INDICE

Libellus de vino mordaci di Girolamo Conforti (1570) di Ennio Ferraglio ...... pg. 5 Sigilli di conventi della Riviera bresciana del Garda (XVII secolo) di Enrico Stefani ...... pg. 11 Chi era il realtà mastro Joannes cartarius in Ponte Arche a Gavardo nel XV secolo. di Giuseppe Nova ...... pg. 17 Gli armaroli, spadari e cortellari bresciani in età veneta (XV-XVIII secolo) di Giuseppe Cinquepalmi ...... pg. 23 Paolo Gagliardi, Baldassarre Zamboni, Luigi Arici intorno a Leonardo Cozzando di Angelo Brumana ...... pg. 43 ANNO XXIII NUMERO 45 Prospetto della Giostra tenuta in a’ 3 di Febraio 1766 GIUGNO 2016 di Pietro Lorenzotti ...... pg. 99

ISSN 2038-1735 Legature italiane barocche su testi liturgici www.misinta.it di Federico Macchi e Livio Macchi...... pg. 103 Luoghi, e senso dei luoghi, nella narrativa di Giorgio Bassani di Giuseppe Magurno ...... pg. 109 Roberto Mussapi La piuma del Simorgh di Mino Morandini ...... pg. 117 pepite queriniane. Vino per tutte le stagioni: la lettera Della qualità dei vini di Sante Lancerio, bottigliere pontificio. di Ennio Ferraglio ...... pg. 121 riviste dei bibliofili. Rime e poesie in guerra di Antonio De Gennaro ...... pg. 125 visti in libreria. Recensioni librarie. di Mino Morandini ...... pg. 133 l’angolo della legatura. Le legature francesi di Paolo Giordano Orsini d’Aragona. Storia di un personaggio e di una legatura. di Federico Macchi e Livio Macchi ...... pg. 143 diari bresciani Proposte da MISINTA di rilettura dei classici di cultura libraria in collaborazione con Enti Pubblici. di Mino Morandini ...... pg 151 Sono state aggunte alcune immagini fuori testo, solitamente nella pagina pari prima dell’inizio di un nuovo articolo.. 1 Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Codice Purpureo, pagina con genealogie bibliche e canoni evangelici.

2 Libellus de vino mordaci di Girolamo Conforti (1570)

Ennio Ferraglio Direttore del Sistema Bibliotecario Urbano, Socio dell’Ateneo di Brescia

Abstract This article presents the rare treatise “De vino mordaci” (The sparkling wine), 1570, which is the only work printed by Girolamo Conforti, a Brescian physician of the 16th century. The ancient author examines the health effects caused by the consumption of sparkling wine inside the complex relationship between opposing phenomena: the four natural elements (wind, water, earth and fire), the four qualities (dry, wet, cold and hot) and the four basic tastes (sweet, salty, sour and bitter). Conforti’s treatise is also an important source to learn the ancient techniques to produce sparkling wines in Northern Italy.

el 1570 venne stampato a Brescia il breve trattato N di Girolamo Conforti dal titolo Libellus de vino mordaci. Si tratta dell’unica opera del medico bresciano che sia uscita a stampa, postuma, nonostante la notorietà che aveva acquisito, tanto da essere annoverato tra i “bresciani illustri” esaltati negli Elogi istorici di Ottavio Rossi (1620), per via di una carriera di medico affermato che l’aveva portato a operare presso le corti di Mantova, di Urbino e nelle Fiandre. Di lui si sa che nacque a Quinzano nel 1519 e morì a Brescia nel 1595. Il Libellus de vino mordaci, prima ancora che per le sue implicazioni di carattere dell’opera fossero i vini con le anticipatrice dell’esperienza medico-scientifico, rappresenta “bollicine” che costituiscono il moderna e contemporanea, una testimonianza importante nerbo del moderno sviluppo dall’altro va tenuto ben presente del fatto che il vino frizzante era vinicolo della Franciacorta. che l’oggetto dell’interesse un prodotto molto apprezzato: Una lettura attenta del testo dell’autore è rappresentato naturalmente, la suggestione rivela, però, che, se da un lato unicamente dall’indagare gli derivata dal fatto che un autore Conforti dà testimonianza effetti sulla salute dell’uomo bresciano discuta del vino di una produzione antica, derivati dal consumo di questo frizzante, ha fatto ipotizzare locale, di vino “spumante” o tipo di vino e non apprendere a molti che l’argomento “mordace” in qualche modo o illustrare le tecniche per 3 bere vino era molto più salutare che bere acqua, se non altro perché, essendo un prodotto della fermentazione, poteva godere di condizioni igieniche migliori rispetto a quest’ultima. Inoltre, il vino non assolveva alla pura e semplice funzione dissetante, ma era considerato un alimento, un corroborante e ricostituente, un disinfettante molto usato nella farmacopea, ed infine un insostituibile elemento di socializzazione. Le stesse parole – “La natura non ha donato nulla all’uomo di più utile del vino” – con cui si apre il Libellus de vino mordaci spiegano perché, nelle epoche passate, il consumo del vino fosse generalizzato all’interno della società: giovani e vecchi, uomini e donne e persino i bambini, laici e religiosi, per i più diversi motivi, apprezzavano la bevanda di ottenere il vino frizzante. ancora lungo a seguire, a metà Bacco. Come nelle epoche Cinquecento, cioè quando Ai parametri tradizionali di precedenti e per un periodo Conforti scrive il suo trattato, riferimento per la valutazione

4 applicata alla medicina, attraverso l’insegnamento di due importanti scienziati dell’epoca, Girolamo Mercuriale e Vincenzo Maggi. Da Aristotele, Conforti aveva appreso che gli strumenti per rivelare le realtà del mondo fisico e della natura sono i sensi, i quali agiscono secondo i principi fondamentali di apprendimento rappresentati dal “caldo” e dal “freddo”: il primo, che esercita un’azione dilatante, rende le cose leggere, aeree e le mette in moto; il secondo, che produce condensazione, rende le cose pesanti, le ostacola e le immobilizza. Un altro elemento tenuto in grande considerazione dagli scienziati era il sapore del vino. Per i medievali e gli uomini della prima età moderna, l’insieme delle categorie di riferimento non comprendeva, secondo quanto noi siamo abituati, quattro – o cinque – sapori fondamentali (dolce, salato, acido, amaro più il saporito), bensì arrivava a comprendere più di una decina di sapori, che a loro volta erano delle qualità del vino, cioè il le fasi della vita, il succedersi associati ai quattro elementi del colore e il sapore, la tradizione delle stagioni e così via. Così, mondo fisico, a loro volta in medievale, debitrice delle ad esempio, d’estate, stagione relazione con le quattro qualità teorie fisiche antiche, aveva caratterizzata dal caldo secco, fondamentali. Ne derivava aggiunto anche la complessa si dovevano scegliere cibi e che comprendere la natura concatenazione di fenomeni bevande con caratteri umorali particolare di un vino seguiva opposti: quattro elementi contrari, cioè freddi e umidi, una strada intricatissima (acqua, aria, terra, fuoco) e in maniera da portare il corpo e dalle molte variabili, per quattro qualità (secco, umido, – ed al tempo stesso l’animo giungere poi a determinare se freddo e caldo). Va anche detto – ad uno stato “temperato”, il consumo di un determinato che sullo schema ottenuto considerato ottimale. vino poteva essere consigliato dai diversi rapporti che si Conforti, negli anni di o sconsigliato alle persone creavano tra elementi e qualità, studio e perfezionamento la cui natura, costituzione e si innestavano le abitudini e le all’Università di Padova, era rapporto tra gli umori corporei regole del vivere quotidiano: la senz’altro venuto in contatto e le inclinazioni dell’animo, composizione fisica delle cose, con la fisica aristotelica le rendeva adatte o meno al 5 di scorie, la maturazione e l’invecchiamento. Più salutari i vini generosi e mordaci, il cui vigore “riscalda la bocca, sollecita i sensi, soprattutto quelli della testa, infonde calore nelle viscere e fa digerire i cibi crudi”; da respingere, nonostante il grande favore goduto dal pubblico, ogni fermentato fresco, perché “composto da sole scorie, impuro e sordido” e perciò non in grado di arrecare giovamento alla salute. Per quest’ultimo motivo era da bandire dall’elenco degli alimenti salutari per il genere umano anche il mosto, in quanto prodotto “impuro, non genuino, fatto maturare in maniera inadatta; non riscalda ed è assai lontano dall’apportare una qualche beneficio alla digestione dei cibi, a tal punto che è esso stesso di difficile digestione, non transita facilmente dallo stomaco, non stimola la minzione e non è adatto alla purificazione e al nutrimento del sangue”. In altre parole, il mosto, non essendo per Conforti ancora vino a tutti gli effetti, ne è anche sprovvisto di tutte le qualità. consumo. acido. Da quanto detto finora Date queste premesse, di Tuttavia, come suggerito appare chiaro che, se un derivazione tardo medievale, dal titolo dell’opera, l’oggetto bevitore avesse voluto per Conforti era importante specifico dell’esame del individuare il vino più adatto verificare i benefici di un uso Conforti era il vino nuovo al proprio consumo personale, corretto e moderato del vino e mordace (recens ac ragionando non solo sulle e al tempo stesso denunciare mordens), particolarmente caratteristiche intrinseche i pericoli e i danni provocati apprezzato dalla popolazione. del vino, ma anche sulla dall’assunzione smodata La trattazione prende propria costituzione umorale dello stesso. Dal suo esame in considerazione molti e tenendo in considerazione si salvavano i vini rossi e elementi che esercitano le particolari condizioni invecchiati, mentre i vini chiari una certa influenza nella climatiche del momento e molti erano ritenuti meno salutari, fermentazione del vino: dal altri parametri conseguenti, per via di una fermentazione calore intrinseco a quello si sarebbe trovato di fronte ad non completata e dal sapore applicato, alla persistenza un compito arduo e avrebbe 6 avuto vita ben difficile. Legittimo invece pensare, di fronte alla documentazione sulle compravendite di vini in età medievale e moderna giunta fino a noi, che la quasi totalità dei potenziali bevitori si procurasse i vini che poteva acquistare, o che produceva in proprio, senza preoccuparsi eccessivamente di questioni scientifiche e filosofiche. Dal numero dei bevitori senza pensieri va però tolto papa Paolo III (1468-1549) il quale, secondo quanto si apprende da una lettera scritta dal bottigliere pontificio Sante Lancerio attorno alla metà del XVI secolo, doveva essere, nella scelta dei vini, abbastanza attento alle prescrizioni dei medici: una scheda sulla lettera del Lancerio costituisce la Pepita Queriniana, alla quale rimando, di questo stesso numero di «Misinta». Il Libellus del Conforti rappresenta infine una fonte preziosa per osservare le tecniche per ottenere vini frizzanti e mordaci attraverso l’impiego di tecniche per arrestare l’effervescenza del mosto e far sì che “le scorie più tenui e mordaci del vino non non potesse essere agitato né dell’attenzione che si aveva nel evaporino e si consumino in ribollire o erompere da nessuna Rinascimento (e da allora fino tutto in virtù del loro ribollire”. parte”, o infine riattivare la ai giorni nostri) per il vino con Si apprende, dunque, che la mordacità di vini ormai fermi le “bollicine”. tecnica prevedeva l’immersione attraverso la spremitura al loro in acqua del mosto travasato interno di acini freschi. direttamente dal tino nei Il Libellus de vino mordaci barili, per tutta la durata della di Girolamo Conforti stagione fredda: questa tecnica rappresenta, nonostante le consentiva al mosto fermentato conclusioni negative, un caso di conservare parte della importante all’interno della dolcezza e briosità iniziale. Un storia dell’enologia e può secondo metodo consisteva essere letto in parallelo con i nel travasare il mosto in botti numerosi trattati di agronomia piene fino all’orlo, “così che del XVI secolo come conferma 7 8 Sigilli di conventi della Riviera bresciana del Garda (XVII secolo)

Enrico Stefani Associazione Storico-Archeologica della Riviera del Garda

Abstract The Author studies, for the very first time, the seals belonging to several convents situated in the Lake Garda area, with special regard to the Brescian coast of the lake. It is an original archival research, that focuses the seals applied at the end of many documents now preserved in the Archivio Storico della Magnifica Patria at Salò. The documents come from the most important monasteries, both male and female, active during the 17th century. We can find seals coming from the Order of Capuchins and from the convents od Saint Bernardin and Saint Benedict from Norcia al Salò, as well as from the convents on the Isle od Garda, at Barbarano, Gargnano (Saint Charles) and Soiano (Saint Rocco).

opo aver trattato in primo Riviera bresciana del Garda2 luogo l’argomento relativo e successivamente aver dato D ai sigilli parrocchiali1 della conto circa la raffigurazione dei santi Faustino e Giovita in poco 1. Ricordiamo che il “sigillo”, antica inven- noti documenti d’archivio3, zione nata nel vicino oriente, precedette in qualche caso addirittura l’introduzione questo mio saggio riguardante della scrittura, tanto è vero che alcuni dei i sigilli di conventi gardesani, più antichi sigilli giunti fino a noi, come quelli ritrovati nell’Iran occidentale, sono rappresenta il dovuto e databili al secondo quarto del IV millen- necessario compendio per nio. concludere la trattazione di L’idea nacque con la creazione dei primi centri urbani, allorquando si rese questa specifica, quanto ancora necessario stivare in speciali magazzini sia inesplorata tematica. le derrate alimentari in eccesso, sia gli altri “tributi” pubblici, allo scopo di evitare In questo contributo ho appropriazioni indebite. Il funzionario ad- voluto, infatti, affrontare quei detto ai magazzini, una volta ordinata la merce, chiudeva le porte con della corda particolari sigilli appartenuti sul cui nodo veniva applicata dell’argilla ai diversi conventi4 attivi in fresca (“cretula”) con impresso il suo personale sigillo, così da garantire che il private. Questo permise che l’utilizzo dello contenuto non venisse nemmeno in parte stemma araldico, prima prerogativa sol- trafugato. L’uso del sigillo fu, per moltissi- tanto elitaria, diventasse simbolo di iden- mi anni, esclusivo appannaggio di sovrani tità personale e, di conseguenza, oggetto e di pochi funzionari pubblici, dopo di di un uso più ampio che, in breve tempo si Figura 1. PROVINCIA BRIXIANA che iniziò a diffondersi su larga scala, estese dall’aristocrazia alla nobiltà minore, specialmente per due ordini di fattori: fino alla borghesia ed agli enti territoriali, CUM CONFINIJS 1642 innanzitutto a causa della loro apparizione sia pubblici che religiosi. Tra il XVII ed il anche su atti scritti; ma, soprattutto, per la XVIII secolo, il sigillo, posto su ceralacca, comparsa, fin dal XII secolo, della pratica venne gradualmente sostituito da timbri sui conventi gardesani rimane la certo- di raffigurare gli stemmi gentilizi, prodro- ad inchiostro, ancora utilizzati ai nostri sina opera di ricerca e di catalogazione mo della scienza araldica. Se inizialmente giorni. realizzata da Giovanni Livi, soprattutto le solo personaggi di alto rango, militare o carte che lo studioso raggruppò nei suoi religioso, ponevano il loro stemma sul si- 2. Civiltà Bresciana, Anno XXI – nn. 3-4, “Repertori”. Si tratta di inventari suddivisi gillo, nell’arco di pochi decenni anche per- dicembre 2012 (pp. 171-180). in 18 registri (dal n. 695 al n. 712) che sone di rango inferiore (ricchi proprietari, 3. Civiltà Bresciana, Anno XXII – nn. 1-4, coprono il periodo dal 1476 al 1791. Tali facoltosi commercianti, ecc.) iniziarono dicembre 2013 (pp. 149-155). registri servono a reperire nell’Archivio ad utilizzare sigilli con il loro stemma su della Magnifica Patria la documenta- atti pubblici od anche in calce a missive 4. Fonte primaria per la documentazione zione prodotta o conservata, facendo 9 Figura 2. PROVINCIA BRIXIANA CUM EIUS MISSIONIBUS INTER ACATHOLICOS area gardesana, naturalmente a documenti oggi conservati La carta5, opera dei monaci con specifico riferimento alla a Salò, nell’Archivio Storico francesi Maximus à Guchen riviera bresciana. Si tratta, in della Magnifica Patria, anche (Massimo da Guchen) e pratica, di sigilli posti in calce se occorre avvertire che il Bernardinus Burdigalensis loro non perfetto stato di (Bernardo Fustier da specifico riferimento ai registri, volumi e fascicoli di detto Archivio in relazione conservazione rende in alcuni Bordeaux), del monaco all’argomento considerato. Nell’Index casi piuttosto difficoltosa la loro piemontese Ludovicus de alphabeticum titolorum troviamo anche lettura, il che, di conseguenza, i rimandi per i conventi attivi nel terri- Mons Regalis (Ludovico da torio della Magnifica Patria, infatti sotto permette una blasonatura Mondovì) e di tale Capucinus il titolo “De elemosinis” (con la specifica purtroppo incompleta. Gallus (l’incisore del rame, “omnes elemosinae infrascriptae apparent in libris ordinamentorum”: carte 132-137) probabilmente di origine troviamo 8 conventi maschili (il conven- francese), è stata espressamente to di san Francesco dei frati francescani Conventuali di Gargnano; quello di san Ordine dei Cappuccini. concepita per mostrare Pietro martire dei Serviti di Maderno; di Il primo sigillo riguarda l’ubicazione dei vari conventi san Giovanni Evangelista dei Cappuccini di Barbarano; di Santa Maria del Carmine l’Ordine dei Cappuccini e si dell’Ordine nell’area di dei Carmelitani di Salò; di san Bernardino trova in una rara ed inusuale riferimento. dei frati francescani Osservanti di Salò; di carta “tematica” proveniente Santa Maria del Carmine dei Carmelitani I frati minori cappuccini di San Felice; di Santa Maria dello Scoglio dall’opera “Chorographica (riforma dell’Ordine dei frati francescani Conventuali dell’Isola descriptio provinciarum et francescano degli anni 1525- di Garda; ed il convento di Santa Maria de Senioribus dei Carmelitani di Desenzano), convetuum fratum minorum S. 1528) giunsero in Lombardia e 2 femminili (il convento delle monache Francisci Capucinorum”, più nel 1535 stabilendosi a Carmelitane di santa Caterina di Salò; e quello delle monache Benedettine di san comunemente conosciuta come Benedetto di Muro di Salò). I documenti “Atlante dei Cappuccini” di 5. G. NOVA-R. FONTANELLA, Il ter- contenuti fanno specifico riferimento al ritorio di Brescia nell’antica cartografia a XV e XVI secolo. Giovanni da Moncaliero. stampa (scheda 23). 10 accartocciato, al cui apice troviamo due colombe poggiate e contro affrontanti; al suo interno si legge la scritta: “PROVINCIA BRIXIANA CUM CONFINIJS. 1642”. Il sigillo cappuccino, di forma ovale, è contornato da due righe, mentre una terza fa da cornice alla scritta “SIGILLUM +”. Nel centro troviamo due personaggi contro affrontanti vestiti con Figura 4. SIGILLO CONVENTO Figura 3. SIGILLO CONVENTO S. CARLO DI GARGNANO DI BARBARANO una tunica, reggenti con una mano una croce e, con l’altra, alla precedente, troviamo Bergamo, Brescia, Milano e a la palma del martirio; essendo all’interno di un cartiglio Bigorio in Ticino. Nel 1587 la il capo cinto da un’aureola posto nell’angolo inferiore provincia “cappuccina” venne possiamo senz’altro riconoscere sinistro, la scritta “Provincia divisa in due parti: Brescia, i due personaggi raffigurati Brixiana cum eius missionibus comprendente la parte di come i santi patroni bresciani inter acatholicos” ed il sigillo Lombardia (anche il territorio Faustino e Giovita. (Figura 1) dei cappuccini. Tale sigillo, di di Bergamo) che era sotto il forma tonda, risulta contornato dominio Veneto; e Milano, che Nel Settecento la carta da due righe contenenti la abbracciava parte del Piemonte territoriale dei cappuccini fu scritta “SIGILLUM” e, nel e dell’odierna Svizzera italiana. aggiornata, tanto è vero che centro, i santi patroni Faustino Nella rappresentazione della uscì a Milano nel 1712 per i e Giovita contro affrontanti e provincia bresciana, tra l’altro, tipi di Ambrogio Ramellati con il capo cinto da aureola; notiamo i conventi che a noi (incisore Simone Durello), con i santi, vestiti con una tunica, interessano, cioè quelli di Salò, il titolo “Provincia Brixiana reggono con una mano una Gargnano e di Drugolo. cum eius missionibus inter croce e, con l’altra, la palma del Nella carta in questione, acatholicos”. Nell’introduzione martirio. (Figura 2) intitolata “Provincia Brixiana a questa nuova edizione7, cum Confinjs6”, troviamo nel il cappuccino Giovanni lato destro il sigillo dell’Ordine Battista Caninis, rivendica Convento di Barbarano di dei Cappuccini contenuto in il merito di aver basato le Salò. uno scudo ovale accartocciato; nuove mappe “sulle più recenti A Barbarano di Salò, sulle al suo esterno in capo si osservazioni celesti dirette ad fondamenta di una precedente trova una stella ad otto raggi, una più corretta collocazione chiesa dedicata a San Giovanni mentre ai lati vi sono due dei luoghi”, impiegando “i Evangelista ed abbattuta nel colombe rivolte verso il basso risultati ottenuti dagli astronomi XVI secolo, sorse un monastero ed appoggiate su trespoli dai francesi”, soprattutto riguardo per il quale il marchese quali pende una composizione la “determinazione delle Alessandro Sforza Pallavicini di foglie e frutti. Più sotto vi è longitudini mediante le eclissi finanziò la costruzione di un secondo scudo, anch’esso dei satelliti di Giove”. una cappella, dove fece porre Nella carta in questione, 6. I confini indicati e rappresentati con una pala, ritenuta opera del simile per impostazione una linea puntinata, non si riferiscono ai Romanino, raffigurante i suoi limiti territoriali della provincia bresciana, ma alla suddivisione delle circoscrizioni 7. G. NOVA-R. FONTANELLA, Il ter- due figli nell’atto di “essere dei Cappuccini che, naturalmente, non ritorio di Brescia nell’antica cartografia a offerti” alla Madonna da parte coincidevano con le provincie politiche. stampa (scheda 36). 11 guarnigione con giurisdizione sul Garda. Nel 1840 i cittadini di Salò offersero spontaneamente 12.000 lire per permettere ai francescani di ritornare, ma a causa di una penuria di frati, la richiesta fu accolta soltanto nel 1844, anche se i cappuccini decisero di usare il convento unicamente come ospizio. Soltanto dopo circa Figura 5. SIGILLO CONVENTO un decennio, ed a fronte di ISOLA DI GARDA insistenti suppliche provenienti Figura 6. SIGILLO CONVENTO sia dal popolo che dal clero SAN BENEDETTO DA NORCIA A di San Francesco. Un’altra gardesano, il vescovo di Brescia SALÒ cappella venne fatta erigere Verzeri sancì nel 1854 il loro in capo ed un libro sotto il dall’abate Alessandro Rovellio, solenne rientro. Non molti braccio destro. (Figura 3) nella quale fu poi sepolto nel anni dopo, però, il nuovo 1658. San Carlo Borromeo, governo italiano ne decretò durante la sua visita pastorale nuovamente la soppressione, Convento di San Carlo a nel 1580, esortò la popolazione tanto che nel 1868 i cappuccini Gargnano. ad offrire elemosine allo scopo furono costretti a lasciare per La prima pietra del convento di concludere la costruzione di la seconda volta il convento di Gargnano venne posta il quello che doveva diventare il di Barbarano. Per la seconda 15 agosto 1612 e, una volta 8 convento dei frati cappuccini . volta i cittadini di Salò si ultimato (soltanto l’anno La richiesta fu accolta anche adoperarono per il loro rientro, successivo), sia la chiesa che il dal Comune di Salò che, oltre finché i Cappuccini ripresero convento vennero dedicati a san alla somma di 400 lire, donò definitivamente possesso del Carlo Borromeo, canonizzato una porta in marmo nero loro convento9. solo due anni addietro. Atti che era già stata scolpita per Il sigillo10, posto su un parrocchiali documentano la parrocchiale, ma che era documento datato 20 agosto che la prima messa vi fu risultata troppo piccola. 1689, è di forma ovale e risulta celebrata il 4 novembre La consacrazione del contornato da una riga formata 1613 da padre Marcantonio convento dei cappuccini da sfere; al suo interno due Gambara, ministro provinciale avvenne nel 1585 per opera righe più piccole contengono dell’Ordine dei Francescani, di Jacopo Rovellio di Salò, una scritta poco leggibile, se mentre la consacrazione vescovo di Feltre, come ricorda non, sul lato sinistro, le lettere I avvenne tredici anni più tardi, una lapide posta all’interno O [ ] e, sul lato destro, le lettere nel 1626. dell’edificio. La comunità S. A [ ] inserite tra due greche. Nel 1797 i giacobini francescana rimase a Barbarano Al centro spicca la figura di scacciarono i frati da Gargnano per più di due secoli, fino al un santo, probabilmente san e confiscarono i loro beni, 1797, allorquando fu scacciata Giovanni Evangelista, vestito ma la comunità francescana dai francesi per far posto ad con una tunica, con un’aureola venne reintegrata nel giro una caserma che ospitava una di pochi anni. Nel 1805 essi 9. A. MOSCONI, Conventi francescani nel furono allontanati in maniera territorio bresciano (Brescia, Edizioni del 8. F. MOLINARI-A. SCARPETTA-G. Moretto 1980). definitiva dal governo del VEZZOLI, San Carlo a Brescia e nella Regno d’Italia, il quale decise di riviera di Salò (Brescia, Tipolitografia F.lli 10. Archivio Storico della Magnifica Patria Geroldi 1980). di Salò, LIVI 219 (foglio 544). abbattere la chiesa decretando 12 sant’Antonio da Padova, san Bernardino da Siena e, addirittura, Dante Alighieri. La chiesa annessa fu intitolata a Santa Maria di Gesù, mentre il convento, inizialmente tenuto dai Frati Conventuali (fino al 1452), passò poi agli Osservanti che lo gestirono fino al 1798, allorquando i francesi sfrattarono la comunità religiosa e vendettero gli Figura 7. SIGILLO CONVENTO Figura 8. SIGILLO CONVENTO SAN BERNARDINO DI SALÒ immobili all’asta. Il convento, SAN ROCCO DI SOIANO. così, passò tra molteplici di fatto la fine del convento11. proprietari che, nel corso Il convento e la chiesa, che Il sigillo12, posto in calce degli anni, distrussero vennero edificati nel XV secolo ad un documento del 1654, completamente la vecchia all’esterno delle mura cittadine, è di forma ovale e risulta struttura monastica, sostituita ospitarono inizialmente le contornato da due righe, quella da progetti finalizzati alla monache benedettine di esterna più grande; all’interno, realizzazione di unità abitative clausura sotto la regola di partendo dall’alto e ruotando private, finché tra il 1900 ed il sant’Agostino, ma San Carlo verso sinistra, si legge: L [ ] 1903 prese corpo l’attuale villa Borromeo, durante la sua 13 C. [ ] . COROLI . CA [ ] C. in stile veneziano . visita pastorale, decretò che la 14 GARIGNANI, in cuore si Il sigillo , posto in calce comunità religiosa femminile vede la figura di san Carlo con ad un documento datato 23 si trasferisse all’interno della in capo un’aureola, posto di luglio 1656, è di forma tonda e, cinta muraria, in un nuovo profilo verso destra; indossa come contorno, presenta una monastero sito in località San un abito talare ed è raffigurato riga formata da sfere, mentre Bernardino. Il trasferimento, nell’atto di benedire. (Figura 4) altre due righe contengono in attuato nel 1583, lasciò così capo una croce con la scritta vuoti i precedenti edifici che SIGILLUM [ ] N [ ] O [ ]; nel furono acquistati da Paride Convento dell’Isola di Garda. centro si vede un sole raggiato Lodrone per ospitarvi i chierici Una tradizione, accreditata con in cuore le lettere I H S regolari Somaschi. Il nuovo da alcuni storici, riporta che nel (la “H” risulta caricata da una ordine religioso rimase nel 1220 San Francesco d’Assisi, di croce con i tre bracci superiori convento benedettino fino ritorno dal Veneto, passò sul patenti e, l’inferiore, terminante al 1671, allorquando l’intera Garda ed un certo Biemino da in una stella a cinque raggi). struttura fu venduta ai frati Manerba, signore del luogo, Il sigillo, in definitiva, Minori di san Francesco di gli fece dono dell’Isola di rappresenta il monogramma di Paola, i cosiddetti “Paolotti” che Garda, dove il santo fondò un san Bernardo. (Figura 5) vi restarono fino al 1810, data Romitorio per i suoi frati. della soppressione del convento Si ritiene, inoltre, che da parte del governo del Regno nel convento sull’isola Convento di San Benedetto a d’Italia15. vi soggiornarono anche Salò. Il sigillo16, posto in calce 15 AA.VV., Chiese di Salò (supplemento 11. A. MOSCONI, op. cit. 13. A. MOSCONI, op. cit. al n. 7 del bollettino parrocchiale “Il Duo- mo” – Ed. Lumini di Travagliato, 2006). 12. Archivio Storico della Magnifica Patria 14. Archivio Storico della Magnifica Patria di Salò, LIVI 370 (foglio 552). di Salò, LIVI 370 (foglio non numerato). 16. Archivio Storico della Magnifica Patria 13 ad un documento del 1693 ebbe nel 1901, allorquando il abbastanza scarse19, anche se è (riferibile quindi ai “Paolotti”) terremoto che colpì la riviera da ritenersi che esso sia esistito è di forma leggermente ovale bresciana lesionò in maniera sin dal 1450. Nell’edificio, sito a e risulta contornato da una significativa l’edificio di culto, Chizzoline, frazione di Soiano, riga composta da punti, al fino a renderlo pericolante. risiedevano alcuni Terziari cui interno vi è una seconda Un secondo, definitivo, colpo Regolari che vi restarono per riga che contiene una scritta, si ebbe un decennio più tardi più di tre secoli, almeno fino al purtroppo totalmente illeggibile quando l’incuria portò, nel 1773. [...]; al centro si notano due 1910, al crollo del tetto. Solo Il sigillo20, posto in calce figure poste in maestà: quella allora ci si rese concretamente ad un documento del 1654, è a sinistra veste un saio ed ha conto che si stava perdendo un di forma ovale e contornato il capo cinto da un’aureola, patrimonio storico ed artistico da una riga formata da sfere, mentre quella a destra veste un di grande interesse, tanto che al suo interno altre due abito talare, porta una tiara in l’amministrazione comunale righe contengono la scritta capo, e regge un pastorale con si decise ad avviare i necessari .LUDOVICUS. [ ]21; in cuore si la mano destra. (Figura 6) lavori di ricostruzione, che erge una figura posta in maestà, durarono quattro anni: nel poggiata su un terrazzo ed in 1914, infatti, la chiesa venne abito talare. (Figura 8) Convento di San Bernardino finalmente riaperta al culto. a Salò. Il sigillo18, posto in calce ad La chiesa ed il relativo un documento datato 1646, 19. A MOSCONI, op. cit. convento furono edificati alla è di forma tonda e risulta 20. Archivio Storico della Magnifica fine del XV secolo. La chiesa, contornato da una riga formata Patria di Salò, LIVI 370 (foglio 363). intitolata a san Bernardino, era da sfere; al suo interno spicca 21. Il nome “Ludovicus” fa proba- così grande da rivaleggiare con la figura posta in maestà di san bilmente riferimento a Ludovico da Fossombrone, il quale insieme con il il Duomo di Salò, mentre nel Bernardino con un’aureola in fratello Raffaele, riuscì ad ottenere nel convento vi soggiornava una capo; il santo, affiancato dalle 1528 da papa Clemente VII la bolla “Religionis Zelus” che, in pratica, ve- comunità religiosa dell’Ordine lettere S e B, è vestito con un niva a riconoscere giuridicamente la dei frati Osservanti17. saio e regge un libro con il nuova comunità religiosa dell’Ordine Il convento prosperò per braccio destro; sullo sfondo vi Cappuccino. circa quattro secoli, finché il è un paesaggio lacustre, con a governo del Regno d’Italia destra una chiesa ed a sinistra decise, nel 1810, di chiudere una riva alberata. (Figura 7) l’antica istituzione per adibirla ad altra destinazione. Una volta che i frati lasciarono Salò Convento di San Rocco a iniziò un periodo di grave Soiano. negligenza che danneggiò Le notizie relative al l’intero complesso, anche se convento di San Rocco sono un primo, terribile, colpo si

