COMUNE DI SAN VERO – Provincia di comune di Piano Urbanistico Comunale RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA

INDICE

1. PREMESSA pag.2

2. INQUADRAMENTO NORMATIVO pag.2

3.INQUADRAMENTO GEOGRAFICO pag.5

4.INQUADRAMENTO GEOLITOLOGICO pag.7

5.INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO pag.12

6.INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO pag.14

7.INQUADRAMENTO CLIMATICO pag.18

8. ADEGUAMENTO DEL PUC AL PAI pag.34



COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA

1. PREMESSA Il presente documento è stato redatto nell’ambito dell’adeguamento del Piano Urbanistico Comunale (PUC) di S.Vero Milis al Piano di Assetto Idrogeologico (PAI).

Verrà di seguito descritta la procedura seguita per l’individuazione e la perimetrazione delle aree a pericolosità da frana, ai fini della coerenza delle scelte pianificatorie dettate dal nuovo strumento urbanistico con l’assetto idrogeologico del territorio comunale.

2. INQUADRAMENTO NORMATIVO Il Piano stralcio per l’assetto idrogeologico della Regione Sardegna (in seguito denominato PAI) è stato approvato con D.P.G.R. n.67 del 10 luglio 2006, ed è redatto ai sensi della L. n. 183/89 e del D.L. n. 180/98. Il PAI contiene: • l’individuazione e la delimitazione delle aree con pericolosità idraulica e con pericolosità da frana molto elevata, elevata, media e moderata; • la rilevazione degli insediamenti, dei beni, degli interessi e delle attività vulnerabili nelle aree pericolose allo scopo di valutarne le specifiche condizioni di rischio. Nelle aree di pericolosità idraulica e di pericolosità da frana il PAI ha la finalità principale di impedire l’aumento e/o la creazione di nuove situazioni di pericolo e di rischio idrogeologico esistenti alla data di approvazione del piano, attraverso prescrizioni finalizzate a prevenire effetti negativi di attività antropiche sull’equilibrio idrogeologico dato, rendendo compatibili gli usi attuali o programmati del territorio e delle risorse con le situazioni di pericolosità idraulica e da frana individuate dal piano. Il PAI ha valore di piano territoriale di settore e, in quanto dispone con finalità di salvaguardia di persone, beni, ed attività dai pericoli e dai rischi idrogeologici, prevale sui piani e programmi di settore di livello regionale (art.4 delle NA).



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Il PAI approvato prevale di conseguenza tra l’altro: a. sulle previsioni dei piani urbanistici provinciali; b. sui contenuti degli strumenti attuativi dei piani urbanistici provinciali; c. sulle previsioni dei Programmi Integrati d'Area (PIA) disciplinati dalla legge della Regione Sardegna 26.2.1996, n. 14; d. sulle previsioni dei Piani Integrati Territoriali (PIT) e. sulle previsioni dei piani urbanistici comunali, dei relativi strumenti di attuazione, dei programmi pluriennali di attuazione e dei regolamenti edilizi comunali; f. sui piani di assetto organizzativo dei litorali previsti dall’articolo 4 della legge della Regione Sardegna 8.7.1993, n. 28, “Interventi in materia urbanistica”, quali strumenti di coordinamento delle relative previsioni degli enti locali; g. sulle previsioni dei piani urbanistici e dei piani di sviluppo socio-economico delle Comunità montane (art.6 delle NA). Pertanto i Comuni e le altre Amministrazioni provvedono a riportare alla scala grafica della strumentazione urbanistica vigente i perimetri delle aree a rischio R4, R3, R2 e delle aree pericolose H4, H3, H2 e ad adeguare contestualmente le norme dello strumento urbanistico (art.4 delle NA). Inoltre, indipendentemente dall’esistenza di aree perimetrate dal PAI, in sede di adozione di nuovi strumenti urbanistici anche di livello attuativo e di varianti generali agli strumenti urbanistici vigenti i Comuni - tenuto conto delle prescrizioni contenute nei piani urbanistici provinciali e nel piano paesistico regionale relativamente a difesa del suolo, assetto idrogeologico, riduzione della pericolosità e del rischio idrogeologico - assumono e valutano le indicazioni di appositi studi di compatibilità idraulica e geologica e geotecnica, predisposti in osservanza dei successivi articoli 24 e 25, riferiti a tutto il territorio comunale o alle sole aree interessate dagli atti proposti all’adozione. Tali studi analizzano le possibili alterazioni dei regimi idraulici e della stabilità dei versanti collegate alle nuove previsioni di uso del territorio, con particolare riguardo ai progetti di insediamenti residenziali, produttivi, di servizi, di infrastrutture (art.8 delle NA).



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In ultimo, negli atti di adeguamento dei piani urbanistici comunali al PAI, sono delimitate puntualmente alla scala 1: 2.000 le aree a significativa pericolosità idraulica o geomorfologica non direttamente perimetrate dal PAI (art.26 delle NA).



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3. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO Il comune di San Vero Milis è situato nella zona nord-occidentale del Campidano in provincia di Oristano.

L’area amministrativa del Comune è caratterizzata dall’esistenza di due porzioni di territorio ben distinte: 1) Il Centro abitato con l’agglomerato abitativo principale, nel seguito denominato “ Isola Amministrativa Interna ”;



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2) La Marina (Sinis, borgate marine) nel seguito denominata “ Isola Amministrativa Esterna ”.

Dal punto di vista cartografico il Comune risulta individuato: ‹ Dalla Carta topografica d’Italia IGM al foglio 514 sez. II “San Vero Milis” e 514 sez. III “Capo Mannu) in scala 1:25000. ‹ Dalla Carta Tecnica Regionale (C.T.R.) alle sezioni 100 – 130 – 140 – 150 – 160 del foglio 514 e alle sezioni 020 – 030 – 040 del foglio 528 in scala 1:10.000;



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4. INQUADRAMENTO GEOLITOLOGICO Il territorio di San Vero Milis è il risultato di quei processi che, a partire dall'Olocene e per tutto il Miocene ed il Pliocene, a seguito della fase geodinamica di profondo mutamento orogenico e paleogeografico del Mediterraneo, hanno portato all‘evoluzione del Rift Sardo.

Durante questo periodo si sono alternate fasi di ingressione marina e di continentalità che hanno generato litotipi prevalentemente di origine carbonatica, nonchè argille grigio-scure, testimoni di un ambiente lagunare.

Il Quaternario è rappresentato principalmente da formazioni eoliche tra le quali si distinguono quelle wurmiane, molto diffuse e composte da arenaria ben cementata con intercalazioni di paleosuoli argillosi di colore rosso bruno, sedimenti di natura eolica e da trasporto fluviale derivati dalla disgregazione del basamento cristallino, infine arenarie, marne più o meno argillose, calcari e arenarie eoliche.

I depositi attuali sono costituiti da depositi sabbiosi (di spiaggia ed eolici) sulle coste e da limi e argille in corrispondenza degli stagni; le zone più interne sono invece caratterizzate da formazioni alluvionali di età plio-pleistocenica che formano conoidi alluvionali.

La costa, esposta all'azione dei venti e del moto ondoso, è modellata continuamente dall'azione delle onde che demoliscono le falesie, accumulando grandi quantità di sedimenti nei tratti di costa bassa; questi sedimenti rappresentano l’unico contributo alla formazione delle spiagge, vista la totale assenza di corsi d'acqua.



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Frane di blocchi per distacco e ribaltamento

Diversa è la situazione ad est del centro abitato di San Vero Milis, dove scorre il Riu Mannu, affluente del Riu Mare Foghe, che attraversa un area depressa bonificata, dove i litotipi sono di natura marnoso argillosa.

Riu Mare Foghe

Quanto fin qui descritto rappresenta una descrizione globale dell’assetto geolitologico del territorio comunale, ma poiché esso si divide in due isole amministrative, la descrizione dettagliata viene riportata separatamente.

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4.1. Isola amministrativa esterna Nel settore dell’Isola Amministrativa Esterna (Marina), l’assetto geologico del territorio è caratterizzato dalla presenza di formazioni di diversa origine riferibili sia al Terziario che al Quaternario. L’assetto di queste formazioni è condizionato da motivi tettonici di età oligo-miocenica e plio-quaternaria, che in questo settore si sovrappongono ed interferiscono tra loro, e che, in generale, conferiscono alle formazioni sedimentarie una generale debole vergenza verso nord-ovest. I suddetti disturbi tettonici hanno direzioni preferenziali, come a scala regionale, NE-SW e N-S. Il primo di questi lineamenti è riferibile principalmente ad una tettonica di tipo trasforme oligo-miocenica, mentre le lineazioni N-S, di tipo estensionale, hanno età plio-quaternaria e sono correlate alla fossa tettonica del Campidano che, proprio in questo settore, tende a chiudersi. Le formazioni più antiche, costituite da due piccoli lembi di lave andesitiche oligo-mioceniche, affiorano in località sa Serra ‘e Attori e Perda Murtigiada, secondo un asse con direzione NE-SW, e formano l’ossatura di una debole dorsale, con la medesima direzione, posta nell’estremo settore sud-orientale del territorio dell’isola amministrativa esterna. Su questi affioramenti lavici poggiano, con contatti talora visibili ed osservabili e talora obliterati da formazioni più recenti, dei sedimenti marini miocenici, costituiti da una successione di arenarie, marne arenacee e formazioni carbonatiche calcaree fortemente fossilifere a foraminiferi, resti di bivalvi, o a coralli; la giacitura di questi sedimenti varia da suborizzontale a debolmente inclinata verso NW. Unitamente alle formazioni vulcaniche oligo-mioceniche, anche questi sedimenti vanno a costituire la sopra citata dorsale nel settore sud-orientale di questa porzione di territorio. Seguono in successione stratigrafica, senza un contatto visibile con le formazioni sottostanti, ed affioranti soprattutto nelle zone costiere (Putzu Idu, Porto Mandriola, Scala ‘e Sale) altri sedimenti più recenti miocenici-pliocenici costituiti da calcari cavernosi e brecciati e marne argillose, anche in facies deposizionale di ambiente lagunare.

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Verso il promontorio di Capo Mannu ed in misura minore in località Isaieddus, affiorano vari depositi di sabbie dunari antiche, cementate e fossili di età plio- pleistocenica. Circa coevi con le dune fossili sono gli ampi ed estesi crostoni calcarei di ambiente palustre che ricoprono le formazioni più antiche per buona parte del territorio dell’isola amministrativa. Più estesi dei precedenti sono i campi di dune del Pleistocene-Olocene che ricoprono estese aree in località Is Arenas; tali campi dunari sono stati stabilizzati in epoca recente mediante un intervento di rimboschimento effettuato nei primi anni 50 con l'aggiunta di varie essenze, soprattutto pini marittimi e acacie saline. Seguono quindi le sabbie attuali delle spiagge. Completano il panorama delle formazioni geologiche di questo settore i depositi fini palustri delle “pauli” e degli stagni, oltre i depositi alluvionali sub-recenti dei corsi d’acqua, ormai incanalati con le opere di bonifica idraulica.

4.2. Isola amministrativa interna La geologia del settore dell’isola amministrativa interna è caratterizzata dalla presenza di diverse formazioni alluvionali di età plio-pleistocenica che formano dei conoidi alluvionali.



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Questi conoidi alluvionali poggiano su formazioni vulcaniche plio-quaternarie, costituite principalmente da basalti in successioni di diverse colate immergenti generalmente verso sud, o su lave o prodotti piroclastici riferibili al ciclo vulcanico oligo-miocenico; le vulcaniti non affiorano direttamente nel territorio comunale di San Vero Milis, ma in aree circostanti e limitrofe. Le alluvioni più antiche, post basaltiche, sono costituite da conglomerati ciottolosi ad elementi di basalti plio-quaternari, di andesiti ed ignimbriti oligo- mioceniche, e da ciottoli di formazioni paleozoiche essenzialmente quarzosi. Questi conglomerati sono ben costipati e cementati da un cemento fine rossastro, con probabile presenza di idrossidi di tipo ematitico. I successivi conoidi alluvionali, sempre costituiti da depositi ciottolosi ad elementi prevalenti di basalto, divengono via via meno costipati, perdono coerenza, e mostrano un grado di cementazione minore per diminuzione di componente fine nella matrice, acquisendo talora matrice carbonatica di origine pedogenetica. Le alluvioni recenti dei corsi d’acqua ed i sedimenti limoso-argillosi delle aree di bonifica idraulica, chiudono il modesto panorama di formazioni geologiche del settore.



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5. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO La Carta Geomorfologica descrive le forme del territorio come risultato di processi morfogenetici responsabili dell’erosione e del modellamento delle superfici. Tali forme sono definite in base al tipo di processo che le ha generate e distinte in forme attive e inattive (ereditate o relitte, sepolte o fossili) a seconda della loro interpretazione cronologica. Il procedimento di ricostruzione dell’assetto geomorfologico è stato definito sia mediante l’osservazione diretta delle forme e dei processi geomorfici su scala locale sia mediante l’ausilio dell’interpretazione aereofotogrammetrica. Le simbologie sono state uniformate alle legende ufficiali e alle Linee guida R.A.S..

5.1. Isola amministrativa esterna L’assetto geomorfologico dell’Isola Amministrativa Esterna è stato condizionato dall’azione dei movimenti tettonici plio-pleistocenici che hanno dato origine al graben del Campidano e dalle variazioni climatiche pleistoceniche. Sono infatti presenti piccoli rilievi residuali di rocce carbonatiche e di vulcaniti del terziario. Depositi prevalentemente eolici, fortemente cementati con crostoni calcarei occupano gran parte del settore centrale di questa area. Dune eoliche del Pliocene sovrastano i depositi di spiaggia e lagunari dell’area di Capo Mannu, la cui fascia costiera è caratterizzata da alte falesie scolpite nelle eolianiti plioceniche e da ripe di erosione sui sedimenti del Terziario. A Sud ed a Nord, queste falesie sono delimitate da due golfi naturali dove si estendono spiagge sabbiose: Cala su Pallosu e Cala Saline. In quest’ultima un cordone litorale impostato nell’olocene, ha originato lo stagno di Sa Salina Manna. Altri stagni sono presenti nel settore centrale, il principale dei quali è quello de Is Benas, la cui genesi è da ricondurre allo sbarramento operato dalle dune de Is Arenas, originatesi durante le fasi aride del Pleistocene superiore e dell’Olocene.



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L’elevata permeabilità dei terreni non ha consentito lo sviluppo di processi fluviali, mentre processi gravitativi si osservano prevalentemente lungo le falesie con conseguente arretramento della linea di costa. Processi di dilavamento diffuso si possono rilevare lungo le superfici debolmente acclivi.

5.2. Isola amministrativa interna Dal punto di vista geomorfologico l’Isola Amministrativa Esterna è caratterizzata da diversi conoidi alluvionali originati dai depositi dei corsi d’acqua provenienti dall’edificio vulcanico del . I conoidi sono costituiti da depositi ciottolosi a clasti eterometrici con pezzature anche molto grossolane. Il grado di alterazione dei ciottoli e della matrice si presenta molto spinta soprattutto nei depositi del settore più orientale. Processi di modellamento diffuso hanno modellato la superficie dei conoidi dando così origine a dei glacis debolmente acclivi. Durante le fasi regressive



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del Pleistocene i processi erosivi sono stati piuttosto intensi ed hanno inciso profondamente le conoidi. All’Olocene sono riferibili i processi di sedimentazione lungo le incisioni, riconducibili soprattutto al Riu Simamis, al Riu Iscas ed al Riu Mannu. Quest’ultimo in particolare presenta una ampia valle alluvionale con depositi a matrice fine. Nel settore più meridionale, laddove prima era presente un’area paludosa occupata da depositi limoso-argillosi, denominata “Stagno di Mare Foghe”, attualmente, a seguito della bonifica, si pratica una fiorente attività agricola.

6. INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO Lo studio idrogeologico ha avuto l’obiettivo sostanziale di individuare le peculiarità del territorio sia per quanto riguarda gli elementi dell’idrografia superficiale che sotterranea. Al fine di comporre la carta, è stata utilizzata la base della Carta geolitologica, accorpando le formazioni secondo le indicazioni delle Linee guida R.A.S, è stata poi inserita la descrizione dell’idrologia superficiale e sotterranea con gli appositi tematismi.



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Così facendo è stato possibile distinguere e caratterizzare i litotipi in base al diverso grado di permeabilità, suddividendo il territorio in unità cartografiche a permeabilità omogenea (Unità Idrogeologiche). La permeabilità delle diverse formazioni, ricavata da un’indagine bibliografica preliminare, dalla carta litologica, e dalle Linee guida R.A.S., deve essere intesa come la proprietà delle rocce di lasciarsi attraversare dall’acqua sottoposta a un carico idraulico, si distingue in due grandi tipologie, quella per porosità e quella per fessurazione. La prima si manifesta in rocce porose, più o meno cementate, caratterizzate da numerosi piccoli vuoti intergranulari e intercomunicanti, mentre la seconda è tipica di rocce coerenti e compatte ma solcate da diverse famiglie di fessure e giunti. L’elemento dominante nel paesaggio del Sinis, dal punto di vista idrogeologico, è la presenza di numerose zone umide, stagni e lagune costiere che ancora occupano gran parte della superficie della penisola; vaste aree umide infatti sono state recentemente bonificate. L’origine di questi specchi d’acqua è da ricercarsi nella continua subsidenza dell’area e nelle ingressioni marine verificatesi nel Miocene. l terreni detritici superficiali, molto estesi in quest'area, consentono un notevole drenaggio, di conseguenza il reticolo idrografico risulta scarsamente sviluppato. In alcune località, come “ls Arenas” , si ha assenza completa di tracciati fluviali a causa dell'elevata permeabilità dei terreni sabbiosi. Per ciò che concerne i pozzi, sono stati segnalati solamente i principali punti di captazione, in quanto non esiste un censimento preciso degli stessi e delle relative autorizzazioni. Osservando la carta idrogeologica risulta evidente come, nell’intero territorio comunale, sono stati rilevati diversi gradi e tipi di permeabilità, a causa della presenza di differenti litologie. Di seguito si descrivono le unità idrogeologiche e la classe di permeabilità a loro associata, riportate in carta e descritte nelle Linee guida R.A.S.:

• 1. Unità detritico-carbonatica quaternaria - Permeabilità alta per porosità e, nelle facies carbonatiche, anche per fessurazione;



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• 2. Unità delle alluvioni plio-quaternarie - Permeabilità per porosità complessiva medio bassa; localmente medio-alta nei livelli a matrice più grossolana; • 3. Unità delle vulcaniti plio-quaternarie - permeabilità complessiva per fessurazione da medio-bassa a bassa; subordinatamente permeabilità per porosità medio-alta; • 4. Unità detritica pliocenica – permeabilità per porosità complessiva bassa; localmente media in corrispondenza dei livelli a matrice più grossolana; • 5a. Unità detritico-carbonatica miocenica superiore – Permeabilità complessiva medio-alta; da medio bassa a medio alta per porosità nei termini detritici, medio alta per fessurazione e/o carsismo; • 6a. Unità detritico-carbonatica oligo-miocenica – Permeabilità complessiva medio alta per porosità e subordinatamente per fessurazione (calcari); localmente medio-bassa (marne e vulcaniti); • 6b. Unità detritico-carbonatica oligo-miocenica – Permeabilità per porosità bassa; • 7. Unità delle vulcaniti oligo-mioceniche – Permeabilità per fessurazione complessiva medio-bassa.



