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SCENARI Italian Black & White Che fine ha fatto il bianco & nero nel cinema italiano?

INNOVAZIONI Sul confine tra finzione e realtà: il mockumentary italiano

FOCUS Il cinema in Estonia

ANNIVERSARI A 50 anni da La battaglia di Algeri EDITORIALE di GIANNI CANOVA

AVVOLTI DA UNA RAGNATELA DI MAI

volte, è utile provare a guardare le cose da un punto di vista opposto a quello corrente. A Nei mesi scorsi abbiamo gioito tutti per il grande successo di Quo vado? 65 milioni di euro al box office, il più grande incasso nella storia del cinema italiano. Quasi 10 milioni di biglietti venduti. Strepitoso, non c’è dubbio. Ma da un altro punto di vista anche deprimente. Perché significa che anche il più grande successo della storia, da noi, è stato visto solo da 10 milioni di italiani. Ovvero: 55 milioni di italiani non hanno visto neanche Quo vado? Il più grande successo della storia ha coinvolto meno del 20% della popolazione. E l’altro 80%? Al cinema non ci va proprio mai? Non proprio. I dati Istat sui consumi culturali ci dicono – dicembre 2015 – che al cinema ci va almeno una volta l’anno il 49,7% della popolazione dai 6 anni in su. Ma un italiano su due, comunque, non va mai. MAI. Proprio MAI. Meglio che a teatro, dove – sempre in base alle rilevazioni Istat pubblicate nel dicembre 2015 – non c’è MAI andato l’80% della popolazione. Il 70% della popolazione nel 2015 non ha MAI visitato un museo o una mostra d’arte, il 74% non è MAI entrato in un sito archeologico, quasi il 90% non ha MAI assistito a un concerto di musica classica, lirica o operistica. Per non parlare dei libri: per un italiano su sei non esistono. Nel senso che quasi il 60% degli italiani non legge MAI. Neanche un libro all’anno. Niente di niente di niente. Sono dati sconfortanti e preoccupanti. Dati che dicono come la democrazia culturale sia per il nostro Paese un obiettivo ancora lontano. E come l’aumento dell’accesso ai consumi culturali sia una priorità assoluta e improcrastinabile del nostro Paese. Pena un declino che non sarà, ovviamente, solo culturale. Sommario

EDITORIALE SCENARI 24 QUESTIONE FATTI DI GENDER Dossier di DG Cinema 01 AVVOLTI DA UNA 04 ORGASMO DEL SESSO, di I.R. e ANICA RAGNATELA DI MAI ORGASMO DEL VOLTO Il dossier di FATTI è di Gianni Canova di Gianni Canova 26 I PIÙ ESPLICITI? a cura di Federica D’Urso, BERTOLUCCI Iole Maria Giannattasio, 06 PORNETRATION E BELLOCCHIO Francesca Medolago Albani. di Simone Regazzoni di Nicole Bianchi I contributi sono a cura e Cristiana Paternò di Stefano Stefanutto Rosa 08 UN MERCATO DA 13 MILIARDI, 40 LA RIFORMA DI SISTEMA MA L’ITALIA SCENARI 2 CHE RAFFORZA DELOCALIZZA L’INDUSTRIA AUDIOVISIVA di Ilaria Ravarino 28 CORTO ITALIANO di Nicola Borrelli ANNO ZERO direttore generale 10 JÜRGEN BRÜNIN, di Jacopo Chessa Cinema - MiBACT L’INVENTORE DEL SUNDANCE 30 GIORNALI, MEDIA, TV… 46 IL DDL VA DOTATO DELL’HARD UNA RELAZIONE DEI GIUSTI PROVVEDIMENTI di I.R. (QUASI) INESISTENTE ATTUATIVI di Franco Montini di Riccardo Tozzi 12 L’UNIVERSIT- presidente ANICA HARD 32 PICCOLI MA GRANDI di Andrea Borgomaneri 47 LA VISIONE ORGANICA di Mauro Gervasini DI UN SETTORE STRATEGICO PER IL PAESE 14 GIORGIA, ILONA 34 BREVITÀ: di Francesca Cima E CICCIOLINA CROCE E DELIZIA di Andrea Guglielmino presidente Sezione di Valentina Neri Produttori ANICA

16 PORNOGRAPHY 37 I RE DEL CORTO 48 DUE PREGI: APPROCCIO MEETS ACADEMY di Nicole Bianchi di Federico Zecca DI SISTEMA E   e Cristiana Paternò RAFFORZAMENTO 18 XXX E VITA REALE DEGLI INDIPENDENTI di Franco Trentalance di Andrea Occhipinti DAMMI IL ROSSO presidente Sezione 20 IO E IL PORNO a cura di Hollywood Party Distributori ANICA di I.R. Rai Radio3 49 PIÙ CONTRIBUTI 38 IL SEGRETO SELETTIVI AI FILM 22 AMMUCCHIATA DEL CARBONE DI QUALITÀ CON MANETTE VEGETALE di Francesco Bruni di Fabrizio Zanoni di Steve Della Casa presidente 100AUTORI - ½ Associazione dell’autorialità 8 cinetelevisiva NUMERI, VISIONI E PROSPETTIVE DEL CINEMA ITALIANO

Bimestrale d’informazione  Direttore Responsabile In Redazione Hanno collaborato e cultura cinematografica Giancarlo Di Gregorio Carmen Diotaiuti Alberto Anile, Andrea Andrea Guglielmino Borgomaneri, Nicola Borrelli, Direttore Editoriale Ryan Cheng, Jacopo Chessa, Iniziativa editoriale realizzata Gianni Canova Coordinamento redazionale Lorenzo Codelli, Steve Della Casa, da Istituto Luce-Cinecittà Vice Direttore Responsabile DG Cinema Elena Dagrada, Gabriele D’Autilia, in collaborazione con ANICA Cristiana Paternò Iole Maria Giannattasio Federica D’Urso, Mauro Gervasini, e Direzione Generale Cinema Iole Maria Giannattasio, Capo Redattore Coordinamento editoriale Andrea Mariani, Citto Maselli, Stefano Stefanutto Rosa Nicole Bianchi Claudio Masenza, Francesca 50 QUEL MODELLO FRANCESE CINEMA ESPANSO ANNIVERSARI CHE DA SETTANT’ANNI FUNZIONA CON EFFICACIA 56 TINTO BRASS, 86 A 50 ANNI DA di Francesco Ranieri Martinotti TRA EROTISMO L’ARMATA BRANCALEONE presidente ANAC - E PROVOCAZIONE 70 BRASS CONTRO MORANDINI Associazione Nazionale di Stefano Stefanutto Rosa DA “CINECRITICA”, 87 BRANCA, BRANCA, Autori Cinematografici LUGLIO 1980, N° 6. BRANCA… 58 LIMPIEZA ES BELLEZA di Andrea Mariani di Alberto Anile 51 BENE LA TRASFORMAZIONE di Cristiana Paternò DELLE VARIE FORME 90 CATHERINE SPAAK: DI SOSTEGNO IN CREDITI  61 IL POTERE FOCUS TAIWAN “LA VITA NON È UN FILM D’IMPOSTA DELLE IMMAGINI di Italo Spinelli E TALVOLTA I GENI SONO di Luigi Cuciniello di Gabriele D’Autilia DEI MASCALZONI” presidente ANEC - 73 TRADIZIONE di A. A. Associazione Nazionale E MODERNITÀ, Esercenti Cinema DISCUSSIONI UNA STORIA IRRISOLTA RICORDI 52 RAGGIUNTO IL TRAGUARDO 62 PERCHÉ LE STAR  78 LA SVOLTA DEL RICONOSCIMENTO AMERICANE DISERTANO DEL XXI SECOLO 92 CARLO DI CARLO, DELLE FILM COMMISSION I NOSTRI FESTIVAL? di Ryan Cheng L’UMANISTA CHE di Stefania Ippoliti di Claudio Masenza AMAVA I TORTELLINI presidente Italian Film di Citto Maselli Commissions INTERNET 53 PROVVEDIMENTI NEL MONDO E NUOVI CONSUMI CHE VALORIZZANO PUNTI DI VISTA IL PRODUTTORE  64 38 VOLTE VILLERUPT 80 MAI ACCETTARE INDIPENDENTE di Lorenzo Codelli CARAMELLE DA UNO 94 DA GRANDE VOGLIO di Agnese Fontana SCONOSCIUTO DANZARE A HOLLYWOOD presidente Doc/it - Associazione di Carmen Diotaiuti UMBERTO ECO BON VIVANT E BON VOYANT Documentaristi Italiani RACCONTI DI CINEMA di Elena Dagrada 54 FONDAMENTALE 66 ROCCO GEOGRAFIE IL RISPETTO E I SUOI FRATELLI 82 DELLA NORMATIVA di Marina Spada UN VIAGGIO ISPIRATO 96 BIOGRAFIE SULLE QUOTE A FELLINI DI INVESTIMENTO di Nicole Bianchi di Marco Follini presidente APT - Associazione Produttori Televisivi MARKETING DEL CINEMA ITALIANO 55 MISURE CHE INNESCANO UN CICLO VIRTUOSO 84 CAMPAGNA D’ACCIAIO di Ranieri de’ Cinque Quintili di Andrea Guglielmino presidente Sezione Imprese Tecniche e Audiovisive ANICA

Medolago Albani, Franco Montini, Progetto Creativo Stampa ed allestimento Direzione, Redazione, Valentina Neri, Ilaria Ravarino, 19novanta communication partners Arti Grafiche La Moderna Amministrazione Simone Regazzoni, Marina Spada, Via di Tor Cervara, 171 Istituto Luce-Cinecittà Srl Italo Spinelli, Franco Trentalance, Creative Director 00155 Roma Via Tuscolana, 1055 - 00173 Roma Fabrizio Zanoni, Federico Zecca Consuelo Ughi Tel. 06722861 fax: 067221883 Distribuzione in libreria [email protected] Designer Joo Distribuzione www.8-mezzo.it Claudia Antonazzo, Giulia Arimattei, Via F.Argelati, 35 - Milano Matteo Cianfarani, Valeria Chiuso in tipografia il 21/04/16 Ciardulli, Lorenzo Mauro Di Rese, Registrazione presso il Tribunale Giulio Dallari, Maria José di Roma n° 339/2012 del 7/12/2012 Prieto Fernández SCENARI Italian Porn

Conficcato nel cuore del porno si annida un mistero che ha a che fare con la natura stessa dell’immagine in movimento. Cosa vediamo davvero quando guardiamo un corpo che gode?

on è un “genere” co- vista del tutto condivisibile – che costruito per essere ripreso, se- godimento femminile (invisibile) me tutti gli altri. Per il porno sia il genere filmico in cui condo una retorica linguistica che si espone e si incarna. Lì il porno N certi versi è il gene- più di ogni altro si decostruisce impone l’uso di primissimi piani, rende visibile l’ineffabile. Non re per eccellenza: la frontiera tra finzione e realtà. con abbondante gigantismo dei a caso, uno dei siti di maggior quello che più di ogni altro va vi- Uno degli studiosi del porno che dettagli, è il porno nella stagione successo nell’era di YouPorn è cino al cuore di ogni riflessione intervengono in questo numero “classica” della sua storia cinema- beautifulagony.com: centinaia di sull’immagine in movimento di 8½, Simone Regazzoni, nel suo tografica, laddove l’atto sessuale ragazzi e ragazze inseriscono bre- e sulla sua vera natura. C’è una fondamentale Pornosofia (Ponte compiuto dagli stessi soggetti che vi film con l’espressione assunta domanda di fondo che il cine- alle Grazie, 2010) arriva ad affer- lo riprendono, con la finalità di es- dal loro volto durante l’orgasmo. ma porno pone inevitabilmente mare che il porno è la sola forma sere filmato e poi mediatizzato, è Nient’altro. Nessuna nudità, se a tutti noi. Domanda ineludibile, di fiction in cui gli attori “fingo- l’home porn, o la forma basica del non dal collo in su. Dice il regola- forse perfino ontologica. Potrem- no di fare” ciò che in realtà fanno porno espanso dei giorni nostri? mento del sito: “È lì che la gente è mo sintetizzarla così: il porno è davvero. Che ci sia nel porno una Il porno in cui il set coincide con il nuda davvero”. Vero. Solo che lì, una serie di atti sessuali ripresi “finzione del vero”, o una messin- set della vita? Ma quando il porno sul volto, l’orgasmo torna a poter con primissimi piani e dettagli scena del vero, è indiscutibile. Un così concepito diventa snuff mo- essere anche simulato o recitato. da una macchina da presa (altri po’ meno è che si tratti dell’unico vie? Semplicemente se chi viene Nessuna assunzione nel visibile tempi…) e ora da una videocame- atto vero compiuto per finzione filmato nell’atto di compiere atti della prova che l’orgasmo sia av- ra o da uno smartphone, oppure su un set: anche quando mangia- sessuali è obbligato a farlo contro venuto davvero. E allora si torna è una serie di atti sessuali costru- no un biscotto o bevono un caf- la propria volontà? Ma come si fa inevitabilmente al punto di par- iti (o semplicemente compiuti?) fè un attore o un’attrice fingono a capire se chi sta facendo sesso tenza. Alla matrice e alla radice per essere ripresi da una video- di fare ciò che in realtà stanno vuole o non vuole essere filmato, del mistero. Dov’è l’anima del camera e/o da uno smartphone? facendo davvero. O no? Sì e no. visto che spesso il porno lavora sul porno, soprattutto nell’era in cui La questione non è di poco conto In un film non porno l’attore o gigantismo di parti del corpo che diventa pratica di massa? È attor- perché ne va della natura stessa l’attrice possono anche far finta compiono il loro “lavoro duro” – no a questa domanda che ruota e di ciò che si vede nell’immagi- di mangiare il biscotto o di bere per usare un’espressione di Linda si interroga lo scenario d’apertu- ne porno (nell’immagine tout il caffè. Nella tazzina può anche Williams – senza che si possa leg- ra di questo numero di 8½. court): quintessenza del reali- esserci qualcosa che assomiglia gere in essi consenso o dissenso? smo? Del “pedinamento” del re- al caffè, ma non è caffè. Nel por- Provo a fare un’affermazione ale? O forma estrema di finzione, no invece è essenziale che l’atto provocatoria: la parte più im- o addirittura di costruzione del avvenga davvero, e che la prova portante del corpo, in un porno, reale affinché possa essere filma- di ciò (la prova dell’avvenuto) sia non è l’organo genitale, ma il vi- to e mediatizzato? È importante incorporata nel visibile (per que- so. Lo lasciava intendere anche sottolineare: costruzione del reale. sto la famigerata scena del burro David Foster Wallace nel suo sag- Su un set porno gli atti sessuali e in Ultimo tango a Parigi di Berto- gio dedicato agli Oscar del porno gli orgasmi avvengono davvero, lucci non è porno: il visibile non di Los Angeles (lo si può leggere mentre in altri generi no: su un set ci dice e non ci attesta se la sodo- in italiano nel volume Conside- horror, per dire, morti e torture mizzazione è avvenuta davvero). ra l’aragosta e altri saggi, Einaudi vengono simulate, non avvengo- Come uscirne? Forse, anche in 2006). È lì che si manifesta a vol- no mai (quasi mai?) davvero. La questo caso, provando a distin- te l’anima del porno. Soprattut- tendenziale irresolubilità della guere, a differenziare, a storiciz- to nel viso femminile in primo questione ha indotto molti a ri- zare. Proviamo a metterla così: piano nel momento dell’orga- tenere – e mi pare sia un punto di possiamo dire che l’atto sessuale smo, della “piccola morte”: lì il SCENARI Italian Porn 4 - 5

ORGASMO DEL SESSO, ORGASMO DEL VOLTO

di GIANNI CANOVA di SIMONE REGAZZONI SCENARI Italian Porn 6 - 7

carne delle immagini come nei pus è identica alla sua reincarnazi- corpi, le schegge dei suoi disjecta one digitale nello spazio della rete Deconstructed Porn o il porno a pezzi membra, tante “fettine di godi- che coincide, infine, con la sua nell’epoca dei tube sites, parafrasando mento” pronte a venire incontro liberazione da una forma storica ai nostri fantasmi, confezion- (il film porno) collocata sull’ulti- Hegel e il suo concetto di morte ate per soddisfare tutte le nostre mo gradino nella scala dei generi dell’arte. Con la fine della distanza dettagliatissime perversioni. Da cinematografici, dopo il melò e di sicurezza, il porno ora è ovunque. qui, necessariamente, la pulsione l’horror, e trattata, nei fatti, come classificatoria, la vertigine della cosa perturbante: al contempo lista che va in scena sui tube sites, familiare al cinema ed estranea, simili alla celebre enciclopedia da tenere alla giusta distanza di citata da Borges ne L’idioma ana- sicurezza da tutto il resto, sotto ue date, per cominc- porno. Assomiglia piuttosto alla litico di John Wilkins: l’egida della Legge del genere. D iare e finire. E inter- morte dell’arte di cui parlava Hegel Nelle sue remote pagine è scrit- Tutto questo, oggi, non c’è più. rogarsi sul senso di nelle sue lezioni di estetica, a tal to che gli animali si dividono in: Quel che resta del porno sono i una fine, quella del punto che si può dire che la morte a) appartenenti all’Imperatore, b) frammenti di un corpus in prolif- porno, che ha la portata di una del porno sia una straordinaria imbalsamati, c) ammaestrati, d) erazione ed espansione transme- metamorfosi epocale dell’im- chiave di lettura per l’idea hege- lattonzoli, e) sirene, f) favolosi, g) diale, che circolano in ogni dove, magine audiovisiva. liana di fine dell’arte. La morte, cani randagi, h) inclusi in ques- pronti a innestarsi o incistarsi in 12 giugno 1972: a Times Square o fine dell’arte (Ende der Kunst) ta classificazione, i) che s’agitano altri corpora. È già stato creato un si comincia a proiettare Deep non era, per Hegel, un semplice come pazzi, j) innumerevoli, k) neologismo per questa capacità Throat. È la data di nascita del concludersi dell’arte, bensì un disegnati con un pennello finissimo di penetrazione del porno nello Pop Porn, il porno di massa. uscire fuori di sé, un andare ol- di peli di cammello, l) eccetera, m) spazio dell’immagine: pornetra- 28 agosto 2006: su YouPorn viene tre se stessa. Lo stesso vale, og- che hanno rotto il vaso, n) che da tion. Il porno, liberato dal genere e caricato il primo video, uno spot gi, per il porno. La fine del porno lontano sembrano mosche. dal ghetto in cui era stato rinchiu- della Hahn Beer con una scolla- nell’epoca dei tube sites è, precis- Occorre classificare, etichettare, so, si dissemina nella società tut- tissima protagonista femminile. amente, un fuoriuscire da sé, un raccogliere, inventariare, nomin- ta, contaminando, come una sor- È l’inizio della fine di un genere. andare oltre come andare al di là are. Ad esempio, nelle pagine del ta di virus, le immagini tout court: In soli due anni YouPorn diventa dei limiti storici di un genere audio- sito Xnxx, il porno è diviso in: dalla moda ai videoclip, dalla tv il sito porno più popolare al mon- visivo. Parafrasando Hegel si può Amateur, American, Asian Sex… allo spazio dell’arte contempora- do, arrivando al 37° posto nel rank dire che il porno ha il suo prima Babysitter, BBW, Ball-sucking, Big- nea, dal cinema alla politica et alia. dei siti più visitati, con 1,5 milioni in un genere e il suo dopo in una dicks-at-school… Doctor, Ex-girl- È questo il senso della morte del di contatti al giorno solo in Italia. sfera che oltrepassa il genere per friend… Fantasy, First-time-anal, porno: fine della distanza di si- A quasi dieci anni da quella data, assumere nuove forme, sempre Forest… High-definition… Its- curezza, fine della Legge del genere. il porno spopola in rete su Xham- più potenti e perturbanti, perché gonna-hurt… Milf-hunter… Nu- Il porno, oggi, sopravvive animato ster, Xnxx, Pornhub, Xvideos. sempre meno controllabili. Se le ru-massage, nylons… Pauwn-shop, da un’ultravitalità incontenibile. Che cosa accade, oggi, a ciò che caratteristiche del porno, dopo la People, Pink-pussy… Sleeping… abbiamo chiamato “porno”? Nel fine del porno, sono molteplici, University… Very, Vip… Whore, giro di quarant’anni abbiamo as- due sembrano essere gli elemen- Wife… Zebragirls, Zebralesbos. sistito alla nascita e alla morte ti costitutivi dell’ultra-pornogra- Ma il lavoro di classificazione del porno. Ma questa morte va fia: decostruzione e liberazione. procede ad infinitum: la lista è interrogata e interpretata, per- Il porno muore per deflagrazi- strutturalmente aperta e gli og- ché riserva una sopra-vivenza, one, esplosione, frantumazione. getti pronti a disseminarsi ovun- come incremento di vitalità, Il porno è letteralmente a pezzi. que. La classificazione del por- ancora tutta da pensare. Legge- Ma secondo le linee di frattura no a pezzi, in altri termini, non è re la parabola degli ultimi anni interna che ne liberano le parti la sua museificazione post mor- del porno all’alba del XXI seco- costitutive – le performance ses- tem, bensì la sua liberazione nel- lo, sulla falsariga di come Boogie suali – dalle suture narrative con la forma di una proliferazione al Nights di Paul Thomas Anderson cui da sempre aveva convissuto. di là della Legge del genere che descrisse, in termini di decaden- La fine del porno è anche la fine ancora la conteneva. za, l’irruzione di Betamax e VHS dell’idea che il porno debba as- Torniamo all’estetica di Hegel, nell’industria del cinema porno somigliare a un film: una serie nella lettura che ne offre il filo- degli Anni ‘80, non aiuterebbe a di scene di sesso esplicito colle- sofo Jean-Luc Nancy quando capire il senso di questa morte. gate da momenti narrativi. scrive: “L’arte si reincarna per così La morte del genere, cui stiamo Viviamo nell’epoca del decon- dire al limite della propria dis- assistendo, non ha nulla a che structed porn: il “porno decostrui- soluzione. La fine dell’arte è iden- fare con la morte di altri generi to”, il “porno a pezzi”, il porno tica alla liberazione dell’arte”. La cinematografici né con le rivoluz- il cui corpus esploso ha sparso fine del porno come deflagrazi- ioni interne alla storia del cinema e conficcato in ogni dove, nella one e decostruzione del suo cor- UN MERCATO DA 13 MILIARDI, MA L’ITALIA

ra il 2007 e il cine- E ma porno lanciava DELOCALIZZA un drammatico gri- do d’allarme. Vivid Video, popolare distributore di DVD hard, dichiarava un crollo delle vendite del 50% in tre anni. E la rivista “Adult Video News” di ILARIA RAVARINO (“il Variety del porno”, secon- do la brillante definizione dello scrittore David Foster Wallace) annunciava con toni apocalittici una diminuzione dei consumi in Il consumo del genere: numeri, dati ed economia tutto il settore dell’11%. Colpa di del porno, con gli italiani quarti al mondo, internet, si diceva: colpa di quel porno 2.0 nato a fine Anni ‘90 e per numero di visitatori quotidiani in rete. passato nel giro di qualche pri- mavera a fatturare, a discapito del porno “tradizionale”, da 2 a 13 miliardi di dollari l’anno. Dieci anni dopo il porno non solo non è morto, ma si è rifat- to una vita in forma digitale, elettronica e persino virtuale. La rete, secondo i dati di Google, offre ai consumatori circa 260 milioni di siti porno, consultati quotidianamente da più di 300 milioni di utenti. SCENARI Italian Porn 8 - 9

Il sito di video sharing “Porn- Hub”, che pubblica ogni anno le statistiche del mercato, ha dichiarato di aver registrato nel 2015 circa 21 miliardi di accessi ai suoi siti, per un totale di 4 mil- iardi di ore di video erogate. Lo spettatore medio di “PornHub” ha 35 anni ed è maschio, anche se il pubblico femminile sarebbe recentemente triplicato, e i film li guarda soprattutto su smart- phone, poco al computer, poch- issimo su tablet. I cortometraggi Particolare il caso dell’Italia, una li preferisce, di gran lunga, ai film decina di case di produzione di durata classica: la media di toll- di film a luci rosse, 2.500 por- eranza per un film visto in rete, no-shop e un giro d’affari da più secondo quanto riferito dal sito di 500 milioni di euro. Secondo gemello “YouPorn” (2,1 miliardi un’indagine della Fondazione di pagine viste al mese, archivio di Ente dello Spettacolo, dei 1.500 oltre 100 terabyte di dati) sarebbe lungometraggi hard immessi sul di circa dieci minuti. Con gli ital- nostro mercato nel 2008 sola- iani, quarti al mondo per nume- mente 300 sarebbero stati pro- ro di visitatori quotidiani, tra gli dotti sul territorio nazionale. E spettatori più pazienti. Prossimo, nel 2012 la cifra scenderebbe a secondo gli analisti, l’approdo del soli 200 titoli. La delocalizzazi- porno nel mondo della realtà vir- one delle imprese avverrebbe in tuale, con la statunitense Naugh- favore di Paesi come Ungheria ty America pronta a investire e Repubblica Ceca, Germania in un mercato che nel 2020 po- e Spagna, dove la produzione trebbe già fatturare un miliardo di di film per adulti è sostenuta dollari l’anno. come un normale settore del- lo spettacolo e può usufruire di agevolazioni anche nell’assisten- za sanitaria. JÜRGEN BRÜNIN, L’INVENTORE DEL SUNDANCE DELL’HARD

Qui, e in pochissimi altri posti al di I.R. mondo, è stato presentato il do- cumentario shock Outing di Se- bastian Meise e Thomas Reider: la storia di un pedofilo raccontata dal suo punto di vista. E ancora porno femministi, porno trans, etero, gay, intersex, fetish in una ridda di sigle e classificazioni in Come nasce un festival a luci rosse. continua evoluzione. Ce lo racconta il fondatore della storica A tenere insieme un materiale manifestazione berlinese, oggi emulata tanto vario, conservando il festi- val lontano dalle rotte del main- in molti altri Paesi. Anche in Italia stream, concorrono due fattori: il con il neonato Fish&Chips. legame fortissimo con la città e l’e- sperienza del fondatore, eclettica figura di riferimento nella Berlino pre e post caduta del Muro. Kottbusser Damm, del mondo. Jürgen Brüning, pro- Nato vicino a Bonn e vissuto fino A nel cuore di Kreu- duttore del regista Bruce LaBruce alla Wende tra Berlino e New zberg, la locandi- e collaboratore storico della Ber- York, Brüning fu tra gli animatori na del Porn Film linale, ne è il fondatore: “Il miglior delle piccole factory nate spon- Festival ammicca invitante di mondo possibile è quello in cui taneamente negli Anni ‘80 tra i fianco a una bottega turca, che non c’è bisogno di un Porn Film palazzi occupati della parte ovest espone frutta e verdura lungo il Festival, un mondo in cui la ses- della città. “Eravamo una ventina marciapiede percorso da don- sualità è davvero libera - dice - ma di registi. Aprimmo una specie ne in hijab, biciclette, bambini. questo mondo non esiste. Ci sono di piccolo cinema. Sessualità Siamo nel quartiere più islamico Paesi in cui ancora oggi non è pos- e voyerismo sono sempre stati di Berlino, negli Anni ‘80 centro sibile parlare di sesso”. parte della mia ispirazione. La della controcultura cittadina, e Nel corso di dieci anni il Festival mia attenzione era catturata dai proprio qui ha sede il cosiddet- ha coperto ogni possibile decli- progetti più sovversivi, e la cosa to “Sundance del porno”, la più nazione del tema, attraverso la più sovversiva a quei tempi era antica porno-rassegna europea collaudata formula proiezione+- mostrare il sesso al cinema”. Nel ospitata dal 2009 nello storico dibattito e approfondendo gli 1986 fu lui a proporre alla Berlina- Kino Movimiento. argomenti con panel, seminari, le Fingered, il film di Richard Kern 150 film in catalogo, 30.000 euro il incontri. Qui è stato presentato che imbarazzò talmente il pub- budget messo a disposizione dagli Profane di Usama Alshaibi, tra blico da costringere il direttore a sponsor, 7.000 biglietti staccati fede (islamica) e prostituzione. intervenire durante la proiezione. nell’ultima edizione e 5 persone Qui il pubblico ha visto e discus- “Dopo la Berlinale decidemmo di a selezionare e organizzare il ma- so Devotee di Remi Lange, sulla proiettarlo per una settimana in teriale proveniente da ogni parte sessualità invisibile dei mutilati. un altro cinema: fu naturalmente SCENARI Italian Porn 10 - 11

sold out. Ma al quinto giorno una sarebbero venuti solo vecchi uo- ma porno: si chiama Fish&Chips decina di uomini irruppe in sala, mini. Io rispondevo: e allora? Non Film Festival, si svolge per quat- spaccò il proiettore, rubò tutti ho niente contro gli anziani che tro giorni a Torino e si propone i soldi, scrisse insulti sul muro guardano i porno. A me interessa “di creare un momento per fruire del cinema. L’atmosfera, in que- portare il porno fuori dalle case”. e confrontarsi sui temi della ses- gli anni, era pesante”. L’incontro L’intuizione di Brüning si rivelò sualità in maniera creativa, laica, con Bruce LaBruce avvenne a azzeccata: il pubblico del Festival dissacrante e intelligente”. San Francisco nei primi Anni ‘90. oggi è soprattutto giovane, uomini Per Brüning il proliferare di tan- Jurgen produsse il suo No Skin e donne in uguale misura. E in Eu- te iniziative concorrenti è “un Off My Ass, il film volò al London ropa, su quel modello, sono nate buon segno. Senza contare che Film Festival, la critica vide in La- molte altre esperienze. Alcune oggi anche i film d’autore s’in- Bruce “il nuovo Andy Warhol”. durate pochi anni, come il Paris teressano sempre più del tema Fu l’inizio di una proficua col- Porn Film Festival o il Festival della sessualità. Certo, una pel- laborazione fra i due artisti, che Independiente De Cine Para licola come Love di Gaspar Noè sarebbe proseguita a lungo. L’i- Adultos di Madrid, altri in piena non è altro che un noioso film dea del Porn Film Festival venne attività come La Fete du Slip di borghese finanziato con un sac- a Brüning proprio mentre era in Losanna (“Ci interessano film co di soldi francesi. Le Baiser di viaggio per trovare le location del emancipati, sovversivi, ironici, Ovidie, che abbiamo presentato nuovo film del regista, quando sensuali e queer”), il Porn Festi- al Porn quest’anno, gioca su una un attacco di cuore lo costrinse val di Zurigo e di Atene, il “post tematica affine ma è infinitamen- in ospedale per tre settimane. porn” spagnolo Muestra Mar- te migliore. Se solo avesse potuto “Quando spiegai quel che volevo rana. Anche l’Italia, dallo scorso accedere a quei fondi, lei avrebbe fare, mi dicevano che al Festival ci gennaio, ha il suo festival di cine- fatto un grandissimo film”. L’UNIVERSIT- HARD

di ANDREA BORGOMANERI

Diario di uno studente invitato a imparare il mestiere del cinema sul set di Rocco Siffredi: la noia, l’antierotismo e il fascino dell’artificiosità, in cui più di tutto, ad eccitare, è la macchina da presa. SCENARI Italian Porn 12 - 13

a prima domanda che sorge è: perché uno studente non ultima, la passione per la produzione di immagini. Sono sicuro L universitario di cinema e televisione, dai modi gentili che senza telecamera il tutto non mi interesserebbe molto. Arriva (apparentemente?), e dotato di un rassicurante volto il momento di dirigere il mio corto hard e mentre giro (sono regi- efebico dovrebbe “abbassarsi” a fare il porno? La ri- sta e operatore) mi sento coinvolto ma non eccitato. L’eccitazione sposta è: perché mi piace. Perché, per citare il Joker di Nolan, “sono sessuale generata dal vedere corpi nudi impegnati a fare sesso ha uno dai gusti semplici”. Amo la messa in forma di ciò che è consi- lasciato definitivamente il posto all’ossessione per la messa in for- derato basso dall’élite culturale: il sesso e la violenza, l’orgasmo e ma, per la finzione e l’artificiosità. Se le immagini hanno davvero la morte. A settembre parto per un workshop con Rocco Siffredi una vita e se davvero ci guardano, allora il porno è il genere (l’uni- nei suoi studi a Budapest. Vi do qualche numero: 11 giorni, 4 aspi- co?) dove il piacere vero non sta nella produzione perché gli attori ranti registi e sceneggiatori (tra cui il sottoscritto) e 10 aspiranti recitano, perché ci sono pause continue, perché si finge un’alchi- attori. Rocco sta girando un film che sarà intitolato Siffredi Hard mia che non sempre si crea, perché è tutto frammentato, perché il Academy. La prima scena inizia e la prima cosa di cui mi rendo con- sesso deve durare ore e perché si deve avere un occhio per i partner to è quanto sia noioso il porno. Vedere persone che fanno sesso per e uno per la telecamera. Non sta nemmeno nella fruizione perché una o più ore non è divertente perché poco drammaturgico, non quasi sempre l’appagamento è mutilato dal fatto che lo spettatore c’è una progressione e il tutto diventa ripetitivo dopo poco tem- vorrebbe trovarsi al posto dei performer o comunque dentro l’a- po. Un set hard è il posto meno erotico che si possa immaginare zione. No, il piacere è tutto dei fantasmi inglobati dentro il quadro perché è un luogo fatto di attori che recitano, di un regista che dà che ci guardano e forse ci deridono perché non possiamo toccare il direttive, di pause continue per far bere i performer, di posizioni loro mondo e tantomeno provare il loro godimento. Il mio viaggio ripetute e di eiaculazioni simulate (a volte). Ma, nonostante tut- è finito. Ora ricomincio a mandare cv a case di produzione cinema- to, c’è qualcosa che mi affascina e credo che questo qualcosa stia tografiche e televisive. E se dovessi essere preso mi parerò il fon- proprio nell’artificiosità dell’hard. Infatti, malgrado mi annoino doschiena dicendo che questo racconto è solo una no fiction novel. le scene di sesso, non posso fare a meno di continuare a guarda- E, se non bastasse, il piano B è pronto. Diventerò Andrea Neri (o re anche senza essere eccitato. Dopo circa una settimana, Rocco Andrew Blacks), un pornografo specializzato nell’interracial che mi chiede di provare. Ritiene giusto che io assaggi l’esperienza pri- andrà a Hollywood per girare la porno parodia di Nascita di una na- ma di dirigere dei pornoattori nel mio cortometraggio. Io accetto e zione. Forse non proprio il massimo della nobiltà ma almeno i neri vado a fare i test per le malattie. Pochi giorni dopo inizia una scena non potranno più lamentarsi per la mancanza di impiego nella città bukkake (una ragazza in ginocchio che pratica fellatio a un gruppo degli angeli (e dei diavoli). di uomini). Viste le mie aspirazioni registiche, mi faccio passare una telecamera e incomincio a girare cercando di ritardare il più possibile il mio ingresso nell’azione. Dopo un po’ Rocco mi invi- ta a spogliarmi e a unirmi al gruppo. Io sono restio, non mi eccita l’idea. Mi sono chiesto cosa non trovassi eccitante e sono arriva- to alla conclusione che la mia mancata eccitazione fosse causata dall’aver conosciuto la ragazza prima dell’inizio della scena, dal sa- pere che, sebbene stesse compiendo un atto fisico, stava fingendo, stava recitando il ruolo della porca. Attenzione, non sto dicendo che la ragazza non amasse quello cha stava facendo ma si tratta- va, in ogni caso, di recitazione. Anche io recito a teatro e non per questo non amo quello che faccio. Arriva il momento di spogliarmi ma non sono eccitato e così, come un attore che segue il “meto- do”, esco dal gruppo e cerco di rievocare esperienze erotiche per aiutare la mia libido. L’esercizio sembra funzionare e a quel pun- to ritorno nel mezzo dell’azione. Non sto godendo, sto recitando un ruolo, il ruolo di quello che gode nel farsi fare una fellatio. La postura del corpo (io in piedi e lei in ginocchio) e il repertorio di immagini pornografiche, che più o meno consapevolmente emulo, mi aiutano a “entrare nel personaggio”. Forse il mio piacere non sta nelle sensazioni fisiche che mi provoca la fellatio ma in un senso di sottomissione (da parte dell’attrice) che a mente lucida detesterei e che forse mi concedo serenamente solo perché mi autoassolvo con la scusa di recitare. Forse il mio godimento deriva perversa- mente dal dare in pasto il mio corpo alla telecamera. Nel nutrire la macchina da presa (un’altra forma di sottomissione?) con un corpo e un personaggio che non sono io, un ruolo da cui prendo le distanze. La maschera facciale che mi creo mi protegge e mi per- mette di accedere a un piacere che, ormai sono convinto, deriva solo in minima parte dall’atto fisico. Forse il mio piacere provie- ne anche dall’idea che molti mi invidierebbero. Alla fine credo che il mio godimento sia provocato da sottomissione, esibizionismo, recitazione (sono sempre un teatrante), bramata invidia altrui, emulazione di un genere (il porno) che mi appassiona e ultima, ma GIORGIA, ILONA E CICCIOLINA di ANDREA GUGLIELMINO