di Salò, LIVI 227 (foglio 547). 18. Archivio Storico della Magnifica Pa- 17 A. MOSCONI, op. cit. tria di Salò, LIVI 370 (foglio 557).

14 Chi era in realtà mastro Joannes cartarius in Ponte Arche a Gavardo nel XV secolo*

Giuseppe Nova Bibliofilo, ricercatore e storico dell’arte incisoria, tipografica, libraria e cartografica bresciana

Abstract. The Author, thanks to a recent discovery of an unpublished archival document, is able to solve the problem of the identity of one of the first paper manufacturers, active in Gavardo in the fifteenth century. Long and strong discussions about the real identity of this “mastro Joannes” have been done by several scholars, who simply defined him as a “paper manufacturer living in Gavardo, but born in Bergamo district”, because Joannes has been found as witness in a last will, signing himself as coming from Urgnano. This article points out that in the second half of the fifteenth century “mastro Joannes”, the paper maker, was nobody else but Giovanni Caffi from Bergamo.

a cartiera di Gavardo 13 febbraio 1462, il “Registrum occupati del caso si sono iniziò l’attività nel XV Contarenum”, dal nome del limitati, in assenza di prove L secolo, probabilmente Podestà di Brescia che lo od atti scritti, a definirlo per iniziativa della facoltosa propose, Davide Contareno. semplicemente come “cartaio famiglia Gavardo1, anche se Nel documento in questione abitante a Gavardo, ma allo stato attuale delle ricerche sono elencate le “bocche da originario del territorio di non esistono documenti presa” autorizzate a prelevare Bergamo”, visto che in calce che comprovino l’esatta data acqua dal Canale Naviglio fra ad un atto testamentario in dell’apertura del follo. La prima Gavardo e Ghedi. Tra le bocche cui compare come testimone, notizia certa circa l’esistenza di assegnate a Gavardo, una egli si definì “de Urgnano”2. un’attività cartaria a Gavardo ventina in tutto, oltre a quelle Oggi, grazie alla scoperta di un si trova in un documento del destinate all’irrigazione dei inedito documento conservato campi o all’alimentazione delle presso l’Archivio di Stato di 1. I Gavardo (o De Gavardis) erano ruote per “raseghe”, mulini ed Brescia3, possiamo finalmente componenti di una nota famiglia locale che, come documentano prima altre fucine, troviamo la seriola risolvere l’annoso dilemma. monsignor P. Guerini, poi lo storico G. utilizzata da un certo “Mastro Il “mastro Joannes” che nella Bruni-Conter, deriverebbe da un ramo dei Medici (dinastia iscritta all’Elenco Joannes”, definito “habitator in seconda metà del Quattrocento Ufficiale della Nobiltà Italiana con il Gavardo in contrada de li portis gestiva il follo di Gavardo, titolo di conti di Gavardo ed un tempo de subter Gavardi”, il quale non era altri che Giovanni vassalla del vescovo di Brescia, cui Gavardo era feudo). La presenza dei era autorizzato per un “follo Caffi, che però soltanto sei Gavardo è registrata sul territorio fin dal papyri”, all’uso della “bocca 2” anni dopo la stesura del XIII secolo, anche se successivamente essi si trasferirono a Brescia, per poi (in seguito detta “del follo”), “Registrum Contarenum” era trapiantarsi definitivamente in Istria, che era lunga “circa 70 metri” già morto, lasciando titolari acquistando meriti e benemerenze in seno alla Repubblica di Venezia (la famiglia ed era situata “14 metri dopo il dell’attività cartaria i figli diede per ben sette secoli alla Serenissima Ponte Arche”. Ventura, Giacomo, Bertolino guerrieri di terra e di mare, diplomatici, Sulla reale identità di tale uomini di lettere, illustri prelati, ecc., i 2. Urgnano si trova a circa una decina di quali contribuirono alla sua gloria ed alla “mastro Joannes” se ne è chilometri a sud di Bergamo, alla destra sua grandezza, tanto che la famiglia fu disquisito parecchio, anche del fiume Serio. annoverata tra le più famose del Patriziato Veneto). se i molti studiosi che si sono 3. ASB, Notarile Bs, f. 11. * G. Nova-G. Cinquepalmi, Le cartiere bresciane “minori”, Roccafranca, 2010. 15 Figura 1. Frontespizio “Registrum Contarenum” (1426)

e Bartolomeo, come si evince in denaro ed alla consegna Bertazzoli da Mignocari di indirettamente, ma in modo di effetti e carta a Giacomo Gavardo, nel distretto di Brescia, inequivocabile, da un inedito Stancari, oste in Gavardo. e Osmerino, figlio di Pasino, fu “atto d’arbitrato” del 7 marzo Ma vediamo più Toni, da Preseglie in Val Sabbia, 1468. Si tratta, in pratica, di dettagliatamente il documento nel distretto di Brescia, entrambi una sentenza arbitrale che in questione steso nell’ufficio abitanti nella suddetta terra di condanna Ventura Caffi, figlio del Vicario di Gavardo che Gavardo ed entrambi arbitri, di Giovanni da Urgnano, inizia con le frasi di rito e incaricati d’arbitrato, amici e abitante a Gavardo, agente la presentazione delle parti: amichevoli compositori della anche a nome dei fratelli, “Nel nome di Cristo, amen. lite, concordemente e di comune al pagamento di una multa Noi Jacomo figlio del fu ser accordo scelti e nominati da 16 Ventura, figlio del fu Giovanni Caffi da Urgnano, abitante nella suddetta terra di Gavardo, che ha agito in nome e per conto suo e dei suoi fratelli Giacomo, Bertolino e Bartolomeo per una parte in contesa, e da Giacomo, figlio di Bersanino fu Paolo Stancari, oste, abitante nella stessa terra di Gavardo, per l’altra parte in contesa; nominati perché ci esprimiamo, valutiamo e decidiamo sulle questioni sottoposte alla nostra decisione dalle stesse parti, affinché esaminati i termini dell’incarico, viste ed esaminate le cose da vedere ed esaminare, stante la volontà delle citate parti di essere ricondotte a concordia e far tornare la pace tra esse, alla fine condanniamo, o assolviamo e deliberiamo su tutta la materia”. Figura 2. Mappa con Gavardo tra Chiese e Naviglio (1503) Il documento prosegue, poi, con l’emissione della sentenza consegnare al suddetto Giacomo suddetto Ventura a consegnare dei due arbitri nominati dalle Stancari, entro la fine del e trasferire in proprietà al parti, Giacomo Bertazzoli presente mese di marzo, i due suddetto Giacomo Stancari e Osmerino da Preseglie, terzi dei beni e del corredo della tre risme di carta buona e di i quali dopo aver valutato moglie dello stesso Giacomo carta ordinaria di cancelleria, attentamente i fatti oggetto Stancari, dallo stesso Giacomo oltre a 14 quinterni di carta di contesa, così decisero: “Di impegnati presso gli ebrei di di ultima scelta, entro la fine conseguenza: prima di tutto Gavardo a garanzia di un del presente mese di marzo”. condanniamo il succitato quantitativo di carta promesso L’atto arbitrale si conclude Ventura, che è intervenuto per dal suddetto Ventura e dai suoi con una formula liberatoria sé e per gli altri come sopra fratelli agli stessi ebrei al prezzo per ciò che potrà accadere in detto, a liquidare e versare in concordato. E, dunque, decorso seguito alla delibera: “Infine, favore del suddetto Giacomo il termine del presente mese di fatto salvo tutto quanto fin qui Stancari 24 e ½ lire planete marzo senza che il suddetto stabilito, assolviamo e liberiamo entro la fine del presente mese Ventura abbia restituito o fatto l’una e l’altra parte per ogni di marzo, a fronte di tutte le restituire i beni (materasso e altra e diversa ragione che spese sostenute a vantaggio lenzuola) di cui sopra, egli sarà potesse essere avanzata, tacita dello stesso Ventura e dei fratelli obbligato a far avere allo stesso o espressa, riconducibile ai fatti nell’ostello-taverna dal suddetto Giacomo, per quelle cose, il giudicati fino al giorno presente”. Giacomo Stancari nell’anno giusto prezzo; e il valore delle Segue infine la formula finale: appena trascorso; inoltre, oltre a stesse sarà stimato dalle due “Lata, lecta, aperta et publicata quanto già detto, condanniamo valide persone, scelte dalle stesse et sic dictum, lectum, appertum il suddetto Ventura a rendere parti; inoltre, oltre a quanto datum et publicatum, laudatum e consegnare, o far rendere e già stabilito, condanniamo il et sententiatum, arbitratum 17 ribadire che la produzione del follo sul “Ponte Arche” non era né monotematica (solitamente i piccoli opifici si cimentavano nella fabbricazione di un solo tipo di carta), né di bassa qualità (spesso la produzione riguardava solamente cartone, carta grezza da imballo o, come si diceva all’epoca, “carta di ultima scelta”, cioè non adatta alla scrittura o ad usi cancellereschi) ma, al contrario, la famiglia Caffi fabbricava, oltre che una buona gamma di materia prima, anche carta di ottima qualità. Questo lo si capisce leggendo la seconda parte della “condanna” che i due arbitri avevano deciso di applicare a Ventura Caffi e che riguardava la consegna di un certo numero di risme di carta a Giacomo Stancari: “tre risme di carta buona e di carta ordinaria di cancelleria, oltre a 14 quinterni di carta di ultima scelta”, il che significa che la produzione del follo sul Naviglio, oltre alla “carta di ultima scelta” ed alla “carta ordinaria di cancelleria”, comprendeva anche “carta Figura 3. Atto notarile rogato da G.A. Cavalieri (1590) buona”, cioè fogli di un certo pregio e di elevata qualità. seu arbitramentatum, Caffi era già morto (nel Se sappiamo che nel absolutum et condempnatum documento troviamo, infatti, 1487, vista la progressiva fuit ad banchum juris officii che Ventura è citato come importanza economica assunta domini vicarii Gavardi. Anno “figlio del fu Giovanni Caffi da dal Naviglio, la Repubblica di domini a nativitate eiusdem Urgnano”); in secondo luogo Venezia emanò una propria MCCCCLXVIII, Indicatione veniamo a conoscenza che ducale che, in data 19 febbraio, prima, die septimo mensis dopo la scomparsa del titolare concesse alle utenze del canale, marcii” e, in calce, le firme degli subentrarono a condurre la riunitesi ormai da tempo in arbitri e delle parti in causa. cartiera sul Naviglio i suoi una Università, la possibilità di Dalla lettura di questo quattro figli (Ventura, Giacomo, “costruire quegli sfioratori che inedito documento possiamo Bertolino e Bartolomeo), valgano a difendere il Naviglio trarre alcune considerazioni. sul conto dei quali non stesso in caso di piena” ed a Innanzitutto alla data della possediamo ulteriori notizie; “levare e far quanto li parerà, stesura dell’atto Giovanni infine possiamo con sicurezza nelle bocche ovver seriole ed 18 Figura 4. Mappa con Gavardo e il “Ponte Arche” (1745). edifizi del Naviglio”, nessuna delli infrascritti: Del Bonetto, operarono in questo settore. notizia abbiamo, invece, circa la Rossino, et Zuse”. Numerosi atti notarili che sorte dei fratelli Caffi. Sulle intrigate vicende riguardano questa particolare Sappiamo che l’arte della riguardanti la gestione, la tematica sono oggi conservati fabbricazione della carta a conduzione, la proprietà ed sia nell’Archivio di Stato di Gavardo era tenuta in grande i diritti sui folli di Gavardo Brescia, sia in quello della considerazione oltre che esistono, inoltre, diversi Magnifica Patria di Salò: ve ne a Brescia e a Salò, anche a documenti notarili che sono alcuni rogati nell’ultimo Venezia, tanto che l’attento regolano i rapporti d’affari decennio del Quattrocento, cronista veneto, Giovanni da tra i cartai di Gavardo ed i altri all’inizio del Cinquecento, Lezze, nel suo “Catastico della mercanti di Brescia che, se anche se la maggior parte Città di Brescia e suo Territorio”, non chiariscono i complicati riguarda la seconda metà del compilato tra il 1609 ed il 1610, intrecci d’affari intercorsi tra XVI secolo4, ma nessuno risulta relazionando sulla manifattura i vari mercanti (imposizione fare specifico riferimento alla della carta a Gavardo, così si di censi, vendita di rendite, famiglia Caffi. esprimeva: “Tre folli, nelli quali passaggi di locazione o si fa’ gran quantità di carta, che canoni d’affitto, scambi di 4. Uno dei più importanti documenti si manda a Venetia, a Brescia, partecipazione agli utili, ecc.), notarili in tal senso è quello datato 1 giugno 1590 (As Bs, Notaio Gian Antonio et in altri luochi, sono costrutti ci consentono almeno di Cavalieri, filza 3250), nel quale risultano sopra il Navilio, et si affittano conoscere i nomi, altrimenti gli intrecci mercantili ed i rapporti d’affari tra cartai attivi a Gavardo e cartai 100 ducati l’uno di raggione rimasti anonimi, di coloro che di Gavardo abitanti a Brescia (tra cui componenti della famiglia De Pilonis). 19 Figura 5. Il “Ponte Arche” a Gavardo (1880c.)

Dobbiamo infine segnalare lo scadere del Quattrocento e che nel Cinquecento erano l’inizio del nuovo secolo6. attive a Gavardo almeno tre 5 6. La storia dell’arte cartaria a Gavardo cartiere , ma in nessuna di esse prosegue ininterrotta fino al XIX secolo compare il nome dei cartai con Antonio Vezzoli, il quale cercò di volta cessò l’attività nel primo decennio districarsi tra mille difficoltà nel tentativo del Novecento. Nel 1919 fu acquistato originari di Urgnano, segno di superare la tremenda crisi che all’epoca dal “Lanificio di Gavardo” per ricavarvi che l’attività della famiglia Caffi attanagliava tutto il settore cartario, ma alloggi per gli operai, mentre nel 1921 si concluse sicuramente tra i suoi sforzi furono purtroppo vani. La le tre bocche che servivano il setificio fiorente cartiera di Gavardo dovette vennero riacquistate dall’Università del infine cedere il passo alla concorrenza, Naviglio che le chiuse in modo definitivo, 5. La prima gestita da Pietro da sino ad essere venduta all’asta per i gravi a favore di altre bocche più a valle, Caravaggio “cartaio abitante nel follo dissesti finanziari intervenuti nel primo ponendo cosi fine ad una tradizione che sito in contrada follo di sotto o Porte del quarto dell’Ottocento. Nel 1847 la ditta durava dal XV secolo. Naviglio”; la seconda gestita da Pietro svizzero-milanese Abramo Schuller Antonio della Rovere “libraio e cartolaio acquistò sia la cartiera che il filatoio di bresciano abitante in S. Agata”; la terza proprietà Vezzoli, dando vita alla prima gestita da Giovanni Domenico Odorici grande filanda aperta con capitali extra- “cartaio di Gavardo” che lavorava nel locali. Nel 1863 l’azienda fu rilevata “Follo alle chiuse” coadiuvato da due da un’altra ditta svizzero-milanese, la “artigiani cartai”: Marco de Prato, figlio di Sormani-Werdmuller che, dopo la morte Giacomo e tale Gregorio tedesco, figlio di del socio svizzero, cambiò ragione sociale Simone. in “Setificio Carlo Sormani”, il quale a sua

20 Gli armaroli, spadari e cortellari bresciani in età veneta (XV-XVIII secolo) Giuseppe Cinquepalmi Presidente dell’Associazione Amici dell’Archivio di Stato di Brescia Abstract. The Author, after an introduction about the production of weapons in Brescia, focuses , on the basis of unpublished archival documents, the name of those artisans who made the name of Brescia famous all over the world for the “art of weapons”. The names of the people working in this important business are taken from the Brescian “estimi”, carefully and widely examined for the first time, basicly referring to the Venetian age (fifteenth to eighteenth century). We can find the names of the leading manufacturers of weapons, such as “armaroli”, “spadari” and “cortellari”, who are divided and sorted by speciality and year of activity.

l nome di Brescia unitamente al suo territorio, ha acquisi- I to nel tempo un’ottima fama come centro di produzione di armature di altissimo pregio, an- che se a tutt’oggi non si è riusciti ad attribuire nessuna antica ope- ra ai “mastri armaroli” bresciani che la realizzarono. Pur trovando i nomi dei maestri bresciani negli estimi cittadini e nelle filze dei notai attivi nel XV nel XVI seco- lo, nessun marchio, nessuna sigla, nessun contrassegno ci permette finora di documentare un’arma come “sicuramente” bresciana. Questo deplorevole stato di cose dipende da una serie di fattori, il più importante dei quali fa spe- cifico riferimento al XIV secolo (ma anche a parte del XV seco- lo), poiché all’epoca il territorio bresciano, con le sue valli, fu sfruttato solamente come fonte di materia prima e semi-lavorata a totale beneficio della manifat- tura e del commercio milanesi. Occorrerà aspettare l’arrivo della dominazione veneta e della liber- tà di commercio per vedere final- mente Brescia rivaleggiare (ed in modo vincente) con il capoluogo e di scritture private sull’argo- Armatura Martinengo, maestro arma- lombardo. Se poi aggiungiamo la mento, allora possiamo capire le rolo bresciano del XVII secolo scarsità di documenti archivistici amareggiate e tristi parole del Fe- 21 da taglio5) rimane purtroppo immutata la circostanza che, come confermò anche lo storico Giovanni Treccani degli Alfieri6, “dei maestri nominati nei documenti non conosciamo alcuna opera, mentre delle pochissime opere note non abbiamo un solo accenno documentario sui rispettivi autori”. Eppure sappiamo non solo che gli “armaroli” bresciani erano tra i più stimati in Europa, ma che tra i più famosi committenti o possessori di armature bresciane sono annoverati: tutti i marchesi e duchi di Mantova (da Luigi III Gonzaga nel 1462 a Ferdinando nel 1613); Alfonso I d’Este, Guidobaldo da Montefeltro; il duca di Urbino Francesco Maria I della Rovere; il duca di Parma Pier Luigi Farnese; il sultano ottomano Bajazid II; il connestabile Anne de Montmorency; gli imperatori Carlo V e Massimiliano II; i re di Francia Francesco I e Luigi XIV (fu il doge di Venezia che ordinò alla manifattura bresciana una armatura di lusso7 per celebrare le vittorie del Re Sole). Armatura bresciana. Armarolo magister Zampetti da Ghedi, XVI secolo Se, come abbiamo visto, la più