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7. INQUADRAMENTO CLIMATICO



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Per effettuare l’analisi climatologica del territorio di S.Vero Milis sono stati presi in considerazione i dati termometrici e pluviometrici pubblicati nel Nuovo Studio dell’Idrologia Superficiale della Sardegna (SISS). In particolare, poiché sul territorio di S.Vero Milis non sono presenti stazioni di rilevamento, sono stati utilizzati i dati termometrici delle stazioni di Cuglieri, S.Giusta, Capo Frasca e Santulussurgiu e i dati pluviometrici delle stazioni di Cuglieri S.Giusta, Oristano e Riola.

Le misurazioni effettuate dal Nuovo SISS, che vanno dal 1922 al 1992, risultano abbastanza continue sia per quanto riguarda i dati pluviometrici che termometrici di tutte le stazioni analizzate, tranne che per la stazione di Capo Frasca, in cui sono assenti i dati relativi a numerose annate. La scelta di prendere ugualmente in considerazione la stazione di Capo Frasca è da mettere in relazione alla climatologia simile alla costa del territorio comunale di S. Vero Milis, soprattutto in corrispondenza delle falesie di Capo Mannu e dintorni.

7.1. Termometria e pluviometria Attraverso l’elaborazione dei dati delle tabelle precedenti sono stati ottenuti grafici e istogrammi che descrivono i valori medi annuali e mensili delle temperature misurate in °C e delle altezze di pioggia misurate in mm relativamente alle stazioni prese in considerazione.

Di seguito vengono riportate le tabelle dei dati termometrici e pluviometrici e le elaborazioni statistiche.

7.1.1 Termometria



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CUGLIERI Termometria - Dati corretti Temperature (°C) Anno DM Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Media 1922 12 ------1923 12 ------1924 12 ------1925 12 ------1926 12 ------1927 12 ------1928 12 ------1929 12 ------1930 12 ------1931 12 ------1932 12 ------1933 12 ------1934 12 ------1935 12 ------1936 12 ------1937 12 ------1938 12 ------1939 12 ------1940 12 ------1941 12 ------1942 12 ------1943 12 ------1944 12 ------1945 12 ------1946 12 ------1947 12 ------1948 12 ------1949 12 ------1950 12 ------1951 12 ------1952 7.0 6.6 13.3 14.8 17.5 24.7 22.3 21.6 14.7 11.1 6.0 3.1 13.6 1953 2.8 5.7 10.9 13.8 16.8 18.6 23.7 22.8 22.2 17.6 13.8 13.0 15.2 1954 6.0 6.4 10.5 10.9 15.2 21.1 20.6 21.6 21.8 15.8 13.1 10.6 14.5 1955 10.5 8.4 10.6 13.0 16.4 19.2 22.8 21.9 18.2 16.2 13.2 11.6 15.2 1956 10.6 2.0 9.2 12.3 17.0 18.0 22.7 23.2 23.9 16.0 8.7 8.2 14.4 1957 5.5 9.0 11.7 12.2 13.7 19.6 22.3 23.6 18.9 16.0 12.4 8.8 14.5 1958 8.0 9.7 8.0 9.7 19.1 19.2 22.4 23.5 21.0 16.5 11.9 10.0 15.0 1959 7.9 9.7 11.9 11.7 15.4 19.3 22.1 21.6 21.7 16.0 11.2 9.0 14.8 1960 8.5 9.7 10.6 10.2 17.1 20.5 20.8 22.9 18.1 16.0 13.1 8.3 14.7 1961 7.3 10.1 10.4 14.1 15.9 19.9 21.0 20.6 20.8 14.8 10.6 9.3 14.6 1962 9.1 7.2 8.3 11.9 15.9 18.3 23.8 24.2 21.5 17.9 10.3 7.3 14.7 1963 5.8 5.4 9.0 12.0 13.3 18.3 24.7 25.1 20.0 13.1 14.2 8.1 14.1 1964 9.0 8.2 9.3 11.3 16.8 20.3 23.8 21.4 20.6 14.1 11.9 6.7 14.5 1965 6.3 4.5 9.9 10.6 16.3 20.3 23.3 21.7 17.8 16.9 13.3 10.1 14.3 1966 12.4 15.6 9.8 13.3 17.4 21.9 23.0 23.8 20.6 18.8 11.6 8.4 16.4 1967 5.3 7.3 9.7 10.1 15.8 18.1 26.3 26.8 19.6 19.1 13.7 9.9 15.2 1968 7.4 6.9 10.4 11.6 16.1 19.8 23.9 21.5 19.7 16.8 12.6 8.0 14.6 1969 7.4 9.4 9.9 12.4 18.0 18.2 22.3 23.3 21.1 17.8 15.2 7.7 15.3 1970 10.0 8.0 9.1 12.3 15.6 22.4 23.3 24.2 23.0 17.6 14.1 10.1 15.8 1971 8.6 8.1 7.1 14.4 17.2 19.7 24.7 28.4 21.3 17.7 11.2 10.0 15.8 1972 8.7 9.6 12.0 11.6 15.3 21.0 22.9 22.2 19.0 16.2 13.7 10.7 15.3 1973 8.8 7.5 8.7 11.5 19.0 21.9 23.9 24.7 22.3 17.3 12.5 9.0 15.6 1974 10.5 9.1 11.2 11.5 16.7 20.4 22.6 24.0 20.2 12.5 12.0 9.5 15.1 1975 9.4 8.3 9.5 12.9 16.5 19.3 24.3 23.2 23.1 15.6 11.9 10.4 15.4 1976 8.4 9.0 10.2 11.7 15.9 20.5 22.0 22.4 19.5 15.7 10.4 9.8 14.6 1977 9.1 10.1 12.0 12.5 16.4 19.1 23.0 22.2 19.0 18.3 12.4 10.0 15.4 1978 7.3 9.2 10.3 11.2 14.7 19.3 22.7 23.9 19.7 15.6 11.4 10.6 14.7 1979 8.6 8.8 10.6 11.4 17.4 22.1 23.7 23.2 19.3 17.4 10.6 9.6 15.3 1980 8.0 9.5 9.8 10.3 13.7 18.7 21.5 23.8 21.2 15.8 12.9 6.8 14.3 1981 6.0 6.3 11.4 14.3 16.5 21.0 21.7 24.2 21.4 17.7 11.5 9.4 15.2 1982 10.7 9.1 9.3 12.2 17.2 23.3 27.1 24.0 22.4 16.4 13.4 9.2 16.2 1983 8.0 6.5 9.7 13.8 17.8 21.5 28.0 23.4 21.0 17.0 13.8 9.6 15.9 1984 8.3 7.1 9.1 11.7 14.5 19.7 24.5 21.9 18.9 16.0 14.4 9.8 14.7 1985 5.7 9.6 8.9 13.4 15.4 20.8 25.8 23.2 21.5 17.4 11.8 10.5 15.4 1986 7.3 6.9 10.0 12.4 19.4 19.1 22.6 24.5 21.2 18.3 12.9 8.8 15.3 1987 7.5 8.2 8.3 13.9 14.9 20.2 25.1 25.8 24.4 20.0 12.2 11.0 16.0 1988 9.7 8.1 9.6 13.2 17.4 20.2 25.3 25.1 20.1 19.3 11.9 8.4 15.7 1989 8.2 9.0 12.5 12.3 16.5 19.9 24.3 24.4 20.0 15.9 11.9 12.2 15.6 1990 9.1 11.0 10.7 11.1 17.2 21.2 24.1 23.7 21.4 19.6 11.6 7.0 15.7 1991 8.3 8.2 12.7 11.0 12.9 19.7 24.3 24.7 22.4 16.3 11.7 8.4 15.1 1992 8.3 8.3 10.2 13.0 17.9 18.5 22.3 25.1 21.3 16.1 13.2 10.0 15.4 N.Oss. 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 Media 8.1 8.2 10.2 12.2 16.3 20.1 23.5 23.5 20.6 16.6 12.2 9.2 15.1 Dev.St. 1.8 2.1 1.3 1.3 1.5 1.5 1.6 1.6 1.8 1.8 1.6 1.7 0.6



COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA

RIOLA Termometria - Dati editi e inediti Temperature (°C) Anno DM Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Media 1922 12 ------1923 12 ------1924 12 ------1925 12 ------1926 12 ------1927 12 ------1928 12 ------1929 12 ------1930 12 ------1931 12 ------1932 12 ------1933 12 ------1934 12 ------1935 12 ------1936 12 ------1937 12 ------1938 12 ------1939 12 ------1940 12 ------1941 12 ------1942 12 ------1943 12 ------1944 12 ------1945 12 ------1946 12 ------1947 12 ------1948 12 ------1949 12 ------1950 12 ------1951 12 ------1952 12 ------1953 12 ------1954 12 ------1955 12 ------1956 12 ------1957 12 ------1958 12 ------1959 12 ------1960 12 ------1961 12 ------1962 12 ------1963 12 ------1964 12 ------1965 12 ------1966 12 ------1967 12 ------1968 12 ------1969 12 ------1970 12 ------1971 12 ------1972 12 ------1973 12 ------1974 12 ------1975 12 ------1976 12 ------1977 12 ------1978 12 ------1979 12 ------1980 12 ------1981 12 ------1982 12 ------1983 12 ------1984 12 ------1985 12 ------1986 12 ------1987 12 ------1988 10.8 9.9 11.7 14.3 17.8 21.7 25.1 20.0 20.5 20.8 13.2 8.4 16.2 1989 8.4 9.5 13.9 14.3 17.7 21.4 24.7 20.5 21.7 18.8 14.1 12.4 16.5 1990 9.8 13.1 13.1 14.0 19.1 23.0 25.1 26.7 24.1 22.2 14.4 8.8 17.8 1991 9.7 9.9 14.0 12.3 15.3 21.1 25.5 25.5 24.2 18.4 13.7 9.0 16.6 1992 12 ------N.Oss. 444444444444 4 Media 9.7 10.6 13.2 13.7 17.5 21.8 25.1 23.2 22.6 20.1 13.9 9.7 16.8 Dev.St. 1.0 1.7 1.1 1.0 1.6 0.8 0.3 3.4 1.8 1.8 0.5 1.9 0.7



COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA

S.GIUSTA Termometria - Dati corretti Temperature (°C) Anno DM Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Media 1922 12 ------1923 12 ------1924 12 ------1925 12 ------1926 12 ------1927 12 ------1928 12 ------1929 12 ------1930 11.1 9.2 12.3 14.1 17.5 23.6 24.6 22.9 21.7 18.0 14.6 12.1 16.9 1931 10.5 8.6 13.2 13.9 18.2 20.9 23.7 23.8 19.4 17.9 15.0 9.5 16.3 1932 9.8 8.1 12.3 13.3 17.1 20.0 22.5 25.1 24.3 18.7 14.6 13.4 16.6 1933 9.2 9.6 12.0 14.1 17.0 19.0 22.9 23.8 23.7 19.8 13.8 10.1 16.3 1934 9.0 9.7 11.7 15.3 17.8 21.3 23.5 23.4 21.4 17.5 13.8 12.4 16.4 1935 7.3 10.5 11.7 13.2 16.3 21.4 24.2 24.1 21.9 18.8 15.4 11.2 16.4 1936 11.7 11.5 13.2 14.1 16.1 19.7 22.9 22.6 22.3 16.0 14.1 10.2 16.2 1937 11.3 12.1 12.3 13.8 17.5 22.7 23.1 23.6 22.0 19.4 15.3 10.3 17.0 1938 11.2 8.6 12.4 12.3 15.5 21.9 23.1 23.3 22.1 19.1 15.2 11.0 16.4 1939 10.7 11.2 9.6 15.1 15.6 20.0 23.6 24.0 22.6 18.8 14.9 10.6 16.4 1940 9.8 12.0 12.4 13.8 17.5 20.2 22.8 23.0 22.0 18.3 13.7 7.7 16.1 1941 9.5 11.2 11.9 13.7 15.0 20.0 23.6 23.1 21.5 17.9 13.9 10.1 16.0 1942 8.2 10.1 16.1 16.7 18.7 22.2 22.8 23.7 23.0 19.8 13.6 11.8 17.3 1943 12 ------1944 8.5 7.1 8.8 13.8 16.7 18.8 21.4 24.5 21.5 15.1 12.2 9.1 14.8 1945 12 ------1946 7.6 8.9 9.2 13.7 15.8 18.7 21.2 22.1 21.2 17.3 12.9 9.0 14.8 1947 9.4 12.1 14.3 15.2 19.5 22.6 26.2 26.9 24.6 20.8 16.2 10.2 18.2 1948 11.7 12.7 12.9 15.2 18.7 20.2 21.4 24.1 21.4 20.0 14.6 11.1 17.0 1949 10.7 10.0 10.9 15.6 17.1 21.8 24.3 24.3 26.0 20.2 14.5 12.0 17.3 1950 10.5 10.8 12.5 12.9 18.7 23.1 25.3 25.5 21.8 19.0 14.2 9.9 17.1 1951 10.7 11.3 12.3 14.7 17.3 21.7 24.0 25.3 23.4 18.0 15.3 10.9 17.1 1952 9.3 9.4 13.3 15.9 18.3 24.1 25.6 26.1 22.2 18.8 13.2 10.8 17.3 1953 7.2 8.8 11.1 15.9 18.2 20.5 24.1 23.9 24.0 19.4 14.3 13.9 16.8 1954 8.4 9.7 13.4 13.7 16.9 22.9 22.0 23.2 23.0 17.9 15.1 12.7 16.6 1955 12.5 12.3 12.0 14.2 18.4 22.5 24.7 24.6 21.8 17.4 13.8 13.2 17.3 1956 11.5 6.0 11.7 14.3 18.0 19.8 23.2 25.1 24.0 17.9 13.0 10.8 16.3 1957 10.0 12.1 13.3 14.8 17.1 22.5 24.1 23.9 21.9 19.7 15.0 10.6 17.1 1958 10.1 11.6 12.1 11.3 13.0 19.1 21.3 25.0 23.5 20.3 14.7 12.5 16.2 1959 9.7 11.7 13.9 14.9 18.2 22.0 24.5 24.5 24.3 18.3 14.2 12.0 17.4 1960 10.4 11.7 13.3 14.6 18.5 23.2 23.7 24.5 21.5 19.1 15.0 10.8 17.2 1961 9.8 11.8 12.6 16.7 18.7 22.5 24.2 24.1 24.4 19.6 15.0 12.0 17.6 1962 11.3 9.9 11.9 14.8 17.8 20.8 23.8 23.9 22.7 19.4 13.0 9.4 16.6 1963 8.9 5.2 10.5 14.8 16.8 21.0 25.3 24.5 22.4 16.7 15.7 11.8 16.2 1964 9.7 11.2 13.2 14.5 18.7 23.3 24.4 24.6 22.7 17.3 14.4 10.3 17.0 1965 9.9 7.7 11.9 13.8 17.6 21.4 24.5 23.9 20.9 20.5 15.2 11.8 16.7 1966 10.7 13.2 11.8 15.4 19.1 23.4 23.2 23.9 22.7 19.7 12.4 11.1 17.2 1967 9.9 11.6 12.6 14.0 17.9 20.3 24.9 25.2 21.4 19.6 15.9 10.3 17.0 1968 9.3 11.3 12.4 15.9 17.9 20.5 23.8 22.8 20.8 18.0 14.4 11.5 16.6 1969 9.8 9.6 12.0 14.6 18.6 20.3 22.8 24.5 22.0 19.0 14.2 8.7 16.4 1970 11.1 10.6 11.1 13.5 16.1 22.6 23.4 24.7 22.7 17.5 14.2 11.2 16.6 1971 9.3 9.3 9.6 15.4 18.4 20.6 24.8 26.8 22.1 18.2 12.4 10.1 16.5 1972 9.5 11.4 13.3 13.5 16.1 20.6 22.8 22.5 20.4 17.4 14.4 10.9 16.1 1973 10.3 9.4 10.9 12.4 19.1 22.6 24.8 26.4 24.0 18.8 13.6 10.5 16.9 1974 11.1 10.9 13.0 13.5 17.9 21.2 24.6 25.4 22.6 14.9 13.3 10.6 16.6 1975 10.9 10.8 11.2 14.1 17.4 20.4 23.7 24.1 23.4 17.4 13.2 11.3 16.5 1976 9.5 10.9 11.4 13.4 18.0 22.4 23.8 23.8 21.1 18.3 14.4 13.1 16.7 1977 12.4 13.6 14.9 15.2 18.5 21.0 23.7 24.0 20.6 19.5 13.6 10.0 17.3 1978 8.1 10.2 12.2 13.1 16.5 21.5 23.2 23.9 20.8 16.7 12.2 11.7 15.9 1979 10.5 11.0 12.6 13.1 17.4 23.2 24.0 23.9 21.0 18.9 12.0 10.6 16.6 1980 9.7 10.8 12.0 12.3 15.4 20.4 21.6 24.1 22.1 17.3 13.9 8.4 15.7 1981 7.8 8.6 12.9 15.6 17.9 21.6 22.5 24.0 22.4 19.0 12.5 11.8 16.4 1982 11.4 10.9 11.1 13.5 18.3 23.7 27.0 24.6 23.5 18.5 14.9 10.6 17.4 1983 9.2 8.4 11.5 15.0 18.6 22.3 26.9 25.0 21.9 18.3 15.0 10.8 17.0 1984 9.7 8.9 11.1 12.9 16.4 20.8 24.5 23.4 20.4 17.2 15.4 10.8 16.0 1985 7.8 11.7 10.9 15.4 17.3 22.1 26.0 23.8 22.4 18.7 13.6 11.2 16.8 1986 9.6 9.6 12.1 14.4 19.8 20.6 24.2 25.8 23.0 20.6 14.6 10.8 17.1 1987 9.4 10.8 9.9 15.1 16.9 21.7 26.1 25.9 24.0 21.0 14.2 12.4 17.3 1988 11.4 10.2 11.9 15.2 19.2 22.4 25.6 25.8 21.9 21.2 13.9 10.1 17.4 1989 9.6 10.6 14.0 14.8 18.9 22.1 26.3 26.2 22.7 18.2 14.8 12.8 17.6 1990 10.1 12.8 12.6 14.2 19.0 22.7 24.9 25.1 23.6 21.8 13.8 9.0 17.5 1991 9.8 10.0 14.2 12.9 13.7 21.3 25.2 25.5 24.7 19.0 13.4 9.3 16.6 1992 9.6 10.1 12.9 14.4 18.9 21.4 23.8 26.6 23.3 18.8 16.0 11.4 17.3 N.Oss. 61 61 61 61 61 61 61 61 61 61 61 61 61 Media 9.9 10.4 12.2 14.3 17.5 21.5 23.9 24.4 22.4 18.6 14.2 10.9 16.7 Dev.St. 1.2 1.6 1.3 1.1 1.3 1.3 1.3 1.1 1.3 1.4 1.0 1.3 0.6



COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA

CAPO FRASCA Termometria - Dati corretti Temperature (°C) Anno DM Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Media 1922 12 ------1923 12 ------1924 12 ------1925 12 ------1926 12 ------1927 12 ------1928 12 ------1929 12 ------1930 12 ------1931 12 ------1932 12 ------1933 12 ------1934 12 ------1935 12 ------1936 12 ------1937 12 ------1938 12 ------1939 12 ------1940 12 ------1941 12 ------1942 12 ------1943 12 ------1944 12 ------1945 12 ------1946 12 ------1947 12 ------1948 12 ------1949 12 ------1950 12 ------1951 12 ------1952 12 ------1953 12 ------1954 12 ------1955 12 ------1956 12 ------1957 12 ------1958 12 ------1959 12 ------1960 12 ------1961 12 ------1962 10.8 9.2 10.3 14.2 17.4 20.0 23.8 23.9 22.8 19.3 13.1 9.5 16.2 1963 8.5 9.0 11.1 14.2 16.5 20.8 24.9 24.7 22.0 16.8 16.4 12.0 16.4 1964 9.8 10.9 12.8 13.8 18.8 22.8 23.8 23.8 22.9 17.6 14.9 10.9 16.9 1965 10.1 7.7 11.5 13.3 16.9 22.0 25.5 24.0 21.0 20.2 16.0 13.2 16.8 1966 10.7 12.9 10.9 15.0 17.7 22.2 22.2 23.3 22.2 19.7 12.3 11.3 16.7 1967 10.1 11.4 12.6 14.5 18.0 20.8 25.2 25.7 22.0 20.5 16.5 11.2 17.4 1968 9.9 11.7 12.5 16.3 18.3 21.0 24.8 23.7 22.0 19.0 15.1 12.5 17.2 1969 10.6 9.9 12.3 14.1 18.6 19.6 22.8 24.5 21.9 19.1 15.3 9.8 16.6 1970 12 ------1971 10.5 9.9 9.6 14.8 17.9 20.0 24.5 27.2 22.2 18.3 13.1 11.3 16.7 1972 10.3 11.5 13.0 13.4 15.7 20.1 22.3 22.7 20.6 17.7 15.5 11.8 16.2 1973 10.8 9.0 10.1 12.2 18.4 21.7 24.0 24.8 22.9 17.9 13.9 11.0 16.4 1974 11.5 10.7 12.4 12.8 16.7 20.4 22.0 24.6 21.3 14.6 13.3 11.2 16.0 1975 11.3 10.2 11.0 13.7 16.5 19.4 23.8 24.1 22.6 18.4 13.5 10.8 16.3 1976 12 ------1977 12 ------1978 12 ------1979 12 ------1980 12 ------1981 12 ------1982 12 ------1983 12 ------1984 12 ------1985 12 ------1986 12 ------1987 12 ------1988 12 ------1989 12 ------1990 12 ------1991 12 ------1992 12 ------N.Oss. 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 Media 10.4 10.3 11.5 14.0 17.5 20.8 23.8 24.4 22.0 18.4 14.5 11.3 16.6 Dev.St. 0.8 1.4 1.1 1.0 1.0 1.1 1.2 1.1 0.7 1.6 1.4 1.0 0.4



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Linee e indicatori per i valori di temperatura media mensile

30 25 20 CUGLIERI RIOLA 15 S. GIUSTA 10 CAPO FRASCA 5

Temperature medie (°C) medie Temperature 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Mesi

Il grafico mette in evidenza come le temperature della stazione di Cuglieri risultino generalmente minori rispetto a quelle misurate a S.Giusta, Riola e Capo Frasca, con un’accentuazione di questa differenza nei mesi più freddi. Questa situazione deriva evidentemente dalla maggiore altitudine della stazione citata e dal fatto che risulta ubicata più internamente rispetto alla costa di quanto non lo siano le altre stazioni analizzate; questa posizione impedisce che le brezze marine, soprattutto in autunno e in inverno, riescano a mitigare le temperature.

Temperature medie annue (°C)

17 16,8 16,7 16,6 16,5

16

15,5 15,1 15

Temperatura (°C) Temperatura 14,5

14 Cuglieri Riola S. Giusta Capo Frasca

Nell’istogramma sopra esposto, la differenza media annua delle temperature della stazione di Cuglieri rispetto alle altre, risulta ancora più evidente.



COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA

7.1.2. Pluviometria

CUGLIERI Pluviometria - Dati corretti Altezze di pioggia (mm) Anno DM Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno 1922 102.3 37.5 102.7 58.9 15.0 16.8 0.0 5.2 79.8 78.6 60.7 107.8 665.3 1923 116.5 137.6 52.0 127.1 24.5 8.5 0.0 0.0 105.0 38.5 212.7 275.6 1098.0 1924 48.6 124.5 108.7 44.7 6.5 11.0 0.0 0.0 6.0 116.6 31.7 120.7 619.0 1925 5.1 98.2 94.9 94.7 150.8 9.9 27.0 7.0 24.0 79.5 142.7 73.5 807.3 1926 96.4 22.1 33.8 140.0 109.0 1.8 8.0 0.0 15.8 42.3 125.8 94.6 689.6 1927 200.6 46.5 55.4 10.7 33.0 12.5 0.0 0.5 13.0 145.7 65.8 195.2 778.9 1928 73.3 23.3 122.0 101.1 77.0 0.0 7.7 0.0 62.0 82.6 147.1 166.7 862.8 1929 141.0 24.3 15.0 22.5 1.5 7.5 0.0 9.2 35.8 157.1 147.6 113.5 675.0 1930 128.4 156.0 132.0 177.6 67.5 51.8 0.0 0.0 45.0 116.5 23.0 99.9 997.7 1931 67.2 142.8 72.9 97.2 43.4 0.0 0.0 0.0 0.0 95.9 174.1 79.4 772.9 1932 6.5 74.2 66.3 50.5 20.0 26.0 8.3 55.0 23.2 96.7 82.2 114.9 623.8 1933 68.7 157.3 25.3 44.8 3.0 18.7 0.0 23.7 55.0 124.7 284.6 201.9 1007.7 1934 48.5 67.8 149.3 90.8 60.2 10.0 0.0 17.3 34.0 17.5 179.2 242.8 917.4 1935 138.1 42.3 145.0 9.5 90.3 0.0 5.0 0.0 28.0 128.8 162.8 166.1 915.9 1936 96.6 61.7 251.5 88.0 140.3 33.9 0.0 9.0 28.0 55.6 87.5 51.5 903.6 1937 50.0 105.0 185.0 61.5 40.0 19.0 1.0 27.5 76.0 87.5 92.0 273.0 1017.5 1938 65.0 57.0 25.0 31.5 91.0 5.5 0.0 25.5 96.0 115.5 52.0 152.0 716.0 1939 101.5 40.0 75.0 44.0 85.0 34.5 0.0 72.5 158.0 89.0 39.5 203.1 942.1 1940 134.3 59.0 25.0 41.5 64.0 44.5 6.0 0.0 12.0 203.2 169.0 117.0 875.5 1941 214.5 224.0 55.0 86.5 25.0 21.5 0.0 0.0 47.0 46.0 81.0 83.0 883.5 1942 190.5 279.0 22.0 84.5 13.0 39.5 0.0 0.0 95.0 17.5 60.0 101.0 902.0 1943 100.5 40.0 120.1 2.0 24.0 1.0 0.0 0.0 87.5 177.1 158.0 110.0 820.2 1944 8.0 146.0 54.0 31.0 25.0 14.0 0.0 0.0 66.0 126.0 63.0 63.0 596.0 1945 248.0 13.0 16.0 10.0 8.0 0.0 0.0 2.0 59.0 73.0 62.0 126.0 617.0 1946 41.0 6.0 69.0 72.0 97.0 4.0 0.0 8.0 0.0 139.0 206.0 148.0 790.0 1947 71.0 128.0 43.0 24.0 30.0 0.0 14.0 51.0 23.0 164.0 85.0 139.0 772.0 1948 187.0 43.2 0.0 127.0 100.0 2.0 5.0 3.0 59.0 161.0 16.0 64.0 767.2 1949 49.0 49.0 26.0 16.0 83.0 30.0 0.0 0.0 3.0 128.0 265.0 128.0 777.0 1950 36.0 47.0 37.0 226.0 0.0 11.0 0.0 0.0 136.0 80.0 54.2 198.6 825.8 1951 113.0 92.4 101.4 41.0 123.0 12.2 6.6 30.2 156.5 228.5 106.2 79.8 1090.8 1952 135.0 116.0 19.0 44.8 9.0 1.2 0.6 8.4 115.2 133.6 68.6 147.8 799.2 1953 167.0 89.9 26.6 74.4 79.2 23.4 0.0 15.8 30.2 98.2 43.6 60.0 708.3 1954 87.8 115.6 80.0 53.6 37.8 46.6 8.0 2.6 6.8 3.6 50.6 70.6 563.6 1955 59.8 146.4 156.8 15.2 6.6 3.6 0.0 7.0 20.2 25.6 73.8 80.6 595.6 1956 36.3 140.4 107.0 23.0 35.8 9.1 0.0 6.0 47.1 43.7 90.8 71.0 610.2 1957 95.0 33.2 11.4 41.8 81.2 21.0 0.0 0.4 1.6 77.4 124.8 239.8 727.6 1958 69.0 29.6 75.2 67.2 26.8 3.4 3.0 0.4 21.4 65.6 67.0 195.8 624.4 1959 47.8 72.4 97.2 46.4 109.4 1.8 0.4 17.6 31.6 129.4 160.4 208.2 922.6 1960 66.6 53.4 86.8 124.8 11.2 0.0 0.0 0.0 14.6 127.6 146.2 287.6 918.8 1961 184.8 2.6 1.2 74.4 0.6 0.6 0.0 0.0 7.4 161.8 220.2 63.2 716.8 1962 15.8 105.8 77.0 41.6 3.0 5.0 0.6 0.0 10.6 37.6 250.4 134.8 682.2 1963 83.4 221.0 34.8 96.8 79.4 25.0 30.6 9.2 119.4 10.4 48.8 98.6 857.4 1964 4.6 100.0 104.2 28.4 8.4 6.2 15.8 4.4 1.4 189.2 58.4 109.6 630.6 1965 122.4 56.0 136.4 40.4 17.8 5.8 0.6 1.0 54.2 82.4 144.0 122.2 783.2 1966 79.2 75.2 59.4 37.6 37.4 16.2 6.4 2.6 43.0 52.4 216.0 89.2 714.6 1967 87.6 56.6 19.4 56.2 48.8 8.2 0.0 0.0 54.8 8.4 154.0 155.6 649.6 1968 89.2 54.2 45.4 62.6 30.8 53.2 0.0 10.4 7.6 5.8 191.6 259.0 809.8 1969 44.8 201.0 129.8 60.2 82.0 12.6 1.6 9.0 51.0 57.6 105.8 208.0 963.4 1970 149.7 60.6 65.6 38.0 19.6 0.6 0.0 4.4 0.0 23.4 53.0 78.0 492.9 1971 136.8 70.8 128.6 75.8 62.4 2.8 1.6 1.8 27.8 13.2 240.6 103.0 865.2 1972 113.6 235.2 96.6 73.0 172.6 31.4 0.0 0.2 24.4 58.0 23.6 82.0 910.6 1973 129.2 98.8 57.4 51.6 7.4 36.8 9.6 12.6 42.0 39.8 22.8 87.0 595.0 1974 62.0 185.0 82.2 168.0 25.8 3.2 8.0 1.0 17.0 91.2 60.4 31.6 735.4 1975 46.2 123.0 227.2 55.8 56.8 25.6 0.0 18.8 57.6 121.2 170.8 64.6 967.6 1976 25.2 110.6 64.8 66.4 37.0 27.0 21.4 42.6 42.0 164.4 160.6 103.8 865.8 1977 142.0 50.8 41.8 51.0 42.0 45.2 4.8 54.0 50.4 136.2 103.2 115.6 837.0 1978 188.6 128.0 61.2 166.2 64.2 13.8 1.0 5.4 49.8 83.6 108.4 156.2 1026.4 1979 106.4 182.6 74.8 79.0 2.4 40.8 0.0 12.0 116.0 100.0 146.4 112.4 972.8 1980 113.6 32.4 83.2 48.6 169.6 1.8 0.6 7.2 0.0 171.4 160.8 111.8 901.0 1981 77.4 73.6 24.4 116.4 50.2 9.6 16.0 0.0 61.4 125.0 3.4 138.6 696.0 1982 88.4 62.6 45.8 27.2 42.8 5.8 0.0 4.4 25.8 172.0 134.6 210.0 819.4 1983 10.4 131.6 121.0 13.8 4.0 15.4 4.8 42.8 41.2 52.6 126.0 88.4 652.0 1984 72.2 115.4 103.8 54.4 159.4 42.6 0.0 22.6 101.0 86.8 164.8 51.2 974.2 1985 103.6 36.0 184.2 2.8 98.4 5.8 0.0 0.0 23.0 52.2 157.4 27.4 690.8 1986 192.2 233.8 47.0 143.6 10.2 9.6 94.6 0.0 39.4 40.4 97.2 75.6 983.6 1987 80.0 61.0 47.6 13.0 14.6 19.4 0.2 0.0 7.6 120.8 265.6 97.6 727.4 1988 149.2 46.6 47.4 112.2 75.6 15.4 1.0 13.6 19.6 101.0 11.4 77.4 670.4 1989 31.8 51.2 41.0 130.8 9.4 26.0 5.8 0.0 118.4 12.8 99.2 18.4 544.8 1990 43.8 19.4 60.4 125.2 13.8 15.8 0.0 9.2 0.6 227.0 176.2 117.8 809.2 1991 11.8 66.8 55.6 121.2 58.2 6.8 3.8 6.4 65.2 205.2 172.4 9.2 782.6 1992 113.2 18.6 54.0 66.6 40.6 98.2 14.2 6.0 9.0 156.0 66.2 106.6 749.2 N.Oss. 71 71 71 71 71 71 71 71 71 71 71 71 71 Media 93.1 90.3 75.5 68.3 50.6 16.8 4.8 9.9 45.2 96.9 118.0 123.3 792.6 Dev.St. 55.8 61.8 51.2 46.2 44.1 17.4 12.5 15.4 39.4 57.2 68.3 63.3 140.4



COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA

RIOLA Pluviometria - Dati corretti Altezze di pioggia (mm) Anno DM Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno 1922 73.0 24.0 120.0 43.0 17.0 2.0 0.0 11.0 30.0 93.0 80.0 88.0 581.0 1923 146.0 84.0 63.0 127.0 16.0 0.0 0.0 0.0 133.0 25.0 192.0 217.0 1003.0 1924 47.0 176.0 85.0 41.0 0.0 11.0 0.0 0.0 0.0 84.0 63.0 83.0 590.0 1925 11.0 57.0 63.0 67.0 73.0 6.0 25.0 0.0 36.0 79.0 108.0 43.0 568.0 1926 86.0 16.0 22.0 76.0 82.0 0.0 0.0 0.0 0.0 22.0 130.0 131.0 565.0 1927 188.0 57.0 62.0 0.0 25.0 22.0 15.0 0.0 22.0 67.0 142.0 150.0 750.0 1928 106.0 47.0 143.0 110.0 110.0 0.0 0.0 0.0 120.0 116.0 177.0 142.0 1071.0 1929 160.0 41.0 6.0 31.0 57.0 0.0 0.0 17.0 16.0 124.0 115.0 107.0 674.0 1930 147.0 191.0 86.0 166.0 67.0 0.0 5.0 0.0 36.0 49.0 26.0 170.0 943.0 1931 49.0 130.0 62.0 65.0 41.0 0.0 0.0 0.0 21.0 32.0 135.0 99.0 634.0 1932 14.0 79.0 69.0 69.0 1.0 11.0 0.0 61.0 56.0 99.0 55.0 120.0 634.0 1933 124.0 228.0 81.0 55.0 2.2 6.1 0.0 5.0 53.0 64.9 271.0 177.0 1067.2 1934 27.0 28.0 79.4 94.5 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11.0 38.0 189.6 99.0 1.6 654.0 1992 69.2 25.4 32.8 33.2 18.2 50.4 14.0 0.4 1.6 207.2 44.0 51.4 547.8 N.Oss. 71 71 71 71 71 71 71 71 71 71 71 71 71 Media 79.0 70.0 60.2 51.8 36.2 13.2 2.7 10.1 37.9 76.7 101.4 102.9 642.0 Dev.St. 49.5 55.9 42.5 36.9 33.7 23.9 6.5 19.6 38.8 58.2 64.6 58.2 169.2



COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA

S.GIUSTA Pluviometria - Dati corretti Altezze di pioggia (mm) Anno DM Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno 1922 61.6 23.0 90.5 47.8 17.9 1.4 1.0 2.8 41.2 58.9 40.1 59.7 445.9 1923 64.5 52.9 45.0 82.0 15.0 5.7 0.0 0.0 34.0 58.9 132.2 163.5 653.7 1924 48.6 103.2 69.6 38.1 4.5 9.5 0.0 0.0 8.3 72.9 46.4 75.1 476.2 1925 8.5 83.4 64.8 57.8 70.2 12.3 18.0 0.7 18.9 44.2 111.3 31.7 521.8 1926 73.0 21.7 8.9 101.4 40.7 6.0 0.0 0.4 0.0 23.8 89.0 95.1 460.0 1927 115.7 21.0 46.2 6.8 45.1 16.1 0.5 0.0 12.3 39.1 51.4 117.0 471.2 1928 54.4 9.4 101.0 48.4 46.2 0.0 0.0 0.0 96.3 74.2 139.8 103.3 673.0 1929 111.5 51.7 6.6 18.5 29.2 0.8 0.0 2.3 64.2 135.3 67.2 63.8 551.1 1930 93.9 147.8 72.7 112.4 29.2 2.6 1.4 0.0 50.9 51.2 48.5 123.9 734.5 1931 34.2 95.2 32.6 99.5 43.1 0.0 0.0 0.0 8.2 74.2 145.8 69.6 602.4 1932 12.4 83.0 40.0 33.2 5.4 8.8 4.4 25.0 42.2 140.6 82.0 46.6 523.6 1933 56.4 113.6 14.0 44.0 1.0 3.8 0.0 1.2 57.0 73.0 262.0 115.0 741.0 1934 18.0 27.6 70.0 49.6 23.2 1.4 5.4 27.4 23.2 8.8 95.6 148.4 498.6 1935 85.6 29.0 85.4 21.6 71.8 0.6 9.2 1.8 21.9 46.8 115.7 96.6 586.0 1936 39.4 39.8 79.2 74.4 50.6 20.4 1.0 22.4 16.0 58.4 43.8 26.5 471.9 1937 31.8 61.0 128.3 25.0 29.7 12.5 1.3 18.2 51.3 78.5 47.5 164.9 650.0 1938 26.0 40.0 15.6 44.7 46.1 6.6 0.0 15.4 58.6 57.6 26.3 150.5 487.4 1939 109.3 30.8 57.2 26.9 55.6 40.8 1.3 17.8 81.0 62.0 37.8 122.0 642.5 1940 140.5 20.2 12.3 11.5 58.3 29.2 0.5 0.7 6.5 162.6 84.6 66.6 593.5 1941 132.0 116.6 41.1 86.4 23.6 11.3 0.5 0.2 35.6 43.0 37.7 71.7 599.7 1942 114.2 143.4 18.3 45.9 7.8 11.2 0.0 0.0 92.8 10.2 68.5 66.3 578.6 1943 2 - 34.2 113.3 2.0 14.2 0.0 2.0 0.0 26.2 98.4 99.2 - - 1944 1.7 47.6 40.7 21.0 26.0 27.0 0.0 0.0 33.0 51.9 30.4 28.0 307.3 1945 117.4 4.3 14.9 17.5 2.5 0.0 57.5 3.5 47.0 35.8 49.8 114.9 465.1 1946 34.8 1.9 42.9 56.5 51.4 7.3 0.0 2.8 0.3 130.6 94.8 180.2 603.5 1947 56.1 91.6 41.3 12.8 26.4 0.0 0.0 40.1 24.0 123.2 53.1 86.1 554.7 1948 126.8 28.9 0.0 63.8 79.8 0.5 1.0 0.0 41.5 88.8 24.4 50.9 506.4 1949 50.3 22.8 30.4 6.1 75.6 6.8 5.0 2.0 1.0 131.6 189.4 101.7 622.7 1950 34.8 26.9 28.6 96.8 2.0 6.3 0.0 0.0 78.8 38.3 36.9 164.3 513.7 1951 48.0 63.8 59.0 19.7 76.7 10.5 1.8 22.0 8.8 182.6 52.5 59.8 605.2 1952 80.2 36.0 6.0 29.0 11.2 0.4 14.4 4.0 94.4 63.2 60.4 100.0 499.2 1953 113.8 71.4 16.6 36.6 74.6 99.8 0.0 30.2 27.0 74.0 41.8 31.0 616.8 1954 67.2 69.8 41.4 35.8 15.8 12.8 5.4 7.2 3.0 4.4 28.4 27.2 318.4 1955 82.4 89.8 90.8 8.0 2.0 1.2 0.0 1.6 88.4 23.4 39.4 83.6 510.6 1956 47.6 85.4 53.4 48.2 37.4 2.0 0.0 10.2 20.8 53.0 82.4 59.4 499.8 1957 78.8 13.6 6.2 42.6 49.6 12.0 0.0 0.0 7.0 46.8 102.2 144.8 503.6 1958 53.0 19.0 73.6 67.4 10.2 3.6 0.2 0.2 9.6 86.6 99.0 142.8 565.2 1959 12 ------1960 12 ------1961 12 ------1962 12 ------1963 12 ------1964 12 ------1965 12 ------1966 12 ------1967 101.4 28.6 18.2 41.4 32.0 2.0 0.0 0.0 21.0 6.2 81.2 138.8 470.8 1968 59.4 39.6 33.4 53.8 16.8 6.4 1.6 2.4 13.2 19.8 157.2 144.2 547.8 1969 35.2 114.6 78.4 33.8 21.8 3.4 5.8 3.0 89.4 21.0 95.2 164.0 665.6 1970 110.6 31.6 61.4 23.6 17.8 0.4 0.0 1.0 0.0 52.2 35.2 46.8 380.6 1971 77.6 39.4 80.8 33.6 21.0 0.0 0.0 1.0 48.4 1.4 154.0 59.0 516.2 1972 93.4 115.2 36.2 59.2 121.8 20.6 0.4 0.2 18.6 60.4 9.2 63.2 598.4 1973 98.0 63.2 55.0 35.8 0.6 23.4 0.8 3.8 40.8 44.2 15.0 37.6 418.2 1974 48.2 133.2 56.6 124.0 6.0 5.8 3.4 0.0 18.0 85.6 54.2 7.6 542.6 1975 32.0 72.6 136.0 16.6 61.0 24.4 0.4 13.4 11.0 71.8 99.8 56.6 595.6 1976 32.6 61.4 55.4 31.4 19.0 34.8 15.2 18.0 38.0 163.6 95.8 73.2 638.4 1977 64.4 28.4 36.8 47.2 13.0 65.4 2.2 40.8 38.8 55.4 93.6 79.3 565.3 1978 155.6 88.2 42.8 120.4 62.0 6.2 0.0 0.6 45.8 39.0 80.4 134.4 775.4 1979 68.2 122.0 46.6 76.6 8.6 35.2 9.4 11.4 64.8 100.3 121.8 83.2 748.1 1980 79.8 26.8 31.8 58.0 112.0 0.2 2.0 0.2 26.4 133.8 125.6 47.4 644.0 1981 68.4 49.4 11.8 92.4 24.8 17.4 5.6 0.0 47.4 65.8 0.0 117.6 500.6 1982 27.2 26.6 19.4 28.8 24.2 1.0 0.0 0.0 45.2 113.6 111.0 99.2 496.2 1983 1.0 90.0 75.6 2.8 7.4 11.8 1.0 24.4 48.4 8.4 118.2 52.0 441.0 1984 34.2 89.4 48.2 63.8 128.0 18.2 0.0 2.0 59.8 53.2 149.2 68.8 714.8 1985 121.8 38.0 174.2 4.4 53.2 0.0 0.0 0.0 25.8 59.6 154.2 10.0 641.2 1986 165.2 159.0 38.4 82.8 8.8 8.0 10.6 0.0 19.2 104.8 89.6 66.6 753.0 1987 38.6 36.0 29.2 3.4 13.2 10.6 0.0 0.0 5.6 92.6 155.8 53.8 438.8 1988 83.8 45.2 41.2 50.0 37.2 2.8 1.2 8.0 13.0 47.8 15.4 38.2 383.8 1989 23.2 34.0 5.8 84.8 12.4 9.2 0.2 0.0 18.8 10.6 70.8 49.2 319.0 1990 42.6 23.4 58.0 76.6 33.6 3.8 1.0 14.2 0.0 106.6 86.6 27.6 474.0 1991 3.8 38.8 30.8 108.8 63.0 11.4 12.4 0.8 33.2 162.8 194.6 10.4 670.8 1992 30.0 6.2 31.8 6.4 8.0 47.8 8.0 0.0 2.4 240.8 43.4 23.0 447.8 N.Oss. 62 63 63 63 63 63 63 63 63 63 63 62 62 Media 66.5 57.5 49.1 47.6 34.9 12.1 3.4 6.4 33.7 71.9 83.6 82.3 549.1 Dev.St. 39.5 39.2 34.2 32.1 29.6 17.0 8.1 10.3 26.5 48.6 50.9 45.4 108.1



COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA

ORISTANO Pluviometria - Dati corretti Altezze di pioggia (mm) Anno DM Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno 1922 12 ------1923 3 30.8 57.5 12.6 39.5 22.0 16.0 0.0 0.0 90.8 - - - - 1924 4 79.0 192.0 141.1 43.0 - - 0.0 - - 78.7 52.3 75.7 - 1925 5.2 94.2 81.8 28.5 9.5 10.0 20.0 0.0 16.0 55.0 103.0 33.0 456.2 1926 72.0 11.0 6.0 90.0 40.0 0.0 3.0 0.0 1.0 11.0 119.8 74.6 428.4 1927 44.0 6.0 18.0 2.0 40.0 22.0 0.0 0.0 2.0 35.0 41.0 83.0 293.0 1928 3 36.0 26.0 47.0 - - 0.0 0.0 0.0 - 106.2 124.0 63.0 - 1929 1 119.7 - 0.0 23.0 37.2 0.0 0.0 0.0 20.0 116.2 54.0 29.0 - 1930 131.0 227.0 40.0 94.0 30.0 0.0 0.0 0.0 46.6 62.0 47.0 164.0 841.6 1931 45.0 131.0 57.0 100.0 50.0 0.0 0.0 0.0 7.2 95.0 132.0 74.0 691.2 1932 10.2 87.0 65.0 57.2 0.0 10.0 0.0 20.0 56.8 146.0 77.0 64.0 593.2 1933 62.0 136.0 21.0 58.0 0.0 0.0 0.0 0.0 57.0 79.0 229.0 116.0 758.0 1934 31.0 38.0 51.0 29.0 21.6 0.0 0.0 24.0 12.0 20.0 128.0 177.0 531.6 1935 69.0 42.0 75.0 20.0 100.0 0.0 2.0 0.0 29.0 67.0 120.0 115.0 639.0 1936 1 56.0 67.0 110.0 92.0 66.0 21.0 0.0 8.0 19.0 66.0 - 25.0 - 1937 46.0 69.0 173.3 45.0 36.0 14.5 0.0 41.0 74.0 76.0 43.0 219.0 836.8 1938 22.5 41.0 19.0 51.6 62.0 5.0 0.0 8.0 65.0 50.0 57.0 178.0 559.1 1939 139.6 36.0 78.1 34.1 63.9 35.0 0.0 34.5 113.5 71.0 49.1 139.5 794.3 1940 153.2 27.5 12.9 20.4 56.8 29.9 0.7 1.7 13.2 207.1 99.0 64.7 687.1 1941 148.7 119.3 30.3 100.5 27.5 4.0 0.0 0.0 51.2 52.3 48.0 62.0 643.8 1942 120.7 151.6 10.5 48.3 4.4 7.9 0.0 0.0 121.7 10.3 42.0 66.5 583.9 1943 62.4 39.1 74.6 0.0 31.6 0.0 0.0 0.0 52.2 156.2 138.2 97.7 652.0 1944 0.0 55.8 54.0 26.0 13.0 8.0 0.0 0.0 50.0 56.0 53.0 27.0 342.8 1945 160.0 5.0 15.0 17.0 4.5 0.0 48.0 0.0 42.8 33.0 47.0 90.6 462.9 1946 36.7 1.5 56.4 47.0 63.7 3.0 0.0 2.5 0.0 165.0 110.0 172.0 657.8 1947 42.0 84.0 32.5 15.0 11.0 0.0 0.0 31.5 10.0 74.5 27.0 78.0 405.5 1948 92.0 19.0 0.0 67.0 49.0 1.0 0.0 0.0 38.0 52.0 61.0 53.0 432.0 1949 48.0 21.0 36.0 5.0 58.0 0.0 0.0 0.0 0.0 93.4 173.0 97.0 531.4 1950 32.5 37.6 38.5 119.0 5.0 0.0 0.0 0.0 38.4 71.0 30.0 173.8 545.8 1951 61.5 57.5 77.7 16.0 40.0 0.0 0.0 3.5 0.0 194.5 41.8 64.0 556.5 1952 84.7 28.0 2.0 20.5 13.0 0.0 2.0 0.0 34.0 60.0 68.5 114.5 427.2 1953 132.0 74.5 12.0 44.5 109.0 136.0 0.0 23.8 33.5 41.8 37.5 35.0 679.6 1954 77.5 75.8 44.0 48.5 11.0 13.0 3.0 17.9 0.0 0.0 11.5 32.0 334.2 1955 107.5 96.0 95.5 1.5 0.0 0.0 0.0 0.0 60.0 18.8 68.0 96.9 544.2 1956 74.5 140.0 52.0 48.0 12.0 0.0 0.0 8.0 13.0 45.0 109.5 46.0 548.0 1957 82.0 11.0 5.5 43.0 50.5 9.0 0.0 0.0 0.0 52.0 112.0 124.5 489.5 1958 53.5 14.0 56.0 91.8 7.5 1.0 0.0 0.0 5.2 97.2 84.0 125.0 535.2 1959 40.0 56.5 69.8 25.5 77.0 2.0 0.0 47.0 27.5 243.5 79.5 117.0 785.3 1960 144.5 25.0 85.0 63.0 6.5 0.0 0.0 0.0 24.0 118.5 74.5 222.5 763.5 1961 127.0 1.5 1.0 55.5 6.0 5.0 0.0 0.0 10.0 171.0 182.0 62.3 621.3 1962 10.7 48.2 54.3 47.0 3.4 33.7 0.0 0.0 68.0 83.0 277.0 57.6 682.9 1963 75.0 183.5 44.0 16.0 7.0 24.0 3.5 10.0 160.0 25.0 107.0 106.0 761.0 1964 3.0 80.0 68.0 47.0 3.0 1.0 8.0 33.0 0.0 194.0 31.0 180.0 648.0 1965 100.0 60.0 89.0 20.0 6.0 0.0 0.0 0.0 52.0 63.0 118.0 60.0 568.0 1966 80.0 67.0 39.0 23.0 15.0 1.0 4.0 1.0 5.0 207.0 166.0 80.0 688.0 1967 92.8 29.0 19.0 42.0 23.0 2.0 0.0 0.0 26.9 6.1 89.5 108.5 438.8 1968 89.5 41.0 25.0 46.0 14.0 9.0 1.0 2.0 16.0 16.0 172.8 119.0 551.3 1969 46.0 117.5 76.5 48.5 33.0 6.0 3.0 2.0 117.0 20.0 98.0 192.0 759.5 1970 74.0 43.0 62.0 20.2 20.0 5.0 0.0 2.0 0.0 76.5 40.0 65.0 407.7 1971 89.5 40.5 108.8 31.5 25.0 1.0 0.0 5.0 46.0 6.0 195.0 60.5 608.8 1972 80.0 143.5 33.0 51.0 136.0 27.0 0.0 0.0 16.0 42.5 3.6 64.6 597.2 1973 96.0 73.4 56.6 37.5 0.0 26.5 1.0 4.0 41.0 79.5 27.0 39.0 481.5 1974 43.0 146.0 52.0 156.0 5.0 6.0 10.0 2.0 22.0 89.0 63.0 11.0 605.0 1975 41.0 70.0 136.0 17.5 71.0 24.0 0.0 19.0 17.0 84.5 103.0 55.0 638.0 1976 30.0 73.0 52.0 56.0 31.0 31.0 25.0 23.0 77.0 178.0 120.0 88.0 784.0 1977 81.0 31.0 37.0 42.0 20.0 68.0 4.5 31.0 35.0 57.0 97.0 52.0 555.5 1978 152.0 83.0 46.0 102.0 42.0 1.0 0.0 0.0 38.0 34.0 80.0 149.0 727.0 1979 63.0 151.0 54.0 86.0 9.0 16.0 9.0 6.0 57.0 112.0 108.0 86.0 757.0 1980 1 78.0 22.0 27.0 69.0 134.0 - 0.0 0.0 1.0 155.0 129.0 35.0 - 1981 64.0 42.0 14.0 104.4 23.0 14.0 13.0 0.0 59.0 84.0 6.0 108.4 531.8 1982 38.0 32.0 27.0 33.0 28.0 0.0 0.0 0.0 50.0 107.0 97.0 80.0 492.0 1983 0.0 82.4 62.0 1.0 6.0 5.0 2.0 4.4 28.4 16.0 133.0 44.0 384.2 1984 42.4 97.0 55.0 68.4 123.4 19.0 0.0 1.0 50.4 46.0 99.0 72.4 674.0 1985 90.4 27.8 168.8 3.4 55.6 0.4 0.0 0.0 26.0 43.4 180.8 9.6 606.2 1986 176.8 141.6 40.4 108.2 8.0 16.2 8.2 0.0 19.2 61.8 76.8 77.2 734.4 1987 71.8 41.8 36.6 12.4 12.6 9.6 0.0 0.0 8.2 91.4 194.6 57.0 536.0 1988 91.2 45.0 52.8 57.0 21.0 4.0 0.0 9.0 8.0 43.0 13.0 38.0 382.0 1989 22.2 41.0 10.0 108.8 23.0 0.0 0.0 0.0 39.6 12.0 63.0 52.0 371.6 1990 30.4 16.4 65.0 106.0 47.0 0.0 8.0 12.0 0.0 75.8 116.2 58.0 534.8 1991 0.0 66.4 12.0 142.2 70.4 8.0 5.0 0.0 35.0 175.0 80.4 8.0 602.4 1992 53.8 11.0 33.4 10.0 12.2 38.4 8.2 8.0 6.0 186.6 47.0 80.6 495.2 N.Oss. 70 69 70 69 68 68 70 69 68 69 68 69 64 Media 69.8 65.9 50.2 49.9 33.3 11.0 2.7 6.5 34.7 81.4 91.2 86.2 582.1 Dev.St. 42.7 49.9 37.3 35.7 32.6 19.9 7.2 11.3 32.9 57.8 55.1 50.1 133.1



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Linee e indicatori per i valori di altezza di precipitazione media mensile

140 120 100 ORISTANO 80 RIOLA 60 S. GIUSTA 40 CUGLIERI 20

Altezze di pioggia (mm) pioggia di Altezze 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Mesi

L                      /  !      " #   $          /   $ %      #             % #      &

Altezze di precipitazione medie annue

900 792,6 800 700 642 582,1 600 549,1 500 400 300 200 100 Altezze di pioggia (mm) pioggia di Altezze 0 Oristano Riola S. Giusta Cuglieri

{      (  !                  /        &



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I grafici di seguito riportati mettono in relazione i dati delle precipitazioni con quelli delle temperature relativi alle stazioni di Riola, Cuglieri e S.Giusta; questo per permettere una lettura comparata dei parametri climatici medi e poter quindi avere un quadro più chiaro del regime climatico relativo al territorio di S.Vero Milis.

