Proposte 2020

presso Lo Spazio delle Idee Via Cavallotti 7/9 Cernobbio, CO 5 – 27 settembre

Orari di apertura -- Opening Hours

Lunedì su appuntamento Monday by appointement da MARTEDI’ a DOMENICA 11,00 – 13,30 / 15,00 – 19,00 from TUESDAY to SUNDAY 11,00 – 13,30 / 15,00 – 19,00

per informazioni

+39 340 1616815 [email protected] for informations Lago di

Cernobbio Falkeisen J. J. dis. acquerello 148x208 mm 1835 ca

(va374) - Veduta dell'amena cittadina di Cernobbio, sul Lago di Como, realizzata all'acquerello da Falkeisen. L'autore propone un inconsueto punto di presa, praticamente opposto alla tradizionale veduta dalla riva. In questo modo si può apprezzare quella parte di centro storico che poca fortuna ha avuto nella storia iconografica del paese. Notiamo la parte absidale della Chiesa di San Vincenzo, una porzione dell'attuale Villa Allamel e parte degli edifici che affacciano sulle attuali via Cavallotti e Fumagalli. Importante notare la conformazione del campanile della Chiesa di San Vincenzo che in origine era caratterizzato dalla terminazione a "cipollotto" e nel complesso si presentava più slanciato e proporzionato alla facciata. La scena è animata dal passaggio di due lucie. Sulla sponda opposta si vede Villa Geno mentre in lontananza riconosciamo la parte di riva su cui affaccia Borgo Vico. L'acquerello si presenta inserito in graziosa cornice coeva e gode di un ottimo stato di conservazione.

Falkeisen J. J. ( Basilea 1806-1883) incisore e pittore. Studiò pittura ed incisione a Parigi per poi trasferirsi a Milano dove ebbe stretti rapporti con il pittore Giovanni Migliara e l'incisore Luigi Cherbuin. A Milano collaborò con i più importanti editori di stampe: con Ferdinando Artaria, per il quale, tra le altre cose, incise alcune vedute per la famosa serie di stampe tratte da dagherrotipo, con Luigi Valeriano Pozzi partecipò alla realizzazione di uno dei più interessanti album di Milano caratterizzato da animati e vivaci scorci della città mentre per lo Stucchi realizzerà un'opera completamente dedicata a Lago di Como intitolata "XXV vedute dei luoghi i più interessanti del Lago di Como disegnate dal vero da G. G. Falkeisen". Il presente acquerello potrebbe essere stato realizzato proprio in occasione del suo soggiorno sul Lago Como ed in seguito mai tradotto a stampa. Nel 1838 si trasferì a Basilea dove operò sia come pittore che come incisore. Nel 1843 attraverso Atene e Costantinopoli si diresse a Brussa, in Asia Minore, per essere d'aiuto al fratello che vi aveva una fabbrica di seta. Dopo il 1855 rientrò a Basilea ove riprese l'attività artistica e ricoprì la carica di conservatore delle pubbliche raccolte d'arte.

Lago di Como

Bellagio Guigon Charles Louis dip. dipinto ad olio su tela 530x780 mm pre 1835

(va375) - Veduta degli antichi portici della cittadina di Bellagio situata in amena posizione, all'incrocio tra i due rami del Lago di Como. La scena è animata da alcune persone del luogo e dalle tipiche imbarcazioni del lago, comballi e lucie. In primo piano, su di un tronco, si nota la firma dell'autore che potrebbe aver eseguito l'opera durante il suo viaggio di formazione in Italia. La storia iconografica a stampa di Bellagio fornisce importanti elementi che aiutano a datare l'opera tradotta per la prima volta in litografia da Charles Gruaz per la realizzazione di una raccolta di vedute datata 1835 ca di cui la bibliografia di riferimento* cita un unico riscontro presso il Centre d'Iconographie Genevoise. A suo tempo l'opera dovette aver riscosso non poco successo tanto da essere nuovamente pubblicata qualche anno più tardi nel secondo volume dell' "Album de la Suisse Romande" pubblicato a Ginevra nel 1844 in cui si legge: "Il ne pouvait choisir un sujet qui caractérisât mieux, et d’une manière plus gracieuse,ces lacs italiens qui, au pied de nos Alpes, ont déjà l’aspect souriant de l’Italie, et il serait impossible de traiter ce sujet plus spirituellement que ne l’a fait M. Guigon". Il dipinto è inserito in bella cornice con decori floreali. Buono stato di conservazione generale.

