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T Giorgio Verzotti O Z R E V O I G R O I G E L A

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A SULLE TRACCE DI UN’ESTETICA RELAZIONALE L E R A C I T E T S E ’ N U I D E C C A R T E L L U S . O N G E S L A E R O L O C L A D I Z Z I N R E V N I O I D U T S E T R A

A A arte Studio Invernizzi

DAL COLORE AL SEGNO SULLE TRACCE DI UN’ESTETICA RELAZIONALE a cura di Giorgio Verzotti

3 ottobre - 3 dicembre 2002

A arte Studio Invernizzi Via D. Scarlatti 12 20124 Milano Tel. Fax 02 29402855 [email protected] www.aarteinvernizzi.com www.artnet.com GIANNI ASDRUBALI ALAN CHARLTON HELMUTDORNER HELMUTFEDERLE BERNARDFRIZE PINOPINELLI GÜNTERUMBERG Dal colore al segno. Sulle tracce di un’estetica relazionale

Si parla oggi di una estetica relazionale come del apparente mancanza di relazioni col mondo esterno. tratto distintivo che contrassegna i lavori artistici In realtà l’opera raramente smette di relazionarsi più significativi della nostra contemporaneità. con l’altro da sé, e lo vediamo nella storia del L’opera si pone, in questa prospettiva, al centro di monocromo che gli anni Sessanta e Settanta un insieme di relazioni di senso che concorrono hanno riattualizzato dopo le premesse nate in a determinarla, a partire dal punto di vista del- seno alle avanguardie storiche. l’osservatore per finire con le oggettive condizio- Al pari della griglia, il monocromo può essere ni di visibilità dell’opera stessa. L’opera insomma visto come un’icona tipica del Modernismo, vale è una struttura aperta all’interazione di fattori a dire di quello sforzo prometeico atto non solo transeunti, non è più allacciata ad una definizione a unificare l’arte e la vita ma anche a farsi discor- perentoria di sé. so di verità, insomma ad incarnare tutte le utopie Tali osservazioni colgono perfettamente la natu- di inveramento dell’assoluto che hanno agitato ra di molto lavoro artistico di oggi, e risultano molta astrazione da Malevic in poi. convincenti in tutti i loro postulati, tranne che Il monocromo coniugato all’interno delle corren- nelle premesse da cui partono. Queste ultime ti riflessive, analitiche della pittura americana ed colgono un dato di novità nell’apertura testuale europea degli scorsi decenni ha propriamente di oggi e la contrappongono evidentemente alla vissuto direttamente il passaggio dai cieli dell’asso- chiusura nelle asserzioni di autonomia e autore- luto alla terra delle relatività, e questo con gran- ferenzialità di molta arte del recente passato. de coerenza. Così, l’unico contraltare che possia- Delineata una genealogia, essa andrebbe verifica- mo davvero contrapporre alle estetiche relazio- ta nei passaggi, nei nodi su cui si regge. Ebbene, nali di oggi è (forse) la tensione ontologica di Ad alla ricerca di questo assoluto che nel passato Reinhardt col suo “ultimo quadro possibile”, recente, a partire dal cuore delle ricerche degli unica occasione in cui davvero il colore nero in anni Settanta, avrebbe dominato i pensieri degli pittura ha significato l’assorbimento in Uno della artisti, difficilmente troviamo traccia. molteplicità, di ogni relatività fenomenica. Con il In altri termini, viene da pensare che tutte le este- nero di Frank Stella le cose cambiano già, come tiche frequentate nei decenni appena trascorsi è noto. siano state “relazionali” perché tutte mettevano Questa mostra tenta di fondare una genealogia in discussione, anziché confermare, la centralità per sommi capi, una piccola storia che si inquadra dell’opera, il suo compiaciuto chiudersi in sé, in in quella più generale, dove quel passaggio si una totale e totalizzante autosufficienza. manifesta come continuità di una riflessione che Perfino nell’ambito minimalista il rapporto con lo coinvolge anche le generazioni più giovani, non spazio espositivo indebolisce radicalmente l’atte- senza mutamenti di rotta ma nel rispetto, se non stato forte di identità dell’opera, anche se vale nell’osservanza, delle premesse. sempre l’osservazione ironica di Vito Acconci Leggiamo qui il passaggio da una poetica del quando paragona, in un’intervista, il misterioso e colore (o del non-colore, che è lo stesso) ad una mistico monolito attorno a cui si agitano le scim- poetica del segno, da una retorica della contiguità mie in 2001 odissea nello spazio di Kubrick alla delle figure ad un’altra basata sulla commistione, scultura minimal,altrettanto“calata dall’alto”nella sua da un’istanza di assenza ad una di presenza del

