Comune di Provincia di

PIANO URBANISTICO GENERALE Legge regionale n. 24 del 21.12.2017

QUADRO CONOSCITIVO

SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE elaborato

REL.1REL.0

Sistema della pianificazione

Sindaco Alberto Olmi Assessore all'urbanistica, territorio e paesaggio Ivens Chiesi Responsabile Ufficio di Piano - Dirigente Area Assetto e uso del territorio Saverio Cioce Responsabile del Procedimento - Responsabile Settore Urbanistica, Edilizia Privata, SUAP Mariasilvia Boeri

Documento assunto con delibera G.C. n. del Adozione: delibera C.C. n. del / / Approvazione: delibera C.C. n. del / / INDIRIZZO E SUPERVISIONE PER L’ELABORAZIONE DEL PUG

Sindaco Alberto Olmi Bilancio Finanze e Tributi, Servizi Demografici, Affari generali, Personale e organizzazione, Viabilità, Relazioni Istituzionali e Unione dei Comuni, Assetto istituzionale del Bianello e dei parchi naturalistici, Pari opportunità, Cultura della pace e diritti costituzionali, Protezione Civile

Assessore al Territorio, vicesindaco Ivens Chiesi Urbanistica, Territorio e Paesaggio – Edilizia Privata – Agricoltura – Sviluppo dell’edilizia sociale e Rigenerazione Urbana – Relazioni con i cittadini

Altri assessorati - Sabrina Picchi: Istruzione – Coesione Sociale, politiche famigliari, giovani e solidarietà – Salute, cura, stili di vita e alimentazione - Elisa Rinaldini: Lavori Pubblici e patrimonio comunale - Centri e Parchi Urbani - Ambiente, energia, gestione dei rifiuti - Danilo Morini: Cultura, Tutela, ricerca e valorizzazione dei Beni Storici – Trasporto pubblico – Polizia Municipale e sicurezza – Promozione Turistica- Manifestazioni Matildiche - Luca Spagni: Economia e Lavoro – Sport – Innovazione sociale e tecnologica, comunicazione, città intelligente – Internazionalizzazione e bandi europei

STRUTTURA TECNICA

Ufficio di Piano (delibera g.c. n. 17 del 07.02.2019)

- Arch. Saverio Cioce: Responsabile dell’Ufficio di Piano - Dirigente Area Assetto e Uso del Territorio - Arch. Mariasilvia Boeri: Responsabile del Procedimento - Responsabile Settore Urbanistica, Edilizia Privata, S.U.A.P - Dott. Davide Zannoni: Esperto in materie giuridiche, Responsabile del coordinamento delle segreterie dell'Ente - Dott.ssa Cristina Colli: Garante della Comunicazione e Partecipazione, funzionaria della Segreteria Area tecnica - Sig. Andrea Viani: Esperto in materie economico-finanziarie, funzionario dell'Ufficio Tributi

Collaboratori dell’Ufficio di piano nella fase preliminare - di Quattro Castella, uff. Progettazione ed Energia: - Geom. Daniele Prandi, Cartografia - Ing. Davide Giovannini, Quadro conoscitivo Energia, Rifiuti - Comune di Quattro Castella, collaboratori amministrativi: - Sabina Domenichini, Segreteria amministrativa - Carlotta Montanari, Atti amministrativi e contabili - Arch. Laura Domenichini: Indagine patrimonio edilizio in territorio rurale, revisione ed aggiornamento quadro conoscitivo, primi indirizzi di rigenerazione - Arch. Carlo Pertoldi: Revisione e aggiornamento quadro conoscitivo - Arch. Federica De Gregorio: Revisione d aggiornamento quadro conoscitivo

Progettisti del PUG - MATE Soc.Coop.

- Dott.Urb. Raffaele Gerometta, Direttore tecnico - Arch. Carlo Santacroce, Progettista responsabile - Dott. For. Giovanni Trentanovi - Arch. Rudi Fallaci - Arch. Chiara Biagi - Ing. Giuseppe Federzoni - Andrea Franceschini, Cartografia

Consulenti e progettisti esterni

- Centro Cooperativo di Progettazione di Reggio Emilia, Redazione del Quadro conoscitivo nella fase di formazione del PSC, anni 2006-2007 - Dott. James Tirabassi, Approfondimenti inerenti il patrimonio archeologico e la potenzialità archeologica del territorio - Dott. Fabrizio Giorgini – Subsoil, Aggiornamento dell’inventario del dissesto e microzonazione sismica - Dott. Massimo Domenichini, Studio delle componenti naturali del territorio - ARPAE-Sezione di Reggio Emilia, Servizio sistemi ambientali, Aggiornamento sulla qualità di aria, acqua, magnetismo ed elettromagnetismo - Studio Alfa spa, Aggiornamento su mobilità e inquinamento acustico

Hanno inoltre contribuito

Progetto LOTO, Indagini storiche e paesaggistiche:

- Arch. Giuliana Motti, Arch. Elisabetta Cavazza, Responsabili del Progetto; - Gruppo di lavoro Regione Emilia Romagna, Dott. Giancarlo Poli, Dott. Barbara Fucci; - Consulenti Esterni, Arch. Barbara Marangoni, Geol. Fabrizio Giorgini (Studio SOILexpert), Archeol. James Tirabassi, Dott. Mauro Chiesi (Studio di consulenza ambientale), Dott. Laura Colla (naturalista), Dott. Diego L. Menozzi; - Comune di Quattro Castella per elaborazioni grafiche, Geom. Daniele Prandi, Geom. Nadir Bonazzi, Arch. Federica Oppi, Barbara Alberini, Andrea Braglia, Fabrizio Borghi, Simone Cocchi, Sabina Domenichini, Rocco Ghielmi, Davide Giovannini, Cristina Luppi, Ermes Lusuardi, Carlotta Montanari, Dalbo Rivi, Davide Zannoni; - Supporto generale di Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di , Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, Corpo forestale dello Stato – Comando Stazione di Reggio Emilia, Servizio regionale di Valorizzazione e Tutela del Paesaggio, Servizio regionale ai Programmi, Monitoraggio e Valutazione, Provincia di Reggio Emilia - Area Cultura e Valorizzazione del Territorio - Servizio Pianificazione Territoriale ed Ambientale - Sistema Informativo Territoriale Provinciale

Struttura tecnica per la sperimentazione della LR 24/2017:

- Regione Emilia Romagna, Servizio Pianificazione Territoriale e Urbanistica, dei Trasporti e del Paesaggio, responsabile Arch. Roberto Gabrielli, tecnico di riferimento Arch. Manuela Capelli - Provincia di Reggio Emilia, Servizio Pianificazione Territoriale, dirigente Arch. Anna Maria Campeol, tecnici di riferimento arch. Elena Pastorini, Dott.Urb. Renzo Pavignani

- SOMMARIO -

PREMESSA ...... 1

PARTE PRIMA ...... 3

LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE IN EMILIA ROMAGNA ...... 3

1.1 – GLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE PREVISTI DALLA LEGGE REGIONALE N. 24/2017 ...... 4 1.1.1 – IL PIANO URBANISTICO GENERALE ...... 4 1.1.2 – GLI ACCORDI OPERATIVI ...... 6

PARTE SECONDA ...... 8

IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE ...... 8

2.1 – IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE ...... 9 2.1.1 – LE ANALISI DEL QUADRO CONOSCITIVO ...... 10 2.1.2 – GLI ELABORATI DI PROGETTO ...... 34 2.1.2.1 – LE SCELTE STRATEGICHE ...... 37

2.2 – LE LINEE STRATEGICHE PER IL COMUNE DI QUATTRO CASTELLA ...... 40 2.2.1 – INDIRIZZI STRATEGICI PER GLI AMBITI DI PAESAGGIO ...... 42 2.2.1.1 – AMBITO 3: CUORE DEL SISTEMA MATILDICO ...... 43 2.2.1.2 – AMBITO 5: CENTRALE ...... 47 2.2.2 – IL PROGETTO DI RETE ECOLOGICA POLIVALENTE ...... 51 2.1.3 – IL SISTEMA DELLA MOBILITA’ ...... 54

2.2 – LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA VIGENTE NEI TERRITORI CONFINANTI CON QUATTRO CASTELLA ...... 58

2.3 – SISTEMA DEI VINCOLI E DELLE TUTELE VIGENTI NEL TERRITORIO COMUNALE DI QUATTRO CASTELLA ...... 61 2.3.1 – BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI D. LGS 42/2004 ...... 61 2.3.2 – VINCOLI DI CARATTERE IDROGEOLOGICO ...... 62

P.U.G. Quattro Castella (RE) - QUADRO CONOSCITIVO - Sistema della Pianificazione

PREMESSA

Il Comune di Quattro Castella (RE) è dotato di PRG adottato con D.C n° 4 del 13/1/1994 e D.C. n° 14 del 28/2/1994 e approvato dalla Giunta della Regione Emilia Romagna con atto n° 216 del 25/2/1997. Detto PRG è stato poi successivamente modificato con diverse varianti parziali.

In base a quanto stabilito dall’art. 43 della Legge 20/2000, il Comune di Quattro Castella ha dato avvio al processo di formazione della variante generale al piano urbanistico e con Deliberazione n. 87 del 18.10.2006 la Giunta Comunale ha approvato un Documento di Indirizzi relativi alla redazione del Piano Strutturale Comunale. La costruzione del Quadro Conoscitivo finalizzato alla predisposizione del PSC, si è fondata dunque sulle direttive contenute nell’Atto di indirizzo e coordinamento tecnico per l’attuazione della L.R. 20/2000 "Contenuti conoscitivi e valutativi dei piani e conferenza di pianificazione", assunto dal Consiglio della Regione Emilia-Romagna con Delibera n°173 del 24/04/2001, atto con il quale sono state fornite le indicazioni in merito ai processi funzionali all'elaborazione dei piani e ai contenuti essenziali degli elaborati tecnici.

Successivamente il processo di formazione del Piano Strutturale si è interrotto quando il Quadro Conoscitivo era pressochè ultimato ed impostato il Documento preliminare.

Nel frattempo la Provincia di Reggio Emilia ha approvato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) con delibera del consiglio del 17 giugno 2010, costituendo il nuovo quadro delle tutele sovraordinate previsto dalla legge regionale n. 20/2000.

Il 19 dicembre 2017 l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna ha approvato la legge urbanistica regionale n. 24 che costituisce, ad oggi, il nuovo riferimento normativo per la costituzione del Piano Urbanistico Generale (PUG) in luogo degli strumenti precedentemente previsti (PSC, POC e RUE).

In applicazione dell’art. 3 c. 1 della LR 24/2017 il Comune ha intrapreso l’attività tecnica finalizzata alla formazione del Piano Urbanistico Generale e ha ottenuto di partecipare alla attività di sperimentazione prevista dall’art. 77 c.2 della suddetta legge.

Con decreto del Presidente della Provincia n. 76 del 29/03/2018, con Deliberazione della Giunta Comunale n. 22 dell’8/3/2018 e con deliberazione della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna n. 578 del 23/04/2018, i tre Enti hanno siglato la proposta di sperimentazione per l’attività in oggetto.

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PARTE PRIMA LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE IN EMILIA ROMAGNA

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1.1 – GLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE PREVISTI DALLA LEGGE REGIONALE N. 24/2017

La legge regionale 24/2017 stabilisce la disciplina regionale in materia di governo del territorio, in conformità ai principi fondamentali della legislazione statale e nel rispetto dell’ordinamento europeo e della potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, in materia di ordinamento civile e penale e del regime della proprietà, nonché in materia di tutela della concorrenza. La legge disciplina i livelli minimi essenziali dei sistemi delle infrastrutture, delle attrezzature urbane e territoriali nonché dei servizi che devono essere garantiti in tutto il territorio regionale.

Il governo del territorio è esercitato dai Comuni perseguendo la sostenibilità, l’equità e la competitività del sistema sociale ed economico, ed il soddisfacimento dei diritti fondamentali delle attuali e future generazioni inerenti in particolare alla salute, all’abitazione ed al lavoro, e nel rispetto dei seguenti obiettivi: a) contenere il consumo di suolo; b) favorire la rigenerazione dei territori urbanizzati e il miglioramento della qualità urbana ed edilizia; c) tutelare e valorizzare il territorio nelle sue caratteristiche ambientali e paesaggistiche; d) tutelare e valorizzare i territori agricoli e le relative capacità produttive agroalimentari; e) contribuire alla tutela ed alla valorizzazione degli elementi storici e culturali del territorio regionale; f) promuovere le condizioni di attrattività del sistema regionale e dei sistemi locali, per lo sviluppo, l’innovazione e la competitività delle attività produttive e terziarie; g) promuovere maggiori livelli di conoscenza del territorio e del patrimonio edilizio esistente.

Tali obiettivi sono ampiamente condivisi dalla Amministrazione Comunale di Quattro Castella e pertanto assunti dal PUG comunale.

La legge valorizza la capacità negoziale dei Comuni, la qualità delle proposte progettuali e la sostenibilità ambientale degli interventi, quali fattori determinanti per l’efficacia del governo del territorio.

Lo strumento di pianificazione urbanistica comunale della Legge regionale 24/2017 è il Piano Urbanistico Generale (PUG)

1.1.1 – IL PIANO URBANISTICO GENERALE

Il PUG è lo strumento di pianificazione che il Comune predispone, con riferimento a tutto il proprio territorio, per delineare le invarianze strutturali e le scelte strategiche di assetto e sviluppo urbano di propria competenza, orientate prioritariamente alla rigenerazione del territorio urbanizzato, alla riduzione del consumo di suolo e alla sostenibilità ambientale e territoriale degli usi e delle trasformazioni. In particolare, sulla base di un’approfondita analisi e valutazione dei

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tessuti urbani esistenti e avvalendosi delle risultanze del quadro conoscitivo e delle informazioni ambientali e territoriali, il PUG: a) individua il perimetro del territorio urbanizzato, detta la disciplina del centro storico e stabilisce i vincoli e le invarianze strutturali di propria competenza; b) disciplina il territorio urbanizzato; c) stabilisce la strategia per la qualità urbana ed ecologico ambientale; d) disciplina i nuovi insediamenti realizzabili al di fuori del‐ perimetro del territorio urbanizzato e) definisce la disciplina per il territorio rurale.

Il PUG dunque, sulla base delle invarianze individuate nel quadro conoscitivo, stabilisce gli elementi strutturali di competenza comunale, e definisce il perimetro del territorio urbanizzato.

Sulla base dell’individuazione del sistema insediativo storico del territorio regionale, operata dal Piano territoriale paesaggistico regionale (PTPR), il PUG definisce inoltre la perimetrazione del centro storico e ne individua gli elementi peculiari e le potenzialità di qualificazione e sviluppo, nonché gli eventuali fattori di abbandono o degrado sociale, ambientale ed edilizio. Il PUG stabilisce anche la disciplina generale diretta ad integrare le politiche di salvaguardia e riqualificazione del centro storico, con le esigenze di rivitalizzazione e rifunzionalizzazione dello stesso, con riguardo alla presenza di attività commerciali e artigianali e alla tutela degli esercizi aventi valore storico e artistico.

Tra gli obiettivi principali del PUG c’è la disciplina di assetto fisico e funzionale del sistema insediativo esistente, di cui analizza e valuta le caratteristiche urbanistiche ed edilizie, ambientali e storico culturali, allo scopo di individuare e regolamentare gli interventi idonei al riuso e alla rigenerazione del territorio urbanizzato.

A tale scopo, il PUG elabora lo schema di assetto del territorio urbanizzato, con il quale individua, tramite una cartografia a carattere ideogrammatico, le parti della città che presentano caratteristiche omogenee, dal punto di vista funzionale, morfologico, ambientale, paesaggistico e storico-culturale e che, per questo, richiedono una disciplina uniforme. Il PUG, per ciascuna parte del territorio urbanizzato, individuata gli obiettivi generali per il miglioramento della qualità urbana e ambientale e le dotazioni territoriali, infrastrutture e servizi pubblici, ritenuti necessari, nonché la gamma degli usi e delle trasformazioni ammissibili. Stabilisce così i requisiti e le condizioni cui è subordinato ogni intervento, nonché gli eventuali incentivi urbanistici riconosciuti.

Per le trasformazioni attuabili con intervento diretto, il PUG fornisce un’univoca rappresentazione cartografica degli immobili interessati e stabilisce la disciplina urbanistica di dettaglio da osservare.

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Il PUG non può stabilire la capacità edificatoria, anche potenziale, delle aree comprese nel territorio urbanizzato, né fissare la disciplina di dettaglio degli interventi la cui attuazione sia subordinata ad accordo operativo o a piano attuativo di iniziativa pubblica.

