testimo Il presente lavoro è protetto da copyright ed è stato pubblicato nel 2001 da: Grafitalia EDIZIONI di Ciro Castellucci Via Napoli, 12 - 03036 SORA (FR)
[email protected] Si ringraziano l'Autore e l'Editore per averne consentito l'inserimento in questo sito PRESENTAZIONE In ogni luogo e tempo, l'orso ha occupato uno spazio speciale nell'immaginario collettivo: ispirando miti e tradizioni, riti e toponimi, e suscitando al tempo stesso paura ed attrazione irresistibili. Forse perché è così simile all'uomo negli atteggiamenti e nei momenti più cruciali, o perché le cure dell'orsa verso i cuccioli ricordano tanto da vicino l'amore materno, un animale così grosso, fiero e tutto sommato ben temibile per la sua forza, per la capacità di sferrare un attacco improvviso o per quel suo incombere invisibile tra le ombre della selva, non ha suscitato altrettanto odio e persecuzione quanto altri carnivori predatori più piccoli ma, in fondo, assai meno simpatici. "Non so bene perché, ma c'è nell'orso qualcosa che induce ad amarlo", affermava un famoso scrittore straniero che il plantigrado conosceva assai bene, è forse è stato proprio questo sentimento misto di affetto e curiosità, tolleranza e rispetto, che ha permesso al grosso bestione di sopravvivere, anche se con molte difficoltà, fino ai giorni nostri. Ciò che non ha impedito, naturalmente, a cacciatori e bracconieri di uccidere orsi a decine, a centinaia, o addirittura a migliaia: prima che nuove iniziative, leggi più avanzate e sopratutto un moderno spirito di riscoperta e rivalutazione della natura non prendessero finalmente il sopravvento, consentendo all'orso di affacciarsi, sia pure in numero ahimè quanto ridotto, all'alba del terzo millennio.