7 soggetto, nella fedeltà però ad un assunto fonda- di segmenti simili che nella molteplicità assumono appartiene a tutt’altra natura. Essa si origina da materialità del quadro, al quale concede l’integrità mentale, il rapporto fra l’opera e lo spazio. intensità espressiva, o energia. L’intensità è data dal elementi figurali che nella composizione emergo- tuttavia sottraendo pathos all’atto pittorico. Se il È lo spazio in cui si colloca che determina la visi- colore acceso e dalla disposizione imprevedibile, no in forma di schemi ricavati per estrema ridu- quadro ricompare, la sua portata codificante bilità dell’opera, vale a dire la sua struttura. spesso molto ardita, dell’opera sulla parete. Una zione dai dati dell’esperienza, che la trascendono viene indebolita con la scelta del fregio, di una Quest’ultima è postulata per interagire con l’am- volta “allestita” a muro, però, quest’opera nata recandone però sempre una traccia mnestica. disposizione nello spazio che ricorre spesso nel biente, col vuoto metaforico e ad un tempo dalla neutralità di un gesto integralmente costrut- Molte delle opere di Federle inoltre, fra cui quelle lavoro dell’artista e che ancora una volta relati- reale rappresentato dalla parete e dallo spazio tivo e ripetitivo, trasforma lo spazio circostante esposte in questa occasione, accentuano l’abban- vizza il codice alle manifestazioni fenomeniche espositivo. Del resto, l’opera stessa si instaura su investendolo della propria forza. dono delle istanze autoreferenziali per farsi lette- dell’ambiente. D’altra parte le procedure pittori- un bilico fra ostensione di una pura realtà mate- Una analoga considerazione si può fare per il ralmente “altro”, per porsi, come succede negli che a cui Frize si dedica con ingegno risentono riale e messa in opera di una funzione simbolica: lavoro di Günter Umberg. La stessa attenzione esemplari del presente ciclo pittorico, come le let- della critica mossa alla pittura come sistema da da un lato essa “è quello che è, dice quello che minuziosa alla fattura dell’opera, creata strato a tere di un utopistico alfabeto iconico, ogni dipinto precedenti quali Buren,Toroni o Mosset. dice”, come recita il titolo di un saggio in catalo- strato come corpo fragile e quasi intangibile, si corrispondente alla lettera di un linguaggio possi- Anche qui come nei casi citati l’atto pittorico go della Biennale di Venezia dedicata agli anni combina con una analoga intenzione di animare bilmente universale. perde di enfasi, viene regolamentato e ridotto Settanta, dall’altro essa fa di più, indica e allude. lo spazio con la presenza dell’opera dislocata Le stesure in Federle lasciano trasparire le tracce ad un atto semplice, anonimo e ripetitivo ma L’istanza dello spazio dunque induce l’opera a secondo non canoniche modalità, così da inter- della gestualità, il suo linguaggio si sottrae al non per questo meno creativo: nel caso del più mutare di funzione: se non rappresenta, l’opera venire dinamicamente anche sul fattore della per- modello dell’assenza per far emergere piuttosto i giovane artista francese, esso si può per esem- d’arte neppure si limita a presentare, ma appun- cezione e da integrarlo attivamente nel processo moti pulsionali, osservazione che vale a maggior pio risolvere nell’applicazione sulla tela delle pel- to allude all’altro da sé per così dire incorporan- di significazione. ragione per Helmut Dorner. Nella recente pro- licole di colore solidificate nei barattoli di verni- dolo, cioè aprendo la propria unità e integrità allo Le tendenze analitiche più interessanti insomma duzione del pittore le stesure diventano sovrap- ce lasciati aperti. spazio.Vedo in questo, e l’ho anche già detto, una non hanno mai, per usare un termine forte, feticiz- posizioni di dense lacche colorate che creano Gianni Asdrubali invece appiattisce il dipinto e gli centralità e una eredità di Lucio Fontana. zato la pittura e il suo ambito espressivo ma l’han- chiazze cromatiche sovrapposte e interagenti, in sottrae per questo il supporto del telaio, per inne- In Alan Charlton l’opera si presenta dissezionata, no sempre confrontata con il suo altro, e l’analisi si una vera e propria retorica della commistione. A stare con lo spazio un rapporto ancora diverso. La frammentata in elementi che se ricostruiscono è qualificata proprio in questo confronto: difficile questa densità materica della pittura si contrap- tela qui viene intagliata, conformata per assecon- idealmente il formato-codice del rettangolo ne dunque trovare un’arte più “relazionale” di questa. pone però l’evanescenza o l’immaterialità dei dare l’andamento, le volute, del groviglio di segni sanzionano d’altra parte la perdita irrimediabile. Un’analoga volontà di confronto è presente in supporti in plexiglass, in modo che l’opera si apra che l’artista ha generato e che raffigura in una pro- L’ordine in cui gli elementi si dispongono sulla quelle ricerche pittoriche astratte che hanno virtualmente allo spazio reale anche senza dirom- liferazione potenzialmente infinita. Ogni opera parete, la luce naturale che interagisce con la segnato il passaggio fra gli anni Settanta e gli pere l’integrità del supporto. diventa così un microuniverso di energie contrap- molteplice gamma delle stesure grigie, il movi- Ottanta, e che sono emerse a metà del nuovo Un tratto comune di alcuni di questi dipinti, di poste, significate nella scelta di due soli colori mento dell’osservatore che “posiziona” ogni volta decennio anche come reazione all’imperante figu- alcune fra queste procedure, è la scelta di instal- come di due polarità primarie in eterna tensione. il lavoro diventano fattori di attribuzione di senso. razione neo-espressionista. Il termine improprio lare l’opera leggermente staccata dal piano della A questo punto è lo spazio reale che diventa Il corpo integro del quadrato-codice resta e ma significativo di neo-geo designava l’opera di parete, come ad evidenziare una sua insopprimi- campo d’azione per l’esplicarsi di una simile dialet- ricompare in veste di polo dialettico dentro una artisti americani che si distinguevano per la ripre- bile e innata intenzione a staccarsi dalla bidimen- tica, le pareti diventando ancora una volta la con- disamina che analizza il corpo della pittura per via sa dei postulati modernisti rimessi a loro volta in sionalità. Anche i supporti di Charlton, Pinelli e dizione necessaria per la manifestazione della pit- di dissezione, sottrazione, azzeramento. discussione dalle generazioni precedenti. E se Hal Umberg dall’accentuato spessore evidenziano tura. Le stesure di colore sono date per sovrapposi- Foster legge in questi artisti (da Peter Halley a una loro natura oggettuale che li pone in termini zioni continue e pazienti, tutto viene posto in Ross Blechner ad altri) solo il cinismo di una faci- di differenza rispetto alle superfici dello spazio. Giorgio Verzotti contiguità, uno sopra l’altro, uno accanto all’altro, le poetica citazionista per di più ingrata nei con- A suo modo, Bernard Frize si concentra sulla in un insieme di relazioni fra identici. fronti degli autori citati, in Europa la ripresa del- Il procedimento di Pino Pinelli è analogo, quando l’astrazione prosegue invece per vie che radicaliz- interviene con continue stesure di colore fino a zano la portata critica dei suoi precedenti. saturare uniformemente le superfici. Questa Helmut Federle dà vita ad una pittura che a prima uniformità o neutralità nell’intervento cromatico, vista gioca con l’apriori geometrico di matrice questa assenza di enfasi nel gesto pittorico, è fun- costruttivista, ma svela ben presto che la sua pit- zionale ad una resa dell’opera come proliferazione tura dai colori sobrii e dalla limpida impaginazione

8 9 Senza fine traluce l’intenebro sul confine.

