ULTRACORPI &

CUCINE

A CURA DI GERMANO CELANT 9 APRILE 2015–21 FEBRAIO 2016 CUCINE & ULTRACORPI Produzione Triennale Design Museum Roberto Giusti 9 aprile 2015–21 febbraio 2016 Maria Pina Poledda

Ottava edizione Collaborazione Studio Celant Triennale Design Museum Lara Conte Direttore Eva Fabbris Silvana Annicchiarico con Marcella Ferrari CUCINE & ULTRACORPI Laura Conconi Curatore Mattia Ruffolo Germano Celant Collaborazione Triennale Curatore Associato Design Museum Chiara Spangaro Giorgio Galleani Michela Gazziero Ricerca scientifca e coordinamento Marilia Pederbelli Fundraising e sponsorship Olivia Ponzanelli Progetto di allestimento Studio Italo Rota Uffcio stampa e Comunicazione Italo Rota Damiano Gullì con Alessandro Rigamonti TDMEducation Andrea Bolla Michele Corna e Collaboratori Caterina Ceresa, Giacomo Guarnieri Aurora Cortazzo, Anja Grubic, Simón Oropeza Caterina Seghizzi, Miriam Sironi, Clio Tonello, Antonella Zadotti Progetto grafco Irma Boom Offce Restauro Irma Boom Barbara Ferriani, coordinamento con Rafaela Trevisan Federica Ricci Alessandra Vannini

Installazione site-specifc Logistica La Cucina. Luogo di passione Beppe Utano Gaetano Pesce con con Koiné S.c.r.l. Francine LeClercq Ali Soltani Intern Giulia Tosciri Marta Cecchi Alessandro Byther Beatrice Gianotti

Installazione sonora Orchestra Realizzazione allestimento Lorenzo Palmeri Paolo Castelli S.p.A. Alessandro Palmeri Capoferri Davide Ferrario Impianto luci Video Marzorati Impianti Franco Marineo Antonio Somaini Giulia Trigili

