In copertina: Sustinente, località Sacchetta, chiesa dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria rimozione dell’ Annunciazione di Domenico Tintoretto (12 giugno 2012)

© Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova, Brescia e Cremona © Publi Paolini Tutti i diritti riservati

ISBN 978-88-95490-53-3 OLTRE IL SISMA UN ANNO DOPO

Opere salvate dalle chiese del territorio mantovano

Mantova, Museo di Palazzo Ducale, Palazzo del Capitano 19 maggio – 14 luglio 2013 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia

Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova, Brescia e Cremona

Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brescia, Cremona e Mantova

Coordinamento generale Foto Direzione Regionale per i Beni Culturali Paolo Bertelli (copertina, pp. 10, 16) e Paesaggistici della Lombardia Stefano L’Occaso (pp. 8, 59-61) Emanuela Pezzini (pp. 41-52) Mostra a cura di Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Grafica pannelli e stendardi ed Etnoantropologici per le province Francesco Muto di Mantova, Brescia e Cremona Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici Video per le province di Brescia, Cremona e Mantova Fabio Betti, Livia Bottero, Daniela Lattanzi, Stefano Pilato Contributo di Autori delle schede Comune di Mantova Anna Maria Basso Bert (a.m.b.b.) Società per il Palazzo Ducale di Mantova Renata Casarin (r.c.) Patrocinio di Daniela Lattanzi (d.l.) Diocesi di Mantova Stefano L’Occaso (s.l.) Provincia di Mantova Vanda Malacarne (v.m.) Giuseppina Marti (g.m.) Progetto Giovanni Rodella (g.r.) Stefano L’Occaso Claudia Zanlungo (c.z.) Allestimento Collaborazione all’apertura Laboratorio di restauro della Soprintendenza Società per il Palazzo Ducale di Mantova, Tiziana Mantovani, Volontari del Touring Club Italiano Antonio Giovanni Mazzeri, Massimo Piccolo per il Patrimonio Culturale Segreteria Si ringraziano: il personale della Soprintendenza di Mantova Ylenia Apollonio e del Museo di Palazzo Ducale, Paolo Bertelli, Renata Casarin Romano Cavaletti e il personale della RWS Srl, Andrea Ilari, Elena Magalini, mons. Giancarlo Manzoli, Comunicazione don Stefano Savoia, Anna Luce Sicurezza, Manuela Rossi Maria Giuseppina Sordi; Mirca Vecchia; Impiantistica il DiCEA dell’Università degli Studi di Padova, Baldassari – Studio Elettrotecnico Associato il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione C.ni Restauri Snc dell’Università Iuav di Venezia. Edilnoleggi Valente Srl Un ringraziamento particolare va ai diversi Comandi iGuzzini Illuminazione SpA dei Vigili del Fuoco che hanno permesso il recupero delle KME Spa opere dalle chiese danneggiate dal sisma, in collaborazione LCM Snc con il Comando di Mantova e le altre istituzioni. Mantuarredo Snc Marcegaglia SpA NOTIFIER ITALIA Srl Shades International Srl SIEL SpA SIME Srl

Diocesi di Mantova Società per il Palazzo Ducale Touring Club Italiano SOMMARIO

Presentazioni 7 Massimo Bray, Ministro per i Beni e le Attività Culturali 9 Nicola Sodano, Sindaco di Mantova 11 Mons. Roberto Busti, Vescovo di Mantova

12 Ripartire dai beni culturali Caterina Bon Valsassina, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia 13 Il senso del lavoro comune Giovanna Paolozzi Strozzi , Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova, Brescia e Cremona Direttore di Palazzo Ducale di Mantova 14 L’intervento del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza Mariano Mossa, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale 15 Il sostegno indispensabile del Corpo dei Vigili del Fuoco Danilo Pilotti, Comandante Provinciale Vigili del Fuoco di Mantova

17 SCHEDE DEGLI EDIFICI CONTENITORI E DEI BENI MOBILI SPOSTATI 18 Gonzaga, località Bondeno – chiesa di San Tommaso apostolo 20 Gonzaga, località Palidano – chiesa di San Sisto II papa e martire 22 Mantova, località Angeli – chiesa di Santa Maria degli Angeli 24 Moglia – chiesa di San Giovanni Battista 26 Poggio Rusco – chiesa del Santissimo Nome di Maria 28 Quistello – chiesa di San Bartolomeo apostolo 30 Roncoferraro, località Villa Garibaldi chiesa dei Santi Giacomo e Mariano martiri 32 San Benedetto Po, località Portiolo – chiesa di San Paolo primo eremita 34 San Giovanni del Dosso – chiesa di San Giovanni Battista 36 Schivenoglia – chiesa di San Francesco d’Assisi 38 Sustinente, località Sacchetta chiesa dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria

40 Elenco immagini

53 L’attività del laboratorio di restauro della Soprintendenza di Mantova 54 Le opere ricoverate a Suzzara 57 Quale futuro? Andrea Alberti, Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brescia, Cremona e Mantova 62 Cartografia 7

Se dovessimo compiere un viaggio in Italia seguendo le tappe degli eventi sismici che hanno lacerato il nostro patrimonio artistico – anche solo quelli dell’ultimo decennio – potremmo ripercorrere la penisola quasi nella sua interezza. Basti pensare al terre - moto delle Marche e dell’Umbria del 1997, che sciaguratamente provocò la morte di alcuni tecnici del Ministero, oltre che il crollo delle vele di Cimabue e di Giotto nella Basilica Superiore di Assisi. E come non ricordare il violento sisma del 2009 all’Aquila, dove ho avuto modo di recarmi di persona proprio pochi giorni fa assieme a un gran numero di storici dell’arte, nella generale commozione di quanto è andato perduto e quanto ancora resti da fare per un luogo così ricco di storia e di infranta bellezza. In - fine, solo l’anno scorso, l’ulteriore ferita inflitta al patrimonio dell’Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, con più di 1000 monumenti gravemente danneggiati, di cui ben 500 circa solo nell’area mantovana. Sappiamo bene che è impossibile impedire che questi eventi cataclismatici avvengano, in special modo in un’area altamente sismica come l’Italia purtroppo da sempre ha dimostrato di essere. È possibile, invece, incrementare in modo adeguato tutte quelle azioni, indispensabili e improcrastinabili, per una corretta e sistematica prevenzione, pensando con responsabilità al futuro. La cultura della sicurezza è uno dei momenti cruciali di una trasformazione nel modo di affrontare un problema così importante. In ognuno di noi deve crearsi quella sensibilità e quella consapevolezza che i monu - menti del passato sono un tesoro da salvaguardare e “mettere in sicurezza” operando una programmazione ordinaria degli interventi di monitoraggio e prevenzione del pa - trimonio dai rischi sismici in grado di assicurare ai beni artistici una altissima pro - babilità di sicurezza in tali congiunture. Tale programmazione consente inoltre un enorme risparmio nella ricerca e stanziamento di fondi da destinare ai danni post trauma, poiché decisamente inferiori. Occorre dunque impegnarsi – e io in prima per - sona – affinché si trovino quelle risorse che, nella lungimiranza della virtuosa ammi - nistrazione, consentano al nostro Paese di fare un passo qualitativo, a beneficio di tutti noi e di coloro a cui è doveroso trasmettere gli irrinunciabili valori di un patri - monio irriproducibile. La mostra “Oltre il sisma” che qui si presenta, è una testimonianza preziosa – a un anno dal terremoto – del salvataggio delle opere d’arte delle chiese danneggiate e del loro ricovero in sicurezza nel Palazzo Ducale di Mantova, operazione attivata fin dal 20 maggio 2012, nella fase acuta dell’emergenza sismica, grazie all’indispensabile la - voro del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici di Mantova, Brescia e Cremona, della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Brescia, Cremona e Mantova con il coordina - mento dell’Unità di Crisi di Coordinamento Regionale (UCCR) della Direzione Re - gionale della Lombardia. Senza di loro, la polvere della terra avrebbe ancora una volta avuto la meglio, segnando in modo indelebile una ferita non più rimarginabile. E invece, proprio anche per via di questa mostra, la speranza per il futuro si fa docu - mento e memoria, ben evidenziando l’impareggiabile lavoro che il corpo tecnico del Ministero quotidianamente svolge, molte volte nell’ombra e senza far rumore, ma sem - pre con competenza, abnegazione e vero spirito di servizio. Massimo Bray Ministro per i Beni e le Attività Culturali Moglia, chiesa di San Giovanni Battista, controfacciata (31 luglio 2012)

Suzzara, località Tabellano, chiesa di San Nicola di Bari, messa in sicurezza delle opere mobili (17 giugno 2012) 9

L’iniziativa di esporre in un’unica sede le opere provenienti dalle chiese mantovane fe - rite dal terremoto è davvero di rara suggestione. L’idea di cogliere comunque, tra le ma - cerie disseminate dal sisma, l’opportunità di fare cultura conferma una vocazione profonda e alta, che ci dà lustro e senso di appartenenza. Si parla infatti di “giacimenti culturali” per dire delle potenzialità inespresse del patrimonio artistico italiano: ma è una visione parziale, che non rende giustizia al nostro straordinario retaggio. Il petrolio (risorsa preziosa, certo) è però soltanto una merce, che si compra e si vende; i beni cul - turali italiani sono invece un elemento profondamente identitario. Siamo orgogliosa - mente italiani perché ci identifichiamo nel genio di Leonardo e Giulio Romano, nella Commedia di Dante, nei fori romani, nella musica di Verdi, nell’arte di Raffaello e Michelangelo. Così noi “siamo” la Camera Picta, la basilica dell’Alberti, la Madonna delle Grazie, il dipinto della pieve che da secoli accoglie l’aspetto devozionale della no - stra gente, quando si fa comunità. Grazie dunque alla Soprintendente, Giovanna Paolozzi Strozzi, per consentirci di ricordare a noi stessi che siamo custodi di un pa - trimonio che, per troppa consuetudine, più non vediamo né sappiamo più cogliere nel valore artistico: pale d’altare, dipinti e raffigurazioni che in questa mostra osserve - remo con occhi nuovi, sperando di vederli restituiti alle rispettive sedi ricostruite in un futuro non troppo lontano.

Nicola Sodano Sindaco di Mantova San Benedetto Po, località Portiolo, chiesa di San Paolo primo eremita, messa in sicurezza delle opere mobili (27 giugno 2012)

Quistello, chiesa di San Bartolomeo apostolo, messa in sicurezza delle opere mobili (27 giugno 2012) 11

A un anno di distanza dal sisma che ha colpito Mantova e il territorio della Diocesi a ridosso dell’Emilia, ferendo gravemente edifici di culto e strutture parrocchiali (80 ri - sultano ancora inagibili), l’iniziativa di esporre una selezione degli oltre cento dipinti tra - sferiti dalle chiese danneggiate a Palazzo Ducale, consente alle comunità parrocchiali – e a tutto il pubblico – di compiere un inedito viaggio tra questi beni culturali in attesa del loro ritorno ai luoghi di provenienza. All’indomani delle terribili scosse di terremoto, accanto all’organizzazione di centri di accoglienza per quanti avevano perso casa, la Diocesi si è attivata per mettere in sicu - rezza anche i beni storico-artistici conservati nelle chiese, esposti a elevato rischio di furto o di perdita per le precarie condizioni statiche degli edifici. In collaborazione con gli Enti di tutela del patrimonio Storico Artistico, con le Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco, grazie alla disponibilità della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Et - noantropologici di Mantova, una parte di essi – dipinti e pale d’altare – hanno trovato collocazione idonea negli ambienti di Palazzo Ducale e cure qualificate per la loro con - servazione. Questi beni, come le chiese che li hanno custoditi finora, sono portatori di valori non solo storici e artistici, ma raccontano soprattutto la fede e la devozione di intere generazioni che hanno pregato davanti ad essi: infatti alle innumerevoli rappresentazioni del Cro - cefisso e della Beata Vergine Maria, ai Santi e ai Beati che sopra questi dipinti sono raf - figurati, le comunità si sono affidate soprattutto nei momenti difficili, ritrovando così pace e speranza in un futuro migliore.

