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Alla scoperta di antiche vie e itinerari storici

1 TOSCANA TERRA DI CAMMINI

Alla scoperta di antiche vie e itinerari storici INDICE TOSCANA, TERRA DI CAMMINI

PAG 3 Toscana, terra di cammini en pochi territori, in Italia e nel mondo, 10 Via degli Dei possono vantare una rete di sentieri, vie Bstoriche e cammini da percorrere a piedi così 20 Via del Volto Santo estesa e diversificata come quella della Toscana. 30 Sentiero Matilde/Cammino di San Pellegrino Una mappatura promossa qualche anno fa da Regione Toscana e Club Alpino Italiano ha 38 Via Ghibellina consentito di segnare già allora, sulla base della 48 Via Clodia cartografia regionale in scala 1:10.000, circa 56 Cammino di Dante 7.000 km di sentieri. Ma il fenomeno è in costante crescita, visto che quasi ogni anno si tracciano 64 Via Lauretana Senese nuove vie, vengono riscoperti antichi percorsi, si 72 Via Romea Germanica migliorano quelli già conosciuti. Ed è in grande crescita anche il bisogno, da parte di camminatori di 80 Romea Strata ogni età, di strutture di accoglienza e di ristoro in 88 Cammini Francescani prossimità degli itinerari a piedi.

3 LA VIA FRANCIGENA

Tutto questo non deve stupire se si considera che la sola Via Francigena attraversa da nord a sud il territorio toscano, per una lunghezza di circa 380 km. Questa arteria ha rappre- sentato, fin dal Medioevo, il principale collegamento tra i Paesi dell’Europa centrale e quelli mediterranei, ricalcando per buona parte, nel tratto toscano, l’antico tracciato della Via Cassia. Ha favorito, lungo il suo percorso, lo sviluppo di borghi, mercati, pievi, abbazie, valichi e guadi, e determinato gli assetti insedia- tivi della popolazione. Non meno importante è stata la sua in- fluenza sul piano dell’elaborazione di un immaginario collettivo, testimoniato da una sorta di sacralizzazione dello spazio e da un apparato simbolico dipinto e scolpito in tante opere d’arte. Fin dal Medioevo il sistema di assistenza ai pellegrini po- teva contare, nel territorio toscano, su una rete di strutture che avevano il loro principale cardine nello Spedale di Santa Maria della Scala a Siena. Citato in un documento del 1090, era stato istituito dai canonici del Duomo come uno dei tanti sono state stanziate risorse per la segnaletica e per piccoli Verso luoghi situati lungo la Via Francigena per dare accoglienza interventi di messa in sicurezza. Il percorso escursionistico San Piero ai pellegrini e per assistere i poveri e i “gettatelli”, i bam- comprende aree di sosta attrezzate, punti di approvvigiona- a Sieve bini che venivano lasciati alle cure della comunità. Queste mento di acqua potabile e servizi dedicati. attività sono descritte nel ciclo di affreschi del Pellegrinaio, mirabile testimonianza dell’organizzazione sanitaria dell’e- poca. Le cospicue elemosine e i lasciti dettero allo Spedale un rilevante peso economico che gli consentì un’organizza- VIE DI COLLEGAMENTO zione autonoma regolata da uno statuto degli inizi del Tre- cento; inoltre il suo enorme patrimonio agricolo, rappresen- E ALTRE VIE STORICHE tato dalle “grance” sparse nella campagna senese, costituì per la città una fonte di sussistenza in tempi di carestie e Ma se la Francigena costituisce l’asse principale dell’in- di epidemie. Fuori dalle città vari ospedali erano distribuiti tera rete, un articolato sistema di vie di collegamento con- lungo i principali itinerari storici, così come frequenti erano nesse alla direttrice principale è oggetto di un dettagliato gli alberghi, dove pellegrini e viandanti potevano trovare un programma di interventi promossi dagli enti preposti alla riparo per la notte. gestione e alla valorizzazione turistica del territorio toscano. Attualmente la Via Francigena toscana è percorribile a Nello specifico, con la nascita del prodotto turistico omoge- piedi, a cavallo e in bicicletta. Il percorso escursionistico è ca- neo Via Francigena toscana, è stato affidato ai 39 Comuni pillarmente indicato con segnaletica varia (di tipo turistico, firmatari (raggruppati in 4 aggregazioni) l’esercizio associato cippi, adesivi). Il percorso a cavallo è già attivo, con specifica delle funzioni in materia di gestione dell’accoglienza e dell’in- segnaletica. Per quanto riguarda l’itinerario cicloturistico, formazione turistica, di promozione e comunicazione del

4 5 prodotto turistico, di manutenzione ordinaria degli itinerari escursionistici e di monitoraggio e analisi dei flussi turistici. Altre vie storiche e cammini si distribuiscono su tutto il territorio toscano, con una particolare presenza, come è ovvio, lungo il settore appenninico, poiché questa catena ha stori- camente rappresentato un ostacolo per i flussi di pellegrini - ma anche una difesa contro gli eserciti nemici - provenienti dall’Italia settentrionale e più oltre, dall’Europa transalpina. Così, per esempio, procedendo dall’estremità nord-occiden- tale della regione verso est, si incontrano in successione la Via degli Abati, la Via di Linari e il Sentiero Matilde, che con- fluiscono tutti nella Via del Volto Santo, in direzione di Lucca. La Romea Strata apriva il cammino verso Pistoia, mentre la Via degli Dei costituiva l’asse di comunicazione per eccellenza tra Bologna e Firenze. L’intera regione del Casentino rappre- sentava poi un’area di passaggio, con lo storico tracciato della Via Romea Germanica, ma anche più recenti percorsi quali il Cammino di Dante o i devozionali Cammini di Sant’An- tonio e di San Vicinio. La Verna è il punto di confluenza dei Cammini francescani in direzione di Assisi, mentre il centro della Toscana è occupato da un reticolo di vie storiche, come la Ghibellina, strettamente legate alle vicende del dominio me- diceo sulla regione. Da Siena verso la Valdichiana corre la Via Lauretana Senese, importante raccordo tra la Francigena e la Romea Germanica, mentre la Via Clodia collega con Roma. Più rarefatti i collegamenti lungo la fascia costiera, in conseguenza della presenza della malaria nella zona fino al secolo scorso, anche se si sta realizzando l’interessante pro- getto della Via dei Cavalleggeri, un’ippovia, ma in prospettiva anche un percorso a piedi attraverso la Maremma.

LA GRANDE ESCURSIONE APPENNINICA

Infine, merita di essere ricordata, accanto a queste che sono Foresta solo le principali vie storiche, la Grande Escursione Appenni- del Teso, nica (GEA), un itinerario lungo 375 km che corre lungo tutta autunno

6 7 GLI ITINERARI VVS VIA DEL VOLTO SANTO pag. 20 VG VIA GHIBELLINA 38 SM/CSP SENTIERO MATILDE/CAMMINO DI SAN PELLEGRINO 30 VRG VIA ROMEA GERMANICA 72 RS ROMEA STRATA 80 CF CAMMINI FRANCESCANI 88 VD VIA DEGLI DEI 10 VLS VIA LAURETANA SENESE 64 CD CAMMINO DI DANTE 56 VC VIA CLODIA 48

Fortezza la catena appenninica tosco-emiliana e tosco-romagnola e che di Verrucole interseca la gran parte delle vie sopracitate, così da chiudere la fitta maglia di itinerari che si prospetta al camminatore che voglia percorrere a piedi questa meravigliosa regione.

BUON CAMMINO

La scelta dei cammini e delle vie storiche proposte in que- sta guida interpreta la volontà di offrire una panoramica si- gnificativa, anche se non esaustiva, di tutti i principali per- corsi presenti in Toscana o che, pur iniziando in altre regioni, hanno tratti importanti nel territorio della regione, con una attenzione particolare alla loro distribuzione geografica, in modo da presentare una diversificata campionatura delle situazioni ambientali, dai rilievi appenninici alle colline in- terne, dai solchi vallivi alle fasce pianeggianti costiere. Inol- tre, si è tenuto conto delle reali condizioni di percorribilità di questi cammini e vie storiche, privilegiando le situazioni che presentano le migliori condizioni di accessibilità, segnaletica, servizi di accoglienza e di ristoro lungo il cammino.

8 VIA DEGLI DEI PARTENZA Bologna ARRIVO Firenze LUNGHEZZA 130 km KM IN TOSCANA 60 circa INGRESSO IN TOSCANA Pian del Voglio COME ARRIVARE in auto, autostrada A1, uscita Pian del Voglio; in treno, le stazioni della “Direttissima” Bologna-Firenze consentono di accedere a diverse località da cui intraprendere le tappe del cammino.

Due autentiche capitali della storia, dell’arte e della cultura come Bologna e Firenze, unite da un percorso che attraversa l’Appennino tosco-emiliano e che vanta origini lontane. Il fascino della Via degli Dei è rappresentato proprio dalla possibilità di scoprire la straordinaria complessità della catena appenninica. Il percorso si snoda lungo sentieri e strade bianche, e transita solo per qualche breve tratto su asfalto. Attraversa foreste e vasti boschi e, mantenendosi per gran parte del tempo in quota, offre numerosi punti panoramici da cui si gode una spettacolare vista dei crinali e delle ampie vallate. A vigilare su questo cammino, e a dargli il nome, sono le antiche divinità che battezzano anche i dintorni, ad esempio Monte Adone, Monzuno (Mons Zeus, monte di Giove), Monte Venere, Monte Luario (da Lua, dea romana dell’espiazione).

Nelle pagine precedenti: vista dal crinale tra la Madonna dei Fornelli e il passo della Futa LE ORIGINI MILITARI DEL PERCORSO

Furono quasi certamente gli etruschi i primi a tracciare e percorrere, per almeno quattro secoli (VII-IV secolo a.C.), una strada tra Fiesole e Felsina che metteva in collegamento, at- traversando gli Appennini, due tra i principali centri econo- mici dell’Italia centro-settentrionale. Risale tuttavia a Tito Livio l’unica fonte storica certa che ricorda la costruzione, nel 187 a.C., di una strada transappenninica a opera del con- sole Caio Flaminio. Gli avvenimenti bellici di quegli anni in- A sinistra: dussero infatti Roma a fondare quella che venne chiamata il cimitero Flaminia Militare, e che aveva il prevalente scopo di assi- militare curare il controllo di Roma sulle popolazioni della Pianura germanico Padana. Nei secoli successivi la strada perse importanza e andò progressivamente decadendo come altre vie consolari, In questa fino a diventare una stretta mulattiera usata nel medioevo pagina: da mercanti, pellegrini e viandanti che, a piedi o a cavallo, in cammino superavano l’Appennino attraverso il passo della Futa. sul crinale

14 15 stata creata una rete di varianti di lunghezza e difficoltà di- verse che consente anche ai ciclisti meno esperti di comple- tare l’intero itinerario. Nel tratto toscano la segnaletica è per lo più eccellente, molto frequente e con qualche indicazione dei tempi di percorrenza. Da Bologna a Sasso Marconi e poi verso Monzuno, su- perato il quale ci si dirige verso la cresta per Madonna dei Fornelli. In alcuni tratti sono visibili tracce del “basolato” dell’antica strada romana. Il percorso prosegue quindi con l’attraversamento dell’Ap- pennino in corrispondenza del passo della Futa, e diventa affascinante per i fitti boschi, soprattutto di faggi, cui sono state aggiunte più recentemente molte piante di abete bianco e rosso. L’itinerario attraversa un ambiente di grande fascino paesaggistico, con spettacolari panorami sulla Val di Sieve.