Partner Media partner

Partner tecnici GERMANO CELANT A CURA DI

OTTAVA EDIZIONE TRIENNALE DESIGN MUSEUM CUCINE & ULTRACORPI 4 CUCINE & ULTRACORPI

1 Don Siegel, fotogramma dal flm L’invasione degli Ultracorpi,1956 DOSSIER 5

L’ottava edizione del Triennale Design Museum, in occasione di Expo Milano 2015, propone ““Cucine&Ultracorpi””, a cura di Germano Celant. Sviluppata in stretta colla- borazione con Silvana Annicchiarico, direttore del museo, questa edizione s’ispira sin dal titolo al libro di fantascienza L’invasione degli Ultracorpi, scritto da Jack Finney nel 1955 e all’omonimo flm tratto dal romanzo e girato da Don Siegel, che si sono imposti come opere di rottura e cambiamento nell’immaginario collettivo. Nella narrazione gli alieni da “invasori” divengono “cospiratori” capaci di confondersi e insinuarsi tra gli abitanti della terra: entrano nel quotidiano degli esseri umani, attuando una rivoluzione interna e perciò endemica della società, invasa da forze aliene che si mescolano agli umani e ne assumono la forma per prendere il sopravvento. Analogamente, ““Cucine&Ultracorpi”” vuole raccontare la lenta quanto inesorabile trasformazione degli utensili da cucina in macchine e automi. Un’armata “di invasori” che, dalla metà del XIX secolo con l’avvento dell’industrializzazione, è dilagata arrivando a sostituire molte pratiche umane del cucinare. L’intento è di tracciare l’evoluzione in Italia dei “cospiratori”, cucine ed elettrodomestici, dalla prima emergenza documentabile fno al 2015, anche in relazione a episodi della progettazione internazionale e dell’industria estera. Il percorso espositivo presenta questo universo di ultracorpi – dal frigorifero al microonde, dalla caffettiera al tostapane, dal tritarifuti alle cappe assorbenti, dai bollitori ai mixer, dalle friggitrici alle gelatiere – che si è sviluppato dalla prima industrializzazione alla diffusione di massa, dall’automazione all’innovazione digitale. Un universo magico e sorprendente messo in scena da Italo Rota con progetto grafco di Irma Boom, per rievocare questo paesaggio meccanizzato - al contempo alieno e ambiguo, utilitario ed ergonomico - che attinge agli ambiti e ai linguaggi più disparati - dalla sci-f all’horror, dalla favola al fumetto fno all’arte - mostrando risvolti comici e tragicomici, ironici e inquietanti della relazione “essere umano-macchina”: una cucina fantascientifca. L’ottava edizione del Triennale Design Museum inaugura l’8 aprile 2015 e resta aperta fno al 21 febbraio 2016. ““Cucine&Ultracorpi”” si articola su un’estensione di circa 2.000 metri quadrati con una selezione di 350 opere, provenienti dalla Collezione Permanente del Triennale Design Museum e da musei, aziende, istituzioni pubbliche e private, collezionisti e designer italiani e internazionali hanno inoltre messo a disposizione i loro fondi e le loro competenze per la costruzione di questo paesaggio tecnologico ironico e perturbante, insieme alieno e famigliare, che, partendo dal tema di Expo Milano 2015 Nutrire il pianeta. Energia per la vita, permette il racconto di un universo visuale e sensoriale dinamico, mutevole e ancora inesplorato. Un racconto sul cibo ma volutamente realizzato in assenza di esso e in assenza degli oggetti associati alla tavola e al mangiare.

In occasione di ““Cucine&Ultracorpi”” la casa editrice Electa pubblica un importante volume di circa 400 pagine in due versioni (italiano e inglese) con approfondimenti e contribuiti di specialisti di settore, scrittori e collezionisti e un dizionario illustrato degli elettrodomestici che ne ripercorre per voci storia e funzione, dal primo brevetto agli sviluppi contemporanei, con una particolare attenzione alla situazione italiana. 6 CUCINE & ULTRACORPI DOSSIER 7

