C. VanTi l 1895-1987

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� l _j l - l - Acquista la verità e non la vendere .,::Jnn .,"-' �1ll nnr-t. Introduzione

Dopo Herman Dooyeweerd, Cornelius Van Ti!. Una simile successione non ha bisogno di particolari giustificazioni. Non si tratta solo d'una ricorrenza legittima, quella del centenario qell.a nascita di Van Til (1895-1987), ma anche di un prolungamento doveroso. Tra i due c'è una continuità. Il mondo evangelico ha una storia. L'opera di Dio nel tempo si sviluppa e si distende per Ja Sua maggior gloria. Van Til ha avuto il merito di dQ_orta@ alla_ribalta UJ1a disciplina teologica se non proprio rimossa dall'universo scientifico del ven­ tesimo secolo, da tempo trascurata, l' �ologetica. Formatosi contro l'idealismo degli hegeliani inglesi, confermatosi nella lotta contro la teologia dialettica barthiana e atfinatosi contro le tendenze al I' •• compromesso di certi evangelici, egli ha saputo essere apologeta '4> del ventesimo secolo. Semplice e profondo nel medesimo tempo, possiede una valenza pratica straordinaria. Il suo pensiero è semplice perché si rifa alla confessione più

basilar� della fede cristiana e cioè all' affermazione che Di_o__ è. veramente il Sig!)_Qre. Nel campo dell'apologetica Van Ti! si è dunque consacrato ad un lavoro di purificazione radicale. Tale disciplina dev'essere liberata dalle scorie di tanti rovinosi tentativi di compromesso. Bisogna pensare i pensieri di Dio dopo di Lui! In ogni pensiero è L':!_i_ <_?[le bisogn�- pyesul2p_Qrre.,. perché Egli è la certezza più grande che vi possa essere in questo mondo ed il criterio di tutte le verità. Nulla è più certo di Lui, né la matematica, né la logica, né alcun'altra cosa. Ecco perché bisogna prenderé sul serio la rivelazione biblica. Van Til ha così colto la radicale antitesi che esiste tra il pensiero biblico e tutti gli altri sistemi che dalla Grecia ai tempi moderni si sono succeduti. Se la Scrittura dev'essere ritenuta la sola e suffi­ di grazia ed umiltà. Chi ha studiato sotto di lui parla di "un'espe­ ciente fonte della Parola di Dio, è a lei che bisogna rivolgersi per rienza devastante" e nel medesimo tempo dell'incontro con un evitare il rischio del compromesso con altre concezioni. amico pieno d'umanità. L' equilibrio tra il pensatore e l'uomo, La salvezza consiste nel rinunciare alla propria autonomia per l�ccademico ed il credente è sempre stato molto vivo per tutta la riconoscere quella di Ciisto. I pensieri d_e.v. .o.no _es.sere totalmente sua lunga esistenza. c_��l�ti çtalla �lgnor_ ia___ID_Cris.to�c�; -5,17; 1 0,5) p�seresàTVati Egli si colloca nell'illustre scia di coloro che hanno tentato di dal peccato. Da un punto di vista cristiano infatti ogni pensiero contribuire alla costruzione d'un pensiero pienamente biblico in un filosofico, teologico, sociologico, psicologico e via discorrendo è settore oramai trascurato del lavoro teologico. Anche se era piena­ profondamente difettoso. La neutralità è una chimera. La conoscen­ mente consapevole dei limiti della sua ricerca e del bisogno quindi za che si può avere senza a softoillissim1ea1Signore proviene da di precisarneta luni aspetti, egli ha segnato una tappa molto impor­ una volontà peccatrice che distorce e soffoca la verità stessa (Rm tante nella storia del mondo evangelico. Questo numero si va ad l, 18-32). Bisogna dunque andare �Ile della riflessione, evi­ aggiungere al No 11 della prima serie di Studi di teologia ( 1983) _@Qlçi. Apologetica oggi denziare e �al�J�Jal�l� che vi possono essere. Se il pentimento dal titolo ampliandone l'ottica. non concerne anche il pensiero rimane un pentimento parziale e la PB. salvezza non sT è6nfig'iira.c0me vero Evangelo.

· Il pensiero di Van Til è anche profondo. Ad una prima osserva­ zione� esso è assai accessibile perché appare una presentazione pura e �semplice dell'Evangelo, ma ad un altro livello manifesta uno spessore straordinario. Egli ha cose molto profonde da comunicare sJlla grazia comune, sulla dottrina della Scrittura, sull'etica, sulla logica ed il paradosso, sull'incom prensibilità di Dio, sulla Trinità. Egli ha sviluppato una critica molto penetrante nei confronti di Platone, Kant, Hegel, Schleiermacher, Barth, ma anche nei con­ fronti dell'apologetica tradizionale. Ce n'è abbastanza per interes­ sarsi alla sua opera. Il suo pensiero è pratico. Talvolta si leggono opere senza poter capire dove vadano a parare. Solleticano la riflessione, ma non si GIORNATE TEOLOGICHE 1995 capisce bene quale sia la loro portata pratica. Non è il caso per il Le prossime "giornatete ologiche" organizzate da IFED avranno pensiero vantilliano. Chi è stato abituato alle argomentazioni come di consueto luogo a Padova nei giorni 15-16 settembre dell'apologetiaca tradizionale, non avrà difficoltà a scoprire in Van 1995. Il tema sarà: "Sapere e credere: incontri e scontri con la Til una visione assai diversa e piena di promesse assai concrete per cultura modeÙ1a". Parteciperanno William Edgar, Paolo Ricca, la testimonianza anche alla fine del ventesimo secolo. Sarebbe Pietro Bolognesi, Paul Finch, Paolo Castellina, Matteo Clemen­ senz'altro istruttivo un confronto tra le varie opere d'apologetica te. fin qui pubblicate in Italia e l'opera del nostro apologeta. Per prenotarsi: Segreteria IFED; C.P. Padova. Van Til è stato un pensatore rigoroso, ma anche un uomo pieno 756; 35100 Studi di teologia VII ( 1995) 5-20 s

L'APOLOGETICA DI CORNELIUS V AN TIL

William Edgaro

Il professore cristiano Il 1995 segna il centenario d'un pensatore notevole anche se noto 1 solo ad un pugno di teologi che s'interessano ali' apologetica • Cornelius Van Til è nato il 3 maggio 1895 a Grootegast, in Olanda. La sua carriera si è sviluppata senza particolari svolte anche se il suo pensiero possiede aspetti chiaramente rivoluzionari. La sua famiglia s'è trasferita negli Stati Uniti nel 1905 ed egli è stato elevato in un ambiente cristiano riformato d'origine olandese ("Christian Reformed") che gli ha trasmesso una fede solida che caratterizzerà la sua vita ed il suo pensiero fino alla sua morte. In un opuscolo divulgativo egli racconta come Dio fosse una presenza reale nell' ambiente, nel villaggio e nella scuola (cristiana) in cui 2 viveva piuttosto che un tema di discussione • Van Til racconta di non aver mai attraversato un periodo di dubb_io, ma afferma che la ��-a f�de non dipendeva· -dalL�circ

"L 'A. ha insegnato alla Facoltà di teologia rijurmma di Aix-en-Provence in Froncia/IY7

Dopo aver terminato gli studi, all'università Calvin di Grand Herman Bavinck (1854-1921) costituisce ; secqJ.lda·+onte del Rapids, poi a quella di Princeton nel New Jersey e aver insegnato pensiero vantiliano. Bavinck fu professore di teolbgia dogmatica a per un breve periodo in quest'ultima università, ebbe per un breye Kampen poi ad Amsterdam e s'impegnò per recuperare il vero tempo un incarico pastorale. Nel 1929 divenne professore alla ... calvinismo a partire dalla teologia biblica. Dotato da una grande Facoltà teologica di Westminster a Filadelfia dove rimase per tutta capacità di sintesi, scrisse una Dogmatica riformata che rimane un la sua carriera accademica. Se si prescinde dai testi dei suoi corsi monu!:D�.!�- della teologia sistematica. universitari; Van Til ha pubblicato un numero considerevole di � terzg,.fonte del pensiero di VanTi! è costituito dal Gruppo di opere. Si possono contare una trentina di libri ed una moltitudine Amstèraain ed in particolare da Herman Dooyeweerd ( 1894-1977). di articoli3• Malgrado i suoi notevoli impegni egli predicava tì·e­ Quest'ultimo è ritenuto, insieme a D.H.Th. Vollenhoven, il fonda­ quentemente e faceva molte conferenze pubbliche. Leggeva assi­ tore della filosofia della deli'J�iL�g�5 che sottolinea come duamente letteratura inglese, americana e russa, conosceva a fondo ) ogni pensiero sia determinato da un motivo di base di natura i grandi musei d'Europa e apprezzava la musica barocca soprattutto prettamente religiosa. Da ciò derivano tre elementi. La coerenza Johann Sebastian Bach4• del mondo, la profonda unità del pensiero umano e l'origine di tutte le cose nel Creatore. Tale filosofia, che vuoi essere radicalmente Le origini del pensiero vantiliano biblica, promuove una critica trascendentale che cerca di mettere a nudo la "pretesa autonomia" di ogni pensiero teoretico che respinge c }�o�o ico il n stro apologeta ha attinto ad almeno quattro Ip �fl!.E.� ? ? in principio h propria dipendenza dal Creatore. Pnma (1837- fonti �t tutto btsogna segnalare quartJl' è . L ' influenza che non può essere trascurata quella 1:920)'�tresf'ultimo fu influenzato dal "risveglio" olandese del dell'esegeta.Geerhardus Vos (1862-1947). Nato pure lui nei Paesi �ciannovesimo secolo, fu pastore e Primo ministro del suo paese. Bassi, fu professore di teologia biblica alla Facoltà di teologia di La sua opera teologica ha dimensioni considerevoli. Il suo neo-cal­ Ptinceton negli Stati Uniti (1893-1932). Egli è stato uno dei primi è vinismo dominato da un principio centrale, quello della sovranità e più notevoli studiosi protestanti che ha affermato il carattere di Dio sulla cultura umana. Kuyper affermava che al centro di ogni . storico - redentivo della rivelazione biblica anziché di postulati è corrente intellettuale e d'ogni movimento della storia vi il cuore isolati. Assai prima di C.H. Dodd, ha notato il "già e non ancora" dell'uomo. Se una società vuol essere cristiana bisogna che il cuore· della rivelazione e ha posto al centro della sua teologia la nozione di buona parte dei suoi membri sia rigenerato in maniera tale da d'alleanza tra Dio e gli uomini. permettere una visione del mondo (weltanschauung) positiva. Per contro un cuore non rigenerato potrà realizzare una società "rivo­ Situazione nella storia delle idee luzionaria", non una ci viltà. Fra Giustino Martire eTertulliano, i due giganti dei Padri apologeti

3 del secondo secolo, Van Til si schiera dalla parte di chi ha detto Per un elenco quasi completo cfr E. Robert Geehan, .lerusa/em a11d Athe11s. Critital Discussions on the Philosophy allCI Apologetics (){Cornelius Va11 Ti/, Philaclelphia, Presb. ancl Ref. 1971 , pp. 492-8; e la "bibliografia commentata" in John M. Frame, Corne/ius VanTi/. An Analysis 1995. 5 rJf" HisThought, previsto per il Crr Pierre Courthial "Il movimento riformato eli ricostruzione" Studi di teologia l) 4 IV ( 19X Si scopre un V an Til colto nel medesimo tempo molto umano in William White, Jr., Va11 e N 8, pp. 83-135. Ti/, Defenderofthe Faith, Nashville, T. Nelson 1979. ·s W. Edgar, L'apologetica di Cornelius Van Ti l Studi di reologia VII ( 1995) 5-20

"quale somiglianza si può stabilire tra un filosofo ed un cristiano?"6• il fatto che si stabiliscano certi nessi tra effetti e cause deri va solo VanTil si colloca dunque più nel solco di Ar:!�lmo che in quello di dall'abitudine. Il principio d'identità si risolve dunque in un'illu­ Tommaso d'Aquino, più in quello di Pascal che di Paley. E tuttavia sione. Non si possono provare né i miracoli, né l'esistenza di Dio. non è un fideista, perché insieme a Kuyper e alla filosofia d' Am­ Mettendo in discussione l'oggettività della scienza, Hume pro­ sterdam vuole costruire un'epistemologia cristiana che prende in voca una crisi di carattere intellettuale. Nel medesimo tempo egli prestito il vocabolario dei filosofi senza aderire alle loro fondamen­ erige un muro tra la nostra conoscenza e la religione. Ciò che ta. bisogna notare qui è il fatto che l'apologetica classica non è in grado VanTil era convinto che l'Occidente fosse culturalmente spro­ di rispondere al suo scetticismo. Né il metodo di Butler e Paley, né fondato a causa d'una crisi di carattere intellettuale. Soprattutto quello assai influente del Senso co1nune ("Commun Sense") sono nell'Inghilterra del diciottesimo secolo, l'apologetica si era perico­ all'altezza del compito. Quest'ultima corrente di pensiero, rappre­ losamente adattata alle esigenze del deismo.Tale filosofia pensava sentata da Thomas Reid (1710-1796) e Douglas Steward (1753- che Dio dovesse co1rispondere alle esigenze di un universo coeren­ 1828), afferma che malgrado le teorie psicologiche di Hume, la te e che la ragione umana fosse lo strumento idoneo alla scoperta nostra intuizione è in grado di condune all'affidabilità di ciò che della verità. Per un teologo come Joseph Butler, per esempio, tutta osserviamo. Thomas Chalmers (1780-1847), pure lui adepto di la natura troverebbe la propria analogia nei principi della fede. questo realismo filosofico si dedica ad un'apologetica detta "evi­ Questo vescovo anglicano pensava che credere in Dio non fosse denzialismo" perché insiste sull'accessibilità delle prove e dei dati m�no probabile che credere nella natura e nelle sue stesse leggi7• a favore del cristianesimo8. Questa concezione costituirà la princi­ bcivid Hume, empirista e scettico, sostiene al contrario che la pale scuola di pensiero dei cristiani negli Stati Uniti e marcherà per pròbabilità d'una tale analogia è assai debole. Nel suo famoso più d'un secolo la Facoltà di Princeton. Diblogo sulla religione naturale (1751, pubblicato nel 1778) egli Il filosofo di Konigsberg, Immanuel Kant ( 1724-1804 ), cerche­ afferma che ogni dimostrazione che comincia col mondo e giunge rà di superare lo scoglio dello scetticismo in modo radicale. Come a Dio manca di probità perché lo stesso mondo è pieno d'ambiguit� salvare la scienza evitando che essa cada nello scetticismo e con­ come la coesistenza del bene e del male. Il mondo non si nasconde servare nel medesimo tempo la religione? La soluzione risiede nel tuttavia alla percezione umana perché l'intelletto non è altro che criticisnw. Esso respinge sia l'empirismo di Hume che comincia e J l'associazione delle percezioni sensibili e non coincide necessaria­ finisce con l'esperienza, che il teologismo che fa dipendere tutto mente con la 1-ealtà. Di conseguenza le manifestazioni di Dio in cui dalla rivelazione. Secondo lui l'intelletto umano è in grado di credono i cristiani come per esempio i miracoli, non sono dimo­ fondare ogni verità. Lo studio degli oggetti può in un primo tempo strabili. Li si accettava perché non si dubitava che l'effetto, la aver luogo attraverso un empirismo realista basato sul!' intelletto. moltiplicazione dei pani o l'apertura del mar Rosso, era il prodotto Secondo la sua "rivoluzione copernicana" non è l'oggetto a dettare d'una causa e cioè l'intervento di Dio. Secondo Hume al contrario

8 Questa filosofi;! del buon senso si diffonclerit anche in Francia. Royer-Collarcl ( 1762-1845). del partito dei do11rinari,è stato influenwto dallo stes"o Rei d: Th. S. Jouffroy ( 17'J6-1842) ha lntdlllt'o 6 le opere di Stewart. Sarnuel Vincent, pastore di Nizza ha tradotto in francese The El•irlellce ali{/ Tertulliano, L 'Apologetico 48. 7 Autlwrity of the Chrisrio11 Re1·elation eli Chalrners favorendo così il notevole successo dell'opera Joseph Butler, The A11alogy of Religio11. Natura/ a11d Rev /ed. ro rhe Co11sriruriun wul ea nella Francia evangelica del diciannovesimo secolo. Course I!(Narure [ 1736]. Ne w York 1961. W. Edgar, L'apologetica di Cornelius 'vanTi/ lO Studi di teologia V !l ( 1995) 5-20 Il

il proprio significato all'uomo, ma è piuttosto il pensiero umano documenti biblici, archeologici e su tutto ciò che può avvalorare la che determina la natura delle cose. La scienza è dunque salvata. validità del cristianesimo. Siccome Kant pone l'esistenza di Dio come tutte le questioni Van Til raggruppava tutti i metodi diversi dal presupposiziona­ connesse al di fuori d'ogni possibile prova, la religione non è lismo (di cui esistono anticipazioni anche nell'antichità) sotto lasciata a se stessa. Anche le fondamenta della morale e delle l'espressione "metodo tradizionale". Senz' altro si tratta di una questioni teologiche si trovano nell'intelletto. Tali fondamenta si semplificazione eccessiva, ma il suo intento era quello di rimettere trovano però questa volta nella sfera noumenica e cioè in ciò che in discussione un'apologetica che vonebbe fondarsi su un terreno egli ha chiamato gli imperativi categorici i quali non dipendono da comune e neutro. Giustino Martire col suo principio del logos, o una fine misurabile. Tommaso d'Aquino che attribuiva alla ragione la capacità di sco­ Si dice che Kant "ha salvato la scienza senza squalificare la prire Dio senza la rivelazione, o l'evidenzialismo moderno, ripo­ religione". In realtà la stessa scienza è minacciata dal relativisrrto, sano tutti sulle sabbie mobili del razionalismo. perché è impossibile essere sicuri che l 'intelletto possa da solo dettare conettamente il significato degli oggetti. La religione e la Fondamenta del presupposizionalismo morale sono d'altro canto relegati in una sfera intoccabile impeden­ do così di verificare se gli assoluti di Kant abbiano poi valore Per semplificare il pensiero di Van Til si possono adottare tre universale. aggettivi. Prima di tutto il presupposizionalismo vuol essere_radi­ \; Un secolo più tardi il giovane Van Til si trova in un ambiente J�El.�- Ciò significa che non vuole arrestarsi alla superficie. Van Til fprtementeinfluenzato dalla filosofia del Senso c01nune. Scopren­ s'opponeva ai sostenitori dell' evidenzialismo che pensavano di do il pensiero di Kuyper e dei filosofi di Amsterdam si rende allora trovare un punto d'incontro nella logica aristotelica o nell'esame dont o dell'ingenuità dell'apologetica classica praticata dai teologi onesto dei fatti della storia. Poiché nulla è neutrale e nemmeno le di Princeton per i quali ha comunque grande ammirazione. Da un leggi della logica lo sono, bisogna andare più in profondità. Biso­ lato la filosofia del Senso comune non aveva veramente risposto gna individuare la radice di tutti i problemi per non farsi ingannare allo scetticismo di Hume, dall'altro essa non aveva i mezzi per dalla falsa impressione d'essere d'accordo. Dopo Hume e Kant affrontare un gigante come Kant il cui obiettivo era quello di dev'essere considerato con sospetto anche l'empirismo. Un'analisi rifondare il pensiero su una base indiscutibile. Sta a Van Til radicale deve cogliere il cuore del problema che non deri va dali' as­ propone un altro metodo: il presupposizionalismo. senza o meno di prove, ma da un atteggiamento dello spirito. Questo termine è un po' limitativo e Van Til non lo utilizzerebbe Il metodo classico in voga fino ad oggi fa molto leva sulla via facilmente. In ogni caso, negli ambienti evangelici americani in cui negativa. Si prende per esempio la questione della tomba vuota di si parla d'apologetica si sono delineate due tendenze note come il Gesù e si analizzano le varie ipotesi di soluzione. Il cadavere presupposizionalismo e l' evidenzialismo. Peccato che non si sia fin sarebbe stato sottratto dai discepoli? Impossibile perché essi sono qui trovato termini migliori. Un "presupposto" non è altro che poi pronti a ris.chiare la propria vita a causa del fatto della resurre­ un'ipotesi o un postulato, ma questo è assai diverso dal metodo zione. Sarebbero stati i romani a non uccidere veramente Gesi:t? vantiliano. Allo stesso modo il termine "evidenza" ha un particolare Poco probabile perché essi erano dei boia estremamente capaci. significato in inglese perché si riferisce alla "prova testimoniale" o Gesù sarebbe stato drogato? Sicuramente no perché non avrebbe alla testimonianza e significa un metodo apologetico che si basa sui avuto la forza per rimuovere la pietra... Anche se si possono L2 W. Edgar, L'apologetica di Comelius \!an fil Studi di teologia VII ( 1995) 5-20 13

riconoscere a queste argomentazioni certi meriti, Van Ti! sostiene servendoci d'una cornicedi pensiero attraverso la quale cerchiamo che prima di farvi ricorso è necessario definire alcuni elementi di risolvere i problemi. Senza rendersene conto il nostro spirito si epistemologici e storiografici in grado di dare significato a tali rifa dunque a certe "regole del gioco" che dettano il nostro modo argomentazioni. Ciò significa che senza una cornice positiva che di procedere euristico. Per cambiare paradigma è necessaria una spieghi come gli oggetti siano tra loro collegati, di per sé una tomba conversione vera e propria. Per citare l 'esempio preferito da Kuhn, vuota non significa gran ché. la rivoluzione copernicana (la vera!) non si realizzò a causa d'una Credere in una resurrezione non significa credere nella resurre­ migliore osservazione degli astri. Copernico era insoddisfatto della zione del Cristo biblico, Dio incarnato morto per i nostri peccati complessità dell'universo tolemaico e cercò quindi di sostituirgli nella storia. L'induismo, per esempio, non ha in principio alcuna uno schema più semplice ed esteticamente più piacevole. difficoltà con una tomba vuota. Anche il "New Age" non ha Se la visione del mondo prende le mosse da questo movimento difficoltà perché riconosce l'esistenza di un universo "spirituale" preteorico, essa si manifesta poi nel dettaglio, nella cultura, la teoria pieno di miracoli e avvenimenti inspiegabili. Evitando d'andare ed il comportamento. La spiegazione del movimento dei pianeti e alla radice della questione si pensa d'essere d'accordo, ma in il modo d'abbigliarsi sono in definitiva collegati. Non esiste alcuna definitiva non è così. neutralità. Si può inoltre notare come il carattere della visione Il presupposizionalismo è in secondo luogo ij:Jlegra_{LOgni cristiana del mondo dipenda dalla relazione con Dio definita dalla persona ed ogni società possiedono una certa visione del mondo9• nozione d'alleanza. E' evidente qui l'influenza di Geerhardus Yos B}mto di partenza d'ogni visione del mondo è la fede. Alla base su Van Til. Secondo la teologia biblica infatti, ogni tappa della storia dlogni sguardo sull'universo c'è una scelta di natura religiosa che della relazione tra Dio e gli uomini rappresenta una modifica tenta di rispondere agl'interrogativi di tutti gli uomini. "Chi siamo? nell'ambito dell'alleanza e nel medesimo tempo opera dei cambia­ q�al è la condizione umana? dove andiamo?" Si può rispondere a menti nella stessa visione del mondo. tali interrogativi di fondo in modo cristiano dando così luogo ad Per chiarire meglio ci si può rifare alle famose categorie di una visione fondata sulla rivelazione, o in modo non cristiano. Agostino. Prima della Caduta,\Qyo�J'é -e��Sfl'i�èompor��RiD� . Qualunque sia il tipo di risposta è chiaro comunque che essa ha s�� �p�r. tQ.Jtlla rivelazione di DìO:'Tiopola Caduta, è il�n posse ' ) carattere preteorico. Cf!.o_nJ2�cçar..e che domina con la sua pretesa d'autonomia.· -secondo In modo conscio o meno tutto ciò che ne segue è legato a quesfo Van Til, al seguito dei filosofi d'Amsterdam, il pensiero non punto di partenza. Anche se con qualche sfumatura, una visione del cristiano scivola nel dualismo. In seguito, riscattati in Gesù Cristo, pòssè mondo somiglia ai paradigmi suggeriti da Kuhn 10• Secondo lui noi si delinea i nonpecca;i__ènoi cominciamo il lungo percorso camminiamo nel mondo con gli interrogativi della nostra esistenza verso una nu và vtsione- delmondo. Si deve rilevare qui come i cristiani abbiano spesso difficoltà a liberarsi dal dualismo. Infine, ihioi. 1:posse e 9 nel cielo, è ·p--cc:a- � r€0che delinea la condizione di un In inglese, 111orldview; in spagnolo, cosmovision. Il termine tedesco risale a Kant per cui il · weltanghauung significa una filosofia (cfr Kritik der Urteilskrofi, 1790). Per lui, gli idealisti e i pensiero integi.�o. romantici, il te rmine evoca un'idea primitiva non scientifica che corrisponde pitl meno alla nozione o Per riassumere l'idea dell'integrità si può citare Dooyeweerd. d'una religione. E' Kuyper che ha recuperato il te rmine collocandolo in una cornice presupposizio­ nalista. Da un punto di vista biblico bisogna prima di tutto constatare 10 Thomas S. Ku hn, La .\'1/'llltlfra delle ril'ol11zioni scientifiche, Torino, Einaudi 1969 (orig. che la rivelazione divina possiede un motivo centrale che 1962). 14 W. Eclgar, L'apologetica di Come!ius Von Ti! Studi di teologia VII ( 1995) 5-20 15

rappresenta la chiave conoscitiva e che per il suo carattere so Dio che si può giudicare la probabilità o meno di una data cosa integrale e radicale esclude senza concessioni ogni concezione risulta indecente pone Lui stesso sulla bilancia umana. Van TiÌ dualista dell'esistenza umana e della realtà terrestre. E' il moti­ citava il Salmo 30, l 0: "Per la tua luce noi vediamo la luce". vo della Creazione, della Caduta e della Redenzione in Gesù VanTil è stato spesso accusato dijideismo e cioè di 1ichiedere Cristo nella comunione con lo Spirito Santo. Non si può accet­ una fede pm�a e priva ?i motivazioni. Questo rimprovero può essere tare la dottrina d'un tale motiv o senza che essa agisca in modo capito,_ ma nsulta mgwsto._ In proposito si può evocare un articolo potente nel nostro cuore.. . Non c'è alcuna sfera della vita di John Warwick Montgomer/2• Quest'ultimo racconta una diver­ terrestre che possiamo conservare come asilo per la nostra tente storia tratta da un cartone animato belga". In essa la terra è autonomia nei confronti del nostro Creatore''. considerata al centro con alla sua sinistra il pianeta Shadok e alla sua destra il pianeta Gibi. Questi due pianeti sono in guerra tra loro Il presupposizionalismo ha in terzo luogo un carattere trascen­ dentale. Questo è probabilmente il punto in cui questo movimento e talmente diversi da non poter in alcun modo dialogare tra loro. di distingue dalle altre con·enti in campo apologetico. Il termine ��ntgo�ery si serve di questa metafora per criticare il presuppo­ SIZIOnahsmo. I Shadok dicono ai Gibi che la verità non è loro evoca il criticismo di Kant, ma in Van Til possiede un senso assai diverso. Anche Van Til, come Kant, vuole fondare la conoscenza accessibile, perché essa è rivelata nella "Bibbia-Shadok". I Gibi I sulla verità, ma egli si pone agli antipodi del principio uman�sta rispondono che la verità si trova solo nella "Bibbia-Gibi". Shadok }:antiano in quanto assume quello del Dio trinitario e creatore. E' affermano allora che non si può comprendere se non attraverso lo . uest'ultimo principio che permette una riflessione adeguata come "Spil:ito-Santo-Shadok" e i Gibi ritorcono allora che la sapienza si ';q E . pure una vera critica del pensiero. Mentre in campo apologetico il acqmsta solo attraverso lo "Spirito-Santo-Gibi ". via di seguito . Secondo Montgomery, Van Til è incapace di comunicare con tQ.çi.Q.t@flj,�iç,mal_ _� �'accontenta di trovare un l�IT�D.P_(O JJ)...!l.Q�c_ _ol. 8?-! altri perché rifiuta d'abbandonare i suoi presupposti. Si tratta cioè _ �.2.-QQ.!Lç,f..istiAno, il presupposizionalismo Vl!..OJ�_r.gettere· a .P_�E-� di una sorta di fideismo che obbliga l'interlocutore a credere come CJ._pg_çiQ. l��ondizioni della compref!sion�, · P.!.{O..T.i. se si trattasse di un salto nel vuoto. In realtà la struttura vantiliana L'approccio trasèende"iìtalé. non. trova .solo l� propria giustifica­ è tutt'altro. I due interlocutori non esistono su due pianeti differenti, zione nell'evitare il rischio d'un accordo superficiale, ma anche nel ma sul medesimo pianeta, quello del vero Dio. Il non credente sottolineare l'importanza del punto di partenza nella visione del rifiuta d'aprire gli occhi alla rivelazione di Dio, quella rivelazione mondo secondo cui tutto parte da Dio e dalla sua rivelazione. nota al suo proprio cuore ed in questo senso si deve contempora­ Adottare dei criteri neutri significa tradire la sovranità di Dio stesso. Per illustrare questo punto ci si può rifare all'argomentazione di neamente parlare di conoscenza di Dio e ignoranza di Dio! Questo corrisponde a ciò che afferma Paolo nel primo capitolo della lettera Butler sulla probabilità. Secondo lui il cristianesimo esemplifica un'analogia con la natura. E' dunque "fortemente probabile" che ai Romani quando parla degli uomini che "soffocano la verità co.n l'ingiustizia" ,1 8). sia vero. VanTil risponde che il primo errore consiste nel sottomet­ (l A questo approccio trascendentale si collega la questione del tere Dio alla norma umana della probabilità. Poiché è solo attraver-

12 11 In E. Robert Geehan (ed), op. cii., pp. 380-392. Herman Dooyeweercl "La sécu larisation de la science" La V (1954) 13 Revue réformée N Si può consu ltare J. Rouxel & J.F. Borredon, Le.1· Shadoks et/e C ibis. Paris, .luilliard 1968. 17- 18,p. 140. 16 W. Edgar, L'apologetica di Cornelius Va n Ti/ Swdi di reo/ogia VII ( 1995) 5-20 17