+ Roberto Busti Vescovo di Mantova 12 OLTRE IL SISMA

RIPARTIRE DAI BENI CULTURALI

A seguito degli eventi sismici che dal 20 maggio 2012 hanno danneggiato il patrimo - nio culturale di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, il 29 maggio il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha istituito l’Unità di Crisi di Coordinamento Nazionale, la quale si avvale operativamente delle Unità di Crisi di Coordinamento Regionale, guidate dalle Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici delle regioni coin - volte e articolate in unità tecniche per gli interventi di messa in sicurezza, la realizzazione dei depositi temporanei di pronto intervento sui beni mobili e il rilievo dei danni. In Lombardia l’azione coordinata di queste unità, composte dal personale della Direzione Regionale e delle Soprintendenze competenti sul territorio, ha consentito una veloce ri - cognizione sommaria dei danni e l’attuazione delle operazioni urgenti per la salvaguar - dia e la protezione del patrimonio a rischio con l’ausilio del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Monza, dei Vigili del Fuoco e delle Diocesi coinvolte. L’attività ha comportato nella fase di prima emergenza l’immediato spostamento delle opere d’arte mobili dai beni contenitori colpiti dal sisma, valutati in stato di danno tale da non garantire la sicurezza e la conservazione delle opere contenute. Si tratta per lo più di dipinti su tela o tavola provenienti da chiese e portati nel deposito temporaneo allestito a Palazzo Ducale di Mantova (122 opere) e in misura minore al Museo di Suzzara (75 opere) e al Museo di Arte Sacra di Sabbioneta (29 opere). Le opere, che oggi costituiscono il fulcro di questa mostra allestita a un anno dal sisma, sono state tratte in salvo in condizioni critiche per il personale del Ministero e per gli altri operatori, poiché il sisma è rimasto attivo per circa un mese dai primi importanti eventi: continue scosse, anche di considerevole entità, si sono protratte per tutta la fase emergenziale causando ulteriori crolli e il consistente aggravamento dello stato di danno al patrimonio architettonico. Non è stato possibile fare altrettanto per gli or - gani presenti nelle chiese, che, in molti casi, hanno subito danni alla parte strumen - tale, alla cassa e alla manticeria per la caduta di calcinacci e macerie. Gli organi delle chiese di Moglia e Quistello sono purtroppo andati distrutti per il crollo delle volte e dei pinnacoli di facciata. Dopo la prima scossa del 20 maggio il personale di Palazzo Ducale ha provvidenzial - mente spostato a terra dai loro piedistalli gli oltre settanta busti antichi della Galleria della Mostra, salvaguardandoli dal rischio di caduta e rottura che si sarebbe verificato con le successive scosse. I busti di gesso presenti nella stessa galleria e in quella dei Mesi sono stati tempestivamente fissati con fascette in metallo, scongiurandone la caduta. Se da un lato la fase emergenziale è finita, prosegue tuttora l’attività di rilevamento del danno al patrimonio architettonico che ha finora coinvolto 390 edifici su 550 dan - neggiati. Le opere di messa in sicurezza degli edifici sono quasi terminate ed è iniziata la fase istruttoria per l’autorizzazione dei progetti di riparazione e miglioramento strut - turale, pur con un avvio incerto per mancanza di adeguate risorse economiche. Caterina Bon Valsassina Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia 13

IL SENSO DEL LAVORO COMUNE

L’esposizione che oggi rendiamo gratuitamente fruibile al pubblico è stata forte - mente voluta da tutti gli Istituti di tutela non per ricordare i tristi eventi successi ormai un anno fa, purtroppo indelebili nei nostri cuori, ma per focalizzare e rendere noto quanto è stato fatto da allora da parte degli Istituti di tutela statali presenti nella Regione Lombardia (Direzione Regionale, Soprintendenze nelle diverse com - petenze, Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Monza, Vigili del Fuoco). Il lavoro svolto dai funzionari della Soprintendenza che rappresento in - sieme al laboratorio di restauro e a tutto il personale di custodia è stato encomiabile perché tempestivo, intelligente e coraggioso: le decine e decine di dipinti oggi con - servati in Palazzo Ducale di Mantova sono stati tratti ancora intatti dalle chiese per - ché non si è perso tempo, si è operato con velocità, ben coordinati con gli altri Istituti di tutela e supportati dal valido apporto fattivo della Diocesi di Mantova. Il portare fuori le opere da chiese non sicure staticamente non esauriva il problema: le opere d’arte del territorio avevano bisogno di un luogo dove essere custodite fino al momento del loro rientro nei luoghi di origine. Il Palazzo Ducale era anch’esso ferito e bisognoso di interventi di consolidamento ma la sua ampiezza garantiva zone intatte e abbastanza capienti da costituire valido asilo ai beni ecclesiastici. Il compito affidatoci dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia è stato proprio quello di creare un deposito temporaneo ristruttu - rando il già esistente laboratorio di restauro con recupero di più ampi spazi per ren - derlo adeguato ai pronti interventi necessari sui beni mobili affidati alle nostre cure.

Giovanna Paolozzi Strozzi Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova, Brescia e Cremona Direttore di Palazzo Ducale di Mantova 14 OLTRE IL SISMA

L’INTERVENTO DEL NUCLEO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE DI MONZA Sin dalle prime ore dopo il sisma che ha colpito l’Emilia Romagna e la Lombardia, il Comando Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale , attraverso i dipendenti Nuclei di Bologna e Monza, in collaborazione con i reparti territoriali dell’Arma e i funzionari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha avviato una tempestiva ricognizione dei luoghi maggiormente colpiti, al fine di attuare le migliori misure di salvaguardia contro possibili atti criminali tesi a favorire la sottrazione degli oggetti d’arte che non offrivano adeguate garanzie di custodia e tutela o ad arrecare danni al patrimonio culturale. In particolare, nel quadro degli interventi tecnico-operativi, im - mediatamente realizzati nelle fasi di gestione dell’emergenza, l’impegno profuso dal Nucleo TPC di Monza si è contraddistinto per aver: – cooperato con il personale del Ministero, delle Diocesi e dei Vigili del Fuoco nelle attività sul territorio; – contribuito alla “messa in sicurezza” delle opere di particolare valore, in sinergia con il personale del Ministero, dei Vigili del Fuoco, della Diocesi e della Protezione Civile; – fornito assistenza al trasporto delle opere presso sicuri luoghi di ricovero; – costituito un punto di raccordo con l’Arma territoriale e le altre forze di Polizia, per la predisposizione di servizi di vigilanza dinamica agli obiettivi sensibili individuati. Gli spostamenti dei beni d’arte dall’interno delle chiese più duramente colpite (di - stacco e movimentazione), anticipati da accurati sopralluoghi, sono stati tutti effet - tuati congiuntamente dai Vigili del Fuoco e dai militari del Nucleo TPC di Monza, alla presenza dei funzionari responsabili della Soprintendenza di Mantova e delle Diocesi di Mantova e Cremona, avvalendosi di ditta di restauro per l’imballaggio e il successivo trasporto nei depositi di raccolta. L’azione meritoria del Comando CC TPC per la salvaguardia del patrimonio culturale delle regioni colpite, unita al - l’esperienza dimostrata per analoghi eventi, è stata formalmente riconosciuta dal Ministero che ha inserito il Comando CC TPC nell’Unità di Crisi Coordinamento Nazionale, istituita nella circostanza di quel terribile maggio 2012, per coordinare le situazioni emergenziali, nazionali e regionali, derivanti da calamità naturali. L’azione sinergica del Nucleo di Monza con tutte le realtà istituzionali del territo - rio, ha rappresentato non solo la fattiva risposta all’emergenza sisma ma ha altresì costituito l’espressione concreta della presenza e vicinanza delle Istituzioni alle po - polazioni, punto di riferimento per le comunità . Di seguito, un prospetto riepilogativo dell’attività di messa in sicurezza effettuata nelle province di Mantova e Cremona colpite dal sisma :

Interventi presso Dipinti Sculture lignee Oggetti chiesastici Archivi chiese/edifici (arredi liturgici, parrocchiali storico-artistici paramenti sacri, etc.) 26 219 17 239 2

Mariano Mossa Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale 15

IL SOSTEGNO INDISPENSABILE DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO

Nell’ambito delle attività legate alla gestione di un evento incidentale di dimensioni rilevanti, come un terremoto o un’alluvione, subito dopo le primissime fasi di im - mediato soccorso alla popolazione e della ricerca dei dispersi, subentra un’altra im - portante attività: l’opera di recupero dei beni artistici e storici, che potrebbe sembrare di secondaria importanza rispetto ai bisogni primari della popolazione, ma che in realtà contribuisce a ridare un’identità, un’appartenenza, a volte uno scopo, all’in - tera comunità . L’operazione di recupero risulta particolarmente pericolosa, in quanto viene svolta in edifici pericolanti già dichiarati inagibili, con lo sciame sismico ancora in atto che potrebbe causare crolli che coinvolgerebbero inevitabilmente i soccorritori. Da qui la necessità di collaborazione con gli enti deputati alla tutela dei beni cultu - rali che nel tempo si è sempre più consolidata nella convinzione che tale patrimo - nio è un bene comune di primaria importanza. Nell’emergenza sismica che ha colpito il territorio mantovano i vigili del fuoco hanno recuperato molte opere d’arte nelle chiese danneggiate. Durante tali operazioni il rischio è stato calcolato, la solidità degli edifici è stata va - lutata con la massima attenzione e professionalità, le operazioni sono state condotte con la maggiore celerità possibile ma il pericolo corso è stato comunque elevato. Si pensi che molte opere sono state recuperate il 28 maggio e che il giorno seguente si sono verificate quelle scosse che sono risultate le più distruttive dell’intera emer - genza. Danilo Pilotti Comandante Provinciale Vigili del Fuoco di Mantova San Benedetto Po, località Portiolo, chiesa di San Paolo primo eremita, rimozione del San Paolo primo eremita di Giuseppe Orioli (27 giugno 2012) SCHEDE DEGLI EDIFICI CONTENITORI E DEI BENI MOBILI SPOSTATI

Ogni edificio religioso da cui sono state tratte in salvo opere è oggetto di una delle undici schede ed è analizzato negli aspetti storico-artistici; segue la descrizione dei danni da sisma, delle opere di pronto intervento già realizzate e allo stato progettuale. Il testo precede le didascalie delle opere raccolte, suddivise tra quelle presenti in mostra e quelle ri - maste nei depositi del Museo di Palazzo Ducale. Le dida - scalie stesse riportano in ordine: autore, soggetto, cronologia, tecnica, misure, eventuale presenza di cornice. Le opere esposte sono contrassegnate da un rimando a un numero di figura [fig.] che corrisponde alla sequenza di immagini ri - prodotte alle pagine 41-52. 18 OLTRE IL SISMA

Gonzaga, località Bondeno CHIESA DI SAN TOMMASO APOSTOLO

L’attuale chiesa fu principiata nel 1768, su disegno dell’architetto intelvese Giovan Battista Terzani, assistito da suo zio Davide Terzani, uno stuccatore di fama (che operò anche nel Teatro alla Scala di Milano). Già nel 1771 la chiesa risulta ultimata e fu quindi decorata da affreschi del viadanese Felice Araldi, autore delle pitture della cupola che sovrasta il presbiterio, e del lainese Bartolomeo Scotti, anch’egli pittore di vaglia, autore dei due vasti affreschi – la Lavanda dei piedi e l’ Istituzione dell’Eucarestia – posti ai lati del presbiterio (e oggi, così come le pitture della cu - pola, gravemente danneggiati dal sisma). Davide Terzani fu altresì impegnato, assieme al conterraneo Stefano Salterio, nella decorazione plastica della chiesa: principalmente gli altari del Crocefisso e del Ro - sario e le statue degli Apostoli disposte lungo il perimetro della navata. L’eccellente qualità di queste decorazioni e la cultura intelvese che ne è alla base fanno di que - sta chiesa un unicum nella provincia mantovana. Il campanile fu eretto pochi anni più tardi, nel 1793, su disegni dell’architetto ve - ronese Paolo Pozzo. È purtroppo perduta l’ Incredulità di san Tommaso dipinta da Giuseppe Bazzani per l’altare maggiore, sostituita nel 1940 da un dipinto di Anselmo Govi d’analogo sog - getto. Dai primi anni dell’Ottocento la chiesa ospita parte di un prezioso coro ligneo che il trentino Lorenzo Haili e i suoi collaboratori (probabilmente Antonio Haili e forse Federico Piazzalonga) intagliarono nel 1685-90 per la chiesa di San Domenico di Mantova; in seguito alle soppressioni napoleoniche, il coro fu spartito tra Bon - deno e la basilica di Santa Barbara in Mantova. Il Crocifisso ligneo, anticamente venerato nella chiesa dei Carmelitani di Novellara e giunto a Bondeno nel 1780, è ora conservato nel vicino oratorio; i dipinti su tela sono stati asportati dalla chiesa e sono conservati nel Museo di Palazzo Ducale o nell’oratorio; il coro ligneo rimane invece nel presbiterio della chiesa. (s.l.)

