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Huerta, Santiago y Fabián López Ulloa (eds.). 2013. Actas del Octavo Congreso Nacional de Historia de la Construcción. Madrid, 9-12 de octubre de 2013. Madrid: Instituto Juan de Herrera.

I mulini ad acqua e la loro tecnica costruttiva nella regione

Carlos Alberto Cacciavillani

Il tema di questo lavoro riguarda i mulini ad acqua rami di fiume genera il tratto finale denominato fiu- della valle del - e quanto concerne luoghi, me Saline; da qui, tracciando il confine tra i comuni materiali e sistemi costruttivi nel territorio di Loreto di Città S. Angelo e , arriva alla foce Aprutino. La ricerca è strutturata in due parti: una sul mare Adriatico. prima parte è concentrata sull’ ambito territoriale di La conformazione orografica imposta i nuclei abi- riferimento che dalle pendici del Gran Sasso, scende tati sui crinali delle colline che ripiegano morbide nel verso la costa, attraversando una estensione valliva fondovalle, disponendo nella campagna una maglia che comprende i comuni di , Penne, Loreto insediativa diffusa e puntuale, segnata dalla presenza Aprutino, , , , del fiume. Quest’ultimo forma una rete ambientale e Città S. Angelo e Montesilvano; la seconda parte è strutturale, intelaiata dalla scansione geometrica dei un approfondimento sui manufatti localizzati nel te- colori dei campi coltivati, di quel mondo rurale che rritorio di . nella storia, ha determinato i caratteri del tessuto eco- Ogni ambito fluviale conserva ancora le radici di nomico e sociale dell’intero territorio (figura 1). questa cultura legata alla terra e alla lavorazione dei Un disegno che, fino ad oggi, ha mantenuto inva- prodotti coltivati dall’uomo; l’architettura fatta di riate le sue trame essenziali, restituendo nella forma materiali, lavorazioni, sapienze artigianali, determina del paesaggio e negli elementi architettonici di ques- una riscrittura continua che delimita i contorni del te- ta parte dell’Abruzzo, regione geograficamente com- rritorio di appartenenza. Lo studio dei luoghi dei ma- plessa e variegata, con un modellamento della super- teriali e dei sistemi costruttivi dei mulini a ruota ficie topografica, definito da un recinto di montagne idraulica è stato svolto seguendo metodologie di in- a nordovest, trattenuto dalla linea del mare a sud est; dagine a più livelli; dalle ricognizioni fatte in sito, ai conformazione questa, che forgia nei secoli, la voca- rilievi metrici e fotografici dei manufatti ancora pre- zione e l’identità dei luoghi (Cacciavillani, e Maz- senti, unitamente allo studio delle cartografie di rife- zanti 2013). rimento e delle fonti documentarie. In articolare, è stato analizzato l’ambito territoriale «Ci si arriva come d’improvviso, traversando le ripide della valle del Tavo-Saline. Il fiume Tavo attraversa gole e gli ampi altopiani dell’Appennino, quasi che il Gran Sasso voglia segnare, proteggendo gli imprevisti, il territorio della provincia di : nasce sulla ca- dolci declivi, un luogo diverso. Lo si scorge subito come tena del Gran Sasso, scorre tra i rilievi collinari e i un territorio molto antico, abitato da sempre e da sempre sistemi vallivi, attraversando le terre dei comuni so- costruito, dove il passato è tutto lì, presente e vissuto, pracitati per ricongiungersi con il fiume Fino nel co- senza ostentazione o rancori. Continuamente abitato, mune di Cappelle sul Tavo. La confluenza dei due così come può essere normale continuare ad abitare, ge- Aju 015 Cacciavillani 4/11/13 17:36 Página 144

Huerta, Santiago y Fabián López Ulloa (eds.). 2013. Actas del Octavo Congreso Nacional de Historia de la Construcción. Madrid, 9-12 de octubre de 2013. Madrid: Instituto Juan de Herrera. 144 C. A. Cacciavillani

la sua presenza, la ricchezza delle acque, hanno pro- fondamente inciso sulla storia insediativa, culturale e produttiva dei territori attraversati. Molteplici le atti- vità produttive nei secoli, che si sono sviluppate nelle vicinanze dei fiumi, utilizzando la forza motrice de- lle acque e che hanno permesso di alimentare mulini, frantoi, gualchiere, segherie, cartiere. I mulini consi- derati appartengono alla tipologia definita a ruota orizzontale o ritrecine, costituiti da due o tre palmeti Figura 1 mossi da un piccolo e veloce corso d’acqua, il forma- La rete fluviale e i sistemi vallivi. Individuazione dei mulini le, su cui viene posizionato a cavallo l’edificio (figu- censiti (disegno dell’autore 2013) ra 2).

