ANNO LXVI SOCIETÀ N. 2 - 2003 ALPINISTI II TRIMESTRE BOLLETTINO TRIDENTINI SAT

Direttore responsabile: Marco Benedetti Sommario E-mail: [email protected]

Redazione: Elenco telefonico dei Rifugi SAT 2 Claudio Ambrosi Saluto del Presidente 3 Biblioteca della montagna-SAT Trento - Via Manci, 57 Assemblea dei Delegati SAT 5 Tel. 0461 980211 Relazione del Presidente uscente all’Assemblea E-mail: [email protected] dei delegati SAT - Rovereto, 12 aprile 2003 7 L’alpinismo elegiaco di Julius Kugy 13 Comitato di redazione: di Tranquillo Giustina Bruno Angelini Giorgio Balducci Il bilancio di massa sul Ghiacciaio d’Agola 26 Franco de Battaglia di R. Bezzi, L. Carturan, S. Fontana, A. Paoli e R. Seppi Franco Gioppi Il taccuino di Ulisse: il calore dell’Islanda 31 Ugo Merlo di Michele Azzali e Mirco Elena Piergiorgio Motter I sentieri della Rocchetta sono agibili! 34 Enzo Zambaldi di Marco Matteotti Direzione Amministrazione: Il progetto orso: dati e considerazioni 36 SAT - Trento - Via Manci, 57 di Claudio Groff Premio SAT 2003 43 Abbonamenti: Omaggio ad un fratello. Al 51° Filmfestival vince la Spagna 46 Annuo Euro 10,50 di Marco Benedetti Un numero Euro 3,00 Eliminazione sconto 10% sulle consumazioni nei Rifugi 48 Rivista trimestrale registrata pres- so la Cancelleria del Tribunale Civile di Trento al n. 38 in data Rubriche 14 maggio 1954. Stampa: Tipolitografia TEMI - Alpinismo 48 Trento - Spedizione in A.P. - art. Sentieri - Escursionismo 50 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Trento - Italy - Tassa Dalle Sezioni 55 Riscossa - Taxe perçue Vita dell’O.C. 57 In copertina: Lutti 59 Vedretta d’Agola (Gruppo di Brenta). Matita ed acquerello di Libri 61 Mario Crespan, 2003 Lettere 64

1 Elenco telefonico dei Rifugi SAT

Alpe Pozza - “V. Lancia”, Alpe Pozza (Pasubio) 0464-868068 Altissimo - “D. Chiesa”, Monte Altissimo di Nago () 0464-867130 Antermóia, Lago d’Antermóia (Catinaccio) 0462-602272 Baita Fos-ce, Ris. Naturalistica Bes - Corna Piana (Monte Baldo) 0464-391450 Bindesi - “P. Prati”, Bindesi (Marzola) 0461-923344 Bocca di Trat - “N. Pernici”, Bocca di Trat (Alpi di Ledro) 0464-505090 Boè, Col Turond (Sella) 0471-847303 Carè Alto - “D. Ongari”, Bus del Gat (Adamello) 0461-948080 Casarota, Vigolana 0464-783677 Cevedale - “G. Larcher”, Val Venezia (Cevedale) 0463-751770 Ciampedie, Ciampedie (Catinaccio) 0462-764432 Cima d’Asta - “O. Brentari”, Lago di Cima d’Asta (Cima d’Asta) 0461-594100 “F.F. Tuckett” e “Q. Sella”, Vedretta Brenta inf. (Dolomiti di Brenta) 0465-441226 Finonchio - “F.lli Filzi”, Cima Finonchio (Finonchio) 0464-435620 Grostè - “G. Gràffer”, Grostè (Dolomiti di Brenta) 0465-441358 Mandrón - “Città di Trento”, Laghi del Mandrón (Adamello) 0465-501193 Monte Calino - “San Pietro”, Monte Calino (Alpi di Ledro) 0464-500647 Monzóni - “T.Taramelli”, Valle dei Monzoni (Monzoni - Valláccia) 360-879719 Paludei, Paludei (Vigolana) 0461-722130/722368 Péller, Monte Péller (Dolomiti di Brenta) 0463-536221 Roda di Vael, Sella del Ciampaz (Catinaccio) 0462-764450 Rosetta - “G. Pedrotti”, Altopiano delle Pale (Pale di S. Martino) 0439-68308 Saènt - “S. Dorigoni”, Alta Val Saènt (Cevedale) 0463-985107 Sette Selle, Val Làner (Lagorai) 0461-550101 Spruggio - “G. Tonini”, Malga Spruggio alta (Lagorai) 0461-683022 Stavèl - “F. Denza”, Circo di Stavèl () 0463-758187 Stivo - “P. Marchetti”, Stivo 0464-520664 Tosa e “T. Pedrotti”, Sella del Rifugio (Dolomiti di Brenta) 0461-948115 Vaiolet, Porte Neigre (Catinaccio) 0462-763292 Val d’Ambiez - “S. Agostini”, Alta Val d’Ambiez (Dolomiti di Brenta) 0465-734138 Val d’Ámola - “G. Segantini”, Alta Val d’Ámola (Presanella) 0465-507357 Val di Fumo, Val di Fumo (Adamello) 0465-674525 Velo della Madonna, ai piedi di Cima della Madonna (Pale di S. Martino) 0439-768731 Vioz - “Mantova”, Monte Vioz (Cevedale) 0463-751386 XII Apostoli - “F.lli Garbari”, Alta Val Nardis (Dolomiti di Brenta) 0465-501309

2 Saluto del Presidente

ortare il mio saluto a tutti i Soci attraverso il Bollettino assume un caratte- P re fortemente simbolico, essendo la nostra rivista uno dei tanti elementi peculiari della SAT, dimostrazione concreta che il Sodalizio non esaurisce il suo ruolo nell’andare sulle o per montagne ma da questo trae motivo per un’attività di studio, proposta, informazione. Nel momento in cui assumo la presidenza della SAT, il mio pensiero va innan- zi tutto a quella moltitudine di trentini che, lungo i 130 anni della nostra storia, hanno costruito, mantenuto e sviluppato un’Associazione conosciuta e guardata con rispetto e ammirazione in tutto il mondo alpinistico. Nella lunga teoria di Presidenti, dirigenti e soci che si è snodata in questo lungo periodo adoperandosi nel farla diventare grande e importante, non ho personalmente cercato di trovare affinità e paragoni, l’esercizio sarebbe stato pre- suntuoso. Una cosa comunque mi lega e ci lega a loro: l’amore per la montagna e per la nostra terra. Con questo spirito e con l’indispensabile aiuto dei vice presi- denti, della Giunta, del Consiglio Centrale e di tutti voi, cercherò di guidare la SAT avendo presente l’ampio ventaglio degli impegni e delle domande: dall’alpi- nismo all’escursionismo, dall’attività culturale e scientifica ai giovani, dalle Sezio- ni ai rifugi, dall’ambiente ai sentieri. Dovremo continuare a proporre novità dentro la salvaguardia gelosa di valori antichi, perché non sempre l’aggettivo “conservatore” deve assumere un’acce- zione negativa quando significhi conservare territorio, risorse ambientali e natu- rali, tradizioni, virtù. Dovremo, ancora, essere capaci di partire dall’amore per la nostra terra per aprirci, sapendo che altri popoli, altre popolazioni meno fortu- nate di noi, amano, al pari nostro, la loro terra. La grande stagione di solidarietà apertasi in questi anni nelle Sezioni, valga per tutte il Trofeo SAT di corsa in montagna, può e deve consolidarsi. Faremo tutto questo con lo stile che ci ha, sempre, contraddistinto: sobrio e non urlato, volto al fare più che all’apparire. Uno stile, un comportamento da praticarsi in primo luogo dentro la SAT per trasformarsi in segnale, in punto fermo per tutta la società trentina, dove il confronto, su ogni tema, è ormai peri- colosamente contrassegnato da un, a volte intollerabile, innalzamento dei toni, dalla drammatizzazione del dibattito, dalla personalizzazione delle opinioni. So in ogni caso di poter contare su una SAT in crescita a fronte di una genera- le crisi dell’associazionismo; cresce nelle adesioni ma, ancor più, cresce nelle sue iniziative, straordinarie per quantità e soprattutto qualità, come ha rilevato Elio

3 Caola nella sua relazione all’Assemblea dei Delegati di Rovereto. Una SAT capace di rinnovare i propri gruppi dirigenti, ad ogni livello, che è presente in tutto il territorio e diretta da persone che, in città come nelle vallate “condividono la vita quotidiana” degli uomini e delle donne di questa terra. Fondiamo la nostra forza e attendibilità sul grande valore del volontariato, sulla gratuità regalata da migliaia di soci, rendendolo più bello e accogliente, più ricco d’aggregazione e cultura il Trentino. Assieme a questo patrimonio possia- mo contare su una struttura operativa che, lontana da considerare la propria atti- vità mera “prestazione lavorativa”, condivide con noi motivazioni e impegno. Concludo con un pensiero rivolto ad Elio Caola cui va il mio saluto affettuoso e il nostro corale ringraziamento. Grazie al suo lavoro, al suo equilibrio, alla sua saggezza, al suo essere signore e galantuomo, possiamo affrontare con tranquilli- tà quanto ci attende. Buon lavoro ed Excelsior! Franco Giacomoni

Il nuovo Presidente alla sua prima uscita ufficiale in occasione del Premio SAT. Da sinistra: Bruno Angelini (Direttore SAT) Franco Giacomoni (Presidente SAT), Italo Zandonella Calla- gher (Presidente Filmfestival della montagna) e Gabriele Bianchi (Presidente generale CAI).

4 Assemblea dei Delegati SAT Rovereto - Teatro “A. Rosmini” - 12 aprile 2003

abato 12 aprile si è svolta, presso il Te- S atro “A. Rosmini” di Rovereto l’As- semblea dei Delegati SAT, chiamata ad ap- provare la Relazione morale del Presiden- te uscente Elio Caola (che pubblichiamo qui di seguito), il Bilancio consuntivo per il 2002, il Bilancio preventivo per il 2003 ed a rinnovare il Consiglio Centrale per il triennio 2003 - 2005. Molto partecipata l’Assemblea che ha visto presenti 275 Delegati (41 deleghe) su un totale di 288 Delegati aventi diritto al Il tavolo della presidenza, da sinistra: Mario Be- voto. nassi (Vice Presidente SAT), Roberto Maffei (Sin- L’Assemblea, presieduta da Marco Can- daco di Rovereto), Elio Caola (Presidente SAT), dioli, ha tributato un calorosissimo applau- Fausto Andrighettoni (Presidente Sezione SAT di Rovereto), Marco Candioli (Presidente dell’Assem- so ed una approvazione unanime alla rela- blea), Paolo Cainelli (Vice Presidente SAT), Bru- zione del presidente uscente; precedente- no Angelini (Direttore SAT) e Giuseppe Pedrotti mente erano state lette, da parte dei rispet- (Segretario). tivi Presidenti, le relazioni delle varie Com- missioni: - Mario Benassi (Rifugi), blea concorde nell’approvare l’operato del - Gianmarco Richiardone (Sentieri), Consiglio uscente. - Bruno Angelini (Biblioteca), Molto apprezzato dall’Assemblea il sa- - Claudio Colpo (Alpinismo giovanile), luto portato dal sindaco di Rovereto, Ro- - Stefano Fontana (Scientifica), berto Maffei, che ha permesso la visita - Walter Bronzetti (Speleologia), gratuita al MART ai Delegati presenti e del - Claudio Bassetti (Tutela A. Montano), Presidente del CAI Alto Adige Franco - Renzo Zambaldi (Scuole alpinismo), Capraro. - Cesarino Mutti (Rapporti Sezioni), A conclusione dell’Assemblea, dopo la - Marco Benedetti (Bollettino), lettura da parte del Direttore Bruno An- - Sergio Salvini (Coro Castel), gelini della motivazione deliberata dal Con- - Francesco Benedetti (Coro SOSAT), siglio Centrale, lo stesso Direttore con i - Claudio Pedrotti (Coro SAT). Vicepresidenti Cainelli e Benassi hanno Anche la Relazione finanziaria, espo- consegnato ad un emozionato Presidente sta come sempre con chiarezza e precisio- Caola l’onorificenza “Aquila d’oro con ne da Antonio Zinelli, ha trovato l’Assem- brillante”.

5 È questa anche l’occasione per espri- Presidente: Franco Giacomoni mere un grazie particolare alla Sezione di Vicepresidenti: Roberto Caliari e Paolo Scoz Rovereto ed al suo Presidente Fausto An- Segretario: Giuseppe Pedrotti drighettoni, per la perfetta organizzazio- ne dell’Assemblea. Consiglieri: Fausto Andrighettoni, Mario I Delegati hanno infine partecipato alle Benassi, Claudio Colpo, Tullio Dellagiaco- operazioni di voto per l’elezione dei soci ma, Livio Gecele, Mario Magnago, Cinzia che vanno a formare il nuovo Consiglio Marchi, Piergiorgio Motter, Angelino Pon- Centrale per il triennio 2003-2005. talti, Ferruccio Salvaterra, Claudio Verza, La direzione della SAT risulta quindi Renzo Zambaldi e Carlo Zanoni così composta: Direttore: Bruno Angelini

I Delegati partecipanti all’Assemblea

6 Relazione del Presidente uscente all’Assemblea dei delegati SAT - Rovereto, 12 aprile 2003

lla scadenza del mio mandato a pre- scoprire i sentimenti, la religiosità, le re- A siedere la SAT ritengo opportuno gole di vita della gente che la abita, mante- sottolineare le linee ed i concetti ideali che nendo un rapporto di grande attenzione sono stati adottati dal Consiglio Centrale anche ai valori più nascosti, ma non per nel perseguire gli obiettivi che lo Statuto e questo meno importanti. le decisioni assembleari hanno indicato. La SAT trae dal territorio montano la Ma prima di tutto va doverosamente sua ragione di essere che si esplica nel pro- sottolineata la straordinaria serie di inizia- muovere un alpinismo inteso come libera tive alpinistiche sociali e culturali delle e prudente frequentazione della montagna, nostre Sezioni, che confermano la sor- stimolando interessi sportivi, culturali ed prendente vitalità dei Soci e la forza orga- educativi . nizzativa e morale del nostro Sodalizio, in Si tratta di obiettivi ambiziosi, di capi- costante espansione anche dal punto di tale importanza, da coltivare in quanto vista numerico. espressioni della cultura alpina, perchè Dalle relazioni dei Responsabili di set- conferiscono significato ed aggiungono tore emerge evidente che per i Satini la valore alla pratica dell’alpinismo. montagna è parte di loro stessi, della loro La nostra Associazione può proporsi, vita e che la frequentano come una espe- a buon diritto, quale protagonista di un per- rienza spirituale di essere alpinisti – mon- corso culturale ed educativo nel mondo tanari. alpino, avendo in esso le radici profonde L’attività alpinistica trentina sta viven- della maggioranza dei nostri Soci che con- do un periodo di grande vitalità e viene dividono la vita quotidiana della gente delle praticata anche ad alto livello da molti sa- nostre vallate. tini che, dopo aver affinato le loro capaci- La SAT ritiene fondamentale per le sorti tà tecniche sulle montagne locali, le eser- della montagna la presenza attiva di colo- citano sulle più famose ed impegnative ro che la abitano perché l’abbandono di catene montuose del mondo. un territorio così fragile e precario dal pun- Ma la gran parte dei nostri soci frequen- to di vista fisico ed economico, inevitabil- ta la montagna per viverla più che per con- mente si ritorce contro l’uomo, nel disse- quistarla, perché abitano la montagna e vi sto idrogeologico, nella perdita dei prodotti lavorano con la radicata coscienza che una della terra, di singolare qualità. loro presenza attiva e rispettosa la aiuta a Il controllo e la manutenzione dei sen- farla vivere e rivivere laddove tende ad tieri alpini, un importante compito che i essere abbandonata. nostri Volontari da sempre assolvono in E ciò avviene più intensamente quan- modo esemplare a favore di tutta la collet- do è frequentata e vissuta con l’intento di tività, permettendo una frequentazione del

7 territorio montano agevole e sicura, costi- nivie, offrendo lo stesso stile di vita citta- tuisce un esempio concreto dell’importan- dino. Noi tutti riteniamo il turismo fattore za della presenza attiva dell’uomo in mon- di conservazione della montagna, in quan- tagna. Garantire però con efficienza la ma- to permette ai suoi abitanti di continuare a nutenzione di una rete sentieristica così viverci, ma lo consideriamo anche causa estesa come quella del Trentino, esige una prima del suo degrado quando l’utilizzo altrettanto attenta politica della nostra Pro- del suo territorio viene portato agli ecces- vincia che sia di effettivo supporto e indi- si, provocando irreversibili devastazioni. rizzo non solo per la SAT, ma anche dei È quanto purtroppo è già avvenuto sempre più numerosi altri soggetti che in- nelle Comunità trentine laddove è prolife- tervengono nel settore. rato un turismo non controllato, che ha Purtroppo iniziative come quella mes- gravemente pregiudicato uno sviluppo sa in atto con la Legge finanziaria 2002 sociale ed economico equilibrato. della PAT, con la quale si impone a chi si è La SAT ha decisamente lanciato il suo assunto l’impegno della manutenzione, di messaggio sulla necessità di mettere un li- collocare dei cartelli su ogni sentiero dove mite all’utilizzo di un bene che non è infi- si intende vietare il transito con mezzi nito, avviando da tempo il dibattito su tali meccanici (e quindi anche alle biciclette), problematiche ed esternando le sue con- contribuisce a creare confusione e ad ag- vinzioni. gravare anziché risolvere i molti problemi Ha elaborato documenti e proposte con derivabili dal transito dei mountainbike sui l’intento di promuovere, fra i suoi Soci sentieri alpini. anzitutto, comportamenti da protagonisti È necessario infatti salvare l’identità di nella difesa dei valori enunciati, consape- questo territorio particolare, sostenendo la vole che il futuro anche economico della creazione dei presupposti per una vita gente di montagna dipende dalla loro sal- montanara dignitosa e remunerativa, non vaguardia. tradirla con iniziative capaci di soddisfare La SAT si è data essa stessa esemplar- solo gli interessi economici immediati, di mente dei limiti: nello sviluppo della rete pochi. A tal fine servono forme promo- dei sentieri, cancellandone alcuni di essi zionali nuove ed intelligenti capaci di ga- che interessavano aree delicate per la ri- rantire un reddito che dia l’avvio ad uno produzione della fauna, prendendo la de- sviluppo sostenibile, adottando soluzioni cisione di non costruire nuovi rifugi e ri- a basso impatto ambientale. strutturandoli per adeguarli esclusivamen- La montagna offre generosamente al te alle esigenze di igiene e sicurezza impo- territorio ambiente e salute. Questo è il ste dalla legge, nel promuovere ricerche e messaggio da lanciare, non quelli enfatici, studi sugli impatti negativi provocati dai pericolosi e perciò sbagliati che banalizza- frequentatori della montagna. no la montagna, indicandola come luogo Ha inoltre espresso in modo chiaro e raggiungibile in poco tempo, senza fatica, forte la sua viva preoccupazione per il calo utilizzando potenti automezzi o ardite fu- di sensibilità verso l’ambiente montano

8 dimostrata dagli Enti pubblici responsa- Sezioni e dalla Sede Centrale. bili della gestione territoriale del Trentino, L’esperienza dell’AIM è stata vissuta esercitando il suo diritto – dovere di pro- dalla SAT non come un evento episodico, testare pubblicamente contro le proposte ma con continuità nel perseguire gli obiet- ritenute gravemente dannose per gli equi- tivi di sempre, perché riteniamo che l’at- libri ambientali delle nostre straordinarie tenzione rivolta al mondo della montagna montagne. non debba svanire un volta spente le luci Tutto ciò è stato documentato sul Bol- della ribalta accese solo nel 2002. lettino e mediante altre numerose iniziati- Questo non avverrà certamente nella ve editoriali satine. La più recente riguarda SAT sempre più impegnata a conservare il volume “La SAT Centotrent’anni” usci- intatto il senso antico dell’Associazioni- to nel dicembre scorso a chiusura della smo, coltivandolo perché non diventi fra- lunga serie di iniziative per la celebrazio- gile al limite della stanchezza e dell’abitu- ne dell’Anno Internazionale delle Monta- dine. gne. Noi manterremmo forte la compattez- Nell’opera enciclopedica, oltre alla sto- za, il senso dell’appartenenza, il gusto del- ria ultracentenaria della nostra Associazio- lo stare insieme con persone che hanno la ne fatta di alpinismo, di pratriottismo, di stessa condivisione ideologica dei fini e dei cultura alpina, di solidarietà e di amicizia, modi di intendere l’alpinismo. è stato ampiamente riportato il punto di Si dice che il buon associazionismo è vista della SAT con osservazioni e propo- quello che ha un cuore antico. ste volte alla difesa dell’ambiente monta- Il cuore della SAT batte vigoroso da 130 no. anni e batterà ancora a lungo perché sa- La puntuale ricostruzione della nostra premo rapportarci con le sfide sempre più bellissima storia associativa è stata resa nuove che ci aspettano, mantenendo in- possibile grazie all’ampia documentazio- tatti gli obiettivi ed i valori morali che li ne, ora conservata in modo esemplare nella sostengono. Biblioteca della Montagna grazie soprat- È questo un traguardo che potremo tutto all’appassionato ed intelligente lavo- raggiungere solo con la partecipazione at- ro di Bruno Angelini, dei bibliotecari tiva dei giovani. Ambrosi e Decarli e di Annetta Stenico, A costoro la SAT ha riservato impor- alla quale rivolgiamo un caloroso applau- tanti occasioni d’incontro evidenziando so. l’importanza determinante della loro pre- La SAT ha aderito all’invito di celebra- senza nella vita satina. re l’AIM del 2002, attivandosi concreta- Tra le manifestazioni più belle ed entu- mente senza enfasi o futili scenografie. siasmanti ricordo il Congresso di Trento, Gran parte dei fondi disponibili per dedicato all’alpinismo giovanile e gli an- questa particolare occasione è stata utiliz- nuali appuntamenti di Gioc-Alp ad Arco. zata per iniziative culturali ed informative Sono stati momenti nei quali si è per- di vario genere, promosse e curate dalle cepita la gioia e l’orgoglio dei giovani di