Dopo la scossa del 20 maggio 2012 la facciata presentava significative fessurazioni attribuibili all’attivazione di meccanismi fuori piano in prossimità del timpano, crol - lato con le scosse del 29 maggio, insieme agli elementi svettanti del prospetto prin - cipale. Il quadro fessurativo è assai complesso e con un danno strutturale elevato. Sino al completamento delle opere di messa in sicurezza sono stati registrati nume - rosi e continui crolli di porzioni di murature e delle volte dell’aula. Il campanile presenta fessurazioni derivanti da meccanismi di taglio in corrispon - denza delle aperture della cella campanaria. In fase emergenziale è stata smontata la croce presente in sommità. La struttura esagonale della cella campanaria del cam - panile è stata cerchiata mediante inserimento di angolari in ferro fino alla copertura per impedire meccanismi torsionali alla sommità. Gonzaga, località Bondeno 19

Per contrastare il ribaltamento della facciata sono state poste in opera fasce di nylon tesate tramite piastre in ferro fissate alle murature laterali e circa 20 tiranti in acciaio a vari livelli del prospetto. La struttura di copertura è stata stabilizzata rimuovendo parte del manto e alleggerendo le porzioni in prossimità dei muri crollati. Sono stati ricollocati nella sede originaria gli elementi lignei di copertura che avevano subito visibili spostamenti, ricostituendo la corretta pendenza del tetto. Diverse travi sono state puntellate per evitare crolli sulle volte sottostanti. Le lacune delle murature sono state reintegrate da pannelli in legno complanari ai paramenti esterni con in - terposto getto di materiali leggeri; analoga metodologia è stata utilizzata per la ri - costruzione del muro crollato nel sottotetto tra abside e arco trionfale. In corrispondenza della prima campata è stata montata una copertura provvisoria impermeabilizzata in legno rigenerato, per proteggere le volte dagli agenti atmosfe - rici. Le murature dell’abside sono state spessorate con assi di legno disposte verti - calmente e cinturate con funi in acciaio ancorate alle pareti longitudinali; tutte le finestre in quota sono state sbadacchiate. Per garantire la sicurezza degli operatori durante lo smontaggio, nonché il recupero e la conservazione degli apparati decorativi, degli arredi e del coro ligneo, è stato pre - disposto un ponteggio a galleria in tubo giunto e casseri in grado di proteggere l’aula e il presbiterio, dove è elevato il rischio crollo di porzioni delle volte. Per finanziare questa operazione sono stati stanziati centomila euro nella programmazione ordi - naria del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per l’anno 2013. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Giovanni Ghirlandini, San Giuseppe col Bambino e sei santi , 1776, olio su tela, cm 276 × 177, con cornice. [fig. 1] 2) Bartolomeo Dall’Acqua, I santi Simone e Giuda in adorazione dell’Eucarestia , metà secolo XVIII, olio su tela, cm 140 × 91,5, con cornice cm 184 × 135. [fig. 2] 3) Anonimo lombardo, Madonna addolorata , XVIII secolo, olio su tela ovale, cm 63 × 51, con cornice. [fig. 3]

Opere non esposte: 4) Anonimo, Madonna col Bambino e i santi Antonio di Padova, Francesco d’Assisi e Vincenzo Fer - rer, con i santi Giovanni Battista e Giuseppe in gloria , secolo XVIII, olio su tela, cm 260 × 194. 5) Anonimo, Annunciazione, secolo XVIII, olio su tela, cm 210 × 126, con cornice. 6) Anonimo emiliano, San Francesco d’Assisi e un angelo con i simboli della Passione , 1664, olio su tela, cm 157 × 108,5, con listello. (s.l.) 20 OLTRE IL SISMA

Gonzaga, località Palidano CHIESA DI SAN SISTO II PAPA E MARTIRE

La chiesa parrocchiale, dedicata a San Sisto II papa, fu consacrata nel 1555 dal ve - scovo di Reggio, sotto la cui influenza il territorio di Gonzaga cadde sino al 1820 (solo allora esso passò nella diocesi di Mantova). Fu riedificata a partire dal 1771 su disegno del «capomastro muratore» Antonio Villa e fu quindi riconsacrata dal car - dinale Luigi Valenti Gonzaga cinque anni più tardi. La decorazione interna cade quindi in un arco cronologico piuttosto breve, sostanzialmente l’ottavo decennio del XVIII secolo, ma la pala dell’altare maggiore – una vasta tela attribuibile a Fe - lice Campi e raffigurante i Santi Sisto papa e Lorenzo – giunse in chiesa dopo il 1786. Non mancano tuttavia opere anteriori, come la bella tela attribuita a Benedetto Gennari, allievo del Guercino nonché erede della sua bottega. Il dipinto raffigura San Filippo Neri in preghiera davanti alla Madonna col Bambino e giunse in chiesa nel 1960 dalla cappella della villa Zanardi (poi Maraini Gonzaga) della stessa Pali - dano. Il ticinese Paolo Vittorio Bolla realizzò la decorazione in stucco e scagliola delle quattro cappelle laterali, nel 1772-1775; il suo estro emerge soprattutto negli stuc - chi dell’altare del Crocifisso; il Crocifisso stesso è una scultura barocca in cartapesta. Alla fase degli anni Settanta appartengono anche gli ovali dipinti da Giorgio An - selmi, il Transito di san Giuseppe (che un documento d’archivio suggerisce di datare al 1774 e assegnare al casalasco Francesco Chiozzi), nonché alcuni degli eleganti banchi da chiesa tuttora esistenti. L’altare maggiore è opera di Domenico Fontana, lapicida e scultore mantovano, che lo realizzò in forme neoclassiche nel 1791. L’or - gano settecentesco posto in controfacciata è riferibile ad Andrea Montesanti e pro - viene dalla chiesa di San Domenico a Mantova; fu acquistato dalla comunità di Palidano nel 1802, dopo la soppressione del tempio dei Predicatori, e quindi adat - tato alla nuova destinazione. (s.l.)

La struttura è interessata da fessurazioni con andamento inclinato che denunciano meccanismi di rottura della muratura per azioni di taglio nel piano. Nel sottotetto della chiesa sono stati rilevati il distacco e l’allentamento dei tiranti longitudinali, posti in opera durante il restauro effettuato nel 2010. In particolare, si è verificato lo sfilamento dalle pareti di due tiranti ancorati alla porzione superiore della facciata. Il campanile presenta un quadro fessurativo generato da meccanismi di traslazione laterale e di rotazione, accentuati da una risposta asimmetrica delle strutture mura - rie alla base del manufatto. Si rilevano fessurazioni sia nella parte alta della cella campanaria sia alla base del fusto, all’interno dei fabbricati accessori. Le opere sono allo stato attuale in fase di cantierizzazione; è stata infatti recente - mente autorizzata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Brescia la variante al progetto di messa in sicurezza con modifiche orientate a rea - Gonzaga, località Palidano 21 lizzare presidi a carattere definitivo piuttosto che provvisorio. I tiranti longitudinali presenti sui fianchi della chiesa saranno ritesati, considerato anche che la forma curvilinea concava delle pareti ne incrementa la rigidezza e la re - sistenza alle azioni orizzontali sismiche. Saranno inoltre posti in opera due tiranti tra - sversali in prossimità della facciata, collocati presso la balconata dell’organo e nel sottotetto. Per contrastare il fenomeno di rotazione e scivolamento, il campanile, in prima fase, sarà cerchiato fino a terra tramite profili angolari e funi in acciaio. Alla base sarà puntellato con telai di travi in legno lamellare, assemblati con piastre in acciaio e viti passanti, controventati tra loro e fissati sia a terra sia a parete. In seconda fase, sarà montato all’interno del fusto un traliccio costituito da profili d’acciaio in modo da collegare le quattro pareti della costruzione. In corrispondenza di ogni impalcato in - termedio è previsto un collegamento tra struttura muraria e traliccio metallico; ciò si otterrà tramite barre filettate ancorate a piastre all’esterno dei paramenti murari e imbullonate ai nodi del traliccio interno. La struttura metallica sarà tinteggiata per accordarsi cromaticamente alle pareti del campanile. L’intervento di messa in sicurezza del campanile corrispondente alla seconda fase d’intervento si configura come intervento di miglioramento sismico definitivo . (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Benedetto Gennari il Giovane (attr. a), Madonna col Bambino e san Filippo Neri , seconda metà secolo XVII, olio su tela centinata, cm 179 × 147. [fig. 4] 2) Giorgio Anselmi, San Pietro , 1777 circa, olio su tela ovale, cm 137 × 105. [fig. 5] 3) Giorgio Anselmi, San Paolo , 1777 circa, olio su tela ovale, cm 138 × 105. [fig. 6] 4) Francesco Maria Raineri detto lo Schivenoglia, San Gaetano da Thiene , metà secolo XVIII, olio su tela ovale, cm 139 × 105, con cornice. [fig. 7] 5) Felice Campi, San Sisto II papa condotto al martirio davanti a san Lorenzo , post 1786, olio su tela, cm 331 × 198. [fig. 8]

Opere non esposte: 6) Anonimo, Transito di san Giuseppe , secolo XVIII, olio su tela, cm 90 × 114, con cornice. 7) Anonimo, San Liborio e angeli , prima metà secolo XVIII, olio su tela ovale, cm 98 × 75, con listello. 8) Anonimo, Madonna col Bambino, santo francescano e san Luigi Gonzaga , secolo XVIII-XIX, olio su tela centinata, cm 285 × 173, con cornice. 9) Francesco Chiozzi, Transito di san Giuseppe , 1774, olio su tela centinata, cm 286 × 175, con c or - nice. (s.l.) 22 OLTRE IL SISMA

Mantova, località Angeli SANTA MARIA DEGLI ANGELI

A partire dal 1429 Gian Francesco Gonzaga sostenne la costruzione, in luogo ex - traurbano, di un monastero per i Domenicani e di una nuova chiesa, che volle de - dicare a Santa Maria degli Angeli e che fu consacrata solo nel 1475. I frati occuparono il tempio sino al 1675, quando esso fu affidato ai Francescani, che vi rimasero sino alle soppressioni ecclesiastiche di fine XVIII secolo. La chiesa fu edificata in forme piuttosto semplici, in stile tardo-gotico, ed è para - gonabile per volumi e assetto a costruzioni coeve come Santa Maria delle Grazie e Santa Paola. Nel 1429 l’ingegnere che serviva i Gonzaga come sovrastante alle fab - briche era tale Pace di Giovanni da Arezzo, attestato tra il 1394 e il 1433 (già morto nel 1435); egli potrebbe non essere estraneo alla progettazione e costruzione della chiesa degli Angeli. La facciata a capanna è coronata da archetti pensili intrecciati e da tre pinnacoli; un rosone sovrasta il portale d’accesso, in pietra di Verona, incor - niciato da un arco acuto in cotto. Il fianco è ritmato da lesene sormontate da pin - nacoli e anche il campanile è coevo e di stile tardo-gotico. L’interno della chiesa ad aula unica è scandito da tre campate voltate a crociera costolonate. Sulle pareti della chiesa sono affreschi cinquecenteschi (tra cui una Natività con san Francesco che riceve le stimmate ), ma la pittura più importante è sicuramente la Ma - donna in gloria attribuita, sin da Adolfo Venturi, al veronese Niccolò Solimani, at - tivo a Mantova dal 1446 al 1497. La tavola, databile verso il 1470-1475, fu forse parte di un polittico ma già alla fine del Settecento campeggiava isolata nel coro della chiesa. L’impianto architettonico denuncia inconfutabilmente l’ispirazione mantegnesca e proprio a Mantegna essa era infatti riferita nell’Ottocento. Prezioso è anche un vessillo raffigurante su un lato San Bonaventura, databile verso il 1482, anno di canonizzazione del santo. L’opera, già attribuita a Solimani, spetta più probabilmente a un seguace di Mantegna e fu completata nei primi del Seicento con la Madonna col Bambino e i santi Vincenzo, Diego e Bonaventura , dipinti sul verso. Il vessillo proviene probabilmente dalla chiesa di San Francesco e potrebbe es - sere giunto agli Angeli nella seconda metà del XVII secolo. (s.l.)