Diagramma climatico di Walter e Lieth relativo alla Temperatura e alle altezze di pioggia della stazione di Riola

Altezze di pioggia Temperature

110 100 90 80 70 60 50 40

Temperature (°C) Temperature 30

Altezze di pioggia (mm) pioggia di Altezze 20 10 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Mesi

Diagramma climatico di Walter e Lieth relativo alla Temperatura e alle altezze di pioggia della stazione di S. Giusta

Altezze di pioggia Temperature

90 80 70 60 50 40 30 Temperature (°C) Temperature 20 Altezze di pioggia (mm) pioggia di Altezze 10 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Mesi



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Diagramma climatico di Walter e Lieth relativo alla Temperatura e alle altezze di pioggia della stazione di Cuglieri

Altezze di pioggia Temperature

130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 Temperature (°C) Temperature 20

Altezzedi pioggia (mm) 10 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Mesi

Dai grafici sopra esposti si evince chiaramente la corrispondenza della diminuzione delle precipitazioni con l’aumento delle temperature in corrispondenza dei mesi estivi, e viceversa l’aumento delle precipitazioni nei mesi autunnali e invernali, con un picco nei mesi di ottobre e novembre. Nel periodo estivo si avranno pertanto forti processi di evapotraspirazione che rendono il clima particolarmente arido.

7.2 Evapotraspirazione reale



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Con il termine di evapotraspirazione si intende l’acqua che complessivamente si trasferisce dal bacino idrografico all’atmosfera sia per evaporazione dagli specchi liquidi e dal terreno, sia per traspirazione dalle piante.

L’evapotraspirazione reale, talvolta detta anche evapotraspirazione attuale, è il risultato della interazione suolo-vegetazione-atmosfera che realmente avviene.

Dipende essenzialmente da:

• potere evaporante dell’atmosfera;

• vegetazione (tipo, sviluppo e stadio vegetativo);

• contenuto idrico del suolo.

L’evapotraspirazione reale verrà ricavata applicando le formule di Turc (1954), di Turc modificata da Santoro (1970) e infine di Coutagne (1956).

La formula di Turc calcola l’evapotraspirazione reale (E R) attraverso il rapporto tra l’altezza totale delle precipitazioni (mm/anno) e la temperatura media annua T (°C) relativa allo stesso periodo:

Er = P/[0.9 + (P2/L2)]1/2

Il parametro L, che rappresenta il potere evaporante dell’atmosfera si calcola con la seguente formula: L = 300 + 25T + 0.05T3

Quando i dati disponibili lo consentono, è però necessario operare la correzione delle temperature per tener conto dell’umidità dell’aria che influisce sul potere evaporante dell’atmosfera (L):

L = 300 + 25T p + 0.05T p3 dove con T p viene indicata la temperatura fittizia media annua (°C) corretta in funzione di P.

Il parametro T p si calcola con la formula seguente:

Tp =  P i * T i /P dove:

Pi sono le precipitazioni medie mensili (mm/a)



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Ti sono temperature medie mensili (C°) P è l’altezza di precipitazione (mm/a)

Quando nel territorio in studio si rende necessario introdurre stazioni termometriche fittizie (in corrispondenza di pluviometri, sia reali, sia fittizi) è sufficiente calcolare il valore di T p riferito alle stazioni termometriche reali, per poi ricavare la legge reale di variazione dello stesso parametro con l’altitudine; su questa retta si legge direttamente la T p corrispondente a qualsiasi quota.

La formula di Santoro , sulla base dell’analisi di numerosi bacini siciliani, propone la seguente modifica del parametro L: L = 586 - 10T + 0.05T3

La formula di Coutagne presuppone la conoscenza dell’altezza totale delle precipitazioni (m/anno) riferita ad un numero di anni statisticamente significativo e della temperatura media dell’aria (°C) relativa allo stesso periodo: Er = P – lP2 dove: l = 1/(0.8 + 0.14T)

Dall’applicazione delle suddette formule sui dati delle stazioni a disposizione si ottengono le seguenti tabelle riassuntive:

Apporti Pluviometrici Perdita per Perdita per Temperatura media Turc Totale medie mensili evapotraspirazione reale evapotraspirazione reale annua (°C) mm/anno (mm/anno) %

Stazioni P T E r Er Cuglieri 792,6 15,1 595,7 75,2% Riola 642,0 16,8 552,6 86,1% S. Giusta 549,1 16,7 494,3 90,0%

Apporti Pluviometrici Perdita per Perdita per Temperatura fittizia Turc (corretto) Totale medie mensili evapotraspirazione reale evapotraspirazione reale media annua (°C) mm/anno (mm/anno) %

Stazioni P T E r Er Cuglieri 792,6 14,8 593,4 74,9% Riola 642,0 16,5 529,2 82,4% S. Giusta 549,1 15,1 492,0 89,6%



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Apporti Pluviometrici Perdita per Perdita per Temperatura media Santoro Totale medie mensili evapotraspirazione reale evapotraspirazione reale annua (°C) mm/anno (mm/anno) %

Stazioni P T E r Er Cuglieri 792,6 15,1 491,2 62,0% Riola 642,0 16,8 470,7 73,3% S. Giusta 549,1 16,7 432,8 78,8%

Apporti Pluviometrici Perdita per Perdita per Temperatura fittizia Santoro (corretto) Totale medie mensili evapotraspirazione reale evapotraspirazione reale media annua (°C) mm/anno (mm/anno) %

Stazioni P T E r Er Cuglieri 792,6 14,8 487,8 61,5% Riola 642,0 16,5 451,9 70,4% S. Giusta 549,1 15,1 430,6 78,4%

Apporti Pluviometrici Perdita per Perdita per Temperatura media Coutagne Totale medie mensili evapotraspirazione reale evapotraspirazione reale annua (°C) m/anno (mm/anno) %

Stazioni P T E r Er Cuglieri 0,7926 15,1 576,7 72,8% Riola 0,6420 16,8 511,2 79,6% S. Giusta 0,5491 16,7 453,0 82,5%

Dall’analisi delle tabelle si può notare come la percentuale di perdita per evapotraspirazione sia molto simile in ciascuna stazione calcolata con la formula di Turc e Coutagne, mentre i dati ottenuti con la formula di Santoro si differenziano di circa 10 punti percentuali. Il dato più evidente è la veloce crescita della percentuale di evapotraspirazione avvicinandosi alla costa, dove si arriva a valori attorno al 90% nella stazione di S.Giusta calcolato con la formula di Turc. Si può infine notare che i dati ottenuti con la formula “corretta” sono sostanzialmente simili a quelli della formula originale.



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8. ADEGUAMENTO DEL PUC AL PAI - METODOLOGIA Le fasi di adeguamento sono state sviluppate col seguente criterio: 1. Adeguamento al PAI alla scala dello strumento urbanistico (art. 4) 2. Analisi di dettaglio delle aree individuate dall’Art. 26 3. Analisi territoriale (art. 8 comma 2)

8.1 AREE A PERICOLOSITA’ DI FRANA INDIVIDUATE DAL PAI (Art.4) Ai sensi della Legge 183/89 l’intero territorio della Sardegna è considerato un bacino idrografico unico di interesse regionale, ma con Delibera di Giunta regionale n. 45/57 del 30 ottobre 1990, è stata approvata la suddivisione in sette sub-bacini, ognuno dei quali definito da caratteristiche geomorfologiche, geografiche e idrologiche omogenee: • Sulcis, • Tirso, • Coghinas-Mannu-Temo, • Liscia, • Posada-Cedrino, • Sud-Orientale, • Flumendosa-Campidano-Cixerri. Il Comune di S.Vero Milis è compreso interamente nel Sub bacino del Tirso e il territorio comunale, o meglio la sola isola amministrativa interna, è stata perimetrata nelle tavole B2Hi031 e B2Hi032. Gli areali indicati, suddivisi nelle classi di pericolosità Hi1 e Hi4, riguardano la pericolosità idraulica sul Riu Mannu e sul Riu Mar’e foghe, mentre nel territorio di S.Vero Milis non sono state individuate aree a pericolosità da frana.

8.2 AREE A PERICOLOSITA’ DI FRANA NON PERIMETRATE DAL PAI Al Titolo III Capo I art. 26 delle N.A., vengono indicate le aree a significativa pericolosità idraulica e geomorfologia attualmente non perimetrate dal PAI, ma per le quali le Amministrazioni sono tenute a verificarne l’esistenza alla scala locale.



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Le aree individuate dall’art. 26, relative alla pericolosità geomorfologica sono: • aree a franosità diffusa • aree costiere di falesia • aree interessate da fenomeni di subsidenza

Per individuare le aree che presentano delle criticità geomorfologiche si è effettuata sia l’analisi storica dei fenomeni franosi presenti nelle banche dati del progetto AVI e del progetto IFFI, sia una ricerca bibliografica degli studi realizzati nell’area (“ Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte nel settore costiero compreso tra Capo San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale)” (Carboni, Lecca, Tilocca - 2010)).

Successivamente sono stati effettuati dei sopralluoghi per verificare ed approfondire quanto appreso nella prima fase, atti a definire un inquadramento geomorfologico dell’area che consentisse di perimetrare e classificare tali aree a pericolosità da frana secondo i criteri definiti dal PAI.

8.2.1 ANALISI STORICA I fenomeni di crollo lungo gran parte della costa sono ben noti all’amministrazione Comunale, in quanto tali dissesti di origine geomorfologica furono verificati e censiti nell’ambito del Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia) e del Progetto AVI.

Progetto AVI Il Progetto Speciale AVI fu commissionato dal Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile al Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI ) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR ) allo scopo di realizzare un censimento delle aree storicamente vulnerate da calamità geologiche (frane) ed idrauliche (piene).



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Dalla consultazione dell’archivio storico del progetto AVI è emerso che nel territorio di S.Vero Milis è stata individuata e catalogata una frana in località S’arena scoada , la cui scheda è riportata di seguito:

Informazioni amministrative

Regione : Sardegna Provincia : Oristano Comune : San Vero Milis Codice ISTAT : 20095050 Comunità Montana : Località : S'Arena Scoada Codice ISTAT : 20095050

Informazioni generali sull'evento

Data : 12/8/1987 Ambiente fisiografico : Pianura Attività : Età : Velocità : Eventi precedenti : Note : Bacino/i:

Informazioni cartografiche Inquadramento IGM Tavoletta IGM : 205 II SE Capo Mannu Cartografia tecnica Cartografia di dettaglio

Fuso 32 Coordinate UTM - Nord: 4429470 Est: 466127

Cause innescanti

Erosione

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Crollo

Informazioni topografiche

Quota del crinale: 5 Quota del fondovalle:



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Inclinazione del versante: 90 Esposizione del versante: Ovest Evidenza: Scarsa Cartografabile: NO alla scala 1:10.000 Direzione: Quota massima: Quota minima: Larghezza massima: Larghezza minima: Lunghezza: Area: Spessore massimo: Spessore medio: Volume:

Informazioni sul terreno Roccia

Fattori predisponenti Alterazione Fratturazione Giacitura Litologia

Informazioni geologiche

Informazioni geotecniche

Informazioni sui danni

All'agricoltura Al patrimonio zootecnico Ai beni Alle persone Uso del suolo Valutazioni monetarie Effetti indiretti Note sui danni e sui provvedimenti Ordinanza del Sindaco che proibisce la balneazione ed il transito sulla sommità della scogliera in località S'Arena Scoada in seguito al precipitare di massi.

Emergenza

Documentazione disponibile Documenti Esiste un rapporto monografico: No

Bibliografia (Legenda)



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Schede di censimento AVI Schede S4 correlate Scheda S3: NO Schede S1 : CEN1991-6-8712 Schede S0 : Informazioni censuarie Unità Operativa Unità Operativa: 6 Rilevatore: Rilevatore: 2 Data di compilazione: Data di compilazione: 13-09-1992

Competenze Censimento effettuato da:Geostudi Inserimento effettuato da:Geostudi Area di competenza:Sardegna Quotidiani consultati:L'Unione Sarda

Progetto IFFI

Il progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), finanziato dal Comitato dei Ministri per la Difesa del Suolo ex lege 183/89, è stato attuato tramite la stipula di Convenzioni tra l'ex Servizio Geologico Nazionale (ora ISPRA) e le Regioni e Province Autonome per la fornitura dei dati relativi ai rispettivi ambiti territoriali. Il Gruppo di Lavoro, nel corso del suo mandato e come era negli obiettivi del progetto, ha realizzato una intensa attività di ricerca, acquisizione, omogeneizzare e rappresentare su carta (in scala 1:25.000) di tutti i dati disponibili circa il dissesto idrogeologico presente sul territorio nazionale estrapolandolo da un’ampia varietà di fonti fra cui:

• Autorità di Bacino Nazionali, Interregionali e Regionali, Piano Straordinario e/o Piano Stralcio; • Archivi frane significative disponibili presso vari Enti regionali e territoriali; • fogli CARG; • Rilevamento di porzioni di territorio ex-novo • Fotointerpretazione.

Alla consueta rappresentazione cartografica dei fenomeni franosi inventariati è stato collegato un data-base vettoriale, alfanumerico e iconografico



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indispensabile per la gestione del patrimonio informativo di ogni singolo evento in termini di raccolta dei dati, divulgazione e aggiornamento degli stessi. Oggi questo elaborato rappresenta, per dimensioni, qualità, omogeneità del dato e copertura del territorio, un utile strumento conoscitivo per la valutazione della pericolosità da frana e rientra a pieno titolo nell’ambito dei documenti di sintesi, condivisibili fra tutti gli Enti ai quali compete la pianificazione territoriale. Nel territorio di S. vero Milis sono state individuate delle aree in cui sono presenti fenomeni franosi di tipo complesso, ubicate lungo la costa in corrispondenza delle falesie, morfologie affette da un’insita propensione al dissesto geomorfologico. La perimetrazione esatta di queste aree è rappresentata nel seguente estratto della carta ufficiale dell’IFFI:



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8.3. ANALISI TERRITORIALE

METODOLOGIA

Per l’individuazione delle aree a pericolosità da frana (Hg) nel territorio comunale, si è fatto riferimento alle Linee Guida del PAI, di cui si riportano testualmente le indicazioni metodologiche.

10.1 Individuazione e perimetrazione delle aree a pericolosità da frana secondo le linee guida PAI. La metodologia proposta per la realizzazione della Carta della pericolosità da frana, si basa su una serie di esperienze, disponibili nella documentazione bibliografica tecnica, ampiamente documentate. Il principio comune su cui si basano le diverse metodologie, volte alla definizione di aree caratterizzate da una diversa propensione al dissesto, è l’analisi dei dissesti, al fine di individuare le condizioni in cui essi si verificano, e la valutazione dell’influenza che tali condizioni rivestono. Saranno inoltre considerati anche altri tematismi, se disponibili, al fine di completare la definizione della pericolosità del territorio esaminato dal punto di vista della stabilità dei versanti; questi ulteriori elementi di giudizio sono legati all’esposizione dei versanti e alle caratteristiche climatiche generali dell’area di indagine. Le conoscenze acquisite vengono poi utilizzate per individuare se le condizioni riscontrate sussistano nelle aree non interessate da fenomeni di instabilità, al fine di prevenirne il manifestarsi. La metodologia è semplice nella sua impostazione generale, ma è completa perché, come già anticipato, considera i fattori principali che hanno influenza diretta o indiretta sulle condizioni di stabilità. Consiste nella predisposizione di alcune carte tematiche che rappresentano, rispettivamente i fenomeni geomorfologici esistenti sul territorio e i singoli fattori predisponenti alla franosità; e nella verifica attraverso l’incrocio e la sovrapposizione (overlay) di queste carte, secondo il diagramma di flusso schematizzato in Figura 8.



