Vinili audiophile: “The Vinyl Collection”

SERIE 1

LP TVC 001 Philharmonia Promenade Concert , (dir.) LP Columbia SAX 2404 tracce LP Waldteufel: Les Patineurs Johann Strauss II: Tritsch-Tratsch Polka, Unter Donner und Blitz (Polka schnell) Johann Strauss I: Radetsky Marsch Chabrier: Espana, Joyeuse marche Suppé: Cavalleria leggera Weinberger: Polka da Schwanda il suonatore di cornamusa

L’ultima registrazione che Karajan e la Philharmonia fecero insieme. La copertina rende molto bene i contenuti di questo disco: pieni di effervescenza, gioia e tanti colori timbrici riprodotti da un’incisione solare. Un grande disco per lanciare una nuova collana! Un’esecuzione incisa nella Kingsway Hall di Londra; sul master il dettaglio orchestrale, nonché la timbrica degli ottoni, rendono questo LP uno dei migliori Columbia mai stampati all’epoca. Pierre Bolduc

LP TVC 002 Ravel e Rachmaninov: Concerti per pianoforte e orchestra Arturo Benedetti Michelangeli, pianoforte; Philharmonia Orchestra, Ettore Gracis (dir.) LP HMV ASD 255 tracce LP Ravel: Concerto per pianoforte e orchestra in Sol maggiore Rachmaninov: Concerto for Piano and Orchestra N. 4 in Sol minore

Secondo me, semplicemente la più grande lettura del Concerto di Ravel mai registrata. Il secondo movimento vi trasporterà, sospeso, in un mondo armonico staccato dalla realtà: da brividi! Il Concerto di Rachmaninov non è meno riuscito, grazie al perfetto mix di virtuosismo e di interiorità, di fraseggio magico e di intensità. Senz’altro uno dei più grandi dischi della seconda metà del Ventesimo Secolo. Pierre Bolduc

LP TVC 003 Ballet Music From The Operas Philharmonia Orchestra, Herbert von Karajan (dir.) LP Columbia SAX 2421 tracce LP Verdi: Aida - Balletti dell Atto 2° Mussorgsky: Khovanshchina - Danza degli schiavi persiani Borodin: Prince Igor - Danza delle fanciulle polovesiane (Atto 2, n. 8) e Danze polovesiane (Atto 2, n. 17) Ponchielli: La Giaconda - Danza delle Ore Wagner: Tannhauser - Musica del Monte Venere

Il disco fu inciso nella stessa settimana di settembre 1960 in cui furono ripresi i brani del disco ‘Philharmonia Promenade Concert’. Affascinante il balletto di Aida, con un tempo più veloce di quello dell’edizione completa su Decca: la musica scorre con una maggiore intensità e sensualità; leggero e piccante il fraseggio sia nella Danza delle Ore sia nelle Danze degli schiavi persiani; magnifici gli ottoni nella musica dal Tannhauser. Pierre Bolduc

LP TVC 004 Mendelssohn: Sinfonia n. 4 “L’italiana”, Op. 90; Schumann: Sinfonia n. 4, Op. 120 Philharmonia Orchestra, (dir.) LP Columbia SAX 2398

Davvero incredibile che Klemperer, normalmente così severo, sia riuscito a produrre una lettura dell’Italiana così solare. I tempi sono assolutamente giusti: mai troppo lenti ma nemmeno affrettati, in modo che la musica si svela con una disarmante naturalezza. Uno dei capolavori su disco di Klemperer! Accompagnato sul lato B da una severa ma toccante lettura della Quarta sinfonia di Schumann: molto interessante il passaggio dal terzo al quarto movimento. Pierre Bolduc

LP TVC 005 Karajan in Paris Berliner Philharmoniker, Herbert von Karajan (dir.) LP HMV ASD 3761 tracce LP Bizet: L’Arlésienne, Suite No. 2 Chabrier: Espana Gounod: Musica per balletto da Faust Berlioz: Marcia ungherese dalla Damnation de Faust