9 appartenere alla SAT in quanto Associa- razione con Enti alpinistici e scientifici, con zione capace di offrire loro un ambiente grande attenzione alle tematiche più mo- sano, dove si coltivano i valori dell’amici- derne, ricavandone un arricchimento e ren- zia e dell’amore per la montagna. È que- dendosi conto del peso culturale, sociale sto, ovviamente, il settore più delicato, che ed economico dell’imprenditoria colletti- va particolarmente sostenuto in quanto va della nostra Associazione. determinante le sorti del nostro Sodalizio. Ha sottofirmato convenzioni con il Un settore nel quale i Satini si sono Museo Tridentino di Scienze naturali per sempre generosamente impegnati e distinti lo studio dei ghiacciai, con gli Enti Parco è quello della solidarietà verso la gente Adamello-Brenta e Paneveggio Pale di San colpita dalle calamità naturali, da handicap, Martino per la gestione della rete sentieri- dalla fame, dalla guerra e nel soccorrere le stica alpina, con la Provincia Autonoma persone in montagna. di Trento per la speleologia, ha promosso La SAT, è sempre bene ricordarlo, mez- intese collaborative con il Filmfestival In- zo secolo fa ha istituito, per prima in asso- ternazionale “Città di Trento” e con il luto, il Corpo di Soccorso Alpino, orga- Centro per la ricerca scientifica e tecnolo- nizzandolo a livello provinciale prima gica dell’Istituto Trentino di Cultura. come CSA-SAT e nazionale dopo come Riconoscendone l’efficienza il CLUB CNSAS. ARC ALPIN, al quale fanno parte tutte le È questo un importante benemerito Associazioni dell’Arco alpino, che rappre- comparto dell’Associazionismo, ora in sentano più di un milione e mezzo di soci, evoluzione e con la tendenza ad assumere ha affidato alla SAT il compito di segrete- connotazioni sempre più organizzative e ria generale. di diventare più o meno esplicitamente La Società degli Alpinisti Tridentini, delle vere e proprie imprese locali. nata nel 1872, dal 1919 Sezione del CAI, Ma se questo avverrà, con la giustifica- vanta un’origine ed un storia unica nel suo zione dell’esigenza di una maggior efficien- genere e diversa dalle altre Sezioni del Club za tecnica e funzionale, non è azzardato Alpino Nazionale riconosciuta da un ap- pensare che ne conseguirà inevitabilmen- posito articolo dello Statuto del CAI. te una perdita d’anima in termini di spirito Questa specificità storica ed organizza- associativo oltre che in termini di solidale, tiva la SAT l’ha sempre rivendicata gelosa- disinteressata disponibilità. mente ogni qualvolta affioravano segnali E ciò comporterà una graduale minore che la potevano mettere in discussione. offerta di servizio gratuito, la scomparsa Come è noto il problema è sorto an- di quello straordinario patrimonio morale che di recente, ma il contenzioso, di natu- che la SAT rivendica per tutto ciò che è ra prevalentemente economica, è stato ri- stato fatto dai suoi Soci, con lo spirito del solto in modo soddisfacente, grazie alla vero volontariato. ferma e giustificata richiesta da parte della La SAT si è aperta a tutte le forme del SAT e con l’appoggio determinante del mondo associazionistico ed alla collabo- Presidente del CAI Gabriele Bianchi, no-

10 stro amico e socio, che ringraziamo con mini, donne, giovani che sappiano capirla un cordiale applauso. e viverla per una sfida esistenziale cui è I rapporti che la SAT ha avuto con il affidato il futuro dei nostri monti” “il be- CAI Alto Adige e con l’Alpenverein Su- nessere e l’identità del nostro Trentino”. dtirol sono sempre stati di grande amici- Dato il momento storico in cui vivia- zia e collaborazione. mo, permettetemi di esprimere insieme a Il Convegno CAI Trentino Alto Adige voi tutta la solidarietà della SAT alle po- ed il Comitato d’Intesa CAI - AVS - SAT polazioni di altre montagne lontane, quel- hanno offerto importanti occasioni di in- le coinvolte in guerre omicide, in epide- contro che hanno prodotto iniziative uni- mie e fame, con l’auspicio che cessino per tarie di notevole interesse per l’alpinismo sempre di essere teatro di violenze e di regionale. ingiustizie, con l’auspicio che possano ri- Notevoli sono state invece le difficoltà diventare il luogo - a loro connaturale – di carattere normativo burocratico ed eco- di pace, amicizia e benessere. nomico sorte nel momento della richiesta In conclusione adempio al doveroso e di autorizzazioni o di aiuti finanziari agli gradito compito di ringraziare coloro che Enti pubblici provinciali e/o Comunali che si sono legati con me alla lunga cordata la SAT ha dovuto affrontare in questi ulti- nella conduzione della SAT: gli Amici del mi anni di gestione, peraltro superate sen- Consiglio Centrale, del Collegio dei Pro- za ricorrere a mediazioni o compromessi biviri e dei Revisori dei Conti, delle Com- di alcun tipo, nel tradizionale stile satino. missioni tecniche, i Presidenti ed i Com- Il rifiuto di interferenze esterne o con- ponenti dei Direttivi delle nostre Sezioni, taminazioni di comodo, l’equidistanza da il Direttore ed i dipendenti dell’Ufficio tec- ideologie partitiche, corporativistiche o nico ed amministrativo, della Biblioteca, i settoriali, costituiscono infatti la grande rappresentanti SAT nelle Commissioni forza morale della SAT ed il motivo della centrali del CAI e del Convegno TAA, del sua riconosciuta affidabilità e coerente in- Comitato d’Intesa e tutti coloro che diret- dipendenza. tamente od indirettamente mi hanno in- Non sembri questo un atteggiamento coraggiato e sostenuto, rendendo così più di superbia. È il modo satino di esprimere agevole e gratificante l’impegno affidato- senza ambiguità le posizioni assunte de- mi. Un riconoscente pensiero va riservato mocraticamente, con il dovuto rispetto per ai nostri bravi Coristi. coloro che ritengono di dissentire. Il grande musicista compositore Riccar- Ritengo perciò di poter concludere af- do Malipiero disse che “esistono le mon- fermando che la SAT ha operato come tagne ed i canti nati da esse, ma solo lo scrive il Socio Franco De Battaglia – nel- spirito degli uomini può far rivivere questi l’intento di “supplire al gran vuoto che si elementi... ed è questo lo spirito che tiene è aperto nella cultura trentina e in quella uniti gli alpinisti della SAT che hanno nel della montagna” e non solo andare in sangue l’amore per la montagna e per la montagna, ma “portare in montagna uo- musica”.

11 Condividendo questa lusinghiera con- del Soccorso alpino del Trentino e del siderazione a nome di tutti i Satini espri- Collegio Trentino delle Guide Alpine che mo grande apprezzamento e profonda operano in montagna spinti dagli stessi gratitudine ai Componenti i nostri tre Cori ideali satini. alpini per la loro testimonianza di straor- Avrei voluto ricordare tutti per nome, dinari ambasciatori che onorano la SAT ma l’elenco è lungo, come purtroppo è in Italia ed all’Estero e per le forti emo- sempre troppo grande il numero degli zioni che ci regalano con il loro canto. Amici che ci hanno lasciato e dei quali ser- Un grazie ai Gestori dei nostri rifugi beremo per sempre nel cuore un caro no- che hanno saputo interpretare corretta- stalgico ricordo. mente lo spirito di accoglienza e di ospita- A voi ed a tutti i Satini un forte abbrac- lità satina a favore degli alpinisti, contri- cio, viva la SAT buendo così a diffondere la buona imma- gine della SAT. Excelsior! Un saluto augurale agli amici Volontari Elio Caola

Il Consiglio Centrale della SAT, nella riunione del giorno 28 marzo 2003, ha deliberato all’unanimità di conferire al Presidente uscente dott. Elio Caola, l’onorificenza SAT “Aquila d’oro con brillante” riconoscendone l’operato così come esposto nella seguente sintesi: “Consigliere centrale SAT dal 1967 al 1969 e dal 1985 al 1990, Vicepresiden- te centrale SAT dal 1970 al 1975 e dal 1991 al 1993, Presidente centrale SAT dal 1997 al 2002, Presidente del Corpo Soccorso Alpino SAT dal 1986 al 1994, Consigliere centrale CAI per 6 anni, ha diretto la SAT con autorità, competen- za ed alto senso di equilibrio, conferen- do ulteriore prestigio al Sodalizio e pro- muovendo con coraggio e passione i diversi scopi statutari, nello spirito e nei principi fondamentali della SAT.”

12 L’alpinismo elegiaco di Julius Kugy di Tranquillo Giustina

riestino schietto, ancorché - diciamo- so Pfeifer e Kugy, che importava olii vari, T lo pure - di origini carinziane (suo caffè, e frutta secca, stava godendo infatti padre veniva da Linz), Julius Kugy era nato d’una favorevole stima ed era considerata nell’ariosa e blasonata cittadina di Gori- tra le prime sulla piazza di Trieste. Le mer- zia. “Sono nato - lo aveva confermato egli ci venivano introdotte via mare dai paesi stesso - il 19 luglio 1858 a Gorizia, nella più lontani, e spedite poi ai commercianti villa Graffenberg dei Conti Coronini, per- dell’entroterra austroungarico, della Ger- ché allora a Trieste infuriava un’epidema mania meridionale, della Svizzera, della di colera. Forse da questo fatto deriva la Polonia, della Russia e dei Balcani. mia predilezione per il fiume Isonzo, per Il padre di Julius - Pavel Kugy - era le Alpi Giulie dalle quali sgorga, per le belle uomo di onesti principi, instancabile nel acque ch’esso porta al mare, e per le mie lavoro, forse troppo fidente nei riguardi del vacanze in quelle terre”. prossimo, sinceramente religioso. “Anche Cessato il pericolo, però, la piccola fa- per questo - ricordava Julius aveva dovuto miglia era tornata a Trieste, in una mode- ricominciare con il suo fondaco per ben sta casa di via Sant’Atanasio “dal bel bal- tre volte perché sfortunate garanzie com- cone e dalle graziose imposte verdi”. merciali di cosiddetti amici per ben tre Là, ai due fratelli Paulus e Julius s’era- volte lo avevano messo quasi in ginoc- no aggiunte, una dopo l’altra, quattro so- chio”. relle mentre - nonostante le guerre risor- Conosciuta a Trieste la figlia maggiore gimentali in atto - l’attività paterna aveva del consigliere di Finanza, Johan Vasel - preso, finanziariamente, ad andare molto giovinetta di rara bellezza e signorilità - bene. l’agiato imprenditore Pavel Kugy l’aveva Fondata nel 1842, l’azienda all’ingros- sposata mettendo in piedi la sua adorata famiglia. “Era un uomo di poche parole - così ancora il figlio Julius lo descrive - quieto e tranquillo. Non ricordo d’avere mai senti- to da lui una parola violenta. Sapeva esse- re allegro, gaio, cordiale, ridente fino alle lacrime, ma sempre (come al pianoforte) in un ‘piano-armonioso. Se noi bambini combinavamo qualche guaio non si met- teva a gridare, cosa che di solito accade, ma ci rimproverava con parole dolci, tan- to più efficaci”. La catena del Mangart da nord (con il Piccolo Man- gart di Coritenza e la Veunza) Di carattere opposto era la madre, una

13 splendida donna di casa. Era giusta, ener- ascensione sul Monte Tricorno. gica, infaticabile pure lei, s’anche talora Si trattava, a quei tempi, di un autenti- impetuosa. Voleva la casa sempre in ordi- co non comune ardimento. Di una prova ne, e i bambini bravi e ligi al dovere. Sem- così temeraria che, nell’inverno del 1876, plice e senza pretese, era ambiziosa per non solo valse a Julius l’onore d’una pri- amore del marito e dei figli, questi ultimi ma conferenza su quell’esperienza indi- divenuti il solo suo assillo, la sola sua pre- menticabile, ma gli meritò pure l’ospitalità occupazione. d’un suo resoconto sulla flora di quel mon- Nel 1868 Julius Kugy cominciò a fre- te nella rivista viennese del celebre bota- quentare il ginnasio tedesco. Anche di que- nico Alexander Skofitz. “Chi possiede una sto periodo possediamo sue pagine sin penna d’oro - disse dell’impresa Julius troppo eloquenti. Kugy - capace di descrivere una simile bel- “Ben presto diventai un noto conosci- lezza ed un simile piacere? Con quale re o tore della flora carsica. Arrivando a Trie- imperatore vorresti cambiarti, ragazzo fe- ste anche botanici stranieri venivano a tro- lice e benedetto da Dio, che sei appena ri- varmi. Godevo di una mia piccola e mo- tornato dalla tua prima salita nel magico desta celebrità. Nel frattempo anche il pro- regno della montagna?” fessor Kühnau cominciò ad interessarsi alla Nel 1877 intanto, dopo una seconda più gentile delle scienze con tutto il suo ascesa al Monte Jalovec - ardita oltre ogni entusiasmo ed intervenne così per la se- dire - Julius Kugy, incoraggiato dallo scien- conda volta nella mia vita. Mi prese infatti ziato Mutius von Tommasini, risalì l’Ison- con sé in alcune importanti spedizioni zo, si portò in Val Trenta attratto dall’en- botaniche. tusiasmo di poter trovare finalmente il Mi fece conoscere uomini famosi e sti- misterioso fiore descritto, già un secolo mati ai quali sono debitore di tanti consi- prima, da Balthasar Haquet, e da lui chia- gli: fra questi Mutius von Tommasini e mato ‘Scabiosa Trenta’. Rudolf Baumback”. Il primo guidò Julius Nacque così in quei giorni, proprio per alla ricerca e alla scoperta del magico fiore l’animo mistico di Kugy, un nuovo alpini- azzurro (la ‘Scabiosa Trenta’). L’altro calò smo, quello che illuminò la pratica alpe- nell’anima di lui tutto il romanticismo del- stre d’una serafica elegiaca letteratura. la sua poesia. Nel 1878, iscrittosi al club Alpino di Trieste, il ventenne Kugy prese a leggere II tutte le pubblicazioni del sodalizio, e a for- A parlare a Julius e a Paulus di monta- nire i suoi scaffali delle opere più belle gne, come non potesse farne a meno - dell’escursionismo europeo. come le sentisse inspiegabilmente parti “Da allora - confesserà nella sua auto- della sua vita - fu sin dalla loro tenera in- biografia - ci sono stati nella mia vita dei fanzia l’appassionato padre. Ed eccoli en- momenti agitati, drammatici, tragici, quan- trambi, dopo una fanciullezza intera di esti- do anche la musica non mi diceva più nul- ve compartecipi escursioni, affrontare nel la. Ebbene fu la montagna, allora, a non 1875 - adolescenti appena - la loro prima abbandonarmi, ad essermi sempre vicina,

14 chiara e serena”. ficoltà tecniche, ma soltanto di rompere Come nel 1881quando - per dire una l’incantesimo che gravava su quella parte data eccelsa - egli raggiunse (partendo dalla del monte. Perché sono certo che pecorai Val Trenta e salendo lungo la maestosa e bracconieri avranno scalato più d’una fiancata occidentale) la vetta del Tricorno volta quel ripidissimo versante in tutte le con una ‘prima assoluta’ chiamata ancor possibili direzioni”. L’anno dopo (era il oggi “la via Kugy”. Orbene, nella sua in- l882) - fattosi per le suppliche materne stu- nata modestia, così egli ne attribuì il meri- diosissimo, e capace d’ogni rinuncia, Ju- to alla montagna: “Io sono dell’opinione lius Kugy diede gli ultimi esami e conse- che le vere vie ci vengono aperte in modo guì il dottorato in legge tornando subito a naturale dai monti stessi e non devono Trieste per dare ai genitori la soddisfazio- essere forzate dagli uomini. Il compito cioè ne più grande della sua vita e per entrare al dell’alpinista consiste nell’individuare e sce- più presto - come praticante - nei ranghi gliere una via già predisposta. Le vie con della pretura urbana della città comincian- cui invece si violentano i monti altro non do a sentirsi qualcuno. “Mio Dio, - rac- sono, secondo me, che cedimenti all’or- contò di quei giorni - mi pareva di toccare goglio e all’egoismo. Sentimenti che, di la porta del paradiso! Dopo qualche setti- fronte all’eterna grandezza del creato, non mana di festeggiamenti però aprii quella hanno alcun valore. Posso ripetere infatti porta e trovai davanti a me la vita quoti- che non si è trattato di superare grandi dif- diana, una prosa indifferente, fredda, qua-

Il Massiccio del Canin visto dall'altipiano del Montasio

15 si ostile e muta. Nel mio libro sulla montagna spiegai - Non mi conosci? - chiedevo - Sono il esaurientemente i motivi per cui non mi dottor Julius Kugy. - E nell’esuberanza dedicai molto a quella zona, anzi non sca- avrei voluto dire: - Il famoso dottor Julius lai affatto le cime più famose. In verità, non Kugy. - Ma la fredda vita: - Non ti cono- sentivo la mancanza di quelle vittorie per- sco, - mi rispondeva”. ché non fui mai un collezionista di vette, e Era come se Julius, dopo una gioia così in montagna cercai sempre emozioni com- profonda, avvertisse nell’aria nuovi dram- pletamente diverse. Tra l’altro il l885 mi fu matici momenti. importante perché estesi anche alle Alpi Giulie occidentali le mie scalate alla ricer- III ca di nuove vie. In seguito mi portai sui In verità, trascorsa l’estate del l883 nel- ghiacciai dell’Ortles e, dopo averli attra- le Alpi Giulie e nelle Dolomiti, il giovane versati, capii ch’ero ormai pronto per il Julius - rientrato a fine agosto - s’era tro- Cervino”. vato a Trieste tutto solo, con i familiari Come non sentire in tutto questo l’uni- ancora in villeggiatura. versale insegnamento di Kugy per un alpi- Una sera, tornando a casa dalla quoti- nismo nuovo? Come non avvertire un al- diana passeggiata a Miramare, trovò sul pinismo dove non la freddezza dei nume- tavolo dell’ufficio parecchi telegrammi. ri, contava - e non l’eccezionalità dei tra- “Saranno ordinazioni di merci” pensò guardi - ma l’amoroso abbandono alla na- aprendone uno. Recava invece la ferale tura, e la paziente penetrazione di ogni sua notizia che suo padre, nella cittadina ter- meraviglia, a cominciare dalla convinzio- male di Sankt Leonhard, era improvvisa- ne che ogni vittoria dell’uomo sui monti mente spirato. Lo avevano trovato morto sarebbe sempre dovuta all’attrazione dei in un bosco, seduto ai piedi d’un albero. monti stessi sull’uomo. Parole nuove, che Fu un evento inconsolabile. Un’im- prima di Kugy non erano mai state udite. provvisa scomparsa che mutò radicalmente Parole che mai sarebbero potute essere di la vita di Julius. Dapprima egli si convinse John Ball, di Paul Grohmann, di Julius di dover rinunciare per sempre alle sorgenti Pajer, di Paul Preuss, di Francis Fox Tuc- della sua gioia. Per mancanza di tempo. Per kett, di Leslie Stephen, di Emil Zsigmon- le nuove responsabilità. Ben presto invece dy , i sommi numi dell’alpinismo d’allora. si rese conto che, senza le montagne, nep- “Soltanto all’amore - proclamava invece pure la forza per una vita di commerci gli Kugy - i monti spalancano le profondità sarebbe stata possibile. della loro anima e le loro dovizie. Essi vo- “Così - sono parole sue - non appena gliono l’uomo tutto intero, esigono da lui ebbi sistemato i primi affari ritornai ai miei dedizione piena, coraggio, ed entusiasmo monti. Innanzi tutto naturalmente alle Alpi sincero. Solo allora danno amore per amo- Giulie a me tanto affettivamente vicine. re, e quando ti amano ti sollevano alla loro Comunque fra il 1883 e il 1885 riuscii a altezza, e ti fanno grande e ricco. Beato il fare varie escursioni anche sulle confinan- beniamino dei monti! Essi gli costruisco- ti Dolomiti. no i più bei ponti d’oro. E persino dove

16 sembrano elevarsi ad altezze spaventose, anche per il nome altissimo che la famiglia in costruzioni inaccessibili, gli lasciano una Zsigmondy aveva nel campo alpinistico, scala, pur vacillante e vertiginosa, perché ma soprattutto in quello scientifico (il fra- possa inerpicarsi fino ai loro troni subli- tello Richard sarebbe stato insignito, nel mi. Certo non sempre: affinché l’uomo 1926, del Premio Nobel per la chimica). (come spesso gli accade) non monti in su- Eppure a tal punto la dedizione alla musi- perbia, ed impari - se necessario - anche a ca aveva coinvolto di nuovo Julius nella desistere”. commozione per il tragico lutto che solo Era dalle pagine di Douglas Willian con la primavera del l886 Julius Prohaska Freshfield e di Walter White che non si riuscì a portare Kugy nel Vallese per l’asce- udivano parole così miti e così incantate. sa al Cervino, e tra Zermatt e Courmayeur La morte del padre, che lo aveva reso nel 1887 per la traversata del Monte Bian- incapace di riaccostarsi arditamente ai co, del , e del Monviso, e monti, lo stava in un modo ossessivo as- nel 1888 per le splendide ancorché gran- setando di musica. Per cui vagava in una diose Grandes Jorasses. Trieste mitteleuropea (la Trieste di Italo Fu insomma un triennio positivo in pre- Svevo) in cerca di musiche da camera e parazione a quella che per lui sarebbe sta- d’armonie d’organo, così care - sempre - ta la pietra miliare della sua grandezza al- al genitore, ma che nessuno in casa mo- pinistica, e cioè la salita, invernale al Mon- strava di gradire più. te Montasio, il gigante delle Alpi Giulie occidentali. IV “Auguro ad ogni alpinista - scriverà nella Nel febbraio del 1885, dopo due anni signorile stesura della sua autobiografia - durante i quali nè l’azienda nè la monta- un monte che lo accompagni lungo la sua gna (sacrifìcate all’angoscia musicale) ave- vita come il Montasio ha accompagnato vano restituito la sua smarrita esistenza alla me. Ancor oggi, che sono vecchio, e pos- serenità, Julius Kugy era riuscito ad avere so ammirarlo solo da lontano, esamino le suoi ospiti in Trieste i due leggendari fra- sue pareti gigantesche, cerco e trovo nuo- telli Emil ed Otto Zsigmondy, antesignani ve possibilità e nuovi problemi, e li faccio europei d’un alpinismo “senza guide”. risolvere a bravi giovani che io consiglio e Furono giorni irreali ed esaltanti. Le che mi ascoltano. Nel corso di quattro de- pacate e sicure idee, ch’essi sostenevano, cenni esso mi ha svelato quasi tutti i suoi erano per Julius bibliche iniezioni di cielo. segreti ed io ho deposto ai suoi piedi tutto Qualcosa di provvidenziale per il suo len- l’amore di cui era capace il mio cuore. Mi to ma quotidiano ritorno all’amore dei sembra che tutta la mia esistenza di uomo monti. poggi sul suo petto roccioso, e che solo Il 6 agosto 1885 purtroppo Emil Zsig- un piccolo riflesso della sua gloria reale mondy non era già più, nel tragico tentati- meriti il mio capo canuto”. vo di superare l’ardita parete sud della Meije Ed è a questo punto che Kugy (nel suo nel Delfinato. alpinismo francescano, non privo di affe- La notizia fece rabbrividire l’Europa, zionati animali) non potè esimersi dal pre-

17 sentare il suo magro ed irsuto cane - che plice ed aliena dalle ostentazioni capisce chiamò fin dal primo momento Toni - in- che non potevo fare di più. Da rive lonta- contrato a Trieste per via, una calda sera ne mi scodinzoli grato e fedele”. d’estate, e divenuto immediatamente suo Per la prima volta un grande dell’alpi- amico, e custode, anzi padrone di casa. Un nismo mondiale inseriva nel racconto del- capitolo esilarante e delizioso, steso con la sua vita la patetica storia d’un cane, dal un’acutezza psicologica straordinaria: una casuale incontro sino alla commovente vera gemma letteraria che dell’alpinista fine. Era questo, in fondo, l’errore più grave Kugy svelava non solo gli ardimenti e gli di tanti togati scrittori di montagna: quello ideali, ma anche le quotidiane bonarietà, di escludere dalle “trepidanti narrazioni le innate debolezze, le immancabili predi- delle vette” le dolcezze della felicità casa- lezioni. linga, della struggente musica, della con- Visse l’amabile Toni una decina d’anni. solatrice poesia, della commovente pietà. Poi venne il temuto giorno allorché in casa scese un dolente silenzio. Il cane era mor- V to. “Il suo fu un povero funerale - conclu- Della struggente musica soprattutto! se il serafico Kugy - Non ebbe una lapide, Ecco infatti Julius Kugy ricordare, subito ma in queste pagine, caro Toni, vecchio dopo la consolazione affettiva offertagli dal amico d’un tempo felice, ti ho fatto un pur povero Toni, le commozioni armoniose e modesto monumento. La tua anima sem- supreme d’un costoso organo da lui ac-