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Sopprassedendo sulla descrizione della carta dei fenomeni franosi e la carta dell’esposizione dei versanti, in quanto risulta di facile deduzione, si ritiene più importante riportare integralmente la descrizione della metodologia di realizzazione della carta dell’instabilità potenziale dei versanti.

Carta dell'instabilità potenziale dei versanti Per quanto riguarda la Carta dell’instabilità potenziale dei versanti, che rappresenta le condizioni di franosità e di instabilità potenziale dei versanti, si deve disporre di alcune caratteristiche generali dei versanti (litologia, pendenza, uso del suolo, etc.). L’elaborazione e l'analisi dei dati, secondo la metodologia descritta nel seguito, può essere agevolmente effettuata attraverso l'utilizzando un sistema informativo geografico (GIS) ovvero mediante altre tecniche semiautomatiche o manuali; la rappresentazione dei risultati potrà essere effettuata alla scala 1:25.000. La metodologia di riferimento, condotta su base puramente qualitativa, si fonda sull’individuazione dei principali elementi descrittivi che giocano un ruolo fondamentale nella propensione al dissesto dei versanti; si tratta dei caratteri morfologici, della composizione litologica, delle condizioni di copertura vegetale e di esposizione dei versanti, delle caratteristiche geomorfologiche e dei fattori



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climatici. La metodologia, alla scala di indagine del presente lavoro, è semplificata; non possono essere, infatti, considerati i fattori “scatenanti” (quale, ad esempio, la piovosità) nè vengono presi in considerazione • le condizioni idrogeologiche locali (circolazione idrica nel versante); • i parametri geotecnici dei terreni e delle rocce che costituiscono il pendio; • la giacitura degli strati; • il grado di fratturazione e di alterazione delle rocce. Ciò trova giustificazione da un lato nella scala delle approssimazioni e nei caratteri di speditezza delle analisi previste per la redazione dei PSB; dall'altro la mancanza di dati omogenei e affidabili, relativi a questi elementi, per un territorio vasto, quale quello di una intera regione, comporta una necessità di semplificazione dei fattori di valutazione, che, ovviamente, ad una scala di maggior dettaglio, ad esempio comunale, dovrebbe essere evitata. Dapprima gli elementi dei singoli tematismi sono raggruppati in classi, per ottenere una rappresentazione aggregata del territorio; ad ogni classe viene attribuito un valore (peso) in funzione del ruolo esercitato nella produzione di un dissesto. Nelle successive operazioni di sovrapposizione, si effettua una combinazione (somma algebrica) dei valori assegnati, fino ad ottenere un punteggio finale, che rappresenta l’influenza complessiva che i fattori considerati hanno sulla stabilità del versante. Questo valore ricade in un intervallo definito cui corrisponde una classe di instabilità potenziale. Sulla base della documentazione esistente e che verrà resa disponibile, vengono considerati i seguenti fattori di analisi • pendenza dei versanti • litologia • uso del suolo. La prima operazione avviene effettuando l’incrocio tra due elementi naturali che possono essere ritenuti costanti e non modificabili in tempi brevi, cioè la pendenza dei versanti e la litologia. La seconda operazione prevede l’incrocio



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tra il risultato della prima (somma algebrica dei pesi) e un elemento che invece può essere variato e può variare nel breve periodo sia dal punto di vista della copertura vegetale che dell’intervento antropico: l’uso del suolo.

ATTRIBUZIONE DEI PESI

Pendenza dei versanti

La pendenza dei versanti è un fattore molto importante in quanto maggiore è l’inclinazione di un pendio, maggiore è la tendenza al dissesto per effetto della gravità, dell’azione degli agenti atmosferici, senza la protezione della vegetazione che non riesce a insediarsi. A titolo di esempio si può ritenere che le classi di pendenza presenti siano cinque; si attribuiscono i seguenti pesi, compresi tra -2 e +2 .

Tabella 11 - Pesi delle diverse classi di pendenza dei versanti . Classi di pendenza Peso

0- 10% +2 11-20% +1 21-35% 0 36-50% -1 >50% -2

Litologia Per litologia, non si intendono unicamente le caratteristiche della natura dei terreni (sedimentari, vulcanici, metamorfici) ma anche le caratteristiche fisico- meccaniche ad essi relative (compattezza, grado di cementazione, stratificazione, scistosità). Per l’attribuzione dei pesi si farà riferimento alle principali esperienze metodologiche riportate in bibliografia e alla conoscenza diretta delle caratteristiche dei litotipi affioranti nel territorio di studio. La scala dei valori da applicare va da 1 e 10; i valori più alti corrispondono ai termini litologici più resistenti, compatti, poco alterati, mentre quelli più bassi ai termini più fragili e sciolti. In tabella sono indicati, a titolo di esempio, i pesi relativi ad alcune classi



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litologiche individuabili nel territorio regionale sardo.

Tabella 12 - Attribuzione dei pesi alle classi litologiche. classe Descrizione peso 1. detrito di falda, coni detritici e conoidi di deiezione 1 2. Depositi lagunari, lacustri e palustri 4 3. Alluvioni ghiaiose recenti ed attuali degli alvei fluviali 5 4. Alluvioni ghiaiose, antiche e terrazzate 5 5. Alluvioni prevalentemente sabbiose 6 6. Depositi alluvionali prevalentemente limoso-argillosi 5 7. Depositi argillosi 2 8. sabbie eoliche 2 9. sabbie, anche grossolane con livelli ghiaiosi ed intercalazioni di arenarie 3 10. arenarie, arenarie conglomeratiche 11. marne 4 12. calcari, calcari marnosi 7 13. dolomie, dolomie calcaree e calcari dolomitici 8 14. Calcescisti, micascisti, argilloscisti 4 15. anfiboliti 7 16. gneiss con elevata densità di giunti di fratturazione 5 17. gneiss massicci e con giunti di fratturazione radi 8 18. tufi, tufi conglomeratici 3 19. ignimbriti 7 20. basalti, 8 21. trachiti, fonoliti 7 22. andesiti 5 23. rioliti massicce 7 24. graniti, granodioriti alterati con potenti coperture di sabbioni arcosici 2 25. graniti, granodioriti massicci privi di copertura ed alterazione 9

Uso del suolo La presenza di una copertura vegetale costituisce una protezione della superficie del terreno dall’azione degli agenti atmosferici e un’azione di consolidamento esercitata dall’apparato radicale. Un bosco ad alto fusto è, generalmente, un impedimento al dissesto idrogeologico (massima impedenza), mentre un terreno lavorato stagionalmente, arato con sistemazione ad esempio a “rittochino” è uno scarso impedimento all’erosione e all’instabilità del pendio (impedenza minima o nulla). In Tabella 13 si riportano, a titolo di esempio, alcune classi di uso del suolo 1 che si ritengono presenti sul territorio regionale sardo; ad ogni classe è stato attribuito un peso, secondo le principali esperienze metodologiche riportate in



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bibliografia. Le classi relative all’uso antropico (tessuto urbano e aree industriali) sono state genericamente valutate con peso “0”, in relazione alla scala dello studio senza poter considerare particolari situazioni locali; alle aree estrattive è stato riconosciuto un ruolo di degrado (in quanto modificano le condizioni di stabilità); alle reti stradali è stato attribuito un valore di impedenza minima, in quanto l’intaglio stradale è comunque un fattore di disturbo delle condizioni naturali. Nella stessa tabella sono indicati i valori di impedenza e i pesi ad esse corrispondenti. Tabella 13 - Classi di uso del suolo secondo il CORINE - Land Cover. Sigla Classi di uso del suolo Impedenza Peso 111 Tessuto urbano continuo mediocre 0 112 Tessuto urbano discontinuo mediocre 0 121 Aree industriali e commerciali mediocre 0 122 Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori minima -1 124 Aeroporti mediocre 0 131 Aree estrattive nulla -2 133 Aree in costruzione minima -1 211 Seminativi in aree non irrigue nulla -2 221 Vigneti nulla -2 222 Frutteti mediocre 0 231 Prati stabili mediocre 0 242 Sistemi colturali particellari complessi minima -1 243 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie nulla -2 311 Boschi di latifoglie massima +2 312 Boschi di conifere massima +2 313 Boschi misti massima +2 321 Aree a pascolo naturale e prateria d’alta quota mediocre 0 322 Brughiere e cespuglieti buona +1 324 Aree vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione buona +1 331 Spiagge, dune, sabbie nulla -2 332 Rocce nude, falesie, rupi e affioramenti nulla -2 333 Aree con vegetazione rada minima -1 411 Paludi nulla -2 511 Corsi d’acqua, canali e idrovie nulla -2 512 Bacini d’acqua nulla -2



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Classi di instabilità potenziale Sulla base della considerazione dei fattori descritti nelle pagine precedenti e delle esperienze metodologiche, si definiscono le classi di instabilità potenziale dei versanti a cui corrispondono intervalli di valori (pesi) derivati dalle operazioni di sovrapposizione previste. Si propongono 5 classi di instabilità potenziale, con valore decrescente di gravità; la classe di maggiore instabilità è quella corrispondente a valori più bassi dei pesi (ridotte quindi sono le qualità dei fattori considerati) mentre un pendio stabile è rappresentato dai valori più alti (i fattori che contribuiscono hanno buone caratteristiche di tenuta). Sono riportate nella seguente Tabella 14.

Tabella 14 - Classi di instabilità potenziale Classe di Pesi Descrizione instabilità da a 1 Situazione potenzialmente stabile 10 12 2 Instabilità potenziale limitata 7 9 3 Instabilità potenziale media 4 6 4 Instabilità potenziale forte 1 3 5 Instabilità potenziale massima -3 0

ALTRI TEMATISMI DI VERIFICA Esposizione dei versanti L’esposizione influisce sui processi di trasformazione dei versanti, in quanto i versanti esposti a nord sono quelli più freddi e umidi (con cicli giornalieri, non solo stagionali), mentre quelli esposti a sud hanno condizioni più miti. Nella Tabella 15 che segue si riporta a titolo di esempio una classificazione in base all’esposizione dei versanti; sono indicate 16 classi più una classe speciale per le aree di pianura.



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Fattori climatici Le variazioni climatiche, gli effetti della temperatura combinata alle precipitazioni, provocano il degrado e il disfacimento delle rocce e la conseguente produzioni di detriti sciolti e instabili. Dati bibliografici, indicano la piovosità media annua come fattore predisponente al dissesto, secondo la seguente Tabella 16 .



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LA CARTA DI SINTESI DI PERICOLOSITA’ DA FRANA La Carta di sintesi della pericolosità deriva dalla verifica dei risultati dell’analisi geomorfologica di terreno aggiornata all'anno 2000 (fenomeni effettivamente presenti sul territorio - vedi “Carta dei fenomeni franosi”) e dell’analisi delle condizioni di potenziale instabilità (vedi “Carta dell’instabilità potenziale dei versanti”). La “Carta di sintesi di pericolosità 20 da frana” fornisce pertanto il quadro delle condizioni di stabilità del territorio dei singoli sub-bacini; essa si limita alla rappresentazione dei fenomeni di dissesto in atto e dei fattori che determinano la suscettibilità dei versanti al verificarsi di movimenti gravitativi e di massa . La “Carta di sintesi di pericolosità da frana”, dovrà rappresentare la condizione di pericolosità del territorio, indicata attraverso il parametro Hg, secondo quattro livelli indicati nella Tabella 17, a ciascuno dei quali si è attribuito un "peso" su base puramente empirica:

Tabella 17 - Definizione dei livelli di pericolosità del territorio. Pericolosità Classe Intensità Peso

Hg1 Moderata 0,25 Hg2 Media 0,50 Hg3 Elevata 0,75 Hg4 Molto elevata 1

L'attribuzione del livello (ovvero del peso) di pericolosità ad un'area discenderà dal confronto tra lo stato di fatto attuale dei fenomeni franosi e le condizioni generali di instabilità potenziale sulla base di alcuni criteri generali quali:

o prevalenza di classe di instabilità potenziale

o presenza di indizi geomorfologici

o presenza di fenomeni di dissesto in atto e di indizi di movimento

o presenza di fattori tettonici (presenza di faglie o lineazioni riconosciute)

o presenza di copertura boschiva

o presenza di fattori altimetrici

o orientazione del versante.



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In particolare, qui di seguito si specificano in dettaglio i quattro livelli di pericolosità al fine di una omogenea attribuzione.

H1 - Aree a pericolosità moderata Le aree che ricadono in questa classe sono caratterizzate da condizioni generali di stabilità dei versanti, ovvero presentano i seguenti caratteri: o classi di instabilità potenziale limitata o assente (classe 2 e classe 1) o presenza di copertura boschiva o esposizione prevalente dei versanti: Nord litologia prevalente: depositi alluvionali sabbiosi, calcari, dolomie e calcari dolomitici, etc.

H2 - Aree a pericolosità media Le aree che ricadono in questa classe sono caratterizzate da prevalenti condizioni di media pericolosità, in particolare da: o classe di instabilità potenziale media (classe 3) o fenomeni di soliflusso o fenomeni di dilavamento diffuso o frane di crollo non attive/stabilizzate o frane di scorrimento attive/stabilizzate o aree di conoidi non attivatisi recentemente o completamente protette da opere di difesa o superfici degradate per pascolamento o presenza di copertura boschiva o esposizione prevalente dei versanti: Nord o litologia prevalente: depositi alluvionali depositi sabbiosi, porfidi, marmi saccaroidi e dolomitici, graniti massicci ° H3 - Aree a pericolosità elevata Le aree che ricadono in questa classe sono prevalentemente caratterizzate da fenomeni quiescenti e potenziali tali da condizionare l’uso del territorio; in particolare da:

o classe di instabilità potenziale forte (classe 4) o presenza di lineamenti tettonici o pareti in roccia o orlo di scarpata o di terrazzo o falde e coni di detrito colonizzati o fenomeni di erosione delle incisioni vallive o frane di crollo quiescenti o frane di scorrimento quiescenti o deformazioni gravitative profonde di versante non attive o aree di conoidi attivi o potenzialmente attivi parzialmente protette da opere di difesa e di sistemazione a monte o fenomeni di fluidificazione dei suoli o fenomeni di soliflusso o fenomeni di dilavamento diffuso e concentrato o litologia prevalente: depositi detritici; depositi alluvionali antichi, recenti, attuali; depositi argillosi e marnosi; calcescisti, micascisti, argilloscisti; filladi; anfiboliti, gneiss fratturati; graniti alterati con copertura di sabbioni. • H4 - Aree a pericolosità molto elevata Le aree che ricadono in questa classe sono, in prevalenza, caratterizzate da una concentrazione di fenomeni in atto tali da condizionare fortemente l’uso del territorio; in particolare da o classe di instabilità potenziale massima (classe 5) 

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o falde e coni di detrito attivi, in particolare posizionati in quota e su versanti esposti a sud o aree di conoidi attivi o potenzialmente attivi non protette da opere di difesa e di sistemazione a monte o canaloni in roccia (e non) con scarico di detrito o frane di crollo attive o frane di scorrimento attive o scivolamenti rapidi in roccia, detrito, fluidificazione di terreni sciolti superficiali o piccole frane o deformazioni gravitative profonde di versante attive o crolli e fenomeni di instabilità lungo l’intaglio stradale. o litologia prevalente: detrito di falda, coni detritici e conoidi di deiezione, alluvioni ghiaiose, antiche e terrazzate, sabbie eoliche, sabbie, anche grossolane con livelli ghiaiosi ed intercalazioni di arenarie, tufi, tufi conglomeratici, graniti, granodioriti alterati con potenti coperture di sabbioni arcosici

Viene di seguito riportata la definizione e la metodologia di definizione del Rischio da frana (Rg) e degli Elementi a rischio (E).

Rischio geologico

Analogamente alla definizione del rischio idraulico, il rischio di frana è definito come prodotto fra la pericolosità Hg dei fenomeni di dissesto, la presenza sul territorio di elementi a rischio E e la loro vulnerabilità V .

Rg= H g E V

Anche per il rischio geologico totale R g si è operata una quantificazione secondo 4 livelli riportati in Tabella 4, dove sono evidenziati gli estremi superiore delle classi .

Hg = L a pericolosità geologica, al contrario della definizione di pericolosità



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idraulica, è di non agevole definizione in quanto risulta spesso non quantificabile la frequenza di accadimento di un evento franoso. Per tale motivo si assume una suddivisione della pericolosità in quattro classi (in Tabella 5). E = E elementi a rischio, sono definiti comunemente alla parte idraulica (Tabella 6).

V = La vulnerabilità, e definita similmente alla parte idraulica e valgono le medesime considerazioni precedentemente espresse .

Relativamente alle molteplici tipologie dei dissesti, si raccomandano, per omogeneità di analisi, le seguenti ulteriori definizioni. Frane di crollo, crolli - Fenomeni ad azione istantanea che interessano volumi di roccia in caduta libera con massi e blocchi che possono dare luogo a rimbalzi e rotolamenti. Condizioni predisponenti sono l’elevato grado di fratturazione, la disposizione geometrica delle fratture rispetto alla giacitura del versante, elevate pressioni interstiziali, fenomeni crioclastici, scosse sismiche e modificazioni anche antropiche dalla geometria dei luoghi. Frane per saturazione e fluidificazione di terreni sciolti (soil sleep) - Fenomeni ad azione istantanea che si sviluppano con maggiore frequenza su



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versanti con pendenze tra 30° e 45° in concomitanza con precipitazioni intense, coinvolgendo per lo più limitate porzioni di terreni incoerenti della copertura superficiale. Frane di scorrimento o scivolamento (rotazionale e/o traslazionale) - Fenomeni che coinvolgono spesso il substrato, dislocando masse talvolta di notevole volume lungo superfici di movimento abbastanza ben definite.; il movimento comporta uno spostamento lungo uno o più piani di taglio. Gli scorrimenti rotazionali si verificano prevalentemente in rocce scistose o profondamente tettonizzate; gli scorrimenti traslazionali si verificano prevalentemente in serie ripetute di sedimenti marnosi, siltosi, e arenaceo-sabbiosi. Frane per colamento - Movimenti in materiali fini altamente plastici; si sviluppano con progressiva deformazione e rottura a differenti livelli di profondità. Il movimento è estremamente lento e una volta innescato può rimanere attivo per lunghi periodi. Deformazioni gravitative profonde - Fenomeni generalmente complessi che interessano interi versanti per grandi estensioni e profondità; si sviluppano in modo esteso in litotipi ricchi di superfici di discontinuità strutturali (scistosità e fratturazione). Conoidi - Fenomeni deposizionali legati all’attività torrentizia in corrispondenza di bruschi cambi di pendenza longitudinale del corso d’acqua.