NOTE STORICHE

Fin dall’antichità, l’uomo si è servito di molti strumenti manuali per la preparazione di cibi, di diverse tecniche che utilizzano acqua e fuoco per la trasformazione degli alimenti, di contenitori adatti nella forma e nei materiali a diverse tipologie di conservazione naturale dei prodotti alimentari – dal pane all’olio, dal vino ai legumi, dalle olive agli altri frutti della coltivazione. Contemporaneamente le tecniche conosciute di affumicatura, essicazione, pastorizzazione, appertizzazione, immersione in sostanze acide 2 Zoppas in “Domus”, 1959 e alcoliche, per citarne solo alcune, hanno permesso di pre- servare gli alimenti per periodi di viaggio, carestia e confitto. 3 Scavolini in “Abitare”, 1986 Tra i diversi utensili che si sono tramandati da epoche antichissime, molti sono gli oggetti che preesistono l’elettrifcazione, poiché basavano il loro funzionamento sull’energia fsica umana o animale – frullino e frullatore azionato a mano, macina o pestello, per fare solo qualche esempio. Dopo le evolu zioni tecnologiche dalla metà del XIX secolo in poi, questi strumenti sono conosciuti come elettrodomestici. In corrispondenza con l’industrializzazione e la diffusione dell’elettricità, sono stati avviati i primi tentativi di elettrifcare gli utensili d’uso quotidiano – tra cui quelli impiegati in cucina come teiere e bollitori forniti di resistenza elettrica. Nello stesso periodo, grazie anche alle ricerche in ambito chimico, avviene una delle grandi rivoluzioni del mondo scientifco e industriale applicato all’alimentazione e in generale alla vita dell’essere umano: l’invenzione della macchina che produce il ghiaccio, registrata con brevetto nel 1851 dal medico americano John Gorrie, che evolverà nel frigorifero sostituendosi progressivamente alla ghiacciaia. Nel mondo dell’industria agroalimentare sono inoltre brevettati diversi nuovi cibi e bevande, come il concentrato di carne Liebig (1865) o la Coca Cola (1886), innovativi metodi di conservazione – come gli alimenti in scatola connessi con gli studi dello scienziato francese Nicolas Appert del 1812, che subiscono però maggiore diffusione solo dal 1855, con l’invenzione dell’apriscatole. Tra l’Otto e il Novecento si avvicendano in campo alimentare numerose invenzioni e innovazioni, che segnano un progresso nella qualità della vita 4 SCIC in “Domus” , 1967 della popolazione globale e sono tuttora rintracciabili nei costumi e negli usi di gran parte dei popoli del mondo. 5 Ettore Sottsass, Preliminary In parallelo alle scoperte scientifche legate al cibo, il pianeta Project for Microenvironment, c.1971 © Ettore Sottsass. subisce una progressiva automatizzazione degli strumenti Foto: Jean-Pierre Maurer collegati al nutrirsi: se il primo passo è quello della conservazione con il frigorifero a uso industriale e commerciale, già dal 1895 circa vengono aperti i primi Automat in Europa e negli Stati Uniti che distribuiscono automaticamente cibi e bevande a pagamento. Inoltre, la riduzione delle dimensioni dei motori vede la nascita intorno al 1910 di una seconda generazione di elettrodomestici che impiegano l’energia per sostituire la forza manuale e non più soltanto per scaldare una resistenza elettrica. Nel Novecento nascono i nuovi corpi tecnici che aiutano a conservare, frantumare, impastare, mescolare, e con il boom economico del secondo dopoguerra, veicolati anche da pubblicità, radio e televisione, gli elettroutili si diffondono in maniera capillare nelle case di tutti: oltre al frigorifero, compaiono nel territorio domestico anche frullatore, tostapane, microonde, tritarifuti, macchine del caffè, macinini, frullini, cappe aspiranti, coltelli elettrici, centrifughe, macchine per cuocere al vapore o fare esplodere pop-corn o friggere, e altre ancora. Contemporaneamente, anche le tecnologie di fornelli e forni evolvono e subiscono migliorie, e mentre le abitazioni vanno progressivamente restringendo gli spazi di ricevimento ospiti e il personale di servizio si fa più raro, il locale cucina si identifca sempre di più con il centro pulsante delle abitazioni borghesi. 8 CUCINE & ULTRACORPI

6 Joe Colombo, Minikitchen, Boff, 1963

8 Trita Express, R.G.V., 2013 9 Uffcio Tecnico Agrinova, 10 Deepdesign (Raffaella Zakandra, Agrinova, 2015 Mangiarotti, Matteo Bazzicalupo), SMF01CREU, , 2014 DOSSIER 9

