Lista Rossa italiana. Il periodo di corteggiamento va da Marzo a Maggio. La femmina depone le uova tra fine di febbraio e primi di aprile. Nidifica in piccole cavità inaccessibili ai predatori sui fianchi delle rupi (fino ai 1500 m. nel Centro Europa), sistemandole con erbe e rametti. Se non trova rocce adatte, occupa il nido di altri uccelli costruiti su alberi molto grandi. Nella ZPS, oltre a essere migratrice regolare e svernante, è anche nidificante con 4 – 5 coppie residenti, facendo registrare quindi una buona densità. Si nutre di uccelli. La conservazione della specie nella ZPS sarà determinata dalla capacità di mantenere basso il disturbo antropico in periodo riproduttivo, dalla capacità di garantire un’adeguata vigilanza e sorveglianza contro atti vandalici o attività di bracconaggio, nel garantire, con il rispetto del divieto di caccia, il transito degli uccelli migratori, essenziali per la dieta dell’animale.

Nome comune: SUCCIACAPRE Specie: Caprimulgus europaeus (Linnaeus, 1758) E' presente in tutta l'Europa, in Italia è diffuso in tutta la penisola, giunge in primavera e riparte in autunno. La popolazione nidificante è di 10.000 – 30.000 coppie distribuite su quasi tutto il territorio nazionale. Di abitudini crepuscolari si nutre di falene, ed altri insetti notturni, che costituiscono il suo alimento abituale. E’ considerata “A più basso rischio” nella Lista Rossa italiana. Nidifica in ambienti caldi e secchi con vegetazione arborea o arbustiva rada. Il nido in genere è al suolo. La ZPS ospita ambienti idonei alla nidificazione della specie, ma va effettuato un monitoraggio per verificarne la consistenza della popolazione.

Nome comune: MARTIN PESCATORE Specie: Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) La popolazione in Italia è di circa 6000 – 16000 coppie. Nidifica in zone umide d’acqua dolce anche in aree antropizzate o urbane, con acque limpide, pescose e poco profonde. Nella Lista Rossa nazionale è classificata con la categoria “A più basso rischio”. Durante l'inverno può essere osservato anche presso grandi laghi e coste marine. In Italia la specie è parzialmente sedentaria e nidificante, con diffusione molto frammentata nel meridione e soprattutto nelle isole. Specie legata ad ambienti di acqua dolce, soprattutto corsi d'acqua lenti e piccoli laghetti o stagni circondati da rive sabbiose o da altre scarpate di terra nuda, adatte per lo scavo del nido. La specie è presente nella ZPS, ed è stata avvista in abbondanza lungo il fiume Mingardo pSIC IT 8050013 “Fiume Mingardo”; ove, lungo le rive sabbiose, sono presenti numerosi nidi.

Nome comune: MAGNANINA Specie: Sylvia undata (Boddaert, 1783) La Magnanina vive in Europa, ed Africa del nord, in Italia frequenta soprattutto ambienti costieri mediterranei, caratterizzati dalla presenza di macchia mediterranea fitta con presenza di Erica, Mirto, Lentisco, Fillirea, Cisto, ecc. In Italia la popolazione residente è di almeno 10.000 – 30.000. Insettivoro che cambia regime alimentare in autunno, cibandosi prevalentemente di bacche e frutta. Nidifica in cespugli vicino a terra. Nella ZPS è presente una ricca popolazione di Magnanine nidificanti. Il costiero, ma anche alcune zone montuose non distanti dalla costa, rappresentano il luogo della in cui questa specie raggiunge le densità più elevate. Per la sua conservazione è pertanto assolutamente necessario preservare la macchia mediterranea bassa e alta che vi vegeta in maniera rigogliosa, ma che corre seri rischi di profonde alterazioni a seguito degli incendi estivi o della realizzazione di strade e manufatti.

Nome comune: AVERLA PICCOLA Specie: Lanius collurio (Linnaeus, 1758) Arriva in Italia in aprile-maggio, depone in giugno-luglio e riparte per la migrazione autunnale in agosto-settembre. Costruisce un nido intrecciato a coppa, spesso in cespugli spinosi. Si nutre di insetti, piccoli mammiferi, piccoli uccelli e lucertole, che cattura cacciando da posatoi esposti su cespugli, linee elettriche, paletti, ecc. Caratteristica è l'abitudine di creare delle 'dispense' di cibo infilzando le prede in eccesso su spine di cespugli. La popolazione nidificante dovrebbe essere compresa tra le 50.000 – 120.000 coppie in Italia, sebbene si tratti solo di una stima approssimativa. In inverno migra nei quartieri di svernamento situati nella parte orientale dell’Africa dalla fascia tropicale al Sud-Africa. Nella ZPS è migratrice regolare e nidificante. La specie, è in forte calo soprattutto in Campania. Fondamentale per la sua conservazione è la permanenza delle condizioni ambientali idonee: spazi prativi con presenza di arbusti, da cui osservare il territorio di caccia.