Le scosse sismiche del 20 e 29 maggio 2012 hanno danneggiato le parti maggior - mente vulnerabili della struttura. All’esterno si rileva un quadro fessurativo di lieve entità, mentre gli elementi aggettanti della facciata hanno subito consistenti danni. In particolare, risultano danneggiate le porzioni coniche dei pinnacoli in muratura di laterizio faccia a vista; le bocce sferiche alla sommità dei pinnacoli hanno subito evidenti spostamenti perché solo appoggiate alle strutture sottostanti. Anche la croce sul campanile si è staccata dal proprio basamento. All’interno si rilevano lesioni e distacchi in corrispondenza dei costoloni delle volte a crociera, distacchi delle volte dai muri perimetrali e tra setti murari ortogonali, Mantova, località Angeli 23 oltre che fessurazioni dovute ad azioni di taglio nel piano delle murature. Le opere di messa in sicurezza, attualmente in fase di approntamento, prevedono: lo smontaggio della sommità dei pinnacoli e del campanile fino a raggiungere le porzioni stabili; l’inserimento di barre d’acciaio nel tronco dei pinnacoli; il moni - toraggio del campanile attraverso una mini rete di livellazione di alta precisione ido - nea a rilevare eventuali cinematismi che dovessero attivarsi. Internamente è stato montato un ponteggio per proteggere il pubblico da eventuali cadute di intonaco. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Gian Luigi de’ Medici (attr. a), San Bonaventura con l’albero della vita , post 1482, tempera su tela, su di un lato; Anonimo, Madonna col Bambino e i santi Vincenzo, Bonaventura e Diego , inizi secolo XVII, olio su tela, cm 239 × 142, sull’altro lato, con cornice nuova. [fig. 9]

Opere non esposte: 2) Niccolò Solimani da Verona, Madonna degli Angeli , 1470-1475 circa, tempera su tavola, cm 193 × 93, con cornice, cm 213 × 113 circa. 3) Anonimo, San Giovanni Battista col Redentore e santi (Ecce agnus Dei) , secolo XVII, olio su tela, cm 222 × 180, con listello. (s.l.) 24 OLTRE IL SISMA

Moglia CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

In origine la chiesa parrocchiale di Moglia corrispondeva alla pieve di San Prospero sita al di fuori del centro abitato. Per venire incontro alle esigenze degli abitanti, solo nel 1594 si diede mano alla costruzione, all’interno del paese, di una nuova chiesa a navata unica, che fu dedicata a San Giovanni Battista e assunse titolarità di parrocchiale nel 1604. L’edificio fu poi ampliato e ricostruito in tre navate a partire dagli anni Quaranta del Settecento e completato, in tutte le sue strutture architet - toniche e decorative, solo negli anni Ottanta di quel secolo. Per porre mano a un nuovo stato di profondo degrado a cui la parrocchiale era giunta alla fine dell’Ot - tocento, tra il 1920 e il 1921 si provvide al suo restauro e alla completa decorazione pittorica interna a opera del pittore udinese Ettore Pizzini. L’architettura della facciata ripropone sostanzialmente i canoni tradizionali del clas - sicismo cinquecentesco. La sua partizione verticale, rispondente alle tre porte d’ac - cesso, anticipa all’esterno la tripartizione interna a tre navate. Al corpo centrale corrisponde la porta maggiore sovrastata da un’edicola che includeva un dipinto murale di recente fattura con la figura di san Giovanni Battista, andato distrutto per una violentissima grandinata. In corrispondenza dei corpi laterali, raccordati al corpo centrale da ali curvilinee, si aprono le due porte minori, sovrastate da edicole con le statue degli apostoli Pietro e Paolo. Addossata alla facciata si leva la mole massiccia del campanile, edificato anch’esso nel corso del XVIII secolo. Tra le opere che all’interno decorano i begli altari policromi in scagliola, si distin - guono i due dipinti settecenteschi raffiguranti San Giuseppe col Bambino in gloria tra sant’Antonio di Padova e san Rocco e un Miracolo di san Vincenzo Ferrer . Entrambi sono opera di Giovanni Cadioli, una delle figure più rappresentative della cultura artistica a Mantova nel XVIII secolo in quanto contribuì alla creazione dell’Acca - demia di scultura e pittura di cui fu vicedirettore fino al 1767, anno della sua morte. (g.r.)

La chiesa è tra le strutture maggiormente danneggiate dal sisma. L’edificio presenta rilevanti crolli che interessano la facciata, la copertura e le volte interne. Il mecca - nismo di ribaltamento della facciata si è manifestato attraverso una rotazione fuori piano della porzione superiore la quale ha comportato il crollo del timpano e la for - mazione di una cerniera orizzontale a livello della trabeazione. All’interno, il crollo della volta della prima campata ha distrutto l’organo. Le murature presentano dif - fuse fessurazioni inclinate a 45°, dovute a meccanismi di taglio nel piano. Le lesioni del corpo absidale mostrano l’attivazione di un meccanismo di rototraslazione della porzione superiore dell’abside con distacco lungo un piano inclinato. La cella campanaria del campanile presenta lesioni di taglio nei pilastrini. Il fuori piombo dovuto al meccanismo di ribaltamento dell’ordine superiore della facciata principale ha reso necessaria la demolizione controllata del timpano. La por - Moglia 25 zione superstite del prospetto è stata puntellata attraverso una struttura metallica in tubo giunto autoportante, bilanciata da otto blocchi di calcestruzzo al piede. Que - sto presidio non è collegato alla muratura ma svolge solo funzione di contrasto al ri - baltamento, oltre che di sostegno della copertura provvisoria in lamiera grecata. I fronti laterali sono stati puntellati attraverso una struttura lignea e i finestroni sba - dacchiati. L’abside è stata cerchiata con tiranti metallici e puntellata con strutture li - gnee. Attualmente è in fase di studio la realizzazione una nuova struttura di copertura a carattere temporaneo per garantire nel tempo la protezione della navata principale della chiesa. Sulla cella campanaria è stata predisposta una cerchiatura costituita nel suo com - plesso da tavolati lignei, tiranti metallici e sbadacchiatura delle aperture, mante - nendo in sito le campane. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Giovanni Cadioli, San Giuseppe col Bambino in gloria tra i santi Antonio di Padova e Rocco , metà secolo XVIII, olio su tela centinata, cm 246 × 160. [fig. 10] 2) Anonimo, Ritratto di canonico , secolo XVIII, olio su tela, cm 79 × 61, con cornice 94 × 76. [fig. 11]

Opere non esposte: 3) Giovanni Cadioli, Miracolo di san Vincenzo Ferrer , secolo XVIII, olio su tela centinata, cm 261 × 165,5. 4-17) Giovanni Morini (?), quattordici Stazioni della Via Crucis , secolo XVIII, olio su tela, cm 65 × 40 ciascuna, tutte con cornici. (s.l.) 26 OLTRE IL SISMA

Poggio Rusco CHIESA DEL SANTISSIMO NOME DI MARIA

L’attuale chiesa parrocchiale fu edificata tra il 1748 e il 1780 a sostituzione della pieve matildica di Santa Maria d’Alba. All’inizio e per un periodo assai breve la di - rezione della nuova fabbrica fu assunta dal varesino Carlo Nicolini al quale non si esclude possa risalire il progetto, ispirato ai più tradizionali canoni del classicismo barocco. Si ricorda che Nicolini, nella prima metà del Settecento, diresse anche la costruzione della cupola della basilica di Sant’Andrea in Mantova. L’imponente e severa facciata a vela è ripartita da due ordini di lesene che inquadrano l’ingresso principale, con portale a edicola, e un finestrone, tamponato nel secolo scorso, con frontone triangolare retto da mensole. L’interno a navata unica con sei cappelle laterali e volta a botte, ha un transetto con ariosa volta a crociera e un pre - sbiterio absidato, ornato da un bel coro settecentesco in noce intagliato. Le decorazioni pittoriche parietali e delle volte, oggetto di pesanti rifacimenti nel 1988, sono del friulano Ettore Pizzini che le eseguì intorno al 1922. Tra gli altari della navata si distingue quello più monumentale e scenografico, in stucco, della cappella di Sant’Anselmo, con la pala settecentesca di Sant’Anselmo in preghiera da - vanti alla Vergine col Bambino , includente sullo sfondo il profilo monumentale di Mantova con il ponte di San Giorgio. Tra gli altri dipinti, si distinguono le due belle tele del pittore Saverio Dalla Rosa, una delle personalità di maggior spicco della cul - tura artistica veronese tra Sette e Ottocento. In sagrestia si conservano normalmente: un intenso Compianto su Cristo morto , opera degli inizi del Seicento recentemente attribuita al mantovano Pietro Facchetti (o, con un’ipotesi meno persuasiva, al sar - zanese Domenico Fiasella); un’ Annunziata e un Angelo annunziante derivanti da un’invenzione di Antonio Maria Viani che fu prefetto delle fabbriche gonzaghesche a cavallo tra XVI e XVII secolo; e due dipinti, attribuiti al ferrarese Giuseppe Avanzi, con gli episodi della Visitazione e del Riposo durante la fuga in Egitto , ambientati in amplissimi paesaggi che s’impongono come i veri protagonisti dei racconti. (g.r.)

In seguito agli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, l’edificio ha subito gravi danni al corpo principale e al campanile. Per ciò che riguarda la chiesa si è verificato il distacco della facciata dalle murature longitudinali accompagnato da fessurazioni imputabili a meccanismi fuori piano della facciata stessa e a ribaltamento del tim - pano. Internamente il fenomeno conseguente è il dissesto della volta della prima campata con crolli localizzati degli intonaci. Sui muri laterali, in corrispondenza delle aperture, si sono riscontrate ampie fessure verticali. All’interno si rilevano le - sioni nelle volte lunettate della navata, fessurazioni in chiave agli arconi e sull’arco trionfale. Nell’abside si rileva un evidente quadro fessurativo delle murature da ri - baltamento con concomitante parziale crollo della volta. Il campanile presenta l’attivazione di un meccanismo di ribaltamento con asse di ro - Poggio Rusco 27 tazione a livello della quota di gronda del tetto della chiesa e un lieve fuori piombo verso la piazza adiacente. La cella campanaria è leggermente ruotata e i quattro pila - strini d’angolo – su cui sono fessurazioni orizzontali – sono a loro volta fuori piombo. Per contrastare il ribaltamento della facciata è stata realizzata una struttura retico - lare in tubo giunto a tutta altezza, contraffortata da puntoni diagonali alla base. La sommità della facciata è stata vincolata alle pareti laterali attraverso tirantature me - talliche. Le aperture delle facciate e le arcate interne degli altari laterali sono state sba - dacchiate, puntellate e centinate con elementi lignei. L’abside è stata cerchiata con funi di acciaio poste sotto la cornice della muratura perimetrale esterna. Il campanile è stato messo in sicurezza attraverso la cerchiatura della cella campa - naria e la posa in opera di una struttura metallica in tubo giunto opportunamente tirantata per evitare il possibile crollo del campanile verso la piazza. Le campane, anche in vista della realizzazione delle opere di consolidamento e miglioramento strutturale, sono state smontate e ricoverate. Il progetto di restauro e miglioramento sismico è in fase autorizzativa. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Saverio Dalla Rosa, Transito di san Giuseppe , 1782, olio su tela sagomata, cm 2 91 × 145, con cornice. [fig. 12] 2) Pietro Fachetti (attr. a), Compianto sul Cristo morto con san Rocco e un angelo , 1615 circa, olio su tela, cm 160 × 115, con cornice. [fig. 13] 3-4) Giuseppe Avanzi, Riposo durante la fuga in Egitto e Visitazione , metà secolo XVII, olio su tela, cm 115 × 130 ciascuna, con cornice. [figg. 14-15] 5) Giovan Battista Marcola (attr. a, su segnalazione di Lorenzo Giffi), Santa Teresa d’Avila coi santi Giuseppe e Stefano , seconda metà secolo XVIII, olio su tela, cm 235 × 135, con cornice. [fig. 16] 6-7) Antonio Maria Viani (ambito di), Angelo annunziante e Madonna annunziata , inizi secolo XVII, olio su tela, cm 138 × 95 ciascuna, con cornice. [figg. 17-18]

Opere non esposte: 8) Anonimo (da incisione di Agostino Carracci, su disegno di Francesco Vanni), Estasi di san Francesco , secolo XVII, olio su tela, cm 75 × 63, con cornice. 9) Anonimo (bolognese?), Esaltazione del Nome di Maria , XVIII secolo, olio su tela centinata, cm 320 × 200, con cornice. 10-23) Autori vari (tra cui Pietro Fabbri e Giovanni Cadioli), quattordici Stazioni della Via Cru - cis , secolo XVIII, olio su tela, cm 60 × 50 (le stazioni I e XIII sono copie moderne), con cornici. 24) Saverio Dalla Rosa, Madonna col Bambino, san Francesco d’Assisi, sant’Antonio di Padova, santa Teresa d’Avila , 1785, olio su tela sagomata, cm 285 × 137, con cornice. 25) Giuseppe Ripamonti, Madonna col Bambino e sant’Anselmo , secolo XVIII, olio su tela cen - tinata, cm 325 × 186, con listello. 26-29) Anonimo, quattro Misteri del Rosario (Cristo fra i dottori, Cristo nell’orto, Crocifissione, Re - surrezione) , secolo XVII-XVIII, olio su tela ovale, cm 39 × 30 ciascuna, con cornice. (s.l.) 28 OLTRE IL SISMA

Quistello CHIESA DI SAN BARTOLOMEO APOSTOLO

La chiesa parrocchiale di Quistello dedicata a San Bartolomeo apostolo perpetua il titolo dell’antica pieve, non più esistente, già situata fuori dal centro abitato. Dalla visita pastorale del 1544 risulta che quest’ultima, edificata nel 984 per volere di Te - daldo di Canossa, avesse muri esterni rossi a imitazione dei mattoni e pianta a tre navate. Si ha notizia che nel 1725 fosse in pessime condizioni di conservazione. Utilizzando in parte il materiale della vecchia chiesa e del castello demolito nei primi decenni del 1700, la nuova chiesa fu edificata su disegno di Giovanni Maria Bor - sotto, architetto ticinese attivo anche in molte altre località del Mantovano quali Cavriana, Portiolo, Borgoforte, Goito e a Mantova per la chiesa dei Filippini e di San Barnaba. Essa fu aperta al culto nel 1732. L’armoniosa facciata, conclusa da timpano, è articolata su due ordini separati da forte marcapiano, con lesene classiche poste su alto basamento. La pianta è a tre na - vate. Le decorazioni pittoriche della cupola e della calotta absidale con la Trinità , i quattro Evangelisti e la Madonna Assunta sono opera del 1915 di Anselmo Baldis - sara. Dello stesso periodo sono le vetrate del quistellese Pio Semeghini. Gli arredi lignei del XVIII secolo, tra i quali i confessionali e un grande mobile da sagrestia, provengono dal locale convento soppresso dei Serviti. Di notevole pregio la cassa dell’organo la cui parte centrale, di fattura secentesca, era una delle più belle del mantovano per la raffinata esecuzione in legno intagliato, dorato e argentato; prelevata da una chiesa soppressa di Mantova, la cassa fu portata a Quistello da Andrea e Luigi Montesanti nel 1798. Essa è stata praticamente di - strutta dal crollo delle volte della prima campata. L’organo fu invece costruito da Giovanni Tamburini di Crema nel 1936; pur es - sendo di fattura industriale è uno strumento di buona qualità. Con la costruzione dell’organo la cassa antica fu ampliata con l’aggiunta delle ali laterali lavorate da Roberto Modena di Gonzaga. Rilevante importanza rappresentano le quattordici stazioni della Via Crucis , ese - guite con intensa drammaticità dal pittore Lanfranco Frigeri nel 1953. Le due tele ricoverate dopo il sisma in palazzo Ducale erano esposte ai lati del pre - sbiterio. (g.m.)