Carlo Invernizzi Morterone 8 ottobre 1995 From Colour to the Sign: on the Trail of a Relational Aesthetic

Today a relational aesthetic is regarded as the 2001: A Space Odyssey to Minimalist sculpture, distinguishing feature of the most outstanding which similarly seems to have arrived from outer modern artworks. In this perspective, the work is space because of its apparent lack of links with situated at the centre of a system of relationships the outside world. of meaning that help to determine its nature, In reality, the work rarely ceases to form a rela- starting with the observer’s point of view and tionship with other entities, and we see this in the ending with the objective conditions of visibility history of the monochrome, which was revived in of the work itself.The work is, in short, a structu- the 1960s and 1970s after it had originated in the re open to the interaction of transient factors avant-garde movements. Rather like the grid, the and is no longer linked to an absolutely final defi- monochrome may be regarded as a typical icon nition of itself. of Modernism - by this we mean the Promethean These observations are a perfect reflection of effort capable not only of uniting art with life but the nature of many contemporary artworks, and also of becoming a discourse on truth and of all their postulates are convincing except for the embodying all the utopias seeking to make the premises from which they begin.The latter high- absolute come true that agitated much of the light an element of novelty in the textual opening abstract art created from Malevich onwards. of today, and they contrast it very evidently with The monochrome forming part of the reflective, the closure in assertions of independence and analytical currents of American and European self-reference of much art of the recent past. painting of the last few decades has, in fact, had Once a genealogy has been drawn up, it should first-hand experience of the passage from the be verified in the passages, in the nodal points on heavens of the absolute to the terrain of relativity. which it stands. Thus, when we search for this Thus, the relational aesthetics of today can only absolute, which in the recent past - beginning be counterbalanced, perhaps, by Ad Reinhardt’s with the core of the experimentation of the ontological tension, with his “last possible pictu- 1970s - appears to have dominated the artists’ re,” the only occasion on which black in painting thoughts, we are unlikely to find any trace. In has signified the absorption into one of multipli- other words, we are inclined to think that all the city and of all phenomenal relativity. As is well aesthetic principles in vogue in recent decades known, with Frank Stella’s black paintings things were “relational” because they all questioned had already changed. rather than confirmed the centrality of the work This exhibition attempts to sketch out a genea- and its complacent withdrawal into itself in total, logy, a short history forming part of a more gene- all-absorbing self-sufficiency. ral one, where this passage manifests itself as the Even in the case of Minimal art the relationship continuity of reflections that also involve the youn- with the exhibition space radically weakens the ger generations, not without changes of direction, strong statement of the work’s identity, although but paying attention to - even if not completely there is still much truth in the ironical observa- observing - the premises. This is, therefore, the tion made by Vito Acconci when, in an interview, passage from the poetry of colour (or non-colour, he compared the mysterious monolith around which is the same thing) to the poetry of the sign, which the monkeys fuss in Stanley Kubrick’s from the rhetoric of the contiguity of the figures

