01 RAPPORTO AMBIENTALE. STATO DELL’AMBIENTE

1. INTRODUZIONE ...... 3 1.1 Contestualizzazione geografica ...... 4 2. ARIA ...... 5 2.1 La qualità dell’aria suddivisa per macro settori ...... 6 2.2 Qualità dell’aria del comune di ...... 8 3. CLIMA ...... 14 3.1 Precipitazioni ...... 14 3.2 Temperature...... 15 3.3 Anemologia...... 16 3.4 Umidità relativa...... 17 4. ACQUA ...... 17 4.1 Acque superficiali...... 18 4.2 Qualità delle acque superficiali...... 22 4.3 Acque sotterranee ...... 23 4.4 Rete acquedottistica...... 24 4.5 Depuratori ...... 24 4.6 Sistema fognario...... 25 5. SUOLO E SOTTOSUOLO...... 26 5.1 Inquadramento geologico...... 26 5.2 Inquadramento geomorfologico...... 27 5.3 Inquadramento idrogeologico...... 30 5.4 Aree a rischio idraulico...... 32 5.5 Uso del suolo ...... 36 5.6 Rischio sismico...... 38 5.7 Capacità d’uso dei suoli ...... 39 5.8 Discariche ...... 40 5.9 Cave...... 40 6. BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA ...... 40 6.1 Rete ecologica ...... 41 6.2 Flora e fauna ...... 43 7. PAESAGGIO ...... 44 8. PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO...... 46 8.1.1 Breve escursus storico...... 47 8.1.2 Presenze rilevanti sul territorio ...... 48 8.2 Ville Venete ...... 50 8.3 Siti archeologici ...... 53 9. AGENTI FISICI / SALUTE UMANA ...... 55 9.1.1 Inquinamento acustico ...... 55 9.2 Inquinamento luminoso...... 57 9.3 Radiazioni ionizzanti...... 60 9.3.1 Gas Radon ...... 60 9.4 Radiazioni non ionizzanti ...... 61 9.4.1 Elettrodotti ...... 61 9.4.2 Impianti radiotelevisivi e di telefonia mobile ...... 62

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9.5 Aziende a rischio di incidente rilevante...... 64 9.6 Allevamenti zootecnici...... 64 10. ECONOMIA E SOCIETÀ ...... 65 10.1 Popolazione e caratteristiche demografiche e anagrafiche...... 65 10.2 Istruzione e servizi scolastici ...... 68 10.3 Salute e sanità...... 69 10.4 Sistema socio-economico e occupazionale ...... 71 10.5 Allevamenti e agricoltura...... 74 10.6 Sistemi territoriali...... 76 10.7 Quotazioni immobiliari...... 77 10.8 La mobilità...... 78 10.9 Rifiuti ...... 83 10.10 Energia ...... 84 11. PIANIFICAZIONE E VINCOLI ...... 86 11.1.1 Pianificazione sovraordinata...... 86 11.2 Vincoli...... 95 12. CRITICITÀ AMBIENTALI...... 97 13. FONTI BIBLIOGRAFICHE ...... 101

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1. INTRODUZIONE La descrizione dello stato dell’ambiente attuale viene articolata in accordo con le matrici previste dal Quadro Conoscitivo della Regione secondo componenti ambientali che esaminano il territorio così com’è al momento del rilevamento, come fosse una fotografia istantanea per lo stato di salute del territorio. Esse sono:

1. aria 2. clima 3. acqua 4. suolo e sottosuolo 5. biodiversità 6. paesaggio 7. patrimonio culturale, architettonico e archeologico 8. inquinanti fisici/salute umana 9. economia e società 10. pianificazione e vincoli

Si esaminano nel dettaglio le singole componenti dopo aver fornito un inquadramento geografico dell’area in esame.

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1.1 Contestualizzazione geografica Il comune di Saonara è localizzato nella parte est della provincia di Padova a confine con la provincia di Venezia. confina a nord con i Comuni di e Padova, ad ovest con i Comuni di Padova e , a sud con il Comune di Legnato e Sant’Angelo di ed a est con i Comuni di Vigonovo come riportato nella figura seguente.

Figura 1-1 Localizzazione del comune di Saonara (fonte: QC RV)

Il territorio comprende le frazioni di Saonara capoluogo, Villatora, Tombelle e Celeseo.

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2. ARIA Il Decreto Legislativo n. 155/2010 stabilisce che le Regioni redigano un progetto di riesame della zonizzazione del territorio regionale sulla base dei criteri individuati in Appendice I al decreto stesso. La precedente zonizzazione era stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 3195/2006. Il progetto di riesame della zonizzazione della Regione Veneto, in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n.155/2010, è stato redatto da ARPAV - Servizio Osservatorio Aria, in accordo con l'Unità Complessa Tutela Atmosfera. La metodologia utilizzata per la zonizzazione del territorio ha visto la previa individuazione degli agglomerati e la successiva individuazione delle altre zone. Come indicato dal Decreto Legislativo n.155/2010 ciascun agglomerato corrisponde ad una zona con popolazione residente superiore a 250.000 abitanti, ed è costituito da un'area urbana principale e dall'insieme delle aree urbane minori che dipendono da quella principale sul piano demografico, dei servizi e dei flussi di persone e merci. Sono stati individuati i seguenti 5 agglomerati: - Agglomerato Venezia: oltre al Comune Capoluogo di provincia, include i Comuni contermini; - Agglomerato Treviso: oltre al Comune Capoluogo di provincia, include i Comuni contermini; - Agglomerato Padova: oltre al Comune Capoluogo di provincia, comprende i Comuni inclusi nel Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (PATI) della Comunità Metropolitana di Padova; - Agglomerato Vicenza: oltre al Comune Capoluogo di provincia, include i Comuni della Valle del Chiampo, caratterizzati dall'omonimo distretto della concia delle pelli; - Agglomerato Verona: oltre al Comune Capoluogo di provincia, comprende i Comuni inclusi nell'area metropolitana definita dal Documento Preliminare al Piano di Assetto del Territorio (PAT).

Il comune di Saonara rientra nell’Agglomerato Padova.

Sulla base della meteorologia e della climatologia tipiche dell'area montuosa della regione e utilizzando la base dati costituita dalle emissioni comunali dei principali inquinanti atmosferici, stimate dall'inventario INEMAR riferito all'anno 2005, elaborato dall'Osservatorio Regionale Aria, sono state quindi individuate le zone denominate: - Prealpi e Alpi; - Val Belluna; - Pianura e Capoluogo Bassa Pianura; - Bassa Pianura e Colli.

In Figura si riporta la suddivisione del territorio regionale nelle diverse zone individuate dal provvedimento regionale.

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Figura 2-1 Zonizzazione del Veneto (fonte: ARPAV)

2.1 La qualità dell’aria suddivisa per macro settori Il DM n 261/2002, emanato in attuazione al DLgs n 351/1999, indica nelle linee guida APAT il riferimento per la realizzazione della stima delle emissioni in atmosfera generate in un ambito spazio-temporale definito. Questa stima ha condotto alla realizzazione di un inventario delle emissioni, predisposto secondo la metodologia CORINAIR proposta dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), nel quale le sorgenti di emissione sono stata classificate secondo tre livelli gerarchici: 1. combustione: energia e industria trasformazione; 2. impianti di combustione non industriale; 3. combustione nell’industria manifatturiera; 4. processi produttivi (combustione senza contatto); 5. estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed energia geotermica; 6. uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi; 7. trasporto su strada; 8. altre sorgenti e macchinari mobili (off-road); 9. trattamento e smaltimento rifiuti; 10. agricoltura; 11. altre emissioni ed assorbimenti. La metodologia prefigura due possibili approcci alla stima delle emissioni in atmosfera: top down e bottom-up. Secondo queste due diverse procedure si realizza un flusso di informazioni che nel caso del top-down (dall’alto verso il basso) parte dalla scala spaziale più ampia (nazionale) e discende a livelli inferiori (regioni/province/comuni), utilizzando specifiche variabili di disaggregazione, mentre nel caso del bottom-up (“dal basso verso l’alto”) ascende direttamente dalla realtà produttiva locale a livelli di aggregazione maggiori.

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APAT provvede periodicamente alla compilazione ed aggiornamento dell’inventario nazionale delle emissioni secondo la metodologia CORINAIR, e recentemente, in collaborazione con il CTN-ACE (Centro Tematico Nazionale – Atmosfera Clima Emissioni) ha prodotto la disaggregazione a livello provinciale delle stime di emissione nazionali relative agli anni 1990, 1995, 2000, secondo l’approccio Top-Down. Un approccio top-down, analogo a quello descritto sopra e finalizzato alla disaggregazione spaziale delle emissioni, è stato seguito dall’Osservatorio Regionale Aria per dettagliare a livello comunale le stime APAT provinciali relative all’anno 2000. La stima a livello comunale mette a disposizione un quadro completo sulle principali tipologie di fonti emissive (i macrosettori), per un ampio numero di inquinanti. Questa base informativa (Stima delle emissioni in atmosfera nel territorio regionale veneto – banca dati di indicatori del quadro conoscitivo LR n.11/04) può risultare essenziale nell’interpretazione delle dinamiche di produzione dell’inquinamento e di impatto sull’ambiente. L’analisi dei dati aggregati per macrosettori, permette di identificare a livello comunale le principali problematiche rilevate alla componente aria che possono essere attribuite a: - l’inquinamento urbano di cui sono responsabili il traffico veicolare, il riscaldamento degli edifici e gli impianti industriali ed energetici. Le città infatti sono i luoghi dove maggiormente si concentrano le fonti di squilibrio per l’ambiente con conseguenze dirette anche sulla salute dei cittadini. Sulla base dei dati riportati nella tabella successiva si evidenzia gli impianti di riscaldamento civile (macro settore 2) contribuiscono alla formazione di un elevato tasso di CO, CO2, e di NOx. Il traffico veicolare rappresentato dal macrosettore 7 incide nel comune di Saonara nella produzione di CO, CO2, Piombo, Ossidi di Azoto e composti organici volatili, tutti inquinanti che derivano dalla prima fase della combustione.

Inquinante - Macrosettore unità di misura 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 TOT Arsenico - kg/a 0,0 0,1 12,9 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 13 Benzene - t/a 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2 1,6 0,2 0,0 0,0 0,0 2 Cadmio - kg/a 0,0 0,3 0,3 0,6 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1 CH4 - t/a 0,0 4,4 0,7 0,4 54,3 0,0 4,8 0,2 0,4 8,4 0,0 74 CO t/a 0,0 81,4 6,5 15,1 0,0 0,0 444,3 33,0 6,6 0,1 0,0 587 CO2 - t/a 0 15627 15268 11978 0 400 17464 2401 0 0 373 63510 COV - t/a 0,0 7,3 1,0 6,5 8,2 128,2 83,6 10,8 0,4 0,0 0,0 246 Cromo - kg/a 0,0 0,4 2,6 5,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 8 Diossine e furani - g(TEQ)/a 0,0 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0 IPA - kg/a 0,0 7,8 0,0 1,3 0,0 0,0 0,4 0,1 1,0 0,0 0,0 11 Mercurio - kg/a 0,0 0,2 0,8 1,8 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 3 N2O - t/a 0,0 1,5 1,4 0,0 0,0 0,0 1,6 0,8 0,0 8,7 0,0 14 NH3 - t/a 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 3,0 0,0 0,0 36,2 0,0 39 Nichel - kg/a 0,0 10,2 3,9 2,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 16 NOx - t/a 0,0 16,3 53,6 1,5 0,0 0,0 112,3 31,9 0,3 0,0 0,0 216 Piombo - kg/a 0,0 1,0 8,9 41,7 0,0 0,0 102,6 0,6 0,0 0,0 0,0 155 PM10 - t/a 0,0 3,5 4,9 5,5 0,0 0,0 9,4 4,6 0,4 0,0 0,0 28 Rame - kg/a 0,0 0,7 0,6 3,6 0,0 0,0 0,4 0,1 0,0 0,0 0,0 5 Selenio - kg/a 0,0 0,0 6,1 0,6 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 7

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SOx - t/a 0,0 3,9 28,4 8,6 0,0 0,0 1,9 0,4 0,0 0,0 0,0 43 Zinco - kg/a 0,0 2,0 12,6 386,6 0,0 0,0 0,2 0,0 0,0 0,0 0,0 401

- settore produttivo le emissioni generate da fonti produttive (macrosettori 3 e 4), si nota come a Saonara sia il comparto legato ai processi produttivi l’altra fonte di inquinamento rilevante nel territorio comunale. Macrosettore che evidenzia un elevato tasso di CO2, NOx e PM10 un’elevata presenza, peraltro non riscontrabile negli altri macrosettori, di Selenio, Piombo, Zinco, e SOx.

Inquinante - Macrosettore unità di misura 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 TOT Arsenico - kg/a 0,0 0,1 12,9 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 13 Benzene - t/a 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2 1,6 0,2 0,0 0,0 0,0 2 Cadmio - kg/a 0,0 0,3 0,3 0,6 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1 CH4 - t/a 0,0 4,4 0,7 0,4 54,3 0,0 4,8 0,2 0,4 8,4 0,0 74 Co t/a 0,0 81,4 6,5 15,1 0,0 0,0 444,3 33,0 6,6 0,1 0,0 587 CO2 - t/a 0 15627 15268 11978 0 400 17464 2401 0 0 373 63510 COV - t/a 0,0 7,3 1,0 6,5 8,2 128,2 83,6 10,8 0,4 0,0 0,0 246 Cromo - kg/a 0,0 0,4 2,6 5,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 8 Diossine e furani - g(TEQ)/a 0,0 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0 IPA - kg/a 0,0 7,8 0,0 1,3 0,0 0,0 0,4 0,1 1,0 0,0 0,0 11 Mercurio - kg/a 0,0 0,2 0,8 1,8 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 3 N2O - t/a 0,0 1,5 1,4 0,0 0,0 0,0 1,6 0,8 0,0 8,7 0,0 14 NH3 - t/a 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 3,0 0,0 0,0 36,2 0,0 39 Nichel - kg/a 0,0 10,2 3,9 2,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 16 NOx - t/a 0,0 16,3 53,6 1,5 0,0 0,0 112,3 31,9 0,3 0,0 0,0 216 Piombo - kg/a 0,0 1,0 8,9 41,7 0,0 0,0 102,6 0,6 0,0 0,0 0,0 155 PM10 - t/a 0,0 3,5 4,9 5,5 0,0 0,0 9,4 4,6 0,4 0,0 0,0 28 Rame - kg/a 0,0 0,7 0,6 3,6 0,0 0,0 0,4 0,1 0,0 0,0 0,0 5 Selenio - kg/a 0,0 0,0 6,1 0,6 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 7 SOx - t/a 0,0 3,9 28,4 8,6 0,0 0,0 1,9 0,4 0,0 0,0 0,0 43 Zinco - kg/a 0,0 2,0 12,6 386,6 0,0 0,0 0,2 0,0 0,0 0,0 0,0 401

2.2 Qualità dell’aria del comune di Saonara Per la caratterizzazione della qualità dell’aria del comune di Saonara non è possibile utilizzare i dati delle centraline ARPAV in quanto nel territorio comunale non sono presenti. Allo stato attuale i dati ufficiali disponibili si riferiscono al 2005 infatti, sono stati utilizzati i dati relativi alla campagna di monitoraggio periodica effettuata dall’ARPAV di Padova nella stazione mobile posizionata in via Trento dal 02/02/05 al 23/02/05 per un totale complessivo di 21 giorni, e i dati relativi all’indagine compiuta nel periodo compreso tra maggio 2005 e febbraio 2006 dall’Università di Venezia con la stazione mobile, posizionata nei pressi della Scuola Media Statale di Villatora. Dalla stazione posizionata in via Trento emerge che:

Biossido di zolfo (SO2): i livelli ambientali di biossido di zolfo sono risultati sempre ampiamente inferiori ai valori limite previsti dal DM 60/02 per la protezione della salute

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(350 µg/m3, media 1h; 125 µg/m3, media 24h) e per la soglia di allarme (500 µg/m3, persistenza per 3 h consecutive). Nella tabella successiva sono riportate alcune statistiche descrittive della concentrazione di biossido di zolfo (SO2) rilevata nel Comune di Saonara e per confronto nelle stazioni di Arcella e di Mandria nel Comune di Padova.

Monossido di carbonio (CO): il monitoraggio non ha evidenziato alcun superamento del valore limite fissato dal DM 60/02. Nella tabella successiva sono riportate alcune statistiche descrittive della concentrazione di monossido di carbonio (CO) rilevata nel Comune di Saonara e per confronto nelle stazioni di Arcella e di Mandria nel Comune di Padova.

Per quanto riguarda il monitoraggio dell’Ozono (O3) nel comune di Saonara non sono mai stati registrati superamenti dei parametri previsti dal DM 60/02: obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (120 mg/m3, media 8h), soglia di informazione (180 mg/m3, media 1h), soglia di allarme (240 mg/m3, persistenza per 3h consecutive). Nella tabella successiva sono riportate alcune statistiche descrittive della concentrazione di ozono (O3) rilevata nel comune di Saonara dal 02/02/05 al 23/02/05 e per confronto nello stesso periodo presso le stazioni di Arcella e di Mandria nel Comune di Padova.

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Per il Biossido di azoto (NO2) nel Comune di Saonara in via Trento dal 02/02/05 al 23/02/05 sono stati registrati 2 superamenti del valore limite di protezione della salute (200 mg/m3, media 1h) e nessun superamento del valore limite di protezione della salute aumentato del margine di tolleranza (250 mg/m3, media 1h). Per confronto nello stesso periodo presso le stazioni fisse di Arcella e di Mandria nel Comune di Padova non sono stati registrati detti superamenti. Le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) monitorate nel Comune di Saonara dal 02/02/05 al 23/02/05 sono riportate nella tabella successiva.

Le polveri fini (PM10) rappresentano la parte più rilevante dell’inquinamento atmosferico nelle principali aree urbane del Veneto. Il DM 60/02 stabilisce per il PM10 due limiti per la protezione della salute da valutare in riferimento a differenti periodi di esposizione: a breve termine (media giornaliera) e a lungo termine (media annuale). Il parametro di valutazione a breve termine fissa un limite massimo di 35 superamenti/anno del valore medio giornaliero di 50 µg/m3; invece, il parametro di valutazione a lungo termine prescrive un limite massimo alla concentrazione media annuale uguale a 40 µg/m3. Rispetto al valore limite giornaliero, durante la campagna di monitoraggio con mezzo mobile sono stati rilevati 17 superamenti (su 20 campioni) del limite di protezione della salute di 50 mg/m3 previsto dal DM 60/02. Nel corrispondente periodo presso le stazioni fisse ubicate nell’area urbana di Padova sono stati registrati un numero pressoché uguale di superamenti: 18 ad Arcella (su 20 campioni) e 17 a Mandria (su 20 campioni ) Critica è anche la valutazione del PM10 rispetto al limite di protezione della salute a lungo termine. Il valore medio delle polveri fini registrato nel Comune di Saonara durante il periodo di monitoraggio è risultato uguale a 95 mg/m3 e quindi indicativamente superiore al limite annuale di protezione delle salute previsto dal DM 60/02 (40 µg/m3). Concentrazioni medie analoghe sono state registrate, nel medesimo periodo, presso le stazioni fisse di Arcella (94 mg/m3) e Mandria (91 mg/m3) nel Comune di Padova.

Il benzo(a)pirene (IPA) ha evidenziato durante il monitoraggio dal 02/02/05 al 23/02/05 un valore medio di concentrazione uguale 3.2 ng/m3 e, quindi, indicativamente superiore al limite annuale di 1 ng/m3 stabilito dal DM 25/11/94. Le concentrazioni di PM10 e benzo(a)pirene monitorate dal 02/02/05 al 23/02/05 nel Comune di Saonara sono risultate in linea con quelle rilevate nel medesimo periodo presso le stazioni fisse di Arcella e Mandria nell’area urbana di Padova ove rappresentano i principali e più significativi elementi di criticità dello stato di qualità

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 11 09P03_W01R02_stato ambientale.doc dell’aria (si tratta comunque di una valutazione che è estendibile a tutti i più importanti centri e agglomerati urbani in Provincia di Padova).

Nonostante la concentrazione benzene (C6H6) monitorata in via Trento sia certamente poco rappresentativa, perché si tratta di un unico campione, non dovrebbero esserci problemi per il rispetto del limite annuale di protezione della salute stabilito dal DM 60/02 I dati ambientali rilevati durante il monitoraggio dal 02/02/05 al 23/02/05 in via Trento sono risultati uguali a 4.8 mg/m3 e quindi indicativamente inferiori al limite di 10 mg/m3 previsto dal DM 60/02 (valido fino al 31/12/2005) e anche inferiori al limite di 5 mg/m3 previsto dal DM 60/02 (valido dal 2010). La concentrazione nel Comune di Saonara è risultata in linea con il valore rilevato presso la stazione di Arcella (5.1 mg/m3) e sensibilmente superiore al valore registrato presso la stazione di Mandria (2.9 mg/m3) ubicate nel Comune di Padova.

Inoltre nel comune di Saonara è stata condotta una campagna di analisi della qualità dell’aria a cura dell’Università di Venezia. L’indagine è stata compiuta nel periodo compreso tra maggio 2005 e febbraio 2006 ed è ancora in corso. Tale campagna ha portato a dei risultati che schematicamente si riportano qui di seguito:

Figura 2-2 Medie mensili dei parametri considerati dal mezzo mobile

L’anidride solforosa (SO2) ed i composti chiamati idrocarburi non metanici (NMHC) prodotti certamente da materiali combusti hanno uno stesso andamento durante l’anno di osservazione, vale a dire che presentano un andamento regolare per l’anno 2005 mentre

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 12 09P03_W01R02_stato ambientale.doc si registra un pronunciato aumento di concentrazione nei mesi di Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile del 2006.

L’andamento dell’ozono durante l’anno è visualizzato nei diagrammi della figura, dai quali si evidenzia che la sua genesi risiede nella fotolisi del ossido di azoto ed è causata dall’energia solare infatti aumenta durante i mesi estivi e diminuisce nei mesi invernali.

Per quanto riguarda le polveri sottili il PM10. La sua distribuzione varia molto tra i mesi estivi dove comunque è al di sotto dei 50 µg/m3, limite stabilito dalla legge, (il grafico mostra infatti quantità che da maggio 2005 diminuiscono fino a raggiungere un minimo a circa 26 µg/m3 ad agosto), mentre subisce un aumento costante da settembre fino a raggiungere nei mesi invernali il massimo di circa 79 µg/m3 di gennaio che rimane costante a meno di pochi µg/m3 di differenza a febbraio e marzo. Pur discutendo sulle medie mensili, per ben sei mesi dell’anno studiato il PM10 è fuori limite, pur avendo posizionato il mezzo mobile non a diretto contatto con le fonti primarie di inquinamento.

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Dallo studio sulla qualità dell’aria è emerso che: - Le oscillazioni delle concentrazioni delle diverse forme degli ossidi di azoto rilevate (NO, NOX, NO2) sono correlate tra di esse (ciò è logicamente dovuto al fatto che hanno l’azoto in comune). Sembrerebbe che i valori massimi di concentrazione degli ossidi di azoto (NO, NOX, NO2) si presentino preferibilmente con temperature più basse, in una fascia compresa tra i 12 e i 20°C piuttosto che tra i 20 e i 26 (in cui sembrano precipitare);

- La concentrazione di O3 raggiunge dei picchi in corrispondenza di elevati valori di irradiazione solare; nelle ore infatti in cui si registrano le temperature più alte.

