Studi Trent. Sci. Nat., Acta BiolBiol..,, 81 (2004): 113-127 ISSN 0392-0542113 © Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento 2005

Considerazioni biogeografiche sulle delle province appenninica e sicula con descrizione di Chrysolina (Stichoptera) bourdonnei n. sp. (Coleoptera, Chrysomelidae)

Mauro DACCORDI1* & Sandro RUFFO2

1Museo Regionale di Scienze Naturali, Via Giolitti 36, I-10123 Torino 2Museo Civico di Storia Naturale, Lungadige Porta Vittoria 9, I-37129 Verona *E-mail dell’Autore per la corrispondenza: [email protected]

RIASSUNTO - Considerazioni biogeografiche sulle Chrysolina delle province appenninica e sicula con descrizio- ne di Chrysolina (Stichoptera) bourdonnei n. sp. (Coleoptera Chrysomelidae) - Viene dato un elenco tassono- micamente e corologicamente aggiornato delle specie di Chrysolina conosciute per le province appenninica e sicula. Viene descritta Chrysolina bourdonnei n. sp. degli Appennini centro-meridionali, appartenente al sottogenere Stichop- tera del gruppo sanguinolenta, e proposta la nuova sinonimia: C. fastuosa subsp. ventricosa (Suffrian, 1858) = C. fastuosa (Scopoli, 1763). L’analisi biogeografica delle 35 specie considerate mette in evidenza alcuni fatti. 1. La percentuale degli elementi a gravitazione meridionale è eguale nei settori settentrionale e centrale degli Appen- nini, sale al 44% nel settore meridionale e giunge al 67% in Sicilia. 2. Gli elementi meridionali corrispondono al popolamento più antico e ciò è confermato dal maggiore numero di endemiti mediterranei a livello di specie e sottospecie. 3. Gli elementi settentrionali hanno popolato la penisola da Nord durante una fase fredda del Quaternario per la via perialpina o transpadana. Due specie soltanto sono di penetrazione da Ovest e una per la via transadriatica. 4. Una sola specie di origine settentrionale (C. bourdonnei n. sp.) è endemica appenninica.

SUMMARY - Biogeographic notes on Chrysolina from the Apennine and Sicilian Provinces, with description of Chrysolina (Stichoptera) bourdonnei n. sp. (Coleoptera Chrysomelidae) - A taxonomically and corologically updated list is given for the Chrysolina species known for the Apennine and Sicily provinces. Chrysolina bourdonnei, a new Apennine species of the subg. Stichoptera, is described and a new synonym is proposed: C. fastuosa subsp. ventricosa (Suffrian, 1858) = C. fastuosa (Scopoli, 1763). The biogeographic analysis of the 35 considered species outlines some considerations: 1. The relative presence of Southern species is the same in Northern and Central Apennines, increases to 44 % in Southern Italy and to 67% in Sicily. 2. The Southern species represent the most ancient populations, as confirmed by the higher number of Mediterranean endemic species and sub- species. 3. Northern species colonised the Italian peninsula from North during a cold period of the Quaternary, via the Alps and the Padanian plain. Only two species arrived from West and one as transadriatic. 4. Only one Northern species (C. bourdonnei n. sp.) is endemic of the Apennines.

Parole chiave: Crisomelidi, Chrysolina bourdonnei n. sp., biogeografia, Appennini, Sicilia Key words: Chrysomelids, Chrysolina bourdonnei n. sp., biogeography, Apennines, Sicily

1. INTRODUZIONE s.l.m. nel N Sichuan, E Tibet, S Qinghai) e a alte lati- tudini (Isola di Wrangel). Esso manca nelle Regioni Il genere Chrysolina Motschulsky 1860 (= Chryso- Neotropicale e Australiana, mentre in quella Afrotro- mela auct. nec Linné, 1758) è principalmente paleartico picale 36 specie di Chrysolina popolano le montagne e conta oltre 400 specie fino ad ora descritte, la mag- anche a quote abbastanza elevate. Un gruppo partico- gior parte delle quali sono presenti in Asia, anche tro- lare di taxa è conosciuto per il Sud Africa. picale, fino al Giappone e alla Cina, in Europa, nel La Checklist della fauna italiana (Biondi et al. 1994) Nord Africa e solo cinque specie nel Nord America. È elenca 64 specie di Chrysolina, di cui 36 sono presen- uno dei pochi generi di Chrysomelidae presenti con ti nella provincia alpina (sensu Minelli et al. 2005), 33 pochi taxa a quote molto elevate in Asia (oltre 4000 m nella provincia appenninica, 18 in quella sicula, 11 in 114 Daccordi & Ruffo Considerazioni biogeografiche e tassonomiche sul genere Chrysolina quella sarda. Non abbiamo dati certi sul numero di nante in città su piante protette di rosmarino. Secondo specie della provincia padana caratterizzata da una Bechyné (1950) Chrysolina americana sarebbe rap- specie endemica, Chrysolina schatzmayri (Müller, presentata in Corsica e nell’Isola d’Elba da due razze 1916), vivente su alofite nelle aree litorali dal Friuli- distinte (subsp. ubertini e subsp. insulivagans, rispet- Venezia Giulia fino a Ravenna. tivamente) che noi però non riteniamo valide. Scopo di questo lavoro è fare il punto sullo stato Elemento olomediterraneo. delle conoscenze circa la distribuzione di Chrysolina nelle province appenninica e sicula, aggiornando i dati 2.3. Chrysolina (Anopachys) asclepiadis (Villa,1833) tassonomici e corologici pubblicati nel 1961 da Magistretti e Ruffo e presentando, in conclusione, Un tempo ritenuta sottospecie di C. aurichalcea un’analisi del popolamento appenninico e siculo da (Gebler, 1825), è in realtà una buona specie come è parte di questo genere. confermato anche dal suo cariogramma, 2n=40 L’elenco delle specie viene dato, per praticità, in (Bourdonné & Doguet 1991). Tale specie, legata a ordine alfabetico e indicando per ogni specie il Vincetoxicum hirundinaria e forse, per la sottospecie sottogenere, sul cui valore tuttora si discute. dell’Europa centrale C. asclepiadis subsp. bohemica (Müller 1948) ad Artemisia vulgaris, è distribuita dal- le Alpi Giulie alle Marittime, ma sempre poco frequen- 2. ELENCO COMMENTATO DELLE SPECIE te e molto localizzata. Per gli Appennini è nota sola- mente dell’Appennino Ligure e dei Monti Sibillini. Gli 2.1. Chrysolina (Maenadochrysa) affinis (Fabricius, esemplari dei Monti Sibillini si distinguono da quelli 1787) alpini e dell’Appennino Ligure per il colore blu azzur- ro lucido, senza sfumature violacee. Specie nota con alcune sottospecie del Maghreb, Elemento centro-europeo di un gruppo eurosibirico. dalla Tunisia al Marocco, di Spagna e Francia medi- Un’altra specie di questo gruppo dalla posizione terranea. Dobbiamo ad un recente lavoro di J.C. sistematica piuttosto controversa (alcuni autori, infat- Bourdonné (1999) la messa a punto del gruppo di taxa ti, la considerano una sottospecie della aurichalcea), a cui questa specie appartiene. Per l’Italia è nota sola- è C. schatzmayri (Müller, 1916), da noi ritenuta inve- mente dell’Aspromonte (subsp. bruttiana Bourdonné, ce una buona specie propria dei terreni salsi, dall’Istria 1999) e della Sicilia dove sarebbero addirittura pre- alla Laguna di Venezia fino a Ravenna, vivente su Inula senti tre sottospecie: cribellata (Suffrian, 1851) delle sp. e Artemisia coerulescens Linné. Pur essendo nota Madonie e di Siracusa, che noi pensiamo essere una anche di Ravenna questa specie deve essere attribuita buona specie; hyacinthina (Suffrian, 1851) di Paler- alla provincia padana che si prolunga in una stretta mo e Ragusa; thalassina (Reiche & Saulcy, 1858) dei fascia lungo il litorale adriatico fino al Conero (Mar- Peloritani, Messina e Catania (Bourdonné in litt.). Se- che). condo Luigioni (1929) C. affinis subsp. hyacinthina si troverebbe in Italia fino all’Appennino Tosco- 2.4. Chrysolina (Chrysolina) bankii (Fabricius,1775) Emiliano. Riteniamo che questi reperti siano del tutto inattendibili. Specie nota dell’Africa settentrionale dalla Elemento mediterraneo-occidentale. Cirenaica al Marocco, della Penisola Iberica, della Francia meridionale e occidentale fino all’Inghilterra 2.2. Chrysolina (Taeniochrysea) americana (Linné, meridionale, delle isole del Mediterraneo occidentale 1758) e di Corfù. La sua presenza in Istria citata da Weise (1882-1884) è messa in dubbio da Müller (1949-1953). Specie legata a labiate dei generi Rosmarinus, Secondo Jolivet (1951) essa sarebbe differenziata in Lavandula e Thymus. Il collega Bourdonné ci comu- varie razze. In Italia dovrebbero essere presenti la nica di averla osservata, in tutti gli stadi, anche su Sal- subsp. mediterranea Jolivet, 1951 nella Liguria; la via officinalis Linné. È una delle poche specie di subsp. ausonia (Schatzmayr, 1941) in tutta la regione Chrysolina di cui si conosca la capacità di compiere peninsulare, dalla Toscana fino alle Puglie e alla brevi voli (Petitpierre com. pers.). Per l’Italia ci è nota Calabria, in Sardegna e nell’Arcipelago Toscano; la della Sardegna e dei versanti tirrenici della penisola, subsp. peloritana (Schatzmayr, 1941) in Sicilia (Monti dalla Sicilia alla Liguria, e dei versanti adriatici fino Peloritani); la subsp. vitalei (Schatzmayr, 1941) nella alla Romagna (Zangheri 1969). Negli ultimi anni Sicilia occidentale. Con l’esame dell’abbondante ma- l’areale si è esteso a Nord, giungendo in Europa fino teriale conservato nelle collezioni abbiamo riscontra- alla Gran Bretagna con colonie ormai stabilizzate to una notevole variabilità nelle diverse popolazioni; (Salisbury 2002). È ora comune nelle oasi xerotermiche concordiamo pertanto con Jolivet (1991) che ritiene dei dintorni di Verona e anche in città dove si può tro- C. bankii una specie polimorfa e pone in sinonimia vare su piante coltivate (lavanda, rosmarino). Abbia- tutte le sottospecie in cui era stata precedentemente mo dati sporadici anche per Torino dove si trova sver- suddivisa. Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 81 (2004): 113-127 115