13 to another based on the mixture, from a need for until the surface is uniformly permeated with it. in directions that radicalized the critical significance distinguishing them from the surfaces of the space. absence to one for presence of the subjects, but This uniformity or neutrality in the application of of its precursors. In his own way,Bernard Frize focuses on the mate- with fidelity to a basic assumption - the relation- the colour and this lack of emphasis in the act of Helmut Federle started a type of painting that, at riality of the picture, to which he grants integrity ship between the work and space. painting allows the work to be divided into a first sight, seemed to be playing with the geome- while removing pathos from the act of painting. It is the space in which it is located that determi- large number of similar fragments that, in their tric elements of Constructivist origin, but soon Although the picture reappears, its codifying nes the work’s visibility - that is to say, its structure. multiplicity, assume expressive intensity or energy. revealed that his work with its sober colours and capacity is weakened with the choice of the frie- The latter is intended to interact with the sur- The intensity is the result of the bright colour and clear composition had a totally different nature. It ze, the disposition in space that frequently recurs roundings, with the void that is metaphorical and, the unpredictable disposition - often very bold - originated from figurative elements that, in the in the artist’s work and that once again relativizes at the same time, real represented by the wall and of the work on the wall. Once it has been instal- composition, emerge in the form of schemata the code with regard to the phenomenal manife- exhibition space. Moreover, the work itself it is led on the wall, however, this work born of the deriving by means of drastic reduction from the stations of the surroundings. balanced between the display of pure material rea- neutrality of a wholly constructive and repetitive sphere of experience, and, although they tran- On the other hand, the pictorial procedures to lity and the installation of a symbolic function: on gesture, transforms the surrounding space, assai- scend it, they always bear a mnemic trace. Many of which Frize ingeniously devotes himself have the one hand it “is what it is, it says what it says” - ling it with its energy. Federle’s works, moreover - including those exhi- been affected by the criticism of painting as this is the title of an essay in the catalogue of the Similar observations may be made with regard to bited on this occasion - accentuate the abandon- system of precedents as in the work of Daniel Venice Biennale devoted to the 1970s - while, on Günter Umberg’s work. The same meticulous ment of the self-referential aspirations so as to Buren, Niele Toroni or Oliver Mosset. Also here, the other hand, it goes further because it indicates attention given to the execution of the work, become literally “other” and appear, as happens in as in the cases mentioned, painting loses empha- and alludes.The need for space, therefore, induces which is created layer by layer as a fragile, almost the examples in the present cycle of paintings, as sis, it is regulated and reduced to an act that is the work to change its function: even if it does not intangible, body, is combined with a similar inten- the letters of an ironic utopian alphabet: thus, each simple, anonymous and repetitive, but not any represent, the work of art does not limit itself to tion to animate space with the presence of the picture corresponds to the letter of what might less creative: in the case of this younger French presenting, but rather it alludes to its other being, work arranged in an uncanonical manner. This be a universal language. artist, it may, for example, be resolved by applying incorporating it in a manner of speaking - that is to allows it to intervene dynamically also in the pro- Federle’s application of paint allows the traces of to the canvas the skins of colour that form in the say, opening up its unity and integrity to space. In cess of perception, integrating it actively with the the artist’s gestures to be visible: his style avoids cans of paint left open. this, I see - and I have already said this - the cen- process of signification. the model of absence in order to allow the emo- Gianni Asdrubali, on the contrary, flattens the trality and a legacy of Lucio Fontana. Analytical tendencies, in other words, have never tional drive to emerge, and this is even truer in painting, removing the support of the stretcher, in In the case of Alan Charlton, the work is dissected fetishized painting and its expressive sphere, but the case of Helmut Dorner. In this artist’s recent order to create a different relationship with and broken up into elements that metaphorically have always compared it with its other being, and output, the layers of paint become superimposi- space. In this case the canvas is cut and shaped to reconstruct the format-code of the rectangle, but, the analysis has been characterized in this very tions of dense coloured lacquers creating inte- conform to the modulations, spirals and maze of at the same time, they confirm its irredeemable comparison: it is, therefore, difficult to find a more ractive blotches of colour in the true rhetoric of signs that the artist has generated, representing loss. The order in which the elements are arran- “relational” type of art than this. A similar desire mixture. This dense matière contrasts, however, their potentially infinite proliferation. Each work ged on the wall, the natural light that interacts with for comparison is present in the abstract painting with the evanescence or immateriality of the thus becomes a microcosm of contrasting ener- the varied range of the layers of grey and the that marked the transition from the 1970s to the plexiglas supports, so that the work opens out gies, signified by the choice of two colours only observer’s movement that, on each occasion, 1980s; this came to the fore in the middle of the virtually into real space without breaking the as two primary polarities in eternal tension. At “locates” the work all become factors that give it new decade as a reaction against the figurative integrity of the support. this point it is real space that becomes the field a meaning. The integral body of the square-code art of the prevailing Neo-Expressionist move- A common feature of some of these paintings and of action where this dialectic can take place, the remains and reappears as a dialectic pole in a ment. The somewhat inaccurate term Neo-Geo of some of these procedures is the decision to install walls being once again the necessary condition close examination of the body of painting by dis- was applied to the work of American artists who the work slightly detached from the surface of the for the display of painting. section, removal and cancellation. were noted for the revival of the Modernist wall, as if to stress its irrepressible and innate inten- The layers of paint are continuously and patiently postulates that had been questioned by the pre- tion to free itself of two-dimensionality. Charlton’s, Giorgio Verzotti superimposed on each other; everything is pla- vious generations. And while the American critic Pinelli’s and Umberg’s supports,which are noticeably ced contiguously, one on the other, one next to Hal Foster only saw in these artists - Peter Halley, thick, also emphasize their existence as objects, Milan 18 September 2002 the other, in an ensemble of relationships Ross Blechner and others - the cynicism of a between identical things. simplistic use of quotation, which was generally Pino Pinelli’s procedure is similar when he inter- ungrateful to the artists quoted, in Europe, on the venes with the continuous application of paint other hand, the revival of abstraction proceeded

14 15 Bernard Frize Pino Pinelli Alan Charlton Helmut Dorner Helmut Federle Gianni Asdrubali Günter Umberg Alan Charlton Pino Pinelli Helmut Dorner Note biografiche

Gianni Asdrubali è nato a Tuscania nel 1955. Vive e lavora a Tuscania.

Esposizioni personali

1984 Aggroblanda, Galleria Artra, Milano. 1995 Gianni Asdrubali. Scatalande, A arte Studio Invernizzi, Milano. 1986 Bestia, Galleria La Salita, Roma. Gianni Asdrubali, Bruno Querci, APC Galerie, Aggancio, Galleria Artra, Milano. Colonia. Matto, Galleria Jartrakor, Roma. 1996 Gianni Asdrubali. Tritatronico, Galleria Comunale 1987 Nemico, Galleria Artra, Milano. d’Arte Moderna, Palazzo Racani-Arroni, Spoleto. Gianni Asdrubali. Tritatronico, VI Biennale de Il 1988 Schlaf der Vernunft, Museum Fridericianum, Kassel. Cairo, Cairo. Aperto 88, XLIII Biennale di Venezia,Venezia. Eroica, Galleria Plurima, Udine. 1997 Tromboloide e disquarciata, Centro Espositivo della Figurativo, Galleria 2E, Suzzara. Rocca Paolina, Perugia; Museum Rabalderhaus, Schwaz, Galerie Nothburga, Innsbruck, (con B. 1989 Galleria Artra, Milano. Querci, N. Sonego, poesie di C. Invernizzi). Andabata, Galleria Il Milione, Milano. Corpo, Galleria Ponte Pietra,Verona. 1998 Zuscanne, A arte Studio Invernizzi, Milano. Galleria Aldo Marchetti, Roma. 1990 Gianni Asdrubali, Galleria Ellevi,Vicenza. Gianni Asdrubali, Galerie Siegfried Blau, Düsseldorf. Gianni Asdrubali, Gianfranco Notargiacomo, Galleria Miralli,Viterbo. 1999 Gianni Asdrubali. Zuscanne, Galleria Miralli,Viterbo. Gianni Asdrubali. La pittura come forma della comples- Tromboloide e disquarciata, Musei Civici Villa sità 1978 - 1990, Palazzo Municipale, Morterone. Manzoni, Lecco (con B. Querci e N. Sonego, Malumazac, Spazia Studio d’Arte, Bologna. poesie di C. Invernizzi). Gianni Asdrubali, Galleria del Falconiere, Ancona. Sinistro, Galleria Il Milione, Milano. 2000 Gianni Asdrubali. Zetrico, Galleria Il Milione, Milano. 1991 Galleria Plurima, Udine. Gianni Asdrubali Enrico Castellani. L’opera d’arte Megatutto, Galleria Eva Menzio,Torino. concreta, A arte Studio Invernizzi, Milano. Gianni Asdrubali, Banca Popolare di Milano, Roma. Parietale di Gianni Asdrubali, Parcheggio di Villa 2001 Gianni Asdrubali, Galleria d’Arte Marchetti, Roma. Borghese, Roma. Gianni Asdrubali, MIART, Milano, Galleria d’Arte Marchetti. 1992 Gianni Asdrubali. Mangiaspazio, Palazzo Chigi-Miralli, Gianni Asdrubali. Dymamische Texturen im Raum, Viterbo. Institut Mathildenhöhe, Darmstadt. Tromboloide, Galleria Il Milione, Milano. 2002 Gianni Asdrubali. Museo delle arti contempora- 1993 Gianni Asdrubali, Associazione Culturale Roma & nee, Università della Tuscia di Viterbo,Viterbo. Arte, Roma. Gianni Asdrubali. Zoide, Palazzo Farnese Gradoli, Viterbo. 1994 Figurazione Futura, Manuela Allegrini Arte Contem- Gianni Asdrubali. Asanta, Galleria Santo Ficara, poranea, Brescia. Firenze.