Il PUG, attraverso la strategia per la qualità urbana ed ecologico ambientale, persegue l’obiettivo di rafforzare l’attrattività e competitività dei centri urbani e del territorio, elevandone la qualità insediativa ed ambientale tramite i seguenti interventi: - aumento e qualificazione dei servizi e delle reti tecnologiche; - incremento quantitativo e qualitativo degli spazi pubblici; - valorizzazione del patrimonio identitario, culturale e paesaggistico; - miglioramento delle componenti ambientali; - sviluppo della mobilità sostenibile; - miglioramento del benessere ambientale; - incremento della resilienza del sistema abitativo rispetto ai fenomeni di cambiamento climatico e agli eventisismici.

Sulla base delle politiche urbane e territoriali perseguite dal piano, la strategia indica i criteri di riferimento per gli accordi operativi e per i piani attuativi di iniziativa pubblica. In particolare fissa i requisiti prestazionali e di sostenibilità per definire: - quantità e qualità del sistema di dotazioni territoriali, infrastrutture per la mobilità e servizi pubblici; - il grado di riduzione della pressione insediativa sull’ambiente naturale; - il grado di adattamento ai cambiamenti climatici; - il grado di miglioramento delle condizioni di sicurezza dell’abitato e delle infrastrutture, ottenuto tramite interventi di difesa o di delocalizzazione; - il grado di miglioramento della salubrità dell’ambiente urbano.

Si punta a raggiungere questi requisiti anche grazie all’attuazione delle misure di compensazione ambientale e al potenziamento delle dotazioni ecologiche, di cui agli articoli 20 e 21.

La pianificazione del territorio rurale persegue la tutela e la valorizzazione dei territori agricoli e delle relative capacità produttive agroalimentari, oltre all’agricoltura periurbana e i parchi agricoli.

1.1.2 – GLI ACCORDI OPERATIVI

Le previsioni del PUG relative al riuso e alla rigenerazione del territorio urbanizzato e alle nuove urbanizzazioni si attuano principalmente attraverso accordi operativi, fatte salve le trasformazioni soggette ad intervento diretto.

Il Comune, nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e parità di trattamento dei privati, può promuovere la presentazione di proposte di accordi operativi attraverso la pubblicazione periodica di avvisi per manifestazione di interesse, nei quali esplicita gli obiettivi prioritari da perseguire nell’attuazione delle

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previsioni del PUG. A tale scopo il Comune può altresì fornire indicazioni di massima di carattere progettuale e localizzativo, da osservarsi nella predisposizione del progetto urbano, per gli ambiti che presentano un particolare valore sotto il profilo paesaggistico, ambientale, architettonico, storico artistico e testimoniale o che sono caratterizzati da una significativa carenza di tali fattori identitari, dalla mancanza di dotazioni territoriali, infrastrutture e servizi ‐ pubblici o da significative criticità ambientali, ovvero per gli areali che richiedano il coordinamento di una pluralità di interventi.

Gli accordi operativi hanno il valore e gli effetti dei piani urbanistici attuativi e sono soggetti, prima della loro stipula, alle forme di pubblicità, controllo e valutazione.

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PARTE SECONDA IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE

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2.1 – IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

Con delibera di n. 124 del 17/06/2010 il Consiglio Provinciale ha approvato il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Reggio Emilia, conformemente alle disposizioni della L.R. 20/2000, come variante generale al primo piano territoriale approvato nel 1999. Successivamente, con Delibera della Giunta Provinciale n. 2 del 15/02/2018, è stata adottata una variante specifica ai sensi dell’art. 27 bis della L.R.20/2000, approvata con delibera della Giunta Provinciale n. 25 del 21/08/2018. La rilevanza del profilo paesaggistico (così come previsto dalla Convenzione europea e, parzialmente, dal Nuovo Codice dei Beni Culturali) interpretato in chiave non solo vincolistica, ma anzi come dimensione fondativa della qualità, competitività ed identità del territorio reggiano, conduce ad una visione integrata e fortemente innovativa della pianificazione territoriale. Tale visione integrata del territorio presuppone, necessariamente, il coordinamento tra i piani di settore (di competenza provinciale e non) ed il PTCP. A tal fine l’elaborazione del nuovo PTCP costituisce: - approfondimento e attuazione delle previsioni contenute nel Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) - valore e produce gli effetti del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del fiume Po (sia con riferimento ai dissesti, sia al rischio idraulico) ai sensi dell’art. 21 comma 2 LR 20/2000; - adeguamento alla LR 26/2003 in materia di Rischio di Incidente Rilevante; - adeguamento del PTCP alla LR 30/2000 in materia di tutela della salute dalle fonti di inquinamento elettromagnetico; - adeguamento al Piano Regionale di Tutela delle Acque (attraverso apposita variante stralcio); - aggiornamento dell’individuazione delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti operata dalla Variante al PTCP del 2004; - riferimento per gli strumenti urbanistici comunali e per l’attività amministrativa attuativa, ai sensi dell’art. 24 comma 3 della LR 20/2000, ed ha efficacia di piano territoriale con finalità di salvaguardia dei valori paesistici, ambientali e culturali del territorio, dando attuazione alle prescrizioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR); - riferimento univoco ai fini della tutela e della gestione del paesaggio nella Provincia di Reggio Emilia, come da accordo siglato il 3/10/2007 tra la Direzione Regionale per i Beni Culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio delle Provincie di Bologna, Modena e Reggio Emilia e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna.

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2.1.1 – LE ANALISI DEL QUADRO CONOSCITIVO

Si richiamano sinteticamente le principali risultanze del Quadro conoscitivo del PTCP, relative sia all’inquadramento sovracomunale, sia a specifici riferimenti riguardanti il Comune di Quattro Castella.

Dinamiche demografico-sociali La popolazione nella provincia è complessivamente cresciuta da 420.431 abitanti nel 1991, a 453.646 nel 2001, a 501.385 abitanti nel 2006 e di pari passo la densità insediativa è passata da 185 ab/kmq a 197 ab/kmq a 219 ab/kmq. Larga parte dell’aumento della popolazione è imputabile ai flussi migratori, ma anche ad una recente ripresa della natalità. La componente immigrata ha raggiunto alla fine del 2005 l’8,3% della popolazione residente (pari a 40.955 residenti). L’incidenza rilevata a Reggio Emilia è quasi il doppio di quella nazionale. Con riferimento all’incremento demografico degli ultimi anni, Reggio Emilia si colloca nella prima posizione su tutte le provincie italiane. La distribuzione territoriale della crescita, soprattutto nell’ultimo quinquennio analizzato (2000-2005), ha interessato principalmente i comuni della cintura di Reggio e della fascia di confine con la provincia di Modena. Letta da un punto di vista di lungo periodo (ultimi 15 anni), la distribuzione territoriale della crescita evidenzia una graduale variazione rispetto ad un modello fortemente incentrato sul capoluogo e sui comuni della fascia pedecollinare, a favore di un modello più equilibrato e poliedrico in cui emergono nuove geografie. Persiste, per quanto riguarda il territorio appenninico, un progressivo declino demografico della fascia dei comuni di crinale e del versante dell’alta Val d’Enza.

PTCP – QC – RG – Tassi di crescita comunali negli ultimi tre quinquenni

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In questo scenario, Quattro Castella si inserisce tra i comuni che negli ultimi quindici anni sono cresciuti costantemente, con un picco relativo all’ultimo quinquennio, durante il quale Quattro Castella risulta tra i comuni che hanno avuto una crescita più marcata (superiore al 10%). Al 2006, il comune di Quattro Castella registra una popolazione di 12.418 residenti, con una densità abitativa pari a 269,3 ab/kmq, superiore alla media provinciale (219). Le famiglie residenti al 2001 sono 4.270 e la composizione media è di 2,55 ab/fam.

Indici demografici del distretto di Reggio Emilia

Per quanto riguarda la struttura della popolazione, gli indici demografici segnalano come Quattro Castella presenti valori sostanzialmente in linea con le medie del distretto di Reggio Emilia, fatta eccezione per l’indice di ricambio, che risulta il più elevato del distretto.

Dinamiche economiche Le specializzazioni produttive, rafforzatesi negli ultimi anni e radicamento e compattezza del settore produttivo manifatturiero, sono tra le principali leve competitive del territorio reggiano. E’ da evidenziare tuttavia una forte crescita del settore dei servizi, con ritmi più elevati del comparto secondario. Anche in provincia di Reggio Emilia, quindi, è in atto uno spostamento della produzione del reddito verso il terziario. L’internazionalizzazione dell’economia locale si attesta su valori elevati, così come l’innovatività delle imprese. Per quanto riguarda le dinamiche di medio periodo, nella provincia si consolida il manifatturiero, crescono le imprese di costruzioni, si riassesta il terziario con una riorganizzazione dei servizi tradizionali. L’incidenza dell’artigianato nel tessuto economico reggiano è la più alta in Italia.

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I distretti industriali presenti in provincia hanno continuato a subire delle trasformazioni dagli anni Settanta in poi. Ancora oggi tale sistema è in fase di riaggiustamento strutturale per cui, se da una parte può venir meno una delle caratteristiche del tipico distretto industriale (la specializzazione in una fase del processo produttivo), dall’altra esistono tutte le peculiarità (la tradizionale produzione tipica, la localizzazione territoriale, l’ambiente esterno particolarmente favorevole) della formulazione originaria del distretto industriale. Coincidenti con i sistemi locali del lavoro presenti in provincia di Reggio Emilia, sono i distretti industriali di:  (settore meccanico);  Carpi (settore tessile), con carattere interprovinciale;  Reggio Emilia (settore meccanico);  Sassuolo (settore ceramico), con carattere interprovinciale;  Villaminozzo (settore dei beni per la casa), con carattere interprovinciale  Castelnuovo Monti (settore agroalimentare, terziario). Ad una geografia così definita se ne sovrappongono altre, che determinano una geometria variabile e non definibile spazialmente, né in modo univoco, della varietà dei settori economici considerati. Il comune di Quattro Castella, pur rientrando nel distretto industriale di Reggio Emilia a vocazione prevalentemente meccanica, ha una notevole specializzazione economica nel settore alimentare. Rientra, pertanto, tra i comuni che hanno una maggiore incidenza di imprese e di addetti in questo settore economico. Significativo è anche il settore delle apparecchiature elettriche.

Sistema abitativo Il sistema abitativo presenta alcuni punti di debolezza, così riassumibili:  Il progressivo aumento del numero delle famiglie (immigrazione, aumento convivenze, sdoppiamenti, …), con il conseguente incremento della domanda di alloggi e del consumo di suolo;  Il permanere di quotazioni immobiliari piuttosto alte, con conseguente disagio abitativo;  La diffusione di alloggi in territorio rurale, con costi crescenti per la fornitura di servizi urbani, per la manutenzione delle infrastrutture e dell’illuminazione pubblica, per lo smaltimento dei rifiuti. Inoltre la convivenza con le funzioni produttive agricole e zootecniche risulta spesso conflittuale;  L’obsolescenza del patrimonio edilizio non più adeguato sul piano dell’efficienza energetica e dell’adeguamento alle norme antisismiche.

Per contro, sono riconoscibili i seguenti punti di forza:  La diversificazione delle politiche abitative;  Il coinvolgimento dei privati nella costruzione di alloggi a basso costo;  Il patrimonio ERP ancora consistente, risorsa da valorizzare ed ampliare, in modo da costituire una concreta alternativa al mercato libero degli affitti;  Le nuove ipotesi di edilizia sociale come dotazione territoriale nelle trasformazioni urbanistiche.

Ufficio di Piano. – Comune di Quattro Castella 12 P.U.G. Quattro Castella (RE) - QUADRO CONOSCITIVO - Sistema della Pianificazione

Sistema idrogeologico Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, il territorio reggiano rappresenta una delle zone più franose attualmente studiate: il 24,7% del territorio collinare e montuoso è interessato da più di 4000 fenomeni franosi. Questi fenomeni sono caratterizzati da diversi stati di attività e minacciano alcuni centri abitati. Nel PTCP è stato aggiornato l’inventario dei dissesti; è stato condotto uno studio per la previsione dei movimenti franosi; sono stati individuati i punti critici relativi ai corsi d’acqua; sono state delimitate le aree esondabili dei principali corsi d’acqua (estendendo le fasce di tutela anche in tratti non coperti dal Piano di Bacino). La Carta Inventario del Dissesto rappresenta uno scenario del comune di Quattro Castella interessato da fenomeni in atto e quiescenti, nonché di depositi di varia origine. Tutti questi eventi sono da tenere in considerazione al momento della revisione della strumentazione urbanistica, poiché costituiscono limitazioni alle trasformazioni del territorio. La particolare attenzione da porre a questo tema è confermata dalla Carta di suscettibilità per frane superficiali, che segnala vaste aree classificate a “suscettibilità media” ed alcune classificate a “suscettibilità elevata”. Per quanto riguarda il rischio idrogeologico, nel territorio comunale di Quattro Castella il PTCP non censisce alcuna area a rischio idrogeologico molto elevato. Viene invece rilevato un “nodo di criticità idraulica” relativo al Rio Enzola, che interessa anche il territorio comunale di .

PTCP – EP – Tav. P6 – Carta Inventario del Dissesto e degli abitati da consolidare e trasferire

Per quanto riguarda la sismicità, infine, la Carta degli effetti attesi rappresenta, un’elaborazione degli esiti che si potrebbero verificare in base alle caratteristiche geomorfologiche del terreno e alle caratteristiche dell’evento.

Ufficio di Piano. – Comune di Quattro Castella 13 P.U.G. Quattro Castella (RE) - QUADRO CONOSCITIVO - Sistema della Pianificazione

Il territorio comunale è classificato in otto categorie, in base alla seguente legenda.

PTCP – EP – Tav. P9a – Rischio sismico – Carta degli effetti attesi

Sistema forestale Il PTCP riconosce una grande varietà di funzioni connesse al sistema forestale:  Funzione sociale e culturale (attività didattiche, terapeutiche, ricreative);  Funzioni paesistico-ambientali (costruzione del paesaggio, conservazione della biodiversità, costruzioni di corridoi di naturalità, …);  Funzione igienico-sanitaria (regolazione equilibrio CO2 e O2, abbattimento inquinanti, depurazione biologica, abbattimento inquinamento acustico, …);  Funzioni economiche (sfruttamento masse legnose, mercato dei prodotti del sottobosco, attività turistiche);  Funzioni di difesa del suolo e del sottosuolo (limitazione erosione, regimazione del deflusso idrico, approvvigionamento delle falde, …).

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La Carta Forestale rappresenta la sintesi degli studi condotti sul sistema forestale nel corso della redazione del PTCP ed è un utile supporto alla corretta gestione del patrimonio forestale, che può costituire un fattore decisivo nel miglioramento complessivo della qualità dell’ecosistema e della qualità della vita. La Carta individua anche gli elementi puntuali di particolare rilievo da tutelare (piante secolari).

PTCP – EP – Tav. P5b – Sistema Forestale e Boschivo

Aspetti ambientali ed ecosistemici Nell’analisi della struttura ecosistemica, il PTCP riprende la tradizionale suddivisione del territorio provinciale in tre ambiti principali:  La pianura: caratterizzata da una perdita progressiva della naturalità e della biodiversità, si configura attualmente come una distesa di agrosistemi attraversati da corsi d’acqua;  La fascia collinare: caratterizzata da un mosaico variegato ed interconnesso di coperture ed usi del suolo agricoli, forestali ed insediativi, con maggiore “tenuta economica” rispetto alla fascia montana. L’abbandono progressivo della pratica agricola sta determinando un paesaggio ricco di aree cespugliate, arbusteti e boschi di neoformazione;  La fascia montana: caratterizzata da bassa pressione antropica, conservazione degli equilibri naturali, mantenimento e talora aumento della biodiversità. Il comune di Quattro Castella si colloca nella fascia collinare. Il PTCP, a partire da un’analisi delle caratteristiche strutturali e funzionali dei vari ambiti territoriali, classifica il territorio provinciale in 47 ecomosaici, con caratteristiche specifiche per quanto riguarda la matrice ecologica di base e

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l’incidenza dei fattori primari di condizionamento. Per ciascun ecomosaico è stata predisposta una scheda tecnica che ne descrive le caratteristiche fisiche, naturalistiche ed ecologiche.

PTCP – QC – Tav. 3 – Carta degli ecomosaici

Il territorio comunale di Quattro Castella ricade prevalentemente negli ecomosaici 18 e 19, mosaici del fronte pedecollinare, i cui elementi di pregio sono Il Sito di Importanza Comunitaria “Colli di Quattro Castella” e il Parco di Roncolo. La fascia più meridionale del comune ricade nell’ecomosaico 20, mosaico collinare-montano a naturalità elevata. La porzione del territorio comunale a nord della strada pedemontana, infine, ricade prevalentemente nell’ecomosaico 14, agroecosistema dell’alta pianura a rii incisi. Dal punto di vista ecosistemico, il PTCP, coerentemente con i contenuti di Rete Natura 2000, riconosce le seguenti criticità (in atto o potenziali) associabili a specie ed habitat.