Giorgia Wurth ha interpretato la porno-star nella fiction di Alfredo Peyretti: “Nel porno il sesso è fine a se stesso ed è sempre onesto”. SCENARI Italian Porn 14 - 15

Come è stato prepararsi per la ungherese c’era molto da costru- l’incontro con Schicchi. Si può Quindi per un’attrice ‘non parte di Cicciolina nella fiction ire anche sull’accento, sul modo dire che Cicciolina l’abbia creata porno’ è difficile interpretare Moana? di parlare. lui. Nella fiction è interpretato da una collega specializzata? Per la prima volta ho interpretato un bravissimo Fausto Paravidino. È più difficile il contrario. Quan- un personaggio non solo reale, Ma inizialmente era candidata Poi la fama, il matrimonio con lo do fai l’attore lavori molto sul- ma ancora vivente. Avevo un rife- per il ruolo di Moana, che poi scultore d’avanguardia Jeff Koons, le differenze, mentre un attore rimento molto forte davanti agli andò a Violante Placido… da cui ebbe anche un figlio. I litigi porno solitamente si basa sulla occhi. Tra l’altro lei stessa, Ilona Ci ero arrivata vicino, anche per- per la separazione… performance e non ha molto da Staller, interpretava un personag- ché sono genovese come lei. Però interpretare. gio quando si metteva nei panni non ho il suo fisico, lei è morbida, E naturalmente, la politica. di Cicciolina. Ho visto i suoi film, io più androgina, magra, non ave- A differenza di Moana, Ilona ebbe Anche il porno può essere arte? ma anche molte sue interviste. vo le sue forme. Tutto è iniziato un successo concreto, fu la più Penso proprio di sì, su più livelli. Sono partita dalle forme, dai mo- per scherzo: il regista mi ha detto votata tra i Radicali, dopo Pan- Negli Anni ‘80 e ‘90 anche in am- vimenti, piuttosto che dall’inte- ‘prova a fare Cicciolina’ e io all’i- nella. Non era stata messa lì dal bito porno c’erano delle sceneg- riorità. nizio dicevo: non c’entro nulla. presidente del Consiglio di turno. giature favolose. Pensiamo a Cic- Ma poi mi sono messa davanti E poi ha lavorato anche al Parla- ciolina e Moana “Mondiali”, con Non l’ha incontrata? allo specchio, mi sono trucca- mento svedese, ci sono dei filmati tutto il lavoro di casting sui sosia No, non era d’accordo con l’idea ta come lei, con le sopracciglia formidabili. dei calciatori, da Gullit a Marado- che si realizzasse la fiction, per marcate, mi sono messa una co- na. E poi è il cinema della verità. cui non è stata disponibile. Ho roncina in testa, ho cominciato a Tutto ciò non fa anche un po’ Nel porno il sesso è fine a se stes- fatto tutto grazie alla tecnologia, a parlare come lei. È venuta fuori. ridere? so – non alla procreazione né alla YouTube e a internet. Essendo lei Mi sono impressionata io stessa. Assolutamente sì, è un personag- necessità di fare carriera, o simile gio anche comico. In parte invo- – il sesso è sempre onesto. È più Un’attrice (Giorgia) che in- lontariamente, ma in parte anche difficile ormai trovarlo nella vita terpreta un’attrice (Ilona) con molta coscienza. reale, che su un set. Sono stata sui che interpreta un personaggio set dei film porno perché volevo (Cicciolina)… è una cosa com- Moana invece era un’intellet- scrivere un libro sull’argomento. plicata? tuale… Per le donne può essere una sof- Non così tanto. Si è trattato di un Era preparata, usava bene i con- ferenza. Col caldo, con un partner lavoro di imitazione, era come giuntivi, ragionava. Ma ora tutto davanti e uno dietro, può essere avere una tela bianca su cui ritrar- questo dire che fosse un genio mi molto faticoso e stressante. Qua- re pian piano questo personaggio. sembra esagerato. Non era certo si sempre fingono. Ma l’uomo per Poi naturalmente ci ho messo del un Nobel. esempio non può: deve essere ec- mio, e la sceneggiatura era molto citato per davvero, se no si vede. accurata. Come le ho detto, avere So che per un attore le scene di Certo, si può aiutare coi farmaci, un riferimento così presente e an- sesso sono complicate… ma nessuna pillola fa il miraco- cora vivente mi ha aiutata molto. Sì, perché non è detto che con lo. Sono molto amica di Franco Anche se chiaramente è una gros- il tuo partner tu abbia una reale Trentalance, che ora si è ritirato, sa responsabilità. alchimia. Magari è qualcuno con e mi ha confermato che anche l’i- cui nella vita non avresti mai un dea del maschio sempre pronto Cos’ha imparato di Ilona? rapporto così ravvicinato. Ma nel- all’amplesso è un luogo comune. A differenza di altre sue colleghe la fiction in questione non ne ave- Si pensa che le attrici porno siano era un’icona a livello mondiale, in vo tante: giusto una scena di ballo tutte belle e sensuali, e magari lo America ho visto libri e fumetti a erotico con due pitoni, in mezzo a sono, ma non è detto che l’uomo lei dedicati. Mi sarebbe piaciuto un vero pubblico, che esultava e ci voglia andare a letto, in quel fare un film interamente su di lei. scattava foto. momento. Quindi anche lui deve Ha un sacco di vite diverse, come Quello è stato lievemente im- concentrarsi, costruire un per- racconta nella sua biografia, un barazzante, ma ho avuto invece corso mentale per poter portare po’ romanzata, in cui dice di es- più scene ‘specifiche’ in altri avanti l’azione. sere arrivata in Italia come spia film, come in Com’è bello far dei servizi segreti. All’inizio era l’amore, dove pure interpretavo Oggi però il genere è molto una star della radio erotica, poi una porno-attrice. cambiato… Con la rete trovi nel giro di pochi secondi quello che ti eccita, e gratis. Nessuno va più in edicola a comprare DVD o riviste. Chiaro che gli investimenti debbano es- sere più rapidi, e la sceneggiatura è la prima cosa che viene tagliata. Il porno non morirà mai, ma deve trovare altre forme e altre fonti di pubblicità per sopravvivere. PORNOGRAPHY MEETS ACADEMY di FEDERICO ZECCA

Pornografia e ricerca accademica: i Porn Studies nelle università italiane.

alla seconda metà degli Anni ‘90, i porn studies sono D entrati (anche) nelle università italiane, divenendo in breve tempo un catalizzatore degli interessi di ricerca di molteplici studiosi provenienti da contesti disciplinari differenti. In massima sintesi, l’obiettivo dei porn studies è quello di analizzare la pornografia come una “forma culturale” – per utilizzare l’oramai celebre definizione di Linda Williams –, tentando di com- prendere come essa si articoli all’interno del più ampio contesto me- diale, quali siano i suoi attributi linguistici e discorsivi, e come essa venga consumata e integrata nella vita di tutti i giorni. Non disponiamo qui dello spazio necessario per compiere una pano- ramica esaustiva dei nostrani studi sulla pornografia. Ci accontentere- mo dunque di soffermarci su tre casi specifici, tra i più rappresentativi delle linee di ricerca attuali. Da segnalare anzitutto il lavoro di Peppino Ortoleva, che ne Il secolo dei media (2009) ha ricostruito il processo di liberalizzazione di cui la pornografia ha beneficiato nel corso del No- vecento. Ortoleva ha indagato la dinamica profonda che ha sotteso questo processo, intendendolo come un fenomeno di portata “ci- clonica” che a partire dagli Anni ‘60 ha investito il sistema dei media occidentale nel suo complesso. Secondo Ortoleva, inoltre, in ambito nazionale la liberalizzazione della pornografia va descritta come un fenomeno “erosivo” più che “affermativo”, basato cioè più sulla pro- gressiva perdita di peso delle norme vigenti all’epoca che sulla forma- lizzazione di nuove (e più liberali) regole. Di indubbia rilevanza appaiono anche gli studi di Renato Stella, che a partire dal pionieristico L’osceno di massa. Sociologia della comuni- cazione pornografica (1991) – che dei porn studies nostrani può essere considerato il capostipite ante litteram – ha realizzato rigorose ricer- che di taglio sociologico sulla fruizione di pornografia in Italia. Dopo aver esplorato l’universo della pornografia amatoriale in Eros, Cyber- sex, Neoporn. Nuovi scenari e nuovi usi in Rete (2011), nel recentissimo SCENARI Italian Porn 16 - 17

Pornografia e ricerca accademica: i Porn Studies nelle università italiane.

Corpi virtuali. Una ricerca sugli siddetto processo di “pornifi- se, la trasposizione pornografica usi erotici del web (2016) Stella ha cazione” dei media (vale a dire, dei grandi classici ottocenteschi compiuto una dettagliata inda- l’influenza della pornografia nell’hard russo. gine qualitativa (la prima mai re- su cinema, televisione, musica, Nel 2014 al progetto cartografico alizzata in Italia) sul consumo di ecc.). I risultati di questa prima si è inoltre affiancata una speci- pornografia da parte dei giovani fase di ricerca sono stati raccolti fica collana di studi – intitolata adulti (maschi e femmine tra i 20 nel volume Il porno espanso. Dal “Mapping Pornographies: Hi- e i 22 anni). Attraverso innovative cinema ai nuovi media (2011), stories, Geographies, Cultures” tecniche di intervista, Stella ha scritto da noi stessi curatori. –, che ha il compito di sistema- ricostruito la complessa trama In seguito, la sezione ha lanciato tizzare i risultati della ricerca di pratiche e discorsi che carat- un progetto di ricerca plurien- indagando di volta in volta la terizza il consumo giovanile di nale (tutt’ora in corso) intitolato produzione pornografica di un pornografia, mettendo in luce la “Cartografia dell’audiovisivo por- Paese diverso. Il primo volume spiccata (auto)coscienza con cui nografico”, finalizzato a ricostru- della collana, curato di nuovo da i giovani interpretano e decodifi- ire le caratteristiche storico-cul- Biasin, Maina e Zecca, ha com- cano i contenuti pornografici. turali delle differenti pornografie piuto una attenta disamina della È opportuno ricordare, infine, nazionali. L’assunto di partenza pornografia alternativa statuni- l’esperienza della MAGIS – In- del progetto è che la pornografia tense, mentre è in corso di pub- ternational Film Studies Spring non rappresenti un genere di di- blicazione un secondo volume School di Gorizia, che dal 2010 scorso monolitico, ma una forma interamente dedicato allo studio ospita una sezione di studi sul- culturale complessa che assume della pornografia brasiliana. la pornografia curata da Enri- fisionomie diverse a seconda del Per concludere, gli studi nazio- co Biasin, Giovanna Maina e Paese in cui è radicata. Tra molti nali sulla pornografia appaiono dal sottoscritto, e divenuta nel argomenti esplorati finora, per articolati e capaci di fornire un corso degli anni il principale esempio, la rappresentazione contributo qualificato al dibatti- convegno europeo sul tema. della britishness nel cosiddetto to internazionale grazie al rigore Inizialmente la sezione ha inda- chav-porn d’Oltremanica, le ori- metodologico che li contraddi- gato le caratteristiche economi- gini della pornografia svedese stingue e all’originalità delle pro- che, sociali e linguistiche della nei distretti a luci rosse di Stoc- spettive di indagine prescelte. pornografia contemporanea, colma, l’iconografia del genere concentrandosi anche sul co- tentacle rape nel porno giappone- XXX E VITA REALE di FRANCO TRENTALANCE

Il successo del genere in tre motivi: tutto e subito, vedere per credere, mai dire no.

on credo ci sia bisogno di snocciolare dati e cifre dal web per affermare che il porno N non è mai stato così pop. Riflettendo sull’attività che mi ha dato da mangiare per quasi vent’anni, ho elaborato i tre motivi per i quali, a mio parere, l’arte del sesso a tripla x ha avuto, ed ha, così tanto successo.

Realizza forse la più grande propensione maschile inerente al sesso, ° ovvero quella del tutto e subito. Niente preamboli, corteggiamenti este- 1 nuanti o uscite con l’incognita di come andrà a finire dopo cena. Nel porno va a finire bene, sempre! Ogni volta si conclude e, nell’ottica maschile, questa dinamica, parafrasando John Milton, è un vero Pa- radiso ritrovato.

Soddisfa appieno l’esigenza della sessualità dell’uomo che, come sa- ° pete, è principalmente visiva (per lo meno in prima battuta). Guarda- 2 re e desiderare è l’assioma per eccellenza del motore erotico maschile. Cosa diceva Hannibal Lecter all’agente Starling sul serial killer? “Il de- siderio nasce da quello che vediamo ogni giorno”. Le donne, invece, hanno più bisogno di fantasticare, ma avete pensato al perché? Perché, anche quando fanno sesso, non vedono: non vedono la penetrazione, il membro maschile e neanche il loro organo genitale. Per assurdo sono costrette a usare l’immaginazione anche quando non ci sarebbe nulla da immaginare, perché già lo stanno facendo. L’uomo, al contra- rio, ha sempre un’immagine da guardare mentre fa sesso e quella gli è sufficiente per eccitarsi. Le donne, lo ripeto, a meno che non usino specchi o telecamere, più che vedere la penetrazione, la sentono.

Le pornoattrici non dicono mai di no… Anal? Deep throat? Lesbo? ° Swallow? Sesso a tre, ecc. La risposta è sempre “ok!” e se il tutto e subito 3 rappresenta un Paradiso in terra, l’assenza di “no”, è paragonabile al Nirvana. Ogni “no” ricevuto a letto, infatti, è per l’uomo come un col- po di mazza da baseball sulle rotule: carica sessuale, energia erotica e voglia di superarsi, vengono seriamente compromesse. Perché “il gio- co dei no” innesca un pericoloso meccanismo. Ovvero: la donna dice un “no”, l’uomo accusa il colpo e diventa meno performante, la donna ne risente, l’uomo perde eccitazione, a lei cala il desiderio, a lui anche, e allora preferisce finire in fretta, lei dopo si lamenta… e potremmo an- dare avanti all’infinito. SCENARI Italian Porn 18 - 19

Ma veniamo alle contraddizioni tra immaginario porno e vita reale. Sul tutto e subito. Buona parte degli uomini sognerebbe di applicare questa “filosofia” ai rapporti con le donne, ma conoscete uno dei motivi per cui la maggior parte degli aspiranti attori falliscono i provini? Perché non hanno abbastanza confidenza con l’attrice! E quando lei dice, davvero: “Bene sono pronta… avanti, scopami!”, il provinante rimane spiazzato, sconcertato e pensa: “No, aspetta un attimo… mi ripeti il tuo nome? Ma due chiacchiere bevendo un caffè, non è possibile?”. Insomma tra il dire e il fare… Sulla sessualità visiva. Se un ragazzo si nutre per anni di porno in dosi massicce, rischia di preferire la teoria alla pratica, perché i vi- deo hard soddisfano sempre, offrendo tutte le varianti possibili e immaginabili al menù che ci piace. E se uno molto giovane si abitua ad essere sempre accontentato a livello di gusti sessuali, magari, col tempo, preferirà cliccare su un link piuttosto che confrontarsi con corpo, testa e anima di una donna in carne e ossa. Sul non ricevere mai dei no. Anche questo must della sessualità ma- schile, se trasferito alla realtà, rappresenta un vero impegno. Per avere una moglie, amante, fidanzata che non ci dica: “No, questo non mi va”, dobbiamo fare in modo che si fidi completamente di noi. Ma questa fiducia dobbiamo meritarcela. Se siamo superfi- ciali, bamboccioni o poco affidabili, difficilmente una ragazza si lascerà andare senza temere di sperimentare. Come cantavano gli AC/DC qualche anno fa: “It’s a long way to the top if you wanna rock’n’roll!”

Infine, nonostante la grande diffusione e popolarità del porno, bi- sogna constatare come quello italico ed europeo sia attualmente in crisi… in forte crisi. Ma questa è un’altra storia.

Facebook Official: Franco Trentalance Quello Vero JANA DANIELA IO E IL PORNO attrice di I.R. Il porno è cinema? È un genere del cinema, come gli horror o i film d’amore. Piace, ha un suo seguito. È un genere come un altro, solo vietato ai minori.

Carolina Crescentini, Jana Daniela, Francesco Perché il sesso è ancora un tabù nei film? Bruni e Susanna Nicchiarelli raccontano Il sesso è un tabù? No, semmai lo è la volgarità. Ma quella io la lego a film e contenuti di bassa qualità, dove le donne sono ‘usate’, nude o il proprio rapporto con il cinema hard. seminude... e tanto altro. Questo è volgare. Ma l’atto sessuale, seppure esplicito, non lo è. Il sesso non è un tabù. Anzi lo si vede ovunque or- mai, è diventato noioso.

Qual è il film che ha raccontato meglio il sesso? Ce ne sono tanti. Posso citare Priscilla, la regina del deserto.

La imbarazza l’idea di girare un porno? Io ho fatto film porno. Dieci, credo. Mi pento solo dell’imbarazzo che ho creato alla mia famiglia. Non penso sia una professione per cui ci si debba sentire marchiate/i a vita, ma bisogna sapere che ci sono per- sone che potrebbero non accettarlo, rifiutarlo e rifiutarti. Per sempre.

Ha mai visto un porno? Solo uno?

Una scena di sesso: quali sono le sue preoccupazioni? Quando ho girato film porno avevo un’unica preoccupazione: che la persona con cui lavoravo fosse sana. Chiunque abbia fatto porno per cui siano richiesti test HIV ed epatite C, all’epoca in cui li ho fatti io, rischiava di brutto. Tanti di quei test erano fatti in casa, nessuno con- trollava per davvero. Per questo ho smesso. Troppo rischioso.

CAROLINA CRESCENTINI attrice

Il porno è cinema? Se fosse girato con piglio cinematografico e non anatomico, potrebbe essere anche considerato cinema...

Perché il sesso è ancora un tabù nei film? Perché in Italia forse non sappiamo girare bene quelle scene. Ci sono film internazionali con meravigliose scene di sesso, molto vere e mai volgari. Scene che non temono la logica dettata dai target di riferimen- to, ma che restituiscono la relazione tra i personaggi.

Qual è il film che ha raccontato meglio il sesso? Shame, Shortbus e A Snake of June.

La imbarazzerebbe l’idea di girare un porno? Per girare un porno ci vuole fiducia illimitata nell’altro e nel regista. E io mi fido di poche persone. Attualmente l’unico che potrebbe con- vincermi è... David Lynch.

Ha mai visto un porno? Certo che sì.

Una scena di sesso: quali sono le sue preoccupazioni? La più importante: che il regista abbia buon gusto. SCENARI Italian Porn 20 - 21

FRANCESCO BRUNI regista, sceneggiatore

Il porno è cinema? Lo è stato finché era girato come tale, dunque per le sale e in pellicola. Penso agli Anni ‘70-‘80, quelli in cui mi sono formato, sessualmente e culturalmente. C’erano sceneggiatura, personaggi, scelte estetiche di regia. Adesso prevale la ‘pillola’ web: niente trama, dritti al sodo.

Perché il sesso è ancora un tabù nei film? Non è tabù, dipende dal film che stai facendo. Se faccio una comme- dia e insceno una fellatio o una sodomizzazione creo spaesamento nel pubblico. Tutto dipende da quanto è centrale il sesso nella storia che racconto. C’è una forma di pudore, sia in chi gira che in chi guarda.

Qual è il film che ha raccontato meglio il sesso? Mi è piaciuto moltissimo La vita di Adele. Per quanto, proprio la scena di sesso mi sia sembrata troppo insistita, al punto da mettermi a di- sagio. SUSANNA NICCHIARELLI La imbarazzerebbe l’idea di girare un porno? regista Non ne girerei, non mi interessa. Ma non escludo di girare scene di ses- so. Già nel prossimo film ce n’è una. Il porno è cinema? Penso al pre-cinema, a quegli strumenti usati prima dell’invenzione Ha mai visto un porno? del cinema per riprodurre una realtà immaginaria in grado di provo- Molti. Da ragazzo marinavo la scuola e andavo al Lazzeri di Livorno, care emozioni autentiche: meraviglia, stupore, ma anche eccitazione la mattina, contraffacendo i documenti. Una volta ho persino rubato sessuale. Il sesso, e le emozioni che comporta, è da sempre parte del una pizza di trailer, ma non avendo la possibilità di proiettarla la face- cinema. E il porno ne è una derivazione. vo scorrere veloce fra le dita, controluce. Occasionalmente vedo tut- tora porno su internet anche per tenermi informato, visto che è entra- Perché il sesso è ancora un tabù nei film? to a far parte della cultura popolare. Oggi Rocco Siffredi è più popolare Il racconto in un film non può che essere ellittico: anche andare al di Elio Germano... bagno e dormire sono una parte importante delle nostre vite, eppu- re raramente lo vediamo fare ai personaggi. Il regista può scegliere di Una scena di sesso: quali sono le sue preoccupazioni? interrompere il flusso narrativo con momenti di vita più strettamente Ho girato una sola scena di sesso in Noi 4. In tempo reale, quasi sen- fisica, come un amplesso che duri come nella vita reale. In generale za stacchi. Quando sono andato a montarla ho sentito la necessità per me gli amplessi o si rappresentano in maniera realistica, o si ac- di accorciarla. E quando ho visto il film con il pubblico ho percepito cennano soltanto. Mentre mi irrito sempre quando sembrano finti. l’imbarazzo. Ma per me quella scena era necessaria. Era importante raccontare quel sentimento, quella foga. Non era importante scende- Qual è il film che ha raccontato meglio il sesso? re in dettagli. Shame.

La imbarazzerebbe l’idea di girare un porno? Non mi interesserebbe, forse perché del sesso mi piace di più raccon- tare l’imbarazzo, i vuoti. Nel porno non c’è spazio per l’ironia.

Ha mai visto un porno? Dove sono cresciuta io, a Roma Nord, non c’era l’abitudine di condi- videre porno come facevano i maschi. Ne avremmo avuto bisogno, invece. Una volta, per scandalizzarci, i ragazzi della nostra classe mi- sero su una cassetta con un filmino: sulle poche immagini che riuscii a vedere, mentre fingevo di coprirmi gli occhi, ho fantasticato per anni. Invidiando i maschi e la loro mancanza di inibizioni.

Una scena di sesso: quali sono le sue preoccupazioni? Sono sempre legate agli attori. Non dimentico mai che la cinepresa è un’intrusione nella vita privata di un essere umano. Non sopporto la gente che ama esibirsi davanti alla telecamera, perciò scelgo sempre attori dal carattere riservato. Con ho girato una scena di sesso: il suo era il normale imbarazzo di una persona riservata, che non ama mostrare un aspetto così privato della sua vita. E io ero im- barazzata quanto lei. Ma credo sia un atteggiamento normale, giusto, sano e professionale. AMMUCCHIATA CON MANETTE

di FABRIZIO ZANONI

Il porno nostrano, quello ruspante degli Anni ‘80 e ’90, ormai defunto, sembra non aver sbarcato il lunario perché non si è mai dato una struttura imprenditoriale degna di questo nome, oltre a contare più ex professionisti del settore finiti in “manette” tutt’altro che erotiche o alla meglio riciclati nel mondo della ristorazione: forse un’ironica reinterpretazione della declinazione del cibo come strumento di erotismo? SCENARI Italian Porn 22 - 23

era una volta il por- senza successo in una sezione li affittati per girare, in estrema stituzione in un locale di Roma. C’ no italiano. Era un collaterale del Festival di Vene- sintesi, novanta minuti di ba- Ma non tutta la scena hard core porno ruspante, zia, Riccardo Schicchi è morto nale su e giù. Ma che fine hanno fortunatamente è finita dietro le fatto di improv- sostanzialmente solo e pratica- fatto gli ex re del porno? Silvio sbarre. C’è chi, più umilmente, visati che, fiutato un mercato mente cieco dopo una vita sulle Bandinelli, ex pubblicitario con ha ripiegato su realtà lavorative dalle prospettive interessanti, prime pagine dei giornali (alter- velleità autoriali a luci rosse, meno eccitanti. L’ex attore Eros si erano tuffati in quel business. nandosi equamente tra cronaca agli esordi nel porno si celava Cristaldi ha aperto una pizzeria Correva il ventennio tra l’ini- giudiziaria e spettacolo), Siffre- dietro pseudonimi e fuggiva da- da asporto a Milano, il distribu- zio degli Anni ‘80 e la fine degli di fa pubblicità alle patatine co- vanti alle fotocamere nella spe- tore italiano di marchi storici Anni ‘90. Gente che proveniva me un Carlo Cracco qualsiasi, è ranza di non precludersi strade come Private e Teresa Orlowsky da settori diversi, carneadi sen- da anni un testimonial di Sky, ha più nobili nella cinematogra- è finito a fare il ristoratore in za arte né parte, professionisti partecipato all’ “Isola dei Famo- fia. Nulla di fatto in entrambi i Australia, il titolare della Blue che avevano semplicemente si” e ha condotto un format su campi, ora vive a Formentera e Movie, altro celebre marchio prestato la propria competen- Real Time, Franco Trentalance va su tutte le furie se gli si chie- della distribuzione porno, si oc- za lavorativa (registi, fotografi, ha a sua volta sfruttato la cata- de se produrrebbe ancora video cupa di importazione di prodot- cameraman, elettricisti...) in pulta di un reality show (“La come Stupri e incesti italiani. Il ti italiani negli USA, Gianfranco un ambito spesso sul sottile cri- Talpa”) per dedicarsi ad altro suo delfino di allora, Andy Ca- Romagnoli ex re del porno di nale tra legalità e illegalità e per (serate in discoteca, tre libri, sanova, regista di queste serie Budapest (tutte le produzioni questo assai ben remunerato. un corso on line di seduzione). dalle tematiche discutibili, ha hard girate nella capitale magia- Ci sono stati anni di pura carbo- Ma perché il porno italiano anche conosciuto le manette ra passavano dalle sue mani) è neria, con set segretissimi sve- è morto? Fondamentalmente per il ritrovamento di nume- rimasto in Ungheria ma a gesti- lati alla troupe solo al momento perché non si è mai dato una rose pellicole pedopornogra- re un ristorante, l’attore Omar di girare (per paura di irruzioni struttura imprenditoriale de- fiche nel suo pc. Dagli agi della Galanti ha provato ad aprire una della polizia), anni di sequestri gna di questo nome. Si navigava sua villa a Santo Domingo alle scuola di mountain bike e meno e dissequestri di sale cinema- a vista in un mare senza norme sbarre del carcere è finito an- prosaicamente sbarca il lunario tografiche e videonoleggi (in che chi avrebbe dovuto regola- che Michele Berardi, la sua Top con una impresa di pulizie che base alle interpretazioni per- mentare non conosceva mini- Line fu una delle più importanti gestisce con la moglie, anche lei sonali del singolo legislatore, mamente, vedasi la demagogica case di distribuzione hard italia- ex corpo noto dei set hard. Mil- non avendo mai avuto l’Italia Pornotax che pensava di fare ne. Allargatosi alla produzione ly D’Abbraccio, Luana Borgia e una legge che regolamentasse cassa tassando un mercato che prima e all’intrattenimento per altre stelle continuano a mone- la materia), per poi passare gra- nel frattempo era caduto ormai adulti poi (locali di strip tease tizzare con l’attività di escort, dualmente allo sdoganamento in coma profondo. Un po’ come e acquisto del marchio Mi Sex) Selen dopo aver divorziato da del settore attraverso l’ingresso accorgersi di un corpo nella cor- è rimasto coinvolto in una ma- un ex calciatore di serie A ha di personaggi di spicco nei me- sia di un ospedale solo nel mo- xi retata contro la ‘ndrangheta. aperto un centro estetico. Ma dia tradizionali (Selen, Rocco mento in cui è deceduto. Essen- Andrea Nobili il carcere lo aveva il declino del porno tricolore è Siffredi) quando non addirittu- do, come detto, gli imprenditori invece conosciuto già durante irreversibile? Apparentemen- ra in Parlamento (Ilona Staller, del porno tricolore sostanzial- la sua attività di attore, regista e te sì, perché praticamente più oggi felice pensionata italiana mente credibili quanto Fantoz- produttore: usura. Si era rivolto nessuno spende un centesimo in virtù di una non certo indi- zi nelle vesti di ex nazionale di a lui anche l’ex attore Marco Ne- per un video hard. Internet of- menticabile legislatura). So- sci e professionali come “I soliti ro per riciclare orologi che Nero fre gratuitamente una videoteca no stati anni di qualche luce e ignoti” nel progettare furti, ap- raccoglieva in conto vendita pressoché infinita, si guadagna molte ombre, dominati da per- pena la gallina dalle uova d’oro dando in garanzia assegni sco- bene solo attraverso la pubbli- sonaggi che a modo loro hanno ha deviato dalla via maestra in- perti. Con i truffati alle calcagna cità ma a comandare il mercato scritto qualche pagina nel mon- camminandosi sulla strada del era fuggito in Brasile per evitare del web con posizioni quasi da do dello spettacolo e dell’in- web, l’armata Brancaleone dei l’arresto. Anche Luca Damiano, monopolisti sono pochissimi trattenimento, ma soprattutto pornografi tricolori è esplosa nome di spicco della regia hard personaggi. Tra gli italiani, uno del costume, spesso modifican- come un colorato fuoco d’artifi- e vincitore nel 1996 dell’Oscar dei pochi a sapersi inserire in do le altezze dell’asticella del cio. Niente più sfoggi cafoni dei del porno di Las Vegas una volta questo circuito, è stato l’attore comune senso del pudore. Mo- denari accumulati con le vhs, spente le luci dei riflettori hard Giorgio Grandi, ma per farlo si è ana Pozzi è stata soggetto di niente più Ferrari alle notti degli core è rimasto coinvolto in una prima trasferito a San Pietrobur- una serie tv e di un film passato Oscar del genere, niente castel- storia di sfruttamento della pro- go e poi a Praga. Fuga di cervelli. QUESTIONE DI GENDER di I.R.