"punto d'incontro". Ciò è evocato da Karl Barth (1886-1968� cui do il razionalismo anticristiano, per esempio, il principio di con­ V an Til cerca di rispondere. L' ankniifungspunkt pone la questiOne traddizione avrebbe valore universale. Secondo tale principio la se un Dio totalmente altro possa incontrare una creatura peccatrice. stessa cosa non può essere e non essere nel medesimo tempo. Barth respingeva l'idea d'una rivelazione aturale in grado di Seguendo questa legge (aristotelica) della logica, assumere come � _ ridurre Dio alla dimensione orizzontale. V an T1l afferma mvece che vera l'onnipotenza del Dio eterno e la libertà del mondo creato il punto d'incontro si trova nella rivelazione generale. Riprendendo costituisce un'impossibilità perché in contrasto tra loro. Secondo _ un'espressione di Cal vino, egli associa una notev?le 1m�o�anza �l Van Til invece, alla luce del principio dell' analogia, si può acco­ sensus divinitatis, il "seme della religione" che ab1ta tutt1 gh uomi­ gliere tale apparente contraddizione senza per questo cadere nel!'ir­ ni. razionalismo perché la nostra conoscenza dipende da quella di Dio e non è autonoma. Il metodo presupposizionalista Secondo V an Ti! il dialogo coi non credenti può essere fruttuoso se si riesce a rispettare i due principi su esposti. Non si tratterà sistema apologetico di Van Til si trovano due principi. Al centro del dunque di fare un cammino col non credente che non può essere Il primo è il "metodo indiretto"14• Ciò significa che il credente ryo� _ _ fatto, ma di trovare la debolezza del suo ragionamento a partire con chi non lo è in mamera diretta, fac ndo cwe può dialogate � dalle basi. In seguito, poiché solo un ragionamento di tipo analo­ _appello a delle prove o dei dati che si suppongono comum. A meno , gico può essere rigoroso, bisogna sfidare l'interlocutore chieden­ sui osti che dan o senso alla realt , ,:çhenon si sia d'accordo J?._'Y!.J_f1:E..p_ � � dogli di sostenere il razionalismo sino alle estreme conseguenze. si illudei-à d'intendersi.vanTil respinge ogm schema che abbia . 'ti: Ciò è evidentemente impossibile perché il punto di partenza del naturale perché s'illude di costruire su ·a che fare con la teologia razionalismo è la "fede" che "spera" affinché tutto possa essere a prescindere dalla rivelazione. In realtà �.mabase di tipo razionale capito alla luce della legge della non contraddizione. Il non credente metodo, perché non si tratta tanto d'una non è corretto parlare di si trova sempre a dover scegliere tra razionalismo ed irrazionali­ piuttosto d'un modo di procedere che tensione verso la verità, ma smo. In fondo al metodo, o m.odo presupposizionalista, esiste una dei presupposti. non tiene conto dell'importanza grande libertà che permette di mettersi nei panni dell' interlocutore Il secondo principio è quello dell'analogia. Il termine è assai senza compromettersi. In effetti, presupponendo il cristianesimo, diffuso in campo teologico e può rivesìiiiSensi diversi. er Van Til � le convinzioni del! 'interlocutore non potranno reggere. Poiché il si tratta di un'espressione che riassume un modo d1_ ragwnare che cristianesimo è vero possiamo contare sull'impossibilità del con­ 15 vuoi rimanere fedele al Dio creatore. Per lui il credere che la vera trario . interpretazione della realtà è possibile solo ascoltando la ivelazio­ � Mentre alcuni, come s'è già visto, banno accusato Van Til di ne di Dio, dovrebbe impedire ogni ragionamento univoco m quanto fideismo, altri gli hanno rimproverato una metodologia troppo supporrebbe che la logica umana c r isponda p rfettamente � � � � negativa che non prende di mira l'essenziale. Nel mondo fonda- quella di Dio. Solo un ragionamento d1 tipo analog1co permette d1 conoscere la verità senza aver la pretesa d'essere esaustivo. Secon- 15 Qualcuno ha sostenuto che il metodo di V an Ti l sia cambiato col passare r.Jel tempo. Anche se è vero che dagli anni '60 ha preso un po' le distanze dal linguaggio dooyoweerdiano, il suo metodo non è cambiato. cfr K. Scott Oliphint "The Consistency of V an Til's Methoclology" wn 5� ( 1990) 14C. V an Ti l, The Defen.se of the Faith, Phillipsburg 1955, 3l967p. 100. pp. 27-49. Srudi di reologia VII (J 995) 5-20 l8 W. Edgar, L'apologetica di Cornelius Van Ti/ 19

mentalista c'era chi osservava un'eccessiva preoccupazione per i scienza occidentale. In questo contesto si usano slogans capaci di prolegomeni anziché per una semplice presentazione del Cristo dare il tono: respingere l'eurocentrismo, il logocentrismo, il pro­ getto razionalista dell'Illuminismo. La parola chiave del postmo­ delle Scritture. VanTil rispondeva �he solo l'argom�ntaz�on� �odi­ retta poteva assicurare la presentaziOne del vero Cnsto. . N m con­ dernismo è il fondazionalismo. Questo termine evoca il procedi­ statiamo che non predicano veramente Cristo a meno che non lo mento epistemologico dell'Aujkliirung, quel metodo che ha carat­ proclamino secondo quel che egli vuol essere e cioè Cristo co terizzato la modernità europea. Nel fondazionalismo, la legittima­ . � significato cosmologico. Se trascurano il senso cosmologico di zione d'ogni conoscenza si basa sulla vera scienza (scientia). Cristo non possono neppure conservare quello soteriologico"16• Ma dopo Auschwitz, spiega un esponente di rilievo del postmo­ dernismo, non sono più credibili né la modernità,né il suo metodo17• Piste per l'avvenire Il racconto della conquista della razionalità col suo mito del pro­ gresso non è più accettabile. Bisogna allora fare un "grande giro" Il presupposizionalismo di Cornelius Van Til, anche se presentato per ritrovare il senso, il linguaggio e il riferimento. Tale giro qui in maniera eccessivamente breve, solleciterà non solo per l� sua conduce nel labirinto dei segni dell'"ermeneutica del sospetto", originalità, ma anche per le applicazioni che ne possono denvare delle "espressioni multivoche", ecc. Un filosofo del postmoderni­ alle questioni deli' attualità. V anT il si è prevalentemente consacrato smo per eccellenza come Jacques Derrida, c'invita a smontare tutte , ai dibattiti teologici e filosofici del suo tempo e resta quindi un le letture tradizionali ed ogni logos classico. Ciò che rimane da 1'"'- lavoro non indifferente da portare avanti da parte di coloro che sfruttare è la differance e cioè la potenza della parola sezionata, ·' hanno colto il suo pensiero. Tra i tanti da approfondire, c' acconten- l'energia emessa dalle giustapposizioni testuali e soprattutto il teremo qui d'indicarne almeno uno. capovolgimento dei privilegi18• Lungi dal voler erigere una nuova La nostra fede esige che "siamo sempre pronti" (l Pt 3, 15) a filosofia al posto delle antiche, rimane solo il pragmatismo, la rispondere sulle questioni che ci circondano.Tutti riconoscono che diversità ed eventualmente un senso di m.eraviglia davanti alla la nostra cultura è alla ricerca di se stessa, ma come si fa ad essere complessità della vita. sicuri della percezione della realtà? Come si può giustificare la Qual è la risposta del presupposizionalismo a questo universo conoscenza? L'ermeneutica attira la nostra attenzione su una serie postomodernista? L'applicazione del!' apologetica vantiliana risul­ di temi che mettono in questione la scienza stessa: la ricerca del ta qui pertinente ed originale. Anziché proporre un semplice ritorno senso, del linguaggio, del riferimento. Come interpretare il mondo, al fondazionalismo o all' Aufklarung, il presupposizionalismo in­ o meglio il testo, come vorrebbero farlo i pensatori che rinunciano vita ad osservare l'aspetto positivo del postmodernismo. La rivela­ allo schema tradizionale del soggetto e dell'oggetto? Secondo un zione naturale ed il sensum divinitatis permette a tutti gli uomini di certo modo di pensare detto postmodernista, tipico di questa ten­ scoprire un aspetto della verità e acquistare una saggezza che denza, lo studio del senso, del linguaggio e del riferimento non devono mai realizzarsi attraverso gli schemi razionalistici della 1 17 Jean-François Lyotard, Le posr-mudemi.\'11/(' expliqué enfànrs, Pari Ed. Gal i lée 19��. 16 OIIX s. C. V an Til, A Survey of Chrisrian Ep isremology, Philadelphia, Den Dulk Christian Foun­ p. 18. 1� dation 1969, p. 207. Il "fondamentalismo" americano tende a considerare l'apologetica come una Cfr "Le théiìtre de la cruauté et la cl6ture de la représentation" L 'écrirure er la d!ffl!rence, forma d'iiltellettualismo che priva il messaggi o della redenzione del suo impatto soteriologico. In Paris, Seui! l967, pp. 341-368. questo somiglia alle inquietudini proprie alla teologia dialettica. S!Udi di teologia V l ( 1995) 21-47 20 W. Edgar, L'apologetica di Cornelius Va n Ti/ 21

sorpassa talvolta quella dei figli del Regno. E' in ogni caso l'epi­ stemologia di VanTil che viene confermata dal postmodernismo. Malgrado il fatto che il postmodernismo sia ostile al cristiane­ simo, esso accompagna quest'ultimo per un certo tratto di strada. IL MIO CREDO Non è forse vero che il razionalismo della modernità ci ha indotti in eJTore con la sua pretesa di condurci direttamente alla verità senza il "giro" della rivelazione, d'una riflessione analogica e dell'inter­ Cornelius Van Tir pretazione umana? Il postmodernismo privilegia il testo ed un'er­ meneutica antirazionalista, ma anche noi. La "battaglia" intrapresa da Derrida, Rorty e tanti altri contro tutte le relazioni tradizionali ha carattere radicale ed in questo senso non è compatibile con Questo mio "Credo" vuol'essere una dichiarazione generale delle l'Evangelo perché demolisce ogni valore. Bisogna però notare che mie convinzioni principali, così come le ho mantenute fino al il modo di procedere del cristianesimo contro l'idolatria somiglia giorno di oggi. Mi auguro che questa pista ci sia di reciproco aiuto in alcuni punti alla critica p01iata avanti dali'autonomia umana. mentre presentiamo il nome di Gesù, l'unico nome datoci sotto il zionalismo si pone dunque come una voce diversa Il presupposi cielo per il quale gli uomini devono essere salvati. -tra il razionalismo e la demolizione. Esso cerca di scoprire la Sua Parola nella libertà e non la libertà ,�olontà di Dio espressa nella I. Il Cristo auto-attestante della Scrittura \assoluta, il "fa' ciò che vuoi", ma la vera libertà, quella che si :sottomette al giogo di Gesù Cristo per "resistere e costruire". Il Cristo auto-attestante della Scrittura è sempre stato il mio punto ( d1_ partenza per qualunque cosa io abbia detto. Spero che le varie implicazioni appariranno più chiaramente nel corso della trattazio­ ne. Mi si permetta d'illustrare cosa intendo dire con il r:chiamare l'attenzione ali'episodio evangelico della guarigione del parai i ti co. Quando Gesù dice all'uomo: "Figliuolo, i tuoi peccati ti sono rimessi", certi scribi fanno nei loro cuori questo ragionamento: "�erché p�rla costui in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può nmettere 1 peccati,_ se non uno solo, cioé Dio?" (Mc 2,5-6). In più

·Questo testo si trova in Jerusalem and Athens (a di E. R. Ceelwn, Nutle\', Pres!J. mul cura Ref 1977), ww serie d'interventi da parte di vari studiosi pubblicati in orwre del Pr;Jj: llon 'Til i·n occastone del suo 75 co111pleanno dei 40 anni di docenz.a. Il libro riproduce anche le rispo.1·te di e Van Tt! a diversi COlUri buti e oj ji·e così ricco materiale di .•.;tudio. Ltt mCII'IClll/:_u di tecnic:ità nf!! Wl linguagxio e la limpidez.::.a del pensiero permellono di cogliere assai hene il pensiero \'llllfilliunu. 22 Cornelius Van Ti l, Il nzio credo Studi di teologia Vl ( 1995) 21-47 23

occasioni "i giudei" accusano Gesù di bestemnua. Sarà per questo tore anche se l'idea della bestemmia non poteva avere nella loro che lo inchioderanno poi alla croce. prospettiva un grande significato. Se l'affermazione di Gesù di Questi "giudei" - chiamiamoli pure "farisei" - erano molto essere il Messia promesso, il Figlio di Dio, era vera, allora erano "ortodossi". Giuravano per Mosè e i profeti. Abramo era loro padre gli stessi farisei a diventare reazionari, rivoluzionari ed apostati. e il Dio di Abramo era loro Dio. "Noi ti ringraziamo, oh Dio, che Avevano allora tmto dal punto di vista intellettuale, morale e non siamo dei politeisti come lo sono le altre nazioni". V'è un solo spirituale in tutto ciò che dicevano e facevano. Potevano forse Dio e non può essere altrimenti. "Ascolta, Israele: l' Eterno, l'Iddio ammettere che Gesù avesse ragione nel definirli appartenenti al loro 6,4). nostro, è l'unico Eterno" (Dt 1 padre, il diavolo? Poteva Gesù essere nel giusto quando dichiarava Perciò, quando Gesù affermava di essere uno con il Padre, erano che pur essendo essi i diretti discendenti di Abramo, òal punto di certi che bestemmiava. Che questo semplice uomo, Gesù, preten­ vista spirituale, quest'ultimo non era affatto loro padre? Poteva desse di essere il Figlio di Dio era un'ingiuria. Bisognava farlo Gesù trovarsi nel giusto quando affermava di loro: "Ma vi conosco, sparire dalla faccia della terra! che non avete l'amor di Dio in voi" (Gv 5,42)? Quale zelo dimostrano costoro per l'unico Dio, il solo vero Dio, In quanto cristiani, non siamo per noi stessi né migliori né più il Dio di Mosè! A loro non piace dover sottoporre alcuno alla tortura saggi dei farisei. Cristo, mediante la sua Parola e il suo Spirito, si della crocifissione, ma è il Dio di Mosè ad esigerlo. Bisogna salvare è identificato con noi e ci ha così detto chi e che cm·a siamo. In ' il popolo dal suo attaccamento sentimentale a questo uomo. Ben quanto cristiano, io credo prima di tutto alla testimonianza che Gesù P,resto emergerà il fatto che hanno realmente "salvato" il popolo. dà di se stesso e della sua opera. Egli afferma di essere stato · '{Allora gridaron di nuovo: Non costui, ma Barabba! Or Barabba mandato nel mondo per salvare il suo popolo dai loro peccati. Gesù era un !adrone" (Gv 18,40). mi chiede di fare quanto aveva chiesto ai farisei, vale a dire, leggere L'ironia della storia - i capi dei giudei non amavano affatto né le Scritture alla luce di questa testimonianza che egli rende di sé. servivano il Dio di Abramo! Come le nazioni intorno, particolar­ Egli ha mandato il suo Spirito perché dimori nel mio cuore, affinché mente i greci, erano diventati adoratori della creatura piuttosto che io possa credere e comprendere tutte le cose alla luce di ciò che egli del Creatore! Avevano fatto della loro coscienza morale, ma apo­ dice sul loro conto. Per il suo Spirito ho imparato a comprendere stata, il metro di ciò che è giusto e sbagliato. In base alla loro in parte che cosa intendesse Gesù con quel le parole: Io sono La Via, nozione di una "T orah vivente", pensavano d'essere riusciti a tenere la Ve rità e la Vita. Ho imparato in parte che cosa significa fare ogni conto dell'immutabilità della legge, pur ritenendo allo stesso tempo mio pensiero prigioniero all'ubbidienza di Cristo, venendo io con­ di poter vivere secondo i principi della "nuova moralità". vertito ogni giorno alla consapevolezza che non posso comprendere L'affermazione di Gesù, di essere il Figlio di Dio e il Figlio correttamente alcun fatto a meno che non lo veda nella sua giusta dell'uomo assume tutta la sua importanza proprio di fronte a questa relazione rispetto a Cristo, il Creatore-Redentore mio e del mio opposizione farisaica. Ogni disputa tra i farisei e Gesù riguardava mondo. Cerco il suo regno e la sua giustizia al di sopra di ogni altra quella dichiarazione finale, che cioè Gesù fosse il Figlio di Dio e ' cosa. Io so ormai, per la testimonianza che il suo Spirito rende al che, in quanto tale, fosse il Messia promesso. Di fatto GesCt denun­ mio spirito, che le mie fatiche non sono vane nel Signore. " ... So in ciava i farisei perché pur riconoscendo l'importanza d'ogni parola chi ho creduto, e son persuaso ch'egli è potente da custodire il mio dell'Antico Testamento ne distorcevano il significato. deposito fino a quel giorno" (2Tm l,12 ). La totalità della mia vita, Era perciò naturale che essi considerassero Gesù un bestemmia- nella sua dimensione familiare, ecclesiale, sociale e vocazionale l 24 Cornelius Va n Til, Il mio credo Studi di teologia VI ( 1995) 21-47 25

quale ministro del vangelo e dottore di apologetica cristiana è innanzi tutto decidere se quel Dio particolare, che spesso ci parla vissuta tutta all'insegna Pro Rege! Non sono un eroe, ma in Cristo (l) sa cosa è il 'bene' per noi, (2) controlla la storia per cui potrà non temo quanto mi potrebbe fare l'uomo. Le porte dell'inferno determinare cosa succederà se gli disubbidiamo, e (3) ha il diritto non può prevalere di fronte alla marcia progressiva della vittoria di esigere da noi l'ubbidienza. Dopo essermi deciso su queste del Cristo, al quale viene dato tutto il potere in cielo e sulla terra. questioni, e sempre che la risposta sia positiva, ubbidirò a lui. Non certo prima" . II. Cristo mi scrive una lettera Nell'arrogarsi il diritto di decidere su queste questioni, Adamo aveva in effetti già deciso sul loro conto - in senso negativo. Se Dio Non ho mai incontrato Cristo nella carne. Nonostante ciò, egli mi è tale da conoscere il "bene" per noi, se controlla tutto ciò che ha scritto una lettera. Non lui di persona, in quanto egli si è scelto avviene e se detiene il diritto all' ubbidienza incontestata, allora degli aiutanti. Per mezzo del suo Spirito, che è lo Spirito della l'uomo ubbidisce alla sua parola, perché è la sua parola. Disubbi­ verità, questi assistenti hanno scritto quanto egli ha voluto che io dendo, Adamo diventò un uomo "libero". sapessi. Dal cielo il mio Signore ha poi mandato il suo �piri�o Santo Satana, però, aveva fatto male i suoi calcoli. Rifiutando eli il o-iorno di Pentecoste perché dimorasse nel cuore di tutti coloro b . . credere che Dio controlla il corso della storia, Satana iniziò il suo che è venuto a redimere in questo mondo. Per grazia sua, IO ne sono tentativo d'impossessarsi dell'umanità intera. Essendoci riuscito In noi e attraverso uno. Insieme formiamo la chiesa, il suo popolo. col primo Adamo, provò col secondo Adamo. Ma il secondo Adamo noi egli stabilisce il suo regno. Essendo un soldato della croce, reso s'oppose allo stratagemma di Satana: "Vattene da me, Satana!" e f contro ' orte dalla potenza nell'uomo interiore, lotto giornalmente "Sta scritto!". Il secondo Adamo conosceva e accoglieva la Parola regno nel cuore )Satana che ad ogni punto cerca di stabilire il proprio di Dio in quanto era Dio, la Parola. Egli visse la sua intera esistenza e a scapito degli uomini. secondo quanto aveva già scritto in precedenza nel suo programma. \. Nella sua lettera, Gesù mi dice che tutti gli uomini sono fatti da Anche le parole "ho sete", pronunciate sulla croce, furono dette in un solo perché tutti sono creati da Dio. In quanto tali, tutti gli uon:ini accordo con quanto era stato scritto. sono figli eli Dio e recano tutti la sua immagine. Eppure, la pnma Ora, quanto era stato scritto riguardava principalmente la sua coppia, da cui provengono tutte le generazioni um ne s�cc sSjiv . � � � promessa fatta al popolo e cioè che l'avrebbe redento dal suo per "generazione ordinaria", peccò contro DIO. DIO gh mtse di peccato, malgrado Satana e contro lui ed i suoi eserciti. Sarebbe fronte l'ideale della gioia che egli gli avrebbe donato se solo divenuto il Gran Sonuno Sacerdote del popolo proprio nel clonarsi avessero condotto la loro vita nella direzione da lui indicata. Una come suo sostituto. "Maledetto chiunque è appeso al legno". Sa­ direzione carattetizzata dall'amore e dall'ubbidienza al suo Crea­ rebbe divenuto il loro Profeta, uno come Mosè, perché avrebbe tore e benefattore. Ma i nostri progenitori ebbero un confronto con proclamato al popolo la parola finale di liberazione, stabilenclolo Satana. Costui riferì · loro che da quando aveva dichiarato la sua nella verità, nonostante lo sforzo con cui Satana avrebbe cercato di indipendenza da Dio era diventato inconclizionatament� libero. D� costringerlo a credere alla menzogna. Sarebbe divenuto loro Re, certo per potersi autodeterminare, l'uomo dev'essere m grado dJ stabilendo la sua nazione eletta di "santi", malgrado lo sforzo eli decidere la "natura del bene" - a prescindere da ciò che Dio ha da Satana di stabilire un regno fondato sulla giustizia propria e auto­ dire sulla questione. . noma, rivendicata dai farisei. Adamo fece propria l'idea di Satana. "Hai ragione, Satana; devo Venne, vide e vinse. Nella storia vi fu una transizione dall'ira 26 Cornelius Van Ti l, Il mio credo Srudi di Teologia VI ( 1995) 21-4 7 27

alla grazia. Era sopraggiunta la nuova era, l'età della grazia e della e Giacobbe possa plausibilmente esistere. Egli dichiara senza mezzi gloria. Nella sua lettera, Gesù ci parla di questa nuova era. Una termini che quanto essi affermano di non sapere, egli lo sa. Atferma parte significativa di questa lettera perviene fi no a noi attraverso il che quella loro cosiddetta ignoranza è colposa, perché Dio è tanto suo servitore Paolo. Gran parte della prima fase di crescita del regno vicino a loro quanto loro a loro stessi. Perciò ordina ai presenti di di Cristo si compì attraverso l'opera del suo servo Paolo. In che ravvedersi della loro idolatria, di volgersi al Dio vivente, e non modo raccontava Paolo la storia di Cristo? trovarsi nel giorno del giudizio davanti al Signore Cristo risorto Nell'epistola ai Romani Paolo descrive il sentiero ribelle e senza il manto di giustizia. deviato dell'umanità. Pur essendo sin dall'inizio del mondo messi La predicazione di Paolo ai greci era simile a quella che Noé di fronte alla verità di Dio e malgrado tutto, i giudei come i greci rivolse agli uomini del suo tempo. Quando Noé affermava che Dio hanno scambiato la verità di Dio per una menzogna e adorato e gli aveva dato una parola d'ammonimento, che gli uomjni avreb­ servito la creatura invece del Creatore. Siccome hanno scelto di non bero rigettato a proprio rischio e pericolo, quest'ultimi erano certi tener conto di Dio nella loro conoscenza, l'ira di Dio è rivelata dal di poter mettere da parte tali dichiarazioni in base alla loro sapienza. cielo contro questi uomini che rigettano la rivelazione di Dio, come Essi dicevano che non c'erano affatto dei "fatti" o delle "ragioni un'inondazione tremenda e distruttiva. Tale sarà in effetti il diluvio valide" a sostegno delle affermazioni di Noé, a meno che non si che colpirà quegli uomini che rifiutano di tornare a Dio attraverso fosse disposti ad accettare il "fatto" che Dio avesse parlato a Noé. il Figlio. Ma a sostegno di ciò c'era solo la parola di Noé - e chi era dopo ,-. Essendo figli di Adamo, si sono sempre sforzati, come conti­ tutto Noé? Quando però cominciarono ad affogare, gli ultimi r{uano a farlo tutt'oggi, di mascherare quella verità su loro stessi e uomini rimasti sulla terTa, dovettero riconoscere che la loro sapien­ s.U Dio. Vedono ogni fatto in un'ottica diversa da quella reale. za altro non era che vera stoltezza. Ma ormai era troppo tardi. Lo llramite la loro letteratura - la tragedia, la poesia e la filosofia - stesso avverrà alla fine del tempo: di fronte al i' ira de li' Agnello gli cercano di dimostrare a se stessi che il mondo non è proprietà di uomini riconosceranno loro stessi e la loro sapienza per quello che Dio e che non sono stati fatti a sua immagine. Sia i giudei che i sono e invocheranno le colline perché li ricoprano, per non vedersi gentili hanno chiuso gli occhi di fronte al vero stato di cose costretti a cadere nelle mani di un Dio adirato. concernente loro stessi, il proprio mondo ed il loro passato, presente Paolo sapeva che i greci non si sarebbero potuti identificare in e futuro. Non ritenendosi creature di Dio, non potrebbero mai aver tutto e per tutto con i termini della loro filosofia. "Caos" e "Notte peccato contro un tale Essere. A loro non serve di conseguenza la Antica" costituivano i loro unici surrogati rispetto a quanto Paolo morte espiatrice di Cristo per la remissione dei loro peccati. Quanto raccontava sulle origini e sul destino del mondo. Te ntavano varie disse Stefano intorno ai giudei, deve essere ripetuto in riferimento combinazioni tra razionalità ultima (l' unità) e caso ultimo (diver­ ai gentili, che cioè hanno da sempre resistito allo Spirito Santo - a sità) adottando termini quali "forma" e "materia", che venivano a loro propria dannazione. sostituire la creazione e la provvidenza, senza trarne alcun giova­ Nel suo discorso nell'Areopago, Paolo proclama il nome del mento. Cristo risorto ai gentili che hanno rotto il patto ed intendono Paolo non poteva però dimostrare ai greci, nel senso che attri­ sottrarsi al giudizio divino. Paolo non si pone al loro livello per buivano loro alla parola "dimostrazione", che quanto essi credeva­ poter in questo modo analizzare insieme a loro la natura dell'essere no era pazzia e che quanto invece credeva lui era "buonsenso" . e la conoscenza in generale; per scoprire se il Dio di Abramo, !sacco Paolo non poteva adottare i principi del primo Adamo "libero" per Srudi di reologia VI ( 1995) 21-4 7 28 Cornelius Va n Ti l, l/ mio credo 29

"dimostrare" i principi del Secondo Adamo. Egli riconosceva, stesso tempo la loro prospettiva! L' idea della Scrittura, essi dice­ come del resto anche il suo uditorio greco, che le sue idee rappte­ vano, non va mai separata dal suo messaggio . sentavano una follia per la mente non cristiana. I greci non avreb­ I cattolici romani, scindendo per esempio i due elementi, distor­ bero creduto ad una sola di esse e tanto meno a tutte quante nel loro cono le concezioni bibliche del peccato e della salvezza. Secondo insieme, secondo le loro relazioni reciproche. Era necessario che la posizione ufficiale di Roma, il passaggio da peccatore a santo è fossero loro concessi degli occhi per mezzo della rigenerazione un processo metafisica di elevazione sulla "scala del!'es sere". dello Spirito Santo, attraverso i quali vedere l'intera verità di Dio Questa metafisica cristiano-greca della salvezza porta con se una in Cristo. Paolo sapeva che l'uomo naturale è come Santippe: si falsa concezione della natura della Scrittura. Secondo questa pro­ dice che quest'ultima conti nuasse a schioccarsi le dita, anche spettiva, la Scrittura non può essere "sufficiente". La chiesa romana quando si 1itrovò ad essere totalmente sovrastata dalle acque. Allo aggiunge se stessa alla rivelazione scritta, come organo continua­ stesso modo, l'uomo naturale continuerà a dire che Cristo ha torto tivo di quest'ultima, per raggiungere così quella sufficienza di cui e che Satana ha ragione, fi no all'ultimo respiro, a meno che lo la Scrittura da sola mancherebbe. Come ha sostenuto giustamente Spirito non gli dia per la sua misericordia luce e vita. Bavinck, la natura del messaggio della salvezza e la natura della Ecco allora il messaggio di quella lettera destinata a me e a tutta Scrittura si compenetrano sempre. la Chiesa da Cristo in persona. Sin da bambino, era questa la lettera Dal punto di vista riformato dunque, tutte le teologie non di Cristo ad essere letta in famiglia da mio padre. Era questa la riformate e cosiddette "evangeli cali" (cioé tutte quelle che, sebbene Ìettera che sentivo leggere in chiesa, proclamata dal ministro di non riformate, sostengono quella che J.I. Packer definisce la "equa­ Cristo. In quei tempi ogni ministro aveva una laurea V.D.M.: zione evangelicale" tra Scrittura e parola di Dio, quale potrebbero Ve rbum Dei Minister. Perciò, quando diventai un dottore di apolo­ essere il luteranesimo ortodosso, l'ar minianesimo-wesleyanesimo getica, era naturale che io pensassi non solo alla mia laurea (ThM) tradizionale e il fo ndamentalismo sinergistico), che presentano una e al mio dottorato (PhD), ma soprattutto al mio V.D.M. Le lauree concezione inadeguata della grazia sovrana, hanno anche una con­ precedenti costituivano solo degli strumenti attraverso cui poter cezione inadeguata della Scrittura. Un Dio che non può controllare essere fedele a quest'ultimo titolo. la storia, per via d'innumerevoli uomini aventi delle volontà non In quale altro modo, pensavo, si può essere seguaci della totalmente dipendenti dalla sua, riduce la salvezza ad una mera Riforma? Calvino e Lutero esponevano le Scritture per edificare la "possibilità". Cristo potrebbe essere morto invano. Essendo "libe­ chiesa di Cristo. Sottrassero la Bibbia, in quanto Parola di Dio per ri", tutti gli uomini potrebbero rifiutare di esercitare la loro supposta il popolo di Dio, alla chiesa apostata di Roma. Nell'insistere così "libertà data da Dio" per "riscuotere il loro assegno di 'vita eterna' sulla necessità, autorità, sufficienza e chiarezza delle Scritture, essi depositata nella Banca del cielo per tutti gli uomini". Il progetto di rigettarono in via di principio l'intera impalcatura teologica rorpa­ Dio di chiamare fuori un popolo per se stesso potrebbe non essersi na, che si basava largamente su quello stesso pensiero greco contro mai realizzato. Inutile dire che ogni insegnamento primario della cui Paolo predicò così vigorosamente. Scti ttura esclude un tale "piano". Dio è Dio. Cristo completò Nel desiderio di seguire i Riformatori, era naturale che leggessi l'opera di salvezza per i suoi. Soltanto quelli "in Cristo" sin dalla e apprezzassi le opere di coloro che prima di me avevano cercato fo ndazione del mondo sono morti con Cristo sulla croce. Cristo ha di fare altrettanto. Dapprima feci uso delle opere di Abraham salvato le sue pecore; non ha semplicemente reso "possibile" la loro Kuyper e di Herman Bavinck. Quanto era elementare e vasta allo salvezza. Perciò l'accento posto sull'autonomia umana nella teolo- 30 Cornelius Van Ti\, Il mio credo Studi di teologia VI ( 1995) 21-4 7 31

