_

Anno X N. 96 | Luglio 2021 | ISSN 2431 - 6739 Il cinema nazista di Leni Riefenstahl Disastri e resistenza, Il cinema è un prodot- in diverse città europee. Nel 1924, a Praga, un la Palestina nelle chi- to culturale, in quanto infortunio al già fragile ginocchio ne inter- tale nasce e si svilup- ruppe la carriera. Nello stesso anno, assistet- ne di Seth Tobocman pa, inevitabilmente, in te, a Berlino, alla proiezione del filmLa monta- Come ogni anno, con un certo contesto sto- gna del destino, di Arnold Fanck, e ne rimase l’arrivo di Maggio, ri- rico e sociale. L’ele- affascinata. Il cosiddetto cinema di monta- corre puntuale il ricor- mento politico-statua- gna, allora, in Germania riscuoteva un grande do della Nakba. Nella le, è, poi, una variabile successo, e Fanck ne era il principale autore. Il storiografia della Pale- Danilo Amione indipendente, che può fascino di queste pellicole risiedeva in uno dei stina, la Nakba denota o meno coincidere con i contenuti di una cer- grandi temi romantici di sempre della Kultur la “catastrofe” del 1948, ta arte. Ad esempio, possono esistere film na- tedesca (non ultimo Wagner), la conquista che provocò l’espulsio- zisti o comunisti anche al di fuori di tali contesti della natura pura e incontaminata, vista come Ali Raffaele Matar ne di quasi un milione politici statuali, ma saranno sempre motivati trionfo dell’uomo sulla propria volontà e sulle di palestinesi dalle loro da necessità contestuali storiche e sociali che proprie paure, in nome dell’affermazione case e dalle loro terre, per fare spazio ai coloni li hanno prodotti, e, quindi, culturalmente e dell’Io panteista capace di arrivare a conqui- sionisti giunti per popolare il neonato Stato di artisticamente in questo senso devono essere stare il cielo, quanto più possibile vicino al re- Israele. La “terra promessa” dalle sacre scrittu- giudicati. Una premessa indispensabile, que- gno degli Dei, che ne consacri la propria vita re, millenni fa. Se per taluni, si è concluso un sta, perché analizzare una figura come quella come degna di essere vissuta. La conquista di atavico giuramento divino, per i nativi del luo- di Leni Riefensthal implica un impegno anali- quel Walhalla che nella mitologia nordica è go si è trattato di un disastro che ha relegato tico che copre un arco temporale molto signi- l’oltretomba riservato agli eletti del Dio Odi- un popolo, quello palestinese, a una nuova dia- ficativo, non tanto per i 101 anni della sua lun- no. Forza fisica, coraggio irrazionale, abnega- spora, privandolo di autonomia, libertà e na- ga vita, ma, soprattutto, per il suo percorso zione, misticismo, deismo, tutti elementi ca- zionalità. Questo dramma umano resta oggi prehitleriano, hitleriano e posthitleriano. In ratteristici di una cultura che da elitaria aveva nella memoria intellettuale di chi milita a sini- tutto e per tutto coerente, diciamolo fin da su- saputo diffondersi, anche attraverso il cine- stra. Come il dissidente israeliano comunista bito, ma tale da essere chiarito per non incor- ma, a livello popolare, e che sarà uno dei moti- Ilan Pappé che, nei suoi saggi accademici, ha rere in contraddittori sterili quanto, spesse vi ispiratori del nascente movimento politico definito l’esodo dei palestinesi una “pulizia et- volte, pretestuosi. L’artista tedesca nasce a nazista guidato da Adolf Hitler. Non è ancora nica”, corredando la sua tesi di ferrei docu- Berlino nel 1902 da una ricca famiglia della la Germania nazista, che arriverà nel 1933, ma menti storici. Eppure, da allora, i disastri si so- borghesia industriale. Entrata in contrasto sono già lì, nella sua cultura e nella sua Storia, no susseguiti in mole incalcolabile. Un’infinità con il padre, che ne avversava la passione per molti dei motivi che la caratterizzeranno. Leni di soprusi, privazioni e violazioni mai punite, la danza, lascia la famiglia nel 1921. Già nel Riefensthal farà in modo di conoscere Fanck e a firma del suprematismo militare israeliano. 1923 è una affermata ballerina, ingaggiata dal di diventare prima sua attrice, ne La montagna La recente offensiva su Gaza, l’ennesima, ben grande Max Reinhardt per una lunga tournée segue a pag. successiva segue a pag. 4

“Report” Luglio 2021 di Pierfrancesco Uva

[email protected] n. 96

segue da pag. precedente dell’amore, 1926, e poi sua assistente alla regia. Esordirà dietro la macchina da presa con La bella maledetta, nel 1932, da lei stessa scritto e interpretato. Anche questa pellicola appartie- ne al filone del cinema di montagna e ne rap- presenta uno degli esiti più alti e coerenti. Ed è proprio durante la lavorazione di questo film che la Riefensthal legge il Mein Kampf, scritto da Hitler nel 1925, rimanendone pro- fondamente colpita, al punto da partecipare, sempre nel 1932, ad un raduno del Partito Na- zionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Dopo aver ascoltato l’intervento di Hitler, la Riefen- sthal chiese di incontrarlo per esprimergli il suo entusiasmo. Da parte sua Hitler aveva vi- sto il suo film La bella maledetta e ne era rima- sto folgorato, al punto da chiudere l’incontro con l’interprete e regista sua ammiratrice con la promessa che, non appena egli avesse preso Leni Riefenstahl (1902 - 2003) il potere, lei sarebbe diventata ma racconto di un amore la responsabile della nuova ci- verso un’idea che travali- nematografia tedesca. Questa, ca ogni possibile raccon- dunque, linearmente, la Rie- to del reale per approda- fensthal pre governo nazista, re ad una mistica cantrice del Mito romantico, dell’immagine che non potenzialmente già al servizio ha più avuto eguale nella della futura politica hitleriana. storia del cinema. La no- Cultura tedesca e statualità na- vità della Riefenstahl è zista stanno quindi per fonder- stata quella di rovesciare si dopo essersi riconosciuti e la sua verità addosso al amati. Puntualmente, vinte le nuovo protagonista della elezioni, Hitler incaricò la regi- Storia, lo spettatore. La sta di girare un film sul Con- regista tedesca lo travol- gresso di Norimberga del 1933, ge con la sua maestria che avrebbe celebrato l’ascesa comunicativa, fatta di nazista al potere. La vittoria del- primi piani del Fuhrer la fede fu reputato un capolavoro alternati a campi lunghi che ne dallo stesso Hitler, il quale però si esaltano la figura come unica ed in- vide costretto a ritirare e a distrug- dispensabile ad una folla stermina- gere la pellicola in quanto in alcune ta che aspetta solo di essere guidata scene egli compariva accanto ad verso un’unica meta. Le geometrie Ernst Rohm, il capo delle SA truci- dei soldati dai corpi perfetti, pronti dato, nel frattempo, con i suoi soda- ad essere distrutti se soltanto il loro li dalle SS hitleriane nella famosa Dio avesse voluto, e che si interse- Notte dei lunghi coltelli. Nonostan- cano sotto lo sguardo magnetico di te la Riefenstahl avesse vissuto ma- chi ha creato un giocattolo destina- le quell’esperienza, al punto da la- to a partorire 50 milioni di morti in sciare in custodia l’unica copia tutto il mondo, non può non entu- rimasta de La vittoria della fede in In- siasmare chi si affida ad una maga ghilterra, durante un giro di confe- incantatrice che dirige i suoi fanta- renze lì da lei tenute, la cosa sarebbe smi viventi come fosse in un’estasi tornata, fatalmente, a suo vantag- visiva continua, erotica ed orgiasti- gio. Infatti, Hitler propose alla regi- ca. Il prodigio della Storia si sposa sta di girare un altro documentario con lo spettacolo prodigioso del su un altro raduno nazista che si sa- grande schermo. E’ la fine di un’era “Il trionfo della volontà” (1936) di Leni Riefenstahl rebbe svolto, sempre a Norimber- e l’inizio del dominio dell’Immagi- ga, nel 1934. Il risultato sarebbe stato Il trionfo grande aquila che plana, dopo essere passata ne, oggi definitivamente trionfante. della volontà, uscito nelle sale nel 1936, dopo attraverso le nuvole di un cielo infinito, verso Sempre nel 1936, Hitler affidò alla Riefenstahl due anni di lavoro al montaggio, e considera- una folla osannante ed in ieratica attesa. L’Io e la realizzazione di un film sulle Olimpiadi di to il più grande film di propaganda politica la massa, il nuovo e insieme antico senso di Berlino. Il film sarebbe uscito nelle sale sol- mai realizzato, capace di immortalare Hitler appartenenza ad un destino comune ed ine- tanto due anni dopo, nel 1938. Ovviamente, come il nuovo Profeta destinato a dare il via al luttabile. La protagonista assoluta è, natural- l’intento del Fuhrer era quello di esaltare agli Reich millenario. La Riefenstahl, grazie ad un mente, lei, la regista, Leni Riefenstahl, l’arti- occhi del mondo la potenza organizzativa del- numero incalcolabile di operatori e cineprese sta, l’unica in grado di raccontare tutto ciò lo stato tedesco, insieme a quella sportiva, ca- messele a disposizione dal ministro della pro- attraverso inquadrature che emanano condi- pace di riecheggiare, dopo tante umiliazioni paganda Joseph Goebbels, riuscì a veicolare visione assoluta verso chi esalta l’occhio ap- belliche, anche le virtù fisiche della nuova gio- sugli spettatori l’immagine di un Dio che arri- passionato e lo sguardo attento a raccontare ciò ventù hitleriana. In Olympia, la Riefenstahl va a bordo di un aereo metaforizzato in una in cui si crede. Non cinema di documentazione segue a pag. successiva 2 [email protected] segue da pag. precedente mise in primo piano, ancor più che ne Il trionfo della volontà, l’esaltazione della perfezione dei corpi, tedeschi e non, in un ideale e insieme sottile e tragico gioco di montaggio alternato con i documentari sulla eliminazione dei co- siddetti imperfetti (diversamente abili fisici e mentali) che il Ministero della propaganda te- desca, contemporaneamente, mandava nelle sale, e con l’obbligo di vederli per milioni di te- deschi. Come dire, in Olympia la Riefenstahl affermava che la migliore gioventù del mondo era sana e perfetta (geniale, in questo senso, una delle sequenze iniziali del film, in cui un atleta olimpico prende forma staccandosi da una imponente statua greca) e che nessun pa- ese si sarebbe sognato mai di farsi rappresen- tare da altri corpi che non fossero quelli, così che lo spettatore tedesco vedesse nel suo film, inconsciamente, una giustificazione all’elimi- nazione di quei connazionali ritenuti figli di un Dio minore e barbaramente eliminati in nome di una follia chiamata razza ariana. Dinnanzi a questa verità, passa certamente in secondo piano la grandezza innovatrice di Olympia, definito non a torto il più grande film di documentazione sportiva mai realiz-

Leni Riefenstahl in “Impressionen unter Wasser” (2002) zato. L’uso geniale di dolly e carrelli, le origi- nali riprese in verticale e in orizzontale, furo- no messe al servizio di immagini inedite ed Leni Riefenstahl - “The last of the Nuba & The People of Kau” - 1976/1978 eccezionalmente affascinanti, che però si ri- volgono allo spettatore chiedendogli di non arrestata per connivenza con il regime nazi- fra la mitica, statuaria e nobile popolazione dimenticare mai di contestualizzarle, pena sta. Graziata dopo pochi anni di carcere, la re- guerriera dei Nuba del Sudan, per immortala- l’oblio della verità e della ragione. gista, che si era sempre difesa dalle accuse af- re corpi scolpiti e pronti alla lotta e alla morte Alla fine della guerra Leni Riefenstahl venne fermando di essere stata solo una esecutrice che facessero rivivere quelli che ella aveva già di ordini, come esaltato nei suoi film nazisti. Ormai molto an- i criminali di ziana, ma mai doma, realizzerà riprese e fo- guerra di No- tografie di esotici fondali marini, ultimo rimberga, tor- simbolo di un mondo che ella avrebbe volu- nerà in seguito to incontaminato. Rimarrà, dunque, come af- a fare cinema fermò la grande scrittrice statunitense Susan cercando di af- Sontag, nel suo celebre saggio Fascino fascista, fermare sem- del 1975, sempre una nazista dentro, al di là del pre il mito della fatto che il suo modo di vedere il mondo per purezza e della circa dieci anni fosse coinciso con la realizza- perfezione, tra- zione statuale di tale ideologia. Potremmo dendo così, ine- chiudere affermando che la Riefenstahl fu più vitabilmente, la nazista dei nazisti, a lei non interessava che il sua patetica di- suo mondo ideale fosse abitato da bianchi, ne- fesa tribunali- ri o gialli. Voleva soltanto che fosse un mondo zia postbellica. perfetto, tremendamente perfetto. Infatti, andrà a girare, negli an- “Olympia” (1938) di Leni Riefenstahl ni 70, in Africa Danilo Amione 3 n. 96

segue da pag. 1 pagine, manifesti e vignette che racconta- dimostra l’entità delle violenze perpetuate nei no anni di proteste e sit-in per il diritto alla confronti dei palestinesi. Com’è possibile che casa, confluiti in War in the neighborhood, tali ingiustizie non trovino alcuna resistenza un’opera che ha segnato una milestone nel internazionale? È una domanda che si è posto mondo delle graphic novel. In Italia, oltre a spesso l’anarchico statunitense Seth Toboc- brevi e sporadiche comparse su Internazio- man, abituato a urlare il proprio dissenso alle nale, di Tobocman è stato tradotto un uni- autorità indifferenti, con il solo uso di china e co volume intitolato Disastri e resistenza, da- pennelli. Da decenni, Tobocman usa il fumet- to alle stampe da Hazard Edizioni, etichetta to come mezzo di divulgazione e denuncia so- di Gianni Miriantini – la cui improvvisa ciopolitica, senza mai scendere a compromes- scomparsa a Dicembre 2020 ha interrotto si con nessuno. I suoi manifesti e le sue strisce, bruscamente anni di coraggiose pubblica- di incomparabile potenza espressiva, spicca- zioni, come questa. «Sono fumetti che par- no perennemente nei cortei civili e antirazzi- tono dall’idea per cui se la gente capisce la sti. Merito del suo stile senza eguali, a metà situazione, allora può agire e cambiare il tra le forme della street-art e i poster propa- mondo» ribadisce il fumettista nella sua gandistici, in cui segue un percorso di sottra- prefazione. Vignette che non interrogano zione dei dettagli, che gli consente di dare ri- la contemporaneità né tantomeno giocano salto ai suoi messaggi politici. Tra gli appassionati a tirar fuori riflessioni velate, ma che pun- di fumetto underground, è ben noto l’apporto che tano il dito, in modo esplicito e diretto, Tobocman ha avuto nella lotta contro gli abusi in contro politici, imprenditori e criminali di divisa e la gentrificazione newyorkese. Tante guerra, che agiscono senza considerare gli effetti disastrosi e Copertina di “War in the neighborhood” sanguinari delle pro- prie azioni. Alla questione criticare le pratiche di Israele può sembrare palestinese, nel volume è controverso. Tobocman esorta a prendere po- dedicata una notevole sizione, raccontando di sé: «da ebreo ameri- sezione intitolata “Ter- cano, sono cresciuto pensando che gli israe- ra non così santa”, in liani avessero ragione. Poi ho cominciato a cui l’artista denuncia capire che c’era un altro modo di vedere le co- la condotta illecita del- se, quando gli storici israeliani hanno am- le autorità israeliane messo ciò che era stato negato per anni, che nei riguardi dei villag- nel 1948 le milizie sioniste avevano costretto gi indigeni, privati di la popolazione palestinese ad abbandonare le acqua e elettricità e sot- proprie case attraverso una serie di massacri toposti alle radiazioni per fare spazio agli insediamenti ebraici. Ho delle centrali energeti- allora sentito l’obbligo di verificare da vicino che riservate alle colo- e, per alcune settimane, mi sono offerto vo- nie ebraiche. In un pas- lontario in un villaggio palestinese tagliato saggio in prosa, l’autore fuori dal resto del mondo dai blocchi israelia- critica gli intellettuali ni. Sarà la storia a dire se ho fatto bene o se so- che ignorano le dispa- no stato ingenuo». rità vissute dai palesti- Ali Raffaele Matar Seth Tobocman (1958) è un artista di fumetti che vive a Manhattan Lower East Side nesi e asseriscono che

Tavola tratta da “Disastri e resistenza” Tavola tratta da “Disastri e resistenza” Copertina di “Disastri e resistenza” 4 [email protected] Nicholas Ray e la nostalgia di un cinema ribelle Nella parte finale del prologo del suo libro Nicholas Ray tiempo pub- film di Wim Wenders blicato in Spagna insieme a Jos Oliver, ciò che Lighting Over Water (Lam- si stava affermando nel suo cinema era l’esi- pi sull’acqua, 1979), una stenza di un abisso tra alcuni modelli cinema- particolare opera di tografici classici disposti a dare all’immagine morti viventi sulla scom- un senso espressivo, rispetto a un altro mo- parsa di un regista cine- dello nel quale l’immagine è lì, pronta a svela- matografico, vediamo re un vuoto. Un contrasto simile a quello che un battello scorrere lun- può separare l’espressività di un dipinto come Àngel Quintana go il fiume Hudson fino Le fucilazioni del tre maggio di Goya con quello al mare per disperdere le de L’esecuzione di Maximiliano di Manet. Men- ceneri di Nicholas Ray, pseudonimo di Ray- tre nel modello classico è necessario che l’im- mond Nicholas Kienzle (Galesville, 7 agosto magine evidenzi, simbolizzi ed esprima un 1911 – New York, 16 giugno 1979). Un gruppo di mondo, in quello moderno l’immagine appare giovani seguaci e alcuni parenti del vecchio soprattutto come il riflesso di una presenza. maestro cineasta statunitense viaggiano nel Godard esagerava quando collocava i film di battello. L’obiettivo del viaggio non è altro che Ray degli anni ‘50 quale fulcro di una rottura quello di compiere un rito funebre, per riven- radicale del sistema cinema. dicare e ricordare la memoria di un uomo che Quello che Ray maturava aveva un altro signi- in vita fu un ribelle, finendo emarginato e di- ficato, era più simile a un sentimento di non ventando l’espressione più viva di un genere fiducia in sé stessi, di dissenso dal sistema hol- di passaggio del cinema classico a quello mo- lywoodiano dell’epoca. Ray non ha voluto rom- derno. Ray ha vissuto per di- pere con la tradizione model- versi anni integrato all’interno lata in passato verso il cinema di un’industria cinematografi- classico. Non ha voluto disco- Nicholas Ray (1911 – 1979) ca della quale non intuiva mini- starsi da una determinata po- mamente i cambiamenti che litica sui generi, né da certi live by night (La donna del bandito, 1948), sviluppava e per altri anni modelli narrativi basati sul Dixon Steele (Humprey Bogart) in In a Lonely visse come un dissidente er- rapporto diretto tra le cause Place (Il diritto di uccidere 1950)), Jimmy Stark rante che sognava l’utopia di e gli effetti delle storie. In re- (James Dean) in Rebel without a cause (Gioven- un cinema impossibile da re- altà, i migliori film di Ray tù briciata, 1950), Johnny Logan (Sterling alizzare. Sul ponte del battel- hanno tutti una serie di ele- Hayden) in Johnny Guitar (1954) o Jeff Mc lo, insieme a una cinepresa e menti al loro interno che li Cloud (Robert Mitchum) in The Lusty Man (Il a una moviola, il film ci mo- portano a esprimere deter- temerario, 1952), hanno una psicologia perfetta- stra le ceneri di Ray all’inter- minati modelli che richiama- mente definita. In molte occasioni, la sua stessa no di un barattolo. L’immagi- no il principio dell’eredità esistenza non è stata altro che il risultato di quel ne finale di Lighting Over Water aristotelica. Ray lavora, in al- sentimento di insofferenza che Ray aveva nei ha qualcosa di premonitorio. Il cune occasioni, mantenendo confronti della stessa industria di Hollywood. rito vuole omaggiare il mae- una precisa unità di tempo. Ray era un dissidente perché prospettava il stro defunto, spargere le sue L’irruzione del passaggio al futuro nel bel mezzo di un’epoca politicamen- ceneri in mare per convertirle in una opera te- conflitto viene mantenuta su un piano perfet- te ultraconservatrice. Ed appariva un estra- stamentaria per il futuro. A più di trent’anni tamente equilibrato, all’interno di una strut- neo in mezzo a un sistema, quello degli Studios, da queste immagini, quando dalla nascita del tura narrativa del film che segue le leggi della che continuava a pensare ai guadagni facili ed regista Nick Ray si è già superato abbondan- drammaturgia classica. Una serie di circo- immediati, senza rendersi conto che la televi- temente il secolo, la domanda importante che stanze avverse spostano i protagonisti dei sione e l’automobile avevano generato una ci poniamo è appurare cosa resta della sua suoi film verso un conflitto che può sfociare in nuova dimensione domestica che cominciava memoria. C’è da chiedersi cioè fino a che pun- situazioni probabilmente tragiche. La mag- a cambiare l’utilizzo del cinema come sistema to Nicholas Ray può continuare ad essere un gior parte degli eroi maschili dei film di Ray, di intrattenimento collettivo. Ray era stato riferimento oggi in un panorama di un cine- come Arthur Bowers (Farley Granger) in They uno dei pochi registi che aveva compreso, nono- ma così mutante, che ha messo in stante la politica anticomu- crisi sia il genere classico che quello nista dell’era Truman, che i moderno. Bisognerebbe scoprire se tempi stavano cambiando dopo la fine di quel tipo di cinema- e che nuove condizioni di tografia che lo aveva osannato, Nick rivolta sociale erano laten- Ray altro non sia oggi che lo spettro ti, avvertibili sia nei modi fantasmagorico di un vecchio mo- di vita dei giovani sradicati dello di cinema che forse esiste solo che sostituivano la fami- in funzione della malinconia rige- glia con la gang, che con gli nerata da pochi spettatori rinchiusi emarginati estromessi dal in arcadie improbabili. “sogno americano” o attra- Negli anni ‘50, Jean Luc Godard verso i nuovi spazi sperso- scrisse nelle pagine dei Cahiers du nalizzati delle periferie ur- cinéma che il Cinema era Nicholas bane che crescevano intorno Ray. La boutade godardiana aveva una alle grandi città. I tempi cam- evidente intenzione provocatoria- biavano ed era necessario mente politica. Come il regista Víctor guardare avanti. Bisognava Erice ha giustamente asserito nel “La donna del bandito” (1948) di Nicholas Ray, segue a pag. successiva 5 n. 96

segue da pag. precedente dissentire da una politica incentrata sulla para- noia anticomunista e affermare invece che forse un giorno sarebbe stato possibile dall’in- terno di Hollywood stessa indirizzare una nuova produzione e tastare il polso della so- cietà reale. I giovani emarginati dalla crimi- nalità di They live by night, lasciavano il posto ai nuovi giovani che decidevano il loro destino con un’auto da corsa che correva inesorabil- mente veloce verso l’abisso, come nel caso di Gioventù bruciata. Tutti segnali che annuncia- vano altri giovani del 1968 che avrebbero pro- “Il diritto di uccidere” (1950) di Nicholas Ray testato per le strade di Chicago contro il Con- spirancy Trial, col quale sette leader dei movimenti della sinistra americana venivano accusati di co- spirazione, con una serie di grandi mobilitazio- ni giovanili duramente represse dalle forze dell’ordine. Ray ha colto questi elementi im- portanti della vita politica come punto di par- tenza del suo film We can’t go home again (Non possiamo tornare a casa, 1973). Fu questo un lavoro sperimentale in cui Ray ricordava allo spet- tatore che non vi erano più case in cui era possibile ritornare. Di fronte a un mondo alla deriva, ciò che “ll temerario”(1952) d Nicholas Ray emergeva era lo sradicamento sociale. Il gesto di Jeff Mc Cloud (Robert Mitchum) in una comparsa in alcuni film diretti da altri re- La prima inattesa di The Savage Innocents (Om- The lusty man, quando il protagonista rianno- gisti nati in epoca moderna. Il suo cameo bre bianche, 1959) fu vista come il paradigma da i ricordi dimenticati della sua infanzia, sembrava indicarci qualcosa che si riferiva a di una favola ambientalista con accenni anche non era più fattibile. Il nuovo mondo che Ray un ipotetico cambio dei ruoli, che certificava al discreto The True Story of Jesse James (La vera ha dovuto affrontare negli ultimi anni della l’irruzione di una possibile crisi generata dal- storia di Jesse il bandito, 1956) che era servito sua vita era più simile a quello di una conti- lo sradicamento del sistema. Nicholas Ray ap- ad affermare che anche il mitico pistolero po- nua evoluzione in Johnny Guitar. Il cow boy dis- pariva l’anima di un altro mondo, era il sim- teva essere un ribelle senza ragioni apparenti. sidente attraversa un paesaggio caratterizza- bolo di ciò che non era potuto diventare. Il Ray è stato l’esempio primo che giustificava to da un susseguirsi di esplosioni collegate punto di riferimento di un’utopia cinemato- questa lettura della tradizione hollywoodiana alla nascita della ferrovia, quasi a presagire un grafica, messa in pratica sotto il suo sguardo classica, che altri hanno cercato di rilanciare possibile profondo cambiamento. In un ca- sereno. nella prospettiva di una possibile modernità sinò, Vienna (Joan Crawdford) attende inutil- Alla fine degli anni Settanta, prima della sua nascosta da riscoprire. Il figurante Ray nei mente l’arrivo di ciò che può cambiare la sua morte, Ray era per il cinema moderno un’ico- film di Wenders e Forman ha conquistato un vita. Cosa che non accadrà, coloro che gover- na di qualcosa che veniva da lontano, che ve- nome tutto suo. Se ami il cinema, devi ripete- neranno la società continueranno ad essere niva visto come un fantasma che appariva. re fino alla nausea quello che Johnny Logan gli uomini insignificanti. Nel 1980, dopo la sua morte, il critico cinema- diceva a Vienna, “Dimmi che mi ami anche se Nel 1978, quando per certi giovani Nick Ray tografico francese Serge Daney scrisse un bel- mi stai dicendo una bugia”. apparve come fantasmagorica figura ritratta lissimo testo in cui ricordava il tempo in cui A trent’anni da quell’età dell’oro, in cui tutti da Wim Wenders nel film L’amico americano vicino alla Cinémathèque, “nei quattro caffè credevamo ancora ingenuamente che il cine- (Der amerikanische Freund, 1976), il cineasta del Trocadero, qualcuno, un topo di cineteca, ma fosse Nicholas Ray, è necessario chiedersi statunitense assunse il ruolo secondario di un poteva sostenere che il più grande regista del quale posizione potrebbe ricoprire oggi il ci- soldato dell’esercito americano in Hair di Mi- mondo potesse essere X o Y, ma che Nicholas neasta nel nostro presente, per sapere se un los Forman, musical sulle rivolte degli anni Ray avesse fatto forse il film più bello. Certi giorno le sue ceneri sparse nella Baia di Hud- hippy e sulla enorme protesta contro la guerra pomeriggi poteva essere Bitter Victory (agg. son resusciteranno o se la sua figura centena- Vittoria amara, 1957), in altri era ria potrà tornare ad avere una qualche attuali- Bigger than life (agg. Dietro lo spec- tà. La prospettiva è più fosca che mai per chio, 1956). C’era sempre un punto Nicholas Ray, soprattutto perché la questione fermo tra Nicholas Ray e gli altri, non sta nel sapere se il suo continuerà ad es- come se tra lui e il cinema ci fosse sere considerato buon cinema oppure no, ma un punto di vantaggio”.1 Nella Bar- nel sapere se il cinema, come si pensava in un cellona dei primi anni Ottanta, ci certo momento, continuerà ad essere utile e fu il fortunato ritorno dell’idea ci- importante. Siamo in un’epoca in cui gli ulti- nematografica del bravo selvaggio. mi rappresentanti della modernità si stanno Nicholas Ray fu il riferimento di estinguendo, un tempo nel quale la postmo- incontri cinematografici, come nel dernità, che aveva imposto la legge del tutto è cinema Casablanca con il filmJohny permesso, è caduta in disuso, in cui la celluloi- “Non possiamo tornare a casa” un film sperimentale di Nicholas Ray Guitar. Così come Gioventù bruciata de lascia il posto al digitale, in cui la cinemato- (nel riquadro in basso a destra) in una sequenza a immagini multiple lo fu quale precursore delle culture grafia è una vecchia parola dal retrogusto rock e dei film sulle crisi giovanili, amaro, in cui i giovani non discutono più dei in Vietnam. La sua interpretazione sembrava che richiamò quello di Francis Coppola con il classici del cinema di Hollywood. Anche se ci voler chiudere il cerchio col cinema, ma essa si suo film Rumble Fish (Rusty il selvaggio,1983). pesa, il cinema non è più Nicholas Ray. inserì come se lui volesse farci uno scherzoso Àngel Quintana 1 Serge Daney, «Nick Ray et la maison des occhiolino. Ray, il regista del dissenso, diventò Traduzione dallo spagnolo di Marco Asunis images>>. Cahiers du cinéma, n.310, abril 1980. 6 [email protected] Franco Battiato - non solo musica L’esperienza cinematografica dell’ artista siciliano, tra regia, interpretazioni e colonne sonore «Da ragazzo abitavo in sull’avventura di tre giovani nella Romania una casa, la cui terrazza del tiranno Ceasescu, ormai vicino alla fine; era la tribuna naturale ed ancora le canzoni inserite in alcuni film di di un cinema all’aperto e, Nanni Moretti: Scalo a Grado in Bianca (1984), per sette anni d’estate, un film pieno di canzoni, in cui quella di Bat- vedendoli o solo ascol- tiato fa da leit-motiv a una triste domenica del tandoli, ho centrifugato protagonista; I Treni di Tozeur (cantata con Ali- centinaia di film di tutti i ce), che riecheggia tra i tavolini pieni di anzia- Nino Genovese tipi. Ho imparato così, ni che giocano a carte, in un bar di periferia, quasi senza accorgermene, a gustare il linguaggio in La Messa è finita (1985); E ti vengo a cercare, del cinema, in tutte le sue espressioni»: così osser- che si sente in tre momenti di Palombella rossa 2002) – ha anche un abbrivio di carattere au- va Franco Battiato (come riportato da Seba- (1989); infine, la reinterpretazione di Inverno tobiografico, dato che segue le vicende di un stiano Messina), in un bel ricordo che denota (la struggente, meravigliosa canzone di Fabri- ragazzino siciliano che, andando dietro al suo il suo amore per il cinema, che costituisce zio De Andrè), ne Le Sorelle Macaluso (2020) di desiderio di diventare scrittore, si trasferisce quasi un leit motiv di tutta la sua esistenza. Emma Dante; il caso più emblematico e parti- a Milano; molto complesso ed originale, eso- Nato a Riposto (che allora si chiamava Ionia), colare risale, però, al 2006 ed è la cover di Ruby terico, simbolista e sperimentale, riflette sicu- vicino Giarre, in provincia di Catania, il 23 Tuesday (incisa dai Rolling Stones), inserita ramente le idee e il mondo spirituale di Bat- marzo 1945, morto a Milo (sempre in prov. di nel film fantascientifico messicanoI Figli degli tiato, ottenendo il Premio per il Miglior Catania) il 18 maggio 2021, all’età di 76 anni, Uomini (2006) di Alfonso Cuaròn, che si sente regista esordiente ai Nastri d’argento di Franco Battiato – vero e proprio genio musi- cantare in una scena con Michael Caine, a quell’anno. cale, capace di spaziare tra generi diversi, dal- proposito della quale il regista ha dichiarato Due anni dopo, nel 2005, ecco il secondo film, la musica pop a quella classica, dalla lirica alla che l’interpretazione di Battiato gli ha provo- Musikanten, ancora scritto con Manlio Sga- musica etnica ed elettronica, è stato uno spiri- lambro, storia di un giornalista che, attraver- to libero, impossibile da etichettare e ridurre so una regressione ipnotica, scopre di essere ad una sola dimensione; la sua versatilità e la reincarnazione di un principe amico di Lu- poliedricità, oltre al mondo musicale, fanno sì dwig Van Beethoven, la cui figura viene trat- che egli non trascuri tanti altri settori, tant’è teggiata in maniera decisamente originale at- vero che è anche pittore ed ha un approccio traverso l’interpretazione dello scrittore e costante ed ininterrotto proprio con il cine- regista cileno Alejandro Jodorowsky. ma. Il terzo e ultimo lungometraggio è Niente è co- Innanzitutto, vi sono le colonne sonore da lui me sembra (titolo anche di un suo libro pubbli- realizzate, che riguardano (oltre ai film diret- ti) anche Una Vita scellerata (1990) di Giacomo Battiato (caso di omonimia, in quanto non vi è fra i due nessun grado di parentela), incen- trato sulla vita avventurosa di Benvenuto Cel- lini; e Il Giorno di San Sebastiano (1993) di Pa- squale Scimeca, che rievoca un episodio storico veramente accaduto, la strage di un gruppo di contadini che manifestano per ri- vendicare i diritti su un terreno demaniale da parte di un plotone di bersaglieri, aizzati dai campieri mafiosi, a Caltavuturo (in provincia di Palermo), nel quale vi è anche una canzone in siciliano. Poi vi sono le numerose canzoni (nuove o reinterpretate) utilizzate in tanti film: Per Eli- cato «un’emozione profondissima», arrivan- sa in Amore tossico (1983) di Claudio Calegari; do a superare «quella dei Rolling Stones». L’Animale (2018) nel film omonimo della regi- L’interesse di Battiato per il cinema e per la re- sta austriaca Katharina Mückstein; La Stagio- gia, in effetti, cominciano a manifestarsi, in ne dell’amore, stupenda canzone del 1980, che modo particolare, tra gli anni Settanta ed Ot- troviamo ne La Guerra degli Antò (1999) di Ric- tanta, quando egli dirige, via via, quasi tutti i cardo Milani, ne La Vita facile (2011) di Lucio video-clip delle sue canzoni (oltre venti), acqui- Pellegrini e in Benedetta follia (2018) di Carlo sendo, in tal modo, quel minimo bagaglio di Verdone; Insieme a te non ci sto più, Ritornerai e competenze tecniche che gli consentiranno, Se mai presenti in Manuale d’amore (2005) di ben presto, di dedicarsi alla regia dei suoi lun- Giovanni Veronesi, che utilizza anche il capo- gometraggi, che sono tre: Perdutoamor (2003) cato dalle edizioni Kaos), risalente al 2007, in lavoro La Cura nel film avventuroso Tutti per costituisce la sua prima “avventura” da regista cui il protagonista, Giulio Brogi, è un anziano uno - Uno per tutti (2020) incentrato sui famosi cinematografico, di cui egli – oltre, ovviamen- professore di Antropologia che, durante un moschettieri; La Canzone dell’amore perduto te, alla colonna sonora – cura anche il sogget- viaggio per assistere a una festa di origini (stupendo “pezzo” di Fabrizio De Andrè) in Ex to e la sceneggiatura (insieme con l’insepara- pre-cristiane, si trova per caso in un’abitazio- (2009) di Fausto Brizzi; Radio Varsavia in Chia- bile amico Manlio Sgalambro, collaboratore ne dove si svolge un festino, i cui partecipanti mami col tuo nome (2018) di Luca Guadagnino; anche nella stesura di molte sue canzoni di discutono di spiritualità e metafisica: e sono Voglio vederti danzare e L’Ombra della luce in EST successo); il film – che si ispira al titolo di una can- questi i temi prediletti da Battiato, non solo - Dittatura Last Minute (2020) di Antonio Pisu, zone di Salvatore Adamo (da Battiato reincisa nel segue a pag. successiva 7 n. 96