*Ghiringhelli, "Il Ticino nelle vecchie stampe", p. 362

Lago di Como

Animati scorci del Lago di Como raffiguranti rispettivamente le cittadine di Bellagio, e la Villa Curiè, attuale Villa le Fontanelle, a . Le vedute, realizzate alla gouache, sembrano riprendere i modelli iconografici utilizzati nella realizzazione delle litografie edite a Milano da Antonio Vallardi per la serie “ITALIA”, tradotte da disegni del Magni e del Majocchi. Analizzando con maggior attenzione imbarcazioni e personaggi che animano le scene, si potrebbe avanzare l’ipotesi che si tratti di opere realizzate nel periodo del viaggio intrapreso dall’Imperatore Bellagio (va377), mm 204x323 Ferdinando I per la sua incoronazione avvenuta a Milano nel settembre del 1838, che lo vide trascorrere alcune giornate sul Lago di Como. Le tempere si presentano applicate all’epoca su supporto cartaceo ed inserite in graziose cornici coeve.

Varenna (va376), mm 189x320

Moltrasio – Villa Curié. Attuale Villa Fontane (va378), mm 215x320

Lago di Como

Veduta di Al Signor Giuseppe Bovara Ingegnere Fautore e Mecenate delle Belle Arti Lanzani Antonio inc. & Mattarelli Giacomo dis. Acquatinta 324x577 mm 1836

(st18075) - Ampia veduta della città di Lecco vista dalle immediate alture alle spalle di . Il particolare punto di presa permette di avere una chiara visione della città dalle prime abitazioni che sorgevano lungo la riva, a sinistra, fino a Pescarenico dopo il ponte Visconteo, sulla destra. Fanno da sfondo le imponenti montagne lecchesi tra cui immediatamente riconoscibili sono il Monte San Martino, il Monte Albano, il Monte Zucco ed il Resegone. La scena è animata in primo piano da due personaggi intenti a contemplare il panorama mentre al loro fianco un terzo personaggio è ritratto mentre disegna. Quest'ultimo, in accordo con Perego, "forse è lo stesso autore del disegno, Giacomo Mattarelli, che ha in questo modo sottolineato il fatto di aver rilevato il disegno dal vero". Lateralmente al titolo sono riportati 20 rimandi alla veduta e vale la pena evidenziare, sulla destra, un breve elenco di indicazioni riferibili al romanzo storico scritto da Alessandro Manzoni, i Promessi sposi. L'incisione è dedicata a "Al Signor Giuseppe Bovara Ingegnere Fautore e Mecenate delle belle Arti". Buono stato di conservazione generale, rarissima.

Perego "Como e Lecco nelle antiche stampe", p. 60, n° 41; Borghi, Scotti "Il paesaggio di Lecco nelle antiche stampe", p. 94

Lago di Como

Panorama de Como Mazzola J. dis & L. Cherbuin inc. Acquatinta 223x890 mm 1840 ca.

(st27126) - Veduta panoramica del primo bacino del ramo comasco del Lago di Como ripresa dalla sponda occidentale. Sulla sinistra della veduta si nota la Villa Cornaggia, nei pressi della quale sta passando il battello a vapore; proseguendo con lo sguardo sulla destra riconosciamo gli edifici del borgo di Sant’Agostino, la città di Como con l’antico porto cu cui domina la figura del Duomo, mentre sulla destra il borgo Vico con la Chiesa di S. Giorgio e le sue ville: Battaglia, Fossani, d’, Colli, Raimondi, Grumello per finire con La Zuccotta. Il primo piano è animato da alcune imbarcazioni a diporto. Le montagne circostanti, sul cui profilo si staglia la torre del Castel Baradello, fanno da sfondo alla scena quasi a protezione della lunata cittade al Lario amica. Alcuni segni di foxing che non compromettono l’ottimo stato di conservazione generale.