Il gruppo del Jof Fuart da Nord (con le Madri dei Camosci e la Cima di Riofreddo)

18 quistato e fatto collocare in una chiesa tri- portarono alle montagne. estina che ne era priva. Una chiesa lontana Passati erano i trent’anni. Non v’era (allora) dal traffico cittadino, e stupenda- tempo da perdere! Un alpinista - era un mente rispondente. Sola clausola, per un detto d’allora - che non avesse trascorso così superbo dono, quella di poterlo suo- più stagioni a Courmayeur non poteva ri- nare un paio d’ore al giorno, e naturalmente conoscersi tale. le domeniche, e ogni altra festa, per i fede- E Kugy lasciò Trieste. Si rassegnò ad li disponendo la cantoria di quella parroc- affidare la sua ditta a personale valente. chia d’un archivio di spartiti da sollevare Capì che non v’erano solo le Alpi Giulie. al settimo cielo. E in verità i ritorni al Monte Bianco lo E fu veramente attraverso quelle melo- emozionarono. Più ancora lo esaltarono diose occasioni che avvenne il lento inspe- le cordate con Guido Rey (1861-1935). rato ritorno all’elegiaca serenità dell’alpi- Visse più e più volte la vita incredibile di nismo: l’alpinismo “delle povere e solita- Chamonix. Attraversò il Colle del Gigan- rie dimore, dell’alta montagna dove non te, la Valsavaranche, scalò il Gran Paradi- c’è nemmeno la chiesa e l’osteria; dei pre- so e il Monviso, conobbe le nere creste cari ripari contro la pioggia; delle malghe, del Delfinato, non perse la favolosa tra- dei fienili, dei miseri focolari dei pastori; versata da Macugnaga a Zermatt, fece sue dei taglialegna, dei cacciatori, e delle crea- nel Monte Bianco le Grandes Jorasses. ture segnate dalle intemperie che la dura Ritornato in “quell’Eden’’ di vette con una vita ha curvato precocemente; dei cigolanti conoscenza enorme di scalatori e di guide giacigli nei numerosi bivacchi quando, ca- riuscì a fare suoi, il Mont Dolent, l’Aiguil- lata la sera, le stelle cominciano a brillare le du Midi, l’Aiguille des Glaciers, il Colle amichevolmente”. di Bettaforca, il Colle d’Olen, il magnifico No, per scrivere così, non bastava es- Colle delle Loccie. sere fenomeni viventi delle scalate come Erano quelli, per tutto l’alpinisimo eu- lo erano stati Payer, Grohmann, Bea- ropeo, anni scatenati. Gli assalti alle vie chcroft, Tuckett, Whitwell, Whymper, Pur- nuove e ai passaggi migliori erano all’ordi- tscheller. Bisognava essere poeti dal cuore ne del giorno. E seminati di croci. Preso vibratile all’incanto come Douglas William in un tale vortice di emulazioni Julius Kugy Freshfield (1845-1934), come Eugen Gui- scalò il Monte Disgrazia, il Finsteraarhorn, do Lammer (1863-1945), come Emile Ja- la . Ammaliato sempre più dalle velle (1847-1883), come la misteriosa Ame- Alpi occidentali vi tornò anche dopo il lia Ann Blandford Edwards (1831-1892). 1890. Con due guide del valore di Burge- Non per nulla abbiamo avvertito fin da ner e di Bonetti salì sul , sul Dent principio l’affinità letteraria di Julius Kugy Blanche, e sullo . con quella altrettanto sognante di Italo Ciò che Kugy scrisse, in quella dorata Svevo. stagione in cui tutto gli era preghiera, fu E proprio l’abbandono di Kugy alla qualcosa d’irripetibile. musica, alla natura, al libro delle leggende “Parlo di te, semplicemente, senza spar- e delle tradizioni così piene di mito, lo ri- gere fiori. Tu non ne hai bisogno. Sei tan-

19 to grande. Su tutti gli inni che un mortale fatica, per il lavoro poderoso di quelle ore, può cantarti brilla la tua maestà, l’aureola e quasi allo stremo delle forze conficcai la della tua bellezza. Arriverò sul tuo vertice piccozza nel colmo della cornice, mi sem- ancora? Oh, quando non sarò più, conce- brò di sentire un argentino canto d’angeli di al mio nome un angolo sulla superba propagarsi nei cieli in armonie solenni. Era fronte delle tue pareti, e tieni alto il mio forse l’effetto della luce argentea che mi cuore fra i tuoi picchi meravigliosi”. circondava? O forse la gioia indescrivibile Neppure Guido Rey, il poeta più puro che cantava nel mio cuore? Eppure credo delle Alpi occidentali, lo superò in questo di aver udito cantare gli angeli! Come se le eloquio soave! schiere serafiche si rimandassero i richia- mi di vetta in vetta. Come se sopra gli oriz- VI zonti si spandesse il ‘Gloria in excelsis’ Senza un tale coinvolgimento assoluto, delle loro voci bianche. Gloria in alto! E nell’impero alpinistico e letterario, difficil- me ne stavo sospeso sopra gli abissi im- mente Julius Kugy sarebbe divenuto nella mensi, quasi sciolto da questa terra, in sua città il personaggio eccezionale ch’egli mezzo al cielo luminoso, sull’isoletta bianca era: signore innanzi tutto delle Alpi Giu- della mia cima, conquistata così aspramen- lie. te. Sentivo di vivere un’ora di felicità che A quel tempo s’andava in montagna non sarebbe ritornata mai più; e stavo ad solo d’estate. Nelle altre stagioni le abbon- ascoltare la, musica delle coorti celesti va- danti nevicate, o l’irruenza germogliante, gheggiando i1 più bel sogno della mia o la devastazione autunnale cancellavano vita”. od impedivano ogni possibilità viaria. Fu Un inno pindarico: sacro della sacralità l’esplosione rivaleggiante in tutto l’arco d’ogni montagna. Così come sacre dimo- alpino del cosiddetto “escursionismo in- re di Dio erano tutte le bibliche alture. vernale” ad indurre Kugy (nel 1905) alle Raggiunti e superati ormai i cinquant’anni prime ascensioni del genere, dal Jôf di Julius Kugy cominciò ad avvertire la pre- Montasio al Monte Tricorno, al Monte Ja- carietà del tempo. E l’importanza di non lovez (tentativo che - per i cinque parteci- perderne altro. panti - solo per un miracolo non fu l’ulti- Chi ad esempio (cosa già detta) non mo). Dopo il quale Julius Kugy, anzichè avesse trascorso più stagioni nella Val smettere, portò a termine (tra continue sla- d’Aosta, non poteva ritenersi un alpinista. vine) anche la prima invernale (e prima E Kugy, che nel Monte Bianco e dintorni assoluta) al Monte Prisanik, quella sovru- aveva già fatto la sua parte, pensò di chiu- mana al Monte Jôf Fuart, ed infine l’im- dere la sua sacrificata e gloriosa carriera presa delle imprese, la conquista della vet- con il . “Ero invecchiato, e ta suprema del Monte Montasio, la più capivo che indugiando ancora avrei dovu- importante espugnazione della sua vita to rinunciare definitivanente al mio antico d’alpinista. Poeta poi di quei monti, non e caro progetto. Sapevo, per di più, d’ave- potè non raccontarla ineguagliabilmente. re a disposizione gli uomini adatti per la “Quando toccai la cima, respirando a parete orientale della Nordend”.

20 E tutto ciò vent’anni dopo la prima fronte) a un fedele ed inesauribile amnini- esperienza sulla Punta Dufour. Piú piace- stratore, entrò per le sempre più difficili vole che mai, anzi, fu quell’ultima parte del importazioni nel suo inarrestabile declino. viaggio (1913) tra i monti della Savoia. E Scrisse Julius di quei giorni: “Nonostan- commoventi e tremende le righe che chiu- te l’età (cinquantasette anni) mi presentai sero quell’indimenticabile prova mentre volontario per il servizio alpino e fui in- caliginosi giorni si addensavano su tutta viato al fronte sulle Alpi Giulie occidenta- l’Europa. li in qualità di esperto”. E subito dopo - “Guàrdati indietro ancora una volta. da vero suddito carinziano - aggiunse: “Ho Pensa ancora una volta allo splendore del- compiuto unicamente il mio dovere. Non le montagne che hai viste. Pensa ai vecchi è un uomo, ma un vile e un meschino chi maestri che ti hanno preceduto per aprirti non difende la patria nel momento del bi- la via. Pensa a tutti coloro che t’hanno of- sogno”. ferto il focolare ospitale. Ripensa ai cari E riandando al suo appassionato amo- amici, coi quali hai camminato nel sole sfol- re per i monti, la parola gli si faceva lirica. gorante dei ghiacciai, pensa agli uomini che “Di un’altra cosa sono debitore alla con la piccozza ti hanno spianato la stra- guerra: del mio libro sulla montagna. Molti da. Che con mano forte ti hanno guidato, anni prima gli amici avevano cercato di ripensa a coloro che non sono più, che convincermi a scriverlo, ma non ci sarei dopo il duro lavoro tra ghiaccio e neve ri- mai riuscito finché mi trovavo a capo della posano in pace sotto la verde zolla e dor- mia azienda. Si è giá visto com’erano col- mono. A tutti, a tutti ripensa una volta an- me d’impegni la mie giornate e buona parte cora, nell’ora solenne del distacco, con delle mie notti. Senza la guerra esso non profonda riconoscenza, pietosa e fedele, sarebbe mai stato scritto. Gli amici ripre- prima che te ne vada, in silenzio, anima sero ad insistere ed io, pur senza un piano mia”. ben definito, qualche giorno prima del Na- tale 1913 ne iniziai la stesura. VII Ero allora di stanza a Tarvisio, ma esso E scoppiò - tra le non poche guerre d’ in minima parte fu compilato a tavolino. inizio secolo - la grande guerra mondiale. Per il resto lo scrissi su fogli volanti nelle Dalle irrisarcibili conseguenze. posizioni più alte, durante i pattugliamen- Immediatamente si chiusero i porti stra- ti, le brevi passeggiate del tempo libero, le tegici. E i commerci coloniali subirono un soste all’aperto o nelle case dei contadini, disastroso arresto. Rimasero aperte le fron- quasi sempre in diretto contatto con la tiere d’Italia (nazione per un anno neutra- natura, in vista dei monti, talvolta dopo le), quelle svizzere, nonché tutte le piazze pericoli felicemente evitati. L’ultimo capi- portuali del nord. Subirono un tracollo tolo nientemeno che durante la marcia su invece tutti i debiti e i crediti internaziona- Caporetto, nei quartieri invernali di Villa- li, letteralmente accantonati. E la rinoma- bruna e di Fonzaso, vicino a Feltre”. ta ditta Kugy, ancorché affidata (per la Ed ecco il canto alto ed alato di quei malattia di Paul e il richiamo di Julius al giorni - l’elegiaca voce di Julius Kugy -

21 mentre intorno tutto precipitava. “Il tem- fidenza. Un vallo che lo avrebbe emargi- po cammina e, uno dopo l’altro, noi en- nato proprio nei giorni in cui sarebbero triamo nell’ombra, lo sguardo ancora fis- sopraggiunte la solitudine e la depressio- so al fulgore dei monti. Ma essi brillano, ne. sopra i destini umani, oltre le generazioni Era stato assunto dal Comando della nella loro inesausta bellezza. Tutti gli anni Decima Armata in Carinzia con lo scopo essi accendono in mille cuori, giovanili e di far conoscere allo spiegamento austria- benedetti la fiamma santa e pura dell’amo- co tutte le particolarità montuose dell’avan- re che anela all’eternità delle cime. E men- zamento italiano di quel 1915, nonché la tre noi ci prepariamo, titubanti ed incerti, realtà toponomastica d’ogni convalle, al grande passo ecco arrivano le balde d’ogni passaggio, d’ogni luogo strategico schiere, dieci, cento forse, per ognuno di in mano al nemico. E questo non solo in noi. Figure slanciate, nella loro primavera, quel primo anno, ma anche nei tre anni come un giorno siamo stati noi. Ci saluta- successivi, lunghi e drammatici, travagliati no, mentre noi, fermi al margine della via da trasferimenti continui, a Soca presso indichiamo le vette. L’evviva a tutti dei Bovec, a Caporetto, a Tarcento, a Maiano, monti. a Fadalta, a Feltre. Certo è tempo di pensare alla fine. Ma Alla fine di giugno del 1918, comincian- non crediate lo si faccia con tristezza. Il do a sentire il peso dell’età, e presentendo nostro occhio è sereno, il nostro cuore la piega che avrebbe preso la conflagra- batte tranquillo, grato, e contento. Il lun- zione, volle essere congedato. Così, dopo go viaggio nella luce e nella bellezza è com- avere reso a Vienna un servizio tattico penso a tanti calvari. Cancella molti dolo- impagabile, il 2 luglio - con funesti pre- ri, allevia molti pesi. Rende puri, forti, li- sentimenti - rivide la sua Trieste. beri. Insegna a prendere le cose con l’ani- “Quando tornai dalla guerra - fu egli a ma consapevole, con la pacata serenità con raccontarlo - avevo sessant’anni. Ero un cui si prendono le cose di lassù”. uomo stanco. Non mi ero ancora reso con- Dopo un’ultima, stagione di lacrime! to di non essere più un ragazzo, ma un Che stava per giungere. Cruenta e deva- vecchio signore con danni fisici rilevanti stata, come cruenta e devastata non pote- che stavano precludendomi per sempre le va non essere la condizione umana del montagne. dominatore delle Alpi Giulie dopo un così Com’era da aspettarsi trovai gli affari inumano e perduto conflitto. in completo abbandono. Alcuni impiegati erano sotto le armi. Altri erano morti. Un VIII certo numero era stato, con ogni riguardo, S’era arruolato dunque già avanti negli licenziato. Diversi invece, di loro iniziati- anni. E - come s’è detto - volontario. Con va, avevano cercato un nuovo impiego. un senso carinziano del dovere che la Tri- Erano rimasti al loro posto il procuratore este risorgimentale avrebbe a lungo deplo- e il primo magazziniere, con i reparti delle rato, scavando attorno alla sua gloria alpi- merci completamente vuoti. Chi avrebbe nistica un vallo d’estraneità. E di ostile dif- mai potuto immaginare un tale catastrofi-

22 co sovvertimento! Le gravi spese di con- ranza, senza un barlume. Non avevo più duzione e quelle quotidiane avevano intac- voglia di vivere. Disimparai a ridere, diven- cato il capitale per tre anni, mentre non ni incapace di lavorare, mi ammalai un’al- sussisteva più un guadagno corrisponden- tra volta di nervi. Mi furono vicine per te”. fortuna le mie sorelle. Andai da loro a Fu il crollo. Tutti i sacrifici, anche quel- Vienna. Si occupò di me con cura vera- li per la patria, erano stati inutili. I titoli mente commovente uno psichiatra di fama austriaci avevano subito una svalutazione mondiale, amico della mia famiglia. Mi dis- paurosa. Completamente perduti i capitali se che dovevo avere pazienza, egli non investiti in prestiti di guerra. Il denaro li- dubitava che sarebbe venuta la guarigione, quido poi veniva cambiato inesorabilmente non quel giorno, nè il giorno dopo, e nep- al quaranta per cento. S’aggiunga a ciò che pure molto presto”. il fratello Paulus era tornato a casa da Vien- E così fu. na - consumato dal suo male psichico - “Ritornato a Trieste, cedetti l’azienda, letteralmente alla vigilia della morte. Solo e mi ritirai dagli affari, anche per consiglio sapendo questo comprenderemo appieno della mia famiglia e degli amici. Tutto mi i ventisei anni che a Trieste avrebbero at- era come un porto senza entroterra; come teso Julius Kugy nel suo salire verso l’ulti- un campo di attività che non mi attirava ma sconsolata vetta, quella senza ritorno. più.” Rientrò quindi a Vienna senza cer- “Mi ritrovai a condurmi senza una spe- tezza alcuna. Le stesse superbe cime delle

Il Mangart dal versante sloveno

23 Alpi Occidentali, quelle che dal 1906 al 1913 lo avevano esaltato, sentiva che non le avrebbe contemplate mai più. ”Non le vette isolate del Vallese, non le muraglie gelate del Monte Rosa, non gli enormi am- massi del dominatore - il Monte Bianco - non le rastrelliere delle Aiguilles di Cha- monix, non le forme tenere dell’OberIand Bernese, non i castelli scintillanti del Ber- nina, non i monti nobili della Savoia”. Il Canin, sulla destra, da Sella Bila Pec IX delle coscienze, chiarendo le ragioni pro- Orbene, rimpatriato dalle cliniche vien- fonde della vita. Per il proposito di rap- nesi in discreta salute, ma con le forze allo presentare la particolare società della sua stremo, Julius Kugy - quasi il tempo della epoca, in opere deliberatamente anticon- sua vita stesse venendo meno - si convin- formiste, rivolte non ad esaltare o a mitiz- se che, non potendo più salire alle reali zare quella società, bensì invece a capirla, montagne, toccava a lui ricondurre le amate a svelarne le ombre più che le luci, le an- vette al tavolo dei suoi ricordi e raccontar- gosce più che le certezze. E specialmente le, come quand’era fanciullo, ai giochi pur- per la convinzione (Svevo lo insegnava!) purei del sole, ai miraggi delle candide nubi, che lo stile non era ricerca di eleganze e di ai richiami del gallo cedrone, ai meandri effetti espressivi, ma coincideva pienamen- dei mughi odorosi, ai gemiti d’organo dei te con la tensione narrativa, e con lo scavo torrenti precipitanti a valle. E a volere tut- interiore”. to questo era un Kugy affranto, esiliato nel- Letteratura veramente “mitteleuropea” l’oblio, ridotto a parlare (pur in decine e quindi, tanto più se constatiamo che già il decine di conferenze) con se stesso e con suo primo libro - del 1925 - “Aus dem i monti per quell’ostracismo cui l’imprevi- Leben eines Bergsteigers” veniva pubbli- sto successo bellico italiano lo aveva con- cato dall’editore Rother di Monaco. Stessa dannato. Un Kugy che aveva fatto la sto- sorte felice ebbe “Arbeit, Musik, Berge: En ria delle Alpi Giulie, e che ora - se voleva Leben” - un’altra opera fondamentale (gio- non andasse perduta - doveva scriversela iello di preziosità biografica e di profon- con l’appassionata dolcezza di chi, come dità umanistica): un traguardo della lette- nessun altro, era capace. ratura triestina d’allora, anche se più d’uno Fu così che il grande Julius Kugy entrò potrebbe durare fatica - per le tante cose di diritto (anche se in ritardo) nella lettera- che sono cambiate - a comprenderne l’in- tura del Novecento, quella magnificata da tensità del canto. Bruno Maier per “la preminente attenzio- Nel 1935 (questa volta per i tipi della ne rivolta all’uomo, ai suoi problemi, ai suoi Leykam Verlag di Graz) uscì “Anton Oit- rapporti con la realtà. Per l’impegno im- zinger: vita di una guida alpina”: altro de- pietosamente penetrante nelle sinuosità licato capolavoro della realtà e della cultu-

24 ra di montagna. E non va dimenticata - stamento spirituale, il suo testamento sempre per la Leykam Verlag di Graz - d’amore. La più devota tra le appassionanti nell’anno 1938, la splendida antologia: opere. “Tricorno, cinquecento anni di storia” . Il Mentre pertanto attendeva la morte libro nella cui introduzione rivelò, con la “come il risveglio migliore, sotto un cielo sofferenza d’un’età ormai isolata e per al- più chiaro, con una vita e un destino più cuni versi emarginata, il suo patetico soli- belli e più felici’’ una cosa lo consolava: la loquio alle indimenticabili montagne. fedeltà unica ed assoluta, serbata agli in- “Mi è giunto - così egli amò introdurre cantevoli estasiati monti con tutto il suo quello che fu l’ultimo meraviglioso suo cuore e con tutti i suoi scritti fino all’ulti- impegno letterario - un messaggio dalle mo giorno. Fino all’ultima riga di quel suo Alpi Giulie. Riguarda il loro signore e re, ispirato e solenne inno finale: “Ed ora, la montagna tanto amata della mia giovi- caro Tricorno, il mio umile grazie. Ti sono nezza, il venerabile Tricorno. Devo raccon- riconoscente per tutto quello che sei stato tare la sua storia di ben cinque secoli. Que- e continui ad essere per me. Ti ringrazio ste esortazioni non sono frequenti, e se si perché mi hai concesso l’opportunità di colgono non si deve indugiare, ma appre- parlare di te. Mi inchino davanti alla tua starsi subito, con gioia, fiduciosi e consa- potenza e magnificenza: davanti alla tua pevoli dell’importanza della missione. Solo maestà. Ti saluto, Tricorno, eminente e glo- uno di noi vecchi può scrivere una storia rioso signore e re! Accogli il supplice dono di tal genere, e prima di andarsene per sem- dell’amore ardente e dell’ossequiosa co- pre”. stanza che ho provato verso di te in tutta Quando stese queste righe Julius Kugy la mia vita”. aveva ormai ottant’anni. Cedimenti tem- poranei di nervi, sofferenze morali, la so- litudine totale d’un uomo senza famiglia, Poiché è prevista anche per l’anno in corso la continuazione dell’iniziativa nata nel 2002 ed angosciosi rimorsi puntualmente lo af- in occasione dell’Anno Internazionale del- fliggevano per il modo “distratto dall’al- le Montagne: “Sulle orme di Julius Kugy - pinismo” con cui aveva portato avanti Percorsi alpinistici nelle Alpi Giulie” a cura l’azienda, orgoglio e martirio della defun- de “Il Tarvisiano” - Consorzio servizi turi- ta madre. stici e Agenzia di informazione ed acco- Comunque, sull’onda d’una buona ac- glienza turistica del Tarvisiano e di Sella Nevea, pensiamo di fare cosa gradita al lettore coglienza, in quegli ultimi anni Kugy ave- comunicando con l’indirizzo soprascritto, il recapi- va continuato a dare ogni tanto alle stam- to telefonico e l’indirizzo Internet per poter avere pe ricercati volumetti: in particolare “Ber- ulteriori informazioni in merito: ge, Blumen, Tiere” e “Die Julischen Al- pen im Bilde” (per non dire di “Aus ver- www.tarvisiano. org gangener Zeit” al quale teneva moltissimo [email protected] Tel. 0428.2392 e che non ebbe la grazia di vedere pubbli- cato). Così che “Tricorno, cinquecento anni di storia” rimase veramente il suo te- Foto: Archivio AIAT Co.Se.Tur. del Tarvisiano e Sella Nevea.