29 Alan Charlton è nato a Sheffield nel 1948. Stedelijk Van Abbemuseum, Eindhoven. 1991 Louver Gallery, New York. Alfonso Artiaco, Pozzuoli. Vive e lavora a Londra. Jean Bernier, Atene. Stark Gallery, New York. 1983 Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Hallen für Neue Kunst, Schaffhausen. A arte Studio Invernizzi, Milano. Art & Project, Amsterdam. Galerie Tschudi, Glarus. Espace d’Art Contemporain Agi Schöning, Esposizioni personali Wild & Hardebeck, Amsterdam. Institute of Contemporary Art, Londra. Demigny. Galerie Liliane & Michel Durand-Dessert, Parigi. Victoria Miro, Londra. Dörrie-Priess, Amburgo. 1972 Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Galerie Tschudi, Glarus. Nigel Greenwood, Londra. 1984 Gerald Just, Hannover. 1992 Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Whitechapel Art Gallery, Londra. Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Alfonso Artiaco, Pozzuoli. 2000 Galerie Liliane & Michel Durand-Dessert, Parigi Cairn Gallery, Nailsworth. (con D.Tremlett). 1973 Nigel Greenwood, Londra. 1985 Graeme Murray, Edimburgo. Museum Haus Esters, Krefeld. Galerij S 65, Aalst. Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. John Hansard Gallery, Southampton. Burnett Miller, Los Angeles. Alfonso Artiaco, Pozzuoli.

1974 Gian Enzo Sperone,Torino. 1986 Art & Project, Amsterdam. 1993 Victoria Miro, Londra. 2001 Annely Juda Fine Art, Londra. Sperone-Fischer Gallery, Roma. Victoria Miro, Londra. Galerie Liliane & Michel Durand-Dessert, Parigi. Galerie Tschudi, Glarus. Art & Project, Amsterdam. Galerie Liliane & Michel Durand-Dessert, Parigi. Galerie Tschudi, Glarus. Stedelijk Museum, Amsterdam. Galerie S 65, Aalst. Kunsthaus Glarus, Glarus. Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. 1975 Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Hohenthal und Bergen, Monaco. Stark Gallery, New York. Bruno Bischofberger, Zurigo. Museum of Modern Art, Oxford. 1987 Musée St. Pierre, Lione. 1994 Foksal Gallery,Varsavia. 2002 Inverleith House,Royal Botanic Garden,Edimburgo. Delfryd Celf, Caernarfon. Pino Casagrande, Roma. Sleeper Exhibition Space, Edimburgo. 1976 Leo Castelli Gallery, New York. John Gibson Gallery, New York. House of art, Praga. Stedelijk Van Abbemuseum, Eindhoven. 1988 Victoria Miro, Londra. Galerie nächst St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Chateau de Fraisse, Fraisse. Lisson Gallery, Londra. Art & Project, Amsterdam. Vienna. Rolf Preisig, Basilea. Michael Klein, New York. A arte Studio Invernizzi, Milano. Galleria Ghiringhelli-Sperone, Milano. Gallery S 65, Aalst. Burnett Miller, Los Angeles. Palais des Beaux-Arts, Charleroi. 1977 Galerie Liliane & Michel Durand-Dessert, Parigi. Delfryd Celf, Caernarfon. 1995 Alfonso Artiaco, Pozzuoli. Art & Project, Amsterdam. Galerie Stadtpark, Krems. Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. 1989 Musée d’Art Moderne, Parigi. Second floor exhibition space, Reykjavik. 9 channel paintings, each exhibited simultaneously Galerie Liliane & Michel Durand-Dessert, Parigi. Galerie S 65, Aalst. in 9 British City Art Galleries. Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Delfryd Celf, Caernarfon. 1996 Galerie Tschudi, Glarus. 1978 Austellungraum Ulrich Rückriem, Amburgo. Victoria Miro, Londra (con U. Rückriem). Annely Juda Fine Art, Londra. Lisson Gallery, Londra. Delfryd Celf, Amsterdam. Modulo, Lisbona. Barry Barker, Londra. Galerie Tschudi, Glarus. Cairn Gallery, Nailsworth. Rolf Preisig, Basilea. Castello di Rivoli,Torino. A arte Studio Invernizzi, Milano. Graeme Murray, Edimburgo. Dörrie-Priess, Amburgo. Galerie Liliane & Michel Durand-Dessert, Parigi. 1997 Ridinghouse Editions, Londra. 1990 Pierre Huber, Ginevra. Carré d’Art, Musée d’Art Contemporain, Nîmes. 1979 Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Galerie Grässlin-Ehrhardt, Francoforte Studio d’arte contemporanea Pino Casagrande, I.N.K., Zurigo. (con U. Rückriem). Roma. Städelschule, Francoforte-Osthafen Museum Moderner Kunst Landkreis Cuxhaven, 1980 Michele Lachowsky, Bruxelles. (con U. Rückriem). Otterndorf. Graeme Murray, Edimburgo. Alfonso Artiaco, Pozzuoli. Kunstverein in Hamburg, Amburgo. Art & Project, Amsterdam. Graeme Murray Gallery,Edimburgo Palazzo Municipale,Vignate (con L. Foxcroft). Galerie Liliane & Michel Durand-Dessert, Parigi. (con L. Foxcroft). Galleria Victoria Miro, Firenze. 1998 Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. 1981 Lisson Gallery, Londra. Galerie nächst St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Henry Moore Institute, Leeds. Vienna. 1982 Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Galerie S 65, Aalst. 1999 Hohenthal und Bergen, Berlino.

