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la rivista italiana sul mondo della musica da film COLONNE SONORE immagini tra le note

Anno II - n. 9 Novembre/Dicembre 04

Poste Italiane Sped. in A.P. - DL 353/2003 (C.i.L. 27/02/04 n° 46) art.1 c.1 DCB - Milano

Le Super-musiche di © 2004 Disney - Pixar Michael Giacchino

Elmer John Yo-Yo Ma Pino Bernstein Debney e Morricone Insegno il ricordo del grande un'appassionante un incontro un collezionista compositore scomparso intervista esclusiva eccellente DOC

sommario 3

Anno II In questo numero n. 9 • Un "incredibile" numero ...... 4 • Pop (video) Music: ...... 28 Novembre/ di Anna Maria Asero La storia della musica per videogiochi -4ª parte Dicembre • Novità dal mondo della musica da film: .... 5 di Andrea Chirichelli 2004 news, case discografiche ed eventi • Backstage, dalla parte dei registi: ...... 30 di Fabio D'Italia, Massimo Privitera, Lavorare con lentezza vs Pietro Rustichelli & Chiara Tafner Raul, diritto di uccidere • Una promessa…incredibile!: ...... 8 di Barbara Zorzoli la storia e le colonne sonore di • FictioNote: recensioni produzioni televisive . 33 Michael Giacchino • Sinfonia iniziatica per un violoncello: ...... 34 di Gianni Bergamino Reportage del concerto di Yo-Yo Ma e • L'età dell'eccellenza: ...... 12 Morricone a Roma viaggio nel cinema americano di di Giuliano Tomassacci Elmer Bernstein • Recensioni di CD vecchi e nuovi ...... 36 di Giuliano Tomassacci • Recensione libri: ...... 45 • Seguendo le orme dei Maestri: ...... 18 Musicisti per lo schermo & intervista esclusiva a John Debney Fa Sol La Si…perché? di Maurizio Caschetto, Massimo Privitera & di Roberto Pugliese & Massimo Privitera Piero Campanino • Le donne dell'Ottava Arte: ...... 23 • Un collezionista Doc: ...... 46 Anne Dudley, la signora dell'elettronica intervista a Pino Insegno di Chiara Tafner di Anna Maria Asero e Massimo Privitera • Un musicista in disparte: ...... 24 • Filmografia: ...... 47 intervista esclusiva a Maurizio Abeni filmografie essenziali di Elmer Bernstein di Giuliano Tomassacci & John Debney Le altre recensioni discografiche • Gli Incredibili ...... 9 • Sky Captain and the world . 37 • Bandolero! ...... 41 di Gianni Bergamino of tomorrow di Gianni Bergamino • The lost world ...... 11 di Giuliano Tomassacci • Spazio 1999 ...... 41 di Gianni Bergamino • King Arthur ...... 37 di Massimo Privitera • Medal of honor ...... 11 di Massimo Privitera • Bambola meccanica ...... 41 di Gianni Bergamino • Il giro del mondo in 80 mod. Cherry 2000 & • Medal of honor: underground. 11 giorni ...... 37 La fine del gioco di Gianni Bergamino di Pietro Rustichelli di Gianni Bergamino • Medal of honor: frontline ..... 11 • Alamo, gli ultimi eroi ...... 37 • Amerika ...... 41 di Gianni Bergamino di Maurizio Caschetto di Gianni Bergamino • Call of duty ...... 11 • Collateral ...... 38 • Balla coi lupi ...... 42 di Gianni Bergamino di Giuliano Tomassacci di Alessio Coatto • I dieci comandamenti ...... 14 • The Bourne supremacy ...... 38 • Nata libera ...... 42 di Alessio Coatto di Gianni Bergamino di Maurizio Caschetto • Il buio oltre la siepe ...... 16 • De-lovely ...... 38 • Cimarron ...... 42 di Alessio Coatto di Massimo Privitera di Maurizio Caschetto • La grande fuga ...... 17 • Sotto il sole della Toscana . 38 • La pistola sepolta & ...... 42 di Gianni Bergamino di Massimo Privitera L'evaso di San Quintino • Lavorare con lentezza ...... 32 • Nemmeno il destino ...... 39 di Alessio Coatto di Barbara Zorzoli di Andrea Chirichelli • West goes to pop ...... 43 • La quindicesima epistola ... 33 • Fino a farti male ...... 39 di Luca Cirillo di Maurizio Caschetto di Andrea Chirichelli • La collina degli stivali ...... 43 • Piccolo mondo antico ...... 33 • Caterina va in città ...... 39 di Stefano Sorice di Alessio Coatto di Barbara Zorzoli • Sella d'argento ...... 43 • Don Matteo ...... 33 • Le conseguenze di Stefano Sorice di Massimo Privitera dell'amore ...... 39 • Maladolescenza ...... 43 • Yo-Yo Ma plays Morricone ... 35 di Andrea Chirichelli di Andrea Chirichelli di Massimo Privitera • Fahrenheit 9/11 ...... 40 • Tutti i colori del buio ...... 44 • Marco Polo ...... 35 di Massimo Privitera di Massimo Privitera di Pietro Rustichelli • Songs and artists that ...... 40 • Catacombs ...... 44 • The village ...... 36 inspired Fahrenheit 9/11 di Massimo Privitera di Gianni Bergamino di Andrea Chirichelli • Al cinema con Edda • Io, Robot ...... 36 • Donnie Darko ...... 40 Dell'Orso ...... 44 di Gianni Bergamino di Gianni Bergamino di Massimo Privitera • Alien vs. Predator ...... 36 • Il miracolo ...... 40 • Dove l'ho sentita? ...... 44 di Gianni Bergamino di Barbara Zorzoli di Luca Cirillo Legenda recensioni Mediocre Sufficiente Buono Ottimo Capolavoro

I giudizi delle recensioni di Colonne Sonore si riferiscono a valutazioni artistiche assolutamente personali dei redattori e non vogliono in alcun modo interferire da un punto di vista commerciale e discografico. 4 redazionale Un “Incredibile” numero Natale è ormai alle porte, non possono Non mancherà una gradevole intervista con mancare nell’immaginario collettivo l’albero, un compositore di casa nostra Maurizio i regali e l’inevitabile film per tutta la famiglia. Abeni, autore delle musiche per i film All’insegna del divertimento e del buonumo- Vaniglia e cioccolato, M.D.C. – Maschera di Anno Secondo, Numero 9 re, dalle menti geniali della Pixar (gli stessi cera e I tre volti del terrore. Novembre / Dicembre 2004 creatori di Toy story 1 & 2, A bug’s life e Alla La rubrica “Le donne dell’Ottava Arte” Registrazione al tribunale di Milano ricerca di Nemo), firmato Disney, esce Gli di questo numero è dedicata a Anne incredibili, un adrenalinico e spassoso film Dudley, musicista, compositrice, arrangia- n.356 del 03/06/2003 d’animazione digitale. Un’occasione presa trice e produttrice, e al suo mondo di Poste Italiane Spa al balzo per parlare della biografia e della musiche per immagini. Premio Oscar per Spedizione in A.P. - DL. 353/2003 carriera di compositore del giovane il film Full Monty. (Convertito in Legge 27/02/04 n° 46) Michael Giacchino (sue le celebri colonne Interessante il reportage del concerto di art. 1 comma 1 DCB - Milano. sonore per la serie di videogiochi Medal of Ennio Morricone e Yo-Yo Ma a Roma, oltre Abbonamento annuale per 6 numeri: honor) che ha cosparso di geniali citazioni alla recensione del suo ultimo Cd, per l’ap- 25.00 € + 3.00 € di spese postali barryane, manciniane e williamsiane la pel- punto, “Yo-Yo Ma plays Ennio Morricone”. licola della ‘normale famiglia di supereroi’. Con una curata e minuziosa monografia, OttavaArte Edizioni Un saluto particolare al grande Carlo ricordiamo il compositore newyorkese e pre- di Massimo Privitera Via Wildt n.5 - 20131 MILANO Rustichelli, scomparso qualche settimana mio Oscar Elmer Bernstein, anch’egli recen- Tel. 347.4072349 - Fax 02.26681884 fa a Roma. Il compositore carpigiano, van- temente scomparso. Pioniere di nuove ten- [email protected] tava al suo attivo oltre trecento film, dalla denze musicali, per la triste occasione pub- www.colonnesonore.net commedia al dramma sociale, dal western blichiamo le recensioni delle sue indimenti- al cinema d’autore. Tra le sue pellicole più cabili colonne sonore: I dieci comandamen- Direttore responsabile: conosciute Divorzio all’italiana, Alfredo, ti, La grande corsa e Il buio oltre la siepe. Anna Maria Asero Alfredo, L’Armata Brancaleone. Di lui ser- Altri argomenti da non perdere: il dietro le Capo redattore: Massimo Privitera biamo un vivo ricordo avendolo incontrato a quinte della realizzazione delle musiche di Loreto, un anno fa, e la nostra passione e Lavorare con lentezza & Raul, diritto di ucci- Redazione: amore per il grande Maestro e la sua musi- dere, e una lunga chiacchierata con i loro Maurizio Caschetto ca sarà sempre forte. registi; una simpatica intervista con il raffina- Alessio Coatto Una lunga intervista esclusiva al compo- to collezionista di musica da film Pino Pietro Rustichelli Giuliano Tomassacci sitore di La passione di Cristo, Il re Insegno; la quarta parte della storia della Scorpione, Una settimana da Dio, John musica per i videogiochi e la solita lunga Art Director - Impaginazione: Debney, che ci svela alcuni aneddoti sulle serie di recensioni di Cd vecchi e nuovi. Pietro Rustichelli sue musiche addizionali per Spiderman 2. Anna Maria Asero Correttore di bozze: Fabio D'Italia La rivista è reperibile o ordinabile Collaboratori: in tutte le librerie della catena nazionale Luca Bandirali, Gianni Bergamino, Susanna Buffa, Fabrizio Campanelli, ‘la Feltrinelli’ e in molti punti vendita in Piero Campanino, Andrea Chirichelli, tutta Italia, tra cui: Luca Cirillo, Chiara Comerci, Gabrielle LOMBARDIA Lucantonio, Alessandro Michelucci, CINEMA ANTEO - Libreria del Cinema - Via Milazzo 9 - MILANO Roberto Pugliese, Stefano Sorice, BLOODBUSTER SNC - Via P.Castaldi 30 - 20124 MILANO Chiara Tafner, Barbara Zorzoli LA BORSA DEL FUMETTO - Via Lecco 16 - MILANO DISCO CLUB - Piazza Cordusio (Stazione MM) - 20123 MILANO Un sentito ringraziamento a: STRADIVARIUS - Via Pecchio 1 - MILANO Lukas Kendall & Joe Sikoryak di “FSM” TAU BETA - Via Pavoni 5/b - 20052 MONZA (MI) Alessandro Belloni, creatore della PIEMONTE JW Italian Home Page - www.jwilliamsmusic.it WIDESCREEN - Via San Secondo, 55 - 10128 TORINO Antonio Alesci di Cineclick VENETO Daniela Zacconi di Film TV CINECITY MULTISALA - Via Sile, 8 - 31057 SILEA (TV) Paolo Travagnin di AGE News Colonne Sonore Colonne Sonore Roberto Zamori di Hexacord FRIULI VENEZIA-GIULIA CINECITY MULTISALA - Via Nazionale, 74/2 - 33040 PRADAMANO (UD) EMILIA ROMAGNA Stampa: CASA DEL DISCO di FANGAREGGI & C. - L.go Muratori, 204 - 41100 MODENA Grafiche Sala - Novi di Modena LIBRERIA ‘LA FENICE’ - Via G. Mazzini, 15 - 41012 CARPI (MO) Distribuzione: LAZIO DISCHI ‘L’ALLEGRETTO’ di MARY - Via Oslavia, 44 - 00195 ROMA REVOLVER dischi-cd-dvd - Via S.Gherardi, 90-102 - 00146 ROMA Red Distribuzione - Modena MUSICARTE - Via Fabio Massimo, 35/37 - 00192 ROMA 059.212792 - [email protected] SUPERNOVA RECORDS - Cinecittà Due - Via Palmiro Togliatti, 2 - 00175 ROMA La documentazione, le immagini, i marchi e quan- SICILIA t'altro pubblicato e riprodotto su questa rivista è Dove trovate Dove trovate ‘BROADWAY’ LIBRERIA DELLO SPETTACOLO - Via Rosolino Pilo, 18 - 90139 PALERMO protetto da diritti d'autore e qui utilizzato a puro scopo informativo e promozionale, e ne è pertan- Per ordini particolari, acquisti di copie singole o arretrate è sufficiente un bollettino di versa- to vietata la copia e la riproduzione. mento su Conto Corrente Postale: Nel caso i proprietari del materiale pubblicato CCP N° 43457183 intestato: MASSIMO PRIVITERA - Via Wildt n.5 - 20131 MILANO abbiano richieste o reclami sono pregati di metter- CAUSALE: RIVISTA "COLONNE SONORE" si in contatto con la redazione. indicando nel dettaglio la tipologia dell'ordine: Nessuna responsabilità viene assunta in relazio- Copia singola numero attuale: 5 € - Copia singola arretrato* 10 € - Spese di spedizione 2 € ne all'uso senza autorizzazione da parte di terzi. * I numeri arretrati esauriti saranno inviati in copia stampata digitalmente. Crediti immagini di copertina: © Disney / Pixar - © Varèse Sarabande Un ringraziamento speciale a Negrini&Varetto e Nevent di Modena per il supporto tecnico e umano. © Sony Classical - © Hollywood Records news 5 Notizie dal mondo della musica da film Case discografiche: nuove incisioni e riedizioni di grandi classici a cura di Fabio D’Italia Atlantic Bronislau Kaper per l’epopea nautica Mutiny of the originali composte da Craig Armstrong per Ray, il E’ già disponibile un song album tratto dal thriller Bounty (L’ammutinamento del Bounty, 1962, regia biopic di Taylor Hackford sulla vita di Ray Charles, d’azione After the Sunset (2004), con Pierce di Lewis Milestone, con Marlon Brando): ben quat- il celebre entertainer di colore non vedente. Brosnan e Salma Hayek. Le musiche orchestrali tro ore di musica su 3 CD. Intanto è già uscito lo del film – non incluse nel CD in questione – sono score del grande Alex North per I’ll Cry Tomorrow Screen Archives state composte dall’inossidabile Lalo Schifrin (Piangerò domani, 1955, regia di Daniel Mann), Sono in fase di preparazione i CD con gli score (Bullitt, I 3 dell’Operazione Drago). film che valse all’interprete principale, Susan originali di Son of Fury (Il figlio della furia, 1942 – Hayward, il premio della miglior attrice a Cannes Alfred Newman), Foxes of Harrow (La superba Chandos nel 1956. www.filmscoremonthly.com creola, 1947 – David Buttolph), The Disponibile il CD antologico dedicato a Ron Fountainhead (La fonte meravigliosa, 1949 – Max Goodwin (1925–2003), uno dei massimi espo- Geffen Steiner) e Marjorie Morningstar (Vertigine, 1958 – nenti della Golden Age cinemusicale britannica, E’ già disponibile l’album tratto dalla colonna Max Steiner). www.screenarchives.com noto soprattutto per la sua devozione al genere sonora di Bridget Jones: The Edge of Reason bellico. The Film Music of Ron Goodwin contiene (Che pasticcio Bridget Jones!, 2004). Il CD in ven- Silva Screen temi principali e suites tratti da grandi successi del dita contiene le canzoni che si possono ascoltare Sono già disponibili su CD lo score di Alexandre cinema inglese come I lunghi giorni delle aquile, nel film nonché un estratto delle musiche orche- Desplat per il thriller psicologico Birth (Birth - Io Quei temerari sulle macchine volanti (memorabi- strali di sottofondo composte da Harry Gregson- sono Sean, 2004, regia di Jonathan Glazer, con le per il cast all-star che comprende anche il Williams. Nicole Kidman) e la rappeggiante compilation nostro Alberto Sordi), 633 Squadron, Forza 10 da tratta dalla colonna sonora di Blade: Trinity (id., Navarone, Operazione Crossbow, Frenzy (uno Hollywood Records 2004, regia di David S. Goyer), terza interpreta- dei pochi Hitchcock non musicati da Bernard E’ già disponibile il CD con lo score di Trevor zione di Wesley Snipes nei panni del cacciatore di Herrmann) e i film gialli della serie Miss Marple Rabin (Blu profondo) per il film d’azione e avven- vampiri nato sotto il tetto dei fumetti Marvel. interpretati nei primi anni sessanta da Margaret tura National Treasure (Il mistero dei templari, www.silvascreen.co.uk Rutherford. Il tutto – quantificabile in 23 brani a 2004) con Nicholas Cage e Harvey Keitel. copertura di 17 titoli tra film e programmi televisivi www.hollywoodrecords.go.com Sony – eseguito dalla BBC Philharmonic diretta da E’ già disponibile il CD con le musiche di Vangelis Rumon Gamba. www.chandos.net Intrada per il kolossal storico Alexander (id., 2004) di Sono attesi per il 7 dicembre Lawman (Io sono la Oliver Stone. Sono attesi: per il 7 dicembre Citadel Records legge, 1970 – Jerry Fielding; edizione integrale Lemony Snicket’s A Series of Unfortunate Events E’ di prossima pubblicazione, in un’edizione limi- limitata a 1.500 copie) e la ristampa (con tanto di (2004 – Thomas Newman; dalla commedia fanta- tata a 1.500 copie, il primissimo lavoro per il cine- suono rimasterizzato e nuova copertina) dell’inte- sy con Jim Carrey e Meryl Streep) e House of ma del compositore Christopher Young (Specie grale di Rambo III (id. 1988 – Jerry Goldsmith), già Flying Daggers (La foresta dei pugnali volanti, mortale, Invaders). Si tratta dello score di Pranks pubblicato dalla stessa casa discografica nel 1989. 2004 – Shigeru Umebayashi). (1981), un horror splatter mai distribuito in Italia www.intrada.com www.sonyclassical.com ma abbastanza popolare in patria. Il sito www.buysoundtrax.com offre ai visitatori la possi- La-La Land Records Varèse Sarabande bilità di ascoltare alcune clip dal CD. E’ attesa per il 7 dicembre l’edizione estesa e Sono già disponibili Alias: Season 2 (Michael rimasterizzata dello score di Jerry Goldsmith per Giacchino; musiche dalla seconda stagione della Decca Extreme Prejudice (Ricercati: ufficialmente morti), serie televisiva di spionaggio trasmessa in Italia E’ già disponibile il CD con lo score di Jan A. P. un poliziesco del 1987 diretto dallo specialista in dalla RAI), Being Julia (Mychael Danna; dal dram- Kaczmarek per Finding Neverland (Neverland: un action movies Walter Hill e interpretato da Nick ma in costume con Annette Bening e Jeremy sogno per la vita, 2004), il film che racconta la Nolte. www.lalalandrecords.com Irons, tratto dal romanzo Theatre di W. Somerset genesi del più celebre romanzo dello scrittore Maugham) e lo score di Christopher Young per il inglese James Barrie: Peter Pan.. Milan thriller orrorifico The Grudge (id., 2004), con la star www.deccaclassics.com Sono in uscita gli album tratti dalle colonne sono- del telefilm Buffy Sarah Michelle Gellar. Sono re di She Hate Me (l’ultimo Spike Lee) e invece attesi: per il 7 dicembre Shrek 2 (id., 2004 Disney Modigliani (2004), il film sulla vita e gli amori del – Harry Gregson-Williams; dall’attesissimo ritorno Sono già disponibili Mary Poppins (id., 1964 – celebre pittore coevo di Picasso, interpretato da sugli schermi dell’orco verde che negli USA ha la Robert M. Sherman, Richard M. Sherman; edizio- Andy Garcia e arricchito dalla magnetica – alme- voce di Mike ‘Austin Powers’ Myers), Flight of the ne estesa su CD doppio) e Ultimate Disney, un no per i maschietti! – presenza della top model Phoenix (2004 – Marco Beltrami; dal remake del cofanetto-strenna con il meglio del repertorio Eva Herzigova. film Il volo della Fenice, con James Stewart), canoro legato ai più grandi successi cinematogra- Earthsea (Jeff Rona; dall’epopea fantasy a punta- fici della Casa del Topo (più alcune chicche pubbli- Nonesuch te trasmessa negli USA da Sci-Fi Channel), 24 cate per la prima volta nel formato digitale, come E’ atteso per il 7 dicembre il CD con lo score di (Sean Callery; musiche dalle tre stagioni dell’inno- ad esempio le canzoni tratte dal Robin Hood a Angelo Badalamenti (Twin Peaks) per il film A vativo thriller televisivo interpretato da Kiefer disegni animati del 1973), per un totale di tre ore di Very Long Engagement. Sutherland); per il 14 dicembre Carnivàle (Jeff pura magia musicale spalmate su altrettanti CD. Beal; dalla mini-serie della HBO ambientata in Prometheus Records America nei giorni della Grande Depressione). Film Music Society E’ già disponibile il CD con lo score di Don Davis www.varesesarabande.com E’ di prossima pubblicazione un CD a tiratura limi- (Matrix) per il film drammatico The Unsaid (id., ta (appena 1.000 copie) contenente quasi tutto lo 2001), con Andy Garcia e Teri Polo. Warner Bros. score originale composto da Miklòs Ròzsa per www.soundtrackmag.com E’ già disponibile il CD tratto dalla colonna sonora The Jungle Book (Il libro della Jungla, 1942, regia del film d’animazione The Polar Express (Polar di Zoltan Korda), universalmente considerato uno RCA Express, 2004), diretto da Robert Zemeckis. Il dei capolavori del Maestro ungherese. E’ già disponibile il CD con le musiche di Henry disco è essenzialmente un song album dove però Mancini per Oklahoma Crude (I duri di Oklahoma, trovano spazio anche tre estratti dello score sinfo- Film Score Monthly 1973, regia di Stanley Kramer, con George C. nico composto per il film da Alan Silvestri. Sono Sono di prossima pubblicazione lo score di Elmer Scott e Faye Dunaway). invece di prossima pubblicazione i CD tratti dalle Bernstein per il western Saddle the Wind (Lo spe- colonne sonore di Volevo solo dormirle addosso rone insanguinato, 1958, regia di Robert Parrish) Rhino (2004), con Giorgio Pasotti, e Se devo essere sin- e l’integrale della monumentale partitura di E’ atteso per il 7 dicembre il CD con le musiche cera (2004), con la pepatissima Luciana Littizzetto.

NB: Le anticipazioni di queste pagine si basano sulle informazioni reperibili dai comunicati e dai siti ufficiali delle case discografiche e da fonti non ufficiali. La stessa natura bimestrale della Rivista impedisce di garantire la fedeltà del mercato a tali annunci. 6 news

Carlo Rustichelli (24 dicembre 1916 - 13 novembre 2004)

Nel novembre 2003 Pietro Rustichelli, in compagnia di Giuliano Tomassacci, incontrò Carlo Rustichelli nella sua casa romana. A ricordo del Maestro pubblichiamo la relazione di quell’indimenticabile incontro, redatta per il programma di sala delle celebrazioni carpigiane del gennaio scorso ampiamente descritte nel monografico del n.5 della nostra rivista.

Accanto a Carlo Rustichelli è netta la sensazione di essere alla pre- senza della “Storia della musica”, colma di ricordi e aneddoti, e non potrebbe essere altrimenti: in più di 50 anni di carriera, e con oltre 400 colonne sonore all’attivo, ci ha consegnato un patrimonio musicale senza pari negli annali della cinematografia internazionale e tale da influenzare il resto della successiva produzione di musica applicata. “Avevo poco più di vent’anni quando dovetti lasciare Carpi. E’ asso- lutamente meravigliosa questa rinata attenzione verso i vecchi autori, e Tomassacci, dei Carpigiani nei miei confronti. Allora, giovane diplomato Rustichelli e Rustichelli all’Accademia Filarmonica di Bologna, partii per recarmi a Roma come maestro direttore sostituto”. E lo studio approfondito e l’amore per il repertorio operistico (insieme alla sua “emilianità”) sono rimasti evidenti nello stile com- positivo di Rustichelli, che se da un lato proponeva temi di un’immediatezza quasi popolaresca, dall’altro si esprimeva con una cura dell’orchestrazione e del contrappunto tutt’altro che banale, che non disdegnava anche organici molto grandi o inconsueti. “Se ho un rimpianto nella mia vita è solo quello di non aver più avuto il tempo per continuare a fare il direttore d’opera”. E’ pro- prio sul podio di una Tosca in scena a Terni che nel 1947 il cineasta Pietro Germi, rimasto colpito da un inno corale composto per un film qualche anno prima, convince il Maestro a partecipare alla produzione di Gioventù perduta. Da quel momento Germi e Rustichelli costituiranno un binomio inscindibile analogo ai celebri sodalizi fra Fellini e Rota, Leone e Morricone o Antonioni e Fusco. “Germi era un uomo esigente, ma ha sempre avuto un gran rispetto per il mio lavoro. Veniva a casa mia e si sedeva sul divano col suo sigaro, e mentre io suonavo il pianoforte lui pian piano si addormentava, pronto ad aprire un occhio quando sentiva che avevo trovato la vena giusta, dicendo «Va, va...»” Ecco quindi, tra i tanti, In nome della legge (‘49), Il cammino della speranza (‘50), Il ferroviere (‘55), Divorzio all’italiana (‘61), Sedotta e abbandonata (’64), Alfredo Alfredo (’72). La serietà d’approccio, l’abilità di “sposare la musica alle immagini” (fu il primo a volere il pianoforte in sala di montaggio) e un’am- pia versatilità stilistica lo portarono a lavorare per tutti i generi cinematografici, dalla commedia al dramma, dal western al “peplum” mitologico, con incursioni nella fantascienza: “Nella musica da film è necessario essere eclettici! Non è detto che un bravo compo- sitore di musica classica sia adatto a scrivere colonne sonore. Io ho fatto suonare anche gli aspirapolvere” ricorda scherzando “ma bisogna ricordarsi di non esagerare, anche il silenzio può essere una grande musica!”. Arrivano i premi e i riconoscimenti internazionali, tra cui due Nastri d’Argento (L’uomo di paglia di Germi nel ‘58 e L’armata Brancaleone di Monicelli nel ’66) e due nominations agli Oscar (Divorzio all’Italiana di Pietro Germi e Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy, rispettivamente del ‘61 e del ‘62). Non v’è grande regista che non abbia ricevuto le cure musicali del Maestro Rustichelli: accanto a Germi e Monicelli (i primi due Amici miei, ‘75 e ‘83), ricordiamo tra gli altri Pasolini (Accattone, ‘61 e Mamma Roma, ’62) Pontecorvo (Kapò, ‘59) e Vancini, Bolognini e Risi, Loy (Detenuto in attesa di giudizio, ‘72) e Comencini (La ragazza di Bube, ‘63). “Ho avuto anche una splendida parentesi americana (in molti mi volevano là) ed ho fatto Cosa è successo tra mio padre e tua madre (‘72) con il grandissimo Billy Wilder (grande ammiratore di Germi, ndr). Quanto ho lavorato! Una volta sono arrivato addirittura a scri- vere tre colonne sonore in una settimana; una follia, ma non ho mai trattato un lavoro con meno impegno degli altri, alzandomi alle quattro del mattino per smettere di scrivere a tarda sera. Devo comunque ammettere di aver sempre lavorato per una cinematogra- fia di buon livello, con registi competenti che sapevano quello che volevano. Le rare volte che mi è capitato di dover lavorare su di un film scadente le ho affrontate come una sfida a fare ancora meglio per vedere se almeno il mio apporto risollevava la pellicola!”. Una vita, dunque, piena di soddisfazioni. Eppure, se è vero che, ad esempio, la “marcia col fischio” di Brancaleone è ormai patri- monio collettivo, è altrettanto vero (sorte comune agli artisti del settore) che pochi ne conoscono l’autore. “E’ bellissima, ripeto, que- sta attenzione ‘retroattiva’, mi dispiace che sia arrivata forse un po’ tardi. Ho ancora nel cassetto un’opera lirica di cui vado molto fiero, chissà che non sia giunta l’ora di sentirla eseguita dal vivo”. E’ d’altro canto rivelatorio come i più illustri colleghi non esitino ad ammetterne l’influenza e a definirlo “Il Maestro”, colui che più ha segnato la via alla musica per il cinema italiano, con una tensione costante verso il futuro. Trattengo a stento l’emozione, quan- do mi chiede di essere accompagnato al pianoforte ed inizia a suonare qualcosa che non riconosco. Chiedo “Maestro, che cos’è questo?”; mi risponde sorridendo “Il mio prossimo film!”. P. Rustichelli

Michel Colombier (23 maggio 1939 - 15 novembre 2004)

L’ultima sua colonna sonora è stata quella per il flop Travolti dal destino Colombier (Swept Away, 2002) di Guy Ritchie, con Madonna e Adriano Giannini, ma il compositore francese Michel Colombier, ottimo pianista, scomparso dopo una dura battaglia contro il cancro durata sei mesi, aveva scritto oltre 100 soundtracks per la televisione e il Cinema. I titoli più famosi: Il bambino d’oro (The Golden Child, 1986) di Michael Ritchie, Purple rain (id., 1984) con Prince, di cui le musiche ebbero una nomi- nation ai Saturn Award, Il sole a mezzanotte (White Nights, 1985) di Taylor Hackford e Elisa (1995) di Jean Becker (co-autore della colonna sonora Zbigniew Preisner) con cui si aggiudicò il Cesar (il premio Oscar francese) per le migliori musiche. Uno struggente brano del vasto repertorio di Colombier venne usato dallo scultore-pittore Jean-Michel Folon da commento alle immagi- ni per il suo celebre spot del metano, con l’omino col cappello che in volo porta un fiammella che simboleggia il gas puro. Visitate il sito ufficiale del compositore www.michelcolombier.com per conoscere meglio la vita e le opere di un’autore da riscoprire, purtroppo postumo! M.Privitera news 7

Mondo Soundtrack

• I Pet Shop Boys e la corazzata Potemkin Una storica locandina Titolo originale: Bronenosets Potyomkin - Durata: 75’ (b/n) Anno: 1925 - Origine: Unione Sovietica - Regia: Sergei M. Eisenstein Musica: Edmund Meisel, Dmitrij Šostakovic, Pet Shop Boys

La musica originale del film è opera di Edmund Meisel, ma nel corso degli anni ci furo- no diverse modifiche al riguardo, come avvenne nel 1950 quando Vladimir Nikolayevich Kryukov curò lo score della riedizione sonora del film. Mentre nel 1976 la colonna sonora fu adattata e integrata con nuovi temi musicali presi dalla fantasia e dall’arte musicale di Dmitrij Šostakovic. C’è dunque da sottolineare come a “rimusicare” la Corazzata ci avessero provato più volte, anche se l’edizione più nota rimane quella legata alle musiche di Dmitrij Šostakovic (San Pietroburgo 1906 - Mosca 1975). In quell’occasione – era il 1975 – l’Istituto Eisenstein di Mosca fece restaurare la pellicola, commissionando ad illustri musicologi sovietici una nuova colonna sonora. Così, l’anno successivo venne finalmente presentato al pubblico il capolavoro di Eisenstein con la musica di Šostakovic. Questo commento sonoro fu realiz- zato utilizzando parti delle sinfonie n. 4, 5, 8, 10 e 11. In particolare quest’ultima sinfonia si adatta perfettamente al tema del film, in quanto venne composta da Šostakovic proprio in relazione agli avvenimenti legati alla rivoluzione del 1905. La corazzata Potyomkin, pur consacrato una decina d’anni fa da seimila cineasti euro- pei “miglior film di tutti i tempi”, ha dovuto però aspettare fino al 2004 per divenire appetibi- le ad un pubblico più vasto. Nemmeno Paolo Villaggio, che nel Secondo tragico Fantozzi (1976) l’aveva santificato a icona del cineforum noioso, era riuscito a rendere il film più accessibile, soprattutto ad un pubblico giovanile. Ci hanno provato i Pet Shop Boys che, su proposta dell’Istituto d’Arte Contemporanea, il 12 settembre in Trafalgar Square a Londra hanno musicato il leggendario film di Eisenstein assieme ai 25 elementi dell’orchestra Dresden Sinfoniker. Lo storico duo elettronico inglese e l’orchestra hanno suonato dal vivo il loro personale accompagnamento alla pellicola che intanto veniva proiet- tata – sotto una pioggia battente – su uno schermo gigante. La colonna sonora rappresenta l’ennesima conferma dell’intelligenza e della genialità di un duo che, lungi dal restare prigioniero del proprio effimero e datato mito degli anni Ottanta, ha scelto di misurarsi con sfide sempre nuove. Eisenstein aveva dichiarato che avrebbe desiderato per il suo film una nuova colonna sonora per ogni generazione in modo da “mantenerlo fresco e attuale”. Così Neil e Chris hanno colto la palla al balzo, riuscendo in questo modo a far apprezzare questa sto- rica pellicola a più di 25.000 persone. La nuova colonna sonora è essenzialmente strumentale, ma comprende anche due brani can- tati da Neil Tennant. Questa versione 2004 mescola pop e musica classica in modo tale da non rappresentare una vera e propria rottura rispetto alle due colonne sonore precedenti, pur utilizzando nuove strumentazioni e sonorità. Ne risulta una continua sottoli- neatura delle emozioni raccontate sullo schermo, in un modo più rispondente alla sensibilità musicale del pubblico del nuovo millen- nio. Ecco dunque che il pop e la musica classica, giustamente miscelati e calibrati, riescono ad integrarsi perfettamente con la vicen- da degli ammutinati della ‘Potemkin’ a Odessa, ribellatisi ai superiori, perché costretti a mandar giù il rancio di carne putrefatta con- dita con vermi. Il CD della colonna sonora sarà disponibile entro fine anno.