segue da pag. precedente Teatro nelle sue canzoni, ma anche nelle opere di al- tro tipo. Battiato dirige anche tre interessanti docu- All’Estate Teatrale Veronese la prima de Il mentari: La sua figura (2007) costituisce un teatro comico omaggio alla cantante Giuni Russo (prematu- Sul palcoscenico del da parte degli interpreti - personaggi con i pro- ramente scomparsa), con cui aveva avviato Teatro Romano di Ve- blemi della gente finisce con il diventare emble- una fortunata collaborazione (realizzando, fra rona il 24 agosto alle 21 ma l’Arlecchino che proprio ne Il Teatro Comico l’altro, il noto brano Un’estate al mare); Auguri debutta Il Teatro Comi- si ricorda e rammenta anche al pubblico che pu- don Gesualdo (2010) è un affettuoso ritratto del- co, la prima delle sedici re lui deve dar da mangiare ai figli”. In un perio- lo scrittore Gesualdo Bufalino, visto attraverso commedie nuove che do critico come quello che stiamo attraversan- una serie di interviste; Attraversando il Bardo Carlo Goldoni scrisse do, Il Teatro comico, un testo pensato da (2014), invece, getta uno sguardo oltre la morte, nell’annata teatrale 1750, Goldoni per stimolare dal palco una riflessione una sorta di commedia - sulla riforma del teatro del suo tempo da realiz- manifesto in cui il gran- zarsi attraverso il superamento della Commedia Giuseppe Barbanti de drammaturgo porta addirittura in scena una compagnia impegnata nelle prove di uno spettacolo: la messa in scena è un allestimento dei produttori teatrali profes- sionali veneti, riuniti in PPTV (Produttori Pro- fessionali Teatrali Veneti), sei imprese di pro- duzione (Ensemble Teatro Vicenza, Pantakin da Venezia, Tam Teatromusica, Teatro Scientifico/ Teatro Laboratorio, Theama Teatro, Tib Teatro) che da decenni svolgono un importante lavoro sul territorio veneto anche con l’organizzazione di “Sguardi”, festival itinerante del Teatro Con- temporaneo Veneto. Alle sei compagnie si af- dell’Arte, mettere in scena un testo che ipotizza fianca in veste di coproduttore il più importante un nuovo teatro assume il valore di una sfida teatro pubblico che opera in regione, il Teatro epocale. “C’è veramente da chiedersi se non fos- Stabile Veneto. Alla fine di un periodo in cui se successo quanto è accaduto nell’ultimo anno qualsiasi prospettiva futura per lo spettacolo dal e mezzo e fossimo rimasti raggomitolati nei riti vivo appariva sospesa, debutta alle prese con un e pregiudizi di un vecchio modo di fare teatro, testo particolarmente significativo della produ- come avremmo potuto calcare questi spazi di zione goldoniana una compagnia di ben 9 attori modernità che ci si stanno aprendo - prosegue capitanati da Giulio Scarpati e diretti dal regista Eugenio Allegri -L’idea e il progetto sono nati Eugenio Allegri: in scena accanto a Scarpati, ol- nello scorso autunno e inverno e il portato più analizzando la filosofia buddista tramite testi- tre mezzo secolo di attività spaziando dai classi- significativo della svolta culturale che stiamo vi- monianze di filosofi, monaci, psicologi e asceti ci al teatro contemporaneo con fortunate incur- vendo è che sia lo stesso mondo della scena a ri- di tutto il mondo. sioni sul piccolo schermo e nella commedia flettere su di sé, senza lasciare ad altri il compito Battiato compare anche in alcuni film: già nel musicale con Aggiungi un posto a tavola, troviamo di farlo, perché nei momenti di crisi niente e 1973 partecipa come comparsa al film Baba Ya- nessuno può parlare a nome di altri o in altra ga di Corrado Farina, horror a sfondo erotico, forma. Le prove si sono in buona parte già svolte tratto da un fumetto di Guido Crepax; nel 1988 nei mesi del lockdown, quando, a sipari chiusi ha un cameo (nel ruolo di se stesso) nello sce- per pandemia, i teatranti hanno potuto conti- neggiato televisivo in due puntate Una donna nuare a svolgere questa fondamentale parte del tutta sbagliata di Mauro Severino; nel 1999 pren- loro lavoro solo grazie al rispetto di rigidi proto- de parte a due cortometraggi sperimentali colli anti-covid. Noi abbiamo avuto l’opportuni- dell’amica Elisabetta Sgarbi, Frammenti di una tà di provare al Teatro delle Maddalene di Pado- biografia per versi e voce e In serra (Un arabo colpi- va e siamo stati molto ben guidati nell’osservanza to dalla fuga occidentale); infine, nel 2006, pren- de parte a Padre di Giada Colagrande, incen- trato sulla figura di una donna che, dopo la Grazia Capraro, Aristide Genovese, Vassilij morte del padre, cui è particolarmente legata, Mangheras, Manuela Massimi, Solimano Pon- coglie una serie di segnali che le fanno credere tarollo, Irene Silvestri, Roberto Vandelli, Anna nella possibilità di rimanere in contatto con lui. Zago. “Nonostante i temi complessi con cui Gol- Ma quello per il cinema è un amore costante ed doni si confronta in questo testo, l’essere attore autentico: come se non si fosse mai allontana- e interprete nel teatro del suo tempo, l’approccio to da quella terrazza da cui, da ragazzino, si af- del grande commediografo non è per nulla pro- facciava per immergersi in quel mondo fantastico blematico. Forse è di difficile comprensione per che si snodava sullo schermo dell’arena estiva ubi- noi teatranti usciti da un ‘900 segnato dalla pro- cata sotto casa sua: un ricordo che, sicuramente, liferazione degli ismi, ma Goldoni i problemi li della normativa dai tecnici del Teatro Stabile del lo accompagnerà per tutta la vita… poneva e li affrontava dando una risposta. – Spie- Veneto”. Le scene e i costumi sono firmati da Li- E, forse, ora, il suo spirito, da una terrazza posta ga il regista Eugenio Allegri - “Nell’ultimo anno e cia Lucchese, video arte e suono sono di Alessan- molto più in alto, starà osservando le immagini mezzo, con il teatro letteralmente sparito dall’o- dro Martinello. Aiuto regia è Alessia Donadio. tragiche o divertenti, tenere o terribili, che – come rizzonte, come testimoniano gli ostacoli che in- Lo spettacolo sarà inserito nella programmazio- in uno dei tanti film della sua vita – si svolgono nel contra lo spettacolo dal vivo a riprendere tempi ne dei teatri dello Stabile del Veneto e di Pado- mondo sottostante, frenetico e tormentato. e ritmi pre-covid, questo approccio pragmatico va e Treviso della stagione 2021-2022. Nino Genovese si rivela molto attuale: di questo misurarsi anche Giuseppe Barbanti 8 [email protected] Il mondo dei robot, Blade Runner, Matrix, tre modi di essere robot Esistono già, da tem- fantascientifici. Blade Runner ha po, con certezza, degli voltato pagina in tal senso, dan- alieni sul Pianeta Ter- do un surplus mitologico, para- ra, ma in tutta appa- frasando così i miti della anti- renza, non sono esseri chità classica occidentale e della di altri pianeti, ma di narrativa scientifica appunto. creazione e invenzio- Sono entrati da comprimari nel ne umana. Sono i ro- cinema con Guerre stellari, di Lu- Leonardo Dini bots, introdotti dalla cas e Spielberg, ma in realtà, un evoluzione della cine- robot era già al centro di un ca- bernetica negli anni ‘70 del’ 900,oggi sono di- polavoro delle origini del cine- venuti quasi all’ordine del giorno, nelle appli- ma: Metropolis di Fritz Lang. cazioni scientifiche, tecnoindustriali, mediche, Opere come Dune o Robocop 1 e 2 oltre che nei progetti di esplorazione spaziale. e Terminator, hanno poi declina- Il cinema è stato tra i primi mezzi di espres- to vari ruoli cinematografici: da “Metropolis” (1927) di Fritz Lang sione artistici, a cercare di decifrare e di dare protagonisti nel caso di Robocop diretto da esistenti). un senso e un significante al nuovo Mondo dei Paul Vergoeven, e di Terminator. Spesso il con- La realtà supera la fantasia, perché in futuro i robot. L’omonimo film, del 1973, è considerato fine tra umanoidi e robot è stato reso molto robots avranno senza dubbio un ruolo essen- un cult e lo è realmente, ha infatti la eccezio- labile in queste narrative. In alcuni casi si so- ziale, in un pianeta liberato dal lavoro manua- nalità di essere un film scritto e diretto da Mi- no confrontati attori umani in veste di uma- chael Chrichton, che ne fa il manifesto ideale noidi e altri nel ruolo di robots. E. T., di Steven della sua visione del futuro. Spielberg, ha invece proposto un extraterre- La trama del film, realizzato al tempo della stre che sembrava un robot, pure essendo un nascita del western all’italiana, vede anche supposto essere vivente, l’esatto opposto del una curiosa incursione, autoironica, di Yul ragazzo automa protagonista del film A.I.,o- Brinner, nel mondo virtuale di una tecno città pera dello stesso Spielberg, che invece è quasi ideale, popolata di robots e visitatori: di turi- un E. T. 2.0,quasi un upgrade, rispetto al per- sti umani, quasi un parco giochi a tema sul fu- turo, che diviene però anticipazione concreta del domani della specie umana. Già oggi esi- stono nel mondo numerosi robots, di molti generi: il mondo futuro, sia nel lavoro, sia nel- le attività creative, vedrà un ruolo tanto più centrale dei robots, quanto più, come dimo- stra la recente esperienza tecnologica,il ruolo delle macchine automi, diventerà più utile al- la tecnologia umana. Si pensi a quanto oggi nelle esplorazioni spaziali, è il caso della esplorazione su Marte, tutto sia fatto median- te robots, tanto da sviluppare missioni sem- pre più distanti, attuate mediante automi e si- stemi astronautici robotici. Nella filmografia internazionale il tema è stato ampiamente trat- tato, particolarmente per i suoi echi e risvolti le e dallo sfruttamento. E paradossalmente, come dicono, con le loro ipotesi, Latour, Asi- mov e Chrichton, si rischia nei prossimi secoli uno schiavismo di massa, questa volta degli esseri post-umani robotici. Matrix, film che risale al 1999 è ormai divenuto a sua volta un classico, segna la ideale terza tappa, dopo Il mondo dei robot, e Blade Runner, in questa evoluzione del ruolo dei robots e de- gli umanoidi. sonaggio della sceneggiatura del film prece- Ora siamo ben oltre le prospettive di Io robot, dente e un terzo passo rispetto a Incontri ravvi- qui sono gli esseri robotici a controllare la cinati del terzo tipo: in A. I. umanità, con il progetto Matrix, quindi a te- Un ragazzo robot diviene protagonista di un nere gli umani in ostaggio di un potere diffu- ruolo para-umano, “troppo umano” direbbe so e totalitario arrovesciato, quello dei robots. Nietzsche, ruolo che umanizza il mondo dei Curiosamente oggi i tempi sono maturi, an- robots. che per le recenti evoluzioni della scienza, per In Io Robot, di Alex Proyas, avviene l’opposto: il un nuovo film che faccia uno step in più ri- film, ispirato alla antologia dello scrittore Isa- spetto a Matrix. Insomma il mondo di doma- ac Asimov, descrive le sue Tre leggi della roboti- ni sarà, necessariamente, popolato di robots ca, che non sono plausibili in una visione La- umanoidi. touriana della realtà (Cfr. le teorie del filosofo Davvero un Mondo di robots. della scienza francese Bruno Latour sulla in- telligenza autonoma degli esseri non umani Leonardo Dini 9 n. 96

Un treno, un film #23 Delitto per delitto (1951) «Questa è una qualun- prende i suoi occhiali, che poi consegna a Guy que stazione ferrovia- quale prova del compimento della sua pro- ria, di una città qua- messa: chiedendogli a questo punto di rispet- lunque, di un giorno tare quell’intesa delittuosa che egli non si è qualunque...»: comin- mai sognato di condividere: infatti, Guy rifiu- cia così Delitto per delit- ta con sdegno. to - L’altro uomo (Stran- Rinvenuto il cadavere di Miriam, la polizia so- gers on a Train, 1951), spetta sia stato proprio lui l’omicida, dato che uno dei più bei film in aveva tutto l’interesse a liberarsi della moglie, Federico La Lonza ‘bianco e nero’ del gran- e che l’unico testimone in grado di riferire che de Alfred Hitchcock, all’ora del delitto egli si trovava sul treno, il capolavoro stranamente ignorato dalla televi- professor Collins, docente di matematica sione, che se l’ha trasmesso deve averlo fatto dell’università di Chicago, da lui chiamato in in pochissime occasioni: ho visto in più circo- causa, quella sera essendo ubriaco, non si ri- stanze Il delitto perfetto, La finestra sul cortile, corda d’averlo visto. Sorvegliato da due agen- Caccia al ladro e La donna che visse due volte, ma ti, per smorzare l’insistenza di Bruno Guy fin- sono state programmate spesso anche sue ge di accondiscendere al suo proposito opere in bianco e nero come Rebecca - La prima criminale, e con la rivoltella e le chiavi di casa moglie, Notorius, Il caso Paradine e Psycho, men- che questi gli consegna si reca ad Arlington, in tre non ricordo nulla del genere per il film in Virginia, e nottetempo s’introduce nella casa oggetto. Noir di grandissima tensione, Delitto di lui, raggiungendo la stanza del padre: la per delitto è ambientato nel tragitto tra Wa- sua intenzione è metterlo in guardia sull’in- shington e New York e ha una trama originale tento delittuoso del figlio, ma in luogo di lui e avvincente. trova proprio Bruno: per un contrattempo suo Guy Haines (Farley Granger), un giovane padre è dovuto partire, e non fidandosi di Guy è Bruno stesso a informarla di avere l’accendi- campione di tennis, ha preso il treno per re- egli ne ha preso il posto. Compreso che Guy no di Guy, e della sua intenzione di portarlo carsi a Metcalf, la cittadina dove vive Miriam non accetterà mai di compiere l’assassinio, nel luogo in cui uccise Miriam per farlo ritro- (Laura Elliot), sua moglie, dalla quale vive se- Bruno minaccia di farlo incriminare. A nulla vare dalla polizia, come pesantissimo indizio parato in attesa che ella gli conceda il divor- serve il tentativo di Ann, che messa al corrente a danno di lui. Appreso ciò da Ann, Guy com- zio, giacché medita di risposarsi con Ann dell’imbroglio in cui si trova invischiato il pro- prende di doverglielo impedire: quel giorno, Morton (Ruth Roman), figlia di un senatore. messo sposo, si reca ad Arlington dalla madre però, ha un incontro al torneo di tennis: per Durante il percorso, egli viene approcciato da di Bruno per tentare di aprirle gli occhi: anzi, sfuggire alla posta della polizia si serve della Bruno Anthony (Robert Walker), un complicità di Ann e della sorella Barba- giovanotto ricco e scapestrato che si ra (Patricia Hitchcock), e subito dopo il proclama suo ammiratore, confessa di confronto, che si aggiudica, riesce a odiare suo padre e mostra di conoscere raggiungere la stazione e partire per assai bene i particolari della vita privata Metcalf; ma la polizia, che non ha perso del suo interlocutore. A un tavolo del ri- le sue tracce, decide di seguirlo a debita storante, Bruno propone a Guy un sin- distanza per osservarne le mosse. Al lu- golare e orribile patto: lui ucciderà per na-park di Metcalf, quella sera Guy in- lui la moglie Miriam se in cambio contra Bruno, il quale si accorge pure quest’ultimo ucciderà suo padre. Guy la della presenza della polizia: i due lotta- prende in ridere e a Metcalf si congeda no su una giostra impazzita, che ha ac- da lui, dimenticando però sul ripiano quisito velocità perché un poliziotto ir- del tavolo il suo accendino siglato. Il responsabile per errore ha sparato al suo incontro con Miriam, che lavora in Farley Granger e Robert Walker giostraio. Alla fine, la giostra si schian- un negozio di dischi e articoli musicali, ta e Bruno ne rimane travolto: anche tuttavia non ottiene l’esito sperato: do- comprendendo di star per morire, ten- po avere ricevuto da lui i soldi per le ta di incolpare Guy davanti alla polizia, preventive spese legali del divorzio, ella ma a smentirlo ci sono troppi indizi. - che è incinta di un figlio non suo - gli Prodotto, oltreché diretto, da Hi- comunica di non avere alcuna intenzio- tchcock per la Warner Bros, il film è ne di divorziare, anzi, di volersi presto tratto - con molte e non trascurabili li- trasferire a Washington presso il suo bertà - da Sconosciuti in treno (Strangers domicilio: e ove lui rifiutasse, minaccia on a Train, 1950; che è poi lo stesso tito- di affermare che il figlio che ha in grem- lo del film in lingua originale), primo e bo è il suo. Bruno, che apprende la noti- fortunatissimo romanzo della scrittri- zia chiamando Guy a casa, non richie- ce noir texana Patricia Highsmith (1921- sto prende l’iniziativa, e recatosi di sera 95). Innamoratosi del soggetto, Hi- a Metcalf, mentre Guy è in treno in tchcock si servì di un intermediario per viaggio per Washington, segue Mi- ottenerne i diritti cinematografici, che riam, che scortata da due corteggiatori acquisì per soli 7.500 dollari: quando la si reca in un luna-park, e non appena Highsmith venne a sapere chi era il ve- ha occasione di trovarla sola, nei pressi ro acquirente, deplorò la sua condotta: d’un bosco, la uccide strangolandola e Patricia Hitchcock, Farley Granger, Ruth Roman e Leo G. Carroll segue a pag. successiva 10 [email protected]

segue da pag. precedente James Hopkins, i costumi da Leah Rhodes, il rotatorio sbloccando una leva], ha veramente ma quell’espediente allora era pratica corren- trucco da Gordon Bau e Bill Philips; Hans Ho- rischiato la vita. Se avesse alzato la testa di te ad Hollywood per evitare d’essere salassati enekamp si occupò degli effetti speciali, Wil- cinque millimetri sarebbe rimasto ucciso e dagli autori. Nel luglio 1950, Hitchcock ingag- liam Zeigler del montaggio; le musiche, molto non me lo sarei mai perdonato». Non manca giò per la sceneggiatura Raymond Chandler, efficaci, vennero composte dal reputato Dimi- inoltre un cameo in cui il regista appare per con una paga di 2.500 dollari la settimana: ma tri Tiomkin, il quale, sebbene non legasse pochi secondi, nei panni di un contrabbassi- per qualche strano motivo l’apporto del sta in procinto di salire sullo stesso treno creatore del detective Philip Marlowe non dal quale è appena sceso Guy, a Metcalf. lo soddisfece, sicché in settembre l’incari- La concezione cartesiana del film appare co passò alla giovane Czenzi Ormonde, in tutta la sua linearità nella scelta degli che rivide il copione assieme a Barbara Ke- ambienti: la gotica e un po’ cupa dimora on e ad Alma Reville, la moglie di Alfred: degli Anthony ad Arlington, le enormi esse conclusero il lavoro il 16 ottobre. volte della stazione ferroviaria di New Per gl’interpreti, Hitchcok ottenne dalla York, entro la quale ogni essere umano di- MGM l’attore Robert Walker, che nel ruolo venta indistinto come una formica, il bru- dello psicopatico Bruno fornì la migliore moso e chiaroscurale luna-park, visto alla prova della sua carriera d’attore, chiusasi stregua di un vasto bazar della pazzia, do- purtroppo pochi mesi dopo durante la la- ve ogni cosa è lecita, e in cui l’omicidio di vorazione del suo film successivo, L’amore Miriam è evento che attira la morbosa cu- Patricia Hitchcock più grande, a causa di un’iniezione di ami- riosità di molti, e lo stesso campo da ten- lato di sodio praticatagli da due medici, che lo molto con Hitchcock, lavorò con lui in quattro nis in cui Guy affronta e batte il suo avversario stroncò. Per la parte di Guy aveva pensato a occasioni. Leslie Hennessey (Jack Cushingham), che per William Holden, ma questi rifiutò, e fu una Delitto per delitto, che dura 111 minuti, venne le gradinate molto alte e scalonate rammenta fortuna. Essa andò infatti a Farley Granger, presentato in anteprima all’Huntington Park l’aula di certi antichi tribunali britannici. Hi- che nel ’48 aveva interpretato il debole studen- Theatre di Los Angeles il 5 marzo 1951, e il 3 lu- tchcock sa servirsi magistralmente del bianco te Philip Morgan in un altro celebre film del glio di quell’anno allo Strand Theatre (ribat- e nero per sottolineare indoli e stati d’animo: regista, Nodo alla gola, e che nel ’54 avrebbe im- tezzato per l’occasione Warner Theatre) di in Guy, nonostante le preoccupazioni e il cat- personato lo spregiudicato tenente austriaco New York. Fu subito accolto da un lusinghiero tivo umore, prevalgono la semplicità e la luce: Franz Mahler in Senso di Visconti: un atto- indossa un completo bianco, così come è re inquieto, apertamente bisessuale, deci- candida anche la sua divisa da tennista, è samente più vicino al personaggio. L’elen- frugale nel mangiare e nel manifestare i co dei protagonisti fu completato con suoi sentimenti pare perfino un po’ algi- Ruth Roman (imposta ad Hitchcock dalla do; mentre, al contrario, Bruno veste di casa di produzione e da lui mai stimata), scuro e si muove nella penombra, è goloso Laura Elliot (poi più nota quale Kasey Ro- ed esigente nella scelta dei cibi quanto gers) e da Patricia Hitchcock, figlia di Al- tortuoso, benché esplicito, nell’esprimere fred, che bassa, paffuta, occhialuta e ricca le sue avversioni; egli indossa una cravat- di verve, nei panni di Barbara Morton, so- ta che reca riprodotto il suo nome, dise- rella di Ann, disegnò un personaggio me- gnata espressamente da Hitchcock per sot- morabile: la sua personalità non venne tolineare la fatuità del personaggio. sminuita dalla bellezza della Roman, al Robert Walker e Laura Elliot Il film viene spesso citato dai critici per il contrario ne uscì rafforzata, un po’ come, tema del doppio, uno dei classici hi- ne Il segno di Venere di Dino Risi, quella di successo di pubblico e da ampio consenso cri- tchcockiani che trova qui forse la sua massi- Franca Valeri rispetto alla prosperosa e avve- tico, tanto che ottenne un premio dalla Screen ma espressione, fin dalla scena iniziale del nente ‘cugina’ Sofia Loren. Directors Guild. Esso incassò 1.788.000 dolla- film: quando cioè l’obiettivo inquadra -il fer Gli estermi del film furono girati nell’ultima ri negli Stati Uniti e 1.144.000 dollari nelle al- marsi di due taxi nei pressi della stazione fer- decade di ottobre alla Pennsylvania Station di tre nazioni in cui venne distribuito, contri- roviaria, dai quali escono due paia di piedi New York e in altri luoghi della ‘Big Apple’, buendo al rilancio di Hitchcock dopo la maschili diversamente calzati; e nel prosie- nonché alla fermata ferroviaria di Danbury tiepida accoglienza riscossa dai suoi ultimi guo dell’opera, gli abbinamenti all’apparenza nel Connecticut, e a Chatsworth presso Los film; oggi, esso viene considerato quasi con- involontari continuano a sommarsi: due bi- Angeles. Le riprese terminarono poco prima cordemente una delle sue cinque migliori pel- nari ferroviari che s’incrociano due volte, due di Natale. La fotografia fu curata da Robert licole. doppi drink, due donne che in posti diversi do- Burks (molto stimato da Hitchcock; per La storia che propone è di per sé molto intri- mandano che ora sia, due i corteggiatori di Mi- quest’impegno ottenne una nomination all’O- gante, e la maestria del regista fece il resto, riam, due uffici, due detectives in due città, due scar), la scenografia da Ted Haworth e George tanto che dettagli, inquadrature, e intere se- padri, due donne che portano gli occhiali, due quenze sono rimaste bene impresse nella me- bimbi al luna-park, due anziani sulla giostra... moria di chi l’ha visto. Come l’omicidio di Mi- Emblematica anche la scena finale del film, riam, a cui lo spettatore assiste attraverso il nella quale mentre, in treno, Guy ed Ann stan- riflesso di una lente dei suoi occhiali caduti no conversando, un passeggero che siede rim- sull’erba; il gratuito cinismo di Bruno, che al petto a loro leggendo il giornale e fumando la luna-park fa scoppiare col sigaro il palloncino pipa li interrompe e chiede amabilmente a lui: di un bambino colpevole di aver scherzato con - Vi prego di scusarmi. Voi non siede il tenni- lui; la scena in cui Bruno ‘dimostra’ a un’in- sta Guy Haines? - Per tutta risposta, dopo cauta anziana signora (Norma Varden) come averlo squadrato insospettiti, i due si alzano e si deve uccidere una persona serrandole il col- cambiano carrozza: evidentemente, per Guy è lo con le mani; e quella - la più celebre del film ancora troppo forte il ricordo dell’approccio - della giostra impazzita, dove, come ricordò di Bruno. In tal modo, con un percorso elicoi- Hitchcock, «l’omino che striscia sotto la piatta- dale la storia si riallaccia al suo inizio. Robert Walker e Laura Elliott forma [per tentare di fermarne il meccanismo Federico La Lonza 11 n. 96

La memoria di ieri e di oggi: articoli ritrovati. Rinascita anno XIX/numero 21 settembre 1962 (pagg. 25-26) Uova marce fasciste contro il nostro cinema Un libello che tenta invano di far scandalo contro una generazione di critici e di cineasti Da qualche tempo a critico e polemico nei riguardi del conformi- un inattendibile elenco di cinea­sti iscritti ai questa parte, i fascisti, smo allora imperante,­ ebbero il privilegio di partiti di sinistra, sti­lato a uso e consumo che quando si occupa- prelu­dere alla rigogliosa fioritura del ci­nema dell’uffìcio poli­tico della questura romana. no di cultura amano italiano postbellico. Alla delazione si richiama anche un libretto, Il gingillarsi con uova Al cosiddetto «realismo nazionale» si rifà an- cinema, la carne e il diavolo, scritto da Claudio marce, hanno comin- che una rivista, Maschere, diretta dall’ex critico Quaran­totto, recensore cinematografico del ciato a interessarsi­ di cinematografi­co del tambroniano Telesera e settimanale II borghese. L’esile vo­lume, uscito cinema e non solo per atten­ta alle questioni dello spettacolo filtrate in occasione del Festival­ di Venezia è stato esplo­dere fialette -ma attraverso una tipica sensibilità repubblichi- concepito come­ l’atto di accusa rivolto a «cer- Mino Argentieri leodoranti nei locali na. Attenta, è logico, come può esserlo un pe- ta critica e a certi critici, sempre pronti a servi- ove si proiettano i film di Pier Paolo Pasolini e riodo solerte nello spezzare lance a vantaggio re e a favorire ogni regime, tradendo il pubblico i documentari sul mattatore di Predappio. della rivalutazione della intellettualità colla- e non contri­buendo certamente a migliorare Sotto l’egida di una associazione, denominata borazionista, a chiedere lumi alla spenta lam- questo­ nostro inquieto ma affascinante cinema «Centro di vita nazionale», l’anno scorso pre­ pada di Brasillach e a spargere incenso sul Fe- italiano». sentarono in un cinematografo ro­mano una derale di Lu­ciano Salce, considerato il film Il titolo del pamphlet — tanto per cominciare rassegna di pellicole varate durante il venten- por­tabandiera dell’apertura a destra. L’attivi- — l’autore l’ha tolto di peso dalla copertina di nio, comprendente alcuni prodotti — da Uo- tà dei nostalgici in campo cine­matografico un lungo sag­gio di Guido Guerrasio, determi- mini sul fondo a I 300 della settimana, all’Assedio non si limita, tuttavia alla faticosa caccia di nando una controversia, la quale avrà stra­ dell’Alcazar — cui, con una buona dose di esemplari «ne­ri» fra le pieghe dell’abbondante scichi legali. fantasia, i critici ultrareazionari­ hanno fatto produzione italiana; né si esaurisce nella pub- Di che cosa si parla, comunque, in Il cinema, la risalire la paternità del neorealismo. Un reali- blicazione, sulla suddetta rivista,­ della sce- carne e il diavolo? Lo lasciamo immaginare al smo, si specificò in quella circostanza, di mar- neggiatura del Federale­ indicata a modello. lettore. Rin­chiuso in emeroteca, il signor ca nazionale, intendendo con questo termine­ Nei recenti mesi estivi, gli instancabili penni- Quaran­totto si è preso la briga di spulciare le contrapporre i centoni della propaganda mus- vendoli del MSI hanno distribuito un opusco- collezioni della Stampa, del Cor­riere della sera e soliniana alle opere — I bambini ci guardano, Os- lo assai spassoso Cinema rosso,­ che conteneva dei giornali giova­nili editi a cura dei vari GUF sessione, Fari nella nebbia, ecc. — che, grazie alla una fantasiosa inchiesta­ sulla «infiltrazione provinciali.­ Il tutto al fine di rinvenire i trascorsi loro compiutezza artistica e al­l’atteggiamento comunista»­ nei ranghi cinematografici, non­ché segue a pag. successiva

12 [email protected]

segue da pag. precedente Marx o Labriola, ma di Benedetto Croce e rivendicazioni avanzate per­maneva l’equivoco fascisti, le dichiarazioni di fede e le più azzar- Francesco De Sanctis. Ciò nonostante, e a di un cinema conseguentemente­ e coerente- date tesi di alcuni giornalisti cinematografici prescindere dalle attenuanti del caso (la scuo- mente fascista,­ con tutto il corollario di bestia­ che hanno rinnegato gli errori di ieri: e allo la trasformata in un’an­ticamera delle caserme lità di cui erano capaci le menti contagiate­ dal sco­po evidente di provocare un po’ di scanda- e in una pa­lestra per ginnasti), si intravedono morbo fascista. lo. i tracciati lungo i quali, attraverso sentieri im- Eppure, via facendo, le acque si sono­ schiarite Tuttavia lo scandalo non c’è stato, e non per- pervi, trabocchetti, pericoli e ambiguità, si è e non soltanto perché le illusioni «rivoluzio- ché sia sorta una cortina di complicità attorno passati dal peggiore servilismo e dalla più fa- narie» del regime instaurato nel ’22 crollavano alla documentazione­ raccolta, ma per il sem- natica devozione­ alla rivolta, alla rottura con di gior­no in giorno, smentite da una pratica in- plice mo­tivo che nessuna delle persone chia­ le postulazioni iniziali. confondibilmente reazionaria e con­servatrice, mate in causa si è mai sognata di contestare la Per quanto fosse opinabile la pro­posta di un ma perché nel processo di demistificazione in propria appartenenza al partito fascista o di cinema «rivoluzionario», permeato dello spi- atto, in misura determinante­ e preminente, dissimulare i propri­ sbagli. Se l’estensore fos- rito del ’19, anti borghese, e decisamente ostile interveni­vano le forze antifasciste che opera­ se stato mosso da limpidi propositi, non alle so­luzioni escapiste dei «telefoni bian­chi »; vano al di fuori e in seno alla organizzazione­ avreb­be faticato a rintracciare, nella pub­ per quanto assurda fosse la pretesa­ di andare tirannica. blicistica dell’immediato dopoguerra, una do- a scuola della cinema­tografia sovietica, per ef- Per capire, dunque, l’odissea di una genera- cumentazione altrettanto nutri­ta e interes- fettuare una strumentalistica operazione di zione di cineasti e critici ci­nematografici è in- sante sulla crisi attraversata­ da parecchi trava­so; per quanto incrinata da una fina­lità dispensabile anzitutto­ individuare i nessi esi- studiosi che credettero­ al fascismo e dal fasci- propagandistica e demagogica, la richiesta di stenti fra una crisi originata da fattori interni, smo si al­lontanarono in seguito a un travaglio una letteratura cinematografica che fosse più nel cuore del sistema dominante, e gli ele- profondo. vicina alla vita del popolo e riflettesse i tratti menti — politici, ideologici, culturali — che Né a Quarantotto, per sincerarsene, sarebbe distintivi di un ipotetico fascismo radicato permisero d’indirizzare­ l’insoddisfazione, il bastato attingere alle fonti del ‘45 o del ‘48, vi- nell’anima della gente umile e sem­plice; da malcontento (se si preferisce, anche la confu- sto che, imperversando­ il fascismo, non man- queste scricchiolanti e traballanti­ premesse si sione degli orientamenti) in una prospetti­va carono da parte di quegli stessi che egli attac- mossero non po­chi critici e cineasti che, colti- di lotta antifascista e di valido e costruttivo ca, aperte e clamorose manifestazioni di vati da Bottai e ben disposti a esercitare una impegno per la riscoperta e l’elaborazione di opposizione. Sarà sufficiente ricordare il lun- fronda la quale era controllata dalle autorità, una cultura legata alle tradizioni risorgimen- go viaggio nel quale le redazioni di Bianco e ne- infersero non trascurabili colpi a coloro i qua- tali e democratiche.­ Esclusivamente partendo ro e di Cinema, benché fossero corteggiate dai li si servivano del­la cinematografia per narco- da una diagnosi improntata a criteri rigorosi gerar­chi del Minculpop, pervennero all’anti- tizzare le masse e distrarle dagli interrogativi e scientifici, si riuscirà a com­prendere il com- fascismo, cosi come del resto vi giunsero­ gra- posti dalla realtà. portamento di quei pupilli­ di Bottai che, con- dualmente vari littori (1) che conclusero la lo- Evidentemente, ripetiamo, al fon­do delle tro le reazioni della stampa benpensante, cle- ro esperienza gufinain carcere. ricale e ligia alle direttive del Purtroppo un esame organico di Minculpop, arrivarono­ a sostene- questo­ tipo, benché già svolto in al- re i film di Renoir e Carnè, che tri settori, non è stato eseguito per avevano il merito non di rispec- quel che concerne il cinema e i ten- chiare «la decadenza della mar­cia tativi espletati in questa direzione democrazia borghese» ma di re­ non vanno­ oltre la testimonianza stituirci, in una dolorosa dimen- autobiografi­ca e alcuni articoli di sione umana, la tormentata tra- cui, fra l’altro, si rischia di perdere gedia della stagione prebellica. E la memoria. A distanza di un quin- si comprenderà, inoltre, la causa dicennio dalla fi­ne del fascismo, effettiva per cui più di un giornale non ci si è preoccu­pati di ricostrui- gufino si pronunciò a favore di re le tappe, le forche caudine, gli Ossessione, cioè di quel film di equivoci e le illuminazioni­ di un Visconti che fece perdere le staffe percorso che ha condotto a una de- a Polverelli e ai suoi colleghi di cisiva maturazione politica in sen- cor­data e rappresentò il preludio so democratico, e fornito le basi a alla rinascita del cinema italiano. un radicale e fecondo rinnovamen­ Ci accorgiamo, tuttavia, che la to della cinematografia italiana. no­stra pretesa, per quanto legitti- Che questo cammino sia iniziato da ma in via generale, diventa ecces- piattaforme­ nebulose, non v’è dub- siva e non ha ragione di appuntar- bio: lo provano, nonostante la loro si su chi alla serietà dello studioso parziali­tà e l’assoluta e program- preferisce le manipolazioni­ dela- matica assenza di un inquadra- trici, non guardando troppo per il mento critico-storico, «le pezze sottile se si tratta di denunciare­ d’appoggio» propinate­ dal Quaran- gli antifascisti all’OVRA o ai suoi totto. Nel dossier, or­dinato dal re- avversari. censore del Borghese, spiccano testi in cui le sciocchezze prolificano, Mino Argentieri quasi ad attestare, sebbene­ invo- lontariamente, lo stato d’ignoranza­ e di smarrimento intellettuale in cui versava una gioventù che aveva (1)Fra i partecipanti ai littoriali, Claudio­ più dimestichezza con le corbellerie Quarantotto include anche il sottoscritto, di Starace, di Alessandro Pavolini e prendendo un grosso abbaglio, dato che, della « mistica fascista » che con negli ultimi anni della ditta­tura fascista, l’insegnamento, non diciamo di ero ancora un ragazzo. 13 n. 96

La memoria di ieri e di oggi: articoli ritrovati. Rinascita anno XIX/numero 21- settembre 1962 pag-32 Diario cinematografico di Cesare Zavattini Con questo «Diario» Cesare Zavattini dà inizio a una collaborazione regolare con la nostra­ rivista. I «Diari» di Za­vattini usciranno su «Rinascita»­ ogni quindici giorni.

Caro Aristarco Ne ho fatto cenno su Rinascita del 1° settem- coscienza ai regimi morali nei quali invecchia- Roma, 24 settembre bre. Si tratterebbe di film veri e propri, di lun- mo e accettiamo di fatto situazioni inaccettabi- 1962 — Dopo una doz- ghezza normale, attraverso cui alcune perso- li, soltanto perché ci stanchiamo di parlarne (o zina di anni, caro Ari- nalità della cultura operante (sempre più nel non ne parliamo in faccia a tutti). starco, non apparirà senso di Frantz Fanon, che dà alla resistenza il Come Sartre userebbe le due ore di pellicola che più su Cinema nuovo valore rivoluzionario di un rapporto final- porremmo a sua disposizione?­ Sarebbe presente questo diario (vi appa- mente intrinseco tra vita e cultura — il resto è con un ininterrotto primo piano, o non lo si rirà dal prossimo nu- letteratura, dice —. Se del resto vogliamo vede- vedrebbe mai, o si udrebbe soltanto la sua vo- Cesare Zavattini mero un’altra mia ru- re più chiaro in questa troppo sconfinata paro- ce, o ci farebbe assistere alla ricostruzione di brica intitolata Carte, la, la pace, dobbiamo domandarci che cosa si- una tortura, o penetrerebbe in cinque fami- se crederai); e pensare che te ne debbo la nasci- gnificava nel clima creativo della Resistenza, e glie francesi dandoci con il loro spaccato e la ta e la sua continuazione. La stima che ho sem- a quel significato confrontare­ le nostre odierne sua presenza maieutica la Francia e se mede- pre avuto per te, soprattutto quando ci divide- azioni) «parleranno alla luce del sole, alla im- simo? Riguarda solo Sartre. Gli stili di queste va qualche tesi, l’averli visto con i miei occhi mensa maggioranza». autobiografie sono tanti quanti sono gli auto- lottare duramente per la indipendenza di Cine- Ho fatto nomi di uomini del nostro paese, per ri, ovviamente. ma nuovo, il che ha coinciso molte volte con l’in- le autobiografie, ma tu comprendi che anche Nell’accenno di un mese fa, elencai otto o nove dipendenza stessa del cinema italiano, e poi il un Sartre, per esempio, un Russell, un Evtu- probabilità di modi per otto o nove autobiogra- difficilissimo carattere che hai, diverso da scenko, eccetera, e qualche politico di mestie- fie; ma non si esclude certo che uno solo se li di- quello troppo facile del sottoscritto, sono stati re (e i registi giovani e giovanissimi o illustri vori in un boccone, quei modi, e ne domandi i motivi della mia lunga fedeltà. Che cosa è ac- come Antonioni, Blasetti, Godard, Germi, Fellini, ancora. Nessuno deve premere dal di fuori né caduto allora? Hai visto diradare la mia pre- Monicelli. Pasolini, Resnais, Rossellini, Visconti, sulle forme né sulla sostanza. Sarà Sartre a sol- senza da quando per forza di cose la rivista da per citare dieci direzioni diversissime)­ potrebbero lecitare interventi, magari ostili o polemici, nel quindicinale diventò bimestrale: questa pe- essere i protagonisti di questa occasione che il seno stesso della sua relazione se lo riterrà utile riodicità non ha certo annacquato il tuo spiri- cinema of­fre per far uscire la gente dalle oscu- al fine di arricchirne la dialettica. to, tutt’altro; ma io ho finito col perdere il passo re notti dell’anima e dai gelidi frasari «obietti- Vi innesterà brani dei suoi libri, delle sue e abbandonarmi alla pigrizia interrompendo vi» delle tribune politiche, dai commedie? Andrà in Russia a lo svolgimento delle mie impressioni, dei miei veli che la pagina mette anco- Cuba o in Algeria? O racco- pensieri; cosa della quale agli altri non mi pare ra tra chi scrive e chi legge. glierà intorno a sé russi alge- sia importato gran che, se non mi è giunta no- Immagina Sartre, che in tre- rini cubani in una piazza di tizia di sommosse, o di fughe di abbonati; a mila metri riassume i fatti che Parigi? Si racconterà lungo me è importato in quanto la stesura e la pub- vive inesorabilmente, ed ecco cinquanta anni di storia o in blicazione di quelle pagine mi davano­ l’illusione una ragione delle «autobiogra- una giornata? Qualsiasi suppo- di trovarmi sempre nel mezzo della battaglia, fie», non soltanto con un giudi- sizione è gratuita e perfino irri- anche quando disertavo con le opere. Vedi, una zio, rappresentato, sugli altri, spettosa. Questi bilanci mo- mattina mi riviene in mente Il cinegiornale della bensì su noi e gli altri, sul no- derni, pur svolgendosi sullo pace: se avessi destinato la proposta a Cinema stro determinato e determi- schermo, dunque davanti al nuovo, bisognava aspettare un mese e mezzo pri- nante entrare di continuo nel popolo, ai popoli, nascono per ma di vederla stampata, cioè troppo per la mia contesto degli avvenimenti. Sa­ vie quant’altre mai personali, congenita impazienza; e l’iniziativa sarebbe an- ranno coinvolgimenti e rivela- delicate, segrete come un te- data a finire accanto a tante altre nei morbidi zioni che spaventeranno in un stamento e il decidersi a farli è cassetti delle velleità. Invece ho aperto la fine- primo tempo il povero cittadi- l’atto della più estrema consa- stra e chiamato, e un fattorino in lambretta ha no, che lecca i coni ge­lati nelle pevolezza, è già un nuovo portato subito i fogli alla redazione di Rinascita sale cinematografiche costru- contenuto. Chi sarà il primo ancora caldi dei miei errori. ite per le mezze verità. avrà la nostra gratitudine non meno di un Relativamente al Cinegiornale della pace — di Mi è stato chiesto come sarà impostata la re- astronauta. Ma odo già riserve «disinteressa- cui una volta parlai anche a te — colgo l’occa- sponsabilità del regista nelle autobiografie. te»: che non si deve porre dei limiti alla divina sione per dire che fra una settimana o due ap- Restiamo su Sartre. Lui, e non altri, dovrà provvidenza, che non si deve costrin­gere den- pariranno qui sopra notizie conclusive sul stendere la scaletta, per usare il gergo, del pro- tro schemi il talento, l’arte di chicchessia, l’ar- piano dell’organizzazione, del regolamento; si prio discorso plastico. A parte che potrebbe es- te l’arte l’arte. uscirà dalla fase puramente emotiva per entra- sere il regista di sè medesimo o almeno il con- Arrivederci, caro Aristarco. Corro ad ascoltare re nelle cifre, nelle date, nei tempi, per far sa- regista, il regista avrà il compito di diventare il Scalfari che sta commentando alla TV le frodi pere i nomi della commissione giudicatrice e più trasparente possibile, e questa trasparenza alimentari. Mettevano i cartelli città di ladri, degli autorevoli presentatori, e tutte le altre otterrebbe penetrando lo spirito di Sartre, le subito dopo la guerra; e ora metteranno popo- informazioni che renderanno numerosa, cre- sue esigenze espressive, quindi con un pro- lo di frodatori? Ci vorrebbe un ministero del do, la partecipazione all’impresa sia dei cinea- cesso di conoscenza, di simpatia, soltanto in pane, almeno. Il pane quotidiano: si può vive- matori che dei professionisti, degli italiani e apparen­za anonimo o artigianale. Dovrà aiu- re di pane quando è fatto con la farina buona degli stranieri. A tutti i concorrenti non si ri- tarlo a non temere il mezzo, se lo temesse, a e cotto bene, senza gli unti che causano l’ulce- peterà mai abbastanza: siate liberi fino in fon- servirsene in modo da disporre di un linguag- ra. Ma abbiamo una legislazione sull’alimen- do, e anche solo per questo la vostra collabora- gio fatto di tutti i linguaggi, con quel qualche tazione cosi stanca che dovremmo riconosce- zione sarà positiva. cosa in più che sorgerà dalla meraviglia di po- re di essere meno civili di quanto presumiamo. Caro Aristarco, ti è giunta all’orecchio una mia ter essere sincero in un modo intero, anche fi- idea circa le «autobiografie» cinematografiche? sico, di poter rendere pubbliche le obiezioni di Cesare Zavattini 14 [email protected] Furiosamente scattano campane. Duecento anni fa nasceva Baude- laire “E quando un popolo silente / di infami ragni tende le sue reti / in fondo ad i cervelli nostri, a un tratto/ furiosamente scattano campane,/ lanciando verso il cielo un urlo atroce/ come spiriti erranti, senza patria,/ che si mettono a gemere ostinati”