1 3 antica produzione di armature naroli , il quale nell’affrontare la situazione odierna non si bresciane non è documentabile ricerca, non poté altro che affer- discosta molto da quella appena con esemplari sicuramente mare: “le scarsissime e assai poco accennata, quindi se si esclude precise memorie...mi obbligano la produzione di alcune armi 2014). al silenzio”. Così come dovette portatili (sia da fuoco4 che 5. Tra i lavori moderni in campo brescia- rinunciare l’instancabile Antonio no dobbiamo citare Gotti R., Caino (Ve- 2 3. Boccia L.G. - Coelho E.T., Armi bianche Bortolotti che dopo circa un rona 2000), ottima e documentata ricerca italiane (Milano 1974); Schedelmann T.G., lustro, riprendendo gli studi del sui produttori di armi bianche della Valle Armi e armature europee (Milano 1965). settore, arrivò allo stesso, laconi- del Garza. 4. Per quanto riguarda le armi da fuoco co risultato. 6. Treccani degli Alfieri G., Armature e si veda Cinquepalmi G., L’archibugio e gli Dobbiamo dire che la armi bianche (Storia di Brescia, vol. III, archibugieri bresciani in età veneta (XVI- pagg. 791-884). 1. Fenaroli S., Dizionario degli artisti bre- XVIII secolo) (in “Civiltà Bresciana” n. 3-4 sciani (Brescia 1877). dicembre 2012, pagg. 95-111) e Cinque- 7. Gaibi A., L’armatura del Re Sole e gli ul- 2 Bortolotti A., Artisti lombardi a Roma palmi G., Fabbricanti, lavoranti e mercanti timi armaroli bresciani (in “Armi antiche”, (Milano 1881) e s.a. Artisti in relazione coi di armi da fuoco a Brescia (XVI-XVIII Bollettino dell’Accademia di S. Marciano, Gonzaga (Modena 1885). secolo) (in “La Città Perduta” n. 1 ottobre Torino 1961). 22 identificati, Brescia può, per in ferro dalla contro, vantare le armature con lama lunga e le più tardive firme finora note8, diritta, tagliente le quali fanno tutte riferimento da ambo i lati, al Seicento, secolo che conclude, con le estremità in pratica, la produzione delle tagliate ad angolo ormai obsolete armature. più o meno Già nel 1662, infatti, erano arrotondato e con rimaste a Brescia solo tre un’impugnatura botteghe di armaroli, come si chiamata “elsa”. evince dalle polizze d’estimo di La spada nella quell’anno: Nicolò Garbagnani forma attuale si in “Cittadella Vecchia”, Pietro ebbe quando il Donati con bottega “Sotto i progresso della Portici”, e Domenico Fontana metallurgia con bottega “in Piazza del permise Duomo”. Dieci anni dopo, nel l’allungamento 1672, i fratelli Lorenzo e Pietro delle lame degli Saiano, con Francesco Cislago, antichi pugnali tutti “armaroli”, chiesero alla di bronzo (arma Municipalità di essere assunti per che comparve nel la manutenzione delle armature bacino orientale delle milizie venete (abolite nel dell’Egeo fino 1650) ancora depositate nei all’Egitto e che, pubblici magazzini. almeno in Italia, Situazione pressoché simile durò fino al VIII anche per quanto riguarda gli secolo a.C.). Le “spadari e i cortellari9” attivi a armi in ferro Brescia in età veneta, poiché la cominciarono ad maggior parte delle armi, pur di essere fabbricate sopraffina qualità, non risulta nel VII o VI secolo purtroppo firmata. a.C. oltralpe, nella Per spada10 si intende un’arma zona di Hallstatt, dove erano attive 8. La preziosissima armatura con simboli araldici dei Martinengo che riporta la sigla le prime officine Armatura bresciana fatta per Luigi XVII, il Re Sole. in monogramma “ESTM” (Museo delle di forgiatura (nei Maestro armarolo bresciano del XIV secolo armi di Brescia); un corpetto decorato con sepolcri del luogo la sigla “EDAM” (Museo Stibbert di Fi- renze); un busto con fiancali di dieci lame ne furono trovati Contemporaneamente alle con inciso il nome di Cristoforo Gandino alcuni esemplari). In seguito lame, anche le else tendono e un corpetto simile ma con un cartiglio a mantenere, salvo modeste nel quale si legge la firma dell’armarolo: anche in Italia (in alcune tombe Zampatti da Ghedi (tutte realizzate nel presso Novellara e Aufidena) innovazioni, la stessa forma, XVII secolo). sono state trovate alcune spade almeno fino agli inizi del XVI 9. Per un approfondimento sugli “Spadari” definite “di forma italica11”. secolo, poiché con il fiorire della bresciani si veda “Fabbricanti, lavoratori cavalleria (che aveva come arma e mercanti di armi bianche a Brescia (XV- XVIII secolo) (in “La Città Perdura” n. 1 offendere sfruttando unicamente le forze privilegiata proprio la spada) ottobre 2914 pagg. 49-52). del combattente. 10. La spada è detta anche “arma bianca”, 11. Polibio lasciò scritto che “I Romani, portavano spade, anche se più lunghe di la cui locuzione deriverebbe secondo alcu- dopo la Battaglia di Canne, imitarono gli quelle dei legionari. Alla caduta dell’impe- ni dal bianco riflesso del sole sulle super- Illiri adottando una corta spada affilata da ro romano, forse influenzati dalle lunghe fici metalliche, mentre secondo altri, dal entrambi i lati, atta specialmente a colpire spade dei barbari, anche in Italia iniziaro- fatto che tali armi non provocano rumore. di punta che chiamarono gladio”. Più tardi no ad essere utilizzate spade lunghe fino a Certamente si tratta di strumenti atti ad anche le cavallerie di Vespasiano e Traiano 80 centimetri. 23 vi versarono oro a profusione, rendendo più calda la parte dell’arma che doveva contrastare la fredda lucentezza dell’acciaio13. Il nome di Brescia nel corso dei secoli ha acquistato grande rinomanza come importante centro per la fabbricazione di armi bianche, tanto che le spade bresciane (ma anche i coltelli, i pugnali, gli stiletti, i puntali, ecc.) divennero rinomate in tutta Europa, sia per l’ottima qualità del metallo, sia per l’abilità degli artigiani locali. Generalmente le lame venivano forgiate in Valle Trompia e poi portate nelle botteghe di Brescia dove venivano molate e affilate (operazioni considerate della massima importanza), quindi rifinite e completate di else, foderi, puntali, finimenti e decorazioni. Fu con l’avvento della Serenissima Repubblica di Venezia che i minerali ed i semilavorati di ferro cominciarono ad affluire liberamente a Brescia, così che le botteghe cittadine poterono lavorare a pieno regime, tanto che già prima della fine del XV secolo, Brescia superò Milano nella produzione e fornitura Spade bresciane (maestri “spadari” bresciani del XVI e XVII secolo) di armi da guerra ai più importanti eserciti d’Europa14, le else, fino ad allora semplici Nel Rinascimento, infatti, traverse metalliche a protezione l’impulso artistico non poteva 13. Nonostante la decorazione fosse con- della mano, cominciarono a non considerare “la più nobile siderata un’arte minore, i grandi maestri 12 concorsero all’abbellimento delle spade: valersi dell’arte decorativa . delle armi”, quindi i forgiatori Donatello firmò un’arma da parata, oggi iniziarono a produrre armi “in conservata nell’Armeria Reale di Torino, 12. Inizialmente l’elsa era una semplice forme e proporzioni mirabili”. ma anche Cellini ed altri importanti ar- traversa a croce posta prima del manico, tisti ornarono e firmarono sia spade, che in seguito venne aggiunto un ulteriore I cesellatori le ornarono di pugnali. ramo di ferro che, dalla base inferiore della croce, andava a congiungersi con preziose incisioni, composizioni 14. Nel 1501 persino Cesare Borgia, detto il pomo; nel XVI secolo i rami di ferro di ornato e sullo sfondo di “Il Valentino”, ansioso di formare uno dell’elsa aumentarono ancora, in modo nobilissime architetture, gli orafi Stato, si rivolse a Brescia per equipaggiare da offrire maggior protezione alla mano. in breve tempo un esercito (di questa ri- Successivamente fu aggiunta anche una chiesta troviamo notizie in un dispaccio piastra di ferro concavo, posta al di sotto chiamata “coccia”, con lama sottile e robu- che Niccolò Macchiavelli, ambasciatore della crociera, finché le piastre divennero sta ed un’altrettanto massiccia elsa che, nel fiorentino ad Imola, inviò il 6 dicembre più ampie, sostituendo i rami dell’elsa: contempo, venne ad offrire più spazio agli 1502 alla Signoria: detta fornitura finì poi nacque così la spada classica seicentesca, artisti per decorazioni a cesello e a traforo. nelle mani di Alfonso d’Este a ); 24 per questo molti artigiani milanesi, favoriti dai Rettori della città, si trasferirono a Brescia, acquisendone la cittadinanza. Tra il 1509 (“rotta di Agnadello”) e il 1512 (“sacco di Brescia”), l’attività armiera in città si interruppe: alcuni maestri15 furono costretti dai francesi a trasferirsi a Milano, ma ben presto riuscirono a tornare tra le mura amiche, anche se Venezia, necessitando di denaro, aveva alzato le tasse. Per tutto il Cinquecento e per il primo decennio del secolo successivo, gli artigiani bresciani del settore delle armi vissero la loro più florida stagione. Giovanni da Lezze, infatti, nel suo famoso “Catastico” compilato tra il 1609 e il 1610, riportò che le botteghe degli spadari bresciani ammontavano “a trenta grosse officine”, alle quali si dovevano Else bresciane. Maestri spadari bresciani del XV. XVI e XVII secolo aggiungere “oltre duecento piccole”, per un totale di più di in altri Stati17. La situazione dovute chiudere quasi tutte le mille addetti in questo settore16. divenne insostenibile, tanto che botteghe, ma ecco nel dettaglio Purtroppo però il governo Antonio Priuli, Provveditore i passi salienti di questa missiva veneto, assillato dal bisogno di generale di Terraferma, nonché che porta la data del 10 settembre denaro, ricorse ancora una volta comandante delle truppe 1619: a misure fiscali così irragionevoli venete, condusse personalmente “Intorno al ferro è cosa e controproducenti da pressoché un’ambasceria a Brescia nel 1613 lagrimosa narrare la rovina annientare l’attività degli artigiani proprio sui gravami fiscali relativi seguita...Era un negozio tanto bresciani, al punto che molti di alla fabbricazione delle armi. più importante quanto veniva loro furono costretti ad emigrare Divenuto Podestà di Brescia, lo fatto dal concorso di tutta Italia, stesso Priuli scrisse di suo pugno Alemagna, Spagna e di tutta ma ricordiamo che anche il Regno di Napoli e lo Stato Romano si rifornivano una missiva al Senato della Europa, con cento botteghe tutte abitualmente a Brescia per armi e “ferra- Repubblica nella quale, dopo aperte e ricche di armaroli... rezze”. Brescia divenne così il più impor- tante centro del mondo per la produzione aver tracciato un quadro generale Dall’anno 1520 parve alla S.V. di armi. delle benemerenze del territorio di proibire l’estrazione del ferro 15. A Brescia, oltre ai famosi “armaroli”, bresciano e delle conseguenze se prima non era condotto qui a lavoravano anche ottimi e molto richiesti sui vari commerci delle tasse Venezia e pagato certo dazio...La disegnatori di armi e, questo, lo testimonia un album di disegni e di finiture per ca- decretate, lamentava come a provisione cominciò a eseguirsi valli di Filippo Osoni (all’epoca al servizio causa dei pesanti balzelli si erano nell’anno 1526...Le cento ricche dei Gonzaga) realizzato nel 1554, oggi botteghe suddette vi si ridussero conservato presso il Victoria Albert Mu- 18 seum di Londra. 17. Esistono documenti che provano in sette povere e le maestranze si il trasferimento di nostri concittadini 16. Dobbiamo segnalare che a Pisogne, sul a Genova, in Piemonte, in Garfagnana, lago d’Iseo, si teneva un mercato settima- a Parma, a Milano, a Napoli, ma anche 18. Gli armaroli erano i più colpiti in nale di parti di armi e armature (lamiere in Carinzia, in Francia ed addirittura in quanto le lamiere per le armature veniva- semilavorate). Spagna. no dalla Valle Camonica che, a differenza 25 sbandarono in altri Stati, invitate, riducendo le proprie dimensioni raccolte ed accarezzate...Nell’anno e perdendo, in pratica, ogni 1533 fu revocata detta parte e, funzione militare. I raffinati a gran fatica, in venti anni, fino signorotti dell’epoca iniziarono all’anno 1553 le sette botteghe a dotarsi di spade decorative a risorsero a settantasette...Nel 1557 volte in argento ed altre persino fu posto nuovo dazio...Lire 2 per d’oro (solo per i servi o gli soma di pesi venti o sia di libre scudieri gli spadini erano in ferro cinquecento suttili...Ed ecco che od acciaio), mentre gli ufficiali il resuscitato negozio la seconda degli eserciti indossarono uno volta precipitò...Nell’anno 1581 spadino ornamentale più grande la S.V. lo provocò, ma il rimedio e più robusto che serve solo come fu tardi perché le maestranze distinzione di comando. Tuttora accordate e ben ritenute ne’ stati lo “spadino” fa parte della divisa alieni, puoché ne ritornarono... degli ufficiali quando vestono nell’anno 1606 sicché le settanta l’alta uniforme, così come sette botteghe si sono di nuovo usano fare i diplomatici, le alte perdute, che il presente [1619] non cariche dello Stato e gli Ordini ve ne sono che due o tre, povere cavallereschi. e fallite...Il dacio di Lire 2 per 20 pesi già rovinò quest’arte...ed ora un dacio di Lire 2 per peso non lo distruggerà?...Per un cavallo [si intende una soma di cavallo] di ferro grezzo sol gazzette 4 per estrarlo a Milano e in altri stati... che cosa altro è questa se non necessitar li maestri a lavorare il ferro giù [fuori] del Stato?...e così si lavora in ogni altro luogo e non in Brescia, con le maestranze nostre...”. Tenendo presente che l’esercito veneto abolì quasi totalmente le armature nel 1650 e che già agli albori del Settecento il “Cavaliere”, inteso come persona nobile ed aristocratica, smise l’armatura preferendo vestire con eleganza, si capisce come la spada divenne un semplice ornamento,

della Valle Trompia e della Valle Sabbia, non era esente da dazi; inoltre essi non potevano procurarsi il ferro necessario se non attraverso “fondeghi” (specie di depositi od ammassi), istituiti con il con- Coltello bresciano detto tributo finanziario dello Stato e controllati “Misericordia”. Maestro coltellaro direttamente dai Rettori. Infine era, di re- bresciano del XVI secolo gola, vietata la vendita delle armi complete all’estero, senza speciale licenza, rilasciata caso per caso. 26 ARMAROLI

1434 Scalabrino de Mediolanus, Bortolus da Leucho. 1442 Antonio de Mediolano, Antonio de Pergamo, Bartoluttus Leucho, Ambrosius de Osma, Cominus de Castiono, Scalabrinus de Mediolano. 1459 Magister Jacopo e fratelli de Mediolano, Bentolottus de Lucho, Magister Ambrosius de Hosimo. 1462 Pietro da Brescia (maestro di “selle e barde” con bottega “alla Pallata”). 1469 Joannes e fratelli de Vicomercato, Enrico de Mediolano e fratelli, Petro de Castello. 1475 Magister Giacomo de Mediolano, Magister Masino de Vicomercato, Magister Jacopo Ursus, Ambrosino da Mediolano, Petrus de Castello. 1479 Rigo da Brescia, Magister Masino. 1483 Magister Henricus, Magister Michelotto (fabbricante di corazze e brigantine). 1486 Gianus de Vicomercato, Jacobinus da Seregno, Antonio Joannes de Luiano, Masino de Vicomercato, Jo. Antonio de la Fybis, Lanettus e fratelli, Magister Jacobo de Orzonis, Magister Petrus de Castelletto, Joannis de Lurano, Magister Michele Provezzi con bottega “alla Mercanzia”. 1491 Michelotti “delle corazzine”. 1498 Joannes detto Giacomus de Vicomercato, Jacopo de Orsonibus, Jo. Antonio Belene, Zanetto, Jacobus e Bertramio Ferraris, Antonius da Contono, Bartolomeo de la Eclesia, Silvester de Prandini de Verona, Martini de Desenzano, Petrus de Garboldis de Mediolano, Peter Jacomus q. Petri de Castello, Bortolino q. Ambrosi de Mediolano, Johannis q. Petro da Castello, Nicolò de Alzano, Lucretia Uxor q. Magister Paoli de Brancardis, Laurentinus de Mediolano. 1503 Nicolao de Azzano. 1504 Agostino di Ossi. 1515 Vincenzo della Rocca. 1517 Johannes Antonio da Linate e Bernardinus eius nepos, Zanettus, Franciscus, Hieronimus, Lodovicus eius nepos, Johanne Andrea Provegys, Vincentius de la Rocha, Francesco de Castello q. Magister Pietro, Heredes Antony q. maestro Petri de Castello, Joannes de Castello, Petrus Jacobo de Castello, Bernardino da Mediolano, Jo. Jacobus, Petrus, David et Marcus fratres Germani. 1525 Magister Antonio con bottega “in corso degli Orefici”, Pietro Giacomo da Castello. 1527 Pietro Giacomo da Castello con bottega “alla Pallata”, Magister Antonio, Serafino da Brescia. 1528 Luigi q. Bartolomeo de Finis. 1529 Magister Antonio (produttore di celate e soprapetti). 1534 Franceschino q. Jacopi de Fere, Ludovico de Forte ed eius nepote, Alberto Annigoni q. Albinus, Vincenzo q. Cressinis de Pazettis, Jacopo da Sermione, Antonio Riadelli, Antonio q. Anzolini de Moris de Asola, Batista de Arigoni, Michael q. Venturini de Cavagnolis de Saiano, Ludovicus q. Filippini de Orsonibus, Joanne Petrus Brema dictus “Della Mella”, Gualtierius de Gualtys, Johannes q. Dinci Persavallis da Palazzolo, Maffeus de Lorenzonibus, Peter Joanne Gnocchus, Jorgis de Usma Magiarolus, Mapheus de Carinzonibus, Augustinus Bartholomeo da Concesio. 1537 Antonio de Serafino. 27 1548 Baptista de Busseleriis, Giovanni Battista Muziano (produttore di armature, scudi e elmi), Stefano, Ventura et Ambrosio Cavagnola, Valentino Amigoni, Battista et Baldassare de Linari, Dionisius de Cataldi de Mediolano, Marcus Antoni de Movettis, Cristoforo de Jacomini, Laurenti de Celino Garzettis, Hieronymus d’Ussio, Jo. Petrus de la Turre, Ludovicus de Ferraris, Nicolaus de Odornis, Orlandus Fasole, Bartolomeo de Brioni. 1551 Ambrosius de Cavagnolibus. 1553 Giovanni Antonio de Bombarderijs. 1554 Magister Battista, Filippo Orsoni. 1565 Magister Zovanni et Mastro Paolo, Magister Zampatti da Ghedi. 1568 Paulus q. Fustini de Scapytis, Battista de Guareschi, Gaspare q. Pailo de Aristotele, Battista q. Francescus de Casettis de Gavardo, Francescus de Medis, Dominicus et Francescus Ferracinis, Vincentus de Parenti, Jo. Paulo de Leonibus, Herede de Jo. Antonio Linari, Vincentius de Boneris, Jacopo de Quarantis, Faustini de Cedris, Vulcanus et Paulus de Poltrangis, Gabriel q. Tome de Ronettis de Boetis, Ludovicus de Picetis, Jo. Petrus et Tomas Francescus de Droilia, Julius Pazetti, Venturino de Feralis, Augustino de Falnettis, Marcus Cayni. 1569 Andrea Baruzzi. 1576 Gasparo della Rocca. 1588 Vincentius Beatus, Gregorius q. Bartholomeus de Prandis, Georgius q. Martini de Foris. 1585 Lucio Piccinino. 1593 Orazio da Calino. 1606 Gregorius q. Bartolomeus de Parandis, Vincentius Beautus, Joanne Baptista de Zampattis de Ghedi q. Petri, Vincentius Baptista de Vescio, Johanne Petrus q. Bartolini Portasis, Herede Bertocchus, Baptista q. Ludovici Peccettis. 1641 Nicola Garbagnani q. Giovanni Battista, Pietro Conturello q. Giacomo, Joanne Baptista q. Annibale q. Jo. Batta Cislago, Martino da Fora, Pietro Vincenti q. Faustino, Andrea Fasolo (lavorante di puntali di spada), Antonio di Creuli q. Gioseppo. 1661 Nicolò q. Gio. Batta Garbagnani, Annibale e Francesco q. Giovanni Battista Cislacchi. 1662 Nicolò Garbagnani, Pietro Donati q. Tiziano, Domenico Fontana q. Gianmaria. 1672 Lorenzo e Pietro Saiano. 1668 Francesco Garbagnani, Bortolo Garbagnani. 1680 Lorenzo Saiano. 1687 Giovanni Battista q. Nicolò Garbagnani. 1694 Serafino da Brescia (produttore di armature “di lusso”). 1723 Donato Carlo Donati q. Pietro Cattaneo q. Sebastiano.

28 Pagina dell’Estimo cittadino del 1486 dove risultano i nomi di Jacobinus da Seregno armarolo e Gianus de Vicomercato armarolo

29 Pagina dell’Estimo cittadino del 1661 dove risulta il nome di Niccolò q. G.B. Garbagnani “armarolo”

30 SPADARI 1430 Antonio de Vapexio, Johannes de Domodossola. 1434 Magister Johannes de Domodossola. 1459 Johannes Isacchini da Caravaggio. 1469 Johannes Isacchini da Caravaggio, Dionisius de Meta, Eredi di Antonio Rosini, Antonio de Chumis, Cristoforo de Grumello, Mafeus q. Jacomi Bigomi, Glesentinus de Vidalis de Valle Adrana, Cipriano q. Adami, Tomasino de Cazzago, Albertino Valemigini, Aidinus Borgognini, Paganino de Gandelia, Francisco de Rainerus, Cristoforo Barnaba, Thomas de Rainerus, Jacobus Resana, Joan Mario de Cavallo, Georgius de Cavallo, Joanni Francesco de Cavallo, Joannes de Lambertus, Cristoforus de Lande, Bartolomeo Rosis, Francisco de Petri Ormadinis, Francisco de Bordigati, Bartolomeo de Valguglio dictus “de Rordo”, Heredes q. Jacopo Bergognini, Joannes de la Toppe di Lande, Comino de Codignano, Heredes de Joannes de Albino, Jacopo de Offlaga, Laurende de San Pellegrino, Joannes Composte, Donadius de Cerete, Gasperino de Desamadris, Erede de Leonis d’Ambenere, Jacopus de S. Eufemia, Cristoforo de Chazyz, Tonino e Fratres q. Luchini, Johannes Franciscus q. Jacopo Rampini de Calvisano, Johannes Petro da Zone, Filippo de Chunus, Simon de Chanacys. 1475 Magister Dionisius, Jacopo da Seregno, Bonus de Mascans Massarius, Magister Luchinus q. Sirentius, Jacopo Marenzon. 1486 Bernardino de Grassis, Joannes Francisco de Luchini, Antonio de Mosenzanbus. 1498 Jacobus da Seregno, Franciscus Luchini Glisentini, Bernardino de Grassis de Mediolano, Magister Spicianus, Martino de Forestis, Jacobus de Lande q. Cristoforus, Jacopus de Mosenzanbus., Antoni de Granatis. 1517 Joannes Aquilini, Jacobus q. Manzonibus, Valerio de Marini de Azzano, Johannes da Inzino, Paulus de Mediolanum, Simon q. Magister Spaciani, Cristoforo q. Magister Spaciani, Jacobus, Petrus, David, Marcus fratres et Germani de Odasis, Johanni Baptista q. Matei Marenzonibus, Battista de Marenzonibus, Jo. Petrus eius nepos, Michael de Castrezzago, Bernardino de Virtis, Battista q. Paolo Montani, Bernardinus de Virlis. 1528 Luigi di Bartolomeo de Finis. 1529 Bartolomeo de Deratis de Travagliato, Alessandro et Antonio Lantanis. 1534 Magister Johannes de Aquilini, Domenico q. Antonio de Pazzys, Jacobo q. Petri de Episcopo de Caravagio, Paolo de Pelagrossis, Heredes q. Magister Petrus de Zacalis, Augustinus q. Jovitta de Pezinellis, Speziani e fratres q. Magister Petrus Benedictus q. Ludovici de Bressanis, Battista de Mericis, Speciace e Siminis, Jo. Franciscus q. Antonio de Deratis, Bernardino q. Francesco Folchini, Benedictus q. Battista de Benedictis, Gabriel de Bubulcis, Melchiori q. Bonardi de Forestis, Matteo de Savinis, Augustinus da Concesio, Bartolomeo q. Antonio de Deratis de Travagliato, Benedictus figlius Francescus de Vegnis de Travagliato, Maichael de Castrezzago, Battista de Imericis, Cipriano e fratres q. Ludovico Locatelli, Lucrezia ux. q. Jo Petri, Francescus de Bonis, Costantino de Lucrezia, Eredi q. Pacifici, Magister Joanne Aquilini, Jo. Petrus de Massaryos, Melchiorre de Forestis. 1537 Antonio de Serafino. 1548 Jo. Antonio de Vignis, Antonio de Moretti, Julius de Arici, Benedictus q. Ludovicus de Brixiani, Jacobus q. Petri de Vescovi de Caravagio, Antonio Francesco Ganessius, Bernardino de Tiraboschi, Cristoforo e Jacopo Speziani, Benedictus Franciscus de Vecchys de Travagliato, Filippo Faniapolis, Andrea de Moreschi, Margherita uxor magister Domenico, Bartolomeo de Cozano, Jacopo de Seregno, Jacopo de Pelagrossis. 31 1554 Magister Battista da Brescia. 1568 Tomaso de Locatelli, Michael Maginus, Johannes de Comisanis, Orpheus Zinibonis, Antonio de Vivianis de Gabiano, Battista filius emancipatus de Jacopo de Bernone, Paulus q. Costante de Aurarie, Augustinus de Zolis, Innocentius de Balinis, Antonio et Francesco de Gislettis. 1588 Filippo de Fainadis, Egidius q. Antoni Maria, Jeronimus et Rocco de Venturellis, Andrea Lantana, Giorgius de Zaniboni, Joseph de Bertoletti, Jo. Maria q. Dominici de Laurenti, Jo. Jacopo de Casinis de Calvazesius, Michael Maghionus, Battista de Scandellis, Vincentius de Gregori, Jo. Andrea de Fini, Jacobus de Ritis, Antonio de Motellis, Aurelius de Giroldi, Bartolomei de Bircis. 1590 Egidius q. Angelo, Magister de Ducchi, Filippo de Fainardis, Gratiolus Ozarris, Michael Maghines, Andrea Jacobi Lantana, Antonio de Mosotillis, Jacobi et Francescus de Riccys, Giorgio et Orfeo Zaniboni, Joseph de Bertoletti, Bartolomeo de Restis, Battista Augustinelli. 1595 Federico Piccinino. 1606 Filippus de Fainardis et filio, Orpheus Zanibonus q. Domenico, Antonius Gislettis q. Jacopus, Andrea q. Jacopus Lantana, Rocchus Venturelli, Giorgius q. Felicis Zanibonis. 1624 Magister Antonio da Brescia. 1641 Bernardino Balestro q. Lorenzo da Calcinate, Pietro Balduino q. Comino, Michele Carrara filio di Matteo, Alessandro Cavallo q. Paolo Veronese, Paolo Betturino q. Giorgio, Ludovico Negrino q. Francesco q. Filippo, Francesco Rossi q. Jo. Batta, Lorenzo Moreno q. Andrea q. Lorenzo, Francesco Silvestro q. Alessandro Coltrano, Giovanni Antonio Brambilla q. Alberto q. Antonio, Pietro q. Gottardo q. Pietro Ferrari, Francesco Festaro q. Jo. Pietro, Antonio q. Alessandro Castrano, Jo. Giacomo Barco q. Giovanni Battista, Gioseppo Azzino q. Gerolamo, Francesco, Carlo, Vincenzo, Giacinto fratelli q. Giorgio Francisco, Pietro Botti q. Lorenzo, Andrea Carraro di Matteo, Alessio Ferrari q. Santo, Jo. Antonio Bacchetto q. Francesco, Andrea Fasolo q. Ludovico, Francesco Banzolo q. Jo. Batta, Simone Zaccalato, Jo. Batta Lucchi q. Luca Geronimo, Faustino Buzzone, Francesco Vinimazza, Giovanni Riviera, Lorenzo Moreno, Giovanni Pini, Angelo Seramono. 1661 Michael Carrara q. Matteo, Raffaele q. Nicolò Ferrazzi da Cremona, Faustino Bozzone q. Giacinto, Francesco q. Giovanni Pietro Festari, Gerolamo, Francesco, Gio Batta q. Giuseppe Assi, Gio. Batta q. Battista Gioseffo q. Francesco Brambilla, Gio. Batta Moro, Giovanni e Vincenzo q. Francesco, Vincenzo q. Giuseppe Trotta, Bernardo q. Antonio Piatti, Pietro Baldino q. Comino, Carlo Silini q. Alberto, Giovanni Colosio q. Francesco q. Domenico, Michele Silini q. Pietro, Gio. Batta q. Marco Sottino, Lelia q. Bernardino, Ventura Cugnotti, Pietro Marchesino, Bernardo Piatti, Gerolamo Cagnola Farone. 1680 Andrea Caltrano. 1687 Pietro q. Francesco Marchesini, Francesco Sbardolino q. Faustino, Gio. Batta q. Gio. Batta Pelizzari. 1723 Annunziata vedova q. Tommaso Tomasetti e figli, Angelo Moro q. Johannes Battista.

32 3 -Pagina dell’Estimo cittadino del 1517 dove risulta il nome di Joannes Aquilini spadarius

33 Pagina dell’Estimo cittadino del 1588 dove risulta il nome di Andrea Lantana spadarius

34 Pagina dell’Estimo cittadino del 1723 dove risulta il nome di Angelo Moro spadaro

35 CORTELLARI

1430 Bonfatus de Bovagno, Francisco Bozoni de Valotta, Dionisio de Soldo, Baltramus de Cereda, Benvenuto da Rudiano. 1434 Antonio da Ponsechis, Dionisius de Filabelli de Soldo, Bertranus de Cepete, Benvenutus da Rudiano, Bonfatus de Bovagno, Scalabrinus de Mediolano. 1442 Dionisio de Soldo. 1486 Franciscus Tomasini, Alessius et Dionisius de Soldo, Filaster q. Simoni, Lazzarus da Celino. 1498 Antonio Mariani bergamasco, Jacobus Vescosis de Caravagio, Jo. Jacobus de Borsani, Magister Vincentius, Antonio de Contono, Franciscus q. Simonis, Bernardo de Patusis, Johannes et Simone de Marino, Magister Franciscus q. Petrus, Vincentius et Francescus dictus “Ricius” de Tomasis de Osuta. 1517 Johannes de Montirolo, Calimero e Tomaso fratelli de Manzarda. 1529 Thomeus de Magno, Antonio Francesco Ricetis, Eredi di Cristoforo Cinquatis. 1534 Caterina, Margherita figlie di Cristoforo de Cinquatis, Matteus de Claramontis, Antonio de Ballinis, Petrus de Valli Calepi, Eredi Biandrinelli, Jacopo de Calepio. 1548 Marcus de Bombarderys, Marius de Noboli. 1568 Caterina uxor Tome de Monzaedinis, Santino de Marinonibus, Johannes de Camisanis, Santino q. Berthus de Cotelli de Irma, Martha uxor Bertoldo del Duiu. 1588 Jacobus Gidotti, Jacobus Marcoleni Facchetti, Stefano Beluoys, Caroli Moreschi, Johannes de Blasis, Paulus de Tomas de Borsis, Johannes Baptista de Marci de Bombardieris. 1590 Paulo de Rossi, Marcolinus de Fanchettis. 1595 Giacomo Bonetti. 1641 Agostino Ondeno q. Bartolomeo bergamasco, Francesco Vinimazzano q. Horazio, Giovanni Riviera q. Rinaldo, Marco Chiocchino q. Scipione q. Jo. Marco, Bernardo Bonera q. Francesco, Michele bressano (molatore di coltelli), Alessandro Cavallo q. Paolo veronese. 1661 Bastian Lotta filio di Antonio, Bernardino Bonera q. Andrea, Paolo Faino q. Giulio, Francesco Vinimazza q. Orazio, Antonio q. Agostino Ondei, Johannes Riviera q. Rinaldo, Mario Chiocchino q. Scipione. 1687 Giovanni Battista Cassamali q. Antonio, Marco Faino q. Paolo, Carlo Felice Vernesco q. Francesco. 1723 Francesco Orici q. Giovanni, Stefano Cremarotti q. Giovanni, Giovan Battista Bonera q. Andrea, Stefano Cremarotti q. Giovanni, Francesco Vinimazza q. Horatio.