- Il biossido di zolfo (SO2) oscilla in maniera poco significativa per riuscire a valutarne la causa e collegarla agli altri valori. Sembra che in corrispondenza di aumenti più

consistenti di SO2; anche i valori di O3 risultano più alti. Si osserva, invece, l’aumento conseguente all’accensione dei riscaldamenti nel periodo invernale - Per il PM10 si collega con gli NOx ed il suo aumento molte volte non è collegato al traffico. La situazione di stabilità dei venti (i picchi di velocità sono intorno ai 3,5 m/s pari a c.a. 11 km/h) non giustifica gli aumenti di concentrazione del PM10, che sembra indipendente anche dagli altri valori. Le variazioni giornaliere possono essere legate al traffico veicolare (più o meno sostenuto nei diversi momenti della giornata), ma i picchi nelle ore notturne risultano particolarmente elevati e correlabili con traffico di mezzi pesanti o emissioni da attività produttive. Nei mesi successivi verrà completato un anno intero di monitoraggio con il mezzo mobile, proseguiranno alcuni campionamenti e si procederà ad analisi strumentali del particolato campionato per valutare la natura degli inquinanti. L’esperienza avviata dimostra che risulta molto difficile descrivere la complessità dell’atmosfera e che il lavoro richiede importanti risorse e mezzi. Inoltre, l’inquinamento atmosferico non risulta limitato ai confini amministrativi delle singole realtà territoriali e, quindi, sempre più è necessario un’azione coordinata con la collaborazione degli enti locali confinanti (pubbliche amministrazioni ricadenti in una stessa area e con problemi comuni), degli enti sovraordinati (Regione. Provincia, ARPAV), che hanno risorse e strumenti per proseguire e approfondire l’analisi avviata, e da altri enti e soggetti pubblico/privati (gli stakeholders) che risultano coinvolti e interessati alla problematica (es. ZIP)

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3. CLIMA La definizione delle caratteristiche meteo climatiche del territorio del comune di Saonara deriva dalla rielaborazione dei dati rilevati nella stazione del centro meteorologico del comune di (stazione più prossima al comune di Saonara).

3.1 Precipitazioni Il clima della provincia di Padova rientra nella tipologia mediterranea pur presentando però alcune caratteristiche tipicamente continentali quali inverni rigidi ed estati calde e umide. Per quanto riguarda le precipitazioni l’andamento medio è crescente da sud a nord: dai circa 700 mm della bassa pianura fino ai 1100 mm della zona dell’alto corso del Brenta.

Figura 3-1 Distribuzione della precipitazione media degli anni compresi fra il 1992 e il 2005 e della precipitazione annuale del 2006 (fonte: Relazione Regionale della Qualità dell’Aria. ARPAV. 2006)

Dall’ analisi del trend storico dal 1996 al 2007 l’andamento della piovosità è stato altalenante. L’anno più piovoso è risultato il 2002 con oltre 1200 mm di pioggia mentre l’anno meno piovoso è risultato il 2007 con un mese di aprile nel quale non sono state registrate precipitazioni e mesi estivi con precipitazioni medie di 10 mm.

1400

1200

1000

800 mm 600

400

200

0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 anno

Figura 3-2 Precipitazioni piovose medie annuali (fonte: Quadro Conoscitivo. Regione Veneto)

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3.2 Temperature Dalla distribuzione dei valori di temperatura su base stagionale si evince che, per quanto riguarda i valori massimi in estate, il comune di Saonara riscontra valori medi superiori a 28° dovuta soprattutto alla debole circolazione dei venti. Nel periodo invernale la temperatura media si stabilizza attorno ai 6°.

Figura 3-3 Distribuzione della media delle temperature massime estive per i periodi 1961-1990 e 1991-2000 (fonte: Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera)

Figura 3-4 Distribuzione della media delle temperature massime invernali per i periodi 1961-1990 e 1991-2000 (fonte: Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera)

Per il comune di Saonara l’anno con temperature più alte è stato il 2003 con temperatura massima attorno ai 18° e temperatura minima di 9°. Dal 1996 al 2007 i mesi che hanno registrato le temperature più basse sono gennaio, febbraio e dicembre con temperatura tra 0° e 2°mentre i mesi con temperatura più alta sono i mesi di luglio e agosto che registrano temperature tra 28°-29°.

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20

18

16

14

12

°C 10

8

6

4

2

0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 media delle minime anno media delle massime Figura 3-5 Temperature minime e massime (fonte: Quadro Conoscitivo. Regione Veneto)

3.3 Anemologia Anche per quanto riguarda i venti si prende a riferimento la stazione meteo di Teolo dove la rosa dei venti è direzionata prevalentemente nella direttrice Nord-Est Sud-Ovest.

Anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Medie Mensili Direzione NE ENE ENE NE NE NE NE NE Medio annuale m/s 2,30 2,20 2,30 2,20 2,10 2,10 2,50 2,20

Figura 3-6 Direzione e velocità del vento prevalente a 10 m (fonte: Quadro Conoscitivo. Regione Veneto)

La velocità media del vento è 2,3 m/s. I venti sostenuti (arrivano a 10 m/s) tendono ad essere più frequenti nel semestre freddo e provengono prevalentemente da nord-est.

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3.4 Umidità relativa Secondo i dati rilevati dal 1996 al 2007 l’umidità massima registrata rimane costante tra 89% e 93% mentre l’umidità minima si attesta sul 50%.

Medie Anno 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Mensili media delle 60% 52% 53% 52% 55% 56% 58% 47% 55% 53% 53% 50% 54% minime media delle 92% 89% 90% 91% 93% 93% 92% 85% 91% 88% 90% 89% 90% massime

Figura 3-7 Umidità relativa a 2m (%) media delle massime e delle minime (fonte: Quadro Conoscitivo. Regione Veneto)

4. ACQUA Il territorio regionale è interessato complessivamente da 11 bacini idrografici tributari del mare Adriatico, suddivisi, ai sensi della L. 18/05/1989 n. 183. Il comune di Saonara rientra all’interno del bacino idrografico Brenta – Bacchiglione.

Figura 4-1 Perimetrazione dei sottobacini idrografici del Veneto (fonte: Regione Veneto)

La Regione Veneto, con la L.R. del 27/03/1998 n. 5, in attuazione della legge n. 36/94, “Disposizioni in materia di risorse idriche”, ha individuato otto Ambiti Territoriali Ottimali di cui 2 interessano la Provincia di Padova denominati “Brenta” con 73 Comuni (44 in Provincia di Padova, 28 in Provincia di Vicenza e 1 in Provincia di Treviso) e

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“Bacchiglione” con 143 Comuni (82 in Provincia di Vicenza, 60 in Provincia di Padova e1 in Provincia di Venezia). Il comune di Saonara rientra nell’ATO del Bacchiglione.

Figura 4-2 Ambiti Territoriali Ottimali dell’Area Metropolitana (fonte: PATI Area Metropolitana)

4.1 Acque superficiali Diversamente da oggi, durante l'antichità il territorio di Saonara era bagnato dalle acque del Medoacus Minor, ramo dell'attuale Brenta: una parte delle acque di questo fiume confluivano nel Cornio o Fiumicello, fiume di una certa importanza, sicuramente navigabile. Questa abbondanza di acque non perfettamente incanalate fu causa nei secoli di disastrose inondazioni, che poterono essere scongiurate solo con la creazione del Canale Cunetta (1856). Oggi le acque del Brenta scorrono a circa 6 km. di distanza ed il Fiumicello ha ridotto di molto la sua portata. Il territorio del comune di Saonara è attraversato nella parte centrale dal tracciato dell’idrovia Padova-Venezia. Tutto il resto del territorio è interessato da scoli consortili quali nella zona centrale Scolo Cornio di Villatora, Scolo Piovego (Sesto) e nella parte meridionale a confine con il comune di Legnaro quali Scolo Pioga e Scolo Sagredo.

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Figura 4-3 localizzazione scoli consortili (fonte: Consorzio di Bonifica Bacchiglione)

L’idrografia consortile presente in Comune a Saonara è completamente di competenza del Consorzio Bacchiglione Brenta di Padova.

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Figura 4-4 suddivisione del territorio per competenza di Consorzi di Bonifica (fonte: Valutazione Compatibilità Idraulica PATI Area Metropolitana)

Tutte le acque di Saonara confluiscono allo scolo Fiumazzo, in particolare attraverso il Cornio Nuovo; dal Fiumazzo in Laguna di Venezia dopo la botte a sifone di Lova sul Canale Nuovissimo. Circa il 50% del territorio di Saonara presenta possibilità di intervento urbanistico condizionato (quasi sempre in corrispondenza alle aree a rischio idraulico); le zone idonee a condizione si trovano particolarmente a sud ed a nord del territorio comunale. Tutto il territorio è interessato da argille e limi a parte una zona a cavallo di via Zago e di via Dei Vivai disposta lungo la direzione nord-sud (circa 70 ettari) oltre ad una zona a nord di via Fermi (circa 20 ettari) dove assume rilevanza la componente sabbiosa del terreno. Il terreno presenta mediamente una pendenza da nord/ovest verso sud/est, localmente da ovest ad est, con fasce di territorio concave in modo accentuato lungo gli assi viari e le zone più urbanizzate. I punti più alti si trovano lungo la via Dei Vivai verso la parte nord-occidentale del Comune ai confini con Padova con quote variabili fra 10 e 11 m; i punti più bassi fra 5 e 6 m s.m. si trovano presso i confini sud/est (zona di via Sabbioncello fino ai confini comunali). Pendenza media fra 0,9 e 1,1 m/km. Lungo gli assi

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 21 09P03_W01R02_stato ambientale.doc definiti dalla via Roma e dalla parte verso Padova di Via dei Vivai la morfologia si dispone a displuvio; lungo lo scolo Pioga la morfologia si dispone a compluvio. Tutta la zona a nord grossomodo di via Grolli, di via Vittorio Emanuele II e la zona a cavallo di via Sabbioncello viene classificata a indice di pericolosità P1 secondo la perimetrazione PAI delle aree pericolose. Tutto il territorio di Saonara presenta la falda posizionata mediamente fra 0 e 2-3 m dal p.c.; una fascia di circa 350 ettari collocata verso i confini di Padova presenta i livelli di falda inferiori (verso la zona industriale di Padova).

Figura 4-5 Rete idrografica (fonte: Valutazione Compatibilità Idraulica PATI Area Metropolitana)

Con esclusione dei fiumi maggiori e dell’Idrovia PD-VE si illustra di seguito la composizione della rete principale di drenaggio: 2) Scolo Cornio di Villatora. Nasce in zona industriale a Padova da una derivazione dello scolo Orsaro. Entra in Saonara presso la via Dei Vivai e scorre per circa 2.800 m entro il Comune drenando parte di Villatora. Sottopassa l’Idrovia Padova- Venezia e genera lo scolo Pioga. Presso i confini comunali, lungo via Villanova, termina come Cornio di Villatora e cambia nome in Cornio di Celeseo; 3) Scolo Cornio di Celeseo. Nasce in via Villanova dallo scolo Cornio di Villatora. Scorre per circa 2.200 m definendo in parte i confini comunali est uscendo da Saonara poco a nord di via Sabbioncello. Il Celeseo si immette nel Cornio Nuovo fuori Comune; quest’ultimo scarica l’acqua nello scolo Fiumazzo poco prima della Botte di Lova (sifone sotto il Nuovissimo).

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4) Scolo Pioga. Nasce da una diramazione dello scolo Cornio di Villatora presso l’idrovia PD-VE. Dopo circa 1.200 m segna il confine comunale con Legnaro per circa 800 m; poi ritorna entro il territorio comunale per circa 1.600 m ricevendo in destra lo scolo Sagredo. All’altezza del sottopasso di via Granzetta ritorna a segnare il confine comunale ovest. Si immette nello scolo Fiumicello entro il territorio di Legnaro. 5) Scolo Sagredo. Nasce dallo scolo Orsaro entro il Comune di Legnaro; dopo aver attraversato il Comune di Legnaro da ovest a est (circa 2.600 m) entra in Saonara dove scorre per circa 1.000 m prima di immettersi nello scolo Pioga. A grandi linee possiamo dire che la parte centro meridionale del Comune sgronda verso il Pioga (ovest) e verso il Cornio (est). La parte settentrionale verso il Cornio e verso la Diramazione Piovego in Comune di Padova.

Il territorio di Saonara è interessato dal passaggio dell’ “IDROVIA PADOVA VENEZIA” progettata all'inizio degli anni 60 per sostituire il preesistente collegamento acqueo tra le due città, che si svolgeva attraverso il Naviglio di Brenta, esistente sin dal 1200 e transitabile solamente dalle navi di 150 - 300 t. La realizzazione dell’opera prende avvio nel 1968 e si trascina per una decina di anni o poco più con la costruzione dei ponti, delle chiuse di Vigonovo e in prossimità della Romea, lo scavo dello sbocco in laguna e di tratti di alveo. Essa parte dalla zona industriale di Padova, attraversa il fiume Brenta e quindi il Novissimo, per arrivare alla conca Gusso, l'unica di tutto il canale; quindi, dopo un ulteriore breve tratto in terraferma supera l'argine di conterminazione lagunare e raggiunge il canale di grande navigazione Malamocco Marghera. Il percorso totale è di 27,575 km. Nel 2000, benché irrealizzata, l’idrovia Padova-Mare viene inserita nella rete di vie navigabili dell’unione europea con il numero d’ordine E91-03 con la specificazione che “I tratti di vie navigabili Europei, che attualmente non esistono, figurano in piani pertinenti di sviluppo delle infrastrutture Europee” G.U. 27 gennaio 2000 n. 16.

4.2 Qualità delle acque superficiali Le rilevazioni effettuate dall'ARPAV nel corso degli anni (confermato anche nel 2006) nell’ATO Bacchiglione evidenziano un consistente degrado della qualità delle acque del fiume Bacchiglione lungo l'asta del fiume, particolarmente significativo a valle della città di Padova. La principale fonte di inquinamento delle acque superficiali è verosimilmente da ricercarsi nel non corretto o poco spinto processo di depurazione delle acque reflue urbane e industriali; è soprattutto a valle dei grossi centri abitati e industrializzati che si riscontra infatti un netto degrado della qualità delle acque, dovuto in larga misura all'incremento del carico organico, della concentrazione di azoto ammoniacale e della carica batterica. Molto significativo risulta essere anche l'impatto delle attività agricole e di quelle zootecniche, in particolare per quello che riguarda l'aumento dei livelli di nutrienti registrati nel corso degli ultimi anni. Dal quadro ricostruito risulta importante nelle aste fluviali perseguire, oltre al buono stato chimico, anche l’integrità bio-ecologica; in tal senso occorrono misure di tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici e, nelle aree più compromesse, anche azioni di

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 23 09P03_W01R02_stato ambientale.doc rinaturazione, finalizzate a ripristinare la vegetazione perifluviale e la morfologia nella fascia immediatamente adiacente ai corpi idrici.

Figura 4-6 situazione di dettaglio, con il diverso numero di stazioni che ricadono nelle diverse classi di qualità ambientale distinte per bacino idrografico, raffronto anni 2000e 2006 (fonte: ARPAV)

4.3 Acque sotterranee I pozzi per il monitoraggio delle acque sotterranee collocati nel bacino del Bacchiglione sono 17 in tutto (15 freatici e 2 aretesiani), 10 dei quali sono situati nella provincia di Vicenza ed i rimanenti in quella di Padova. I valori medi delle analisi chimiche condotte nei pozzi collocati nell’ambito del bacino del Bacchiglione evidenziano come lo stato delle acque sotterranee sia migliore nella zona dell’alta e media pianura (anche se in questa zona gli acquiferi risentono della contaminazione derivante dalle attività agricole rilevabile in particolare nella elevata concentrazione di nitrati). La qualità tende a peggiorare gradatamente scendendo verso le zone della bassa pianura dove però, per alcuni parametri le concentrazioni elevate registrate (ad esempio per lo ione ammonio ed alcuni metalli quali ferro e manganese) sono da attribuire all’intercettazione di falde sospese fortemente riducenti caratterizzate da una velocità di deflusso delle acque molto ridotta.

I dati disponibili evidenziano la buona qualità delle risorse idriche sotterranee situate nella zona di ricarica delle falde ed in quella delle risorgive, che rivestono un ruolo fondamentale nei sistemi di approvvigionamenti idrico delle province di Vicenza e di Padova: in quest’area sono infatti localizzate le opere di presa di alcuni importanti acquedotti consortili (AIM Vicenza, APS Padova, ex-Euganeo Berico) e di numerosi acquedotti comunali. I risultati delle analisi effettuate sui pozzi localizzati nella bassa pianura padovana evidenziano la scadente qualità della falda freatica dell’intera area, caratterizzata da valori elevati di ferro, manganese e ione ammonio (imputabili a cause naturali più che a fenomeni di inquinamento antropico. La zona di Saonara secondo il DCR 23 del 07 maggio 2003 è una zona soggetta a vulnerabilità ai nitrati del bacino scolante della Laguna di Venezia.

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4.4 Rete acquedottistica L’approvvigionamento idropotabile del Comune di Saonara avviene attraverso lo schema acquedottistico intercomunale gestito dalla società ETRA SpA di . La rete di distribuzione, con uno sviluppo complessivo di circa 62 km tra rete principale e rete secondaria, è stata realizzata utilizzando prevalentemente condotte in cemento amianto (circa 68%) e PVC (circa 19%). La rete dispone di un serbatoio di capacità pari a 800 m3 localizzato in Via dei Vivai. La percentuale della popolazione allacciata alla rete di acquedotto è pari al 100%. L’utenza è così suddivisa: 2.430 utenze domestiche, 127 utenze zootecniche-rurali, 488 utenze per usi diversi per un totale di 3.045 utenze.

4.5 Depuratori Nel territorio del comune di Saonara non sono presenti impianti di depurazione, infatti, è servito dall’impianto di depurazione Ca’ Nordio del Comune di Padova. Tale impianto è attualmente alimentato attraverso 2 linee di adduzione: - la 1a, costituita da un collettore a pelo libero che raccoglie le acque del Centro Storico di Padova (rete separata) e dei quartieri Città Giardino e Forcellini (rete mista); - la 2a, costituita dalla condotta premente della stazione di sollevamento terminale del sistema, che raccoglie le acque di Padova OVEST e Padova NORD (rete mista), della Zona Industriale (ZIP) e di una quota parte dei Comuni limitrofi di Saonara, Noventa e Camin (rete separata). Il sistema è gestito dall’Azienda Padova Servizi (APS). La popolazione servita dall’impianto di Cà Nordio è valutabile in circa 100.000 abitanti. Lo sviluppo complessivo delle reti fognarie del territorio servito dal depuratore di Ca’ Nordio è valutabile in circa 700 km. Presso il depuratore è in funzione un impianto di trattamento di reflui provenienti da fosse settiche e fosse Imhoff e di reflui industriali compatibili, il tutto per una potenzialità di trattamento pari a 20.000 m3/anno.

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Figura 4-7 Localizzazione impianti di depurazione (fonte: QC Regione Veneto)

4.6 Sistema fognario Il sistema fognario di Saonara afferisce e fa capo all’impianto di depurazione di Ca’ Nordio – Padova – a cui arriva con un’unica adduzione. E’ presente dunque un collettore di trasporto principale che attraversa il territorio comunale da sud a nord: tale collettore, raccoglie e conduce gli effluenti non depurati all’impianto di trattamento di Padova con un percorso che si articola prima nel territorio Comunale e poi nel cuore della zona industriale di Padova. Da segnalare, a sud, la presenza di una centrale del vuoto che consente il convogliamento dei reflui nel collettore principale di cui sopra pur in situazione di orografia non favorevole. La popolazione allacciata alla fognatura e servita dall’impianto è pari a circa 7.300 abitanti, corrispondente a circa l’83% della popolazione totale residente nel Comune. Lo sviluppo complessivo delle reti fognarie è pari a 34 km. Le condotte sono state realizzate prevalentemente (circa il 90%) in cemento amianto.

Di seguito si riportano in forma sintetica le informazioni relative alle reti di fognatura presenti nel Comune:

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5. SUOLO E SOTTOSUOLO L’ambito comunale è situato nella bassa pianura, collocandosi a Sud del limite meridionale della fascia delle risorgive. Le quote estreme sono comprese tra i 9 m s.l.m. nel margine NO e la quota di 4,5 m s.l.m. nel estremità meridionale del comune in prossimità della strada dei vivai. L’inclinazione generale è verso S-SE con pendenze variabili tra l’1 e il 2 per mille. Il reticolato antropico moderno assume una netta orientazione parallela alle principali aste viarie storiche con la presenza di due agregati urbani uno corrispondente all’abitato di Saonara ma sicuramente più evidente ed esteso risulta essere l’abitato di Villatora di fatto un tutt’uno con l’estremità orientale della zona industriale di Padova.

5.1 Inquadramento geologico Il territorio del comune si colloca nella bassa pianura veneta formata in tempi geologicamente recenti dall’accumulo di materiali fluviali e lacustri in successione ai precedenti materiali di origine glaciale e fluvioglaciale trasportati dai fiumi Brenta e Bacchiglione oltre da una fitta e dinamica rete idrografica minore. I principali fiumi in uscita dalle valli alpine hanno divagato naturalmente nella pianura veneta formando grandi conoidi alluvionali legate le une alle altre. Non vi sono nette linee di separazione tra le une e le altre, anzi, durante la formazione si sono più volte incrociate, sovrapposte e anastomizzate a causa del mutare frequente dei regimi idrici, del corso delle acque e del livello di base. In particolare l’area in esame ad oggi risulta in prossimità della parte apicale della grande conoide del Brenta formata in età glaciale e postglaciale. L’esuberanza del Brenta ha confinato il Fiume Tessina verso sud in posizioni relativamente depresse ed a bassa energia (si osservi come la conoide del Tessina sia di molto subordinata rispetto a quelle del Brenta), Il Tessina è stato parzialmente deviato in epoca storica tramite il canale Piovego ed il canale Roncajette esterni al territorio comunale e rispettivamente a nord ed a ovest del territorio comunale. Il territorio di Saonara è principalmente legato alle vicende del Fiume Brenta con l’attuate alveo che dista circa un chilometro dal territorio di Saonara (attraversa infatti il limitrofo Comune di Vigonovo), mentre in passato è stato certamente molto presente contribuendo in misura determinante alla particolare conformazione geomorfologica, condizionando il territorio con cospicui apporti di sedimenti e lasciando tracce ancora oggi osservabili, quali dei paleoalvei con percepibile andamento dossivo. I materiali deposti sono generalmente fini, essendo questa zona piuttosto distante dall’area di inizio della deposizione. Si riscontrano generalmente in superficie: sabbie, limi e argille con limitati orizzonti torbosi, in profondità sono presenti i lembi distali dei grandi corpi ghiaiosi che più a nord, indifferenziati, costituiscono l’alta pianura. Le differenti tessiture sono generalmente riconducibili a quando il fiume era libero di divagare nella pianura ed in concomitanza a fasi di piena depositava i sedimenti più grossolani (sabbie) nelle barre e sulle sponde naturali, andando a depositare le componenti più fini (limi ed argille) nei settori più distali ed a più bassa energia rispetto all’ondata di piena.