SITOGRAFIA www.viadeglidei.it www.visittuscany.com/it/territori/mugello Fiesole Alla fine degli anni Ottanta è stata riscoperta da alcuni www.visittuscany.com/it/itinerari/mugello-il-passo-della-futa escursionisti bolognesi, e da allora ha conosciuto un cre- www.parcoappennino.it scente gradimento tra i camminatori italiani e stranieri. È www.montesenariosacroeremo.eu comparsa nel film Una gita scolastica di Pupi Avati, ed è www.fiesoleforyou.it stata raccontata in libri dedicati all’escursionismo e al trek- king, tra cui, Il Sentiero degli Dei, di Wu Ming 2.

PAESAGGI DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO

La Via degli Dei è un trekking di difficoltà media che può essere suddiviso in tappe di lunghezza compresa tra i 20 e i 25 km. Risulta impegnativo solo in alcuni tratti, a condizione di avere un buon allenamento a camminare in montagna. Può essere percorso anche in mountain bike, e di recente è

16 17 DA SCOPRIRE

PASSO DELLA FUTA Nel più grande cimitero tedesco in Italia, che si trova in prossimità del passo, sono custodite 30.000 sepolture risalenti alla Seconda guerra mondiale, a ricordare che lungo queste vallate passava la Linea Gotica, con il suo triste carico di battaglie, rastrellamenti, immani sofferenze per le popolazioni locali.

OSTERIA BRUCIATA Antiche leggende, ben note in tutto l’alto Santuario di Montesenario Mugello, raccontano di questo malfamato ricovero posto proprio sul crinale tra le SANTUARIO DI MONTESENARIO vallate del Sieve e del Santerno, dove Nel dicembre 1917 papa Benedetto XV i viandanti, che dopo la lunga ascesa elevò al rango di basilica minore questo speravano finalmente di essere giunti santuario, uno dei più importanti della in un luogo di ristoro, venivano invece Toscana. L’eremo fu eretto intorno al 1245 sequestrati, derubati e poi uccisi. da sette nobili fiorentini, e rappresenta uno straordinario luogo di quiete e di pace dove si può sperimentare un momento di intensa spiritualità.

FIESOLE Dall’alto dei suoi colli, si gode un panorama incomparabile sulla piana di Firenze. Ma l’attrattiva dell’antica città etrusca non si limita certo alla vista. Nel corso dei secoli, si è arricchita di edifici medievali, e più tardi di ville gentilizie. Oggi Fiesole, ultima tappa sulla Via degli Dei prima di entrare nella rinascimentale Firenze, è uno dei più interessanti scrigni d’arte e di cultura della Toscana, con un ricco patrimonio ereditato Il passo dell’Osteria Bruciata dall’illustre passato, tra cui i musei, i A sinistra: acero sul crinale monumenti, il teatro romano e l’acropoli.

19 VIA DEL VOLTO SANTO PARTENZA Pontremoli ARRIVO Lucca LUNGHEZZA 146 km COME ARRIVARE in auto, autostrada della Cisa A15, uscita Pontremoli. In treno, stazione di Pontremoli.

Già nota come “Francigena di montagna”, la Via del Volto Santo, si snoda tra la Lunigiana e la Garfagnana lungo le antiche mulattiere delle Alpi Apuane e dell’Appennino. L’itinerario è una delle principali vie di comunicazione transappenninica, e fin dal Medioevo è anche un frequentato pellegrinaggio devozionale, legato al culto del Volto Santo conservato a Lucca. Un cammino affascinante sia dal punto di vista paesaggistico, per le superbe vedute sulle creste delle Apuane che ripagano della fatica dell’ascesa, sia da quello storico-culturale, perché offre la possibilità di ammirare i numerosi castelli tipici del dominio dei Malaspina, i ponti a gobba, le pievi, le fortezze e i resti di antichi ospedali. Attraverso una Toscana poco conosciuta e meno turistica, ma tutta da scoprire.

Nelle pagine precedenti: Lucca Il Volto LA LEGGENDA Santo DEL VOLTO SANTO

Meta di questo cammino è un crocifisso ligneo di natura miracolosa, recante un’immagine “acheropita”, termine di origine greco-bizantina con cui si indicano le opere che non sarebbero state realizzate da mano umana, ma che sarebbero “apparse” per intervento divino. L’attuale croce, che è proba- bilmente una copia dell’originale, forse realizzata tra l’XI e il XIII secolo, si trova a Lucca nella cattedrale di San Martino, conservata nella cappella che fu costruita da Matteo Civitali nel 1484. L’opera diede una grandissima fama alla città che, durante il Medioevo, divenne una meta quasi obbligata per i molti pellegrini che dal Nord Italia e dall’Europa si recavano a Roma, o verso gli altri luoghi di culto della penisola. La Via del Volto Santo si mantenne viva sino agli inizi del XIV secolo, e con il tempo si costruirono strutture a sostegno di viandanti e pellegrini nei pressi dei centri abitati o al loro interno. Successivamente la frequentazione di questa strada si ridusse di molto a causa delle numerose epidemie di peste nera. Il cammino è di circa 20 km più lungo rispetto alla Via Francigena che passa per la Versilia. Ma la scelta di arrivare a Lucca per un percorso interno più articolato e con accen- tuati dislivelli era dettata dal fatto che l’attraversamento dei monti tra la Lunigiana e la Garfagnana, benché più faticoso, garantiva maggiore sicurezza rispetto alle strade della costa, soggette alle razzie dei pirati e all’ambiente malsano delle zone acquitrinose. diversi influssi culturali che l’hanno segnata. Qui sono custo- diti, nei monumenti e nelle tradizioni, le eredità dei popoli che sono passati per la valle del Magra, la sua principale diret- trice. Se le prime tracce di insediamento risalgono a duemila A PIEDI DALLA LUNIGIANA anni a.C., la Lunigiana deve però il suo nome ai romani, che nel II secolo a.C. fondarono Luni. Da questo porto partivano ALLA GARFAGNANA le navi cariche di marmo estratto delle Alpi Apuane. Il percorso del Volto Santo si snoda dapprima nella valle La Lunigiana, importantissima zona di transito tra l’Eu- del Deglio, per arrivare a Monti di Licciana Nardi e a Ponte- ropa e l’Italia centrale, difesa un tempo da ben 120 castelli, bosio, passando davanti all’omonimo castello malaspiniano. ha da sempre un’identità forte ma allo stesso tempo aperta ai Si cammina quindi alla volta di Fivizzano, e si sale al passo di

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PONTREMOLI più recente di questi luoghi, quella delle Nel castello costruito tra il IX e il X secolo attività silvo-pastorali che si sono dissolte nel borgo del Piagnaro, il più antico di a causa dell’abbandono delle campagne. Pontremoli, ha sede il Museo delle statue stele lunigianesi che raccoglie numerose FIVIZZANO effigi di guerrieri, donne e bambini risalenti La passione per i libri appartiene all’identità alla civiltà che si sviluppò in questo della Lunigiana, che infatti nel 1471 ospitava territorio prima dell’arrivo dei romani: a Fivizzano una delle prime stamperie le più recenti, risalenti al VI secolo a.C., d’Italia grazie a Jacopo da Fivizzano, mostrano chiare influenze etrusche e che aveva studiato l’arte della stampa a celtiche. Venezia. L’interesse di Jacopo per i libri si diffuse presto in zona, soprattutto VILLAFRANCA IN LUNIGIANA a Pontremoli e a Montereggio, dove i Ospita il Museo etnografico della venditori ambulanti proponevano libri Fivizzano, Tea, a più di 1.000 metri, dove sono visibili le tracce dell’ospe- Lunigiana, dove si racconta la storia popolari, almanacchi, lunari. Dalla metà del castello dale di San Nicolao, situato sullo spartiacque appenninico tra dell’Aquila la valle del Serchio e l’alta valle Aulella. Dopo l’ingresso in Garfagnana si procede verso il borgo di San Michele, con il caratteristico ponte a gobba e la fortezza delle Verrucole, e infine si incontra Castelnuovo di Garfa- gnana, l’abitato più importante della media valle del Serchio. Qui il percorso si congiunge con il cammino proveniente da San Pellegrino in Alpe.

SITOGRAFIA www.viadelvoltosanto.it www.visittuscany.com/it/itinerari/la-via-del-volto-santo www.terredilunigiana.com www.visittuscany.com/en/ideas/a-day-trip-to-lucca www.luccaturismo.it

Borgo a Mozzano, ponte della Maddalena o del Diavolo

26 27 Novecento la vocazione alla pagina scritta delle medaglie di un concorso di poesia. della Lunigiana viene festeggiata con il L’abitazione rustica, immersa in un dolce Premio Bancarella, consegnato ogni anno a paesaggio campestre, è oggi un museo che luglio a Pontremoli da una giuria composta raccoglie le memorie e i cimeli del poeta. di soli librai. LUCCA CASTELNUOVO DI GARFAGNANA Definita, a ragione, città “a misura Dalla cinquecentesca fortezza di d’uomo” per le sue dimensioni, un tessuto Mont’Alfonso, uno dei monumenti più urbano mantenuto inalterato nel corso imponenti della valle del Serchio, si ha dei secoli, per lo straordinario patrimonio una spettacolare vista delle pendici storico-artistico, e per la sua vocazione, dell’Appennino tosco-emiliano e del gruppo accentuatasi negli anni, a ospitare un delle Panie, nelle Alpi Apuane. La fortezza numero sempre più consistente di attività ricopre una superficie di circa 60.000 metri e manifestazioni culturali. Racchiuso quadri, e ha una possente cinta muraria entro il giro delle mura, perfetto esempio lunga 1.150 metri, con sette baluardi e di fortificazione tardo-rinascimentale, il due porte. Lo stemma estense campeggia cuore religioso di Lucca è il complesso ancora sulla porta principale. dedicato ai santi Giovanni e Reparata, con l’antica cattedrale e il battistero, e la piazza CASTELVECCHIO PASCOLI del Duomo, con la chiesa dedicata a san Seguendo il corso del fiume Serchio si Martino. Poco distante si apre piazza San possono visitare i luoghi dove nacquero i Michele, su cui affaccia la splendida chiesa Canti di Castelvecchio di Pascoli: il poeta di San Michele in Foro, costruita in stile trascorse infatti l’ultima parte della sua vita pisano-lucchese, che deve la sua originalità in questo piccolo paese, dove era riuscito alla contrapposizione di elementi romanici ad acquistare una casa vendendo l’oro e gotici.

