SOMMARIO

2 Sursum corda! di Grazia Maria Schirinà 3 Frateantonio a Ronciglione di Michele Tarantino 5 Avola di Isabella Amodei di Filpo 7 Un uomo e un artista, Intervista all’attore Lino Coletta di Sebastiano Burgaretta 13 La sarta dell’isola Associazione Culturale di Maria Teresa Rossitto Pirrone 14 90° Anniversario della battaglia di Vittorio Veneto di Michele Favaccio 16 L’onestà Fondata nel 1998 da Michele D’Amico di Carmine Tedesco 18 Una favola moderna di Nella Urso Avolesi nel mondo 19 Avola... 40 anni dopo Rivista di arte, storia, cultura, attualità di Gabriella Tiralongo Anno X n. 22 - 2009 n. 1 GENNAIO Edizioni proprie 21 I giardini di Avola di Sergio Zavoli Presidente Grazia Maria Schirinà 24 Avola 2 dicembre 1968 Direttore responsabile Eleonora Vinci di Giorgio Morale Direttore della fotografia Corrado Sirugo 25 Viaggio in treno COMITATO DI REDAZIONE di Grazia Maria Schirinà Sebastiano Burgaretta - Michele Favaccio - Maria Giallongo Grazia Maria Schirinà - Nella Urso - Eleonora Vinci 26 Ieri come oggi Avola V B ginnasiale - 1998 IN COPERTINA 28 I fatti di Avola di Sebastiano Burgaretta Avola, particolare della Fontana dei leoni - foto di Corrado Sirugo di Giuseppe Astuto FOTOGRAFIE 30 Rrèpitu per il due dicembre. Memoria breve in cinque moti Corrado Bono – Paolo Candido – Aldo Cassinese – Antonio Dell'Albani di Sebastiano Burgaretta Maurizio Florio – Corrado Sirugo – Gabriella Tiralongo – Antonino Vinci 31 Barack Obama HANNO COLLABORATO di Giovanni Stella Isabella Amodei di Filpo - Giuseppe Astuto - Corrado Bono Enrico Bullian - Sebastiano Burgaretta - Sebastiano Caia 32 Malastrada: il nuovo spettacolo di Tino Caspanello Beatrice Campisi - Vincenza Caruso - Umberto Confalonieri di Paolo Randazzo Michele Favaccio - Paolo Fontana 33 Mi scantu! Angela Grande - Franco Marino - Salvatore Monello - Giorgio Morale di Paolo Fontana e Nicoletta Zorzan Paolo Randazzo - Maria Teresa Rossitto Pirrone - Grazia Maria Schirinà Giovanni Stella - Samuele Suma - Michele Tarantino - Corrado Tedesco 34 Le giornate del ricordo per un delitto tanto efferato Gabriella Tiralongo - Sebastiano Tiralongo - Corrado Vella di Eleonora Vinci Eleonora Vinci - Sergio Zavoli - Nella Urso - Nicoletta Zorzan • Cantina del ragazzino di Beatrice Campisi HANNO CONTRIBUITO • Eredi Caffè Girlando - Registri Buffetti di Vincenza Caruso Linea Carrozzeria Guarino - Pasticceria Tre Bontà - La bottega dell’Arte • Settembre Banca Agricola Popolare di Ragusa di Umberto Confalonieri 36 Avola e il fiorente mercato del limone REDAZIONE di Umberto Confalonieri Avola, via Felice Orsini, 3 - Tel. 0931/832590 - Fax 0931/834522 www.gliavolesinelmondo.it - e-mail: [email protected] 37 La fede ci può aiutare di Sebastiano Caia Registrazione al Tribunale di Siracusa n. 9/2000 del 26/05/2000 38 Il male che non scompare: l’amianto. Un crimine di pace a responsabilità diffusa Progetto grafico e impaginazione: di Enrico Bullian Grapho Art, via Piemonte, 7 - Avola - Tel. 0931.561337 39 Avolesi alla Fincantieri di Monfalcone Stampa: Motta Arti Grafiche - Avola di Salvatore Monello Chiuso in tipografia il 29 Gennaio 2009 40 La mensa di accoglienza “San Vincenzo De’ Paoli” sedi associative: Avola, via Felice Orsini, 3 - 96012 e i suoi 13 anni di attività c/o studio Monello - Roma, via Chiana, 87 - 00198 di Eleonora Vinci 42 Energia e ambiente: quale futuro? La redazione declina agli autori la responsabilità di Sebastiano Tiralongo di quanto viene affermato negli articoli. 43 Dai pensieri di Martina I testi per la prossima rivista dovranno pervenire La vita - Il Mare - I Sogni preferibilmente entro il 30 Maggio 2009 di Martina Agricola Canzuni d’addiu di Angela Grande La nuova alba Il contributo annuo associativo, di euro 40,00 per i soci ordinari residenti ad di Corrado Bono Avola e di euro 60,00 per i soci benemeriti o non residenti, può essere effet- 44 Meteorologia tuato con le seguenti modalità: di Corrado Vella Bonifico Bancario: codice IBAN IT22U0503684630CC0341241705 presso 46 Lettera di Franco Marino all’ex prefetto dott. Francesco Marino Banca Agricola Popolare di Ragusa; di Franco Marino Conto corrente postale n. 12330916 I soci under 30 usufruiranno dello sconto del 50%. 48 L’angolo della posta Da parte dell’Associazione verrà rilasciata ricevuta dell’avvenuta riscossione. Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Sursum corda! EDITORIALE

di Grazia Maria Schirinà - foto di Paolo Candido Mentre si era alle stampe dell’ultima rivista pubblicata, abbia- vano gustosi indovi- mo avuto il piacere di sapere che il vescovo della nostra dio- nelli (nivinagghi), cesi di Noto, mons. Mariano Crociata, era stato nominato abbiamo curato una Segretario della CEI. Col rammarico di vedere allontanarsi, piccola raccolta di anche se per compiti senza dubbio più onerosi e validi della nivinagghi pp’a fa- reggenza di una diocesi come la nostra, un Pastore di tale migghi, proponendo- levatura spirituale e culturale, abbiamo sentito il dovere di la durante la stessa andarlo a salutare e di fargli avere il numero della rivista, che, serata. L’amica Cla- guarda caso, conteneva un articolo a lui dedicato. La sua ra, ceramista titolare disponibilità ad accoglierci è stata grande, e, in quell’occasio- de “La bottega del- ne, abbiamo ricevuto incoraggiamenti e lodi per il nostro l’arte”, già nostro spon- lavoro, che ha mostrato di apprezzare ampiamente. sor, ha voluto regala- Il 2008 si è appena concluso e noi abbiamo voluto iniziare il re, a chi indovinava nuovo anno assieme ai nostri soci-amici per uno scambio di la soluzione degli in- auguri e per la presentazione della programmazione annuale. dovinelli proposti, Giorno 5, al Porto Matto c’eravamo tutti, o quasi, per trascor- piccoli doni augurali rere insieme una serata conviviale. In questa occasione è stato da lei stessa realizza- presentato il calendario del 2009, riproducente un quadro del- ti. È stato un modo per vivacizzare la serata, rendendo parte- l’amico Corrado Frateantonio, già pubblicato nel servizio che cipi tutti gli intervenuti, i quali, ricevendo in dono la nostra lo riguardava nel n.1/2008; quadro significativo, a mio avvi- pubblicazione, si sono rammaricati di non aver trovato le so, del ruolo della nostra terra nell’ambito del Mediterraneo. risposte e si sono scervellati, si fa per dire, per indovinare Se consideriamo, infatti, che il 2010 sarà l’anno del libero scambio quelle giuste. Tutti, con estro e inventiva, si sono cimentati e fra l’Unione Europea e i partner afro-asiatici, presentando hanno fatto riflettere sull’importanza di questo tipo di espres- questo quadro vogliamo precorrere i tempi e augurarci che si sione culturale. I nivinagghi o miniminagghi, da sempre, sono raggiungano gli obiettivi fissati dalla Conferenza di stati alla base della curiosità umana o, oserei dire, della ci- Barcellona del 1995, con la realizzazione di una zona di pace viltà. Si tratta più comunemente di un enigma popolare, di e stabilità e con lo sviluppo di società libere e democratiche. forma breve e di facile memorizzazione, dotato di una strut- Diciamo ciò consapevoli che molti sono ancora i problemi da tura metrica elastica e, generalmente, anche di una formula risolvere: per esempio, il conflitto palestinese-israeliano è, d’inizio che varia da luogo a luogo: “Indovina, indovinaglia” purtroppo, lontano da una pacifica soluzione e in molti Paesi in Sicilia; “Cosa, cosella” in Lucania; “Devine, devinaille” in alcuni diritti dell’uomo, anche se riconosciuti, spesso non Bretagna; “Adivina, adivinanza” in Andalusia; ecc. sono applicati. Visto dunque il successo ottenuto con questo esperimento, Consapevoli altresì del valore delle tradizioni che vogliamo abbiamo proposto a tutti, di frugare nei loro ricordi e di pro- trasmettere, sollecitati dall’interesse di alcuni soci, in partico- porne altri, ovviamente diversi da quelli già inseriti per pote- lare di Clara Trefiletti Candido e Corrado Bono, che propone- re pubblicare un testo più ricco, con le dovute soluzioni. Si tratta di un’operazione altamente culturale, perché, che io sap- pia, non ci sono pubblicazioni in dialetto avolese di tal gene- re. Qui si aprirebbe un altro capitolo da affrontare, perché “l’avolese” è un dialetto diverso da tutti gli altri, un’isola quasi a parte, anche rispetto a Noto e Siracusa, centri limitro- fi. Durante la serata l’amico Paolo Candido ci ha fatto dono di un suo componimento in vernacolo, che ci piace proporre: Aulisi unu ogni paisi/chista è l’antica frasi./Aulisi nno munnu/fu ra bonanima l’ispirazioni/ri rapiri st’associazio- ni./Cettu nunn’ è facili puttalla avanti,/ci vonu soddi, sacrifi- ci e vuluntà,/pp’i chistu c’è Graziella Schirinà./N’autra cosa vi vogghiu riri./Nun v’alluditi/se arrivati ‘nta ‘mpostu e rici- Mons. Crociata fra la presidente ed Enrica Munafò. ti/nun hagghiu truvatu aulisi:/forsi siti l’unicu ‘nta su paisi.

2 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Frateantonio a Ronciglione SEZIONE DI ROMA

di Michele Tarantino - foto di Aldo Cassinese

Ronciglione è una cittadina dell’Alto Lazio di qualche migliaio di abitanti. Sfoggia un suggestivo quartiere medioevale e gode turisticamente della presenza del vicino Clara Trefiletti e Corrado Bono leggono Nivinagghi. lago di Vico. Per dire che, di per sé, non si tratta di realtà urbana che ordinariamente aspiri ad ospitare eventi artistici Ma veniamo ad altro. Il 22 Dicembre 1998 un gruppo di amici, sollecitati dal dott. Michele D’Amico, ci ritrovammo in della rilevanza e del significato di quello che vi si è svolto piazza Teatro dal notaio Battista, per fondare, in Avola, un’as- durante il trascorso mese di ottobre. Il fatto è che a sociazione culturale: “Gli Avolesi nel Mondo”, ASCAM; il 22 Ronciglione agisce una validissima associazione culturale dicembre del 2008 ha avuto inizio il decimo anno di vita della “Tempi Moderni” e lì vive ed opera un mecenate della forza nostra associazione. Vogliamo che questo decennale sia un e della sensibilità di Gianni Di Mattia. Di tal che, dopo un momento diverso, particolare, ricco di avvenimenti culturali e paio di sofferti rinvii, proprio nell’edificio cinquecentesco di partecipazione personale di tutti. Il dott. D’Amico diceva di proprietà del Di Mattia, nel bel mezzo della principale che dobbiamo ricevere dieci da ciascuno, ma rendere cento a arteria cittadina, dall’11 al 19 ottobre è stata ospitata la per- tutti. L’impegno nostro è massimo; con i pochi mezzi di cui sonale del maestro Corrado Frateantonio. Di più, il palaz- disponiamo non lesiniamo tempo e professionalità nella rea- zo, dopo il radicale restauro curato senza lesinare risorse lizzazione della rivista e delle attività varie organizzate nel dal Di Mattia predetto, ha aperto i saloni del primo piano, corso dell’anno. Raramente siamo supportati economicamen- proprio con la Mostra del nostro illustre concittadino. te dagli Enti pubblici cui abbiamo fatto ricorso e ne siamo Cinquanta tele del Frateantonio vi erano sapientemente stati amareggiati. Oggi però, consapevoli di offrire alla città e esposte. Un itinerario artistico lungo sette superbi saloni alla sua storia, tramite la rivista, uno strumento importante per che ha consentito ai visitatori di godere del poliedrico la conoscenza del territorio, consapevoli altresì della sua vali- mondo figurativo di Corrado. Noi della Sezione romana dità per aver superato il decennio e per la mole di materiale dell’Associazione degli “Avolesi nel Mondo” c’eravamo. che ci è stato donato dai nostri collaboratori, con la speranza Alle 18 in punto, fra i tantissimi intervenuti, una gagliarda di poterlo offrire tutto ai nostri lettori, vogliamo guardare al rappresentanza di Avolesi varcava la soglia dell’ampio por- futuro con ottimismo. Certamente la situazione economica, a tone di ingresso. Non voglio ora nominarli tutti e correre il livello locale, nazionale, o meglio, mondiale, non è delle più rischio di far immeritato torto a qualcuno. Non posso fare rosee (forse è proprio nera), ma siamo tutti tartassati da mes- saggi espliciti e subliminali che ci inducono alla tristezza e/o a meno di ricordare quanti erano venuti dalla lontana Avola a piangere su noi stessi. Non è una bella cosa. Bisogna reagi- per non mancare l’evento. Il sindaco dott. Antonino re! Già dal fatto di esserci dobbiamo trarre la forza per conti- Barbagallo e l’ assessore alla Cultura sig. Giuseppe Carbè, nuare, certi che verranno tempi migliori e che, comunque rappresentarono nell’occasione l’intera cittadinanza. Con vadano le cose, il nostro intervento nel territorio, nonostante loro, anch’essi venuti da Avola, c’erano la prof.ssa Grazia la stanchezza fisica e morale di alcuni momenti, è stato posi- tivo. Proprio in questo contesto, da quest’anno, vogliamo aprirci maggiormente all’altro con azioni concrete di acco- glienza e solidarietà, soprattutto per quanto riguarda il mondo degli anziani, che, come sappiamo, attendono i nostri inter- venti e per i quali la rivista stessa è compagna e conforto, e per quanto riguarda anche i giovani, patrocinando, ove possi- bile, le loro richieste e aiutandoli a emergere. Vogliamo riprendere, dunque, quanto il nostro statuto già prevede, per incidere ancora di più sul territorio. Sursum corda!

Il maestro Corrado Frateantonio durante la conferenza stampa

3 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009

dalle pareti dei saloni della Mostra. Ciascuno trasmettendo un inconsapevo- le quanto profondo messaggio: Operai; Sulla soglia; Pescatori; Uomini in Piazza; Rammendo; Uomo che beve; Pescatore ad Avola, per menzionare alcune delle opere presenti nella Mostra. Infine – ma solo per le dimensioni del presente scritto, ché il discorso sarebbe, altrimenti, ben più lungo – quanto alle opere di argomento religioso, le più re- centi: Crocifissione, Deposizione, Re- surrezione (in catalogo), Annunciazione, Fuga in Egitto – osserva il nostro Se- bastiano Burgaretta: Ci sono, nel com- Caprarola, foto di gruppo. plesso, una levità, un senso di “celeste” lirismo che, nonostante qualche proba- Maria Schirinà, presidente sempre più convinta e determi- bile, non so quanto involontaria, ascendenza memoriale, nata della nostra Associazione degli “Avolesi nel Mondo”, quasi certamente sono ispirati dal cammino interiore che il consorte di lei, stimatissimo dott. Sebastiano Munafò; il l’artista ha percorso negli ultimi anni e da determinati generale Michele Favaccio e la moglie Nella Urso; il prof. approfondimenti di natura teologica che presumibilmente Sebastiano Burgaretta e la moglie prof.ssa Rosa Raeli; il vi stanno dietro... Del resto lo stesso registro coloristico prof. Corrado Piccione con la moglie Saria Trovato; la nuovo, con il suo spostamento verso toni pastello, chiari, sorella e la nipote del maestro Lala Frateantonio e luministici, dei più recenti lavori, è un ulteriore segno del- Margherita Tiralongo. l’evoluzione subita dalla creatività pittorica di Fratean- Non voglio, qui, dilungarmi nel rimarcare la validità del- tonio. Anche il colore, infatti, oltre e accanto al segno, è l’evento artistico, forte della nutrita presenza di oli di venuto spostandosi in direzione di una levità lirica vieppiù Frateantonio, opere fra le più significative della sua varie- evidente e confermata nelle ultime realizzazioni. gata esperienza pittorica. Mi sia concesso tentare una sin- A me piace notare che, affrontando l’argomento religioso, tesi con il riportare alcuni brani degli scritti di esperti d’ar- Corrado, con timidezza e rispetto, io credo, sottrae fisicità te e/o semplici amici e ammiratori del pittore, che introdu- alle figure; rompe la continuità del colore; pone in essere cono il catalogo della Mostra. una serie di pennellate per delineare spazi, a volte impro- Dopo aver tratteggiato la ricca personalità artistica di babili ed incerti. Com’è della fede. Corrado, così si esprime il critico d’arte Franco Giordano: Lasciata la Mostra, con il proponimento di ritornare per Col tempo ho capito che per comprendere la pittura di godercela con maggiore concentrazione, ci recammo a Corrado bisognava per forza di cose scinderla per genere; cena da Fiorò, caratteristico ristorante in riva al lago di è come se tre/quattro pittori vivessero in un unico corpo e, Vico. Qui l’imprevista presenza di circa centocinquanta forse, bisognerebbe parlare di tre/quattro distinti maestri, persone mise a dura prova gli organizzatori. Non ci fu tutti capaci di creare capolavori assoluti. modo di riunire tutti i commensali in un solo ambiente. Circa l’atteggiamento di Frateantonio nei confronti della Molti dovettero privarsi della presenza del “protagonista”, realtà, così intensamente presente in grandissima parte in altra sala, con numerosi altri presenti. Corrado ripagò delle opere, e pur così variamente vissuta, in maniera rea- gli insoddisfatti dando il meglio di sé il mattino seguente listica piuttosto che veristica, un appassionato cultore di con l’illustrare senza risparmio di energie il palazzo cose d’arte, amico ed estimatore di Corrado, Mons. Farnese di Capranica. Michele Basso, ci dice: Malgrado una tipologia apparen- Mi capita qualche volta di chiedermi se vale la pena che io temente uniforme Frateantonio riesce a creare non un pae- mi impegni così tanto per l’Associazione, come ho sinora saggio tipo atteggiato nelle differenti situazioni, ma un fatto e come continuerò a fare finché sarà necessario: beh, popolo di personaggi; un mondo di gente simile tra loro e quando mi capita, mi dico che, in ogni caso, l’Associazione diverso, di azioni, di animali, di colline, di cieli, che pur degli Avolesi nel Mondo mi ha dato l’opportunità di cono- essendo intrisi di un solo sentimento desolato e cupo, la cui scere uomini del valore di Corrado Frateantonio, averne radice sociale è evidente, articola un poema tra i più ric- l’amicizia. chi e vasti che mai siano stati scritti sulla vita di ogni gior- no di un popolo. Uomini – poveri Cristi, come li evoca un altro commentatore – che ora io ammiro e che mi parlano

4 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Avola STORIA PATRIA

di Isabella Amodei di Filpo

Intorno agli anni ’90 a cura del Gior- nale di Sicilia di Palermo è stata pub- blicata una serie di piccoli ma eleganti fascicoli sotto il titolo: “Il Tesoro del- l’Isola”. “L’invito al viaggio” era rivolto ai let- tori da Domitilla Alessi che ne era l’i- deatrice e il direttore, nonché titolare della prestigiosa Casa Editrice paler- mitana “Novecento”, che, fra le altre iniziative, aveva creato il premio “La rosa d’oro”. Il primo personaggio insi- gnito era stato l’argentino Jorge Luis Borges, il quale l’anno successivo aveva scelto il secondo artista da pre- miare e così via, di anno in anno, per- ché è caratteristica del premio infatti La Chiesa di S. Antonio Abate in piazzza Regina Elena alla fine degli anni ‘20 del Novecento. che il vincitore venga proposto dal precedente. In circa venti anni questo tria”. Con un articolo di Salvatore meno però la necessità di difesa dalla premio ha portato a Palermo nomi illu- Boscarino si apre il fascicolo sulla parte del mare. stri di tutto il mondo che in qualche città; altri sono a firma di Salvo Lo L’architetto si affidò quindi alla sua modo erano legati alla Sicilia. Nardo, Eleonora Consoli e Maria esperienza, alle proprie doti di intelli- Supervisore del progetto grafico del Teresa Lanza. Quest’ultima descrive genza e d’intuito, privilegiando così “Il Tesoro dell’Isola” è stato Franco in maniera affascinante la Cava Gran- l’ipotesi di collocare il nuovo insedia- Maria Ricci; le referenze fotografiche de del Cassibile, il canyon più grande mento più vicino alla costa, sulla diret- riportavano i nomi più importanti nel- d’Europa, lungo una decina di chilo- trice che collega Siracusa con la l’ambito nazionale e internazionale, metri e profondo sino a 250 metri, di Contea di Modica, in quel pianoro alcuni scelti fra i numerosi bravissimi una bellezza incomparabile. Salvo Lo ricco di acque ed elevato sul mare, ren- fotografi siciliani. Nardo invece con la sua profonda dendolo così un punto di passaggio La pubblicazione veniva sponsorizzata conoscenza e grande sensibilità riesce obbligato fra due zone ad economia dalla Regione Siciliana, dalla Provin- a dare in breve un’immagine completa avanzata. cia di Palermo, dall’Assessorato Re- di Avola e delle sue peculiarità. La pianta della città, secondo la ten- gionale Territorio e Ambiente, da pri- Dopo il disastroso sisma del 1693 denza del tempo, era rappresentata da vati; i fascicoli erano dati in omaggio l’Amministrazione spagnola, insieme un esagono intersecato dalle linee del ai lettori come supplemento al Gior- al clero e alla nobiltà isolana, rapida- decumano con il cardo massimo, da nale di Sicilia. mente decise di affidare l’incarico per Nord a Sud, da Est ad Ovest. Nel mese di gennaio 1990 uscì il la ricostruzione al gesuita Angelo Il punto di incontro delle vie è anche il numero dedicato ad Avola “La città Italia, dandogli carta bianca anche per centro della grandissima piazza intito- dell’Utopia”, con le fotografie di Melo la scelta del luogo. lata a Umberto I, contornata da piccoli Minnella. La responsabilità era grave; innumere- isolati, tranne il complesso grandioso Avola ha oggi circa 32.000 abitanti; il voli dubbi dovettero creare problemi al della Chiesa Madre, San Nicolò. sito della città vecchia demolita dal bravo architetto. Innanzitutto sarebbe Gli isolati sono di forma quadrangola- sisma del 1693, più a monte rispetto stato meglio ricostruire la città altro- re ad eccezione di quelli posti ai lati alla nuova, viene indicato con il nome ve? E in questa ipotesi, dove? obliqui dell’esagono, che sono trian- di Avola Antica. Il territorio si presentava difficile per golari o trapezoidali; racchiudono cor- Come la vicina Grammichele Avola è anfratti, corsi d’acqua, coltivazioni, tili, giardini, spazi con funzione di caratterizzata da “una rigorosa geome- insediamenti abitativi; era venuta aggregazione, costituendo vere e pro-

5 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 prie “unità di vicinato”. Attorno potuto recuperare dalle macerie sin all’esagono è invece un susseguirsi dalla notte che seguì le prime scos- di edifici più piccoli, stretti e lunghi, se, dando così un segno concreto di paralleli, separati da viuzze; ma il fede nella Resurrezione e una spe- movimento pedonale e veicolare è ranza ai sofferenti, a chi aveva per- convogliato verso la zona del centro duto tutto. a mezzo di strade più larghe e con- La Chiesa nuova, benedetta dieci vergenti. anni dopo, l’11 gennaio 1703 venne Avola è proprio espressione della intitolata a S. Antonio Abate la cui “Città ideale” rinascimentale, oggi immagine, del 1713, era stata dona- diremmo “a misura d’uomo”, nata ta dai lavoratori della canna da zuc- dalla scuola di Antonio Averulino chero, i cosiddetti “cannamilari”. La detto “il Filarete” e di Leon Battista coltura della canna da zucchero era Alberti; grande architetto quest’ulti- praticata nel territorio da oltre tre- mo, e profondo studioso di urbani- cento anni; il culto del Santo invece stica il primo, contemporanei e fio- risale al XII secolo. L’immagine che rentini entrambi, anche se l’Alberti si trova nella Chiesa reca i suoi sim- era nato a Genova da esuli fiorentini. boli come protettore degli animali Angelo Italia, dunque, dopo studi e domestici, ma anche degli ammalati ricerche, tenendo presente i luoghi, di “herpes zoster” o “fuoco di S. la natura e soprattutto il silenzio tipi- Antonio”. co di uno spazio vuoto, isolato, un Sullo sfondo del quadro in alto è po’ alto sul mare e verso i monti pro- riprodotto l’antico prospetto della tetto dal Cassibile, aveva scelto quel Chiesa, quello del periodo barocco. sito e quella soluzione urbanistica. La facciata attuale della Chiesa è Alla luce della memoria, che è sem- neoclassica, ma è stata conservata pre reinterpretata di tempo in tempo, S. Antonio Abate - Altare del Cristo alla colonna. anche la facciata del ‘700, ricostrui- reinventata, come un gioco di specchi ta subito dopo il terremoto. Lo spazio che rimandano le immagini e scatena- orientaleggiante del Liberty con i tra le due facciate è stato utilizzato no la fantasia, la città diventa una scac- materiali innovativi e coi colori accesi, infatti per collocare in alto l’organo. chiera su cui si muovono le pedine; luminosi, gli uni e gli altri pur nella più Bellissimi sono gli altari, quello in basta variare una mossa e il risultato rigorosa tradizione del vetro, del ferro onice verde, miele e diaspro; l’altro cambia; se i percorsi sono infiniti le battuto, della ceramica e del legno, raf- barocco con marmi mischi e diaspro, mete saranno sempre diverse. finati prodotti di artisti locali. che, sacrificandolo un po’, accoglie in Gli itinerari ad Avola non sono mai Con il sisma del 1693, come detto, una grande teca la statua del Cristo uguali, le prospettive e gli scorci ogni poco si salvò dalla distruzione totale e alla colonna. volta nuovi. quindi pochissimo fu recuperato; ma Interessante l’acquaforte del 1756 con Mentre a Noto la direzione è quasi desidero ricordare qualcosa che tutta- la pianta esagonale nitidissima di obbligata e a Modica bisogna andare via è rimasto e viene custodito ancora Avola. guidati, tanto la città è grande, disper- oggi con grande amore e interesse dai È comunque ancora tangibile che la siva, ad Avola invece occorre sostare cittadini. città fu ricostruita ex novo in breve senza fretta davanti al barocco smorza- Nella sua cappella ove si trovava, nella tempo con il contributo economico, to degli edifici, alle chiese monumen- Chiesa totalmente distrutta, fu “salva- l’apporto fattivo e la volontà di tutte le tali, ai palazzetti deliziosi; soprattutto ta” la statua molto venerata ad Avola forze: potere centrale, nobiltà, clero, bisogna cogliere la miriade di strutture del Cristo alla colonna, intatta. Opera gente comune. architettoniche, di particolari insoliti, stupenda, in legno e gesso dipinto, era Avola quindi non è da meno delle dei decori, delle vetrate, delle finestre stata realizzata nel 1612 da un ignoto magnifiche cittadine che la circonda- e dei fregi; e poi ringhiere, stemmi, artista. no: Ragusa, Noto, Modica, e poi Sci- mensole in puro stile Liberty, che si Era proprio l’immagine della lacerante cli, Pachino, Ispica, Chiaramonte Gulfi. offrono ad ogni passo, dietro gli ango- sofferenza della gente colpita da quel Ha degli aspetti insoliti e richiede visita- li, nei cortili, nelle vie. disastro morale e materiale. Pareva tori più attenti e sensibili, pronti a rece- La scelta lungimirante dell’architetto proprio che ancora una volta Gesù pire questo “tesoro”, un po’ nascosto. Italia è stata alimentata ed esaltata in volesse condividere il dolore di ciascu- modo esponenziale innanzitutto dal na delle vittime. Foto tratte dal volume barocco con la fantasia della pietra e la I sopravvissuti allora offrirono al Sant’Antonio Abate in Avola di Francesca sontuosità delle linee e poi dal gusto Cristo quanto di più prezioso avevano Gringeri Pantano