C. bankii ci risulta diffusa largamente nella nostra piccoli; lati del protorace poco arcuati e angoli ante- Penisola, dalla Liguria alla Sicilia e Sardegna sui ver- riori meno prominenti. santi tirrenici; su quelli adriatici la conosciamo dalla Ter ra d’Otranto fino alla Romagna (Zangheri 1969). Materiale esaminato È una specie che abita principalmente i luoghi aridi e 1 holotypus, Lazio: Artena, Colle Tagliente 560 assolati, di tipo carsico. In Aspromonte è stata trovata m s.l.m. (Monti Lepini), 8 III 64, leg. A. Vigna (nelle fino a 800 m, mentre in Sicilia sale fino a 1500 m nei collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Ve- Nebrodi e nelle Madonie, penetrando nel livello mon- rona); 1 paratypus, Parco d’Abruzzo, M. Marsicano tano della faggeta. Manca in tutto il sistema orografico 26 VII 33 (determinata da Luigioni come C. margi- alpino. nalis) (nella collezione Luigioni al Museo Civico di Elemento mediterraneo-occidentale-atlantico. Zoologia, Roma); 1 paratypus, Campania: Monti Picentini, M. Terminio, vetta, VI 1956 leg. Ruffo (nel- 2.5. Chrysolina (Centoptera) bicolor (Fabricius, le collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di 1775) Verona); 1 paratypus, Abruzzo: Maielletta, 2000 m s.l.m., 19 VI 83, leg. Gudenzi (nella collezione Specie mediterranea diffusa nel Nord Africa dalla Daccordi). Cirenaica al Marocco, in Spagna fino alla Catalogna, Isole Canarie, Palestina, Sinai e Sicilia. Per quest’ulti- Descrizione dell’olotipo ma regione noi la conosciamo solo dei dintorni di Pa- lermo e di Catania ma può darsi che sia presente nelle Forma del corpo allargata, elissoidale, poco con- catene settentrionali dell’isola, dato che Kocher (1958) vessa. Colore nero con riflessi violaceo bluastri per- cita questa specie per località del Marocco a oltre 2200 cettibili ai lati del torace e sulla parte ventrale dello m s.l.m. Non abbiamo notizie che ci permettano di stesso; una fascia di colore arancio-cadmio è presente precisare la sua distribuzione in Sicilia. Anche i dati sui margini elitrali e le epipleure; primi antennomeri, delle collezioni storiche Baudi, di Breme, Spinola dove dei pochi rimasti, ocracei soprattutto nella parte ven- la specie è sotto il nome di C. regalis Olivier, 1807 trale. Sub-brachittera (Fig. 1a). riportano solamente “Sicilia” senza più precisa indi- Margine libero del labbro superiore subretto con cazione. Questa specie è citata anche per la Sardegna una fila arcuata di punti setigeri piuttosto addensati. da Bertolini (1872) e Gemminger e Harold (1874) ma Clipeo con sottile punteggiatura più densa che non sulla il dato è sicuramente errato. fronte. Fronte ampia con radi punti, più addensati pres- Elemento mediterraneo. so i toruli antennali e lungo i margini oculari interni; è visibile la sutura metopica, mentre sono decisamente 2.6. Chrysolina (Stichoptera) bourdonnei sp. nov. più impresse le suture fronto-clipeali; toruli antennali sollevati, ampi. Diagnosi Protorace trasverso (lunghezza: 2,2 mm; larghez- Molto simile a C. lucidicollis (Küster, 1845) ma za: 4,2 mm) cosparso di sottilissimi e radi punti sul con punteggiatura elitrale molto fitta e con punti più disco; calli laterali ampi, sollevati, separati dal disco

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Fig. 1 - Habitus: a) Chrysolina bourdonnei n. sp., b) Chrysolina lucidicollis, c) Chrysolina sanguinolenta (foto: Curletti). Fig. 1 - Habitus: a) Chrysolina bourdonnei n. sp., b) Chrysolina lucidicollis, c) Chrysolina sanguinolenta (photo: Curletti). 116 Daccordi & Ruffo Considerazioni biogeografiche e tassonomiche sul genere Chrysolina da una fila di grossi punti molto infossati e addensati ve, ampia, ribordata, coperta da grossi punti. Meta- posteriormente dove è presente una breve profonda sterno punteggiato lungo il margine anteriore e sottil- incavatura, altri grossi punti sono posti nella metà e mente inciso nel mezzo con una piccola fossetta me- verso l’interno del callo laterale; margini laterali bru- diana. Segmenti addominali con radi punti; una leg- scamente convergenti in avanti dal terzo anteriore; gera depressione è presente al centro del margine di- angoli anteriori arrotondati; sono presenti 4 pori stale dell’ultimo segmento. Zampe forti, regolari con setigeri ai rispettivi angoli. Scutello ogivale, allunga- femori poco allargati e tibie subrette; I e III tarsomero to, privo di punti. delle zampe medie e posteriori leggermente allargato. Elitre a margini leggermente rotondeggianti, con Lunghezza 8,4 mm; larghezza 5,6 mm. Lobo mediano fitta e irregolare punteggiatura (Fig. 2a), sono percet- dell’edeago ad apice arrotondato (Tavv. IE, IIB). tibili brevi file di punti in prossimità dello scutello e nella parte anteriore; due file quasi regolari di punti Etimologia: dedichiamo con stima e simpatia que- sono allineate lungo i margini laterali e delimitano sta nuova specie all’amico e collega J.C. Bourdonné verso l’interno la fascia arancio-cadmio. Callo omerale di En Gauly, Lesparrou (Francia), profondo studioso appena percettibile; callo laterale ampio, poco solle- delle paleartiche. vato; epipleure visibili di lato, poco allargate, con la superficie satinata, priva di punti; una breve fila di pori Note di comparazione setigeri sul quarto posteriore. Ultimo articolo dei pal- Per la finissima punteggiatura sul disco del pronoto pi mascellari allargato e distintamente troncato (Tav. (un po’ più forte e distinta nelle femmine) è simile a IA). C. lucidicollis di Sardegna. Si può distinguerla age- Parti ventrali del protorace satinate, opache, prive volmente per la punteggiatura elitrale molto più fitta e di sutura notopleurale ma con sottili brevi striature a punti assai meno grossi (Figg. 1a, 2a). Gli angoli addensate e poco profonde. Prosterno stretto, carenato. anteriori del protorace sono meno acuti che in C. Appendice prosternale stretta fra le anche, arcuata, con lucidicollis. Il lobo mediano è uniformemente allar- grossi punti addensati sull’apice libero, longitudinal- gato all’apice in C. bourdonnei rispetto a C. lucidicollis mente incisa. Mesosterno breve, trapezoidale, con (Tavv. IF, IIC). Il margine rosso elitrale è più largo che ampia fossetta anteriore; appendice metasternale bre- nella specie di Sardegna e si spinge a circondare le