Questa volta champagne francese! L’Arlésienne vi farà saltare dalla sedia! Incisone suntuosa e atipica rispetto alle tante incisioni realizzate dal maestro per la EMI negli anni Settanta: immagine stereofonica ben focalizzata compreso i bassi. Gli archi setosi del complesso tedesco nonché l’incredibile potenza e trasparenza degli ottoni dei Berliner sottolineano il carattere militare della marcia di Berlioz. Pierre Bolduc

LP TVC 006 André Previn conducts Rachmaninov’s 2nd Symphony, Op. 27 (complete version) London Symphony Orchestra, André Previn (dir.) LP HMV ASD 2889

Una delle rare edizioni complete dell’opera. Incisa nello Studio n.1 di Abbey Road di Londra dai ‘due Christopher’ (Bishop e Parker), l’interpretazione di Previn, con una LSO esaltata, non è mai stata superata su disco. Il livello emotivo raggiunto nel famoso movimento lento è da ascoltare nel buio con la vostra moglie accanto: dopo potrete chiederla il permesso di comprare un nuovo componente per il vostro sistema… Pierre Bolduc

SERIE 2

LP TVC 007 Mahler: Sinfonia n. 4 , Philharmonia Orchestra, Otto Klemperer (dir.) LP Columbia SAX 2441

Mi ricordo ancora la prima volta che sentì questo LP. Che incisione! Non pensavo che la EMI avesse prodotto un'LP con una resa dinamica e un dettaglio così coinvolgente. Ma la grande sorpresa fu quando si arrivò all’ultimo movimento che descrive la visione che un bambino ha del Cielo. Scritto per soprano e orchestra, alcuni critici inglesi hanno criticato il fraseggio della Schwarzkopf come troppo sofisticato per riprodurre correttamente la visione di un bambino. Ma vi garantisco che non è il caso. Parlo tedesco e la soprano rende viva ogni frase del testo come non avevo mai sentito prima: ne esce la fantasia del bambino, quella innocenza infantile che spesso ci fa capire che sbagliamo tutto. E che timbro! Pierre Bolduc

LP TVC 008 Dvorak: Sinfonia n. 8; Danze slave n. 3 op.46 e n. 10 op.72 The Cleveland Orchestra, (dir.) LP HMV ASD 2653

Quando si parla di opere orchestrali di Dvorak, la sua ultima sinfonia salta subito in mente. Sono convinto che la Sinfonia “del Nuovo Mondo”, la sua Nona, è la più suonata nelle sale da concerto; anzi con la Quinta di Beethoven è forse l’opera sinfonica più popolare del repertorio. Ma Dvorak ha scritto altre otto sinfonie e se le prime quattro rimangono meno popolari, le ultime tre sono tutte capolavori. Se la Settima Sinfonia è ricca di nuvoli romantici, l’Ottava si distingue per il sole che sembra impregnare ogni fibra del suo essere. Basato su temi popolare boemi, anche il movimento lento esprime più nostalgia che lo spleen romantico. Agli audiofili piacerà l’uso generoso dei timpani, degli ottoni brillanti e anche la presenza costante dei contrabbassi. L’Adagio mi ha sempre fatto pensare alla tranquillità inerente al secondo movimento della Pastorale di Beethoven: una passeggiata in campagna in un bel giorno autunnale. Pierre Bolduc

LP TVC 009 Beethoven: Sinfonia n.3 “Eroica” Philharmona Orchestra, Otto Klemperer (dir.) LP Columbia SAX 2364

Ecco una delle storiche letture - almeno per me - di una delle più grandi sinfonie di Beethoven: perché la Terza è l’opera sinfonica che ci ha portato sul terreno romantico facendo saltare in aria le forme classiche del mondo di Mozart e di Haydn. Con l’Eroica si sono aperti orizzonti drammatici ed emotivi fino allora sconosciuti e pochi direttori d’orchestra sono riusciti a viaggiare in questo ambiente senza oscillare tra il Classicismo rigido e il Romantismo lacrimoso. Furtwangler, Toscanini, Karajan (specialmente la sua ultima edizione incisa in digitale), Erich Kleiber o un hanno saputo navigare in queste acque pericolose.

