Cesare Laurenti (1854-1936) Collana Segni Da Un Territorio
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Cesare Laurenti (1854-1936) Collana Segni da un territorio Direzione Giovanni Lessio Cura del catalogo Cristina Beltrami Coordinamento Francesca Muner Collaborazione Luciano Franchi Ringraziamenti Referenze fotografiche Luigi Baldin, Giuseppe Boratto, Roberto Caccialanza, Un vivo pensiero di gratitudine va a Banca Popolare FriulAdria- Cameraphoto Arte, Studio foto Dives, Foto Diego Ferrini, Crédit Agricole per aver promosso questa prima monografia de- Foto Ottica Nodari, Giuliano Ghiraldini, Ire, Claudio Marcon, dicata a Cesare Laurenti, anticipata da una mostra pordenonese Riccardo Maria Moretti, Valter Parisotto, Pietro Parmiggiani, allestita con eleganza e professionalità da Carla Dal Ben, Erica Saporetti Immagini d’Arte Martin e Francesca Muner, sotto l’egida di Giovanni Lessio. Grazie a Nico Stringa a cui devo suggerimenti preziosi nonché Impaginazione una brillante introduzione. ZeL Edizioni Voglio ringraziare tutti coloro che, a diverso titolo, hanno con- tribuito alla realizzazione di questo volume: Roberta Abbatan- Redazione gelo, Olindo Andrighetti, Laura Benini, Alessandro Bertazzini, ZeL Edizioni Gianluca Berardi, Alberto Berlingieri, Andrea Busato, Donatella Calabi, Antonio e Paola Casellati, Marianne Cavanaugh, Mari- na Cavazza, Elena Cazzaro, Gianni Chiarion, Marvi Chiarottin, Angelo Comotto, Federico Corrà, Giacomo Corrà, Enrico Maria Dal Pozzolo, Jacopo De Lucchi, Luigi De Lucchi, Alessandro Del Puppo, Beatrice Chiara Ferrario, Leopoldo Ferri de Lazara, Silvia In copertina Ferri de Lazara, Luciano Franchi, Sancia Gaetani, Paolo Galim- Alessandro Pomi, Cenacolo,1931, olio su tela, 166x251 cm, berti, Giovanna Ginex, Alberto Giordani, Giovanna Giusti, Diego Pordenone, collezione FriulAdria Gomiero, Sabbatina Macera, Bruno Mantura, Holly McCullough, Matteo Mazzato, Akemi May, Alessandra Moschini, Chris Naff- L’editore è a disposizione degli eventuali detentori di diritti che ziger, Loredana Olivato, Fabio Pacifico, Claudia Palma, Roberta non sia stato possibile rintracciare. Parise, Daniela Piccini, Matteo Piccolo, Nuccia Pasqualetto, Silvia Pizzinelli, Martina Pizzul Chiggiato, Elena Pontiggia, Lionello Pup- © 2010 ZeL Edizioni pi, Debora Rossi, Barbara Sarfatti, Laura Savoia, Lucio Scardino, e-mail [email protected] - www.zeledizioni.it Paolo Serafini, Nicoletta Serio, Vittorio Sgarbi, Paolo Stimamiglio, Marilena Tamassia, Annalisa Tonicello, Antonio Placido Torresi, ISBN 978-88-96600-07-8 Luisa Turchi. Cesare Laurenti (1854-1936) a cura di CRISTINA BELTRAMI introduzione di NI C O STRINGA testi di CRISTINA BELTRAMI , MARTINA CARRARO schede di CRISTINA BELTRAMI , DOMENI C A MARUZZO , MARTINA MASSARO L’edizione di una monografia e la realizzazione di una così ben ponderata mostra anto- logica sull’opera del veneziano Alessandro Pomi, che riunisce opere di raccolte private e altre di proprietà pubblica, costituiscono due ulteriori e rilevanti tasselli in una strategia che Banca Popolare FriulAdria persegue da molti anni, da prima ancora che essa assu- messe il nome riassuntivo di “Segni da un territorio”. Essa concretamente si traduce nell’impegno a valorizzare opportunamente il patrimo- nio storico artistico della nostra terra, soprattutto per un’epoca che è così vicina al tempo che viviamo. L’obiettivo di questa nostra iniziativa è quello di recuperare figure e percorsi di artisti a torto ritenuti o divenuti marginali in sede di valutazione storica e critica, e di restituire la loro memoria a quella comunità che li vide operare e lasciare una traccia, nella stessa fase in cui cresceva l’attività della nostra Banca, in uno spirito sincero di condivisione. Che Pomi meritasse da tempo una rilettura risulterà a tutti evidente dalla qualità dei suoi lavori, nonché dalla diffusione insospettabile della sua produzione, che ebbe una dimensione davvero internazionale, da Pittsburgh all’America latina, al Giappone, così pure dallo spessore della sua diretta o indiretta influenza su altri ben più conosciuti ar- tisti, come emerge dal saggio introduttivo di Sergio Marinelli. Questo non sarebbe però stato possibile senza apposite e capillari indagini, premurosamente dispiegate dal cura- tore del volume, Stefano Franzo, che finalmente ci riconsegnano una personalità certa- mente complessa e per alcuni versi sfuggente, ma anche di appassionante modernità. Un altro aspetto importante del nostro programma è il tentativo di sviluppare negli appassionati d’arte, in un pubblico più vasto, nelle nuove generazioni una fruizione più attenta e attiva, che non può darsi senza criteri di analisi e di giudizio costantemente aggiornati e verificati. A questo provvede sicuramente la mostra, che ospiteremo presso la sede direzionale della Banca, con la ferma speranza che essa possa