Elementi a rischio La Carta degli elementi a rischio di inondazione e di frana, E, dovrà rappresentare tutti gli elementi a rischio ai sensi del DPCM 29.09.1998. Nella cartografia dovranno essere quindi rappresentati tutti gli elementi nei quali è ipotizzabile una qualche forma di danno per: l’incolumità delle persone gli agglomerati urbani comprese le zone di espansione urbanistica le aree su cui insistono insediamenti produttivi, impianti tecnologici di rilievo



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(distributori di benzina, serbatoi di gas), in particolare quelli definiti a rischio rilevante ai sensi di legge le infrastrutture a rete (reti distribuzione idrica, energetica, telefonica; reti di fognatura; reti di trasporto urbano) e le vie di comunicazione di rilevanza strategica anche a livello locale il patrimonio ambientale e i beni culturali, storici, architettonici d’interesse rilevante le aree sede di servizi pubblici (strutture di soccorso - ospedali, vigili del fuoco), e privati, di impianti sportivi e ricreativi, strutture ricettive e infrastrutture primarie. Per l’elaborazione della carta in esame sarà necessario analizzare: o la cartografia disponibile , quali la Cartografia IGM 1:25.000e la Carta Tecnica Regionale-CTR 1:10.000; o le fotografie aeree disponibili; o i Piani Regolatori Generali Comunali, i Piani Urbanistici Comunali o i Programmi di Fabbricazione, se ancora vigenti; o i Piani Comunali e Provinciali di Protezione Civile ovvero gli studi ad essi connessi; o i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali; o i Piani Paesistici; o altri studi rilevanti d'interesse per il tema in oggetto. Tale cartografia dovrà essere restituita in formato digitale nell’apposito sistema informativo già disponibile (IFRAS) in modo da poter essere utilizzata alla scala del 1:10000. Dati i limiti temporali del presente lavoro in caso di aree vulnerabili estese e densamente urbanizzate si procederà ad un'analisi semplificata degli elementi a rischio classificando il territorio in base alle caratteristiche essenziali caratteristiche essenziali di urbanizzazione e di uso del suolo, come indicato nella Tabella 6.



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Incrociando la pericolosità (H g) con le classi di elementi a rischio (E), l’attribuzione della classe di rischio (R g1 ≤0.25; 0.25

0.75

Tabella 18 - matrice di valutazione del rischio di frana. H g 1 H g 2 H g 3 H g 4 E1 R g 1 R g 1 R g 1 R g 1 E2 R g 1 R g 1 R g 2 R g 2 E3 R g 1 R g 2 R g 3 R g 3 E4 R g 1 R g 2 R g 3 R g 4

La rappresentazione cartografica della perimetrazione preliminare delle aree a rischio di frana dovrà essere effettuata alla scala 1:25.000; la rappresentazione cartografica della perimetrazione preliminare delle aree a rischio di frana molto elevato (R g 4) ed elevato (R g 3) dovrà essere effettuata alla scala 1:10.000.



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Fattori correttivi utilizzati per la determinazione della pericolosità. L’applicazione pura e semplice del metodo di determinazione dell’instabilità potenziale suggerito dalle Linee guida PAI ha prodotto dei dati che sopravvalutavano la componente geolitologica a discapito del contesto geomorfologico; per esempio si è determinata un’instabilità potenziale media anche lungo le spiagge con pendenza quasi nulla o comunque inferiore al 10%, come anche nell’isola amministrativa interna che presenta valori di pendenza non significativi per l’instaurarsi di fenomeni franosi. Pertanto i valori di instabilità potenziale ottenuti sono stati tarati in base ai dati morfoevolutivi ricavati dalla ricerca bibliografica e dal rilevamento in sito, tenendo in considerazione quindi il contesto geomorfologico di tutto il territorio e in particolare la pendenza e l’altezza della falesia sul livello del mare.

Al fine di poter illustrare in modo più chiaro e dettagliato quanto determinato nella carta della pericolosità geomorfologica, sono stati realizzati degli inquadramenti a scala maggiore delle aree interessate dai fenomeni di dissesto più rilevanti.

Nell’immagine sottostante sono state scelte tre zone rappresentative delle aree in cui sono presenti i fenomeni franosi più importanti e all’interno delle stesse sono state individuate delle sezioni stratigrafiche di dettaglio, la cui descrizione è tratta in gran parte dal lavoro bibliografico (Carboni, Lecca, Tilocca - 2010) già citato. Si precisa che si è deciso di ampliare l’area di pericolosità lungo la costa con un ulteriore margine a favore di sicurezza in quanto, non essendo disponibile una cartografia di base in scala superiore al 1:10000, non è possibile determinare con certezza se la rappresentazione della linea di costa, essendo essa in arretramento, corrisponda o meno alla situazione attuale.



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In particolare, utilizzando anche un criterio altimetrico, si è deciso di ampliare l’area di pericolosità di 5m nelle aree a pericolosità media (Hg2), di 10m nella zona 1 e 3 e infine di 20m nella zona 2.

La zona 1 comprende il tratto di costa che va da Punta de S’incòdina fino a Putzu Idu; Per determinare la classe di pericolosità attribuita all’area il parametro discriminante è stata l’altezza della costa, unito chiaramente ai caratteri morfoevolutivi che verranno definiti in seguito nella descrizione delle sezioni. In quest’area è situato l’abitato di S’arena Scoada che rappresenta un elemento a rischio insieme alla strada che corre lungo tutta la costa; la strada in particolare rappresenta un fattore innescante di fenomeni di dissesto e per questo motivo è stata inglobata nell’area a pericolosità geomorfologica.

S’Arena scoada Il contesto morfologico della costa di S’Arena Scoada, compresa tra Sa Punta de S’Incodina e Punta S’Architteddu, presso l’abitato di Putzu Idu nel Sinis nord-occidentale, è rappresentato sia da spiagge sia da falesie di modesta elevazione.



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I litotipi presenti, esposti con pareti rocciose a falesia o a piccola scarpata in alternanza ad aree in spiaggia, appartengono alla successione messiniana del Sinis e sono per lo più arenaceo-calcarei, strutturalmente disposti con geometrie deposizionali ad andamento prevalentemente planare. E' stato osservato che i fenomeni prevalenti sono costituiti da crolli, dalla parete o in grotte di piccole dimensioni, presenti anche alle spalle della spiaggia. I crolli costituiscono un fenomeno frequente e, pur non interessando generalmente eccessivi volumi di roccia, rappresentano tuttavia un elevato carattere di pericolosità per la frequenza degli eventi, costituendo pertanto un elemento di rischio, soprattutto a motivo dell’elevato carico antropico stagionale.

Sezione 1 All’estremità meridionale del tratto costiero di S’Arena Scoada, in località S’Architteddu, la falesia, alta 8 -11 m è costituita, dal basso verso l’alto, da: • arenarie e marne arenacee quarzose marnose, fossilifere, • alternanza di calcari e marne con livelli di spessore decimetrici di argille e, nella parte alta, calcari micritici (Fm. Calcari Laminati del Sinis), • colluvio arenaceo-detritico arrossato, con noduli carbonatici, ricoperto dal suolo olocenico.

Lateralmente, sui Calcari Laminati compare l’unità detritico-brecciata dei calcari dolomitici vacuolari della Formazione di Torre del Sevo. La stabilità della falesia appare particolarmente critica a causa delle condizioni strutturali dell’ammasso roccioso: infatti la parete della falesia è intensamente interessata da diaclasi, con fratture che mostrano anche distacchi di 5 cm di apertura sono evidenti frequenti fessurazioni sub-verticali, con distacco anche di 2-3 cm, scollamenti fra i giunti di stratificazione. Sono frequenti banchi pluri-decimetrici con alternanze tra i calcari della formazione dei Calcari Laminati del Sinis e livelli di argille di colore generalmente verde-chiaro, talora di colore verde intenso; la presenza delle



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argille plastiche induce delle modeste traslazioni laterali dei blocchi di roccia, accentuando in tal modo instabilità della parete di falesia fino al crollo. In questo settore, oltre le condizioni di diffusa fratturazione dei Calcari Laminati, anche il carattere di intensa brecciatura e di forte alterazione per dissoluzione e ricircolazione di carbonati nell’unità formazionale di Torre del Sevo induce e accentua la morfogenesi per crollo.

S‘Architteddu



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Sezione 2

Il tratto intermedio del sistema di spiaggia di S’Arena Scoada è caratterizzato dalla presenza, alle spalle del corpo di spiaggia, da una ripa di erosione dell’altezza media di 2 m incisa sui litotipi calcarei e marnoso-argillosi messiniani ed in parte sulle arenarie di spiaggia del Pleistocene superiore.

Una sezione-tipo mostra, dal basso verso l’alto: • arenarie finemente listate con intercalazioni di argilla, • arenarie quarzoso-litiche, in sottili livelli a differente granulometrica, con abbondanti pectinidi e localmente di ichnofacies su superficie di strato. Nella parte più bassa sono presenti intercalazioni di livelli di argille e silt nelle arenarie, • marne sottilmente listate color grigio chiaro e giallo ocra e argille marnose, con frazione sabbiosa di natura quarzosa e noduli carbonatici, • alternanze centimetriche di calcari e argille verdastre, con convoluzioni inglobanti frammenti arenacei e noduli carbonatici, • arenarie a laminazione piano-parallela ed andamento sub-orizzontale, in facies eolica, con impronte di apparati radicali ad andamento sub- orizzontale sulla superficie e strutture di ripple-marks eolici, del Pleistocene superiore. I set laminari variano granulometricamente in grossolani e sottili, questi ultimi tessituralmente molto omogenei per via di una efficace selezione eolica. Sulla superficie delle lastre di arenaria si osservano delle fratture ad andamento irregolare, ricolmate e suturate da ricircolazione di carbonati, che testimoniano pregressi fenomeni di flessione, con appoggio sul substrato messiniano a comportamento plastico. • colluvi detritici carbonatici e suolo sabbioso attuale, sviluppato sulle dune oloceniche, di colore bruno - rossiccio.

L’erosione sul fronte della ripa e il comportamento plastico dei livelli sedimentari messiniani causano il ribaltamento delle lastre di arenaria pleistocenica fino al loro crollo sulla spiaggia, costituendo queste, in tale posizione, una protezione da ulteriore erosione per dinamica marina. Il ribaltamento dei blocchi e la circolazione di acque ricche in carbonati che successivamente hanno suturato le diaclasi testimoniano il protrarsi di un tale cinematismo nel tempo nel corso dell’Olocene, su un sistema costiero sufficientemente stabilizzato, almeno nei segmenti di costa interessati dalla presenza del complesso arenaceo pleistocenico.



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A differenza della sezione precedente, il carico antropico in questo tratto di costa, soprattutto nella stagione estiva, è notevole e rappresenta un fattore innescante dei fenomeni di crollo. Peraltro la presenza dei bagnanti rappresenta un fattore di rischio che determina l’aumento della pericolosità rispetto ai tratti di spiaggia in cui non è presente questa ripa retrostante; anche se la modesta altezza di quest’ultima ne diminuisce la gravità.

Spiaggia S’Arena Scoada



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Sezione 3

Nel tratto centro-settentrionale della costa di S’Arena Scoada, dove la ripa di erosione di circa 2 m di altezza evolve progressivamente in falesia di circa 6 m, ricompare la parte alta della successione messiniana, con spessori ridotti rispetto alla successione affiorante a Su Tingiosu – S’Architteddu. In sezione affiorano, dal basso verso l’alto: • alternanze tra marne arenacee fini e argillose e calcari micritici teneri, • alternanze di spessore centimetriche e/o decimetrico di livelli di calcari micritici teneri, con livelli centimetrico e/o decimetrico di argille plastiche colore verde intenso e con delle convoluzioni che interessano sia le argille sia i calcari, • arenaria marina ad alto tenore in quarzo, fossilifera con gusci di bivalvi e gasteropodi, con variazioni laterali lentiformi a differente granulometria • crostoni arenacei con patine e croste carbonatiche polifasiche da disseccamento, con tracce di apparati radicali, del Pleistocene superiore.

L’elemento di maggiore rilievo come fattore predisponente l’instabilità del fronte della falesia è rappresentato dal livello di alternanze tra argille e calcari micritici, fortemente convoluti. Un simile livello, continuo lateralmente, talora si ripete verticalmente nella successione. La struttura di queste alternanze può essere dovuta a eventi tettonici sinsedimentari, capaci di produrre sui sedimenti inconsolidati tali deformazioni; tuttavia simili strutture possono subire l’effetto determinato dal carico litostatico, soprattutto in considerazione dell’elevata plasticità delle argille e dei suoi processi di dissoluzione e ricircolazione carbonatica osservati sui calcari, rivelati dalla presenza di noduli irregolari pluricentimetrici di carbonati da precipitazione. L’unità delle arenarie marine fossilifere mostra una notevole fragilità, evidenziata da fessure e giunti ad andamento verticale, a causa dell’alternanza tra livelli a composizione detritica quarzosa sabbioso-ghiaiosa, con scarsa matrice carbonatica, cementazione debole e livelli a composizione sabbiosa medio-fine con abbondante matrice carbonatica e buon grado di cementazione.



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Oltre che a causa di questi fattori, la criticità nell’equilibrio del fronte della falesia è accentuato dalla costante presenza, alla base, dei livelli convoluti di calcari micritici e argille, dotate di particolare plasticità e deformabilità (strizioni). Anche in corrispondenza di questa sezione, è evidente il fatto che la presenza di infrastrutture (strade) ed edifici quasi a ridosso della falesia costituisca un fattore innescante dei fenomeni di dissesto e che trattandosi di elementi a rischio, così come definiti dal PAI, determinino un aumento del rischio dell’area.

S’Arena Scoada



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S’Arena Scoada



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Sezione 4

Nell’estremità settentrionale dell’area di S’Arena Scoada, le unità stratigrafiche esposte in falesia rappresentano le medesime criticità riscontrate nel tratto più meridionale, in ragione dei simili rapporti di giacitura e, soprattutto, delle accentuate condizioni di alterazione dei loro caratteri primari e quindi del loro deterioramento chimico-fisico.

La successione stratigrafica è costituita, dal basso verso l’alto, da: • calcari Laminati micritici, con livelli decimetrici di sottili alternanze con argille verdastre, • calcari brecciati (Fm. Torre del Sevo), interessati da intensa decarbonatazione per dissoluzione, • colluvio detritico sabbioso-limoso, con noduli carbonatici, fortemente arrossato, • arenaria eolica a laminazioni deposizionali ad alto angolo, con patine e croste carbonatiche sulla superficie superiore, • suolo attuale bruno scuro.

L’unità dei Calcari Laminati si mostra intensamente fratturata a livello dei singoli pacchi di strato, deformata nei livelli ad alternanze con le argille ad accentuate convoluzioni e, nella parte alta affiorante, incisa da profonde cavità per dissoluzione dei carbonati innescate sull’unità superiore. L’unità del calcari brecciati appare fortemente interessata da processi di decarbonatazione che la rende particolarmente soggetta ad instabilità sul fronte della parete, anche a causa delle ampie cavità da dissoluzione (karst) che la caratterizzano. Sul livello colluviale detritico sabbioso-limoso, caratterizzato dalla presenza dei noduli carbonatici e dall’intenso arrossamento per forte alterazione pedogenetica, il grado di addensamento poco elevato determina dei cedimenti a causa del carico litostatico esercitato da sovrastante banco di arenarie eoliche. Il sistema di fratture che ne deriva determina la flessione ed il crollo di grosse lastre di arenaria, unitamente allo scollamento che talora si manifesta lungo le lamine deposizionali nelle lastre aggettanti, con il collasso per caduta semplice di porzioni degli stessi blocchi.



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Anche qui l’accumulo dei blocchi di arenaria al piede della falesia rallenta o inibisce totalmente l’erosione ad opera della dinamica marina, evidenziando in tal modo l’importanza degli elementi litostratigrafico-strutturali e dei successivi vari processi di alterazione nella massa rocciosa quali fattori di predisposizione e forte condizionamento nell’evoluzione morfogenetica della falesia.

Parte settentrionale di S’Arena Scoada



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Parte settentrionale di S’Arena Scoada



Hg 3

Hg 4

Hg 3 ¬ Z O N A 1

Zona 3

Zona 2

Zona 1

Hg 4

INQUADRAMENTOINQUADRAMENTO

LEGENDA PERICOLOSITA' DA FRANA - Hg Zone studiate non soggette a potenziali fenomeni franosi con pericolosità assente Hg 1 - Pericolosità Moderata Hg 2 - Pericolosità Media Hg 3 - Pericolosità Elevata Hg 4 - Pericolosità Molto Elevata Scala 1:6.000 COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA



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La zona 2 comprende il tratto di costa che va da Mandriola fino alla spiaggia di Sa mesa longa ; in questa zona la falesia presenta un’altezza che va da circa 8m fino oltre i 30m. A causa della notevole altezza della falesia la classe di pericolosità attribuita a quasi tutta l’area è massima; i caratteri morfoevolutivi delle aree più a rischio verranno descritti in seguito sezione per sezione.