Luogo di aggregazione del nucleo famigliare, di produzione del cibo, vi si trovano spesso una radio, sempre un frigorifero e una dispensa che a seconda della loro capienza, tipologia e ricchezza dell’offerta, sono anche identifcatori economici, sociali e culturali. Dalla fne degli anni venti, con la Frankfurt Kitchen di Margarete Schütte-Lihotzky, ideata per un popular housing building, la progettazione della cucina diventa integrata e organizza intorno a un unico spazio esiguo ma articolato le numerose necessità di una casalinga moderna. Nello stesso periodo, la città di Vienna decide di offrire agli abitanti delle nuove case popolari edifcate dal comune il comfort di una cucina componibile: le diverse tipologie erano disponibili nel catalogo del cosiddetto Soziale Wohnkultur di Vienna (la società comunale di gestione degli alloggi popolari), poi implementate negli anni quaranta e cinquanta del Novecento. Il primo esempio di progettazione moderna in Italia, dove la contemporaneità è intesa come organizzazione degli spazi e integrata dalla presenza degli oggetti meccanici o elettrodomestici, è la Casa Elettrica presentata alla IV Triennale di Monza del 1930. Finanziata dalla società Edison, la Casa Elettrica è progettata dal Gruppo 7 (o Gruppo dei Sette, formato da Luigi Figini, Guido Frette, Sebastiano Larco, Gino Pollini, Carlo Enrico Rava, Giuseppe Terragni e Ubaldo Castagnoli) insieme a Piero Bottoni che ha la responsabilità della cucina e di altre aree di servizio, disegnate in risposta al criterio di 7 Marco Prizzon, Fifty, Prizzon-Arcom, 1950’s “massimo sfruttamento dello spazio che la moderna economia edilizia impone”. Oltre alla cucina economica, compaiono nel progetto apparecchi elettrifcati quali: frigorifero, macinino da caffè, sterilizzatore per l’acqua, scaldavivande, teiera, caffettiera, bollitore, cuoci uova e tostapane. Nella storia del design italiano, l’elettroutile ha una diffusione capillare e domestica nel secondo dopoguerra, grazie ad aziende come , Fiat, Girmi, Ignis, e altre, che si associano anche al rinno- vamento della forma nel lavoro di architetti e designers come Joe Colombo, Vico Magistretti, Angelo Mangiarotti, Luca Meda, Marzo Zanuso, per citarne solo alcuni. Più recentemente, permeati da temi sociali, economici e climatici che ripropongono al mondo istanze importanti quali il rispetto ambientale, la salvaguardia delle energie, la variazione dei climi, si è attuato un rinnovamento ulteriore che tocca oggi la forma quanto la tecnologia, nelle ricerche di architetti e designers italiani e internazionali. Progressivamente la cucina e gli elettrodomestici espandono il loro raggio di azione, conquistano sempre maggiore terreno nelle case costruite intorno alle ‘cucine abitabili’ che si popolano oltre che della presenza dell’uomo anche di nuove, moderne e dinamiche entità: le macchine, che vengono a formare una “popolazione di ultracorpi” che lenta- mente sostituiscono la manualità umana con la loro sofsticazione meccanica e specializzazione di uso.