Raramente l’inquietu- inutile e, spesso, circondata dall’incompren- una dimensione metafisica e a decodificare dine dell’uomo è stata sione del pubblico. La mancanza di scopi pra- quella “foresta di simboli” che è la realtà. In resa con la penetrante tici dell’attività poetica non impedisce che quest’ottica, la poesia appare come un’arte li- lucidità di Spleen, poe- nelle sue liriche il poeta parigino tenti di vede- beratoria, capace di affrancare l’uomo dall’ sia decadente di Char- re l’ “oltre” che si trova al di là delle apparenze, “ennui” e di consentirgli un approdo alla di- les Baudelaire. Nato a di scovare e mostrare le relazioni nascoste tra mensione mistica, strumento indispensabile Parigi nel 1821, il gran- le cose, di proporsi come intellettuale capace per una scoperta metafisica che faccia affiora- de poeta provava una di comprendere il senso profondo della realtà re alla coscienza la realtà misteriosa che con- Fabio Massimo Penna profonda preoccupa- e del mondo. Lo scrittore parigino si contrap- nota la natura dell’essere umano. Nelle liriche zione nei confronti pone alla società borghese, si sente estraneo al di Baudelaire acquista un’importanza fonda- della nascente società industriale dominata mondo e diviene l’antesignano del “poeta ma- mentale l’impiego dell’analogia che permette dalla tecnica. L’uomo della di collegare la realtà fisica seconda metà dell’Otto- a quella spirituale. Così, in cento assisteva sbigottito Spleen, la pioggia battente alla fine di una società simula le sbarre di una pri- contadina alla quale era gione (“e quando imita/ la oramai abituato e all’im- pioggia, nel mostrare le sue porsi della civiltà delle striscie/ infinite, le sbarre di macchine che si presenta- una vasta/ prigione”) dive- va piena di promessa ma nendo così simbolo della anche di insidie e incer- condizione di prigioniero tezze. L’invenzione del dell’uomo, stretto da una motore a vapore e il suo società che ne soffoca le impiego per la produzione aspirazioni condannando- di beni di consumo aveva lo a un continuo scacco. portato l’Inghilterra a go- Con la lirica Corrispondenze dere di uno straordinario Baudelaire avvia la poetica “boom” economico tra il simbolista indicando la via 1760 e il 1830. Questo mo- maestra al “nuovo poeta dello economico si estese che scopre che oltre il rea- in breve tempo a tutto il le, attorno e dentro l’uomo, mondo. Per il lavoro ma- attorno e dentro le cose nuale l’uomo veniva rim- aleggia tutto un mondo in- piazzato dalla macchina e visibile di recondite presen- da creatore di oggetti dive- ze, impercettibile da ogni lo- niva semplice ingranaggio gica e da ogni scienza, un di un complesso meccani- mondo di misteriosi richia- smo. Dalla vita dei campi mi, di inavvertite sfumatu- si passava alla dura realtà re, di risonanze psicologi- della fabbrica. Avverso al che” (Sante Treré – Graziella conformismo borghese e Gallegati, Testi letterari - il dedito a una esistenza ir- Novecento, Editore Bulgari- regolare, Baudelaire si ri- ni, Firenze, 1995). Un altro bellò apertamente alla so- aspetto importante dell’at- cietà del suo tempo. Il suo tività letteraria di Baude- profondo disagio esisten- laire è quella di traduttore ziale trovò espressione ar- e in special modo è notevo- tistica nella raccolta di liri- le il suo lavoro nei confron- che I fiori del male (1857). ti di un autore americano Nella sua opera lo scrittore che studiò e tradusse con parigino affrontava la passione: Edgar Allan Poe. dualità del mondo, diremmo la bellezza della ledetto”. La rivolta nei confronti del mondo La diffusione e la conoscenza dell’opera dello natura e quella che, in senso junghiano, po- industriale e capitalistico porta ad avvertire scrittore di Boston in Francia è dovuta in gran tremmo definire l’ombra, la parte oscura, do- un disagio e una noia esistenziali che appro- parte alle attenzioni che Baudelaire dedicò a minata da orrore e follia, una zona dell’esi- dano allo “spleen” o “ennui” (insofferenza ver- un autore che, per tematiche e vita maledetta, stenza con la quale l’essere umano deve so la vita). Alla fine l’artista viene preso da sentiva vicino. Il poeta parigino si confrontò inevitabilmente confrontarsi. Emblematica è un’angoscia autodistruttiva che sfocia nell’a- con l’opera del grande visionario statunitense la lirica Spleen dominata dalla tematica della buso delle droghe e dell’alcol, che assurgono a che apprezzò anche per le tematiche per l’at- noia esistenziale che porta a sentire la vita co- simboli della protesta contro l’ipocrisia bor- tenzione al mondo onirico e all’inconscio e che me vuota illusione e desolante delusione. ghese. L’impossibilità di entrare in una rela- esaltò eseguendo l’importante traduzione dei Baudelaire avverte come nella società borghe- zione proficua con il mondo esterno spinge a suoi racconti. se quella del poeta sia divenuta un’attività una ricerca del senso profondo delle cose, di Fabio Massimo Penna

15 n. 96 Gli anni di piombo nel Cinema La definizione di anni e decisa a conoscere l’assassino di quel padre, di piombo si ispira al ti- che non ha mai conosciuto e che le è stato ne- tolo dell’omonimo film gato da piccola. di Margaret Von Trot- Il rimosso e la catarsi. ta, che nell’ 81 ha vinto Se in Anni di piombo le scelte esistenziali delle il Leone d’oro al Festi- due protagoniste rimandano a quel ‘rimosso’, val di Venezia. Ispi- che nella Germania postbellica si esplicita in randosi agli eventi, un sostanziale atteggiamento di ‘omertà’, se che negli Anni Settan- non di acquiescenza, nei confronti dei crimi- ta avevano caratteriz- ni perpetrati dal nazismo, in Italia la situazio- zato la vita politica ne è più complessa, in quanto l’aspetto catar- Valeria Consoli della Germania Ovest tico si manifesta essenzialmente nell’ambito ad opera della RAF - acronimo di Rote Armèè di una coscienza di classe, facente si che una Fraktion - e soprattutto della banda Baader certa borghesia si sentisse quasi responsabile Meinhof 1, la regista tedesca ricostruisce le vi- dei destini di quelle classi subalterne, che a cende di Gudrun Ensslin e della sorella Chri- partire dalla fine degli Anni Sessanta avevano stiane, interpretate rispettivamente da Bar- levato la loro voce in segno di protesta. bara Sukova e da Jutta Lampe. Ciò determina una sorta di tipizzazione di Per una curiosa coincidenza quello stesso an- ruoli, specie all’interno dei rapporti uomo no Marco Tullio Giordana, che qualche anno donna, di cui La caduta degli angeli ribelli costi- prima aveva esordito con Maledetti, vi amerò tuisce - e non a caso - un esempio paradigma- (’80), avente come protagonisti alcuni reduci tico. Qui la protagonista femminile interpre- del Sessantotto, è presente con La caduta degli tata da Clio Goldsmith è una giovane signora angeli ribelli, liberamente ispirato alla vicenda della borghesia veneta, insoddisfatta del pro- politica di Toni Negri. Sia pure meritevole di prio menàge coniugale, che si accompagna ad un giudizio più lusinghiero, il film di Giorda- uno sconosciuto, cui presta il volto Vittorio na passa a quel punto in secondo piano. Mezzogiorno, ben presto rivelatosi un terrori- e da Valeria Bruni Tedeschi, ambientato a To- La definizione di ‘anni di piombo’ - Die blaier- sta insieme al quale ha inizio un viaggio in rino. Ne La mia generazione di Wilma Labate ne Zeit in tedesco - comincia da quel momento auto, che la porta in una località del Sud Italia, a definire un genere di film, per così dire d’e- dove in una Chiesa sconsacrata lui le mostra poca, il più delle volte caratterizzato da una un affresco, che ritrae per l’appunto la ‘caduta serie di cliché sia per ciò che riguarda gli acca- degli Angeli ribelli’. Il viaggio prosegue quindi dimenti, sia per una certa tipizzazione dei fino a Palermo dove il terrorista dichiara alla personaggi.2 Il termine ‘piombo’ poi rimande- donna di avere un appuntamento con un do- rebbe all’aggettivo plumbeo, assumendo a que- cente dell’Università…in cui lei riconosce il sto punto una connotazione metereologica, marito! che conferisce un che di spettrale all’atmosfe- ra, in cui tali eventi hanno luogo. Nel suo libro ‘1977. L’ultima foto di famiglia 3, Lu- cia Annunziata parla di un’effettiva scissione di quello che fino a qualche anno prima veniva semplicemente definito ‘il movimento’ degli ultràs di sinistra e che a partire da un ben pre- ciso momento – il ’77 appunto – segna la data d’inizio del triste fenomeno della ‘lotta armata’. A Milano, proprio in quell’anno in un mite po- meriggio di fine maggio, un gruppo di auto- nomi riunitisi in Via De Amicis, in pieno cen- tro cittadino, ha luogo uno scontro fra alcuni autonomi e la polizia, nel corso del quale trova la morte un giovane brigadiere di origini campane, Il venticinquenne Antonino Custrà, divenuto da poco padre di una bambina. Par- (‘96), uno dei pochi film aventi come -argo tendo proprio da questo episodio il regista na- mento il terrorismo girati da una donna, il poletano Antonio Capuano realizza Il buco in viaggio del protagonista Braccio (Claudio testa (2020), una libera ricostruzione della vi- Amendola), appartenente ad un gruppo di cenda rivisitata dalla figlia - interpretata dall’at- estrema sinistra, si compie stavolta dalla Sici- trice Teresa Saponangelo - ormai quarantenne lia, dove il protagonista sconta una pena di trent’anni per un omicidio, fino a Milano dove 1 - Così chiamata da Andreas Baader e Ulrike vive Giulia (Francesca Neri), la compagna che Meinhof, i suoi capi storici, che insieme a dieci dei loro non vede da tempo. Messo di fronte alle sue adepti fra cui Gudrun Esslin, sarebbe stata ‘suicidata’ nel Un altro ‘topos’ degli anni di piombo nel cine- responsabilità, il giovane preferisce tuttavia carcere di Stammheim, in Germania nel ’77. ma è quello dell’incontro fra la vittima o chi abbandonare la metropoli lombarda e la sua 2 - A. O’ Leary, Tragedia all’italiana. Cinema per lei, che il più delle volte avviene a distanza donna per ripercorrere a ritroso il suo viaggio e terrorismo tra Moro e memoria. Angelica Edizioni, Sas- di tempo dall’accaduto, come nel caso del film verso il Sud. Ancora una volta una discesa agli sari, 2007 di Capuano o ne La seconda volta di Mimmo inferi dal valore catartico. 3 - L. Annunziata, 77. L’ultima foto di fami- Calopresti (‘95) interpretato da Nanni Moretti Valeria Consoli glia, Einaudi, 2007 16 [email protected] Il cinema tra i banchi negli anni Quaranta e Cinquanta La scuola crogiuolo di sogni e di promesse, conflitti e disinganni

#Prima parte

Primo giorno di scuo- pochi. Aldo Fabrizi [1905-90] “torna” invece a la. All’ingresso, due scuola con due film dalle curiose analogie maestre placano il d’intreccio. Mio figlio professore (di Renato Ca- pianto di un bimbo stellani, del ’46) è la bella storia del bidello che non vuole saperne Orazio che, rimasto vedovo, si concede la sola di entrare. Puntuale, ambizione di fare del suo figliolo un uomo ri- la scena torna a ripe- spettabile; un docente. Riesce nell’intento e, tersi ad ogni settem- quando scoppia la guerra, gli procura una “I quattrocento colpi” (1959) di François Truffaut bre. Da sempre, la “spintarella”. Il giovane è riformato alla leva e scuola è per il cucciolo trasferito nel liceo in cui lavora il padre. Ma impertinente) siede al posto del povero Anto- Demetrio Nunnari dell’uomo il luogo del non gli garba; si sente disonesto. E poi, l’inge- nio del quale conosce ogni cosa, persino una distacco, doloroso e nua semplicità del fare di Orazio stride assai nenia che quegli cantava assieme al papà. Il simbolico assieme. È il confronto con un altro con la finezza dei suoi modi. Il papà capisce e, film colloca il dramma del protagonista all’in- da sé che non sia un famigliare, coi precetti con le lacrime agli occhi, parte dislocato ad al- terno di un delicato rapporto col sacro. È la fa- della vita e gli esami infiniti. È il caso a muo- se primigenia della cultura in cui credo reli- ver gli eventi fra i banchi. Un amore che viene, gioso e credulità popolare s’intersecano. un’amicizia che va. Un mito si crea, mentre si Esiste un Oltre che parla ai vivi a suo modo. Un segna un destino. Era dunque inevitabile che lessico oscuro i cui segni son sparsi lungo il il cinema guardasse alla scuola, fucina di so- racconto, senza che nulla sappia mai di po- gni e di promesse, crogiuolo di conflitti e di- sticcio. Di fatto, I 400 colpi di Truffaut (del ’59) singanni. Collegi, seminari, istituti correttivi non è ambientato a scuola, ma contiene una e d’ogni foggia fanno da sfondo – in tutto o in sequenza preziosa. Antoine (Jean-Pierre parte – ad una lunga sequela di pellicole; alcu- Léaud) è un dodicenne inquieto. Vive il suo ne memorabili, altre degne di menzione. Il ra- tempo nell’indifferenza dei genitori, e con lo gazzo dai capelli verdi (USA ’48) è un film sulla studio proprio non va. Quando la madre gli stoltezza della guerra e la diversità. Il piccolo promette un regalo in cambio di voti migliori, Piero (Dean Stockwell), che il conflitto ha reso “Amici per la pelle” (1955), di Franco Rossi lui – che ama i libri d’evasione – ha un’idea ge- orfano, si sveglia un mattino coi niale. Cita, in un tema, tutto un capelli di un verde bottiglia. Dap- passo da un romanzo di Balzac prima orgoglioso del suo essere che ha letto mille volte. Ma il mae- “unico”, fa presto i conti col pre- stro gli dà uno zero: Antoine deve giudizio e l’ignoranza. I compa- aver copiato. Il ragazzo è una testa gni lo evitano, poiché le mamme calda, e il suo rendimento è uno han detto che è contagioso. E sfacelo. Impossibile, dunque, che quando la paura è passata, la sua ricordi a memoria. Lo studio mne- diversità resta motivo di sberlef- monico è designato in lingua fo. Sino all’appello della maestra: francese dalla suggestiva espres- sono presenti quattro alunni coi sione “imparare col cuore”. Un re- capelli neri, quattordici castani, taggio del pensiero aristotelico nove biondi, uno rossi ed uno ver- che giunge sino a noi attraverso i di. Semplice e geniale. Franco latini. È il cuore la sede del senti- Rossi tratteggia invece in Amici mento e dell’intelletto. Con esso per la pelle (Diari di Cineclub n. 51) memorizziamo ciò che ci piace: la il delicato, amichevole affetto che formazione di una squadra di cal- unisce due ragazzi diversi per ca- tra sede. Gli resta la cio, un brano musicale, dei versi. E un monel- rattere e ragione sociale. Il solare gioia di avere un figlio lo come Antoine non può certo appassionarsi Mario (un esordiente Geronimo Meynier) e bello, bravo e stimato da tutti. Commuove, a Balzac. Sono i limiti evidenti di un sistema l’ombroso Franco (Andrea Scirè). L’uno, figlio qui, l’ordito fra natura e cultura, ragione e dell’istruzione che fatica talvolta a valicare le di un modesto artigiano; l’altro, rampollo di sentimento. Ancora Fabrizi dirige e interpre- apparenze. Una riflessione, però, si leva d’i- un diplomatico. Un chiaroscuro per nulla ca- ta nel ’57 Il maestro (Diari di Cineclub n. 75). stinto. Manca nel nostro italiano – anch’esso suale. Toccante, la chiosa della voce fuori Persa la moglie alla nascita del primogenito, lingua romanza – una forma idiomatica ana- campo: “l’amicizia è un grande sentimento, Giovanni Merino, maestro elementare, chie- loga a quella sopracitata. Nell’arco di qualche ma in realtà nasce da piccole cose. Si cammi- de di esser collocato in una scuola importante decennio, anzi, la didattica ha lentamente na con lo stesso passo, uno si ferma, l’altro si della capitale. Qui, il suo piccolo Antonio stigmatizzato lo studio mnemonico, ritenen- ferma; si porta la stessa cravatta a farfalla”. (Edoardo Nevola) metterà a profitto il proprio dolo acconcio alle menti meno reattive, porta- Ma Franco, divenuto il beniamino della clas- talento artistico. Ma ciò che accade nel mondo te cioè a ritenere dati esteriori piuttosto che se, adombra l’egotismo del compagno che, in fenomenico è frutto di un disegno altro e in- elaborare nessi significativi, fatti, nozioni pubblico, si burla di una sua debolezza. Que- sondabile. Antonio è vittima di un incidente complesse. Ed è qui che la lezione di Antoine sti, ferito nell’intimo, torna così a seguire il d’auto. Merino smarrisce così anche la fede, e ci rammenta un valore antico di cui dovrem- padre nei suoi viaggi intorno al mondo. I due non vuole più vivere. La sua unica luce è però mo andare al recupero. non si rivedranno più. Si dice, dell’amicizia, Gabriele, uno strano scolaro appena arrivato. che sia sulla bocca di tanti ma nel cuore di Il bimbo (un Marco Paoletti di una bravura Demetrio Nunnari 17 n. 96 Il potere immaginifico dell’inespresso: la transcomunicazione del cinema muto Il legame che correla luoghi raffigurati) ciò che avverrà) e prefigu- inscindibilmente il sog- rano ciò che il soggetto potrà immaginare in getto (la mente, il pen- relazione all’evoluzione del susseguirsi delle vi- siero) al mondo è costi- cende. Le didascalie sono il punto di riferimen- tuito dall’espressione. to che consente l’orientamento all’interno del La realtà non sarebbe percorso di costruzione della parabola comu- ciò che è senza la possi- nicativa (conferisce un contenuto di senso al bilità di concretizzare le visivo muto accompagnato dall’audio musica- idee che sorgono dalla le, nel cinema muto l’audiovisivo è scomposto e percezione dell’esterno rielaborato) e lascia al contempo spazio alla li- e che (esprimendosi) bertà interpretativa di ciò che è esposto allo conformano il reale spettatore: l’inespresso del cinema muto è de- Giovanni Mazzallo dato che quanto si vive predato dell’unidirezionalità comunicativa ca- (l’intera impalcatura dell’esistenza) è una ratterizzante l’audiovisivo tradizionale (in cui il continua opera di progettazione in perenne proferimento sonorizzato della “parola” dà un divenire che (attraverso forme sia più stabili unico messaggio esclusivo che occupa l’intero sia più transeunti) muta per necessità; in caso spazio di interpretazione), l’apparizione delle contrario vi sarebbe l’assoluta immobilità didascalie è preceduta dall’immaginazione del dell’essere (di ogni forma di esistenza che po- soggetto che (prima di apprendere il contenuto ne in atto l’essere) e la realtà non esisterebbe di senso didascalico) forma un suo pensiero su più giacché l’essere coincide col cambiamento ciò che vede (e che è contrassegnato da musiche (ossia con la possibilità di realizzazione delle adattate all’impressione di quanto viene visto) infinite diverse possibilità di essere) e nessu- interpretandolo ed interiorizzandolo in modo “Il monello” (1921) di Charlie Chaplin, uno dei na forma di essere può rimanere unica in sé alternativo rispetto alla vocazione originaria capolavori del cinema muto che quest’anno compie un (la stessa identità cambia la propria morfologia dell’opera in sé (il soggetto è indotto pertanto ad secolo di vita pur mantenendo il suo “sostrato” (la sua so- attribuire ulteriori significati (messaggi, co- stanza) ontologico basilare). L’esterno dell’og- soggetto. La (trans)comunicazione implicita gettivo (la realtà) esiste (oltre che per la sua or- del cinema muto è il segno della vastità d’oriz- ganicità interna) anche in virtù dell’interno del zonte semantico che si dispiega (nella sue ar- soggettivo (la mente che vive e trasforma il rea- ticolazioni finite) nell’interpretazione data le delimitando le possibilità conoscitive del dal soggetto (nel cinema muto il significato soggetto stesso, come dimostrato dall’episte- esiste solo perché esiste a-priori una mente mologia della fisica quantistica), il fisico (il -re che costruisce il significato, laddove nel cine- ale nella sua materialità) ha modo di essere ma moderno della comunicazione esplicita il per mezzo del meta-fisico (il pensiero che nel- significato usualmente è denotato a tendenza la sua astrattezza concepisce, costruisce e ri- unidirezionale e deve solo essere recepito modella la realtà fisica). L’espressione è -l’e senza aver bisogno di essere ricostruito dal splicazione dell’unità originaria unente il soggetto). Le espressioni, la mimica, la ge- soggetto e l’oggetto che contempla i due com- stualità, le emozioni ed i sentimenti esternati ponenti della costituzione del mondo in mo- da Charlie Chaplin (attraverso il suo vagabon- do distinto nella loro connotazione. L’espres- do Charlot, nei suoi vari film) sono un mes- sione (in quanto recepita da un soggetto che saggio universale che si estende alle varie zo- deve decodificare il messaggio per compren- ne di chiaroscuro che concentrano in sé la dere il significato) è necessariamente comu- natura umana e l’esperienza di vita dell’essere nicazione e (come indicato dall’etimologia gre- umano in tutta la sua comicità ed in tutta la ca del vocabolo “parola”, ossia παραβολή) sua tragedia (Charlot è il nomade dell’esisten- edifica un ponte (una “parabola”) tramite cui il za che, danzando fra la luce della commedia e contenuto dell’espressione può essere veicola- la tenebra del drammatico, trasmette il mes- to nelle varie modalità di comunicazione (pa- Buster Keaton, attraverso le sue interpretazioni di saggio essenziale dell’amore e della speran- role, immagini, suoni, testi, gesti). Nel cinema varie figure del caleidoscopio umano (come in The za). Il cinema di Buster Keaton (l’artista di na- muto il ponte della “parola” non può essere cameraman (1928)), ha dato volto all’assurdo del tura comica che, nelle sue opere, non ride eretto ed è compito del soggetto che assiste tragicomico mai) è il cinema del surreale in cui episodi av- all’opera costruire l’impianto della comunica- venturosi fuori dall’ordinario (che in circo- zione assumendosi l’impegno di “estrarre” le municazioni) al prodotto filmico in aggiunta stanze normali avrebbero una potente porta- parole (ossia i significati, i contenuti, i messag- a quelli principali). L’anticipazione immagi- ta traumatica per chi li vive) possono anche gi) da tutto ciò che parola non è, dal non-e- nativa che il soggetto ha la libertà di effettuare essere interpretati in chiave comica come una spresso che si materializza nei dettagli scenici nel cinema muto (e che riguarda specialmen- riflessione amaramente ironica sulla fragilità (inquadrature, scorci, volti, ambientazioni te i dialoghi prefigurabili in senso multidire- e sulla finitudine dell’uomo (destinato a rima- musicali) congiuntamente alle didascalie che zionale, nel cinema moderno i dialoghi sono nere in balia di ciò che non dipende dalla sua riportano i dialoghi ed introducono lo spirito invece unidirezionali e la multidirezionalità volontà, in balia del mondo che esiste anche del contesto e dei personaggi narrati. Le dida- permane solo in relazione alla presentazione indipendentemente dalla propria soggettività scalie compiono quanto il soggetto può prefi- degli ambienti) rappresenta la cifra fondamen- che può solo dare il suo contributo alla “crea- gurare durante l’osservazione delle scene (in tale della transcomunicatività del cinema muto, zione” della realtà aggiungendosi agli altri). cui può desumere (dai sentimenti che traspa- in cui è espressione “parlante” tutto ciò che non è iono nel comportamento dei personaggi e dai parola e che si fa parola solo se introiettato dal Giovanni Mazzallo

18 [email protected] Il cinema italiano era muto ma parlava già da fascista La prima pellicola che propaganda il nuovo regime di Mussolini Diretto da Mario Vol- Aldo Bernardini, di fatto anticipa l’avvento pe e scritto da Valenti- della dittatura nell’ambito cinematografico no Soldani, esce nelle ben prima dell’arrivo del sonoro. “Quando si sale italiane il 20 set- dichiarò fascista il cinema italiano?- scrive tembre 1923 il film Il Ugo Casiraghi su l’Unità del 31 marzo 1979, in grido dell’aquila, inter- occasione della manifestazione di Rapallo - pretato da Gustavo Assai prima di quanto generalmente non si Serena, Dillo Lombar- creda. “Il grido dell’aquila è bruttissimo, ma è la di, Bianca Renieri, più interessante scoperta di Rapallo sul cine- Pierfranco Bianchetti prodotto da un miste- ma italiano degli anni Venti. Il quale, dunque, rioso Istituto Fascista e proiettato in occasio- non attese i microfoni per diffondere il verbo ne del primo anniversario della marcia su Ro- mussoliniano: iniziò a parlare esplicitamente ma. La pellicola, considerata dagli studiosi fascista del profondo dell’epoca muta... Ci fu, indubbiamente, una certa cupidigia di servili- smo”. Avvisaglie di questo processo erano state già presenti in La Nave di Gabriellino D’Annunzio del 1920, prima opera fiammeggiante con lun- ghe e fiorite didascalie difficili da seguire, contestate dalla critica cinematografica dell’e-

Martinelli e Bernardini cita ben 1750 opere prodotte dal 1919 al 1930 di cui solo 200 hanno resistito (ma ancora per poco) all’usura del tempo e per le quali è necessaria la ristampa e il restauro. Tra i primi film presentati spicca Inferno bianco,1921, prima parte della trilogia I figli di nessuno, realizzata per la Lombar- do-film da Ubaldo Maria De Colle, interpreta- ta da Leda Gys, moglie del produttore. Una pellicola ambientata tra le cave di Carrara con protagonista Poldo, un giovane operaio e Lui- della settima arte il primo esempio di esplicita sa, la figlia del custode della miniera che è propaganda mussoliniana, mette in campo promessa sposa del conte Arnaldo, il proprie- personaggi che rappresentano tutte le regioni tario. “I censori- scrive ancora Casiraghi- fu- italiane: l’ufficiale non vedente, il nonno gari- rono particolarmente preveggenti e occhiuti baldino, il padrone inflessibile, tutti uniti nel con la lotta di classe e con gli operai. La vitti- combattere la degenerazione socialista, la be- ma di una mina? Ridurre la scena in modo che stiaccia che ammorba la società “democratica”. il cadavere, deposto su di un materasso, risul- Il sobillatore - agitatore che condiziona le men- ti un semplice ferito. Una insurrezione opera- ti degli operai di una fabbrica, riesce a convin- ia contro l’agente aguzzino del padrone? Ta- cere anche un ingenuo tenente poeta, inter- gliare drasticamente. E la scena in cui si pretato da Gustavo Serena, ma ben presto il poca, ma anche, come scrive Renzo Renzi in dovrebbe vedere la commissione dei lavorato- manganello fascista sistemerà le cose. La pel- un suo articolo del ’51, intitolato La fiamma ne- ri, capitanata da un sacerdote, recarsi dal con- licola presentata nel convegno dedicato al ci- ra di Za la Mort, in un episodio dei Topi grigi te per protestare? Modificarla in modo che nema italiano degli anni ’20 a Rapallo nel (1917/18), nel quale il criminale interpretato da dall’azione vengano eliminati tutti gli operai, marzo 1979, a cura di Vittorio Martinelli e Emilio Ghione, regista di melodrammi e a facendo figurare il solo don Demetrio che si puntate sulla malavita, si reca- reca dal conte a nome di tutti loro. E se questa va alla polizia in frack, cappello difesa dell’ordine costituito non era già fasci- a cilindro e ghette bianche, as- smo, come si vede, pochissimo ci mancava”. somigliando moltissimo a Dello stesso avviso è lo storico Gian Piero Bru- Mussolini al cospetto del re d’I- netta, che nel suo fondamentale libro Storia talia. del cinema italiano 1895-1945 Editori Riuniti, af- Purtroppo molte delle pellicole ferma: “Quando inizia la via fascista del cine- dell’epoca depositate presso gli ma italiano? Agli inizi del sonoro, come per archivi delle Cineteche che po- molto tempo si è continuato a sostenere pas- trebbero testimoniare questa sando un netto colpo di spugna sull’attività anticipazione della suggestio- del decennio precedente, o col fascismo stes- ne fascista sullo schermo, si so- so…Anzi per un sorta di involontaria ironia, no inesorabilmente deteriorate per quasi trent’anni il ventennio fascista è sta- o autodistrutte. Il catalogo re- to studiato, nel settore cinematografico, come “La nave” (1921) di Gabriellino D’Annunzio e Mario Roncoroni datto per la manifestazione da segue a pag. successiva 19 n. 96

segue da pag. precedente Nuovo Cinema Tedesco # 4

Incontro con Alexander Kluge: raccontare la Storia

Intervista inedita a Kluge del 1989 che non ha perso nulla della sua attualità

Verso la metà degli an- ni ’60, la svolta fonda- mentale del cinema tedesco è stata il mo- mento in cui gli autori Massimo Cialani Leda Gys, (pseudonimo di Giselda Lombardi 1892 – davanti al dilemma se 1957), è stata un’attrice italiana del cinema muto. essere dipendenti o autonomi rispetto all’in- dustria cinematografica, scelsero la via dell’au- se si trattasse di un decennio abbondante che tonomia, per la rifondazione del cinema d’au- si estendeva dall’avvento del sonoro al ’43, ma tore assente dalla Germania dal periodo della era del tutto privo di storia anteriore”. Repubblica di Weimar. Alexander Kluge (Hal- In effetti già prima della marcia su Roma na- berstadt, 1932), tra i firmatari del “Manifesto scono i primi fasci artistici nella maggiori città di Oberhausen” (1962) che segna la nascita di industriali. A Torino la presidenza del Fascio un nuovo cinema tedesco, è uno dei registi che più si è attivato affinché ciò avvenisse. Su- bito dopo fonda la “Kairos Film” la propria ca- sa di produzione, il cui esempio sarà seguito da altri, tra cui Fassbinder ed Herzog. Kluge intuisce che un effettivo cambiamento del ci- nema in Germania passi anche per una fase organizzativa della produzione di un film, al fenomeno con opere originali che ottengono di fuori dall’industria, tale da ridurre notevol- successi a livello internazionale. Oltre che av- mente i costi. A questo scopo acquista le appa- vocato e regista Kluge è anche scrittore e mol- recchiature necessarie per realizzare un film e te delle microstorie presenti ad esempio in forma una propria squadra di tecnici (i quali Nuove storie (1981) sono poi confluite nei suoi si alternano di volta in volta con altri registi film. L’estetica del regista nel passaggio tra il del “Gruppo ‘62”) e nel suo laboratorio di Mo- linguaggio letterario a quello prediletto del ci- Za la Mort (Emilio Ghione) naco installa due moviole per il montaggio nema non cambia, come non cambiano i con- della pellicola. Grazie a questa prassi di sgan- tenuti, ciò che invece muta è l’intensità di rea- artistico è affidata all’attore e regista Emilio ciamento dalle imposizioni dell’industria ci- lismo che Kluge raggiunge con uno stile Ghione, che insieme agli attori Alberto Pa- nematografica e all’aiuto finanziario del “Ku- originalissimo per quanto riguarda il rapporto squali, Umberto Mazzato e Domenico Gambi- ratorium Jünger Deutscher Film”, fondato nel tra suono e immagine. Sull’argomento il regi- no, il popolare Saetta, (personaggio cinemato- 1964 con l’intento di finanziare i giovani regi- sta ha dichiarato: ”Hollywood si comporta co- grafico interprete di una serie di film fino al sti, nella RFT rinasce il cinema d’autore, che me se un film sia realistico di per sé. E invece è 1925), tenta di portare sullo schermo un Saetta negli anni ’70 si trasformerà in un vero e proprio finzione della peggiore. Noi brechtiani, faccia- fascista, ma senza successo. mo vedere un film come Quando Mussolini è ormai saldo al comando finzione ma il rapporto tra dell’Italia, si cerca legiferare una serie di inter- fotografia, musica, -mon venti a favore del cinema nazionale, anche se taggio, insomma di tutti una vera e propria legge in materia arriverà gli elementi costitutivi di solo nel ’31. Però il potere del fascismo nella so- un’opera ha le proporzioni cietà a metà degli anni Venti è già comunque della realtà” (Dante Matel- penetrato in profondità perfino nel settore ci- li, Intervista A. Kluge, La nematografico si comincia ad attribuire a Repubblica, 9.5.1979). Il re- Mussolini il potere taumaturgico di rinascita gista si definisce brechtia- del cinema italiano (“Evviva Mussolini! Perché no, ma nei suoi lavori pra- com’è risorta l’Italia non dovrebbe risorgere tica in egual misura Marx anche l’industria cinematografica italiana?”). e l’opera di Verdi. Sin ”Questo entusiasmo nei poteri miracolistici dall’inizio fa riferimento del nuovo capo del governo - come scrive Bru- alla Nouvelle Vague e, in netta- è in realtà smentito dai fatti, in quanto, particolare, a Jean-Luc Go- come si è detto, la produzione tocca, nel de- dard e alla politique des au- cennio successivo, i livelli numerici e qualita- teurs, promossa dalla rivi- tivi più bassi dell’intera storia del cinema ita- sta Cahiers du cinéma: liano”. Il 28 febbraio del 1962, durante l’ottava edizione dei Westdeutsche Kurzfilmtage “Credo al concetto di cine- In realtà passeranno ancora diversi anni, fino Oberhausen, ventisei giovani film makers tedeschi firmano il “Manifesto di ma d’autore elaborato da al 28 aprile 1937, prima della nascita in via Tu- Oberhausen”, il più importante documento di gruppo di tutta la storia del cinema Godard, nel senso di un scolana a Roma di Cinecittà, la fabbrica del tedesco, da dove è sorto il movimento del Nuovo cinema Tedesco. I firmatari più cinema in cui il regista sia consenso dell’Italia fascista. celebri sono Alexander Kluge (1932), Edgar Reitz (1932), Haro Senft (1928), pienamente responsabile Peter Schamoni (1934-2011) e Herbert Vesely (1931-2002). Nei primi anni ‘70, della propria produzione. Pierfranco Bianchetti si aggiungeranno quelli celebri di Rainer Werner Fassbinder e Wim Wenders segue a pag. successiva 20 [email protected]

segue da pag. precedente (…) Godard con il concetto di “cinema d’auto- re” ha attuato una rivoluzione da cui in Euro- pa non si può prescindere ancor oggi se si vuole fare un cinema diverso da quello com- merciale o dall’artigianato industriale impo- sto dal mercato. Ci sono però due Godard: uno, a me del tutto indifferente, idealista e ra- zionale nelle sue elaborazioni tecniche, ed un secondo istintivamente materialista, che sfugge al suo stesso controllo. Apprezzo mol- to questo secondo Godard istintivo, mentre mi annoia il primo con l’ordine razionale della sua teorizzazione” (Gianfranco Graziani, “Conversazione con Alexandre Kluge”, Fil- mcritica, n. 267, settembre 1976, pagg. 267- 268). I film di Kluge si articolano attraverso una serie di riferimenti a fatti, richiami a per- sone, epoche storiche, episodi di cronaca, co- me in una grande opera classica. Esordisce con il cortometraggio Brutalità nella pietra (1960) sull’influenza che ha avuto l’estetica na- zista sull’architettura tedesca. Dopo aver rea- “La ragazza senza storia” (1966) di Alexander Kluge. Venezia. Leone d’argento - Gran premio della giuria lizzato altri otto cortometraggi, fa il suo esor- dio nel lungometraggio con La ragazza senza del debutto con il pubblico si tira indietro. Il uno dall’altro. Il primo è La patriota (1979) storia (1965-66) con protagonista una profuga film usa il circo come metafora dell’artista con protagonista Gabry Teichert (Hannelore della RDT alle prese con la difficoltà di inseri- contemporaneo e, allo stesso tempo del cine- Hoger), un’insegnante di storia. Nelle sue le- mento una volta arrivata nella RFT dove, dopo ma e della società borghese. Leone d’oro al fe- zioni, convinta del suo metodo di ricerca, il furto di una giacca, inizia la sua personale stival di Venezia del 1968 in piena contestazio- mette passione e studio, ma trova contrasti da odissea. Tratto da un suo racconto, Anita G. ne giovanile. Del 1973 è il problematico e parte di superiori, colleghi e studenti. Allora (Alexandra Kluge) sempre con la valigia pron- ironico Occupazioni occasionali di una schiava, comincia ad interrogarsi sul significato della ta, nel suo attraversamento della società del sul tema dell’aborto, ottimamente interpreta- Storia che progressivamente diviene un inter- benessere fa da cartina da tornasole ai vari to dalla sorella Alexandra Kluge. Negli anni rogarsi sul fine ultimo dell’esistenza. La forza personaggi che incontra, dai quali emerge ’80 perfeziona il suo stile composto da una dei sentimenti (1983) si compone di 12 microsto- l’indifferenza, l’insensibilità, la falsità della parte di fiction, dall’altra di brani documenta- rie ciascuna con un proprio titolo e di argo- società borghese. Leone d’argento al festival ri, cronache televisive, catastrofi naturali, me- mento vario ma legati da un filo comune: co- di Venezia dello stesso anno. Segue Artisti sotto lodrammi, pitture, stampe, foto, didascalie ed me nascono i sentimenti. Nel film scorrono la tenda del circo: perplessi (1967) con al centro altro ancora. Espedienti con cui intende dare una varietà di personaggi inventati ed altri re- della storia Leni Peichert (Hannelore Hoger) libere pause di riflessione allo spettatore, tan- ali che compongono uno spettro vario di sen- che eredita un circo dal padre morto mentre to che per l’autore l’ideale sarebbe che il film timenti non sempre edificanti. L’episodio che si esibiva al trapezio. Leni organizza i numeri fosse fatto dallo spettatore. Il regista ha affer- più colpisce è la ricostruzione di un fatto real- dello spettacolo con spirito imprenditoriale mato di aver realizzato solo un paio di film mente accaduto, dove una donna in stato di perché non si accontenta di essere solo un’ar- narrativi nel senso tradizionale del termine. Il semi-incoscienza viene violentata dopo esse- tista. Ma le sue idee innovative si scontano nucleo fondamentale della sua filmografia è re finita fuoristrada, da parte di un automobi- presto con la realtà e falliscono. Al momento da ricercarsi in tre film girati a breve distanza lista di passaggio fermatosi per soccorrerla. In L’assalto del presente al resto del tempo (1985) Kluge sviluppa un personaggio già presente nel suo episodio di Germania in autunno (1978) che porta lo stesso titolo. L’assistente sociale Gertrude Meinecke (Jütta Hoffman) dopo aver accudito un bambino che ha perso i geni- tori, una volta che lo riporta dai parenti si ren- de conto che è meglio tenerlo con sè. In un al- tro segmento assistiamo alla vicenda di un regista cieco (Armin-Müller Stahl) che perde la vista proprio nel momento in cui sta realiz- zando il suo film più bello. Personale incursio- ne nella storia, la cultura e il cinema al termi- ne del 20° secolo, il film ha come tesi di fondo che senza la Storia del nostro passato l’uomo non è nulla e il futuro si profila incerto con “l’assalto del presente al resto del mondo”. In questa trilogia di film il regista con virtuosi- smo utilizza sequenze girate appositamente a immagini di altri con cui dà forma ad opere originali attraverso un montaggio magistrale. Il dialettico Kluge contro lo spreco del capitali- “Artisti sotto la tenda del circo: perplessi” (1968) di Alexander Kluge. Ha vinto il Leone d’Oro al miglior film alla 33ª smo e la logica dell’economia di mercato, oppone Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia segue a pag. successiva 21 n. 96