30 31 Helmut Dorner è nato a Gengenbach/Baden nel 1952. 1998 Galerie Bärbel Grässlin, Francoforte. Helmut Federle è nato a Solothurn nel 1944. Galerie Rudolf Zwirner, Colonia. Vive e lavora a Karlsruhe. pfützen!, Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. Vive e lavora a Düsseldorf e a Vienna. Helmut Federle. Zeichnungen 1978-1986, Galerie Borgmann-Capitain, Colonia. 1999 Broken Knee, Brooke Alexander Gallery, New Esposizioni personali York. Esposizioni personali 1987 HF, Mary Boone Gallery, New York; Barbara Helmut Dorner - New Paintings, Galerie Nelson, Gladstone Gallery, New York. 1983 Zeichnungen, Galerie Rolf Ricke, Colonia. Parigi. 1971 Hel. M. Federle, Galerie Riehentor, Basilea. 1988 Donald Young Gallery, Chicago. 1984 Kunst-und Museumsverein Wuppertal, 2000 Helmut Dorner, FRAC d’Auvergne, Avignone. 1972 Galerie Regio, Freiburg im Breisgau. Galerie nächst St.Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Wuppertal. Helmut Dorner - segmentos,Galería Heinrich Ehrhardt, Vienna. Madrid. 1973 Galerie Pablo Stähli, Lucerna. 1985 Galerie Philippe Casini, Parigi. 1989 Helmut Federle. Bilder und Zeichnungen 1975- Ulmer Museum, Ulm. 2001 Spectrum, Galerie Vera Munro, Amburgo. 1974 Helmut M. Federle, Galerie Riehentor, Basilea. 1988, Museum Haus Lange, Krefeld; Kunsthalle han, Hans-Thoma-Museum, Bernau. Bielefeld, Bielefeld; Kunstverein Hamburg, 1987 Raum für Malerei, Colonia. Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe. 1975 Galerie Krohn, Costanza. Amburgo. Galerie Grässlin-Ehrhardt, Francoforte. Galerie Elisabeth Kaufmann, Olten. Helmut Federle. Peintures, dessins, Musée de Grenoble, Grenoble. 1988 Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. 1976 Helmut M. Federle, Museum der Stadt Solothurn, Galerie Philippe Casini, Parigi. Solothurn (con M. Disler). 1990 Barbara Gladstone Gallery, New York.

1989 Galerie Philip Nelson, Lione. 1977 Galerie Elisabeth Kaufmann, Basilea. 1991 Galerie Achim Kubinski, Colonia. Helmut Federle,Wiener Secession,Vienna. 1990 Museum Haus Esters, Krefeld. 1978 Hel. M. Federle, Galerie Veith Turske, Colonia. Kunsthalle Bern, Berna. 1992 Hiram Butler Gallery, Houston. Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe. 1979 Helmut M. Federle. Bilder 1977-1978, Kunsthalle Helmut Federle,Kunsthalle Zürich,Zurigo;Moderna Basel, Basilea. Museet, Stoccolma. 1991 Carré d’Art,Musée d’Art Contemporain de Nîmes, Galerie Susanna Kulli, San Gallo. Nîmes. 1981 Galerie Pablo Stähli, Zurigo. Laura Carpenter Fine Art, Santa Fe. Kunst-Station St. Peter, Colonia. 1992 Galerie Samia Saouma, Parigi. 1982 Galerie Toni Gerber, Berna. Galerie Liliane & Michel Durand-Dessert, Parigi. Galerie Bärbel Grässlin, Francoforte. The Corridor Gallery, Reykjavik. Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf. 1993 Helmut Federle, Museum Fridericianum, Kassel. 1983 Helmut Federle, Peinture 1979 à 1983 - Regard sur le Helmut Federle, Galerie Franck + Schulte, Berlino. 1993 Galerie Xavier Hufkens, Bruxelles. présent 3, Musée cantonal des Beaux-Arts, Losanna. Galerie Stadtpark, Krems. Musée d’Art et d’Histoire, Friburgo. Galerie nächst St.Stephan Rosemarie Schwarzwälder, 1994 Under the surface, Mercer Union Contemporary Galerie Susanna Kulli, San Gallo. Vienna. Art Gallery,Toronto; Symbol - Sinn - Struktur. Helmut Federle. Zwei Räume Contemporary Art Gallery,Vancouver. 1984 Helmut Federle. Zeichnungen/Drawings 1975-1984, und eine Intervention in der Sammlung des Museum Brooke Alexander Gallery, New York. The Living Art Museum, Reykjavik. Folkwang, Museum Folkwang, Essen. Peintures, Galerie Philippe Casini, Parigi; Galerie Galerie Elisabeth Kaufmann, Zurigo. Nelson, Parigi. John Gibson Gallery, New York. 1994 Peter Blum, New York.