Fortezza di Montalfonso a Castelnuovo, la ruota del pozzo

29 SENTIERO MATILDE/ CAMMINO DI SAN PELLEGRINO Sentiero Matilde PARTENZA Reggio Emilia ARRIVO San Pellegrino in Alpe LUNGHEZZA 115 km KM IN TOSCANA 5 circa INGRESSO IN TOSCANA presso San Pellegrino in Alpe COME ARRIVARE in auto autostrada A1, uscita Reggio Emilia; in treno, linea alta velocità, stazione Mediopadana

Cammino di San Pellegrino PARTENZA San Pellegrino in Alpe ARRIVO Lucca LUNGHEZZA 71 km COME ARRIVARE in auto, SS324 del passo delle Radici; in treno da Lucca, stazione di Castelnuovo di Garfagnana

I due cammini fanno idealmente parte di un unico percorso, diviso in due tratti dal crinale appenninico, che culmina nella città di Lucca. Sotto l’egida della gran contessa di Canossa, il Sentiero Matilde conduce dall’antica capitale del ducato, Reggio Emilia, a San Pellegrino in Alpe, un vero e proprio balcone naturale affacciato sulla Garfagnana. Regione aspra e selvaggia, questa, definita da Ludovico Ariosto “terra di lupi e di briganti”, ed eterno motivo di contesa tra i signori di Lucca, Firenze e Urbino. Camminare tra le Terre canossiane e la Garfagnana è un viaggio a ritroso nei secoli: castelli, torri e borghi fortificati rammentano al viaggiatore moderno un periodo di forti passioni politiche e religiose. Nel tempo, la lotta dell’uomo con una natura così rigogliosa ma apparentemente inospitale ha piano piano ingentilito il paesaggio, strappando alla montagna porzioni sempre più estese di terra coltivabile. Il Cammino di san Pellegrino attraversa la Garfagnana da nord a sud, e segue in buona parte la vallata del fiume Serchio. NEL REGNO DOLCI COLLINE DEI CASTAGNI LUCCHESI

Il Sentiero Matilde nasce nel 1998 per volontà di un gruppo Dopo aver lambito i numerosi castelli che si ergono come di escursionisti locali che, dopo un attento lavoro di ricostru- muti testimoni di questo vastissimo feudo esteso dalla Lom- zione della viabilità storica, hanno tracciato un percorso ca- bardia alla Toscana, il Sentiero Matilde arriva a San Pelle- pace di legare importanti testimonianze del passato e luoghi grino in Alpe. Da qui si prosegue idealmente sul Cammino di grande valore ambientale. È facilmente riconoscibile grazie di San Pellegrino, e inizia la discesa verso la piana lucchese. alla segnaletica orizzontale rosso-bianco-rosso del Cai; sono A partire da Castelnuovo di Garfagnana il percorso si fonde inoltre visibili lungo tutto il tracciato frecce metalliche con la con quello del Volto Santo proveniente da Pontremoli, e il pa- Cattedrale sigla “SM”. esaggio si addolcisce lasciando affiorare il panorama morbido di Barga Il tratto toscano del percorso è dominato da boschi estesi, delle colline lucchesi. Le ricchezze ambientali e le testimo- principalmente castagneti, i cui frutti hanno rappresentato nianze storico-artistiche si succedono lungo tutta la bassa A pag per secoli la base dell’alimentazione locale. Negli ultimi anni valle del Serchio, dove si incontrano luoghi significativi come 30-31: è stata portata avanti un’importante operazione di salva- il borgo fortificato di Cascio, Gallicano, la bellissima Barga Barga, guardia del territorio soprattutto grazie all’istituzione del e il castello di Ghivizzano. Già a Borgo a Mozzano, la vici- con le Alpi Parco delle Alpi Apuane e dell’Orecchiella che ha permesso di nanza di Lucca è riconoscibile nell’armoniosa composizione Apuane custodire intatta la ricca flora di questa regione, uno dei più di coltivazioni, giardini, belle dimore agricole e residenziali, sullo sfondo preziosi tesori della Garfagnana. e in quelle architetture d’eccellenza che sono le ville, dimore estive del ceto mercantile lucchese. Dopo Ponte a Moriano, si apre il Parco fluviale del Serchio, un’area verde di circa 250 ettari dove si possono effettuare escursioni a piedi e in bici- cletta, fare passeggiate, discese sul fiume in kayak o canoa, o ancora cavalcare fra le bellezze naturali del parco, che accom- pagnano il viaggiatore fino alle mura di Lucca.

SITOGRAFIA www.sentieromatilde.it www.retecamminifrancigeni.eu www.visittuscany.com/it/territori/garfagnana www.visittuscany.com/it/idee/castelli-in-garfagnana www.garfagnana.it www.parcoappennino.it

34 35 DA SCOPRIRE

SAN PELLEGRINO IN ALPE Gallicano, si trova la grotta del Vento, In questo piccolo borgo posto a 1.525 metri una delle più interessanti cavità carsiche di altitudine, sorge un antichissimo ospizio d’Europa. Qui si possono ammirare le che accoglieva i pellegrini in arrivo dal meraviglie del mondo sotterraneo, dalle passo delle Radici. Edificato forse intorno stalagmiti e stalattiti alle colate policrome, all’XI secolo e attivo almeno fino al XVII, dai drappeggi d’alabastro ai laghetti oggi è sede di un museo etnografico che incrostati di cristalli, dai corsi d’acqua alle racconta, attraverso oltre tremila oggetti bizzarre forme d’erosione. e documenti, il lavoro dei contadini, gli Sempre nella stessa valle incontriamo lo ambienti della casa rurale e le attività scenografico eremo di Calomini, che da domestiche e artigiane degli abitanti delle quasi mille anni si aggrappa alla roccia su vallate appenniniche. un impressionante strapiombo.

BARGA BORGO A MOZZANO Paesino di impianto medievale Questo grazioso borgo è conosciuto caratterizzato da una fitta trama di vicoli, principalmente per il ponte della piazzette e slarghi. Il nucleo centrale Maddalena, più noto come ponte del dell’abitato si articola intorno alla piazza del Diavolo. Secondo la credenza popolare, Duomo, da cui si gode un ampio panorama per terminare questo capolavoro di sulle Apuane, e sull’adiacente piazza ingegneria medievale nei tempi prefissati, del Comune dove affacciano bei palazzi un costruttore scese a patti con il Demonio, cinquecenteschi. Nel corso dell’Ottocento, il quale gli promise di ultimarlo in una sola la cittadina si specializzò nella produzione notte in cambio della prima anima che di cappelli di feltro. A Barga, come ad l’avesse attraversato. Preso dal rimorso, Aulla e a Castelnuovo di Garfagnana, l’uomo si fece confessare da un religioso resistono ancora abili artigiani che lavorano che escogitò un’astuta soluzione, facendo su antichi telai secondo la tradizione, e passare per primo un cane (o un maiale, creano caratteristiche coperte di lana dai in un’altra versione). L’animale ne pagò le complicati disegni geometrici e floreali. spese, e il Diavolo scomparve nel fiume.

VALLE DI GALLICANO Al centro del Parco regionale delle Alpi Apuane, in fondo alla valle del Turrite di

Castelnuovo Garfagnana

37 VIA GHIBELLINA PARTENZA Firenze ARRIVO La Verna LUNGHEZZA 83 Km COME ARRIVARE in auto, autostrada A1, uscite Firenze nord o sud; in treno, stazione di Firenze

Il Casentino, oasi verde dell’Appennino tosco- romagnolo, è una delle terre più belle della Toscana. La sua conformazione lo rende simile a un anfiteatro racchiuso entro dorsali montuose e attraversato dall’Arno. Il rilievo del Pratomagno prende il nome dai dossi coperti di prati: verso la Valdarno il paesaggio è più aspro e accidentato, più dolce verso il Casentino. La Via Ghibellina si snoda dunque attraverso una ricca varietà di paesaggi, passando dalla vite e dall’olivo delle colline, alle faggete e ai pascoli di media quota, secondo il disegno modellato dalla settecentesca frammentazione dei grandi appezzamenti in piccoli poderi. I segni di un passato particolarmente ricco di testimonianze storiche e artistiche punteggiano l’intero territorio, dai castelli alle pievi romaniche, fino alle diverse forme di un artigianato artistico che qui vanta una lunga tradizione, a cominciare dalle celebri terrecotte dei Della Robbia.

Nelle pagine precedenti: foresta di Vallombrosa TRA GUERRA E FEDE

In un territorio già segnato da antiche strade di origine ro- mana, è certo che un contributo rilevante alla viabilità venne dai conti Guidi di Poppi, importante famiglia che per circa cinque secoli estese il suo dominio feudale sulla Romagna, il Casentino, parte delle terre fiorentine e di quelle pistoiesi. La Ghibellina era chiamata Via dei Guidi di Poppi, e proprio alla nobile famiglia era delegata la sua manutenzione. In quell’e- poca era infatti consuetudine affidare alle signorie feudali il compito di garantire l’assetto territoriale e la percorribilità del sistema stradale nelle terre controllate. E la Via Ghibel- lina consentiva appunto ai Guidi, secondo lo storico trecente- sco Giovanni Villani, di portare prontamente il loro aiuto mi- litare a Firenze, città alleata. Venute meno le esigenze stret- tamente militari, la zona si andò affermando come luogo di fede: accanto all’abbazia di Vallombrosa, complesso di grande rilevanza spirituale, vanno ricordati almeno il santuario di Poppi, Santa Maria del Sasso di Bibbiena, costruito per volere di Santa Maria della Neve a Pratovecchio. Si conclude infine l’i- La campagna castello dei Lorenzo il Magnifico, quello di Santa Maria delle Grazie a tinerario al santuario de La Verna, fondato da san Francesco attorno Conti Guidi Stia, il monastero di San Giovanni Evangelista e quello di nel 1213: luogo di stupefacente bellezza e tra i più importanti a Bibbiena del francescanesimo, perché qui il santo ricevette le stigmate.