25 Il bilancio di massa sul Ghiacciaio d’Agola di Roberto Bezzi, Luca Carturan, Stefano Fontana, Andrea Paoli e Roberto Seppi (Comitato Glaciologico Trentino - SAT)

el corso dell’estate 2002 è stata av- nevose dirette che alle valanghe. La quota N viata da parte del Comitato Glacio- della fronte del ghiacciaio è situata poco logico Trentino della SAT una campagna sopra i 2600 m di quota, mentre le porzio- di misure sul Ghiacciaio d’Agola, nelle Do- ni più elevate e ripide superano di poco i lomiti di Brenta, allo lo scopo di valutarne 2850 m. il bilancio di massa per l’anno in corso. Le caratteristiche morfologiche e dina- Il Ghiacciaio d’Agola è situato nel cuo- miche fanno di questo ghiacciaio un buon re del Gruppo di Brenta, poco a monte “apparato sperimentale”, in grado di for- del Rifugio XII Apostoli. Si tratta di un nire utili indicazioni sull’andamento del piccolo ghiacciaio di circo esposto a nord- glacialismo nel Trentino sud-occidentale e, ovest e racchiuso fra ripide pareti rocciose più in particolare, nel Gruppo di Brenta. che culminano con la Cima d’Ambiez a Il tipo di alimentazione, lo sviluppo in al- Nord e con la Cima d’Agola a Sud. La su- titudine, l’esposizione e la morfologia del perficie attuale del ghiacciaio supera di Ghiacciaio d’Agola è comune a gran parte poco i 22 ettari e l’alimentazione è di tipo delle vedrette di questo gruppo montuo- misto, dovuta cioè sia alle precipitazioni so e la facilità di accesso, unitamente ad

Il Ghiacciaio d’Agola fotografato nell’estate del 2002.

26 altre caratteristiche favorevoli, ne hanno osservazioni di dettaglio allo scopo di ap- consigliato la scelta. Lo scopo di un bilan- plicare e sperimentare metodi di modella- cio di massa è quello di valutare nel corso zione delle grandezze fisico-climatiche di un anno idrologico (1 ottobre - 30 set- coinvolte nel bilancio di massa, com’è sta- tembre) se un ghiacciaio ha guadagnato o to fatto nell’ambito di una tesi di laurea perso massa. In uno studio di questo tipo, con l’Università di Padova per l’anno ac- quindi, è necessario quantificare su tutto il cademico 2001-2002. Di seguito vengono ghiacciaio l’accumulo di neve che si è veri- descritte le attività svolte sul ghiacciaio, i ficato durante l’inverno e la fusione di neve metodi utilizzati durante la campagna di e ghiaccio che si è avuta durante la succes- misure e i risultati raggiunti in questo pri- siva stagione calda. Tutti i valori vengono mo anno di osservazione. trasformati in “equivalenti in acqua”, allo scopo di ottenere grandezze confrontabi- La misura dell’accumulo invernale li sia per l’accumulo sia per la fusione. Un All’inizio del mese di giugno 2002 si è bilancio di massa può essere effettuato con proceduto alla misura dell’accumulo nevo- diverse metodologie, ma una fra le più af- so sul ghiacciaio, mediante l’esecuzione di fidabili richiede di misurare direttamente misure di spessore e trincee scavate nella sul ghiacciaio le due grandezze da mettere neve per la determinazione della densità a confronto. Proprio quest’ultimo meto- del manto nevoso. I sondaggi di spessore do (denominato “metodo glaciologico di- sono stati eseguiti lungo percorsi paralleli retto”) è stato adottato sul Ghiacciaio alle curve di livello e ad intervalli di trenta d’Agola. È evidente, quindi, come il bilan- cio di massa consenta di comprendere al meglio le relazioni fra la dinamica di un ghiacciaio e le condizioni climatiche, dal momento che i processi di accumulo e fu- sione sul ghiacciaio sono strettamente di- pendenti dall’andamento meteorologico dell’anno considerato, sia in termini di quantità di neve caduta sia in termini di evoluzione della temperatura estiva. Bilanci di massa negativi saranno quindi da met- tere in relazione con inverni poveri di pre- cipitazioni nevose o estati con temperatu- re medie elevate, o con la combinazione di entrambi. L’intenzione del Comitato Glaciologico Trentino è quella di istituire presso il ghiacciaio d’Agola un sito speri- mentale caratterizzato da un’elevata den- Esecuzione dei lavori di campionamento della den- sità di punti di misurazione, che consenta sità della neve in trincea (giugno 2002).

27 metri l’uno dall’altro, mentre la posizione del punto iniziale di ogni percorso è stata determinata con il GPS. Operando in que- sto modo è stato possibile collocare con sufficiente precisione in cartografia ognu- no dei 117 punti sondati. Con i dati di den- sità misurati in trincea è stato possibile convertire in millimetri di equivalente in acqua i valori di spessore misurati con i sondaggi. Al computer è stato quindi pos- sibile ricavare, con opportune tecniche di interpolazione, il valore di accumulo per ogni punto del ghiacciaio a partire dai 117 punti sondati. Nell’inverno 2001-2002 si sono accu- mulati sul ghiacciaio d’Agola 1485 mm di Misurazione della fusione del ghiacciaio su una equivalente in acqua, distribuiti in modo palina di ablazione (agosto 2002). molto irregolare per l’intensa attività va- langhiva che ha interessato questo ghiac- dovuto alla fusione. Sono state impiantate ciaio durante la stagione di accumulo. 29 paline distribuite omogeneamente sul- Confrontando i valori di precipitazio- la superficie glaciale e rilevate con il GPS, ne misurati da ottobre a maggio alla sta- in modo da poterle collocare con preci- zione di Pinzolo-Prà Rodont con quelli sione sulla cartografia. Durante l’estate medi per il periodo 1975-2002 emerge un sono state effettuate altre due visite sul deficit pluviometrico pari a circa il 25%, a ghiacciaio per misurare l’andamento della testimonianza di una stagione invernale fusione e per approfondire le paline che moderatamente siccitosa. rischiavano di cadere. Il 29 settembre, infine, sono state ap- La misura della fusione estiva profondite tutte le paline e sono state ef- All’inizio di luglio 2002 sono state col- fettuate le ultime misurazioni di fusione locate sul ghiacciaio le paline che vengo- che sono servite per la “chiusura” del bi- no utilizzate per quantificare i processi di lancio. Analogamente a quanto fatto per fusione (si tratta di aste in alluminio lun- l’accumulo, anche per la fusione è stato ri- ghe 2,5 m). Allo scopo è stata utilizzata cavato al computer il valore su ogni punto una trivella appositamente costruita con la del ghiacciaio a partire dalle misurazioni quale è possibile realizzare un foro di due fatte sulle 29 paline. Il numero di punti di metri di profondità entro cui viene collo- misura è sensibilmente inferiore, poiché il cata l’asta metallica lunga 2,5m. In tempi processo di fusione è più omogeneo ri- successivi, lungo l’asta viene misurato l’ab- spetto all’accumulo. La perdita di spesso- bassamento della superficie del ghiacciaio re misurata è stata anche qui convertita in

28 equivalente in acqua ed è risultata pari a Misure meteorologiche e considera- 2835 mm. zioni climatologiche, anno 2001 - 2002 Per poter comprendere le cause clima- Determinazione del bilancio netto tiche che determinano l’evoluzione dei Sottraendo in ogni punto il valore di ghiacciai è necessario poter disporre di fusione misurato durante l’estate dal valo- misure di dettaglio riguardanti il bilancio re di accumulo misurato all’inizio di giu- di massa e di osservazioni regolari delle gno (sempre in millimetri di equivalente principali variabili meteorologiche. Le due in acqua) è stato ottenuto il valore del “bi- quantità di gran lunga più importanti in lancio netto” per l’anno in corso. È stata tal senso sono le precipitazioni nel perio- misurata una fusione media su tutto il do ottobre-maggio (che determinano l’ac- ghiacciaio pari a 2835 mm di equivalente cumulo) e le temperature del quadrimestre in acqua, quasi doppio rispetto ai 1485 mm estivo (che determinano la fusione). dell’accumulo. Si è quindi evidenziata una Sul sito sperimentale dell’Agola le pre- situazione di forte disequilibrio, con una cipitazioni invernali sono misurate diret- perdita di massa pari ad una lama d’acqua tamente sul posto, sotto forma di accumulo di 1350 mm (1,5 metri di ghiaccio), corri- nevoso sul ghiacciaio, e presso la stazione spondenti a 298900 metri cubi. Solo il 2% meteorologica di Prà Rodont (Provincia del ghiacciaio risultava coperto da neve Autonoma di Trento) per utili confronti residua al termine dell’estate, mentre per con i valori climatici pluridecennali. Le avere condizioni di equilibrio tale percen- temperature estive, invece, dall’estate 2002 tuale dovrebbe aggirarsi attorno al 55-60%. vengono misurate e registrate da un ter- Il limite delle nevi alla fine della stagione mometro-registratore installato sulla mo- di fusione si collocava ben al di sopra del- rena laterale sinistra del ghiacciaio, alla stes- la quota massima del ghiacciaio, come os- sa quota della fronte e a duecento metri in servabile sulla maggior parte delle vedret- linea d’aria dal ghiacciaio stesso. Anche per te del Brenta. la temperatura è tuttavia possibile fare con- fronti e correlazioni con la stazione di Prà Rodont, che dista cinque chilometri in li- nea d’aria dal ghiacciaio. Dall’analisi dell’andamento meteorolo- gico dell’anno 2001-2002 presso la stazio- ne di Pinzolo-Prà Rodont e dal confronto con le medie dal 1975 al 2002 è stato pos- sibile comprendere le cause che hanno portato ad una così importante perdita di massa dal Ghiacciaio d’Agola. In analogia Rappresentazione del bilancio di massa netto sulla superficie del ghiacciaio. Le aree dove si è osserva- con quanto già avvenuto nel recente pas- ta una maggiore perdita di massa sono indicate dai sato, anche nella scorsa annata idrologica toni rosso scuro. ad un inverno avaro di precipitazioni ne-

29 vose è seguita un’estate leggermente più di questo tipo, oltre che per la definizione calda del normale. Sono necessarie però del bilancio di massa serve soprattutto per delle precisazioni: metà dell’intero accumu- studiare al meglio una tipologia di appara- lo nevoso si è avuto all’inizio del mese di ti glaciali finora descritta e osservata pre- maggio, nel corso di un unico evento plu- valentemente in modo qualitativo. Si trat- viometrico; subito dopo alcune grosse va- ta dei piccoli apparati di circo ad alimenta- langhe hanno ridistribuito la neve, traspor- zione mista (diretta, valanghe e vento), tandone grandi quantità sulla zona media molto diffusi in ambiente dolomitico ma e bassa del ghiacciaio e anche a valle del non solo. L’elevata reattività delle piccole ghiacciaio stesso, molte decine di metri vedrette dolomitiche come l’Agola è ap- oltre la fronte. parsa evidente nel 2002, quando si è os- La stagione estiva è cominciata relati- servata la riattivazione del ghiacciaio e vamente tardi, ma nelle ultime due decadi l’apertura di alcuni crepacci a seguito della di giugno, a causa del grande caldo, è an- favorevole stagione di accumulo 2000- data perduto più della metà dell’intero ac- 2001. cumulo nevoso annuale; non sono quindi Nel corso delle misurazioni sono emer- servite le temperature leggermente più si molti aspetti interessanti e particolari che basse della media che si sono registrate nei meritano senz’altro un approfondimento successivi mesi estivi (luglio e agosto), né negli anni a venire: tra gli altri l’accentuata la neve di agosto (caduta oltre i 2700-2800 disomogeneità dell’accumulo, il ruolo pro- metri di quota) ha interessato in modo si- tettivo della neve residua che riduce di gnificativo il Ghiacciaio d’Agola, che è ri- molto i ritmi di fusione a parità di tempe- masto privo di copertura nevosa per gran ratura e i processi di trasferimento di mas- parte dell’estate. La fusione ha così potuto sa e di riattivazione del ghiacciaio. agire a lungo sul ghiaccio vivo e sulla neve residua risalente alla stagione 2001 che Ringraziamenti ancora era accumulata su alcune zone del I lavori per la determinazione del pri- ghiacciaio. mo anno di bilancio di massa del Ghiac- ciaio d’Agola sono stati realizzati dal Co- Conclusioni mitato Glaciologico Trentino della SAT. La misurazione del bilancio di massa Hanno svolto le attività gli Operatori Gla- sul Ghiacciaio d’Agola, iniziata nell’anno ciologici Roberto Bezzi, Luca Carturan, 2002, si propone da una parte come un’in- Stefano Fontana, Andrea Paoli e Roberto tegrazione delle campagne di misurazione Seppi. condotte annualmente dagli operatori del Un particolare ringraziamento al Mu- Comitato Glaciologico Trentino, dall’altra seo Tridentino di Scienze Naturali, che ha come un progetto con importanti elementi fornito supporto logisitico e di mezzi, e ai di innovazione. gestori del Rifugio XII Apostoli (tutta la La fitta rete di misura predisposta sul famiglia Salvaterra), sempre gentili e dispo- ghiacciaio, raramente riscontrabile in lavori nibili.

30 Il taccuino di Ulisse: il calore dell’Islanda di Michele Azzali e Mirco Elena

ià nel 1864 Giulio Verne aveva capi- emesse un quarto di tutte le lave al mon- G to che, in termini di vulcanismo, do, grazie alla notevole attività della dor- l’Islanda non ha rivali. Proprio dal cratere sale medio atlantica. I tre vulcani più attivi dello Snaefellsjökull i suoi “geonauti” di sono l’Hekla, il Katla e il Grímsvötn. L’at- “Viaggio al centro della Terra” iniziarono tività dei singoli apparati dura per periodi la loro avventurosa (e oggi sappiamo im- variabili da 300.000 a un milione d’anni. possibile) discesa verso le viscere più pro- Nella sola epoca storica, ben 18 sistemi fonde del nostro pianeta. La fantasia dello distinti sono entrati in eruzione. Il nume- scrittore francese era stata colpita dalla ro cresce a circa 200 considerando il peri- grande abbondanza di eruzioni che avven- odo postglaciale, durante il quale tutte que- gono su quest’isola: fino a venti in un se- ste “montagne di fuoco” hanno prodotto colo, periodo nel quale esse producono un totale di 500 km cubi di lave, coprenti circa quattro km cubi di lave e altri mate- circa 12.000 km quadrati di superficie. La riali. Ricordiamo che su un territorio gran- produzione di lave è stata maggiore nella de quanto un terzo dell’Italia vengono parte centromeridionale dell’isola. I volu-

Una solfatara nei pressi del Lago Myvatn (foto Alessandro Villani)

31 mi delle singole colate generalmente non ed altri più rari ed imprevedibili. Anche le superano il km cubo; tuttavia le lave emesse temperature sono differenti: bassi valori (T da grandi fessure (un tipo di vulcanesimo < 150 ºC) si trovano ad Arhver, nell’ovest caratteristico dell’Islanda) hanno raggiun- islandese, e Ystihver, nel nord; alti valori to anche i 15 km cubi, con tassi di effusio- (T > 200 °C) si trovano a Gunnuhver, nel ne massimi di 1.000 mc/sec! sudovest, e ad Haukadalur, nel sud. Le aree Il tempo di formazione di un vulcano ad alta temperatura hanno una perdita di può essere anche assai ridotto, come di- calore naturale pari a quattro gigawatt (cir- mostra il caso dell’Eldfell, che si originò a ca la produzione di quattro grosse centrali partire dal 23 gennaio 1973 nella periferia elettriche). La temperatura più alta mai della cittadina di Heimaey, sull’Isola di misurata in un acquifero islandese è stata Westmannaejar. Dopo soli cinque mesi di di 346°C. attività si era già formato un edificio vul- L’acqua di origine geotermica è stata canico alto 200 m. In precedenza la zona usata dall’uomo islandese fin dall’antichi- era rimasta inattiva per almeno 6.000 anni. tà, ma per avere le prime perforazioni, Assieme ai vulcani troviamo qui una mirate esplicitamente alla ricerca di fluidi serie di interessanti fenomeni, fra cui il più caldi da usare per scopi civili e industriali noto è quello conosciuto col termine islan- su larga scala, si dovette aspettare fino al dese di geyser. Si tratta di fuoriuscite vio- 1928, quando ne vennero effettuate a lente di acqua e vapore ad alta temperatu- Reykjavik. ra. Piuttosto diffuse su quest’isola, sono L’apporto energetico rimase però ini- però anche presenti in altre zone della ter- zialmente assai modesto: prima della Se- ra, come il parco di Yellowstone negli USA, conda Guerra Mondiale ben il 75% del la Nuova Zelanda, le Azzorre. Perché si fabbisogno energetico islandese veniva verifichi questo fenomeno è necessaria la soddisfatto con il carbone, progressiva- presenza di due condizioni particolari: un mente sostituito dal petrolio. sottosuolo molto caldo, dovuto alla pros- Il problema della sicurezza degli ap- simità di magma, e la presenza d’acqua che provvigionamenti, drammaticamente evi- riempia condotti e spaccature nel terreno. denziato dalla situazione bellica, spinse ad Quando l’acqua in profondità supera una una rapida crescita nell’impiego delle ri- certa temperatura, si ha la rapida forma- sorse geotermiche; già nel 1945 queste zione di vapore, che, come un pistone, coprivano il 25% dei consumi totali. La spara verso l’alto la colonna di liquido so- tendenza è continuata nel dopoguerra; nel vrastante, dando luogo al tipico spruzzo 1998 il paese, sfruttando idroelettrico e dei geyser, che può raggiungere anche i fluidi terrestri caldi, era autosufficiente per duecento metri di altezza. Il fenomeno si il 67% dell’energia usata. ripete nel tempo, dato che dopo un po’ la Il geotermico copre oggi il 55% dei temperatura dell’acqua ritorna ai valori di consumi totali; l’idroelettrico il 17% e i ebollizione. Vi sono geyser che presenta- combustibili fossili il restante 28%. La più no eruzioni ad intervalli brevi e regolari, grossa centrale elettrica islandese è idroe-

32 lettrica, con una potenza di 270 MW, quat- tro volte e mezzo di più della maggiore centrale geotermica. Ci si attende che la produzione elettrica geotermica raddoppi entro il 2010. Nell’isola il calore geotermico viene impiegato non solo per generare elettrici- tà, per il riscaldamento degli ambienti e per scopi industriali, ma anche per produrre sale, per seccare il pescato, per favorire la pescicoltura, per essiccare il legno (che vie- ne importato a questo scopo nel paese e poi subito riesportato). Il calore geotermico viene anche utiliz- zato per tener calde le serre, soprattutto nel sud del paese, dove si producono con- siderevoli quantità di frutta, verdura e fio- ri, comprese addirittura alcune varietà tro- picali. Con un intelligente opera di sfrut- tamento delle risorse geotermiche gli islan- “Sbuffi” di un geyser presso Geysir (foto Alessan- dro Villani) desi hanno dimostrato come una presen- za vulcanica per molti aspetti scomoda, risorse geotermiche, sfruttate in modo ingombrante e talora pericolosa possa in sostanziale solo nella zona di Larderello, realtà venir impiegata per aiutare l’econo- dovremmo imparare dagli amici nordici ad mia e per migliorare la qualità della vita. impiegare più estesamente questa fonte Noi italiani, che pure possediamo ingenti rinnovabile.

109° Congresso SAT Dimaro, dal 27 settembre al 5 ottobre 2003 Programma provvisorio Settembre Gianfranco Corradini. 27 Ballo inaugurale del 109° Congresso. 02 Serata del Parco. 28 Soccorso Alpino del Trentino: dimostra- 03 Escursione guidata nel Parco. zioni e filmati. 04 Escursione alla Malga di Dimaro - Con- 30 Inaugurazione mostre - Concerto Coro certo del Coro “SOSAT”. “Sasso Rosso”. 05 Accoglienza congressisti - S. Messa - Con- gresso “Usi civici nel Trentino: comunità libe- Ottobre re per uno sviluppo ordinato delle montagne” - 01 Le scuole medie incontrano: Gianfranco Consegna benemerenze ai Soci cinquan- Corradini - La popolazione incontra: tennali - Pranzo.

33 I sentieri della Rocchetta sono agibili! di Marco Matteotti (Presidente Sezione SAT - Riva del Garda)

on la firma dell’ordinanza sindacale zionale verso i vertici sia politici che am- C da parte del Vicesindaco Pietro Mat- ministrativi del Comune che con la loro teotti, vengono finalmente riaperti i sen- sensibilità e professionalità hanno consen- tieri del Monte Rocchetta che erano uffi- tito di addivenire alla risoluzione del pro- cialmente interdetti alla percorribilità da blema e invita i cittadini rivani a venire a lunghi anni, dopo la caduta di due frane ripercorrere i sentieri della Rocchetta. abbattutesi nei pressi della chiesetta di S. Si può partire dal n° 404, che, dopo Barbara. essere passato dalla fortificazione venezia- Dopo i lavori per la messa in sicurezza na del 1500 del Bastione, incrocia il n° 402 svolti negli anni e la constatazione della diretto verso S. Maria Maddalena, Campi, mancanza di nuovi episodi franosi, oggi si Malga Grassi e il Rifugio Nino Pernici. può finalmente dare il via libera agli escur- Dopo un’ulteriore ventina di minuti di sionisti su alcuni dei più bei sentieri della cammino si può invece scegliere di pren- nostra zona. dere il sentiero n° 405 che parte verso il Marco Matteotti, Presidente della sezio- Sud e gli splendidi contrafforti dei Monti ne SAT di Riva del Garda, sottolinea la gra- di Riva per proseguire poi verso Cima titudine sua e del Consiglio Direttivo se- Capi e Cima Rocca oppure, proseguen-

Cima Capi e sullo sfondo Riva del Garda da Cima Nòdice

34 do con il n° 404, raggiungere dopo altri della Società degli Alpinisti Tridentini e che 30 minuti S. Barbara. porta su Cima SAT. Qui è presente un piccolo rifugio: si La ferrata supera un dislivello di circa informa che, grazie al volontariato dei Soci 600 metri. Si sale aiutati da cordini metalli- la Capanna della SAT rimarrà aperta ci e con scale, che sono poi la caratteristi- come punto di ritrovo e ristoro tutte le ca di questo sentiero attrezzato: due in domeniche fino a giugno; dopo la chiu- particolare sono particolarmente lunghe ed sura estiva se ne prevede l’apertura con le esposte e quindi si raccomanda l’uso del- stesse modalità da ottobre. l’imbragatura, del dissipatore e del casco. La prima capanna, in legno, venne edi- Sia dai dintorni di Cima SAT, sia dal Bo- ficata nel 1929 dai minatori che scavarono chet de Concolì si può accedere al sentie- la galleria per convogliare le acque del lago ro Rino Zanotti, che attraverso vecchie di Ledro alla centrale di Riva. Poco sopra, trincee e fortificazioni sulla cresta della a 625 m., i minatori eressero una chiesetta, montagna, porta a Cima Giochello, il che dedicarono alla loro patrona, S. Bar- punto più alto (m. 1519) del monte che bara. Da qui prosegue il vecchio sentiero sovrasta Riva del Garda. che raggiunge il Bochet de Concolì, vali- Si tratta di zone di rara bellezza e sug- co che consente poi di scendere in Val di gestione in cui le tracce lasciate dalla natu- Ledro. Chi invece vuol provare il brivido ra e dall’uomo lasciano motivo di ammira- del vuoto può invece scegliere la “Via del- zione e riflessione: l’invito è recarvisi di- l’amicizia”, una ferrata che venne realiz- vertendosi con la dovuta prudenza e ri- zata nel 1972 dedicandola al centenario spetto per l’ambiente.