6 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Un uomo e un artista Intervista all’attore Lino Coletta PERSONAGGIO

di Sebastiano Burgaretta Da anni mi è capitato d’incontrare spes- qualche battuta ogni volta che ci incon- so, per le vie di Avola, un signore dalla triamo. Devo dire che più spesso sono io figura snella, il volto segnato dal tempo, a forzargli la mano e a prendere l’inizia- un berrettino sul capo riccioluto, calzon- tiva, stanandolo da dietro i suoi imman- cini e sandali nei mesi estivi, l’imman- cabili occhiali scuri da sole, con i quali cabile borsello a tracolla. L’ho visto, forse si difende dalla violenza del caos ogni volta, incedere speditamente, con materiale e dall’invadenza dei fenomeni atteggiamento dimesso, quasi sempre esteriori che ammorbano la società e il come assorto nei suoi pensieri, schivo, mondo di oggi. Ho scoperto nel tempo, insomma, e solitario, ma sempre con infatti, l’alto spessore spirituale di portamento serio e dignitoso. Le prime Pasqualino Coletta, uomo di preghiera e volte mi domandavo chi fosse questo di grande apertura d’animo, che ama il signore un po’, all’apparenza, eccentri- prossimo e lo soccorre, quando può, nel co, ma, al tempo stesso, di una compo- silenzio e nella discrezione. Cristiano stezza che, certo, non passava inosserva- praticante, frequenta i sacramenti e quo- ta. Ho saputo poi, da qualcuno, che si tidianamente va in visita di adorazione trattava del nostro concittadino attore alla Santissima Eucaristia. Ed è all’usci- Pasqualino Coletta, di recente tornato ad ta di chiesa che ho potuto più volte par- Avola, dopo esser vissuto per molti anni largli e, piano piano, nel tempo, convin- Lino Coletta fuori e aver lavorato nello spettacolo. cerlo a rilasciarmi un’intervista sulla sua Qualche amico che lo conosce meglio di per le vie di Avola, ha l’apparenza di un vita di attore; cosa alla quale in un primo me ne ha poi esaltato le qualità umane, uomo assorto in astrattezze sue persona- tempo era fortemente contrario. confermando con ciò quanto io peraltro lissime. E invece dal teleschermo comu- Non è stato facile, stante la sua ritrosia a avevo già negli anni vagamente intuito. nicava una straordinaria ricchezza inte- parlare di sé e a dover, per forza di cose, Confesso che affiorava in me il deside- riore e un trasporto emotivo che solo al toccare nel corso della conversazione, rio di conoscere questa persona da vici- telespettatore distratto sarebbero potute anche qualche aspetto, a suo giudizio, no, ma mi trattenevano, dal presentarmi sfuggire. poco degno di attenzione della sua espe- mea sponte a lei per la strada, un po’ il Per me fu come fare conoscenza diretta rienza di uomo e di artista. Oggi, infatti, senso della discrezione e un po’ il timo- con Pasqualino Coletta, attore in pensio- Coletta guarda con un certo distacco, e re di apparire il curioso di turno che va a ne, che per anni ha lavorato in teatro e con giudizio di superiore maturità, a invadere il terreno della vita altrui. Il nel cinema col nome d’arte di Lino un’attività che pure ha svolto con pas- contegno serio della persona rafforzava Coletta. Non mi fu difficile, quindi, fer- sione, entusiasmo, rigore morale, e con questo mio timore. Un evento speciale, a marlo alla prima occasione per strada e, ferma tenacia, tutte connotazioni, que- un certo punto, mi venne in soccorso, superando timori e cautele, salutarlo, ste, che orgogliosamente e giustamente sciogliendo, in certo qual modo, i miei presentarmi a lui e congratularmi per il rivendica come suo portato intimamente timori e le mie cautele. Lo colsi, facen- lavoro che andava registrando, con la sentito, goduto e sofferto. La modestia do zapping come raramente mi succede, lettura di Dante, a TV Amica. Grandi di vita e la mitezza di carattere comple- mentre, sulla rete locale TV Amica, leg- furono la mia emozione e, in parte, il tano i tratti di un uomo che mi onoro di geva un canto della “Divina Com- mio intimo disagio, al sentire il signor avere, sia pure nel rispetto della privacy media”. Fermai il tasto del telecomando Coletta ringraziarmi, commosso, del e nella discrezione, come amico, e di cui e, ascoltando il programma, rimasi pia- mio gesto, e, soprattutto, profondersi in Avola ha motivo di essere orgogliosa. cevolmente coinvolto dal fascino discre- attestati di stima per la mia persona. Mi Mi corre l’obbligo, cui volentieri ottem- to e misurato che lettura e mimica del precisò subito, infatti, che mi conosceva pero, di ringraziarlo, in questa sede, volto di Coletta emanavano a profusio- e mi apprezzava da tempo, schermendo- della grande cortesia che mi ha usato e ne. Toccai allora, come si dice, con si, per contro, davanti alle mie espres- di chiedergli scusa per l’intrusione da mano, sia pure attraverso lo schermo sioni di ammirazione e di simpatia per me consumata nella sua sfera personale televisivo, la passione artistica e, si lui. e per la “studiata violenza” che mi sono intuiva pour cause, la carica umana di Il ghiaccio, come si suol dire, era rotto, e ritrovato a “infliggergli” con l’iniziativa questa persona, che, quando cammina da quel giorno ci salutiamo e scambiamo dell’intervista-colloquio realizzata il 31

7 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 marzo 2008 e qui di seguito ospitata Pozzo, parroco del Sacro Cuore di Gesù, che ricordo è Le campane nella zolfara. dalla nostra rivista. allo scopo di aggregare in modo sano e Ricordo anche L’eredità dello zio cano- Sig. Coletta, mi parli un po’ di lei e culturalmente costruttivo i giovani della nico di Antonino Russo Giusti. Spesso, della sua vita. città, organizzava delle rappresentazioni nella distribuzione delle parti, c’erano Sono nato ad Avola il 27 marzo 1932 da teatrali, realizzando spettacoli e comme- delle forzature con ruoli non appropriati Corrado e da Francesca Riscica, ultimo diole per i parrocchiani e i giovani. all’età degli attori. Quando avevo di sette figli, sei maschi e una femmina. Questi si riunivano numerosi attorno alla diciannove anni, per esempio, mi capitò La mia era una famiglia di modeste con- straordinaria e carismatica persona di di dover interpretare il ruolo del padre di dizioni, che negli anni della guerra padre Pozzo, sacerdote amato assai dagli un ragazzo. Ma ci divertivamo e cresce- conobbe momenti di povertà. Abitava- avolesi per la totale dedizione alla sua vamo in ambiente sano e culturalmente mo in casa d’affitto. Dopo aver superato missione e per la generosità con cui aperto. la terza media, fui mandato a garzone esercitava il suo ministero. Tutti ricorda- Chi altri c’era nella filodrammatica? presso mio fratello Francesco, detto no ad Avola quanto si prodigò in occa- C’erano Nunzio Cancemi, Carmelo Am- Ciccio, che a San Giovanni aveva una sione dell’incendio che nel 1950 devastò brogio e altri giovani dell’Azione Cat- piccola officina in cui riparava biciclet- il timugnali di grano che tradizional- tolica. Ciccio Spada realizzava magi- te. Allora la bicicletta era il mezzo di tra- mente si realizzava ogni estate in contra- stralmente le scene. Regista, come ho sporto col quale i braccianti di Avola si da Santa Venericchia, nell’area in cui detto, era Pippo Basile. recavano al lavoro nelle campagne del attualmente sorgono le palazzine di edi- Dopo quell’esperienza com’è andata? Siracusano, e perciò le zone di San lizia popolare e la piazza che ospita i cir- Quando avevo l’età di 22 anni la mia Giovanni e della Porta di città contavano chi equestri. Robusto e possente com’e- famiglia si trasferì in Piemonte. Il mio varie “officine” per due ruote a pedali. ra, con tutto l’abito talare addosso, affer- fratello maggiore, Carmelo, aveva tro- Ricordo, oltre a quella di mio fratello, rava a due per volta, uno per ciascuna vato lavoro alla Fiat. Quindi chiamò lì il anche quelle dei signori Nicolino mano, i covoni di grano della povera resto della famiglia e così, il 1° maggio Cavarra, Guglielmo Sessa, Nuzzo Caru- gente, per sottrarli alle fiamme, correndo 1954, partimmo da Avola, per trasferirci so, Corrado Macca e Angelo Gentile. come un forsennato, per salvare quanto in Piemonte. Era il giorno della festa del La passione per lo spettacolo quando e più grano possibile. Quest’episodio lo lavoro e sulla motrice del treno c’era un come nacque in Lei? fece amare ancora di più dagli avolesi, grosso mazzo di mai, le margherite gial- Nell’officina di mio fratello ero infelice. che lo ricordano infatti con grande le che allora erano il simbolo della festi- Non mi trovavo bene in quel lavoro. Mi rispetto e venerazione. Mi scusi, se mi vità del 1° maggio. Se ne facevano, in- sentivo fuori posto. Smaniavo dentro di sono dilungato su questi dettagli, ma è fatti, mazzetti, corone e collane nei me per il teatro e il cinema. Sentivo che per dare l’idea della stima di cui godeva campi, in cui i lavoratori si recavano a ero nato, per esprimermi e comunicare ad Avola padre Pozzo e del lavoro che, festeggiare con parenti e amici. Noi con questi mezzi. A diciassette anni attorno alla sua persona, egli riusciva a “festeggiammo” andando a cercare potei per la prima volta soddisfare que- fare con i giovani che lo seguivano e per lavoro lontano da Avola. Ci stabilimmo sta mia forte aspirazione, non da tutti a i quali, come si sa, aveva cominciato la a Trecate, in provincia di Novara, perché quel tempo capita per quello che era. costruzione di quell’opera che sarebbe Carmelo lavorava come verniciatore alla In che modo ciò avvenne? dovuta servire come oratorio ma che, Fiat. Riuscì a impegnare lì anche me, Era il 1949 e il sacerdote di santa memo- per la morte prematura del sacerdote, nell’officina di carrozziere che aveva ria, originario di Pozzallo, don Antonio restò per tutti, e fu per anni conosciuta, aperto privatamente, ma io non ci stavo come “il cantiere” di padre bene. Ero infelice in quel lavoro. E non Pozzo. mi ci vedevano a mio agio neanche i Lei come conobbe don Antonio miei familiari. Pozzo? Che cosa avrebbe desiderato fare lei? Mentre lavoravo nell’officina di Io continuavo a vedermi impegnato mio fratello a S. Giovanni, pro- nella filodrammatica dell’oratorio. Mi prio accanto ai locali della cano- sentivo nato per questo. Non amavo nes- nica della chiesa, mi notò, ravvi- sun altro lavoro. Mi adattavo per neces- sando le mie intime aspirazioni, sità, perché la vita mi obbligava, ma ero il signore che organizzava come infelicissimo. Desideravo evadere, per regista gli spettacoli teatrali al S. inseguire il mio sogno. Mi sentivo come Cuore. Questo signore si chia- prigioniero. Pregavo il Signore con fer- mava Pippo Basile e guidava una vore, talora con rabbia, arrivavo a vera e propria filodrammatica, bestemmiare, perché avrei voluto che mi che operava con continuità. risolvesse Lui i miei problemi di vita. In Ebbene, mi volle con i giovani quel paesetto di diecimila abitanti non attori della sua compagnia. vedevo spiragli per me e per i miei sogni Che lavori teatrali mettevate in nel mondo del teatro. Milano, che pure scena? era vicina, in realtà per me era lontana, Qui e a pag. 9 Lino Coletta nel film "Uno di più all'inferno" Erano lavori in lingua. Un titolo almeno così la percepivo nella mia

8 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 inquietudine. Avrei avuto bisogno di qualcuno che, conoscendo le mie qua- lità, mi guidasse e mi aiutasse a sapermi organizzare. Come si sbloccò poi questa situazione e con quali sviluppi? Un giorno mia madre, che soffriva anche lei nel vedermi infelice, mi disse: Devi avere pazienza. Questa notte ho sognato un vecchietto bellissimo, con i capelli bianchi come la neve, che ti parlava, dicendoti: devi avere pazienza. Da quel giorno io presi a rimuginare il sogno fatto da mia madre, domandandomi: Che cosa vorrà dire? Poco dopo, consigliato da un amico, cominciai a frequentare una scuola di recitazione. Che scuola era? Era la “Scuola del cinema” di Milano, diretta da Renato Spezzo, il quale teneva lezioni di regia. Io presi lezioni di recita- zione e di dizione. Però sapevo bene che il cinema si faceva a Roma. Erano là Rizzoli, Ponti, De Laurentiis… Sentivo, insomma, che quella non era la scuola appropriata per me. A Milano c’era anche la scuola di Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Feci un esame, un’audi- zione vera e propria. Nella risposta scrit- ta, che mi mandarono a casa, dicevano che potevo lavorare benissimo in teatro, anche senza bisogno di una scuola. Ma io non sapevo nulla di dizione. Rimasi deluso. Non sapevo che cosa fare. cinque del mattino mi recavo al lavoro a di Brecht con la regia di Strehler e con Che successe dopo? Vercelli, nella carrozzeria di Carmelo, il Tino Buazzelli come protagonista. Mi Nella “Scuola del cinema” insegnava quale, a un certo punto, aveva lasciato il propose a Strehler, per sostituire un suo un’ex attrice, Livia Eusebio, la quale si lavoro alla Fiat, per dedicarsi soltanto allievo, che non poteva andare a Roma accorse che io emergevo sugli altri allie- alla sua carrozzeria. Stavamo economi- per le repliche dello spettacolo, in quan- vi. Cominciò allora a chiamarmi a lavo- camente bene, ma io ero col cuore a to a Milano doveva seguire un corso di rare in piccole parti in alcune messe in pezzi. La gente del posto era dura, non regia. Fu così che andai a Roma con scena teatrali cui lei collaborava come aveva sentimenti. Alcuni, vedendomi quella compagnia importantissima, qua- segretaria di edizione. Iniziai in tal così irrequieto, mi definivano fannullo- si senza rendermene conto. modo a lavoricchiare. Ebbi l’opportunità ne, ritenendomi un lavativo e scansafati- Passò quindi dalle piccole cose estem- di conoscere grandi attori e di lavorare che. E invece io facevo sacrifici durissi- poranee ad impegni più grossi e coin- con Luigi Pavese, Gianni Santuccio, mi, che però non mi pesavano. volgenti. Paola Borboni. Con costei nel 1963 feci Sacrifici che La portarono a qualche Sì. Con le repliche di Galilei nel 1964 il cocchiere di carrozza nella riduzione sbocco positivo, immagino, nel tempo? lavorai tre mesi al teatro Eliseo di Roma, televisiva del Matrimonio di Gogol. Sì. Partecipai alla realizzazione di alcuni con attori come il citato Buazzelli e Qualcosa dunque cominciò a muoversi filmati pubblicitari per Carosello con la Renato De Carmine. Fu un grandissimo nell’ambito delle sue aspirazioni… Union Film. A Milano c’era Giorgio successo quello. Furono anni di sacrifici. I miei familiari Barbafiera, un signore di origine russa Dopo come andò? mi lasciavano libero, cosicché potessi che gestiva una specie di sindacato per Sciolta la compagnia, decisi di rimanere frequentare la scuola a Milano. Affron- lavoratori dello spettacolo. I cineasti si a Roma e perciò dovetti cercarmi una tavo sacrifici durissimi, ma io, determi- rivolgevano a lui, quando avevano biso- sistemazione con una stanza in affitto, nato com’ero, non li sentivo. Nel pome- gno di attori, di effetti speciali, di mezzi che trovai dalle parti del Quirinale. Fu riggio andavo in treno a Milano, per fre- vari. Fu lui a farmi fare dei “caroselli” dura anche lì. Piano piano, tra stenti e quentare la “Scuola del cinema”, all’una con Arnoldo Foà, con Claudio Villa. Fu pianti, mi inserii nel mondo dello spetta- di notte tornavo in Piemonte e poi alle lui che mi procurò una parte nel Galilei colo. La mia fu un’ascesa lenta e soffer-

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Michele Placido in Fontamara nel corso della sua carriera di attore? di Ignazio Silone, dove avevo la Era apprezzata la mia professionalità nel parte di un cafone. Tutte le parti lavoro. Una sera, mentre lavoravo con più belle le ho fatte con ottimi Lavia, Orsini e la Guerritore, ebbi, in attori, quali, negli anni Ottanta, camerino, i complimenti di Rossella , Gabriele Lavia, Falk per la mia voce, che giungeva chia- Monica Guerritore e altri. ra e limpida dappertutto. – La figura tea- Che ruoli Le affidavano preva- trale basta – mi disse – Lei potrebbe lentemente? benissimo anche non parlare. La mimica Ho rivestito i ruoli più diversi. va benissimo – . Ma io so che in teatro la Qualsiasi abito di scena mi met- mimica non si vede. Al cinema conta tessero, io ero quel personaggio. molto. In teatro conta molto l’intonazio- Parlavo come doveva parlare ne. quel personaggio. Ho fatto, Come ha conosciuto Gabriele Lavia? come ho detto, il cafone, il Stava mettendo in scena Delitto e delitto cameriere, il ministro di un di Stringberg e da due mesi cercava un paese orientale, il pistolero, parti attore per la parte dell’abate. Gli amici di ogni genere. Quando, nel mi esortarono a presentarmi a lui e così 1965, in Sardegna partecipai a feci un giorno, in cui i candidati erano Una questione d’onore, con Ugo più di venti. Venne fuori l’aiuto regista, Tognazzi, il regista, che era Franco Però, il quale mi presentò a Luigi Zampa, telefonò a Grazia Lavia. Questi mi chiese delle referenze, Di Leo, la mia agente, e le disse: volle sapere con quali attori avessi lavo- – Se lo tenga ben forte quest’at- rato e poi mi diede delle battute da leg- tore. È un attore con la faccia gere. Dopo un attimo esplose in un: – giusta. Può fare tutto: dal santo Questo è l’attore che cercavo! – Era il al diavolo–. E all’aiuto regista 1983. In scena c’era pure Daria Nico- disse: – Ricordati di quest’attore –. lodi, moglie di Dario Argento. Finite le Sono state attestazioni di stima repliche di Delitto e delitto, Lavia mi che l’avranno gratificato e, volle per il Don Carlos di Schiller, dove Lino Coletta nel film “Il giorno della civetta” immagino, anche incoraggiato. mi chiamò a sostituire un attore che si Certo, mi stimavano. Mi pronosticavano era infortunato. ta, anche per via del mio pessimismo un avvenire migliore, ma non è stato Belle soddisfazioni, dunque, ha avuto personale e del mio rifiuto intimo a così. Ora capisco bene quel che è stato. con il lavoro in teatro. cedere a compromessi e a sgambetti. In Dio mi ha dato il dono di poter comuni- Ricordo che una sera, durante una scena quell’ambiente erano di casa intrallazzi care attraverso la parola e la mimica fac- con la Guerritore, dalle prime file partì e cose talvolta poco chiare. Ci volevano ciale e il corpo, ma non mi ha permesso un sonoro bravo! dedicato a me. Era intraprendenza, furbizia e ampia dispo- di praticare la ruffianeria e di accettare i stata apprezzata la mimica con la quale nibilità ai compromessi. Si capiva benis- compromessi. Sono, per mia natura e per io avevo seguito la Guerritore. Sapevo simo che in tanti accettavano i compro- formazione, proteso a fare cose che non tenere dietro anche a chi improvvisava. messi, specialmente le ragazze. Ma offendano la morale. È successo più volte con Umberto anche attori uomini scendevano a com- È un bilancio, che tenta di fare, del Suo Orsini, per esempio. promessi. Sotto questo aspetto io ero un cammino ..? Come è andata poi negli anni? timido, per niente disposto a cedere a Non potevo, per come sono fatto io, Mentre tra gli anni Sessanta e Settanta quella che era la parte tarata di quel sfondare in mezzo a quella gente. ho lavorato fra cinema e teatro, negli mondo. Ricordo bene che, quando alle Potevo, come ho fatto, lavorare in anni Ottanta ho fatto prevalentemente sette andavamo a lavorare sul set cine- immersione, ma non potevo emergere ad teatro, con alcuni lavori anche alla radio. matografico, uno degli attori che erano ogni costo. Perciò ho dignitosamente L’ultimo film al quale ho partecipato è con me mi gridava: – A Colè’, la sera lavorato, ma non ho sfondato. E ringra- stato Vado a riprendermi il gatto (1989), dove vai? – Sto a casa – rispondevo io. zio il Signore Dio per questo dono. Io con Mario Adorf. – A Colè, così non sfonderai mai! La non vi ho messo nulla di mio. Lui mi ha Dopo che cosa è successo? sera tu devi venire con noi a “fare bat- dato tutto e io Lo ringrazio. Ho sentito Nel 1990 sono venuto via da Roma e terie”, a fare le ore piccole – . E parlo di sempre questo dono come una missione. sono tornato ad Avola, da dove non sono persone che sono poi diventate assai Ho cercato, nel mio piccolo, di far frut- uscito più. famose nel mondo dello spettacolo. tare i talenti in modo serio, puntuale, Perché è tornato in Sicilia? Riuscì comunque, stando a Roma, a nella sana moralità. Ho voluto una vita A Roma c’era stato lo sblocco degli lavorare quasi sistematicamente. di amicizia con Dio e ho fatto questo affitti, e, dopo una proroga di quattro Ebbi modo di lavorare molto fra teatro, lavoro mantenendomi pulito. anni, fui sfrattato. O compravo l’appar- cinema e anche televisione. Lavorai con Avrà avuto degli incontri interessanti tamento o andavo via. Immagini lei:

10 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 sedici milioni al mq in un palazzo del di Marcello Baldi, 1970. Ettore Manni, Calisto Calisti, Joe Sentieri, Seicento. Pertanto, pur se a malincuore, Il supermaschio, di Alfred Jarry, regia di Fabio Testi, Dino Strano. Italia, 1968. sono andato via da Roma. Con quello Antonio Salines, (anni ’70). Sedia Elettrica di Demofilo Fidani, con Big I. Antigone, di Sofocle, regia di Antonio Verdi (Reza beyk Imanvardi), Sheila Rosin che avevo guadagnato ho acquistato la Calenda, 1972. (Spela Rozin), Dean Stratford (Dino Strano), casetta in cui abito. Certo, sarei voluto Pinocchio, di Collodi, con Enzo Cerusico, Silvio Noto, Franco Ricci, Luciano Conti, restare nel mondo dello spettacolo e 1981. Frank Fargas (Paolo Figlia), Amir Jeffrey, lavorare fino alla morte, ma non mi è Il Galileo, di Bertold Brecht (1964, regia di G. Franca Licastro, Tennis Colt (Benito Pacifico) stato possibile. Strehler, col “Piccolo” di Milano) Mariella Palmich, Piero Del Papa, Simonetta Che cosa fa adesso ad Avola? Il berretto a sonagli, di Luigi Pirandello, regia Vitelli. Italia, 1969. Trapiantato nella terra d’origine, dopo di N. Marineo, col “Teatro comico italiano”, Il grande silenzio di Sergio Corbucci, con 1968. Jean-Louis Trintignant, Klaus Kinski, Frank l’amarezza del distacco dall’amato lavo- La mandragola, di Niccolò Machiavelli, 1981. Wolff, Luigi Pistilli, Vonetta McGee, Mario ro, ho cercato di dimenticare il passato, Il Santo Graal, al Meeting di Rimini, 1985. Brega, Carlo D’Angelo, Marisa Merlini, ma non ci sono riuscito. I ricordi affiora- Caravanserraglio, di e con Giancarlo Corbelli Maria Mizar, Marisa Sally, Raf Baldassarre, no fortemente. Il rimpianto è continua- regista e protagonista, (anni ’80). Spartaco Conversi, Remo De Angelis, Mirella mente presente. Delitto e delitto, di August Stringberg, regia Panphili, Fortunato Arena, Bruno Corazzari, Vivo di pensione, posso mangiare del di Gabriele Lavia, 1983. Loris Loddi, Benito Pacifico, Mimmo Poli, lavoro che ho fatto con dignità. Ho Don Carlos, di Federico Schiller, regia di Claudio Ruffini, Giulia Salvatori. Italia. 1968. Gabriele Lavia, 1983. Una nuvola di polvere... un grido di morte... maturato i ventidue anni di lavoro di Cinema: arriva Sartana di Giuliano Carnimeo, con attore, necessari per godere della pensio- Una questione d’onore (Uccidere per salvare , Piero Lulli, Susan Scott, ne dell’ENPALS. Quindi Dio, da bravo l’onore) di Luigi Zampa, con , Gianni Garko, Nieves Navarro, Franco Pesce, regista della mia vita, mi ha permesso di , Bernard Blier, Nicoletta Renato Baldini, José Jaspe, Luis Induni, Sal vivere del lavoro che mi chiamò a fare. Machiavelli, Sandro Merli, Tecla Scarano, Borgese, Brizio Montinaro, Bruno Corazzari. Come sono scandite le sue giornate? Franco Fabrizi, Pasquale Cennamo. Italia, Italia, 1970. Accudisco alla mia persona nel fisico e 1966. Edipeon di Lorenzo Artale, con Magali Noël, Il Re dei Criminali – L’Invincibile Superman Massimo Serato, Hélène Chanel, Mirella nello spirito. Cammino, partecipo quoti- di Paolo Bianchini, con Guy Madison, Ken Pamphili, Christian Hay, Aïché Nana, Luca dianamente alla S. Messa, ascolto Radio Wood, Aldo Bufi Landi, Liz Barrett, Valentino Sportelli, Malisa Longo, Roberto Lande, Maria, penso, penso. Trovo sollievo, Macchi, Diana Loris, Biagio Pelligra, Aldo Marcello Tamborra. Italia, 1970. quando la gente per strada mi dice: – Sambrell, Diana Lorys, Giovanni Cianfriglia, Trastevere di Fausto Tozzi, con Nino Man- T’ho visto in TV. Sei bravo! – Succede Luisa Baratto, Tomas Blanco, Aldo Sambrel, fredi, Leopoldo Trieste, Rosanna Schiaffino, da quando a TV Amica ho letto La Sergio Testori, Valerio Tordi. Italia, Spagna, Vittorio De Sica, Milena Vukotic, Umberto Divina Commedia, La baronessa di 1967. Orsini, Vittorio Caprioli, Ottavia Piccolo, Ni- Il gioco delle spie di Paolo Bianchini, con no Musco, Enrico Formichi, Rossella Como, Carini Il re di Francia , . Mi accontento Roger Hanin, Tino Carraio, Lea Padovani, Gina Mascetti, Luciano Pigozzi, Stefano Op- ormai di parole, ma avrei voluto fare Rory Calhoun, Evi Malandi, Raf Baldassarre, pedisano, Marcella Valeri, Fiammetta Baralla, questo mestiere sino alla fine della mia Jean Gaven, Nino Fuscagni, Fabrizio Cortese, , Carlo Gaddi, Nerina Mon- vita. John Karlsen, Ralph Baldwin, Mario Lecchi, tagnani, Vittorio Fanfoni, Gigi Ballista, Don Ma può essere contento della sua vita. Conrad Andersen. Italia, 1966. Powell, Giorgio Maulini. Italia, 1971. Sì. Non mi lamento. Dio ha tenuto le Il giorno della civetta di Damiano redini della mia vita artistica. Non mi ha Damiani, con Claudia Cardinale, Lee J. Cobb, Franco Nero, Serge fatto fare cose strabilianti, ma cose per le Reggiani, Ugo D’Alessio, Nehe- quali sono stato apprezzato. Nessuno miah Persoff, Fred Coplan, Ennio mai mi ha detto: – Sei stato un cane! –. Balbo, Brizio Montinaro. Italia, Ora la gente mi rispetta, perché ha capi- 1968. to la mia professionalità e la mia bravu- Hypnos – Follia di un massacro di ra. Cerco di pensare a me e mi preparo al Paolo Bianchini, con Giovanni grande passo che dovrà fare la mia Cianfruglia, Robert Woods, Rada Rassimov, Fernando Rancho, Piero anima. Io ora devo essere lo scopo della Gerlini, Nino Vingelli. Italia, 1968. mia vita e dico ogni giorno: – Signore, Uno di più all’inferno di Giovanni sono qua. Ho gli acciacchi della vec- Fago, con George Hilton, Claudie chiaia, ma eccomi, sono qua – . Lange, Paul Stevens, Gil Roland, Silvio Bagolini, Pietro Tordi, APPENDICE Ferruccio Viotti, Paolo Gozlino, Alcuni titoli nel Curriculum professionale Renato Pinciroli, Krista Nell, Carlo di Lino Coletta Gaddi, Ugo Adinolfi, Adriana Giuffré, Mirko Valentin, Adolfo Teatro: Belletti, Robert Anthony, Franco Alta distensione, di Pasquale Festa Campanile, Aloisi. Italia, 1968. regia di Antonio Calenda, 1989. Straniero... fatti il segno della Il cimitero delle automobili, di Fernando croce! di Demofilo Fidani, con Arrabal, regia di Marcello Baldi, 1968-69. Charles Southwood, Jeff Cameron, Dieci poveri negretti, di Agatha Christie, regia Cristina Penz, Luciano Doria, Lino Coletta nel film "Trastevere"