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Fig. 2 - Particolare della punteggiatura elitrale: a) Chrysolina bourdonnei n. sp., b) Chrysolina lucidicollis, c) Chrysolina sanguinolenta (foto Curletti). Fig. 2 - Elytral punctuation, detail: Chrysolina bourdonnei n. sp., b) Chrysolina lucidicollis , c) Chrysolina sanguinolenta (photos Curletti). Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 81 (2004): 113-127 117 spalle. C. lucidicollis è una specie alata e dotata della I tre esemplari di C. bourdonnei, paratypi, han- capacità di volare, come cortesemente ci comunica il no l’ultimo articolo dei palpi meno allargato (Tav. IB) collega C. Meloni che ne ha catturato un esemplare al che nel maschio così come il I e III tarsomero delle volo a Senorbì (CA) loc. Nuracroba il 10-XI-74. Per il zampe anteriori e medie. Questi tre esemplari proven- tipo di punteggiatura elitrale la nuova specie ricorda gono da diverse località e presentano fra loro piccole anche C. sanguinolenta (Linné, 1758), ma in questa differenze. L’esemplare del Monte Marsicano è più specie i punti sulle elitre sono più addensati e i tegu- snello (lunghezza 8,4 mm; larghezza 5,0 mm) e l’orlo menti più opachi (Figg. 1c, 2c). La forma del corpo è color arancio-cadmio si allunga sul margine anteriore appena più ristretta in C. sanguinolenta e l’apice fin quasi allo scutello, dove è presente anche una leg- dell’edeago leggermente più acuto (Tavv. ID, IIA) ri- gera brevissima sfumatura rossastra sulle elitre; il spetto a quello di C. bourdonnei n. sp. Le antenne del- margine laterale del protorace è regolarmente arcuato le femmine sono molto simili nella nuova specie e in e gli angoli anteriori più acuti; la punteggiatura sul C. lucidicollis (Tavv. IIE, IIF), più brevi e con articoli disco del pronoto è visibile e formata da piccoli punti leggermente più compressi, in C. sanguinolenta sono uniformemente distribuiti. La femmina della Maiella appena più snelle (Tav. IID). presenta un margine arancio-cadmio che si arresta ap-

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Tav. I - Palpo mascellare: A) Chrysolina bourdonnei n. sp.: , B) Chrysolina bourdonnei n. sp. , C) Spermateca - Chrysolina bourdonnei n. sp. Edeago (visione laterale) - D) Chrysolina sanguinolenta, E) Chrysolina bourdonnei n. sp., F) Chrysolina lucidicollis. Tav. I - Maxillary palpus: A) Chrysolina bourdonnei n. sp.: , B) Chrysolina bourdonnei n. sp. , C) Spermatheca - Chry- solina bourdonnei n. sp. Aedeagus (in lateral view) - D) Chrysolina sanguinolenta, E) Chrysolina bourdonnei n. sp., F) Chrysolina lucidicollis. 118 Daccordi & Ruffo Considerazioni biogeografiche e tassonomiche sul genere Chrysolina pena oltre il callo omerale; il margine laterale del comune, in quanto i loro cariotipi sono bimodali e protorace è meno arcuato che nell’olotipo, la punteg- asimmetrici presentando solo cromosomi o grandi o giatura sul disco del pronoto è decisamente più forte e piccoli (Petitpierre 2000). Inoltre il tipo di esigenze ben visibile. L’esemplare dei monti Picentini è più al- trofiche e l’aspetto morfologico del lobo mediano del- largato (lunghezza 8,8 mm; larghezza 5,8 mm); il mar- l’edeago ci portano a considerarle un gruppo mono- gine laterale del torace è più arcuato e la punteggiatu- filetico. ra sul disco è ben visibile. Il complesso di taxa a cui vanno ascritte le Sti- Spermateca breve, ampiamente arcuata (Tav. IC). choptera del gruppo sanguinolenta, malgrado la revi- sione di Franz (1938), pare tutt’altro che chiarito. Esi- Osservazioni stono dati in letteratura che danno C. kuesteri (Hel- Il sottogenere Stichoptera è ben definito anche se liesen, 1912) presente nell’Appennino Toscano e C. molto eterogeneo cariologicamente, tanto che alcuni lucidicollis in Sicilia. Per quanto riguarda la catena autori ipotizzano di considerarlo un genere separato appenninica riteniamo che siano presenti Chrysolina da Chrysolina. Le specie che lo costituiscono sono le rossia (Illiger, 1802) e C. bourdonnei n. sp., citata (sotto sole Chrysolina che si alimentano a spese di Scrophu- il nome di C. marginalis (Duftschmidt, 1825)) da lariaceae e malgrado la loro diversità cariologica (da Luigioni nel suo catalogo (1929) per l’Appennino to- 2n = 22 a 2n = 34) presentano un rango citogenetico scano, per gli Abruzzi, e di Napoli. La presenza di C.

