¶7D[H3HUFXH·¶7DVVD5LVFRVVD·3DGRYD&033RVWH,WDOLDQHVSD6SHGLQ$3'/ FRQYLQ/Q DUWFRPPD'&%3DGRYD ,QFDVRGLPDQFDWRUHFDSLWRULQYLDUHDOO·8IILFLR3RVWDOHGL3DGRYD&03GHWHQWRUHGHOFRQWRSHUODUHVWLWX]LRQHDOPLWWHQWHFKHVLLPSHJQDDSDJDUHODUHODWLYDWDULIID $EERQDPHQWRDQQXR,WDOLD€(VWHUR€)DVFLFRORVHSDUDWR€ rivista di storia arte cultura rivista distoria artecultura NOXXAPRILE2015 ANNO XXX ,661 EHOYHVWFRP

0HQōV&ROOHFWLRQ 6SULQJ6XPPHU

0$'(,1,7$/< 3 Editoriale

4 L’Orto Botanico “satellite” Elsa Mariella Cappelletti

11 Il giardino della biodiversità Giorgio Strappazzon

16 La coevoluzione tra le piante e l’umanità Telmo Pievani

20 L’Orto Botanico di Padova, patrimonio dell’Umanità Barbara Baldan

24 Le nuove serre dell’Orto Botanico Mariacristina Villani

31 L’Erbario dell’Orto di Padova Rossella Marcucci

34 Roberto de Visiani, un grande Prefetto nell’Orto Botanico Moreno Clementi

37 La biblioteca dell’Orto e la storia dell’iconografia botanica Alessandra Angarano

41 Hawthorne e l’Orto Botanico di Padova Pietro Casetta

42 Emozioni all’Orto Botanico Maila Bertoli e Ruggero Cherubini

43 Rubriche

5LYLVWDELPHVWUDOH‡$QQR;;;‡)DVFLFROR‡$SULOH Rivista di storia, arte e cultura dell’Associazione “Padova e il suo territorio” Presidente: Vincenzo de’ Stefani Vice Presidente: Giorgio Ronconi Consiglieri: Salvatore La Rosa, Oddone Longo, Mirco Zago

Direzione: Giorgio Ronconi, Oddone Longo Direttore responsabile: Giorgio Ronconi e-mail: [email protected]

Redazione: Gianni Callegaro, Mariarosa Davi, Roberta Lamon, Paolo Maggiolo, Paolo Pavan, Elisabetta Saccomani, Luisa Scimemi di San Bonifacio, Mirco Zago Progettazione grafica Claudio Rebeschini Realizzazione grafica Gianni Callegaro Sede Associazione e Redazione Rivista 9LD$UFR9DODUHVVR3DGRYD7HO e-mail: [email protected] www.padovaeilsuoterritorio.it FI

Consulenza culturale $QWRQLD$UVODQ9LUJLQLD%DUDGHO3LHWUR&DVHWWD)UDQFHVFRH0DWWHR'DQHVLQ 3LHUOXLJL)DQWHOOL)UDQFHVFD)DQWLQL'·2QRIULR6HUJLD-HVVL)HUUR(OLR)UDQ]LQ'RQDWR*DOOR Claudio Grandis, Giuseppe Iori, Salvatore La Rosa, Vincenzo Mancini, Maristella Mazzocca, /XFLDQR0RUELDWR*LOEHUWR0XUDUR$QWRQHOOD3LHWURJUDQGH*LXOLDQR3LVDQL*LDQQL6DQGRQ )UDQFHVFD0DULD7HGHVFKL3DROR7LHWR5RVD8JHQWR5REHUWR9DODQGUR 0DULD7HUHVD9HQGHPLDWL)UDQFHVFD9HURQHVH*LDQ*XLGR9LVHQWLQ3LHU*LRYDQQL=DQHWWL Enti e Associazioni economiche promotrici $PLFLGHOO·8QLYHUVLWj$PLFLGL3DGRYDHLOVXRWHUULWRULR Camera di Commercio, Cassa di Risparmio del , %DQFD$QWRQYHQHWD *UXSSR0RQWHGHL3DVFKLGL6LHQD &RPXQHGL3DGRYD )RQGD]LRQH&DVVDGL5LVSDUPLRGL3DGRYDH5RYLJR Regione del Veneto, Unindustria Padova Associazioni culturali sostenitrici $PLFLGHO0XVHR$PLFLGHOOD0XVLFD$PLVVLGHO3LRYHJR $VVRFLD]LRQH&RPLWDWR0XUD $VVRFLD]LRQH´/R6TXHURµ$VVRFLD]LRQH,WDOLDQDGL&XOWXUD&ODVVLFD Casa di Cristallo, Comitato Difesa Colli Euganei, &RPXQLWjSHUOH/LEHUH$WWLYLWj&XOWXUDOL (QWH3HWUDUFD)LGDSD*DELQHWWRGL/HWWXUD Gruppo del Giardino Storico dell’Università di Padova, In copertina: Come appare al visitatore il nuovo *UXSSR´/D6SHFRODµ*UXSSROHWWHUDULR´)RUPLFD1HUDµ ´JLDUGLQR GHOOD ELRGLYHUVLWjµ IRWR GL 0DVVLPR ,WDOLD1RVWUD,VWLWXWRGL&XOWXUD,WDOR7HGHVFR3URJHWWR)RUPD]LRQH&RQWLQXD 3LVWRULDXWRUHGHOVHUYL]LRIRWRJUDILFR  6RFLHWj´'DQWH$OLJKLHULµ6WRULFL3DGRYDQL7KH$QGURPHGD6RFLHW\8&$, Università Popolare, U.P.E.L.

Amministrazione e Stampa 7LSRJUDILD9HQHWDVQF9LD('DOOD&RVWD3DGRYD 7HO)D[ e-mail: [email protected] - [email protected] 5HJLVWUD]LRQHQGHOO·,VFUL]LRQHDO52&QGHO Abbonamento anno 2015: Italia € (VWHUR€  )DVFLFRORVHSDUDWR€$UUHWUDWR€ FFS©7LSRJUDILD9HQHWDVQFª3DGRYD Sped. in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Padova.

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 Elsa Mariella Cappelletti

di L'Orto Botanico Elsa Mariella “satellite” Cappelletti

La nuova realizzazione come esigenza per la tutela del patrimonio storico e come un’occasione di sviluppo. .

L’Orto Botanico di Padova, fondato nel pei), con un danno non solo paesaggistico 1545 come “Horto medicinale” per la ma anche ambientale, specialmente per le coltivazione di piante medicinali indige- collezioni vegetali. QHHGHVRWLFKHDÀQLVFLHQWLÀFLHGLGDWWLFL /D FRQWLQXD FHPHQWLÀFD]LRQH DWWRUQR nei quasi cinque secoli della sua esistenza all’Orto ha costituito una preoccupazione ha sempre conservato la stessa ubicazio- costante del prof. Carlo Cappelletti (Pre- ne, la maggior parte delle caratteristiche IHWWRGDODO HGHLVXRLVXFFHV- dell’impianto originario nonché le funzio- sori; in seguito, la proposta del Prefetto QLGLFHQWURGLULFHUFDVFLHQWLÀFDHGLVWUX- SURI$UWXUR3DJDQHOOLGLDFTXLVWRGLXQD mento didattico, esercitando una profonda palazzina a ridosso del giardino alpino, LQÁXHQ]DQHOO·DPELHQWHVFLHQWLÀFRQD]LR- allo scopo di iniziare a costituire una zona nale ed europeo e costituendo un modello FXVFLQHWWRQRQJLXQVHDEXRQÀQH di ispirazione per analoghe strutture in al- La consapevolezza dell’esigenza di una tre nazioni. zona tampone a scopo di tutela paesaggi- Nel tempo, ha saputo continuamente stica e ambientale dell’Orto Botanico più adeguarsi alle mutate esigenze imposte dal antico del mondo si è venuta sempre più progresso delle discipline botaniche, attra- affermando, non solo a livello locale ma verso una dinamica gestione delle colle- anche nazionale e internazionale, incluso zioni vegetali (anche con l’introduzione l’ONU nel suo settore UNESCO. per la prima volta in Italia di specie esoti- La prospettiva di un cantiere edilizio al che rare e contribuendo alla loro diffusio- FRQÀQH VXGRULHQWDOH GHOO·2UWR QHOO·DP- ne), la costruzione di serre e di laboratori. bito di un Piano di recupero, iniziato nel Tuttavia le esigenze della moderna ricer- GHOO·DUHDJLjRFFXSDWDGDOOHRIÀFLQH FDVFLHQWLÀFDKDQQRSRUWDWRQHO $QVHOPL DYHYDFUHDWRXQJLXVWLÀFDWRDO- al trasferimento dell’Istituto di Botanica in larme e messo in moto una serie di inizia- spazi più idonei rispetto a quelli occupa- tive, innescate dall’allora Prefetto dell’Or- ti presso l’Orto; l’Orto divenne così una to prof. Luigino Curti e dal botanico prof. “sezione atipica” del Dipartimento di Bio- Patrizio Giulini, membro del Comitato logia. 7HFQLFR6FLHQWLÀFRGHOO·2UWRHFRQVLJOLH- L’area circostante l’Orto ha subito nel re comunale, intese a scongiurare un’ul- WHPSRVRVWDQ]LDOLPRGLÀFKH$OODÀQHGHO WHULRUH FHPHQWLÀFD]LRQH DWWRUQR DOO·2UWR Settecento, l’Orto era ancora completa- e all’acquisizione dell’area. Le numerose mente circondato da spazi verdi, occupati LQL]LDWLYHFKHFRLQYROVHUR8QLYHUVLWj6R- principalmente da orti e frutteti del mona- SULQWHQGHQ]DSHUL%HQL$PELHQWDOLH$U- stero benedettino di Santa Giustina, come chitettonici del Veneto orientale, Regione, è ben documentato dalla celebre pianta di Provincia e Comune, comprese le azioni *LRYDQQL 9DOOH ÀJ   6XFFHVVLYDPHQ- atte a bloccare il cantiere e ad acquisire WH OD SURJUHVVLYD HGLÀFD]LRQH GHOO·DUHD O·DUHD H[$QVHOPL VRQR GHWWDJOLDWDPHQWH KDIDWWRVuFKHO·2UWRVLWURYDVVHDOODÀQH esposte da Giulini in un suo scritto, al qua- inserito in un contesto urbano compatto le si rimanda per maggiori informazioni (condizione del resto comune alla maggior sull’argomento1. Una variante al Piano re- parte degli altri orti botanici storici euro- golatore per il centro storico (adottata dal 4 L'Orto Botanico “satellite”

1. Il territorio circostante l’Orto Botanico nella carta di G. Valle del 1781. Dal limite nord (il Santo) al limite sud (Santa Giustina) e da (a sinistra) alla cinta Cinquecentesca, si vedono orti, frutteti e pochi giardini formali. Queste aree, progettate durante l’edificazione delle Mura subito dopo il 1516, erano destinate alla così detta agricoltura d’assedio.

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&RQVLJOLR FRPXQDOH QHO IHEEUDLR   il primo cedro dell’Himalaya introdotto aveva individuato un’area di tutela con LQ,WDOLDQHO), nella fascia di terre- espresso divieto di operazioni di scavo no adiacente, cui si cercò di porre rimedio QHOODIDVFLDGLTXDUDQWDPHWULGDLFRQÀQL nell’immediato con massicce irrigazioni dell’Orto. di soccorso. Nella Mozione Conclusiva del Conve- Questa drammatica situazione ebbe gno internazionale “Orti botanici: passato, una immediata risonanza, aumentando a SUHVHQWHHIXWXURµ 3DGRYDJLXJQR livello locale, nazionale e internazionale   RUJDQL]]DWR SHU FHOHEUDUH L  la consapevolezza (fortemente sostenuta anni della fondazione dell’Orto patavino, presso il Ministero dei Beni Culturali e la i numerosi partecipanti italiani e stranieri 6WDPSD ÀQ GDO   GHOOD YXOQHUDELOLWj HVSUHVVHUR DOO·XQDQLPLWj YLYD SUHRFFXSD- dell’Orto e dell’esigenza di adottare mi- ]LRQH SHU O·LQWHQVLÀFDUVL GHOO·DVVHGLR XU- sure cautelative, in particolare di un’area bano attorno al perimetro dell’Orto con di- tampone circostante. Per prevenire simili struzione della cintura verde limitrofa, che pericoli e per salvaguardare il patrimonio SUHFOXGHYD RJQL SRVVLELOLWj GL SURWH]LRQH DUERUHRO·8QLYHUVLWjFRQLOFRQWULEXWRGL ambientale paesaggistica e ogni possibi- ÀQDQ]LDPHQWL ORFDOL H LQWHUQD]LRQDOL UH- OLWjGLHVSDQVLRQHDXVSLFDQGRYLYDPHQWH alizzò in Orto un nuovo impianto di irri- norme vincolanti l’area circostante2. gazione automatizzato, con sensori per il /·HVWUHPDYXOQHUDELOLWjGHOODVWUXWWXUDIX monitoraggio della falda idrica. drammaticamente evidente a tutti quan- La scheda di valutazione ICOMOS del GRQHODYYLDWHOHRSHUHGHOFDQWLH- VHWWHPEUH  DL ÀQL GHOO·LQVHULPHQ- re e l’escavazione per la realizzazione di to dell’Orto nella Lista del Patrimonio un complesso residenziale con una vasta Mondiale come sito culturale (sancito nel autorimessa sotterranea, si evidenziarono GLFHPEUH UDFFRPDQGDYDDOOHDXWR- SLDQWH VRIIHUHQWL LQ SURVVLPLWj GHO FRQÀ- ULWjUHVSRQVDELOLODPDVVLPDYLJLODQ]DSHU ne sudorientale. Si accertò l’utilizzazione assicurare che i dintorni dell’Orto fossero nel cantiere di pompe Well Point; il pom- completamente protetti dalla pressione e paggio causò infatti un repentino abbas- dallo sviluppo delle costruzioni4. samento della falda idrica, con fenomeni L’allarme suscitato, anche a livello in- di sofferenza in varie piante arboree, an- ternazionale, dalle ripercussioni negati- che di notevole rilevanza storica (come ve sulle collezioni vegetali a seguito dei 5 Elsa Mariella Cappelletti

lavori nell’adiacente cantiere, determinò l’inserimento dell’Orto Botanico di Pado- va nella List of 100 Most Endangered Sites 1998-1999, redatto dal World Monument Watch del World Monument Fund. Nonostante fossero risultati vani tutti i WHQWDWLYLGLEORFFDUHO·DWWLYLWjGHOFDQWLHUH e i lavori edilizi procedessero, nel novem- EUH  O·8QLYHUVLWj WHQWz GL DFTXLVLUH O·DUHDDFRQÀQHSDUWHFLSDQGRDOO·LQL]LDWLYD Giubileo 2000 con un progetto di “Recu- pero paesaggistico e risanamento ambien- tale di un’area urbana tra la Basilica di Santa Giustina, l’Orto Botanico e le mura cittadine”. Il progetto prevedeva l’acqui- 2 VL]LRQHGHOO·DUHDH[$QVHOPLLOULSULVWLQR delle condizioni idrogeologiche compro- ti, non utili al mantenimento e allo svilup- 2. G. Sacchetto, carta messe dai lavori, il recupero del paesaggio po dell’Orto stesso”. di Padova 1872, particolare dell’ambito FRQO·LPSLDQWRGLDQWLFKHYDULHWjGLDOEHUL 3HU OH PHGHVLPH ÀQDOLWj GL LQWHQWL OH GXHSURSRVWH &H& IXURQR attorno all’Orto. Nulla da frutto, un percorso pedonale che con- è sostanzialmente giungesse le basiliche di Santa Giustina ULXQLÀFDWHHDVVRUELWHGD&LQGDWD cambiato dell’area H GL 6DQW·$QWRQLR FRQ VSD]L LOOXVWUDWLYL OXJOLR/DSURSRVWDGLOHJJHULX- circostante l’Orto, se non GHOOHSLDQWHGHOOD%LEELDHGHL9DQJHOL$O QLÀFDWD VHJXLWD FRVWDQWHPHQWH GDOO·2Q per la rappresentazione termine dell’anno giubilare, questi spazi De Biasio Calimani e per interessamento del giardino all’Inglese sarebbero poi stati destinati all’Orto. Pur- del Sottosegretario On. Luciano Guerzo- di Gaspare Pacchierotti. troppo anche questo progetto non andò a QLIXLQVHULWDQHOO·DPELWRGHOOD/HJJH (Padova, Biblioteca Civica) EXRQÀQH RWWREUHQ'LVSRVL]LRQLLQPD- La preoccupazione per le sorti dell’Orto WHULDGLXQLYHUVLWjHGLULFHUFDVFLHQWLÀFDH indusse parlamentari padovani a presenta- tecnologica, e precisamente al Capo I: Di- re alla Camera due Proposte di Legge, en- VSRVL]LRQLLQPDWHULD XQLYHUVLWDULD. L’art. WUDPEHÀQDOL]]DWHDOODWXWHODSDHVDJJLVWLFD  ,QWHUYHQWLGLHGLOL]LDXQLYHUVLWDULDHSHU e ambientale dell’Orto mediante l’acquisi- ODUHWHPXVHDOHVFLHQWLÀFD comma 1a) di zione di aree limitrofe, in modo da creare questa Legge autorizzava il limite di impe- una zona tampone. gno ventennale “per 2 miliardi di lire, con La prima di queste proposte: Conces- GHFRUUHQ]DGDOO·DQQRHSHUPLOLDU- VLRQH GL XQ ÀQDQ]LDPHQWR SHU OD VDOYD- GRGLOLUHFRQGHFRUUHQ]DGDOO·DQQR JXDUGLD GHOO·2UWR %RWDQLFR GL 3DGRYD, D IDYRUH GHOO·XQLYHUVLWj GL 3DGRYD SHU OD SULPRÀUPDWDULRO·2Q)ODYLR5RGHJKLHUR FRQWUD]LRQHGLPXWXLSHULOÀQDQ]LDPHQWR SUHVHQWDWDLOGLFHPEUH $WWR&D- di interventi di salvaguardia dell’Orto Bo- PHUDQ SUHYHGHYD´O·DFTXLVL]LRQH tanico, ivi compresa l’acquisizione dell’a- GHOO·DUHDFRQÀQDQWHFRVLGGHWWDex Ansel- UHDFRQÀQDQWHHGHJOLHGLÀFLLYLFRVWUXLWLR miHGHLUHODWLYLHGLÀFLLQFRVWUX]LRQHFRQ LQFRVWUX]LRQHDOÀQHDQFKHGLXQDHYHQ- LO YLQFROR GHOO·DEEDWWLPHQWR GHJOL HGLÀFL WXDOHGHPROL]LRQHGHJOLHGLÀFLPHGHVLPLµ medesimi”. Nel frattempo il cantiere era concluso La seconda proposta: 'LVSRVL]LRQL SHU e gli appartamenti messi in vendita; era LOUHFXSHURGHOO·2UWR%RWDQLFRGL3DGRYD, TXLQGLYHQXWDPHQRODSRVVLELOLWjGLDFTXL- SULPR ÀUPDWDULR O·2Q /XLVD 'H %LDVLR VL]LRQH GHOO·DUHD ´H[$QVHOPLµ7XWWDYLD &DOLPDQLSUHVHQWDWDLODSULOH $WWR LOÀQDQ]LDPHQWRFRQIHULWRSHUPLVHDOO·8- &DPHUDQ HFRUUHGDWDGDXQDDSSUR- QLYHUVLWj GL LQGLUL]]DUH OD VXD DWWHQ]LRQH fondita motivazione, prevedeva “la tutela YHUVR OD ]RQD VXG FRQÀQDQWH FRQ O·2UWR e il recupero dell’Orto Botanico di Pado- dove la Compagnia di Gesù era proprieta- va, attraverso tutti gli interventi necessari, ria dell’area sportiva “Tre Pini”, allora in compresi l’acquisizione di aree limitrofe e dismissione e che in passato era stata uno O·HYHQWXDOHDEEDWWLPHQWRGLHGLÀFLHVLVWHQ- straordinario parco all’inglese, ricchissi-  L'Orto Botanico “satellite”

PRGLDFTXH ÀJ DSSDUWHQXWRDOFDQ- nali dell’Orto, che non potevano trovare WDQWH*DVSDUH3DFFKLHURWWL  5. soluzione nell’ambito degli spazi e delle /·8QLYHUVLWjGL3DGRYDDFTXLVWzTXLQGL strutture esistenti, ma che avrebbero potu- dalla Provincia Veneta della Compagnia to trovarla nell’ambito dell’area di recente GL*HVFRQDWWRQRWDULOHGHOPDJJLR DFTXLVL]LRQHFRPHSXUHGHOOHÀQDOLWjHGHL XQDSDUWHGHOODFRQÀQDQWHDUHD´7UH compiti attuali degli Orti botanici europei 3LQLµ GHOOD VXSHUÀFLH GL P2 . La delineati nell’Action Plan for Botanic nuova area fu acquistata per creare una Gardens LQ WKH (XURSHDQ Union   zona cuscinetto intorno all’Orto Botanico, nonché delle linee guida per la gestione per alimentare sviluppi educativi e scien- GHJOL 2UWL ERWDQLFL VWRULFL HXURJDUG WLÀFLSHUXQDGHJXDPHQWRGHOODVWUXWWXUD Management of historical gardens, ribadi- tale da renderla in grado di svolgere le sue WHHSXQWXDOL]]DWHLQHXURJDUGMana- DWWLYLWj LVWLWX]LRQDOL DOO·DOWH]]D GHOOD VXD ging historic botanic gardens: reconciling tradizione, nonché per lo sviluppo di ini- the historic and modern roles). ziative culturali che portassero l’Orto di Scartata immediatamente l’ipotesi di Padova al livello delle analoghe strutture realizzare un a causa della ri- HXURSHH VRWWUDHQGR GHÀQLWLYDPHQWH TXH- GRWWD VXSHUÀFLH GHOO·DUHD D GLVSRVL]LRQH sto spazio a mire speculative. VLFHUFzGLDQDOL]]DUHOHSULQFLSDOLFULWLFLWj Si concretizzava per Padova la realiz- dell’Orto storico, individuando quali atti- zazione del primo di quelli orti botanici YLWjGLFDUDWWHUHVLDVFLHQWLÀFRFKHGLGDWWL- “satelliti” che erano stati unanimemen- co non potessero esservi svolte al livello di te auspicati cinque anni prima, nel corso analoghe strutture europee, tenendo conto della Prima Conferenza Internazionale sui DOWUHVuGHOOHHVLJHQ]HGLIUXLELOLWjGLTXHVWR JLDUGLQL ERWDQLFL HXURSHL ´HXURJDUGµ sito culturale UNESCO per i visitatori. (GLQEXUJRDSULOH , come solu- Un attento esame delle strutture e delle zione ottimale per permettere ai giardini collezioni dell’Orto portò i botanici pa- VWRULFLGLVYLOXSSDUHQXRYHDWWLYLWjVFLHQ- dovani a concludere unanimemente che WLÀFKHHGLGDWWLFKHQRQFRPSDWLELOLFRQOD le serre ottocentesche erano del tutto ina- struttura storica, consentendo loro la con- deguate per una moderna ambientazione VHUYD]LRQHGHOO·HUHGLWjVWRULFDVHQ]DSUH- delle collezioni vegetali e quindi non più cluderne lo sviluppo. rispondenti alle attuali esigenze di un orto Nella consapevolezza che la nuova botanico moderno. Queste serre infatti DUHD FRVWLWXLYD XQ·RSSRUWXQLWj XQLFD GL erano state concepite, secondo quanto era sviluppo per l’Orto, gravava sui botanici consuetudine a quel tempo, come delle padovani e in modo particolare su quelli “conserve”, per ricoverare durante l’in- che erano membri del Comitato Tecnico verno il maggior numero di piante esoti- 6FLHQWLÀFRGHOO·2UWRDOORUDLQFDULFDODUH- che in vaso, raggruppate (meglio sarebbe VSRQVDELOLWjGLLQGLYLGXDUHO·XWLOL]]D]LRQH dire stipate) sulla base delle loro esigenze ottimale di questo orto “satellite”. GL WHPSHUDWXUD H XPLGLWj SHU SRL HVVHUH Dopo un’ampia discussione nella riu- trasferite all’esterno, a ridosso del muro QLRQHGHO&RPLWDWR7HFQLFR6FLHQWLÀFRGHO circolare, durante l’estate. Oggi le serre si PDJJLROD´FRPSRQHQWHERWDQL- concepiscono, invece, come spazi dove sia ca” (costituita dal Prefetto prof. Elsa M. possibile ricreare un ambiente e dove il vi- Cappelletti, dal Curatore dott. Giancarlo sitatore possa rendersi conto delle condi- &DVVLQD GDL SURIHVVRUL &DUOR $QGUHROL zioni climatiche in cui le piante crescono )UDQFHVFD &KLHVXUD 1RHPL 7RUQDGRUH H in natura. dal rappresentante del personale tecnico Da queste considerazioni, emerse l’e- sig. Raffaele Rebellato), giunse a formu- sigenza prioritaria di realizzare nell’area ODUHLQGDWDJLXJQRXQD´3URSRVWD acquisita un complesso di nuove serre, per il potenziamento e lo sviluppo dell’Or- di concezione moderna e di elevato stan- to Botanico patavino”. La proposta aveva dard tecnologico, per ricreare ambienti tenuto conto sia delle limitazioni, carenze UDSSUHVHQWDWLYL GHOOD ELRGLYHUVLWj GHOOH H GLIÀFROWj JLj GD WHPSR ULVFRQWUDWH QHO- varie fasce di vegetazione del globo e po- lo svolgimento delle mansioni istituzio- ter realizzare così un itinerario didattico  Elsa Mariella Cappelletti

VLQWHWL]]DELOHQHOODGHÀQL]LRQH´/D3LDQ- DOÀQHGLSURWHJJHUHLOSDWULPRQLRYHJHWDOH WDHO·$PELHQWHµ1HOO·2UWR´VDWHOOLWHµVL GDLGDQQLGHULYDQWLGDXQÁXVVRLQFRQWURO- auspicava inoltre l’allestimento di un per- lato di visitatori. corso didattico che dimostrasse il ruolo Si è individuata anche l’esigenza di di- fondamentale svolto dalle piante per vari sporre di una sala per convegni e di una aspetti della vita dell’uomo, dal titolo: “La grande aula didattica tale da poter consen- Pianta e l’Uomo”. Era anche prevista una tire dimostrazioni pratiche a vario livello. sezione destinata a illustrare la possibili- Mancavano inoltre spazi idonei per dare WjGLFROWLYD]LRQHGHLYHJHWDOLLQDPELHQWL QXRYR LPSXOVR DOO·DWWLYLWj VFLHQWLÀFD LQ estremi, come quello extraterrestre: “La particolare alla ricerca che l’Orto svolgeva pianta nello spazio e sui pianeti”. JLjGDWHPSRQHOFDPSRGHOODFRQVHUYD]LR- Le serre ottocentesche rappresentano QHGHOODELRGLYHUVLWjVHFRQGRPHWRGRORJLH XQDSUH]LRVDHUHGLWjVWRULFDLQTXDQWRVRQR condivise a livello internazionale e rivolte le prime serre stabili di cui l’Orto fu dota- alla conservazione ex situ di piante rare e to. Pertanto per esse si auspicò un restauro minacciate dell’Italia nordorientale me- conservativo, che ne evidenziasse alcune diante la Banca del Germoplasma (la Ban- SDUWLFRODULWj WHFQLFKH DOORUD DOO·DYDQJXDU- FDVHPLHUDDWWLYDJLjGDO ORVYLOXSSR dia come i materiali da costruzione e l’im- di tecniche di conservazione e micropropa- piantistica per il riscaldamento, nonché la gazione LQYLWUR come pure di tecnologie ORURULTXDOLÀFD]LRQHFRPHVHUUHGLGDWWLFKH SHUO·RWWHQLPHQWRGLVHPLDUWLÀFLDOL. destinate ad accogliere tematiche culturali $QDORJDPHQWH D TXDQWR DYYLHQH QHOOD che avrebbero potuto variare nel tempo, in maggior parte degli orti botanici europei relazione a esigenze dettate dal progresso HG H[WUDHXURSHL ELVRJQDYD LQÀQH UHDOL]- delle scienze botaniche o da problematiche ]DUH GHL VHUYL]L SHU L YLVLWDWRUL H VSHFLÀ- HPHUJHQWL$WLWRORHVHPSOLÀFDWLYRVLVXJ- camente un punto di ristoro e un punto gerirono per queste serre didattiche alcune vendita per consentire l’acquisto di docu- tematiche come: /H SLDQWH ´FDUQLYRUHµ; mentazione e oggettistica connessa con la /·DFTXDqYLWDper illustrare in particolare struttura. alcuni sorprendenti esempi di adattamento Veniva individuata anche l’esigenza di dei vegetali all’ambiente desertico e sensi- alcuni spazi tecnici peculiari degli orti bo- bilizzare a un uso sostenibile della risorsa tanici, come magazzini, deposito terricci, acqua; %HQHÀFLHLQVLGLHGHOQDWXUDOH per locali per il personale. HYLGHQ]LDUH LO VLJQLÀFDWR GHOOH VRVWDQ]H Nei siti culturali del Patrimonio mondia- sintetizzate dalle piante, spesso tossiche e le UNESCO deve essere previsto anche WDORUD GL XWLOLWj WHUDSHXWLFD VRWWROLQHDQGR un Centro visitatori ubicato all’ingresso, QHOFRQWHPSRODSHULFRORVLWjGLXQORURXVR in cui il visitatore possa informarsi sul- sconsiderato; &RQVHUYD]LRQH GHOOD ELRGL- le principali caratteristiche del sito, sulla YHUVLWjXQLPSHJQRSHULO7HU]R0LOOHQQLR sua storia e la sua peculiare importanza, per sensibilizzare il pubblico verso l’acce- in modo da consentire a tutti una visita lerata scomparsa di molte specie vegetali FRQVDSHYROH$WDOHVFRSRVLqLQGLYLGXD- nel mondo; ,OSROOLQHTXHVWRVFRQRVFLXWR ta l’esigenza di un rifacimento della vec- per illustrare le sue molteplici applica- chia aula didattica prefabbricata situata in zioni, come ad esempio per ricostruire la SURVVLPLWjGHOO·LQJUHVVRGHOO·2UWRVWRULFR storia della vegetazione, in campo medico, (e temporaneamente adattata a centro vi- archeologico e in criminologia. sitatori), secondo criteri rispondenti alle Le serre di nuova costruzione e le serre moderne esigenze di un centro informati- didattiche avrebbero consentito una mag- vo multifunzionale. JLRUHIUXLELOLWjGHOO·2UWRDQFKHQHLSHULR- Questa proposta, formulata dai botanici di invernali, permettendo di distribuire GHO&RPLWDWRWHFQLFRVFLHQWLÀFRGHOO·2UWR le visite su un più ampio arco di tempo, fu valutata e fatta propria dalla “Commis- evitando così il sovraffollamento prima- sione per la salvaguardia dell’Orto Botani- verile, specialmente delle scolaresche. La co e per la prospettiva di sviluppo dell’Or- IUDJLOLWjGHOVLWRLPSRQHLQIDWWLGLDGRWWDUH to stesso” di nomina Rettorale (D.R. n. misure per attuare un turismo sostenibile,   H LQÀQH WUDGRWWD LQ OLQHH JXL-  L'Orto Botanico “satellite”

da che costituirono parte integrante del “Concorso Internazionale di Progettazio- ne +RUWXV %RWDQLFXV 3DWDYLQXV”, indetto GDOO·8QLYHUVLWjQHOSHULOUHVWDXURH sviluppo dell’Orto. Nell’Orto storico, il bando del Concorso SUHYHGHYD OD ULTXDOLÀFD]LRQH GHOOH VHUUH ottocentesche (e annesso magazzino) con la loro destinazione a serre didattiche e il rifacimento dell’esistente centro visitatori, mentre nell’area “satellite” di nuova ac- quisizione, prevedeva la realizzazione di moderne serre, di spazi idonei alla ricerca e alla didattica, di servizi tecnici per l’Or- to e di servizi per i visitatori. Nell’ambi- WRGHOÀQDQ]LDPHQWRSUHYLVWRGDOODOHJJH SHUODUHDOL]]D]LRQHGHOOHRSH- 3 re oggetto del Concorso era disponibile ODVRPPDPDVVLPDGL(XURGL )XURQR VHOH]LRQDWL SHU OD IDVH FRQFRU- 3. La ghiacciaia, unico FXLLQGLFDWLYDPHQWHFLUFD(XUR suale quindici concorrenti, di cui sei di elemento architettonico per interventi sull’esistente e circa Euro provenienza europea (Londra, Parigi, oggi sopravvissuto  SHU OH QXRYH UHDOL]]D]LRQL ,O Lisbona, Madrid, Barcellona, Zurigo) e del parco Pacchierotti. Concorso prevedeva una procedura ri- nove italiana (Torino, Napoli, tre di Ve- La ghiacciaia era presente dagli inizi dell’Ottocento VWUHWWDFRQSUHTXDOLÀFD]LRQHLQIRUPDSD- nezia, due di Milano e due della provincia nel giardino Pacchierotti; lese dei concorrenti e un’unica fase con- di ). dopo il restauro, è oggi corsuale in forma anonima. Nella valutazione comparata dei proget- parte integrante dell’area La Giuria internazionale, presieduta dal ti selezionati, la commissione tenne conto satellite dell’Orto. SURI /RUHQ]R )HOOLQ 3URUHWWRUH FRQ GH- della rispondenza alle linee guida e della (P. Giulini - archivio lega all’edilizia e il settore economale e IXQ]LRQDOLWj GHOOH VWUXWWXUH SURVSHWWDWH fotografico). patrimoniale, annoverava due architetti in SULYLOHJLDQGROHVROX]LRQLLQFXLJOLHGLÀFL UDSSUHVHQWDQ]D ULVSHWWLYDPHQWH GHOOD )H- fossero realizzati ai margini dell’area di- GHUD]LRQH (XURSHD GHJOL$UFKLWHWWL DUFK sponibile, in modo da lasciare spazi liberi Hans Georg Brunnert) e dell’Ordine degli per consentire in futuro l’inserimento di $UFKLWHWWLGL3DGRYD DUFK3DROR5RQFDOL  nuove collezioni vegetali e lo sviluppo di tre botanici e precisamente i rappresentanti ulteriori tematiche. dei Royal Botanic Gardens di Kew (prof. *OL$WWLGHO&RQFRUVRIXURQRDSSURYDWL Peter Crane) e del Botanischer Garten und O·JLXJQRHIXSURFODPDWRYLQFLWRUH Botanisches Museum di Berlino (prof. il raggruppamento temporaneo di profes- Werner Greuter) e il Prefetto dell’Orto in VLRQLVWLUDSSUHVHQWDWRLQTXDOLWjGLFDSR- carica (prof. Elsa M. Cappelletti), un Pro- gruppo, dall’arch. Giorgio Strappazzon IHVVRUH2UGLQDULRGL6WRULDGHOO·$UFKLWHW- GHOOD96$VVRFLDWLVUOGL0DURVWLFD 9L- tura contemporanea (prof. Giuliana Ricci), cenza). il Delegato del Rettore per i beni ambien- Il progetto vincitore prevedeva: l’abbat- tali e Consulta provinciale dell’ambiente timento di tutte le strutture esistenti nell’a- SURI 9LWWRUH '·$PEUD  &RPSOHWDYDQR UHDDFTXLVLWDWUDQQHOD´JKLDFFLDLDµ ÀJ  la Commissione tre membri senza diritto unico vestigio architettonico dell’ottocen- di voto e precisamente due membri sup- tesco giardino Pacchierotti, per la quale si plenti in rappresentanza dell’Ordine degli prospettava invece il restauro conservativo; Ingegneri di Padova (ing. Giorgio Simoni) ODFRVWUX]LRQHOXQJRLOFRQÀQHRULHQWDOHGL H GHOO·2UGLQH GHJOL $UFKLWHWWL GL 3DGRYD una serie di serre con altezza decrescente (arch. Pierino Zanon) e la rag. Simonetta per alloggiare piante che esprimessero la Cipriani (Direzione Edilizia - Servizio di ELRGLYHUVLWjGHOOHYDULHIDVFHYHJHWD]LRQDOL $PPLQLVWUD]LRQH H 6HJUHWHULD  FRQ IXQ- del globo; la costruzione di una bassa palaz- zioni di segretaria. ]LQDDOFRQÀQHVXGGHVWLQDWDDGRVSLWDUHOH  Elsa Mariella Cappelletti

aule, i laboratori di ricerca, gli spazi tecnici SHFXOLDULWj GHOOH FDUDWWHULVWLFKH DUFKLWHW- per l’Orto e i servizi per i visitatori (punto WXUH O·LQÁXHQ]D HVHUFLWDWD QHOO·DPELHQWH di ristoro e punto vendita); il rifacimento VFLHQWLÀFRLQWHUQD]LRQDOHLOVXRFRQWULEX- della vecchia aula prefabbricata all’ingres- to al progresso di varie discipline scienti- so dell’Orto storico con destinazione a cen- ÀFKHHLQPRGRSDUWLFRODUHGHOOHVFLHQ]H tro informativo per i visitatori e biglietteria. botaniche, sottolineando che costituisce Del progetto vincitore, fu particolarmente un eccezionale esempio di una secolare apprezzata la valorizzazione delle cupole di tradizione culturale. In poche parole, i vi- Santa Giustina, che vengono oggi a costi- sitatori dovrebbero poter rendersi conto, WXLUHXQVXJJHVWLYRHVFHQRJUDÀFRVIRQGR DQFKH FRQ O·DXVLOLR GL SHUVRQDOH VSHFLÀ- dell’Orto “satellite”. camente preparato, delle motivazioni che $FRQFOXVLRQHGHLODYRULOD&RPPLVVLR- hanno portato l’Orto patavino a consegui- ne aveva raccomandato il ripristino del cor- re il prestigioso riconoscimento, in modo VRG·DFTXD WRPELQDWRQHJOLDQQL· FKH da consentire loro una visita consapevole ÀQ GDO &LQTXHFHQWR GHOLPLWDYD LO FRQÀQH del sito. meridionale dell’Orto storico. Questo ripri- stino avrebbe annullato il pericolo che, con l’espansione dell’Orto, si venisse a perdere O·LGHQWLWjWHUULWRULDOHGHOEHQHLVFULWWRQHOOD lista del Patrimonio Mondiale. $ SRFKL PHVL GDOO·DSHUWXUD DO SXEEOLFR delle nuove serre, si è confermata la previ- 1) P. Giulini /·2UWR %RWDQLFR GL 3DGRYD XQ sione che l’Orto satellite avrebbe valoriz- SUREOHPDSHUODSROLWLFDGLFRQVHUYD]LRQHGHOSD- zato la struttura, consentendo una serie di esaggio, in “Giardini di piacere giardini del sape- DWWLYLWjLPSRVVLELOLGDUHDOL]]DUHQHOO·2UWR UHµ*LRUQDWDGLVWXGLR 7RULQRPDJJLR  Scuola di Specializzazione in Parchi e giardini, storico e attirando un folto pubblico, an- )DFROWj GL 6FLHQ]H GHOO·LQIRUPD]LRQH 8QLYHUVLWj che in periodi tradizionalmente di scarsa GL7RULQRSS 2) Mozione conclusiva del convegno, in Orti bo- frequentazione come quello invernale, in WDQLFLSDVVDWRSUHVHQWHIXWXUR$WWLGHO&RQYHJQR genere preferito soltanto da coloro che si ,QWHUQD]LRQDOH FHOHEUDWLYR GHO ° DQQLYHUVDULR interessano alle strutture architettoniche. GLIRQGD]LRQHGHOO·2UWRERWDQLFRGL3DGRYD, Pado- YD  JLXJQR  ´0XVHRORJLD VFLHQWLÀFDµ Desta tuttavia preoccupazione il forte af- VXSSODOQYROSS ÁXVVRGHLYLVLWDWRULQHOQXRYR2UWRLQDO-  **RODL’Orto botanico: quattro secoli di cune giornate, pressione che si ripercuote DWWLYLWj  (G/LYLDQD3DGRYD  :RUOG+HULWDJH /LVW  3DGXD ,WDO\  Q  inevitabilmente anche sul delicato equili- 6HSWHPEHU brio dell’Orto storico, rendendo necessari 5) M. Levorato, 3DFFKLHURWWL*DVSDUH in Atlan- accorgimenti per un uso sostenibile della WHGHOJLDUGLQRLWDOLDQR, Ed. V. Cazza- WR,VWLWXWR3ROLJUDÀFRH=HFFDGHOOR6WDWR5RPD struttura. ,S $OULVFKLRFKHLOQXRYR2UWR´VDWHOOLWHµ  $WWR1RWDLR*LDQOXLJL*LDYLGHO Q  5HS 5HJLVWUDWR LQ GDWD  Q con le sue accattivanti e innovative strut- 3XEEO ture, possa oscurare l’Orto storico, cioè il   (0 &DSSHOOHWWL Management of historical più antico orto botanico del mondo, me- gardens, 5HSRUWRQ´HXURJDUGµ)LUVW,QWHUQDWLR- nal European Botanic Gardens Conference, Con- ritatamente incluso nella lista del Patri- servation News, vol. 2, pp. 24-25. monio mondiale Unesco, sono chiamati   3HU PDJJLRUL LQIRUPD]LRQL VXOO·DUJRPHQWR D SRUUH ULPHGLR L FRQWHQXWL H OH DWWLYLWj si rimanda a /·2UWR%RWDQLFRGL3DGRYD3DWULPR- nio mondiale UNESCO - Piano di gestione 2006- del rinnovato centro visitatori, ridisegnati 20098QLYHUVLWjGHJOL6WXGLGL3DGRYDDFXUDGHO secondo le normative per il turismo cul- *UXSSRGLODYRURWHFQLFRVFLHQWLÀFR www.orto- turale nei siti del Patrimonio Mondiale botanico.it .   &XOWXUDO WRXULVP ,QWHUQDWLRQDO 6FLHQWLÀF La funzione principale e prioritaria del 6\PSRVLXP th general assembly, Sri Lanka. Centro visitatori è infatti quella di infor- &RORPER 6UL/DQND ,&2026 mare il visitatore, in modo sintetico ma in- 5LQJUD]LR YLYDPHQWH SHU OD SUH]LRVD FROODER- FLVLYRVXWXWWHOHSHFXOLDULWjGHOVLWR1HO UD]LRQH GU*LDQFDUOR &DVVLQD SURI )UDQFHVFD caso dell’Orto di Padova, considerato la &KLHVXUD DUFK /XLVD 'H %LDVLR &DOLPDQL SURI 3DWUL]LR*LXOLQLSURI(XJHQLR5DJD]]L'HVLGHUR “madre” di tutti gli orti botanici del mon- LQROWUHHVSULPHUHYLYDJUDWLWXGLQHDOSURI3DWUL]LR do, dovranno essere delineate l’origine, la *LXOLQLSHUDYHUPHVVRDGLVSRVL]LRQHOHLPPDJLQL  Il giardino della biodiversità

Il giardino di Giorgio della biodiversità Strappazzon

Realizzato secondo le più moderne tecnologie, l’orto propone al visitatore un percorso didattico-interpretativo della biodiversità vegetale, aperto anche al futuro.