nerazione dopo generazione, nella stessa casa che non è né castello né in rovina, in parte nuova in parte antica, secondo le esigenze. E’ una terra che sembra chiusa in se stessa, difficile da raggiungere e da conoscere, perché sono attutiti gli echi del tumulto nazionale per i contadini e le loro case, così per la piccola borghesia. Questa terra di antichi pastori non riserva grandi emozioni, perché i valori sono sommessi e le differenze sottili, essi rinviano ad un sentimento profondo, nascosto in noi stessi» (Ren- na 1980, 16-17).

Il paesaggio è il risultato di una civiltà antica e fortemente radicata in questi luoghi, le cui origini si possono far risalire fino all’epoca romana, nonché anche alle civiltà precedenti; tuttavia, la conforma- zione attuale è l’esito della rivoluzione mezzadrile della seconda parte del Settecento e dell’Ottocento. Le zone dove si conservano il maggior numero di Figura 2 manufatti sono quelle ricadenti nei territori comunali Mulini a ruota orizzontale. A sinistra, Mulino Frattaroli; a di Loreto Aprutino e Penne, insediamenti urbani di destra, mulino Aliprandi (foto dell’autore 2013) piccole dimensioni, contraddistinti da un’architettura significativa, distante dall’architettura rurale, che ap- parenta gli edifici principali ai modelli urbani dell’I- La forma architettonica è riconducibile alla casa talia meridionale, e del Regno di Napoli in particola- rurale, a due tre piani, detta italica; costituita da due re (Cardinale e Cavuta 1995). soli grandi vani, uno al piano terra per gli animali e La conformazione geografica di questa zona è uno gli attrezzi e uno al piano superiore per l’abitazione dei principali fattori che caratterizzato l’individualità del contadino (figura 3). Tale corpo si amplia e si e la storia di questo luogo. Le montagne ne hanno fa- arricchisce di spazi, di forme, a seconda del numero vorito l’autonomia ed allo stesso tempo la chiusura e del nucleo familiare che lo abita, delle funzioni, la protezione dell’urto immediato dei maggiori avve- dell’epoca, dei luoghi; producendo un campionario nimenti storici nazionali e forse hanno agevolato la tipologico fatto di diversificazioni significative, ma conservazione di un prevalente carattere rurale, sia generate all’interno della stessa matrice (Ortolani nelle forme economiche che sociali (Renna 1980, 22). 1964). L’asta fluviale del Tavo-Saline, sin dall’inizio, si L’ambito territoriale della vallata del Tavo-Saline, pone come infrastruttura: canale di comunicazione, è dominato dalla casa isolata posta sul fondo e pre- sistema di irrigazione e approvvigionamento idrico; senta due principali tipi di dimora: la casa di pendio Aju 015 Cacciavillani 4/11/13 17:36 Página 145

Huerta, Santiago y Fabián López Ulloa (eds.). 2013. Actas del Octavo Congreso Nacional de Historia de la Construcción. Madrid, 9-12 de octubre de 2013. Madrid: Instituto Juan de Herrera. I mulini ad acqua e la loro tecnica costruttiva nella regione Abruzzo 145

Figura 4 Mulino Scialacqua, Penne (Pe). Prospetto, particolare (di- segno dell’autore 2013)