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5.2 Inquadramento geomorfologico Le principali caratteristiche geomorfologiche relative ai seguenti elementi sudidivsi tra naturali ed antropici: - Traccia di corso d’acqua estinto (Paleoalveo); - Isoipse del microrilievo. Nel territorio comunale non sono presenti arginature artificiali, mentre è opportuna una particolare menzione in merito all’idrovia che non presenta argini rilevati ma di fatto i fianchi sono assimilabili a scarpate, Visto che l’opera risulta incompiuta risultando più che un elemento idrografico una area depressa assimilabile piuttosto ad una Trincea escludendo l’ipotesi di interpretarla come cava abbandonata. Per tali ragioni e vista l’ambiguità anche interpretativa si è ritenuto opportuno caratterizzarla da un punto di vista geomorfologico come Trincea, canale abbandonato (M-STR-13). I depositi alluvionali costituiti da sabbie, si localizzano in alcuni settori marginali del comune, in particolare si risconta una fascia tra l’abitato di Villatora e la zona industriale, l’estremità orientale a nord ovest della località Celeseo (marcata anche dall’indicativo toponimo Via Sabbioncello) le altre segnalazioni di terreni a prevalenza sabbiosa sono minimali e principalmente stesi in territori extra comunali. I depositi alluvionali costituiti da alternanze di limi e sabbie, sono indubbiamente i più rappresentati sul primo sottosuolo del Comune di Saonara, la componente argillosa è presente negli ambiti depressi dei settori meridionali, in particolare lungo la direttrice rappresentata dalla provinciale dei vivai e lungo l’asse definito dai settori meridionali dello scolo Pioga e per concludere un’ampia fascia su tutto il lato settentrionale del comune. Il territorio è organizzato superficialmente dal divagare dei vari scoli naturali della pianura in tempi glaciali e postglaciali; in tempi storici non risulta più soggetto a dinamiche per effetto dell’arginatura dei principali fiumi capaci di apprezzabili apporti solidi. Si può quindi sostenere che su tutto il territorio comunale non vi sono in atto fenomeni morfogenetici e morfodinamici, cessati in epoca storica con l’intervento umano, che risulta essere ora l’unico agente modificatore dal punto di vista morfologico con gli interventi di varia natura eseguiti sul territorio (escavazioni, modificazioni dei deflussi naturali, ecc.). I fattori di rischio per il territorio e, in particolare, per le zone urbanizzate o di possibile urbanizzazione, non vanno quindi ricercati nei lineamenti della geodinamica esogena, ma risultano oramai esclusivamente derivanti dall’assetto idraulico e quindi in questa parte di pianura sostanzialmente riconducibili alla difficoltà di drenaggio piuttosto che alla possibilità di esondazione.

Fascie di divagazione delle aste fluviali recenti (Traccia di corso d’acqua estinto). I tracciati fluviali abbandonati sono riconoscibili da fattori come l’andamento sinuoso dei confini tra particelle agrarie, differenze osservabili sulle colture agrarie (contrasto causato dal maggiore contenuto di frazione sabbiosa e contenuto d’acqua del suolo), oppure dalla forma del territorio: a volte i percorsi fluviali interessavano aree depresse, altre volte sono evidenziati da un tipico risalto morfologico tale da produrre degli argini naturali generati dal ripetersi di episodi di piena. Sia dal rilevamento di campagna che dall’interpretazione delle foto aeree e della cartografia storica non risultano evidenze di rotte fluviali (con origine lungo le posizioni

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dell’attuale Brenta) e le tracce dei paleoalvei sono molto rare. La morfologia non sempre consente di intuire le tracce di tali fenomeni obliterati dal rimaneggiamento della superficie, principalmente da parte delle arature profonde e delle sistemazioni agrarie. Malgrado tali effetti sul territorio, si è comunque voluto evidenziare (per quanto possibile) le fasce di divagazione delle principali aste fluviali attuali (paleo alvei); per tale interpretazione si è dovuto analizzare con estremo dettaglio la morfologia superficiale, le rare tracce ancora visibili dei paleoalvei, oltre a un’attenta analisi delle fotografie aeree in stereoscopia e delle immagini da satellite opportunamente filtrate. È risultato di scarso aiuto all’interpretazione dalle dinamiche di sedimentazione l’analisi della distribuzione granulometrica riportata nella carta geolitologica. Tali evidenze geomorfologiche non risultano di particolare interesse ambientale/geologico essendo per altro molto difficili da interpretare tramite l’osservazione terrestre, possono comunque presentare, da un punto di vista geotecnico, delle discordanze rispetto ai terreni circostanti, per tali ragioni va raccomandata la massima attenzione nella progettazione ed esecuzione delle indagini geologiche e geotecniche in tali contesti.

La pianura ove si colloca l’ambito di Saonara si è formata in epoca quaternaria per apporto sedimentario principalmente del fiume Brenta. Nell’area comunale non si evidenziano linee di impluvio o spartiacque di particolare rilevanza, ma una graduale riduzione delle quote nella direzione S-SE. L’attività interpretativa del territorio ha portato alla realizzazione della Carta Geolitologica e Geomorfologica ove i due principali terreni presenti a Saonara sono: - Depositi alluvionali a tessitura prevalentemente sabbiosa; Materiali alluvionali a tessitura prevalentemente sabbiosa: Le zone prevalentemente sabbiose di origine fluviale. Questi terreni sabbiosi hanno qualità geotecniche generalmente buone. - Depositi alluvionali a tessitura prevalentemente limoso argillosa (definendo una sotto suddivisione in base alla predominanza di un fattore rispetto all’altro; Terreni alluvionali a tessitura limo-argillosa: Si tratta della frazione argillosa-limosa dei depositi alluvionali, che essendo la più fine viene trattenuta a lungo in sospensione dalle acque di esondazione poiché necessita di una bassa energia di trasporto, e viene depositata per ultima. Dal punto di vista geotecnico tali terreni sono da considerarsi di qualità variabili da scarse a pessime. - Terrapieno (coincidente con un rilevato stradale); Terreni di riporto: Si tratta di litotipi di varia natura, generalmente da sabbiosa a limoso-argillosa. Essendo terreni provenienti dall’esterno non è possibile dare alcuna informazione riguardo il comportamento geotecnico degli stessi e nemmeno il grado di permeabilità.

Di seguito si riporta la carta geologica e geomorfologica del territorio comunale di Saonara redatta per lo studio geologico del PAT.

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Figura 5-1 Carta geomorfologica e geolitologica del comune di Saonara (fonte: Studio geologico del PAT)

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5.3 Inquadramento idrogeologico

Il comune di Saonara si trova nella bassa pianura veneta. Nel sottosuolo del comune è presente un acquifero costituito da una serie di falde presenti ove i materiali possiedono caratteristiche di permeabilità apprezzabili (sabbie). Tra di esse vi sono dei livelli argillosi e limosi, da quasi impermeabili ad impermeabili che separano i vari corpi idrici confinati. Come già osservato, molto variegata risulta essere l’alternanza tra sabbie, limi e argille.

Le falde superficiali Dal punto di vista idrogeologico il sottosuolo di Saonara appartiene al sistema acquifero differenziato, cioè un sistema multifalde in cui quella più superficiale è generalmente libera (freatica), mentre le sottostanti sono in pressione (artesiane). Tale sistema è dovuto all’alternanza tra terreni sabbiosi, che fungono da livelli acquiferi, e terreni argillosi che rappresentano i livelli impermeabili. Nei primi metri del sottosuolo, all’interno delle lenti sabbiose, esistono dei corpi idrici parzialmente comunicanti. Questo complesso di falde superficiali appaiono per buona parte del territorio confinate o semiconfinate con modesti livelli di risalienza. Per studiare le loro caratteristiche e in particolare la superficie limite che, anche se impropriamente, sarà chiamata superficie freatica, sono stati individuati vari sondaggi geognostici caratterizzati dalla presenza del livello freatimetrico oltre che da passate campagne di misurazione freatiche. Nella carta delle isofreatiche prodotta sono state interpolate le quote medie ridotte al livello del mare per ogni punto di misura. Le isofreatiche risultanti sono state intervallate di mezzo metro con la massima nei settori meridionali dell’abitato di Villatora alla quota di 7 m s.l.m. e la minima quotata pari a 4,5 m s.l.m sul lato di sud est, poco a monte dell’abitato di Celeseo. La profondità della falda rispetto al piano campagna risulta non di rado inferiore al metro e generalmente compresa entro i primi 2 m la piano campagna, con andamento sostanzialmente concorde a quello topografico. Dall’analisi della Carta Idrogeologica si osserva che la superficie freatica della prima falda ha deflusso con andamento da nord-est verso sud-ovest, paragonabile a quello morfologico; solamente localmente (settore a sud dell’abitato di Saonara) con andamento est – ovest. Si vuole comunque percisare che la direzione di deflusso non è sempre da considerarsi attendibile a livello locale vista la complessità del sistema costituente la falda superficiale, risultando plausibili, quanto frequenti, locali situazioni di anomalia rispetto all’andamento generale riscontrato. Considerando l’andamento freatimetrico e le caratteristiche granulometriche superficiali, non sussistono nel suolo comunale importanti fenomeni di emersione della falda derivante da cause morfologico strutturali, tuttavia data la prossimità della prima falda al piano campagna, è possibile che in condizioni di intensa precipitazione meteorica la falda venga a giorno nei settori spiccatamente depressi.

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Figura 5-2 Carta idrogeologica del comune di Saonara (fonte: Studio geologico del PAT)

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Il dissesto idrogeologico Nel territorio comunale di Saonara il rischio idrogeologico è essenzialmente dato dalla possibilità di allagamento di alcuni ambiti, tali allagamenti sono generalmente causati da difficolta di drenaggio. Vengono riportati sia nella Carta Idrogeologica che nella carta della Compatibilità Geologica le aree esondabili o a ristagno idrico meglio analizzate nei prossimi paragrafi

5.4 Aree a rischio idraulico

Secondo la carta della pericolosità idraulica della Provincia di Padova il territorio di Saonara è interessato nella zona nord da pericolosità idraulica derivante da problemi della rete di bonifica.

Figura 5-3 Estratto della carta della pericolosità idraulica della provincia di Padova (fonte: Provincia di Padova) Il territorio di Saonara rientra all’interno del Bacino Bacchiglione-Brenta, per il quale il PAI del Bacino Idrografico Brenta-Bacchiglioneha individuato le seguenti criticità: 6) Le aste principali dei tre fiumi versano in una situazione generalizzata di rischio idraulico, che assume proporzioni rilevanti per il tratto terminale del fiume Brenta. 7) Le aste minori evidenziano una situazione di rischio idraulico piuttosto varia, da nullo (Giara-Orolo) a medio-alto (Leogra-Timonchio, Ceresone). 8) Le aste secondarie presentano una condizione di rischio idraulico connesso ad una possibile riduzione del franco arginale in concomitanza ad eventi con tempo di ritorno elevato e per effetto di una generale diffusa pensilità dei tronchi fluviali.

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Durante gli eventi di piena esondazioni od allagamenti più o meno diffusi interessanti zone di campagna ed anche urbane si manifestano dapprima nelle reti di raccolta e collettamento delle acque secondarie. In linea generale, pertanto, i ricettori principali risultano in questo modo salvaguardati per effetto delle tracimazioni che si verificano negli affluenti. Inoltre, per quanto riguarda le conclusioni desumibili dai Piani generali di bonifica che risultano redatti, si osserva che le reti di bonifica presentano diffuse situazioni di insufficienza, con particolare riferimento alle aree di connessione con le fognature urbane ed agli impianti di sollevamento. Il Piano prevede alcuni provvedimenti da adottare per incrementare la sicurezza idraulica nel Bacino, dei quali si riportano i punti più interessanti in relazione al progetto in esame. I provvedimenti che si possono adottare per ridare sicurezza idraulica e protezione al bacino del Brenta-Bacchiglione sono fondamentalmente di tre tipi: - l'adeguamento degli alvei alle portate massime a seconda del tempo di ritorno assegnato a ciascuna classe di opere; - la moderazione dei colmi di piena fino a ridurli in limiti accettabili per lo stato attuale dei fiumi; - una combinazione delle due precedenti. Il primo criterio va rivolto sostanzialmente alle problematiche locali. E' quasi superfluo ricordare che anche una manutenzione sistematica degli alvei e delle opere di difesa contribuisce a mantenere inalterata la capacità di portata dei corsi d'acqua. A tal riguardo è doveroso richiamare l'attenzione sulla necessità di rimuovere la vegetazione spontanea all'interno dell'alveo che può ostacolare in modo determinante, anche per effetti indotti, il regolare deflusso delle piene. Tuttavia la moderazione dei colmi di piena sembra l'unico provvedimento attuabile per ridurre le portate centennali nei limiti accettabili per la sicurezza idraulica.

Consultando la cartografia allegata al Piano risulta che il Comune di Saonara (vedi figura successiva) rientra nella classe di pericolosità idraulica P1 “Area a moderata pericolosità”. Per tali aree l’art. 10 delle N.T.A. prevede come “Interventi ammissibili” quanto segue: “nelle aree classificate a pericolosità moderata idraulica e geologica P1 spetta agli strumenti urbanistici comunali e provinciali ed ai piani di settore regionali prevedere e disciplinare, nel rispetto dei criteri e indicazioni generali del presente Piano, l'uso del territorio, le nuove costruzioni, i mutamenti di destinazione d'uso, la realizzazione di nuove infrastrutture, gli interventi sul patrimonio edilizio esistente (comma 1)”.

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Figura 5-4 Estratto PAI del Bacino Idrografico Brenta-Bacchiglione – Perimetrazione e classificazione delle aree in relazione alla pericolosità idraulica

Il consorzio di bonifica Bacchiglione Brenta per il comune di Saonara ha definito alcuni interventi legati al rischio idraulico tra cui “interventi di gestione invasi e diversione delle acque di piena nell’idrovia Padova-Venezia”.

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Figura 5-5 Inquadramento degli interventi di gestione invasi e diversione delle acque di piena nell’idrovia Padova-Venezia (fonte: http://www.baccbrenta.it/)

L’intervento consente di utilizzare il tratto di idrovia realizzato in destra idraulica del fiume Brenta, uno specchio d’acqua di 30 ettari, lungo circa 6 chilometri e largo circa 50 metri, con le seguenti finalità: - aumentare i tempi di residenza delle acque in modo da favorire i processi naturali che contribuiscono a ridurre l’inquinamento delle acque; - utilizzare l’invaso per moderare le piene originate da un bacino, dell’estensione di circa 1500 ettari, fortemente urbanizzato comprendente la zona industriale di Padova; il notevole invaso dell’Idrovia (circa 1.000.000 di metri cubi) consente di gestire la portata di piena del bacino, stimata in 30 metri cubi al secondo, con un impianto di sollevamento di soli 3 metri cubi al secondo; - gestire il recapito finale dei deflussi del suddetto bacino con la possibilità di estromettere le acque dalla laguna di Venezia mediante il sollevamento delle stesse nel fiume Brenta; - utilizzare l’acqua immagazzinata nell’invaso dell’idrovia per la vivificazione dei corsi d’acqua nei periodi di siccità.

RISCHIO IDRAULICO IN SAONARA La zona a nord di via Grolli, quindi lungo via Roma passando in di via Vittorio Emanuele II attraversando la strada dei vivai in prossimità della rotatoria di Saonara, proseguendo nella zona a cavallo di via Sabbioncello, vengono classificate a indice di pericolosità P1 dalla perimetrazione PAI (per maggiori approfondimenti si veda lo studio di compatibilità idraulico). A parte le aree citate altre zone del Comune devono essere considerate a rischio idraulico riconducibile al ristagno idrico per motivazioni legate alla

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 36 09P03_W01R02_stato ambientale.doc morfologia locale e difficoltà di scolo derivante da sezioni della rete non idonee. Le citate zone in Saonara possono essere così individuate partendo da nord verso sud, un lembo settentrionale lungo via Vigonovese, un secondo ambito lungo Via Piave e via Cagnola, un terzo ambito nella parte alta di via Zago, in quarto ambito nei settori iniziali di Via Zago, parte di via XX Settembre e di via XI Febbraio. Esistono due vaste aree principalmente agricole ma con urbanizzazione diffusa non trascurabile nelle parti centro meridionali del territorio comunale. Esse risultano a criticità idraulica per effetto della conformazione concava del territorio, il primo nell’ambito di via Sabbioncello il secondo riconducibile ad una lunga fascia lungo lo scolo Sagredo e Pioga per i quali oltre alla concavità del terreno si somma il probabile rigurgito dagli scoli contermini; per ultima una piccola area verso la fine di via Granzetta vicino al confine comunale. Di seguito si riporta una cartografia con indicate le aree soggette a deflusso difficoltoso.

Figura 5-6 aree soggette a deflusso difficoltoso (fonte: nostra elaborazione)

5.5 Uso del suolo La copertura del suolo comunale o copertura della Superficie Territoriale Comunale (STC) analizza tutte le tipologie di utilizzazione del suolo presenti all’interno dei confini del territorio comunale sulla base delle informazioni fornite dallo studio agronomico. Lo studio agronomico dell’uso del suolo è stato sviluppato con l’utilizzo delle foto aeree e la verifica puntuale sul territorio, e si riferisce all’anno 2010 e considera le cinque tipologie previste dalla nomenclatura Corine ossia: 1) Territori modellati artificialmente, 2) Territori agricoli,

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3) Territori boscati e aree seminaturali, 4) Ambiente umido, 5) Ambiente delle acque.

Figura 5-7 Analisi della Copertura del suolo comunale (fonte: studio agronomico)

È stato analizzato inoltre la copertura del suolo agricolo e di seguito si riporta quanto descritto nello studio agronomico.

Figura 5-8 Analisi della Copertura del suolo agricolo (fonte: studio agronomico)

Figura 5-9 Tavola Superficie Agricola in ambiente coltivato o ambienti semi-naturali (fonte: studio agronomico)

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Si rileva che l’attività agricola praticata è sostanzialmente legate al concetto di “produttività agricola specializzata” ossia produzioni in grado di originare ulteriore valore aggiunto. Si tratta di produzioni ottenute su superficie di modeste o medie dimensioni. Dalla lettura della tavola emerge che la maggior parte della superficie comunale è a destinazione agricola infatti il territorio è a prevalente uso seminativo costituito in particolare da colture cerealicole, leguminose e foraggiere. Una percentuale rilevante di territorio è destinata a vivai. Il territorio comunale è caratterizzato da urbanizzazione ossia spazi caratterizzati da edificazione discontinua che si sviluppa principalmente nella zona nord-ovest del territorio e lungo la viabilità principale di Saonare. Inoltre solo nella zona nord-ovest è presente una zona a destinazione produttiva in continuità con il territorio comunale di Padova.

5.6 Rischio sismico Il rischio sismico è riferito alla classificazione approvata dalla Giunta Regionale del Veneto che recepisce la classificazione introdotta con l’ordinanza n° 3247 della Presidenza del Consiglio. Con l’adozione di questa classificazione il territorio provinciale di Padova, analogamente a quello di tutto il Veneto, viene considerato sismico e suddiviso in quattro zone, con livello decrescente da 1 a 4. Per quanto riguarda l’aspetto sismo-tettonico il comune di Saonara ricade in area considerata a minimo rischio sismico ossia classificato in classe 4.

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Figura 5-10 Rischio sismico della Regione Veneto (fonte: QC Regione Veneto)

Con il sopraccitato provvedimento sono state inoltre definite le direttive per l’applicazione della norma statale, in base alla quale i progetti di opere da realizzarsi all’interno di ambiti classificati a livello sismico 4 devono essere redatti secondo la normativa tecnica per le opere in area sismica, senza l’obbligo di esame da parte degli Uffici del Genio Civile.

5.7 Capacità d’uso dei suoli Per capacità d’uso dei suoli a fini agro-forestali (Land capability classification) si intende la potenzialità del suolo a ospitare e favorire l’accrescimento di piante coltivate e spontanee. Le unità tipologiche della carta dei suoli del Veneto sono state classificate in funzione di proprietà che ne consentono, con diversi gradi di limitazione, l’utilizzazione in campo agricolo o forestale. Seguendo questa classificazione i suoli vengono attribuiti a otto classi, indicate con i numeri romani da I a VIII, che presentano limitazioni crescenti in funzione delle diverse utilizzazioni. Le classi da I a IV identificano suoli coltivabili, la classe V suoli frequentemente inondati, tipici delle aree golenali, le classi VI e VII suoli adatti solo alla forestazione o al pascolo, l’ultima classe (VIII) suoli con limitazioni tali da escludere ogni utilizzo a scopo produttivo.

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Figura 5-11 Valutazione dei suoli in base alla loro capacità d’uso (fonte:QC Regione Veneto)

Leggendo la carta della capacità d’uso del suolo si evidenzia che la fascia centrale del territorio che si sviluppa da nord-est a sud-ovest rientra in classe I ossia identificano suoli coltivabili mentre la restante parte del territorio rientra in classe II anch’essa identificata come suoli coltivabili ad eccezione di coltivazioni agricole molte intensive caratterizzato però da una limitazione dovuta all’eccesso idrico.

5.8 Discariche Nel territorio comunale di Saonara non sono presenti discariche.

5.9 Cave Nel territorio comunale di Saonara non sono presenti cave attive o estinte.

6. BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA Gli elementi di interesse ambientale forniscono un quadro d'assieme delle caratteristiche fisiche e biologiche che coesistono sul territorio. Il concetto di biodiversità è riportato all’art.2 della legge di ratifica della convenzione sulla biodiversità di Rio de Janeiro nel 1992 (L. 14 febbraio 1994, n. 124) come: variabilità degli organismi viventi di ogni origine, compresi gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici, ed i complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell’ambito delle specie, e tra le specie degli ecosistemi. A giorni nostri il termine biodiversità abbraccia uno spettro biologico più esteso e complesso che oltre alle specie, alla variabilità genetica delle stesse, agli habitat ed agli ecosistemi, si allarga fino ai paesaggi, alle regioni ed alla stessa biosfera. In linea generale la presenza di aree verdi in città e la diversità biologica ad esse associata, sono sicuramente elementi che contribuiscono al miglioramento della percezione dell’ambiente urbano e della qualità della vita dei cittadini. I benefici delle aree verdi sono di carattere ecologico e sociale, ad esempio, offrono spazi ricreativi ed educativi, migliorano il clima urbano, assorbono gli inquinanti atmosferici, riducono i livelli di rumore, stabilizzano il suolo, forniscono l’habitat per molte specie animali e vegetali.