Margheritis, Sinistri, Invernizzi, Peverelli “Como e Lecco nelle antiche stampe”, p. 146, n° 225

Lago Maggiore

Veduta di Sesto Calende dalla Parte del Ticino Terra del Regno d'Italia nel Dipartimento del Lario situata sulla sinistra del Fiume Ticino venendo dal Lago Maggiore. Rados L. inc. - Berettini dis. & Bettalli G. edit. incisione al tratto su lastra di rame 320x445 mm post 1805

(st53356) - Veduta della cittadina di Sesto Calende ripresa dalla riva opposta del Ticino. Il particolare punto di presa permette di avere un ampio scorcio del fronte del paese che affaccia direttamente sulle acque del fiume. Il primo piano è animato dalla presenza di alcuni personaggi, tra cui un distinto signore con calesse sembra cercare informazioni sulla prossima partenza per la traversata del Ticino. Pregevole incisione al tratto su lastra di rame in bella coloritura coeva all'acquerello. La stampa fa parte di una serie di vedute inerenti il lago Maggiore edita da Gioachimo Bettalli, il quale aveva iniziato la sua attività di editore e negoziante di carte geografiche e vedute all'inizio del 1800 a Milano, quando rilevò il negozio di Antonio Crivelli. Ottimo stato di conservazione. La prima veduta a stampa della cittadina di Sesto Calende. Rarissima, non menzionata nella bibliografia di riferimento.

Lago Maggiore

Veduta di Palanza Sul Lago Maggiore in vicinanza delle Isole Borromee Rados L. inc. - Berettini dis. & Bettalli G. edit. incisione al tratto su lastra di rame 320x445 mm post 1805

(st53357) - Veduta della cittadina di Pallanza ripresa dalla riva venendo dall’Isolino San Giovanni. Il primo piano è animato dalla presenza di alcuni personaggi, si veda un pescatore, un gruppo di persone che discorrono del panorama o del lago mentre in lontananza sulla riva alcune donne sono intente al lavaggio dei panni. Pregevole incisione al tratto rifinita all'acquerello all'epoca estremamente affascinante. L'incisione fa parte di una serie di vedute inerenti il Lago Maggiore edite da Gioachimo Bettalli il quale aveva iniziato la sua attività di editore e negoziante di carte geografiche e vedute all'inizio del 1800 a Milano, quando rilevò il negozio di Antonio Crivelli. Ottimo stato di conservazione. La prima veduta della cittadina di Pallanza, rarissima.

Zipoli, "Elogio del lago Maggiore", p. 290, n° 138

Friuli

Patria del Friuli olim Forum Iulii Magini G. A. dis. & Arnoldo de Arnoldis inc. incisione su lastra di rame 352x442 mm 1598

(st42094) Carta geografica raffigurante il territorio del Friuli racchiusa entro margine graduato. Nell'angolo in alto a destra si trova il decorativo cartiglio in cui è iscritto il titolo, mentre nell'angolo in basso a sinistra è riportata la scala grafica in "Scala di Miglia dieci". Rarissimo primo stato di due. In una lettera datata 20 luglio 1598, conservata presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, indirizzata a persona residente in Padova si legge: "Questi giorni adietro mi sono stati mandati da Venetia forsi 20 disegno delli Stati della Repubblica, non dico copie, ma gl'istessi originali fatti per interesse della Repub.ca da huomini principali in quella professione, dietro ai quali era scritto il tempo quando sono stati presentati in collegio, e da chi sono fatti e per cosa... Li quali disegni sono molto varij tra loro, e di sei Friuli ch'ho veduto della repub.ca, non ce ne sono due che incontrino totalm.te; io da questi ho corretto il mio Friuli, che sara copiosiss.o, ma so però che darà che dire ad alcuno.".* Si tratta quindi di una carta derivata da diverse fonti, sia edite che inedite, risultato del lavoro di comparazione, coordinamento e vaglio operato dal Magini stesso in grado di produrre così una cartografia nuova e del tutto originale che costituisce un tassello fondamentale nell'evoluzione della raffigurazione geografica del territorio. Prendendo in considerazione le anteriori carte a stampa della regione l'Almagià mostra come il Magini abbia tratto parziali elementi da alcune di queste: "il disegno orografico da NOVA DESCRIPTIONE DEL FRIULI, anonima del 1562, derivante a sua volta da LA VERA DESCRIZIONE DEL FRIULI ET LA PATRIA...di G. A. Valvassori (1557); l'idrografia ad una carta del Friuli pubblicata a Venezia da Donato Bertelli, senza data, ma probabilmente tra il 1570 e il 1573. Nell'un campo e nell'altro introdusse poi fondamentali correzioni e modificazioni, servendosi di materiale inedito..."**, le sei carte avute dal Governo veneto a cui abbiamo fatto cenno poc'anzi, ed infine un disegno a penna, ritrovato dall'Almagià, da cui il Magini desunse la posizione di Palmanova, che essendo stata fondata nel 1593, con ogni probabilità non figurava in nessuna delle carte a sua disposizione. La carta è caratterizzata da un'intensa inchiostratura e gode di un ottimo stato di conservazione generale.