36 Pagina dell’Estimo cittadino del 1434 dove risulta il nome di Bonfatus de Bovagno “cortellarius”

37 Pagina dell’Estimo cittadino del 1590 dove risulta il nome di Marcolinus de Fanchettis cortellarius 38 Pagina dell’Estimo cittadino del 1723 dove risulta il nome di Francesco Vinimazza cortellaro

39 Leonardo Cozzando, Libraria bresciana, Brescia, Rizzardi, 1694 Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Di Rosa 28 Esempio di disposizione delle note manoscritte: a p. 54 nota di Paolo Gagliardi, nel foglio a destra note di Baldassarre Zamboni

La riproduzione digitale completa del volume è liberamente consultabile in formato PDF sul sito www.misinta.it nel sottomenu MiBol (Misinta Biblioteca on line)

40 Paolo Gagliardi, Baldassarre Zamboni, Luigi Arici intorno a Leonardo Cozzando

Angelo Brumana Bibliofilo, Ateneo di Brescia

Abstract The Biblioteca Civica Queriniana at Brescia keeps a copy of the Libraria bresciana by Leonardo Cozzando (1694) enriched with handwritten notes by Paolo Gagliardi, Baldassarre Zamboni and Luigi Arici. The publication of the wide complex of notes, as well as the identification of all the published and unpublished works and editions quoted by the three scholars, allows us to know the method by which, at different times during the eighteenth century, Brescian scho- larship attempted to recover its literary history and background. A full PDF copy of the codex is available on the website www.misinta.it, extension MiBol (Misinta Biblioteca on line).

ra i manoscritti della colle- T zione Di Rosa1 conservati 1. Il nobile Clemente Di Rosa (1767-1850) oltre ad essere ricordato come il padre di Paolina, fondatrice della congregazione delle Ancelle della Carità divenuta poi santa Maria Crocifissa Di Rosa, è da considerarsi come uno degli esponenti più significativi della vita politica ed economica a Brescia nell’età della Restau- razione. Su di lui si vedano S. Onger, La città dolente. Povertà e assistenza a Brescia durante la Restaurazione, Mila- no, FrancoAngeli, 19962, ad indicem; M. Taccolini, Mutamenti economico-sociali e iniziative assistenziali nel Bresciano tra XVIII e XIX secolo: la personalità e l’opera di Clemente Di Rosa, in Povertà e innova- zioni istituzionali in Italia. Dal Medioevo ed oggi, a cura di V. Zamagni, Bologna, Il Mulino, 2000, pp. 469-485; Taccolini, Da Clemente a Paola Di Rosa: mutamenti economico-sociali e iniziative assistenziali a Brescia tra XVIII e XIX secolo, in Cultura, religione e trasformazione sociale. Milano e la Lombardia dalle riforme all’unità, a cura di M. Bona Castellotti, E. Bressan, C. Fornasieri, P. Vismara, Milano, Franco- Angeli, 2001, pp. 409-428; Onger, Verso la modernità. I bresciani e le esposizioni industriali. 1800-1915, Milano, FrancoAn- geli, 2010, pp. 67, 142 n. 155, 157; Onger, Una provincia operosa. Aspetti dell’eco- nomia bresciana tra XVIII e XX secolo, Milano, FrancoAngeli, 2011, pp. 75-82. La collezione di manoscritti da lui raccolta confluì nel patrimonio della Biblioteca Civica Queriniana per dono del proprie- tario nel 1889 (Onger, I fondi manoscritti e bibliografici, in Biblioteca Queriniana Brescia, a cura di A. Pirola, Firenze, Nardini Editore, 2000, p. 70) e il fondo fu Figura 1. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Di Rosa 28. Frontespizio catalogato da A. Valentini, I manoscritti 41 presso la Biblioteca Civica Que- e Luigi Arici. gestioni, pur molto apprezzate e riniana di Brescia il numero 28 Il canonico Paolo Gagliar- onorevoli, dirette a protagonisti si distingue come una curiosa di (15 agosto 1675-15 agosto di altissimo profilo. Primo fra anomalia: non si tratta, infatti, 1742)3 fra gli studi agiografici, tutti Angelo Maria Querini, di un manoscritto vero e pro- patristici e linguistici ebbe vescovo di Brescia dal 1727, che prio, bensì di un esemplare del- modo di dar luogo, seppur con tenne con l’erudito canonico la Libraria bresciana composta applicazione non costante, ad bresciano un dialogo costante, dal servita Leonardo Cozzando, una curiosità erudita per la sto- dal quale non solo maturò nel stampata in seconda edizione ria letteraria bresciana, che non 1738 la ristampa del Gauden- dal Rizzardi nel 1694 (Figura riuscì mai a prendere forma in zio 17204 riveduta, corretta e 1), legata con una copia della un’opera organica, ma si man- ampliata,5 ma prese vita anche Vita di Gio. Francesco Quin- tenne nel rango servile di sug- il formidabile Specimen variae zano Stoa scritta dallo stesso literaturae.6 3. Manca una biografia moderna del Cozzando e stampata del pari Gagliardi; ci si deve pertanto rifare al pro- a Brescia presso il Rizzardi nel filo biografico adespoto, ma certamente 4. Sancti Gaudentii Brixiae episcopi ser- 2 composto da Giammaria Mazzuchelli, dal mones qui exstant, nunc primum ad fidem 1694. Se la seconda parte del titolo Notizie intorno alla vita e agli scritti manuscriptorum codicum recogniti, et dittico è immacolata e del tutto del canonico Paolo Gagliardi bresciano, emendati. Accesserunt Ramperti, et Adel- priva di segni di letture, non al- ospitato da Angelo Calogerà nella sua manni venerabilium Brixiae episcoporum Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici, opuscula. Recensuit, ac notis illustravit trettanto si può dire della Libra- XXVII, Venezia, Simone Occhi, 1742, pp. Paulus Galeardus, canonicus Brixianus, ria bresciana, che, al contrario, I-XV, ripubblicata da Giambattista Chiara- Patavii, Excudebat Iosephus Cominus, monti nelle Operette e lettere del canonico 1720. reca cicatrici plurime, onorevoli Paolo Gagliardi bresciano accademico della 5 Veterum Brixiae episcoporum sancti e vistose di un diuturno lavoro Crusca, In Brescia, Presso Giammaria Riz- Philastrii et sancti Gaudentii opera nec non di correzione e integrazione, zardi, 1757, pp. XXII-XXX. Nel comporre beati Ramperti et venerabilis Adelmanni il profilo biobibliografico del Gagliardi il opuscula nunc primum in unum collecta, compresso negli stretti margini Mazzuchelli aveva tenuto presente l’auto- ad veteres manuscriptos codices collata, no- o disteso su foglietti intercalati biografia che lo stesso Gagliardi gli aveva tis, aliisque additionibus illustrata et aucta. inviato e che ora si conserva nel codice alle pagine stampate da tre let- Prodeunt iussu eminentissimi ac reveren- Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica dissimi domini domini Angeli Mariae tituli tori di notevole qualità: Paolo Vaticana, Vaticano latino 9281, num. IX, Sancti Marci cardinalis Quirini Brixiae per il quale si veda E. Narducci, Intorno Gagliardi, Baldassarre Zamboni episcopi et apostolicae sedis bibliothecarii, alla vita del conte Giammaria Mazzuchelli Brixiae, Ex typographia Ioannis Mariae ed alla collezione de’ suoi manoscritti ora Rizzardi, 1738. della collezione Di Rosa. Catalogo, Brescia, posseduta dalla Biblioteca Vaticana, Roma, Apollonio, 1890. Tipografia delle Scienze Matematiche 6. [Angelo Maria Querini], Specimen e Fisiche, 1867 (Estratto dal «Giornale variae literaturae quae in urbe Brixia eiu- 2. Leonardo Cozzando, Libraria bre- Arcadico», Tomo CXCVII, LII della nuo- sque ditione paulo post typographiae incu- sciana prima, e seconda parte novamente va serie), p. 34. Un robusto contributo nabula florebat scilicet vergente ad finem aperta, In Brescia, Per Gio. Maria Rizzar- biografico sul Gagliardi fu composto da saeculo XV usque ad medietatem saeculi di, 1694, su cui si veda Le edizioni brescia- Germano Iacopo Gussago, ma lo possia- XVI, Brixiae, Excudebat Ioannes-Maria ne del Seicento. Catalogo cronologico delle mo leggere soltanto nella redazione mano- Rizzardi, 1739. Per il ruolo avuto dal Ga- opere stampate a Brescia e a Salò, a cura di scritta tuttora inedita, compresa nel secon- gliardi nella maturazione di quest’opera si U. Spini. Introduzione e indici di E. San- do volume della sua Biblioteca bresciana. veda B. Martinelli, Il «De Brixiana lite- dal, Milano, Editrice Bibliografica, 1988, Notizie della vita e delle opere degli scrittori ratura» di Angelo Maria Querini, in Cul- num. 888 (d’ora in avanti all’occorrenza e letterati bresciani, Brescia, Biblioteca Ci- tura, religione e politica nell’età di Angelo citato come Spini, seguito dal numero di vica Queriniana, K V 2, ff. non numerati. Maria Querini. Atti del convegno di studi catalogo); Leonardo Cozzando, Vita di Fra i numerosi contributi parziali moderni promosso dal Comune di Brescia in colla- Gio. Francesco Quinzano Stoa poeta laure- che lo riguardano segnalo solamente L. borazione con la Fondazione Giorgio Cini ato in Milano dalla maestà christianissima Frascio, Girolamo Tartarotti e i letterati di Venezia. Venezia, Brescia, 2-5 dicembre di Lodovico XII re di Francia. Al molto bresciani, in Convegno Girolamo Tartarotti 1980, Brescia, Morcelliana, 1982, pp. 443- illustre, et eccellentissimo signor Giovanni (1706-1761). Un intellettuale roveretano 445. Sui rapporti fra Gagliardi, Querini Gandino, In Brescia, Per Giovan Maria nella cultura europea del Settecento. Ro- e Mazzuchelli rinvio a E. Ferraglio, Rizzardi, 1694 (Spini, 890). Sul Cozzando vereto, 12-13-14 ottobre 1995, «Atti della Libri, biblioteche e raro sapere. Carteggio si vedano F. Petrucci, voce Cozzando, Accademia Roveretana degli Agiati», 246, tra Angelo Maria Querini e Girolamo Tar- Leonardo, in Dizionario biografico degli s. VII, VI/A (1996), passim; L. Spera, voce tarotti, 1745-1755, Verona, Della Scala, Italiani, 30, Roma, Istituto dell’Enciclope- Gagliardi, Paolo, in Dizionario biografico 2004 (Libraria et bibliographica, 4), ad dia Italiana, 1984, pp. 551-552, e A. Ser- degli Italiani, 51 (1998), pp. 310-312 e indicem e alle risolutive pagine dello stesso rai, Storia della bibliografia, III, Vicende L.A. Muratori, Carteggi con Gabriello Martinelli, Querini e Mazzuchelli. La ed ammaestramenti della Historia literaria, da San Fulgenzio ... Gentili, a cura di E. scena della cultura bresciana intorno alla a cura di M. Cochetti, Roma, Bulzoni, Ferraglio, Firenze, L.S. Olschki, 2012 prima metà del Settecento, in Un erudito 1991, pp. 149-150, che offre una valutazio- (Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. bresciano del Settecento: Giammaria Maz- ne positiva del lavoro svolto dal Cozzando. Muratori, 19), pp. 19-49. zuchelli. Atti del Convegno di studi, Bre- 42 L’amicizia erudita più confi- che lo Zeno il 18 gennaio 1738 era giunta ad Apostolo Zeno, dente fu, tuttavia, quella che il replicò: «Non le avrei dato il che così se ne congratulava con Gagliardi mantenne con Giam- consiglio di prendere a scrivere il Mazzuchelli in una lettera da maria Mazzuchelli, il quale già le Vite de’ letterati Bresciani, se Venezia del 27 ottobre 1742: nel 1737, pubblicando le No- prima avessi penetrato essere «Tra i manoscritti Gagliardi mi tizie su Archimede, propalava così degno argomento sotto la figuro che ne saranno di ottimi, i suoi debiti verso l’anziano penna di esso signor canonico; essendo stati que’ due fratelli canonico «ornamento della no- il che poi raccolsi tanto dalla [scil. Giulio Antonio e Paolo] stra Città, al quale son debitore lettera, quanto dall’Archimede di così buon gusto. L’acquisto di molti lumi somministratimi di lei; della qual cosa ho molta pertanto che ne sarà fatto da lei, nello scrivere queste Notizie di contentezza, sicuro che il pub- darà un bell’ornamento alla sua Archimede, e delle cui lodi, non blico sarà per avere in questo libreria».11 Dunque in mano essendo il presente luogo, me- genere una Storia Letteraria del Mazzuchelli arrivò un co- glio è tacerne, che poco dirne».7 e perfetta, e che accrescerà di spicuo fascicolo di appunti e di Il giovane Mazzuchelli aveva molto la riputazione del per al- minute, in gran parte autografi inviato in omaggio ad Apostolo tro chiarissimo amico nostro».9 del Gagliardi, che lo stesso rac- Zeno una copia dell’Archimede, Il ruolo ispiratore del Gagliardi coglitore aveva riunito con un al qual dono lo Zeno rispose nella “conversione” da parte frontespizio composto a carat- con la lettera da Venezia del 21 del Mazzuchelli alla biografia teri di stampa: Notizie d’alcuni dicembre 1737, piena di ammi- erudita non fu taciuto neppure letterati bresciani raccolte e pub- razione per la prova del giovane da Giovanni Battista Rodella blicate insieme coi loro ritratti bresciano, nel quale l’esperto nella Vita dell’aristocratico bre- dal canonico Paolo Gagliardi. In anziano erudito fiutava bravura sciano: «La pratica e l’amicizia Brescia, Dalle Stampe di Jacopo sufficiente perché egli «rivolges- del canonico Paolo Gagliardi, Turlino, 1733, oggi facenti parte se la mente e la penna intorno cui sempre coltivò sin che visse, del codice Città del Vaticano, a’ suoi dotti Bresciani, de’ quali gl’istillarono ottimi sentimenti Biblioteca Apostolica Vaticana, parlano sì scarsamente, o niente per determinarsi a qualche par- Vaticano latino 9273.12 Incol- affatto ne dicono il Rossi, e ’l ticolare studio, nel quale potes- mabile era, tuttavia, la distanza Cozzando».8 Il Mazzuchelli do- se esercitare con piacere e altrui metodologica tra il generoso vette rispondere con una lettera profitto quel talento, che Iddio canonico, intento a raccogliere ora perduta, in cui è verosimile gli aveva conceduto. Raccoglie- notizie frammentarie, e il gio- avesse accennato al lavoro che va allora il canonico Gagliardi vane erudito solidissimo nel il Gagliardi stava compiendo le notizie degli uomini più il- metodo e nei mezzi, aggiornato sui letterati bresciani, tanto lustri in lettere della sua patria, nella competenza bibliografica, e ne teneva frequente discorso tanto che il Mazzuchelli non scia, Ateneo di Brescia, 22 maggio 2009, a con esso conte Mazzuchelli».10 ebbe mai bisogno di ricorrere cura di F. Danelon, con la collaborazione di C. Cappelletti, Travagliato-Brescia, Proprio al Mazzuchelli per- a queste Notizie nel confezio- Edizioni Torre d’Ercole, 2011 (Adunanza vennero, dopo la morte del nare le biografie dei personaggi erudita, 2), pp. 52, 54-60. Gagliardi e per espresso suo accolti ne Gli scrittori d’Italia 7. Giammaria Mazzuchelli, Notizie istoriche e critiche intorno alla vita, alle desiderio, tutti i materiali eru- e compresenti nelle carte Ga- invenzioni, ed agli scritti di Archimede diti che il canonico aveva accu- gliardi. Non ne parlò nella voce Siracusano, In Brescia, Presso Gian-Maria 13 Rizzardi, 1737, p. 112 n. 3. mulato nel corso degli anni sui Albertano, nella voce Bartolo- letterati bresciani. La notizia 8. Apostolo Zeno, Lettere, nelle quali si 11. Zeno, Lettere, VI, Venezia, Appresso contengono molte notizie appartenenti all’i- Francesco Sansone, 1785, p. 199. storia letteraria de’ suoi tempi, e si ragiona 9. Zeno, Lettere, V, p. 327. 12. Su questa raccolta del Gagliardi si veda di libri, d’iscrizioni, di medaglie, e d’ogni R. Antonioli, Notizie su letterati bresciani genere d’erudita antichità. Seconda edizio- 10. Nigrelio Accademico Agiato [Gio- nelle carte Mazzuchelli, in Un erudito bre- ne, in cui le lettere già stampate si emen- vanni Battista Rodella], Vita costumi sciano del Settecento, pp. 83-103. dano, e molte inedite se ne pubblicano, V, e scritti del conte Giammaria Mazzuchelli Venezia, Appresso Francesco Sansone, patrizio bresciano, In Brescia, Per Giamba- 13. Giammaria Mazzuchelli, Gli scrit- 1785, p. 324. tista Bossini, 1766, p. 13. tori d’Italia cioè notizie storiche, e critiche 43 meo Arnigio,14 nella voce dedi- alcuni illustri Scrittori Bresciani volto rispetto al Mazzuchelli, cata a Jacopo Bonfadio15 o nella egli aveva raccolte varie non e quindi più disinvolto nel voce dedicata a Giovanni Bri- dispregevoli memorie, le quali, giudizio sul valore effettivo di tannico.16 Questo non significa dopo la morte sua, sono passate questi materiali, si dimostrò che il Mazzuchelli non avesse in altre mani, e forse tra queste Baldassarre Zamboni, che non a cuore la custodia di questi ci saranno state anco quelle del si fece scrupolo di definire que- ricordi del suo vecchio amico nostro Teofilo».18 Decisa fu la ste Notizie «un ammassamento e ispiratore: lo possiamo capire risposta del Mazzuchelli: « Noi confuso di quelle digiune, scar- chiaramente da un accenno che prendiamo volentieri occasione se e tumultuarie notizie da esso leggiamo nella voce dedicata al da un tal passo di render noto raccolte passate in altra mano,20 monaco benedettino bresciano a chi legge, e a chi così scrisse, cioè del signor conte Giamma- Teofilo Bona. Nel 1750/1752 che delle Memorie raccolte dal ria Mazzuchelli per grazioso, l’abate Antonio Sambuca, l’uni- canonico Gagliardi intorno alli ma imperfetto dono del mede- co avversario particolarmente scrittori bresciani non è altri- simo canonico Gagliardi [...] polemico che il Mazzuchelli menti seguita la perdita, mentre che nulla hanno giovato a que- abbia incontrato nella sua mite queste, in esecuzione dell’ulti- sto nostro lavoro».21 e riservata esistenza,17 pub- ma volontà di esso canonico, L’interesse del Gagliardi per blicava una lettera di Paolo sono passate in nostre mani e la storia letteraria bresciana si Gagliardi ad Apostolo Zeno da noi sarebbero state date alla orientò anche alla correzione e in data di Brescia, 11 agosto luce se fossero compiute, o con all’integrazione della Libraria 1725, nella quale il Gagliardi qualche ordine distese: il che composta dal Cozzando, lavoro rammentava notizie sul Bona non lascia tuttavia che da noi che egli distese per molti anni già in precedenza trasmesse al non si servino fra le cose più sui margini delle pagine del co- corrispondente veneziano. Il care. Ma è altresì da sapersi dice Queriniano Di Rosa 2822 e Sambuca commentava: «Qual versar queste Memorie intor- in quattro fogli legati in coda al fine abbiano fatto queste Noti- no a soli XXIV de’ più illustri volume, sui quali egli appuntò zie, o dove giacciano sepolte, letterati bresciani, de’ quali il un elenco di Bresciani omessi non avendone trovato tra le Gagliardi pensava di pubblicar dal Cozzando. La fonte di gran cose del nostro Scrittore alcun le vite o sia le notizie insieme lunga più usata dal Gagliardi è indizio, noi indovinar non sa- coi ritratti loro, ma tra queste la Biblioteca volante di Giovan- premmo. Ben ci è noto che di non aveva certamente luogo il ni Cinelli Calvoli,23 di cui egli nostro Teofilo, di cui in niun fece in tempo a citare anche intorno alle vite, e agli scritti dei letterati luogo egli parla. Le dette notizie gli ultimi volumi continuati italiani, I, I, In Brescia, Presso a Giambati- sta Bossini, 1753, pp. 294-296. dunque intorno al nostro Te- da Dionigi Andrea Sancassa- 14. Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia, I, ofilo giacevano fra le scritture ni e dal carmelitano Mariano II, In Brescia, Presso a Giambatista Bossi- del Zeno, per cui poteva il chia- Ruele, vale a dire la Scanzia ni, 1753, pp. 1109-1112. rissimo annotatore far usare XXII, pubblicata a Rovereto 15. Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia, II, diligente ricerca, se fra le cose III, In Brescia, Presso a Giambatista Bossi- 20. Il corsivo è nel testo originale. ni, 1762, pp. 1602-1619. del Gagliardi le aveva indarno 21. Baldassarre Camillo Zamboni, 16. Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia, II, cercate, o sollecito era di rinve- 19 Vita di Veronica Gambara, in Veronica IV, In Brescia, Presso a Giambatista Bossi- nirle, o di saperne il destino». Gambara, Rime e lettere raccolte da Feli- ni, 1763, pp. 2106-2110. Meno amichevolmente coin- ce Rizzardi, In Brescia, Dalle Stampe di 17. L’antipatia fra i due si scatenò, come Giammaria Rizzardi, 1759, p. XXVI n. 1. è ben noto, in occasione della polemica 18. Antonio Sambuca, Memorie istorico- 22. Martinelli, Querini e Mazzuchelli, p. relativa alla patria di Jacopo Bonfadio, per critiche intorno all’antico stato de’ Ceno- 57 accenna rapidamente a questo mano- cui si veda C. Godi, Un equilibrio difficile: mani ed ai loro confini, In Brescia, Dalle scritto, pur senza citarne la segnatura. l’amicizia tra il Mazzucheli e il Querini, Stampe di Gian-Maria Rizzardi, 1750 «Aevum», 35 (1962), pp. 83-108; E. Fer- (1752), p. 376 n. 1. 23. Il Gagliardi compose e pubblicò an- raglio, Mazzuchelli, Sambuca e la patria che la Vita di Giovanni Cinelli tratta dalle del Bonfadio: diario di una controversia, 19. Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia, II, Scanzie della Biblioteca volante dello stesso in Un erudito bresciano del Settecento, pp. III, In Brescia, Presso a Giambatista Bossi- autore, In Rovereto, Presso Pierantonio 73-82. ni, 1762, p. 1527 n. 12. Berno Libraio, 1736. 