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6.1 Rete ecologica La Rete ecologica Natura 2000 è stata istituita il 21 maggio 1992 dal Consiglio delle Comunità Europee con apposita Direttiva. Tale direttiva prevede che tutti gli Stati partecipino alla costruzione della rete ecologica europea individuando sul proprio territorio una “rete di biotopi”, designando questi ambienti Zone Speciali di Conservazione (ZSC). In attuazione di tale direttiva il Ministero dell’Ambiente ha promosso e istituito, con il contributo delle Regioni e delle maggiori società scientifiche italiane, il programma Bioitaly, che ha portato al censimento di oltre 2000 biotopi in Italia. La Direttiva 92/79/CEE “Habitat”, emanata dal Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea, individua in tutto il territorio dell’Unione un sistema di aree naturali e seminaturali di grande valore naturalistico denominato Rete Natura 2000. Tale Rete è costituita da differenti ambiti territoriali caratterizzati da un’alta valenza ecologica: Siti di Interesse Comunitario (SIC) che diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). La designazione di tali aree avviene in funzione della presenza e rappresentatività sul territorio di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati I e II della Direttiva “Habitat” e di specie di cui all’allegato I della Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” e delle altre specie migratrici che tornano regolarmente in Italia. Nel comune di Saonara non sono presenti SIC o ZPS, che si trovano ad una significativa distanza dai suoi confini comunali: il SIC/ZPS più vicino risulta essere il sito IT3260018 “Grave e zone umide del Brenta” in prossimità dalla zona nord-ovest del comune di Padova la cui distanza minima è circa 9 Km.

La Commissione VAS, in merito al Rapporto Ambientale Preliminare al punto 9 del parere n. 54 del 12/07/2010 richiede una Valutazione di Incidenza Ambientale: vista l’elevata distanza dai siti della Rete Natura 2000, della mancanza di vettori di connessione tra il territorio comunale e i siti protetti, che gli interventi non generano nessuna interferenza con tali siti, si ritiene sufficiente procedere con una dichiarazione di non necessità della procedura di Valutazione di Incidenza ai sensi della DGRV 3173 del 10 ottobre 2006 (v. allegato I01).

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Figura 6-1 Localizzazione dei siti Rete Natura 2000 (fonte: Regione Veneto)

Il PTCP della provincia di Padova esamina le relazioni ecologiche di area vasta all’interno della provincia, risulta quindi una scala adatta per cogliere le relazioni esistenti nel sistema ambientale. Il PTCP mette in evidenza un corridoio ecologico principale nell’area agricola attorno al comune di Legnaro che attraversa anche il comune di Saonara, le due macchie boscate più avanti esaminate e la rete idrografica con una sottolineatura particolare per l’idrovia di progetto, già realizzata nel territorio comunale.

Idrovia di progetto

Principali corsi d’acqua

Corridoi ecologici principali

Macchia boscata

Figura 6-2 la rete ecologica del comune di Saonara (fonte: tavola del sistema ambientale del PTCP di Padova)

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6.2 Flora e fauna Il settore planiziale che caratterizza il comune di Saonara presenta un territorio estremamente antropizzato in cui poco o nulla rimane della vegetazione originaria che caratterizzava tutta la Pianura Veneta. Essa era prevalentemente rappresentata dal cosiddetto Querco-carpineto planiziario, una fitta foresta costituita principalmente da farnia (Quercus robur) e carpino bianco (Carpinus betulus) di cui rimane traccia nel sud- est del comune, consociata con altre specie secondarie come frassino ossifillo (Fraxinus oxycarpa), tiglio (Tilia cordata), olmo (Ulmus minor) e nelle zone limitrofe ad aree umide con salici (Salix sp.), pioppi (Populus sp.) e ontano nero (Alnus incana). Fino alla fine del secolo scorso l'ambiente agrario, pur essendo ormai da tempo scomparse le vaste aree forestali, si presentava ricco di siepi e boschetti, che interrompevano le colture agrarie costituite prevalentemente da cereali autunno-vernini e prati da sfalcio. La campagna coltivata era costituita da un’elevata varietà ambientale che favoriva la vita di una fauna ricca e varia. Soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, con l'avvento della modernizzazione dell'agricoltura, si è assistito sempre più ad una forte semplificazione ambientale per favorire la meccanizzazione e l'aumento delle produzioni unitarie.

Figura 6-3 Tipi di habitat e categorie forestali (fonte: QC Regione Veneto e Carta forestale del Veneto)

Tutto l'ambiente agrario attuale della Provincia di Padova, si è notevolmente impoverito dal punto di vista naturalistico e faunistico in particolare, con un territorio

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 44 09P03_W01R02_stato ambientale.doc coltivato in buona parte a mais e a soia e in minor quantità a barbabietole, mentre in forte regressione negli ultimi anni è la coltivazione dei cereali autunno-vernini. Ridotta notevolmente anche la coltivazione dei prati, ed eliminata la maggior parte degli elementi fissi del paesaggio quali siepi campestri e boschetti, molte aree della pianura sono attualmente caratterizzate da un ambiente monotono, che in inverno si presenta in molti casi come un'omogenea estensione di terreni arati. Nel 2002 è stata emanata la Legge Regionale 9 agosto 2002, n. 20 (BUR n. 78/2002) “Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali” al cui articolo 1 sono indicate le finalità: “Allo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio ambientale e il paesaggio della regione, la presente legge detta norme per l'individuazione degli alberi monumentali di alto pregio naturalistico e storico, di interesse paesaggistico e culturale presenti nella Regione del Veneto.” Sono considerati alberi monumentali di alto pregio naturalistico e storico e di interesse paesaggistico e culturale: . gli alberi isolati o facenti parte di formazioni boschive naturali o artificiali che per età o dimensioni possono essere considerati come rari esempi di maestosità o longevità; . gli alberi che hanno un preciso riferimento a eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico o culturale o a tradizioni locali. Nel comune di Saonara è stato individuato1 un unico albero monumentale:

Specie Falso faggio australe (Nothofagus antartica) Comune Saonara Località Via Roma, Villa Circonf. (m) a 1,3 m 4,61 Altezza (m) 26 Stato Buono Tutte le piante sono costantemente monitorate dal Note Comitato Tecnico Scientifico dell’Orto Botanico e dalla Facoltà di Agraria di Padova

La presenza di alcune specie non autoctone ma naturalizzate spesso sono invasive e nocive. Tra i pesci sono da segnalare il siluro (Silurus glanis), il rodeo amaro (Rodeo sericeus), la pseudorasbora (Pseudorasbora parva) e il carassio (Carassius aurarus). Tra gli uccelli, la diffusione del cigno reale (Cygnus olor) inizia a creare problemi alla fauna provinciale. Responsabile di numerosi danni alle colture agricole e agli habitat è, tra i mammiferi, la nutria (Myocastor corpus).

7. PAESAGGIO Il paesaggio è costituito da una serie di “ambienti”. E’ da sottolineare che in questo contesto si inseriscono, riferendosi ai rapporti esistenti fra il paesaggio e l’uomo, le interpretazioni che ritengono il paesaggio un’entità soggettiva e non reale. La relazione percettiva, infatti, definisce una “immagine” un ambiente “visivo” riferito all’uomo, formato dal soggetto, dagli elementi percepiti e dalla relazione visiva che li lega. Relativamente a

1 Test “Alberi Monumentali della Provincia di Padova” – 2001

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 45 09P03_W01R02_stato ambientale.doc questi temi degno di attenzione può essere il “territorio”. Anche quest’ ultimo presenta due accezioni: da un lato il termine indica, genericamente, una porzione più o meno definita della superficie terrestre e serve ad indicare solo un’estensione di terra, dall’altro lato, secondo un’accezione specifica, è storicamente legata all’economia. Il territorio, supporto agli interventi antropici, costituisce una superficie a disposizione, atta a soddisfare le necessità dell’organizzazione economica nello spazio. Il territorio diviene, così, un’espressione economico-sociale dell’organizzazione dello Stato, uno spazio urbano strutturato dalle connessioni funzionali che legano la città al sistema economico- politico. Il paesaggio è portatore di una memoria storica, la quale prende forma negli assetti culturali e negli insediamenti umani; il paesaggio, inoltre, è custode di qualità naturalistico-ambientali, ed è necessario considerare il carattere di documento che il paesaggio riveste nella lettura dei rapporti fra società e ambiente. S’intrecciano l’impronta naturalistico-ecologica, l’aspetto storico, la qualità visiva, in un dialogo che li pone come aspetti complementari di un medesimo processo conoscitivo. È in questa prospettiva che si rende auspicabile uno sforzo orientato a rendere ragione della straordinaria complessità interna al concetto di paesaggio. E’ utile considerare il paesaggio come un contenitore delle complessità ambientali che, al contempo, ne costituisce una componente. Si è di fronte ad un contenitore trasparente poiché racchiude in sé e nello stesso tempo manifesta e consente di cogliere, e comprendere, i nodi, le contraddizioni e le armonie che formano la nostra realtà. E’ necessaria dunque la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio naturale, estetico, culturale e, se si vuole anche emozionale, che impone riflessioni in ordine al problema della valutazione del paesaggio come base per ogni atto pianificatorio, nella prospettiva di una legittimazione delle politiche d’ intervento ad esse funzionali.

Il comune di Saonara è inserito nell’ambito di bassa pianura posto tra l’area della Riviera del Brenta a nord e l’area delle bonifiche del Polesine a sud2. L’area, un tempo considerata il “granaio” di Padova e Venezia, mantiene ancor oggi una spiccata vocazione agricola, con imprese di dimensioni mediograndi e un territorio nel quale è ancora riconoscibile il modello di organizzazione rurale dettato dai monaci benedettini. Il valore naturalistico-ambientale dell’ambito è espresso quasi esclusivamente dal sistema ripariale dei corsi d’acqua, elemento ordinatore dell’attività di bonifica benedettina; qui si incontrano le successioni vegetali tipiche dei margini fluviali e delle arginature naturali, con caratteristiche più o meno integre. La vegetazione di pregio presente nell’ambito è scarsa e limitata alla sola presenza di formazioni riparie o saliceti lungo i corsi d’acqua e di lembi di boschi planiziali. L’uso del suolo e la vegetazione sono legati alla storia della bonifica del territorio, intrapresa nel Medioevo a opera dei monaci benedettini che realizzarono le prime sistemazioni idrauliche e la messa a coltura dei terreni, per proseguire poi nel Cinquecento con il governo della Serenissima. Gli interventi di miglioramento fondiario ripresero di nuovo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, grazie alla legge Baccarini relativa al controllo dello Stato sulle opere di bonifica e tra gli anni ‘30 e ‘50, dapprima con i provvedimenti relativi alla bonifica integrale e in seguito con la riforma agraria attuata

2 Si veda l’Atlante del Paesaggio del nuovo PRTC.

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 46 09P03_W01R02_stato ambientale.doc dall’ente Delta Padano. Tutto il territorio è caratterizzato dalla presenza di fosse, chiaviche, scoli e fossati funzionali allo smaltimento delle acque che tenderebbero a ristagnare per la bassa pendenza del suolo. È evidente il ruolo primario che riveste l’attività agricola all’interno dell’ambito, dove sono prevalenti le aziende di media e grande dimensione, anche se permangono aziende di piccole e media dimensione in fase di trasformazione. Assai rinomata l’attività florovivaistica che caratterizza in modo esclusivo il territorio di Saonara. Le principali vulnerabilità dell’ambito sono connesse allo sviluppo ed alla sempre maggiore diffusione dell’agricoltura intensiva (monocoltura), causa principale della banalizzazione del paesaggio e della sua semplificazione eco-sistemica.

Fattori di rischio - insediamenti produttivi (Unipd) Fattori di rischio - dispersione insediativa (Unipd)

Risulta quindi che il paesaggio presenta condizioni complessive di profonda e diffusa semplificazione della sua articolazione spaziale dovute alla suddetta associazione di fattori territoriali di frammentazione agrari e infrastrutturali, con severe ricadute di genere ecologico (elevate deficienze funzionali di protezione ambientale delle acque superficiali e di falda e ridotta quantità e qualità degli habitat ospitati), semiologico (bassa qualità spaziale del mosaico) e storico (basso grado di permanenza espresso).

8. PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO L'origine del toponimo "Saonara" è controversa: per alcuni studiosi sarebbe da collegarsi ad una particolarità geomorfologica del territorio, all'esistenza, cioè, di quel particolare tipo di terreno argilloso chiamato dai latini SAPO, termine da cui sarebbero derivati Saponaria, Savonaria, Sabonaria, antiche denominazioni locali attestate nei documenti; altri propendono per collegare il nome di Saonara alla "Saponaria officinalis", le cui radici contengono una sostanza che, a contatto con l'acqua, produce schiuma: questa pianta cresce spontanea nel territorio ed è apprezzata da secoli per la particolarità descritta. Infatti, diversamente da oggi, durante l'antichità il territorio era bagnato dalle acque del Medoacus Minor, ramo dell'attuale Brenta: una parte delle acque di questo fiume confluivano nel Cornio o Fiumicello, fiume di una certa importanza, sicuramente navigabile. Questa abbondanza di acque non perfettamente incanalate fu causa nei secoli di disastrose inondazioni, che poterono essere scongiurate solo con la

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 47 09P03_W01R02_stato ambientale.doc creazione del Canale Cunetta (1856). Oggi le acque del Brenta scorrono a circa 6 km. di distanza ed il Fiumicello ha ridotto di molto la sua portata. Anche il toponimo dell'unica frazione di Saonara, Villatora, sembra essere di origine latina (attestato come Villa Taura, dovrebbe fare allusione alla presenza in loco di allevamenti bovini), e lo stesso discorso vale per i nomi delle località: questa situazione è una sicura, ulteriore conferma della frequentazione del territorio in età romana.

8.1.1 Breve escursus storico Saonara nacque probabilmente in epoca romana anche se è quasi certa la preesistenza in loco di popolazioni preistoriche, data anche la vicinanza con Padova, città abitata fin da epoca antichissima. Il territorio di Saonara, fertile e ricco di acque, era ideale per l'agricoltura e l'allevamento; con l'arrivo dei romani migliorarono i collegamenti per via terra grazie alla creazione di una rete viaria in grado di unire le maggiori città dell'impero, con grande vantaggio per spostamenti, traffici e commerci. Il territorio comunale, compreso nella colonia rurale di Piove di Sacco (o Saccisica), interamente "graticolato" (suddiviso, cioè, in lotti uguali assegnati ai veterani dell'esercito romano), era attraversato dalla via Annia Altinate, che andava da Padova ad Altino; al periodo romano risalgono numerosi reperti rinvenuti, a quel che sappiamo a partire dalla fine del Settecento, in varie località: sepolcreti, un cippo miliare e materiale vario (monete, cocci, anfore ..). Le invasioni barbariche, le distruzioni perpetrate dagli Unni e la conquista longobarda a seguito del crollo dell'impero romano, furono drammatiche realtà anche per gli abitanti di Saonara; la notevole perdita di potere della città di Padova fu l'occasione per vicentini e trevigiani di ampliare il proprio territorio e la Saccisica passò sotto Treviso. All'inizio del IX secolo il nuovo governo imperiale imposto da Carlo Magno comprese anche la Saccisica, che rimase contea carolingia fino all'elezione a re d'Italia di Berengario, duca del Friuli. Berengario, desiderando l'appoggio del vescovado padovano, concesse beni e terre al Vescovo di Padova, compresa la Saccisica, che rimase alle sue dirette dipendenze anche in seguito. Il primo documento che menziona Saonara risale al 1080 ed è appunto la conferma della proprietà della Saccisica ad Olderico, vescovo di Padova; più tardi è elencata in una nuova conferma dei diritti vescovili sulle terre della parte orientale della contea: questo secondo documento risale al XII secolo, quando già a Saonara dovevano esistere il monastero delle "muneghete" e le cappelle di Saonara e Villatora, rispettivamente dipendenti dalla pieve di Sant'Angelo di Sacco e di Santa Maria di Sarmazza, sicuro indizio dell'esistenza di altrettanti villaggi. La Contea di Sacco fu tolta ai vescovi di Padova dall'imperatore Federico Barbarossa, che però li reintegrò ben presto negli antichi diritti; dopo alcuni decenni, però, fu conquistata da Ezzelino, vicario imperiale noto per la sua crudeltà e le sue efferatezze, divenuto dominatore di Padova e dell'intero territorio. La signoria ezzeliniana si concluse dopo diciannove anni: Padova, riconquistata, ritornò sotto il governo podestarile aggregando al proprio dominio anche Piove, la Saccisica e di conseguenza Saonara, che seguì da quel momento, in guerra ed in pace, i destini della potentissima vicina. Dopo un primo, felice periodo di governo repubblicano, Padova cominciò una lunga sequela di lotte con i suoi potenti vicini (i Della Scala, i Carraresi) e per combattere gli uni finì col mettersi nelle mani degli altri: dell'incerta situazione si avvantaggiò la Repubblica di Venezia, che riuscì infine a sottomettere la città ed il suo intero territorio. I secoli di dominio pressoché incontrastato della Serenissima furono positivi per la popolazione, che riebbe la pace e con essa la possibilità di lavorare e sopravvivere

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 48 09P03_W01R02_stato ambientale.doc senza il costante timore di eccidi, incendi e distruzioni. Se si eccettua il passaggio delle truppe della Lega di Cambrai, le preoccupazioni degli abitanti si incentrarono sulle - frequenti - catastrofi naturali e sulle purtroppo ricorrenti epidemie. Gli investimenti nell'entroterra attuati dal patriziato veneziano non modificarono molto il tenore di vita dei saonaresi, anche se i nuovi proprietari terrieri seguivano personalmente l'andamento della proprietà trascorrendo lunghi soggiorni nelle belle ville che avevano fatto costruire. L'arrivo di Napoleone sconvolse l'equilibrio mantenutosi per un così lungo tempo: la cessione all'Austria ed il successivo ritorno dei Francesi diedero nuovi indirizzi, una nuova regolamentazione e nuovi ordinamenti (come la soppressione degli ordini religiosi) che pesarono sulla realtà locale ma ebbero, comunque, breve durata. Tornati ancora gli austriaci, furono iniziate quelle importanti opere di bonifica necessarie in un territorio così tormentato da inondazioni ed alluvioni. Con l'Unità d'Italia il nuovo governo cercò di affrontare i problemi più importanti, tra i quali quello dell'istruzione scolastica. Le due guerre mondiali, con il loro strascico di morti e distruzioni, caratterizzarono la storia di Saonara in questo secolo: fra i tanti avvenimenti drammatici ricordiamo l'eccidio di trentaquattro civili, fra cui un bambino di quattro anni, perpetrato dai soldati tedeschi la sera del 28 aprile 1945. Anche Saonara ha partecipato alle trasformazioni economiche avvenute nel secondo dopoguerra perdendo il suo carattere esclusivamente agricolo per diventare un'area fortemente industrializzata legata alla città di Padova.

8.1.2 Presenze rilevanti sul territorio Esistono, nell'attuale territorio di Saonara, alcuni monumenti artistici di grande bellezza: la religiosità della popolazione si espresse nei secoli attraverso l'edificazione di splendide chiese, più volte restaurate, ampliate o ridecorate in modo da corrispondere alle esigenze ed al gusto artistico dell'epoca: forse la più importante dal punto di vista storico è l'antica chiesa delle Muneghette. Questo edificio sacro dalla semplice struttura è quanto rimane di un monastero femminile aggregato, probabilmente ai primi del Cinquecento, al monastero benedettino di Sant'Anna di Padova. I documenti pervenutici ne confermano l'esistenza fin dai primi del Duecento e lo descrivono come un edificio di una certa importanza, dotato di una chiesa a tre navate dedicata a Santa Maria Assunta. Il monastero fu soppresso dopo la prima metà del Cinquecento e della costruzione non è rimasta alcuna traccia. La chiesa oggi presenta una sola navata: all'interno sono stati fortunosamente ritrovati alcuni affreschi, purtroppo parzialmente deteriorati, eseguiti da un ignoto pittore padovano della fine del Quattrocento. Nel territorio saonarese sono presenti due chiese parrocchiali. La prima, San Martino di Tours, è nominata nei documenti a partire dal secolo XII: cappella alle dipendenze della pieve di Sant'Angelo di Sacco, era un edificio di dimensioni piuttosto modeste, ad una sola navata; nel mezzo, secondo le descrizioni riportate nei resoconti delle visite pastorali, un muricciolo divideva la parte riservata agli uomini da quella delle donne. Accanto alla chiesa c' era il campanile dotato di due campane. Questa prima costruzione rimase in uso fino alla metà del Settecento quando, per il continuo aumento della popolazione, si rese necessaria la costruzione di un nuovo e più vasto edificio, progettato ed eretto in soli cinque anni. Nel 1798 si affiancò alla chiesa una nuova torre campanaria, ornata da un caratteristico cupolino "a cipolla". Ad un secolo di distanza

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 49 09P03_W01R02_stato ambientale.doc dall'edificazione fu aggiunto il frontone e nuovi restauri furono condotti ai primi del novecento, poco prima della consacrazione solenne della chiesa, avvenuta nel maggio del 1915. All'interno si possono ammirare i cinque altari marmorei provenienti dalla chiesa padovana di Sant'Agostino: sul maggiore si notano due Angeli, opera del Bonazza. Pregevoli i due dipinti del Vicari e la pala del Gazzotto, rappresentante San Martino di Tours, eseguiti nel 1860. La seconda chiesa, la parrocchiale dei Santi Simone e Giuda a Villatora, ha origini altrettanto antiche ed è ricordata in un documento del 1171 fra le cappelle dipendenti dalla pieve di Santa Maria di Sarmazza. Dapprima legata alla Forania di Noventa, passò nel 1920 sotto quella di Voltabarozzo per essere, infine, aggregata al Vicariato di Legnaro (1940). Intorno alla metà del XVIII secolo anche la chiesa di Villatora fu giudicata troppo angusta e fu quindi sostituita da un nuovo edificio, inaugurato nel 1780: numerosi interventi di ristrutturazione furono attuati tra la fine dell'Ottocento ed i primi del Novecento e finalmente la chiesa fu consacrata nel 1919. Nuovi ed importanti lavori di ampliamento furono condotti alla fine degli anni Cinquanta. Saonara, come numerosi altri comuni dell'entroterra veneto, fu ornata di belle ville gentilizie, case padronali raffinate circondate da costruzioni ad uso agricolo e spesso dotate di piccoli oratori privati: anche questi sono coscienziosamente elencati e descritti nelle visite pastorali. Sappiamo quindi dell'esistenza di un Oratorio di Santa Maria Maddalena, fatto erigere dagli Enselmini ai primi del Trecento in località Brentasecca, e di numerosi altri, più recenti, edificati tra il Seicento e l'Ottocento. Anche la più nota fra le ville del territorio, la Cittadella - - Valmarana, ne possiede uno; la villa è famosa per il suo vasto parco romantico progettato e realizzato dal geniale Giuseppe Jappelli (1816), peraltro non nuovo ad esperienze architettoniche di questo genere. La tradizione vuole che la creazione del giardino servì a dar lavoro ai contadini impoveriti dalla carestia: mecenate della costruzione fu il cavalier Antonio Vigodarzere, proprietario della villa e di un vasto fondo agricolo a Saonara. Sul terreno pianeggiante fu eretto addirittura un colle e creati una grotta ed un lago. Il paesaggio estremamente scenografico ottenuto dal grande artista fu poi completato con la costruzione di edifici di vario stile e ricca decorazione. Il più elaborato è la grotta dei Templari, ispirata al gusto neogotico così diffuso in epoca romantica: l'interno ricrea un antro selvaggio e misterioso, luogo di celebrazione di oscuri riti, dove spicca la statua androgina di Baffometto. Di tutt'altro stile la semplice Casa del Mugnaio. Qui, nel corso degli scavi per l'erezione delle fondamenta, furono rinvenute ossa, urne funerarie e numerosi reperti che attesterebbero l'esistenza di un nucleo abitato di età romana. Neoclassicamente ispirato al Pantheon, il Tempietto o Oratorio dell'Immacolata è il monumento sepolcrale del cavalier Vigodarzere, realizzato nel 1838 dall'architetto Sacchetti. All'interno si possono ammirare il medaglione riproducente il profilo di Nicolò, fratello del defunto, ed un pregevole bassorilievo marmoreo rappresentante gli ultimi istanti di vita del Vigodarzere, opera del Rinaldi. Del Ferrari è invece la bella statua della Vergine che si può ammirare sull'altare. Il "Piccolo Pantheon Valmarana" è stato recentemente ristrutturato da un intervento al quale hanno contribuito la Soprintendenza ai Beni Culturali ed il Comune di Saonara; inoltre lo spazio antistante l'edificio è stato pavimentato e destinato all'uso di piazzetta pedonale. Conosciuta per aver brevemente ospitato Vittorio Emanuele III durante la prima guerra mondiale, Villa Leone Sgaravatti è la più sontuosa fra tutte le dimore dei

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 50 09P03_W01R02_stato ambientale.doc discendenti di quest'importante dinastia di florovivaisti e risale ai primi dell'Ottocento; sempre ottocentesca è la Casa Giuseppe Sgaravatti, mentre risale ai primi del Novecento la Villa Amedeo e Walter Sgaravatti. Villa Alberto Sgaravatti-ex Morosini conserva l'antico Oratorio di San Valentino e la vecchia "boaria": le rimanenti strutture sono frutto di una ricostruzione risalente al secondo dopoguerra. L'Ex Azienda Sgaravatti fu sede della ditta fondata nel 1820 e ben presto conosciuta in tutta Europa: dal 1925 l'edificio continuò ad ospitare le piante (nelle splendide serre ancora esistenti), mentre le sementi furono trasferite nella sede di Voltabarozzo. Successivamente, al declino delle fortune familiari, subentrò nella gestione Sgaravatti la Cooperativa Co.Vi.Sa.