La quasi totalità delle strutture espositi- ricercato nella riproposizione di formali- ve che si possono visitare illustrano temi VPLPDqVWDWRGHÀQLWRQHOODOHWWXUDGHO- inerenti l’attività umana o le forme di vita le regole compositive che determinano faunistiche presenti nei vari continenti. La l’impostazione della parte cinquecente- nuova struttura vuole spostare il punto di sca. L’architettura rinascimentale uti- vista e focalizzare l’attenzione sulle for- lizzava moduli e forme, quali il cerchio me di vita vegetali che rappresentano il ed il quadrato e moduli numerici, che 99,7% degli esseri viventi presenti sul pia- sono state utilizzate nella progettazione neta terra e che sono alla base della nostra dell’ampliamento con le stesse dimensio- esistenza. ni e gli stessi passi presenti nei tracciati Per rappresentare la grande biodiversi- regolatori all’interno dell’hortus cinctus. tà delle specie vegetali il progetto si pone Inoltre si è voluto mantenere il medesimo come una grande vetrina che illustra un’i- orientamento degli assi, che attraversa- deale sezione del globo, dall’equatore de- no il grande cerchio, e che visivamente gradando verso i poli. Dalle condizioni collegano le cupole del complesso mo- più favorevoli per la vita con abbondante numentale di Santa Giustina a quelle di umidità ed elevate temperature che fanno Sant’Antonio. crescere la foresta pluviale sino alle condi- Il nuovo ampliamento è stato pensato zioni più estreme dove le basse temperatu- come luogo urbano, parte integrante del re e la scarsa umidità rendono la vita quasi tessuto cittadino, all’interno del quale la impossibile. visita possa trovare molteplici possibilità Per comunicare si ritiene che le emozio- di fruizione. Non solo ambiti espositivi, ni siano uno strumento fondamentale: la ma spazi di intrattenimento e di relazione grande vetrata della biodiversità viene na- nei quali facilitare momenti per usufruire VFRVWDGDXQDÀWWDYHJHWD]LRQHFKHYLHQH della nuova struttura. Per tale motivo la attraversata dal percorso d’entrata realiz- pavimentazione di tutta la nuova area è zato con il taglio nella collina. Il visitatore stata progettata per essere quanto più si- viene condotto ad avere, con effetto sor- mile alla trachite, una pietra vulcanica lo- presa, un’immagine complessiva associa- cale, che caratterizza le piazze e gli spazi ta alla visione del complesso monumenta- pubblici padovani. le di Santa Giustina. Sia dal punto di vista visivo che didatti- L’impostazione del progetto ha mante- co il tema dell’acqua è volutamente ricor- nuto il vuoto urbano degli orti benedettini rente all’interno del progetto. Il padiglione preesistenti agli interventi degli anni ’50 del visitor center ha una terrazza a sbalzo caratterizzati da un’ampia vista verso Pra- sul canale Alicorno, una delle antiche vie WRGHOOD9DOOH,YROXPLGLQXRYDHGLÀFD- d’acqua di Padova, mentre una lama d’ac- zione sono stati collocati in prossimità del qua separa l’orto antico dalla parte nuova, tessuto urbano esistente posto ad est per caratterizzata dalla presenza di cascate e dare unità visiva con la proprietà dei Ge- laghetti che separano un bioma dall’altro. suiti posta ad ovest. All’interno del percorso espositivo apposi- Il rapporto con l’orto antico non è stato ti pannelli illustrativi sono stati posizionati 11 Giorgio Strappazzon

1. Il nuovo Orto visto dai laboratori di ricerca. La freccia indica l'ingresso.

1 per evidenziare l’elemento fondamentale che svolge anche il ruolo di separazione per la vita sulla terra, che sta diventando tra i diversi ambiti. una risorsa sempre più preziosa e che deve Nell’eventualità di un consumo idrico essere salvaguardata e tutelata. superiore, in particolare nella fase estiva, /·HGLÀFLRFKHRVSLWDOHVHUUH 6RODUDF- è disponibile un’integrazione delle acque tive building) è stato pensato e progettato meteoriche da un pozzo artesiano a quota come una grande foglia che respira, che PFKHSRUWDXQÁXVVRFRVWDQWHD&ƒ produce ossigeno, che si apre e si chiude in grado di rendere possibile la vita delle per regolare la sua temperatura e ridurre piante acquatiche tropicali tutto l’anno. il più possibile l’impatto ambientale, non Tutto il sistema del ricircolo e del fun- solo in ambito urbanistico ed architettoni- zionamento delle serre è reso possibile co, ma soprattutto rispetto al consumo di dall’energia elettrica autoprodotta da una risorse rinnovabili per il suo funzionamen- serie di pannelli fotovoltaici, studiati ed to. La forma, l’articolazione degli spazi ed installati nella copertura, che alimentano il funzionamento della parte impiantistica, in autonomia le serre in una logica di off all’interno della grande teca di vetro lunga grid. circa 100 metri ed alta 18, sono ottimizzati Per abbattere l’inquinamento atmosfe- per sfruttare l’apporto dell’energia rinno- ULFRLOULYHVWLPHQWRGHOOHVXSHUÀFLRSDFKH vabile e gratuita proveniente dal sole. interne ed esterne è stato trattato con un /·HGLÀFLR VYROJH XQ UXROR DWWLYR FRQ composto fotocatalittico che consente, at- un’azione positiva di trasformazione traverso l’azione dei raggi UV, di combi- dell’ambiente circostante attuata attraver- nare l’O2 dell’aria con le sostanze nocive so varie tecnologie che ne riducono l’im- WLSR&22, NO2. Si ottiene così la trasfor- patto ambientale consentendo il riutilizzo PD]LRQHLQ&2[HG12[LQXQDTXDQWLWj delle risorse che la natura ci fornisce nel valutabile in circa 150 mc/mq/giorno. La ÁXLUHGHOFLFORDQQXDOH SHOOH GHOO·HGLÀFLR VL FRPSRUWD FRPH XQD Tra il vecchio e nuovo orto è collocata gigantesca foglia di albero. una vasca di 450 mc che consente il re- /HVXSHUÀFLGLFRSHUWXUDQRQWUDVSDUHQWL cupero delle acque meteoriche provenienti sono state piantumate con una nuova tec- dal nuovo intervento, mantenute costante- nica di crescita di piante arbustive che si PHQWHSXULÀFDWHWUDPLWHXQDODPDG·DFTXD sviluppa in circa 4 cm di spessore. Que- 12 Il giardino della biodiversità

sto consente di trasformare le coperture in zone di crescita del verde con numerose positive ricadute sull’ambiente: produzio- ne di ossigeno, abbattimento dell’anidride carbonica e polveri sottili, comfort visivo, isolamento termico, riduzione dei consu- mi di energia. Inoltre tutta la parte impiantistica è stata studiata per ridurre i consumi di energia ed ottimizzare le risorse disponibili attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili provenienti dal sole. L’effetto serra, comunemente va- lutato come negativo, viene sfruttato per mantenere gli ambienti a temperature ed umidità costanti suddivisi per tipologia di fascia climatica. Ogni ambiente è control- lato da sonde impostate sulle esigenze di 2 vita delle piante che attraverso un sistema computerizzato comandano i vari sistemi 2. La vasca tropicale di gestione climatica. le dispersioni per irraggiamento nelle fasi notturne. Oltre ad isolare termicamente è nel nuovo giardino Il risparmio energetico si attua con l’ac- della biodiversità. cumulo e/o dispersione del calore gene- HVWUHPDPHQWH OHJJHUD  NJPT  WDOH GD rato dai raggi solari. Durante la stagione consentire un notevole risparmio sulle estiva l’irraggiamento, opportunamente strutture ed è inoltre più trasparente del dosato con l’apertura /chiusura dei ten- vetro ai raggi UV, vitali per le piante, ed daggi, produce moti convettivi dell’aria è autopulente. FKHYHQJRQRVIUXWWDWLSHUFUHDUHXQÁXVVR Una particolare attenzione è stata posta di vento che, unitamente ad immissioni di nella progettazione della grande vetra- umidità, riducono la temperatura perce- ta della biodiversità per ottenere l’effetto pita in ambiti prestabiliti. Nella fase in- visivo di una grande teca composta da un vernale l’energia solare viene accumulata piano di vetro perfettamente piano lungo QHOOD SDUWH PDVVLPD GHOO·HGLÀFLR FKH OD 100 metri. Per tale scopo è stato messo a restituisce durante la notte con uno sfasa- SXQWRXQQXRYRVLVWHPDGLÀVVDJJLRGHOOH mento prestabilito. Il sistema di control- ODVWUHVHQ]DSURÀOLHVWHUQLVHQ]DIRUDWXUHR lo automatizzato gestisce su input delle elementi passanti, conforme a normativa, piante i meccanismi di produzione/movi- in grado di sopportare carichi di vento oltre PHQWD]LRQHGHOO·HQHUJLD/HÀQHVWUDWXUHD LNJPTWHVWDWRLQJDOOHULDGHOYHQWR vari livelli possono creare/interrompere Il progetto curatoriale ha previsto, nel- ÁXVVL G·DULD SUHVWDELOLWL DOO·LQWHUQR GHJOL la parte introduttiva ai percorsi esposi- ambienti. I tendaggi riparano dal sole tivi, una sezione dedicata ad illustrare al estivo o costituiscono un “cappotto” in- grande pubblico cos’è un essere vegetale terno quanto la temperature esterna scen- e quali sono le caratteristiche che lo ren- de eccessivamente nella fase invernale. dono così diverso dall’uomo ma al tempo 4XDQGR L UDJJL QRQ VRQR VXIÀFLHQWL SHU stesso così fondamentale per la nostra vita. mantenere le temperature previste vengo- Si illustrano i temi dell’intelligenza ve- no coadiuvati dal riscaldamento per irrag- getale e delle modalità con le quali le pian- JLDPHQWRGLWXWWHOHVXSHUÀFLSDYLPHQWDWH te si relazionano con l’ambiente che le cir- FRQHYHQWXDOLGHVWUDWLÀFDWRULHSURGXWWRUL conda attraverso i sensi che le rendono più di aria calda nei momenti di calo nelle fasi adatte delle specie umane a vivere sul pia- notturne invernali. neta terra, a partire dagli studi di Darwin Per dare maggiore coibenza termica la VLQRDOOHSLUHFHQWLVFRSHUWHVFLHQWLÀFKH copertura è stata realizzata con cuscini di nel campo della comunicazione e della ca- ETFE che, raccogliendo il calore del sole pacità delle piante di relazionarsi tra loro. con uno spessore di 60 cm di aria, riduce Il progetto suddivide le circa 1300 spe- 13 Giorgio Strappazzon

cie previste, tra quelle presenti e quelle di nuova acquisizione, in diversi ambiti omo- genei per umidità e temperature: i biomi. Sono rappresentate e ricreate le aree tropi- cali, le subumide, le temperate, le aride e le artiche. All’interno degli ambienti la posizione q GHWHUPLQDWD GD FULWHUL GL QDWXUD ÀWRJH- RJUDÀFD FRQ OD VXGGLYLVLRQH WUD$PHULFD nord/centro/sud, Africa nord/centro/sud e Madagascar, Asia, Europa temperata, Oceania. Si rappresentano aree omogenee con particolare attenzione ad evidenziare l’im- portanza della biodiversità presente in de- terminate fasce del globo: ad esempio il clima temperato collocato sul 35 parallelo 3 FRQ PHQR GHO  GL VXSHUÀFLH WHUUHVWUH contiene il 20% della biodiversità nono- L'aiuola africana (3) stante la forte pressione antropica che lo e l'aiuola americana (4) minaccia. nella serra arida. Il percorso didattico-interpretativo del- le specie presenti nell’esposizione tratta del ruolo svolto dalle piante nell’evolu- zione umana, dai primi insediamenti in epoca preistorica sino all’era contempora- nea portando all’attenzione del visitatore spunti didattici e reperti conservati in ap- posite teche climatizzate. (VVR LOOXVWUD DWWUDYHUVR SDQQHOOL ÀOPD- WLH[KLELWLQWHUDWWLYLGLFRPHO·LQWHOOLJHQ- za vegetale e intelligenza umana abbiano svolto un comune percorso di coevoluzio- ne da Lucy sino ai nostri giorni. Il progetto espositivo è orientato ad una logica di edutainment nella quale il visi- tatore è coinvolto quale attore partecipe durante il percorso con attività interattive e laboratori didattici. Le aiuole esterne sono dedicate a temi VSHFLÀFLFRQFROWLYD]LRQLFRPSDWLELOLFRQ 4 il clima padovano, quali le piante alimur- JLFKH L JLDUGLQL ÀRULWL OH SLDQWH DURPD- SRVWR QHO ZHE &Lz FRQVHQWH GL DOODUJDUH WLFKH7HPLGL LQWHUHVVH VFLHQWLÀFR PD DO la possibilità di diffusione delle conoscen- tempo stesso divulgativo per un pubblico ze botaniche presenti nel “sito reale” e di di non addetti ai lavori. I giardini temati- accompagnare il visitatore prima, durante ci potranno trovare implementazione nel e dopo la visita con modalità che sono pro- tempo in relazione alla tradizione ed alla prie di ogni fase. vocazione di luogo di ricerca universitaria. Prima svolge funzioni information, con Il sistema computerizzato di controllo, possibilità di acquisto biglietto, scarica- VRSUDLQGLFDWR ZLNLRUWR FKHGDOOHSLDQWH re applicazioni, eventuale e-commerce di insediate porta alla movimentazione del- SURGRWWLVSHFLÀFLTXDOLOLEULVHPLSLDQWH la macchina architettonica, è esteso ad un VWUXPHQWL FRPXQTXH SUHVHQWL QHO ERRN livello più generale di un “orto virtuale” shop. 14 Il giardino della biodiversità

5. Veduta delle vasche esterne del giardino della biodiversità.

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Durante la visita il piano virtuale gestirà coltivazione in coltura idroponica di cin- tutte le informazioni degli apparati interat- que specie botaniche quali lattuga, pomo- tivi e i sistemi di trasmissioni dei dati che GRULSDWDWHVRLDHJUDQRVXXQDVXSHUÀFLH il visitatore potrà vedere/scaricare tramite di circa 80 mq per persona. Verrà riprodot- smartphone o idonei device. WRLQIRUPDGHOWXWWRDUWLÀFLDOHHEDVLODUH Dopo l’uscita dall’orto il visitatore potrà il ciclo di vita presente sul nostro pianeta restare in contatto con la struttura attra- incentrato sulla capacità degli esseri ve- verso l’applicativo che fornisce informa- getali di combinare l’energia del sole con zioni, dati e facilita la formazione di una l’ossigeno e l’anidride carbonica presente fellowship virtuale. nell’aria e di trasformarli in zuccheri ed Si tratta di un percorso espositivo richie- ossigeno. sto dalle linee guida del bando di concor- Una seconda ambientazione prevista è in- so, posto come uno dei temi caratterizzanti dicativa delle situazioni di tipo lunare, dove la nuova struttura. La ricerca aerospaziale la vita deve trovare spazio nel sottosuolo sta conducendo importanti passi in avan- vista la scarsa gravità, la mancanza di at- ti per condurre l’uomo a vivere in realtà mosfera e la conseguente presenza di fortis- diverse da quelle terrestri riproducendo sime radiazioni dannose per gli organismi, LQ IRUPD DUWLÀFLDOH OH FRQGL]LRQL EDVLODUL oltre al pericolo di cadute meteoritiche. della vita impostata sulla catena generata Mentre una terza rappresentazione pre- GDOODIRWRVLQWHVLFORURÀOOLDQD YHGHODUDIÀJXUD]LRQHVFHQLFDGLDPELHQ- Ad oggi c’è un progetto preliminare che tazioni su pianeti, come per esempio Mar- DWWHQGH XQD GHÀQL]LRQH RSHUDWLYD LQFHQ- WHGRYHODYLWDSXzHVVHUHSRVWDDTXRWD trato sulla rappresentazione di tre ambiti zero, vista la presenza di una forma di at- H[WUDWHUUHVWUL mosfera, con una forza di gravità che con- un primo ambito prevede la rappresenta- sente di svolgere lavori e la relativa pro- zione al vero degli interni di una navicella tezione rispetto alle radiazioni cosmiche e in viaggio nello spazio a “zero G” dove la dalla caduta di meteoriti. vita degli astronauti è resa possibile dalla 15 Telmo Pievani

La coevoluzione tra di le piante e l'umanità Telmo Pievani

Una visita al giardino della Biodiversità illustrata attraverso un affascinante percorso.

La biodiversità è il frutto di tre miliardi oggi abitano molte popolazioni native di e mezzo di anni di evoluzione sul piane- cacciatori raccoglitori. Ed è sempre nella ta Terra. È un’avventura della vita che ha foresta più umida e ricca di risorse che si DYXWR DOWL H EDVVL FDWDVWURÀ H ULSDUWHQ]H concentrano i “punti caldi” della biodiver- Ma la biodiversità è anche il motore del sità terrestre. Un tesoro verde, quindi, uno cambiamento: senza biodiversità non po- scrigno di ricchezze sempre più minaccia- trebbe esserci evoluzione. Gli ecosistemi, to dagli appetiti umani. impoveriti, non sarebbero in grado di ga- In fondo al primo corridoio una monu- rantirci la sopravvivenza, di darci acqua mentale palma fossile richiama un’altra pura e aria pulita. Per un mammifero di esperienza naturalistica ed estetica, che grossa taglia come Homo sapiens è più IDGDÀORFRQGXWWRUHDWXWWDO·HVSRVL]LRQH facile considerare la diversità dei cugini /LQQHRGHÀQuODSDOPD´SULQFLSHVVDGHOOH più stretti, gli animali. Così releghiamo piante”, per il suo portamento regale. Il 27 spesso le piante nel ruolo di comprimarie, settembre del 1786 Goethe visitò l’Orto FRPHVHIRVVHURVROWDQWRXQDFRUHRJUDÀD Botanico di Padova e rimase impressio- nel grande teatro della lotta per la soprav- nato dalla palma di San Pietro. Impiantata vivenza. È un errore di prospettiva, perché nel 1585 all’interno dell’Hortus sphaeri- la specie umana, gli animali e le piante co- cus e protetta da una serra ottagonale, è evolvono insieme da tantissimo tempo. la pianta più antica dell’Orto. Davanti a La biodiversità delle piante è anche uno questa palma Goethe pensò di aver trovato spettacolo straordinario, lo stesso che col- conferma della sua ipotesi sull’esistenza pì l’immaginazione dei grandi naturalisti di una pianta originaria ideale. Le foglie esploratori del XIX secolo, come Charles della palma, semplici e strette alla base del R. Darwin e Alfred Russel Wallace. “Vi tronco, si dividevano progressivamente, è qualcosa di grandioso in questa visio- ÀQRDGDVVRPLJOLDUHDXQYHQWDJOLRDSHUWR QH GHOOD YLWDµ VFULYHYD 'DUZLQ DOOD ÀQH Ai suoi occhi questa pianta era la prova vi- dell’Origine delle specie. Ed è proprio vente che le diverse forme vegetali fossero questa esperienza estetica e sensoriale che riconducibili alla metamorfosi di un unico guida la visita al Giardino della Biodiver- modello. Goethe si fece dare dai giardinie- sità. Dopo aver percorso il corridoio d’in- ri una serie di foglie, che tenne a portata di JUHVVRDFFRPSDJQDWLGDXQDVFHQRJUDÀFD mano durante la scrittura del Saggio sulla videoproiezione che illustra la diversità metamorfosi delle piante, pubblicato nel delle specie che abitano i molteplici eco- 1790. Tra le mura dell’Orto, il poeta na- sistemi terrestri di giorno e di notte, sulla turalista autore del Faust credette di com- destra si sprigionano i colori, gli odori e prendere i segreti più nascosti della natura. i suoni di una foresta pluviale tropicale. Alcuni decenni dopo molti di quei segre- È un’esperienza che per molti studiosi e ti saranno svelati da Darwin, che adorava viaggiatori ha avuto il sapore di un ritorno la sua serra e il suo giardino a Down Hou- a casa: in quell’ambiente in Africa abitava se. Il naturalista inglese passò quarant’an- l’antenato comune fra noi e le altre gran- ni nella campagna del Kent, dal 1842 al di scimmie; da lì siamo partiti nel grande 1882, a progettare esperimenti botanici viaggio dell’evoluzione umana e lì ancora di ogni genere. Raramente lo ricordia- 16 La coevoluzione tra le piante e l'umanità

1. La palma di Goethe nella serra protettiva all'interno dell'Orto cinquecentesco.

1 mo come botanico, ma le proprietà delle non avvenne soltanto in Medio Oriente, piante – la loro riproduzione, la sensibili- ma cominciò in più luoghi della Terra in- tà, i movimenti e l’affascinante diversità dipendentemente, forse persino sei o sette – sono materia di importanti opere darwi- YROWHDOODÀQHGHOO·XOWLPDHUDJODFLDOH/H niane della maturità. La diversità dei sin- società stanziali crearono nuove e più arti- goli individui, la lotta per la sopravviven- colate gerarchie sociali. La domesticazio- za, gli stupefacenti adattamenti facevano ne di piante e animali riguardò, di regione delle piante un perfetto caso di studio per in regione, le diverse specie localmente di- capire l’evoluzione per selezione naturale. sponibili, con tante storie di diversità an- Il Giardino della Biodiversità conduce cora da decifrare. Da questi nuclei origina- i visitatori in un viaggio nell’evoluzione ri si diffuse poi con l’apprendimento delle delle piante e insieme… dell’umanità. Per WHFQLFKH GD SDUWH GHL JUXSSL FRQÀQDQWL la prima volta a livello internazionale un RSSXUHFRQO·HVSDQVLRQHGHPRJUDÀFDHOD progetto espositivo permanente nel con- migrazione dei coloni agricoltori. La cre- testo di un Orto Botanico storico, che è scita della popolazione innescò diffusioni Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal di popoli, colonizzazioni, meticciati e con- 1997, viene dedicato alla co-evoluzione tra ÁLWWL i vegetali e la specie umana, in un intrec- Ma l’evoluzione è imprevedibile e ben cio di botanica e antropologia. Il percorso SUHVWRVLYHULÀFzO·LQYHUVRFLRqIXURQROH “Le piante e l’uomo”, diviso in quattro se- piante ad addomesticare noi, come raccon- zioni, è un’esplorazione nella storia delle ta la seconda sezione del percorso. Se ci nostre relazioni con le piante, da quando pensiamo bene, oggi non esiste dimensio- abbiamo cominciato a sceglierle con cura ne della vita umana che non dipenda dalle per mangiare e per curarci (non solo noi: proprietà delle piante. Ciò che mangiamo gli scimpanzé hanno una loro “farmacia” e beviamo ogni giorno della nostra esisten- e anche i Neandertal, i nostri cugini uma- za è ricavato prevalentemente dalle piante. QLSLVWUHWWLXVDYDQRODFDPRPLOOD ÀQR Condiamo e conserviamo i cibi grazie alle alla rivoluzione agricola che a partire da piante. Fumiamo, ci intossichiamo e alte- 11mila anni fa ci ha permesso di trasfor- riamo i nostri stati di coscienza attraverso marle per renderle più utili e produttive ai le piante. Ci eccitiamo e ci calmiamo con QRVWUL ÀQL *UD]LH DL FHUHDOL DL OHJXPL H le piante. Godiamo dello zucchero e del alle piante da frutto da quel momento la cioccolato. Dai vegetali otteniamo innu- nostra vita, e anche quella del pianeta, non merevoli sostanze e principi attivi per cu- è stata più la stessa. rare malanni di stagione, acciacchi, febbri La domesticazione di piante e animali e mal di testa, ma anche gravi patologie 17 Telmo Pievani

come i tumori. Con le piante ci facciamo belli, ci profumiamo, ci puliamo, e colo- riamo il mondo. È stata quindi una storia di trasformazione reciproca: noi abbiamo cambiato le piante e le piante hanno cam- biato noi. Grazie alle loro sorprendenti ca- ratteristiche, parte delle quali ancora sco- nosciute, molte piante hanno trovato nella specie umana, nei suoi bisogni e nei suoi commerci un veicolo per diffondersi! “Delle piante non si butta via niente!” è il titolo della terza sezione. Numerose po- polazioni umane hanno tratto da alcuni ve- getali incredibilmente versatili – come il bambù, il sago e, appunto, la palma – tutto 2 ciò di cui vivere: indumenti, abitazioni, ar- redamenti, infrastrutture, imbarcazioni. Il loro universo, materiale e simbolico, ruota attorno ai doni di una singola pianta. Con il legno costruiamo, navighiamo, suoniamo, ci scaldiamo. Scriviamo sul papiro e sulla carta. È di piante come il lino, il cotone e la canapa che ci vestiamo. Non ci sarebbe seta senza il gelso. E quanti trasporti an- cora avvengono su gomma, cioè sul lattice di Hevea brasiliensis. Insomma, le culture XPDQH VRQR LPSUHJQDWH GHJOL LQÀQLWL XVL GHOODÁRUDFKHFLFLUFRQGD Dopo questo viaggio nel passato, i visi- tatori scoprono nell’ultima sezione che le piante sono ben presenti anche nel nostro 3 futuro, grazie a ricerche che le porteran- no nello spazio, le imiteranno attraver- so la robotica e le useranno per produrre HG HWQRJUDÀFL RULJLQDOL L PRGHOOL LQ ' 2. Ingresso della serra OHULFRVWUX]LRQLVFHQRJUDÀFKHLYLGHRHOH tropicale. Sulla parete è bioplastiche riciclabili (plastiche vegetali riprodotta la Latanites ottenute dalle patate, dal prezzemolo, dal SURLH]LRQL OH YLGHRDQLPD]LRQL OH JUDÀ- che e i murales, i disegni artistici) per un Maximiliani de Vis. cacao, e persino dagli scarti del caffè!). conservata nel Museo Schiume a base di funghi che sostituisco- pubblico che va dai bambini della scuola di Geografia. no il polistirolo, bio-mattoni fatti di legno primaria agli adulti. Un’esperienza esteti- o di truciolato di canapa e calce, scarpe in ca e intellettuale al contempo, dal primo 3. Riproduzione a parete sughero che simulano le proprietà della corridoio pieno di umidità e di umori tro- della pianta della pelle sono solo alcuni esempi di come le SLFDOLÀQRDOO·XOWLPRFRQOHLPPDJLQLGHO- Coca Cola, sullo sfondo piante stiano diventando sempre più un’al- le piante coltivate nella stazione spaziale della serra sub-tropicale. ternativa ecosostenibile. internazionale. Questa avventura emozionante si sno- 8Q·HVSHULHQ]DVHQVRULDOHHVFLHQWLÀFDGL da nei corridoi che cingono gli ecosiste- questo tipo non può essere soltanto ricet- mi terrestri e si intreccia volutamente con tiva, ma si nutre del coinvolgimento atti- i colori, le luci e gli odori della foresta vo dei visitatori: in apposite stazioni del tropicale e degli altri biomi ricostruiti in percorso “Le piante e l’uomo” una serie modo spettacolare nei settori della grande di exhibit interattivi, coinvolgenti per resa serra. Lo stile espositivo è quello dei pro- JUDÀFDHLPPHUVLRQHSHUPHWWHDFODVVLGL JHWWLGLPXVHRORJLDVFLHQWLÀFDSLDYDQ]D- studenti con i loro insegnanti – ma anche ti a livello internazionale: un mix di lin- a famiglie e a gruppi – di giocare con i guaggi differenti (i reperti antropologici contenuti del Giardino della Biodiversità, 18 La coevoluzione tra le piante e l'umanità

4. Veduta del corridoio che collega le serre. Alla parete: sciamani che aspirano sostanze vegetali con effetti allucinogeni.

4 scoprendo quante ricette gastronomiche tico. In questo exhibit, così come in altre (giuste e sbagliate!) si possono inventare occasioni della visita in cui si racconta con le piante, quanti viaggi planetari si delle piante medicinali o dei primi arrivi possono ricostruire, quanti orti possibili di piante esotiche in Italia (come il caffè e impossibili si possono progettare. Uno e la patata), il Giardino della Biodiversi- di questi exhibit si basa sull’esplorazione tà rimanda all’Orto Antico di Padova, in di una grande cassettiera settecentesca di un dialogo tra il presente della comunica- specie vegetali, per ciascuna delle qua- zione della scienza e il passato glorioso di OL q SURQWR D GHÁDJUDUH VXJOL VFKHUPL XQ un’istituzione fondata nel XVI secolo che universo di applicazioni e di storie. Per DQFRUD RJJL SURPXRYH ULFHUFD VFLHQWLÀFD scoprirlo basta alzare un cassettino e am- di eccellenza in campo botanico. mirare la sua riproduzione da erbario an- 5. Legno per navigare: barca da pesca araba e piroga delle Isole Salomone.

5 19 Barbara Baldan

L'Orto Botanico di di Padova, patrimonio Barbara Baldan dell'Umanità

Per più di cinque secoli l’Orto Botanico di Padova ha rappresentato una eccezionale testimonianza culturale e scientifica. Le sue principali caratteristiche sono rimaste immutate, con un costante adattamento alle scoperte più avanzate nella scienza botanica e nella didattica.