44 nel 1736, citata per notizie su Gagliardi attinge notizie dagli 1563, collocato inter Varia opu- Flavio Alessio Ugoni, e la Scan- Incunabula typographiae di scula, tomo 5 e corrispondente zia XXIII nell’edizione romana Cornelis Beughem nell’edizione all’attuale Queriniano 5a G IV 1739, citata per notizie su Vin- 1688 per Francesco Cavalli e 18 m 4. A p. 126 il De expugna- cenzo Zini. Vi sono alcuni ri- Bartolomeo da Brescia e dalla tis purgatisque Alpibus di Giam- ferimenti alla Verona illustrata Biblioteca italiana di Nicola mario Mazzio nell’edizione di di Scipione Maffei, nell’edizione Francesco Haym (1728) per Il- Alessandria 1598, conservato 1732, per Fanusio Campano (p. luminato Aiguino e per i fratelli inter Varia opuscula, tomo 3, si 42), Pietro Buccio, Ognibene Bartolomeo e Pietro Rositini identifica con l’attuale Queri- Ferrari, Girolamo Donzellini, da Pralboino. Notizie su Gio- niano 5a H VI 3 m 16. Le Ora- Luigi Mondella e Giuseppe Val- vanni Olivieri sono tratte dal tiones duae di Bartolomeo Gar- dani. La Biblioteca dell’eloquen- commento di Giacomo Filippo zoni pubblicate nel 1600 che za italiana di Giusto Fontanini Tomasini alle Epistolae di Laura egli afferma di conservare inter è usata nell’edizione romana Cereta nell’edizione padovana Varia opuscula (mihi), tomo del 1736 per notizie su Giovan- del 1640. Dalla Historia eccle- 5 si identificano con l’attuale ni Battista Nazari (p. 115) e per siastica di Thomas Ittig nell’edi- Queriniano 5a G IV 18 m 2, Michelangelo Angelico; una zione lipsiense del 1709 si trae così come sotto la segnatura 5a sola volta si ricorre ai Commen- notizia su Serafino Piccinardi, G IV 18 m 2 si conserva la Ora- tari di Giovan Mario Crescim- mentre un riferimento al poeta tio coram serenissimo principe beni nell’edizione romana del Lorenzo Gambara si cava da Il Francisco Donato di Giovanni 1711 per notizie su Ottaviano Falconiere di Jacques-Auguste Agostino Lana, che il Gagliardi Maggio. I repertori biobiblio- de Thou tradotto e commen- dichiara di possedere inter Va- grafici di ordini religiosi sono tato da Gian Pietro Bergan- ria opuscula (mihi), tomo 5. Si rappresentati dalla Dissertatio tini, nell’edizione veneziana può affermare con certezza che historica de ducentis celeberri- del 1735. Qualche spigolatura al Gagliardi appartenesse anche mis augustinianis scriptoribus di bibliografica su Ambrogio la Relatione di Ottavio Ermanni Domenico Antonio Gandolfo Avogadro e su Colombano Bre- nell’edizione bresciana del 1617 nell’edizione romana del 1704 scianini è tratta dal commento citata a pag. 179, identificabile per notizie su Bartolomeo da di Giovanni Andrea Astezati al con l’esemplare ora Queriniano Palazzolo, mentre la Bibliotheca Commentariolum di Evangelista 5a H V 17 m 13. Egli cita anche Casinensis di Mariano Armelli- Manelmo, pubblicato a Brescia l’Itinerarium in esametri dell’u- ni, pubblicata in due volumi nel nel 1728. Una sola volta, in manista bresciano Bartolomeo 1731-1732, è usata per notizie merito all’umanista Bernardino Baiguera, che corrisponde su Benedetto Castelli (p. 54), Laurino, il Gagliardi ricorse all’attuale codice Queriniano A Luca Bernardo (p. 278), Flavio allo Specimen variae literaturae V 26, così come trae dalle sue Alessio Ugoni, Colombano del Querini. In più luoghi il Ga- Memorie notizia di una lettera Bressanini, Costantino Bellot- gliardi attinse notizie da volumi scritta da Giovanni Britannico. ti, Marco da Brescia, Michele appartenuti alla sua personale In relazione al benedettino Fla- da Brescia, Placido Falconio raccolta libraria e fortunata- vio Alessio Ugoni il Gagliardi da Asola e Domenico da Aso- mente di alcuni di essi è pos- annotò l’esistenza di sue opere la. Qualche lume si chiede sibile individuare l’esemplare presso la biblioteca del mona- anche al Giornale de’ letterati citato e posseduto dal canonico stero bresciano dei Santi Fausti- d’Italia, in particolare il tomo bresciano, oggi conservato fra no e Giovita, senza indicazioni 13 (1713) per Antonio Urceo il ricco patrimonio della Biblio- più precise che ci consentano Codro, tomo 19 per Giovan- teca Civica Queriniana di Bre- identificazioni più precise. ni Mattia Tiberino e tomo 38 scia. A p. 53 si cita l’opuscolo In un caso, scrivendo del (1727) per Anselino Bresciano. De voluptate cognitionis di Bar- medico gardesano Nobile So- Fra i repertori bibliografici il tolomeo Teanio nell’edizione cio, il Gagliardi si servì del Sag- 45 gio della biblioteca tirolese com- vento dello Zamboni sul testo Moderna e altrettanto vasta era posto da Giacopo Tartarotti, del Cozzando fu ben più ener- la sua preparazione bibliografi- pubblicato a Rovereto nel 1733. gico rispetto al pur generoso ca, che egli poté incrementare Il giovane erudito roveretano tentativo del Gagliardi, e ispi- sia durante lo sfortunato sog- (1708-1733)24 in realtà sottopo- rato da una solida competenza, giorno a Venezia nel 1765-1766 se al Gagliardi una ben più ric- della quale l’arciprete di Calvi- come bibliotecario del procu- ca selezione di notizie relative sano aveva dato innumerevoli ratore Tommaso Querini,28 sia, a letterati bresciani trascurati prove nella sua lunga carriera con fortuna ed esiti migliori, dal Cozzando, accompagnan- di studioso e di letterato. Vasta come ordinatore della bibliote- dola con una lettera in data di era la sua preparazione erudita, ca di casa Martinengo da Bar- Rovereto, 20 marzo 1735, che come si poté cominciare a ve- co.29 Ancora più profonda fu la in originale si conserva nello dere dalla dissertazione Sopra sua confidenza con i documenti stesso codice Di Rosa 28, dove un antico rituale manoscritto d’archivio, in modo particolare il Gagliardi la fece collocare ap- conservato presso la biblioteca con quelli conservati nell’ar- pena prima dell’appendice ma- capitolare di Brescia, recitata chivio del comune di Brescia, noscritta contenente la nota dei nell’adunanza Mazzuchelli il 24 di cui egli promosse una ri- Bresciani omessi dal Cozzando. maggio 1755,26 e dalla notevole cognizione particolarmente Con precisione meticolosa il Vita di Veronica Gambara.27 approfondita per comporre il Gagliardi indicò il riferimento capolavoro Memorie intorno a questa missiva in corrispon- po Gussago, Memorie intorno alla vita e alle pubbliche fabbriche più in- agli scritti di Baldassarre Zamboni arcipre- 30 denza di ciascuno degli autori te di Calvisano, In Brescia, Per Pietro Ve- signi della città di Brescia. Egli ivi ricordati. Per completezza scovi [In Brescia, Nella Stamperia Vescovi, non mancò tuttavia di mostrare 1798], per passare poi a Giambattista di informazione ho deciso di Guadagnini, Lettere a Giambattista Ro- la propria conoscenza degli ar- pubblicare in appendice al pre- della, a cura di O. Franzoni, G. Morelli, chivi conservati presso diversi L. Santini. Con le schede delle opere edi- sente studio questa lettera del te e inedite di G.B. Guadagnini, Brescia, comuni del bresciano, quali Tartarotti, accompagnata da Vannini, 1989 (Collana di storia camuna. due lettere del Gagliardi che Studi e testi, 1), ad indicem; A. Cotti, Ca- in Veronica Gambara, Rime e lettere, millo Baldassarre Zamboni ordinatore della rispettivamente la precedono e pp. XXV-LXXXV. L’impostazione di que- biblioteca Martinengo, in Viaggi di testi e sta biografia risulta innovativa rispetto al la seguono. di libri. Libri e lettori a Brescia tra Medioe- necessario e vicinissimo modello mazzu- vo e età moderna, a cura di V. Grohovaz, Dopo la morte del Gagliar- chelliano de Gli scrittori d’Italia, di cui lo Udine, Forum, 2001 (Libri e biblioteche, Zamboni supera lo schema rigidamente di il volume passò nelle mani 26), pp. 147-170; Cotti, I santi all’assedio. biobibliografico per privilegiare una mi- di Baldassarre (o Baldassarre Nascita e fortuna di una leggenda comu- nuziosa ricostruzione documentaria, non nale tra XV e XVIII secolo, in “El patron disgiunta da uno sforzo di contestualizza- Camillo) Zamboni, uno dei di tanta alta ventura”. Pietro Avogadro zione storica. tra Pandolfo Malatesta e la dedizione di massimi esponenti della cultura Brescia a Venezia. Atti della giornata di 28. A. Brumana, Baldassare Zamboni bi- erudita bresciana nella seconda studi. Brescia, Ateneo di Brescia, 3 giugno bliotecario mancato in casa Querini, «Mi- metà del XVIII secolo, nato il 6 2011, a cura di S. Signaroli, E. Valse- sinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 26 riati, Travagliato-Brescia, Edizioni Torre (dicembre 2005), pp. 9-28; 27 (dicembre luglio 1723 a Montichiari, mor- d’Ercole, 2013 (Adunanza erudita, 4), pp. 2006), pp. 43-56. to il 21 marzo 1797.25 L’inter- 121-143. Fondamentali per la conoscenza dello Zamboni sono le ricerche di Renato 29. Cotti, Camillo Baldassarre Zamboni Martinoni, ora riunite nel suo Il ristoro ordinatore della biblioteca Martinengo. Il 24. Su Giacopo (Jacopo, Giacopo Anto- della fatica. Erudizione e storia letteraria lavoro prodotto dallo Zamboni nel gover- nio) Tartarotti si veda da ultimo L. Rivali, nel Settecento, Venezia, Marsilio, 2014. no della raccolta Martinengo generò, oltre Bibliografia e identità nazionale: il caso ad una gran quantità di materiale mano- trentino nel XVIII secolo, Udine, Forum, 26. Baldassare Zamboni, Dissertazione scritto ben studiato dalla Cotti, soprattutto 2009 (Libri e Biblioteche, 24), che, dopo sopra di un antico rituale manoscritto che la stampa de La libreria di sua eccellenza il un esaustivo saggio dal titolo L’opera si conserva nell’insigne Archivio Capitolare nobil uomo il signor Leopardo Martinengo bibliografica di Jacopo Tartarotti (1708- della Cattedrale di Brescia recitata alli 24 patrizio veneziano, conte di Barco, condo- 1737) e l’identità del Trentino settecentesco, maggio 1755, in Dissertazioni istoriche, mino di Villanuova, feudatario di Pavone, offre una riproduzione anastatica del Sag- scientifiche, erudite recitate da diversi au- e signor di Clanesso, cogli uomini illustri gio della biblioteca tirolese. tori in Brescia nell’adunanza letteraria del della chiarissima famiglia Martinengo umi- signor conte Giammaria Mazzuchelli, II, In liata al medesimo cavaliere dalla spettabile 25. Impossibile, oltre che impensabile, ri- Brescia, Presso Giammaria Rizzardi, 1765, comunità di Calvisano, In Brescia, Presso unire qui sufficiente bibliografia sulla sua pp. 81-112. Pietro Vescovi, 1778. figura e sulle sue opere. Per la biografia occorre ancora riferirsi a Germano Iaco- 27. Zamboni, Vita di Veronica Gambara, 30. In Brescia, Per Pietro Vescovi, 1778. 46 Calvisano,31 Calcinato,32 Car- pressoché totale mancanza di famiglia Oriani trasse notizia penedolo33 e Gottolengo,34 oltre ricorso ai repertori bibliografici su Orazio Rabirio (pp. 38-39), che di importanti archivi pri- e alla letteratura erudita comu- citava dal documento che aveva vati, come quello della famiglia nemente in uso, privilegiando «sotto gli occhi» il privilegio di Gambara, largamente esplorato l’osservazione diretta degli laurea di Andrea Moretto (pp. per la biografia di Veronica. L’o- esemplari citati. In due casi, 35-36), e la data di battesimo di pera che meglio interpreta gli per Andrea Marone (pp. 35-36) Michelangelo Mariani fu letta interessi molteplici e le notevoli e per Niccolò Secco (pp. 176- nel registro dei battezzati presso conoscenze erudite dello Zam- 177) egli adoperò la Biblioteca l’archivio parrocchiale di Palaz- boni rimane comunque l’agile dell’eloquenza italiana di Giusto zolo (pp. 282-283). e didascalica Idea d’un tesoro Fontanini nell’edizione vene- Originale è anche la sua d’istorie e d’antichità bresciane ziana del 1737; degli Acta san- conoscenza di opere letterarie indirizzata al valoroso signore ctorum della stampa veneziana inedite, a cominciare dai Diari Francesco Piazzoni, che rimase 1740 egli si servì per la nota su di Giovanni Battista Bianchi, inedita fino al 1824, quando fu Mattia Bellintani (pp. 172-173), che egli ebbe modo di citare a messa alle stampe per cura di mentre usò una sola volta l’edi- proposito di Alberto Draghi Germano Iacopo Gussago.35 zione delle Lettere di Paolo Ga- (pp. 22-23), di Francesco Terzi Lo Zamboni decise di river- gliardi curata dal Chiaramonti Lana (pp. 88-89), di padre Fo- sare le sue giunte e correzioni nel 1763 per notizie su Barto- gari da Trenzano (pp. 92-93), alla Libraria del Cozzando non lomeo Baiguera (pp. 50-51). Il di Lodovico Baitelli (pp. 158- negli angusti margini delle sin- termine cronologico più avan- 159) e di Ottavio Rossi (pp. gole pagine, come aveva fatto zato per datare gli interventi 178-179). Per notizie su Silvan il Gagliardi, ma su numerosi dello Zamboni è il 1778, anno Cattaneo (pp. 194-195) egli fece foglietti bianchi, fatti legare in cui fu mandato a stampa il ricorso ai Fatti illustri di Otta- entro i fogli dell’originale: tanta poemetto De foro et laudibus vio Rossi, ridotti a perfezione era la mole delle note che vi Brixiae di Daniele Cereto, che da Agostino Luzzago. La biblio- sarebbero confluite. La novità lo Zamboni citò a pp. 70-71. teca Martinengo da Barco gli del metodo adottato dallo Zam- Esteso e originale è il contribu- permise di consultare l’inedita boni si percepisce subito dalla to che al lavoro dello Zamboni Historia di Brescia di Giovanni pervenne da documenti inediti, Battista Nazari (pp. 114-115), la 31. [Baldassarre Zamboni], Al prestan- soprattutto dalle Provvisioni celebre Historia del moto della tissimo senatore il n.h. Francesco Sagredo per la protezione che assume della comuni- del consiglio cittadino, che egli plebe composta da Lodovico tà di Calvisano. Ragionamento, [In Brescia, citò ripetutamente per Pietro Baitelli (pp. 158-159). Presso Presso Giammaria Rizzardi, 1767]. Lazzaroni, per Andrea Rabi- la biblioteca Mazzuchelli egli 32. [Baldassarre Zamboni], Ragiona- mento all’eccellentissimo senatore il n.h. rio (pp. 38-39), per Francesco consultò, dello stesso Baitelli, Francesco Sagredo per la protezione che Arrigoni (pp. 86-87), per Gia- l’opera sui Confini della città di assume del consorzio degli originari di como Malvezzi (pp. 102-103), Brescia (pp. 158-159) e un codi- Calcinato, In Brescia, Appresso Francesco Ragnoli, 1775. per Giovanni Britannico (pp. ce con i Rerum Maternensium 33. [Baldassarre Zamboni], A sua eccellen- 106-107) e per Gianfrancesco et privilegiorum fragmenta di za il n.u. signor conte Prospero Valmarana Quinziano Stoa (pp. 118-119). Bartolomeo Vitali (pp. 52-53). prestantissimo senatore eletto protettore dalla comunità di Carpenedolo, In Brescia, La voce relativa a Francesco Immancabili gli apporti forniti Presso Pietro Vescovi, 1781. Sanson (pp. 94-95) fu arricchita dalla biblioteca degli oratoriani 34. [Baldassarre Zamboni], A sua eccel- di una citazione tratta da un re- presso Santa Maria della Pace, lenza il n.h. signor Gianfrancesco Sagredo gistro della cancelleria comuna- in cui egli consultò una copia senatore chiarissimo eletto protettore della comunità di Gottolengo. Ragionamento, In le bresciana, mentre il già citato della citata Historia del Nazari Brescia, Presso Pietro Vescovi, 1784. archivio del comune di Gotto- (pp. 114-115), la Series anti- 35. In Miscellanea di cose inedite di scrit- lengo gli somministrò notizie stitum Brixianorum di Giovan tori bresciani, I, Chiari, Per Gaetano An- tonio Tellaroli tipografo libraio, 1824, pp. inedite su Bartolomeo Rositini Francesco Fiorentini (pp. 122- 15-48. (pp. 52-53). Dall’archivio della 123) e la Historia di Brescia di 47 Patrizio Spini (p. 187). Presso traversato come protagonista la sapere che l’Arici fu anche eru- la biblioteca dei carmelitani a vita cittadina, sia come giudice dito in relazione con studiosi Santa Maria del Carmine egli collegiato,38 sia come membro di tutta Italia quali, a titolo consultò una copia dell’edizione della aristocrazia culturale di esempio, il piceno Aurelio 1502 con opere di Antonio Ur- cittadina, accademico errante, Guarneri Ottoni,43 il veronese ceo Codro (pp. 44-45). Presso accademico di fisica naturale,39 Domenico Maria Federici44 e di sé egli dichiarava di conser- presidente della Biblioteca il bergamasco Mario Lupo,45 vare spogli di lettere originali Queriniana,40 raccoglitore e un appassionato raccoglitore del vescovo Domenico Bollani committente di opere d’arte,41 al di libri. Senza poter dar conto con notizie su Antonio Scaino quale Domenico Carboni dedi- qui dei numerosi manoscritti (pp. 45-46), una Oratio synoda- cò nel 1764 la celebre incisione e libri a stampa provenienti lis di Lelio Zecchi datata 1575 con la veduta di Brescia “a volo dalla sua raccolta e ora recupe- (pp. 154-155) e una Oratio pro d’uccello”.42 A noi qui interessa rabili tra il patrimonio librario electione Dominici Bollani ad conservato presso la Biblioteca episcopatum Brixiae recitata da Distretto primo, Cantone primo, Comune Civica Queriniana, ricorderò Scipione Terzi Lana (pp. 192- di Brescia, Registro dei morti, 1810, f. 41v, solamente le parole con le quali numero 161. La ricognizione del cadavere 193). Degna di nota, infine, è la fu effettuata il 26 gennaio 1810 alla pre- Giovanni Battista Rodella, esa- trascrizione dell’epigrafe dettata senza di Pietro Arici, figlio del defunto, e gerando come era sua abitudine di Giulio Giuliani. L’Arici aveva sposato da Giovanni Taverio e recu- nel 1764 Paola Conter: M. Dotti, Rela- fare, citava la collezione libraria perata certamente in seguito a zioni e istituzioni nella Brescia barocca. Il dell’Arici, «patrizio bresciano e network finanziario della Congrega della ispezione diretta in un vicolo Carità Apostolica, Milano, FrancoAngeli, giudice collegiato, il quale sta del castello a Rovato (pp. 110- 2010 (Studi di scienze della storia e della raccogliendo tutti que’ docu- 111). Di prima mano sono qua- società, 8), pp. 146-147. menti antichi e nuovi riguar- si tutti i riferimenti alle varie 38. P. Guerrini, Il nobile collegio dei giudi- danti la città che può ritrovare, ci di Brescia e la sua matricola dal 1342 al edizioni a stampa, che con ogni 1796, «Rivista del Collegio Araldico», 14 coll’onorata idea di pubblicarli probabilità lo Zamboni poteva (1926), pp. 485-493, passim. col titolo che sarà convenevole direttamente esaminare nelle 39. Cristoforo Pilati, Saggio di sto- alla sua raccolta, nel modo che varie raccolte a cui dimostra di ria naturale bresciana, I, In Brescia, Per hanno fatto il Grevio, il Grono- Giambatista Bossini, 1769, pp. 89-101; avere avuto comodo accesso. Francesco Gambara, Ragionamenti di vio, il Sallengre, il Muratori, il Da casa Zamboni il volu- cose patrie ad uso della gioventù, V, Bre- Martene e Durand ed altri non scia, Tipografia Venturini, 1840, p. 130. metto passò in casa di Luigi pochi italiani e oltramontani».46 Arici. Nato a Brescia nella di- 40. Il catalogo storico della Biblioteca Que- riniana, I, Gli scambi librari (1757-1764), 43. Tommaso Moro, Biblioteca picena mora di famiglia in contrada a cura di D. Montanari, Roccafranca, o sia notizie istoriche delle opere e degli di Santa Maria dei Miracoli da Compagnia della Stampa, Massetti e Ro- scrittori piceni, V, Osimo, Presso Dome- della Editori, 2009 (Annali Queriniani. nicantonio Quercetti stampator vescovile Girolamo e da Claudia Guerini Monografie, 9), pp. 10, 11 n. 6. e pubblico, 1796, p. 198 e n. 27 ricorda la il 28 aprile 1723, battezzato nel- 41. [Luigi Chizzola], Le pitture e sculture passione antiquaria del Guarneri Ottoni, la parrocchia dei Santi Nazaro di Brescia che sono esposte al pubblico. Con che raccolse un voluminoso Itineriario lapidario, ricco di materiali provenienti 36 un’appendice di alcune private gallerie, In e Celso l’11 maggio 1723, Brescia, Dalle Stampe di Giambatista Bos- anche da Brescia e di un ricco carteggio egli morì in età provetta il 25 sini, 1760, p. 16; Cenomano Cenomani- erudito con l’Arici datato al 1783. gennaio 1810,37 dopo aver at- filo [Germano Iacopo Gussago], Me- 44. Domenico Maria Federici, Istoria morie intorno alla vita, a’ costumi ed alle de’ cavalieri gaudenti, I, In Vinegia, Nella opere di Santo Cattaneo eccellente pittore, Stamperia Coleti, 1787, pp. XV, 223. 36. Brescia, Archivio di Stato, Archivio Venezia, Dalla Tipografia di Alvisopoli, Storico Civico, 366, Processi di nobiltà, 1819, p. 45. 45. Giuseppe Ronchetti, Memorie intor- 1753-1754, numero 1. Dichiarazione rila- no la vita e gli scritti di monsignor Mario sciata il 30 dicembre 1753 dal curato dei 42. Brescia nelle stampe. Trecentottanta Lupo canonico primicerio della Cattedrale Santi Nazaro e Celso Omobono Breda. Il schede per un catalogo di carte, piante e di Bergamo, pubblicate nella promozione curato che battezzò l’Arici era Santo Cam- vedute del territorio bresciano, a cura di del professore don Giovanni Finazzi a ca- pagnoli, padrini furono Vincenzo Polini e T. Sinistri. Prefazione di R. Bresciani, nonico teologo della medesima Cattedrale, Francesco Monti. Brescia, Grafo Edizioni, 1977, p. 100 num. Bergamo, Nella Stamperia Mazzoleni, 149, riprodotta nella tavola fra le pp. 102- 1845, p. 126. 37. Brescia, Archivio di Stato, Archivio 103; G. Nova, R. Fontanella, Piante e Storico Civico, Stato civile napoleonico, 53, vedute a stampa di Brescia. XV-XIX secolo, 46. Nigrelio Accademico Agiato A. Regno d’Italia, Dipartimento del Mella, Brescia, Grafo, 2009, pp. 129, 134. [Giovanni Battista Rodella], Notizie 48 testimonianza su Gianfrance- sco Gambara (pp. 122-123) e su Nicolò Tartaglia (pp. 176-177), per chiudere con gli estesi spo- gli di passi riguardanti Ottavio Pantagato tratti dalle lettere di Latino Latini, preceduti dalla copia della iscrizione sepolcrale dedicata allo stesso Pantagato (pp. 178-179). Sulle pagine di questo volu- me appaiono note che la grafia dichiara essere state apposte da Giovanni Battista Rodella, il quale possiamo pensare che avesse avuto in visione il libro grazie all’amicizia che lo legava allo Zamboni. Il Rodella indicò le date di fioritura o di morte dei primi autori citati nell’In- dice de’ scrittori bresciani che si contengono in questa prima parte, a p. 209 (Figura 2), e su ciascuna delle pagine occupate dall’Indice stesso (pp. 209-219), al centro del margine inferio- re, egli indicò il numero degli autori contenuti: spogli che molto probabilmente afferivano al lavoro preparatorio per Gli scrittori d’Italia del suo patrono Giammaria Mazzuchelli. Un ultimo intervento, che nei fogli aggiunti dal Gagliardi in fondo Figura 2. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Di Rosa 28, p. 209 al volume segnala la presenza Note manoscritte autografe di Giovanni Battista Rodella presso la biblioteca di Santa Maria della Pace di un’opera di Senza scomodare imbarazzanti Moschini come una «ricca» fra Cornelio Cozzando, è dovu- e improponibili confronti con collezione di memorie patrie.47 to alla mano di Carlo Doneda il Thesaurus antiquitatum del Pochi gli interventi che l’Ari- (Figura 3). Grevio o con i Rerum Italica- ci operò sul Di Rosa 28, tutti fa- L’ultimo a sfruttare l’ap- rum Scriptores del Muratori, cilmente riconoscibili dalla sua parato manoscritto di questo la biblioteca dell’Arici era co- caratteristica scrittura, a comin- volume, prima che esso fosse munque rispettata e citata dal ciare dalla nota rapida su Gio- acquisito al patrimonio librario vanni Taverio (pp. 110-111), del nobile Clemente Di Rosa, fu succose intorno al Palazzo Pubblico della per giungere alla interessante città di Brescia, e ad alcune altre fabbriche il minore osservante frate Ger- pubbliche, indirizzate al signor Marcello 47. Giannantonio Moschini, Della let- mano Iacopo Gussago (Ghedi, Oretti, in Nuova raccolta d’opuscoli scien- teratura veneziana del secolo XVIII fino a’ tifici, e filologici, XIX, Venezia, Appresso nostri giorni, I, In Venezia, Dalla Stampe- 22 agosto 1747 - Brescia, 1 lu- Simone Occhi, 1776, p. 4. ria Palese, 1806, pp. 85, 101. 49 Figura 3. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Di Rosa 28, foglio non numerato Note autografe di Paolo Gagliardi, di Carlo Doneda (la nota su fra Cornelio Cozzando) e di Baldassarre Zamboni (la lunga nota conclusiva su Pietro Lazzaroni)