IL PERCORSO

Il percorso espositivo si apre con la Satellite Kitchen, visionaria unità abitativa prefabbricata progettata da Luigi Colani negli anni settanta, scelta come elemento di raccordo e continuità con ““Arts&Foods””, dove sono presenti altri esempi di unità abitative complete, come una presenza aliena atterrata con il suo esercito di frigoriferi. L’itinerario si sviluppa poi per aree tematiche e con una prospettiva plurisensoriale 10 CUCINE & ULTRACORPI DOSSIER 11 che teatralizza le specifcità dei singoli elettrodomestici messi in scena coinvolgendo i quattro elementi naturali e tutti i sensi. Il visitatore comincia il suo viaggio attraverso un tunnel punteggiato da girofari ed è colpito da suoni e allarmi che denunciano il pericolo sempre in agguato nella sfera domestica della cucina. Nella cucina, infatti, coltelli, famme, acqua ed elettrodomestici vivono a pochi centimetri l’uno dall’altro, rendendola uno dei posti più pericolosi (e mortali) della casa. Secondo uno studio del 2013 della NFPA (The National Fire Protection Association, l’associazione nazionale dei vigili del fuoco statunitensi) una media di sette persone muore ogni giorno a causa di incendi domestici. Sempre secondo i dati raccolti dalla NFPA due incidenti casalinghi su cinque (il 42% del totale) tra 11 Cucina elettrica tipo il 2007 e il 2011 sono avvenuti in cucina. CN3 a tre piastre con forno, 1949, Tecnomasio Italiano Superata questa sezione, i frigoriferi raccontano il freddo e l’acqua, Brown Boveri – Milano simboleggiati dal “Re dei Frigoriferi”, un fuori scala dotato di una lingua di ghiaccio che veglia sui suoi sudditi, una scacchiera di 12 Modello 9023, Bompani, 1961 frigoriferi differenti per tipologie (dal frigo bar di piccole dimensioni alla cantinetta fno all’abbattitore) ed epoche, dal mitico Fiat degli anni cinquanta alla serie il Milione di Ignis del 1962 (celebrativa del traguardo dei sei zeri raggiunto dall’azienda nella produzione dei frigoriferi dopo circa dieci anni dal primo modello), dalle forme sinuose dell’Oz di Roberto Pezzetta (1998) al recente prototipo di frigorifero-lavagna Chalk Chalk di Antonio Villas per Ardo (2008). Dal freddo e dall’acqua si passa al caldo e al fuoco. E le cucine, da intendere come i blocchi cottura, sono sapientemente composte in un modulo astratto. Anche in questo caso sono presentati esempi differenti per tipologia ed epoca: dalla cucina economica di Tecnomasio Italiano - Brown Boveri del 1949 ai piani cottura di Piano Design per Smeg per arrivare all’innovativo sistema modulare a induzione di Foster. La terra è evocata attraverso una sezione che si sofferma su una delle urgenze del contemporaneo: lo smaltimento e il riciclo dei rifuti organici. L’umido rappresenta infatti circa il 30% degli scarti domestici e, grazie al compostaggio, può diventare concime per le piante alleggerendo la quantità di rifuti prodotti. Con sempre maggiore frequenza aziende e designer cercano soluzioni innovative e sostenibili a questo problema. Esemplari in questo senso le compostiere del Gruppo Sartori Ambiente e i progetti del designer Gabriele Fiocco che ha messo a punto una strategia mirata alla raccolta differenziata confezionando artigianalmente compostiere domestiche con materiali di riciclo. Proseguendo nel percorso, l’udito è attirato da un’orchestra di elettrodomestici che esegue un’inedita sinfonia meccanica. Fischi, ronzii, sbuff, cigolii avvolgono il visitatore. Provengono dalla schiera di quei piccoli elettrodomestici che 13 Fabrizio Crisà, quotidianamente invadono l’ambiente della cucina con i loro suoni Ye, , 2014 e rumori: tostapane, macchine per granite, frullatori, afflacoltelli, macinacaffè, aspirabriciole, bollitori, centrifughe, gelatiere, 14 Gaetano Pesce, Pescecappa, Elica, 2009 grattugie, impastatrici, robot da cucina, sbattitori, spremiagrumi, tritatutto. Una rassegna che va dai prodotti della Girmi (azienda piemontese che nel 1954 presenta Frullo, primo frullatore di produzione italiana, a cui fa seguito nel 1957 il Girmi, il cui nome deriva dalla contrazione di “gira” e “miscela”) passando per quelli storici della Quick Mill degli anni settanta fno alla serie sperimentale di Alessandro Mendini per e Alessi del 1994 e al tostapane di Gae Aulenti per Trabo del 1997, sulla cui superfcie metallica è impressa a rilievo la parola “TOAST”, svelando in maniera inequivocabile la corrispondenza tra forma e funzione. Una successiva sezione è dedicata all’aria. Circondati da fumi e vapori, i visitatori sono introdotti nei processi di aspirazione. Sulle loro teste incombe un groviglio di tubi che incanalano l’aria verso una inquietante ventola in funzione. Fra i pezzi scelti si spazia dalle forme minimal e astratte delle cappe di alla Pescecappa, prototipo ideato nel 2009 da Gaetano Pesce per Elica, rivisitazione in chiave fgurativa di questo 12 CUCINE & ULTRACORPI

15 Padiglione dell’elettrotecnica alla Fiera Campionaria di Milano. Stand di cucine ed elettrodomestici Sigma della Tecnomasio Brown Boveri, 1936. Courtesy Archivio Storico Fondazione Fiera Milano