MANDRIOLA

Sezione 5 Le calcareniti a foraminiferi della sequenza marina di Mandriola sono costituite dalla sovrapposizione di differenti banchi dello spessore da metrico a decimetrico, con alternanze di livelli a tessitura fine omogenea, a foraminiferi, e di livelli a maggior componente clastica grossa, spesso con abbondanti gusci di bivalvi, con andamento sub orizzontale dolcemente immergente verso ovest. Nel complesso, la sezione stratigrafica (Figura 88) è costituita (1, 2) da livelli calcarenitici a foraminiferi, con strutture deposizionali sottilmente laminate, ripple marks unidirezionali e a stratificazione incrociata a basso angolo e “hummocky structures”, (laminazioni dei sedimenti a vario angolo) generate da eventi di tempesta e/o da correnti litorali e di fondo in ambiente di shoreface, con andamento sia piano-parallelo sia ritmicamente ondulato, in alternanza con banchi massivi di arenarie e calcari a bivalvi. Il grado di cementazione è forte nei banchi a bivalvi, debole nei livelli a foraminiferi, molto sottilmente laminati e soggetti a erosione superficiale per esfoliazione. Nella parte bassa, poco al di sopra del livello marino attuale, sopra un primo banco calcarenitico poggia in concordanza stratigrafica un livello (3), continuo lungo l’intera sezione, costituito da un deposito litico terrigeno, con abbondanti granuli e clasti di natura vulcanica, intensamente alterati (argillificati) in matrice sabbioso-ghiaiosa argillosa e carbonatica, molto poco competente. Seguono superiormente alternanze di shoreface con lenti calcaree a bivalvi, altri sottili livelli a vulcaniti, arenarie fini quarzose tenere; la sezione stratigrafica



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evolve verso l’alto in un corpo dunare dal contenuto litologico simile ai livelli inferiori, con struttura massiva interessata da numerose concrezioni carbonatiche nodulari. I banchi di arenaria eolica, prevalentemente massivi nel tratto più meridionale della piccola falesia, si sviluppano in direzione NW con sottili laminazioni a geometrie ad alto angolo e con spessori progressivamente crescenti. La piccola falesia nel suo intero sviluppo mostra una quota media di circa 3 m, raggiungendo il massimo di 5-6 m s.l.m. nel punto più elevato. Al piede e presente quasi in continuità una continua piattaforma di abrasione generata da moto ondoso; a circa 3 m altezza, incisa nel corso della trasgressione tirreniana, è presente un’altra piattaforma di abrasione sui cui poggiano localmente depositi generalmente conglomeratico-arenacei fossiliferi. Questa particolare morfologia favorisce l’osservazione dei caratteri sedimentari e strutturali dei vari livelli sulle superficie degli strati. Sull’intero affioramento, in sezione sul piano, non si rilevano evidenti lineazioni strutturali, eccetto alcuni indizi di stress tettonico, con direzione circa N 330°, cui tuttavia non sono associate evidenze di discontinuità fisiche appariscenti, quali dislocazioni verticali e/o fratture. Le uniche direzioni che statisticamente compaiono sulle superfici di strato sono di natura deposizionale, quali le alterne direzioni di trasporto laminare dei differenti prodotti sedimentari marini dello shoreface e le direzioni di progradazione dei set di accrezione delle costruzioni dunari, che testimoniano direzioni ed energie differenti nei processi di trasporto e di accumulo.

Generalmente, l'elemento di debolezza strutturale della massa rocciosa nel suo complesso è rappresentato dall’estrema variabilità di facies sedimentarie a differente grado di cementazione e quindi di competenza, accentuato dalle particolari geometrie deposizionali ad andamento sub-parallelo; i piani di stratificazione infatti individuano spesso delle superfici di distacco di pacchi di strati, soprattutto sotto le sollecitazioni di carattere gravitativo. Pertanto, il differente grado di competenza esistente tra i vari livelli deposizionali condiziona la morfologia della piccola falesia, il cui profilo si mostra gradinato.



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I vari caratteri litologici artefici della morfogenesi rappresentano quindi l’insieme dei fattori predisponenti riguardo ai processi di frana per crollo, che prevalentemente si manifestano con il collasso di grossi lastroni, soprattutto nei livelli stratigrafici costituiti dalle alternanze dei calcari più competenti con i banchi delle calcareniti a foraminiferi, dallo scadente carattere geomeccanico. Analogo meccanismo di crollo, per distacco lungo piani di stratificazione, si verifica nei livelli a sabbie fini poco cementate o localmente solo addensate, sulla parte superiore della sequenza di shoreface, alla base dell’unita dunare. Le dinamiche prevalenti si manifestano quindi con crolli di porzioni aggettanti di roccia sia per collasso tra giunti di sedimentazione sia per cedimento lungo fratture da carico, seguito talora da limitato ribaltamento in assenza di una struttura di appoggio sottostante.

Mandriola



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Mandriola



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IL PROMONTORIO DI CAPO MANNU

Sezione 6 Il promontorio di Capo Mannu, all’estremità nord-occidentale del Sinis, è costituito da due sequenze stratigrafiche, una in facies marina, affiorante a ovest e sud-ovest del promontorio nella località di Mandriola, l’altra in facies continentale, che costituisce una potente successione dunare esposta in falesia lungo l’intero tratto nord-occidentale del promontorio. A Mandriola affiora, lungo circa 1700 m di costa, una sequenza di shoreface- foreshore, dello spessore medio di circa 10 m, in parte emersa in parte sommersa, costituita da calcareniti a foraminiferi bentonici e bivalvi attribuite al Pliocene superiore sulla base di considerazioni di carattere stratigrafico (Carboni & Lecca, 1995). Sulla sequenza calcarenitica poggia la Formazione continentale di Capo Mannu, con alla base un deposito palustre a Vertebrati presumibilmente di retro-duna (Pecorini et al., 1974). Le falesie della successione dunare si sviluppano con direzione NE-SW per circa 2 km., raggiungendo l’altezza massima di 50 m. Lungo lo sviluppo dell’intera falesia si rileva una maggiore densità dei fenomeni di crollo di blocchi di dimensioni eterogenee nei settori in cui sono maggiormente esposte in parete le unità dunari stratigraficamente più basse dell’intero complesso, costituite da arenarie in genere a stratificazione piano- parallela ad alto angolo, con un debole o molto debole grado di cementazione ed un’accentuata erodibilità per disgregazione e, nell’alto, da profondi karst. Queste arenarie, per effetto dell’elevata porosità, sono soggette ad intensa, impregnazione d’acqua meteorica, di apporto marino da spray e anche ad opera del moto ondoso di tempesta, con un conseguente deterioramento dei già scadenti caratteri geomeccanici. Tali fattori innescano dei distacchi lungo giunti paralleli alla parete, determinando delle morfologie ad aggetto nelle unità del complesso dunare ad elevata componente carbonatica sovrastante, causandone occasionalmente il



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crollo per caduta semplice seguita generalmente da rotolamento al piede della falesia. Un altro fattore che riveste un ruolo importante nella predisposizione ai cinematismi di crollo per collasso è rappresentato dalla strutturazione sedimentaria di alcune unità dunari in cui si alternano con frequenza lamine deposizionali con elevata variabilità dimensionale dei granuli, con giaciture ad elevato angolo di accezione (30° ~ 40°), sia con verso unidirezionale sia con verso opposto e con una ampia rappresentatività di geometrie.

Pertanto, nel complesso dunare di Capo Mannu, • l’articolata e complessa architettura deposizionale, • le numerose discontinuità nelle geometrie di accezione verticale e/o laterale dei corpi dunari, • la marcata differenziazione dei caratteri sedimentari delle singole unità dunari, quali il grado di cementazione e l’angolo di giacitura degli strati, e dei caratteri composizionali e tessiturali, • l’intercalazione dei corpi eolici più sottili con basso grado di competenza, che conferiscono all’intero edificio dunare nel suo complesso una molteplice caratterizzazione geomeccanica, • l’esposizione dei colluvi all’erosione ad opera della dinamica eolica, • la risposta di questi ultimi alla saturazione in acqua meteorica, rappresentano i principali fattori che predispongono nei vari litosomi i fenomeni di frana per crollo, che si manifestano con differenti cinematismi in dipendenza delle molteplici situazioni stratigrafiche, strutturali e di carattere composizionale. Tali fenomeni, possono essere definiti poco frequenti ed occasionalmente distribuiti nel tempo.



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Capo Mannu



¬ Z O N A 2

Zona 3

Zona 2

Zona 1

INQUADRAMENTOINQUADRAMENTO

Hg 4

LEGENDA PERICOLOSITA' DA FRANA - Hg Zone studiate non soggette a potenziali fenomeni franosi con pericolosità assente Hg 1 - Pericolosità Moderata Hg 2 - Pericolosità Media

Hg 3 - Pericolosità Elevata Hg 3 Hg 4 - Pericolosità Molto Elevata Scala 1:6.000 COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA



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La zona 3 individua l’area di falesia in cui è situata la torre di “SCAU E’ SAI”; l’altezza media sul mare della falesia è di circa 9 metri e i fenomeni franosi sono attivi e in continua evoluzione, ne sono testimoni i recenti crolli che hanno danneggiato in modo grave e irreparabile la torre costiera. La classe di pericolosità molto elevata è stata determinata sempre in base ai parametri altimetrici e morfoevolutivi della costa.

SCAU ‘E SAI (SCALA ‘E SALE)

Sul piccolo promontorio che caratterizza questa località affiora la porzione più settentrionale della successione messiniana del Sinis, esposta lungo una falesia; questa località verrà sempre citata come Scau ’e Sai, secondo la consuetudine locale. Nella parte medio-bassa della parete della falesia, dallo sviluppo di circa 500 m e dell’altezza massima di circa 18-20 m sono rappresentati i tre termini stratigrafici della successione stratigrafica messiniana del Sinis, in giacitura debolmente immergente verso nord-ovest. Nel tratto di costa presso la torre, procedendo verso nord-ovest, alla base della falesia affiorano ancora le arenarie grosse e medie quarzoso-bioclastiche a stratificazione pianoparallela, con livelli fossiliferi particolarmente ricchi in ostreidi e pectinidi, che costituiscono una piccola piattaforma di abrasione a livello del mare. Questi livelli stratigrafici ospitano, come nel promontorio di Capo San Marco e nelle falesie di Su Tingiosu, delle bioerme a microbialiti e vermetidi. La sezione stratigraficamente più completa si osserva comunque in corrispondenza della Torre di Scau ’e Sai, ove raggiunge lo spessore di 18 m. I processi che condizionano la morfogenesi in questo tratto costiero si mostrano strettamente dipendenti dai caratteri litologici e stratigrafici che caratterizzano la struttura geologica del promontorio di Scau ’e Sai. La blanda inclinazione delle sequenze stratigrafiche espone alle quote più prossime al livello del mare, nei vari settori della falesia, unità litologiche dai

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differenti caratteri strutturali e sedimentari, dal differente contenuto litico, da differenti condizioni di conservazione dei caratteri primari o con evidenti fenomeni di alterazione. Oltre che per l’attività erosiva operata alla base della falesia dalla dinamica marina sui diversi litotipi, la morfogenesi si manifesta con frane da crollo sotto il condizionamento di molteplici caratteri che rappresentano di volta in volta, nei vari tratti della falesia, i fattori predisponenti i processi che qui paiono essere particolarmente attivi. Nei tratti in cui dominano i litotipi maggiormente competenti il fenomeno franoso è generalmente rappresentato, anche compatibilmente con la morfologia della parete, da crolli seguiti da ribaltamento. Nei tratti in cui sulla parete della falesia prevalgono le unità litiche maggiormente compromesse strutturalmente, o a maggior contenuto detritico e argilloso (di origine marina o continentale) e quindi con un carattere geomeccanico decisamente scadente, le frane si manifestano con fenomeni di collasso generalizzato, anche di rilevanti volumi di roccia. In quest’ultimo caso assumono un importante ruolo di innesco le condizioni di intensa piovosità e la conseguente saturazione in acqua. Le frane per crollo semplice o con ribaltamento prevalgono nel settore orientale del promontorio in oggetto, in ragione della natura litologica della successione stratigrafica esposta ivi esposta. Nei banchi di arenaria laminazioni piano-parallele, particolarmente ricchi di gusci di bivalvi, quella geometria deposizionale individua delle superfici preferenziali di distacco di blocchi più o meno regolarmente prismatici e lastre dello spessore fino ad alcuni decimetri; similmente, i livelli calcarei biodetritici e soprattutto quelli micritici, molto sottilmente laminati, paiono particolarmente predisposti alla esfoliazione lungo i piani di stratificazione. Il differente grado di competenza di questi litotipi che si alternano nella successione, determina sul fronte della falesia un profilo a gradoni, con alla base una piattaforma di abrasione estesa per qualche metro, anch’essa ad



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andamento debolmente acclive con inclinazione verso ovest, individuata dai banchi di arenaria quarzosa. Il differente grado di erodibilità dei banchi in alternanza e la conseguente impostazione di aggetti, la geometria deposizionale interna ai litotipi presenti, il loro differente grado di competenza e quindi le loro caratteristiche geomeccaniche, come si vedrà, rappresentano importanti fattori predisponenti le condizioni di instabilità della parete. Per effetto del carico gravitativo, la morfogenesi evolve con il graduale distacco sia di lastre secondo giunti di stratificazione preferenziali sia di cunei liberati da giunti verticali che hanno uno sviluppo statisticamente non riferibile a particolari motivi strutturali. Sono inoltre presenti processi di dissoluzione dei carbonati, seppur con entità minori di quanto osservato nell’area di Su Tingiosu. Sul lato della falesia esposto a nord, in prossimità della Torre di Scau ’e Sai, il comportamento plastico dei livelli di argilla intercalati ai calcari biodetritici e micritici laminati rappresenta il principale fattore di destabilizzazione dei banchi maggiormente competenti, che mostrano dei giunti sub-verticali paralleli e ortogonali alla parete, lungo i quali avviene il distacco seguito o da una breve graduale traslazione laterale sulle argille o direttamente da crollo semplice seguito da ribaltamento. Localmente, la mancanza di appoggio per l’assenza di una cornice sottostante si verifica infine il rotolamento, anche in massa, fino al raggiungimento della spiaggia ciottolosa. Lungo il tratto più occidentale della falesia, i livelli stratigrafici più alti della successione messiniana, nell’unità dei calcari brecciati e, soprattutto i litotipi marnoso-arenaceo-calcarei poco cementati della sequenza pliocenica, appaiono interessati, sullo sviluppo dell’intera parete, da intense modificazioni rispetto alle originarie condizioni diagenetiche, tali da rappresentare un importante insieme di fattori predisponenti che determinano sulla medesima parete ad una molto evidenti condizioni di instabilità.



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Nel dettaglio, tra le condizioni di alterazione delle strutture sedimentarie primarie in atto su questa porzione di falesia, le più rilevanti paiono essere: • la decarbonatazione fino alla dissoluzione, con apertura di karst di piccole dimensioni ma assai frequenti, • l’intensa fratturazione dei calcari brecciati, • la funzione destabilizzante esercitata dalla presenza dei livelli di argille alla base di questo settore della falesia, in relazione al carico litostatico sovraimposto, con la conseguente impostazione e l’ampio sviluppo di giunti e fessure su un ammasso roccioso con un grado di competenza particolarmente compromesso, • le condizioni di destrutturazione dei livelli stratigrafici più alti, sotto l’effetto di un’intensa paleo-pedogenesi e della alterazione spinta dei loro caratteri e contenuti originari, • la diffusa presenza di rizocrezioni carbonatate e, nella parte più alta, di abbondanti apparati radicali di vegetazione arbustiva, la cui presenza costituisce un formidabile innesco per l’assorbimento di rilevanti quantità di acque di infiltrazione dalla superficie topografica.

I caratteri geomeccanici assolutamente scadenti di un ammasso roccioso con tali caratteri sono evidenziati, in particolar modo, in concomitanza degli eventi meteorologici accompagnati da intense precipitazioni. In tali condizioni, infatti, un determinante fattore di innesco è rappresentato dall’intensa impregnazione dell’acqua di precipitazione favorita dall’elevata permeabilità per porosità, derivante dall’abbondante scheletro sabbioso- detritico dei livelli stratigrafici più alti nella falesia. In simili condizioni, questi terreni manifestano rapidamente condizioni di saturazione idrica, che giunge a determinarne anche una fluidificazione (͆liquefaction ͇). Il concomitante processo di dilavamento, sotto l’azione dei flussi concentrati di acque meteoriche, ha un effetto devastante nei confronti di questi terreni dalla assolutamente scarsa competenza. Tali caratteri primari e secondari delle formazioni litoidi ed i fattori esogeni (fondamentalmente meteorologici) determinano in questo settore della falesia una importante tendenza all’arretramento, che appare pronunciato per frane da crollo, con collasso di volumi anche ingenti di sedimento.



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Torre di Scau e Sai

La Torre dopo il crollo del 22 agosto 2012



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¬ Z O N A 3

Zona 3

Zona 2

Zona 1

Hg 4

INQUADRAMENTOINQUADRAMENTO

LEGENDA PERICOLOSITA' DA FRANA - Hg Zone studiate non soggette a potenziali fenomeni franosi con pericolosità assente Hg 1 - Pericolosità Moderata Hg 2 - Pericolosità Media Hg 3 - Pericolosità Elevata Hg 4 - Pericolosità Molto Elevata

Scala 1:6.000 COMUNE DI SAN VERO MILIS – Provincia di Oristano comune di Piano Urbanistico Comunale San Vero Milis RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA



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Di seguito vengono inserite per completezza i due elaborati relativi alla pericolosità geomorfologica del territorio comunale, corrispondenti a ciascuna isola amministrativa.

Isola amministrativa interna Nel territorio dell’isola amministrativa interna non sono stati rilevati significativi fenomeni di dissesto geomorfologico in atto o potenziali; questa condizione deriva dal fatto che si tratta di una pianura alluvionale in cui scorrono i due principali corsi d’acqua presenti nel territorio: il Rio Mar’e foghe e il Rio Mannu.



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Isola amministrativa esterna Dall’analisi incrociata e ragionata dei vari tematismi tenuti in considerazione, in questa porzione di territorio sono stati individuati fenomeni di dissesto geomorfologico in corrispondenza delle aree costiere di falesia.