SU E GIÙ PER I COLLI

Quasi tutto il percorso tra Firenze e Poppi si snoda su strade bianche o, se asfaltate, poco trafficate. Alcuni tratti lastricati testimoniano un’antica origine, anche se di incerta datazione. Usciti da Firenze si raggiunge in breve l’Antico Spedale del Bigallo, dove nel Medioevo venivano accolti i vian- danti, di recente destinato ad alloggiare i viaggiatori in cam- mino. Anche a Rignano esisteva uno spedale, in attività fino al XVIII secolo. Superata la pieve di San Pietro a Pitiana, sulla Via Aretina Vetus, e dopo un’erta salita di 6 km che fa toccare quota 1.000 metri di altitudine, si giunge a uno dei luoghi più visitati della Toscana: l’abbazia di Vallombrosa, fondata nel 1036 dal monaco benedettino san Giovanni Gualberto.

42 43 L’attraversamento della stupenda foresta di Vallombrosa regala un momento di grande emozione: Riserva Naturale Biogenetica dal 1977, è una copertura vegetale estesa per circa 1.300 ettari, tra i 500 e i 1.450 metri di altitudine, co- stituita in parte da boschi artificiali di abetine di antica isti- tuzione e in parte da boschi naturali di castagni, alle quote più basse, e di faggi, tigli, aceri, ontani e carpini più in alto. Superata la Croce Vecchia si scende lungo il torrente Scheg- gia verso Pieve Molino, e più oltre si attraversa il torrente Pistiano su un bellissimo ponte medievale. Da Pagliericcio il percorso sale quindi a Castel San Niccolò e raggiunge Strumi. Nella bella stagione si può scegliere una variante passando dalla pieve di San Martino a Vado, che già nel nome manife- sta la necessità di un guado (vado) del torrente Solano. Poco oltre si incontra Poppi, in posizione dominante sul suo colle, quindi si prosegue per Bibbiena, sulla riva sinistra dell’Arno, e successivamente per il santuario di Santa Maria del Sasso. Si raggiunge infine la località Campi e, subito dopo, si sale per 6 km fino al santuario de La Verna.

SITOGRAFIA www.francigenaintoscana.org/wp/le-vie-storiche-2/le-vie-storiche/06- via-ghibellina/ www.visittuscany.com/it/territori/casentino/ www.visittuscany.com/it/itinerari/itinerario-tra-pievi-e-castelli-nei- borghi-medievali-del-casentino/ www.visittuscany.com/it/attrazioni/la-foresta-di-vallombrosa www.casentino.it www.arezzoturismo.it

Firenze, cupola del duomo e campanile di Giotto

44 45 DA SCOPRIRE

FIRENZE BIBBIENA sfruttamento di un’acqua minerale acidula “Florentia”, la florida: questo il nome La cittadina è da secoli sinonimo di nota per uso medicinale fin dal Seicento. premonitore datole dai romani nel I secolo teatro, scenografia e costume, sia per i Il Museo della polvere da sparo e del a.C.. La città, Comune dal XII secolo, suoi illustri cittadini, il mecenate cardinal contrabbando illustra come nell’Ottocento visse da allora una fioritura senza pari Dovizi e gli architetti Galli, che diedero in si producevano le polveri piriche lungo il nella cultura, nell’arte e nei commerci modo diverso un contributo essenziale alla torrente Rassina e i suoi affluenti, e come internazionali, che raggiunse il suo apice cultura teatrale italiana, sia per l’attività si smerciavano sotto banco. All’esterno nel Quattrocento sotto Cosimo e Lorenzo che si sta sviluppando ultimamente è allestito l’itinerario della polveriera de’ Medici, grandi politici ma anche in tale settore. Il teatro Dovizi, di linea dell’Inferno, che porta a uno dei “pilli” (i straordinari mecenati e uomini di cultura. neoclassica e mimetizzato fra i palazzi mortai di pietra in cui si lavorava la polvere) Il granducato di Toscana fu erede di una nobiliari, fu eretto nel 1842 per volontà più grandi e meglio conservati. stagione rinascimentale con cui non era dell’Accademia degli Operosi. Propone facile reggere il confronto, e sopravvisse ancora oggi una stagione teatrale di alto LA VERNA fino all’unificazione dell’Italia, di cui Firenze profilo. Il Comune ha poi promosso la Il convento, circondato da un bosco di fu capitale dal 1865 al 1871. La città iniziò realizzazione del Museo di scenografia. faggi, abeti, aceri e frassini da sempre allora una profonda ristrutturazione, che le curato dai monaci, conserva terrecotte conferì l’aspetto attuale. Oggi è una delle CHITIGNANO robbiane e una farmacia storica del più straordinarie mete turistiche al mondo, In Età moderna la coltura e il libero Cinquecento, in cui è custodito un museo a cielo aperto e testimonianza smercio del tabacco, la produzione e il importante erbario settecentesco. Ci unica dei vertici di pensiero, cultura e arte Cattedrale di Bibbiena commercio clandestino della polvere pirica sono inoltre una foresteria con servizio raggiunti nel corso del Rinascimento. e l’allevamento del baco da seta furono di pensione completa e il Tau, struttura POPPI le principali risorse della comunità di per gruppi giovanili che vogliano fare PRATOVECCHIO Se si vuole comprendere appieno il Chitignano. Queste attività erano affiancate un’esperienza di vita francescana. Fra luglio Storicamente legato al nome di Paolo significato storico del potere signorile, da una buona produzione di vino, dalla e agosto vi si tiene il Festival internazionale Uccello, il grande pittore cui ha dato i non si può mancare una visita al castello raccolta dei prodotti del bosco e dallo di musica d’organo. natali nel 1397, l’abitato è dominato dalle dei conti Guidi, uno dei più classici e imponenti rovine del castello di Romena, meglio conservati esempi di architettura situato a circa 2 km a sud-ovest dal centro. duecentesca toscana. Notevole il LA VIA DELLA TRANSUMANZA La massiccia struttura, eretta intorno al complesso del cortile, dei ballatoi e della Uno dei più importanti raccordi tra la Francigena e la Ghibellina è costituito dalla Via Mille, dal XII secolo fu una delle principali scala. La cappella è decorata da affreschi della Transumanza, oggetto di un recente progetto di recupero e valorizzazione, ancora residenze fortificate dei conti Guidi. Delle attribuiti a Taddeo Gaddi, e in un salone c’è in via di definizione e in attesa di una adeguata segnalazione. Si tratta di una fitta rete quattordici torri originarie ne rimangono una terracotta della scuola dei Della Robbia. di sentieri che ricalcano i percorsi utilizzati dai pastori, dal Medioevo fino alla metà del oggi solo tre, oltre al cassero. Non lontano, Interessante in paese anche la badia di Novecento. Con le greggi di ovini scendevano soprattutto dal Casentino e dal Pistoiese isolata nella campagna, sorge la bellissima San Fedele e, poco fuori dall’abitato, la verso i territori incolti della Maremma pisana e grossetana, che offrivano migliori pieve di San Pietro di Romena, uno dei più pieve di Santa Maria Assunta, fondata dai opportunità di pascolo. interessanti edifici romanici del Casentino. Benedettini nel X secolo.

46 47 VIA CLODIA PARTENZA Roma ARRIVO Grosseto (Roselle) LUNGHEZZA 260 km KM IN TOSCANA 100 circa INGRESSO IN TOSCANA presso Pitigliano COME ARRIVARE le stazioni ferroviarie che offrono collegamenti diretti in autobus per Pitigliano sono Grosseto e Orbetello; in auto, autostrada A1, uscite Orvieto o Orte.

Questo lembo di Toscana riassume tutte le dicotomie del microcosmo storico e geografico della Maremma. Il triangolo “magico” formato da Pitigliano, e Sorano, a cui si aggiunge la vicina con le sue ben note acque termali, rimanda immediatamente alle origini stesse della civiltà toscana. Camminare lungo la Via Clodia significa dunque ripercorrere una storia multiforme, annunciata dal paesaggio, ora dolcemente coperto di viti, ora scolpito nel tufo a formare inquietanti valloni, forre e grotte che sembrano inaccessibili e mai toccati dall’uomo, e rivelano invece arcaici o misteriosi segni lasciati in epoche remote, quando non addirittura strade scavate in trincea o complessi insediamenti rupestri.

Nelle pagine precedenti: Saturnia, le cascate del Mulino UNA VIA MERCANTILE CITTÀ SCOLPITE

La Via Clodia fu costruita dai romani ricalcando probabil- NEL TUFO mente un preesistente tracciato etrusco, costituito dalle vie cave che collegavano Pitigliano, Sorano e Sovana. Già alla La Maremma tufacea è sempre stata una terra di confine, fine del III secolo a.C. risalgono testimonianze certe di questa contesa tra etruschi e romani, longobardi e bizantini, gran- via, che dal 225 a.C. risulta essere totalmente pavimentata. duchi e papato. Nell’antichità fu un’importante area di col- La sua posizione mediana tra la Via Cassia e l’Aurelia la ca- legamento tra l’Etruria settentrionale e quella meridionale, ratterizza come arteria stradale destinata soprattutto ai traf- tra la valle del Tevere e le zone minerarie costiere. Naturale fici mercantili tra Roma e le colonie in terra etrusca, piuttosto dunque che si formasse sui pianori tufacei un reticolo inse- che ai trasferimenti militari. Era chiamata anche “via delle diativo rurale e politico, testimoniato oggi dai tre centri mag- terme”, perché toccava alcune località termali diffuse nel giori e dalle estese necropoli. Straordinaria, per consistenza territorio, tra cui spiccava Saturnia. Questo itinerario pro- e monumentalità, è quella etrusca di Sovana, immersa e in pone un interessante viaggio ambientale e storico-artistico parte nascosta dalla vegetazione che dà vita a un ambiente attraverso la Maremma interna, con i suoi castelli, i paesi di rara suggestione. Se nelle medievali Sovana e Sorano è, medievali e le città scavate nel tufo che dominano, dall’alto sorprendentemente, il disfacimento a rendere avvincente la Sovana, di speroni rocciosi, un paesaggio a tratti selvaggio, a tratti visita - suscitando la nostalgia struggente dell’antico che se- piazza dolcemente terrazzato per coltivare vitigni che producono ot- duceva anche il grande archeologo toscano Ranuccio Bianchi del Pretorio timi vini. Bandinelli - il volto delle città del tufo prende le forme e i colori stessi della roccia vulcanica a Pitigliano, in una spet- tacolare fusione di artificio e natura. Usciti da Roma in di- rezione del lago di Bracciano, si passa il confine tra Lazio e Toscana in prossimità di Pitigliano per poi toccare Sovana, Saturnia, , Montorgiali, Istia d’Ombrone e Roselle. È in progetto di prolungare il percorso per arrivare a Massa Marittima, Volterra, Calci e Camaiore.