Klemperer fa parte di questo gruppo. La sua lettura rispetta come poche altre l’incredibile struttura dell’opera e assicura in questo modo un flusso musicale che dà alla lettura una straordinaria coerenza. Ma il miracolo, come nell’indimenticabile Marcia funebre (secondo movimento), è la forza d’espressione che impregna ogni frase di questo capitolo sinfonico. Ascoltare questo LP è come assistere a una conferenza dove lo speaker parla lentamente ma con una forza e convinzione tali da fermare il tempo.

Forse la grandezza della concezione interpretativa di Klemperer non poteva essere meglio sottolineata che da un suo collega, Herbert von Karajan. Walter Legge, il producer, dopo aver registrato l’Eroica con Klemperer telefonò Karajan per parlargli del “miracolo" che aveva sentito. Poco dopo Klemperer dirisse la Terza durante un concerto a Londra. Karajan assistette al concerto e, commosso, si recò dopo con Legge nella stanza del direttore e disse a Klemperer: “Herr Doktor, sono venuto per ringraziarlo e per dirle che spero di vivere abbastanza a lungo per poter dirigere la Marcia funebre altrettanto bene come lei l’ha diretto stasera. Buona sera.” Pierre Bolduc

LP TVC 010 Jacqueline Du Pré Haydn: Concerto per violoncello in Do Boccherini: Concerto per violoncello in Si bemolle Jacqueline Du Pré (violoncello); English Chamber Orchestra, (dir.) LP HMV ASD 2331

Appena sposata con Daniel Barenboim, Jacqueline Du Pré assieme a suo marito (i due protagonisti di questo LP), danno una lettura spiritosa, animata ma allo stesso tempo raffinata e incredibilmente ben eseguita. I tempi sono freschi, il fraseggio sottile e gli archi della English Chamber Orchestra sono davvero molto articolati anche nei passaggi velocissimi. Sul podio c’è un Barenboim iper attento a seguire il flusso musicale ricco e variegato della solista, sostenendola, accarezzandola con sonorità ricche ma sempre trasparenti. La registrazione è ben equilibrata: il peso dell’orchestra, anche ridotto, non annega mai la Du Pré con i soliti accordi pesanti e scuri che oggi sembrano essere la norma. Qui regna il sole ma allo stesso tempo tutto è inquadrato in una concezione artistica che privilegia il dialogo tra solista e orchestra. Un bel disco che sul mercato è diventato una perla rara che vi costerà 300-400 Euro per comprarne una copia in perfette condizioni. Pierre Bolduc

LP TVC 011 Plays Paganini: Concerto per violino n. 1 Sarasate: Fantasia Carmen Itzhak Perlman (violino); Royal Philharmonic Orchestra, Lawrence Foster (dir.) LP ASD 2782

Paganini è sempre stato il compositore par excellence per esibire i doti del virtuoso. È per questo che ho esitato a inserire un disco tutto paganiniano. Ma con questo LP ho trovato un’edizione non solo ben equilibrata (metà Paganini, metà Sarasate) ma anche eseguita da un virtuoso che sa penetrare il mondo di Paganini. Perlman, al contrario di così tanti 'ultime scoperte’ del violino e di virtuosi del violino che ne abbiamo ad nauseam, non ci dà mai una lettura virtuosistica. Chiaramente non è possibile suonare i Concerti di Paganini senza essere un virtuoso; ma per poter entrare nell’orbita paganiniana, un flusso di note eseguite alla perfezione non basta. Il violino di Perlman canta e carezza ogni frase del compositore; ne risulta una performance degna di un grande ginnasta: ogni movimento è eseguito alla perfezione ma questa perfezione non si nota; si nota soltanto l’eleganza del gesto, la poesia dei movimenti: insomma, la grazie che supera l’esecuzione. Pochi ci riescono. La Carmen Fantasy per violino e orchestra vi porterà nel mondo della Carmen. È un pot-pourri dei principali temi dell’opera di Bizet. Come nel Concerto di Paganini il violinista israeliano fa cantare il suo strumento per esprimere le mille e una sfumature emotive dell’opera più eseguita al mondo: rimarrete ammirati delle capacità espressive del violino di Perlman. Un disco ricco, veramente ben inciso dove l’ingegnere del suono ha bilanciato con grande saggezza il dialogo tra solista e orchestra. Pierre Bolduc