gia evangelicale non riformata, non solo crea disordine rispetto al calvinismo, non sarebbe sovrano! Il Dio di Calvino non sarebbe il messaggio scritturale della salvezza per sola grazia, ma distorce la Dio della grazia sovrana e universale. stessa dottrina della Scrittura, in quanto scopre come strumento Potremmo perciò affermare che la soteriologia barthiana della esegetico finale l'esperienza soggetti va della libertà umana, negan­ "grazia sovrana e libera" che giunge a noi soltanto nella nostra do così alla Scrittura e allo Spirito Santo la potenza, l'autorità e la soggettività implica una concezione radicalmente nuova della stes­ necessità d'invadere l' anima degli uomini. Lo Spirito Santo e la sa Scrittura. D'ora in poi la Bibbia si potrà chiamare Parola di Dio Parola di Dio non trasformano l'uomo; gli uomini devono prima solo nella misura in cui porta fi no a noi questo messaggio di "accettare" di essere cambiati! Per questa ragione, nessuna teologia soggettività. Affermare che "la Bibbia è la Parola eli Dio" non non riformata può dirsi propriamente una "teologia dello Spirito comp01ta per Barth una rivelazione che sia direttamente ri levabile Santo". Un a te ologia che perde il diritto di essere chiamata una nella storia così come la conosciamo noi. "teologia dello Spirito Santo" perde anche il diritto di essere Da questi esempi eli teologia cattolico-romana, arminiana-we­ chiam ata una "teologia della Parola di Dio". G.C. Berkouwer fa sleyana-luterana e infine della teologia moderna, risulta chiaro (l) non a caso riferimento a "l'isolamento della prospettiva riformata che l 'idea della Scrittura non si può mai separare dal messaggio della Scrittura"1• della Scrittura e che (2) nessuna eli queste teologie evangeli cali non L' osservazione appena fatta trova una conferma ancora più riformate e moderne hanno una visione della Scrittura tale da decisiva nel caso della teologia esistenziale. permettere a Cristo il Signore eli parlare all'uomo con assoluta Se le teologie evangelicali non riformate "tendono" !verso il autorità. Rispetto a ques e teologie, il Cristo auto-attestante della soggettivismo, la teologia moderna non evangelicale vi aderisce Scrittura non è centrale in senso assoluto. Di conseguenza egli non alla perfezione! Si prenda per esempio la teologia di Karl Barth . sarà centrale neanche all'apologetica propria eli queste teologie. Barth sosteneva che la libera grazia di Dio non poteva essere comunicata attraverso una rivelazione ctistal lizzata ed oggettivata. III. Verso una apologetica cristocentrica La teologia ortodossa, egli pensava, ha ridotto la rivelazione viven­ Avendo perciò deciso eli seguire i Riformatori quanto alla teologia, te e attiva di Dio ad una forma inanimata. Quando perciò Barth veniva naturale tentare di fare la stessa cosa in relazione all' apolo­ parlava favorevolmente dell'ispirazione verbale, egli la "attualiz­ getica. Mi volsi allora verso apologeti riformati quali Warfield, zava" e perciò la faceva rientrare "nel suo sistema"2• Nel ridurre la Greene e altri. Che cosa vi trovai? Scoprii che i te ologi del "Cristo Bibbia alla dimensione delle "relazioni causali", l' 01todossia ridur­ auto-attestante" difendevano la loro fede con un metodo che negava rebbe l'intera relazione religiosa tra Dio e l'uomo alla stregua di precisamente quel punto! Che ciò fosse vero lo si può dimostnu·e concetti ed idee impersonali. L' ortodossia diventerebbe così la attraverso una breve rassegna di quello che io definisco il metodo teologia dei "benedetti possessori", la teologia di coloro che pos­ "tradizionale" clell' apologetica cristiana. siedono la libertà di Dio. Il Dio dell'ortodossia e cioè il Dio del Il metodo tradizionale, che viene presentato per la prima volta dettagliatamente da Tommaso cl'Aquino nella sua versione cattoli­ ca e da Joseph Butler nella sua versione protestante (sebbene in 1 Un capitolo che porta questo titolo si trova in G. C. Berkhouer, He t Probleem der Schrifi­ linea di principio viene già enunciato sin dai tempi remoti dei prim.i kritiek, Kampen, J.H. Kok 1938. 2G. C. Berkouwer, op. ci t., p. 33. apologisti), si fonda sul presupposto che l'uomo possieda una certa 32 Cornelius Van Ti!, !/ mio credo Srudi di teologia VI ( 1995) 21-47 33 misura d'autonomia, che il mondo spazio-temporale è fino ad un Il Concilio di Nicea. A Nicea nel 325 d.C. la.. chiesa giunse alla certo punto "contingente" e che l'uomo deve crearsi una sua propria conclusione che l'unico modo d'esprimere &ciéguatamente l'iiÌse­ epistemologia, nel senso ultimo che si dà al termine. gnamento di Cristo . . . riguardo a se stesso e quello degli apostoli Il metodo tradizionale concedeva tale autonomia a questi punti intorno a Dio, stava in una particolare formulazione in cui tutte e fondamentali, mentre avrebbe invece dovuto esigere la resta! Ma tre le perso ne della Trinità si trovano allo stesso livello della realtà questa impostazione vanificava i tentativi dei suoi esponenti per i ultima. La chiesa rigettava così la nozione d'una subordinazione suoi stessi criteri. Il metodo tradizionale vi aveva esplicitamente del Figlio al Padre che in qualsiasi senso fosse di natura "antologi­ incastonato i diritti e le capacità dell'uomo naturale. Supponeva che co". Herman Bavinck rileva che con questa svolta decisiva si l'uomo potesse essere giudice delle dichiarazioni della Parola rifiutava qualsiasi tentativo d'unire l'uomo a Dio sulla base di un autorevole di Dio a prescindere dall'intervento dello Spirito di Dio. qualche cambiamento per cui Dio cessava di essere se stesso. Era l'uomo, che grazie ai suoi strumenti di lavoro intellettuale ben affermati, poteva apporre il suo "imprimatur" sulla Parola di Dio � Il Credo di Ca/cedonia. Questa formulazione della chiesa af­ poi, soltanto dopo quel grande atto, poteva ascoltarla. La Parola di fronta in modo particolare la questione spinosa della re lazione tra Dio deve prima superare le prove umane del bene e del male, della la "natura" divina e quella umana di Cri sto. Fu adottata nel 45 1 d.C. verità e falsità. Ma una volta che si concede questo, perché un non e dichiara che gli aspetti della "natura" divina e umana di Cristo cristiano dovrebbe preoccuparsi di tutto quanto gli si vorrà dire? In sono collegati tra loro senza confusione, senza mutamento, senza effetti gli si è già detto che sta perfettamente a posto così come è! divisione e senza essere separati . Le prime due espressioni erano Allora la Scrittura non è precisa quando ci parla di "menti ottene­ dirette contro gli eutichiani, le altre due venivano pronunciate brate", di "ignoranza voluta", di "uomini morti" e di "ciechi"! Con contro i nestoriani. questo metodo si approvano le problematich� poste dall'uomo . Questo sforzo da parte della chiesa di comprendere il Cristo naturale, dichiarandole con·ette. Ciò è quanto gli basta per ngettare aveva carattere teologico ed era perciò cruciale dal punto di vista la fede cristiana. apologetico. L'opera di Cristo rimane nebulosa fin tanto che l'in­ Visto perciò il fallimento degli stessi teologi ed apologis�i segnamento biblico sulla sua persona non viene chiaramente per­ riformati, malgrado il loro sforzo di difendere coerentemente Il cepito. Eppure, la vera importanza della sua persona diventa evi­ Cristo auto-attestante della Scrittura, diventava per me evidente il dente soltanto dal momento in cui comprendiamo che cosa ha fatto di dover compiere un nuovo lavoro a partire dalle basi. Non realizzato per il suo popolo. Per quest'ultima intuizione dobbiamo è che mi toccasse d'intraprendere questo compito ex nova. Avevo ricorrere alle confessioni riformate. Esse esprimono con maggiore imparato moltissimo da altri uomini, proprio come in teol�gia ero precisione l'opera dello Spirito di Cristo, lo Spirito Santo, intesa stato influenzato da Kuyper e Bavinck. Dal momento che 11 fulcro come parte dell' opera storica e continuativa di Cristo, così come dell'apologetica cristiana rimaneva nella mia concezi?ne il Cristo egli è ora con noi. auto-attestante delle Scritture, era normale che dovessi apprendere in buona parte lo sviluppo e la difesa della dottrina della persona Le Confessioni Riformate. Accettiamo il modello illustrativo di Cristo seguendo l' itinermio storico e teologico della chiesa. della Confessione Belgica: "Noi riceviamo questi libri, e solo Nella sua storia emergono tre periodi particolarmente significativi. questi, in quanto sacri e canonici, a regolamento, fo ndamento e conferma della nostra fede, credendo senza dubbio alcuno, tutte le Studi di teologia VI (I 995) 21-47 34 Cornelius Van Ti!, Il mio credo 35

4 cose i vi contenute; non tanto perché la chiesa li riceve e li approva di esso" • Questa affermazione non è per Tertulliano una sottomis­ _ fo rmale in quanto tali, ma ancor di più perché lo Spirito Santo testimonia sw_ne puramente alla Scrittura. Per Te rtulliano si tratta di nei nostri cuori che essi provengono da Dio, ragion per cui essi Cns�o che, nelle Scritture, ci offre il "sistema" di verità al quale a- Ji _ contengono in loro stessi questa testimonianza. Infatti persino i uom1m devono credere. "Devi ti cercare quello che Cristo ha in;e­ ciechi sono in grado di percepire che le cose preannunciate in essi gnato ... ". Per Tertulliano è futile qualsiasi ricerca della verità che _ si stanno compiendo (are fu lfilling, ndt)"(Art. V). no� SI esponga alla luce della verità fo ndamentale che si trova nelle Sembra, perciò, che dobbiamo attendere fino al tempo dei Sc�tture_ e che s'impone agli uomini, quella parola attraverso cui Riformatori prima di poter trovare la chiesa, in quanto chiesa, che Cnsto Cl parla dal cielo. Eppure Te rtulliano non fu di certo un confessa davanti al mondo una concezione dello Spirito Santo che oscurantista o un letteralista. "Purché non venga disturbata I' essen­ sia minimamente adeguata, la visione cioè di colui che ci ammini­ za della verità, potete indagare e discutere quanto volete"-'. Dopo stra, come aveva fatto nei confronti dei discepoli e degli apostoli, aver esposto questo "sistema" di verità che mette oli uomini di niente meno che la Parola di Cristo. Soltanto nei credi riformati fronte al Cristo della Scrittura, Tertulliano arriva all� sua conclu­ troviamo che lo Spirito di Cristo fa parte integrante dell'opera di �ione: "Pe�- polemizzare ormai da questo momento si.d tema sopra Cristo nella salvezza delle sue pecore. Il quale gh av�ersar� �i sfidano"6• Agli uomini non spetta determi­ E' in queste tre sfere che vediamo crescere la comprensione che nare ancor pnma di mcon trare Cristo quale dovrà essere la sua ha la chiesa della persona e dell'opera di Cristo. Dei teologi natura, perché "il nostro Signore stesso dichiarò, quand'era ancora particolari contribuirono anche essi ali' avanzata di questa causa. sulla terra, che cosa egli fosse, che cosa fosse stato, di qual volere Fra loro spicca la figura di Tertulliano. Un altro fu Agostino. del Padre egli fosse l'esecutore e quali doveri imponesse all' uo­ Entrambi questi personaggi avevano delle concezioni assai "eleva­ mo"7. te" di Cristo e della sua opera. Riconoscevano la centralità dello E' chiaro che ho imparato da Tertulliano. Ma anche Tertu lliano Spirito Santo in rapporto all'opera redent1ice di Cristo e cercarono come tutti noi, era figlio del suo tempo. Non riuscì mai a liberarsi d'essere coerenti con questa prospettiva nelle loro argomentazioni da quella speculazione sul Logos, la cappa condizionante dei suoi con i non credenti. In questo sforzo, Tertulliano ebbe f11aggior predecessori. "In linea di principio, il Logas non era altro che Dio successo d'Agostino. c�ncepito in relazione �Ile cose dello spazio e del tempo: perciò: _ Nel caso di Tertulliano, come afferma Warfield, abbiamo un Dw VIsto m senso relativo, non assoluto. Per sua stessa natura la esempio straordinario della persona giusta nel luogo e nel momento concez�one_ de_l Logos comportava perciò la forma più estrema di giusto: "il vero e proprio padre della dottrina cristiana della Trini­ subord�nazwmsmo ... Per fo rza di cose il Logos doveva essere tà"3. Proprio in quanto Tertulliano possedeva un'elevatissima con­ conce�lto c ?me una forma ridotta della divinità - una divinità, per , cezione di Cristo, poteva dire: "Non abbiamo più bisogno di cosi dt�e, s�;uata alla peri�eria piuttosto che al centro della sua , curiosare dopo Gesù Cristo, né di indagine dopo l'Evangelo. Una conceztone . Questo per cttare una osservazione di Warfield. volta che crediamo non desideriamo di credere oltre. Questo è il primo articolo del nostro credo: che non v'è nulla da credere oltre . 4 Tertull1ano, Prescrizione contro 5 gli erelh:i, 7. lbid., p. 40. !bid., p. 41. 76 43. 8.8. Warfield, Studies in Te rtu/lian and Augustine, New York, O ford 1930, p. l 07. /bid., p. 3 x 88.8. Wari'ield, op. cit .. pp. 19-20. 36 Cornelius Van Ti l, !l mio credo Studi di teologia VI (1995) 21-47 37

Qui vediamo perciò un teologo cristiano veramente grande che, Scrittura dice che egli è. Questo Dio è trino. "La tripersonalità eli pur sviluppando l'idea del Cristo auto-attestante della Scrittura, Dio viene concepita da Calvino, . .. non come un qualcosa eli scivola nel pantano della speculazione greca, tutta tesa a rinnegare aggiu nto all' idea in sé completa di Dio, né come qualcosa entro cui questo Cristo in toto. Nelle sue argomentazioni dirette agli gnostici, si svilu ppa Dio ne] processo del suoesi stere, ma come una cosa che egli adotta non una "forma" pura e semplice, bensì lo stesso entra nella idea stessa eli Dio, senza la quale egli non può essere contenuto delle loro teorie della emanazione, sperando così di concepito secondo la verità del suo essere"9• convincerli che eglidesi dera soltanto aggiungere "Cri sto" alle loro Per Calvino la dottrina della Trinità era in'timamente connessa idee già di per sé adeguate sull'origine dell'uomo e del mondo. Non alla sua esperienza di salvezza, "nella certezza che ha il cristiano tenta neppure di "contestare il terreno dei suoi oppositori", come si che il Cristo Redentore e lo Spirito Santificatore sono ciascuno era prefissato di fare. Di conseguenza, egli non riuscì ad essere delle Persone Divine"10• "La cosa essenziale, come egli insisteva, coerente con il metodo da lui stesso proposto. Toccò a Calvino il era che gli uomini credessero con tutto il cuore che vi è un solo Dio compito di seguire il metodo di Tertulliano purificandolo allo stesso il solo che dovranno servire; ma anche che Gesù Cristo nostr tempo della sua teologia del Logos. Redentore � e lo Spirito Santo Santificatore sono ciascuno né più e Ho già detto che la dottrina di Clisto, che andava via via né meno questo stesso Dio, come lo è Dio Padre, al quale dobbiamo sviluppando la chiesa, si riscontra a tre livelli fondamentali e che la nostra esistenza, pur rimanendo i Tre gli oggetti personali e queste tre fasi furono requisito necessario di una apologetica di ji stinti del nostro amore e della nostra adorazione " 11• Fu per il suo 1: davvero biblica. Ho inoltre osservato che Tertulliano anticipava i profondo 1igore religioso, nel costituire il Dio trino della Seri ttura metodo apologetico. La terza fase, che riguarda i tempi per il suo come punto di partenza di tutta la sua teologia, che Calvino trovò credi riformati, è fondamentalmente espressione della cristologia necessaria l'esclusione di ' ogni ultima vestigia eli subordin2.zioni­ smo, di Giovanni Calvino. Se guardiamo più da vicino la cristologia di che qualcuno avrebbe potuto addirittura sancire in base al Calvino, apprezzeremo maggiormente questa terza fase. Così fa­ linguaggio di Nicea. Calvino osò perciò usare la parola a:u'!o8wç cendo, noteremo anche uno sviluppo e un'applicazione del metodo in relazione al Figlio di Dio. di Tertulliano e di conseguenza, gli inizi dell'apologetica cristocen­ L' importanza di quest o termine in relazione all'apologetica trica. cristiana dovrebbe risultare subito chiara. "Tutti coloro che, per Secondo Calvino la speculazione intorno a Dio, a prescindere qualche motivo o dopo un certo punto, non erano in grado di (o dalla Scrittura, è da escludersi. Viene perciò esclusa anche una disposti a) concedere a Cristo la stessa deità del Padre, si trovavano teologia naturale. La teologia naturale inizia con l'autonomia necessaliamente offesi di tì-onte a qualsiasi dichiarazione riguar­ dell'uomo e il mondo come "dato" esterno. I teologi naturali danno dante la qualità ultima e divina della sua autoesistenza"12• Calvino per scontato che la "ragione" e la "logica" e il "fatto" siano "neutrali spiegava la persona di Cristo esclusivamente secondo i termini dal punto di vista religioso". N o n sono altro che "strumenti" a ttl a­ . : verso cui l'uomo può, anzi deve, determinare che cosa è poss1b1le

B. Warfield , Co/vin and Augus1i11e, e che cosa non lo è. 98. ed. Samuel G. Craig, Philadelphia, Presbyterian and Reformed Publ ishing Co. 1956, pp. 190- 19 1. Ora, se vi è qualcosa d'imprescindibile rispetto alle idee della 10 /bid. , p. 195. 11 Riforma, si tratta di quanto afferma C alvino proprio all'inizio delle /bid. , p. 198. 12 sue Istituzioni: l'uomo è quello che Dio in Cristo attraverso la /bid. , p. 25 1. 38 Cornelius Van Ti l, Il mio credo Studi di teologia Vf ( 1995) 21-47 39

scritturali, vale a dire che il suo metodo era esegetico piuttosto che strada per riconoscere alla stessa esperienza la capacità di determi­ speculativo. In questo senso, il suo metodo è semplice: p�r stabilire nare se Dio è reale"13• _ _ chi è Cristo, bisogna dipendere unicamente dalla defm1z10ne che Con queste parole, Hackett riassume in modo eccellente il Cristo dà di se stesso. Se Cristo è ciò che dichiara d'essere, ogni problema in questione tra lui arminiano ed il sottoscritto calvinista. speculazione è esclusa, poiché Dio può giurare solo per se stesso. Inutile rilevare che abbiamo due convinzioni radicalmente diverse Per scoprire che cosa è l'uomo e chi è Dio, si può soltanto andare su quanto dichiara la Bibbia intorno all'uomo e alla sua peccami­ alla Scrittura. La fede posta nel Cristo auto-attestante delle Scritture nosità, e intorno allo Spirito Santo e alla sua sovranità. Le questioni è il principio e non la conclusione della sapienza! Fu sob al tempo che ci dividono sono totali. Non esistono delle "fondamenta" in di Calvino e del pieno sviluppo da lui dato alla teologia trinitaria comune tra noi. Noi comprenderemo necessariamente la creazio­ per cui Cri sto è autorevole in quanto CX.'\YW8coç,che si poté svilup­ ne-provvidenza, la caduta dell'uomo, l'espiazione di Cristo, la sua pare una metodologia veramente cristiana per la teologia e l'apo­ totale assenza di peccato e la sua resurrezione, la sua seconda logetica. venuta e il suo trionfo finale, la dottrina di Cristo, la natura della Il metodo con il quale un cristiano sviluppa i contenuti della sua fede salvifica in modi diversi. La fe de cristiana di Hackett e mia fede non va disconosciut/5 dal metodo adottato per difendere i sono in realtà radicalmente diverse anche se entrambi desideriamo contenuti della stessa. Prendendo coscienza di questo, Calvino che vengano accettate da non cristiani. Non sono solo diverse per :negava a ogni speculazione e alla teologia naturale la c�pacità contenuto, ma anche per il rnetodo util izzato. i7d' essere un "viatico" capace di condurre alla fede. Sosteneva m vece In 1iferi mento a questo faccio due osservazioni piuttosto aene­ ! che la fede e la capacità di comprendere sono puri doni della grazia rali. In primo luogo, qualunque epistemologia non cristiana, ale a incondizionata. � ·•( dire qualsiasi teoria della conoscenza fo ndata su principi accettabi li Il metodo apologetico fin qui delineato verrà chiarito meglio se in sé e per sé dalla "mente carnale" (tra cui bisogna perciò includere si tiene presente un'obiezione mossa "usualmente" all'impostazio­ quelli del metodo personale di Hackett), è destinata al fallimento ne dì Calvino. Proviene da Stuart Cornelius Hackett nella sua opera totale, non solo fallimento inteso come strada che non condurrebbe The Resurrection of Theism. Hackett sostiene che dobbiamo dare alla fede cristiana, ma anche come strada che non porterebbe a una "giustificazione razionale alla realtà metafisica ultima" in cui qualsiasi forma di conoscenza. Credo che questo sia stato ri levato crediamo. Dal canto suo il calvinismo lo nega categoricamente. I ripetutamente da me come da molti altri. In secondo luogo, l'accusa calvinisti direbbero che Dio ha "creato gli uomini razionali come elementare di Hackett, che il calvinismo sia deterrrùnista ed in·a­ semplici fantocci della sua sovranità. A tutti gli effetti sembra però zionale è semplicemente falsa. La nozione calvinista della sovranità che l'uomo sia sotto l'obbLigo di credere al vangelo e che debba di Dio non ha proprio nulla a che vedere con la nozione del fi losofo accettare Cristo come Salvatore prima ancora che lo Spirito di Dio di un determinismo fi sico e causale. In altri luoghi mi sono dilun­ rigeneri il suo cuore - se, dico io, l'uomo è un agente morale e gato sulla concezione della provvidenza, chiaramente una parte razionale posto di fronte alla rivelazione, della cui accettazione o meno egli è responsabile sia moralmente che razionalmente, anl ora lasciamo che l'impalcatura presupposizionalista venga consegnata 13 all'irrazionalismo di cui è pervasa tutta la sua struttura ... mentre Stuart Cornelius Hackett, The l?esurrection o{ Th eism. Chicago. Moncly Press 1957. pp. gli oppositori della ragione languono sconfi tti, quest'ultima si fa 174- 1 75. 1995) 21-4 40 Cornelius Van Ti!, l/ mio credo Studi di teologia VI ( 7 41

integrante del pensiero di Calvino, secondo le sue categorie dell'al­ Cercare un punto d'aggancio con il miscredente tra le nozioni leanza e di quelle profondamente personalistiche. che quest'ultimo ha di sé e del proprio mondo, significa incorag­ Per quanto riguarda l'accusa di "irrazionalità" mossa contro la giarlo a proseguire sulla via della sua ribellione malvagia e cont"er­ posizione calvinista, suppongo per lo meno che Hackett non voglia marlo sulle basi di quella frustrazione che nutre nei confronti di sé. intendere l'incoerenza. D o tutto, uno dei cosiddetti "peccati" di Abbiamo già notato che l'uomo naturale si trova sotto una illusione Calvino sarebbe quello di essere stato troppo deduttivo, troppo autoimposta, per cui ritiene di essere "libero", vale a dire indipen­ logico, nel trarre delle implicazioni da questo e da quell'altro dente dal controllo e dal consiglio di Dio, e che i "fatti" che lo elemento nella Scrittura, al punto che nel "logicizzare" la teologia, riguardano sono a loro volta "liberi" allo stesso modo. Potrà addi­ ne avrebbe distrutto il cuore. Suppongo che Hackett voglia dire che, rittura darsi l'aria di essere "una persona aperta" e dirsi disposto a stando alla posizione calvinista, l'uomo viene chiamato a ravveder­ prendere in considerazione la possibilità che Dio esista. Nell' assu­ si dei suoi peccati e ad accettare Cristo senza che ci siano delle mere però una posizione tanto neutrale, l'uomo commette né più e ragioni da parte dell 'uonw stesso. Il calvinista non può dare delle né meno il peccato di Adamo ed Eva. ragioni, perché non ha nessun punto di contatto con il non cristiano. Perché cercare la verità laddove si potrà riscontrare solo la Per il calvinista non ci sarebbero delle ragioni a cui appellarsi nello menzogna? Può il non cristiano dire a noi e quindi al Cristo stesso sforzo di persuadere il suo amico ad accettare Clisto. quali sono i fatti e come si collegano tra di loro, qual è il loro In risposta a questa abbiezione, devo ancora osservare che l� principio di coesione, escludendo allo stesso tempo la creazione e cose non stanno così. Hackett presuppone che, a meno che non SI la provvidenza? Se sarà in grado di farlo secondo verità, allora la trovi un punto di contatto con l'uomo naturale, nel trovarsi cioè storia cristiana è semplicemente non vera! Ma poiché l'uomo d'accordo con lui sulle sue false concezioni dell'uomo e del mondo, naturale non può stabilire questo, essendo il messaggio cristiano non si stabilirà affatto un punto di contatto con lui. Io invece, veritiero, ho cercato e continuo a cercare di raccogliere i benefici insieme a Calvino e seguendo Paolo, sostengo al contrario che il di una teologia in cui il Dio trino della Seri ttura prende l'iniziati va mio punto di contatto sta proprio nello stato attuale delle cose in nella sal vezza. cui riversano gli uomini, così come lo descrive la Bibbia. E' lnvece L' idea calvinista di un punto di contatto reale in contrapposi­ Hackett a non avere alcun punto di contatto reale, perché il suo zione a quello fittizio non è una nozione inutile tra le altre, ma punto di aggancio si trova in quel che gli uomini immaginano (e, l'unico punto di contatto intellegibile possibile. Il non cristiano senza:ombra di dubbio, in ciò su cui essi "concordano") sia la realtà sostiene che il puro caso e il fato assoluto sono concetti limitativi delle cose. o principi euristici ugualmente finali e in correlazione tra loro che Il punto di contatto calvinista è radicato nello stato reale delle l'uomo usa per spiegarsi il fatto che abbiamo imparato molto sul cose. Tutte le cose sono quello che sono per via della loro relazione conto del mondo, che v'è ordine nel mondo e una certa uniformità , con l'opera del Dio trino, così come viene riportato nelle Scritture. mentre esiste allo stesso tempo un cambiamento e uno sviluppo Il "punto di contatto" di Hackett, in qualità di arminiano evangelico, continuo. Eppure, la "spiegazione" del non cristiano non è affatto è essenzialmente l'epistemologia kantiana, un'epistemologia che una spiegazione. Dire che "succede e basta" come spiegazione di stabilisce che gli uomini si trovino in una posizione completamente un evento significa in realtà dire: "Non esiste alcuna spiegazione isolata l'uno rispetto ali'al tro, ma che allo stesso tempo vengano che io sappia". ridotti a mere relazioni l'uno dell'altro. Perciò il calvinista, nell'usare il suo punto di contatto, fa notare 42 Cornelius Van Ti l, Il mio credo 1995) Studi di teologia VI ( 21-47 43

al non cristiano che se il mondo non fosse quello che presenta la IV. Il quadro complessivo Scrittura, se la conoscenza naturale dell'uomo non fosse realmente radicata nella creazione e nella provvidenza di Dio, allora non vi A. Il mio problema ha a che fare con il "metodo tradizionale". potrebbe essere la minima forma di conoscenza. Il cristiano afferma l. Questo metodo compromette Dio stesso, in guanto sostiene che i non cristiani hanno fatto e tuttora fanno molte scoperte sul che la sua esistenza è solo "possibile", per quanto "estremamen­ f vero stato di cose d eU' uni verso, per i l sempi ce fatto che l'universo te probabile", piuttosto che necessario dal punto di vista anto­ è quello che Cristo dichiara essere. logico e "razionale". Lo scienziato miscredente prende a prestito e fa suoi i principi 2. Compromette cristiani della creazione e della provvidenza ogni qualvo lta afferma il consiglio di Dio perché non lo comprende come che una "spiegazione" è possibile, in quanto egli sa di non poter la sola "causa" ultima e onnicomprensiva di tutto ciò che avviene. giustificare da solo il concetto di "spiegazione". Essendo il lat�re dell'immagine di Dio e agendo in un universo controllato da DIO, 3. Compromette la 1ivelazione di Dio nei modi seguenti: il miscredente contribuisce indirettamente e "accidentalmen " allo tr a. Compromettendone la necessità. Questo avviene quando sviluppo della conoscenza umana e della cultura. non si riconosce che persino in paradiso l'uomo doveva Quando Hackett sosti ene che la posizione calvinista è in-azio­ interpretare la rivelazione generale (naturale) di Dio secondo nale dal momento che non può fornire delle "ragioni" perché si gli obblighi del patto imposti da Dio mediante la ri velazione debba credere, penso che voglia dire che di tì·onte a una posizione speciale. La rivelazione naturale, secondo la concezione tra­ come la mia, il cristiano non accetta lo schema non cristiano in cui . l dizionale, può essere invece compresa "da sola" . il non cristiano detennina quali sono le "buone ragioni" e le "prove valide". Ciò è perfettamente vero, ma non è affatto in-azionale. Al b. Compromettendone la chiarezza. Sia la rivelazione gene­ contrario, il cristiano presenta al mondo il Cristo auto-attestante, rale che quella speciale di Dio si dice che siano oscure, al unico fondamento su cui l'uomo debba trovarsi per dare delle punto che l'uomo può soltanto arrivare a dire che l'esistenza "ragioni" per qualunque cosa in assoluto. L' intera nozione del di Dio è "probabile". "rendere ragione" viene completamente distrutta da qualsiasi anto­ c. Compromettendone la sufficienza. Lo fa quando concede logia che non sia quella cristiana. Il cristiano afferma che soltanto spazio ad una sfera ultima del "caso", dal quale potranno forse dopo aver accettato lo schema biblico delle cose, l'uomo potrà scaturire dei "fatti", che rappresenteranno una totale novità essere in grado di capire e di rendere conto della sua propna sia per Dio che per l'uomo. Tali "fatti" non sarebbero inter­ razionalità. pretabili e spiegabili secondo i criteri della rivelazione gene­ Ma mi pare di aver detto abbastanza, perché i lettori possano rale o speciale di Dio. avere un quadro preciso della direzione in cui va il mio pensiero. d. Compromettendone l'autorità. Secondo la posizione tra­ Credo comunque che potrebbe essere utile mettere a fuoco, ma solo dizionale, la caratteristica auto-attestante della Parola di Dio, in forma sintetica, il quadro complessivo del mio pensiero. Ciò e con essa anche la sua autorità, è secondaria rispetto all' au­ faciliterà il compito del lettore in generale. torità della ragione e dell'esperienza. Le Scritture non si autentificano da sole, ma è piuttosto I' uomo ad autentificarle VI (1995) Cornelius Van Ti l, Il mio credo Studi di teologia 21-47 45 44

e a riconoscerne l'autorità, sempre e solo .mtro i te rmini della logica in quanto tale, affermare che cosa deve essere o non essere dell'autorità sua propria. la realtà. 4. Co mpromette la creazione dell' uomo, immagine di Dio, a. Perciò il cristiano tenta di capire il suo mondo attraverso perché concepisce la creazione e la conoscenza di Dio come un l' osservazione e l'ordinamento logico dei fatti, assoggettan­ _ _ qualcosa d'indipendente rispetto all'Essere e alla conoscenza dosi coscientemente al disegno del Cristo auto-attestante di Dio. Secondo l'impostazione tradizionale, l'uomo non deve della Scrittura. per forza "pensare i pensieri di Dio dopo di lui". b. Il non cristiano, per quanto tenti un'impresa analoga a 5. Compromette la relazione p attuale dell'uomo con Dio in quella del cristiano, cerca nonostante tutto di fare ricorso alla quanto non comprende l'azione rappresentati va di Adamo come "logica" per distruggere la posizione cristiana. Da un lato elemento assolutamente determinante per il futuro. s'appella alla non razionalità della "materia" per affermare che il carattere casuale dei "fatti" è una dimostrazione con­ 6. Compromette la peccaminosità del genere umano che risulta clusi va che va contro la posizione cristiana. Dall'altro, come dal peccato di Adamo, perché non comprende che la deprava­ Parmenide, sostiene che la storia cristiana non può in alcun zione etica dell'uomo s'estende alla totalità della sua vita, modo essere vera. L' uomo deve essere autonomo, la "logica" persino ai suoi pensieri ed ai suoi atteggiamenti. deve svolgere la sua fu nzione legislativa nei confronti del 7. Compromette la grazia di Dio in quanto non la comprende campo della "possibilità" e la possibilità deve trovarsi al di come requisito necessario per il "rinnovamento che porta alla sopra di Dio. conoscenza". Secondo la veduta tradizionale, l'uomo può, anzi 3. Entrambi affermano che la loro posizione è "in armonia con deve, rinnovare se stesso per accedere alla conoscenza attraver­ i fatti". so un "uso corretto della ragione". a. Il cristiano lo afferma perché interpreta i fatti e la sua propria espelienza alla luce della rivelazione del Cristo auto­ B. Come concepisco la relazione tra il cristiano e il non cristiano, attestante della Scrittura. Sia l'uniformità che la diversità dei filosoficamente parlando. fatti hanno come loro fo ndamento il disegno onnicompr· en- l. Entrambi hanno dei presupposti circa la natura della realtà: sivo di Dio. a. Il cristiano presuppone il Dio trino e il suo piano di b. Il non cristiano lo afferma perché interpreta i fatti e la sua redenzione per l'universo, così come viene stabilito un� volta esperienza alla luce dell'autonomia della personalità umana, per tutte nelle Scritture. della "gratuità" (givenness, ndt) ultima del mondo e della b. Il non cristiano presuppone una dialettica tra il "caso" e la riconducibilità della materia alla mente. Non ci può essere "regolarità", dove il primo dà una spiegazione all'origine alcun fatto che neghi l'autonomia dell'uomo o che attesti della materia e della vita, mentre il secondo al successo l'origine divina del mondo e dell'uomo. attuale dell'impresa scientifica. 4. Entrambi affermano che la loro posizione è "razionale". 2. Né l'uno né l'altro, essendo esseri finiti, possono per mezzo a. Il cristiano lo fa sostenendo non solo che la sua posizione Studi di teologia VI ( 1995) 21-47 46 Cornelius Van Ti l, Il 111io credo 47 J

è intrinsecamente coerente, ma che può spiegarsi l'apparen­ zione ragionevole che gli uomini possano mantenere. E' del temente "inspiegabile" riconducibilità dei fatti alla logica e tutto irrazionale sostenere qualsiasi altra posizione che non sia la necessità ed utilità della stessa razional ità secondo i termini il cristianesimo. Soltanto il cristianesimo evita d'immolare la della Scrittura. ragione sull'altare del "caso". b. Il non cristiano può fare la stessa affermazione. Se la fa, il S. Che procediamo perciò per "presupposti ". Il cristiano, come cristiano sostiene che non la può convalidare. Se il non fece Tertulliano, deve contestare proprio i principi insiti nella cristiano tenta di spiegarsi la riconducibilità dei fatti alla posizione dei suoi oppositori. L' unica "prova" della posizione logica secondo i criteri della razionalità ultima del c'osmo, si cristiana è che non esiste affatto la possibilità di "provare" troverà paralizzato di fronte alla necessità di spiegare l'"evo­ proprio nulla, a meno che non si presupponga la verità della luzione" degli uomini e delle cose. Se tenta di riconere al prima. Lo stato attuale delle cose, così come viene predicato dal , puro Ilcas o Il e all Il irrazionalità Il ultima, come pozzo da cui cristianesimo è il fondamento necessario della "prova" in sé e sarebbero saltati fuori sia l' uomo razionale che un mondo per sé. riconducibile alla razionalità, allora faremo notare che una 6. Che predichiamo consapevoli del fatto che l'accettazione del tale spiegazione non è affatto una spiegazione e che distrugge Cristo della Scrittura da parte di peccatori alienati da Dio che la predicazione (predication, ndt). sfuggono la sua presenza, avviene quando lo Spirito Santo, a fronte di un'evidenza chiara ed inevitabile, apre loro gli occhi perché vedano le cose come effettivamente stanno. · 1 C. La mia proposta di una metodologia cristiana per l'apologetica, l che sia coerente fino in fondo, è perciò la seguente: 7. Che presentiamo il messaggio e l'evidenza a favore della posizione cristiana nei termini più chiari possibili, sapendo che, l. usiamo nell'apologetica lo stesso principio che usiamo Che essendo l'uomo ciò che dichiara sul suo conto il cristiano, il non la teologia: il Cristo della Scrittura, che è auto-attestante ed nel cristiano sarà in grado di comprendere in senso intellettuale i auto�esplicati v o. termini della questione. Così facendo, gli diremo in larga misura 2. Che non ci appelliamo più alle "nozioni comuni" su cui sono ciò che egli "già sa", ma che cerca disperatamente di sopprime­ d'accordo cristiani e non cristiani, bensì al "terreno comune" re. Questo processo di "richiamo alla mente" fornisce allo che essi hanno effettivamente, dato che l'uomo e il suo mondo Spirito Santo un terreno fe rtile su cui, per la grazia sovrana, corrispondono a ciò che la Scrittura afferma sul loro conto. potrà concedere al non cristiano il ravvedimento, perché giunga 3. Che ci appelliamo all'uomo in quanto uomo, immagine di a conoscere Colui che è vita eterna. Dio. E questo lo facciamo solo se contrapponiamo al principio Mi auguro che attraverso la presentazione di questo mio "Cre­ non cristiano della razionalità autonoma il principio cristiano do", mi sia stato concesso, seppure in fo rma modesta, di ringraziare della dipendenza della conoscenza dell'uomo dalla conoscenza tutti coloro che hanno speso il loro tempo a scrivere per il mio di Dio, così come viene rivelata nella Persona di Cristo e per anniversario. mezzo del suo Spirito. (Trad. J. Ter ino) 4. Che perciò dichiariamo il cristianesimo essere l'unica posi- Studi di teologia VI ( 1995) 49-52 49

DOCUMENTAZIONE

MATERIALE BIBLIOGRAFICO SU CORNELIUS V AN TIL

Sono segnalati qui di seguito alcuni testi che possono essere con­ sultati presso la Biblioteca IFED di Padova. Anche in questo caso la bibliografia è notevolissima e il materiale qui segnalato contri­ buisce solo a dare un'idea di quanto è accessibile in Italia. Poiché molti degli scritti di Van Ti l sono ormai introvabili, una società di New Yo rk sta terminando il loro trasferimento su dischetto in modo da renderli accessibili per la ricerca e la consultazione.