1,0 mm

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Tav. II - Edeago (visione frontale) - A) Chrysolina sanguinolenta, B) Chrysolina bourdonnei n. sp., C) Chrysolina lucidicollis. Antenna - D) Chrysolina sanguinolenta, E) Chrysolina bourdonnei n. sp., F) Chrysolina lucidicollis. Tav. II - Aedeagus (lateral view) - A) Chrysolina sanguinolenta, B) Chrysolina bourdonnei n. sp., C) Chrysolina lucidicollis. Antenna - D) Chrysolina sanguinolenta, E) Chrysolna bourdonnei n. sp., F) Chrysolina lucidicollis. Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 81 (2004): 113-127 119 sanguinolenta, citata da alcuni autori, è assai dubbia ligure e tosco-emiliano). Sui Monti Sibillini le popo- per la Regione Appenninica. Il materiale da noi stu- lazioni rappresentano una forma di passaggio alla diato di Lazio, Abruzzi e Campania è da attribuire alla subsp. ventricosa (Suffrian,1858) che ci è nota dei din- nuova specie che qui abbiamo descritto. torni di Napoli. Anche gli esemplari del Parco Nazio- Endemita appenninico noto di poche stazioni nale d’Abruzzo, dei Monti Picentini e di Vallo Lucano discontinue tra i Monti Picentini, la Maiella, il Parco presentano, secondo noi, caratteri intermedi fra la for- d’Abruzzo e i Monti Lepini. ma tipica e la subsp. ventricosa. La specie è citata fino alla Sicilia ma non abbiamo mai osservato esemplari 2.7. Chrysolina (Chrysomorpha) cerealis (Linné, a Sud del Pollino. La popolazione dei Monti Sibillini 1767) è costituita da individui con statura leggermente più grande, in media, delle popolazioni dell’Italia setten- La specie è rappresentata in Italia dalla subsp. mixta trionale. Esemplari della Campania (Revello, Gragna- (Küster, 1844), diffusa nella provincia alpina dalla no) corrispondono bene alla descrizione di C. fastuosa Venezia Giulia alla Liguria e dalla fascia collinare fino ventricosa ma ci sembra che essi rappresentino solo il ad oltre 2000 m s.l.m. La stessa sottospecie è presente limite di variabilità di una specie molto polimorfa per anche nella catena appenninica dove è diffusa con con- statura e densità di punteggiatura sulle elitre e sul tinuità fino al Monte Pollino, assumendo sempre più, pronoto. Gli esemplari del Monte Pollino non si procedendo verso sud, il carattere di specie esclusiva- discostano dalle popolazioni delle Alpi. Esaminando mente montana. Manca del tutto in Puglia. La popola- esemplari della Carnia sui quali Scopoli (1763) ha pro- zione dei Sibillini si distingue per la notevole variabi- babilmente descritto la specie e comparandoli con al- lità del colorito. Predominano gli esemplari violacei o tri provenienti dall’ampio areale di questo taxon (Sve- blu violacei o blu verdognoli talora con tracce più o zia, Carelia Fennica, Germania, Polonia, Romania, meno visibili di due fasce longitudinali blu cupo su Francia, N della Spagna), non abbiamo riscontrato ciascuna elitra e sutura bluastra cupa. In altri esempla- caratteri significativi per separare le varie razze in cui ri il colore dominante è il verde metallico più o meno è stata suddivisa questa specie. Per quanto riguarda C. intenso o soffuso di bluastro; in alcuni casi i riflessi fastuosa subsp. ventricosa non riteniamo sufficiente dorati o rosso fuoco sono disposti a strisce longitudinali il fatto che le femmine provenienti dal Matese, M. sulle elitre, alternate a strisce bluastre cupree. Questi Pollino e Foresta Umbra presentino una taglia in me- esemplari si avvicinano alla colorazione della cerealis dia maggiore rispetto a quelle del resto d’Italia e d’Eu- tipica. In altre popolazioni appenniniche (Monte ropa per separarle come una sottospecie valida. Pro- Terminillo, Monti Picentini) dominano le forme blu o poniamo pertanto la seguente nuova sinonimia: violacee in tutto simili a quelle della regione alpina. Chrysolina fastuosa subsp. ventricosa (Suffrian, Questa specie è del resto notevolmente variabile in tutta 1858) = Chrysolina fastuosa (Scopoli, 1763) nov. syn. la sua ampia area di diffusione e ha probabilmente il Elemento sibirico-europeo. suo limite meridionale di distribuzione in Appennino al Massiccio del Pollino; non la conosciamo infatti 2.10. Chrysolina (Allochrysolina) fuliginosa (Olivier, della Sila e dell’Aspromonte. 1807) Elemento sibirico-europeo. Specie nota della Spagna Nord-occidentale, della 2.8. Chrysolina (Sulcicollis) chalcites (Germar, 1824) Francia meridionale (forma tipica); con la subsp. galii (Weise, 1884) è diffusa a Nord delle Alpi nell’Europa Specie che in Balcania giunge fino alla Grecia; è occidentale. Per l’Italia la conosciamo soltanto delle nota di Crimea, Siria, Turchia, Kazakhistan e penetra Alpi Marittime con la subsp. microsticha Bechyné, a Nord fino all’Ungheria. Lungo la costa dalmata rag- 1949. La stessa razza giunge nell’Appennino Ligure. giunge l’Istria; manca in tutta l’Italia settentrionale, Elemento europeo-occidentale. ma compare, come elemento transjonico, in varie sta- zioni della Puglia, fino alle Tremiti, e dei versanti jonici 2.11. Chrysolina (Hypericia) geminata (Paykull, 1799) della Basilicata e della Calabria. Secondo Weise (1882- 1884) la specie sarebbe legata ai terreni salsi. Una con- La sistematica di questa specie e di quelle ad essa ferma viene dal fatto che uno di noi (S. R.) l’ha sem- affini ci sembra ancora da chiarire. Per separare que- pre trovata in stazioni presso la costa del mare. sto complesso di specie facciamo riferimento critico Elemento ponto-mediterraneo. al lavoro di Dahlgren, (1984); tale autore fa nuove os- servazioni sulla forma del flagello del lobo mediano 2.9. Chrysolina (Fastuolina) fastuosa (Scopoli, 1763) dell’edeago che sembra possedere buoni caratteri diagnostici. Pensiamo pertanto che tutto il materiale Specie diffusa come forma tipica nell’Italia setten- appenninico andrebbe rivisto sotto questo nuovo aspet- trionale dalla pianura fino alla zona montana. La co- to, in modo da definire correttamente la distribuzione nosciamo anche della regione appenninica (Appennino di alcune specie critiche. 120 Daccordi & Ruffo Considerazioni biogeografiche e tassonomiche sul genere Chrysolina

C. geminata è una specie diffusa nell’Europa me- tro-meridionale). Nota pure della Francia meridionale e dia fino alla Francia e nella Penisola Balcanica fino del litorale dalmata fino all’Isola di Lussino come subsp. alla Bulgaria e all’Albania. Per il nostro Paese la co- grossa s. str. Sempre come forma tipica è diffusa in tut- nosciamo, benché ovunque poco frequente, dell’Italia ta l’Italia centro-meridionale dalla Liguria e dall’Emilia settentrionale dalla Venezia Giulia fino all’Appennino Romagna fino alla Sicilia. Manca in Sardegna. Come ligure, toscano e delle Alpi Apuane. limiti altimetrici non supera in Appennino gli 800-1000 A questa specie attribuiamo con qualche perplessità m s.l.m. ed è presente in stazioni xerotermiche delle C. corcyria, entità considerata da Dahlgren come buo- Prealpi (Magistretti & Ruffo 1961 (1960)). na specie. Noi abbiamo forti dubbi sul suo effettivo va- Elemento mediterraneo-occidentale. lore, poiché il flagello dell’edeago è uguale a quello di C. geminata, mentre il lobo mediano dell’edeago, come 2.14. Chrysolina (Colaphodes) haemoptera (Linné, l’interpunteggiatura elitrale e la forma del protorace 1758) variano molto all’interno di questi due taxa. Va tuttavia notato che i pochi esemplari studiati a sud della Tosca- È una delle pochissime specie di Chrysolina aventi na fino alla Sicilia (dove gli esemplari esaminati sono capacità di volo. Secondo Jolivet (1951) le popolazioni tutti di un color rameico brillante) presentano dimen- italiane andrebbero ascritte alla subsp. corvina (Weise, sioni in media maggiori, una forma del corpo più 1916); Müller (1949 - 1953) però asserisce che la mag- tondeggiante e l’interpunteggiatura elitrale molto sotti- gior parte degli esemplari della Venezia Giulia sarebbe- le rispetto alle popolazioni europee e nord italiane di C. ro da attribuire alla C. haemoptera tipica. In effetti an- geminata. Proporremmo di considerare questi esemplari che gli esemplari italiani sono soggetti ad una notevole (corrispondenti alla corcyria sensu Dahlgren) come una variabilità per cui riteniamo di dubbio valore la subsp. sottospecie di geminata, ma non avendo ben chiari i corvina. C. haemoptera è diffusa e frequente in Italia confini geografici fra queste entità preferiamo per ora dove la conosciamo di tutta la provincia alpina, di quel- ritenere che questi esemplari appenninici possano rien- la appenninica fino al Monte Pollino, dalla pianura fino trare nel campo di variabilità di C. geminata. C. corcyria alla zona montana. Essa è citata anche per la Sicilia, ma è citata anche di Sardegna, ma questo dato andrebbe non abbiamo mai visto esemplari a sud del Pollino, verificato visto che nelle collezioni si trova (anche se mentre è nota della Sardegna e della Corsica. più rara) frammista a C. geminata e C. quadrigemina Elemento europeo-anatolico. (Suffrian, 1851), ragione per cui un’errata determina- zione, da parte di vari studiosi, di questi taxa, non sem- 2.15. Chrysolina (Synerga) herbacea (Duftschmid, pre di facile identificazione, è sempre possibile. 1825) Elemento europeo. Specie conosciuta per l’Europa, l’Asia minore, il 2.12. Chrysolina (Euchrysolina) graminis (Linné, Caucaso, l’Iran, l’Afghanistan. La conosciamo di tut- 1758) ta Italia, specialmente in località di pianura, e della Sicilia dove è comune una sua forma cromatica Specie diffusa particolarmente nell’Europa centro- rossastra (morpha resplendens (Suffrian, 1855)). Man- settentrionale, giunge fino alla Siberia centrale e in ca in Sardegna. Manciuria. In Italia la conosciamo di diverse località Elemento asiatico-europeo. della provincia padana, dal Piemonte alla Venezia Giulia e delle paludi di Galliera (Bologna), con la 2.16. Chrysolina (Hypericia) hyperici (Forster, 1771) subsp. santonici (Contarini, 1847) a nostro parere di dubbio valore. Per la provincia appenninica ci è nota Nota di tutta Europa e della Siberia, presente an- di zone umide della Toscana (Fucecchio), della piana che in Nord Africa. Diffusa in tutta Italia dalle Alpi di Rieti e del Lago Trasimeno. Alcuni autori la danno fino alla Sicilia, dalla pianura fino alla zona montana. presente anche nel resto della Penisola fino in Sicilia, Manca in Sardegna. ma riteniamo che queste segnalazioni debbano essere Elemento sibirico-europeo. confermate. È specie di bassa altitudine sempre poco frequente e legata a stazioni umide. È da ricordare che 2.17. Chrysolina (Threnosoma) inflata (Weise, 1916) C. graminis è presente in Corsica come subsp. medi- terranea Bechyné, 1950. La sottospecie nominale è diffusa in tutta la Sici- Elemento sibirico-europeo. lia. C. inflata si trova oltre che in Sicilia anche in Al- geria e Tunisia con due razze (C. inflata vitiosa 2.13. Chrysolina (Melasomoptera) grossa (Fabricius, Bechyné 1950 e C. inflata extricata Bechyné 1950, 1792) rispettivamente). Concordiamo con Bechyné nel rite- nere assai dubbie le notizie che la vogliono presente Specie diffusa con due razze nel N Africa e nella anche nell’Italia meridionale fino alla Campania. Penisola Iberica (Spagna meridionale, Portogallo cen- Elemento siculo-maghrebino. Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 81 (2004): 113-127 121

