m_amte.MATTM_.REGISTRO UFFICIALE.INGRESSO.0072627.06-07-2021

Mitt. COMITATO BIODIVERSITA' IN TREXENTA 09020 SAMATZAI - SU

Samatzai, 4 luglio 2021

Al Ministero della Transizione Ecologica Direz. Gener. Crescita Sostenibile e Qualità dello Sviluppo [email protected] [email protected]

All'Assessorato della Difesa dell'Ambiente Direzione generale della difesa dell'ambiente Servizio valutazioni ambientali [email protected]

Alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per , Oristano e Sud Sardegna [email protected]

Agli Uffici Regionali Tutela del Paesaggio Sardegna Centrale e Meridionale [email protected] [email protected]

All'ARPAS Dipartimento di Cagliari e Medio [email protected]

Ai Sindaci dei Comuni di e [email protected] [email protected]

Alla c.a. del responsabile del procedimento dott.ssa Carmela Bilanzone

OGGETTO: Osservazioni al progetto per l'installazione di un nuovo impianto per la produzione di energia da fonte eolica, proposto dalla società Siurgus srl, denominato “Pranu Nieddu” e costituito da 14 aerogeneratori di potenza unitaria pari a 6.6 MW, per una potenza complessiva pari a 92,4 MW, da localizzarsi nel territorio comunale di Siurgus Donigala (SU), e dalle relative opere di connessioni per il collegamento alla RTN attraverso la stazione elettrica da realizzare nel Comune di Selegas (SU). Codice procedura (ID_VIP/ID_MATTM): 6003 Il sottoscritto Luigi Paolo Sitzia, presidente pro tempore del Comitato Biodiversità in Trexenta con sede legale in Samatzai, identificato come da documenti allegati, Presenta il seguente:

Atto di Osservazioni ai sensi dell'art. 24 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i e chiede, in nome e per conto del “Comitato Biodiversità in Trexenta”, che venga espresso GIUDIZIO NEGATIVO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE, al progetto in oggetto, per i seguenti motivi:

ASPETTI AMBIENTALI GENERALI: L'area individuata dalla società proponente (Siurgus SRL), è un'area interessata da una foresta primaria, comprendente alberi secolari, situata tra l'oasi protetta del Lago Mulargia (Siurgus Donigala) e i contrafforti del Gerrei, alla vallata del Sarcidano e al lato sud, alla piana della Trexenta. Ricca di fiumi e di risorgive, anfratti rocciosi e un habitat di notevole valenza non solo paesaggistica, ma anche per la grande ricchezza della biodiversità che ancora custodisce. Una piccola ma significativa parte della ben più ampia foresta che sovrastava il territorio di Siurgus Donigala sino a 40 anni fa. Famosa e immortalata nei libri dei viaggiatori e scrittori di inizio secolo, come Lawrence (“Sea and ”) e Goldring (Sardegna – isola dei Nuraghi). Inserita oggi in diverse guide e siti turistici, tra cui quello istituzionale comunale e quello della Regione Sardegna “sardegna turismo”, dove risultano aree di gran pregio paesaggistico: “Genna de Cresia”, “Perd'e Collina”, “Mont'Artu” etc.; ovvero le stesse località inserite nel progetto in questione. L'estensione complessiva è pari a 770 ettari, comprendente anche le pregiate aree agricole di Sisini (frazione del Comune di Senorbì) e del Comune di , insistente nel territorio della regione storica della Trexenta, territorio in cui il Comitato Biodiversità da tempo opera, portando avanti progetti ed azioni volte a tutelare, salvaguardare e divulgare la biodiversità stessa. DAL PUNTO DI VISTA STORICO, ARCHEOLOGICO E TURISTICO Trattasi di un'area meglio nota nel suo complesso, come “Su Monti”, che nella tradizione della nostra Isola e nella etimologia della sua lingua, non ha il semplice significato di bosco, ma sta ad indicare quella divisione terriera legata ad una gestione produttiva ultramillenaria, che adibiva una parte del proprio territorio, al fabbisogno comune di: legnatico, pascolo estensivo, raccolta frutti, erbe spontanee e quant'altro. Era sostanzialmente una zona ademprivile di cui tanta lettura ha già riportato a sufficienza sull'argomento. Ancora oggi continua ad essere per la comunità di Siurgus Donigala, quel polmone verde dove si và a fare il legnatico, a passeggiare, ad attingere l'acqua dalle svariate risorgive presenti, a raccogliere i funghi e i frutti del bosco. Dal punto di vista archeologico. L'intera area che dovrebbe ospitare gli aerogeneratori del campo est e del campo centrale, rappresenta sin dall'antichità, una naturale via nel passaggio dalla pianura della Trexenta alla vallata del Gerrei. Importante per la presenza dei suoi fiumi. A dimostrarlo sono i vicini siti archeologici che la delimitano come: Pranu Mutteddu (Goni) caratterizzato dai circoli megalitici della civiltà dell'eneolitico (3.500 a.C.) e le svariate testimonianze della civiltà nuragica (1800 a.C. - II sec. d.C.). Anche nel periodo della civiltà Nuragica importantissimo dovette essere questo passaggio dalla pianura alla montagna, lo dimostrano i diversi nuraghi che vi insistono con tracce dei loro villaggi, alcuni come il Ega e il Nuraghe Stincoddi, si trovano all'interno dell'area compresa da questo parco eolico, l'ultimo seppur ricadente in territorio di Goni, verrebbe a trovarsi a meno di 200 m. dall'aerogeneratore WTG011, che a sua volta si trova a breve distanza dal lago Mulargia e dalla centrale idroelettrica di UVINI. Questi fattori vengono totalmente ignorati o volutamente elusi dalla società proponente che nega la presenza di qualsiasi itinerario archeologico indagato e da indagare. La stessa archeo pianta presentata dalla società, nella relazione generale, difatto dimostra il contrario, non solo si evince chiaramente l'esistenza di siti archeologici, ma anche che gli stessi in alcuni casi sono prossimi a dove si prevede l'installazione degli aerogeneratori: I nuraghi Gega (meglio noto come 'Ega), Tanca Manna e Bau Arrolli, ricadono a breve distanza dall'aerogeneratore WTG012, e sono tutti censiti e in attesa di riconoscimento UNESCO, così come anche un altro sito archeologico che come si evince dalla stessa mappa (pag. 279 relaz. Paesaggistica generale) verrebbe interessato dalla cavidotteria di collegamento tra l'aerogeneratore WTG012 e WTG013 nel “campo est”.