Il più antico Orto Botanico Universitario si incrociano perpendicolarmente al cen- attualmente esistente fu creato a Padova tro. Inoltre tra il perimetro del quadrato nel 1545 su intuizione di Francesco Bo- inscritto e la circonferenza trovano col- nafede, titolare della cattedra di “lettura locazione otto zone triangolari. Ciascuno dei semplici”. Bonafede si rese conto che dei quattro “quarti” ospita una fontana al gli studenti, per imparare a riconoscere centro e, disposte secondo diversi disegni le piante e come utilizzarle, avevano bi- geometrici, circa 250 “parcelle”, in cia- sogno dell’esperienza diretta, di toccare scuna delle quali trova dimora una pianta. con mano le erbe medicinali; lo studio su Ogni quarto prende il nome da un albe- testi antichi latini, arabi e greci non era ro che si trova in esso: il quarto del Gin- assolutamente adeguato: l’imprecisione kgo biloba/ SLDQWDWRQHO LOTXDU- delle trascrizioni e delle immagini era to della 0DJQROLDJUDQGLÁRUD L. (messa a causa di errori spesso non rimediabili nel- GLPRUDQHO LOTXDUWRGHOO·Albizzia la cura dei pazienti. Bonafede si fa inter- julibrissin'XUD]]R HLOTXDUWRGHOTama- prete della nuova sensibilità per lo studio rix gallica L. Le parcelle si trovano anche delle piante riferite alla materia medica e negli otto triangoli e nei settori circolari questa proposta incontrò l’interesse del- che stanno a ridosso del muro. Il muro la Repubblica di Venezia, nell’epoca dei circolare che delimita l’Hortus cinctus fu viaggi in oriente attraverso i quali specie costruito circa sette anni dopo la fonda- mai conosciute venivano descritte e por- zione come deterrente per i continui furti tate in patria. L’assenso della Repubblica di piante medicinali come è confermato di Venezia per l’acquisto di un terreno da un passo di una relazione dell’epo- adatto per la coltivazione di piante medi- ca del Trincavello: “…Lui dunque (ri- FLQDOLJLXQVHLO*LXJQR ÀJ  ferendosi all’Anguillara, primo prefetto Inizialmente il terreno, scelto all’inter- GHOO·2UWR  VXELWR OR ULHPSu GL EHOLVVLPH no delle mura e in prossimità del canale et rare herbe, et ne pose più di 1800 sor- Alicorno che assicurava la possibilità di te; ma perché l’horto non era circondato LUULJDUH OH SLDQWH IX SUHVR LQ DIÀWWR GDL de muro, di notte in pochi giorni piante, monaci di Santa Giustina con l’intenzio- FKH VL WURYDYDQR HW QRQ Vu WRVWR YL HUD- QHGLQRQHGLÀFDUHVWUXWWXUHGHÀQLWLYHLQ no riposte che erano robbate, per il che in PRGRGDUHVWLWXLUHLOWHUUHQRDOODÀQHGHO brieve il giardino divenne vacuo, et privo FRQWUDWWRGLDIÀWWRQHOORVWDWRRULJLQDULR di belle herbe, il che fu caggione di far Fin dall’inizio la forma scelta è quella che quasi perder tutta la reputazione di que- osserviamo oggi: una circonferenza con VWR+RUWRHWIDUORDQGDUPDOH3XUDOÀQH un quadrato inscritto che, a sua volta, è TXDQGRD,GGLRSLDFTXHHQWUzQHOO·XIÀWLR diviso in quattro quarti da due viali, orien- delli Riformatori il cl.mo miser Mathio tati secondo i quattro punti cardinali, che Dandolo, et il cl.mo miser Francesco Sa- 20 L'Orto Botanico di Padova, patrimonio dell'Umanità

nudo, et il cl.mo miser Pietro Francesco &RQWDULQROLTXDOL « GHWHUPLQRUQRFKH l’Horto fusse circondato di muro…” 1HOWHPSRYDULHPRGLÀFKHYHQQHURDS- portate all’architettura dell’Orto ma la sua struttura circolare, che, in armonia con le LGHH ÀORVRÀFKH GHO · UDSSUHVHQWDYD il cosmo che racchiude un Orto univer- VDOH QRQ YHUUj PDL DOWHUDWD 7UD OD ÀQH del 1600 e l’inizio del secolo successivo, il muro di cinta venne rifatto in mattoni; le quattro entrate all’hortus cinctus furo- no ridisegnate, vennero aggiunte in ferro battuto le recinzioni dei quarti e le quattro cancellate, delimitate ai lati da colonne portanti coppie di sculture di piante, sem- pre realizzate in ferro battuto. All’esterno dei pilastri della porta ovest è riportata la 1 scritta Hic Oculi, Hinc Manus, a ricorda- re ai visitatori che essi possono guardare FRQWLQXDQRÀQRDOWDUGR·FXOPLQDQGR 1. Decreto del Consiglio ma non toccare le piante. Subito dopo fu nella realizzazione del “teatro botanico”, dei Pregadi per l'acquisto iniziata la posa in opera di una elegante un’aula a emiciclo destinata alla attivi- di un terreno da destinare all'Horto simplicium. balaustra in pietra bianca che scorre per tà didattica. La struttura architettonica 250 metri sulla sommità del muro circola- dell’Orto circolare con le sue affascinanti UHLQPDWWRQL ÀJ 6XOODVRPPLWjGHOOD forme geometriche era già comparsa in balaustra vennero posti i busti di vari per- una pubblicazione del 1591 e costituisce sonaggi importanti per la botanica, come tuttora un patrimonio unico e molto am- Fabio Colonna e Giannantonio Sarraceno, e prefetti dell’Orto come Giovanni Mar- mirato. sili, Giulio Pontedera, Prospero Alpini. Con la trasformazione della botanica da Sempre nel ’700 si aggiunsero fontane disciplina applicata alla medicina a scien- e statue, e si coltivò anche l’area ester- za pura, anche le collezioni dell’originario na al muro circolare portando alla na- Hortus simpliciumVLPRGLÀFDQRDOODJLj scita dell’Arboretum, costituito da alberi notevole collezione di piante medicinali si ad alto fusto, oggi secolari. Le migliorie aggiungono collezioni tematiche (piante 2. Panoramica dell'Hortus cinctus (foto di M. Danesin).

2 21 Barbara Baldan

3. La vasca centrale dell'Hortus cinctus, dove sono coltivate le ninfee.

3 insettivore, medicinali, tossiche e veleno- per l’Orto Botanico: medico al seguito se, piante introdotte per la prima volta da dell’ambasciatore veneziano in Egitto, SDHVLHVRWLFL ROWUHDUDFFROWHGLSLDQWHGL egli descrive numerose piante originarie VSHFLÀFL DPELHQWL WURSLFDOH GL WRUELHUD di quelle terre non solo dal punto di vi- PHGLWHUUDQHR DFTXDWLFR GHVHUWLFR  $W- sta botanico, ma anche da quello dell’u- tualmente l’Orto antico ospita circa 6000 so che ne veniva fatto dalle popolazioni esemplari tra specie erbacee, arbustive e indigene; introduce e acclimata nell’Orto arboree. All’accrescimento di questo ine- un gran numero di piante, tra cui il sesa- stimabile patrimonio botanico contribui- mo e il caffè. Alla metà del ’600, sotto rono sicuramente le attività commerciali la direzione del tedesco Veslingio (1638- della Repubblica di Venezia che portaro-   QHOO·2UWR VL FROWLYDQR FLUFD  no in Italia e in Europa numerose piante specie. Sotto la direzione di Pontedera esotiche sconosciute. Successivamente, fu  O·2UWRJLXQWRJLjDGRVSLWD- determinante la fervente attività dei pre- re circa 7000 piante, vede l’affermazione fetti che si succedettero nella conduzione delle nuove linee di ricerca botanica che dell’Orto. Erano in genere medici, uomini risentono fortemente della rivoluzione de- di grande cultura, eclettici e sovente viag- terminata dalle teorie di Linneo. Il prefetto giatori: il primo prefetto, Luigi Squalerno $QWRQLR %RQDWR   q ULFRUGDWR GHWWR$QJXLOODUD YLDJJLzLQ per la sua lungimiranza nell’istituire la Bi- Italia e in Europa alla ricerca di piante, blioteca e l’Herbarium che oggi conserva- formando il primo importante nucleo del no preziosi testi e importanti collezioni di patrimonio dell’Orto. Anche Antonio Cor- piante essiccate. WXVR  VLGLVWLQVHSHUOHVXHFRO- L’Orto Botanico di Padova rappresenta laborazioni con grandi studiosi del tempo una pietra miliare per scienza botanica ali- con i quali scambiava piante e semi. Fama PHQWDQGRJOLVFDPELVFLHQWLÀFLHORVWXGLR internazionale ebbe anche Prospero Alpini delle relazioni tra natura e cultura, svi-   FKH VHJQD XQ SHULRGR G·RUR luppando idee e concetti anche non legati 22 L'Orto Botanico di Padova, patrimonio dell'Umanità

strettamente alle piante. La sua ecceziona- 4. Targa visibile sul lità non deriva soltanto da fattori storici, cancello d'entrata all'Orto, PDGDOVXRYDORUHVFLHQWLÀFRLQWHUPLQLGL con la motivazione sperimentazione, insegnamento e conser- dell'Unesco per vazione vegetale. Fin dalla sua fondazione l'iscrizione al Patrimonio Mondiale dell'Umanità. infatti ha dato un profondo contributo allo sviluppo di numerose discipline: dalla bo- tanica alla medicina, dalla farmacia all’e- cologia, diventando un punto di riferimen- WRSHUO·DPELHQWHVFLHQWLÀFRQD]LRQDOHHG europeo. Per gli studiosi stranieri che nel tempo lo hanno visitato è stato un modello a cui ispirarsi per la creazione di analoghe strutture nella loro patria, ragione per la TXDOHqGHÀQLWR´PDGUHµGHJOLRUWLERWDQL- FLGLWXWWRLOPRQGR ÀJ  Per queste motivazioni (in base al se- condo e al terzo criterio utilizzati dall’U- NESCO per la designazione di un sito da iscrivere nella lista del patrimonio GHOO·XPDQLWj  O·2UWR %RWDQLFR GL 3DGR- va, nel 1997, è stato inserito nella Lista 4 del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, un elenco che comprende beni culturali e/o naturali che per le loro caratteristiche ]LRQHGHOOHDWWLYLWjVFLHQWLÀFKHHGLULFHUFD sono riconosciuti come dotati di “valore FRQIHUHQ]HVHPLQDULPRVWUHFRQJUHVVL  universale eccezionale”, in quanto rap- dedicate a diversi aspetti della scienza bo- presentano dei beni inestimabili e inso- tanica, con la gestione di un turismo so- stituibili non solo di una nazione, ma VWHQLELOHSURPXRYHQGRVSHFLÀFKHDWWLYLWj dell’intera umanità. a gruppi e singoli utenti (scuole, universi- L’iscrizione, esposta all’ingresso del- WjHVSHUWLDPDWRULWXULVWL  O·2UWR%RWDQLFRUHFLWDFRVu´/·2UWR%R- Rientra in questo progetto anche l’am- tanico di Padova è all’origine di tutti gli pliamento dell’Orto Botanico: esso forni- orti botanici del mondo e rappresenta la sce gli strumenti necessari per continua- culla della scienza, degli scambi scienti- re nella sua antica tradizione di ricerca ÀFL H GHOOD FRPSUHQVLRQH GHOOH UHOD]LRQL VFLHQWLÀFD QRQFKp GL FRQVHUYD]LRQH H tra la natura e la cultura. Ha largamente collezione delle piante. Alla qualità della contribuito al progresso di numerose di- ULFHUFDVFLHQWLÀFDVLDFFRPSDJQDLQHOXGL- VFLSOLQHVFLHQWLÀFKHPRGHUQHLQSDUWLFR- bilmente la qualità dell’offerta didattica. lare la botanica, la medicina, l’ecologia e La disponibilità di nuove serre con aree ODIDUPDFLDµ ÀJ  VSHFLÀFKHGHGLFDWHDOODGLGDWWLFDHO·DOOH- Tale iscrizione ha segnato uno degli stimento di laboratori di ricerca permette- avvenimenti più importanti nella storia ranno all’Orto di realizzare una moderna dell’Orto Botanico di Padova. Ha garanti- ULFHUFDVFLHQWLÀFDFKHJDUDQWLUjROWUHDG to al sito una migliore tutela della sua uni- una didattica avanzata e innovativa, an- cità, ma ha anche accresciuto la consape- che collaborazioni con altre istituzioni di volezza dell’importanza svolta dall’Orto ricerca e con Orti Botanici italiani e stra- stesso nella trasmissione della sua eredità QLHUL$WDOÀQHO·2UWRRVSLWDHSRWHQ]LHUj culturale, nel suo impegno a sostenere la una banca del germoplasma in cui vengo- biodiversità vegetale e a supportare at- no conservati semi anche di specie rare tività didattiche e di ricerca. Oggi si sta e/o minacciate di estinzione allo scopo di cercando di perseguire una serie di pro- conservare la biodiversità e incentivare spettive strategiche che, nell’ottica di un gli scambi. approccio integrato, combinino la promo- 23 Mariacristina Villani

Le nuove serre di Mariacristina dell'Orto Botanico Villani

Rassegna di alcune specie significative di piante e della loro capacità di adattamento, di cui il nuovo giardino della biodiversità offre un vasto e interessante panorama.

Biodiversità è la parola d’ordine nelle VHPEUDUH GL VSHFLH SDUDVVLWH JOL DOEHUL nuovissime serre dell’Orto Botanico più YHQJRQRXVDWLVRORFRPHVXSSRUWR9LYH- antico del mondo. Questo termine, di uso UH LQ VRVSHQVLRQH VHQ]D FRQWDWWR GLUHWWR RUPDLLQÁD]LRQDWRIDULIHULPHQWRDOODYLWD FROWHUUHQRWXWWDYLDULFKLHGHFKHOHHSLÀWH FKHFLFLUFRQGDLQWXWWHOHVXHPDQLIHVWD- VLDQRLQJUDGRGLSURFXUDUVLHLPPDJD]]L- ]LRQL,QDPELWRYHJHWDOHLUDIÀQDWLDGDW- QDUHDFTXDHQXWULHQWL,PHFFDQLVPLXWL- WDPHQWLJUD]LHDLTXDOLOHSLDQWHSRVVRQR OL]]DWLVRQRPROWHSOLFL$OFXQHEURPHOLD- VRSUDYYLYHUH LQ FRQGL]LRQL GLYHUVLVVLPH cee ad esempio assumono una particolare GDL WRUULGL GHVHUWL DULGL DOOH DIRVH IRUHVWH FRQIRUPD]LRQHFRQXQDVSLUDOHFRPSDWWD tropicali, costituiscono uno dei pilastri su GL IRJOLH OXQJKH H FRQ EDVH DOODUJDWD LQ FXLVLIRQGDODELRGLYHUVLWj,ELRPLUDSSUH- PRGRGDLQFDQDODUHO·DFTXDSLRYDQDHGH- VHQWDWL QHOOD VHTXHQ]D GL VHUUH GHOO·2UWR WULWLLQXQDFDYLWjFHQWUDOHDIRUPDGLFRS- permettono di capire come le piante hanno SDFKHqGHOLPLWDWDGDOOHIRJOLHVWHVVH,Q ULVSRVWRDOODVÀGDFKHLGLYHUVLWLSLGLDP- ULIHULPHQWRDTXHVWDFDUDWWHULVWLFDLOQRPH ELHQWHHOHFRQGL]LRQLSLRPHQRHVWUHPH YHUQDFRODUHLQJOHVHGLAechmea fasciata è hanno loro imposto. DSSXQWRGLSLDQWDELFFKLHUH4XHVWLSLFFROL 3DUWLFRODUPHQWHIDYRUHYROLDOODYLWDYH- VWDJQLLQPLQLDWXUDVRQRYHULHSURSULKDEL- JHWDOH VRQR OH SLRJJH IUHTXHQWL H DEERQ- tat in cui possono vivere anche altre pian- GDQWLFRPELQDWHFRQDOWHWHPSHUDWXUHSHU te (ad esempio specie insettivore come le WXWWRO·DQQRFRQGL]LRQLFKHDLWURSLFLGH- XWULFXODULH  DOJKH RSSXUH DQLPDOL TXDOL WHUPLQDQRORVYLOXSSRGHOOHOXVVXUHJJLDQWL OLEHOOXOH R DOWUL LQVHWWL R DQÀEL FRPH OH IRUHVWHSOXYLDOLKDELWDWHVFOXVLYRGLPLOLR- rane tropicali, che dentro il “vaso” depon- QLGLVSHFLH,QTXHVWLHFRVLVWHPLFKHRF- JRQROHXRYDGDFXLVLVYLOXSSDQRLJLULQL cupano meno del 10% delle terre emerse oppure pipistrelli, uccelli e serpenti che lì PDRVSLWDQRSLGHOGHOODELRGLYHUVL- YDQQRDGDEEHYHUDUVL,QVHUUDVLSRVVRQR WjPRQGLDOHGRPLQDQRDOEHULFKHSRVVRQR DSSUH]]DUHOHVSHFLHGHLJHQHULNeorege- VXSHUDUHLPHWULGLDOWH]]DHGqTXHVWD lia, Guzmania, Nidularium GDOOH OXQJKH OD UDJLRQH SHU FXL DO ELRPD GHOOD IRUHVWD LQÀRUHVFHQ]H YDQQR GD SRFKL FHQWLPHWUL pluviale nell’Orto Botanico di Padova è DPHWULGLOXQJKH]]D GDLFRORULVJDU- GHGLFDWD OD VHUUD GDOOH GLPHQVLRQL PDJ- JLDQWL FKH UHQGRQR TXHVWH EURPHOLDFHH JLRUL/HVSHFLHKDQQRHYROXWRSDUWLFRODUL PROWRGHFRUDWLYHHDSSUH]]DWHFRPHSLDQWH adattamenti in risposta alla pressione com- ornamentali, soprattutto nel periodo nata- SHWLWLYDFXLVRQRVRJJHWWHQHOORURDPELHQ- OL]LRGDWRFKHVSHVVRLOFRORUHGRPLQDQWH WHQDWXUDOH,QSDUWLFRODUHLJUDQGLDOEHUL qLOURVVRHODÀRULWXUDDYYLHQHLQLQYHUQR FKH VL DPPDVVDQR QHOOD IRUHVWD WROJRQR ,QUHDOWjLÀRULGLIUHTXHQWHVRQRSLFFROLH OXFH DOOH SLDQWH GHO VRWWRERVFR FKH QRQ la loro scarsa vistosità è compensata dalle SRWHQGRVWDUHDWHUUDVRQRREEOLJDWHDVDOL- EUDWWHHFKHOLDFFRPSDJQDQRFLRqSLFFROH UHLQDOWRGRYHSRVVRQRFDSWDUHPHJOLROD IRJOLHPRGLÀFDWHHFRORUDWLVVLPHRSSXUH SRFDOXFHGLVSRQLELOHPROWHYLYRQRSHUFLz SXzVXFFHGHUHFKHOHIRJOLHLQWHUQHDVVX- DQFRUDWHDLUDPLGHJOLDOEHULHVRQRFKLD- PDQRWRQLDFFHVLRVFUH]LDWXUHYLYDFLSHU PDWHHSLÀWH1RQVLWUDWWDFRPHSRWUHEEH DWWLUDUH JOL LPSROOLQDWRUL 6L SHQVL FKH D 24 Le nuove serre dell'Orto Botanico

TXHVWRJUXSSRWDVVRQRPLFRDSSDUWLHQHDQ- Endemica del Madagascar, che una specie, descritta per la prima volta l’orchidea di Darwin da un naturalista italiano nel 1867, Puya (Angraecum sesquipedale raimondii(·XQDEURPHOLDFHDDULVFKLRGL Thouars) viene così HVWLQ]LRQHFKHYLYHQHJOLDOWLSLDQLDQGLQLH chiamata perché il lunghissimo sperone VYLOXSSDODSLJUDQGHLQÀRUHVFHQ]DFRQR- del suo fiore a stella VFLXWD UDJJLXQJH OH VWUDRUGLQDULH GLPHQ- catturò l’attenzione VLRQLGLGLHFLPHWULGLDOWH]]DHROWUHGXHGL del naturalista inglese ODUJKH]]DFRQOHVSLJKHFKHSRUWDQRSLGL che stava studiando RWWRPLODÀRULFKHSRVVRQRHVVHUHLPSROOL- l’impollinazione QDWLGDROWUHVSHFLHGLFROLEUu nelle orchidee. 1HOODVHUUDYLHQHFROWLYDWDODSULPDEUR- Viene visitata meliacea introdotta in Europa, Ananas co- da una falena mosum, comunemente nota come ananas, con una spiritromba lunga a sufficienza il cui nome deriva da “nana”, termine con da pescare il nettare FXLHUDFKLDPDWDGDJOLLQGLJHQL&ROWLYDWD sul fondo dello sperone GDOOHSRSROD]LRQLSUHFRORPELDQHQHSDUOz (foto: M. Pistore). SHUODSULPDYROWD&ULVWRIRUR&RORPERFKH ODYLGHD*XDGDOXSDQHOËIDPRVR O·HSLVRGLRLQFXLTXDQGRYHQQHRIIHUWRLO IUXWWRD&DUOR9HJOLQHULÀXWzO·DVVDJJLR SHUSDXUDGLDYYHOHQDUVL1HOODVHUUDWUR- picale è presentato anche un altro adat- WDPHQWR WLSLFR GL XQ JUXSSR SDUWLFRODUH di Bromeliacee, le tillandsie, piante con radici ridotte o addirittura assenti, tanto FKH JOL LQJOHVL OH FKLDPDQR atmospheric GL DFTXD H VRVWDQ]H QXWULWLYH 6RQR GHWWL plants/HOXQJKHIRJOLHULVXOWDQRYHOOXWD- SVHXGREXOELSHUODVRPLJOLDQ]DFRQLEXO- WHLQTXDQWRULYHVWLWHGLSHFXOLDULVTXDPH ELPDDWWHQ]LRQHQHOOHRUFKLGDFHHVLWUDWWD JULJLRYHUGLFKLDPDWHWULFRPLFKHIRUPD- GLYHULHSURSULIXVWLQRQGLUDGLFL4XHVWH QRXQ·LQWHUIDFFLDIUDODIRJOLDHO·DPELHQWH XOWLPH LQYHFH VSHVVR SHQGRQR OLEHUH H FLUFRVWDQWH,WULFRPLKDQQRLOFRPSLWRGL KDQQRJOLDSLFLULFRSHUWLGLXQPDQLFRWWR DVVRUELUHO·DFTXDVLDTXHOODPHWHRULFDFKH chiamato velamen, costituito da strati di O·XPLGLWjDWPRVIHULFD$OPLFURVFRSLRHYL- FHOOXOHPRUWHFKHFRQWULEXLVFHDGHYLWDUH GHQ]LDQRODIRUPDGLXQFKLRGRDOWDPHQWH VSHFLDOL]]DWRO·DFTXDFDSWDWDGDOOD´WHVWDµ LOGLVVHFFDPHQWRHDSURWHJJHUHLGHOLFDWL YLHQHLQFDQDODWDGHQWURO·DVVHHUDJJLXQJH DSLFLGDOO·D]LRQHGDQQRVDGHLUDJJLXOWUD- LWHVVXWLLQWHUQL*UD]LHDLWULFRPLFRDGLX- YLROHWWL,QDOFXQHRUFKLGDFHHVRSUDWWXWWR YDWLGDOO·DGR]LRQHGDSDUWHGHOODSLDQWDGL TXHOOHFRQIRJOLHULGRWWHDSLFFROHVFDJOLH XQDIRWRVLQWHVLGLWLSR&$0FKHFRQVHQWH OH UDGLFL VRQR YHUGL FRQ FORURÀOOD D GL- GLDSULUHJOLVWRPLGLQRWWHHWHQHUOLFKLXVL PRVWUD]LRQH FKH OR VWUDWR HVWHUQR GHOOD GLJLRUQROHWLOODQGVLHULHVFRQRDPDQWHQH- UDGLFH q IRWRVLQWHWL]]DQWH DO SDUL GL XQD UHXQELODQFLRLGULFRIDYRUHYROH IRJOLD$SSDUWLHQHDOODIDPLJOLDGHOOH2U- 1HO ÀWWR LQWULFR GHOOD IRUHVWD FL VRQR chidaceae anche una pianta rampicante SHUzDQFKHDOWUHLQWHUHVVDQWLHSLÀWHOHRU- GLRULJLQHDPHULFDQDODYDQLJOLD Vanilla FKLGHH6LFXUDPHQWHO·DVSHWWRFKHFDWWXUD planifolia), che anche in Orto produce i O·DWWHQ]LRQHqORVSOHQGRUHGHLORURÀRUL FDUDWWHULVWLFLEDFFHOOLQRQRVWDQWHO·DVVHQ]D GDLFRORULVSHVVRVJDUJLDQWLHGDOODPRUIR- GHJOL LQVHWWL GHO JHQHUH Melipona che in ORJLD UDIÀQDWLVVLPD 0D ULVXOWDQR DQFRUD QDWXUDVRQRUHVSRQVDELOLGHOODIHFRQGD]LR- più accattivanti se si considerano le ardite QH 4XL L JLDUGLQLHUL VL VRVWLWXLVFRQR DOOH VROX]LRQL FKH HVVH KDQQR HVFRJLWDWR SHU DSLRSHUDQGRO·LPSROOLQD]LRQHDUWLÀFLDOH VRSUDYYLYHUH QHOOD IRUHVWD$OFXQH RUFKL- $QFKHO·DUUDPSLFDUVLVXJOLDOEHULqXQD GHHSUHVHQWDQRIXVWLLQJURVVDWLHFDUQRVL VWUDWHJLDYLQFHQWHQHOODIRUHVWDORIDQQRDG FKH XWLOL]]DQR SHU O·LPPDJD]]LQDPHQWR HVHPSLRPROWHVSHFLHDIULFDQHJOLVWURIDQ- 25 Mariacristina Villani

WL XWLOLVVLPL LQ DPELWR IDUPDFHXWLFR )UD Maestosa è la pianta della i rampicanti, curioso è il comportamento strelitzia dei philodendron, che possono nascere da (Strelitzia nicolai Regel VHPLJHUPLQDWLDWHUUDDUUDPSLFDUVLLQFHU- & K. Koch), come pure FDGLOXFHQHOOHIDVLJLRYDQLOLHSRLGLYHQ- il fiore dalle dimensioni notevoli, 30 cm, che WDUHHSLÀWLRSSXUHDOFRQWUDULRSUHQGHUH ricorda la testa di un RULJLQHGDVHPLSRUWDWLGDJOLDQLPDOLQHJOL uccello del Paradiso. VWUDWLVXSHULRULGHOODYROWDDUERUHDHVXF- (foto: M. Pistore). FHVVLYDPHQWH HPHWWHUH UDGLFL DYYHQWL]LH FKHWRUQDQRLQEDVVRSHUSURFXUDUHLVDOL minerali necessari alla pianta dal suolo. 1RQ VL SXz QRQ FLWDUH XQ DGDWWDPHQ- WR YHUDPHQWH RULJLQDOH TXHOOR XWLOL]]DWR GD XQD IHOFH GHO 0DGDJDVFDU FRQRVFLXWD GHQWURODVSDWDYHQJRQRULODVFLDWLLQJUDQ- FRPHIHOFHDFRUQDG·DOFH Platycerium al- GHTXDQWLWjQHWWDULÁXLGLGLFXLVRQRJKLRWWL cicorne (VVDSRUWDGXHWLSLGLIURQGHOH JOLXFFHOOLFKHXVDQRJOLVWDPLFRPHWUH- VXSHULRULVRQRDOOXQJDWHHUDPLÀFDWHFRPH VSROR,QTXHVWRPRGRLSROOLQLDGHULVFR- le corna di un alce, appunto, verdi e con le QRDOOH]DPSHHYHQJRQRGHSRVLWDWLVXOOR VSRUHQHOSHULRGRULSURGXWWLYROHEDVDOLLQ- VWLJPD GHO ÀRUH FKH YLHQH YLVLWDWR VXF- vece sono sterili, tonde, verdi solo per un FHVVLYDPHQWH8FFHOOLHURGLWRULVYROJRQR EUHYHSHULRGRSRLVLVHFFDQRPDDQ]LFKp anche un ruolo attivo nella dispersione FDGHUH DGHULVFRQR IUD ORUR H VL DQFRUDQR GHLVHPL3HUTXHVWRPRWLYRLJURVVLVHPL FRPHYHQWRVHDOODSLDQWDRVSLWHIRUPDQGR VFXULGLTXHVWHSLDQWHSRUWDQRXQFLXIIRGL XQDVRUWDGLFRSSDHQWURFXLVLUDFFROJRQR peli, molto simile a una parrucca dai colori GHWULWLHDFTXD DFFHVL EOXHOHWWULFRQHOODSDOPDGHOYLDJ- ,QÀQHQHOODVHUUDWURSLFDOHqLPSRVVLELOH JLDWRUH R DUDQFLR LQWHQVR QHOOH VWUHOLW]LH  ULPDQHUHLQGLIIHUHQWLGLIURQWHDOPDHVWRVR LQPRGRGDUHQGHUHEHQYLVLELOLL´SDFFKLµ YHQWDJOLR GL IRJOLH GHOOD SDOPD GHO YLDJ- da trasportare. Proprio in Strelitzia nicolai JLDWRUH Ravenala madagascariensis), che QHOXQWHDPGLULFHUFDWRULGHOOD)OR- XQDSDOPDQRQqHQHSSXUHYDFRQIXVDFRQ ULGD,QWHUQDWLRQDO8QLYHUVLW\GL0LDPLKD DIÀQLVWUHOLW]LH Strelitzia nicolai, S. alba), LGHQWLÀFDWRXQSLJPHQWRFKHHUDULWHQXWR piante che mostrano un particolare adat- HVFOXVLYRGHOUHJQRDQLPDOHODELOLUXELQD WDPHQWR UHODWLYR DJOL RUJDQL ULSURGXWWLYL 4XHVWRSLJPHQWRFKHQHLPDPPLIHULGHUL- ,OQRPHGHOODSULPDqOHJDWRDOIDWWRFKH YDGDOODGHPROL]LRQHGHOO·HPRJORELQDQHO allo stato spontaneo tutte le piante sono FLXIIRGHLVHPLGHOODVWUHOLW]LDIDVuFKHLO RULHQWDWH VHPSUH VHFRQGR XQD GLUH]LRQH FRORUHDFFHVRULPDQJDLQDOWHUDWRPROWRSL IXQ]LRQDQGRTXLQGLFRPHEXVVROHYLYHQWL DOXQJRGLTXDQWRQRQIDUHEEHFRQFDURWH- OHVHFRQGHYHQJRQRLQYHFHFKLDPDWHSLDQ- QRLGLRDOWULSLJPHQWLWLSLFDPHQWHYHJHWDOL WHXFFHOORGHOSDUDGLVRSHUOHORURLQÀRUH- SUROXQJDQGRSHUPHVLODIXQ]LRQHGLYHV- VFHQ]HFKHULFRUGDQRODVDJRPDGLTXHVWL sillo. DQLPDOL/·DVSHWWRGLTXHVWHSLDQWHULFRUGD 1HOODVHUUDWURSLFDOHVXEXPLGDqUDSSUH- TXHOORGHOEDQDQRLQIDWWLÀQRDSRFRWHP- VHQWDWRLOWLSLFRDPELHQWHGHOODVDYDQDFOL- SRIDYHQLYDQRULIHULWHDOODVWHVVDIDPLJOLD PDWLFDPHQWHFRQQRWDWDGDOO·DOWHUQDQ]DGL TXHOODGHOOH0XVDFHDHPDPDQLIHVWDQROH XQDVWDJLRQHVHFFDIRUWHPHQWHOLPLWDQWH ORURSHFXOLDULWjDOPRPHQWRGHOO·DQWHVL, FRQXQDVWDJLRQHGHOOHSLRJJHFDUDWWHUL]- ÀRULVRQRVSOHQGLGLFRQFRORULDFFHVLHGL- ]DWDGDLQWHQVHSUHFLSLWD]LRQLËO·DPELHQ- mensioni notevoli, protetti entro una spata WH GRPLQDWR LQ$IULFD GDOOH DFDFLH GDOOH FRULDFHDFKHSXzHVVHUYHUGHRYLROHWWDGD FKLRPH OHJJHUH D WUDVSLUD]LRQH ULGRWWD FXLHVFRQRLQVHTXHQ]DGXUDQWHODÀRULWXUD WDOYROWD FRQ IRJOLH WUDVIRUPDWH LQ VSLQH 9HQJRQRLPSROOLQDWLGDJOLXFFHOOLDQLPD- 6SHFLHHPEOHPDWLFDGHOODVDYDQDDIULFDQD li che notoriamente pesano più delle api FROWLYDWDLQTXHVWDVHUUDqLOEDREDE Adan- RGHOOHIDUIDOOHTXLQGLOHGLPHQVLRQLHOD sonia digitata), pianta dalle straordinarie UREXVWH]]DGHOO·LQÀRUHVFHQ]DVRQRÀQDOL]- GRWLGLORQJHYLWjHGDOFDUDWWHULVWLFRWURQFR ]DWLDVRVWHQHUHLOORURSHVR0DQRQVROR DPSLRHULFFRGLUDPLÀFD]LRQL,QQDWXUDOD 26 Le nuove serre dell'Orto Botanico

VWUDWHJLDXWLOL]]DWDGDOEDREDESHUVXSHUDUH Piante galleggianti: ODVWDJLRQHDULGDVWDQHOWUDVIRUPDUHLOIX- il giacinto d’acqua VWRLQXQVHUEDWRLRHQWURFXLYLHQHLPPD- (Eichhornia crassipes JD]]LQDWDDFTXDHFKHSHUTXHVWRPRWLYR (Mart.) Solms) e le DVVXPHODIRUPDDERWWLJOLD,VXRLEHOOLV- minuscole lenticchie d’acqua VLPL ÀRUL ELDQFKL GDOO·RGRUH VJUDGHYROH (foto: M. Pistore): sono impollinati dai pipistrelli e produco- QRXQIUXWWRGDOODVXSHUÀFLHYHOOXWDWDULF- FRGLSURSULHWj$QFKHOHIRJOLHHODFRUWHF- FLDVRQRLPSRUWDQWLIRQWLGLFLERHSULQFLSL attivi importanti nella medicina popolare, GDFXLGHULYDLOQRPHDIULFDQRGL´DOEHUR GHOOD YLWDµ 8Q DIIDVFLQDQWH DGDWWDPHQWR 5 XWLOL]]DWR GDOOH DFDFLH q OD PLUPHFRÀOLD che consiste nella capacità che esse hanno GLLQWHVVHUHXQDUHOD]LRQHPXWXDOLVWLFDFRQ OHIRUPLFKHËXQDFROODERUD]LRQHXWLOHSHU GRPDDVVRUERQRLQXWULHQWLGLUHWWDPHQWH HQWUDPELLSDUWQHUOHFRORQLHGLIRUPLFKH GDOO·DFTXDHELODQFLDQRLOSHVRGHOODSDUWH ULFHYRQR SURWH]LRQH H QXWULPHQWR 9HQ- YHUGHPDQWHQHQGRODSLDQWDLQHTXLOLEULR JRQR LQIDWWL RVSLWDWH DOO·LQWHUQR GL JURV- 1HOODYDVFDWURSLFDOHDOFXQHSLDQWHVHS- se spine cave e si nutrono di nettare o di SXU UDGLFDWH VXO IRQGR SRUWDQR OH IRJOLH corpuscoli lipoproteici che la pianta porta OXFLGHHGLFRQVLVWHQ]DJRPPRVDVXOSHOR DOO·DSLFHGHOOHIRJOLH/DIRUPLFDULFDPELD GHOO·DFTXD VRQR SURYYLVWH GL XQ ULYHVWL- LOIDYRUHSUHGDQGRJOLLQVHWWLÀWRIDJLFKH mento ceroso che le rende idrorepellenti GDQQHJJLDQRO·DFDFLDHLQFHUWLFDVLFRQWUL- HQHIDFLOLWDODVRVSHQVLRQH,QQDWXUDWDOH EXLVFRQRDOODGLVSHUVLRQHGHLVHPL DGDWWDPHQWRqWLSLFRGLPROWHLGURÀWHIUD 1HOODVWHVVDVHUUDDOWULDIIDVFLQDQWLDGDW- FXL OH QLQIHH GDL ÀRUL FRORUDWLVVLPL FKH WDPHQWLVRQRTXHOOLXWLOL]]DWLGDOOHVSHFLH UHQGRQRODYDVFDVLPLOHDXQDUFREDOHQRR DFTXDWLFKHFROWLYDWHQHOODYDVFDWURSLFDOH Victoria cruzianaGDOOHIRJOLHSDUWLFRODUL /HSLDQWHDFTXDWLFKHHSDOXVWULSRVVRQRYL- 6HRVVHUYDWHFRQDWWHQ]LRQHVLSXzQRWDUH YHUHFRPSOHWDPHQWHLPPHUVHQHOO·DFTXDR FKHTXHVWHIRJOLHHQRUPLGHOGLDPHWURGL JDOOHJJLDUH/DPDJJLRUSDUWHGLHVVHKDQ- oltre un metro, hanno il picciolo inserito no evoluto particolari tessuti, chiamati ae- DOFHQWURHGDHVVRVLLUUDGLDQRDUDJJHUD UHQFKLPLQHLTXDOLDPSLHODFXQHHFDQDOL OHJURVVHQHUYDWXUHLQULOLHYRVXOODSDJLQD IDFLOLWDQRODFLUFROD]LRQHGHLJDVYHUVROH LQIHULRUHHQWURFXLVFRUURQRLFDQDOLDHUL- SDUWL SURIRQGH *OL DHUHQFKLPL VRQR EHQ IHUHL 3HU LPSHGLUH FRQWURSURGXFHQWL VR- HYLGHQWL QHL SLFFLROL GHOOH IRJOLH GL XQD YUDSSRVL]LRQLIUDIRJOLHDGLDFHQWLLOERU- VSHFLHGLRULJLQHVXGDPHULFDQDGHOJLDFLQ- GR q ULDO]DWR D VFRGHOOD DG HFFH]LRQH GL WRG·DFTXD Eichhornia crassipes &DUDW- GXHIHQGLWXUHRSSRVWHGDOOHTXDOLGHÁXLVFH WHULVWLFLSHUFKpPDUFDWDPHQWHJRQÀWDQWR O·DFTXD FKH DOWULPHQWL DSSHVDQWLUHEEH OD GD DVVXPHUH OD IRUPD GL XQD ERD TXHVWL IRJOLD3HUHYLWDUHO·HUELYRULDLQÀQHODSD- SLFFLROL VHPEUDQR FDUQRVL PD LQ UHDOWj JLQDLQIHULRUHqFRSHUWDGLDFXOHLHYLGHQWL FRQWHQJRQRXQWHVVXWRVSXJQRVRSLHQRGL RYYLDPHQWHQHOODSDUWHHVWHUQDGHOERUGR DULD/HIRJOLHTXLQGLIDFLOLWDQRLOJDOOHJ- 8QDGDWWDPHQWRPROWRFXULRVRqTXHOOR JLDPHQWRGLTXHVWHSLDQWHFKHQRQDQFR- GHOOH PDQJURYLH OH SLDQWH FRL WUDPSROL UDWH QHO ORUR DPELHQWH QDWXUDOH VHJXRQR /HGLYHUVHVSHFLHGLPDQJURYLHYLYRQRLQ continuamente il movimento delle cor- DPELHQWLVDOPDVWULFRVWLHULVXWHUUHQLIDQ- UHQWL$QFKHQHOODODWWXJDG·DFTXD Pistia JRVL DVÀWWLFL 8Q·RVVLJHQD]LRQH HIÀFDFH stratiotes OHIRJOLHVRQRHVVHQ]LDOLSHUVWD- GHOOH SRU]LRQL GHOOD SLDQWD LPPHUVH QHL UHDJDOODPDFRQXQPHFFDQLVPRGLYHU- VHGLPHQWLDQRVVLFLqSRVVLELOHJUD]LHDOOD VRVRQRULYHVWLWHGLXQÀWWRIHOWURGLSHOL SUHVHQ]DGLVWUXWWXUHVSHFLDOL]]DWHLSQHX- idrorepellenti che intessono una sorta di PDWRIRULUDGLFLUHVSLUDWRULHFKHHPHUJRQR FXVFLQR G·DULD /H DEERQGDQWL UDGLFL QRQ GDOO·DFTXD H FDSWDQR O·RVVLJHQR GLUHWWD- VHUYRQRSLSHUÀVVDUHODSLDQWDVXOIRQ- PHQWHGDOO·DULD/DÀWWDUHWHGLUDGLFLDHUHH 27 Mariacristina Villani