A seguito degli eventi sismici del maggio 2012 il timpano della facciata ha rischiato il ribaltamento verso il sagrato; il pinnacolo centrale è crollato all’interno, causando lo sfondamento della copertura e della volta della prima campata, il danneggiamento delle cornici della trabeazione e la distruzione dell’organo. Sulle pareti longitudi - nali dell’aula sono presenti fessurazioni diffuse in corrispondenza degli archi delle cappelle laterali, le quali si estendono fino alle volte della navata centrale. La cupola è stata gravemente danneggiata, mentre alcune volte laterali e quella absidale hanno Quistello 29 subito veri e propri crolli. Le murature dell’abside manifestano un meccanismo di ribaltamento verso l’esterno e numerose lesioni in corrispondenza degli architravi. Al fine di contrastare il meccanismo di ribaltamento della facciata e del timpano è stata realizzata una struttura reticolare a tubo giunto, vincolata da una serie di funi metalliche poste a varie altezze e ancorate alle pareti longitudinali della navata cen - trale. Il ribaltamento delle murature dell’abside è stato contrastato mediante una cinturazione con funi di acciaio, previa disposizione di elementi lignei verticali di spessoramento e ancoraggio delle tirantature alle pareti longitudinali. Le finestre sono state sbadacchiate con contestuale inzeppatura delle lesioni delle architravi mediante cunei lignei opportunamente dimensionati. La protezione della porzione di tetto e di volta crollata è stata realizzata mediante posa di teloni imper - meabili. Gli interventi di sbadacchiatura e centinatura degli archi delle pareti lon - gitudinali della navata centrale non sono stati realizzati sia per mancanza di fondi, sia per preservare l’incolumità degli operatori. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.) (g.m.)

Opere esposte: 1) Anonimo, Cristo con san Gregorio e le anime purganti , secolo XVIII, olio su tela centinata, cm 236,5 × 139,5, con cornice 259 × 162 . [fig. 19]

Opere non esposte: 2) Anonimo, Angelo custode , secolo XVIII, olio su tela centinata, cm 237 × 139, con cornice cm 263 × 160,5 . (s.l.) 30 OLTRE IL SISMA

Roncoferraro, località Villa Garibaldi CHIESA DEI SANTI GIACOMO E MARIANO MARTIRI

In documenti medievali dell’XI secolo il paese è citato col nome di Carizidolo , Car - zedole dalla carice che cresce spontanea lungo i corsi d’acqua di questa zona. Il 13 novembre 1867 il consiglio comunale deliberò di cambiare denominazione in onore a Giuseppe Garibaldi che il 9 marzo del medesimo anno era stato ospite nella locale villa di Giuseppe Nuvolari. Il primo documento che cita la plebe de Carizidolo è del 1037, in seguito la chiesa è ricordata in un diploma dell’imperatore Enrico IV del 1092. La parrocchiale nelle forme architettoniche attuali risale al 1711 (la precedente era stata atterrata nel 1702 in seguito alle azioni belliche), fu completata probabilmente solo nel 1753, fu in - fine consacrata nel 1889 dal vescovo Giuseppe Sarto. L’interno a tre navate era prov - visto inizialmente di tre altari, oltre al maggiore sopra il quale ancora oggi è la pala raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Mariano e Giacomo ; nel 1759 sono ri - cordati altri due altari, uno dedicato alla Madonna del Rosario e uno a Sant’Anto - nio di Padova. Entro il 1839 si aggiunsero gli altari dedicati alla Beata Osanna Andreasi e alla Madonna addolorata. Nel 1956 quest’ultimo fu tolto per far posto al monumento a ricordo della strage di ventiquattro carzedolesi avvenuta il 25 aprile 1945, durante un’operazione aerea degli alleati verso i tedeschi in ritirata. A seguito del sisma sono state ricoverate in Palazzo Ducale le tele dell’altare maggiore e quella raffigurante i Santi Giovanni Battista, Carlo Borromeo, Sebastiano e la beata Osanna in adorazione della santissima Trinità , già menzionata nell’inventario della chiesa del 1633; una tela con la Beata Osanna Andreasi , donata alla parrocchiale nel 1724, e un settecentesco Sant’Antonio di Padova col Bambino Gesù . Il culto verso i santi Gia - como e Mariano, i cui corpi riposano sotto l’altare maggiore della cattedrale di Gub - bio, è stato motivo per un gemellaggio fra le due località, che ha fruttato l’impegno per la raccolta di fondi destinati al restauro della parrocchiale di Villa Garibaldi. (r.c.)

A seguito del sisma del 20 e 29 maggio 2012 sono state riscontrate estese fessura - zioni da martellamento ad andamento subverticale sul lato sinistro della facciata, proprio in corrispondenza dell’interfaccia tra murature della chiesa e torre campa - naria. Negli archi delle cappelle laterali si rilevano lesioni per azioni di taglio con fes - surazioni diffuse anche nei giunti murari. La volta della navata centrale, caratterizzata costruttivamente da una struttura lignea e soffitto in canniccio, presenta una fessura dovuta al distacco in corrispondenza della controfacciata. Al fine di contrastare i meccanismi di danno attivati dal sisma si prevedono presidi di tipo definitivo. Tra le strutture murarie della chiesa e della torre campanaria sarà interposto un giunto di dilatazione lungo la zona di contatto, assecondando il com - portamento strutturalmente indipendente dei due corpi di fabbrica. Per rendere so - lidali il muro di tamponamento e il fianco della chiesa saranno effettuati puntuali Roncoferraro, località Villa Garibaldi 31 interventi di scuci e cuci e di connessione. L’intervento di riparazione delle cappelle laterali a destra prevede la ripresa degli ammorsamenti sconnessi e dei conci degli archi mediante la tecnica dell’intagliola - mento, ovvero con inserimento di cunei di legno all’intradosso dell’archivolto e scuci e cuci localizzati per le parti maggiormente sconnesse. Nell’ambito del mi - glioramento sismico dell’intera struttura e al fine di contrastare i meccanismi di danno attivatisi, si propone la tirantatura degli arconi con catene da collocare su - periormente alla cornice di imposta delle volte delle cappelle. Infine si prevede un intervento di riparazione localizzata del distacco tra canniccio e muro interno della facciata attraverso l’applicazione all’estradosso della volta di fasce di tessuto di iuta applicate con boiacca di gesso. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Anonimo di area emiliana, I santi Giovanni Battista, Carlo Borromeo e Sebastiano e la beata Osanna Andreasi in adorazione della Santissima Trinità , inizi secolo XVII, olio su tela, cm 187 × 117, con cornice. [fig. 20] 2) Anonimo, Madonna col Bambino, un santo diacono e un santo gesuita , prima metà secolo XVII, cm 230 × 180, olio su tela, con cornice. [fig. 21]

Opere non esposte: 3) Anonimo, Sant’Antonio di Padova con Gesù Bambino , inizi secolo XVIII, olio su tela, cm 92 × 112, con cornice. 4) Anonimo, Beata Osanna Andreasi , secolo XVII, olio su tela, cm 100 × 73, con cornice. (s.l.) 32 OLTRE IL SISMA

San Benedetto Po, località Portiolo CHIESA DI SAN PAOLO PRIMO EREMITA

Alla metà del XVII secolo i Gonzaga di Vescovato fecero costruire a Portiolo un pre - stigioso palazzo, oggi in pessime condizioni conservative, che si attribuisce all’ar - chitetto anversano Frans Geffels, allora al servizio della corte di Mantova. Alcuni decenni più tardi il marchese e abate Giovanni Gonzaga impegnò ingenti risorse nella ricostruzione della chiesa parrocchiale, i cui progetti furono affidati dal 1718 al ticinese Giovanni Maria Borsotto. I lavori proseguirono per alcuni anni, ma nel 1730 la chiesa era già completata e infatti l’arredo pittorico interno si data per lo più al terzo decennio del XVIII secolo. La chiesa, il cui interno a tre navate non presenta particolari motivi d’interesse ar - chitettonico, fu decorata con opere dei migliori artisti allora attivi a Mantova. Il vi - centino Pietro Fabbri realizzò le tele per ben tre altari; il modesto Dionisio Mancini dipinse due ovali di piccolo formato; Giuseppe Bazzani, forse il massimo artista mantovano di sempre, consegnò due ovali ( Madonna col Bambino e sant’Anna , San Gioacchino e Maria bambina ) che furono esposti nel presbiterio. Si tratta di opere significative poiché tra le prime, nella carriera del pittore, provviste di termini cro - nologici, poiché dipinte entro il 1731; sono conservate dal 2001 nel Museo Dioce - sano di Mantova. La pala dell’altare maggiore fu invece dipinta da Giuseppe Orioli, che vi espresse San Paolo primo eremita in preghiera, ispirandosi alla scuola bolognese e in particolare al suo maestro Gian Gioseffo Dal Sole. Pregevoli sono anche il pa - liotto in scagliola dell’altare a destra del presbiterio, recante le armi gonzaghesche tra tralci fitomorfi (rimasto in sito), e l ’altare maggiore, riccamente lavorato in marmi policromi, vicino allo stile del marmista Carlo Bollina. L’organo posto in contro - facciata fu acquistato nel 1807 ma è più antico, poiché proveniente dalla chiesa di San Floriano a San Benedetto Po; la volta e il presbiterio della chiesa furono deco - rati al principio del XX secolo. (s.l.)

Gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 hanno gravemente danneggiato l’edifi - cio colpendo in modo particolare il fastigio curvilineo a coronamento della facciata, attivando il meccanismo di ribaltamento. Si rilevano fessurazioni diffuse su arconi, volte e pareti laterali a causa della risposta trasversale dell’aula e di azioni di taglio nel piano delle murature. All’interno, dove sono presenti superfici dipinte con de - corazioni geometriche e profili in gesso, sono stati registrati numerosi distacchi e ca - dute di intonaci dipinti, cornici e modanature. Il campanile è interessato da meccanismi di traslazione orizzontale e di torsione, i quali hanno anche provocato il crollo di alcuni pinnacoli. Dopo la rimozione delle macerie dal sagrato, è stata predisposta la puntellazione della facciata con presidi di contrasto al ribaltamento, consistenti nella realizzazione di una struttura a tubo giunto con piedini in acciaio protetti da tavole di legno e ti - San Benedetto Po, località Portiolo 33 ranti in acciaio ancorati alla muratura delle pareti longitudinali. A presidio degli archi delle navate laterali sono state poste in opera una serie di centine, realizzate con strutture a tubo giunto verticali e terminali diffusi disposti diagonalmente. Le volte a crociera delle navate laterali e centrale e dell’abside sono state presidiate con pon - teggi di sostegno a struttura a tubo giunto sviluppati in parallelo all’asse longitudi - nale. La messa in sicurezza del campanile è stata realizzata attraverso la cerchiatura con ti - ranti e piastre angolari in acciaio che, a diversi livelli, interessa tutta l’altezza del fusto; gli archi della cella campanaria sono stati sbadacchiati. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Amadio Enz (attr. a), San Girolamo penitente , 1717 (?), olio su tela, cm 207 × 152, con cor - nice. [fig. 22] 2) Giuseppe Orioli, San Paolo primo eremita , 1724, olio su tela ovale, cm 252 × 188, senza cor - nice. [fig. 23] 3-17) Pietro Fabbri, quindici Misteri del Rosario , 1730-1735, olio su tela ovale applicata su ta - vola, cm 22 × 15 circa ciascuna, entro cornice lignea intagliata e dorata; la sola Incoronazione della Vergine , olio su tela applicata su tavola, cm 52 × 41, senza cornice. [figg. 24-38] 18) Pietro Fabbri, Sacra famiglia con i santi Luigi Gonzaga e Antonio di Padova , 1727, olio su tela ovale, cm 220 × 170, senza cornice. [fig. 39]