SITOGRAFIA www.anticaviaclodia.it www.visittuscany.com/it/itinerari/la-via-clodia-in-toscana/ www.visittuscany.com/it/attrazioni/il-parco-archeologico-citta-del-tufo/ www.visittuscany.com/it/localita/pitigliano/ www.leviecave.it www.parco-maremma.it

52 53 DA SCOPRIRE

PITIGLIANO antica (necropoli etrusche si distribuiscono CASCATE DEL MULINO Ci sono luoghi di grande suggestione che nei dintorni) e non meno affascinante Chi non ha sognato di concedersi almeno fin dal loro primo apparire rimangono per la particolare struttura urbana. Il una volta nella vita un soggiorno rigenerante fortemente impressi nella memoria. Uno borgo, d’impianto medievale e un tempo alle terme, tra bagni caldi, massaggi e di questi è sicuramente Pitigliano, di murato, ha un’interessante e peculiare ogni genere di trattamenti rilassanti? Se eccezionale impatto visivo, con le case a organizzazione interna dettata dalla la località, già nota a etruschi e romani, strapiombo sulla rupe tufacea che formano morfologia della rupe, a cavallo della quale è conosciuta come stazione termale un’ininterrotta e compatta bastionata si sviluppa compatto un fitto reticolo di elegante e mondana, gli appassionati naturale e artificiale al tempo stesso. Di edifici, vicoli, sottopassaggi e gradinate. dei bagni termali forse non conoscono la origine antichissima, Pitigliano fu città possibilità di immergersi gratuitamente, etrusca e poi romana, e nel XIII secolo SOVANA a pochi chilometri di distanza dal centro, appartenne agli Aldobrandeschi, cui Pochi paesi riescono a evocare atmosfere nella sorgente che dà vita alle cascate del subentrarono nel 1293 gli Orsini. Nel corso di vita antica come Sovana, il cui abitato si Mulino, salti d’acqua sulfurea che arrivano del XV secolo vi si stabilì una colonia ebraica: è contratto nei secoli fino a cristallizzarsi in un’unica grande vasca tra spruzzi e nubi quella storica presenza permane dal punto nelle poche case allineate lungo l’asse di vapore acqueo, alla temperatura costante di vista culturale e si alimenta in interventi principale che sfuma subito nella di 37,5° in ogni stagione dell’anno, e dove è di restauro e conservazione dei monumenti campagna. La decadenza, già in atto nel possibile bagnarsi anche di notte. della comunità (sinagoga, forno degli azzimi, Quattrocento, ha disfatto l’antica città bagno rituale, cimitero, museo ebraico). tufacea salvandone però i monumenti SCANSANO più insigni, che recuperati e valorizzati Una passeggiata lungo le strade lastricate Sovana, via cava SORANO assieme al minuscolo nucleo superstite medievali del centro storico di Scansano Nella “triade” delle città del tufo, accanto a compongono un ambiente di notevole e non può che concludersi in una delle viaggio verso quella Maremma “amara”, Pitigliano e Sovana c’è Sorano, altrettanto singolare pregio. numerose botteghe che propongono la dove imperversavano i miasmi e la malaria. degustazione del celebre vino della zona, Oggi il principale centro abitato di questo il Morellino, accompagnato da assaggi di territorio si adagia nella pianura solcata salumi e formaggi locali. Questo borgo dall’Ombrone, a circa 12 km dal mare. Il agricolo in bella posizione conobbe un nucleo storico, racchiuso da una notevole importante sviluppo urbano a metà cinta muraria, è incentrato nell’ampio Ottocento sotto Leopoldo II, giacché in spazio dominato dalla mole della Cattedrale estate vi venivano trasferiti da Grosseto (d’impianto tardo duecentesco ma i principali enti pubblici per sfuggire alla ampliata nel Novecento con la demolizione malaria, che all’epoca infestava la piana. del palazzo dei Priori), e nella contigua piazza Dante, porticata, di probabile GROSSETO definizione quattrocentesca: un tempo era Sono lontani i tempi in cui andare a chiamata popolarmente Cisternone per una Pitigliano Grosseto voleva dire intraprendere un grande cisterna artesiana dovuta ai Lorena.

54 55 CAMMINO DI DANTE PARTENZA Ravenna ARRIVO Firenze LUNGHEZZA 380 km, andata e ritorno KM IN TOSCANA 190 circa INGRESSO IN TOSCANA presso San Benedetto in Alpe COME ARRIVARE in auto, autostrada A1, uscite Firenze Nord, Signa, Certosa; in treno, stazione di santa Maria Novella

L’esilio e il ritorno. Potrebbe essere così sintetizzato questo anello, simbolicamente circolare come i passi che accompagnano la “Commedia” della vita umana. Proprio in questi luoghi a cavallo tra Toscana e Romagna, agli inizi del XII secolo passò Dante Alighieri, esule da Firenze. Un percorso che ha come estremi la tomba di Dante a Ravenna e il museo Casa di Dante a Firenze. Il Cammino di Dante è innanzitutto un percorso culturale, artistico, storico, filosofico e spirituale. Vi si possono incontrare gli aspri versanti appenninici, i castelli dei conti Guidi, gli spazi ancora integri delle foreste casentinesi e le verdi colline toscane, che come in un grande affresco concorrono a delineare l’affascinante scenario dove riconoscere e collocare i celebri passi della Divina Commedia.

Nelle pagine precedenti: monte Falterona, Parco delle Foreste Casentinesi pittoreschi borghi in pietra di Chitignano, Raggiolo e Talla, LA VIABILITÀ STORICA fino a Poppi, dove, sulla piazza antistante il castello dei conti Guidi, la statua di Dante accoglie i viaggiatori. Il percorso ricalca in gran parte tracciati “in cresta” di origine etrusco-romana, poi utilizzati nel corso dei secoli fino allo sviluppo dell’attuale rete viaria risalente alla fine dell’Ottocento. Sono previsti passaggi su strade più recenti UN GIOIELLO laddove è necessario il raccordo tra i vari punti di interesse, ma il cammino è comunque organizzato per ridurre al mi- DELLA NATURA nimo la percorrenza su asfaltato. L’itinerario, che può essere percorso a piedi o in bicicletta, parte e arriva in città colme Il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, istituito nel di storia e cultura come Ravenna e Firenze, e inanella tutta 1993, si estende su un vasto territorio a cavallo tra Romagna una serie di località e di centri minori dove è piacevole so- e Toscana. Le foreste demaniali sono un complesso antico la stare godendo della tranquillità e del fluire di una quotidia- cui oculata gestione nei secoli ha consentito la conservazione nità lenta e armoniosa. In territorio toscano il Cammino di di un ricco patrimonio di flora e fauna. Ne fanno parte la Dante attraversa il Casentino. Usciti da Firenze ci si inerpica riserva naturale integrale di Sasso Fratino, la prima istitu- dapprima verso il borgo montano di Montemignaio nel Pra- ita in Italia nel 1959, e quella della Pietra. Qui sono tornati tomagno, per poi lambire il Castello di Romena e quello di stabilmente il lupo e l’aquila reale; consistenti popolazioni Porciano, che svetta sul borgo di Stia, l’eremo e il monastero di cervi, caprioli e daini rappresentano solo il più visibile ef- La statua di Camaldoli, fino al Monte Falterona, dove nasce l’Arno. Su- fetto di un ritrovato equilibrio ecologico. Nel luglio 2017 la di Dante perato il santuario della Verna, si toccano il paese Caprese commissione Unesco ha inserito le sue faggete vetuste nel a Poppi Michelangelo, che diede i natali al celebre scultore, quindi i Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Sul versante toscano, il quadro ambientale è completato da un territorio chiaramente segnato dall’attività dell’uomo, che ha modellato un paesag- gio fatto di boschi alternati a pascoli e coltivi, con pievi, eremi e monasteri, emblema di tutto il Casentino.

SITOGRAFIA www.camminodante.com www.ilcamminodidanteincasentino.it www.firenzeturismo.it www.museocasadidante.it www.parcoforestecasentinesi.it www.visittuscany.com/it/territori/val-di-sieve

60 61 DA SCOPRIRE

MARRADI DICOMANO È luogo d’origine del poeta Dino Campana, La sua posizione, a metà delle vie che che grazie alla sua prosa visionaria conducono verso Firenze e il Casentino dal evidenzia il profondo legame con la sua Mugello e dalla Romagna, ne ha da sempre terra natale. Il circostante territorio fatto un punto d’incontro e di scambio tra appenninico è disseminato di monumenti tradizioni diverse, testimoniate dal centro religiosi particolarmente affascinanti: tra storico che presenta eleganti palazzi con questi, il complesso della badia di Santa loggiati comunicanti. Merita una visita la Reparata, fondata nell’XI secolo da san Pieve di Santa Maria che sovrasta l’abitato: Giovanni Gualberto; l’eremo di Gamogna, l’edificio ha mantenuto l’originale struttura fondato da san Pier Damiani; l’abbazia romanica e conserva al suo interno tracce di di Crespino e la badia di San Giovanni in affreschi giotteschi (XIV secolo) raccogliendo Acerreta. altresì numerosi dipinti di scuola fiorentina del Cinquecento e del Seicento. SAN GODENZO È una delle porte ideali per accedere al PONTASSIEVE Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Il nome di questa cittadina, posta alla Monte Falterona e Campigna, che confluenza della Sieve con l’Arno, racconta d’autunno si tinge di mille colori, tanto del ponte mediceo risalente a metà del 1500, da essere uno dei luoghi migliori per quando Cosimo I de’ Medici ne commissionò ammirare lo spettacolo delle foglie che la costruzione per mettere in collegamento mutano assumendo tutte le sfumature Firenze e la Val di Sieve, il Casentino e il del rosso, del giallo e dell’arancione. Oltre Valdarno. Il ponte, che collega il borgo alle bellezze naturalistiche si possono storico con la frazione di San Francesco di ammirare anche luoghi dalla forte valenza Pelago, presenta una struttura costituita da storica, come l’eremo di Santa Maria, due arcate in mattoni rossi che poggiano e l’abbazia di San Godenzo, notevole su un robusto pilone centrale in pietra forte esempio di architettura romanica in dominato dallo stemma della nobile famiglia Toscana. fiorentina.