1995 The Santa Fe Drawings, Laura Carpenter Fine Art, 1985 Helmut Federle. Bilder, Zeichnungen, Museum für 1995 Helmut Federle, Galerie Nationale du Jeu de Paume, Santa Fe. Gegenwartskunst,Basilea;Städtische Galerie Regens- Parigi. burg, Regensburg; Haags Gemeentemuseum, L’Aia. Helmut Federle, Kunstmuseum Bonn, Bonn. 1996 durch, Galerie Vera Munro, Amburgo. Helmut Federle,Association pour l’art contemporain, Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe. Nevers. 1996 Art & Public, Ginevra. Maximilian Verlag, Sabine Knust, Monaco di 1997 Galerie Vera Munro, Amburgo. 1986 Jedes Zeichen ein Zeichen für andere Zeichen - Zur Baviera. Max Gandolph-Bibliothek, Salisburgo. Ästhetik von Helmut Federle,Galerie nächst St.Stephan Herbert von Karajan Centrum,Vienna. Rosemarie Schwarzwälder,Vienna. 1997 Helmut Federle, XLVII Biennale Venezia,Venezia.

32 33 1998 Peter Blum, New York Bernard Frize vive e lavora a Parigi. 1996 Galerie Micheline Szwajcer,Anversa (con M.Wéry). Helmut Federle. Black Series I + II und Nachbarschaft Galerie Wilma Lock, San Gallo. der Farben, Aargauer Kunsthaus, Aarau; Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe. Esposizioni personali 1997 Centre Culturel, Issoire. Helmut Federle, IVAM Centro Julio González, Galerie nächst St.Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Valencia. 1979 Galerie Lucien Durand, Parigi. Vienna. Frith Street Gallery, Londra. 1999 Helmut Federle. Black Series I + II und Nachbarschaft 1980 Galerie Lucien Durand, Parigi. der Farben,Kunstverein Braunschweig,Braunschweig. 1998 Ivan Dougherty Gallery, Sydney. Galerie Max Hetzler,Berlino (con Peter Zumthor). 1981 Museum für Sub-Kultur, Berlino. De Pont, foundation for contemporary art, Helmut Federle, Kunsthaus Bregenz, Bregenz. Tilburg. 1983 Galerie Lucien Durand, Parigi. 2001 HF, Jensen Gallery, Auckland. 1999 Galerie Wilma Lock, San Gallo. 1985 Galerie Crousel-Hussenot, Parigi. Galerie Micheline Szwajcer, Anversa. Galerie Le Chanjour, Nizza. Carré d’Art, Musée d’Art Contemporain de Nîmes, Nimes. 1986 Maison de la culture et de la communication, A arte Studio Invernizzi, Milano. St. Etienne. Galerie nächst St.Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Villa Medici, Roma. Vienna. Galerie Crousel-Hussenot, Parigi. Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna. 1987 Galerie Le Chanjour, Nizza. Kunstverein St. Gallen Kunstmuseum, San Gallo. Galerie 121 Galerij, Anversa. 2000 Galerie Emmanuel Perrotin, Parigi. 1988 De là ces innombrables noms, Musée d’art Westfälisches Landesmuseum für Kunst und moderne de la Ville de Paris, Parigi. Kulturgeschichte, Münster. Galeria La Máquinà Española, Madrid. Leslie, Cohan & Browne, New York. Galerie Crousel-Robelin-BAMA, Parigi. Musée des Beaux Arts André Malraux, Le Havre. 2001 Bernard Frize nouvelles peintures, Galerie Wilma Salon d’Angle, Nantes. Lock, San Gallo.

1989 Grey Art Gallery, New York. 2002 S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Actuele Kunst Gent, Gand. 1990 Galerie Crousel-Robelin-BAMA, Parigi. Patrick Painter Gallery, Santa Monica. Haags Gemeentemuseum, L’ Aia. 1991 Musée départemental d’art contemporain, Rochechouart.

1992 Galerie Crousel-Robelin-BAMA, Parigi.

1993 Kunsthalle, Zurigo. DAAD Galerie, Berlino.

1994 Suite au Rouleau, Chisenhale Gallery, Londra. Le Capitou, Centre d’art contemporain, Fréjus. Galerie nächst St.Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Vienna.

1995 Kunstverein Elster-Park, Lipsia. Kunstverein Arnsberg, Arnsberg. Frith Street Gallery, Londra.

34 35 Pino Pinelli è nato a Catania nel 1938. Galleria Vismara, Milano. 1999 Galleria Fumagalli, Bergamo. Vive e lavora a Milano. Civica Galleria d’Arte Moderna, Gallarate. 1989 Galleria Nuova 2000, Bologna. Galleria Il Milione, Milano. 2000 A arte Studio Invernizzi, Milano. Esposizioni personali Galleria Gill Favre, Lione. Villa Michelangelo per l’arte, Arcugnano. Palazzo Municipale, Morterone. 1968 Galleria Bergamini, Milano. 2001 APC Galerie, Friburgo. 1990 Galleria Art Concept, Nizza. Kunstverein Schloss Lamberg, Steyr. 1969 Galleria GI3, Seregno. Galleria Plurima, Udine. Andrea Pronto Arte Contemporanea, Crespano Galleria Sicilia Arte, Catania. Galleria Carinthia, Klagenfurt. del Grappa. Istituto Italiano di Cultura, Londra. 1970 Galleria Pianella, Cantù. 1991 Galleria Il Milione, Milano. Galleria Il Punto,Torino. Galleria Turchetto Plurima, Milano. 2002 Galerie Zur Grünen Tür, Uznach. Galleria L’Argentario,Trento. Galleria Niccoli, Parma. 1992 Centro Espositivo della Rocca Paolina, Perugia 1971 Galleria Vinciana, Milano. (con G. Colombo e L. Catania). Chiesa S. Maria Assunta, Spinea (con L. Umlauf). 1972 Studio Soldano, Milano. Galleria Totem Il Canale,Venezia. Galleria Stefanoni, Lecco. Galleria Manuela Allegrini, Brescia.