Figura 3 Mulino Scialacqua, Penne (Pe). Pianta e prospetto (disegno tura, i canali per l’adduzione dell’acqua, che struttu- dell’autore 2013) rano il sistema dell’edificio. Il corpo di fabbrica, si articola su più livelli: ris- petto agli altri semplici manufatti di edilizia rurale, l’unica differenza che si rende necessaria nel mulino e la casa di ripiano o di fondovalle, dotata di scala è la doppia apertura ad arco dette anche bocche, sul esterna. La prima lavora sul dislivello dei suolo e fa prospetto principale, in cui le acque che defluiscono sì che essa risulti parzialmente interrata verso monte, vengono ricondotte nell’alveo del fiume (figura 5). dove si trova l’ingresso ai vani abitativi veri e propri Al fine di analizzare le costruzioni, è particolar- che sovrastano il rustico, mentre a valle si apre l’in- mente interessante definire le differenti tipologie: i gresso di quest’ultimo. mulini studiati si contraddistinguono principalmente La casa di fondovalle, occupa il piano inferiore per il disegno della facciata secondo un modello d’is- con le stalle, il fondaco e, a volte, la cucina; attraver- pirazione classica, in cui il numero degli archi sul so una scala esterna, corredata da loggia o ballatoio prospetto, coincide con il numero delle ruote oriz- posizionati sul prospetto principale, si accede al pia- zontali posizionate ognuna sotto la rispettiva macina. no superiore, dove si dispongono gli spazi delle ca- Tale conformazione determina una giacitura dei mere. Formalmente, si sviluppavano come dei para- piani orizzontali, a differenti quote, che in sezione si llelepipedi allungati con copertura a capanna; ad esse sviluppano creando una variazione prospettica; con si aggiungono volumi di forma cubica, dove le ag- la facciata a monte di un solo piano, a cui si affianca gregazioni geometriche dei vari locali, conferiscono il posizionamento delle vasche di carico a formare una disposizione planimetrica a pianta quadrata; ti- una sorta di piccola diga (se aperta) o cisterna (se pologia, questa, utilizzata principalmente per le ville chiusa in muratura); a valle, il prospetto si compone dei proprietari terrieri (Serafini 2008). di due o massimo tre livelli, con la doppia arcata cen- La struttura del mulino appartiene a questo cam- trale, su cui poggia l’intero edificio. pionario edilizio, ma si diversifica e amplia il voca- Il posizionamento dell’edificio avveniva perpendi- bolario costruttivo, conseguente dalle specificità tec- colarmente alle isoipse del territorio; particolare im- nico-funzionali (figura 4): gli elementi caratterizzanti portanza assumeva l’orientamento dell’edificio, assi- sono definiti delle ruote idrauliche, dai locali di moli- curandosi che le ruote fossero disposte sul lato a sud Aju 015 Cacciavillani 4/11/13 17:36 Página 146

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Figura 6 Mulino del Purgatorio, Moscufo (Pe). Pianta e prospetto (disegno dell’autore 2013)

zazione che scendeva da sud-est e si dirigeva verso il fiume, nel versante a nord della vallata, hanno deter- minato un posizionamento che non permetteva di te- nere in considerazione gli aspetti legati al soleggia- mento. Gli opifici, a quota in piano al terreno, ospitano il locale con le macine, solitamente due e i connessi meccanismi di funzionamento; essendo l’acqua l’uni- Figura 5 ca fonte di energia per la trasformazione della mate- Mulino del Capitolo, Penne (Pe). Elementi costruttivi della ria prima, oltre alla macinatura dei cereale, accoglie- struttura muraria. Rudere (foto dell’autore 2013) vano i locali della gualchiera per la follatura dei panni di lana e in alcuni casi, il frantoio, la falegna- meria, oltre alle stalle per il ricovero degli animali. in modo tale che non risentissero delle basse tempe- Generalmente, al piano superiore è presente l’abi- rature invernali e del gelo, condizioni queste che po- tazione del mugnaio, a volte, anche il magazzino per tevano compromettere un deterioramento dei mate- l’essiccazione e il deposito delle sementi; queste fun- riali e di conseguenza, il corretto funzionamento. zioni aggiuntive agli ambienti necessari per la lavo- Questa disposizione non sempre poteva essere ris- razione, generano due tipologie distinte, rintracciabili pettata a causa dell’andamento del canale su quale si lungo il sistema fluviale di riferimento. Una prima ti- impostava l’edificio o a particolari elementi struttu- pologia è costituita dall’abitazione realizzata ai lati e rali che entravano in gioco nella scelta del sito; infat- sopra il mulino, rintracciabili nel territorio del comu- ti, la maggior parte dei mulini censiti, presenta la fac- ne di Farindola e nel di Penne. Nel passag- ciata principale orientata secondo l’asse sud-est, gio con il comune di Loreto Aprutino, dopo il mulino tranne nel territorio del comune di Moscufo, dove il della Vascella, che conserva caratteristiche del tutto mulino del Purgatorio, dispone i due archi sull’asse simili a quelli che li precedono, una volta che il fiu- nord-ovest (figura 6). me Tavo si piega a valle per dirigersi verso il mare, Evidentemente, in questo caso, la vicinanza ad un la tipologia cambia; gli edifici sono realizzati con il rete di viabilità principale e ad un sistema di canaliz- volume del mulino distinto dall’abitazione, posizio- Aju 015 Cacciavillani 4/11/13 17:36 Página 147