Almagià, "L'Italia" di Giovanni Antonio Magini, p. 155*, 42**; Lago "Imago Adriae...", p. 73; Selva, “Il Friuli Cartografia segreta dei collezionisti”, p. 136

Mantova provincia

Ducato di Mantova con suoi confini Baratteri Marc'Antonio dis. & Perego A. inc. incisione in rame mm 347x512 1628

(st52675) Carta geografica del Ducato di Mantova realizzata da Marc'Antonio Baratteri ed incisa in Milano da Ambrosio Perego. Si presenta priva di margine graduato con spiaccata attenzione alla raffigurazione dell'idrografia del territorio, mentre non si riscontra alcun accenno all'orografia. Da evidenziare la ricchezza dei toponimi e l'attenzione alla raffigurazione dei confini tra cui quello del Ducato di Mantova si vede evidenziato da vivace coloritura coeva all'acquerello. Nell'angolo in alto a destra trova spazio un ricco cartiglio sormontato dallo stemma con "pianta di Sorbo con aquile grifagne leonine"* di Giovanni Serbellone Mastro di Campo del Consiglio Maggiore e Commissario Generale di Sua Maestà Cattolica. Sotto al cartiglio è riportata la scala grafica in "Scala di Mila cinque". Interessante rilevare il disegno manoscritto ad inchiostro bruno delle vie di comunicazione tra Parma e Modena e tra Verona e Brescia. L'esemplare presenta margini ridotti e due antichi restauri che non compromettono l'ottima fruibilità della carta e lo stato di conservazione generale. La bibliografia di riferimento censisce due esemplari: l'uno conservato presso la Raccolta Bertarelli di Milano ed un secondo in collezione privata.

Giovanni Serbelloni: "Nel 1620 fu Giovanni eletto dallo stesso Duca di Feria membro dei LX del consiglio generale della città di Milano. Ma risorta la guerra per gli affari della Valtellina abbandonò la domestica quiete, ed in qualità di mastro di campo tornò fra l'armi e fra le pugne a distinguersi, ed a trionfare - Fortificò il appresso il posto, chiamato della Riva sopra il lago di Como, e gli fu assegnato ancora il governo della terra di Chiavenna e suo contado, come risulta dalla patente datata ai 30 novembre, 1621 - Una lettera scritta al Re cattolico dal Duca di Feria (1624) ci rende amplia testimonianza come il conte Giovanni Serbelloni abbia repressi i tentativi degli eretici contro i cattolici, e come abbia purgata Chiavenna tutta ed il relativo contado dalla pestilenza di que' demoni sovvertitori, rimettendo nelle loro Chiese i cattolici..." * Giovanni per ordine del governatore di Milano tanto sotto Asti che nel Monferrato diede prova del suo valore e dopo un ostinato assedio conquistò la città di Nizza della Paglia (Nizza Monferrato) ove riportò una moschettata ad un braccio. La fama delle sue gesta gli garantì il posto di consigliere del Supremo Consiglio di Spagna (luglio 1625). Nel 1627 per volere di S. M. Cattolica rivestì la carica di Commissario Generale dello Stato Milanese mentre nel 1628 il governatore di Milano, Don Gonzales di Cordova, gli conferì la carica di Governatore dell'Artiglieria.

* Tettoni Saladini "Teatro Araldico" Ferrari, "Mantova nelle stampe", p. 148

Brescia provincia

Carta Stradale Idrografica della Provincia di Brescia Damioli C. dis. Manoscritta mm 1244x953 (completa di margini) 1822