segue da pag. precedente esistono in Europa delle grandi organizzazio- io penso che fosse un modo di vivere alienato. la pratica di un cinema essenziale basato sul ni che cercano di appropriarsi privatamente Se si contrappongono due concetti di Marx si recupero della miriade di immagini esistenti di questa cosa pubblica, quindi è una lotta di vede che c’è una alternativa tra alienazione e per la creazione di nuove storie. cervelli, di intelligenze. Se questa lotta si deci- produttività, progresso e ricchezza della so- L’intervista, inedita, che segue è stata regi- desse a favore delle imprese allora la politica cietà. Se adesso dico progresso e penso ai me- strata nel 1989 nella sede del Goethe Institut potrebbe seppellirsi. In quel momento avrem- dium di comunicazione che abbiamo adesso, di Roma. mo tre repubbliche: quella dei posti di lavoro, ad esempio nel cinema degli Stati Uniti, allora Il cinema d’autore in Germania si trova da alcuni quella della politica e quella del divertimento; questo passo è un salto in avanti che rende la anni in una situazione di crisi. Le punte alte degli tra queste il movimento rivoluzionario del di- produttività e la creatività pesante. È molto anni ’70 non sono ormai raggiungibili. Quali sono vertimento sarebbe il più forte. Accanto a que- difficile realizzare un film tipoIl nome della ro- i suoi progetti in vista di un rinnovamento del cine- sti grandi temi adesso vediamo il nostro pic- sa come un’opera differenziata. Se ho 35 mi- ma d’autore, che cosa si può fare oggi e in che forma, colo tema che è il futuro del cinema. Noi lioni di marchi sulle spalle non posso fare fia- per risolvere il problema del rapporto tra cinema e amiamo il cinema e per questo per noi è un sco. Con un budget di 500.000 marchi posso televisione? argomento importante, anche se non sarà anche essere audace e personale. E’ un fatto La maggioranza dei miei film riflette da alme- niente di decisivo riguardo la sorte del mon- molto curioso che gli americani parlassero di no 20 anni la situazione del cinema attuale. do. Noi abbiamo molti problemi diversi in capillari. La grande industria del cinema in- Possiamo dire che Artisti sotto la tenda del circo: Germania rispetto all’Italia. Il “nuovo cinema ternazionale comprende qualcosa soltanto di perplessi rappresenta la situazione di oggi. Ma tedesco” esiste già da 25 anni. Praticamente ¼ vene e arterie. Quel sangue vivo zampilla co- fortunatamente è la situazione anche dei no- della storia del cinema. In questi 25 anni non me una fontana. Quello che dobbiamo distin- stri avversari, nel caso in cui essi siano dei ve- siamo ancora riusciti a cambiare effettiva- guere è se si fa un progresso diminuendo la ri artisti. Invece L’assalto del presente al resto del mente la situazione; abbiamo ancora una pro- produttività o invece un progresso aumen- mondo è l’altra prospettiva, praticamente si duzione indipendente ma non abbiamo anco- tando questa produttività. Ho discusso negli tratta della distruzione della grammatica del ra un cinema altrettanto di carattere analogo ultimi mesi con i colleghi dell’unione sovieti- tempo, della sequenza temporale, del presen- che potrebbe coordinarsi con questa produ- ca dove c’è stato un cambiamento di persona- te naturalmente. L’attualità è infatti ordinata zione. Siamo quindi ancora in una situazione le massiccio. Elem Klimov il primo segretario come un monopolio, è unidimensionale, è in cui dobbiamo tentare di inventare, in un dell’associazione cinematografica ci ha fatto astorica e fa delle ipoteche sul futuro. Imma- momento in cui c’è un po’ di difficoltà e meno una visita. In Russia, come è noto, adesso è giniamo Cernobyl, oppure gli armamenti mo- inventiva. Una parte dei registi nel frattempo esploso il cinema d’autore. Klimov era un derni. Possiamo dire che il presente per la pri- sono passati alla televisione, come ad esempio amico molto stretto di Tarkovskij, un regista ma volta è in grado di distruggere tutti i Edgar Reitz con Heimat, ma anche film come osteggiato dai burocrati di Mosca fino ad og- passati e tutti i futuri dell’umanità e il risulta- Uomini di Doris Dörrie presentato a Roma po- gi; ma adesso grazie a questo mutamento, to non sarà certo come le belle rovine di Ro- co tempo fa, è un film fatto per la televisione. Tarkovskij ed altri autori che prima erano out, ma. Il problema in tutto ciò è che in questa Proprio in questo periodo sto preparando un ora anche in patria sono considerati il meglio maniera noi siamo diventati una comunità progetto per mettere su un cinema d’autore del cinema russo. Tra poco si festeggerà il bi- umana per forza di cose, una cosa oggettiva anche in televisione. Perché ogni novità e ten- centenario della rivoluzione francese e per ce- forzata. “Non tutti gli uomini divengono fra- denza è qualcosa di sconosciuto per la Tv te- lebrarla al cinema in maniera adeguata, in telli” come amava dire Beethoven. Nessun desca. Ogni trasmissione televisiva è organiz- tutta la sua complessità, non basta più un film ideale si è realizzato che non sono state, piut- zata e ordinata come una qualsiasi altra canonico della durata di due ore. In passato tosto, le circostanze materiali che si sono impresa o come una prigione di stato e la pro- solo Abel Gance con il suo Napoléon ha realiz- messe a danzare, che hanno avuto il soprav- testa contro questo è il cinema d’autore. Così zato qualcosa di interessante su questo argo- vento; ma per quanto riguarda le molte delu- come era cominciato quello che è stato il no- mento. Nel progetto di Tv d’autore che stiamo sioni dell’umanità che mi distolgono pratica- stro grande modello nato qui a Roma, cioè il elaborando in Germania, per quanto riguarda mente dal capire, dall’illuminarmi, ho verificato Neorealismo. Perché in fondo nel 1962 noi il film, si darà spazio alla durata necessaria una nuova delusione. Sigmund Freud nel 1918 non abbiamo fatto altro che cercare le nostre per rappresentare un determinato soggetto ha descritto le tre ragioni per le quali la psica- radici proprio nel Neorealismo italiano e nella che, come accaduto per Heimat, può essere nalisi è diventata poco attraente: la prima è la Nouvelle Vague francese. In questo siamo ar- anche di 16 ore. Ad ogni modo sono convin- distruzione dell’immagine tolemaica del mon- rivati con un po’ di ritardo. Se guardiamo un to che in altri casi, per certi film, a volte è do. Copernico è deludente, noi non siamo più attimo nel campo della storia delle religioni, si sufficiente la durata di 5 minuti oppure un il centro dell’universo e Roma non è più il cen- può dire che abbiamo copiato dai vescovi te- minuto. tro dell’Impero. Lo abbiamo sempre pensato e deschi, che sono stati sempre un pochino in- I suoi film raggiungono qualcosa all’interno del per questo dobbiamo inventarci la FBI, perché dietro, un po’ più lenti. Credo che la situazio- medio spettatore? Può dire qualcosa sul grado di in- questo permetterebbe di ricostruire l’immagi- ne sia ancora analoga. tellettualizzazione del suo cinema. ne del mondo tolemaica. La seconda grande È interessante sapere che attualmente un gruppo di Io ho anche un’altra professione, faccio l’av- delusione di Freud è che non c’è più neanche intellettuali, di cineasti, dei quali Kluge è stato, lo vocato. E lo faccio in modo che anche gli altri da fare affidamento sulla nostra psiche, i sen- possiamo dire, il leader carismatico, il primo a rom- possano capire. E devo dire che ho avuto suc- timenti non sono semplicemente una que- pere il silenzio del cinema tedesco e proprio nell’arte cesso. Quello in cui consiste la comunicazio- stione della razza umana. I sentimenti non che ha più a che fare con la tecnologia, oggi lavora a ne è una specie di coscienza. Al cinema tutto fanno la guerra con i soldati della rivoluzione un progetto per una televisione d’autore. Come vede potrebbe essere più breve, d’altro canto i pri- francese o della rivoluzione russa; ma sono in Kluge questa svolta tecnologica che oggi s’impone? mi film del periodo muto erano miniature. parte traditori: in parte combattivi e in parte C’è speranza in futuro per l’artista di avere più spa- Ciò che produco come autore è un a specie di vigliacchi. In sostanza non ci si può fidare ne- zio o questo spazio si restringerà? test, è come in uno specchio e ciò che si ri- anche del nostro “io” la parte nascosta all’in- In primo luogo credo che quello che è nuovo flette in questo specchio è complesso come la terno di ognuno di noi. Ora ci troviamo in una adesso non è la nuova tecnica dei media, ma realtà. Il film allora diventa complicato e an- nuova situazione: non possiamo fidarci nean- sono i nuovi proprietari. Tecnica può signifi- che il titolo lo diventa. I toni delle note di che delle società del XX secolo. Le comunità care meno ricchezza espressiva. Ma la vendita Schönberg sono autonomi, Verdi è più com- non appartengono agli uomini, il patriottismo di tutto il pubblico all’industria è sempre un plesso, ma la gente pensa diversamente. non ha più un vero proprietario. Tutti questi impoverimento. Quando Marco Licinio Cras- grandi temi richiedono una possibilità di espri- so, arricchitosi con la speculazione edilizia, mersi pubblicamente. In questo momento possedeva praticamente tutta Roma, in fondo Massimo Cialani 22 [email protected] I dimenticati #77 Raúl Juliá Non sono molti gli at- e studiò legge all’università di Porto Rico, di- più bisogno del mensile inviatogli dai genito- tori cinematografici ventando membro della confraternita Phi ri, tanto che nel ’65 fu raggiunto a New York portoricani noti in Sigma Alpha. Ben presto fu evidente che non da Magda, che divenne sua moglie. Italia: oltre al grande aveva alcuna vocazione per intraprendere Tra quell’anno e il ’69 lavorò con successo in José Ferrer e al recente una carriera legale, cosicché passò allo studio palcoscenico, prendendo parte a spettacoli Benicio del Toro, mi delle arti liberali e ottenne il baccellierato, del Teatro itinerante portoricano ed esiben- viene in mente soltan- continuando a esibirsi nell’isola in vari spetta- dosi in alcune prestigiose rappresentazioni to il «re del pop latino» coli: oltreché come attore in opere scespiria- del New York Shakespeare Festival (NYSF), Ricky Martin, apparso ne, anche come presentatore alla Ted Mack dove a partire dal ’67 era stato invitato dal suo Virgilio Zanolla in un film e in sceneg- Amateur Hour e col gruppo musicale dei Lam- fondatore, Joseph Papp. Nel settembre ’68 de- giati televisivi, che però è assai più conosciuto plighters, quale integrante dell’attrice porto- buttò sui palcoscenici di Broadway nei panni quale cantante. Se facessi il nome di Raúl Juliá ricana Lillian Hurst, e animatore a San Juan di Chan in The Cuban Thing di Jack Gelber. sono quasi certo che nessuno saprebbe dirmi nell’elegante Hôtel El Convento. Mentre pubblico e critica cominciavano final- di chi si tratta: eppure, non sono meno sicuro Consapevole della necessità di studiare seria- mente ad accorgersi di lui Raúl divorziò dalla che se mostrassi una sua fotografia moglie, e poco dopo conobbe qualcuno mi risponderebbe: - Sì, l’attrice Merel Poloway, con la devo averlo già visto in qualche quale intrecciò una relazione. film. - Perché il personaggio in que- La svolta nella sua carriera av- stione è stato un attore cospicuo: venne l’anno seguente, quando per intenderci, una di quelle facce venne chiamato a prendere che una volta davanti agli occhi ti parte alla serie televisiva Love of riesce assai difficile dimenticare. Life, ed esordì nel cinema nel Di famiglia cattolica, primo di film Un assassino per testimone quattro fratelli, due maschi e due (Stiletto, ’69) di Bernard Kowal- femmine, Raúl Rafael Juliá y Arce- ski. Da allora, fu attivo costan- lay era nato al Floral Park (Hato temente nei tre settori, anche Rey), un sobborgo di San Juan di se a dargli le maggiori soddi- Porto Rico, il 9 marzo 1940, da Raúl sfazioni all’inizio fu ancora il sr. e da Olga Arcelay. La madre, un primo. Nel ’72, per il ruolo di mezzosoprano, era una persona Proteus nei Due gentiluomini di molto caritatevole: tanto che l’Uni- Verona di Shakespeare ottenne versità Cattolica di Ponce la premiò la sua prima nomination al per aver ospitato spesso nella loro Tony Award e vinse il Drama casa dei bimbi senza tetto. Il padre, Desk Award per la migliore in- un ingegnere elettronico laureato terpretazione; altre due nomi- alla Tri-State University, nella capi- nations al Tony Award gli giun- tale portoricana aprì il ristorante sero nel ’74 per la parte di “La Cueva del Chicken Inn”, tuttora Charley Wykeham nella com- in attività, in cui venne servita la media Dov’è Charley?(La zia di prima pizza mai apparsa sull’isola, Carlo di Brandon Thomas) e nel preparata appositamente da un ’76 per quella di Mack The Knife cuoco italiano (al suo interno, oggi nella commedia musicale L’ope- una targa ricorda il nostro attore). ra da tre soldi di Berthold Brecht, Raúl jr. studiò al collegio Espíritu un ruolo per il quale egli studiò Santo in Hato Rey, dove oltre alla e mise a punto un marcato ac- lingua madre apprese a parlare cento britannico. Il ’74 gli dette correttamente l’inglese, giacché era l’idioma mente recitazione, per farlo pensava di recar- la prima popolarità televisiva col personaggio ufficiale dell’istituto, e dove, in prima elemen- si in Europa, quando venne notato dall’attore di Edmund nella versione per il piccolo scher- tare, ebbe occasione di esibirsi per la prima statunitense Orson Bean, in vacanza sull’iso- mo dello scespiriano Re Lear per la regia di volta in palcoscenico, interpretando con tale la, che gli suggerì di recarsi a New York e gli Edwin Sherin; mentre il ’76 fu l’anno in cui, efficacia il diavolo che ad ogni recita successi- fornì dei contatti nel luogo. Raúl giunse nella con una cerimonia mistica sui monti Catskill va la sua presenza venne sempre richiesta; lì, Big Apple nell’inverno ’64, all’età di ventiquat- (stato di New York) celebrata dal santone in- assistendo alla proiezione del filmLe avventure tr’anni: si era appena fidanzato con Magda diano Swami Muktananda, Raúl sposò la Po- di Robin Hood con Errol Flynn, egli decise di di- Vasallo Molinelli e pochi mesi prima, suo fra- loway, dalla quale ebbe poi due figli, Raúl Sig- ventare attore. tello Rafael aveva perso la vita in un incidente mund nell’83 e Benjamín Rafael nell’87. Raúl jr. compì gli studi secondari nel Colegio stradale. Per sbarcare il lunario si dette da fa- L’anno dopo, Raúl si distinse in palcoscenico San Ignacio de Loyola. Dove sempre attivo nel re con mille lavori, ma riuscì fin da subito a la- quale protagonista del Dracula di Hamilton teatro, innamorato di Shakespeare, organiz- vorare in spettacoli nell’Off-Broadway, e a Deane e John Balderston all’Hirschfeld Thea- zò coi suoi compagni di studio rappresenta- studiare recitazione nel corso di Wynn Hand- tre di Broadway; nel ’78 fu Petruccio nella sce- zioni del Giulio Cesare, dell’Amleto, del Re Lear e mann, che aveva tra i suoi allievi anche Chri- spiriana Bisbetica domata al Delacorte Theatre de La Tempesta, brillando tra gl’interpreti. In stopher Walken. Esordì professionalmente in dell’Off Broadway, accanto alla grande Meryl seguito, su desiderio dei genitori che lo vole- teatro nella parte di Astolfo ne La vita è sogno di Streep. Fu poi Otello nell’opera omonima del vano giudice o avvocato s’iscrisse alla For- Pedro Calderón de la Barca; e grazie al suo ta- sommo drammaturgo inglese, e nell’82 si distin- dham University di New York, e qui trascorse lento e all’intraprendenza di Jeff Hunter, il se come Calibano nella versione cinematografica un anno, dopo il quale tornò nella città natale manager a cui s’era affidato, presto non ebbe segue a pag. successiva 23 n. 96

segue da pag. precedente famiglia Addams (The Addams Family) di Barry popolare - si svolsero funerali di stato. Ma ce- de La Tempesta diretta da Paul Mazursky: essa Sonnenfeld lo portò al vertice della popolari- rimonie commemorative si tennero anche a venne girata nel nostro paese, dov’egli sog- tà, tanto che due anni dopo il film ebbe un se- New York e Los Angeles. La tomba di Juliá si giornò più mesi affascinato da luoghi e cultu- quel ne La famiglia Addams 2 (Addams Family trova nel cimitero Buxeda a Cupey, presso la ra. Dopo aver interpretato il cameriere e can- Values, ’93) dello stesso regista. Nel frattem- città natale. tante d’occasione Ray in Un sogno lungo un po, a Raúl era stato diagnosticato un tumore Resta da dire a proposito del suo grande im- giorno (One from the Heart, ’82) di Francis allo stomaco. Egli non volle assolutamente in- pegno umanitario. Sull’esempio dei genitori, Ford Coppola, il film che gli dette fama fu, terrompere la sua attività di attore e tenne fe- Raúl si spese moltissimo in prima persona per nell’85, Il bacio della donna ragno di Hector Ba- favorire varie nobili cause: promosse con più benco, dove nei panni di Valentin Arregui, iniziative l’integrazione razziale, donò fondi un prigioniero politico, compagno di cella ed effettuò diversi interventi pubblici in tra- dell’esuberante omosessuale Luis Molina smissioni televisive e radiofoniche per sensi- (William Hurt), fornì una prova maiuscola, bilizzare le persone sul problema della fame gratificata da una nomination per il Golden nel mondo, motivo per il quale nel ’92 ricevé Globe Award e dal premio del National Board il Citizen Global Award e il Courage of Con- of Review of Moction Pictures quale migliore science Award. Fu membro di associazioni attore, in coppia con Hurt. Si può dire che co- caritative (che in qualche caso presiedette, miciò allora la sua carriera ‘in maggiore’ nel sempre a titolo gratuito), si batté per il ri- cinema, punteggiata da titoli e registi presti- spetto dei diritti umani e incentivò l’inseri- giosi: Raúl fu il parrucchiere Joaquin Mane- Raúl Juliá e Anjelica Huston (La famiglia Addams, 1991) mento nel cinema di giovani artisti latinoa- ro, marito di Alex (Jane Fonda), nel thriller Il de a tutti i suoi impegni artistici, apparendo mericani. In vita, il suo impegno culturale gli mattino dopo (The Morning After, ’86) di Sid- altresì ne La peste di Luis Puenzo (’92), discus- meritò l’elezione a membro del New York ney Lumet; fu l’ex nazista Robert Strausmann so adattamento cinematografico dell’omoni- Council for the Humanities; nel ’94, ricono- nella commedia Il dittatore del Parador in arte mo romanzo di Camus, ne Il fuoco della resi- scendo il suo profondersi per i diritti umani, il Jack (Moon Over Parador, ’88) di Mazursky, stenza - La vera storia di Chico Mendes (The governo di El Salvador gli concesse il ruolo del accanto a Richard Dreyfuss, Sonia Braga e Burning Season, ’94) di John Frankenheimer, sorvegliante nelle loro elezioni generali in Fernando Rey; il comandante Xavier Escalan- dove interpretò da par suo un altro personag- rappresentanza del “Freedom House”. Dopo te, alias Carlos, nel dramma romantico Tequi- gio ‘scomodo’, l’attivista sindacale brasiliano la sua morte, nel ’97 la Camera di Commercio la Connection (Tequila Sunrise, id.) di Robert Francisco ‘Chico’ Mendes, assassinato per portoricana ha istituito il Fondo di borse di Towne, con Mel Gibson e Michelle Pfeiffer; aver tentato di preservare la foresta amazzo- studio Raúl Juliá per fornire istruzione uni- l’arcivescovo martire salvadoregno Oscar Ar- nica dagl’interessi di biechi industriali, vin- versitaria agli adolescenti. In omaggio al suo nulfo Romero, ucciso dalla dittatura milita- attivismo ogni anno il National Endowment re, in Romero di John Duigan (id., ’89); il com- for the Hispanic Arts assegna il Raúl Julià battivo avvocato Stern nel thriller Presunto Award, un premio a chi si distingue nelle arti innocente (Presumed Innocent, ’90) di Alan J. umanistiche, mentre la Puerto Rico Family Pakula, accanto a Greta Scacchi e Harrison Institute, che ha sede a New York, assegna Ford; e Viktor Frankenstein nell’horror fan- dal 2003 il Raúl Juliá Global Citizen Award a tascientifico Frankenstein oltre le barriere del chi si è particolarmente distinto nella promo- tempo (Frankenstein Unbound, id.) di Roger zione sociale. Infine, col nome dell’attore so- Corman, che venne girato in Lombardia. Ne no state intitolate varie scuole sia a Porto Ri- La recluta (The Rookie, id.) di Clint Eastwood co che nello stato di New York, e l’unità di fu Storm, ladro d’auto e assassino; nel bellis- formazione per attori del Teatro itinerante Raúl Juliá e Harrison Ford (Presunto innocente, 1990) simo Havana (id., id.) di Pollack fu Arturo portoricano. Duran, ricco proprietario terriero e patriota cendo un Golden Globe, un Emmy Award e Virgilio Zanolla cubano, marito di Roberta (Lena Olin), amata uno Screen Actors Guild Award, e in Street Fi- dal giocatore di carte Jack Weil (Robert Re- ghter - Sfida finale (Street Fighter, id.) di Steven dford) e guardato a vista dal colonnello Meno- E. de Souza, che gli meritò una nomination ai chal, capo della polizia batistiana (un sorpren- Saturn Award come miglior attore non prota- dente Tomas Milian). gonista: fu quello il suo ultimo film, che uscì Nel ’91 il ruolo di Gomez Addams ne La dopo la sua morte con la dedica «Per Raúl. Vai con Dio» posta nei titoli di coda. Aveva continuato a lavorare anche con l’avan- zare della malattia, giustificando il suo aspet- to smagrito con la scusa di una dieta macro- biotica, e negando sempre la drammaticità del suo stato, anche quando alcuni suoi amici ne diedero anonimamente notizia. Il 16 otto- bre ’94, mentre si trovava con la moglie al tea- tro Metropolitan di New York, avvertì un in- tenso dolore addominale: portato in ambulanza al North Shore University Hospital di Manhas- set, Long Island, le sue condizioni di salute andarono peggiorando; la notte del 20 fu col- pito da un ictus ed entrò in coma, spirando quattro giorni dopo, all’età di cinquantaquat- tro anni. Per volontà del defunto, il suo corpo fu riportato a San Juan di Porto Rico, dove ven- ne allestita la camera ardente e - alla presenza della Raúl Juliá e Susan Saradon sua famiglia e con grandissima partecipazione Raúl Juliá e Meryl Streep (Taming of the Shrew, 1978) 24 [email protected] Associazionismo Nazionale di Cultura Cinematografica Cinecircoli Giovanili Socioculturali: ripartenza e sguardo verso il futuro Anche per i CGS (Ci- una rassegna, realizza- necircoli Giovanili So- ta sul territorio attra- cioculturali), associa- verso i Circoli locali. zione nazionale di L’iniziativa ha registra- cultura cinematogra- to ovunque un buon fica promossa dai- Sa successo, considerate Cristiano Tanas lesiani, gli ultimi di- anche le difficoltà -do ciotto mesi hanno vute all’emergenza sa- rappresentato un banco di prova senza prece- nitaria, che ha costret- denti: il settore della cultura e quello del cine- to i Circoli ad effettuare ma hanno accusato il duro colpo inferto dalla le attività esclusiva- pandemia, aggravato in alcuni casi dalle sof- mente a distanza, cosa ferenze personali di chi ha vissuto più o meno che non ha impedito Assemblea nazionale 2021 da vicino le esperienze della quarantena, della una buona partecipa- malattia, e purtroppo anche del distacco dalle zione del pubblico, chiamato anche ad espri- edizione del “Missing Film Festival – Lo scher- persone più care. mersi in qualità di giuria. mo perduto”, che si terrà a Genova e in Liguria Nel giugno del 2020 i CGS hanno perso Can- La rassegna è stata preceduta da un ciclo di tra novembre e dicembre. dido Coppetelli, scomparso all’età di 63 anni, incontri formativi: i primi tre sul tema “Rela- Si segnala inoltre la recente adesione dei CGS dei quali almeno 40 vissuti a servizio dell’As- zioni al centro”, tenuti da Gigi Cotichella, ai all’iniziativa “Cinealcircolo”, promossa da sociazione, anche in qualità di coordinatore e quali hanno preso parte circa 50 tra dirigenti ACEC e SACI Toscana, realizzata in partena- portavoce delle Associazioni Nazionali di Cul- e animatori provenienti da diverse realtà CGS riato con CINIT e MCL, finalizzata a proporre tura Cinematografica, ruolo che fino a tutto il locali, di età, storia associativa ed esperienze 2018 lo ha visto impegnato in importanti me- diverse; il quarto incontro è stato curato dal diazioni critiche per il riconoscimento del va- Consiglio direttivo nazionale, con lo scopo di lore delle associazioni nell’ambito della rifor- approfondire il funzionamento dell’Associa- ma del settore. zione e di dialogare su cosa significhi essere Nonostante tutto, i CGS ci sono e si sono “dirigente nazionale CGS”, attraverso l’espe- mantenuti vivi e attivi: con i 43 circoli locali af- rienza diretta delle persone coinvolte e il con- filiati in 14 regioni, l’Associazione ha- dimo fronto con i partecipanti. È stata un’occasione strato di sapersi reinventare e ricreare, per unica di confronto e di conoscenza all’interno non spegnere i motori durante i mesi di so- dell’Associazione, per dedicare del tempo alla spensione forzata delle attività tradizionali, propria crescita personale e culturale, con il mettendo in campo la propria fantasia e le fine di mettersi a servizio della propria realtà Venezia 77 - consegna del premio CGS “Lanterna proprie energie per inventare nuovi modi di associativa locale, anche in vista del rinnovo Magica” al regista e alla protagonista del film “Khorshid” comunicare e coinvolgere il pubblico. del Consiglio direttivo nazionale, in program- Nel periodo della sospensione forzata delle at- ma per la fine di ottobre. una piattaforma di titoli - grazie ad un accor- tività con il pubblico, diversi Circoli locali A settembre, i CGS parteciperanno come di do con alcuni Distributori - messa a disposi- hanno ideato e promosso eventi social, quiz a consueto alla Mostra del Cinema di Venezia, zione dei Circoli per programmare le prossi- tema cinematografico, contest, inviti alla let- con il Laboratorio Venezia Cinema, rivolto ai me attività. tura, scrittura e pubblicazione di recensioni, giovani animatori e operatori cinematografi- Sul fronte della promozione sociale, è in cor- che hanno avuto una larga diffusione e hanno so di attuazione il progetto “CON(N)ESSI”, fi- riscontrato notevole interesse, specialmente nalizzato al contrasto e alla prevenzione del da parte del pubblico giovanile. Alcuni Circoli bullismo e del cyberbullismo attraverso un impegnati in campo teatrale e musicale han- uso responsabile, consapevole e creativo dei no organizzato “prove a distanza”, ma anche social network, in una logica di alleanza tra vere e proprie rappresentazioni, concerti in generazioni e territori, mentre prenderà av- diretta streaming, o ancora hanno riproposto vio il progetto “CON-TE-STO: Contrastare la al pubblico i propri spettacoli del passato. povertà educativa minorile al tempo del Co- Nei primi mesi del 2021 è stata realizzata la vid”: tutte iniziative rivolte prioritariamente rassegna di cortometraggi “Young Ways”, che agli adolescenti e ai giovani, destinatari prin- ha preso le mosse dal concorso realizzato nel cipali della attività dei CGS. 2019 (Premio Adriana D’Innocenzo), per valo- Tutto ciò è reso possibile grazie all’impegno rizzare documentari e cortometraggi prodot- quotidiano e gratuito di chi ci crede, nono- ti da giovani autori fino al compimento dei 30 stante tutto, e continua a promuovere cultura anni. Sono state selezionate le opere prodotte Locandina del concorso-rassegna “Young Ways” per l’educazione delle giovani generazioni, in Italia e in lingua italiana, anche non inedi- unica vera garanzia di futuro sulla quale vale te, a partire dal 2016, aventi come tematica il ci, costituito da un percorso di formazione e ag- la pena di investire. mondo giovanile, sulla scia dello slogan del Si- giornamento, che si concluderà con l’assegna- Cristiano Tanas nodo dei Giovani: “Camminare con i giovani zione del premio collaterale “Lanterna Magica” andando verso tutti”, “Tutti i giovani – nessu- (XXIV edizione), riconosciuto dalla Mostra, no escluso”. Oltre 250 i cortometraggi parteci- conferito al film più interessante, con particola- www.cgsweb.it panti, tra i quali una apposita giuria ha sele- re attenzione alla dimensione educativa. [email protected] zionato quattordici opere ritenute meritevoli Esperienza centrale tra le attività di promozio- https://www.facebook.com/cgsaps/ di diffusione, e che sono state presentate in ne cinematografica dei CGS sarà la trentesima https://www.instagram.com/cgsnazionale/ 25 n. 96 Hal Yamanouchi: artista totale Hal Yamanouchi (na- un percussionista formidabile. ha rappresentato la svolta più importante del- to Haruhiko, Tokyo Perché è rimasto nel mostro paese, cosa l’ha tratte- la mia vita. Lui poi ha fondato una organizza- 1946), ormai voce sto- nuta? zione religiosa di matrice buddhista, che all’e- rica di Ken Watanabe, Quella compagnia credo durò meno di dieci poca era una associazione di studi spirituali. è uno dei più apprez- anni … io comunque durante una tournée mi Okawa è un maestro spirituale molto speciale, zati doppiatori del ci- infortunai e a Roma ebbi la fortuna che una dice di essere la reincarnazione di Buddha e di Ignazio Gori nema italiano, ma la donna gentile mi accudisse durante la conva- altre “incarnazioni divine” del passato. Conti- sua attività artistica lescenza. Ci innamorammo e ci sposammo. nuo a leggere i suoi libri, assai numerosi ed ad di performer varia dal mimo al ascoltare le sue conferenze, ma ballo. Ha lavorato inoltre come io non sono fatto per divulgare coreografo in opere liriche e tea- una religione. Cerco di vivere a tro di prosa, trainer e traduttore modo mio seguendo i suoi inse- dal giapponese: ha tradotto in- gnamenti. Ho avuto però l’ono- fatti in italiano numerosi film di re di tradurre due film che la Mizoguchi, Ozu, Imamura, Su- sua organizzazione ha prodot- zuki, Oshima … poi trasmessi in to. Fuori orario su RaiTre. Formatosi Ha citato altre “incarnazioni divi- come attore teatrale, i più attenti ne”, cosa intende dire? cinefili lo ricorderanno come “ca- Coloro che hanno saputo spri- ratterista” in numerosissimi film gionare una luce benigna, a tal di genere e d’autore. Nutrite an- punto da illuminare i pensieri e che le sue partecipazioni a film e l’intera storia umana: Gesù di serie televisive. Ma “Hal” non Nazareth, Buddha, Socrate, presenta solo un volto artistico, Francesco d’Assisi, Michelange- me ne sono accorto subito dopo lo, Tolstoj, Rudolf Steiner, Carl averlo conosciuto, in un tran- Gustav Jung … Mi piacerebbe quillo bar di Roma nel quartiere esprimere a teatro, nel mimo e di Monte Mario. La sua presen- nella danza, almeno l’intenzio- za, magnetica e rilassante, mi ne d’avvicinarmi a questi esseri, ha offerto spunti di riflessione anche se non arriverò mai ad altamente spirituali. esprimere tale luminosità. Signor Yamanouchi, vedo che mal- Ha mai incontrato dal vivo Ryuho volentieri indossa la mascherina, Okawa? non ha paura di ammalarsi? È capitato di fare una tournèe Porto la mascherina per rispetto in Giappone quando facevo la degli altri. Io non ho paura di Turandot con l’Arena di Verona. ammalarmi. La paura è già una Mentre ero lì, a Tokyo, venni a condizione di sottomissione sapere che Okawa avrebbe fatto all’evento. una conferenza, così lo vado a Azzerare la paura mi sembra un ot- sentire. Quando ho visto Okawa timo inizio per qualsiasi percorso. in persona, sono scoppiato a Ma andiamo con ordine, lei è origi- piangere a dirotto, non riuscivo nario di Tokyo … a frenarmi, una forza misterio- Sì … precisamente nel distretto sa mi scuoteva e si liberava. Poi di Katsushika, sulla sponda di una voce interiore sospirò: “Fi- Arakawa, un fiume che attraversa Tokyo. Per questo sono rimasto in Italia. Mia moglie nalmente incontro Mio Padre!”. Un pensiero Quando ha scoperto la sua passione per la recitazione? è di Sperlonga, una bellissima cittadina sulla fuori della razionalità del mio “io”. Forse l’avrò Durante l’università ho iniziato a recitare in costa del basso Lazio. Ristabilitomi dall’infor- conosciuto e sarò stato suo allievo in una vita inglese, in un gruppo dedito alle opere shake- tunio, iniziai ad esibirmi in degli one man show precedente? speariane. Durante gli anni universitari inol- di mimo e danza al Folkstudio di Trastevere. Davvero affascinante … Alla luce di questo, cos’è per tre ho fatto l’interprete per la prestigiosa in- Roma mi ha regalato energia che non avevo lei la spiritualità? glese Royal Shakespeare Company. L’amicizia mai avuto. Commuoversi fino a piangere sembra la prova con i membri della compagnia mi regalò il co- La citazione del mitico Folkstudio merita il ricordo di una connessione con l’ “altro piano”. Mi raggio di andare a Londra e di cominciare una del suo fondatore, il compianto bluesman Harold succede spesso vedendo i film sulla vita di nuova vita europea come “Hal”; dapprima a Bradley, che ci ha lasciato lo scorso 13 Aprile. Ma Gesù, o fissando una semplice statua della Londra e poi a Roma. Fu così che recitare non torniamo a noi, da dove le viene tutta questa ener- Madonna, o anche solo pensando a Lui o a Lei nella mia lingua madre, ma in inglese e in ita- gia? … Quando ero un pischello di Katsushika, una liano, divenne la mia specialità, grazie alla Ho avuto e ho diversi maestri, di Yoga, di Qi- borgata di Tokyo, ricordo che dovevo sforzar- quale continuo tuttora a godere dei vantaggi, Gong, di psicoterapia, esoterismo, program- mi per andare a vedere film come I dieci co- perché i giapponesi che recitano in lingue eu- mazione mentale… tra i quali il più importan- mandamenti, Il Re dei Re o Ben Hur. Non mi me- ropee sono pochi. te è forse Ryuho Okawa. L’averlo incontrato raviglio che sono finito a vivere a Roma, no? E in Italia come è arrivato? Il partito di Okawa, Happiness Realization Par- British Royal Ballet. Attivo anche nelle colonne sonore per All’inizio degli anni ’70, in tournée con una ty, nato nel 2009 sulla scia del grande successo del- il cinema, tra cui spicca L’uomo che cadde sulla terra di compagnia di musica e mimo. Si chiamava la sua organizzazione religiosa, non ha avuto un Nicolas Roeg con David Bowie e I Diavoli di Ken Russell. The Red Buddha Theatre, che conobbi quando grande consenso popolare di voti alle elezioni nazio- Il suo album di riferimento è Red Buddha uscito nel 1971, ero a Londra. Il leader era Stomu Yamashta1; nali. Cosa ne pensa? un album che consiglio a tutti i lettori di Diari di Cine- segue a pag. successiva 1 Nato a Kyoto nel 1947, ha composto per la club. 26 [email protected]