PUBBLICAZIONI DI CORNELIUS VA N TIL

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speranza". Essa possiede una triplice funzione. Vi è l'aspetto pro­ ragione; sia per lo scetticismo che, se fosse coerente, dovrebbe bativo: cioè la presentazione delle basi razional i della fede con lo essere scettico del suo stesso scetticismo, assunto a priori quale scopo di provare la verità del cristianesimo. Vi è l'aspetto difensivo assoluto. che tiene conto delle possibili obiezioni che vengono mosse alla Per l'apologeta cristiano deve altresì essere chiaro il rapporto fede (cf Fil l,7, 16). Vi è infine l'aspetto offensivo che tende ad che intercorre fra la responsabilità dell'uomo e la sovranità di Dio. evidenziare l'intrinseca stoltezza d'ogni pensiero che s'eleva orgo­ Rettamente compresa, l'apologetica non è altro che l'esercizio gliosamente contro la conoscenza di Dio (2 Cor l 0,5). Tali aspetti d'una vocazione ordinata da Dio stesso. Non ha dunque alcun sono in stretta relazione fra loro e l'uno presuppone l'altro. fo ndamento biblico l'idea secondo cui la Bibbia non ha alcun Questo per quanto concerne la funzione dell'apologetica cri­ bisogno d'essere difesa, dal momento che si difende da sola. E' vero stiana, ma cosa dire del suo statuto e del suo fondamento? Da quale che essa è potente (Rm l,16 ; Eb 4, 12s.), ma la stessa Scrittura si fonte assoluta ed autorevole deve attingere i suoi criteri ed i suoi auto-difende ed attesta se stessa quando, attraverso i suoi tanti presupposti? A questo punto Frame prende le distanze dall' apolo­ "perciò", fornisce le ragioni delle proprie affermazioni. Il compito getica "classica" o "tradizionale" propria anche ad autori riformati dell'apologeta sta proprio nell'imitare il modo in cui la Bibbia quali R.C. Sproul, John Gerstner, ma riconducibile, indietro nel difende se stessa e ciò avviene ogni qualvolta viene presentata la tempo, a Joseph Butler, To mmaso d'Aquino ed agli apologeti del Sua verità, la Sua bellezza e bontà, oltreché la Sua razionalità. _ secondo secolo (Giustino Martire, Atenagora ecc.). Secondo Frame Ma ritenere di dover difende la Scrittura facendo uso anche eli \< si deve rifiutare il loro approccio, non tanto perché inutile ma dati extra-biblici, non significa venir meno al principio del Sola {perché non biblico. Esso fa infatti propria l'idea della possibili­ Scriptura della Riforma respingendo la sua sufficienza e chiarezza? .� tà/opportunità d'un discorso neutrale col non-credente, assumendo Frame ritiene legittimo ed opportuno fare uso eliquesti dati, a patto i i criteri di quest'ultimo (la logica, i fatti, l'esperienza e la ragione), che non li si ponga sullo stesso piano della Bibbia e non si piuttosto che quelli che gli fornisce la Scrittura. conferisca loro una maggiore autorità di essa. Facciamo un esem­ Frame sostiene che l'apologeta e le sue argomentazioni devono pio: se io dico "poiché esiste un disegno nel mondo allora Dio sempre presupporre ed essere sottomesse alla signoria di Cristo ( lPt esiste", sto partendo dalla Scrittura che mi parla eli un mondo 3, 15). Dire al non-credente che è possibile dialogare su di una base ordinato e nello stesso tempo faccio appello a quella conoscenza neutrale corrisponde ad una menzogna, in quanto contrasta cqn il che il non credente ha di Dio attraverso il creato. In questo caso non cuore stesso della fede cristiana e cioè con l'affermazione che giudico la Bibbia sulla base del mio concetto el i ordine, perché è la Cristo è il Signore e che non è possibile alcuna neutralità. stessa a dirmi quale sia necessariamente il presupposto cieli' ordine La volontà di difendere la Bibbia con la Bibbia può dar luogo creazionale. all'accusa di cadere in un circolo vizioso che precluderebbe ogni Cosa dire dell'impiego d'argomenti storici e scientifici a soste­ possibilità di dialogo. Ma Frame si difende da questa accusa gno della Bibbia? Citare Giuseppe Flavio non significa ritenerlo facendo notare come per tutti sia inevitabile una qualche forma di più credibile dell'evangelista Luca, ma fare uso d'un dato che, per circolarità nel proprio modo di argomentare. Questo vale sia per la quanto fragile, possiede per il non credente maggior credito. Sareb­ filosofia empirica di Hume, che per provare ciò che asserisce deve be veramente ridicolo da parte nostra se dubitassimo della verità assumere in via preliminare l'autorità dell'esperienza umana; sia della Bibbia per il semplice fatto che non s'accorderebbe con per il razionalismo, il quale presuppone l'autorità ultima della quanto affermano Giuseppe Flavio, Eusebio, Papi a ecc.! M. Clemente, Per '{lpo!ogetic{l Swdi di teologia VI ( 1995) 53-60 56 Wl 57

Un altro aspetto che Frame chiarisce è il rapporto fra Scrittura piuttosto il fo ndamento presente nella Bibbia ed il modo in cui e rivelazione naturale. Dopo aver precisato il loro contenuto, egli possiamo costruire su eli esso. rivendica per ambedue la stessa autorità divina. La Bibbia non è da Ma il compito apologetico nasconde altresì dei pericoli, è ritenere più divina ed autorevole della rivelazione naturale, perché dunque opportuno tenere presente l'esortazione pietrina acl avere Dio parla in modo autorevole anche attraverso quest'ultima. La una "coscienza pulita" (lPt 3,16) ad essere cioè mo tivato positiva­ differenza sta nel fatto che la Scrittura è il pronunciamento verbale mente e vivere coerentemente. Al non credente si comunica infatti divino fornito da Dio per integrare e correggere la nostra visione sia con le parole che con la propria vita. Frame deve rilevare come del mondo e noi dobbiamo umi !mente accogliere la Sua guida. nel corso della storia della chiesa alcune eresie fossero riconduci bi l i Come disse Calvino, dobbiamo guardare il creato con gli occhiali a motivi apologetici e fo ssero dunque accompagnate dall'intento che ci fornisce la stessa Scrittura! Ciò non può però significare eli da re al cristianesimo una certa "rispettabilità intellettuale". leggere "i due libri della natura e della Scrittura" giustapponendoli. L' apologetica è inoltre stato spesso il campo di battaglia prediletto Così facendo non si permette alla Bibbia d'esercitare più la sua da spiriti polemici che non hanno parlato con "dolcezza e rispetto". fu nzione critica nei confronti della nostra interpretazione del dato Altri peccati che possono compromettere seriamente il compito creazionale e si finisce, com'è talvolta accaduto, per accettare per apologetico sono: un amore mal diretto, una sottostima del peccato vere teorie quali l'evoluzione o una certa psicologia secolare. (come se ciò di cui l'uomo avesse bisogno per credere non fosse Quando attraverso le lenti che fornisce la Bibbia la rivelazione altro che un argomento migliore), l'ignoranza del la rivelazione di uno strumento potente 1; naturale è rettamente compresa, essa diviene Dio ed in particolare dei suoi pr esupposti ed infi ne l' orgoglio dell'apologeta cristiano. Attraverso di essa I' apolo­ 1 a disposizione intellettuale. geta sarà in grado di mostrare al non credente i modi svariati in �u! L' A. parla poi del messaggio dell'apologetica che è per lui la natura rivela Dio senza che ciò comporti l'appello alla neutrahta rappresentato dalla totalità della Scrittura e può essere riassunto in e a criteri estranei alla Bibbia. Si tratta di vedere la creazione alla un duplice modo. Da un lato il cristianesimo è una filosofia dal luce della Scrittura. l momento che fornisce una visione complessiva della realtà. In Dal discorso di Frame, tendente a valorizzare il ruolo della quanto tale esso compete con tutte le varie fi losofie (platonismo, rivelazione naturale ai fini d'una vera conoscenza, non traspare con aristotelismo, empirismo, razionalismo, materialismo ecc.) ed af­ la dovuta chiarezza il fatto che se è vero che noi siamo come affetti fronta il problema della metafisica, dell'epistemologia e dell'etica. da miopia (meglio cecità) a motivo del peccato, è altrettanto vero Dall'altro il cristianesimo è l'annuncio dell'Evangelo di Dio e che lo stesso "libro della natura", a motivo della propria corruzione, l'apologeta dev' essere sempre pronto a presentarlo dal momento non ha più la sua originale nitidezza per cui non ci parla più con la che è ciò di cui ha maggiormente necessità l'interlocutore. stessa chiarezza. Il peccato ha dunque corrotto sia noi che il creato Frame non si pone la questione della priorità d'un elemento rendendo il nostro compito doppiamente arduo ed impossibile (quello apologetico) rispetto all' altro (quello kerigmatico). Dal senza il soccorso "chiarificatore" della Scrittura. momento che come s'è visto il valore del compito apologetico è Qual è il valore dell'apologetica? Per Frame esso è pari a quello pari a quello della predicazione, il dar precedenza al primo è solo della predicazione, in quanto ambedue mirano alla conversione dei dovuto al fatto che questo è quel che accade nella realtà per iniziare perduti ed alla santificazione dei salvati. Ma l'apologetica non può e mantenere viv o il dialogo con l' interlocutore. Un esempio ben mai costituire il fondamento su cui poggia la fede. Essa mostra riuscito di come l'apologetica possa essere al servizio del la pt:edi- 58 M. Clemente, Per un 'apologetica Studi di teologia VI ( 1995) 53-60 59

cazione dell'Evangelo viene poi fornito da Frame con una ipotetica Dopo queste considerazioni metodologiche Frame tenta di darè conversazione con un compagno di viaggio. un esempio sul come provare l'esistenza di Dio. Egli parte dalla Quattro sono le verità basilari che secondo Frame caratterizzano constatazione dell'esistenza di valori morali condivisi da tutti e la visione cristiana del mondo: l'idea di un Dio personale ed sulla cui base è solo possibile emettere giudizi razionali. Dato il assoluto, il rapporto Creatore-creatura, la sovranità di Dio e la loro carattere "pervasivo" ed "ineluttabile" essi indicano Dio ren­ trinità. Ognuna di esse serve a chiarire alcuni concetti filosofici dendolo "ovvio" (p. 90). fondamentali: il rapporto fra personale ed impersonale per quanto L' argomento di Frame si riduce a questo: l'esistenza di valori attiene all'origine del mondo; la u·ascendenza e l'immanenza per morali prova l'esistenza di Dio. Ciò non significa però fa r di pen­ quanto attiene l'Essere e l'agire di Dio nel creato; il problen:a dere l'esistenza di Dio da valori morali costruiti altrove, perché la dell'uno e del molteplice che, al seguito di Van Til, Frame fa propno morale cui Frame pensa è quella teistica la cui origine è in Dio. Non trovando la sua spiegazione nel Dio biblico Uno e Trino. si tratta di partire dalla ragione autonoma e ciò s'accorda con il Tolte le due appendici finali che aiutano a precisare meglio il pensiero di Van Til. Si tratta infatti pur sempre di quella conoscenza pensiero di Frame rispetto alle critiche di taluni riformati al presup­ vera di Dio e del creato che l'uomo ha per rivelazione e che nel posizionalismo, il restante spazio è dedicato a mostrare il carattere contempo cerca di reprimere. probativo, difensivo ed offensivo dell'apologetica. La conclusione non sarà quella di aver provato l'esistenza di un Sull'aspetto probativo la riflessione dell'A., per sua stessa dio accettabile alle molte religioni e filosofie, ma bensì il Dio della ammissione, tende ad assottigliare il di vario fra l'apologetica clas­ Scrittura. E questo avremo fatto attraverso una corretta applicazio­ sica e quella di Van Til. Stando a Frame esse hanno più elementi in ne d eU' epistemologia biblica. : comune di quello che pensano. Egli esamina alcuni aspetti del In che misura il Frame riesca nel suo intento è difficile dirlo dal (· pensiero vantiliano per evidenziare come, per esempio, l' argOipen­ momento che, come l'A. stesso ammette, neIl' apologetica è assai to trascendentale non sia sufficiente a provare da solo l'esistenza difficile stabilire il grado di persuasione raggiunto. Per questo di Dio in modo soddisfacente e avrebbe quindi bisogno del suppor­ recensore rimane difficile da provare che vi siano valori mora�i che to di argomenti del tipo classico. Anche l'idea secondo cui si può hanno un carattere "ineluttabile" ed "ovvio" per ogni uomo e rimanere fedeli al presupposizionalismo solo argomentando "nega­ ovunque. L' argomento di Frame rimane comunque valido in un tivamente" (reductio ad absurdum) è ritenuta infondata da Frame. contesto socio-culturale in cui una certa moralità sia divenuta Allo stesso modo si problematizza l'affermazione di Van Til secon­ patrimonio di tutti. Appare però sempre più evidente come il do cui esiste un "argomento assolutamente certo" a sostegno del consenso morale rimanga un fattore aleat01io e sia sempre più teismo biblico. difficile formulare un'etica valida per tutti. Frame pensa che il termine "probabilità" andrebbe recuperato Ma l'argomento morale di Frame rimane forse valido anche se fra gli apologeti riformati, ma solo per riconoscere la natura "incer­ il consenso dovesse ridursi ad una sola norma, perché rimane ta" del nostro argomentare e non per dubitare della certezza del dato comunque il problema di spiegare la sua "origine". E per Frame biblico. Su quel che dovrebbe costituire il corretto "punto di con­ non vi sono che due possibilità: far risalire quell'obbligazione tatto" fra l'apologeta ed il non credente è sottolineata la valenza morale ad una autorità impersonale (con l'onere di provare come personale e spirituale della questione per permettere una verifica una forza impersonale possa suscitare obblighi morali personali), dei motivi che orientano lo stesso apologeta. o ricondurla ad una autorità morale personale, simile al Dio asso- 60 M. Clemente. Per llll "apologeTica STUdi di 1eo!ogia VII ( 1995) 61-66 6.1

Juto e personale della Bibbia. In quest'ultimo caso rimane poi da provare con altri argomenti (quello ontologico ecc.), perché si tratterebbe proprio del solo e vero Dio della Bibbia. Sulla funzione difensiva dell'apologetica (cc. 6-7), Frame pren­ PER UN DIALOGO de in esame l'annosa questione della presenza del male, che sembra contravvenire al carattere morale di Dio ed alla sua onnipotenza. Per l'A. bisogna ammettere l'esistenza reale del problema senza Pietro Bolognesi cadere però nella tentazione di prospettare facili soluzioni. Dopo aver esaminato diverse soluzioni roposte da teol gi e filosof nel p � j Gli "evangelici", o "evangelicali", o "conservatori", o "fondamen­ corso del tempo, ma trovate non-b1bhche o al massimo madeguate,_ talisti", o ecceter , non possono più essere gentil mente disprezzati Frame affronta il problema del male. La sua indagine non offre . � . o tolleratt con spmto paternalistico. Essi sono ormai un fe nomeno soluzioni facili, ma permette di sottolineare alcuni aspetti rilevanti dell'insegnamento biblico, come quello che Dio stesso è il criterio talme�te ril�vante sul piano quantitativo e su quello gualitativo da delle sue prop1ie azioni e soprattutto permette d'acquisire una sollecitare gtustamente l'attenzione anche dei più distratti. Nell'ot­ nuova prospettiva storica. Attraverso un esame della storia biblica tica di taluni si fa strada la necessità d'un dialogo. Un autore svizzero ha dunque pensato di scrivere una "lettera ·, passata, presente e futura noi non troviamo una soluzione filosofica '; al problema, ma una grande rassicurazione ed una potente motiva­ aperta" per entrare in dialogo con loro. Il libro non è Junao e attira ! zione per continuare a confidare e ad obbedire nonostante tutta la per la sua vivacità. Esso offre anche lo spunto per m�ttere sul tappeto alcune questioni che possono essere utili al dialogo ed al • malvagità presente nel mondo (p. 189). 1 Si tratta d'una soluzione comoda e n ai ve? Così potrà apparire confronto anche nel nostro paese. a molti, ma qual i soluzioni alternative hanno da offrire? La vera Les pièges de La soluzione non sta tanto in una spiegazione fi losofica del problema Jean-Denis Kraege, fa i. Lettre ouverte aux del male (anche se ciò fo sse possibile quale vantaggio ne ricave­ "évangéliques", Genève, Labor et Fides 1993, pp. 93. renll11o praticamente?), quanto in una visione integrale della realtà, come quella che fornisce la Bibbia. Una visione capace di neutra­ Questo studio critico concentrerà la propria attenzione su tre aree lizzare gli effetti prodotti dal problema. Com'è possibile questo? relative alla dottrina della chiesa, della salvezza e della Scri ttura Ponendo la nostra fede nella persona e n eli'opera del Signore Gesù col proposito di contribuire ad una chiarificazione utile al confron­ Cristo, il solo che in prospettiva futura ha inferto il colpo mortale to. al Male. 11 Per guanto concerne la prima area di confronto si può dire che l'A. rimproveri agli evangelici un certa rigidezza nella loro comprensione della fede e quindi una tendenza all'esclusivismo. Essi pensano d'essere i soli detentori della verità e mirano quindi ad avere chiese_ formate solo da credenti autentici. Tale osservazione rimanda alla dottrina della chiesa. Com'è noto vi sono chiese così dette di popolo e altre di professanti. La 62 P. Bolognesi, Per un dialogo Srudi di 1eo/ogio Vll( 1995) 61-66 63

questione è complessa, ma qui si può semplificare dicendo che le Certamente ai bordi del mondo evangelico si possono trovare prime accettano l'idea del battesimo dei bambini, mentre le seconde eccessi che danno l'impressione che tutto dipenda dali'uomo e non solo quello da adulti. Ora la dottrina della chiesa non è mai stata da Dio. Simili eccessi possono anche costituire dei fe nomeni pato­ posta come una di quelle discriminanti per essere considerati logici, ma è anche vero che ogni uomo dev'essere chiamato a evangelici. Questi ultimi si trovano sia nelle chiese di popolo che ravvedersi e a convenirsi (At 3, 19; 26,20), anche se è Dio che crea in quelle di professanti. il volere e l'operare (Fil 2, 13). Paolo dichiara che "è per la grazia Appare strano che l'A. ignori totalmente l'esistenza di evange­ che voi siete salvati per mezzo della fede. E questo non viene da lici pedobattisti. Possibile che Kraege non sia a conoscenza della voi, è il dono di Dio" (Ef 2,8). Il dono della fe de è dunque la prima presenza, anche in molte chiese classiche, di credenti, pastori e manifestazione della grazia. Per la Bibbia l'accesso alla grazia è studiosi di sicuro orientamento evangelico? Si potrebbero qui fare associato alla fede anche se quest'ulti ma non costituisce un atto molti nomi, ma questo appare subito come un limite non indiffe­ meritorio (Gv 6,29). rente per qualcuno che pensa di favorire il dialogo. Uno dei Quando si riflette sulla concezione dell'A. stesso sorgono ine­ presupposti imprescindibili d'ogni relazione consiste nel ricono­ vitabilmente degli interrogativi seri. Egli nega che la fede possa scere all'altro il diritto d'esprimersi secondo le sue proprie catego­ svilupparsi, perché essa non è un possesso e può essere persa i n rie e non secondo gl'eventuali preconcetti che si nutrono nei suoi ogni istante. Gesù però rimproverava i suoi discepoli per la loro confronti. Qui sembra invece che la conoscenza dell'altro sia poca fede (Mt 6,30) e altrove si meraviglia per la fede di qualCuno eccessivamente approssimativa e quindi insufficiente per un auten­ (Mt 8,10; 15,28). La fede può dunque essere debole o fo rte, tico dialogo. svilupparsi (2 Cor l O, 15) ed essere conservata (Ap 14, 12). Fra parentesi si può notare come anche l'idea della conversione Per quanto concerneil rapporto della fede con la grazia potrebbe propria all'A. dia a pensare. Secondo lui essa sarebbe affare d'ogni essere utile ricordare a Kraege che si considera riformato che istante. In questo senso si capisce come a suo parere sarebbe quando i Riformatori utilizzavano lo slogan Sola gratia evocavano necessario battezzare i bambini, perché non c'è alcuna condizione qualcosa d'assai diverso da ciò che pensa l'A. Essi avevano in prelimi nare al battesimo cristiano. Sulla questione del battesimo gli mente la salvezza per grazia e non la provvidenza, la grazia univer­ evangelici sarebbero, sempre secondo Kraege, assai vicini al cat­ sale o altro come vorrebbe Kraege. Per quest'ultimo la grazia tolicesimo. Sembra proprio che sia sfuggito all'A. un testo come costitu isce qualcosa d 'impreciso, diffu so e universale, ma questo quello di Atti 2,38-41: "Quelli che accettarono la sua parola furono non era certamente l'idea dei Riformatori. La nozione di grazia che battezzati". Il recensore pensa inoltre che sulla questione bé!jttesi­ l'A. ha in mente è troppo a buon mercato per essere evangelica. male siano piuttosto molte chiese classiche ad essere più vicine al Troppo dipendente dal soggettivismo e dal fideismo della moder­ cattolicesimo (per es. G. Calvino, !st. IV,15,1) anziché gli evange- nità, piuttosto che dalla rivelazione biblica.

lici professanti. · Il titolo del libro ha a che fare con "le trappole della fe de". 2/ Ciò che però preoccupa maggiormente Kraege è l'eccessivo Sembra però doveroso chiedersi se l'A. non abbia una pretesa un accento posto dagli evangelici sulla fede a scapito della grazia. Egli pò eccessiva nel collocarsi in un universo che non avrebbe nulla a pensa che essi attribuiscono alla fede e alla decisione personale una che fare con la stessa fede. La Scrittura insegna che la fede non è valenza meritoria tale per cui l'uomo diventa l'unico responsabile una possibilità dell'esistenza, ma ciò che la qualifica in maniera della propria salvezza o perdizione. inalienabile. Per questo si ha fede in Dio o si ha fe de negli idoli. 64 P. Bolognesi, Per dialogo 1995) 61-66 U/1 Studi di teologia VJJ ( 65

Certamente non si può allontanare la fede dall'orizzonte umano all'autorità della Scrittura cerca di studiarla ed ubbidirle, Kraege perché senza di essa non si è umani. cerca rifugio nelle "garanzie" che la sua capacità critica potrà 3/ Ciò che costituisce però la radice del dissenso di Kraege con fornirgli. Ma è sicuro l'A. che il suo atteggiamento critico non sia gli evangelici è la questione della Scri ttura. Egli non riconosce alla un modo sofisticato proprio per garantirsi in qualche modo davanti Scrittura l' aut01ità e la chiarezza che le riconoscevano L utero e alla lotta col dubbio della ricerca? Il fatto che nel mondo contem­ Calvino. Egli pensa che con la propria intelligenza l 'uomo debba poraneo tale modo di procedere goda d'un notevole consenso non fare la cernita tra ciò che è ispirato da Dio e ciò che nella Bibbia è è fo rse una spia per riflettere sulla necessità d'avere "garanzie"? semplicemente umano. Secondo l'A. questo atteggiamento critico Il libro non aiuta purtroppo ad aprire un dialogo con gli evan­ eliminerebbe nel lettore lo spirito di sicurezza e contribuirebbe ad gelici. Forse potrà essere un utile stimolo ali' interno del!' area esaltare la grazia di Dio. evangelica per interrogarsi su ce1te escrescenze del movimento Anche in questo caso sarebbero necessarie diverse precisazioni. stesso, ma per un dialogo veramente costruttivo sarebbe necessario La prima riguarda l'allontanamento dell'A. dal pensiero dei Rifor­ dare prova di maggior rigore nella lettura delle stesse fonti evange­ matori. Com'è noto l'approccio degli evangelici alla Scrittura è liche e nella loro comprensione. Mancano invece riferimenti ad talvolta considerato piatto da parte dei critici e in definitiva diverso opere la cui autorità è riconosciuta tra gli evangelici stessi. da quello pratkato dagli stessi Riformatori. Questa è purtroppo solo E allora si ha la sgradevole sensazione che i rappresentanti delle una patacca diffusa da certi studiosi che non ha riscontro nei testi così dette chiese storiche non siano sempre veramente interessati e che si può giustificare solo alla luce di una lettura preconcetta. al dialogo, ma ad immunizzare piuttosto certi lettori dal pericoloso Anche su questo sarebbe tempo di smetterla con delle cariqlture virus evangelico! Non respingono, ridicolizzano; non escludono, per superare inutili equivo ci. squalificano e la foto di copertina la dice lunga sul rispetto della Viene poi da chiedersi se il tentativo dei critici come Kraege realtà che si von·ebbe obiettivamente analizzare. non sia ancora una volta un modo per trovare una sorta di garanzia Si può concludere con un'osservazione ed una proposta. L' os­ al di fLiori del Dio ri velato e sottrarsi alle condizioni che la stessa servazione è che il discorso vale anche per il protestantesimo autopresentazione della Bibbia pone all'intepretazione. L'autopre­ italiano. C'è chi pensa agli evangelici come ad un simpatico gruppo sentazione della Scrittura non ha forse una valenza divina ed di faciloni cui bisogna comunque interessarsi per la loro crescita umana? Qual è il ruolo dell'interprete se non proprio quello di numerica. Simili sentimenti non facilitano la comprensione del rispettare i criteri imposti da tale dualità? fenomeno, ma la compromettono. Esiste una teologia evangelica Gli evangelici sono sovente criticati per la ricerca di sicurezza che meriterebbe sicuramente una maggior attenzione. sintetizzata nel loro affidamento all'autorità della Bibbia. I critici La proposta è la seguente. Che un cospicuo numero di appar­ si attribuiscono per contro un maggior rischio in quanto avanzereb­ tenenti all'ala storica del protestantesimo italiano dia prova d'aver bero solo con la precarietà della ricerca critica. In realtà bisogne­ letto pubblicazioni evangeliche non solo di carattere divulgativo. rebbe capovolgere tale impostazione. Sono proprio i critici che Quanti sono i pastori che sarebbero in grado di delineare per assumendo come criterio il primato della ragione anziché quello esempio la linea teologica di una rivista come Studi di teologia dal della Scrittura come fanno gli evangelici si garantiscono rispetto 1978 ad oggi? Quanti sono coloro che pur non considerandosi alle condizioni di credibilità del mondo laico. Anziché riconoscere evangelici hanno partecipato alle "giornate teologiche" che IFED l'importanza ed il travaglio legato al lavorio di chi, sottomettendosi organizza da diversi anni? Studi di teologia VII (1995) 67- 105 67 66 P. Bolognesi, Per un dialogo

Se si è interessati ad una reale conoscenza si può fare a meno di raduni plateali per percoiTere vie più concrete ed impegnative : Ci sono evangelici che leggono libri di altra tendenza e cercano d1 tener conto delle opinioni altrui. E' però veramente fastidioso Segnalazioni bibliografiche dialogare con chi invece manifesta sul loro conto una conoscenza prevalentemente caricaturale e sembra trascurare il materiale pro­ veniente dalla riflessione teologica vera e propria. Il dialogo auten­ P. Bolognesi, Repertorio bibliograf ico presa certamente non fa ci le che sol le­ tico non comporta forse in primo luogo il rispetto e qui7di la su Bibbia e teologia, Supplementum cita un aiuto in grado d'accompagnare conoscenza delle opinioni altrui? Studi di teologia, Padova, lfed, nel lavoro di discernimento anche se è