BC e DP per lei, BBW Blue, i video hard core al femmi- B e COF per lui. POV nile della regista Candida Royalle, per tutti, perché il da poco scomparsa, vendono an- Il pubblico femminile del porno esiste Point Of View del- cora migliaia di copie ogni mese. e si fa sentire. Nelle sceneggiature dei film la soggettiva vale per entrambi i Quel che cambia, prima di tutto, girati da donne il sesso entra quasi sempre sessi: lui con lei, lei con lui e ogni è l’approccio al sesso. Che per le variazione sul tema a seguire. Nel donne, al cinema, deve essere re- dopo un’introduzione più classicamente catfight che oppone storicamen- alistico. I film porno al femminile narrativa (presentazione dei personaggi, te uomini e donne sul gender del cercano una maggiore aderenza sviluppo della trama), mentre nel porno cinema, l’hard mette d’accordo con la realtà ed evitano con atten- tutti. Perché se c’è un genere che zione iperboli e cliché del porno maschile l’atto sessuale irrompe ha un genere, quello è il porno. E maschile mainstream. La prima fin dal principio. sì, le registe girano diversamente cosa cui le donne fanno molta dagli uomini: sì, esistono storie attenzione, dice una ricerca de al femminile e ancora sì, le spet- “L’Espresso”, è l’aspetto fisico di tatrici hanno aspettative diverse attori e attrici, che deve essere dagli spettatori. naturale per il 40% delle intervi- Chiariamo intanto che il pubblico state e attraente solo per il 35%. delle donne, quello che il cinema Un dato indicativo, quest’ultimo, tradizionale tenta occasional- che spiegherebbe le diverse scelte mente di blandire con filoni de- operate da registi e registe in fase dicati (ultimo in ordine d’arrivo, di casting: il corpo dell’interprete il pink reboot di Ghostbusters) o di un porno per donne non deve, buddy comedies “al femmini- necessariamente, essere “perfet- le”, esiste anche nel porno e si fa to”. Il motivo lo suggerisce uno sentire. Secondo una ricerca del studio del Center for Behavioral 2007, un utente su tre di siti por- Neuroscience (CBN) di Atlanta, no sarebbe donna. E il magazine che ha analizzato i pattern visivi “Glamour”, più recentemente, ha di uomini e donne messi di fronte scritto che l’87% delle donne tra i a simile materiale pornografico. 25 e i 39 anni “usa” il porno più dei La parte del corpo che colpisce sex toys. immediatamente lo sguardo ma- Ma in cosa, esattamente, sono schile, scrivono i ricercatori, è il diversi i film porno al femminile viso, mentre sarebbero le donne e al maschile? Si fa prima a dire in a concentrarsi subito sui genita- cosa siano uguali: l’atto sessua- li. Ma il realismo richiesto dalle le come centro narrativo, emo- spettatrici non si limita solo alla tivo, estetico del film. Il sesso performance degli attori. Impor- cosiddetto “estremo” piace alle tante è anche la verosimiglianza donne come agli uomini: come dei costumi (per il 35%) e quella riportato dalla sex columnist del di scene e ambienti (37%). “San Francisco Chronicle”, Violet Ciò che rende però veramente SCENARI Italian Porn 24 - 25

caratteristico il porno al femmi- tradizionali. Nato negli Anni ‘80, nile è la centralità che riveste la e oggetto fin dal principio di aspri storia nel prodotto. Nelle sceneg- dibattiti all’interno dello stesso giature dei porno girati da donne movimento femminista, il femi- il sesso entra quasi sempre nella nist porn è entrato nella sua matu- narrazione dopo un’introduzio- rità nei primi anni del 2000, tro- ne più classicamente narrativa vando dal 2006 riconoscimento (presentazione dei personaggi, istituzionale in un premio, il Fe- sviluppo della trama), mentre minist Porn Awards, assegnato nel porno maschile l’atto sessua- ogni anno a Toronto. Tra le registe le irrompe fin dal principio, nel più note Courtney Trouble, Tri- primo quarto del film. Non è un stan Taormino, Madison Young, caso se gli uomini sono i maggiori Shine Louise Houston, Jincey fruitori di cortometraggi porno Lumpkin, Ovidie, Erika Lust e (specialmente i “cortissimi” da Candida Royalle, prima donna a 60 secondi, scrive “The Times”), produrre un porno pensato per mentre la maggior parte delle il pubblico femminile afroameri- utenti predilige film di più lunga cano (Afrodite Superstar, 2006). durata. Se la preoccupazione del- In Europa si è affermato con le registe è dunque quella di forni- successo a partire dal 2009, con re continuamente nuovi stimoli la formazione del collettivo di alle spettatrici, aumentandone il registe svedesi The Dirty Diaries desiderio attraverso lo sviluppo Project, il sito francese Dorcelle della storia, l’interesse dei registi e il gruppo italiano de Le ragazze è invece nell’istante, e nella carica del Porno, 11 registe, giornaliste e erotica di una messa in scena che fotografe determinate a battersi alteri iperbolicamente la realtà. contro “pornosessismo, capita- Ma la genderizzazione del porno lismo e patriarcato”. Tra i lavori non riguarda solo gli aspetti per portati a termine fino a oggi dalle così dire estetici dei prodotti. Il registe italiane il film Queen Kong porno delle registe, assai più che e i corti Insight e Mani di velluto: quello girato dai colleghi maschi, “Noi non crediamo nella lotta tra si configura in molte occasioni i sessi - scrivono sul loro blog - ma come vero e proprio atto politi- nella lotta contro i sessi. Identifi- co. È simbolo di self empowerment cati col genere che vuoi e fai l’a- femminile all’interno di un’in- more con chi ti pare. Sessualità è dustria gerarchicamente domi- diversità”. nata dai maschi. È affermazione e godimento di una sessualità diversa da quella dell’uomo. È in- fine strumento di liberazione ed emancipazione dai canoni morali I PIÙ ESPLICITI? BERTOLUCCI E BELLOCCHIO Abbiamo chiesto a 10 critici di indicare la scena più hard di un film non hard italiano.

di NICOLE BIANCHI e CRISTIANA PATERNÒ di Marco Bellocchio.La fellationeIldiavoloincorpodiMarco Piscicelli, 1999. Roberto Herlitzka eRaffaella Porzio neIlcorpodell’animadiSalvatore MAURIZIO DIRIENZO difellationeIldiavoloincorpoBellocchio.La scena STEVE DELLACASA siaunodeipiùesplicitimaivistisulloschermo.in Novecento Niro eDe sesso: credo cheiltriangolotra Stefania Casini,Depardieu Tocca incuineifilmnormalisimostrava andare all’epoca ancheil OSCAR COSULICH PAOLA CASELLA alei... insieme ta dallosguardo diVittorio Gassmanchepoi ballerà cheancheggiadanzandoinRisoamaro (1949), segui- FULVIA CAPRARA al matrimonio. fattoapezzidalleinvitateche bello(André1909),incuiluiviene Deed, al Parco Lambro (1976),diAlberto Grifi;sessualmente-hard: Cretinetti Politicamente hard: l’assalto aipolliinFestival delproletariato giovanile ROBERTO SILVESTRI – Parte Bertolucci, 1976). I(Bernardo (Olmo inNovecento eGérard Dalcò), Depardieu fredo Berlinghieri) Niro (Al masturbaRobert De - nei pannidiunaprostituta epilettica, incuiStefania eineguagliatalasequenza Casini, sorprendente trovo Per l’esplicitezza coinvolte, morale evisiva,lepersonalità tuttora FRANCESCO PITASSIO Soavi (Michele 1994). Dellamore L’amplesso alcimitero tra AnnaFalchi inDellamorte, eRupert Everett ANDREA GUGLIELMINO diBertolucci. eStefaniainNovecento Casinialettoinsieme, Depardieu GIORGIO GOSETTI ta-cinematografica elesueimplicazioniteoriche. me- lanatura emblematicamente più“hard”, maintrigaper la scena lospettatore). L’apoteosisfert, diguardare. delpiacere Forse nonè daunattore (neltran epenetrata - suungrande schermo proiettata unsuo“doppio”cinematografico, attraverso oggetto didesiderio proposta come dalset,viene Nina, malatadicancro edemarginata Ferrario.Guardami diDavide BEATRICE FIORENTINO

SCENARI Italian Porn 26 - 27 SCENARI 2 Italian Short irigo da due anni una piccola strut- D tura che ha come vocazione, a tutti gli effetti “istituzionale”, la pro- mozione del cortometraggio italiano: il Centro Nazionale del Cortometraggio. Da due anni mi confronto con la produzione ita- liana, con la rete festivaliera del nostro Paese, con le istituzioni nazionali e locali, con i canali televisivi e le altre piattaforme che alimentano il piccolo mer- cato del cortometraggio. Il corto CORTO italiano, oggi, è un microcosmo articolato di energie e contraddi- zioni. Cercherò qui di elencarle nel modo più chiaro possibile, e cercherò di essere chiaro anche su un punto: il corto italiano è di fronte a un bivio che offre due ITALIANO radicali alternative: lo sviluppo o l’implosione. Quali sono i fattori di cui bisogna tenere conto prendendo in esa- ANNO ZERO me la situazione del formato bre-

di JACOPO CHESSA

Vedere e mostrare cortometraggi in Italia: panoramica dello stato dell’arte di un microcosmo articolato di energie e contraddizioni, che è di fronte a un bivio tra due radicali alternative, ovvero sviluppo o implosione. SCENARI 2 Italian Short: la galassia dei corti nel cinema italiano 28 - 29

ve oggi, in Italia? Essenzialmente dai territori, essenzialmente Re- tinua, ostinatamente (e massic- izione “altra” rispetto alla sala, in tre: la massa produttiva, la fram- gioni e Film Commission. Ricor- ciamente), a esistere, se lo Stato particolare quando si parla di di- mentazione distributiva e il con- do ancora che abbiamo lavorato vi investisse, diciamo, 1 milione spositivi mobili. Il punto – e qui si fronto con i nuovi – neanche più su corti di durata inferiore ai 40’, di euro all’anno? Che cosa sareb- torna al bivio iniziale – è che non tanto – dispositivi di fruizione. scorporando dunque tali titoli be il cortometraggio italiano se le siamo pronti. In Italia non siamo Andiamo con ordine. Nell’otto- dalla massa dei beneficiari di ban- istituzioni decidessero che è ora pronti, dal punto di vista delle bre 2015, usciva un volume da me di per cortometraggi che spesso – di investire – anche poche centi- produzioni e del sostegno pubbli- curato per un’edizione congiunta MiBACT in testa – arrivano fino ai naia di migliaia di euro – nella sua co, a declinare queste possibilità della Fondazione Ente dello Spet- 75’: un paradosso tutto italiano. promozione, in una vera e propria in qualcosa di concreto, di vitale e tacolo e della Direzione Generale Circa il 70% dei corti prodotti in agenzia, in agevolazioni per la di- nuovo. La stragrande maggioran- Cinema, L’industria del cortome- Italia ha potuto usufruire di un stribuzione? Il sottoscritto vi dice za del mondo della produzione traggio italiano. Report 2014. Ad budget al di sotto dei 3.000 euro. che sarebbe una potenza, che italiana non ha ancora sviluppa- oggi, lo studio più dettagliato Traduco, per i meno avvezzi alle sarebbe l’occasione per formare to gli strumenti per interpretare sulla produzione e diffusione dei scienze economiche: totale au- i quadri tecnici e produttivi del queste possibilità. E questo, oltre corti italiani. I dati più rilevanti toproduzione. I canali televisivi futuro, nonché gli autori più ta- a quanto già detto sopra, rende il che emergono da questa ricerca italiani che programmano corti lentuosi che, guarda caso, vanno corto il terreno più fertile e sti- sono la ragguardevole dimen- non entrano – se non in rarissimi a farsi produrre all’estero. Faccio molante dell’intero panorama del sione produttiva, lo scarso inter- casi – in coproduzione e, in gene- qualche nome, a futura memoria: nostro cinema. Ma, per parlare vento pubblico nella produzione, rale, acquistano a prezzi al di sot- Giovanni Aloi, Nathalie Bian- del raccolto, bisognerà aspettare la difficoltà dei lavori a uscire dai to della media europea. Non sono cheri, Cristina Picchi, Adriano ancora qualche stagione, con la confini, l’assenza di una rete di- convinto che la qualità dei film Valerio. Il corto era ed è un set- calma e la fiducia che apparten- stributiva nazionale. Ogni anno, dipenda solamente dai cosid- tore strategico per l’industria ci- gono ai più consumati agricoltori. in Italia, vengono realizzati alme- detti “valori produttivi”, specie nematografica italiana, non solo no 700 corti. A voler applicare pe- nel cortometraggio. Non ne sono perché coinvolge la formazione dissequamente il solo principio convinto perché ho visto corti ita- e i giovani ma perché produce della durata, i titoli sono molti di liani e stranieri con budget supe- opere sfruttabili sul mercato. Se più ma, nel nostro studio, abbia- riori ai 50.000 euro senza l’ombra succede negli altri Paesi europei, mo scelto, come parametro, di te- di un’idea, e ho visto film senza perché non potrebbe succedere nere conto soltanto dei film sotto mezzi, senza maestranze e senza anche in Italia? i 40’ che siano stati selezionati dai esperienza esprimere poesia vi- Abbiamo accennato a nuove festival italiani. Un numero note- siva come raramente se ne incon- modalità di fruizione. Essenzial- vole, assolutamente paragonabile tra oggi nel cinema. Ma non tutti mente si fa riferimento al web e alla capacità produttiva dei nostri hanno i miei gusti e, se nell’inda- ai dispositivi mobili. Una vera e vicini europei, a cominciare da gine che abbiamo condotto, i film propria galassia, sia dal punto di Francia e Germania. Ciò che è un di un Paese come l’Italia sono vista produttivo e sia da quello po’ meno paragonabile è l’am- scarsamente selezionati dai più dell’identificazione del pubblico. montare dei contributi pubblici importanti festival esteri, le ragio- Una cosa però è certa: il forma- destinati ai corti. Si parla di circa ni sono da ricercarsi anche negli to breve ha maggiore vocazione 300.000 euro da parte del Mi- aspetti economici. Che cosa sa- delle tradizionali istanze cine- BACT e di circa 1 milione di euro rebbe questo comparto, che con- matografiche narrative a una fru- GIORNALI, MEDIA, TV… UNA RELAZIONE (QUASI) INESISTENTE

di FRANCO MONTINI

ul tema del rapporto fra media e cortometraggio oggi, S si sarebbe tentati di esaurire sbrigativamente l’argo- mento ricorrendo ad una sola parola: inesistente. Nei quotidiani, nei settimanali, in televisione, perfino nella stampa specializzata, è obiettivamente complicatissimo imbatter- si in articoli dedicati al cinema corto. Paradossalmente si potrebbe dire che l’attenzione dei media nei confronti del genere sia andata mutando in maniera inversamente proporzionale alla proliferazione di manifestazioni specificatamente riservate al cinema corto e alla quantità della produzione, che, grazie all’avvento delle nuove tecno- logie, che hanno reso più semplice e soprattutto più economico rea- lizzare film, negli ultimi anni è sensibilmente cresciuta. Ma la progressiva disattenzione e disaffezione dei media nei con- fronti del cortometraggio non nasce da una specifica antipatia, quanto piuttosto dal sistema dell’informazione e, più in generale, dal modello culturale che si è imposto nel nostro Paese. Per ciò che riguarda il cinema, i quotidiani sembrano aver definitivamente ri- nunciato ad occuparsi del nuovo, dell’emergente, dell’insolito, ab- dicando a quella funzione di talent scout artistico svolta con impe- gno in passato. Oggi la stampa appare interessata soltanto a tutto ciò che è già noto e popolare. I giornali non si occupano di corto- metraggi, ma neppure dei tanti lungometraggi e documentari me- SCENARI 2 Italian Short: la galassia dei corti nel cinema italiano 30 - 31

ritevoli destinati ad una distribuzione di nicchia. È paradigmatico larmente adatto al consumo in rete. Non è un caso che la presen- in questo senso il modo con cui la stampa quotidiana segue i gran- za di cortometraggi italiani ed internazionali si stia moltiplican- di festival: benché i film proposti complessivamente nelle varie do anche nei siti web dei grandi quotidiani nazionali, seppure, sezioni siano ogni giorno numerosissimi, l’attenzione si concen- fino ad ora, utilizzati principalmente in funzione e accompagna- tra esclusivamente sui film del concorso, allargata al massimo alla mento dei temi del giorno suggeriti dalla cronaca. produzione nazionale. Di tutto il resto nei giornali non appare nul- Tuttavia a fronte di questa crescente presenza di cortometraggi la, non c’è alcuna attenzione per i cortometraggi, oggi sempre più sul web non c’è, neppure in rete, un adeguato corrispettivo di in- presenti nei cartelloni festivalieri, non solo in quelli specializzati, formazione critica. In altre parole anche nei sempre più nume- esattamente come per i titoli delle sezioni parallele, al punto che rosi siti di cinema l’attenzione sul cortometraggio continua ad viene da chiedersi il perché del progressivo gigantismo che ormai essere abbondantemente insufficiente. caratterizza tutti i grandi festival. Confrontando le pagine spetta- In questo quadro piuttosto desolante, non manca tuttavia qualche coli di una stessa testata di oggi e di trent’anni fa, le differenze sono confortante eccezione: da qualche anno un diffuso e prestigioso evidenti: è cresciuto lo spazio per l’informazione di colore, si sono dizionario come “Il Morandini” dedica al cortometraggio un certo drasticamente ridotti gli interventi critici e, salvo rare eccezioni, la spazio; il settimanale “Film Tv” propone regolarmente la presenza lunghezza delle singole recensioni sembra essere determinata dal fissa di una rubrica di notizie, informazioni e commenti sul gene- numero delle copie con le quali un film viene distribuito. In questa re, curata da Jacopo Chessa, nella veste di direttore del Centro del logica è chiaro che i cortometraggi, che godono di scarsissima visi- Corto; la testata on line “Media Critica” nel giugno 2015 ha realizzato bilità in sala e sono per la maggior parte realizzati da giovani autori uno speciale sul cinema corto con interveti e le recensioni di sei film. sconosciuti, finiscano per risultare particolarmente penalizzati. Nel 2104 è nato un sito www.goodshortfilms.it specificatamente de- Ma è evidente che ragionare oggi in questi termini non ha più dicato al cortometraggio, curato da Tommaso Fagioli, che fornisce senso, perché si difende un’idea di cinema e di pubblico che ap- notizie e recensioni di cortometraggi e che ha raggiunto una discreta partiene al passato. Oggi la contaminazione fra generi e la mol- diffusione, perché ospitato nella testata giornalistica “L’Huffington teplicità degli strumenti di consumo di film - meglio sarebbe Post”. Qualcosa, insomma, si muove. dire di immagini in movimento - rende in particolare proprio il cortometraggio un genere quanto mai innovativo. Se in passato documentario e cortometraggio erano sinonimi ed esisteva una vasta produzione destinata alla programmazione obbligatoria in sala, oggi il cortometraggio è soprattutto un laboratorio, un ter- ritorio di sperimentazione, un punto di incontro di tante istanze, perfino extracinematografiche e, soprattutto, un genere partico-

Perfino nella stampa specializzata è complicatissimo imbattersi in articoli dedicati al formato breve, con l’attenzione dei media inversamente proporzionale alla proliferazione di manifestazioni specificatamente riservate. Non manca, tuttavia, qualche confortante eccezione. PICCOLI MA GRANDI

di MAURO GERVASINI

Esiste una via italiana ai corti d’autore con nomi come Chiara Malta, Adriano Valerio, Giovanni Aloi... Fondamentale l’apporto delle produzioni: alcune, anche se non numerose, si occupano solo o soprattutto di cortometraggi.

numerosi riconoscimenti ai festival internazionali lo di- il regista, da selezionatori dei festival e amanti del corto, era già cono- I mostrano: esiste una via italiana ai cortometraggi d’au- sciuto per A Ciambra, 16 minuti, finalista ai Nastri d’argento 2015. Ad tore, riconosciuta e apprezzata dagli addetti ai lavori e avere un percorso inverso (dal lungo al corto) sono invece Roberto De anche dal pubblico, magari di nicchia ma decisamente in Feo e Vito Palumbo, che si fanno notare con un intrigante horror rea- crescita, nonostante sia cronica la disattenzione dei mezzi di comuni- lizzato a Los Angeles, Ice Cream, 2013 (a dire il vero nato come corto e cazione per il film breve. Dedicandosi al corto, certi registi e produtto- in seguito sviluppato diversamente) per poi firmare Child K, 22 minu- ri hanno saputo elaborare un’espressività singolare, non derivativa, in ti, finalista ai Nastri d’argento 2015. Stesso cammino per Chiara Malta, qualche caso, anche di ricerca. Per alcuni, il cortometraggio è laborato- interessante perlustratrice delle contaminazioni tra action live, docu- rio di preparazione al lungo, visto come punto d’arrivo di un percorso mentario e animazione, “scoperta” dal Torino Film Festival nel 2008 creativo che corre parallelo alla possibilità di reperire fondi importanti, con un lungo, Armando e la politica, e poi concentrata sul film breve a in vista di progetti più ambiziosi. Nel 2015 alla Semaine de la Critique partire dai titoli successivi, Aspetto una donna, 20 minuti, oppure L’a- di Cannes viene presentato Mediterranea, 107 minuti, del trentunenne mour à trois, 12 minuti, entrambi realizzati in pellicola 35 millimetri nel Jonas Carpignano, definito dalla stampa italiana “un esordio” quando 2010 (il secondo prodotto da France2). Da sottolineare il rapporto di SCENARI 2 Italian Short: la galassia dei corti nel cinema italiano 32 - 33

collaborazione di Chiara Malta con la VivoFilm di Gregorio Paonessa e Carraro ha trovato sulla sua strada un peso massimo come Simone Marta Donzelli, società di produzione tra le più impegnate nella valo- Massi, che con L’attesa del maggio, 8 minuti, ha poi vinto il premio; ma rizzazione dei “fuori formato”, produttrice di alcuni lavori di Miche- il suo resta un film affascinante, non a caso selezionato in festival di langelo Frammartino, Daniele Vicari e Susanna Nicchiarelli. tutto il mondo. Esistono per fortuna anche casi opposti: produzioni Fondamentale l’apporto delle produzioni. Ve ne sono, per fortuna, italiane capaci di valorizzare cineasti stranieri raccontando le loro anche se non numerose, che si occupano solo o soprattutto di cor- storie. La bambina (Bache) di Ali Asgari, 15 minuti, girato a Teheran in tometraggi. Piace ricordare la Elenfant Film di Bologna, il cui ultimo farsi, è prodotto da Riccardo Romboli per TAAT Films ed è circolato titolo in catalogo, Venerdì di Tonino Zangardi, era il solo italiano pre- per i festival battendo bandiera italiana. sente nel concorso internazionale del Festival du court-métrage di Il cortometraggio d’autore italiano, quando prevalentemente nar- Clermont-Ferrand 2016. Vale la pena spendere due parole per l’altro rativo, ha spesso al centro tematiche sociali. In particolare, ultima- “italiano” programmato dal festival francese, ormai il più importan- mente, storie legate alla dimensione del lavoro (Thriller di Giuseppe te al mondo tra quelli dedicati al film breve, ovvero E.T.E.R.N.I.T. di Marco Albano, 14 minuti, David di Donatello 2015, è in parte ambien- Giovanni Aloi, 16 minuti. Girato a Sassuolo, realizzato da italiani e tato all’Ilva di Taranto; Venerdì di Tonino Zangardi ha come spunto la con Serena Grandi tra i protagonisti, era in concorso alla Mostra In- lista di operai licenziati affissa ogni venerdì ai muri di una fabbrica) ternazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2015, quindi finalista o dell’immigrazione (il protagonista di E.T.E.R.N.I.T. è un nordafri- agli European Film Awards, ma essendo una produzione totalmente cano che lavora in Italia come smaltitore d’amianto), ma si stanno parigina batte dappertutto bandiera francese. Capita: anche nell’am- facendo strada lavori di pura sperimentazione, non narrativi, anche biente dei cortometraggi possiamo ben parlare di cervelli in fuga. Al- documentaristici, che vanno ad ampliare l’offerta sempre maggiore, meno altri tre notevolissimi talenti lavorano all’estero. Il più noto è per quantità e qualità, dei nostri film brevi. di sicuro Adriano Valerio, vincitore nel 2013 del Festival di Cannes con 37°4 S, 11 minuti e 45 secondi. Regista già approdato al lungo (Ba- nat, 2015), da anni residente a Parigi e autore l’anno scorso, insieme a Eva Jospin, di un altro corto intitolato Agosto, 15 minuti. Poi Cristina Picchi, cineasta di grande interesse autrice di Zima, documentario sperimentale di 12 minuti in concorso al Festival del Film di Locarno nel 2013; e di Champs des possibles, in gara alla Mostra di Venezia 2015. Il primo prodotto e realizzato in Russia, il secondo in Canada. Infine Mauro Carraro, in finale ai Nastri d’argento 2015 con l’ottimo cor- to d’animazione Aubade, 6 minuti, realizzato e prodotto in Svizzera. BREVITÀ: CROCE E DELIZIA

di VALENTINA NERI

Viaggio nei festival dedicati al cortometraggio: oltre 800 in tutta Italia, da Siracusa a Cortina. Parlano alcuni tra i direttori degli eventi più importanti. SCENARI 2 Italian Short: la galassia dei corti nel cinema italiano 34 - 35

n un’epoca convulsa e frenetica come la nostra in cui la con loro, eppure lo si considera come un genere minore. Proprio I fruizione di cose e situazioni è sempre più sincopata, tra per farlo conoscere di nuovo al grande pubblico 20 anni fa nasceva uno sguardo al cellulare e un’occhiata furtiva al tablet, Capalbio International Film Festival che affiancava a raccolte è paradossale pensare quanto una forma così leggera, su lavori storici, retrospettive di grandi autori. “In Italia c’è stata veloce e accattivante come il cortometraggio non venga considerata una immensa produzione di corti - racconta il direttore di Capalbio, dal punto di vista commerciale. Tanto più che il pubblico sembra Tommaso Mottola - tanto da far parlare di un vero e proprio periodo apprezzarla e a dimostrarlo c’è lo spaventoso aumento del numero di d’oro del genere: a partire dagli Anni ‘30 fino ai ‘60 si sono prodotti manifestazioni che, a vario titolo, se ne occupano in Italia, oltre 800. circa 20mila lavori. Sentivamo la necessità di ridare visibilità a un Cose che frenano un vero sfruttamento del corto sembrano essere il genere caduto nel dimenticatoio. Allo stesso tempo, selezionando i pregiudizio e la velocità di mutar forma, che dopo averlo trasformato lavori, anche noi abbiamo potuto scoprire i corti francesi, tedeschi, in videoclip e spot ha portato il corto verso le web series. Teorie di cui inglesi e scandinavi: tutti Paesi abituati al fenomeno breve anche in sono convinti alcuni direttori di importanti festival italiani dedicati letteratura. A differenza di noi italiani”. al formato. Che analizzano il tema cominciando con lo scardinare C’è poi la visione del corto come palestra per i giovani autori: moltissi- un preconcetto: “C’è ancora l’impressione che il corto sia mediocre mi hanno cominciato con i cortometraggi e questo oggi permette alle artisticamente. Un falso, – spiega Bartolo Ayroldi Sagarriga di Fiati- manifestazioni di proporre rassegne monografiche o svelare i primi corti - poteva valere fino a 5/6 anni fa, attualmente il livello tecnico è passi nel cinema di chi è diventato famoso. A Cortinametraggio, tra i altissimo e in parte è merito del formato: la durata inferiore e la con- primi festival dedicati nati in Italia, sono passati in molti ma pochi così seguente riduzione dei costi fa sì che spesso il corto abbia un’atten- fedeli come Paolo Genovese, che non perde occasione di tornare a tro- zione tecnica di gran lunga superiore alla media dei lungometraggi”. vare la fondatrice e direttrice, Maddalena Mayneri.“Nel ‘99 Genovese A prescindere dal maggior riguardo tecnico molto si potrebbe ar- ha vinto il Festival con Piccole cose di valore non quantificabile, un film gomentare in difesa dei corti. Il cinema stesso è banalmente nato che visto ora dice molto dell’autore campione d’incassi con Perfetti sconosciuti. Da vedere anche Dead rie che si possono sviluppare in da Rai 5. Perché se non crei il pon- Train, dell’allora 25enne Davide 20 minuti tra incipit, svolgimento te tra l’industria e chi realizza cor- Marengo con Antonio Albanese e finale”. Anche in questo caso la ti e simili, allora non servi come come protagonista e un irricono- conoscenza della tecnica sembra manifestazione”. Ne è convinto scibile Claudio Santamaria in un la vera strada percorribile. A detta anche Mottola, che nel tempo piccolo ruolo. Quest’anno in se- di Ayroldi Sagarriga: “Diversi anni ha stretto accordi con Oliviero lezione c’è una chicchetta come fa il cortometraggio serviva da Toscani, Anica, case discografi- Bagaglio in eccesso di Mariachiara training per accedere al mondo che e l’Art Directors Club Italia, Manci, già vincitrice del premio del cinema. Oggi è rimasto un associazione di pubblicitari. “Ci Matador per la sceneggiatura: importante biglietto da visita per è capitato di vedere nostri corti corto a orologeria, ben pensato e le figure professionali che vi par- diventare videoclip o spunti per sviluppato. L’opera di chi si capi- tecipano, ma il video sta andando spot – svela il direttore di Capal- sce ha del talento”. Fare da pale- verso un linguaggio corto, smart bio – per questo continueremo a stra per i filmmaker ancora acerbi e sempre accessibile, tanto che stringere accordi per garantire ai non è una missione facile. Con- immagino una crescita maggiore corti tutta la visibilità possibile. trariamente al pensiero diffuso nel mondo del corto che in quello Ora stiamo scommettendo su chi di chi si accosta per curiosità al del lungo”. La brevità insomma racconta storie con temi attuali cinema, non basta prendere uno pare essere il cruccio ma anche il duri e difficili. Dalla primavera smartphone o una reflex digitale “plus” che permette di acquisire araba in poi siamo stati inondati e inquadrare un bel tramonto per forme diverse e di sperimentazio- da lavori con grande valenza girare un buon corto. “Spesso fan- ne come il booktrailer, cui Corti- sociale: ne sta venendo fuori un no l’errore di metterci tanta roba nametraggio dedica con successo affresco dei tempi che cambiano come fosse un lungo con decine una sezione. “Siamo stati i primi a cui abbiamo dedicato la sezione di personaggi che poi non pren- farlo, e da quattro anni mettiamo World of Maps. Un genere sem- dono colore – rivela Lisa Romano, a confronto regista, booktrailer e pre più praticato da quelli che ci responsabile dell’Ortigia Film autore del libro – spiega Mayneri piace chiamare Storyboomer”. Festival - con poco tempo non si – incontri che diventano materia- Un nuovo corso da aggiungere può argomentare tutto a dovere. le per uno speciale interamente alla storia del corto? Prendono bene forma solo le sto- dedicato alla sezione del festival SCENARI 2 Italian Short: la galassia dei corti nel cinema italiano 36 - 37

10 critici segnalano i film corti I RE più belli di sempre DEL CORTO di NICOLE BIANCHI e CRISTIANA PATERNÒ

FULVIA CAPRARA BEATRICE FIORENTINO • Lievito madre di F. Risuleo • Il capo di Y.Ancarani • Tiger boy di G. Mainetti • Piattaforma Luna di Y. Ancarani • Forbici di M. Di Razza • I topi lasciano la nave (Yes Sir, I can boogie) di Zapruder

PAOLA CASELLA GIORGIO GOSETTI • Secchi di E. Natoli (non in ordine) • Il supplente di A. Jublin • Paté de bourgeois di N. Moretti • L’arbitro di P. Zucca • Luna di E. Casarosa • Tiger boy di G.Mainetti ex aequo con Secchi di E. Natoli OSCAR COSULICH • Cavallette di B. Bozzetto Fuori concorso... • La gazza ladra di Gianini e Luzzati • La ricotta di P. P. Pasolini • L’ultimo sciuscià di Gibba

STEVE DELLA CASA ANDREA GUGLIELMINO • Fantasia sottomarina di R. Rossellini • Tiger Boy di G. Mainetti • I mosaici di Ravenna di R. Freda • Il dalemiano di Il terzo segreto di Satira • Torpore internazionale di A. Rezza • Dorme di Eros Puglielli

MAURIZIO DI RIENZO FRANCESCO PITASSIO • Piccole cose di valore non quantificabile • Tentato suicidio, di M. Antonioni di Genovese&Miniero • di L. Visconti • Aria di C. Noce • Dell’ammazzare il maiale di S. Massi ROBERTO SILVESTRI • Le ragazze più belle di piazza Navona di A.Leonardi • Hermitage di C. Bene • Queen Kong, di M. Stambrini DAMMI IL ROSSO I fuori onda di Hollywood Party