Huerta, Santiago y Fabián López Ulloa (eds.). 2013. Actas del Octavo Congreso Nacional de Historia de la Construcción. Madrid, 9-12 de octubre de 2013. Madrid: Instituto Juan de Herrera. I mulini ad acqua e la loro tecnica costruttiva nella regione Abruzzo 147

I siti dei mulini, appartengono alla fascia pede- montana e collinare, caratterizzata dalla presenza di rocce sedimentarie e di argille, che hanno permesso l’impiego di pietre tenere e friabili, in primo luogo arenaria e lo sviluppo di murature laterizie in preva- lenza intonacate. Si accosta a tali materiali, l’impiego massiccio dei ciottoli di fiume; facilmente reperibile nelle vicinanze dell’alveo fluviale, il materiale veni- va prelevato con un campionario di forme e dimen- sioni che venivano riutilizzate nel cantiere per diversi apparati della costruzione (figura 8).

Figura 7 Mulino Galliani, Loreto Aprutino (Pe). Sezione (disegno dell’autore 2013)

nato al lato a cui si affianca il volume abitativo su due piani, come il mulino Galliani (figura 7) e il mu- lino Casamarte, mentre nel mulino Purgatorio, la struttura che accoglie le macchine è posizionata cen- tralmente con i due blocchi abitativi disposti sui due lati attigui, probabilmente frutto di uno svilup- po delle necessità funzionali. Un altro aspetto significativo riguarda l’analisi dei materiali e delle tecniche costruttive. La pietra e l’ar- gilla, diversificano l’Abruzzo in due aree principali in Figura 8 cui è evidente lo stretto legame tra le risorse del terri- Mulino Gagliani, Loreto Aprutino (Pe). Analisi del para- torio e la costruzione: la zona montana del Gran Sas- mento murario (disegno dell’autore 2013) so e della Maiella con l’uso della pietra e quella colli- nare e marittima, attraverso l’utilizzo dell’argilla. La struttura dei mulini è riferibile alle tecniche La metodologia di utilizzo dei materiali di fatto costruttive dell’architettura storica abruzzese che si lega la forma; i caratteri tipologici, le dimensioni al costruisce, essenzialmente, tramite i materiali reperi- luogo: in tal senso il risultato codifica un sistema bili direttamente nel luogo. La conformazione geo- costruttivo fortemente radicato al sito con una logica morfologia, dell’ambito di riferimento è compreso identitaria che ne definisce il linguaggio. all’interno del sistema orientale della regione, segna- L’approccio costruttivo e la metodologia, così defi- to dalla fascia collinare solcata da corsi d’acqua, al- nita è rintracciabile in ogni ambito fluviale; infatti, cuni a regime torrentizio, che scorrono in valli tra come riscontrabile in occasione di sopralluoghi sul loro parallele e perpendicolari alla linea di costa, fiume Nora nella provincia di Pescara, il fiume Arielli dove affiorano sedimenti argillosi, marnosi e sabbio- nella provincia di Chieti, il Tordino nel teramano o nei si, con frequenti fenomeni di erosione; infine la zona centri dell’aquilano come Tempera, i mulini presenta- costiera, sempre di larghezza ridotta, dove abbonda- no una forte caratterizzazione dei materiali, legati al no argille, limi e sabbie, nel passato infestata da pa- sito di fondazione (Cacciavillani e Mazzanti 2005). ludi e priva di veri attracchi portuali (Varagnoli Nel teramano gli opifici localizzati nei siti monta- 2008). ni, sono prevalentemente realizzati in conci di pietra, Aju 015 Cacciavillani 4/11/13 17:36 Página 148