11 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009

Testa t’ammazzo, croce... sei morto... mi chia- Cecconi, Ennio Colaianni. Italia, 1974. lia, 1975. mano Alleluja di Giuliano Carnimeo, con Lezioni di Violoncello con Toccata e Fuga di Il matrimonio, di Gogol, 1963. Charles Southwood, George Hilton, Agata Davide Montemurri, con , Diario di un giudice, regia di Marcello Baldi. Flori, Linda Sini, Andrea Bosic, Paolo Mario Scaccia, Leopoldo Trieste, Sandra (anni ’70). Gozlino, Roberto Camardiel, Claudio Ruffini, Mantegna, Marina Malfatti, Christian Bor- Davide Lazzaretti, nel ruolo del protagonista, Ugo Adinolfi, Fortunato Arena, Gaetano romeo, Carlo Giuffrè, Luigi Montini. Italia, regia di Sandro Rossi (anni ’70). Scala. Italia, 1971. 1975. Un siciliano in Sicilia, di Pino Passalacqua, Uomo avvisato mezzo ammazzato … Parola di Furia Nera di Alex Demos, con Ettore Manni, con James Russo, Patti Lupone, Vincent Spirito Santo di Giuliano Carnimeo, con Erna Schurer, Andrea Balestri, Luigi Pezzotti, Gardenia, Sergio Castellitto, Paolo De Vita, Gianni Garko, Víctor Israel, Poldo Pendandi, Susanna Melandri, Nino Vingelli, Attilio , Gianluca Favilla, Orso Cris Huerta, Jorge Rigaud (Gorge Rigaud), Dottesio, Dada Gallotti, Franco Mazzieri, Maria Guerrini, Christian Jean, Biagio Pilar Velásquez, Paul Stevens (Paolo Gozli- Dino Emanuelli. Italia, 1975. Pelligra, Carlo Reali, Vincenzo Salemme, Bill no), Nello Pazzafini, Fortunato Arena, Aldo Al piacere di rivederla di Marco Leto, con Vanders, georges Wilson. Italia, 1987. Barberito, Carlo Gaddi, Franco Pesce, Monica Ugo Tognazzi, Françoise Fabian, Miou-Miou, Western di cose nostre, di Pino Passalacqua, Altomonte, Salvatore Baccaro. Italia, 1971. Cesarina Gheraldi, Alberto Lionello, Biagio con Domenico Modugno, Gabriella Saitta, Il terrore con gli occhi storti di Steno, con Pelligra, Maria Monti, , Raymond Pellegrin, Philippe Lemaire, Biagio Enrico Montesano, Lino Banfi, Alighiero Franco Graziosi, Philippe March, Lia Tanzi, Pelligra, Sergio Castellitto. Italia. 1984. Noschese, Isabella Biagini, Francis Blanche, Claudio Bigagli, Shirley Corrigan, Barbara Casanova, con Ugo Pagliai (anni ’70 ). Mimmo Poli, Nello Pazzafini, Dino Curcio, Nay. Italia, 1976. La provvidenza e la chitarra, regia di Mario Daniele Vargas, Umberto Raho, Valentino Zappatore di Alfonso Brescia, con Mara Landi. Macchi, Gastone Pescucci, Sergio Serafini, Venier, Gerardo Amato, Mario Merola, Regina L’uomo del momento, (anni ’70 ). Luca Sportelli, Maria Baxa. Italia, 1972. Bianchi, Nino Marchesini, Nico Pepe, Tecla La donna dai due sorrisi (episodio italiano Scacco alla Mafia - La Morte Improvvisa di Scarano, Marisa Merlini, Gabriele Ferzetti, della serie francese Arsenio Lupin), diretto da Warren Kiefer, con Pier Paolo Capponi, Valeria Valeri, Alberto Farnese, Aldo Giuffré, Marcello Baldi, con Raffaella Carrà, Nerio Micaela Pignatelli, Maria Pia Conte, Enzo Biagio Pelligra, Giacomo Rizzo, Benito Bernardi, Pasquale Coletta, Giuseppe Lauri- Fiermonte, Carmen Scarpitta, Aldo Berti, Artesi, Jeff Blynn, Lucio Montanaro, Angelo cella, Vittorio Sanipoli, Pino Sansotta, Nino Victor Spinetti, Paolo Giusti, Angela Dessy. Italia, 1980. Terzo, Nietta Zocchi. Francia – Italia, 1971 Goodwin. Italia, 1972. Fontamara di Carlo Lizzani, con Michele (trasmesso su Rai Uno il 19 settembre 1971). Anche se volessi lavorare, che faccio? di Placido, Ida Di Benedetto, Deddi Savagnone, Radio: Flavio Mogherini, con Adriana Asti, Vittorio Antonella Murgia, Imma Piro, Antonio Approdo a Nuova Cithera, regia di Sandro Caprioli, Luciano Salce, Maurizio Arena, Orlando, Ciccio Busacca, Dino Sarti, Antonio Rossi (anni ’80). Ninetto Davoli, Enzo Cerusico, Fiorenzo Bandini, Liliana Gerace, Stefano Oppedisano, Le mosche, di J. P. Sartre, regia di Sandro Fiorentini, Tiberio Murgia, Nerina Mon- Armando Bandini, Marcella Valeri, Lorenzo Rossi (anni ’80). tagnani, Ugo Fangareggi, Giorgio Dolfin, Piani, Empedocle Buzzanca, Luigi Casellato, Cala normanna, (anni ’80). Barbara Bouchet, Livio Galassi, Giacomo Enzo Monteduro, Carlo Monni, Franco Java- Rizzo, Ettore Mattia. Italia, 1972. rone, Angelo Pellegrino, Marina Confalone, Che cosa è successo tra mio padre e tua Renato Montalbano. Italia, 1980. madre? di Billy Wilder, con Jack Lemmon, Il carabiniere di Silvio Ama- Juliet Mills, Pippo Franco, Gianfranco Barra, dio, con Fabio Testi, Enrico Edward Andrews, Clive Revill, Franco Maria Salerno, Massimo Ra- Acampora, Sergio Bruni, Janet Agren, Franco nieri, Valeria Valeri, Andrea Angrisano, Giacomo Rizzo, Yanti Somer. Aureli, Marino Masé, Chiara USA, 1972. Salerno, Vincenzo Ferro, Tom- Lo chiamavano Tresette … Giocava sempre maso Bianco, Nicola Pignataro. col morto di Giuliano Carnimeo, con George Italia, 1981. Hilton, Cris Huerta, Evelyn Stewart (Ida Vado a riprendermi il gatto di Galli), Sal Borghese, Umberto D’Orsi, Giuliano Biagetti, con Mario Rosalba Neri, Alfio Caltabiano, Nello Adorf, Barbara De Rossi, Jean Pazzafini, Dante Cleri, Bruno Boschetti, Gino Pierre Cassel, Eolo Capritti, Pagnani, Furio Meniconi, Pietro Ceccarelli, Alessandro Partexano, Enzo Fortunato Arena, Aldo Cecconi, Veriano Fabbri, Anna Zimmermann, Genesi, Carla Mancini, Ottorino Polentini Stefano Gragnani, Anna Petti, Maurice Poli. Italia, 1973. Renzo Cantini, Luciano Pado- Catene di Silvio Amadio, con Maurizio Merli, vani, Jean Mass, Ambretta Rosemarie Dexter, Mimmo Palmara, Simona Gianni, Maria Teresa Battaglia. Schillaci, José Greci, Tuccio Musumeci, Italia, 1989. Vincenzo Ferro, Eva Ricca, Salvatore Scalia, Televisione: Luisa Tirinnanzi, Alessandro Perrella. Italia, Sacro esperimento, 1963. 1974. La signora Ava, di Antonio Di Tresette ce n’è uno, tutti gli altri son nes- Calende, con Amedeo Nazzari, suno di Giuliano Carnimeo, con George Nino Castelnuovo, Bruno Hilton, Cris Huerta, Alfio Caltabiano, Mem- Cirino, Guido Alberti, Gerardo mo Carotenuto, Nello Pazzafini, Umberto Amato, Ugo D’Alessio, Renzo D’Orsi, , Renato Baldini, Giovampietro, Remo Giro-ne, Dante Maggio, Enzo Maggio, Gino Pagnani, Claudia Marsani, Silvia Mo- Ettore Arena, Dante Cleri, Pietro Ceccarelli, nelli, Romina Power, Salvatore Artemio Antonimi, Fortunato Arena, Aldo Puntillo, Leopoldo Trieste. Ita- Lino Coletta durante le prove di "Delitto e delitto"

12 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 La sarta dell’isola RACCONTO

di Maria Teresa Rossitto Pirrone

Una casa bianca a due piani, con un terrazzo-solaio illumina- si affida al suo talento e parla un linguaggio muto, come tutti to da un sole cocente ogni giorno dell’anno. Fitti reticoli di i linguaggi della materia. Regala alle donne sogni di vite futu- strade simmetriche, interrotte da improvvise aperture su piaz- re che si schiuderanno. Non ha bisogno di nulla perché il suo ze dominate da chiese barocche. Polvere, luce, qualche car- talento è il talismano dell’eterna giovinezza. toccio abbandonato al bordo dei marciapiedi come ultimo Un giorno la sarta decise che era venuto il momento di smet- testimone di feste, felici incontri tra sacro e profano. Un pro- tere. Quel giorno compiva ottant’anni. Terminato l’ultimo fumo intenso di gelsomino penetra nelle narici risvegliando vestito prima delle vacanze estive e consegnato alla cliente, antichi ricordi. Un silenzio irreale all’alba del nuovo giorno, decide di interrompere, anche se a malincuore, la sua attività. una luce filtra attraverso piccoli varchi dalle finestre ancora Quella notte stessa la donna fa un sogno. Nel sogno un giova- chiuse, come una premessa per un giorno carico di sogni e ne uomo suona alla sua porta e le chiede di poterle parlare. La riscatti, in lontananza il mare abbraccia la spiaggia e la cir- donna rimane inizialmente interdetta, poi lo fa entrare. conda di un amore infinito, l’accarezza e le lascia piccoli rega- “Cosa vuole da me?” li. Conchiglie, sedimenti, qualche alga, parlando così un lin- “Che le tue mani continuino a rendere felici le donne: ti chie- guaggio incomprensibile agli umani. Il rumore dell’onda che do di continuare la tua attività”. si infrange ogni volta in maniera diversa è un dialogo fitto tra “Perché dovrei farlo? Sono vecchia e stanca”. terra e acqua fatto di sospiri e di brontolii. Una donna alla “Perché con il tuo talento vesti il futuro anche a chi ha smes- finestra della sua casa bianca osserva e registra i primi movi- so di sognare. Da domani troverai tessuti in abbondanza nel menti attorno alla sua strada: è piccola, un po’ curva, i suoi tuo solaio e ancora tanti sogni da esaudire. Non ti mancherà occhi sorridono senza che abbia pronunciato una sola parola. né la forza né la capacità”. È la sarta dell’isola. Nel suo aspetto fisico non ci sono carat- La donna si sveglia in piena notte in preda all’ansia e all’agi- teristiche evidenti, ma la sua figura quasi evanescente prende tazione. Si rende conto che si è trattato solo di un sogno e si corpo ed intensità quando crea i modelli, quando costruisce rimette a dormire. segmenti di un abito che andrà a ricomporre sul manichino. I L’indomani mattina, come ogni giorno, apre le finestre e si tessuti sotto le sue abili mani prendono forme inaspettate. accorge di non accusare alcuna stanchezza. Come se avesse Trasformano, nascondono, enfatizzano, simulano, esaltano. I dieci anni di meno. Ripensa allo strano sogno e si domanda colori delle stoffe quasi per magia si intensificano o assumo- che significa e chi era quell’uomo. Poi, come per riflesso no disegni stilizzati, cambiando durante la lavorazione ma in automatico, cammina decisa verso il solaio e lì vi trova cata- maniera impercettibile. La sarta, dal canto suo, lavora il tes- ste di stoffe di ogni colore e tessuto. Sgomenta si siede suto come se fosse creta, plasma il modello attorno alla donna, davanti a quelle matasse domandandosi che significa tutto ne fa apparire l’essenza, il nucleo profondo della femminilità. ciò. La sarta dell’isola costruisce sogni a portata di ogni donna che Il mondo nel quale vive è il trionfo dell’informatica, tutto è vorticoso e veloce. La potenza delle macchine, l’evoluzione della tecnologia ha raggiunto ogni angolo del pianeta. Non vi è strumento che non sia stato sviluppato dall’uomo. La scien- za e la tecnica hanno facilitato la vita degli uomini, hanno reso ogni minima operazione sia all’interno della casa, che in ufficio, alla portata di tutti. Ma si è perso il piacere delle cose, la costruzione, l’evoluzione di una materia dallo stadio ini- ziale al completamento finale. L’uomo non è più veramente libero di esercitare la propria creatività, ma è diventato pri- gioniero delle sue stesse scoperte. Succube delle macchine e svuotato di ogni minima capacità decisionale. Ogni rischio è calcolato e prevedibile. La felicità torna a essere privilegio di pochi. La sarta comprende il significato del sogno. La libertà è la capacità dell’uomo di tornare a creare sor- prendendo se stesso e gli altri, ed è vera risorsa, piccolo e grande strumento per rimettere in gioco se stessi e regalare agli altri frammenti unici di felicità. Elena Pirrone - Le ricamatrici, olio su tavola.

13 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 90° Anniversario della battaglia di Vittorio Veneto EVENTO

di Michele Favaccio - foto di Maurizio Florio Alle ore 11 dell’11 novembre 1918, momenti difficili, che nel corso del quasi impossibile, le notizie viaggia- dopo oltre quattro anni di cruente bat- Novecento hanno attraversato la no- vano a rilento, l’istruzione scolastica taglie, tacquero le armi sugli insangui- stra storia e l’Europa intera. L’ampio era di pochi, ma soprattutto ognuno nati fronti della prima guerra mondia- dibattito, che si è sviluppato quest’an- guardava all’interno del proprio terri- le. Per l’Italia la vittoria si era già deli- no sugli eventi di novanta anni fa, ha torio. neata il 3 novembre 1918, quando a messo in evidenza l’effetto di identifi- L’Italia umile e provinciale, formata Villa Giusti venne siglato l’armistizio, cazione del popolo con la nazione e di da gente povera e in gran parte analfa- diretta conseguenza della battaglia di conseguenza lo sviluppo di un senti- beta che lasciava il suo paese solo per Vittorio Veneto, che pose fine alla mento comune, che si traduce in defi- andare in America, in cerca di fortuna, guerra contro l’Austria e l’Ungheria. nitiva nell’identità nazionale. si trovò coinvolta nella guerra e i suoi Gli eventi del 1918 hanno una straor- Mettere in degna evidenza ciò non ha figli seppero di essere cittadini italiani dinaria rilevanza storica per l’Italia nulla a che vedere con l’esaltazione di solo quando indossarono una divisa perché rappresentano la vittoria del stampo nazionalistico o militaristico. che aveva lo stesso colore per tutti e si popolo italiano contro l’oppressore e il Sta di fatto che fra le trincee del Car- trovarono fianco a fianco nelle trincee. completamento dell’unità nazionale so, fra i cavalli di frisia che separava- E che si era formata in breve tempo con l’annessione di Trento e Trieste. no i combattenti italiani dagli austroun- una coscienza nazionale è dato dalla La ricorrenza ha suscitato un insieme garici, per un ideale comune, si trova- dimostrazione della reazione al disa- di iniziative e di dibattiti le cui ragioni rono in un contesto di guerra, meridio- stro di Caporetto e nell’offensiva di sono da ricercare nel lungo periodo nali, settentrionali, italiani provenienti Vittorio Veneto. storico che ci separa dalla conclusione da tutte le regioni, che non avevano L’invasione del vasto territorio vene- vittoriosa per l’Italia, e permette una alcuna idea di nazione, in quanto to-friulano sino al Piave mise in di- visione matura di quel momento dram- ancora l’Italia era stata unita solo sulla scussione, per la prima volta, l’inte- matico della nostra storia nazionale. carta ma non nelle coscienze. grità nazionale, a fronte delle motiva- Con queste celebrazioni si tende a Questi uomini, che non riuscivano zioni di unificazione date dalla guerra, valorizzare e rendere omaggio a que- nemmeno a capirsi, perché provenien- sviluppò un senso di patriottismo che gli uomini che in quei durissimi quat- ti da regioni diverse, seppero vivere, portò grandi personalità italiane, incli- tro anni di guerra persero la vita. combattere, rispettarsi, aiutarsi nei ni al neutralismo, a gridare che la Seicentomila italiani caddero sul Monte momenti difficili, ma soprattutto pre- guerra era veramente nostra. Da questi Grappa, sul Montello, sul Piave, sul sero coscienza che stavano perdendo sentimenti, che cominciavano ad al- Carso, sul San Michele, e sono sepolti la libertà e necessariamente dovettero bergare nei cuori di tutti gli italiani, ne nel Sacrario militare di Redipuglia, di riconoscere l’esistenza di una colletti- scaturì una straordinaria risposta che Cima Grappa, sull’altopiano di Asia- vità nazionale; sì, perché fino ad allo- portò fino alla vittoria. Una vittoria go, ad Aquilea, dove nel 1921, esatta- ra lo scambio di informazioni era resa possibile dallo sforzo comune dei mente il giorno 28 del mese di ottobre, la signora Maria Bergamas di Trieste, madre del sottotenente medaglia d’oro Montempelli, scelse, fra undici bare di soldati ignoti, la salma di un caduto, che, traslata a Roma, venne tumulata all’Altare della Patria, a simbolo del- l’amor di Patria. Verso questi caduti la nazione italiana ha un debito che non potrà essere mai estinto, e che dovrà sempre essere onorato, in quanto ad essi dobbiamo la nostra identità. Ci consegnarono un Paese unito, fiero e pronto a superare Il sacrario di Redipuglia

14 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 soldati al fronte, degli operai, di intel- tare i sacrifici e gli eroismi che la pre- Dopo la Santa Messa, in onore dei lettuali, di industriali, delle crocerossi- pararono e la forgiarono, non signifi- caduti, celebrata nella Chiesa Madre ne al fronte, delle donne rimaste a casa ca nemmeno per un momento edulco- da padre Di Rosa e la lettura della pre- a presidio della famiglia o delle donne rare le atrocità della guerra, le soffe- ghiera per i caduti, il corteo, con la eroiche come le portatrici della renze subite, l’immenso prezzo di vite banda musicale in testa, il Gonfalone Carnia; una vittoria che fece nascere umane pagato dal popolo italiano. La del Comune, il Sindaco, la Giunta nella società italiana una forte comu- Prima guerra mondiale o Grande comunale e il Consiglio comunale al nanza più che lo status di una grande Guerra fu la prima grande esperienza completo, le Associazioni d’Arma e potenza. collettiva del popolo italiano, e i suoi le numerose scolaresche convenute, E a 90 anni dalla conclusione della frutti sopravvissero alla convulsa crisi ha raggiunto piazza Vittorio Veneto, Grande Guerra, è per tutti noi dovero- sociale e politica che seguì negli anni ove sorge il Monumento ai Caduti so celebrare questa giornata. Nella successivi, in forza di una nuova della Prima guerra mondiale e dove il celebrazione non richiamiamo orgo- coscienza nata fra gli italiani: essere Sindaco ha deposto una corona di allo- gliose rivendicazioni, ma solo il com- una nazione e riconoscersi nell’unità ro e ha tenuto un breve discorso rivol- mosso ricordo del sacrificio di tanti nazionale. to soprattutto ai giovani sul significato giovani al fronte e tante genti sconvol- Il 4 novembre si celebra in tutta Italia della celebrazione. Altre corone di te dalla tragedia di una guerra. Anche e presso tutte le Comunità italiane alloro con le stesse modalità sono state dalla loro esperienza di dolore, di all’estero la festa delle Forze Armate e deposte alla lapide del Milite Ignoto in paura, di obbedienza, ma soprattutto dell’Unità nazionale. L’evento, da piazza Umberto I, al Monumento al di coraggioso eroismo, derivano le qualche anno, ha avuto il giusto rilie- Marinaio e ai caduti della Seconda ragioni del nostro essere “Italiani”, del vo grazie al Presidente Ciampi, al guerra mondiale in piazza Allende. In nostro essere Nazione. Le sorti del quale va il merito di aver fatto risco- questa circostanza, alla presenza degli nostro Paese, tra le vette alpine, lungo prire sentimenti ormai sopiti nell’ani- alunni della scuola elementare, gli stu- i fiumi, sugli altipiani, nelle trincee, mo di tantissimi italiani, e sulla cui denti della scuola media hanno intona- vennero difese e affermate da giovani scia si muove l’attuale Presidente to l’Inno di Mameli e la Canzone del dai dialetti diversi, dalle consuetudini Giorgio Napolitano. Piave. diverse, dalle tradizioni diverse; ma il La giornata del 4 novembre è stata loro combattere, il loro difendere, il celebrata anche ad Avola, a cura del- loro sentire, il loro morire non vedeva l’Amministrazione comunale. distinzioni e contribuiva, come ha contribuito, a consolidare l’unità na- zionale. Nella celebrazione del quattro novem- bre non c’è retorica, non c’è esaltazio- ne del militarismo, non c’è nazionali- smo, perché come ha precisato a Re- dipuglia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della ricorrenza celebrare questo storico risultato non significa per un momen- to dimenticare o tacere errori fatali, responsabilità politiche e militari, cui si debbano far risalire costi umani e rischi estremi imposti al Paese; cele- brare la festa del 4 novembre ed esal- Momento della cerimonia in piazza Vittorio Veneto

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15 L’onestà RIFLESSIONI di Carmine Tedesco

Intorno al termine ‘onestà’ si sono compromettono i costruite, più o meno a ragione, una rapporti, ma an- quantità di piccole e grandi menzogne che, stando ai – non volute, ovviamente – o, se prefe- risultati di alcune Giustizia, Corrado Frateantonio - 2006 collezione privata rite, di mezze verità e mezze menzo- ricerche specifi- gne. Così, le espressioni ‘parole one- che, avviliscono l’esistenza. A nulla ta etica, la razionalità. E allora irrom- ste’, ‘azione onesta’, ‘libro onesto’, giova, peraltro, invocare il fatto che, a pono il rodimento interiore, il cruccio ‘mercante onesto’, ‘prezzo onesto’, favore della slealtà, esercitano un’in- dell’animo, il logorio del pensiero, i ‘proposta onesta’, ‘persona onesta’ e fluenza determinante le convenzioni quali, il più delle volte, superano, in similari, risultano tante perle. Peccato sociali. Mi spiego. Più spesso di quan- intensità, il precedente temporaneo che, spesso, siano solo delle enuncia- to comunemente si crede, si è spinti a ‘godimento’. zioni con pochi o punto riscontri nel mentire dalla situazione contingente e A ben riflettere, gli obiettivi sopra quotidiano. Di rimando, proprio nella particolare: per accondiscendere alla descritti possono essere raggiunti realtà deve penetrare l’onestà, se si richiesta di un ‘amico’, per apparire anche con atteggiamenti e scelte salu- vuole ritrovare, quantomeno, uno spic- migliore o diverso da quello che si è, tari. A mo’ di esempio, posso citare: lo chio di pudicizia o, meglio, un pizzico per compensare la propria fallibilità sforzo di presentarsi padroni di sé, di di credibilità nella relazionalità in nel privato e nella vita pubblica, per mostrarsi a proprio agio nella relazione famiglia, sul lavoro, nella società. riscuotere il plauso dei compagni, per con gli altri, di mettere in essere cose Volutamente ometto ‘in politica’, per- ottenere un riconoscimento da parte utili (aiutare chi ne ha bisogno, soccor- ché in questa, a seconda dei punti di dell’interlocutore, per sentirsi forte o rere chi trovasi in difficoltà, svolgere osservazione, è tutto onesto o è tutto anche per boriosa semiincoscienza. volontariato negli ospizi, nelle comu- improbità. E coi tempi che corrono cre- Ovviamente situazioni del genere si nità e nelle confraternite, fare compa- do sia saggio non toccare questo tasto. presentano a tutti, prima o poi, e in gnia e svolgere servizi a favore delle Numerosissime sono le occasioni nelle numero rilevante: è arrivato il momen- persone anziane sole), di praticare atti- quali l’onestà diventa una questione di to di fare ricorso a tutto il coraggio vità fisico-sportive rilassanti e walking vita o di morte, di libertà o di galera, di posseduto, per non sentirsi, poi, in compagnia. Diversi sono i modi per amicizia o di ostilità, di ricchezza o di oppressi e frustrati. Restarne vittima è contrastare l’impulso – indotto o meno impoverimento, di salute o di malattia, molto facile. – alla disonestà. Come linea generale, di fede o di miscredenza, di poesia o di Cosa fare per sconfiggere, diciamo basta sapere scegliere quegli impegni e illusione, anche nella vita di coppia. così, le tentazioni? quei comportamenti, quel linguaggio e Certo, essere onesti, cioè sinceri, ha un In primis non illudersi che certi com- quel sorriso che generano la consape- costo elevato; però ne vale la pena: il portamenti consentano di raggiungere volezza di essere disponibili e solidali, sollievo che si prova, l’approvazione traguardi importanti. Forse potranno pronti alle sfide regolari, corazzati con- della coscienza, la leggerezza dell’ani- anche apparire opportuni, per conse- tro le ingannevoli tentazioni della vita. mo sono compensi diversamente non guire scopi utili: provare rilassamento Fin qui, con molta probabilità, ho dato raggiungibili. e disinibizione nei confronti del grup- l’impressione di volere mettere sotto Portare dentro, di contro, il peso della po di appartenenza in quel frangente, accusa la disonestà del “dire” o, per menzogna e dell’inganno, a tutti i livel- mettere alla prova la propria forza di meglio esprimermi, la loquacità e le li, rappresenta il fardello più doloroso resistenza e indipendenza, gustare la testimonianze disoneste per convince- dell’esistenza. Sentirsi in colpa, abbas- ‘soddisfazione’ di gabbare qualcuno, e re, avvicinare, essere accettato e, forse, sare inavvertitamente gli occhi dinanzi altro. Può anche darsi – non sempre, corteggiato. a un amico vittima della propria diso- comunque – che qualcuno di detti Ma c’è una seconda strada che porta a nestà, doversi ripetutamente nasconde- risultati si consegua. Ma con quale una disonestà ancora più meschina, più re per quello che si è detto o fatto di guadagno? In genere sono conquiste viscida e più velenosa. È la disonestà ignobile, guardarsi continuamente effimere, illusioni della mente, che del “fare”: nei molteplici aspetti del intorno, per non essere scoperti, inven- durano lo ‘spazio di un mattino’; mercato, nella preparazione di manu- tare sempre nuove menzogne, per immancabilmente, in tempi più o meno fatti e alimenti, nelle transazioni finan- nascondere i falsi precedenti non solo lunghi, ritornano il buon senso, la spin- ziarie e negli investimenti, nella pre-

16 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 sentazione di qualsivoglia prodotto, nel Maria e su Gesù riportate nei Vangeli La disonestà più ignominiosa, nondi- proclamarsi vittime innocenti in fatti apocrifi, o che voglia accreditare come meno, è quella che viene consumata illeciti acclarati, nello spalmare nefan- sempre e tutte convenienti le azioni dei non in pubblico ma nel privato. dezze su soggetti innocenti solo perché partigiani e come sempre e tutte scelle- Provate, per un attimo, ad immaginare ritenuti antipatici o per chissà quale rate le scelte degli aderenti alla la devastazione interiore che procura in altra innominabile avversione. Repubblica di Salò, o che, con recen- una coppia – sposata o meno – la sco- È facile dedurre, a questo punto, che sioni artificiose, cerchi di fare conqui- perta che l’altro/a ha nascosto uno o l’onestà del fare è da preferire all’one- stare il mercato al proprio amico pitto- più tradimenti o in un genitore quando stà del dire. Quest’ultima procura re scadente o scrittore mediocre, o che viene a conoscenza, per terze vie, che il indubbiamente compiacimento, sebbe- si impegni a presentare la laicità radi- figlio/figlia ha sistematicamente men- ne fugace e in presenza di motivi quasi cale come l’unica via per affrancarsi tito sull’identità dei componenti del sempre contingenti; l’altra, viceversa, dall’oppressione delle religioni, o che gruppo che frequenta o sulle ‘bravate’ promuove atti durevoli, lascia segni un tempo non lontano demonizzava – sempre negate – cui prende parte, o sostanziali, influisce sulla qualità della l’economia marxista e oggi demonizza in un figlio, quando scopre che i geni- vita. Per converso, si intuisce subito l’economia capitalista. tori – ciascuno all’oscuro dell’altro – che la disonestà del fare porta danni È arduo e delicato decidere da che hanno relazioni extraconiugali o sono alla salute, al portafogli e all’immagine parte stare per diversi motivi: la con- invischiati in azioni illegittime, pur difficilmente assorbibili e, comunque, vincente prosa di chi scrive, la forza conservando, all’esterno, comporta- duraturi. Per di più, se il danno prodot- dei documenti che si portano o si menti e ragionamenti irreprensibili. Più to da una testimonianza può essere richiamano a sostegno, la fama dell’au- o meno la medesima reazione si verifi- sanato facilmente proponendo la ver- tore e/o della testata giornalistica, l’au- ca, allorché vengono feriti gli affetti sione veritiera dei fatti in precedenza torità dei personaggi citati o chiamati a dei parenti: fratelli, nonni, zii, nipoti, distorti, i guasti cagionati dalla ‘diso- testimoniare, e in ultimo, ma non meno cugini. nestà del fare’ procurano sciagure e importante, la contingenza dei rapporti Irrompe, a questo punto, una sentenza malanni non sempre riparabili e, pur- e dei tempi che si stanno vivendo. incontrovertibile: sotto qualsiasi aspet- troppo, persistenti. Ma è proprio in queste occasioni che to e sotto qualunque cielo la disonestà Non vorrei, a questo punto, che il letto- ha da rivelarsi la robustezza delle pro- si presenti è sempre una negatività e un re deducesse che è meglio essere diso- prie convinzioni, l’autenticità dell’edu- disvalore; però, se essa coinvolge per- nesti nel parlare che nell’agire, appog- cazione che si è ricevuta, la determina- sone al di fuori della cerchia familiare, giandosi al poco edificante proverbio zione personale a essere disposti a pati- rode l’anima e la coscienza, tormenta e ‘tra due mali va scelto il minore’. Nel re piuttosto che a mentire, a rinnegarsi, avvilisce, ma è destinata a perdere di merito mi permetto di ricordare che i a sconfessarsi. D’altro canto, il succes- intensità col trascorrere del tempo o mali sono mali e basta; cioè: in ogni so provvisorio o l’approvazione condi- con l’allontanamento delle persone caso portano guai, per cui è sempre zionata o anche un provento fondato coinvolte; la disonestà all’interno della preferibile tenerli alla larga. D’altronde sulla disonestà – di parola o di fatto – famiglia, intesa in senso allargato, la differenza tra i due mali presentati svaniscono in fretta, per lasciare posto invece, può fracassare un matrimonio, non è sicuramente un invito a scegliere al rimorso, al tarlo e al rincrescimento; una convivenza, produrre ribellione nei tra l’uno e l’altro. Sarebbe un fallimen- e lo stato d’animo legato a questi even- figli e rifiuto nei genitori, sviluppare to mio e del presente scritto su tutti i ti, questo sì, non sarà certamente di risentimenti insidiosi e/o vendette peri- fronti. Se una scelta si è obbligati a breve durata né di lieve interiore soffe- colose, disgusto, sdegno, astio persi- fare, l’unica è tra onestà e disonestà, renza; è indicibile, insopportabile. Sul stenti, se non permanenti. cioè tra vero e falso, bene e male, chia- tema mi vengono in mente, di traverso, Cosa dire o consigliare, allora, a quelli ro e scuro, dentro e fuori. Eterno pro- un proverbio arabo che, a mio avviso, che, dietro tentazione o per consuetudi- blema! definisce fieramente la situazione ne o per libera scelta, perdono il lume E, visto che si stanno, per così dire, appena descritta: “La persona avida dell’onestà? Le parole più penetranti puntualizzando i vari aspetti dell’one- dorme con la fame”, e la leggenda che mi sembrano, sia come libero cittadino stà, mi sono riservato per ultimo il narra di un uomo poverissimo che che come psicopedagogista, quelle che terzo aspetto, il più sottile, il più sfug- comprò una gallina che faceva le uova Paolo di Tarso rivolge ai Filippesi nella gente e, forse, il più avvolgente: l’a- d’oro. In brevissimo tempo l’uomo lettera a loro indirizzata: “In conclusio- spetto storico-letterario. divenne ricchissimo ma, avido, non ne, fratelli, quello che è nobile, quello Immaginate lo scrittore che voglia fare accontentandosi delle uova d’oro che che è giusto, quello che è puro, quello passare per vere certe vicende storiche la gallina deponeva giornalmente, che è amabile, quello che è onorato, ciò della cristianità – il pensiero inavverti- pensò bene di ammazzarla, per impa- che è virtù e ciò che merita lode, que- tamente mi corre al libro “Il Codice da dronirsi del tesoro che nascondeva sto sia oggetto dei vostri pensieri”. Vinci” – o che intenda sostenere come nelle viscere. Di colpo l’uomo tornò vere le molte storielle sulla Vergine più povero di prima.