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Nella collina il fattore di criticità ambientale è rappresentato dall’erosione dei suoli e dall’instabilità dei versanti. Tale situazione è dovuta sia a naturali condizioni di predisposizione al dissesto, sia all’adozione di pratiche colturali non adeguate, ma anche ai fenomeni di marginalizzazione economica, spopolamento e riduzione del presidio. Anche per la montagna i fenomeni di dissesto e di erosione sono in qualche caso critici e, sebbene meno influenzati dalle attività agricole, risultano maggiormente legati a fenomeni di abbandono e/o a inadeguate pratiche di difesa del suolo e di presidio del territorio. Queste sono le conclusioni che possono essere tratte dall’analisi degli aspetti naturalistici ed ecosistemici condotta nel PTCP:  Il livello della conoscenza può essere considerato attualmente adeguato per quanto riguarda la struttura degli ecomosaici e gli aspetti botanici ed è tale da consentire monitoraggi successivi; non altrettanto vale per gli aspetti faunistici;  La struttura complessiva dell’ecosistema reggiano presenta una successione che, dai sistemi associati al Po, attraversa una bassa ed un’alta pianura fino alle pendici appenniniche; segue l’ambito collinare-montano, che si presenta al suo interno abbastanza articolato per quanto riguarda i livelli di naturalità, ed infine l’ambito montano in senso stretto, caratterizzato da un livello di alta naturalità diffusa;  Il numero degli attuali istituti di tutela (parchi, riserve, SIC, …) è relativamente elevato e va messo a sistema, con l’obiettivo di valorizzarne complementarità e sinergie;  Altre valenze di ordine naturalistico-ecologico sono riconducibili a specie rare e minacciate, nonché ad ambiti di naturalità e funzionalità ecologica presenti anche all’esterno (rete ecologica polivalente);  Le pressioni sul tessuto ecosistemico sono cospicue, in particolare lungo il corridoio infrastrutturale centrale (asse via Emilia), ma anche lungo altre direttrici provinciali sedi di sprawl insediativo lineare.

Le aree protette Il sistema provinciale delle aree protette è costituito in termini prevalenti dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano (96% della superficie protetta). Le altre aree protette, suddivise tra Riserve Naturali Orientate (3) e Aree di Riequilibrio Ecologico (9), coprono limitate superfici territoriali. L’incidenza delle aree protette nel reggiano è limitata rispetto alla media nazionale (6% contro 12%) anche se superiore alla media regionale (4%). In parte tale condizione è stata recuperata dall’istituzione di SIC e ZPS, inseriti nella Rete Natura 2000. I siti di Rete Natura 2000 presenti nella provincia reggiana coprono più del 14% del territorio provinciale e rappresentano circa il 13% dei siti regionali in termini di superficie, comprendono 12 SIC, 1 ZPS e 10 aree sia SIC che ZPS, tra cui va annoverata l’area SIC “Colli di Quattro Castella”, istituita nel 2012, e situata nel territorio del Comune di Quattro Castella. Tuttavia va notata una certa disomogeneità territoriale nella distribuzione delle aree protette: la zona appenninica è ampiamente interessata dal Parco Nazionale; la fascia collinare, ricca di risorse naturali di estremo valore, è affidata per la maggior parte a SIC e ZPS; la pianura, invece, presenta siti di ridotte dimensioni, assai frammentati e tra loro poco relazionati.

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Ambiente Regione Emilia-Romagna – Siti per provincia – Aree Protette

Ambiente Regione Emilia-Romagna – Siti per provincia – Aree protette nel territorio provinciale: Parco Nazionale, Riserva Naturale Orientata (RNO) e Area di Riequilibrio Ecologico (ARE)

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Ambiente Regione Emilia-Romagna – Siti per provincia – Siti Natura 2000 nel territorio provinciale: Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone a Protezione Speciale (ZPS)

Il sistema delle aree protette può essere ulteriormente integrato e rafforzato se si considerano le potenzialità naturalistiche relative ai sistemi fluviali, ai corsi d’acqua minori, alle risorse presenti in collina (calanchi e gessi) e al sistema delle aree naturali di pianura (valli e canali di bonifica).

La qualità dell’aria Sul tema della qualità dell’aria il PTCP fa riferimento alle elaborazioni condotte per il PTQA (Piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria), che costituisce la cornice entro cui è definito l’insieme delle politiche strutturali per la qualificazione dell’aria. Per quanto riguarda le emissioni, le più diffuse condizioni critiche sono riferite alle polveri PM10 nel breve periodo, che interessano buona parte dei centri urbani della zona di pianura. Per quanto riguarda l’inquinamento da ozono, invece, le aree maggiormente critiche sono le zone agricole/rurali della prima fascia collinare a ridosso dell’asse della via Emilia. Le carte previsionali di criticità al 2015 mostrano che i livelli di criticità da inquinamento di breve periodo di PM10 sono ancora elevati, mentre per quanto riguarda l’inquinamento di lungo periodo solo alcune porzioni di territorio sono ancora critiche per il PM10 e per l’Nox. Ne deriva la necessità di intervenire per contrastare l’inquinamento di lungo periodo e contemporaneamente di attuare

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misure emergenziali per il contenimento dell’inquinamento di breve periodo da particolato sottile, che risulta il più intenso e diffuso.

La risorsa idrica Sul tema dello stato quali-quantitativo delle acque, il PTCP fa riferimento alle elaborazioni condotte per la variante di adeguamento al PTA (Piano provinciale di tutela delle acque). Gli approfondimenti hanno consentito di stimare lo stato ambientale dei corsi d’acqua, dal quale emerge che le criticità maggiori si osservano per il Torrente Crostolo e il Canalazzo Tassone (per i reflui dei depuratori di Mancasale e Roncocesi). Scadente risulta anche lo stato del Torrente Tresinaro. Per quanto riguarda le acque sotterranee, è stata compiuta una classificazione determinata dalla sovrapposizione di classi di quantità e di qualità. Dall’analisi emerge che esistono alcuni punti della rete di rilevamento dove è presente uno stato ambientale scadente. Il PTCP presenta una stima dell’inquinamento da fonte puntuale (scarichi domestici e industriali; scaricatori di piena cittadini; scarichi produttivi/industriali), dalla quale emerge che 88.000 abitanti in provincia non risultano allacciati a fognatura depurata. Per quanto riguarda gli impatti da fonte diffusa (apporti al suolo di nutrienti e sostanze organiche di origine naturale o antropica), l’analisi evidenzia l’apporto dei reflui zootecnici; dei fanghi degli impianti di trattamento civili e delle industrie agro-alimentari; dei fertilizzanti chimici. Dalla modellizzazione delle previsioni (al 2016) sullo stato qualitativo delle aste fluviali, emerge il raggiungimento degli obiettivi di qualità per il Torrente Enza e per il Fiume Secchia, mentre risulta non raggiungibile l’obiettivo di qualità relativo alla stazione di Ponte Baccanello sul Torrente Crostolo; la Provincia, di conseguenza, prevede una strategia integrata per il Crostolo, con azioni mirate al raggiungimento degli obiettivi di qualità anche nell’ultimo tratto del torrente.

Il territorio rurale Il territorio reggiano rappresenta una singolarità rispetto al resto della regione, per il ruolo particolarmente rilevante che giocano nel settore agricolo provinciale i comuni ad elevata urbanizzazione, ed in particolare il comune capoluogo (il 43% della SAU ricade entro il territorio della cintura urbana di Reggio). La dimensione media aziendale in provincia è di 9,6 ettari, significativamente inferiore al valore regionale (12,3 ha/az). La SAU provinciale è in progressiva diminuzione (-25% negli ultimi trent’anni). Fino agli anni Ottanta la perdita maggiore di superficie agricola si è registrata nei comuni collinari, mentre dagli anni Ottanta in poi è la montagna ad aver subito un drastico crollo dell’agricoltura. Il settore lattiero caseario è il comparto con maggiore incidenza economica nel settore agricolo; la produzione del latte è destinata per la maggior parte alla trasformazione in Parmigiano Reggiano. Il secondo prodotto caratterizzante l’agricoltura reggiana è la carne suina destinata all’industria salumiera. Nella provincia di Reggio Emilia, la superficie investita a vigneti aumenta, fra il 2000 e il 2005, del 12%; del totale vigneti oltre il 22% ricade in zona collinare.

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PTCP – QC – RG – Aziende agricole per classe di superficie – collina

Le analisi condotte per il PTCP individuano due ambiti di eccellenza dal punto di vista della produttività dei suoli:  Per la pianura: le aree di centuriazione attorno a e Castelnovo Sotto; le aree di dosso delle direttrici Reggio-Cadelbosco-S.Vittoria, Reggio-Bagnolo- e Campagnola--Rolo; il correggese;  Per la collina: la fascia pedecollinare; alcuni areali tra Vezzano e Viano; alcuni areali attorno ai centri di , , Felina e Castelnovo Monti. Nel complesso, i fattori di criticità del mondo agricolo vengono individuati: nel consumo di suolo agricolo ad opera dell’espansione urbana e nella diffusione edilizia; nella presenza di stalle e porcilaie dismesse; nel rischio di deficit idrico (soprattutto nell’alta pianura); nell’immissione di inquinanti nelle acque superficiali.

Il paesaggio Il PTCP nella fase attuale analizza gli aspetti paesaggistico-percettivi con riferimento a:  il paesaggio “rappresentato” (letterario, iconograficho, documenti d’archivio,…);  il paesaggio “interpretato” (cartografie tematiche, documenti tecnici, …);  il paesaggio “visto” (analisi delle relazioni visive). L’ambito di Quattro Castella si caratterizza soprattutto per un areale di particolare integrità e leggibilità che interessa la porzione di territorio comunale a nord della pedecollinare e la prima quinta collinare. Tra i luoghi ricorrenti nelle rappresentazioni sono citati i principali centri abitati; tra questi, spicca per livello di interesse l’abitato di Quattro Castella. Elemento di particolare pregio del sistema paesaggistico locale è senza dubbio l’ambito del castello di Bianello; il castello viene classificato come “testimonianza storica in emergenza” e assume importanza

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anche per le direttrici visuali che dal castello si possono tracciare in direzione della pianura e – verso sud – in direzione degli altri castelli del circuito matildico. Il contesto territoriale in cui si inserisce il castello (compresa l’oasi naturalistica) viene classificato come “contesto rappresentativo”. Per quanto riguarda gli elementi lineari di rilievo paesaggistico, all’intero crinale alle spalle di Quattro Castella e Roncolo viene riconosciuta la “massima visibilità”. Tra le componenti di valore, infine, viene segnalato l’intero tracciato della pedecollinare. PTCP – QC – Tav. 8 – Contesti di particolare rappresentatività

PTCP – QC – RG – Il sistema della fascia pedecollinare – componenti del paesaggio

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L’elenco dei luoghi che ricandono nel territorio comunale censiti dal PTCP:  Oasi del Bianello (naturale; aggreg.-sociale; produz.; tempo libero);  Castello di Bianello (storico-culturale; aggreg.-sociale);  Chiesa della Madonna della Battaglia a Grassano (storico-culturale; aggreg.- sociale);  Villa Toschi a Montecavolo (storico-culturale);  Villa Montegaio a Montecavolo (storico-culturale; naturale);  Chiesa della Beata Vergine a Puianello (storico-culturale; aggreg.-sociale);  Villa il più bello a Puianello (storico-culturale);  Chiesa di Sant’Antonino a Quattro Castella (storico-culturale; aggreg.-sociale);  Palazzo di Sant’Anna a Quattro Castella (storico-culturale);  Villa Borsiglia a Quattro Castella (storico-culturale);  Villa Dianese Toschi a Quattro Castella (storico-culturale);  Oasi di Roncolo (naturale; aggreg.-sociale; tempo libero);  Villa Venturini Baldini a Roncolo (storico-culturale; produz.);  Villa Tirelli a Roncolo (storico-culturale; produz.).

Viene inoltre citato il Corteo storico matildico a Quattro Castella (storico-culturale; tradiz.; memoria; aggreg.-sociale);

PTCP – QC – Tav. 7 – Distretti e relazioni visive

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La Tavola 7, infine, rappresenta i distretti e le relazioni visive. Da tale carta emerge che il comune di Quattro Castella ricade principalmente in due distretti visivi: quello della quinta collinare, che individua quattro aree lungo la pedecollinare a diversa caratterizzazione; e quello dei valloni naturali, definiti da porzioni di territorio quasi prive di insediamenti, ma tali da distinguersi nel paesaggio collinare. All’ambito del castello di Bianello viene riconosciuto il valore di “fulcro visivo principale”, mentre al crinale che determina la quinta collinare (all’altezza del parco di Roncolo) viene riconosciuto il valore di “fulcro visivo secondario”. Lo stesso crinale viene classificato come “riferimento visivo a scala sovralocale”.

Sistema storico-culturale La Relazione illustrativa del sistema insediativo storico (All. 3 al QC di PTCP) fornisce un’analisi e descrizione dei tessuti edilizi presenti nei comuni reggiani. Il piano territoriale consente una lettura di area vasta del sistema insediativo storico reggiano e dei principali “segni” del costruito presenti nel territorio.

PTCP – QC – Tav. 9 – Interpretazione strutturale del sistema storico

PTCP – QC – Tav. 10 – Interpretazione dei fattori caratterizzanti il sistema storico La struttura principale del sistema insediativo storico è composto dai centri e dalle loro reciproche relazioni, sia fisiche che gerarchiche. La Tavola 9 del QC del PTCP rappresenta l’interpretazione strutturale del sistema storico, che comprende una classificazione dei centri. Nel territorio di Quattro Castella e dei suoi dintorni, si può notare come i centri siano tutti classificati “comuni rurali” o “ville”. Per quanto riguarda gli elementi puntuali, vengono segnalate le emergenze relative all’architettura difensiva (castelli del circuito matildico) e all’architettura religiosa (chiese/pievi), tipiche del sistema insediativo di impianto medievale, ma anche all’architettura rurale (ville e corti agricole, edifici rurali isolati). La viabilità storica presente nel territorio è principalmente riconducibile al sistema degli “assi di sottosistemi”; fa eccezione il tracciato pedecollinare, che viene

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classificato “asse del sistema provinciale” per il suo ruolo di connessione con gli altri comuni reggiani. La Tavola 10, invece, rappresenta gli ambiti di appartenenza storico-culturale riconoscibili nel territorio provinciale. Si può notare come il territorio comunale di Quattro Castella interessi prevalentemente due ambiti: l’ambito di “Quattro Castella e Bibbiano” e l’ambito di “Mucciatella--Montericco-Borzano”. Gli insediamenti, sia annucleati che puntuali, vengono classificati in base alla loro collocazione geografica, che per quanto riguarda il territorio di Quattro Castella è riferita essenzialmente agli insediamenti di “pedecollina e terrazzo”. Particolare (anche se non interessa direttamente il territorio comunale di Quattro Castella) è anche l’analisi che questa tavola illustra, in relazione ai sistemi storici di gestione ed utilizzo dell’acqua, di rilievo soprattutto per la fascia di pianura, con l’individuazione puntuale di edifici e manufatti destinati a specifiche funzioni (opifici, manufatti idraulici, impianti di bonifica).

PTCP – QC – Tav. 11 – Beni risorse e fattori di qualità del sistema storico

La Tavola 11 è la terza ed ultima cartografia significativa, per quanto concerne il sistema insediativo storico, e rappresenta l’insieme dei beni, delle risorse e dei fattori di qualità.

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Emergenze preistorico-archeologiche La provincia reggiana è una delle più ricche di emergenze preistorico-archeologiche e meglio esplorate d’Italia. Al Ghiardo, sito vicino al Comune di quattro Castella, abbiamo il più ricco giacimento paleolitico all’aperto rinvenuto sui terrazzi pleistocenici dell’Emilia- Romagna. Nell’Alto Appennino sono decine gli accampamenti di età mesolitica e nessuno di essi è mai stato vincolato. In pianura molti sono i siti neolitici importanti. Poche sono invece le attestazioni dell’età del rame, ma non per questo di minor interesse, visto che fra di esse possiamo annoverare due rari abitati della Cultura del Bicchiere Campaniforme e la grotta funeraria della Tana della Mussina, posta nel territorio del Comune di Albinea, non lontana da Quattro Castella. Certamente però, il fatto più eclatante è costituito dalla presenza di quasi un centinaio di siti terramaricoli, fra cui alcune delle più grandi terramare, una delle quali, S. Rosa di Poviglio in corso di esplorazione a partire dal 1983, è diventata lo scavo pilota nell’ambito delle ricerche sull’età del bronzo terramaricola. Non va poi dimenticata la ricca presenza etrusca testimoniata dall’abitato di Serviola-San Polo e dai superbi cippi di . Di vasta portata storica sono le numerose ville romane che costellano l’intera pianura, distribuite all’interno di uno splendido reticolo centuriato, ottimamente conservato fra Crostolo ed Enza. Infine è doveroso ricordare le città romane sepolte sotto gli attuali centri urbani di , Sant’Ilario, Reggio Emilia e i castelli medievali sotto le cui rovine si celano importanti reperti di età più remote. La programmazione degli interventi urbanistici deve necessariamente raffrontarsi con l’archeologia in quanti il così detto “rischio archeologico” è ineliminabile. In percentuale sono poche le zone geografiche che sono state esplorate sistematicamente ed anche in questi luoghi non possiamo escludere che vi siano siti sepolti; anzi in alcune aree alluvionate di recente, tale rischio è molto alto. Il PTCP ha provveduto all’aggiornamento della banca dati, con elaborati tematici a supporto delle tutele del piano paesistico e per la più precisa individuazione dei principali siti noti della Provincia. Il lavoro è stato svolto verificando criticamente le aree già note e tutelate nonché introducendo nuove aree conosciute dopo la formazione del PTCP del 1999. DI seguito l’illustrazione delle due fasi di lavoro svolto:

FASE I – Ricognizione vincoli vigenti e relativa schedatura dei siti  Inserimento e verifica di 55 siti segnalati nella pubblicazione “Elementi archeologici in Emilia-Romagna” (1990) e nella “Carta di base del paesaggio archeologico” 1:25.000 (1987), redatte dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con la Sporintendenza per i Beni Archeologici.  Inserimento e verifica di 42 siti presenti nel PTCP 1999;

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 Inserimento e verifica di 10 siti documentati nei piani urbanistici comunali (Castelnovo ne’ Monti, Carpineti, Viano, ) che prevedono la tutela di siti archeologici;  Inserimento e verifica dei vincoli imposti tramite Decreto Ministeriale dal 1989 ad oggi. Le informazioni raccolte attraverso i diversi livelli normativi sopra richiamati ha consentito di definire con precisione la quasi totalità degli 89 siti che sono stati analizzati in questa fase.