Anche il “campo centrale” e il “campo ovest” insistono accanto a chiare tracce di siti archeologici, che volutamente non vengon menzionati nella mappa su indicata.

La valenza turistica del territorio viene altresì elusa. Il lago Mulargia, importante oasi naturalistica ricadente per la maggior parte nel territorio comunale di Siurgus Donigala, per la società proponente sarebbe ascrivibile come bene paesaggistico, unicamente a , comune confinante.

Viene negata la presenza di itinerari turistici di ogni genere senza prendere in considerazione che le stesse strade indicate dalla società proponente, per la viabilità esterna, insisterebbero sulle strade Siurgus Donigala – Goni e Siurgus Donigala S.Basilio, entrambe progettate interamente come itinerari turistici, del Gerrei -Lago Mulargia, dall'allora Comunità Montana e dal Consorzio dei Laghi. Finanziate per di più attraverso le varie misure dei PSR UE, per la valorizzazione delle importanti aree rurali e della loro biodiversità, proprio in virtù della particolare posizione geografica, della tipologia del suolo e della sua ricchezza. In ultimo, ma non per importanza, la stessa viabilità esterna Goni - Siurgus Donigala è interessata dal “Cammino di Santu Jacu”, registrato ed inserito a tutti gli effetti nella carta degli itinerari sardi e di collegamento con il più conosciuto internazionale “Cammino di Santiago”. Mentre il sentiero che dal paese conduce a Genna de Cresia è tracciato dal CAI come cammino ad alta valenza paesaggistica.

Per la Siurgus srl, Siurgus Donigala non apparterrebbe a nessuna area rurale, ascrivendo il paese alla vicina regione storica del “Gerrei” ed elencando le aree rurali presenti in quest'ultima.

Oggigiorno i paesi coinvolti nel progetto, Siurgus Donigala, Senorbì, Suelli e Selegas, sono inseriti nell'itinerario “Sentieri dell'acqua e della terra”, redatti dal GAL SGT, che da diversi anni porta avanti, avvalendosi dei finanziamenti dell'UE, ovvero con le politiche di salvaguardia, sviluppo e sostenibilità programmate dai PSR (Piani Sviluppo Rurale) della stessa. LA SCARSA ANTROPIZZAZIONE L'area viene descritta dalla Siurgus SRL, come poco antropizzata: Si può tranquillamente affermare che l'area è volutamente poco antropizzata. Proprio per la tipicità della sua flora e la sua fauna e per gli alti vincoli ambientali e paesaggistici esistenti e sinora sempre fatti rigorosamente rispettare, compreso le UBA di pascolo per ettaro. Gran parte delle aree coinvolte sono piantumate a sugherete, lecci, roverelle, e vi si trovano ancora vaste aree di castagno selvatico (come si evvince dalla stessa toponomastica: Bau Arrolli, Bau Castangedda, che nella lingua sarda riportano alla nomenclatura degli alberi della foresta a latifoglie tipica della foresta primaria delle aree del Mediterraneo.