Concerti

• Roma - Accademia Nazionale di S.Cecilia La Cavea del Parco della Musica Auditorium Parco della Musica 17 Dicembre 2004 - ore 21 - Ennio Morricone dirige Santa Cecilia - Cantata per l'Europa per soprano, 2 voci recitanti, coro e orchestra - Musica per il cinema Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia direttore M° Ennio Morricone Info: Tel. 06 80242501 - www.santacecilia.it

• Catania - Etnafest 2005 L’Etna Centro Culturale ‘Le Ciminiere’ 9 Gennaio 2005 - ore 21 - Viaggio in Sicilia Orchestra sinfonica arrangiata e diretta dal M° Roberto Pregadio Terra di conquiste, di martiri e di memorie. Luogo di grandi gesta di eroi antichi e contemporanei, teatro di imprese leg- gendarie e tragedie reali. La Sicilia raccontata attraverso un viaggio musicale che annovera le colonne sonore (di Rustichelli, Piccioni, Rota, Bacalov etc.) dei grandi film girati nell’Isola. Info: Tel. 059 7306222 - www.turismo.catania.it 8 michael giacchino Una promessa ...incredibile! © Disney - Pixar

Storia di una carriera, e del futuro della musica da film di Gianni Bergamino C’era una volta il 1977… po’ per volta il seducente e misterio- ragazzo è in estasi, il suo avvenire – La nostra storia inizia proprio in so potere che si nasconde nella se ancora ci sono dubbi – è sancito. quell’anno memorabile, in quella fascinazione astratta delle note, Per amor d’ipotesi, supponiamo data essenziale per la storia del capaci di influenzare, con le loro che il giovanotto abbia talento, di cinema d’evasione e per quella della mille sfumature, le atmosfere e le quello vero. La tradizione vuole che musica da film. suggestioni delle immagini. Nelle gli USA siano il paese delle occasio- Immaginiamo un comune ragazzi- sue scelte il nostro piccolo artista in ni. Chi ha la stoffa del campione, no americano di dieci anni, che dopo erba è agevolato dall’esempio lumi- come accade al nostro ardimentoso le ore di scuola passa metà del suo noso che, in quel lontano 1977, gli creativo, non tarda a farsi notare. tempo libero rapito dalle magiche viene dalle musiche scritte dall’ado- Qualche anno dopo lo ritroviamo seduzioni del cinema… E anziché rato John Williams per la saga di infatti al lavoro nella meta ideale di giocare con i suoi coetanei, trascorre Star Wars. ogni aspirante artista del cinema: la l’altra metà del tempo rinchiuso nella Con un simile modello, il nostro grande ed illusoria Hollywood. cantina di casa, dove il tavolo da ragazzo sviluppa un progetto ben Qui il ragazzo si divide tra il lavo- ping pong del fratello diventa un preciso per il suo avvenire. Una scel- ro ai Disney Studios di Los Angeles, improvvisato set cinematografico, ta che lo indirizza prima alla School lo studio nei corsi di composizione base operativa per rinnovare le illu- of Visual Arts di New York, e poi per cinema dell’UCLA e la scrittura sioni del grande schermo e realizza- nientemeno che alla rinomata per giochi elettronici, un settore re, in modo artigianale, tanti fanta- Juilliard School, dove si laurea in creativo nuovo, che risucchia presto siosi film d’animazione in Super 8. Si composizione. gran parte del suo interesse, apren- direbbe la biografia di un futuro gran- Durante questi anni avviene un dogli un percorso inedito, forse per- de regista della Disney, o di un incontro che ha il sapore della bene- sino una scorciatoia, verso il Grande novello Ray Harryhausen, ma non è dizione. Nell’intervallo di un concerto Schermo. così. estivo di musica sinfonica, il ragazzo Sono passati vent’anni dall’inizio Il nostro ragazzino si accorge ben approfitta delle scadenti misure di della storia, e nel 1997 assistiamo presto che la fase più appassionante sicurezza allestite e si intrufola dietro alla prima grande svolta, quando il di tutta l’esperienza produttiva dei le quinte del palcoscenico. Lì, sedu- giovanotto viene chiamato ad un col- suoi cortometraggi arriva alla fine, to a godersi qualche istante di meri- loquio coi vertici della neonata quando si deve decidere quali musi- tato relax, incontra il suo idolo, John Dreamworks SKG, dei titanici che inserire sulle scene e perché. I Williams. Un giovane apprendista e il Spielberg, Katzenberg e Geffen. Si primi esperimenti, con le sue grandi suo nume tutelare, in smoking. Non discute della colonna sonora per un passioni (il jazz, la musica classica, vengono scambiate parole aneddoti- videogioco basato sul film campione e soprattutto le autentiche colonne che, è il momento che conta. di incassi diretto da Spielberg Il sonore del cinema), gli svelano un Quando torna a sedersi in sala, il mondo perduto. michael giacchino 9

Per sciogliere ogni dubbio, va detto che il fortunato ragazzo di cui abbiamo seguito gli esordi non è ovviamente un personaggio di fanta- sia. È un uomo in carne ed ossa, vive con la moglie e due figli piccoli a Los Angeles, oggi ha trentasette anni e risponde al nome di Michael Giacchino. Nel 1997, Michael diventa il primo compositore della storia della musi- ca ad essere incaricato di realizzare una colonna sonora sinfonica per un gioco interattivo. Naturalmente l’ac- costamento di scenografie elettroni- che e grande orchestra è un’idea di Spielberg. Dopo anni passati al fian- co di Williams, il regista di E.T. sa bene quale apporto emozionale deri- vi dal suono sinfonico. Lo stesso Giacchino ama ricordare un episodio e cioè il momento in cui Spielberg, Michael Giacchino al lavoro su Gli Incredibili dopo aver ascoltato i demo elettroni- prototipo di musica sinfonica per bambino di dieci anni restava cattu- ci portati alla riunione, se ne esce PlayStation, è nella media di molte rato dalla più importante colonna con una frase che interrompe ogni partiture del cinema. Alla fine ci si sonora di tutti i tempi, Guerre stellari altra discussione: “Dunque, questa rende conto però di due punti fermi, di John Williams. la facciamo con un’orchestra sinfoni- incontestabili. Primo, l’esperimento Giacchino ammette l’importanza ca autentica, no?”. In quel momento funziona, e anche bene. Secondo, che hanno avuto le liner notes sulla nessuno osa mettere in dubbio le Michael Giacchino è uno che ha copertina del disco. Pochi ma prezio- sue parole, e nonostante allora fosse futuro. si appunti sull’utilizzo delle compo- un approccio rivoluzionario e tutt’al- Nonostante lo sparuto organico nenti strumentali, su come le sezioni tro che scontato (anche da un punto orchestrale che gli è stato messo a dell’orchestra possono veicolare dif- di vista meramente tecnico), da quel disposizione, il giovane Michael non ferenti percezioni emozionali. Una momento in poi il progetto fa propria esita a mettere in mostra i muscoli. Il grande lezione che i migliori compo- quella precisa direttiva. suo “ingrediente segreto” ha radici sitori di musica per cinema hanno In termini musicali, la qualità arti- lontane, risale ancora una volta a consegnato ai loro eredi delle gene- stica del Lost World di Giacchino, quei suoi magici esordi, quando il razioni future.

In origine, la partitura del nuovo carto- figure melodiche esili, elementi che lascia- on digitale Pixar doveva essere firmata no subito il segno, soprattutto se si presta da John Barry. Con il collaudato mestie- orecchio alle mille sfaccettature dell’ope- re del musicista di James Bond dalla loro ra. Il compositore è in sintonia perfetta con parte, è verosimile che i realizzatori desi- le frenesie ironiche della pellicola, con il derassero un’atmosfera che richiamasse cangiante entusiasmo narrativo tipico dei più il mondo sofisticato e sotterraneo del prodotti Pixar, con gli ammiccamenti al noto agente segreto che la fantascienza grande cinema d’evasione del passato. dei super eroi odierni. L’indisponibilità di La sardonica partitura asseconda tutto Barry ha dato spazio a Michael ciò, si ammanta di una frivola coloritura Michael Giacchino Giacchino, un compositore che è quasi jazz, vicino allo stile televisivo anni ’60 di un neofita del grande schermo (a voler serial come Attenti a quei due, L’agente The Incredibles trascurare poche pellicole indipendenti segreto o Il Santo. Le sordine miagolano (Gli incredibili – 2004) cui ha partecipato). Gli Incredibili diventa sornione, la batteria riscalda le molte pagi- Disney Records 5050467-0100-2-4 un trampolino di lancio di altissimo livello ne d’azione con un rullo continuo di ten- 19 brani - Durata: 55’14” per un compositore sul quale molti (a sione, gli effervescenti florilegi dei solisti partire dai produttori della Disney) hanno (si resta senza parole di fronte alla bravu- riposto enormi aspettative. ra dei musicisti dell’orchestra hollywoodia- Per Giacchino, che nelle sue importan- na diretta con piglio dal fedele Tim La leggerezza della partitura traspare ti opere per videogames ha già dimostra- Simonec) illuminano di una contagiosa dalle disinvolte scorribande sinfoniche to un talento da musicista a tutto tondo, è allegria il sound di base. Epicentro telluri- (“100 Mile Dash”, “Saving Metroville”), dai quasi un gioco da ragazzi prodursi in una co, due versatili e balenanti temi principa- momenti di serioso coinvolgimento emoti- colonna sonora travolgente e fiammeg- li, presentati entrambi fin dai primissimi vo (“Kronos Unveiled”), dalle raffiche di giante, che mescola raffinatezza e grinta, secondi di “The Glory Days”, sottoposti in invenzioni (“Marital Rescue”, “A Whole dove non si coglie l’ansia di sfondare a seguito ad ogni genere di variazione. Ma Family of Supers”), dalla meravigliosa tutti i costi, ma si percepisce piuttosto un si apprezzano anche le cesellature timbri- suite degli end credits (o meglio raro autocontrollo, una misurata elabora- che della partitura, le estemporanee intru- “Incredits”). Uno di quei dischi così ricchi di zione del suono e degli equilibri espositivi. sioni di un istrionico grandeur da big band idee da proporre sorprese ad ogni ascolto Non temi granitici ed elaborati (probabile (“Lifes Incredibles Again”), i generosi successivo. E quindi standing ovation per delusione per chi si è convinto che richiami al Mancini della Pantera rosa e di Giacchino, che conferma al meglio le Giacchino debba dimostrare, ad ogni nota Peter Gunn (“The Glory Days”, “Off to aspettative dimostrandosi autore brioso, che scrive, di essere il futuro erede di Work”), e, naturalmente, al Barry dei inventivo, inesauribile. John Williams), ma una torrenziale filigrana James Bond più avventurosi (l’esilarante Una grande risorsa per il miglior cine- di episodi intriganti, di piccole invenzioni, di e funambolico “Road Trip”). ma hollywoodiano dei prossimi anni. GB 10 michael giacchino © Disney - Pixar

Bob Parr si trasforma in Mr Incredible

Forte di questo insegnamento, molta fortuna a poter sviluppare la partitura assume connotazioni più Giacchino non si accontenta di pro- propria carriera artistica nell’era di meste e drammatiche. Inutile dire durre temi. Anche se ripete spesso Internet. “Credo che la Rete abbia che Giacchino non diminuisce la che di Williams adora soprattutto creato un punto di incontro per tutti presa sull’emozione d’ascolto, e l’inesauribile vena melodica, e lui quegli appassionati che per anni si completa la trilogia con un’altra stesso ha iniziato fin da subito a sono sentiti tagliati fuori, e che final- opera travolgente, un nuovo passo destreggiarsi benissimo con la scrit- mente riuniti hanno infiammato il fan- avanti nel suo pagellino da massimo tura tonale in senso pieno, dom e sono riusciti persino ad otte- dei voti. Giacchino sa bene che la fonte nere la stampa di opere precedente- Nel 2000 esordisce con la sua d’ispirazione dei grandi temi può mente inedite”. prima opera “colta”. Richiesto di par- essere discontinua. Dunque, biso- Il successo di questo primo episo- tecipare alle celebrazioni della gna preoccuparsi di rivestire idee dio induce i produttori della Contea di Camden, nel New Jersey, melodiche anche modeste di una Dreamworks ad affidare a Giacchino compone la sua prima Sinfonia, ricca esposizione timbrica. La curata anche le successive puntate della “Camden 2000”, che viene eseguita, scelta degli strumenti (con l’aiuto del serie. L’imponente impegno già pro- registrando il “tutto esaurito”, dalla suo inseparabile collaboratore Tim fuso rende il compito più difficile per Haddonfield Symphony Orchestra. Simonec, co-orchestratore e diretto- il giovane musicista. Come rimanere A cavallo del millennio gli impegni re in tutti i lavori di Giacchino) arric- in tema senza ripetersi? aumentano di numero, Giacchino chisce con minute sfumature psico- Ad imitazione delle musiche di muove i suoi primi passi nel mondo logiche l’ascolto anche del più bana- grandi trilogie della storia del cinema del cinema (ma presta collaborazio- le dei ritornelli. Un assioma sempli- (Guerre stellari, Indiana Jones, Il ne a dei film che sono rimasti del ce, ma non scontato, la cui padro- presagio, Ritorno al futuro), nel tutto sconosciuti: tra questi No nanza nel tempo segnerà un vantag- secondo capitolo, intitolato Salida del 1998, My Brother the Pig gio in più di questo autore rispetto a Underground, Giacchino riprende il del ’99 e Redemption of the Ghost molti dei suoi colleghi. tema principale, e introduce altre del 2000, nel quale l’autore inventa Le buone impressioni della vigilia idee, tenendo ferma soprattutto l’at- sofisticate mescolanze tra country e vengono superate con il secondo mosfera epica e celebrativa. Al sinfonica tradizionale). impegno in tema di giochi elettronici. centro dell’azione non c’è più un Il passo successivo è verso la Ancora una volta su proposta di rude soldato americano, ma una televisione, dove Giacchino si occu- Spielberg, al compositore viene affi- baldanzosa giovane francese, pa di miniserie e film TV minori dato il commento sonoro dei bellici- Manon Batiste, combattente della (Semper FI del 2001 e Phenomenon smi virtuali di Medal of Honor, war quinta colonna partigiana per la dell’anno successivo) prima di entra- game dichiaratamente ispirato al liberazione dell’Europa occupata. re finalmente nello staff della serie di successo cinematografico di Salvate L’autore è sempre più padrone della culto Alias, di Jeffrey Abrahams. La il soldato Ryan. Con la “sua” tavolozza orchestrale e abbandona varietà di situazioni e la dinamica Northwest Sinfonia accresciuta ad progressivamente il suo debito verso narrativa degli episodi consentono al oltre sessanta elementi, Giacchino Williams, iniziando a manifestare un compositore di esprimersi in territori realizza un vero monumento sinfoni- eclettismo tutto personale, che musicali per lui inediti, che lo allonta- co, celebrativo, appassionante, diverrà più evidente nei lavori nano dalle spettacolari pagine sinfo- irruente come le migliori partiture del successivi. niche dei giochi PlayStation, ma gli cinema di guerra. Il disco con la Per il terzo episodio di Medal of permettono di dimostrarsi autore colonna sonora di Medal of Honor Honor, intitolato Frontline, si torna a dinamico, versatile ed estremamen- diventa presto oggetto di culto e va a guerreggiare nelle vesti del protago- te moderno. Una vera fortuna, visto il ruba, nonostante sia acquistabile nista della vicenda iniziale. rischio di restare intrappolato nel sin- solo in rete. L’orchestra si amplia a 90 elementi, fonismo epico e tardo-romantico L’autore confessa di aver avuto con coro e voci soliste. L’intera richiesto dalle avventure interattive. michael giacchino 11

Nelle vicende di Alias Giacchino contenuti, e Call of Duty, dove scom- scriva le musiche di un film di accosta con disinvoltura rock, paiono le monolitiche strutture melo- Spielberg… E tutti noi vogliamo che techno ed elettronica a musica diche dei giochi precedenti e ci si Williams resti in circolazione ancora cameristica o folclore. Un cocktail addentra invece in un tortuoso e a lungo, no?… Del resto, in qualche esplosivo, che sancisce una volta cangiante territorio di sonorità meno modo, è come se avessi già lavorato per tutte l’alto mestiere già raggiunto composte. ai film in Super 8 di Spielberg, dal compositore. Al suo profilo di alto livello ormai mentre Williams lavorava a quelli a Naturalmente tutto ciò non gli non manca più nulla. Con il decollo 70 mm”. impedisce di tornare con piacere a verticale che verrà offerto alla sua lavorare per i videogiochi. Oltre carriera dalla partecipazione al all’immancabile ulteriore capitolo di nuovo strepitoso successo della Medal of Honor, intitolato Allied Pixar, Gli incredibili, forse un giorno il risorse web Assault, nel 2003 Giacchino si volenteroso Michael potrà anche occupa di due nuove avventure coronare un suo grande sogno Nota: Dichiarazioni e notizie sul conto di belliche, per le quali allestisce un’im- segreto: scrivere le musiche di un Michael Giacchino sono state tratte, oltre che postazione sonora del tutto film di Spielberg… dal suo sito (www.michaelgiacchino.com), dalle interviste rilasciate ai siti differente rispetto a quelle dedicate Replicando divertito a chi gli Tracksounds! (www.tracksounds.com), ai giochi della Dreamworks. augura di ottenere presto un traguar- PC Games (www.pc.ign.com) Sono Secret Weapons Over do così ambizioso, Giacchino Dear Sally (www.dearsally.org/alias/articles) Normandy, monumentale colosso rinnega questo desiderio: “Finché Radiofree (www.movie.radiofree.com) e sonoro che lascia totalmente attoniti Williams è in circolazione, spero Music4Games (www.music4games.net). per la sua ponderosa ricchezza di ardentemente che nessun altro La discografia “pre - Incredibili” di Giacchino The Lost World: Salt Mine” hanno fatto il giro del globo, Secret Weapons Jurassic Park (1997) segnalati dall’entusiastico passaparola dei Over Normandy (2003) Sonic Images SID 8803 navigatori informatici. Nella sezione bonus La-La Land Records LLLCD 1013 19 brani - Durata: 56’13” tracks, l’inno americano eseguito con (CD doppio) 30 brani - Durata: 82’57” divertita spensieratezza sotto la direzione Recensione in Colonne Sonore nr. 5 pag. 39 Esordio discografico di Giacchino: una d’orchestra dalla madre del compositore. suite di episodi di pochi minuti ciascuno, Un titolo imperdibile. Alias (id., 2003) con le situazioni salienti delle varie fasi del Varèse Sarabande gioco. Divertente, elaborato nella scrittura Medal of Honor: VSD6521 quasi quanto è appiattita l’esecuzione della Underground (2000) 26 brani - Durata: 65’08” Northwest Sinfonia. Ogni riferimento a Dreamworks Interactive 40014 Recensione in Colonne Sonore nr. 5 pag. 40 John Williams è severamente vietato, nes- 18 brani - Durata: 76’48” suno dei temi ripropone quelli scritti per i Call of Duty (2003) film di Spielberg: un bel modo per riafferma- Tenuto fermo il tema principale della Activision / re la propria autonomia creativa. Lo stile saga, il nuovo capitolo bellico avventuroso Electronic Arts Games espositivo, che certamente non regge il schiera nuove melodie, nuove tumultuose 13 brani - Durata: 39’01” confronto con le rigogliose partiture sinfoni- sequenze d’azione. Le molte ambienta- che di Williams, esprime tuttavia una bal- zioni del gioco consentono all’autore di L’ennesima esperienza con la guerra danzosa espressività nei momenti celebra- diversificare la timbrica in divertenti sfuma- interattiva porta Giacchino a sperimentare tivi e ferma gestione dei difficili passaggi ture folcloristiche. Si passa dalla Francia al un approccio radicalmente diverso dai d’azione, senza approssimazioni o banali Nord Africa, dalla Grecia all’Italia. In que- suoi affreschi di Medal of Honor. Dopo scappatoie. In conclusione, un lungo bonus sta fase, due episodi indimenticabili: l’ar- aver impressionato i suoi ammiratori con track con materiale vario. Per collezionisti. cano motivo gregoriano preannunciato in le mimesi williamsiane dei Medal of “Last Rites” sfocia in una folgorante varia- Honor, l’autore paga un tributo anche allo Medal of Honor (1999) zione adrenalinica nel brano “The Battle of stile degli autori più dionisiaci e aggressivi, Dreamworks Interactive Monte Cassino”, magnifico. Esecuzione come Benjamin Frankel, Elmer Bernstein FM-17689 orchestrale di prim’ordine, piacere d’ascol- o Jerry Goldsmith. L’impostazione è bruta- 18 brani - Durata: 73’09” to ai massimi livelli. le, spesso dissonante, con un’esaltazione del dinamismo, delle percussioni, delle Spettacolare primo capitolo della saga Medal of Honor: frenesie orchestrali. Il risultato è altrettanto di Medal of Honor, la partitura è imbevuta Frontline (2002) strabiliante di quello più celebrativo e com- di temi gloriosi, di epica militaresca e di Electronic Arts Games 40219 posto che aveva caratterizzato le opere grandi momenti d’azione. Anche se i riferi- 18 brani - Durata: 79’18” precedenti. Ancora una volta, un disco menti al cinema di genere ci sono tutti, si raro e mal distribuito, che tuttavia vale la ascoltano con enorme piacere le prodez- Il disco più raro per il terzo capitolo: la pena possedere. ze creative di Giacchino, mai superficiale, EA Games lo distribuisce solo negli Stati mai banale. Ostinati, moti perpetui, melo- Uniti, quindi diventa un pezzo da collezio- die di spicco, una gamma infinita di sotti- ne abbastanza ricercato. Nel gioco si rac- gliezze timbriche, una scrittura avvincen- conta degli scontri finali del secondo con- Potrete ascoltare molti altri esempi dell’ar- te, che travolge e seduce senza cadere flitto mondiale, l’atmosfera deve essere te di Michael Giacchino nei numerosi files mai nelle facili tentazioni di un becero necessariamente rabbuiata. Per questo mp3 resi disponibili per il download gratui- pompierismo. Per la prima volta si ascolta l’impianto sinfonico trasfigura, si fa ombro- to nella sezione “credits” del suo sito per- una musica post williamsiana che sembra so, mesto. Molte pagine corali, canti soli- sonale, www.michaelgiacchino.com. davvero scritta dal grande Williams e non sti, un’orchestra ricchissima, pagine Visita d’obbligo soprattutto per chi non ha una semplice imitazione del suo stile. memorabili.La fantasia creativa di ancora mai ascoltato nulla di questo Brani travolgenti come “Taking Out the Giacchino sembra inesauribile. Completa autore e per restare ammaliati dalla sua Railgun”, “The Radar Train” o “Merker’s la trilogia in grande stile. straripante personalità. GB 12 elmer bernstein L’età dell’eccellenza

Viaggio nel cinema americano di Elmer Bernstein di Giuliano Tomassacci A volte il tempo è veramente tiranno. stendardo artistico, quello score de I incontro destinato ad influenzare decisi- Nella seconda metà degli anni ‘60, com- magnifici sette che il musicista aveva vamente l’intero corso della sua forma- pletamente immerso nei suoi encomiabi- sempre, dichiaratamente attribuito all’in- zione, spontaneamente avviata sin dalla li Young People’s Concert trasmessi fluenza del “decano della musica ameri- più tenera età, in una famiglia animata dalla CBS, Leonard Bernstein attingeva cana”. dall’arte. a tutta la sua carismatica ars oratoria nel- Anche evitando il confronto con le pio- l’indottrinare i numerosi giovani e giova- nieristiche partiture di matrice jazz e La differenza di pronuncia tra il cogno- nissimi americani all’arte e alla storia blues, il repertorio cinemusicale di Elmer me di Leonard e quello di Elmer (respon- della musica sinfonica. Particolarmente Bernstein avrebbe insomma fornito, a sabile ancora oggi di frequenti fraintendi- interessato alla divulgazione del patrimo- suo modo, la perfetta colonna sonora menti) trova la sua spiegazione nell’estra- nio musicale americano, il compositore della storia culturale americana. zione del padre di quest’ultimo, Edward, del Massachusetts tentava faticosamen- Purtroppo, oltre al tempo, anche la stes- emigrato austro-ungarico. Quando Elmer te di indagarne lo sviluppo, attraverso sa cultura si sarebbe però dimostrata nasce il 4 aprile del 1922 a New York City, l’analisi dei suoi principali protagonisti. ingiusta. Al di là degli innegabili meriti, Edward insegna letteratura inglese pres- Passando in rassegna Dvorak, l’ambiente musicale accademico avreb- so un liceo, ma fin da giovane, il suo cruc- MacDowell, Copland, Gershwin, Gould, be storto il naso di fronte alla decisione di cio è il canto, perseguito a livello amato- Schuman, Harris e Thomson - snocciola- farsi “raccontare” da un autore di musica riale anche dopo l’impiego scolastico. ti in piccoli, significativi estratti dalla New da film (lo stesso Leonard, ricordato per i Sua moglie, l’ucraina Selma Feinstein, York Philharmonic - la difficoltà nell’orga- suoi commenti a Fronte del porto e West ormai vede nella danza soltanto un nizzare un esaustivo e pertinente quadro Side Story, si era solo occasionalmente hobby, dopo essere stata tolta dalla com- riassuntivo appariva chiara e comprensi- dedicato al grande schermo). Forse pagnia di Isadora Duncan a causa degli bile. anche per questo, nonostante la vasta abiti troppo succinti, giudicati improponi- Se solo il tempo fosse stato dalla sua notorietà in ambito settoriale e il garbato bili da un padre intransigente. Ma l’invo- parte, concedendogli magari il beneficio plauso riconosciutogli dalla critica togata, lontaria esclusione dall’ambiente artistico di ripresentare una simile proposta edu- non si può accantonare la convinzione della coppia fortunatamente non si riflette cativa poco prima del suo ritiro, nel 1990, che ancora oggi a Bernstein vadano sul figlio, che al contrario viene tutelato da a Bernstein sarebbe magari bastato cita- debitamente riconosciuti non solo gli qualsiasi censura creativa e, sin da picco- re un singolo autore: un suo (quasi) omo- onori di altissimo musicista e nobile lo, viene esposto con amore al teatro, alla nimo. Leonard “Bernstyne” avrebbe cineasta, ma di artista filologo a tutto danza e alla pittura. Sulle prime, infatti, il potuto accogliere sul podio Elmer tondo, cronista attento al costume socia- giovane Bernstein, che a dieci anni com- “Bernsteen” a dirigere un’accurata scelta le, commentatore lucido e appassionato pare a Broadway come Caliban ne La delle sue musiche per il cinema: questo delle più diverse spinte culturali moderni- tempesta di Shakespeare, riceve premi sarebbe bastato a coinvolgere gli ascol- ste, senza mai tradire o “sperperare” il per i suoi precoci lavori pittorici e si affac- tatori in un viaggio chiarificatore, dalle patrimonio ereditato dai patriarchi del sin- cia come ballerino sui palcoscenici locali. radici del ‘suono’ americano fino alle evo- fonismo hollywoodiano, di cui rimase In realtà, circondato sin dai primi passi dai luzioni del moderno sinfonismo. In pegno custode coscienzioso dopo gli anni dischi di Armstrong e Caruso, il pianofor- della classicità europea di Dvorak, ci d’esordio, trascorsi a ridosso di un ultimo, te diventa prestissimo il suo centro d’inte- sarebbero state le romantiche partiture corroborante strascico di Golden Age. resse. Con i primi risparmi acquista inci- per i plot in costume; per la vitalità ger- Nella realtà dei fatti, il cognonimo sioni discografiche di Mahler e con la zia, shwiniana, i guizzi delle spensierate Leonard alla fine chiamò in aiuto Aaron membro della Wagner Society newyorke- commedie; per le contemplative melodie Copland in persona (anch’esso spesso se, scopre il tedesco del Parsifal. “di frontiera” di Shuman e Harris, una fra “prestato” alla musica da film), che sug- L’impulso di una vita offerta alla musica e le numerose produzioni western. E per il gellò la lezione con un passo della sua la predisposizione per una carriera di pia- tocco “americano” di Copland, Bernstein Terza Sinfonia. Elmer lo aveva conosciu- nista si consolidano in un’illuminante avrebbe senza dubbio promosso il suo to poco meno di trent’anni prima, in un vacanza europea con la famiglia, tra elmer bernstein 13

Londra e Parigi, nel 1933. ma gli esiti non sono dei migliori e il musi- americano, dall’altra l’afflato melodico del Mentre conclude gli studi al King Coit cista si concentra nell’apprendistato suo personalissimo sinfonismo. Drama School for Children, con l’imme- accademico, stavolta diviso tra gli eserci- A fornire il presupposto per lo sdoga- diato benestare dei genitori, Elmer zi compositivi di Ivan Langstroth, il con- namento della prima attitudine, è l’agente Bernstein inizia la sua formazione musi- servatorismo di Roger Sessions e le illu- e produttore Igor Preminger che, impres- cale a dodici anni e fortuna vuole che minanti lezioni di Stefan Wolpe (insieme a sionato dalle musiche di Sudden Fear, sulla sua strada di dotato, aspirante piani- Citkowitz, il vero demiurgo dell’educazio- nel ’55 propone il nome di Bernstein al sta incroci un’insegnante come Henrietta ne musicale bernsteniana). Finalmente fratello regista Otto, impegnato nelle Michelson, docente alla Julliard, la quale, nel 1949 – tre anni dopo il suo primo con- riprese di The Man With the Golden Arm notata la rilevante capacità d’improvvisa- certo pianistico al Town Hall – l’amico (L’uomo dal braccio d’oro, 1955). zione dell’allievo, invece di richiamarlo scrittore Millard Lampell gli propone di Persuaso anche da John Green, agli esercizi di diteggiatura pensa bene di comporre le musiche per due show della Preminger scrittura Bernstein e accoglie sottoporlo al giudizio autorevole di United Nations Radio (uno dei quali, la proposta del giovane compositore di Copland. Sometime Before Morning, narrato da modellare la colonna sonora sul jazz Ecco dunque l’importantissimo incon- Henry Fonda). Lampell si dimostra poi il urbano. Stimolato dalla forte componente tro con l’ammirato modernista, le cui strin- vero artefice del battesimo cinematografi- di inquietudine cittadina del film e, soprat- gate parole s’imprimono nel futuro com- co del compositore, proponendolo al vice tutto, dalla figura del protagonista - un positore e diventano caro ricordo per gli presidente della Columbia Pictures Frank Sinatra aspirante batterista obnubi- anni a venire: Sidney Buchman per musicare la traspo- lato dalla tossicodipendenza - Bernstein sizione su schermo del suo romanzo The affronta il rischio di stendere una partitura “Henrietta mi portò ad un incontro con Hero. Bernstein ufficialmente approda fin troppo contrastante con il tradizionali- questo promettente compositore, che ai alla cinematografia e il suo primo lungo- smo orchestrale ancora vigente, nell’in- tempi aveva appena trent’anni. Lei mi metraggio, Saturday’s Hero (1951, di D. tenzione di servire al meglio il girato. disse: ‘Suonagli qualcosa’. Avevo scritto Miller) – seguito a breve distanza da Purtroppo tale scelta musicale causa pro- un piccolo valzer in La minore. Ricordo Boots Malone (La vita che sognava, blemi di distribuzione al film in alcuni stati ancora le prime battute. Mi sedetti e suo- 1951, di W. Dieterle) – con la sua lettura americani. Non ne risente comunque il nai. Poi lei chiese a Copland: ‘Pensi che delle problematiche sportive all’interno lavoro di Bernstein, che - registrato con il il ragazzo abbia talento?’. Al che lui rispo- dei college statunitensi, imposta da contributo di Shorty Rogers e Pete se: ‘Non lo so. Diamogli qualche lezione subito, anche se solo accidentalmente, Candoli alle trombe, Shelly Manne alla e scopriamolo’” quel percorso tangente alle incombenze batteria e Milt Bernhart al trombone - stu- sociologiche dell’America, che orienterà il pisce la critica con il suo contagioso moti- Per quanto diplomatico nella risposta, musicista nelle future scelte professionali. vo portante dall’andamento obliquo e Copland assaporava probabilmente un’intuizione, un positivo presagio che oggi, a fronte dell’operato complessivo di Bernstein e delle tredici nomination all’Oscar derivatene, risulta facilmente codificabile ai posteri. Copland demanda comunque gli insegnamenti per l’attraen- te compositore al pupillo Israel Citkowitz. Gli studi di composizione si sovrappon- gono a quelli della Chatman Square Music School e infine convogliano, dopo il diploma al liceo Walden, alla New York University, durante il 1939. Di pari passo procede la carriera pianistica, definitiva- mente impostata da un’apparizione pres- so lo Steinway Hall, a soli quindici anni. Il secondo conflitto mondiale interrompe tutto nel ’42, quando, seguendo la sorte Frank Sinatra in L’uomo dal braccio d’oro di numerosi colleghi contemporanei, Già l’anno successivo al debutto cine- scomposto, l’asprezza degli arrangia- Bernstein viene arruolato nel corpo matografico, Bernstein si assicura una menti, la ritmica sincopata. L’intervento d’aviazione dell’esercito. Ma proprio per- dignitosa notorietà tra gli addetti ai lavori, innovativo di Bernstein, tuttavia, non si ché simile negli eventi al destino di tanti favorito in particolar modo dalle lusinghie- limita al vincente impiego del modulo jaz- altri compositori cinematografici, l’espe- re critiche tributategli per la prova di zistico, che solo quattro anni prima aveva rienza bellica diventa provvidenziale, e si Sudden Fear (So che mi ucciderai, 1952, debuttato – seppur meno platealmente – fa sprone per un avvicinamento alla di D. Miller), uno score anomalo che nelle musiche di Alex North per A musica applicata. Rimasto nell’unità denuda alcuni degli stilemi dell’autore, Streetcar Named Desire (Un tram che si newyorkese (e, soprattutto, rimasto alla come l’uso non banale delle speziature chiama desiderio, 1951), ma si allarga musica), il musicista arrangia ed orche- esotiche e l’inclinazione per i raccolti all’intero criterio narrativo, arrivando a stra canzoni folk come “Sweet Betsy interventi solistici (in questo caso il flauto sfruttare la musica nera come elemento From Pike” o “Blue Tail Fly” per la banda e il pianoforte, fin da ora insigniti di una organico, senza scadere in una presenza del Maggiore Glenn Miller, scrive per la predilezione che toccherà l’acme in To di puro colore d’ambiente. Per questo propaganda e viene coinvolto nella pro- Kill a Mockingbird). Ancora una volta Bernstein scrive alternando i riff jazzistici duzione di musica terapeutica per gli però, come nel caso dell’amico Lampell, a passaggi di tradizionale impostazione infortunati sul campo, da cui l’opportunità la decisiva imposizione del compositore orchestrale, come nel caso del delicato di musicare programmi radiofonici per al grande pubblico dovrà passare per l’in- lullaby impressionistico redatto per Molly l’Armed Forces Radio Service (prima del teressamento di due membri della comu- (Kim Novak), la presenza femminile del congedo arriverà a scrivere per un’ottan- nità hollywoodiana. Questo darà modo a film. E anche nell’affidarsi ai virtuosismi tina di trasmissioni). L’esperienza lo spin- Bernstein di sviluppare la sua duplice del rinomato ensemble specializzato, il ge a cercare impiego, dopo il congedo, anima musicale: da una parte, l’impulso musicista circoscrive gli scatti d’improvvi- presso la divisione radiofonica della CBS, naturale alla contemporaneità del sound sazione a poche battute (come la batteria 14 elmer bernstein

urbana tipica di quella parte del paese e del mondo”. Come d’uso nelle prime con- taminazioni, le due partiture godono del giusto equilibrio di venature jazz e stan- dard-scoring, con un potente brano d’apertura per A Rage in Harlem ed un riuscito tema d’amore (“Francine”) per Hoodlum. E nello stesso anno dell’ultimo capitolo della saga dukiana, Bernstein offre il suo rinnovato gusto moderno anche a Francis Ford Coppola, servendo alla Memphis di The Rainmaker (L’uomo della pioggia, 1997) il giusto commento ‘locale’, fatto di blues e assoli Hammond.