17 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Una favola moderna RACCONTO

di Nella Urso

C’era una volta una fata.., così potremmo iniziare questa studenti e le necessità di altri, e ha deciso con lucidità enco- favola, solo che non si tratta di una favola, ma di una sto- miabile di elargire una sua personale borsa di studio a stu- ria vera. denti bisognosi e meritevoli. C’era una volta una signora che abitava in una casa son- Per un anno intero ha contattato presidi e direttori d’istitu- tuosa, ricca di argenti e ori, tappeti e quadri d’autore. Unica to che hanno fornito i nomi e la storia familiare di ognuno compagna della sua vita una governante. Era vedova da di loro. La signora ha letto e riletto, ha studiato accurata- anni e amava vivere in quella casa piena di ricordi. Poteva mente la storia familiare di ognuno e alla fine, compilata trasferirsi altrove, perché possedeva altre case: in città, ma una lista, ha iniziato a telefonare a casa dei prescelti. Non anche al mare o in montagna. è stato facile credere che c’è una persona che vuole farti un Sulla soglia degli 80 anni conduceva una vita tranquilla e regalo, una signora che vuole aiutare un ragazzo o una solitaria, non avendo avuto né figli né nipoti, che potesse- ragazza ad andare avanti negli studi: una signora che ha ro animare e rallegrare le sue giornate. E questo era il suo una certa fretta, perché la sua vita adesso è come un bigliet- cruccio principale, che cresceva di giorno in giorno col to a tempo e si avvicina la scadenza. E così una sera gli passare delle stagioni, accompagnato dagli acciacchi che il undici studenti insieme ai genitori sono stati convocati a tempo si porta dietro. casa sua: Non vi conosco, ma so che siete bravi, capaci e Pensa e ripensa, un bel momento la nobildonna ebbe un’i- meritevoli. Per questo voglio premiarvi, per permettervi di dea il tempo per pensare non le mancava di certo: consultò continuare gli studi. elenchi, segnò dei nomi, contattò delle persone e poi altre Quindi ha invitato i ragazzi in un’altra stanza, dove aveva e altre ancora. Alla fine ebbe l’impressione finalmente di preparato un contenitore con undici pezzetti di carta accu- aver dato un senso alla sua vecchiaia. ratamente ripiegati, pregando ciascuno di tirare a sorte il Ebbe delle difficoltà, perché l’interlocutore di turno resta- proprio futuro. va incredulo, pensando a uno scherzo; inizialmente nessu- Alla fine, increduli e in preda alla commozione, piangeva- no credeva al suo progetto, e non fu facile convincere alcu- no tutti di fronte a quella generosità irreale, ma soprattutto no che a volte la vita fa di questi scherzi. E fu estrema- di fronte a quella fiducia loro assegnata. mente difficile convincere undici persone a presentarsi in quella grande casa all’ora stabilita. Grande fu lo stupore, Anche se quella che ho appena raccontato non è una favo- quando la signora in presenza dei convenuti e dei notai la e la signora non è una fata, è una bella storia, e così, in svelò il lieto fine di questa favola: lascio a voi ogni mio questo mondo che ha perso tutti i valori fondanti di una avere. società giusta, questo evento apre il cuore alla speranza in un futuro migliore. La signora si chiama Giulia, vive a Trieste nella grande casa che ha donato insieme agli altri beni, riservandosi solo il diritto di viverci sino alla fine dei suoi giorni. Tutte le sue proprietà sono andate a undici ragazzi della sua città. Ma non a ragazzi presi a caso: la signora Giulia ha insegnato per tanti anni e ha conosciuto gli stenti di alcuni La bottega dell’Arte di Clara Trefiletti LABORATORIO ARTIGIANALE Ceramiche artistiche e qualunque oggetto personalizzato

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18 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 I fatti di Avola Il 2 dicembre scorso è stata celebrata, ad opera delle Confederazioni sindacali e degli Enti amministrativi locali, la memoria dei tragici eventi che sono passati alla storia come I fatti di Avola del 1968. Data la ricorrenza quarantennale, la celebrazione si è svol- ta in modo particolarmente solenne nel corso di due giornate, l’1 e il 2 dicembre, durante le quali si sono tenuti incontri pubblici e dibattiti di tipo storico e politico-sindacale, premiazione di concorsi artistico-letterari, proiezioni di filmati d’epoca e di un corto- metraggio realizzato, per la circostanza, su commissione della Film Commission, da Giovanni Di Maria e Gioacchino Tiralongo, e performance artistiche e canore. La nostra rivista vuole contribuire alla coltivazione memoriale di quel tragico evento, che ebbe a protagonista la nostra città, non- ché di quanto da quell’evento è scaturito, nel positivo e nel negativo, durante il quarantennio susseguito, ospitando, in un apposi- to fascicolo speciale, alcuni interventi e contributi, in parte già editi e in parte nuovi, che mette a diposizione dei lettori. Avola... 40 anni dopo di Gabriella Tiralongo

non con atteggiamento celebrativo, ma con la consapevolezza di fare tesoro di quegli eventi, proiettandosi nel contempo verso il futuro. Dopo un’attenta disamina dei capisaldi della carta costituzionale fil- trata attraverso la lente della storia, con occhio attento al presente, non immune dallo stesso fenomeno del caporalato, vis- suto, però, ai danni dei braccianti magre- bini, Burgaretta ha ceduto la parola prima al sindaco Antonino Barbagallo per i con- sueti saluti e gli onori di casa, poi al pre- sidente della Provincia, Nicola Bono, che si è soffermato sull’ingiustizia del tratta- mento dei lavoratori, quindi, ai professori Rosario Mangiameli e Giusepe Astuto. Gli storici, nel contestualizzare quello che accadde ad Avola, hanno sottolineato le difficoltà che la Nazione viveva in quegli anni, rinverdendo la memoria a beneficio dei giovani nati in un mondo apparente- È stato un quarantennale dei “Fatti di degli istituti superiori con gli storici, mente lontano da quelle tensioni. In- Avola” ricco di appuntamenti e denso di Giuseppe Astuto e Rosario Mangiameli, teressanti le testimonianze che si sono significato. L’Amministrazione comuna- in concomitanza con la proiezione di fil- succedute dalla platea, a partire da Toni- le, nella consapevolezza di contribuire mati dell’epoca. Nessuno può pretendere no Giansiracusa, segretario della Cgil alla maturazione di una coscienza civile di espellere la lotta dalla storia, ma si all’epoca dei fatti, Antonino Catinello, ex da parte dei giovani, ha organizzato, in può e si deve renderla incruenta e più bracciante, dei sindacalisti Francesco collaborazione con i Sindacati confedera- umana sono le parole conclusive del Lentini e Salvatore Alfò. Il momento più li e la Provincia regionale di Siracusa, una discorso pronunciato ad Avola, a poco più coinvolgente è stato quando, inaspettata- serie di appuntamenti che hanno saputo di un mese dalla strage, il 4 gennaio 1969, mente, una delle figlie di Giuseppe porgere il significato di quei tragici avve- dal ministro del lavoro Giacomo Bro- Scibilia, Paola, è intervenuta, per trasmet- nimenti che tracciarono, col sangue dei dolini, e a quelle stesse parole si è rifatto tere il disagio vissuto quando, all’età di lavoratori, una delle pagine più tristi e al lo storico Giuseppe Astuto alla fine del- appena nove anni, le venne strappato il tempo stesso più importanti della storia l’incontro, per lasciare traccia indelebile padre. Anni bui, vissuti nell’ombra e nel delle lotte bracciantili. Gli eventi dell’1 e nella memoria degli studenti di quello che silenzio più totale delle istituzioni che del 2 dicembre, di cui parleremo con avrebbe rappresentato il nucleo fondante non seppero garantire, così come non lo dovizia di particolari, hanno registrato sin dello Statuto dei lavoratori. A introdurre i hanno garantito fino ad ora, nonostante le da subito un particolare coinvolgimento lavori, prima della visione del documen- promesse dei politici, il diritto al lavoro. delle scuole oltre che del mondo degli tario “I Giardini di Avola” di Sergio Ciò nonostante, la signora ha saputo tra- artisti. Procediamo con ordine, cercando Zavoli, andato in onda all’epoca della smettere ai propri figli, ai quali solo tardi di fare un po’ la cronistoria, partendo dal- strage su “TV Sette”, è stato lo storico ha confessato in che modo era morto il l’incontro dell’1 dicembre, al cine teatro Sebastiano Burgaretta, che ha puntato nonno, il rispetto della verità. E in nome Odeon, degli studenti delle ultime classi sulla necessità di rivivere quei momenti di questi principi suo figlio è entrato in

19 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 polizia, consapevole che le forze che si si l’anteprima assoluta del suddetto docu- trascurando così la portata delle istanze contrapposero erano formate da lavorato- mentario realizzato da Giovanni Di Maria politicamente più profonde e scardinanti ri, braccianti, da un lato, poliziotti, dal- e Gioacchino Tiralongo, con la fotografia che erano il segno di una trasformazione l’altro. Nella stessa giornata di lunedì si è di Francesco Sole, prodotto da Videoscope, in atto. A distanza di quarant’anni – svolta, nell’aula Magna dell’Istituto supe- con il contributo di Film Commission- aggiunge Gioacchino Tiralongo –, molti riore “E. Mattei”, la riunione dei direttivi Provincia Regionale di Siracusa e del dei protagonisti di quei fatti ricordano regionali e provinciali della federazione Comune di Avola. Il film, per il quale come per loro si sia trattato soprattutto di sindacale unitaria Agroindustria, cui ha sono stati utilizzati, insieme con materia- una lotta per la dignità, per la partecipa- fatto seguito, nella serata, sempre negli le di archivio, alcuni filmati inediti dell’e- zione attiva, per l’abbandono di una men- stessi locali, la “Cianciana”, spettacolo di poca, si è avvalso delle testimonianze di talità subalterna. Il loro paese d’altra “Esiba Arte” con Angelo Abela, Marco braccianti di Avola e dei contributi di parte, esclusi gli agrari e le frange più Pisano, Eugenio Vaccaro, per la regia di Salvatore Alfò (FLAI-CGL), Fausto reazionarie, appoggiava e favoriva, insie- Milena Viscardi. La mattina del 2 dicem- Bertinotti, Sebastiano Burgaretta, Al- me allo sciopero, il clima di quella rivol- bre si è aperta con la consueta cerimonia fonso Gatti, giornalista dell’Espresso, ta: le bottegaie facevano credito alle di deposizione, a Chiusa di Carlo, di una Antonio Infantino, musicista, autore as- famiglie dei braccianti in lotta consenten- corona di fiori sul monumento alle vitti- sieme a Dario Fo della canzone “Avola”, do loro di resistere ad oltranza, buona me cui ha fatto seguito, intorno alle 10,00 Elia Li Gioi, già sindaco di Avola, Saro parte degli studenti erano solidali con i al cine teatro Odeon, la proiezione del Mangiameli, storico dell’Università di lavoratori, ampie frange dei movimenti film documentario Avola, 2 dicembre Catania, Toto Roccuzzo, scrittore, Sergio cattolici sostenevano i braccianti, la stes- 1968, seguita dalla commemorazione alla Zavoli giornalista, inviato RAI all’epoca sa polizia locale, che non a caso venne presenza dei direttivi regionali CGIL, dell’eccidio. Le testimonianze mediali tenuta fuori dalle cariche, familiarizzava CISL, UIL, dei dirigenti sindacali provin- dell’epoca enfatizzano le vittime, l’eterna con gli scioperanti durante i blocchi stra- ciali. La tanto attesa venuta dei segretari condizione bracciantile nel sud, i “capo- dali. “Mai più i fatti di Avola” è stato il nazionali Gugliemo Epifani, Raffaele rali”, lo scandalo di esistenze espropria- tema della mostra di pittura inaugurata Bonanni e Luigi Angeletti, contrariamen- te e private di ogni tutela, la giustizia nel pomeriggio del 2 dicembre nei locali te alla consuetudine dei vari decennali, si mancata – spiega Giovanni Di Maria –. del Centro Giovanile, che ha raccolto l’a- è tradotta in delusione a causa della loro Ciò che in qualche modo venne rimosso, desione dei migliori artisti della provin- assenza. Ha riscosso unanimità di consen- furono le ragioni profonde dello sciopero cia. Ognuno ha interpretato, con stili che, ribaltate, diventarono espressivi che spaziano dalle forme più invece il cavallo di batta- classiche a quelle d’avanguardia, quei tra- glia degli agrari e offrirono gici fatti, dando una chiave di lettura sin- una motivazione vergogno- golare. Una presenza articolata che ha sa per giustificare le cari- visto circa cinquanta artisti testimoni di che della polizia. Da parte un altro fatto storico, la costituzione, gra- del padronato si disse, zie alla donazione delle opere, del nucleo infatti, che i braccianti di fondante della pinacoteca cittadina. Il Avola avevano sostanzial- percorso artistico visivo, che ha offerto mente bloccato e occupato interessanti spunti di riflessione, si è aper- per quindici giorni un to con la presenza vivida del pittore Elia paese di quasi trentamila Li Gioi, il quale, ha fatto precedere il suo abitanti, che lo sciopero, lavoro, che appariva avvolto da un suda- legittimo, si era trasforma- rio, tale sembrava la tela bianca su cui si to in una rivolta e che non posava la sua tavola, dalla presenza fisica sembrava neanche chiaro di due elementi appartenenti a quel tragi- dove si volesse arrivare. co “2 dicembre 1968”: un Motom, mezzo I braccianti sciamavano utilizzato dai braccianti dell’epoca per giorno e notte per il paese, andare in campagna, le pietre vissute dei facevano chiudere scuole e muri a secco che delimitarono le campa- banche, invitavano gli stu- gne di Chiusa di Carlo a confine con la SS denti a manifestare, diffon- 115. Al centro della sala, attorniate dai devano ovunque le loro magnifici quadri, cinque sculture di artisti istanze di cambiamento. contemporanei. Li Gioi, proprio per dare Era tutto vero. Tuttavia, dignità al grido di coloro che dopo 40 nonostante si fosse nel ’68, anni non hanno ancora avuto giustizia e dopo i morti, era stato logi- imprimere l’evento nella memoria in co porre l’enfasi sulla ri- maniera indelebile, ha rilanciato la propo- vendicazione salariale, sui sta, coltivata da tempo, di realizzare il diritti sindacali e sulla Museo della memoria all’interno dell’Ex sproporzione della risposta Mercato di via San Francesco D’Assisi, Istallazione di Elia Li Gioi. data dalle forze dell’ordine, valido strumento per insegnare ai giova-

20 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 ni che non si deve mai interrompere il generoso nei suoi paralleli- dialogo con la pace. Una sezione potreb- smi con l’attuale situazione be essere dedicata all’arte, un’altra ai economico-politica, denso documenti storici, articoli dei quotidiani, di spunti, capace di vivifi- pubblicazioni, materiale d’epoca, nel care il passato per trasfor- contempo si potrebbe predisporre un marlo in patrimonio di museo multimediale che ingloba nel suo tutti, anche di chi non ha archivio tutto il materiale in maniera tale vissuto i tragici avveni- da poter essere consultato da ogni parte menti e reso superlativo da del mondo. L’inaugurazione della mostra, una musica che si identifi- rimasta aperta fino al 20 dicembre, è stata ca nell’essenza stessa della preceduta dalla premiazione dei ragazzi Sicilia. La pièce teatrale si delle scuole che hanno partecipato al con- è snodata anche attraverso corso “I fatti di Avola nei temi e nei dise- passaggi poetici, come il gni dei bambini”. Le pitture degli artisti, i Rrèpitu per il due dicembre disegni, oltre i temi dei ragazzi, sono stati (rrèpitu, lamento funebre raccolti in due cataloghi dal titolo rispet- intonato dalle reputatrici, le Carlo Muratori tivamente “1968/2008 Colore Avola” e “I donne che piangevano il de- del due dicembre, come chiamati da un fatti di Avola nei temi e nei disegni dei funto con nenie caratterizzate da una destino ineluttabile, sulla statale 115 di bambini” realizzati col patrocinio del cadenza ben precisa), poemetto in cinque Avola. Mirabile l’armonia tra parole, Comune di Avola, della Provincia momenti, declamato da Stefania Bongio- musica e poesia, resa possibile da una Regionale di Siracusa, della Regione vanni e Doriana La Fauci, scritto da regia che ha portato il sigillo di Walter Sicilia, e dei Sindacati confederali. Sebastiano Burgaretta. Di lui anche il Manfré, il quale è riuscito a imprimere a Grande successo di pubblico e boom di testo del canto popolare dedicato alle tutto il racconto una tensione continua, presenze, infine, per la prima nazionale donne che lavorano la mandorla, tratto punteggiata da un’ironia che talvolta si è del recital musicale “I Fatti di Avola”, dalla recente pubblicazione Sicilia intima, tradotta in divertimento, talaltra in ama- andato in scena al cine teatro Odeon la di cui Carlo Muratori ha composto la rezza e rabbia. In scena, accanto a Carlo sera del martedì. Il pregevole lavoro ha musica. Filippo Arriva, nel suo lavoro, Muratori, Stefania Bongiovanni, Doriana visto sul palco Carlo Muratori, nella veste non si è limitato a ricostruire la protesta La Fauci, Maria Teresa Arturia alla fisar- di attore, autore ed esecutore delle musi- sindacale nella provincia di Siracusa nel monica, Francesco Bazzano alle percus- che, che ha ripercorso la storia della pro- 1968, ma è riuscito a ricreare il clima sioni, Marco Carnemolla al basso, Mas- testa dei braccianti su un testo di Filippo socio-politico di quell’anno attraverso simo Genovese alla chitarra. Arriva, per la regia di Walter Manfré. Un una serie di storie parallele, con perso- racconto doloroso, rigorosamente storico, naggi che si ritrovano tutti, quella mattina I giardini di Avola di Sergio Zavoli In un campo di ulivi, a qualche chilome- dizioni drammatiche che perdurano intor- tro dalla fascia industriale, sono morti in no a noi. La gente dei «giardini» chiede uno scontro con la polizia due braccianti che lo Stato non sia soltanto il guardiano agricoli. Si chiamano « giardini » questi della legge. poderi sui quali la Sicilia tenacemente Perché due braccianti sono stati ammaz- consuma la sua vecchiezza e un’indoma- zati? Queste due morti dànno scandalo, bile volontà di conservarla. In questo sono scomode per la nostra coscienza. Ne entroterra, a due passi dalle ciminiere, il parlano, a piena pagina, tutti i giornali. sottosviluppo agita problemi arcaici, Avola si sente stretta da un giudizio che la ingaggiando battaglie che ricordano i mette al centro di un dramma del quale è moti proletari di cinquant’anni fa. I quat- responsabile l’intero paese. «Questo tromilacinquecento braccianti di Avola popolo di poveri ha bisogno di essere cos’hanno spartito con l’Italia che cam- conosciuto ed amato in ciò che non dice», bia? Che cos’hanno in comune con la ha scritto un narratore siciliano. I poveri Il libro dal quale è tratto il testo di Zavoli. nuova società operaia, se una sparatoria di Avola, forse per la prima volta, hanno braccianti chi è più abile al lavoro, sceglie lascia sui «giardini» due vittime del deciso di farsi conoscere in ciò che dico- colui che ha i muscoli più forti, colui che nostro «ordine»? no. Ecco le loro voci. si presenta bene nella forma, e lo porta a Su questo confine fra due mondi, tra la Sa cos’è il mercato di piazza? Il datore di lavorare; mentre scarta definitivamente legge e l’arbitrio, tra ciò che è un uomo e lavoro, o il suo collocatore, si reca in colui che è avanti con l’età, colui che ha ciò che non lo è, vanno sciolte le contrad- piazza e sceglie fra la moltitudine dei magari i muscoli un po’ esili...

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Le cose vanno così da un’infinità di che noi non possiamo sopportare è il to e non mi ha fatto frequentare più in tempo e la gente, prima, era rassegnata. sistema dell’ingaggio in bianco. Sa che quella azienda. Allora sono andato alla Ma adesso c’è della gente che si rifiuta, cos’è? Il datore di lavoro presenta la let- Previdenza sociale. Dopo un anno mi è naturalmente! Chi ha più coscienza di tera di assunzione e dice: il lavoratore arrivata questa lettera. classe, chi ha più coscienza di lotta, si ri- Tizio è alle mie dipendenze, ma senza pre- I danni pratici quali sono? fiuta di accettare il cosiddetto mercato cisare quanto tempo deve durare il lavo- I danni pratici sono che i lavoratori, non delle vacche. Perché, qui, viene chiamato ro ; il lavoratore Tizio è alle mie dipen- raggiungendo le giornate lavorative – mercato delle vacche, purtroppo. Ma c’è denze, e basta. Il lavoro finisce dopo qua- che sono come eccezionale cinquantacin- anche chi, per bisogno, o perché analfa- ranta-cinquanta giorni e il datore di lavo- que giorni, come occasionale centouno beta, o perché debole di volontà, accetta ro non presenta la lettera di licenziamen- giorni, come abituale centocinquanta l’ingaggio in piazza e fa passivamente to, no. È a suo agio, la può presentare giorni – non raggiungendo questo quo- quello che dice il datore di lavoro. Non magari a distanza di sei mesi senza che lo ziente, vengono cancellati dalla Cassa so, se il datore di lavoro gli dice che deve Stato lo colpisca... mutua, non hanno assistenza, hanno i lavorare mezz’ora di più, lavora e non si Questa circostanza, quali guai provo- bambini al lastrico, ammalati senza dot- ribella. Perché ha paura, dopo, di non tro- ca? tore, senza assistenza medica... vare il lavoro. Quando poi il lavoro cala, Che il datore di lavoro, producendo la L’Ufficio di collocamento automatica- mandano i capociurma, i «caporali», a lettera di licenziamento a distanza, met- mente ci scarta, ci cancella, e noi perdia- fare il ricatto: invece delle tremila lire o tiamo, di sei mesi, non dichiara effettiva- mo i medicinali, il dottore. Quando io non delle tre mila e cinquecento, duemilacin- mente le giornate lavorative; ne dichiara ho il dottore, perché sono cancellato que, duemilasei, obbligando anche a fare di meno, molto di meno... Guardi, questa della Cassa mutua, venendo a casa mia un orario non di sette ore, ma di otto e è una prova documentata in cui risulta per una visita il dottore mi chiede tremila anche di più; anche di nove. quello che dico. È storia mia. Dopo aver lire. Se io in una giornata non guadagno Chi sono i «caporali»? lavorato per circa sei mesi negli agrumi neanche tremila lire, i soldi per pagare i Sono degli uomini come noi. Ecco, per presso una ditta, mí sono visto pervenire medicinali dove li vado a prendere? Devo esempio: noi guadagniamo duemilacin- la seguente lettera: «In relazione alla andare a rubare? quecento lire, loro guadagnano duemila- denuncia su indicata, si comunica che il Perché voi studenti avete solidarizzato settecento lire. responsabile della ditta in oggetto ha con i braccianti? Perché? dichiarato di non avervi mai occupato Perché noi apparteniamo alla stessa Perché il padrone li usa per farci lavora- alle proprie dipendenze. Poiché quanto miseria, siamo i figli dei braccianti e re di più, mentre loro non fanno niente. precede contrasta con il vostro assunto, quindi se scioperano loro, i figli devono Sono dei Kapò. siete invitato a fornire a questo ispettora- andare dietro ai padri. Vuole spiegarmi meglio il meccanismo to prove documentali o testimoniali atte- dell’ingaggio? stanti la veridicità della vostra denuncia. In una terra dove la ragione ha conosciu- Due tipi di ingaggio: l’ingaggio in bian- Ciò nel più breve tempo possibile affinché to tante sconfitte, non poteva esservi un co e l’ingaggio bloccato, pulito. Per noi non cada in prescrizione l’azione penale legame, né storico né morale, fra chi sa e l’ingaggio bloccato potrebbe anche relativa a quanto da voi reclamato. Il chi non sa. I giovani, oggi, cercano que- andare, perché consiste in questo: il dato- capo dell’Ispettorato provinciale dottor... sto legame, superando in coraggio e con- re di lavoro si reca all’Ufficio di colloca- Tizio e Caio». sapevolezza la scuola che non li ha for- mento, fa la lettera di assunzione e preci- In realtà, quanti mesi ha lavorato pres- mati. Ecco uno stralcio di dialogo con un sa nella lettera di assunzione che il lavo- so questa ditta? maestro elementare: ratore Tizio è alle sue dipendenze, ad Ho lavorato cinque-sei mesi. Ci sono In virtù di che cosa il collocatore riesce esempio, dal 1° al 18 gennaio. Quindi al molti testimoni. Siccome gli ho chiesto di ancora ad avere tanto successo in que- lavoratore vengono corrisposte diciotto farmi l’ingaggio bloccato, l’ingaggio sta società agricola? giornate lavorative ingaggiate. Quello pulito, questo proprietario mi ha licenzia- Beh, veramente, non voglio riferirmi ad

La statale 115 dopo gli scontri.