San Godenzo

63 VIA LAURETANA SENESE PARTENZA Siena ARRIVO Cortona LUNGHEZZA 80 km COME ARRIVARE in auto da nord autostrada A1, uscita Firenze Impruneta, poi superstrada Firenze-Siena; da sud uscita Valdichiana, poi SS 326 raccordo Siena- Bettolle. In treno, stazione di Siena.

“Mare aperto” secondo il poeta Mario Luzi, ma anche distesa di colli “senza dolcezza d’alberi”, come già l’aveva definita Federigo Tozzi. E in effetti non manca di colpire il panorama privo di elementi verticali che caratterizza una fascia di territorio tra le immediate vicinanze di Siena, verso sud, e le pendici del monte Cetona e dell’Amiata. La Lauretana Senese, che attraversa questo straordinario paesaggio, rappresentava un’importante collegamento interno tra la grande direttrice della Via Francigena e Camucia, ai piedi di Cortona, superata la quale l’itinerario prendeva la direzione di Passignano, lambiva Perugia e proseguiva sino a Loreto. Se in passato a percorrere questa strada erano artisti, pellegrini e mercanti, oggi sono viaggiatori che scelgono di camminare in mezzo a quello che è stato definito uno dei più bei paesaggi d’Italia.

Nelle pagine precedenti: Montepulciano AGGIRARE LE PALUDI ATTRAVERSARE

Da Siena ad Asciano, Montepulciano e Cortona seguendo IL DESERTO il tracciato di un antico percorso etrusco-romano. La primi- tiva via, nata come uno dei tanti diverticoli della Via Cas- Poeti, letterati e artisti di ogni tempo hanno cercato di de- sia, passava infatti per Fratta, Santa Caterina, Fratticciola, finire l’anima di questa terra, che sembra nata soprattutto Creti, Ponti di Cortona, Foiano della Chiana, Lucignano, Ri- per suscitare ammirazione per la sua bellezza. Nei secoli, gomagno, San Gimignanello, Asciano e terminava a Siena. la pittura ha tratto ispirazione dai mutevoli e variegati am- L’importanza strategica di questo tragitto collinare era deter- bienti rurali, facendo dei fondali i protagonisti stessi di molti minato dal fatto che aggirava le paludi della Val di Chiana, capolavori. L’immagine di queste spoglie colline rimanda su- permettendo il transito di uomini e merci anche nei periodi bito agli scenari pittorici di Duccio, Pietro Lorenzetti, Bar- in cui il più corto e comodo percorso di pianura era reso dif- tolo di Fredi, Sano di Pietro o Giovanni di Paolo. Nella storia ficoltoso dagli acquitrini e pericoloso per la malaria. A mi- dell’arte, uno strano destino toccò tuttavia alle Crete senesi, gliorarne la viabilità fu, nel 1775, il granduca Leopoldo II doviziosamente ritratte nel Medioevo fino al Quattrocento, d’Asburgo-Lorena, che ristrutturò e potenziò la tratta più im- per poi quasi sparire dall’arte figurativa toscana. La sensi- portante della Lauretana nella convinzione che potesse avere bilità rinascimentale distolse gli occhi dalle tormentate ar- un’importanza strategica nel commercio del grano della Val gille, alle quali volsero più tardi le spalle anche i viaggiatori di Chiana, che proprio in quel periodo conosceva importanti ottocenteschi del Grand Tour. All’avara nudità degli spazi e Crete senesi interventi di bonifica. alla monotonia delle forme, che paiono arcaiche, immutabili e quasi pietrificate, si oppongono i colori, che invece cam- biano con le stagioni in modi sorprendenti, in una costante evoluzione cromatica dal verde smagliante della primavera al giallo bruciato dell’estate. La “riscoperta” delle Crete, in chiave turistica, è fenomeno abbastanza recente: forse il cam- minare attraverso il deserto e la solitudine della creta ben si accompagnano alle inquietudini dell’uomo contemporaneo.

SITOGRAFIA www.camminilauretani.eu www.visittuscany.com/it/itinerari/nelle-crete-senesi-lungo-la-via- lauretana www.visittuscany.com/it/territori/val-dorcia www.terresiena.it/crete-senesi www.monte-oliveto.com/ www.parcodellavaldorcia.com

68 69 DA SCOPRIRE

SIENA della selva entro cui si nasconde. Cipressi, Autentico cuore dell’abitato, la piazza olivi, pini e querce sono una veduta del Campo è spazio di sublime armonia inaspettata, quasi un’isola rigogliosa e unitarietà che la pongono tra le più alte circoscritta dagli strapiombi naturali del creazioni dell’urbanistica medievale. Dal colle. Fu questo il primitivo laboratorio della Campo al duomo si segue la via di Città, scienza agricola olivetana: in queste terre che lo stesso nome indica come la più inospitali, nel Trecento significativamente importante della Siena medievale e anche chiamate “deserto di Accona”, i monaci quella sulla quale si trova la maggior impararono a bonificare, rimboschire e concentrazione di palazzi nobiliari. La mettere a coltura, fino a trasformare la piazza del Duomo non era solo la sede del landa inospitale in uno dei maggiori fulcri potere religioso, ma vi sorgeva anche il del monachesimo benedettino. grande Spedale di Santa Maria della Scala, PIENZA ASCIANO In principio era Corsignano, un piccolo Vi si arriva dopo un saliscendi tra i calanchi borgo dipendente dall’abbazia del monte e i dossi delle Crete. Superata la cortina Amiata dal IX al XII secolo; venne fortificato trecentesca, si entra nel borgo, e una da Siena, che lo reputava strategico nel suo passeggiata in centro offre diversi spunti territorio, a metà del Duecento. A mutarne i per ricostruire la storia del paese. Il tono destini (e anche il nome cambiato in Pienza, signorile di alcuni palazzetti fa capire che cioè la città di Pio), diventando il sogno Siena, gli stemmi delle contrade Asciano visse una stagione di prosperità realizzato dell’umanesimo rinascimentale, a partire dalla fine del Duecento, grazie ai fu Enea Silvio Piccolomini, papa con il e palestra d’azione di architetti come poggi, fu scelta non a caso dagli etruschi, commerci e alle produzioni cerealicole. È nome di Pio II, al cui seguito viaggiava Leon Michelozzo, Antonio da Sangallo il Vecchio che la elessero a centro di controllo del sorprendente scoprire quanta arte e cultura Battista Alberti: dalla comunanza di intenti e il Vignola, Montepulciano si allunga territorio circostante. Il verde e luminoso si concentrino in questo borgo agricolo. di questi due uomini nasce la splendida attorno al suo colle, denso delle memorie paesaggio della Val di Chiana appare Obbligatoria una sosta al Museo civico esperienza di questo organismo urbano, storiche che gli hanno conferito una camminando tra le vie della cittadina, tra archeologico e d’arte sacra del palazzo rimasto uno dei più riusciti esempi di singolare armonia di forme. E dopo tanta i palazzi in pietra serena e le piazzette Corboli, nuovissimo nell’allestimento. progettazione spaziale quattrocentesca. cultura, non può mancare un riferimento panoramiche affacciate sull’immensità oggi polo culturale di primaria importanza. allo splendido vino di questa terra: il Nobile, della valle. Cortona è famosa anche MONTEPULCIANO che ha ormai acquisito fama a livello per il suo artigianato, in particolare per ABBAZIA DI MONTE OLIVETO È un borgo di antica nobiltà, dove le mondiale. le ceramiche, e per la Mostra mercato MAGGIORE architetture medievali si fondono con i nazionale del mobile antico, una delle più Epicentro della religiosità e dell’arte delle portati del rinascimento fiorentino e con gli CORTONA prestigiose manifestazioni del settore, che Crete senesi, l’abbazia di Monte Oliveto equilibri romani del manierismo: patria del Abbarbicata in una posizione da cui si si svolge dall’ultimo sabato di agosto alla Maggiore è annunciata dal verde intenso raffinato cantore dell’umanesimo Poliziano, possono ammirare distese di campi e seconda domenica di settembre.

70 71 VIA ROMEA GERMANICA PARTENZA Brennero ARRIVO Roma LUNGHEZZA 987 km KM IN TOSCANA 115 circa INGRESSO IN TOSCANA presso il passo Serra o il passo dei Mandrioli COME ARRIVARE in auto, autostrada A1 uscita Arezzo; in treno, stazione di Arezzo

Nel Medioevo questo tracciato era uno dei principali collegamenti tra il mondo germanico e l’Italia centrale. Per Via Romea Germanica si intende infatti il percorso seguito dai pellegrini che dalla penisola scandinava e dall’Europa centrale e orientale si recavano a Roma. L’attuale itinerario, individuato nei primi anni Duemila grazie a un approfondito studio storico e archeologico condotto in tre Paesi (Germania, Austria e Italia), ricalca quello effettuato nel 1236 dall’abate Alberto di Stade, antica città anseatica. Il lungo tratto toscano taglia trasversalmente tutto il territorio aretino e ne condensa mirabilmente i principali tratti del paesaggio, ancora permeato dai segni della mezzadria, e dove le dorsali collinari si allungano dolcemente punteggiate di eremi, badie, castelli e piccoli nuclei abitati in pietra.