Parallela e altrettanto fertile, la stagio- ne dell’epica di frontiera bernsteniana si accompagna agli slanci jazzistici con non La mitica cavalcata de I magnifici sette meno risonanza. Il primo western, The di Manne in una particolare scena) ocula- entrare nel repertorio comune (ma anche Tin Star (Il segno della legge, di A. Mann), tamente strette in una partitura per il resto Golden Arm aveva giovato di una trion- risale al 1957, ma è ormai di dominio assai precisa e dettagliata (orchestrata fante versione a cura di Billy May, e, più pubblico che il marchio del compositore da due glorie come Jack Hayes e Leo tardi, lo “Staccato’s Theme” dalla serie abbia iniziato a brillare universalmente Schunken) che Bernstein dirige personal- televisiva Johnny Staccato guadagna il soprattutto grazie alla musiche per The mente (come del resto sempre sarà). quarto posto nella classifica anglosasso- Magnificent Seven (I magnifici sette, Con l’incredibile e insperato successo ne dei 45 giri). Poi, inevitabilmente, con 1960, di J. Sturges). Questo felice, bal- derivante dal film – la registrazione del l’avvicendarsi di nuovi generi e sensibilità danzoso e spensierato remake in pieno “Main Title” scala la Top 20 USA – per il estetiche alle porte della modernità cine- stile hollywoodiano del capolavoro di compositore si apre una stagione all’inse- matografica, l’appeal della via del jazz Kurosawa I sette samurai riempie il com- gna del jazz. Per l’impietoso ritratto del perde il suo smalto, Bernstein opta per positore di entusiasmo creativo. Si frega cinico giornalismo americano in The altri approcci, pur metabolizzando una le mani Bernstein, perché da anni deside- Sweet Smell of Success (Piombo roven- spiccata plasticità ritmica che si rivelerà ra approfondire le specificità della musica te, 1957, di A. Mackendrick) l’idioma indelebile. Non siamo però di fronte a un folk, nella fattispecie la corrente tex-mex. swingante torna a dominare (misto a can- esaurimento della vena più ‘urbana’ e Ricorrendo anche all’utilizzo non indiffe- zoni originali di Chico Hamilton e Fred contemporanea dell’autore, che infatti tor- rente di percussioni e ritmiche messica- Katz), stavolta aggredito da sferzate nerà ad emergere in Love With the ne, la partitura sigla perfettamente l’eroi- orchestrali di maggior spessore che si Proper Stranger (Strano incontro, 1963, cità dei protagonisti, proclamata a gran sposano egregiamente con la New York di R. Mulligan) o per tinteggiare le fosche voce dall’immortale staccato di quattro notturna fotografata dal bianco e nero di atmosfere mafiose della Harlem anni ’30 note della marcia principale. L’influenza James Wong Howe. Anche lo scoring di e ‘50 nel dittico di Bill Duke composto da coplandiana è quanto mai evidente: le The Rat Race (Ragazzi di provincia, A Rage in Harlem (Rabbia ad Harlem, distese digressioni dei violini, i sostenutis- 1960, di R. Mulligan) si basa ampiamen- 1991) e Hoodlum (1997). Sono in partico- simi galloping degli archi, i continui giochi te sui canoni jazzistici, così come Walk lare i ricordi dell’infanzia ad inspirare incalzanti degli ottoni, i miniati abbelli- on the Wild Side (Anime sporche, 1962, Bernstein per questi ultimi due film, quan- menti dei legni, e le disinvolture tempisti- di E. Dmytryk) dal cui tema portante il do correva in bicicletta lungo le strade di che mutuate dal jazz s’imprimono a fuoco grande organista Jimmy Smith ricaverà Harlem, sensazioni che lo portano a com- nel lessico bernsteniano. Ulteriormente un indovinato arrangiamento destinato a porre uno score che “riflette un’energia strutturato da un motivo chitarristico per il

I dieci comandamenti (The Ten per La mummia e il suo seguito). Commandments, 1956) di Cecil B. DeMille è Siamo agli antipodi della scrittura quasi came- forse il kolossal biblico per eccellenza e uno degli ristica di capolavori quali Il buio oltre la siepe. esempi sommi di quella Hollywood di cartapesta Assecondando l’irruenza cromatica della sgar- affossata definitivamente dal disastroso flop di giante fotografia in Technicolor del film di DeMille, Cleopatra (id., 1963) di Joseph Mankiewicz. Bernstein si affida ai colori primari della tavolozza Regia, interpretazione, costumi, effetti spe- orchestrale, e dipinge a larghe e dense pennella- ciali: tutto è tremendamente datato agli occhi te: gli strumenti sono per lo più trattati a famiglie – dello spettatore moderno, eppure questo film di possenti accordi degli ottoni a rappresentare la Elmer Bernstein torrenziale lunghezza continua ad esercitare un gloria o la furia di Dio (“Prelude”, “The Pillar of innegabile fascino e la sua semplice, ma solidis- Fire”), voluttuose spirali degli archi per l’amore di The Ten sima, struttura drammatica regge ancora assai Nefertiti (“Love and Ambition”) – e le indicazioni Commandments bene. La tonitruante colonna sonora firmata da dinamiche raramente prescrivono un’intensità (I Dieci Comandamenti – 1956) Elmer Bernstein – che sostituì il veterano Victor sonora inferiore al fortissimo. MCA Classics MCAD 42320 Young, troppo malato per portare a termine la Ne sortisce una colonna sonora di sicura 18 brani - Durata: 59’29” mastodontica impresa – è il perfetto corrispetti- presa emotiva e di ininterrotto piacere d’ascol- vo sonoro della messa in scena potente e priva to, non priva di qualche tocco più raffinato, di sfumature del film. Al di là dell’esotismo di come il passaggio solistico del violoncello in maniera di un paio di brani di natura diegetica “Love and Ambition” (in qualche modo memore (“Egyptian Dance” e “Bedouin Dance”), del tema d’amore di Alfred Newman per Davide Bernstein si sbarazza di ogni scrupolo filologico e Betsabea) o la variazione del tema di Dio nel e scrive una pletora di incantevoli temi musicali brano “In the Bulrushes”, sorta di danzante nel più puro stile “arabeggiante” hollywoodiano ninna nanna per legni e celesta. A suo modo, (se ne ricorderanno sia Goldsmith che Silvestri un classico della musica da film. AC elmer bernstein 15

villain di turno e da sparsi raccoglimenti War (Uomini in guerra, 1957, di A. Mann) melodici destinati alle parentesi più emo- il suo approccio si dimostrava attentissi- Le 10 migliori colonne sonore tive, lo score ritratta il monumentale mo all’underscoring attivo, ponendosi di Elmer Bernstein secondo pathos profuso al genere da Young e apertamente “contro” le immagini nel la nostra redazione, in ordi- Tiomkin, armonizzandolo alle schiette sublimare la bellezza del paesaggio ne cronologico. pretese d’entertainment dell’opera di coreano piuttosto che le difficoltà del plo- Sturges. E lo stile del musicista passa alla tone protagonista, un’ulteriore conferma storia. Ora più che mai la distinzione arriva con Kings Go Forth (Cenere sotto 1) Ten Commandments (I dieci coman- coniata per distinguere i due Bernstein, in il sole, 1958, di D. Daves): rappresentati- damenti – 1956) base al loro territorio d’azione, non può vo un passionale bacio sottolineato da brani migliori: “Main Title (Prelude)” / che calzare a pennello al film composer: un’allarmante pagina musicale che pre- “The Red Sea”: su consiglio del wagne- se Leonard è il Bernstein dell’East Coast, sagisce il drammatico destino dei due riano DeMille, Bernstein sceglie la stra- senza dubbio lui è il “Bernstein del West”, amanti Tony Curtis e Natalie Wood. da leitmotivica e redige la sua prima, congeniale al genere di frontiera come Il tramonto del patriottico western sta- monumentale scrittura sinfonica. pochi altri contemporanei. Dopo gli inevi- tunitense e la saturazione nei confronti tabili sequel della saga dei Sette, la filia- del modulo ravvisata in alcune delle ulti- 2) The Magnificent Seven (I magnifici zione più cospicua sembra essere quella me partiture, sottraggono Bernstein al sette – 1960) con il “Duca” John Wayne, che matura in genere americano per eccellenza. Non brani migliori: “Main Title” / “Calvera’s una rispettosa amicizia. Wayne reclama mancheranno i ritorni di fiamma, purtrop- Return”: lo stendardo di un’intera car- Bernstein per i suoi ultimi sette film (e gli po però segnati da cocenti delusioni riera, tra Copland e tex-mex. avrebbe affidato anche il soundtrack di (come il rifiuto incassato dallo score per The Green Berets (Berretti verdi, 1968) Last Man Standing – Ancora vivo; Walter 3) To Kill a Mockingbird (Il buio oltre la se il compositore non avesse preferito Hill preferisce ripiegare sul fido Ry siepe – 1962) passare la mano a Miklòs Ròzsa vista Cooder) ed esiti alquanto deboli (Wild brani migliori: “Main Title” / “Tree l’inconciliabilità con le tematiche di sce- Wild West, 1999, di Barry Sonnenfeld). Treasure”: più che una partitura, la neggiatura). In particolare True Grit (Il miniatura di un sentimento, l’elegia del- Grinta, 1969) e The Sons of Katie Elder (I E’ Bernard Herrmann, dopo Igor l’infanzia, il brivido della malinconia che 4 figli di Katie Elder, 1965), entrambi di Preminger, ad instradare Bernstein verso si fa melodia. Hathaway, Cahill: US Marshall (La stella la maturazione della sua scrittura più inti- di latta, 1973, di A. McLaglen), e l’ultima mista e melodica, portatrice di un esclusi- 4) The Great Escape (La grande fuga – 1963) apparizione di Wayne, The Shootist (Il vo soffio emotivo, probabilmente la voce brani migliori: “Main Title” / “The pistolero, 1976, di D. Siegel) propongono artistica più personale del musicista. Il Chase”: l’immortale marcia bandistica è un Bernstein in buona forma – fatto salvo grande compositore hitchcockiano racco- come il sorriso sul volto di Steve qualche evidente livellamento manieristi- manda nel ’55 Bernstein ad Alfred McQueen: fiero e beffeggiante. co, inevitabile conseguenza della prolun- Newman, ai tempi capo del dipartimento gata dedizione al genere. Alcuni approcci musicale per la 20th Century Fox, per 5) True Grit (Il Grinta – 1969) esemplificano la grande predisposizione provvedere alle musiche del dramma brani migliori: “Bald Mountain” / “The dell’autore a interventi narrativi molto epi- The View from Pompey’s Head (Il treno Dying Moon”. sodici, dove una serie di piccole vignette del ritorno, di P. Dunne). Riconoscente 6) Heavy Metal (id. – 1981) melodiche si susseguono repentinamen- nei confronti di Herrmann, Bernstein brani migliori: “Flight” / “Space Love”: la te, in spicciola conformità al diegetico, tenta di ringraziarlo ricevendo in cambio vestizione e il volo di Taarna guadagna- coinvolgendo l’orchestra in performance poco più una scocciata replica nel tipico molto elastiche. E’ il caso di The Halleluja stile del geniale radicalista (“Se avessi no pagine di ispirato lirismo, che il com- Trail (La carovana dell’Alleluja, 1965, di J. pensato che non avevi alcun talento non positore mutua dal materiale inutilizza- Sturges) dove per adattassi al disordina- ti avrei certo raccomandato!”). E’ l’inizio di to di Saturn 3. to intreccio, Bernstein produce un com- una lunga e difficile amicizia, regolata 7) My Left Foot (Il mio piede sinistro – 1989) mento vivace ed allegro che gioca con i dagli intransigenti gusti di Herrmann (la brani migliori: “Mother” / “Love cliché del genere approfittando particolar- sua sprezzante bocciatura allo score per Spoken”: l’amato Ondes Martenot si fa mente degli slittamenti armonici in territo- Golden Arm causò l’indignazione di ri “indiani” (simili modalità di commento si Bernstein ed è stato più volte notato indagatore sottile di un animo contro- rintracciano anche in commedie come come alcuni interventi dell’Herrmann di verso e geniale. The World of Henry Orient – La vita priva- Taxi Driver si avvicinino proprio all’addita- 8) The Good Son (L’innocenza del diavolo ta di Henry Orient, di George Roy Hill, tra ta partitura del giovane collega), nette – 1993) cadenze orientaleggianti e sussulti ger- divergenze d’approccio rispetto all’ottava brani migliori: “Treehouse” / “Skating shwiniani). A questa fluidità d’approccio si arte (ma Bernstein, riascoltando a distan- and Drowning” contrappongono negli stessi anni score za di anni le sue musiche per Some minimali, come quello per Hud (Hud il sel- Came Running – Qualcuno verrà, ne rin- 9) The Age of Innocence (L’età dell’inno- vaggio, 1962, di M. Ritt), risolto in una traccerà la pesante influenza herrman- cenza – 1993) manciata di interventi da una sola chitar- niana) e relativi alti e bassi dipendenti brani migliori: “The Age of Innocence” / ra classica. dalla spigolosità caratteriale dell’anziano “Mrs. Mingott”: uno dei più alti traguardi Rimanendo alla produttiva partnership musicista (“Eravamo buoni amici…quan- sinfonici di Bernstein, la musica come con Sturges, anche la sbeffeggiante par- do non mi strillava addosso per qualche espressione di una passione indicibile. titura per The Great Escape (La grande motivo”, ammetterà Bernstein). Capolavoro. fuga, 1963) rappresenta una tappa cru- Quel che più conta è che l’esperienza ciale del cammino bernsteniano, sempre procuratagli dall’amico in Pompey’s, per- 10) Far From Heaven (Lontano dal paradiso giocata sulla lunghezza e la varietà dei mette a Bernstein di avviare un ricerca – 2002) contributi, forte di un tema vagamente estetica sul proprio comporre, selezio- brani migliori: “Autumn in Connecticut” / bandistico – nella vena dell’Arnold del nando con cura la compagine orchestra- “Turning Point”: il melò redivivo è avvol- Ponte sul fiume Kwai – di duratura popo- le fino a promuovere una limpida intera- to dall’esclusiva comprensione emotiva larità. Ma alla guerra cinematografica zione tra le varie sezioni strumentali, alle del compositore. Un epitaffio musicale Bernstein ha prestato servizio anche in volte ridotte all’essenziale nell’intaglio del- degnissimo. altre occasioni, e se già dal primo Men in l’intimità sentimentale, con un’indiscutibi- 16 elmer bernstein

le, naturalistica preferenza per il calore in altri casi ancora chiamato a definire di Bernstein nel cinema storico. Il lungo- dei legni. Battesimo del fuoco di questa un’atmosfera (Twilight, 1998, di R. metraggio di DeMille investe l’autore pro- ricerca stilistica è To Kill a Mockingbird (Il Benton). La padronanza espressiva e la gressivamente. Convocato dopo la rinun- buio oltre la siepe, 1963, di R. Mulligan), perseveranza nell’utilizzo fanno insom- cia di Victor Young (troppo malato per opera definitiva del compositore, che lui ma di Bernstein uno dei più grandi pro- portare a termine l’incarico), il composito- stesso, in seguito, non si stancherà mai di mulgatori dell’Ondes, insieme all’avan- re provvede inizialmente alle danze egi- indicare come la sua preferita. Dopo guardista Olivier Messiaen. Certo l’eufo- ziane di scena, poi alla stesura di alcuni un’iniziale difficoltà di concepimento, rica predominanza sovente accordata temi, infine a tutto il commento, cui si Bernstein sceglie la via dell’immedesima- allo strumento porta alcune partiture a dedica per un intero anno, quasi sovrap- zione interna, collimando la sua sensibili- soffocare in un’eccessiva vaghezza ponendosi allo scoring di Golden Arm. tà compositiva al mondo dei due bambini (come nel caso di Amazing Grace and Sotto i continui incentivi di un DeMille par- che animano la vicenda. Attraverso i loro Chuck – La protesta del silenzio, 1987, di ticolarmente propositivo, Bernstein adotta occhi, il compositore traduce la purezza M. Newell) anche se, contrariamente a una stretta metodologia leitmotivica, fir- dell’innocenza infantile in uno score di quanto si potrebbe pensare, questo non mando uno spartito monumentale. disarmante bellezza ed efficacia. Il tema accade in occasione del primissimo uti- S’impone anche il suo interesse filologi- principale, duplicato in apertura e in chiu- lizzo, avvenuto nel 1981 per il coraggio- co, che lo porta a ricostruire una versione sura d’intreccio (prima sussurrato al pia- so film d’animazione a episodi Heavy accettabile della cultura musicale egizia, noforte e al flauto, poi consegnato al Metal (regia di G. Potterton) dove anzi attraverso una ricerca degna del miglior rigonfiamento degli archi), è prima una Bernstein dimostra polso e misura, riu- Ròzsa. Successivamente Bernstein avrà candida nenia che nella sua semplicità scendo comunque a delegare al fascino- modo di dimostrare ulteriormente questa accompagna le scoperte dei giovani pro- so Ondes (stavolta affidato all’interpreta- attitudine al ‘mimetismo’ linguistico: Zulu tagonisti, poi, con le ripetute inflessioni zione della francese Jeanne Loriod, Dawn (1979, di D. Hickox), Hawaii (1966, dello sviluppo, diventa un brivido nostalgi- sorellastra di Messiaen) l’impalpabile di G. R. Hill) e la commedia Oscar (Oscar co per un tempo che mai più tornerà. misticismo dei colorati anfratti cosmici. - Un fidanzato per due figlie, 1991, di J. Nel 1963, comunque, manca ancora Particolarmente meritorio il lirico tema Landis) sono esempi chiarificatori. Quello al vocabolario del musicista un colore della guerriera Taarna, un elegiaco che la scrittura bernsteniana più florida musicale imprescindibile al corretto brano per coro ed orchestra (le London sembra invece abbandonare è il temati- intendimento della sua opera: l’Ondes Voices con la Royal Philharmonic) recu- smo wagneriano, prevalentemente sosti- Martenot, sottoposto all’attenzione del perato dal materiale escluso dal montag- tuito da ampie composizioni melodiche musicista dall’orchestratore di lunga data gio finale dell’altrettanto fantascientifico chiamate a definire situazioni e, soprattut- Christopher Palmer e dall’amico compo- Saturn 3 di Donen, musicato dal compo- to, stati d’animo altrimenti insondabili. E’ sitore Richard Rodney Bennett. sitore l’anno precedente. senza dubbio il caso dell’ammirato lavoro Strumento elettronico a tastiera caratte- La maestosità sfoderata nei più evo- per The Age of Innocence (L’età dell’inno- rizzato da una vasta gamma timbrica, cativi segmenti di Heavy Metal (forse il cenza, 1993), prima effettiva collabora- l’Ondes letteralmente strega il composi- più soddisfacente esito sci-fi del composi- zione con Martin Scorsese, maturata a tore sin dal primo ascolto, colpito dalle tore, sicuramente più ispirato della suc- seguito dell’adattamento dell’originale sue fluide e magiche sonorità. Trovata in cessiva prova in Spacehunter – Il caccia- score di Herrmann al remake di Cape Cynthia Millar una valida e fedele inter- tore dello spazio, degno di menzione solo Fear (1991) e le prestazioni in varie pro- prete del poco noto strumento, Bernstein per l’azzeccato motivo medioevaleggian- duzioni del regista come The Grifters lo aggiunge, dalla seconda metà degli te coniato per la “razzolante” controparte (Rischiose abitudini, 1990, di S. Frears). anni ‘80 in poi, all’orchestra tradizionale, femminile) rimanda prepotentemente al Per avvicinarsi alla ragguardevole tra- inserito alle volte come solista prevari- magistrale trattamento sinfonico riservato sposizione scorsesiana del romanzo di cante (Five Days One Summer – Cinque da Bernstein ai plot di grande respiro, Edith Wharton, Bernstein svolge un lavo- giorni un’estate, 1982, di F. Zinnemann e all’amato dramma in costume che sin ro preparativo esemplare: con il film The Black Cauldron – Taron e la pentola dagli esordi allettava l’autore ad accarez- ancora in fase di lavorazione propone al magica, 1985, di T. Berman e R. Rich), zare il tradizionale classicismo europeo e regista un paio di temi provvisori su cui altre come duttile amplificatore della non solo le ritmiche afro-americane. lavorare che, una volta scelti da componente affettiva (The Good Son – Scorsese, vengono registrati a Londra L’innocenza del diavolo, 1993, di J. L’epocale The Ten Commandments (I con una piccola formazione; per il pre- Ruben e The Deep End of the Ocean – Dieci Comandamenti, 1956, di C. B. montaggio vengono adottati altri dodici In fondo al cuore, 1999, di U. Grosbard), DeMille) rappresenta la prima incursione brani provvisori (è noto che Bernstein

Il buio oltre la siepe (To Kill A Mockingbird, diretta dallo stesso autore sul podio della Royal 1962) di Robert Mulligan – tratto dal romanzo Scottish National Orchestra – è un modello del premio Pulitzer di Harper Lee – è un capolavo- più raffinato merletto musicale: dal mesto dialo- ro della storia del cinema e la colonna sonora gare dei legni in “Guilty Verdict”, al lirismo pudi- di Elmer Bernstein è un miracolo di scrittura co che disvela la reale natura del misterioso musicale per ispirazione e aderenza alle esi- vicino di casa di Atticus (“Boo Who?”). genze drammatiche della storia. Ambientata Tutta la partitura è dominata dal meraviglio- nell’assolata Alabama degli anni Trenta, la sto- so tema principale, esposto compiutamente nel ria narra di un avvocato, Atticus Finch, vedovo “Main Title”: una melodia che sembra nascere Elmer Bernstein e con due figli piccoli, che tenta di difendere un casualmente da poche note suonate al piano- nero ingiustamente accusato di aver stuprato forte, come se un bambino, assorto nei suoi To Kill a Mockingbird una donna bianca. Tutto il racconto è narrato sogni infantili, lasciasse distrattamente vagare (Il buio oltre la siepe – 1962) attraverso gli occhi dei due bambini e la musi- la mano sulla tastiera; ma lo spunto prende Varèse Sarabande VSD-5754 ca di Bernstein ne riverbera delicatamente lo forma, si sviluppa in un’ampia frase del flauto, 14 brani – Durata: 41’36” stupore, l’incanto e il terrore, ricorrendo ad dolce e cantabile, che è infine ripresa dagli un’orchestrazione di sapore impressionistico, archi, ai quali il richiamo dei corni fa eco da lon- dominata dal timbro del pianoforte nel registro tano… quel bambino è cresciuto e il medesimo acuto, dell’arpa, del flauto, della celesta e del motivo ha adesso il sapore struggente del ricor- clarinetto. Ogni brano di questa splendida ri- do: la memoria di un tempo e di un luogo che esecuzione della colonna sonora originale – ormai appartengono al passato. AC elmer bernstein 17

abbia sempre rifiutato di lavorare su materiale preparato col temp-track), regi- strati in Irlanda. La partitura finale viene affidata ad un’orchestra di 81 elementi che, interpretando con sentimento le dolenti pagine di Bernstein, restituisce nuovo significato allo struggimento e alla rassegnazione. Protagonista di un film i cui personaggi sono imprigionati nelle convezioni sociali della New York di fine Ottocento, lo score provvede alla duplice mansione di austero illustratore dei tempi (riassunti in un valzer di sapore straussia- no) e di depositario dei più intimi tormen- ti amorosi, con i quali solidarizza l’arioso e straziante main theme brahmsiano. Daniel Day Lewis, Martin Scorsese e Michelle Pfeiffer sul set di L’età dell’innocenza Chiaroscurale, quindi, e straordinaria- mente intenso, il commento ripiega sua ultima candidatura all’Oscar, non una delle sue partiture meno brillanti, anche sull’uso parsimonioso dell’Ondes può che ribadire la sensatezza del princi- Thoroughly Modern Millie (Millie, 1967, di nell’insinuare una sensazione di males- pio. Negli ultimi anni non sarebbe stato G. R. Hill). I riconoscimenti non sono sere tra le piaghe del luccicante mondo sensato rimettersi in gioco a tutti i costi, comunque mancati: due Golden Globe aristocratico. Alla stessa stregua, lo stru- magari rimediando alla penuria di propo- per Hawaii e To Kill a Mockingbird, altret- mento viene adottato con successo dal ste qualitativamente avvincenti con tanti Western Heritage Award (The compositore anche per la seconda colla- l’adattamento a progetti inconciliabili alla Halleluja Trail e The Magnificent Seven), borazione con Scorsese, Bringing Out sua levatura artistica, come era già acca- altre due nomination al Tony Award per i the Dead (Al di là della vita, 1999). Ma il duto durante il periodo di discriminazione suoi musical Merlin (1982) e How Now suggestivo resoconto della vita di un maccartistica dei primi anni - quando il Dow Jones (1955), e un totale di cinque paramedico in una metropoli marcia e compositore accettava i B-movies Cat- candidature ai Grammy. Presidente della impietosa è purtroppo anche l’ultimo con- Women of the Moon e Robot Monster - Film Music Society dal ’96 al 2001 e del fronto artistico dei due cineasti ad arriva- o come quando, durante la rivoluzione Film Music Museum fino alla scomparsa, re nelle sale. Nel 2002 infatti Scorsese pop degli anni ’80, entrava nel circolo lo scorso 18 agosto, la sua stella brilla respinge lo score del musicista per demenziale di John Landis e Ivan presso l’Hollywood Walk Of Fame. Gangs of New York, in favore di una per- Reitman, regalando comunque presta- Il suo impegno incessante per la pro- sonale compilation di canzoni in linea con zioni sempre al di sopra della media per mulgazione e la tutela della musica cine- il soggetto irlandese della sceneggiatura. commedie come Animal House (1978, di matografica e, soprattutto, l’incredibile Ad oggi, ancora nulla del rejected Landis) e Ghostbusters (1984, di predisposizione per il medium e la sua score di Bernstein è stato pubblicato, ma Reitman). viscerale comprensione della materia, non è difficile immaginare che la sua pre- Apprezzatissimo dalla critica, attivo fortunatamente, non si esauriscono con cedente esperienza nel cinema indipen- nell’ambito televisivo (sue le musiche per la sua morte. Come il grande patriarca dente di J. Sheridan (My Left Foot – Il mio la serie Ellery Queen) così come in quel- Newman, Bernstein ha saputo traman- piede sinistro, 1989 e The Field – Il lo concertistico (due i Concerti, uno per darsi alla numerosa stirpe familiare. Dei campo, 1990) avesse fornito vivace linfa l’amato Ondes, l’altro per chitarra) Elmer suoi quattro figli, Peter ed Emilie hanno al compositore. Bernstein ha veramente votato la sua contratto il dono musicale, il primo già Dopo il cocente rifiuto scorsesiano vita alla musica applicata, prima come attivo compositore per il cinema e la tele- l’attività di Bernstein subisce un arresto docente presso la USC’s Thornton visione (e co-autore con Elmer di score non indifferente, che comunque rimane School of Music, poi pubblicando capola- quali Wild Wild West e Bolero), la secon- in linea con la scelta operata sul finire vori dell’ottava arte per la sua Film Music da inseparabile orchestratrice del padre degli anni ’90 di dedicarsi a non più di un Collection (dal ’74 al ’78) – un progetto in dal 1991. film l’anno. L’apprezzata partitura per Far seguito ripreso con l’attivazione dell’eti- Ma non c’è dubbio che sarà difficile, from Heaven (Lontano dal paradiso, chetta Amber Records. E rattrista che molto difficile, per il cinema e la musica 2002, di T. Haynes), responsabile della l’unico Oscar conferitogli sia arrivato per ritrovare un nuovo Bernstein del West.

