<<

DOLCI MIEI SOSPIRI Tra e Venezia

Fall 2016

Monday, 17 October 6.00pm

Italian of the Late

Performers: di Margherita

Francesca Benetti, voce e tiorba Tanja Vogrin, voce e arpa Giovanna Baviera, voce e da gamba Rui Staehelin, voce e liuto Ricardo Leitão Pedro, voce e chitarra

Dolci miei sospiri tra Ferrara e Venezia Concerto di Margherita

Francesca Benetti, voce e tiorba Tanja Vogrin, voce e arpa Giovanna Baviera, voce e viola da gamba Rui Staehelin, voce e liuto Ricardo Leitão Pedro, voce e chitarra

We express our gratitude to Pedro Memelsdorff (VIT'04, ESMUC Barcelona, Fondazione Giorgio Cini , Utrecht University) for his assistance in planning this concert. Program

Giovanni Girolamo Kapsberger (1580-1651), seconda arpeggiata da: Libro primo d'intavolatura di chitarone, Venezia: Antonio Pfender, 1604

Girolamo Frescobaldi (1583-1643), Voi partite mio sole da: Primo libro d'arie musicali, Firenze: Landini, 1630

Claudio Monteverdi Ecco mormorar l'onde da: Il secondo libro de' madrigali a cinque voci, Venezia: Gardane, 1590 Concerto di Margherita (1550-1614), Seconde Stravaganze, ca. 1610. Francesca Benetti, voce e tiorba Tanja Vogrin, voce e arpa (ca. 1545-1607), Aura soave; Stral pungente d'amore; T'amo mia vita Giovanna Baviera, voce e viola da gamba da: Madrigali per cantare et sonare a uno, e due e tre soprani, Roma: Verovio, 1601 Rui Staehelin, voce e liuto Ricardo Leitão Pedro, voce e chitarra (1567-1463), T'amo mia vita da: Il quinto libro de' madrigali a cinque voci, Venezia: Amadino, 1605

Luzzasco Luzzaschi Canzon decima a 4 da: AAVV, Canzoni per sonare con ogni sorte di stromenti, Venezia: Raveri, 1608

We express our gratitude to Pedro Memelsdorff (1535-1596), O Primavera gioventù dell'anno (VIT'04, ESMUC Barcelona, Fondazione Giorgio Cini Venice, Utrecht University) da: L'undecimo libro de' madrigali a cinque voci, Venezia: Gardano, 1595 for his assistance in planning this concert. Ludovico Agostini (1534-1590), O da: Canzoni alla napolitana a cinque voci, Venezia: Gardano, 1574

Giovanni Gabrieli (1557-1612), Canzon prima a cinque da: Canzoni et sonate, Venezia: Gardano, 1615

Giovanni Girolamo Kapsberger S'io sospiro da: Libro primo di villanelle a 1, 2 e 3 voci, Roma: snt, 1610

Claudio Monteverdi Dolci miei sospiri da: Scherzi musicali a tre voci, Venezia: Amadino, 1607

Giovanna Baviera Diminutions on Giaches de Wert’s Cara la vita mia

Giaches de Wert Cara la vita mia da: Il primo libro de' madrigali a cinque voci, Venezia: Scoto, 1558 Dolci miei sospiri tra Ferrara e Venezia

L'ensemble Concerto di Margherita si propone di far rivivere la particolare atmosfera musicale alla corte estense di Ferrara a cavallo tra il XVI e il XVII secolo il cui protagonista indiscusso, il Concerto delle dame ferraresi, era vera fonte d’ispirazione per la scrittura di nuove musiche e scoperta di una vocalità nuova. Questo Concerto oppure – come scrive Luzzaschi nella sua prefazione ai Madrigali per cantare et sonare a uno, due e tre soprani – il Concerto delle dame principalissime – era un complesso costituito da tre cantanti assunte a corte come dame di compagnia della duchessa Margherita Gonzaga, terza e ultima moglie del Duca ferrarese.