1974 Galleria Gastaldelli, Milano. 1993 Galleria Lil’Orsay, Parigi. Gallery 44, Kaarst, Düsseldorf. 1975 Studio Soldano, Milano. Galleria Zand Projects, New York. Galleria Plurima, Udine. Galleria Plurima, Udine. Galleria Seconda Scala, Roma. Galleria La Bertesca, Genova. 1994 Galleria Soave, Alessandria. Teatro Città Alta, Bergamo. 1976 Galleria La Bertesca, Düsseldorf. Palazzo Alborghetti, Osio Sotto. Centro Espositivo Arpino, Bra. 1978 Studio Torelli, Ferrara. APC Galerie, Colonia. Galleria Fumagalli, Bergamo. 1979 Artra Studio, Milano. Galleria Bassanese,Trieste. Galleria Plurima, Udine. Galleria Mathieu, Besançon. 1995 Kunstverein Ludwigsburg, Ludwigsburg. Galleria Lil’Orsay, Parigi. 1980 Galleria A.A.M., Roma. Galleria Turchetto Plurima, Milano. Galleria Chantal Crousel, Parigi. A arte Studio Invernizzi, Milano. Galleria Ponte Pietra,Verona. 1982 Galleria Plurima, Udine. Artra Studio, Milano. 1996 Salone Villa Romana, Firenze. Galleria Il Milione, Milano. Galleria Santo Ficara, Firenze. Galleria Unimedia-Caterina Gualco, Genova. Galerie Nothburga, Innsbruck (con R.Wach). 1983 Centro La Cappella,Trieste. APC Galerie, Colonia. Galleria Melesi, Lecco. 1985 Artra Studio, Milano. Galleria Plurima, Udine. 1997 Nouveau Musée, Langres.

1986 Galleria Meta, Bolzano. 1998 Galleria Plurima, Udine. Forum Kunst Rottweil, Rottweil. 1988 Artra Studio, Milano. Galleria Marchetti, Roma.

36 37 Günter Umberg è nato a Bonn nel 1942. Laure Genillard Gallery, Londra. Vive e lavora a Colonia e Corberon. Burnett Miller Gallery, Los Angeles. Stark Gallery, New York. Galerie nächst St.Stephan,Rosemarie Schwarzwälder, Esposizioni personali Vienna.

1975 Artothek, Colonia. 1994 Galerie Nordenhake, Stoccolma. Taka Ishii Gallery,Tokio. 1979 Galleria Peccolo, Livorno. 1995 Gallery Yamaguchi, Osaka. 1983 Galerie Rupert Walser, Monaco di Baviera. 1996 Devant et derrière la lumière,Günter Umberg face à ..., 1984 Galerie Anselm Dreher, Berlino. Espace de l’Art Concret, Château de Mouans- Sartoux, Mouans-Sartoux. 1985 Städtische Galerie im Städel, Francoforte. Günter Umberg, Six Paintings and a Room, Stark Galerie Nordenhake, Malmö. Gallery, New York. Galerie Rolf Ricke, Colonia. 1986 P.S.I.The Institute for Art and Urban Researches, Günter Umberg, 1973-1993, Burnett Miller Gallery, Project Room, Long Island City, New York. Santa Monica. 1987 Burnett Miller Gallery, Los Angeles. 1997 A arte Studio Invernizzi, Milano. Lorence-Monk Gallery, New York. Busch-Reisinger Museum, Harvard University Galerie Rolf Ricke, Colonia. Art Museums, Cambridge. Galerie Albrecht, Monaco. Galerie Nordenhake, Stoccolma. 1998 Günter Umberg, En shrijdt behoed zaam voort van de hemel doorheen de wereld naar de hel!, 1988 Galerie Onrust, Amsterdam. Museum Dhondt-Dhaenens, Deurle. Galerie nächst St.Stephan, Rosemarie Schwarzwälder, 1989 Galerie Rolf Ricke, Colonia. Vienna. Laure Genillard Gallery, Londra. Galerie Riis, Oslo. Lorence-Monk Gallery, New York. Gilbert Brownstone, Parigi. 1999 Günter Umberg Elisabeth Vary, Palazzo Municipale, Artothek, Colonia. Morterone. 1990 Galerij S 65, Aalst. 2000 Günter Umberg. Body of Painting. Günter Umberg Westfälischer Kunstverein, Münster. mit Bildern aus Kölner Sammlungen, Museum Galerie Nordenhake, Stoccolma. Ludwig, Colonia. Burnett Miller Gallery, Los Angeles. Städtische Galerie aller Art, Remise Bludenz, Bludenz. 1991 Galerie Pierre Huber, Ginevra. Studio Guenzani, Milano. 2001 Galerie Evelyne Canus, Parigi. Gilbert Brownstone, Parigi. Galeria Elvira Gonzales, Madrid. Staatliche Kunsthalle, Baden-Baden. A arte Studio Invernizzi, Milano. Galerie Nordenhake, Berlino. 1992 Galerie Rolf Ricke, Colonia. © 2002 A arte Studio Invernizzi Second Floor Exhibition Space, Reykjavik. 2002 Galerie Rolf Ricke, Colonia. Museum Moderner Kunst Landkreis Cuxhaven, Traduzione David Stanton Milano Staatliche Akademie der Bildenden Künste, Otterndorf. Fotografie Paolo Vandrasch Milano Karlsruhe. Räume für neue Kunst - Rolf Hengesbach,Wuppertal. Fotolito Galli Thierry s.a.s. Milano Stampa Galli Thierry Stampa s.r.l. Milano 1993 Arbeiten auf Papier 1973-76, Städtisches Museum Si ringrazia Galerie Bärbel Grässlin Francoforte Abteiberg, Mönchengladbach. Galerie nächst St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder Vienna

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