ASPETTI LEGISLATIVI E VINCOLI NORMATIVI:

Le aree ricadenti nei cosiddetti “campo est” e “campo centrale”, proprio per la loro peculiarità, sono interamente comprese tra le “zone montane a rischio idrogeologico e a vocazione sughericola” e di conseguenza tutelate come si evince dall'all. 1 del “Piano Forestale Ambientale 2007 – Distretto 21. Trexenta.

– Identificata come zona SA19 dal piano su menzionato, a vocazione sughericola e pascolo arborato a sughera, il che la rende tutelata anche dall'art. 9 L.R. 9/2/1994 n. 4;

– zona montana; tav. 7 – vincolo idrogeologico RD 3267/23 – Area a pericolosità idrogeologica L. 267/98.

Nella relazione progettuale vengono totalmente elusi questi vincoli, anzi, si indicano gli stessi fiumi, tra quelli che “verranno attraversati dalla viabilità interna” come nel caso del collegamento tra il cosidetto “campo est” e “campo centrale”. Lo stesso interramento dei cavidotti, come indicato nella Relazione Tecnica Generale (R.T.G.) a pag. 34, non tiene conto dei vincoli summenzionati, né tantomeno di quelli dettati dal D.Lgs. n. 42/2004 art. 142, ovvero la fascia di rispetto dei 150 m., che dovrebbe preservarli da qualsiasi operazione.

Come si evince anche dal GIS della Regione Sardegna, la maggior parte dei fiumi menzionati, generano sorgenti di acque rinomate, come Murru de Callu, Funtana Meurra, Mont'Artu e Perdes'arras, per citarne alcune. L'aerogeneratore WTG014 ricadrebbe addiritura a ridosso della sorgente denominata “perdes'arras”. Ugualmente accadrebbe per la risorgiva nota come “mintza de Mont'Artu” dove è previsto il posizionamento dell'aerogeneratore WTG007 del “campo centrale

L'analisi geologica del territorio e d'impatto ambientale risulta essere condotto dalla siffatta società, in modo molto arbitrario e riduttivo, omettendo diversi importanti dati.

Non si tiene conto ad esempio della fragilità del Rio 'e S'appiu alla confluenza con il Rio Perd'e s'arras, dove si prevederebbe il collegamento tra il cosidetto “campo est” e “campo centrale”, e del vincolo dettato non solo dal D.Lgs. n. 42/2004 art. 142 già citato, ma anche dalla L. 267/98 per l'alto rischio idrogeologico e di franosità della roccia.

La società proponente fa continuo riferimento al PPR 2006 della Regione Sardegna, indicando la zona proposta per l'ubicazione del mega impianto, tra quelle non escluse, ma non tiene affatto conto del successivo PPR Regione Sardegna 2007, che rielabora il precedente PPR 2006, colmandone le lacune in ambito di tutela paesaggistica e ribadendone le aree già normate in precedenti leggi e decreti. testualmente il PPR in questione cita “sono assimilabili al bosco”: 1. a) i fondi gravati dall'obbligo di rimboschimento per le finalità di difesa idrogeologica del territorio, qualità dell'aria, salvaguardia del patrimonio idrico, conservazione della biodiversità, protezione del paesaggio e dell'ambiente in generale; Si segnala che gran parte dell'area inglobata in progetto, oltre che come vie di attraversamento, anche come piazzole per il posizionamento aerogeneratori e come area deposito, ricade fra quelle comprese in tale salvaguardia, come area di rimboschimento e a forte rischio di incendio, Destinataria per lo più, di finanziamenti per l'adeguamento e la prevenzione al rischio idrogeologico, così come da misure auspicate, progettate e divulgate dal PPN 2007/2013 e successivi con la misure 226 a sostegno della difesa dei boschi, prevenzione incendi e che, per sua natura non può essere utilizzata a tale scopo. Questi vincoli descritti dovrebbero evincersi facilmente dai relativi registri di tutela predisposti all'ispettorato di vigilanza territoriale forestale di Cagliari. Al riguardo diversi proprietari lamentano di non aver ricevuto nessuna notifica di eventuali sopralluoghi. SEGNALAZIONE FATTORE DI ALTO RISCHIO INCENDIO