Varie testimonianze rimandano all’identificazione delle tre dame con Laura Peperara, e Livia d’Arco. Laura Peperara, cantante e virtuosa arpista mantovana storicamente definita «secondo honor de la Città di Manto dopo Virgilio», fu attiva alla corte ferrarese già dal 1568. Anna Guarini, figlia del poeta Guarini, cantante e liutista, la raggiuse solo alcuni anni più tardi. E di Livia d’Arco, cantante e suonatrice di viola da gamba, scrisse il poeta bolognese Cesare Rinaldi: «Se canti Livia o suoni / se tendi l’arco, o scocchi / Apollo hai nelle labbra, Amor negli occhi (...)».

Le tre dame erano spesso affiancate anche da figure maschili: Ippolito Fiorino, ferrarese, maestro di cappella e compositore, il quale intervenne nel Concerto cantando e suonando il lauto grosso, e , napoletano, la cui voce di basso fu lodata sia dal Guarini che dal Tasso, che gli aveva dedicato una collana di ben sei madrigali da eseguirsi in forma di dialogo insieme alle Dame.

L'età non più giovanile del Duca, unita alla rassegnata constatazione di non poter assicurare al ducato un erede diretto, contribuì a quel processo di interiorizzazione che doveva fare della musica a corte l'oggetto primario degli interessi di Alfonso II. Ed è così che Cara la vita mia, madrigale a cinque del fiammingo Giaches de Wert, fa dafil rouge che affiora ripetutamente nel corso del concerto, quasi a simboleggiare, da un lato, la pienezza e la magnificenza dell’ultima corte estense a Ferrara e, dall'altro, la caducità che l’avrebbe finalmente sconfitta.

Il programma include anche diversi componimenti dedicati al Concerto da Luzzasco Luzzaschi, organista del serenissimo Signor Duca di Ferrara e direttore della musica da camera di Corte già dal 1571. Sono suoi i madrigali T'amo mia vita, Stral pungente d’amore e Aura soave. Un'altra versione del testo di T'amo mia vita, contenuta nel Quinto Libro di madrigali di Monteverdi, lascia il ad una declamazione solitaria cui le altre voci rispondono e sostengono dal basso, quasi il compositore avesse cercato di contrapporre una dimensione aulica ad una piú terrena. Ad implorare simbolicamente il desiderio di slancio verso una nuova vita è certamente il testo poetico di Giovanni Battista Guarini, musicato da Giaches de Wert, O Primavera: la stagione di tutte le nascite viene infatti invocata come una «bella madre dei fiori», ma il lamento «tu torni ben, ma teco non tornano i sereni...» richiama ancora l'amarezza dell’annunciata fine della corte. Alla malinconia del Guarini, in fine, si contrappone con forza l'immagine del sole che sorge descritto dal Tasso – a Ferrara tra il 1565 e il 1575 – nel madrigale Ecco mormorar l'onde – spesso considerato uno dei primi grandi capolavori monteverdiani.

Con Voi Partite mio sole si è voluto includere un’ di , ferrarese di nascita e allievo in quegli anni di Luzzaschi. In essa si sviluppa un crescendo di tre strofe attorno al tema della brevità delle vicende terrene: «Come fu l'alba, ohimè, vidi la sera». I dolci canti e pianti del poeta Chiabrera sono insistenti ed invocati con energia ritmica nelle sei sestine dei Dolci miei sospiri di Monteverdi, mentre in S'io sospiro di Kapsberger (dalle Villanelle del 1610) il languore del martirio amoroso è pianto dalle due voci femminili, il cui cuore potrà essere consolato e salvato solo dalla bellezza dell'amato: «vostra beltà che lo' mantien' in vita». Dolci miei sospiri tra Ferrara e Venezia

With this concert, the ensemble Concerto di Margherita revives the musical atmosphere found at the Este Court of Ferrara between the 16th and 17th centuries. The undisputed protagonist of this atmosphere, the Concerto delle dame ferraresi, was a source of inspiration for new music and the discovery of a new vocality. The Concerto or – as Luzzaschi wrote in his preface to Madrigali...per cantare, et sonare, a uno, e doi, e tre soprani – the Concerto delle dame principalissime – was a group comprising three singers employed at court as ladies- in-waiting to the Duchess Margherita Gonzaga, third and last wife of the Duke of Ferrara.