FASE II – Ricognizione dati da Carte archeologiche e relativa schedatura dei siti  Inserimento e verifica dei siti desunti dalle carte archeologiche compilate dai Civici Musei di Reggio Emilia,;  Inserimento e verifica dei dati desunti dalla carta archologica del Comune di Poviglio, realizzata da Ars-Archeosistemi nel 1987 i;  Inserimento e verifica dei dati desunti dalle carte archeologiche elaborate dalla Società Reggiana d’archeologia per conto della Provincia;  Inserimento e verifica dei dati desunti dalla carta archeologica del foglio I.G.M. n° 74 (Reggio Emilia) del 1970, redatta da Mario Degani per l’Istituto Gerografico Militare;  Inserimento e verifica dei dati desunti dalla carta “Sistema ambientale paesaggistico del parco del Crostolo”, redatta da James Tirabassi nel 2000;  Inserimento e verifica dei dati desunti dalla carta di “Riqualificazione abientale, tutela e valorizzazione del medio Secchia”, sempre redatta da James Tirabassi nel 1999;  Inserimento di alcuni siti segnalati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna. In sintesi questa seconda fase ha portato all’inserimento e alla verifica di 91 nuovi siti che, uniti agli 89 analizzati nella prima fase, portano a 180 il numero complessivo delle schede contenute nell’Allegato 4 del Quadro Conoscitivo del PTCP. Escludendo i siti eliminati per “bonifica” o altre motivazioni documentate, sono 174 le aree archeologiche sottoposte a tutela nell’intera Provincia.

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PTCP – QC – All. 4 – Tav. 1 – Individuazione dei siti schedati

Il PTCP individua nel comune di Quattro Castella 22 siti archeologici su un totale di 174 aree presenti in provincia, che rappresentano più del 12% dell’intero partimonio archeologico censito nel territorio provinciale, a conferma che l’area di alta pianura e della prima collina fosse nel passato un territorio particolarmente idoneo all’insediamento umano antico. La Relazione del Quadro Conoscitivo del PTCP segnala inoltre che i siti meritevoli di tutela sono ben più numerosi di quelli individuati con certezza nel piano. Si è quindi rimandato alle ricognizioni di dettaglio dei piani uranistici comunali la successiva fase di implementazione del tema archeologico.

Sistema dei vincoli inerenti i beni culturali e paesaggistici PTCP – QC – RG – Individuazione delle “aree di notevole interesse pubblico” (art. 136 D.lgs. 42/2004) Il PTCP costituisce la sede ordinaria per la definizione della disciplina speciale di tutela delle aree assoggettate a vincolo paesaggistico e ambientale, oltre che per la verifica del sistema vincolistico esistente. Ad oggi si è proceduto alla raccolta della documentazione relativa ai vincoli paesaggistici ex DLgs 42/2004, ossia delle aree di notevole interesse pubblico sottoposte a tutela con Decreto specifico e delle aree tutelate per legge (art.142). Le aree tutelate per legge si riferiscono alle categorie di beni istituite dalla L 431/85 e riprese dal DLgs 490/99 e dal DLgs 42/2004: laghi; fiumi, torrenti e corsi d’acqua iscritti al registro delle acque pubbliche; montagne; circhi glaciali; parchi e riserve; boschi; usi civici.

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Le acque pubbliche sottoposte a tutela che attraversano il territorio comunale sono: “Rio Enzola” “Rio Quaresimo” “Torrente Modolena” “Torrente Crostolo” Le aree dichiarate di pubblico notevole interesse pubblico con D.M. 1/8/85 e sottoposto a tutela paesaggistico-ambientale ex Parte Terza del D.Lgs. n. 42 del 22/01/2004 presenti nel territorio provinciale sono 23, tre delle quali interessano il territorio comunale di Quattro Castella:  Il sistema Crostolo-Rivalta (con Reggio Emilia e Albinea);  L’ambito territoriale posto nei comuni di quattro castella e S. Polo d’Enza;  L’area pedecollinare di Roncolo-Montecavolo.

Sistema insediativo PTCP – QC – All. 10 – Tav. 2 – Sintesi della pianificazione comunale

La variazione del territorio urbanizzato registrata dalla cartografia regionale dell’uso del suolo in tre soglie storiche (1976, 1994, 2003) mette in evidenza una generale tendenza alla crescita del perimetro urbano ed un’ulteriore crescita degli insediamenti in territorio extraurbano. Il fenomeno della dispersione insediativa e della diffusione di tessuti discontinui, rappresenta un valido spunto di riflessione per comprendere le dinamiche insediative degli ultimi anni.

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L’analisi di dettaglio sulle previsioni insediative e sulla loro attuazione, condotta dal PTCP, ha consentito di quantificare quanti e quali previsioni urbanistiche abbiano trovato attuazione nei diversi contesti territoriali. Per fare ciò, è stata aggiornata la mosaicatura degli strumenti urbanistici. L’operazione è stata conclusa per tutti i comuni dotati di PRG, mentre deve essere ultimata per tutti gli altri. Dalla sintesi dello stato di fatto e di diritto emerge: la netta distinzione funzionale tra aree residenziali e aree produttive e la localizzazione delle grandi aree produttive a ridosso della corona dei centri urbani della pianura, nonché lungo le principali infrastrutture; una distribuzione piuttosto omogenea dei servizi di livello comunale e una localizzazione prevalente delle attrezzature generali di livello sovracomunale nelle aree di pianura. Per quanto riguarda la gerarchizzazione dei centri, il PTCP ha condotto un’analisi sul livello delle dotazioni territoriali, sull’accessibilità, sull’attrattività (anche attraverso uno specifico studio sugli spostamenti). I centri presenti in provincia vengono classificati in:  Una città regionale: Reggio Emilia  Un centro ordinatore di livello superiore: Guastalla  Quattro centri ordinatori di livello inferiore: Castelnovo Monti, Correggio, Montecchio e  Nove possibili centri integrativi: Brescello, , , Cavriago, Fabbrico, Novellara, , Rubiera, Sant’Ilario. I restanti capoluoghi comunali assumono la valenza di centri di base. Inoltre, la posizione del comune di Quattro Castella, va interpretata a scala sovracomunale, poiché rientra nella cintura urbana di Reggio Emilia. A partire dall’analisi degli elementi strutturali del territorio, è stata costruita una tavola della morfologia urbana e territoriale in cui sono state individuate cinque macro-tipologie aggregative: i tessuti storici; i tessuti compatti a prevalente funzione produttiva; i tessuti semi-aperti a funzione mista; i tessuti lineari a funzione mista; gli elementi puntuali a funzione mista.

PTCP – QC – All. 10 – Tav. 1 – Morfologia degli insediamenti

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Si può notare come il territorio di Quattro Castella, oltre agli insediamenti storici, presenti una morfologia territoriale caratterizzata soprattutto da tessuti semi-aperti a funzione mista. Le princiapli aree produttive di Quattro Castella e di Orologia vengono classificate “tessuti compatti a prevalente funzione produttiva”. Evidente, nella porzione settentrionale del territorio comunale, è la diffusione di elementi puntuali, a funzione mista, sparsi nel territorio rurale. Un discorso a parte viene fatto riguardo alle aree a destinazione produttiva. La strategia del PTCP, a tal proposito, è mirata alla concentrazione della maggior parte delle previsioni produttive future entro aree di rilievo sovracomunale (previo accordo tra i diversi comuni). Gli ambiti di qualificazione produttiva vengono distinti in: - sovraprovinciali; - sovracomunali. Relativamente agli insediamenti produttivi a rischio di incidente rilevante, nel territorio comunale di Quattro Castella, a Puianello, è presente una delle sette aziende segnalate “a rischio” (I.G.R. s.p.a.), per la quale vanno predisposti gli specifici studi di approfondimento previsti dalle norme vigenti.

PTCP – QC – RG – Individuazione dei poli funzionali

Altro elemento caratterizzante del nuovo PTCP è la definizione dei “poli funzionali”, ossia quegli ambiti ad elevata specializzazione che vedono la presenza di una o più funzioni strategiche. Il PTCP individua quindici poli funzionali nel territorio provinciale, nessuno dei quali ricadenti nella fascia collinare e montana.

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Sistema energetico Il bilancio energetico provinciale descrive e mette in relazione le esigienze energetiche, computate tenendo a riferimento gli usi finali dei diversi settori (industria, trasporti, civile, agricoltura), con la capacità produttiva del territorio e il mix di combustibili necessari a soddisfare la domanda di energia; inoltre si valutano le emissioni di gas climalteranti, imputabili al territorio provinciale, rispetto ai consumi da mix di combustibili. La congiuntura economica, lo sviluppo demografico e le condizioni metereologiche sono le tre variabili indipendenti che influenzano maggiormente la domanda di energia da parte dei diversi settori socio-economici, nonché il mix di vettori usati. Dalle stime dei fabbisogni futuri appare evidente che i consumi e le emissioni di anidride carbonica aumentano in maniera molto simile, a quella che si dovrebbe verificare in futuro per l’energia elettrica. Non si tiene tuttavia conto del fatto che il coefficiente di emissione del CO2 per kwh prodotto potrebbe essere rivisto al ribasso nei prossimi anni, a seguito di opere di ammodernamento che Enel potrebbe realizzare sul proprio parco centrali termoelettriche. In questo scenario di evoluzione spontanea del sistema, dovrebbe continuare la moderata diminuzione nell’uso della benzina per autotrazione a favore del gasolio, mentre gpl e olio combustibile potrebbero rimanere sostanzialmente stabili, perdendo dunque quote percentuali in un contesto di consumi crescenti.

Sistema della mobilità Il PTCP propone una classificazione della viabilità di tipo funzionale anziché amministrativo. Per quanto riguarda la mobilità di rilevo sovraprovinciale, il quadro potrebbe modificarsi sensibilmente se dovessero realizzarsi i due progetti autostradali (Tirreno-Brennero e tracciato mediopadano) e quello ferroviario (cispadana ferroviaria), attualmente in fase di verifica della reale fattibilità. A questo scenario relativo alle grandi comunicazioni, ovviamente, vanno aggiunti gli effetti derivati dalla linea ad alta velocità, quando sarà resa operativa. Lo schema territoriale della rete stradale è formato da una griglia di tre assi est- ovest (via Emilia, Pedemontana e Cispadana) e da tre assi nord-sud (Val d’Enza, Sistema Centrale e Sistema Orientale). Tale griglia è intersecata dalle direttrici radiali con funzioni di accesso a Reggio Emilia. Per quanto riguarda la rete su ferro, detto del ruolo che coprirà la linea ad alta velocità (e il nodo della fermata mediopadana), le strategie provinciali continueranno a concentrarsi sul potenziamento della rete delle ferrovie minori, anche con funzioni di linee di metropolitana leggera. Dal punto di vista della logistica, il sistema degli scali merci interprovinciale è in fase di potenziamento attraverso l’ampliamento dello scalo di S. Giacomo di Guastalla e di quello di Dinazzano, nonché la realizzazione dello scalo di Marzaglia (MO). A questi è da aggiungere il porto fluviale commerciale di , che ad oggi però presenta una ridotta competitività. L’offerta di “mobilità dolce” si è strutturata attraverso l’elaborazione di un’indagine puntuale che ha riguardato la rete dei percorsi ciclabili a scala provinciale e

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comunale (per l’area urbana di Reggio Emilia). Tale analisi è confluita nel Piano provinciale della viabilità ciclopedonale. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, la copertura territoriale appare elevata (il 60% della popolazione provinciale abita a meno di 300 m da una fermata di bus), ma l’uso medio risulta piuttosto ridotto (solo il 5,7% delle famiglie usa abitualmente il sistema TPL, Trasporto Pubblico Locale).

PTCP – QC – Tav. 15 – Infrastrutture esistenti

Data questa offerta infrastrutturale e confrontata con la domanda di mobilità (spostamenti, flussi), il PTCP individua un quadro delle principali criticità:  Alto tasso di motorizzazione provinciale (611 auto ogni 1000 abitanti, contro un valore medio nazionale pari a 580);  Basso coefficiente medio di occupazione del veicolo (pari a 1,17 – il 72% delle persone intervistate nell’ora di punta nel cordone provinciale viaggia da solo);  Scarso utilizzo del TPL, sia in ambito urbano che extraurbano;  Elevata presenza di mezzi pesanti, transitanti a volte su infrastrutture non funzionali al passaggio degli stessi;  Trasporto delle merci legato essenzialmente a modalità funzionali alla rete produttiva anzichè a criteri di logistica distrettuale o territoriale;  Spostamento delle merci prevalentemente su gomma con un coefficiente di carico al di sotto del 50 %;  Scarso utilizzo del trasporto merci su modalità alternative alla gomma (trasporto ferroviario o fluviale).

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2.1.2 – GLI ELABORATI DI PROGETTO

Gli elaborati di progetto del PTCP sono così composti:  Relazione di Piano strutturata in cinque parti: 1. scenari sociali, economici, territoriali, ambientali e riferimenti per la sostenibilità che interessano il territorio reggiano. Alcuni orientamenti di fondo (o finalità) che guidano l’operato della Provincia in diversi campi dell’azione amministrativa; 2. aspetti fondativi, in cui si specificano i rapporti con il piano territoriale regionale (PTR), i numerosi piani strutturali comunali (PSC) ed i piani di settore, al fine di declinare in termini operativi il ruolo della legge 20/2000 e del ricco quadro normativo di settore con la pianificazione paesaggistica; 3. le linee e gli obiettivi strategici evidenziano alcuni temi rilevanti per il governo del territorio dell’area vasta, strategie e politiche territoriali, nonché le specifiche azioni e progetti da mettere in campo riguardo al sistema paesaggistico, ecologico, rurale, insediativo e della mobilità; 4. relazione dei contenuti del piano con il sistema delle tutele paesistiche, dei rischi idraulici, idrogeologici, sisimici, di prevenzione, protezione e uso del territorio; 5. strumenti attuativi e di monitoraggio per l’attuazione del piano.

 Allegati alla Relazione di Piano: 1. Piano Operativo Insediamenti Commerciali sovracomunali 2. Adeguamento al PTA (Piano di Tutela delle Acque)

 Norme di attuzione: 1. Parte prima - disposizioni generali 2. Parte seconda - progetto del territorio: I. Paesaggi, rete ecologica e territorio rurale; II. Sistema insediativo; III. Insediamenti commerciali di interesse provinciale e sovracomunale e disposizioni per la qualificazione della rete vendita; IV. Sistema della mobilità. 3. Parte terza - sistema dei vincoli e delle tutele: I. Beni paesaggistici; II. Sistemi, zone ed elementi strutturanti la forma del territorio e di specifico interesse naturalistico; III. Tutela delle risorse storiche e archeologiche;

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IV. Limitazioni delle attività di trasformazione e d’uso derivanti dall’instabilità dei terreni; V. Fasce fluviali e il rischio idraulico; VI. Prevenzione e riduzione del rischio sismico; VII. Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e sotterranee; VIII. Aree protette e la rete Natura 2000; IX. Altre tutele, limiti e condizionamenti. 4. Parte quarta - disposizioni integrative, attuative e transitorie: I. Gli strumenti attuativi e di monitoraggio; II. Le disposizioni integrative e transitorie.