arcuate che ancorano saldamente le pian- Splendida WHFRQIHULVFRQRXQUXRORHFRORJLFRPROWR ma con odore sgradevole: LPSRUWDQWHQHOFRQWUDVWDUHO·D]LRQHHURVL- la stapelia gigante va delle maree. (Stapelia gigantea N.E.Br.) 1HOODVHUUDWHPSHUDWDVRQRUDSSUHVHQWDWH (foto: M. Pistore). OHIRUHVWHGLODWLIRJOLHGHFLGXHGLVWULEXLWH WUDODIDVFLDERUHDOHHLWURSLFLODFXLHOHYDWD ELRGLYHUVLWjULÁHWWHODYDULHWjJHRJUDÀFDH DPELHQWDOHLQFXLVLVYLOXSSDQR*OLDVSHWWL SLSHFXOLDULGHOODYHJHWD]LRQHWHPSHUDWD FRUULVSRQGRQRDOELRPDPHGLWHUUDQHRFKH QRQJUDYLWDVRODPHQWHDWWRUQRDOEDFLQRGHO PDUHRPRQLPRPDDQFKHLQDOWUHUHJLRQL VDWHQHOO·HSLGHUPLGHHWDSSH]]DWHGLSHOL GHOOD7HUUDFRPHDGHVHPSLRLQ6XGDIULFD (VHPSLWLSLFLVRQRLOFRUEH]]RORLOPLUWR LQ$XVWUDOLDRLQ&DOLIRUQLD,QTXHVWRFRQ- il leccio, il lentisco. WHVWRLOSUREOHPDSHULYHJHWDOLqORVWUHVV Un ulteriore adattamento è la tomento- LGULFRFDXVDWRGDVLFFLWjSUROXQJDWDHWHP- VLWjODSLDQWDVLULYHVWHGLSHOLELDQFKLFRQ SHUDWXUHHOHYDWHGXUDQWHODVWDJLRQHHVWLYD GXSOLFHIXQ]LRQHGLFUHDUHXQFXVFLQHWWR ,OSHULRGRFULWLFRYLHQHVXSHUDWRPHGLDQWH G·DULDLVRODQWHHGLULÁHWWHUHJOLLQWHQVLH XQD VHULH GL DFFRUJLPHQWL$OFXQH VSHFLH GDQQRVL UDJJL VRODUL 0ROWH VSHFLH DVVX- ORHYLWDQRFRPSOHWDPHQWHJUD]LHDXQFL- PRQRTXLQGLXQDVSHWWRDUJHQWHRHYHOOXWD- FORGLYLWDULGRWWLVVLPRSHUFXLODIDVHGL to, come i cisti, le centauree o l’ulivo stes- aridità coincide con lo stadio dormiente in VRFKHKDODSDJLQDLQIHULRUHGHOODIRJOLD IRUPDGLVHPH,QHVWDWHODSLDQWDVHPEUD ULYHVWLWDGLSHOLDIRUPDGLVWHOOD6SHVVR scomparsa perchè tutte le sue parti si sono LQROWUHLFHVSXJOLDVVXPRQRODFRQIRUPD- completamente disseccate e dissolte, ma i ]LRQHSXOYLQDWDFLRqDIRUPDGLFXVFLQHWWR VHPL JHUPLQHUDQQR DO VRSUDJJLXQJHUH GL FRPSDWWR SHU PHJOLR UHVLVWHUH DO YHQWR H XQDQXRYDVWDJLRQHIDYRUHYROHDVVLFXUDQ- SHUFKp DOO·LQWHUQR GHO SXOYLQR VL FUHD XQ do la continuità della specie. E’ il caso ad PLFURFOLPDSLIDYRUHYROH HVHPSLRGHOSDSDYHURGHOOD&DOLIRUQLDGDL 8Q DOWUR DGDWWDPHQWR q OD PLFURÀOOLD SHWDOLGLXQDUDQFLRLQWHQVR/HJHRÀWHLQ- FLRqODULGX]LRQHGHOODVXSHUÀFLHGHOODOD- YHFHDGRWWDQRXQDVWUDWHJLDVLPLOHGLIXJD PLQD IRJOLDUH HULFKH JLQHSUL ODYDQGXOH GDOSHULRGRDULGRSHUzLQTXHVWRFDVROD KDQQRIRJOLHSLFFROHHVWUHWWHDGGLULWWXUD pianta non muore completamente, ma ri- DJKLIRUPLRVTXDPLIRUPLFRPHQHOODJL- PDQJRQRYLYHVROROHSDUWLVRWWHUUDQHHL QHVWUDGRYHOHSLFFROHVFDJOLHQRQKDQQR EXOELRLWXEHULFKHLQSULPDYHUDULFRVWLWX- VXSHUÀFLHVXIÀFLHQWHDPDQWHQHUHLOPHWD- iranno le parti verdi. Drimia maritima, le EROLVPRGHOODSLDQWDTXLQGLqQHFHVVDULR RUFKLGHHLFURFKLHLJODGLROLVRQRHVHPSL FKHLOIXVWRFRPSHQVLGLYHQWDQGRYHUGHH WLSLFL$OFXQHVSHFLHOHJQRVHYDQQRLQUL- IRWRVLQWHWL]]DQWH SRVRYHJHWDWLYRGXUDQWHODVWDJLRQHFDOGD &DUDWWHULVWLFL VRQR L SURIXPL GHOOD ÁR- HULSUHQGRQROHORURDWWLYLWjTXDQGROHFRQ- UD PHGLWHUUDQHD OHJDWL DOOD SUHVHQ]D GL GL]LRQL GL WHPSHUDWXUD H XPLGLWj WRUQDQR JKLDQGROH FKH SURGXFRQR ROLL DURPDWLFL DGHVVHUHIDYRUHYROL FKH GLIHQGRQR OH SLDQWH GDO PRUVR GHJOL /DJUDQSDUWHGHOOHVSHFLHSHUHQQLDGRWWD HUELYRUL7LSLFLHVHPSLVRQRLWLPLOHVDO- VWUDWHJLHFKHFRLQYROJRQRSULQFLSDOPHQWH YLHRJOLHOLFULVLGDOSHQHWUDQWHSURIXPR ODIRJOLDRUJDQRGDOTXDOHODSLDQWDSHU- GLOLTXLUL]LD GH DFTXD SHU WUDVSLUD]LRQH 0ROWH VRQR 1HJOL DPELHQWL GHVHUWLFL UDSSUHVHQWDWL VFOHURÀOOHFLRqFRQIRJOLHGXUHHFRULDFHH nella serra arida del Giardino della Bio- ricche di tessuti meccanici che evitano il GLYHUVLWj L YHJHWDOL WURYDQR OH FRQGL]LR- UDJJULQ]LPHQWRHFRQHSLGHUPLGHULYHVWLWD QL SL VHOHWWLYH H SURLELWLYH SHUFKp O·DF- di una spessa cuticola cerosa. Gli stomi, TXDHOHPHQWRLQGLVSHQVDELOHSHUODYLWD DQ]LFKpHVVHUHSRUWDWLVXOODVXSHUÀFLHGHO- SXz PDQFDUH DQFKH SHU DQQL LQWHUL /D ODIRJOLDGLUHWWDPHQWHDFRQWDWWRFRQO·DULD VRSUDYYLYHQ]DLQTXHVWHVLWXD]LRQLHVWUH- VHFFD VRQR SURWHWWL HQWUR FDPHUH LQIRV- PH q TXLQGL VXERUGLQDWD DOO·DGR]LRQH 28 Le nuove serre dell'Orto Botanico

GL PLVXUH DWWH D LPPDJD]]LQDUOD LO SL Sassi fioriti: HIÀFDFHPHQWH SRVVLELOH TXDQGR HVVD q Lithops marmorata N.E.Br. GLVSRQLELOH 1LHQWH GL PHJOLR SHUFLz GL (foto: M. Pistore). XQ WHVVXWR VSHFLDOL]]DWR LO SDUHQFKLPD DFTXLIHURFRQFHOOXOHYROXPLQRVHFRQWH- QHQWL PXFLOODJLQL DOWDPHQWH LGURÀOH FKH WUDWWHQJRQRO·DFTXD4XHVWRWHVVXWRPRO- OH SXz WURYDUVL QHOOH IRJOLH R QHL IXVWL RUJDQLFKHGLFRQVHJXHQ]DVLLQJURVVDQR H VL WUDVIRUPDQR LQ VHUEDWRL SHU O·DFTXD SLRYDQDHODUXJLDGD1HOOH[HURÀWHSLDQ- WHFKHWROOHUDQRO·DULGLWjHVWUHPDTXHVWD VWUDWHJLDqDFFRSSLDWDDGDOWULDGDWWDPHQWL TXDOLODSUHVHQ]DGLXQDSSDUDWRUDGLFDOH SRVVHQWHFKHSXzVSLQJHUVLLQSURIRQGLWj DOODULFHUFDGLDFTXDRO·DGR]LRQHGLXQD IRWRVLQWHVL DOWHUQDWLYD FKH SHUPHWWH GL DSULUHJOLVWRPLGXUDQWHODQRWWHLQPRGR GDGLPLQXLUHOHSHUGLWHSHUWUDVSLUD]LRQH FRPHSXUHODWUDVIRUPD]LRQHGHOOHIRJOLH LQVSLQHDOÀQHGLQRQGLVSHUGHUHDFTXD $OFXQHVXFFXOHQWHFRVWUXLVFRQROHIRJOLH solo nei periodi umidi, come l’ocotillo (Fouquieria splendens) o la cosiddetta FRURQD GL &ULVWR Euphorbia milii), che tuttavia conserva anche nei periodi aridi OHVSLQHFRQFXLVLDJJUDSSDDJOLDOEHULSHU FUHVFHUHGDWDODIUDJLOLWjGHLVXRLOXQJKLH phytum myriostigma, così chiamato per la JUDFLOLIXVWLËPROWRGLIIXVDFRPHSLDQWD VRPLJOLDQ]D FRO FDUDWWHULVWLFR FRSULFDSR RUQDPHQWDOHPDDWWHQ]LRQHDOODWWLFHFDX- HFFOHVLDVWLFR,OSLQRWRIUDLFDFWXVVIH- VWLFRFKHHPHWWHVHWDJOLDWDDQDORJDPHQ- ULFLqFRPXQTXHLO´FXVFLQRGLVXRFHUDª WHDOODFRQJHQHULE.ingens, E.triangularis Echinocactus grusonii, simile a un porco- H DQFKH DOOH HXIRUELH FKH QRQ KDQQR VSLQRVSHFLHPROWRGLIIXVDLQFROWLYD]LR- DVSHWWRFDFWLIRUPHFRPHODVWHOODGL1DWD- ne, ma che allo stato spontaneo è a rischio le (Euphorbia pulcherrima). GL HVWLQ]LRQH 8QD IRUPD SDUWLFRODUH q , IXVWL FDUQRVL SRVVRQR VYLOXSSDUVL LQ TXHOODGHOIXVWRGHOOHRSXQ]LHÀFKLG·,Q- OXQJKH]]DFRPHQHOFDVRGHOJUDQGHFDF- GLDHDIÀQL(VVRqDUWLFRODWRLQXQDVHULH WXV D FDQGHODEUR ,O VDJXDUR Carnegiea GLSRU]LRQLSLDWWHHFDUQRVHFRPXQHPHQWH gigantea), coltivato nell’aiuola dedicata GHWWHSDOHFODGRGLQHOOLQJXDJJLRVFLHQWL- ai deserti del continente americano, che ÀFRFKHFUHVFRQRXQRGLVHJXLWRDOO·DOWUR QHOVXRKDELWDWLQFDPHUDWRQQHOODWHGLDF- 6RQRSLDQWHFRQXQDVSHFLDOHDUPDFRQWUR TXDHUDJJLXQJHLOSHVRGLXQHOHIDQWHSXz JOLHUELYRULKDQQRODVXSHUÀFLHULYHVWLWDGL vivere oltre 200 anni e superare i 10 metri FLXIÀGLJORFKLGLPLQXVFROHVSLQHVLPLOLD GLDOWH]]DHLPHWULGLGLDPHWUR,QDOWUL VHWROHFRQODSXQWDULFXUYD$OO·DSSDUHQ]D FDVLLIXVWLSRVVRQRULPDQHUHWR]]LFRUWL LQQRFXLLJORFKLGLVLVWDFFDQRIDFLOPHQ- PDWRQGHJJLDQWLFRQEL]]DUUHIRUPHVIH- te dalla pianta e aderiscono ai vestiti o si riche, come le mammillarie, che devono LQÀO]DQRQHOODSHOOHFUHDQGRLUULWD]LRQLH LOORURQRPHDLWXEHUFROLFKHOHULFRSUR- VHQRQEDVWDVVHURPROWHRSXQ]LHKDQQRLQ no, simili a piccole mammelline disposte DJJLXQWDVSLQHUREXVWH*ORFKLGLDSDUWH D VSLUDOH R OH VSHFLH GHO JHQHUH Astro- QRQVLSXzQRQULFRUGDUHODJUDQGHGLYHU- phytumFKHYLVWHGDOO·DOWRKDQQRXQDIRU- VLÀFD]LRQHFKHPDQLIHVWDQROHVSLQHQHOOH PDDVWHOODSHUOHJHRPHWULFKHFRVWRODWXUH SLDQWHVXFFXOHQWHSRVVRQRHVVHUHFRUWLV- $TXHVW·XOWLPRJUXSSRDSSDUWLHQHDQFKHLO VLPHHPLOOLPHWULFKHROXQJKHDOFXQLGHFL- cosiddetto “cappello del vescovo”, Astro- PHWULPRUELGHFRPHVHWROHRULJLGHFRPH 29 Mariacristina Villani

DJKLGULWWHRFXUYHDGXQFLQRHFRSURQR GRWDWLFKHVRQRVRORGXHSHURJQLHVHP- WXWWRORVSHWWURFURPDWLFRURVVHELDQFKH plare. Questa parte è piatta e presenta nere o dorate, addirittura di colori diversi GHOOHÀQHVWUHFLRqGHOOHSLFFROH]RQHWUD- nella stessa pianta. sparenti, attraverso cui passa la luce che 6HLOIXVWRQRQqFDUQRVRSXzHVVHUOROD DUULYDDOOHSDUWLLQWHUQHGHOODSLDQWDTXHO- IRJOLD QHL JHQHUL Agave, Aloe, Echeve- OHLQWHUUDWHFKHSRVVRQRTXLQGLVYROJHUH ria, Crassula, Sansevieria e in molti altri ODIRWRVLQWHVL/DWDWWLFDSHUODVRSUDYYL- WURYLDPR IRJOLH VXFFXOHQWH H ULYHVWLWH GL YHQ]D DGRWWDWD GDL OLWKRSV FRQVLVWH QHO tomenti o di una pruina cerosa che isola PLPHWL]]DUVLFRQLVDVVLUHQGHQGRVLSUD- OD IRJOLD LPSHGHQGR OD SHUGLWD G·DFTXD WLFDPHQWH LQYLVLELOL DG XQR VJXDUGR VX- ,Q Pachyphytum oviferum OH IRJOLH VRQR SHUÀFLDOHSHURWWLPL]]DUHODVRPLJOLDQ]D WDOPHQWHFDUQRVHGDDVVXPHUHXQDIRUPD con le pietre si rivestono di complicati WRQGDFKHXQLWDPHQWHDOODFHUDELDQFDVWUD GLVHJQLFKHVRQRXQLFLFLRqDOSDULGHOOH FKHOHULFRSUHFRQIHULVFHORURO·DVSHWWRGL LPSURQWHGLJLWDOLQRQHVLVWRQRGXHFRSLH FRQIHWWLQXQ]LDOL LGHQWLFKHGHOODPHGHVLPDRUQDPHQWD]LR- $O PRPHQWR GHOOD ÀRULWXUD DQFKH OH QH , ÀRUL FRORUDWLVVLPL JUDQGL DQFKH LO succulente meno appariscenti diventano doppio della pianta stessa, spuntano dalla VSHWWDFRODUL /D ULSURGX]LRQH q XQ PR- IHVVXUDIUDOHGXHIRJOLHHFRQODIHFRQGD- mento particolarmente critico nel ciclo ]LRQHSURGXUUDQQRPROWLVVLPLVHPLFRQ- vitale di una pianta, dato che da essa di- tenuti in capsule che si apriranno solo se SHQGHODVRSUDYYLYHQ]DGHOODVSHFLHPD ODGLVSRQLELOLWjGLDFTXDqIDYRUHYROHDOOD LQXQDPELHQWHOLPLWDQWHFRPHTXHOORGH- JHUPLQD]LRQH VHUWLFR OR q DQFRU GL SL /H FRQGL]LRQL 2PDJJLRGHOO·2UWR%RWDQLFRGL1DSROLq DPELHQWDOLUHQGRQRGLIÀFLOHDQFKHODYLWD l’esemplare di Welwitschia mirabilis spe- GHJOL LPSROOLQDWRUL TXLQGL OD SLDQWD SHU FLHFKHSXzHVVHUHDQQRYHUDWDIUDLVLPER- DWWUDUUHLSRFKLDQLPDOLGLVSRQLELOLSHULO OLGHOODVLQJRODULWjGHOUHJQRYHJHWDOHË WUDVSRUWRGHOSROOLQHJLRFDWXWWHOHVXHFDU- una specie che vive allo stato spontaneo WH VIRJJLDQGR ÀRUL GL GLPHQVLRQL VSHV- esclusivamente nel deserto del Kalahari e VR VSURSRU]LRQDWH GDL FRORUL VJDUJLDQWL GHO1DPLEGRYHVHQHFRQRVFRQRHVHP- R GDL SURIXPL SDUWLFRODUL )UD L FDVL SL plari di oltre 2000 anni d’età. Hooker, il HFODWDQWLGLÀRULLQJDQQHYROLWURYLDPROH GLUHWWRUH GHL 5R\DO %RWDQLF *DUGHQV GL VWDSHOLH SLFFROH SLDQWH VXGDIULFDQH FKH Kew ne ricevette in dono da Welwitsch un SURGXFRQRÀRULGLEHOOH]]DVWUDRUGLQDULD HVHPSODUHVSHGLWRGDOO·$QJRODQHO GDOODIRUPDGLVWHOODPDULQDFRQSHWD- /·DQQRVXFFHVVLYRSXEEOLFzODGHVFUL]LR- OL]LJULQDWLGDRUQDPHQWD]LRQLFRORUDWHH QHVFLHQWLÀFDGHOODVSHFLHFKHGHGLFzRY- VSHVVRFRSHUWLGLSHOLURVVL0HQRSLDFH- YLDPHQWHDOORVFRSULWRUHHODGHÀQuFRPH YROHSXzHVVHUHLOSURIXPRFKHHPDQDQR “la più straordinaria pianta mai introdotta XQRGRUHGLFDUQHLQGHFRPSRVL]LRQHR LQTXHVWR3DHVHHXQDGHOOHSLEUXWWHµ di escrementi o di pesce marcio, dato che /·LQWHUDSLDQWDqFRVWLWXLWDGDXQDUDGLFH D ÀWWRQH XQ IXVWR WR]]R H FRUWLVVLPR H LOORURFRPSLWRqTXHOORGLDWWUDUUHDOFXQL GXHIRJOLHFRULDFHHOHXQLFKHFKHODSLDQ- GLWWHUL GHOOD IDPLJOLD &DOOLSKRULGDH VL- ta riesce a costruire e che perdurano per mili a mosconi, da cui sono impollinate. WXWWDODYLWD&RQWLQXDQRDFUHVFHUHSUHV- ,Q UHDOWj QRQ WXWWH OH VWDSHOLH DSSHVWDQR VRODEDVHPDQRQGLYHQWDQROXQJKLVVLPH O·DULD FRO ORUR SURIXPR DOFXQH RGRUDQR SHUFKpDOO·HVWUHPLWjRSSRVWDVRQRDEUDVH GLIUXWWDHGHVLVWHDGGLULWWXUDXQDVSHFLH GDJOL DWWULWL FRQ OH VDEELH WUDVSRUWDWH GDL FKHSUHVHQWDGXHWLSLGLÀRULDOFXQLGLXQ YHQWL TXLQGL VL VHFFDQR H VL VÀODFFLDQR EHOURVVRFXSRROHQWLDOWULYHUGLHPHQR OXQJROHQHUYDWXUHLQQDVWULVRWWLOL,OVXR DSSDULVFHQWLFKHSHUzSURIXPDQRGLIXQ- QRPHFRPXQHLQOLQJXDDIULNDDQVVLJQL- JKL0ROWRYLVWRVLVRQRSXUHLÀRULGHOOH ÀFD´GXHIRJOLHFKHQRQSRVVRQRPRULUHµ VSHFLHGHOJHQHUHLithops, le piante sas- 6LWUDWWDGLXQ·DQWLFKLVVLPDJLPQRVSHUPD VR 0LQXVFROH VXFFXOHQWH YLYRQR TXDVL DIÀQHDOOHFRQLIHUHTXDOLSLQLHODULFLDQ- FRPSOHWDPHQWHLQIRVVDWHQHOODVDEELDHG FKHVHDJLXGLFDUHGDOO·DVSHWWRQRQORVL HVSRQJRQRDOO·HVWHUQRVRODPHQWHODSDUWH GLUHEEH VXSHULRUHGHOOHIRJOLHULJRQÀHGLFXLVRQR 30 L'Erbario dell'Orto di Padova

L'Erbario di Rossella dell'Orto di Padova Marcucci

Un campionario della flora di tempi e luoghi diversi cresciuto negli anni, a partire dall'Ottocento, quando avvenne la prima donazione all'Orto dell'Università. È strumento indispensabile per i botanici che si occupano di ricerche di tassonomia.

Quando una pianta viene raccolta e sec- SHUWXWWRO·2WWRFHQWRHÀQRDJOLDQQLFLQ- cata può, se conservata con cura, mante- quanta del Novecento, grazie all’interes- nere inalterato il suo aspetto per centinaia se dei vari Prefetti che si sono succeduti, e centinaia d’anni. Questa pratica, pro- tra i quali vogliamo ricordare, oltre al già EDELOPHQWH YHULÀFDWDVL FDVXDOPHQWH SL FLWDWR  GH9LVLDQL   QRPL GHO volte in epoche e luoghi diversi, è stata FDOLEUR GL 3LHU $QGUHD 6DFFDUGR  VFLHQWLÀFDPHQWH UHJRODWD GD /XFD *KLQL   H $XJXVWR %pJXLQRW   (1490-1556) medico e botanico bologne- vengono effettuati numerosi ed importanti se che, nella metà del Cinquecento, dettò acquisti, oltre alle donazioni da parte di ai suoi discepoli i principi grazie ai quali studiosi, o di loro eredi, che a vario titolo si potevano ottenere esemplari di piante hanno avuto legami con Padova. Quel pri- medicinali consultabili, e quindi studiabi- mo nucleo di piante secche, probabilmen- li, in qualsiasi periodo dell’anno. Queste te raccolte in Orto e quindi testimonianza raccolte si presentavano, nei primi tempi, di ciò che veniva coltivato nella struttura come libri rilegati o codici sulle cui pagi- a cavallo tra Settecento e Ottocento, viene ne venivano incollate le piante mentre fu gradatamente arricchito così da raggiun- solo successivamente, nella metà del Set- JHUHLFLUFDHVHPSODULDWWXDOLFXL tecento che, grazie al naturalista svedese si aggiungono altre tipologie di collezioni &DUOYRQ/LQQp  QDFTXHURJOL quali legni, frutti, semi, tabelloni didattici, erbari moderni formati da fogli separati su HFF 6LWXDWR QHOO·HGLÀFLR SURVSLFLHQWH OR cui erano stati montati i campioni vegetali. storico Orto Botanico, l’Erbario è cono- Nonostante l’Orto Botanico di Pado- sciuto a livello internazionale con la sigla va risalga al 1545, la prima notizia della PAD ed è organizzato in collezioni “aper- presenza di un erbario universitario si ha WHµ H FROOH]LRQL ´FKLXVHµ /H SULPH VRQR solo agli inizi dell’Ottocento sotto la pre- raccolte, prevalentemente di felci e pian- IHWWXUDGHOPHGLFRHELEOLRWHFDULR*LXVHS- te superiori, che vengono continuamente SH$QWRQLR%RQDWR  6HPEUD arricchite di nuovi esemplari e che, dal LQIDWWLFKHQHORUPDLDQ]LDQRHSURV- punto di vista storico, sono suddivise in simo alla pensione, il Bonato abbia deci- “Erbario delle Venezie” (HV) con esem- so di donare all’Ateneo la sua collezio- plari originari dell’Italia nord orientale ne di piante essiccate, che rappresenterà HG,VWULDH´(UEDULRJHQHUDOHµ +* 1 con quindi il primo nucleo di quello che, col piante raccolte in tutto il resto del mondo tempo, verrà chiamato Herbarium Pata- ma provenienti prevalentemente dalle re- vinum*LjSRFKLDQQLGRSRHSLSUHFL- gioni italiane, da alcuni paesi dell’Europa VDPHQWHLQXQRVFULWWRGHO5REHUWR centro-meridionale, dall’Africa settentrio- de Visiani, che lo sostituirà come Prefetto nale e da parte del continente Americano. dell’Orto Botanico, annota: “…trattasi di 4XHVWDVXGGLYLVLRQHYLHQHGHFLVDDOODÀQH circa quattordici mila piante nostrali ed degli anni venti del Novecento dall’allora esotiche, coltivate e spontanee, il quale si 3UHIHWWR *LXVHSSH *ROD   FKH va accrescendo continuamente…”. Infatti stabilisce, tra l’altro, di accorpare tutte le 31 Rossella Marcucci

singole raccolte di piante essiccate sud- poca. Tra gli stranieri ricordiamo, tra i dividendole in base a criteri sistematici, YDUL -RKQ %DOO   QDWXUDOLVWD PROWRSLXWLOLDLÀQLVFLHQWLÀFL/HFROOH- e botanico irlandese che visse in Italia e zioni “chiuse” sono invece esemplari le- compì esplorazioni botaniche in Marocco JDWLDGXQRVSHFLÀFRVWXGLRVRHQRQVRQR e America meridionale e il nobile bavare- TXLQGLSLLQFUHPHQWDELOLWUDOHSULQFLSDOL VH *LXVHSSH $GROIR GH %pUHQJHU  segnaliamo la Flora Dalmatica di de Visia-   GD PROWL FRQVLGHUDWR LO IRQGDWRUH ni e l’Erbario micologico di Pier Andrea della selvicoltura italiana, i cui circa otto- 6DFFDUGR ÀJ  mila esemplari provenienti dalle province Scorrendo i fogli d’erbario s’incontra- di Belluno, Treviso e Padova vennero ac- no moltissimi luoghi ma si leggono an- quistati agli inizi del Novecento. che numerosi nomi di raccoglitori, alcuni Tra le tante curiosità che si possono sod- SUHVVRFKp R WRWDOPHQWH VFRQRVFLXWL DOWUL disfare nell’Erbario Patavino c’è quella di che hanno lasciato un’impronta indele- scoprire, tra le migliaia di piante essiccate, bile nella botanica, altri ancora diventati ODSUHVHQ]DGLSRFRSLGLPLOOHIRJOLGRQDWL famosi in campi diversi da quello delle QHOGD/XLJL7LEHUWHOOL   1 scienze naturali. Tra i numerosi botanici un giovane ferrarese di nobili origini che, 1. Ranunculus ficaria L. che hanno voluto lasciare a Padova il pro- a partire dagli anni venti del Novecento (Erbario di guerra prio materiale, ricordiamo Adriano Fiori sarà universalmente , come scrittore di B. Ugolini).   DXWRUH GHOOD Flora Analiti- PDDQFRUGLSLFRPHSLWWRUHFRQORSVHX- ca d’Italia e ideatore della Xilotomotheca GRQLPRGL)LOLSSRGH3LVLV ÀJ 3HUVR- Italica, una raccolta di duecentoquindici naggio eclettico e stravagante (amava farsi sezioni ultrasottili di legno di specie ita- IRWRJUDIDUHQHJOLDEELJOLDPHQWLSLFXULR- liane la cui serie completa è conservata si), è un indiscusso protagonista dell’arte sia a Padova che nell’Herbarium Centrale europea del Novecento, amico dei fratelli ItalicumGL)LUHQ]H25HQDWR3DPSDQLQL de Chirico e Carrà, attratto dal Futurismo   FKH QHO  YHQGH DOFXQH ma anche, nel profondo, un naturalista, migliaia di esemplari legati principalmen- FRPHVLHYLQFHGDLTXDGULLQFXLUDIÀJXUD te al Cadore (Belluno) oltre ad una serie di PD]]LGLÀRULIUXWWLSHVFLFRQFKLJOLH,O piante provenienti dalle colonie italiane in VXRHUEDULRIRUPDWRGDODOq Africa con particolare riferimento alla re- accurato e ricco di annotazioni su colore, JLRQHGHOOD7ULSROLWDQLDQHLVXRLVWXGLVLID dimensione o bellezza degli esemplari rac- aiutare, tra gli altri, dalla contessa Onori- colti, cui si aggiungono una ventina di di- na Bargagli-Petrucci che compì escursioni segni rappresentanti particolari del fusto, DQDOL]]DQGRVRSUDWWXWWRODÁRUDDPSH]]D- GHOOHIRJOLHRGHLÀRULHFKHJLjGDQQRXQD na senza però disdegnare i viaggi esotici prima idea delle capacità pittoriche del FRPHTXHOOLFKHIHFHLQ/LELDVHPSUHUDF- futuro artista3. Altro esempio è collegato cogliendo piante per Pampanini, nel 1930 alla presenza di una sessantina di piante HQHO8QRVFLHQ]LDWRODFXLIDPDYDU- superiori e alcune centinaia di muschi e FzEHQSUHVWRLFRQÀQLQD]LRQDOLIX$FKLOOH licheni che recano il timbro “Erb.I.Nievo, )RUWL  ERWDQLFRYHURQHVHFKH &ROORUHGRµ/HGDWHGLUDFFROWDVRQRGHOOD raccolse piante soprattutto in Veneto (in ÀQH2WWRFHQWRSHUFXLVLGHVXPHFKHQRQ seguito donate a Padova) ma che si distin- siano appartenute, nonostante il nome e se principalmente per le sue conoscenze in la località corrispondano (a Colloredo, in campo algologico tanto da costituire una Friuli, sorgeva infatti il castello di fami- ricca collezione di circa diecimila macro- glia dei Nievo), al famoso poeta e roman- DOJKH ÀJ HULXQLUHDOFXQHPLJOLDLDGL ziere padovano morto prematuramente nel preparati di diatomee provenienti da tutto  /D ULFHUFD H FRQVXOWD]LRQH GHOO·DO- LOPRQGRTXHVWRHGDOWURPDWHULDOHDOJDOH bero genealogico della famiglia ha però presente nell’Herbarium Patavinum co- evidenziato la presenza di un altro Ippo- stituisce un importante patrimonio della OLWRQDWRQHOGD$OHVVDQGURIUDWHO- biodiversità vegetale acquatica di oltre ORPLQRUHGHOFHOHEUHVFULWWRUHVXOODEDVH cent’anni fa e testimonia, in alcuni casi, le dei dati in nostro possesso, riteniamo sia HVSORUD]LRQL JHRJUDÀFKH HIIHWWXDWH DOO·H- quest’ultimo l’autore della collezione,  L'Erbario dell'Orto di Padova

2 3 4 probabilmente arrivata a Padova grazie a WLQR *RUL]LD GXUDQWHJOLDQQLGHOSULPR 2. Un foglio dell’Erbario *LXVHSSH*RODGDOXLFRQRVFLXWRD7RULQR FRQÁLWWRPRQGLDOHQHOTXDOHSHUVHODYLWD6, algologico di Achille Forti. Tutto il materiale proviene soprattutto dal- ecc. le regioni dell’Italia nord-orientale ma non Oltre a questo, un erbario può essere 3. Clematis vitalba L. Dalla collezione de Pisis, mancano campioni del versante tirrenico o letto anche come fonte d’informazioni sui raccolti all’estero come quello preso du- PXWDPHQWLFKHVLYHULÀFDQRQHOO·DPELHQ- UDQWHODVSHGL]LRQHGL/XLJL$PHGHRGL6D- te, sia questo naturale o creato dall’uomo 4. Un foglio dell'Erbario YRLDSLQRWRFRPHLO'XFDGHJOL$EUX]]L FRPHQHOFDVRGHOOHFLWWj1HOORVSHFLÀFR micologico DOPDVVLFFLRDIULFDQRGHO5XZHQ]RUL4. di Padova, vi sono diverse piante prelevate di . Queste sono solo alcune delle innume- GDOXRJKLFKHQRQHVLVWRQRSLRFKHKDQ- revoli storie che si possono raccontare e no cambiato nome come, ad esempio, una FKHQRQVRQRQpSLQpPHQRLPSRUWDQWLGL piccola graminacea molto comune (Poa TXHOOHFROOHJDWHD*LDFRPR'RULD  trivialis /  UDFFROWD QHO  LQ ´3LD]]D  VHQDWRUHGHO5HJQRG·,WDOLDHQDWX- delle Acquette”, oppure l’esemplare trova- ralista, esploratore nel Borneo ma anche di WR´VXOODVSRQGDGHOFDQDOHLQ5LYLHUDGHOOH Persia e Tunisia, il conte veneziano Ales- Albere”, il giunco che cresceva nei fossati VDQGUR 0DUFHOOR GHO 0DMQR   di “Piazza d’Armi” nei primi del Nove- ideatore di un sistema di registrazione di cento o un’altra specie (Agropyron repens diversi parametri vegetazionali grazie ai var. litorale ULQYHQXWDQHOQHO´ODJR GL62UVRODµDLFRQÀQLGHOODFLWWj quali confrontare individui della stessa specie raccolti in luoghi e anni diversi5, $OHVVDQGUR7URWWHU  QRQVROR 1) N. Tornadore, S. Chiesa, Erbario e collezioni conoscitore di piante ma esperto in ceci- botaniche del Centro Interdipartimentale di Servi- diologia, la disciplina riguardante le galle ]L0XVHL6FLHQWLÀFL, Centro Interdipartimentale di 6HUYL]L0XVHL6FLHQWLÀFL7LSRJUDÀD/D*DUDQJR- (crescite abnormi di tessuto vegetale) che OD3DGRYDSS si sviluppano prevalentemente su querce,   3 &XFFXLQL La Xylotomotheca Italica: un caso insolito di serie di exsiccata. Catalogo e spi- salici, pioppi e rose che raccolse in gran golature storiche´0XVHRORJLD6FLHQWLÀFDµ quantità, anche all’estero, tanto da for-   SS  35RQFDUDWL50DUFXFFLFilippo de Pisis PDUH XQD GHOOH SL FRPSOHWH FROOH]LRQL ERWDQLFRÁkQHXUXQJLRYDQHWUDHUEHYLOOHSRHVLD FKHVLFRQRVFDQRGLTXHVWRJHQHUH8JR- 5LFRVWUXLWDODFROOH]LRQHJLRYDQLOHGLHUEHVHFFKH OLQR 8JROLQL   H LO ÀJOLR %UX- /HR62OVFKNL)LUHQ]H  6&DUOLQ50DUFXFFLL’Erbario “Ippolito QR   HQWUDPEL DSSDVVLRQDWL Nievo” a Padova´0XVHRORJLD6FLHQWLÀFDµQV ERWDQLFLWDQWRGDUDFFRJOLHUHFLUFD   SS  **/RUHQ]RQL$0DUFHOOR60DUFKLRUL esemplari, non solo in Italia, il primo e ol- Revisione e sistemazione dell’erbario fenologico WUHTXDWWURFHQWRLOVHFRQGR ÀJ SDUWH Marcello´,QIRUP%RW,WDOµ  SS 34. dei quali presi sui campi di battaglia della  50DUFXFFL¶Erbario di guerra’, “Museolo- 9DOVDEELD %UHVFLD  *LXGLFDULH H 6DER- JLD6FLHQWLÀFDµ PHPRULH SS 33 Moreno Clementi

Roberto de Visiani, di un grande Prefetto Moreno Clementi nell'Orto Botanico

Governò per più di quarant’anni l’Istituto, di cui pubblicò anche una Storia e un catalogo delle piante, contribuendo alla sua rinascita e a divulgarne la fama attraverso la corrispondenza scientifica coi rappresentanti delle maggiori istituzioni europee.

