Cola Dell'amatrice

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Cola Dell'amatrice COLA DELL’AMATRICE da Pinturicchio a Raffaello ASCOLI PICENO, 17 marzo 2018 – 15 luglio 2018 PINACOTECA CIVICA E SALA COLA DELL’AMATRICE COMITATO SCIENTIFICO Antonio Paolucci (Presidente onorario) Stefano Papetti (curatore) Luca Pezzuto (curatore) Barbara Agosti Anna Maria Ambrosini Massari Alessandro Angelini Alessandro Delpriori Silvia Ginzburg Michele Maccherini Simonetta Prosperi Valenti Rodinò PRESS BOOK Comunicato Stampa, Ascoli Piceno, 19 febbraio 2018 Il 17 di marzo si apre ad Ascoli Piceno la mostra “Cola dell’Amatrice tra Pinturicchio e Raffaello”, la terza delle manifestazioni del progetto “Mostrare le Marche”, un programma di importanti rassegne d’arte nato per volontà della Regione allo scopo di valorizzare ulteriormente il patrimonio culturale regionale nel biennio 2017/2018. In questo imperdibile tour alla ricerca della bellezza entra in gioco Ascoli Piceno, una delle città più belle d’Italia, la quale possiede un considerevole patrimonio storico, artistico e architettonico, motivo per cui, da sempre, è stata meta di grandi artisti e fucina d’arte. Così accade che nel 1508 per eseguire il Polittico di Piagge giunge ad Ascoli Nicola Filotesio, detto Cola dell’Amatrice. Cola, che ad Ascoli trova la sua seconda casa, è fra i grandi artisti che con le loro opere hanno reso particolarmente ricca l’offerta culturale della Regione. Oggi, la Regione e la città di Ascoli celebrano la sua arte a partire dall’immenso patrimonio pittorico che il Filotesio ha lasciato in città nei suoi quarant’anni di permanenza. E’ una mostra imperdibile quella proposta dai curatori Stefano Papetti e Luca Pezzuto, che guarda alla produzione dell’artista in tutto il territorio, porta ad Ascoli per la prima volta documenti importanti di Cola dell’Amatrice, riunisce oltre sessanta opere provenienti da sedi prestigiose che tutte insieme donano una visione esaustiva del valore dell’artista. Ma la rassegna di Ascoli non si ferma alla creazione di un importante percorso espositivo e conoscitivo dell’artista e del contesto, in vista della mostra ben dieci tavole sono state oggetto di importanti indagini diagnostiche e, fra queste, sei sono state restaurate. Dunque, con la mostra si è creato uno corpus di studi sulle tecniche utilizzate da Cola con risultati importanti sotto l’aspetto scientifico e della conoscenza del maestro di Amatrice. Non meno importante appare il percorso di Cola che nella mostra si ricompone, da Amatrice, città del Filotesio, a luoghi emblematici come l’Abbazia di Farfa lungo la Salaria, ai passaggi tra Roma e gli Appennini, a l’Aquila, Perugia, Siena, Urbino. Attraverso l’arte di Cola c’è lo scorcio importante di ciò che l’artista ha vissuto e studiato, per questo in mostra troviamo accanto alle sue opere Raffaello, il Pinturicchio, il Perugino, il Crivelli, Luca Signorelli, e ancora Pietro Vannini, Filippino Lippi ma anche, per la prima volta, il taccuino di disegni di Cola dell’Amatrice, fra cui spiccano i suoi studi su Luca Pacioli, su Leonardo, le sue riflessioni sulla stanza della Segnatura e dunque su Raffaello. La mostra è promossa dalla Regione Marche, ed è realizzata grazie anche al contributo del Comune di Ascoli Piceno, Musei Civici di Ascoli Piceno, Anci Marche, BIM, Piceno Gas Vendita e in collaborazione con il MIBACT, Università degli Studi di Camerino, segreteria organizzativa di Artifex International. La mostra di Ascoli Piceno è occasione unica per conoscere da vicino Cola dell’Amatrice, maestro dell’arte italiana del ‘500, la cui opera, ancora poco nota, segna un contributo significativo all’arte rinascimentale italiana. IL PROGETTO “MOSTRARE LE MARCHE” “Le Marche sono una regione in mostra per tutto il 2018”, si potrebbe riassumere così il progetto espositivo regionale che nell’anno in corso porterà nei luoghi più affascinanti delle Marche molte iniziative d’arte. E’ un percorso imperdibile ed un vero e proprio tour alla ricerca della bellezza, nato con l’intento di far conoscere l’immenso patrimonio artistico del territorio e promuovere la riscoperta di grandi artisti che, con le loro opere, hanno reso particolarmente ricca l’offerta culturale della regione. Le iniziative che si presentano sono molteplici, e per ognuna di esse c’è già grande attesa, a partire dalla mostra che aprirà a Fermo “Il Quattrocento a Fermo. Tradizione e Avanguardia, da Nicola di Ulisse ai Crivelli”, per proseguire con “Milleduecento. Civiltà figurativa fra Marche e Umbria al tramonto del Romanico” a Matelica, senza dimenticare le mostre già in corso, “L’arte che salva. Immagini della predicazione tra quattrocento e settecento. Crivelli, Lotto, Guercino” al Museo Antico-Tesoro di Loreto (AN) fino all’8 di aprile 2018 e “Capriccio e Natura. Arte nelle Marche del secondo Cinquecento. Percorsi di rinascita” a