 Allegati alle Norme di attuazione: 1. Schede degli ambiti di paesaggio e contesti paesaggistici di rilievo provinciale 2. Schede dei beni paesaggistici art. 136 Dlgs 42/04 3. Linee guida per l'attuazione della Rete Ecologica Provinciale 4. Linee guida per la disciplina del territorio rurale 5. Linee guida per l’elaborazione dei piani urbanistici comunali e direttive per l'applicazione del titolo II - Il sistema insediativo 6. Insediamenti commerciali di rilevanza provinciale o sovracomunale 7. Elenco delle risorse storiche e archeologiche e linee guida 8. Elenco Abitati da consolidare o trasferire 9. Misure per la prevenzione e la messa in sicurezza dei centri di pericolo per la risorsa idrica 10. Bacini di accumulo a basso impatto ambientale 11. La valutazione di compatibilità ambientale e territoriale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante 12. Linee guida di buona pratica agricola in relazione alla suscettibilità per frane superficiali

 Elaborati Cartografici: P1 Ambiti di paesaggio P2 Rete ecologica polivalente P3a Assetto territoriale degli insediamenti e delle reti della mobilità, territorio rurale P3b Sistema della mobilità P4 Carta dei beni paesaggistici del territorio provinciale P5a Zone, sistemi ed elementi della tutela paesistica P5b Sistema Forestale e Boschivo P6 Carta Inventario del Dissesto (PAI-PTCP) e degli abitati da consolidare e trasferire (L445/1908) P7 Carta di delimitazione delle fasce fluviali (PAI-PTCP)

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P7bis Reticolo secondario di pianura. Carta delle aree potenzialmente allagabili (PAI-PTCP) P8 Atlante delle Aree a Rischio Idrogeologico molto elevato (ex PS267) P9a Rischio sismico - Carta degli effetti attesi P9b Rischio Sismico -Carta dei livelli di approfondimento P10a Carta delle tutele delle acque sotterranee e superficiali P10b Carta delle zone vulnerabili ai nitrati P10c Carta dell'infiltrazione potenziale comparativa per la pianificazione urbanistica comunale P11 Carta degli impianti e reti tecnologiche per la trasmissione e la distribuzione dell'energia elettrica P12 Schede di localizzazione delle aree a Rischio di Incidente Rilevante (Art. 6 e 8 Dlgs 334/99) P13 Zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti

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2.1.2.1 – LE SCELTE STRATEGICHE Nel nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale sono state assunte 5 importanti linee strategiche, richiamate al secondo e terzo capitolo della Relazione Generale e dagli esiti del Quadro Conoscitivo. Queste linee strategiche si suddividono a loro volta in 16 obiettivi strategici che fanno riferimento a 3 grandi famiglie di prestazioni:  La sostenibilità ambientale;  L’efficienza nell’organizzazione e l’uso di tecnologie;  La qualità del territorio e la valorizzazione del paesaggio.

Le 5 linee strategiche individuate nel PTCP sono:

1. SICUREZZA E CONSERVAZIONE ATTIVA DELLE RISORSE AMBIENTALI 1.1. Salvaguardare l’integrità fisica del territorio garantendo livelli accettabili di sicurezza degli investimenti rispetto ai rischi ambientali e fattori antropici; 1.2. Preservare, potenziare e valorizzare le risorse naturali garantendone nel lungo periodo qualità, consistenza e fruibilità; 1.3. Controllare e regolare i fattori di pressione antropica sull’ecosistema.

2. PAESAGGI, STORIA E IDENTITA’ 2.1. Integrare il paesaggio nelle politiche territoriali; 2.2. Tutelare e valorizzare il patrimonio culturale e la matrice storica del territorio; 2.3. Qualificare il territorio rurale sostenendo la competitività e la multifunzionalità delle aziende: lo spazio rurale come elemento centrale della pianificazione territoriale e paesisitca.

3. SISTEMA INSEDIATIVO DELLA RESIDENZA E DELLA PRODUZIONE 3.1. Sostenere l’evoluzione e la qualificazione del sistema economico a partire dalla gerarchizzazione e specializzazione degli ambiti per insediamenti produttivi, verso gli ambiti di qualificazione produttiva; 3.2. Andare verso un modello dell’abitare maggiormente sostenibile, che freni la dispersione insediativa, che sia coerente con la gerarchia storicizzata del sistema insediativo ed il sistema policentrico, che minimizzi il consumo di risorse non riproducibili, che sia accessibile alla rete dei servizi ed equo; 3.3. Valorizzare i centri storici come nodi urbani complessi; 3.4. Favorire il recupero delle aree dismesse o in dismissione e la riqualificazione degli insediamenti incongrui.

4. FUNZIONI DI ECCELLENZA, COMMERCIO E SERVIZI 4.1. Organizzare l’assetto delle funzioni di eccellenza ed i poli funzionali del sistema insediativo a scala sovraprovinciale, polarizzando i servizi ad alta attrattività secondo profili di accessibilità e vocazione territoriale; 4.2. Rinnovare la competitività del commercio, rafforzando e qualificando i nodi della rete e salvaguardando un’equilibrata presenza delle diverse tipologie di distribuzione commerciale nella provincia, puntando alla specializzazione;

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4.3. Favorire una equilibrata presenza di servizi ed attrezzature collettive, coerente con i nuovi bisogni della società reggiana ed accessibile anche a livello sovracomunale.

5. SISTEMA DELLA MOBILITA’ E DELLE RETI, REGGIO EMILIA NELL’EUROPA 5.1. Connettere il territorio reggiano all’Europa, rafforzando il sistema delle relazioni, dalla scala regionale a quella internazionale; 5.2. Accrescere le condizioni di accessibilità interna del territorio provinciale, completando e razionalizzando la rete stradale provinciale, aumentandone i livelli di efficienza, sicurezza e compatibilità ambientale; 5.3. Sviluppare modalità di trasporto sostenibili, favorendo il trasporto collettivo e la mobilità non motorizzata soprattutto per le merci.

Gli obiettivi strategici sono, in relazione alle diverse tematiche, articolati in obiettivi specifici; tale sistema, declina le finalità del progetto di territorio e viene riportato, senza sostanziali modifiche, nel corpo normativo. La struttura del PTCP e, segnatamente, quella delle norme di attuazione, richiama l’impostazione del Documento Preliminare (il Progetto del Territorio), integrandola con l’apparato delle tutele, dei limiti e dei condizionamenti di natura ambientale, paesaggistica, idraulica, idrogeologica, sismica, ecc…, anche in relazione alle valenze attribuite al PTCP nelle diverse materie di governo del territorio (esplicitate nel cap. 1 della Relazione Generale, così come all’art. 2 delle norme attuattive), ed al suo ruolo di coordinamento e sistematizzazione.

Il contenuto del PTCP si articola sinteticamente nelle seguenti parti:

A. Il Progetto di territorio:

. Definisce gli ambiti di paesaggio ed i contesti paesaggistici; . Definisce uno scenario di riequilibrio del territorio provinciale rappresentato dal progetto di rete ecologica polivalente di livello provinciale; . Individua i diversi ambiti del territorio rurale e definisce un quadro normativo di riferimento per i Comuni ai fini della disciplina degli interventi in territorio rurale; . Individua ipotesi di sviluppo del sistema insediativo e le conseguenti linee di assetto del territorio; . Definisce i bilanci delle risorse territoriali ed ambientali, stabilento le condizioni e i limiti di sostenibilità delle previsioni urbanistiche comunali che comportano rilevanti effetti sul territorio; . Articola e localizza gli interventi sul sistema infrastrutturale primario e le relative opere di rilevanza nazionale e regionale.

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B. Il sistema dei vincoli e delle tutele:

. Vigila e pone adeguato controllo sugli aspetti di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed antropici del territorio, riguardo ai seguenti contesti: - aree di notevole interesse pubblico e le aree tutelate per legge di cui alla Parte terza del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 42/2004); - sistemi zone ed elementi strutturanti la forma del territorio o di specifico interesse naturalistico; - risorse storiche e archeologiche.

. Sorveglia sulle fragilità del territorio, ponendo adeguati limiti, in particolare rispetto a: - dissesto idrogeologico; - rischio idraulico; - rischio sismico; - risorsa idrica.

. Valuta le protezioni applicabili alle zone soggette a rischio di incidente rilevante, alle fonti di inquinamento elettromagnetico, alle zone di protezione dall’inquinamento luminoso e alle zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti, ecc…

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2.2 – LE LINEE STRATEGICHE PER IL COMUNE DI QUATTRO CASTELLA

PTCP – Tav. P3a – Assetto territoriale degli insediamenti e delle reti della mobilità, territorio rurale

Il territorio di Quattro Castella, nella gerarchia dei centri impostata dal piano provinciale, non è interessato da strategie di rango territoriale. Nessun centro abitato comunale viene classificato con funzioni di rango sovralocale, pertanto il capoluogo svolge, a livello locale, la funzione di fornitura dei servizi di base, che devono soddisfare la domanda generata dal centro stesso, oltre a quella delle frazioni e delle case sparse. Trattandosi di un comune della cintura urbana di Reggio Emilia, le dotazioni territoriali di Quattro Castella vanno valutate in un’ottica d’area vasta, in maniera integrata con gli altri comuni della cintura. Gli insediamenti produttivi di rilevanza territoriale più vicini, sono quelli di Corte Tegge e di Reggio Emilia; il PTCP avanza l’ipotesi di costituire un polo produttivo sovracomunale in prossimità di Ciano d’Enza, che potrebbe quindi divenire, in futuro, l’area sovracomunale più accessibile dal territorio di Quattro Castella. La principale direttrice di connessione che interessa Quattro Castella è ovviamente il tracciato pedecollinare. Nel margine est del comune, in corrispondenza dell’abitato di Puianello, l’asse pedecollinare interseca l’asse nord-sud della SS 63; il PTCP evidenzia, in quel punto, la necessità di una variante agli attuali tracciati della SS 63 e della pedecollinare, per liberare il centro della frazione dal traffico di passaggio. Inoltre, è prevista, nel territorio del limitrofo comune di Albinea una bretella che vada a collegare la pedecollinare alla nuova tangenziale sud di Reggio Emilia.

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Nel margine ovest (fuori dal territorio comunale), invece, la pedecollinare incrocia un altro importante asse nord-sud ritenuto strategico dalla Provincia: l’asse della Val d’Enza. Per quanto riguarda la mobilità su ferro, l’unica linea su ferro abbastanza vicina a Quattro Castella, pur rimanendo sempre esterna al territorio comunale, è la linea Reggio-Ciano (sistema metropolitano ACT), che connette il capoluogo reggiano con la media val d’Enza.

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2.2.1 – INDIRIZZI STRATEGICI PER GLI AMBITI DI PAESAGGIO Il PTCP articola il territorio provinciale in sette “Ambiti di Paesaggio di rilevanza provinciale”. Ogni Ambito è costituito da un insieme eterogeneo di elementi e parti appartenenti ad un progetto unitario in cui i fattori (sociali, economici, insediativi, ecologici, identitari) di maggior pregio, acquistano il ruolo trainante per la valorizzazione e riqualificazione paesistico-territoriale integrata. Le strategie e le azioni previste nei vari Ambiti di Paesaggio tendono a costruire un sistema avanzato e integrato di tutti i fattori dello sviluppo (paesaggio, ambiente, infrastrutture, insediamenti, mobilità e servizi), valorizzando e specializzando le vocazioni locali. Il Comune di Quattro Castella viene ricompreso in due Ambiti di Paesaggio, rispettivamente il 3 e il 5.

PTCP – NA – All. 1 – Schede degli ambiti di paesaggio e contesti paesaggistici di rilievo provinciale

3 - Cuore del sistema Matildico

Interessa i Comuni di San Polo, , , Castelnovo Monti, Carpineti, Toano, , Viano, Casina, , Quattro Castella, Bibbiano. Interazioni con altri ambiti: - con l’ambito 2 Val d’Enza e Pianura occidentale (San Polo e Canossa); - con l’ambito 5 Ambito centrale (Viano, Vezzano sul Crostolo, Quattro Castella ); - con l’ambito 6 Distretto ceramico (Viano, Baiso); - con l’ambito 7 La montagna (Vetto,Castelnovo Monti, Toano).

5 - Ambito centrale

Interessa i Comuni di Reggio Emilia, , Bagnolo, , Novellara, Cavriago, Albinea, Vezzano sul Crostolo, Quattro Castella. Interazioni con altri ambiti: - con l’ambito 1 Comunità del Po (Novellara,); - con l’ambito 2 Val d’Enza e Pianura occidentale, (Castelnovo di Sotto, Cadelbosco di Sopra, Reggio Emilia, Cavriago); - con l’ambito 3 Cuore del Sistema Matildico (Cavriago, Reggio Emilia, Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo, Albinea); - con l’ambito 4 Pianura orientale (Novellara, Bagnolo, Reggio Emilia); - con l’ambito 6 Distretto ceramico (Albinea, Reggio Emilia);

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2.2.1.1 – AMBITO 3: CUORE DEL SISTEMA MATILDICO

Caratteri distintivi dell’ambito da conservare L’ambito costituisce il cuore del più vasto territorio dominato dalla contessa Matilde nel XII secolo, che stabilì la propria dimora nella collina reggiana, a Carpineti, e, pertanto, in questa zona definì la struttura dei suoi assi difensivi (Dinazzano- Casalgrande-Albinea-Quattro Castella, Roteglia- Baiso Paullo, Casina-Canossa- Rossena, Debbia-Bebbio-Carpineti-Felina-Castelnuovo-Gottano).

I segni di questa presenza sono ben leggibili ancora oggi: - il sistema di ruderi e di architetture fortificate disposte sui luoghi più alti e dominanti, caratterizzati da ampie visuali; - il sistema dei centri abitati poggiati su un sistema di strade di elevato interesse paesaggistico, legati da relazioni storiche micro-territoriali; - gli ecomosaici di estremo valore ecologico (sistema dei calanchi, fasce boscate con specie autoctone), correlati ad elementi di valore paesaggistico (monti e crinali boscati); - il sistema di beni di interesse geologico e geomorfologico; - il sistema di punti panoramici; - il sistema di crinali insediati, alternati a valli di elevata naturalità; - il sistema insediativo multipolare, composto da centri in relazione con la pianura (San Polo d’Enza, Montecchio e Quattro Castella) e zone immerse nella collina (gli ambiti 3 e 5, Casina, Carpineti e Toano).

Contesti paesaggistici di rilievo provinciale che caratterizzano l’ambito - sistema “Canossa / Rossena” - sistema “Quattro Castella / Roncolo” - “Dorsale di Carpineti”

Strategia d’ambito Per questo territorio è nodale valorizzare la dimensione di “paesaggio culturale” che deve agganciare la propria identità al fatto di essere “cuore del sistema delle terre matildiche”. In ragione di ciò vanno promosse azioni ed investimenti finalizzati ad incrementare l’appeal dei luoghi, ad attrarre turismo e a costituire una rete di interesse a livello internazionale. La strategia d’ambito si struttura su contesti di eccezionale rappresentatività, costituenti un sistema storico-naturalistico che va dai colli di Quattro Castella, a Montefalcone, a Canossa e Rossena, a Carpineti: ciascun contesto deve consolidare uno specifico ruolo trainante nella costruzione di un progetto di territorio che, partendo dalla messa a sistema delle iniziative e dei processi in atto a livello locale, investa contesti oggi meno conosciuti al fine di creare una forte rete di fruizione e valorizzazione diffusa. Necessario è il recupero degli edifici, dei castelli, dei borghi storici e di ogni manufatto che conservi memoria dei percorsi e delle relazioni che li uniscono, ma soprattutto è oggi importante la corretta gestione delle opere incongrue, l’incentivazione di formule integrate di offerta turistica a scala interprovinciale e l’impulso verso l’impiego di tecnologie innovative a sostegno di un turismo di alta qualità.