(va372) Carta geografica manoscritta della Provincia di Brescia, che tratta con particolare attenzione le strade e l’idrografia del territorio, realizzata nel 1822 dal Damioli per l’Imp. R. Direzione Generale delle pubbliche costruzioni. Nell’angolo in alto a sinistra, in campo libero, troviamo il titolo iscritto in un drappo sorretto da un’aquila. Nell’angolo in basso a destra trova spazio la legenda dalla quale si percepisce l’elevato grado di studio e conoscenza del territorio. A fianco della legenda, sulla sinistra, sono riportate le scale grafiche in “Miglia Comuni d’Italia di 60 in un grado”, “Miglia Comuni di Germania di 15 in un grado”. Da notare l’attenzione nel tracciamento del confine provinciale con le Province di Bergamo, di Cremona, di Mantova, Province Venete e Tirolo Italiano, ed allo stesso tempo la cura nella divisione del territorio in XVII distretti (confini distrettuali in giallo) in cui ogni distretto è immediatamente riconoscibile anche grazie all’indicazione delle varie residenze dei Commissariati Distrettuali. L’aspetto di maggior interesse affrontato dalla carta è però quello delle strade. Queste vengono suddivise in I° Classe, II° Classe e III° Classe. Sono segnalati i sentieri, ma cosa ancora più importante, in rosso, sono indicate “Strade proposte di nuovo a carico dello stato” e riguardano: a nord del lago d’Idro il tratto “S. Giacomo-Collio” passando per Bagolino e S. Colombaro; lungo la sponda orientale del lago d’Iseo il tratto “Pisogne-Iseo” passando per Vello, Marone, Sale, Sulzano e Pilzone; lungo il confine occidentale della provincia il tratto “Palazzolo-Asola” passando per Pontoglio, Urago d’Oglio Rudiano, Roccafranca, Orzi Nuovi, Gabbiano, Quinzano, Villanova, Pontevico, Alfianello, Milzano, Pralboino e Gambara; lungo la sponda occidentale del lago di Garda il tratto “Salò-Limone” passando per Gardone, Maderno, Toscolano, Bogliaco e Gargnano infine, oltre ad altri presenti sulla carta ma di cui non facciamo menzione, il tratto “Brescia-Barghe” passando per Nave, Caino, Odolo e Preseglie. La carta presenta piccoli restauri professionali di tipo conservativo e pieghe orizzontali editoriali. Complessivamente gode di un ottimo stato di conservazione generale.

Italia settentrionale

Le Milanez et les Pais Circonvoisins. Les Duchez de Milan, Parme, Plaisance, Modene, et Mantoue les Republiques de Venise et de Genes... ou sont marqué les canps, les marches et contremarches des Armées... Baillieul G. dis. - Starckman P. inc. & Besson Jean edit. incisione in rame 900x1860 mm 1702

(st41281) Carta geografica murale, in nove fogli, raffigurante le marce, i campi e le battaglie del Teatro della Guerra che venne combattuto nell'Italia Settentrionale durante la Guerra di Successione Spagnola all'inizio del XVIII secolo. La carta è dedicata a Monsignor De Chamillart Ministro e Segretario di Stato e Controllore Generale delle Finanze di Francia ed è particolare testimonianza di quanto accaduto nel 1702 "Dressé sur les memoires les plus particuliers par le S.r Baillieu Ingn.r Suivant les Armées". Il titolo si trova iscritto in un ampio e decorativo cartiglio in cui oltre al titolo, la dedica e l'indicazione editoriale "A Paris chez Besson Geographe de Sa Majeste..." sono indicate le scale grafiche in "Lieues Communes de France" e "Milles d'Italie". L'incisione si presenta ancora in fogli sciolti, con coloritura confinale coeva all'acquerello, caratterizzati da un'inchiostratura omogenea ed intensa. Da evidenziare l'indicazione in giallo delle "Marches et Campemens de l'Armée de France", mentre in rosso sono indicate le "Marches et Campemens de l'Armée de l'Empereur". Infine la carta è completa anche dei due fogli aggiuntivi raffiguranti l'Istria e il breve tratto di costa marchigiana. Perfetto stato di conservazione, estremamente rara a trovarsi nelle presenti condizioni.

Davoli, Sanfelici, Zanasi "Terre di Langobardia La Lombardia, il Corso del e il Ducato Estense nell’antica cartografia a stampa 1520-1796", p. 100, n° 41.