La storia, a volte, si ripete. ristampa di La grande fuga per sostituirlo Era già avvenuto con le musiche di La con un glorioso doppio CD da inserire nella caduta delle aquile di Goldsmith, nel 1983. collana Varèse Club e proporre così al Ora, di nuovo. mondo la prima edizione assoluta di uno dei Per ottenere un suono più dignitoso per più amati capolavori del grande Bernstein. l’ennesima ristampa delle musiche di La L’orchestra di 62 elementi fa impallidire la grande fuga da far uscire in contemporanea formazione pressoché dimezzata che aveva con un DVD celebrativo del film di Sturges, eseguito la suite finora conosciuta. 42 brani, l’instancabile Robert Townson della Varèse, oltre un’ora di musica nuova, con decine di novello archeologo musicale, ha rovistato straordinarie variazioni sui versatili temi negli archivi della MGM fino a scovare quat- della partitura, un’esecuzione vibrante, san- Elmer Bernstein tro polverosi scatoloni senza etichetta. guigna, irripetibile, perfettamente catturata, The Great Escape Dentro, nastri mai ascoltati da 40 anni, con nonostante gli anni, dall’ottimo sistema di (La grande fuga – 1963) le incisioni originali dell’intera partitura, nella incisione dell’epoca. Varèse Sarabande VCL 0804 1029 sua inedita versione eseguita per il film e Inutile dire. CD 1: 22 brani – Durata: 41’27” non nella riesecuzione che ha circolato fino Quest’ascolto apre e chiude al tempo CD 2: 20 brani – Durata: 46’17” ad oggi. stesso il discorso: è come udire per la prima 42 brani - Durata totale: 87’44” Facile immaginare la sorpresa deliziata di volta l’opera e, dopo di esso, non si potrà Townson quando ha capito di poter desiderare di meglio per subirne il fascino accantonare il progetto di una semplice impetuoso. GB 18 john debney Seguendo le orme dei Maestri

Intervista a John Debney di Maurizio Caschetto – Domande a cura di Massimo Privitera, Piero Campanino e Maurizio Caschetto

Il successo planetario de La Passione di Cristo di Mel Gibson ha portato il compositore John Debney alla ribalta del pubblico internazionale. Eppure, scorrendo la filmografia di questo autore, ci si accorge che probabilmente il pubblico si è trovato ad ascoltare spesso, senza saperlo, la sua musica. Debney è infatti il compositore più prolifico dell’industria hollywoodiana: nei soli ultimi tre anni ha composto la colonna sonora di ben 15 film, tra cui successi come Una setti- mana da Dio (Bruce Almighty, 2003), Pretty Princess (The Princess Diaries, 2001) e Spy Kids 2 (Spy Kids 2: Island of Lost Dreams, 2003). Se poi analizzassimo il box-office, ci accorgeremmo inoltre che i film a cui il compositore ha col- laborato nel solo 2003 hanno raccolto sul suolo americano la ragguardevole cifra di 470 milioni di dollari, battendo così persino il “feudo finanziario” di nomi come Hans Zimmer e Danny Elfman. E il successo del Cristo gibsoniano non fa che rinforzare il potere contrattuale di Debney. Considerazioni di cassetta a parte, questo compositore è sicuramente uno dei più fieri e diligenti prosecutori della scuola cinemusicale hollywoodiana tradizionale. Abile “camaleonte”, Debney ha prestato i suoi servigi soprattutto al genere della commedia, ai cartoni animati e a muscolari film d’azione, senza mai però uscire da quell’inevitabile anonimato in cui vivono gran parte dei compositori hollywoodiani meno “in vista”. L’inaspettato coinvolgimento in un film come La Passione e il seguente successo (l’album della colonna sonora ha rag- giunto il milione di copie) lo catapultano quindi tra i nomi “top” dell’industria. Lo abbiamo incontrato a Ischia, nell’ambi- to del Film & Music Global Fest, per chiacchierare un po’ con lui sulla sua carriera, dai primi passi nel mondo della tele- visione, alla collaborazione con personalità come Steven Spielberg e prestigiosi studi come la Walt Disney, fino al monumentale successo de La Passione… Quando ha deciso di fare il com- La televisione è davvero ideale da Lei ha collaborato con Steven positore di musica da film? questo punto di vista. In molti casi poi Spielberg, per il quale ha composto Più o meno durante gli anni del non c’è quella costante presenza dei la musica della serie televisiva College. A quell’epoca frequentavo sia il committenti che caratterizza invece Seaquest DSV. Come è stato lavora- corso di recitazione che quello di musi- l’ambiente cinematografico. Questo è re con questo personaggio? ca. Dopo il primo anno, dovetti decidere positivo, perché mi ha dato notevoli E’ stata un’esperienza fantastica. in quale dei due corsi specializzarmi e spazi di libertà per provare e sperimen- Era il periodo in cui ancora non esisteva così decisi di fare il musicista. Credo tare le mie idee. la DreamWorks. La sua società era dunque di poter far risalire la mia “voca- ancora una piccola casa di produzione. zione” intorno a quel periodo. Come e quando è avvenuto il Steven è una persona molto aperta, “grande salto” dal mondo della tele- avvicinabile e piacevole, un vero genti- Lei ha cominciato la sua carriera visione a quello della musica per il luomo. Lavorammo insieme già per il nel mondo della televisione, scriven- cinema? pilot di una serie chiamata Class of ’61 do musica per dozzine di telefilm, Non è stato un percorso facile. e quella fu l’occasione in cui lo conobbi. serial e show televisivi di ogni gene- All’inizio degli anni ’90 ebbi la fortuna di In seguito realizzai per lui Seaquest e re, per i quali è stato premiato con tre scrivere la colonna sonora per un film un paio di altre cose. E’ sempre molto Emmy Awards. Quali sono, dal suo prodotto dalla Walt Disney, Hocus bello lavorare con Steven. Non aveva- punto di vista, le caratteristiche prin- Pocus. Inizialmente, fu scelto James mo il tempo di vederci di persona, ma cipali del comporre per la televisione Horner per comporre la musica, che parlavamo di continuo durante la produ- e quali sono le differenze sostanziali però in seguito abbandonò l’incarico per zione. Ogni settimana mi mandava i rispetto allo scrivere per il cinema? ragioni che non conosco. La Disney suoi appunti, chiedendomi “John, che Penso che la differenza principale così mi chiamò e mi propose il film. ne dici di provare questo tipo di musica per quanto riguarda la televisione sia Avevo solamente due settimane a in questo episodio?” e cose del genere. soprattutto la velocità con la quale si disposizione per scrivere e registrare Fu un’esperienza molto positiva. lavora. Il ritmo è molto rapido. Spesso ci una partitura orchestrale molto elabora- si ritrova a fare lo spotting dell’episodio ta. La Disney mi ingaggiò con un con- La colonna sonora del film e a registrare nell’arco di una sola setti- tratto per due film, che poi è quello che Corsari (Cutthroat Island, 1994) è mana. Per me è stata un’ottima pale- solitamente succede ai compositori senza dubbio uno dei suoi lavori più stra, mi ha insegnato a scrivere musica emergenti. Da questo punto in poi, noti ed amati dagli appassionati. molto velocemente e ha aiutato a svi- cominciarono ad arrivare nuove propo- Che cosa ci può raccontare di que- luppare la mia tecnica. ste e così ebbe inizio la mia avventura. sto incarico? Immagino che si sia john debney 19

divertito molto a scrivere nella gran- de tradizione di Korngold, Steiner e Newman… Beh, certamente! Ricordo che ero spaventato a morte quando mi fu asse- gnato l’incarico… c’era da scrivere mol- tissima musica, bisognava farlo molto rapidamente e c’era poco tempo a disposizione. Mi ricordo che scrissi una enorme quantità di versioni del tema principale… qualcosa come 12, 13 o 14 varianti… quella che piacque di più a Renny Harlin era la numero 7. Io però continuai a scrivere altre versioni, poiché (ride) ero un po’ svitato in quel momen- to, non ero mai soddisfatto di quello che stavo facendo. Renny continuava a dirmi: “La versione numero 7! E’ quella che mi piace!”… e quindi fu quella che alla fine utilizzammo, poiché era davve- Mattew Modine e Geena Davis in Corsari ro la migliore che avevo scritto. parte, NdR], considerando l’elevato miei colleghi non sono d’accordo, ma – In questa partitura ha lavorato numero di commedie per le quali ha per quanto mi riguarda – se la temp insieme alla London Symphony composto la colonna sonora? track funziona per il regista, allora que- Orchestra… Ottima domanda. Assolutamente sì. sta diventa perlomeno un riferimento Esatto, un’orchestra magnifica. C’è Ogni artista può trovarsi a vivere questa anche per me, una base da cui comin- una coincidenza interessante a propo- situazione quando passa tutto o la mag- ciare a discutere con lui, dandomi una sito: sono passati esattamente dieci gior parte del proprio tempo a fare solo traccia effettiva delle sue idee e di quali anni tra Corsari e La Passione di un genere di cosa. Io cerco sempre di siano le necessità musicali del film. In Cristo. Mi sono ritrovato nello stesso fare del mio meglio in ogni circostanza. questo senso, ritengo che possa essere studio di registrazione, più o meno con Ho scritto colonne sonore per tante, tan- un aiuto. I problemi sorgono se il regista lo stesso gruppo di musicisti, nella tissime commedie e, onestamente, non ha le idee chiare o se si limita a medesima settimana di gennaio… E’ sono perfettamente cosciente di questa voler “ricreare” quella specifica colonna stato molto bello poter tornare a regi- mia situazione e ci rifletto. Mi piacereb- sonora provvisoria. Questa è una cosa strare a Londra, non lo facevo dai be molto continuare a lavorare in futuro che accade spesso, purtroppo. tempi di Corsari. Ho provato una gran- per film più impegnati, come ad esem- de emozione, poiché è stato come pio La Passione, opere più simili a quel- La Passione di Cristo è stato un chiudere un cerchio ideale di questa lo che sono come musicista. enorme successo. Ora che l’evento e parte della mia carriera. le polemiche sul film sono alle nostre Lei ha composto molte colonne spalle, quali sono le sue sensazioni Durante la sua carriera, Lei ha sonore anche per cartoni animati e su questa esperienza, in questo composto partiture per film di ogni film d’animazione. Quali sono le pro- momento? genere cinematografico, ma quello a blematiche e le caratteristiche di Sono ancora esterrefatto. E’ l’oppor- cui ha prestato servizio più di ogni questo genere? tunità più grande, la più importante che altro è la commedia, in molti casi Se dovessimo fare un elenco di tutti i mi sia mai stata data e probabilmente lo scrivendo partiture molto complesse generi e classificarli in base alla difficol- sarà per il resto della mia vita. Ho nota- e movimentate, che seguono preci- tà, l’animazione sarebbe probabilmente to che tutti quelli che hanno lavorato a samente quello che avviene sullo il primo della lista. Quando ero al questo film provano la stessa sensazio- schermo. Ritiene che la commedia College ho studiato anche musica appli- ne: sappiamo che sarà davvero difficile, sia il genere più difficile da affronta- cata al cinema d’animazione e dunque se non impossibile, lavorare nuovamen- re, rispetto a tutti gli altri? sono molto preparato per quanto riguar- te su un progetto di questa portata. E’ il Sì, credo che la commedia sia il da le differenze stilistiche che esistono culmine della mia carriera, sia profes- genere più impegnativo per il composi- nei vari generi di cartoni animati: c’è lo sionalmente che umanamente. Mi è tore di musica da film. Dal punto di vista stile Disney, quello della Warner Bros, ancora difficile verbalizzare l’intensità e musicale siamo chiamati a seguire quello Hanna & Barbera e così via. La le emozioni di quest’esperienza, da tutti l’azione in maniera molto specifica, dob- musica per i cartoons ha un’importanza i punti di vista. La Passione è il progetto biamo essere rapidi e veloci quanto ciò molto forte, è un elemento primario che più impegnativo al quale abbia mai lavo- che avviene visivamente. Per quanto mi guida lo spettatore in un mondo comple- rato, ma anche quello che mi ha dato riguarda, preferisco molto di più scrivere tamente immaginario, aiuta a dargli un più soddisfazioni. Sin dall’inizio, io e Mel per un film drammatico per svariate riferimento preciso e crea quel tessuto [Gibson] non avevamo nessuna idea su ragioni, anche solo per la pura e sempli- “umano” così necessario all’interno di cosa sarebbe venuto fuori. Ricordo che ce spossatezza che deriva dal compor- un ambiente bidimensionale e irreale. gli feci sentire i primi brani che avevo re una partitura movimentata, intensa e composto, lui non disse alcuna parola, repentina quanto lo sono quelle per le La colonna sonora provvisoria se ne restava lì seduto guardando nel commedie. [temp track] è per Lei un riferimento vuoto. Andammo avanti in questo valido oppure pensa che sia un limi- modo, cercando di trovare la strada Ritiene di essere stato un po’ vitti- te per la creatività del compositore? man mano che si procedeva, seguendo ma del cosiddetto “typecasting” [ter- Entrambe le cose. Quando è ben solo il nostro intuito. Quando arrivammo mine anglosassone usato nel cinema fatta e pensata, la colonna sonora prov- alla fine, durante le sessioni di registra- e nel teatro per descrivere un attore a visoria mi piace e diventa un punto di zione a Londra, eravamo tutti spossati e cui è assegnata sempre la stessa partenza per il mio lavoro. So che molti provati. E’ stata un’enorme scommessa, 20 john debney

Come ha vissuto questo improvvi- so successo popolare? Onestamente non mi sarei mai aspettato che la colonna sonora diven- tasse così popolare. E’ stata una grande ed inaspettata sorpresa per me, davve- ro emozionante. Durante la lavorazione, ero intimamente convinto della grande qualità di ciò che Mel aveva fatto e che dunque il film sarebbe diventato un grande successo, ma non potevo immaginare che anche la colonna sonora ne avrebbe giovato. Me ne resi conto dopo due settimane dall’uscita del film, quando mi dissero che il CD era in cima alle classifiche. Ero già molto feli- ce perché mi stavano arrivando molti commenti da persone e addetti ai lavori che avevano visto il film e che avevano Jim Caviezel e Mel Gibson sul set de La passione di Cristo ascoltato l’album e tutti mi hanno detto che sentendo la musica hanno rivissuto che mi ha fatto vivere tutta la gamma di orchestra, coro e un’autentica stru- le emozioni che avevano provato emozioni possibili, da quelle più dure a mentazione etnica. La fase di compo- durante la visione del film. Questo è il quelle più gioiose. Questa esperienza è sizione e orchestrazione è stata quin- migliore complimento che mi potessero stata impegnativa per molte ragioni e lo di particolarmente impegnativa? fare. è tuttora. Ci sono ancora molte discus- Sì, molto. Credo che sia una partitu- sioni e polemiche a riguardo, soprattut- ra assai strana, bizzarra. Durante la Dobbiamo aspettarci dunque to a Hollywood e questo è positivo, per- fase di scrittura non avevo nessuna un’altra collaborazione tra John ché ora che il mondo lo ha accolto e idea di cosa sarebbe venuto fuori. Debney e Mel Gibson in futuro? fatto proprio, possiamo tranquillamente Solitamente, quando comincio a com- Me lo auguro con tutto il cuore! Ne affermare che, al di là delle proprie cre- porre, ho un’idea precisa di quale sarà il abbiamo già parlato e lui ha espresso il denze e convinzioni, questo film genera risultato finale, scrivo i temi e li integro desiderio di lavorare ancora insieme. discussioni e spinge la gente a farsi nella struttura generale della colonna Non ho idea di cosa stia preparando in delle domande, a confrontarsi. Ritengo sonora, ma in questo caso è stato diver- questo momento, so che la sua compa- che sia molto meglio discutere ed esse- so. E’ stato tutto molto più istintivo. Mel gnia [la Icon Productions] è molto impe- re anche in disaccordo piuttosto che non voleva che i brani musicali fossero gnata nella realizzazione di uno show scontrarsi ferocemente. legati in maniera troppo specifica alle televisivo che sta per essere lanciato situazioni e non cercava un approccio negli Stati Uniti. Ancora non conosco nel Ha dovuto fare molte ricerche dal che fosse necessariamente connesso dettaglio i suoi progetti futuri, ma spero punto di vista musicale per La in modo diretto alla storia e ai personag- di esserne coinvolto. Passione? gi e non gli interessava nemmeno che ci Sì, ne ho fatte molte. Non ho avuto fossero delle “correnti” principali. Parliamo ora del suo approccio molto tempo a disposizione per com- Desiderava che si unissero approcci e alla disciplina della musica applicata. porre la colonna sonora. Anche in que- stili differenti e che si creasse un tessu- Preferisce cominciare a comporre sto caso, sono stato coinvolto nel pro- to musicale particolare. Se guardiamo dopo aver visto un primo montaggio getto in uno stadio molto avanzato della alla partitura nella sua totalità, è interes- delle immagini oppure si trova più a lavorazione del film. Prima di me era sante notare quale sia la gamma stilisti- suo agio partendo già dalla sceneg- stato ingaggiato un altro compositore, il ca che c’è dall’inizio alla fine: nelle giatura? quale era al lavoro sul film da più di un scene iniziali lo stile è contemporaneo, E’ interessante, perché stavo proprio anno, se ben ricordo. Questo musicista caratterizzato da timbri elettronici, quasi leggendo recentemente un’intervista aveva già svolto molte ricerche, ma il atonale, mentre nel finale arriviamo ad che Jerry Goldsmith fece qualche suo background era soprattutto nell’am- un’apoteosi con coro e orchestra. Io e tempo fa, in cui afferma che non ha mai bito della musica new age, non aveva Mel eravamo coscienti che non poteva- voluto trarre ispirazione dalla lettura di avuto molte esperienze come composi- mo affrontare ogni sequenza con un un copione e che la sostanza del tore di musica da film. Penso che que- approccio altisonante come quello del mestiere del compositore di musica da sto fu il problema principale per cui ebbe brano finale, perché così si assale lo film è comprendere e interpretare la difficoltà, poiché non era in grado di pla- spettatore. Infatti il regista continuava a parte visiva. Mi trovo assolutamente smare le sue idee in termini di commen- dirmi “Non voglio musica ‘divina’, non d’accordo con questa affermazione. Mi to alle immagini. Anche se fui chiamato voglio una musica ‘da santino’” e credo è capitato spesso di leggere le molto tardi, mi tuffai immediatamente che abbia avuto ragione. E’ per questo sceneggiature e poi di provare a com- nello studio di tutte le fonti musicali che motivo che la partitura è così eteroge- porre in seguito, ma non ho mai prodot- potevano essermi utili, come la musica nea da brano a brano ed è la cosa che to qualcosa di cui fossi soddisfatto in ebraica antica, le tradizioni musicali preferisco di questo lavoro, quando mi pieno. Non mi sento a mio agio in que- mediorientali, gli strumenti tipici della capita di riascoltarlo. sta situazione. zona e così via. Tuttavia, non credo di Ritengo di essere un compositore essere stato influenzato in maniera spe- L’album della colonna sonora del “visivo”, preferisco farmi influenzare da cifica da un genere musicale. film è stato un grande successo, ha quello che è presente sullo schermo. venduto più di un milione di copie ed Preferisco cominciare a scrivere dopo La partitura per questo film è è rimasto nelle classifiche per molte aver visto almeno un pezzo del film e molto elaborata e complessa, soprat- settimane, vincendo inoltre il Disco cercare di entrare a fondo in ciò di cui la tutto nel modo in cui Lei ha integrato d’Oro. pellicola parla. john debney 21

Compone al pianoforte scrivendo sul pentagramma o utilizza stru- menti come MIDI, sintetizzatori e campionatori? Scrivo prevalentemente utilizzando il sintetizzatore, ma in passato compone- vo al pianoforte. E’ da cinque o sei anni che sono passato dagli strumenti classi- ci a quelli moderni, soprattutto per una questione di praticità. Dobbiamo tenere in considerazione tutti i cambiamenti che un film subisce anche nella fase finale di post-produzione, dunque è molto più facile e rapido poter fare modifiche sulla partitura con questi nuovi strumenti. Inoltre, oggi siamo costretti a realizzare provini musicali e demo, poiché questo è quello che registi e produttori si aspetta- no da noi. Ci sono ancora compositori, come ad esempio John Williams, che Debney con il cast vocale e musicale di Le follie dell’imperatore scrivono esclusivamente al pianoforte. Beh, certo, lui è John Williams… anche parte, anche se solo in minima parte, musicale hollywoodiana di composi- perché questo è quello che i suoi com- del grande fenomeno legato a questo tori come Erich Wolfgang Korngold, mittenti si aspettano da lui. Altri composi- film. Max Steiner, Franz Waxman e Alfred tori scrivono al pianoforte e poi realizza- Newman? C’è un compositore di no una simulazione elettronica con i Lei ha dimostrato una notevole abi- questi che L’ha influenzata più di MIDI. Ma il 99% di noi deve realizzare lità come direttore d’orchestra, realiz- ogni altro? demo e provini e per questa ragione è zando per la Varèse Sarabande alcu- Ritengo che Korngold mi abbia più semplice e comodo per me lavorare ne nuove registrazioni di storiche influenzato più di tutti gli altri. Ricordo direttamente sul sintetizzatore. Tuttavia, colonne sonore come Il settimo viag- che quando ero giovane, mi interessai quando mi capita di comporre utilizzan- gio di Sinbad di Bernard Herrmann e parecchio a quel periodo musicale, la do solo carta e matita, il risultato è miglio- Superman di John Williams. Quale Golden Age della musica da film. Avevo re anche perché è così che ho imparato sensazione ha provato a dirigere la visto un paio di pellicole di Errol Flynn e a farlo. E’ anche una questione visiva, è musica di questi grandi Maestri? rimasi colpito tantissimo dalla musica. più facile per me “vedere” le note sulla E’ stata una grandissima esperienza. Andai in un negozio di dischi e comprai pagina. E’ curioso, so che può sembrare Fu un periodo di due o tre anni in cui tutto quello che trovai di Steiner, strano, ma credo di essere un composi- ebbi il tempo di dedicarmi a questa Newman e Korngold. Quest’ultimo tore migliore quando scrivo direttamente cosa. Bob Townson [il proprietario e pro- diventò subito il mio preferito. Credo che al pianoforte. Purtroppo non è un meto- duttore artistico della Varèse sia l’esempio numero uno di questo do molto pratico al giorno d’oggi. Sarabande, NdR] mi coinvolse nel pro- genere e periodo storico, ma non c’è getto e andai in Scozia due o tre volte a una ragione specifica, è solo una que- Abbiamo notato che Lei ha colla- registrare diversi album per la Varèse. stione di gusto personale. Korngold era borato alla scrittura di alcuni brani Ricordo con piacere soprattutto la regi- un raffinato creatore di melodie, un nella colonna sonora di Spider-Man 2. strazione di Sinbad. Io e Bob Townson eccellente compositore classico – Ci può descrivere la natura del suo eravamo meravigliati soprattutto dalla anche gli altri lo erano, ovviamente. coinvolgimento? performance della magnifica orchestra Dunque se dovessi scegliere uno dei E’ stata una cosa molto semplice, scozzese e dalla presenza sonora della compositori di quel periodo, scelgo nulla di particolarmente speciale. bellissima sala da concerto di Glasgow. Korngold. Comunque, anche Alfred Danny Elfman aveva già composto e L’unico problema della realizzazione di Newman è un grande modello per me. registrato la colonna sonora per il film. questi album – e Bob è il primo ad Come capita sempre più frequente- ammetterlo – era la minima quantità di Rifacendoci ancora ai grandi mente nella Hollywood di oggi, il film tempo che avevamo a disposizione per Maestri, non possiamo esimerci dal ha subito moltissimi cambiamenti le prove e la registrazione. Avrei voluto chiederLe un ricordo di Jerry anche dopo la fase di scoring. Non avere un po’ di tempo in più per poter Goldsmith. Lei ha lavorato insieme a sono a conoscenza di tutti i dettagli, ma raggiungere un risultato ancora miglio- Lui in quella che poi è stata la sua da quel che so, diventò difficile per re. Dirigere è un’attività che mi appaga penultima partitura, Looney Tunes: Danny poter affrontare da solo tutte le moltissimo. Mi piacerebbe, un giorno, Back In Action. modifiche che erano state fatte, anche poter lavorare anche con le orchestre E’ stato uno degli onori più grandi della perché fu un problema dell’ultimissima italiane. Sono stato a Roma recente- mia vita. Fu proprio poco prima di comin- ora e credo che lui fosse già impegna- mente e ho visto che ci sono dei musici- ciare a lavorare per La Passione. Era la to in altri progetti. Io e Chris Young sti eccezionali. Ad esempio, mi piaccio- metà di ottobre dello scorso anno e mi tro- fummo chiamati, sotto la supervisione no moltissimo le cose che fa Morricone vavo negli studi di registrazione della degli orchestratori di Elfman, a riscrive- con la sua orchestra. Adoro dirigere e Warner Bros, non ricordo bene a lavorare re alcuni brani. Io ho composto tre credo che mi dedicherò sempre di più a su cosa. Il mio agente Richard Kraft – che sequenze, Chris ne ha realizzate un questa attività negli anni a venire. Vorrei è lo stesso di Jerry – venne a trovarmi in paio e uno degli orchestratori di Danny seguire ad esempio le orme di uno studio e mi disse “Sai, c’è Jerry Goldsmith ha riadattato altri brani. Dunque, niente come John Williams, che è anche un che sta registrando qua vicino” e io dissi di speciale. Per quello che mi riguarda, direttore d’orchestra straordinario. “Davvero? Che cosa sta facendo?”. è stato bello poter lavorare con Sam Richard mi rispose che stava registrando Raimi, adoro i suoi film e inoltre mi Parlando di grandi maestri, cosa la colonna sonora di Looney Tunes: Back sento onorato di poter essere stato rappresenta per Lei la tradizione In Action. Così, dissi a Richard “Sai, non 22 john debney

leghi, anche quelli più famosi e conosciu- ti. Dobbiamo sempre lottare per ottenere i lavori migliori. Per quanto mi riguarda, mi sto sforzando di evitare di scrivere musica per commedie, poiché è qualco- sa che sento di aver già fatto. Come arti- sta sento la necessità di esprimermi in modi sempre diversi, anche solo per il piacere di farlo. Spero ora di riuscire ad avere qualche possibilità in più di lavora- re su progetti più impegnativi.

L’ultima domanda è quella che ci piace rivolgere a tutti i compositori che incontriamo… Cos’è la musica da film per John Debney? Oh, domanda impegnativa (ride)… E’ strano, perché stavo proprio parlando ieri di questo con un mio collega. Io riten- John Debney e Kevin Costner alla prima di Dragonfly go che la musica da film sia sostanzial- mente musica “a programma”. Se un ho mai incontrato Jerry di persona e mi essere in una situazione del genere. regista mi chiede di rendere una scena piacerebbe tantissimo poterlo conoscere. Sono cose che capitano, come potete blu, io la dipingo di blu… il mio lavoro Vorrei anche solo poter entrare in studio e immaginare. Come in ogni altro mestie- come compositore è colorare di rosso, di guardarlo un po’ mentre lavora, senza re, dobbiamo essere consapevoli dei blu, rendere più triste o allegra una disturbarlo”. Richard non immaginava rapporti con i nostri committenti e degli scena, a seconda di quello che mi viene che non ci fossimo mai incontrati e allora accordi che prendiamo con loro. I piani chiesto e di cui c’è bisogno. A volte i pro- mi disse “Chiediamo a Jerry, sono certo di lavorazione cambiano di continuo a blemi sorgono quando la personalità del che non ci saranno problemi”. Lo chiamò Hollywood, così succede che lo studio compositore travalica i confini e lascia da durante una pausa e gli disse “C’è John decida di anticipare o posticipare l’usci- parte la reale necessità del film. La Debney qui con me e vorrebbe incontrar- ta di un film e quindi ci si ritrova senza sostanza del nostro mestiere è questa: ti” e Jerry rispose “Non c’è problema, por- via d’uscita, a lavorare contemporanea- capire e interpretare il medium cinema- talo pure qui!”. Così, andai alla sessione mente su due o tre progetti. Questa è tografico ed entrare nella visione artistica di registrazione del pomeriggio e stetti lì una cosa che detesto fare, ma spesso del regista. Se dovessi fare un esempio, semplicemente a osservare mentre era al non ho altra scelta, purtroppo. Non è potrei dire che il compositore di musica lavoro. Lui fu davvero cordiale e gentile. mai stata una mia intenzione preordina- da film è un po’ come il cuoco di un fast- Dopo circa due settimane ricevetti una ta essere così iperattivo. Ci fu un perio- food, nel senso che spesso si ritrova a telefonata dal mio agente: era molto agi- do nella mia carriera, credo fosse due o dover lavorare velocemente, poiché tato, mi disse che Jerry purtroppo non si tre anni fa, in cui mi capitò che tutte le l’obiettivo è di essere rapido, funzionale sentiva bene e che non sarebbe riuscito a proposte arrivassero nello stesso istan- e realizzare il maggior numero di piatti terminare il suo lavoro sul film. te. Mi ritengo fortunato ad essere molto nel minor tempo possibile per soddisfare Mancavano ancora alcune sessioni da rapido a scrivere e questa cosa l’ho tutti i clienti. Il compositore di musica da registrare e c’era pochissimo tempo a imparata lavorando molto per la televi- film lavora con gli stessi limiti, che nel disposizione. Richard mi chiese allora se sione. Non mi preoccupa tanto il rischio nostro caso sono il tessuto del film e la me la sentivo di aiutarlo. Io dissi “Beh, cer- di poter esaurire velocemente tutte le visione artistica del regista. Se preferia- tamente! Ci mancherebbe altro!”. Dunque idee migliori, ma più quello di bruciarsi mo seguire solo la nostra visione, allora andò così, avevo pochissimo tempo a per la pura e semplice stanchezza fisica è meglio che ci mettiamo a scrivere una disposizione per scrivere e registrare che deriva da una tale iperattività. sinfonia. Nel medium cinematografico quasi la totalità della musica per le scene Questo è come mi vedo, ma non è poi dobbiamo invece seguire le leggi del finali del film. Fu una situazione molto così grandioso vedersi come il composi- film. Jerry Goldsmith ha sempre affer- complicata da gestire, ma fui onorato di tore più impegnato dell’industria. Sono mato proprio questo: la natura del nostro poterlo fare per Jerry. Anche se non lo assolutamente cosciente che dovrei mestiere è servire il film e aiutare a ren- conoscevo bene, è stata una enorme essere più selettivo nelle cose che fac- dere viva la visione del regista. Io sono emozione aiutarlo in questa occasione. cio e lavorare un po’ di meno, poiché assolutamente d’accordo con questa Ora che non c’è più, mi guardo indietro e questo mi mette in una condizione idea e credo che Jerry comprendesse realizzo che quella fu l’ultima cosa che molto difficoltosa. Sono il primo a rico- questo mestiere meglio di chiunque Jerry fece e questo mi colpisce molto. noscere che è assolutamente fuori da altro, senza rinunciare mai al suo talento ogni logica lavorare a sette film in un e alla sua genialità. Seppure all’interno Negli ultimi tre anni, Lei è risultato solo anno… tuttavia, posso dire che è di limiti stretti come quelli del cinema, essere il compositore di musica da stato anche a suo modo divertente! Jerry ha dimostrato di essere un compo- film più prolifico dell’industria holly- (ride) Ma è stato soprattutto faticoso. sitore eccezionale. I grandi artisti come woodiana, lavorando addirittura per lui, John Williams e molti altri, hanno sette diversi film in un singolo anno. Forse questa situazione deriva dimostrato proprio questo nel corso della Come ha affrontato una condizione anche dall’impossibilità da parte del loro carriera. Questo è l’obiettivo del così impegnativa? Ritiene che una compositore di scegliere personal- compositore di musica da film. situazione di tale iperattività possa mente i singoli progetti sui quali lavo- esaurire rapidamente la vena creati- rare. Solo giganti come John Williams Colonne Sonore ringrazia John Debney per la simpa- va di un compositore? si possono permettere di selezionare tia e disponibilità. Un ringraziamento a Pascal Vicedomini E’ una domanda interessante. Non è i film e i registi coi quali collaborare… e allo staff organizzativo dell’Ischia Film & Music Global mai stato un enorme problema, ma Assolutamente. Io mi trovo nella con- Fest e a Tom Kidd della Costa Communications per il sup- ammetto che non mi piace granché dizione in cui si trova il 99% dei miei col- porto e l’aiuto. le donne dell’8ª arte 23 Anne Dudley la signora dell’elettronica

di Chiara Tafner

Vi ricordate la musica degli Art Of Jordan a comporre la colonna sonora di film quali Come ammazzare un Noise? E cos’ha a che fare il nome di per il suo successo del 1992 La miliardario e morire dal ridere Anne Dudley con loro? moglie del soldato (The Crying (Disorderlies, 1987; regia di Michael Questa raffinata signora inglese Game), con Stephen Rea, Forest Schultz, con Ralph Bellamy), Non per nasce a Chatam, nel Kent, il 7 Whitaker, Jaye Davidson e Miranda soldi… ma per amore (Say Anything, maggio 1956, e subito dopo aver ter- Richardson. Cinque anni dopo, nel 1988; regia di Cameron Crowe, con minato gli studi al Royal College of 1997, Anne ottiene il suo successo John Cusack), The Mighty Quinn Music, trova la fama come membro, più grande: grazie al lavoro svolto per (1989; regia di Carl Schenkel, con per l’appunto, del gruppo rock pro- The Full Monty (id., regia di Peter Denzel Washington e Robert gressive The Art Of Noise Townsend), American History (composto inoltre da J. J. X (id., 1998; regia di Tony Kaye Jeczalik, Gary Langan e Trevor con Edward Norton e Edward Horn), che vengono alla ribalta Furlong), Falso tracciato con brani strumentali che unis- (Pushing Tin, 1999; regia di cono le cadenze dello hip hop Mike Newell, con John Cusack a melodie orecchiabili. I brani e Billy Bob Thornton), sono totalmente costruiti in stu- Monkeybone (id., 2001; regia dio. Il gruppo raggiunge il ver- di Henry Selick, con Brendan tice della fama mondiale nel Fraser e Bridget Fonda) e Il 1988 con la “cover” – eseguita risolutore (A Man Apart di F. insieme a Tom Jones – della Gary Gray, 2003), oltre che canzone di Prince Kiss. con lo score per la popolare Nel 1990 il gruppo si serie televisiva Il magico regno scioglie, ma la loro musica, delle favole (The 10th mixata, remixata, riarrangiata e Kingdom, 2000). rivoltata in tutti i modi continua Oltre alle colonne sonore ad essere apprezzata in tutte nel frattempo Anne ha le radio e le discoteche. realizzato anche tre classici In quegli anni Anne Dudley concept albums intitolati acquista una grande conoscen- Ancient and Modern, A za delle tecniche di missaggio, Different Light e Seriously registrazione e accompagna- Chilled, e, recentemente, è mento musicale; per questo stata nominata “composer-in- motivo viene scelta nel 1987 residence” alla BBC, il come arrangiatrice per la colon- principale network nazionale na sonora della commedia di britannico.

Bob Giraldi Hiding Out (con Jon Miranda Richardson nella locandina de La moglie del soldato Nel 1999 gli Art Of Noise si Cryer e Keith Coogan). Per sono riuniti, stavolta in tre: questo film effettua un lavoro prevalen- Cattaneo, con Robert Carlyle), è la Dudley, Morley e Horn. Assistiti da Lol temente di raccolta arrivando ad un seconda donna nella storia a vincere Créme, hanno prodotto un album risultato che comprende un variegato l’Oscar per la miglior colonna sonora. dedicato a Claude Debussy, The mix musicale che va da Boy George Le musiche di questo film sono una Seduction of Claude Debussy, allo sconosciuto Felix Cavaliere. sapiente combinazione di reggae promosso dal singolo “Metaforce”, Grazie a questo suo primo lavoro (opera della Dudley) e canzoni ma il successo non è stato quello di diventa ben presto una delle più preesistenti, ed oltre a far vincere ad un tempo. richieste compositrici per la televisione Anne l’Accademy Award, il disco Attualmente Anne vive a e il cinema low-budget del Regno riesce a scalare la classifica mondiale Hertfordshire, in Inghilterra, con il Unito. degli album più venduti. marito, Roger Dudley (che è anche il La sua carriera raggiunge l’apice Da allora Anne ha avuto tantissimi suo fonico di studio) e la figlia quando viene chiamata da Neil altri successi con le colonne sonore Hannah. 24 maurizio abeni UnUn musicistamusicista inin dispartedisparte

Intervista a Maurizio Abeni di Giuliano Tomassacci

Noto al grande pubblico soprattutto per l’apprezzata partitura di M.D.C. Maschera di Cera di Sergio Stivaletti, Maurizio Abeni è un musicista che merita ben altra considerazione. La completezza e la raffinatezza delle compe- tenze dimostrate in ambito cine-musicale parlano per lui: una carriera talmente composita da annoverare prestazio- ni continuative come orchestratore, arrangiatore, direttore d’orchestra e collaboratore per colleghi eccellenti (da Manuel De Sica a Trovajoli fino a Bacalov e Donaggio) oltre che come autore per il cinema e la fiction televisiva. Insomma, la personificazione degli elementi portanti della musica da film: arte e mestiere. Traguardi rimarchevoli anche se spesso ignoti, sottratti ai plausi della notorietà da un artista che ha coltivato con naturale riservatezza e dedizione lavorativa la propria professionalità: “La musica in un film è un elemento fonda- mentale ma che deve stare al suo posto, cioè dietro, fino a quando non viene invocata espressamente; così anch’io vivo il mio ruolo, perché questa credo sia la giusta dimensione.” Una vita appartata la sua, lo incontriamo nella sua solitaria residenza nell’hinterland romano, debitamente distan- te dai fremiti della capitale cinematografica nazionale seppur costantemente immerso nel lavoro. Per concederci una retrospettiva dei suoi trascorsi artistici, Abeni ci accoglie approfittando di una pausa dal nuovo horror di Stivaletti, I tre volti del terrore (uscito nelle sale italiane ad agosto), per il quale, nel suo studio domestico, sta dando gli ultimi ritocchi alla colonna sonora.