Museo della SAT Casa della SAT - via Manci, 57 - Trento Dopo una lunga serie di mostre che ne hanno occupato la sede, il museo è fi- nalmente riaperto, con un rinnovato allestimento ed un nuovo impianto luci che ne hanno migliorato la fruibilità. È possibile effettuare visite guidate su prenotazione contattando la Bibliote- ca della montagna-SAT, cui rivolgersi per qualsiasi informazione: tel. 0461 980211 - e-mail: [email protected]). Orario di apertura dal martedì al sabato, 15 - 19

35 Il progetto orso: dati e considerazioni di Claudio Groff (Commissione Tutela Ambiente Montano - SAT)

remessa P Il progetto di reintroduzione dell’or- so nel Trentino occidentale nasce per evi- tare la definitiva scomparsa della popola- zione autoctona di orso bruno presente nel Parco naturale Adamello Brenta (PNAB) e nelle aree limitrofe, unica presente sul- l’intero arco alpino, se si esclude la popo- lazione relativamente recente formatasi a cavallo delle aree slovena, friulana ed au- striaca. Cercare di mantenere l’orso sulle no- stre montagne ha un senso non solo in considerazione del valore biologico della specie, ma anche e soprattutto per il suo significato culturale, storico e simbolico; D. Buzzati ricordava efficacemente che “l’orso è anche avventura, favola, leggen- da, continuazione di una vita antichissima, scomparsa la quale ci sentiremmo tutti un poco più poveri e tristi”. È l’animale con- La valle di Tovel, da sempre valle di orsi - in primo siderato il simbolo della naturalità in am- piano orme di un esemplare adulto (Foto. C. Groff) biente alpino, piuttosto esigente dal pun- to di vista ecologico, in grado di stimolare cordano oggi nel ritenere che la principale in misura significativa la fantasia e l’imma- causa di questo declino sia stata la perse- ginario non solo dei bambini. cuzione diretta (uccisioni) da parte dell’uo- La popolazione originaria di orso bru- mo, a fronte invece di un ambiente consi- no presente in Trentino, che è studiata sin derato ancora idoneo (per certi versi addi- dagli anni ‘60, non ha registrato nascite suc- rittura migliorato rispetto al passato) alla cessive al 1988 ed i dati raccolti hanno evi- presenza del plantigrado. denziato una progressiva riduzione del A fronte di tale situazione il PNAB nel numero di esemplari presenti. Nel 1998 1995 indica per la prima volta nel proprio un’indagine genetica ha certificato che il piano faunistico la necessità di introdurre numero di orsi presenti nell’area storica giovani esemplari al fine di consentire il (valle di Tovel e sottogruppo della Cam- perpetuarsi della specie nelle alpi Centrali. pa) era pari a 3. I maggiori studiosi con- Il progetto viene in seguito condiviso ed

36 integrato anche dalla Provincia Autono- inoltre di conoscere in tempo reale la po- ma di Trento (PAT) e dall’Istituto Nazio- sizione degli animali e di intervenire tem- nale per la Fauna Selvatica (INFS).Un ac- pestivamente qualora dovessero verificar- curato studio di fattibilità preventivo, rea- si situazioni problematiche. A questo pro- lizzato dall’INFS, evidenzia come siano posito esistono delle squadre appositamen- sostanzialmente rimosse le cause che han- te addestrate in grado di intervenire su no provocato la diminuzione della popo- eventuali orsi problematici con misure di lazione (abbattimenti illegali) e come le dissuasione o, al limite, di ricattura o ab- condizioni ambientali risultino idonee a battimento. sostenere una popolazione vitale (cioè in A quattro anni dall’inizio del progetto grado di autoriprodursi, senza aiuti ester- si sono potute accertare le prime nascite ni) di ca. 50 - 60 individui adulti, su di un (2 cuccioli nella primavera 2002 ed altri 2 territorio di ca. 2000 kmq, che va dunque nella primavera 2003), la maggior parte dei ben oltre i confini del parco e della pro- soggetti immessi sembra essersi adattata vincia di Trento. molto bene all’ambiente e gravità per lo Un apposito progetto per il trasferi- più nelle aree del parco o ad esse limitro- mento di 9 giovani orsi in 4 anni dalla Slo- fe; l’ammontare complessivo dei danni (in- venia viene dunque redatto da parte dei teramente indennizzati) è rimasto sinora tre partners, procedendo dapprima all’ac- abbondantemente entro i limiti previsti (ca. quisizione dei permessi (coinvolgendo 3 10.000 - 15.000 euro all’anno), grazie an- ministeri a Roma, 2 a Lubiana, nonché che ad iniziative di prevenzione ben strut- l’Unione Europea). Segue poi la fase ope- turate. Non si è registrata alcuna situazio- rativa che, nei tempi stabiliti (1999 - 2002) ne di conflittualità nei confronti dell’uo- opera il rilascio di 10 animali (uno in più mo, nonostante i numerosi incontri, ana- del previsto, per sostituire un orso travol- logamente a quanto registrato nella vicina to da una valanga). Tutte le liberazioni av- Austria (25 - 30 orsi presenti) ed in Abruz- vengono nell’areale di presenza storica zo (40 - 80 orsi presenti). della popolazione autoctona (Brenta set- tentrionale), in considerazione della parti- colare idoneità ambientale dello stesso e della possibilità che gli esemplari rilasciati incontrino i pochi individui superstiti. Gli esemplari (7 femmine di cui una de- ceduta e 3 maschi) vengono seguiti trami- te la radiotelemetria nei primi anni succes- sivi al loro rilascio, consentendo la raccol- ta di numerose informazioni sul loro com- portamento (ancora poco conosciuto in Orso bruno ripreso nel 2000 con trappola foto- ambiente alpino) e sul loro adattamento al grafica sul gruppo Paganella-Gazza, con una pan- nuovo territorio. Tale controllo consente nocchia di mais in bocca (Foto. C. Groff)

37 2. I dati tempo. Anche nei momenti di massi- - La tutela dell’Unione Europea e mo sforzo nel monitoraggio i singoli quella nazionale/provinciale: esiste operatori (guardiaparco, guardie fore- una direttiva UE che obbliga i paesi stali e guardiacaccia) non hanno impie- membri a fare quanto possibile per gato mediamente più di 4-5 gg/mese mantenere e, se possibile, rafforzare le del proprio lavoro a questa attività, che popolazioni di orso bruno (ursus arctos consente comunque un’assidua presen- l.) presenti sui loro territori; anche le za sul territorio e dunque anche l’esple- leggi nazionale e provinciale sulla fau- tamento contemporaneo di mansioni di na selvatica inseriscono l’orso tra le vigilanza, prevenzione, informazione specie particolarmente protette. ecc… - Il progetto orso: l’unica possibilità - Il monitoraggio, condizione indero- per tentare di evitare la scomparsa gabile: il monitoraggio intensivo con definitiva: i maggiori studiosi di orsi radiotelemetria (cioè il controllo degli in Europa alla metà degli anni ‘90 con- spostamenti degli animali) è stato svol- venivano sul fatto che l’unica possibili- to nei primi anni dopo i rilasci (ora è tà per scongiurare la scomparsa dell’ul- ridotto a 2 soli animali in quanto, come tima popolazione alpina di orso era previsto, si stanno progressivamente quella tentata: portare nuovi soggetti staccando i radiocollari); tale attività era giovani, in grado di rivitalizzare una indispensabile, da un lato perché il rila- popolazione ormai biologicamente scio di animali potenzialmente perico- estinta; l’alternativa era scegliere di la- losi anche per l’uomo in un ambiente sciarli scomparire per sempre… antropizzato richiedeva comunque un - Chi ha sostenuto i costi e dove sono buon livello di controllo, dall’altro per- stati presi i soldi: il progetto è stato ché ciò costituiva una condizione in- approvato dall’UE e i relativi costi sono derogabile nelle autorizzazioni e nei stati sostenuti per oltre il 50% dalla stes- pareri rilasciati dai Ministeri competenti sa UE. La restante parte di finanziamen- e dall’Istituto Nazionale per la Fauna ti, è stata stanziata dal Parco e dalla PAT; Selvatica. contrariamente a quanto s’è letto da Le speculazioni che si sono sentite a qualche parte, i fondi sono stati prele- proposito dell’utilizzo dell’elicottero vati da capitoli di bilancio del settore per la ricerca degli animali sono asso- ambientale, dunque non sottratti ad al- lutamente infondate: l’elicottero ha vo- tri settori (sanità, scuola od altri). lato a questo scopo 2 sole volte. - Chi ci lavora e quanto: ci lavora (nes- - Orsi autoctoni e orsi “sloveni”: non suno a tempo pieno) personale dipen- ha senso distinguere gli orsi “sloveni” dente dal PNAB e dalla PAT, persona- dagli orsi “autoctoni”, né dal un punto le dell’Associazione provinciale caccia- di vista scientifico (si tratta infatti di due tori, alcuni tesisti e borsisti, nonché tre popolazioni assolutamente identiche, tecnici biologi per il 30% ca. del loro come appositi rilevi genetici hanno evi-

38 Orso bruno della Kamchatka (Foto. C. Groff) denziato prima che il progetto partis- ne di alcuni limiti insignificanti in una se; d’altronde le due popolazioni costi- sola parte del territorio occupato dal- tuivano un’ unica popolazione solo 150 l’orso. anni fa!), ne dal punto di vista sociale o - Il pericolo per l’uomo: è certamente comportamentale (infatti gli orsi slove- vero che l’orso può essere, in certi rari ni sono cresciuti in ambienti assai si- e particolari casi, potenzialmente peri- mili a quelli del Trentino, costituiti da coloso anche per l’uomo; ma basta un boschi misti a prevalenza di abeti e fag- dato a dare la misura di ciò: negli ultimi gi, ricchi di strade forestali, dove la pre- 150 anni non esiste un solo caso seria- senza umana è tutt’altro che bassa, dove mente documentato di un attacco deli- si caccia, si va a spasso e si fa la legna, berato dell’orso all’uomo, non solo in in modo per certi versi assai simile al Trentino, ma neanche in Abruzzo ed Trentino). in Austria ove abbiamo situazioni am- - Non sono stati creati vincoli parti- bientali simili a quella trentina (esclusi colari per i residenti: non si è ritenu- evidentemente casi di orsi feriti mor- to necessario introdurre alcun divieto talmente dai cacciatori in epoche remo- ulteriore alle attività antropiche, rispet- te, poi rivoltatisi contro gli stessi). Even- to a quelli esistenti (in materia di viabi- tuali orsi problematici è previsto pos- lità, raccolta funghi, escursionismo, ta- sano essere comunque essere ricattura- glio della legna, caccia ecc), ad eccezio- ti od abbattuti.

39 - L’obiettivo finale è una popolazio- grossa opportunità di raccordo e colla- ne vitale nelle Alpi centrali, cioè una borazione tra enti diversi ed anche tra popolazione di orsi in grado di autoso- amministrazioni regionali e nazionali stenersi e riprodursi, senza alcun aiuto diverse, costituendo certamente un mo- artificiale, in condizioni di naturalità. mento di arricchimento reciproco, i cui Essa dovrà contare almeno 50-60 esem- benefici ricadono ben al di la della que- plari, per garantire sufficiente ricchez- stione orso. Un grosso sforzo è stato za genetica, che occuperanno uno spa- dedicato alla comunicazione (depliant, zio di ca. 2000 kmq. Infatti la densità libri, video, siti internet, centri visita delle popolazioni di orso in ambiente ecc.. ecc..): grazie al progetto moltissi- alpino è stimata in 2,5 esemplari ogni me persone in Italia ed all’estero han- 100 kmq. Ciò significa che se si giun- no conosciuto e discusso non solo di gerà “a regime” potranno essere pre- orsi, ma anche di ecosistemi, di ambien- senti, per esempio all’interno del Parco te, di attività antropiche in montagna, Naturale Adamello Brenta, non più di ecc. 16-20 animali. Si ritiene che siano ne- - L’ambiente idoneo c’è ed è di buo- cessari alcuni decenni per raggiungere na qualità: non è vero che non esiste tali livelli, anche in considerazione del più un ambiente idoneo per l’orso in basso tasso di natalità della specie Trentino: gli studi approfonditi condot- (un’orsa mette al mondo mediamente ti prima di cominciare il progetto han- 1-3 piccoli una volta ogni 2/3 anni). no definito di buona qualità l’ambiente forestale del Trentino destinato ad ospi- 3. Le considerazioni tare gli orsi (anche in relazione al di- - È un progetto di prestigio: si tratta sturbo antropico), ed i primi risultati di un progetto certamente ambizioso ormai a 4 anni dai primi rilasci lo con- (ritenuto il più grosso progetto fauni- fermano: sono nati i primi piccoli ed stico mai realizzato in Italia) che ha si- altri li seguiranno, gli orsi avvistati sem- nora goduto di prestigio ed ha avuto brano godere di ottima salute, nessuna ampia risonanza sia a livello nazionale alimentazione artificiale è fornita loro, che all’estero. nemmeno subito dopo i rilasci; l’am- - Ha un grosso interesse scientifico: biente che li ospita è in grado di forni- si sono raccolti più dati e conoscenze re loro il cibo (l’orso è un onnivoro che sull’orso nelle Alpi in questi 4 anni che si ciba per ca. il 75% di sostanze vege- nei decenni precedenti. Tutte informa- tali) e le aree tranquille di cui hanno bi- zioni indispensabili per gestire la po- sogno. polazione di orsi in futuro. - L’orso fa parte della nostra storia: - Un’occasione unica per lavorare a l’orso appartiene al patrimonio storico favore dell’ambiente ed allo stesso e culturale della nostra terra e delle no- tempo creare cultura ambientale: stre genti; l’attitudine nei suoi confronti questo progetto ha rappresentato una in passato era certamente diversa da

40 quella di oggi, perché in un’economia informazione (Bollettino in primis) alle rurale montana molto povera esso po- voci degli studiosi dell’800, che preoc- teva anche costituire una fonte di dan- cupati lanciavano i primi gridi d’allar- ni intollerabile; di qui la persecuzione me sulla possibile scomparsa dell’orso durata per secoli, incentivata anche dalle dalle nostre montagne; nasceva così taglie. Ma ciò non di meno la sua storia quel movimento protezionistico che è strettamente legata a quella delle gen- avrebbe contribuito in modo determi- ti di montagna della nostra comunità. nante a conservare l’orso in Trentino Agire oggi per mantenere quello che i sino ai giorni nostri. nostri avi hanno cercato di eliminare Oggi il Sodalizio conferma immutato, non è un controsenso: al contrario è a oltre 100 anni di distanza dalle prime dimostrare la propria capacità di com- prese di posizione, il suo appoggio ed prendere come siano radicalmente mu- il suo impegno affinché le montagne del tate in poco tempo le condizioni e come Trentino continuino ad ospitare il più l’orso costituisca oggi una presenza prestigioso rappresentante della fauna compatibile con la nostra ed una ric- alpina. chezza invidiataci da molti. - L’orso, un marchio di garanzia: riu- - Il ruolo della SAT: la SAT, pochissi- scire a mantenere l’orso sulle nostre mi lo sanno, è stata la prima associa- montagne significa riuscire a conserva- zione a dare spazio sui propri organi di re un buon ambiente montano, e que-

Tracce d’orso sulla neve: la convivenza con l’uomo è possibile? (Foto. C. Groff)

41 sto non è poco: l’orso è specie assai esi- porto con certe specie animali può e deve gente; dove trova ciò di cui necessita essere diverso da quello, pur legittimo al- (cibo, spazio, tranquillità) possiamo es- lora, dei nostri predecessori. ser sicuri di essere di fronte ad un eco- Una cosa è certa: un posto per l’orso sistema che ha mantenuto gran parte sulle nostre montagne ci potrà essere solo della sua valenza biologica; l’orso è a fianco dell’uomo: se questa convivenza come un marchio di garanzia per le non dovesse rivelarsi possibile sarà l’orso montagne che frequenta. Ciò costitui- a doversene andare, e questa volta proba- sce anche motivo di interesse e di sti- bilmente per sempre. molo per il comparto turistico, come altre esperienze hanno dimostrato (es. Parco Nazionale d’Abruzzo). Il Consiglio della SAT nella seduta del 28 marzo 2003 ha approvato la seguen- 4. Conclusioni te mozione a sostegno del progetto Life Il futuro del progetto e, più in genera- Ursus: le, dell’orso sulle Alpi, non è certo privo “La SAT di rischi e punti di domanda. La possibili- - si è sempre schierata a favore della tu- tà che alcuni esemplari muoiano in segui- tela dell’orso; to per es. ad incidenti stradali o ad uccisio- - ritiene la sua presenza testimonianza ni illegali esiste; è altresì possibile che i con- storica e culturale importante e quali- flitti con attività antropiche quali l’alleva- ficante; mento, la frutticoltura e l’apicoltura pos- - ritiene che la presenza dell’orso rive- sano costituire un serio fattore limitante. sta un grande interesse scientifico; È dunque soprattutto il grado di accetta- - ritiene che l’ambiente trentino abbia le zione da parte dell’uomo, sinora sostan- caratteristiche necessarie per garantire zialmente positivo e comunque attento a la presenza d stabile di una popolazio- cercare di comprendere il significato di ne di orsi; questa presenza, che deciderà il futuro del- - ritiene l’orso elemento caratterizzante l’orso sulle Alpi, così come quello di mol- della qualità dell’ambiente alpino; te altre specie in ogni parte del mondo. - è favorevole al progetto di ripopola- In relazione a ciò è importante che si mento quale condizione indispensabi- costituisca un’opinione pubblica formata le per garantire la presenza dell’orso sulla conoscenza, anche critica, ma non sul territorio trentino; compromessa da campagne di disinforma- - condivide l’obiettivo finale del progetto zione basate al contrario sull’ignoranza o, che è quello di avere una popolazione peggio ancora, sulla malafede. vitale; La convivenza con l’orso è un occasio- - ritiene importante promuovere infor- ne in più per maturare ed evolvere, per mazione e sensibilità sul tema anche comprendere che in un epoca di rapidi attraverso la stampa sociale e incontri cambiamenti quale è la nostra anche il rap- con le sezioni.”

42 Premio SAT 2003

ome ormai consuetudine, nell’ambi- Il Premio SAT 2003 per la Categoria Cto delle manifestazioni del 51° Filmfe- alpinismo è assegnato a stival della Montagna “Città di Trento”, si Pier Luigi Airoldi è svolta la consegna dei Premi SAT 2003. La cerimonia si è tenuta venerdì 2 mag- con la seguente motivazione: “è stata una gio ad ore 18, presso la Casa della SAT. carriera alpinistica costellata di prestigiosi Presenti alla manifestazione il Presiden- successi, costruita nei molti anni di attività te Generale del CAI Gabriele Bianchi, il sulle pareti delle Alpi, del Nord e Sud Afri- Presidente del Filmfestival Italo Zandonel- ca, dell’Himalaya e dell’America. Ha arram- la Callegher con il Vicepresidente Elio Ca- picato con i personaggi più significativi ola, il neo Presidente della SAT Franco dell’alpinismo moderno quali il conte Aldo Giacomoni ed il Presidente della Giuria ed Bonacossa, Carletto Negri, Lionel Tene- animatore del Premio Bruno Angelini. réé, Nino Oppio. La cerimonia, molto partecipata grazie Innumerevoli sono le arrampicate con ad un attento e folto pubblico, si è conclu- Riccardo Cassin e Casimiro Ferrari. Diret- sa con l’esibizione del Coro della SAT. tore per molti anni delle Scuole di Alpini- smo non solo di Lecco ma anche in Brian- Verbale della Giuria za e nel milanese. Esperienze che sono sta- La Giuria del Premio SAT, presieduta te sempre vissute nel segno di valori forti, da Bruno Angelini (Direttore della SAT) e composta da: Franco de Battaglia (Giornalista ed autore di importanti libri di montagna), Marco Benedetti (Giorna- lista e Direttore del Bollettino della SAT), Roberto Bombarda (Direttore del Fil- mfestival, Giornalista e rappresentante della Commissione Scientifica della SAT), Ulisse Marzatico (Libraio e profondo conoscitore del mondo della montagna), Fabrizio Miori (Accademico del CAI e Consigliere centrale della SAT) e Flavio Casetti (Segretario), si è riunita in data 10 aprile 2003 presso la sede sociale e dopo aver esaminato le candidature pervenute e la relativa documentazione, ha così deli- Da sinistra Pier Luigi Airoldi, Gabriele Bianchi e berato: Alberto Pirovano (Presidente dei Ragni di Lecco)

43 e in questa veste ci ha lasciato una lezione esemplare di serietà e di rigore che si sono sposati con la grande passione per le mon- tagne “vissute, scalate, studiate e descrit- te” insieme a Silvia, nella loro completez- za, percorse in silenzio senza clamori. Stile e cultura che venivano trasferiti in ogni lavoro editoriale, sulla Patagonia o le Dolomiti, realizzato a quattro mani con Sil- via, compagna nella vita e nel comune im- pegno di divulgazione”.

Il Premio SAT 2003 per la Categoria sociale è assegnato a Silvia Metzeltin e Italo Zandonella Callegher Teresio Valsesia l’amicizia, il rispetto per le montagne, la con la seguente motivazione: “con il suo solidarietà. impegno all’interno del Club Alpino Ita- Valori che lo hanno accompagnato al liano e a servizio della Comunità di Macu- di fuori del mondo delle montagne, nella gnaga ha contribuito in maniera molto vita civile con un convinto impegno a fa- forte al sostegno di valori profondi come vore degli altri: da volontario del soccorso la solidarietà e la sensibilità ecologica, ad alpino di Lecco per ben 45 anni, impegna- approfondire la conoscenza e l’amore per to nella cooperazione per la crescita dei l’ambiente alpino attraverso una frequen- popoli, o accanto ai ragazzi disabili che con tazione intelligente dei luoghi e la risco- lui e gli altri volontari dell’Associazione perta di ogni fascia della montagna porta- Jack Canali possono vivere l’esperienza unica di una giornata tra i monti superan- do i limiti del loro handicap”.

Il Premio SAT 2003 per la Categoria scientifico-storica è assegnato a: Gino Buscaini alla memoria Silvia Metzeltin con la seguente motivazione: “ha svolto per 33 anni in maniera molto scrupolosa l’incarico di coordinatore responsabile della collana Guida ai Monti d’Italia se- guendo l’allestimento di ben 46 volumi. Da sinistra Teresio Valsesia, Bruno Angelini e Fran- Di 8 di queste guide ne è stato l’autore co Giacomoni

44 trice dei segni dell’uomo. coltà delle salite, un incontrastato primato Il Camminaitalia e altri trekking sulle alla scuola dolomitica, intrecciando fin da montagne italiane da lui ideati sono stati allora una rete di contatti personali, ma un esempio efficace di come le attività anche di forti amicizie con alcuni dei più escursionistiche possono valorizzare un grandi alpinisti di quelle generazioni e di territorio, contribuire alla sua crescita eco- quelle successive. nomica e a quella della sua gente riuscen- La sua passione condivisa con il marito do soprattutto a mantenere la gente nelle Marino è quindi approdata ad una rigoro- terre alte e dunque consentire all’uomo di sa ricerca e verifica delle storie, delle ascen- mantenere un presidio, una presenza che sioni dagli albori dell’alpinismo trentino e è determinante elemento di tutela nel sen- dolomitico ai giorni nostri, che insieme alle so più lato”. sue esperienze e ricordi diretti ne fanno la depositaria più autorevole di questa storia. La Giuria ha inoltre deliberato di attri- Di questa passione ne ha potuto gode- buire un Premio SAT Speciale a: re anche la SAT che in Annetta ha trovato una instancabile e appassionata ricercatri- Annetta Stenico ce ed è grazie ad Anna che la SAT ha po- con la seguente motivazione: “pioniera tuto porre le basi per la realizzazione del dell’alpinismo trentino al femminile, è sta- suo Museo Storico e dell’Archivio, che oggi ta testimone diretta di quel fenomeno al- sono una preziosa fonte di approfondi- pinistico, per gran parte di marchio trenti- mento per chiunque si interessi alle vicen- no, che alla fine degli anni ‘30 aveva resti- de dell’alpinismo dolomitico o alla storia tuito, sul piano della qualità e delle diffi- delle nostre montagne”.