Palazzo Buonaccorsi di Macerata fino al 13 maggio 2018. Inoltre, l’autunno 2018, vedrà la mostra-evento dedicata a Lorenzo Lotto, un’iniziativa di respiro internazionale che dimostra, ancora una volta, la capacità della Regione Marche di produrre cultura. LA MOSTRA SU COLA DELL’AMATRICE La mostra “Cola dell’Amatrice tra Pinturicchio e Raffaello”, nella prima sezione, intende affrontare il tema della formazione di Cola sulla base dei più recenti studi che hanno definitivamente riconosciuto l’importanza della conoscenza da parte dell’artista laziale delle opere di Perugino, Antoniazzo Romano e Pinturicchio: il confronto fra le prime tavole eseguite da Cola, come gli sportelli della Abbazia di Farfa che saranno esposti in mostra con un documento di recente identificato che li riferisce a lui, e lo stendardo di Perugino, le tavole di Pinturicchio e Antoniazzo Romano prestate dai musei di Rieti, di Perugia e di Siena permetteranno un efficace confronto visivo. L’arrivo di Cola ad Ascoli Piceno nel 1508 per eseguire il polittico di Piagge costituisce il nucleo della seconda sezione della mostra: la sua attività nell’ascolano, testimoniata dalla pala già a Folignano oggi nella collezione della Banca Popolare Emilia Romagna e da quella di Campli, apriva nuove prospettive nell’ambito dell’arte locale, ancora dominata dallo stile di Carlo Crivelli e dei suoi epigoni. Presente a Roma nel 1513 per collaborare alla decorazione della sede vescovile di Ostia commissionata dal cardinale Riario, Cola scopre gli affreschi di Filippino Lippi della cappella Carafa (del quale sarà esposto in mostra un disegno preparatorio del Museo degli Uffizi) e ne apprezza la sofisticata rievocazione del mondo classico, ma soprattutto si aggira incuriosito nella Stanza della Segnatura, realizzando rapidi schizzi degli affreschi di Raffaello raccolti nel taccuino di Cola, conservato a Fermo ed esposto alla mostra. Il rientro ad Ascoli Piceno dopo la parentesi romana vede Cola impegnato in importanti progetti aggiornati sulla base di quanto aveva veduto nell’Urbe, come dimostra la Pala di san Vittore del 1514, la Istituzione dell’Eucarestia, il grande retablo un tempo nella chiesa di san Francesco, la “Morte della Vergine” che rientrerà ad Ascoli dai Musei Capitolini o il trittico di Force, oggi nella Pinacoteca Vaticana. Muovendosi fra Ascoli Piceno e l’ Aquila per progettare la chiesa di san Bernardino, Cola dimostra ormai di essere un artista affermato anche nel campo dell’architettura e dispone di una bottega che lo supporta nella sua intensa attività, come attestano gli affreschi conservati nell’aula capitolare del complesso monumentale di san Francesco, dove sarà ospitata una sezione della mostra che include, accanto ad altri significativi disegni dell’artista, anche le sculture in terracotta dipinta dei suoi colleghi abruzzesi Saturnino Gatti e Silvestro dell’Aquila. Molte delle tavole di Cola dell’Amatrice esposte in questa mostra, che fa seguito alla esposizione del 1991 tenutasi presso la Pinacoteca di Ascoli Piceno, provengono dai centri appenninici segnati dal recente terremoto, da quelle località comprese fra Lazio, Abruzzo, Marche ed Umbria dove nel Rinascimento ha avuto luogo una insospettabile fioritura artistica segnalata fin dagli anni cinquanta da Federico Zeri. Grazie alla disponibilità di alcune importanti istituzioni museali, come la Pinacoteca Vaticana ed i Musei Capitolini, nonché di alcune prestigiose fondazioni bancarie sarà possibile rivedere per qualche tempo nel capoluogo piceno le imponenti tavole dipinte da Cola dell’Amatrice per le chiese della città e del territorio, dalle quali furono alienate nei primi decenni dell’Ottocento per essere immesse sul mercato antiquario romano da conoscitori senza scrupoli, come l’ascolano Ignazio Cantalamessa Carboni, i quali, approfittando della dabbenaggine e dell’incompetenza del clero locale, riuscirono ad acquistare per cifre modeste le opere che oggi possiamo ammirare nei più importanti musei internazionali: persino al Museo di Melbourne è esposta una tavola raffigurante sant’Elena con la croce, che faceva parte di un imponente retablo dipinto da Cola dell’Amatrice per la chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno, sfuggita alla musealizzazione delle restanti porzioni dell’opera dopo l’Unità d’Italia. La mostra, grazie alla disponibilità della Biblioteca Comunale di Fermo, consentirà per la prima volta di ammirare anche vari fogli del Taccuino di Cola dell’Amatrice appartenuto all’ eccentrico pittore e collezionista marchigiano Fortunato Duranti (Montefortino, 1787-1863): si tratta di una rara testimonianza giunta fino a noi che raccoglie studi dalle opere di altri autori, progetti, ricette per la fabbricazione di vernici e colori, indicazioni iconografiche che danno vita ad uno zibaldone
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