Come si è avvicinato alla musi- prima ho conseguito il diploma in pia- accademico. Contemporaneamente ca? noforte e poi ho cominciato gli studi di la mia attività come musicista si è svi- Credo di aver fatto un percorso composizione. Ho avuto una borsa di luppata in molti rami, principalmente molto personale. La mia formazione studio e sono partito per la Svezia, come pianista. parte naturalmente da una base dove ho studiato per tre anni soprat- accademica ma mi ritengo in un tutto le discipline afro-americane. Ero Quando è entrata la musica da certo senso un autodidatta, come, molto interessato al jazz. Alla fine di film nel suo percorso artistico? penso, quasi tutti quelli che fanno questi tre anni sono tornato in Italia, a Il rapporto con il cinema è nato questo mestiere. Bisogna imparare Roma, e qui ho frequentato per sei quasi a livello subliminale. Quando sul campo. La mia formazione parte anni il corso sperimentale di composi- frequentavo il Conservatorio ed ero da Brescia, dove sono nato e dove zione a S. Cecilia. Questo è il mio ancora un ragazzino, fu nominato ho frequentato il conservatorio: background strettamente scolastico- direttore Alessandro Cicognini. In un maurizio abeni 25

certo senso mi prese sotto la sua ala Quanto è importante, soprattut- Finora è mai successo? protettrice. Nacque un’amicizia che to negli anni della gavetta, la Molto poco, molto poco. Per tanti durò fino alla sua morte e di cui sono pratica rispetto alla teoria per un motivi. Primo perché le musiche devo- molto geloso; mi regalò addirittura il compositore cinematografico? no essere pronte quasi sempre per suo cronografo personale. Mi piace- La teoria esiste ed è fondamenta- “ieri”. Poi perché, personalmente, fac- rebbe che Cicognini fosse ricordato di le. Lo studio accademico, soprattutto cio pochi film l’anno, non più di uno o più da chi svolge questo mestiere. in Italia, è molto chiuso; ecco perché due. Forse se lavorassi di più per me Grazie a lui, a soli 14 anni, feci un io sono andato a studiare all’estero, stesso, avrei modo di sperimentare concerto come pianista a Roma e in trovavo ridicole queste griglie dei maggiormente. Dipende poi dai tipi di quell’occasione venne a farmi i com- nostri conservatori. Credo però che la film che ti vengono proposti: alcuni ti plimenti persino Nino Rota. Io in real- cosa fondamentale sia la curiosità consentono di esplorare, altri ti amma- tà non sapevo neanche chi fosse! che sta in ognuno di noi, in misura nettano ancora prima di cominciare. Però tutte queste esperienze con per- diversa. Inoltre, esiste una selezione sonaggi legati alla musica naturale secondo la quale la musica Nel suo lavoro artistico è già rin- cinematografica hanno lasciato la non è per tutti e tantomeno la tracciabile una duplicità stilistica. traccia. Il mio battesimo nella musica musica da film, il talento è indispen- La prima si concretizza nel ricco applicata è stato per un film america- sabile così come il sacrificio che lo sinfonismo de La Maschera di no, White Stallion, con Mickey segue. C’è gente che crede di anda- Cera, la seconda nelle suggestioni Rooney. Era prodotto dalla Cannon, re a fare il corso di 15 giorni in musi- latine e afro-americane di alcune che arrivò qui in Italia per musicarlo ca da film, per ricevere in cambio la fiction. Propende per uno dei due ma dato che scarseggiavano i finan- ricettina con la quale imparare come registri in particolare? ziamenti e avevamo solo dieci giorni si fa. Non è così. Bisogna soffrire, In realtà le opere citate avevano a disposizione, alla fine scelsero me. sembra retorico, lo so, ma le uniche già una traccia inserita. M.D.C. era un L’altro battesimo è stato per un cose che si possono apprendere omaggio ai film della Hammer anni varietà televisivo a Napoli – città cui richiedono un sacrificio. Bisogna stu- ’50; quindi la colonna sonora doveva sono particolarmente affezionato e diare la musica, i film, vedere e ascol- essere così, doveva attenersi a quel con la quale mantengo ancora un tare cosa hanno fatto gli altri. John tipo di stile. Una chiave gotica che tra grosso legame affettivo. Questo Williams ed Ennio Morricone, tanto l’altro è sempre stata tra le mie prefe- varietà si chiamava “Sotto le stelle” e per citare i più famosi, non sono mai rite. Nelle fiction i ritmi latini erano già Luis Bacalov era il direttore musicale. andati a scuola di musica da film, richiesti dalla sceneggiatura. Come in Io facevo il Maestro sostituto, il che eppure sono ritenuti i più importanti L’avvocato Porta, dove Gigi Proietti significava fare gli arrangiamenti e compositori viventi per il cinema. suonava in un’orchestrina da ballo. seguire il lavoro in sua assenza. Poi c’è da dire che la musica da Stessa cosa per Pepe Carvalho, fic- Un’esperienza un po’ particolare e al film è qualcosa di molto strano, si tion spagnola in cui le connotazioni in limite del catastrofico anche se devo lavora molto per cliché, io per primo stile flamenco erano già “scritte”. Ora dire che mi sono divertito molto e ho nel mio piccolo. Però come ha detto non vorrei fare paragoni blasfemi ma, avuto modo di conoscere Luis, che è una volta un musicista del settore, “la come diceva Michelangelo, le forme un grande musicista e un amico, con musica da film è come le carte sono già all’interno del marmo. Così il quale in seguito ho continuato a col- dell’Africa d’inizio ‘900, c’è scritto: nei film. Per un musicista si tratta solo laborare. inesplorato, inesplorato, inesplora- di andare a tirarle fuori. Dopodiché più che di cinema mi to…”. Ormai l’utilizzo di “cliché”, Devo aggiungere che forse, a dif- sono occupato di televisione per circa soprattutto nella fiction, è arrivato alla ferenza di altri colleghi, ho una dote – dieci anni, anche se nel frattempo ho lobotomizzazione dell’ascoltatore: o un difetto – di ecclettismo che mi è fatto qualche piccolo film, qualche per ogni personaggio lo stesso tipo di data dalla mia formazione sfaccetta- “articolo 28”. Per quanto riguarda la musica. Per carità, sono meccanismi ta. Forse è un fardello troppo grande televisione ho lavorato, sempre come che funzionano, però c’è bisogno che mi ha obnubilato dal ricercare maestro sostituto, con quasi tutti i anche di qualcos’altro. Penso ad quella che potrebbe essere la mia direttori di varietà televisivo, da esempio alla stagnazione del cinema visione personale. Renato Serio a Bruno Canfora a americano, dove ultimamente tutti i Pippo Caruso. Insomma i nomi gros- film si assomigliano, comprese le Possiamo magari affermare che si di “Studio 1”, quelli che hanno fatto musiche. Anche se ci sono degli stan- si tratta di una scelta… la storia del varietà televisivo, di cui io dard qualitativamente molto alti… E’ una scelta, certo. Tornando alla ho vissuto lo strascico. Quando ho mia propensione per un genere o per visto che le cose in televisione dege- …o “professionalmente” molto un altro, non saprei scegliere. Mi neravano ho lasciato perdere e mi alti… sento figlio di ognuno di loro, magari sono dedicato alla creazione o alla Certo, professionalmente molto degenere, ma voglio bene al tango, direzione per il cinema e il teatro. alti. Capisco anche che molti voglio bene al jazz e alla musica sin- Contemporaneamente continuavo musicisti vengano talvolta imbrigliati fonica. Insomma quando mi capita la mia carriera sia come pianista dai meccanismi di produzione, come una cosa cerco di farla nel miglior turnista che come programmatore- l’uso ripetuto delle temp track. O modo possibile. tastierista. forse non hanno nemmeno il Per il cinema ho cominciato a lavo- coraggio di sperimentare qualcosa di Qual è il giudizio di un musicista rare con musicisti noti come arrangia- nuovo. compositamente specializzato tore e direttore d’orchestra. Come Bisognerebbe provare, fare qual- come Lei nei confronti dell’attuale pianista, ho lavorato per molti anni che tentativo, entrare in qualche altra importanza dell’ottava arte? con Lina Sastri, avendo così l’oppor- stanza e non sempre nelle solite due Penso prima di tutto che la musica tunità di girare un po’ il mondo e di o tre a cui siamo abituati. Spero che sia un’arte, ma la musica da film è un conoscere a fondo il repertorio classi- nel futuro qualcuno mi dia la possibi- complemento di un’opera artistica co della canzone Napoletana. lità di esplorare… polimorfa. E’ sempre a servizio. 26 maurizio abeni

Le sessioni di registrazione di Vaniglia e Cioccolato

Vorrei fare notare che i pionieri del sguardo, ha una valenza in più. Il film un certo ordine ma poi magari finisco cinema, all’epoca del muto, si preoc- non può dire tutto, un po’ per incapa- nel caos, dove riesco ad acchiappare cuparono di complementare le imma- cità, un po’ per limiti naturali e in que- nuove idee. Per il film di Sergio a cui gini con un commento musicale sto caso la musica offre un grande sto lavorando, I tre volti del terrore, ho prima ancora di porsi il problema di aiuto arrivando a dire delle cose che cominciato dall’inizio; poi ad un certo utilizzare una voce in sala che reci- altrimenti sarebbero incomprensibili. punto sono spuntati i titoli di testa, che tasse le battute degli attori. Poi ovviamente una musica può erano bellissimi. Musicandoli mi sono Detesto quasi sempre i film privi di essere inserita laddove non era previ- accorto che davano un’impronta diver- musica, oppure quelli (vedi un certo sta e ottenere risultati sorprendenti. sa al film e che avrei dovuto rivedere cinema francese) dove per due ore si molte cose a seguire. Bisognerebbe vedono i due protagonisti seduti ad un Ci parli del suo rapporto con cercare di avere sempre una visione di tavolo mentre snocciolano elucubra- Sergio Stivaletti. Avete una parti- tutto il film. Infine, molto dipende anche zioni mentali parlando di Kant come di colare metodologia di lavoro? se si lavora con l’orchestra o con il una storiellina, e in sottofondo invece Non esiste una metodologia di lavo- computer, perché la metodologia può un giradischi suona capolavori assoluti ro. Il primo film che abbiamo fatto insie- variare. della musica del passato. Mi dispiace, me, M.D.C., è nato per caso, come ma questo non è cinema. sempre: situazione rocambolesca a un Con I tre volti del terrore lei si Alcuni registi per una troppo alta mese dal mix definitivo del film, un conferma particolarmente affine al opinione di sé, credono che la loro musicista già rifiutato e altri passati cinema horror, un genere che insie- opera possa essere musicata dalle oltre per il budget troppo limitato. Alla me al western è sempre stato uno composizioni di J. S. Bach, (fatto fine per caso sono arrivato io; non dei più caratterizzati e riconoscibili salvo Pasolini e pochi altri) e la mag- conoscevo Sergio, ho proposto un pro- a livello musicale, soprattutto per il gior parte vede nella musica originale vino che è piaciuto subito. Ho lavorato vasto compendio di stereotipi da uno sminuire la loro paternità filmica, venti ore al giorno per circa un mese. cui solitamente i compositori attin- forse perché sanno che questa è Lui era ancora molto impegnato nelle gono per il commento. Crede che l’unico elemento del film che può riprese, ma il fatto di conoscere i nostri questa abitudine compositiva abbia vivere anche di vita propria. rispettivi gusti ci ha aiutato molto. portato il genere alla stagnazione? La metodologia è sempre diversa. Io credo che servano sia i cliché, sia Ma perché secondo Lei un film Ad esempio, nell’ultimo film di Ciro qualcos’altro. Certo c’è sempre bisogno ha bisogno della “propria” musica? Ippolito, Vaniglia e cioccolato, le cose di sperimentare ma in fondo quando si Anzitutto c’è da dire che esiste una sono andate diversamente. Il regista fanno film dichiaratamente di genere tavolozza immensa di film. Ci sono stava praticamente tutto il tempo qui non c’è problema a servirsi dei cliché. pellicole che hanno bisogno di suoni nel mio studio, era molto propositivo L’importante è che sia dichiarato. più che di musica, come per esempio ed entusiasta, faceva praticamente Quello che mi dà fastidio è il cerca- Il pianeta azzurro, dove ci sono solo i lui le musiche! Devo dire che sa quel- re di vendere una cosa per un’altra, sussurri della natura. Naturalmente è lo che vuole ed è rimasto soddisfatto quello che purtroppo ormai la televisio- solo un caso. Soprattutto c’è bisogno di quello che ho composto. ne fa di continuo. Come chi finge di di un linguaggio che non sia invaden- fare un horror per poi venderti un film te. Credo che ci siano molte più cose Riguardo il suo lavoro solitario falsamente intellettuale o viceversa, o nella musica che c’è ma non si sente, con le immagini ha invece matura- chi fa un servizio giornalistico con pre- quella che Satie definiva “da tappez- to negli anni un modus operandi? dica inclusa, o chi da un talk-show alla zeria”, che ti mette nelle condizioni di Lascio molto al caso. Spesso, addi- moda e disinibito si arroga il diritto di poter capire che una frase, uno rittura, quando inizio cerco di trovare dare lezioni di vita a chi si alza alle cin- maurizio abeni 27

que del mattino per andare a lavora- re… Sono operazioni disoneste. Per esempio i film di Fantozzi posso- no non piacere, ma hanno sempre dato un chiaro messaggio. Personalmente non è il mio genere, ho collaborato spesso con Bruno Zambrini alle orche- strazioni e direzione d’orchestra per alcuni episodi della serie ma va’ ricono- sciuta l’onestà del prodotto.

A proposito di queste Sue molte collaborazioni tecniche con altri compositori del settore: si posso- no creare dei dissapori o dei pro- blemi nei rapporti lavorativi? Solitamente si viene conosciuti per quello che si fa. Se fai l’orchestratore o il direttore d’orchestra per gli addetti ai lavori rimani tale, anche se nel tuo cur- riculum personale figurano lavori come compositore autonomo. Nel mio caso, per esempio, c’è una sproporzione molto evidente tra i film che ho musica- to personalmente, circa una quindici- na, e quelli che ho fatto per altri – quasi 150. Questa è l’unica contrarietà. I pro- blemi relazionali variano invece a seconda del compositore: c’è quello che arriva con tutto il materiale pronto; La locandina de I 3 volti del terrore quello che non ha proprio tutto pronto a causa dei suoi limiti, ma che li ricono- E i pregi del settore? music editor… una folla in regia. Non sce e chiede di essere aiutato impe- I pregi della musica italiana sono i ci farebbe male importare un po’ di gnandosi per primo nel lavoro. Poi c’è suoi difetti, nel senso che spesso la questo tipo di professionalità. quello che “ci fa”, che arriva con quat- mancanza di soldi, il turbinio di even- Dopodiché credo che il cinema in tro pezzi da fare e ti saluta lasciandoti ti e le avventure rocambolesche attra- Europa abbia bisogno di trovare una tutto il lavoro: devi decidere la scena, verso cui la colonna sonora viene propria identità. Bisogna scrivere che pezzo fare, quali soluzioni adotta- prodotta porta a risultati geniali. E’ un delle storie che non siano troppo pro- re e via dicendo. In quel caso la fac- paese che riserva delle sorprese. vinciali, che possano uscire dai confi- cenda si fa più delicata. Con il passa- Purtroppo sono degli unicum e noi ni e da lì cercare di costruire un lin- re del tempo ho scremato le collabora- non siamo in grado di fornire delle guaggio che sia meno sciatto. Ne zioni e ormai lavoro sempre con le per- scuole, cosa che invece sanno fare guadagnerebbe anche la musica. sone scelte da me. C’è chi riesce ad gli americani. Qualche sera fa ho isolarsi per non regalarsi agli altri. Io ho visto in televisione un episodio di Quale consiglio si sente di dare bisogno di darmi, perché per me vuol Taken: ottima colonna sonora di a chi vuole intraprendere la Sua dire vivere la musica. Per i miei lavori Laura Karpman… e già il fatto che sia strada? personali, comunque, io orchestro e una donna quota la differenza con il Direi intanto ai ragazzi di stare dirigo sempre da me. All’occorrenza nostro mondo. E’ una musica sinfoni- molto attenti, di non credere ai corsi suono anche il pianoforte e le tastiere. ca meravigliosa. Anche se stucche- di 15 giorni che non servono a niente. vole e a volte eccessiva, si sente che Molto più utile è andare a vedere un Quali sono i difetti nel panorama l’autore ha studiato le partiture di film e stare con le orecchie ben aper- cine-musicale italiano contempo- John Williams, conosce il sinfonismo te, ma non solo i film che escono raneo? americano, Copland. adesso, incominciare da quelli degli I difetti sono in prima battuta umani, anni ’30. Bisogna essere attivi, curio- poi italici e infine di categoria e quindi li Cosa l’ambiente della musica da si. Soprattutto ascoltare molta musi- ritroviamo quasi in ogni settore della film italiana dovrebbe importare ca, di ogni tipo e analizzare quella da nostra vita; in particolare nella musica da dall’industria americana? film con i propri mezzi. Mi auguro per film l’egemonia di alcuni musicisti ha Bisognerebbe importare la profes- questi giovani che si tratti di un fatto terra bruciata e, purtroppo, i frutti li sionalità, a tutti i livelli. Io sono stato mestiere in espansione perché, così stiamo raccogliendo adesso. Non si è là diverse volte, per alcune collabora- com’è adesso, è poco accessibile e ancora capito che più gente in gamba zioni, e ho trovato una professionalità differenziato. I ragazzi si guardino c’è in giro e più ne guadagna il cinema. anche eccessiva. Mi sono trovato in dalla imperante smania di esibizione L’altro grande difetto è la mancanza di sala di registrazione con più di otto e dall’illusione mediatica di “carriere” soldi. I produttori non mettono i soldi per persone laddove in Italia ce ne sono facili, che si sta diffondendo ormai da fare le musiche e non capiscono che due. Negli Stati Uniti c’è il fonico, anni attraverso ogni forma di questa a costo zero non può esistere. l’aiuto fonico, il tecnico del Pro Tools, comunicazione. Purtroppo la realtà è L’editore fa quello che può, ma non più l’aiuto del tecnico Pro Tools, quello molto dura e spesso è meglio vivere di tanto. Il nepotismo, le piccinerie, gli che sta ai click, l’aiuto di quello che la musica per diletto che inseguirla interessi e l’ottusità politica fanno il resto. sta ai click, il supervisore musicale, il come una chimera. 28 musica per videogiochi PopPop (video)(video) MusicMusic

Alcuni personaggi di didi AndreaAndrea ChirichelliChirichelli Parappa the rapper La musica nei videogiochi ha subìto negli ultimi anni una radicale evoluzione: grazie alla maggiore potenza delle console e dei computer disponibili, le partiture di accompagnamento ai titoli più blasonati sono diventate pressoché indistinguibili, per qualità e investimenti effettuati per crearle, rispetto a quelle realizzate per i film e le fiction. Sempre più spesso, ad eseguire le colonne sonore dei videogiochi sono orchestre sinfoniche e non più giovani musicisti con sintetizzatori e strumenti limitati. Accanto a questa evoluzione “fattuale” si è recentemente fatta avanti anche un’evoluzione “concettuale” in base alla quale è la musica stessa ad essere oggetto del videogioco e non più mero e semplice accompagnamento. Il naturale sbocco di questo cambiamento epocale del modo di fruire la musica legata al mondo dei videogiochi è stata la nascita dei cosiddetti rhythm games, genere che anno dopo anno sta ottenendo risultati commerciali sem- pre maggiori ed i cui progressi stanno modificando il mercato del mondo dei videogiochi. Ma quali sono i capisaldi di questo peculiarissimo genere videoludico e quali altri (anche di diversi generi) hanno, nel corso degli anni, dato il loro contributo, seppur in modo alternativo, alla crescita continua dell’impor- tanza della musica nei videogiochi?

Parappa the Rapper 1&2 si contorce formando delle figure (1998/2002) geometriche (fondamentalmente PlayStation/PlayStation 2 quattro: un muretto, una linea zig- Sviluppatore: Sony zagata, un cerchio e una buca). Vib, per poter continuare indenne la Per molti questo titolo è stato il sua passeggiata, deve riuscire a primo rhythm game della storia. superare questi ostacoli; va da sé Okay, quand’eravate piccoli, paffuti che ogni forma geometrica è asso- e con le mani sporche di Nutella ciata ad un pulsante. Gli ostacoli probabilmente giocavate a Simon, varieranno in base alla musica che ipnotizzante gioco in scatola che gli avremo messo come sottofondo. consisteva nel premere una serie di Sta a vedere che James Horner pulsanti colorati per star dietro ad produce triangoli e Hans Zimmer una sequenza musicale prestabili- quadrati… Infinito. ta. Il concetto di quel gioco infantile è ripreso pari pari in questa bilogia, famosissima sia per l’utilizzo di un Samba de Amigo (2000) genere musicale allora poco sfrut- Dreamcast tato nei videogiochi (il rap, appunto) Sviluppatore: Sega sia perché il protagonista, un sim- patico cane, è finito per diventare La complessa interfaccia di Rez Più che il gioco in sé, di questo un’icona per gli amanti del genere. dalla vostra collezione. titolo per il compianto Dreamcast Hippity Hoppity. Ovviamente, se state leggendo colpì la periferica da utilizzare per queste pagine potrebbe essere l’ul- giocarci: un paio di maracas. Il pro- tima raccolta di Morricone o di cesso di ricerca verso l’interattività Vib Ribbon (2000) Williams. Inseritelo nella totale tra giocatore e videogioco, PlayStation PlayStation e cominciate a giocare: che recentemente ci ha portato Sviluppatore: Nanaonsha Vibri è un coniglio che si trova a l’Eyetoy, inizia qui. Ed eccoci pronti passeggiare su una linea; a secon- a smanettare con le nostre preziose Prendete un CD, uno qualunque, da della musica, però, questa linea maracas per cercare di seguire il musica per videogiochi 29

Alcune schermate e i bongos di Donkey Konga ritmo indiavolato di Samba de Follia? No, semplicemente uno di questo titolo. La meccanica di Janeiro. Titolo imitatissimo e ulte- dei titoli più eccentrici e divertenti gioco di Dance Dance Revolution è riore follia di Sega. Colonna sonora pensati da Sega negli ultimi anni. molto semplice: si ha a disposizio- ovviamente latino-americana con Per riuscire a sconfiggere gli alieni ne una pedana che, di fatto, ripro- decine di brani salsa e samba. Da dovremo, grazie a una precisa duce la croce direzionale di un provare almeno un volta nella vita. pressione dei tasti del joypad, qualsiasi joypad, con le quattro Allegro. ricreare nei giusti tempi le mosse di classiche frecce. ballo che ogni sfida andrà propo- All’interno della pedana ci sono nendoci; i passi, mano a mano che dei sensori che rilevano la pressio- Rez (2001) si avanza, diverranno sempre più ne che il giocatore va ad esercitare Dreamcast/PlayStation 2 complessi e coinvolgenti. saltando sui “tasti”. Nella parte alta Sviluppatore: Sega Sicché alla fine saremo in grado dello schermo trovano spazio le di esibirci in un vero e proprio musi- riproduzioni delle quattro frecce Non è un rhythm game. Tutti cal su toni funky, jazz e techno. direzionali. Mentre si gioca, delle coloro che ci hanno giocato sosten- Coreografico. frecce salgono dal basso verso l’al- gono che “più che un gioco, è to andando a riempire quelle ferme un’esperienza”. E hanno ragione. Il in cima allo schermo; quando que- gioco è, in sintesi, uno sparatutto: sto avviene bisogna premere sul abbiamo un personaggio ripreso di controller il comando corrisponden- spalle, un mirino e nemici da abbat- te. Il tutto avviene a ritmo di musica, tere. Ad ogni colpo andato a segno, sulle note di canzoni più o meno una nota musicale; più nemici si famose. Stancante. colpiscono, più note si ascoltano. La grafica, un’orgia di colori, fa il resto. Così semplice e così com- Donkey Konga (2004) plesso al tempo stesso, Rez è effet- Gamecube tivamente un gioco coreografico, Sviluppatore: Namco una danza multicolore, che tenta (con successo) di riprodurre visiva- Prendete Samba de Amigo e alle mente sullo schermo il commento sonorità latino-americane e al sonoro, trasformando il giocatore in samba sostituite musica pop e un una sorta di direttore d’orchestra paio di bongos: il gioco è fatto. chiamato a suonare in prima perso- Dopo Sega, anche Nintendo si dà na alcuni degli strumenti. Un gioco alla musica e lo fa mandando in espressionista, nella forma e nel campo una delle sue mascotte sto- contenuto. Indimenticabile. riche (ridendo e scherzando, il goril- Un’immagine da Space Channel Part 2 la Donkey Kong è in circolazione da Dance Dance Revolution più di vent’anni…). All’interno delle Space Channel 5 & (2003) 31 tracce emergono nomi celebri Space Channel 5 Part 2 PlayStation 2 quali Queen (“Don’t Stop Me Now”) (2001/2002) Sviluppatore: Konami e Jamiroquai (“Canned Heat”), a Dreamcast/PlayStation 2 fianco di meteore come Sviluppatore: Sega Universalmente riconosciuto Chumbawumba (“Tubthumping”, come “Il gioco della pedana”. Se tormentone di fine anni ‘90). I bon- Gli alieni invadono la Terra e il vedete dei pazzi ballare su una gos sono allegati al gioco, ma si destino dell’umanità è nelle mani di pedana in una trasmissione di Italia possono usare anche strumenti una presentatrice televisiva: Ulala. 1 condotta da Papi, be’, la colpa è improvvisati... Tribale. 30 backstage Backstage:Backstage: DallaDalla parteparte deidei registi,registi, quelloquello cheche sisi nascondenasconde dietrodietro lala sceltascelta didi unauna colonnacolonna sonora.sonora.

LavorareLavorare concon lentezza,lentezza, radioradio AliceAlice 100.6100.6 MhZMhZ didi GuidoGuido ChiesaChiesa ““VVSS”” Raul,Raul, dirittodiritto didi uccidereuccidere

didi AndreaAndrea BologniniBolognini InIn alto:alto: unauna scenascena daldal setset didi LavorareLavorare concon lentezza.lentezza. didi BarbaraBarbara ZorzoliZorzoli Sotto: Stefano Dionisi in Raul

C’era una volta la musica quale tesse un racconto doloroso e intenso, Ricordate il nostro gioco spazio espressione più profonda e genuina definito dallo stesso Bolognini temporale che consiste nel fingere di di una generazione sognante ed uto- “Un’opera d’arte”. avere i due registi insieme l’uno pica insieme. Erano gli anni ‘60-’70, il accanto all’altro? Bene… ci siamo riu- linguaggio universale era la musica in Il film: liberamente tratto dal sciti, ecco Guido e Andrea qui davan- cui confluivano le tensioni politiche, romanzo di Fëdor Michajlovic ti a me… anche se devo confessare sessuali e culturali. Dostoevskij “Delitto e castigo”, Raul che il mio incontro con i due registi è E la colonna sonora di Lavorare (ambientato a Roma nei giorni della stato alquanto differente. Curiosi? E con lentezza (affidata a Teho Teardo), visita di Hitler in Italia, nel 1938) è la va bene, vi racconto com’è andata, film diretto da Guido Chiesa, è testi- storia del percorso doloroso di un gio- ma voi non ditelo a nessuno! monianza di un’epoca in cui il pop e il vane che teorizza il “diritto di uccidere” L’intervista con Guido Chiesa è rock erano parte integrante, insepara- i parassiti della società, che ostacola- avvenuta in occasione della proiezio- bile, invadente della vita dei giovani di no la realizzazione di gloriosi obiettivi. ne per la stampa del suo ultimo film, a tutto il pianeta. Ma chi sono Guido Chiesa e Genova, in un pomeriggio di fine set- Andrea Bolognini? tembre. In sala, tra gli altri, studenti Il film: Bologna, 1977. Radio Alice delle superiori, esponenti dei centri è la radio del movimento studentesco. GUIDO CHIESA: Ha lavorato negli sociali, e Heidi Giuliani, madre del gio- Il sistema, indebolito dal rifiuto del Stati Uniti come assistente alla vane rimasto ucciso durante il famige- lavoro salariato, la libertà sessuale e regia/produzione nei film di Jim rato G8. le provocazioni culturali, vacilla Jarmusch e Michael Cimino. Ha cura- Informale è stato invece l’incontro cadendo sul corpo di uno studente to la regia de Il caso Martello, con Andrea Bolognini. Eravamo durante un tafferuglio all’università. Babylon, Il partigiano Johnny, Alice è entrambi in coda al catering organizzato in paradiso. Ha realizzato videoclip per le giornate professionali del cinema Ma c’era una volta, in un’epoca un per Marlene Kuntz, Mambassa, 2004, con piatti e forchette in mano, e po’ più lontana, anche una dimensio- Assalti Frontali, Yo Yo Mundi e Luci con una fame terribile (erano circa le ne totalitaria che negava l’individualità Ferme. Ha pubblicato libri di musica e 14.30). Voltandomi, riconosco in lui il delle persone. Regnava il mito del cinema. regista che ancora non avevo intervista- superuomo, si credeva nella razza to e, tra un primo, un secondo e qualche superiore. Era l’epoca fascista, e ANDREA BOLOGNINI : Raul, dirit- bis, Andrea risponde alle mie curiosità. Raul, diritto di uccidere, che segna to di uccidere è la sua opera prima. In Ma torniamo a noi. Andrea è tanto l’esordio alla regia di Andrea Bolognini precedenza era stato assistente alla rilassato, flemmatico, composto è tutto questo. La pellicola si caratte- regia per diverse produzioni tra cui la quanto saltellante, concitato e con rizza anche per il commento sonoro serie tv Gli indifferenti e il film tv Casa una parlantina veloce è Guido. (composto da Andrea Morricone) che Ricordi. Allora siete pronti? Via! backstage 31

Due scene di Raul, diritto di uccidere con Giancarlo Giannini, Violante Placido e Alessandro Haber

Completa la frase: la musica da per molti anni ho fatto il giornalista (che hanno affiancato il regista nella film è… musicale. E forse è proprio per questo stesura della sceneggiatura – che la musica è un tipo d’arte con cui N.d.R.) ed io pensavamo a quale Guido Chiesa: “Fondamentale. ho un rapporto immediato.” musica inserire; questo per quanto Anzi, ti posso dire due cose: prima di riguarda i brani di repertorio, che tutto, già mentre scrivo ho in testa la Andrea Bolognini: “Moltissimo. siamo riusciti a mantenere nella musica, la fotografia, il colore, il mon- Nella mia vita la musica ha contato quasi totalità. Per una questione taggio. Per me non viene prima la molto… e nel cinema la musica rac- economica, non abbiamo avuto scrittura e poi la musica, ma viene conta, ha un suo arco narrativo. “Hotel California” degli Eagles che tutto insieme. Il fatto che il musicista Andrea Morricone, a cui ho affidato la abbiamo sostituito – e ne sono con- che ha composto la colonna sonora, colonna sonora di Raul, ha fatto un tento – con “Kung Fu Fighting” di Teho Teardo, facesse una musica che lavoro straordinario. Pensa che, pur Carl Douglas. Gli Eagles hanno in qualche modo ci portasse all’oggi – non essendo io un musicista, Andrea chiesto troppi soldi! (scrolla la testa). la sua musica è molto rumoristica – ha voluto gentilmente la mia collabo- La stessa cosa è accaduta con i era una scelta che avevo già in testa razione, ripeto, non come musicista Clash; volevamo chiudere con una fin dal momento in cui abbiamo inco- ma come persona che ascoltava i loro canzone, “Bank Robber”, che si minciato a pensare al film. Poi le cose suoi pezzi, oppure le prime note di richiamava al tema della rapina pre- cambiano nel corso della realizzazio- ogni brano, o altro. Io ero molto emo- sente anche nel film. ne, nel corso della scrittura, e ancora, zionato a lavorare con lui, perché ho All’inizio desideravo avere “Casta mentre giri e poi mentre monti. assistito alla creazione di quello che Diva” cantata da Maria Callas ma Comunque le grandi linee le ho sem- per me è una vera e propria opera abbiamo dovuto rinunciare perché la pre chiare da subito. Beh, chiare o d’arte. Quello che ha creato è una casa di produzione ha reso le cose non chiare, ma le ho! (ride) musica straordinaria.” difficili… Quindi sì, la musica riveste un Ah, anche la vedova di Frank ruolo fondamentale, ma al pari di tutti In che fase hai lavorato alla ste- Zappa e Patty Smith inizialmente gli altri elementi del linguaggio cine- sura della colonna sonora? erano titubanti sul concederci l’uso di matografico. In più in questo film, la alcune loro canzoni. Mostrando loro il musica ha un surplus di significato Guido Chiesa: “Già mentre scri- montaggio della scena, siamo riusciti legato alla mia biografia personale: vevamo la sceneggiatura, i Wu Ming a convincerle.”