Various sources have identified these three ladies as Laura Peperara, Anna Guarini, and Livia d'Arco. Laura Peperara, the Mantovan singer and virtuoso harpist was active at the Court of Ferrara from 1568 onwards. Anna Guarini, daughter of the poet Guarini, was a singer and lutenist who joined Laura a few years later. Of Livia d'Arco, singer and viola player, the Bolognese poet Cesare Rinaldi wrote: “Se canti Livia o suoni / se tendi l’arco, o scocchi / Apollo hai nelle labbra, Amor negli occhi (...)”.

The three Dame were frequently accompanied by male figures: The Ferrarese choirmaster and Ippolito Fiorino, who sang the lauto grosso in the Concerto, and the Neapolitan Giulio Cesare Brancaccio, whose voice was praised both by Guarini and Tasso. Tasso dedicated a series of six madrigals to Brancaccio, to be performed in dialogue form with the Dame.

The Duke’s advancing age, together with his resignation to his inability to produce a direct heir for the Duchy, contributed to the introspection that propelled music to the center of Alfonso II's interests. In fact, Cara la mia vita, a five-voice by the Flemish composer Giaches de Wert, acts as a fil rouge that surfaces repeatedly throughout the Concerto, almost as if to symbolize the fullness and the magnificence of the last Este Court in Ferrara on the one hand and, on the other, the transience that would finally defeat it.

The program also includes several poems dedicated to the Concerto by Luzzasco Luzzaschi, organist of the serenissimo Signor Duca di Ferrara and Court Director since 1571. The madrigals T'amo mia vita, Stral pungente d’amore, and Aura soave are all his. Another version of the text of T'amo mia vita, found in Monteverdi’s Quinto Libro di madrigali, leaves the soprano to a solitary declamation which other voices answer and support from below, almost as if the composer had tried to oppose a sublime dimension with a more earthly one.

The poetic text by Giovanni Battista Guarini O Primavera, with music by Giaches de Wert, symbolically implores the desire for momentum toward a new life: the season of all births is in fact invoked as a "bella madre dei fiori", but the "tu torni ben, ma teco non tornano i sereni..." once again invokes the bitterness of the anticipated end of the Court.

Finally, Guarini’s melancholy contrasts strongly with the image of the rising sun described by Tasso – who was based in Ferrara between 1565 and 1575 – in the madrigal Ecco mormorar l'onde, often considered one of the first great Monteverdian masterpieces.

With Voi Partite mio sole we wished to include a work by Girolamo Frescobaldi, Ferrarese by birth and a student during Luzzaschi's time. In this piece, a crescendo of three verses develops around the theme of the brevity of earthly things: "Come fu l'alba, ohimè, vidi la sera".

The sweet songs and of the poet Chiabrera are insistent and invoked with rhythmic energy in the six sextuplets of Monteverdi’s Dolci miei sospiri, whereas in Kapsberger’s S'io sospiro (from the Villanelle of 1610) the languor of loving martyrdom is mourned by the two female voices, whose hearts can be consoled and rescued only by the beauty of their beloved: "vostra beltà che lo' mantien' in vita". Voi partite mio sole

Voi partite, mio sole, e porta il vostro lume altrove il giorno. Chi sarà che console la mia notte dolente, se voi non fate al vostro ciel ritorno? Oh, mie speranze spente, ahi belle luci, onde convien ch'io pera! Come fu l'alba, ohimè, vidi la sera.

Voi partite e portate con voi la gioia, l'allegrezza e 'l riso, misero, e qui lasciate l'affanno, il duolo, il pianto e si cangia in Inferno il Paradiso. Ahi, come è breve il canto degl'infelici e sventurati amanti, come son lunghi e senza fine i pianti!

Voi partite, ma resta misero, in me di voi la rimembranza. Sol questa il volo arresta all’anima che fugge, e vive Amor, se morta è la speranza. Ma nuovo duol mi strugge: che voi, cangiando ciel, cangiate amore: lunge da gl'occhi, ohimè, lunge dal core.