IL SEGRETO DEL CARBONE VEGETALE

di STEVE DELLA CASA DAMMI IL ROSSO I fuori onda di Hollywood Party 38 - 39

on credo che Mai- che lo caratterizzava dopo esser- piacere che quelle immagini di- netti, il regista di si contaminato: si trattava di car- stillano nei suoi occhi non verrà N Lo chiamavano Jeeg bone vegetale. Proprio come si scalfito. Jeeg Robot è un film sen- Robot, abbia mai vi- faceva trent’anni fa. Essendo ma- za storia pregressa, è una sorta di sto C.H.U.D., piccolo ma cultis- niaco nostalgico, quella risposta, rivolta proprio come i vari appa- simo horror americano diretto per me inattesa, mi ha fatto veni- rati (critici e non) che impedi- da Douglas Cheek nel 1984. Non re in mente tutta una lunga serie scono oggi una visione piacevo- credo che lo abbia mai visto per- di possibili parallelismi. le del film che ti viene proposto. ché da noi non dovrebbe mai es- Forse mi sembrava consolatorio Quest’anno c’è stato un uno-due sere uscito, neanche in DVD. È sapere che, nonostante il perfe- pugilistico per chi costruisce at- una storia ambientata nei sot- zionarsi di una tecnologia dei truc- traverso le sovrastrutture la visio- terranei di New York, ci sono ba- chi capace di riempire gli occhi ma ne dei film, e subito dopo ci am- rili tossici disseminati qua e là, anche di impoverire la fantasia, morba con la sua critica. Prima e il cattivo risulta essere niente- si faceva ancora ricorso a trucchi il record di Checco Zalone, poi il meno che il sindaco di New York. fondati su qualcosa di materiale, trionfo di Jeeg Robot. Due succes- Qui da noi ci sarebbe stato un di- di tangibile, di non geneticamen- si le dimensioni dei quali sono battito parlamentare sul caso, là te modificato per sollecitare l’at- risultate ostiche a chi intende la invece è stato presentato senza tenzione dello spettatore. Poi però critica come lo spiegare al volgo problemi come uno dei tanti clo- mi sono reso conto che la strada ignorante cosa si nasconde dietro ni del grande successo di John che stavo seguendo era sbagliata. le immagini che stanno per vede- Carpenter, Fuga da New York. Era una superfetazione della mia re. Non c’è sociologia in Zalone (è L’estetica del film non ha molto a fantasia di cinefilo nostalgico. Il di destra? di centro? di sinistra?), IL SEGRETO che vedere con quella di Mainet- film di Mainetti è tutt’altra cosa non c’è logica in Mainetti (un ti. Come abbiamo detto, ricorda da un’operazione di recupero di film fumetto? uno spaccato ge- invece molto i tanti postatomi- vecchie identità orrorifiche. nerazionale?). Due film che han- ci che impazzavano anche dal- E come un lampo mi è venuta in no agito senza farsi intercettare DEL CARBONE le nostre parti grazie soprattutto mente una possibile equazione: dai radar. In comune non hanno a Enzo G. Castellari. Però anche Mainetti sta al postatomico co- niente e i due manco si conosco- in quel caso uno dei protagonisti me Tarantino sta a Corbucci, a no. Ma hanno sanzionato che gli (e molti personaggi secondari) si Castellari e agli altri registi che schemi dei funzionari che ana- VEGETALE intossica a causa di strane scorie lo appassionano. Nel senso che lizzano i film finanziandoli sul- colpevolmente abbandonate nel prende sicuramente da quel ci- la correttezza e la pulizia della sottosuolo della Grande Mela. E nema alcune cose: la crudeltà sceneggiatura non funzionano una rivista francese specializza- di situazioni, la decapitazione più, se mai hanno funzionato. E ta in cinema fantastico (una del- in un non luogo come il Ponte anche che i postmodernisti di le tante che in quel periodo usci- della Musica, l’Olimpico come “questo è già stato visto in...” fan- va e che qui da noi erano oggetto possibile terminale di un me- no meglio a stare zitti. Proprio di sfrenata ricerca da parte degli ga-attentato. Ma poi stravolge come ho dovuto fare io. appassionati) si prese la briga di tutto quanto proviene dal pas- E tutto sommato anche l’equazio- cercare di capire come venivano sato e ne fa un film contempora- ne Mainetti-Tarantino lascia un realizzati gli effetti speciali. In par- neo, un film che non deve niente po’ il tempo che trova. Il carbone ticolare, interessava sapere come al passato e che invece può esse- vegetale ha qualcosa il comune era stata ottenuta quella disgusto- re (come è stato) oggetto di cul- con il fiocco di neve che Jennifer sa bava nera che faceva capolino to per tanti ragazzi che al cinema Jason Leigh si lascia cadere sul- tra le labbra dei contaminati. Il re- abitualmente non ci vanno. Chi la lingua? Probabilmente no. Jeeg censore francese, con grande or- guarda Jeeg Robot non ha bisogno Robot è qualcosa di nuovo nel no- goglio, rivelò che aveva scoperto di andare a frugare nel passato, stro cinema. Speriamo lo ripulisca trattarsi di carbone vegetale fatto non ha bisogno di sapere che la anche da chi di cinema scrive con ingurgitare al protagonista. fantascienza italiana è stata Ma- l’allegria di un becchino. Claudio Santamaria, ospite a rio Bava e Antonio Margheriti, Hollywood Party, ha sentito ri- ma anche Elio Petri e Ugo Gre- volgersi la stessa domanda, alla goretti e Vittorio Cottafavi. Se lo quale ha dato una risposta mol- sa meglio, ma siccome non lo sa to precisa e tutt’altro che scon- pazienza. La sua visione del film tata rispetto all’identico effetto non ne risulterà impoverita, e il hollywoodparty.rai.it FATTI Dossier di DG Cinema e ANICA

LA RIFORMA DI SISTEMA CHE RAFFORZA L’INDUSTRIA AUDIOVISIVA di Nicola Borrelli direttore generale Cinema - MiBACT

Il disegno di legge, approvato a gennaio dal Consiglio dei Ministri e ora in discussione al Parlamento, intende potenziare l’industria, renderla indipendente, competitiva a anni si attende una riforma complessiva dell’intero im- pianto normativo che regoli il settore cinematografico e D audiovisivo. Il sistema in vigore è, infatti, il risultato di di- sul mercato globale, favorirne l’adattamento sposizioni nate in uno scenario molto diverso rispetto al panorama odierno ed è fondato su norme stabilite in un’altra epoca economica e tecnologica: il Decreto legislativo n. 28, entrato in vigore al mutevole ambiente digitale. nel 2004, che regola i sostegni diretti e le varie attività amministrative, la Legge finanziaria n. 244 che nel 2008 ha introdotto gli incentivi fi- Il rafforzamento industriale del comparto scali e la Legge n. 163 che, nel lontano 1985, ha istituito il Fondo Unico per lo Spettacolo. A dodici anni di distanza dal D.lgs. 28/2004, lo scorso 28 gennaio, il è lo strumento per garantire maggiore Consiglio dei Ministri ha approvato l’atteso Disegno di legge n. 2287, collegato alla Legge di Stabilità 2016, “Disciplina del cinema, dell’au- sperimentazione creativa nei generi, nei formati diovisivo e dello spettacolo e deleghe al governo in materia”. Il testo - che è stato trasmesso al Senato il 16 marzo ed è ora in discussione in Parlamento - si pone l’obiettivo di rivoluzionare il quadro regolatorio e nei linguaggi delle opere ma anche di riferimento per il settore, per portarlo al passo con il contesto glo- bale e multipiattaforma e con il sempre più potente valore mediatico e nei modelli di business degli operatori. culturale dei contenuti audiovisivi. Con questo disegno di legge, il Ministero dei beni e delle attività cultu- rali e del turismo ha ideato un sistema di regole concepite allo scopo di rafforzare l’industria audiovisiva, favorirne l’adattamento al mute- vole ambiente digitale e promuoverne l’internazionalizzazione. La re- dazione del testo è stata preceduta da un lavoro congiunto con il Mini- FATTI Dossier di DG Cinema e ANICA 40 - 41

stero dello sviluppo economico, lore economico del comparto. consistito in una lunga serie di Con un’industria audiovisiva fio- consultazioni con gli stakehol- rente, si garantisce infatti anche der e in approfondite analisi del- la creazione di occupazione qua- le dinamiche di mercato che han- lificata e si dà impulso alla pro- no individuato i punti di forza e mozione turistica. Come espres- di debolezza del nostro settore. so dal ministro Franceschini: Lo studio dello stato dell’arte ha “Cinema e audiovisivo sono cul- LA STRUTTURA evidenziato come l’industria au- tura che diventa economia e sono diovisiva italiana sia sottodimen- industria che produce cultura”. sionata rispetto a quelle degli altri Anche alla luce dei risultati emersi DEL DISEGNO big europei e realizzi prodotti con in fase di indagine, l’obiettivo del scarsa vocazione internazionale disegno di legge è dunque quello che non raggiungono tutte le po- di potenziare l’industria, renderla DI LEGGE tenziali fasce di pubblico. La filie- indipendente, competitiva sul ra che la compone è sviluppata in mercato globale e capace di offri- modo non omogeneo e posizioni re una varietà di prodotto che sod- dominanti e strozzature alterano disfi i gusti di un pubblico sempre il progresso del settore e compro- più differenziato ed esigente. La struttura del testo prevede due mettono un’appropriata valoriz- Come peraltro dimostrano le titoli dedicati a cinema e audiovi- zazione dei prodotti. cinematografie più evolute ed sivo e un titolo di delega al gover- Il disegno di legge approvato a avanzate, il rafforzamento indu- no per l’elaborazione del codice gennaio si basa sull’assunto che striale del comparto è lo stru- dello spettacolo dal vivo. Per non cinema e audiovisivo siano stru- mento per garantire maggiore ingessare il sistema in regole che menti essenziali per la definizio- sperimentazione creativa nei ge- rischiano di diventare datate nel ne dell’identità nazionale e per la neri, nei formati e nei linguaggi giro di pochi anni, l’adattabilità crescita civile e culturale del Pae- delle opere ma anche nei modelli del dispositivo alle costanti tra- se ma anche per lo strategico va- di business degli operatori. sformazioni del mercato è garan- tita dalla definizione di principi di base e di obiettivi generali la cui applicazione è demandata a de- creti attuativi. L’intervento pubblico delineato è ispirato a principi di garanzia del pluralismo dell’offerta, di inco- raggiamento della circolazione e della cooperazione internazio- nale, di conservazione del patri- monio, di cura della formazio- ne professionale, di promozione dell’alfabetizzazione mediatica e di valorizzazione dei luoghi di fruizione collettiva, rappresentati dalle sale cinematografiche. Con chiarezza vengono indica- te le competenze dei vari organi pubblici, elencando le funzioni statali e le funzioni regionali, in una precisa ripartizione di com- piti e individuando obiettivi co- muni. In quest’ambito viene per la prima volta riconosciuto il ruo- lo essenziale nella filiera svol- to dalle Film Commission, di cui vengono indicate le mansioni e le attribuzioni, fra cui l’assistenza alle imprese, la formazione pro- fessionale e la promozione terri- toriale. Il testo prevede, inoltre, che alle Film Commission possa essere affidata anche la gestione dei fondi regionali. L’ISTITUZIONE DI UN FONDO PERMANENTE

Con il sistema attuale, per soste- vo, con una dotazione molto più nere il settore, lo Stato intervie- ampia della attuale combinazio- ne finanziariamente attraverso un ne del riparto cinema del Fondo vasto ventaglio di schemi di aiu- Unico per lo Spettacolo e delle to. Con questo testo, non solo si risorse per il credito d’imposta. rinnova il modello di intervento, Rispetto alle finanze correnti di moltiplicando le linee di soste- circa 250 milioni di euro, il testo gno e strutturandole in un sistema stabilisce che il fondo abbia una coerente e concatenato, ma si ar- assegnazione minima di 400 mi- L’AMPLIAMENTO ricchisce fortemente il bilancio a lioni di euro, quindi con un in- disposizione dell’amministrazio- cremento delle risorse del 60%. A ne pubblica, rendendolo stabile e garanzia della continuità del vo- DEL PERIMETRO certo nella sua dotazione minima. lume del fondo, si stabilisce, inol- Il disegno prevede, infatti, l’isti- tre, che esso sia alimentato con tuzione di un fondo permanente, un prelievo dell’11% delle entrate Fondo per lo sviluppo degli investi- incassate dal bilancio dello Sta- menti nel cinema e nell’audiovisi- to da versamenti IRES e IVA de- rivanti da attività di distribuzio- Il primo importante spostamen- to devono essere adeguati. ne, proiezione, programmazione to di prospettiva di questo testo Tutto questo si concretizza nell’e- e messa a disposizione di conte- è l’inclusione nel quadro nor- sigenza di delineare l’ambito di nuti cinematografici e audiovi- mativo di tutti i prodotti audio- intervento della legge, in relazio- sivi su qualunque piattaforma e visivi, inclusi i videogiochi, in- ne sia alle opere che agli operatori attraverso qualunque operatore dipendentemente dal canale di del settore, a partire dalla defini- o fornitore di servizi media au- sfruttamento. Il percorso di aper- zione stessa di opera audiovisiva diovisivi. Non una tassa ulteriore, tura alle opere non cinematogra- e delle sue sotto-categorie. Il pe- quindi, ma una gestione mirata fiche, iniziato nel 2013 con l’in- rimetro delle opere ammissibili ai delle entrate fiscali generate dallo troduzione del credito d’imposta benefici viene così esteso a tutta sfruttamento delle opere audio- per la produzione di opere de- l’espressione artistica e culturale visive, per sostenere l’industria stinate alla televisione e al web, per immagini in movimento, su- che le realizza. si compie nella sua interezza in perando anche il concetto di in- Il fondo rappresenta una cruciale questo disegno di legge. teresse culturale, ferma restando la novità per il consolidamento del La linea di confine tra il mondo possibilità di individuare, con de- settore, impegnando un’alloca- del cinema e il mondo dell’audio- creti successivi, ulteriori catego- zione minima fissa e considere- visivo è ormai sempre più sfuma- rie di opere sulle quali modulare vole e ottimizzando e indirizzan- ta, con linguaggi, tecniche, artisti, schemi di sostegno. do le risorse generate dal settore professionisti e imprese che tra- Pur conservando gli attuali para- stesso. smigrano fluidamente da un am- metri per il riconoscimento della La ripartizione di questo ingente bito all’altro. Non è più ammis- nazionalità italiana delle opere, il budget tra i vari schemi di soste- sibile, quindi, una distinzione di testo modifica anche il sistema di gno viene stabilita dal Ministro, “valore culturale” tra le varie tipo- valutazione della nazionalità, ri- sentita la sezione Cinema della logie di opere, ma restano tuttavia mandando ad un successivo de- Consulta per lo Spettacolo, in ba- specificità produttive e finanzia- creto la determinazione del valo- se al fabbisogno e agli obiettivi in- rie a cui gli strumenti di interven- re di ciascun parametro. dividuati anno per anno. FATTI Dossier di DG Cinema e ANICA 42 - 43

I contributi automatici sono cedentemente realizzate, sia dei un’altra importante novità del di- riconoscimenti ottenuti in festi- segno di legge. Ad oggi, i benefici val, rassegne o premi. Si prevedo- diretti assegnati sulla base di cri- no meccanismi premianti lega- teri automatici sono unicamente ti alla tipologia di opera, ai canali i contributi percentuali sugli in- distributivi, alla stagione di usci- cassi in sala dei film. Con il nuovo ta, ai mercati indirizzati, sempre quadro regolatorio si introduce nell’ottica di poter favorire chi un sistema di aiuti automatici da rischia con nuove sfide, puntan- destinare in funzione di determi- do su autori esordienti, cercan- I CONTRIBUTI SELETTIVI nate finalità e da calibrare su spe- do di raggiungere pubblici diversi cifici modelli produttivi. ed esplorando modelli produttivi I contributi sono dedicati alle so- e distributivi diversi. I contributi E AUTOMATICI cietà di produzione e di distri- maturano nella posizione conta- buzione in Italia e all’estero di bile che ciascuna impresa eleggi- opere nazionali e sono calcolati bile aprirà presso il MiBACT. sulla base di parametri oggettivi che tengano conto sia dei risul- Le linee di intervento che attin- tati economici delle opere pre- gono al fondo sono suddivise in quattro macro categorie: contri- buti selettivi, contributi automati- ci, agevolazioni fiscali e contributi alla promozione. Il sistema, da ap- plicare con decreti attuativi, si ba- sa sulle diverse combinazioni dei vari strumenti finanziari da adat- tare alle caratteristiche di opere che differiscono per strategie pro- duttive, per capacità di recupero dell’investimento, per pubblico di riferimento e per potenzialità di sfruttamento e circolazione. Il disegno di legge concentra la gran parte dell’intervento pub- blico su meccanismi automatici, fissando la linea di sostegni ba- sati su criteri discrezionali e se- lettivi al 15% dello stanziamen- to totale. Tuttavia, considerato il notevole incremento delle risor- se disponibili, il valore assoluto e seconde, le opere realizzate da del sostegno selettivo resta im- giovani autori, le opere sperimen- mutato, ma se ne ridimensiona tali o di particolare qualità artisti- soltanto il peso percentuale sul ca e l’investimento nello sviluppo totale delle risorse. La selezione di opere audiovisive. La selezione discrezionale viene quindi intera- è effettuata da un gruppo di cin- mente dedicata a quelle tipologie que esperti, sulla base di criteri di opere che per loro natura han- che individuino il valore artistico no più difficoltà a reperire risorse e culturale dei progetti. Le impre- sul mercato ma che, d’altro canto, se sono incluse tra i potenziali de- costituiscono la linfa creativa per stinatari dei benefici selettivi, con la sopravvivenza e l’evoluzione particolare attenzione alle start- del settore. Dunque, i potenziali up e alle micro-imprese. Anche destinatari dei contributi seletti- in questo caso, si lascia aperta la vi sono prioritariamente le opere possibilità di istituire ulteriori ca- cinematografiche, le opere prime tegorie di beneficiari. CONFERME E NOVITÀ DEI CREDITI D’IMPOSTA

Le agevolazioni fiscali, intro- investitori privati esterni alla filie- dotte a partire dal 2008 con i va- ra audiovisiva. Tale misura, finora ri tax credit, sono confermate e prevista solo per la digitalizzazio- ulteriormente ampliate, rece- ne delle sale e per le sale storiche, pendo l’impostazione già avvia- allarga l’accesso alle agevolazio- ta con i nuovi crediti d’imposta ni fiscali e quindi la possibilità di inseriti nella legge di stabilità autofinanziamento anche a quelle per il 2016. In particolare le no- società che, pur avendo tutti i re- vità risiedono nell’adozione di quisiti, non abbiano sufficiente ca- aliquote variabili all’interno pienza di debiti fiscali da assorbire della stessa tipologia di tax cre- la compensazione offerta dal tax dit, in base a specifiche caratte- credit. Il meccanismo della cedi- ristiche dell’opera o del sogget- bilità apre la strada anche alla cre- to beneficiario, modulabili in azione di società di investimento modo da renderle più o meno privato sul modello delle Sofica favorevoli, coerentemente con francesi, assicurando da un lato al gli obiettivi stabiliti. In linea con settore il flusso di capitali esterni lo scopo di rafforzamento delle alla filiera e dall’altro maggiori ga- imprese e dell’internazionaliz- ranzie per gli investitori. zazione, il dispositivo indica già delle categorie a cui spettano le aliquote più alte: le società di produzione e distribuzione in- dipendenti, le opere realizzate in coproduzione internazionale PROMOZIONE SOSTENUTA o le opere di cui una quota mini- ma dei diritti di proprietà sono detenuti dal produttore. CON CONTRIBUTI SPECIFICI Nel quadro dei crediti d’imposta, sono confermati tutti i crediti esi- stenti ad oggi, inclusi quelli intro- dotti dalla legge di stabilità 2016, a cui si aggiungono le novità as- In conformità con quanto già avviene, la promozione del cinema e solute del tax credit per l’adegua- dell’audiovisivo è sostenuta attraverso contributi ad hoc indirizzati mento tecnologico delle sale e però a specifiche attività che vedono al primo posto l’internazionaliz- delle imprese di post-produzione zazione e la promozione dell’immagine dell’Italia. Restano, fra le fina- e quello per la programmazione lità strategiche, lo sviluppo della cultura audiovisiva, la realizzazione in sala di opere italiane o europee. di manifestazioni di rilevanza nazionale e internazionale, la conserva- Inoltre, per favorire l’accesso al- zione, il restauro e la fruizione del patrimonio, la diffusione della cul- la misura da parte di tutti gli ope- tura cinematografica. A queste si aggiunge una particolare attenzione ratori, si introduce la possibili- ad attività che, con l’audiovisivo, promuovano la crescita economica e tà di cedere il credito spettante civile, l’integrazione sociale e interculturale, la realizzazione di studi e dell’impresa ad intermediari ban- ricerche sul settore e il potenziamento delle competenze tecniche, ar- cari, finanziari o assicurativi che, tistiche, comunicazionali e manageriali dei professionisti del cinema. a loro volta, possono cederlo ad Tutte attività, queste ultime, che il MiBACT coordinerà in raccordo con le istituzioni competenti nelle varie materie: Ministero dell’istru- zione e ricerca, Ministero degli affari esteri e della cooperazione inter- nazionale, Ministero dello sviluppo economico, Ministero del lavoro e delle politiche sociali e altri soggetti pubblici e privati. Anche in que- sto caso, modalità e criteri di concessione dei sostegni sono rimanda- te a un successivo decreto applicativo. FATTI Dossier di DG Cinema e ANICA 44 - 45 I PIANI STRAORDINARI PER LE SALE E LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO

In aggiunta a questa piattaforma del Fondo al potenziamento del l’ampliamento e la ristrutturazio- dedicato alla digitalizzazione del di aiuti, il disegno di legge dispo- circuito delle sale cinematografi- ne di sale, con priorità nella asse- patrimonio cinematografico e au- ne due piani straordinari per il so- che e polifunzionali. 30 milioni di gnazione alle sale che svolgano diovisivo, con una dotazione an- stegno ai luoghi di fruizione e al- euro annui dal 2017 al 2019 sono anche altre attività culturali e for- nua per il triennio 2017-2019 di 10 la conservazione del patrimonio. quindi dedicati esclusivamente mative d’impatto sul territorio e milioni di euro destinati alle im- Per consentire l’accesso alla sala alla concessione a fondo perdu- che siano quindi anche più auto- prese di post-produzione attra- in maniera omogenea su tutto il to o in conto interessi di contri- nome economicamente. verso contributi a fondo perduto territorio, si riserva una sezione buti per la creazione, il ripristino, Il secondo piano straordinario è o finanziamenti agevolati.

LE DELEGHE ASSEGNATE AL GOVERNO

Oltre ai meccanismi di sostegno ti nella distribuzione e nell’eser- dia audiovisivi, lineari o on-de- mente presso la Siae. Il disegno economico, il disegno di legge cizio, includendo anche i soggetti mand - con una riformulazione delega il governo a spostarne la ti- comprende misure che, nel ri- che operano sulla rete. dell’applicazione per gli opera- tolarità al MiBACT e ad assicurar- spetto dell’autonomia degli ope- Dall’altro si delega il governo a di- tori on line - una revisione della ne la consultabilità e la registra- ratori, ne regolino i rapporti al sciplinare, anche nei parametri definizione di produttore indi- zione di tutti i passaggi giuridici fine di favorire una crescita bilan- delle linee di intervento, gli stru- pendente e un più appropriato dei diritti delle opere. ciata e armoniosa del settore ed menti che regolano l’obbligo di sistema di controllo e sanzione. L’altra delega riguarda la riforma evitare fenomeni distorsivi della investimento e programmazione Infine, si favoriscono accordi tra della revisione cinematografica, concorrenza, garantendo plurali- delle emittenti e degli operatori le categorie - produttori indipen- la cosiddetta censura che valuta tà di linee editoriali e una appro- della rete in film e audiovisivi ita- denti da una parte e fornitori di la classificazione dei film proiet- priata valorizzazione e distribu- liani o europei. Delega, quest’ulti- servizi media audiovisivi dall’al- tati in pubblico, senza il cui nul- zione dei diritti di sfruttamento ma, necessaria anche per ragioni tra - che assicurino la flessibilità la osta non è autorizzata l’uscita delle opere, così come già avvie- temporali, in attesa del risulta- del quadro di riferimento. in sala. La prospettiva è quella del ne negli altri grandi paesi euro- to della revisione a livello comu- Coerentemente con l’intento di superamento di un sistema risa- pei. Questo obiettivo è persegui- nitario della Direttiva sui Servi- favorire una sana crescita del set- lente agli anni ‘60, nell’ottica della to partendo da tre angolazioni. zi Media Audiovisivi. La nuova tore, il testo prevede altre due de- responsabilizzazione degli opera- Da un lato si introduce una nor- misura delegata al governo do- leghe al governo. tori stessi con un meccanismo di ma che consenta all’Autorità Ga- vrà assicurare una maggiore tra- Una delega rimanda ad un decre- auto-classificazione dei contenuti rante per la Concorrenza ed il sparenza ed efficacia, una armo- to legislativo la revisione delle a cui farebbe da garante per la tute- Mercato di agire in caso di con- nizzazione tra gli obblighi dei procedure di tenuta del Pubblico la dei minori un organismo di con- centrazioni o posizioni dominan- diversi fornitori di servizi me- registro cinematografico, attual- trollo in seno al MiBACT.

Il sistema delineato rappresenta, sostegni ponderati sulle esigenze Il dossier di FATTI è a cura di CONCLUSIONI nel suo insieme, un nuovo mo- artistiche e finanziarie di ciascun Federica D’Urso, Iole Maria dello le cui fondamenta risiedono progetto e nella coerenza interna Giannattasio, Francesca nella certezza delle risorse, nelle degli interventi che consente am- Medolago Albani. chiare attribuzioni di competen- pi margini di adattabilità alle evo- za e sinergia tra le istituzioni, in luzioni del contesto digitale. IL DDL VA DOTATO DEI GIUSTI PROVVEDIMENTI ATTUATIVI

Riccardo Tozzi presidente ANICA

enedetto Croce di- esempio: “Il DdL dà più spazio B ceva che i concet- all’automatismo che alla selettivi- ti non fluttuano tà e quindi favorisce la grande pro- nell’aria come ca- duzione”. Qui abbiamo in una sola ciocavalli appesi. Credo inten- proposizione ben due caciocaval- desse che anche l’astrazione e li. Se l’Italia produce più film ope- la generalizzazione debbano ra prima seconda o difficile (120) sempre essere ancorati dialet- della Francia, ciò si deve al tax cre- ticamente alla realtà. Il DdL go- dit, e cioè a un sistema automati- vernativo, provvedimento di si- co. Mai prima dell’introduzione stema dell’audiovisivo, non è di questo strumento si sono pro- appeso. È nato oltre due anni fa dotti così tanti film di quel tipo. con la Conferenza Nazionale Ci- Inoltre non è vero che il DdL pri- nema, cui presero parte attiva vilegi l’automatismo. A parte il tax oltre 400 partecipanti. Ha pre- credit, che, come detto, riguar- so forma con le centinaia di ri- da tutti, sono previsti due stru- sposte pervenute al questiona- menti. Uno selettivo, riservato rio fatto circolare dal MiBACT esclusivamente a film opere pri- e dal MiSE e col lavoro dei tavo- me seconde o difficili. A occhio, li di consultazione. Per questo è facendo i primi calcoli, dovrebbe complessivo, concreto e poten- essere dotato di circa 30/35 milio- zialmente efficace. ni di euro l’anno. Pari ad almeno 4 Più appeso invece il DdL parla- volte le risorse attuali. mentare, che cala dall’alto il mo- Lo strumento automatico, il fon- dello francese. Concepito in al- do per le imprese, sarà dotato, per tri tempi ed oggi percepito come il cinema, di circa 35 milioni: esat- superato anche in patria (e i ri- tamente la stessa cifra. E sarà cal- sultati negativi della fiction te- colato sul fatturato, quindi anche levisiva francese e l’emergere di sulle fiction, le webseries, i docu- problemi di quella cinematogra- mentari, i corti: ne avranno vantag- fica lo confermano). gio anche le imprese più piccole. Ciò detto non ringrazieremo mai Inoltre le risorse del fondo le im- abbastanza i parlamentari che prese potranno destinarle anche l’hanno proposto: così facendo allo sviluppo e alla ricerca: anche hanno messo in moto il processo le minori avranno quindi capacità legislativo: a loro dobbiamo il livel- autonome di sviluppo. E potranno lo d’attenzione del Governo. crescere: perché la piccola dimen- Quello governativo è un DdL che sione, nel mondo globale, non è sarà importante dotare dei giusti un valore, può essere solo un pun- provvedimenti attuativi e anche to di partenza per la crescita. spiegare. Perché, come tutte le cose E la crescita di tutto il sistema ci complesse, non è facile da capire. pare proprio la visione che ani- E già circolano interpretazioni ma questo DdL. fuorvianti. Ne prendiamo una ad FATTI La nuova legge sul cinema: commenti e opinioni 46 - 47 LA VISIONE ORGANICA DI UN SETTORE STRATEGICO PER IL PAESE

Francesca Cima presidente Sezione Produttori ANICA

e cose buone han- l’identificazione di quella più ef- ogni strumento corrisponderan- L no bisogno del loro ficace per consentire a ogni opera no criteri chiari, da declinare nei tempo per matura- di raggiungere il proprio pubblico decreti e applicare con semplici- re. E c’è poi un mo- potenziale, indipendentemente tà e trasparenza, che consentiran- mento in cui si manifestano in dal mezzo di distribuzione scel- no a ogni impresa di trovare la mi- tutta la loro pienezza e dispiegan- to (ovunque: dal grande festival gliore via per irrobustire i propri do potenzialità anche superiori internazionale alle visioni dome- prodotti, per far crescere le com- rispetto alle previsioni. La messa stiche, dalla sala cinema alla fru- petenze e risorse interne, la capa- a punto di diversi strumenti di in- izione in mobilità) - impone però cità di attrarre anche investimenti tervento pubblico, in un contesto nuove responsabilità ai produtto- terzi e, in ultima analisi, ampliare economico e di mercato profon- ri. Questa libertà di azione, chie- dimensioni e varietà del business. damente cambiato in pochi anni, sta e ottenuta nel testo del DdL n. Nel testo trovano spazio innova- era un’esigenza fortemente senti- 2287, è un segno di consapevolez- zioni fortemente volute, come la ta e rappresentata dagli operato- za del settore, ma comporta an- cedibilità del tax credit (che do- ri, in particolare del mondo della che un diverso tipo di impegno. vrebbe poter aprire anche una produzione indipendente. Grazie Con questa riforma, soprattutto nuova strada per l’accesso al cre- al lavoro costante con il MiBACT attraverso nuove regole di acces- dito, punto ancora dolente), così e, per le relazioni con i broadca- so e di funzionamento del mer- come deleghe importantissime: ster, congiuntamente con il Mi- cato, noi produttori indipendenti in primo luogo la riforma dei rap- SE, è emerso molto di più: una sapremo ripagare la fiducia, inter- porti con i broadcaster, con la visione organica del settore - dal pretando in senso moderno la lo- previsione finalmente di un tavo- rapporto con i talenti, al tessuto gica dell’investimento pubblico lo negoziale con gli indipendenti, imprenditoriale, ai colli di botti- come momento di avvio ma an- ma anche il Registro Unico delle glia del mercato - all’interno del- che di moltiplicazione di risorse, opere audiovisive, per la traccia- la quale emergono i principi fon- in linea con una nuova e strategi- bilità dei diritti e la massima cir- damentali, cardini della riforma. ca interazione tra funzione della colazione su tutte le reti. In primo luogo la riaffermazione spesa pubblica e crescita del set- Sono sicura che il mondo della della centralità dell’idea creativa tore privato. produzione saprà rispondere alla e, quindi, del progetto produtti- Lo Stato, con questo DdL, sta in- sollecitazione e alla fiducia con- vo più giusto per quell’idea. Com- fatti facendo la sua parte in modo creta dimostrata con questo te- plessivamente, la crescita di un straordinario: non solo e non tan- sto: l’obiettivo comune è quel- settore strategico, la cui linfa vi- to con le preziose risorse aggiun- lo di riuscire a remunerare nel tale viene canalizzata attraverso i tive (che, pure, hanno un peso de- tempo sia l’investimento pubbli- produttori indipendenti. La mol- terminante per avviare il processo co che quello privato e a fare in teplicità di combinazioni pos- di consolidamento), ma soprat- modo che il settore dimostri sul sibili tra strumenti di sostegno tutto definendo nuove regole, in campo di essere una risorsa stra- automatici e selettivi - e quindi tutti gli ambiti toccati dal testo. A tegica per il Paese. DUE PREGI: APPROCCIO DI SISTEMA E RAFFORZAMENTO DEGLI INDIPENDENTI