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Strategie tematiche sistema qualificazione di un sistema di luoghi in grado di attrarre turismo motivazionale, ambientale e legato alla fruizione di valori naturalistici, culturali ed enogastronomici, attraverso territorio rurale la loro valorizzazione e la promozione del territorio finalizzata a costruire un interesse di livello internazionale; assegnare all’agricoltura collinare il giusto ruolo, fondato sulla multifunzionalità dell’attività aziendale (integrare turismo e produzione qui è fondamentale) e sostenere la vitalità delle aziende e le potenzialità della viticoltura e della produzione lattiero-casearia; promozione integrata dell’intero territorio e messa a sistema dei luoghi di maggiore rappresentatività con il territorio rurale e le emergenze minori; governo delle neoformazioni boschive critiche per la salvaguardia delle visuali panoramiche e delle emergenze monumentali; contenimento della diffusione insediativa slegata dagli usi agricoli; sistema completamento della viabilità pedemontana e razionalizzazione dell’asse centrale infrastrutturale (variante s.s. 63) e suo raccordo con le direttrici territoriali interne; consolidamento della fondovalle intercomunale Viano-Baiso-Carpineti-Casina, la SP98, quale connessione principale al sistema della S.S.63; Potenzialmento del trasporto pubblico, attraverso un servizio cadenzato lungo la Val d’Enza da Ciano d’Enza a Castelnovo nei Monti, in seguito a positiva valutazione di fattibilità; sistema Recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio storico e monumentale anche insediativo finalizzato allo sviluppo di formule integrate di offerta turistica a scala interprovinciale; qualificazione della nuova produzione edilizia, laddove necessaria; Riqualificazione dell’ambito specializzato per attività produttive di rilievo sovracomunale di riferimento per la montagna "Fora di Cavola", dal punto di vista ambientale, ecologico, paesaggistico e secondo quanto definito dal protocollo d'intesa siglato tra la Provincia e Regione, Sovrintendenza, Comunità Montana, Comune di Toano, anche quale prima iniziativa di realizzazione di un'Area Ecologicamente Attrezzata nel territorio collinare-montano; sistema socio- a fronte di un modello produttivo dell'ambito che si conferma essere incentrato sul economico manifatturiero, con specializzazioni tradizionali nel settore della ceramica, della meccanica, dell’elettronica e dei prodotti legati alla lavorazione della carta, oltre che nel comparto agro-alimentare, e che occorre sostenere ai fini della sua competitività e nella capacità di sviluppare reti tra imprese, la valorizzazione del "paesaggio culturale" che caratterizza l'ambito, anche attraverso la promozione del "Marchio Matilde", diviene fattore di sviluppo di settori economici nuovi come quello del turismo culturale-ambientale.

Obiettivi di qualità ed indirizzi di valorizzazione e tutela a. Valorizzazione del territorio rurale - favorire gli interventi diretti alla multifunzionalità delle aziende agricole, considerando anche la fornitura di servizi ambientali, la manutenzione del territorio, l’integrazione con attività ricettive, didattiche, artigianali; - conservare le aree agricole ancora integre incentivando la rifunzionalizzazione del patrimonio rurale storico dismesso, e prevedendo la mitigazione delle opere incongrue o la loro demolizione, in particolare in aree agricole di crinale e nelle aree di pertinenza dei nuclei storici; - incentivare il rispetto delle “buone pratiche agricole” che possano coniugare il mantenimento della produzione e la difesa del suolo (si rinvia alle linee guida di cui all’Allegato 12 alle presenti Norme), escludendo attività intensive, conservando e mettendo a dimora sistemi di filari che segnino la morfologia dei luoghi e la trama dei lotti agricoli; - definire progetti-tipo (con precisazione di materiali e tecniche costruttive) per la realizzazione delle nuove strutture per l’agricoltura, in considerazione dei criteri localizzativi e tipologici di cui all’Allegato

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n. 4 delle Norme di attuazione, della tutela delle strutture insediative storiche e in rapporto ai contesti paesistici. In particolare per la sensibilità paesaggistica del contesto i nuovi impianti andranno di norma realizzati in continuità con i centri aziendali esistenti, evitando le localizzazioni in crinale o ad elevata visibilità, nonchè sulla linea di connessione tra le fasce boscate e le aree agricole dei crinali insediati, ed evitando recinzioni se non ambientate attraverso un attento studio di schermi vegetali. b. Riqualificazione insediativa e linee di sviluppo urbanistico compatibili - limitare nuovi sviluppi insediativi e favorire la rifunzionalizzazione dei tessuti esistenti allo scopo di recuperare lo storico policentrismo e salvaguardando il delicato rapporto fra edificato, agricoltura e aree naturali; - le nuove urbanizzazioni, laddove necessarie ed ammissibili, compatibilmente con le tutele paesaggistiche, ambientali e con le altre disposizioni del presente Piano, dovranno conformarsi a criteri di qualità: non dovranno di norma addensarsi lungo le strade di crinale, se non in continuità con i nuclei esistenti qualora idonei a ricevere carichi urbanistici aggiuntivi; dovranno dialogare correttamente e rispettare le tipologie storiche, la localizzazione rispetto alla viabilità; evitare la realizzazione di recinzioni o di accessi che interferiscano con la leggibilità dell’impianto insediativo; privilegiare la localizzazione in aree già compromesse; - le politiche urbanistiche di medio/lungo termine dovrebbero orientarsi verso la valorizzazione produttivo-commerciale del comparto agro-alimentare o verso l’offerta turistica nei luoghi storicamente insediati; - qualificare il patrimonio storico attraverso: a. un’attenta disciplina e progettualità degli interventi sul patrimonio edilizio esistente, che coniughino il rispetto dello tipologie storiche, l’uso di nuove tecnologie per il contenimento energetico e il riuso a fini ricettivi. A questi fini vanno definite le modalità di intervento per il recupero o la conservazione dei nuclei storici, con particolare riferimento alla riqualificazione delle cortine edilizie in particolare emergenza, considerando anche interventi trasformativi e sostitutivi sui fronti edificati alterati; b. la definizione di aree di integrazione storico-paesaggistica in accordo con gli allegati 4 e 7 NA, in relazione alle diverse giaciture e morfologie particolari (bordi di terrazzo, speroni rocciosi..), e i principali punti di vista dalle strade, in cui evitare interventi di nuova edificazione; incentivare interventi di mantenimento del prato da sfalcio evitando la crescita del bosco e la modificazione dei lotti catastali, promuovere la messa a dimora di siepi e filari atte anche a sottolineare la morfologia dei luoghi; c. la dotazione di servizi di urbanizzazione di base (parcheggi o servizi) da localizzare di norma in posizioni idonee e con modalità tali da minimizzare l’impatto visivo; d. la realizzazione di by-pass viari degli abitati (San Polo, Canossa, Puianello, Vezzano sul Crostolo e La Vecchia), ove previsti, dovrà essere accompagnata dalla ricucitura e riqualificazione dei bordi urbani, rafforzandone la matrice storica e identitaria ovvero creando nuove centralità dotate di idonea qualità architettonica ed urbanistica; c. Valorizzazione di particolari beni - conservare i beni di interesse storico, paesistico e documentario, definendo le azioni e i requisiti degli interventi di recupero, tenendo conto della morfologia e dell’orografia dell’intorno (poggi, speroni rocciosi, piccole conche prative). Tali aree saranno da mantenere libere da interventi trasformativi, che non siano legati alla specifica fruibilità del singolo bene e progettati in modo coerente ed integrato al bene da conservare. Compatibilmente con le norme vigenti, è opportuna la promozione di interventi di gestione dei soprassuoli boschivi, ed in particolare su quelli di neoformazione che impediscono la visuale e la leggibilità dei beni culturali e paesaggistici, e che costituiscono criticità per la biodiversità e il dissesto. Sono inoltre da prevedere interventi di conservazione e valorizzazione dei collegamenti storici tra i beni isolati e i nuclei storici, la previsione di percorsi di fruizione con la formazione di aree di attestamento che non alterino comunque il rapporto tra fasce boscate, aree prative e nuclei storici; - attivare idonee forme di governo del bosco per il ripristino di beni e visuali paesaggistiche di eccellenza quali il castello di Canossa, il castello del Bianello, la pieve di Toano; - conservare le valenze panoramiche dell’ambito attraverso l’individuazione dei punti panoramici e dei coni visivi che li relazionano al fine di controllare l’impatto degli interventi trasformativi che li intercettano, in particolare lungo le strade di crinale;

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- conservare e qualificare il carattere naturalistico dei “valloni naturali”, in cui devono essere evitati interventi trasformativi se non in funzione del recupero delle strutture storiche presenti o in funzione della loro integrazione con il sistema di valorizzazione dei beni storico-culturali dell’ambito; - in raccordo con i contenuti dell’Allegato 2, schede n. 12, 13 e 14 dei Beni paesaggistici (sistema della dorsale monte Duro-monte Pilastro e di rio Fiumicello) valorizzare il sistema storico- paesaggistico complesso caratterizzato da diversi ambienti quali gli affioramenti arenacei di rio Fiumicello e monte Pilastro, dalle salse di Regnano, dalle emergenze architettoniche di Paullo, Case di sotto di Paderna e Casola di Canossa, dai nuclei storici quali quello di santa Maria di Castello, di Casella e di Vindè – Vronco, dei sistemi di insediamenti rurali di Ca’ Rosino – il Piano – Ca’ de Lolli, Riolo – Cavazzone – Villa, dal sistema boschivo e geomorfologico di monte Duro. Azioni di valorizzazione significative possono essere intraprese per il miglior inserimento paesaggistico di espansioni insediative recenti quali Banzola, Sordiglio, Costaferrata, Brugna, Ca’ dei Cesari, Ca’ de Miotti; - in raccordo con i contenuti dell’Allegato 2, scheda n. 19 dei Beni paesaggistici (crinale di Toano) garantire la conservazione, valorizzazione e riqualificazione del sistema paesaggistico-naturalistico del territorio e del sistema insediativo storico, anche a carattere rurale, che lo caratterizza; - in raccordo con i contenuti dell’Allegato 2, scheda n. 16 dei Beni paesaggistici (confluenza del rio Maillo con il torrente Tassobbio) garantire la conservazione, valorizzazione e fruizione del sistema naturalistico caratterizzato dal rilevante sistema boschivo unito alle emergenze litologiche e geomorfologiche della Pietra Nera e delle valli dei torrenti Tassobbio e Maillo. Riqualificare contestualmente i nuclei storici di La Croce, Casalecchio e Case Paoli;

- Progetto integrato di messa in rete dei paesaggi e dei beni di interesse identitario dell’area matildica La Provincia, con i comuni appartenenti all’ambito, promuove un progetto/programma integrato di valorizzazione del paesaggio. Nell’ambito del progetto saranno individuati i beni storici e naturali che possono costituire elementi di un progetto diffuso di valorizzazione e fruizione dell’area matildica in cui ciascun contesto di eccezionale rappresentatività (Quattro Castella, Rossena-Canossa, il Castello ed il crinale di Carpineti, Montefalcone) consolida uno specifico ruolo trainante nella messa a sistema con l’estrema varietà di valori paesaggistici dell’ambito, costituiti da elementi di interesse storico-architettonico, paesaggistico-naturale e relazionali, al fine di creare una rete che investa anche i contesti meno conosciuti. d. Qualificazione aree in trasformazione - progettazione della variante s.s. 63 che minimizzi l’effetto-barriera rispetto alla permeabilità ecologica del sistema collinare e che costituisca occasione per la creazione di un nuovo paesaggio di qualità e per l’allestimento contestuale di fasce di ambientazione compensative, complementari agli elementi funzionali della rete ecologica; e. Riqualificazione di luoghi compromessi o degradati - recupero e valorizzazione dell"Ambito di riqualificazione di Monte del Gesso di Vezzano", riconosciuto nel PIAE vigente tra gli "Ambiti territoriali da sottoporre a progetto di recupero e riqualificazione ambientale" in corrispondenza di una zona interessata, in passato, da attività estrattive esaurite e sistemate senza un sufficiente grado di reinserimento nel contesto paesaggistico-ambientale. Il progetto di recupero dovrà perseguire gli obiettivi e utilizzare gli indirizzi di riqualificazione fissati nell'appendice 2 delle NTA del PIAE; - promozione di progetti di riqualificazione territoriale della Piana di Felina, quale contesto paesaggistico di grande valore percettivo (in particolare rispetto alle visuali privilegiate di accesso alla montagna dalla s.s. 63) il cui assetto è alterato da recenti politiche insediative che non hanno garantito le coerenze d’insieme e gli esiti architettonici e paesaggistici sperati.

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2.2.1.2 – AMBITO 5: CENTRALE Comuni di Reggio Emilia, Cadelbosco di Sopra, Bagnolo, Castelnovo di Sotto, Novellara, Cavriago, Albinea, Vezzano sul Crostolo, Quattro Castella

Caratteri distintivi dell’ambito da conservare - la città storica e l’area urbana di Reggio Emilia; - la fascia territoriale tra l’autostrada/TAV, la ferrovia storica e la via Emilia; - il sistema dei dossi fluviali di pianura; - le aree agricole dell’alta pianura, strutturate dai rii incisi e segnate dai canali derivatori del Secchia e dell’Enza, in stretta relazione con la quinta collinare; - la fascia fluviale del Crostolo, caratterizzata a nord dal sistema rurale diffuso e dalle corti agricole e a sud dal sistema del parco territoriale e delle ville ducali (Rivalta, Rivaltella, Villa d’Este); - la quinta collinare di Montecavolo-Puianello-Vezzano sul Crostolo-Albinea- Montericco-Borzano, caratterizzata dal sistema delle ville storiche e delle fortificazioni in posizione dominante rispetto agli accessi alle valli appenniniche; - il paesaggio agrario delle bonifiche benedettine con le Corti di Casaloffia e Barisella;

Contesti paesaggistici di rilievo provinciale che caratterizzano l’ambito - asse infrastrutturale / via Emilia - direttrice Reggio-Novellara - Sistema “Crostolo-Rivalta”

Strategia d’ambito La strategia per l’ambito centrale è fortemente incentrata sul ruolo di Reggio Emilia, quale nodo del sistema di città-territorio sull’asse Parma-Modena, e sulla necessità di attivare politiche territoriali coordinate a scala sovralocale, nell’ottica della competitività internazionale del sistema mediopadano, di cui Reggio Emilia è baricentro. La scommessa dell’efficienza del sistema si gioca su due piani: da un lato la polarizzazione delle funzioni di eccellenza nel campo della cultura, del sapere, del sistema direzionale, dei servizi e della produzione di punta, dall’altro il rafforzamento del sistema dei collegamenti, sia merci che passeggeri. A tal fine occorrerà incrementare la vocazione direzionale, culturale e commerciale della città di Reggio Emilia, integrando paesaggio e territorio, a partire dalla rivitalizzazione della città storica verso la zona nord (paesaggio contemporaneo) e verso la zona sud (paesaggio storico). In una logica sovracomunale andranno rafforzati e specializzati i diversi centri dell’ambito, decongestionando le radiali e favorendo l’accessibilità alla città tramite politiche di riorganizzazione della mobilità con particolare attenzione al trasporto pubblico su ferro, nonché ad altri sistemi innovativi (ad es. trasporto pubblico leggero in sede propria).

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Strategie tematiche sistema razionalizzare il rapporto fra grandi insediamenti e un territorio periurbano ad alta ambientale e vocazione produttiva agricola, soprattutto attraverso il contenimento del consumo territorio rurale di suolo e della diffusione insediativa; nell’ambito caratterizzato da maggiore sviluppo insediativo occorre attivare azioni di tutela e di potenziamento delle continuità ecologiche residue, il ripristino delle interruzioni critiche per le connessioni ecologiche considerate strategiche, il potenziamento della funzionalità ecologica delle zone umide (risorgive, sistema idrografico), la corretta gestione del territorio periurbano al fine di costituire aree tampone per la fornitura di servizi ambientali e la mitigazione delle pressioni reciproche città/campagna; salvaguardia e valorizzazione dei varchi agricoli fra le principali aree insediate e dei brani di paesaggio rurale ancora relativamente integro, fra i quali in particolare l’alta pianura e la prima quinta collinare; sistema Portare a completamento il sistema viario tangenziale principale, la connessione infrastrutturale a sud con la Pedemontana attraverso la variante ss 63, e realizzare la via Emilia bis con progetti di corretto inserimento ambientale; Valorizzare le due moderne porte della provincia costituite dal nuovo casello autostradale e dalla Stazione Mediopadana; Il riequilibrio del sistema della mobilità attraverso il potenziamento del servizio di trasporto pubblico (utilizzo delle linee ACT ed RFI come servizio di bacino per il trasporto passeggeri in area metropolitana), la realizzazione dei parcheggi scambiatori e di attestamento nei principali centri del sistema; la strutturazione di una vera e propria rete di mobilità non motorizzata in sede propria di collegamento dei principali nodi funzionali dell’area urbana; sistema rafforzamento delle funzioni direzionali, culturali e commerciali della città di insediativo Reggio Emilia, che investa prioritariamente la direttrice settentrionale, dove si colloca la nuova porta provinciale sull’Europa (casello autostradale e Stazione Mediopadana); rivitalizzare dal punto di vista sociale, economico e culturale il centro storico di Reggio Emilia; rafforzamento dei diversi centri dell’ambito attraverso: interventi di specializzazione funzionale; potenziamento di una rete di servizi integrati e complementari da localizzare nei diversi poli (in particolare nei centri a sud di Reggio per limitare il pendolarismo), interventi di decongestionando delle radiali, favorendo l’accessibilità con il trasporto pubblico su gomma e ferro; Tutelare e valorizzare il territorio a sud del capoluogo provinciale quale area ad elevato valore paesaggistico ed ambientale e vocata ad uno sviluppo maggiormente sostenibile. Sistema socio consolidare la forte connotazione manifatturiera dell’ambito centrale, economico essenzialmente legata alla presenza del polo della meccanica-meccatronica, della costruzione di macchine utensili e del tessile-abbigliamento, sostenendo altresì il rafforzamento e la qualificazione delle tessuto dei servizi alle imprese (dall’università alle funzioni direzionali e finanziarie) presente nella città di Reggio Emilia.