Quando suono e musica sono cibo per gli occhi: ROSSO COME IL CIELO La pellicola, diretta dal regista fornito un apporto creativo (durante la creatività all’uso di nuove tecniche, Cristiano Bortone (Sono positivo), è ispi- revisione della sceneggiatura e durante quali la registrazione cosiddetta in rata alla storia vera del non vedente le riprese) ideando le atmosfere sonore “5+1” che consente una tridimensiona- Mirco Mencacci, uno degli attuali monta- che avrebbero guidato Mirco nell’oscuri- lità e spazializzazione totale del suono. tori del suono italiani di maggior talento. tà, e vagliando la scelta dei rumori che i La colonna sonora comprenderà Il film: Toscana, 1971. Mirco ha 10 bambini avrebbero raccolto per le loro elementi diversi. Da una parte i rumori, anni, sveglio e appassionato di cinema, “favole sonore”. i suoni e le melodie prodotti dai bambi- perde la vista giocando con il fucile del Tre sono stati i livelli di elaborazione ni per le loro recite (molti di loro sono nonno. Per lui si aprirà un nuovo mondo sonora: il suono di presa diretta degli realmente musicisti). Dall’altra parte il quando, trovato un vecchio registratore ambienti che mutano con la cecità di commento sonoro appassionante, evo- a bobine, scoprirà che tagliando e riat- Mirco; il suono delle favole sonore che cativo, intenso nel modo giusto. Ampio taccando il nastro è in grado di registra- i bambini creano; il suono amplificato spazio sarà dato a brani di quegli anni re storie fatte solo di rumori. dall’immaginazione dei protagonisti (fine ’60/inizio ’70); la loro ricerca è Uno degli elementi centrali della storia quando ascoltano le loro creazioni. stata affidata a Marcello De Dominicis, è il suono, creato da un gruppo di lavoro Per raccontare in modo originale consulente di musiche di repertorio (ha di sound design fin dalle prime fasi della ognuno di questi momenti è stato fatto lavorato con Scorsese per Gangs of realizzazione. La figura del rumorista ha un lavoro di équipe combinando la New York). BZ 32 Backstage

I protagonisti di Lavorare con lentezza e il regista Guido Chiesa

Andrea Bolognini: “Andrea ed io ci tutto è portato solo dalle immagini e Non c’era la trasmissione di rock o la siamo incontrati a fine film e, in movio- dalla musica. Quindi capisci quanto trasmissione di jazz, era tutto mischia- la, abbiamo visto insieme la pellicola. sia importante il commento sonoro in to; trasmetteva anche musica che le Però, ti confesso che, alla chetichella, generale, ma è soprattutto in questi radio di movimento, oppure le radio ci siamo fatti un bel nastro e siamo momenti che si caratterizza una degli studenti non avrebbero trasmes- fuggiti a casa sua e lì, dopo un po’ di sequenza. Andrea ha fatto un lavoro so, ad esempio folk, jazz, musica clas- tempo, ha incominciato a chiamarmi, straordinario di tempi, di creatività. Lui sica. Il film in qualche maniera cerca un dicendomi: ‘Vieni ad ascoltare questo è davvero un grande artista.” po’ di restituire questo, offrendo Patty pezzo, vieni ad ascoltare quest’altro’. Smith, Frank Zappa e gli After Hours, Devo ammettere che la nostra colla- Un’ultima dichiarazione: ma anche sonorità di altro genere. Ho borazione ha generato un intensissi- cercato di restituire una sensazione: mo rapporto sino alla fine del film.” Guido Chiesa: “Io avevo 16 anni nel quella del linguaggio universale della ’77, all’epoca dei fatti del film, e la musi- musica. Vuoi sapere quali sono stati gli Tirando le somme, hai ottenuto il ca era la principale forma di comunica- artisti più pagati? Patty Smith, Rino risultato che desideravi? zione e di linguaggio esistente tra i gio- Gaetano e Enzo Del Re. Per assurdo vani. Mi ricordo che nel ’76 andai per Enzo Del Re, per la prima volta nella Guido Chiesa: “Forse non sta a me la prima volta in Inghilterra ad ascolta- sua vita, ha avuto tanti soldi quanti giudicarlo… ma penso che la canzo- re la musica ai festival all’aperto e, Patty Smith! (…e ridendo ci salutiamo.) ne di Patty Smith fosse quella in cui il anche se parlavo malissimo l’inglese, significato del pezzo rivestiva in asso- comunicavo con ragazzi inglesi, fran- Andrea Bolognini: “Una cosa che luto un ruolo inscindibile dalla scena. cesi, tedeschi, solo grazie alla musica. mi ha dato un brivido fortissimo è pen- Anzi credo che quella parte di film Vedi, questo è un film che vuole esse- sare che mio zio Mauro e il padre di senza quella canzone non sarebbe re indirizzato non tanto a chi conosce Andrea, Ennio, hanno lavorato molto venuta così bene. Ecco, forse avrei questa musica, quanto a chi non la insieme. E vederli l’uno accanto all’al- voluto mettere un po’ più di free jazz, conosce. Chi non ha mai sentito Patty tro è stata una cosa molto emozio- però non c’era lo spazio.” Smith, sono sicuro, avrà una botta nante, una sorta di tradizione di fami- d’adrenalina quando parte il pezzo glia che speriamo di poter proseguire. Andrea Bolognini: “Sì, sì. Quello contenuto nel film, ed è questo l’impor- Comunque questo per me è stato un che è venuto fuori è un racconto in tante, il conflitto tra musica e immagini. momento significativo, a prescindere musica. Ci sono molti momenti, in Radio Alice aveva il pregio di non fare da tutto il resto.” questo film, dove non c’è dialogo e delle scelte musicali specialistiche. (…e finalmente mangiamo!)

Radio Alice, fedele al suo spirito innovato- Fighting” di Carl Douglas, brano cult della re e iconoclasta, trasmetteva ogni genere di nascente disco music, l’ironia trasgressiva di musica: jazz, rock, classica, folk. In linea con Frank Zappa (“Peaches En Regalia”), e la pellicola, questa colonna sonora (infram- “Land” di Patty Smith (fulcro musicale ed mezzata da alcuni dialogue tracks) si presen- espressivo del CD), un vero urlo rabbioso ta come un eclettico mix di musiche fine anni che, oltre a regalare la più bella sequenza di ’60-inizio ’70: dal free jazz di Giovanni tutto il film, fa scattare la voglia di ballare tra Gebbia, all’aria “Casta Diva” tratta dalla le poltrone del cinema. Norma di Bellini (interpretata dalla lituana Curiosando, scopriamo che tutte le matti- Teho Teardo Inessa Galante); dalla rilettura Jazz delle can- ne le trasmissioni di Radio Alice iniziavano Lavorare con lentezza zoni della guerra civile spagnola della con il pezzo “Lavorare con lentezza” di Enzo (2004) Liberation Music Orchestra, al folk degli anar- Del Re. E pensare che agli esordi, Del Re Radiofandango RF0014 chici americani Fugs, sino al lirismo sognan- usava come strumento musicale una sedia e te di Tim Buckley e alla dimensione politica di chiedeva come cachet il minimo sindacale 33 brani (21 di commento + 12 canzoni) “Gioia e rivoluzione” riletta dagli Afterhours. della paga di una giornata di lavoro di un Durata: 73’16’’ È un vero piacere riascoltare “Kung Fu metalmeccanico! BZ fictionote 33

Dedichiamo questo spazio ad un genere che nel nostro paese sta riservando da diverso tempo molte buone sorprese: le Colonne Sonore per le produzioni televisive. In una parola: FictioNote!

Come afferma lo stesso Maurizio Abeni nelle note di copertina, la vicenda e le atmosfere raccontate in La quindicesima epistola – miniserie trasmessa da Canale 5 nel 2000 – si rifan- no apertamente al celebre Il nome della rosa. Musicalmente ci troviamo così in un territorio analogo a quello approntato da James Horner per la pellicola di Annaud, sebbene il compositore bresciano preferisca un approccio affidato in larga misura alle tessiture sospese di orchestra e coro, filtrati spesso da inquietan- ti timbri elettronici. Le battute iniziali (“Malvagie premonizioni”, “La quindicesima epistola”) sono debitrici dell’ormai classico Goldsmith “satanico” de Il presagio, soprattutto per l’utilizzo della compagine corale. L’aria che si respira nella maggior parte dei brani è comunque quella degli Maurizio Abeni ingenui horror e thriller di serie B che hanno fatto la fortuna del nostro cinema nei tardi ’60 e La quindicesima ’70, atmosfera che Abeni – intuendo la natura del prodotto a cui sta prestando servizio – epistola (2000) abilmente ricrea (“I dolori di un padre”, “I segreti del confessionale”) ed aggiorna attraverso RTI - Image Music IMG 4988262 modulazioni elettroniche. Il tema lirico (“Il risveglio di Quintalina”, “Quintalina e il marescial- 23 brani - Durata: 57’58” lo”) è intriso invece di un melodismo tipicamente italiano, che Abeni ammette derivare da quello di Alessandro Cicognini per il classico Pane, amore e fantasia. Peccato dunque che la commistione tra elettronica e orchestra non sia sempre riuscita e convincente, tradendo ogni tanto un suono un po’ “cheap” e appiattito. Tuttavia non ci sentiamo di muovere questa critica direttamente ad Abeni: la scarsezza di risorse finanziare e i limiti di tempo in cui i compositori italiani – specie in ambito televisivo, ma non solo – devono operare, li costringono a compromessi a volte troppo grossi, soprattutto in fase d’esecuzione e di cura del suono. Maurizio Abeni è un ottimo compositore e, nonostante le limitazioni del caso, dimostra di possedere una rara sensibilità per il cinema di genere e i suoi stilemi, qualità invece che manca a parecchi suoi colleghi connazionali. MC

Questo disco della Image Music raccoglie una scelta di brani della colonna sonora scritta da Savio Riccardi (Trenta righe per un delitto, La squadra) per la mini-serie Piccolo mondo antico, tratta dal celebre libro di Fogazzaro e diretta da Cinzia Th. Torrini. Per questa partitura, Riccardi si preoccupa di recuperare suggestioni timbriche e armoniche che richiamino il contesto storico-musicale della vicenda (la metà dell’Ottocento, subito dopo i moti rivoluzionari del ’48): è il caso di brani quali “Valzer” o “Piano Quartet”. Altrove, il compositore filtra le suggestioni storiche della fiction attraverso la propria personalità musicale, come in “Luisa e Franco”, pagina mesta e passionale al tempo stesso (riassaporata per solo pianoforte nella sesta traccia del CD), dedicata all’amore contrastato della sfortunata coppia di protagonisti, interpretati da Claudia Pandolfi e Alessandro Savio Riccardi Gassman. Piccolo mondo antico Di sapore quasi brahmsiano poi il bel “Tema risorgimentale (Il Gran Passo)”, drammatico (2001) e gravido di tensione trattenuta, ripreso nell’ultimo brano del disco, nel quale è introdotto da RTI - Image Music IMG 5030972 un evocativo assolo di violoncello. 19 brani – Durata: 47’33” L’orchestrazione – curata dallo stesso Riccardi – prevede per lo più un organico di dimen- sioni cameristiche (nella fattispecie i Solis String Quartet), nel quale spesso emerge il timbro del pianoforte, ma si accende saltuariamente (“L’addio”, “L’agguato”) dei clangori della Bulgarian Simphony Orchestra – SIF 309. In definitiva, una partitura di solido mestiere, priva di particolari guizzi di originalità, ma che bene assolve al suo compito di supporto alle immagini. AC

La particolarità di questo CD, tratto dalla colonna sonora della serie televisiva Don Matteo, in onda su Rai 1, con Terence Hill nel ruolo di un prete con la fissa dell’indagine pericolosa, è che non lo trovate nei negozi di dischi, perché distribuito parecchio tempo fa come allegato al settimanale Sorrisi e Canzoni TV allo scopo di celebrare il successo di questa fiction. Le musiche sono composte dal grande Pino Donaggio, che ci racconta le vicende ora drammatiche, ora comiche, di Don Matteo con scanzonata e, al contempo, intima serenità ed allegria. Il marchio di fabbrica del compositore veneziano è la presenza di uno struggente e arioso leitmotiv che giustifica sempre l’acquisto di un suo CD: in questo caso il brano “La luce dell’anima”, con l’orchestra (diretta da Natale Massara) che fa largo uso della sezione Pino Donaggio dei legni per tratteggiare una melodia che colpisce l’ascoltatore per la sua profondità e Don Matteo (2004) armonia. Emergency Music Le molteplici tematiche affrontate nella fiction motivano la ricchezza di temi nell’album: da 22 brani – Durata: 61’37” quello principale (“Don Matteo in bicicletta”, “Arrivederci Don Matteo”), dedicato alla figura (19 di commento + 3 canzoni) del simpatico e coraggioso prete protagonista, divertente e orecchiabile, al festoso “Campestre”, ai riflessivi “Amore mistico” e “Il passato ritorna”, fino al commovente “Natalina innamorata” solo per citarne alcuni. Le tre canzoni, arrangiate da Paolo Steffan, sono costellate di ritmi pop (“Crediamo in lui” e “Voglio tutto” interpretate da Angela), e una rasserenante lode all’amore (“Un’altra vita” con la calda performance dello stesso Donaggio), che tornano lungo il CD in versioni strumentali più belle. MP 34 morricone e yo-yo ma SinfoniaSinfonia IniziaticaIniziatica PerPer UnUn Violoncello:Violoncello: Yo-YoYo-Yo MaMa indagaindaga MorriconeMorricone Reportage dal concerto all’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma – 16 novembre 2004 di Giuliano Tomassacci Prima della pubblicazione del cd mente assecondato dal mirabile Falls”, nonostante si presenti alle Sony Classical resocontista dell’in- lavoro di ri-orchestrazione operato pagine della malinconica saga di contro tra Ennio Morricone e Yo-Yo dal compositore e favorito da una Giuseppe Tornatore con maggior Ma, era certo ben noto quanto il sentita esecuzione dell’immancabi- palpito di protagonista (“Playing superbo e versatile violoncellista le Roma Sinfonietta, diretta dall’au- Love” da La Leggenda Del Pianista mandarino fosse affine agli intrigan- tore stesso. Sull’Oceano), il violoncello non inva- ti itinerari della musica da film. Sulle prime, travolto dalla bellezza de le melodie pianistiche di Nuovo Ancor più, poi, si conosceva l’ine- di “Gabriel’s Oboe”, lo strumento s’in- Cinema Paradiso (“Nostalgia”, sauribile piglio indagatore del genio vaghisce dell’eloquente paesaggio “Looking For You”) ma ispirato si morriconiano, sempre sensibile alle sonoro dipinto dagli archi, facendosi pone a controcanto dell’esecuzione potenzialità sinfoniche inespresse, notare in tutta la purezza del suo di Gilda Buttà, instaurando un dialo- allo scandaglio delle sfumature calore, rassegnando ampie arcate go partecipe, che lo incoraggia ad orchestrali, all’amore incontrastato all’oboe solista di Augusto Loppi, imporsi, leggero e sostenuto, nel per l’indagine sonora. Del Maestro sostenendolo senza mai usurpare il “Main Theme” di Malena. romano non mancava inoltre la ruolo primario assegnatogli nella par- Ma qualcosa cambia con il suc- riprova di un interesse mai sopito titura originaria. Allo stesso modo, cessivo tema portante da Una Pura nei confronti delle convergenze tra salutato con ammirato rispetto “The Formalità. A metà del viaggio, pros- culture musicali di non facile inte- simo al cuore più incandescente ed grazione, e non serve spingersi più oscuro - poiché più sofferto e com- in là della densa partitura di Mission plesso - della vena morriconiana, (dove il compositore celebrava Yo-Yo Ma padroneggia dolente in un’incredibile matrimonio tra la tra- anfratti scomodi e poco rassicuranti, dizione gregoriana e le influenze circuito ma non sopraffatto dal pun- vocali indigene) per avvedersi di teggiato ambiguo delle due arpe. Il quali stupefacenti esiti quest’incli- confronto con l’intimo, sofferto tor- nazione fosse capace. mento umano è prossimo a veni- Tutto considerato, però, ci si re, e dopo un scorcio di doloroso chiedeva quanto l’opera del grande raccoglimento per il “Tema di Morricone avrebbe potuto ulterior- Deborah” da C’era Una Volta In mente crescere attraverso la rilettu- America, l’archetto del musicista ra di Yo-Yo Ma. infligge ripetuti e robusti sforzando al Puntualmente, è proprio il citato “Cockeye’s Song”, teso sotto l’emer- score per il film di Joffé ad illumina- gere dell’orchestra a sottolineare re sull’importanza dell’evento, l’asprezza del pezzo – mai prima quando eseguita due volte - in d’ora così ruvido e straziante. Nel apertura del concerto tenuto dai pieno della sua iniziazione alla due artisti nell’Aula Magna debolezza d’animo, il cello esplode dell’Università La Spaienza lo scor- in balia dell’”Estasi Dell’Oro” da Il so 16 novembre, e in chiusura sotto Buono, Il Brutto, Il Cattivo, dove Ma forma di primo bis - l’opera fornisce s’infervora in passaggi di altissimo la chiave di lettura della collabora- virtuosismo, in un’apoteosi di enfasi zione: un viaggio spirituale del- dvorakiana che contribuisce ulterior- l’oriente attraverso la pietas musi- mente alla febbrile resa del pezzo cale sempre sottesa all’itinerario (peccato per un inciso esotico, poco cinematografico di Morricone. E’ il prima dell’ultimo slancio sinfonico, violoncello del solista americano, di ‘coperto’ dalla batteria di Vincenzo origini asiatiche, che s’incammina Restuccia). coraggioso nelle più intime ed Dopo la tempesta leoniana, la umane tessiture melodiche quiete epica dei televisivi Mosè e della personalissima letteratu- Marco Polo riportano il Montagnana ra morriconiana, intelligente- © Sony Classical classe 1733 alle ampie falcate del- morricone e yo-yo ma 35 l’archetto, al legato melodico che il viso e il corpo, ringrazia per la pubblicazione discografica) si orga- infine resuscita dalle compatte linee rigenerante occasione d’approfon- nizza in movimenti di una sinfonia degli ottoni e s’impasta al tutto dimento offertagli, e prima dei due per orchestra e violoncello, il cui orchestrale nei conclusivi “La bis (oltre a Mission, di nuovo soggetto elitario è un nuovo, ulterio- Cena” e “Notturno” da La Califfa. “L’Estasi Dell’Oro”) azzittisce pub- re, necessario sguardo al suo Sono i brani che attestano l’avvenu- blico e orchestra per omaggiare il immortale operato musicale. Ed è ta contestualizzazione dello stru- compositore con una sarabanda di veramente apprezzabile quanto il mento all’interno del sinfonismo Bach. Morricone, ancora una volta, compositore sia riuscito a sacrifica- morriconiano; il giusto compimento trasforma l’evento concertistico in re i tanto cari pentagrammi vocali di un’esperienza reciprocamente un’occasione di riflessione artistica, per agevolare il violoncello alla sua complementare. Yo-Yo Ma, inter- e il repertorio selezionato in forma ascetica avventura. prete che sa comunicare anche con di piccole suites (proprio come nella

L’elegante e incantevole tocco del violon- De Palma, oltre a quella dedicata agli sce- cellista di fama mondiale Yo-Yo Ma ha, in neggiati italiani Mosè e Marco Polo (il cui CD passato, impreziosito il lavoro di due grandi è recensito in questo numero). A queste si compositori dell’Ottava Arte: John Williams aggiungono poi due brani tratti dal film per lo stupendo album extra-cinematografi- Mission e altri due da La califfa. co del 2002 (sempre su etichetta Sony Sotto la direzione dello stesso Morricone, Classical) Yo-Yo Ma Plays the Music of John sul podio della Roma Sinfonietta Orchestra, Williams e per Sette anni in Tibet (1997), e il violoncello di Ma plasma tutti i grandi suc- Tan Dun per la colonna sonora di La tigre e cessi del Maestro, da C’era una volta il west, il dragone (2000), premiata con l’Oscar. Gli intoccabili, Il buono, il brutto, il cattivo, Fu proprio in occasione della cerimonia Nuovo Cinema Paradiso a C’era una volta in Ennio Morricone degli Academy Awards del 2001, quando America, Una pura formalità, Malena, Yo-Yo Ma Plays suonò brani tratti dalla summenzionata pelli- Vittime di guerra e La leggenda del pianista Ennio Morricone cola di Ang Lee, insignita dell’Oscar per il sull’oceano, facendoli diventare gioiellli miglior film straniero, che Ma conobbe il musicali inestimabili. (2004) Maestro Ennio Morricone, presente per la Viene la pelle d’oca all’ascolto di tutto il Sony Classical SK 93456 nomination alle musiche di Malena. CD, suggellato dalle belle foto in bianco e 19 brani - Durata: 55'49" Quel fruttuoso primo incontro convinse il nero riprodotte nel libretto. Scrive il Maestro compositore romano a creare nuovi arrangia- Morricone: “Registrare la mia musica con menti dei suoi brani più celebri per le immen- Ma è stata fonte di grande felicità e un onore se doti artistiche del musicista americano (di unico che vivrà per sempre nel mio cuore origine asiatica), prevedendo il violoncello come l’esperienza musicale e umana più come strumento solista. Così è nato questo straordinaria!”; e il grande violoncellista magico CD che ci regala suite dalle pellicole ribatte: “Tu sei per me semplicemente un di , Giuseppe Tornatore e Brian grande musicista!”. MP Per chi, come il sottoscritto, nel 1982 veni- Per troppo tempo, però, quest’impre- va accompagnato dalla maestra di 4ª ele- scindibile opera dell’Ottava Arte è rimasta mentare (prime uscite ufficiali dalla città natale) appannaggio di pochi collezionisti in posses- in un’affollatissima stazione di Modena per so dell’originale LP (che compendiava, in assistere al grande evento del passaggio del quasi un’ora di durata, i passaggi più impor- “Treno del Milione” con i costumi e i memora- tanti), nell’attesa di un’adeguata riedizione bilia sulla realizzazione di quello che resta il più discografica. grande film televisivo di tutti i tempi, l’esperien- Finalmente, mentre i palinsesti impazziti za del Marco Polo su Rai Uno resta certa- dell’estate 2004 ritrasmettono lo sceneggiato mente indelebile. Per la prima volta iniziai ad ad orari impossibili (una di notte o alle sette di interessarmi e a ricordare nomi e termini tecni- domenica mattina) arriva questo strepitoso Ennio Morricone ci: regia di Giuliano Montaldo, fotografia di De doppio CD con ben 80 minuti di materiale ined- Marco Polo (id 1982) Santis, Ken Marshall nel ruolo principale… e ito! Nonostante il libretto avaro di informazioni, (fondamentale per un novello iscritto al conser- la lunga attesa è pienamente soddisfatta, e in RAI Trade FRT 405 vatorio) musiche di Ennio Morricone: mia (ma questo periodo di successo del cinema orien- CD 1: 18 brani – Durata: 65’53” non solo mia) prima scintilla della passione per tale con i suoi musicisti (su tutti Tan Dun) è CD 2: 18 brani – Durata: 70’29” questo genere musicale. Il meraviglioso lirismo ancor più evidente l’anticipo sui tempi e il Durata totale: 136’22” del tema principale, introdotto dal caldo timbro maiuscolo valore del lavoro di riscrittura del della viola di Dino Asciolla e presto elevato dai Katay con strumenti e tecniche occidentali turbini di un’orchestrazione di geniale profon- operato da Morricone, nell’ottica di una sorta di dità, è a mio parere (insieme ai temi per il Milione musicale. coevo The Mission, forse il vero capolavoro Unico neo tecnico: se i brani presenti nello del compositore romano) una delle vette storico microsolco ora vibrano di smagliante assolute della produzione morriconiana. nitidezza, le numerose tracce recuperate da Il tocco del maestro non si perde nel Claudio Fuiano mostrano, purtroppo (come susseguirsi dei brani, in cui due toccanti flauti indicato anche sulla copertina), i segni di mas- dolci, presto doppiati da un lievissimo coro ter malamente abbandonati per troppi anni e senza parole, scavano un solco di nostalgia per risentono di compressioni e ovattature, che ad la madre e la Venezia lontane, ottoni spigolosi ogni modo non pregiudicano né la qualità narrano di cavalieri crociati, arpe e percussioni intrinseca dell’opera né l’arricchita emozione sottolineano la vita alla corte di Kublay Khan, per questo bambino cresciuto che attende ora, pedali di sospensione ambientale si alternano a a chiusura del cerchio, un degno restauro del concitati momenti a piena orchestra… film in DVD. PR Giuliano Montaldo 36 recensioni

Ancora prima di spandersi come un velo eversiva che anima i giovani innamorati nel discreto sulle immagini struggenti, tristi, dubitare delle tradizioni (“What Are You angosciose del capolavoro di M. Night Asking Me?”). Sull’incerto futuro di que- Shyamalan, le musiche di James Newton st’umanità solo in apparenza felice Howard eccellono per la loro prepotente (“Rituals”), si staglia l’ombra di una minaccia suggestione, per la genuina intensità emoti- interna (“I Cannot See His Color”), assai più va, garantiscono un ascolto vibrante e incontenibile e letale di quella che, dall’oscu- pieno, anche in assoluta autonomia dal film. rità dei boschi circostanti, terrorizza la tran- Alla musica del cinema, anche a quella quillità delle notti (“Those We Don’t Speak migliore, accade raramente qualcosa di Of”). Malinconiche elegie (“Will You Help James Newton Howard simile. Nello stupendo disco della Hollywood Me?”) si susseguono a pensierose cantilene Records si cela un poema sinfonico di rara infantili (“Race to Resting Rock”), mentre il The Village (id – 2004) asciuttezza, strutturato come un lungo con- gioco d’ombre si stringe intorno agli abitanti Hollywood Records 2061 63464-2 certo per violino ed orchestra, in cui a vasti del villaggio (“The Bad Color”), finché la 13 brani - Durata: 42'29" paesaggi elegiaci e lirici seguono territori realtà sottaciuta supera i timori immaginati sonori notturni, misteriosi, arcani. scatenando la sua violenza (“It Is Not Real”) Il più bel complimento che si può rivolgere e rivelando i suoi inquietanti segreti (“The a questo genere di creazione musicale è di Vote”). L’epilogo intenso e spiazzante (“The possedere grande forza evocativa. Le musi- Gravel Road”) si dissolve nel disperato ripe- che di Newton Howard straripano di un simi- tersi di un insistente rintocco dissonante le potere. Stimolano magicamente sensazio- (“The Shed Not to Be Used”), meditazione ni di grigiore autunnale, di rassegnata mesti- finale sulla ineluttabilità del dolore. zia, di una pietosa rassegnazione al dolore. Il La grande orchestra d’archi, con corni, pia- Villaggio, ripensato attraverso il semplice noforte, arpe e legni che fluiscono in un ascolto delle musiche, sembra teatro di una abbraccio quieto, cullante, dipana un terreno malattia spirituale latente, in aperto contrasto espressivo formidabile su cui gli assoli del vio- con l’incontaminata amenità dei luoghi. lino della strabiliante Hilary Hahn innalzano il Questo buio dell’anima è solo a tratti rischia- piacere d’ascolto a momenti di rarefatto rapi- rato della freschezza dell’amore intenso che mento estatico, intervallati da mai banali lega una ragazza cieca, ma di esplosiva vita- esplosioni di una furiosa violenza atonale. lità, ad un giovane taciturno. La loro dispera- Newton Howard riconosce di aver a lungo ta determinazione spezzerà molti equilibri, cesellato il suo lavoro per ottenere questa mettendo in forse la sopravvivenza di una vibrante assonanza di contenuti con il raccon- comunità tenuta insieme dalla paura. to oscuro di Shyamalan. Il risultato di tanto Vi è un ritornello minimalista che serpeg- impegno è esaltante, meritorio, stimola a ripe- gia in buona parte del tessuto melodico, tere l’esperienza molte e molte volte, un pia- M. Night Shyamalan simbolo forse della coraggiosa pulsione cere che si rinnova ad ogni ascolto. GB

Se per assurdo Bernard Herrmann oggi si la timbrica della piattaforma sinfonica, con i fosse trovato a comporre la colonna sonora molti abbellimenti elettronici, è appannaggio di questo veloce ed efficace thriller fanta- dei nostri tempi e, in particolare, del scientifico di Alex Proyas, tratto dai celebri personalissimo stile di Beltrami, già così racconti di Isaac Asimov, avrebbe probabil- autore da essersi assicurato un’impronta mente espresso sonorità non così diverse creativa tutta sua. I molti brani d’azione da quelle architettate dall’ottimo Marco (“Tunnel Chase”, “Gangs of Chicago”, “Man Beltrami. Che quest’ultimo abbia avuto in on the Inside”, “Spiderbots”), frenetici, mente l’inconfondibile “tocco” herrmanniano metallici, robotici, sono bilanciati da altret- appare evidente. Qua e là si colgono tanto numerose pagine meditative, in cui la Marco Beltrami persino citazioni esplicite al grande musici- solida struttura tematica acuisce le tensioni sta (in “Chicago 2035”, per un istante brevis- e attribuisce uno spirito cupo e serioso alle I, Robot (Io, Robot – 2004) simo, viene echeggiato un motivetto da Il immagini del film. Il CD Varèse culmina con Varèse Sarabande 302 066 591 2 promontorio della paura). La concezione il crescendo vibrante del conclusivo “Round 15 brani - Durata: 44’09” stessa della partitura di Beltrami pare impre- Up”. Beltrami si conferma autore di punta gnata di quella semplicità ipnotica e circola- della nuova generazione di musicisti holly- re che, anticipando il minimalismo di Glass e woodiani e dimostra che l’eredità dei grandi Adams, ha reso celebre Herrmann, mentre non è andata perduta. GB

Le saghe di Alien e Predator mescolano il carattere alla partitura. Apatica ed incolore, la loro repertorio di incubi e nefandezze in una colonna sonora alterna paesaggi sinfonici che pellicola tanto voluta dai produttori di Hollywood si vorrebbero solenni e spirituali, fortemente (che hanno corteggiato per anni la versione a debitori però dalle musiche horror di fumetti) quanto temuta dai cultori dei film capo- Christopher Young (“Main Theme”, “Southern stipite. Harald Kloser, incaricato di comporne le Lights”, “The Pyramid”) ad episodi d’azione rit- musiche, sembra intimidito dal retaggio di auto- mati e cacofonici (“Dark World”, “Alien Fight”), revoli commenti musicali dei film precedenti: in cui il sovrapporsi di percussioni affannose, avanguardistici e spaventosi quelli di scopertamente rumoristiche, riprese dal sound Goldsmith, Horner, Goldenthal e Frizzel per il di Zimmer e Rabin, riduce il contributo sinfoni- Harald Kloser ciclo dell’alieno parassitario di Giger, sincopati co (strappi degli archi, blaterio degli ottoni, invo- ed esotici quelli di Silvestri per l’invisibile cac- cazioni del coro) a mero fondale sonoro, in Alien Vs. Predator (id. - 2004) ciatore di teste umane. Nell’atteso faccia a fac- competizione con le ridondanti presenze elet- Varèse Sarabande 302 066 605 2 cia di Alieni contro Predatori, Kloser non riesce troniche. Ci si poteva attendere di meglio, ma la 18 brani - Durata: 47’20” a trovare uno spirito musicale adeguato, accu- materia avrebbe richiesto una personalità arti- mula sonorità ben note al cinema d’azione con- stica che, al momento, Kloser non sembra pos- temporaneo senza una struttura che attribuisca sedere. GB recensioni 37

Veramente una gradita riconferma del prorom- Kamen, Shearmur dimostra ottemperanza alla pente talento di Edward Shearmur questo Sky lezione del compianto newyorkese nella pulizia Captain and the World of Tomorrow. orchestrale e nelle frenetiche scritture per archi Confermando le apprezzabili doti orchestrali rin- (“Calling Sky Captain”, “The Flying Wings tracciate nel frenetico Johnny English, il giovane Attack”), anche se, in definitiva, lo spirito delle compositore di K-Pax allaccia alla prima regia di numerose, valenti pagine d’azione (“Dynamite”, Kerry Conran – luccicante omaggio CGI ai serial “Totenkopf’s Ark” – dove affiora il riempitivo inter- avventurosi degli anni ’30 – un commento pre- vento corale) e delle limitate riflessioni melodiche stante e vorticoso, dove i ponderosi riferimenti alla (“An Aquatic Escape”) è tutto da attribuire alla vin- tradizione musicale di William Lava e Ron colante lezione musicale di Indiana Jones. Goodwin, così come alle affini incursioni nel gene- Questa categorica immersione nei territori william- Edward Shearmur re di contemporanei come Horner, non potrebbe- siani favorisce in più occasioni l’impressione di un Sky Captain and the ro risultare più congeniali e dovuti. Rimanda infat- compito ben svolto, dove l’impronta autoriale evi- ti proprio al Rocketeer horneriano l’imperante dente in Monte Cristo e Reign of Fire raramente World of Tomorrow tema principale (“The World of Tomorrow”, “Back riesce ad imporsi (“Flight to Nepal”, “Finding (id - 2004) to Earth”), schietta esclamazione eroica affidata Frankie”). Ma è certo un compito svolto ai più alti Sony Classical SK 92932 allo slancio trombettistico della London livelli, che ancora una volta assicura Shearmur 18 brani – Durata: 58’27” Metropolitan Orchestra. Tastierista per Michael alla rosa dei più promettenti newcomers. GT

Hans Florian Zimmer, dopo varie nomination e Quindi niente di nuovo all’orizzonte per questo l’Oscar vinto con la colonna sonora de Il re leone King Arthur, in cui l’autore tedesco sfodera tutte le (1994), senza contare i Golden Globe per Il gla- sue armi compositive convenzionali, come l’uso diatore (2000) e per il summenzionato film d’ani- massiccio, muscolare dell’orchestra, diretta dal mazione della Disney, sembra essersi arenato nei suo protetto Nick Glennie-Smith (qui nella veste, territori del blockbuster fracassone e privo di una insieme all’altro fido galoppino Rupert Gregson- solida sceneggiatura che renda il film qualcosa di Williams, di compositore addizionale), e tutti gli più che un semplice polpettone d’azione (vedi strumenti etnici e celtici che si possono immagina- The Rock, Allarme rosso e Pearl Harbor), consi- re, considerata l’ambientazione storica del film: derato che i promettenti inizi di carriera come addi- duduk, cornamuse e violini irlandesi in prima fila! tional composer al servizio di Stanley Myers, ave- L’unico motivo d’interesse in tanta desolazione Hans Zimmer vano fatto sperare ben altro. Le sue composizioni musicale è la bella canzone “Tell Me Now (What King Arthur (id - 2004) per pellicole come A spasso con Daisy (1989), You See)”, tema portante della soundtrack, con la Two Deaths (1995) e La sottile linea rossa (1998) sospirante performance di Moya Brennan, cele- Hollywood Records 5050467-4664-2-5 sono da lodare, ma le ultime incursioni cinemusi- bre voce solista del gruppo irlandese Clannad, 7 brani (6 di commenti e 1 canzone) cali, compreso L’ultimo samurai (2004), lasciano quest’ultimo responsabile di alcune interessanti Durata: 57’48” ad un attento ascolto una sensazione di déjà colonne sonore new age, tra cui quella per la serie entendu, tipica di molti recenti lavori horneriani. televisiva del 1984 Robin Hood. MP