Brescia provincia

Carta Topografica della Provincia di Brescia Monticelli - Manzoni incisione in rame 1230x1100 mm 1826

(st53359) Carta geografica della provincia di Brescia, applicata su tela a stacchi, dedicata all' "Augusto Principe Ranieri" Vice Re del Regno Lombardo Veneto. Nell'angolo in alto a sinistra, in campo libero, il titolo accompagnato dalla dedica. Nell'angolo in basso a sinistra, in semplice riquadro, la raffigurazione planimetrica della città di Brescia a fianco della quale sono riportati 71 rimandi relativi agli edifici pubblici e chiese principali. Nell'angolo in basso a destra, viene proposto uno scorcio dei resti dell’antico tempio scoperto in Brescia nel 1822 disegnato dal Basiletti ed inciso dal Regazzoni. In basso al centro l’indicazione delle Scale a 1/80000 del terreno in: Miglia Bresciane, Miglia Geografiche di 60 al Grado, Chilometri e Klafter di Vienna. A fianco delle scale grafiche sono riportate delle tabelle che riportano numerosi dati ed informazioni, come ad esempio il “Compartimento Territoriale della Provincia Giusta la Sovrana Notificazione del 12 Feb. 1816 illustrato con diverse notizie e coll’indicazione delle Filande da Seta=dei Fornelli=e dei Filatoj”; sono altresì indicate le miniere di ferro, gli edifici ove lavorare il ferro, cave di marmo e le principali fabbriche della Provincia quali cartiere, manifatture delle coperte di lana e quelle delle armi da fuoco e da taglio con elenco delle località ed indicazione numerica delle fabbriche esistenti. La carta si presenta conservata nel suo astuccio originale. Alcuni comprensibili segni del tempo tra cui si segnala: abrasione della data di pubblicazione e qualche sporadica macchiolina. Complessivamente esemplare ottimo.

Sinistri "Brescia nelle antiche stampe", p. 31, n° 48; Nova, Fontanella "Piante e vedute di Brescia XV-XIX secolo", p. 158

Como provincia

Carta Topografica della Provincia di Como Monticelli - Manzoni dis. & B. Quadrio inc. incisione in rame 1260x1040 mm 1824

(st21168) Carta topografica della provincia di Como in quattro fogli, montata su tela a stacchi. Nell’angolo in alto a sinistra, in campo libero, si trova il titolo e l’ampia dedica a sua Eccellenza il Signor Giulio Conte di Strassoldo Presidente del Governo della Lombardia sotto la cui direzione furono realizzate numerose opere pubbliche tra le quali si segnalano: la strada del Passo dello Spluga verso la Svizzera (1821), la navigazione a vapore sul Lago di Como e sui fiumi lombardi, e non ultimo il restauro del Cenacolo di Leonardo. Sotto al titolo, sempre in campo libero, sono riportati i “Segni Convenzionali”. Nell’angolo in basso a sinistra viene presentato uno scorcio del porto di Como, mentre sulla destra, in semplice riquadro, trova spazio il disegno planimetrico della città Como con 30 rimandi agli Edifici pubblici ed alle Ville principali. Il disegno cartografico è accompagnato da varie tabelle statistiche che forniscono interessanti informazioni sulle divisioni e peculiarità del territorio. Si segnala l’elenco dei 26 distretti del “Compartimento Territoriale della Provincia giusta la Notificazione 12 Febbraio 1816…”, le Notizie Statistiche sui Laghi, i Tribunali e Preture, l’Ispezione di Finanza e dell’I. R. Gendarmeria. La carta si presenta conservata nel suo astuccio originale caratterizzato da impressioni in oro a secco indicanti titolo ed autori. Ottimo stato di conservazione

Margheritis, Sinistri, Invernizzi, Peverelli, "Como e Lecco nelle antiche stampe", p. 72.

Verona

Altra Veduta della Brà di Verona Majeroni Tiberio del. & Urbano G. A. sculp. incisione in rame 540x947 mm 1747

(st53352) Ampia veduta della Piazza Bra di Verona racchiusa entro una decorativa cornice che vede il titolo in alto al centro, mentre in basso trova spazio la dedica all'Ill.mo Sig.re Francesco Muselli Arciprete di Verona. La scena, in primo piano, è animata dalla rivista delle truppe e dal passaggio di alcune carrozze. L'incisione, in due fogli, gode di una inchiostratura vivace ed omogenea in cui l'abile gioco dei contrasti conferisce particolare profondità. Da evidenziare al centro della piazza il monumento dedicato a "Venezia e l'Adige" che fu eretto dai veronesi nel 1634, in segno di riconoscenza verso la Serenissima che aveva autorizzato la Fiera di Piazza Brà e che fu distrutto dai Giacobini nel maggio del 1797 alla caduta della Repubblica di Venezia. L'incisione fa parte di una serie di sei incisioni di notevole importanza che per prima affronta con elevato livello artistico la rappresentazione della città attraverso i suoi monumenti. Margini laterali ridotti, restauri professionali agli angoli della parte destra. Stato di conservazione molto buono.