Quando Giuseppe Antonio Bonato, l’ot- iscrisse alla facoltà di Medicina dell’Uni- tuagenario prefetto dell’Orto Botanico di versità di Padova nel 1817 ed ottenne la Padova, fu messo a riposo, nel 1835, l’Or- laurea, a pieni voti, cinque anni dopo. to versava in condizioni disastrose, non Questo tipo di formazione, per un giovane per negligenza di chi l’aveva in cura, ma a che avrebbe in seguito dedicato la propria causa di una rovinosa grandinata piombata vita allo studio delle piante, non deve stu- su Padova nell’agosto dell’anno preceden- pire. Occorre infatti ricordare che, all’epo- WHODTXDOH©ULGXVVHLQEUHY·RUDGDOODÁRUL- ca, la botanica, così come gli altri rami dezza passata le sue piante ad un ingombro delle scienze naturali, non godeva ancora di foglie lacere, di frondi spezzate, di tron- dello status di disciplina autonoma, ma era chi ignudi»1. A scrivere queste parole fu il considerata un ramo della farmacia ed era successore di Bonato, Roberto de Visiani. oggetto di studio proprio da parte dei me- Meno della metà delle oltre seimila specie dici. Medico era anche il già citato Bonato, vegetali allora coltivate erano sopravvissu- che lo volle immediatamente come proprio te alla furia degli elementi, ma grazie alle assistente, incarico che de Visiani poté cure del nuovo prefetto, l’Orto non solo fu mantenere per quattro anni, sino al 1826. rapidamente rimesso in sesto, ma poté Ritornò poi in patria e lavorò come medico vantare una ricchezza mai vista prima, rag- a Cattaro, Dernis e Budua. Fu proprio in giungendo il numero, ancora insuperato, di questo periodo che si concentrarono i nu- oltre sedicimila specie coltivate. De Visia- merosi viaggi di esplorazione botanica di ni nacque a Sebenico il nove aprile del de Visiani nella sua nativa Dalmazia, du- 1800 da una ricca famiglia di origine vene- rante i quali raccolse la maggior parte delle ta, stabilitasi in Dalmazia dalla metà del piante che ancora si conservano a Padova Settecento. Il padre di Roberto fu Giovan- nel suo Herbarium Dalmaticum e che di- ni Battista de Visiani, medico di Sebenico vennero il materiale di riferimento per le e Zagorie e primo direttore dell’ospedale sue opere più importanti. Superato brillan- nuovo di Sebenico, alla cui fondazione temente un concorso bandito a Vienna per contribuì in modo sostanziale. La madre, nominare un sostituto del Bonato (si ricor- 0DJGDOHQD'UDçLþHUDGLRULJLQHLOOLULFD da che, all’epoca, Padova rientrava nei do- ossia slava. Di madre illirica fu anche il ce- mini dell’Impero Asburgico), de Visiani leberrimo concittadino ed amico di de Vi- ottenne la cattedra di supplente di botanica siani: Niccolò Tommaseo, di soli due anni nel 1836 ed il titolo di prefetto dell’Orto più giovane. Col Tommaseo, de Visiani l’anno successivo. Mantenne l’incarico condivise gli inizi del proprio percorso di sino a pochi mesi dalla morte, che lo colse studi, prima nella stessa Sebenico e poi nel 1878. Dei diciotto prefetti con incarico presso il seminario di Spalato, dove fu sot- vitalizio che si succedettero alla direzione to la tutela dello zio di Niccolò, il - dell’Orto Botanico di Padova dal lontano scano Antonio Tommaseo. Desideroso di 1545 al 1970, Roberto de Visiani fu quello seguire le orme del padre, de Visiani si che lo mantenne più a lungo: ben quaranta- 34 Roberto de Visiani, un grande Prefetto nell'Orto Botanico

GXHDQQL/DVXDSURGX]LRQHVFLHQWLÀFDIX 1. Roberto de Visiani LQFHQWUDWDVRSUDWWXWWRVXOODULFHUFDÁRULVWL- in una foto dello studio ca. In quest’ambito è necessario ricordare Francesco Benque almeno la sua opera magistrale: la Flora di Trieste. Dalmatica, primo lavoro sistematico dedi- cato ad un’area dell’Europa ricchissima di specie di pregio, che inspiegabilmente ri- maneva ancora quasi del tutto inesplorata. L’opera descrive oltre 2.000 tra specie e varietà, delle quali decine allora nuove per la scienza. Fu pubblicata in tre volumi (1842, 1847, 1852) a Lipsia dall’editore Friedrich Hofmeister. Esigente e attaccato al denaro, il suo rapporto col pure esigente de Visiani fu assai travagliato e segnato da frequentissimi scambi epistolari che non di UDGRVÀRUDYDQRLOFRQÁLWWRDSHUWRRUDGL- retti, ora mediati dal triestino Muzio Tom- masini, politico e botanico dilettante, che li aveva messi in contatto. Tra gli argomenti di disputa, oltre ad estenuanti trattative sul 1 prezzo da pagare per la composizione e la stampa, ci furono la lentezza con la quale ria della scoperta, le proprietà e i possibili de Visiani portava avanti il lavoro, che do- XWLOL]]LGHOSLUHWUR RJJLFODVVLÀFDWRFRPH veva inizialmente uscire in un unico volu- Tanacetum cinerariifolium [Trevir.] Sch.- PHHSHUVLQRODFDWWLYDJUDÀDGHOPDQR- Bip.), la famosissima pianta insetticida scritto. Dei lavori meno noti di de Visiani, originaria proprio della Dalmazia, auspi- QRQ WXWWL GL VWDPSR VFLHQWLÀFR QH YRJOLR candone la coltivazione su larga scala. Dal ricordare due nel campo della botanica ap- porto di Zara si esportavano, in tutta Euro- plicata. Il primo è: «Del metodo e delle pa e persino negli Stati Uniti, più di due avvertenze che si usano nell’Orto Botani- tonnellate l’anno di polvere insetticida, sin FRGL3DGRYDSHUODFXOWXUDHODIUXWWLÀFD- dai primi decenni dell’Ottocento. Da quale zione della vaniglia»2, pubblicato nel specie e con che metodo questa fosse rica- 1844, nel quale l’autore descrive, per la vata rimase – però – un segreto gelosa- prima volta, la tecnica di fecondazione ar- PHQWH FXVWRGLWR GDL ORFDOL ÀQR DO  WLÀFLDOH QHFHVVDULD D FRQVHQWLUH OD SURGX- quando proprio de Visiani ne rese pubblica zione della vaniglia al di fuori del suo are- l’identità nel secondo volume di Flora ale naturale di distribuzione. A rendere Dalmatica. La produzione mondiale di pi- l’opera degna di nota è non tanto il risulta- retro naturale raggiunge oggi le 30.0004 to in sé, che era stato raggiunto indipen- tonnellate annue e i composti che ne deri- dentemente, già nel decennio precedente, vano costituiscono la più importante classe dal belga Charles Morren e nel 1842 da un di insetticidi disponibili sul mercato. De coltivatore di vaniglia delle isole Mauri- Visiani morì quasi ottantenne, scapolo e tius (Edmond Albius), quanto piuttosto il VHQ]D ÀJOL H ODVFLz OD PDJJLRU SDUWH GHO fatto che de Visiani volle subito rendere suo patrimonio, piuttosto cospicuo, a di- pubblica una scoperta che avrebbe potuto sposizione dell’Orto Botanico, oltre alla avere notevoli ripercussioni economiche. sua ricchissima raccolta di libri, la corri- Il lavoro gli valse la medaglia d’oro spondenza, una collezione di piante fossili dell’Imperial Regia Società del Giardinag- e, naturalmente, il suo erbario. Proprio gio di Vienna. Lo stesso desiderio di dare l’Herbarium Dalmaticum è oggetto, dal DPSLDGLIIXVLRQHDOOHFRQRVFHQ]HVFLHQWLÀ- 2010, di un meticoloso lavoro di cataloga- che lo si riscontra con la pubblicazione zione e studio, che segue e completa quel- dell’ancor meno famosa memoria intitola- lo di recupero e riordino iniziato negli anni ta «Di due piante insettifughe, Pyrethrum ’70. All’interno della collezione sono stati roseum Bieb. e Pyrethrum cinerariaefo- riconosciuti quasi quattrocento campioni lium Trevir.»3, del 1854. De Visiani, per originali di nuove specie o varietà scoperte primo, vi descrive dettagliatamente la sto- dal de Visiani. A questo materiale, il Codi- 35 Moreno Clementi

2. Tanasetum cinerariifolium (Trevir.) Sch.-Bip.

3. Anthyllis aurea Vis. (illustrata in Flora Dalmatica).

23 ce Internazionale di Nomenclatura di Al- po Parlatore, fondatore dell’Erbario Cen- ghe, Funghi e Piante5, ossia il testo che trale Italiano, e Heinrich Reichenbach, re- UHJROD O·DSSOLFD]LRQH GHL QRPL VFLHQWLÀFL visore della Flora Dalmatica e autore del- delle piante, attribuisce un valore che va la celebre Icones Florae Germanicae et ben oltre quello storico. Proprio a campio- Helveticae6, amico dell’Hofmeister e con ni di questo tipo, infatti, sono permanente- il quale de Visiani ebbe rapporti piuttosto PHQWHDWWULEXLWLLQRPLVFLHQWLÀFLLQOLQJXD WHVL7UDOHDOWUHÀJXUHGHJQHGLPHQ]LRQH ODWLQDFRVLFFKpODORURFRUUHWWDLGHQWLÀFD- vi è innanzitutto il già citato Muzio Tom- zione e conservazione sono requisiti es- masini, con il quale de Visiani rimase in senziali per collegare formalmente ogni contatto per tutta la sua carriera, il verone- nome ad una specie ben precisa, fungendo se Abramo Massalongo, allievo di de Vi- da punto di riferimento assoluto per la ri- siani, famoso lichenologo e paleobotanico, cerca botanica presente e futura. Allo sco- con il quale instaurò un rapporto di strettis- po proprio di riconoscere con maggior si- sima e intima amicizia, Niccolò Tomma- curezza il materiale originale, è iniziato seo, unico tra tutti a dare del tu all’amico DQFKH LO GLIÀFLOH ODYRUR GL VWXGLR GHOOD Roberto, e il Re Federico Augusto di Sas- sonia, botanico dilettante. grande mole di manoscritti e, soprattutto, di corrispondenza conservati presso la Bi- blioteca Antica dell’Orto Botanico. Le let- tere ricevute da de Visiani che ancora si 1) R. de Visiani, L’Orto Botanico di Padova nell’anno 1842. Padova 1842. conservano a Padova, per lo più in lingua 2) Id., Del metodo e delle avvertenze che si italiana o francese, sono oltre duemila e usano nell’Orto Botanico di Padova per la cultura coprono un periodo che va dalla tarda ado- HODIUXWWLÀFD]LRQHGHOODYDQLJOLD. Tip. Antonelli, Venezia 1844. OHVFHQ]DÀQRDJOLXOWLPLJLRUQLGLYLWDGHOOR 3) Id.,  'L GXH SLDQWH LQVHWWLIXJKH Pyrethrum scienziato. I corrispondenti sono oltre tre- roseum Bieb. e Pyrethrum cinerariaefolium7UHYLU centocinquanta, sparsi in tutta Europa, ma Venezia 1854. 4) O. Koul & G.S. Dhaliwal, Phytochemical concentrati principalmente nei Balcani oc- Biopesticides, CRC Press, 2003, p. 83. cidentali e in Italia. Tra gli scienziati di 5) J. McNeill & al., International Code of fama internazionale spiccano il padre della 1RPHQFODWXUHIRUDOJDHIXQJLDQGSODQWV, Gantner ERWDQLFDVHUED-RVLI3DQĀLþFRQLOTXDOHGH Ruggell, 2012. 6) L. Reichenbach, Icones Florae Germanicae et Visiani ebbe una stretta e quasi ventennale Helveticae, vol. I, tip. Hofmeister, Leipzig 1834- collaborazione, l’eminente siciliano Filip- 1836. 36 La Biblioteca dell'Orto e la storia dell'iconografia botanica

La biblioteca di dell'Orto e la storia Alessandra dell'iconografia Angarano botanica

Una illustrazione degli esemplari più notevoli e la descrizione dei servizi bibliotecari.

La Biblioteca dell’Orto Botanico ha sede VLHÀDEHQXSWLDOLDRGLFXFLQDRGLGHFR- nei locali che tradizionalmente erano razioni per la casa o dei romantici alfabe- parte dell’appartamento che veniva con- WLGLÁRUDPDWHULDOLFRVLGGHWWL´VSHFLDOLµ cesso in uso al prefetto durante il periodo come carte d’archivio, codici erbari, in- della sua carica, consuetudine osservata GH[VHPLQXPUDFFROWHIRWRJUDÀFKHGLVH- ÀQRDO'DOOHÀQHVWUHGLTXHOORFKH gni e dipinti, la farmacopea colta o popo- era il salone, ora sala di consultazione del lare e un gruppo di miscellanee composte materiale antico e raro, si può osservare da opuscoli di botanica, botanica medica, il passare del tempo e il variare delle sta- rari e molto richiesti, per lo più dalla se- gioni: in autunno si intravede la basilica FRQGDPHWjGHOO·RWWRFHQWRÀQRDJOLDQQL GL6*LXVWLQD4XDQGROHIRJOLHVRQRRU- IUDOHGXHJXHUUH mai cadute e l’inverno è arrivato, la basi- La storia di una Biblioteca è il racconto OLFDVLRVVHUYDFRQFKLDUH]]D$SULPDYH- che ne fanno i suoi libri, nei molti itinera- ra la basilica lentamente scompare sotto ri che si possono intraprendere sfoglian- le nuove foglie e il rigoglioso fogliame GROLHOHJJHQGROL8QRGLTXHVWLLWLQHUDUL la coprirà interamente nel periodo estivo, meglio documentato è l’affascinante sto- per ricomparire alla vista nel periodo au- ULD GHOO·LFRQRJUDÀD ERWDQLFD 1HO  tunnale, continuando a segnare il passag- ogni persona con un interesse nella bo- JLRGHOOHVWDJLRQL7XWWHOHVDOHLQFXLq WDQLFDFRQRVFHYDO·DVSHWWRGLXQDQLQIHD conservato il materiale antico e di pregio Ma se guardiamo l’immagine che la ri- VRQROHVWDQ]HGHOO·DSSDUWDPHQWRHO·XIÀ- produce nell’erbario stampato a Roma da cio della Biblioteca è la cucina, dove un *LRYDQQL)LOLSSRGD/LJQDPLQHqPROWR vecchio camino, non più in funzione, fa GLIÀFLOHULXVFLUHDULFRQRVFHUHODSLDQWD GDVIRQGRDOOHVFULYDQLHHDLFRPSXWHUV 4XHVWROLEURqODFRSLDGLXQDFRPSLOD- Il materiale antico e storico conservato zione di testi del Medio Evo di botanica oggi in biblioteca è vario: i preziosi erba- medica, le cui illustrazioni sono inutili ULPDQRVFULWWLJOLLQFXQDEROLOHFLQTXH- SHU LO ULFRQRVFLPHQWR GHOOH SLDQWH 3XU centine e seicentine di carattere botanico, essendoci molti esempi di piante presenti una sezione di libri di viaggio, dove molti LQGLSLQWLRDUD]]LGLTXHOSHULRGRGLVH- naturalisti e botanici hanno raccontato i gnate in maniera realistica, gli illustrato- loro viaggi e non soltanto le piante esoti- UL QRQ QH WHQQHUR FRQWR 4XHVWR WLSR GL che, ma anche usi e costumi di popolazio- LOOXVWUD]LRQHqSUHVHQWHLQTXDVLWXWWLJOL ni lontane, opere antiche e moderne dove LQFXQDEROLHOHSULPHFLQTXHFHQWLQHGLDU- l’elemento vegetale è soggetto anche in JRPHQWRERWDQLFR0DFRQO·DYYHQWRGHO senso lato di opere letterarie come poe- Rinascimento si sviluppa un nuovo ap- 37 Alessandra Angarano

SURFFLRQHOORVWXGLRGHOOHSLDQWH/DFUHD- Ninfea tratta da: Incipit zione dei primi orti botanici universitari a herbarium Apulei Platonici 3DGRYDH3LVDVHJXLWLGDPROWLDOWULLQWXW- ad Marcum Agrippam ta Europa, l’invenzione da parte di Luca (1481) . *KLQLGLXQQXRYRPHWRGRSHUVWXGLDUHOH piante: l’hortus siccus, ovvero l’erbario, riporta l’attenzione sull’importanza dello VWXGLRGHOOHSLDQWHGDOYHUR4XHVWRQXR- vo approccio trova spazio anche nei libri GLERWDQLFDPHGLFD1HOHVFHXQOL- bro intitolato Herbarum vivae eicones e il titolo rivela che la parte più importate della pubblicazione è relativa alle imma- JLQL1HOODGHGLFDO·DXWRUH2WWR%UXQIHOV GLFKLDUDFKHLOVXRÀQHqULSRUWDUHLQYLWD ODERWDQLFDGD/XLGHÀQLWDPRULERQGD( per riuscirci era necessario scordarsi tutte le immagini ricavate dagli erbari prece- denti: le nuove immagini sono copiate GDOOHSLDQWHYLYHGDOYHUR/HLOOXVWUD]LR- QLGL+DQV:HLGLW]DOOLHYRGL'UHUVRQR così realistiche che è impossibile non riu- VFLUHDULFRQRVFHUHODSLDQWD,OUHDOLVPR dei disegni è tale che alcune piante sono disegnate con le foglie appassite o strap- piante, ma facendo attenzione a tutte le SDWH HVDWWDPHQWH FRPH HUDQR L PRGHOOL caratteristiche che sono comuni a tutte le Il materiale viene pubblicato man mano SLDQWHGLTXHOWLSRHQRQVRQRSHFXOLDUL che è pronto, dopo il primo volume del RVSHFLÀFKHGHOFDPSLRQHFKHYLHQHFR- HVFHLOVHFRQGRQHOHSRVWX- SLDWR4XHVWRSURFHVVRGLYHQWHUjODEDVH PRLOWHU]RQHO3RFRLPSRUWDFKH SHUOHLOOXVWUD]LRQLVFLHQWLÀFKHERWDQLFKH OHGHVFUL]LRQLGL%UXQIHOVVHJXDQRTXHOOH PRGHUQH,QELEOLRWHFDGHOO·2UWR%RWDQL- GHLWHVWLFODVVLFLGLULIHULPHQWR 'LRVFR- co esiste una copia dell’Historia stirpium ULGH3OLQLRHFF HFKHDYROWHLOWHVWR GL)XFKVFRQVROWDQWRLPPDJLQLWXWWHFR- non corrisponda alla pianta disegnata, la ORUDWHHQRQRVWDQWHLTXDVLDQQLGL YHUD QRYLWj GL TXHVWR HUEDULR D VWDPSD YLWDLFRORULVRQRDQFRUDYLYLGL sono le immagini, che cambieranno per 0D FRVD VXFFHGH LQ TXHVWR FDPSR LQ VHPSUHLOPRGRGLULWUDUUHOHSLDQWH,Q- ,WDOLD",Q,WDOLDXQPHGLFRWRVFDQR3LH- IDWWLTXHVWDYLDYLHQHSURQWDPHQWHVHJXLWD randrea Mattioli, che ha lavorato a Roma, GDXQDOWURDXWRUHWHGHVFR)XFKVFKHQHO *RUL]LDHSRLD3UDJDDOODFRUWHGHOO·LPSH-  SXEEOLFD OD VXD Historia stirpium ratore, pubblica uno dei primi best sellers )XFKV FRQWUROOD DWWHQWDPHQWH WXWWR LO OD- GHOODERWDQLFD,OVXROLEURDiscorsi di M. voro del disegnatore, dell’incisore e del Pietro Andrea Mattioli sanese, medico tipografo per accertarsi che nessun errore cesareo, ne’ sei libri di Pedacio Diosco- SRVVDVIXJJLUH/HGHVFUL]LRQLGHOOHSLDQ- ride anazarbeo della materia medicinale, WH VRQR DFFXUDWH H LO OLEUR KD FLUFD  HVFHLQGLYHUVHOLQJXHVHQHVWDPSDQR LOOXVWUD]LRQL  GHOOH TXDOL UHODWLYH D HGL]LRQLGLYHUVHHYHQGHFRSLHLQ SLDQWHPDLSXEEOLFDWHÀQRDGDOORUD1HO- un periodo in cui un’edizione di successo le illustrazioni viene dato spazio a tutte le YHQGHYDFLUFDFRSLH/HEHOOHLOOX- parti della pianta che ne permettono il ri- VWUD]LRQLGL*LRUJLR/LEHUDOHFRQXQEHO- FRQRVFLPHQWR1HOYROXPHGL)XFKVQRQ lissimo gioco di ombreggiature, rendono sarà possibile vedere piante appassite o LOYROXPHSUH]LRVRHPROWREHOOR foglie strappate perché l’autore incarica 4XHVWR q XQD GHOOH WDQWH VWRULH FKH OD il disegnatore di eseguire un processo di carta ci ha tramandato e che vengono cu- tipizzazione: vengono copiate dal vero le stodite nella biblioteca dell’Orto Botani-  La Biblioteca dell'Orto e la storia dell'iconografia botanica

co, in attesa di potere svelare ai visitatori Ninfea tratta da: curiosi un passato che ci rende orgoglio- Herbarum vivae eicones VLGHOODQRVWUDFLWWjHGHOOD8QLYHUVLWjGL di Otto Brunfels (1532). 3DGRYD /DELEOLRWHFDGHOO·2UWR%RWDQLFRGL3D- dova fa parte del Sistema bibliotecario GHOO·$WHQHR 6%$  1HOOR 6%$ FL VRQR ELEOLRWHFKHFKHYHQJRQRUDJJUXSSDWH SHUSROLELEOLRWHFDULDOÀQHGLRWWLPL]]D- UHO·HURJD]LRQHGHLVHUYL]L/R6%$KDLO compito di permettere un accesso puntua- le e rapido ai libri e al patrimonio docu- mentale e fornire supporto alle attività di ULFHUFDHGLGDWWLFD/D%LEOLRWHFDGHOO·2U- to Botanico è una biblioteca particolare DOO·LQWHUQRGLTXHVWRVLVWHPDYLVWRFKHL suoi compiti principali sono soprattutto la valorizzazione e la conservazione del SDWULPRQLRDQWLFRËIRUQLWDGLXQDSLFFR- ODVH]LRQHPRGHUQDFKHFRQWDXQDTXLQ- dicina di posti a sedere, dove gli utenti possono consultare il materiale collocato DVFDIIDOHDSHUWR/HFROOH]LRQLSLQXWULWH VRQRTXHOOHGLVWRULDGHOJLDUGLQRODVWR- ria degli erbari, le riproduzioni di molti WHUQR GHOOH FROOH]LRQL GLJLWDOL GHOO·8QL- importanti manoscritti e libri a stampa YHUVLWjGL3DGRYDqSRVVLELOHYHGHUHDOWUL antichi e una interessante sezione sulla due progetti della Biblioteca: l’Iconoteca VWRULDGHOODIRWRJUDÀD/DSDUWHSLSUH- degli orti botanici, una raccolta di foto- ziosa della Biblioteca è invece conservata JUDÀHVFLROWHHUDFFROWHLQDOEXPGHOO·2U- nella sala storica di consultazione e nelle WR%RWDQLFRGL3DGRYDHGLDOWULRUWLER- VDOHDGLDFHQWL4XLLOPDWHULDOHqFRQVXO- tanici, giardini e luoghi rilevanti per la tabile su richiesta e con il supporto di un ERWDQLFD OD SDUWH SL YDVWD q GHGLFDWD RSHUDWRUH9HQJRQRTXLFRQVHUYDWLHUEDUL DOO·2UWR%RWDQLFRGL3DGRYDFRQXQDFRO- manoscritti, a stampa e codici erbari che OH]LRQHGLSH]]LIUDIRWRULSURGX]LRQL sono stati prodotti dalla seconda metà del fotomeccaniche e cartoline prodotte tra il ;9VHFRORÀQRDLSULPLGHO·,QEL- HLOFRQVXOWDELOHDOO·LQGLUL]]R blioteca è anche conservato un archivio KWWSVSKDLGUDFDEXQLSGLWFROOHFWLRQV che raccoglie una parte dei lavori, appun- iconoteca-orti-botanici e la Didattica WL H OHWWHUH GL DOFXQL SUHIHWWL ÀQR DO ;; nell’Orto Botanico a cavallo tra XVIII e VHFRORËVWDWDUHFHQWHPHQWHFDWDORJDWDH XIX secolo, che raccoglie le tavole dipin- digitalizzata un’importante raccolta di ri- te usate nelle lezioni di botanica dell’ini- tratti, denominata Iconoteca dei botanici, ]LRGHOO·HOHOH]LRQLGLERWDQLFDWHQXWH iniziata dal prefetto Saccardo che com- GDOSUHIHWWRGHOO·2UWR%RWDQLFRGL3DGRYD SUHQGH  ULWUDWWL GL ERWDQLFL LWDOLDQL $QWRQLR %RQDWR  IDVFLFROL PDQRVFULWWL H VWUDQLHUL GDOOD VHFRQGD PHWj GHO ;9,, che fanno riferimento alle tavole didat- VHFRORDOODSULPDPHWjGHO;;VHFROR/D tiche e sono state preparate negli anni FROOH]LRQHqFRPSRVWDGLIRWRJUDÀH FDU- YLVLELOLFROOHJDQGRVLDKWWSV te salate, albumine, aristotipi, platinotipi, SKDLGUDFDEXQLSGLWFROOHFWLRQVFDWWUDQL VWDPSHDOODJHODWLQDDVYLOXSSR QHJDWLYL In biblioteca è presente anche una raccol- VXYHWURLQFLVLRQLDFTXHUHOOLGLVHJQLGL- WDGLDUWLFROLVDJJLPRQRJUDÀHFKHKDQ- SLQWLHVWDPSHIRWRPHFFDQLFKHËSRVVL- QRFRPHVRJJHWWRO·2UWR%RWDQLFRGL3D- bile vedere la collezione collegandosi al dova, declinato in tutti i suoi aspetti: sto- VHJXHQWH OLQN KWWSVSKDLGUDFDEXQLSG ULFLVFLHQWLÀFLDUWLVWLFLHFF7XWWLTXHVWL LWFROOHFWLRQVLFRQRWHFDERWDQLFL $OO·LQ- contributi sono stati catalogati e raccolti  Alessandra Angarano

in una banca dati, denominata la Biblio- Melanzana tratta da: JUDÀDGHOO·2UWR%RWDQLFRFKHSXzHVVHUH Discorsi di M. Pietro interrogata tramite l’interfaccia presente Andrea Mattioli sanese, DOVHJXHQWHLQGLUL]]RKWWSELEOLRUWRFDE medico cesareo, ne’ sei XQLSGLWLQELEOLRWHFDELEOLRJUDÀD/DEL- libri di Pedacio Dioscoride anazarbeo della materia blioteca è aperta a tutte le persone mag- medicinale (1568). JLRUHQQLGDOOXQHGuDOYHQHUGuGDOOH DOOH  HVFOXVH OH IHVWLYLWj 2OWUH DO servizio di consultazione, fornisce il ser- vizio di prestito per il materiale moderno H LO GRFXPHQW GHOLYHU\ La Biblioteca è disponibile a organizzare visite guidate per conoscere i materiali antichi e di pre- gio su prenotazione per gruppi (non supe- ULRULDSHUVRQH HSHUVFRODUHVFKH3HU maggiori informazioni si prega di contat- WDUHODELEOLRWHFDDLVHJXHQWLUHFDSLWLWHO   ID[   HPDLO ELEOLRWHFDRUWRERWDQLFR#FDEXQLSGLW /DGDWDXIÀFLDOHDFXLVLSXzIDUHULVDOLUH la fondazione della Biblioteca dell’Orto %RWDQLFRqLOTXDQGRLOSUHIHWWR*LR- YDQQL$QWRQLR%RQDWRGRQDODVXDELEOLR- WHFDDOO·2UWR1RQF·qGXEELRFKHSULPD godere di una educazione cosmopolita e GLTXHOODGDWDPROWLOLEULIRVVHURSUHVHQWL GLEXRQOLYHOOR,QWHUHVVDWRÀQGDJLRYD- all’Orto, ma alla morte del prefetto passa- ne alle scienze mediche e botaniche, ebbe vano alla famiglia, come fondi personali la possibilità di viaggiare in tutta Europa e la famiglia ne disponeva come meglio HGLYLVLWDUHVYDULDWLRUWLERWDQLFL*UD]LH SUHIHULYD 1RQ q TXLQGL IDFLOH ULVDOLUH DL D TXHVWH HVSHULHQ]H H DOOD DPSLD UHWH GL IRQGLGHLSUHIHWWLSUHFHGHQWLD%RQDWR6L FRQRVFHQ]HLQWUHFFLDWHLQTXHVWLYLDJJLIX KDQRWL]LDGHOIRQGRGL)HOLFH9LDOHSUH- nominato prefetto dell’orto, pur non aven- IHWWRGDODOGRQDWRGDOIUDWHOOR do pubblicato alcun lavoro di botanica né 9LQFHQ]RDOOD%LEOLRWHFD8QLYHUVLWDULDGL GLERWDQLFDPHGLFD/DVXDELEOLRWHFDUL- 3DGRYDGRYHDWXWW·RJJLqDQFRUDFXVWRGL- ÁHWWHLVXRLLQWHUHVVLGLJUDQGHHUXGLWRHOD WR,OIRQGRGL%RQDWRROWUHDLOLEULSHUVR- paziente raccolta per tutta Europa di testi nali dello stesso, comprendeva il fondo di ULFHUFDWLIUDDQWLTXDULHOLEUHULH/DFROOH- *LRYDQQL 0DUVLOL SUHIHWWR GHOO·2UWR GDO zione libraria raccoglie volumi preziosi DOFRPSUDWRGDOORVWHVVR%R- e rari non soltanto di carattere botanico, QDWR ,O IRQGR OLEUDULR GL *LRYDQQL 0DU- ma anche letterario e medico e, accanto ai VLOLSXzHVVHUHTXLQGLFRQVLGHUDWRLOIRQ- classici delle scienze naturali e botaniche do costitutivo della Biblioteca dell’Orto 'LRVFRULGH )XFKV   DFFRJOLH L PHUD- %RWDQLFR 5LFRVWUXLUH LO IRQGR RULJLQDOH vigliosi rendiconti di viaggi dell’epoca QRQ q GLIÀFLOH OD %LEOLRWHFD FRQVHUYD FRPSLXWL GD VWXGLRVL LQJOHVL H IUDQFHVL un catalogo manoscritto, forse di pugno 1HOPROWHGHOOHRSHUHDSSDUWHQHQWL GHOORVWHVVR0DUVLOL,QWDOHFDWDORJRVRQR DOVXR)RQGRQRQGLFDUDWWHUHVWUHWWDPHQ- HOHQFDWHRSHUHTXDVLWXWWHDQWHULRUL te botanico, vengono donate dal prefetto DOFRQODTXRWD]LRQHLQÀRULQLGHO- *RODDOOD%LEOLRWHFD8QLYHUVLWDULDVPHP- le opere e, alcune volte, degli elementi di brando così il fondo costitutivo della Bi- valutazione relativi alla rarità GHOOHRSHUH blioteca che si sta ora ricomponendo in 3HUFRPSUHQGHUHLOYDORUHHO·LPSRUWDQ]D modo virtuale mediante la descrizione del del fondo Marsili, bisogna ricordare bre- FDWDORJRLQOLQHDGHLGXHIRQGLTXHOORUL- YHPHQWH OD VWRULD GHO SUHIHWWR *LRYDQQL PDVWRDOO·2UWRHTXHOORSUHVVROD%LEOLRWH- 0DUVLOL QDFTXH D 3RQWHEED QHO  LQ FD8QLYHUVLWDULD XQDIDPLJOLDDJLDWDJUD]LHDOODTXDOHSRWp  Hawthorne e l’Orto Botanico di Padova

Per quanto ci si possa sorprendere, leggendo il suo racconto Rappaccini’s daughter (La figlia di Rap- paccini o La vergine dei veleni (tradotto da Renata Barocas, Passigli edit., 1991), Nathaniel Hawthorne non è mai stato nella città, Padova, in cui il roman- zo è dichiaratamente ambientato. Di fatto, si recò in Italia, precisamente a Roma e Firenze, fra il 1857 e il 1858, ben più tardi rispetto l’anno di pubblicazione del romanzo, risalente al 1844. Pur indicando solo genericamente il luogo preciso, dal contesto risulta evidente il riferimento all’Orto Botanico di Padova, “uno di quegli orti botanici sorti a Padova prima che in ogni altra parte d’Italia o del mondo”. Il racconto richiama una scenografia che fa pen- sare alla ripresa di notizie da parte di chi ha visitato l’Orto patavino, forse personaggi statunitensi con i quali Hawthorne era stato in contatto. Un esempio potrebbe essere fornito dalla descrizione del “rudere di una fontana di marmo scolpita con rara arte, ma in sì deplorevole rovina, che era impossibile ricostruire il disegno originario dal caos dei frammenti rimasti”. A parte la descrizione rovinista, va notato che, nell’e- poca in cui questa frase fu scritta, presso l’Orto Bota- nico vi erano ben diciassette fontane, come ricorda il Aquarello dell’Orto Botanico di Padova all’epoca di de Visiani. de Visiani nella sua Guida del 1842. Alcune di esse erano effettivamente “scolpite con rara arte”, se non Pur se ambientato pressoché interamente all’Orto altro nelle parti in cui tuttora raffigurano alcuni ele- Botanico, il racconto contiene anche un altro interes- ganti musi di leoni. “Tutt’intorno allo stagno in cui sante riferimento a Padova, che si richiama probabil- l’acqua ricadeva”, continua la novella, “crescevano mente al passo della Commedia in cui si citano gli varietà di piante che sembravano richiedere molta Scrovegni, il cui palazzo, confinante con la Cappella umidità per nutrire foglie gigantesche e, in alcuni di Giotto, era fatiscente. Il protagonista del racconto casi, fiori di vistosa magnificenza”. Si possono osser- infatti, quando giunge “dalla più meridionale regio- vare presso l’Orto patavino le grandi foglie della ne d’Italia per continuare i suoi studi all’Università Colocasia esculenta Schott, pianta quasi acquatica, di Padova”, prende alloggio “in una tetra stanzetta originaria dell’India e della Malesia, di cui si ha noti- all’ultimo piano di un vecchio edificio che sembrava zia in Italia quantomeno dal XVI secolo. non indegno di essere stato il palazzo di un nobile Importante anche il riferimento alle sculture che padovano e sul cui ingresso, infatti, faceva mostra di adornano l’Orto: “Una pianta si era attorcigliata ad sé lo stemma di una famiglia da lungo tempo estinta. una statua di Vertumno, che ne rimaneva interamente Il giovane, che non mancava di conoscere il grande velata e avvolta in un drappeggio di foglie, disposte poema del suo paese, ricordò che uno degli antenati in così felice maniera che uno scultore avrebbe potu- di quella famiglia, e forse uno che aveva abitato in to servirsene per uno studio”: Vertumno richiama la quella stessa dimora, era stato descritto da Dante statua di re Salomone, opera di Antonio Bonazza, ben come partecipe degli eterni tormenti del suo Infer- collocata nell’Orto. Hawthorne ha pensato al culto di no”. Ora, restringendo la ricerca alle sole famiglie Vertumno, la cui statua nel vico Tusco veniva incoro- padovane di città presenti nell’Inferno, si giunge agli nata dai bottegai romani con i fiori della stagione. Di Scrovegni, dal momento che sui del Dente non esiste fatto, la scultura dell’Orto si richiama all’episodio del accordo neppure sul cognome. Il palazzo degli Scro- Cantico dei Cantici in cui re Salomone fu cinto dalla vegni venne demolito nel 1827 dopo anni di incuria madre con una corona nel giorno delle nozze. ed abbandono. Significativo, infine, il riferimento ad una partico- Pietro Casetta lare pianta velenosa, “un arbusto (…) carico di fiori rossi che avevano ognuno il colore luminoso e pro- fondo di una gemma”. Questa descrizione corrispon- de a quella della Solanum dulcamara, coltivata dal suocero di Hawthorne nel proprio giardino per usarla come lenitivo per il mal di denti nel corso della sua Sul rapporto tra questo racconto e l’Orto di Padova si veda professione di dentista e presente nell’Orto patavino l’articolo di Marilla Battilana, Il fantastico “orto” padovano di nella raccolta di piante velenose. Hawthorne, «Padova e il suo territorio» n. 45 (1993), pp. 8-11.