22 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 un determinato collocatore perché non faccio nomi, ecco... Parliamo dell’istituto. Come riesce il collocatore ad avere ancora la meglio sull’Ufficio di collocamento? Non saprei. Si vede che ha saputo fare, si vede che dà fiducia ai datori di lavoro, si vede che è ritenuto una persona idonea, capace di risolvere i problemi, insomma... … i problemi del datore di lavoro? Della categoria, sissignore. Il collocatore, dunque, serve solo il padrone? Certo, questione di correttezza, questione anche di amicizia; insomma, un comples- so di cose. Non è un mediatore tra le due parti? No, è un uomo di fiducia del datore di lavoro. E gli altri, gli operai, si fidano? Uno dei cortei svoltisi dopo gli scontri. Beh, cosa vuole! È questione di lavoro... dove invece ci si affida al «caporale», in sciopero è durato tanto? È vero che C’è un distacco tra vecchio e nuovo che genere è il «caporale» che ne risponde e siete mancati ad un appuntamento tra non risiede soltanto nella capacità di quasi mai credo che venga meno a questa le parti? sapere o non sapere scegliere un atteg- fiducia. Guardi, in merito andremmo troppo per giamento civile: sta nell’immobilità di Il «caporale» sa bene che cosa desidera le lunghe, perché ci sono dei precedenti vecchi e costituiti interessi. Interrogo un il padrone? che sono stati riferiti con assoluta inesat- agricoltore. Il «caporale» sa chi deve scegliere. tezza. Magari non ci sarà la malafede da Per quali ragioni preferite ingaggiare A quali inconvenienti andate incontro parte di nessuno, però inesattezze mol- la mano d’opera attraverso i «capora- nell’ingaggiare i braccianti in piazza piut- tissime... li» e non attraverso gli uffici competen- tosto che negli uffici di collocamento? La interrompo, per facilitarle il compi- ti? Penso nessuno. Anzi, abbiamo la conve- to, con un’altra domanda. Perché si è Beh, questa mano d’opera di Avola viene nienza. Poi vi sono fattori anche morali, giunti alla soluzione della vertenza sol- assorbita in gran parte, per lo meno affettivi. Se io vado in piazza e cerco dei tanto dopo, la sparatoria e i morti? all’ottanta per cento, dalla zona limitrofa braccianti, cercherò di scegliere quelle I nostri rappresentanti sono arrivati a del Siracusano. E allora mandano una persone che già mi conoscono e che io una firma non gradita, per evitare il ripe- persona di fiducia, in genere si chiama conosco. Quelle persone alle quali è gra- tersi di altri incidenti, sebbene le trattati- collocatore o anche « caporale », a prele- dito venire nella mia azienda, oltre che io ve fossero in corso ed avviate a sicura vare sulla piazza cinquanta, venti, cento gradire loro. Io scelgo quelli che vengono soluzione anche senza bisogno di questi braccianti. Allora, a noi di Avola, resta lo con piacere a lavorare da me. Per diversi sfoghi violenti. scarto. Ci sarebbe l’Ufficio di colloca- motivi: o perché con alcuni siamo stati Anche anni fa, se non sbaglio, per il mento, ma in genere non ha la sensazione anche ottimi compagni di scuola e d’in- rinnovo del contratto di lavoro giunge- esatta del numero delle persone disoccu- fanzia, altri perché li conosco come otti- ste ad una soluzione dopo una serie di pate che ci sono e non ce l’ha per diversi mi lavoratori, altri perché addirittura scioperi, dimostrazioni, ferimenti... motivi: perché il bracciante spesso non sono già pratici e sanno quali sono le esi- Vede, ormai lo sciopero non naturale, non trova il tempo per andarsi ad iscrivere, genze della mia azienda, sanno quali normale, ma lo sciopero così, sotto forma perché è un po’ complessa la prassi, per- sono i lavori e come si devono fare. estrema, è diventato una prassi. Almeno ché non va a farsi bollare il tesserino Allora, capirà, io non posso affidarmi a qui, localmente. Non penso che ci sia quando è disoccupato, ecc. chicchessia! assolutamente bisogno di arrivare a que- Come vi garantite che il «caporale» Perché non denunciate le effettive gior- sti estremi, in quanto trattare si può sem- non recluti lo scarto? nate lavorative? pre con reciproca comprensione... Com- Io personalmente non dispongo di « Beh, questo non credo che sia eccessiva- prensione, ci vuole! caporali » e quindi la scelta la faccio di mente esatto. Adesso, come è congegnata Il funerale di Avola dovrebbe fare giusti- persona, e poi non è che la mia azienda la denuncia dei contributi unificati, è zia di tante cose, prima fra tutte la paura assorba una eccessiva mano d’opera, abbastanza difficile sfuggire in quanto ci che annulla ogni speranza e arresta sul quindi so già chi devo ingaggiare. E in deve essere una certa relazione fra le note formarsi ogni slancio civile. Questi due genere, anche se mando una persona di di ingaggio e le denunce che noi faccia- morti forse stanno già strappando la Si- fiducia, gli dico: senti, mi abbisognano mo. cilia dai siciliani che parlano poco, che tre, quattro, dieci operai; cerca di porta- Perché c’è stata tanta esitazione da rinunciano, che si rodono dentro. re Tizio, Caio, Sempronio, proprio indi- parte vostra nel condurre le trattative C’è gente, oggi, che si apre. E va capita cando le persone. Nelle grosse aziende per il rinnovo del contratto, perché lo «in ciò che dice ».

23 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Avola 2 dicembre 1968 di Giorgio Morale

Da giorni ci domandava- scatenò la battaglia. Il vento mo:“Si sciopera o no?”. Il 2 il spinse i lacrimogeni contro gli dilemma fu sciolto dai brac- stessi poliziotti, che persero la cianti. Accolti da grandi ap- testa: si videro circondati da plausi, fecero uscire tutti (e mille braccianti e aprirono il noi, fra spintoni e urla, fummo fuoco. velocissimi). Ricordo ancora La notizia volò di bocca in come fu tirata giù la saracine- bocca. Nel pomeriggio io e sca. Uno schianto: la scuola Orazio, increduli che tanto chiusa. Come negozi e uffici. fosse successo dove noi erava- Chissà per quanto. Sennonché mo stati, ci recammo alla sede si sentirono invocazioni d’aiu- del partito comunista. Ma non to: il bidello era rimasto den- fu possibile entrare. Il dolore e tro. La scuola fu riaperta per la rabbia formavano un muro farlo uscire. spesso di gente fin sulla porta. Orazio propose di andare al Sulla strada erano rimaste pal- blocco sulla statale, per vede- lottole e pietre. Si erano conta- re gli scioperanti. Andammo, ti due morti e due chili di per curiosità. Felici di occupa- piombo. re la strada nella sua larghezza L’indomani gli agrari, che da e di celebrare ore di inaspetta- giorni disertavano le riunioni, ta libertà, chiedendo sigarette si presentarono alla firma del a destra e a manca. Man mano contratto. Il giorno dei funera- che ci avvicinavamo al bloc- li tutta Avola si vestì a lutto. Il co, la folla s’infittiva, i discor- corteo si svolse il 4, sotto la si si facevano più accesi. pioggia, sotto una selva di Circolava l’energia che si crea ombrelli neri. quando s’incontrano tante per- Io pensavo ai miei nella terra sone, tante volontà, tanti gesti. di nessuno dell’emigrazione, a Alcuni scioperanti erano se- tante case che si svuotavano duti in circolo per terra; altri per addii sommessi, al via vai erano intenti a spiegare agli nella strada Nord Sud, agli automobilisti le loro ragioni. sguardi obliqui di chi restava, Ai lati della strada, di qua e di là dei muri che percorrevano tutti i marciapiedi, di sassi, languivano i resti di fuochi not- fermi sulla soglia della disoccupazione. turni. Il cielo era limpido, come a benedi- Pensavo alla tessera della DC di mio re la vacanza, ma l’aria fredda, come a padre, riposta nel cassetto delle cose che sottolineare i disagi. Le facce stanche, le non si usano, ma non si buttano.“Se no, barbe lunghe. Io ero colpito dalla padro- quando tu eri piccolo, non lo facevano nanza con cui i braccianti tenevano la lavorare” mi aveva spiegato mia madre. strada. Tutto si svolgeva come obbedendo Ricordai una sera che mio padre tardava a un ordine naturale: questo era possibile, più del solito: era stato pagato per affig- dunque, per difendere un diritto. gere manifesti della DC. “Se lo incontra- Giovani conosciuti in paese come comu- no i carabinieri, lo arrestano” diceva mia nisti sembravano nel loro elemento: par- madre nell’attesa. “Se lo incontrano quel- lavano con cognizione, formavano croc- li di un altro partito, lo picchiano”. Mio chi. Si muovevano nella ressa secondo padre arrivò che io già dormivo: fui sve- necessità solo a loro evidenti. Si ricono- gliato dalla sua voce. Mio padre raccontò scevano dall’aspetto: larghi maglioni, che i manifesti erano tanti: i più li aveva lunghe sciarpe, lo sguardo e la parola portati a casa. Finirono nascosti nell’ulti- pronti per tutti. Il sindaco e le autorità mo cassetto dell’armadio. Per tanto parlamentavano, evidenziati da un vuoto tempo avevo pensato ad essi con un senso attorno. di colpa. Ne guarii quel 2 dicembre. La polizia arrivò mezz’ora dopo che io e “Tutta propaganda in meno per la DC” Orazio eravamo andati via. Fra gli ulivi si pensai con soddisfazione.

24 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Viaggio in treno di Grazia Maria Schirinà

Era il 1977 e mi trovavo in treno, per tor- to. Noi parlammo dei braccianti e della mente non erano veritiere; dov’erano i nare a casa per le vacanze, forse quelle loro condizione di vita, del fatto che ci giovani che scioperavano accanto agli pasquali; il treno era affollatissimo, ma io volesse un’attenzione diversa ai problemi operai? avevo trovato il posto e mi sentivo privi- della gente, dei lavoratori dei campi in Il viaggio in treno proseguiva con i nostri legiata. Stavo comodamente seduta men- particolar modo, che, all’epoca, non ricordi e, in verità, diventava anche meno tre tante persone, soprattutto del Sud, con erano garantiti e lottavano per una giusta stancante, noi rispondevamo alle doman- una giornata intera di viaggio da fare, causa. Parlammo anche dei morti ammaz- de sempre più incalzanti della nostra erano in piedi nel corridoio. All’epoca, zati e facemmo le nostre considerazioni interlocutrice, che voleva sapere, e non viaggiare, soprattutto nel periodo delle sul fatto che i militari erano altri giovani capivamo cosa volesse farci dire. Per noi vacanze, era un vero problema. Ci si del Sud, che, per non avere trovato un il ricordo era, se non fosse stato per quel- avventurava, ma non sempre il viaggio posto di lavoro, si erano arruolati e si le morti, anche piacevole (gli anni della era comodo: del resto anche ora, e per di erano trovati di fronte i loro stessi fratelli. scuola, col senno di poi, sono sempre i più in aereo, non è che i problemi siano di Due uomini erano caduti, Angelo Sigona più belli). Eravamo stati anche soddisfat- meno. Ma non voglio divagare, altrimen- e Giuseppe Scibilia, appena fuori della ti che fosse nato, proprio ad Avola, lo ti andrei troppo lontano e invece in questo città, nel tafferuglio generale. Due che Statuto dei lavoratori, e, in quel momen- momento voglio ricordare dei fatti ben neanche c’entravano, avevano perso la to, forse anche la curiosità della nostra precisi. Eravamo dunque nel tratto di stra- vita e avevano lasciato le loro famiglie in interlocutrice ci rendeva un po’ orgoglio- da che porta da Milano a Bologna (io preda alla disperazione più nera. Noi, sia si per il suo interesse ai fatti. Non sapeva- insegnavo al “Sarpi” di Bergamo) e mi io sia mio marito, al momento dei fatti, mo dove volesse arrivare e non capivamo sentivo, ed in effetti lo ero, fortunata, eravamo in terza liceo e, fino alla giorna- il suo cipiglio, finché non sbottò: anche se la mia fortuna era frutto, almeno ta del 2, quando ci fu riportata la notizia, Ad Avola si è originato anche tanto altro credo, di un lavoro intenso e appassiona- vivevamo quegli avvenimenti con parte- danno. Nelle università non se ne può più. to di studi classici e letterari. Mi trovavo cipazione sì, ma forse anche con goliar- A Bologna gli studenti sono diventati dunque in treno, intenta, come sempre dia: lo sciopero, si sa, quando si è studen- insostenibili! Tutti pretendono, anche il quando i viaggi sono lunghi, alla lettura ti, fa sempre un certo effetto. La notizia di diciotto politico, a tutti si deve tutto! di un libro; ogni tanto scambiavo una bat- quelle morti ci aveva fatto svegliare di Mettono sempre davanti le rivendicazioni tuta con mio marito, che spesso interferi- botto, ci aveva resi partecipi di una realtà degli operai, dei braccianti di Avola, va con le mie letture e mi invitava a par- più grande di noi; la moglie di uno degli come se fosse una cosa che appartenesse lare. Una signora, seduta davanti a me, uccisi era una nostra coetanea, aveva anche a loro. dopo le prime nostre parole, cominciò a appena diciannove anni; fu allo- guardarci in maniera sempre più insisten- ra forse che cominciammo a te. Non la conoscevamo, ma si capiva che vedere la protesta con occhi voleva dirci qualcosa. Tra un motto e l’al- diversi. Era il 1968, e tutti i gio- tro, infatti, esordì col chiedere da dove vani reclamavano qualcosa, chi venissimo. Senza esitazione rispondem- consapevolmente chi inconsape- mo che eravamo di Avola. volmente. In Francia il movi- Ah! Il paese dei famosi fatti! Avevo ben mento studentesco era in subbu- capito che eravate siciliani! glio, alla televisione ci facevano Non capii cosa volesse dire e che tipo di vedere cortei di giovani studenti discussione volesse intavolare. Era una manifestanti, giovani e operai signora ben vestita, sui quarant’anni, una insieme..; era una protesta che del Nord, una docente universitaria che si noi, allora, accettavamo, condi- recava a Bologna a tenere una sua lezio- videvamo, ma della cui portata ne. Questo ovviamente lo sapemmo dopo. non ci rendevamo conto. Ci indi- Cosa ne pensate, voi giovani, dei fatti? spettì tuttavia la proiezione della Evidentemente non si era resa conto, nostra bella città che, durante la forse per il nostro comportamento o forse rubrica TG7, venne proposta per il nostro modo di essere, che poi tanto dalla televisione italiana. Tutte le giovani non eravamo, dato che io ero donne erano velate, quasi con la docente e mio marito medico in un ospe- cappa nera, e gli uomini sembra- dale del Nord. Aveva un cipiglio strano, va quasi nascondessero sotto le che non mi convinceva; la sua non era giacche la lupara. Dove era solo curiosità, l’espressione era troppo andato a pescarle Sergio Zavoli seria, arcigna quasi, che faceva contrasto quelle immagini? Non apparte- con i suoi lineamenti e tutto il portamen- nevano alla nostra città, sicura-

25 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009

Restammo sbalorditi, la sua era vera e sibile una situazione del genere; a Catania Bologna e, oserei dire, fortunatamente, la propria rabbia nei confronti del cambia- ci eravamo riuniti con gli altri studenti, prof.ssa scese; forse fui un poco solleva- mento, che i giovani universitari voleva- avevamo discusso e manifestato anche ta, non mi piaceva più il tono di quella no attuare negli atenei (il cambiamento ci noi, ma forse, come sempre da noi, al Sud discussione; io non mi sentivo in colpa se fu, ma i baroni c’erano allora e ci sono la situazione è molto più soft. Eppure c’e- gli studenti e i lavoratori avevano recla- anche ora); forse non tutti eravamo prepa- rano stati i morti dei fatti di Avola e mato i loro diritti, anzi me ne sentivo rati ad accettare quello che era successo, Avola, cittadina del profondo Sud, aveva orgogliosa anche se avevo nel cuore, forse non tutti volevano ammettere che i dato prova ancora una volta di partecipa- ancora di più, la rabbia per quelle morti tempi erano cambiati (così come oggi non zione sociale ai problemi della nazione, ingiuste, che tuttavia avevano attirato, col tutti siamo disposti ad ammettere che aveva fatto sventolare per prima, ancora loro sangue, finalmente, un po’ di interes- qualcosa non ha funzionato). Noi non cre- una volta, la bandiera della libertà, come se. devamo, allora, che la nostra interlocutri- nei famosi moti del 1848, quando il trico- Continuammo a parlare con mio marito, ce potesse nutrire tanto rancore nei con- lore sventolò dal balcone di una casa sita non ero più serena come prima, quel fronti dei giovani universitari, anche se ci in quello che poi fu chiamato Corso discorso mi aveva turbato e ancora ora, avevano detto che a Bologna la situazio- Garibaldi. Negli occhi della nostra inter- quando ci penso, mi sento ribollire il san- ne era stata molto calda e che al “Sarpi” locutrice notai anche una punta di stizza gue. Solo molto dopo fui capace di pren- stesso, dove io insegnavo, le rimostranze nei nostri confronti, che, gente del Sud, dere il mio libro, per continuare la lettura, degli alunni avevano indotto a prendere avevamo trovato un posto di prestigio al ma non fu più la stessa cosa. seri provvedimenti nei confronti di alcuni Nord: emigranti di livello diverso da facinorosi, che avevano malmenato dei quello del primo ‘900. docenti. A me sembrava pressoché impos- Si era arrivati intanto nei pressi di Ieri come oggi

Avola V B ginnasiale - 1998

Giorni fa, a scuola, la prof. di Italiano ci essere intervenuti perché così abbiamo prendere le ragioni politiche dalle quali ha invitati a partecipare alla realizzazione potuto condurre la nostra “guerra illustre scaturirono gli scontri tra le forze della di un lavoro su I fatti di Avola. Non sape- contro il tempo”, ricordando a chi dimen- polizia e i lavoratori. vamo di che cosa parlasse, avevamo una tica e insegnando a chi non conosce, noi Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia, ucci- vaga idea del ’68, anche se nel corso di per primi. Oggi, a trenta anni di distanza, si dal piombo della polizia, divennero il un’assemblea studentesca, durante l’anno si può cercare di ricostruire con maggiore simbolo della lotta per l’emancipazione scolastico 1997-98 avevamo appreso che chiarezza la storia di quei giorni e com- della classe lavoratrice e di quanti recla- un grande impegno sociale e politico aveva caratterizzato quegli anni. Il 1968 è stato infatti un anno che ha lasciato un segno profondo nella storia della società italiana, e non solo per le proteste studen- tesche, per il terremoto nel Belice e in Iran, per l’invasione della Cecoslovacchia e per l’accordo raggiunto fra braccianti e agricoltori, ma anche per il tragico scio- pero degli stessi braccianti, che, solo dopo la morte di Angelo Sigona e Giu- seppe Scibilia, videro prese in considera- zione le loro richieste. La discussione emersa in classe è stata stimolante, per cui si è deciso di approfondire il problema e si è cercato di realizzare una ricerca ri- gorosa innanzi tutto sulle fonti d’epoca e, quindi, attraverso un questionario. Ciascuno di noi lo doveva proporre a dieci persone. Alla fine di questa indagine si sono messi insieme i dati raccolti e, quello che ne è venuto fuori è questo nostro lavoro. Siamo stati ben lieti di Corteo celebrativo a Chiusa di Carlo.

26 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 mavano i loro giusti diritti. venuta ad Avola del Ministro del lavoro. dello scontro: si aprì il fuoco contro i Le domande poste agli intervistati erano Ciascuno ha raccontato a modo suo la sua manifestanti; lo scontro durò circa le seguenti: storia, un pezzetto della propria vita e mezz’ora, e due braccianti persero la vita. Cosa ricordi del ’68? della vita del nostro paese. Noi non pos- Angelo Sigona morì sul colpo, mentre Quali furono le cause? siamo trascrivere tutto, ma… dalle rispo- Giuseppe Scibilia, pur soccorso, non Sotto quale profilo personale è stata vis- ste, tutte documentabili, abbiamo dedotto arrivò vivo in ospedale. suta quest’esperienza? quanto segue: I motivi che avevano indotto i braccianti Cosa accadde di preciso? Nel 1968 i braccianti avolesi lavoravano a protestare erano determinati soprattutto Come reagì l’opinione pubblica? dall’alba al tramonto, ma il loro lavoro dalla mancanza di lavoro, dall’eccessivo Perché ci fu l’intervento armato? non era regolamentato. Non solo non ave- aumento dei prezzi, dalla predominanza All’epoca la protesta era solo da parte vano un contratto, ma non venivano paga- di lavoro nero, dalla mancata parificazio- dei braccianti o si ampliò? ti nè in modo equo, né tenendo conto del- ne del trattamento. Come hanno reagito i datori di lavoro? l’orario di lavoro. Inoltre i braccianti che L’esperienza di questo ’68 avolese è stata A cosa è servito? andavano a lavorare nella zona nord del vissuta dagli intervistati in modo diverso: Servono gli scioperi? siracusano percepivano una paga giorna- alcuni sono stati coinvolti in prima perso- La scuola appoggiava la manifestazione liera superiore, pur lavorando mezz’ora di na, altri ne hanno avvertito i disagi e le e perché? meno. Arrivati all’esasperazione i brac- problematiche, perché i loro familiari I due morti potevano essere evitati? cianti, dopo alcuni mesi di discussione, appartenevano alla categoria bracciantile, Se “non ci scappa il morto” lo Stato decisero di protestare, per porre fine a altri, più giovani, sono stati indotti a interviene? quelle ingiustizie. Diedero così inizio a riflettere sul problema e a dare il loro con- Come reagì la politica? uno sciopero che avrebbe coinvolto, in tributo sociale, altri ancora erano troppo Degli intervistati solo un terzo ha risposto tempi diversi, tutto il Meridione e l’intera piccoli e non hanno quindi avuto o subito a tutte le domande, mentre i rimanenti nazione. Lo sciopero iniziò dapprima alcuna ripercussione. Una minoranza ha due terzi hanno dichiarato di non ricorda- senza blocchi stradali e vide la partecipa- comunque affermato che lo sciopero dei re o di non sapere. Eppure avrebbero zione non solo dei braccianti ma anche di braccianti creò non pochi disagi a chi dovuto poter dire qualcosa di più! Ma molti operai. Si mostrarono subito sensi- doveva allontanarsi dal paese per motivi hanno dichiarato di non voler rispondere bili gli studenti e alcuni consiglieri comu- di lavoro o per motivi di studio, non per motivi politici, motivi rispettabilissi- nali, fra cui il vicesindaco avv. Faust potendone fare a meno. mi, eppure… sorge il dubbio che si tratti D’Agata, cui abbiamo anche rivolto le Già la sera del 3 dicembre, all’Assem- di quelle stesse persone che un tempo nostre domande. Da lui apprendiamo che blea Regionale Siciliana, si votò, perché erano in prima linea e che oggi… voglio- la gente si ribellò ai fini di una politica il Parlamento e il Governo decidessero no dimenticare. più giusta: i braccianti volevano un lavo- l’immediato disarmo della polizia e dei La nostra indagine risulta quindi limitata, ro regolare e un contratto. Non volevano carabinieri in servizio di ordine pubblico, ma pur nei suoi limiti, ha evidenziato che, essere sfruttati. Lo sciopero ebbe iniziò il particolarmente durante le lotte di lavoro, allora come oggi, la società meridionale, 21 novembre, quando i braccianti si riuni- e si espressero lo sdegno contro l’uso specialmente del nostro paese, sia divisa rono sulla strada statale 115 che porta a delle armi e il ricorso alla violenza per tra opposte fazioni e comunque alla ricer- Siracusa, presso la Chiusa di Carlo, dove reprimere le lotte sindacali. ca del proprio utile. ora sorge l’ospedale “Di Maria” e si limi- Lo sciopero, secondo i nostri intervistati, Un giovane in particolare racconta: tarono a manifestare senza creare alcun è dunque un valido strumento, forse l’u- le mie conoscenze sul ’68 ad Avola sono blocco stradale. Dopo però, visto che nes- nico che il cittadino ha per reclamare i ovviamente legate a quanto riferitomi dai suno li prendeva in considerazione, deci- propri diritti, ma alla base non ci devono miei genitori, dai miei nonni, dai miei zii, sero di agire in modo più efficace. Così la essere né interessi settari, né strumenta- da quanti, trent’anni or sono furono inte- notte dell’1 dicembre crearono dei bloc- lizzazione politica per motivi non attinen- ressati, direttamente o indirettamente, nei chi sia lungo la strada nazionale che ti alla tutela dei lavoratori (come spesso cosiddetti fatti di Avola. Sentimenti di lungo le provinciali; in questo modo accade). L’optimum sarebbe che non ci emozione, di rabbia, di paura, di pietà avrebbero isolato il paese. Essi stessi poi fosse più bisogno di protestare e che si ancora suscitano gli avvenimenti di quel si diedero dei turni anche di notte, per vivesse in uno stato di libertà e di diritto. giorno. Mi raccontano della sera del 2 sorvegliare le strade. Tenevano lontano il La scuola aveva il dovere di appoggiare le dicembre, allorché stavano chiusi in casa freddo, facendo dei falò per scaldarsi. Il manifestazioni, perché, venendo a man- per timore di qualche reazione sproposi- giorno dopo la polizia si consultò con il care in famiglia il denaro, ai figli non tata da parte della gente e si assisteva alla Questore di Siracusa, il sindaco del paese, poteva essere mantenuto il diritto allo stu- tv, ironia della sorte, alla proiezione del on. Denaro, e il vicesindaco, on. D’Agata, dio. E inoltre vive nella scuola, soprattut- film sul bandito Giuliano, in cui si rap- per decidere sul da farsi e convincere i to, la società di domani, per cui, allora presentavano scene di Portella della braccianti a togliere i blocchi. Ma quelli come ora, essa ha il dovere di appoggiare Ginestra; mi raccontano di come tutta la non vollero saperne: la loro causa era tutte quelle manifestazioni che mirano al stampa e la televisione si occuparono dei troppo importante, per lasciar perdere miglioramento sociale, civile ed econo- “fatti di Avola”; mi raccontano dell’urlo tutto. A questo punto la polizia cominciò mico dei lavoratori e della società di cui delle sirene delle ambulanze in quel a lanciare lacrimogeni; i braccianti rispo- essa fa parte. pomeriggio autunnale; dei funerali dei sero, scagliando pietre: alcuni poliziotti Tutti, alla domanda se le due morti si due morti in un giorno piovoso; della rimasero feriti. È il momento decisivo sarebbero potute evitare, hanno risposto

27 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 di sì, a condizione però che vi fosse stata, essere ascoltati dallo Stato che, se da una quanto i datori di lavoro; uno che voglia da parte delle autorità preposte, la volontà parte propone innovazioni, dall’altra mettersi in regola ingaggiando un ope- di risolvere in modo civile e democratico mantiene arretrate le strutture e i servizi raio, non solo deve pagare uno stipendio la controversia fra i braccianti e gli agrari dal punto di vista quantitativo sia qualita- equo, ma deve pagare allo Stato una per- datori di lavoro. Forse le due morti furo- tivo. E che dire del mondo del lavoro? centuale tale da costituire quasi un altro no volute, si dice anche, e cercate da qual- Non è più il ’68, ma quanto malcontento! stipendio. E questo non conviene, perché che parte politica. Si diceva a quei tempi La disoccupazione dilaga, e, oseremmo spesso i prodotti non si vendono e le usci- che sobillatori fossero venuti da Palermo, dire che il caporalato non è morto, nono- te superano le entrate. D’altronde i pro- ma la verità non si saprà mai. Lo Stato, stante le categoriche affermazioni del sen. dotti che lo Stato importa costano molto d’altronde, non si impegna adeguatamen- Giacomo Brodolini, allora ministro del meno dei nostri, che restano, per neces- te, per salvaguardare i diritti dei cittadini lavoro, nella sua visita ad Avola, avvenu- sità, a marcire sugli alberi. che sono costretti, allora come oggi, a ta il 4 gennaio 1969, a poco più di un Oggi lo Stato ha molte colpe, in quanto mobilitarsi. In questo modo lo Stato inter- mese dalla strage (S. Burgaretta, I fatti di non incoraggia il commercio o lo fa solo viene solo per evitare ulteriori disordini, Avola, libreria editrice Urso, 1981). a parole e spesso si tura le orecchie di ma può sempre accadere che la protesta I braccianti stanno lì nel posto dove sta- fronte alle richieste del popolo. Si torna a degeneri in tragedia. vano allora, ad aspettare che arrivi qual- parlare di scioperi e manifestazioni. Se In quell’occasione, come ancora accade cuno a chiamarli, a sceglierli, e dire; tu, tutto funzionasse, gli scioperi non ci per altri motivi, ogni partito politico cercò tu, tu domani venite a lavorare. Esat- sarebbero, ma… non tutti si rendono di scaricare sugli altri le colpe dell’acca- tamente come prima di quel dicembre di conto che ci sono categorie di persone che duto, e, se da una parte i partiti di sinistra trent’anni fa. Anzi con meno lavoro e più vivono seri problemi e che cercano, per sottolineavano le responsabilità del giorni a passeggio (F. Piccolo, Il brac- bisogno, di farsi ascoltare ricorrendo a Governo, dall’altra parte i partiti di destra ciante che visse due volte, in “Il diario tali mezzi. accusavano i partiti di sinistra e le forze della settimana”, 1998). Lupi e agnelli ce ne sono sempre stati e sindacali di avere esasperato gli animi e In molti pensano che i diritti rivendicati continueranno ancora ad essercene, per- di avere speculato sul bisogno dei lavora- allora dai braccianti agricoli ancora oggi ché purtroppo molti, o meglio tutti, pen- tori. Molte parti politiche si sentirono, in non siano rispettati: c’è mancanza di sano solo ai propri interessi anche a quell’occasione, impegnate sul tema del lavoro e, mentre il costo della vita aumen- danno del prossimo. Perché la società disarmo delle forze dell’ordine. ta, i salari restano fermi. Dilaga il lavoro funzioni dovremmo imparare ad essere Oggi come allora gli studenti si trovano nero e lo Stato propone sempre nuove più umili e rispettare il prossimo: non esi- nelle condizioni di dovere lottare, per leggi che danneggiano tanto gli operai stiamo solo noi con il nostro utile. I fatti di Avola di Sebastiano Burgaretta di Giuseppe Astuto