Andrea Occhipinti presidente Sezione Distributori ANICA

n volano per l’intera vo pubblico con l’introduzione denti è il cuore di questa legge, U filiera. Così mi piace del cinema nelle scuole. imprenditori piccoli e grandi, pri- descrivere il tanto E soprattutto la centralità della vati, che rischiano i propri capi- atteso DdL cinema distribuzione nella promozione tali in un mercato competitivo e che ha due pregi fondamentali: e nello sfruttamento del prodot- selettivo che va ben oltre i confi- l’approccio di sistema ed il rico- to cinematografico, con la con- ni nazionali. Ma sopra ad ogni co- noscimento dell’importanza de- ferma dell’intervento in tax cre- sa scopritori di talenti che sono la gli indipendenti. dit che aumenta di intensità per materia prima attorno a cui tutto La legge, finalmente, intervie- i distributori indipendenti e dà gira. Per questo definire il concet- ne su ciascuna delle singole par- la possibilità al produttore che ri- to di “indipendente” è la pietra ti dell’intera filiera con strumen- schia sui costi di lancio di avere fi- angolare di questo intervento le- ti mirati e auspichiamo efficaci. no al 40%. gislativo, la parte più preziosa da La riqualificazione dell’esercizio, A ogni parte della grande macchi- proteggere con cura perché è nel snodo fondamentale del setto- na del cinema e dell’audiovisivo fertile e ricco tessuto imprendito- re, ed il riconoscimento del ruolo sono riservati interventi che, at- riale che risiede la forza di un si- culturale dei cinema di città che traverso i decreti attuativi, devo- stema creativo come quello au- attuano una programmazione di no essere definiti puntualmente. diovisivo. qualità rafforzandone l’identità. Per far sì che i singoli sostegni raf- Il prossimo passo è il riordino de- Il ruolo chiave nello sviluppo del forzino tutti gli anelli della filiera gli obblighi di investimento e pro- nostro comparto all’estero, sia - produzione, distribuzione, in- grammazione delle TV, atteso da nello stimolo alle coproduzio- dustrie tecniche, esercizio - è ne- anni e necessario. ni, sia nello stimolo alla creazio- cessario che tax credit e contri- ne e al rafforzamento di un’infra- buti rimangano a beneficio delle struttura organizzata di società singole società per le quali sono di vendite estere. L’importanza stati pensati, al fine di generare dell’innovazione per le industrie un beneficio per tutto il settore. tecniche. La formazione del nuo- Il rafforzamento degli indipen- FATTI La nuova legge sul cinema: commenti e opinioni 48 - 49

l DdL del ministro trattamento e sceneggiatura - ve- diovisivi. Chiederemo di rivedere modifiche migliorative possibili e I Dario Franceschini nisse stabilita in misura adegua- questa definizione allineandola affrontare la transizione verso un rappresenta il pri- ta, in quanto è proprio nella fase alle “best practices” europee e al sistema più moderno di finanzia- mo e decisivo passo di “Ricerca & Sviluppo” che si re- possesso di quote di diritti di pro- mento e di rilancio di tutto il setto- verso quella legge di sistema che gistra una delle maggiori debolez- prietà sull’opera, stabilendo chia- re, non solo sul piano industriale, l’associazione 100autori da tem- ze del sistema. re modalità contrattuali al fine di ma anche a garanzia degli autori. po sollecita. Un provvedimen- Abbiamo già suggerito la necessi- fornire la massima trasparenza to apprezzabile, che per la prima tà di abbinare la questione della sui prezzi praticati e sui processi volta colloca sotto un’unica cor- titolarità dei diritti alla stesura di di formazione degli stessi. nice il Cinema e la Televisione e un Contratto Nazionale di Lavo- Ci auguriamo di poter continua- che riconosce il valore e le poten- ro per gli autori, che tuteli le posi- re a discutere senza preconcetti le zialità dell’industria audiovisiva zioni più deboli, in particolare dei italiana. Sono certamente aspetti giovani, garantendo dei “minimi” positivi la dotazione minima pa- nelle diverse fasi di lavorazione ri a 400 milioni di euro all’anno - che siano legati percentualmente e la sua stabilizzazione attraver- al budget concesso. so una quota di riserva del gettito Sulla definizione di “produttore erariale - e la “modulazione” degli indipendente” nel DdL si rinvia interventi, sebbene ancora da de- ad altri testi - nello specifico, al finire nel dettaglio. Testo Unico dei Servizi Media Au- Molti aspetti sono, infatti, deman- dati a decreti attuativi e altri addi- rittura a decreti legislativi, il che significa che molti elementi del sistema, seppure già inquadra- ti per linee generali, dovranno es- sere calibrati in base alle effettive esigenze del settore. 100autori in- tende presidiare la fase di decre- tazione, in particolare, riguardo ai Contributi selettivi auspichiamo un incremento della percentuale a favore dei film “di qualità”, opere prime, opere seconde e under35. Per quanto riguarda i contributi al- lo sviluppo vorremmo invece che la quota di contribuzione a favore dei produttori, destinata allo svi- luppo di opere cinematografiche e audiovisive - che consiste in buo- na parte nella scrittura di soggetto, PIÙ CONTRIBUTI SELETTIVI AI FILM DI QUALITÀ

Francesco Bruni presidente 100AUTORI - Associazione dell’autorialità cinetelevisiva QUEL MODELLO FRANCESE CHE DA SETTANT’ANNI cesi hanno scelto di difendere l’i- dentità nazionale e di far avanzare insieme la creatività, la formazio- ne, la distribuzione, l’esercizio, la FUNZIONA CON EFFICACIA memoria del loro cinema e non soltanto la produzione. L’obiettivo è quello di sostenere l’intero settore e le sue tre gran- di famiglie: il cinema, l’audiovisi- vo e il multimediale. Ciascuna di Francesco Ranieri Martinotti esse ha risorse definite e separate, presidente ANAC - Associazione Nazionale in modo che nessuno possa farla Autori Cinematografici da padrone e assorbire le risorse dell’altro. È stato individuato un sti, i grandi e i piccoli produttori, me ha detto il presidente dell’Ani- giusto plafond annuo non inferio- i distributori nazionali e interna- ca durante le recenti audizioni al re a 950 milioni di euro (750 dal zionali, gli esercenti, le scuole di Senato, sono loro gli unici che san- prelievo di scopo, il resto dal tax cinema, le cineteche, gli spettato- no fare il prodotto e conoscono il credit). Il sostegno all’audiovisi- ri, le industrie tecniche… mercato. Non poteva essere altro vo è indirizzato ai prodotti inno- Si contrappongono di fatto due che questa la proposta emersa dal vativi e non è previsto per quel- elle prossime setti- impostazioni diverse che non tavolo che l’ha generata e al qua- li finanziati preventivamente dai N mane la 7a Commis- sarà semplice conciliare: una ispi- le sedevano il MiBACT, il MiSE, i broadcast, questo per valorizzare sione del Senato, rata al modello inglese, l’altra a produttori e le tv. il ricambio e la diversità. presieduta dal sena- quello francese. Con coerenza, la Ma è davvero applicabile que- Inoltre, in Francia, esiste una ca- tore Marcucci dovrà fare la sintesi storica associazione fondata nel sto modello al nostro paese che bina di regia, il Centre National tra i diversi disegni di legge di di- 1952 dagli autori che hanno fat- non ha una cultura della libe- du Cinéma (CNC) che attua le sciplina del cinema e dell’audio- to grande il cinema italiano, con- ra concorrenza e dove appena si politiche dei governi, ma non su- visivo presentati al Senato. In par- tinua a pensare che se in Europa parla di antititrust i gruppi che bisce l’influenza del potere per- ticolare tra il DdL n. 2287 a firma esiste una legge che funziona con contemporaneamente detengo- ché è guidato da esperti. E in po- del ministro Franceschini e il n. efficacia da 70 anni, che ha con- no le emittenti, la distribuzione chi sanno che, a differenza della 1835 i cui primi firmatari sono i se- sentito al cinema del suo paese e controllano da soli quasi la to- Direzione generale cinema, il natori Di Giorgi e Zavoli. Non sarà di diventare la seconda potenza talità della produzione, da Rai a CNC non costa nulla al cittadino: un lavoro facile. Sono infatti mol- mondiale dell’audiovisivo e che Mediaset, si sollevano? Si posso- la sua gestione è pagata grazie al to diversi l’uno dall’altro. Il primo produce un giro d’affari di 16 mi- no affidare tutte le scelte a quel- prelievo sui fatturati delle imprese azzera la distinzione tra cinema liardi l’anno, quella è la francese. lo stesso mercato che oggi pro- che sfruttano il cinema e l’audio- e audiovisivo; afferma l’assoluta Ma a chi sostiene che non è faci- duce solo commedie uguali a se visivo (prelievo di scopo). Infine centralità dell’ impresa, sia essa le adattare il modello francese al- stesse? La forte spinta all’inter- la suddivisione dei sostegni tra se- cinematografica o televisiva; can- le caratteristiche del nostro paese nazionalizzazione ha senso se il lettivi e automatici è fissata al 50% cella la “discriminante culturale” bisogna far notare che è sicura- cinema italiano prima non ricon- per garantire con i primi il progetto per l’assegnazione dei sostegni da mente più complicato farlo con quista il mercato interno? I nostri e con i secondi l’impresa. parte del MiBACT, elemento che la normativa all’“anglosassone” film, pensati, scritti e interpretati Per questi motivi e più in generale invece dovrebbe essere la ragione (in Gran Bretagna non c’è traccia in italiano, si prestano all’espor- per la sua visione prospettica, l’A- essenziale per la competenza di delle norme che si vorrebbero ap- tazione allo stesso modo di quelli NAC ritiene che la legge francese quest’ultimo sulla materia. plicare in Italia). in lingua inglese? Oppure dobbia- ha saputo stabilire per il cinema e L’altro DdL rispetta invece le di- Essa parte dal principio base che la mo girarli in inglese e rinunciare l’audiovisivo di quel paese il giu- verse specificità del cinema e produzione fa da volano a tutto il alla nostra identità? sto equilibrio tra la natura artisti- dell’audiovisivo e sostiene la cre- settore e l’impresa, meglio se gran- Come ha osservato Marco Folli- co-culturale e l’aspetto commer- scita di entrambi. Con una visio- de, ne è l’asse portante. Fin qui ni (presidente dell’APT), inter- ciale. L’Italia con questa riforma ne d’insieme più allargata, es- niente di nuovo rispetto a quello venendo a novembre al convegno ha la grande occasione di realizza- so unisce e armonizza le diverse che accade in Italia da oltre 10 an- fiorentino “Cinema: Direzione re qualcosa di analogo, che ben si tessere che compongono il com- ni. Si pretende, invece, che l’ele- Centro”, per tradizione, cultura e attaglia alle specificità culturali del plesso mosaico del settore rico- mento qualificante sia il modo in specificità linguistica la Francia nostro paese. Ci vuole il coraggio noscendo complementarietà a cui sarebbero assegnate le risorse e il suo impianto normativo van- di farlo con coerenza. Non lascia- tutte le categorie che lo rappre- pubbliche: automaticamente. De- no considerati come i più affini moci sfuggire questa occasione. sentano: gli sceneggiatori, i regi- stinatari: i produttori, perché, co- a noi. Follini non ha torto. I fran- FATTI La nuova legge sul cinema: commenti e opinioni 50 - 51 BENE LA TRASFORMAZIONE DELLE VARIE FORME DI SOSTEGNO IN CREDITI D’IMPOSTA

Luigi Cuciniello presidente ANEC - Associazione Nazionale Esercenti Cinema

l DdL in materia di di sostegno in crediti d’imposta, I Cinema ed Audiovi- già recepita, tra l’altro, nell’ultima sivo, recentemente “Legge di stabilità”. approvato dal gover- Rilevante poi risulta, per lo stan- no, rappresenta un importante se- ziamento economico messo in gnale d’attenzione del mondo poli- campo, la previsione di un piano tico nei confronti di un settore che straordinario triennale per la cre- impegna migliaia di imprese e ad- azione di nuovi esercizi e la riatti- detti, riconoscendo il valore cultu- vazione e trasformazione di quelli rale di una industria ed il rilevante esistenti, al fine di qualificare ul- impatto economico della stessa sul teriormente i punti di offerta. prodotto interno nazionale. Alcune perplessità destano inve- L’impianto generale è apprezzabi- ce l’assenza di riferimenti al con- le in quanto si pone come legge di solidato status di “sala d’Essai” sistema, razionalizzando e sem- ed alla sua specifica valorizzazio- plificando gli strumenti di soste- ne e l’introduzione di vincoli di gno attualmente in vigore ed ap- destinazione d’uso alle sale cine- portando una rilevante dotazione matografiche a seguito della di- economica per assicurarne il fun- chiarazione d’interesse culturale zionamento attraverso l’istituzio- ai sensi del codice dei Beni cultu- ne di un autonomo “Fondo per rali e del paesaggio. il cinema e l’audiovisivo”, per il Allo stato attuale il giudizio com- cui finanziamento non è stata ri- plessivo sul disegno di legge è co- tenuta necessaria l’introduzio- munque positivo, in quanto rap- ne di una “tassa di scopo” a cari- presenta l’occasione storica per co degli utilizzatori dei contenuti un adeguato riequilibrio delle ri- audiovisivi, così come al contra- sorse all’interno della filiera ci- rio previsto nella quasi totalità di nematografica, con la giusta va- analoghe proposte di legge pre- lorizzazione del ruolo della sala sentate sia nella precedente che cinematografica nell’ambito attuale legislatura. dell’industria di settore. L’auspi- Entrando nel merito delle dispo- cio - e l’obiettivo del lavoro in cor- sizioni riguardanti l’esercizio ci- so da parte della Presidenza ANEC nematografico, trovano accogli- - è che tutto questo possa tradur- mento proposte già sostenute si concretamente nei successivi dalla Presidenza ANEC, come la provvedimenti attuativi con l’allo- trasformazione delle varie forme cazione di adeguate risorse. RAGGIUNTO IL TRAGUARDO DEL RICONOSCIMENTO DELLE FILM COMMISSION

Stefania Ippoliti presidente Italian Film Commissions

er la nostra associa- economico del settore, stanzia- sciuto il ruolo, ma per la prima finalità private e a scopo di lucro. P zione il DdL Cinema ti tramite le Regioni o le Provin- volta viene statuito, da legge del- Il nostro è un lavoro di lunga lena, rappresenta un tra- cie autonome, derivanti anche lo Stato, il lemma stesso di Film produce cambiamenti rilevanti in guardo raggiunto: da da fondi comunitari; con le Film Commission quale organismo un settore strategico per ogni Pae- anni si dimostra quotidianamen- Commission si va strutturando creato per favorire “la promozio- se; è un tipo di lavoro che punta a te che le Film Commission sono un modello amministrativo vir- ne del territorio sostenendo lo stabilizzare competenze, profes- una realtà imprescindibile per chi tuoso ed efficace, che trova stra- sviluppo economico e culturale sionalità e mestieri, indispensabi- vuole fare cinema e audiovisivo in de legittime e nuove di valoriz- dell’industria audiovisiva”. Ci au- li, tutti, per il successo dell’Italia in Italia e ora, il riconoscimento nel- zazione dei territori attraverso guriamo che venga introdotta la questo campo; lo si fa attraverso la legge nazionale è la presa d’atto l’impegno dei fondi europei in definizione di Film Commission percorsi ordinari, replicabili e ac- dell’utilità del nostro lavoro. Sarà progetti originali. riconoscendo gli elementi carat- cessibili, senza puntare sull’ecce- fondamentale per rendere più ef- Con questo nuovo testo di legge, terizzanti di questi organismi che zione e il colpo di genio, che ci ri- ficace la nostra azione, più stabi- l’attività strategica e multitasking sono: la natura istituzionale, il empiono di orgoglio, ci spronano, li e incisive le nostre strutture e ci svolta dalle nostre strutture, che perseguimento di finalità di pub- ma sui quali non si costruisce mol- consentirà di valorizzare ancora spazia dal supporto alle produ- blica utilità e l’esclusiva gratuità to di duraturo… di più il nostro Paese. zioni alla promozione, formazio- di funzioni e servizi erogati. Ta- Però, siamo certi che combinando È importante inoltre sottoline- ne e internazionalizzazione del li caratteristiche rappresentano i l’estro imprevedibile e la quotidia- are che nel DdL viene ribadito settore audiovisivo, trova nuova requisiti distintivi indispensabili na perseveranza, un po’ da zeloti, un compito fondamentale svol- forza per il raggiungimento degli per avvalersi di questa denomina- di noi delle Film Commission, ci to dalle Film Commission che obiettivi futuri e l’ottenimento di zione, nonché criterio di discrimi- aspettano ottimi e solidi risultati. è quello della gestione di appo- risorse strategiche. ne nei confronti di strutture im- siti fondi destinati al sostegno Dunque, non solo viene ricono- pegnate in attività simili ma con FATTI La nuova legge sul cinema: commenti e opinioni 52 - 53 PROVVEDIMENTI CHE VALORIZZANO IL PRODUTTORE INDIPENDENTE

Agnese Fontana presidente Doc/it - Associazione Documentaristi Italiani

oc/it accoglie con avviene oggi che il documentario di discrezionalità, riteniamo indi- D grande favore l’ini- italiano è protagonista nel mon- spensabile che il sistema di rile- ziativa di un riasset- do, nonostante non sia mai stato vazione degli automatismi preve- to globale del siste- oggetto di una politica nazionale da parametri sia quantitativi che ma nazionale, con il rinnovo della che puntasse alla sua valorizzazio- qualitativi. Ovviamente il solo ri- concessione pubblica alla Rai, il ne, tanto da farne un genere capa- ferimento agli incassi sala risul- nuovo Contratto di Servizio e, so- ce di soddisfare la domanda inter- terebbe obsoleto, diviene quindi prattutto, con la riscrittura della na ed esportare nel mondo l’Italia necessario definire criteri appo- Legge primaria. e la sua cultura, così come hanno siti per l’opera audiovisiva, che Si presenta così davanti a noi invece fatto in maniera sistemati- tengano conto dei risultati eco- un’occasione più unica che rara e ca le altre nazioni europee. nomici così come della capacità La nuova legge finalmente indi- di esportare l’Italia e la sua cul- vidua l’opera audiovisiva tout tura attraverso l’industria creati- court, superando la distinzio- va, cui l’audiovisivo appartiene a ne tra cinematografico e audio- pieno titolo. visivo, raccogliendo la richie- Si tratta quindi di riconoscere e sta a gran voce che Doc/it aveva dare valore alla coproduzione, alla espresso di riformulare la defini- partecipazione, sia delle opere che zione di produttore indipenden- delle imprese, ai programmi di Eu- te. Questo il tema più complesso ropa Creativa (per esempio EAVE, e delicato che dovremo affrontare EURODOC, Documentary Cam- per attuare pienamente lo spirito pus, MAIA, ACE). Parametrarne da cui il testo di legge è animato. i risultati nei circuiti a diffusione Salutiamo con favore l’insieme non commerciale quali Premi e dei provvedimenti atti a valoriz- Festival di caratura internazionale, zare la figura del produttore in- e nello specifico dedicati al Docu- dipendente, come la necessità di mentario. Da ultimo, fondamen- tenere in capo a sé almeno il 30% tale in quest’ottica incrementare dei diritti di titolarità in modo da i finanziamenti allo sviluppo, mi- capitalizzarne l’attività, aumen- gliorandoli nelle tempistiche ed tare la capacità di investimento attraverso la partecipazione dei portandolo a confrontarsi con i broadcasters nazionali. colleghi sul mercato europeo con Ancora molto il lavoro per i de- pari potenzialità di risultato. creti attuativi: Doc/it è pronta a Riguardo l’istituzione di automa- fare la sua parte. tismi che puntano a ridurre criteri l DdL del Governo sorse e di attenzione che l’esecu- para da molti altri paesi) è data I è un forte segnale di tivo mette in campo fa parte di un dallo squilibrio di forze tra la pro- novità. Stanzia più ragionamento intelligente e lun- duzione indipendente e il bro- risorse per il com- gimirante su quello che serve al adcasting. Chi manda in onda il parto, rende meno discreziona- paese. Tanto più in un momento prodotto ha la spada dalla parte le la loro ripartizione, indirizza le di forte accelerazione della com- del manico. Detta regole, proce- forze di sistema verso l’interna- petizione globale. dure. Tratta in posizione di van- zionalizzazione. In una parola, il Naturalmente ci dovrà essere al- taggio. Dispone quasi sempre governo mostra consapevolezza trettanta e più attenzione ver- di maggiori risorse. E fa gravare che la produzione di immaginario so tutti i decreti attuativi che spesso e volentieri sul prodotto è strategica per un paese che vuo- accompagneranno questo per- il peso della propria burocrazia. È le farsi conoscere meglio, scrol- corso. In particolare, crediamo un’altra emergenza a cui un siste- larsi di dosso la polvere di molti che sia fondamentale assicura- ma più maturo e più equilibrato dei suoi più atavici difetti, com- re il rispetto di quella normativa dovrà prima o poi porre rimedio. petere realisticamente sul merca- sulle quote di investimento da Per i produttori questa legge non to delle idee. parte delle emittenti nella produ- è un premio. È uno stimolo. E può La nostra approvazione non è zione indipendente che troppe essere un’occasione per produrre corporativa. Certo, siamo inte- volte è stata disattesa, trascurata di più e meglio. Per produrre con ressati, vitalmente interessati, al- o solo molto blandamente san- più libertà. Per produrre cose che lo sviluppo del nostro comparto. zionata. Su questo ci aspettiamo viaggino per il mondo, scavalchi- Ma cerchiamo di fare un ragio- (vorrei dire, pretendiamo) qual- no le frontiere, aiutino a far cono- namento più ampio. Gli interessi cosa di più del pochissimo che ci scere in modo più appropriato il più specifici del settore audiovisi- è stato riconosciuto. racconto italiano. La viviamo co- vo devono inserirsi in una cornice Così come insistiamo nel segna- me una sfida, non come una ren- più larga. È l’interesse generale, di lare che una parte delle difficoltà dita. E siamo convinti che questa questi tempi, che guida la danza. che caratterizzano il nostro setto- sfida possa giovare al nostro pae- E noi riteniamo che il di più di ri- re (e anche del divario che ci se- se, tutto intero. FONDAMENTALE IL RISPETTO DELLA NORMATIVA SULLE QUOTE DI INVESTIMENTO

Marco Follini presidente APT - Associazione Produttori Televisivi SCENARIFATTI La nuova Illegge cinema sul cinema: alla radio, commenti il cinema e e opinioni la radio 54 - 55 MISURE CHE INNESCANO UN CICLO VIRTUOSO

Ranieri de’ Cinque Quintili l settore delle in- I motivi che hanno portato a effetto di erosione o annullamen- presidente Sezione Imprese Tecniche I dustrie tecniche questo sono da individuarsi in to della marginalità e dei ricavi. e Audiovisive ANICA dell’audiovisivo le- due fattori primari. Da un lato Le azioni presentate dal gover- gate alla post pro- la necessità di investimenti per no nel Disegno di legge n. 2287 duzione video ed audio è stato adeguamento tecnologico, a se- hanno colto nel pieno le neces- toccato, negli ultimi anni, da una guito del passaggio dalla tecno- sità del settore. Gli strumen- profonda crisi, che ha portato logia analogica (pellicola) alla ti adottati, credito d’imposta all’abbandono del mercato italia- tecnologia digitale; dall’altro la e fondi sulla digitalizzazione e no da parte dei grandi player in- riduzione dei ricavi e l’erosione conservazione delle opere mul- ternazionali. della marginalità. In particola- timediali, sono di fatto la rispo- re, per la post produzione video, sta che il mondo delle Industrie la scomparsa della pellicola ha Tecniche aspettava da tempo. sostanzialmente modificato la Tramite queste misure infatti si struttura dei ricavi, riducen- potrà innescare un “circolo vir- do drammaticamente i fattura- tuoso” che si dispiegherà in due ti derivanti dalla distribuzione effetti. Da un lato il recupero di nelle sale che, con la pellicola, quella marginalità che è venuta a costituiva di fatto il nucleo cen- mancare negli ultimi anni - senza trale dei ricavi delle aziende. però indurre un forzoso aumen- Tutto questo ha fatto sì che il to dei prezzi di vendita, evitando core business delle Post House quindi di far recuperare margina- oggi è da individuarsi principal- lità a discapito della committen- mente nelle attività di post pro- za e, quindi, del resto della filie- duzione, con limitate possibili- ra. Dall’altro un’azione di sistema tà di ricavi accessori. tramite l’iniezione di lavorazio- Ad aggravare la situazione, a se- ni aggiuntive in modo sistemati- guito della riduzione dei budget co, consentendo quindi la satu- disponibili per la produzione ci- razione delle linee di produzione nematografica, il valore medio di rispetto all’andamento altalenan- vendita della post produzione per te tipico delle lavorazioni di post singolo progetto si è oltre che di- produzione e distribuzione, e ga- mezzato. rantendo quindi un efficienta- Per la post produzione audio, sia mento dello sfruttamento delle per la quota legata alla produzio- linee di produzione, ottimizzan- ne che per le lavorazioni tecniche do l’utilizzo delle risorse e, di fat- legate al doppiaggio, il processo è to, portando nuove possibilità di stato simile. In questo caso il pas- marginalità e sviluppo. saggio dall’analogico al digitale Siamo quindi più che soddisfatti ha inciso in maniera inferiore, ma di questo DdL e siamo grati al go- la riduzione dei budget di produ- verno e al MiBACT per l’attenzio- zione e, per il televisivo e il broa- ne al nostro settore e per gli stru- dcasting, la riduzione dei valori di menti individuati. vendita, ha di fatto sortito lo stesso

I contributi sono a cura di Stefano Stefanutto Rosa CINEMA ESPANSO

TINTO BRASS, TRA EROTISMO E PROVOCAZIONE di STEFANO STEFANUTTO ROSA

Ho trascorso più la libertà”, più volte dichiarata, con- Venezia, l’incontro con la futu- “ tempo nei tribunali tro regole sociali e morali. Quella ra moglie e collaboratrice Car- che dietro la mac- libertà che è la parola chiave del la Cipriani, la collaborazione china da presa: 26 suo cinema. “La vita è semplice all’ufficio stampa della Mostra di film censurati su 27, tutti tran- ma complicata dalla paura che le Venezia, il lavoro da archivista e ne La vacanza, premio della giu- persone hanno della libertà” reci- proiezionista alla Cinémathèque ria nel 1971 a Venezia”. L’83enne ta l’incipit della mostra. In questo française, l’apprendistato con Jo- regista Tinto Brass sintetizza così enorme amore di libertà il regista ris Ivens e con Roberto Rossellini. la sua vita artistica, ora ripercorsa colloca anche “il bisogno di rap- Nel 1963 con la sua prima regia, nella prima mostra italiana a lui presentare tutto ciò che finora Chi lavora è perduto, comincia dedicata e ospitata al Complesso per ipocrisia, ignoranza, paura è quella stagione artistica - 13 titoli del Vittoriano di Roma (in attesa stato escluso dal regno del rap- fino a Action (1980) - scandita da di vederla a Milano e Venezia), presentabile, cioè il sesso nella film dissacratori e anarchici in sin- dopo l’omaggio nel 2002 della sua estrema nudità”. tonia con il clima sessantottino. Cinémathèque française. Una libertà che viene declinata in Protagonisti di queste opere sono L’infanzia, La giovinezza e la for- due periodi differenti, per storie spesso emarginati e ribelli alle mazione, Gli esordi e il cinema e atmosfere narrate, per generi convenzioni della società borghe- sperimentale, Cambio di rotta: il frequentati. “I miei film erotici se, personaggi perdenti e a volte cinema erotico, sono le sezioni di non sono una diminutio rispetto matti, la cui follia è simbolo di ri- Tinto Brass: uno sguardo libe- ai film più politici. Sono la conti- volta sociale. Brass si cimenta con ro - a cura di Caterina Varzi, con nuazione, per me più onesta, del- vari generi: commedia grottesca, la collaborazione di Andrea De lo stesso discorso… Non li con- noir, giallo, perfino il western. Stefani - che espone documenti sidero affatto minori i miei film Come i due graffianti e surreali inediti, sceneggiature, bozzetti di a carattere erotico rispetto alle episodi in bianco e nero, L’uccel- scenografie e costumi, fotografie, opere del mio primo periodo”. lino e L’automobile, visibili nella filmati, manifesti e locandine. Prima ancora di diventare regi- mostra, che fanno parte di La mia Sperimentazione, eclettismo, ri- sta ci sono l’influenza del nonno signora (1964), film firmato anche bellione, trasgressione sono le paterno pittore, la ribellione al da Luigi Comencini e Mauro Bolo- coordinate artistiche ed estetiche padre autoritario, vice podestà gnini. A interpretarli Alberto Sordi che riassumono il suo lavoro. Una a Venezia, la passione per la fo- e Silvana Mangano, divertenti cari- carriera da sempre nel segno di una tografia, la frequentazione del cature di quell’Italia borghese del “irrequieta e incessante ricerca del- Circolo del cinema Pasinetti a boom economico. CINEMA ESPANSO 56 - 57

Visita alla mostra allestita al Vittoriano di Roma, dedicata al maestro del cinema erotico italiano. Courbet. In totale 14 titoli, riper- corsi con manifesti, foto di scena di Gianfranco Salis e bozzetti di Jakob per i costumi de La chiave, Miranda e Paprika. Brass, influenzato dalla lettura di Wilhelm Reich, è convinto che la repressione sessuale sia alla base di ogni società autoritaria e rivendica l’eros come esperienza di liberazione. “La libertà di un uomo si evince innanzitutto dal rapporto che ha con la propria sessualità - dice il cineasta - le pulsioni sessuali non vanno tratte- nute ma lasciate libere di generare piacere ed esperienza. Non c’è col- pa nel sesso, ma gioia di vivere”. E il soggetto di questo diritto alla felicità sessuale, è la donna, che si chiami Miranda, Lola, Diana, Paprika.“Tinto anticipa nei suoi film una figura di donna moderna, emancipata, libera, consapevole delle sue potenzialità erotiche e stravolge lo stereotipo della donna oggetto”, spiega la curatrice Varzi. La mostra non trascura poi il Brass regista di un teatro popolare e non elitario, con le tre regie, passando dalla commedia satirica alla tra- gedia, di testi di Roberto Lerici, Riccardo Reim e Frank Wedekind, insieme ai bozzetti di Jost Jakob per i costumi di Lulù. Visibili anche alcuni estratti di Istintobrass, documentario di Mas- similiano Zanin presentato alla Mostra di Venezia 2013, tra i quali Helen Mirren che, avendo parte- cipato al cast di Caligola, parla di un uomo “che ama sinceramente le donne e che le rispetta. Basta- va vedere Tinto e Tinta insieme, il rapporto tra di loro, la forza del loro legame. Io sono femminista, Nel giallo Col cuore in gola Brass Nel percorso espositivo si evi- controversie giudiziarie, oltre che ma non muoverei nessuna critica contamina invece il linguaggio denziano i due focus dedicati: con la censura, con il produttore da questo punto di vista”. cinematografico con il fumetto a Salon Kitty (1975), con i bozzetti che affidò ad altri il montaggio. Peccato che nella mostra non ci come testimoniano le tavole ori- di Jost Jakob per i costumi e quelli Con La chiave (1983), ispirato siano gli inediti di due progetti ginali dello storyboard di Guido di Ken Adam per le scenografie a un romanzo del giapponese rimasti tali. DNA, protagonista un Crepax per il film. Collaborazione insieme ai provini e le fotografie Jun’ichirõ Tanizaki, con Stefania onanista rinchiuso in un manico- tra i due che si ripete sia con Nero- di Angelo Samperi; e a Caligola Sandrelli, inizia la seconda fase di mio, e Ziva. L’isola che non c’è, un subianco, primo film in cui il tema (1979) con i bozzetti di Danilo Brass quella caratterizzata da un inno contro la violenza e la bru- dominante è l’erotismo, sia con un Donati per le scenografie e le foto erotismo vitale, gioioso, libero e talità della guerra con protagoni- soggetto rimasto inedito e intitola- di Mario Tursi. Un film quest’ul- trasgressivo che si conclude nel sta ancora una volta una donna, to La scatola cinese. timo disconosciuto da Brass per 2009 con il cortometraggio Hotel custode di un faro su un isolotto. Ci univa, innanzitut- “ to, il fatto che fossi- mo tutti artisti. Ama- LIMPIEZA vamo il nostro lavoro e realizzare manifesti cinematogra- fici ci attirava. A differenziarci era lo stile di ciascuno di noi. Azcuy, per esempio, inizialmente lavorava al ES BELLEZA disegno; poi passò alla fotografia in bianco e nero, con qualche par- ticolare a colori. Ñiko era più fred- di CRISTIANA PATERNÒ do, più geometrico, e usava stru- menti meccanici come la squadra, mentre Reboiro ricorreva molto al- Fino al 29 agosto al Museo Nazionale le incisioni, con uno stile psichede- del Cinema di Torino è in corso la mostra HECHO EN CUBA. lico. Quanto a Rostgaard, lui era più fantasioso, più immaginifico, e così Il cinema nella grafica cubana degli Anni ’60 e ’70. Morante”. Ecco cosa scrive lo spa- Tra realismo socialista e pop art, cinefilia e comunismo. gnolo Eduardo Muñoz Bachs (Va- lencia, 1937-L’Avana, 2001), consi- CINEMA ESPANSO 58 - 59

ha raccolto queste opere durante i numerosi viaggi a Cuba a parti- re dal 1998. Innamoratosi dell’iso- la e della sua cultura, comprò ca- sualmente il suo primo manifesto come souvenir da portare a casa. Incuriosito da questa grafica, in- cominciò a documentarsi e pren- dere coscienza di quello che stava dietro la realizzazione dei carteles de cine. Entrò in contatto con que- sti artisti, diventando un camajan - che nell’idioma locale indica uno straniero ben introdotto e rispet- tato dalla popolazione cubana - e ricevette direttamente da loro derato il più prolifico e originale autore di grafica cubana, che tra i suoi slogan annoverava “limpieza es belleza” (la pulizia è bellezza). Muñoz Bachs e un gruppo di straordinari artisti hanno fatto della locandina una delle belle arti, a partire dalla rivoluzione del 1959, negli Anni ‘60 e ‘70, incrociando correnti e avanguardie del contemporaneo, dal reali- smo socialista al dadaismo, dall’espressionismo tedesco all’art déco, e soprattutto la pop art. Ma sempre con un cuore comunista. Lo documenta la mostra in corso (fino al 29 agosto) al Museo Nazio- nale del Cinema alla Mole Antonelliana HECHO EN CUBA. Il cine- ma nella grafica cubana. Manifesti dalla collezione Bardellotto, cura- ta da Luigino Bardellotto, con la collaborazione di Nicoletta Pacini e Tamara Sillo (Museo Nazionale del Cinema) e Ivo Boscariol, Patrizio De Mattio e Francesca Zanutto (Centro Studi Cartel Cubano). Oltre 200 i pezzi in un percorso elicoidale che sale nell’Aula del Tempio verso la sommità della Mole, a partire da un muro porticato che sug- gerisce l’atmosfera fané di una via della capitale. Luigino Bardellotto molti materiali di una collezione che oggi conta oltre 1.200 mani- festi cinematografici, politici e sociali e 400 bozzetti e che com- prende sia pezzi unici che opere disponibili in pochissimi esem- plari, alcuni dei quali presenti in musei importanti (MoMA di New York, National Gallery di Londra, Centre Pompidou di Parigi, Her- mitage di San Pietroburgo). Una collezione che ci permette, tra le altre cose, di ripercorrere stagio- ni gloriose della storia del cine- ma, anche italiano, da un diverso e originale punto di vista. C’erava- mo tanto amati evoca l’idea di tre mani che reggono un solo cuore, Dramma della gelosia diventa Ce- los estilo italiano con un’imma- gine altamente stilizzata e quasi ispirata alle carte da gioco, Il caso Mattei è reso con la figura di Su- perman (ma i loghi delle gran- di compagnie petrolifere cam- peggiano sulla classica tuta del supereroe), Il sorpasso è tradot- to con La sorpresa, Giulietta degli spiriti ci mostra un volto di don- na circondato da petali di fiori. L’arte grafica cubana tocca i suoi vertici tra il 1964 e il 1980: politi- cizzata per definizione, cerca un linguaggio popolare, accessibile, ma è al tempo stesso raffinata, nel caso delle locandine esprime una sincera cinefilia ed è program- maticamente internazionalista. La mostra propone anche alcuni cartelloni precedenti alla rivolu- zione castrista, dove è evidente lo stile di derivazione occidenta- le. Dopo il ‘59 esplode invece un mondo di immagini, colori e so- prattutto idee originali. Nono- Per Fidel “l’alfabetizzazione e l’innalzamento culturale era uno dei principa- stante gli scarsi mezzi a disposi- li obiettivi”, annota il direttore del Museo Alberto Barbera. E aggiunge: “Alla zione l’ICAIC (Instituto Cubano quotidiana e cronica penuria d’inchiostri, carta, cartoncini e foratori, si sop- del Arte e Industria Cinemato- perì con l’incessante scoperta di modi nuovi e ingegnosi di far fronte alla si- gráficos) – nato pochi mesi dopo tuazione, integrando differenti tecniche, pitture, basi, alcol e altre sostanze la rivoluzione – non è solo fuci- di provenienza diversa”. na di talenti autoctoni ma attrae Nel percorso espositivo si dà conto proprio della tecnica utilizzata: la seri- spesso artisti stranieri, special- grafia prevede la realizzazione di un bozzetto (pezzo unico fatto a mano), mente spagnoli, pronti a sposare quindi di un layout che lo porti alle uniche misure concesse di 51x76 cm (an- la causa, così le individualità arti- che questo un pezzo unico) e poi si procede alla tiratura delle copie che, con stiche si fondono nello spirito di questa tecnica, prevede l’utilizzo di massimo un colore per ogni passaggio gruppo. I grafici iniziano a inter- con un giorno di asciugatura tra un colore e l’altro. Discorso a parte meritano pretare con un nuovo stile i lun- i tabelloni di grande formato (6 metri x 2,60) che chiunque sia stato a Cuba gometraggi e i documentari che non può non ricordare come parte integrante del paesaggio. giungono da ogni parte del mon- Imperdibile il catalogo, edito da Silvana Editoriale, che compren- do: Castro punta sul cinema e sul- de, oltre ai materiali in mostra, testi di Alberto Barbera, Jorge R. la cultura come mezzo di comu- Bermúdez, Alessandra Riccio e Luciano Del Sette e ovviamente un nicazione per arrivare al popolo. ricco corredo illustrativo. CINEMA ESPANSO 60 - 61

di GABRIELE D’AUTILIA

Nasce “L’Avventura. International Journal of Italian Film and Media Landscapes”, un nuovo semestrale per gli studi di storia del cinema e dei media in Italia.