16 Archivio storico Breda, Reparto assemblaggio frigoriferi della Breda Meccanica Bresciana di Brescia, metà anni Cinquanta. Courtesy Fondazione Isec, Sesto San Giovanni

17 Padiglione delle forniture e impianti per la casa, alberghi e negozi alla Fiera Campionaria di Milano. Fra gli stand: Mabo; Bosch; Dishmaster; Stallkamp Scharpf, 1956. Courtesy Archivio Storico Fondazione Fiera Milano DOSSIER 13 elettrodomestico attraverso le forme ironiche e sensuali di verdure, frutta e legumi. Si passa poi alla sezione del tatto costituita da una schiera di elettrodomestici (tritacarne, impastatrici, coltelli elettrici, trafle, passapomodoro, gelatiere, affettatrici) che hanno come elemento primario le lame, le cui funzioni di affettare, tritare e tagliare evocano potenziali minacce e pericoli. Un’installazione vedrà, da una parte, queste componenti isolate in azione, dall’altra gli elettrodomestici ricomposti nella loro interezza. Il percorso gioca poi con un nuovo senso: l’olfatto. L’aroma del caffè è raccontato attraverso una selezione di oltre 100 esemplari di macchine elettriche raccolte in una grande libreria che ne restituisce storia ed evoluzione dai primi del Novecento a oggi. Fra le macchine esposte l’Europiccola della Pavoni del 1961 (prima macchina da caffè con caratteristiche analoghe a quelle da bar ma adatta all’uso domestico grazie alle dimensioni contenute), la Baby Gaggia di Makio Hasuike per Gaggia del 1977 e la Coban di Richard Sapper per Alessi del 1997. Il museo propone inoltre degli approfondimenti tematici dedicati ai bambini. Simbolicamente evocativi del senso della vista, quattro periscopi disseminati il percorso permettono di vedere alcune sequenze di flm di animazione sui temi della cucina e degli elettrodomestici. In questo intreccio di sensi ed elementi, hanno uno speciale rilievo degli esempi iconici di tipologie di cucina, esperienze seminali della progettazione: l’Environment di Ettore Sottsass, presentato nella mostra “: the New Domestic Landscape”, curata da Emilio Ambasz al Museum of Modern Art di New York del 1972, e il monoblocco funzionale su ruote Minikitchen di Joe Colombo per Boff, presentato in occasione della XIII Triennale di Milano del 1964. Il percorso si conclude con una rifessione sulla cucina contemporanea: un intervento appositamente commissionato a Gaetano Pesce, dal titolo La Cucina. Luogo di Passione, che per l’intera apertura del museo sarà animato da suoni, odori, profumi e azioni. Una cucina intesa come “luogo centro di attività, di passione nel creare e inventare ricette, sperimentare, luogo di ritrovo, per ricevere, per sedurre, per amare e farsi amare, per esibire, per intimidire, per provocare, per intimorire”, riprendendo le parole di Pesce. ““Cucine&Ultracorpi”” sviluppa quindi una narrazione immersiva attraverso un allestimento emozionale, coinvolgente e di forte suggestione.

LA PUBBLICAZIONE

In occasione di ““Cucine&Ultracorpi””, la casa editrice Electa pubblica un importante volume di circa 400 pagine, a cura di Germano Celant con Silvana Annicchiarico e il progetto grafco di Irma Boom, in cui, attraverso saggi di autori esperti nei più diversi campi e circa 500 immagini, si ripercorrono i temi toccati dall’edizione del museo in una prospettiva cronologica e allo stesso tempo tematica. Il libro permette di approfondire i molti stimoli offerti dalle opere esposte in un percorso ricchissimo in cui saggi, schede di approfondimento e un dizionario degli elettrodomestici con oltre 50 lemmi sono intervallati a suggestioni iconografche e si aprono come fnestre per introdurre il lettore ai grandi temi del museo. L’opera si ispira quindi allo stesso concetto del museo: il suo obiettivo è coinvolgere il lettore in un continuum di idee e di immagini invitandolo ad entrare nell’universo dei rapporti tra cucina ed elettrodomestici. Gli autori coinvolti sono studiosi, specialisti di settore, scrittori e collezionisti che, attraverso i loro saggi, introducono il largo pubblico alle loro aree di interesse, in modo scientifco e allo stesso tempo divulgativo. 14 CUCINE & ULTRACORPI