[...] Con questo lavoro, Burgaretta ci con- questa esigenza. L’autore, attraverso una segna una ricostruzione precisa e articola- ricerca scrupolosa e puntuale, ha rico- ta sull’eccidio di Avola, e in generale struito i drammatici giorni di Avola e il sulle lotte operaie e bracciantili del bien- tragico epilogo. Per fare il punto sui fatti nio 1968-69 avvenute in provincia di e per comprenderne la dinamica, ha uti- Siracusa. Certo a partire da quegli anni lizzato tutte le fonti esistenti, dalla stam- molti progressi sociali sono stati compiu- pa dell’epoca agli atti parlamentari e alle ti, molte libertà politiche sono state con- interviste dei protagonisti. Burgaretta ci quistate e poi difese, lo spazio della par- consegna “una memoria ordinata” (direb- tecipazione popolare alla cosa pubblica è be Giarrizzo) di quegli eventi, che servirà, aumentato. Ma via via che questo proces- come ha scritto l’autore, “a farli conosce- so duro e faticoso si apre la strada, pur fra re ai giovani che non sanno alcunché di lotte aspre e fra le insidie del ritorno al quegli avvenimenti, a ricordarli a chi passato, è lecito interrogarsi sul significa- facilmente dimentica”. E in una fase nella to di quelle battaglie, sugli obiettivi rag- quale la domanda di conoscenze storiche giunti e sui problemi indicati, ma che va via via crescendo, gli studiosi attendono una soluzione. E se è vero che dell’Italia repubblicana troveranno in la contraddizione dello sviluppo italiano questo volume elementi utili per degli anni Settanta e Ottanta consiste, approfondire questo periodo così difficile ancora, nelle particolari condizioni del della nostra storia, contrassegnato da epi- Mezzogiorno e nella forte disoccupazio- sodi drammatici come quello di Avola, La ricostruzione degli avvenimenti, dal- ne, allora la riflessione su quegli eventi ma anche carico di sollecitazioni e tensio- l’inizio della lotta bracciantile fino al tra- acquista ulteriore legittimità. ni della società civile che chiedeva un gico epilogo, le reazioni nel paese dopo Il libro di Burgaretta risponde proprio a profondo rinnovamento politico e sociale. l’eccidio, l’atteggiamento del governo e

28 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 della magistratura sono i punti fondamen- tali attorno ai quali si articola il lavoro di Burgaretta. Sulle reazioni nel paese si è accennato. Per quel che riguarda la dina- mica degli avvenimenti, dalla esposizione dell’autore appare netto che l’intervento fu voluto e che in nessun modo si può parlare di legittima difesa da parte della polizia. Come è noto, con la lotta che i braccianti iniziano nel novembre 1968 si rivendica la parificazione delle due zone salariali in cui è divisa la provincia di Siracusa, I professori Rosario Mangiameli, Sebastiano Burgaretta e Giuseppe Astuto al Convegno dell’ 1 dicembre 2008. miglioramenti economici e l’introduzione di una normativa volta a consentire nelle va minacciò di far intervenire i militari, di destra abbiano tratto succhi ed alimen- aziende il controllo delle applicazioni non più la polizia, i militari. Di carattere to da iniziative di repressione e di scon- contrattuali. Mentre gli aspetti economici analogo è la dichiarazione del sindaco di tro, proposte all’opinione pubblica come della vertenza non costituiscono un serio Avola del tempo, on. Denaro, il quale era ‘errori’? (Giarrizzo, Nota introduttiva). ostacolo al componimento della stessa, presente a quella seduta: L’impressione Si tratta di suggerimenti e riflessioni, sui viceversa si manifesta subito da parte che io ebbi,… quello che avvenne fu a quali non si può non convenire. Ma chi degli agrari una ostilità preconcetta sulla causa di una telefonata (al prefetto) venu- voglia approfondire la storia del parte normativa, che le organizzazioni ta dall’alto, proprio forse dal ministro Mezzogiorno e della Sicilia, ed in parti- sindacali hanno concretizzato nella istitu- Restivo, in seguito alla quale il prefetto colare la storia delle campagne e del zione di commissioni comunali pariteti- fece allontanare dal gabinetto il colon- movimento contadino, non può non inter- che e nel controllo sulla esecuzione dei nello dei carabinieri e il questore, cam- rogarsi sul significato e sull’importanza contratti. biando tattica. delle lotte bracciantili del 1968, di cui i Di fronte alle resistenze degli agrari a L’atteggiamento ambiguo e ostile della fatti di Avola assumono ormai un caratte- trattare su questi punti della vertenza, lo prefettura e degli organismi statali verso i re periodizzante. In che senso queste lotte sciopero si protrae per alcuni giorni e fino lavoratori verrà richiamato più volte innovano rispetto alla tradizione del a quando il Prefetto di Siracusa, dietro le anche nel corso del dibattito parlamenta- movimento contadino siciliano e da quale pressioni del movimento sindacale e di re. Il deputato comunista Antonino contesto economico-sociale traggono ali- esponenti della classe dirigente siracusa- Piscitello, che era stato presente agli mento? na più vicina ai lavoratori, convoca di avvenimenti, nel suo intervento dirà che (da Sebastiano Burgaretta, I fatti di Avo- nuovo le parti. Ma per ben due volte i rap- fin dall’1 dicembre era stata segnalata la, Editrice Urso) presentanti degli agrari non si presentano telegraficamente al ministro del Lavoro la alle trattative. In questo clima matura la drammatica situazione della zona decisione dello sciopero generale del 2 e che egli era riuscito ad avere dicembre e poi lo scontro alle ore 14 sulla assicurazione da parte del Pre- statale 115. fetto di Siracusa che la polizia Gli aspetti più interessanti di questa parte non sarebbe intervenuta. del volume sono le interviste ai testimoni. Giustamente Giarrizzo rileva che Per capire l’atteggiamento e gli umori che la decisione politica di cui il serpeggiano negli ambienti dell’apparato Prefetto di Siracusa fu strumento statale è opportuno far riferimento alle interpretò anticipandole scelte dichiarazioni di alcuni protagonisti di reazionarie quali erano maturate quelle vicende. Ad un determinato in settori decisivi dell’apparato momento, – afferma l’on. D’Agata – men- statale e della classe politica ita- tre trattavamo in prefettura e si stava liana. E poi conclude domandan- arrivando al dunque, il prefetto fu chia- dosi se la reazione di destra, e mato al telefono da Roma. Non parlò cioè le motivazioni e gli obiettivi davanti a noi, si allontanò e si fece pas- della cosiddetta “strategia della sare la comunicazione dall’altra parte. tensione”, non vadano ricercati Poco dopo ritornò con atteggiamento nelle vicende di questi mesi e cambiato di punto in bianco: mentre nella crisi politico-sociale in atto prima aveva una posizione mediatrice e nel paese. La prova generale, – tendeva a far raggiungere un accordo continua Giarrizzo – come è noto, alle parti, dopo la telefonata diventò col- sarebbe stata ad un anno preciso laterale e di sostegno alle posizioni di da Avola la strage di Piazza intransigenza degli agrari. Non ricordo Fontana: è arbitrario proporre se in quella riunione o in quella successi- che le radici di quel radicalismo

29 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Rrèpitu per il due dicembre memoria breve in cinque moti di Sebastiano Burgaretta

A quarant’anni dal due dicembre 1968 la verità sui tragici fatti di Avola continua a rimanere occultata tra le millanta carte della Res publica nata dalla Resistenza.

Quel due dicembre Scurrìa lu sangu a funtaneddhi, Na pocu i privulazzu ppi-ccuntenta: Quel due dicembre fu di lunedì. scurrìa lu sangu a funtaneddhi çentuçinquanta scaçiunati ccô rialu Bloccata la vita tutta nel paese. a-mmenzê mènnuli a-Gghjusi ri Carru. ginirusu è-ddhanni ri l’amministia. Gelo nella decima notte vuota Scurrìa lu sangu a funtaneddhi. Rui suli motti per mano di ignoti. e ancora al fuoco caldo dei falò E poi e poi nun si ni sappi nenti. pane tostato e olive per operai, Corron nell’aria i morti rivoltati. A manu manca si mangiàu chiddha ritta. braccianti e poliziotti amici. Ora e sempre torna a trionfare Cchi-bbelli piatti annuçi ssa vilanza! Ma quei ceppi fumiganti forieri l’antica bestia dagli occhi di fuoco. E poi e poi nun si ni sappi nenti. furono di ben altro fumo nero. Scurrìa lu sangu a funtaneddhi, Morsi cu morsi Nìuri tizzuna comu piçi scurrìa lu sangu a funtaneddhi Morsi cu morsi tannu a-llampu caruti ri lu çelu. a-mmenzê mènnuli a-Gghjusi ri Carru. e aiutu mancu ci ni potti. Nìuri tizzuna comu piçi Scurrìa lu sangu a funtaneddhi. Cu mori mangia terra a-llampu caruti ri lu çelu. e-ccu campa va a la guerra. Rrèpitu La Celere mandata dai potenti Curremu, fimmini, curremu! I morti ormai son morti, a compiere l’opera suprema. A casa ni vutàu sutta e supra. i vivi nveçi s’han’a-ttèniri forti. Gli elmetti in testa ai militari Punteddha nun ci n’è ppi la difisa La vita bella continua per noi, annunciano la carica vicina. e-mmancu tarca nìura i cummogghju. per Angelo e Giuseppe la lapide e la via. Squilli di tromba rituali e via alla sardana comandata. Solo il pianto sale per la via, Morsi cu morsi tannu Acri lacrimogeni infernali conforto necessario a chi rimane. e aiutu mancu ci ni potti. tornati per il vento agli emissari. Non valgono parole e attestati Cu mori mangia terra tardivi come polvere di mota. e-ccu campa va a la guerra. Ittati mazzacani a-mmenzâ strata! Ora l’eterno rrèpitu si canta Picciotti, nun si passa a-bbia ri forza! e culla morte e vita senza tempo. Ittati mazzacani a-mmenzâ strata! Picciotti, nun si passa a-bbia ri forza! Curremu, fimmini, curremu! A casa ni vutàu sutta e supra. Scurrìa lu sangu Punteddha nun ci n’è ppi la difisa Scurrìa lu sangu a funtaneddhi, e-mmancu tarca nìura i cummogghju. scurrìa lu sangu a funtaneddhi a-mmenzê mènnuli a-Gghjusi ri Carru. Ferru vecciu Scurrìa lu sangu a funtaneddhi. Çentuçinquanta campagnoli dinunziati, ferru vecciu scanciatu ê cantuneri. Cade il sangue ad arrossar le ali Inchiesti rui ma senza risultati. di una candida colomba. Saccu ri giustizia senza funnu. Giustizia di piombo scende sugli inermi. E poi e poi nun si ni sappi nenti.

30 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Barack Obama ATTUALITÁ

di Giovanni Stella

Quel sogno si è realizzato. Ora non quarantenne le sorti del Pianeta nel soltanto sui monti della Georgia ma in momento più delicato degli ultimi 50 ogni angolo degli Stati Uniti d’Ame- anni. La crisi finanziaria e monetaria rica. I figli degli ex schiavi siederan- mondiale, la Cina e l’India che detta- no allo stesso tavolo della mensa no e impongono regole nuove nel assieme ai figli degli ex schiavisti. E mercato globalizzato, l’Africa il gran- ovunque ci sarà a capo tavola Barack de continente nero da sempre escluso, Obama, un uomo di colore, di origine anzi abbondantemente sfruttato, che afroamericana, eletto a largo suffragio si sveglia e chiede di stare al tavolo Presidente degli U.S.A., perciò l’uo- con gli altri. mo più potente del pianeta. È questo, Le spalle di Obama devono mostrarsi io credo, l’evento più importante del simili a quelle di un novello Atlante, Terzo Millennio, l’atto di civiltà più per sorreggere un globo che muta eclatante e significativo realizzato giorno dopo giorno, il suo cervello dopo lunga macerazione con demo- deve inventare momento dopo mo- cratica espressione del popolo ameri- mento soluzioni per fatti, eventi, pro- cano. blemi che nascendo in ogni dove si Solo quarant’anni fa pensare una cosa estenderanno a macchia d’olio in tutto simile era follia pura. Luther King, al quale nulla fu rispar- il Pianeta. Allora agli uomini di colore, ai neri, miato, neppure il carcere, ma che Questo quarantenne avrà il compito di che con disprezzo venivano chiamati imperterrito lottò con forza e con restare in lunghezza d’onda con i suoi negri, erano negati i diritti civili, anzi ideali, pronunciando fra i tanti discor- coetanei, la generazione che più erano addetti ai lavori più umili, fati- si quello che è rimasto il più famoso: muove i fenomeni sociali, economici, cosi e a rischio, pagati con salari da I have a dream. politici. sopravvivenza. E per di più venivano Un sogno che ora è realtà. Si rischia forte: è in forse la sopravvi- fatti vivere all’interno della società in Il risultato fu finalmente ottenuto con venza dell’intero sistema poggiato su una sorta di “riserva” dalla quale era la firma della legge da parte del presi- basi che non siamo disposti a trasfor- impedito uscire pena sanzioni ingiu- dente Johnson nel 1965. King fu insi- mare. Ma Obama viene da molto lon- ste. Erano, di fatto, gli schiavi del XX gnito del premio Nobel per la pace nel tano: dal dolore, dalla sofferenza, secolo. 1964, ma fu assassinato da una pallot- dalla fatica e dal sacrificio. Penso che Si resero necessari lunghi, duri anni di tola partita da un fucile in un motel saprà guardare lontano con lungimi- lotte, perché agli uomini di colore nel 1968. ranza e prendendoci per mano saprà venisse riconosciuto il diritto di esse- Ora, Obama presidente degli USA portarci avanti, sempre più avanti. re uguale ai bianchi. Battaglie durate significa in primo luogo tutto questo: oltre un decennio alla cui guida fu una vera conquista di civiltà di un posto un pastore protestante Martin popolo che affida a questo giovane

31 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Malastrada: il nuovo spettacolo di

CRITICA Tino Caspanello LETTERARIA

di Paolo Randazzo

Molte volte la presidente dell’associazione “Gli Avolesi nel Mondo” mi ha cortesemente invitato a scrivere qualche articolo per questa rivista; molte volte a questo invito s’ è affiancato quello altrettanto gentile del professore Sebastiano Burgaretta, ma ho sempre declinato l’invito, giacché ho creduto che il mio lavoro di giornalista e di critico teatrale militante non si adattasse al taglio di approfondimento culturale di una rivista legata specificamente a problematiche cittadine. E tuttavia capisco anche che è dav- vero bello, e in qualche modo persino doveroso, condividere con la mia città i frutti del mio lavoro giornalistico. Così ho propo- sto di presentare in ogni numero della rivista la recensione dello spettacolo teatrale o della coreografia a mio parere più interes- sante che ho avuto occasione di vedere in giro per la Sicilia. In molta importante pittura il buio non è di percorrere una strada lunga, vecchia e ni, per superare politicamente quel vuoto di colore ma tonalità densa e ric- polverosa, una strada al buio, e si trova rombo (nello spettacolo un inquietante e chissima, e non tonalità di un colore solo finalmente, sempre al buio, di fronte a ferroso “basso continuo”) che costante- ma di mille sfumature, di colori su colo- “lui”, un enorme essere lungo, liscio e mente inghiotte la loro umanità. Non è ri, di spazi colmi di tragedia e cultura, misterioso da affrontare. Alle loro spalle poco, ma c’è di più: non c’è solo infatti che rendono quel buio un profondo una terra – un’isola – che conoscono ma la rivendicazione politica in questo lavo- campo di senso in cui avventurarsi, e che probabilmente non riconoscerebbe- ro (per quanto elegante e rarefatta, rendono ancor più interessanti e dense le ro più, se solo potessero rivederla con sarebbe stata semplicistica e magari figure che da quel buio si stagliano. Non chiarezza, davanti a loro il mistero di avrebbe attratto e parlato troppo facil- sappiamo quanto possa aver direttamen- quell’essere estraneo da affrontare. mente a un pubblico geograficamente e te influito (e influisca ancora) nella Parole pochissime e rarefatte, domande politicamente definito a priori), il suo costruzione del teatro di Tino Caspanello piuttosto, mai risposte. Il mistero di spessore artistico ci sembra attingere a la sua sicura conoscenza della storia del- quella presenza che – se ne renderanno dei livelli più profondi di riflessione. l’arte, ma non c’è dubbio ch’è presente conto ben presto – ha già sconvolto la Non ha solo una dimensione politica, nel suo teatro, sia pur apparentemente loro semplice vita prima ancora di aver infatti, quell’essere mostruoso che riesce semplicissimo e quasi minimalista, una deciso, colpevolmente, che dovrà essere persino a disaggregare i rapporti paren- sensibilità coloristica che va considerata il giovane figlio a dover affrontare per tali: no, sembra piuttosto possedere una ed assolutamente segnalata. Una sensi- primo il mostro. Da questa scoper- bilità che si esplicita anzitutto nella scel- ta in poi, dall’acquisizione di que- ta sapiente del disegno di luci e appunto sta consapevolezza, nulla sarà più nel rapporto luce-buio sulla scena, ma come prima, e la loro vita sarà che davvero va molto al di là di questo e definitivamente sconvolta. È sin connota tutto il suo linguaggio teatrale. troppo ovvio e quasi scoperto il Una sensibilità pittorica che ovviamen- riferimento al realizzando ponte di te, facendosi teatro, si arricchisce di Messina, ma è proprio questa molta cultura specifica e di molta acuta ovvietà che fa sì che il pubblico e partecipe intelligenza della realtà. possa agevolmente superare que- Scriviamo dello spettacolo “Malastrada”, sto riferimento in direzione di una l’ultimo lavoro di Caspanello che ha riflessione amara sulla pervasiva e debuttato a luglio a Vico Del Gargano in spesso violenta presenza della cul- Puglia nel contesto di “Festambiente tura capitalistica contemporanea, Sud”, e che s’è visto per la prima volta che, senza chiedere permesso, in Sicilia in agosto scorso nel contesto spazza via (o, più spesso ed util- del Festival “Teatrincittà” organizzato a mente, compra con moneta sonan- Caltagirone da “Nave Argo”. In scena, te) qualsiasi cosa possa opporsi con lo stesso Caspanello (drammaturgo efficacemente al suo trionfo. E e regista), altri due componenti storici certo non è uno scontro indolore né della compagnia “Pubblico Incanto”, privo di sofferenze: solo che pro- Cinzia Muscolino (come sempre brava e babilmente le vittime di questo intensa) e Tino Calabrò. L’impianto scontro non hanno una voce abba- drammaturgico è semplicissimo: una stanza forte per farsi sentire, per famiglia – padre, madre e figlio – finisce esprimere utilmente le loro ragio- Foto di scena da “Malastrada”

32 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 dimensione metafisica e surreale, che suggerisce al pubblico di guardare oltre Mi scantu! i rapporti di potere, alla struttura stessa dell’essere, alla sostanza, alla presenza, al fascino del male, alla sua segreta e facile pervasività nelle strade, nei giorni e nella storia dell’umanità. Un’ultima RUBRICA notazione riguarda la dimensione stili- di Paolo Fontana e Nicoletta Zorzan - foto di Antonio Dell’Albani stica complessiva di questo spettacolo, che, se appare matura e consapevolmen- Donne del 2008, emancipate, laureate, La persona che si ammala di tumore al te dimensionata sul rapporto di poche studiose, ricercatrici, imprenditrici, seno chiude la porta di casa, e, anche presenze attoriali, mostra anche, seppur casalinghe, madri, mogli, amiche, com- quando l’uscio si socchiude, sono quel- impercettibilmente, i segni di una qual- pagne... donne del 2008 che ancora, li della porta accanto a volerla sola. che stanchezza, che potrebbe (o dovreb- purtroppo come una volta, combattono Eppure, analizzando la storia di queste be?) suggerire a Caspanello e a tutto un nemico sconosciuto, temuto, sempre donne, si scoprono verità di coraggio, l’ensemble di “Pubblico Incanto” di in agguato, che si chiama tumore al pazienza e tenacia. Metà della loro vita, rivolgere la propria ricerca teatrale seno! spesso di stenti, dedicata alla famiglia e verso nuove, magari più rischiose ma Donne frammentate, distinte, di città, ai figli non è servita a scalfire la paura più ampie e feconde, dimensioni della di provincia, di paese, di borgo, donne che il tumore della mammella ha scena. di Avola! lasciato. Un mostro oscuro, imprevedi- Certo, perché, per chi si dedica a cura- bile che bisogna aspettare in silenzio e Tino Caspanello re questa patologia si deve confrontare possibilmente lontano dalla vista e dal Tino Caspanello insieme con la Compagnia Pubblico Incanto (l’impareggiabile Cinzia con una comunità che ha la maggioran- tatto dei familiari. Muscolino, Andrea Trimarchi e Tino Ca- za di donne in età a rischio e con un’al- Lasciare questa terra e vivere in altre labrò), rappresenta oggi una delle voci più ta percentuale di questo modo di pen- comunità ha permesso a tante donne di interessanti del panorama del nuovo teatro sare... io non vedo, non sento, non frantumare il loro pensiero antico e di nazionale. Caratteristica del suo lavoro è una parlo! assorbire invece le abitudini di donne dimensione poetica del fare teatrale che ottie- Per prevenire un tumore al seno la più disposte a parlarne e più sensibili ne riuscendo a miscelare con acuta intelli- genza artistica il silenzio (attesa, sospensio- donna deve invece guardare, deve sen- alla prevenzione. ne, ferita, discorso), la purezza del gesto e la tire, deve parlare! L’esatto opposto di Una donna che scopre di avere un parola (quasi sempre in un dialetto siciliano un modo di pensare e di agire che la tumore della mammella non deve res- autentico ma teatralmente “altro” e necessa- cultura siciliana molto radicata, in par- pirare quella “sottile emarginazione” di rio). Una dimensione teatrale che sin dal ticolare ad Avola, si tramanda di fami- una società che forse per eccesso o per 1993, nel piccolissimo spazio teatrale (il glia in famiglia, di madre in figlia. difetto la vuole “diversa”. “teatrino della Lanterna rossa”) a Pagliara, Perché non guardi il tuo seno?.. perché Il tumore ha una sua vita, ma anche una in provincia di Messina, e sin dai suoi primi spettacoli (“Landscape”, “Eclissi”, “Il colo- mi scantu! sua morte ed è la donna che lo ospita re rosso del mare”, “Textures”, “Bian- Perché non senti quando ti chiamano che deve condannarlo, non silenziosa- co/Nero”, “La distanza della luna”, “Kiss”, per i controlli? Perché mi scantu! mente, ma a voce alta tra le pareti di “Bartleby, lo scrivano”, “La Favola del figlio Perché non parli quando noti qualcosa? casa, fuori tra la gente, nelle strutture cambiato”), ha attirato sulla Com-pagnia Perché mi scantu! che le servono, davanti a chiunque. l’affetto del pubblico e l’attenzione della cri- È in questa amara realtà che l’aggrega- “Sicilia Donna”, associazione nata tre tica più avvertita. Del 2003 è lo straordinario spettacolo Mari con cui la compagnia ha zione risulta essere un elemento troppo anni fa, è la voce più alta contro il meritato il “Premio speciale della Giuria” al moderno, dove le istituzioni sono spes- pregiudizio, la paura, l’emarginazione Riccione Teatro e il cui testo è stato pubblica- so silenti e la tutela della propria salute perché il sorriso di ogni donna di Avola to dalla rivista “Hystrio”. Ancora ottimi diventa inutile o troppo difficile. annulli il mi scantu! riscontri di pubblico e critica per Rosa (del 2006) e per ‘Nta ll’aria (del 2007), presentati entrambi nel contesto di “Primavera dei tea- tri” di Castro-villari. Da segnalare che “‘Nta ll’aria” per altro è stato prodotto dal Teatro Libero di Palermo. Altra esperienza, interes- sante per la feconda direzione di ricerca in cui si avvia questa Compagnia, è il progetto- spettacolo “Land-scape”, prodotto in colla- borazione col Teatro Garibaldi di Palermo e presentato a Graz, in Austria, per il Festival “Blogtxt”, che ha ricevuto il “Premio della giuria popolare”. Nel giugno di quest’anno Tino Caspanello ha infine ricevuto a Palermo dal-l’Associazione nazionale dei critici di teatro il Premio della Critica come realtà emergente. Un momento della Campagna di sensibilizzazione ad Avola.

33 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Le giornate del ricordo per un delitto tanto efferato ATTUALITÁ

di Eleonora Vinci - Foto di Antonio Dell’Albani

A cinque anni dalla strage di Nassiriya il dolore vissuto forte della sua incrollabile fede messa più volte a dura dall’intera nazione si trasforma in solidarietà verso i bam- prova nel corso della sua giovane esistenza. Dall’incontro bini tanto amati dal brigadiere dei Carabinieri Giuseppe tra le due donne è nato il volume, che è un invito alla soli- Coletta. darietà e all’amore incondizionato verso il prossimo e in modo particolare verso i più deboli, verso i bambini dei Il 12 novembre diventerà la Giornata del ricordo di tutti i paesi martoriati dalle guerre, privi di alimenti, di vestiario, caduti nelle missioni di pace. All’annuncio del Ministro di medicine, di giocattoli. E, proprio lo scorso novembre, della Difesa Ignazio La Russa, proprio nel giorno del quin- un automezzo della Croce Rossa è partito per l’Afgha- to anniversario della strage di Nassiriya, dove persero la nistan con un carico di giocattoli raccolti dall’associazione vita 19 italiani (17 militari e 2 civili), il gruppo del Pdl al “Giuseppe e Margherita Coletta – Bussate e vi sarà aperto”, Senato ha fatto seguire l’immediata presentazione di un alla quale andranno anche i proventi della vendita del libro, disegno di legge per istituirla. che saranno utilizzati per altri impegnativi progetti di soli- Innumerevoli sono state le cerimonie, in Italia e all’estero, darietà. che si sono tenute nella triste ricorrenza dell’attentato alla Il sodalizio sociale ha istituito già da due anni anche un base irachena occupata dai Carabinieri dell’Unità specia- premio riservato agli studenti degli istituti d’istruzione lizzata multinazionale, pianificato a Baghdad da Al Qaida. superiore della città per componimenti e lavori artistici sul In particolare a Roma, dove si sono riuniti i familiari, è tema della legalità, la cui premiazione si è tenuta lo scorso stata deposta una corona d’alloro all’Altare della Patria e a 19 novembre. Di seguito i nomi e i lavori dei vincitori e un Palazzo Madama è stata scoperta una targa che dedica la contributo che riteniamo degno di segnalazione: Sala delle conferenze stampa ai caduti di Nassiriya e a tutti gli italiani caduti nel corso dell’operazione “Antica SEZIONE GRAFICA PITTORICA Babilonia”. Anche ad Avola due sono stati i momenti di 1° Samuele Suma € 500,00 ricordo e preghiera, ai quali hanno partecipato le più alte 2° Umberto Confalonieri € 200,00 cariche istituzionali, l’Arma dei Carabinieri e i volontari, la visita all’ultima dimora del Brigadiere dei Carabinieri SEZIONE LETTERARIA Giuseppe Coletta, che riposa accanto al figlioletto Paolo, e 1° Beatrice Campisi € 500,00 la Messa commemorativa celebrata da don Fortunato Di 2° Vincenza Caruso € 200,00 Noto, nella chiesa del Carmine, alla presenza della mamma, della sorella e dei familiari, affettuosa- mente circondati da tante persone che mai potran- no dimenticare il sorriso e la disponibilità del loro concittadino. Ad Herat e Kabul, invece, le solen- ni cerimonie del ricordo sono state volute dai mi- litari attualmente in missione in Afghanistan. Questo quinto anniversario è stato anche occa- sione per presentare, attraverso i canali d’infor- mazione, soprattutto televisivi, il libro Il seme di Nasiriyah – Giuseppe Coletta il Brigadiere dei Bambini, scritto dalla giornalista Lucia Bellaspiga con Margherita Coletta; la prefazione è a firma dell’inviato del TG5 Toni Capuozzo. L’inviata del quotidiano nazionale “Avvenire”, Bellaspiga, incontrò la vedova di Giuseppe Coletta nei giorni del dolore più cupo, quando, tenendo in mano la Bibbia, pronunciava parole d’amore e invitava a pregare per i colpevoli di quella orrenda strage, Samuele Suma viene premiato dall’assessore alla P. I. Francesco Magro e da Margherita Coletta

34 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009

Cantina del ragazzino di Beatrice Campisi

Credevo ci fosse un giglio per preghiera. Vedevo tanti campi arsi in veste amena cercavo il diritto di contestare ad ogni uomo che la giustizia viene dal cerchio di un sapore mai stato nuovo. E portava in braccio il figliol prodigo per diletto senza capire che per duna s’intendeva saper soffrir. Camminava a passi stanchi senza meta Disegno di Samuele Suma portando in grembo Eredi il peso di un bambino di Vincenza Caruso mai stato uomo e i preti in veste viola gridano il cielo Il tuo mantello nero, senza capire se c’è un inciucio tra bontà e stupidità. ali di giustizia, “Questa Storia, si, grazie a loro finirà!” vola leggero in aula E la stranezza della strafottenza si manifesta oltre gli specchi della paura. nei visi ancora palesi di chi alle lacrime mischia un solco Il tuo spirito puro, in guancia, chiamato solo sorriso fortezza di coraggio, ignobile scure per i gendarmi dirada la coltre di silenzio che hanno combattuto senza preghiera animato da un soffio di verità. in malo modo un Minosse, un amico, un cretino Un sipario chiamato Don rosso di sangue per grazia e per fuoco ha spento la luce E le gesta di antichi guerrieri, riportati nei libri di Storia sulla scena della tua vita. come un Achille con più talloni con un’armatura rubata al padrone L’hanno abbassato veloce vengono stipati negli archivi come una ghigliottina con la polvere di un uomo sul coraggio, come privo di coscienza protetti da un’aura senza sapere che sulle tombe di vigliaccheria, ci sono ancora tanti sospiri di impurità. per chi conserva i ricordi ingoiando sogni di figli Le tue parole, profumati di viole. immortali come un ricordo, sono note di speranza L’uomo in Bianco lo disse nel vento tiepido di Sicilia. martire della giustizia ed indirettamente della fede Ragazzino Non smettere, (per così dire) Rosario, non cerca più riparo. non smettere mai, grida e lotta con noi, tuoi eredi, testimoni di delitti, sognatori di giustizia.