8.2 Ville Venete Il Quadro Conoscitivo della Regione Veneto riporta la presenza di sei ville come riportato nella figura seguente ed erette tra il XVI ed il XIX secolo.

Nome Indirizzo Secolo Vincolo

Villa Sgaravatti Via Roma, 19 XIX sec. L.R.61/1985 Villa Lovato Via XXVIII Aprile, 10 XVIII sec. L.R.61/1985 Villa Lazzaro Via XXVIII Aprile, 18 XVIII sec. L.R.61/1985 Villa Cittadella Vigodarzere, L.1089/1939(A); Valmarana Via Valmarana, 25 XIX sec. L.1497/1939(PG) Villa Bauce Via XXVIII Aprile, 20 XVIII sec. L.R.61/1985 Villa Dalla Vecchia, , Morosini, Sgaravatti Via Morosini, 2 XVI sec. L.1089/1939

Figura 8-1 Ville Venete presenti nel territorio comunale di Saonara (fonti: QC Regione Vento)

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L’Istituto Regionale Ville Venete individua altre due ville vincolate presenti nel territorio: VILLA PIMPINATO, SCHIAVON e VILLA RINALDI. Di seguito si prendono in considerazione le otto ville presenti nel comune di Saonara.

VILLA CITTADELLA VIGODARZERE, VALMARANA

Frazione: Saonara Località: Caovilla Indirizzo: Via Valmarana, 25 Epoca: XIX Autore: Jappelli Giuseppe Vincolo: L.1089/1939(A); L.1497/1939(PG)

VILLA SGARAVATTI

Frazione: Saonara Indirizzo: Via Roma, 19 Epoca: XIX Vincolo (legge): L.R.61/1985

VILLA DALLA VECCHIA, VIGONZA, MOROSINI, SGARAVATTI

Frazione: Saonara Indirizzo: Via Morosini, 2 Epoca: XVI Vincolo (legge): L.1089/1939

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VILLA LOVATO

Frazione: Saonara Indirizzo: Via XXVIII Aprile, 10 Epoca: XVIII Vincolo (legge): L.R.61/1985

VILLA LAZZARO

Frazione: Saonara Indirizzo: Via XXVIII Aprile, 18 Epoca: XVIII Vincolo (legge): L.R.61/1985

VILLA BAUCE

Frazione: Saonara Indirizzo: Via XXVIII Aprile, 20 Epoca: XVIII Vincolo (legge): L.R.61/1985

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VILLA PIMPINATO, SCHIAVON

Frazione: Villatora Indirizzo: Via Frassanedo , 34 Epoca: XIX

VILLA RINALDI

Frazione: Villatora Località: Tombelle Indirizzo: Via Tombelle, 9 Epoca: XIX Vincolo (legge): L.R.61/1985

8.3 Siti archeologici Il territorio del comune di Saonara non è interessato da vincoli di tipo archeologico, ma nel territorio, secondo la carta archeologica del Veneto sono stati rilevati alcuni ritrovamenti. Di seguito si localizzano nell’immagine e si descrivono i quattro ritrovamenti che riguardano il comune di Saonara.

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Figura 8-2 Estratto della carta archeologica del Veneto

Ritrovamento 208 in località VILLATORA: Materiale sporadico, rinvenimento casuale da scasso, 1979. Nel luglio del 1979, durante i lavori per la realizzazione dell’idrovia Padova-Venezia, affiorarono da un deposito alluvionale sabbioso alcuni frammenti fittili paleoveneti, uno strumento in osso ed alcune ossa di bovide. Quasi tutto il materiale presenta tracce di fluitazione. Nel luogo di rinvenimento sono stati notati inoltre un grosso tronco d’albero e molti pezzi dileguo, verosimilmente depositati da qualche alitivione. Non è stata rilevata traccia di stratigrafia. La datazione proposta è al V-IV sec. a.C.

Ritrovamento 209 in località VILLATORA-BRENTASECCA: Elemento strutturato, rinvenimento casuale da scasso, recupero, 1978. In via 101, all’altezza del cavalcavia, emersero i resti di un pozzo romano sul piano di sbancamento, a - 5 m dal p.c. Se ne intravedeva la parte superiore, costituita da un anello di due corsi di quattro mattoni curvi. Questi poggiavano sul cassone ligneo formato da tavole incastrate perpendicolarmente tra di loro. Sia il pozzo sia il cassone ligneo, che venne recuperato, erano riempiti di materiale eterogeneo. All’interno del pozzo si trovarono frammenti di tegole, coppi, embrici tra cui uno con bollo rettangolare di lettura non chiarissima ma forse riferibile a Manius Laeponius. Il riempimento del cassone era costituito da un chiodo di ferro a sezione quadrata, frammenti di olla, un manico di anforetta e un peso da telaio frammentario. Durante lo scavo di recupero venne messo in luce, a 25 m dal pozzo e ad uguale profondità, un altro manufatto in mattoni: due muretti disposti ad angolo retto e costituiti da pezzame di mattoni ed embrici sovrapposti.

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Ritrovamento 210 in località BRENTASECCA-VIA DEI VIVAI: Tombe, rinvenimento casuale da scasso, sezione esposta, 1985. Durante lavori di recinzione e per la posa in opera di servizi tecnologici si rinvenne materiale romano a circa 0,50 m dal p.c. Un controllo sulla trincea di scavo individuò una stratigrafia che, dopo lo strato agricolo di riporto, presentava uno strato limoso-sabbioso in cui si son lette tracce di bruciato. Del materiale messo in luce si sono recuperati alcuni frammenti di anfore, uno di olletta e tre mattoni frammentari; pare che altro materiale (anfore, gioielli) fosse presso un operaio, ma non fu visto da chi fece il sopralluogo. Nonostante la mancanza di ceneri risulta probabile che si trattasse di tombe; il materiale infatti era stato più volte spostato prima dell’intervento della Soprintendenza.

Ritrovamento 211 in località SAONARA: Materiale sporadico modalità di rinvenimento non determinate, 1862,1872 e data ignota. Disperso tranne i due mattoni bollati al Museo Civico Archeologico di Padova. Da alcune proprietà non identificate di Saonara e da altre zone imprecisate del paese provengono laterizi e materiale sporadico. Nel 1862 fu trovato un laterizio con il bollo Servilia: pare che fungesse con altre tegole da coperchio ad una tomba contenente ossa umane, un vaso lacrimatoio e una piccola anfora. Un altro mattone con lo stesso bollo fu trovato insieme ad una cista di bronzo e a una «stele di pietra dura, di forma circolare schiacciata» nel 1872 nell’allora fondo Bortolami. In un luogo imprecisato del paese si rinvenne un simulacro in pietra di Priapo con la scritta “Misterium”: è andato perduto.

9. AGENTI FISICI / SALUTE UMANA

9.1.1 Inquinamento acustico L’inquinamento acustico è una delle problematiche avvertite dalla popolazione, in particolare di quella residente nei centri abitati. L’inquinamento acustico deriva dall’introduzione di rumore nell’ambiente, che provoca fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane. Se elevato oppure continuativo può produrre pericolo alla salute umana, deterioramento degli ecosistemi, alterazioni dei beni materiali e dei monumenti. I sistemi di trasporto e gli insediamenti produttivi costituiscano la sorgente predominante. Il Piano Acustico è stato approvato nell’ottobre 2002 e successivamente variato con deliberazione n. 26 del 28.06.2004 che ha apportato la modifica le aree spettacolo con l’aggiunta delle aree: Area compresa tra via Irpinia e via Lombardia, vie comprese, Piazza Aldo Moro, Via Borsellino, Via Falcon. Il territorio risulta così suddiviso in zone classificate con uno dei sei gradi possibili: - CLASSE I: Aree particolarmente protette Aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, aree scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali e di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. Periodo diurno Periodo CLASSE I (06-22) notturno (22-06) Valori limiti di emissione – Leq in dB(A) 45 35 Valori limite assoluti di immissione – Leq in dB(A) 50 40

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 56 09P03_W01R02_stato ambientale.doc

Valori limite di qualità – Leq in dB(A) 47 37 Valori limite di attenzione – Leq in dB(A) 60 45

CLASSE II: Aree prevalentemente residenziali Aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione e limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali. Periodo diurno Periodo CLASSE II (06-22) notturno (22-06) Valori limiti di emissione – Leq in dB(A) 50 40 Valori limite assoluti di immissione – Leq in dB(A) 55 45 Valori limite di qualità – Leq in dB(A) 52 42 Valori limite di attenzione – Leq in dB(A) 65 50

CLASSE III: Aree di tipo misto Aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali e di uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali, aree rurali con impiego di macchine operatrici. Periodo diurno Periodo CLASSE III (06-22) notturno (22-06) Valori limiti di emissione – Leq in dB(A) 55 45 Valori limite assoluti di immissione – Leq in dB(A) 60 50 Valori limite di qualità – Leq in dB(A) 57 47 Valori limite di attenzione – Leq in dB(A) 70 55

CLASSE IV: Aree di intensa attività umana Aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, elevata presenza di attività commerciali ed uffici, presenza di attività artigianali, aree in prossimità di strade di grande comunicazione, di linee ferroviarie, di aeroporti e porti, aree con limitata presenza di piccole industrie. Periodo diurno Periodo CLASSE IV (06-22) notturno (22-06) Valori limiti di emissione – Leq in dB(A) 60 50 Valori limite assoluti di immissione – Leq in dB(A) 65 55 Valori limite di qualità – Leq in dB(A) 62 52 Valori limite di attenzione – Leq in dB(A) 75 60

CLASSE V: Aree prevalentemente industriali Aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. Periodo diurno Periodo CLASSE V (06-22) notturno (22-06) Valori limiti di emissione – Leq in dB(A) 65 55 Valori limite assoluti di immissione – Leq in dB(A) 70 60 Valori limite di qualità – Leq in dB(A) 67 57 Valori limite di attenzione – Leq in dB(A) 80 65

CLASSE VI: Aree esclusivamente industriali Aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. Periodo diurno Periodo CLASSE VI (06-22) notturno (22-06) Valori limiti di emissione – Leq in dB(A) 65 65 Valori limite assoluti di immissione – Leq in dB(A) 70 70

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Valori limite di qualità – Leq in dB(A) 70 70 Valori limite di attenzione – Leq in dB(A) 70 70

Si riporta di seguito la zonizzazione acustica del territorio comunale di Saonara.

Figura 9-1 Mappa di classificazione acustica (fonte: piano di classificazione acustica del Comune di Saonara)

Come si vede dalle immagini sopra riportate il territorio di Saonara si presenta alquanto omogeneo, infatti, si ha la prevalenza della classe terza tranne la zona produttiva che rientra in classe V e il territorio edificato a confine con il comune di Padova e di Vigonovo che rientra in classe IV. Inoltre è da sottolineare che in classe I rientra Villa Cittadella Vigodarzere, Valmarana.

9.2 Inquinamento luminoso Con il termine inquinamento luminoso si intende l'alterazione della condizione naturale del cielo notturno dovuta alla luce artificiale. La diffusione di luce artificiale nel cielo pulito non dovrebbe aumentare la luminosità del cielo notturno oltre il 10% del livello naturale più basso in ogni parte dello spettro tra le lunghezze d'onda di 3.000 Å e 10.000 Å (Smith). L’alterazione della luminosità notturna ha effetti su tutto l’ecosistema oltre rendere più difficile, e a volte impossibile, l’osservazione del cielo. Si consideri poi che il fenomeno è

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 58 09P03_W01R02_stato ambientale.doc determinato non dalla parte ‘utile’ della luce, ma dal flusso luminoso disperso verso il cielo (in media almeno il 25% ÷ 30% dell'energia elettrica degli impianti di illuminazione pubblica viene diffusa verso il cielo) e dunque un intervento sull’inquinamento luminoso avrebbe un impatto rilevante anche sul risparmio energetico.

La Regione Veneto è stata una delle prime Regioni italiane a dotarsi di una normativa specifica in materia di inquinamento luminoso (LR 22/97) poi abrogata dalla LR 7 agosto 2009, n. 17 “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici” Attraverso la LR 17/2009 la Regione Veneto promuove: a. la riduzione dell’inquinamento luminoso e ottico, nonché la riduzione dei consumi energetici da esso derivanti; b. l’uniformità dei criteri di progettazione per il miglioramento della qualità luminosa degli impianti per la sicurezza della circolazione stradale; c. la protezione dall’inquinamento luminoso dell’attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli osservatori astronomici; d. la protezione dall’inquinamento luminoso dell’ambiente naturale, inteso anche come territorio, dei ritmi naturali delle specie animali e vegetali, nonché degli equilibri ecologici sia all’interno che all’esterno delle aree naturali protette; e. la protezione dall’inquinamento luminoso dei beni paesistici, così come definiti dall’articolo 134 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” e successive modificazioni; f. la salvaguardia della visione del cielo stellato, nell’interesse della popolazione regionale; g. la diffusione tra il pubblico delle tematiche relative all’inquinamento luminoso e la formazione di tecnici con competenze nell’ambito dell’illuminazione.

Nella figura seguente si riporta una mappa redatta dall’Istituto di Scienza e Tecnologia dell'Inquinamento Luminoso (ISTIL) in cui è rappresentata la brillanza della regione Veneto mettendo in evidenza le percentuali di incremento per le varie zone della Regione.

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 59 09P03_W01R02_stato ambientale.doc

Brillanza Regione Veneto Aumento tra il 33% ed il 100%

Aumento tra il 100% ed il 300%

Aumento tra il 300% ed il 900%

Aumento oltre il 900%

Figura 9-2 Brillanza Regione Veneto

Dall’immagine si può vedere che il comune di Saonara presenta un aumento della luminanza totale rispetto la naturale compresa tra il 300% ed il 900% (colore arancione).

La Legge Regionale individua all’interno del territorio le zone di maggior tutela nelle vicinanze degli osservatori astronomici. La figura sotto riportata mostra l’ubicazione degli Osservatori Astronomici professionali e non, sul territorio regionale e le relative zone di tutela.

Figura 9-3 Zone di maggior tutela nelle vicinanze degli osservatori (fonte: ARPAV)

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Il territorio comunale di Saonara rientra tra i Comuni inseriti nell’area di tutela di 10 km derivata dalla presenza dell’osservatorio astronomico del Comune di Padova (DGR n. 2301 del 22.06.1998) Per tali zone di protezione di estensione di raggio pari a 10 km per gli osservatori non professionali e di siti di osservazione: - divieto di utilizzo di sorgenti luminose che producano un'emissione verso l'alto superiore al 3% del flusso totale emesso dalla sorgente; - divieto di utilizzo di sorgenti luminose che producano fasci di luce di qualsiasi tipo e modalità, fissi e rotanti, diretti verso il cielo o verso superfici che possano rifletterli verso il cielo; - preferibile utilizzo di sorgenti luminose a vapori di sodio ad alta pressione; - per le strade a traffico motorizzato, selezionare ogniqualvolta ciò sia possibile i livelli minimi di luminanza ed illuminamento consentiti dalle norme UNI 10439; - limitare l'uso di proiettori ai casi di reale necessità, in ogni caso mantenendo l'orientazione del fascio verso il basso, non oltre i sessanta gradi dalla verticale; - adottare sistemi automatici di controllo e riduzione del flusso luminoso, fino al cinquanta per cento del totale, dopo le ore ventidue, e adottare lo spegnimento programmato integrale degli impianti ogniqualvolta ciò sia possibile, tenuto conto delle esigenze di sicurezza Diversamente dalle altre problematiche ambientali, l’inquinamento luminoso è facilmente risolvibile, adottando quelle tecnologie, già presenti sul mercato, che permettono da un lato di ridurre il problema e dall’altro di ottenere un notevole risparmio energetico.

9.3 Radiazioni ionizzanti

9.3.1 Gas Radon Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, prodotto dal decadimento radioattivo del radio, generato a sua volta dal decadimento dell’uranio, elementi che sono presenti, in quantità variabile, nella crosta terrestre. La principale fonte di immissione di radon nell’ambiente è il suolo, insieme ad alcuni materiali di ostruzione (tufo vulcanico) e, in qualche caso, all’acqua. Il radon fuoriesce dal terreno, dai materiali da costruzione e dall’acqua disperdendosi nell’atmosfera, ma accumulandosi negli ambienti chiusi. Il radon è pericoloso per inalazione ed è considerato la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta (più propriamente sono i prodotti di decadimento del radon che determinano il rischio sanitario). Il valore medio regionale di radon presente nelle abitazioni non è elevato, tuttavia, secondo un’indagine conclusasi nel 2000, alcune aree risultano più a rischio per motivi geologici, climatici, architettonici, … ecc. Gli ambienti a piano terra, ad esempio, sono particolarmente esposti perchè a contatto con il terreno, fonte principale da cui proviene il gas radioattivo nel Veneto. La delibera regionale n° 79 del 18/01/2002 fissa in 200 Bq/m3 (Becquerel al metro cubo) il livello di riferimento di radon nelle abitazioni e, recependo i risultati della suddetta indagine, individua preliminarmente i comuni “ad alto potenziale di radon”. Non si hanno a disposizione dati sulle sorgenti radioattive artificiali presenti sul territorio in esame.

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L’unico dato a disposizione è la percentuale di abitazioni che superano il livello di riferimento di concentrazione media annua di radon che si attesa al 0,1 % a raffronto di una media provinciale pari all’1,55%. Il comune di Saonara non è soggetto a rischio radon.

Figura 9-4 Percentuale di case con concentrazioni di radon superiori al livello di riferimento della Comunità Europea nella Regione Veneto

9.4 Radiazioni non ionizzanti

9.4.1 Elettrodotti Il territorio comunale è attraversato da 9 elettrodotti attivi. Nel comune di Saonara sono presenti nove linee elettriche (come riportato nella tabella e nell’’immagine successiva): - tre linee elettriche da 132 kV a singola terna, localizzato nella zona centrale del territorio comunale e gestito da Enel Distribuzioni SpA e così denominati Camin - Padova, Camin – Dolo, Camin – ; - cinque linee elettriche da 220 kV tre a doppia terna e due a singola terna gesti da Terna SpA e localizzati a sud est e nella zona centrale del territorio comunale e così denominati: Dolo - Camin Rossa, Camin - Loc.Saonara (linea dismessa), Camin - Ferrara Focomorto, Dolo – Camin, Scorzè – Camin; - una linea elettrica da 380 kV a singola terna gestito da Terna SpA localizzato nella zona sud del comune denominato Camin – Dolo. - TENSIONE CODICE NOME TIPOLOGIA GESTORE LUNGHEZZA CAMIN - PADOVA Enel Distribuzione 132 kV 28.598 N.E. Singola Terna S.p.A. 0,05 CAMIN - Enel Distribuzione 28.655 CONSELVE Singola Terna S.p.A. 2,30 Enel Distribuzione 28.772 CAMIN - DOLO Singola Terna S.p.A. 3,34 CAMIN - FERRARA 220 kV 22.227 FOCOMORTO Doppia Terna Terna S.p.A. 4,08 22.229 SCORZE' - CAMIN Singola Terna Terna S.p.A. 0,08 CAMIN ------22.281 Loc.SAONARA 3,80 CAMIN - 22.282 Loc.SAONARA Doppia Terna Terna S.p.A. 3,81

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 62 09P03_W01R02_stato ambientale.doc

TENSIONE CODICE NOME TIPOLOGIA GESTORE LUNGHEZZA 22.295 DOLO - CAMIN Singola Terna Terna S.p.A. 3,07 DOLO - CAMIN 22.298 ROSSA Doppia Terna Terna S.p.A. 4,12 380 kV 21.311 CAMIN - DOLO Singola Terna Terna S.p.A. 2,67

Figura 9-5 Linee elettriche nel territorio di Saonara (fonte: QC Regione Veneto)

Dal quadro conoscitivo regionale (dati ISTAT 2001) emerge che la percentuale di popolazione esposta a CEM (Campo Elettro – Magnetico) per la soglia di 0,2 µT sia pari al 6,12%, essendo, nel 2001, il comune abitato da 8.946 persone, di cui, è stato stimato dalla regione, sulla base delle sezioni ISTAT, 548 vivevano all’interno della fascia in cui l’esposizione supera la soglia sopra indicata, la popolazione esposta per la soglia del 3 µT è pari a 3,02 % con 270 persone che vivevano all’interno della fascia in cui l’esposizione supera la soglia sopra indicata mentre la popolazione esposta per la soglia di 10 µT è pari allo 2,01 %.