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con uno sviluppo spaziale dell’edificio ridotto, dato che la struttura del mulino non comprendeva l’abita- zione del mugnaio. Ogni fiume ha il suo linguaggio costruttivo, diffe- renziato per altimetria e morfologia territoriale. L’impianto si inserisce come forma architettonica che non modifica la specie a cui appartiene: si svi- luppa come insediamento specializzato disperso con relazioni di tipo misto, integrato nella struttura rura- le, in rete con i centri abitati e in sintonia con le esi- genze di sfruttamento delle risorse naturali, dove l’integrazione tra uomo, ambiente e macchina, trova un’efficace equilibrio. Per quanto riguarda le murature portanti, il mate- riale predominante è il laterizio; la cortina muraria in mattoni è tendenzialmente realizzata con tecnica mista, accostato all’uso della pietra arenaria e i ciot- toli di fiume. I ciottoli di fiume sono messi in opera senza lavorazione, con l’ausilio di legante e piccole scaglie per riempire gli interstizi; sono spesso usati Figura 9 ricorsi di mattoni per regolarizzare il piano d’imposta Mulino del Capitolo, Penne (Pe). Pianta e prospetto del ru- quando le pietre sono molto irregolari. dere, con ricostruzione ipotetica della conformazione origi- I leganti sono costituiti da malte aree, composti da naria (Cacciavillani, 2013). calce e sabbia, si ipotizza un limitato uso del gesso essendo estremamente sensibile all’umidità, prefe- rendo la malta pozzolanica più resistente. Le murature, con spessori che alla base dell’invaso del canale di carico, superano gli ottanta centimetri, sono costituite dall’apparato delle bocche in tutte le casistiche, realizzate in mattoni, dallo spessore me- dio superiore a settanta centimetri, a cui si connette la struttura portante. La tecnica a sacco è prevalente; i materiali lateri- zio, pietra arenaria e ciottoli di fiume, o mattone e ciottoli, sono utilizzati seguendo uno schema costrut- tivo semplice: i cantonali di ammorsatura sono in mattoni o in alcuni casi, come nel mulino del Capito- lo o nel mulino Bianco, dove si alternano ai due lati, pietra arenaria e laterizio. Probabilmente i continui problemi legati alle alluvioni che spesso determina- vano crolli parziali della struttura, determinavano, a secondo del periodo dell’intervento, cambi di tec- niche di realizzazione della muratura stessa (figure 9 e 10). Il piano dove era situato il mulino era principal- mente costituito da una muratura portante di sessan- tanove centimetri; nella casistica generale, il solaio Figura 10 del piano superiore, era impostato su uno o due archi Mulino del Capitolo, Penne (Pe). Elementi della muratura, a tutto sesto realizzati in mattoni a quattro teste, che ruderi (foto dell’autore 2013) Aju 015 Cacciavillani 4/11/13 17:36 Página 149