Un altro fattore da attenzionare è l'alto grado di rischio incendio per la forestazione presente. Non sono rari purtroppo incidenti che in questi ultimi anni, hanno visto aerogeneratori prendere fuoco per un cattivo funzionamento. Se accadesse in questo territorio, dato l'alta presenza di forestazione, sarebbe una vera ecatombe ambientale. Il posizionamento della maggior parte degli aerogeneratori inoltre, sarebbe previsto nella linea percorsa continuamente nel periodo estivo, dai velivoli dell'anticendio che frequentemente l'attraversano per rifornirsi nel bacino del lago Mulargia, che serve l'intera Trexenta, il Sarcidano e il Sarrabus Gerrei. DISPONIBILITA' DELLE AREE E ADEGUATA INFORMAZIONE SULL'IMPATTO AMBIENTALE DEL PROGETTO Per quanto riguarda la viabilità interna e la disponibilità delle aree, contrariamente a quanto riportato nella relazione tecnica generale, dove la società asserisce di aver sottoscritto dei contratti preliminare per l'elaborazione del progetto, diversi proprietari lamentano di non aver sottoscritto alcun contratto. La maggior parte di loro lamentano di non essere stati adeguatamente informati sulla tipologia dell'impianto e sull'impatto che questo potrebbe avere.

BIODIVERSITA':

La Siurgus Srl, al riguardo, non tiene affatto conto dell'habitat che di per sé, come già accennato è un vero e proprio scrigno di biodiversità e specie protette. Per la sua ubicazione a cresta in prossimità dell'oasi protetta del lago Mulargia visibile a poca distanza, è la naturale via di passaggio dell'avifauna migratoria. Per l'intensa area boschiva che ospita, vi dimorano tuttora svariate specie in via di estinzione, come alcuni esemplari dell'aquila del bonelli, il cuculo, il gufo protetti dalla convenzione di Bonn, Berna, dalla L.R. n. 23/1998 e dalla L. 157/1992, così come non mancano esemplari protetti della fauna: il gatto selvatico, la lepre, il coniglio selvatico, la volpe, la martora etc., oltre alla presenza della chirotterofauna dovuta al particolare habitat e alla presenza di anfratti rocciosi. Dal punto della flora, sono presenti svariati esemplari della foresta primaria, tipica delle aree mediterranee, come quercia rovere, sughera, castagno selvatico, leccio, corbezzolo, esemplari secolari di filirrea, olivastri secolari compreso un esemplare iscritto nel registro degli alberi monumentali e tanti altri che potrebbero fargli compagnia. La macchia mediterranea raggiunge esemplari di importanti dimensioni come un biancospino di 5 m., erika scoparia, lentisco, ginestra, elicriso, lavandula stoecha per citarne alcuni. Si segnala in questa specificità che la relazione botanica è stata redatta in novembre, quando la vegetazione è per lo più dormiente. In primavera è il regno delle orchidee e dei ciclamini selvatici.

Nel cosidetto “campo est”, in località Genna de Cresia, ed esattamente dove dovrebbe trovare ubicazione l'aerogeneratore WTG010 con le vie di collegamento agli altri aerogeneratori del “campo est” e a quelli del “campo centrale”, si elude totalmente la presenza di un'azienda agricola, facente parte del Comitato della Biodiversità in Trexenta, e che ha fatto della stessa la sua mission, con la conservazione, tutela e incremento delle specie vegetali ed arboree presenti e che pratica oltre alla sughericoltura, la raccolta e la lavorazione delle erbe presenti; queste stesse erbe vengono indicate dalla società proponente alla stregua di erbacce infestanti e quindi da estirpare. ASPETTO SOCIO-ECONOMICO E RICADUTE PER IL TERRITORIO:

L'intera area presenta le peculiarità delle aree rurali e montane come già accennato, tuttora inserita nelle politiche di sviluppo dell'Unione Europea. In particolare l'area boschiva montana ha tutte le peculiarità indicate nel disciplinare di produzione dell'agnello di Sardegna IGP, e le caratteristiche dei pascoli arborati e polifita che con l'apporto delle ghiande e della macchia mediterranea conferiscono le caratteristiche organolettiche alle produzioni DOP e IGP sarde, come i formaggi DOP: pecorino sardo, pecorino romano e fiore sardo o lo stesso agnello IGP di Sardegna, delle quali Siurgus Donigala, con i suoi 15.000 capi ovini suddivisi tra le varie aziende zootecniche, concorre fortemente alla produzione. A queste si aggiungono le produzioni: suinicola e l'apicoltura. Entrambe importantissime per il paese, e per le quali queste aree ricche di vegetazione mediterranea e arborea, costituiscono il contesto principale per eccellenza. Gli apicoltori del territorio hanno ottenuto più volte importanti premi a livello regionale e nazionale.