Perini, Sinistri "Verona nelle antiche stampe", p. 100, n° 142; Girardi, Perini "Antiche stampe di Verona dal quattrocento al novecento", p. 77 Viaggio, Venezia – Costantinopoli

1660 ca Viaggio da Venetia a Costantinopoli per Marre e per Terra et insieme quello di Terra Santa...

Scolari edit. - Bonifacio N. & Franco G. inc.

(LA14686) Volume in 8° oblungo, legatura coeva in cartonato d’attesa rifinita con foglio di antifonario. Ricco frontespizio con titolo incorniciato da decorazioni a grottesche, 75 tavole fuori testo di cui l'ultima "Moscoviae Imperium" aggiunta in fase di rilegatura. Affascinante viaggio per immagini delle principali città, tratti di costa, golfi, ma anche vedute, castelli e fortezze che qualsiasi viaggiatore, prendendo spunto dalla città di Venezia, avrebbe incontrato durante il suo itinerario attraverso le coste della Dalmazia, della Grecia, dell’Egeo, fino al Mediterraneo orientale per concludere il suo peregrinaggio a Gerusalemme. Fanno parte dell’opera anche due incisioni relative alla battaglia di Lepanto. Edizione databile intorno al 1660 ca è edita a Venezia da Stefano Scolari. Al frontespizio si legge “in Venetia Apresso Stefano Scolari a S. Zul[ian]: Marco Sadeler”. Dalla comparazione del nostro esemplare con l’opera “Descrittione geografica delle isole, città e fortezze che si trovano nel viaggio da Venetia a Costantinopoli…Presso il Franco, 1597”, conservata presso la Biblioteca Nazionale Marciana, si riscontra una perfetta assonanza fatta eccezione per l’aggiunta della tavola “Questa Tavola E l’Antica Siria ch’era destinta in dodici…”, realizzata dal Sadeler e la veduta di Gerusalemme. Per quanto riguarda la veduta di Venezia si noti che lo Scolari, rispetto al Sadeler, preferì riproporre il rame, inciso con ogni probabilità dal Franco (Moretto, p. 96, n° 40) e non quello nuovamente realizzato, forse dallo stesso Sadeler, caratterizzato da un tratto più grossolano (Moretto, p. 110, n° 47). Piccola mancanza al dorso, tavole caratterizzate da una buona impressione. Piccoli restauri professionali di tipo conservativo, esemplare assolutamente genuino caratterizzato da uno stato di conservazione molto buono. Raro

Bifolco, Ronca, “Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo”, p. 131, 149, 150-151 Moretto, “Venezia Le immagini della Repubblica”, p. 96 - n°40, p. 110 - n°47

Milano

(LA6008) Album in 4° oblungo, legatura in percallina verde, piatto anteriore decorato con titolo impresso in oro a secco. Il volume è costituito da una raccolta di 30 incisioni su lastra di rame trattate all’acquatinta, edite da Luigi Valeriano Pozzi Negoziante di Stampe nella Galleria De Cristoforis N° 44-45, per il quale lavorarono i migliori artisti dell’epoca. Le incisioni raffigurano animati scorci della città di Milano, la maggior parte “tratte dai quadri del celebre Cav.e Giovanni Migliara, con i disegni eseguiti sotto alla di lui direzione” *. Tra gli altri autori delle vedute non dobbiamo però dimenticare Sidoli, Pozzi, Vantini, Mazzola, Aschieri e Bisi i cui lavori furono tradotti da validissimi incisori come Cherbuin, Falkeisen e Citterio. Per la realizzazione di questo ambizioso progetto ci vollero ben tre anni. Risale al settembre del 1835 la presentazione dell’elenco delle opere alla censura austriaca, il 27 giugno del 1836 comparve un annuncio editoriale nella “Gazzetta di Milano” mentre su di un foglio volante per l’associazione datato al 24 aprile del 1838 leggiamo: “Alcune di esse vedute, già terminate, si possono osservare presso il sottoscritto Editore e conoscere quindi la forma e la maniera con cui vengono eseguite…Si dispenserà una stampa…ogni mese, incominciando all’atto della soscrizione e sarà in facoltà degli associati di averne maggior numero per volta, od anche tutte quelle già pronte, come a loro tornerà più a grado.”. Oltre alle 30 incisioni all’acquatinta di cui 28 relative alla città di Milano e 2 alla Certosa di Pavia la raccolta è arricchita da 11 prove di stampa del primo disegno eseguito sulla lastra di rame, trattato all’acquaforte, fondamentale punto di partenza per la realizzazione della successiva acquatinta che con i contrasti delle campiture conferisce volume al disegno stesso. Elenco delle prove di stampa: Panorama della Città verso Porta Ticinese, Colonne di S. Lorenzo, Basilica di S. Lorenzo, l’Arena, Barriera di Porta Orientale, Porta Comasina, Porta Romana, Porta Ticinese, Brera Palazzo delle Belle Arti, Palazzo della Contabilità, Villa Reale veduta internamente. Il volume si alcuni segni del tempo: piccole sbocconcellature al dorso, marginali e leggeri segni di gora ad alcune carte. Complessivamente esemplare molto buono, unico nel suo genere.