Un momento della cerimonia di premiazione

45 Omaggio ad un fratello. Al 51° Filmfestival vince la Spagna di Marco Benedetti

“ n’opera girata in bianco e nero che no per l’opera Pensieri nel vento, poesia Uci porta nel cuore della più profon- ed inquadrature stupende riprese sulla pa- da umanità dove vita e morte sono così rete sud del Cerro Torre, un riconoscimen- vicine… un poema di grande bellezza con to che premia un regista-alpinista che si è il quale il protagonista riesce a superare il fatto tutto da solo, che non ha dietro pro- dolore per la perdita del fratello”. Con duzioni televisive, ma che da tempo infila questa motivazione espressa dalla Giuria nello zaino anche la cinepresa e gira im- internazionale presieduta da Kurt Diem- magini in diretta, tutto dal vero, poi con berger il film Your Himalayas del regista l’amico Gianni Beordo le riassembla in un basco Alberto Inurrategi, alpinista che ha storia che convince e trasmette sempre salito anche tutti i 14 ottomila della terra, qualcosa. Bravo Ermanno! La Genziana ha vinto il 51° Filmfestival internazionale d’oro Premio della Città di Bolzano - al della montagna “Città di Trento”. miglior film di montagna è stato assegna- Ma è ad un regista e alpinista trentino, to a Schwabenkinder (I bambini delle Ermanno Salvaterra, che è stata assegnata rondini) del regista austriaco Jo Baier (Au- la Genziana d’Oro del Club Alpino Italia- stria) che ripropone il travaglio dei bambi-

La vetta dell’Everest in una delle scene finali del film vincitore “Your Himalayas”

46 ni quasi venduti come oggetti per soppe- I premi speciali del 51º Filmfestival del- rire alla mano d’opera dei ricchi contadini la montagna nella Baviera di fine Ottocento. Premio solidarietà Cassa rurale di Trento: Scar- Le Genziane d’argento sono state così nuz Peruan - Purs da Muntogna en dus assegnate: Sport e avventura sportiva a Munds di Marianne Pletscher (Svizzera). Premio RAI - Sede regionale di Trento “A. Morel- Wspolny lot di Miroslaw Dembinski (Po- li” Al miglior reportage televisivo: Old ele- lonia); per l’Esplorazione a Omo-Cesta phant route di Philippe Gautier (Italia). do Praveku di Pavol Barabas (Slovakia); Premio speciale “Cetra d’argento” Edizioni musi- Ambiente montano e di promozione del- cali Coro Valsella: Hans Jurg Sommer e Bal- lo sviluppo sostenibile a Wetterküche thasar Streiff per la colonna sonora del film di Stefan Schwiertet Das Alphorn - Musik Alpen di Kurt Mayer (Austria). È stato il der Alpen. Festival dell’Everest ed infatti un grande Premio “Alba del 2° Cinquantenario” Club Arc successo l’ha registrato la giornata dedica- Alpin al regista più giovane delle opere ammes- ta all’Everest che nella serata di giovedì 1° se: Georg Dehghan 15.10.1973 (Film Verti- maggio ha riunito oltre 1400 persone nel- cal vibes). Premio Museo degli Usi e Costumi della Gente l’Auditoriun di Trento insieme a Reinhold Trentina: A man called nomad di Alex Gab- Messner e ad un parterre di famosi alpini- bay (Nepal/Cina). sti accomunati dall’aver raggiunto la cima Premio “Farfalla del Trentino”: Artesella: la na- del tetto del mondo. Ma è stato anche il tura e l’arte di Marta Maffucci (Italia). Premio Gruppo Alpinisti Fior d’Alpe di Milano Festival dei 700 libri di “MontagnaLibri”, “Renato Gaudioso”: G4 una cresta tra pas- di Montagne di pace, della “Giornata del- sato e guerra di Fulvio Mariani e Mario Ca- le Scuole”, del pomeriggio vissuto alla sella (Svizzera). SOSAT con tutti gli alpinisti invitati, delle Premio studenti Università di Trento ed Innsbruck: 14 mostre allestite in diversi spazi della cit- Post scriptum di Leszek Dawid (Polonia). Premio della stampa “Bruno Cagol”: Your Hima- tà, delle sculture degli artisti di Praso dedi- layas di Alberto Inurrategi (Spagna). cate all’Everest, una delle quali si ammira adesso nell’atrio della Casa della SAT. Un Filmfestival che è piaciuto a molti premiando lo sforzo della nuova direzio- ne guidata da Italo Zandonella Callegher e dal “nostro” Roberto Bombarda, che mal- grado i tempi davvero ristretti ha allestito una manifestazione di alto profilo ed ora è già al lavoro per il 2004 di cui possiamo già darvi le date: la 52° edizione del Fil- mfestival internazionale della Montagna “Città di Trento” si svolgerà dal 2 al 9 maggio 2004 e sarà dedicata al K2, l’otto- mila degli italiani, nel cinquantenario della prima salita. Un’inquadratura da “Pensieri nel vento”

47 Eliminazione sconto 10% sulle consumazioni nei Rifugi

a Società degli Alpinisti Tridentini, in L accordo con il CAI Alto Adige e l’Al- penverein Südtirol, ha deliberato di elimi- nare lo sconto del 10% sulle consumazio- ni nei Rifugi della Regione, in sintonia con quanto già applicato da tutti i Club alpini europei. Per informare i Soci di questa de- cisione, sono stati predisposti dei cartelli quadrilingui che così recitano: Nei rifugi SAT - CAI AA - AVS per le consumazioni non si applicano sconti Q Perché i cibi e le bevande costano ugua- Cambio di gestione nei li sia per i soci che per i non soci. Rifugi SAT Q Perché nessuno sconto viene applicato per cibi e bevande nei rifugi dei Club Rifugio Monzoni “T. Taramelli” alpini europei. Gestore: RICCARDO BAXA Strada de Ciarnadoi, 13 - 38039 Vigo di È comunque importante associarsi a Fassa (TN) SAT - CAI/AA - AVS Tel. Gestore: 0461-722165 Tel. Rifugio: 368-3577617 Q Perché ai soci è riconosciuto uno scon- to del 50% sul pernottamento. Rifugio Bocca di Trat “N. Pernici” Q Perché il socio può utilizzare gratuita- Gestore: CORRADO VALENTINI mente l’uso del posto tavola per consu- Via Darè, 33 - 38080 Darè (TN) mare viveri propri. Tel. Gestore: 340-5293570 Tel Rifugio: 0464-505090 Q Perché il socio beneficia dell’intervento gratuito del soccorso alpino. Rifugio Casarota Q Perché al socio è inviata la stampa so- Gestore: LORENZA DELAMA ciale. Loc. Maso Stauderi, 3 - 38040 Centa San Q Per il valore morale dell’adesione. Nicolò (TN) Tel. Gestore: 0461-722165 A proposito della “Carta dei Servizi nei Tel Rifugio: 0464-783677 Rifugi del Trentino” si ribadisce che nei rifugi della SAT e del CAI i soci dei Club Rifugio Alpe Pozza “V. Lancia” Gestore: G.a. GIORGIO NICOLODI alpini hanno diritto di utilizzare gratuita- Via Camposala, 5 - 38060 Volano (TN) mente l’uso del posto per consumare vi- Tel. Gestore: 0464-461652 veri propri. Tel. Rifugio: 0464-868068

48 Alpinismo

Nell’Accademico - Gruppo orientale psiche, a cedere pur nelle condizioni estreme del- entra Rolando Larcher l’alta quota, ma un pezzo di gomma e metallo, una Attività di Rolando Larcher della stagione 2002: maschera per l’ossigeno difettosa che ha rischiato Marzo: liberato alla falesia di Margone la via “Pata- di trasformare in dramma questa sconfitta a due gonia” 8b+/8c, ripetuta la via ”Atene” a Mas- passi dalla vetta. Lo scorso 27 maggio Renzo e sone 8c. Sergio sono partiti dal Colle sud, c’era molto ven- Aprile: alle pendici del Monte Gazza vicino al pa- to, si respirava a fatica, Sergio rinuncia e torna al ese di Lon, aperta e liberata via nuova, il nome campo quattro sul colle, Renzo prosegue, indossa è “L’Obbligatorio è d’Obbligo” altezza 120m, per la prima volta in questa spedizione la masche- 4 lunghezze con difficoltà massima 8a, obbli- ra collegata alla bombola di ossigeno e sale, sale gatorio 7b, possibili voli di 15 metri. fino all’Hillary Step, sta per iniziare la salita del ri- Maggio: in Sardegna ripetuto a vista un tiro di 8a, salto roccioso che porta al pendio sommitale e che al settore Raoni. Aperto via nuova in stile tra- è stato attrezzato quando la vista gli si spegne im- dizionale assieme a Roberto Vigiani e Mauri- provvisamente. Un insufficienza di ossigeno, pro- zio Oviglia alla Punta Cusidore, “Mercanti di vocata si scoprirà dopo dalla maschera difettosa Chiacchere”, 700m, difficoltà massima 7a, la che non erogava ossigeno a sufficienza. Sono mo- via è stata aperta in giornata senza uso di spit, menti drammatici perché c’è la discesa. Poi alcuni le quattro lunghezze di 7a sono state aperte a sherpa che stanno scendendo dalla cima lo vedo- vista. no in difficoltà, lo aiutano, insieme scendono al Giugno: liberata a vista la storica via “Verona” alla Colle sud e quindi al campo tre dove Renzo viene , 700m, difficoltà fino al 7c, con assistito anche da alcuni medici, il recupero è com- Franco Cavallaro pleto una volta raggiunto il campo base, dove sono Luglio: aperta via nuova in stile tradizionale sulla testimoni diretti della caduta di un elicottero che parete sud di Cima Brenta, “Dialoporco”, trasportava sherpa e alpinisti. La montagna è an- 350m, difficoltà 6b+, con Maurizio Origlia. che questo, Renzo e Sergio ce l’hanno messa dav- Agosto: ripetizione a vista della via “Attraverso il vero tutta, hanno fatto tutto da soli, nessuno ha Pesce” con Roberto Vigiani. salito in quei giorni 15 mila metri di dislivello come Settembre: aperta e liberata via nuova sulla Torre hanno fatto loro. Altri sono stati più fortunati, Sprit alle Pale di San Martino, “La Grande hanno trovato tutto pronto dalla traccia alle tende, Onda” 500m, difficoltà massima 8a, obbliga- l’alpinismo è anche questo, ma allora diventa ob- torio 7b, con Michele Paissan. bligatorio fare delle distinzioni per una ragione di Ottobre: in Piemonte, Valle dell’Orco sul granito onestà e di verità prima di tutto. del Caporal, liberata la via “Colpo al Cuore”, Mentre andiamo in stampa, altri alpinisti trentini 200m, difficoltà massima 8a, obbligatorio 7b. sono impegnati nella salita del Nanga Parbat 8125 m un altro ottomila di cui ricorre quest’anno il cin- quantesimo della prima salita avvenuta il 3 luglio da parte di Hermann Buhl dopo una ascensione Sfuma a 40 m dalla vetta il sogno del- solitaria. Sono tutti impegnati sul versante Diamir l’Everest trentino e si tratta di Mirco Mezzanotte e Franco Nicolini. Si infrange sull’Hillary Step, a solo 40 m dalla vet- Con un’altra spedizione sono anche partiti per il ta, il sogno di Renzo Benedetti e Sergio Valentini Nanga Parbat anche i due fratelli di San Martino, di salire in vetta all’Everest, cinquanta anni dopo entrambi guide del famoso Gruppo delle Aquile, Hillary e Tenzing. E non è la volontà, il fisico, la Renzo e Giampaolo Corona.

49 Sentieri - Escursionismo

Info sentieri go il delicato passaggio. Rubrica sulla percorribilità dei sentieri con infor- O 529 Il sentiero dell’Eremo di S. Giustina, a se- mazioni sulla chiusura dei percorsi, il danneggia- guito del rilascio di una parte delle acque mento di opere o situazioni di particolare perico- del Torrente Noce è di fatto interrotto in lo, sui principali lavori realizzati o in corso d’opera prossimità dell’alveo del torrente. L’accesso sulla rete sentieristica in Trentino. Sono gradite an- all’Eremo è quindi ora possibile solo dal che le osservazioni e segnalazioni di soci o escur- lato di Dermulo. sionisti: inviare eventuali note alla Commissione O 680/681/682 - I sentieri soprastanti l’abitato di Sentieri Escursionismo SAT - Via Manci, 57 - 38100 Zambana, benché attualmente percorribili, Trento, utilizzando le apposite cartoline già predi- sono ancora chiusi per un’ordinanza sin- sposte (disponibili presso la sede centrale o nelle dacale. Sezioni e rifugi SAT) oppure tramite posta elet- tronica all’indirizzo [email protected] oppure a mez- Sentieri riaperti zo fax al numero 0461 986462. O 404/404 bis/405 - I sentieri sulla Rocchetta di Riva del Garda sono stati riaperti nella primavera: Sentieri chiusi o danneggiati l’ordinanza sindacale di chiusura è stata tolta. E 219 Il “sentiero della Stanga o della Val Care- ta” (Caldonazzo - Altopiano di Lavarone) rimane interrotto causa frana nei pressi del- l’ex-osteria della Stanga. Sentieri e bike E352 Il sentiero è chiuso per ordinanza sinda- L’articolo 22 della Legge Provinciale 15 marzo cale causa frana nel tratto iniziale fra Cao- 1993, n. 8 “Ordinamento dei rifugi alpini, bivac- ria e Valsorda. chi, sentieri e vie ferrate”, recentemente modifica- to dalla legge collegata alla finanziaria del 2002, vie- E 402 Il “Sentiero Natura Cognola-Monte Cali- ta, sui sentieri alpini la circolazione con veicoli a sio” è ancora interrotto nel tratto di Val motore e con l’ausilio di mezzi meccanici, ricom- Mistai fra la loc. Strada de Mez e la cima prendendo in questi anche le biciclette. In partico- del Monte Calisio a causa di una frana e lare la modifica di legge introduce una novità: il successiva ordinanza sindacale. divieto si applica solo ai sentieri specificatamente L’Azienda Forestale Trento-Sopramonte individuati. Il divieto deve inoltre essere reso pale- ha assicurato da tempo un intervento di se mediante la posa di apposita segnaletica, al fine bonifica. Localmente è segnalata apposita di fornire gli elementi di sorveglianza e quindi di deviazione. effettiva applicazione della legge. E 447 Il sentiero del Vallone di Doredondo (Vi- Premesso che per “sentiero” si intende quel per- golana) rimane chiuso per i danni provo- corso di accesso alla montagna individuato speci- cati da una frana in località Doredondo. ficatamente per il transito pedonale e che l’uso O 374 Il sentiero rimane chiuso per il crollo di improprio di tale infrastruttura contrasta con l’eti- alcuni muri di sostegno tra la baita Regaz- ca di approccio all’ambiente, la Società degli Alpi- zini e il rifugio Mezol. nisti Tridentini ha più volte contestato le modalità O 426 Il sentiero attrezzato del Rampin sul Monte individuate per salvaguardare il transito pedonale, Casale rimane chiuso su decisione della in quanto la loro pratica trasposizione comporta Commissione Sentieri Escursionismo per la messa in opera di un notevole numero di cartelli la necessità di adeguamenti tecnici alle at- con gli immaginabili effetti negativi dal punto di trezzature che migliorino la sicurezza lun- vista psicologico, visivo e manutentivo.

50 Le osservazioni avanzate dalla SAT hanno trovato mare è meglio che vietare”; riscontro nell’ambito del competente Assessorato 5. adozione di adeguate misure informative nei al Turismo della Provincia Autonoma di Trento confronti di editori (libri, carte, ecc.), giornalisti generando un tavolo di confronto relativamente e pubblicisti per un’adeguata diffusione del di- alle modalità applicative dell’ultima modifica di vieto esistente. Come primo passo per attuare Legge. tali proposte è stato concordato con l’Assesso- In questo modo sono state individuate alcune pro- re al Turismo l’individuazione di una zona spe- poste gestionali pratiche: rimentale in cui applicare tali indicazioni, realiz- 1. definizione dell’elenco dei sentieri critici e delle zando da subito un’adeguata campagna infor- vie di accesso alle valli e alle aree di accesso alle mativa come indicato al punto 4. zone escursionistiche, in collaborazione tra SAT, PAT e Comuni; 2. apposizione di specifici cartelli informativi mul- tilingue di divieto di transito sui sentieri all’in- Gestione informatizzata della rete sen- gresso delle valli e delle zone escursionisitche tieristica individuate al punto 1, a carico della PAT; Si comunica che dal 15 maggio sono stati posti in 3. richiamo del divieto di accesso con mezzi mec- distribuzione i manuali CAI n. 10 “Catasto dei sen- canici sui sentieri con apposizione di un cartel- tieri - Gestione dati di reti sentieristiche e applica- lo di divieto di ridotte dimensioni da apporre tivo software SENTIERIdoc” e n. 11 “Luoghi - sui pali della segnaletica verticale SAT nei punti Gestione dati della segnaletica principale dei sen- nevralgici del territorio; tieri e applicativo software” ambedue con relativo 4. realizzazione di una campagna informativa ed CD-ROM contenente il programma. educativa da realizzare in collaborazione tra SAT, A pagina 22 de “Lo Scarpone” di giugno 2003 è PAT, APT, Pro Loco e Società di mountain bike, riportata un’ampia descrizione dei due prodotti. al fine di informare i praticanti di tale disciplina Per l’utilizzo dei programmi all’interno delle Se- della normativa esistente, nell’ottica che “infor- zioni e Gruppi SAT è prevista l’attivazione di uno

51 specifico corso, gestito dalla Commissione Sentie- ne regionale di escursionismo Luigi Cavallaro ha ri Escursionismo. sottolineato come il ruolo dell’Accompagnatore, Eventuali ordini del materiale da parte delle Sezio- che si misura anche dalla sua attività, non può re- ni o Gruppi SAT devono necessariamente passare stringersi solamente ad una o due escursioni du- per la Commissione Sentieri Escursionismo per rante l’anno, ma deve interessare anche la promo- beneficiare di specifiche agevolazioni nell’acquisto zione di altre attività che vanno dall’organizzazio- ne e conduzione di corsi base nelle Sezioni in for- ma autonoma o consorziata, la promozione di se- rate culturali promosse direttamente o semplice- 5º - Congresso regionale degli A.E. del mente organizzate, dalla organizzazione e condu- Convegno T.A.A. CAI - SAT a Pergine zione di corsi per la segnaletica alla collaborazione Valsugana 8 marzo 2003 con la Commissione di escursionismo interna alla Sabato 8 marzo 2003 si è svolto a Pergine Valsuga- Sezione, ed infine alla collaborazione interna ed na il quinto Congresso regionale degli Accompa- esterna con la Commissione regionale per promuo- gnatori di Escursionismo che ha visto la parteci- vere e divulgare l’attività escursionistica e formati- pazione di oltre 50 AE provenienti da tutta la Re- va. Ha preso quindi la parola il Presidente della gione. Il Congresso tenutosi nel pomeriggio, e co- Commissione centrale di Escursionismo Gianfran- ordinato quest’anno da Cecconi Filippo, ha rap- co Garuzzo, che dopo il saluto ai presenti, ha trac- presentato un momento di incontro e di riflessio- ciato un profilo delle attività portate avanti duran- ne, oltre che di aggiornamento culturale su temi te il suo attuale mandato. In particolare, oltre a mirati e scelti di anno in anno. Dopo il saluto ai fare una breve cronostoria della Commissione dal congressisti il Presidente della Sezione di Pergine 1991 ad oggi, ha ricordato le attività più importan- Francesco Bonecher, anche lui AE, ha esortato tutti ti raggiunte negli ultimi anni che vanno dalle nuo- gli Accompagnatori a voler continuare la loro fat- ve regolamentazioni dei corsi al nuovo regolamento tiva ed utilissima attività all’interno delle Sezioni, degli AE, dall’accompagnamento in ambiente in- cercando anche di migliorare il proprio operato nevato con la nuova difficoltà escursionistica de- silenzioso. È seguito il saluto da parte del Presi- nominata EAI, alla definizione dei Corsi di base e dente del Convegno Franco Giacomoni che ha rin- propedeutici, e dalla pianificazione della didattica graziato la Commissione e gli A.E. per la collabo- unificata ai percorsi formativi degli stessi. razione fornita durante il suo mandato, ricordan- È stato portato a termine il grosso lavoro della do in particolare alcuni appuntamenti come la cam- segnaletica unificata e del Catasto sentieri, mentre minata d’oro, l’accompagnamento dei disabili in è in dirittura d’arrivo l’edizione del manuale Cata- alcune uscite ed infine la stampa, realizzata in co- sto sentieri e Luoghi di posa. È stato ultimato an- dice Braille, di alcune escursioni per non vedenti che il relativo software, mentre un altro importan- che ha riscosso un successo nazionale ed è risulta- tissimo ed ambizioso progetto riguarda il marchio to uno dei 30 progetti più meritevoli nell’anno in- di qualità per la nuova regolamentazione della sim- ternazionale delle montagne 2002. Ha concluso bologia cartografica che il CAI, come capo fila, sta auspicando che nel 2004 gli AE possano organiz- portando avanti con le maggiori case editrici car- zare nella nostra Regione anche la settimana na- tografiche nazionali per raggiungere un nuovo stan- zionale dell’escursionismo. dard qualitativo della stessa rappresentazione car- Saluti di benvenuto sono stati quindi porti Jereb tografica e che dovrebbe poi riportare sulle stesse Presidente dell’OTP del Convegno VFG, a diversi carte il marchio di qualità attestato dal CAI per Accompagnatori venuti dal Veneto ed alla Presi- quelle case che intendano adottarlo. Garuzzo ha dente della attivissima Sezione di Mirano Daniela concluso il suo intervento raccogliendo l’appello Secco, unica donna presente nella ricorrenza dell’8 di Cavallaro, ravvisando anch’egli una necessità di marzo ed al Presidente la Sezione di Bronzolo rotazione e ricambio di persone e di idee all’inter- Gianni Mauro. no delle Commissioni a tutti i livelli. Nel suo intervento il Presidente della Commissio- Nella seconda parte Carlo Frapporti esperto del

52 WWF ha tenuto una intera lezione sulle tracce del- l’orso e sulle compatibilità di vita sul nostro terri- torio. Interessanti sono state le illustrazioni prati- che e fotografiche delle sue tracce del plantigrado, quindi una presentazione di diapositive dell’Accom- pagnatore Ugo Scortegagna del Comitato scienti- fico centrale per una riscoperta curiosa e più at- tenta dell’andar per monti, già saggiamente rap- presentata nel suo recente libro titolato “Pillole per un escursionismo curioso”. È seguita la proclamazione dei nuovi Accompa- gnatori titolati nel 4° Corso svoltosi nel 2002. Ap- plauditissima infine la nomina di Tarcisio Deflo- rian quale Accompagnatore “AD ONOREM”, unico a livello nazionale dei circa 800 AE, per i suoi meritatissimi progetti portati a termine nel campo della segnaletica e della sentieristica a livel- lo locale e nazionale, oltre che forte promotore della segnaletica unificata per l’intero arco alpino. È il giusto riconoscimento verso una persona che ha dedicato e dedica buona parte della sua vita a questo specifico settore ed è il riferimento centra- le del settore per seminari, convegni e studi sul settore. Non è mancato ad allietare la serata un concerto, offerto dal Coro Castel di Pergine diret- to da Gino Fromer. libera di organizzare e pubblicizzare, come meglio In chiusura presso il Circolo sportivo di Madrano, crede, delle iniziative che avranno per tema i sen- la Sezione di Pergine ha offerto la cena ai congres- tieri: dall’auspicata uscita per la manutenzione o sisti. Si è conclusa così una giornata riccamente intervento di segnaletica all’inaugurazione di un piacevole, dove abbiamo rinsaldato vecchie e nuo- sentiero ripristinato, da una conferenza ad un cor- ve amicizie ed appreso nozioni ed elementi utili so di sentieristica, ecc. alla nostra attività ed al nostro impegno sociale Le Sezioni/Associazioni/Enti che aderiranno sono anche con ritorni positivi per la Sezione. pregate di inviare per posta o fax alla Sede Centra- Filippo Cecconi. le CAI l’allegato tagliando opportunamente com- pletato dei dati richiesti entro il 31 maggio 2002 al fine di diffondere e fare eco alle speriamo nume- rose iniziative. 3º Giornata nazionale dei sentieri A conclusione della manifestazione, le aderenti Il Club Alpino Italiano, attraverso la Commissio- invieranno alla Commissione Centrale per l’Escur- ne Centrale per l’Escursionismo, propone il 29 giu- sionismo a mezzo fax o preferibilmente via e-mail gno 2002 quale giornata di impegno per i sentieri qualche informazione sintetica sull’esito della gior- che rappresenti un momento significativo ed uni- nata con il numero delle persone che vi hanno par- tario a carattere nazionale volto a richiamare l’at- tecipato, in modo tale da predisporre le necessarie tenzione dei propri associati, di tutti i cittadini, am- comunicazioni con i risultati complessivi dell’ope- ministratori pubblici, mass media, sul valore dei razione da diffondere successivamente sulla stam- sentieri per la frequentazione, la conoscenza, la pa nazionale. tutela e la valorizzazione del territorio. Ringraziamo fin d’ora tutti coloro che partecipe- L’organizzazione è assai semplice: in quella data, ranno all’evento e con l’occasione vi giunga forte ogni Sezione/Associazione/Ente aderente, sarà il nostro saluto.