incontrare il favore del pubblico e l’attenzione rinnovata della critica. Come lo scorso anno Cargnel, anche Alessandro Pomi ci rammenta la densissima per- meabilità di stimoli e di reciproci scambi che tra la fine del XIX e il XX secolo si instaura tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, le due regioni in cui più distesamente si registra la presenza di FriulAdria. “Segni da un territorio” ambisce a districare questa fitta trama di rapporti, evidenziare le comuni radici e sottolineare le analoghe ambizioni che hanno caratterizzato gli artisti di quest’area in questa fase storica. La nostra convinzione è che l’arte abbia saputo an- ticipare spesso le tendenze e le scelte che una società si è poi trovata a compiere, e che, quindi, perlustrare quei percorsi serva a comprendere meglio quale sia la nostra identità culturale e il futuro prossimo che ci attende. Angelo Sette Presidente Banca Popolare FriulAdria - Crédit Agricole Sommario Cesare Laurenti che “seppe tener lo campo” 9 Nico Stringa Cesare Laurenti: dalla pittura di genere all’idea 13 Cristina Beltrami La pescheria di Rialto e le altre incursioni architettoniche 29 di Cesare Laurenti Martina Carraro Tavole 37 Schede 101 Cristina Beltrami Domenica Maruzzo Martina Massaro Apparati 131 Bibliografia 132 Biografia 144 Esposizioni 152 Indice delle opere 156 Crediti fotografici 157 Cesare Laurenti che “seppe tener lo campo” Nico Stringa La pubblicazione monografica su Cesare Laurenti, preparata e coordinata con la con- sueta accuratezza e sagacia da Cristina Beltrami, ci porta a toccare con mano una delle questioni più spinose che attengono alle vicende degli artisti: la loro affermazione in vita e, spesso, l’oblio che patiscono dopo la scomparsa. Si tratta, come è noto, di un vero e proprio “topos” che ha ottenuto la consacrazio- ne letteraria già nel Trecento nella celeberrima terzina di Dante Alighieri: “Credette Cimabue ne la pentura / tener lo campo ma ora ha Giotto il grido / sì che la fama di colui è scura”, a ricordare non solo che le cose, in breve tempo, erano cambiate, ma che, in assoluto, le vicende umane sono sottoposte al destino della mutevolezza; una nota pessimistica che sembrava quasi anticipare la “sfortuna” che Giotto a sua volta avrebbe patito dopo la sua morte. A dire il vero, Laurenti fu dimenticato, progressivamente, già durante gli ultimi anni della sua esistenza, quando altri gusti, altri sistemi culturali e organizzativi, altri ideali si imponevano per opera di una nuova generazione di artisti; un cambiamento molto rilevante che avveniva anche in seguito ai mutati rapporti tra artisti e critici d’arte e tra arte e politica. Nato all’inizio degli anni cinquanta dell’Ottocento, Laurenti fa parte di quella genera- zione che annovera i nomi di Favretto e Nono, Tito e Fragiacomo, Sezanne e Bressanin, Milesi e Ciardi; tutti artisti che sia pure in modi diversi (e con l’eccezione dei paesaggisti) hanno esordito nella pittura cosiddetta di “genere” per poi maturare proprie elabo- razioni personali, sospinti versi il nuovo sia dalla Biennale di Venezia (1895) sia dal cruciale passaggio tra i due secoli, facendo i conti soprattutto con la svolta simbolista degli anni novanta. Ma sia la sua formazione, avvenuta fuori di Venezia, sia i suoi gusti e le sue esperienze lo collocano in una zona intermedia tra Venezia e Firenze, tra Nord e Centro Italia, come si vedrà dalle sue inclinazioni che matureranno in una rilettura originale del Rinascimento italiano e in un intreccio di interessi (scultura, architettura, ceramica) che fanno della sua pittura qualcosa di difficilmente individuabile con gli schemi “settoriali” dei suoi contemporanei. Se a Favretto, morto giovane già nel 1887, e a Guglielmo Ciardi e a Luigi Nono, scom- parsi tra il 1917 e il 1918, fu risparmiata la crisi dell’arte italiana del dopoguerra, il più longevo Laurenti dovette invece vivere fino in fondo le contraddizioni del “ritorno all’ordine” che, in conseguenza della dittatura fascista, divenne poi, in buona parte, arte di regime. Dal momento che spetta al termometro della storia dell’arte – anch’essa a sua volta da sottoporre al vaglio della critica! – rilevare e rendere note le diverse “temperature” che di volta in volta si vengono a formare in un “clima” artistico ben determinato, gli esiti che la curatrice di questo volume ci sottopone sono non solo di carattere anamnestico ma propongono una nuova “dia-gnosi”, una conoscenza che avendo attraversato con occhio vigile ottant’anni di storia e arte perviene a giudizi motivati e fondati. Cesare Laurenti, Le contadine (part.), 1887, Nel caso di Laurenti si riscontra in modo esemplare quale fosse la differenza tra gli artisti Venezia, Galleria Internazionale d’Arte che parteciparono, magari anche a latere, ai movimenti innovativi dell’avanguardia, e Moderna di Ca’ Pesaro. invece la