glio 1827).48 Il Gussago raccolse Queriniana insieme all’intera egli da altre più gravi letterarie molti materiali per compilare biblioteca Ducos-Gussago nel occupazioni e dalle non poche un dizionario biobibliografico 1888). Notevole è la Prefazione opere che, oltre le stampate, degli scrittori bresciani, re- posta in capo alla Biblioteca nel avea egli intrapreso e di cui se datto poi in forma alfabetica Queriniano K V 1, ff. n.n., in ne ha menzione in vari luoghi e riunito in due voluminosi cui, dopo aver citato la Libra- delle sue lettere, ci ha privati tomi manoscritti dal titolo Bi- ria bresciana del Cozzando, lo di una gloria che per Brescia blioteca bresciana. Notizie della Specimen Brixianae literaturae sarebbe stata immortale. Di vita e delle opere degli scrittori di Angelo Maria Querini e gli questo suo letterario lavoro ne e letterati bresciani, Brescia, Scrittori d’Italia di Giammaria diè ancora chiaro indizio nel- Biblioteca Civica Queriniana, Mazzuchelli, il Gussago scrive, le note, aggiunte e correzioni K V 1-2 (già 738 della raccolta riferendosi alle fatiche erudite ch’ei fece di proprio pugno alla Ducos-Gussago e pervenuti in di Paolo Gagliardi: «Troppo Libraria bresciana di Leonardo felice sarebbe stata la nostra Cozzando, di cui copia esiste 48. Per il Gussago rinvio alla ben docu- patria se [...] Paolo Gagliardi presso di noi per dono del chia- mentata voce di G.G. Fagioli Vercello- ciò che gli cadde in pensiero rissimo don Baldassare Zambo- ne, Gussago, Germano Jacopo, in Dizio- nario biografico degli Italiani, 61, Roma, sul nostro proposito condotto ni, arciprete di Calvisano». Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2004, avesse a buon fine, ma distratto Pubblichiamo ora per intero pp. 121-123. 50 Figura 4. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Di Rosa 28, p. 27 A p. 27 note marginali di Paolo Gagliardi, a sinistra foglio di carta con note autografe di Baldassarre Zamboni l’apparato di aggiunte, integra- indicazione delle due pagine solo ai repertori abitualmente zioni e correzioni depositato entro le quali i singoli fogli usati per il censimento delle nel volume dai vari soggetti che sono attualmente collocati, se- edizioni a stampa di opere ita- abbiamo in precedenza nomi- guite dai rinvii ai vari passi del liane o straniere. In appendice nato, ad iniziare dalle note di Cozzando inclusi fra parentesi ho pubblicato con un breve Paolo Gagliardi. Queste sono quadre. Nelle note ho cercato di commento la lettera di Giacopo precedute dal numero di pagi- identificare le edizioni di tutte Tartarotti a Paolo Gagliardi da na e da riferimenti al passo del le opere citate, di segnalare le Rovereto, 20 marzo 1735, pre- Cozzando a cui si riferiscono, incongruenze e gli errori (rari), ceduta e seguita da due lettere collocati entro parentesi qua- di recuperare le moderne collo- di Paolo Gagliardi da Brescia, dre. L’elenco di Bresciani omessi cazioni delle non poche opere rispettivamente del 27 febbraio dal Cozzando è stato trascritto manoscritte alle quali si è fatto 1735 e del 12 aprile 1735. senza indicazione di pagina, riferimento. Spesso la citazione in quanto compilato su fogli delle stampe, soprattutto da [Note di Paolo Gagliardi] non numerati. Le note dello parte di Baldassarre Zamboni, Zamboni (e le rare integrazioni è talmente precisa da rendere p. 24: [Alberto Draghi, dell’Arici), scritte su foglietti di superflua la ripetizione in nota Oratio in sacris Divi Lucae aedi- carta legati entro le pagine del dei frontespizi e delle note tipo- bus habita pro solemni principio volume, sono precedute dalla grafiche, e consente di rinviare ad interpraetationem Sacrae 51 Scripturae, Bergamo, Comin Alla fine della voce a lui dedi- p. 53: [Bartolomeo Teanio. Ventura, 1589.49 Il Gagliardi in cata dal Cozzando il Gagliardi Alla fine della voce dedicata dal margine annota] Biblioteca vo- annota] Vedi il Giornale de’ let- Cozzando al Teanio il Gagliardi lante, Scanzia 21, pagina 2.50 terati d’Italia, tomo 38, parte 1, annota] Altro opuscolo del Te- p. 27: [Alessandro Pelle- pagina 4.53 Di Fanucio Campa- anio mihi inter Varia opuscula, grini, Martirologio de’ santi bre- no il Maffei, Verona illustrata, tomo 5.56 sciani. Il Gagliardi in margine pagina 9.54 p. 54: [Benedetto Castelli. annota] Male. Il Martirologio di p. 44: [Antonio Urceo Dopo la citazione da parte del Alessandro Peregrino stampato Codro. Si ricorda la sua vita Cozzando dell’opera Dimo- in Venezia apud Ioannem Vari- scritta da Bartolomeo Bianchini strationi geometriche della mi- scum 1560 in 4°51 è universale, e stampata nel 1502. Il Gagliar- sura dell’acque correnti, Roma, e non particolare di Brescia di annota] Questa vita scritta Stamperia Camerale, 1628, il (Figura 4). latinamente dal suddetto Bian- Gagliardi annota] Armellini, [Ancora, alla fine della voce chini bolognese si vede stam- Bibliotheca Casinensis, tomo 1, dedicata dal Cozzando al Pel- pata dopo le opere di Codro pagina 92.57 legrini il Gagliardi aggiunge] Urceo Bononiae, per Ioannem p. 55: [Benedetto Ranco Altro suo opuscolo presso il Ci- Antonium Platonidem, 1502, in da Chiari. Il Gagliardi annota] nelli, Biblioteca volante, Scanzia folio.55 Altra opera dello stesso: Sine- 5, pagina 4».52 drio pseudoiatrico, overo il Col- p. 42: [Anselino Bresciano. 53. Elogio di Giovambatista Tolomei, della legio di medicastri, In Brescia, Compagnia di Gesù, prete cardinale del titolo di Santo Stefano Rotondo su ’l Mon- per Antonio Rizzardi, 1646, in 49. Alberto Draghi, Oratio in sacris 58 Divi Lucae aedibus habita pro solemni te Celio, in Giornale de’ letterati d’Italia. 4°. Tomo trentesimottavo, Parte prima. Anni principio ad interpretationem Sacrae Scrip- p. 59: [Bonaventura da turae, apud Hospitale Magnum civitatis 1726, 1727. Sotto la protezione del serenis- Brixiae, Bergomi, Typis Comini Venturae, simo Gio. Gastone, gran-duca di Toscana, Brescia. Il Cozzando cita la 1589 (EDIT16, CNCE 42687). Ho con- In Venezia, Appresso Gio. Gabbriello edizione del 1523, uscita in Ve- sultato gli esemplari Brescia, Biblioteca Hertz, 1727, p. 4, n. a. Civica Queriniana, 5a H V 17 m 4 e 7a D 54. Scipione Maffei, Verona illustrata. II 19 m 6. Parte prima, contiene l’istoria della città scia, Biblioteca Civica Queriniana, 4a H II 19 m 1. 50. Giovanni Cinelli Calvoli, Dionigi e insieme dell’antica Venezia dall’origine Andrea Sancassani, Mariano Ruele fino alla venuta in Italia di Carlo Magno, 56. Bartolomeo Teanio, De voluptate (Gilasco Dodoneo P.A.), Della biblioteca In Verona, Per Iacopo Vallarsi, e Pieranto- cognitionis oratio ad dominum dominum volante di Gio. Cinelli Calvoli. Continuata nio Berno, 1732, col. 16, non col. 9 come Hieronymum Confortum, patricium da Dionigi Sancassani, Scanzia XXI ag- riferito dal Gagliardi. Devo ricordare Brixianum, artium et medicinae doctorem giunta da Gilasco Dodoneo Pastore Arcade, che Fanusio Campano e la sua opera celeberrimum bonarumque literarum cul- con una lettera latina non più stampata di manoscritta De familiis illustribus Italiae torem candidum, Venetiis, [s.n.t.] 1563: Girolamo Negri, contra Pietro Alcionio, In sono creature del noto falsario Alfonso la dedica del Teanio a Girolamo Conforti Rovereto, Presso Pierantonio Berno Libra- Ciccarelli: Leone Allacci, In antiquita- data da Brescia, 1 luglio 1563. Edizione io, 1733, p. 2. tum Etruscarum fragmenta ab Inghiramio non registrata in EDIT16. L’esemplare edita animadversiones. Additur eiusdem appartenuto a Paolo Gagliardi è l’attuale 51. Martyrologium secundum morem animadversio in libros Alphonsi Ciccarelli Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 5a sacrosanctae Romanae et universalis Eccle- et auctores ab eo confictos, Romae, Apud G IV 18 m 4. siae scriptum et emendatum per Alexan- Mascardum, Sumptibus Ioannis Antonii drum de Peregrinis presbyterum Brixien- Bertani, 1642, passim, ma specialmente 57. Mariano Armellini, Bibliotheca sem, Venetiis, apud Ioannem Variscum, et pp. 309-310; Girolamo Tiraboschi, Benedictino Casinensis sive Scriptorum socios, 1560 (EDIT16, CNCE 11405). Ho Storia della letteratura italiana, VII, II, Casinensis Congregationis alias Sanctae usato l’esemplare Brescia, Biblioteca Civica Dall’anno 1500 all’anno 1600, In Modena, Iustinae Patavinae qui in ea ad haec usque Queriniana, 2a DD VII 21. Presso la Società Tipografica, 1778, pp. tempora floruerunt operum, ac gestorum 347-349, e in forma più analitica e defini- notitiae. Pars prima. Cum triplici indice, 52. Giovanni Cinelli Calvoli, Della tiva Tiraboschi, Riflessioni su gli scrittori Assisii, Typis Feliciani, et Philippi Campi- biblioteca volante Scanzia V, In Parma, Per genealogici, Padova, Nella Stamperia del telli Fratrum, 1731, pp. 92-93. Giuseppe dall’Oglio, et Ippolito Rosati, Seminario, 1789, passim. 1686, p. 5, dove viene citato Alessan- 58. Benedetto Ranco, Sinedrio pseu- dro Pellegrini, Rubrica de quibusdam 55. In hoc Codri volumine haec continentur doiatrico, overo collegio di medicastri. dubiis occurrentibus inter celebrantes seu orationes seu sermones ut ipse appella- Nella quale si contengono utili avisi di recitantes divinum Officium Romanum an- bat. Epistolae. Silvae. Satyrae. Eglogae. alcune cose importanti, e degne d’esser tiquum diversis locis diligenter excerpta et Epigrammata, Impressum Bononiae, per sapute da chi si vale de’ medici, In Brescia, in questiones redacta et resoluta novissime, Ioannem Antonium Platonidem Benedic- Per Antonio Rizzardi, 1646 (IT\ICCU\ Brixiae, Per Damianum Turlinum, 1566 torum bibliopolam nec non civem Bono- MILE\025917; Spini, 571). Ho usato la (EDIT16, CNCE 66774). Si veda anche niensem, 1502, die VII Martii (EDIT16, copia ora Brescia, Biblioteca Civica Queri- infra la nota dello Zamboni a pp. 22-23. CNCE 32581). Ho usato l’esemplare Bre- niana, 5a G IV 11 m 1. 52 nezia per i tipi di Giovanni Ta- p. 74: [Domenico Dome- Scanzia 7, pagina 9.66 cuino, dell’opera Regula musice nichi. Il Gagliardi annota] Nelle p. 87: [Francesco Cavalli. plane.59 Il Gagliardi annota] Al- poesie latine di Publio France- Nel punto in cui il Cozzando tra edizione del 151860 ne mette sco Spinola citate nella lettera ricorda la sua opera Del serpen- il Cinelli, Scanzia 8, pagina 20.61 Tartarotti 20 marzo 1735, libro te triacale,67 il Gagliardi annota] p. 59: [Bonifacio Bem- 1, elegia 6 si loda Domenico Incunabola [sic] typographiae, bo. Il Gagliardi annota] Vedi Domenichi.65 pagina 38.68 Biblioteca volante, Scanzia 15, p. 77: [Ettore Marti- [Alla fine della voce dedicata della seconda impressione nengo. Il Gagliardi annota] al Cavalli il Gagliardi annota 1722, pagina 35.62 Suo Idilio, Biblioteca volante, ancora] Di una sua opera, non pp. 65-66: [Cristoforo so se sia di queste nominate dal Barzizza. Il Cozzando cita Cozzando, si fa menzione nella l’opera De fine oratoris; il Ga- (Supplemento ai «Commentari dell’Ateneo lettera Tartarotti 20 marzo 1735 gliardi annota] In 4°. Presbyter di Brescia» per l’anno 1970), num. 141; manoscritta posta qui in fine.69 ISTC ib00258700. Esemplare consultato: Baptista de Farfengo Brixiae Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, p. 89: [Francesco Terzi impressit VII idus septembris Inc. F VII 2 m 2. Su Cristoforo Barzizza e Lana. Alla fine della voce a lui 63 queste sue opere si veda ora G. Bargigia, 1492. Altra opera del Barziza: Cristoforo Barzizza bresciano, in Profili di dedicata dal Cozzando il Ga- Dialecticae institutiones, Stu- umanisti bresciani, a cura di C.M. Mon- gliardi annota] Vedi Biblioteca dio quam diligenti impressum ti, Travagliato-Brescia, Edizioni Torre volante, Scanzia 20, pagine 49, d’Ercole, 2012 (Adunanza erudita, 3), pp. 70 Brixiae opusculum per soler- 301-334. 50. tissimum impressoriae artis 65. In questo riferimento bibliografico p. 110: [Giovanni Taverio. presbyterum Baptistam Farfen- del Gagliardi credo si debba riconoscere (e correggere) un errore di identificazio- 66. Giovanni Cinelli Calvoli, Della bi- gum iuris pontificii doctorem ne. Publio Francesco Spinola pubblicò i blioteca volante Scanzia VII, In Parma, Per consumatissimum anno a natali suoi Elegorum de variis argumentis libri Ippolito, e Francesco M. Rosati, 1692, p. 9, quatuor in fine alla raccolta delle sue con riferimento a Ettore Martinengo, christiano 1499, XV mensis iu- opere latine nell’edizione Ziletti del 1563: L’Adone. Idillio, In Venetia, Appresso Gia- nii, in 4°.64 Publio Francesco Spinola, Opera, como Violati al segno della nave, 1614. Venetiis, Ex officina stellae Iordani Zile- 67. Si tratta dell’operetta di Francesco 59. Bonaventura da Brescia, Regula ti, 1563 (EDIT16, CNCE 41002), ove le Cavalli dal titolo De theriaca o De animali musice planae, [Impresso in Venetia, per Elegiae, così come le diverse sezioni che theriaca, che si trova stampata insieme Ioanne Tacuino da Trino, 1523. Adì XIIII compongono la raccolta, sono munite di alle opere di Antonio Cermisoni e di altri de mazo] (EDIT16, CNCE 6928). frontespizio e di cartulazione propri. L’ele- autori di medicina nell’edizione procurata gia I, 6 (pp. 15-18) è dedicata Ad civitatem 60. Il Gagliardi si riferisce a Bonaventu- in Venezia da Bonetto Locatelli per gli Brixianam ed acclama nei primissimi ver- eredi di Ottaviano Scotto in un periodo ra da Brescia, Regula musice plane, [Im- si il pastore lectissimus heros che a Domino presso in Venetia, per Giorgio de Rusconi compreso fra il 1495-1497 e il 1502-1503 nomen deducit (quindi Dominicus) e che (HC 4884*; IGI 2709; BMC V, 453; GW milanese, 1518 adì XXI luio] (EDIT16, te (scil. Brixia) [...] Domini pascit ovile sui. CNCE 6924). 6515; ISTC ic00403000), oppure fra le Questi sono tratti che riconducono neces- opere di Bartolomeo da Montagnana 61. Giovanni Cinelli Calvoli, Della sariamente a Domenico Bollani, vescovo et Al., Consilia Montagnane cum tabula, biblioteca volante Scanzia VIII, In Parma, di Brescia dal 15 marzo 1559, al quale lo [Venetiis, summo studio et arte impensis Per Ippolito, e Francesco M. Rosati, 1692, stesso Spinola dedica un epigramma dal nobilis viri domini Lucae Antonii Iunta p. 20. titolo Bollani episcopi apophthegma, pub- Florentini excussa, 1525 XVIII luce Sexti- blicato nel primo libro degli Epigrammata lis] (EDIT16, CNCE 29300). 62. Giovanni Cinelli Calvoli, Della a p. 18 della medesima edizione venezia- biblioteca volante Scanzia XV, In Padova, na; non a Domenico Domenichi (Domi- 68. Cornelis Beughem, Incunabula Per Giambattista Conzatti, 1722, p. 35. nici, de Dominicis), che morì vescovo di typographiae sive catalogus librorum scrip- Brescia il 17 febbraio 1478, al quale non torumque proximis ab inventione typo- 63. Cristoforo Barzizza, De fine orato- graphiae annis, usque ad annum Christi ris pro Ciceronis et Quintiliani assertione, mi risulta che lo Spinola abbia mai fatto cenno alcuno nei versi contenuti nell’edi- MD inclusive, in quavis lingua editorum Brixiae, dominus praesbyter Baptista de opusculum, Amstelodami, Apud Ioannem Farfengo impressit, 1492, VII idus sep- zione citata. Per un profilo ancora attuale dello Spinola e per i suoi rapporti con il Wolters, 1688, p. 38 registra una breve no- tembris [7 settembre] (HC 2667*; IGI tizia biobibliografica sul Cavalli. 1404; BMC VII, 975; GW 3670; ISTC Bollani rinvio a P. Paschini, Un umanista ib00258500). Esemplari consultati: Bre- disgraziato nel Cinquecento. Publio Fran- 69. Si veda infra, n. 467. scia, Biblioteca Civica Queriniana, Inc. F cesco Spinola, «Nuovo Archivio Veneto», VII 2 m 1; Lechi 92. n.s., 20 (1919), pp. 65-186, e da ultimo a 70. Giovanni Cinelli Calvoli, Dionigi M. Leathers Kuntz, The Anointment Andrea Sancassani, Della biblioteca 64. Si tratta dell’opera segnalata per la pri- of Dionisio. Prophecy and Politics in Re- volante terminata dallo Accademico Insuf- ma volta da U. Baroncelli, Gli incuna- naissance Italy, University Park (PA), The ficiente tra’ Filoponi Scanzia XX ed ultima, buli della Biblioteca Queriniana di Brescia. Pennsylvania State University Press, 2001, In Padova, Per Gio. Battista Conzatti, Catalogo, Brescia, Ateneo di Brescia, 1970 pp. 177-203. 1718, pp. 49-50. 53 Il Gagliardi annota] Due opu- Gagliardi annota] Biblioteca vo- p. 124: [Gianfrancesco scoli del Taberio sono un’ora- lante, Scanzia 9, pagina 73.74 Stella. Il Gagliardi annota] Al- zione et un poemetto dal titolo: p. 115: [Giovanni Battista tro componimento del Stella Epitalamium Danielis Bandae, Nazari. Il Cozzando attribuisce accennato nella Biblioteca vo- et Socinae Martinenghae, Vero- al Ciotti di Brescia l’edizione lante, Scanzia 21, pagina 112.78 nae, ex typographia Rubeana, 1599 dell’opera Della tramu- p. 126: [Giammario Maz- 1689, in 8°.71 Vedi a pagina tatione metallica. Il Gagliardi zio. Il Gagliardi annota] Altro 196.72 annota] Non Ciotti, ma Mar- opuscolo di Giovan Mario p. 112: [Giannantonio chetti.75 Fontanini, Eloquenza Mazzio: De expugnatis pur- Taigeto (Taglietti). Dopo che italiana, pagina 575, edizione gatisque Alpibus ad Carolum il Cozzando ha ricordato l’E- ultima di Roma.76 Emanuelem ducem Sabaudiae, cloga nautica Idmon, Brescia, p. 121: [Gianfrancesco Alexandriae, apud Quintianum, Vincenzo da Sabbio, 1571,73 il Conti Quinziano Stoa. Alla 1589, in 4° (mihi inter Varia 79 71. Non vi è traccia nei moderni repertori fine della voce a lui dedicata il opuscula, tomo 3). di questa edizione e la testimonianza del Gagliardi annota] Altro opu- Gagliardi è da considerare la prima in or- scolo del Quintiano Biblioteca patris Francisci Columbani minorum ordi- dine cronologico riferita all’epitalamio del nis primarii Sylva per Ioannem Franciscum Taverio. Germano Iacopo Gussago, che volante, Scanzia 10, pagina 37, Quintianum Stoam poetam eruditissimum usava largamente questo esemplare della e sbaglio del Cinelli che lo attri- oratoremque facundissimum ad Ioannem Libraria bresciana, trascrisse la nota del 77 Iacobum Crottum Cremonensem legumque Gagliardi e la comunicò a Ludovico Ricci. buisce ad altro autore. Ivi. auditorem. Flebilis quindecim iureconsul- Quest’ultimo nelle Notizie intorno alla torum Cremonensium deploratio, qua la- vita ed alle opere di m. Giovita Rapicio, in (EDIT16, CNCE 76872). chrymosa urbis Cremonae strages inseritur, Biblioteca ecclesiastica di varia letteratura 74. Giovanni Cinelli Calvoli, Della per Ioannem Iacobum Crottum legum au- antica e moderna, I, Pavia, Dalla Stampe- biblioteca volante Scanzia IX, In Venezia, ditorem edita, [Ticini, apud Iacob de Bur- ria di Pietro Galeazzi, 1790, pp. 180-181 Per Andrea Poletti, 1700, p. 73. gofranco, 1511] (EDIT16, CNCE 55977). così scriveva: «Noi veramente credevamo Il Cinelli Calvoli commenta: «Questi son nessuna poesia latina del Taberio aversi 75. Giovanni Battista Nazari, Della versi esametri che lodano le prediche del alle stampe; ma essersi noi ingannati è tramutatione metallica sogni tre di Gio. padre Colombano, ma è componimento chiaro dalla notizia che soggiunghiamo, Battista Nazari bresciano, nel primo de’ del medesimo signor Gio. Iacomo Crotto, tratta dalle aggiunte dal canonico Gagliar- quali si tratta della falsa tramutatione so- ancorché vadia sotto altro nome». Paolo di fatte alla Libreria bresciana del Coz- fistica, nel secondo della utile tramutatione Gagliardi possedette la copia di questo zando, comunicataci dall’erudito padre detta reale usuale, nel terzo della divina opuscolo ora conservata a Brescia, Bi- Iacopo da Ghedi minore osservante [scil. tramutatione detta reale filosofica. Aggion- blioteca Civica Queriniana, 5a G IV 18 il Gussago], dal quale con impazienza tovi di nuovo la Concordanza de’ filosofi, m 10, che reca nel margine inferiore del aspettiamo gli Scrittori bresciani, ch’egli va et loro prattica, nella quale, si vede i gradi, frontespizio la seguente nota autografa compilando. A car. 110 dell’edizione II di et termini di esso divino magistero, et del- del possessore: «Di questi due opuscoli essa Libreria però si legge: Due opuscoli la verissima compositione della filosofia fa menzione il Cinelli, Biblioteca volante, del Taverio sono un’orazione, e un poemetto naturale, con la quale ogni cosa diminuta Scanzia 10, pagina 37, e la Selva del Quin- intitolato: Epithalamium Danielis Bandae si riduce al vero solificio, et lunificio. Con tiano è registrata anche nella Scanzia 22, et Socinae Martinenghae. Veronae, Ex un copioso indice per ciascun sogno de gli pagina 117». Typograph. Rubeana 1589, in 8°». La nota auttori, et dell’opere ch’hanno sopra di ciò fu copiata in modo pressoché letterale, trattato, In Brescia, Appresso Pietro Maria 78. Cinelli Calvoli, Sancassani, Rue- comprendendovi anche l’errore cronolo- Marchetti, 1599 (EDIT16, CNCE 47082). le, Della biblioteca volante di Gio. Cinelli gico 1589 in luogo di 1689, da Germano Esemplari in Brescia, Biblioteca Civica Calvoli. Continuata da Dionigi Sancassani, Iacopo Gussago, Biblioteca clarense Queriniana, Lechi 13 e 7a G IV 16. Scanzia XXI, p. 112 riferisce di un epi- ovvero notizie istorico-critiche intorno agli gramma latino di Gianfrancesco Stella scrittori e letterati di Chiari, I, Chiari, Per 76. Giusto Fontanini, Della eloquenza stampato in Lorenzo Gambara, Poemata Gaetano Antonio Tellaroli, 1820, p. 246 n. italiana libri tre. Nel primo si spiega l’ori- nunc primum impressa, Romae, Apud 1. Nella voce manoscritta dedicata al Ta- gine, e il processo dell’italiana favella. Nel Antonium Bladum, 1555 (EDIT16, CNCE verio nella sua Biblioteca bresciana (codice secondo si tratta del suo ingrandimento per 20311). Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, K le opere scritte. Nel terzo si dispone una biblioteca ordinata d’autori singolari nelle 79. Giovan Mario Mazzio, Ad serenis- V 2, p. 229), il Gussago attribuisce questa simum et gloriosissimum Karolum Ema- edizione al 1689. materie più classiche, illustrata di molte osservazioni. Impressione nuova e dalle nuelem ducem Sabaudiae, De expugnatis 72. Il Gagliardi giustamente rinvia a p. precedenti affatto diversa, In Roma, Nella purgatisque Alpibus gratulatio, Alexan- 196, alla voce dedicata a Terenzio Flore- Stamperia di Rocco Bernabò, 1736, p. 575. driae, apud Herculem Quinctianum, 1589 nio, del quale il Cozzando scrive che fu (EDIT16, CNCE 51670). Ho usato la copia allievo di Giovanni Taverio. 77. Giovanni Cinelli Calvoli, Della ora Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, biblioteca volante Scanzia X, In Venezia, 5a H VI 3 m 16, esemplare donato dall’au- 73. Giovanni Antonio Taglietti (Tai- Per Girolamo Albrizzi, 1705, pp. 37-38. tore a Francesco Vianello, segretario geto), Ecloga nautica Idmon, seu Chri- Qui il Cinelli Calvoli segnala il seguente della Repubblica di Venezia, con un invio stianorum et Turcarum navale certamen, opuscolo: Giovanfrancesco Conti autografo scritto nel margine inferiore Brixiae, apud Vincentium Sabbium, 1571 (Quinziano Stoa), In laudem reverendi del frontespizio, e in tempi successivi cer- 54 p. 129: [Giampaolo Gal- Inter Varia opuscula mihi, na 87.88 Note al Falconiere del lucci. Il Cozzando cita l’opera tomo [sic].83 Tuano, pagine 66, 80.89 Biblio- Della fabbrica et uso del nuovo p. 150: [Lanfranco Oriano. teca volante, Scanzia 21, pagina horologio universale ad ogni Il Gagliardi annota] Mariani, 112.90 latitudine, Venezia, Grazioso Istoria di Trento, pagina 219.84 p. 166: [Lucrezio Tirabo- Porcacino, 1590.80 Il Gagliar- p. 155: [Lelio Zecchi, De schi. Si cita una sua orazione di annota] Biblioteca volante, indulgentiis, et Iubilaeo anni ai padri conciliari di Trento, Scanzia 17, pagina 41.81 sancti tractatus de eorum ori- stampata a Brescia nel 1563.91 Il p. 135: [Girolamo Donzel- gine, praestantia, utilitate, et Gagliardi annota] Biblioteca vo- lini. Il Gagliardi annota] Nelle ratione illas assequendi, Colo- lante, Scanzia 9, pagina 79.92 poesie latine di Publio France- nia, apud Ioannem Gymnicum, p. 173: [Mattia Ugoni, De sco Spinola citate nella lettera 1601.85 Il Gagliardi annota] Al- conciliis. Il Gagliardi annota] Tartarotti 20 marzo 1735 vi è la tre edizioni Biblioteca volante, Quest’opera è stampata in folio seguente: libro 3, elegia 5: De Scanzia 17, pagina 60.86 col titolo Synodia Ugonia de Hieronymi Donzellini Brixiani p. 162: [Lorenzo Gamba- conciliis, senz’anno, senza nome medici philosophique singularis ra. Il Gagliardi annota] Vedi di stampatore, né di luogo.93 bibliotheca.82 Biblioteca volante, Scanzia 8, 87 dizione di Roma, Francesco Zanetti, 1582 p. 145: [Guglielmo da Bre- pagina 74; Scanzia 12, pagi- (non 1588 come erroneamente riferito dal scia. Il Gagliardi annota] Altra Cinelli stesso) (EDIT16, CNCE 36313). opera del medesimo: Tractatus 83. Matteolo Mattioli da Perugia nel suo 88. Giovanni Cinelli Calvoli, Della trattato De memoria cita un’opera com- biblioteca volante Scanzia XII, In Roma, de memoria, nominata in un posta da Guglielmo da Brescia, notabilis Per Francesco de Lazari, 1697, p. 87, che trattato di Mattiolo Perugino. philosophus et medicus. Si veda Tractatus cita del Gambara le Epistolae nell’edizione de memoria. Omaggio a “...il più illustre napoletana del 1573 per i tipi di Giuseppe medico perugino del Quattrocento. Ma- Cacchi (EDIT16, CNCE 20317). theolus Perusinus”, a cura di G.R. Levi- tamente appartenuto a Paolo Gagliardi. a Donati, traduzione di L. Sacilotto, 89. Il Gagliardi citava da Jacques-Augu- Il volume miscellaneo segnato 5 H VI 3 Perugia, Benucci, [2006]. Si comprende ste de Thou, Il Falconiere dall’esametro m 1-19 è da identificare con il tomo III che il Gagliardi possedesse una copia di latino all’endecasillabo italiano trasferito, dei Varia opuscula appartenuto a Paolo una delle numerose edizioni che durante il ed interpretato. Coll’Uccellatura a vischio Gagliardi: esso infatti conserva la legatura XV secolo ebbe il trattato del Mattioli, per di Pietro Angelo Bargeo pubblico professore settecentesca tipica dei volumi provenienti le quali si rinvia a ISTC, ad nomen. Sfor- in Pisa poemetto pur latino, similmente dalla raccolta Gagliardi, in cartoncino tunatamente questo volume della raccolta tradotto, e commentato. Ozii, e ameni stu- naturale rigido; sul dorso il possessore ha Gagliardi non ci è pervenuto. dii di G.P. Bergantini c.r., In Venezia, Per scritto il titolo Varia Opuscula Tom[...], Giambatista Albrizzi q. Girolamo, 1735 parzialmente ricoperto dalla moderna 84. Michele Angelo Mariani, Trento (IT\ICCU\NAPE\012715), pp. 66-67, 80, etichetta cartacea che riporta l’attuale se- con il sacro Concilio, et altri notabili. Ag- ma ad indicem si possono rilevare altre gnatura queriniana. giunte varie cose miscellanee universali. citazioni che il Gagliardi non riporta. Decrittion’historica libri tre. Con un ristret- 80. Il Cozzando si riferiva a Giovanni to del trentino Vescovato, l’indice delle cose 90. Cinelli Calvoli, Sancassani, Rue- Paolo Gallucci, Della fabrica, et uso notabili, et le figure in rame, Trento, [Carlo le, Della biblioteca volante di Gio. Cinelli del novo horologio universale ad ogni lati- Zanetti], 1673 (IT\ICCU\CFIE\034550), Calvoli. Continuata da Dionigi Sancassani, tudine. Novo trattato diviso in due parti. p. 215. Scanzia XXI, p. 112. Col quale si veggono le hore col sole, con la luna, et con le stelle, dal levare, e tra- 85. Lelio Zecchi, De indulgentiis et Iubi- 91. Lucrezio Tiraboschi, Oratio habita montare del sole, dal mezogiorno, et dala leo anni sancti tractatus. In quo de eorum ad patres in Concilio Tridentino, quarta meza notte. Et molte altre cose astrologiche origine, praestantia, utilitate et ratione illa dominica Quadragesimae anno Domini pertinenti alla cognitione del sito in questo assequendi agitur, Coloniae Agryppinae, MDLXIII Per reverendum patrem Lucre- mondo, et al navigare. Hora per la prima Apud Ioannem Gymnicum, sub Monoce- tium Tiraboscum Asulanum, theologum volta stampato, In Venetia, Appresso Gra- rote, 1601 (VD17 12:120179L). apud reverendum patriarcham Venetia- tioso Perchachino, 1590 (EDIT16, CNCE rum, Brixiae, Ad instantiam Io. Baptistae 20289). Esemplare consultato: Brescia, Bi- 86. Cinelli Calvoli, Della biblioteca vo- Bozolae [Lodovico da Sabbio], 1563 blioteca Civica Queriniana, 5a H V 9 m 4. lante Scanzia XVII, p. 60, che cita l’edizio- (EDIT16, CNCE 27123), consultata nell’e- ne veronese del 1600, stampata da Fran- semplare ora Brescia, Biblioteca Civica 81. Giovanni Cinelli Calvoli, Della cesco Dalle Donne e Scipione Vargnano Queriniana, 5a G VI 12 m 54. biblioteca volante Scanzia XVII, In Mo- (EDIT16, CNCE 67739). dena, Per Bartolomeo Soliani Stampator 92. Cinelli Calvoli, Della biblioteca Ducale, 1715, p. 41, che segnala proprio 87. Cinelli Calvoli, Della biblioteca vo- volante Scanzia IX, p. 79, in cui si cita pro- l’opuscolo al quale il Cozzando aveva fatto lante Scanzia VIII, p. 74, che del Gambara prio l’orazione elencata dal Cozzando. riferimento. cita l’Ad illustrissimum et reverendissimum dominum Petrum Dunin Volscium epi- 93. Il Gagliardi si riferisce certamente 82. Publio Francesco Spinola, Elego- scopum Plocensem et serenissimi Poloniae all’opera Mattia Ugoni, Synodia Ugonia rum de variis argumentis libri quatuor, in regis ad Gregorium decimumtertium pon- episcopi Phamaugustani. De Conciliis, Opera, p. 44. tificem maximum oratorem carmen nell’e- [Toscolano, Paganino Paganini il Vecchio, 55 p. 179: [Ottavio Herman- culi I, numero 38.97 prima [cioè una orazione latina no. Il Gagliardi annota] Altra p. 200: [Ubertino Posculo. per le esequie di Francesco Al- sua opera: Relazione dell’amba- Il Gagliardi annota] Altra opera tieri, fratello di papa Clemente sceria di Brescia per impetrare di Ubertino Posculo: Lettera X, stampata in Bologna nel la religione insigne di san Carlo, Tartarotti 20 marzo 1735 posta 1644]100 si replica Scanzia 12, In Brescia, per Francesco Mar- qui in fine, manoscritta. pagina 25.101 chetti, 1617, in 4°.94 p. 232: [Bartolomeo Mer- p. 257: [Giannantonio Ro- p. 192: [Serafino Cavalli. canda, orazione latina a Ber- dengo. Il Cozzando cita una sua Il Gagliardi annota] Vedi nella nardino da Feltre. Il Gagliardi orazione recitata in Brescia il 25 Biblioteca volante, Scanzia 9, annota] Di questa orazione il marzo 1604 in onore di Andrea pagina 103, dove per errore in Capriolo, libro 12, pagina 70 Paruta, inviato a Bergamo come vece di Serafino si legge Stefa- tergo.98 capitano, stampata a Brescia no.95 p. 241: [Camillo Rodengo. da Pietro Maria Marchetti nel p. 193: [Serafino Piccinar- Alla fine dell’elenco delle sue 1605.102 Il Gagliardi annota] Ed di. Il Cozzando cita la sua opera opere fornito dal Cozzando il un’altra nel ritorno dello stesso, De novitio opere quod inscribi- Gagliardi annota] Vengono ri- Biblioteca volante, Scanzia 17, tur Praedestinatus auctoris ano- ferite anche nella Biblioteca vo- pagina 36.103 nymi semipelagiani, compresa lante, Scanzia 6, pagina 2599 e la p. 278: [Lorenzo Cataneo, nelle opere del Piccinardi stam- autore di un poemetto, di cui fa pate in Padova, presso Pietro 97. Thomas Ittig, Historiae ecclesiasticae menzione il padre Giambattista 96 primi a Christo nato saeculi selecta capita Maria Frambotti. Il Gagliardi delineata. Praemissa est De scriptoribus Spada domenicano nel Giardi- annota] Vide Ittigium, Praefatio historiae ecclesiasticae recentioribus dis- no degli epiteti, traslati etc.104 Il sertatio, Lipsiae, Apud Heredes Iohannis ad historiam ecclesiasticam sae- Grossii, et Iohannem Fridericum Brauni- Gagliardi annota] Questo poe- um, 1709, pp. L-LI della Praefatio ad lecto- metto è intitolato Il Geloso, In non prima del 1534] (EDIT16, CNCE rem de scriptoribus historiae ecclesiasticae Venezia, per Bartolomeo Fonta- 27984). Cito dall’esemplare Brescia, Bi- recentioribus. Ho consultato l’esemplare blioteca Civica Queriniana, Cinq. C 57. ora Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 2a GG VII 24. 94. Ottavio Ermanni, Relatione dell’am- 100. Camillo Rodengo, In obitu illu- basciaria della città di Brescia al signor 98. Elia Capriolo, Chronica de rebus strissimi comitis Francisci Alterii patritii cardinale Federico Borromeo arcivescovo Brixianorum, Opus Brixiae diligenter Romani ecclesiasticorum armorum Anco- di Milano per impetrare la reliquia insigne impressum per Arundum de Arundis hor- nae, Bononiae, et in utraque Marchia etc, del corpo di san Carlo, In Brescia, per tatu et auspitio clarissimi domini domini pro summo pontifice gubernatoris. Oratio Francesco Marchetti, 1617 (IT\ICCU\ Francisci Bragadini urbis et agri praetoris funebris habita in templo patrum Societatis VIAE\015606; Spini, 270). Ho usato l’e- iusticia pietate et sapientia integerrimi, Iesu Bononiae die 10 maii anno 1644. Inter semplare ora Brescia, Biblioteca Civica [circa 1505] (EDIT16, CNCE 2979), f. solemnes exequias praesente corpore reci- Queriniana, 5a H V 17 m 13, certamente LXXIv: «Bernardinus Feltrensis, minorum tatas, Bononiae, Typis haeredis Victorii appartenuto a Paolo Gagliardi, il quale concionator, theologus admodum vene- Benatii, 1644 (IT\ICCU\UBOE\046982). allegò all’opuscolo un altro opuscoletto rabilis, singulis bimestri diebus publicas propeque divinas conciones ad civitatem 101. Cinelli Calvoli, Della biblioteca contenente Complimento con il quale volante Scanzia XII, pp. 25-26. monsignor canonico Serina ha in nome di nostram ea spiritus infusione habuit, ut tutto il clero riverita la venuta dell’illustris- eius hortatu vetustissimum currendi ad 102. Non sono riuscito a trovare alcuna simo e reverendissimo monsignor Vincenzo bravia morem abrogari tabulasque luso- notizia di questa orazione. Giustiniano vescovo di Brescia, [s.n.t.] rias et refertos impudicitia libros comburi (Spini, 972), facendolo precedere da una obtinuerit multaque futura, quae postea 103. Cinelli Calvoli, Della biblioteca autografa «Copia di lettera circolare scritta successere, cum magno audientium terro- volante Scanzia XVII, p. 36, dove dà conto a’ vicari foranei della diocesi di Brescia da re quasi propheta praedixerit. Huic autem dell’edizione Gian Antonio Rodengo, monsignor Giorgio Serina canonico della Bartholomaeus Mercantus, Michaelis Oratione all’illustrissimo signor il signor Cattedrale sotto li 30 maggio 1633». Mercanti civis nostri filius XIII annos na- Andrea Paruta di ritorno dal capitanato di tus, supra omnium fidem disertam habuit Bergamo recitata nel palagio dell’illustrissi- 95. Cinelli Calvoli, Della biblioteca plane orationem». Per Bartolomeo Mer- mo signor Gio. Paolo Gradenigo capitanio volante Scanzia IX, p. 103, ove in realtà il canda e per la sua orazione a Bernardino di Brescia alli 31 di luglio 1606, In Brescia, Cavalli è denominato Stefano. da Feltre rinvio a A. Brumana, Per i Bri- Per gli Figli di Vincenzio Sabbio, 1606 tannico, «Italia medioevale e umanistica», (IT\ICCU\VEAE\132745). 96. Serafino Piccinardi, De novitio ope- 48 (2007), pp. 131-135. re quod inscribitur Praedestinatus, auctoris 104. Giovanni Battista Spada, Giardino anonymi semipelagiani, in re, sub praedesti- 99. Giovanni Cinelli Calvoli, Della de gli epiteti, traslati, et aggiunti poetici natorum nomine, scribentis adversus divos biblioteca volante Scanzia VI, In Roma, italiani. Di nuovo ristampato et corretto sancti patris Augustini discipulos, Patavii, Per Francesco de Lazzari, 1689, p. 25, che da un Virtuoso, In Bologna, Per l’Erede Sumptibus Petri Mariae Frambotti biblio- elenca tre orazioni recitate e fatte stampa- di Vittorio Benacci, 1665 (IT\ICCU\ polae, 1686 (IT\ICCU\BVEE\051548). re dal Rodengo. TO0E\026582), p. †† 2r. 56 na, 1626, in 12°.105 Pietro Buccio. Verona illu- Tartarotti, lettera 20 marzo 1735. p. 278: [Luca Bernardo. Il strata, parte 2, pagina 204.109 Gagliardi annota] Armellini, Antonio Codro Urceo (qui Bibliotheca Casinensis, tomo 2, Ogniben Ferrari. Ivi, Adden- pagina 44), non è bresciano, pagina 77.106 da, a pagina 243.110 ma da Rubiera. Giornale d’I- talia, tomo 13, pagina 303.115 [Su quattro fogli usati come Girolamo Donzellini. Ivi, Era egli nondimeno originario guardie in fine al volume il Ga- pagina 199.111 dagli Orzi, come dal Bianchino gliardi ha compilato il seguente nella sua vita.116 catalogo] Aloisio Mondella. Ivi, pagina eadem.112 Questi due si metto- Giovanni Oliviero gramma- Bresciani omessi dal Cozzando no anche dal Cozzando.113 tico. Tomasini, Note ad episto- las Laureae Ceretae, pagina 1 et Ambrogio Avogadro. Manel- Gian Mattia Tiberino. Giornale inter epistolas eiusdem, 1, 16, mo, pagina 66.107 d’Italia, tomo 19, pagina 380.114 33, 38, 39.117