interesse internazionale per il nostro cinema non che incoraggi il confronto con gli altri mezzi espressivi, dall’arte L’ è una novità, eppure negli ultimi anni molte sono alla fotografia, dai nuovi media alla televisione, dalla storia alla state le iniziative attraverso cui centri di ricerca e letteratura, che hanno costruito la nostra cultura visuale. I con- dipartimenti stranieri hanno collaborato in modi tributi che “L’Avventura” accoglie, quindi, riguardano il cinema nuovi e proficui con le nostre istituzioni e la nostra comunità italiano nel più ampio contesto visuale e culturale e provengono accademica. Un interesse scientifico che si affianca a riconosci- da studiosi italiani e stranieri, mentre lo stesso comitato scienti- menti di prestigio, come i recenti Oscar italiani. fico è espressione della comunità accademica italiana ma con la In Italia gli studi sul cinema, con monografie e riviste importanti, presenza significativa di studiosi stranieri di diversa provenienza hanno una lunga e consolidata tradizione. E tuttavia la nascita disciplinare, in un dialogo aperto tra approcci metodologici e ri- de “L’Avventura. International Journal of Italian Film and Media ferimenti teorici consolidati o più recenti. Lanscapes”, costituisce una novità nel panorama generale per Non dunque una rivista monografica (anche se non esclude even- almeno tre motivi, che sono alla base delle scelte della direzione: tuali approfondimenti), ma anzi articolata in sezioni tematiche, che un’impostazione multidisciplinare, contenuti specificamente vogliono tener conto di numerosi ambiti: il dialogo tra il cinema e italiani e un occhio attento al contesto internazionale. altre forme e pratiche artistiche e comunicative, l’analisi di fondi ar- La ricerca sulle immagini in movimento, all’estero ma ormai anche chivistici inesplorati, lo studio della formazione e trasformazione di in Italia, si sta indirizzando, come altre discipline legate ai media e identità, e anche di quel soggetto misterioso che è ancora oggi lo spet- all’immagine, verso una ridefinizione o una ricollocazione, che tro- tatore, non solo consumatore ma creatore attivo di immaginari, e poi vano in quelli che vengono definiti Visual Studies uno dei terreni la fotografia nelle sue innumerevoli relazioni con gli altri media, e in- più attivi. È vero che non basta un nuovo territorio per creare un fine le molteplici forme di narrazione visiva della più stretta contem- nuovo ambito di studi, serve un lungo lavoro di dissodamento che poraneità, i loro mezzi e i loro linguaggi innovativi. Un viaggio quindi, si sappia confrontare innanzitutto con le metodologie e i “sistemi” un’avventura nei territori molteplici delle immagini, per lasciarsi già sperimentati. Tuttavia è certamente stimolante un contesto conquistare dalla loro bellezza, ma anche per capire il loro potere. DISCUSSIONI

È sempre più difficile avere ospiti internazionali sul, red carpet. Colpa del proliferare delle rassegne, dei costi proibitivi, dalla concorrenza di altri mezzi di promozione come internet e i social. I pareri di Piera Detassis Antonio Monda e Alberto Barbera. DISCUSSIONI 62 - 63

PERCHÉ LE STAR AMERICANE DISERTANO I NOSTRI FESTIVAL?

di CLAUDIO MASENZA

o sconosciuto, sulla cinquantina, ed io sorridiamo ver- Ho voluto verificare questa mia modesta analisi con il parere di chi L so la fotocamera di un cellulare. Ora lui e l’amico che si trova ad affrontare il problema “star” oggi. Antonio Monda, di- ha scattato si scambiano i ruoli ed io sorrido accanto rettore artistico della Festa del Cinema di Roma, si è trovato d’ac- all’altro. Alle nostre spalle il lungo e imponente tappe- cordo con me e ha aggiunto di essere per questo convinto della ne- to rosso è vuoto. Non è l’ora del passaggio di una qualunque dele- cessità di ripensare drasticamente l’idea di festival “dando la priorità gazione. L’uomo, con aria complice, mi dice che il suo amico mi ha assoluta alla qualità dei film e alla presenza delle star non tanto sul subito riconosciuto: “Lei è Carlo Croccolo!...”. Spiego di essere solo red carpet quanto negli incontri con il pubblico”. Gli stessi incon- un giornalista, non un attore. Delusi, abbozzano un saluto e si allon- tri stanno a cuore anche a Piera Detassis, presidente della Fonda- tano seccati dicendo che sono lì in giro da ore ma non hanno visto zione Cinema per Roma e Fiction Fest, nonché direttore di “Ciak”, nessuno di famoso… Credo non avessero idea del programma della una persona insomma che con i divi americani combatte da sempre. giornata e di chi sperare di incontrare. C’è un festival cinematogra- Detassis concorda naturalmente sui tagli dovuti alla crisi e aggiunge fico, si va a vedere gli attori. Eravamo alla Festa del Cinema di Roma che “Venezia, pur considerata carissima rispetto a Toronto, mantie- ma la penuria di celebrità internazionali è un fenomeno ormai dif- ne un certo appeal, soprattutto per film che hanno bisogno di qua- fuso. Un problema per giornalisti cinematografici, che dovrebbero lificarsi in vista della stagione degli Awards. L’Italia però non è più portare ai propri capi servizio o direttori incontri con celebrità, e per considerata un territorio interessante per il mercato abroad, ma un il pubblico che non si accontenta di bei film, magari provenienti da piccolissimo punto nella galassia dell’industria, far away dal nuovo Paesi che non hanno accesso alle nostre distribuzioni, e neanche di impero cinese”. “E i divi americani sono sempre meno disponibili ad registi noti. Solo i volti danno lustro alle manifestazioni e giustifi- affrontare la fatica di un tour festivaliero”, conferma Alberto Bar- cano lunghe attese? Ma che è successo? Perché le star, soprattutto bera, direttore artistico della Mostra di Venezia. “Restano tre notti, americane, disertano sempre più spesso i nostri Festival? conferenza stampa, proiezione del film, un numero infinito di inter- Le ragioni sono intuibili ma proviamo lo stesso a elencarle. viste e foto, senza il tempo di recuperare il jet-lag. Lo fanno sempre Il proliferare di festival cinematografici in ogni angolo del mondo fa sì più controvoglia e alzano le pretese, mettendo in difficoltà tutti. Se che produttori e distributori finiscano per scegliere quelli legati a ter- Cannes riesce ancora a esibire molte star è perché ognuna di loro è ritori economicamente più interessanti dell’Italia che, quanto a incas- testimonial di un grande brand e a pagare sono gli sponsor. Inoltre si, non brilla certo. Spostare una “superstar” ha costi proibitivi. Chi ri- una volta – aggiunge - decideva il responsabile dell’internazionale nuncia all’areo privato, e si “accontenta” di una prima classe, pretende dove mandare un film, ora deve fare i conti con il responsabile del in ogni caso di viaggiare con una numerosa squadra. E i due principali ‘domestic’, con l’agente della star… e a volte finiscono col litigare”. festival italiani, Venezia e Roma, contribuiscono in minima parte alle E tutto questo in un momento in cui i festival non sono più la prima spese. Venezia, per ogni film, offre un totale di nove notti, in un albergo scelta, per i responsabili del marketing, nella promozione di un film. convenzionato, da spartire fra i componenti della delegazione. Niente Oggi oltre ai junket internazionali, c’è internet, il tam tam sui social in pratica. Per contro, l’eco promozionale negli Stati Uniti è minimo per- network. “I festival non hanno il ruolo che avevano venti o trenta an- sino nel caso della vincita di un Leone d’Oro. La Mostra di Venezia è sta- ni fa, quando partecipare significava un incremento certo di pubbli- ta inoltre penalizzata dalla scelta piuttosto recente del Festival di Toron- cità e di incassi”, conclude Barbera. “I meccanismi di promozione si to di esigere l’anteprima mondiale della maggior parte dei film in lingua sono moltiplicati. Non sarà più come prima”. Ed è un peccato per- inglese. E presentare un film lì costa agli americani molto meno di una ché, aggiunge, Detassis: “La presenza di protagonisti celebri non è prima a Venezia. Ultima nota dolente, i premi alla carriera assegnati alle solo futile ‘polvere di stelle’ ma il segno che quell’evento ha un senso star. Nessuno è ormai così ingenuo da non capire che il premio serve in- e un peso nel sistema di lancio internazionale di un film. E che, di nanzitutto a garantirsi la presenza del divo. Per gli americani affascinati conseguenza, anche il sistema dei media lo ha inserito in agenda”. dall’Italia, hanno forse maggiore attrattiva i festival, meno impegnativi, che si svolgono in località turistiche, come Taormina, Ischia e Capri. NEL MONDO

di LORENZO CODELLI NEL MONDO 64 - 65

Intervista ad Oreste Sacchelli, anima del Festival du Film Italien.

illerupt è una citta- petuta di anno in anno, fino all’83. quando non è prevista una copia V dina della Lorena Poi riprese nell’86 con un nuovo sottotitolata. Chi è venuto da noi le cui miniere stile assetto associativo. penso sia il miglior testimone di Germinal erano sta- quanto succede: il modo in cui te una mecca dell’emigrazione Come si sta evolvendo il Festi- presentiamo i film e gestiamo gli italiana. Qui, da 38 edizioni, si val e con quali prospettive? incontri tra artisti e pubblico, il allestisce uno dei festival più po- In questi ultimi anni il Festival si clima della manifestazione… polari al mondo, centrati sul ci- è professionalizzato, pur conser- nema italiano. Lo frequentano re- vando una gran parte di volonta- Villerupt è a due passi da tre na- golarmente migliaia di spettatori riato. Notevole pure l’aumento zioni limitrofe e attira moltepli- provenienti non solo da Parigi e del numero di film, 65 nel 2015; ci comunità d’origine italiana. da altre regioni francesi ma anche con la massima attenzione all’at- Nella zona è diffusa l’eredità dai vicini Lussemburgo, Belgio e tualità: 31 film del 2015 e 13 del dell’emigrazione italiana, anche Germania. Tutti i maggiori cinea- 2014, senza esclusione di generi se la Francia ha sempre voluto sti italiani sono stati ospiti del Fe- o autori. Con 40.000 presenze assimilare, anziché permettere stival. Nel 2015, Sergio Castellitto, di media, anche se quest’anno, a la creazione di comunità di im- Riccardo Milani, Giorgia Cecere, causa degli eventi del 13 novem- migranti. Ciononostante, questa Giuseppe M. Gaudino, Isabella bre, gli ultimi giorni sono stati diffusa italianità si ritrova in abi- Sandri. Ci sono stati eventi spe- meno affollati e abbiamo rag- tudini trasmesse in famiglia e nei ciali per il centenario de La gran- giunto quota 38.000. Il Festival è contatti con parenti lontani che de guerra e un focus sul Friuli Ve- alla base d’un progetto urbanisti- vivono in Italia. Il territorio è se- nezia Giulia. Tra i film premiati da co di recupero di aree dismesse gnato da nomi italiani di negozi, cesso al box office in Italia, ossia cinque giurie distinte, L’attesa di dopo la chiusura delle acciaierie. aziende, ristoranti e pizzerie. La le commedie, non vengano quasi Piero Messina e Arianna di Carlo Grazie all’intervento di Aurélie lingua invece tende a perdersi, mai distribuiti in Francia. Perso- Lavagna. La prossima edizione è Filippetti, allora ministro della nonostante sia insegnata in mol- naggi e situazioni troppo italiani, in programma dal 28 ottobre al 13 Cultura, il primo elemento del re- te scuole. Diversa la situazione troppi dialoghi, talvolta con gio- novembre 2016. Abbiamo incon- cupero dovrebbe essere, tra due lussemburghese, ove la lingua si chi di parole intraducibili: chissà? trato Oreste Sacchelli, anima anni, la costruzione d’un Palazzo è maggiormente mantenuta, an- Le facce poi, tranne rare ecce- del Festival e docente universita- della cultura con varie sale per che per l’apporto di nuove leve di zioni, sono sconosciute. Succe- rio di “Civilisation Italienne”. spettacoli, in cui il Festival potrà espatriati operanti nei settori le- de quindi che i film importati svilupparsi. gati all’economia del Paese e alle finiscano perlopiù nell’elitario Come era nato il Festival a Vil- istituzioni europee. ghetto delle sale art et essai. Forse lerupt? Come sono i rapporti con i occorrerebbe trovare la strada di È stato creato nel 1976, un po’ distributori e gli esercenti Quanti festival di cinema ita- coproduzioni vere e proprie an- per caso, da un gruppo di ragazzi francesi? liano sono attivi in Francia? che per film di maggiore richia- nell’ambito di una ‘Maison des Ottimi con la distribuzione fran- In Francia non passa una settima- mo, magari facendo leva su certi Jeunes et de la Culture’. Doveva cese, di cui presentiamo tutti i na senza una rassegna di cinema moduli della classica ‘commedia essere un’edizione unica, ma dato film in listino, sia nella sezione italiano. A parte i più noti festi- all’italiana’, tuttora validi. il successo e la fama del cinema Panorama, per i film usciti, sia in val di Annecy, Bastia, Chambéry, italiano in Francia all’epoca fu ri- anteprima nel Concorso, per la Tolosa e Villerupt, che attingono Sogni nel cassetto? giuria della critica. È capitato per a film inediti, vi sono numero- Riuscire a riunire italiani, francesi parecchi film che il Festival sia sissime manifestazioni nelle più e lussemburghesi attorno a pro- stato in testa agli incassi sala. svariate località che proiettano getti di coproduzione. Riuscire a nel giro di pochi giorni i film in di- individuare giovani di talento ai E con i cineasti e i produttori stribuzione. In genere, il successo quali trasmettere l’operato e pro- italiani? dei film presentati in quell’ambi- gressivamente dar loro responsa- Penso che il senso del nostro la- to è maggiore rispetto all’uscita bilità per garantire il futuro della voro sia noto. Non possiamo ga- indiscriminata nelle sale. nostra manifestazione. rantire una distribuzione a tutti i film che invitiamo, ma questo lo Quali suggerimenti darebbe abbiamo affermato da sempre. agli enti italiani con cui colla- Non esitiamo a sottotitolare, ogni bora da decenni? anno, a nostre spese, vari film, Strano che i film di maggior suc- RACCONTI DI CINEMA

ROCCO E I SUOI FRATELLI di MARINA SPADA RACCONTI DI CINEMA 66 - 67

Rocco e i suoi fratelli, a quarant’anni dalla scomparsa di Luchino Visconti, ispira il primo appuntamento con una nuova rubrica di 8½, dedicata a storie inedite, scritte da cineasti e intellettuali, ciascuna suggerita da un capolavoro del cinema italiano.

i chiamo Anna, ho parando a memoria i numeri di to a tutti, così adesso nella casa si 10 anni e il mio nu- telefono, la Luisa invece si pre- parla solo di questo e tutte voglio- M mero di telefono è para leggendo e rileggendo un li- no andare da mio papà per vede- 91669. Lo so a me- bro che ha trovato per strada e si re gli attori. La Luisa l’ha saputo moria perché se va- intitola: Come diventare attrice ci- prima di tutti perché gliel’ho det- do lontano da via Canonica al 2 e nematografica. Mi spiega spesso to io. Mio papà ha detto: “Non si mi perdo, posso telefonare a mia cosa c’è scritto: “Il libro dice che può assolutamente perché quel- nonna che è sempre in casa e lei bisogna leggere almeno un’ora al li di Roma non vogliono nessu- mi dice come tornare. La matti- giorno ad alta voce per imparare no in mezzo ai piedi ma fra qual- na prima di andare a scuola, mia a usarla bene. Magari lo possiamo che giorno si girerà un incontro nonna mi prepara l’uovo sbat- fare insieme, così impari anche tu di boxe al Teatro Principe di Via- tuto con due cucchiaini di caffè a parlare al centralino”. Oppure: le Bligny e ci sarà bisogno di gente perché sono troppo magra e dice “Sai Anna, non tutte quelle che per fare il pubblico. Magari riesco a che se non metto su almeno un vogliono fare i film devono esse- infilare qualcuno e pagano pure”. paio di chili non mi fa più anda- re per forza belle. Una può diven- Se è per quello non hanno voluto re a schettinare al parchetto alla tare un tipo, se impara a truccarsi neanche il mio cane Dinki, per- fine di viale Elvezia. Ma gli schet- e si esercita a essere spiritosa!”. ché quelli di Roma hanno paura tini non c’entrano niente se so- Prima di Natale mio papà è torna- dei cani, così il Dinki sta tutto il no magra perché io mangio tutto to a casa dicendo che era venuto giorno sotto il letto perché è abi- quello che mi danno anche se mi un signore da Roma per fare del- tuato a stare con mio papà e ades- piacciono solo le polpette e i ca- le foto alla sua palestra, perché ne so non sa più dove stare. Qualche volfiori. E poi adesso è febbraio e stava cercando proprio una come giorno fa stavo tornando a casa il parchetto d’inverno è chiuso. la sua per un film importante e gi- con il secchio del carbone e ho Delle sere, quando io e mio fra- rato qui a Milano. “Ma non è sicu- trovato sulle scale la Luisa che mi tello Fabio, dopo aver mangiato il ro perché deve far vedere le foto a aspettava: “Anna facciamo finta minestrone, andiamo a letto ma Roma, ai suoi capi, per decidere di niente e andiamo col Dinki da leggiamo per troppo tempo, in- se la nostra palestra è giusta per tuo papà!”. “Ma sei matta? Asso- vece di dormire, mia nonna dice: il film”. Mia mamma ha detto che lutamente non si può!”. “Se mi “Bambini, spegnete la luce sen- era d’accordo. Poi mio papà ha porti ti regalo la mia collezione nò sparano nelle finestre”. Ma detto: “Speriamo perché ci dareb- di bottigliette di liquore”, poi si scherza perché, per fortuna, la bero dei bei soldi, così buttiamo è messa a piangere perché vuo- guerra è finita da un pezzo. via la cucina vecchia e ce ne com- le parlare con un attore del film, Mia madre è operaia alla De An- priamo una nuova e buttiamo via che è francese e bellissimo, e si geli Frua, dove fanno le medi- anche la ghiacciaia e, al suo posto, chiama Alendelon o con il signor cine, e mio padre ha la palestra ci compriamo un bel frigorifero!”. Visconti, che è il regista, cioè il Ignis, dove si fa la boxe e dove è Da un po’ di giorni mio papà tor- capo. Sa chi sono perché ha visto anche l’allenatore. na tardi a casa così mia mamma, le loro foto sulla “Domenica del La mia migliore amica è la Lui- quando torna dalla fabbrica, si la- Corriere” che compera sua mam- sa, che abita nel mio stesso por- va e si cambia e va ad aiutare mio ma. Poi ha ricominciato con il suo tone, e tutti mi invidiano perché papà perché la nostra palestra al libro: “Un’attrice del cinema non ho un’amica che ha tre anni più di Velodromo Vigorelli è stata scel- cammina con le ginocchia rigide me. Siamo due con le idee chiare: ta e adesso lo stanno girando per ma bisogna che si eserciti davan- da grande io voglio fare la centra- davvero questo film. Mia nonna ti allo specchio”. Lei però non ce linista e lei da grande vuole fare ha detto del film alla signora Giu- l’ha in casa uno specchio grande, l’attrice del cinematografo. Per il seppina, che l’ha detto a quella così va a fare le prove davanti al- mio futuro lavoro mi alleno im- del secondo piano, che l’ha det- le vetrine di via Canonica. Si sta anche allenando a sedersi in mo- bacetto sulla guancia. Abbiamo fi- do elegante: “Quando ti presenti, nito tardi ed è stato noioso perché ti devi sedere incrociando i piedi gli attori sono stati poco e Alende- sul pavimento tenendo le mani in lon è andato via con l’autista appe- grembo e la testa dritta. Assolu- na ha finito. Noi pubblico doveva- tamente non si deve giocare con mo urlare: “Dai! Dagliele! Bravo!”, la borsetta o toccarsi la faccia”. E quando accendevano le luci e ci poi mi fa vedere come si fa. Allora dicevano di gridare. Siamo tornate sono andata in palestra e ho det- tardi a casa in tram con mia mam- to a mio padre di aiutare la Luisa ma che ci è venuta a prendere. e lui è scoppiato a ridere, poi però Oggi la Luisa è venuta a chiamar- ha detto che ci penserà e quan- mi per regalarmi la sua collezione do dice così qualcosa si inventa di bottigliette di liquore: “Lui mi sempre. E poi gli ho anche detto: ha baciato e mi porterà fortuna, “Papà, perché sul muro non c’è vedrai… Diventerò un’attrice del più scritto Palestra Ignis ma Pa- cinematografo come Lucia Bosè, lestra Aurora?”. “Perché per quel- come la Mangano!”. “ Ma sei si- li di Roma il nome Aurora è più cura che ti piacerà stare lì tutte adatto per un film”. Secondo me quelle ore con un caldo tremen- non si cambia nome alle cose. do?”. “Guarda che nel mio libro Mio padre si è fatto venire dav- c’è scritto che se per una ragazza i vero una bella idea: ha detto a flash dei fotografi contano più di me e alla Luisa che ci poteva tutto il resto, sei adatta”. “E tu la far andare al Teatro Principe tra pensi così?”. “Sì! Avrò una villa a il pubblico vestite da maschio, Roma con la piscina e ti inviterò perché le bambine non ci van- per le vacanze. Vedrai!”. no a vedere gli incontri di boxe Mi dispiace che la Luisa debba da e quando si fa un film tutto de- grande andare a Roma ed è per ve sembrare vero. Comunque lì io questo che le ho ridato le botti- ci sono già stata perché quando gliette: un domani le potrà ven- fanno gli incontri delle volte han- dere per comprarsi il biglietto del no bisogno di una bambina, vesti- treno per andare lì. Io non mi so- ta da bambina, che dia i premi ai gno neanche: troverò un posto da pugili che vincono, così mio papà centralinista qui a Milano perché mi porta e io mi posso mettere il è proprio una bella città con tanti vestito della festa bianco di pizzo tipi di pioggia tutti diversi. con il colletto rotondo e il na- Mia mamma stasera non è anda- strino di velluto azzurro. ta in palestra perché il film è fini- La mamma della Luisa si è fat- to e mio papà finalmente è tor- ta dare i vestiti per lei e per me nato per cena. Hanno detto alla dall’Erminia del primo piano, nonna, a me e a mio fratello, che che ha tre figli maschi, di modo domani andremo a comperare che ieri pomeriggio siamo potu- tutti insieme la cucina e un bel te andare a fare il film al Teatro frigorifero bianco. Poi ha detto Principe. Siamo arrivate con mio a me e a mio fratello: “Se avan- papà già pronte e lui ha detto che zeranno un po’ di soldi compre- ci chiamavamo Giovanni e Luigi remo qualcosa anche per voi”. ed eravamo suoi nipoti. Per for- Speriamo, così magari potrò ave- tuna io ho i capelli corti e la Lu- re un paio di schettini nuovi con isa aveva il cappello di lana. Ab- gli scarponcini bianchi marca biamo passato un sacco di tempo Gioca perché fra poco l’inverno intorno al ring con le luci in faccia finisce e io potrò tornare a schet- anche se noi due, grazie al cielo, tinare al parchetto alla fine di eravamo un po’ in fondo. Poi è viale Elvezia. Sì, speriamo dai! arrivato Alendelon e la Luisa sta- va per svenire. Ci è passato vicino e lei si è fatta forza e gli ha detto: “Non sono un bambino. Mi chia- mo Luisa e voglio fare l’attrice del cinema”. Lui le ha sorriso le ha detto: “Auguri” e poi le ha dato un RACCONTI DI CINEMA Il cinema 68 - 69 Brass contro Morandini da “Cinecritica”, luglio 1980, n° 6.

L’intolleranza estetica conosce violenze terri- nema trasgressivo e il decano della critica cinematografica “ bili”, scriveva il sociologo francese Pierre Bour- italiana. Action è doppiamente centrale in questo discorso, dieu ne La distinzione, la sua opera capitale sul in quanto film esplicitamente erotico (esprimendo un di- gusto. Poneva l’accento sull’inevitabile “cru- scorso imperniato sul corpo e l’atto sessuale financo por- deltà” alla radice dell’idea stessa di una “distinzione” di gu- nografico) e sperimentale (quindi teorico, metalinguisti- sto, un’operazione che unisce e separa, necessariamente e co, programmaticamente sconcertante sul piano tecnico). inevitabilmente a livello sociale (e relazionale). Gli Anni ‘70 Il poliziottesco e l’erotico condensano due fondamentali - come la letteratura recente ha già discusso, spesso brillan- rimozioni nella sfera critica degli anni ‘70: l’atto violento e temente - sono un terreno di ridefinizione e riqualificazione l’atto sessuale, entrambi troppo diretti all’emotività spetta- cruciale del gusto e della cultura cinematografica italiana. toriale per un sistema discorsivo impegnato a “rimuovere Lo scambio di battute al vetriolo che presentiamo qui, non il coinvolgimento dell’affettività nel fatto estetico” (come porta solo traccia di uno dei più celebri “scontri” di Moran- ha giustamente scritto Claudio Bisoni). Eppure la virulenza do Morandini - allora critico del quotidiano “Il Giorno” -, dell’alterco nasconde una contraddizione ancora più com- ma, se letto in filigrana, rappresenta un “sintomo” piuttosto plessa: il recupero, sul finire del decennio, da parte di alcune chiaro della complessità che la sfera culturale italiana del frange critiche, di un discorso sulla rappresentazione del de- decennio dei ’70 descriveva e della maturazione di tensioni siderio sessuale e direttamente sul porno (seppure in chiave fondamentali cresciute e trasformatesi nel corso di quegli di decostruzione post-strutturalista: gli interventi del giova- anni. Oggetto del contendere è Action (1979) di Tinto Brass, ne Paolo Mereghetti e dei “brigatisti del porno” alla rassegna film importante, sebbene indubbiamente sghembo: non è del Cineclub Brera di Milano nel 1978). La natura squisita- solo un passaggio ineludibile per comprendere l’evoluzio- mente – e sregolatamente – sperimentale del film di Brass ne della carriera di Brass dopo il parossismo produttivo di non fa che incrementare la differenza e la tensione: la critica Caligola (se ancora può dirci qualcosa un discorso critico – soprattutto quotidianista - tradiva ancora una sostanzia- di questo tipo), ma è soprattutto un’opera che condensa - le diffidenza verso un discorso serio sulla tecnica (spesso coscientemente o ancora sintomaticamente - quelle “mu- scambiata per tecnicismo sterile) e la volontaria cecità nei tazioni” che investono il mondo produttivo (l’entropia dei confronti di uno stile che, soprattutto nell’articolata costel- generi: in Action il poliziottesco) così come l’universo del lazione del cinema dei generi e dei filoni, andava stratifican- gusto (il fenomeno del porno e in generale il discorso sul- dosi, inspessendosi, di pari passo con la revisione della figu- la messa in scena del desiderio sessuale). La reazione del ra del regista e dell’ “autore”. Come nella migliore tradizione critico (che condensa il giudizio) è quindi parte integrante dei duelli d’onore, al contrario di quanto auspicato da Brass, di questa complessa fase che abbraccia il passaggio dai ‘70 Morandini, inamovibile fino alla fine, non cambiò idea: l’ul- agli ‘80. Ecco, dunque, l’occasione ghiotta di introdurre un tima edizione del suo dizionario nega un commento al film e confronto, equamente rappresentato, tra il campione del ci- lo bolla, senza parole, con una stellina su cinque.

di Andrea Mariani IN QUESTO NUMERO UN ARTICOLO ESTRATTO DALLA RIVISTA “CINECRITICA”

n° 6, luglio 1980 FOCUS TAIWAN di ITALO SPINELLI 中華民國

DENOMINAZIONE: Repubblica di Cina, 中華民國 SUPERFICIE: 35.980 km2

POPOLAZIONE: 23.216.236 DENSITÀ: 646 ab./km2

CAPITALE: Taipei VALUTA: dollaro taiwanese LINGUA UFFICIALE: cinese FORMA DI GOVERNO: repubblica presidenziale FOCUS Il cinema a Taiwan 72 - 73

origine giapponese. I benshi sono TRADIZIONE i primi divi del cinema muto: il pubblico si recava alle proiezioni per vedere gli stessi film narrati da diversi benshi, per ascoltare E MODERNITÀ, interpretazioni diverse.