Obiettivi di qualità ed indirizzi di valorizzazione e tutela a. Valorizzazione del territorio rurale - incentivare la multifunzionalità aziendale per la fornitura di servizi plurimi di natura ambientale, ricreativa, didattica, alimentare, ecc.; - valorizzare il ruolo del territorio rurale interstiziale e periurbano quale serbatoio di naturalità residua e luogo ove incentivare la salvaguardia e la creazione di nuovi paesaggi, il potenziamento delle dotazioni ecologiche - sfruttare le opportunità introdotte dalla legge regionale n. 20/2000 in tema di accordi territoriali, perequazione territoriale e progetti di tutela, recupero e valorizzazione, nonché dagli strumenti del

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PSR quali gli accordi agro-ambientali, al fine di perseguire finalità di tutela di ambiti agricoli di importanza strategica, quali ad esempio i prati stabili dell’alta pianura costituenti aree di qualità dal punto di vista dei foraggi e del paesaggio, oltre che serbatoi di elevata biodiversità; - salvaguardare il fondamentale ruolo di connettività ecologica delle campagne verso i luoghi a maggiore naturalità attraverso l’attuazione e la salvaguardia dei corridoi ecologici planiziali primari e favorire il riequilibrio dell’ecosistema agricolo incentivando interventi compensativi a carattere naturalistico da collegare alle trasformazioni urbanistiche, ovvero integrando le risorse del Piano di sviluppo rurale destinate in particolare alle misure agroambientali; - salvaguardare le aree agricole ancora integre di rilievo paesaggistico (quali in particolare quelle dell’alta pianura, quelle delle Bonifiche benedettine e le aree limitrofe al Canalazzo Tassone), evitando conversioni ad usi urbani, incentivando la rifunzionalizzazione del patrimonio rurale storico, prevedendo interventi di conservazione e potenziamento della vegetazione lungo il sistema dei rii e dei corsi d’acqua in generale; - incentivare la conservazione del valore agroecosistemico del prato-bosco caratterizzante la prima quinta collinare.

b. Riqualificazione insediativa e linee di sviluppo urbanistico compatibili - Qualificare le funzioni di eccellenza e valorizzarne il ruolo architettonico e gerarchico all’interno del tessuto edilizio ordinario, orientando gli interventi verso un’alta progettualità dei principali fuochi di attrazione; - sfruttare l’opportunità di realizzazione della via Emilia bis per la riqualificazione delle funzioni e del patrimonio edilizio sulla via Emilia storica, in coerenza con i contenuti della successiva scheda CP1 (Contesto di paesaggio della via Emilia) come asse urbano ospitante funzioni e servizi di qualità ad accessibilità preferenziale pubblica in sede propria; - riqualificare l’ambito di Mancasale secondo i criteri delle aree ecologicamente attrezzate, eventualmente valorizzando le funzioni di terziario e di servizi avanzati, e limitando i nuovi interventi in modo tale da formare un’ampia fascia libera verso Bagnolo di Piano, costituente corridoio ecologico primario del progetto di Rete ecologica di cui all’art. 5 delle Norme di attuazione; - contenere l’edificazione arteriale lungo strada evitando ulteriori saldature e densificazioni sul sistema della viabilità radiale (Cavriago-Barco-Bibbiano), individuando varchi da tenere liberi per consentire una maggiore connettività ecologica del sistema insediativo. In tal senso occorre compattare gli insediamenti, evitare edificazione di manufatti fuori scala in rapporto ai contesti agricoli ed edificati, realizzare ampie fasce verdi tampone; - in relazione al sistema insediativo a sviluppo lineare delle direttrici Reggio-Bibbiano e Reggio- Poviglio, costituente “ambito territoriale con forti relazioni funzionali tra centri urbani” di cui all’art. 8, com. 12 delle norme di attuazione, attivare politiche intercomunali di maggiore integrazione al fine di migliorare l’efficienza delle scelte territoriali, ambientali e socio-economiche; - contenere l’edificazione arteriale lungo la direttrice pedemontana individuando ampie fasce da mantenere libere ed evitando di occupare le aree interstiziali tra le circonvallazioni dei centri e l’asse storico, in quanto fasce di rispetto dei punti di vista sulla quinta collinare ed i suoi beni di interesse storico culturale; - ipotizzare previsioni residenziali prioritariamente nei centri dotati di trasporto su ferro (TPL); - qualificare il paesaggio edificato dei centri dell’alta Pianura, contenendo le pressioni insediative, orientando i nuovi sviluppi verso la compattazione delle aree più sfrangiate, qualificando gli spazi pubblici, formando aree verdi organizzate sulle trame del territorio agricolo circostante, utilizzando tipologie che non alterino il paesaggio complessivo; - ricostruire il bordo urbano di Reggio, organizzando cortine edificate e fasce arborate sulle trame del paesaggio agrario, ed integrandole ad un sistema di aree verdi di compensazione ecologica.

c. Valorizzazione di particolari beni - in raccordo con i contenuti dell’Allegato 2, scheda n. 7 dei Beni paesaggistici (Sistema “Crostolo- Rivalta”) rafforzare e qualificare le eccellenze storico-architettoniche delle ville di Rivalta, Rivaltella e d’Este, a costituire un sistema di funzioni di rilievo sovraprovinciale, orientate alla cultura, al sapere ed alle attività del tempo libero, e collegate da un’infrastruttura ambientale di spazi periurbani da rinaturalizzare e tematizzare; - in raccordo con i contenuti dell’Allegato 2, schede n. 8, 10 e 11 dei Beni paesaggistici (Sistema dell’area pedecollinare e della prima quinta collinare) valorizzare il sistema storico-naturalistico

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dell’area pedecollinare, salvaguardando in particolare l’unitarietà delle strutture insediative storiche di Montecavolo ed Albinea e la caratteristica geomorfologia del “bacino del rio Groppo”, e garantire la valorizzazione e la fruizione del sistema paesaggistico-naturalistico dell’area Borzano-Le Croci; - attivare occasioni di concertazione, di ragionamento e di co-progettazione con il Comune, l’Università, le associazioni ed i cittadini per la rivitalizzazione sociale, economica e culturale del centro storico di Reggio Emilia, inteso quale luogo complesso ed irripetibile da abitare e da fruire in quanto sede di funzioni plurime di ruolo sovraprovinciale, anche a partire dalla rifunzionalizzazione di edifici storici e non (palazzo Busetti, isolato S.Rocco, ex Opg, ecc.) ed interventi di riqualificazione degli spazi collettivi; - in accordo con quanto previsto all’art. 13 delle Norme di attuazione, attuare la riqualificazione dell’area delle ex Officine Reggiane per la creazione di un polo funzionale di scala sovraprovinciale dedicato alle funzioni del terziario avanzato, alla formazione e alla ricerca. Attraverso l’architettura dei manufatti e degli spazi pubblici si potrà arricchire la città di luoghi in cui enfatizzare la visibilità e la riconoscibilità delle funzioni di eccellenza, e si potrà sfruttare l’occasione di intervento sulla centralissima ex area produttiva allo scopo di conseguire una pluralità di obiettivi coinvolgenti un ambito territoriale allargato quali in particolare: potenziare il ruolo di scambio intermodale dell’area in relazione alla vicinanza con il CIM e con la stazione ferroviaria; migliorare le connessioni della parte nord della città con il centro; creare relazioni funzionali e visive con il vicino centro Malaguzzi; innescare la riqualificazione del quartiere gravitante su via Turri; - conservare le valenze panoramiche dell’alta pianura e valorizzare i percorsi, i punti panoramici e i coni visivi che intercettano i beni di particolare valore e le porzioni di paesaggio più integre, al fine di controllare l’impatto degli interventi trasformativi, in particolare sulla viabilità pedecollinare e lungo le strade di poggio;

- Progetto integrato di valorizzazione paesaggistica ed ambientale del Crostolo comprendente: la riqualificazione e rinaturazione del tratto urbano del Crostolo, finalizzato a dare continuità alla rete ecologica e a costituire un’armatura verde fruibile nella città; la formazione di una greenway ciclopedonale che collega la città con i contesti paesistici e storici del parco del Crostolo, del sistema di ville storiche di Rivalta-Albinea, del sistema territoriale a prevalente naturalità del Monte Duro, delle ex Cave di Gesso e del Parco Pineta, delle corti del Traghettino e di Gualtirolo, della costituzione di fasce tampone e di percorsi lungo il canale Tassone ed altri elementi del reticolo idrografico.

d. Qualificazione aree in trasformazione - Enfatizzare la funzione dell’area “Stazione Mediopadana-Nuovo casello-Fiera” di porta della città e della provincia, garantendo la qualità architettonica delle nuove funzioni nei pressi del nodo multimodale e migliorando la qualità degli spazi periurbani, l’ambientazione di insediamenti e progettando itinerari riconoscibili che accompagnino l’utente dentro la città; - potenziare e qualificare l’ambito produttivo di Prato-Gavassa in accordo con l’art. 11 delle Norme di attuazione, tenendo conto in particolare: della qualifica di area ecologicamente attrezzata; del contenimento di ulteriori previsioni a sud dell’autostrada e del ridisegno urbanistico di quelle a nord al fine di compattare l’insediamento e di qualificarne il bordo verso il territorio rurale e le sue trame; nella progettazione unitaria dovrà essere dato il giusto peso alla progettazione delle reti, delle infrastrutture e dei servizi comuni in quanto elementi strategici della qualità insediativa complessiva, nonchè alla progettazione degli accessi che rispetti la viabilità storica; - qualificare l’ambito produttivo di Corte-Tegge in accordo con l’art. 11 delle Norme di attuazione, con particolare riguardo al completamento ed all’efficienza delle infrastrutture tecnologiche, alla qualità architettonica e degli spazi gravitanti sulla via Emilia ed evitando potenziamenti che possano pregiudicare i varchi agricoli residui, attuando altresì i contenuti dell'Accordo territoriale sottoscritto con la Provincia di Reggio Emilia e i Comuni di Cavriago e Reggio Emilia.

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2.2.2 – IL PROGETTO DI RETE ECOLOGICA POLIVALENTE

Il progetto di Rete Ecologica Polivalente di rango provinciale (REP) ha l’obiettivo di fornire ai Comuni della Provincia di Reggio Emilia i riferimenti necessari per l’attuazione delle Reti Ecologiche Comunali (REC).

Motivazione fondamentale della REP è il riconoscimento del progressivo impoverimento della biodiversità e degrado degli ambienti naturali, con conseguenti scompensi sull’equilibio degli ecosistemi. Ciò impone politiche ed azioni di riequilibrio qualora si voglia mantenere la prospettiva di uno sviluppo sostenibile. A tale fine le reti ecologiche non si pongono solo l’obiettivo di conservazione delle valenze naturalistiche presenti, ma anche quello di ricostruire un sitema di relazioni spaziali fra ambienti naturali ed attività umane, che garantiscano la funzionalità dell’ecosostema nel suo complesso.

La rete si pone come quadro d’insieme affinchè le diverse parti di territorio svolgano ciascuna la propria parte di servizi ecosistemici: - recupero e rinaturazione di aree degradate (cave, discariche, cantieri); - autodepurazione delle acque mediante ecosistiemi-filtro puntuali o diffusi (fasce tampone vegetali); - contenimento delle masse d’aria inquinata dal traffico; - miglioramento dei microclimi associati alle aree residenziali; - produzione di energia rinnovabile locale da biomasse; - mantenimento della biodiversità come risorsa genetica e come fattore di controllo delle specie problematiche; - riconoscimento dei siti di pregio naturalistico come occasione di educazione ambientale; - opportunità per percorsi di fruizione qualificata degli spazi aperti.

La REP ha individuato le seguenti categorie funzionali di elementi spaziali, alcune delle quali hanno già forme di riconoscimento amministrativo, mentre per altre il PTCP ha prodotto una specifica individuazione:

A. Elementi della Rete Natura 2000 1. Siti di Importanza Comunitaria individuati ai sensi della Direttiva 43/92/CE; 2. Zone di Protezione Speciale individuate ai sendi della Direttiva 409/79/CEE.

B. Sistema provinciale delle Aree protette: 1. Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano; 2. Riserve naturali regionali.

C. Altre aree di rilevanza naturalistica riconosciute, segnalate e di progetto: 1. Parchi provinciali; 2. Oasi faunistiche; 3. Zone di tutela naturalistica; 4. Aree di reperimento per l’istituzione di nuove Aree Protette e di siti di Rete Natura 2000 o l’ampliamento delle esistenti; 5. Aree di interesse naturalistico senza istituto di tutela; 6. Bacini idrici polivalenti a funzionalità ecologica.

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D. Corridoi ecologici fluviali: 1. Corridoi fluviali primari; 2. Corridoi fluviali secondari; 3. Corsi d’acqua ad uso polivalente.

E. Gangli e connessioni ecologiche planiziali da consolidare e /o potenziare: 1. Gangli ecologici planiziali; 2. Corridoi primari planiziali; 3. Corridoi primari pedecollinari; 4. Corridoi secondari in ambito planiziale.

F. Sistema della connettività ecologica collinare-montana: 1. Capisaldi collinari-montani; 2. Connessioni primarie in ambito collinare-montano.

G. Principali elementi di conflitto e di contenimento degli impatti: 1. Principali elementi di frammentazione; 2. Punti di conflitto principali; 3. Varchi a rischio; 4. Aree tampone per le principali aree insediate.

H. Principali direttrici esterne di connettività: 1. Sistema forestale boschivo.

L’insieme delle categorie è rappresentato nella tav. P2 in scala 1:50.000 del PTCP.

Il territorio di Quattro Castella, posizionato quale area di transizione fra l’alta pianura e la prima collina, si caratterizza per un sistema di ambienti di importanza strategica per le connessioni ecologiche fra l’ambito collinare-montano a maggiore naturalità e l’ambito planiziale ecologicamente impoverito. La presenza di un reticolo piuttosto fitto di rii e torrenti originati dai bacini collinari, che scorrono nelle incisioni prodotte sul territorio alluvionale pedecollinare e dell’alta pianura, costituisce un ambiente caratteristico di questo territorio e di importanza cruciale per il consolidamento delle connessioni ecologiche fra i diversi ambiti territoriali. Tali incisioni, per la presenza di acqua e di vegetazione e per la scarsa attitudine allo sfruttamento produttivo agricolo, costituiscono degli spazi residuali di naturalità relativamente conservati. Purtroppo proprio l’area ai piedi della collina è anche quella caratterizzata da maggiore sviluppo degli insediamenti e delle infrastrutture di trasporto. Le intersezioni fra i due sistemi costituiscono al tempo stesso la principale criticità e la più importante posta in gioco per il consolidamento della rete ecologica comunale. La direttrice pedecollinare è segnalata nella REP come uno dei principali elementi di frammentazione della rete. La REP individua, in ambito collinare, i due principali caposaldi della naturalità del territorio comunale: il Sito di Importanza Comunitaria IT4030024 “Colli di Quattro Castella” ed il Parco Provinciale di Roncolo.

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PTCP – QC – Tav. P2 – La Rete ecologica polivalente

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2.1.3 – IL SISTEMA DELLA MOBILITA’ PTCP – Tav. P3b – Sistema della mobilità

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Il PTCP, nelle tavole P3a e P3b, identifica una gerarchia di progetto dell’assetto delle infrastrutture per la mobilità (nodi e reti) basata sulla effettiva funzionalità e sul ruolo ricoperto dalle infrastrutture che, per quanto riguarda le relazioni alla scala regionale ed internazionale, è strutturata, in coerenza con il PRIT, in tre livelli: la grande rete, la rete di base regionale e altra viabilità di interesse provinciale.

Grande rete Le previsioni del PTCP attengono: - al completamento dei tratti mancanti dell’asse cispadano, nel tratto reggiano, e delle relative connessioni nord-sud con tutto il territorio provinciale; - alla realizzazione di un nuovo Casello autostradale lungo l'autostrada A1 nei pressi dell'ambito produttivo sovracomunale di Prato-Gavassa; - il completamento dell’asse della Via Emilia bis tra Reggio Emilia e Rubiera- Modena e tra Reggio Emilia e Parma; - al completamento dell’asse della pedemontana (S.P. 23 e S.P. 21 nel territorio di Quattro Castella); - al completamento dell'asse della S.S. 63 (riguardante la porzione est del Comune e l’ipotesi di completamento della tangenziale di Puianello verso Forche-Vasca di Corbelli); - al completamento della connessione autostradale del comprensorio ceramico; - al completamento del sistema tangenziale di Reggio Emilia, comprendente la bretella di connessione fra la tangenziale Sud del capoluogo e la pedemontana presso Botteghe-Puianello.