segue da pag. precedente filosofo francese Alain2, un “risvegliatore di sogno eccellente per un attore, cioè un non La divulgazione dei messaggi spirituali e la spiriti” che si rifaceva alla filosofia umanista desiderio, né un progetto serio. Se ti devo dire sua applicazione alla politica ha, e sempre ha di Socrate. La domanda che si pone di solito un sogno un pò più serio, è quello di incontra- avuto, tempi sfasati. Grandi figure spirituali un aspirante suicida è: “Perché continuare a re gli alieni e andarmene insieme a loro … sono state spesso perseguiate. Già è molto che vivere?”. La risposta di Alain è: “Perché l’uomo Gli alieni? il Maestro Okawa non sia stato ancora assas- è fatto per vivere. E basta.” Sì. Un editore giapponese mi ha chiesto di tra- sinato. Probabilmente l’umanità si è evoluta Lei è padre di due figli, Taiyo, anche lui attore e il durre un libro scritto dall’artista Maurizio Ca- molto in questi 2000 anni. rapper Justin. Ha insegnato a loro queste cose, tra- vallo3 sulle sue esperienze aliene. Maurizio di- Torniamo al suo lavoro, al cinema. Come ha inizia- smesso queste sue esperienze? ce che potrò farlo solo quando ci sarà l’ok da to a recitare nei film italiani? Non ho avuto una sufficiente auto-stima per Clarion, il pianeta che lui afferma di aver visi- Negli anni ’70, con mio grande piacere ovvia- poterli educare. Un pò perché ho sempre ap- tato. Ascoltare le esperienze di coloro che han- mente, sono stato risucchiato nel “boom” del prezzato mio padre che non ha tentato d’edu- no avuto contatti con gli alieni ci da ottimi cinema di genere, quello post-atomico, d’a- carmi e mi ha lasciato “sperimentare”, sba- esercizi di flessibilità mentale. La flessibilità zione, horror… con registi abili come Sergio gliare e imparare dalle singole esperienze. mentale dei filosofi greci è sicuramente legata Martino, Lucio Fulci, Joe D’Amato, Michele Forse lui ha subito i miei sbagli, ma non si è con il fatto che loro sentivano vicini gli “dei”, Massimo Tarantini, Umberto Lenzi… Mi sem- mai lamentato di me. Io non ho subito nessu- gli esseri mitologici. A differenza dai tempi di bra che recentemente ci sia una nuova ondata no sbaglio dei miei figli. Sono pigro come pa- miti, oggi abbiamo anche foto, video e regi- di questo fenomeno, che mi ha di nuovo coin- dre, ma decisamente fortunato. Cerco di so- strazione sonora di “coloro che vengono dal volto: “Medium” di Paolucci, They talk to me di stenere questo metodo, di “rispettare la loro cielo”. È naturale che la curiosità umana si ac- Bruno, Gli Speciali di Malavolta, I Follow You di decisione”, lasciarli liberi di trovare il loro cende con questo tema. C’è un bambino in Petrarolo … cammino e il loro equilibrio esistenziale. Giappone che si suppone sia l’incarnazione di Poi ha iniziato anche a doppiare, riscuotendo in Il Giappone è un paese di grandi opposti, ma qual è un alieno proveniente proprio da Clarion. An- questo campo molte soddisfazioni … un aspetto della cultura giapponese che ama in par- che Okawa afferma che ci sono almeno sei- Ho doppiato quasi tutti i film con Ken Wata- ticolare? cento diversi tipi d’alieni che oggi visitano re- nabe usciti in Italia, come Inception di Cri- Il rispetto della “sacralità” di ogni singola per- golarmente il pianeta o fanno “walk-in” stopher Nolan e L’ultimo samurai diretto da sona. Il primo approccio di un giapponese nei terrestri. Questo esercizio, ovvero il sentirsi Edward Zwick. Nel doppiaggio mi sento flui- confronti di un’altra persona è basato sul sot- aperti ad altre entità, a non sentirsi “alieni” do e volteggiante, forse perché sono protetto toporsi ad essa, un atteggiamento di estrema nei confronti di nessuno, aiuta ad aprire il dal buio della sala di registrazione? Mi sono umiltà e comprensione altrui. Questo perché cervello, cuore e l’anima. A dire la verità, pur divertito, come fossi in un gioco appunto, per nella nostra cultura il sottoporsi vuol dire sin- non avendo ancora personalmente visto e Takemura, un personaggio del videogame Cy- tonizzarsi con onde positive, costruttive. sentito gli alieni, sicuramente sono in qualche berpunk. Provo inoltre molto piacere sia nelle E una cosa invece che proprio non le va giù? modo aiutato da loro, come anche sono sicuro vesti di attore, doppiatore, voice-over, e come Tanti giapponesi, mancando di cromosomi di essere aiutato dagli angeli, dalle muse e da- insegnante d’esercizi psico-fisici per attori o riciclatori di serotonina, si fanno troppi scru- gli dei di diversi cieli. non … forse è per questo che rimango giovane e poli, si preoccupano troppo e danno davvero attivo, nonostante non abbia nessun desiderio troppo peso alle opinioni degli altri. A questo Per l’energia, l’ottimismo e la tranquillità che particolare o attaccamento alla vita terrestre. proposito devo citare una espressione popola- mi ha regalato, credo che anche Hal Yama- Non ha mai avuto modo di lavorare nel mondo del na che mi ha sempre fatto molto divertire, ed è nouchi sia un alieno, o quantomeno uno di cinema giapponese? molto appropriata, sembra quasi una massima quegli uomini rari, che speriamo sempre di L’unico contatto giapponese mio è Yoko Na- zen in romanesco: “A me m’ha rimbarza tutto!”. incontrare nella nostra vita. rahashi, una direttrice di casting che mi ha Ecco, a chi non ha paura nulla può tangere. Il film cult della vita di Hal Yamanouchi èI die- portato al film hollywodiano,Wolverine – L’im- Cosa significa per lei recitare? ci comandamenti di Cecil B. DeMille. mortale di James Mangold, dove ho recitato Recitando, cioè, “diventando un altro”, avver- Ignazio Gori una bella parte d’antagonista. Dopo l’univer- tiamo la sensazione di staccarci da quel per- sità sono vissuto sempre in Europa e non co- sonaggio che recitiamo nella vita, quel contor- * La foto del sig. Hal Yamanouchi è per sua gentile conces- nosco il mercato giapponese. Come ho già no personale che ci portiamo addosso senza sione detto, la mia specialità è recitare in inglese e nemmeno accorgercene. Partendo da questo in italiano e avere, cinematograficamente stato di momentanea libertà, diventa possibi- parlando, una “faccia giapponese” qui in Eu- le entrare in una realtà parallela, costruendo ropa mi porta dei vantaggi lavorativi. In un un personaggio diverso, magari più libero e certo senso godo il vantaggio d’essere “stra- più ispirato. Mi piacerebbe studiare e propor- niero”. Sono straniero in Europa e sono stra- re una tecnica per cambiare noi stessi, con niero in Giappone. La gente potrebbe provare in- esercizi, esperimenti, con teorie e con rifles- vidia per “uno di loro”, ma non per uno straniero. sioni. Il recitare aiuta a non sentirsi prigionie- Poi se non ho nulla da far invidia, ancora meglio. ri di se stessi. L’Io impone degli schemi e la re- Da quanto mi dice - e condivido appieno – intuisco citazione riflette questi stessi schemi. Costruendo, una sua grande integrità d’animo… smontando, rimontando, possiamo inventarci un Non è stato sempre così leggero. Ricordo che nuovo “Io”, all’infinito. Il lavoro dell’attore ci offre a sedici anni ero caduto in una profonda de- proprio questa opportunità, come i bambini pressione. Ho rischiato di diventare quello che giocano col Pongo, e certe volte può capi- che in Giappone si chiama hikikomori, un ra- tarci di trovare, quasi per caso, una combina- gazzo che stritolato dalla pressione sociale, zione che ci fa sentire più liberi, più leggeri e dovuta all’eccesso di studio per esempio, si ri- persino più efficaci. tira volontariamente a vita isolata; un feno- Può rivelare ai nostri lettori il suo sogno? meno purtroppo in forte crescita. Io ascoltavo L’Oscar! Un sogno deve essere non realistico, molta musica classica, Beethoven soprattutto, un gioco della mente, no? Vincere l’Oscar è un 3 Maurizio Cavallo (Crotone, 1952) scritto- e sono sicuro che alcune letture esistenzialiste 2 Émile-Auguste Chartier, detto “Alain”, filo- re, poeta, pittore e musicista, conosciuto anche con lo pseu- mi abbiano prontamente salvato dal suicidio: sofo scrittore e professore (Mortagne-au-Perche, 1868 – Le donimo di Jhlos, è considerato uno dei più attendibili mi riferisco soprattutto ai libri del grande Vésinet, 1951). “contattati” dagli alieni. 27 n. 96 E’ ricca, la sposo e l’ammazzo (A New Leaf, 1971) New York, inizio anni e metaforico di quello scelto per la distribuzione con gli anni, misogino ed egocentrico (ad un ’70. Henry Graham italiana) è ispirato ad un racconto di Jack Ri- passo dall’altare esclama “Io non voglio cose in co- (Walter Matthau) è un tchie, in origine edito col titolo The Green Heart. mune, voglio tutto per me!”), evidenziandone l’al- gaudente scapolo, non Tagliato e rimontato, secondo quanto si appren- bagia ostentata nei confronti delle persone o ri- giovanissimo, amante de da varie fonti, dalla Paramount, non rispettan- guardo le situazioni che si trova ad affrontare. del lusso e degli agi, ga- do quindi l’impostazione delineata dall’autrice, La seconda parte, più o meno dall’incontro con rantiti da una cospicua che aveva previsto una sottotrama in cui Henry, la prescelta fino al finale, si concentra invece rendita. Ma il nostro una volta scoperti gli ammanchi nei bilanci delle sull’incontro di due personalità in apparenza to- tende a spendere più di attività di Henrietta ed individuata una com- talmente diverse, ma in fin dei conti piuttosto quanto potrebbe real- butta ai suoi danni ad opera del suo avvocato in- simili, almeno nel porsi al di fuori del contesto mente permettersi, ve- sieme ad un losco figuro, non esitava a farli fuo- sociale “classicamente” considerato, impron- di la rombante Ferrari ri entrambi, avvelenandoli (il che avrebbe tando l’esistenza ai propri vezzi e alle proprie Antonio Falcone 275 GTB/4 che mal sop- ammantato il finale di un’aura certo più ambi- idiosincrasie. Tanto per Henry che per Henriet- porta le basse velocità gua), l’opera mantiene comunque una caratte- ta, cui May offre un’interpretazione memore dei cittadine imposte dal traffico della Grande Mela, rizzazione piuttosto arguta a livello di scrittura suoi trascorsi comici in teatro, regole e conven- in officina, pardon, “clinica specializzata”, alme- ancor prima che di regia, in cui risaltano gli zioni sociali non son altro che dei limiti all’affer- no una volta a settimana. Convocato dal suo le- splendidi dialoghi, resi ancora più sapidi dalle mazione delle reciproche personalità, come evi- gale, Henry verrà edotto di come, spendi oggi, ottime interpretazioni attoriali. May infatti, con denziato da una fra le tante gag impagabili di cui spendi domani, il capitale si sia ormai esaurito, fare divertito, allestisce un cocktail, “agitato, non è costellato il film, a metà strada fra il cinema mentre i proventi dei titoli azionari sono stati mescolato”, i cui ingredienti sono costituiti dai muto e il cartone animato, quella relativa al pri- utilizzati per coprire parte dei debiti, per cui do- diversi stilemi propri della commedia america- mo incontro fra i due, all’interno di un circolo vrà accettare l’inedita condizione di “povero”: ri- na così come si sono evoluti nel corso degli anni, esclusivo, tutto affettazione e birignao, che cul- volge dunque, con un aplomb degno delle sue cui aggiunge un tocco di minerà in una sorta di gara a origini inglesi, l’estremo saluto alla sartoria su umorismo nero “all’inglese”, chi versa più tè su un prezio- misura, all’esclusivo Club che lo annoverava fa i sparigliando infine le carte so tappeto, a detta di Henry suoi soci migliori, al raffinato ristorante, ai ca- sul tavolo delle tematiche di “ossessione erotica” frutto valli della sua scuderia, senza dimenticare le genere, quelle relative ai ruoli delle perversioni della pro- preziose opere d’arte che arredano il suo appar- sociali di uomo e donna e dei prietaria. Indimenticabile an- tamento; il prosieguo esistenziale lo vedrà pre- rapporti fra di loro, andando che la sequenza della prima sto indossare squallidi abiti prêt-à-porter e scen- a mettere in scena una rap- cena insieme, che darà vita dere sempre più giù di classe e considerazione presentazione che nel suo ad uno “scontro vinicolo”: sociale, fino a guidare una ordinaria Chevrolet… iter narrativo intende scardi- mentre lui è estasiato nel D’altronde, come gli suggerisce l’ineffabile mag- nare le “classiche” convenzio- centellinare il sorseggio di un giordomo Harold (George Rose), anche venden- ni imposte dal vivere sociale vino pregiato, annata eccel- do tutti i suoi beni e pagati i debiti, la situazione del tempo, sciogliendo le pa- lente, lei invece esalta la bon- non cambierebbe molto: “in un paese dove ogni uo- stoie dei luoghi comuni e del- tà propria di “un’ambrosia mo vale per quello che ha, chi ha molto poco non conta le ataviche abitudini, come rinfrescante” offerta da una poi molto. In questo paese non è stimata la dignitosa già notato da molti. Henriet- particolare mistura di un vi- povertà”. Considerando poi che lo zio, suo tutore ta, infatti, è una donna com- no commerciale (Mogen Da- (James Coco), ha già deciso che una volta morto plessivamente appagata, al di vid Extra Heavy Malaga, “ogni ogni avere sarà devoluto a Radio Europa Libera, là della sicurezza economica, annata è buona”) con soda e non resta che, prosegue Harold, un solo modo soddisfatta del proprio lavo- succo di lime, così come quel- per acquisire proprietà senza lavorare, sposarsi. ro, che affida la perpetuazione del suo nome alla la della prima notte di nozze, quando Henry Non dovrebbe essere difficile per un gentiluomo scoperta di un’inedita varietà di felce, con un ca- sarà distolto dalla lettura del citato manuale di del suo stampo conquistare qualche ricca possi- rattere tendenzialmente contemplativo, com- tossicologia per districare Henrietta dalle stret- dente sola al mondo, in virtù dei suoi modi raffi- portante un ingenuo approccio esistenziale, tale te di una particolare sottoveste greca, indossata nati, “che riportano in vita tradizioni che erano già da esporla agli immancabili raggiri da parte di dall’apertura prevista per il braccio, senza di- morte prima della sua nascita”, quindi non resta gente senza scrupoli. Per lei il matrimonio rap- menticare il finale, quando la donna, messa in che chiedere un prestito di 50mila dollari all’ec- presenta un dono celeste aggiunto a quanto già salvo proprio dall’uomo che aveva appena avuto centrico parente, da investire nel matrimonio. Il ha, “ i miei sogni coincidono con le mie speranze”, l’occasione di mettere in atto quanto meditato denaro gli sarà concesso, alla condizione di re- mentre per Henry raffigura, almeno inizial- da tempo, dirà col solito candore “Avrai sempre stituirlo entro sei settimane, altrimenti dovrà mente, l’ultima spiaggia per dare una sistema- per me queste attenzioni, per tutta la vita?” , riceven- versare una somma dieci volte superiore a quel- zione pressoché definitiva alla propria vita, sco- do come laconica risposta “Temo di sì…”. Andan- la prestata. Henry faticherà ad individuare la prendosi poi abile amministratore domestico do a concludere, pur non essendo possibile con- prescelta, finché non conoscerà tale Henrietta ed anche, a modo suo, pienamente innamorato frontare la resa delle due diverse versioni, quella Lowell (Elaine May), professoressa di botanica della lunare professoressa. Quest’ultima d’al- voluta dall’autrice e quanto proposto dalla Para- goffa ed imbranata ma alquanto ricca e con nes- tronde non esiterà a denominare col nome del mount, A New Leaf può considerarsi una realiz- sun parente in vista, con la quale convolerà a marito, rinunciando alla fama imperitura, la zazione godibile e spassosa, capace di andare nozze. La vita di coppia riserverà non poche sor- nuova varietà di felce scoperta durante la luna oltre determinati schemi nel visualizzare prese, anche considerando come Henry sembri di miele, rischiando di cadere fra i flutti dall’alto un’inedita forma d’incontro tra un uomo ed disposto ad assecondare quel buon proposito di uno strapiombo nel tentativo di estirparla dal una donna, che condurrà ad una crescita reci- scaturente dalla nota formula matrimoniale terreno, mentre il consorte si diletta nel leggere proca nell’abbandono di un egoistico “io” per “finché morte non vi separi”… Esordio in qualità di un manuale di tossicologia…L’andamento narra- abbracciare un convinto “noi”, un passo a regista e sceneggiatrice dell’attrice Elaine May, tivo presenta una prima metà circa dominata due necessario e definitivo nell’assecondare anche fra gli interpreti del film, dopo i trascorsi dalla superba prova recitativa di Matthau, qui il ritmo sincopato proprio della quotidiana teatrali col futuro cineasta Mike Nichols, A meno burbero brontolone, incline ad asseconda- ritualità. New Leaf (il titolo originale, certo più raffinato re le sfaccettature caratteriali di un dandy avanti Antonio Falcone 28 [email protected] QL Quaderni letterali #12 Un appuntamento imperdibile per autori ed editori: le fiere librarie L’appuntamento mensile di cultura editoriale condotta da Maria Rosaria Perilli. Abbiamo incontrato Simona Trevisi della toscanalibri.it. La rubrica è a disposizione in podcast su DdCR | Diari di Cineclub Radio https://bit.ly/2YEmrjr

Dai dati emerge che stand, e anche la grandezza dello stesso incide durante il lockdown la molto. Inoltre si tratta di un salto nel buio, gente ha letto di più: non potendo conoscere, a priori, l’incasso vero, ma soprattutto complessivo che si otterrà dalla vendita dei li- libri di autori già mol- bri. La passione non è sufficiente a scavalcare to famosi e quindi le logiche economiche e così a volte si arriva a pubblicati dalle mag- rinunciare, anche se a malincuore e ben co- giori case editrici. Per scienti della mancata opportunità. Eppure, le piccole è andata di- benché sembri strano, è possibile superare il versamente, in quanto problema. Come? Realizzando “progetti col- queste hanno sempre lettivi”. Mi spiego. Per le piccole realtà deter- Maria Rosaria Perilli bisogno di un rappor- minate iniziative si possono attuare “unendo to diretto con il pubblico, da potersi ottenere le forze”, e un esempio lampante, di grande Casole d’Elsa, Volterra, Isola del Giglio). cercando, e trovando, i migliori canali, la mi- lungimiranza, è quello di Toscanalibri, il pri- Qual è il vostro lavoro all’interno delle fiere? gliore visibilità. Ed ecco che la partecipazione mo portale dedicato alla cultura Toscana. Ol- Il nostro lavoro consiste nel coordinare e or- alle fiere – rimaste chiaramente ferme per tut- tre a essere il più grande catalogo online di li- ganizzare la presenza degli editori / autori to- to il 2020 e fino ad oggi nel 2021 – diventa oc- bri prodotti in Toscana, giornale online che si scani in fiera sia mediante l’esposizione e la casione fondamentale, un appuntamento im- avvale delle news di sienalibri.it, fondatore vendita delle pubblicazioni realizzate in To- perdibile tanto per gli editori quanto per gli delle “Passeggiate d’autore” e del “Treno lette- scana, sia attraverso la gestione di un calen- autori: qui si propongono le ultime novità, si rario”, e organizzatore diretto di una fiera li- dario di incontri e presentazioni in loco. In partecipa a simposi ed eventi letterari, si pre- braria che si tiene ogni anno nella Val d’Orcia, particolare, per quanto riguarda il Salone del senta il proprio libro trovando di fronte non a Bagno Vignoni, Toscanalibri pianifica e pre- Libro di Torino, nel 2015 la Regione Toscana più, o non solo, gli amici, i compagni di scuola dispone la presenza degli editori ed autori to- ha scelto di tornare in fiera dopo 8 anni di as- e i parenti, ma spettatori finalmente scono- scani alle maggiori fiere librarie. Vediamo in senza con uno spazio espositivo curato da To- sciuti che sono lì perché incuriositi dal nostro quale maniera, attraverso alcune domande da scanalibri.it. Cinquanta case editrici hanno titolo. Il Salone del libro di Torino, il Bookcity me poste a Simona Trevisi, che gestisce le atti- avuto modo così di proporre le proprie opere e di Milano, il Pisa Book Festival (per citarne Toscanalibri.it si è inoltre occupata di orga- alcune), ma anche quelle tematiche come il nizzare e promuovere gli incontri d’autore. Bologna Children’s Book Fair, dedicata alla Oltre a questo va detto che Toscanalibri.it narrativa per bambini e ragazzi, restano le ha sottoscritto il Patto regionale per la Let- migliori piattaforme di incontro e confron- tura presentato il 30 novembre 2018 e coor- to diretto tra editore e pubblico senza la me- dina insieme ad altri soggetti il Gruppo di diazione dei distributori e diventano inoltre lavoro dedicato alle fiere del libro e ai festi- l’opportunità per l’editore di cogliere sugge- val della lettura. Il Gruppo ha lavorato a una rimenti dai lettori e capire quanto siano re- mappatura delle fiere del libro e dei festival almente apprezzate le proprie scelte edito- della lettura in Toscana, funzionale alla rea- riali. Ma anche per gli autori la fiera lizzazione di una programmazione regio- rappresenta un fondamentale ritrovo per nale unitaria. È stata lanciata la pagina lato- uscire dal proprio “sé” e guardarsi intorno, vità e gli eventi curati da questo portale. scanadeifestival.it ospitata dal portale toscanalibri. chiacchierare col pubblico, ascoltare cosa i no- Simona, so che esistono fiere di presentazione, libri it, uno strumento a disposizione non solo del stri colleghi hanno da dire, conoscere cosa e case editrici, al pubblico (ad esempio Torino, Mi- pubblico di appassionati e viaggiatori, ma an- hanno scritto e cosa intendono scrivere nel lano) e quelle di compravendita diritti (come Fran- che di addetti ai lavori. Toscanalibri.it si occu- futuro. Farsi insomma un’idea più ampia del coforte). Ma esistono anche le fiere tematiche, (tipo pa nello specifico di aggiornare e monitorare mondo in cui si vive, artisticamente parlando. Bologna per ragazzi). Voi che rapporto avete con la pagina dedicata alla Toscana dei Festival e Inoltre sono ambienti bellissimi, dove davve- queste singole fiere? promuovere tutte le attività portate avanti e i ro si respira il “profumo dei libri” e ci si rap- Con le fiere tematiche non abbiamo mai avuto risultati raggiunti dal Gruppo di lavoro, di porta esclusivamente con persone che li ama- modo di collaborare. Semplicemente perché concerto con la Regione Toscana. no quanto noi: chi non legge, chi non è un la mission del portale è quella di promuovere Il rapporto fra editori e fiere è mediato da voi, e se sì, vero appassionato non verrà mai a una fiera, la pubblicistica made in Tuscany, gli editori e in che modo? considerando fra l’altro che c’è sempre da pa- gli autori che rappresentano la Toscana nel Sì, noi ci relazioniamo con gli editori sia per la gare un biglietto di ingresso. Per l’autore, un mondo dell’editoria. Le fiere di settore hanno fornitura dei libri (stabiliamo un quantitativo sogno, e, parlo per esperienza personale, un altre finalità, ovviamente. Toscanalibri.it dal massimo in termini di titoli e copie) che per ricordo indimenticabile, una prova che non si 2009 al 2019 (nel 2020 stop causa pandemia, l’organizzazione delle presentazioni. desidera altro che ripetere. Ma per il piccolo nel 2021 tutto ancora da vedere) ha coordina- Qual è il rapporto fra gli autori e le fiere? editore orientato ad avere il proprio stand e to e organizzato la presenza degli editori e de- Gli autori partecipano alle fiere per presenta- partecipare attivamente, la spesa è decisa- gli autori alle principali kermesse di settore re le proprie pubblicazioni (previo accordo tra mente alta pur volendo escludere quella ne- italiane come il Salone Internazionale del Li- noi e gli editori) oppure semplicemente per cessaria a coprire i diversi giorni (dai tre ai bro di Torino, il Salone degli Editori Senesi e testimoniare che il proprio libro sia in vetrina cinque) da trascorrere fuori casa (spostamen- Firenze Libro Aperto. Inoltre Toscanalibri.it e dunque per promuoverlo attraverso i loro to, camere d’albergo, pranzi e cene). È bene produce format culturali come I Colori del Li- canali. sapere infatti che più titolato è il nome della bro con mostra mercato e presentazioni di libri manifestazione, maggiore sarà il costo dello (ad esempio a Bagno Vignoni, Casciana Terme, Maria Rosaria Perilli 29 n. 96 La chiamata alla Cerca Lo spirito dell’uomo “Midnight Gospel”, alla fine di tutto il Cer- mira sempre alla per- catore è solo il protagonista che risponde fezione mai allo status alla chiamata consapevole del fatto che quo, a conoscere ed non sa cosa troverà, ma che alla fine quello evolvere e attraverso che conterà sarà il trascendere l’esperien- l’archetipo del Cerca- za fatta tramite il raggiungimento dell’o- tore la narrativa e la biettivo prefissato, quindi la vera vittoria cultura pop mettono a di ogni ricerca è solo l’essenza dell’espe- Nicola Santagostino disposizione del pub- rienza vissuta atta al suo raggiungimento. blico diversi esempi, Durante questo percorso più di una volta in alcuni casi molto meno ovvi di altri. il protagonista dovrà simbolicamente an- L’inizio del percorso di un Cercatore inizia che morire e rinascere per liberarsi dalle con la “chiamata”.Il senso di una chiamata proprie paure e dai suoi attaccamenti e volta al comprendere il senso della vita oppu- grazie a questo sondare e fare suoi i segre- re al miglioramento della stessa per uscire da ti della vita, consapevole che l’importante una routine che ha ormai preso le sembianze non è il raggiungimento della meta ma le e che lo porta a indagare sentieri a lui scono- esperienze vissute per raggiungerla. sciuti, toccando qualsiasi ambito dell’esisten- Nei personaggi televisivi un grande esem- za. pio è il Dottor Gregory House di “House” Spesso questo Cerca prende la forma di un ve- - ispirato a Sherlock Holmes, altro esem- ro e proprio viaggio, come ad esempio nel ca- pio di Cercatore – per cui la maggior sod- so delle storie del passato legate a Zio Papero- disfazione nel risolvere i casi diagnostici ne della Walt Disney e della sua corsa all’oro che affronta ad ogni episodio. Uno dei nel Klondike o delle avventure dei Fratelli El- contraltari di questo archetipo, sua om- ric nel manga e nell’anime di Fullmetal Alche- bra, è il Viandante, cioè un individuo in- mist, dove la loro vita si muove alla ricerca trappolato in un eterno viaggio, prigio- “I fratelli Elric” di Fullmetal Alchemist della misteriosa Pietra Filosofale in grado di niero di uno stato di insoddisfazione e rompere tutte le regole che limitano l’Alchi- bisognoso di nuove esperienze per colmare il gli altri con disprezzo, non comprendendo mia. proprio vuoto interiore e il tedio che lo divora, che questo modo di agire è solo una debolezza Questo viaggio può essere condot- tipica di chi sa che sotto la ma- to non solo nel mondo esterno ma schera che indossa non si trova anche interiormente, in un percor- niente poiché quando ha ricevuto so rivolto alla conoscenza del più la chiamata alla Cerca ha preferito grande mistero che nasconde l’es- non guardare dentro di sé ma la- sere umano: quello del suo mondo sciare che fossero gli altri ad am- interiore e non è detto che entram- mirarlo. bi i percorsi non possano essere in- Infine non va scordato come il rag- trecciati poiché in fondo “Uno è giungimento dell’obiettivo prefis- Tutto e Tutto è Uno” e così nella sato con ogni mezzo e costo faccia scoperta del mondo, i protagonisti a sua volta parte del lato oscuro del scoprono anche loro stessi in un cercatore, perché l’individuo non costante rapporto di azione e rea- vede la meta come strumento di zione che sposta i limiti dell’indivi- un obiettivo più alto, ma solo co- duo e lo porta a infrangere le pro- me fine ultimo legato al proprio prie sicurezze, spingendolo a Lex Luthor, l’ombra del Cercatore fatto e finito successo e per cui è disposto a sa- comprendere chi è, lo scopo dello sua esisten- rinunciando al trascendere tramite l’espe- crificare il proprio corpo, la propria stabilità za, il suo ruolo nel creato e le leggi che gover- rienza smossa dalla ricerca, quasi come uno mentale e i propri affetti pur di raggiungerlo, nano la realtà in cui vive. tra i tanti scienziati pazzi da fumetto che ad fino a rimanere un re vacuo di un mondo di E così, come nella serie di podcast animati ogni episodio si presentano con una nuova in- macerie. Lex Luthor, il più famoso nemico di venzione basata su qualche Superman, incarna alla perfezione questi lati nuova bizzarra teoria per cui oscuri, soprattutto nella sua accezione più sono stati cacciati dall’e- moderna di manager di successo e scienziato stablishment. geniale: un uomo a tal punto divorato dalla fu- Ma un altro aspetto ombra, ga dal suo passato di dolore da non poter nep- forse il più terribile, è il per- pure essere in grado di provare ammirazione fezionismo patologico, la ri- per l’innocenza e l’altruismo del suo eterno ri- cerca costante di un miglio- vale poiché i suoi occhi sono ormai coperti da ramento fine però a sé stesso nere lenti e non vedono altro che sopruso e ar- e incapace di usare l’atto co- roganza ovunque posi il suo sguardo. E quin- me strumento per la trasce- di questa è la più grande lezione del Cercato- denza e spesso legato a dop- re: il viaggio non sempre ci porta a conoscere pio filo con la superbia, noi stessi anzi, spesso se non sappiamo la di- soprattutto nella mitizzazio- rezione da prendere rischiamo di perderci al ne e ostentazione delle pro- punto tale da non riconoscere non solo più prie imprese, con lo scopo di noi stessi ma neanche il mondo che ci circon- mettersi in un piedistallo da. dall’alto del quale si osserva Nicola Santagostino Il dottor Gregory House, lo Sherlock Holmes della medicina 30 [email protected] Parole, parole, parole Dio salvi sempre le parole. Le parole che c’illudiamo di parlare, le parole che ci parlano

La paura della libertà è il sentimento che ha generato il fascismo. Per chi ha l’animo di un servo, la sola pace, la sola felicità è nell’avere un padrone e nulla è più faticoso e veramente spaventoso dell’esercizio della libertà. (Carlo Levi, 1902-1975, scrittore, pittore, antifascista)

Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti. (Stefano Benni, Bologna, 1947, immaginologo, scrittore e tantissime altre cose ancora)

Se poi fu la parola a persuaderla e a illuderle l’animo, neppur questo è difficile a scusarsi e a giustificarsi così. La parola è un gran dominatore, che con piccolis- simo corpo e invisibilissimo, divinissime cose sa compiere, riesce infatti a calmar la paura, e a eliminare il dolore, e a suscitar la gioia, e ad aumentar la pietà. E come ciò ha luogo, lo spiegherò. Perché bisogna anche spiegarlo al giudizio degli auditori. La poesia nelle sue varie forme io la ritengo e la chiamo un discorso con metro; e chi l’ascolta è invaso da un brivido di spavento, da una compassione che strappa le lacrime, da una struggente brama di dolore; e l’anima patisce, per effetto delle parole, un suo proprio patimento, a sentir fortune e sfortune di fatti e persone straniere. Ma via, torniamo al discorso di prima. Dunque, gli ispirati incantesimi di parole sono apportatori di gioia, liberatori di pena. Aggiungendosi, infatti, alla disposizione dell’anima, la potenza dell’incanto, questa la blandi- sce e persuade col suo fascino […] se ella fu persuasa con la parola non fu colpevole ma sventurata. (Gorgia da Leontini, 485-375 prima della Nostra Era, Encomio di Elena)

Ci appariranno ridicoli […] o Ermogene, gli oggetti, una volta che siano ben chiari per averli imitati con le lettere e con le sillabe. Tuttavia è necessario. E non abbiamo nulla di meglio a cui riportarci circa la verità dei primi nomi, a meno che, […] non voglia […] che ci sottraiamo […] dicendo che i primi nomi li hanno posti gli dei immortali e per questo vanno bene. […] Oppure […] che noi li abbiamo accolti da alcuni barbari, e i barbari sono più antichi? O perché, data la loro antichità, è impossibile sottoporli al vaglio, come anche i nomi forestieri? E tutti questi sarebbero espedienti, anche molto acuti, per chi non vuole dare conto dei primi nomi se sono stati posti correttamente. E sì che chi non conosce la correttezza dei primi nomi è impossibile che conosca quella degli ultimi che necessaria- mente vengono resi chiari da quelli di cui nessuno sa nulla. (Platone, 428/27-348/47 prima della Nostra Era, Cratilo)

Che cos’è la lingua? Per noi essa non si confonde con il linguaggio; non ne è che una parte, quantunque essenziale. È al tempo stesso un prodotto sociale della facoltà del linguaggio e un insieme di convenzioni necessarie, adottate dal corpo sociale per consentire l’esercizio di questa facoltà negli individui. Preso nella sua totalità, il linguaggio è multiforme ed eteròclito; a cavallo di parecchi campi, nello stesso tempo fisico, fisiologico, psichico, appartiene anche al dominio indivi- duale e al dominio sociale; non si lascia classificare in alcuna categoria di fatti umani, poiché non sai come enucleare la sua unità. (Ferdinand de Saussure, 1857-1913, linguista e semiologo svizzero, Corso di linguistica generale, 1916)

Il senso del mondo dev’essere fuori di esso. Nel mondo tutto è come è, e tutto avviene come avviene; non v’è in esso alcun valore - né, se vi fosse, avrebbe un valore. Se un valore che ha un valore v’è, dev’esser fuori d’ogni avvenire ed essere-così. Infatti ogni avvenire ed esser così è accidentale. Ciò che li rende non-accidentali non può essere nel mondo, ché altrimenti sarebbe, a sua volta, accidentale. Dev’essere fuori dal mondo. (Ludwig Wittgenstein, 1889-1951, filosofo, logico e ingegnere austriaco, Tractatus Logico-Philosophicus, 1921)

Non c’è nessuna liber- o meno apprezzabile l’obiettivo, di essermi tà, dove non c’è libertà avvicinato, di padroneggiare (questa si un’il- di parola. La libertà di lusione, essere padroni del linguaggio) con pensiero è niente sen- sufficiente destrezza l’arte umana massima, za la libertà di parola. la dialettica del dire pieno, non solo del vuoto Non è il pensiero che parlare, il fastidioso blablà, perché come tutti genera la parola, ma è ho una bocca, o una penna con sufficiente in- la parola che genera il chiostro, o una tastiera funzionante, una ma- pensiero e tutta la re- tita per note volanti. Poi qualche tempo fa, in altà. Lo sapevano agli quella terra straniera che sono i cinquant’an- Antonio Loru albori della civiltà e ni, l’interesse per la parola di colpo si sgonfiò, noi pare non lo sap- come un pallone bucato, le parole mi sembra- piamo più. Siamo al crepuscolo della civiltà vano aria, volevo abilità pura, dell’immagine umana? Dio, secondo questi antichi uomini, senza alfabeto e senza sintassi, andare diretta- ha creato con la parola, il sia divino. Dio o non mente all’idea, un sapere, in definitiva, frutto di Dio le cose vengono all’essere con la parola, ri- un misterioso processo chimico-fisico che ren- spondono all’appello solo se chiamate per no- de inutile la mediazione della parola. Non è du- me. Lo stesso caos primigenio non è finchè rato tanto, comunque è durato troppo. Insom- non viene chiamato all’appello, nominato. In ma per andare avanti bisogna tornare indietro questo non fa differenza caos o ordine, l’uno di ventiquattro secoli, a Platone, al suo Cratilo, chiama l’altro e l’altro l’uno. Sia il caos di Esio- al potere mediànico della parola, più in genera- do sia il niente-tutto del Dio di Abramo, Isac- le del linguaggio, della filosofia, delle arti, del- co, Giacobbe, sia il Big Bang della religione le scienze, della tecnica e delle sue macchine, Platone scientifica del ‘900. Tutta la vita inseguo il de- che non dobbiamo disprezzare perché sono la dolore, la radice comune di ogni vita, alimen- siderio di dire, nel modo più chiaro, prima a prova provata della nostra intelligenza, pur- ta piante che crescono diverse fra loro; è la de- me stesso che agli altri, nella maniera comunica- troppo della tecnologia, dove le macchine da clinazione personale del dolore che ci fa unici, tiva più corretta possibile, a voce e per iscritto, serve le abbiamo fatte padrone, a causa della irripetibili, diversi l’uno dall’altro. Nella comu- quello che penso intorno all’essere o al non essere nostra stupidità, che non dobbiamo disprez- nità dei parlanti, le parole della filosofia, così -so delle cose. Qualche volta mi è sembrato, (potenza zare oltre misura, ché almeno ci salva dal do- stanziali, delle scienze, così formali e logiche, le dell’illusione) di aver raggiunto in maniera più lore del riconoscimento pieno della realtà. Il segue a pag. successiva 31 n. 96

segue da pag. precedente parole colorate della pittura rinascimentale e Grazia Deledda delle avanguardie del ‘900, le parole dure e lisce Nei 150 anni di Grazia Deledda, era nata a Nuoro il 28 settembre 1871, sono compresi i miei 70. della scultura, che nelle opere di Gian Lorenzo Bernini e Antonio Canova diventano morbida Come per molta gente della scrittrice. Cos’è la brughiera? La paro- carne, desiderio, le parole aeree della musica, di di queste parti, il pre- la brughiera non fa parte del lessico sardo. Bru- tutta la musica, colta e popolare, le parole della mio Nobel 1926-1927 è gu in sardo è altro dalla brughiera, dal “terre- grande letteratura, che escono dalla carta e pe- un segno identitario. no argilloso sabbioso, scarso di humus, netrano nella testa, nel cuore, nel corpo del let- Scrivo in Efix corpo di sfruttabile come pineta”. Diverso pure dalla tore attento, sveglio, curioso, innamorato del febbre (Efix è il prota- landa di cespugli bassi. In sardo, brugu o bur- chissà questo qui dove mi vuol portare con le sue pa- gonista di Canne al gu significano pozza, la parte più profonda, role sostanziose, cogito ergo sum, con le sue for- vento, 1913 il romanzo, misteriosa e scura del fiume, oppure borgo. mule, E=mc2, con il suo sempre caro mi fu quest’er- Natalino Piras del 1958 lo sceneggiato In sardo ci sono però secretu, solitudine, solidai. mo colle, e questa siepe, la nebbia a gl’irti colli televisivo diretto da Mario Landi): «Scopro La Solitudine, la chiesa ai piedi del Monte, è piovigginando sale, con i suoi colori, i suoi colossi che a ri/leggere il romanzo uno ci trova affini- parola-luogo deleddiana. È qui che si innesta, o i suoi piccoli giganti di pietra, i suoi freschi tà nascoste e che il romanzo è maieutico. Sco- che cresce la brughiera: dalla capacità della venti sonori o le sue tempeste musicali. Tutte le pro, io che sono sempre stato sostenitore del scrittura di evocare un paesaggio insieme vi- parole sono poesia. Le parole sono il nostro sia fatto che Salvatore Satta con Il giorno del giudi- sibile e nascosto, segreto, generato da un “pa- divino. Le parole dicono sempre la verità, co- zio dica con un solo romanzo quanto Grazia munque sia, dicono la verità delle cose che dico- Deledda fa con trenta e più romanzi e con no e ancora di più la verità delle cose che non cento e più libri di racconti e novelle; scopro dicono. Le parole sono la nostra scienza e la no- che Salvatore Satta è debitore, imita, nella in- stra ignoranza. Le parole sono i mondi nei quali tercontestualità letteraria, Grazia Deledda. troviamo riparo dall’insensatezza delle cose. Le Canne al vento è romanzo significativo di que- parole portano il niente delle cose sulla scena sta maieutica. Efix, corpo di febbre, è sempre dell’essere. La parola è favola, racconto, sa fàula, là, fantasma e carne. Nel giudizio di Satta c’è la apparentemente bugia, è indissolubilmente le- ragazza Pepeddedda che, corpo di febbre, cer- gata al suo significato di favella, favellare, alla ca la fonte di acqua viva e per questo erra nella facoltà, l’atto di creare, pronunciare le parole. notte. Anche lei è serva, come Efix, è sua con- Le parole sono sempre la verità, in un modo o temporanea. Anche Efix, corpo di febbre, erra nell’altro. A cosa servono l’artista, il filosofo, lo in una lunga e visionaria notte. “Gli sembrava scienziato, i poeti, gli attraversati dalle parole? di capire finalmente perché Dio lo aveva spin- A svegliare dal sonno della normalità indiffe- to ad abbandonare la casa delle sue padrone e rente le coscienze. L’artista, il filosofo, lo scien- ad andarsene vagabondo: era per dar tempo a ziato, il poeta non ti dice quello che vorresti sen- Giacinto di scender nella sua coscienza e a tirti dire, ti parla e ti dice quello che tu vorresti Noemi di guarire dal suo male”». ma non sai dire. L’artista, il filosofo, lo scienzia- Negli anni Cinquanta del secolo scorso, a to, è poeta, è maestro, insegnante, educatore. Il scuola ci facevano leggere la novella Il cinghia- poeta è maestro, insegnante, educatore vero, ti letto e l’interpretazione obbligatoria, era il presenta a te stesso, ti salva a tutte le età dalla centenario dell’Unità d’Italia, verteva tutta sul giovanile immaturità, ti cresce in bellezza e ve- tricolore: il verde del bosco, il bianco del cielo rità, perché non c’è bellezza che non sia vera e sopra l’Ortobene, il rosso del sangue del cin- non c’è verità che non sia in quanto tale bella. Il ghialetto in qualche modo sacrificato. Una di- poeta, il maestro, l’insegnate, l’educatore ti dattica riduttiva, di regime, annullante l’ethos mette sulla bicicletta che si chiama enciclopedia e il pathos che l’intera raccolta delle novelle del Maria Grazia Cosima Deledda (Nuoro, 27 settembre universale del lessico delle arti, delle scienze e “ferro e fuoco” porta con sé. Il senso del selvag- 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata una scrittrice tutto il resto: non avere paura, ti sto tenendo io, pe- gio (una ghianda ancora infilata nella zanna e traduttrice italiana, vincitrice del Premio Nobel per la dala, piano, piano! Lentamente, così, si, bene, …. di un altro cinghialetto, vivo, scalciante den- letteratura nel 1926. quando ti accorgi che stai andando da solo e lui tro la bertula di un servetto pastore) ma pure comincia a sfumare all’orizzonte, sai cammina- la capacità sognante della ragazza Grazia che ese portatile”, la sua Nuoro, il paese del vento re sulle tue ruote, scegliere i percorsi, spostarti guardava al Monte, l’Ortobene appunto, come della sua infanzia-giovinezza e sa campa- con la forza delle tue gambe, pedalare, sei solo luogo della narrazione totale. Sia che i fatti e le gna nuorese, su Monte, le foreste, le acque, la ma autonomo, e soprattutto sufficientemente storie riguardino Nuoro e dintorni oppure ab- selva, “gli spiriti della solitudine”. Dice Grazia in grado, per quanto ragionevolmente e con i biano altri luoghi come segno. Le sue poesie nel paese del vento: “La realtà era un’altra. Io nostri limiti strutturali possiamo, di non farti giovanili sono il diario di questo sognare. stavo ancora nella mia casa paterna al limite troppo male, una volta venuto irrimediabil- Bisogna entrare nella solitudine come strut- tra la valle e un paese che, per quanto capoluo- mente allo scoperto, in quell’unico viaggio che tura portante del contesto e dei suoi linguag- go di provincia, conservava tutti gli aspetti, il tutti noi facciamo, avventura che per brevità gi nell’intera opera deleddiana per compren- colore e il clima di un villaggio dell’epoca del chiamiamo vita. Solo la poesia, in senso univer- dere come la narratrice renda queste sue ferro”. » sale e singolare, una canzone, un saggio filoso- appartenenze: la sarditudine e l’oltre, l’espe- Anche nel Paese del vento c’è un tempo di dura- fico e scientifico, un romanzo, un racconto o rienza del vasto mondo e i ritorni, sempre al ta. Meglio: la fusione dei tempi, quello della una novella, un dipinto, una foto, un film, una proprio centro di emanazione. narrazione diretta e quello dei flashback. L’ot- pietra e un legno scolpiti, con le loro parole soli- Scrivo a tal proposito nel saggio La brughiera tobre della memoria della casa paterna - non si de che dicono di pietà o di furore, una struttura che contiene il segreto: fanno i nomi né di Nuoro né della Sardegna - è architettonica, la pianta di una città, con le loro «Nel Segreto dell’uomo solitario” (1921), romanzo contenuto nel tempo tra inizio-fine primavera parole possono parlar-ci, dir-ci, di quella strana, della maturità di Grazia Deledda, ambientato e prodromi dell’estate. E si avverte la capacità misteriosa, inspiegabile cosa che da qualche in una riviera romagnola, la parola brughie- della scrittrice di inserire nel contesto perso- millennio chiamiamo pensiero. ra compare 10 volte. Manco una nel Paese del naggi come il notaio ballista e bugiardo, padre Antonio Loru vento (1931). La brughiera c’è in tutta l’opera segue a pag. successiva 32 [email protected]