2.18. Chrysolina (Chalcoidea) interstincta (Suffrian, Appennino questa specie è un elemento esclusivamente 1851) montano e subalpino. Elemento sibirico-europeo. Specie nota della Spagna e della Francia centro-me- ridionale, suddivisa in varie razze. Per l’Italia la cono- 2.20. Chrysolina (Melasomoptera) lutea (Petagna, sciamo dall’Appennino Ligure fino all’Aspromonte. 1819) Manca invece in tutta la catena alpina. Notiamo che gli esemplari dell’Appennino centro-settentrionale (Tosca- Specie quasi esclusivamente italiana, nota sui ver- na, Lazio, Umbria, Abruzzo) presentano raramente l’orlo santi tirrenici, dalla Calabria fino alla Liguria orienta- laterale rosso sulle elitre e sarebbero pertanto da riferir- le e su quelli adriatici fino al Gargano. Per la Sicilia è si alla C. interstincta subsp. subseriata (Suffrian, 1851). nota solo dei Peloritani, dei dintorni di Messina, Cefalù Come ci comunica il collega Bourdonné, che ha studia- (Punta di Raisigerbi), mentre manca in Sardegna e in to l’olotipo di C. intersticta subsp. subseriata, questa Corsica. Fuori d’Italia è conosciuta solamente dell’Al- razza è propria dell’Appennino. C. interstincta tipica è bania meridionale e di Corfù dove però potrebbe an- stata descritta da Suffrian (1851) di “Calabrien”; di que- che essere una specie introdotta casualmente. La sua sto taxon sono conosciuti due esemplari della coll. distribuzione altimetrica si estende in Appennino fino Suffrian, oggi conservati nel Museo di Berlino, uno dei a 1200 m (Piani d’Aspromonte) e 1400 m (Piani del quali, l’olotipo, etichettato “Sicilia” e un secondo esem- Pollino). plare etichettato “Calabrien”, ambedue raccolti da P. Elemento italico di un gruppo mediterraneo-occi- Parreyss (teste Bourdonné). Confermiamo con l’esame dentale. del materiale proveniente dall’Aspromonte la presenza in Calabria della forma tipica. Nei 5 esemplari da noi 2.21. Chrysolina (Chalcoidea) marginata (Linné, esaminati è presente l’orlo laterale rosso elitrale e la 1758) punteggiatura delle elitre è più sparsa e meno profonda. Le elitre risultano quindi più lucide rispetto agli esem- Specie ad ampia distribuzione, suddivisa in 16 dif- plari più settentrionali di C. interstincta. Rimane da con- ferenti sottospecie. È nota dell’Europa media e medi- fermare la sua presenza in Sicilia. Gli esemplari italiani terranea, ma anche della Gran Bretagna, fino all’Asia delle regioni adriatiche (Puglia, Marche) presentano ge- minore, al Caucaso, al Turkestan, all’Asia centrale, alla neralmente l’orlo laterale rosso sulle elitre, così come Siberia e alla Cina occidentale. La specie sensu lato è quelli dalla Calabria al Lazio e un esemplare etichettato presente in tutta Italia, dalla catena alpina fino alla Firenze città (collezione Failla al Museo La Specola). Sicilia e dalla zona collinare fino alla zona alpina. Elemento mediterraneo occidentale. Manca in Sardegna. Non è molto chiara la distribuzio- ne delle sue numerose razze alcune delle quali di in- 2.19. Chrysolina (Craspeda) limbata (Fabricius, 1775) certo valore. Secondo il materiale piuttosto ricco da noi veduto potremmo dire che C. marginata s. str. si Specie diffusa in tutta Europa dai Pirenei alla Tur- trova dalla Venezia Giulia al Veneto e alla Venezia chia fino al Caucaso e in Siberia. La distinzione delle Tridentina come elemento submontano e montano. sue razze in Italia non è chiara. Dall’esame del ricco Nelle Alpi occidentali a quote elevate si incontrano materiale delle collezioni del Museo di Verona par- esemplari che corrispondono alla subsp. glacialis rebbe che C. limbata s. str. sia propria della parte più (Weise, 1884), considerata come elemento della interna della catena alpina (Venezia Giulia, Venezia prateria alpina. Per il resto delle Alpi centro-occiden- Tridentina, Lombardia e Piemonte), mentre nelle zone tali è stata descritta una subsp. portai Bechyné, 1948 meno elevate fino alle regioni collinari delle stesse re- nel complesso mal definita e di dubbio valore, alla gioni sarebbe presente la subsp. findeli (Suffrian, quale potrebbero comunque corrispondere i nostri 1851). A questa sottospecie andrebbero ascritte anche esemplari della zona submontana e montana della le popolazioni della Liguria e delle Alpi Marittime. Lombardia, del Piemonte e della Liguria. Della cate- Per l’Appennino è stata descritta la sottospecie luigionii na appenninica, dove la specie è meno frequente, noi (Depoli, 1936) che conosciamo dei Sibillini, del la conosciamo dell’Appennino Ligure, dei Monti Terminillo e del Gran Sasso. Questo taxon è presente Sibillini, della Maiella in una forma simile a quella anche nell’Appennino ligure e tosco-emiliano con po- che provvisoriamente, anche per i pochi esemplari rac- polazioni intermedie fra C. limbata subsp. findeli e C. colti, potremmo considerare come marginata subsp. limbata subsp. luigionii. Considerata la grande varia- portai. Per la Sicilia la conosciamo dei Nebrodi e dei bilità di tutte le popolazioni esaminate ci si chiede se contrafforti dell’Etna, come C. marginata subsp. queste sottospecie si possano considerare valide. In dierythra (Rottenberg, 1871) caratterizzata dalla fa- questa trattazione riteniamo pertanto di considerare la scia rossa marginale che si estende, di solito, fino a specie sensu lato che ci risulta distribuita in tutta la coprire le elitre per intero. Esemplari di Linguaglossa catena alpina dalla zona submontana alla subalpina e e Pineto non presentano però questa estensione del nella catena appenninica fino al Gran Sasso. In margine rosso. Di contro, esemplari di Rocca di Cam- 122 Daccordi & Ruffo Considerazioni biogeografiche e tassonomiche sul genere Chrysolina bio (Abruzzo) e Monti Simbruini (Lazio) presentano impavida Bechyné, 1949 è presente a Rodi e in Asia il color rosso sulle elitre molto esteso, quasi a coprir- minore, la subsp. erythromera (Lucas, 1849) si co- ne l’intera superficie come nella forma tipica di C. nosce di Tunisia, Algeria, Sicilia (Peloritani), Italia marginata subsp. dierythra. Questo fatto invita ad una centro-meridionale (Aspromonte, dintorni di Roma, certa prudenza nel fare riferimento alla sola colora- Poggio Cavallo presso Grosseto). Gli esemplari sar- zione elitrale per distinguere i vari taxa. do-corsi sarebbero un forma di passaggio fra la pere- Elemento sibirico-europeo. grina tipica e la subsp. erythromera. Questa razza è recentemente considerata sinonimo di C. peregrina 2.22. Chrysolina (Sulcicollis) oricalcia (O.F. Müller, da Bienkowski (2001). Un esemplare della Val di Susa 1776) in collezione Mancini (Museo di Genova) meritereb- be conferma, anche se il reperto è abbastanza credi- Specie nota per vari paesi europei dalla Francia bile visto che l’area dove è stato raccolto è una zona all’Ucraina e alla Crimea, a Nord fino alla Svezia e xerotermica. alla Norvegia; citata anche per la Siberia. Per alcuni Elemento mediterraneo. autori in Italia è presente la subsp. laevicollis (Olivier, 1807), da altri, e anche da noi, considerata invece 2.25. Chrysolina (Erythrochrysa) polita (Linné, 1758) come una varietà cromatica. Generalmente gli esem- plari italiani sono infatti di colore blu nerastro, men- Specie a vasta distribuzione dalla Spagna setten- tre la forma tipica è di solito bronzea. Diffusa, anche trionale alla Norvegia fino alla Mongolia e alla Cina, se generalmente poco frequente, dall’Italia settentrio- diffusa in tutta Italia dalla provincia alpina alla Sicilia nale alla Sicilia e dalla pianura fino alla zona submon- e alla Sardegna. È caratteristica di luoghi paludosi spe- tana. cialmente di pianura, benché possa salire fino alla zona Elemento sibirico-europeo. montana. Per l’Appennino la conosciamo di zone re- lativamente elevate (fino a 1400 m sui Monti Picentini 2.23. Chrysolina (Threnosoma) osellai Daccordi-Ruf- e in Aspromonte). È una delle poche specie di Chry- fo, 1979 solina volatrici. Uno degli autori (M. D.) ne ha cattu- rato un esemplare in volo il 21/07/87 alla foce del Fiu- Specie endemica delle Alpi Apuane da noi recen- me Tagliamento. temente descritta. Fra le specie italiane del sottogenere Elemento asiatico-europeo. Threnosoma, C. osellai assomiglia per il suo aspetto generale a C. sirentensis (Meier, 1900) con cui a pri- 2.26. Chrysolina (Taeniosticha) pseudolurida (Roubal, ma vista potrebbe essere confusa. Essa è però molto 1917) (sensu Bourdonné, in litteris) affine a C. timarchoides (Brisout, 1882), una specie pirenaica di Threnosoma. A proposito di quest’ultima La specie, con razze diverse, si trova in Balcania, specie, riteniamo non corretto il parere di Bienkowski Bulgaria, Ungheria e penetra nell’Europa centrale (2001) che la pone fra le Maenadochrysa; crediamo giungendo fino alla Francia settentrionale. Manca invece, anche in base alla morfologia dell’edeago, cor- nella provincia alpina. C. pseudolurida rappresenta retto il parere di Bourdonné & Doguet (1991), che in- un elemento d’origine orientale della fauna appenni- cludono C. timarchoides nel sottogenere Threnosoma. nica. Essa è presente con tre razze particolari nel- C. osellai abita i versanti meridionali aridi di diversi l’Appennino, dai Monti Sibillini al Pollino dove sem- massicci montuosi apuani dove, anche se localizzata, bra essere elemento caratteristico della prateria alpi- è abbastanza facile reperirla vagante al suolo alla fine na oltre i 1400 m s.l.m. Conosciamo C. pseudolurida di ottobre. subsp. obscure-facta (Bechyné, 1952) del Monte Tor- Endemita appenninico di un gruppo paleomediter- rione (Umbria), dei Sibillini, del Monte Terminillo, raneo, con probabili affinità pirenaiche. del Gran Sasso, del Parco Nazionale d’Abruzzo, del- la Maiella e dei Monti della Laga. A quote più elevate 2.24. Chrysolina (Sulcicollis) peregrina (Herrich- Scha- nel massiccio del Gran Sasso è stata descritta da effer, 1839) Bechyné (1957) la sottospecie fageli di forme ridotte ma che potrebbe forse essere un semplice fenotipo di Specie mediterranea nota del Maghreb, dalla Tu- alta quota. Più a sud (Monti Picentini, Monte Pollino) nisia al Marocco, Portogallo, Spagna, Baleari, Sar- esiste una razza differente, più robusta che verrà de- degna, Corsica, della Francia meridionale; a oriente scritta nel corso della revisione di questa specie come giunge anche in Palestina, Siria, Libano, Turchia. Per C. pseudolurida subsp. sandroruffoi da Bourdonné (in l’Italia esistono varie citazioni alcune delle quali si- litteris). Probabilmente il Pollino rappresenta il limi- curamente errate (Venezia Giulia, Venezia Triden- te meridionale di C. pseudolurida in Italia, dato che tina). Secondo Bechyné (1949) C. peregrina tipica non l’abbiamo fino ad oggi mai vista né della Sila né sarebbe propria dell’Italia boreale, Francia meridio- dell’Aspromonte. nale, Spagna, Portogallo, Marocco (Tangeri); la subsp. Elemento europeo, transadriatico. Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 81 (2004): 113-127 123