Nelle pagine precedenti: Arezzo, ponte Buriano PELLEGRINI VERSO ROMA

Davvero grande deve essere stato lo stupore che colse quei lontani romei quando, superato il crinale appenninico, il loro sguardo si perse sulle infinite distese di boschi che ancor oggi coprono le dorsali del Casentino. All’Alpe Serra si può scegliere se seguire l’itinerario “storico”, attraverso la Valle Santa (da percorrere solo a piedi) o quello per La Verna (an- che in bicicletta). I due tracciati si ricongiungono poi nella Valle dell’Arno, da seguire fino alla splendida città di Arezzo con il suo straordinario patrimonio culturale di immenso va- lore storico-artistico. Si continua quindi per la Valdichiana fino alla città-museo di Cortona, altro prezioso gioiello arti- stico, prima di lasciare il territorio toscano, ormai in prossi- mità delle sponde del lago Trasimeno. glioria dei fondi, dall’altro ha certo consentito il permanere di Castiglion forme di paesaggio che oggi, in un ben diverso contesto sociale Fiorentino, e culturale, rappresentano il vanto di quelle stesse regioni piazza del che sembravano fino a pochi decenni or sono condannate al Municipio PAESAGGIO AGRARIO più assoluto immobilismo agricolo. In particolare, tra gli inizi e loggiato dell’Ottocento e il primo Novecento, la Valdichiana venne bo- Vasariano E ABITAZIONI RURALI nificata diventando un territorio fertile per le coltivazioni di cereali, l’allevamento del bestiame, la produzione di vino e L’ampia fascia di territorio che dai rilievi preappenninici si seta. A conferma dei progressi compiuti permane la rete di prolunga quasi fino alle colline tufacee e vulcaniche al confine case coloniche distribuite nella campagna bonificata. tra Toscana e alto Lazio costituisce un’unità storica e geogra- fica dalle ben definite caratteristiche ambientali, cui si so- vrappongono una struttura fondiaria e un paesaggio agrario SITOGRAFIA caratterizzato da piccole aziende a conduzione mezzadrile, www.viaromeagermanica.com case rurali poste sulla sommità dei dossi quasi a guardia di www.visittuscany.com/it/itinerari/la-via-romea-in-toscana-da-sassaia- uno spazio agrario ben delimitato, colture promiscue con pre- a-cortona valenza di seminativi (soprattutto grano), vigneti e oliveti. La www.visittuscany.com/it/proposte-di-viaggio/la-via-romea-di-stade-5- rottura degli equilibri a lungo mantenuti grazie a una pa- giorni-in-cammino-nella-storia/ ziente opera di modellamento del paesaggio agrario inizia a www.visittuscany.com/it/territori/valdichiana partire dal secondo dopoguerra e si accentua nel corso degli www.terresiena.it/it/val-di-chiana anni Sessanta, con la definitiva abolizione del contratto mez- www.lavaldichiana.it/il-paesaggio-culturale-tra-mezzadria-e- zadrile, assai diffuso in tutte le aree collinari, che se da un agricoltura/ lato non incentivava il mezzadro a grossi interventi di mi-

76 77 DA SCOPRIRE

SUBBIANO Questo lembo di Casentino ha storicamente avuto nell’utilizzo dell’acqua l’elemento caratterizzante del paesaggio. Ne sono testimonianza i ponti, i mulini, le ferriere e i manufatti per il trasporto via acqua del legname proveniente dai boschi circostanti. Di tutto questo restano tracce a Subiano, borgo adagiato lungo le sponde dell’Arno, che conserva i resti di un antico mulino, insieme a piazzette storiche e al castello con la torre longobarda. Esemplare di razza Chianina in Valdichiana

AREZZO prima etrusca e poi romana, sempre fiera La città appare legata soprattutto alla anche nei suoi periodi più difficili, come figura di Piero della Francesca e al suo quelli della sottomissione alla guelfa ruolo di innovatore, capace di lasciarsi alle Firenze, nel 1384. Le facciate dei palazzi, la spalle la staticità dell’arte medievale e di monumentalità delle piazze - basta pensare Arezzo cimentarsi sull’innovativo terreno della alla bellissima e particolare piazza Grande visione prospettica. Considerata non a caso - gli edifici religiosi, tutto ad Arezzo ricorda l’importante e antichissimo santuario mammiferi di colore bianco e di grossa opera rivoluzionaria per novità tecnica, l’importanza storica e culturale della città. portato alla luce nell’area del Cassero taglia, progenitori degli attuali bovini di spicca la Leggenda della Vera Croce, rivela, infatti, che qui sorgeva un centro razza Chianina. Testimonianze storiche ciclo di affreschi eseguito dall’artista tra CASTIGLION FIORENTINO etrusco di rilevanza strategica per i della loro presenza nell’antichità sono il 1453 e il 1466 all’interno della chiesa di Segnalato dalla torre del Cassero, emblema contatti tra Arezzo, Cortona e Chiusi, le legate anche a sculture e pitture, come San Francesco. Passeggiare per il centro paesistico del raccolto borgo collinare, grandi città della geografia politica del la testa di toro raffigurata sopra un’ara storico di Arezzo significa immergersi è al centro di una delle più sorprendenti tempo. Una visita alla Pinacoteca svela romana del I secolo d.C., rinvenuta ad nella storia secolare di una città che fu scoperte archeologiche recenti in Toscana: poi documenti d’arte medievale di non Asciano, nelle Crete senesi, non lontano minore suggestione, come il Crocifisso del dalla Valdichiana. Il colore candido e le Maestro di San Francesco, affascinante notevoli dimensioni sono caratteristiche LA STRADA DEI SETTE PONTI pittore umbro del Duecento, e due dipinti peculiari della razza Chianina, il cui Da Firenze si può raggiungere il Casentino percorrendo questa antica strada così di Bartolomeo della Gatta, tra i più originali allevamento ebbe un forte sviluppo a chiamata per i ponti in pietra che vi si incontrano. Il cammino, lungo 60 km circa, tocca artisti del Quattrocento toscano. partire dal XIX secolo, in coincidenza con in successione Pontassieve, Vallombrosa, Reggello, San Giovanni Valdarno, Loro il completamento delle bonifiche della Ciuffenna e si conclude ad Arezzo. Brevi deviazioni consentono di visitare alcune pievi VALDICHIANA Valdichiana; da allora ha cominciato a romantiche, tra le più belle e meglio conservate del territorio aretino. Gli etruschi, e poi i romani, utilizzavano essere considerata una delle razze più nei cortei trionfali e per i sacrifici agli dei pregiate d’Italia.

78 79 ROMEA STRATA PARTENZA Tarvisio ARRIVO San Miniato LUNGHEZZA 1.300 km KM IN TOSCANA 100 km circa INGRESSO IN TOSCANA presso il passo di Croce Arcana COME ARRIVARE in auto, autostrada A11, uscita Pistoia; in treno, stazione di Pistoia

L’immagine più immediata offerta da questa lunghissima via che storicamente raccoglieva i pellegrini provenienti dall’Europa centro-orientale è quella del letto di un grande fiume che, nel suo scorrere verso la foce, raccoglie numerosi bracci secondari a formare un alveo ancora più ampio e complesso di quello della stessa Francigena. Uno dei corsi principali è certamente rappresentato dalla Romea Nonantolana Longobarda, che partendo da Badia Polesine passa per Nonantola, scavalca gli Appennini al passo di Croce Arcana per poi percorrere trasversalmente larga parte della montagna pistoiese. L’itinerario si snoda in un paesaggio caratterizzato da alte vette, numerosi corsi d’acqua, boschi e foreste con flora rigogliosa e ricca di conifere, castagni e faggi. I nuclei abitati raccontano la storia del secolare rapporto con la montagna e le sue antiche e ormai scomparse attività.

Nelle pagine precedenti: San Miniato, panorama POTENTI ABBAZIE ANTICHI MESTIERI

Il tratto toscano del grande progetto Romea Strata attra- Le montagne, in quanto ostacoli naturali, sono spesso con- versa gran parte di quelli che furono i domini della potente siderate delle frontiere destinate a separare realtà contrap- abbazia di Nonantola che, assieme a Cluny e Canterbury, era poste. Ma le zone di confine possono essere anche viste come tra le più importanti e potenti abbazie benedettine d’Europa. centri di espansione e d’irraggiamento, piccoli mondi dotati L’opera di riorganizzazione viaria medievale fu intrapresa di un proprio valore e capaci di attrarre, di legare fra di loro, dal re longobardo Astolfo, il quale nel 749 donò il territorio strettamente, uomini e paesi. Questo il caso della montagna di Fanano e di Sestola al cognato Anselmo. Al decadere di pistoiese attraversata dalla Romea Strata, che consente di Nonantola e all’affermarsi delle potenze autonome e rivali di compiere quasi un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire Modena e Bologna, buona parte del tracciato longobardo di- l’Appennino e indagare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente Sotto: venne oggetto di un trattato siglato nel 1225 tra il Comune sviluppatosi nei secoli. La valorizzazione di questo straordi- Fucecchio di Modena e quello di Pistoia, e utilizzato per tutta l’epoca nario comprensorio è affidato tra l’altro alla creazione dell’E- feudale. In prossimità del valico si raggiungono le praterie comuseo della Montagna Pistoiese, un museo diffuso artico- A pag. 86: d’alta quota con panorami grandiosi che si aprono sulle val- lato su un insieme di itinerari all’aperto, istituzioni culturali Pistoia, late sia emiliane che toscane. Scendendo verso la piana, la e centri per la didattica. Il suo cuore amministrativo si trova battistero Romea Strata attraversa il territorio di Cutigliano, San Mar- a Gavinana, un borgo nel Comune di San Marcello Pistoiese, di San cello Pistoiese, Pistoia, Serravalle Pistoiese, Monsummano nello storico Palazzo Achilli, sede del Punto Informativo Cen- Giovanni Terme, Larciano, Lamporecchio e Quarrata per raggiungere trale, attrezzato con laboratori interattivi e strutture di ac- in Corte infine Fucecchio e San Miniato. coglienza. Così, per esempio, l’itinerario del ferro racconta la storia della siderurgia dal medioevo al XIV secolo, quando la zona divenne primo polo siderurgico del Granducato di To- scana, grazie ai boschi e all’abbondanza d’acqua che garan- tivano l’energia naturale per le fucine. Con l’itinerario del ghiaccio si può scoprire invece la storia della produzione del ghiaccio naturale che si sviluppò sulla montagna pistoiese dalla fine del Settecento ai primi del Novecento. E, ancora, altre proposte introducono alla conoscenza del patrimonio naturalistico, dell’arte sacra, della lavorazione della pietra, o della vita quotidiana di questi luoghi.