segue da pag. precedente mettere in scrittura quanto non doveva essere Amore rosso (1952) di Aldo Vergano, da Ma- di Gabriele, uno dei primi amori di Grazia, e scritto. rianna Sirca (1915): Una vicenda classica. Ma- tutto l’ambiente della famiglia della sposa A suo rischio ma con estrema ambizione di di- rianna Sirca, ragazza di modeste origini, narrante, nello spazio e nel tempo, uno per ventare e essere grande scrittrice, Grazia met- che eredita un patrimonio da uno zio prete e tutti il Carnevale. Che è poi un riprendere da te in movimento il tempo fermo del quotidia- mette tutto a repentaglio per amore, il ban- parte della Deledda sessantenne il sogno no, delle feste e delle lamentazioni funebri. La dito Simone Sole dell’attesa della Grazia ventenne. ragazza Deledda sa come funziona la scrittu- Proibito (1954) di Mario Monicelli, principal- Il cinema, film a soggetto, sceneggiati tv, do- ra del segreto, sa come farlo diventare parola. mente da La madre: pubblicato a puntate nel cumentari e corti che prendono dall’immenso Ha una brughiera davanti anche se non la defi- giornale “Il tempo” nel 1919, è il romanzo di patrimonio narrativo di Grazia Deledda, qua- nisce ancora tale: la campagna come comple- Maria Maddalena, madre di Paulo, parroco si mai entra dentro questo intrico. tamento della corta ombra del paese, dei suoi di Aar, che vive una relazione proibita con la Il primo dei film, Cenere (1916) di Febo Mari, uomini di ferula e delle sue donne che vivono giovane parrocchiana Agnese. È il romanzo muto, tratto dall’omonimo romanzo (1903- ed espiano la colpa. La via del male fa intuire del rimorso e del tormento, della divisione 1904 sulla Nuova Antologia), vale molto per Ele- della ragazza Deledda dove può portare l’osti- delle appartenenze alle leggi e alle conven- onora Duse interprete e collaboratrice alla nazione a scrivere. Raccontare il segreto della zioni, quanto rende fragili e mortali eroi e sceneggiatura. sua società come “un dovere dell’interpreta- eroine. Nel silenzio, tratto della capacità de- Olì e Anania, il figlio della colpa avuto da un zione” dice Frank Kermode in una intervista leddiana di scavo psicologico, di Dio. uomo sposato. Una vita intera trascorsa al “Manifesto” fattagli da Giuliano Battiston il La conclusione, provvisoria, è quella di Efix nell’ossessione materna di riscattare agli oc- 24 maggio del 2007, un superamento che que- corpo di febbre: chi del chiuso mondo della Barbagia e delle sto dovere impone allo status del raccon- «Tratto caratteriale della febbre di Efix è la sue leggi, la sorte di Anania, illegittimo. Una to eternamente destinato da janas e accabado- malaria ma pure lo Spirito. C’è nel suo cam- cosa impossibile destinata, come tante altre ras solo a una circolazione paesana, a stare nel minare come un’attuazione del Paraclito. “E vite di personaggi deleddiani, a farsi cenere, segreto. Viene in mente Robert Frost tradot- andavano così tutti e tre, di qua e di là, su un in sardo chisina, cinixu. to da Giovanni Giudici e messo sempre da terreno molle, cantando le laudi sacre dello L’epoca del muto chiude per Deledda con La Frank Kermode a inizio del suo Il segreto nella Spirito Santo”. Un camminare che dura da Grazia (1929) di Aldo De Benedetti dalla novel- parola. Sull’interpretazione della narrativa (1993): cent’anni. Canne al vento è un libro che a la Di notte. cent’anni di distanza si fa ancora leggere con Il sonoro apre con Le vie del peccato (1946) di Ho conservato nascosto nella forcella interesse perché questo romanzo legge il Giorgio Pastina, dalla novella Dramma. d’un vecchio cedro proprio su quell’acqua tempo fermo di Galte di cent’anni fa così co- Peccato e dramma sono parole significative un calice rotto, e come il Graal da un incanto me il nostro tempo. Efix, corpo di febbre, il nell’opera deleddiana. difeso, che non possano trovarlo e salvarsi servo delle dame Pintor, continua a restare al Significativo il romanzo La via del male, pub- quelli che, dice San Marco, salvarsi non devono. centro di questo leggere con interesse. Efix, blicato per la prima volta da Speirani di Tori- motore immobile della narrazione, è per no nel 1896 e in seguito continuamente riela- Entrare in tutto questo significa comprende- contrasto memoria storica, geografica, -am borato da Grazia Deledda. Dice Dolores re Grazia Deledda. bientale, codice etico. Nel guardare lontano, Turchi che La via del male «segna lo spartiac- Invece il cinema che prende da Grazia Deled- molta forza hanno i suoi occhi, valenza di que tra la produzione giovanile di Grazia De- da non sempre comprende. racconto le parole che dice, i suoi silenzi. ledda e i grandi romanzi che ne sanciranno la Scrivo in Ponderabili variazioni di passo (2000) Non c’è essere più di lui umile. Eppure è su- fama». Quando il romanzo esce, Grazia De- che molto del cinema che si occupa di Grazia perbo nell’ostinazione a risollevare le sorti ledda ha 25 anni. È già dentro il proprio tem- Deledda è fatto di deleddismo. delle sue padrone, a salvare Giacinto. Efix po, quello nuorese e quello di fuori. Il roman- «Cos’è il deleddismo? È L’irrealtà fatta diven- contiene il segreto della morte ma cammina zo è dedicato ad Alfredo Niceforo e Paolo tare archetipo. Il deleddismo non ha niente a le strade della vita: da servo affrancato, da Orano, allievi di Lombroso, lo scienziato posi- che vedere con Grazia Deledda. Il deleddismo mendicante. Il suo cammino non è unico. tivista che secondo una misurazione antropo- di Barbagia (1969), filmaccio di Carlo Lizzani Non c’e solo la via delle feste tradizionali, su metrica aveva allora catalogato i sardi come che tradisce il libro da cui prende spunto, La caminu de sos petitores, specie sul finire del società delinquente. È un romanzo che ha a società del malessere di Giuseppe Fiori, di certa romanzo. Molto rappresenta il suo andare– che vedere con la violazione del segreto, il rac- fiction tv che attinge dai romanzi di Grazia tornare dal poderetto, che è un mondo a sé contare una storia da tramandare e però da Deledda è lontano dal contesto sardo così co- stante, cerchio concentrico, ma pure attra- lasciare nell’oralità. Una storia “tipica” del me, per stare in campo cinematografico, il versamento di una parte quanto mai interes- mondo deleddiano, della sua stratificata soli- western all’italiana, Sergio Leone e qualche al- sante: tudine. tro esclusi, è lontano dal western classico». 1) il tempo della narrazione Un servo, unu tzeracu, Pietro Benu di Sant’Us- Molti sceneggiati tv, quelli degli anni Sessan- 2) il tempo di concentramento degli spiriti, sula, vicinato nuorese, sa di non poter sposare ta e Settanta del secolo scorso, ispirandosi a appunto le febbri, che questa narrazione so- la donna che lui vuole, perché di condizione Grazia Deledda rappresentavano una Sarde- stengono sociale superiore alla sua. Tesse allora una re- gna arcaica senza evidenziare le dinamiche 3) il tempo storico, la guerra di Libia evocata te d’inganno, si fa artefice del male. Classico interne, ma pure visibili, delle trasformazioni dai cantadores in una gara poetica alla festa lo svolgimento: morte, nascondimento, dila- e successive involuzioni. Altra era la Sardegna del Rimedio. zione della vendetta, tormento, tempo dell’e- reale, i banditi non erano gente d’onore e i Il camminare di Efix è un andare a mente sa- spiazione. Per dire della scrittura, queste cose sardi veri non parlavano e non si comportava- na, ma pure da io diviso, ossessionato dal ri- sarebbero dovute restare in absconditum. Gra- no come i sardi del cinema. morso, in stato di febbre: necessario espe- zia Deledda rende il tutto editum. Viola il se- Una Sardegna di stereotipi come continuano diente narrativo che permette a Grazia greto che lo stesso contesto di appartenenza a rappresentarla certi scrittori che il sistema Deledda di giocare con le psicologie degli in- impone, soprattutto a lei, donna, come tale mediatico dominante dice essere di nouvelle dividui, dei paesi, delle situazioni create». destinata al focolare e alle sue leggi, mica alla vague (niente di più falso) sarda. Grazia Deledda è morta a Roma il 15 agosto scrittura. Grazia viola il segreto e sa come far- Tra le cose in qualche maniera notevoli tratte 1936. lo, ha imparato, ha fatto esperienza su di sé dall’opera deleddiana ci sono: Il 20 giugno 1959 le sue spoglie sono state su cosa voglia dire essere bollata come bruja, L’edera: delitto per amore (1950) di Augusto Ge- portate a Nuoro, nella chiesa della Solitudi- come poledda ( letteralmente asina a dire don- nina, tra gli sceneggiatori Vitaliano Brancati, ne, ai piedi del Monte. naccia) solo perché ha osato, lei donna, Emilio Cecchi consulente artistico Natalino Piras 33 n. 96

Festival L’Edinburgh Short Film Festival compie dieci anni! In preparazione per il prossimo Novembre il prestigioso Festival del Cinema in Scozia L’Edinburgh Short Film Festival ( Festival Cine- matografico del Corto- metraggio di Edimbur- go) si è formato a seguito dello sviluppo Paul Bruce del Festival Cinemato- grafico del Cortometraggio di Leith, che era nato come braccio organizzativo del Festival artistico di Leith, storico quartiere portuale di Edimburgo. La mostra del Festival cinemato- grafico di Leith ebbe inizio nel 2005, quando un gruppo di registi della città e del quartiere di Leith ebbe l’idea di mostrare le proprie ope- strutture per le proiezioni certamente più studenti laureandi in storia e critica del cine- re cinematografiche al pubblico di Edimbur- grandi e risultava obbligatorio migliore la ma, registi ed esercenti cinematografici. Da go. A quel tempo, proprio a Edimburgo c’era- qualità dell’offerta per raggiungere un pubbli- questo gruppo ogni film viene visto almeno no pochi eventi specializzati legati al cinema, co più ampio nel centro della città. Così è nato due volte e se tutti i membri sono concordi nel per altro con una crescita di appassionati au- nel 2011 L’Edinburgh Short Film Festival giudicare positivamente l’opera, questa sarà tori cinematografici. L’avvento delle fotoca- (ESFF)! inserita nella selezione finale del concorso. Da mere digitali e del montaggio facilitava mag- Nel primo anno, senza alcun finanziamento, questa prima scrematura, saranno poi il di- giori accessibilità per provare a fare cinema, la proposta dell’ESFF di un programma speci- rettore del festival, il capo programmatore e sebbene questo non coincidesse con maggiori fico di film cortometraggi si è orientata su 4 l’assistente programmatore a definire la scel- opportunità pubbliche di far vedere questi la- serate, suddivise al The Cameo Cinema e al The ta di un altro elenco ristretto di film. E sarà vori, o semplicemente far incontrare e fare re- Granary bar di Leith, per la visione di 44 film proprio questa rosa definitiva dei candidati a te con altri professionisti chi si avvicinava a complessivi, per lo più realizzati in Scozia. contendersi il premio. Fatti questi passaggi, il fare cinema. Nel 2014 (al quarto anno di esperienza) si è direttore del festival concluderà il program- Essendoci pochissime opportunità per far ve- stati in grado di proiettare ben 65 cortome- ma generale, sforzandosi di renderlo nelle ca- dere i cortometraggi dei registi di Edimbur- traggi in 6 serate distinte, proponendo anche ratteristiche quanto più equilibrato. Il punto go, si è fatta avanti l’idea della di equilibrio riguarderà la scel- possibilità di organizzare un ta tra documentari, film d’ani- periodico evento annuale in cui mazione, commedie, drammi, mostrare un cinema di corto- cortometraggi sperimentali o di metraggi, cosa che veniva con- altro tipo, oltre ai film inseriti siderata come preziosa oppor- perché già pluripremiati. Que- tunità per dare visibilità e far sto approccio di lavoro consente conoscere a un pubblico in car- di concentrarsi sulla creazione di ne ed ossa i vari autori cinema- un programma generale quanto tografici locali. Grazie all’ap- più definito possibile. porto del Festival di Leith, con All’inizio dell’ESFF nel 2011, gli questo spirito nel 2004 è stato obiettivi sono stati quelli di fide- programmato localmente il pri- lizzare e formare il pubblico di mo evento cinematografico pub- Edimburgo e più in generale blico di cortometraggi, propo- quello scozese alla visione di cor- nendo un programma di quattro Edinburgo tometraggi di buona qualità. In film all’interno del barCarrier Quarters di Leith una sessione per un confronto tra il pubblico precedenza a questo progetto culturale il film con un pubblico di una quarantina di perso- e il critico cinematografico della BBC Mark corto aveva scarsa visibilità ad Edimburgo, se ne. Il successo di questo evento ha favorito la Kermode. Come unica eccezione tra i corti la non come video visionabili su Internet o con nascita nel 2005 del Festival Cinematografico proiezione di Reels on Wheels (Bobine sulle film muti degli anni ‘20! La convinzione era del Cortometraggio di Leith che, fin dall’ini- ruote), un lungometraggio documentario su che, con una programmazione ben costruita, zio, per ragioni logistiche e pratiche, è diven- autori di cortometraggi e dei loro film, risul- si poteva conquistare una presenza garantita tato una branca autonoma associata al Festi- tando ad oggi il solo lungo proiettato all’ESFF. di un pubblico appassionato che avrebbe so- val di Leith. Il Festival di Leith a quel tempo Questi primi anni di impegno hanno consen- stenuto e incoraggiato un programma cine- era uno dei più grandi festival artistici di tito di entrare in stretto contatto con la comu- matografico di corti. Edimburgo, concentrato attorno al vecchio nità cinematografica locale e far arrivare come E così, col tempo, si è riusciti a formare un porto nel nord est della città. ospiti ad Edimburgo dei registi provenienti pubblico preciso che ama i cortometraggi, svi- Nel 2009, il Festival Cinematografico del Cor- dall’estero. E’ cresciuto mediamente il nostro luppandone la conoscenza e la comprensione tometraggio di Leith ha iniziato ad attrarre pubblico così come i registi partecipanti al nel suo specifico ruolo nell’industria comples- proposte di film da tutto il mondo, accoglien- concorso per il miglior film. Si è resa necessa- siva cinematografica. Tale nostro impegno ha do perfino il primo film mai realizzato in -So ria così la creazione di un comitato di selezio- contribuito a cancellare ogni concezione mal- malia da 20 anni a questa parte, oltre a propo- natori dei film per far fronte a questa repenti- destra sul valore culturale effettivo del film ste cinematografiche provenienti da tutta na crescita di adesioni. Oggi, l’ESFF ha un gruppo corto, dimostrando che esso è in tutto e per tutto l’Europa e dallo stesso Regno Unito. Nel 2010 è di- di selezionatori di circa 10 persone, tra cui vi è il una forma pienamente artistica cinematografica. ventato lampante che era necessario utilizzare direttore del festival, il capo programmatore e segue a pag. successiva 34 [email protected]

segue da pag. precedente con la Galleria d’arte Summerhall di Edim- proiezioni al giorno per 3 giorni complessivi, Un altro obiettivo è stato quello di creare e svi- burgo che ci ha ospitato per preparare gli una alle ore 17:00 e l’altra alle 19:30. Ciò signi- luppare partnership internazionali di scam- eventi. ficava che dopo la prima proiezione, si aveva bio cinematografico, in modo da avvicinare il La capienza è stata ridotta al 10% del pubblico appena un’ora di tempo per ripulire lo spazio nostro pubblico a una conoscenza più ampia possibile con i biglietti che si sono venduti so- del cinema e presentare il programma succes- delle culture cinematografiche internazionali lo online. Per l’edizione 2020 molti dei bigliet- sivo. Un ulteriore problema ha riguardato la legate al cortometraggio in tutto il mondo, in- ti erano stati già venduti nel tempo dell’inter- possibilità di garantire un sostentamento ali- vitando registi e direttori di festival di altri ruzione e perciò si è chiesto agli acquirenti dei mentare ai partecipanti durante tutta la sera- paesi per un confronto aperto e per la visione biglietti se volevano un rimborso completo o ta, cosa che è stata superata fortunatamente dei migliori cortometraggi presentati nei fe- se avrebbero preferito utilizzarli per le proie- grazie all’apertura del bar del Summerhall stival di tutta Europa e del mondo. zioni riprogrammate. Con nostra grande sor- che consentiva di poter mangiare prima Sin dall’inizio, le partnership con festival stra- presa, la maggior parte delle persone hanno dell’apertura della sala per la seconda parte nieri e l’ospitalià di organizzatori di altri festi- preferito tenersi i biglietti, anche se in quel del programma. Per la ulteriore sicurezza non val sono stati molto importanti per la crescita momento specifico non si era ancora sicuri di si sono utilizzati biglietti cartacei, col sistema della nostra manifestazione e per online era sufficiente al pubblico sviluppare la comprensione criti- confermare il proprio nome già ca del nostro pubblico anche at- registrato nel sistema utile a rin- traverso la conoscenza delle diver- tracciarne i dettagli della sua se culture cinematografiche nel tracciabilità contro il Covid. A se- resto del mondo. guire, l’organizzazione del festi- I nostri obiettivi sono anche quelli val ha accompagnato il pubblico di far incontrare gli ospiti in visi- verso i posti gà assegnati, a com- ta, costruire una rete tra i registi pletare la prima fascia della sala e scozesi e i direttori di festival per immediatamente dopo quella consentire ai nostri operatori di posteriore; viceversa, alla fine imparare e collaborare con registi dello spettacolo, il pubblico do- ed esercenti di altre nazioni. veva abbandonare il cinema par- È sempre emozionante vedere i tendo dagli ultimi posti, facendo film che risultano espressione di in modo che uno spettatore po- un processo di apertura e assiste- tesse uscire una volta che il suo re a un programma che prende vicino fosse già ben distanziato. forma pian piano durante il corso Naturalmente tutto il pubblico Olivia J. Middleton regista di “Rosalyn” sul palco per il premio di tutto l’anno! L’anno scorso, il aveva l’obbligo di mantenere in- 2020, colpiti dalla pandemia di Covid come quando il festival sarebbe ripreso. E’ stato for- dossate le mascherine anche durante le proie- qualsiasi altra manifestazione cinematografi- mato il personale – ridottosi a quattro perso- zioni. E’ stata grande la soddisfazione per es- ca nel mondo, con la programmazione previ- ne – per affrontare la nuova condizione del di- sere riusciti a completare il programma e a sta in Novembre, si è dovuto posticipare tale stanziamento sociale, sono state acquistate rendere il piano della sicurezza così efficiente. evento con appena due settimane di preavvi- un gran numero di mascherine, disinfettante Nessun caso di Covid si è registrato all’ESFF a so. per le mani e salviette antivirali per la pulizia. Giugno e per questa ragione siamo completa- Ci aspettavamo di avere problemi con l’edi- Il percorso del pubblico verso la sala cinema- mente fiduciosi di poter confermare il nostro zione 2020, tali che la sfortuna non ci ha con- tografica è stato creato come un cammino a evento in piena sicurezza anche per il prossi- sentito la proiezione dei film a mo Novembre del 2021. causa della mancata riapertura Cosa abbastanza scontata, molti dei cinema. Si è scelto di non pro- dei film presentati si sono- con iettare nel festival in versione centrati sui problemi e sulle que- online, in parte perché eravamo stioni derivate dalla pandemia in decisi di sostenere i nostri locali corso, cosa che ci ha reso comple- cinematografici che hanno avuto tamente soddisfatti per essere ri- un anno molto difficile, ma anche usciti a proporre il meglio che vi perché sentivamo che i film erano era in circolazione, tra questi il stati pensati e creati per essere film Isolation Art (L’arte dell’isola- proiettati nel grande schermo. Il mento) di Katherina Dietl, una montaggio, la regia, la fotografia regista con sede in Olanda che ha e il sonoro erano stati creati con preso spunto dal lockdown per l’idea principale di essere visti in realizzare una visione originale e un cinema. Sebbene fosse possi- unica della storia dell’arte dal suo bile proiettare i film in online, si appartamento. I film proposti in voleva che il pubblico potesse vi- Stop-Motion o cosiddetti di ani- vere i film nel loro luogo naturale, mazione a passo uno sono stati dal vivo in un cinema. Quindi, Entrata in sicurezza abbastanza diffusi durante il siamo stati costretti a congelare il program- senso unico con indicatori sul pavimento che lockdown e si è stati in grado di proiettarne ma 2020 attendendo che la situazione potesse stabilivano la distanza dei 2 metri. Nello stes- alcuni, inclusi i nuovi film scozzesi Keith Wa- migliorare. so tempo le porte dell’ingresso rimanevano ter di Izzy Gibbs e Toyhood di Zoe Hutber. Alla fine, nel Giugno di quest’anno, nel 2021, è aperte per ventilare la parte del botteghino e Sulle complessive tematiche cinematografi- stato finalmente possibile realizzare comple- dei corridoi di passaggio, stando attenti a tene- che, c’è da sottolineare che i registi contempo- tamente il nostro programma del 2020. Ci sia- re sia il nostro personale che il pubblico a una ranei stanno iniziando a impegnarsi con mez- mo organizzati per le proiezioni dei film, distanza di sicurezza. Per tali occasioni tutto il zi di nuova tecnologia, così che quest’anno stando attenti a mantenere un ambiente pro- locale cinematografico veniva ripulito accura- abbiamo potuto assistere a un forte aumento tetto dal Covid e lavorando a stretto contatto tamente, con una sala che doveva accogliere 2 segue a pag. successiva 35 n. 96

segue da pag. precedente di film sui social media, sui telefoni cellulari e sulla compulsività sociale rispetto proprio ai telefoni cellulari. Si sono potuti apprezzare in questo contesto film incentrati sulle fake news e su tecniche della propaganda nasco- sta. Tutte queste sono tematiche relativamen- te nuove, sebbene molti registi stiano ancora realizzando film su problematiche popolari di grande interesse già esplorate negli anni pre- cedenti, come ad esempio quelle legate alla migrazione, al razzismo, alla povertà, ai sen- zatetto e al femminismo. Particolare degno di nota è come i cortome- traggi statunitensi esplorino frequentemente argomenti di identità di genere,così è I Am Mackenzie di Artemis Anastasiadou che ha vinto il premio della giuria SXSW (South by Southwest) come miglior cortometraggio per aver affrontato questo tema sotto forma di stile della realizzazione del film stesso. I cor- e pertanto punteremo per celebrare tale avve- dramma nascosto, mentre dal Medio Oriente, tometraggi nel Regno Unito non hanno un nimento con proiezioni aggiuntive di alcuni con The Present di Farah Nabulsi, si è assistito mercato associato così che i film esprimono la dei migliori film cortometraggi presentati in al dramma costante della vita in Palestina du- pura creatività dell’autore senza che questo questi dieci anni di attività, portando nuovi rante l’odierna quotidianità, uno straordina- venga condizionato dalla pressione di una importanti ospiti come quelli del Festival rio film drammatico candidato all’Oscar, ora compagnia o di un’organizzazione di produ- Stop-Motion Montreal. disponibile anche su Netflix. Siamo molto entusiasti di lavora- I cortometraggi europei, in parti- re per questo decimo anniversa- colare, si sono caratterizzati per rio, essendo questo per tutti noi essersi occupati di migrazione e un meraviglioso momento per di identità di genere oltre che di- celebrare un decennio di visioni rettamente di razzismo. Season of di cortometraggi e di eventi cine- the Swan (La stagione del Cigno) matografici, mostrando alcuni di Alison Kuhn si è dimostrato un momenti salienti dall’archivio e solido esempio di cortometraggio dai programmi con i migliori che esamina in parte le questioni film proiettati nel corso degli an- razziali, mentre Beat Around the ni. Nel programma si ha anche Bush (Tergiversare) del regista idea di evidenziare le carriere di norvegese Joern Utkilen ha esplo- alcuni dei vincitori di premi nel rato gli stessi temi ma con umori- corso degli anni. Il programma smo e sarcastica ironia. complessivo del festival si sta Altri temi emersi dai cortome- Paul Bruce, direttore artistico, sul palco inoltre estendendo, ci saranno traggi europei presentati hanno più proiezioni cinematografiche incluso film che trattano temati- in tutta la Scozia e gli stessi pro- che femministe,come Anna di grammi curati dall’ESFF potran- Dekel Berenson, nominata alla no trasferirsi in altri festival no- Palma d’Oro, film ucraino che stri partner in Europa. I nostri mostra la ferma disperazione di progetti prevedono infine il con- donne chiuse tra speranze e pau- tatto con altri esercenti cinema- re,che affrontano le difficoltà del- tografici presenti in Scozia per la vita con convinta determina- raggiungere quanto più possibile zione. Ma il vincitore come un nuovo pubblico. miglior film 2020 è stato A Sister (Una sorella) di Delphine Girard, Paul Bruce un thriller belga che affronta le Festival Director reali paure e il pericolo delle don- Edinburgh Short Film Festival ne in situazioni quotidiane. Per la Scozia i temi hanno ruota- Lo staff smascherato to spesso intorno alla vita perso- E’ stato scrittore di racconti e regista pri- nale dell’individuo, come ad esempio Lucky zione commissionante. Così i cortometraggi ma di impegnarsi nella mostra cinematografica del Leith Star (Buona Stella) di Russell Davidson, am- sono forse una delle forme più pure di cine- Festival nel 2004. Dopo aver realizzato circa 12 cortome- bientato in una zona povera di Edimburgo matografia oggi, in quanto vengono realizzati traggi - vincendo 7 premi - Paul ha fondato l’Edinburgh negli anni ‘80, che mostra donne che affronta- senza che si tenga conto degli interessi com- Short Film Festival (ESFF) nel 2011 ed è da dieci anni il no con difficoltà povertà e privazioni, mentre merciali o dei pregiudizi di un produttore direttore del festival. Jealous Alan (Il geloso Alan) di Martin Clark, committente. Ciò consente ai registi di corto- sempre ambientato nella Scozia degli anni metraggi la libertà di esprimere liberamente Traduzione dall’inglese di Marco Asunis ‘80, affronta l’amicizia maschile e il tema le proprie idee, di essere creativi, di spingere i dell’omosessualità. Molti di questi film pre- propri confini della creatività in un modo che www.edinburghshortfilmfestival.com sentati sono caratterizzati da una profonda spesso i lungometraggi non consentono. [email protected] individualità, sia per gli argomenti che per lo Il 2021 è il nostro decimo anniversario del Festival Diari di Cineclub | media partner 36 [email protected] Kufid (2021) Elia Moutamid – la fatica di dimostrare l’ovvietà Un regista va in Marocco per un sopralluogo: vuole girare un documentario sui fenomeni urbanistici. Torna in Italia con del materiale, ma men- tre sta per iniziare a girare arriva la pandemia. Tutto fermo. Tutti bloccati a casa per mesi. Sulla suggestione del materiale raccolto inizia una ri- flessione, un percorso autobiografico, completamente diverso dagli intenti iniziali. La quarantena forzata porta l’autore alla scrittura di un diario che procede tra incursioni nella cronaca, vicende personali e familiari, tra ironia e antropologia. Un arrovellamento, un confronto con un’entità, “Kufid”, che sconquassa vite ma non scalfisce stereotipi e pregiudizi, lasciando in sospeso questioni irrisolte. Il futuro sarà «Inch’Allah» (se Dio vuole). Distribuito da Cineclub Internazionale Distribuzione e prodotto dalla 5e6 di Brescia, nelle sale dal 17 giugno

A differenza di quello sta succedendo intorno. che il titolo può far Come sottolinea l’autore nelle note di regia pensare c’è un copro- non è un film sulla pandemia, già alcuni ne tagonista di questo sono stati fatti e tanti altri ne seguiranno, ma documentario: lo spa- un film autobiografico che si interroga sulla zio, o meglio, gli spazi. trasformazione dell’individuo non necessa- Non è forse un’indagi- riamente nella direzione promessa da una re- ne sulla trasformazio- torica dilagante. La stessa che ci vuole più for- ne dello spazio quella ti di prima in base a non meglio specificati Tonino Mannella che vuole approfondi- principi di crescita e che ci spinge a mostrarci re il regista nella sua intenzione iniziale? Non uniti e solidali contro un nemico subdolo e in- è una trasformazione dello spazio una conse- visibile. Il virus diventa allora quasi un’entità guenza evidente degli ultimi sedici mesi di astratta, Kufid appunto, che viene identifica- pandemia? Vista in quest’ottica l’evoluzione to universalmente come il male assoluto ma del progetto iniziale sembra quasi una conse- che, paradossalmente diventa un alleato nel guenza logica e naturale anche se non è stata cambiamento di prospettiva del regista ri- semplice ne immediata. A ben vedere la messa spetto all’idea che aveva in progetto di realiz- in scena genera una forte contrapposizione zare. tra gli spazi: dai panorami e le suggestive in- Il film si sviluppa come un dialogo interiore, quadrature di Fes o quelli della pianura pada- un confronto tra l’uomo Elia Moutamid e il na devastata, prima da un’architettura indu- Virus, una negoziazione di priorità, una mes- striale a volte incomprensibile e ora dal virus sa in discussione di tutto ciò che in preceden- che la rende desolata e abbandonata fino agli za si dava per acquisito. La conclusione però è ambienti casalinghi che acquistano un senso amara: quando arriva il momento di ripartire, diverso a causa della quarantena. Il piccolo di tornare più forti di prima, ci si ritrova nella con il Gran Premio della Giuria e con la men- giardino diventa un mini circuito per la corsa stessa condizione di sempre: dimostrare zione speciale, come miglior regista esordien- che richiama alla memoria il celebre dipinto quello che un’intera esistenza da sola non rie- te ai Nastri d’Argento 2018, preceduto a sua La ronda dei carcerati di Vincent Van Gogh o il sce a fare, non bastano due generazioni di vite volta da vari cortometraggi tra cui Gaiwan del tetto, un nuovo spazio da esplorare e 2015 finalista, tra altri importanti fe- abitare. Anche gli spazi urbani si tra- stival, al 68° Festival di Cannes nella sformano, non solo a causa della sezione Short Film Corner. pandemia: in Marocco politiche di Con quest’opera il regista italo-ma- mercato in stile occidentale produ- rocchino riesce a rappresentare un cono fenomeni di gentrificazione punto di vista particolare della tra- che barattano ulteriore benessere sformazione quotidiana cui la diffu- per chi se lo può permettere con la sione del virus ci ha costretto, tanto perdita di cultura e identità, per chi più interessante quanto più ci spin- probabilmente non ha altro che ge a riflettere su ciò che personal- quello. A questo processo che impie- mente e individualmente è cambiato ga anni a trasformare interi quartie- in questi mesi difficili sganciando la ri di antiche città si contrappone un riflessione dalla retorica diffusa che fenomeno, che abbiamo imparato a ci vorrebbe migliori rispetto ai tem- conoscere bene in questi mesi, conseguenza vissute nella comunità, gli stereotipi e i pre- pi pre Covid. Solo attraverso un percorso per- della pandemia, che è stato molto più veloce e giudizi da qualche parte escono comunque sonale di osservazione, di confronto, d’intro- quindi destabilizzante: la visione di intere fuori. spezione si può pensare di trarre una qualche metropoli sparse per il mondo, completamen- Proprio per quanto descritto finora, diventa lezione da ciò che ci succede intorno. te deserte presidiate dalle forze dell’ordine in significativa la scelta di adottare lingue diver- Un interessante punto di partenza per affron- uno scenario post apocalittico. Parallelamen- se a seconda del contesto specifico: la lingua tare quello che sarà il dopo pandemia con tut- te agli ambienti esterni si modificano anche i d’origine per la voce over, il dialogo introspet- te le insidie e le difficoltà che inevitabilmente piccoli spazi, quelli casalinghi e quelli dei rap- tivo, l’italiano e il dialetto bresciano per la questo periodo si porterà dietro. porti interpersonali. Così quella che in passa- quotidianità, la vita reale, una rappresenta- Il film, distribuito da Cineclub Internazionale to era una scena comune in tanti paesini con zione plastica della diversificazione tra l’esse- Distribuzione e prodotto dalla 5e6 di Brescia, le vicine di casa sedute fuori dall’uscio della re e l’immagine pubblica nelle interazioni so- dopo aver già partecipato e ottenuto ricono- propria abitazione a chiacchierare amabil- ciali. Una denotazione ulteriore di spazi scimenti in vari importanti festival tra cui il mente, si ripete in tempo di pandemia e assu- diversi che coesistono e si confrontano in 38° Torino Film Festival, è uscito nelle sale ci- me un significato diverso non fosse altro per condizioni inedite e, speriamo, irripetibili. nematografiche il 17 giugno, una occasione la desolazione che circonda il tutto. Kufid è il secondo lungometraggio di Elia interessante per vedere gli eventi dell’ultimo Il film di Moutamid si muove tra questi spazi Moutamani uscito a giugno 2021 che segue anno e mezzo da un’angolazione particolare. e attraverso questi, descrive il rapporto inti- Talien del 2017: un road movie a carattere au- mo e difficile del regista con quello che gli (ci) tobiografico premiato al Torino Film Festival Tonino Mannella 37 n. 96

Festival Com’è misera la vita negli abusi di potere … Il cinema dei diritti umani di Napoli riflette sulla persecuzione per legge La pandemia, dicono, fenomeni di distorsione della legge e della de- dell’Amazzonia o alle foreste subtropicali del darà un po’ di respiro mocrazia, a volte non facilmente riconoscibi- Sud Est asiatico, il furto delle terre ai contadi- al cinema e ai teatri. Il li, e a tutti gli esseri umani discriminati per ni indiani per costruire dighe ed inseguire Festival del Cinema motivi etnici, religiosi, culturali, di genere etc. l’acqua che è oramai un bene sempre più raro, dei Diritti Umani di C’è posto per la disobbedienza? E’ perseguibi- ci dimostra che la violenza contro le proteste Napoli ha preso molto le la protesta pacifica che esprime il dissenso degli indios, dei Mapuche e degli agricoltori è Maurizio Del Bufalo sul serio questa affer- di un essere umano o di una comunità contro il disperato tentativo del potere di negare il mazione e ha preparato una 13.sima edizione la legge dello Stato che ne distrugge i fonda- fallimento dei propri modelli di sviluppo che (10-20 novembre 2021) che promette scintille, menti? Fino a che punto le istituzioni dello consumano la natura. perché, finalmente in presenza, si rivolgerà a Stato possono avocare a sé il diritto di decide- La persecuzione è l’arma preferita per giusti- tutti gli intellettuali perseguitati, per capire re il futuro di un bene comune come l’acqua, ficare, a termini di legge, la criminalizzazione cosa spinge uno Stato, una lobby o soltanto la terra, il sottosuolo, le risorse ambientali di della giusta protesta che esprime il rifiuto di qualche magistrato, a perseguitare un uomo o un Paese e non rendere conto del loro destino un sistema di sviluppo disumano che segna una donna inermi, dotati solo della forza del alla comunità che le ha elette? irrevocabilmente il destino degli uomini e del- proprio pensiero e della coscienza che deriva La globalizzazione e il modello di sviluppo im- la natura che, da tempo, non vivono più in dalla Dichiarazione Universale dei Diritti perante, capitalistico e consumistico, sta mo- equilibrio. Umani, scritta dopo il secondo con- Persecuted racconterà storie di uomi- flitto mondiale. ni e donne inseguiti dall’ombra del Si chiamerà “Persecuted – Vite ne- potere a tutti i costi, preferibilmente gate dagli abusi di potere” questa intellettuali in grado di esprimersi tredicesima edizione dedicata al po- attraverso il cinema e la letteratura, polo della Val Susa, che esaminerà l’arte e la socialità, persone sempli- casi straordinari di accanimento cemente coscienti del futuro del pia- giudiziario registrati non soltanto neta, sentinelle di un DNA naturale nei Paesi tradizionalmente privi di che la razionalità del falso progresso libertà oppure oppressi da gerarchie vorrebbe annientare e mettere a ta- militari e religiose, ma anche nei de- cere. E non sarà soltanto un esame mocratici paesi dell’Occidente. Par- di coscienza di casi lontani dall’Ita- leremo di persone che vengono per- lia, ma incontreremo e dialoghere- seguitate, in nome di una legalità mo con protagonisti della storia che non sempre vuol dire “giustizia”, odierna del nostro Paese che si op- nei propri Paesi di origine, in terri- pongono all’inquinamento dell’aria tori occupati da altri o in quelli deva- e del suolo, allo sventramento di col- stati in nome di un modello di svi- line e all’inquinamento dei mari e luppo insostenibile che distrugge le dei fiumi, alla militarizzazione dei risorse naturali del pianeta, ipote- territori invasi dalle grandi opere e cando la salvezza delle future gene- alla criminalizzazione di chi acco- razioni, nel viaggio o all’arrivo in glie i profughi migranti, perché in terre straniere, immaginate come loro riconosce il proprio destino, il ospitali e invece protette da barriere destino ineluttabile di un’umanità sempre meno valicabili. che corre verso la fine. Anche nei Paesi occidentali la cui A Napoli coltiviamo la speranza che tradizione democratica appare salda, la di- strando la corda. Prima la rivoluzione climati- tutto questo possa essere ancora fermato e sobbedienza civile ed anche, più semplice- ca, poi la pandemia, stanno rendendo evidente che il Cinema dei Diritti Umani possa mostra- mente, la manifestazione del dissenso, posso- a tutti che l’economia è troppo spesso l’oppo- re che i disastri ambientali sono frutto di no essere penalizzate da applicazioni molto sto del Diritto universale e fa a pezzi la demo- ignoranza e arroganza, due malattie ancora discutibili della legge. In America Latina – il crazia, distrugge e mette in pericolo le vite de- curabili, e che non basterà nessuna persecu- “subcontinente” dal quale deriva anche que- gli esseri umani. L’emergere di evidenti zione a togliere, a chi lotta per la vita, la spe- sto nostro Festival – si sta affermando perico- contraddizioni nella gestione dell’interesse ranza di farcela. losamente la pratica del “Lawfare” per mette- pubblico ha messo in mostra quanto il falli- Arrivederci a novembre a Napoli, Capitale dei re a tacere l’opposizione politica in nome di mento dei modelli economici occidentali, con Diritti Umani. un uso distorto e tendenzioso delle leggi e del- l’avanzata irresistibile di nuove potenze (co- Maurizio Del Bufalo la giustizia dei tribunali. me quella cinese), sta costringendo interi Pae- Il XIII Festival del Cinema dei Diritti Umani si a vendere il suolo e le risorse naturali per www.cinenapolidiritti.it di Napoli 2021 è quindi dedicato a questi quadrare i bilanci. L’aggressione alle risorse Diari di Cineclub | Media partner