53 Dalle Sezioni

SOSAT quattro giovani coristi, che si stanno formando sotto la gui- Ancora successi per il Coro della SO- da del maestro Tasin. Essi sono Luigi Alessandrini, Chri- SAT in Germania stian Bertoldi, Andrea Maran e Roberto Scarpa.” Le canzoni della coralità alpina, cantate dal Coro della SOSAT hanno ancora una volta saputo affa- VEZZANO - VALLE DEI LAGHI scinare ed entusiasmare il pubblico, che ha assisti- to, ma sarebbe meglio dire partecipato, ai due con- Festa d’apertura attività estiva certi, che il Coro ha tenuto nello scorso fine setti- La sezione SAT di Vezzano - Valle dei Laghi, ha mana in Germania a: Merkers ed a Schwangau. aperto la propria stagione escursionistica, con una Nella prima esibizione effettuata nella Kulturhaus festa e pranzo sociale al bivacco dedicato a Fabio e di Merkers, cittadina nei pressi di Eisenach, davan- Gabriele Sommadossi. Riparo posto sui crinali del ti ad un pubblico di oltre 1000 persone, il Coro monte Gazza, al cospetto del e della SOSAT ha ricevuto una accoglienza partico- del gruppo del Lagorai, con un’ampia visione sui larmente calorosa. Il resto lo hanno fatto i coristi, numerosi specchi lacuali della sottostante Valle dei diretti con la consueta abilità e passione dal mae- Laghi, e con la possibilità di vedere in lontananza stro Paolo Tasin. Un concerto nel corso del quale anche gli Appennini. Per raggiungere il ritrovo al- le melodie di canzoni quali: “La neve rossa”, “Bel- pino, gli appassionati hanno avuto due possibilità le Rose”, “Il Testamento del Capitano”, “Barca- d’accesso. La prima, partendo dalla frazione di rol” e “La Montanara”, hanno saputo far vivere al Ranzo di Vezzano seguendo il segnavia SAT n.602, pubblico tedesco momenti di forte emozione. I costeggiando malga Bael in fase di completa ri- bis non si sono contati e per ben 3 volte i mille strutturazione, oppure, risalendo l’erto sentiero de- presenti alla Kulturhaus di Merkers si sono alzati nominato S. Antonino, dalla minuscola frazione di in piedi ad applaudire il Coro. “Un concerto che non Margone sin oltre il crinale sovrastante la malga finiva più, - dice il maestro Paolo Tasin – con il pubblico alpestre del Gazza. Impegnato come non mai ai che ci stimolava a cantare. Abbiamo stabilito davvero una fuochi il presidente sezionale Giulietto Tonelli ed buona sintonia e non ci siamo accorti che siamo rimasti sul il suo staff di cuochi, per sfamare i molti soci e palco a cantare per ben tre ore.” simpatizzanti, e consentire così di gustare oltre ad Anche il concerto di Schwangau, la località terma- un ottimo pasto, uno dei panorami più estesi di le ai piedi del famosissimo Castello di “Neu- tutte le alpi tridentine occidentali. schweinstein” ha avuto grande successo. Per il Coro R. Franceschini della SOSAT è una tradizione che dura da molti anni il cantare nella Kurhaus di Schwangau. An- che nel concerto di domenica scorsa la sala era colma in ogni ordine di posti, con oltre 500 perso- ne di cui molti in piedi. Soddisfazione è stata espressa dal presidente del Coro Francesco Benedetti, particolarmente con- tento del livello tecnico dimostrato anche in questi concerti in terra tedesca “Questa trasferta ci ha dato ancora una volta una grande soddisfazione ed abbiamo sa- puto portare, cantando sempre con il cuore, il pubblico con noi sul palco. Inoltre sono particolarmente contento perché hanno fatto il loro debutto sul palco per la prima volta Il ritrovo al bivacco Fabio e Gabriele Sommadossi

54 PEIO Quello che vi sto per raccontare è successo a me Paludei: una croce per non dimenticare tanti anni fa (30), quando ero bambino e d’estate Malga Paludei si trova a 2106 mt. in alta Val del venivo qui a fare il pastore: era uno dei primi gior- Monte lungo il percorso del sentiero SAT n° 124 ni del mese di agosto ed io ero seduto sulla panca ai piedi del S. Matteo ed è raggiungibile in meno di fuori dal ‘bait’, era quasi ora di pranzo, si sentiva il 2 ore da Pian Palù. profumo della polenta che si effondeva nell’aria Durante la prima guerra mondiale la malga, in zona ed io stavo guardando verso la Val Pudria. di confine, era presidiata da una compagnia degli All’improvviso ho visto apparire sulla strada la fi- “sizeri” di Caldaro a difesa della Val Piana e della gura di un uomo alto, con i capelli bianchi, che Val Umbrina. Tra il 25 e 26 agosto 1915 si svolse zoppicava vistosamente; dietro di lui, a pochi pas- una azione di attacco degli italiani contro la posta- si, lo seguiva un altro uomo. zione di malga Paludei. Gli italiani salirono dal Passo Io mi sono alzato di scatto, sono entrato, ho preso Gavia lungo la valle del Dosegù, valicarono l’omo- il binocolo, sono uscito e mi sono nascosto dietro nimo passo e la Sforzellina nei pressi dell’attuale la pila della legna, (la malga non era come la vedete bivacco Battaglione Monte Ortles e scesero in Val ora, la metà ovest era le legnaia); mi sono messo a Umbrina aprendo il fuoco contro la postazione spiare. tirolese. Ho visto subito che il primo era un uomo molto Durante l’attacco tre soldati tirolesi persero la vita anziano e quando questi si fermava, anche l’uomo e i compagni resero loro onore innalzando vicino che lo seguiva si fermava. L’altro era molto più alla malga una croce in legno ornata da una coro- giovane e notai che guardava con molto rispetto na di filo spinato. ciò che l’anziano faceva. Dopo essersi fermato e Nell’archivio della Sezione abbiamo ritrovato il aver guardato intorno (sembrava che lo sguardo seguente scritto che ricorda i fatti accaduti e che ci volesse abbracciare le montagne), si tolse lo zaino permettiamo di pubblicare. Non ci è noto chi ne e si diresse verso la croce. sia l’autore. Giunto davanti, vi si è inginocchiato; l’altro che lo “Subito dopo Malga Giumella, la strada diventa piana e si seguiva non si avvicinò, rimase lì, a guardarlo. Io addentra in un bosco di conifere. Provate un attimo ad im- vedevo benissimo l’uomo che a mani giunte pre- maginare una lunga colonna formata da carri trainati dalle gava e aveva le guance rigate di lacrime. Dopo un mucche (gionture) e carichi di assi, travi, filo spinato, viveri, munizioni... Mucche guidate da donne e bambini (gli uomi- bel pezzo si è alzato, si è avvicinato all’altro, si sono ni erano al fronte, i più anziani rimasti casa erano obbligati parlati e poi sono venuti verso la malga. a svolgere lavori più pesanti). Questo lavoro obbligatorio Chi erano quei due uomini ? era comunemente detto ‘andare in vettura’. La mia curiosità di bambino fu ben presto soddi- La colonna partiva da Peio, verso le tre del matti- sfatta. Erano due tedeschi, padre e figlio: il padre no per giungere verso mezzogiorno ai Paludei, con (83 anni) era stato ferito ad una gamba da un col- il sole, con la pioggia ed anche con la neve! po di fucile durante la prima guerra mondiale, sul Tutti i piccoli corsi d’acqua che incontrate hanno Copat, vicino alla Pala dei Fiori, durante un attac- un nome, ve ne citerò solo alcuni: Fontana Fred- co degli italiani che erano scesi dal Passo della Sfor- da, Fontana dei Orzi, Tof delle Ass, Valen del Sto- zellina. gna, Pozzi dei carbonari (quelli che producevano il Altri suoi compagni che presidiavano la malga era- carbone dalla legna), i pozzi de Maria Teresa. Poi no morti, dopo aver respinto l’attacco ed erano si arriva alla Salina, lì, dopo una breve discesa c’è un piccolo avvallamento. Dopo un tratto di strada stati sepolti proprio nel terreno sul quale poi i com- semi piana, se alzate gli occhi mentre camminate militoni hanno piantato la croce che ora vedete. vedrete in mezzo ai larici, come per incanto, spun- Parlava l’italiano poco e male, ma ricordava ancora tare la cima del Corno dei Tre Signori, poco più tutti i nomi delle montagne e ogni tanto me le in- avanti c’è un cancello – ‘el rastel’ – poi Rio della dicava con un dito. Val Ganosa e quindi Malga Paludei. Anche se non ci capivamo molto, egli ci raccontò

55 la sua storia; ci disse che d’inverno con la neve e il freddo era molto duro vivere in ‘stoi’ e che lui, pur V circuito SAT di corsa in montagna essendo stato ferito, si riteneva fortunato rispetto Cari amici Satini, siamo giunti con estrema sod- ai suoi compagni che erano invece morti su quelle disfazione ad organizzare il V circuito SAT di montagne; ci disse inoltre il nome di alcuni di loro corsa in montagna. Anche quest’anno le 9 se- e poi disse parole che ancora oggi ricordo molto zioni organizzatrici intendono continuare a bene testualmente: salire, facendo un altro tiro di corda, questa Io venuto qui prima di morire, perché qui impara- bellissima “Via della Solidarietà dei Gruppi to tante cose, ho conosciuto la guerra, ho impara- SAT”, donando in beneficenza una parte del- to che meglio amarsi che uccidersi; sono venuto l’iscrizione di ciascun atleta (5 euro) ad una per salutare miei amici, per pregare per loro ed iniziativa umanitaria. anche per nemici, per dire mio figlio non dimenti- Cosa è successo nel 2002 care mai questo, devi sempre ricordarlo ai tuoi figli Sabato 26 ottobre presso la Sala della CAVIT e anche tu, pampino, ricorda; quando tu grande, a Ravina si è svolta la premiazione finale, or- non dimentica di dire ai tuoi pampini’. ganizzata quest’anno dalla sezione di Aldeno. Lì per lì non ho capito l’importanza e la solennità Ottima è stata la partecipazione al circuito con di quelle parole; solo più tardi, quando sono di- 50 Sezioni per un totale di 1000 satini che, de- ventato grande ed ho visto alla televisione le atro- volvendo parte dell’iscrizione, hanno permes- cità della guerra, ho pensato ai caduti, alle vedove, so la raccolta di 5000 euro. Nel corso della agli organi, ai mutilati... Ho fatto veramente mio il premiazione sono intervenuti Elio Mutti e pensiero del grande vecchio e voglio comunicarlo Angelo Gandini della Fondazione “Senza anche a voi. Frontiere”, che hanno illustrato il progetto per Ora che siete vicini a questa croce, muta testimo- la costruzione di una scuola in Nepal, proget- ne di tante storie, immersi nel silenzio, chiudete to denominato “Rarahil Memorial School”, per un attimo gli occhi e ripetete dentro di voi: capitanato da un nome illustre dell’alpinismo ‘ricorda di non dimenticare’. himalayano come quello di Fausto De Stefani cui Mario Benassi ha consegnato l’assegno di Vicino a voi ci sarà ancora il vecchio zoppo, con i 5000 euro. A livello atletico le vittorie sono capelli bianchi, con gli occhi pieni di lacrime; lacri- state assegnate in campo femminile a Raffael- me forse di gioia, perché in questo momento vede la Bailoni della Sezione SAT di Vigolo Vattaro tanti giovani che hanno capito che l’unica strada e in campo maschile a Gianfranco Marini del- per essere felici e costruire un futuro migliore è la SUSAT. Il trofeo dopo un agguerrita batta- quella dell’amore. glia è stato assegnato alla Sezione SAT di Ci- La voce del torrente che scorre nel fondovalle, il vezzano. Quattro Satini hanno ricevuto il pre- Noce, continua a ripeterci ‘non dimenticare’ e con- mio fedeltà per aver effettuato tutte le com- tinua a ricordarcelo anche mentre scorre vicino petizioni dal 1998 al 2002; il loro nomi sono: alle nostre case. Non dimenticare, ricorda ‘ai tuoi Annamaria Simoni, Claudio Busacca, Mauro pampini’ ed anche ai ‘pampini dei tuoi pampini’. Dallacosta, e il sempre giovane, con i suoi 71 Il pastore bambino della Malga Paludei e il vecchio anni, Giuseppe Villiotti. Il Comitato organiz- zoppo vi salutano e vi augurano tanta felicità per zatore rivolge un ringraziamento particolare a tutta la vita. tutte quelle persone che spesso rimangono Malga Paludei, 6 maggio 1993” nell’ombra (ben 50 persone per gara, con un L’originale grande croce degli “sizeri”, ormai ca- totale di 450), grazie ai quali ogni gara può svol- dente, è stata sostituita un decina di anni fa e su un gersi nel migliore dei modi. Un grazie è rivol- masso vicino ad essa sono state incise le parole del to anche a tutte le ditte che ci sostengono ad “vecchio zoppo”. ogni gara, in modo particolare allo sponsor ufficiale, la ditta Sportler. Un grazie a tutti. Il Comitato organizzatore

56 Vita dell’O.C.

Consiglio Centrale del 13 dicembre 2002 Tridentini delibera: di accettare il diritto di superfi- Rifugio Bocca di Trat “N. Pernici” cie della p.f. 5623/2 di mq 31 a Vermiglio per la Il Consiglio Centrale, vista la situazione, valutate le sistemazione del locale generatore, deposito GPL indicazione della Comm.ne Rifugi, delibera di non e grigliatura reflui al Rifugio Stavel “F. Denza”. rinnovare al gestore il contratto per la stagione Rifugio Bocca di Trat “N. Pernici. 2003. Il Consiglio Centrale su indicazioni della Sezione Rifugio Monzoni “T. Taramelli” di Riva e della Comm.ne Rifugi delibera: d’asse- Dopo attente osservazioni, sentita la sez. SUSAT gnare la gestione del Rif. Bocca di Trat a Corrado e la Sez. di Pozza, il Consiglio Centrale delibera di Valentini. formalizzare la disdetta del contratto alla gestione per il 2003. Il Consiglio autorizza la Comm.ne Ri- Consiglio Centrale del 22 marzo 2003 fugi ad indire un concorso per l’affidamento di ge- Il Consiglio Centrale all’unanimità designa Ettore stione per la stagione 2003 dei rif. Bocca di Tra e Zanella, candidato al Consigliere Centrale del CAI. rif. Monzoni. che, presente, ringrazia della fiducia accordatagli. Il Presidente Caola informa il Consiglio Centrale, Rifugi delle difficoltà che emergeranno per le nuove nor- Il Consiglio Centrale, su indicazioni della Comm.ne me di legge che autorizzano il transito dei moun- Rifugi delibera: di assegnare la gestione del Rif. Alpe tain bike sui sentieri di montagna. Caola promuo- Pozza “V. Lancia” alla guida alpina Nicolodi Gior- verà altri incontri con l’Assessore al Turismo per gio di Volano, ed ancora, delibera di assegnare la cercare soluzione al problema gestione del Rif. Monzoni “T. Taramelli” Riccardo Il Direttore informa che la cerimonia di presenta- Baxa di Vigo di Fassa. zione dell’Annuario SAT per il 130° di fondazione Il Consiglio Centrale della SAT, delibera d’istituire si svolgerà a Palazzo Geremia. Il Consiglio Cen- la figura di un Direttore centrale. Richiamandosi trale decide, che la consegna dell’Annuario alle all’art. 26 del Regolamento, la Giunta potrà avva- Sezioni sia così impostata: una copia ogni 50 soci lersi di questa figura per l’attuazione dei propri al prezzo di puro costo, ed una copia ogni 50 soci in omaggio. compiti istituzionali, conferendole deleghe e asse- Il Direttore illustra l’iniziativa editoriale, promossa gnandole funzioni specifiche. in cooperazione con la Cassa Centrale delle Casse Il Direttore esprime preoccupazione per il rincaro Rurali e la Federazione Trentina delle Cooperati- delle tariffe postali nella spedizione del “Bolletti- ve, per la stampa del diario di Enrico Pedrotti, in no SAT”, causa il D. L. del P.C.M. 9 in data 27.11.02 12.000 copie, che saranno consegnate gratuitamen- n° 294, la spesa per la spedizione di un numero del te ai Soci Ordinari. Bollettino SAT passa da 800 a 7.800 euro. Consiglio Centrale 21 febbraio 2003 Consiglio del 28 marzo 2003 Caola informa il Consiglio dell’onorificenza di La relazione finanziaria, collegata ai bilanci, è Accompagnatore Escursionistico Onorario, rice- un’esposizione della solidità economica della no- vuta da Deflorian a livello nazionale, con il plauso stra associazione. Questa relazione sarà presentata del Presidente Bianchi. alla prossima Assemblea dei Delegati a Rovereto. Il Direttore Angelini riferisce le comunicazioni Il Consiglio Centrale della SAT, preso atto delle pervenute dal CAI che assegnano alla SAT un Con- chiare esposizioni di Zinelli, valutato il buon anda- sigliere Centrale. Il Consiglio Centrale prospetta mento della situazione finanziaria della nostra As- varie candidature che proporrà all’Assemblea del sociazione, all’unanimità approva il Conto Econo- Convegno CAI-TAA, ad Ala il 29 marzo. mico 2002, lo Stato Patrimoniale 2002, il Preven- Il Consiglio Centrale della Società degli Alpinisti tivo 2003 e la Relazione Finanziaria collegata ai bi-

57 lanci. Caola ringrazia Zinelli a nome del Consiglio Mountain bike per l’importante puntuale e scrupoloso lavoro svol- Ampia discussione in merito alla legge sul moun- to in questi ultimi anni. tain bike. Il Consiglio prende atto delle difficoltà e Il Presidente, come annunciato e discusso nella riu- conviene che la SAT dovrà impegnarsi in una cam- nione del 22 u.s., propone una Mozione SAT a pagna di sensibilizzazione e educazione nostri soci sostegno del progetto “Life Ursus”. Il testo della e non, con pubblicazioni anche periodiche su Bol- mozione è approvato a maggioranza. lettino, Scarpone, Rivista della Montagna ecc. ed Il Presidente Caola partecipa all’ultima riunione di interessando altre associazioni di mountain bike Consiglio del suo mandato, con stretta di mano, sensibili al problema, coinvolgendo anche Conve- saluta personalmente i Consiglieri, e commosso gni CAI limitrofi e AVS. augura buon lavoro al prossimo Consiglio, ricor- Congresso SAT 109° dando a tutti, che assieme è stato possibile fare un Il tema suggerito “Usi Civici nel Trentino” col sot- buon lavoro per la SAT. totitolo “Comunità libere per uno sviluppo ordi- nato delle montagne”, trova la Sezione di Dimaro Consiglio Centrale del 28 aprile 2003 in pieno accordo. I relatori del tema proposto, il Riunione del Consiglio dedicata alla nomina del dott. Delio Pace con una relazione storica e il prof. Presidente Centrale della SAT, dei due Vicepresi- Pietro Nervi per il valore economico legato agli denti del Segretario e della Giunta SAT. usi civici. Il Consiglio approva all’unanimità la scelta Presidente: Franco Giacomoni (Sez. SAT Povo); del titolo per il Congresso e dei relatori proposti. Vicepresidenti: Roberto Caliari (Sez. SAT Mori) e Sezione di Levico Paolo Scoz (Sez. SAT Trento); Segretario: Giusep- La Sezione di Levico ha fatto richiesta d’approva- pe Pedrotti (Sez. SAT Cognola); Membri di Giun- zione del regolamento sezionale deliberato dall’As- ta: Andrighettoni Fausto (Sez. SAT Rovereto), Be- semblea dei Soci in gennaio 2003. Il Consiglio Cen- nassi Mario (SOSAT), Motter Piergiorgio (Sez. SAT trale vista la conformità con lo Statuto e Regola- Caré Alto) e Pontati Nino (Sez. SAT Bindesi Vil- mento SAT ratifica all’unanimità il regolamento lazzano). della Sezione di Levico. Consiglio Centrale del 16 maggio 2003 Commissione Rapporti Sezioni Il Direttore illustra le motivazioni che hanno por- Il Consiglio Centrale ratifica la nomina dei Consi- tato la sezione SAT di Arco alla vendita dell’ex ri- glieri che fanno parte della Comm.ne Rapporti con fugio “Capanna dell’Alpino” al M. Velo. Sentita la Sezioni, quali referenti delle Sezioni, nelle rispetti- relazione del Direttore, il Consiglio Centrale della ve zone di rappresentanza SAT. Coordinatore del- SAT delibera di cedere la proprietà, della p.f. 2495/ la Comm.ne Nino Pontalti. 5 C.C. Oltresarca, all’acquirente dell’immobile. Commissione TAM Il Consiglio Centrale presa visione dei nominativi Ratifica dei nominativi segnalati per la Comm.ne proposti, ratifica la composizione delle seguenti Tutela Ambiente Montano, con il Consigliere Commissioni: Alpinismo Giovanile, Sentieri-Escur- Motter Piergiorgio (Sez. Caré Alto) con funzioni sionismo, Scientifica, Biblioteca, Rifugi e Speleo- di referente al Consiglio. logica. Consiglio Centrale del 13 giugno 2003 Fondazione Larcher Programma informatico Catasto sentieri Invitato dal Presidente Gian Marco Richiardone La Società degli Alpinisti Tridentini ringra- presenta al Consiglio il Programma informatico per zia Guido e Roberto Larcher per il genero- la Gestione del Catasto Sentieri. Programma, uni- so contributo (1.000 euro) elargito alla Fon- co nel suo genere in Italia, creato dalla Commis- dazione per ricordare la mamma Bianca e sione Sentieri partendo già dal 1999 e perfeziona- l’affetto da lei sempre dimostrato per il to fino al 2000, ha dato ottimi risultati, giacché il “nonno” Guido. CAI lo ha acquistato.