Nel 1924 apre il teatro Yong-Le- UNA STORIA Zuo che inizia a programmare regolarmente proiezioni di film giapponesi, cinesi e occidentali. Nel 1925 viene prodotto il primo IRRISOLTA lungometraggio taiwanese. Nel 1928 debutta il famoso film di produzione locale, Wang-Chuen- Feng (Whose fault is it?) prota- gonista una geisha di Taiwan, nel teatro Yong-Le-Zuo, ancora oggi esistente a Di-Hua Street a Taipei. Il cinema gioca un ruolo vitale nel progetto coloniale di assimilazio- ne della popolazione taiwanese all’impero giapponese. a storia del cinema L propriamente taiwa- Il termine wuxia, formato da nese inizia con la wu=marziale e xia=eroe, è dif- modernizzazione ficile da definire. Il concetto di dell’isola, avviata durante il do- Xia può essere datato al 400 a.C. minio giapponese. Taiwan è stata e ha assunto nel corso del tempo una colonia giapponese dal 1895 vari significati. Una traduzione al 1945. L’impero Qing cedette vicina alla tradizione occiden- l’isola di Taiwan al Giappone nel tale potrebbe essere quella di 1895 in seguito alla sconfitta della cavaliere errante. In alcune leg- marina cinese durante la prima gende il wuxia è descritto come guerra Sino-Giapponese. uno spadaccino o una spadacci- na che fa cose straordinarie per È del 1901 la prima pellicola im- amore, amicizia, soprattutto per portata nell’isola dal giapponese senso di giustizia. Toyojiro Takamatsu e del 1907 il Questa tradizione è stata con- primo documentario realizzato servata e tramandata nelle scene a Taiwan. Dal 1915, nella capitale, di combattimento dell’Opera di Taipei, in piena urbanizzazione Pechino. È da questa forma d’in- coloniale, vengono edificati i pri- trattenimento performativa che mi teatri- hall, il Dao-Dao-Cheng le arti marziali cinesi sono state Hall inizia ad operare nel 1921 con liberamente adattate al cinema. proiezioni di film muti “interpre- Ascoltando la musica popolare tati” in taiwanese. Molte delle e il teatro dei burattini “wuxia”, convenzioni giapponesi sono im- molto popolare negli Anni ‘20, si portate e adattate a Taiwan, come percepisce il tentativo da parte l’uso di“ benshi”, ovvero i narra- degli intellettuali locali di affer- tori dei film muti, appellativo di mare la cultura autoctona ren- 李安

dendo i burattini, che volteggiano Nel 1955 il governo monopartitico in acrobazie in assenza di gravità, del KMT, nel tentativo di argina- gli eroi delle prime pellicole, pie- re il cinema di propaganda della ne di duelli acrobatici. Cina comunista, apre i propri stu- di cinematografici alle produzio- L’immaginazione degli scrittori ni di Hong Kong, con esenzioni divenne man mano più fantasti- fiscali e aiuti per la produzione. ca, selvaggia e poetica, con spade Nello stesso anno impone per le volanti che potevano viaggiare produzioni locali una stretta cen- nell’aria per uccidere nemici sura che mette al bando comuni- anche lontani, eroi senza gravità smo, pornografia e storie violen- che volteggiano come uccelli nel te. La televisione diviene sempre cielo. Al cinema il primo adatta- più popolare e l’ondata di film mento di successo da un’opera romantici e patriottici, tutti simili wuxia fu Burning of the Red Lotus nello stile, riduce le vendite al box Monastery di Yung Ling nel 1928, office. Il cinema delle arti marziali pieno di primitivi effetti speciali torna rivitalizzato alla metà degli fotografici, dando luogo ad un Anni ‘50: le storie ispirate alle arti ciclo di oltre 20 sequel, serie in- marziali, scritte da nuovi autori terrotta e bandita dal governo taiwanesi, danno vita al cosiddet- cinese nel 1931. Con la seconda to “New Style” nella letteratura guerra Sino-Giapponese del 1937 marziale, comparato all’ Old Style e la conseguente mobilitazione degli Anni ‘20. Nei loro racconti i generale sono escluse dai cine- nuovi autori prestano più atten- ma di Taiwan tutte le pellicole zione alla costruzione del plot, cinesi e occidentali. con scene di combattimento de- scritte nei minimi dettagli, il 60% La guerra di Corea scoppia nel dei film di arti marziali all’inizio giugno 1950 e da quel momento degli Anni ‘60 sono adattamenti Taiwan, sotto il controllo ame- di questi racconti. ricano, diventa prima linea nella guerra globale contro il comu- Il CMPC nel 1963 inizia a produr- nismo. Questo giustifica per il re film sulla vita nelle campagne regime nazionalista l’inizio di e la realtà rurale imponendo il una campagna di repressione principio del “realismo sano”. politica su tutta l’isola: arresti se- Registi come Lee Hsing e Pai greti, interrogatori ed esecuzioni Ching-jui si specializzano in dei sospetti radicali, conosciuti storie melodrammatiche basate come “Terrore bianco”. sulle umili condizioni della vita degli operai e contadini. Taiwan entra in una nuova era cinematografica nel 1949 quan- Da Hong Kong si trasferiscono do il focus dei film cinesi si spo- sull’isola, Li Han xiang, autore sta da Shanghai a Hong Kong e del melodramma Liang Shanbo Taiwan, dove il Kuomintang crea yu Zhu Yingtai (1963, Butter- il Central Motion Picture Com- fly lovers) prodotto dalla Shaw pany (CMPC) di proprietà dello Brothers e il prestigioso King stesso Kuomintang, inizia a pro- Hu, con il suo cinema wuxia che durre mediocri film patriottici eserciterà una notevole influenza di propaganda anticomunista, sui registi taiwanesi. Nelle sale di accompagnati da pellicole ro- Taiwan i film di King Hu, di pro- mantiche, melodrammatiche. duzione taiwanese, come Long- FOCUS Il cinema a Taiwan 74 - 75

men kezhan (1967, Dragon gate inn) e Xia nu (1969, A touch of Zen) ottengono un’enorme successo aprendo la strada all’affermazione dei successivi registi honkonghesi come Tsui Hark, maestro del cinema wuxia spettacolare, autore del memorabile Huang Felhong (1991, Once 中正紀念堂 upon a Time in China). L’industria cinematografica taiwanese precipita, a fine decennio, in una grave crisi dovuta anche all’inasprimento della legge marziale, che verrà definitivamente sospesa solo nel 1987.

Nei primissimi Anni ‘80 inizia il rinnovamento della CMPC, gui- data da James Soong. Il modello di produzione del passato, basato su film d’indottrinamento ideologico o d’intrattenimento, legati solo al profitto immediato al box-office, è interrotto alla luce dei cambiamenti politici e in considerazione della competizione con il cinema di Hong Kong.

Il primo “rischio” che la CMPC si assume è quello d’ideare e finanziare i cosiddetti “ portmanteau films” (film attaccapanni), composti da tre o quattro cortometraggi assemblati, in un feature film a basso costo, affidato a giovani sceneggiatori, registi, filmaker e produttori indipen- denti, in grado di raccontare le trasformazioni sociali con una sensi- bilità diversa, rivolta alla realtà taiwanese: Guang gyn de gushi (In our time) del 1982, quattro episodi, diretti da Tao Dechen, Edward Yang, Ko ye-cheng e Chang Yi.I e Erh-tzu-te ta wanon (The Sandwich Man) del 1983, film formato da tre episodi, diretti da Hou Hsiao-hsien, Wan Yen e Tseng Chuang-hsieng. Tra i sette registi che contribuirono ai due film, due in particolare erano destinati ad un riconoscimento interna- zionale unanime e decisivo per la storia del cinema taiwanese: Edward Yang e Hou Hsiao-hsien. Xiaobi de gushi (1983, Growing up) di Chen Kun-hou, un adattamento di un racconto di Chu Tien-wen, elaborato da Hou Hsiao-hsien è il terzo film che segna la nascita del New Taiwan Cinema Movement (1982-86)

Edward Yang nasce a Shanghai nel 1947 e due anni dopo la sua fami- glia si trasferisce a Taiwan. Il suo primo lungometraggio, Haitan de ye tian (1983, That day on the beach) descrive una famiglia e delle giovani coppie, alienate da un’ur- banizzazione selvaggia, mentre Quig mei zhu ma (1985, Taipei Story) racconta storie di Taipei, i suoi abitanti e le loro relazioni amorose, Kongbu fenzi (1986, The Terrorizers) illustra l’impatto del disordine metropolitano, la giovinezza e la solitudine alienata. La sua filmografia include Duli shidai (1985, A Confucian Confusion), Maiiang (1996, Mah-jong) e Yi Yi (2000, Ye ye A one... and two) Pre- mio per la regia al Festival di Cannes. Edward Yang muore prematura- mente nel 2007 in California.

L’altro maggior esponente della New Wave, all’inizio degli Anni ‘80, è Hou Hsiao-hsien. Nato nel 1947 a Guangdong, in Cina, si sposta con la famiglia nel distretto di Fengshan, nella parte meridionale di 侯孝贤

Taiwan, dove trascorre la sua in- fanzia. Dal 1969 al 1972 frequen- ta la National Academy of Arts, dove si laurea nel 1972. Nel 1980 dirige il primo film Chiu Shih liu- liu-te ta (Cute Girl) commedia musicale romantica popolare, se- guito da The Green, Green Grass of Home, nominato per due Golden Horse Awards, l’equivalente degli Oscar a Taiwan.

The Sandwich Man è l’adattamen- to cinematografico di tre racconti passato e il presente. Con Haonan brevi di Huang Chun-ming, scrit- Haonu (1995, Good Men, Good tore “regionalista” taiwanese, ed Women) il regista, sviluppa una è recitato, nell’episodio diretto narrazione non lineare, adotta da Hou Hsiao-hsien, in stretto diversi punti di vista, scavando taiwanese ( jnin-nan hud), in una profondamente nell’io narrante. industria cinematografica che Good Men, Good Women esamina ha praticamente estromesso il il “Terrore bianco” della politica dialetto locale dai tempi del “re- taiwanese negli Anni ‘50, attra- alismo sano”. Sono gli anni in cui verso l’esperienza di un’attrice Hou si fa conoscere e apprezzare che si prepara ad interpretare in dai cineasti, tra cui spicca Edward un film la figura di Chiang Bi-yu, Yang, dai produttori come Peggy vittima di una persecuzione poli- Chiao e dagli scrittori, come Zhu tica in quegli anni. Insieme ai due Tianwen, una delle più note autri- film precedenti, Good Man, Good ci di drammi teatrali, con la qua- Women conclude una sorta di tri- le avrebbe scritto molti dei suoi logia di Taiwan. film a partire da Fengkuei-lai-te jen Seguiranno altri memorabili film, (1982, The Boys from Fengkwei), Goodbye South, Goodbye (1995), che evoca i riti di passaggio dell’a- Flowers of Shanghai (1996), Mille- dolescenza, tema ricorrente nelle nium Mambo (2001), Three Times opere di Hou. I suoi film Dong- (2005), tutti selezionati in com- dong de Ziaqi (1984, A Summer at petizione a Cannes da Flight of the Grandpa’s), il film autobiogra- Red Ballon (2007), film d’apertura fico Tong Nien Wang-shih (1985, di Un Certain Regard, fino a Can- A Time to Live a Time to Die), nes 2015, con il Premio per la mi- Lien Lien Feng-chen (1986, Dust glior regia per The Assassin, puro in the Wind), ottengono ricono- stile wuxia, ancora e di nuovo un scimenti nei festival internazio- grande spettacolo di arti marziali, nali di tutto il mondo. Pei-Chi’ing a cui Hou rende omaggio, con una Cn’eng-shi (City of Sadness), ri- storia cinese del IX secolo. ceve il Leone d’oro alla Mostra di Venezia nel 1989. Gli Anni ‘90 si aprono con il de- Il suo film successivo, The Pup- butto di due eccellenti e impor- petmaster, vince il Premio della tanti registi taiwanesi celebrati in Giuria a Cannes nel 1993. Il rac- tutto il mondo, per cui si è parlato conto, un affresco sulla società di una Seconda New Wave taiwa- taiwanese, è incentrato sulla vita nese: Tsai Ming-liang e Ang Lee. di un vecchio maestro burattina- io che ripercorrere con la memo- Con Aiqing wansui (Vive l’Amour) ria tutti gli eventi storici che ha del 1994, vincitore del Leone d’O- vissuto tra il 1909 e il 1945, tra il ro alla Mostra, Tsai Ming-liang si FOCUS Il cinema a Taiwan 76 - 77

afferma come una nuova originale voce del cinema asiatico. Nato in Ma- pratica delle arti marziali non si- lesia nel 1957 si trasferisce a Taiwan nel 1977, da dove molti dei suoi sog- gnifica conquista e violenza, dove getti si focalizzano sulla rapida trasformazione della società taiwanese. uccidere è solo per difendersi, ma Produttore teatrale, autore, regista televisivo, artista, Tsai nel 1991 co- soprattutto è l’arte di aiutare e nosce in un locale di videogiochi Lee Kang-sheng, occasionale attore salvare la gente, inclusi i nemici. amatoriale con cui inizia a collaborare in un sodalizio fruttuoso che Lo spirito delle arti marziali sen- continua fino ad oggi. Tsai debutta con il suo primo lungometraggio za gravità, che tanto ha influen- Qing shao nian nuo zha (1991, Rebels of the Neon God). Molti dei film zato e ispirato la cinematografia di Tsai come He liu (1997, The River), Ni na bian ji dian (2001, What taiwanese, dalle sue origini al Time is It There?), Bu san (2003, Goodbye Dragon Inn) e The Wayward nuovo millennio è, al suo apice, Cloud cercano di catturare il senso della realtà attraverso una dilata- un nutrimento morale dello spi- zione del tempo, quasi a voler catturare una verità che non fornisce rito che guarisce il pubblico di mai risposte definitive. tutte le platee del mondo. The Hole del 1998 è il primo film di Tsai presente al Festival di Cannes, I Don’t Want to Sleep Alone è a Venezia (2006), Face, coproduzione con la Francia, è a Cannes nel 2009 e ancora Venezia, dove il suo undicesimo film Stray Dogs (2013) ottiene il Gran Premio della Giuria. Negli ultimi anni Tsai radicalizza la sua ricerca cinematografica con la realizzazione di cortometraggi spesso concepiti come lunghi piani sequenza che seguono il procedere di soggetti in movimento nello spazio urbano. Il suo personale rifiuto dell’ottica produttiva freneti- ca odierna lo porta a dichiarare, alla consegna del Gran Premio della Giuria a Venezia, che non farà più film per dedicarsi a creazioni arti- stiche interdisciplinari.

L’inizio del nuovo millennio vede il trionfo definitivo del cinema taiwanese della Seconda New Wave con la consegna dell’Oscar, per il miglior film straniero, a Crouching Tiger, Hidden Dragon diretto da Ang Lee. Sin dal suo primo film, Pushing Hands del 1991, Lee si è con- centrato sul tema cruciale del cinema taiwanese, il rapporto irrisolto tra modernità e tradizione.

Con due premi Oscar alla Miglior regia per I segreti di Brokeback Moun- tain e Vita di Pi, due volte Orso d’Oro per Il banchetto di nozze e Ragione e sentimento, due volte Leone d’Oro al Miglior Film per I segreti di Broke- back Mountain e Lussuria, seduzione ma, soprattutto con Crouching Ti- ger, Hidden Dragon, Ang Lee ha dimostrato, da maestro quale è, che la LA SVOLTA DEL XXI SECOLO di RYAN CHENG*

l cinema di Taiwan del XXI secolo ha avuto una drasti- I ca svolta positiva nel 2008 con il debutto di Cape No. 7. Non si è trattato di un caso isolato. Winds of Septem- ber, Orz Boys e Parking hanno ricevuto dal governo una sovvenzione di 5 milioni di dollari taiwanesi, seguiti da Monga, nel 2010. Sono film che rappresentano i primi anni della “Contempo- rary New Wave”. Ho coniato il termine “Fase Cape No.7” per descri- vere un periodo splendido: i registi hanno la stessa età e la maggior parte di questi film sono opere prime o seconde. Inoltre, questa New Wave imita il Nuovo Cinema taiwanese degli Anni ‘80, per la ricerca di un’estetica innovativa e i riferimenti storici.

Ma qual è stata la ricaduta, indotta da Cape no. 7 e dalla rinascita dell’industria locale, in termini di sostegno e rafforzamento delle attuali strategie di produzione e distribuzione? La risposta a que- sta domanda è collegata a Monga. Molti dei film che nel 2007 e 2008 avevano ricevuto sussidi da parte del governo, tra cui Cape No. 7, hanno invaso il mercato e ottenuto successo commercia- le. La dinamica positiva acquisita con questi film è poi sfociata nell’epos storico Warriors of the Rainbow: Seediq Bale (2011), che ha raggiunto un record al botteghino senza precedenti, una pro- duzione locale che ha segnato la fine della fase post-Cape No. 7. Le regole del gioco sono cambiate in modo significativo, in termi- ni di modalità di produzione, dal periodo post-Seediq Bale. Ora i produttori possono trovare autonomamente i finanziamenti nel settore privato e i sussidi governativi non rappresentano più un prerequisito per ottenere successo.

Dal 2010 sono emerse due chiare tendenze. Prima di tutto, vediamo sorgere una diversa “localizzazione”. Nelle ultime due decadi la re- putazione delle produzioni cinematografiche e televisive con temi locali taiwanesi era offuscata da soap opera a basso costo, con sce- neggiature scadenti e centinaia di episodi. Filo diretto da Taipei. Cape no. 7, con il suo racconto dinamico, focalizzato sulla storia Il punto di vista critico. FOCUS Il cinema a Taiwan 78 - 79 台北市

sazionalizzare il dolore e la sof- Il cinema taiwanese del XXI se- ferenza associati ai disabili, e non colo, di fronte alla pressione fi- hanno glorificato le ambizioni dei nanziaria e di mercato da parte protagonisti, al contrario hanno dell’industria cinematografica ci- messo a fuoco le realtà della vita nese, ha dovuto provare modi di- quotidiana e dei condizionamen- versi per trovare la propria strada. ti interpersonali attraverso i con- Ma dopo il successo del costoso trasti con altri personaggi. Queste Warriors of the Rainbow: Seediq scelte coscienti non sono state Bale, il cinema di Taiwan è entra- originate dalle tradizioni rurali e to in un drammatico periodo di nel periodo coloniale e la cultura un onesto riconoscimento dell’e- non si sono rifatte alle convenzio- transizione. rurale, ha modificato e arricchi- terogeneità delle culture locali. ni del genere smielato e ingenuo, Sembra che il genere della com- to il termine “localizzazione”, così lontano dalla realtà. media locale abbia progressiva- così come hanno fatto i film che Un altro gruppo di filmmaker si è mente perso il suo pubblico a lo hanno seguito, tra cui No Pue- allontanato dal genere riduttivo Questi film, insieme a When a causa della qualità instabile della do Vivir Sin Ti (conosciuto an- delle sdolcinate e poco sofisticate Wolf Falls in Love with a Sheep, produzione. Generi cinematogra- che come Cannot Live Without storie sulla gioventù taiwanese e, hanno disegnato il paesaggio ur- fici come l’azione, il thriller, le arti You), Monga, 7 Days in Heaven, con una visione unica, hanno ri- bano particolare della Taiwan marziali, non hanno fatto note- The Fourth Portrait, Jump Ashin! definito la maturità contempora- del XXI secolo. Il regista Hou voli progressi, mentre i romantici e Forever Love, che riescono a nea. Tom Lin, regista di Winds of Chi-Jan ha iniettato la sua nostal- film “coming-of-age” sono an- espandere la connotazione della September, ha mostrato la dura re- gica ossessione per i vecchi film, i cora preferiti dalla maggior parte cultura locale, a renderla social- altà in Starry Starry Night, un film classici, e per gli oggetti d’epoca, del mercato. Anche se è innega- mente significativa. Il personaggi basato sull’etereo e stravagante evocando il meraviglioso, il dolo- bile che Hou Hsiao-Hsien (The maschili, per fare un esempio, o libro dell’illustratore Jimmy Liao. re, l’oblio, e i ricordi di gioventù, Assassin), autore della New Wave la figura del padre, onnipresente Anche, Hear Me di Cheng Fen-Fen con un approccio delicato ai suo- taiwanese, e il suo seguace Chang e angosciato, che in modo alle- e Touch of the Light di Chang Jung- ni e alle immagini, permettendo Tso Chi (Thanatos, Drunk), insie- gorico rappresentavano soggetti Chi hanno scelto protagonisti che al suo pubblico di viaggiare attra- me a due autori originali come politici sotto il regime di Kuomin- si confrontano con sfide fisiche. I verso il tempo, di rimuginare me- Tsai Ming-Liang (Stray Dogs) e tang nei film del nuovo cinema due registi hanno evitato di sen- morie collettive. Midi Z (Ice poison), abbiano ga- taiwanese degli Anni ‘80, come in rantito la presenza di Taiwan nel The Time to Live, The Time to Die, panorama del cinema mondiale e The Sandwich Man, Growing up, promettono di continuare a farlo. and That Day, on the Beach, sono stati trasformati in personaggi più fase Cape No. 7 fase post-Cape fase post-Seediq vivaci e diversificati. Nei film del No. 7 Bale famoso comico locale Chu Ke- Liang, troviamo lo specchio in- da Cape No. 7, dalla dalla tertestuale della realtà, nel modo distribuito distribuzione distribuzione con cui riesce a fondere la sua nell’agosto 2008, di Monga alla di Seediq Bale storia personale e una grossola- a Monga, distribuzione al presente na commedia tragicomica; il re- distribuito nel release di gista Yang Ya-Che riesce persino febbraio 2010 Seediq Bale nel a sovvertire gli stereotipi basati settembre 2011 sul sesso, nella rappresentazione di un padre single e omosessuale che cresce due bambini. Questi * critico cinematografico e programmatore di festival registi hanno creato opere che traduttore: Ellen Yang contengono astute osservazioni e proofreader: James Callow, Howard Yang INTERNET E NUOVI CONSUMI

MAI ACCETTARE CARAMELLE DA UNO SCONOSCIUTO

di CARMEN DIOTAIUTI

Da Take This Lollipop, un’applicazione che rende gli spettatori inconsapevoli protagonisti di un cortometraggio horror la cui trama si costruisce in base ai dati dei loro profili Facebook, al Visual Perceptive Media, un progetto della BBC che prevede la messa in onda di filmati modellati in tempo reale sulla personalità dello spettatore che li sta guardando. Contenuti sagomati sui gusti degli individui, con cui interagiscono in maniera non del tutto lampante, spesso sfruttando i dati personali, impliciti ed espliciti, generati di continuo da app e smartphone. INTERNET E NUOVI CONSUMI 80 - 81

ll’inizio era un’applicazione per Facebook, Take ambientazione, fotografia e colonna sonora. La visione diventa A This Lollipop. Una sorta di gioco-esperimento in un’esperienza scalabile, in cui gli elementi del filmato vengono cui gli spettatori, dopo avere acconsentito online preventivamente scomposti in un articolato storytelling che ne all’accesso ai propri dati Facebook e cliccato su un prende in considerazione e decostruisce ogni singola variabile. Il lecca-lecca colorato, si ritrovano ad essere i protagonisti inconsa- video in seguito girato prevede differenti flussi di contenuti (fina- pevoli di un cortometraggio horror, generato in maniera interat- li, trame, variazioni cromatiche e musicali) i quali nella messa in tiva e firmato da Jason Zada. Protagonista un inquietante serial onda vengono combinati in tempo reale per riflettere la persona- killer, che analizza la pagina Facebook della sua prossima vittima lità dello spettatore. Il progetto è ancora in fase di sperimentazio- divorandone avidamente i dati. Così sul suo schermo scorrono a ne, ma dà un’idea dei possibili sviluppi dei filmati interattivi; un sorpresa le nostre foto, i post pubblicati, le immagini degli amici. concetto di cinema digitale come entità liquida che si concentra Due minuti di intenso cyber stalking, che culminano con l’an- sul singolo individuo e si adatta in tutto e per tutto al ricevente, di gosciante omicida che si dirige verso il nostro reale indirizzo di cui spera di suscitare l’interesse facendo leva sul fattore dell’em- casa. Lanciato con grande successo nel 2011 - più di 150 milioni di patia per riconoscimento. visualizzazioni e svariati riconoscimenti tra cui un Emmy Award - Un concetto di contestualizzazione del messaggio, utilizzato an- Take This Lollipop, oltre che una velata denuncia dei pericoli con- che dal proximity marketing, uno degli strumenti promozionali al nessi ai social network, era anche la prova dell’esistenza di nuovi momento più efficaci, che si basa sull’invio di contenuti promo- ambiti espressivi interattivi da sperimentare. I video “adattivi”, zionali personalizzati, trasmessi in base alla posizione degli utenti un orizzonte che ha deciso di esplorare il dipartimento ricerche e che vengono localizzati grazie ai loro smartphone. Una strategia sviluppo della BBC, che sta sviluppando il progetto Visual Per- che ha utilizzato recentemente la 20th Century Fox per lanciare ceptive Media, storie per la tv che si adattano in tempo reale ai il suo Kung Fu Panda 3 su alcuni autobus londinesi i cui passegge- gusti dello spettatore. ri una volta a bordo avevano automaticamente accesso, tramite Un concetto che va molto oltre lo streaming adattivo usato da l’app Shazam, a svariati contenuti speciali e opzioni d’acquisto piattaforme come Netflix, che si limitano a proporre ai propri sul film. Anche in questo caso l’interazione con lo spettatore, sep- utenti nuovi contenuti in base alle preferenze di visione man pur dichiarata, non è del tutto esplicita e spesso sfrutta i dati per- mano mostrate. Ma anche diverso dalla semplice contestualizza- sonali, impliciti ed espliciti, generati di continuo da app e smar- zione della narrazione più volte utilizzata dalla Pixar in film come tphone. Un approccio al mercato che fa riflettere sulla questione Inside Out dove, ad esempio, in base al Paese in cui in la pellicola di etica d’uso dei dati. Nonostante le continue informative onli- viene proiettata, la protagonista da bambina guarda con disgusto ne di privacy policies, più o meno distrattamente accettate dagli un piatto di broccoli (Gran Bretagna) o di peperoni (Giappone); utenti, rimane il problema di consegnare online di continuo e più allo stesso modo il papà è un tifoso di calcio (Inghilterra) oppure o meno consapevolmente una quantità ingente di dati personali. di hockey (America). Il perceptive media personalizza il contenu- Un patrimonio commerciale inestimabile, nelle mani della rete. to a livello molto più strutturale. In base alle caratteristiche dello Chi ruberà tutte queste caramelle? spettatore, individuate tramite un’applicazione telefonica che ne profila tratti e personalità, il filmato è modellato per soddisfa- re i gusti del suo pubblico e si modifica in base alla persona che lo sta guardando, adattandosi in tempo reale alle sue presunte Take This Lollipop - Case Study aspettative. In tal senso si modificano scene, durata dell’azione, https://vimeo.com/41886178 prospettive, enfasi su un personaggio piuttosto che su un altro, GEOGRAFIE

UN VIAGGIO ISPIRATO A FELLINI

di NICOLE BIANCHI

8½ Festa do Cinema Italiano è iniziata da Lisbona, il 30 marzo scorso, come un vero e proprio itinerario, artistico ma anche geografico, che con il nostro cinema viaggia, dalla primavera all’autunno, in 4 Paesi del mondo, 3 continenti e 24 città, dal Portogallo al Mozambico.

RIO

a rubrica Geografie è solita raccontare luoghi, tra finzio- ne e realtà, in cui il cinema si gira, si immagina, e infine L si traduce sul grande schermo in un compromesso tra le esigenze narrative e quelle territoriali. In questo nume- ro, invece, parliamo non del luogo “dove” si fa un film o si ambienta una sceneggiatura ma di una mappa da seguire in giro per il globo, nel nome della proposta del cinema italiano al mondo. Dal 2008 il Por- togallo – grazie a Associazione Il Sorpasso, Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, Ambasciata d’Italia a Lisbona, con MiBACT DG Cinema e Istituto Luce Cinecittà – celebra il cinema italiano con una festa di cinema e cultura che propone una selezione di produzioni nostra- ne contemporanee, accanto alla sezione riservata ai grandi maestri del passato: 8½ Festa do Cinema Italiano, espressamente ispirata a Federico Fellini, rinnova la palese ammirazione, sia con la sezione “Amarcord”, quest’anno dedicata a Ettore Scola, sia con la proiezione, in anteprima nazionale, del film 8½, accompagnata da una mostra di fotografie di scena, scattate da Gideon Bachmann durante le riprese. La Festa, che ha il suo cuore nel Cinema São Jorge di Lisbona, stori- ca sala della città, individua la sua peculiarità nell’essere un evento GEOGRAFIE 82 - 83

AGENDA ITINERANTE

LISBONA PORTOGALLO MOZAMBICO Lisbona (30 marzo – 07 aprile) Maputo (6 al 11 giugno) Cascais (15-17 aprile) Coimbra (18-20 aprile) ANGOLA Porto (21-24 aprile) Luanda (13 al 18 giugno) Elvas (29, 30 aprile) Loulé (12 al 14 maggio) BRASILE Caldas da Rainha (13 a 15 maggio) Rio de Janeiro, São Paulo, Guimarães (17 al 19 e 22 maggio) Brasilia, Porto Alegre, Cu- Évora (17 al 19 maggio) ritiba, Florianopolis e Belo Aveiro (26-28 maggio) Horizonte (24 al 31 agosto) Funchal (maggio) Almada (29 giugno al 3 luglio) Setúbal (luglio o agosto) Braga (settembre) Beja (ottobre)

LUANDA

MAPUTO

itinerante, infatti alla sua nascita, appunto nel 2008, si svolgeva solo società di distribuzione, che diffonde in Portogallo – al cinema e in nella capitale portoghese, ma è cresciuta e adesso tocca ben 15 città: tv – titoli del cinema italiano recente. Il cinema italiano, dunque, è oltre a Lisbona, Porto, Coimbra, Aveiro, Cascais, Guimarães, il centro di tutto il progetto, capace di ramificarsi in maniera ecce- Braga, Évora, Elvas, Beja, Almada, Setúbal, Caldas da Rainha, zionale in questa mappa intercontinentale che, contestualmente, si Loulé, Funchal. Dal 2014, poi, il viaggio è proseguito fuori dai confini estende oltre il cinema in senso stretto, con incontri letterari, musi- del Portogallo approdando in Angola, a Luanda, e in Mozambico, a cali ed enogastronomici dedicati alla cultura italiana. Indubbiamente Maputo. Quest’anno giunge anche in 7 destinazioni del Brasile: Rio de una forma di distribuzione alternativa che permette alle produzioni Janeiro, São Paulo, Brasilia, Porto Alegre, Curitiba, Florianopo- cinematografiche di casa nostra di approdare in zone del mondo do- lis e Belo Horizonte. Il calendario della Festa si articola da fine marzo ve difficilmente potrebbero essere mostrate. ad ottobre, toccando 4 Paesi, 3 continenti e 24 città del mondo lu- sofono, con una copertura di spese che viene al 60% da fondi privati e capace di raggiungere un riscontro di spettatori, nell’edizione dello scorso anno, di 20.000 persone: dalla Festa, dal 2013, è nata anche una MARKETING DEL CINEMA ITALIANO

CAMPAGNA D’ACCIAIO di ANDREA GUGLIELMINO

o chiamavano Jeeg L Robot di Gabriele Tra fumetto e cinema, Mainetti può defi- nirsi un fenomeno con un prodotto alla base nel panorama del cinema italiano già pensato per essere dell’ultima stagione. Presentato diffuso in maniera virale. in sordina al Festival di Roma, è cresciuto man mano contando Ecco come il film molto su internet e il passaparo- diventa di culto. la, grazie alla sua commistione di dramma e cultura pop e alla vi- cenda originale che trasporta i to- poi del genere super-eroistico nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca a Roma. Ma Lucky Red, che lo distribuisce – Andrea Oc- chipinti conosceva e apprezzava la sceneggiatura già dalla fase del- la ricerca fondi, ma non se l’era sentita di produrlo – e tutti colo- ro che ci hanno lavorato attorno Fan art di Domenico Alfiero - Handesigner sanno che oggi il solo passaparola non basta, per cui il film ha go- duto di una campagna marketing per Dylan Dog e Orfani, tra le se- molto capillare e intelligente (il rie più popolari di Sergio Bonelli cui budget è stato raddoppiato Editore. I disegni sono di Giorgio proprio dopo il successo del film Pontrelli e Stefano Simeone, ma alla kermesse capitolina) che si è soprattutto un valore particolare mossa anche, per quanto possibi- l’ha avuto l’iniziativa “collezioni- le, in ottica multimediale. stica” legata alle cover, realizzate In collaborazione con “La Gaz- da quattro disegnatori di grido zetta dello Sport” è stato realiz- come lo stesso Recchioni, Leo zato un fumetto “parallelo” al film Ortolani, Giacomo Bevilacqua – che non ne riprende la trama ma e Zerocalcare. la espande in ottica continuativa, Il film stesso, però, è pensato per come se si trattasse di un mini-se- diventare facilmente “virale”, con quel, ma leggibile anche senza scene di culto come quella in cui aver visto la pellicola – scritto e Luca Marinelli canta Un’emozio- curato da Roberto Recchioni, ne da poco di Anna Oxa vestito che attualmente è uno degli au- come un villain della DC Comics tori più in vista del settore, grazie – i paragoni con il Joker, e in parti- anche al suo lavoro di curatore colare la versione interpretata da Fan art di Federico Mancosu. MARKETING NEL CINEMA ITALIANO 84 - 85

ramente di ottima fattura, arrivando addirittura a ri- valeggiare con le immagini ufficiali. Lungi dall’ingelo- sirsi, la comunicazione ha sfruttato questa onda lun- ga contribuendo alla loro diffusione attraverso la pagina Facebook del film. Queste immagini hanno circolato moltissimo in rete nei mesi che hanno separato la prima presen- tazione (ottobre) dall’u- scita (25 febbraio) e che sono stati anche costellati da moltissime anteprime con il cast (tra cui in parti- colare si segnala quella del Lucca Comics & Games a novembre, che ha dato Fan art di Marco Albiero la possibilità a chi non co- nosceva Mainetti come regista di vedere anche i suoi due ek-end il film aveva ottenuto la corti precedenti, Basette e Tiger migliore media copia tra le nuove Boy) progressivamente sempre uscite di quella settimana. All’i- Fan art di Simona Merlini più richieste dagli esercenti che si nizio della seconda settimana (il interessavano al progetto e al film momento in cui scriviamo) ca- man mano che continuavano a lava solamente del 24% rispetto Jared Leto nell’imminente Suicide Squad, si sono sprecati – e i tan- sentirne parlare. all’esordio e aggiungeva 616mila ti riferimenti al complesso culturale pop degli Anni ‘80, a partire dal E nonostante una partenza - an- euro arrivando a un totale di ol- titolo che fa riferimento a un anime molto popolare in Italia, che ha che qui - in sordina, la strategia tre 1.7 milioni dopo undici giorni appassionato un’intera generazione di ragazzi. E che, per la verità, è un ha funzionato. Dopo il primo we- di programmazione, rientrando elemento fuorviante, dato che molti spettatori medi, poco pienamente delle spese. Senza informati, si aspettavano, entrando in sala, proprio che il considerare ancora quanto po- film fosse una (improbabile) trasposizione del cartoon. Le trebbe fare con una buona cam- immagini iconiche, come la vaschetta di crema alla vaniglia pagna di distribuzione in tv, sulle che il protagonista divora per consolarsi della sua condizio- nuove piattaforme (si potrebbe ne disagiata, e che diventa una sorta di pillola energetica, ipotizzare un approdo su Netflix, come il fungo di Super Mario o le noccioline di Super Pippo. a cui il prodotto si adatterebbe La mascherina fatta a maglia – improponibile per qualsiasi perfettamente) e in home-video. vero super-eroe statunitense – che qua diventa un tratto di- Forse non è proprio Jeeg Robot, stintivo con cui affermare con orgoglio – e metacinemato- ma è comunque un osso molto graficamente – la propria “alternatività” di eroe low-budget, duro e da tenere d’occhio. ma con tanto cuore e la testa sulle spalle. La scarpa insan- guinata con una mannaia infilata dentro, la prima ferita ve- ramente grave ricevuta dal personaggio principale (Claudio Santamaria). Il bancomat estratto dal muro con violenza, il termosifone piegato, prime prove di presa di coscienza dei superpoteri. Il vestito da principessa indossato da Ile- nia Pastorelli, rilanciato a tamburo battente in occasione dell’8 marzo, la festa della donna. Non solo: sfruttando le possibilità della rete, i fan stessi – alcuni dei quali sono natu- ralmente a loro volta disegnatori, più o meno professionali – hanno cominciato a realizzare copertine e poster ipotetici per il film e il fumetto, alcune delle quali sono risultate ve- Fan art di Franky Macrì ANNI- VER- SARI

a 50 anni da L’armata Brancaleone

Le foto della sezione ‘Anniversari’ sono state gentilmente concesse da: Archivio Fotografico della Cineteca Nazionale - Centro Sperimentale di Cinematografia. Si ringraziano Dott. Gabriele Antinolfi, Direttore CN; Arch. Antonella Felicioni, Responsabile. ANNIVERSARI A 50 anni da... L’armata Brancaleone 86 - 87 Branca, Branca,