38 [email protected] Stanley Kubrick, Napoleone e l’archivio delle meraviglie Il genio di Stanley Ku- brick è universalmen- te riconosciuto. Il suo cinema diventa pezzo essenziale di questa storia e connaturato a quel perfezionismo maniacale che lo rese famoso insieme alle altrettanto maniacali disposizioni sui set Tonino De Pace dei suoi film. La sua attenzione ai dettagli e la sua capacità di fare diventare ogni suo film una specie di summa dei generi è ormai vicenda consolidata e non diversamente opinabile. È con queste creden- ziali che Kubrick ha fatto ingresso in quell’O- limpo del cinema, restando uno dei più gran- di registi della storia di questa magnifica disciplina ed è per queste stesse ragioni che, così come diventa interessante approfondire i temi e le pieghe segrete dei film che è riuscito a girare nella sua vita - non molti in verità, ma d’altra parte anche la sua vita non è stata lun- ghissima – diventa altrettanto importante in- “Napoleone a Wagram”, Horace Vernet (1836) dagare sui film che aveva in programma di gi- rare e non ha potuto realizzare. Tra questi È stato proprio lo stesso Kubrick a raccontare scenario storico degli anni durante i quali l’e- sicuramente il colossal, che avrebbe dovuto il senso e i contenuti che avrebbe dovuto avere spansione francese assorbiva i territori d’Eu- essere la biografia definitiva di Napoleone, è il progetto: Trovo anche che tutti i temi che lo ri- ropa. Possiamo solo immaginare cosa sarebbe sicuramente il più famoso. Non abbiamo dub- guardano siano stranamente contemporanei – la stato questo grandissimo personaggio nella bi di cosa sarebbe stato quel film nelle mani e responsabilità e gli abusi del potere, le dinamiche progettualità kubrickiana. Stanley Kubrick nel pensiero di Kubrick, sarebbe diventato un della rivoluzione sociale, il rapporto dell’individuo era un accumulatore di notizie, di reperti fo- altro tassello di quella brillante tografici e documentali e nel e divorante carriera del regista suo immenso archivio cataloga- americano. va queste testimonianze, ogni Prima di entrare in quest’altro cosa, ogni documento, ogni im- mondo di cui restano solo trac- magine che potesse essergli for- ce ed episodi, reperti e memo- se utile in futuro. L’archivio og- ria, è forse opportuno premet- gi è stato donato dalla famiglia tere che questo atto artistico, all’University of the Arts Lon- mai realizzato, avrebbe favori- don. Per chi volesse approfon- to un ideale confronto tra due dire il tema e rendersi conto figure, quella del generale e im- della sua vastità – è composto peratore e quello dell’artista. Le da oltre mille scatoloni in cui figure di Napoleone e Kubrick molti materiali erano stati solo per il gigantismo che le carat- raccolti alla rinfusa e messi in terizza sembrano diventare ordine dopo la sua morte, gra- quasi sovrapponibili, tanto il zie all’aiuto di archivista inviati regista ha saputo trasformare dal Deutsches Filmmuseum e la sua vena artistica in sfida dal Deutsches Architektur Mu- continua e mai interrotta, sa- seum di Francoforte - potrà pendo guardare, come l’impe- guardare il filmStanley Kubrick’s ratore francese, molto al di là Nicholson-Kubrick boxes di John Ronson, visibile su del suo presente e riuscendo a trasformare la con lo Stato, la guerra, il militarismo, eccetera – per Vimeo. sua stessa vita in una incessante ricerca di cui tutto questo non sarà soltanto una polverosa pa- È ovviamente sulla scorta di queste premesse una perfezione che appartiene ai grandi, rata storica ma un film sulle questioni base del no- fatte di studio e approfondimento dei dati compreso Napoleone. D’altra parte, un film stro tempo, oltre che di quello di Napoleone. Ma an- storici e personali che Kubrick si sarebbe avvi- sull’imperatore francese avrebbe avuto come che prescindendo da questi aspetti della storia, il cinato all’ingombrante personaggio di Napo- contenuti i temi che costantemente hanno semplice dramma e la forza della vita di Napoleone leone Bonaparte. D’altra parte, il film sarebbe fatto parte della filmografia del regista, tra cui sono un soggetto fantastico per una biografia cine- nato solo grazie al fascino che indubbiamente l’ossessione per il potere e la dominazione matografica. il personaggio emanava ed emana ancora og- psicologica dell’uomo sui suoi simili. La vicen- Il film avrebbe dovuto essere prodotto dalla gi, un fascino che esercitava anche su Kubri- da umana di Napoleone, con la ricchezza de- Metro Goldwyn Meyer, che però si ritirò dal ck. A questo proposito il regista ebbe a dire: gli aneddoti e con la storiografia che ne ha progetto. Un progetto ambizioso come era Napoleone mi affascina. La sua vita è stata descrit- studiato anche la psicologia, offriva al regista nelle corde artistiche del regista. Il film avreb- ta come un poema epico d’azione. La sua vita ses- uno spettro ampio di prospettive e pertanto be dovuto guardare al genio militare di Napo- suale è degna di Arthur Schnitzler. Fu uno di quei costituiva un soggetto totalmente kubrickiano. leone, ma naturalmente inserito nel grande segue a pag. successiva 39 n. 96

segue da pag. precedente La posta del Dott. Tzira Bella rari uomini che muovono la Storia e foggiano il destino dei loro tempi e delle Scrivete a: Dott. Tzira Bella, C/O Laboratorio Veterinario generazioni a venire – in senso stretto, della Dott.ssa Zira, Planet of the Apes. il nostro mondo è il risultato dell’epica Il Dott. Ubaldugo Tzira Bella di Napoleone, così come la mappa poli- tica e geografica dell’Europa postbellica Il pianno vagginnalle è il risultato della Seconda Guerra va avanti Mondiale. È proprio in quell’atteg- Battuti sul tempo tutti i piani dell’ex creapopoli! giarsi enfatico del personaggio che Kubrick trovava le maggiori preoc- cupazioni in relazione al proprio Stanley Kubrick E finalmente! Una lettera lavoro di regia, come sottolinea il che non arriva dalla Sar- critico e storico Michel Clement, lo sbaglio protagonista forse Ian Holm oppure Oskar degna! Oh, sardi, capen- cioè di cadere, artisticamente, negli stessi er- Werner o David Hemmings, scartati nomi do mi state? Santi Numi rori strategici nei quali era caduto Napoleone, più conosciuti come ad esempio Marlon Bran- intra ed extragalattici, restare sopraffatto dalle emozioni, per lui perso- do. Ma su tutti, forse, proprio Jack Nicholson per tutti i buchi neri, che naggio ed autore estremamente razionale. sembrava essere seriamente candidato per la sto parlando anch’io come La sceneggiatura del film era già stata larga- parte. L’attore in quegli anni era diventato fa- ai sardi di Sardegna: io mente approntata nel 1969, l’anno successivo moso con Easy Rider, dopo molti film che no- felicissimo sono di riceve- all’uscita di 2001 Odissea nello spazio. Uno nostante l’importanza che avrebbero avuto re tante belle lettere dalla script che, come si può immaginare, era sca- per la storia del cinema non avevano avuto bella isola che fu già di turito da una febbrile e inesausta consultazio- quel successo necessario a dare visibilità Dott. Tzira Bella Amsicora, di Gigi Riva ne di centinaia di testi messi a confronto, e all’attore. Qualche anno dopo, negli anni ’80 Rombo di tuonno, (forza nella quale, la maniacalità perfezionista del quando si riparlò del film, Nicholson ebbe a Cagliari sempre!!! Malaitus sianta a chi malli si regista non aveva trascurato neppure i bollet- dire che Kubrick lo aveva napoleonizzato, tanto olit!!) di Giò Maria Angjoy, di Segni e Cossiga. Già tini meteorologici dell’epoca per ricostruire i avevano parlato di quel progetto e dei risvolti si vede già che sto studiando storia della Sardegna? fatti nel loro divenire reale, e senza trascurare del personaggio che Nicholson avrebbe dovu- Oh! Questa lettera ci arriva da Pompu, in Emilia la dieta alimentare del generale e perfino i to interpretare. La parte di Giuseppina, prima Romagna, mi pare. I suoi abitanti solo quando rag- chiodi utilizzati all’epoca per ferrare i cavalli. moglie dell’imperatore, fu proposta ad Au- giungono l’età adultera possono chiamarsi pompesi, A questo proposito ancora le parole di Kubri- drey Hepburn, che però declinò l’offerta poi- per i bambini si usano appropriati giri di parole. ck: Ho saccheggiato tutti quei libri alla ricerca di ché aveva già intenzione di abbandonare la Curiosamente il cognome dello scrivente sembra materiale e l’ho suddiviso tutto in categorie, dai sua carriera. sardo, e anche il suo modo di scrivere. Sarrà, ma suoi gusti in fatto di cibo al tempo meteorologico del Il film si arenò sulle questioni economiche. La continnentalle tanto tanto non mi parre! Possibile si giorno di una particolare battaglia, e ho creato in- casa di produzione non credette davvero mai tratti di un trapiantato o discendente di emigrati di dici incrociati di tutti questi dati in un archivio di nel titanico progetto del regista americano, questo fiero popolo che anche in terra straniera ricerca che comprende tutto. troppo dispendioso e impegnativo e, comun- mantiene le sue ataviche traddizioni? Comunque Il film avrebbe dovuto essere ambientato ne- que, un colpo decisivo all’abbandono di ogni sia, questo è quanto ci scrive, più che altro mi pare lo gli stessi luoghi nei quali si svolsero le grandi ulteriore lavoro per la preparazione del film fu sfogo di una frustrazione accumulata in questi lun- battaglie delle guerre napoleoniche e quindi i l’uscita nel 1970, ma anche il suo scarso suc- ghi mesi di astinenza dalla vita, in maniera rapso- set avrebbero dovuto essere disseminati in cesso commerciale, del filmWaterloo di Sergej dica, aforismatica e confusa, il signor Battoriu Ton- tutta Europa, dall’est all’ovest compresa ov- Bondarčuk, con protagonista Rod Steiger nei tu. Bim Bom! 1 viamente l’Italia. In altre parole un lavoro tita- panni di Napoleone. Piano vagginnalle, passaporto vagginnalle, cam- nico, nel quale si servì di suoi assistenti e col- Il film fu dunque un atto mancato, restando pagna vagginnalle, centro vagginnalle, piattafor- laboratori che fecero il giro d’Europa dei un’altra magnifica utopia del cinema. È un ma vagginnalle …. ohi ohia! Bah, bah! Ajo! Ecchè, luoghi “napoleonici” per trovare tracce e noti- pezzo d’arte mancante, resta un vuoto incol- siamo prendendo per il cullo? E basta! E ita ma- zie inedite o comunque dimenticate. Il frutto mabile e sicuramente il pubblico di tutto il nera! Tottu po sa P’udda, tottu po sa P’udda, a sa di questo lavoro è davvero imponente. Kubri- mondo, gli appassionati di cinema, ma anche meurra nudda! Come diciamo noi fierri mon- ck, con la sua enciclopedica volontà di cono- quelli che al cinema ci vanno una volta l’anno, tannari dell’appennino tosco-emillianno! O bi- scere e di dettagliare i temi di cui si occupava, avrebbero trepidato per vedere sul grande scheri! Ma cosciiia dici? Ma va là, va là, testa di raccolse quasi ventimila immagini e riversò schermo un’altra opera del geniale regista mortaddella, lasagnone brontolone! Tan capess nello script il dettaglio delle battaglie del ge- americano e il loro interesse sarebbe cresciu- un os-cia, ma va’ in te dom! Ad messa che tam fè, nio napoleonico. Un lavoro che purtroppo re- to attorno al tema e alla figura del grande con- Fra cahà e fa’lo spazzo, s’arria a buio e un s’è stò solo sulla carta. Ma questo immenso lavo- dottiero, che ancora, a duecento anni dalla fatt’un cazzo, Nè per scherzo nè per burla, intor- ro o almeno una parte, fu riversata in Barry sua morte, cattura l’immaginario di ciascuno no al culo un ci vó nulla! Tu mi pari un po’ sollo. Lyndon, il film del 1975 ricordato per la sua bel- e resta una figura in parte segreta e - scono Petite notarelle folklorique. lezza estetica fondata sull’arte figurativa del sciuta. Il film mai realizzato di Kubrick, forse, Sembrerebbe il toponimo Pompu derivare dal- ‘700 inglese, ma anche più generalmente eu- avrebbe contribuito a gettare un’altra luce su la parola latina pòmpa, con significato diverso ropeo, nel quale era ambientato e particolar- questo personaggio così carismatico e dotato da quello meraviglioso attuale, e cioè per i lati- mente apprezzato per la perfezione raffigura- di una razionalità invidiabile, pari soltanto a ni corteo, processione. Dunque una manife- tiva alla quale tendeva. Sicuramente questo quella del regista che avrebbe raccontato al ci- stazione religiosa, con relativo simulacro che film risente anche del lavoro preparatorio nema le sue gesta e il suo pensiero. Non lo sa- veniva custodito in un locale che con il tempo dell’altro mai realizzato, essendo le epoche premo mai e il cinema ci aiuta ad immaginarlo. divenne un santuario. Attorno a detto santua- storiche coeve. Forse per queste ragioni si dif- Tonino De Pace rio cominciò a sorgere un piccolo gruppo di fuse all’epoca la voce che durante le riprese di 1 Una ricca fonte di notizie su questo film ri- case, i loro abitanti presero a essere considera- Barry Lyndon Kubrick ne approfittasse per gi- masto solo uno splendido progetto, per chi volesse appro- ti i custodi della reliquia e furono chiamati rare anche scene di battaglie da inserire poi fondire, è costituito da un intero capitolo nel volume pompesi e il paesello Pompu. Il resto è un’altra nel film su Napoleone. “Stanley Kubrick l’uomo dietro la leggenda” di Vincent Lo storia. Il film mai realizzato avrebbe potuto avere come Brutto, edito da Il Castoro. Battoriu Tontu, noto Itzegu Chi No Ses Ateru 40 [email protected] Il Pane perduto L’ultimo libro di Edith Bruck, presentato in anteprima al Gremio dei Sardi di Roma

Edith Bruck e’ venuta impastato e abbandonato, pane perduto dirà la al Gremio dei Sardi madre di Edith, quando i gendarmi tedeschi nel Giorno della Memo- bussano brutalmente alla porta della sua fami- ria a portare la sua glia e la destinano alla deportazione. preziosa testimonian- Se la prima parte del libro racconta gli episodi za di sopravvissuta al- più cruenti della prigionia e della condizione la Shoah raccontata disumana nei lager (schiavitù sotto il Faraone nella sua ultima opera nazista!), nella seconda, alla liberazione, se- Il Pane Perduto, appena pubblicata per La nave Edith Bruck di Teseo in questa pri- Luisa Saba mavera del 2021. forte l’esigenza di scrivere, ha bisogno di una Al centro di attestati, premi, onorificenze ci- lingua nuova, gioiosa. Anche la sua identità è vili, lauree ad honoris causa, riconoscimenti in crisi: si sente una sopravvissuta che non de- coronati dalla visita di papa Francesco che ve niente a nessuno, o una scrittrice con la re- personalmente si è recato dalla scrittrice per sponsabilità di raccontare agli altri ciò che è renderle grazie degli inestimabili messaggi di accaduto perché non dimentichino cosa pro- pace e di perdono contenuti nelle sue opere. ducono odio e guerra? Nel corso dell’incontro svoltosi nel pieno ri- O, forse è meglio scrivere, perché scrivere spetto delle norme anticovid, sala vuota, man- vuol dire amare i libri come quei figli mai avu- dato in streaming e tuttora visibile, volendo, “Il pane perduto” di Edith Bruck (Editore: La nave di ti a cui Edith vuol lasciare il patrimonio delle nel sito del Gremio: www.ilgremiodeisardi. Teseo) sue esperienze. org , rubrica canale streaming, una splendida Durante la permanenza in Israele matura in Edith Bruck ha risposto alle diverse domande Edith la critica all’orientamento sionista che il del presidente dell’Associazione Antonio Ma- paese andava assumendo ed ai concetti chiave ria Masia, ricordando e raccontando la sua che avevano caratterizzato la sua formazione. storia di sopravvissuta al campo di concentra- Afferma testualmente che ci sono delle parole mento nazista. Racconto accompagnato dalle che intende abolire dal suo vocabolario, che bellissime letture di alcune pagine del libro da mascherano pseudo valori, come Patria, pro- parte dell’attrice Stefania Masala. Questa me- prietà (nel senso di Mio!) obbedienza, legge ravigliosa artista di 90 anni con Il Pane Perdu- uguale per tutti! Nel 1954 abbandona Israele, to va ben oltre la testimonianza degli orrori dove rimarrà la sorella Judith che aveva fatto dell’Olocausto che già negli anni 60-70 aveva casa e famiglia nella sua ritrovata terra pro- iniziato a raccontare con altri scrittori, pub- Il presidente del Gremio Antonio Maria Masia ed Edith messa. Edith è ormai consapevole che per lei blicando materiali che in quei tempi erano Bruck (foto di Ivanoe Meloni) terra promessa non è un traguardo geografico considerati ancora scabrosi e comunque di gue un triste girovagare tra paesi preoccupati ma una meta spirituale, un luogo e uno spazio non facile accettazione. Un clima sociale che di doversi fare carico dei sopravvissuti. Anche mai chiuso né statico dove, superato il Mar dagli anni 90 è radicalmente cambiato con- il ricongiungimento con una sorella maggiore Rosso, potrà custodire senza tradirla la me- sente oggi a molti giovani, nelle scuole, nelle salvata da Perlasca fallisce. Finalmente nel moria trasformante cresciuta durante il fati- Università, nei Media, di avere di prima mano 1948 la nascita del nuovo stato di Israele e la coso esodo e che sentiva sospetta ed estranea una fonte di conoscenza dei fatti e della storia sollecitazione della sorella Judith con la quale nel nuovo stato di Israele. del popolo ebraico le cui vicende drammati- Edith aveva condiviso prigionia e concentra- La terza parte del libro racconta del suo ap- che si ripropongono ancora oggi con una dia- mento ma in un primo tempo non la scelta di prodo in Italia, dell’amore immediato per una lettica infinita di portata direi biblica. andare in Palestina, la portano in Israele. lingua e un paese dove ci si saluta con un cal- “Il Pane Perduto” non è solo una storia di vita, In questa parte dell’opera la sofferenza spiri- do Ciao, del fascino dei vicoli di Napoli e della bensì la metafora di un popolo alla ricerca del- tuale della scrittrice si fa profonda. superba bellezza di Roma, della conoscenza la sua terra promessa, un pellegrinaggio che Si sente sdoppiata, non ama, lei che ha una fa- con artisti e letterati con i quali condividere muovendo da un piccolo villaggio ungherese cilità linguistica straordinaria, l’ebraico, che interessi e passioni. attraversa ghetti, campi di concentramento, chiama la lingua del pianto, una lingua che fe- L‘italia segna soprattutto l’incontro con Nelo di sterminio, e poi paesi di rifugio, paesi che risce, mentre per Edith, che sente sempre più Risi, regista e sceneggiatore con il quale Edith rifiutano il ritorno dei sopravvissuti, fino ad dividerà 60 anni di amore intenso e profondo, arrivare al ritorno alla promessa Palestina, ed anche di lavoro: diverse le regie cinemato- nascente stato di Israele, che si rivela estraneo grafiche e le sceneggiature per documentari e lontano dalle promesse dei padri. radio e televisivi di Edith… Stupendo il fatto Il Pane Perduto è il racconto di una storia uma- che questa terza parte è la più breve, forse l’a- na, tragicamente dolorosa e grandiosa, dove more vissuto non ha bisogno di molte parole prove di sopravvivenza nei lager, affetti per- per essere raccontato. duti: padre, madre e un fratello scomparsi nei Racconto, “Il Pane perduto”, scritto con un ita- forni crematori, sevizie e tradimenti, non liano leggero, empatico, brillante, di chi ha spengono la luce di una avventura spirituale sposato l’antropologia, la lingua, la cultura di illuminata dai ricordi dei riti con i quali la pic- una terra in cui oggi Edith è fiera di vivere e, le cola Edith era cresciuta accanto alla sua mam- auguriamo, di vivere ancora a lungo. Libro da ma e ad una Comunità nella cui coscienza la non perdere! storia dell’Esodo e di Mosè si mescolava alla Stefania Masala legge “Il Pane perduto” di Edith Bruck preparazione del pane azimo. Pane che rimane (foto di Ivanoe Meloni) Luisa Saba 41 n. 96 Festival del Cinema Albanese | Albania si gira 3° Edizione | Roma (Casa del cinema a Villa Borghese) 1.2.3.4 Luglio 2021 Una selezione esclusiva di film albanesi, italiani e internazionali con la Direzione Artistica di Fabio Bego e Nensi Bego

www.festivaldelcinemalbanese.it Diari di Cineclub | Media partnes 42 [email protected] Festival Ecco la 3° edizione del Lunigiana Cinema Festival A Fivizzano il 2,3,4 Sabato 3 il festival si apre alle 16 con il mini tour in luglio torna il “Luni- ebike alla scoperta di Fivizzano e dintorni orga- giana Cinema Festi- nizzato da Lunigiana Sostenibile Legambien- val, cinema, libri, am- te, Alle 18 reading di poesie del paesologo Franco biente e diritti umani” Arminio, poeta, scrittore e regista, attento alla con tanti eventi,­ ospiti difesa dei piccolo borghi e al rispetto del terri- e sorprese. ­ Il Festival, torio, punto di riferimento contro lo spopola- incentrato sulle tema- mento dell’Italia interna. Ha ideato la Casa Daniele Ceccarini tiche dell’ambiente, della paesologia a Bisaccia e il Festival La luna e dei diritti umani, la tutela e il rispetto per il i calanchi. E’ autore di Vento forte tra Lacedonia e territorio, è patrocinato e realizzato grazie al Candela, Terracarne, Cartoline dai morti e Geo- contributo del Comune di Fivizzano, che so- stiene e promuove l’iniziativa e all’impe- concorso e verrà consegnata una menzione gno dell’assessore alla cultura e al turismo speciale agli studenti della scuola primaria di Francesca Nobili. E’ diretto dal regista Da- Monzone per il corto Ci salvarono gli alberi. niele Ceccarini, realizzato dall’Associazione Ospiti d’onore Daniele Biachessi e Giulio Pe- Tatiana Pavlova insieme a Officine Tok l’Asso- ranzoni, rispettivamente autore e illustrato- ciazione Passi Paesi Parole e il patrocinio di re del filmIl sogno e la ragione. Da Harlem a Black Diari di Cineclub, periodico indipendente di Lives Matter. Presenta Elisabetta Dini. La giuria cultura cinematografica, Russia Privet,- Le del festival è composta da Ugo Di Tullio docen- gambiente e Apuania Film Commission. te di Organizzazione e Legislazione dello Spet- Collocata tra Emilia e Toscana, Fivizzano ve- tacolo Cinematografico e Teatrale presso l’Uni- de ampie parti del suo territorio comprese tra versità di Pisa, Ines Cattabriga regista il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-E- multimediale, Francesco Tassara regista e di- miliano e il Parco Naturale Regionale delle Al- rettore della fotografia, Daniela Marzano Pre- pi Apuane. A Fivizzano si ritrova la magia del- sidente Apuania Film Commission, Mario Mo- la natura. Definita Terra insigne, Il bel cantuccio linari regista e giornalista, Roberto Lamma di Firenze e l’Atene della Lunigiana é sempre cro- autore, Stefano Volpi giornalista Russia Privet cevia di uomini, dalla preistoria, alla Via del e Giordano Giannini critico cinematografico. Volto Santo fino alla lotta di Resistenza. Fi- I cortometraggi finalisti sono suddivisi nella vizzano celebrerà la creatività cinematografi- sezione diritti umani, tema libero, ambiente e ca con giovani cineasti allo scopo di far cono- territorio. Tra i vari riconoscimenti il Premio scere luoghi, storie e tradizioni, favorire il Diari di Cineclub sarà assegnato al miglior cineturismo e la passione per il cinema. Fi- corto a giudizio di una giuria di qualità nomi- vizzano offre l’opportunità di trascorrere nata dalla direzione del periodico, compo- momenti di svago alla ricerca delle bellezze sta da Danilo Amione, docente di Storia del artistiche, culturali e paesaggistiche, tra cinema e del video presso l’Accademia di gli edifici più belli come la Fortezza della Belle Arti di Ragusa. Carmen De Stasio, Verrucola, le architetture, la Chiesa dei saggista d’ambito artistico-letterario e di Santi Jacopo e Antonio, la Piazza Medicea e cultura cinematografica; Angelo Tantaro, Palazzo Fantoni Bononi, Palazzo Coiari, Direttore di Diari di Cineclub. la Chiesa di Santa Maria Assunta di Pogna- Domenica il festival si apre al mattino con na, la Pieve di San Paolo e i conventi del una passeggiata letteraria nei dintorni di Carmine, dei Frati Minori, degli Agostinia- Fivizzano con la guida speciale del poeta e ni a quello con chiostro dei Carmelitani. paesologo Franco Arminio. Alle 18 l’incon- L’edizione si svolgerà all’aperto nel giardi- tro con Maurizio Sentieri, autore di L’ulti- no del Museo di San Giovanni. Sono previ- Fivizzano (MS) ma transumanza e alle 19 con Emanuele Pet- sti appuntamenti con registi, autori e scritto- grafia commossa dell’Italia interna e Lettera a chi tener col libro Floridiana. Alle 21:00 il festival si ri, proiezioni di cortometraggi, documentari non c’era per Bompiani. Arminio presenterà a concluderà con l’incontro sul tema Alle origini che attraverso il cinema affrontano tematiche Fivizzano un reading per ragionare di paesi e dell’ambiente umano con Maurizio Corra- attuali e la cerimonia di premiazione dei fina- paesaggi,. do, Maurizio Sentieri, Antar Corrado, Oreste listi suddivisi nella sezione diritti umani, te- Alle 21 la cerimonia di premiazione con la pro- Verrini e Virginio Sala e la proiezione del cor- ma libero, ambiente e territorio. Per celebrare iezione dei cortometraggi finalisti e fuori tometraggio Seacabò. L’incontro affronta il te- Fivizz­ano, città della stampa,­ oltre alle proie- ma di come la specie umana ha modificato il zioni e incontri dedicati al cinema continua- proprio ambiente dal Neolitco ad oggi. Si è no le presentazioni di libri svolto inoltre il 27 giugno un incontro di aper- Il festival inizierà venerdì 2 luglio con Marino tura introduttivo al festival alle 17.30 con Da- Magliani intervistato da Athos Bigongiali col vide Baroni col romanzo L’angelo del Male men- libro Il cannocchiale del tenente Dumont e conti- tre mercoledì 7 luglio ci sarà l’incontro di nuerà alle 21:00 con il cortometraggio Dipen- chiusura alle 18 con Il sussurro dell’anima di Sa- de tutto da te di Daniele Ceccarini, saranno ra Lombardi e Gian Maria Felicetti. presenti gli autori e l’attore Matteo Taran- Daniele Ceccarini to protagonista del cortometraggio, a seguire Direttore Artistico il gruppo musicale folkrock Visibì si esibirà in https://lunigianacinemafestival.movie.blog/ un concerto dal vivo. Diari di Cineclub | Media partner 43 n. 96

19th TIFF Tirana International Film Festival Tirana, Albania 24 - 30 settembre 2021, è organizzato da Tirana Film Institute con la Direzione del Festival di Agron Domi

www.tiranafilmfest.com Diari di Cineclub | Media partner 44 [email protected] UN WORKSHOP DI FORMAZIONE E SVILUPPO PER LA REALIZZAZIONE DI TRE PROGETTI DI RIUSO CREATIVO DEL CINEMA D’ARCHIVIO

Sono on line, il Bando e il Regolamento della VI edizione del Premio Cesare Zavattini. I filmmaker interessati a partecipare possono inviare i lo- ro progetti entro il 30 luglio 2021, nelle modalità previste dal Regolamento e utilizzando i format scaricabili nella relativa sezione. I materiali au- diovisivi della Fondazione Aamod e degli archivi partner del Premio sono consultabili sui rispettivi canali YouTube e siti internet. Inoltre, sia l’A- amod, sia l’Archivio Luce hanno cataloghi on line che consentono la ricerca dei documenti audiovisivi per titolo, autore e parole chiavi.

www.premiozavattini.it/

Diari di Cineclub | Media partner 45 n. 96 Presentiamo SCENA: rinasce uno spazio culturale per Roma Inaugurato a Trastevere progetto S.C.E.N.A. nei locali ex Filmstudio. Dopo anni di crisi e abbandono, recuperato un luogo storico della capitale L’ex storica sala Filmstudio, che ha scritto una delle pagine culturali più belle della Capitale, diventa SCENA - un acronimo che vuol dire: Spazio, Cinema, Eventi e Nuove Arti. Sarà ge- stito dalla Regione con LazioCREA. Alla pre- senza di Giuliano Montaldo e Margarethe von Trotta, il presidente della Regione Lazio Zin- garetti e Armando Leone, memoria storica e direttore del Filmstudio per 40 anni. L’ex Filmstudio, è il nuovo spazio polivalente e polifunzionale della Regione Lazio. Un luo- go ricco di storia e suggestioni che torna a di- sposizione di tutte e tutti con una offerta cul- turale e formativa sulla Settima Arte e non solo. Un cantiere durato 18 mesi per un’inve- stimento di € 760.000. Uno spazio culturale polivalente con una innovativa sala cinemato- grafica, un’area per incontri reading e mostre, una caffetteria. Il Filmstudio, fondato da Americo Sbardella a Ro- ma, in via degli Orti d’Alibert, 1/c a Trastevere, proprio a fianco del carcere Regina Coeli, nell’au- tunno del 1967, insieme con Annabella Miscuglio e Paolo Castaldini per promuovere il cinema indi- pendente, sperimentale e d’autore. Nel corso de- gli anni, sono stati presentati circa trentamila film. Armando Leone, nel suo intervento ha an- masterclass, appuntamenti per i più piccoli, nunciato che Filmstudio abbandona la sua sede proiezioni dei film coprodotti grazie al bando storica continuando a collaborare con la Regione Lazio Cinema International, presentazione Lazio per il riavvio del luogo ricordando che Film- dei festival di Cinema del Lazio, appuntamen- studio ha resistito fino al 2015. ti di formazione e di progetti con le scuole del- E’ un centro di incontro e di scambio di idee la Regione, mostre fotografiche e video arte. che sarà dedicato al cinema, alla letteratura, SCENA avrà un comitato d’indirizzo gestito dalla alle arti, alla formazione, alla fotografia con Regione Lazio e LazioCrea e che vedrà coinvolti, una grande attenzione alla sostenibilità am- per il momento, alcuni soggetti culturali: Associa- bientale e sociale. Sarà animato da una pro- zione Filmstudio, Roma Lazio Film Commission, grammazione fatta di rassegne di cinema, rasse- Officine Pasolini, Scuola Gian Maria Volonté, gne tematiche sul fumetto e sul cinema di genere, Fondazione Cinema per Roma, Luce Cinecittà,

Armando Leone durante il suo intervento I.I.S.S. Cine-tv Roberto Rossellini, Anec, Anac e 100 autori. Tra i soggetti che saranno invitati a un lavoro comune ci saranno: il Centro Sperimentale di Cinematografia, l’Accademia del Cinema Ita- liano - Premi David di Donatello, i Nastri d’Ar- gento, la Cineteca di Bologna, RAI Cinema e RAI Movie, il Fondo Moravia, Doc.it – Associa- zione Documentaristi Italiani, ATCL, AA- MOD, la Fondazione Roma Europa, il Cinema Aquila, Alice nella città, realtà del territorio come il Municipio I di Roma Capitale, il Cine- ma Nuovo Sacher, la Casa Internazionale del- le donne, il Cinema America, la Comunità di Sant’Egidio, la Comunità Ebraica di Roma e altre realtà che vorranno essere coinvolte. DdC

www.scenaweb.it 46 [email protected] La bellezza e l’illusione La parola-simbolo è sim- biosi di messaggio discor- sivo e di messaggio visivo, diviene il linguaggio di “polis” per la sua ambiva- lenza di lettura, così che il fruitore possa attingere dall’una o dall’altra lettu- ra, o dalla commistione dei due linguaggi (che è l’interpretazione più con- Carmen De Stasio sona a questa esperienza) il messaggio che l’opera- tore gli ha proposto1 Intesa l’azione nel suo mutamento sensibile come derivabile da un ritmo che – nei termini di R. Barthes – può essere riprodotto intenzio- nalmente, sovente si commette l’errore di col- locare frontalmente anche la capacità di me- ditare, anziché scegliere una prospettiva meno ristretta e, altresì, meno sfuggente. Pur nella li- mitatezza della posizione, la spinta è nel pla- smare una forma visuale senza riflettere sul “La recita” - Ο Θίασος (1975) di Theo Angelopoulos fatto che, così disposti, si acceda soltanto a (esemplare La recita di Theo Angelopoulos) in emerge dalla parola cinematica (Austin asse- correlazioni gestuali appiattite sull’istante, una propensione alla coerenza di un movi- riva che fossero le parole a fare le cose) pro- tutt’altro che prevalenti di un ingegno che fa- mento con tutte le porzioni creative dei mol- pone uno stato di non limite, ovverosia, va- ciliti il segno d’illusione che pure concerta la teplici segmenti della memoria. Come non riabilmente articolato di bellezza e capace ricerca di bellezza nell’arte e, nel nostro caso concepire, quindi, condizioni che – al pari di tanto di sollecitare ulteriori esplorazioni attuale, nell’arte in cui l’ingegno comporta la una stesura scritturale in cui le parole sono (ben oltre l’illusorio), quanto di emanciparsi elaborazione dinamica tanto d’inventiva che territorio organizzazione, eccetera – attiva- dall’oligarchia dei dogmi (talora espressi at- di vagheggiamento. In tal senso, non sfugge no una turbolenza di conoscenze, ivi com- traverso stati di clonazione incolore), con- come, aderendo alle evidenze creative, il pro- prese quelle di ordine sintattico e meramen- vergendo verso un’oralità aniconica che si gresso tragga origine da un’energia mentale te fonico, contenute nelle singole grafie sviluppa in volumi e peculiarità tanto impli- – secondo una riflessione di J. S. Mill in Liberty documentarie con uno scopo: la cinemato- cite che esteriorizzate. Ed è nel non limite (1859) – attraverso l’educazione a che il progredire della bellezza un concepimento del tutto nuovo trae giovamento finanche da di arte. Non meno incisivo è il con- quello che può fulmineamente tributo dell’abilità educativa all’e- apparire come segno di illuso- splorazione simultanea che avvie- rietà. Una somma delle cose (così ne nell’ambito cinematografico e chiamata da R. Wilbur), in altri che si configura come azione di termini, dalla quale deriva l’ap- bellezza in una coralità della quale propriatezza dell’intendimento l’illusione è parte integrante, mal- nella continua scoperta di qual- grado non già prevalente. cosa che destabilizza la consue- Partendo da questa considerazio- tudine e consente di accedere alla ne, in effetti, quel che accosta la ci- consapevolezza di un valore na- nematografia a una ricerca di bel- scosto e imperdibile. lezza, superando gli strati della Al pari, dunque, del modo in cui prospettiva visuale, prevede la si- l’artista sconfini ogni volta nella multaneità di riverberi comprensi- materia e con essa osi disporsi a vi che, in quanto tali, non sottendo- una concertazione nuova della no l’esclusività panoramica, quanto realtà, è possibile paragonare la il ricercare all’interno dei legami coscienza della bellezza a un nascosti una condizione di bellezza “La recita” - Ο Θίασος (1975) di Theo Angelopoulos montaggio, le cui componenti so- onnicentrica, inclusiva dell’ermeti- no sottoposte a selezione per rap- co e, talora, indecifrabile dato implicito grafia – in quanto scrittura ritmica di imma- porti costruttivi tanto rispondenti a un equi- nell’impressione temporanea. Evidente si gini – non è a termine, al pari di come un librio insospettabile della forma, tanto più tratti di un’accelerazione che impegna non pensiero non possa essere incanalato in una capaci di conciliare il piacere della scoperta soltanto quanto si presenta frontalmente, ma traiettoria a senso unico. Infatti, sul versante nel rigore di una grammatica che, non pre- anche le dinamiche degli scenari, le tensioni, opposto a quella che Schopenhauer definiva scindendo da alcun segnale oscuro, ricom- le evocazioni attraverso i gesti e le marcate as- incapacità intellettuale, si delinea un’intelaia- pone sullo schermo una sempre nuova rap- senze di questi, le proiezioni attese o anche tura che, aderendo a legami sinaptici esten- presentazione ideografica. caracollanti d’insospettabile, quanto le disso- sibili, permette di seguire la traccia di un ciazioni e le unificazioni di tratti temporali pensiero combinatorio, commissivo e pro- Carmen De Stasio mettente, di relazioni tra segmenti inesauri- 1 R. Apicella, Poesia Visiva degli anni 72, Ca- bili in una valorialità performativa da rico- * Prossimo numero: talogo esposizione «Poesia Visiva Internazionale» Galle- noscere. In questo senso il territorio che La consapevolezza oltre la consuetudine ria “Il Canale” – accademia 878 b Venezia, giugno 1972 47 n. 96

Abbiamo ricevuto Comico sentimentale Enzo Pio Pignatiello Edizioni Istituto Cinematografico dell’Aquila «La Lanterna Magica»

Con Comico sentimentale Enzo Pio Pignatiello, già autore di altri saggi riguardanti il cinema di Laurel & Hardy (Una risata lunga 90 anni. Laurel e Hardy amici per la vita, Ponte Sisto Edi- zioni), ha voluto per la prima volta analizzare l’incontro artistico tra il duo comico e il regi- sta Leo McCarey, una delle figure hollywoo- diane più apprezzate tra gli anni ‘20 e ‘50. Mc- Carey, che ha diretto o ha seguito molte delle comiche iniziali migliori del duo, ha molti meriti nella formazione caratteriale della cop- pia, contribuendo concretamente al loro suc- cesso, poi sempre maggiore, anche grazie ad altri registi. Il sentimentalismo di McCarey, mixato da un’acuto sguardo civile, ha saputo abbracciare la comicità di Laurel & Hardy con un filtro quasi religioso, incredibilmente umano. Il libro, che vanta una prefazione del critico cinematografico Sergio M. Grmek Ger- mani, non è solo uno scrigno di aneddoti e analisi cinematografica, ma anche un viaggio “sentimentale” capace di far riflettere come solo il cinema senza tempo può fare. ​ Laurel e Hardy sono evidentemente caratte- rizzati dai loro aspetti fisici molto diversi, ma si distinguono anche per la natura stessa dei loro due personaggi con ruoli ben definiti. Laurel è, in tutti i film, un essere lunare o in- fantile sempre astratto dalla realtà e apparen- temente dominato dal suo partner. Hardy rappresenta spesso la figura grottesca dell’au- torità, è alla continua ricerca del riconosci- mento sociale. Personalità di grande talento come il regista Clyde Bruckman, lo stesso e so- prattutto Leo McCarey, che alternativamente firmano i soggetti, la regia o la supervisione di un grandissimo numero di film Hal Roach a partire dal 1925, hanno collaborato allo svilup- po di questa formula che avrebbe dato vita ad alcuni dei capolavori del genere e, in partico- lare, ai primi “Laurel & Hardy”. In questi film, il ritmo velocissimo e l’invenzione “a getto continuo” in stile Mack Sennett sono sostitui- ti da una distribuzione calcolata di gag inter- vallate da tempi di pausa durante i quali, per così dire, “si ricaricano le batterie comiche” (J.P.Coursodon). Con Roach e Mc Carey, Laurel e Hardy cree- abiti scuri) e caratteristiche visive come lo quando è imbarazzato) e farà un grande uso ranno un universo partendo da certe costanti slow-burn (letteralmente: combustione lenta) degli sguardi nella cinepresa per tradurre il suo nei loro atteggiamenti e comportamenti di che consiste nel rallentare notevolmente l’a- stupore o la sua rabbia. Laurel userà pianti in- cui possiamo identificare le caratteristiche es- zione, o il double take and fade away che può es- fantili e quella maniera particolare di grattarsi senziali: lentezza dell’azione, logica implaca- sere descritto come segue: sguardo rapido e la testa . Ed entrambi inventeranno il famoso bile delle gag, ripetizioni, unità di luogo, omo- neutro su qualsiasi oggetto o evento, ritorno movimento del mento che scandisce una vitto- geneità della messa in scena, crudeltà dei del viso alla posizione di partenza, tempo di ria (a volte molto effimera) sui loro avversari. rapporti umani, orrore iperbolico delle situa- inattività, quindi reazione tardiva di com- zioni della vita quotidiana, violenza della fu- prensione e di nuovo sguardo accentuato Il comico sentimentale: Leo McCarey incontra Lau- ria distruttiva. I registi si susseguono nei loro sull’oggetto iniziale, questa volta con una rel & Hardy numerosi film, ma i due personaggi rimango- smorfia espressiva (vedi anche la violenza len- Edizioni Istituto Cinematografico dell’Aquila no sempre fedeli alla loro immagine. Elementi ta e ritardata nei diversi scontri). «La Lanterna Magica» Roma 2021 ricorrenti impongono coerenza nella diversità Hardy inventerà, ad esempio, il tie-twiddle pp. 250, ill. delle situazioni: costumi identici (bombette, (muove arrotolando e srotolando una cravatta ISBN: 9788863212334 48 [email protected] 10 indimenticabili film sportivi #Undicesima Puntata