Hieronymus Advocatus Am- una mano diversa da quella del Gagliardi d’Italia. Tomo decimonono. Anno 1714. la lettera di dedica scritta da Giovanni Bri- Sotto la protezione del serenissimo Gio. brosii filius. tannico a Girolamo di Ambrogio Avoga- Gastone, principe di Toscana, In Venezia, dro per l’edizione della Farsalia procurata Appresso Gio. Gabbriello Ertz, 1714, pp. 380-383. Lettera del Britannico (mihi) a Brescia dal fratello Giacomo Britannico nel 1486: Marcus Annaeus Lucanus, 115. Giornale de’ letterati d’Italia. Tomo in Giovanni Britannico. Memo- Pharsalia, commento di Ognibene da decimoterzo. Anno 1713. Sotto la protezio- rie (mihi) 1723.108 Lonigo, rivisto da Giovanni Taverio, ne del serenissimo principe di Toscana, In Impressum Brixiae per Iacobum Britanni- Venezia, Appresso Gio. Gabbriello Ertz, cum Brixianum 1486, VI nonas martias [2 1713, p. 303. 105. Lorenzo Cataneo, Il geloso, In Ve- marzo 1486] (HC 10237*; IGI 5818; BMC netia, Per Bartolomeo Fontana, 1626 (IT\ VII, 975; GW M18829; ISTC il00301000). 116. Il Gagliardi si riferisce alla Codri vita ICCU\PARE\063040). Il Gagliardi trasmise notizie su questa edi- composta da Bartolomeo Bianchini, de- 106. Mariano Armellini, Bibliotheca zione e sull’Avogadro a Giovanni Poleni, dicata ad Minum Roscium senatorem Bo- Benedictino Casinensis, Pars altera. Cum che ringraziò pubblicamente il corrispon- noniensem e stampata in fine dell’edizione triplici indice, Assisii, Typis Feliciani, et dente bresciano nelle sue, Exercitationes In hoc Codri volumine haec continentur Philippi Campitelli Fratrum, 1732, p. 77. Vitruvianae primae. Hoc est commentarius Orationes seu sermones ut ipse appella- criticus de M. Vitruvii Pollionis architecti bat. Epistolae. Silvae. Satyrae. Eglogae. 107. Evangelista Manelmo, Commenta- decem librorum editionibus necnon de Epigrammata. Impressum Bononiae, per riolum de quibusdam gestis in bello Gallico eorundem editoribus, atque de aliis, qui Ioannem Antonium Platonidem Benedic- illustrissimi viri Francisci Barbari praefecti Vitruvium quocumque modo explicarunt, torum bibliopolam nec non civem Bono- praesidii Brixiae seu de obsidione Brixiae aut illustrarunt, Patavii, Typis Seminarii. niensem, 1502, die VII martii (EDIT16, anni 1438 nunc primum e manuscripto Apud Ioannem Manfrè. Et prostant Vene- CNCE 32581). Ho usato l’esemplare Bre- codice monasterii Sanctae Euphemiae urbis tiis apud Franciscum Pitteri, 1739, p. 12. scia, Biblioteca Civica Queriniana, 4a H II eiusdem edidit, recensuit, ac notis illustra- 19 m 1. vit dominus Ioannes-Andreas Astezatus 109. Scipione Maffei, Verona illustrata. Brixianus monachus benedectino-Casi- Parte seconda, contiene l’istoria letteraria 117. Le lettere di Laura Cereta al gram- nensis olim in Brixiana academia mathe- o sia la notizia de’ scrittori veronesi, In matico Giovanni Olivieri sono citate seos publicus professor praemissis gratia Verona, Per Iacopo Vallarsi, e Pierantonio dall’edizione Laura Cereta, Epistolae opportunitati diplomate quodam Henrici Berno, 1731, col. 204. iam primum e manuscriptis in lucem pro- ductae a Iacobo Philippo Tomasino, qui imperatoris, ac Francisci Barbari actione- 110. Maffei, Verona illustrata. Parte se- gratiarum habita Brixiano populo cum eius vitam, et notas addidit, Patavii, Typis conda, col. 243 cita non Ognibene Ferrari, Sebastiani Sardi, 1640, pp. 11-12 (epistola adnotationibus. Adiectis ad calcem operis bensì Cristoforo Ferrari. dissertatiunculis i. De anno coronationis I), 37-39 (epistola XVI), 71-72 (epistola Caroli Crassi imperatoris, ii. De anno 111. Maffei, Verona illustrata. Parte se- XXXIII), 83-85 (epistola XXXVIII), 85-87 conda, col. 199. (epistola XXXIX). Cito dall’esemplare Bre- primo regni Desiderii regis ultimi Lango- a bardorum, iii. De nova epocha Ludovici II scia, Biblioteca Civica Queriniana, 4 L IX 112. Maffei, Verona illustrata. Parte se- 19, con ogni probabilità appartenuto alla imperatoris, Brixiae, Typis Ioannis-Mariae conda, col. 199. Ricciardi, 1728 (IT\ICCU\RMLE\015298), biblioteca Gagliardi. Per le lettere della p. 66. Cito dall’esemplare Brescia, Bibliote- 113. Cozzando, Libraria bresciana, pp. Cereta all’Olivieri si vedano Laura Cereta ca Civica Queriniana, 10a E III 1. 30-31 per Luigi Mondella e pp. 134-135 Quattrocento Humanist, by A. Rabil Jr, per Girolamo Donzellini. Binghamton (N.Y.), Center for Medieval 108. Paolo Gagliardi estese un breve profi- and Renaissance Studies, 1981 (Medieval lo di Giovanni Britannico nelle sue Notizie 114. [Apostolo Zeno], Giunte, ed os- and Renaissance Texts and Studies, 3), ad di alcuni letterati bresciani, nel codice servazioni intorno agli storici italiani, che indicem; Laura Cereta, Collected Letters Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica hanno scritto latinamente, registrati da of a Renaissance Feminist. Transcribed, Vaticana, Vaticano latino 9273, ff. 357r- Gherardo-Giovanni Vossio nel libro III De Translated, and Edited by D. Robin, Chi- 365r. Ivi, a f. 363r-v, è stata trascritta da historicis Latinis, nel Giornale de’ letterati cago and London, The University of Chi- 57 Gian Francesco Virginio opera del Voltolina De hor- Paolo Aleni canonico. Istoria Bresciano, Parafrasi sopra le torum cultura, Brixiae, Apud manoscritta. Cartari, Croci bre- Pistole di San Paolo a’ Romani, Vincentium Sabbium, 1574, in sciane, pagina 2.126 Galati, ed Ebrei, In Lione, 1551, 8°.123 Tartarotti, lettera 20 mar- in 16° (senza nome di stampa- zo 1735. curato da Niccolò Bartolini e stampato a 118 Firenze e Lucca nel 1681, l’Iter Italicum tore, né di luogo). litterarium annis 1685 et 1686 di Jean Ma- Bartolommeo Garzoni. Inter billon e di Michel Germain, pubblicato nel primo volume del Museum Italicum del Iacopo da Chiari. Biblio- Varia opuscula (mihi), tomo Mabillon nell’edizione parigina del 1687 e theque iugemens de sçavantes, 5.124 l’Itinerarium nobiliorum Italiae regionum, tomo 1, pagina 261.119 urbium, oppidorum, et locorum di Franz Schott in una edizione non meglio iden- Bartolommeo Baiguera. tificabile fra le molte che l’opera ebbe nel Bernardino Ianuario. Biblio- Itinerario manoscritto in ver- corso del Sei e del Settecento, il Gagliardi appuntò «Possent colligi itineraria claro- teca volante, Scanzia 21, pagina si esametri. Memorie (mihi) rum virorum, et simul ede cum Itinerario 22.120 1719-1727.125 Baiguerii manuscripto». Nello stesso elenco, a f. 10v, nella parte riferita all’anno 1727, il Gagliardi replicò la nota «Bartho- Girolamo Gavardo da Asola. ni, Scanzia XXI, p. 109, dove si segnala lomaei Bayguerae Brixiani Itinerarium 121 l’opera di Girolamo Giuseppe Milio ineditum», accompagnata dall’indicazione Ivi, pagina 85. Voltolina, Hercules Benacensis decem «Vedi le Memorie del 1720», con evidente concordis academiae protectoribus, Brixiae, rimando interno alla precedente registra- [Francesco e Pietro Maria Marchetti], zione. Scrivendo a Giuseppe Antonio Sassi Giuseppe Milio Voltolina da Apud Vincentium Sabium, 1575 (EDIT16, 122 da Brescia il 19 luglio 1727, il Gagliardi, Salò. Ivi, pagina 109. Altra CNCE 36452). Ho consultato l’esemplare dopo essersi complimentato con il corri- Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 7a spondente milanese per il suo contributo cago press, 1997, passim. D II 14 m 1. erudito alla grande impresa dei Rerum 118. Il Gagliardi si riferisce all’opera Gian 123. Girolamo Giuseppe Milio Volto- Italicarum Scriptores del Muratori, comu- Francesco Virginio, Le dotte e pie para- lina, De hortorum cultura libri III ad Isa- nicava di possedere l’inedito poemetto frasi sopra le pistole di Paolo a Romani Ga- bellam Sociam, Brixiae, [Francesco e Pie- odeporico del Baiguera, suggerendone la lati ed Ebrei non mai più vedute in luce, In tro Maria Marchetti], Apud Vincentium eventuale collocazione in uno dei volumi Lione, [Jean Fellon il Giovane o Philibert Sabium, 1574 (EDIT16, CNCE 61024). Ho ancora da stampare degli Scriptores: «Io Rollet], 1551. usato l’esemplare ora Brescia, Biblioteca ho un Itinerario inedito di un Bortolom- Civica Queriniana, 5a H VI 17 m 2. meo [sic] Baiguera Bresciano, in versi 119. Adrien Baillet, Jugemens des latini esametri, scritto intorno al 1420. Mi sçavans sur les principaux ouvrages des 124. L’esemplare appartenuto al Gagliardi penso che forse non possa riuscire inutile auteurs, I, A Paris, Chez Antoine Dezal- è l’attuale Brescia, Biblioteca Civica Que- alla gran Raccolta, ma sarebbe necessario lier, rue Saint Jacques, à la Couronne d’or, riniana, 5a G IV 18 m 2: Bartolomeo ch’io mi dassi tempo di rivederlo e di farvi 1685, p. 261. Garzoni, Ad perillustres, et amplissimos qualche breve osservazione». Lettere del 120. Cinelli Calvoli, Sancassani, Magni Hospitalis Brixiae decuriones. Ora- canonico Paolo Gagliardi accademico Ruele, Della biblioteca volante di Gio. tiones duae, cum praefatione, Brixiae, Co- della Crusca colle annotazioni, e un ragio- Cinelli Calvoli. Continuata da Dionigi minus Praesenius typis excudebat, 1600 namento intorno agli epistolari di Giamba- Sancassani, Scanzia XXI, p. 22, dove si dà (EDIT16, CNCE 20446). tista Chiaramonti, I, In Brescia, Presso Pietro Pianta, 1763, pp. 315-316. notizia dell’opera di Bernardino Genna- 125. Paolo Gagliardi possedette il codice ri, Oratio concinnata ac per Agamennona con l’Itinerarium di Bartolomeo Baiguera 126. Giovanni Battista Cartari, Le Mareschotum mirae indolis adolescentulum ora Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Croci bresciane overo discorso sopra le croci publice recitata. In qua florentissimi Studii A V 6. Il Gagliardi compilò una serie di dell’Oro Fiamma, e del Campo, conservate, Bononiensis ac sacrosanctarum legum lau- appunti, scanditi a cadenza annuale a par- et adorate nella chiesa Catedrale di Brescia, des continentur, [s.n.t., 1510?] (EDIT16, tire dal 14 novembre 1712 fino al 1728, in e relatione delle tre processioni, nelle quali CNCE 48985), segnalata all’autore da Gia- cui egli elencò opere da lui acquistate, o furono dette Croci solennemente portate copo Tartarotti. semplicemente consultate nel corso degli l’anno 1663, In Brescia, per li Rizzardi, 121. Cinelli Calvoli, Sancassani, Rue- anni. Questo elenco è compreso nei ff. 3r- 1670 (Spini, 709), p. 2. Ho visto l’esempla- 13r del codice Brescia, Biblioteca Civica re ora Brescia, Biblioteca Civica Querinia- le, Della biblioteca volante di Gio. Cinelli a Calvoli. Continuata da Dionigi Sancassani, Queriniana, F III 1 m 2-7 e a f. 8v. Ivi, fra na, 5 H VI 15 m 2. La storia delle Sante Scanzia XXI, p. 85, ove si dà conto dell’o- una serie di opere odeporiche datata «In Croci composta da Paolo Aleni è copiata pera di Girolamo Gavardi, Oratio in Brescia 1720» e che comprende l’Itinera- nel Registrum M dell’antico archivio co- laudem reverendissimi cardinalis domini rium di Claudio Rutilio Namaziano nell’e- munale di Brescia, ora codice Brescia, Ascanii Sfortiae et nonnulla epigrammata, dizione di Amsterdam del 1687, l’Itinera- Archivio di Stato, Archivio Storico Civico, [Impressum Bononiae, Apud Ioannem rium per nonnullas Galliae Belgicae partes 1534, ff. 201r-202v, inc. «Constantinus ille Antonium Platonicum de Benedictis ci- di Abraham Ortelius nell’edizione di magnus Romanorum imperator ...», expl. vem Bononiensem, 1508, nonis aprilis] Anversa del 1584, l’edizione Anversa 1575 «... a spiritalibus bestiis noxiisque incen- (EDIT16, CNCE 46955). dell’Itinerarium di Benjamin Tudelensis, diis liberare digneris. Per Christum domi- l’Itinerarium Antonini Augusti, et Burdi- num nostrum. Frater Bonaventura Vitalis 122. Cinelli Calvoli, Sancassani, Rue- galense nell’edizione curata da Andreas Brixiensis ordinis minorum conventualium le, Della biblioteca volante di Gio. Cinelli Schott e pubblicata a Colonia nel 1600, scripsit ad instantiam reverendi domini Calvoli. Continuata da Dionigi Sancassa- l’Hodoeporicon di Ambrogio Traversari Pauli de Alenis canonici die XVIIII mensis 58 Giovanni Agostino Lana. In- Alessio Ugoni. Nella libreria Nobile Socio medico bre- ter Varia opuscula (mihi), tomo de’ monaci di San Faustino in sciano. Tartarotti, Saggio di bi- 5.127 Brescia.132 Biblioteca volante, bliografia tirolese, pagina 39.137 Scanzia 22, pagine 54, 55.133 Ar- Questo autore si registra anche Pietro Lazzaroni. Biblioteca mellini, Bibliotheca Casinensis, dal Cozzando, parte 1, pagina volante, Scanzia 15, pagine 72, tomo 1, pagina 5.134 178, ma non mette l’opera men- 73 (della seconda impressione tovata dal Tartarotti. 1722).128 Aluigi Lana. Raccolta d’o- razioni per il principe Marin Giacomo Romano. Bibliote- Fra Illuminato Ayguino. Grimani, pagina 1.135 Biblioteca ca volante, Scanzia 12, pagina Biblioteca italiana (in Venezia volante, Scanzia 4, pagina 74.136 67.138 1728), pagina 212.129 132. Flavio Alessio Ugoni, Dialogus Cesare conte di Gambara. de solitudine, Venetiis, Apud Cominum Bartolommeo da Brescia, de Tridino Montisferrati, 1545 (EDIT16, Biblioteca volante, Scanzia 3, o Bresciano. Incunabula typo- CNCE 4585), rappresentato da due copie pagina 19.139 130 conservate presso la Biblioteca Civica graphiae, pagina 35. Presso il Queriniana, 5a H VII 18 m 8 e 5a H VII Cozzando si chiama Bartolom- 26 m 1; De maximis Italiae atque Graeciae Bernardino Partenio (qui calamitatibus, [Venezia], In Academia meo Avogadro, parte 1, pagina Veneta, 1559 (EDIT16, CNCE 23102), 49.131 conservato presso la Queriniana in due [s.n.t.], 1682, p. 74, il quale cita l’orazione copie: 7a D I 10 m 1 e Salone R XIV 18. di Luigi Lana in altra edizione: Ago- Non ho elementi per dire se alcuni di que- stino Michiel, Le glorie immortali del Alessio Ugoni, o sia Flavio sti volumi provengano dalla biblioteca di serenissimo prencipe di Vinegia Marino San Faustino Maggiore di Brescia, dove il Grimani descritte in dodici singolarissime orationi fatte nella sua creatione da molti februarii MDLXX». Il testo dell’Aleni è Gagliardi afferma di aver consultato opere dell’Ugoni. eccellentissimi ambasciatori, e da altri preceduto a f. 201r da un carme di Andrea pellegrini ingegnii. Al serenissimo Collegio Rabirio in distici elegiaci: Andreae Rabirii 133. Giovanni Cinelli Calvoli, Dioni- della venitiana Republica consecrate, In carmen in Crucis Aureae Flammae histo- gi Andrea Sancassani, Mariano Ruele Venetia, Appresso Francesco Bariletti, riae commendationem, pubblicato già dal (Gilasco Eutelidense), Della biblioteca 1596 (EDIT16, CNCE 30759), pp. 33-46: Cartari nell’opera poco sopra citata, pp. volante Scanzia XXII, In Rovereto, Presso Oratione dell’illustre cavalier il signor Luigi 2-3, che lo ha tratto proprio da questo re- Pierantonio Berno, 1736, pp. 54-55, che Lana ambasciator di Brescia. gistro di cancelleria. Il carme del Rabirio e segnala anche come terzo riferimento bi- il breve testo dell’Aleni sono introdotti dal bliografico l’opera De dignitate atque prae- 137. Giacopo Tartarotti, Saggio della titolo De sancta Cruce Aureae Flammae et stantia reipublicae Casinensis. In Academia biblioteca tirolese, o sia notizie istoriche eius origine (f. 201r). Veneta, 1559, ma questa è operetta inserita degli scrittori della provincia del Tirolo, In Rovereto, Presso Pierantonio Berno 127. L’esemplare appartenuto al Gagliardi nel De maximis Italiae atque Graeciae calamitatibus. Il padre Mariano Ruele ri- libraio, 1733, p. 39, nel capitolo dedicato è l’attuale Brescia, Biblioteca Civica Que- al medico Francesco Partini, al quale il riniana 5a G IV 18 m 8: Giovanni Ago- conobbe il suo debito di informazione nei confronti di Paolo Gagliardi per le notizie medico salodiano Nobile Socio (molto stino Lana, Oratio coram serenissimo probabilmente della famiglia salodiana principe Francisco Donato, [s.n.t.]. sull’Ugoni: «Di questi opuscoli non ne fa menzione alcuna il padre Cozzando nella Sozzi) inviò in dono una copia del suo 128. Cinelli Calvoli, Della biblioteca Libraria bresciana. La notizia de’ quali la Tractatus de temporibus et modis recte volante Scanzia XV, pp. 72-73, con notizie deggio al dottissimo e gentilissimo mio purgandi in morbis, Venetiis 1550 [Vene- bibliografiche essenziali siglate da France- signor canonico Paolo Gagliardi, da cui tiis, Bartholomaeus Caesanus excudebat, sco Arisi con pienezza di voti attende la Repubblica 1550] (EDIT16, CNCE 24116). Il Tarta- delle Lettere la bell’opera delle Notizie de’ rotti avverte: «di questo libro del Socio 129. Nicola Francesco Haym, Bibliote- letterati bresciani, che va al suo solito dili- non fa menzione, come moltissimi d’altri ca italiana, o sia notizia de’ libri rari nella gentemente compilando e raccogliendo». cogli autori ne lascia il Cozzando nella sua lingua italiana, In Venezia, Presso Angiolo Libreria bresciana». Geremia in Campo di S. Salvatore, 1728, 134. Armellini, Bibliotheca Benedictino ove si riferisce l’opera Illuminato Aigui- Casinensis, Pars prima, pp. 5-9. 138. Cinelli Calvoli, Della biblioteca no, Il tesoro illuminato di tutti i tuoni di volante Scanzia XII, p. 67: Giacomo da canto figurato, con alcuni bellissimi secreti, 135. Una orazione italiana Dell’illustre Romano, Congratulatio pro patria ad non da altri più scritti, nuovamente compo- cavaliere, et eccellentissimo signor Aluuigi Nicolaum Tronum, [Venezia], Impressum sto, In Venetia, Appresso Giovanni Vari- [sic] Lana ambasciator di Brescia si legge per magistrum Florentium de Argentina sco, 1581 [In Venetia, Appresso Giovanni in Antonio Maria Consalvi, Orationi 1472, die vero 20 mensis maii (H 13963*; Varisco, 1581] (EDIT16, CNCE 570). fatte al serenissimo prencipe di Venetia IGI 8436; BMC V, 204; GW M11010; Marino Grimani nella sua assontione al ISTC ir00317000). 130. Beughem, Incunabula typographiae, principato, raccolte e postillate, In Venetia, p. 35, in cui si registrano alcune edizioni Presso il Muschio, 1597 (EDIT16, CNCE 139. Giovanni Cinelli Calvoli, Della dell’Apparatus composto dal giurista Bar- 13088), pp. 1-15. biblioteca volante Scanzia III, In Napoli, tolomeo da Brescia al Decretum Gratiani. Per Salvadore Castaldo Regio Stampatore, 136. Giovanni Cinelli Calvoli, Della 1685, p. 19. Non sono riuscito a trovare 131. Cozzando, Libraria bresciana, p. 49. biblioteca volante Scanzia IV, In Napoli, traccia della edizione registrata dal Cinelli. 59 pagina 51)140 non è bresciano, cio di questi Idilii si chiama Dom Colombano monaco ma furlano da Spilimbergo. bresciano. casinese. Biblioteca volante, Biblioteca volante, Scanzia 15, Scanzia 7, pagina 104. Armelli- pagina 9.141 Lettera Tartarotti 20 Bartolomeo da Palazzolo. ni, Bibliotheca Casinensis, tomo marzo 1735 (posta in fine ma- Gandolfo, Dissertatio historica 1, pagina 121. Astezati, Prolo- noscritta). de CC. scriptoribus augustinia- gus ad Manelmum, pagina 1, nis, pagina 91.146 nota a.149 Marco Turoni. Biblioteca vo- lante, Scanzia 17, pagina 62.142 Bartolommeo, e Pietro Rosi- Giuseppe Rodella Bresciano. tini da Prato Alboino. Biblioteca Sermoni diversi da nozze, da Giulio Cesare Gigli, suoi Idi- italiana (in Venezia, 1728), pa- convivio, et anche da morte, lii: La Magia, In Venezia, per il gine 78, 122.147 Venetiis 1555, in 8° senza nome Violati, 1614, in 12°,143 La Gara, di stampatore.150 Altra edizione In Venezia, per Giovan Battista Giovanni Antonio Cesareno. Scanzia 12, pagina 56.151 Ciotti, 1616, in 12°,144 I Rivali, Biblioteca volante, Scanzia 6, In Venezia, per Tommaso Boat- pagina 70.148 consultato l’esemplare Brescia, Biblioteca a to, 1614, in 12°. Altra edizione Civica Queriniana, 5 H VII 7 m 10. di questo Idilio ne segna il Ci- stampator ducale, 1695 [In Modona, Per 149. L’identificazione di questo Colomba- Bartolomeo Soliani stampator ducale, no da Brescia con il benedettino Colom- nelli, Biblioteca volante, Scanzia 1696], p. 78 segnala proprio quest’ultima bano Bressanini, professo in San Bene- 145 11, pagina 78. Nel frontispi- edizione del 1614. detto di Polirone il 20 novembre 1569, si deve a Armellini, Bibliotheca Benedictino 140. Cozzando, Libraria bresciana, p. 51. 146. Domenico Antonio Gandolfo, Casinensis, Pars prima, pp. 121-122, che Dissertatio historica de ducentis celeberri- cita Niccolò Villani (Accademico 141. Il riferimento è alla prima edizione di mis augustinianis scriptoribus ex illis, qui Aldeano), Ragionamento sopra la poesia Giovanni Cinelli Calvoli, Della biblio- obierunt post magnam unionem ordinis giocosa de’ Greci, de’ Latini, de’ Toscani con teca volante Scanzia XV, In Padova, Nella eremitici usque ad finem Tridentini Conci- alcune rime piacevoli del medesimo autore, Stamperia de gl’Eredi Frambotti, 1703, lii, Romae, Typis Ioannis Francisci Buagni, In Venetia, Appresso Gio. Pietro Pinelli, p. 9, non alla ristampa del 1722 più volte 1704, pp. 91-92. L’agostiniano Bartolomeo 1634, pp. 88-96, citato anche in Manel- citata nelle note precedenti. da Palazzolo si ricorda unicamente come mo, Commentariolum, p. 1, n. a. Il Bressa- 142. Cinelli Calvoli, Della biblioteca curatore del Martyrologium di Usuardo nini, celandosi sotto lo pseudonimo gio- volante Scanzia XVII, p. 62, dove si segna- nell’edizione Pavia, Giovanni Antonio coso e dialettale di Baricocol dottor di Val la Marco Turone, Oratio de Sanctissima Birreta e Francesco Girardengo, 1487 (IGI Brambana, ridusse in volgare bergamasco Trinitate habita in capella Sixti IIII in Urbe 6253; GW M49003; ISTC iu00080000). le Metamorfosi ovidiane e l’opera ebbe cir- colazione esclusivamente manoscritta. Si calendis iunii 1608 coram sanctissimo 147. I fratelli Pietro e Bartolomeo Rositini domino nostro Paulo V pontifici optimo et veda anche Cinelli Calvoli, Della biblio- volgarizzarono le Vitae philosophorum di teca volante Scanzia VII, p. 104. sacro collegio cardinalium, Brixiae, Apud Diogene Laerzio, stampate a Venezia per Petrum Mariam Marchettum, 1609 (Spini, Vincenzo Valgrisi all’insegna d’Erasmo 150. Giuseppe Rodella, Sermoni diversi, 153), consultata nell’esemplare Brescia, nel 1545 (EDIT16, CNCE 17227, con- da nozze, da convivio, et da communione, Biblioteca Civica Queriniana, 5a G VI 17 sultato nell’esemplare Brescia, Biblioteca et ancho da morti accomodati non sola- m 12. Civica Queriniana, Cin. H 52) e da Do- mente alle età, ma alli gradi et qualità delle 143. Giulio Cesare Gigli, La fallace menico Farri, sempre a Venezia, nel 1567 persone novissimamente composti, et a magia. Idilio, In Venezia, dal Violati, 1614 (EDIT16, CNCE 17229) (Haym, Biblioteca commune beneficio di cui se ne diletta dati (IT\ICCU\TO0E\058366). Ho usato l’e- italiana, p. 78, dove la seconda edizione in luce, Venetiis, [Comin da Trino], 1555 semplare Brescia, Biblioteca Civica Queri- del Farri è erroneamente datata al 1561). (EDIT 16, CNCE 49196). Ho usato l’esem- niana, 7a D III 1 m 5. Ridussero in volgare anche le Commedie plare Brescia, Biblioteca Civica Querinia- di Aristofane, pubblicate dallo stesso Val- na, 7a D III 12 m 10, appartenuto a Paolo 144. Giulio Cesare Gigli, La gara amo- grisi a Venezia nel 1545 (EDIT16, CNCE Gagliardi, il quale nel margine inferiore rosa. Idilio, In Venezia, da Gio. Battista 2862, consultato nell’esemplare Brescia, del frontespizio ha scritto: «Altra edizione Ciotti, 1616 (IT\ICCU\UM1E\011880). Biblioteca Civica Queriniana, 7a D VIII di questo opuscolo presso il Cinelli, Bi- Ho usato l’esemplare Brescia, Biblioteca 29) (Haym, Biblioteca italiana, p. 122). blioteca volante, Scanzia 12, pagina 56», Civica Queriniana, 7a D III 1 m 6. per la quale si veda la nota successiva. 148. Cinelli Calvoli, Della biblioteca 145. Giulio Cesare Gigli, I rivali. Idilio volante Scanzia VI, p. 70, dove si registra 151. Il Gagliardi fa certamente riferimento nuovo. Dedicato al molto illustre signor l’opera Apparatus litterarius, quo excep- a Giuseppe Rodella, Sermoni diversi il signore Alfonso Strozzi, In Venezia, da tus est illustrissimus ac reverendissimus da nozze, da convivio, da communione, Tomaso Boatto, 1614 [In Venezia, Nella dominus dominus Io. Franciscus Mau- et anco da morti, accommodati non so- Stamperia di Ambrosio Dei, 1614] (IT\ rocenus Brixiae episcopus, cum primum lamente all’ età, ma alli gradi et qualità ICCU\BVEE\026571). Ho usato l’esem- academiam Assiduorum invisit, opera delle persone novissimamente composti, et plare ora Brescia, Biblioteca Civica Que- Ioannis Antonii Caesareni academici a commune beneficio di cui se ne diletta riniana, 7a D III 1 m 4. Giovanni Cinelli cognomento Indefessi collectus, et in lucem dati in luce. Con la tavola de’ sermoni che Calvoli, Della biblioteca volante Scanzia editus, Brixiae, Apud Vincentium Sab- si contengono nella presente opera, In Ve- XI, In Modona, Per Bartolomeo Soliani bium, 1586 (EDIT16, CNCE 10938). Ho netia, Appresso Domenico Nicolino, 1565 60 Aurelio Foresti. Biblioteca tempo. Nella Verona illustrata si Armellini, Bibliotheca Casi- volante, Scanzia 18, pagina accennano altre sue opere me- nensis, tomo 1, pagina 92.160 Di 26.152 diche. Il Cozzando lo fa verone- questo fa menzione anche il se, parte 1, pagina 134.156 Cozzando, parte 1, pagina 53.161 Ferrando Averoldo. Biblio- teca volante, Scanzia 22, pagina Costantino Bellotti. Armel- Placido Falconio da Asola. 54.153 lini, Bibliotheca Casinensis, ivi Armellini, Bibliotheca Casinen- tomo 2, pagina 38.157 sis, tomo 2, pagina 151.162 Giuseppe Valdani. Verona illustrata, parte 2, pagina 199.154 Marco da Brescia Casinese. Domenico da Asola. Ivi, Non vada riposto tra i veronesi, Ivi, tomo 2, pagina 89.158 tomo 1, pagina 152.163 e le sue opere si veggono stam- pate in Brescia in 8° con questo Michele da Brescia Casinese. Francesco Marcioli, Regole titolo: Iosephi Valdani Acade- Ivi, tomo 2, pagina 108.159 et ordini della disciplina mili- mici Brixiani ad Academicos tare, In Verona, per Antonio e Brixianos, Brixiae, apud Tho- Batista Guarini da Brescia. Fratelli Rossi, 1656, in 4°.164 mam Bozzolam 1567.155 Può es- Lettera Tartarotti manoscritta sere fosse nato in Verona, o che 20 marzo 1735 (ma forse dee Vincenzo Zino, Carminum vi avesse abitato per qualche leggersi Guerini, non Guarini). libri tres, Venetiis, apud Domi-