1993, pp.l07. noto come sia impossibile non trala­· sciare qualche p

Emanuel Tov Te xtual Criticism of the copre l'area che interessa l'opera di lo è organizzato in maniera da reperire cui si ha ora uno strumento di tutto Hebrew Bihle, Assen/Mastricht, Van Tov, ma per il mondo francofono for­ sistematicamente le parole associate: rispetto anche se la scienza fi lologica Gorcllln 1992, pp. 456. nisce le informazioni necessarie ad un soggetti, oggetti, preposizion i per il rimane un cantiere aperto a sempre Thomas Romer - Jean-Daniel Macchi, utilizzo del testo della Bibbia ebraica. verbo, per un nome, verbi di cui è nuovi apporti. Guide de la Bible hébrai'que. La cri­ Pietro Bolognesi soggetto o oggetto, nome (stato co­ Pietro Boli!Jine.1·{ strutto), aggettivi, preposizioni asso­ tique textuelle dans la BHS, Genève, David J.A. Clines (ed), Th e Dictionary W.C. Kaiser - M. Silva, An lntro­ ciate. Ta le disposizione che segue la Labor et Fides 1994, pp. 78. of Classica/ Hebrew, voi I aleph, ductiun tu Bib/ico/ 1-Jermeneutics. T/ie lista dei diversi sensi della parola, fa­ Sheffield, Sheffield Academ1c Press Seorch jòr Meoning, Grand Rapicls, vorisce lo studio dei termini nel loro Il libro di Tov è stato pubblicato in 1993, pp. 475. Zondervan 1994, pp. 298. contesto. In terzo luogo sono lasciati ebraico: Biqqoret Nusah ha-Miqra '­ L. Koehler - W. Baumgartner (edd), da parte i riferimenti ai termini appa­ Pirqé Mabo ' nel 1989 e ora si ha la The Hebrew and Aramaic Lexicon Non c'è bisogno eli sottolineare an­ rentati delle lingue vicine e ogni rife­ versione inglese ampliata e rielaborata of the Old Te stament, tr. ingl. M.E.J. cora una volta l'importanza cieli'erme­ rimento bibl iografico. che dovrebbe renderlo accessibile ad Richardson (ed), voi Le1den, E.J. nuetica nel processo di l, Per queste originai ità i l Dizionario una maggior cerchi di lettori. Si tratta Brill 1994, pp. 365. lettura-comprensione di un qualsiasi di un'opera di riferimento per il testo in esame sarà un utile complemento di testo, e a maggior ragione della Bib­ quelli esistenti, senza sostituirli. Ci si dell'AT ebraico. Essa presenta in ma­ Le due opere che segnaliamo costi­ bia; si sfonderebbe una porta già aper­ augura comunque che i sette successi­ niera chiara i principali testimoni del tuiscono due contributi significati vi, ta. PiLI che sulla legittimità delle vi volumi appariranno in un lasso di testo inizia alla critica testuale e for­ anche se diversi, alla filologia ebraica. istanze dell'ermeneutica in rapporto tempo ragionevolmente breve anche nisc le informazioni indispensabili IIi i tal i ano s'attende ancora il Diziona­ alla Scrittura (su cui sembra esserci � se ci si rende conto della consistenza :, alla comprensione dell'apparato cri ti­ rio edito dalla Libreria Sacre Scritture, una eliffu sa consapevolezza), occorre scientifica ed economica di una simile \ co della BHS. Le varie sezioni sono ma ci si può rallegrare del fatto che ora quindi interrogarsi sui presupposti , sui accompagnate da ottime bibliografie. impresa. criteri, sulle modalità dell'interazione · l ci si può servire di altri strumenti er p Le vicende d eli' opera bilingue (te­ Il testo affronta pure con sobrietà la lo studio d eli'ebraico e d eli' arammco con il testo biblico; cioè, non tanto desca-inglese) di Koehler-Baumgar­ delicata questione del rapporto tra cri­ dell'AT. su li 'ermeneutica in generale ma su tner sono note a tutti gli ebraisti per cui tica testuale e letteraria (pp. 313-349) Il testo curato da Clines costituisce quale tipo di ermeneutica. Il libro che non vale tanto la pena spendere qui e fornisce diversi utili esempi. il primo volume di un Dizionario presentiamo introduce questa vasta molto tempo, ma e evidente che dopo Per molti versi somiglia al testo di Ebraico-Inglese che ne prevede otto e materia secondo un'ottica evangelica; le varie elaborazioni editoriali che si Ernst Wi.irthwein, ma ha il vantaggio si presenta come un' opera assai origi gli autori, due apprezzati biblisti statu­ � sono rese necessarie col passare del di essere più aggiornato e completo e naie. Rispetto ad altri Dizionan esso nitensi (Kaiser è uno specialista di AT SI tempo (la prima edizione è del 1953) come tale s'impone a chi debba studia­ distinaue per diversi aspetti. Prima di e Silva di NT), hanno scritto un ma­ sarebbe stato necessario procedere acl re il testo ebraico dell'AT. La veste tutto a massa dei riferimenti. Oitre nuale scorrevole e ben impostato che, l , una ripulitura complessiva capace eli tipografica è solida come s'addice ad all'ATe a Siracide (già preso in consi­ nella produzione teologica americana, renderla più omogenea. Il ché non è un testo che deve svolgere la funziOne derazione da Koehler), questo Dizio­ si colloca come aggiornamento e ri­ stato totalmente possibile. L'opera at­ di manuale, anche se la stampa non è nario prende in considerazione i t sti pensamento, alla luce degli studi e de­ � tuale è solo la nuova presentazione sempre così nitida come ci i aspette­ di Qumran e le iscrizioni ebrmche fmo gli sviluppi re centi della ricerca, del dell'evoluzione che si è prodotta rebbe. · · alla fine del primo secolo d.C. 11 loro classico Proteswnt Biblico/ 1-!erllle­ dall'uso di più d'una generazione. II testo di Romer e Macchi in fran­ apporto non è indifferente anche se la neutics di Bernarcl Ramm uscito ne l fl Curatore dell'edizione inglese ha cese ha dimensioni assai più modeste proporzione per questo primo volume lontano 1956. Un buon numero di note e quindi anche obiettivi più limitati. inserito le modifiche che si vanno fa­ a piè pagina, ampie citazioni utili è AT: 86%, Siracide: 2%, Qumran: cendo nell'edizione tedesca (1: 1967; e Fornisce informazioni sulle abbrevia­ 11%, iscrizioni: 0,7%. La seconda ca­ confronti con le posizioni più cono­ 2: 1974; 3: 1983;4: 1990) i.l cui quinto zioni della BHS e alcune piste sulla ratteristica originale è che ogni artico- sciute nel dibattito ermeneutico, testi- critica testuale de li' AT. Senz'al tro non fascicolo dovrebbe uscire a breve per 70 Segna/azioni bibliogrqfìche Swdi di teologia VII (1995) 67-105 71

moniano la serietà dell'opera e l'auto­ sibile imbastire la fraterna collabora­ dell' AT, di guida pratica per lo studio, Per l'A. l'indagine (il secondo mo­ revolezza degli 'autori; il linguaggio zione che ha dato alle stampe il libro. l 'indagine e l'applicazione di questa mento del lavoro ermeneutico), deve preciso e piano, a volte giustamente Una parzialmente diversa interpreta­ parte della Bibbia, e di volta in volta, tener presente i l contesto storico dei tecnico ma attento a non dare nulla per zione delle scritture profetiche, un di­ delle interessanti panoramiche stori­ racconti biblici, in tal senso egli pro­ scontato, offre ampie garanzie di com­ verso giudizio sull'"analogia della che e teologiche dei vari approcci er­ pone il metodo "storico-grammatica­ prensibilità. fede" come cornice interpretativa di meneutici. le". Oltre all'esame delle parole ed al Il libro è di viso in quattro parti fon­ riferimento, una diversa valutazione Per aiutare la chiesa di oggi a risco­ rispetto delle regole grammaticali, lo damentali: dopo aver esposto alcuni sull'ermeneutica di orientamento cal­ prire la forza e tutto il valore attuale di studente è chiamato ad esplorare an­ concetti indispensabili ali 'approfondi­ vinista, permettono di riconoscere due questa parte della rivelazione biblica, che le circostanze storiche in cui il mento della questione sul "significato "anime" teologiche presenti nel mon­ l'A. propone un processo ermeneutico testo è stato scritto e le condizioni ed i del significato" e suli 'uso e abuso del do evangelico americano che, se da un formato da tre tappe; la preparazione propositi dell'autore (per es. che im­ linguaggio, gli autori si soffermano lato affermano con pertinenza la co­ (cc. 1-4), l'indagine (cc. 5-12), e l'ap­ portanza ha il fatto che i libri dei Re sull'importanza dei generi letterari per mune identità evangelica fondata sulla plicazione (cc. 13-16). Anche in cam­ furono scritti durante l 'esilio mentre la comprensione del testo bibl ico e li Scrittura, dall'altro, proprio a partire po evangelico, oggi sono rari gli quelli di Cronache dopo l'esilio?). passano in rassegna mettendone in da questa base unitaria, dialogano tra studiosi che vedono e sottolineano ri­ L' A. sottolinea l'inevitabi lità dell'in­ evidenza i caratteri principali. In se­ loro anche su questioni difficili e con­ gorosamente il forte legame che c'é fra dagine storica elencando tre moti vi: il guito, vengono affrontate le possibilità troverse. l 'ermeneutica e la santificazione per­ carattere convenzionale del l inguag­ e le difficoltà che intervengono nel Pertanto, oltre ad essere un'introdu­ sonale dell'interprete. Nella prima gio biblico (ogni lingua ha i suoi propri _ passaggio tra la comprensione e l'ap­ zione dignitosa all'ermeneutica bibli­ parte, l'A. (nel fi lone della tradizione simboli ed è legata ad una cultura e <,plicazione del testo; infine vengono ca, il libro è anche un ottimo esempio riformata più sana), dimostra l'impos­ storia). L' ispirazione organi ca attra­ :'fornitiuno schizzo di storia dell'inter­ di come i l confronto tra gli evangelici sibilità che un'esegeta possa interpre­ verso gli autori biblici (quest'ultimi :, pretazione, una panoramica sulle ten­ possa essere fecondo. tare e capire in modo profondo e non fu rono degli strumenti passivi che : denze ermeneutiche degli ultimi anni Leonardo De Chirico significativo l' AT a meno che la sua scrissero sotto dettatura, ma Dio tra­ (e uno studio particolare sul! 'enneneu- Richard L. Pratt, He Gave Us Stories, vita non cresca in tutti e tre gli aspetti smise la Sua Parola tenendo conto del­ tica calvinista. Phillipsburg, Presbyterian and Re­ della santificazione (in re lazione la loro personalità, cultura e situazione Pur avendo due autori, il libro non è fo rmed 1993, pp. 493. ali 'ermeneutica, l'A. vede quella con­ storica). stato scritto a quattro mani; Kaiser e cettuale, comportamentale ed emoti­ Infine, la terza tappa riguarda l 'ap­ Silva si sono divisi i compiti nella ste­ Il sottotitolo di quest'opera; "Guida va). "Dio non vuole interpreti eruditi, plicazione nella vita dell'interprete e sura dell'opera e qua e là emergono per studenti della Bibbia nell 'interpre­ prima di tutto Egli desidera interpreti della chiesa eli oggi. L' A. analizza le delle differenze tra i due che, voluta­ tazione dei racconti dell'AT ", sintetiz­ santi ... per fare ermeneutica è richiesta sfide, gli ostacol i e la pertinenza delle mente, non sono state appiattite. En­ za molto bene gli obiettivi ed il campo conoscenza ed a bi l i tà, ma la nostra applicazioni tenendo in debito conto le trambi concordano sulla dottrina di lavoro presi in esame dall'A. Scritta maggiore preoccupazione dev' essere distanze culturali, di tempo e di quelle classica dell'ispirazione e del!'autori­ da un teologo, con incarichi anche pa­ la santificazione" (pp. 45-46). In altre sociali che vi sono fra i destinatari tà della Scrittura; entrambi attribuisco­ storali, l'opera si rivolge soprattutto a parole si potrebbe dire: "Dimmi come originali e coloro che oggi ascoltano la no importanza capitale .al significato studenti di "primo pelo" che hanno vivi e pensi e ti dirò come leggi e pred i cazi o ne. originario del testo biblico dato bisogno di una guida sicura e compe­ comprendi la Bibbia!" Il lavoro erme­ Per facilitare ulteriormente lo stu­ dall'autore del testo stesso; entrambi tente per affrontare, con profitto, il non neutico però, non può limitarsi solo al dio, alla fine di ogni capitolo l'A. fa un riconoscono la fondatezza metodolo­ fac ile mondo della teologia e dell'in­ giudizio personale, esso deve interagi­ breve riassunto del tema trattato, pro­ gica del metodo sintattico-teologico terpretazione dell'AT. E' un'opera po­ re sia con la comunità più vasta di pone delle domande di veri fica ed as­ nella lettura della Bibbia. Tutto ciò studiosi (fatta di credenti e non et·eden­ segna letture ed esercizi pratici liedrica in cui vi sono elementi di base su costituisce per loro una solida piatta­ per una sana ermeneutica evangelica ti del passato e del presente) e sia con brani biblici. forma a partire dalla quale è stato pos- la propria chiesa e denominazione. Nino Cinie//o 72 Segnalcòoni bibliografiche Studi di teologia VII ( 1995) 67- 105 73

L. Ryken & T. Longman III (edcl.) A lume sia centrato su quest'ultimo letterario seguito dali' autore bi bi i co, cio. Un po' diversa appare la veste complete Literary Guide to the Bi­ aspetto, i curatori ritengono che i tre la trama, il genere, il soggetto ed i tipografica tradizionale (che può più o ble, Grand Rapids, Zondervan 1993, aspetti siano interdipendenti e comple­ personaggi principali ed i vari collega­ meno piacere), e diversi i caratteri pp. 528. mentari. Affermareche il solo interes­ menti storici e teologici. L' ultima par­ de Il' ebraico e del greco rispetto ai vo­ se letterario è riduttivo, non significa te esplora quelle aree e discipline che lumi precedenti . Da una ventina di anni a questa par­ dire niente di diverso rispetto al solo hanno interagito con la Bibbia. E' in­ Caquot ha curato l 'esegesi di l Sam te, l'approccio letterario nell'interpre­ approccio teologico o storico! Per teressante vedere quanta parte della 13- 14; 17-26; 2 Sam 7- 14; 21-24 de e tazione del testo biblico, ha assunto esempio, gli autori biblici comunicano letteratura occidentale, è stata influen­ Robert quella eli l Sam 1-12; 15-16; una posizione ed una importanza cre­ il comandamento di "non uccidere" in zata ed ha preso la Bibbia come fo nte 27-3 1; 2 Sa m 1-6; 15-20. Com'è con­ scente. Tale interesse ha portato stu­ modo diretto e astratto, ma anche at­ di ispirazione, o la grande utilità ed suetudine per questa collana, ogni se­ diosi della Scrittura, a scoprire questo traverso la storia di molti personaggi aiuto dell'approccio letterario nel la­ zione comincia con una traduzione del approccio come uno dei metodi d'ana­ (es. la storia di Caino e Abele). Piutto­ voro e prepm·azione dei messaggi. testo biblico, poi vi sono le annotazio­ lisi del testo biblico, ma anche molti sto che affermarla direttamente, l' ap­ Come ogni opera scritta "a molte ni testuali ed infine il commento. li studiosi di letteratura a scoprire la Bib­ proccio letterario illustra ed incarnala mani", non tutti i contributi presentati Commentario si vuole "fede le ai ·pri n­ bia come un testo da studiare e da verità, attraverso situazioni e storie di (specie quelli sui libri biblici) sono cipi della critica razionale" e quindi insegnare. n problema è che non tutto persone. soddisfacenti ed utili (diversi letterari mostra grande attenzione per quelli ciò che si presenta come "approccio I lavori esposti in questo volume farebbero bene a fare i letterati, come che agli Autori sembrano essere le tre letterario", porta ad una effettiva com­ condividono questa funzione dell'ap­ si dice: "ad ognuno il suo lavoro" !). fasi di formazione del testo. Essi si prensione ed analisi del la Bibbia. Mol­ proccio letterario, e sostengono che Rimane comunque valido ed arrichen­ soffermano sulle diffe renze el i stile e ti di coloro che hanno intrapreso esso è inerente alla Bibbia stessa. te questo sforzo d'integrazione bibli­ sui rispettivi orientamenti dei proba­ questa strada, si sono limitati alla sem­ Il volume è diviso in quattro parti. co-letterario, esso cerca di allargare i bili redattori. plice indagine letteraria del testo, ed in La prima, scritta dai due curatori, con­ confini rigidi di certi approcci e lettura Lo studio dell'AT s'arricchisce così molti casi acl una critica gratuita! tiene cinque relazioni di carattere in­ della Bibbia un po' consumati. Te nen­ di un nuovo strumento di lavoro per un Lo scopo degli editori, due speciali­ troduttivo che, oltre a gettare le basi do ben presente i dati storici e teologi­ libro su cui non esistono molti com­ sti dei rispettivi campi (L. Ryken è per ciò che segue, evidenzia alcune ci, i curatori desiderano incoraggiare mentari. li predicatore non sartt prob­ professore di inglese al Wheaton Col­ differenze (ed anche tensioni) che sor­ l'esplorazione dell'aspetto letterario abil mente pienamente soddisfatto lege e T. Longman è professore di AT gono fra gli studiosi di letteratura che della Bibbia, esplorazione che per della mancanza di lettura teologica de l al Westminster Theol. Seminary), è analizzano la Bibbia e quelli biblici molti è vista ancora con sospetto. Sarà libro. A parte qualche piccolissima in­ quello eli presentare una sana e giusta che usano gli strumenti dell'indagine utile integrare la consultazione di que­ tuizione infatti, anche questo com­ integrazione fra l'indagine biblica e letteraria. La seconda e la terza sezione sto volume, con un altro del prof. Lon­ mentario non sembra in grado di quella letteraria della Bibbia. In altre presentano un commentario letterario gman recensito in Sdt n. 7, p.74. fornire un grande aiuto a chi è con fro n­ parole, ci si chiede se gli strumenti su ogni singola parte de li'A t e del NT. Nino Cinieflo tato regolarmente con la pred icazione d'indagine propri agli studi letterari Entrambe le sezioni partono con dei André Caquot et Philippe de Robert, della Parola di Dio. L' i m pressione è possano aiutare coloro che leggono e saggi introduttivi che delineano le ca­ Les livres de Sarnuel (CAT VI), Ge­ che gli esegeti siano così assorbiti studiano la Bibbia. I curatori rispondo­ ratteristiche letterarie dei due testa­ nève, Labor et Fides 1994, pp. 648. dall'osservazione e dalla descrizione no in modo affermati v o. A tale scopo menti presi nel loro insieme. Per ovvi degli alberi, da perdere di vista il senso hanno chiesto il contributo di studiosi motivi di spazio non viene preso in Anche se molto ·lentamente, la col­ che essi hanno per la fo resta intera. Il della Bibbia e della letteratura. esame ogni singolo capitolo e libro lana di commentari dell'AT (CAT) libro può dunque essere un utile stru­ I curatori sono partiti dalla classica biblico (per esempio diversi libri pro­ prosegue il suo cammino. In realtà è mento eli lavoro, ma richiederà ancora tripartizione del materiale biblico: ferici e le epistole vengono considerati passato solo un anno dalla pubbl ica­ diverso impegno perché possa servire quello teologico, storico e letterario. nel loro insieme). Dei libri esaminati, zione dell'ultimo volume (Levitico) e in vista della predicazione. Sebbene l'interesse principale del v o- viene presentato l'humus ed il modello questo potrebbe essere di buon auspi- Gianni Emerti l; 74 Segna/azioni bibliografiche Studi di teologia VJI (1995) 67- 105 75

Douglas Stumt, Hosea-Jonah, Word Press, 1 974). 11 R. è sato edificato dallo consacra diverse pagine alla chiarifi­ nostro insegnamento, senza voler arti­ Biblica! Commentary, Waco, Te xas, studio d eli' opera. Stuart polem izza cazione del tema dell'al leanza. ficialmente distinguere tra "grandi te­ Wrod Books 1987, xlv - 537. giustamente coi commentari che non L'unione sessuale appare come l'atto mi" e "osservazioni di importanza commentano il testo (xii) e afferma di ratifica de li' alleanza e rappresenta minore". L'aspetto più significativo del com­ che la funzione d'un commentario "è il mezzo attraverso il quale ciascun Anziché soffermarsi solamente sul mentario di Stuart sui libri profetici di di guidare costantemente ed attenta­ partner riconosce nel!' altro colui con tema della elezione e predestinazione, Osea, Gioele, Amos, Abdia e Giona è mente i lettori nello scoprire quel che cui ha contratto alleanza. Il matrimo­ Lloyd-Jones dedica molto tempo a.lle forse la prospettiva dell'A. riguardo al Dio ha detto e come, da parte loro, essi nio è dunque visto come un'al leanza altre sezioni del capitolo cercando an­ Pentateuco. Egli respinge la tesi criti­ debbono rispondere". tra marito e moglie divinamente pro­ che di attualizzarneil contenuto per la ca dominante secondo cui esso sareb­ Peter Ciavarella tetta. Le conclusioni dello studio sono vita cristiana. Questo i mpegno ad es­ be una sistematizzazione del pensiero evidentemente assai importanti e do­ Gordon P. Hugenberger, Marriage as sere dettagliato, metodico ed esaurien­ creativo dei profeti ebraici (xxxi) e vrebbero permettere delle applicazio­ a Co venant. AStudy ofBiblical Law te risulta ancor pii:t evidente nella sostiene che i profeti non erano affatto ni feconde. sezione riguardante i versetti l 0-24, in & Ethics Governing Marriage, De­ "creativi" nel loro messaggio, ma che I meriti dell'opera sono veramente veloped from the Perspective of Ma­ cui si tratta della libertà assoluta della erano invece mandati ed ispirati da numerosi sia per il rigoroso metodo lachi, Leiden, E.J. Brill 1994, pp. grazia di Dio. Il testo viene esposto, Dio per stigmatizzare le trasgressioni impiegato che per la lucidità e la forza 414. commentato, spiegato, considerando del patto mosaico da parte del popolo degli argomenti sostenuti. Un testo che le possibili obiezioni e con la chiara eli Dio (e di altri : vedi in particolare non si può ignorare non solo sulla te­ Il tema del matrimonio nell' AT ha coscienza che si sta "camminando su Abdia e Giona). L'A. può così inter­ matica del matrimonio e del libro di senz' altro ricevuto una notevole atten­ di un terreno sacro". pretare Osea e Giona attraverso l' otti­ Malachia, ma anche su quella del di­ zione e ha dato luogo a studi significa­ La Parola di Dio, ritiene giustamen­ ca delle maledizioni del patto che si vorzio. tivi. Lo studio di Hugenberger non te l'A., è l'unica fo nte di conoscenza, trovano in Levitico e Deuteronomio. Luca Piccini calpesta però un terreno già noto. An­ è l'unica pietra di paragone, e non sono E' molto comodo il catalogo delle le nostre fi losofie o la nostra "moder­ ziché affrontare gli aspetti legale, sto­ David M. Lloyd-Jones, Romans, An "maledizioni" e "benedizioni restaura­ na" sensibilità che ci devono guidare a rico, comparativo o sociologico, esso exposition of Chapter 9: God's So­ trici" che si trovano nel Levitico e nel conoscere il Dio della Bibbia. Ed il si concentra sul rappotto tra il matri­ vereign Purpose, Grand Rapids, Deuteronomio (27 tipi di maledizione Dio che si intravede in questo capitolo monio ed i temi della legge e dell'alle­ Zondervan 1991, pp. 328. e lO di benedizioni, xxxiii-xliii). e anza (b rit). Lo studio viene affrontato della lettera ai Romani ed in queste Come ci si aspetta dalla collana pagine di prestando pmticolare attenzione al te­ Leggendo questo commentario di Lloyd-Jones non è un Dio Word le bibliografie sono sempre am­ 1 piccolo, limitato, forse perfi no ingiu­ sto di Malachia 2, 14, ma non manca il Lloyd-Jones, il lettore può fac ilmente pie (in particolare farà piacere al letto­ sto (noi non dovremmo certamente confronto con altri testi come Deute­ capire come mai l'A. sia considerato re italiano la segnalazione di diverse possedere l'arroganza implicita in un ronomio 24, Genesi 2,24 e più in ge­ un importante erede e continuatore opere in lingua italiana). Una piena simile pensiero), ma un Dio grande, nerale l' AT e altri testi del vicino della grande tradizione puritana ingle­ comprensione del commentario pre­ sovrano, giusto che, nella sua di vi n a Oriente antico. se. Tutta l'opera è infatti pervasa da un suppone una conoscenza della lingua misericordia e nella piena libertà della Sul piano testuale l'A. prende il chi amore, o, meglio, da un profondo ri­ originale (essenziale in diverse sezioni sua volontà, si è interessato a salv are iniziale di Mal 2,16 come condiziona­ spetto per la Parola di Dio, e questo di Osea dove Stuart vocalizza e divide delle persone dalla condanna, eredita­ le e mantenendo il testo masoretico atteggiamento è il punto di pattenza le lettere del testo ebraico diversamen­ ta dalia caduta di Adamo, che noi tutti come lec·tio dijjicilor, !o rende: "Se per affrontare il testo biblico. Anche la te dal Testo Masoretico, spesso se­ meritiamo. E Dio ha scelto di agire in uno odia e divorzia, dice l'EternoDio mole dell'opera, ultima di una serie sui guendo o rinviando per documen­ questo modo, nell'imperscrutabile mi­ d'Israele, egli copre di violenza la pro­ primi capitoli della lettera ai Romani, tazione allo studio di W. Kuhnisgk, stero della sua volontà, per far "cono­ pria veste, dice l'Eterno degli esercì ti". testimonia del fatto che l'A. ritiene che Nordwestsernitische Studien zwn Ho­ scere le ricchezze della sua gloria" Sul piano della teologia biblica l'A. ogni parte della Bibbia è utile per i l seabuch, Roma, Biblica! Institute (v.23) a tutte le generazioni eli tutti i 76 Segna/azioni bibliogrqfiche Srudi di reologia V li ( 1995) 67- 105 77

Leonhard Goppelt, Commentary on tempi, tramite la misericordia offerta a elude (xlvi) che la lettera "fu scritta A cendo ricorso al l'originale. Il com­ noi e compiuta con la venuta di Cristo primariamente a cristiani Gentili l Peter, By Ferdinand Hahn, Grand mentario non entra in problematiche (cf. Ef 2,7). d eli' Asia minore, ma che l'autore per Rapids, Eerdmans 1993, pp. 385. speculative. Basti pensare che al noto Tutto questo, ricorda l'A. nella stes­ certe sue ragioni ha scelto di rivolgersi oscuro testo di 3/ 1 9-20 sono decl i cate sa linea di tutti i grandi riformatori, la a loro come se fossero giudei". Goppelt è un teologo tedesco dece­ circa lO pagine comprendenti anche Lutero a Calvino, serve anche a farci In modo corrispondente, secondo duto nel l 973 ed è già conosciuto dai un excursus. Le ricche note a piè pagi­ rendere conto che non siamo diventati l'A., Pietro vede i credenti del vecchio lettori italiani attraverso la sua Te olo­ na consentono un immediato contatto cristian i né per eredità, né per le nostre patto come "cristiani prima della venu­ gia del Nuovo Te stamento in due volu­ con le ampie fonti cui l'A. fa riferi­ opere, ma unicamente per l'azione so­ ta di Cristo" (p. es. 175). Questo ap­ mi pubblicato qualche anno fa nella mento. vrana di Dio. proccio alla rappresentazione dei nostra lingua. Il dott. J.E. Alsuy, già Va detto, infine, che questo com­ Paolo Colombo destinatari della lettera non è da tra­ allievo del Goppelt e professore di mentario può ben servire a studiosi per Nuovo Te stamento all' Austin Presby­ ulteriori ricerche sul testo petrino e, J. Ramsey Michaels, l Peter, Word scurare. L'A. arriva infatti a tale con­ terian Theological Seminary, ha curato altresì, a pastori e predicatori per avere Biblica! Comme ntary, Waco, Texas, clusione notando che in molti punti la pubblicazione in inglese di questo utili informazion i in vista dell'esposi­ Word books 1988, lxxv - 337. chiave della lettera il linguaggio dell'AT viene audacemente applicato commentario già apparso in tedesco zione del testo biblico. alcuni decenni fa. To nino Rocca La nostra comprensione del cristia­ ai lettori di Pietro (vedi 2,9- 1 0). l L'opera fu redatta quando era parti­ nesimo dipende in gran parte da una Molto utile e succinta (troppo) è la Pau! Ellingworth, Th e Ep istle tu rhe colarmente in voga la critica biblica e chiara e corretta comprensione delle sezione dell'Introduzione "contributi Hebrews. A Commentary on the benché si soffermi su problematiche ·scritture. Classicamente una data teologici" in cui l'A. sintetizza la teo­ Greek Te xt, Grand Rapids, Eer­ allora più sentite ciò non toglie nulla omprensione del cristianesimo viene logia di I Pietro sotto categorie trinita­ dmans/Carlisle, Eerclmans/Paterno­ '� alla ricchezza e all'attualità di questo bassunta e presentata, di solito in mo­ rie: Dio, Cristo e Spirito. Sotto ster 1993, pp. 764. prezioso testo. Il volume si presenta in .l:Iodir etto ai teologi e in modo indiretto "Cristo" i suoi pensieri sulla soteriolo­ una bella e robusta veste tipografica e i singoli credenti, dalla teologia siste­ gia non piaceranno a tutti i lettori pro­ Ecco un commentario di statura � lo stesso apprezzamento può essere matica. Ora, per avere una sana teolo­ testanti (cfr taluni commenti davvero notevole. L'opera fa parte di espresso circa il suo contenuto. Con­ gia sistematica bisogna possedere una particolarmente provocatori, p. 182). una collana identificata con la sigla tiene una ricca bibliografia ed un indi­ sana teologia biblica. Tra i mezzi più Ma l'affermazione del!' A. che "l' enfa­ NIGTC (The New lnternational Greek ce analitico che, per quanto breve, dà efficaci per costruire una sana teologia si in I Pietro sul discepolato, o il segui­ Testament Commentary). L' obiettivo la possibilità d'una consultazione an­ biblica ci sono i commentari, cioé que­ re Gesù, non richiama tanto Paolo è di rendere disponibile un'attenta ed che tematica. gli strumenti fi nalizzati alla spiegazio­ quanto con la tradizione dei Vangeli" aggiornata esegesi sul testo greco La prima parte (circa 57 pp.), è de­ ne del pensiero del libro o della lettera (lxxi) è immediatamente ovv ia a chi (dell"'United Bible Societies") che è dicata ai classici studi introduttivi. Co­ che pretendono commentare. Micha­ studi attentamente I Pietro. sensibile ai temi te ologici quanto a me già accennato, l'A. dedica els riesce ammirevolmente in tale im­ Accanto a questi elementi positivi quelli storici, linguistici e testuali_. La particolare attenzione alle questioni presa. se ne devono registrare alucni che a stessa casa editrice ha già stampato de i della cosidetta bassa critica che vengo­ Come recentemente hanno fa tto an­ parere del recensore sono meno soddi­ be n noti commentari su.ll'epistola agli no affrontati e ribaltati in una prospet­ che altri studiosi, Michaels respinge la sfacenti. Si tratta di una debolezza Ebrei (es. B.F. We scott, F. F. Bruce, tiva sana. tesi della liturgia battesimale come dogmatica che sembra indurre l'A. a P. E. Hughes), ma quest'ultimo com­ Nella seconda par1e c'è il commen­ origine della prima lettera di Pietro e sottovalutare in alcuni commenti, la mentario, forse più di quello di We­ to vero e proprio al testo biblico. L' A. afferma cautamente (lxvi-lxvii) che figura dello Spirito Santo come "per­ scott, ha di mira il lettore che ha una ne presenta la traduzione, la struttura, l'apostolo Pietro è l'autore della lette­ sona". Inoltre, anche se le citazioni buona dimestichezza col greco. lo stile, ne analizza la forma frase per ra (da certi commenti sembra però che patristiche illuminano molti versetti a L'obietti v o del!'int roduzione (pp. frase e, talvolta, parola per parola fa- non pensi lo stesso di II Pietro). Con- volte sembrano eccessive. 77) è indicato è raggiunto nella sezio- Peter Ciavarella 1995) 67- 105 78 Segna/azioni bibliografiche Srudi di reologia VII ( 79