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TRIENNALE DESIGN MUSEUM

Inaugurato nel dicembre del 2007, Triennale TDM5 2012-2013 Design Museum è un museo “mutante” che TDM5: Grafca Italiana si rinnova ogni anno nei contenuti, nei criteri La quinta edizione, a cura di Mario Piazza, di selezione, nell’allestimento e nelle modalità Giorgio Camuffo, Carlo Vinti e con il pro get- di fruizione. La domanda che sta alla base to di allestimento di Fabio novembre, pre- di ognuna delle successive edizioni del sentava il grande patrimonio della grafca Trien nale Design Museum è sempre la italiana in tutta la sua sorprendente varietà stes sa Che cosa è il design italiano?, ma di manifestazioni dal Novecento a oggi. ogni anno essa viene indagata a partire da una prospettiva differente, in modo che ogni TDM6 2013-2014 nuova edizione si ponga in un rapporto di Design. La sindrome dell’infuenza complementarietà con i percorsi, con le ris- La sesta edizione, a cura di Pierluigi Nicolin poste e con le storie delle edizioni precedenti. e con il progetto di allestimento di Pierluigi Cerri, era un racconto corale e polifonico TDM1 2007-2009 che indagava la complessità delle vicende Le sette ossessioni del Design Italiano del design italiano dal dopoguerra a La prima edizione, curata da Andrea Branzi oggi per evidenziare una sua specifca su un progetto di Italo Rota con Peter attitudine: la capacità di assimilazione, Greenaway, si interrogava sulle ossessioni la curiosità e il desiderio di confrontarsi con ricorrenti del design italiano, ritrovandone altri linguaggi e altre culture per avviare le radici e le origini in epoche precedenti nuovi percorsi e nuovi progetti. alla modernità novecentesca. TDM7 2014-2015 TDM2 2009-2010 Il design italiano oltre le crisi Serie Fuori Serie Autarchia, austerità, autoproduzione La seconda edizione, curata da Andrea La settima edizione – a cura di Beppe Branzi con l’allestimento di Antonio Citterio, Finessi, con l’allestimento di Philippe Nigro indagava il rapporto reciprocamente e la grafca di Italo Lupi – indaga la pecu- fecondo fra produzione in serie e oggetti liare capacità del design italiano di reagire unici o prodotti fuori serie. alle crisi epocali dell’ultimo secolo elabo- rando strategie creative e produttive che – TDM3 2010-2011 dall’Autarchia degli anni Trenta all’Austerity Quali cose siamo? degli Anni Settanta via via fno all’Autopro- La terza edizione, curata da Alessandro duzione dei giorni nostri – rivelano una Mendini e allestita da Pierre Charpin, straordinaria capacità di innovare tras for- allargava invece i confni canonici mando vincoli e costrizioni in opportunità. del design tradizionale, proponendo un radicale ripensamento della nozione stessa di design.

TDM4 2011-2012 Le Fabbriche dei sogni La quarta edizione, curata da Alberto Alessi e messa in scena da Martí Guixé, ripercorreva la storia del design italiano valorizzando soprattutto il ruolo degli imprenditori, cioè di quei “capitani coraggiosi” che hanno reso possibile e concreta l’affermazione del design italiano nel mondo. CUCINE&ULTRACORPI OTTAVA EDIZIONE TRIENNALE DESIGN MUSEUM

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