Branca… di ALBERTO ANILE

era una volta un film c’insegnano a scuola, Le Roman de e Scarpelli di portarlo a teatro sot- Raimondo Vianello. E il set si aprì. C’ che non riusciva la Rose, Re Artù, e altre leziosità” to forma di commedia musicale. Riallacciandosi a una delle fonti a nascere. Si chia- (Monicelli a Lorenzo Codelli). Monicelli riuscì infine a interes- del film, Piero Gherardi truccò mava Le caccavelle, Si andò vicini a realizzarlo già sare Mario Cecchi Gori; il produt- il protagonista come uno spetti- doveva girarlo Alberto Sordi, vo- nel 1960, quando Age, Scarpelli tore fiorentino lesse per intero il nato guerriero giapponese: “tra il leva dirigerlo Luigi Comencini. Al e Monicelli fondarono con Luigi copione e, intimorito dai dialoghi samurai e lo zozzone”, sintetizza- suo posto sarebbe nato L’armata Comencini e Alfredo Bini la coo- in maccheronico, chiese modifi- va Gassman. Idealista e insieme Brancaleone, interpretato da Vit- perativa Film 5. Comencini firmò che che né Monicelli né tantome- realista, difensore delle vergini torio Gassman e diretto da Mario il primo film, A cavallo della tigre, no Age & Scarpelli erano disposti ma irresistibilmente attratto dalle Monicelli. e avrebbe voluto dirigere anche il a fare: quel linguaggio era una del- gonnelle, ora intrepido ora pauro- Come tutti i film leggendari, secondo; ci rimase male quando le trovate più preziose, il sale del so, Gassman azzeccò uno dei suoi Brancaleone ha una genesi com- scoprì che Scarpelli aveva già par- film, sostituirlo con un banale ro- personaggi fondamentali, pren- plicata. Pare che una delle prime lato del film medievale con Mo- manesco lo avrebbe ammazzato. dendo in giro l’atletismo accade- fonti d’ispirazione sia stata la vi- nicelli. A quell’epoca il progetto Lo specialissimo grammelot del mico del fisico e dell’eloquio atto- sione di una misconosciuta pel- s’intitolava Le caccavelle, a desi- film rimescola l’italiano primitivo riale, e si costruì un monumento licola diretta a quattro mani da gnare il pentolame usato come ma saporoso di Jacopone da Todi che è anche un antimonumento. Antonio Marchi e Luigi Malerba, elmo dagli improbabili condot- con dialettalismi soprattutto cio- Il film si anima davvero quando Donne e soldati (1954), in cui Mar- tieri del film. Tra l’altro il primo ciari, addizionati di prelievi regio- entra lui in scena, c’è poco da co Ferreri compare nel ruolo di abbozzo doveva essere piuttosto nali diversi, come il veneto inter- dire. Ma il resto della compagnia un vanaglorioso signorotto del diverso essendo stato pensato calato dall’ostrogoto Mangoldo. ha elementi notevoli. L’ebreo ‘400. Monicelli ha ripetuto più per Sordi. “Ma a Sordi non inte- Qualche perla: “Avrete sentuto, Zeffirino Abacuc (“poco tengo e volte di essersene poi ricordato ressava”, ricordava Age, “e man suppongo, lo nome di Groppone poco dongo”) è interpretato da anni dopo, quando Age scrisse mano il personaggio si è trasfor- da Figulle…”; “Noi marceremo un eccelso caratterista napole- “la storia di quattro disgraziati mato, è diventato adatto a Gas- per giorni, settimane et mesi, ma tano reso popolarissimo come nel Medioevo”; altrove sostiene sman, ha preso quei toni rodo- infine avremo castella, richezze Capannelle nei Soliti ignoti, che che fu invece Scarpelli a buttare monteschi e donchisciotteschi”. et bianche femmine dalle grandi si chiamava Carlo Pisacane e giù “tre paginette, […] un dialogo Il protagonista diventò così uno puppe”; “Escite dalla fanga, che negli Anni ‘30 faceva parte della tra due contadini medievali che sbruffone dal nome altisonante, io farò di voi quattro un’armata Compagnia De Filippo, quando parlavano di donne”. Il soggetto Brancaleone da Norcia, quasi cer- veloce et ardita, che sia veltro e Eduardo, Peppino e Titina reci- originale, ad ogni modo, è ac- tamente ispirato a Fortebraccio lione al tempo istesso”; “Ite anco tavano tutti insieme. Volonté, creditato ad Age & Scarpelli con ovvero Braccio da Montone, capi- voi sanza meta, ma de un’altra malgrado le riserve di Monicelli, Monicelli. Il primo dei tre, pur tano di ventura vissuto tra la fine parte”; e il celebre incontro con fa la sua bella figura modellan- ammettendo di esservisi ispirati, del 1300 e l’inizio del 1400. Teofilatto: “Cedete lo passo”, do Teofilatto dei Leonzi come ha sminuito lo spunto di Donne e Purtroppo A cavallo della tigre “Cedete lo passo tu!”. un borioso figlio di papà, dotato soldati accoppiandogli il ricordo andò male, e il sogno della co- Monicelli riuscì a vincere le ubbie di un’erre moscia e indolente de La sfida dei samurai di Kuro- operativa indipendente andò a di Cecchi Gori rinunciando alla degna di Gianni Agnelli. Folco sawa. Che però è del ‘61, quando carte quarantotto. La compagnia paga per una compartecipazio- Lulli accentuò generosamente una prima versione del soggetto dei 5 si sciolse, Comencini e Sordi ne agli incassi, che si speravano il suo lato animalesco, panza era in realtà già pronta. Comun- si misero a girare Il commissario buoni ma, come tutte le cose del in fuori e chierica scoperta, per que, in sostanza, l’idea di base era e il progetto del film medievale cinema, rimanevano comunque incarnare il miserabile e ma- questa: “Facciamo un film su un cominciò a fare il giro delle scri- incerti. Il produttore, di conver- leolente Pecoro. Enrico Maria Medioevo cialtrone, fatto di po- vanie. La sceneggiatura de L’Ar- so, impose nel cast il promettente Salerno inventò la voce stridula veri, di ignoranti, di ferocia, di mi- mata Brancaleone ci mise sei anni Gian Maria Volonté nel ruolo del del suo Zenone (“sarai mondo seria, di fango, di freddo; insom- prima di trovare un produttore; bizantino Teofilatto, per il quale se monderai lo mondo”), il mo- ma tutto l’opposto di quello che Gassman arrivò a consigliare Age il regista avrebbe invece voluto naco visionario che cade a metà film per risorgere nel finale. moto l’intera vicenda. L’atmosfe- E poi ci sono le donne, anzi, le ra di lavorazione fu generalmente “foemine”. E che foemine: Maria buona, a parte l’esperienza della Grazia Buccella ammicca felina francofona Spaak, giovanissima nel ruolo della vogliosa vedova e già famosa, penalizzata da un assediata dalla peste (“prendimi italiano ostico e soprattutto dal e dammiti, cuccurucù”); Barba- comportamento poco cavalle- ra Steele, già regina dell’horror resco dei suoi colleghi, in quella violento, si prende in giro dando caserma in cui si trasformavano e ricevendo staffilate nelle vesti i set nell’Italia maschilista degli succinte della bizantina Teodora; Anni ‘60. Per il resto le cronache Catherine Spaak, secondo nome registrano solo qualche punzec- in cartellone dopo Gassman, fa chiatura tra Gassman e Volonté, Matelda, verginella rifiutata e of- che in un ristorantino calabrese fesa, che si offre al primo che pas- arrivarono a fare la lotta come sa e poi si chiude in convento. due ragazzini, incitati dal resto Si girò soprattutto nella Marem- della troupe (Monicelli: “Vinse ma laziale (a Nepi, Soriano nel Gassman. Era forte, sa”). Cimino, Civita Castellana, Vitor- Il successo del film fu immedia- chiano, Tuscania) con una pun- to: il tema di Carlo Rustichelli, tata in Calabria, dove la fortezza col “Branca Branca Branca…”, il aragonese di Le Castella fa le veci fischio e il colpo di tamburo, di- di Aurocastro, il sospirato feudo ventò celebre anche fra i ragazzi- pugliese il cui possesso mette in ni; le animazioni dei credits sono

a tutt’oggi l’opera più conosciuta dell’illustratore Emanuele Luzza- ti; il titolo stesso è entrato stabil- mente nel linguaggio comune a indicare un’accolita mal assortita di sprovveduti. Nel 1967 Brancaleone portò a casa tre sacrosanti Nastri d’argento, per la fotografia a colori di Carlo Di Palma, le musiche di Rusti- chelli e le scenografie di Gherardi; solo categorie tecniche, ma c’è da dire che quell’anno Age e Scar- pelli (insieme a Germi e Vincen- zoni) furono già premiati per la sceneggiatura di Signore & signori. Nel giro di tre anni il film incas- sò 1 miliardo e 878 milioni di lire dell’epoca; a conti fatti, Monicelli prese il triplo di quello che Cecchi Gori gli aveva offerto in principio. Come ha notato Steve Della Casa, molte battute del film non sono semplici come sembrano; “met- tiamoci in fila alla longobarda”, ossia ordinati come solo i mila- nesi sanno essere quando fanno la coda, nasce anche dal fatto che Colombo non aveva ancora sco- perto le Indie e quindi non sareb- be stato possibile parlare di “fila indiana”. Ma anche quando c’è in ballo la risata crassa, gli autori fanno di tutto per renderla meno smaccata. Come quando Branca- leone viene invitato da Teofilatto ANNIVERSARI A 50 anni da... L’armata Brancaleone 88 - 89

a corteggiare Teodora davanti al a poco sul cinema italiano. Ma in controluce, a far la parodia del suo amante nano Cippa: “E van- l’influsso, diretto e non, andò ben Settimo sigillo. Conquistato dalle ci, è grande amatora”. “Ma Cippa oltre l’italico confine. Un altro ci- mostruosità dei poveracci e at- non se ne dole?”, obietta Bran- ne-classico comico come Monty tento alle magagne della piccola caleone. “E sì che se ne dole, ma Python e il Sacro Graal (1974) pre- borghesia, il cinema di Monicelli a te che te ne cale?”. Qui un film senta molte analogie col Bran- trova in genere la sua dimensione comico qualsiasi aggiungerebbe caleone, dal gusto per la violenza ideale in spazi ridotti, sfogandosi l’ovvia risposta, ma anziché “Una parossistica ad alcune situazioni solo occasionalmente in squar- cippa!” Gassman risponde “A simili (l’attraversamento di un ci esterni, come negli stradoni me? Niente”, negando e insieme ponte malfermo, la grottesca pro- periferici de I Soliti ignoti. Fanno suggerendo un motto di spirito cessione dei pellegrini in preghie- eccezione L’armata Brancaleone e che, esplicitato, sarebbe suonato ra). Terry Gilliam e Terry Jones La grande guerra, che privilegiano semplicemente volgare. hanno ammesso di essersi ispirati il rapporto tra le figure dei perso- Quattro anni dopo arrivò il seguito, a I racconti di Canterbury di Paso- naggi e grandi ambienti esterni, Brancaleone alle crociate (1970), uno lini, che in effetti senza Brancale- con un respiro en plein air pieno e dei rari numeri 2 a cui Monicelli si one non sarebbe mai stato fatto; spettacolare. piegò nella sua carriera (l’altro è e quindi si potrebbe in un certo Ma il tratto forse più sorprenden- Amici miei - Atto II), e solo perché senso affermare che anche il pri- te de L’armata Brancaleone è la de- Cecchi Gori continuava a chieder- mo lungometraggio dei Monty licatezza che, in un mondo di uo- glielo (ma stavolta, memore del Python si rifà, “per li rami”, al film mini gaglioffi e brutali, Monicelli risultato de L’Armata, non volle di Monicelli. riserva al regno animale. Gli unici concedergli la percentuale sugli Un altro paio di cose non sono momenti di struggente tenerezza incassi). Anche Bertoldo, Bertoldi- forse state ancora dette de L’ar- del film appartengono all’orsa no e Cacasenno (1984) dello stesso mata Brancaleone. La prima è gelosa, che urla straziata verso Monicelli (con la partecipazione di che, diversamente da altre opere l’amato Pecoro in fuga vigliacca; Sordi, forse pentito di aver rifiutato di Monicelli, si tratta di un film e poi al cavallo Aquilante, che Brancaleone) e I picari (1988) torna- che gioca molto con gli spazi: il prima di partire per le Crociate no ad atmosfere e personaggi bran- castello calabrese ribattezzato col suo manesco signore accosta caleoneschi, con risultati apprezza- Aurocastro, la basilica semidiru- romanticamente il muso al dorso bili anche se non comparabili. ta in cui trova posto la famiglia della cavalla incontrata ad Auro- Poi ci sono i lasciti non dichiarati, bizantina di Teofilatto, e soprat- castro. A suggerire che nel creato come il Decameron (1971) di Paso- tutto i paesaggi incontaminati del l’unico animale davvero feroce e lini e tutto il filone pseudo-boc- viterbese, sul cui orizzonte i pro- infido è quello su due gambe. caccesco che si abbatterà di lì tagonisti osano perfino stagliarsi Catherine Spaak: “La vita non è un film e talvolta i geni sono dei mascalzoni”

di A. A.

e L’armata Bran- caleone solo due N nomi hanno l’ono- re di stare prima del titolo, Vittorio Gassman e Catherine Spaak: nel 1966 il suo nome faceva già cassetta. Credo che questo fosse il mio ter- zo film importante, dopo Il sor- passo e La voglia matta. Avevo già girato I dolci inganni con Lattuada ma la sua uscita aveva incontrato dei problemi di censura. Soprat- tutto La voglia matta aveva avu- to un grandissimo successo, ed è probabilmente sulla sua scia che Monicelli mi ha preso per il ruolo di questa donzella.

Quanta consapevolezza c’era in lei e nei suoi colleghi di par- tecipare a un film innovativo? Faccio un paragone azzardato. Quando abbiamo girato Febbre da cavallo, dove c’erano anche nomi importanti come Proietti e Mon- tesano, credevamo tutti di fare semplicemente una commedia dioevo, è sicuramente una cosa penso che stare su quel set sia to educata, cosa non frequente in carina, mai avremmo pensato che che non potevo apprezzare. stato anche peggio. Fu allucinan- un set cinematografico. La matti- sarebbe diventata un cult. Acca- te, glielo assicuro. na Gassman si divertiva a insulta- deva lo stesso per tanti film: ogni So che i rapporti con i colleghi re, a dire parolacce, a mettermi a volta c’era una bella sceneggiatu- non furono idilliaci. In che senso? disagio, e gli altri ridevano, com- ra, la sicurezza di un regista noto A proposito dei miei compagni Si divertivano a fare quello che preso Volonté. Devo dire che per e sicuramente meritevole, però il di avventura bisogna dire che ne- oggi si chiamerebbe stalking. me è stata una sofferenza notevo- risultato rimaneva sempre un’in- gli Anni ‘60 e ‘70 il maschilismo Quando un gruppo di uomini si le, erano odiosi. cognita. Io poi avevo ancora me- in Italia era fortissimo. Diversa- mettono insieme fanno battute no la capacità di giudicare il co- mente da oggi un set cinemato- per intimidire, per mettere a di- Eppure con Gassman aveva già pione dell’Armata perché non grafico era composto da 50 uo- sagio… A vent’anni io ero abba- fatto Il sorpasso. conoscevo bene l’italiano, e l’ita- mini e 3 donne: l’attrice, la sarta e stanza in difficoltà con la lingua Nel Sorpasso avevamo insieme liano rivisto e corretto dei dialo- la segretaria di edizione. Non so- italiana, e non protetta da mariti solo tre o quattro scene, non c’e- ghi, a imitare il linguaggio del Me- no mai stata in una caserma ma o produttori. Ed ero anche mol- ra stato tempo di parlare o di fa- ANNIVERSARI A 50 anni da... L’armata Brancaleone 90 - 91

re amicizia. Forse è anche colpa mia, sono sempre stata partico- larmente riservata, non ho mai fatto parte di clan, cosa sempre di moda tra attori e registi. Anche oggi non ho amici nel mondo del cinema, magari delle buone co- noscenze, ma non sono una di quelle persone che hanno sempre bisogno di stare in compagnia di colleghi e che, a seconda dei pe- riodi, si aiutano o si distruggono.

Con Gassman avete poi avuto modo di riappacificarvi? Sì, col tempo siamo diventati an- che amici. Ho capito che tutto sommato era un uomo timido, e la timidezza quando si è in grup- po a volte si trasforma in aggressi- vità, in violenza. Da solo Vittorio era un agnellino.

Ci furono scene complicate? Come il bagno nel fiume, con le frasche a creare l’effetto di vedo-non vedo? Quella no. Tecnicamente furono più complicate altre scene, so- prattutto quella in cui Matelda e Brancaleone si calano da un diru- po con una corda, e io faccio inav- Monicelli ha raccontato che film, così strano, così fuori mo- vertitamente cadere l’astuccio ci fu anche qualche storia d’a- da e allo stesso tempo alla moda, dei gioielli sulla testa di Branca- more. un’intuizione geniale. leone. E gli abiti del nostro gran- Mi sfugge davvero. Io poi, anche se de costumista, Gherardi, erano allora le scene duravano molto più Ma mi pare di capire che la sua spesso complicati da indossare. a lungo di oggi, avrò girato solo due bellezza non riesca a compen- Nella scena del matrimonio non settimane. No, non ho assistito al- sare certi ricordi. potevo muovermi perché avevo lo sboccio di nessuna rosa, l’atmo- Sono molto più interessata all’uo- tutti i fili di nylon attaccati al cap- sfera era piuttosto un’altra, quella mo che alla sua opera. Se i grandi pello, ero proprio legata con delle che le ho appena raccontato. geni sono violenti, meschini o ir- corde. Il cappello tra l’altro pesa- rispettosi, come Picasso che nel- va dieci chili. Vide mai Age & Scarpelli sul la vita privata era un mostro, que- set? sto m’impedisce di apprezzare la Che tipo di regista era Moni- Sì, venivano tutti. A vedere le ri- loro opera. Il guaio è che molti at- celli? Faceva ripetere spesso prese e soprattutto per fare una tori, e non solo loro, pensano che la scena? visita a Mario. Adesso non ricor- questi mestieri artistici facciano No, credo che lui fosse tra i più si- do nulla di particolare ma veni- di loro delle persone diverse da- curi, mentre Pietrangeli nella Par- vano: in fondo giravamo vicino gli altri e non capiscono che non è migiana faceva fare anche trenta a Roma. Me li ricordo durante le affatto così. Poi nel corso della vi- volte lo stesso ciak per poi maga- scene del matrimonio. ta un film è solo un film, non dura ri prendere il secondo. Monicelli molto, resta nella pellicola che va invece era molto sicuro, sì. Uma- Quando rivede L’armata Bran- restaurata e dura altri anni, può es- namente era un uomo molto ru- caleone, se le capita, cosa pensa? sere un ricordo bello o brutto. Qui vido, molto segreto; non ci faceva L’ho rivisto qualche tempo fa qui il risultato è ottimo e siamo tutti avvicinare, e aveva uno spirito to- a Roma, restaurato, alla Casa del contenti, ma questa non è la vita. scano all’acido. Cinema. È sempre un bellissimo RICORDI

CARLO DI CARLO, L’UMANISTA CHE AMAVA I TORTELLINI

di CITTO MASELLI

i Carlo Di Carlo come regista di film eccezionali per la D loro ricerca linguistica e narrativa e insieme come critico e studioso cinematografico, autore di saggi e libri mol- to importanti, è stato già scritto, in occasione della sua scomparsa, e da voci che, nella fattispecie, sono più autorevoli della mia. Io voglio invece ricordare Carlo nel suo privato. Nella sua vita di tutti i giorni, nella sua casa di uomo solo, in via Alessandria, a Roma.

Quando ti invitava a cena ti veniva incontro al portone per assicurarsi che il cancelletto dell’ascensore si aprisse bene come avrebbe dovu- to, anche senza chiave. Poi veniva con te fino al terzo piano, dove ti introduceva in una casa piccola e ordinata. L’arredamento era razio- nale e in un certo senso povero, ma invece ricchissimo per le migliaia e migliaia di libri nelle librerie disposte lungo tutte le pareti della casa. Ai lati, camminando, s’intravvedeva uno studio con un computer e in- torno tante e tante carte indicative di lavori in corso. Poi una stanza da letto molto nuda ma illuminata soavemente. Infine si arrivava alla cucina, dove al centro era sistemato un piccolo tavolo apparecchia- to con cura. Dalla disposizione e dalla precisa funzionalità dei mobili bianchi si capiva che quello era il luogo più importante della casa.

Già perché Carlo univa alla natura ascetica dell’intellettuale e dello studioso, un laico ed emiliano amore per i godimenti materiali. Pri- RICORDI 92 - 93 ma di tutto il mangiare. Cucinava benissimo ed era rifornito diret- tamente da Bologna, sua città natale, dei tortellini migliori che si producevano in quella città, insieme ad una quantità di spe- cuoco di cui stavo inghiottendo zie e d’altre cose che a me, che so le emiliane creazioni. La conver- a malapena cosa mangio, sono sazione poi si spostava fra lui e completamente sconosciute, ma la mia compagna – Stefania Brai che secondo Carlo erano assolu- – nel rievocare le loro antiche tamente indispensabili al perfet- amicizie negli ambienti dell’uni- to condimento dei cibi. versità romana.

Il tutto per dire di questa doppia Ma alla fine, quasi fatalmente, si bellissima natura di Carlo. Ulti- finiva per parlare di Antonioni, mamente, a tavola, discutevamo di cui Carlo era diventato l’aiuto della retrospettiva dei miei film e dopo che io avevo cominciato documentari che avevo chiesto a a fare dei film miei. Per lui i miei Cinecittà fosse affidata a lui, e io racconti su un Antonioni alle pri- ricordo l’imbarazzo nello scopri- me armi, come io l’avevo cono- re che conosceva i particolari del sciuto negli Anni ‘40 e ‘50, erano mio lavoro assai meglio di me: preziosi elementi di studio, per lo studioso, appunto, insieme al me bellissime immersioni in un passato dove io avevo appena Infine una piccola nota persona- diciotto anni e mi ero dovuto lissima: la sua affettuosa e par- trasferire (per scrivere e poi gi- tecipe presenza durante la mia rare come aiuto Cronaca di un malattia e invece la sua strenua amore) a Milano che mi appari- riservatezza quando si è trattato va, ricordo, un po’ come un altro della sua. Non ne voleva assoluta- mondo, dove si camminava in mente parlare; diceva solo: conti- fretta e, uscendo di città, invece nuiamo a lottare. della campagna e dei vigneti che incontravi uscendo da Roma, c’e- La sostanza di questo mio rano le ciminiere e il grigio degli chiacchierare è che con Carlo Di stabilimenti industriali in cui si Carlo abbiamo perso un tipo di andava ricostruendo l’Italia del intellettuale a tutto tondo - in- dopoguerra. somma di “umanista” - di cui si è perso lo stampo. Ricordo che Carlo ascoltava quel- lo che dicevo con un interesse da “storico del costume”, e mi domando chi ci sia tra noi, oggi, a unire così tenacemente l’interes- se umano a quella sua curiosità di natura quasi scientifica. PUNTI DI VISTA

DA GRANDE VOGLIO DANZARE A HOLLYWOOD UMBERTO ECO BON VIVANT E BON VOYANT

di ELENA DAGRADA PUNTI DI VISTA 94 - 95

ra tutti coloro che del libro Through Navajo’s Eyes, crificali che affollano l’intreccio, F hanno ricordato dopo appassionanti discussioni nei miti eterni che danzano ver- Umberto Eco, nes- su un bel saggio di Worth che ave- tiginosamente con cliché qua- suno, o quasi, ha va pubblicato su “Versus”, a base li Senti Caro la Nostra Canzone evocato la sua passione per il ci- di semiotica e antropologia visiva raggiungendo profondità ome- nema. Eppure il professore – lo – perché allora, per fortuna, la “vi- riche... Coerentemente con il studioso, il romanziere, l’intellet- suale” era ancora solo quella che talento già messo al servizio di tuale eclettico e il giocoso bon vi- si ammira dal finestrino). Ma du- James Bond. E con il godimen- vant – a modo suo è stato anche rante le feste si cantava e si dan- to infantile che davanti alla leg- un cinefilo. E credo proprio di po- zava, a volte persino in playback, gerezza di un musical lo trasfor- ter affermare che tra i desideri più proprio come in un musical. mava da illuminista in sognato- reconditi coltivasse pure quello di Come studioso era stato compa- re, sedotto dal puro piacere del diventare non solo un virtuoso di gno di strada di Christian Metz bon vivant fattosi bon voyant. flauto dolce, ma anche il ballerino (che lo ricordava con grande af- Molti nel ricordarlo hanno sotto- in un musical hollywoodiano. fetto) e di Adelio Ferrero (con cui lineato quanto gli piacesse inse- Ho fatto parte anch’io della vasta condivise la nascita del DAMS), gnare. È vero. Era anche un pro- schiera di “fortunati” – così siamo editore di Woody Allen per inter- fessore molto presente (in anni stati definiti noi suoi ex studenti – posta persona (sua è la prefazio- di docenti assenti e avari di sé fa- che l’hanno avuto come docente ne di Saperla lunga, pubblicato ceva la differenza). Spietato con all’università di Bologna. Studia- nel 1973 da Bompiani). Desidera- i perditempo e generoso con chi vo filosofia; però è stato il cine- va che si applicasse al cinema il studiava e capiva davvero – sin- ma a conferirmi i titoli di merito risultato dei suoi studi. tomatica la tripartizione delle sue per entrare nel gruppo che negli Ma come spettatore il cinema era lezioni, che si svolgevano affolla- Anni ‘80 frequentava non solo il per lui soprattutto quello popola- tissime di giovedì e venerdì, men- “seminario del sabato”, ma anche re, hollywoodiano e non solo. Fa- tre di sabato si restava in pochi e al le feste che la sera ne prolunga- ceva la differenza tra Ombre ros- termine del seminario si andava vano la magia. A quel tempo ero se – uno dei suoi film preferiti – e insieme a mangiare la pizza in via una collezionista di film in VHS e Hellzapoppin’. Però quel cinema Santo Stefano, dall’avvelenato- quando lo seppe volle incontrar- così inzuppato di cultura pop era re (un nome ingeneroso quanto mi per chiedermi se avevo quella davvero pane per i suoi denti, co- inventato, che un sabato Rober- tal commedia con Gianni e Pinot- me dimostra un suo scritto poco to Benigni rese comicamente ve- to, quel tal musical con James Ca- ricordato e degno invece di figu- ro cercando l’amico Umberto in gney, quell’altro con Gene Kelly rare a fianco di Fenomenologia di tutte le pizzerie della lunga strada o con Fred Astaire... Avevo tutto Mike Bongiorno. Mi riferisco ad bolognese, chiedendo all’oste se (tranne un titolo con Cagney, che Amleto all’assedio di Casablanca, fosse lui l’avvelenatore...). gli procurai anni dopo dalla Fran- uscito su “L’Espresso” nel 1975 e Qualche anno fa, quando gli cia). Avevo soprattutto i suoi film meritoriamente antologizzato da scrissi per chiedergli una corte- preferiti. Per il seminario del sa- Gian Piero Brunetta già nel 1976 sia che puntualmente mi fece, bato mi chiese una lezione su un (in Letteratura e cinema), prima rispose aggiungendo tra parente- argomento molto specialistico: che riconfluisse nella raccolta si questa frase: “Ma lo sai che tra lo studio sperimentale condotto Dalla periferia dell’impero con il ventidue anni sarò centenario?”. da Sol Worth e John Adair in una nuovo titolo Casablanca, o la ri- Era il 2010. Forse pensava al tem- riserva indiana Navajo, per verifi- nascita degli dei. Qui, evocando po che gli restava per diventare care – e mettere in discussione – Eliot che rilegge Amleto, il fascino virtuoso di flauto dolce e balle- la presunta “naturalezza” del lin- di Casablanca è colto appieno nel rino a Hollywood. Se n’è andato guaggio cinematografico (mi por- sublime che scaturisce dall’ec- prima. L’ultima fotografia, però, tò apposta da Milano la sua copia cesso, nell’orgia di archetipi sa- lo ritrae elegante come in un film. BIOGRAFIE

JACOPO SIMONE MARINA FRANCO CITTO CHESSA REGAZZONI SPADA TRENTALANCE MASELLI

(Torino, 1973). Storico del (Genova, 1975). Professo- Sceneggiatrice e regista, Attore hard professioni- Francesco Maselli, in ar- cinema di formazione, si è re a contratto di Estetica insegna regia e recitazione sta (19 anni di carriera, 445 te Citto, si è diplomato al occupato in particolare di presso l’Università di Pa- cinematografica alla Civi- film e 24 awards all’attivo). CSC nel 1949. È stato assi- Anni ‘50 e ‘60 nel cinema via. Si occupa di filosofia ca Scuola del Cinema “Lu- Ha ideato i live talk Cena stente alla regia e aiuto per francese; ha pubblicato politica e filosofia del- chino Visconti” di Milano. afrodisiaca e Chiacchiere Luigi Chiarini e Michelan- due libri e diversi articoli, la cultura di massa. Ha Tra i suoi lavori, i video-ri- private, ha scritto per rivi- gelo Antonioni, nel 1953 insegnato all’Université pubblicato diversi saggi tratti di Fernanda Pivano, ste e siti on line e insegna collabora con Luchino Vi- de Paris III – Sorbonne tra cui: La filosofia di Lost; Gabriele Basilico, Arnaldo come migliorarsi nel cam- sconti nell’episodio di Sia- Nouvelle e collaborato Pornosofia. Filosofia del Pomodoro. Nel 2002 gira po della seduzione sul mo donne interpretato da con l’Archivio Nazionale pop porno; Sfortunato il il lungometraggio Forza portale di sviluppo per- Anna Magnani e nel 1955 Cinematografico della Re- paese che non ha eroi; Stato Cani, prima produzione sonale www.piuchepuoi.it. esordisce con Gli sbanda- sistenza. Nel 2010 ha fon- di legittima difesa. Obama italiana compartecipata Dopo aver pubblicato nel ti. Tra i suoi film più noti dato, con Andrea Spinelli, e la filosofia della guerra sul web. Seguono Come 2009 la sua autobiografia, Lettera aperta a un giorna- la casa di produzione Pri- al terrore. È autore del l’ombra (Venice Days, ha esordito recentemente le della sera del 1970 in par- me Bande, a Torino. Nel romanzo action-thriller 2006) e il documenta- come narratore firmando, te autobiografico. Sempre 2011 ha diretto L’accordo, Abyss, (2014) di cui presto rio dedicato ad Antonia insieme a Gianluca Versa- molto attento ai temi della documentario sull’ultima sarà in libreria il sequel Pozzi, Poesia che mi guardi ce, il thriller Tre giorni di politica e della società, da- lotta operaia nello stabi- L’origine del male (2016). (Venice Days 2009). Il mio buio, attualmente sta la- gli Anni ‘80 si è dedicato a limento di Fiat Mirafiori e domani è stato presentato vorando a L’origine delle te- film più intimisti, general- prodotto Torino Hardcore, Il suo articolo è a pag. 06 in concorso al Festival di nebre. Si è cimentato come mente incentrati su ritrat- sulla scena punk italiana Roma nel 2011. interprete in alcuni film, ti femminili, tra cui Sto- degli Anni ‘90. Dall’inizio tra cui Com’è bello far l’a- ria d’amore (1986, Premio del 2014 è direttore di Aia- Il suo articolo è a pag. 66 more di , e in Speciale della Giuria e ce Nazionale e del Centro teatro con Apocalypse (col Coppa Volpi alla protago- Nazionale del Cortome- comico Giuseppe Giaco- nista al- traggio, cineteca e agenzia bazzi, 2012), e nel mono- la Mostra del Cinema di di promozione dei corti logo Sex Time-Se permette- Venezia). Nel 2001 dà vita italiani. te parliamo di sesso. alla Fondazione Cinema nel Presente, nel 2010 ha Il suo articolo è a pag. 28 Il suo articolo è a pag. 18 ricevuto il Premio Federi- co Fellini per l’eccellenza artistica al Bif&st di Bari.

Il suo articolo è a pag. 92 SUL PROSSIMO NUMERO IN USCITA A LUGLIO 2016

SCENARI Italian Black & White Che fine ha fatto il bianco & nero nel cinema italiano?

INNOVAZIONI Sul confine tra finzione e realtà: il mockumentary italiano

FOCUS Il cinema in Estonia

ANNIVERSARI A 50 anni da La battaglia di Algeri maggio 2016 5,50 € 26

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FATTI cambierà Cosa sul cinema legge con la nuova SCENARI Short Italian dei corti La galassia nel cinema italiano FOCUS cinema a Taiwan Il ANNIVERSARI Brancaleone A 50 anni da L'armata ITALIAN PORN ITALIAN CINEMA CHE NE E DEL HARD NELL'ERA ESPANSO? DEL PORNO

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