Uccelli Migratori abituali non elencati nell’All. I Dir. 79/409CEE

Coturnix coturnix Quaglia E’ l’unico galliforme migratore, torna dalle zone di svernamento africane in maggio, la riproduzione avviene in maggio-luglio. Status_UICN_Naz Vulnerabile.Vive in aree coltivate a cereali e leguminose sia di pianura che collinari.

Turdus merula Merlo Il merlo ha due o tre covate all'anno, la prima delle quali avviene tra marzo e aprile con 4 - 6 uova. Il merlo è protetto in Italia, ed è vietata la detenzione e la vendita dei soggetti non inanellati e sprovvisti di certificato di nascita in cattività.

Streptopelia turtur Tortora dal Collare Orientale Arriva in primavera ed è, di origine Balcanica (probabilmente introdotta dall'uomo). Si è adattata molto bene all'ambiente cittadino e la ritroviamo facilmente in paesi e anche grandi città dove nidifica in parchi, giardini e casolari.

Scolopax rusticola Beccaccia Di giorno non esce mai all'aperto e solo al crepuscolo entra in attività cominciando a frugare tra le foglie alla ricerca di cibo. Temibili nemici delle beccacce, oltre ai rapaci, sono i cacciatori che ne fanno strage durante il periodo del passo, in Italia in particolare risulta tra le selvaggine più ambite. In Italia è comune come uccello di passo invernale, e solo raramente estivo nel settentrione. Di solito nidifica in primavera nei boschi silenziosi e solitari, scavando nel terreno una piccola conca.

Turdus philomelos Tordo bottaccio Tranne che durante la migrazione, conduce vita solitaria o in coppia La stagione riproduttiva inizia alla fine di marzo. Frequenta boschi ricchi di sottobosco, pianure alberate e cespugliate, vigneti, oliveti, macchia mediterranea, parchi e giardini. In Italia è stazionario e nidificante nelle Alpi e nell'Appennino localmente erratico. Le popolazioni migratrici sono di passo da fine settembre a fine ottobre e in febbraio-marzo; in parte svernante.

Acrocephalus melanopogon Forapaglie Castagnolo Specie molto elusiva, è stata segnalata la presenza. In Campania è una specie migratrice con popolazioni svernanti solo in rare occasioni. E’ considerata “Vulnerabile” nella Lista Rossa italiana. Nella ZPS è specie migratrice e pertanto si può contribuire alla salvaguardia della specie conservando inalterata la macchia mediterranea costiera, che rappresenta un habitat utile per la sosta e il recupero delle energie per gli individui in transito migratorio.

Invertebrati elencati nell'All. II Dir. 92/43/CEE

Specie: Melanargia arge (Sulzer, 1776) L’habitat della specie consiste in steppe aride con cespugli sparsi e alberi radi, e con rocce affioranti. La maggior parte dei siti si trova nei fondovalle riparati dal vento o in aree collinari interne. L’altitudine è compresa fra il livello del mare e 1000 m, ma può spingersi fino ai 1500 m. Le larve si alimentano su varie specie di graminacee, ed in particolare, nel territorio del PNCVD, Phleum ambiguum e Ampolodesmus mauritanicus; le pupe sono libere sul terreno o tra le radici; il periodo di sfarfallamento è maggio – primi di giugno. Dato il suo profondo legame con i prati terofitici, la sua conservazione nei siti di presenza è imprescindibilmente legata alla conservazione di questo tipo di habitat, e soprattutto alla prevenzione degli incendi.

Specie:Oxygastra curtisi (Dale, 1834) E’ l’unica rappresentante europea del genere Odonati. Gli adulti si osservano dalla fine di maggio all’inizio di agosto presso le zone alberate prospicienti i corsi d’acqua od anche bacini artificiali. La specie è stata osservata fino a 900 m di quota. La femmina depone le uova nell'acqua sia liberamente, sia negli steli delle piante acquatiche tramite un ovopositore in diversi settori del fiume. Le larve stazionano sul fondo, immerse nel limo; lo sviluppo richiede 2 o 3 anni. Gli adulti neometamorfosati si disperdono a grande distanza; la fase di maturazione, di una decina di giorni, avviene in boschi e radure, volando per periodi prolungati a livello della chioma. Categoria Lista Rossa: VU. Il declino di questa specie è dovuto allo sviluppo agricolo, che comporta l’alterazione dei canali a scopo irriguo, e l’eliminazione della vegetazione naturale circostante. Altri fattori responsabili del declino sono l’inquinamento chimico e organico, e le attività nautiche di fiume, che causano una maggiore torbidità delle acque e un continuo sciabordio nelle sponde.