2.27. Chrysolina (Colaphoptera) purpurascens (Ger- viene con estrema facilità fra questi taxa e i loro ibri- mar, 1822) di sono vitali e fertili. Si conferma pertanto l’origine ibrida delle popolazioni della Francia meridionale. I La sistematica di questo taxon è tutt’altro che chia- dati elettroforetici mostrano una distanza genetica no- rita. C. purpurascens vive nelle aree montuose del- tevolmente elevata fra le due “specie”, ma ciò nono- l’Europa centrale, della Penisola Balcanica e nella stante non esistono barriere di isolamento riprodutti- Catena Alpina (Kippenberg, 2004). Gli individui di vo. Ne consegue che C. rossia e C. gypsophilae an- questa specie sono atteri, per cui tendono a formare drebbero considerate come semispecie differenzia- sottospecie e popolazioni isolate. In Italia si rinviene, tesi in allopatria e venute a contatto prima di aver sempre non frequente, nell’alto Carso e lungo la cate- evoluto efficaci barriere (diversa forma del lobo me- na alpina fino alle Alpi Marittime e Liguri, con diver- diano dell’edeago ad esempio) di ibridazione. Pur se sottospecie attualmente in corso di studio da parte tenendo in considerazione questi studi, continuiamo del collega H. Kippenberg. Recentemente, uno di noi a considerare C. rossia specie differente soprattutto (M. D.) ha potuto studiare alcuni esemplari di questo per la forma nettamente trapezoidale del protorace, a taxon catturati in trappole a caduta posizionate per delle lati pressoché diritti, carattere questo che permette ricerche nel Sito di Importanza Comunitaria “Monte facilmente di riconoscerla all’interno del complesso Grem” in Val Nossana (BG) da M. Valle e collabora- sanguinolenta (Linné, 1758). In Italia C. rossia ci è tori del Museo Civico di Storia Naturale di Bergamo. nota di tutta la catena alpina dalla pianura fino alla Per gli Appennini è nota del M. Antola, del M. Penna zona submontana. Essa è diffusa anche nella regione (Appennino ligure) e di Carpaneto Piacentino, in area appenninica fino alla Puglia e alla Calabria sempre padana, dove è citata sotto il nome di C. hemisphaerica come elemento di pianura o submontano. Sui monti (Germar, 1817) da Marcuzzi G. & Minelli A. (1971). Picentini uno di noi (S. R) l’ha raccolta fino a circa Elemento centro-europeo. 1300 m s.l.m. Di alcune località della Calabria ab- biamo visto pochi esemplari attribuibili alla “forma” 2.28. Chrysolina (Hypericia) quadrigemina (Suffrian, mancinii (Müller, 1924) caratterizzata solamente dal 1851) margine rosso delle elitre che si allarga fino allo scutello. Concordiamo con Bechyné (1950) nel rite- Specie prevalentemente distribuita nel Mediterra- nerla solo una varietà di colore di C. rossia. La spe- neo occidentale: Penisola Iberica, Francia meridiona- cie non risulta presente né in Aspromonte né in Sici- le, Corsica. Raggiunge il Marocco, l’Algeria, la Tuni- lia. sia, l’Egitto e Malta. Noi la conosciamo di Sardegna e Elemento centro-europeo orientale. Sicilia dove sembra essere specie diffusa e frequente. Non possiamo confermare i dati che la vogliono pre- 2.30. Chrysolina (Threnosoma) sirentensis (Meier, sente in Italia meridionale (Puglie, secondo Luigioni, 1900) 1929), data la facilità con cui si può confondere con l’affine C. hyperici. C. quadrigemina è inoltre nota Specie nota solamente per gli Appennini con sta- per la Dalmazia, l’Austria, la Svizzera, il Nord e Est zioni relativamente isolate dalla Toscana (M. Cetona) della Germania, dove si conosce a partire da dati del fino al Gargano e al Pollino. Inizialmente considerata XIX secolo. È stata introdotta in vari Stati del Nord una sottospecie di C. cribrosa (Daccordi & Ruffo America, nel Canada e nelle Isole Hawaii, in Sud Afri- 1979), è stata elevata al rango di specie da Bourdonné ca, in Sud America, in Australia e Nuova Zelanda. e Doguet (1991). Piccole differenze sono state riscon- Elemento di probabile origine mediterraneo-occi- trate nella forma del lobo mediano dell’edeago nei dentale. quattro esemplari da noi studiati del Gargano (promon- torio di Monte S. Angelo), ma riteniamo possano rien- 2.29. Chrysolina (Stichoptera) rossia (Illiger, 1802) trare nel campo di variabilità di questo taxon dato il probabile isolamento delle popolazioni di questa spe- Oltre che dell’Italia, la specie è nota anche di Fran- cie. cia meridionale, Austria, Croazia, Bosnia, Erzego- Endemita appenninico di un gruppo paleomediter- vina, Ungheria, Romania secondo Warchalowski raneo. (1993). Dove l’area di distribuzione di C. gypsophilae (Küster, 1845) viene a contatto con quella della rossia 2.31. Chrysolina (Chrysolina) staphylaea (Linné, 1758) si osservano esemplari a caratteri intermedi conside- rati da alcuni autori come ibridi (“bastardforme” di Specie a vasta distribuzione in Europa (a Nord fino Franz (1938)). Dobbiamo ad un lavoro di Pecora et all’Islanda con la subsp. artritica Bechyné, 1950) e in al. (1983) un’analisi genetica di questa specie. Gli Asia, dalla Siberia fino alla Cina, isole Kurili e isola esperimenti di laboratorio condotti da questi autori Cheju-do in Korea (Jolivet 1975). È presente anche con vari tipi di incroci e reincroci fra C. gypsophilae nel Nord America e generalmente ritenuta elemento e C. rossia hanno mostrato che l’accoppiamento av- boreale. Questa specie è conosciuta anche per le isole 124 Daccordi & Ruffo Considerazioni biogeografiche e tassonomiche sul genere Chrysolina