ne intitolata: "Lo scopo e l'occasione purtroppo limitato ?alle difficoltà di E. Cuvillier, Qui donc es-tu, Marie ?, ha risposto alla chiamata e ciò ha scon­ dell'epistola agli Ebrei" Nel iungere accesso a tale matenale. Poliez-le-Grand, du Moulin 1994, ; � volto la sua vita. Difficile non pensare a queste conclusione l A. discute le Ad ogni modo questo comme tario pp. 100. .� che questo sia ancor oggi costitutivo questioni generali e quelle che nguar­ è un'utile aggiunta alle opere gw esi­ della fede evangelica. dano l'epistola come ti problema della stenti e sarà senz' altro un auQorevole Questo breve libro sollecita il letto­ Lvdia De Wo lf canonizzazione e l'uso d eli' AT. Inol­ punto di riferimento per gli studenti re a dare a Maria madre del Signore R. Peter - J.-F. Gilmont, Bibliotheca tre, una sezione de Il' introduzione di­ dell'epistola agli Ebrei. Saran�1o pol le Gesù il giusto posto. Se il lettore cat­ _ Cafviniana. Les oeuvres de Jean scute della teologia degli Ebrei ,• esigenze dei lettori a detenmnarne ti tolico vorrà sottomettersi alla sobrietà Calvin publiées au XVle siècle, voi offrendo degli spunti di riflessione, fra valore per un eventuale uso personale. del testo biblico dovrà ridimensionare II: 1555- 1 564, Genève, Droz 1994, i qual i un elenco di fattori rilevanti Per tante persone questa volummosa il posto che Maria possiede nella tra­ pp. 549- 1 165. nella discussione dei bram che trattano opera con le varie questioni tecn1che dizione; mentre il lettore evangelico _ Wi lliam J. Bouwsma, Giovanni Co /vi­ l 'apostasia. Alla fine del commentario che affronta va al di là delle loro esl­ sarà indotto a riflettere maggiormente no, Bari, Laterza 1992, pp. 444. ci sono tre indici: soggetti, auton e oenze e dei loro interessi, mentre per sul posto che Maria ha avuto nella b Wi lhelm H. Neuser (ed), Calvin.us Sa­ parole greche trattate . alcuni può essere un'u tile strumento d' storia della salvezza. Certamente la . l crae Scripturae Professar, Grand Ellinoworth commcw con un detta­ approfondimento ed aggiornamento, posta in gioco è complessa perché Rapicls, Eerdmans l 994, pp. 277. gliato �� voro del testo per p i allargare magari atteso da tempo. comporta, almeno per la teologia cat­ � � W. de Greef, Th e Writings (){ Jo/111 Ca/­ la visione e prendere in cons1deraz10ne Rod Jones tolica, dei risvolti dogmatici assai vin­ vin . An Introcluctory Guide, Grand il contesto lo sfondo storico, le que­ colanti, ma ceitamente questa pacata Robert S. Candlish, A Commenrcuy on Rapids, Baker; Leice ·ter, Apollos stioni ling tistiche, l'AT ed altri scritti riflessione biblica potrà aiutare a : 1 John, Edinburgh, Banner ofTruth l 993, pp. 254. smuovere certi luoghi comuni. extra-canonici laddove risulta oppor­ 1993, pp. 577. tuno. Eli ingw01th chiarisce la struttura L'evangelista Marco non nasconde Già in precedenza si è data notizia del messaggio e presenta in modo lo­ le difficoltà che la stessa fam iglia del Tra i meriti più grandi della Banner del primo volume della Bibliotheca gico le varie questioni dimostrando Sionore Gesù ha avuto per riconoscere of Truth non c'è solo quello di saper b Ca/viniana (Sdr lV [ 1 992J 205-7) e ora che l'epistola è fondalmentalmente Ja messianicità di quest'ultim. o. Luca produrre libri molto belli da un punt� non rimane che il piacevole impegno pastorale e non pole 11ica. , sottolinea il modo d'agire eliDio spes­ � , di vista tipografico, ma anche quello d1 d'informare della conclusione La questione dell uso dell AT e af­ so inaspettato. Egli capovolge infa tti saper scegliere nella produzione del dell'opera. A quella segnalazione non frontata con grande attenziOne, para­ , spesso la vita eliquelli che Egli sceglie, passato quei testi che m ntano d esse­ rimane molto da aggiungere se non la oonando i vari testi originali. Dove � ama e libera. Lo stesso avvenne per la re ripubblicati. Anche questo caso sottolineatura dell'estrema accuratez­ appropriatob sono disc tssi problemt. te- 111 beata e scombussolata Maria che di­ � l 'editore non s'è sbagliato. Il commen­ za dell'opera che rappresenta oramai stuali con riferimenti ai van mano­ venne strumento di Dio per dare al tario di Candlish è uno di quelli che un punto eli riferimento imprescindibi­ scritti suddivisi per categorie di mondo il Liberatore. non perdono valore col passare del le negli studi calviniani. qualità. Sui punti controversi l'A. cita L' A. da' un'interpretazione partico­ tempo (la ed. 1866, 2a 1869). E' Il secondo volume contiene le erra­ le principali interpreta�I0 1I,_ con preci­_ larmente interessante della figura della � quest'ultima che viene ora nprodotta ta et addenda al primo (pp. l l 07- si riferimenti bibliografici. I nfenmen­ donna di Apocalisse 12. Sul piano te­ in modo eccellente. Il vantaggio di ll2 0) e la totalità degli indici ti bibliografici non si trovano né a piè stuale apparirà pure evidente come questo commentario è di saper unire in (alfabetici dei titoli, sistematici, degli di pagina, né a fine capitolo, ma s?no J'orioine di cene interpretazioni catto- maniera efficace l'esegesi e la teolo­ b stampatori, dei luoghi, dei nomi). invece inseriti nel testo. C10, ne fac ilita liebe relative alla·nascita ed alla fan-. aia il rioore e la spiritualità. L' editore Un'opera am mirevole che va aclag­ la consultazione, ma pregiudica la ciullezza di Maria siano tratti dai a unq Je complimentato per ale uti­ giungersi agli altri meriti di questa ca­ scorrevolezza del commentario stesso. � d 7 t vangeli apocrifi e non abbiano riscon­ le impresa e incoraggiato a prosegwre sa editrice. L'impressionante bibliografia (pp. 75) tro nei testi evangelici. i n una simile prospettiva. In un'ottima traduzione (A. Comba) rappresenta senza dubbio una mmier l "Chi dunque sei tu Maria?" rimane � Giuseppe Saina e veste tipografica, viene pubblicata la per ulteriori studi, ma il suo valore e una domanda rivolta a ciascuno. Maria biografia del Bouwsma che ha giù su- 80 Segnola:ioni bibliogrqfìche Studi di teologia V li ( 1995) 67- 105 81

scitato diverse reazioni dal momento scolastica, l'altra era un retore, un registrare l'esistenza di altro materiale scurati, appaiono allora nella loro giu­ della sua pubblicazione in inglese umanista, un fideista scettico, flessibi­ per approfondire la conoscenza di Cal­ sta luce. ( 1988). Non ci si può che rallegrare per le fino all'opportunismo. Un medieva­ vino per il pubblico italiano, dall'altro Dopo un breve panorama della vita ogni occasione offe1ta alla cultura ita- le, ma anche un moderno. Impossibile rimane un po' d'insoddisfazione per­ del Riformatore, vengono passate in 1 iana per dissipare la nebbia ed il so­ dunque comporre un simile ritratto. ché non si è fatto abbastanza e l'opera rassegna le varie opere in ordine cro­ spetto che per troppi anni hanno Per suffragare una simile tesi l'A. cer­ non sembra aggiungere molto al testo nologico e tematico fornendo le infor­ marcato la figura di Calvino. ca di fornire diverse testimonianze del di McGrath. mazioni necessarie alla loro L' A. si propone d'otrri re il ritratto pensiero di Calvino. Numerose le cita­ L'opera curata da Neuser ri produce comprensione. Dalle prime pubblica­ d'un "Calvino reale" che sfati la leg­ zioni, e tuttavia, quando si chiude il gli atti del Congresso internazionaledi zioni, ai Commenti ai libri biblici, alle genda di un essere "impietrito, rigido, libro, si rimane abbastanza insoddi­ ricerche calviniane del 1990 a Grand opere sulla vita della chiesa, a quelle immobile". Contro le immagini agio­ sfatti. E' un po' come se fosse stato Rapids. Com'è d'uso in queste occa­ sulle controversie col cattoJ icesi m o grafiche tramandateci dal calvinismo taciuto qualcosa d'essenziale. sioni, i vari contributi permettono di romano e con altri movimenti, alle posteriore, Bou wsma cerca d' interpre­ L'A. aveva avuto cura di sottolinea­ fare il punto sulla situazione degli stu­ opere per la promozione dell'unità tare Calvino "come un personaggio re che non si sarebbe direttamente oc­ di. della chiesa, alle varie edizioni del suo tempo". Vuole offrire un ritrat­ cupato della teologia di Calvino (p. 7). Tra i saggi più significativi, a giudi­ dell'Istituzione, agli scritti vari ed in­ to piì:Jche una biografia classica. Si mi­ Viene però da chiedersi se per un uomo zio del recensore si possono indicare fine alle lettere. li libro contiene infine l i propositi non possono che di quel tempo (ma il discorso non è quelli sui seguenti temi. Sul concetto l'indice cronologico degli scritti di sollecitare l'interesse del lettore inte­ diverso per l 'uomo del mondo attuale) della teologia dell'al leanza (J.B. Tor­ Calvino. ressato ad un reale recupero della figu­ fosse realmente possibile separare la rance), sull'autorità della Scrittura li libro è stato tradotto dall'olandese ra del riformatore. propria cultura da quanto effettiva­ (W.H. Neuser), sulla matrice della Ri­ e rappresenta un utile punto eli riferi­ Armato di queste intenzioni dà ma­ mente credeva. Malgrado le numerose forma di Calvino (H.A. Oberman), sul mento per chi voglia orientarsi nella no alla sua opera che si divide in cin­ note l'opera non riesce pienamehte a tema della Imago Dei secondo Ca! vi no massa di opere scritte dal Riformatore. que grandi sezioni: l /Il personaggio e convincere. L' A. sostiene che Calvino e Bernardo (L. Anderson) ed infine Pietro Bolof!,nesi l'epoca; 2/ll labirinto; 3/L'apertura; 4/ avrebbe avuto da un lato un "atteggia­ l 'eccellente status questionis degli stu­ R.H. Bainton, Do ne della R(f'orllla, L'abisso; 5/ Un programma per il suo mento convenzionale e non biblico nei di calviniani da parte di Richard C. n Torino, Claudiana 1993, pp. 423. tempo. Sì viene in tal modo a scoprire riguéu·d i del corpo" (p. 119) e dali' altro Gamble sul periodo 1982-90. Accanto che C al vino aveva bisogno dell'auto­ avrebbe avuto "un'alta opinione del a questi studi se ne trovano altri d'in­ E' un libro eli storia ben scritto e rità e dell'orientamento che gli veniva­ corpo" (p. l 96). Anche un lettore su­ teresse specialistico. Un'altra impor­ appassionante, corredato da un'ampia no da Farei ed in seguito da Bucero. perficiale finisce per interrogarsi sulla tante opera dunque per fare il punto su bibliografia al termine di ogni "ritrat­ Tutta la sua vita fu sospinta dall'ansie­ legittimità di simili contrastanti giudi­ di v erse questioni. to" femminile. tà che gli permise brillanti realizzazio­ zi. Il sentimento è che la scelta di pri­ Con Th e Writings of John Ca!vin, si L'opera è strutturata in tre parti: una ni, ma che costituisce pure la chiave vilegiare citazioni da Commentari, ha a che fare con uno scritto un po' riguarda le donne della Riforma in per identificare come nella sua vita Sermoni (circa 1300) da lettere e altri diverso dall'usuale. Si tratta infatti Germania, un'altra quelle in ltalia, esistessero opposti impulsi a malapena scritti (circa 1 30), rispetto ali'Istituzio­ d'un vademecum agli scritti del Rifor­ l'ultima quelle in Francia. Ogni ritratto celati. Di qui si può capire il suo auto­ ne (circa 260), abbia indotto Bouwsma matore. Come la guida per il viaggia­ è costruito se.nza dare l'idea di voler controllo e la sua capacità di nascon­ ad una raccolta di dati eccessivamente tore, il libro offre le informazioni creare un mito o un esempio idealisti­ der ·i alla curiosità altrui. unilaterale. Le citazioni inoltre non so­ necessarie sulla via· da seguire e su co, ma con molto realismo: non sono Il ritratto che ne viene fuori è fatto no sempre sufficientemente contestua­ certi particolari che permettono d' ap­ tralasciati i defetti e i limiti, accanto di luci e controluci. Una parte di lui era lizzate per cui non si riesce sempre ad prezzare il paesaggio. Elementi che alle vi1tli. Le varie figure femminili un fi losofo, un razionalista ed un pen­ accettare le interpretazioni fo rnite rischierebbero fac ilmente d'essere tra- sono poi inquadrate nel loro contesto satore nella linea dell'alta tradizione dall'A. Così se da un lato è bello che storico, poi itico e re ligioso. Ne scatu- S!Udi di teologia V li ( 1995) 67- 105 82 Seg11alazio11i bibliografiche 83

una realtà di fede, ordinariamente accompagnato dall'amore per la poe­ riscono ritratti vivaci sulla quotidiani­ anche l'impatto avuto dalla Riforma estranea alla vita italiana, potesse inse­ sia e la retorica venne influenzato sem­ tà, non solo di queste figure femminili, sull'ordinamento sociale, in particola­ rirsi in una città come Vicenza. pre più dallo studio della Bibbia e ma anche dell'epoca stessa in cui han­ re sulla famiglia: il matrimonio diven­ [] testo del prof. O. cerca di districa­ dall'arrivo dall'estero dell'influenza no vissuto e lottato. ta scuola di carattere, comunione re, come in una corda composta da della Riforma: "Con i l l 539 l' lnstiru­ E' un libro interessante per capire, e nell'impegno "ad educare i fisli nel molti fi li, il filone del progressivo af­ tio el i Calvino fa parte delle letture forse sentire pii:t vicini gli uom_inie le timore del Signore e lavorare insie­ a fermarsi della Riforma all'internode l­ pubbliche del Morato". donne di quel periodo così diffi cile e me nella Sua vigna". Il matrimonio lo sviluppo culturale vicentino el i Il punto più alto del la presenza della sconvolgente; persone come noi, che non è più visto solo in funzione della quegli anni. E' quasi impossibile sepa­ Riforma a Vicenza si verificò con l'ar­ in mezzo .a precarietà, contro ogni in­ procreazione, né come un semplice at­ rare gli el ementi di quest'intreccio rivo sulla scena eli Alessandro Trissi­ teresse e tornacontoperso nale, spesso to aiuriclico, bensì come un patto spt- o . l'uno dall'altro, però forse tre princi­ no: "il primo nunzio vicentino senza risultati tangibili, hanno lottato, rituale nel quale si entra con il. pteno pali filoni sono individuabili, il primo regolante le re lazione fra lacitrù natale con la luce che avevano, per il Regno consenso e impegno personale. cui turaie- filosofico che passa attra ver­ e la Signoria". Egli sar�t "artefice intel­ di Dio. Interessante è la parte riguar­ Interessante il saggio eli Susanna so gli uomini guida, il secondo che lettuale delle ·congregazioni' e chiese dante l'Italia, per la perspicacia che Peyronel che precede il testo eli Bain- segue i l tessuto sociale della città, e calviniste di Vicenza" e la guida in Bainton dimostra nella comprensione ton. l 'ultimo che considera più specificata­ grado eli offrire alla nascente Riforma dei motivi che avrebbero causato il Katia Bonucchi-Larnorte mente la re altà economica e religiosa una prospettiva ampia e solida. Impri­ mancato attecchimento della Riforma Achille Olivieri, Riforma ed eresia a il tutto sullo sfondo dell'invasione di gionato i l 14/03/ 1963, dopo la tortura nel nostro Paese. Oltre a citare la poli­ Vicenza nel Cinquecento, Roma, Massimiliano l e dei rapporti che Vi­ fuggì a Chiavenna e vi ri mase dal l 563 tica del papato e la repressione, l'A. Hercler l 992, pp. 495. cenza aveva con Ve nezia. al 1576. Da lì continuò a dirigere il afferma che "gli itaLiani sembravano La prima figura a comparire nel fi­ movimento calvinista vicentino fi no per natura piuttosto refrattari a com­ Questo volume presenta un'ampia e lone culturale-filosofico è quella di alla sua morte. piere scelte decisive sul ptano dottn­ ricca documentazione dello sviluppo Lorenzo Valla, filologo e critico. E' Un simile sviluppo culturale-fi loso­ naJe, sia per un certo loro relattvtsmo, della Riforma nella città di Vicenza nel soprattutto attraverso le sue opere che fico fu possibile perché a Vicenza i l sia perché i loro predicatori, da Savo � Cinquecento. Questo periodo, gene­ avvenne la trasmissione dell'Umane­ terreno sociale era fe rtile: c'erano del­ narola in poi, inveivano contro t vtzt ralmente associato alla grande ftgura simo (la tolerantia come dominio di le famiglie in grado di assimilare la anziché mettere in discussione gli in­ ssuto e speri­ di Andrea Pallaclio,ha vi sé) e la significativa conoscenza el i ricchezza di questo travaglio culturale. segnamenti della chiesa" . I n effetti innesto della Ri­ . _ : mentato un graduale Erasmo. O. scrive: "Senza penetrare l nomi sono tanti e compaiono i n modo molti di questi personaggi femmtmh forma. Il prof. O. osserva: "Calvino nella fortuna eli Valla è impossibile interessante e dettagliato: la fam iglia italiani sono caratterizzati da un forte entra nella cultura e nella società di comprendere la storia degli intellettua­ Loschi, i Da Porto, i Va lmarana, Oli­ antintellettualismo e da una difficoltà Vicenza in modo compatto: dopo il li e della Riforma a Vicenza". A questi viero da Arzignano, Ognibene da Lo­ a cogliere l'importanza delle questioni 1539 la sua pene trazione ed il suo do­ si vennero ad aggiungere le successive nigo, Bartolomeo Pagello, i T hiene, gli dottrinali. minio è incontrastato" (p. 325), sul presenze nella città eli accademici co­ Zuffati, i Grazian i, gli Angiolello, i E' un libro da leggere per capire finire del l 557 poteva contare circa me Francesco Maturanzio, insegnante Chiericati, i Pigafetta e soprattutto la un'epoca, ma anche per esser inco � � 19.899 abitanti: "et più di venticinque di retorica, Aulo Giano Parrasio, pure famiglia Trissino. raggiate, come donne, a non ntenerst fin bora, incolumi, sono fuggiti, si os­ egli grammatico, e eliFrancesco Pelle­ Guidate da GianGiorg io Trissi no le estranee o di poco valore nell'opera d t serva il 15 maggio 1547" (pag. lO). grino Morato, nomi·nato maestro nella conversazioni culturali presero sem­ avanzamento del Regno di Dio. Come Come queste cifre indicano, O. com­ città. Attr averso queste figure guida pre piC1 consistenza, prima ne l suo nota Bainton, "le donne costituivano pie un'ind agi ne estremamente l:;urata e nella città l'emergente umanesimo, "giardino" e poi a partire dal 1537 circa la metà della popolazione e se rigoro ·a, per poi illustrare al lettore nutrito di concetti greci 'vinuosi ' qua­ nella villa Cricoli, che nel l 539 diven­ avessero boicottato il nuovo movi­ come cetti fattori sociali, culturali e le la tolleranza, la libertà e la giustizia, ne "accademia". Questo grande tessi- mento, sarebbe fi nito molto presto". storici coincisero per permettere che Infine, questi ritratti evide nziano 84 Segna/a�ioni bibliogrqfìcile Srudi di reo/ogia VII ( 1995) 67- 105 85

t ore di rapporti fra la cultura di Venezia lettura delle Scritture nonché degli chiamata "eresia", ed ha quindi buon J.l.Packer , Concise Th eo/ogr, Whea­ e di Vicenza e quella della corte di sctitti e delle predicazioni di Calvino. gioco chi tenta di suggerire che il mo­ ton, Tynclale House; Le icester, l. V P. Mantova (Isabella Gonzaga) fu l' uo­ Parallelamente agi i sviluppi intel­ vimento de lla Riforma ve niva assimi­ 1993, pp. 267. mo guida della città colta e cercava lettuali delle due ville c'era la realtà lato negli stessi termini delle "eresia" "vie per innovare il cristianesimo e la sociale molto i mportante dell'insorge­ come movimento sociale estremistico, Quel che si trovano davanti coloro società". Dal punto di vista dello svi­ re delle eresie in generale. Con indi­ patologico ed esclusivistico, tipico eli che vogliono essere iniziati alla !·i fles­ luppo della Riforma però, "Cricoli" scussa capacità l'A. descrive una fe de mistica come quella presente sione teologica, sono spesso dei pon­ rimane sempre umanista anche se con l'atmosfera nella quale in aperta ribel­ nel centro del Columbina. In realtà la derosi volumi che scoraggiano anche i un'apertura alla Bibbia: "nel suo giar­ lione nei confronti della dottrina tradi­ Riforma che veniva innestanclosi nel lettori più volonterosi. In un mondo dino non entrerà Lutero, ma la sua zionale e contro la profonda vicentino non si collocava tanto in che procede a passo sempre più spedi­ voce". decadenza del clero si parlava sempre quel contesto ristretto e patologico ti­ to, non è sempre fac ile disciplinarsi L' influenza della Riforma si svilup­ più diffusamente del diavolo nell'eu­ pico degli estremismi, quanto in quello anche nel campo cle lia formazione teo­ pò invece attraverso la fo ndazione di carestia, delle figure suggestive del li­ più ampio europeo, dove gli elementi logica e seguire tutte le tappe necessa­ un'altra villa, quella di "Lanzé" dove bro d eli' Apocalisse quali "la babilonia fondamentali venivano forgiati da una rie. le figure guida furono Alessandro Tris­ ed il dragone, ecc". Durante la guerra lettura matura e globale delle Scritture. Quest'opera el i Packer si colloca in sino e suo fratello Bernardino. La loro del 1507-9 il nome stesso eli "Jesus" Il solo fatto che il circolo eli Lanzè una prospettiva totalmente diversa. fu una realtà economicamente forte divenne facilmente figura nella quale assorbisse i migl iori elementi che so­ Essa mira piuttosto a stimolare l'appe­ perché godeva degli appoggi di colla­ credere per a vere una speranza 'esca­ pravvissero al tramonto del movimen­ tito del lettore e quindi si limita a dare boratori come Nicolò Pellizari, mer- tologica'. to ereticale indica la sua solidità indicazioni molto semplici, prevalen­ ·" cante di seta, Giovanni Battista Trento, Queste realtà 'eretiche' avevano un biblica. temente agganciate al testo biblico. . ; mercante di pelli, e Francesco Conta­ punto di riferimento eli non piccolo Mentre l'entusiasmo ereticale non L'opera si divide in quattro sezioni. ' rini. Essi viaggiavano in tutta Europa ril ievo nella farmacia al centro di Vi­ era destinato a durare, quello della Ri­ l. Dio rivelato come Creatore; 2. Dio ' ed attraverso i loro viaggi potevano cenza. Il Columbina di Zuan Donato, forma aveva dei riferimenti che neper­ rivelato come Reclentore; 3. Dio rive­ seguire gli sviluppi della Riforma mol­ in cui si raccoglievano circa 190 se­ misero il proseguimento. L'A. stesso lato come Signore di grazia; 4. Dio to da vicino. La Riforma che veniva guaci, attraverso indagini svolte sui nota il tramonto del Colombina quan­ rivelato come Signore del desti no. affermandosi a Vicenza non era consi­ documenti dei processi de li'Inquisi ­ do scrive: " .. dopo aver dominato la Ciascuna eli esse comprende diversi derata un fenomeno isolato e patologi­ zione, l'A. rileva il carattere eccentri­ vita vicentina per sei anni (l542-48 ), sintetici capitoletti, nel complesso 94. co quanto una realtà culturale con una co, speculati v o e "fantastico" di queste si confluirà nell'alveo Lanzè". Chi ha un po' eli fa miliarità con lavori sua maturazione intellettuale spiritua­ comunità religiosa pur mettendo in Dal momento che la Riforma non più impegnativi scorgerà una certa ras­ era riducibile ad un'eresia patologica, somiglianza con l'ls tituz.ionedello le con dialoghi che intratteneva con evidenza come certi elementi de lla Ri­ re­ movimenti analoghi di altri paesi. forma quali l 'abrogazione delle imma­ forse un titolo che avrebbe meglio ligione cristiana el i Calvino, ma il Le capacità degli uomini della villa gini, delle reliquie, dei ceri, dei riti e espresso i termini dello sviluppo della contenuto è, com'è immaginabile, as­ di Lanzé fecero sì chequ esti si pones­ delle preghiere alla madonna, ecc. fos­ Riforma a Vicenza poteva essere: la sai più modesto. sero in alternati va a quelli della villa di sero condivisi da essa anche se con Riforma e la Sfida delle Scritture per Può dunque servire come primo ap­ Cricoli come guida intellettuale e cul­ motivazioni di v erse. Vicenza nel Cinquecento. Benché la proccio alla lettura teologica, ma non turale di Vicenza. La sostanziale diffe­ Purtroppo è proprio questo tipo eli Riforma non riuscisse a resistere per può rispondere alle domande più com­ renza era questa: mentre gli coincidenza che permette all'A. el i molti anni a Vicenza, essa riuscì a pro­ plesse ed esigenti. Ci si auguni che intellettuali della villa Cricoli rimane­ identificare tutta la presenza della Ri­ gredire altrove e a diventare una realtù l'opera più impegnativa che lo stesso vano ancorati all'istituto "grammati­ forma a Vicenza come "eresia". Di per che ancora oggi si propone come sfida A. sta lavorando possa vedere la luce cale", gli altri già si nutrivano della sé, al l'epoca, ogni divergenza nei con­ a Vicenza ed all'Italia. al piLI presto. fronti clelia Chiesa Cattolica veniva Pau/ Finch Ren::.o Bustini l 86 Segna/azioni bibliografiche Studi di teologia VII ( 1995) 67- 105 87 l

D.A. Carson, Right with God (WEF), AA.VV., !l pluralismo nelle ongm1 nari sono stati tali e tanti da spaziare in tivo de i resicluati eli liberalismo teolo­ Carlisle l Grand Rapids, Paternoster cristiane. Scritti in onore di Vittorio un ampioventa glio di questioni esege­ gico ancora presenti nella cultura pro­ l Baker 1992, pp.309. Subilia (a cura di Gino Conte) - Col­ tiche, dogmatiche e storiche (a p. 18 testante e, contestualmente, della lana della Facoltà Valdese di Teolo­ viene fornito un elenco indicativo de­ riscoperta integrale del cristi�1nesimo Questo libro, curato da D.A. Car­ gia 18, Torino, Claudiana 1994, pp. gli argomenti di cui si è occupato par­ biblico. Ma così non è stato. Subilia è son, è il quarto di una serie di volumi 220. ticolarmente). A questo proposito le stato troppo barthiano per poter con­ pubblicati col patrocinio dell' Allean­ settantacinque pagine eli bibliografia durre ancora più in là di Barth il rico­ za Evangelica Mondiale. Esso ha per La consuetudine di ricordare con un subiliana contenuta nel volume (pp. noscimento sostanziale del pri mato tema la dottrina biblica della giustifi­ convegno la figura e l'opera di uno 117-192) offrono senz'altro uno spac­ della Scrittura anche nel moclellamen­ cazione per fede e dei suoi etletti nel studioso non molto tempo dopo la sua cato più efficace eliun saggio specifico to gnoseologico ed epistemologico del mondo. scomparsa è stata giustamente rispet­ sulla sua teologia' pensiero. Come può l'uomo diventare giusto tata anche per Vittorio Su bilia ( 1911- Non tutti però concliviclebbero un Comunque, il variegato spettro el i difronte al Dio santo? La Parola di Dio 1988); il volume in questione giudizio complessivo su Subii i a che, interessi e la profondità delle analisi di risponde a tale interrogativo annun­ raccoglie infatti gli atti di quella gior­ evidenziando l'indiscutibile valore Subii i a hanno indotto g l i organizzatori ciando che Dio ha fornito alle creature nata di studi svoltasi alla Facoltà Val­ della sua produzione teologica, non ne del convegno in suo onore a focalizza­ del mondo gli strumenti idonei per ri­ dese di teologia di Roma presso cui lo riconosca allo stesso tempo i limiti, o re l'attenzione i n tornoad un tema caro stabilire quel giusto rapporto col Crea­ stesso Subii i a ha tenuto la cattetlra di meglio i condizionamenti da cui forse al teologo valdese per non incorrere tore rotto nel giardino d'Eden. Il libro teologia sistematica dal '50 al '76. non è riuscito a prendere le distanze nel rischio di dispersione o di superfi­ contiene quattordici articoli di diversi Fare i conti in modo globale e pun­ con nettezza. Infatti in alcuni ambien­ cialità. La scelta è caduta sul problema � Autori in cui ciascuno sviluppa l'argo­ tuale con la sua eredità di teologo pro­ ti, anche ali' interno del protestantesi­ del protocattolicesimo o cattolicesimo \ mento secòndo la propria specializza­ testante italiano è impresa ardua; basti mo italiano, gli si rimprovera incipiente (Frlihkatholizismus) che zione con particolare attenzione per le pensare alla sua produzione bibliog­ un'aderenza troppo accentuata a Karl Subilia ha piùvolt e affrontato nei suoi discipline bibliche e storiche. rafica che, tra libri, studi critici, sermo­ Barth nel tentativo di introdurne il studi dogmatici e sul Nuovo Te sta­ I vati capitoli riguardano: la giusti­ ni e contributi vari, annovera centinaia pensiero nel nostro paese. Tale ric­ mento e di cui Gino Conte ha sintetiz­ ficazione nel pensiero di Paolo, Mat­ di titoli frutto di cinquant'anni di lavo­ chezza di fermenti teologici e culturali zato i punti salienti (pp. 81-96). Come teo, Luca, Giovanni e Giacomo e un ro inces ante come pastore, come do­ sarebbe stata ancor più apprezzabile se si sa, la discussione intorno al proto­ panorama delle div erse interpretazioni cente univesitario, come direttore di accompagnata dal superamento del cattol i cesi m o riguarda i l fe nomeno che si sono succedute nel corso della "Protestantesimo" ( 1948- 1988), come barthismo inteso non come rinnega­ de li'af fermazione graduale, per la storia. I restanti capitoli sviscerano il acuto osservatore al Concilio Vaticano mento o contestazione della neo-orto­ scuola di Bultmann gii prese nte in 1 tnt­ tema della giustificazione nell'ambito n e più in generale come protagonista dossia ma come apertura a nuove o ce nel periodo a posto! i co e negli scritti della vita privata, della giustizia socia­ del dibattito teologico edecumenico in diverse sensibilità, nuovi contributi, del NT, eli un concetto clericale del le e del conflitto esistente con la Chie­ Italia nella seconda metà del nostro nuove linee di riflessione teologica, messaggio biblico e di una visione ec­ sa Cattolica romana. secolo. Opportunamente il curatore gli pur riconoscendo il debito inestingui­ clesiastica dell'Evangelo che si mani­ Da segnalare il contributo di coloro ha dedicato un denso profilo biografi­ bile nei confronti del teologo di Basi­ fe stano attraverso la fi ssazione di una che vivono a stretto contatto con le co ed intellettuale (pp. 9-37). lea. dottrina del cristianesimo, dei sacra­ popolazione di credo lnduista, lslami­ Ma percomp iere un bilancio ancor­ Anche da un punto di vista evange­ menti, dei ministeri e del canone. Pro­ co e Buddista e l'importanza che la chè approssimativo dell'opera subilia­ licale questa critica a Subilia appare cesso che, generato dali 'esigenza della dottrina della giustificazione per fe de na, non si tratta tanto di confrontarsi pertinente sul piano formale sebbene chiesa delle origini el i far fronte alle ha in contesti così diversi dal nostro con una mole impressionante di studi diverga profondamente su quello dire­ minacce di sincretismo d i entusia­ e "piccolo mondo". Un libro tutto da quanto di seguire Subilia nello svol­ zionale; infatti un certo distacco da smo spirituali sta, con l 'anelar del tem­ leggere! gersi delle sue ricerche i cui centri di Barth avrebbe dovuto compiersi nel po avrebbe re o teologicamente e s Andrea Artioli interesse e le cui competenze discipli- duplice segno cieli 'abbandono definì- storicamente possibile la costituzione 88 Segna/azioni bibliogr(l/iche Studi di teologia VII ( 1995) 67- 105 8Y