Rete di base e altra viabilità di interesse provinciale La questione dell’accessibilità del territorio nelle sue diverse parti, in un quadro dichiarato di condizioni di sostenibilità, è assunta dal PTCP come priorità assoluta, stante la criticità della situazione nel rapporto tra assetto insediativo, condizioni ambientali, squilibri sempre più marcati nel rapporto tra mobilità pubblica e impiego del mezzo privato, carenze strutturali nel settore della logistica delle merci. L’obiettivo strategico dell’aumento dell’accessibilità e della percorribilità interna del territorio reggiano si traduce nei seguenti obiettivi specifici: - decongensionamento della rete stradale in situazioni critiche, specie nelle radiali del capoluogo; - miglioramento della rete di viabilità secondaria (di interesse provinciale e interprovinciale) e della viabilità di interesse locale, anche sulla base della progettualità già sviluppata e valorizzando i tracciati esistenti, minimizzando le interferenze ambientali, territoriali e paesaggistiche con il contesto; - aumentando i livelli di sicurezza.

Il trasporto pubblico E’ fondamentale diminuire l'impatto ambientale del sistema della mobilità, contenendo l'incremento del trasporto su gomma e, in particolare, di quello individuale, sviluppando il trasporto collettivo, specie su ferro, e la mobilità ciclabile secondo un modello di mobilità integrato.

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Dalle problematiche evidenziate nel quadro conoscitivo del PTCP, risulta evidente la necessità di intervenire a livelli differenti di pianificazione e ancora la necessità di utilizzare strumenti attuativi capaci di modificare gli stili di vita consolidatisi dal dopoguerra ad oggi, tanto individuali che collettivi, sia pubblici che d’impresa, con rinnovata attenzione per tutti gli aspetti “organizzativi” propri del governo della domanda di mobilità. In questa direzione dovrà risultare particolarmente incisivo il Piano della Mobilità provinciale, in coerenza con gli obiettivil, le strategie e le disposizioni fissate dal PTCP. Il Piano della Mobilità oltre a svolgere una funzione di raccordo tra pianificazione provinciale e comunale di settore, svolge anche la funzione di messa in coerenza dei diversi piani, programmi e politiche di settore (tutela della qualità dell’aria, energia, ecc.) al fine di governare, in un' ottica integrata, criticità ed esternalità del sistema trasportistico 1.

L’obiettivo strategico di una mobilità più sostenibile si traduce nei seguenti obiettivi specifici: - riequilibrio modale del movimento delle persone a favore delle modalità di spostamento più sostenibili e alternative al mezzo individuale: trasporto collettivo e mobilità ciclabile, disincentivando il mezzo privato; - riequilibrio modale del trasporto delle merci a favore della ferrovia e dell’intermodalità; - contenimento dei consumi energetici delle emissioni inquinanti derivanti dai veicoli che riduca il contributo del trasporto all’emissione di gas climalteranti e contribuisca al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni in coerenza con il PTQA (più mezzi ecologici); - aumento della sicurezza della mobilità per tutti gli utenti, a partire dalle categorie più esposte (pedoni, ciclisti).

Le tav. P3a e P3b riportano l’assetto di medio-lungo termine del sistema di trasporto pubblico. Tale assetto è fondato su due strategie complementari: 1) Il potenziamento delle linee di forza attraverso la definizione di uno schema di assetto incentrato sulla valorizzazione delle linee su ferro per il trasporto passeggeri. Riguardo al trasporto ferroviario locale, si evidenzia infatti come il potenziamento della direttrice di trasporto est-ovest MI-BO dovrà essere accompagnato anche in direzione nord-sud da una forte riqualificazione del servizio ferroviario delle linee ACT, destinate a divenire un vero servizio di bacino in grado di fornire una concreta e competitiva offerta di trasporto tra i principali ambiti del territorio: il Capoluogo, il distretto ceramico, la Val d’Enza, la comunità del Po. In particolare di interesse per il nostro territorio comunale vi è la riqualificazione e il potenziamento del trasporto passeggeri sulla linee ACT, che nell’ambito urbano del capoluogo e dei comuni di prima cintura assuma le caratteristiche di metropolitana di superficie. Su tali direttrici l'integrazione tra servizio ferroviario e servizio su gomma dovrà essere ottimizzata mediante il potenziamento dei nodi

1 Ad esempio nella costruzione degli obiettivi del piano riveste un rilievo particolare l’assunzione dei target fissati dal Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria per l’abbassamento delle emissioni di Ossidi di Azoto e Particolato sottile.

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di scambio modale in corrispondenza delle principali fermate e stazioni ferroviarie (stazioni di Piazzola, Corniano e Bibbiano nei pressi del confine comunale di Quattro Castella);

L’assetto della rete ciclabile

Come detto in precedenza, lo sviluppo della mobilità non motorizzata costituisce, unitamente al potenziamento del trasporto pubblico, obiettivo cardine per una maggiore sostenibilità dei sistemi di trasporto a cui il PTCP necessariamente si riferisce. E' finalità del Piano infatti implementare la rete di viabilità ciclabile provinciale secondo le grandi direttrici cicloturistiche del Po, del Crostolo (è in completamento lo stralcio di collegamento fra Puianello e Vezzano sul Crostolo), dell'Enza e del Secchia, e l'integrazione delle reti ciclabili urbane per favorire l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto. Il Piano, nella tav. P3b, riporta l'individuazione di massima dei principali percorsi ciclabili extraurbani di rilievo intercomunale (che aggiornano quelli del Piano provinciale della viabilità ciclopedonale del 2003), aventi funzione di collegamento fra i maggiori centri urbani, i principali ambiti specializzati per attività produttive e poli funzionali, nonché le principali aree di interesse naturalistico, storico e ambientale2.

2 Il Quadro Conoscitivo del PTCP (Allegato 14) contiene una prima verifica dello stato di attuazione (realizzazione e/o progettazione) degli itinerari ciclabili di interesse provinciale previsti nel Piano Provinciale della vibilità ciclo pedonale.

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2.2 – LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA VIGENTE NEI TERRITORI CONFINANTI CON QUATTRO CASTELLA

PTCP – QC – All. 10 – Tav. 2 – Sintesi della pianificazione comunale

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La lettura dello stato del territorio e delle previsioni urbanistiche dei comuni confinanti con Quattro Castella consente di individuare le direzioni dello sviluppo urbano e la vocazione delle diverse aree del territorio di pedecollina posto a sud della Via Emilia.

Quattro Castella, come detto in precedenza, appartiene alla cintura di Reggio Emilia ed è strettamente legata al capoluogo, sia funzionalmente che fisicamente per l’estrema vicinanza ed i vari collegamenti infrastrutturali, il principale dei quali è sicuramente quello della SS 63. La stessa Statale, in direzione sud, connette Puianello con il comune di Vezzano sul Crostolo e la montagna. Ad est e ad ovest, invece, il territorio comunale è connesso, soprattutto attraverso il tracciato della Pedemontana, con Albinea e San Polo d’Enza. Verso nord-ovest, infine, Quattro Castella confina con il comune di Bibbiano, con il quale è connesso dai tracciati stradali della SP 53 e della exSP72, ora comunale.

Un’analisi delle politiche di confine può essere facilitata dalla presenza dell’Osservatorio urbanistico predisposto dalla Provincia di Reggio Emilia, che contiene, in forma unificata, i dati di tutti gli strumenti urbanistici comunali e consente di visualizzare le strategie urbanistiche a livello provinciale.

I dati disponibili, per i Comuni confinanti con il territorio di Quattro Castella, riguardano i seguenti Piani urbanistici comunali:

Reggio Emilia: PSC approvato nel 2011; Albinea: PRG approvato nel 2002; Bibbiano: PSC approvato nel 2015; San Polo: PSC approvato nel 2003; Vezzano: PSC approvato nel 2014;

In riferimento alle politiche di piano è possibile delineare, analizzando gli strumenti urbanistici vigenti, il seguente quadro delle previsioni urbanistiche nei comuni confinanti con Quattro Castella. Queste politiche di piano riguardano prevalentemente la mobilità.

Reggio Emilia Le politiche di confine tra Quattro Castella e Reggio Emilia riguardano soprattutto il sistema tangenziale sud di Reggio Emilia (con le varianti di Rivalta e di Canali) e la sua connessione con la direttrice nord-sud della SS 63. La migliore accessibilità al capoluogo e la risoluzione delle criticità relative all’attraversamento di ambiti densamente abitati, risultano essere i due obiettivi strategici da perseguire attraverso questi interventi infrastrutturali. D’altro canto, risulta necessario un approfondimento relativo al corretto inserimento paesaggistico ed ambientale di tali nuovi tracciati, poiché interessano ambiti rurali di elevato pregio.

Albinea Le politiche di confine tra Quattro Castella e Albinea più rilevanti riguardano senza dubbio l’ipotesi di variante della SS 63, che passando ad est di Puianello, consentirà di convogliare il traffico preveniente da Albinea diretto verso la montagna o verso Rivalta-Reggio Emilia senza attraversare il centro di Puianello.

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Vezzano sul Crostolo Le politiche di confine tra Quattro Castella e Vezzano sul Crostolo, oltre al già citato insediamento a destinazione prevalentemente produttiva a sud di Puianello, riguardano senza dubbio la previsione di un’infrastruttura che funga da “variante est” dell’abitato di Vezzano. Tale ipotesi infrastrutturale si inserisce nel quadro complessivo degli interventi di potenziamento del tracciato della SS 63 e consentirà di convogliare il traffico proveniente dalla pedecollinare e da Reggio Emilia verso la montagna, senza attraversare i principali centri abitati, con le conseguenze positive non solo in termini di riduzione dei tempi di percorrenza ma anche di riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico, nonché delle situazioni di pericolosità, dentro i centri abitati.

San Polo d’Enza Le politiche di confine tra Quattro Castella e San Polo d’Enza riguardano principalmente l’ipotesi di connessione diretta tra la pedecollinare e l’asse della Val d’Enza (potenziato), attraverso un nuovo tracciato che interesserà l’area a nord del capoluogo e che consentirà di ridurre ulteriormente i fenomeni di attraversamento del centro abitato di San Polo.

Bibbiano Le politiche di confine tra Quattro Castella e Bibbiano riguardano prevalentemente la proposta di un tracciato di variante alla SP 22, in grado di alleggerire i centri abitati dal traffico di attraversamento.

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2.3 – SISTEMA DEI VINCOLI E DELLE TUTELE VIGENTI NEL TERRITORIO COMUNALE DI QUATTRO CASTELLA

Nelle tavole e relazioni del Quadro conoscitivo predisposto nell’ambito del PUG, sono descritti i vincoli e le tutele vigenti che riguardano il territorio di Quattro Castella. La restituzione grafica della situazione vigente è stata articolata come segue :  TAV. 1.3 Tutele paesistiche - Tav. P5a PTCP 2010;  TAV. 1.4 Beni culturali e paesaggistici - D. Lgs. 42/2004;  TAV. 2.1 Sistemi di paesaggio e paesaggi riconosciuti;  TAV. 3.1 Tutela e valorizzazione del patrimonio. Carta archeologica;  TAV. 3.2 Tutela e valorizzazione del patrimonio. Carta della potenzialita’ archeologica;  TAV. 9.1 Vulnerabilita' degli acquiferi;  TAV. 9.2 Suscettibilità per frane superficiali;  TAV. 9.3 Fenomeni di instabilità geomorfologica e pericolosità idrogeologica;  TAV. 9.4 Assetto territoriale: geomorfologia, litologia, acclività e patrimonio;  TAV. 9.5 Disciplina del territorio interessato dal dissesto;  TAV. 10.1 Sintesi della pericolosità idrogeologica e fognaria.

2.3.1 – BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI D. LGS 42/2004

Particolarmente estese sul territorio di Quattro Castella sono le aree interessate da vincoli dovuti a disposizioni statali. Le aree soggette a tutela con dichiarazione ai sensi di D.M. 01/08/1985 (Galassini) sono tre e coprono circa un terzo del territorio comunale:  Sistema San Polo-Quattro Castella;  Area pedecollinare di Roncolo-Montecavolo;  Sistema Crostolo-Rivalta. Le aree tutelate per legge che interessano il territorio comunale, ai sensi dell’art. 142, comma 1, del D. Lgs 42/2004, riguardano le categorie di beni di cui alle lettere: C) i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, N. 1775 e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; G) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, N. 227. I corsi d’acqua iscritti nell’elenco della Provincia di Reggio Emilia, il cui corso tocca o attraversa il territorio comunale, sono il torrente Modolena, il rio Quaresimo, lo scolo Acquamarcia, il rio Moreno, il canale del Ghiardo, il rio Enzola, il torrente Crostolo ed il rio Vendina. La restituzione cartografica è stata eseguita seguendo i seguenti criteri:

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 individuazione dei corsi d'acqua denominati nell'Elenco delle acque pubbliche della Provincia di Reggio Emilia;  interpretazione, con l’ausilio delle cartografie storiche (mappe IGMI del 1884 e del 1934), dei tratti dei corsi d’acqua da considerarsi tutelati;  individuazione delle “relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna”, adottando come limite interno della “fascia dei 150 m” il bordo esterno “dell’alveo inciso”;

Sono state evidenziate come pertinenti le “relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna” dei seguenti corsi d’acqua:  torrente Modolena, per tutto il tratto che attraversa il territorio comunale, con esclusione delle fasce incluse nei Galassini;  rio Quaresimo, per il tratto che interessa il territorio comunale sino ad intersecare via Santi (interpretata come “rotabile Quattro Castella-Reggio”);  rio Enzola, per il tratto sino alla vecchia pedecollinare, punto in cui il tratto tutelato entra nel Galassino San Polo-Quattro Castella;  torrente Crostolo, per una piccolissima porzione esclusa dal Galassino presso la località Botteghe di Puianello.

Non sono state evidenziate fasce di 150 m per il rio Vendina, poiché interamente ricadenti nel Galassino, mentre per lo scolo Acquamarcia (interpretato con la denominazione attuale di “rio Acquamarcia”), il rio Moreno ed il canale del Ghiardo (interpretato con la denominazione attuale di “rio del Ghiardo”), si è verificato che i tratti oggetto di tutela non ricadono nel territorio comunale. I territori coperti da boschi o sottoposti a vincolo di rimboschimento sono stati individuati utilizzando la carta forestale allegata al PTCP vigente e in particolare la tavola P5b del Sistema Forestale Boschivo.

Nella tavola non sono state evidenziate le aree in cui non si applicano le disposizioni dell’art. 142, comma 1, secondo quanto previsto dal comma 2 del medesimo articolo.

Completano poi le disposizioni di tutela dovute al D. Lgs 42/2004, le individuazioni delle tutele relative ai beni culturali ai sensi dell’art. 10 del decreto (ex L 1089/1939) e cioè:  Complesso delle quattro castella: D.M. del 19/01/1985;  Ville storiche e chiese con decreto per dichiarazione interesse pubblico;  Immobili pubblici o ecclesiastici realizzati da più di 70 anni.

2.3.2 – VINCOLI DI CARATTERE IDROGEOLOGICO

Nel capitolo 9 del Quadro conoscitivo predisposto nell’ambito del PUG, vengono rappresentati e descritti gli elementi di vincolo e tutela che interessano il territorio comunale, discendenti sia da disposizioni legislative di varia natura, sia dalla pianificazione sovraordinata.

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Relativamente ai vincoli di natura idrogeologica e di difesa del suolo, si evidenziano:  i terreni soggetti a vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. n° 3267 del 30/12/1923 (la cui finalità prima è quella di sottoporre a tutela le aree territoriali che per effetto di interventi quali, ad esempio, disboscamenti o movimenti di terreno "possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque") che interessano una buona parte del territorio collinare e si estendono per circa 578 Ha, pari al 12,5% della superficie comunale;  i limiti della Fascia “A” (di deflusso della piena) e della Fascia “B” (di esondazione) del PAI (Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico) lungo il corso del Torrente Crostolo (già inseriti nel vigente PRG con apposita variante parziale), che differenziano i livelli di tutela tra le aree di piena ordinaria e straordinaria e perciò direttamente interessate al regime idraulico del corso d’acqua e le aree di antica e recente golena normalmente non invase dalle acque;  le aree interessate da fenomeni di dissesto di cui alla “Carta Inventario del Dissesto Regionale” approvata con D.G.R. n° 803/2004, ed aggiornate con apposito studio completato nel 2017, classificate in:

- aree interessate da frane attive (pericolosità molto elevata), che corrispondono alle frane di crollo e alle frane attive della carta inventario del dissesto - aree interessate da frane quiescenti (pericolosità elevata), che corrispondono alle frane quiescenti della carta inventario del dissesto - esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio lungo le aste dei corsi d’acqua: - aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità molto elevata, che corrispondono ai conoidi in evoluzione, agli alvei fluviali, ai depositi alluvionali in evoluzione e a quelli terrazzati fissati dalla vegetazione della carta inventario del dissesto - aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità elevata, che corrispondono ai depositi alluvionali terrazzati della carta inventario del dissesto. Nel capitolo 9 viene inoltre riportato il limite delle Zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei di cui all’art. 25 del P.T.C.P.vigente, che comprende tutta la porzione nord del territorio comunale.

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