Azzorre dove però è stata probabilmente introdotta. È 3. CONSIDERAZIONI BIOGEOGRAFICHE un taxon generalmente rinvenibile in zone umide. Per l’Italia abbiamo dati per tutta la catena alpina dalle La distribuzione del genere Chrysolina nelle pro- Alpi Giulie alle Marittime. Nella provincia appenninica vince appenninica e sicula (vedi tabella 1) evidenzia è meno frequente e si trova solamente al disopra dei due gruppi di elementi corologici: uno, a gravitazione 1000 metri. Non la conosciamo a sud del Monte Miletto meridionale, che comprende gli elementi mediterra- (Matese). nei sensu lato (compresi i ponto-mediterranei, i nord- Elemento oloartico. mediterranei e i siculo-maghrebini), complessivamente si tratta di 16 specie, di cui 3 endemiti aventi affinità 2.32. Chrysolina (Stichoptera) variolosa (Petagna, con gruppi di specie a distribuzione meridionale; uno 1819) più numeroso, a gravitazione settentrionale, che riuni- sce gli elementi oloartici, sibirico-europei, asiatico- Specie a distribuzione limitata, citata della Sicilia, europei e europei, complessivamente 19 specie, com- Malta, Calabria. Noi la conosciamo per la Sicilia dei preso un endemita avente affinità con un gruppo di Peloritani, delle Madonie, dei dintorni di Palermo, di specie a distribuzione settentrionale (C. bourdonnei). Siracusa, Catania, Taormina. Non ci è possibile con- Il numero di specie di Chrysolina nei tre settori fermare i reperti che la darebbero presente nella appenninici (cfr. Minelli et al. 2005) e in Sicilia è rap- Calabria. presentato nella tabella 2. Endemita siculo. La tabella mette in evidenza che il numero di spe- cie di Chrysolina nei tre settori appenninici è pratica- 2.33. Chrysolina (Sphaeromela) varians (Schaller, mente costante da nord a sud, rispettivamente 24, 25, 1783) 23, mentre subisce, con 18 taxa, una netta contrazione in Sicilia. Nel contempo la percentuale degli elementi Specie a vasta distribuzione europea, che raggiun- meridionali sul totale delle specie presenti nei singoli ge la Siberia occidentale. In Italia è conosciuta del- settori appenninici è del 29% nell’Appennino setten- l’orizzonte montano e diffusa, ma non comune, in tut- trionale, del 28% nell’Appennino centrale, sale al 44% ta la catena alpina. Per la provincia appenninica ci è in quello meridionale arriva al 67% in Sicilia. Va an- nota soltanto dell’Appennino Ligure (Monte Penna), che messo in evidenza il fatto, non rilevabile dalla ta- di quello Tosco-Emiliano e del Gran Sasso. bella, che gli elementi settentrionali, scendendo lungo Elemento sibirico-europeo. la catena appenninica, non solo diminuiscono di nu- mero, ma tendono anche ad accantonarsi a quote sem- 2.34. Chrysolina (Ovosoma) vernalis (Brullé, 1836) pre più elevate. Gli elementi meridionali corrispondono al popola- Specie politipica a larga distribuzione nella regio- mento più antico, in parte prequaternario, degli Ap- ne mediterranea dove è suddivisa in otto sottospecie. pennini e della Sicilia. Per questa ragione gli endemiti In Italia è presente nelle regioni centro-meridionali sono più numerosi tra i meridionali, tre contro un solo come subsp. italica (Weise, 1882). La conosciamo del endemita settentrionale. A questo proposito, occorre Lazio, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia. anche notare che quattro elementi meridionali (C. Secondo Luigioni si troverebbe anche nell’Abruzzo. affinis, C. inflata, C. interstincta, C. vernalis) sono Manca sicuramente nel resto d’Italia. Warchalowski rappresentati da una o più sottospecie endemiche del- (2003) la cita anche per il “Tyrol”, ma il dato è sicura- l’Italia meridionale e della Sicilia. Gli elementi meri- mente errato. È frequente nelle zone carsiche e forte- dionali sono nella quasi totalità assenti nella provincia mente soleggiate, di solito a bassa altitudine. In alpina. Due sole specie, C. americana e C. grossa, rag- Calabria e Sicilia uno di noi (S. R.) l’ha rinvenuta fino giungono marginalmente la provincia alpina, dato che a 1500 m s.l.m. sono presenti soltanto nelle oasi xerotermiche prealpine Elemento nord-mediterraneo. (la prima è anzi di espansione recentissima); un terzo caso, se confermato, potrebbe essere quello di C. pe- 2.35. Chrysolina (Synerga) viridana (Küster, 1844) regrina forse presente nelle aree xerotermiche della Val di Susa in Piemonte. Specie nota della Spagna, Baleari, Sardegna, Nel gruppo degli elementi meridionali la prevalen- Corsica, Sicilia, dell’Italia meridionale e del Nord za delle specie ha una distribuzione mediterraneo-oc- Africa dal Marocco all’Algeria. La forma tipica è pro- cidentale, alcune con ampia distribuzione appenninica pria della regione Sardo-Corsa. Conosciamo la viri- (C. bankii, C. grossa, C. lutea, C. peregrina), altre in- dana subsp. chloris (Lucas, 1849) di varie località della vece presenti soltanto in Sicilia o nell’estremo Appen- Sicilia dalla pianura fin oltre i 1200 m nei Peloritani e nino meridionale: C. quadrigemina, C. viridana, C. nelle Madonie. Per l’Appennino ci è nota di Calabria, affinis, quest’ultima con tre sottospecie della Sicilia, e Puglia, Basilicata e Campania. una della Calabria; C. inflata è una specie siculo- Elemento mediterraneo-occidentale. maghrebina. Una specie ponto-mediterranea, C. Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 81 (2004): 113-127 125