41 Emozioni all’Orto Botanico

Se c’è una cosa che mi colpisce da sempre quando visito l’Orto Botanico è questa idea di vita in costante evoluzione che silenziosamente nasce, si sviluppa, sem- bra addormentarsi, per poi invece tornare, anno dopo anno, stagione dopo stagione. Lo percepisco anche in questa calda mattina estiva col sole a picco e un cielo limpido mentre portiamo in visita una bambina. Tiene tra le mani un palloncino rosso, fedele compagno di viaggio. Entra con passo sicuro come se conoscesse già il luogo. Inizi a raccontarle un po’ di storia dei Semplici, dell’Hortus conclusus… Lei ti ascolta incuriosita. Poi, rapita da tanta imponenza, l’anacronistica Alice inizia il suo viaggio nel paese delle meraviglie. E tu che eri con- vinto di doverle spiegare tutto ti accorgi che sta accaden- do esattamente il contrario. Segui i suoi piccoli passi. Si ferma sul portale d’in- gresso. Nota subito la fontanella e non può fare a meno di toccare lo zampillo d’acqua. L’acqua nell’Orto scorre da secoli, creando in moto perpetuo germogli, foglie, piante, rami. Creando vita. Passa la soglia e inizia la sua danza. Corre d’istinto lungo il vialetto. Le ninfee. Si siede lungo la vasca e ne sfiora i petali. Nota da subito ciò che sta sotto la superficie dell’acqua. Foglie e radici che si intersecano in un gioco infinito come mani sapien- ti di una nonna che lavora a ferri la tua maglia variopin- ta. Si alza, fa una giravolta. In un attimo ha già fatto suo l’Orto. Entra nel quarto della magnolia, alza la testa stupendo- si di quei rami cosi nodosi e concentrati, carichi di inver- ni e di estati, passati uno dopo l’altro su questa corteccia giunta da molto lontano. Legge a fatica il nome in latino. Le sue esili dita passano quei puntini in superficie sul cartellino di metallo. Si volta e mi chiede cos’è. Allora le spieghi che l’Orto lo puoi vedere, ma lo puoi anche toc- care, sentire, con le mani, con l’anima. Chiude gli occhi e ripassa le dita sul braille, poi tocca d’istinto il tronco dell’albero. Com’è vecchio, ti dice. Si volta, rapita da quella costruzione di vetri. Alza la testa stupita che anche gli alberi abbiano a volte bisogno di una casa. Legge un nome strano: Goethe. Le spieghi chi era, perché questa palma si chiama così. Ti sfugge la parola metamorfosi. Sgrana gli occhi. Cosa vuol dire? Glielo spieghi ma non è convinta. Sta lì ad osservare la pianta, questo cuore potente che batte, cresce, si insinua tutto, pesi, forme, storie trasportate da quelle imbarca- maestoso in quei pochi centimetri che ancora ha a dispo- zioni. sizione per trovare respiro, per trovare il capitolo quo- Il termine biodiversità glielo spieghi con le parole tidiano della sua antica storia. La vita scorre in silenzio semplici, come le sue emozioni che hai fatto tue in all’Orto Botanico. questo viaggio di scoperta che ti ha regalato. Questa è Esce e inizia a camminare con passo spedito. Come se metamorfosi. Metamorfosi è la storia di una bambina, la avesse capito il segreto dell’Orto. La seguo tra foglie, Bambina dell’Orto Botanico, la storia di ogni bambino, fiori, profumo d’alloro e di lavanda. Arriva alla fontana piccola pianta da annaffiare, ninfea dalle radici ancora delle stagioni allarga le braccia e percorre tutto il perime- nascoste sott’acqua, palma che muta di anno in anno, tro della vasca. In fondo al viale, ci chiede cos’è quella acqua che scorre in profondità e dove trova spazio zam- costruzione trasparente, cos’è quell’altra sullo sfondo. pilla nell’aria con giochi sempre diversi. È una pianta Le spieghi tutto di quei vetri, di quel nuovo polmone che cresce e ricresce su sé stessa mutando di anno in che respira sull’Orto, che si apre e si chiude, che cattura anno. È l’Orto Botanico che vive di stagione in stagione, i raggi del sole e li ferma quando sono troppi. Le apri la anche quando sembra dormire nell’inverno più freddo. porta d’ingresso e la porti a vedere quegli ambienti, pas- Che rinasce a nuova vita con nuove tecnologie, nuovi sando tra fusti di ogni misura che sembrano avvolgerti, ambienti, bianchi, trasparenti, armoniosi e innovativi, inglobarti e farti viaggiare nello spazio e nel tempo. Per pur consapevole del suo passato e di tutti quelli che da un attimo dimentichi dove ti trovi. Li guardi quei tronchi ogni parte del mondo vengono quotidianamente a visita- scavati da mani ormai passate che hanno cercato legami re l’Orto portando poi con sé profumi e colori. Il colore d’acqua tra terre lontane superando pericoli e difficoltà di Padova, il colore rosso delle emozioni. pur di avanzare, di progredire. Con la fantasia immagini Testi e foto di Maila Bertoli e Ruggero Cherubini - rossopadova

42 PrimoBiblioteca piano

composizione sociale (erano PADOVA, CARA SIGNORA... ammesse anche le donne), Primo piano la distribuzione delle cari- che e dei compiti, le risor- se economiche provenienti LA SCUOLA DELLA soprattutto da lasciti e testa- CARITÀ A PADOVA menti, le iniziative religiose a cura di Giovanni Silvano, e assistenziali, rivolte que- Fondazione Cassa di Risparmio ste ultime a svariate catego- di Padova e Rovigo, Skira edi- rie di bisognosi, di cui sono tore, Milano 2014, pp. 176. giunti elenchi nominativi. Si tratta insomma di una istitu- Il volume, riccamente illu- zione ben organizzata, anche strato da immagini a colori razionalmente, come mostra- che riproducono particolari no i criteri selettivi nella dell’edificio e degli affre- scelta dei beneficiari (veni- schi, ma anche documenti vano esclusi ad esempio i d’archivio, è composto da forestieri dall’assegnazione sei agili monografie che rias- di alloggi) e le norme per sumono le vicende storiche, regolarizzare il pauperismo. architettoniche e artistiche di Le vicende “parallele”, una delle più importanti con- lungo tre secoli di vita, della fraternite laicali di Padova, Scuola della Carità e dell’O- incaricata di amministrare i spedale di S. Francesco ven- lasciti a favore di varie cate- gono illustrate del saggio gorie di bisognosi e degli successivo di Claudio Mad- infermi ospitati nel vicino dalena, che fa cenno anche ospedale di San Francesco. ad altre confraternite, per Apre il volume un breve lo più risalenti al medioevo excursus di Benedetto Gui (S. Maria della Ca’ di Dio, che affronta il tema della S. Giacomo e S. Cristofo- carità nel suo evolversi e ro, Sant’Antonio di Vienna) nei giudizi della società di o a istituzioni assistenziali oggi, esemplificando forme più recenti, come l’ospeda- attuali che ancora ricalcano le degli Orfani nazareni, il il passato e intrattenendosi Lazzaretto nuovo e il con- sul ruolo del volontariato, servatorio femminile di S. specie quello che si esprime Maria del Soccorso, tutti della organizzazione delle al riguardo le elemosine ai attraverso le organizzazio- e tre istituiti nella secon- ni senza fine di lucro. Viene risorse. Mentre l’ospedale di poveri degni di soccorso, i da metà del Cinquecento, e San Francesco, di carattere sussidi e gli alloggi per le valutato in chiave economi- l’ospedale dei Mendicanti, ca il fenomeno dell’impren- residenziale, con inferme- vedove, le doti per le fan- fondato all’inizio del Sei- rie e distribuzione gratuita ciulle bisognose in vista del ditorialità sociale, mentre cento. Scuola e Ospedale sotto il profilo sociologico dei farmaci ai malati poveri, matrimonio (famosa, fra i ebbero entrambi un peso aveva una gestione unitaria vengono confrontate le figu- rilevante in città per la loro diversi stanziamenti previsti, re del donatore e del benefi- consistenza patrimoniale dei propri proventi, rispet- la dote che si otteneva con la ciario, che in una economia (campi e case distribuite nel tando per quanto possibile “balla d’oro” che le più for- della carità si troverebbero territorio, con redditi soprat- la destinazione specifica tunate estraevano dall’urna, allo stesso livello, in funzio- tutto in natura) ed entram- dei donatori (la cosiddet- mischiata a balle di colore ne della condivisione. bi godettero dell’appoggio ta commissaria), la Scuola diverso); ben documentata Francesco Bianchi con- della classe dirigente citta- della Carità, non residenzia- dai libri contabili è anche centra il suo intervento sulla dina, di cui erano emana- le, depositaria di molteplici l’assistenza ai prigionieri e storia della confraternita, zione, con poteri distribui- lasciti accumulati nel tempo, le cauzioni e i pagamenti per che andò sempre più conso- ti per gradi (il primo, nella provvedeva al sostegno della la loro liberazione. Il saggio lidandosi nel corso nel Quat- Confraternita della Carità, popolazione povera offren- si occupa anche degli inter- trocento, anche in seguito a era rappresentato dal Con- do un più ampio ventaglio venti che seguirono la sop- quella ridistribuzione e spe- siglio dei Sessanta, ripartito di interventi assistenziali e pressione della Scuola, in età cializzazione delle diverse equamente tra gentiluomini, caritatevoli. Sulla gestio- napoleonica e sotto il gover- realtà assistenziali cittadine uomini da bene e artigiani). ne dei due enti Maddalena no austriaco, quando i beni sostenuta dal ceto dirigente. Si differenziavano invece fornisce notizie ricavate da della fraglia, passati al San L’ospedale di San Francesco sul piano della contabilità e vari capitolari dei podestà Francesco, vennero dati in finirà così per soppiantare di Padova, che riguardano carico alla Congregazione di quello della Ca’ di Dio, a cui in particolare controlli con- carità, chiamata a disporne sarà demandata l’accoglien- tabili, abusi, distrazioni e rispettando la volontà origi- za degli orfani, diventando frodi. Nel 1798, col trasloco naria dei testatori. di fatto l’unico ospedale dell’Ospedale nella nuova Sul penultimo capitolo, della città. La fraglia della sede giustinianea, si spezzò riguardante le vicende archi- Carità, che inizialmente era quel rapporto di unità urba- tettoniche dell’edificio si ospitata all’interno dell’o- nistica e di complementarie- intrattiene Stefano Zaggia, spedale, assunse ben pre- tà che lo univa alla Confra- che ne ricostruisce le varie sto il controllo sulla qualità ternita, che pochi anni dopo, fasi a partire dal contrat- dell’assistenza diventando, nel 1806, fu definitivamente to con il quale nel 1451 il anche col favore del patri- soppressa. Collegio dei Legisti, ammi- ziato padovano, il principa- Il saggio di Giovanni Sil- nistratore dell’Ospedale, le ente elemosiniere della vano si sofferma su alcu- cedeva alla fraglia, a livello città. Basandosi sul corposo ni aspetti della storia della perpetuo, due case localizza- archivio storico, Bianchi si carità a Padova attraverso te di fronte alla chiesa di San intrattiene sull’organizza- le iniziative messe in atto Francesco. Da allora ebbero zione della scuola: la sua dalla Scuola. Si segnalano inizio i lavori per adibire i 43 Primo piano / BibliotecaBiblioteca locali all’espletamento delle all’Arena di Padova nel Tre- vegni. La puntuale ricostru- attività caritative e per rea- cento. Studium, comunità zione dei luoghi agostiniani lizzare, al piano superiore conventuale, circolazione di riprodotti da Giotto conclu- della casa d’angolo, la sala frati; Carlo Pùlisci, La chie- de una lunga serie di fortu- del capitolo; lavori che si sa e il convento degli Ere- nate ricerche, che mostrano protrassero per almeno un mitani negli anni di Alberto bene come ad un agostini- ventennio, come risulta dalla da Padova; Zuleika Murat, smo politico facesse eco, ai registrazione dei pagamenti Sant’Antonio Eremita e pro- tempi, un agostinismo teolo- per opere di pittura e intaglio paganda agostiniana: con- gico: dalla rappresentazione tuttora esistenti e riconosci- siderazioni sul ciclo dipinto dei vizi, a quella delle virtù, bili. All’intervento del 1508 da Guariento agli Eremitani fino alle fisiognomiche ani- risale la costruzione del di Padova; Laura Capuzzo, mali, Agostino sembra domi- portale che orna l’ingresso Egidio Romano e le Quae- nare l’orizzonte spirituale principale e di un granaio a stiones padovane; Francesco di Giotto, al punto che si ridosso dell’edificio, lungo Bottin, Gli Agostiniani e l’A- potrebbe davvero, ora, par- l’attuale via S. Sofia; ma verroismo: il caso di Egidio lare di un caso di “ut theo- l’assetto interno della sala Romano; Arianna Bonato- logia, pictura”, o, piuttosto, del Capitolo come è giun- Francesco Bottin, Nuove di “ut pictura theologia”, to fino a noi fu raggiunto ricerche per una biografia dove il santo di Ippona, che solo negli ultimi decenni del di Alberto da Padova (in più fluida e dinamica – la contrapponeva una radicale Cinquecento, con la nuova Appendice è resa disponibile città di Padova e la sua uni- dualità platonica all’acco- sistemazione delle finestre e anche l’edizione del Sermo versità, astro brillantissimo modante realismo tomistico, la realizzazione del ciclo di de Passione dominicae di in una costellazione di atenei sale in cattedra attraverso affreschi con le storie della Alberto da Padova); Giu- europei in continua crescita, il suo interprete Alberto da Vergine affidato al pittore liano Pisani, La concezione legata a doppio filo prima Padova, il quale, secondo le veronese Dario Varotari. Nei agostiniana del programma con Bologna, poi con Parigi, parole del grande studioso secoli successivi si alterna- teologico della Cappella e l’ordine degli Agostiniani, Carlo Delcorno, era il mag- rono periodi di degrado, spe- degli Scrovegni; F. Bottin, che nasce a ridosso proprio giore dei predicatori ago- cie nell’Ottocento, e di ripri- Dall’exemplum dell’eremita dell’Università di Padova: stiniani tra Due e Trecento. stino, fino ai restauri avviati di Alberto da Padova allo questa nel 1222, iniziando Siamo dunque non solo nel nel 2005 e conclusi nell’ot- Zadig di Voltaire, alla etero- proprio con quella Facoltà felice incontro tra un pittore tobre del 2007. genesi dei fini di Pareto. È di Legge che ha qui (nella e un teologo, ma nei percorsi Alla storica dell’arte Ales- corredato da una vasta docu- forma della considerazione virtuosi dello scambio intel- centrale della “iustitia” in lettuale, e mistico, lungo la sandra Pattanaro si deve l’ul- mentazione di immagini a Giotto e Alberto da Padova), timo saggio, che descrive la colori e da rigorosi indici. via che dalla Venetia porta gli Agostiniani con l’inizia- alla Toscana, e dalla Toscana decorazione della sala, con Il ricco volume curato da tiva di Innocenzo IV, papa la pala d’altare di stile tardo- Francesco Bottin, Alber- a Roma; o, altrimenti, dalla ligure, nel 1244, che riunì Venetia a Parigi. Il ciclo gotico, ora conservata negli to da Padova e la cultura per la prima volta gli ere- uffici dell’Azienda ospeda- degli Agostiniani rappresen- degli Scrovegni da questo mitani della Tuscia. Toccò momento, e già da tempo, liera, e sulla parete opposta i ta un lavoro fondamentale, alla “Grande Unione” di grandi affreschi raffiguranti nel senso letterale, ponendo grazie al lavoro meticoloso Alessandro IV la fortifica- di riscontro iconologico- Baldo Bonafari e Sibilla de le fondamenta di una ricer- zione dell’Ordine, nel 1256. Cetto, donatori dei beni che ca, o piuttosto di una serie Numerosi sono gli spunti di testuale di Giuliano Pisani, resero possibile la costru- di ricerche, che si pongono interessi del volume, che, sarà guardato e dovrà essere zione dell’Ospedale. Ma nel quadro del progetto stra- nello spirito dell’Evo Medio, guardato da tutti con lenti l’interesse del contributo è tegico dell’Ateneo patavino di sistematicità ed armonia diverse. principalmente rivolto alle “Medioevo veneto, Medio- dei saperi, passa dall’archi- Paolo L. Bernardini storie di Maria disposte nei evo europeo. Identità e tettura alla teologia, dall’in- dodici riquadri delle pareti, alterità”, sotto la direzione terpretazione dell’arte sacra la cui lettura non manca di dello stesso Bottin, di Furio alla biografia degli intellet- sottolineature riguardanti sia Brugnolo, Dario Canzian, e tuali che furono al centro di I DA CAMPOSAMPIERO la scenografia, con richia- Giovanna Valenzano. Siamo quel luminoso periodo di NEL MEDIOEVO mi al paesaggio veneto o a di fronte, si vede da subito, storia, tanto tormentato poli- VENETO certe vedute monumentali di di un progetto ambiziosis- ticamente, quanto fertile dal Protagonisti, luoghi, eventi gusto palladiano, sia figure simo, intrapreso dal 2008, punto di vista del pensiero, Atti del Convegno, Campo- di personaggi che risentono anno per molti aspetti fon- e delle arti. Per l’importan- sampiero (Padova), 2 ottobre l’influsso dei grandi pittori damentale per la ricerca za dei temi trattati, questo 2010, a cura di Elda Martellozzo veneti, da Tiziano a Tinto- mediterranea, che in questo volume farà inevitabilmen- Forin, Centro Studi Antoniani, retto, o al conterraneo Vero- volume dà la prima consi- te, e molto, parlare di sé, Padova 2014, pp. 128. nese. stente prova della propria sarà sicuramente fomite per Giorgio Ronconi validità. Le considerazioni nuove ricerche e approfondi- Il volumetto presenta, in preliminari ad una presen- menti. Il “cerchio magico”, buona parte rielaborate, le tazione più circostanziata vero e proprio “Bannkreis”, relazioni presentate al Con- sono diverse, per certi aspet- per ricordare Adorno ma vegno del 2010, alla cui Biblioteca ti doverose. Innanzi tutto, anche l’estetica romantica, organizzazione e realizza- progetti come questo confe- è quello tracciato da Giulia- zione contribuì col consueto riscono al Medioevo euro- no Pisani nel suo mirabile, entusiasmo, con larga gene- ALBERTO DA PADOVA peo, alla “Christianitas sive lungo saggio sulla presen- rosità e con le ultime forze E LA CULTURA Europa”, o, piuttosto, “Euro- za di Agostino, attraverso Sante Bortolami. DEGLI AGOSTINIANI pa sive Christianitas”, una la mediazione di Alberto da Paola Barbierato, “In a cura di F. Bottin, University dimensione non banalmente Padova (teologo al centro di Campo Sancti Petri”. I nomi Press, Padova 2014, pp. 378, multidisciplinare, ma sostan- una radicale riscoperta nel di luogo e la storia di un ter- ill. zialmente interdisciplinare, a presente volume, e altrove, e ritorio. Il contributo della partire dall’incontro tra due figura cardine in una costel- toponomastica. Esamina Il volume raccoglie i degli elementi fondanti non lazione variata e contraddit- una serie di toponimi, veri seguenti saggi: Rober- solo del Medioevo – catego- toria, da Pietro d’Abano ad e propri”fossili linguistici”, ta Monetti, Il convento dei ria che grazie a opere come Egidio Romano), nel ciclo capaci di fornire significa- Santi Filippo e Giacomo questa si dimostra sempre della Cappella degli Scro- tive informazioni in parti- 44 Biblioteca colare alle scienze storiche. favolose nella gestione dei nel convegno ecclesiale tri- Analizza per primo il nome dazi cittadini, fino alla trage- veneto tenutosi nel 1990 ad della cittadina, quel “Campo dia improvvisa della scoperta . La carta pastorale di San Pietro” che allude della congiura antiveneziana si proponeva anche di realiz- chiaramente alla sua nascita di cui il figlio Nicolò era uno zare una missione cittadina in seguito a disboscamenti dei capi che travolse tutta la “per rinnovare la vita di fede intorno a una chiesa dedicata famiglia. Ma si scopre anche dei credenti, per dare avvio a S. Pietro; e insieme studia che Gregorio fu profonda- ad una nuova azione pasto- il nome della contrada prin- mente toccato dalla predica- rale comune e come occa- cipale, S. Marco “in Campo zione di san Bernardino da sione di annuncio e di dia- Arcone-Orcone”, dove e che fu probabilmen- logo con tutti”. La missione, Orcone può spiegarsi come te quella a far scattare in lui tenutasi nella quaresima del derivazione del latino orcus, l’impegno alla ricostruzio- 1997, offrì l’occasione per cioè spauracchio, che ricorre ne della cadente chiesa di S. mettere in luce nella chiesa spesso nella toponomastica Giovanni e del vicino con- padovana potenzialità, risor- medioevale come denomina- vento abbandonato da anni e se e nuovi comportamen- zione di corsi d’acqua. Esa- alla edificazione del piccolo ti che meritavano d’essere mina poi alcuni nomi del ter- oratorio là dove era sorto il sviluppati, ma sottolineò ritorio (dalla frazione Ruste- noce dal quale frate Antonio anche difficoltà e carenze ga a designazioni di fortifica- aveva predicato. A due secoli da combattere e da supera- zioni, a eredità longobarde, a di distanza di nuovo un Cam- re. Il compito di vivificare riflessi della viabilità antica tà economiche e familiari, posampiero era ‘convertito’ le parrocchie rafforzando il e medioevale, ai nomi legati rimasero dei piccoli signori: da un francescano: Tiso e dialogo fra di loro e con la alle piante e alla presenza di nel loro castello non si inse- Antonio prima, Gregorio e città portò all’istituzione nel acque) e parecchi toponimi diò mai un capitano inviato Bernardino poi. 1997 di un apposito ufficio scomparsi. da Padova a esercitare giu- Andrea Calore, Il palaz- pastorale di promozione e Raffaele Roncato, Origi- stizia. zo Camposampiero (secolo coordinamento, guidato da ni e prime vicende del casa- Antonio Rigon, Il Santo XIII) in Padova. Identifica un delegato vescovile (padre to Da Camposampiero: fra e il Signore. Tiso Da Cam- in via S. Fermo i due corpi Attilio Mazzola nei primi storia e storiografia. Ripro- posampiero nella storia e di fabbrica che furono uniti a dieci anni, a cui subentrò pone la vexata quaestio se nella tradizione agiografica costituire il palazzo che Tiso nel 2007 mons. Daniele Pro- la famiglia che dominò il antoniana. Camposampiero Da Camposampiero acquistò sdocimo). Il frutto di questo territorio a nord di Padova costituì l’ultima tappa nell’i- da Guercio Da Vigodarze- lavoro a stretto contatto con per più di due secoli abbia tinerario francescano di frate re dopo il suo ritorno dalla le realtà civili ed ecclesiali preso il nome dal villaggio Antonio. La narrazione dei Marca di Ancona dove era del territorio comunale, dove o viceversa. Ripercorre le fatti accaduti nella quattro stato imprigionato e dopo operano tuttora 68 parroc- prime incerte vicende della settimane tra maggio-giugno aver dovuto vendere il palaz- chie, è ampiamente illustrato stirpe che si stabilì a Campo- 1231 si svolge sulla trama di zo avito nelle piazze per e documentato nel volume. sampiero quando essa faceva topoi agiografici francescani: pagare il riscatto. La casa fu Punti fermi, contenuti nei parte del territorio di Treviso l’amicizia tra l’umile frate e poi abitata dai suoi discen- primi quattro capitoli, sono e si impose in tale città prima il ricco signore, il desiderio denti che la ampliarono. i messaggi alla Città rivolti di mettere piede in Padova di ritiro in un eremo, il gusto Valeria Martellozzo dal vescovo Antonio in occa- ed entrare nel gioco degli per la contemplazione della sione della festa del Santo, equilibri tra forze cittadine natura. L’altro protagonista dal 1995 al 2014, e il suo emergenti e signorie rurali. accanto ad Antonio è Tiso Da discorso del 9 gennaio 2005 Sante Bortolami, I Da Camposampiero, uomo poli- che accompagna il Docu- Camposampiero. Una “do- tico e uomo d’arme, schiera- TRA PIAZZE mento per le comunità cri- mus” magnatizia nella Mar- to nel partito guelfo contro E QUARTIERI stiane della Città: una spe- ca dei Comuni. Propone Ezzelino, che intrecciò col ANNUNCIANDO cie di nuova carta pastorale, alcune linee generali sulle francescano relazioni umane, IL VANGELO elaborata da gruppi di rifles- vicende della famiglia Da sociali e anche politiche. La chiesa di Padova sione in due anni di lavoro Camposampiero nel perio- Elda Martellozzo Forin, ricorda vent’anni preparatorio. Il quinto capi- do tra la fine del XII secolo Gregorio Camposampie- di pastorale cittadina tolo accentua fin dal titolo, e l’inizio del XIV. Famiglia ro (1384-1450), il figlio A cura di Daniele Prosdocimo, “Insieme per camminare”, di inossidabile nobiltà, pro- del “callegaro” finanziato- Grafiche Fantinato, Padova il carattere di comunione prietaria di un forte castello re della ricostruzione della 2014, pp. 285. che sta alla base dell’azione in una posizione strategica chiesa e del convento dei missionaria. Essa infatti non di cerniera tra i territori tre- francescani a Camposampie- Uscito lo scorso dicembre, investe soltanto le parroc- vigiano e padovano, tenne ro. È noto che tra il 1425 e il il volume ripercorre, come chie, ma tutte le realtà eccle- un piede a Treviso e uno 1440 Gregorio Camposam- precisa il sottotitolo, il cam- siali operanti nella città, a Padova: ma fu a Padova piero si assunse l’incarico di mino della chiesa padova- promosse anche dagli ordini che essa, considerata cam- ricostruire chiesa e convento na attraverso una pluralità religiosi, chiamate a collabo- pione della libertà, diven- di S. Giovanni e “inventò” di iniziative messe in atto rare unite, raccomandazio- ne una delle più importan- l’oratorio del Noce. Ma la per richiamare le parroc- ne rinnovata dal Vescovo ai ti casate della regione, allo figura di Gregorio era cono- chie, gli organismi pastorali Consigli pastorali all’indo- stesso livello degli Este, dei sciuta solo sulla base di un e in ultima istanza i fedeli mani della visita alle parroc- Da Camino e dei Da Roma- certo numero di documenti stessi a una maggiore par- chie cittadine nell’anno del no. Nel gioco politico tra che ne tracciavano la biogra- tecipazione alla vita della Giubileo. La dicitura “insie- Comune padovano e fami- fia con ampie lacune. Ora città, come impegno civi- me per camminare” viene glie magnatizie, i Da Cam- è invece possibile, grazie a le e come testimonianza di ripresa nei capitoli seguenti, posampiero si schierarono un ampio scavo d’archivio, fede. Una esigenza che era declinata secondo i princi- col partito guelfo capeggiato ripercorrere passo passo la stata sottolineata nella “carta pali ambiti verso cui è indi- dagli Este e ne diventarono sua storia, dai primi anni pastorale”del 1993, frutto rizzato il cammino solidale. una delle colonne portanti all’ombra del padre e dello di una serie di riflessioni a Essi riguardano il mondo tanto che Tiso assurse alla zio, mercanti di calzature, margine di incontri prepa- giovanile, la povertà, l’im- carica di vicario di Azzo d’E- alla sua affermazione di mer- ratori che traevano spun- migrazione e i rapporti con ste nella Marca di Ancona. cante abile, attento e ricco, to dal tema della “nuova mondo civile. Ciascuno di Nonostante alcune difficol- capace di investire somme evangelizzazione”affrontato questi temi viene sviluppato 45 Biblioteca

riporti il Vangelo al centro conservati nei Musei Civi- si tratta prevalentemente di della vita di tutti. Chiude il ci agli Eremitani. Ma dalle tombe a incinerazione, nelle volume un rapido excursus necropoli è possibile ricava- quali i resti del defunto, del giornalista Francesco re un quadro più ampio sugli dopo il rogo nell’ustrinum, Iori sulla chiesa padovana abitanti della città: i mate- erano raccolti in vasi ossuari nell’ultimo millennio, dalla riali presenti nelle sepolture di ceramica o vetro e sepol- predicazione di frate Anto- quali oggetti personali o sup- ti accompagnati da corredi nio all’opera dei benedettini pellettili di accompagnamen- talora molto ricchi (servizi di Santa Giustina, dall’azio- to informano da un lato sullo da mensa in ceramica, fibule ne pastorale e umanitaria dei status dei defunti e sulla loro e monete di bronzo, lucerne vescovi veneziani più illumi- capacità economica, dall’al- in terracotta, unguentari in nati alla recente fioritura di tro sui diversi momenti e vetro), talora limitati a pochi personaggi emblematici, fra sulle pratiche della ritualità manufatti; non mancano cui spicca la figura di Leo- funeraria. anche le tombe a incinera- poldo Mandic, e di inizia- A tutti questi aspetti è zione diretta, nelle quali il tive socio-assistenziali pro- dedicato il volume, pubbli- rogo era acceso direttamente mosse da laici e sacerdoti, cato nella collana Antenor al di sopra della fossa, men- come la Casa della Divina Quaderni del Dipartimento tre a partire dal II secolo d. Provvidenza di Sarmeola: dei Beni Culturali dell’Uni- C. divengono più frequenti nonostante tutto, la bussola versità di Padova, diretta da le tombe a inumazione. Par- con documenti che ne deli- della chiesa padovana resta Francesca Ghedini: esso pre- ticolarmente interessante è neano gli indirizzi e testi- puntata sulla carità. senta i risultati della ricerca stato il ritrovamento nella monianze che ne mostrano Giorgio Ronconi triennale di dottorato svol- zona di via Belzoni di un’a- la concretezza. Riguardo ai ta da Cecilia Rossi nell’A- rea destinata alla sepoltura giovani segnaliamo in par- teneo patavino (supervisori di numerosi cavalli, a ulte- ticolare il protocollo d’in- Stefania Pesavento Mattioli, riore testimonianza di conti- tesa tra chiesa cittadina e CECILIA ROSSI Loredana Capuis, Mariolina nuità con le tradizioni delle amministrazione comuna- LE NECROPOLI Gamba). I numerosi ritrova- fasi preromane e del valore le per una serie di attività URBANE DI PADOVA menti di sepolture di epoca che i Veneti davano ai loro formative, sottoscritto nel ROMANA romana effettuati nell’ulti- destrieri. 2013, il cui testo si legge in Antenor Quaderni 30, Universi- mo trentennio in diverse I dati ricavati da que- appendice; sulla povertà si ty Press, Padova 2014, pp. 445. zone della città, alcuni già sti e da altri contesti inedi- riporta il progetto per com- oggetto di pubblicazione, ti e i corredi presenti nelle battere l’accattonaggio pre- Un importante volume ma molti inediti, avevano tombe sono stati poi messi sentato nel 2000 al Comune che presenta i risultati di infatti suggerito da tempo la a confronto con le notizie di da mons. Giovanni Nervo trent’anni di scavi e ricerche necessità di ricomporli in un tutti i ritrovamenti del pas- e una intervista al Vesco- dedicati a Padova preromana quadro organico anche dal sato e con i relativi mate- vo alle cucine popolari; sul reca un titolo particolarmen- punto di vista topografico, riali, a partire dagli scavi problema degli immigrati, te significativo, La città invi- mettendoli in rapporto con le della fine del 1800 presso l’analisi che mons. Giusep- sibile (a cura di M. De Min, notizie disponibili già dalla la Stazione Ferroviaria che pe Pasini, presidente della M. Gamba, G. Gambacurta, fine del 1800, e di affron- permettono di riconoscere Fondazione Zancan, rivolse A. Ruta Serafini, Bologna tare l’analisi dei dati degli in Luigi Busato un inizia- nel 2000 ai preti della città, 2005): le molte testimonian- scavi più recenti e meglio tore dell’archeologia pata- il contributo di don Elia ze sui Veneti antichi portate documentati. La realizza- vina (e proprio a una delle Ferro, delegato della pasto- alla luce dall’archeologia, zione del progetto è stata belle tavole che accompa- rale Migrantes, diretto nel delle quali si è avuta una possibile grazie alla dispo- gnano la sua attenta e pre- 2005 ai vicariati cittadini e splendida rassegna nella nibilità della Soprintenden- cisa relazione manoscritta è l’intervento della dottoressa mostra Venetkens, non hanno za ai Beni Archeologici del sembrato giusto dedicare la Josette Mulenda il 5 dicem- infatti lasciato tracce eviden- Veneto nel fornire i dati di copertina del volume), per bre 2011 al Centro culturale ti nella città attuale e rimane archivio e nel consentire la continuare con quelli segna- San Gaetano in un incontro nascosta la sua realtà pro- visione dei materiali; l’ap- lati da Cesira Gasparotto, tra coordinamenti vicaria- tourbana. Non molto diversa plicazione di una rigorosa cui si devono importanti e li e organismi istituzionali è la situazione per l’epoca metodologia di indagine sul ancora oggi imprescindibi- del Comune. Sul tema della romana: di fronte ai pochi funerario ha visto il fonda- li lavori su Padova antica, presenza dei cristiani nella resti monumentali sopravvis- mentale apporto di Loreda- e dalle pubblicazioni che si città, dopo un altro testo di suti è difficile ricordare che na Capuis con la sua grande sono susseguite negli anni. Giuseppe Pasini, risalente al Patavium è stata centro di esperienza sull’“archeologia Per la prima volta è propo- febbraio del 2000, si ripor- importanza rilevante come della morte” nel mondo pre- sta una visione complessiva ta l’intervento del Vescovo nodo di traffici stradali e flu- romano. del suburbio di Padova in in occasione del già citato viali e che la sua popolazio- Nel volume lo spazio pre- epoca romana, nella quale incontro del 2011 al Centro ne era rinomata per il livello valente è occupato dall’ana- potranno trovare colloca- San Gaetano in cui viene economico raggiunto grazie lisi dei contesti di Via Bel- zione e comprensione anche messa a fuoco la crisi, non soprattutto al suo artigianato zoni, Via Tiepolo-Via San nuove scoperte: particolar- solo economica, ma soprat- tessile. Massimo e di varie zone mente utile a questo scopo è tutto morale e di valori che Se varie vicende hanno dell’Ospedale, messi in la Carta Archeologica posta coinvolge anche la nostra spogliato nei secoli la città luce negli anni ’90: si trat- in Appendice, che, con quasi città e che pone la chiesa in dei monumenti e degli edi- ta di aree funerarie estese e duecento siti accompagnati una posizione di marginalità fici che la caratterizzavano complesse, per le quali l’at- dalle relative schede, forni- rispetto alle ideologie mon- quale urbs, ancor meno resta tenta rilettura delle relazio- sce un esaustivo censimento dane. Il tema viene ripreso in vista delle necropoli, le ni di scavo e lo studio dei dei rinvenimenti effettuati al nell’ultimo capitolo, in cui si “città dei morti” che caratte- materiali ha permesso di di fuori del limite della città riporta l’intervento di Paola rizzavano il panorama peri- ricostruire vari aspetti della romana. I diversi nuclei di Bignardi ai consigli pastorali urbano disponendosi lungo ritualità funeraria e il suo sepolture possono così esse- cittadini nel 2010, in cui la le direttrici viarie principa- evolversi tra I secolo a. C. e re messi in rapporto con le presa di coscienza dei cat- li e che erano in parte con- III d. C. Duecento sono state direttrici viarie in uscita da tolici di essere minoranza trassegnate da stele, altari, le tombe catalogate e quasi Patavium: particolari con- deve tradursi nell’impegno edicole, solo alcuni dei quali duemila gli oggetti disegna- centrazioni si hanno a nord, per una nuova catechesi che recuperati nel passato e oggi ti, fotografati e classificati: lungo la via Aurelia diretta a 46 Biblioteca