LP TVC 012 (2 LP 45 giri) Rossini: Ouvertures La Cenerentola; Tancredi; La gazza ladra; Semiramide; Guglielmo Tell Philharmonia Orchestra, (dir.) LP Columbia SAX 2560

Un giorno Giulini mi disse: “La stessa sera di un concerto che feci negli Stati Uniti Toscanini mi telefonò in albergo per dirmi che le aveva piaciuto molto ”. Onestamente non mi ricordo più di tanto di quel concerto americano, ma vedo ancora gli occhi di Giulini animarsi quando raccontò l’evento. Le sue letture delle Ouverture di Rossini sono diverse di quelle di Toscanini: hanno più respiro ma non per questo sono meno tese. L’Ouverture Guglielmo Tell ne è la prova: una delle più riuscite che conosco, forse la preferisco anche a quella di Toscanini. E che finale, con questi ottoni ripresi in un maniera spettacolare ma sempre ben bilanciate contro il resto dell’orchestra, ottoni con colori smagliante dovuti anche all’edizione 45 giri!

Infatti, l’incisione è veramente fuori classe. E’ una delle poche registrazioni che riesce - come d’altronde tutti i grandi Living Stereo e Decca -, a bilanciare così naturalmente il suono diretto e il suono indiretto prodotti dalla Philharmonia Orchestra indipendentemente del livello dinamico eseguito. Chiaramente la sala ha avuto un ruolo importane: la Kingsway Hall di Londra, dove d’altronde quasi tutti i grandi Decca furono incisi, permette come pochi altri luoghi di registrazione di ricreare una scena larga e profonda ma che allo stesso tempo mantiene la definizione degli strumenti. Infatti, l’aspetto che mi colpì di più quando sentiì l’incisione per la prima volta fu la sua spazialità: in particolar modo come tutti i legni e ottoni erano così miracolosamente ben definiti, palpabili ma anche dimensionati naturalmente nell’ambiente.

Ho l’LP originale (SAX 2560) e devo dire che suona in maniera spettacolare. All’inizio non sapevo se avessimo ricevuto l’autorizzazione per inserirlo nella “The Vinyl Collection” perché non era stata digitalizzata in alta risoluzione. Allora, con il permesso della Warner, chiesi ad Abbey Road Studios di fare il passaggio in digitale, alla risoluzione di 24bit/192kHz. Quando sentiì il master caddi quasi dalla poltrona. La presenza degli strumenti, lo spazio attorno a loro, le gradazioni dinamiche, i colori così vividi dei vari strumenti, senza parlare del corpo fantastico delle percussioni, ma anche la facilità d’emissione dei tutti anche a livelli dinamici terrificanti, misero in rilievo le debolezze della versione a 33 giri. Anche se l’edizione originale era tremendamente buona, le potenzialità di riproduzione si fecero sentire solo all’ascolto del master: un altro mondo! E’ così che mi è venuto l’idea di offrire l’edizione 45 giri. Chiaramente l’edizione 45giri non riuscirà a trasformare questi vinili in un altro master. Ma vi garantisco che l’edizione a 45giri è l’unico formato che riesce a trasmettere la fisicità e l’emozione del master e di conseguenza l’emozione della performance originale come fu incisa decenni fà da Robert Gooch e supervisato dal grande Walter Legge. Pierre Bolduc