SITOGRAFIA www.romeastrata.it www.visittuscany.com/it/territori/montagna-pistoiese www.visittuscany.com/it/localita/pistoia www.territoriopistoia.it www.ecomuseopt.it

84 85 DA SCOPRIRE

CUTIGLIANO Giovanni Michelucci, che rendono omaggio La piazza del Municipio è dominata dal ai due illustri uomini d’arte pistoiesi. palazzo Pretorio o dei Capitani della Montagna, della fine del Trecento. La sua FUCECCHIO facciata è caratterizzata dalla presenza Fu fondata dai conti Cadolingi che qui di un centinaio di stemmi nobiliari che trovarono il luogo ideale per creare una ricordano i capitani che da lì governarono signoria all’incrocio di importanti vie di terra il circostante territorio. Dal paese, oggi e d’acqua. Nel XIV secolo, venne assorbita noto soprattutto come stazione sciistica, nell’orbita fiorentina. Dopo la grande si possono raggiungere il lago Scaffaiolo e peste, la ripresa coincise col graduale Pian degli Ontani, dove ha inizio la stupenda ripopolamento delle campagne su impulso Foresta demaniale dell’Abetone, che ospita del Comune, che cedette i propri terreni a faggi e abeti bianchi secolari. coloro che volevano ripristinarvi le colture, e con gli acquisti sempre più massicci dei SAN MARCELLO PISTOIESE proprietari terrieri fiorentini, tra cui i Medici. Il principale borgo di queste montagne sorge La riforma illuminista di Pietro Leopoldo I su un colle degradante verso il torrente preparò il paese allo sviluppo moderno, che Limestre. All’interno del paese si trovano nell’Ottocento puntò sulla manifattura del le reliquie di Santa Celestina, patrona e lino e su varie attività artigiane. Più tardi si protettrice della montagna. Il paese è punto svilupparono le prime attività industriali, di partenza ideale per escursioni interessanti come la fabbricazione di fiammiferi. e suggestive, lungo la vecchia ferrovia o nella secolare foresta di Teso. SAN MINIATO È l’emblema dello spirito e delle PISTOIA caratteristiche architettoniche dei più bei Libero Comune fin dall’anno Mille circa, fu borghi della Toscana; un concentrato di protagonista di dure battaglie con Firenze storia e cultura che si esprime in luoghi storici e ne rimase sconfitta, ma mantenne la sua e musei imperdibili: la rocca federiciana, il indipendenza fino al 1556, quando fu inclusa conservatorio di Santa Chiara, monastero nel Regno di Toscana. Vestigia intatte della con annesso museo, l’oratorio del Loretino, storia cittadina sono il palazzo comunale, il le raccolte d’arte dell’Arciconfraternita della palazzo dei Vescovi, e l’ospedale del Ceppo, Misericordia e dell’Accademia degli Euteleti. decorato con terracotte dei Della Robbia. Il borgo ha anche alle spalle una secolare Ben articolato anche il sistema museale, storia di vita agricola basata sul nucleo del con il museo civico, il museo Rospigliosi, i podere, con i piccoli appezzamenti segnati centri di documentazione su Marino Marini e dai filari di cipressi e olmi.

86 87 CAMMINI FRANCESCANI PARTENZA La Verna ARRIVO Roma LUNGHEZZA 400 km KM IN TOSCANA 60 circa USCITA DALLA TOSCANA poco dopo Gricignano COME ARRIVARE In auto, E45 uscita Pieve Santo Stefano; in treno, stazione di Arezzo

Nessun percorso meglio di questo permette di entrare in contatto con la straordinaria esperienza di vita di san Francesco, da riscoprire a ogni passo attraverso le tappe, le ore di cammino, la visione e il silenzio dei luoghi, l’accoglienza lungo la strada per Assisi e Roma. La figura di Francesco è presente negli eremi e negli edifici religiosi che si visitano, ma anche nell’armonia del paesaggio, dove la dolcezza dei rilievi collinari toscani e umbri infonde quel senso di armonia e pacatezza che rappresenta un elemento inscindibile della spiritualità francescana. Un autentico cammino dell’anima che viene incontro all’esigenza, anche dell’uomo d’oggi, di ricercare nelle profondità di se stesso il senso della propria esistenza.

Nelle pagine precedenti: santuario de La Verna LUOGHI DEL SILENZIO

Se La Verna costituisce il principale punto di riferimento della devozione francescana in Toscana, tutta l’alta Valtibe- rina presenta una fitta rete di conventi, monasteri ed eremi che accolgono pellegrini e viaggiatori da tutto il mondo. Sono siti da visitare per la grande ricchezza di testimonianze sto- riche e artistiche che raccolgono, ma soprattutto luoghi dove sostare per poche ore, o meglio per un breve soggiorno, go- dendo della pace, del silenzio e del clima di spiritualità che vi si respira. Così, per esempio, l’eremo delle Caselle ricorda dove Francesco, dopo aver ricevuto le stimmate, si fermò nella località chiamata La Casella per dire addio al monte della Anghiari Verna. Nel Comune di Pieve Santo Stefano si trova Cerbaiolo, DIVERSI PERCORSI, un piccolo eremo costruito sulla roccia. Nel 1218 vi presero dimora i frati francescani. Non è sicuro se Francesco vi ab- UN SOLO INTENTO bia abitato, ma è verosimile che vi abbia transitato durante i suoi viaggi. E, ancora, sulle colline a ridosso di Sansepolcro A piedi, in bicicletta, ora anche a cavallo o a dorso d’asino. si trova l’eremo di Montecasale, edificato sui resti di un’an- Diversi percorsi si intrecciano: Di qui passò Francesco, che tica fortezza dai monaci camaldolesi, che lo utilizzarono come parte in Toscana a La Verna e arriva a Poggio Bustone in Lazio, ospizio dei pellegrini e centro di assistenza per i malati. L’e- così come la Via di Francesco, che arriva fino a Roma; il Cam- lenco potrebbe continuare a lungo. Qui ognuno può ricercare mino di Assisi che parte da Dovadola, in Romagna, per entrare il luogo che meglio interpreta la propria idea di spiritualità in Toscana al passo della Calla, raggiungere Camaldoli e La e di intimo rapporto con la natura e l’ambiente circostante. Verna. Da qui corre parallelo agli altri percorsi. In Val Tiberina la Comunità Montana ha tracciato e segnalato un Cammino di Francesco, un anello che in buona parte coincide a ovest con SITOGRAFIA il Cammino di Assisi e a est con il percorso Di qui Passò Fran- www.laverna.it cesco. I percorsi sono tutti ben segnalati, talvolta addirittura www.valtiberinaintoscana.it/it con una sovrabbondanza di cartelli e segnavia. Punto di par- www.visittuscany.com/it/itinerari/cammino-di-san-francesco-dalla- tenza comune è il santuario de La Verna, immerso in una fore- verna-a-montecasale/ sta di abeti e faggi. La prima parte del percorso si snoda lungo www.visittuscany.com/it/attrazioni/il-santuario-della-verna sentieri spesso ripidi e in discesa, che richiedono un discreto www.battaglia.anghiari.it/ allenamento fisico. Si superano quindi le colline più morbide www.parks.it/riserva.alpe.luna/ dell’alta valle del fiume Tevere, toccando i centri di Pieve Santo Stefano e Sansepolcro, al confine tra Toscana, Umbria e Mar- che. Continuando verso sud si toccano altre importanti località, come Città di Castello, Gubbio, Valfabbrica, per giungere infine ad Assisi accolti dalla monumentale basilica del Santo.

92 93 DA SCOPRIRE

PIEVE SANTO STEFANO Dal 1984, questa bella cittadina sulle rive del Tevere ospita, nella sede del Municipio, l’Archivio diaristico: un archivio pubblico che raccoglie diari, epistolari, memorie autobiografiche della gente comune. L’Archivio, ideato e fondato dal giornalista Saverio Tutino, è ora anche un Piccolo museo del diario, luogo magico in cui gli oggetti sussurrano le vite qui conservate, che sono le vite di tutti e la storia d’Italia. Caprese Michelangelo, casa natale dell’artista

CAPRESE MICHELANGELO ANGHIARI E MONTERCHI Arroccato su un colle non lontano dal Attraverso paesaggi ricchi di boschi complesso dell’Alpe di Catenaia, nel secolari e di scorci panoramici si giunge ad 1475 vi venne alla luce il grande artista Anghiari, divenuta celebre per la battaglia “fiorentino” (il padre vi era stato inviato da del 1440 affrescata da Leonardo da Vinci; Firenze come podestà). Fu battezzato nella qui le piazzette e gli stretti vicoli ospitano Sansepolcro, eremo di Montecasale semplice chiesetta del paese, e le vicende diverse botteghe antiquarie e laboratori e l’arte del maestro sono raccontate nel di restauro del mobile. A Monterchi si della Misericordia, la Risurrezione di ALPE DELLA LUNA museo locale. viene soprattutto per la celebre Madonna Cristo, gli affreschi di San Giuliano e San La riserva si estende su un vasto del Parto di Piero della Francesca, opera Ludovico). Ammirata la sublime e serena comprensorio che, dallo spartiacque innovativa e originale, omaggio dell’artista arte di Piero, occorre però affrontare il dell’Alpe della Luna, degrada sia verso la alla madre, nativa proprio di Monterchi. dramma raccontato dal Rosso Fiorentino Valtiberina sia verso le Marche. Si tratta nella Deposizione, emozionante capolavoro essenzialmente di un vasto bosco: alle SANSEPOLCRO del manierismo toscano custodito nella quote superiori predomina la faggeta, Per raggiungere Sansepolcro, paese natale chiesa di San Lorenzo. Lo stile e il tempo mentre più in basso si trovano, tra gli altri, di Piero della Francesca, si può imboccare di Piero continuano a vivere la seconda il cerro e il carpino nero. La singolarità lo stradone che, dal 1329, lo collega ad domenica di settembre durante il Palio dell’Alpe della Luna sta nell’isolamento Anghiari attraversando con un perfetto della balestra, che si rifà a una tradizione che ha permesso di mantenere quest’area rettifilo la campagna e sovrapponendosi a antica di seicento anni: gli abili arcieri locali, in uno stato ancora pressoché selvaggio; un canale di bonifica. Nel borgo si respira vestiti con abiti che prendono ispirazione non vi sono grandi vie di comunicazione, ovunque il ricordo dell’artista, e molte tra dai dipinti del maestro, sfidano al bersaglio ma solo strade forestali e sentieri per le sue opere più celebri sono conservate con macchine monumentali gli altrettanto l’escursionismo, e non sono quasi presenti Pieve Santo Stefano nel museo civico (ad esempio il polittico esperti “rivali” di Gubbio. al suo interno insediamenti abitativi.

94 95 Progettazione editoriale: Toscana Promozione Turistica

Realizzazione editoriale: Cart’Armata edizioni Srl

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Testi a cura di: Eduardo Grottanelli

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Fotografie di: Regione Toscana: pag. 6, 16, 19 in alto, 20, 26, 28, 42, 44, 48, 52, 54, 55, 62, 68, 77, 80, 84, 86, 94 in alto, 95 Simone Frignani: pag. 5, 10, 14, 15, 18, 19 in basso Niccolò Mazzucco, Luciano Mazzucco, Guido Mori: pag. 8, 27 iStock: pag. 25, 36, 79 Shutterstock: pag. 30, 34, 46, 56, 64, 71, 72, 94 in basso Adobe Stock: pag. 38, 43, 60, 78, 88, 92

Realizzazioni cartografiche: © Monte Meru Soc. Coop. (Assisi)

Stampato nel mese di novembre 2018 Stampatori della Marca Srl, Castelfranco Veneto (Tv)

Questo libro è stampato su carte dotate di certificazione FSC®, che garantisce la provenienza della materia prima da foreste gestite in maniera responsabile. TOSCANA TERRA DI CAMMINI www.visittuscany.com

Alla scoperta di antiche vie e itinerari storici