Asolo (zona di piazza Maz- re di livello ben maggiore: dialogo tra madre e figlia, zini, viale Codalunga, Sta- probabilmente sfuggono alla mai del tutto franco anche zione), a nord-ovest lungo le nostra conoscenza proprio prima, sembra ora impossi- attuali vie Beato Pellegrino le tombe più ricche che, più bile, perché alla ricerca di e Savonarola, a est lungo la vicine alla città per una mag- una mutua comprensione, via Annia (zona di via Tie- giore “visibilità” dei loro anche solo di un riconosci- polo e via Belzoni, a sud, committenti, sono state can- mento da parte di Gilda, la lungo le vie provenienti da cellate dalla crescita urbana madre risponde rifugiandosi Bologna e da Adria (Prato fin dal Medioevo. ancora di più nel suo mondo della Valle, corso Vittorio Stefania Pesavento Mattioli incomprensibile dall’esterno, Emanuele, Città Giardino). in cui il passato e il presente Nello stesso tempo si rico- si mescolano e si confondo- struisce in negativo il peri- no. Gilda, che narra in prima metro della città, all’inter- SAVERIA CHEMOTTI persona, è spinta così a rico- no del quale non potevano LA PASSIONE DI struire suo malgrado la vita essere effettuate sepolture, UNA FIGLIA INGRATA della madre e, per recuperare e appare chiaro invece che L’iguana editrice, San Bonifacio anche solo indirettamente la accanto a queste nel subur- (Vr) 2014, pp. 246. relazione con lei, anche la bio trovavano collocazione propria stessa esistenza, sve- gli impianti artigianali. Saveria Chemotti, nel lando poco alla volta la sof- Lo studio dei materiali corso di una intensa attivi- ferenza segreta della madre. restituiti dai contesti sepol- tà di studio che ha prodot- Vengono così in superfi- crali ha suggerito infine to frutti critici di notevole cie, attraverso una faticosa diverse riflessioni anche valore, si è spesso confron- anamnesi, complesse rela- madre e nel contempo quella sul piano economico e sulla tata con le nuove e più ori- zioni affettive che si mesco- propria stabilità affettiva che ricostruzione dei traffi- ginali forme narrative (per lano le une alle altre. Infatti sembra sempre in bilico. ci commerciali interessan- esempio, Il “limes” e la la madre di Gilda era stata La passione di una figlia ti Padova nel corso dell’età casa degli specchi del 1999 abbandonata, ancora picco- ingrata è un romanzo tutto romana: si è potuto osser- e La terra in tasca. Espe- lissima, dalla madre, che nel al femminile, in cui le poche vare come per le attività rienza di scrittura nel Veneto piccolo paese trentino non figure maschili stanno un po’ legate al rituale di sepoltura contemporaneo del 2003) e poteva essere accettata per- sullo sfondo, a parte quella venissero utilizzati manu- con quell’ambito particola- ché aveva avuto la figlia da del padre, che si delinea a fatti prodotti per la maggior re e criticamente insidioso una relazione extraconiuga- piccole pennellate, restituen- parte in ambito locale o che è la scrittura femminile le durante la seconda guer- do l’immagine di un uomo regionale, segno di un ricor- (tra gli altri L’inchiostro in ra mondiale con un soldato duro, che sembra quasi non so preferenziale a un circu- tedesco che poi non aveva capire la figlia, ma molto ito commerciale di raggio bianco. Madri e figlie nella narrativa italiana contem- fatto più ritorno. La donna amato e in fondo con un alquanto ristretto, in appa- era emigrata in Sudamerica forte senso morale tutto pro- rente contrasto con l’elevata poranea del 2009), fondendo un sicuro impianto filologico senza dare più notizie di sé prio: quando la figlia orgo- ricchezza citata dalle fonti. gliosa gli fa vedere le pagel- La preminenza sul merca- con il coraggio di una critica e la madre di Gilda l’ave- militante. Vista la passione va cercata tutta la vita per le con i bei voti, il padre bor- to delle manifatture locali botta “A ognuno il proprio non doveva tuttavia impedi- della studiosa nell’avvicinar- colmare il vuoto che si era si ai suoi oggetti d’indagine, creato, pur donandosi tutta lavoro, io mi spacco le mani re l’esistenza di traffici con con le trade, tu mangi libri”. realtà italiche o provinciali il passaggio dal versante cri- al padre di Gilda. La stessa tico a una produzione in pro- Gilda aveva riversato il suo Ma non c’è nel tono nar- poste a maggiore distanza, rativo della Chemotti alcun un dato che trova piena con- prio non poteva certo essere affetto sulla nonna paterna, ferma nelle anfore utilizza- prevista, ma risponde a una Linda, che per molti aspetti cedimento a un fatuo pate- te per le opere di bonifica dinamica non eccezionale: si aveva sostituito la madre con tismo, anzi, se è concesso e drenaggio e nei materiali pensi, per rimanere all’area quella confidenza affettuosa usare un’espressione che provenienti dagli scavi delle padovana, alla felice espe- e quella comprensione che probabilmente non ha un abitazioni. Il quadro che rienza di Antonia Arslan. una bambina e una adole- vero valore critico, la pagina si ricava dall’analisi degli Qualunque strada abbia scente cercano nei genito- della scrittrice ha una forza oggetti deposti nelle tombe, condotto qui, questa prima ri. Ma per Gilda bambina virile. Il racconto procede anche se ricco di spunti per prova narrativa della Che- la rivelazione imprevista di in modo asciutto, scabro, possibili confronti, è quin- motti, La passione di una una nonna segreta, lonta- impietoso nel mettere a nudo di forse parziale, perché non figlia ingrata, appare fin na e irraggiungibile, la cui l’esistenza. E pur tuttavia la rende conto di una realtà dalle prime pagine il frutto esistenza le era stata gelo- prosa ha una grande facilità, economica che doveva esse- di un lavoro impegnativo, samente nascosta fino ad procede veloce ed efficace, persino duro, ma condotto allora, costituisce un trauma come una controllata con- con mano ferma e felice. quasi irrimediabile. fessione. Ma, se di confes- E non era certo facile data Questa specie di discesa sione si tratta, mi preme sot- la materia incandescente e nelle profondità misteriose tolineare il vigile controllo viscerale del romanzo, che dell’esistenza della madre e formale della Chemotti, che ruota attorno al rapporto tra della propria, alla ricerca di elimina ogni inutile gravame madre e figlia colto a partire una lingua segreta per comu- retorico, ogni colore ecces- da un momento dirompen- nicare con una persona che sivo. Anche gli inserti dia- te per entrambe, quando la la demenza sottrae alla con- lettali hanno la funzione di figlia Gilda, professoressa vivenza normale, costituisce restituire il parlato nella sua universitaria a Padova, passa una vera e propria via crucis, immediatezza e concretez- un mese delle sue vacanze le cui stazioni diventano i za: e non è un caso che i più estive nel paese d’origine capitoli del romanzo. I suc- lunghi inserti dialettali siano in Trentino per accudire la cessi scolastici di Gilda, la affidati alla nonna Linda, madre, che è colpita dalla sua carriera universitaria, gli una donna forte e affettuosa, demenza senile e che per amori non facili, la maternità acuta e sensibile, ben con- questo si trova in un istituto sembrano passare in secondo scia della propria condizione specializzato, un luogo bello piano rispetto all’urgenza di sociale e di genere, che non proprio perché deve conte- trovare quel legame apparen- ha bisogno di dichiarazio- nere tanto cieco dolore. Il temente impossibile con la ni di femminismo (peraltro 47 Biblioteca non credibile, dato il perso- teologia. La ricerca muove (cap. XI) cioè con il suici- da cercare di percepire le naggio). Se talora, in modo da una serrata analisi delle dio, gesto non sconosciuto molte sfumature di un perso- assai parco, ci sono delle fonti letterarie su cui ripo- nella società antica greco- naggio non secondario nella insorgenze colte, che appar- sano le nostre conoscenze romana ed indice anche di esegesi della vicenda umana tengono tanto alla scrittrice delle vicende legate al per- una certa inopportunità, in di Cristo. Si tratta in ulti- quanto al suo personaggio sonaggio del Nuovo Testa- quanto veniva a privare una ma analisi di una figura di (e qui importa davvero ben mento. L’A. ha affrontato comunità di un suo elemento mediatore tra Dio e il Sine- poco se le due figure in qual- un tema arduo e complesso (p. 220) e quindi nel nostro drio, istituzione massima del che punto si sovrapponga- con una acuta e documen- caso forse non è un vero e Giudaismo, un “mistero da no), queste si mimetizzano tata metodologia che con- proprio peccato. Seguono 4 inquadrare” (p. 269) anche immediatamente nello scor- siste in una analisi storica capitoli che cercano di com- con “una lettura degli scrit- rere “normale” della prosa e filologica dettagliata dei prendere e di spiegare la ti evangelici non del tutto (per esempio, di fronte alla passi evangelici, compresi figura di Giuda tra antisemi- corretta” come avverte l’A. tomba dei propri familiari: i Vangeli apocrifi e quello tismo ed esegesi biblica (pp. all’inizio del suo lavoro “Nessuno di loro è scompar- di Giuda (p. 120), relativi al 237-245), per terminare con (p. 27), ma che rimane uno so dalla mia vita. / Nel mio personaggio. Inoltre questi il ‘mistero’ di Giuda. Quasi a degli assunti del libro. cuore nessuna voce manca”, sono stati messi a confronto lasciare aperta la possibilità Infine un’ampia e docu- in cui la memoria ungaret- ed analizzati separatamen- di una soluzione più possi- mentata bibliografia, rac- tiana è assorbita e trasforma- te con il successivo segui- bilistica, se non addirittura colta alla fine del volume, ta nel fluire consueto della to delle conclusioni dell’A., salvatrice, della figura di completa questa ricerca che riflessione) oppure sono in spesso originali e piena- questo apostolo, strumento certamente fa riflettere e qualche modo messe ai mar- mente condivisibili. I testi della volontà del Signore, suscita interesse nel lettore gini (come le citazioni della antichi sono infatti gli unici sulla cui realtà non possono per un ”personaggio [che] ha Matthäus Passion di Bach). che ci diano indicazioni sulla esserci più dubbi. Infatti la subito un torto che nasce da Lo sguardo diretto alla figura, così controversa, di sua storicità trova conferma una lettura degli scritti evan- realtà tutta si traduce in un questo apostolo e che aiu- anche nella documentazio- gelici non del tutto corretta racconto che è anche popo- a delinearne gli aspetti ne dei rotoli di Qumran (p. (p. 27). la forze del volume lato di cose, di oggetti, come più singolari e importanti per consiste tutta nella approfon- nelle righe conclusive del comprendere la sua funzione dita analisi delle fonti docu- romanzo: “Di solito tengo all’interno della vicenda di mentali e nel tentativo, direi nella borsetta i cerotti di sili- Cristo, ma senza giungere ad pienamente riuscito, di offri- cone in similpelle, per evi- una soluzione univoca accet- re una visione nuova di que- tare le vesciche. […] / Mi tata da tutti. sto personaggio chiave nella tolgo le scarpe, le tengo per Il libro inizia con l’anali- vicenda terrena di Cristo. i tacchi con le dita come un si delle lettere di S. Paolo, Giovanni Gorini trofeo, le faccio dondola- con l’esegesi dei passi del re strafottente. Camminerò Vangelo e con una spiega- a piedi scalzi. / Ho la pelle zione anche etimologica dura io. // Già”. del nome Iscariota, sciol- LUIGINO CALIARO In quest’ultima afferma- to come proveniente dalla ALI zione c’è la conquista della città di Keriot, “l’ipotesi più Dall’Adige al Brenta propria identità. attendibile”(p. 257). Segue Aviani & Aviani editori, Udine Mirco Zago una approfondita disamina 2014, pp. 298, ill. del termine greco “paradìdo- mi” (= consegnare o tradi- «Sicuramente è un bel- lissimo sport, ma non vedo re), per meglio comprende- 250), di cui solo ora si sono ANTONINO SCUDERI re il significato, che già in l’utilità per l’esercito». studiate le monete rinvenu- Così si esprimeva il gene- L’UOMO DI KERIOT antico si è voluto esprimere te nello scavo (Callegher, Giuda nostro fratello: nel raccontare la vicenda di rale transalpino Foch assi- 2014) che inseriscono questa stendo a un’esibizione aerea tradimento o consegna? Giuda. Abbiamo poi nel cap. documentazione in un ben VII la Cena in Betania per un paio d’anni prima dello Morrone Editore, Floridia (Sira- preciso momento storico (II scoppio della prima guerra cusa) 2104, pp. 278. giungere al capitolo sul tra- sec. a.C.-III d.C.). dimento, vero nucleo cen- mondiale. Mai affermazione Nelle dense pagine di que- si rivelò tanto inesatta poi- Il volume prende lo spun- trale intorno al quale ruota sto saggio che si legge pia- to da una rappresentazione tutto il volume. In queste ché a distanza di poco tempo cevolmente, emerge la figura l’aeroplano avrebbe avuto di Giuda che compare sul pagine Giuda viene analiz- controversa di Giuda visto portone bronzeo del XIII zato sotto diversi aspetti e modo di affermarsi come più come una figura quasi una delle armi più importanti secolo del Duomo di Bene- da diverse angolature, pas- necessaria per il compimen- vento. Qui egli è raffigurato sando in rassegna i momenti (e letali) apparse sullo scena- to di quanto anticipato dal rio di guerra, capace di por- impiccato ad un albero con cruciali della vicenda dell’a- Signore, che invece come postolo e cioè l’annuncio tare, fatto questo raramente una robusta corda, con le un traditore con una acce- accaduto prima, distruzione viscere a nudo e sostenuto del tradimento e la cattura zione negativa nell’imma- di Cristo. Qui, punto foca- e morte fuori dagli schemi da una figura alata e l’im- ginario collettivo. I trenta classici delle linee di com- magine sarebbe da inter- le e saliente, è il bacio con denari (pp. 99-100), somma battimento. pretare come quella di un un approfondimento bibli- spicciola, se rapportata a Già il 25 maggio 1915 Angelo che viene a soccor- co e un rimando alla scena quei tempi, testimoniano che l’aviazione italiana bom- re il personaggio, piuttosto omonima negli affreschi di essi rappresentano qualcosa bardava Monfalcone col- che come quella di Satana, Giotto agli Scrovegni (pp. di simbolico, come il suici- pendo le officine elettriche a dimostrazione dell’ambi- 189-191) che hanno reso con dio sul fico, come tramanda e la stazione ferroviaria per guità della sua figura: angelo icasticità il momento crucia- Marco (5,7) e quindi come opera di cinque velivoli quale strumento del volere di le, in quanto “il fine ultimo tali vanno considerati e visti. del 3° Gruppo: questa fu in Dio o demonio che tradisce di Giuda era ripianare le Concludendo, il saggio si assoluto la prima azione di il Signore? Da questo dilem- divergenze tra il Maestro e fa apprezzare per una visio- attacco effettuata dal cielo ma, che ancora affascina gli i sacerdoti così da rimane- ne ampia dei problemi legati da nostri aeroplani. Da quel studiosi ed invano cerca di re fedele a Gesù e ligio alla alla figura di Giuda vista a momento, e nei mesi succes- essere svelato, parte l’A. che Legge del tempio” (p. 194). 360° gradi, anche da “stu- sivi, l’aviazione italiana si è un affermato chirurgo di Termina questa parte con diosi non credenti o di area rafforzò di gran lunga tra- Padova ed anche laureato in l’analisi della fine di Giuda non cristiana” (p. 256) così 48 Biblioteca

gio. Non essendo pilota, il Carabinieri. cresceva rigoglioso. A Mila- Vate vi prese parte a bordo La struttura di questo no, Giulio Locorvo, giova- dell’aereo di Natale Palli. lungo racconto autobiogra- ne brigadiere in divisa, era Quest’ultima non è che fico è originale: tanti brevi uscito da poco dalla Stazio- una che delle tante vicen- capitoli, quasi piccoli raccon- ne Centrale e stava attraver- de e curiosità rievocate con ti, che intrecciano passato e sando a passo svelto Piazza dovizia di documentazione presente in modo repentino della Repubblica per arrivare dal presente volume. Grazie e scorrono sul filo di ricor- puntuale alla sede designata. a un’imponente selezione di, di emozioni, di riflessioni, Fu a quel punto che si accor- fotografica esso ricostruisce di incontri, di descrizioni, di se di un giovane alto e robu- l’attività aerea dei campi di avvenimenti che riconduco- sto dal “look sessantottino”. sformandosi in una potente volo padovani e vicentini. no a un mondo interiore ina- L’aspetto non era rassicu- forza di appoggio alle trup- Più di cinquecento imma- spettato e intenso. rante. Il giovane brigadiere pe terrestri e marittime, ma gini e cartine propongono Nato a Nizza Monferrato, si guardò attorno per accer- anche e soprattutto di offe- l’esercizio appassionato, antica cittadina piemontese tarsi che altri non fossero con sa con i reparti da caccia e ma al tempo stesso alquan- in provincia di Asti, posta nel lui. Era solo. Il giovane lo da bombardamento. Negli to rischioso, dei piloti del cuore di un territorio rino- raggiunse e con passo svelto anni di guerra il controllo corpo aeronautico dell’eser- mato per i suoi vini e per le lo superò e, fatti due metri, dell’aria divenne strategico cito durante gli anni di guer- dolci colline, Giulio Locor- sputò per terra in segno di quanto quello sul territorio, ra nei settori montani del vo vive un’infanzia e una disprezzo nei confronti suoi e migliaia furono i voli e i Trentino e dell’Alto Vicen- giovinezza ricche di ricor- e dell’Arma. duelli nei cieli. E anche se tino. Un capitolo specifico di positivi e avrebbe voluto Nella sua attività di sotto- lo sviluppo dell’aereo come è riservato alla descrizione abitare per sempre nella sua ufficiale lo scrittore si trova arma ausiliaria fu sempre in dell’attività delle sezio- città natale se non ci fosse a raggiungere sedi diverse rapporto con la guerra terre- ni aerostatiche e dei tragici stata l’occasione di entrare così che le stazioni ferrovia- stre, i ruoli della forza aerea bombardamenti che devasta- nell’Arma dei Carabinieri. rie divengono per lui luoghi si decuplicarono così da rono le città venete, Padova Col passare degli anni familiari, quasi parte di sé. impiegare gli stessi velivoli su tutte. Rapporti di missio- ritorna a Nizza Monferrato Non solo si sposta in treno in altri ruoli: ricognizione, ne, stralci di racconti auto- sempre più raramente per nelle province piemontesi e caccia e bombardamento. biografici e di corrisponden- incontrare l’unico amico lombarde ma nel resto d’I- Gli sforzi nella produzio- ze dei piloti arricchiscono la rimasto. Il paesaggio è cam- talia con mansioni e funzio- ne e nell’addestramento dei pubblicazione e consentono biato come pure le case e le ni diverse, spesso difficili e piloti arrivarono a toccare, una migliore comprensione strade non sono più quelle di impegnative, prestando ser- nel 1918, livelli impensabili, della tragicità della guer- allora e scrive: Ora la “mia” vizio là dove lo chiamavano. fino a portare l’aeronautica ra aerea, fatta con mezzi e città non esiste più. Era una Alla fine, giunge nel Vene- ad essere una delle più cla- condizioni ambientali che, bimba felice. Adesso è una to, assegnato alla sede di morose conquiste tecnologi- ai nostri occhi, restituisco- matura signora senza sor- che del tempo, con immense no la dimensione del corag- riso. ripercussioni nel dopoguerra gio e dell’abnegazione degli La sua vita di carabiniere in campo civile. eroici «ragazzi» che su quei non ha orari, improvvisi arri- La «nuova arma» s’in- velivoli decollavano all’av- vano ordini inattesi a cui non sediò in maniera profonda ventura. Infine, una curio- si può derogare e così ciò anche nel territorio veneto, sità (e un merito) del libro: che si è programmato per la in particolare fra le pro- alcune pagine sono dedicate famiglia o per se stessi deve vince di Padova e Vicen- alla ricognizione fotografi- essere in ogni modo riman- za. Gran parte dei campi di ca e svelano le eccezionali dato. Nell’Arma il servizio e volo vennero infatti allestiti immagini riprese da veli- i compiti a cui si è destinati all’interno dell’ideale con- voli ricognitori nel corso di vengono prima di ogni cosa. fine geografico circoscritto missioni sulle prime linee, Racconta lo scrittore che la dai corsi dei fiumi Adige e offrendoci panoramiche di sera in cui nacque la prima Brenta, in una posizione pri- paesi e città in cui si pos- figlia, nella lontana primave- vilegiata per le operazioni sono riscontrare le pesanti ra del 1975, era di servizio a da compiersi sui contraffor- trasformazioni che hanno Milano ed era stato assegna- ti del Pasubio, del Grappa investito il paesaggio veneto to al Reparto Comando della e dell’altopiano di Asiago, nel corso dell’ultimo secolo. caserma di via della Mosco- che nel gioco complesso e Alberto Espen va. La sua mente era in sub- talora contraddittorio delle buglio, il pensiero di non vicende che caratterizzarono Padova. Verso la fine degli essere accanto alla moglie anni ottanta fu assegnato il corso della Grande Guerra per un evento così straordi- sul fronte italiano avrebbero alla sede di Prato della Valle, GIULIO LOCORVO nario lo sconvolgeva. Chie- dove ha modo di conosce- costituito un settore fonda- DOVE STA ANDANDO, se al giovane maresciallo di mentale per le sorti dell’inte- re la variegata clientela del MARESCIALLO? poter essere sostituito ma la “Bar Mercato”. Ogni clien- ro conflitto. Sovizzo, Castel- risposta fu negativa e peren- gomberto, Asiago, Villaver- Cleup, Padova 2013, pp. 214. te aveva un… nome d’arte: toria: Little Tony, Cilindri, D’Ar- la, Nove, Casoni di Mus- Lei è segnato, per questa solente, San Pietro in Gu, Un Maresciallo dei Carabi- tagnan, Ombre Rosse, la Gazzo, San Pelagio, Padova, nieri va in pensione e avendo notte, di servizio come capo Marzemina, la Scarpara, la Busiago, Isola di Carturo, maggior tempo a disposizio- posto alla porta principale, Pompadur… In un angolo, Arquà Petrarca sono le loca- ne decide di rispolverare una cosa crede? È in forza qui a seduto su di un alto sgabel- lità che ospitarono i campi di segreta passione: quella di tutti gli effetti… sono ormai lo, Bepi Ombre, un anzia- volo, alcuni dei quali salu- scrivere. dieci giorni… no manovale, sempre con il tarono imprese entrate poi In prima persona Giulio Solo l’intervento di Don “calicetto” alzato, che “pos- nella leggenda. Sia sufficien- Locorvo racconta la sua vita, Piero, il cappellano milita- sedeva l’arguzia e la signo- te citare il celeberrimo raid semplice perché comune alla re, un lombardo di Voghera, rilità dei veneti di una volta su Vienna dell’estate 1918, maggior parte di noi e sin- uomo singolare e bellissimo ed amava chiacchierare con propugnato da D’Annunzio golare al tempo stesso per i permise di risolvere la situa- lui. Nel conversare era soli- e compiuto dall’87ª squadri- compiti spesso impegnativi zione. to dire Tutto arriva, caro glia che decollò da San Pela- che fin da giovane è chiama- Un altro ricordo ci riporta maresciao…, molto diverso to a svolgere nell’Arma dei al tempo in cui il terrorismo da “tutto passa”, un modo di 49 Biblioteca dire raffinato, affascinante, maschere e artificiosi forma- to, come fari nel buio, figu- che pronunciare la preghie- che invita a meditazioni pro- lismi, si offre serenamente re memorabili, delineate a ra con cui si chiude il libro, fonde. al giudizio altrui, al di là dei tutto tondo nella loro sof- preghiera che, in poche Il libro raccoglie tanti altri riti dettati dalle convenzioni ferta umanità, come quella meravigliose righe, esprime interessanti episodi, ma mi sociali e dagli asfissianti ste- dell’eroica madre, ostetrica tutta la sua speranza e rap- fermo qui. reotipi dell’epoca presente. di professione, o quelle di presenta la sintesi della sua Livia Cesarin In realtà, nella forma, alcuni esponenti del mondo inesausta ricerca dell’Eterno: struttura e contenuti, Con- ecclesiastico, che tanto peso “Se Dio c’è, anch’io ci sarò, fessioni 2000 è un roman- hanno avuto nella formazio- quando di ogni male si sarà zo-testimonianza, non solo ne del nostro autore. persa anche la memoria e MANFREDO ANZINI nel senso di un racconto Non mancano spunti poe- tutto sarà finalmente luce e CONFESSIONI 2000 che eleva l’esperienza unica tici, come l’esperienza pani- amore”. Edizioni Il Segno dei Gabrielli, e incomparabile del singo- ca del bambino settenne In breve, attraverso il rac- San Pietro in Cariano (VR), lo a simbolo di una tempe- nella campagna odorosa di conto, che è specchio delle 2013, pp. 621. rie storica e culturale, ma viole, né episodi drammati- sue profonde riflessioni e del anche e soprattutto nel senso ci, come lo smarrimento dei suo umano operare, Anzini Del romanzo autobiogra- di un’esposizione che è e fanciulli in un bosco calabro, ha voluto dare un limpido fico Confessioni 2000 ha vuole essere documento di o tragicomici, come il mira- contributo all’auspicabi- tutte le caratteristiche, se si un mondo etico e spiritua- colo del crocifisso sudato, o le cambiamento dell’ethos considerano la prevalente le, documento di un’intima francamente esilaranti, come individuale e collettivo e alla coincidenza dell’autore con verità, fallibile forse nelle la fuga del maiale resuscitato preparazione del terreno su l’io narrante, protagonista sue conclusioni, come ogni a S. Nicola da Crissa. cui, nello stato di declino in peraltro degli eventi, e la umana verità, ma, nel ten- Tesa ed accorata si fa l’e- cui versa la società occiden- conseguente focalizzazione tativo di guardare al di là sposizione nei passi in cui tale, pianti i suoi pilastri lo interna con cui i fatti ven- dei confini delle apparen- si affrontano le due tema- spirito di ragione, perché gono esposti. In una corni- ze e di aprirsi all’Assoluto, tiche che più intensamente l’uomo torni a respirare una ce dai significati fortemente sicuramente non inquinata hanno coinvolto e appassio- vita degna di essere vissuta simbolici e nel minuzioso da finalità estrinseche e da nato l’autore per gran parte o almeno, come egli stesso tratteggio della dimensione settarie impostazioni; una della sua esistenza, quella dice, una sua luminescenza. storica, sociale e ambienta- verità professata con dolo- pedagogica e quella reli- Rocco Pagliani le, abbiamo modo di seguire rosa trasparenza e consape- giosa, la prima estesamen- Manfredo nelle sue persona- volmente esposta ai colpi di te trattata nell’ultima delle li vicissitudini, dall’infanzia una società che, fondata su quattro parti in cui il libro si trascorsa in Abruzzo e poi visioni dominanti, è porta- articola, la seconda discussa CHRISTIAN DE IULIIS in Calabria e in Puglia all’a- ta ad escludere le anomalie, soprattutto nella parte terza, L’ARCHITEMARIO dolescenza in Campania e in i corpi estranei alla corret- in particolare nei dialoghi Volevo fare l’Astronauta Lombardia fino al suo sta- ta mentalità, in obbedienza con Madre Gabriella. agli imperativi stritolanti del Illustrato da Roberto Malfat- bilirsi, da persona adulta, in Sul versante padagogi- ti, a cura di Roberta Melasec- quel di , dove vive ed pensiero unico. Sotto questo aspetto illu- co il nostro Manfredo, già ca, Overview Editore, Padova opera ormai da un cinquan- docente di Lettere Classiche 2014, pp. 160. tennio. minanti appaiono le pagine e Preside di Liceo, di fronte Romanzo della memoria, polemiche qua e là dissemi- nate nel libro, ora soffuse alle follie didattiche appa- Dieci buoni motivi per dunque? Indubbiamente sì, rentemente progressiste e non diventare architetto? se per memoria si inten- di mesta ma mai distacca- ta ironia, ora sfocianti in un ai disastrosi abbagli rifor- Oppure dieci per diventar- de la facoltà e il privilegio mistici, che egli attribuisce lo? In questo libro si trovano dell’uomo di affacciarsi sul j’accuse tutt’altro che vela- to nei confronti di persone, ad orientamenti ideologici entrambi. Un buon risulta- suo passato e di ridestare gli predeterminati, si fa promo- to di sintesi, mi pare, e di eventi accaduti, per rielabo- ambienti e istituzioni perme- ati di accomodante superfi- tore di una scuola imper- economia (del detto e con- rarli alla luce dell’esperienza niata sul merito, sul ricono- traddetto), che l’autore ci vissuta e dei valori ai quali cialità e di fuorviante men- dacio, frutti negativi di un scimento del talento, sulla offre snocciolando perle di egli ha conformato la propria qualità dell’insegnamento, saggezza su una professione presenza nel mondo. relativismo asfittico, eppur propalato nella nostra cinica sulla diversità dei percor- che all’oggi in Italia, seppur Romanzo di meditazione si, una scuola non fondata affascinante, è tra le meno esistenziale, allora? Certa- società come un nuovo valo- re a cui improntare i com- sul lassismo educativo e sul remunerative e difficili. mente sì, se si considerano buonismo valutativo, che Ritratto autentico, seppur le tematiche trattate, diver- portamenti, nell’esclusiva tutela degli interessi di parte comportano uno schiaccian- ironico e autocritico, non sificate per loro natura, ma te livellamento e mal s’ac- comunque inquadrate nello e a danno dell’indifesa inge- dell’Architettura (di quan- nuità degli avversari. cordano con la formazione to si è scritto, si scrive e si spazio interiore di un uomo dei ragazzi, che deve essere che, con assoluto candore, si Spiccano in questo deser- scriverà sull’Architettura!) espone fino in fondo, senza volta, invece, all’espressio- ma del “soggetto” che la il timore che strali perbeni- ne coerente e consequenziale dovrebbe produrre (il condi- stici e farisaici anatemi pos- del pensiero, alla rettitudine zionale è d’obbligo). L’Ar- sano colpirlo; un uomo che, intellettiva e al culto della chitetto è oggi un’identità anche a costo della solitudi- responsabilità morale. molteplice e, forse per que- ne come compagna, fonda Sul versante religioso l’a- sto motivo, figura “evane- il suo stare qui sul lucido e nima di Manfredo, nella sua scente”. De Iuliis in questo radicato uso della ragione; tensione verso l’Assoluto, libro prova a descriverne le un uomo intellettivamen- nella sua autentica fame di “epifanie”, tra il serio e il te onesto, che, alieno dalla cielo, non trova risposte che faceto, ma con buona luci- faziosità ideologica e dal superino le etichette della dità. plagio culturale, riconosce religione ufficiale, le spie- Intendiamoci: l’autore sé stesso nell’autenticità dei gazioni fideistiche o apolo- si rivolge ad un pubblico sentimenti, nella profondi- getiche preconfezionate, le ampio di lettori: ognuno ad tà delle convinzioni, nella contraddizioni logiche che il “occidente”, fortunatamente genuinità dell’espressione; dubbio attivo, nel suo inde- o malauguratamente, deve un uomo non addomesti- fesso scandagliare, porta alla o dovrà fare i conti con tale cabile, che senza ipocrite superficie; e così, alla fine professionista nell’epoca della sua fatica, non gli resta dell’estetica diffusa, fosse 50 Biblioteca

terzine dantesche, di Amato bito ed inizieranno la storia, del palazzo della Ragione Maria Bernabei. Narratore, il tempo ed il dolore. Ma disegnata dal pittore Giaco- poeta, autore radiotelevisivo, le domande dell’empio e le mo Manzoni (1840-1912) al Bernabei interroga i grandi insinuazioni di Lucifero non tempo dell’Esposizione del testi del cristianesimo, dalla rimarranno senza risposta. 1869, sono narrati numero- Bibbia ai Vangeli, secondo La tesa dialettica tra liber- si episodi di vita padovana il punto di vista di una cavil- tà, colpa e redenzione che che accompagnano il lettore loso, eppur esigente razio- attraversa l’intero arco del al nuovo secolo. Si descri- nalismo cui dà voce, nel dramma di Bernabei trove- vono ad esempio le pesan- dramma, la figura, sfronta- rà la propria conciliazione ti ribalte delle botteghe, da ta e dissacrante, dell’“Em- nella saggezza del Girovago assicurare con maestria al pio”. Gli rispondono, quasi il quale conosce bene i limiti muro per la salvezza delle un controcanto, la voce del della conoscenza umana e, teste dei passanti; la luce dogma, incarnato dalla figu- proprio perché ha l’umiltà sepolcrale emessa all’inter- ra dell’“Angelo”, e la voce di capire la propria umana no dei negozi dalle candele di un ragionevole dubita- insufficienza, si arrende al di sego, “puzzolenti e goc- re, incarnato dalla figura mistero dell’inconoscibi- ciolanti”; le caratteristiche del “Girovago”. Al centro le che trova, nell’evangeli- insegne che oscillavano peri- solo o anche perché si sente della scena si snoda, in un co “omnia munda mundis”, colosamente quando tirava lui stesso architetto “dentro”. crescendo colmo di pathos, la misura possibile della vento, in seguito vietate dallo Lettura (piacevole) per tutti la vicenda della passione di conoscenza umana. Per la zelantissimo sindaco Picco- quindi, ricca di spunti rifles- Cristo, ritmata dai pensieri quale la libertà di scelta fu li; le due vecchiette di legno sivi, sulla psicologia sociale, di una figura di Giuda che si un dono rischioso che ebbe poste all’esterno della salu- sulle forme lavorative, sul pretende traditore, sì, ma in conseguenze incalcolabi- meria di via Beccherie Vec- destino delle “libere profes- funzione di un piano divino li. Ma trovò, nel sacrificio chie (Daniele Manin), vestite sioni”, sulla condizione di che nel tradimento trova lo di Cristo, una redenzione la secondo le stagioni, famose “ordinaria” burocrazia, sulla strumento necessario perché cui eco rintocca lenta, nella a tal punto da modificare di crisi economica. si compia la redenzione. scena conclusiva del dram- fatto il nome a quella stra- Stupisce che l’autore, Gli interrogativi incalza- ma, in cui la crocifissione da; le altissime case in legno relativamente giovane (alle no, i dubbi si accavallano non è che il rumore sordo di di piazza dei Frutti, ornate soglie dei quarant’anni), fin dalle primissime battu- un “martello che inchioda il di scialli, coperte e “financo abbia accumulato tali e tante te del dramma che si apre cielo”. materassi”; la piazza dei Noli esperienze, così nitide e sull’orizzonte immenso Maristella Mazzocca (ora Garibaldi) ingombrata assolutamente credibili. delineato dai primi versetti per metà da un fabbro che Per i “colleghi” che inten- della Genesi, riletti solo per riparava vetture e diligenze; dessero acquistare “Archi- denunciarne le contraddizio- un maniscalco a San Matteo temario” consiglio di porlo ni: “Perché Dio porta nell’e- PAOLO FRANCESCHETTI (oggi via San Fermo) che sullo stesso scaffale di ternità i segmenti del tempo, DAL TACCUINO faceva il suo lavoro sotto il libreria (se ancora ne posse- che la negano, ed offende D’UN PADOVANO. portico e costringeva i pado- dessero una) del “Manuale l’infinito, dichiarando con il Note di cronaca (1850-1900) vani ad andare sul ciottolato dell’Architetto” di Ridolfia- desiderio e l’atto della Crea- Youcanprint, Tricase (LE) 2014, per non prendere i calci dei na memoria: forse empati- zione che all’infinito manca pp. 196. cavalli. Fra i tanti fatti con- camente, quando fossero qualcosa?” si chiede il’Em- tenuti nelle duecento pagine sconsolati, li aprirebbero pio che, di seguito, incalza «Uscito come appendice del volume, si segnala inol- ambedue, ottenendone gio- e domanda perché mai, sulla del quotidiano “La Libertà” tre quello sull’erezione del vamento. terra creata da Dio, le crea- negli anni 1901-1902, il Tac- palazzo Croccante (Debi- Last but not least: le belle ture si uccidano l’un l’altra e cuino ci restituisce con stile te), “non corrispondente al illustrazioni di Roberto pace ed armonia rimangano semplice un’ampia panora- gusto dei cittadini”, frutto in Malfatti danno “un colpo di un sogno che non si avve- mica della vita che si svol- realtà della riduzione dell’o- colore”, se ce ne fosse biso- ra. Sono, quelle del perso- geva a Padova nella seconda riginario progetto di Camil- gno, ai capitoli del libro e naggio, le eterne domande metà dell’Ottocento. Si tratta lo Boito, modificato perché alla copertina, che nella cita- di chi si chiede come possa, di note, impressioni e ricordi l’addetto all’ufficio tecnico zione del Monumento alla un Dio creatore, tollerare il raccolti da un contempora- “ebbe ad errare nelle misu- terza Internazionale, proget- male, l’ingiustizia, la trage- neo, rimasto anonimo, sugli re spedite all’ingegnere”. I tato da Tatlin e mai realiz- dia del dolore innocente o la usi e costumi della popola- racconti del Taccuino si sus- zato, già descrive in parte, i quotidiana rissa della vita. A zione, sui più curiosi fatti di seguono con grande capacità contenuti del libro. cui il testo aggiunge il dub- cronaca che ne sconvolsero evocativa e in modo crono- “L’architemario. Volevo bio che anche la tentazione la pace e i silenzi, sui per- logico fino alla tragica morte fare l’astronauta” è edito da dell’Eden, da cui nacquero sonaggi noti e sulle nume- di re Umberto. Nell’introdu- Overview, una nascente casa la storia, il dolore e la fatica rose macchiette presenti in editrice di Padova, cura- del vivere, non sia stata, in città». Così si legge nella ta da Julian Adda e Alberto fondo, che un copione già quarta di copertina del volu- Andrian: i migliori auguri scritto, insito nella natura me curato da Paolo France- per i loro “tipi” delle creature, troppo fragili schetti, appassionato cultore Paolo Pavan per resistere alla melliflua di storia e di arte locale, di tentazione del serpente. Il cui ricordiamo gli studi sul quale parla, nel dramma, con palazzo del Gallo e sull’al- la voce tentatrice di Luci- bergo-ristorante Storione, e AMATO MARIA BERNABEI fero il quale chiede perché la restituzione della paterni- PASSIO mai la conoscenza dovrebbe tà dei dipinti della chiesa di Valentina editrice, Padova 2014. essere un male per l’uomo. Saletto di Vigodarzere a Gio- Ed insinua il sospetto che vanni Vianello (1900), della L’eternità e il tempo, la il divieto non sia, in fondo, parrocchiale di Teolo a Giu- libertà e la predestinazio- che la logica di ogni tiranno seppe Cecchetto (1909) e, ne, la colpa e la redenzione. pronto a tenere nell’ignoran- più di recente, della libreria Sono solo alcuni dei verti- za i sudditi pur di renderli Prosdocimi a Pietro Brom- ginosi temi che tramano inoffensivi. Il seguito è noto: bin (1921). Nel volume, sulla l’ultimo dramma, in fluenti Eva coglierà il frutto proi- cui copertina appare la mole 51 Biblioteca zione il curatore ricorda altre delicate e suggestive sineste- servitori della scienza e un due cronache di quel periodo sie che pervadono i versi si giornalista che li frequenta, li storico, parimenti ricche di avvicinano alla narrazione interroga per dare, con que- aneddoti curiosi, cui la pre- musicale in una evocazione sto libro, un agile, preciso sente va sicuramente acco- fluida di immagini, odori e resoconto, in punta di penna, stata: la Cronaca segreta suoni, penetranti e vivi. Ne della loro appassionante (e de’ miei tempi (1845-1874) emergono figurazioni aven- appassionata) esperienza di Carlo Leoni e la Crona- ti come centralità il notturno maturata nella serie di mis- ca di Padova (1849-1867) di e il cosmico, dove spleen e sioni esplorative-operative Andrea Gloria, edite rispet- di testi che talvolta sono melencolia lasciano spazio spalmate nell’arco di un ven- tivamente da Rebellato nel complementari all’immagi- alla gioiosa infinitudine di tennio. 1976 e dalla triestina Lint ne – come fossero ampie e colori e profumi della Natu- Due i dati di partenza che nel 1977 ed entrambe curate meditate didascalie – talaltra ra. La natura delle stelle, dei spiegano l’avvio della singo- dallo storico Giuseppe Tof- formano capitoli e sé stanti fiori, del ciclo delle stagioni e lare, impegnativa impresa: la fanin. Il volume è completato che vanno letti come brevi, di quello della vita. Puntuale comune attività di tre biolo- da un minuzioso indice dei intimi racconti. E fra questi ad ogni sera. gi dell’Università di Padova, nomi di persona e di luogo, racconti ve ne sono alcuni Maria Luisa Daniele Tof- Milvia Boselli, Alberto Baro- utile per ritrovare i singoli ambientati fra le mura citta- fanin è poetessa padovana. ni e Gian Umberto Caravel- episodi all’interno del libro. dine (La ruota degli esposti; Attiva nella divulgazione e lo che si occupano, in modo Fabio Fignani Quando la Befana portava i promozione del testo poeti- preferenziale, dell’igiene e calzettoni; El Capitéo; L’I- co, opera con l’associazione della sanità ambientale nei stituto vescovile Barbarigo; Levi-Montalcini e collabora a suoi vari profili. Dentro la Al Santo con gli occhi di un riviste letterarie. Le sue opere cornice delle ricerche e degli bambino), altri che si spingo- sono presenti in antologie studi in materia, attenzione RUGGERO CHERUBINI no oltre i confini del territorio MAILA BERTOLI nazionali ed internazionali. concentrata sull’acqua, uno LA RAGAZZA comunale (I due pini maritti- Numerosi i premi e lusin- dei sovrani elementi vitali, DEL MUSCHIO BIANCO mi di Padova Est; La Sagra ghieri i consensi della critica. naturalmente sulla sua pota- del Folpo di Noventa Pado- Paolo Pavan bilità, che va monitorata nei Rosso Padova, Padova 2014, vana; Villa Giovanelli: l’in- pp. 86, ill. periodi medio-lunghi, con- fanzia). Detto questo, rimane sentendo, grazie a sistema- la fotografia il soggetto prin- Che la fotografia rap- tiche rilevazioni, diagnosi cipale del libro, con alcune ANNA MILVIA BOSELLI, attendibili sul grado di “salu- presenti un potente mezzo scene che consigliamo di espressivo è un fatto che con- GIANUMBERTO CARAVELLO, te” dei territori in una sinte- osservare attentamente, scat- ALBERTO BARONI si ecologica che da tempo si tinua a sorprendere e a tra- tate attorno al Palazzo della smettere sempre nuovi stimo- L’EVEREST TRA chiama anche umana. Ragione, all’Orto botanico e Il secondo dato è l’in- li in chi la pratica, e sempre fra i pellegrini della proces- SOGNO AVVENTURA nuovi motivi di interesse in E SCIENZA contro, a cavallo degli anni sione del Santo. Novanta e quasi per caso, con chi la frequenti, anche come Paolo Maggiolo Vent’anni di ricerche in Nepal semplice spettatore. Chi Conversazione con Aldo Comello il “grande vecchio” geologo, si dedica alla ricerca e alla alpinista, esploratore Ardito Cleup Edizioni, Padova 2014, Desio, in una fase esisten- sperimentazione in campo pp. 103. fotografico compie, evi- ziale diciamo non entusia- MARIA LUISA DANIELE dentemente, un’operazione Un sogno sotto il tetto del smante, condita da ingiuste artistica non automatica né TOFFANIN polemiche che il suo valoro- L’ATTESA PERLATA mondo: realizzare un impor- ripetitiva. Lo dimostra que- tante progetto scientifico e, so passato certo non merita- sto piacevole quadernetto DI STELLE E RUGIADA insieme, di sapore umani- va. Più che novantenne, egli padovano che raccoglie una Prefazione di Nazario Pardin, tario. Un inedito cocktail di aveva inaugurato la “Pirami- scelta di immagini, realizzate introduzione di Sebastiano Gesù, avventura, rigorosa ricerca di de “, laboratorio internazio- nelle due tecniche del colo- Valentina Editrice, Padova 2015, conoscenze su natura fisica e nale per la ricerca multime- re e del bianco e nero, che pp. 38. situazione ambientale di un diale, alle falde dell’Everest, intendono suggerire ai lettori luogo speciale come sono le costruito a 5050 metri di un’idea particolare della città: Diceva Aldo Rossi: “I sen- valli himalayane con le basi quota. I tre scienziati pado- una città ritratta andando alla timenti non hanno tempo e di avvicinamento alle vette vani dell’Istituto universitario ricerca, con occhio “clinico”, si ripetono ogni sera sul pal- supreme; quindi offrire gli di Igiene entrano a far parte degli umori, degli angoli di coscenico con una puntualità elaborati in spirito di servi- del Progetto strategico Ev- luce, delle zone d’ombra e impressionante”. Saper rac- zio e amicizia alle popolazio- K2-CNR: rilievi geografico- del mutevole aspetto dei luo- contare i sentimenti è stata da ni che le abitano, custodi di fisico-naturalistici e medico- ghi visitati. sempre opera di Poesia, tanto una antica civiltà, ma anco- fisiologici in Himalaya e Sperimentate in un più quando appartenevano - ra in via di sviluppo, conte- Karakorum. Iniziano i viaggi momento diverso, con diver- appartengono - alle esperien- se tra una mai vinta povertà e le permanenze in Nepal per se condizioni di luce, da un ze più intime ed individuali, dignitosa e aspirazioni ad un rilievi ed esplorazioni nella fotografo dotato di un diverso anzi: sono proprio questi ulti- miglioramento delle partico- valle del Khumbu. In parole approccio all’uso della stru- mi che si ripetono sul palco- larissime, onerose condizioni semplici, una lunga serie di mentazione e ispirato, soprat- scenico della vita, ogni sera, di vita. Più precisamente: un analisi nelle vaste zone d’alta tutto, a una differente con- con puntualità. tracciato evolutivo segnato quota. Nello studio, accan- cezione dell’arte fotografica, Se la poesia, la poiesis, sta da contraddizioni tra la dife- to a campioni d’acqua, com- le medesime inquadrature si nel costruire l’abito giusto sa di fascinose tradizioni, di piaono mappe, libri di viaggi sarebbero riprodotte in una per le emozioni che si voglio- riti religiosi e costumi sociali e un grande poster colora- sequenza che, in un modo no descrivere, in un gioco con remote radici storiche da to che mostra la imponente o nell’altro, avrebbe avuto speculare di forme retoriche un lato e, dall’altro, l’inva- catena dell’Everest. La mon- solo vaghe somiglianze con i tali da simularle (mimesis), il siva penetrazione di un turi- tagna sacra agli indù domi- risultati qui ottenuti dal bino- fine è, comunque e sempre, smo che ha introdotto attività na il panorama stagliandosi mio Maila Bertoli - Ruggero la volontà di condivisione commerciali e innovazioni contro un cielo blu-cobalto. Cherubini. emozionale. tecniche in sé promoziona- Si lavora a ridosso del mas- Questo album di “ricordi” In L’attesa perlata di stel- li, e però realizzate in modo siccio montuoso lungo 2400 assume anche il valore di una le di rugiada Maria Luisa disordinato e convulso, quin- chilometri, con uno spessore piccola guida “sentimenta- Daniele Toffanin ci rende di variamente inquinanti. medio di 200-300 chilometri, le” patavina. Le fotografie si partecipi della nascita di Protagonisti tre padovani, con molte vette che superano accompagnano ad una serie Alessandro, il nipotino. Le gli ottomila metri. Si parte 52 Biblioteca Biblioteca/ Incontri