del cattolicesimo con la struttura ge­ Molto interessante è il saggio di di Bruno COt·sani su "La crisi in Gala­ Oscar Cullman, L'origine dello festo rarchica della chiesa, la definizione di Paolo Ricca (pp. 43-54) che, citando zia nello sviluppo del cristianesimo del Natale (Giornale di Teo logia, una regola di fede in rapp01to alla suc­ alcuni testi del NT e dei Padri (Cle­ primitivo" (pp. 71-80), di F. Erasmo 223), Brescia, Queriniana 1993, pp. cessione apostolica e lo sviluppo del mente Romano, Giustino, Ignazio Sciuto su "Solus Christus e teologia 63. sacramentalismo. Di qui il richiamo d'Antiochia, Ireneo di Lione, Clemen­ apofatica" (pp. 97- 1 02) e eli Brunero del titolo del volume al pluralismo del­ te d'Alessandria e Tertulliano� sostie­ Gherarclini su "Il Gesù di Vittorio Su­ Pubblicato dalla Queriniana per le origini cristiane i n teso come oggetto ne che la clericalizzazione della chiesa bilia" (pp. I03-110). scopi chiaramente commerciali (il vo­ di studio sia dello storico della chiesa e la conseguente differenziazione tra Leonardo De Chirico I umetto è uscito nelle libre rie) proprio sia dell'esegeta del NT; infatti, testi­ cl1ierici e laici hanno inizio verso la B.J. van der Walt, Th e Liberaling Mes­ durante il periodo delle fest ivitù nata­ monianze neotestamentarie di un pro­ fine del Il secolo, non durante o subito sage. A Christian worldview for lizie), rimane comunque opera merito­ tocattolicesimo a livello embrionale si dopo l'epoca apostolica. Pertanto, Africa, Potchefstroom, lnstitute for ria l'aver tradotto questo studio degli troverebbero particolarmente in Mat­ Ricca aflerma che "la categoria di Reformational Stuclies 1994, pp. anni '40 del teologo strasburghese. teo, negli scritti lucani, in Giacomo, "protocattolicesimo" può facilmente 625. Il volume consta di due piccoli sag­ nelle Pastorali, ne Il 'epistola di Giuda funzionare come trappola storiografi­ gi: il primo eli essi è int itolato ' Lufes!O e nella li Pietro. ca, in quanto è una chiave di lettura Quest'ultima opera del professar del Nato/e' . Si tratta eli un saggio ben La categoria storiografica di Frl.ih­ largamente condizionata dagli svilup­ van der Walt è una specie di antologia scritto in cui l'A. dimostra la sua pro­ katholizismus è analizzata, definita e pi manifestatisi nel "tardocattolicesi­ di pensieri talvolta già formulati e qui fonda conoscenza della chiesa cristia­ discussa da François Vouga (pp. 55- mo", nel quadro - s'intende - della ripresi ed ampliati per fornire il conti­ na dei pri mi secoli. Dopo che ne lla 70) che rileva l'ambiguità semantica e chiesa antica" (pp. 49-50). In effetti, il nente africano di una prospettiva pie­ premessa viene discussa la fa mosa tesi storica del concetto così come è stato confronto sul cattolicesimo incipiente namente liberante. Si troveranno così della fe sta del Natale contrapposta alle utilizzato dagli studiosi da Baur in poi. dipende da ciò che si intende per cat­ diversi temi tutti sostanzialmente col­ fe ste pagane, attraverso una rapida di­ Le differenze tra gli autori riguardano tolicesimo; si può per esempio soste­ legati ad una concezione del mondo samina Cullmann dimostra come, be n­ la diversa attribuzione di impo1tanza nere che l'importanza della sana (worlclview) che s'ispira a presupposti ché sia vero che il Natale sia stato data ad alcune motivazioni e a specifi­ dottrina sia una preoccupazione catto­ cristiani. Partendo dalla rivelazione eli collocato il 25 dicembre per arginare che caratteristiche del protocattolice­ lica? In più, il concetto di Frl.ihkatho- Dio, si toccano temi come la filosofia, alcuni atteggiamenti sincretici, l'usan­ simo: c'è chi lo vede sorgere dal 1 izismus applicato al NT è un prodotto l'antropologia, il p! uralismo, l'idea za di festeggiare in qualche maniera la confl itto tra giudeo-cristianesimo e della scuola liberale affermatosi p i i:1 a cristiana di comunità, l'ideologia, lo nascita del Signore come venuta de lla pagano-cristianesimo (Baur), chi sot­ causa di scelte teologiche ed esegeti­ Stato. luce del mondo, apparteneva a tempi tolinea invece il processo evolutivo che preliminari che dallo studio dei Come si noterà si tratta eli una larga antecedenti ed era completamente sle­ interno del cristianesimo delle origini dati neotestamentari; occorre perciò gamma eliarg omenti trattati in manie­ gata daJJ'idea eli occultare una festa sotto la spinta della teologia ellenistica mettere in discussione tali presupposti ra abbastanza accessibile sui quali si pagana. (Ritschl e Harnack), chi si limita ad e tracciare una linea di demarcazione potrebbero forse anche fare osserva­ Il capitoletto fi nale del saggio è in­ osservazioni fenomenologiche (Con­ tra cristianesimo delle origini attestato zioni diverse, ma che possono contri­ fi ne dedicato alle conseguenze stori­ zelmann), chi lo comprende, mediante nel NT e protocattolicesimo successi­ buire ad una maturazione della che e teologiche del Natale. Viene le categorie dell'analisi sociologica, vamente svi luppatosi. In questo senso, riflessione in una prospettiva cristiana. ricordato come anche questa fe stivitù come impostazione apologetica e di il saggio di Samuel Bénetréau dedica­ Senz' altro l'interesse primario è rivol­ sia eia ricollegare necessariamente alla conservazione (Troelsch e Schultz), to al problema del protocattolicesimo to all'Africa, ma·diversi spunti posso­ questione cristologica e la celebrazio­ ecc. D'altra parte, conclude Vo uga, da­ nel NT, apparso nella prima serie di no senz'altro essere ripresi anche in ne ciel giornodella nasc ita del Signore to che è il fe nomeno stesso ad essere Studi di teologia (5, 1979, pp . 109- altri contesti e anche per questo i Ili bro sia da collegare direttamente alla rea­ ambiguo, anche i tentativi di inqua­ 132) conserva, pur datato, la sua attua­ merita d'essere segnalato. zione nei confronti dei doceti che rite­ drarlo non possono risultare partico­ lità sull'argomento. Renz.o Bastini nevano che il divino fosse entrato in larmente rigorosi. Completano il volume gli interventi Gesi:Jsolo al momento del battesimo. 90 Segnahòoni bibliografiche ! Slltdi di reologio VII ( 1995) 67- 105 9 1 l l

li secondo articolo del volume è de­ esaurire in esso in quanto permettono dici capitoli dell'opera cercano di for­ cato nel 1992, vuole es.-;ere l'ideale dicato all'uso nordico dell'Albero di un ritorno ad un pensatore eli levatura nire criteri per l'educazione a vari li­ continuazione di lssue Fo cing Ch ri­ · ' Natale. Pur essendo un'usanza legata veramente modernaed europea. velli. Si parte dalle condizioni stians To day e pertanto allronta le pro­ alle tradizioni popolari e non al pensie­ Comenio non fu un teologo in senso fondamentali dell'istruzione per par­ bi ematiche del confronto tra mondo teologico, anche in questo caso il stretto, ma piuttosto un educatore eli ro lare poi cieli' istruzione dei genitori, modernoe vita del credente. Mentre il biblista alsaziano ricorda come l'uso grandissima statura. Le sue intuizioni della scuola dell'infanzia, della fan­ volume di qualche anno fa si sofferma­ , , dell'albero (grazie ad un dipi nto del ed innovazioni in campo pedagogico ciullezza, dell'adolescenza, della gio­ va soprattutto su questioni inerenti al Natale protestante) sia anche da ricol­ hanno una dimensione che va al di là ventù, della virilità, della vecchiaia e mondo contemporaneo di fronte a cui legarsi all'albero della Vita rappresen­ del tempo in cui furono delineate e della motte. Ancora una volta traspare il cristiano doveva porsi. Contelllpom­ tato spesso nelle cattedral i medievali costituiscono un patrimonio che sareb­ r)' Ch ristian affronta problematiche l 'ampiezza del progetto di Comenio . (si pensi al bel mosaico della Cattedra­ be veramente insensato trascurare an­ che procede in modo graduale e ciclico all'internocle lia vita del la Ch iesa e di le eli Otranto in Italia) e all'idea che la che nella riflessione moderna. pur avendo un unico punto focale. come tale vissuto debba porsi nei con­ nascita eliCri sto ripristina lo stato an­ Ciò che colpisce nell'opera come­ Il contributo d'un simile pensatore fronti del mondo. tecedente al morso del frutto dell'Al­ niana è la visione globale cui aspira. presta il fianco a due rischi opposti. ll l'introduzione riassume le posizioni bero proibito. Anche questo capitolo, Egli non s'accontenta dei tentativi di primo consiste nel minimizzarne il principali del volume. L'A. ritiene che l, quindi, risulta denso teologicamente. riforma parziali e quindi mira a qual­ contributo per insoiferenza verso l'ot­ i l cristiano è chiamato acl un doppio Il testo, pertanto, è una lettura inte­ cosa d'organico. Per lui la scuola deve tic a teologica che l 'anima; i l secondo ascolto, l'ascolto della volontà eli Dio ressante e di mostra la profonda cono­ diventare l'educazione per tutto il ci­ consiste nello strumentalizzarlo in ma­ e quella della chiamata e delle proble­ scenza dell'A. del cristianesimo delle clo dell'esistenza umana. Ma il discor­ niera grossolana senza rea! mente capi­ matiche che i l mondo umano affronta. ': origini ed il suo perfetto equilibrio nel­ so sulla scuola non basta. Bisogna che re i presupposti che lo animano. Solo Solo tentando di conciliare ed unifica­ ·;la valutazione eli feste o momenti che nel medesimo tempo siano riformate un'omogeneità con le premesse dello re queste due chiamate il credente rie­ l talvolta sono legati a tradizioni diverse la politica e la religione. Una simile stesso Comenio potranno farne ap­ sce a poter avere un impatto efficace ., dalla nostra (quella cattolica in parti­ aspirazione non può che essere radica­ prezzare valori e limiti. sul mondo. ( colare) ma che, grazie alla lettura che ta nella fede in Dio. "Vieni rag{lzzo, Queste poche osservazioni non han­ La prima parte è dedicata ali'annun­ ne fa Cullman, possono acquistare un impara ... le cose necessarie ..., io te le no la pretesa di recensire le due opere, cio del vangelo e qui Stott riprende nuovo significato. insegnerò con Dio". ma dovrebbero essere sufficienti a sti­ alcuni dei motivi fo ndamentali del suo Va leria Bernardi La Didactica magna vide per la pri­ molare o rinnovare l'interesse per un volume The Cross o{Christ ribadendo ma volta la luce nel 1657 ad Amster­ Comenio; Grande Didattica, a cura di pensatore della levatura di Comenio e l'importanza dell'annuncio del vange­ dam. 11 testo curato da Anna Biggio A. Biggio, Firenze, La Nuova Italia forse fa vorire una riflessione più ricca lo come annuncio di liberazione dal riporta il testo latino a fronte e rappre­ l 993, pp. 609. sul tema de ll'educazione. peccato in quanto Gesi:t è il Signore senta quindi un'impresa editoriale di Johann Amos Comenius, Pampaedia, Gianni Emerti morto e risorto per noi. Stott respinge notevole spessore. Nei trentratre capi­ a cura di P. Cammarata, Roma, Ar­ John Stott, Contemporary Christian. diverse delle accuse mosse al cristia­ toli dell 'opera, l'uomo è visto come mando 1993, pp. 306. An urgent pleafor double /istening, nesimo da diversi esponenti clelia cul­ creatura di Dio il cui fine ultimo si Leicester, Inter-Varsity J 992, pp. tura attuale, sentenclone però le trova fuori da questa vita. Tutto è dun­ Nel 1992 si è celebrato il IV cente­ 432. esigenze e cercando di dare una rispo­ que finalizzato ad un 'autentica educa­ nario della nascita di Comenio (1592- sta aclesse. zione. 1670) ed è stata l'occasione per John Stott rim�tne uno dei pii:t signi­ Al discepolato ed alla capacità' del La Pampaedia, ovvero l'educazio­ rispolverare parte della sua opera. Le ficativi esponenti del mondo evangeli­ credente di ascoltare e di avere una ne universale di tutta l'umana gente, due opere qui segnalate si collocano co inglese e i suoi lavori sono sempre mente guidata da Dio è dedicata la nel solco eliques to interesse celebrati­ appare accompagnata da un' introdu­ dei punti eli riferimento per equilibrio, seconci<7 parte del volume. Al termine vo, ma certamente non si possono zione eli Pasquale Cammarata che ne sobrietà e coraggio di posizioni. li suo di questa sezione vi è un'interessante illustra alcuni punti significativi. l se- ultimo volume qui recensito, pubbli- capitolo dedicato ali' interpretazione 92 Segnola�irmi hibliogrqfìche Srudi di reo/ogio VIl ( 1995) 67- 1 05 93

del frutto dello Spirito (visto soprattut­ che vive attualmente il credente. Il vo­ D. Bonhoeffer, La parola predicata, a Davi d Peterson, Engaging wilh Cod. A to come spirito di amore, gioia e pace) lume, già ben strutturato dal punto di cura di E. Genre, Torino, Claudiana biblica! theology of worship, Leice­ ali 'internodel mondo contemporaneo. vista didattico (con una divisione in 1994, pp. 98. ster, Apollos 1992, pp. 397. Uno degLi argomenti in cui più il capitoli e paragrafi molto efficace) è mondo e van gel i co si trova in crisi di concluso da una guida al lo studio che La "Piccola Collana Moderna"ed ita L' adorazione è un atto riconducibile fronte al mondo modernoe quello del permette un approfondi mento delle te­ dalla CJaudiana s'arricchisce di un ad una esclusiva situazione liturgica posto da attribuire alle Sacre Scritture. ma ti che nel caso di una discussione in nuovo libro che, ancora una volta, mo­ attraverso la quale il soggetto ricerca Nella terza parte Stott parla di questo gruppo sul volume. stra la propria sensibilità per il mondo incoraggiamento o consolazione per­ teologico germanico. Lo scopo cleJJa è ricordando la centralità delle Scritture Si tratta di uno studio interessapte sonale o una risposta umana ali 'azio­ nel la Chiesa ritenendo che ancora oggi che, pur non dicendo nulla di nuovo pubblicazione è: 11 colmare lo spazio ne di Dio? L' A. cerca di rispondere al la Chiesa ed il credente hanno come rispetto ad altri lavori del teologo in­ esistente in lingua italiana sull' omile­ quesito attraverso una lunga ricerca compito fondamentale quello di espor­ glese, rimane un'opera da leggere. tica; 2/ richiamare l'attenzione sul ve­ neJJ 'AT e nel NT facendo ricorso ad re la Parola di Dio. Va ferio Bemardi ro contenuto deJJ'omi letica. un'abbondante bibliografia riportata 90 Nella sezione dedicata alla chiesa W. Ende - U. Steinbach (a cura eli), Le circa pagine del libro costitui­ alla fine di ogni capitolo, insieme ad (la quarta del volume), l'A. dedica la L'fsfam oggi, Bologna, EDB 1991, scono un manuale omiletico, ricostrui­ un'utile sintesi eli quanto esposto. maggior parte del suo spazio alle stra­ pp. 1051. to attraverso gli appunti di studenti che Diverse le tesi trattate che hanno tegie che bisogna usare per l'evange- seguivano i corsi eli Bonhoeffe r nel come elemento comune il fa tto che 1 izzazione e a cosa debba fare la chiesa l motivi d'interesse per I'Islam cre­ seminario clandestino di Finkenwalde J 'adorazione nell'AT era resa possibile locale per prepararsi a quello che rima­ scono anche nel nostro paese. Senz'al­ nel 1935-1 939. La "costruzione" è dall'autorivelazione eli Dio e dalla sua Q'e il suo compito fo ndamentale anche tro vi sono motivi di carattere sociale, probabilmente responsabile dello stile misericordia. Non si trattava dunque iÌ'Jun a società come la nostra. Per Stott politico, economico, eccetera, ma an­ del testo, certamente non privo di fa­ d'una fantasiosa interpretazione uma­ la chiesa per evangelizzare deve avere che teologico. Studi di teologia ha già scino, ma talvolta un pò frammentario. na di ciò che è Dio per rendergli un Lfna te ologia chiara, deve avere una sfiorato il tema delle re ligioni esistenti L'esposizione si articola attorno a determ inato culto. Attraverso la legge struttura solida nella sua organizzazio­ ed il loro rapporto col cristianesimo tre questioni di fondo: 1/ la soggettivi­ il tabernacolo, il te mpio e l'arca �Di� ne, deve decidere su cosa centrare i l (Sdt V, 1993, N l 0), ma la riflessione tà del predicatore; 2/ la relazione pre­ fornivaal suo popolo i modi e i mezzi suo messaggio e deve avere una vita deve continuare. dicazione-liturgia; 3/ il linguaggio per esprimere la vera adorazione al attiva, per proporsi come modello di [l nostro libro info rma in maniera della predicazione. vero Dio. Non s'accontentava degl i vita per tutti. ampia e dettagliata sulla realtà del fe­ La valutazione dell'opera è com­ aspetti formali che pur erano contem­ Al mondo e alla missione in esso è nomeno all'ora attuale, soprattutto per plessivamente positiva, anche se pare plati nel patto col suo popolo, e quando dedicato l'ultima sezione che vuole guanto concerne il ruolo concreto intrisa d'una appena percettibile con­ essi non riflettevano autentici conte­ essere il punto d i raccordo con l'esi­ dell'islam nella vita sociale e politica traddizione implicita tra "Parola e li­ nuti venivano condannati. Anche allo­ genza del credente di confrontarsi con dei vari paesi e in questo senso copre turgia". La "tensione" può essere ra era chiaro che l'adorazione a Dio il mondo e di agire al suo interno. un 'area importante. Si tratta di un 'ope­ riassunta da due frasi prese dal testo: aveva a che fare con la vita d'ogni Anche qui Stott ribadisce alcuni con­ ra a più mani in grado di fornire infor­ "La parola della predicazione è il Cri­ giorno,ci ò che i profeti costantemente cetti presenti in altre sue opere, arric­ mazioni sulla situazione attuale in sto stesso che è in cammino come pa­ cercavano di ricordare al popolo. chendo! i con una contestualizzazione molti paesi. rola attraverso la sua comunità" (p. Nel NT il patto è incentrato in Cri­ 19). "L'inno introduttivo ha un ruolo sto, vera realtà sacerdotale, vittima piì:I attuale del problema (il suo libro Questa segnalazione bibliografica e su evang elizzazione e missione nel rimane sicuramente sproporzionata al decisivo e l'intero culto è segnato dalla redentore: Egli è l'adempimento della mondo è del J 975). valore del libro, ma può stimolare co­ sua scelta" (p. 53). La speranza è che Legge, i J vero Te mpio, la vera Arca. La conclusione è racchiusa in un loro che sono interessati a questa im­ questa iniziativa spinga a pubblicare Egli è il vero adempimento delle pro­ capitolo dal significativo titolo "il già portante materia. materiale ancora più utile. messe deJJ'AT. Egli rende possibile la Luif?i Dallo Pozza vera adorazione da parte di tutte le e i l non ancora" che riflette la tensione Sandra Mantov�ni Segna la:ioni biblio, ·qfiche 1995) 67- 105 94 r:r Studi di teologia VII ( 95

nazioni: nessuno può essere gradito a La lettera agli Ebrei e l'Apocalisse co per imporsi in modo rozzo, 'all'an­ testimonianza della storia. in modo Dio al di fuori di GesLI Cristo. Tale affermano che tutta la vita cristiana tica' per così dire. 11 prof. Genre, in particolare della storia della Riforma pienezza Cristo l'ha mostrata anche dev' essere messa in relazione alla questo volume che è una rielaborazio­ perchè, come osserva: "tutta la teolo­ con il vero servizio cultuale: quello Nuova Gerusalemme, alla vittoria ne della sue tesi di dottorato alla Fa­ gia della Riforma è teologia pratica". della totale ubbidienza a Dio, un' ubbi­ dell'Agnello: ciò spinge nell'ora pre­ coltà di teologia di Montpellier, Le due figure che godono la sua atten­ dienza a prezzo della propria vita. sente ali' adorazione che si estrinseca auspica uno sviluppo che apra ad una zione in modo particolare sono Lutero E' ciò che la comunità adorante ri­ nel costante ringraziamento a Dio e nel "visione d'insieme, dinamica e re!a­ e Zwingli: Lutero soprattutto perchè corda nella Santa Cena guardando al costante servizio nella propria casa, zionale tra religione , chiesa e società" l'esperienza personale di Dio viene passato ma anche al futuro. Per favo­ nella propria chiesa, nel proprio lavo­ (p. 13). Il problema sarà quello di un fondata sulla parola di Dio e Zwingli rire la vera adorazione bisogna partire ro, nella propria città. Il principio sano equilibrio. La breve storia della perchè il soggetto beneficia di un'ope­ da una rigida e formale organizzazione espresso nel!'AT trova perfetta appli­ teologia pratica (a partire da Schleier­ ra continuativa dello Spirito Santo. cultuale o dalla libera e informale adu­ cazione anche nel NT costituendo una macher fino ad oggi) indica quanto Entrambi sono elementi essenziali per nanza? ln altri termini, è una rigida significativa continuità nei valori fon­ questo non sia facile. Essenzialmente la costruzione di una nuova teologia tradizione ecclesia tica a fa vorire damentali dell'adorazione. ci si propone di instaurare un dialogo pratica. l'adorazione o un'improvvisazione Mauro Fre ri efficace tra questi due poi i. L' adozione E' nella terza sezione che Genre fis­ della espressione "relazione di aiuto" estatica? Pur avendo l'A. le sue idee in Ermanno Genre, Nuovi itinerari di teo­ sa con maggior precisione il modo in proposito, si ricollega al vero signifi­ logia pratica, Torino, Claudiana in luogo di quella più tradizionale "cu­ cui egli crede che la teologia, per di­ cato del!' adorazione che, pur com­ 1991, pp. 243. ra d'anime" è, in fo ndo, indicativa di ventare una incisiva teologia 'pratica', prendendolo, non si esaurisce in un questo sforzo concettuale. Da una par­ deve interagire con le scienze umane, ,� semplice omaggio a Dio. Nuovi itinerari di teologia pratica è te l'uomo viene re-interpreto teologi­ ed in particolare con l'antropologia e ... L'adorazione verso Dio resa possi- un lavoro di ricerca di uno statuto nuo­ camente dandogli una dignitosa unità la psicologia: "Per poter cogliere l'uni­ bile per mezzo di Gesù Cristo, non vo per la teologia pratica - uno statuto e dall'altra viene collocato in uno spa­ tà di senso presente nei testi biblici è deve diventare una ricerca introversa che permetta alla teologia nuovi modi zio sociale paritario e non inferiore a necessario utilizzare consapevolmen­ 1- d'uno "speciale" rappotto con Dio, ma di rapportarsi alla vita. Il filo condut­ quello della chiesa. te, oltre alle discipline conoscitive già piuttosto una risposta globlale e obbe­ tore che l'A. stabilisce nella parte in­ Che quest'impegno sia necessario ampiamente praticate dal metodo sto­ diente che abbraccia tutte le sfere della troduttiva viene mantenuto come viene sostenuto nella breve analisi che rico-critico, anche la psicologia e, in vita e comprende il servizio verso i guida costante per 1' intero volume. Da il prof. Genre compie analizzando le pat1icolare, la psicologia de l profon­ credenti e verso il mondo. Poiché Dio una parte la teologia viene assunta co­ influenze recenti sulla teologia e sulla do" (p. 67). Quando, con molta onestà, abbraccia tutta l'esistenza, una vera me punto di partenza: "L'approccio società. Se nella sfera religiosa c'è sta­ considera come Drewermann vuole adorazione non può prescindere da alla materia è essenzialmente ujn ap­ ta una fo rte evoluzione tesa alla seco­ porre l'accento esclusivamente sulla questa ampiezza d'interessi e dev'es­ proccio che si avvicina alla teologia larizzazione, che a sua volta ha psicologia del profondo, il prof. Gen­ sere coerente con il momento cultuale, fo ndamentale, nel senso che intende prodotto una religiosità marcatamente re, corregge il tiro rilevando che c'è pure importante. Nessuna distanza fornire delle basi e degli orientamenti, personale, nella sfera sociale le crisi chi riafferma "l'irrinunciabilità dunque tra il culto e la vita di ogni delle cornici ali'i nternodei quali situa­ esistenziali hanno assunto la dimen­ d eli'esegesi storico-critica" (p. 73), giorno,nessuna m-eache possa definir­ re un discorso teologico di relazione sione di una crisi del! 'identità persona­ Lohfink e Pesch ad esempio. E' soprat­ si profana e possa essere estranea d'aiuto in un orizzonte terapeutico" (p. le: "Quanto siamo venuti dicendo sin tutto attraverso la figura di G.Thiessen all'adorazione. Questa si esplica attra­ II Introduzione). Però, nel rapportarsi qui ha messo in evi"denza le difficoltù che viene proposto un modo nuovo per verso un fe condo servizio di mutuo alla pratica dove diventa "teologia pra­ del soggetto alla ricerca di sé e di uno soddisfare le esigenze eli ambedue le servizio per la crescita reciproca nella tica" essa deve saper interagire con spazio nella vita" (p. 29). sfere, un approccio ampiamente illu­ conoscenza di Dio. Tutto il popolo di altre discipline: non può assumere un Mentre Genre prosegue con accor­ strato nel testo dove si considera come Dio in ogni situazione e in ogni tempo ruolo distante, concettuale e dogmati- tezza lo sviluppo della sua nuova pro­ la psicologia sperimentale, la psicolo­ è chiamato acl adorare il Signore. posta è attento a non scavalcare la gia analitica, ed anche quella episte- 96 Segna/azioni bibliografiche Studi di teologia Yll ( 1995) 67-105 97

mologica (e qui in fo ndo si va anche ruolo pastorale e all'offerta di una nuo­ un 'ampia considerazione del lavoro di dicano quanto oggi la teologia sia di­ oltre la sfera della psicologia del pro­ va specializzazione"(p. 90). Le consi­ E. Thurneysen sulla prima posizione, namica ed anche rigorosa nel suo te n­ fondo), interagiscono con alcuni testi derazioni vanno naturalmente nella che è forse la posizione che era piì) tativo di proporsi non piì:t dal punto eli biblici, soprattutto quelli descrittivi direzione eli uno sviluppo delle consa­ nota trent'anni fa, il ruolo della psico­ vista del pulpito, dall'alto in basso, ma della vita dell'apostolo Paolo. Sono pevolezze psicologiche che il pastore logia figura sempre come un ruolo au­ accogliendo in primo luogo le istanze pagine dense, ma importanti perchè dovrebbe acquisire. Lo sviluppo siliare e sussidiario e non centrale: "La della terapia clinica adeguata al sog­ danno al lettore delle indicazioni su dell'analisi proposta dal prof. Geme si piena conoscenza del!' uomo è data getto che si rivolge a Dio per ottenere come le Scritture vengono lette sulla muove soprattutto sul piano della psi­ unicamente dalla Parola di Dio. La aiuto. base della psicologia e vice-versa. La canalisi che è il terreno tipico dello psicologia costituisce un aiuto, valido, Perchè questo tipo di impostazione dizione di "psicologia ermeneutica", specialista del la psicologia del profon­ necessario, ma resta un aiuto in vista venga assunto come una prospettiva sembra indicare un'impostazione ri­ do. La sezione si conclude con alcune di"(p. 128). Oggi, osserva, Genre, " ... nuova, con del le coordinate nuove per gorosamente rispettosa dei testi bibl i­ pagine di riflessione sul ruolo ed il la relazione di aiuto si è sganciata dal il ruolo pastorale, il prof. Genre consi­ ci, ma di fatto non si muove più sul valore dei simboli, cioè di un elemento concetto di predicazione e si è definita dera molto correttamente quanto esso terreno dei Riformatori che insisteva­ molto presente all'interno del costrut­ a partire dai concetti di: aiuto, diaco­ sia diverso dali' impostazione tradizio­ no sul principio ermeneutico della to paradigmatico della psicologia del nia, guarigione, terapia, dialogo, con­ nale. Sotto cinque titoli egli evidenzia "analogia fi clei" - la scrittura sufficien­ profondo. Di nuovo sono pagine ben siglio, ecc."(p. 134). L'accento non con molta precisione la diversità te ad interpretare se stessa. Queste pa­ documentate ed interessanti e viene cade più sulle esigenze di Dio e della dell'impostazione. Sotto il titolo, gine sono molto interessanti per lo ben evidenziato come nel ruolo pasto­ sua Parola, ma sul soggetto e sulle sue "Una nuova visione della chiesa", il - sforzo innovativo di far interagire la rale siano presenti elementi che posso­ sofferenze ed eventuali prospettive per movimento è colto così: "La visione ��psicologia con le Scritture, ma alla fi ne no avere delle elaborazioni miglioramenti e guarigioni. E' in fon­ profeti ca della Parola cede il posto alla i prevale la psicologia con le sue cate­ psicologiche teoretiche. Ciò che rima­ do, rileva Genre, uno slittamento del dimensione diaconale dalla Parola. La gorie: "La questione è quella di capire ne sullo sfondo come eventuale do­ punto di riferimento che è iniziato ne­ j chiesa non è più, in pri ma istanza, una ( come interpretare psicologicamente i manda di riflessione è se sarebbe gli U.S.A., all'interno di un contesto chiesa che parla, ma una chiesa che testi" (p. 83). Ma è alla psicologia che possibile l'utilizzo di altri approcci protestante che non ha cononosci uto in serve; non piì:t una chiesa che comuni­ spetta questo diritto o piuttosto all'uo­ psicoterapeutici, ad esempio gli svi­ prima persona tutta la ticchezza della ca un messaggio alla persona umana mo sottomesso allo Spirito di Dio? Le luppi innovativi del campo della tera­ Riforma. Questo passaggio "dalla cen­ ed aspetta la sua conversione, ma una Scritture stesse ci inducono ad una at­ pia esistenziale, ed ancora di più, se tralità kerygmatica a quella eli n i ca" (p. chiesa che si situa accanto all'essere tenzione estrema a questo punto : questo sia veramente il ruolo che com­ 142), si è verificata forse con l'unica umano"(p. l 70). Ma, si può ancora " ...l' uomo naturale non riceve le cose pete al pastore. Il ruolo di terapeuta è voce dissenziente eli T. Oden, è stato parlare di chiesa nel senso biblico ciel dello Spirito di Dio ...perché le si giu­ il compito primario assegnatogli dalla poi importato in Europa con esiti non termine, o si deve mutare questo ter­ dicano spiritual mente" (l Cor 2, 14). parola di Dio? Anche il prof. Genre sempre decifrabili. mine in 'club'? Avendo considerato il rapporto tra riconosce che chi si rivolge al pastore A partire da questa nuova 'centrai i­ Sotto il secondo titolo, "Una nuova la psicologia e la Bibbia, nella sezione lo fa in primo luogo perché sa di rivol­ tà' Genre offre al lettore cinque inte­ immagine del pastore", lo slittamento successi va il prof. Genre fissa l'atten­ gersi ad un uomo che " ... ha a che fare ressanti mod elli che oggi viene espresso con la frase : " ...i l pasto­ zione più sull'operatore stesso, il pa­ con la questione di Dio" (p. 95). rappresentano delle proposte e degli re non è più in primo luogo l'uomo store, e sulle consapevolezze che La quinta sezione considera la posta approcci innovativi per situare in un della parola ma l'uomo de ll'ascolto. dovrebbe possedere nella sua qualità in gioco per la teologia pratica quando rapp0110 dinamicò e nuovo il soggetto Questo decentramento in atto è eli el i consulente terapeutico-psicologico si porta sul terreno effettivo delta rea­ con l'ai uto che potrebbe trovare in grande rilievo nell'orizzonte dell'au­ - in fo ndo un ampliamento del ruolo lizzazione dei propri propositi: chi è al Dio: Tillich, Hiltner, Clineb�ll, Stol­ to-comprensione del ministerio e pastorale se non un ruolo del tutto nuo­ centro? li cliente, il malato, con il ba­ lberg, ed il teologo francese Ansaldi. dell'identità pastorale" (p. 172). D'ac­ vo: "l'obiettivo eli una psicologia pa­ gag] io dei suoi problemi, o la parola di Se per un verso sono pagine di natura cordo, d'accordissimo, ma sorge la do­ storale è teso alla valorizzazione del Dio con le sue precise proposte? In piuttosto tecnica, per l'altro verso in- manda quanto sia legittimo ancora \l ,, Studi di teologia VII ( 1995) 67-105 l 98 Segna/azioni bibliogrqfiche 99