35 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009

Settembre di Umberto Confalonieri Avola e il fiorente mercato del limone L’ultimo sole d’estate lento abbandona l’orizzonte marino Intervista all’agrumaio Corrado Dell’Albani ECONOMIA e indora la valle dell’antica Girgenti. di Umberto Confalonieri Sale un profumo di umida terra, olezza mossa dal vento Oggi qual è l’elemento peculiare del- In effetti era da tanto che non accade- la bionda ginestra. l’economia avolese? va che le richieste fossero superiori Un cupo latrato, Nonostante Avola sia rinomata a livel- alla nostra produzione, ma questo è accompagna l’arrivo lo nazionale per la pregiata mandorla stato determinato anche dall’assenza di un’auto che avanza veloce. Pizzuta, il limone contribuisce con della concorrenza spagnola a causa oltre il 60% ad alimentare la nostra delle condizioni climatiche avverse. Il giovane uomo al volante economia. Sembra quasi un parados- Quali sono le prospettive di que- pensa ai doveri del giorno, so, ma in realtà l’introduzione della st’annata appena cominciata? alla madre lontana mandorla californiana tuono ha man- A dire la verità, anche quest’anno si e al suo ultimo abbraccio. dato in crisi il mercato della nostra aspettava un “bomm” delle richieste mandorla. ma è stata una delusione perchè la Ma una belva Quali sono i tipi di limone avolese e concorrenza spagnola si è risvegliata. si muove nell’ombra i rispettivi periodi di raccolta ? Le grandi catene di distribuzione s’avventa Sono tre-quattro i principali tipi di infatti preferiscono acquistare un pro- sulla tenera preda limone avolese: dotto di scarsa qualità a basso prezzo ostacolo al suo losco cammino. - Il Primo Fiore, raccolto verde, da anzichè un prodotto di prima qualità a ottobre a fine gennaio, per le sue un prezzo più elevato come quello Uno sparo improvviso echeggia nell’aria caratteristiche verrà mandato nelle nostro. un grido stufature e dopo selezionato attraverso Quello dei costi, non solo del limone, si muta in singulto ... dei calibri; è un problema cui si discute molto - Bianchetti e il Maggiolino raccolti oggi, a causa delle cosiddette “filie- ... l’asfalto si tinge di rosso. da marzo a maggio; re”, perché dal coltivatore al consu- - Verdelli raccolti da giugno ad ago- matore i prezzi aumentano? Una donna sobbalza sto. In realtà dopo la raccolta il limone angosciata Ormai il limone di Siracusa ha otte- viene mandato nei magazzini, dove nuto il marchio IGP; che cosa rap- viene operata la selezione, per poi Una stele presenta ciò per lei? andare non direttamente sul mercato -per lei- non basta Il riconoscimento IGP al limone di ma nelle piattaforme, (ed è qui che il al ricordo. Siracusa rappresenta una vittoria per consumatore rimane all’oscuro delle la nostra Avola e per tutto il siracusano. variazioni del prezzo), solo successi- Oggi in Italia come all’estero si privi- vamente sarà pronto per la vendita. legiano i prodotti biologici, e questo Chi sono i lavoratori impegnati in riconoscimento contribuirà a svilup- questo campo? pare il nostro mercato degli agrumi. Solo il 30% degli avolesi lavora nei Il limone avolese dove viene distri- terreni della nostra città, la maggior buito? parte è costituita da giovani, il più Oggi circa il 60-70% del nostro limo- delle volte inesperti riguardo alle tec- ne viene distribuito in Germania, niche di coltivazione, innesto e potatu- Austria, Inghilterra e, da qualche ra, tecniche conosciute dai lavoratori anno a questa parte, anche nell’Est più anziani. Il 70% dei lavoratori che europeo e in particolare nella Russia, opera nei nostri terreni viene da fuori, tanto che nella scorsa annata le dalle cosiddette cooperative di raccol- richieste sono state superiori alla pro- ta, grazie alla fiducia concessa al ter- duzione. ritorio avolese ricco di prodotti di Quindi l’annata 2007-2008, che ci prima qualità. siamo lasciati alle spalle è stata ricca?

36 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 La fede ci può aiutare RELIGIONE

di Sebastiano Caia

Oggi più che mai il cristiano o il creden- divinizzare l’uomo in Cristo. Le prove, le come frutto di questo intervento noi te si viene a trovare nella società post- tentazioni sono ineluttabili, fanno passare siamo sottratti alla legge e quindi alla industriale davanti al vuoto della fede. dalla libertà offerta alla libertà vissuta, maledizione conseguente alla sua non Non si possono analizzare tutte le vicissi- dall’elezione all’alleanza. La prova osservanza. Infatti Gesù, per riscattarci tudini della vita che a volte accentuano il accorda l’uomo con il mistero di Dio, e, dalla maledizione della legge, diventa lui nostro credere così come lo affievolisco- per l’uomo ferito, la vicinanza di Dio è stesso maledizione per noi, per come sta no. Si dice che credere è scommettere in tanto più dolorosa quanto più è intima. Lo scritto nella lettera di San Paolo ai Galati: qualcosa che non si sa, non si vede, non è Spirito fa discernere nel mistero della Maledetto chi pende dal legno. Gesù, con palpabile; è un affidarsi a una certa alea- Croce il passaggio dalla prima alla secon- la sua sofferenza e morte divenute inscin- torietà che non dà certezza. Al di là del da creazione, il passaggio dall’egoismo dibili dalla nostra salvezza, elimina la credere, la vita è una prova per tutti. Se la all’amore. La prova fa parte del nostro maledizione della legge, perché in Lui la nostra vita è vissuta su questa terra nella cammino spirituale, del nostro esodo benedizione di Abramo passasse alle fede, è innegabile che alla fine si riduca a verso la nuova patria, della nostra con- genti e noi ricevessimo la promessa dello una prova. Del resto nella vita le prove versione. Dopo la prova rovinosa del Spirito mediante la fede. La fede è supe- non finiscono mai, e occorre trovare con capostipite dell’umanità, Adamo, Dio riore alla legge perché questa è semplice intelligenza illuminata i metodi con cui stesso si è messo in discussione, pur di osservanza, quella è convinta adesione affrontarle. Oggi, con l’affermarsi di una riabilitare la nostra condizione umana del cuore. La fede ci fa accedere alla mentalità edonistica, si è riottosi ad accet- decaduta a causa del peccato di prevari- realtà invisibile della gloria di Gesù risor- tare le prove della sofferenza, del dolore. cazione, peccato di origine. Dio ha sor- to, senza aver bisogno di vedere i nume- In breve si cerca di respingere l’insoppri- prendentemente voluto, attraverso un suo rosi segni che la manifestano. La fede, mibile croce della vita. Eppure chi l’av- stratagemma, un piano “salvifico” conce- che è un andare, un procedere, un passo versa o non crede, senza volersene, porta pito e nascosto da secoli, con un atto d’a- dell’intelligenza cui una parola o dei la sua bella croce quotidiana. Per il cre- more incommensurabile, debellare alla segni permettono di accedere a realtà che dente la scuola della croce è amore, radice il peccato e le sue conseguenze, non si vedono, se di fatto ha bisogno di sapienza di Dio, è catarsi che fortifica l’a- che distruggono l’umanità. Il grande dot- vedere e di toccare, è non di meno chia- nima e il corpo. La fede ci spinge a cre- tore della legge e teologo di Dio, San mata a manifestarsi nella coscienza e dere in un Dio crocifisso e abbandonato Paolo, nella sua cristologia dice e rivela nella contemplazione dell’invisibile. che è mistero di salvezza e di gloria. La che allora Dio, per ovviare a questo grave prova, come la tentazione, è ordinata alla disastro procurato dal nostro progenitore, vita. È un dato della vita in Gesù Cristo, consequenzialmente e successivamente e San Paolo, l’apostolo della sofferenza, dagli uomini ereditato, ha mandato il pro- in una lettera a Timoteo aggiunge: Così, prio Figlio nella pienezza dei tempi in tutti coloro che vogliono vivere piena- una carne simile a quella del peccato e in mente in Cristo saranno perseguitati. È vista del peccato, per condannare il pec- una delle tante prove. In generale però la cato nella carne. Rivestendo la natura prova è una condizione indispensabile di umana, reso perfetto dall’ubbidienza, nel crescita e di robustezza: per il credente, in dolore, in tutto alla volontà del Padre, il una parola, è la via stessa della Pasqua Figlio, fattosi carne e apparso in forma interiore, la via dell’amore che spera. umana, pur essendo di natura divina, non Essere cristiano provato comporta speri- considerò un tesoro geloso la sua ugua- mentare lo Spirito, perché nella prova glianza con Dio, ma spogliò se stesso, Egli compie il suo lavoro di liberazione. facendosi ubbidiente fino alla morte Il cristiano liberato, illuminato dallo ignominiosa di croce. Dio insieme con Spirito sa discernere e verificare, provare Cristo ci ha richiamati alla vita dopo ogni cosa. Questo è la fonte teologale del- averci perdonato tutti i peccati. Cancellò l’esame di coscienza, non aritmetica spi- gli obblighi assunti che erano diventati rituale, ma discernimento dinamico in cui insolvibili quando ci impegnammo a ognuno si prova alla luce dello Spirito. La osservare i suoi precetti e la legge mosai- Sacra Scrittura invita a dare alla prova un ca, scrittura che deponeva contro di noi; senso teologale, perché è passaggio verso la tolse di mezzo e la inchiodò alla croce. Dio attraverso il suo disegno, che mira a Gesù con la sua morte ci ha fatti suoi:

37 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Il male che non scompare: l’amianto. Un crimine di pace a responsabilità diffusa AMBIENTE

di Enrico Bullian

Amianto. È una parola maledetta a Monfalcone, dove sono nato. Il suo uti- lizzo indiscriminato all’interno dei pro- cessi produttivi – e in particolare nel cantiere navale cittadino che produce con il suo indotto ancora oggi oltre metà del PIL provinciale e impiega migliaia di dipendenti – ha causato centinaia di vittime nel monfalconese. Questa emer- genza amianto ovviamente coinvolge anche i “cantierini”, che sono giunti in queste terre in seguito ai numerosi e consistenti flussi migratori, che hanno reso questi luoghi autentici crocevia di popoli e di genti. Ecco perché il dramma amianto può interessare anche gli Avo- lesi che hanno operato nel cantiere di diagnosi infausta: il mesotelioma e il colare nei Paesi asiatici, la situazione è Monfalcone o nelle altre fabbriche (ita- carcinoma polmonare. Ciononostante, ancor peggiore, posto che il minerale è liane e non) che hanno impiegato in pas- per gran parte del XX secolo, i lavorato- tuttora utilizzato nelle attività produtti- sato il minerale. ri furono continuamente esposti a con- ve. Appena una quarantina di nazioni ha Per storicizzare la vicenda amianto – centrazioni elevate di fibre di asbesto. vietato l’impiego dell’asbesto, fra le tragedia monfalconese, nazionale e Comunque, alcune norme generali di quali i ventisette Stati membri del- internazionale – ho appena pubblicato il tutela dalle polveri – maschere, aspirato- l’Unione Europea. libro Il male che non scompare. Storia e ri con filtri – esistevano già dagli anni Per l’inosservanza della legislazione conseguenze dell’uso dell’amianto nel- Venti e furono aggiornate negli anni sull’igiene e sulla salute del lavoro sono l’Italia contemporanea (che uscirà as- Cinquanta. Prevedevano anche che aperti migliaia di procedimenti penali e sieme a un DVD in omaggio sempre fosse garantita la corretta informazione civili nelle aree italiane più colpite dalla dedicato allo stesso tema). Il primo dei lavoratori sui rischi che subivano a tragedia amianto: Monfalcone, Padova, aspetto inquietante è che si assiste a un causa del contatto con materiali insalu- Marghera, Casale Monferrato, Genova, paradosso: mentre si consolidavano le bri. A fronte di queste consapevolezze, La Spezia, Broni, Volla, San Filippo del conoscenze scientifiche sulla nocività e nelle fabbriche, le misure sulla sicurez- Mela, Taranto, Bari, ecc. Le vittime del- poi - negli anni Sessanta - sulla cancero- za furono quasi sempre violate: le tante l’amianto o i loro familiari superstiti genicità del minerale, l’estrazione, l’uti- testimonianze dei lavoratori dei cantieri chiedono “giustizia” e risarcimenti equi lizzo e la commercializzazione dell’a- navali (Monfalcone, Genova…) delle ai Tribunali della Repubblica. Spesso mianto crescevano costantemente, alme- industrie del cemento-amianto (Casale però la magistratura non ha ancora no fino all’inizio degli anni Ottanta. Monferrato, Bari…) e dell’edilizia, accertato quella verità che ormai la con- Procediamo con ordine. Il minerale, re- degli stabilimenti di costruzione e ripa- sapevolezza civile e la ricerca storica peribile sul mercato a basso costo, fu razione delle carrozze ferroviarie (Bre- hanno già appurato: è stato commesso usato in ogni Paese industrializzato, da, Officine Grandi Riparazioni…), del- un “crimine di pace a responsabilità dif- anche se già a inizio Novecento si cono- la miniera di Balangero concordano e fusa”. Oltre ai dirigenti aziendali che sceva la nocività dell’asbesto (sinonimo confermano questo quadro generale. non hanno rispettato le più elementari di amianto). Negli anni Venti si appurò Solamente nel 1992 il Parlamento italia- norme di tutela dell’integrità psicofisica che le fibre inalate dai lavoratori, una no emanò la legge 257 che – finalmente dei dipendenti, risultano incomprensibi- volta depositate nei polmoni, provocano – mise al bando l’amianto. Risultato: li i ritardi delle istituzioni politiche nel l’asbestosi, patologia respiratoria che oggi si registrano quasi quattromila definire un quadro normativo adeguato può causare la morte. Nel corso degli decessi asbesto correlati all’anno in alla salvaguardia della salute e alla pre- anni Sessanta fu definitivamente accer- Italia, quasi uno ogni due ore, con tempi venzione dell’inquinamento ambientale. tato che l’amianto era responsabile di di latenza che superano anche i qua- L’Ispettorato e la Medicina del Lavoro e neoplasie particolarmente virulente e a rant’anni. Nel resto del mondo, in parti- soprattutto l’INAIL hanno sottovalutato

38 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 per decenni – più o meno consapevol- mente – le conseguenze dell’impiego Avolesi alla Fincantieri del minerale, non svolgendo i controlli e le ispezioni nelle fabbriche, non ricono- di Monfalcone

scendo e non risarcendo le malattie pro- LAVORO fessionali riconducibili all’asbesto e dunque essendo inadempienti rispetto al proprio ruolo istituzionale. I sindacati di Salvatore Monello spesso hanno agito contraddittoriamen- te, più propensi a mantenere gli stan- Monfalcone città dei cantieri. Recita ed eleganti navi da crociera. Ed è pro- dard occupazionali che non a rischiare così un cartello che indica questa città prio di questi lavoratori che vorrei par- ridimensionamenti del personale dovuti del nordest d’Italia, nel Friuli Venezia lare, perché diversi di loro provengono ad esigenze di tutela della salute dei Giulia ai confini della Repubblica di dalla Sicilia e anche da Avola. lavoratori. L’Associazione Esposti Amianto Slovenia. Qui nello stabilimento della Lavoratori che hanno lasciato il loro (AEA) di Monfalcone, che ha promosso Fincantieri da cento anni si costruisco- paese per cercare lavoro al nord, tro- il libro, vuole infrangere quel “muro di no le più grandi e belle navi da crociera vando qui un’opportunità per costruirsi gomma” che avvolge la tragedia. del mondo, navi che fanno conoscere la una vita dignitosa. Persone che ad Questa, forse più di altre, è un’autentica bellezza e l’alta professionalità del pro- Avola facevano i più svariati lavori: “pagina strappata dai libri di storia”. dotto italiano. muratori, braccianti, infermieri, eccete- Come scrive il Senatore Felice Casson Quest’anno si celebrano i cento anni del ra ora sono diventati esperti saldatori, nella prefazione del libro, è “importan- cantiere navale di Monfalcone, una tubisti, carpentieri in ferro, piastrellisti te, direi addirittura vitale, mantenere lunga esperienza nella costruzione di specializzati nella posa in opera di cabi- alta l’attenzione su tutti gli aspetti con- navi, piattaforme per il recupero di ne e suite delle navi, come il signor cernenti la vicenda-amianto: da quello navi, (la Micoperi è stata costruita in Vincenzo Rossitto che ormai è qui a dei lavoratori esposti ed ex-esposti, a questo cantiere) come petroliere, som- Monfalcone con la sua famiglia da circa quello della individuazione dei siti e mergibili ed ora navi da crociere; cento dieci anni, ed è titolare di una ditta che degli immobili da bonificare, a quello anni di storia e lavoro unite a una capa- cura l’allestimento delle cabine e che è della sorveglianza sanitaria”. cità di trasformazione ed innovazione. in grado di offrire lavoro ad altre perso- Evidenziare quanto è avvenuto e conti- Alla Fincantieri si costruiscono navi ne, grazie al suo operare serio e profes- nua ad avvenire nella questione amianto passeggeri lunghe 290 metri come la sionale. è necessario, anche perché, come ricor- “Ventura” per Princess Cruise (gruppo C’è anche Paolo Nastasi, che fa il pia- da il Senatore Antonio Pizzinato nella Carnival) un’unità da 114.000 tonnella- strellista (opera quindi nell’allestimento postfazione, “i media cancellano, fanno te di stazza lorda che può ospitare lino a delle cucine, dei bar e ristoranti della scomparire dall’informazione i drammi, 4850 passeggeri (3592 ospiti assistiti da nave) un vero lavoratore sempre agile e le morti sul lavoro causate dalle condi- 1258 membri dell’equipaggio). Ma nel veloce nell’eseguire il suo compito. zioni di lavoro, dal non rispetto delle cantiere è già al lavoro per la compa- Ogni volta che ci incontriamo, ci fac- leggi e delle norme sulla sicurezza”. gnia Carnival Corporation la “Carnival ciamo una bella chiacchierata e mi parla Dream”, che sarà la più grande unità con il suo modo sorridente che lo con- finora concepita e realizzata dalla traddistingue. Parliamo di Avola e noto Fincantieri. Avrà 1823 cabine, 1145 del- dentro di lui molta nostalgia per il suo le quali esterne, la gran parte dotate di paese; il ricordo è sempre nel cuore. un balcone privato. Gli alloggi destinati Nel cantiere di Monfalcone ci sono tanti all’equipaggio saranno 736. Il nuovo altri loro compaesani che, in sordina, colosso dei mari sarà lunga 306 metri, danno il loro contributo alla costruzione larga circa 37,20 metri alta 60,80 metri di questi enormi salotti galleggianti, e con una velocità di prova di 22,5 nodi mi diverto ad ascoltarli, quando alla con 130.000 tonnellate di stazza. mensa aziendale sento il tipico dialetto Queste navi vengono costruite a tempi avolese che mi fa sentire Avola un po’ di record, se si pensa che ci vogliono più vicina. meno di diciotto mesi per realizzarle, Dunque una parte di Avola collabora a navi che sono delle vere città galleg- costruire, con la fatica, l’impegno e la gianti. Naturalmente in tutto questo ci professionalità dei suoi figli, le più gran- sono l’esperienza dei tecnici ed il lavo- di e belle navi, una parte di Avola che ro di tutti i dipendenti Fincantieri, oltre naviga nei mari di tutto il mondo, una 1800 unità e dei lavoratori delle ditte in parte di Avola che si fa conoscere per la appalto, che sono circa 2000 unità. Tutti voglia di fare di questi lavoratori. quanti fanno sì che il Cantiere di Mon- falcone riesca a varare queste maestose

39 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 La mensa di accoglienza “San Vincenzo De’ Paoli” e i suoi 13 anni di attività SOCIALE

di Eleonora Vinci - foto di Gabriella Tiralongo

Non c’è persona talmente sfortunata che parroco della Chiesa di San Giovanni, dualmente cercato di adeguarsi alle esi- non possa aiutare chi ha ancora più don Angelo Giurdanella, è operativa, genze sempre diverse che si presentano, bisogno; facendo ciò, si può scoprire se presso il Salone San Pietro, la mensa di come la preparazione dei pasti da stessi e ciò che alberga nel più profondo accoglienza “San Vincenzo de’ Paoli”. portare a casa per quanti sono impossi- del proprio cuore. Sono stato sollecitato a istituirla – dice bilitati, per motivi di salute o giudiziari, La vita di oggi ci impone ritmi serrati don Angelo – dalle pressanti richieste di a recarsi nei locali della mensa. Nel con il lavoro da svolgere, la famiglia da aiuto materiale e spirituale che perveni- corso dell’anno 2008 sono stati offerti in accudire, le proprie aspirazioni da colti- vano da parte di persone che vivevano totale circa settemila pasti, distribuiti tra vare... tanto da pensare agli “ultimi”, situazioni di emarginazione e di solitu- gli ospiti abituali, persone che si appog- solo se fortemente sollecitati dai media dine. Con il conforto e il sostegno della giano occasionalmente alla mensa e in occasione di mirate campagne pro- Comunità parrocchiale tutta e, in parti- altri che li ricevono a casa. Per quanto mozionali. colare, di un gruppo di volontari dispo- riguarda gli operatori, il servizio è por- Ritagliando una piccola parte del proprio nibili a donare parte del loro tempo, tato avanti esclusivamente da volontari preziosissimo tempo per regalarla a chi delle loro risorse economiche e, soprat- che si avvicendano secondo turni presta- ha più bisogno, privandosi, magari una tutto, della loro carica affettiva a chi si biliti per quattro giorni a settimana, da volta al mese, di un dolce, di una con- trova nel disagio, ho portato la proposta giovedì a domenica, e per tutto l’anno, fezione di acqua minerale, di un cestino al Consiglio pastorale parrocchiale che festivi compresi; si tratta di persone che, di frutta, si può scoprire che alla fine lo l’ha esitata favorevolmente. Da allora è grazie al cammino di fede effettuato “sforzo” è veramente un’inezia, anche se operante un servizio di accoglienza di nella comunità, nelle associazioni e nei la costanza è tutt’altra cosa. Dedicarsi persone in difficoltà economiche, ma gruppi presenti in parrocchia, hanno agli altri, anche se in modo molto limita- anche con problemi psichici e di dipen- maturato la scelta di uno stile di vita che to, ma per un lungo periodo della nostra denza da alcool e da droghe. L’acco- privilegia la relazione umana, la com- vita, significa veramente contribuire a glienza non è limitata all’offerta di un pagnia, la condivisione, la vicinanza migliorare le condizioni di grande disa- pasto caldo, ma comprende anche l’ascol- agli ultimi come testimonianza della gio in cui vivono tante persone indigenti to, l’attenzione e la condivisione delle speranza che è stata seminata nei nostri e non solo. situazioni penose in cui spesso vivono, cuori. Prima di arrivare alla mensa, gli In quasi tutte le città sono attive le mense un momento di preghiera che precede la ospiti vengono accolti dai responsabili per i poveri, che, nate per soddisfare il consumazione del pasto e l’ospitalità per del Centro ascolto che provvedono, nei bisogno primario dell’alimentazione, alcune persone senza fissa dimora. In limiti del possibile, al soddisfacimento hanno come obiettivo prevalente la pro- sinergia alla mensa opera il Centro dei bisogni più urgenti, con la consegna mozione della persona, facendo del ascolto e di prima accoglienza “Don di pacchi di generi alimentari, di ve- pasto l’occasione per stabilire un rappor- Tonino Bello”. stiario e, persino, con il pagamento di to di fraterna solidarietà tra coloro che Fattivamente quando e come opera il bollette e aiuto finanziario di modesta chiedono aiuto e gli operatori che li servizio mensa a disposizione della entità; nei casi di disagio stabilizzato si accolgono. comunità? cerca di approfondire la conoscenza Dal 6 gennaio del 1996, su iniziativa del Nel corso degli anni il servizio ha gra- anche con visite a domicilio per verifi- care il contesto familiare e ambientale in cui vivono e, se necessario, far inter- venire i servizi sociali del Comune. Padre Giurdanella, quali sono le spese vive per mantenere operativo, quattro giorni a setti- mana, il servizio mensa? Il costo unitario del pasto supera i due euro, per cui la spesa complessiva so- 6 Gennaio 2009, volontari e assistiti alla Mensa nel 13° anniversario. stenuta quest’ultimo anno

40 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009

è di circa quindicimila euro, senza tener Hanno arricchito la nostra biblioteca conto dei conti fissi relativi al Centro ascolto. Per quanto riguarda l’anno Marcello Ribbera Ehud Gol 2007 abbiamo potuto contare sul con- L’attività di polizia Da Gerusalemme a tributo del Comune di 1.500 euro, di giudiziaria minorile Roma quello della Banca d’Italia di 700 euro e Elle Due - 2008 Mondadori - 2008 di quello della Caritas diocesana di 4.000 euro, per il resto provvede intera- mente la Comunità parrocchiale con offerte in natura o in denaro e con l’au- Provincia Regionale di Comune di Avola totassazione di alcune famiglie. Bisogna Siracusa 1968/2008 anche aggiungere che la parrocchia ac- I fatti di Avola nei temi Colore Avola coglie nei propri locali due ospiti fissi e e nei disegni dei bambini 2008 alcuni in forma temporanea, prov- 2008 vedendo al loro mantenimento o ai loro spostamenti in centri di accoglienza o città di origine. Sebastiano Burgaretta Luciano Montoneri Alla luce di quanto sopra si evince che i Sovente all’anima Studi sul pensiero antico sostenitori di tali iniziative devono assi- Arti grafiche Motta curare la continuità del loro operato, aiu- 1996 tandosi gli uni con gli altri, per non creare disservizi che sarebbero imper- donabili. Anche i rappresentanti delle Istituzioni Corrado Frateantonio Paolo Fontana pubbliche vengono coinvolti da padre percorsi pittorici Qualcosa di lei. vicende dell’immagine tra Giurdanella in alcuni momenti partico- Maria e il suo seno verismo sociale e naturalismo lari dell’anno come il Natale, l’Epifania, Chronos - 2008 dipinti 1978-2008 la Pasqua, e condividono alla stessa tavola il pasto con gli ospiti della mensa e alcuni membri della Comunità, for- Giuseppe Beccaria 1887 Assoc. Città e Siti Italiani mando un’unica famiglia. La regina Bianca Patrimonio mondiale Per quanto riguarda le prospettive in Sicilia UNESCO future, don Angelo si auspica che, con Cmd edizioni - 2008 Siti maggiori possibilità economiche e la Ottobre/Dicembre 2008 disponibilità dei volontari, si possa ampliare il servizio mensa e migliorarne la qualità, per rispondere sempre meglio alle richieste, che sono purtroppo in con- tinuo aumento, a conferma del momento di difficoltà economica in cui vivono attualmente strati sempre più ampi della società. Ed è certo che in questa struttura di cari- tà, che possiamo sostenere con una rac- colta di fondi, si può sperimentare quan- U.N.U.C.I. - Noto Amici della Cattedrale Assoc. I netini di Roma to veramente amiamo il prossimo. Notiziario per i soci di Noto I netini di Roma U.N.U.C.I Agosto 2008 Ottobre/Dicembre 2008 Dicembre 2008