Opere non esposte: 19) Giovanni Cadioli, Martirio di sant’Eurosia , 1752 circa, olio su tela, cm 106 × 78, con cor - nice. 20) Anonimo (mantovano?), L’arcangelo Raffaele col Tobiolo , XVIII secolo, olio su tela, cm 81 × 64, con cornice. 21) Anonimo mantovano, La Vergine col Bambino in braccio porge lo scapolare a san Simone Stock, con il committente Girolamo Bassani in basso a destra , 1614, cm 195 × 130, olio su tela centinata, senza cornice. 22) Pietro Fabbri, I santi Sebastiano e Rocco , ante 1731, olio su tela centinata con scasso incor - niciato ovale centrale, cm 171 × 11 5. 23) Dionisio Mancini, I santi Paolo primo eremita e Antonio abate , 1725 circa, olio su tela ovale, cm 116 × 91, con cornice cm 162 × 116. 24) Dionisio Mancini, I santi Antonio abate e Paolo primo eremita , 1725 circa, olio su tela ovale, cm 117 × 92, con cornice cm 161 × 117. (s.l.) 34 OLTRE IL SISMA

San Giovanni del Dosso CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Si ritiene che la chiesa parrocchiale di San Giovanni del Dosso, dedicata a San Gio - vanni Battista, sia d’origine romanica in quanto ricostruita sulle fondamenta di un’altra chiesa donata tra il X e l’XI secolo dal marchese Tedaldo di Canossa, pro - genitore della contessa Matilde. L’attuale fabbrica, situata quasi ai margini del cen - tro abitato, fu eretta intorno al 1616, come documenta una lapide murata all’esterno, ed è frutto di un lungo e complesso avvicendarsi di interventi, realizzati soprattutto in epoca barocca e nel corso del XIX secolo e protrattisi fin oltre la metà del XX. Anche in questo caso il prospetto esterno appare impostato secondo i canoni più dif - fusi e tradizionali dell’architettura cinquecentesca. Il partito centrale della facciata, sormontato da un frontone triangolare, è suddiviso in due ordini scanditi a loro volta da piatte lesene. I partiti laterali minori sono raccordati a quello maggiore da ali curvilinee concluse alla base da pinnacoli. Il campanile che si erge sul retro della chiesa, dalla quale appare del tutto staccato, è sovrastato da un cupolotto con alto tamburo ottagonale. L’ampio interno è strutturato in tre navate, di cui quella mediana presenta, in alto sulle pareti, un ciclo di dipinti con Storie del Battista , riferibili alla prima metà del - l’Ottocento. Dell’autore, tal pittore Morselli, si sa solo che fu allievo di Giovanni Bottani. Sulle volte si svolge un altro ciclo pittorico del 1905, con episodi della vita di Cristo e di san Paolo, del pittore sermidese Anselmo Baldissara. Dell’epoca sei - centesca, rimangono il bel fonte battesimale in marmo rosso, alcuni arredi lignei nella stanza di sagrestia, tra cui un monumentale armadio, e un soffitto ligneo a cas - settoni dipinti con rosoni, situato nella navata destra in corrispondenza della cap - pella ai Caduti. Ma certamente l’opera più prestigiosa è la tela col Battesimo di Cristo , capolavoro di Giuseppe Bazzani che la dipinse nel 1737. Collocato nel presbiterio, appena dietro l’organo, il dipinto rappresenta, con le due grandi figure centrali del Cristo e del Battista, una delle più potenti ed espressive composizioni del grande pit - tore mantovano. L’ Apparizione di Gesù Bambino a sant’Antonio di Padova , opera di cultura emiliana, fu donata alla chiesa nel 1687; lì rimangono tuttora alcune scul - ture votive in gesso, otto e novecentesche, e un settecentesco San Giovanni Battista in legno policromo. (g.r.)

Il primo evento sismico del 20 maggio 2012 ha causato la formazione di fessurazioni subverticali in corrispondenza delle aperture dei muri longitudinali dell’aula, oltre al distacco della facciata con lieve ribaltamento del timpano e meccanismi di taglio nel piano della facciata stessa. All’interno della chiesa sono stati rilevati crolli delle volte a botte e delle volte lunettate della navata principale e consistenti lesioni nelle volte a crociera delle navate laterali e nella struttura voltata tra abside e presbiterio. San Giovanni del Dosso 35

Inoltre, si sono aperte fessurazioni in chiave alle arcate laterali e all’arco trionfale. Le scosse del 29 maggio hanno notevolmente aggravato lo stato di danno della chiesa, portando al crollo del timpano sul sagrato e sulla strada e all’aggravamento del quadro fessurativo precedentemente manifestatosi. Il manto di copertura in coppi ha subito sconnessioni e dissesti; per effetto del ribaltamento della facciata è crollata la porzione di copertura a ridosso del timpano. Al fine di bloccare il meccanismo di ribaltamento del prospetto principale è stata rea - lizzata una struttura reticolare a tubo giunto su tutta l’altezza del fronte, vincolata in più punti alle pareti longitudinali mediante tiranti e piastre di acciaio. La porzione di copertura danneggiata è stata ripristinata provvisoriamente mediante travetti li - gnei, assito e teloni sintetici impermeabili, questi ultimi stesi sull’intera copertura della navata centrale e di quelle laterali. Le aperture esterne sono state sbadacchiate e puntellate con morali lignei. La parte superiore della muratura absidale è stata messa in sicurezza mediante una tirantatura con funi di acciaio ed elementi lignei verticali. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Giuseppe Bazzani, Battesimo di Cristo , 1737, olio su tela, cm 305 × 210, con cornice. [fig. 40] 2) Anonimo emiliano, Apparizione di Gesù Bambino a sant’Antonio di Padova , ante 1687, olio su tela, cm 195 × 145. [fig. 41]

Opere non esposte: 3) Anonimo, Santa Caterina d’Alessandria , secolo XVIII, olio su tela, cm 166 × 138. (s.l.) 36 OLTRE IL SISMA

Schivenoglia CHIESA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

Il nome del paese – che anticamente si denominò Brazolo – si deve probabilmente alla presenza della dimora extraurbana di una nobile famiglia, come nel caso della celebre palazzina estense a Ferrara. Nel 1205 Matilde di Canossa fece dono di que - sto territorio ai monaci di San Benedetto in Polirone. Nell’archivio storico diocesano di Mantova si conservano alcuni documenti che per - mettono di datare l’origine della parrocchia. Nel 1544 essa era già soggetta a visita pastorale e fu appunto descritta come «parochialem ecclesiam Sancti Francisci de Schivenolia»; vi si afferma che l’«ecclesia tota de novo fabricata, interius est dealbata exterius autem rubricata more laterum»; la chiesa di nuova fabbricazione è menzio - nata anche nella visita pastorale del 1575, laddove la sua erezione è retrodatata al tempo del vescovo Ludovico Gonzaga, vissuto tra XV e XVI secolo. Ciò è confermato da un inventario del 1728, nel quale si attesta che la chiesa «fu edi - ficata l’anno 1487 servendo per oratorio; fu eretta in parochia l’anno 1490 smem - brandosi l’anime della parochia di San Giovanni dal Dosso». Il medesimo documento attesta una ricostruzione avvenuta nel 1671, ma il tempio fu ancora rie - dificato nel 1780. La sua robusta facciata rispecchia la struttura interna a tre navate ed è scandita da lesene. Nel 1876 fu progettato un ampliamento delle navate laterali dall’ingegnere Vin - cenzo Longhini, parzialmente rispettato nella ricostruzione nel corso dei lavori del 1890. Durante la seconda guerra mondiale la chiesa fu danneggiata dai bombarda - menti alleati sul comando del generale Kesserling, che alloggiava a poca distanza dalla parrocchiale. Vi furono perciò lavori di restauro dopo il conflitto ma la chiesa rimane un edificio architettonicamente spoglio e insoluto. Vanto di Schivenoglia sono il cronista Andrea Stanziali Vidali, vissuto nel XV secolo, e il pittore Francesco Maria Raineri, nato nel 1676 e morto a Mantova nel 1758; di questo estroso artista, secondo solo a Bazzani tra i pittori mantovani dell’epoca, la parrocchiale possiede un Trapasso di san Francesco d’Assisi , recentemente acquistato sul mercato antiquario. (s.l.)

I danni causati dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 interessano in modo diffuso il corpo principale della chiesa con fessurazioni passanti e non, cadute di in - tonaci e di elementi laterizi, rotture degli elementi aggettanti. Sulle pareti laterali e sulla facciata sono presenti lesioni dovute al meccanismo di ribaltamento di que - st’ultima, mentre sui setti murari longitudinali e sulle arcate interne si rileva un qua - dro fessurativo attribuibile ad azioni di taglio nel piano. Le fessure più gravi interessano le strutture murarie tra navata centrale e abside; anche le volte sono no - tevolmente danneggiate, in particolare in corrispondenza della controfacciata, pro - prio a causa del meccanismo di ribaltamento/martellamento. Schivenoglia 37

Il campanile presenta gravi fratture al piede dei pilastrini e alla sommità della cella campanaria, sulle cui murature e archeggiature in mattoni si sono manifestate fes - surazioni dovute a fenomeni torsionali. Al fine di contrastare il ribaltamento della facciata, l’intervento di messa in sicu - rezza è consistito nella realizzazione di una struttura reticolare a tubo giunto vinco - lata con una serie di tiranti a fune metallici, posti a varie altezze e ancorati alle pareti longitudinali della navata centrale. La messa in sicurezza del campanile è stata ese - guita mediante fasciatura della cella campanaria con cavi in acciaio, previa realizza - zione di un puntellamento all’interno delle strutture murarie con elementi lignei e strutture in tubo giunto; le aperture della cella campanaria sono state tamponate. Il progetto di restauro e miglioramento strutturale è stato autorizzato dagli enti com - petenti e partecipa al Bando per il Fondo di Rotazione 2013 di Regione Lombar - dia: si prevedono la ritesatura delle catene esistenti, la risarcitura delle lesioni passanti su volte e archi con cunei in acciaio e malta a base di calce, la realizzazione di colle - gamenti metallici tra gli elementi lignei della copertura e la facciata, il restauro e il consolidamento all’estradosso delle volte presbiteriali e dell’abside, costituite da struttura lignea, arelle e gesso; infine, il consolidamento della volta della navata cen - trale mediante irrigidimento delle costolature estradossali. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Francesco Maria Raineri detto lo Schivenoglia, Transito di San Francesco d’Assisi , 1740-1750 circa, olio su tela, cm 100 × 168. [fig. 42]

Opere non esposte: 2) Lanfranco Frigeri, San Francesco in estasi , 1950, olio su tela, cm 219 × 180, con cornice. (s.l.) 38 OLTRE IL SISMA

Sustinente, località Sacchetta CHIESA DELL ’ANNUNCIAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

La chiesa di Sacchetta di Sustinente fu probabilmente fondata su un’area donata da Vincenzo I Gonzaga nel 1601 e fu dedicata alla Vergine Annunciata. Della struttura seicentesca nulla rimane, poiché la chiesa fu rifatta, forse integralmente, alla metà del XVIII secolo, grazie alla munificenza della famiglia Cavriani di Mantova . Alla ricostruzione della chiesa seguì la realizzazione del nuovo presbiterio, della sa - crestia e del limitrofo cimitero (entro il 1795). La fase di metà Settecento – che cul - minò nella commissione di alcune tele, collocabili attorno al 1758, a Giovanni Cadioli e di Giuseppe Bazzani – fu guidata da un ignoto architetto che adoperò ar - chetti liberi sopra l’accesso alle cappelle laterali, desumendo il motivo dalla chiesa torinese del Carmine, opera di Filippo Juvarra. Le cappelle laterali raggiungono l’al - tezza della navata, sino a «svuotare interamente il guscio che le delimita», con un no - tevole alleggerimento della massa muraria. L’architetto messinese era stato a Mantova nel 1733 – quando la chiesa del Carmine era in costruzione – e aveva presentato un progetto per la cupola di Sant’Andrea che fu affidato, per la sua realizzazione, al ti - cinese Giovanni Maria Borsotto nel 1749. Non possiamo escludere che sia stato proprio questi – in relazione coi Cavriani negli stessi anni – ad adoperare nella chiesa di Sacchetta quell’invenzione juvarriana, seppure gli archetti liberi non compaiano in nessun’altra architettura di Borsotto. L’arredo della chiesa, di particolare pregio, fu in parte espressamente commissio - nato e in parte raccolto dai Cavriani. I preziosi stalli lignei intagliati della sagrestia e vari arredi provengono da chiese soppresse alla fine del XVIII secolo; tra esse, so - prattutto la certosa di Mantova. Di notevole rilievo, nell’arredo del tempio, è la maestosa Annunciazione di Domenico Tintoretto, non esposta ma anch’essa in de - posito in Palazzo Ducale dal 12 giugno 2012. Un furto del 1983 ha privato la chiesa di alcune importanti opere, tra cui due tele di Bazzani. (s.l.)

Gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 hanno causato gravi danni al corpo prin - cipale e alle cappelle. La facciata presenta un notevole distacco dalle murature late - rali per ribaltamento fuori piano, in particolare in corrispondenza del timpano. I setti murari longitudinali della navata centrale presentano fessurazioni passanti in - clinate a 45°, provocate dal fuori piombo del fronte che ha trascinato con sé i cunei di muratura ammorsata delle facciate laterali. Sul soffitto dell’aula sono da evidenziare una serie di lesioni trasversali, dovute al di - stacco tra la struttura portante ad archi diaframmi in muratura e le volte in cannic - cio appese a centine lignee. Le cappelle presentano lesioni diffuse sugli archi, le volte e le murature perimetrali; in particolare, si è registrato il crollo dell’arco sospeso della prima cappella a destra. Tra la chiesa, la sagrestia e la torre campanaria si notano lesioni passanti dovute al - Sustinente, località Sacchetta 39 l’interazione tra i diversi corpi di fabbrica caratterizzati da differenti rigidezze. Le opere di messa in sicurezza sono attualmente in fase di cantierizzazione. Per bloc - care il ribaltamento della facciata è prevista la realizzazione di una struttura retico - lare a tubo giunto con piedini in acciaio fissati mediante piastre di collegamento a quattro plinti in calcestruzzo armato e tre travi d’acciaio HE160A di sostegno alla muratura posizionate alle quote di circa + 4.00, + 7.50, + 11.00 m da terra. Gli archi sospesi gravemente lesionati della cappella adiacente alla torre campanaria, della cappella del battistero e della cappella Cavriani saranno centinati con ritti, sa - ette ed elementi lignei. Il rinforzo della cella campanaria prevede l’irrigidimento della copertura, mediante il miglioramento dei collegamenti tra gli elementi dell’orditura, e l’inserimento di efficaci collegamenti con le murature perimetrali. Per gli orizzontamenti inferiori, è prevista la posa in opera di diaframmi di piano realizzati con controventi metal - lici (angolari perimetrali e fasce disposte a croce di Sant’Andrea), opportunamente fissati alle murature con spinotti e collegati ai solai. (a.m.b.b. / d.l. / c.z.)

Opere esposte: 1) Giovanni Cadioli, Gesù Bambino appare a sant’Antonio di Padova , 1758, olio su tela centinata, cm 230 × 160. [fig. 43] 2) Giovanni Canti, Apparizione di san Girolamo ai santi Francesco Saverio e Luigi Gonzaga , ante 1704, olio su tela centinata, cm 236 × 164, con cornice. [fig. 44]

Opere non esposte: 3) Anonimo, Madonna Immacolata tra sant’Anna e san Carlo Borromeo , inizi secolo XVII, olio su tela, cm 200 × 130. 4-5) Anonimo, San Domenico di Guzman e Santa Caterina da Siena , metà secolo XVIII, olio su tela centinata, cm 165 × 95 ciascuno. 6) Domenico Tintoretto, Annunciazione , 1620 circa, olio su tela, cm 372 × 272. 7) Giovanni Cadioli, San Matteo , metà secolo XVIII, olio su tela centinata, cm 255 × 140, con cornice. 8-9) Giovanni Cadioli (ambito di), San Marco e San Luca , metà secolo XVIII, olio su tela cen - tinata, cm 255 × 140 ciascuno, con cornice. 10) Dionisio Mancini, Apparizione di Cristo a santa Teresa (?) , prima metà secolo XVIII, olio su tela centinata, cm 255 × 145. 11-12) Giovanni Cadioli (ambito di), Santa Maria Maddalena de’ Pazzi e San Simone Stock , metà secolo XVIII, olio su tela centinata, cm 255 × 140 ciascuno. 13) Carlo Dolci (attr. a), Ecce homo , secolo XVII, olio su tela, cm 100 × 80, con cornice. 14) Giovanni Cadioli e bottega, L’arcangelo Raffaele col Tobiolo , metà secolo XVIII, olio su tela centinata, cm 255 × 140 . (s.l.) ELENCO DELLE IMMAGINI

Gonzaga, località Bondeno – CHIESA DI SAN TOMMASO APOSTOLO fig. 1 – Giovanni Ghirlandini, San Giuseppe col Bambino e sei santi , 1776. fig. 2 – Bartolomeo Dall’Acqua, I santi Simone e Giuda in adorazione dell’Eucarestia , metà secolo XVIII. fig. 3 – Anonimo lombardo, Madonna addolorata , XVIII secolo.

Gonzaga, località Palidano – CHIESA DI SAN SISTO II PAPA E MARTIRE fig. 4 – Benedetto Gennari il Giovane (attr. a), Madonna col Bambino e san Filippo Neri , seconda metà se - colo XVII. figg. 5-6 – Giorgio Anselmi, San Pietro e San Paolo , 1777 circa. fig. 7 – Francesco Maria Raineri detto lo Schivenoglia, San Gaetano da Thiene , metà secolo XVIII. fig. 8 – Felice Campi, San Sisto II papa condotto al martirio davanti a san Lorenzo , post 1786.

Mantova, località Angeli – CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI fig. 9 – Gian Luigi de’ Medici (attr. a), San Bonaventura con l’albero della vita , post 1482, sul recto; Ano - nimo, Madonna col Bambino e i santi Vincenzo, Bonaventura e Diego , inizi secolo XVII, sul verso.

Moglia – CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA fig. 10 – Giovanni Cadioli, San Giuseppe col Bambino in gloria tra i santi Antonio di Padova e Rocco , secolo XVIII. fig. 11 – Anonimo, Ritratto di canonico , secolo XVIII.

Poggio Rusco – CHIESA DEL SANTISSIMO NOME DI MARIA fig. 12 – Saverio Dalla Rosa, Transito di san Giuseppe , 1782. fig. 13 – Pietro Fachetti (attr. a), Compianto sul Cristo morto con san Rocco e un angelo , 1615 circa. figg. 14-15 – Giuseppe Avanzi, Riposo nella fuga in Egitto e Visitazione , metà secolo XVII. fig. 16 – Giovan Battista Marcola (attr. a), Santa Teresa d’Avila coi santi Giuseppe e Stefano , secolo XVIII. figg. 17-18 – Antonio Maria Viani (ambito di), Angelo annunziante e Madonna annunziata , inizi secolo XVII.

Quistello – CHIESA DI SAN BARTOLOMEO APOSTOLO fig. 19 – Anonimo, Cristo con san Gregorio e le anime purganti , secolo XVIII.

Roncoferraro, località Villa Garibaldi – CHIESA DEI SANTI GIACOMO E MARIANO MARTIRI fig. 20 – Anonimo di area emiliana, I santi Giovanni Battista, Carlo Borromeo e Sebastiano e la beata Osanna Andreasi in adorazione della Santissima Trinità , inizi secolo XVII. fig. 21 – Anonimo, Madonna col Bambino, un santo diacono e un santo gesuita , prima metà secolo XVII.

San Benedetto Po, località Portiolo – CHIESA DI SAN PAOLO PRIMO EREMITA fig. 22 – Amadio Enz (attr. a), San Girolamo penitente , 1717 (?). fig. 23 – Giuseppe Orioli, San Paolo primo eremita , 1724. figg. 24-38 – Pietro Fabbri, Misteri del Rosario , 1730-1735. fig. 39 – Pietro Fabbri, Sacra famiglia con i santi Luigi Gonzaga e Antonio di Padova , 1727.

San Giovanni del Dosso – CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA fig. 40 – Giuseppe Bazzani, Battesimo di Cristo , 1737, olio su tela, cm 305 × 210, con cornice. fig. 41 – Anonimo emiliano, Apparizione di Gesù Bambino a sant’Antonio di Padova , ante 1687.

Schivenoglia – CHIESA DI SAN FRANCESCO D’A SSISI fig. 42 – Francesco Maria Raineri detto lo Schivenoglia, Transito di san Francesco d’Assisi , 1740-1750 circa.

Sustinente, località Sacchetta – CHIESA DELL ’ANNUNCIAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA fig. 43 – Giovanni Cadioli, Gesù Bambino appare a sant’Antonio di Padova , 1758. fig. 44 – Giovanni Canti, Apparizione di san Girolamo ai santi Francesco Saverio e Luigi Gonzaga , ante 1704. Gonzaga, località Bondeno 41

1. 2.

3. 42 Gonzaga, località Palidano

4.

5. 6. Gonzaga, località Palidano / Mantova, località Angeli 43

7.

8.

9 (recto). 9 (verso). 44 Moglia / Poggio Rusco

11.

10.

12. 13. Poggio Rusco 45

14.

15. 46 Poggio Rusco

16.

17. 18. Quistello / Roncoferraro, località Villa Garibaldi 47

19.

20. 21. 48 San Benedetto Po, località Portiolo

22.

23. 24-38. San Benedetto Po, località Portiolo 49

39. 50 San Giovanni del Dosso

40. San Giovanni del Dosso / Schivenoglia 51

41.

42. 52 Sustinente, località Sacchetta

43.

44. 53

L’ATTIVIT À DEL LABORATORIO DI RESTAURO DELLA SOPRINTENDENZA DI MANTOVA

Il laboratorio di restauro della Soprintendenza BSAE di Mantova ha messo in sicu - rezza le opere conservate in quegli ambienti del Museo danneggiati a seguito del sisma. Sono stati rimossi dalla loro sede espositiva tutti i dipinti dal Corridore di Santa Barbara, tutte le sculture della Galleria della Mostra e tutte le opere lapidee collocate nel vano sottostante il giardino pensile del Cortile dei Cani. Contestualmente giungevano dal territorio le opere mobili, prevalentemente dipinti su tela, rimosse dalle sedi originali delle chiese interessate dal sisma, e che ora tro - vano accoglienza presso il Museo di Palazzo Ducale in Mantova. In altre dramma - tiche circostanze lo storico Palazzo Ducale è stato luogo di accoglienza e ricovero alle opere d’arte, ricordiamo per tutte l’ultimo evento bellico nel corso del quale vennero ospitate molte opere che qua trovavano un più sicuro rifugio: le statue di Ponte dei Mulini, affreschi strappati nottetempo da case privare durante i bombardamenti. In tempi brevissimi, grazie alla immediata disponibilità di tutto il personale in ser - vizio presso il museo, dagli storici dell’arte agli addetti alla vigilanza, dei tecnici, fo - tografi e restauratori, è stato approntato un deposito temporaneo presso l’Atrio degli Arcieri: un ambiente ampio, a piano terra, facilmente accessibile dall’esterno dal portone affacciato su piazza Lega Lombarda e già provvisto di impianto di allarme antintrusione. I dipinti che di volta in volta arrivavano dalle chiese venivano dispo - sti in griglie lignee modulari appositamente progettate e realizzate. Tutte queste ope - razioni si sono svolte tempestivamente e mantenendo raggruppate le opere secondo un ordine topografico di provenienza. Documentazione fotografica al momento dell’arrivo, intervento manutentivo e rilievo dello stato conservativo; punti di fis - saggio sulle cornici e limitati consolidamenti della pellicola pittorica. Dopo questi interventi si è provveduto a documentare fotograficamente fronte e retro di ogni opera. Nel frattempo, grazie alla immediata attivazione dell’ UCCR lombarda, gli spazi del laboratorio di restauro venivano riorganizzati: ripristinata l’apertura su piazza Paccagnini, revisionati gli impianti di sicurezza già presenti, resi scorrevoli, come già in tal senso predisposti, i moduli lignei, ora i nuovi laboratori custodi - scono al loro interno le opere del territorio in attesa che il recupero degli edifici re - ligiosi possa riaccoglierle. (v.m.)