Dopo le torbide fiumane roboanti degli mai stato amante del citazionismo, ma il lavo- Uomini straordinari, l’inglese Trevor Jones - in ro di questo compositore mostra da par suo un un periodo particolarmente prolifico a cavallo tale “rispetto” per i modelli, un tale irrefrenabile di imponenti produzioni televisive e lavori per il senso del ritmo e del contrappunto (più che grande schermo - si concede un vero e proprio smaglianti le sue orchestrazioni) e, soprattutto, divertissement, per questa nuova trasposizio- un palpabile amore per la London Symphony ne disneyana del capolavoro di Jules Verne Orchestra (qui in una performance quasi mira- (ulteriore tentativo di rinfrescare la carriera di colosa, per quanto siamo ormai abituati all’ec- un appassito Jackie Chan), giocando sapien- cellenza) che il risultato è un divertentissimo temente con i luoghi comuni della letteratura patchwork di generi (fisarmoniche e can-can musicale avventurosa. Jones giunge fino alla per le scene francesi, uno struggente tema Trevor Jones citazione letterale (al limite del plagio) di diver- d’amore in stile orientale, pianoforti scordati Around the World in 80 si passaggi (tra gli altri) di quell’Hook - Capitan per il West, ecc.) che riesce a fare di necessi- Days (Il giro del mondo... - 2004) Uncino di John Williams che, per tanta parte tà virtù. Tralasciando le tre inutili canzoncine Walt Disney Records 61103-7 degli appassionati di musica da film, rimane il pop, forse per una pellicola del genere non si 15 brani (3 canzoni) paradigma dell’action score. Chi scrive non è poteva chiedere di più. PR Durata: 58’11”

Carter Burwell non è un compositore al quale con il Tiomkin per il film di John Wayne (La bat- piacciono le strade facili del commento musica- taglia di Alamo, 1960), il compositore sembra le. Il musicista prediletto dai geniali fratelli Coen interessato all’aspetto intimamente folkloristico è infatti autore colto, sensibile e profondo, che della vicenda, dominato da traditional messicani crede nel primato “verticale” della musica cine- (“La Zandunga”), pagine country e bluegrass matografica, preferendo approcci abbastanza (“Listen to the Mockingbird Sing”), fino alle matri- lontani da quelli classicamente imposti dall’indu- ci popolari d’ispirazione celtica (“Flesh and stria cinemusicale hollywoodiana. Può quindi Honor”). L’approccio di Burwell è autentico e non stupire un po’ vederlo al servizio di una pellicola si limita a semplici pennellate di colore orchestra- hollywoodiana fino al midollo (produce Ron le, instillando questi elementi quasi in filigrana Howard per la Disney) come è Alamo, sebbene nel corso della composizione e intelaiandoli con Carter Burwell il compositore non disdegni – tra un film dei sapienza nella tessitura della partitura (“The Last The Alamo Coen e uno di David Mamet – occasionali pun- Night”, “Deguello de Crockett”). Anche le pagine (Alamo, gli ultimi eroi - 2004) tate nel cinema di cassetta (Ipotesi di complotto, più massicce (le sei parti di “The Battle of the Hollywood Records 5050467-2746-2-4 La figlia del generale). Ancora una volta, Burwell Alamo”) sono distanti, per sensibilità e stilemi, 26 brani - Durata: 55'44" predilige un commento musicale “filologicamen- dalla grandeur sinfonica hollywoodiana: Burwell te corretto”, evitando accuratamente qualsiasi lavora di mezzi toni e sfumature, dando un tipo di magniloquenza sinfonica o di pesantezza senso di incombenza opprimente e fatale (“The orchestrale. Forse anche per evitare paragoni Death of Crockett”, “Runaway Scrape”). MC 38 recensioni

Michael Mann ha sempre dimostrato profonda Davis, “Destino de Abril” dei The Green Car Motel comprensione per i bisogni musicali delle proprie e i Calexico di “Güero Canelo”). Il commento ori- produzioni televisive (si pensi alle vetrina pop alle- ginale si avvale degli adeguati interventi di James stita per Miami Vice) e delle personalissime regie Newton Howard, Tom Rothrock (“Briefcase”, cinematografiche. Nel suo recente Collateral, è “Rollin’Crumblin’”) e Antonio Pinto (“Car Crash”, ancora tangibile l’attenzione alla contemporaneità “Requiem”). Howard, in una rigenerante pausa sonora: trascinanti hit come “The Seed” dei The dall’impegno sinfonico degli ultimi anni, risponde Roots e “Ready Steady Go” di Oakenfold si rive- aspramente martellante (“Max Steals Briefcase”, lano calzanti alla sceneggiatura di Stuart Beattie. “Vincent Hops Train”) e debitamente rarefatto Ma l’atmosfera post-moderna della pellicola è for- (“Island Limos”) al notturno scenario urbano. Il suo James Newton Howard / AV temente sottolineata anche dai discreti interventi risolutivo “Finale”, con lo sciogliersi della chitarra degli Audioslave (“Shadow on the Sun”) e di elettrica, richiama direttamente al rockeggiante Collateral (id – 2004) Groove Armada (“Hands of Time”), mentre il cor- congedo dei Tangerine Dream da Thief (primo Hip-O Records B000325902 poso repertorio di matrice ispanica ben si presta lungometraggio di Mann), a dimostrazione di 16 brani (10 canzoni + 6 di commento) ad incorniciare il meltin’ pot di una Los Angeles quanto precisa e coerente continui ad essere Durata: 52’05” sempre più multirazziale (“Spanish Key” di Miles l’estetica audiovisiva del regista di Heat. GT

La musica per il cinema d’azione, dopo un conico tema d’amore (“Funeral Pyre”), il nevra- periodo ripetitivo e incolore, ritrova finalmente stenico tema d’azione (una semplice ma ipnotica autori dalla forte personalità e dal tratto inconfon- litania discendente), sottoposti ad ogni genere di dibile. Tra questi John Powell, che torna ad occu- manipolazione, nei momenti più ansiosi diventa- parsi delle vicissitudini di uno dei più realistici no fondamenta di prepotenti meccanismi ritmici. agenti segreti mai visti al cinema, Jason Bourne, “The Drop”, “To the Roof” e “Berlin Foot Chase” smemorato super assassino che cerca invano di sono ottime palestre in cui riscaldare il nostro lasciarsi alle spalle uno scomodo passato di effe- coinvolgimento emotivo, pronti per l’esplosione ratezze. Nel secondo episodio la regia innovativa della massa critica nel conclusivo “Bim Bam e glaciale di Paul Greengrass trova un fibrillante Smash”, eloquente azimuth sonoro che raccon- John Powell alleato nel dinamismo musicale di Powell, che ta, sotto vuoto spinto, uno strabiliante insegui- The Bourne Supremacy riprende, senza noia, le tematiche e la timbrica mento automobilistico in Mosca. Chitarre e batte- (id. – 2004) del film iniziale. Grazie ad un’incisione di inegua- rie preparano l’ingresso dell’orchestra per l’ecci- gliabile nitore, l’orchestra tradizionale non resta tante deflagrazione finale. Chiude il CD la canzo- Varèse Sarabande 302 066 592 2 sepolta dalle componenti rock che la implemen- ne di Moby “Extreme Ways”, che si armonizza a 13 brani - Durata: 48’19” tano: batterie, chitarre elettriche, tastiere. Il malin- meraviglia con il sound di Powell. GB

Quale poteva essere il miglior modo per rac- Kline e Judd, oltre ad altri interpreti del film, fanno contare la vita e la musica del leggendario com- la loro bella figura eseguendo classici quali “Night positore americano Cole Porter, se non quello di and Day”, “Easy to Love”, “True Love”, “In the Still rispolverarne le memorabili canzoni? Nella pelli- of the Night”, “Be a Clown”, in maniera impecca- cola diretta da Irwin Winkler e interpretata da bile e con una voce sempre pronta a dare quel Kevin Kline, nella parte di Porter, e Ashley Judd, tocco d’ironia e finezza che non guasta in un nel ruolo della moglie e musa ispiratrice Linda, musical del genere. Logicamente la parte del l’aspetto più importante sono le note canzoni che leone è rappresentata dalle ottime performance hanno fatto la storia del musical. E la cosa ancor vocali dei ben più noti cantanti pop e dalla loro più apprezzabile è stata la decisione dei produt- classe di interpreti. Basti ascoltare la sensualità Cole Porter tori del film di affidare la performance di tali indi- jazzistica della Krall con “Just One of Those De-Lovely (id. – 2004) menticabili brani alle maggiori star del pop odier- Things”, la swingante perfezione di Robbie no, presenti anche nella pellicola nella loro veste Williams in “It’s De-lovely”, il latineggiante duetto Columbia/Sony Music Soundtrax abituale di cantanti. Nomi quali Alanis Morissette, della Fabian con il cantante lirico Frangoulis in 517334 2 Robbie Williams, Mick Hucknall dei Simply Red, “So in Love”, la soffice leggiadria canora della 19 brani – Durata: 60’02” Sheryl Crow, Elvis Costello, Natalie Cole, Diana Cole in “Ev’ry Time We Say Goodbye” e la vigo- Krall, Lemar, Vivian Green e Lara Fabian & Mario rosa possanza della Morissette in “Let’s Do It Frangoulis. Ma non solo questi, perché anche (Let’s Fall in Love)”. MP

Autore molto attivo in televisione (ha pure mostra di sé in pezzi quali “Follow the Flower”, vinto un Emmy Award per la colonna sonora “I Broke My Heart in San Francisco” e “The Old della serie Buffy con Sarah Michelle Gellar), Man With the Flowers”, in cui chitarre, archi e Christophe Beck ha composto e prodotto le piano vengono infine affiancati dall’orchestra al musiche di questa commedia sentimentale i cui completo (diretta da Mike Nowak) che irrompe protagonisti sono la sexy Diane Lane e il di lei con ariosa generosità. In “Roma” si parte con un spasimante Raoul Bova, recentemente espor- pizzicato d’archi per poi finire con una gioiosa tato in USA per il film Alien vs Predator. Data esplosione di tutta l’orchestra. “Blue Umbrellas” l’ambientazione italiana della pellicola, la partitu- ci accompagna dolcemente tra le gocce di una ra si prende la briga di fare l’occhiolino allo stile pioggia rasserenante; “What American Women Christophe Beck musicale nostrano attraverso spruzzatine melo- Say” trasporta le parole d’amore di una donna Under the Tuscan Sun diche rotiane. Sono anche presi in prestito gli al nostro cuore; “Katherine’s Fountain” rilassa accenni armonici del Thomas Newman più con quel violino suadente e il temino rotiano che (Sotto il sole della Toscana – 2003) distensivo (ad esempio Gli anni dei ricordi e Vi prende corpo con dolcezza. Un CD di piacevo- Hollywood Records 5050467-0657-2-7 presento Joe Black). Il tema alla Nino Rota fa lissimo ascolto, delicato e ideale per il relax 30 brani – Durata: 48’11” capolino nei brani “Ice Cream”, “Wish you Were dopo una giornata di lavoro stressante. Unica Here” e “Ode to San Lorenzo” dove imperano nota dolente, la brevità di molti brani, che non mandolino, fisarmonica, piano e clarinetto, permette di godere appieno dell’intensità di mentre le sonorità newmaniane fanno bella alcune pagine musicali. MP recensioni 39

Emozionante. dell’animo dei personaggi. Questo l’unico aggettivo spendibile per Napoli firma 19 brani ad alto tasso inquadrare la partitura che accompagna, emozionale, utilizzando il pianoforte e la come un genitore premuroso il proprio chitarra in maniera continuativa e insistita pargolo, la pellicola di Daniele Gaglianone, quasi a voler far risaltare la lievità delle sue recentemente presentata al Festival del creazioni (“Il disegno di Alessandro”, Cinema di Venezia. “Lorenzo”), e inserendo a sorpresa degli I brani, dolci, delicati ma non per questo spot in stile ska (“Solo uno”) e rock (“Tema di privi di un ritmo serrato e di intensità, si Ferdi”) che costituiscono un piacevole e contrappongo in maniera stridente allo ritmato diversivo al trend della soundtrack. stralunato scenario in cui vivono e soffrono i Completano il quadro due canzoni: “Non Giuseppe Napoli due protagonisti del film, una città industria- posso accettare” di Luigi Salerno e la Nemmeno il destino (2004) le in decadenza, tra cantieri aperti, macerie celeberrima “Nessuno”, qui interpretata da Radiofandango RF 0013 e gru, affogati in un senso di smantellamen- Petra Magoni & Ferruccio Spinetti, che 21 brani (19 di commento + 2 canzoni) to che non è solo quello reale della metropo- propongono una versione atipica e Durata: 68’31’’ li ma anche e soprattutto quello metaforico intrigante. ACh

Pianoforte in tutte le salse per Purtroppo, accanto a tracce di ottima l’accompagnamento di Mariani al film di fattura ci sono alcune piccole cadute di stile Coalizzi, una delle tante pellicole italiane come i brani centrali della soundtrack, che riescono difficilmente a trovare la via decisamente banali e drammaticamente delle sale. poco ispirati, che faticano molto ad Fin dall’incipit, che ricorda vagamente assumere una veste diversa da quella di l’arrangiamento di “Se telefonando”, Mariani mero brano d’accompagnamento. propone una partitura che ammicca a temi Molto gradevole la canzone di Marina Rei lounge e che, specie nei primi venti minuti, si (cantata in inglese), qui perfettamente a suo appropria immediatamente di un’identità agio in una traccia onirica e sognante che precisa che prescinde dalla visione del film. ben si adatta al suo particolarissimo timbro Roberto Mariani Alcuni brani, ipnotici e magnetici come “Lost vocale. In definitiva, una soundtrack breve Fino a farti male (2004) in Love” e “The Suit Case” conferiscono alla ma intensa che, a differenza del film, Film Dedalus/Bmg Ricordi 82876627622 colonna sonora un aspetto Oldfieldiano, in arrivato e scomparso dalle sale, lascia una 14 brani (13 di commento + 1 canzone) bilico tra sonorità elettroniche e più traccia (e non solo nel lettore CD…). Durata: 42’09’’ tradizionali richiami a sonorità new age. ACh

Paolo Virzì si riconferma abile nel titubanti di pianoforte, contrabbasso, confezionare commedie come questa, in cui clarinetto, violini e chitarre (“Rossi Chalet”). s’intravede il piacere del narrare con le Il pot-pourri di questa compilation immagini, mentre il commento sonoro, continua con incursioni psichedeliche che affidato a Carlo Virzì, ripercorre con non ispirano locali fumosi e volti storditi (“Opium pochi sbandamenti la sceneggiatura del film. and Speed”), canzoni dall’allure tipica degli anni ’70 nostrani (“Amore nei ricordi”), ritmi Per il percorso di crescita di Caterina, fortemente acidi (“No Hell for My Friends”) e adolescente di provincia che si trasferisce dulcis in fundo arie operistiche (“Coro dei con la famiglia nella capitale, Virzì ha Servi” di G. Donizzetti). tessuto una partitura per fiabe metropolitane Carlo Virzì alternando e amalgamando romantiche Quello che ne sortisce è un ascolto musiche da ballo di fine anno made in USA piacevolmente incoerente, che ha nella Caterina va in città (2003) (“Kill Someone” adatta anche per i titoli di varietà la sua carta vincente… un po’ come Minus Habens Records MHSCOO3 coda), a temi freschi vagamente naïf dal cambiar continuamente stazione radio in 22 brani (17 di commento + 5 canzoni) ritornello accattivante (“Non in nome mio”), a cerca di qualcosa di diverso, ma comunque Durata: 50’39’’ tracce in cui traspaiono pennellate pigre e bello. BZ

Dice Paolo Sorrentino: “Io scrivo con la scene sullo schermo è totale; tuttavia la musica e la maggior parte delle scene è gradevolezza dell’insieme rende la colonna nata già in sceneggiatura con questa sonora perfetta anche per un ascolto in partitura musicale in sottofondo”. solitaria, durante il quale poter apprezzare i Questa frase già dimostra con epifanica contrappunti elettronici di Pasquale chiarezza la portata e l’importanza del tema Catalano che fanno da contraltare alla di accompagnamento musicale alla base magia di brani quali “Scary World Theory” e dell’ultima opera del regista. Ascoltando la “Saturn Nine” di Lali Puma, brani intensi ed soundtrack per l’autore napoletano, non si emozionanti, e ad interpretazioni raffinate può non utilizzare la definizione di “viaggio come quella di Ornella Vanoni in “Rossetto e Pasquale Catalano sonoro”. Cioccolata”. Viaggio impervio e difficile, una strada Le conseguenze con molti picchi aspri e poche dolci discese, In definitiva, la partitura de Le dell’amore (2004) ma appagante e sempre gradevole nel suo conseguenze dell’amore merita, come il film Radiofandango / Warner Music proporsi come minimale ma allo stesso del resto, più di un ascolto ed è da 16 brani (12 canzoni + 4 di commento) tempo ambizioso. considerasi come un must assoluto per gli Durata: 68’01’’ Come afferma lo stesso regista, l’aderen- appassionati melomani e non solo. za della base e delle canzoni presenti alle ACh 40 recensioni

Dopo l’Oscar per il miglior documentario e mista di “Bush Waits… and Waits”), con riferi- il César (il famoso premio francese) per il menti alle sonorità di Philip Glass per i docu- miglior film del 2003 vinti con Bowling a mentari di Godfrey Reggio, che ci fiondano in Colombine (id., 2002), Michael Moore ha fatto maniera decisa tra le immagini provocatorie, di nuovo centro quest’anno a Cannes con la cruente, ironiche e amare del film. A questi si Palma d’Oro assegnata al contestato docu- contrappongono i sinfonismi del “Cantus in mentario di denuncia contro l’attuale governo Memory of Benjamin Britten, for String Bush, Fahrenheit 9/11, di cui recensiamo l’in- Orchestra & Bell” (una drammatica ascensio- trigante e piacevole colonna sonora. Che si ne degli archi in ricordo della strage dell’11 presenta ricca di evergreen pop & rock degli settembre) e il tema che è diventato l’icona Jeff Gibbs / AA.VV. anni ’70 e ’80, tra le quali “Shiny Happy musicale western per eccellenza: “The People” dei R.E.M., “Cocaine” di J. J. Cale, Magnificent Seven Theme”, del compianto Fahrenheit 9/11 (id – 2004) “We Gotta Get Out of This Place” di Eric Elmer Bernstein, che raffigura una vignetta Warner Bros / Rhino 8122-78434-2 Burdon e “Aqualung” di Jethro Tull. Il CD con- sarcastica dei grandi politicanti della terra: 16 brani (8 di commento + 8 canzoni) tiene anche le musiche originali eseguite da davvero esilarante! Ma la chicca assoluta è Durata: 60’51” Jeff Gibbs, già collaboratore del filmaker, poli- “Theme from ‘Greatest American Hero’ tico e giornalista Moore per la citata pellicola (Believe It Or Not)” che nel 1981 arrivò ai primi premio Oscar: brani minimalisti (gli incessanti posti delle classifiche americane, cantato da ostinati di “Weapons of Deceit” e “All They Joey Scarbury e composto da Mike Post per il Ask”, lo psichedelico “Deserter” e il piano inti- mitico telefilm Ralph Supermaxieroe. MP

E’ raro vedere così tanti artisti coinvolti in dall’onnipresente Justin Timberlake, degne un progetto comune: lungi da noi dare una di nota sono sicuramente “Chines of qualsiasi valutazione politica all’evento, ma Freedom” del Boss, in una emozionante il fatto che calibri come Springsteen, Pearl versione live, “With God on Our Side” di Jam, Bob Dylan abbiano deciso di Dylan, “Know Your Rights” dei compianti sostenere il film di Moore, è segno che qual- Clash e la frenetica “Boom!” dei System of a cosa nel rapporto cinema-politica-musica Down. sta cambiando, negli Stati Uniti. Moore, sempre efficace nello scegliere i A noi interessa solo il terzo aspetto e la pezzi a corredo dei suoi film, ed anche compilation di canzoni a supporto di produttore esecutivo di questa compilation, AA.VV. Fahrenheit 9/11 propone pezzi rock e pop di si dimostra ottimo assemblatore di brani e Songs And Artists grande successo e facile presa. Accanto a grande intenditore di musica. That Inspired hit commerciali come “Where Is The Tutti i pezzi sono legati assieme da un filo Love?”, pezzo che ha lanciato nell’olimpo rosso che conduce ad un unico messaggio: Fahrenheit 9/11 (2004) dello star system i Black Eyed Peas (gruppo basta con la guerra e con Bush. Epic/Sony Music EPC 518700 2 peraltro eccellente), qui accompagnati ACh 14 canzoni – Durata: 65’11’’ Arriva alla fine anche in Italia uno dei come Notorius e Love Will Tears Us Apart). primi cult movie del nuovo millennio, molto Le tastiere, con intrusioni di voce femminile discusso nei forum di Internet, dove anche solista, rivangano un sound che a tratti fa gli appassionati italiani di cinema fantastico, pensare ai Tangerine Dream. Andrews intes- ancora prima di vederlo, sono stati sedotti se un’incerta scenografia onirica, perfetto dal fascino del messaggio iniziatico conte- proscenio per il percorso allucinatorio del nuto in questa pellicola curiosa ed eversiva. giovane Donnie. Ascolto difficile, che proprio Vedere oggi questo caotico apologo sul come il film non va affrontato con troppa leg- destino dell’umanità, raccontato attraverso i gerezza, il disco propone valzer post moder- sogni apocalittici (e soprattutto gli incubi) di ni (“Liquid Spear”), cantilene tristi e mania- Michael Andrews un solo, triste ed angosciato figlio del 2001, cali (“Did You Know Him?”, la canzone “Mad fa sembrare, per paradosso, di essere diret- World”), meditazioni sospese (“Tangent Donnie Darko (id. – 2001) ti protagonisti di uno dei balzi temporali che Universe”) e dà il meglio di sé nelle cadenze Sanctuary SANPR251 si ipotizzano nell’originale racconto di urgenti e metalliche con cui si sottolinea il 18 brani - Durata: 31’34” Richard Kelly. Lo score elettronico di riapparire dell’incubo ricorrente di Donnie, il Michael Andrews è disponibile in versione profetico coniglio gigante e il suo spavento- singolo o doppio CD (quest’ultimo con un so messaggio di morte (“Manipulated disco di sole canzoni, tra cui hit degli ’80 Living”, “Slipping Away”). GB

Musica come panacea dei corpi. Il mira- rello, bouzouki, tamborra e un quartetto d’ar- colo, terzo film del leccese Winspeare, ha chi straordinario conducono in terre lontane. come protagonista un dodicenne che, risve- Ritmi dagli accenti gitani, persi in echi orien- gliatosi dal coma dopo un incidente, si con- taleggianti (“Golfo ionico”), si alternano ad vince di poter guarire le persone. Magia, reli- atmosfere più curiose tra cui spicca “Tempu gione, superstizione si mescolano in un’at- veru”. In questo brano lamenti spettrali si mosfera propizia a raccontare i movimenti intersecano su un impianto malinconico in dell’anima. cui fa capolino un agitato ritmo tribale (tam- Donatello Pisanello e Cinzia Marzo confe- burello, tamborra, triangolo), alleggerito da zionano un CD ricco di suggestioni musicali. un violoncello che dopo poco scompare. Poi Donatello Pisanello, La voce della Marzo avvolge e incanta, con- arriva la virata nel folklore partenopeo rivisi- Cinzia Marzo ferendo ai vari brani un’atmosfera iniziatica, tato in tono ieratico (“Menevò”). Il miracolo (2003) a tratti mistica. Sussulti onirici di mugolii Musica carica di sonorità sospese e Minus Habens Records MHSCOO2 vagamente gerradiani trascinano in un giro- vocalismi eterei. Un lavoro ispirato, dai toni 7 brani (4 di commento + 3 canzoni) tondo di emozioni, sospese in un fiato che drammatici e fortemente evocativi, ideale Durata: 47’13’’ arrendevolmente si esaurisce (“Miracolo”). per assecondare i moti dell’animo quando Spiccano brani incalzanti in cui voce, tambu- l’ansia incombe. BZ grandi classici 41

È il primo album postumo nella storia della conto dalle discontinuità narrative che ne sner- produzione discografica dedicata a Jerry vano l’impatto. Neanche Goldsmith, con il suo Goldsmith. Douglass Fake, fondatore vibrante multitasking sonoro, diviso tra ballate dell’Intrada, amico e sincero ammiratore del mariachi e chitarre elettriche, risolleva la pelli- musicista, cura quest’edizione definitiva di cola dalla sua mediocrità. Depurata dalle Bandolero!, doveroso tributo al genio scompar- immagini, questa versione finalmente completa so, il cui ascolto rinnova per forza il cordoglio di della partitura guadagna interesse. La impre- quest’estate. La qualità eclettica dell’opera di ziosisce un missaggio sonoro cristallino, che Goldsmith, ben evidenziata in queste pagine esalta la strumentazione “di contorno”, sorpren- briose, dove il virtuosismo avanguardistico si dentemente esotica e moderna, che si amalga- mescola a episodi di malinconico folclore, ma alla perfezione con gli strumenti sinfonici Jerry Goldsmith accentua la consapevolezza della gravità della classici. I due temi principali sono protagonisti Bandolero! (id. – 1968) perdita. Il film western Bandolero! è un imper- delle ben note acrobazie espositive di Intrada Special Collection Vol. 16 fetto melodramma datato 1968, che anticipa Goldsmith, mentre non sfuggono alcune escur- 27 brani - Durata: 75’48” situazioni del più famoso Mucchio selvaggio di sioni nelle singolarità sonore che renderanno (Nuova edizione completa / Durata: 44’13” Peckinpah. Le star coinvolte (James Stewart, celebre l’imminente Pianeta delle scimmie. Un + Demo tracks / Durata: 3’30” + Versione con missaggio Dean Martin, Raquel Welch) non salvano il rac- tributo doveroso, ma che intristisce. GB originario / Durata: 27’55”) La base lunare Alpha, con i suoi 311 soprav- telefilm), Alan Willis, Harry Sosnik, Robert Farnon vissuti alla tremenda esplosione nucleare che ha e altri. Ogni episodio viene rievocato dallo score portato la Luna a uscire dall’orbita terrestre, vaga corrispondente, ridotto in forma di suite. Alcune di nello spazio infinito, in balia di mille creature alie- queste sequenze sono di lunga durata, e a far da ne, alla ricerca di un pianeta abitabile: questo in collante è il famoso tema dei titoli di testa e di sintesi il plot di una delle serie fantascientifiche coda della serie, proposto anche nelle versioni più famose della TV, costituita da 48 episodi. La alternativa ed estesa. A farla da padrone sono le Silva Screen ha raccolto in un singolo CD le drammatiche e intense composizioni grayane, musiche originali di ben 11 puntate della prima con passaggi tematici che ricordano il John Barry stagione. Anche se nella custodia del disco viene dei primi 007 e il Miklòs Ròzsa dei kolossal stori- accreditato come autore e direttore delle musi- co-biblici: emblematiche, a questo riguardo, sono Barry Gray che soltanto il compositore Barry Gray, in realtà le tracks dalle puntate intitolate Breakaway Space: 1999 – Year 1 vi troviamo diversi contributi musicali di autori più (“Separazione”) e Black Sun (“Sole nero”). Non (Spazio 1999 –1975) o meno misconosciuti come Mike Hankinson (il mancano però anche spruzzate di progressive, suo brano, “Alien Attack (The Astronauts)”, pode- rock, lounge, classica e pop in molti dei 28 brani Silva Screen FILMCD 608 roso e frenetico, con quell’uso araldico degli otto- incisi. Nel ricco libretto accompagnatorio potrete, 28 brani – Durata: 79’39” ni, è il migliore di tutto il CD), Giampiero fra l’altro, leggere la terza parte della biografia di Boneschi, Vic Elms (che condivide, insieme a Barry Gray (le prime due le trovate nei volumi 1 Gray, la paternità della celebre sigla pop-rock del e 2 dei CD di Thunderbirds). MP

La partitura di Cherry 2000 è famosa tra i to di questo banale western-fantasy interpreta- collezionisti di film music soprattutto per essere to da una giovane e baldanzosa Melanie stato il primissimo titolo, ormai ultra-esaurito, Griffith, con un risultato decisamente simpatico della collana Club della Varèse Sarabande. La e accattivante, nonostante la povertà dei mezzi ristampa curata dalla Prometheus è dunque orchestrali offerti dall’appannata esecuzione benvenuta perché recupera una musica ormai dell’orchestra ungherese. solo vagheggiata, arricchendola di alcuni epi- Il CD si completa con la ristampa dello sodi inediti. score tutto elettronico di La fine del gioco, thril- L’opera in sé è fragile. Ma la possibilità di ria- ler urbano interpretato da Charlie Sheen e D. scoltare il brillante entusiasmo e il dinamismo B. Sweeney. Il primo è un fascinoso ladro d’au- leggero ed elettrico che la animano suscita rin- to, il secondo un imbambolato poliziotto che gli Basil Poledouris novato apprezzamento per un autore al dà la caccia e che, a lungo andare, rimane Cherry 2000 / No Man’s momento inspiegabilmente inattivo. La chiave affascinato dallo stile furfantesco della sua di ascolto ci viene offerta dallo stesso preda. Il commento musicale di Poledouris è Land (Bambola meccanica mod. Cherry Poledouris, che si riferisce a Cherry 2000 qua- vibrante e appropriato nelle parti d’azione, più 2000, 1987 / La fine del gioco, 1987) lificandola come musica “delle 3 M”, ovvero monocorde nelle parti drammatiche, in cui i Prometheus PCD 155 Mozart, Morricone e Moroder. Sono proprio suoni sintetizzati banalizzano le potenzialità 40 brani - Durata: 77'21" questi i referenti stilistici utilizzati per il commen- del tratto melodico. GB

Per meglio apprezzare l’ascolto di questa Forse per allontanare il sospetto di ripetitività, imponente partitura sinfonica, impregnata del l’approccio del compositore è più orientato ad poderoso e sanguigno lirismo, della grinta un lirismo nostalgico, che comunichi sensazio- epica e dell’estro sentimentale che hanno reso ni di perdita e desiderio di riscatto. Lo stesso inconfondibile lo stile di Basil Poledouris, è pre- Poledouris chiama in causa le raffigurazioni feribile dimenticare la fonte televisiva che l’ha della “terra americana” tramandate nella musi- ispirata. Concepito per celebrare gli intramonta- ca di Aaron Copland. L’opera complessiva è bili principi che animano lo spirito americano, il vastissima: sono state incise oltre otto ore di torrenziale sceneggiato televisivo Amerika suono piacevole! Stupisce che sia rimasto ine- diretto da Donald Wrye si è inventato l’occupa- dito fino ad oggi un lavoro così variegato e zione sovietica dell’intero territorio degli Stati appassionante. Il lodevole prodotto della Basil Poledouris Uniti, occasione per un melodrammatico rac- Prometheus recupera dall’oblìo solo una picco- Amerika (id. – 1987) conto di famiglie divise, di eroici conflitti interni, la parte dell’opera, ma fornisce una bella scelta Prometheus PCR 519 di una ribellione clandestina all’odiosa domina- di momenti alti. Unico, piccolo rimprovero 25 brani - Durata: 75’39” zione. Poledouris si ritrova coinvolto con una all’etichetta, di non saper proporre i suoi titoli variante del plot di Alba Rossa, che aveva migliori con una veste editoriale che sia più musicato anni prima per l’amico John Milius. appropriata ed accattivante. GB 42 grandi classici