Francesco Balducci, Le Rime del Sig.r Francesco Balducci Roma: Facciotti, 1630 da: Girolamo Frescobaldi, Primo libro d'arie musicali Firenze: Landini, 1630 Ecco mormorar l'onde

Ecco mormorar l'onde, e tremolar le fronde a l'aura mattutina, e gli arboscelli, e sovra i verdi rami i vaghi augelli cantar soavemente, e rider l'Oriente. Ecco già l'alba appare, e si specchia nel mare, e rasserena il cielo, e le campagne imperla, e 'l dolce gelo, e gli alti monti indora: O bella e vaga Aurora, l'aura è tua messaggera, e tu de l'aura ch'ogni arso cor ristaura.

Torquato Tasso (1544-1595), Rime Ferrara: Baldini, 1582 da: Claudio Monteverdi, Il secondo libro de madrigali a cinque Venezia: Gardane 1590 Aura soave

Aura soave di segreti accenti che penetrando per l'orecchie al core, svegliasti la dove dormiva Amore, per te respiro e vivo da che nel petto mio spirasti tu d’Amor vital desio vissi di vita privo mentre amorosa cura in me' fu spenta; hor vien che l’alma senta virtu di quel tuo spirito gentile felice' vita oltre l’usato stile.

Gio. Battista Guarini (attr.), da: Luzzasco Luzzaschi, Madrigali per cantare et sonare a uno, doi, e tre soprani Roma: Veroni, 1601 Stral pungente

Stral pungente d'Amore di cui segno è 'l mio core: deh, fa ch'in me t'aventi, per trarmi all'ultim'hore, o quel bel petto tenti, sì duro a miei lamenti.

Autore ignoto Da: Luzzasco Luzzaschi, Madrigali per cantare et sonare a uno, doi, e tre soprani Roma: Veroni, 1601

T'amo mia vita

"T'amo mia vita" la mia cara vita dolcemente mi dice; e 'n questa sola sì soave parola par che trasformi lietamente il core per farmene signore. Oh, voce di dolcezza e di diletto! Prendila tosto, Amore, stampala nel mio petto, spiri solo per lei l'anima mia, "t'amo mia vita", la mia vita sia.

Giovanni Battista Guarini (1538-1612), Rime Venetia: Ciotti, 1598 da: Luzzasco Luzzaschi, Madrigali per cantare et sonare…, Roma: Veroni, 1601 Claudio Monteverdi, Il quinto libro de’ madrigali a cinque voci Venezia: Amadino, 1605 O Primavera

O primavera, gioventù de l'anno, bella madre di fiori, d'erbe novelle e di novelli amori, tu torni ben, ma teco non tornano i sereni e fortunati dì de le mie gioie; Tu torni ben, tu torni, ma teco altro non torna che del perduto mio caro tesoro la rimembranza misera e dolente. Tu quella se', tu quella ch'eri pur dianzi sì vezzosa e bella; ma non son io già quel ch'un tempo fui sì caro agli occhi altrui.

G.B. Guarini, Il pastor fido Ferrara: Baldini, 1590, At. III, Sc. I, 1-14, da: Giaches de Wert, L'undecimo libro de madrigali a cinque voci Venezia: Gardano, 1595 O Villanella

O villanella, quand'all'acqua vai, dimmi se fresca torni, e poi che fai?

O villanella, se dici che m'ami, quando vai all'acqua perché non mi chiami?

O villanella, non mi far morire, quando vai all'acqua, famici venire

O dolce villanella...

Autore ignoto, da: , Canzoni alla napolitana a cinque voci Venezia: Gardane, 1574 S'io sospiro

S'io sospiro e s'a ragion mi doglio de martiri che mi date crudel pur ad ogn'hora ditelo voi sola cagion ch'io mora.

Che si l'alma' è la voce cosí tal'or mi sforza desire, l'animoso mio core più non aita vostra beltà che lo mantiene in vita.

Si che' al pianto' e al duolo, dolce ben mio poi che voi sola sete, l'amorosa cagion per non morire, Vi prego mai de' mi lasciar languire.