La squadra operativa: Vanda Malacarne, Tiziana Mantovani, Chiara Reggiani, Corne - lio Saccenti, Giuseppe Loreto, Emanuela Pezzini, Maria Paola Salvarani, e tutti i nostri addetti alla vigilanza che hanno partecipato volontariamente alla squadra tecnica. 54 OLTRE IL SISMA

LE OPERE RICOVERATE A SUZZARA

La Soprintendenza di Mantova ha provveduto, insieme alla Curia, ai Vigili del Fuoco e al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico, al coordinamento della messa in sicurezza e del trasporto delle opere di chiese parrocchiali duramente colpite dal sisma quali Gonzaga, Polesine (frazione di Pegognaga), Suzzara e delle sue tre fra - zioni di Brusatasso, San Prospero e Tabellano. Grazie alla disponibilità dell’Amministrazione Comunale di Suzzara, che ha messo a disposizione i locali del Museo della Galleria del Premio, già dotata di sistema di allarme, è stato possibile ricoverare e tutelare le opere per garantirne un’adeguata conservazione e un’opportuna tutela. Le operazioni di trasporto sono state eseguite anche in questo caso con efficacia e competenza dalla RWS Srl di Vigonza (Padova). Si tratta di ventisette dipinti olio su tela (più una serie di quattordici piccole Stazioni della Via Crucis), quattro sculture in legno policromo, tra cui un importante Cro - cifisso rinascimentale, e una serie di quindici tavolette con Misteri del Rosario . Tra i dipinti figurano anche opere di pittori di notevole importanza quali Gian Fran - cesco Tura, Teodoro Ghisi, Giovanni Cadioli, Giuseppe Bazzani, Pietro Fabbri, Fran - cesco van den Dyck. Le opere, inizialmente ricoverate in una grande sala a piano terra, sono state in se - guito utilizzate per una singolare esposizione, tuttora visibile, denominata “Sotto il Terremoto”. Tramite l’utilizzo di vari materiali quali tubi innocenti, cinghie, teli in tessuto non tessuto, drappi in stoffa, i dipinti e le sculture sono stati inframezzati in modo molto originale alle opere d’arte contemporanea esposte, che sono state per l’occasione velate. L’installazione è particolarmente efficace nel suo intento in quanto la “ragnatela” di tubi innocenti utilizzati per sostenere le opere ricrea il paesaggio terremotato da cui le opere provengono, dove i tubi sorreggono le strutture pericolanti di abitazioni, chiese e monumenti. Essa inoltre stimola il dialogo tra opere antiche e contempo - ranee. In particolare la velatura delle opere moderne assume una duplice funzione: da un lato induce a pensare a un passo indietro dell’arte contemporanea, un omag - gio nei confronti delle opere ospitate; dall’altro spinge l’osservatore a interagire con le opere velate motivato dalla curiosità della loro “riscoperta”. (g.m.) 55

Elenco delle opere messe in sicurezza e trasportate nei depositi del Museo Civico “Premio Suzzara” di Suzzara a seguito degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012. (s.l.)

Gonzaga CHIESA DI SAN BENEDETTO ABATE Rinaldo Mantovano, Madonna col Bambino e i santi Benedetto e Giovanni evangelista , 1534 circa, olio su tela, cm 312 × 234. Felice Araldi (attr. a), Gesù Bambino e i santi Antonio di Padova, Luigi Gonzaga, Gaetano da Thiene , secolo XVIII, olio su tela, cm 240 × 145, con cornice. Pietro Fabbri, Madonna col Bambino che consegna lo scapolare a san Simone Stock , 1730 circa, olio su tela, cm 273 × 198, con cornice. Giovanni Cadioli, I santi Lucia, Maddalena de’ Pazzi e Andrea Corsini , 1748, olio su tela, cm 206 × 140, con cornice. Anonimo, Madonna del Rosario e san Domenico , 1762 circa, olio su tela, cm 270 × 147, con cor - nice. Benedetto Pagni o Lorenzo Costa il Giovane (attr. a), Madonna col Bambino, san Giovanni Bat - tista e santa martire (Felicita?) , metà secolo XVI, cm 262 × 194. Anonimo della cerchia di Giulio Romano, Madonna col Bambino, san Giuseppe e i santi Sebastiano e Antonio di Padova (?) , 1540 circa, olio su tela, cm 248 × 183. Gian Francesco Tura, Natività , 1525 circa, olio su tela, cm 203 × 148, con cornice.

Pegognaga, località Polesine CHIESA DI SAN GIACOMO MAGGIORE Ludovico Cardi detto il Cigoli, Martirio di san Giacomo , 1605, olio su tela, cm 300 × 210. Anonimo, quindici Misteri del Rosario , XVIII secolo, olio su tela ovale, cm 25 × 20 ciascuno, senza telaio . Anonimo, Gesù cade sotto la croce (terza stazione della Via Crucis ), XIX secolo, olio su tela, cm 62 × 47, con cornice. Louis Beau, quattordici Stazioni della Via Crucis , ultimo quarto XIX secolo, olio su tela, cm 75 × 55 circa ciascuna, con cornice.

Suzzara CHIESA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA Giuseppe Bazzani, Miracolo di san Biagio , 1750 circa, olio su tela, cm 250 × 160 circa. Francesco van den Dyck, San Longino martire , 1670-1680 circa, olio su tela, cm 250 × 160 circa. Teodoro Ghisi (attr. a), La Vergine che intercede contro la pestilenza, con i santi Sebastiano, Do - menico e devoti , 1577-1580 circa, olio su tela, cm 250 × 160 circa. Anonimo emiliano, Crocifisso , inizio secolo XVI, scultura in legno, cm 170 × 148 × 32 il Cri - sto; cm 265 × 160 la croce. Anonimo, San Biagio martire , secolo XV (?), scultura in legno, cm 142 × 45 × 39. Anonimo, San Vincenzo Ferrer , secolo XV (?), scultura in legno, cm 109 × 46 × 32. Anonimo, Sant’Eurosia , secolo XV (?), scultura in legno, cm 107 × 53 × 45.

Suzzara, località Brusatasso CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO Francesco Poldi, Traditio clavium , 1772, olio su tela ovale, cm 110 × 83. 56 OLTRE IL SISMA

Luigi Niccolini (da Antonio Maria Viani), San Michele abbatte il demonio , 1795, olio su tela centinata, cm 270 × 160, con cornice. Anonimo, San Luigi Gonzaga , XVIII secolo, olio su tela ovale, cm 110 × 82. Anonimo, Sant’Antonio di Padova , XVIII secolo, olio su tela ovale, cm 110 × 80. Giovanni Cadioli, Estasi di san Francesco da Paola , 1751 circa, olio su tela centinata, cm 200 × 119. Anonimo mantovano, Madonna incoronata da Gesù Bambino, con angeli , XVII secolo, olio su tela, cm 110 × 93. Anonimo mantovano, San Domenico , XVIII secolo, olio su tela ovale, cm 96 × 67. Anonimo mantovano, Santa Caterina da Siena (o Santa Rosa da Lima ), XVIII secolo, olio su tela ovale, cm 97 × 67.

Suzzara, località San Prospero CHIESA DI SAN PROSPERO Anonimo, Annunciazione , prima metà secolo XVII, olio su tela, cm 100 × 150. Jacob Denys, Sant’Ignazio di Antiochia , 1675 circa, olio su tela, cm 150 × 160.

Suzzara, località Tabellano CHIESA DI SAN NICOLA DI BARI Gian Francesco Tura, Madonna col Bambino e i santi Nicola di Bari, Sebastiano, Anna e Madda - lena , 1527, olio su tela, cm 248 × 182. Gian Francesco Tura, Cristo sostenuto in volo da angeli, con strumenti della Passione , 1525-1530 circa, olio su tela, cm 188 × 103. Anonimo veronese (?), San Nicola da Tolentino , XVIII secolo, olio su tela, cm 124 × 91. Pietro Fabbri, Madonna col Bambino e i santi Sebastiano, Giuseppe e Francesco con angeli , 1730 circa, olio su tela, cm 146 × 100. Anonimo e Pietro Fabbri, quindici Misteri del Rosario , XVIII secolo, olio su tavola, cm 20 × 15 circa. (s.l.) 57

QUALE FUTURO?

A un anno dal sisma che ha colpito il nord Italia a maggio 2012 è d’obbligo una ri - flessione su ciò che è stato fatto, su quanto si deve ancora fare e su quali sono stati gli effetti di questo terremoto. Durante le fasi di ricognizione dei beni culturali danneggiati si è potuto osservare che la risposta al sisma è talvolta indipendente dalla sua localizzazione e intensità. Sono, cioè, emerse una serie di problematiche legate all’inadeguatezza delle costru - zioni nel rispondere alle azioni orizzontali, poiché concepite per resistere ai soli ca - richi verticali. Ciò che accomuna quasi tutta l’edilizia storica delle aree colpite è la presenza di mu - rature allettate con malte povere di calce, costituite da miscele di sabbia e argilla, estremamente fragili, aggredibili dall’umidità e meccanicamente poco resistenti. Ma alcune categorie di beni sono state danneggiate più di altre in relazione alle caratte - ristiche architettoniche e costruttive. Le numerose chiese sparse sul territorio pre - sentano spesso aspetti costruttivi comuni: grandi dimensioni, notevole altezza, fastigi svettanti rispetto alla linea di colmo, pinnacoli o acroteri mal collegati alla base, volte leggere di mattoni apparecchiati in foglio, carenza di collegamenti fra mura - ture e assenza di catene metalliche di ritegno di archi e volte. Questi edifici non sono stati in grado di reggere agli effetti dinamici del sisma: se con la scossa del 20 maggio hanno manifestato quadri fessurativi sintomatici delle vul - nerabilità presenti, con gli eventi del 29 hanno subito consistenti crolli dovuti al ri - baltamento di facciate, absidi ed elementi decorativi svettanti, ai cinematismi delle volte interne, degli archi diaframma e trionfali, alle azioni di taglio nelle murature e agli effetti torsionali su campanili, celle campanarie e lanternini. La tipologia di queste strutture e la loro posizione nel fitto abitato dei centri storici hanno reso le operazioni di messa in sicurezza complesse e costose. Spesso il danno sismico si è sommato alla mancanza di manutenzione e all’incuria pregressa che ren - dono le strutture ancora più vulnerabili. Questi beni rivestono un alto valore identitario per il loro territorio e, sebbene in sporadici casi la necessità di tornare alla normalità abbia generato spinte demolito - rie nei confronti dei manufatti più danneggiati, ovunque si respira l’urgenza della ricostruzione. E il tema della ricostruzione apre il dibattito su “come” ricostruire. Già aleggiano le tematiche dell’anastilosi, del “dov’era, com’era”, della conservazione a rudere e del rapporto del nuovo con l’antico con l’introduzione del linguaggio ar - chitettonico contemporaneo. Pur sostenendo il valore del confronto, è necessario non dimenticare i principi della cultura del restauro, che sono ben rappresentati dai concetti brandiani del valore della forma e della materia, del rispetto dell’autenticità dell’opera e della impossibilità di riprodurre la materia dell’opera d’arte. Purtroppo, le possibilità di recupero sono per molti beni culturali ancora lontane: la fase di messa in sicurezza è stata avviata grazie ai finanziamenti pubblici per i soli edifici che rappresentavano rischi per la pubblica incolumità. I funzionari di que - 58 OLTRE IL SISMA sto Ministero hanno collaborato attivamente con i Vigili del Fuoco, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, la Protezione Civile, la Regione Lombardia, i comuni colpiti e le Diocesi di Mantova e Cremona per la predisposizione dei pre - sidi necessari, orientando contestualmente gli interventi alla riduzione del rischio di aggravamento del danno e alla realizzazione di opere per quanto possibile definitive, in modo da sfruttare più efficacemente le scarse risorse disponibili. Ma moltissimo rimane ancora da fare per la protezione e la conservazione delle strutture e degli ap - parati decorativi: il tempo degli interventi provvisionali è ormai scaduto e occorre avviare celermente la riparazione dei beni per evitare ulteriori danneggiamenti im - putabili all’inerzia e alla sostenibilità economica delle opere necessarie. Le prime ordinanze per la ricostruzione emesse dal Commissario delegato per l’emer - genza sismica di Regione Lombardia hanno comprensibilmente rivolto i finanzia - menti pubblici agli edifici residenziali e agli immobili a uso produttivo; ciò tuttavia consente di intervenire solo su una minima parte del patrimonio architettonico mo - numentale. Numerosi progetti di recupero sono parzialmente finanziati dal risarci - mento delle relative polizze assicurative, mentre altri partecipano al bando per lo stanziamento dei fondi di rotazione di Regione Lombardia, che costituiscono at - tualmente le uniche risorse dedicate specificatamente ai beni culturali. Una minima parte del patrimonio potrà ottenere i finanziamenti dell’Unione Europea. A oggi non esistono previsioni concrete di finanziare gli interventi sui beni cultu - rali colpiti e la prospettiva è il rischio di perdita di una parte del nostro patrimonio. Malgrado il progressivo calo di interesse generale per la cultura, attendiamo co - munque segni positivi di cambiamento da parte di un paese che, come provato dalla riduzione drastica e progressiva delle risorse assegnate annualmente al Ministero, mostra non comprendere come il patrimonio storico artistico e paesaggistico sia una risorsa fondamentale per la nazione. Esso costituisce per l’Italia una infrastrut - tura unica, inimitabile e già esistente che necessita “solo” di investimenti per la sua conservazione e per diventare un importante volano della nostra economia.

Andrea Alberti Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brescia, Cremona e Mantova 59

Moglia, chiesa di San Giovanni Battista, interno (31 luglio 2012) 60 OLTRE IL SISMA

Mantova, basilica di Santa Barbara, intervento sul campanile (16 giugno 2012) 61

San Giacomo delle Segnate, Villa Arrigona, interno (12 dicembre 2012) 62 OLTRE IL SISMA Cartografia 63 Finito di stampare nel mese di maggio 2013 da Publi Paolini, Mantova ISBN 978-88-95490-53-3