conto (merito di sapiente Mattiazzo, che si è detto da la sua simpatia di feconda dosaggio da parte dell’inter- sempre ispirato dalla misura narratrice ha evocato alcune vistatore) sta nell’equilibrio urbana dei problemi sociali esperienze di incontri all’e- tra i pensieri alti dei protago- tanto da inaugurare, nel suo stero, dove Padova è vista nisti, mossi dal sacro fuoco episcopato padovano, lo stru- nella sua eccellenza di città della ricerca scientifica e lo mento della “pastorale citta- universitaria tra le più anti- snodarsi degli episodi, degli dina”. Anche Padova risente che al mondo, con un’anima incontri di largo respiro uma- degli stessi malanni comu- culturale profonda e, nel con- no che essi hanno avuto ed ni al Paese e non sfugge tempo, come città a misura hanno con la popolazione alla crisi del cristianesimo. d’uomo, onorata dal culto locale nelle numerose spedi- Se manca l’amore, prevale mondiale a sant’Antonio e zioni. Un notevole contributo il miraggio delle ricchezze dai monumenti e capolavori alla consapevolezza che l’ac- materiali, ognuno cerca solo d’arte di un glorioso passato. qua è un bene prezioso anche se stesso, sparisce l’anima È datato e ormai senza quando in apparenza sembra che tiene insieme le parti del senso il dilemma tra la non mancare. corpo. E ciò vale pure per vocazione della città a con- Angelo Augello il corpo sociale. Si impone figurarsi come metropoli o perciò la riscoperta di due rimanere dentro la cornice sovrane forze motrici: la cul- di capoluogo di provincia. tura e la Fede, la prima atte- È l’idea introduttiva nella stata dal prezioso patrimo- lucida riflessione di France- dalla capitale Kathmandu, Incontri nio storico della nostra città, sco Jori che ha sgombrato il si raggiunge, a bordo di un la seconda riassunta da due campo dalle nostalgie degli piccolo turboelica, la stri- figure di diversa ma eccelsa Anni Ottanta, quando l’inse- minzita pista di Lukla, uno QUALE IDEA santità: Antonio e Leopoldo, guimento di mète produttive/ degli “aeroportini regionali” PER PADOVA? entrambi stranieri. industriali offuscava gli altri più pericolosi del mondo a Per la Comunità di Sant’E- coefficienti di un autentico, 2800 metri di quota. E poi via Chi ricorda il mito di gidio, Alessandra Coin ha ben più complesso sviluppo. per gli itinerari che portano “Padova Milano del Veneto”, tracciato i lineamenti della Era in voga l’ambizione di ai piedi delle montagne più coltivato fino all’alba degli città come molto spesso “non una città “unica”, fiorente vicine al cielo. Anni Novanta? E che dire è” con i suoi peccati di esclu- per le sue connotazioni di Nelle pagine di questo della Padova, indicata come sione e come “può essere” in intraprendenza economi- diario a tre voci si delinea la citta trainante dello sviluppo senso migliorativo. Essa può ca. Nel volgere di un pugno straordinaria avventura dei del Nordest? creare muri che dividono, di lustri, le carte si sono biologi alpinisti che, poco a Ci ha suggerito questi oppure divenire centro vitale mischiate al punto da impor- poco, si adattano alle seve- interrogativi l’incontro tenu- che sa unire; nel momento re una narrazione del tutto re condizioni di un luogo to il 15 gennaio nella sala in cui chiude fuori qualcu- diversa. Dentro un panorama estremo, aggiornando con Rossini del caffè Pedrocchi, no, si chiude in se stessa e radicalmente mutato, in cui rigore specialistico lo stato organizzato dalla Comuni- deperisce; quando sa farsi la fanno da padrone lobby delle risorse idriche soggette tà di Sant’Egidio sul tema: carico di chi è più fragile e economico-finanziarie sovra- a pesanti fattori di inquina- “Quale idea per Padova? variamente disagiato diven- nazionali, innovazioni tec- mento, anche appena sotto le Ripensare la città per vivere ta inclusiva. Letto in chiaro: nologiche fino a ieri l’altro nevi eterne, e nonostante una insieme”. Una rivisitazione pensare ai poveri, è pensare a impensabili, sono cambiate disponibilità e qualità discre- indovinata (forse un po’ ine- tutti. Oggi appare essenziale le misure dello spazio e del ta prima della captazione dita) condotta da personalità coltivare tale prospettiva per- tempo; in ragione di molti- dell’acqua, alterazioni dovute fornite non solo di compe- ché statistiche a livello mon- plicati conflitti regionali in ad un trekking selvaggio da tenza, ma anche di parti- diale assicurano che sono in vaste aree del sottosviluppo, quando, nella seconda metà colare sensibilità in alcuni espansione gli agglomerati si sono assai dilatati pure i del Novecento, è esplosa la campi contigui di ricerca urbani mentre si riducono le flussi migratori di massa. E scomposta invasione turisti- riguardanti i fenomeni sociali realtà rurali. Nella dimen- ora gli stranieri immigrati ca. Ma anche nella capitale e politici che hanno rivolu- sione cittadina si rivela con stanno organicamente dentro e in altri agglomerati urbani zionato gli ultimi decenni. prepotenza la richiesta di minori lo scontro tra il vec- Un dialogo serrato, intro- modificare comportamenti chio e il nuovo registra, per dotto da un intervento del per rispondere alle richieste esempio, la commistione tra vescovo monsignor Anto- di futuro. Sono da corregge- l’acqua potabile e le acque nio Mattiazzo, sul futuro di re stati d’animo di sospetto nere, con i residui fecali degli Padova, città che continua e disinteresse che umiliano animali, per mancanza di a cambiare, dentro l’onda gli emarginati nel momen- fognature. Si stima che solo dei mutamenti radicali che to in cui essi avvertono di il 66 per cento della popola- generano un disorientamen- essere ritenuti uno spettacolo zione urbana e il 34 per cento to diffuso. In primo piano è scomodo, preferibilmente da di quella rurale abbia acces- affrontato l’aspetto oggi più non vedere. Così che l’igno- so ad acqua potabile. Con le controverso: l’integrazione ranza dell’altro genera paura, immaginabili, conseguenti degli immigrati, nei conte- alimenta pregiudizi, induce patologie che colpiscono gli sti interetnici e multicultura- a considerare l’emarginato abitanti, legate a tale diffusa li ormai divenuti consistenti come potenziale criminale. contaminazione. nel panorama locale. Dentro A ben guardare, la maggio- Naturalmente, il materia- questa cornice, elenchiamo ranza di questi soggetti sono le raccolto ed elaborato dagli in stretta sintesi, i contributi tutt’altro che un pericolo: studiosi, nel lungo arco della dei singoli relatori. Tutti, da quando accettati e inseriti loro attività di ricerca e pub- diverse angolazioni, riferiti mostrano positive attitudini. blicato anche in importanti al comune denominatore di Della cultura come è per- documenti, è stato offerto ai un progetto di convivenza cepita in giro per il mondo: nepalesi per opportuni inter- capace di realizzare armonie era difficile fare una scelta venti correttivi e con funzioni e sinergie dirette a colmare diversa da Antonia Arslan, didattiche per le scuole nella soprattutto il dislivello delle già docente universitaria e intera valle“ispezionata”o in fasce deboli della popolazio- scrittrice di origine armena, altri ambienti contigui. ne. Precisi concetti trainanti che ha illuminato questo ver- La bellezza di questo rac- nell’intervento di monsignor sante del tema generale. Con 53 Incontri / TeatroBiblioteca / Mostre la nostra geografia umana. molto significativo per il di Giorgio Strehler, nel 1950, luzzi, dei Cavalieri e altri. Il Il dibattito su accoglienza in gruppo che negli anni venti dove la Compagnia fu invita- Comune di Padova omaggerà spirito davvero democrati- si sarebbe chiamato “Città ta come rappresentante per il la centenaria Compagnia ate- co si può comporre in una di Este”. Era la Compagnia . stina in aprile al Centro cul- imprescindibile essenza: della parrocchia del Duomo, Ormai la Filodrammatica turale San Gaetano-Altinate, è democrazia tutto ciò che che in quell’anno, oltre a era diventata Compagnia del dove andrà in scena un suo include, non lo è tutto ciò godere del particolare pri- Teatro Comico Dialettale caratteristico allestimento. che esclude. vilegio di essere “mista”, Veneto “Città di Este” L’op- Gianluigi Peretti Tre interventi specialistici poteva disporre in città del zione per il teatro dialetta- hanno completato il pano- “teatrino dei preti”, disponi- le (anche se l’aggettivo può rama delle tesi generali. Il bile fino agli anni quaranta sembrare riduttivo per alcu- docente universitario Daniele (anche cinematografo, quindi ni) era definitiva. A Milano Mostre Marini ha invitato a consi- alienato e trasformato). Pro- erano stati dati I recini da derare anzitutto la dipenden- prio in quell’anno fungeva festa di Riccardo Selvatico QUESTA È GUERRA! za dei mutamenti locali da da “direttrice” per la mes- e l’atto unico La scorseta de 100 anni di conflitti messi a quelli globali: oggi, volenti sinscena della commedia El limon di Gino Rocca, auto- fuoco dalla fotografia. o nolenti, dobbiamo rico- moroso de la nona del vene- re talvolta accostato a Piran- noscerci nelle innovazioni Padova, palazzo del Monte di ziano Giacinto Gallina l’at- dello. La storia del Gruppo Pietà, 28 febbraio-31 maggio tecnologiche che ci vedono trice Teresa Cavallini Fabro, conosce una sorta di crisi 2015. instancabilmente “connessi” che della commedia era stata “culturale” (oltre al cinema alle nuove reti di comuni- si diffondeva sempre più la cazione. Enrico Di Pasqua- protagonista già al teatro La mostra fotografica le, della Fondazione Leone Sociale nel 1879. Era insom- TV) tra gli anni sessanta e allestita al Monte di Pietà, Moressa, ha sfatato molti ma una Compagnia protetta e settanta (non basta più far la prima e soprattutto la più luoghi comuni su pesi e costi con suoi mezzi e progetti. ridere), risolta all’epoca dei grande del genere in Italia, dell’immigrazione, divenuti In clima ancora da Belle geniali fratelli Pino e Gian- racconta un secolo di guerre falsi stereotipi. Infine, Tizia- Epoque la Compagnia del franco Zamana, prematura- attraverso più di 300 imma- no Vecchiato, direttore della Duomo aveva raccolto attor- mente scomparsi. È stata poi gini selezionate da Walter Fondazione Zancan, ha elen- no a sé il meglio dell’attivi- la volta di Giampiero Boso, Guadagnini. Si tratta di foto cato, con tratti di severità, i tà e dell’esperienza di altre che ha messo in repertorio che sono entrate nella sto- limiti di un welfare sempre compagnie del territorio (gli anche un’opera dell’abate ria e nell’immaginario col- più mortificato non solo dai attori Maria Marchetto, Luigi Chiari. Intanto l’ente loca- lettivo, offrendo una fedele morsi della crisi economi- Dorin e Agostino Bellan tra le aveva concesso, nel 1978, testimonianza degli eventi ca. Le prassi pseudo-solidali gli altri), specie nel teatro l’uso del nuovo teatro “Filo- bellici che hanno contribuito non bastano più, non sapen- dialettale. Un’esperienza, drammatici”, ricavato da un a formare il mondo attuale e do mascherare ambiguità: questa, presto interrotta dalla oratorio secentesco presso il che continuano purtroppo a politiche occupazionali di comparsa di un capocomi- canale Bisatto, recentemen- far parte della nostra quoti- chi accumula risorse e potere co “foresto” ma competente, te rifatto secondo le nuove dianità. grazie al lavoro degli altri, che per circa vent’anni, in norme. Fino agli anni Cinquanta di chi si sente dispensato- sintonia con le tendenze anti- In cent’anni di vita la soli- dell’Ottocento, il raccon- re di assistenza limitandosi dialettali del regime, favorì da Compagnia ha prodotto to delle guerre era verbale, a concepire freddi rapporti il teatro nazionale e patriot- varie iniziative (Premio per scritto oppure disegnato o alla pari tra diritti e doveri tico, non tralasciando quello autori veneti, Scuola di reci- dipinto. L’invenzione della senza minimamente curarsi cattolico (gli autori prescelti tazione per giovani, Coope- fotografia ha cambiato radi- degli elementi aggiuntivi di furono Primo Cesare Ambro- rativa teatrale, Stagioni tea- calmente il modo di rappre- trali di varia natura), propo- sentare la guerra, portando una socializzazione che sap- si, Gerolamo Rovetta, Giu- con sé alcune significative pia trasformare gli individui seppe Giacosa, Dario Nicco- nendo soprattutto in maniera novità, quali la veridicità in persone. demi, Roberto Bracco, mon- quasi completa lo storico dell’immagine, la sua più Angelo Augello signor Giuseppe Flucco, tra repertorio veneto. Con l’at- ampia diffusione, oltre al l’altro direttore della Difesa tuale direttore artistico, suo immediato utilizzo come del Popolo, autore dialettale Stefano Baccini, già attore materiale di propaganda. Teatro di una certa originalità con professionale, la Compagnia Grazie inoltre alla diffusio- chiari intenti etici). ha sperimentato nuovi per- ne di apparecchi fotografici In ogni caso il “richiamo corsi verso l’antico: accan- di semplice utilizzo, la foto- I CENT’ANNI DI VITA to a Goldoni e Chiari, negli DELLA della foresta”, ossia la voca- grafia è diventata uno stru- zione per il teatro vernaco- ultimi tempi è stata messa mento straordinario proprio FILODRAMMATICA lare della Compagnia, si rifà in scena la Fiorina di Ange- “CITTÀ DI ESTE” nelle mani dei protagonisti vivo già negli anni quaran- lo Beolco, con i consigli e della guerra, di quei soldati ta e soprattutto nel secondo la presenza del compianto I mezzi di comunicazio- che, oltre alle armi, maneg- dopoguerra, quando c’è tanta esperto “ruzantiano” Gabrie- giavano anche una macchina ne non ne hanno dato gran voglia di ridere e dimentica- le Fanti. risalto, d’altra parte la stes- re. Non è un caso che l’opera Il segreto di tanta longe- sa Filodrammatica “Città di più richiesta per anni sia la vità? L’essersi rinnovata Este” non ha commemora- commedia musicale brillante sempre con nuove generazio- to in maniera appariscente Nina non far la stupida, di ni di attori ed essersi dotata il suo secolo di vita: 1914- Arturo Rossato e Gian Capo. di direttori artistici (i vec- 2014, praticamente la com- La “Città di Este” si mette- chi capocomici) di notevoli pagnia teatrale più antica va tuttavia in evidenza per la capacità e risorse culturali. della regione. Il Comune di sua serietà “professionale”, Oggi la Compagnia “Città di Este ha compiuto egregia- e fama e premi non tardaro- Este” è sempre protesa nel mente la sua parte, spenden- no ad arrivare. Già nel 1948 suo ruolo di cultrice del tea- do 850 mila euro, nel 2013, risultava vincitrice al Con- tro veneto di qualità, anche per rimettere a nuovo la “sta- vegno triveneto di Valdagno se Venezia (e il suo dialet- bile” di Calle della Musica, per gruppi filodrammatici del to) hanno perso parte della riconoscendo alla Compa- primo Premio con I balco- capacità attrattiva avuta nel gnia cittadina dei meriti non ni sul canalasso di Alfredo passato, di essere la guida di solo artistici e culturali. Testoni. Una specie di consa- un teatro regionale identitario Ovviamente il 1914 è un crazione nazionale perveniva con le sue famose compagnie anno convenzionale, ma invece dal Piccolo di Milano dei Baseggio, dei Miche- 54 BibliotecaMostre

mentato con la sua Kodak la del Novecento, adottò lo stile vita quotidiana dei soldati. divisionista per interpretare COMUNE DI PADOVA SETTORE ATTIVITÀ CULTURALI ASSESSORATO ALLA CULTURA SETTORE MUSEI E BIBLIOTECHE Nello spazio dedicato alla sia lo spirito della moder- Guerra Civile Spagnola com- nità, sia i temi sociali della PROGRAMMA MOSTRE pare una delle foto più cele- Informazioni: tel. 049 8204501 - 8204502, fax 049 8204503, miseria e del lavoro. Nati- e-mail: [email protected] bri della mostra, il Milizia- vo di Salasco nel vercellese, Sito Internet: http://padovacultura.padovanet.it no colpito a morte di Robert visse gli anni della forma- Capa, autentica icona del XX zione a Genova, influenza- 28 marzo - 26 luglio 2015 secolo, presentata assieme a to dal linguaggio di Plinio DONATELLO E LA SUA LEZIONE un’altra famosa immagine, Nomellini. Ma gli anni più Musei Civici agli Eremitani quella scattata dalla compa- fervidi li trascorse, col fratel- 13 marzo - 6 aprile 2015 gna di Capa, Gerda Taro, a lo Gian Maria, poeta, scrit- Mostra Internazionale RICORDI DENTRO UN una miliziana che si stava tore, sceneggiatore e regista, GIOIELLO - MEMORIES INSIDE JEWELLERY addestrando a sparare. a Parigi, nel crogiolo delle Galleria Samonà – via Roma La Seconda Guerra Mon- avanguardie, maturando uno Info: Ingresso libero - orario 15-19, chiuso i lunedì non festivi diale viene narrata dalle foto stile veemente, sperimenta- 15 marzo - 3 maggio 2015 scattate dagli amatori e da le, basato sul tratto veloce e BRUNO GORLATO Annunciazioni - opere 1960-2014 quelle, famose e coinvol- sfrangiato. Quando Marinetti Centro culturale Altinate San Gaetano - via Altinate 71 genti, realizzate dai grandi nel febbraio 1909 pubblicò Info: Ingresso libero - orario 10-13, 15-19, chiuso i lunedì non festivi fotoreporter del Novecento: su “Le Figaro” il Manifesto 21 marzo - 19 aprile 2015 Robert Capa, August Sander, del Futurismo, Cominetti fu Ernst Haas, William Euge- tra i firmatari: gli apparte- SILVIA DONINI - Arte Natura e Spazio Urbano 4 ne Smith, Henri Cartier- Ex Macello - via Cornaro 1 neva lo spirito di quell’av- Info: Ingresso libero - orario 15-19, chiuso i lunedì non festivi Bresson, Bill Bandt, Evgenij ventura, non tanto la visione Chaldej. Le loro foto, cariche dell’arte che non condivise 20 marzo - 10 maggio 2015 di una particolare tensione con i pittori futuristi. Quando GESINE ARPS Viaggio verso la luce emotiva, hanno immortalato scoppiò la guerra non esitò Galleria Cavour - piazza Cavour uno dei periodi più dramma- a parteciparvi, prima nelle Info: Ingresso libero - orario 10-13, 15-19 chiuso i lunedì non festivi tici della nostra storia. Ardenne francesi e poi in 27 marzo - 26 aprile 2015 Attraverso le grandi di- Italia, sul Carso. Come per BIANCA LOPEZ. Bianca Lopez e la Jewelry Art and mensioni, i colori e i punti tutti gli artisti avanguardisti Design a Manhattan di vista particolari, le opere e interventisti, la realtà del Oratorio di San Rocco - via Santa Lucia fotografiche ci invitano a fer- fronte fu un brusco risve- Info: Ingresso libero - orario: 9.30-12.30, 15.30-19 chiuso i lunedì non festivi marci davanti all’immagine glio che li pose tragicamente 2 aprile - 10 maggio 2015 e a riflettere: ecco quindi le davanti all’evidenza dei fatti. PADOVA E LA GRANDE GUERRA bellissime e tragiche imma- In trincea, sui campi di bat- Scuderie di Palazzo Moroni - via Municipio 1 gini della bomba atomi- taglia, fece ciò che sapeva Info: Ingresso libero - orario: 9.30 -12.30, 15-18, lunedì chiuso ca sganciata a Hiroshima e fare meglio: disegnò quel di quelle degli esperimenti 17 aprile - 24 maggio 2015 che cadeva sotto i suoi occhi, nucleari compiuti nei decen- affidò al carboncino la crona- OTTAVIO PINARELLO - Profili di un artista ni successivi, ecco le donne ca diretta delle prime linee. Galleria Samonà - via Roma algerine fotografate da Marc Info: Ingresso libero - orario 15-19 lunedì chiuso La sua veemenza grafica Garanger, le contrastanti divenne il mezzo migliore 18 aprile - 24 maggio 2015 immagini della guerra in Vie- per rappresentare, con idonea SPERIMENTANDO. Energia e vita. tnam o della Beirut distrutta crudezza, la tragica follia dei Mostra scientifica interattiva per imparare divertendosi e immortalata da un maestro corpi che saltavano in aria, Padiglione 6 Padovafiere - ingresso E da via Goldoni - ingresso L da via Rismondo della fotografia italiana come dei cavalli imbizzarriti, delle Info: Ingresso: 3 euro - Informazioni e prenotazioni: http://sperimentando.lnl.infn.it Gabriele Basilico. mitragliatrici, della gabbia 20 - 26 aprile 2015 Oggi il racconto delle dei fili spinati e dei cumu- FONDAZIONE ZANCANARO. IL SEGNO DEL SUONO guerre è affidato principal- li di cadaveri. Uno scenario Centro culturale Altinate San Gaetano - via Altinate 71 mente alla televisione, men- che viene evocato con fedel- Info: Ingresso libero - orario 10 - 19, lunedì chiuso tre la fotografia è diventata tà nella mostra dei disegni di soprattutto uno strumento di guerra del pittore, allestita a riflessione e di discussione; Villa Contarini di Piazzola fotografica, documentando frica, l’attacco alle Torri di conseguenza la mostra sul Brenta a cura di Beatrice così in prima persona la tra- Gemelle, i più recenti focolai abbandona il reportage per Buscaroli. La mostra (aperta gedia del conflitto nel quale in Ucraina e ancora in Medio trovare nelle foto di grande sino al 2 giugno) è inserita stavano combattendo. Oriente. potenza e incisività la denun- nell’ambito delle manifesta- Nella mostra non sono pre- Due sale della mostra sono cia più significativa degli zioni per il Centenario della senti solo le foto delle batta- dedicate alla Prima Guerra orrori delle guerre. grande guerra, ed è stata for- glie, dei soldati e delle azioni Mondiale e presentano una Le ultime sale espositive temente voluta dall’Assesso- militari, ma vi sono anche serie di materiali provenienti sono dedicate alle guerre quelle delle popolazioni che dal Museo della Terza Arma- contemporanee, quelle dram- subiscono la tragedia, delle ta di Padova, dal Gabinetto maticamente più recenti, le città distrutte dalle bombe, fotografico dei Musei Civici cui immagini hanno la capa- dei vincitori e dei vinti. di Padova e da altri Archivi cità di raccontare la storia L’allestimento segue la italiani. Vengono affrontati i che stiamo vivendo. scansione cronologica delle temi della fotografia aerea, Roberta Lamon varie guerre che si sono delle nuove armi e delle succedute nel corso del XX nuove tecnologie utilizzate in secolo e all’inizio del XXI: questa occasione, della vita la Prima Guerra Mondiale, quotidiana al fronte e tra i COMINETTI A VILLA la Guerra Civile Spagnola, la civili. Particolarmente signi- SIMES DI PIAZZOLA Seconda Guerra Mondiale, la ficativa è la selezione di oltre Guerra d’Algeria, la Guerra 20 foto scattate dalla princi- Giuseppe Cominetti è stato del Vietnam, quella Serbo- pessa Anna Maria Borghese un artista di buon rango nel Bosniaca, il lungo conflitto de Ferrari che, partecipan- novero di quella schiera di medio-orientale, le guerre do alla guerra come membro giovani ardimentosi e sca- nelle diverse parti dell’A- della Croce Rossa, ha docu- pigliati che, nei primi anni 55 MostreBiblioteca / Musica re alla Cultura della Regio- tatore potrà riflettere sull’e- ne Veneto, Marino Zorzato. voluzione compiuta dall’arti- Musica Cominetti al fronte rappre- sta che, pur rimanendo fedele senta quel che vede in un al proprio stile, ha saputo 25° INTERNATIONAL MUSIC MEETING 2015 solo moto di lacerante, sbi- cogliere e reinterpretare l’e- gottita e persino incredula, spressività contemporanea. L’International Music Meeting è giunto alla 25a edizione sofferenza. Fotografa là sul Bruno Gorlato, nato a ed è organizzato dall’Orchestra Giovanile del Veneto con la fatto, sul momento, quando Padova nel 1940 da genito- partecipazione delle seguenti nazioni: Bielorussia, Germania, la bomba scoppia, quando i ri triestini, ha frequentato il Inghilterra-Scozia, Italia-Veneto, Stati Uniti d’America (Colo- soldati si scontrano corpo a Liceo Artistico e l’Istituto rado, Hawaii, Illinois, Iowa, New Jersey, Wisconsin). corpo, quando la carneficina Universitario di Architettura è in corso. L’esperto disegna- di Venezia. L’attività espo- tore conosce perfettamente sitiva, iniziata nel 1955 con Venerdì 6 marzo, ore 21: Borgoricco - Teatro Aldo Rossi - come si dinamizza il tratto e la partecipazione alla collet- viale Europa, 12: Concerto inaugurale Blair Academy impugna il carboncino come tiva “Bevilacqua La Masa” Music Orchestra and Choir dal New Jersey (Usa) fosse una macchina fotogra- di Venezia, ha ottenuto nel Sabato 21 marzo, ore 21: Campodarsego - Teatro Alta Forum, fica, restituendo integral- corso degli anni importanti piazza Don D. Pianaro: Arvada West Choir and Orches- mente l’istantanea dolorosa riconoscimenti, conquistan- tras dal Colorado (Usa). della testimonianza diretta, do un’attenzione critica sem- Lunedì 23 marzo, Padova - ore 21: Chiesa San Salvatore, via della simultaneità narrati- pre più crescente. Anche il S. Salvatore, 93 - Camin (zona industriale): Colorado va. I soldati non sono eroi, pubblico ha imparato a rico- Highlands Symphony Orchestra dal Colorado (Usa). ma disgraziati che guardano noscere e ad amare le sue Sabato 28 marzo, ore 21: Bovolenta - Palestra Comunale, in faccia la morte violenta, opere e il suo mondo, fatto di Piazza Umberto I: Appleton East and West High School quella del nemico e quella monti e castelli, arche e bici- Band dal Wisconsin (Usa). del compagno, temendo per clette, ma soprattutto di città Sabato 11 aprile, ore 21: Torreglia - Teatro La Perla, via Mira- la propria; cavalli e muli non colorate e complesse che si bello, 4: Scledum Jazz Band (Italia). sono più bestie ma compagni sono poi popolate di perso- Domenica 26 aprile, ore 18: Padova - Auditorium del Con- di tragedia. Membra umane naggi simbolici, filosofi, gio- servatorio “C. Pollini”, via Cassan: Concerto di Gala si librano in aria come scheg- colieri, angeli. dell’Orchestra Giovanile del Veneto “Sesta in Re”. ge impazzite nel mezzo Omaggio a Burt Bacharach. dell’azione, acquistano una Sabato 16 maggio, ore 21,15: Padova - Auditorium del Centro potenza espressiva non infe- Culturale Altinate/San Gaetano, via Altinate, 71: Coro riore ai volti. In scena domi- MARTA CELIO Amici dell’Obante dalla Città di Valdagno. na il nero, colore della tec- ALLA LIBRERIA PANGEA Domenica 17 maggio, ore 21: Padova - Chiesa di San Carlo nica impiegata, ma anche Padova, 13 dicembre 2014 Borromeo, via Guarnieri, 22 (zona Arcella): Iowa State colore simbolico dell’inferno Singers dall’Iowa (Usa) e Emozioni Incanto di Padova. della guerra. Cominetti rie- Alla inaugurazione della Mercoledì 27 maggio, ore 21: Padova - Auditorium Modiglia- sce a rendere perfettamen- mostra Di spina in spina, ni, via degli Scrovegni, 30: Collegium Musicum Iuvenale te, con segno rapido e sicu- allestita presso la libreria da Ochsenfurt - Germania e Scozia-Inghilterra con Orche- ro, non solo la visione della Pangea di via San Martino e stra del II° Istituto Comprensivo Ardigò di Padova e Coro scena, ma anche il tremen- Solferino, la scrittrice Marta Allegra Primavera di Pianiga. do, disumano, frastuono che Celio ha avuto occasione di Venerdì 29 maggio, ore 18: Pontelongo - Palazzetto dello l’accompagna. far conoscere al pubblico Sport, via Villa del Bosco, 526: Collegium Musicum Iuve- Virginia Baradel alcuni suoi componimenti, nale da Ochsenfurt - Germania e Scozia-Inghilterra con idealmente “accostandoli” Scuola Primaria Statale “Montessori” di Pontelongo e alle sculture di Paolo Mar- Giovane Orchestra Portello di Padova. colongo, alle installazioni di Sabato 30 maggio, ore 21: Piove di Sacco - Palasport BRUNO GORLATO Agostino Perrini e ai versi Sant’Anna, viale Petrarca, 35: Collegium Musicum Iuve- Annunciazioni della poetessa Franca Griso- nale da Ochsenfurt - Germania e Scozia-Inghilterra con Opere 1960-2014 ni: un dialogo a quattro pre- Orchestra delI’Istituto Comprensivo Ardigò di Padova sentato nella circostanza dal e Orchestra della Scuola Media ad indirizzo musicale Il Centro culturale S. Gae- professor Adone Brandalise. “Regina Margherita” dell’Istituto Comprensivo 1 di tano di Padova ospiterà da Originaria della Svizzera Piove di Sacco. sabato 14 marzo a domeni- Romancia, Marta Celio da Sabato 6 giugno, ore 21: Borgoricco - Teatro Aldo Rossi, viale ca 3 maggio 2015 la mostra otto anni vive a Padova dove Europa, 12: La magia dello zymbaly dalla Bielorussia e Annunciazioni di Bruno Gor- ha frequentato l’Universi- dall’Italia. Svetlana Skorobogataia (zymbaly) e Daniele lato, che raccoglie una ses- tà. Per le collane di poesia Benetti (pianoforte) santina di dipinti a olio, molti dell’editore “Il Poligrafo” ha Venerdì 12 giugno, ore 21: Padova - Teatro Don Bosco, via dei quali di grandi dimensio- pubblicato le sue raccolte più Camillo De Lellis, 4: Centenario della Grande Guerra: ni, quindici tempere grasse note, Taccuini (2006) e Stan- Chiuso per la Guerra. Immagini e filmati, musiche e inedite e una decina di inci- ze (2009). In sedi diverse, memorie narrate da Michele D’Andrea con Ester Viviani sioni e disegni a china. Trat- con editori anche non pado- Giaretta (soprano); Salvino Fantauzzo (tenore); Franco tandosi di una mostra antolo- vani, ha poi fatto stampare Moro (pianista); José Angel Ramirez Ragoitia (chitarri- gica, con lavori eseguiti nel anche altri scritti, sia in verso sta). corso di più decenni, il visi- che in prosa, frutto di una Mercoledì 17 giugno, ore 21: Luvigliano di Torreglia - Villa creatività ricchissima, inces- dei Vescovi, via dei Vescovi, 4: La magia dello zymbaly sante, che prende spunto dai dalla Bielorussia e dall’Italia. Svetlana Skorobogataia ricordi del momento, dall’os- (zymbaly) e Daniele Benetti (pianoforte). servazione della natura, dagli stati d’animo del momento. Martedì 23 giugno, ore 21: Padova - Teatro Don Bosco, via Nascono in tal modo dei Camillo De Lellis, 4: Concerto conclusivo Hawaiian versi amari e toccanti, opere music, ukulele and dance dalle Hawaii. trascinanti ed eleganti, dalle La direzione artistica è di Fabrizio Castanìa e l’organizzazione quali traspaiono dolore e tri- generale è curata da Maria Cristina Gelsomino Castanìa. stezza: condizione quest’ulti- ma che l’autrice stessa consi- Info: [email protected] - tel. 049630786 dera un “motivo di vita”. www.orchestragiovaniledelveneto.it Antonella Borsatti 56 ARTICOLI TECNICI