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struttura lignea costituita da travi principali in quer- cia (cm 17 x 20) e un orditura secondaria di travicelli a sezione rettangolare, (cm 4,5 x 7,5) con un passo corrispondente alla lunghezza del mattone che costi- tuisce l’impalcato. Il caso del solaio del mulino della Vascella a Lore- to Aprutino, si differenzia per la presenza di un siste- ma totalmente ligneo composto da travi principali, sormontati da un tavolato di sostegno di 4 cm, con- clusi dalla pavimentazione di pianelle in laterizio. Nel XIX secolo, con l’introduzione di nuovi siste- mi costruttivi, gran parte dei solai sono stati sostituiti da solai in ferro e voltine in laterizio, che garantiva- no oltre alla stabilità, costi minori di manutenzione. La volta interna all’edificio è presente solo nel mulino della Vascella, nello spazio che ospitava la Figura 11 gualchiera e la falegnameria, realizzata con una strut- Mulino Bianco, Moscufo (Pe). Sezione tura voltata a botte, con una apparecchiatura di mat- toni disposti a filari longitudinali a una testa. La struttura a volta è usata in tutti i mulini nella scandivano la lo spazio all’interno del quale erano parte basamentale, dove sono posizionate le ruote posizionate le macine e i relativi macchinari. orizzontali; infatti, il sistema tecnico di alloggiamen- La struttura della muratura nei piani superiori si to del ritrecine necessita di una sezione spaziale a ga- assottiglia, conservando comunque una tecnica di lleria che oltre a contenere la ruota, deve accogliere uso dei materiali mista, ma ridotta nello spessore. il canale di restituzione dell’acqua, usata per l’azio- Generalmente, i mulini si presentano con parti de- namento delle macchine. lla cortina esterna intonacati con una finitura di calce In tutti i mulini si riscontra un campionario cos- e sabbia di fiume a grana grossa. truttivo di mattoni a filari longitudinali, a una testa Altro elemento fondamentale di questi edifici sono posti di coltello, che si differenziano solo per l’am- le aperture: la loro caratteristica principale è l’impiego piezza e la forma spaziale da coprire: generalmente di un sistema misto, con frequente uso del legno per abbiamo volte a botte coniche, regolari, o irregolari. l’architrave di porte e finestre. Le bucature sulla mura- La muratura di imposta della volta è sempre in mat- tura sono realizzate mediante mostre in mattoni: l’ele- toni, con variazione dei materiali in corrispondenza mento orizzontale è spesso costituito da un trave in leg- della struttura interna posta contro terra (figura 12). no paranza, o come nel caso del mulino Gagliani a La volta si conclude in corrispondenza della muratu- Loreto Aprutino, da una piattabanda ad arco a sesto ri- ra strutturale di facciata; sono frequenti i casi in cui bassato. Anche qui, le variazioni costruttive e formali si riscontra il giunto tecnico di connessione tra il sono riferibili alla diversificazione delle tecniche all’in- sistema voltato e l’arco posto in facciata, che fora terno di un diverso periodo storico di costruzione. l’apparato murario. Il portale di ingresso al mulino è realizzato secon- Pochi sono gli esempi di pavimentazioni di fattura do un disegno molto comune nell’edilizia rurale e dei antica, rimaste intatte. All’interno del mulino Scia- centri abitati del territorio dell’area Vestina; presenta lacqua a Penne è presente una pavimentazione realiz- una cornice in mattoni sporgente dalla cortina mura- zata in ciottoli e mattoni, come negli androni e le ria di tre centimetri circa, sormontato da un arco a corti dei palazzi storici pennesi: il disegno, anche se tutto sesto con funzione di scarico a cui si accoppia di fattezze più semplice, è costituito principalmente un’ architrave, realizzato con due o più travi lignei da mattoni di differente pezzatura, posti di taglio a ricavati dal tronco appena sbozzato. costituire i bordi e le fasce dei campi a maglia qua- Ulteriori elementi oggetto d’indagine sono i solai. drata riempiti con ciottoli di fiume, diversi per di- Gli orizzontamenti originari, sono realizzati con una mensione e forma, alternati da quadranti totalmente Aju 015 Cacciavillani 4/11/13 17:36 Página 150

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Figura 13 Figura 12 Mulino Scialacqua, Penne (Pe). Pavimentazione in ciottoli e Mulino Gagliani, Loreto Aprutino (Pe). Copertura con volte mattoni (foto dell’autore 2013) a botte in laterizio (foto dell’autore 2013) si da un manto di pianelle, sormontate da un manto di coppi, pinci. Le capriate, sono di tipo semplice, in laterizio posizionati in corrispondenza dell’ingres- con monaco, posizionate sui muri centrali dove s’im- so del mulino e dell’apparato delle macine (figura postano i due archi strutturali e sono costituite da due 13). L’insieme si presenta non perfettamente livella- puntoni che s’incastrano senza l’ausilio di staffe alla to, conferendo una definizione di finitura da esterno; catena lignea, di lunghezza m 5,40 e di sezione 53 x ad un attenta visione sembrerebbe che, almeno per i 20 cm. quadranti in laterizio, siano stati utilizzati materiali Nel caso del mulino Bianco, i travicelli sono di altra provenienza, vista la varietà delle forme geo- disposti a coppia sfalsati per permettere la coper- metriche che contribuiscono a restituire un diseg- ture della luce complessiva di m 3,07 (figura 14). no fatto di molteplici combinazioni. Nel mulino Vascella, la luce del volume centrale Negli altri mulini, i piani di calpestio risultano sos- risulta coperta da una struttura lignea con capriata tituiti o danneggiati dai crolli; in particolare, negli posizionata centralmente appoggiata sui muri peri- ambienti attigui al mulino Vascella, destinati all’abi- tazione, sono presenti dei pavimenti in laterizio, dis- posti regolarmente, mentre nel mulino Gagliano, sempre a Loreto Aprutino, sono presenti nello spazio originariamente destinato alla gualchiera, ciottoli di fiume con inserimenti in laterizio per le finiture di scavi sul piano per la raccolta delle acque. Le strutture di copertura rientrano nel campionario delle tipologie abitative rurali del paesaggio agrario (Cacciavillani e Mazzanti 2005). È presente princi- palmente la copertura a capriata lignea, a due falde, eccetto per il caso del mulino Gagliani che per la particolare conformazione della pianta del blocco abitativo, presenta una copertura a padiglione, men- tre la copertura del volume del mulino è sempre a due falde. Nel tetto a capanna, l’orditura principale comprende travi in castagno o quercia, disposti per- Figura 14 pendicolarmente ai lati lunghi, sommariamente sboz- Mulino Bianco, Penne (Pe). Solaio ligneo, con travi princi- zati, su cui si attesta la struttura dei travicelli conclu- pali e orditura secondaria (foto dell’autore 2013) Aju 015 Cacciavillani 4/11/13 17:36 Página 151

