L’antico Sentiero dei Pellegrini che porta da Ciciliano al Santuario della Madonna delle Gra- Il sentiero comincia dalla chiesa rurale di Santa zie della Mentorella è stato percorso da nume- Maria Maddalena, al Passo della Fortuna, a Il Sentiero rosi pellegrini da almeno cinque secoli. Ciciliano. Appena eletto papa, San Giovanni Paolo II andò Con la macchina si segue la Via Empolitana in pellegrinaggio al santuario il 29 ottobre 1978. (da Tivoli o dall’uscita dei Pellegrini dell’autostrada A24) direzione Ciciliano. Sor- Il Sentiero dei Pellegrini è percorribile da tutte passare il bivio per Ciciliano (Passo della For- le persone in buona salute, con scarpe da tuna) e dopo 100 metri girare a destra. da Ciciliano verso il cammino. Con i mezzi pubblici si prende un pullman Co- Il dislivello è di circa 530 metri, la distanza è di tral da Tivoli direzione , Rocca S. Ste- quasi cinque chilometri. fano, o (fermata bivio di Ciciliano). Camminatori abituali impiegano intorno alle due ore mentre, con un’andatura rilassata, si impie- Per gli orari www.cotralspa.it gano circa tre ore.

Il percorso è indicato con cartelli. Santuario della Mentorella La grotta di San Benedetto alla Mentorella Il santuario mariano più antico San Benedetto si recò alla Mentorella, dove soggiornò in una caverna naturale prima di con- d’Europa alle porte di Roma, tinuare il suo cammino verso Subiaco. meta di San Benedetto e L’antico Sentiero dei Pellegrini fa parte del La Pro Loco di Ciciliano organizza escursioni di San Giovanni Paolo II percorso storico-naturalistico che, ricalcando le con guida esperta, con partenza la domenica orme degli Equi e dei Romani, collega due luo- ore 09.00 (pullman da Tivoli alle ore 08.20 di- Il sentiero fa parte del ghi di culto legati alla memoria di San Benedet- rezione Gerano), messa al santuario ore Cammino di San Benedetto to, il Convento di San Cosimato () e il 12.30, seguito da pranzo al sacco. Ritorno ver- Santuario della Mentorella, tappe della Via Be- so le ore 17. Un’escursione di tre ore attraverso la na- nedicti. Per maggiori informazioni: Per informazioni e prenotazioni: tura incontaminata della Valle del Gio- www.viabenedicti.it [email protected] venzano, con un panorama mozzafiato.

Subito dopo il bivio per Ciciliano, in località porta alla sorgente del Parabòcio, da dove ini- cervo durante una battuta di caccia, assistette Passo della Fortuna (m. 471), si inizia a cam- zia la prima di una serie di cascate di acque ad un prodigio: una croce luminosa comparve minare dirigendosi verso la chiesetta rurale di cristalline, alimentate dal deflusso carsico. È tra le corna dell’animale. Placido edotto dal si- S. Maria Maddalena datata alla prima metà del d’obbligo una piccola deviazione per ammirare gnificato della croce, divenne cristiano e bat- 1400. Nei locali annessi alla chiesa, l'Hospitale, questo posto pittoresco. Tornando indietro e tezzato assunse il nome di Eustachio. aveva luogo un servizio d’accoglienza per i pel- salendo si riprende il sentiero. I cartelli conducono sempre in salita, fino al legrini che si recavano al Santuario della Men- Proseguendo si raggiunge il bivio per la Fonte complesso del Santuario della Mentorella. Po- torella. Il tragitto che si percorrerà infatti non è della Nocchia e la Rocchetta (m.767) dove so- sto su uno sperone a 1005 metri, esso è il più altro che l'antico Sentiero dei Pellegrini citato no presenti i ruderi della Rocca d’Elci, edificata antico santuario mariano d’Europa. La chiesa è fin dal 1500 nelle Visite Pastorali dei Vescovi di nel X secolo. La Fonte della Nocchia approvvi- citata per la prima volta in un diploma pontificio Tivoli. Andando avanti, lungo una strada ini- gionò Trebula Suffenas e nel medioevo ali- dell’anno 958, a proposito di una determina- zialmente asfaltata e poi cementata, si incontra mentò la Mola della Rocca, mulino per cereali zione di confini delle terre possedute dall’Ab- a destra la Villa Manni dove era ubicata l’antica a servizio dei villaggi; dal 1869 alimenta l’ac- bazia di Subiaco. Nel X secolo una nobildonna città di Trebula dei Suffenati, ricordata da Plinio quedotto per Ciciliano. romana donò il santuario ai Benedettini che ne il Vecchio, fondata da una popolazione appar- organizzarono il complesso, dotandolo di un Si arriva quindi alla Fonte della Morrélla (m. tenente alla grande famiglia degli Equi. Trebula convento, una chiesa e una cappella. 780), dove l’acqua gelida sgorga al di sotto di nel IV sec. a.C. entrò nell’orbita romana, e ri- una grossa pietra. Nei pressi sorgeva il Ca- mase in vita dal VII sec. a.C. al IV sec. d.C.. strum Morellae, un fortilizio eretto su una cima caratterizzata da tre speroni rocciosi, i Tre Murrùni dal dialettale mórra pietra, a protezio- ne dei pascoli alti della montagna, per i quali sorsero spesso rivendicazioni d’uso tra i pasto- ri di Poli-Guadagnolo e quelli di Ciciliano, e tra i signori di Poli e l’Abbazia di Subiaco. Questo castello venne edificato intorno al 1200 ed eb- be vita breve, dopo essere rientrato definitiva- mente in possesso dei monaci sublacensi che possedevano la vicina Rocchetta. Nella prima metà del ‘200 Giovanni di Giaco- Si continua a camminare in un continuo legge- mo, oblato di Ciciliano, fu delegato dal Vesco-

ro saliscendi. L’antico sentiero procede a mez- vo di Tivoli Claro a raccogliere le offerte per il Chiesa di S. Maria Maddalena e l’Hospitale (albergo per pellegrini) za costa tagliando bellissimi boschi. Si attra- soccorso della chiesa che venne infatti riedifi- Immediatamente si individua il cartello Sentiero versano poi i luoghi Ara di Cioffarégliu, Ara di cata con quell’assetto architettonico che anco- dei Pellegrini, che indica una strada in discesa a Minchinégliu, Ara della Croce. L’ara nel dialetto ra oggi conserva, grazie anche ai restauri ese- sinistra. Questi cartelli vi accompagneranno fino locale è l’aia, costituita da un pianoro in terra guiti nel ‘600 per iniziativa del dotto gesuita alla Mentorella. Al piccolo ponte è collocato un battuta esposto al vento di ponente, usata Atanasio Kircher. pannello informativo con la descrizione della flora all’epoca della Civiltà Contadina per trebbiare il Il monastero accanto alla chiesa è tenuto dal e della fauna che si può incontrare lungo il sentie- grano battendolo o facendolo calpestare dai 1857 dai Padri Resurrezionisti polacchi. ro. buoi condotti in circolo. L’Ara della Croce deve La grotta, non lontana, testimonia il passaggio Attraversato il ponte si comincia a salire e poco il suo nome alla leggenda di San Eustachio. di S. Benedetto. Qui, nel ventre della terra, egli dopo, sul lato destro, si incontra una stacciona- Qui la tradizione racconta che un ufficiale ro- custodì ed espresse tutta la sua tensione spiri- ta che segna l’imbocco di un piccolo sentiero mano di nome Placido, mentre inseguiva un tuale e umana. che