Tab. 1 - Le specie del genere Chrysolina delle province appenninica e sicula. Tab. 1 - The species of Chrysolina in the Appennine and Sicilian provinces. Specie Appennino Appennino Appennino Sicilia Elemento corologico settentrionale centrale meridionale affinis XXmedit.-occidentale americana XX XXolomediterraneo asclepiadis XX centroeuropeo bankii XX XXmedit.-occidentale bicolor X mediterraneo bourdonnei XX endemita appenninico cerealis XX X sibirico-europeo chalcites X ponto-mediterraneo fastuosa XX X sibirico-europeo fuliginosa X europeo-occidentale geminata XX XXeuropeo graminis XX sibirico-europeo grossa XX XXmedit.-occidentale haemoptera XX X europeo-anatolico herbacea XX XXasiatico-europeo hyperici XX XXsibirico-europeo inflata Xsiculo-maghrebino interstincta XX X medit.-occidentale limbata XX sibirico-europeo lutea XX XXmedit.-occidentale marginata XX XXsibirico-europeo oricalcia XX XXsibirico-europeo osellai X endemita appenninico peregrina XX XXmediterraneo polita XX XXasiatico-europeo pseudolurida XX europeo purpurascens X centroeuropeo quadrigemina X medit.-occidentale rossia XX X centroeuropeo sirentensis XX endemita appenninico staphylaea XX oloartico variolosa X endemita siculo varians XX sibirico-europeo vernalis XX Xnordmediterraneo viridana XXmedit.-occidentale

Tab. 2 - Numero di specie del genere Chrysolina nelle province appenninica e sicula. Tab. 2 - Species number of Chrysolina in the Appennine and Sicilian provinces. Appennino settentrionale Appennino centrale Appennino meridionale Sicilia Elementi meridionali 7 7 10 12 Elementi settentrionali 17 18 13 6 Totale 24 25 23 18

chalcites, è nota solo della Puglia e dei versanti jonici Gli elementi settentrionali sono in gran parte di più calabro-lucani e sembra essere dunque un elemento recente penetrazione verso sud, durante una delle fasi transjonico. Delle due specie endemiche, C. osellai glaciali del Quaternario, per via perialpina o per quel- delle Alpi Apuane sembra avere affinità pirenaiche, la transpadana, ad esempio nel caso delle specie lega- mentre C. sirentensis, endemita dell’Appennino cen- te alle zone umide planiziarie (C. graminis, C. polita, tro-meridionale fino al Pollino, affine ad una specie C. herbacea); gli elementi settentrionali sono infatti illirica che giunge fino al Carso, C. cribrosa, è un ele- quasi tutti presenti nell’intera provincia alpina e man- mento transadriatico di probabile origine balcanica. cano invece quasi totalmente nella provincia sarda (due 126 Daccordi & Ruffo Considerazioni biogeografiche e tassonomiche sul genere Chrysolina soli elementi settentrionali sono presenti in Sardegna: Bechyné J., 1952 - Achter Beitrag zur Kenntnis der Gattung C. haemoptera e C. polita). Soltanto tre specie hanno Chrysolina Motsch (Col. Phytoph. Chrysomelidae). Ent. popolato la provincia appenninica per vie diverse. Due Arbeiten aus dem Museum G. Frey, München., 3 (2): 351- specie, ambedue europeo-occidentali, C. interstincta 385. e C. fuliginosa sono, rispettivamente, la prima total- Bertolini S., 1872 - Catalogo sinonimico e topografica dei mente assente nella catena alpina, la seconda presente Coleotteri d’ Italia. Tipografia Cenniniana. Firenze: 263 soltanto nelle Alpi Marittime; la loro presenza in pp. Appennino è quindi dovuta ad una penetrazione da Bienkowski A., 2001 - A study on the genus Chrysolina ovest, dalla Francia meridionale. Mentre C. interstincta Motschulsky, 1860, with a checklist of all the described è presente in tutta la provincia appenninica, forse an- subgenera, species, subspecies, and synonyms (Coleop- che in quella sicula, e si può perciò ritenere un ele- tera: Chrysomelidae: Chrysomelinae). Genus., 12 (2): mento relativamente antico della fauna appenninica, 105-235. C. fuliginosa ha una distribuzione estremamente mar- Biondi M., Daccordi M., Regalin R. & Zampetti M., 1994 - ginale in Appennino, solo in quello ligure, e rappre- Coleoptera XV (Chrysomelidae, Bruchidae), senta pertanto uno dei non rari casi della presenza in In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds), Checklist del- Liguria di elementi occitanici, di penetrazione relati- le specie della fauna italiana, 60. Calderini, Bologna: vamente recente, forse postglaciale. Un terzo caso è 68 pp. quello di una specie europea, C. pseudolurida, assen- Bourdonné J.C.,1999 - Les types de Chrysomela de Suffrian te nelle Alpi ma presente nella Penisola Balcanica dal- appartenant au sous-genre Maenadochrysa Bechyné la quale, probabilmente durante un periodo glaciale, 1950 (Coleoptera Chrysomelidae). Nouv. Revue Ent. (N. ha popolato, per la via transadriatica, gli Appennini S.)., 16 (1): 27-58. centro-meridionali dove si è differenziata in almeno Bourdonné J.C. & Doguet S., 1991 - Données sur la due sottospecie. biosystematique des Chrysolina l. s. (Coleoptera Solo una specie, molto probabilmente di origine Chrysomelidae: Chrysomelinae). Ann. Soc. ent. fr. (N. settentrionale, è endemica dell’Appennino: C. bour- S.)., 27 (1): 29-64. donnei. È una specie ascrivibile al gruppo europeo di Daccordi M. & Ruffo S., 1979 - Le Chrysolina italiane del “C. sanguinolenta” e più precisamente è da ritenersi sottogenere Threnosoma Motsch. (Coleoptera, Chryso- vicina a C. lucidicollis di Sardegna. Questo taxon com- melidae). Boll. Mus. Civ. St. Nat. Verona., VI: 305-332. prende una razza endemica delle isole Canarie (C. Dahlgren G., 1984 - Chrysomela und Crosita Studien. Ent. lucidicollis subsp. grossepuncatata (Lindberg, 1951)) Blätter., 80 (1): 35-52. e C. lucidicollis subsp. maghribinica Bourdonné, in Franz H., 1938 - Revision der Verwandtschaftsgruppe der litteris, del Nord Africa (dal Marocco alla Tunisia). Chrysomela gypsophilae Küst. (Coleopt. Chrysomel.). Dato il tipo di distribuzione, C. bourdonnei è proba- Ent. Blätter., 34 (4): 190-210; 34 (5): 249-237. bilmente un endemita appenninico di insediamento Gemminger M. & Harold de B., 1874 - Catalogus prequaternario. L’estrema rarità dei reperti fa pensare Coleopterorum hucusque descriptorum synonymicus et che si tratti di una specie in probabile via di estinzio- systematicus, XI. Chrysomelidae I. Sumtu G. Beck. ne. Monachii: 145 pp. Jolivet P., 1951 - Variations géographiques chez deux espèces du genre Chrysolina Motschulsky (Coleoptera, Chryso- RINGRAZIAMENTI melidae). Bull. Inst. R. Sciences naturelles de Belgique. 27 (51): 1-7. Siamo molto grati agli amici e colleghi che hanno Jolivet P., 1975 - Une excursion entomologique a l’ile de reso possibile questo lavoro con il prestito di materia- Quelpart (Cheju-do) et decouverte d’une espèce nouvelle le conservato nei musei o nelle loro collezioni, e con pour la Corèe de Chrysolina Motschulsky (Col. la loro competenza e disponibilità. Ricordiamo con Chrysomelidae). Reflexions sur la plantagophagie. Bull. simpatia: Fernando Angelini, Jean Claude Bourdonné, mens. Soc. Linn. de Lyon, XLIX. (2-3): 57-81. Gianfranco Curletti, Horst Kippenberg, Leonardo Jolivet P., 1991 - Distribution et plantes-hotes de Chrysolina Latella, Roberto Lisa, Carlo Meloni, Giuseppe Osella, banksi (Fabricius, 1775) (Coleoptera, Chrysomelidae). Fabrizio Rigato, Alessandra Sforzi, Marco Valle, Ste- Nouv. Revue Ent. (N. S.), 8 (2): 151-157. fano Zoia. Kippenberg H., 1994 - Erganzungen und Berichtigungen zu Freude-Harde-Lohse, Die Käfer Mitteleuropas Bd. 9 (1966). Chrysomelidae. Goecke & Evers. 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