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metrali, intelaiata da una travatura di sezione 18 x 20 rurale, legato ad uno specifico utilizzo che ne deter- cm, con manto di pianelle decorate a rombo, mentre mina le caratteristiche tipologiche e costruttive; in tal nello spazio posto all’ultimo livello, essendo di di- senso, ogni edificio costituisce una singolarità, con mensioni ridotte, la copertura e a capanna realizzata una dimensione storica propria. con solo terzere annegate ai muri perimetrali. In conclusione, la motivazione che muove questo studio è, in sintesi, la narrazione del paesaggio nelle sue molteplici trasformazioni, custode a volte silente, LISTA DI REFERENZE altre volte ferocemente urlante, di segni, impronte, presenze, assenze, materiali e memorie. Cacciavillani, Carlos Alberto et al. 2005. «La tecnica cos- Lo spirito della ricerca è guidato dalla volontà di truttiva nell’edilizia storica minore delle Comunità Mon- ricomporre la storia della struttura insediativa degli tane in Abruzzo». Teoria e pratica del costruire: saperi, opifici idraulici a ruota orizzontale e le tecniche cos- strumenti, modelli. Esperienze didattiche e di ricerca a truttive dei manufatti, attraverso i rilievi, la docu- confronto. Vol. IV, pp 1385-1394. Ravenna: Edizioni Moderna. mentazione storica, lo studio delle cartografie territo- Cacciavillani, Carlos Alberto y Claudio Mazzanti. 2013. riali; l’intento è essenzialmente quello di ricostruire The history of architecture and the built landscape, in un tessuto vivo attorno ai mulini esistenti come rude- Paysage et invention: évolution des enseignements dans ri, o restaurati, ancora presenti nella vallata. un monde en transitino, UNISCAPE. pp. 45-50. Ponte- Ognuno di questi elementi, testimoni silenziosi di dera: Bandecchi & Vivaldi. una vita dimenticata, rientra in un campionario cos- Cardinale, Bernardo y Giacomo Cavuta. 1995. Processi di truttivo comune, in un codice diffuso e sostanzial- urbanizzazione e strutture insediative dell’appennino mente rispettato nell’arco di molti secoli, riferibile centrale. Milano: Università degli Studi. alla costruzione tradizionale in Abruzzo; allo stesso Ortolani, M. 1964. La casa rurale in Abruzzo. Firenze: tempo, la logica funzionale genera un repertorio di L.Olschkj. Renna, Agostino. 1980. L’illusione e i cristalli. Napoli: soluzioni diversificate e rispondenti a questioni stret- Clean. tamente tecniche, che si aggiungono e ampliano tale Serafini, Lucia. 2008. «L’edilizia civile: borghi e case rura- repertorio. li». Abruzzo da salvare/1, pp. 12-17. Varagnoli, C. (a c. Infatti, la fabbrica di un mulino nasce principal- d.). Villamagna: Tinari. mente come manufatto di natura tecnica: è un edifi- Varagnoli, Claudio. 2008. La costruzione tradizionale in cio macchina, inserito in un ambiente prettamente Abruzzo. Roma: Gangemi. Aju 015 Cacciavillani 4/11/13 17:36 Página 152

Huerta, Santiago y Fabián López Ulloa (eds.). 2013. Actas del Octavo Congreso Nacional de Historia de la Construcción. Madrid, 9-12 de octubre de 2013. Madrid: Instituto Juan de Herrera.