9.4.2 Impianti radiotelevisivi e di telefonia mobile Dal Quadro Conoscitivo della Regione Veneto non sono presenti impianti radiotelevisivi di cui tener conto per la valutazione di ulteriori sorgenti di inquinamento elettromagnetico. Nel territorio comunale di Saonara sono, invece, presenti sette stazioni radio-base (di telefonia mobile) come riportato nella tabella e immagine seguente:

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NOME CODICE SITO INDIRIZZO GESTORE POSTAZIONE PONTERADIO Via Morosini 18, c/o SAONARA PD27_DVBH RTI Spa Su palo NO C.le Telecom Italia PADOVA ZI LOC. VILLATORA Si con potenza EST PD 158 WIND Al Suolo VIA FRASSANEDO inferiore ai 7 DEFINITIVO c/o Campo Sportivo Si con potenza Saonara PD-1758A Comunale (frazione di OMNITEL Altro inferiore ai 7 Villatora) SAONARA Si con potenza Zona PD0597-A Via Lombardia OMNITEL Al Suolo inferiore ai 7 Industriale Si con potenza VILLATORA PD3691A Via Frassanedo H3G Altro inferiore ai 7 Si con potenza SAONARA PD105U Via Ugo Foscolo WIND Al Suolo inferiore ai 7 Via Morosini 18, c/o SAONARA PD27U TELECOM Su palo NO C.le Telecom Italia

Figura 9-6 Impianti di telefonia mobile del comune di Saonara (fonte: QC Regione Veneto)

In data 23.09.2009, dal comune è stata effettuata la prevista indagine di rilevamento delle emissioni elettromagnetiche dell'antenna di radiotelefonia mobile presente a Saonara in via Vigonovese (nei pressi della pizzeria da Ermes). Il rilevamento è stato fatto nell'edificio della scuola materna, nel patronato con attigua ludodeca di Tombelle e nell'occasione è stata controllata anche l'antenna Vodafone sita all'interno degli impianti sportivi di Villatora. La verifica è stata effettuata presso l'edificio “Tamara e Diana" di Villatora, sede del cucciolo e della Polizia Locale oltreché presso la scuola materna parrocchiale di Villatora. La strumentazione utilizzata - fieldmeter CHAUVIN ARNOUX C.A 43 - consente un rilevamento in continuo delle emissioni. Tutti i livelli di emissione riscontrati all'esterno degli edifici sono inferiori a quanto rilevabile dalla strumentazione utilizzata, ovvero meno di 0,1 V/m, quando il limite di qualità previsto dalla Regione Veneto è di 6 V/m. Solo all'interno degli edifici si sono riscontrati valori di poco superiori dovuti alle emissioni di impianti antifurto e/o computer, ma sempre e nettamente ben al di sotto dei limiti di attenzione.

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 64 09P03_W01R02_stato ambientale.doc

CAMPAGNA DI RILEVAMENTO CAMPI ELETTROMAGNETICI PUNTO DI MISURA data ora V/m asilo di Tombelle estr. 23/09/09 10.20 0,0 int. 23/09/09 10.35 0,4 patronato di Tombelle estr. 23/09/09 10.40 0,0 int. 23/09/09 10.48 0,4 centro sociale Tamara e Diana estr. 23/09/09 11,06 0,0 int. 23/09/09 11.10 0,3 asilo di Villatora estr. 23/09/09 11.20 0,0 int. 23/09/09 11.25 0,5

Il campo rilevato all'interno degli edifici è presumibilmente prodotto da impianti antifurto con rilevatore volumetrico di movimento. Anche i rilevamenti effettuati dall'ARPAV, in tre stazioni del territorio comunale non hanno evidenziato alcun pericolo.

Campo elettrico: Indicatori Complessivi Rilevamenti recenti effettuati da ARPAV in della Campagna (V/m) comune di Saonara Media Massimo

Via Manzoni 33 - dal 18/05/2009 al 17/06/2009 0.9 1.2

Via Liguria 26/28 - dal 17/06/2009 al 01/07/2009 0.7 0.9

Via Irpinia 33 - dal 17/06/2009 al 01/07/2009 0.6 0.8

9.5 Aziende a rischio di incidente rilevante Non sono presenti azienda a rischio di incidente rilevante.

9.6 Allevamenti zootecnici Nel territorio comunale di Saonara sono presenti 152 allevamenti principalmente avicoli. Di seguito si riporta la classificazione del quadro conoscitivo relativa al numero di capi per tipo di allevamento.

Descrizione Totale Totale Totale Totale Totale Totale Totale Totale Totale comune bovini ovini suini avicoli bufalini caprini conigli equini struzzi

Saonara 175 0 18 3.725 0 16 376 66 8

Per tutti gli approfondimenti relativi agli allevamenti zootecnici si rimanda allo studio agronomico di dettaglio redatto per il Piano di Assetto del Territorio.

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10. ECONOMIA E SOCIETÀ I dati socio-economici non sono stati aggiornati in quanto allo stato attuale non sono ancora disponibili i dati relativi al censimento 2011.

10.1 Popolazione e caratteristiche demografiche e anagrafiche La popolazione di Saonara all’anno 2008 è pari a 10.073 abitanti ed è in aumento dal 1975 registrando un importante incremento dalla fine degli anni ‘80. La presenza femminile, sempre al 2010, è di 5077 unità, mentre quella maschile è pari a 4.996 unità.

12000

10000

8000

6000

4000

2000

0 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009

Figura 10-1 Andamento popolazione per il comune di Saonara dal 1975 (fonte: SISTAR Regione Veneto)

L’andamento di tendenziale e continua crescita della popolazione è principalmente spiegabile in tre motivi: . una forte attrattività dagli altri comuni concentrata in particolar modo nei primi anni novanta; . un aumento del saldo naturale dalla metà degli anni novanta fino ad oggi; . un incremento del saldo per l’estero negli anni 2000. Il grafico sottostante riprende questi elementi riportando, in una scala di riferimento opportuna, anche l’andamento della popolazione negli anni: come si vede i contributi negativi sono concentrati dagli anni ’70 agli anni ’90 in particolare per la tendenza di uscita dal comune verso comuni limitrofi, tendenza, come già riportato, poi invertita.

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500 20000

18000 400 16000

14000 300 12000

200 10000

8000 100 6000

4000 0 2000

-100 0 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009

saldo naturale saldo per altro comune saldo per l'estero Popolazione Totale

Figura 10-2 Andamento dei saldi naturale e sociale in riferimento alla popolazione dal 1975 (fonte: SISTAR Regione Veneto)

Analizzando la distribuzione della popolazione per sesso e classi di età al 2007 si nota una sostanziale concentrazione della popolazione nelle fasce comprese tra i 20 ed i 50 anni. Andando ad analizzare la composizione di genere, si evidenzia che nel 2007 la presenza femminile è di molto poco superiore a quella maschile (4.989 e 4.932 unità) leggermente in riduzione rispetto ad una differenza media di genere che si colloca attorno alle 75 unità.

6000

5000

4000

3000

2000

1000

0 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009

Figura 10-3 Popolazione del comune di Saonara dal 1976 al 2010 (ns elaborazione - fonte SISTAR)

Questa caratteristica è da valutare nelle serie storiche: andando ad esaminare gli stessi dati per il 1996, quindi prendendo in considerazione l’ultimo decennio, si evidenzia

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 67 09P03_W01R02_stato ambientale.doc come vi sia stata una forte modifica della popolazione che ha visto negli anni ’90 la grande maggioranza concentrarsi tra i 25 ed i 35 anni senza avere ricambio. Negli anni 2000 infatti si ritrovano le stesse quote della popolazione spostate di un decennio (35-45 anni) che ancora rappresentano la gran parte della popolazione del comune. Allo contrario emerge come la natalità sia stata alta (a conferma dei dati precedentemente illustrati) proprio nell’ultimo decennio, andando ad incentivare la crescita della popolazione proprio nelle fasce d’età più basse.

Piramide delle età Saonara: variazione 1996-2007

>8 5

8O-84

75-79

7O-74 65-69 6O-64 maschi 2007 55-59 maschi 1996 5O-54

45-49 femmine 2007 4O-44 femmine 1996 35-39 3O-34

25-29

2O-24 15 - 19

1O- 14

O5- O9

OO- O4

Figura 10-4 piramide delle età per il comune di Saonara anni 1996-2007 (ns elaborazione - fonte SISTAR)

Fattore importante nella valutazione della demografia è quello relativo alla consistenza della famiglia in valori assoluti nonché della sua composizione media (in termini di componenti). Nonostante i rapidi e radicali cambiamenti che hanno inciso profondamente sulla famiglia italiana negli ultimi cinquant’anni, essa resta il punto di riferimento per l’organizzazione sociale nazionale e particolarmente sentita nella regione Veneto. Tuttavia, nonostante quella familiare si confermi come scelta preferenziale, si assiste ad una trasformazione del nucleo. Il passaggio dal modello patriarcale a quello nucleare è stato accompagnato dalla rapida riduzione del numero dei componenti di ciascun nucleo. Nel giro di pochi anni si è assistito alla diminuzione del numero dei figli con pesanti conseguenze per il futuro del Paese. Ragioni culturali e sociali influiscono sulle scelte riproduttive delle famiglie, come la preferenza che viene data dalla donna alla vita sociale con conseguente ritardo nel decidere di affrontare la gravidanza. Ma un ruolo lo ha anche il peso economico che nel moderno ordinamento sociale ha assunto avere figli: costano molto anche perché mostrano la tendenza ad una permanenza prolungata in famiglia, molto spesso a carico anche economico dei genitori. Causa ed effetto di questa “famiglia lunga” è il progressivo innalzamento dell’età media del matrimonio. In forte aumento anche la “mortalità” delle famiglie a causa del sempre più alto numero di separazioni e divorzi. l’Italia è ancora molto lontana dai tassi di altri Paesi europei e nord-americani, ma fa riflettere che a fronte di 280mila matrimoni celebrati nel

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2000, altri 110mila hanno sfociato, nello stesso anno, in una separazione o in un divorzio. Come già sottolineato, la diminuzione del numero medio dei componenti familiari è una dinamica presente in tutto il territorio nazionale, ci si ferma ad esaminare nel grafico sottostante la variazione del numero di famiglie negli anni nel territorio comunale.

4000 12000

3500 10000 3000 8000 2500

2000 6000

1500 4000 1000 2000 500

0 0 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007

Numero di famiglie Popolazione totale (altra scala di riferimento) Media Mobile su 2 per. (Numero di famiglie)

Figura 10-5 Andamento del numero di famiglie dal 1975 (fonte: SISTAR Regione Veneto)

Sempre in relazione all’andamento della popolazione nel grafico precedente si riportano i dati relativi al numero di famiglie e la media mobile che approssima l’andamento negli anni mancanti: come già accennato il numero di famiglie cresce vistosamente e con maggiore repentinità negli anni più recenti.

10.2 Istruzione e servizi scolastici Secondo i dati del quadro conoscitivo della Regione Veneto nel 2001 la popolazione residente nel comune di Saonara con età superiore ai 6 anni aveva questa suddivisione rispetto al grado di istruzione 2% con laurea, il 15% in possesso di un diploma di suola secondaria superiore, il 35% con licenza media, il 35% con licenza elementare mentre il rimanente 13% è rappresentato da alfabeti privi di titolo di studio e analfabeti.

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13% 2% 15%

35% 35%

Laurea Diploma di scuola secondaria superiore Licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale Licenza di scuola elementare Alfabeti privi di titoli di studio Totale

Figura 10-6 composizione della popolazione per grado di istruzione - Anno 2001 (fonte: Quadro Conoscitivo. Regione Veneto)

Il comune di Saonara ha di una ristretta offerta di servizi scolastici, ben distribuita per tutte le fasce di età. Si rilevano alcuni spostamenti verso il comune di Padova dovute alla ricerca di scuole secondarie di secondo grado con diversa specializzazione.

Tipologia Denominazione Località Micronido Il Cucciolo Villatora di Saonara Scuola Materna S Martino Saonara Scuola Materna Maria Ausiliatrice Villatora Scuola Materna Sacro Cuore Tombelle di Vigonovo (VE) Scuola Elementare Borgato Saonara Scuola Elementare Galilei Villatora Scuola Media Inferiore Marco Fanno Saonara Scuola Media Inferiore Agostino Rigato Villatora

I dati forniti dal ministero dell’Istruzione definiscono solo le scuole pubbliche ma l’offerta formativa beneficia di alcune strutture private che compensano l’offerta dei servizi scolastici dal territorio.

10.3 Salute e sanità L’unità locale sociosanitaria alla quale fa riferimento il comune di Saonara è quella dell’Azienda ULSS n. 16 di Padova che è articolata nei seguenti distretti:

N. 1 Padova Via E. Degli Scrovegni 12 - (Tel. 049-8214164/4044 Fax 049-8214116) Via Roma 18 (Tel. 049-8930864 Fax 049-629265) Saonara Via Vittorio Emanuele II° (Tel. 049-640853)

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 70 09P03_W01R02_stato ambientale.doc

N. 2 Padova Via J. D'Avanzo 35 (Tel. 049-8214955/4960 Fax 049-8214908) Via Gramsci 57 (Tel. e Fax 049-702146) Via Verdi 73 (Tel. 049-768900) Padova via Temanza 1 (Tel. 049-8216101) Padova via Dal Piaz 3 (Tel. 049-8723744 e 049/8714755)

N. 3 Padova Via Piovese 74 (Tel. 049-751165 fax 040-751169) Via Don Schiavon 2 (Tel. 049-712533 Fax 049-712994) Lion di Albignasego via S. Andrea 144 (Tel. 049-712115)

N. 4 Via Padova 63 (Tel. 049-8214087 e 049-624965 Fax 049- 8687020) Via Spinelli 1 (Tel. 049-8216189) Via Roma 1/a (Tel. 049-8016342)

N. 5 Via Martiri d'Ungheria 3 - Tel. 049-8611178/1196 Fax 049-8601627 via Largo Marconi 2 - Tel. 049-9930384

Figura 10-7 distretti presenti nell’ULSS di Padova (fonte: ULSS 16)

Oltre alla presenza di Saonara nel distretto n. 1, in Via Vittorio Emanuele II sono anche presenti: . uffici amministrativi dell’ULSS; . servizi ambulatoriali; . una struttura di pediatria di comunità.

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 71 09P03_W01R02_stato ambientale.doc

10.4 Sistema socio-economico e occupazionale I Sistemi Locali del Lavoro sono ricavati dall’ISTAT elaborando gli spostamenti giornalieri casa-lavoro per configurare una regionalizzazione geografica entro cui è al centro non solo l’attività lavorativa bensì il complesso di relazioni sociali, economiche e di tempo libero ad essa strettamente connesse che una comunità di persone esercita in un determinato luogo. L’analisi dei settori economici deve partire dal presupposto che le geografie territoriali socio-economiche, nel periodo concomitante i censimenti del 1991 e del 2001, sono notevolmente mutate. Per capire tale fenomeno è utile ricorrere ad una breve analisi dei sistemi locali del lavoro, ossia la “regionalizzazione socio-economica del territorio” (ISTAT 1997), del 1991 e del 2001.

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 72 09P03_W01R02_stato ambientale.doc

SLL Venezia

SLL Padova

SLL 1991

SLL Venezia

SLL Padova

SLL Este 2001

Figura 10-8 – Sistemi Locali del Lavoro 1991 e 2001 (ns elaborazione - fonte ISTAT)

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Saonara appartiene saldamente al Sistema Locale del Lavoro di Padova assieme ad altri 45 comuni della regione (dati al 2001) fra i quali sono compresi tutti i comuni ad esso confinanti. L’evoluzione del sistema locale ha visto un marginale cambiamento delle dinamiche dal 1991 al 2001: è sono passato dal SLL di Monselice a quello di Padova, Mentre è passato sotto Este. Non si rilevano dunque particolari dinamiche attive nel territorio di area vasta, si scende quindi nel dettaglio delle dinamiche relative al comune di Saonara. Le tendenze registrate tra i censimenti 1991 e 2001 relativamente al sistema economico ed occupazionale sono efficacemente sintetizzabili attraverso i grafici sottostanti, nei quali vengono confrontati gli addetti con le Unità Locali. Le tabelle confrontano dati a scala differente ma significativi per mettere a confronto valori altrimenti difficilmente confrontabili. Rispetto alla Unità Locali del Lavoro emerge come il settore più presente e con maggiore incremento del ’91 al ’01 sia quello dei servizi, seguito dall’industria i cui valori sono rimasti praticamente costanti nell’ultimo decennio. Dall’analisi degli addetti risulta invece come nei settori industria e servizi i valori siano molto simili venendo però da un’evoluzione diversa: gli addetti nel settore industria hanno subito un decremento mentre quelli del settore servizi un aumento, coerentemente a quanto riscontrato nel forte aumento delle ULL. Poco si riscontra del settore agricoltura visti i bassissimi valori che non rendono i dati significativamente confrontabili.

700 2000 1800 600 1600 500 1400

400 1200 1000 300 800

200 600 400 100 200 0 0 agricoltura industria Addetti servizi industria agricoltura Locali servizi Unità Addetti Locali Addetti Unità Locali Unità

anno 1991 anno 2001 anno 1991 anno 2001 Figura 10-9 variazioni tra Unità Locali del Lavoro e Addetti nell’ultimo decennio (ns elaborazione su dati ISTAT censimenti 1991 e 2001)

Incrociando i dati in maniera differente si ottengono ulteriori caratteristiche del sistema occupazionale ed economico del comune di Saonara. In particolare dal confronto incrociato dei dati di Addetti ed ULL per settore si nota come l’agricoltura, pur nei termini modesti in qui è inquadrata, abbia subito un incremento significativo in entrambi i campi. Come già evidenziato l’andamento Addetti e ULL per il settore servizi risulta in aumento mentre per il settore industria risulta un significativo decremento rispetto agli addetti. È ipotizzabile che una quota dei lavoratori “usciti” dall’industria possa essere stata riassorbita dai servizi, che hanno certamente attirato occupazione sia dal territorio comunale che dall’esterno. Va considerato che alcune UL non hanno la propria sede principale nel luogo in oggetto ossia non sono “sedi” dal punto di vista giuridico.

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 74 09P03_W01R02_stato ambientale.doc

SETTORE AGRICOLTURA SETTORE INDUSTRIA SETTORE SERVIZI

14 25 300 2000 700 1800 1800 1600 12 600 250 20 1600 1400 10 1400 500 200 1200 15 1200 8 400 1000 150 1000

addetti addetti 800 addetti 6 addetti 300 10

unità locali 800 unità locali unità unità locali 100 600 4 600 200 5 400 400 50 2 100 200 200

0 0 0 0 0 0 1991 2001 1991 2001 1991 2001

addetti unità locali addetti unità locali addetti unità locali Figura 10-10 confronto tra Unità Locali del Lavoro e Addetti per settore (ns elaborazione su dati ISTAT censimenti 1991 e 2001)

Tra le specifiche attività riguardanti il territorio, il comune di Saonara è legato al vivaismo da ormai quasi due secoli da quando, cioè, l'agronomo padovano Angelo Sgaravatti (originario di Maserà) decise di avviare una propria attività. Di generazione in generazione gli Sgaravatti seguirono personalmente l'azienda, istruendosi nelle principali e più moderne tecniche italiane ed estere; l'azienda prosperò e si sviluppò, uscendo dai confini regionali e statali. Questo sviluppo portò lavoro a Saonara generando interesse e competenza che in breve portò un’espansione del settore, così Saonara divenne un importante centro florovivaistico e tale rimase anche dopo il declino della stessa industria Sgaravatti. Oggi nel territorio comunale esistono tre cooperative di Florovivaisti, significativamente note in Italia e all'Estero. Altre voci di una certa importanza nell'economia locale sono l'industria calzaturiera e l'industria meccanica, in particolar modo quella legata alla produzione di macchine agricole. Riguardo al settore agrituristico/gastronomico, si rileva un’attività locale legata al consumo di carne di cavallo da cui si è sviluppata una fiorente commercializzazione del prodotto, ormai ampiamente apprezzato e richiesto.

10.5 Allevamenti e agricoltura Il numero di allevamenti è genericamente in calo in tutta la provincia di Padova: all’inizio degli anni ’80 la percentuale delle aziende con allevamenti era mediamente attorno al 60%, il dato di fine millennio è attorno al 30% potendo far intuire una ulteriore discesa in questo primo decennio. Il comune di Saonara ha subito un calo costante dagli anni ’80, quasi dimezzando il numero di aziende agricole con allevamenti a fine millennio, in linea proporzionale con il calo di aziende agricole generale.

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600

500

400

300

200

100

0 aziende di Num. con Aziende allevamenti

1982 1990 2000

Figura 10-11 Numero delle aziende ed aziende con allevamenti per il comune di Saonara (ns. elaborazione da Quadro Conoscitivo della Regione Veneto e SISTAR)

Andando invece ad esaminare la superficie agricola totale e la superficie agricola utilizzata si rilevano alcune difformità, di seguito analizzate tenendo sempre come riferimento il numero di aziende agricole totale negli anni.

Saonara 1982 1990 2000 Num. di aziende agricole 517 462 395 Superficie agricola totale (Ha) 1158,33 1251,33 1199,5 SAU totale (Ha) 1001,8 1109,99 1049,55

1400

1200

1000

800

600

400

200

0 SAU totale Superficie agricola totale

1982 1990 2000

Figura 10-12 Superficie agricola totale e Utilizzata (ns. elaborazione da Censimento Agricoltura - Unità di Progetto Statistica della Regione Veneto)

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Negli anni ‘90 la superficie totale e contestualmente quella utilizzata, aumentano, contrariamente a quanto succede nelle normali dinamiche territoriali: questo può essere dovuto ad una conversione dell’uso del suolo in agricolo ad esempio dopo il recupero aree dismesse in cui si prevede un diverso utilizzo. Nel valutare la tendenza del comune all’agricoltura è necessario tenere presente che i dati riportati si riferiscono alle indagini ISTAT per cui l’attribuzione della superficie agricola tiene conto della residenza del proprietario dei terreni non sempre collocati all’interno dello stesso comune.

10.6 Sistemi territoriali Nell’analisi del territorio del comune di Saonara si possono evidenziare i sistemi territoriali maggiormente presenti e che si intersecano nel territorio apportando ciascuno le proprie specifiche dinamiche: . il sistema residenziale: sviluppato nel centro di Saonara e nel nucleo abitato di Villatora che negli ultimi decenni ha visto un forte sviluppo a ridosso del confine comunale di Padova; altri insediamenti residenziali sono sparsi nel territorio in concomitanza con le vaste aree agricole del comune; . il sistema produttivo: concentrato nella parte ovest del comune a ridosso della ben più estesa area produttiva di Padova, con cui compone la Zona Industriale e Porto Fluviale di Padova, la più vasta area industriale del Nordest, senza soluzione di continuità e a gestione unitaria (10,5 milioni di mq) che costituisce una delle più importanti concentrazioni produttive a livello nazionale con oltre 1.200 aziende insediate che occupano 20.000 addetti, con la presenza di importanti strutture di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie; . il sistema infrastrutturale: segnato principalmente dalla SP 40 che seca il territorio trasversalmente e che unisce Padova con il comune di Piove di Sacco (strada dei vivai), i reticolo infrastrutturale minore si densifica verso i centri abitati di Saonara e Villatora nonché verso l’area produttiva ad ovest; . il sistema ambientale: come già descritto (capitolo 2.3 Acque) l’Idrovia Padova Venezia è stata progettata all'inizio degli anni 60 e solo parzialmente realizzata, incidendo significativamente nel territorio saonaranse sia come opera idroviaria che come parziale area di connessione ecologica; gran parte del territorio comunale è agricolo con presenza di alcune aree boscate ed altre dedicate al florovivaismo.

Si riportano di seguito alcuni estratti che permettono di cogliere lo stato del territorio e la presenza dei sistemi sopra descritti.