Autore ignoto, da: Gio. Girolamo Kapsberger, Libro Primo di Villanelle a 1, 2, et 3 voci Roma: snt, 1610 Dolci miei sospiri

Dolci miei sospiri dolci miei martiri dolce mio desio e voi dolci canti e voi dolci pianti E se mai soletta rimanete, a Dio. suoi pensier diletta per solingo loco A la ria partita a lei dolci canti vento e mare invita a lei dolci pianti o volubili hore dite del mio foco. ma non più querele duro Amor crudele E se tutta adorna ama il mio dolore. unque mai soggiorna festeggiando in gioco Hora miei sospiri dite miei sospiri hora miei martiri dite miei martiri e tu mio desio a lei del mio foco. e voi dolci canti e voi dolci pianti Se mia fiamma ardente rimanete, a Dio. ne la nobil mente non ricopre oblio Meco mova il piede fortunato a pieno la mia pura fede quel che gia nel seno come fece ogn'hora: io nudrir desio. voi d'intorno state a la gran beltate che per me s'adora.

Gabriello Chiabrera, (1552-1638), Le maniere de' versi toscani Genova: Pavoni, 1599 da: Claudio Monteverdi, Scherzi musicali a tre voci Venezia: Amadino, 1607 Cara la vita mia

Cara la mia vita egl'è pur vero ch'altra fiamma d’amor non v’ars' il petto in tanto tempo si turbat’ e fiero. Poi che con gl'occh'io veggio l’ suave e’l bel sereno volto e con l’or ecchi ascolto tante care d’amor dolce parole, che furn’ al mondo sole per adolcir d’ogni mio crud’ aspetto e quel che brami sempr’e quel ch’io chiegio, nelle mie bracc’io godo e col gioire tempro l’aspra cagion del mio martire.

Autore ignoto. Da: Giaches de Wert, Il primo libro de madrigali a cinque voci Venezia: Scoto, 1558. Concerto di Margherita

The ensemble Concerto di Margherita focuses on the revival of the historical practice of singing while accompanying oneself on an instrument, in a vibrant and dynamic collective gesture, where five voices fuse with five instruments to create a unique sound. It was founded in 2014 by Francesca Benetti ( and direction), Tanja Vogrin (), Giovanna Baviera (viola da gamba), Rui Staehelin () and Ricardo Leitão Pedro (guitar and lute), who met during their studies at the Schola Cantorum Basiliensis in Basel, Switzerland. The ensemble's core repertoire is the Italian madrigal of the late 16th century, with particular focus on the active in and around the Este court in Ferrara, such as Giaches de Wert, Lodovico Agostini and Luzzasco Luzzaschi. Special attention is given to the compositions written for the , such as Luzzaschi's madrigals for one, two and three female voices. Vocal pieces are mixed with purely instrumental moments, with early Italian ricercari and canzone, such as those by Girolamo Frescobaldi. Thus, the ensemble strives, through experimentation, for an expressive balance between voices and instruments.

Far rivivere la pratica storica del cantare accompagnandosi con il proprio strumento in un vibrante gesto collettivo e l’idea che anima questo ensemble: cinque voci si fondono alle armonie di cinque strumenti, per un suono dal colore unico. L’ensemble Concerto di Margherita nasce a Basilea nel 2014 dall’incontro di Francesca Benetti, tiorbista e fondatrice del gruppo, Tanja Vogrin, arpista, Giovanna Baviera, violista da gamba, Rui Staehelin, liutista e Ricardo Leitão Pedro, chitarrista e liutista, nel periodo del loro studio presso la Schola Cantorum Basiliensis. Il repertorio su cui l’ensemble focalizza la propria ricerca e quello madrigalistico italiano di fine Cinquecento, con particolare attenzione ai compositori che furono attivi alla corte estense di Ferrara come Giaches de Wert o Lodovico Agostini. Una particolare attenzione va alle composizioni dedicate al Concerto delle Dame di Ferrara come i madrigali a uno, due, tre soprani di Luzzasco Luzzaschi, in cui viene esaltata la vocalità femminile dell’ensemble. I momenti vocali si equilibrano con una parte esclusivamente strumentale in cui si può godere di canzoni del primo barocco italiano, tra cui, ad esempio, quelle di Girolamo Frescobaldi.