La colonna sonora scritta da John Barry per sicuramente “The John Dunbar Theme” e “Two Balla coi lupi (Dances with Wolves, 1990) di Socks/The Wolf Theme”), e la cornice musicale Kevin Costner è entrata molto velocemente nel delle sequenze più importanti è sempre diversa novero dei massimi conseguimenti del composi- ed originale: basti ascoltare “Journey to Fort tore inglese e della storia della musica da film tout Sedgewick”, “Pawnee Attack” o “Rescue of court. Stilisticamente imparentata all’altrettanto Dances With Wolves”. Questa nuova edizione celebre partitura vergata da Barry per La mia rimasterizzata ed estesa della colonna sonora Africa (Out of Africa, 1985), Balla coi lupi è un originale di Balla coi lupi era uno fra i dischi più classico esempio dello stile epico e romantico di attesi dagli appassionati di mezzo mondo che ora questo musicista, costruito su amplissime cam- possono finalmente godersi nella sua completez- John Barry pate melodiche affidate al timbro caldo e pastoso za l’iniziale “Looks Like a Suicide” o la versione fil- Dances With Wolves degli archi e dei legni, cui rispondono, solenni e mica di “The Buffalo Hunt”. Purtroppo, contraria- (Balla coi lupi – 1990) maestosi, i corni. Ciò che differenzia questo mente a quanto viene sbandierato in copertina, Sony Music – Epic/Legacy EK 63555 score è però la straordinaria prodigalità di temi ed manca all’appello ancora un buon numero di invenzioni melodiche: tutti i personaggi principali segmenti musicali più o meno importanti: piccolo 22 brani + 2 bonus tracks – Durata: 75’46” beneficiano di un loro leitmotiv (i più celebri sono neo di un CD altrimenti perfetto. AC La genialità e l’unicità di John Barry risiedono legni e archi, colorata appena di accenni etnici soprattutto in un aspetto fondamentale, una attraverso l’uso di marimba e percussioni africa- qualità che ha sempre distinto la carriera di que- ne. Immancabile (come in ogni colonna sonora sto straordinario musicista: la semplicità. Le par- dei sixties) la versione cantata del tema principa- titure cinematografiche del compositore britanni- le, affidata in questo caso ai versi di Don Black e co sono state sempre graziate da questo tocco, alla voce di Matt Monro. Curioso poi notare qualcosa di cui molti autori contemporanei difet- come in questa partitura risiedano i primi accen- tano. Nata libera – partitura che valse al musici- ni di uno stile che Barry riutilizzerà, con più matu- sta ben due premi Oscar – è un esempio calzan- rità e sapienza, in pellicole come La mia africa te dell’approccio di Barry all’arte del film scoring: (1985) e Balla coi lupi (1990). La registrazione è John Barry un unico tema centrale (“Born Free”, un’ampia una rilettura fatta da Barry appositamente per Born Free melodia pastorale che ben descrive i grandi l’album originale pubblicato nel ’66 (a quanto (Nata libera – 1966) spazi della natura africana), modulato e variato pare i master delle sessioni effettuate per il film con gusto e sapienza a seconda delle circostan- sono stati smarriti o distrutti), che qui viene pub- Film Score Monthly Vol. 7 No. 10 ze e delle situazioni narrative. Barry sceglie di blicato per la prima volta su CD dai colleghi d’ol- 12 brani - Durata: 39’55” commentare il film con un tono leggero, gaio e treoceano di Film Score Monthly, rimasterizzato vivace (“Elsa at Play”, “Waiting for Joy”), quasi e arricchito da un corposo libretto accompagna- “disneyano”, contraddistinto da un’orchestrazio- torio a cura di Jon Burlingame, critico cinemusi- ne lucidissima che mette in risalto soprattutto cale del Los Angeles Times. MC Sebbene saldamente ancorate al sinfonismo Ford. La partitura è generosa soprattutto nella mitteleuropeo del tardo Ottocento, le partiture cura meticolosa dell’orchestrazione e nell’elabo- per il cinema di Franz Waxman sono sempre razione del materiale tematico, evidente soprat- attraversate – talvolta in filigrana, altre volte in tutto in un paio di numeri (“Hanging Scene” e maniera più vistosa – da sussulti e umori decisa- “The Villain’s Death”, ricchi inoltre di dissonanze mente più moderni e vicini alla sensibilità nove- e stilemi novecenteschi). Waxman riesce inoltre centesca, rendendo così il compositore uno dei a rimanere estraneo – salvo alcuni obbligati epi- più sfaccettati e complessi della cosiddetta sodi (“A New Territory”, “Osage Street Scene”) – Golden Age. Cimarron non fa eccezione in tal alla scrittura western coplandiana già allora senso, nonostante la bolsaggine e la pedanteria ampiamente saccheggiata dal cinema, preferen- Franz Waxman della pellicola diretta da Anthony Mann, al quale do colorare le sue pagine di influenze mitteleuro- Waxman regala una partitura molto ricca e com- pee e di un “fuoco” russo particolarmente acce- Cimarron (id. – 1960) plessa. La struttura episodica e lo scarso svilup- so (“The Land Rush”, una furiosa pagina piena Film Score Monthly Vol.7, N°11 po dei personaggi costrinsero il compositore a di ritmi dispari che commenta la celebre sequen- 22 brani - Durata: 79’37” costruire uno score incentrato soprattutto sul za – ripresa letteralmente in Cuori ribelli di Ron nobile e crepuscolare tema principale (“Main Howard – della gara per la conquista dei lotti ter- Title”), sottoposto a egregie ed efficaci modula- rieri). FSM pubblica la versione integrale dello zioni. Waxman introduce poi un bel tema, basa- score, rimasto fino ad oggi inedito, in una son- to su una melodia popolare tedesca, dedicato tuosa edizione che comprende i numerosi brani alla storia d’amore tra Maria Schell e Glenn scartati dal montaggio finale del film. MC Il nome di André Previn è sicuramente fra i colonne sonore scritte dal compositore tedesco più prestigiosi della Golden Age musicale di per due film di serie B della MGM: La pistola Hollywood. Ciò nonostante, molte fra le sue par- sepolta (The Fastest Gun Alive, 1956), un titure migliori sono legate a film oggi dimenticati western con Glenn Ford, e L’evaso di San e, della sua ormai conclusa carriera di musicista Quintino (House of Numbers, 1957), film carce- cinematografico (da alcuni decenni, Previn è un rario con Jack Palance, entrambi diretti da celebrato direttore d’orchestra, oltre che compo- Russell Rouse. Si tratta di composizioni che, sitore sinfonico e operistico), la critica preferisce specie nel secondo caso, surclassano i film per ricordare il ruolo di music director e arrangiatore i quali sono state create: moderne e ricche di in musical quali Baciami, Kate! (Kiss Me Kate!, inventiva, prive di molti dei cliché musicali tipici André Previn 1953), Gigi (id., 1958) e My Fair Lady (id., 1964). del cinema hollywoodiano di genere. Come nota The Fastest Gun Alive / Fra i suoi risultati più duraturi come autore di Jeff Eldridge nell’accurato libretto del CD, sono House of Numbers (La pistola musica da film, è perlomeno d’obbligo ricordare evidenti nella scrittura di Previn le influenze di sepolta – ’56 / L’evaso di San Quintino – ’57) Il figlio di Giuda (Elmer Gantry, 1960) e Lo stra- autori contemporanei quali Shostakovich, no mondo di Daisy Clover (Inside Daisy Clover, Hindemith, Bartók e Stravinksy. In definitiva, un Film Score Monthly Vol. 7 No. 7 1965). Questo nuovo disco edito da Film Score ottimo disco che ci sentiamo di raccomandare 15 brani: 37’36” + 10 brani: 38’35” Durata totale: 76’11” Monthly recupera le incisioni originali delle specialmente a collezionisti e appassionati. AC cult corner 43

Nuovo tributo della Cinevox allo Spaghetti- Trascinante è l’incedere di “Roy Colt” di Western, West Goes to Pop raccoglie 16 brani Piero Umiliani, dal film Roy Colt & Winchester tratti dai più noti film del genere, composti da Jack di Mario Bava: uno dei brani migliori. grandi Maestri come Piero Umiliani, Luis Originale il western-samba di “E’ tornato Bacalov, Augusto Martelli, Bruno Nicolai e Sabata, hai chiuso un’altra volta” di Giombini, Marcello Giombini. Proprio quest’ultimo apre la così come sorprende Bobby Solo nel ruolo di raccolta con “Ehi amigo c’è Sabata” (tratta dal voce solista per “Ringo Come to Flight” di film omonimo del ’69) che si fa notare per i Bruno Nicolai. numerosi samples vocali che ripetono il titolo Melodicamente ineccepibile “Don’t Lose del pezzo su una classica struttura musicale a Control” dei fratelli De Angelis, direttamente dal base di tromba e chitarra. film di Enzo Barboni E poi lo chiamarono il AA.VV. Un classico è il tema conduttore di Django magnifico. West goes to pop (2004) (regia di Sergio Corbucci), scritto da Bacalov e C’è spazio anche per Gianni Ferrio, cantato da un ispirato Rocky Roberts. Sublime Francesco De Masi e il trio Bixio-Frizzi- Cinevox CDMDF-357 il lavoro di arrangiamento in “King for a Day” di Tempera in questo CD che è un doveroso 16 brani – Durata: 47’12” Augusto Martelli (su testo di Paolo Limiti), brano omaggio ad un genere che tanto ha appassio- portante di nella valle degli avvoltoi. nato gli italiani. Luca Cirillo

La collina degli stivali conclude il trittico La giustapposizione musicale tra elemen- western di Giuseppe Colizzi. Primo capitolo ti classici e drammatici (da citare “La ballata e suo debutto alla regia fu Dio perdona… io di Plen” e “L’ultimo carillon”) e quelli no! (1967), seguito da I quattro dell’Ave popolareschi e grotteschi non è mai forzata, Maria (1968). Questi tre film non solo ma anzi raffigura nitidamente le situazioni e crearono la mitica coppia Spencer-Hill, ma gli stati d’animo. videro anche la collaborazione artistico- Evitando il solito cliché morriconiano, musicale tra Colizzi e il grande e compianto Rustichelli traccia un’originale via personale, Maestro Carlo Rustichelli (vedi monografia arricchita da citazioni ballabili come valzer, su CS n. 5). can-can, polka e band music, e, a sorpresa, La colonna sonora risplende oggi final- inserisce inserti jazz in stile lounge (“Monitor Carlo Rustichelli mente nell’edizione completa rimasterizzata Jazz”). Molte le versioni alternative che ci La collina degli stivali in digitale. Rustichelli crea con talento ed permettono di apprezzare al meglio ogni (1969) eleganza un mix perfetto tra i brani western singola sfumatura della godibilissima Digitmovies CDDM 020 (il tema dei titoli è un motivo epico per partitura. 28 brani – Durata: 62’00” orchestra e coro che richiama alla mente gli Tra le tracce inedite troviamo anche la spazi aperti delle praterie) e quelli dal canzone delle ragazze del saloon con musi- sapore umoristico e clownesco, debitori ca di Riz Ortolani e testo dello stesso Colizzi dell’atipica ambientazione circense. (“Rag Rag - Sotto la panca”). SS

L’eclettico trio Bixio/Frizzi/Tempera firma situazioni più malinconiche e riflessive, men- la colonna sonora di uno degli ultimi western tre archi e tromba sottolineano i frenetici all’italiana: Sella d’argento di Lucio Fulvi. La momenti d’azione (a volte cadenzati dai storia è incentrata sulla vendetta di un cow- tamburi) e quelli più drammatici e tesi. boy solitario () nei confron- Pochi i momenti strettamente orchestrali, ti degli assassini di suo padre. Regista e tra cui il climax finale (16, 17) con una clas- compositori si ritrovano di nuovo insieme sica musica alla deguello. Il tema principale dopo la bella esperienza de I quattro cava- è presente anche nei titoli di testa (1) – can- lieri dell’Apocalisse (1975). Edita per la tato dal canadese Ken Tobias, autore delle prima volta su CD, la partitura è fortemente parole – oltre che nella versione strumenta- caratterizzata dal tema principale associato le (24). Da segnalare il curioso tema del ser- Franco Bixio / / al protagonista (“Silver Saddle”) declinato, pente (30”) per sola armonica che precede il ripreso e riorchestrato più volte, fornendo finale. Chiudono il disco tre divertenti e sfi- Sella d’argento (1978) così una chiave di volta all’intero score. Non ziose ballate da saloon per pianoforte (21, Digitmovies CDDM 023 mancano le molte ballate acustiche con le 22, 23) che dimostrano ulteriormente la 24 brani – Durata: 63’18” imprescindibili chitarre ed armonica (anche voglia di divertirsi del trio di autori, come tra- soliste: rispettivamente 2 & 15 e 10) per le spare ampiamente da tutto il disco. SS

Sono passati più di venticinque anni dalla no il clima al tempo stesso drammatico e prima visione del film culto per eccellenza spensierato (del resto, l’intero film è giocato del cinema italiano, quel Maladolescenza su un delicato equilibrio di amore e morte ed che oggi farebbe venire un infarto al Moige alterna momenti leggeri ad altri decisamen- intero e farebbe piovere “come nespole” te più cupi). Il tema principale viene ripropo- accuse di perversione e pedofilia ma che, sto in più versioni suonate con gli strumenti nel 1977, si inseriva, senza che la censura più disparati. lo degnasse di particolare attenzione, nell’al- Pippo Caruso (sì, proprio il mitico diretto- lora ricco filone cinematografico che aveva re d’orchestra di baudiana memoria) allesti- in David Hamilton il suo vate e in Bilitis la sce una partitura molto varia e in linea con le sua pellicola regina. La colonna sonora di colonne sonore dei film di “quel” tipo e di Pippo Caruso Maladolescenza, di eccellente fattura, gioca “quel” periodo, ma riesce al tempo stesso a Maladolescenza (1977) interamente sull’alternarsi di violini, stru- dare un tocco di originalità all’insieme dei Digitmovies CDDM 022 menti a fiato e cori infantili che provocano un brani. L’ascolto, anche separato dal film 27 brani – Durata: 51’48’’ certo senso di spaesamento nell’ascoltato- (cosa inevitabile, visto che la pellicola è re, ma caratterizzano perfettamente l’atmo- sostanzialmente irreperibile oggigiorno) sfera bucolica della pellicola e ne sottolinea- risulta molto gradevole. ACh 44 cult corner

Terzo CD della serie Bruno Nicolai in gial- Cantori Moderni di Alessandroni (senza conta- lo, dopo Perché quelle strane gocce di sangue re la performance al sitar dello stesso M° sul corpo di Jennifer? e Il tuo vizio è una stan- Alessandro Alessandroni), le musiche compo- za chiusa e solo io ne ho la chiave (recensiti ste, orchestrate e dirette da Nicolai ci vengono entrambi nel numero 7 della nostra rivista), e presentate con una migliore veste audio rispet- terza pellicola del 1972 ad avere come prota- to al vinile del 1972 (ormai introvabile) e con gonista femminile la splendida Edwige ben 15 brani inediti in più, che ci concedono Fenech, ossessionata da orrendi incubi e anche la possibilità di ascoltare il romantico costretta a esorcizzarli con una messa satani- tema principale, “Magico incontro”, nelle sue ca (sic!). Il Maestro Bruno Nicolai, esperto in più svariate esecuzioni: ora per flauto solo, ora Bruno Nicolai atmosfere musicali per horror simil-argentiani per l’erotico vocalizzo della Dell’Orso, non e polanskiani (vedi la colonna sonora del film dimenticando la versione lounge nel brano 24 Tutti i colori del buio (1972) cult L’anticristo, composta in collaborazione e quella oscura nel 26. Altro tema da menzio- Digitmovies CDDM019 con Ennio Morricone) ci sommerge di disso- nare è “Sabba” (presente in tre versioni), che 29 brani – Durata: 77’52” nanze, atonalità, stridii d’archi, un sitar impaz- prima “A cappella” e poi con psichedelici arran- zito, sospiri lussuriosi e melodie rassicuranti giamenti beat ci trascina tra le orgiastiche cele- dopo tanto peregrinare tra le ombre malefiche brazioni per il Diavolo. Nel libretto del CD tro- del buio. Con l’efficace supporto dei perfetti verete molte immagini tetre della pellicola e il vocalizzi di Edda Dell’Orso e il coro de I suo manifesto originale. MP

La pellicola diretta da David Schmoeller (La Natale Massara, e le tastiere di Maurizio città maledetta, Crawlspace) e prodotta dalla Guarini, il compositore veneziano ci conduce Empire Pictures di Charles Band, che ha sfor- con mano sicura tra le umide e lugubri cata- nato film fanta-horror cult di serie B come From combe del film, dove ancestrali canti latini (il Beyond e Corsa nel tempo alias Un poliziotto poderoso brano di ben 18 minuti “Catacombs nel futuro (Trancers), narra le turbolente vicen- Suite”, che da solo vale il prezzo del CD!) pre- de di alcuni frati che devono contrastare le annunciano l’inevitabile arrivo del maligno, forze del male a costo di rimetterci la vita. Chi mentre gli archi accompagnano un attimo di meglio di Pino Donaggio - magistrale nelle par- quieta serenità (sarà vero poi?) in “Forgiving”. Pino Donaggio titure per thriller orrorifici quali Un delitto poco Vaghe reminiscenze di “Ave Satani”, il mitico Catacombs – Curse IV: comune (recensito nel numero 5 di Colonne main theme di Jerry Goldsmith per Il presagio, The Ultimate Sacrifice Sonore), Trauma e i celebri Carrie, lo sguardo pervadono alcuni passaggi sinfonico-corali, ma (Catacombs o La prigione del diavolo – 1988) di Satana e Vestito per uccidere di De Palma - sono solo delle semplici citazioni che la classe Digitmovies CDDM021 poteva dare una veste musicale a questo pro- di Donaggio trasforma in puro godimento 8 brani – Durata: 39’46” dotto splatter di ambientazione religiosa? d’ascolto. Otto tracce, per la prima volta su CD, Attraverso un coro grandioso e l’orchestra della che sarebbe stato un peccato non poter avere Unione Musicisti di Roma, diretta dal fido mai il piacere di sentire! MP

Ci voleva proprio una raccolta che ren- Morricone, quattro di Armando Trovajoli e desse omaggio alla vocalist regina delle Piero Piccioni, due di Stefano Torossi (notare colonne sonore della Golden Age italiana. come il suo tema principale tratto dalla pelli- Colei che ha dato voce alle melodie morrico- cola L’età del malessere ricordi molto da vici- niane di C’era una volta il West e C’era una no quello di Francis Lai per Un uomo, una volta in America; ma non solo a quelle, per- donna) e uno per Roberto Pregadio (anche ché le sue eccezionali doti canore hanno in tandem con Franco Bixio), Bacalov, Berto accompagnato i temi di molti altri grandi Pisano e Bruno Nicolai. La chicca assoluta di compositori nostrani, da Trovajoli e Piccioni a tutto il CD è la “Edda’s Cover Version” del Bacalov e Nicolai. La Hexacord, etichetta leitmotiv di C’era una volta il West: un tema AA.VV. esperta nel ridare nuovo lustro a musiche da intramontabile, un’esecuzione da brivido Al cinema con Edda film più o meno note del cinema made in lungo la schiena! Da segnalare anche il mor- Dell’Orso (2004) Italy, ci propone ben 23 brani - di cui uno bido lounge sfuggente di “Love is a Woman” Hexacord HCD-9306 (quello di Luis Bacalov dal film La supertesti- da Il commissario Pepe di Trovajoli, come 23 brani – Durata: 60’01” mone) per la prima volta su CD e otto prece- pure l’arabeggiante e grottesco brano da dentemente non incisi su vinile – dominati Ciao, Gulliver (in realtà le prove della sessio- dal timbro inconfondibile e sensuale di Edda ne di registrazione originale degli anni ’70) Dell’Orso. Sono presenti otto brani di Ennio del compianto Piccioni. MP

Interessante l’operazione della “Radio vocale di Aurora Quattrocchi, intitolato “Astura Fandango”, che racchiude in un’unica compila- v’arrifriscanu”, fa da commento al bel film di tion il meglio delle colonne sonore tratte da film Paolo Benvenuti Segreti di stato. Da segnalare di produzione Fandango usciti negli ultimi anni. anche l’eco etnica-minimalista di Andrea Guerra L’album si apre con tre estratti dal film d’esor- per “Respiro” e di Ambrogio Sparagna per dio di Edoardo Gabbriellini B.B. & il cormorano “Latina Littoria”, il rock puro di Marco Cocci (musiche di Soldani, Fantozzi e Giacomini), (attore e musicista di talento) per “Fughe da mentre la traccia numero quattro è l’ottima fermo”, la suite di Luciano Ligabue per il suo film “Stralov” di Massimo Zamboni (ex Csi), tratta da Dazeroadieci e le immancabili tracce dai film di Velocità massima di Daniele Vicari. Gabriele Muccino L’ultimo bacio e Ricordati di AA.VV. Si passa poi alle incantevoli “tensioni” della me, autentici best-seller di casa Fandango …Dove l’ho sentita? (2004) Banda Osiris, autori delle musiche de (musiche di Paolo Buonvino). Un’occasione in Radio Fandango RF009 L’imbalsamatore di Matteo Garrone, di cui sono più per ascoltare ben ventisette brani in un CD 27 brani – Durata: 70’40” presenti tre brani, probabilmente il momento più reperibile solo come omaggio all’acquisto di due “alto” dell’intero album. Un indovinato assolo libri di edizione Fandango. Luca Cirillo libri 45

Chiunque in Italia abbia scoperto, ormai introvabile), per il Formichiere, prima o dopo, nell’immenso patrimonio disamina completa di tecniche, tenden- della musica scritta per il cinema una ze, storia, modalità di applicazione della fonte di studio, approfondimento, o musica da film insieme ad una prima anche semplicemente uno stimolo di crestomazia dei principali compositori; collezionismo, una passione pervicace, Filmusiclexicon (Pavia, 1982), primo un’inesauribile e praticamente infinita dizionario ragionato dei medesimi poi fonte di sorprese, sa di dovere qualcosa sfociato in una più vasta riedizione – anzi parecchio – a Ermanno Comuzio. (Roma, 1992). Il critico e saggista bergamasco si è Adesso questa immensa mole di applicato infatti scientificamente, sin lavoro prende forma in due tomi (più un dagli anni ‘50 – quando la musica da CD-Rom) editi dall’Ente dello film era davvero meno di una ceneren- Spettacolo, Musicisti per lo schermo - tola per la critica cinematografica e Dizionario ragionato dei compositori musicale – alla catalogazione, classifi- cinematografici (50 euro), nel quale cazione, analisi e scoperta di autori, Comuzio ha messo insieme qualcosa Ermanno Comuzio generi, stili musicali pazientemente e come 2.000 schede di compositori con Musicisti per amorevolmente suddivisi per paesi, relative biografie, filmografie, principali lo schermo scuole, linguaggi, rapporti con i registi. caratteristiche stilistiche e giudizi critici Il dizionario dei compositori Ne è scaturito nei decenni un lavoro tanto garbati nella forma quanto precisi cinematografici monumentale, continuamente aggior- e puntuali nella competenza ormai in collaborazione con nato, dal quale nessuno di coloro che pluridecennale accumulata dall’autore. Antonella Iadanza, Chiara nelle ultime generazioni si è avvicinato Siamo dunque dinanzi ad una miniera Supplizi, Marilla D'Addio a questo ramo può oggi prescindere. di informazioni assolutamente essen- 2 volumi indivisibili più Cd-rom Lavoro che Comuzio, uomo di modi ziale per chi si occupi di questa materia, 1055 pagine d’altri tempi e di soave gentilezza, ha un’autentica Bibbia della musica da film Euro 50,00 sempre condotto parallelamente a quel- che colma un vuoto non più sostenibile, Ente Dello Spettacolo lo di critico cinematografico in senso rappresentando non solo uno strumen- Isbn 88-83095-23-2 stretto: convinto com’è che la vera, to di lavoro, ma la testimonianza più grande musica per il cinema debba alla appassionata e tangibile del ruolo fine sapersi “fare” cinema. enorme che la musica da film ha avuto Tutto questo percorso è convogliato e ha nella cultura e nel cinema negli anni in alcune opere editoriali fon- contemporanei. damentali: Colonna sonora (1980, Roberto Pugliese

Pur non parlando di musica da film, dello staff artistico della Ricordi per l’ot- questo libro ha attirato la nostra atten- timizzazione di artisti famosi, tra i quali zione perché, come dice lo stesso Vanoni, Paoli, Tenco, Gaber e De Maestro Ennio Morricone nella sua pre- André, e ha curato un corso di estetica sentazione al testo boneschiano: Il pic- musicale presso il Conservatorio di colo – solo di dimensioni – libro di Milano. Per meglio comprendere l’im- Giampiero Boneschi ha la qualità portanza di questo trattato, dopo la sen- “unica” di spiegare a tutti le ragioni tita prefazione morriconiana, è fonda- del“Perché della musica…”, e lo spiega mentale riportare le parole con cui l’au- ai curiosi, agli appassionati, ai dilettanti tore del lavoro letterario in questione amatori e anche ai professionisti, cioè a motiva il bisogno di doverne divulgare tutti, nella maniera più chiara e più un altro, in aggiunta a quelli altrettanto semplice per far comprendere tutte le rilevanti di De Sanctis, Schönberg, meravigliose fasi del progresso Setaccioli e De Ninno: Scrivo questo scientifico e pratico di questa straordi- libretto per coloro che non hanno con- naria arte. sapevolezza di cosa sia la musica, Giampiero Boneschi L’autore del libro, Giampiero come si produca, come si dovrebbe Boneschi, ha alle spalle una bella car- ascoltare. […] Concedetemi la presun- Fa Sol La Si… perché? riera nel cinema, nella TV e in pubblici- zione di poter essere utile con i miei Prefazione di Ennio Morricone tà come compositore, arrangiatore e “perché” ai quali intendo rispondere con 82 pagine bianco e nero pianista. semplicità e chiarezza… Il libro si arti- Euro 8,00 Ha composto, orchestrato e diretto cola in varii capitoli, tra i quali sono par- Isbn 88-88849-04-1 GZ39 musiche per storici varietà della RAI ticolarmente interessanti quelli dedicati Ed. Giancarlo Zedde – Torino quali Uno Due Tre, Lascia o raddoppia, al “suono”, al “ritmo” e all’“armonia”; (www.zedde.com) 2004 Canzonissima, Radiotelefortuna, e molti oltre alle pagine relative all’utilizzo altri. Inoltre ha sonorizzato le trasmis- dell’“orchestrazione”. Ne “l’orchestra e il sioni di Mediaset OK il prezzo è giusto, suo direttore”, si analizzano le diverse Il gioco dei nove, Scherzi a parte e famiglie strumentali, come “i legni”, “gli Stranamore, oltre ad essersi aggiudica- archi” o “gli ottoni”, senza dimenticare to il premio del Ministero della Pubblica l’uso dell’“elettronica”… il tutto in manie- Istruzione per le musiche del film d’ani- ra comprensibile anche per un neofita. mazione West and Soda. Ha fatto parte Massimo Privitera 46 pino insegno Un collezionista DOC

Intervista a Pino Insegno di Anna Maria Asero e Massimo Privitera

Appuntamento nel backstage lo sceneggiato italiano Ho incontrato Il desiderio di diventare attore è dell’Auditorium di Roma. Mentre un’ombra). Nel contempo coltivavo legato alla tua passione per la attraversiamo i meandri di questa la mia passione creando gli album musica? magnifica opera architettonica (non delle colonne sonore: il sistema era All’età di vent’anni con i miei molto amata dai romani), il regista lo stesso di quello dei calciatori, ma amici di sempre (Francesca, Roberto Benigni sta girando con la invece di inserire le loro foto, mette- Roberto e Tiziana, la Premiata Ditta sua troupe una scena del suo ultimo vo le copertine dei dischi. per intenderci) iniziammo per gioco film. Adoravo tantissimo le varie musi- a doppiare le scene d’amore E’ l’imbrunire di un caldo pomerig- che degli allora sceneggiati televisi- aggiungendo le musiche da film gio di fine settembre. C’è chi vi (le fiction d’oggi) come Ho incon- come sottofondo. Poi è cominciato il passeggia, chi esce da una delle trato un’ombra, La baronessa di mio vero lavoro di doppiatore; in tante sale e chi prende l’aperitivo in Carini, Arsenio Lupin. questa veste subisco una sorta di compagnia del suo cane e noi Erano altri tempi, con grandi atto- trasformazione, mi affanno, sudo, cerchiamo lui, il nostro amico di pas- ri, che nostalgia! corro come i personaggi che doppio, sioni in comune: Pino Insegno, uno (divento Aragorn-Viggo Mortensen dei maggiori collezionisti di colonne Come hai iniziato a collezionare? della trilogia de Il signore degli sonore in Italia. Con i 45 giri, ne possiedo circa anelli, Brad Pitt in L’esercito delle Ci sediamo nel suo camerino, più 800. Poi sono approdato ai 33, tra i dodici scimmie, la tigre ne L’era gla- che un’intervista sembra una primi che ho comprato Live and Let ciale e Martin Short in I tre amigos, chiacchierata tra vecchi amici che si Die (007 - Vivi e lascia morire) di per citarne qualcuno!). Alcune volte incontrano per parlare di un amore George Martin. Ma con i miei amici mi perdo trasportato dai temi d’amo- che si condivide da tempo. ci deliziavamo anche a collezionare re in sottofondo di Williams, L’attore-doppiatore-comico i dischi che pubblicava la Reader’s Goldsmith, Barry o dalle incredibili e romano è in pausa, pronto per il suo Digest. possenti musiche di Shore. spettacolo “Insegnami a sognare”, Il mio sogno di allora era quello di con un cast d’eccezione: gli alunni avere tanti soldi per potermi permet- Quanti dischi e CD possiedi? del suo corso di recitazione. Un tere quante più colonne sonore Circa 8000, la maggior parte CD. musical teatrale, in cui Insegno possibili. Ho anche 3500 DVD, che divido con interagisce con i grandi del passato mio fratello per questione di spazio, televisivo italiano - Walter Chiari, Quale desiderio ti spingeva ad anche se tutta la collezione è custo- Gino Bramieri, Renato Rascel, solo ascoltare questa musica? dita in un appartamento. per citarne alcuni - ambientato negli Vedi, tutti i miei coetanei si Possiedo anche delle chicche anni ’70, con musiche che fanno abbandonavano ai loro momenti difficilmente reperibili nel mercato. piacevolmente ricordare quella cara d’intimità con le musiche di Battisti o La mia infanzia è stata imperniata e tanto sospirata televisione in Baglioni, un genere per tutti. Io, dalla musica della tv, dei film ameri- bianco e nero, fatta da veri invece, alle mie fidanzatine cani e dai musical. Amo i grandi professionisti, con trasmissioni proponevo autori non alla portata di come Walter Chiari o Gino Bramieri, allettanti e piacevoli, non dimenti- tutti, come John Barry (in particolar due figure autorevoli del varietà di cando le loro amate sigle. modo le torbide musiche per il film una volta. Tra le più recenti colonne Brivido caldo) e Bill Conti. sonore che preferisco ascoltare Da quando tempo coltivi que- Loro sono stati la colonna sonora quando scrivo ci sono Lontano dal st’amore per la musica da film? della mia pubertà. Sono pienamente Paradiso di Elmer Bernstein, La Dall’età di dieci anni, quando ho convinto che la musica da film esista ragazza con l’orecchino di perla di comprato il mio primo LP (il 45 giri per far vivere emozioni uniche e Alexandre Desplat o Clockers di con le musiche di Berto Pisano per irripetibili. Terence Blanchard. filmografie 47

Filmografia essenziale di Elmer Bernstein Compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. New York City (USA) 4 aprile 1922 - 18 agosto 2004 Anno Titolo (Titolo originale) Regista 1955 L’uomo dal braccio d’oro (The Man With the Golden Arm) Otto Preminger 1956 I dieci comandamenti (The Ten Commandments) Cecil B. De Mille 1960 I magnifici 7 (The Magnificent Seven) John Sturges 1961 I Comancheros (The Comancheros) Michael Curtiz 1962 L’uomo di Alcatraz (Birdman of Alcatraz) John Frankenheimer 1962 Anime sporche (Walk on the Wild Side) Edward Dmytryk 1962 Il buio oltre la siepe (To Kill a Mockingbird) Robert Mulligan 1963 La grande fuga (The Great Escape) John Sturges 1966 Hawaii (id.) George Roy Hill 1967 Millie (Thoroughly Modern Millie) “OSCAR” George Roy Hill 1969 Il Grinta (True Grit) Henry Hathaway 1976 Il pistolero (The Shootist) Don Siegel 1978 Animal House (id.) John Landis 1980 L’aereo più pazzo del mondo (Airplane) Jim Abrahams 1981 Un lupo mannaro americano a Londra (An American Werewolf in London) John Landis 1981 Heavy Metal (id.) Gerald Potterton 1985 Taron e la pentola magica (The Black Cauldron) T. Derman, R. Rich 1989 Il mio piede sinistro (My Left Foot) Jim Sheridan 1990 Rischiose abitudini (The Grifters) Stephen Frears 1993 L’età dell’innocenza (The Age of Innocence) Martin Scorsese 1993 L’innocenza del diavolo (The Good Son) Joseph Ruben 1996 Ancora vivo (Last Man Standing) Walter Hill 1996 Bulletproof (id.) Ernest R. Dickerson 1997 L’uomo della pioggia (The Rainmaker) Francis Ford Coppola 1998 Twilight (id.) Robert Benton 1999 Al di là della vita (Bringing Out the Dead) Martin Scorsese 1999 In fondo al cuore (The Deep End of the Ocean) Ulu Grosbard 1999 Wild Wild West (id.) Barry Sonnenfeld 2000 Tentazioni d’amore (Keeping the Faith) Edward Norton 2002 Lontano dal paradiso (Far From Heaven) Todd Haynes Filmografia essenziale di John Debney Compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. Burbank (California - USA) 18 agosto 1956 Anno Titolo (Titolo originale) Regista 1993 Hocus Pocus (id.) Kenny Ortega 1993 Seaquest – Odissea negli abissi (Seaquest DSV) SERIE TV Vari 1995 A rischio della vita (Sudden Death) Peter Hyams 1995 Corsari (Cutthroat Island) Renny Harlin 1995 Jarod il camaleonte (The Pretender) SERIE TV Vari 1997 Relic – L’evoluzione del terrore (The Relic) Peter Hyams 1997 So cosa hai fatto (I Know What You Did Last Summer) Jim Gillespie 1997 Bugiardo bugiardo (Liar Liar) Tom Shadyac 1998 Paulie, il pappagallo che parlava troppo (Paulie) John Roberts 1999 Inspector Gadget (id.) David Kellogg 1999 Giorni contati (End of Days) Peter Hyams 2000 Le riserve (The Replacements) Howard Deutch 2000 Come cani e gatti (Cats & Dogs) Lawrence Guterman 2001 Le follie dell’imperatore (The Emperor’s New Groove) Mark Dindal 2001 Heartbreakers – Vizio di famiglia (Heartbreakers) David Mirkin 2001 Spy Kids (id.) Robert Rodriguez 2001 Jimmy Neutron ragazzo prodigio (Jimmy Neutron: Boy Genius) John A. Davis 2001 Pretty Princess (The Princess Diaries) Garry Marshall 2002 Dragonfly – Il volo della libellula (Dragonfly) Tom Shadyac 2002 Il re scorpione (The Scorpion King) Chuck Russell 2002 Spy Kids 2: L’isola dei sogni perduti (Spy Kids 2: Island of Lost Dreams) Robert Rodriguez 2002 Lo smoking (The Tuxedo) Kevin Donovan 2003 Una settimana da dio (Bruce Almighty) Tom Shadyac 2003 Elf (id.) Jon Favreau 2004 Due candidati per una poltrona (Welcome to Mooseport) Donald Petrie 2004 La Passione di Cristo (Passion of the Christ) Mel Gibson 2004 FBI Protezione Testimoni 2 (The Whole Ten Yards) Howard Deutch 2004 Quando meno te lo aspetti (Raising Helen) Garry Marshall 2004 The Princess Diaries 2: Royal Engagement Garry Marshall 2004 Spider-Man 2 (id.) / MUSICA ADDIZIONALE Sam Raimi

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