41 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Energia e ambiente: quale futuro? AMBIENTE

di Sebastiano Tiralongo

Il fabbisogno energetico mondiale cre- il 15% del fabbisogno nazionale. sce continuamente. Popoli che apparte- Pertanto sono stati avviati dei nevano al cosiddetto terzo mondo meccanismi d’incentivo statale migliorano sensibilmente le loro condi- per la costruzione di impianti fotovol- costruzione dell’impianto; in aggiunta i zioni economiche e tendono a raggiun- taici. produttori di grandi quantità di energia gere velocemente livelli di vita parago- Il principio di funzionamento dell’im- fotovoltaica hanno diritto al ricavo da nabili a quelli occidentali. pianto fotovoltaico è basato sulla rac- vendita energia al prezzo di mercato, Le risorse energetiche stentano a soddi- colta dell’energia elettromagnetica pro- mentre le famiglie e le piccole imprese, sfare le richieste, i prezzi dei combusti- veniente dal sole, dove viene generata qualora l’energia prodotta sia pari a bili registrano valori di crescita preoc- dalla fusione nucleare dell’idrogeno, e quella consumata, ottengono l’azzera- cupanti e molti esperti avanzano ipote- conversione in energia elettrica. Il pro- mento del costo della bolletta. si di esaurimento dei combustibili fossi- cesso di produzione dell’energia foto- Successivamente ai venti anni e fino li in tempi medi. voltaica non è inquinante, in quanto il alla dismissione dell’Impianto, ipoteti- Tuttavia, anche se importante, questo silicio, utilizzato per la realizzazione camente dai cinque ai dieci anni, il rimane un problema secondario, in delle celle fotovoltaiche, è il materiale grosso produttore continuerà a ricevere quanto quello principale è sicuramente semiconduttore delle apparecchiature solo i ricavi da vendita energia al prez- l’inquinamento ambientale. elettriche ed elettroniche e, quindi è zo di mercato, mentre le famiglie e le Bruciando gli idrocarburi, quali olio presente da molto tempo in tutte le abi- piccole imprese continueranno a non combustibile, carbone e metano, com- tazioni. Questi materiali semiconduttori pagare la bolletta. posti per lo più da idrogeno e carbonio, determinano, durante il giorno, la con- Mediamente una famiglia spende circa si producono principalmente il vapore versione della radiazione solare in ener- 800 euro all’anno per il consumo dell’e- acqueo, l’anidride carbonica e gli ossidi gia elettrica, tale conversione avviene in nergia elettrica, escludendo i costi di di azoto, pertanto, mentre il vapore virtù dell’orientamento delle cariche riscaldamento, per il quale generalmen- acqueo si limita ad incrementare l’umi- elettriche che, formando il polo positivo te si utilizza gas metano, invece, realiz- dità dell’aria, gli altri due gas contribui- e quello negativo, generano la forza zando l’impianto fotovoltaico, diventa scono in maniera determinante all’effet- elettromotrice o tensione, la quale fa conveniente anche riscaldare elettrica- to serra, che rende caldo e turbolento circolare la corrente per l’alimentazione mente. l’ambiente. Molti esperti sostengono delle utenze elettriche. Effettuando gli Pertanto il mancato costo rappresenta che l’incremento degli uragani registra- opportuni collegamenti dei moduli foto- un risparmio importante, viste le pesan- to negli ultimi anni sia dovuto all’effet- voltaici, si ottiene il valore di tensione ti difficoltà economiche attuali che to serra, mentre altri ritengono che que- prossimo a quello di rete. Per consenti- spingono in inverno molte famiglie a sti fenomeni siano ciclici, in quanto ri- re il parallelo dell’impianto fotovoltaico mantenere fredde le abitazioni, metten- conducibili alle fasi di riscaldamento e con quelli di Enel o altri produttori, do a serio rischio la loro salute. Di glaciazione del pianeta. Tuttavia, sono l’Energia uscente dal campo fotovoltai- altrettanti benefici si possono avvantag- tutti quanti d’accordo in riferimento co va all’Inverter, dove, oltre a passare giare le aziende, che attualmente perdo- all’eccessivo incremento del valore di da corrente continua in corrente alterna- no competitività con l’estero, le quali anidride carbonica nell’aria rispetto al ta, gli vengono conferite la stessa fre- realizzando gli impianti di produzione passato e sulla necessità di trovare quenza e la stessa tensione di rete. Nei da fonti rinnovabili per coprire il loro urgentemente rimedio a questo squili- grandi impianti è previsto l’allaccio fabbisogno energetico, azzereranno i brio. Il protocollo di Kyoto indirizza sulla media tensione, pertanto, si utiliz- costi energetici e, conquistando il mer- verso una politica energetica che con- zeranno i trasformatori elevatori. Per cato, produrranno ricchezza e nuovi sente la salvaguardia dell’Ambiente e lo quanto ri-guarda l’incentivo statale, c’è posti di lavoro. sviluppo economico, e l’Italia, dovendo da dire che esso viene concesso tramite L’Italia è fra i maggiori paesi importa- pagare la multe salate per il superamen- il Nuovo Conto Energia, che prevede tori di combustibili fossili e ha, in to dei limiti d’inquinamento, ha indivi- per venti anni il pagamento a tariffa Europa, il più alto valore di radiazione duato nell’Energia da fonti rinnovabili incentivante dell’energia elettrica pro- solare, pertanto, puntare all’utilizzo di la soluzione al problema ambientale e dotta dall’impianto fotovoltaico, ed è questa fonte di energia ci consente di alla dipendenza dell’energia elettrica tale da ottenere abbondantemente il migliorare l’economia e di ridurre l’in- dall’estero, in quanto importiamo circa ritorno del capitale investito per la quinamento ambientale.

42 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Dai pensieri di Martina POESIA

di Martina Agricola - foto di Antonino Vinci

LA VITA IL MARE I SOGNI

La vita è come un fiore Il sole è alto nel cielo, I sogni sono importanti, nasce, cresce e muore. Il vento mi sfiora i capelli, senza di essi non potremmo vivere. La vita è come un gabbiano, Cammino a piedi nudi sulla spiaggia... I sogni ci fanno crescere vola nel cielo lontano. La sabbia è calda e i piedi sfiorano l’acqua. e ci fanno volare. La vita è la vita... Il mare è calmo, le onde creano una dolce melodia. Non rinunciate mai ai vostri sogni, non sprecarla inutilmente, Le gocce d’acqua mi bagnano il viso, ma non mi asciugo perché ve ne pentirete per tutta la vita... ma vivila pienamente. e continuo a passeggiare vicino alla riva. Canzuni d’addiu La nuova alba

di Angela Grande di Corrado Bono

Io ora ti lassu, paisi du suli Le luci dell’alba chi spunta ro mari del primo giorno dell’anno e si vota a punenti. nel loro splendore Cu ‘na spina no cori hanno illuminato si movi ‘u me cantu nubi grigie e nere, ca sapi d’amuri sprazzi di cielo azzurro, ca scava in profunnu. flutti spumeggianti, Io ora ti lassu, paisi du mari, inebriati dai pensieri vaganti ca duna li pisci, nell’ultima notte. ricchezza a la genti, minnuli e opi ne’ piatti danzannu. Il grande mistero del tempo, Cu l’amaru di l’occhi è il trascorrere dei giorni, s’avvilena la menti dell’esistenza che passa, pi scurdari li iorna che fluisce come l’acqua del fiume tra li ioca e li risa che va nel mare. di carusi contenti. Cu na pena profunna È la vita abbrazzu li ciuri che, giorno dopo giorno, russi di sangu va verso il percorso de to poveri figghi indefinito e infinito. ammazzati ne stradi. Cu lu pettu straziatu io ora ti dugnu, Sicilia do cori, ‘sta canzuni d’addiu cu paroli di figghia pi la matri luntana.

43 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Meteorologia AMBIENTE

di Corrado Vella

L’altra sera la televisione, come al simbolo di per- solito, trasmetteva le previsioni del centuale riporta- tempo e un distinto e noto presentato- to sul quadrante re tentava di spiegare l’elaborazione dello strumento? dei dati effettuata per rendere credibi- Come è noto, le le la sua meteorologia (da “meteora” previsioni del = fenomeni celesti, e “logia” = pro- tempo effettuate gnostica). Si trattava del solito appa- dal Servizio Meteorologico del- montagna sa che questo fenomeno rentemente dotto soliloquio rivolto a l’Aeronautica Militare sono divulgate può verificarsi solo sul versante un pubblico di telespettatori che per la dalla radio, dalla televisione, per sopravento del monte, mentre sul ver- grandissima parte nulla capiva, tanto- mezzo del telefono o della stampa sante opposto sottovento si può avere meno la veloce presentazione della quotidiana e da altri mezzi. Sono in un rapido miglioramento delle condi- carta delle linee isobare, cioè di quel- genere molto generali perché si riferi- zioni. le linee ideali che congiungono punti scono a fenomeni probabili ed estesi, Per essere in grado di fare un minimo sulla superficie terrestre aventi la associati all’evoluzione di perturba- di previsione attendibile basta dispor- stessa pressione atmosferica, apparse zioni, anche se ben individuate. Si re di un barometro e di un termome- sullo schermo per pochissimi istanti. tratta di indicazioni utili, per esempio, tro, strumenti a portata di tutti, non Poi è arrivato il deus ex machina che agli amanti della montagna o della necessariamente di precisione, perché ha risolto d’improvviso la difficile barca che, per quanto riguarda la non è importante il valore assoluto situazione: la cartina con le nuvolette. fenomenologia locale, possono risul- che si legge sullo strumento ma quel- Il presentatore ha atteggiato il volto a tare a volte inattendibili. Nelle zone lo relativo, cioè quello che indica la un leggero sorriso conscio di avere alpine o appenniniche i fenomeni variazione rispetto a una lettura pre- assolto a un compito sociale, quasi atmosferici sono strettamente legati cedente. È sempre bene avere un etico. Il popolo di ascoltatori è stato all’altitudine e alla conformazione barometro tarato in base alla quota del messo nella condizione di decidere, dell’orografia locale o della natura del luogo di stazione, ma ripeto, non sereno, se restare a casa la prossima terreno boschivo, roccioso, innevato, serve il valore esatto della pressione domenica a causa delle probabili o alla vicinanza di grossi specchi quanto invece constatare che è in intemperie, o optare per la sortita d’acqua come laghi, fiumi e torrenti. aumento o in diminuzione e l’entità fuori porta romana, o programmare la Nei boschi si registrano temperature del gradiente. La lettura della tempe- gita in montagna o il fine settimana al inferiori di 2 – 5 gradi rispetto ad altri ratura, inoltre, deve essere fatta con mare. Così avviene da decenni e io mi luoghi posti alla stessa latitudine ma regolarità con il termometro all’om- adiro perché sono convinto che se i scarsamente silvestri. Anche il tipo di bra e lontano da fonti di calore. presentatori si fossero, solo breve- piante sensibilizza queste differenze Vediamo adesso alcune facili regole mente, soffermati in questi anni a di temperatura. In estate, i boschi di che, se applicate con giudizio e inqua- spiegare l’andamento delle linee iso- faggio rinfrescano di più dei boschi di drate nella situazione generale del bare o i rapporti fra i vari elementi che abete o di pino. In questi casi torna tempo, possono dare qualche soddi- interessano le previsioni del tempo, utile l’esperienza locale acquisita in sfazione. Usando il barometro si ha quali la pressione, la temperatura, lo anni di osservazione diretta. Per un miglioramento se la pressione è in stato igrometrico, i venti nelle valli e esempio, una massa di aria umida può aumento costante e regolare con rota- nei monti e così via, oggi tutti cono- stazionare in una certa zona senza zione dei venti da Nord. Con pressio- sceremmo un po’ di più i fenomeni produrre condensazione e nubi se la ni alte e cielo sereno di notte sono meteorologici, né si arrabbierebbe il temperatura rimane elevata, ma se è probabili nebbie basse al mattino e un fiducioso vacanziere domenicale per costretta a sollevarsi per scavalcare lieve aumento di pressione nelle ore non avere portato l’ombrello. D’altra una montagna può raffreddarsi e con- pomeridiane. Si ha un peggioramento parte quanti sanno cosa indica un nor- densare producendo annuvolamenti, se la pressione è in costante e regola- male igrometro e cosa vuol dire quel nebbia e precipitazioni. Chi vive in re diminuzione con venti che rinfor-

44 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 zano da Sud. Se la caduta di pressione damente delle aree circostanti o del me? è rapida con calma di vento e caldo mare, pertanto l’aria che vi staziona è - Non so, suocera, forse dovresti esse- afoso c’è da aspettarsi il temporale. costretta a scendere verso la valle re più buona e generosa… Se la pressione si abbassa fra l’alba e generando la brezza di monte. In effetti avveniva che di giorno i il mezzogiorno la pioggia è molto A tal proposito vi voglio raccontare fianchi delle pendici si scaldavano più probabile. È tipico il vento di sciroc- un aneddoto vissuto. Tempo fa, la mia del mare, pertanto la brezza andava co (dall’arabo magrebino shuluq = famiglia usava trascorrere qualche verso i monti e il fumo verso la suo- vento di Sud) molto noto e fastidioso giorno di vacanza dai suoceri, in cera. Sul tardi si verificava invece il dalle nostre parti, vento da SE, caldo Liguria, nei mesi estivi. Dopo cena fenomeno inverso. I monti si raffred- e soffocante, che spira dall’Africa, era prassi consolidata godersi il fresco davano più rapidamente del mare e si secco in origine ma che, attraversando della sera seduti su delle poltroncine generava la brezza di monte, verso la i nostri mari, si carica di umidità e sistemate sul terrazzo di casa. I posti mia destra, cioè verso il suocero. provoca violenti temporali soprattutto erano fissi e assegnati da anni, lungo In conclusione: avremo bel tempo se nella nostra penisola appenninica e al un allineamento NS, con a Sud il c’è rugiada sui prati al mattino o si Nord. mare e i monti a Nord. Il suocero alternano regolarmente le brezze di Con un termometro si può misurare la stava alla mia destra, verso la spiaggia monte, di notte, e le brezze di valle, di temperatura e, se si nota che è rimasta e la suocera alla mia sinistra, verso la giorno. È indicativa la presenza di invariata rispetto alle 24 ore prece- montagna. Si beveva il solito whisky nubi lenticolari ad alta quota che denti, con una pressione pressoché e io fumavo la mia gradita pipa. scompaiono nel pomeriggio lasciando costante, anche il tempo non dovreb- Subito cominciavano le lamentele il cielo limpido e il rosso di sera. be registrare sostanziali variazioni. Se della brava donna di mia suocera che Avremo tempo cattivo se osserviamo la temperatura tende ogni giorno ad mal sopportava il mio fumo che la aloni solari e lunari e il cielo sbianca- aumentare c’è da attendersi a breve investiva sul viso. to, rosso intenso al mattino con pre- un peggioramento. Al contrario, sono - Abbi pazienza, sto pregando re Eolo senza di nubi e l’infittirsi di nebbie possibili condizioni migliori. perché cambi la direzione del vento, mattutine con annuvolamenti irrego- Vi ricordo adesso un simpatico feno- non farmi smettere di fumare. Fra un lari nelle valli. meno facilmente verificabile da chi po’ il fumo non ti disturberà. Bastano queste poche nozioni per abita vicino al mare o alla montagna: - Fuma pure, perché è tardi e io vado imparare a riconoscere i segni premo- il gioco delle brezze di valle e di a dormire. nitori e cominciare ad appassionarsi monte. Di giorno i fianchi dei rilievi Si alzava e andava via. Dopo un po’ allo studio dei fenomeni meteorologi- si riscaldano e l’aria che vi staziona si ritornava per augurare la buona notte ci. Se poi pensate che questi piccoli scalda più dell’aria circostante o del e notava che il fumo della pipa aveva approfondimenti possano affaticarvi mare. Si genera una differenza di den- cambiato direzione e raggiungeva il troppo, non disperate, troverete sem- sità e quindi un movimento d’aria suocero seduto alla mia destra, verso pre una cartina con le nuvolette. dalla valle alla sommità del pendio. il mare, che sniffava, gratificato, l’a- Resta comunque valido il detto che, Questa è la brezza di valle. Di notte si roma del tabacco. Lei notava la cosa e se volete che non piova, basta uscire verifica il fenomeno inverso: i fian- si rammaricava: di casa portando l’ombrello. chi del monte si raffreddano più rapi- - Ma questo Eolo ce l’ha proprio con

Complimenti ad Angelo Caruso, che “per l’impegno profuso a favore dell’artigianato e della micro impresa” ha ottenuto, dalla Confederazione nazionale dell’artigianato, il riconosci- mento di “impresa eccellente”. Titolare da oltre venti anni di una piccola officina per lavori in ferro e alluminio, in via Palestro, Caruso ha ottenuto il riconoscimento durante una cerimonia svoltasi a “Città della Notte”, nei pressi di Augusta, dal presidente nazionale Unipol Lauria. Angelo Caruso, avolese di 42 anni, il più giovane dei premiati, ha ben ragione di essere orgoglioso di questo riconoscimento in un momento in cui l’artigianato, come lui stesso ha affermato, tende a scomparire. Sono pochi i giovani che si cimentano in questa che è una vera e propria arte, quella di forgiare il ferro, un’arte che richiede impegno, passione e laboriosità.

45 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 Lettera di Franco Marino all’ex prefetto dott. Francesco Marino INTERVENTO

di Franco Marino

Agli amici lettori, qualche anno fa, sotto l’ombrellone d’estate, ho letto uno dei tanti libri scritti da Luciano De Crescenzo che si intitola- va “Tale e Quale” ed era un’intelligente caricatura dove l’autore parlava col suo Sosia, ossia con se stesso, mettendo in luce ironicamente i suoi pregi e i suoi difetti. Orbene, io non ho affatto l’ardire di paragonarmi a De Crescenzo, tuttavia ho provato a fare qualcosa di simile. Avendo vissuto per 42 anni una costante distinzione tra me e il ruolo che di volta in volta sono stato chiamato a sostenere, dedico un’insolita lettera al mio Sosia (Prefetto Marino) dove, con qualche ten- tativo di ironia, rinfaccio a me stesso i sentimenti che mi hanno accompagnato in questo lungo e intenso lavoro istitu- zionale. Eccovi allora la missiva: vi prego di leggerla. Caro prefetto, dott Francesco Marino, per Ancona, scendere a Civitanova ti questi 42 anni di convivenza, giorno Vi ho visto nascere una mattina di Marche e poi da qui proseguire per dopo giorno, nei diversi luoghi e nei luglio del lontano 1961 quando siete Macerata. So che durante il viaggio, vi più svariati ambienti di lavoro? Dire partito da Siracusa col treno diretto a siete sentito male a causa di un latte di che c’è stato un reciproco ingombro Roma e con un foglio di carta in tasca: mandorla andato di traverso e delle forse è troppo, la parola giusta è che “Ministero dell’interno. La S.V. dovrà lacrime versate dalla madre vedova, “abbiamo convissuto” per tanto presentarsi alla Prefettura di Macerata che vedeva partire il figlio maggiore tempo, insieme, ma non c’è mai stata come consigliere di 3ª classe in prova senza che fosse previsto un suo ritorno una perfetta immedesimazione al il 10 luglio 1961 alle ore 8,30”. Da a breve scadenza. Questo è l’inizio punto di annullare la prima identità Roma poi dovevate prendere un treno della Vostra Storia. Vediamo ora quan- nella seconda. Sicuramente c’è stata do è finita. 27 Agosto una sopportabilità reciproca, dialet- 2003 - Salone di Rap- tica, che spesso Vi ha portato a dero- presentanza della Pre- gare dallo stile obbligato o dalle usan- fettura di Rieti. “Il ze del rango prefettizio che rappresen- Prefetto Marino (che tavate. siete Voi) e la Signora Non poteva essere diversamente! Voi danno una cena di com- avete dovuto subire quel che era rima- miato alle Autorità della sto inculcato in Franco Marino, dal- Provincia, Sindaci, Par- l’infanzia, dall’adolescenza e dalla lamentari Nazionali e giovinezza: chiari e saldi principi Regionali. Rappresen- .morali trasmessi da due genitori veri tanti delle categorie eco- educatori (madre maestra e padre nomiche e sociali ...” Un direttore didattico) e da due Sacerdoti centinaio di persone. veri formatori di coscienze (Padre Con quella cena è finita Frasca e Padre Fortuna). la vostra carriera. Dal 1° La “similitudine” e “l’avolesità” veni- settembre 2003 il Sosia vano poi semprc allo scoperto durante non c’è più ed eccomi i vostri discorsi sentendo la vostra qua, sono tornato ad inconfondibile inflessione dialettale. I essere Franco Marino, citati principi di onestà e senso del quello dell’ex cortile dovere sono usciti allo scoperto più Cirino di Avola, sia pure volte: così è stato a Siracusa, dove un modificato e corretto, Tizio chiedeva “un favore” per il solo non fosse altro perché fatto di avere conosciuto vostro nonno cittadino della capitale e vostro padre; e voi lo avete cacciato dal 4 ottobre 1974. in malo modo; e lo stesso rifiuto avete Ed allora facciamoci una fatto a Roma quando all’Antimafia vi domanda: come sono sta- offrirono una volta un grosso vantag- I coniugi Marino con Oscar Luigi Scalfaro.

46 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009

e così, ineluttabil- conto l’età e il tasso glicemico in mente, vi sareste av- aumento, erano cose che già allora vitato nella sudditan- facevano male alla salute ed oggi za dei più forti dentro ancora di più. Per converso, avrò più e fuori il Ministero. tempo da dedicare alla mia famiglia; E vediamo ora che moglie e tre figli, prima trascurati, che cosa io HO AVUTO sono andati avanti da soli. Ora c’è pure da voi. In verità tan- la nipotina Cecilia, che ha aperto un tissimo; è difficile da altro fascicolo nel libro della mia vita. enumerare partita- Ed allora, Caro Prefetto, “è bene quel- mente. In primis ho lo che finisce bene”: sarebbe stato avuto la felice oppor- molto triste se avessi alimentato in me tunità di conoscere la velleità di tenere in vita per sempre tantissimi posti della la nostra convivenza, io avrei mancato nostra bella Italia, da di rispetto a Voi e Voi a me! Agrigento a Vercelli. Perciò non farò come Pinocchio quan- Dal vivo del dialogo do, realizzato il sogno di diventare un ho parlato poi con bambino vero, guardò l’ormai inerte persone di gran nome legno snodato in cui aveva vissuto ed Il Prefetto Marino e il cardinale Tarcisio Bertone. e reputazione, non sto esclamò: “come ero buffo quando ero gio economico, o vi suggerirono di a dire quali, e poi con tantissime per- un burattino”. No, io non farò così! schierarvi con questo o con quello che sone semplici dalle quali ho fatto Vi dico: addio Prefetto Marino, con sicuramente vi avrebbe “portato su”. come le api: ho preso il nettare e ho serenità e con il sorriso sulle labbra, e Evidentemente tutto questo ha com- messo da parte lo scarto, quello che con la convinzione che la nostra vita è portato: qualche perdita... in carriera e non serviva. Se questa è l’entrata, fate- segnata da Dio; è Lui che l’ha pro- in altro; ma a questo mondo nulla è mi registrare in uscita il fatto che mi grammata e che ci guida giorno dopo gratuito. Però se diamo il giusto peso a avete costretto, per dovere di ruolo, a giorno fino alla fine. quella contropartita, il prezzo non è tollerare e a soffrire inerme tanti stato in fin dei conti così alto… vociaioli – o tromboni che dir si voglia Credete a me, caro Prefetto, ne valeva – alcuni rinomati, altri sconosciuti ai la pena!!! più. E poi ho avuto... Voi avete dato a E ora parliamo del DARE E AVERE!! mio padre e mia madre la soddisfazio- Che cosa io ho dato a Voi?? ne, piuttosto postuma, poiché il primo Certamente, come abbiamo detto, non se ne è andato in fretta e la seconda ho potuto togliermi il mio DNA origi- due anni prima della nomina, di avere nario, ma vi ho dato tante cose: per il Prefetto in casa! primo tutto il mio tempo, da lunedì al E ora??? Parliamo del presente; certa- sabato, spesso anche la domenica. mente mi mancheranno l’impegno Tanto da non avere mai conosciuto un intellettuale quotidiano a risolvere i professore dei miei tre figli. E poi vi problemi della gente ed il contatto con ho dato tutto il mio pensare, in cui i collaboratori che mi erano essenziali sono compresi l’amore per il lavoro nel perseguire l’obiettivo comune. che facevo e l’impegno a farlo bene. Non mi mancheranno certamente le Senza quella passione e quel rifiuto a feste e le commemorazioni che finiva- cedervi tutto me stesso, voi avreste no sempre con ghiotte colazioni e cene Il Prefetto Marino con l’Abate di Montecassino pensato semplicemente a fare carriera chiamate “conviviali”. Mettendo in Mons. D’Onorio e l’on. Enzo Bianco.

47 Avolesi nel mondo - Anno 10 n. 1 - Gennaio 2009 L’angolo della posta Redazione Avolesi nel mondo Via Rattazzi, 52 96012 AVOLA (SR)

Avola, novembre 2008 Palermo, dicembre 2008 Ancora una volta mi onoro di scrivere a Gent.ma signora, Reggio Emilia, dicembre 2008 questa illustre rivista “Avolesi nel La ringrazio per la cortesia che mi ha Carissima Prof., mondo” anzitutto per ringraziare la usato accogliendo la mia ricerca su Avola anzitutto tanti auguri di Buon Anno a lei e dott.ssa Grazia Maria Schirinà, che la pre- nella bella rivista da Lei diretta e la prego alla sua famiglia e ai soci di Avolesi nel siede, per l’ingente mole di lavoro che di estendere il mio grato saluto a tutto lo Mondo. Come sta? Spero abbia trascorso svolge. Sono particolarmente riconoscen- staff che la collabora. Per il lavoro da me queste feste in serenità. Purtroppo, pur te, anche a nome della mia famiglia, al svolto, devo dare atto che mi è stata pre- essendo stato ad Avola nel periodo natali- direttore didattico dott. Carmine Tedesco ziosa l’amicizia di Nella Urso Favaccio e zio, non sono riuscito a partecipare ad per la recensione così incisiva e approfon- del marito Gen. Michele, mentre la alcuna delle iniziative che l'associazione dita sulla figura del concittadino e poeta prof.ssa Marinella Piccione Loforti mi ha aveva preparato... pazienza. Immagino Alessandro Caia. Sono alquanto grato a addirittura contagiato il suo entusiasmo che questo sia, come ogni anno, un anno questa rivista culturale per gli argomenti per la città. Avola infatti ha sempre desta- impegnativo per le attività dell'associa- che affronta, ricordando le nostre radici to in me tanto interesse così come la sua zione che spero vengano portate avanti storiche, facendo rivivere attraverso la gente, fiera, attiva, affabile, qualità tutte con la stessa passione di sempre. memoria storica la cultura del passato, che denotano una storia lunga millenni. Buon lavoro ed ancora tanti auguri. Con vivificando un patrimonio storico così Le invio il mio breve curriculum persona- affetto, prezioso che è stato fondamento del vive- le e alcune notizie circa la raccolta di foto Corrado Gisarella re della nostra comunità. Mi augurerei dei ferri battuti di Alessandro Mazzuco- che in futuro fossero ricordate tante altre telli, avendo letto con piacere l’articolo su Toronto, Ontario, Canada figure di nostri stimati concittadini, che Giuseppe Montalto a firma di Corrado dicembre 2008 hanno dato lustro e dedicato la loro vita al Appolloni. Il volume, formato cm. 35 x Grazie per avermi inviato la rivista. È servizio del bene comune. Nel leggere cm. 25, in 50 pagine, edito nel 1916 circa stata da me molto gradita, e, di conse- questa rivista resto sempre ammirato e dalla prestigiosa casa editrice milanese guenza, invio un assegno del valore di stupefatto, perché, senza che le mie sem- “Bestetti e Tumminelli”, reca in prima € 60,00. Mi è piaciuta tanto la storia di plici e umili parole siano d’encomio, è pagina la fotografia dell’artista e la Pinuccia e Turi. Chissà, può darsi che li difficile, in una temperie delle più svaria- magnifica prefazione di Ugo Ojetti; era conoscessi durante la mia infanzia ad te attrattive, promuovere e attrarre un alto stato donato a mio nonno materno Oresto Avola… Io emigrai nel 1951. interesse culturale. L’associazione “Gli Lo Valvo il 10 giugno 1916; sul fronte c’è Prof. Giovanni Paglialunga Avolesi nel Mondo” con i suoi convegni e la dedica con la firma :”Lisander el con questa rivista, attraverso i suoi scritti, feree”. Per le dimensioni, la vetustà, la è la sentinella che grida forte nel deserto fragilità della carta non può essere tra- Si ringraziano gli amici che, avendo del disinteresse, dell’indifferenza del sportato; lo metto a disposizione comun- ricevuto la rivista, ci hanno fatto per- buon sapere, è l’alfiere di quei valori que di chi volesse farne riproduzioni e venire, a sostegno della stessa, come etici, umani, cristiani e sociali che hanno copie; qui a casa mia. extra, un loro contributo volontario: Giovanni Paglialunga dal Canada e caratterizzato da secoli, la crescita civile Ancora cordiali saluti Paolo Rametta da Roma. della nostra società. Cordiali saluti Isabella Amodei di Filpo Sebastiano Caia

La tradizione della pasticceria artigianale Avola (SR) - Via Venezia, 35 - Tel. 0931 821208

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