Ma la parte regina del territorio la detiene la sughericoltura. Sono circa un migliaio le tonnellate di sughero che ancora vengono estratte. Il sughero di questa zona viene apprezzato e conteso dai più importanti sugherifici regionali e non solo, per la posizione e per la longevità delle piante.

Nelle aree pianeggianti agricole di Sisini, si pratica da sempre la cerealicoltura con importanti risultati.

COMPENSAZIONI:

La società proponente non considera queste perdite. Ignora volutamente la presenza delle azienda che vi insistono. Non tiene affatto conto della vocazione produttive del territorio e dell'importanza delle attività primarie e di trasformazione in quanto specifica area rurale. Lo stesso comparto ovino, contribuisce significativamente ad una reale economia sostenibile, non solo del territorio in cui insiste, ma dell'intera Isola. Lo fa attuando le politiche di allevamento estensivo, tanto care allo stesso Ministro della Transizione Ecologica, e con la produzione di prodotti di qualità di cui tanto si parla e che andrebbe premiata e incentivata e non messa a rischio. Le compensazione a queste perdite sono praticamente nulle. L'unico proponimento da parte della società Siurgus srl, risulterebbe il “rinerbimento” delle aree sottratte dopo gli interventi di cementificazione. A tale scopo si fa presente, che sia per la particolarità del suolo e sia per la particolarità dei pascoli polifita presenti, la soluzione al ricorso di zolle (che sembrerebbero quasi da acquistare negli ipermercati del giardinaggio) non risulta minimamente percorribile. Per le numerose querce che disturberebbero la viabilità interna, si propone l'espianto e il reimpianto, senza tener minimamente conto della tipologia delle piante, trattasi di quercus suber, in piena produzione, per cui questo tipo di intervento risulterebbe deleterio. Non si tiene conto della sughericoltura praticata né tanto meno dell'enorme perdita che ne deriverebbe sia sul piano paesaggistico che sul piano economico. Oltre al grande valore del rinomato sughero, le querce producono anche le ghiande, alimento importantissimo per gli allevamenti che vi insistono, ma anche per la fauna selvatica.

CONCLUSIONI: In un momento in cui si parla tanto di arginare lo spopolamento dei piccoli centri, di abitare campagne e centri montani. In un momento in cui si parla tanto di ridurre gli allevamenti intensivi e tornare ad un'alimentazione più sana e ad una produzione più sostenibile anche dal punto di vista ambientale, si dovrebbero incentivare le aziende che insistono in questo contesto. Di fatto queste incentivazioni all'apparenza già stanno avvenendo con la nascita di vari distretti rurali e con le nuove misure a sostegno di questo genere di allevamenti e conduzioni aziendali. In un momento in cui più che mai è importante preservare l'ambiente e la biodiversità, in questo contesto appare totalmente inadatta e disastrosa l'attuazione di questo progetto. Si tratterebbe dell'ennesima sottrazione di aree rurali e agricole in un territorio per il quale queste attività primarie e di trasformazione rappresentano una delle economie principali. Non si tiene affatto conto che le stesse aree sono già state inserite a questo scopo anche nell'ultimo PSR della Regione Sardegna e ne costituiscono il fiore all'occhiello grazie alla tipicità preservata. I giovani imprenditori agricoli concorrono oggi all'economia regionale con moderni strumenti di conduzione aziendale, che vanno dall'ammodernamento, al benessere animale. Diversi di loro hanno rilevato le aziende di famiglia e si tengono in costante aggiornamento.

Appare fuorviante in questo contesto parlare di bene pubblico e chiedere in nome di un interesse collettivo non ben focalizzato, di rinunciare alle proprie attività che rappresentano per questa collettività la realizzazione di un microcosmo vitale non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista socio-culturale.

Il territorio non è contrario alle energie alternative. Prova ne è la presenza di altri parchi eolici che insistono in tutta la Trexenta. Sarebbe però auspicabile l'individuazione di aree più idonee a queste installazioni, come aree degradate o in prossimità di siti industriale. Mentre andrebbero preservate e integrate le aree a vocazione produttiva soprattutto del settore agro-alimentare, come in questo caso. E maggiormente preservate le aree a valenza paesaggistica e ricche di biodiversità come questa.

Confidando in un Vs. obbiettivo parere, colgo l'occasione per porgere, Cordiali Saluti

Il Presidente