Potrei iniziare questa nuova puntata di 10 FILM con la citazione introduttiva di quello che è considerato uno dei più epici e geniali connubi tra filmogra- fia e sport, Ogni male- detta Domenica, di Oli- ver Stone: “Credo fermamente che l’ora Giorgio Campani più bella per ogni uo- mo, la completa realizzazione di tutto quello che gli sta più a cuore, sia il momento in cui, avendo dato l’anima per una buona causa, egli giace esausto sul campo di battaglia…Vitto- rioso!!!” La frase dell’allenatore di football americano Vince Lombardi, tanto procace di massime e aforismi quanto Sung-Tzu o Oscar Wilde, descrive perfettamente l’intensità emotiva che esprime un’impresa sportiva, tra- sformandosi in una storia poderosa. Spesso rifletto sul significato dello sport, perché l’uo- mo ha inventato questa attività? A volte penso che allenarsi e misurarsi contro altri sia un buon indicatore della propria crescita perso- Harrelson e Wesley Snipes. Per strada non è questa storia perché, se considerate il finale, nale, quindi pratichiamo sport perché diver- come nel NBA, l’uomo bianco è letteralmente credo che quello proposto sia un panorama tendoci desideriamo qualcosa e lavoriamo so- fuori da questo ghetto di giocatori di colore in niente affatto lontano dal più prossimo futuro do per ottenerla. Altre volte penso che la erba, gente che con le partite dei campetti da- dello sport professionistico. competizione sportiva, soprattutto quella tra vanti alla spiaggia ci vive, ci si diverte e ci Caddyshack (Palla da golf), di Harold Ramis, squadre, sia una guerra simulata, altra attivi- campa. Ho sempre sostenuto che una buona 1980. Ci sono decine e decine di film sul golf tà di cui l’uomo sembra non poter fare a me- opera d’arte dovrebbe arrivare al cuore anche (uno di questi sarà anche trattato più avanti), no. Tanta passione, fame, non può che dar vi- di un neofita dell’arte. Ecco, potete anche non ma Palla da Golf è qualcosa di letteralmente ta a scontri e vicende a volte epiche, anche se aver mai visto una partita del NBA, ma quan- unico (insieme al suo seguito, Due palle in buca). la palla sta correndo in un campo di periferia do vedete un giocatore che schiaccia in testa Oltre ad essere un formidabile film sul golf, è piuttosto che al Maracanà o allo Staple Center ad un altro avversario o dribbla in maniera anche una delle migliori commedie sportive di di Los Angeles. Come amante di molti sport, creativa, non c’è bisogno di conoscere le rego- sempre. Sfortunatamente in Italia non è mol- soprattutto gli sport americani, questa tipolo- le del gioco. E’ una emozione enorme. Oltre ad to conosciuto, in America è un vero e proprio gia di film ha sempre rappresentato una spe- essere il film sul basket che, in assoluto, mo- cult. Io ho avuto la fortuna di vedere entrambi cie di categoria protetta, un’ala intoccabile del stra le migliori partite e le migliori mosse dei i film quando ero molto piccolo, perché- tra Cinema. E non importa se la storia raccontata giocatori, è anche una formidabile commedia. smessi continuamente sulle reti della TV ana- sia basata su fatti reali o meno (anche se que- I dialoghi durante le partite, le offese, valgono logica, un altro mondo rispetto ad oggi, e le sto filone narra spesso storie vere di veri atleti). quanto le gesta dei giocatori in campo. Per ci- decine di TV streaming a pagamento. Scono- Un uomo o la sua squadra, assetati di vittorie, tare Harrelson, rivolto a Snipes: Un uomo bian- sciuto ai più è anche il protagonista Chevy col cuore pieno di sogni, pronti a scontrarsi co preferisce vincere e poi fare bella figura. Un nero Chase, che negli States gode della stessa noto- con altrettanti individui, è un immaginario preferisce prima fare bella figura e poi vincere. Altri rietà di altri protagonisti di questi due film, ideale in cui noi tutti ci caliamo nel tempo di due fattori determinanti: la colonna sonora, con come Bill Murray e (nel secondo episodio) il uno schiocco di dita, perché narra indiretta- svariati pezzi di James Brown, e Snipes doppiato gran Dan Aykroyd. Il regista è il grandissimo mente di ogni nostra lotta personale, anche se dal compianto Nino Accolla (la voce doppiatrice Harold Ramis, l’Egon Spengler dei Ghostbusters, non ha a che fare con lo sport: sacrificio e de- di Homer Simpson e Eddie Murphy). insieme a Murray e Aykroyd appunto. dizione sono due parole chiave. Iniziamo: High Flying Bird, di Steven Soderbergh, 2019. Jerry Maguire, di Cameron Crowe, 1996. Il Chi non salta bianco è, di Ron Shelton, 1992. Ne- Se possibile, High Flying Bird è l’esatto opposto mondo dei procuratori sportivi viene toccato gli anni novanta, mentre il Cinema america- di Chi non salta bianco è. Mentre uno è basato anche da questa celebre commedia america- no continuava a produrre pellicole dedicate tutto sulle gesta in campo dei giocatori, nel na, dove il protagonista Tom Cruise, uomo re- alla pallacanestro professionistica (Basta vin- film di Soderbergh non vedremo una singola alizzato e di successo, comincia a riflettere cere, Glory Road, Coach Carter, o addirittura He mossa sul campo. Il protagonista è Ray Burke, sulla sua vita e sul suo lavoro. Egli è la punta di got game, di Spike Lee, dove il protagonista è procuratore di alcuni giocatori NBA, che si diamante di un’agenzia di procuratori, che un vero e proprio giocatore della NBA, Ray Al- trova a dover affrontare una “serrata”, ovvero cura il top dei campioni della NFL, la Lega del len), uscì questa pellicola che tratta del vero un blocco del campionato dettato dai giocato- Football americano. Pubblica per tutti i suoi punto in cui ogni campione cresce: il basket di ri scioperanti. Soderbergh punta tutto su una colleghi una relazione programmatica, un te- strada. Il regista Ron Shelton, un vero e pro- sceneggiatura brillante e pungente. E’ inoltre sto di qualche decina di pagine dove parla prio esperto del genere, visto che la sua pro- il secondo film che il regista americano gira dell’importanza di guadagnare meno soldi e duzione si baserà quasi interamente sui film interamente con un iPhone. Si toccheranno curare di più i giocatori come persone umane. Da sportivi, mette insieme per la prima volta una temi come il Salary Cap, i diriti televisivi delle lì a qualche giorno questo slancio di coscienza lo potenziale coppia esplosiva: Woodie partite, e mi sento di consigliare vivamente segue a pag. successiva 49 n. 96

segue da pag. precedente porterà ad essere licenziato in tronco, riu- scendo a mantenere solo uno dei suoi assisti- ti, Rod Tidwell (Cuba Gooding Junior), eccen- trico giocatore tutto cuore. Scoprirà chi davvero è Jerry Maguire, cosa vuole e cosa conta di più nella sua vita, amore compreso. La sceneggiatura e le interpretazioni dei due protagonisti sono, da soli, quasi tutto il film. Major League, di David Ward, 1990. Sempre nel decennio dei 90’s abbiamo una lunga lista di film che parlano di vicende e squadre di base- ball che partono dalle stalle e finiscono alle stelle. Potremmo citarne decine di esempi. Major League è probabilmente l’esempio mas- simo di questo filone cinematografico. Si va da Tom Berenguer, attempato catcher ormai prossimo al ritiro, Charlie “Wild Thing” She- en, lanciatore dal braccio d’acciaio ma con “Ogni maledetta domenica” (1999) di Oliver Stone qualche problema alla vista, Wesley Snipes, corridore fulmineo, il battitore cubano Cerra- il protaqonista, Roy Munson (Woodie Harrel- ad alcuni film con il grandissimo Bruce Lee. no, e via discorrendo. Tutti fanno parte della son). Un bambino prodigio, un predestinato, In fine, le vicende sono ispirate a quelle del ve- nuova formazione dei Cleveland Indians, un Lionel Messi del bowling. Un ragazzo ed ro Frank Dux. squadra allo sbando che non vince un campio- un uomo la cui vita sembra, per voleri supe- The Program, di David Ward, 1993. Sarebbe nato dagli anni 40. La presidentessa degli In- riori, indirizzata verso la fama ed il successo. troppo facile citare Ogni maledetta Domenica sul dians non a caso ha voluto mettere insieme Ovviamente tutto questo non succederà, per- trono di miglior film sul football americano. questa combriccola di matricole e perdenti. Il ché il giovane Munson resterà vittima di Quando uscì, The Program destò un interesse suo obbiettivo è quello di portare gli Indians un’aggressione che gli farà perdere la mano sempre più crescente, perché oltre a mostrare all’ultimo posto del campionato. Potete solo destra, la parte del corpo più preziosa che ha. azioni di gioco e di allenamento molto più immaginare come andrà a finire. Basterebbe Dopo alcuni anni, grasso, senza capelli, alco- crude dei suoi predecessori di genere, dipin- solo il commentatore delle partite degli In- lizzato, depresso, deciderà di rimettersi in geva un ritratto del football americano uni- dians a farmi riguardare per la settantesima gioco, proprio contro il suo più grande nemi- versitario non proprio edificante. Le Univer- volta questo film. co. sità in America non sono solo luoghi dove si Tin Cup, di Ron Shelton, 1996. A mio studia e ci si forma per la propria pro- modo di vedere uno dei film a tema fessione. Sono anche mini città in cui sportivo mai visti di sempre ed una del- si sviluppano campioni. L’università è le migliori sceneggiature di sempre in la fucina ed il nido per ogni grande gio- questo ambito. Ancora Ron Shelton, si. catore dei futuri campionati professio- Roy McAvoy, un grande Kevin Kostner, nistici. è il classico genio sportivo ridotto in Mean Machine, di Barry Skolnick, 2001. miseria, ridotto a vivere in un camper Ho scelto questo film sul calcio perché in qualche parte del Texas e ad umiliar- rappresenta una scelta non banale e si ad insegnare il golf a qualche danaru- molto significativa per questo tipo di to amatore. McAvoy ha un carattere sport. Per molti motivi: e non tanto molto deciso, ma anche molto testardo. perché sembri voler fare il verso ad uno Per citare ancora la frase di Chi non salta dei più famosi film calcistici del cine- bianco è, lui punta più alla grandezza “Senza esclusione di colpi” (1988) di Newt Arnold ma, Fuga per la vittoria, con Stallone ed che a vincere, molto spesso anche al li- il grande Pelè, ma anche perché am- mite dell’autoumiliazione. L’incontro con la Senza Esclusione di colpi, di Newt Arnold, 1988. bientato in un carcere. Protagonista ne è sem- Dottoressa Molly (Renè Russo), lo convincerà Forse uno dei cinque film sulle arti marziali pre un (ex) calciatore, Vinnie Jones, che ha re- a partecipare agli US Open. Uno dei passaggi migliori di sempre. Jean-Claude Van Damme almente dei trascorsi in Premiere League più belli di questa bellissima commedia, per è stato uno dei più grandi interpreti di questo come centrocampista. Anzi, se avrete la pa- me, è stato conoscere per la prima volta un filone e a mio avviso questo è il suo più grande zienza di cercare qualche documentario su fattore che è realmente vero. Nel golf non c’ è film. Allenato da un maestro giapponese, che Youtube, vi potrete rendere conto di quanto uno status quo vero e proprio. Se io, Giorgio poi in seguito perderà il proprio figlio, Frank Jones era competitivo e spietato sul campo. Campani, completo sconosciuto, decido di Dux si dedicherà completamente ad affinare Una delle più classiche commedie sportive partecipare al più grande evento golfistico del la sua mente ed il suo corpo alla lotta, con l’ob- dove, proprio come in Fuga per la vittoria, i mondo, gli US Open, posso farlo (ovviamente biettivo di partecipare al Kumitè, un torneo venti minuti finali sono dedicati alla partita superando delle eliminatorie). Il golf è uno clandestino, famoso per la sua crudeltà ed il tra Secondini e Carcerati. Partita davvero degli sport più democratici e meritocratici del suo prestigio. Lottatori da tutto il mondo, emozionante. Basterebbe solo quella a consi- mondo. Altra sceneggiatura da urlo, per que- ogni anno, partecipano al Kumitè. Se vi ricor- gliarvi di vedere questo film. Consiglio anche sto meraviglioso film. date i videogiochi degli anni novanta come qualche outsider su sport meno noti, ma sem- Kingpin, dei fratelli Farrely, 1996. Un’altra com- Street Fighter o Mortal Kombat, quei tornei sono pre validi: Giorni di tuono (sulle corse del cam- media, genere che si presta bene a tema sport. un perfetto esempio di cosa sia il Kumitè. Oltre pionato Nascar), Io, Tonya (pattinaggio arti- Mi ha sempre colpito la storia di questo film ad avere le migliori scene di combattimento che stico), Lo Spaccone e Il colore dei soldi (biliardo), perché, come spesso i Farrely sanno fare, si io ricordi, questo film ha anche molti altri pregi. Miracle (Hockey), Cool Runnings (bob a quat- parla di una tragedia o di un dramma umano Come la fantastica colonna sonora di Paul Hert- tro), Over the top (braccio di ferro), Palle al balzo ridendo a crepapelle, senza però sminuirlo. I zog e la partecipazione di Bolo Yeung, combat- (palla avvelenata). primi cinque minuti di film ci fanno conoscere tente attore molto famoso per aver partecipato Giorgio Campani 50 [email protected]

51 n. 96 Cineforum nuova serie n.2 | Rivista trimestrale di cultura cinematografica

6 editoriale Emanuela Martini PRIMO PIANO 8 Chiara Borroni, Maria Paola Pierini Quando eravamo moderne Le donne allo specchio degli anni 60 e 70 16 Paola Cristalli La scuola della commedia Il vento lieve dell’immoralità 26 Maurizio Porro Maria Altenburger probabilmente Il lato oscuro di Alida Valli 32 Emanuela Martini Bad Girls 1930-oggi GRANDE SCHERMO 45 The Father di Florian Zeller Massimo Causo La mente che cancella Le stanze cangianti di Anthony (Hopkins) 52 Sesso sfortunato o follie porno di Radu Jude Pietro Bianchi Mondo di merce Il grottesco in tre capitoli vincitore di Berlino 58 First Cow di Kelly Reichardt Federico Gironi Amici di latte C’era una volta… il Sogno Americano FLASH FORWARD 64 Giulio Sangiorgio Quentin Dupieux I film “per nessun motivo” di Mr. Oizo FOCUS 72 Anna Di Niccolò Ammaniti 73 Intervista a 112 Paola Casella Salvatore Mereu Riveduto e politicamente corretto La signora delle mosche 96 Gualtiero De Marinis L’Apocalisse mediterranea della nuova serie I luoghi Un latte di soia da Starbucks dello scrittore-regista Mappa con le location dei film 116 78 STARDUST MEMORIES Il lungo addio Paola Casella 101 Paolo Vecchi Chi ha paura dell’Uomo Nero? Massimo Lastrucci «Mon voyage à travers le cinéma» Intervista a Niccolò Ammaniti Il Giusto, l’Avvocato e il Bandito Per ricordare Bertrand Tavernier PAESAGGI ITALIANI L’uomo che uccise Liberty Valance al Cinema FESTIVAL 85 Ritrovato di Bologna Berlino 2021 Federico Pedroni NOTEBOOK 122 L’isola che c’è 108 Lorenzo Rossi Breve storia del cinema (non) sardo Belli e dannati L’Europa ritrovata 92 Gianni Amelio 126 Federico Pedroni Fedora Roberto Manassero Sentirsi a casa Il canto del cigno Intervista ad Alexandre Koberidze 52 [email protected]

3a edizione Premio Ermanno Olmi

Torna a Bergamo il Premio Ermanno Olmi per il miglior cortometraggio. Il Premio vuole essere di sostegno e promozione ai film realizzati da giovani autori under 30.

Deadline 16 ottobre 2021

Torna a Bergamo il Premio Ermanno Olmi, nato per promuovere e valorizzare i cortometraggi di giovani registi italiani e stranieri, e indet- to per ricordare il cineasta originario della bergamasca.

Il Premio, rivolto ad autori che non abbiano superato 30 anni di età, prevede 3 riconoscimenti in denaro (1.200€, 500€, 300€) - messi a di- sposizione dall’Associazione Bergamo Film Meeting Onlus - e una menzione speciale all’opera più significativa che rifletta sulla necessità di salvaguardare la Terra, tema oggi attualissimo e sempre caro al regista, che lo ha celebrato anche nel cortometraggio Il Pianeta che ci ospita, presentato in occasione di Expo 2015.

Il termine massimo per inviare i film, a cui possono partecipare opere della durata massima di 15 minuti, di finzione, documentarie o d’ani- mazione prodotte nel 2020 e nel 2021 è fissato al 16 ottobre 2021. (Infoe iscrizioni: www.premioolmi.it)

La proclamazione dei vincitori è prevista per giovedì 2 dicembre 2021 presso l’Auditorium di Piazza della Libertà a Bergamo, o in altro luogo ritenuto idoneo. Nel caso in cui alla data indicata ci fossero ancora in atto misure di contenimento dovute all’emergenza sanitaria Covid-19, la cerimonia di premiazione e la proiezione dei film finalisti saranno trasmesse on line, su piattaforma streaming dedicata.

Così l’Assessore alla cultura Nadia Ghisalberti «La terza edizione del Premio Ermanno Olmi, testimonia il ruolo significativo della cultura nella ripresa, in un momento in cui è necessario affrontare tematiche non più rimandabili come la centralità dei giovani: questa è l’occasio- ne per offrire loro un palcoscenico sul quale mettere in mostra la propria creatività, dopo il terribile periodo di lockdown che ha inevitabil- mente stroncato tutte le occasioni di visibilità. Una menzione speciale è destinata ai cortometraggi capaci di raccontare il rapporto tra Uo- mo e Natura e le interazioni dell’uomo sul paesaggio e sull’ambiente, tematiche care al Maestro Olmi. Coerentemente il premio ha il riconoscimento Greenfest dato agli eventi culturali che rispettano i criteri minimi ambientali stabili dall’Unione Europea. Infine il Premio porta a Bergamo una visione dalle tante parti del mondo da cui provengono i numerosi participanti ed è quindi un’iniziativa di respiro in- ternazionale».

Il Premio Ermanno Olmi è promosso dal Comune di Bergamo, con il supporto organizzativo di FIC – Federazione Italiana Cineforum e la collaborazione di Bergamo Film Meeting Onlus.

In linea con i Criteri Minimi Ambientali, parametri di sostenibilità per le manifestazioni culturali accolti dal Comune di Bergamo, il Premio partecipa al progetto europeo Green Fest: un impegno civile per coniugare ambiente e cultura, e un doveroso omaggio a Ermanno Olmi, la cui cinematografia è sempre stata attenta alle tematiche ambientali.

Premio Ermanno Olmi [email protected] | www.premioolmi.it www.facebook.com/premioolmi +39 348 1022828 Ufficio Stampa Ada Tullo [email protected] | +39 349 2674900

53 n. 96

DdCR | Diari di Cineclub Radio - PODCAST dal 21 maggio 2021 all’11 giugno

Roma e i suoi fasti | Trentaquattresima Puntata. | https://bit.ly/34U8X5R |01.06.2021|02:4019. | https://bit.ly/3yMKzRk “Valente, Graziano e Teodosio”. Conduce Roberto 17. Edizione Biografilm Festival | Terza Puntata. Edizione del Florence Korea Film Fest | Settima Luciani. |11.06.2021|12:54 | https://bit.ly/3go9eU1 Bologna 4-14 giugno 2021. Diario di un cinefilo a Puntata. Sesta Giornata. 21-28 maggio 2021. 17. Edizione Biografilm Festival | Settima Puntata. cura di Ugo Baistrocchi. |07.06.2021|22:37 | https:// Diario di un cinefilo a cura di Ugo Baistrocchi. Bologna 4-14 giugno 2021. Diario di un cinefilo a bit.ly/3z8FjYr |01.06.2021|27:00 | https://bit.ly/2RZCacL cura di Ugo Baistrocchi. |11.06.2021|35:37 | https:// 17. Edizione Biografilm Festival | Seconda Punta- Raccontare la Fotografia | Ottava Puntata. Tina bit.ly/3iGqQgq ta. Bologna 4-14 giugno 2021. Diario di un cinefilo a Modotti - Lettere d’amore a Edward Weston. Con- Daniela Murru legge Gramsci (LVII). Lettura della cura di Ugo Baistrocchi. |06.06.2021|23:43 | https:// duce Iris Claudia Pezzali. |31.05.2021|10:10 | ht- lettera scritta da Antonio Gramsci a sua cognata bit.ly/3ilEAgD tps://bit.ly/3vEHy3I Tatiana Schucht, dal carcere milanese di San Vitto- 17. Edizione Biografilm Festival | Prima Puntata. Artistica-Mente | Ventisettesima Puntata. I sarco- re: Milano, 9 aprile 1928 |11.06.2021|07:12 | https:// Bologna 4-14 giugno 2021. Diario di un cinefilo a fagi di Tuscania . Conduce Mariella Pizziconi. bit.ly/3wdXdXZ cura di Ugo Baistrocchi.05.06.2021|21:56 | https:// |31.05.2021|10:46 | https://bit.ly/3uDY2Yt Pasolini legge Pasolini | Terza Parte. Meditazione bit.ly/3z6q5Dt 19. Edizione del Florence Korea Film Fest | Sesta Orale di Pier Paolo Pasolini. |10.06.2021|03:29 | ht- Le persecuzioni razziali e la Shoah | VIII Puntata. Puntata. Quinta Giornata. 21-28 maggio 2021. Dia- tps://bit.ly/359EFMs La propaganda antisemita nazista e fascista. Con- rio di un cinefilo a cura di Ugo Baistrocchi. Magnifica ossessione, la rubrica mensile di Anto- duce Giorgio Ajò. |04.06.2021|04:46 | https://bit. |31.05.2021|02:28 | https://bit.ly/3i4qDU5 nio Falcone (XII). Dedicata ad Alida Valli e al film ly/2T1QuS0 Poesia del ‘900 (XLIX). Pierfranco Bruni legge da lei interpretato “Il caso Paradine”. Roma e i suoi fasti | Trentatreesima Puntata. Franco Battiato, “E ti vengo a cercare” 1988, da “Fi- |10.06.2021|11:36 | https://bit.ly/2REex9q “Giuliano l’Apostata, Gioviano, Valentiniano siognomica”, 1988. |25.05.2021|02:28 | https://bit. 17. Edizione Biografilm Festival | Sesta Puntata. I”. Conduce Roberto Luciani. |04.06.2021|10:15 ly/3wyETZu Bologna 4-14 giugno 2021. Diario di un cinefilo a | https://bit.ly/2TxL3KY La storia del cinema | Lezione XI. Prof. Paolo Mi- cura di Ugo Baistrocchi |10.06.2021|21:08 | https:// Daniela Murru legge Gramsci (LVI). Lettura della nuto, l’appuntamento periodico di cultura cine- bit.ly/3zjoqKD lettera scritta da Antonio Gramsci a sua madre, matografica. | Giuseppe, il Bertolucci insolito au- Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XLVIII). Giuseppina Marcias, dal carcere milanese di San tore. |25.05.2021|16:5119. | https://bit.ly/3yyS7qO Leggo la poesia “Ancora sulla restaurazione di Sini- Vittore: Milano, 26 marzo 1928. |04.06.2021|03:31 | Edizione del Florence Korea Film Fest | Quinta stra” facente parte della raccolta Trasumanar e Or- https://bit.ly/3fNmEcV Puntata. Quarta Giornata. 21-28 maggio 2021. Dia- ganizzar (Garzanti 1971). |10.06.2021|02:55 | Pasolini legge Pasolini | Seconda Parte. Le ceneri rio di un cinefilo a cura di Ugo Baistrocchi. Ut pictura poësis | Terza Puntata. Toti Scialoja. di Gramsci è una raccolta di poesie di Pier Paolo |25.05.2021|25:14 | https://bit.ly/2Tfttvg Conduce Sebastiana Gangemi |09.06.2021|06:56 | Pasolini pubblicata da Garzanti nel 1957. Artistica-Mente | Ventiseiesima Puntata. La Nike https://bit.ly/3zfvZC7 |03.06.2021|18:29 | https://bit.ly/3wRSsDm di Samotracia. Conduce Mariella Pizziconi. 17. Edizione Biografilm Festival | Quinta Puntata. 19. Edizione del Florence Korea Film Fest | Nona |24.05.2021|06:51 | https://bit.ly/2SkHOWT Bologna 4-14 giugno 2021. Diario di un cinefilo a Puntata.Ottava Giornata. 21-28 maggio 2021. Dia- 19. Edizione del Florence Korea Film Fest | Quarta cura di Ugo Baistrocchi. |09.06.2021|28:32 | ht- rio di un cinefilo a cura di Ugo Baistrocchi. Puntata. Terza Giornata. 21-28 maggio 2021. Dia- tps://bit.ly/2ScvTL3 |03.06.2021|18:35 | https://bit.ly/3cguM3B rio di un cinefilo a cura di Ugo Baistrocchi. Nobel per la letteratura | Quarantatreesima Pun- Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XLVII). In- |24.05.2021|26:32 | https://bit.ly/3uevNiV tata. George Bernard Shaw, premiato nel 1925. troduco brevemente e leggo la poesia “La restaura- 19. Edizione del Florence Korea Film Fest | L’incipit della commedia “Pigmalione”, del 1912. zione di Sinistra”; dall’opera Trasumanar e Orga- Terza Puntata. Seconda Giornata. 21-28 mag- Conduce Maria Rosaria Perilli. |09.06.2021|04:44 | nizzar (Garzanti, 1971). |03.06.2021|04:08 | https:// gio 2021. Diario di un cinefilo a cura di Ugo https://bit.ly/3v4aTTZ bit.ly/3fLKYMt Baistrocchi. |23.05.2021|31:21 | https://bit. Poesia del ‘900 (LI). Pierfranco Bruni Gabriele Ut pictura poësis | Seconda Puntata. Scipione. ly/3fF7tBp D’Annunzio , “La pioggia nel pineto” 1902 1903, da Conduce Sebastiana Gangemi |02.06.2021|07:2519. 19. Edizione del Florence Korea Film Fest | Secon- “Alcyone”, 1903.| 08.06.2021|05:41 | https://bit.ly/ | https://bit.ly/3c96Jn1 da Puntata. Prima Giornata. 21-28 maggio 2021. 3g1sOpX Edizione del Florence Korea Film Fest | Ottava Diario di un cinefilo a cura di Ugo Baistrocchi. 17. Edizione Biografilm Festival | Quarta Puntata. Puntata. Settima Giornata. 21-28 maggio 2021. |22.05.2021|19:55 | https://bit.ly/3vdDFCr Bologna 4-14 giugno 2021. Diario di un cinefilo a Diario di un cinefilo a cura di Ugo Baistrocchi. Le persecuzioni razziali e la Shoah | VII Punta- cura di Ugo Baistrocchi. |08.06.2021|27:21 | https:// |02.06.2021|26:13 | https://bit.ly/3g6pOre ta. “Il processo Eichmann”. Conduce Giorgio bit.ly/3g3sHuo Nobel per la letteratura | Quarantaduesima Punta- Ajò. |21.05.2021|11:21 | https://bit.ly/3fR3H8n La lanterna magica di Bergman | Quattordicesima ta. Seamus Heaney, premiato nel 1995. Dalla silloge Roma e i suoi fasti | Trentaduesima Puntata. Parte. “Bergman e Greta Garbo”. Conduce Roberto “Death of a Naturalist” del 1966, la poesia “Diggin- “I figli di Costantino il Grande”. Conduce Ro- Chiesi. |08.06.2021|09:19 | https://bit.ly/3g2MMRy gs” (Scavando). Conduce Maria Rosaria Perilli. berto Luciani. |21.05.2021|08:36 | https://bit. Artistica-Mente | Ventottesima Puntata. La Villa |02.06.2021|03:39 | https://bit.ly/3fJyQeI ly/345RSW5 dei Misteri a Pompei e il Palazzo di Traiano a Spa- Poesia del ‘900 (L). Pierfranco Bruni legge Tagore , lato. Conduce Mariella Pizziconi. |07.06.2021|08:13 “La mia giovinezza”” 1915, da “Balaka”, 1916. a cura di Nicola De Carlo 54 [email protected] Diari di Cineclub | YouTube www.youtube.com/diaridicineclub Ultimi programmi caricati sul canale di Diari di Cineclub di YouTube mese di Giugno. Inizia a seguire i nostri programmi video. Iscriviti, è gratuito diretto da Clyde Bruckman. | https:// Pick and Shovel è un youtu.be/UulDzM8QA7w cortometraggio muto I due galeotti (The Second Hundred del 1923 diretto da Ge- Years) è un film del 1927 diretto da orge Jeske e prodotto Fred Guiol con Laurel & Hardy. Ben- da Hal Roach con Stan ché i due attori in questa pellicola in- Laurel. Il cortome- terpretino il ruolo di “Piccolo gonzo” traggio fu presentato e “Grande gonzo”, già si cominciano Nicola De Carlo il 17 giugno 1923. a delineare gli aspetti di Stanlio e Ol- [Part 1] | https://youtu.be/ALqiMz2jhuA lio che porteranno la celebre coppia Pick & Shovel [1923] [Part 2] | https://youtu. al successo. Il film segnala il passag- be/2DL5Rh9HK0Q gio di Roach dalla Pathé alla Metro A Man About Town (tradotto in italiano Sulla Goldwyn Mayer. | https://youtu.be/ buona pista) è un cortometraggio muto del Q61rlZk5wyc 1923 diretto da George Jeske. Prodotto da Hal Giù i cappelli (Hats Off) di Hal Yates Roach, è interpretato da Stan Laurel. Il corto- (1927) | https://youtu.be/Nj0spGrb- Silone | https://youtu.be/PTG0HW75-88 metraggio fu distribuito dalla Pathé Exchan- 1cA ge, uscendo in sala il 16 settembre 1923. | ht- I detective pensano (Do Detectives Think?) è Sceneggiato RAI del 1969, tratto dall’omonimo tps://youtu.be/w_HyZOYSmuQ un cortometraggio del 1927 diretto da Fred romanzo di Ignazio Silone edito nel 1956. Tra è un cortometraggio muto Guiol. È il primo film in cui Laurel & Hardy in- gli interpreti annovera Turi Ferro, Lydia Al- del 1923 diretto da Ralph Ceder e prodotto da dossano le loro tipiche bombette. | https:// fonsi, Ferruccio De Ceresa. Hal Roach con Stan Laurel. Il cortometraggio youtu.be/Io4mlFWnBzU Il segreto di Luca [puntata 3di4] - da Ignazio fu diffuso il 30 settembre 1923. | https://you- Buon compleanno Faber | Diari di Cineclub Silone | https://youtu.be/EfuRZcuKRCQ tu.be/2eJn8kPhQGE Media Partner Il segreto di Luca [puntata 4di4] - da Ignazio è un cortometraggio muto del Mi sono innamorato di Pippa Bacca con Si- Silone | https://youtu.be/GcyuPtSUnxI 1923 diretto da J.A. Howe e prodotto da Hal mone Manetti (regista) Antonietta Pasqualina Fontamara di Ignazio Silone regia Carlo Liz- Roach con Stan Laurel. | https://youtu.be/ di Marineo (sorella di Pippa) Michele Lobac- zani 1980 | https://youtu.be/yj4fZNQhSzQ x4ihOqN3oNg caro (Radiodervish) coordina Marco Asunis Giulio Bosetti - Aspettando Godot di Samuel Gli sporcaccioni () è un film del (PRESIDENTE FICC) | https://youtu.be/ Beckett | https://youtu.be/wKWthWEQPfE 1923 diretto da Ralph Ceder. Il cortometrag- gwuLKnjY5wQ Agamennone di Eschilo - 1966 di Mario Ferre- gio, con protagonista Stan Laurel, è una paro- Il caso Braibanti con Carmen Giardina (regi- ro | https://youtu.be/sZPADEJUXUI dia del film dello stesso anno I predatori; pro- sta) coordina Marco Asunis (PRESIDENTE Sofocle Antigone di Cottafavi | https://youtu. dotto dalla Hal Roach Studios, fu distribuito FICC) | https://youtu.be/GgZaOq5Xd-c be/jIE5y42FElw negli Stati Uniti dalla Pathé il 25 novembre Il Festival dei diritti umani di Napoli con Dei Sepolcri (Ugo Foscolo)- Vittorio Gassman 1923. Il film è circolante anche in una versione Maurizio Del Bufalo (coordinatore del Festi- | https://youtu.be/wudFQ9mDXFw accorciata a 10 minuti, che fu anche pubblica- val dei diritti umani di Napoli) Duccio Facchi- Eneide (prima parte) / RAI, 1971 | https://you- ta in DVD-Video con sottotitoli in italiano dal- ni (direttore Altra Economia) Luisa Morganti- tu.be/CrL4NkN_X34 la Ermitage Cinema. | https://youtu.be/BA- ni (Assopace Palestina) coordina Marco L’Eneide è uno sceneggiato televisivo RAI del xLR56cgqg Asunis (PRESIDENTE FICC) | https://youtu. 1971, diretto da Franco Rossi ed interpretato è un cortometraggio muto be/jPN5z38x76E da Giulio Brogi nel ruolo di Enea del 1923 diretto da Hal Roach e Robin William- Riflessioni su arte e cinema | Giacinto Zappa- Eneide (seconda parte) / RAI, 1971 | https:// son, prodotto da Hal Roach con Stan Laurel. Il costa youtu.be/4ht_lC6bqYM cortometraggio fu distribuito il 9 dicembre Gregorio Allegri: Miserere - The Choir of Eneide (terza parte) / RAI, 1971 | https://youtu. 1923. | https://youtu.be/btkUS5Mrgpk Claire College, Cambridge, Timothy Brown | be/tkKybt2VuTQ Thundering Fleas di Robert F. McGowan https://youtu.be/IA88AS6Wy_4 Socrate - di Roberto Rossellini (1970) | https:// (1926) | https://youtu.be/tOkX34Qd5ew Li chiamarono Briganti di Pasquale Squitieri, youtu.be/bKd2TwVrkv8 Amale e piangi (Love ‘Em and Weep) è una co- 1999 | https://youtu.be/Uw4cO5fTk2E La mandragola prima parte di Alberto Lattua- mica muta del 1927 con protagonisti Stan Lau- Vino e pane [puntata 1di4] - da Ignazio Silone da | https://youtu.be/2lcnNUOE5vs rel e James Finlayson. Laurel & Hardy al loro | https://youtu.be/-Y71l-C4z9Q La mandragola 1965 seconda parte di Alberto quinto film non erano infatti ancora- cono Sceneggiato RAI in quattro puntate del 1973, Lattuada | https://youtu.be/Z7G45edXF7k sciuti come coppia: interpreta tratto dall’omonimo romanzo di Ignazio Silo- Albertazzi nei panni di Machiavelli | https:// infatti un ruolo di secondo piano. | https:// ne (1955). Tra gli interpreti, Pier Paolo Cappo- youtu.be/cF_V8Bs3wBk youtu.be/NSpDZUqDwEI ni - Scilla Gabel - Lina Polito - Diego Michelot- L’avventura di un povero cristiano di Ignazio Come mi pento (conosciuto anche come Ric- ti - Nino Castelnuovo - Anita Laurenzi, Andrea Silone - Prima Parte | https://youtu.be/ coni) è un cortometraggio comico muto del Checchi. c7kFXAqWLA0 1927 diretto da Fred Guiol e Leo McCarey con Vino e pane [puntata 2di4]- da Ignazio Silone L’avventura di un povero cristiano di Ignazio Laurel & Hardy. | https://youtu.be/GykJ0r- | https://youtu.be/3v55ivSUaTw Silone - Seconda Parte | https://youtu.be/ ZKh2c Vino e pane [puntata 3di4] - da Ignazio Silone Tg6nx87Fiz0 Una famiglia di matti (Call of the Cuckoo, | https://youtu.be/WcAdE9XslO8 Ignazio Silone: l’avventura di un povero cri- nell’originale inglese) è un cortometraggio del Vino e pane [puntata 4di4] - da Ignazio Silone stiano abruzzese | https://youtu.be/HqkOk- 1927 con protagonista Max Davidson e inter- | https://youtu.be/r5dSRbcx2bk SPwu-U pretato tra gli altri anche da Stanlio e Ollio, Il segreto di Luca [puntata 2di4] - da Ignazio a cura di Nicola De Carlo 55 n. 96

Ripubblichiamo con new entry segnalate dai lettori offesi per alcune involontarie esclusioni La televisione del nulla e dell’isteria (LI ) La Rai TV, insieme al cinema, è stata la più grande industria culturale del paese, che ha favorito l’integrazione nazionale, una lingua comune a tutti, il superamento dei dialetti locali, la possibilità di accesso ad una qualità formativa prima riservata a pochi. L’avvento della TV commerciale ha portato al ribasso senza alcuna resistenza da parte di un pubblico ormai educato ad essere oggetto di consumo in una società dello spettacolo, effimero, volgare, evasivo che conduce alla resa. La TV è anche il più importante mezzo di comunicazione capace di mutare i costumi e le abitu- dini degli spettatori. E il massacro è avvenuto con la responsabilità dei politici interessati alle logiche di spartizione del potere e di favorire risor- se senza un progetto culturale. Ma oggi, quale è la responsabilità di questa ex industria culturale sulla formazione e lo sviluppo del bullismo ita- lico? Chi sono e cosa hanno in comune tra di loro questi personaggi, quale è il loro contributo alla cultura del nostro paese e al resto del pianeta. Perchè la TV dedica molta attenzione a questi personaggi che tutta questa bellezza non hanno e quindi incapaci di condurre e donare bellezza e garbo? Contiamo sui vostri contributi per capirci qualcosa su questa unica “buona scuola” del nulla e dell’isteria. Quale può essere il nostro im- pegno verso la TV che va difesa dai partiti e aiutata a migliorare nella capacità di produzione culturale contro sprechi, clientele e lottizzazioni.

“...Fra 30 anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione...”

(Profezia avverata)

Piero Sansonetti Paolo Del Debbio Sandra Milo Mauro Corona

Marco Amleto Belelli noto Alessandro Cecchi Paone Alessia Marcuzzi Alfonso Signorini Antonella Clerici come divino Otelma

Barbara D’Urso Fabio Fazio Gigi Marzullo Flavio Insinna Bruno Vespa

Maria De Filippi Mario Giordano Massimo Giletti Maurizio Costanzo Vittorio Sgarbi

Simona Ventura Teo Mammucari Mara Venier Mara Maionchi Tina Cipollari segue a pag. successiva 56 [email protected]

segue da pag. precedente

Gigi e Ross Gialappàs Band Tiziano Crudeli Angela Troina (Favolosa cubista) Luca Barbareschi

Cristiano Malgioglio Platinette (M. Coruzzi) Daniela Santachè Rocco Siffredi Iva Zanicchi

Emilio Fede Valeria Marini Alba Parietti Vladimir Luxuria Paola Perego

Morgan Marco Castoldi Flavio Briatore Antonino Cannavacciuolo Alda D’Eusanio Alessandro Sallustri

D. Parenzo e G. Cruciani Lele Mora Maurizio Belpietro Federica Panicucci Patrizia De Blank & f.

Vittorio Feltri Mario Adinolfi Piero Chiambretti Loredana Lecciso Costantino della Gherardesca Dalla TV Italiana con qualche imbarazzo

57 n. 96

Comunicazione ai lettori:

La Redazione vi augura buona estate Ritorneremo a Settembre nelle consuete edicole virtuali

* Détournement ad opera di Nicola De Carlo

Diari di Cineclub Periodico indipendente di cultura e informazione cinematografica www.officinavialibera.it www.associazionebandapart.it/ XXIV Premio Domenico Meccoli ‘Scrivere di Cinemà’ www.ilpareredellingegnere.it www.laspeziashortmovie.wordpress.com Magazine on-line di cinema 2015 www.AAMOD.it/links www.bibliotecaviterbo.it Premio Nazionale Tatiana Pavlova 2019 – www.gravinacittaaperta.it www.cinalmese35.com www.cinenapolidiritti.it Riconoscimento per la Divulgazione dell’Arte www.ilclub35mm.com www.suburbanacollegno.it www.unicaradio.it/wp Contemporanea www.anac-autori.it www.cinelatinotrieste.org www.asinc.it https://suonalancorasam.com ISSN 2431 - 6739 www.cosedaintolleranti.it www.usnexpo.it www.officinakreativa.org www.russiaprivet.org/ita Responsabile Angelo Tantaro www.monserratoteca.it www.lombardiaspettacolo.com Via dei Fulvi 47 – 00174 Roma [email protected] www.prolocosangiovannivaldarno.it www.laspeziafilmfestival.it www.tottusinpari.it È presente sulle principali piattaforme social www.cineclubgenova.net www.globalproject.info/it/resources Comitato di Consulenza e Rappresentanza www.losquinchos.it www.anelloverde.it Cecilia Mangini, Luciana Castellina, www.associazionearc.eu Enzo Natta, Citto Maselli, Marco Asunis idruidi.wordpress.com www.premiocentottanta.wixsite.com/contest a questo numero hanno collaborato in redazione www.upeurope.com www.scuoladicinemaindipendente.com Maria Caprasecca, Nando Scanu www.domusromavacanze.it il marxismo libertario il canale YouTube di Diari di Cineclub è a cura di www.isco-ferrara.com www.armandobandini.it Nicola De Carlo www.bookciakmagazine.it www.radiobrada.com Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri: www.bibliotecadelcinema.it www.officinastudiotempi.com www.cineclubroma.it www.fotogrammadoro.com La testata è stata realizzata da Alessandro Scillitani www.cagliarifilmfestival.it www.retecinemaindipendente.wordpress.com www.radiosardegnaweb.csmwebmedia.com Grafica e impaginazione Angelo Tantaro www.yesartitaly.it La responsabilità dei testi è imputabile esclusiva- www.cineforum-fic.com www.teatriamocela.com mente agli autori. www.senzafrontiereonlus.it www.hotelmistral2oristano.it www.visionandonellastoria.net I nostri fondi neri: www.raccontardicinema.it Il periodico è on line e tutti i collaboratori sono www.ilgremiodeisardi.org www.firenzearcheofilm.it/link volontari. www.amicidellamente.org Il costo è zero e viene distribuito gratuitamente. www.teoremacinema.com www.sardiniarcheofestival.it/diari-di-cineclub Manda una mail a [email protected] www.cinecircoloromano.it www.edinburghshortfilmfestival.com/contact per richiedere l’abbonamento gratuito on line. www.davimedia.unisa.it www.lunigianacinemafestival.movie.blog Edicole virtuali www.radiovenere.com/diari-di-cineclub http://gamificationlab.uniroma1.it www.artnove.org/wp (elenco aggiornato a questo numero) www.teatrodellebambole.it/co cinemaeutopia dove poter leggere e/o scaricare il file in formato PDF www.perseocentroartivisive.com/eventi www.romafilmcorto.it www.riff.it www.cineclubroma.it www.piccolocineclubtirreno.it www.tiranafilmfest.com www.ficc.it www.greenwichdessai.it www.festivalcinemasicilia.org www.cinit.it www.cineforumdonorione.com www.cinemaesocietaschool.it www.pane-rose.it www.laboratorio28.it www.sudsigira.it www.ilquadraro.it www.cinergiamatera.it www.culturalife.it www.cgsweb.it/edicola www.cineconcordia.it/wordpress www.istitutocinematografico.org www.lacinetecasarda.it www.manguarecultural.org www.rassegnalicodia.it www.valdarnocinemafilmfestival.it www.infoficc.wordpress.com www.associazionecentrocelle.it/it www.moviementu.it www.plataformacinesud.wordpress.com www.festivaldelcinemalbanese.it www.giornaledellisola.it www.hermaea.eu/it/chi-siamo www.apuliawebfest.it www.cineclubalphaville.it www.alexian.it www.carboniafilmfest.org www.consequenze.org www.corosfigulinas.it www.cinematerritorio.wordpress.com www.cineclubpiacenza.it www.centofiori.de www.crcposse.org www.circolozavattini.it www.cineclubinternazionale.eu www.facebook.com/diaridicineclub www.cinemanchio.it www.facebook.com/diaridicineclub/groups www.cineclubclaudiozambelli.org 58