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Figura 10-13 inquadramento del comune di Saonara tramite GIS ed ortofoto (fonte: ns. elaborazione da shp QC regionale ed immagine della rete tramite GoogleEarth)

10.7 Quotazioni immobiliari Senza entrare nel dettaglio della trattazione delle quotazioni immobiliari comunali per tipologia e stato dell’abitazione, è interessante collocare il comune di Saonara nel contesto metropolitano dei comuni di cintura di Padova. Infatti andando a rilevare i valori immobiliari dei comuni di cintura emerge come quelli di Saonara si collochino coerentemente ad altri di cintura, superati in particolare da Abano Terme e Noventa Padovana. L’urbanizzato di Abano mantiene valori alti nonostante non si collochi a ridosso del comune capoluogo poiché l’attività termale ed alberghiera è riuscita ad essere negli anni una funzione conglobante e caratterizzante delle dinamiche socio- economiche del comune, sia per la connessione offerta dall’area collinare rappresentata non secondariamente dal Parco Colli Euganei; Noventa Padovana, per la sua tipica conformazione, si inserisce quasi totalmente a ridosso del comune di Padova e si connette con l’area della ZIP nord zona sempre più attrattrice del settore direzionale e commerciale e delle maggiori dinamiche economico produttive ad esse legate.

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Figura 10-14 confronto tra i valori immobiliari dei comuni di cintura di Padova (fonte: ns. elaborazione dei dati forniti dall’Agenzia del Territorio)

I restanti comuni di cintura, tra cui anche il comune di Saonara, si collocano tra loro a breve distanza e non fanno rilevare particolari dinamiche caratterizzanti da indurre ulteriori approfondimenti.

10.8 La mobilità Come già brevemente illustrato la rete infrastrutturale del territorio comunale non è molto complessa ed il piano provinciale della viabilità della provincia di Padova non prevede particolari trasformazioni all’interno del territorio comunale. Tuttavia l’ampliamento della terza corsia della tangenziale est di Padova ed il completamento della SP40 “dei Vivai” verso Piove di Sacco tendono a portare maggiori flussi di traffico all’interno del territorio comunale eliminandone alcune puntuali criticità come illustrato negli schemi seguenti.

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Piano Provinciale della Viabilità – Assegnazione dei flussi di traffico sulla rete stradale: criticità (estratti)

situazione attuale previsione al 2015

La situazione riguardante i flussi di traffico per il comune di Saonara appare subire alcune modifiche nello scenario rappresentativo dell’anno 2015: si rileva un aumento di traffico nella SP 40 che assorbe anche una parte del traffico di attraversamento per il centro urbano di Saonara (via Roma).

Si prende quindi brevemente in considerazione la SP40 andando ad evidenziare come i flussi in direzione Padova siano nettamente maggiori che in direzione Saonara, in particolare nelle ore di punta. Per la SP40 il flusso medio orario in direzione Saonara è pari a 646 veic/h, ed in direzione Padova risulta di 1.318 veic/h e l’incidenza del traffico pesante è molto più importante nel confronto con Via Vigonovese e rispettivamente pari al 13.8% e al 10.7%.

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Figura 10-15 SP 40 dei Vivai. Confronto tra i flussi totali nelle due direzioni per il periodo di osservazione (fonte: piano provinciale della viabilità della provincia di Padova)

Oltre alla rete del traffico ed i suoi flussi è opportuno investigare le direzioni principali dei flussi che la rete si trova a sopportare: per questo si considerano gli spostamenti giornalieri di traffico complessivi senza tener conto della ripartizione modale del trasporto, ossia per tipologia del mezzo di trasporto. Si è tenuto conto invece della motivazione del singolo spostamento (per motivi di lavoro o studio) in quanto importanti possono risultare in futuro le politiche di riorganizzazione del Trasporto Pubblico Locale (TPL) per chi si muove quasi con tale modalità, essenzialmente per motivi di studio. Nella presente analisi non si sono tenuti in conto gli spostamenti giornalieri inferiori a 20 unità.

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Analisi degli spostamenti ATTRATTI Casa - Studio Regione Veneto - Anno 2001

Gli spostamenti attratti dal comune di Saonara per motivi di studio sono sotto i 20, limite minimo perché vi sia rilevamento significativo. Questo conferma la dotazione di servizi scolastici per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria che non genera attrattività da altri comuni poiché di norma sono settori riguardanti domande di servizi scolastici che a livello comunale vengono soddisfatte.

Fonte: La mobilità sistematica per lavoro e studio dal Censimento della popolazione e delle abitazioni - anno 2001

Analisi degli spostamenti ORIGINATI Casa - Studio Regione Veneto - Anno 2001

Gli spostamenti originati da Saonara per motivi di studio sono quasi totalmente diretti verso il comune di Padova e minimamente verso Venezia e Sant’Angelo di Piove di Sacco. L’offerta, in particolare di Padova e Venezia, alla quale è da attribuirsi lo spostamento riguarda la scuola superiore e l’università.

Fonte: La mobilità sistematica per lavoro e studio dal Censimento della popolazione e delle abitazioni - anno 2001

Per quanto riguarda gli spostamenti casa-lavoro, essi appaiono maggiormente diversificati e più complessi sia per attrattività che per origine.

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Analisi degli spostamenti ATTRATTI Casa - Lavoro Regione Veneto - Anno 2001

Saonara attrae lavoratori da 17 comuni, in particolare dalla stessa Padova, dai comuni di prima e minimamente seconda cintura. Questa particolare attrattività è da attribuirsi in specifico modo alla presenza della zona produttiva appartenente alla ZIP di Padova e ad altre medio piccole azienda diversamente presenti nel territorio.

Fonte: La mobilità sistematica per lavoro e studio dal Censimento della popolazione e delle abitazioni - anno 2001

Analisi degli spostamenti ORIGINATI Casa - Lavoro Regione Veneto - Anno 2001

Gli spostamenti originati per motivi di lavoro sono principalmente indirizzati verso Padova ma hanno destinazioni che vanno in molti comuni delle province di Padova e Venezia. Mentre gli spostamenti attratti riguardano comuni più prossimi a Saonara, quelli originati prendono un territorio più ampio ed aumentano in maniera rilevante quelli in destinazione Padova.

Fonte: La mobilità sistematica per lavoro e studio dal Censimento della popolazione e delle abitazioni - anno 2001

E’ interessante notare come, in particolare per gli spostamenti per motivi di lavoro, Saonara e Padova siano in forte connessione, nonostante rimangano nettamente più evidenti gli spostamenti verso il comune capoluogo. Si evidenzia inoltre come, se per motivi di studio i centri attrattori sono quasi esclusivamente i poli di Padova e Venezia, per motivi di lavoro l’interconnessione è molto più diradata e diffusa andando, seppure con quantità limitate, ad interpellare numerosi comuni delle due province.

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Andando a conteggiare il totale dei dati fin qui esaminati si ottiene la posizione del comune di Saonara riguardo alla mobilità sistematica in entrata ed uscita (che contiene anche gli spostamenti interni al comune).

Tot. spostamenti ATTRATTI (entrata) ORIGINATI (uscita)

Spostamenti casa-studio 864 1.506

Spostamenti casa-lavoro 2.720 3.486

E’ interessante notare che, per la totalità degli spostamenti sistematici attratti ed originati:

. gli spostamenti casa-studio sono nettamente inferiori a quelli casa-lavoro sia in entrata che in uscita;

. gli spostamenti originati sono sia per motivi di studio che per motivi di lavoro maggiori di quelli attratti.

10.9 Rifiuti Pur essendo in previsione il Bacino Unico per la gestione dei Rifiuti della provincia di Padova, si fa riferimento all’organizzazione di fatto esistente per cui il comune di Saonara rientra all’interno del Bacino Padova 2. I dati riportati di seguito illustrano i miglioramenti negli anni: mettono in evidenza i progressi effettuati, in particolare con l’avvento del nuovo sistema e il relativo incremento delle percentuali di differenziazione che nel 2002 raggiungevano a malapena il 16%, fino a valori sempre compresi tra il 70% e l’80%.

Figura 10-16 Andamento della raccolta differenziata nel comune di Saonara (fonte dati: Comune di Saonara)

In particolare l'avvio della raccolta differenziata del 23.06.2003 ha permesso un salto di qualità notevole, incrementando, in solo metà anno, la percentuale di raccolta differenziata fino al 43,4%, partendo 16,4% dell'anno prima. Un nuovo sistema potra a

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 84 09P03_W01R02_stato ambientale.doc porta che ha richiesto un grosso impegno ai cittadini, ma che non ha mancato di dare subito ottimi risultati, a beneficio di tutti i cittadini e dell'ambiente. E’ anche presente in via Piave tra Villatora e Tombelle un Ecocentro, uno spazio attrezzato dove il cittadino può portare vari materiali, tra cui soprattutto quelli che non possono essere conferiti tramite il normale sistema di raccolta. In previsione esso verrà presto dotato di un moderno sistema per la verifica degli accessi e dei conferimenti, attraverso l’utilizzo di una tessera personale dotata di banda magnetica, che non appena pronta verrà recapitata a tutte le famiglie. La decisione è legata alla necessità di ottimizzare l’utilizzo dell’impianto, di prevenire abusi e illeciti di garantire il miglior servizio possibile a tutti i cittadini e la massima efficienza dell’ecocentro, in considerazione anche delle reali capacità ricettive della struttura. I vantaggi derivanti dalla nuova gestione sono: . l’accesso viene consentito solo ai residenti . gestione informatica delle tipologie di rifiuto e dei quantitativi conferiti . minori costi di gestione Gestire meglio significa anche spendere meno, con conseguenti vantaggi anche della cittadinanza.

10.10 Energia Il problema energetico è una delle priorità dei paesi dell’Unione Europea: è necessario ridurre il consumo di energia, di cui ne viene constatato l’aumento ogni anno, e migliorare la performance energetica degli edifici significa contribuire alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e ai relativi costi energetici in linea con gli impegni assunti dal protocollo di Kyoto. Dagli studi effettuati dalla Commissione Europea, il settore dei trasporti e quello dell’industria assorbono grandi quote di energia, ma gli edifici sono ancora più energivori, assorbono il 40% circa dei consumi energetici europei, tenendo in considerazione l’illuminazione, il riscaldamento, gli impianti di condizionamento d’aria e l’acqua calda nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro e nelle strutture ricreative. Inoltre gli edifici richiedono consumi crescenti di pari passo con il miglioramento del tenore di vita, che si traduce nel maggior uso degli impianti di condizionamento d’aria e di riscaldamento. Secondo il rapporto dell’ARPAV “A proposito di… Energia” la Regione Veneto è caratterizzata da una produzione di energia elettrica che per la maggior parte proviene da centrali termoelettriche ed in parte idroelettriche. In Regione vengono prodotti (nell’anno 2005) i due terzi dell’energia richiesta (20.600 GWh rispetto ai circa 30.400 GWh). Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dall’atmosfera (PRTRA), nella parte dedicata alle politiche energetiche, sottolinea l’esigenza di: . ridurre le emissioni di macro e microinquinanti; . migliorare l’efficienza negli usi delle fonti energetiche e dell’energia prodotta; . privilegiare teleriscaldamento e cogenerazione; . sviluppare le rinnovabili, il recupero energetico, l’impiego dei rifiuti Nell’autorizzazione delle nuove centrali di potenza superiore ai 50 MW termici, secondo il documento adottato dalla Giunta, è necessario seguire i criteri dell’Accordo Stato-Regioni del 5 settembre 2002; Il PRTRA realizza, anche, delle zonizzazioni del territorio individuate sulla base del grado di inquinamento rilevato (comuni di fascia A, comuni di fascia E e Comuni di fascia

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C), all’interno delle quali prevede l’applicazione di’ “misure di carattere generale, azioni integrate e azioni dirette” volte a mitigare o risolvere il problema, risanare e mantenere. Infine dispone che con frequenza annuale, i gestori degli impianti di cogenerazione, teleriscaldamento e riutilizzo di fonti energetiche rinnovabili, compresi i rifiuti, di potenza termica superiore a 0,5 MW, inviino alla Regione Veneto, una relazione riassuntiva sulla produzione annuale di energia. Gli articoli 42, 43 e 44 della Legge Regionale 11/2001 recepiscono le indicazioni del D. Lgs. 112/98 individuando le funzioni amministrative in materia di energia che richiedono l’unitario esercizio a livello regionale, conferendo e disciplinando le rimanenti alle Province, ai Comuni, alle Comunità montane, alle Autonomie funzionali.

In sintesi alla Regione spettano: . promozione e incentivazione del contenimento dei consumi energetici energetico nei settori industriale, artigianale e terziario, del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili di energia e della produzione di fonti rinnovabili nel settore agricolo; . incentivazione dei progetti dimostrativi e della riattivazione o potenziamento di nuovi impianti idroelettrici; . fino all’approvazione del Piano energetico regionale, l’autorizzazione all’istallazione e all’esercizio degli impianti di produzione di energia di potenza inferiore ai 300 MW. Alle Province spettano: . funzioni relative alla concessione ed erogazione dei contributi in conto capitale a sostegno dell’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia nell’edilizia, di cui all’articolo 8 della legge n. 10/1991; . funzioni relative alla redazione e adozione dei programmi di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico; . l’autorizzazione all’installazione ed esercizio degli impianti di produzione di energia, inferiori a 300 MW, salvo quelli che producono energia da rifiuti ai sensi del D. Lgs. 22/97. Ai Comuni spettano: . funzioni e i compiti in materia di certificazione energetica degli edifici di cui all’articolo 30 della legge 9 gennaio 1991 n. 10; . (per i Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti) il controllo sul rendimento energetico degli impianti termici.

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11. PIANIFICAZIONE E VINCOLI Nel seguente capitolo viene riportato un breve excursus sulla pianificazione sovraordinata e locale vigente nel territorio comunale di Saonara ed inoltre viene riportata la ricognizione dei vincoli fatta dalla tavola 1 del PAT.

11.1.1 Pianificazione sovraordinata Si prendono in considerazione i principali tratti derivanti dalla pianificazione sovraordinata che consentano la comprensione delle dinamiche intercorrenti tra gli scenari futuri previsti dai vari piani, a volte in pieno o parziale recepimento, a volte in integrazione, a volte presentando situazioni di incoerenza.

Il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) si pone come quadro di riferimento generale e non intende rappresentare un ulteriore livello di normativa gerarchica e vincolante, quanto invece costituire uno strumento articolato per direttive, su cui impostare in modo coordinato la pianificazione territoriale dei prossimi anni, in raccordo con la pluralità delle azioni locali. In termini di politiche, si tratta di limitare il ricorso a strumenti regolativi con finalità prevalentemente vincolistiche, elaborando invece politiche attive. Accanto alla salvaguardia dei paesaggi compromessi, è necessario costruire o rigenerare i paesaggi della quotidianità (la casa, la fabbrica, le infrastrutture, il centro commerciale), quelli dell’abbandono (la montagna marginale, gli spazi rurali, i centri storici) e del degrado (le aree produttive dismesse), con particolare attenzione alla loro funzionalità e alla qualità estetico-architettonica. Riguardo al consumo e degrado delle risorse fisiche, il Piano mette in evidenza come le dinamiche di sviluppo della società veneta in questi ultimi anni abbiano raggiunto, nel loro rapporto con la risorsa territoriale, soglie quantitative veramente elevate tali da non rendere più desiderabile una prosecuzione di tali trend e da imporre di ripensare il futuro dell’assetto insediativo. Per quanto riguarda la crescita sociale e culturale, il PTRC delinea possibili scenari per disegnare il Terzo Veneto. Si individuano gli interventi strutturali della nuova organizzazione spaziale regionale e le misure volte a potenziare i percorsi ciclopedonali. Diffuso su tutto il territorio è l’effetto del Progetto Architettura del Novecento nel Veneto per cui è vietata la demolizione e l’alterazione significativa dei valori architettonici, costruttivi e tipologici. Per quel che riguarda la città e l’uso del suolo, si nota come le politiche pubbliche coordinate possiedono un grande effetto moltiplicatore e il PTRC si propone come cornice per l’elaborazione di interventi di ricapitalizzazione delle città, riqualificazione ed ampliamento della loro offerta, rinnovamento della loro organizzazione ed attrazione di risorse. L’opportunità densa di possibili aperture nei confronti dell’efficacia dei piani è stata rappresentata dal tentativo sistematico in tutto il PTRC di “mettere in rete” vocazioni e risorse naturalistico-ambientali, culturali, produttive, infrastrutturali, turistiche, nella consapevolezza, maturata nel percorso, che solo il superamento dei confini, e un sistema di concertazione delle scelte, consentono di realizzare azioni di governo del territorio sempre più efficaci rispetto al soddisfacimento delle esigenze della collettività.

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Per quanto riguarda lo sviluppo economico, il PTRC tende ad aumentarne la portata e la competitività. Gli interventi proposti includono la valorizzazione dei parchi polifunzionali e commerciali di rango regionale e l’invenzione di nuovi nodi di servizio in grado di affiancare le imprese nelle loro attività produttive. Si vuole poi valorizzare e tutelare i diversi turismi, ridefinendo il legame tra ospitalità ed armatura culturale e ambientale del territorio. In particolare il PTRC mette in evidenza che le politiche per lo sviluppo del turismo devono fare perno si valori della cultura, dell’ambiente, delle professionalità e dell’imprenditorialità. Nelle strategie dell’offerta, la scelta politica deve esser quella di puntare sul richiamo delle risorse artistiche, storiche, naturali e agricole del Veneto, promuovendo una lettura del territorio che veda protagonisti i “beni patrimoniali turistici” vale a dire i beni culturali e ambientali in un rapporto di connessione. L’energia, le risorse e l’ambiente sono direttrici del PTRC che mirano a razionalizzare e migliorarne l’uso, anche per contrastare il cambiamento climatico. Gli interventi proposti comprendono l’uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia, il risparmio e la conservazione dell’acqua, la riduzione degli inquinamenti di suolo, aria e acqua ed il riordino dei principali corridoi energetici. Con riferimento alla mobilità, il PTRC sottolinea come sia necessario governare il rapporto tra le infrastrutture e il sistema insediativo, cogliendo l’opportunità di razionalizzare il territorio urbanizzato sulla base della presenza dei corridoi plurimodali, del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) e dell’asse viario della Pedemontana. Riguardo al consumo e degrado delle risorse fisiche, il Piano mette in evidenza come le dinamiche di sviluppo della società veneta in questi ultimi anni abbiano raggiunto, nel loro rapporto con la risorsa territoriale, soglie quantitative veramente elevate tali da non rendere più desiderabile una prosecuzione di tali trend e da imporre di ripensare il futuro dell’assetto insediativo. E’ forte la consapevolezza degli effetti di una crescita in larga parte non governata, non solo nei termini di un elevato consumo di spazio, ma anche di disordine degli insediamenti e di congestione delle reti, sia all’interno, che all’esterno delle aree urbane. Ai fattori interni si è sommata, peraltro, la ulteriore pressione dovuta alla notevolissima attrattività della regione sia in relazione alla forza lavoro (soprattutto straniera), che ai vari segmenti generatori dei flussi turistici nazionali ed internazionali. Si riportano di seguito alcuni estratti delle tavole di piano più rappresentative per il territorio in esame.

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PTRC Tav. 8 Città, motore del futuro

Padova è il centro di sistemi su cui gravitano i poli urbani dell’area metropolitana tra cui anche Saonara e compresi nell’area identificata come “arco verde metropolitano”. A livello di rete infrastrutturale è evidenziato il Corridoio V e le previste stazioni dell’SFMR.

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PTRC Tav. 9 Sistema del territorio rurale e della rete ecologica

Si individuano alcune aree come corridoi ecologici in particolare nei pressi del tratto di idrovia realizzato e aree di agricoltura periurbano e ad elevata utilizzazione agricola. Rilevati inoltre i centri storici minori e le ville venete sparse nel territorio

Le Norme Tecniche propongono finalità riguardanti specificatamente la pianificazione territoriale ed urbanistica e demanda il miglioramento della funzionalità ecologica degli habitat e delle specie nei corridoi ecologici alle province (si vedano Articolo 8 - Aree di agricoltura periurbano e Articolo 25 - Corridoi ecologici).

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) è stato redatto in un contesto di radicale cambiamento culturale ed istituzionale della pianificazione territoriale ed urbanistica e la sua redazione è antecedente a quella del PTRC già esaminato. Con l’entrata in vigore della legge regionale 11 del 23 aprile 2004 viene riconosciuto, nel nuovo sistema della pianificazione regionale, il ruolo centrale di coordinamento della Provincia, che diviene l’interlocutore privilegiato dei Comuni secondo principi di autonomia, sussidiarietà, adeguatezza, ed efficacia dell’azione amministrativa nel governo del territorio. Nel luglio del 2009 il P.T.C.P. aveva avuto il benestare da parte del Comitato incaricato di esprimere la VTR (Valutazione Tecnica Regionale) e nel dicembre 2009 il piano è stato approvato. In linea generale il PTCP stabilisce che nelle pianificazioni urbanistiche locali i Comuni debbano, all’interno dei loro sistemi insediativi appartenenti: . riqualificare e completare il tessuto morfologico esistente, nel rispetto di tutte le aree incompatibili vincolate per la presenza di: parchi e riserve regionali,

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vincoli archeologici, storico-monumentali, idrogeologici o paesaggistici normate dalle leggi statali e/o regionali; La localizzazione delle zone territoriali omogenee diverse da quelle agricole, fatta salva l’entità della superficie agricola trasformabile, (calcolo SAU) dovranno perseguire: . prioritariamente il recupero del patrimonio esistente e la saturazione delle zone di completamento; . prevedere nuove zone di espansione in aree contigue al tessuto insediativo esistente supportate da infrastrutture esistenti o programmate; . prevedere dei piani municipali dei servizi per garantire la dotazione e gestione dei servizi. I poli produttivi di interesse provinciale da confermare, sono aree oramai consolidate che potranno svilupparsi nel rispetto dei condizionamenti di natura ambientale o di infrastrutturazione, con particolare riguardo alla riconversione e riqualificazione dell’esistente. Si riporta di seguito un estratto della Tavola della trasformabilità del PTCP che evidenzia i cambiamenti per il territorio in esame.

PTCP Tav. 4 Sistema insediativo-infrastrutturale (estratto)

Il sistema insediativo evidenzia la presenza di ville venete ed un contesto figurativo di ville o di edifici di pregio architettonico (corrispondenza su Villa Cittadella Vigodarzere, Valmarana); nei pressi della ZIP viene riportato il polo produttivo da confermare e vengono rilevati alcuni insediamenti artigianali/industriali. Vi è poi la presenza di ambiti/sistemi nei quali favorire l’agglomerazione urbana su poli consolidati potenziando la rete dei servizi alla popolazione di rango superiore come operato per buona parte delle aree dei comuni della cintura padovana.

Inoltre Relazione Generale e Norme Tecniche riportano qualche sottolineatura specifica per il territorio del comune di Saonara. In particolare si sottolinea come sia necessaria la promozione dei sottosistemi locali, con riferimento ad un “apposito centro di documentazione a Saonara del Vivaismo storico e della progettazione del Paesaggio verde”.