con lo sviluppo del testo, l'accento deve passare per categorie freudiane o parlare di un mmtsteno biblico, so­ una citazione di Lutero: però a q1onte, prattutto quando questo ministeri o sia­ nella realtà dei fatti, non era la Ri�orma cade più sul ruolo del pastore e del junghiane? Senz'altro c'è un ruolo im­ definito dalla propria auto­ a caratterizzare Dio, se mai il contra­ dialogo che può essere instaurato tra il portante per il credente psicologo, ma comprensione. rio! singolo e l'istituzione, nella realtà di sarà basato su un assorbimento delle Sotto il terzo titolo che è una do­ Il quinto rilievo è posto sotto il titolo Dio il dono dello Spirito Santo va oltre categorie che hanno dei presupposti manda, '' La centralità del partner: una "Psicoanalisi e fede", ma perchè non la figura del pastore. Quando lo Spirito lontani da Dio e dalla Sua parola? Le nuova teologia?", lo slittamento può indica un movime nto intrinseco arricchisce la chiesa con i doni spiri­ Scritture insegnano che l 'uomo per essere illustrato dalle seguenti parole: nell'approccio alla teologia come vie­ tuali, il beneficio non è più incentrato trovare la propria identità deve partire "Nella nuova definizione assistiamo ne tradizionalmente concepito dalle sul dialogo tra i l fe dele ed il pastore, da Dio, e questo lo fa sulla base de lle ad uno spostamento radicale: il centro chiese evangeliche è forse un po' me­ ma viene ampliato all'interno della vi­ Scritture. E quando si comprende che viene occupato dal partner del dialogo. no rilevante. Senz'altro però, lo slitta­ ta comunitaria. L'opera di Dio attra­ la stragrande mag gioranza degli ap­ Di conseguenza, si viene a creare una mento di cui scrive il prof. Genre in verso la sua chiesa, per mezzo dello pe lli all'aiuto pastorale che vengono nuova periferia" (p. 173). Il prof. Gen­ questa sezione è un movimento costo­ Spirito Santo include ogni membro rivolti ai pastori ha a monte una chiara re è ben consapevole di quanto ciò so, forse troppo per l'evangelico. quale partecipe essenziale. Perciò disobbedienza a Dio, si comprende costituisca" ...un o spostamento del L' ultima sezione del libro è dedicata l'apostolo Paolo scrive alplur ale della quanto uno si ittamento verso un co­ quadro dei riferimenti tradizional i del­ a delle considerazioni relative alla chiesa come realtà nella quale " ...se­ strutto che è 'client-centred' è molto la relazione d'aiuto" (p. 174) e lo giu­ chiesa ed al suoruolo nella relazione guendo verità in carità, noi cresciamo pericoloso, se non addirittura diver­ stifica, ma è questo uno spostamento di aiuto, in fo ndo 'il posto per eccel­ in ogni cosa verso colui che è il capo, gente dali' impostazione bi bi i ca stessa. permesso dalle Scritture? Gesù, è ve- lenza' per la realizzazione della teolo­ cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben ___: P_,cc:.:t ll. l Finch collegato e ben connesso mediante \� ro, ascoltò molto attentamente la don­ gia pratica. In queste pagine il prof. M. Vidal, Manuole di etica teologiw na samaritana, ma il suo metodo non Genre rivisita i luoghi comuni della l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae l. Moralefondamentole, Assi ·i, Cit­ ci indica uno slittamento dei propositi : chiesa per ripropo rli in un'ottica tera­ il proprio sviluppo nella misura del tadella Editrice 1994, pp. 958. solo da Lui essa poteva bere delle ac­ peutica. Recuperando osservazioni es­ vigore d'ogni singola parte, per edifi­ que di vita eterna. La posta in gioco senzial i dai riformatori, soprattutto care se stesso nell'amore." (Ef 4, 15- Il libro che presentiamo è il primo non è di piccolo rilievo! Bucero, Lutero, Zwingli e Calvino, 16). Senz' altro l 'aspetto fondamentale volume di un corso di teologia morale Il quarto titolo è ancora più signifi­ considera la chiesa come luogo della è l'insegnamento dei "pastori e dotto­ che ha già avuto 4 edizioni in spagnolo cativo per le conseguenze che porta preghiera comunitaria, della confes­ ri", ma è chiaro che la vitalità della ad opera di un docente dell'Un iver sità con sè: "Una nuova concezione di sione, d eli'eucarestia, un luogo insom­ chiesa come luogo di perfezionamento pontificia di Madrid. Il piano editoria­ Dio?" Forse non occorre nemmeno un ma dove il singolo, inserito in una vita dei santi va ben oltre una prospetti va le prevede la pubblicazione di altri due commento tratto dal testo che lo illu­ comunitaria, trova quell'aiuto pratico formale tendente ad un dialogo tera­ lavori sulla morale della persona e stri. La domanda stessa indica che non di Dio che lo rinnova. peutico individuale. dell'amore (in due tomi) e sulla morale sono più le Scritture ad insegnare la Questa pa1te conclusiva è corretta­ Il testo di Genre è molto ben impo­ sociale. L' impronta accademica del natura di Dio seguendo l'ermeneutica mente introdotta da alcune considera­ stato, costruito e presentato. L' intera­ "manuale" si evince non solo dali'am­ zione tra la psicologia e la teologia è riformata "Scriptura sui ipsius inter­ zioni sulla chiesa quale realtà fqndata piezza dell'opera (quasi mille pagine) pres". Di fatto, è in atto un mutamento il giorno della Pentecoste: l'ope ta del­ impostato con ammirevole rigore. ma anche dalla disposizione rigorosa ermeneutico notevole: è fo rse possibi­ lo Spirito Santo è punto di riferimento Non è di fac ile lettura, ma i rilievi sono della materia e dal linguaggio piutto­ le per l'uomo definire una sua propria essenziale per la vita della chiesa: "La molto interessanti e delle volte costi­ sto specialistico; nato dall'insegna­ concezione di Dio? In modo molto chiesa, creazione dello Spirito, è il luo­ tuiscono una salutare provocazione. mento in alcune facoltà cattoliche, acl sottile, a questo punto, il prof. Genre go per eccellenza in cui la creatura Ma è questo il cammino autentico fu­ esso chiaramente si dirige. si sottrae alla Riforma con una citazio­ umana è chiamata a crescere nella fede turo per la telogia pratica? La teologia, Da notare i l ritornodi una certa at­ ne di E. Fuchs che critica Calvino, per nella prospettiva della testimonianza nella sua interazione con la pratica, tualità del dibattito sulla teologia mo- poi tentare di recu perarla attraverso al mondo" (p. 194). Mentre, in linea 100 Segna/azioni bibliograjiche Studi di teologia V Il ( 1995) 67-105 101

rale cattolica in seguito all'emanazio­ moralizzazione (pp. 307-925). Chiude gi latino-americani. E' chiaro che l' op­ responsabilità verso Dio ed il creato. ne de li' encicl ica Ve ritatis Splendor nel un opportuno indice analitico che rag­ zione fo ndazionale dell' "autonomia Inoltre, la Scrittura espone la Legge di 1993. Il documento pontificio ha per gruppa le voci e gli autori più impor­ teonoma" risulta essere un capolavoro Dio come criterio normali v o dell 'etica molti osservatori avuto una valenza tanti. Comunque, ad un'opera di della logica teologica del cattolicesi­ e non legitti ma una razionai i tù etica quasi esclusivamente "interna" al queste dimensioni e con queste finalità mo basata ·ull'et-et che consiste nel indipendente dall'espressione cle lia mondo cattolico; anzi, sembra che sia manca una bibliografia generale che conciliare gli estremi, inglobare le di­ volontà eli Dio. stato diretto soprattutto all'attenzione riepiloghi le citazioni e le discussioni versità, sintetizzare le differenze; in­ Strettamente legato al mod ello dei teologi mora! isti. Il papa, preoccu­ dell'autore nel testo. somma la ben navigata logica della dell'"autonomia teonoma", tra l'altro pato da numerosi segnali di insoffe­ Nei limiti di una breve segnalazione complexio oppositorum. Nel caso molto diffuso tra i moralisti cattolici, renza verso la dottrina morale ufficiale bibliografica, è impossibile riferire dell' "autonomia teonoma" si ha quindi per Vidal il messaggio della Scrittura provenienti da più parti, ha voluto ri­ compiutamente del contenuto del li­ a che fare con un ossimoro dell'etica in etica "appart iene all'universo badire i capisaldi dell'insegnamento bro; per necessità, ci soffermeremo teologica. dell'intenzionalità, de lle motivazioni. morale della chiesa romana e, tra le perciò sulla seconda parte relativa alla Infatti secondo la prospettiva bibli­ degli orientamenti globali; in una pa­ pieghe del testo, richiamare all'ordine fondazione dell'etica teologica. Oc­ ca e riformata, anche in campo morale ro la, all'universo della "cos movisio­ i teologi che hanno assunto posizioni corre innanzi tutto precisare che l' au­ la teonomia esclude l'autonomia e vi­ ne" e non a quello dei "contenuti" sul!'orlo dell'incompatibilità con il tore si inserisce nella tradizione ceversa; se si afferma l'una si nega concreti" (p. l 03). Al di là dei Lermini suo magistero. Dato che per un catto- filosofica del personalismo cattolico; l'altra, se si sostiene l'una si abbando­ riverenti, la Bibbia non risulta quindi 1 i co (e a maggior ragione per un teolo­ poi, nel ventaglio di posizioni all'in­ na l'altra. Teorizzare l'autonomia spendibile nelle scelte morali ma solo go professore) un'enciclica non è un terno del dibattito in sede teologico­ dell'uomo da Dio in ambito etico è negli atteggiamenti generali. AlLri va­ s,aggio come un altro da trattare con morale, Vidal sostiene il modello senz'altro possibile e da Cartesio in lori ed altri criteri la affiancano e, alla 1hassima discrezionalità, anche Vidal dell'" autonomia teonoma" reinterpre­ avanti questa è stata la pista fi losofica fi ne, finiscono per schiacciarnela por­ fua dovuto innestarla nel suo lavoro tato dali' "etica di liberazione". In più battuta nella riflessione morale; tata. f.ifondendolo in alcune parti ed inte­ estrema sintesi ed approssimazidne, però, se il postulato de ll'autonomia è Si tratta dunque d'un testo impegna­ �randolo con riferimenti ed analisi con "autonomia teonoma" s'intende una possibilità speculativa, è anche tivo, non privo di spunti interessanti, specifici. Il lettore si accorgerà facil­ che l'uomo è dotato di una razionalità un'impossibilità a procedere nel tenta­ ma il cui orientamento risulta essere mente che la necessità del confronto etica con la quale è in grado di vivere tivo di riferirla alla signoria di Dio i nsoddisfacente per eh i riconosce l a con l'enciclica sembra per l'autore un moralmente (autonomia); d'altro lato, secondo i termini biblici. La teonomia signoria di Dio sul re ale e la necessità freno al suo discorso più che una spinta se il soggetto morale è cristiano, l' am­ e l'autonomia in ambito etico sono due di modellare il pensiero e l'azione in a proseguire, un avvertimento a non bito in cui opera la sua razionalità etica paradigmi di pensiero in cui è in gioco ubbidienza alla Parola eli Dio. andare troppo in là più che una confer­ è necessariamente quello della fede il rapporto di subard inazione tra Dio e Leonardo De Chirico E ma della riflessione svolta (cf. per (teonomia). La fede cioè incide non l 'uomo. dato che la Scrittura presen­ B.J. van der Wa lt (ed.), Wirufows on esempio pp. 142- 145 e 301-306). sulla struttura ma sul contesto della ta Dio come Creatore, Signore e Sal­ Busness Erhics: A chaffenge to chri­ Per tornare al trattato, esso è diviso razionai ità etica, non sull'assetto nor­ vatore e l'uomo come creatura stian, Potchefstroom, lnstitute for in tre parti: un'introduzione all'etica mativa dell'etica quanto su quello mo­ dipendente e perduta, occorre fare una Reformational Studies 1993. pp. teologica (pp. 19-167), una proposta cli tivazionale; ed in questo intreccio tra scelta di campo chiara in favore della 221. fondazione della medesima (pp. 169- istanza autonoma e teonoma starebbe teonomia e ordinare il discorso morale 306) ed infine un lunghissimo capitolo la specificità dell'etica cristiana. In di conseguenza. E' quindi nell'ottica "La nascita dell'economia coincide sulle categorie morali basilari con una più, per Vi dal, il modello d eli'"autono­ della teonomia che è biblicamente rin­ con la modernizzazione de lla conce­ suddivisione ulteriore in sezioni com­ mia teonoma" deve essere fecondato venibile la specific ità del ruolo morale zione della scienza. E solo quando prendenti l 'antropologia morale, i va­ dalla categoria di "prassi" propria che Dio ha assegnato alle creature che l'azione umana non ha più fo ndamenti lori le norme e i giudizi morali, la dell' "etica di liberazione", nata soprat­ consiste nel riconoscimento della di­ e fi nal ità spirituali, che ha senso stu- coscienza, il peccato e il processo di tutto dalla riflessione critica dei teolo- pendenza da Dio e nell'esercizio della 102 Segna/azioni bibliografiche Studi di teologia VII ( 1995) 67- l 05 103

diaria senza più aspirare a raggiungere The Heretica/ imperative: Contempo­ bour Association del Canada, presenta gestione del sistema dei valori è di proposizioni universali. E' proprio rary Possibilities of Religious Affinna­ le ormai solite considerazione su Ca­ tono diverso. L' A. è principalmente quando le scelte pubbliche non sono tion, Londra 1980). pitalismo versus Socialismo. La strut­ interessato alla problematizzazione più legittimate da Dio che diventa pos­ A dire il vero ciò non stupisce. E' tura di riferimento è senza ombra di della fi losofia morale in relazione sibile studiarle scientificamente". (in infatti alquanto improbabile un' accet­ dubbio biblica. Si consideri la seguen­ all'etica degli affari. L' approccio, in Screpanti e Zamagni, Profilo di storia tazione supina della proposta cristiana te enunciazione di principi-guida: a) olandese, sembra essere più di natura del pensiero economico, NIS 1989). e, nei termini di un ritornoa vecchile l'intera autorità umana è fondata sulla aziendalistica che economica in senso Nell'occidente moderno, dall'illu­ forme di assoggettamento ecclesiasti­ sovranità di Dio; b) l'importanza proprio. minismo ottocentesco ai giorni nostri co e clericale, anche da scoraggiare. dell'idea di "dominio" (stewardship) La seconda parte del libro è una si. è sviluppato un particolare clima Questo perché il cristianesimo biblico nelle Scritture; c) l'importanza di raccolta di articoli sull'argomento giù intellettuale che guarda con sospetto, nelle pagine del NT chiama principal­ strutture intermedie (istituzioni) che pubblicata altrove. L'articolo del prof. se non con disappunto, ogni tentativo mente l'individuo alla conversione, regolino le relazioni sociali; d) la com­ Schuurman è totalmente in olandese di introdurre delle riflessioni metafisi­ evento questo attraverso cui Gesù Cri­ passione biblica (pp.20-21 ). Le con­ ed è seguito da un interessante saggio che o, più specificatamente, cristiano ­ sto diviene il punto archimedale per clusioni sono alquanto discutibili. Per di Antonides. Quest'ultimo è in so­ teologiche nell'agenda delle scienze ogni pensiero e la fondamentale chia­ esempio la seguente affermazione: stanza la presentazione dell'attività sociali in genere. Antisoprannaturali­ ve interpretativa per la comprensione "While an egalitarian approach to pub­ del C.L.A.C. (Christian Labour Asso­ smo e relativismo storico rappresenta­ della vita nei suoi molteplici aspetti. blic policy is destructive, ajust society ciation of Canada) e argomenta in mo­ no le fondamenta del moderno Nel dibattito in corso nel campo del­ provides fo r a certain kind of equality, do stimolante una concezione cristiana pensiero scientifico: per contrappunto, le scienze economiche, il rapporto eti­ namely, equality of ali citzen before del lavoro. og�1i riferimento diretto o indiretto al ca ed economia è diventato di grande the law" (p.22). li problema è se dopo Il prof. Goudzwaard ci offre invece cd.stianesimo storico ed alle sue impli­ attualità. Ne è testimone la crescita dei il lavoro di Rawls del 1972 (in it: J. quello che, secondo me, è l'articolo c�l�ioni ha scarsissime possibilità di contributi scientifici in tale area. Ma la Rawls, Una teoria della giustizia, Mi­ più passionale. Ci presenta in modo es�ere preso in considerazione. problematica non pare interessare solo lano, Feltrinelli 1989) tale affermazio­ encomiabile e senza appesantire la di­ La struttura concettuale è tale che il mondo accademico. Infatti i cre­ ne non richieda almeno una minima scussione i motivi della necessità di risulta quanto meno ridicolo proporre scenti intrecci tra affari e politica, le giustificazione. estendere l'obbedienza, o meglio, la come evento storico plausibile il rife­ conseguenti degenerazioni del merca­ Comunque, anche se il lavoro di pretesa di Dio in Cristo anche nel cam­ rimento della proclamazione cristiana to e del sistema democratico hanno Antonides non rappresenta una sorta po dell'economia politica. 11 saggio "Gesù è risorto dai morti !" Al limite catapultato il problema, in modo sem­ di paradigma, sembra che la maggior testimonia della visione profetica viene riconosciuto il fatto che i primi pre più inquietante e pressante, all'at­ parte dell'analisi economica fatta da dell'A. e del!' autenticità del suo per­ discepoli cristiani hanno avuto delle tenzione dell'opinione pubblica. pensatori cristiani si dibatta da un lato corso. La redenzione in Cristo è in tale esperienze religiose talmente forti che Che tale interesse non sia un feno­ in una sterile apologia del mercato - contesto di importanza fo ndamentale. li hanno condotti a credere nella resur­ meno solo italiano lo dimostra, tra l'al­ nel senso che si idealizza l'attuale eco­ Egli non è solo la Parola, ma anche la rezione di Gesù, ma tale convinzione tro, il libro curato da Van der Walt, nomia di mercato e si fo rmula ad hoc Risposta, cioè la nostra risposta a Dio. deve, comunque, ai giorninostri rima­ teologo e tì losofo. Frutto della prima un criterio etico economico (spesso Per questa ragione Egli è in grado di nere relegata alla sfera del privato, di­ conferenza del genere tenutasi in Sud estremamente individualistico) - liberarci da ogni tipo di schiaviti:t: Egli ventando nient'altro che una credenza Africa, il libro è una raccolta di saggi, dali' altro venga concepito astratta­ è la Via, la Verità e la Vita, e quindi il soggettiva. Mai e poi mai si riconosce­ scritti da teologi, manager ed econo­ mente un sistema economico, in ac­ Centro del nostro nuovo stile di vita. rà che l'evento cristiano può fo rnire misti. La prospettiva generale è senza cordo ad alcuni principi cristiani, nella Ed è anche in grado di riscattarci dalle una struttura di riferimento indispen­ dubbio stimolante: il patto di Dio con convinzione, palesemente fallace, che nostre visioni distorte del consumo, sabile per una corretta interpretazione l'uomo è la sola garanzia della su�d un sistema economico si possa costrui­ delle relazioni industriali e della pro­ dell'universo, della società e dello sco­ libertà. re. prietà. Non proprio per renderei infe- po della vita umana (vedi P. L. Berger, H. Antonides, della Christian La- Il saggio di Mostet1 dal titolo La f 104 Segn.alazioni bibliogrofìche Studi di teologia VII ( 1995) 67- 105 105 l , ; 1: i t !ici, ma per donme la sua Shalom alle moralità consiste la scienza che è pro­ ti confronto tra persone, istituzioni, inte­ Per quanto riguarda la re ligione, le nostre vite .. (pp.113 -114). priamente chiamata Etica, una scienza ressi e punti di vista diversi. l conflitti, posizioni, a partire dallo stato attuale Tiemstra, docente al Calvin College che, sebbene come la critica letteraria più o meno latenti, emergono e si ca­ dell' lR (cattolico, anglicano, evange­ (USA) è presente con due rassegne non consente la massima precisione, è talizzano i ntorno a certi problemi lico-luterano, ortodosso, "acon fessio­ estremamente utili per chi vuole muo­ utilissima e gradevolissima. Fra tutte complessi, come quello deli' insegna­ nale" di "morale laica" ecc.) variano versi o introdursi nel dibattito etico­ le altre scienze è quella che più può mento scolastico della religione (IR). da chi vorrebbe che l'lR fosse svinco­ economico contemporaneo. Pur essere abbellita dall'eloquenza, e per La questione si ripropone oggi all'at­ lato dai "relitti del cristianesimo" (H. essendo principalmente un lavoro di suo mezzo può conferire - se è possi­ tenzione degli studiosi e della pubblica Lambaerto), a chi identifica co-me survey, l'articolo è opportuno per le bile - un'importanza nuova alle mini­ opinione, in un momento in cui gli obiettivo la promozione de lla libertù indicazioni e critiche che offre sulla me regole del dovere. l suoi precetti, eventi storici trovano la nostra società dell'uomo (Giovanni Paolo Il), a chi problematica Economia e Cristianesi­ così abbigliati e adornati, possono pro­ imbm-azzata e impreparata ad atlronta­ riduce l 'IR alla ricerca del senso della mo. durre sulla plasmabilità della gioventù re l'incalzante processo cl'int egrazio­ vita (F.Pé*r). Yan der Walt conclude il libro con le impressioni più nobili e durevoli e, ne europea e, dietro la pressione delle Per quanto riguarda la titolarità del un poscritto filosofico sulla necessità accordandosi con la naturalemagnan i­ ondate migratorie, del!' apettura verso diritto-dovere dell'educazione, i vari di avere qualcosa di più che un' Etica mità di quell'età generosa, possono nazioni e culture extraeuropee. contendenti (Stato, Chiesa, Famiglia, (degli affari). A parere dell'A. l 'etica, ispirare, per una volta almeno, le riso­ Il presente testo, curato da Flavio Individuo) sono invitati a schierarsi e come moderna disciplina, trova la sua luzioni più eroiche; così quei precetti Pajer, docente alla pontificia Universi­ a presentare le proprie credenziali. Si sistemazione nel mondo dei valori, tendono sì a stabilire che a confermare tà Salesiana di Roma e studioso di assiste, in definiti va, da una parte al che è contrapposto dal razionalismo le abitudini migliori e più utili di cui la tematiche educative e religiose, offre sostanziale accordo sul primato f!losofico a quello dei fatti. Lo sposta­ mente dell'uomo è capace" (in Smith, una vasta panoramica de !l' IR attuale dell'uomo e sulle sue competenze, mento concettuale è tale che il domi­ A. Te oria dei sentimenti morali, Istitu­ in Europa e vanza proposte di futuri dall'altra ad un mosaico eli soluzioni �io dell'etica ha la sua fondazione nel to de !l'E nciclopedia Italiana, Roma, sviluppi, avvalendosi dei contributi di pragmatiche dipendenti più dai rap­ soggettivo, dove in una prospettiva 1991). 24 espetti europei e di 16 centri e isti­ porti di forza che dai valori proclamati. cbstiana i valori umani hanno preso il A questo punto rimane poco da àg­ tuti di ricerca operanti in questo cam­ Rimane insoluto il problema fonda­ posto delle leggi di Dio. giungere, se non rallegrarsi con l'Edi­ po. Il "corpo" centrale del volume è mentale della relazione tra cristianesi­ Van der W alt richi ama l 'imponanza tore per la felice intuizione e il bel costituito da una trentina di rapporti mo e cultura, che l'intera questione del ricercare un'etica cristiana bibli­ lavoro che, nel suo complesso, ci viene nazional i, che illustrano le soluzioni sottende. Infatti, quando si cerca camente g{ustij!cata (p. 212),. in cui presentato. Il recensore raccomanda adottate per l'lR da ogni paese. La un'impossibile mediazione dialettica l'etica in sé, non abbia il monopolio vivamente la lettura e lo studio, auspi­ documentazione è ricca e interessante tra i due termini, l'esito sarà quello sulla discussione delle norme, cando una proficua recezione da parte e comprende disposizioni legislative, dello "slittamento" dell'uno verso l'al­ sull'economia o sulle altre scienze so­ dei lettori italiani. Gli argomenti sono proclami int ernazionali e discorsi di tro, se non di una vera e propria suddi­ ciali, considerate sostanzialmente troppo importanti e attuali per non di­ Giovanni Paolo Il. tanza, com'è quella di tale sedicente neutrali. La ricerca dovrebbe essere scuterne accettando la provocazione L' intenzione sarebbe quella di dare "cristianesimo" nei confronti cieli' im­ orientata in senso epistemologico e del Vangelo. un fondamento e una collocazione isti­ perante e "oggettiva" culturalità de l metodologico, in modo che l'etica Giuseppe Rizza tuzionale ad un IR che, negli ultimi sapere impartito a scuola. Questo ac­ venga vista in prospettiva relazionale Flavio Pajer, L'insegnamento scolasti­ decenni, ha perso credibilità ed effica­ cade quando la religione che (volenti e quindi autenticamente cristiana (pp. co della religione nella nuova Euro­ cia nei confronti delle altre discipline o nolenti) si professa non è che una 213-215). pa, Torino, Elle Di Ci 199l,pp. 540. scolastiche. Senonché, l'im presa s' ar­ caricatura della vera fede, e quando si Si noti quanto sia distante una tale resta di fronte alla difficoltà di definire cerca di fare gl i interessi di tutti, tranne concezione etica da quella, ad esempio La scuola, settore strategico di ogni quale religione insegnare e a chi spetti che quelli eli Dio. di A. Smith, il padre dell'economia società, è un terreno di incontro e di la titolarità del diritto-dovere di educa­ Lidio Goldoni politica: "Nel trattare le regole della re i giovani. Lista libri ricevuti L.T. Nyirongo, Should a Christian embrace socialism, comm.unism or huma­ nism ?, Potchefstroom, Potchefstroomse Universiteit for CHO 1994, pp. 123. R. Peter - J.-F. Gilmont, Bibliotheca Calviniana. Les oeuvres de Jean Calvin D. Bach, le viens à toi. Sep t Jettres aux Eglises dans l 'épreuve, Poliez-le-Grand, publiées au XVIe siècle, voi II: 1555- 1564, Genève, Droz 1994, pp. 549- du Mou1in 1994, pp. 89. 1165. P. 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Ferrari, P. Finch, N.M. de S. Cameron, C. Everett Koop; Sono ancora disponibili alcune collezioni complete della nuova serie eli Studi Recensioni: A. Schiano, A. Forghieri; Segnalazioni bibliografiche. di teologia. Si tratta dei numeri 1-12 (relativi agli anni 1989- 1994) che possono essere richiesti alla libreria usuale o direttamente all'amministrazione della 8. Ecumenismo e pluralismo rivista. Contributi di: M. Clemente, P. Bolognesi, A. Ramirez, J. Frame, H.R. Jones; P. Castellina; Documentazione: Te sine su pluralismo e unicità della fe de in l. L'evangelizzazione riconsiderata Cristo; Selezione di riviste teologiche evangeliche; Studi critici: G. Borelli, P. Contributi di: J. Terino, P. Bolognesi, J.l. Packer, A. Schluchter, G. Freri; Angeleri; Segnalazioni bibliografiche. Documentazione: il patto di Losanna, 1974; Segnalazioni di libri re lativi all'evangelizzazione; Segnalazioni bibliografiche. 9. Bibbia e scuola Contributi di: C. Grottoli, P. Bolognesi, L. Goldoni, G. Long, C. Van Ti !; 2. La confessione di fede battista del 1689 Segnalazioni bibliografiche. Contributi di: D. Walker; Documentazione: La confessione difede battista del l 689; Note al testo della confessione; Segnalazioni bibliografiche. 10. La sfida delle religioni Contributi di: C. Wright, H. Blocber, H.M. Conn, C.G. Moucarry, J. Te rino; 3. Elementi di missiologia Documentazione: Piccolo glossario islamico; Segnalazioni bibliografiche. Contributi di: R.D. Recker, J. Blandenier, D. Herm, P. Finch, G. Corradini; Dqcumentazione: Dichiarazione di Francofo rte 1970; Dichiarazione di Wh ea­ 11. La predicazione biblica toft19 83; !L Manifesto di Manila 1989; Segnalazioni bibliografiche. Contributi di: Hywel R. Jones, G. Borelli, D. Macleocl, P. Bolognesi, La Documentazione: Quetionario per predicatori e ascoltatori; Tra cce di predica­ 4. Fondamentalisti ed evangelici zioni; Cronaca; Segnalazioni bibliografiche.

! Studi di teologia è pubblicato dall'Istituto di formazione evangelica e docu­ mentazione (IFED) con sede in Padova. Lo scopo del!' Ifed è di promuovere e svolgere attività che contribuiscano a formare e ad orientare una coscienza specificatamente evangelica in tutte le sfere del!'esistenza umana. In obbedienza al mandato divino, esso crede che ogni indagine debba essere orientatadal timore di Dio in accordo con l'autmità sovrana della Sua Parola e alla sola gloria di Dio f, Oltre alla pubblicazione della rivista, l 'Istituto gestisce una bibl ioteca teolo­ ,l gica, offre la consulenza di suoi membri qualificati e organizza conferenze e 1[1.'· giornate di studio.

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