58 Lutti

Enrico Cavada (Predazzo) Gianfranco Poletti (Storo) La scomparsa di En- Si è spento il giorno rico Cavada (1915 - 17 aprile Gianfranco 2002). Poletti alla giovane età Eletto presidente nel di 43 anni. Fu mem- 1978, Enrico Cavada, bro del Direttivo ne- socio attivo da tanti gli anni ‘90 della Se- anni, successe al com- zione di Storo. Gran- pianto ing. Albertini, de appassionato di che lo aveva precedu- montagna, dava sem- to nel triennio ante- pre consigli di pru- cente. Cavada si è su- denza ai compagni bito prodigato per la meno esperti in occa- realizzazione della sione delle sue parte- “Ferrata dei Campa- cipazioni alle escur- nili” (sent. 517), grazie alla fattiva partecipazione sioni. Fu un ottimo collaboratore per la crescita della guida alpina mar.llo Marta e di molti volonta- del nostro gruppo. Puntiglioso e determinato in ri; instancabilmente si portò sul posto a controlla- quelle discussioni fino a tarda sera specie quando re lo stato dei lavori, che si conclusero felicemente muovevamo i primi passi e lavoravamo per le pri- nel 1981. Lo stesso presidente Cavada aveva pro- me modeste sedi. Quando parlavamo di ambiente gettato la scaletta ai piedi della Torre Christoman- e di natura, Gianfranco era quello che più si ap- nos (m. 2800) con i pioli sfasati, per ricordare si- passionava. Il suo entusiasmo e la sua sensibilità mili attrezzature realizzate nel corso della prima sono sempre stati di stimolo per la nostra attività. guerra mondiale sulle nostre zone. Rieletto all’una- Sapremo ricordare e far tesoro delle cose che ci ha nimità nel 1981, si impegnò con profitto alla ma- trasmesso quando era accanto a noi, compagno di nutenzione del “Sentiero Ecologico” del Dòss cordata e amico inseparabile. Siamo vicini alla Capèl e per l’attività della sezione locale. È da sot- moglie Maristella, che lo ha assistito per tutti i mesi tolineare l’opera del presidente Cavada per la valo- di malattia e hai due figli, Nicola e Claudio. Ciao rizzazione del Gruppo Latemàr (compresa la se- Gianfranco: non ti dimenticheremo mai. Seguici e gnaletica) che ora è rivalutato, dopo decenni di in- veglia sulla tua famiglia e su di noi dall’alto della giusta pubblicità negativa (friabilità e leggende); le vetta che hai raggiunto prima di noi. Un forte ab- poche attrezzature ora esistenti non disturbano la braccio dai tuoi amici selvaggia bellezza della “Valsorda” (come noi, sbri- satini. gativamente individuiamo la zona). Cavada, ci ha lasciati, in punta di piedi. La Sezione sarà sempre riconoscente per il suo impegno. Cornelio Morelli (Trento) Nel primo anniversa- rio della prematura Carlo Segati (SOSAT) scomparsa la Sezione Il 20 giugno ricorre il 10° anniversario della scom- SAT di Trento, ricor- parsa sulla Cima Tosa del Socio SOSAT Carlo Se- da con affetto l’amico gati. Tutti gli amici lo ricordano con affetto. e consigliere Cornelio.

59 Libri

Escursioni nelle Dolomiti di Brenta sui passaggi più impegnativi delle vie attrezzate e Un atto di amore ver- in aggiunta a saper leggere e rispettare i piccoli bio- so uno dei più affasci- topi d’alta quota. È un desiderio di trasmettere nanti gruppi montuosi quanto il Brenta ha loro dato negli anni di frequen- del mondo: questo è in tazione assidua e gratificante, è come un debito da sintesi Dolomiti di Bren- saldare nei confronti della montagna, un atto di ta di Paolo Turetti e Ti- riconoscenza. E gli itinerari proposti sono aderen- ziano Mochen, uscito ti a questa impostazione, di camminare per scopri- nelle librerie da pochis- re e per capire, a questo desiderio di andare in Bren- simo per i tipi della ta a ritrovare una dimensione di riscoperta di luo- Cierre Edizioni. È l’ul- ghi ed emozioni. timo arrivato di una Gli autori propongono diciotto percorsi, ad anel- collana affermata ed lo, della durata di un giorno o al massimo due, che apprezzata, che spazia partono dal piano basale e risalgono i versanti del massiccio a toccare a volte le cime, a camminare dalle Alpi fino al Polli- Escursioni no in Calabria e che si sulle creste oppure lungo le praterie o nei circhi Dolomiti di Brenta glaciali in quota. segnala per uno stile di Paolo Turetti curato e rigoroso oltre Si parte dal basso, spesso dai paesi di fondovalle, e e Tiziano Mochen si sale accompagnati dalle dettagliate, precise, do- che per i contenuti ric- Caselle di Sommacam- chi ed approfonditi. cumentate spiegazioni degli autori, che spesso ci pagna (VR): Cierre, riportano ai tempi delle prime esplorazioni del Non era certo sempli- 2003 ce scrivere un libro di Brenta, inserendo passi degli alpinisti inglesi ed ita- Collana: Itinerari Fuo- liani. Possiamo misurare il loro stupore ottocente- escursioni sul Brenta in riporta considerazione della sco con il nostro ed apprezzare ciò che è stato 181 pagine conservato. Si sale con attenzione, osservando e plurisecolare frequen- Prezzo: 15.00 euro tazione del gruppo e la comprendendo i cambiamenti vegetazionali, le par- mole di lavori pregevo- ticolarità floristiche, le modifiche morfologiche lissimi pubblicati e la qualità degli autori che si sono provocate dalle acque di scorrimento, fino agli esi- cimentati. li steli dei fiori nelle nicchie riparate. Mochen e Turetti, che hanno già pubblicato per la Tutto questo senza mai far mancare una puntuale stessa collana il pregevole Escursioni nel parco dello descrizione degli ambienti rocciosi attraversati, delle Stelvio - Trentino e Alto Adige non colmano una la- caratteristiche dei sentieri, delle attenzioni da por- cuna, certo, ma riescono attraverso una profonda re per affrontare i tratti più impegnativi o insidio- conoscenza alpinistica, naturalistica e storica del si. Straordinarie fotografie documentano i momenti territorio a dare un contributo significativo ad una più interessanti e gli aspetti più significativi, inserti concezione di escursionismo che non si limita al- tematici arricchiscono anche di notizie storiche le l’esercizio fisico, al godimento estetico, al percor- descrizioni. Diciotto itinerari, a volte molto impe- rere gli itinerari più battuti: c’è il desiderio dichia- gnativi dal punto di vista fisico, ognuno con una rato di trasmettere ai lettori le emozioni provate, propria, definita identità, ognuno a toccare una le conoscenze sugli aspetti botanici, di invitarli a zona diversa, fra note e soprattutto meno note. A godere degli spettacolosi panorami ma anche ad percorrerli con questi occhi si torna a casa sicura- apprezzare e comprendere i comportamenti degli mente più ricchi. Dentro. animali d’alta quota, a provare le proprie capacità Claudio Bassetti

60 Pale di San Martino Ovest foto molto nitide e chiare e ben tre cartine topo- Sessantotto anni dopo grafiche. L’opera, che racchiude un lavoro di rac- la prima opera sulle colta e verifica dei dati e relazioni lungo ben dieci Pale di San Martino di anni, di cui si è fatto carico l’autore Lucio De Fran- Ettore Castiglioni c’era ceschi, raccoglie tutte le ascensioni con gradi diversi molta attesa per l’usci- a cime famose e tutte da scoprire (specialmente ta della nuova e aggior- quelle più recenti) del Mulaz, del Cimon della Pala, natissima guida sulle della Rosetta e del Sass Maor, illustra ben 15 rifugi Pale della “Guida ai raggiungibili con ottimi sentieri ed attraversate Monti d’Italia”. Un la- escursionistiche, ed offre accanto all’indicazione voro, al quale si stava delle vie ferrare e degli itinerari scialpinistici della dedicando con l’atten- zona anche interessanti notizie naturalistiche e di zione e la cura prover- storia alpina. L’autore Lucio De Franceschi, che ha biale che l’hanno con- iniziato a lavorare all’opera dal 1992 ha dovuto con- traddistinto Gino Bu- frontarsi innanzitutto con il non facile compito di scaini, il coordinatore aggiornare e attualizzare l’opera storica di Ettore della prestigiosa Colla- Pale di San Martino Castiglioni, che già nel 1935 realizzava un volume na da 33 anni, interrot- Ovest sulle Pale di San Martino edito nella stessa collana tosi prematuramente Dolomiti di Falcade e del CAI-TCI, ma anche con alcune remore e silenzi tra quelle Dolomiti che Primiero. Mulàz, Ci- di alcuni alpinisti locali, forse gelosi della bellezza insieme alla Patagonia mòn della Pala, Roset- ed integrità della catena settentrionale. Ne è nato erano il suo rifugio. La ta, Sass Maor ugualmente, come spiega lo stesso De Franceschi, presentazione della di Lucio De Franceschi “Un testo preciso e completo sia consultando la guida, alla presenza di Collana: Guida dei biografia alpinistica esistente sia compiendo diver- Gabriele Bianchi presi- Monti d’Italia se ascensioni nel periodo estivo ed invernale, riu- dente del CAI si è svol- MI: CAI-TCI, 2003 scendo a realizzare anche splendide foto di quelle ta a Trento nella sede Pagine 504 che per molti rimangono le Dolomiti tra le nuvo- della SAT nell’ambito Prezzo: (per i soci le”. di “Montagnalibri”. E SAT/CAI) 25,25 euro Marco Benedetti stato Franco De Batta- glia a ricordare, in occasione della presentazione di quest’ultima fatica editoriale realizzata dal profes- Lagorai e ferrate per Mario Corradini sore ed alpinista padovano Lucio De Franceschi, Mario Corradini, proprio la figura di Gino Buscaini. Alla presenza alpinista e socio della moglie Silvia Metzeltin, De Battaglia ha ricor- accademico del dato soprattutto il rapporto che legava Buscaini al Gruppo Italiano Trentino ed alle Dolomiti e l’importanza di questa scrittori di monta- nuova e attesa guida per la conoscenza di uno dei gna ha dedicato gruppi montuosi, le Pale di San Martino, che fu tra due recenti pub- le, prime aree dolomitiche ad essere frequentata blicazioni ai mon- dagli alpinisti inglesi e tedeschi e che da quel mo- ti del Trentino. Il mento non ha smesso di richiamare sulle sue pare- primo libro è un ti di dolomia migliaia di scalatori da tutto l’arco al- omaggio alle mon- pino in ogni stagione. La guida “Pale di San Marti- tagne di casa, (Corradini vive a Balsega di Pinè), a no – Ovest”, primo di due volumi - il secondo dei quelle “Ultime cime” (questo è il titolo del libro quali (dedicato alla parte est) sarà di prossima pub- edito da Nuovi Sentieri) del Lagorai, ovvero le sue blicazione - è forte di 504 pagine, 95 foto e disegni propaggini occidentali. Un territorio il cui passato di montagne, rifugi, dei tracciati di salita sopra le e presente viene efficacemente riproposto dall’au-

61 tore attraverso le sto- esempio), un esempio da non imitare e che sotto- Ferrate e Sentieri at- rie degli uomini che li linea proprio come troppe persone sottovalutino i trezzati del Trentino hanno abitati. Non rischi e pochi ancora con coscienza adottino l’equi- di Mario Corradini sono montagne con paggiamento più adeguato dal punto di vista della Chiari (BS): Edizioni una storia alpinistica sicurezza. Nordpress, 2003 queste fra l’alta Valle Pagine 208 dei Mocheni, la Val Prezzo: 16,50 euro Cadino e l’Altopiano E ancora la neve: ricordi e avventure di Pinè, ma sono ric- ad alta quota Ultime cime che di segni e di sto- Un libro denso di ricor- di Mario Corradini rie di uomini, storie di di e fremiti che si agita- Belluno: Nuovi Sentie- vita in montagna. E di no alla sera. Ma non è ri, 2003 sopravvivenza come un libro di montagna, Pagine 156 molte delle storie di come il titolo potreb- Prezzo: 30.00 euro chi sulla montagna ci be far credere, anche se è rimasto, ha resistito a essa è in parte dedi- per generazioni: malgari, boscaioli, pastori, caccia- cato insieme a persone tori. E con loro i segni che hanno accompagnato che nelle alte quote queste vite portate avanti con dignità, fierezza. hanno nutrito le pro- Queste storie sono inserite nella descrizione terri- prie vite, sino allo spa- toriale di questa porzione di Lagorai che gravita simo finale. attorno alla sua cima simbolo, il Monte Croce. Rolly Marchi è un gior- Ne descrive le direttrici della catena, i sentieri, le nalista non soltanto E ancora la neve vallate ai suoi piedi, i centri abitati, gli insediamenti sportivo, dotato di una Ricordi e avventure in montagna, e poi i protagonisti di tante storie, di capacità rinascimentale ad alta quota tante vite spese in montagna. di fare le cose. Ed è di Rolly Marchi La seconda pubblicazione edita per Nord Press è scrittore elegante, ca- Milano: Mondadori, una guida alle ferrate e ai sentieri attrezzati presen- pace di toccare il cuore 2001 ti nei diversi gruppi montuosi del Trentino. Sono da lontano con parole 190 pagine 53 itinerari quelli descritti da Mario Corradini nei lucenti come neve che Prezzo: 14,98 euro gruppi dell’Adamello, del Brenta, delle Piccole Do- scricchiola al primo lomiti, del Pasubio, di Cima d’Asta, Bocche, Late- sole, giornalista incantevole e febbrile, cronista di mar, Catinaccio, , Pale di San Martino sport e personaggi. Tutto insieme un uomo solo. e Prealpi trentine. E anche altro. Creatore fantasioso della famosa 3/ Per ogni itinerario l’autore ha descritto i diversi Tre e del Trofeo Topolino, premio e fucina per i punti di appoggio, importanti riferimenti per ave- giovani che si rivelavano sulla neve in una tempe- re notizie aggiornate sullo stato delle attrezzature rie di gioco e allegria. E autore delle Mani Dure, un lungo il percorso attrezzato o la ferrata (siamo in romanzo delle cime che aveva incantato anche montagna, sono soggette a deterioramento rapi- Dino Buzzati e Giovanni Arpino, e che dopo do per via degli agenti atmosferici, del ghiaccio, di trent’anni continua a rapire: un racconto perenne. slavine, temporali, frane di sassi, fulmini. Ogni iti- Questo è Rolly Marchi. Che nella sua ultima Neve nerario è quindi descritto in maniera sintetica, con si ricorda di tutti. Da Gianni Brera, indimenticabi- una descrizione più completa per i passaggi più le scrittore di sport e creatore inesauribile di im- significativi dell’itinerario. pianti linguistici frizzanti e scoppiettanti come mor- L’autore sottolinea a proposito delle foto il fatto taretti di bambini, a Dino Buzzati, sempre riserva- di aver ripreso persone prive dell’adeguata attrez- to e capace di guardarti con gli occhi sottili a punta zatura da ferrata (è semplicemente pazzesco quante di spillo mentre la vita se ne andava lentamente dal siano le persone che non indossano il casco ad suo profilo filante come il becco di un girifalco.

62 Da Luciano Bianciardi suo affettuoso confidente Spedizione al Cho Oyu alla grande sempiterna Leni Riefenethal e molti Diario di una spedizio- altri. Ogni capitolo è abbozzato con una penna ne al Cho Oyu am- unica e dedicato a delle persone irrimediabili e irri- mantato di umanità, nunciabili, Catherine Destivelle, Cesare Maestri, inframezzata da cita- Riccardo Cassin, Walter Bonatti, Alberto Tomba, zioni che trasmettono lo sci, il Filmfestival di Trento... parte della spiritualità È una prosa travolgente e dolcissima, ed è vissuta delle vette himalayane con garbo e vitalità. E al Filmfestival della sua amata e traducono le profon- città, la dolomitica Trento, ha riservato una posi- de motivazioni di que- zione privilegiata come fossero ricordi di un au- sta spedizione. Piace- tentico intramontabile Monelli dello sport, capace vole la veste grafica e di scrivere a fondo di un’arte come lo sci e le scala- notevole la qualità del- te che Marchi ultraottantenne continua a praticare le illustrazioni. magari anche perdendosi sulle montagne per assa- porare i ricordi e gli odori remoti e percettibili del Om mani padme hum. passato, della famiglia e della tradizione domesti- Una preghiera tra le nuvole: la spedizione ca.. È bello e scolpito come una statua fedele il abruzzese sul Cho Oyu ritratto di Ettore Castiglioni, illustre e colto alpini- a cura di Antonio Massena sta morto al freddo abbrucciante che dominava il Regione Abruzzo, 2003 Passo del Muretto in una notte di guerra e prigio- 157 pagine nia, spentosi senza scarpe e con pochi indumenti in quel gelo che solitamente morde i poveri. Si menziona anche il vuoto alle spalle di Marco Fer- Mostre rari dove la cura dello storico si arricchisce della La guerra vista dai bambini. Una interessan- documentazione tratta a larghe mani dalle testi- te proposta del Club alpinistico triestino monianze più disparate e vista alla luce di un Casti- glioni in parte inedito. In questi giorni a Trieste è stata inaugurata la Mi ricorda Rolly Marchi un gigante sopito e denso mostra: “Con gli occhi di un bambino: una ‘nor- di saggezza pietrosa, ruvida ma con una scorza te- male’ giornata di guerra nei ricordi di un bam- nera. Un uomo che un giorno di neve ho scoperto bino” curata da Club alpinistico triestino, As- alla stazione di una cabinovia a Madonna di Cam- sessorato ai beni e alle attività culturali del Co- piglio. mune di Trieste e Civici musei di storia ed arte Chi fosse agitato e cerchi serenità, chi ama rivivere di Trieste. Si tratta di una esposizione di foto- i ricordi, legga questo ultimo Marchi e gli farà bene; grafie, documenti ed oggetti inerenti la popola- perché, lo stile è piano e tranquillo come un fiume zione civile durante la seconda guerra mondia- che scorre placido ma pure con volute eleganti e le. Il percorso espositivo - allestito presso i sug- intriganti assai. “E ancora la neve” può ricordare gestivi ambienti sotterranei della Kleine Berlin, pagine di altri scrittori maturi ma con un pizzico di una cittadella antiaerea dei soldati tedeschi sca- civetteria in più. E una sensibilità nevrile quasi vata sotto Trieste - segue la linea dei ricordi di umida al tatto che si avverte nella trama di ogni Alberto, un bambino di 5 anni, che si trova coin- pagina, ma anche drammatica, come nelle righe volto nel dramma della guerra e ne esce, come dedicate al Lager di Auschwitz che lui aveva attra- tutti, profondamente segnato. versato con occhi di terrore. Cari lettori, mettetevi in posizione, distendetevi e La mostra, con ingresso libero, rimarrà aperta leggete, vi accompagnerà un senso di gratitudine sino al 20 luglio con orario 9,30-12,30 e 20-22. continua. Poi dormirete il sonno del giusto. Info: [email protected] Alberto Pezzini R.D.

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Pale di S. Martino Ovest. Dolomiti di ceschi invece, dopo varie visite a casa e con instan- Falcade e Primiero: breve presentazio- cabile attività d’osservazione sulle pareti, analisi ne. Un invito ad imitare gli scienziati delle numerose vie, ci ha donato questa più che notevole guida. Nella prefazione egli conclude con l’invito a segnalare eventuali omissioni ed inesat- Finalmente, dopo sessantotto anni dalla preceden- tezze per le future ristampe. (Il che, so di certo, te, introvabile guida Castiglioni, la Collana Monti non avviene mai perché si preferisce criticare a d’Italia rimedia alla carenza di documentazione al- parole. Non come avviene nel campo delle scien- pinistica del Gruppo delle Pale. In questo lungo ze, ove sì perfeziona ogni scoperta per lo sviluppo lasso di tempo alcuni autori, accademici, guide ed della civiltà) appassionati, hanno cercato di ovviare a tale ca- Ad una prima attenta lettura del testo ho trovato renza pubblicando guide parziali con descrizioni alcuni inevitabili errori di stampa e qualche inesat- di scalate scelte; il sottoscritto con le guide siste- tezza o dimenticanza, il che comunque, conferma matiche della Catena Meridionale (Ed. Tamari la maturità alpinistica dell’Autore. 1974); di quella della Catena Centrale (Ed. Ghedi- Buzzati, in un articolo sul Corriere della sera anni na 1979); e del Massiccio Centrale (Ed. Pubblistam- cinquanta, a proposito della Collana Monti d’Italia pa Pergine 1990). ad un certo punto si chiede: “Esistono testi di stu- Data la vastità del Gruppo e la mole di documen- dio o di preghiera consultati con tanta avidità ed tazione, non si può sviluppare il tutto in un solo attenzione?” Ebbene, sarà perché ho dedicato la volume come egregiamente fece Castiglioni nel mia lunga vita alle Pale ma leggendo la guida trovo lontano 1935. che questo volume è veramente completo ed illu- La nuova guida continua la tradizione della Colla- minante, anche perché unisce il classico alle nuove na: stessa veste tipografica, stesso sistema integra- tendenze dall’arrampicata sportiva, ed allo “sci ri- le. Il volume inizia con le “Avvertenze ed informa- pido ed estremo”. zioni”, i “Cenni generali, la nota geologica, quella (Solo due note rivolte al metodo della Collana: sulla flora, fauna e storia alpinistica”. Seguono le meglio seguire l’ordine cronologico delle vie Cima parti Escursionistica, quella Alpinistica, Sci Alpini- per Cima, meglio indicare oltre al dislivello delle stica e dell’Arrampicamento sportivo. Il tutto ac- scalate anche lo sviluppo delle stesse.) compagnato da trentatré schizzi analitici delle pa- Gabriele Franceschini reti con i tracciati delle vie, sessantadue foto a co- lori e tre cartine topografiche d’insieme. Il Direttore della Collana scelse, 13 anni fa, dopo i suoi inviti a collaborare, Carlo Della Lucia di Fras- senè, gli Istruttori d’alpinismo Lucio De France- schì e Francesco Abbruscato. Il primo s’escluse da sé dopo essersi reso conto della complessità del lavoro. All’Abbruscato è stata assegnata la parte mene frequentata del Gruppo: “Pale di sud est, Massiccio Centrale, Pale di San Lucano”. Egli sta ancora lavorando e trova difficoltà per la mancan- za di collaborazione di qualcuno e per il tempo limitato a disposizione, oltre ai lunghi approcci alle Il passaggio di testimone tra la vecchia guida del pareti, specie nelle Pale di San Lucano. Il De Fran- 1935 e la nuova pubblicata quest’anno.

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