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Riguardo invece ai luoghi per l’integrazione funzionale delle attività produttive dello stesso comparto viene rilevato il comparto produttivo relativo al settore Calzaturiero nei comuni di Vigonza, Noventa Padovana e Saonara.

Il Piano di Assetto del Territorio Intercomunale di Padova (PATI) riguarda ambiti sovracomunali, ritenuti omogenei per caratteristiche insediativo-strutturali, geomorfologiche, storico-culturali, ambientali e paesaggistiche, ed ha come finalità il predisposizione di una disciplina urbanistica ed edilizia unitaria per ambiti intercomunali, la definizione di meccanismi di “perequazione territoriale” attraverso l’equa ripartizione dei vantaggi e degli oneri tra i Comuni interessati. Pur non essendo Area Metropolitana ai sensi della normativa di riferimento, i comuni che hanno scelto di partecipare all'accordo sono i comuni di Padova, Abano Terme, Albignasego, Cadoneghe, , Legnaro, Limena, Maserà di Padova, Noventa Padovana, Ponte San Nicolò, Rubano, Saonara, Selvazzano Dentro, Vigodarzere, Vigonza, e della Provincia di Padova (successivamente hanno aderito i Comuni di Legnaro, Albignasego e ) e interessa complessivamente 420 mila abitanti (circa 210 mila dei quali della città capoluogo) disciplinando i territori della Comunità Metropolitana relativamente a sei temi: . il sistema ambientale; . la difesa del suolo; . i servizi a scala sovracomunale; . il sistema relazionale, infrastrutturale e della mobilità; . i poli produttivi; . le fonti di energia rinnovabili.

A sua volta il PATI si inquadra nella pianificazione sovraordinata di PTRC e PTCP: uso del suolo: il PATI condivide l’obiettivo di una estesa opera di riordino territoriale, volta a limitare l’artificializzazione e l’impermeabilizzazione dei suoli, favorendo la riqualificazione e riconversione delle aree dismesse e il superamento dell’approccio contingente di gestione dell’emergenza che spesso contraddistingue la difesa e la salvaguardia idraulica, ponendo innanzi tuffo a base delle decisioni, la lettura integrata delle diverse componenti del ciclo idrologico e della dinamica delle piene dei corsi d’acqua, sia in ambito urbano (rete di fognatura bianca, caditoie, impermeabilità del territorio) che in ambito rurale (scoli, fossati, canali, tipi di colture); biodiversità: coerentemente con le linee guida del PTRC e del PTCP, il PATI provvede a tutelare e accrescere la diversità biologica attraverso l’individuazione e la definizione di sistemi ecorelazionali (corridoi ecologici) estesi all’intero territorio della Comunità Metropolitana di Padova; energia, risorse e ambiente: il PATI incentiva, anche con premialità, l’uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia ed il contenimento dei consumi energetici. Sono promossi il risparmio e l’efficienza energetica negli insediamenti, il risparmio e la conservazione della risorsa acqua e per la riduzione degli inquinamenti (nitrati, CO2, ecc.), l’utilizzo di materiali bioecologici, la realizzazione di coperture e terrazzi verdi, l’utilizzo del solare termico e dei pannelli fotovoltaici, ecc.; sistema relazionale di interesse sovracomunale: il PATI si pone l’obiettivo di catturare gli effetti positivi conseguenza del “flusso” di persone e mezzi che l’assetto

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 92 09P03_W01R02_stato ambientale.doc infrastrutturale programmato per l’area — Corridoio 5 — alta velocità ferroviaria, grande raccordo anulare di Padova, ecc., determinerà allo scopo di favorire: . il raccordo e la promozione dei diversi ambiti territoriali; . il riequilibrio e l’integrazione fra i nodi di trasporto; . la riduzione della lunghezza media e dei tempi degli spostamenti giornalieri delle persone; . la continuità di percorsi ciclo-pedonali; sistema produttivo commerciale - direzionale: il PATI coerentemente con gli indirizzi del PTRC e del PTCP valorizza il ruolo dei grandi poli produttivo-commerciali già individuati dal PTCP, escludendo la previsione di nuove zone produttive, limitando ad un massimo del 5% delle attuali previsioni, l’ampliamento di quelle esistenti finalizzato prioritariamente all’ampliamento delle attività esistenti ed a favorire una nuova industria che punti a promuovere nuove soluzioni basate sulla sostenibilità, sulla ricerca e sull’utilizzo delle tecnologie più innovative; servizi a scala sovracomunale: il PATI conferma e fa proprio l’obiettivo primario del PTCP in tema di servizi: elevare la qualità della vita migliorando l’accessibilità ai servizi su scala territoriale, in stretta connessione con il sistema infrastrutturale.

Nello specifico si riporta l’estratto della Tav. 4 del Piano per il territorio comunale di Saonara.

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PATI Tav. 4 Carta delle trasformabilità

Il PATI tocca principalmente quattro sistemi all’interno del comune di Saonara: l’area produttiva in espansione con i limiti fisici alla nuova edificazione, il sistema infrastrutturale con il corridoio plurimodale lungo l’asse idroviario, il sistema ambientale con i percorsi storico-ambientali di interesse sovracomunale (che risultano di progetto) e gli ambiti di connessione naturalistica di 2 grado, il sistema residenziale che mette in risalto i contesti figurativi e gli immobili di valore testimoniale e monumentale.

Il Piano Regolatore Generale di Saonara è stato approvato il 17.11.1972 ed è stato oggetto di successive varianti fino all’attuale variante generale al PRG del 2006. Di seguito si riporta un estratto delle due tavole del piano regolatore generale vigente.

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Figura 11-1 composizione delle tavole al 5000 del PRG del comune di Saonara (fonte: PRG comunale)

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11.2 Vincoli Il territorio del comune di Saonara è gravato da vincoli derivanti da normativa nazionale e da pianificazione a livello superiore quali PTRC, PATI e PAI. Allo scopo di definire una visione unitaria del territorio dal punto di vista vincolistico sono stati definiti i vincoli di carattere culturale, paesaggistico, geologico e sono stati definiti quali sono i generatori di vincoli con le relative fasce di rispetto. Di seguito si riporta l’estratto della tavola dei vincoli del PAT.

Figura 11-2 Tavola 01. Vincoli e Pianificazione Territoriale (fonte:PAT del comune di Saonara)

La tavola identifica i seguenti vincoli: - vincolo monumentale secondo l’art. 10 del D.Lgs. 42/2004 ossia le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico particolarmente importante di proprietà pubblica o privata;

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- vincolo sismico secondo O.P.C.M. n. 3274/2003 che definisce che il comune di Saonara rientra in zona sismica 4 ossia livello di pericolosità molto bassa; - vincolo a destinazione forestale secondo la LR 52/78 corrispondente a una macchia boscata costituita da Saliceti e altre formazioni riparie; - vincoli paesaggistici sono identificate: o Fasce costiere marine e lacuali per una profondità di 300 m dalla battigia secondo il D.Lgs. 42/2004 corrispondente al lago della villa Valmarana - pianificazione di livello superiore nel territorio è presente un ambito a pericolosità idraulica e idrogeologica identificata dal PAI corrispondente all’area a pericolosità P1: moderata; - Beni culturali: o Ville Venete sono state riportate le ville venete vincolate e non riportate nel catalogo on-line dell’Istituto Regionale Ville Venete; - Elementi generatori di vincolo e fasce di rispetto: sono stati individuati i corsi d’acqua, gli elettrodotti.

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12. CRITICITÀ AMBIENTALI Si riportano di seguito le criticità ambientali e le peculiarità specifiche emerse per le componenti ambientali indagate precedentemente. Lo stato dell’ambiente si articola in singole matrici che si rifanno alle matrici del Quadro Conoscitivo regionale e che esaminano il territorio tramite componenti ambientali. Di seguito si riporta una tabella riassuntiva delle criticità.

MATRICE ARIA

Biossido di zolfo (SO2):Nessun superamento dei parametri a breve termine e concentrazione media inferiore ai limiti previsti dalla normativa. Monossido di carbonio (CO): Nessun superamento dei parametri a breve termine e concentrazione media inferiore ai limiti previsti dalla normativa

Ozono (O3): Il monitoraggio durante il periodo invernale non è significativo per una appropriata valutazione dello stato di qualità dell’aria; sono necessarie ulteriori indagini e/o stime per una valutazione più precisa

Biossido di azoto (NO2): Due superamenti del valore limite orario; concentrazione media superiore al limite annuale di protezione della salute e confrontabile con l’area urbana di Padova; sono necessarie ulteriori indagini e/o stime per una valutazione più precisa.

Polveri fini (PM10): Elevato numero di superamenti del valore limite giornaliero e alta concentrazione media durante il periodo di monitoraggio confrontabile con l’area urbana di Padova Benzo(a)pirene (IPA): Elevata concentrazione media durante il periodo di monitoraggio confrontabile con l’area urbana di Padova

Benzene (C6H6): Bassa concentrazione durante il periodo di monitoraggio confrontabile con l’area urbana di Padova

MATRICE CLIMA Dal punto di vista climatico, come si riscontra anche a livello globale, negli ultimi sono stati evidenti i mutamenti del clima. Le temperature minime e massime registrano negli ultimi decenni un incremento. Le precipitazioni diminuiscono in numero e crescono di intensità; queste variazioni implicano a livello locale, una catena di effetti che vanno dall’ innalzamento del livello di vulnerabilità del territorio (aumento del rischio di piene, di eventi franosi, riduzione del livello di qualità ambientale di fiumi e falde, ecc) ed alla competizione fra i settori economici sull’ uso delle risorse idriche. I cambiamenti climatici sono causati principalmente dall’ aumento della concentrazione dei gas ad effetto serra nell’ atmosfera.

MATRICE ACQUA La rete di monitoraggio regionale dell’ARPAV non consente di avere dati locali utili sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee, non avendo stazioni di campionamento all’interno del territorio comunale di Saonara ed essendo le rete di carattere consorziale. Si provvederà in fase di Rapporto Ambientale ad approfondire tale matrice approfondire le indagini relative alle possibili fonti di inquinamento organico come ad esempio gli scarichi delle aziende zootecniche variamente sparse nel territorio agricolo comunale. Per quanto il sistema acquedottistico la rete di distribuzione ha uno sviluppo

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 98 09P03_W01R02_stato ambientale.doc complessivo di circa 62 km e la percentuale della popolazione allacciata alla rete di acquedotto è pari al 100%. Nel territorio del comune di Saonara non sono presenti impianti di depurazione, infatti, è servito dall’impianto di depurazione Ca’ Nordio del Comune di Padova. Il sistema fognario di Saonara afferisce e fa capo all’impianto di depurazione di Ca’ Nordio – Padova – a cui arriva con un’unica adduzione. La popolazione allacciata alla fognatura e servita dall’impianto è pari a circa 7.300 abitanti, corrispondente a circa l’83% della popolazione totale residente nel Comune. Lo sviluppo complessivo delle reti fognarie è pari a 34 km.

MATRICE SUOLO E SOTTOSUOLO Il territorio in esame non presenta rischi di natura idrogeologica. Nonostante non sia preoccupante è importante recuperare la funzionalità idraulica e idrogeologica del territorio dando il giusto spazio alle attività di prevenzione e risanamento. Non è necessario realizzare opere di difesa e tutela idrogeologica ma è necessario diffondere una nuova consapevolezza circa l’utilizzo del territorio attraverso il recupero e mantenimento delle condizioni di equilibrio dei sistemi naturali. Il territorio è soggetto a zone di allagamento che dovranno essere prese in considerazione nella valutazione di compatibilità idraulica prestando anche attenzione alle indicazioni del Consorzio di Bonifica Bacchiglione Brenta che negli ultimi anni, soprattutto per le nuove edificazioni, propone la realizzazione di aree per il temporaneo allagamento le quali sono capaci di contenere le acque in caso di forti precipitazioni. Non vi sono rischi dovuti a fenomeni franosi e valanghivi, così come per il rischio sismico visto che è stata classificato come minimo. Il PAT dovrà prevedere forme di difesa del suolo attraverso interventi di risanamento ambientale delle zone soggette a fenomeni di degrado. La valutazione di compatibilità idraulica del territorio comunale consentirà di definire, in relazione agli interventi previsti, quali sono gli indirizzi e le direttive in grado di garantire la tutela idraulica del territorio. Non sono presenti cave attive o dimesse e nemmeno discariche.

MATRICE INQUINANTI FISICI Nel territorio comunale non si rilevano forti criticità per nessuno degli agenti considerati. In riferimento alle radiazioni l’unica criticità rilevabile è relativa alla presenza delle stazioni radiobase di telefonia mobile e alla relativa possibile esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Di conseguenza tale criticità va monitorata costantemente. Per quanto riguarda la presenza di radon questo è marginale sul territorio. Per il contenimento dell’inquinamento luminoso il comune sta adottando le indicazioni della LR 17/2009 in tema di inquinamento luminoso. Il regolamento acustico comunale disciplina le attività nel rispetto dei limiti di legge. Per quanto riguarda gli allevamenti, vista la presenza nel territorio si presterà attenzione nel rapporto ambientale al tema degli scarichi di azoto da allegamenti e scarichi da spandimenti zootecnici secondo le indicazioni dello studio agronomico.

MATRICE BIODIVERSITÀ La criticità legata a questa componente riguarda principalmente la perdita di biodiversità, la riduzione della campagna e la perdita di habitat faunistici. Tale criticità

VAS SAONARA | STATO DELL’AMBIENTE 99 09P03_W01R02_stato ambientale.doc riguarda principalmente l’assetto floristico e vegetazionale ed è riconducibile essenzialmente agli interventi di modifica dell’ambiente quali inquinamento, dismissione di attività agricole, occupazioni di aree vegetate, introduzione di specie alloctone. A queste si sommano gli interventi diretti sulla vegetazione come l’eliminazione di siepi, filari, macchie, l’eliminazione della vegetazione ripariale, l’uso di fitofarmaci e biocidi. Per la componente faunistica si hanno criticità legate, in modo analogo, alle modifiche all’ambiente per inquinamento delle acque, eliminazione della vegetazione, uso di fitofarmaci e biocidi, espansione urbana, infrastrutturazione del territorio, prelievo venatorio e introduzione di specie alloctone. La rete ecologica è abbastanza frammentata: i principali usi del suolo che incidono sui territori tutelati e sulla biodiversità riguardano nell’ordine l’agricoltura intensiva, le aree residenziali, e le aree produttive. Bisogna dunque migliorare la biodiversità sviluppando corridoi ecologici di collegamento di siti naturali (ad esempio rinaturazione, mitigazione di infastrutture lineari, corretta conduzione di agroecosistemi e di rete fluviale) ed eseguire una progressiva integrazione degli spazi rurali e di quelli urbani.

MATRICE PAESAGGIO Il paesaggio presenta condizioni complessive di profonda e diffusa semplificazione della sua articolazione spaziale dovute alla suddetta associazione di fattori territoriali di frammentazione agrari e infrastrutturali, con severe ricadute di genere ecologico (elevate deficienze funzionali di protezione ambientale delle acque superficiali e di falda e ridotta quantità e qualità degli habitat ospitati), semiologico (bassa qualità spaziale del mosaico) e storico (basso grado di permanenza espresso).

MATRICE PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO Il territorio è interessato da alcuni beni architettonici ed ambientali che vanno adeguatamente mantenuti anche attraverso strumenti di recupero e ristrutturazione con particolare riferimento alle ville venete presenti nel territorio.

MATRICE ECONOMIA E SOCIETÀ Riguardo alla popolazione si registra un andamento di tendenziale e continua crescita della popolazione che è principalmente spiegabile in tre motivi: una forte attrattività dagli altri comuni concentrata in particolar modo nei primi anni novanta; un aumento del saldo naturale dalla metà degli anni novanta fino ad oggi; un incremento del saldo per l’estero negli anni 2000. Sempre in relazione all’andamento della popolazione si evidenzia come il numero di famiglie cresca vistosamente e con maggiore repentinità negli anni più recenti, dando ragione ad un trend registrato in tutto il territorio nazionale. Questi fattori mettono in evidenza che si può ipotizzare per il prossimo decennio un aumento della domanda abitativa. Riguardo ai servizi si rileva come il comune di Saonara si appoggi molto all’offerta vasta di Padova alla quale si fa riferimento per quei servizi che esulano dalla quotidianità di un tipico quartiere urbano (scuole superiori ed università, ospedale, tribunale, servizi amministrativi oltre al livello comunale). Tra le specifiche attività riguardanti il territorio, il comune di Saonara è legato al vivaismo da ormai quasi due secoli. Altre voci di una certa importanza nell'economia locale sono l'industria calzaturiera e l'industria meccanica, in particolar modo quella legata alla produzione di macchine agricole.

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Rispetto alla Unità Locali del Lavoro emerge come il settore più presente e con maggiore incremento del ’91 al ’01 sia quello dei servizi, seguito dall’industria i cui valori sono rimasti praticamente costanti nell’ultimo decennio. Dall’analisi degli addetti risulta invece come nei settori industria e servizi i valori siano molto simili venendo però da un’evoluzione diversa: gli addetti nel settore industria hanno subito un decremento mentre quelli del settore servizi un aumento, coerentemente a quanto riscontrato nel forte aumento delle ULL. L’agricoltura, pur con valori molto bassi rispetto ad industria e servizi, ha subito un incremento significativo in entrambi i campi. Il numero di allevamenti è genericamente in calo in tutta la provincia di Padova ed il comune di Saonara ha subito un calo costante dagli anni ’80, quasi dimezzando il numero di aziende agricole con allevamenti a fine millennio, in linea proporzionale con il calo di aziende agricole generale. Il sistema residenziale è sviluppato nel centro di Saonara e nel nucleo abitato di Villatora che negli ultimi decenni ha visto un forte sviluppo a ridosso del confine comunale di Padova; altri insediamenti residenziali sono sparsi nel territorio in concomitanza con le vaste aree agricole del comune; il sistema produttivo è concentrato nella parte ovest del comune a ridosso della ben più estesa area produttiva di Padova, con cui compone la Zona Industriale e Porto Fluviale di Padova, la più vasta area industriale del Nordest, senza soluzione di continuità e a gestione unitaria (10,5 milioni di mq); il sistema infrastrutturale è segnato principalmente dalla SP 40 che seca il territorio trasversalmente e che unisce Padova con il comune di Piove di Sacco (strada dei vivai), i reticolo infrastrutturale minore si densifica verso i centri abitati di Saonara e Villatora nonché verso l’area produttiva ad ovest; il sistema ambientale vede la presenza dell’Idrovia Padova Venezia, progettata all'inizio degli anni 60 e solo parzialmente realizzata, incidendo significativamente nel territorio saonaranse sia come opera idroviaria che come parziale area di connessione ecologica, inoltre gran parte del territorio comunale è agricolo con presenza di alcune aree boscate ed altre dedicate al florovivaismo.

MATRICE PIANIFICAZIONE E VINCOLI Riguardo alla pianificazione vigente, senza entrare nel merito dell’analisi dei singoli piani, che esula dagli scopi del presente documento, si rileva come unica nota significativa l’importanza di coordinamento tra i vari livelli di pianificazione del territorio nonché dei vari piani di settore elaborati per i singoli comparti territoriali.

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13. FONTI BIBLIOGRAFICHE FONTE DATI MATRICE ARIA Rapporto sulla stato dell’ambiente – Provincia di Padova – 2006 Studio della qualità dell’aria del Comune di Saonara - 2006 Quadro Conoscitivo Regione Veneto http://www.arpa.veneto.it

FONTE DATI MATRICE CLIMA Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera – Analisi campo vento stazioni a 10 m – ARPAV Centro Meteorologico di Teolo. Quadro Conoscitivo Regione Veneto

FONTI DEI DATI MATRICE ACQUA Dati sul monitoraggio delle acque presso i siti Acegas-Aps SpA www.aps-online.it e ARPAV – Tema ambientale ACQUA in www.arpa.veneto.it/acqua nonché dati reperiti da analisi comunali Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Padova 2006 Piano d’Ambito – AATO Bacchiglione Valutazione Ambientale Strategica - A.A.T.O Bacchiglione

FONTE DEI DATI MATRICE SUOLO E SOTTOSUOLO APAT, 2004. Corine Land Cover 2000. Dati vettoriali. Roma. APAT, 2004. Elementi di progettazione della rete nazionale di monitoraggio del suolo a fini ambientali - Versione aggiornata sulla base delle indicazioni contenute nella strategia tematica del suolo dell’Unione Europea. http://www.sinanet.apat.it. APAT, 2005. Annuario dei dati ambientali. Edizione 2004. ARPA, APPA, SISTAN Roma Regione Veneto - ARPAV, 2005. Carta dei suoli del Veneto in scala 1:250.000. Osservatorio Regionale Suolo, Castelfranco Veneto (TV). Regione Veneto – 2009 – Carta della copertura del suolo del Veneto Regione Veneto - Carta forestale regionale della Regione Veneto Studio Geologia Tecnica di Dott. Geol. Vorlicek Pier Andrea - Studio geologico del PATI dell’Area Metropolitana

FONTI MATRICE AGENTI FISICI / SALUTE UMANA Rumore Piano di classificazione acustica del comune di Saonara Allevamenti CREV Regione Veneto USL – Dati sugli allevamenti Aziende a rischio di incidente rilevante PTCP della Provincia di Padova Quadro Conoscitivo Regione Veneto Impianti radiotelevisivi e di telefonia mobile Quadro Conoscitivo Regione Veneto

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FONTI DEI DATI PER LA MATRICE BIODIVERSITÀ Carta forestale del Veneto Provincia di Padova Assessorato Caccia e Pesca, “Piano Faunistico - Venatorio 2003 – 2008” PTCP: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Provincia di Padova Quadro Conoscitivo della Regione Veneto (matrice c06_Biodiversita)

FONTI DEI DATI PER LA MATRICE PAESAGGIO Atlante del Paesaggio del nuovo PRTC: Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, Regione Veneto

FONTI DEI DATI PER LA MATRICE ECONOMIA E SOCIETÀ Banche dati 8° Censimento generale dell'industria e dei servizi ISTAT – sito consultazione http://193.204.90.17/cis/index.htm Banche dati Camera di Commercio – sito Starnet http://www.starnet.unioncamere.it Censimento agricoltura in Banche dati del Sistema Statistico Regionale (SISTAR) – sito della Regione Veneto http://statistica.regione.veneto.it Censimento industria e servizi in Banche dati del Sistema Statistico Regionale (SISTAR) – sito della Regione Veneto http://statistica.regione.veneto.it Indicatori ISTAT di tipo sociale ed economico riferito a ripartizioni, regioni, province e capoluoghi – sito consultazione http://sitis.istat.it Mobilità sistematica per lavoro e studio in Banche dati del Sistema Statistico Regionale (SISTAR) – sito della Regione Veneto http://statistica.regione.veneto.it Piano di Assetto del Territorio Intecomunale della Comunità metropolitana di Padova, relazioni di analisi e progetto Quadro Conoscitivo della Regione Veneto (matrici c01_InfTerrBase, c10_EconomiaSocieta)

Fonti dei dati MATRICE PIANIFICAZIONE E VINCOLI PTRC: Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, Regione Veneto PTCP: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Provincia di Padova PATI : Piano di Assetto del Territorio Intercomunale, Comunità metropolitana di Padova