*Arrigoni, “Milano nelle vecchie stampe”, vol. I, n° 179, pp. 60-62

Milano

Incisioni raffiguranti scorci della Milano napoleonica tratti da disegni del Capitano Gasparo Galliari, capitano dello Stato Maggiore delle Truppe Italiane, incise da Francesco Bellemo, Luigi Rados e Gaetano Berettini realizzate tra il 1807 ed il 1810. Il Galliari si arruolò al servizio militare verso la fine del XVIII secolo; nel 1799 era capitano di fanteria della Repubblica Cisalpina, nel 1807 capitano di Stato Maggiore dell’esercito del Regno Italico per poi diventare “capitano vedutista” dell’I. R. Istituto Geografico Militare di Milano. Gasparo (Gaspare) proveniva da una celebre famiglia di scenografi e prima di dedicarsi alla vita militare, nel 1786 si occupò di dipingere le scene del teatro d’Alessandria, nel 1789 a Novara allestì i festeggiamenti per le nozze del Duca d’Aosta ed a Milano lavorò come scenografo presso il Teatro della Cannobiana ed al Teatro Carcano. Le stampe fanno parte di una importante serie di incisioni, dedicate all’Augusta Amalia di Baviera Vice-Regina del Regno d’Italia, l’unica a poter competere per bellezza con quella dell’Aspari, in cui “la complessità della scena, l’uso degli scorci e l’evidenza degli elementi pittoreschi ricordano l’educazione scenografica dell’autore; il disegno viene mantenuto però nell’elegante sobrietà della linea classica. La serie è assai rara, probabilmente perché al ritorno della dominazione austriaca furono distrutti i rami che nella dedica alla Vice-Regina ricordavano il passato regime.”*.

*Arrigoni, “Milano nelle vecchie stampe”, vol. I, p. 39, n° 134.

(st52682) - Veduta del Ponte di Porta Marenco lungo il Naviglio Venendo del Ponte de Fabbri in Milano, mm 318x424

(st52680) - Veduta della Piazza de Tribunali, mm 318x425

(st52681) - Veduta della Piazza del Teatro Filo Drammatici in Milano, mm 317x427

(st52685) - Veduta della R. Villa Bonaparte presa dai Giardini Pubblici di Milano, mm 314x430 Napoli

Napoli da Posillipo - Napoli dal Carmine anonimo gouaches mm 420x625 cadauna prima metà '800

(va379) Coppia di gouaches raffiguranti la città di Napoli vista rispettivamente da Posillipo e dal Carmine. L’insieme delle due vedute permette di avere un panorama completo della parte litoranea della città, in cui il Castel dell’Ovo rappresenta il punto d’incontro. L’abile costruzione prospettica cattura l’osservatore che si trova immerso nell’atmosfera e vivacità della scena. Il disinvolto uso del colore nella delineazione dei numerosi personaggi, i particolari resi con tratti decisi ed essenziali, la capacità di tradurre su carta le luci del tramonto che si riflettono sulle acque del mare e da qui agli edifici, attestano le eccezionali qualità dell’artista. Le vedute si presentano inserite in cornici coeve. Due piccoli strappetti nel margine inferiore di entrambe le opere che non compromettono l’ottimo stato di conservazione generale.

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