(EDIT16, CNCE 66941), citata in Cinelli nicum de Nicholinis, 1560, in Calvoli, Della biblioteca volante Scanzia Bartolommeo Silvano da 8°,165 con dedicatoria Optimo XII, p. 56. Ho usato l’esemplare Brescia, Salò. Lettera Tartarotti suddetta ac nobilissimo adolescenti Phi- Biblioteca Civica Queriniana, 5a H VII 26 m 1. posta qui in fine. lippo Contareno, data da Ba- 152. Giovanni Cinelli Calvoli, Della gnolo III idus novembris, in cui biblioteca volante Scanzia XVIII, In Fer- Bernardino Ianuario da Gar- si chiama parente di Pierfran- rara, Per Bernardo Barbieri, 1716, p. 26, ove si registra l’opera Aurelio Foresti, gnano. Lettera suddetta. cesco Zino, allora arciprete di Rudimenta poetica carmina facere condi- Lonato, registrato fra’ scrittori scentis ex demortui cineribus eruta ac ma- Vincenzo Casali Bresciano. veronesi nella Verona illustrata, estissimo parenti domino Francisco Foresto 166 ad acerbae orbitatis lenimentum exhibita a Ivi. parte 2, pagina 169. Vedi la reverendo domino Antonio Lollio, Brixiae, Biblioteca volante, Scanzia 23, Ex Typographia Iacobi Turlini, 1669. Giovanni Brunoro Gambara. 153. Cinelli Calvoli, Sancassani, Ruele (Gilasco Eutelidense), Della Ivi. biblioteca volante Scanzia XXII, p. 54, ove, 160. Armellini, Bibliotheca Benedictino Casinensis, Pars prima, pp. 92-96. su indicazione di Iacopo Tartarotti, si dà Raffaello Stella. Ivi. notizia della rara Lettera del signor Fer- 161. Cozzando, Libraria bresciana, p. 53. rando Averoldo il figlio, al molto illustre signore il signor conte Nicolò Gambara, in Giacopo de’ Vitali. Ivi. 162. Armellini, Bibliotheca Benedictino difesa di quanto scrisse ultimamente contro Casinensis, Pars altera, p. 151. di lui il signor Mutio Iustinopolitano, con- 163. Armellini, Bibliotheca Benedictino futando un parere dell’eccellentissimo signor Benedetto Castelli Casinese. Casinensis, Pars prima, p. 152. dottor Susio, intorno alle cose passate fra lui et il signor Nicolò Chieregatto, [Brescia, 156. Cozzando, Libreria bresciana, p. 164. Francesco Marcioli, Regole et 1563?] (EDIT16, CNCE 3509). 134. ordeni della disciplina militare. Dedicato al merito di Carlo Gonzaga duca di Mantova, 154. Maffei, Verona illustrata. Parte se- 157. Armellini, Bibliotheca Benedictino In Verona, Per Antonio, et fratelli Rossi, conda, col. 199. Casinensis, Pars altera, a p. 38 scrive di 1656 (IT\ICCU\TO0E\032146). un Giovanfrancesco da Brescia, ma non 155. Giuseppe Valdagni, De philosophiae 165. Vincenzo Zini, Carminum libri tres, moralis usu in Aristotelis libros de moribus di Costantino Bellotti, di cui invece si leggono notizie in Armellini, Bibliotheca Venetiis, Apud Dominicum de Nicholinis, ad Nicomachum praefatio, Brixiae, Apud 1560 (EDIT16, CNCE 31618). Tre esem- Thomam Bozolam, 1567 [Brixiae, Apud Benedictino Casinensis, Pars prima, pp. 122-123. plari di questa edizione sono conservati Vincentium Sabiensem, ad instantiam presso la Biblioteca Civica Queriniana, Thomae Bozolae 1567] (EDIT16, CNCE 158. Armellini, Bibliotheca Benedictino con le segnature Cinq. HH 87, 4a R V 26 e 27147). Due esemplari di questa opera Casinensis, Pars altera, p. 89. 5a DD VII 14. si conservano presso la Biblioteca Civica Queriniana, con le segnature 5a H IX 27 m 159. Armellini, Bibliotheca Benedictino 166. Maffei, Verona illustrata. Parte se- 1 e 7a D III 12 m 2. Casinensis, Pars altera, pp. 107-108. conda, coll. 169-170. 61 pagina 182.167 lettere a lui scritte leggonsi nel- literaturae, parte 2, pagine 306 e la raccolta intitolata Epistolae 308.175 Vide Becichemum Prae- Michelangelo Angelico clarorum virorum (Venetiis, lectio in Plinium, pagina 81.176 rimatore in dialetto brescia- apud Guerram, 1568, in 8°), no. Fontanini dell’Eloquenza pagine 126 seguenti, ed alcune Andrea Pontico, e sua opera italiana, pagina 253 (in Roma pure da lui scritte alla pagina Lucubrationes in Quintilianum, 1736).168 136 e seguenti172 (vedi Bibliote- dedicata a Lodovico Marcello, ca volante, Scanzia 23, pagina cavaliere di Rodi.177 Andrea Gallo (qui pagina 160).173 34) non è bresciano, ma tren- [a questo punto si legge la tino per testimonianza del Bernardino Laurino dedi- seguente nota scritta dalla mano Gesnero, e del Mattioli. Lettera ca la versione di Omero fatta Tartarotti 20 marzo 1735 qui in dal Valla a Niccolò principe di Lorenzo Valla, Accuratissime ac solerti fine manoscritta. Correggio.174 Specimen variae cura impressum ac emendatum hoc opus per venerabilem dominum praesbyterum Baptistam Farfengum impensa vero domi- Ottaviano Maggio (qui pagi- libri XI uno nuper addito. Eiusdem quae ni Francisci Laurini civis Brixiani anno a Praefationes appellantur, Venetiis, In Ae- natali christiano 1497 die vero sexto men- na 178) non è bresciano, ma ve- dibus Manutianis, 1573 (EDIT16, CNCE sis septembris (H 8775*; IGI 4801; BMC neto, e dell’ordine de’ Segretari. 27502), pp. 120-122. VII, 986; GW 12898; ISTC ih00312000). Il testo omerico è preceduto dalla lettera Sansovino, Venezia, pagina 618 172. Il Gagliardi cita dalla raccolta curata di dedica senza data scritta da Bernardino (presso Stefano Curti 1663, in da Lazzaro Buonamico dal titolo Epistolae Laurino a Nicolò da Correggio: Bernardi- clarorum virorum, selectae de quamplu- 4°).169 Crescimbeni, Commen- nus Laurinus Brixianus illustri ac excellenti rimis optimae, ad indicandam nostrorum domino Nicolao Corigiensi Moecenati suo tari della volgar poesia, tomo 5, temporum eloquentiam. Nunc demum observandissimo S.P.D. 170 emendatae, auctae, summaque diligentia pagina 105. Vi è una lettera di excusae, Venetiis, Ex Typographia Do- 175. [Querini], Specimen variae literatu- Paolo Manuzio a lui, che è l’ul- minici Guerrei, et Io. Baptistae, fratrum, rae, pp. 306-308. 1563 (EDIT16, CNCE 18173), Agostino tima del libro 2, in cui si vede Valier a Ottaviano Maggi, Padova, VI 176. Marino Becichemo, Hoc in libro ch’egli era passato da Venezia kalendas iunii [27 maggio] 1555 (ff. 126v- sunt Marini Becichemi Scodrensis oratoris clarissimi et publici gymnasii Brixiani mo- a Roma con l’ambasciatore ve- 127r); Giulio Poggiano a Ottaviano Mag- gi, Roma, VI idus iunii [8 giugno] s.a. (ff. deratoris luculentissima oratio, qua Brixia- 171 neto Aluigi Mocenigo. Molte 127v-128v); Giulio Poggiano a Ottaviano no senatui gratias agit. Aurea praelectio Maggi, Roma, pridie nonas iulii [6 luglio] in C. Plinium Secundum, cui adiuncta est 167. Giovanni Cinelli Calvoli, Maria- 1560 (ff. 128v-129r); Giulio Poggiano a mirabilis apologia in Regirum quendam no Ruele (Gilasco Eutelidense P.A.), Ottaviano Maggi, Roma, XIII kalendas bonorum hostem. Pulcerrima [sic] obser- Della biblioteca volante Scanzia XXIII con augusti [20 luglio] 1560 (f. 129r-v); Gio- vationum collectanea in primum naturalis un saggio dell’istoria dell’Indice romano vanni Battista Rasario a Ottaviano Maggi, historiae librum. Variarum observationum de’ libri proibiti, In Roma, Nella Stampe- Venezia, IV idus februarii [10 febbraio] libri tres utilissimi. Pauli Suardi elegans ria del Komarek, ed a sue spese al Corso 1560 (ff. 131v-132r); Giovanni Fasiolo a in auctoris laudem et adversus Graeculos in Piazza di Sciarra, 1739, p. 182, ove si Ottaviano Maggi, Padova, VI idus decem- epistola cum additione et castigatione eo- registra la stessa edizione dei Carmina di bris [8 dicembre] 1557 (ff. 132r-133r); rum, quae impressores aut praetermisere, Vincenzo Zini. Giacomo Griffolo a Ottaviano Maggi, s.l., aut perperam reposuere, [Brescia, Angelo III nonas februarii [3 febbraio] 1558 (f. Britannico, 1504 circa] (EDIT16, CNCE 168. Fontanini, Della eloquenza italiana 4775), f. I3r-v, dove si pubblica un esteso libri tre, p. 253. 133r-v); Giacomo Griffolo a Ottaviano Maggi, Vicenza, III nonas maii [5 maggio] brano di lettera indirizzata al Becichemo 169. Francesco Sansovino, Venetia città s.a. (ff. 133v-134v); Pietro Giustiniani a da Bernardino Laurino, per la quale si nobilissima, et singolare, descritta in XIIII Ottaviano Maggi, Venezia, 10 febbraio veda anche Brumana, Per i Britannico, libri, In Venetia, Appresso Steffano Curti, 1559 (f. 134v); Bartolomeo Spadafora a pp. 169-171 e n. 111. 1663, p. 618. Ottaviano Maggi, Scilla, III kalendas de- 177. Marcus Fabius Quintilianus, cembris [29 novembre] 1559 (f. 135r); Ot- Institutiones oratoriae, a cura di Andrea 170. Giovan Mario Crescimbeni, Co- taviano Maggi a Giulio Poggiano, Venezia, mentari intorno alla sua istoria della volgar Pontico, Impressum Tarvisii per ma- X kalendas Quinctiles [22 giugno] 1560 (ff. gistrum Dionysium Bononiensem ac poesia, V, Pubblicato d’ordine della general 135v-137r); Rodolfo Pio da Carpi a Otta- adunanza degli Arcadi, e contenente di- Peregrinum eius socium anno 1482 die viano Maggi, Venezia, III idus Quinctiles 22 mensis octobris (HC 13661, II; IGI verse correzioni,e ampliazioni del quinto, [13 luglio] 1560 (ff. 137r-138v); Ottaviano e sesto libro dell’istoria della volgar poesia, 8263; BMC VI, 899; GW M3681710; ISTC Maggi a Matteo Pizzamano, Parigi, idibus iq00028500). Il testo di Quintiliano è In Roma, Per Antonio de’ Rossi alla piazza martii [15 marzo] 1562 (ff. 138v-139v). di Ceri, 1711 [In Roma, Nella stamperia preceduto dalla lettera di dedica del Pon- di Antonio de’ Rossi alla piazza di Ceri, 173. Cinelli Calvoli, Ruele (Gilasco tico a Lodovico Marcello: Venerabili ac 1711], p. 105. Eutelidense P.A.), Della biblioteca volan- ornatissimo viro domino Lodovico Marcello te Scanzia XXIII, p. 160. equiti Rhodi divini humanique iurisconsul- 171. Si tratta della lettera 33 del libro II, to peritissimo Andreas Ponticus Brixianus che cito da Epistolarum Pauli Manutii 174. Homerus, Ilias, traduzione latina di salutem plurimam dicit, senza data. 62 di Carlo Doneda] Fra Cornelio che intitola alla città di Brescia Addì 4 ottobre domenica. Di Cozzando domenicano, indica- un libro in versi, si danno du- questo tempo circa more nel to pagina 74, parte 1, compose cati XXV pro aliquali subsidio Carmine il padre maestro Al- una breve cronica volgare della possendi filium suum doctorem berto Draghi teologo famoso, badia di Leno, manoscritta nel- facere nello studio di Pavia, e quei padri gli fanno honorate la libreria della Pace.178 ove egli era professore di belle esequie, recitandogli l’orazion lettere. Si vegga provvisioni del funebre un padre franciscano; [Note di Baldassarre Zambo- Consiglio Speciale 7 settembre portandolo prima per città, e ni, con aggiunte di Luigi Arici] e 11 ottobre 1486, e quella del collocatolo in chiesa sopra di Consiglio Generale 14 gennaio un palco con molte torcie. Dia- Di Pietro Lazzarone, lettore 1487.180 rio manoscritto del Bianchi.183 primario di belle lettere nella Università di Pavia, v’ha un pp. 22-23: [Albertano da pp. 26-27: [Alessandro Ma- poema eroico latino in lode del Brescia] L’opera originale Latina nerba] Del padre Alessandro conte Giovan Antonio Secco, di Albertano è stata stampata In Manerba si vegga il padre Do- conte di Vimercate, e di Borella, Cuneo, per Vittorio Dolce, 1507. menico Codagli nel Cronico governatore di Pavia, che era In foglio.181 dell’isola di San Secondo a carta morto nel 1496, e che indiriz- [Alberto Draghi] Alberto 49 tergo.184 Il Cronico sta dietro za Divo adolescentulo domino Draghi, fugito di Brescia per alla Storia Orceana del Coda- Antonio Mariae Sicco unico occasione dell’Interdetto, è ban- gli.185 Padre Alessandro Ma- nato magnifici Ioannis Antonii dito ai 30 decembre dì di sabato pubblica, fra quali Frat’Alberto (Draghi) comitis Borellae pro illustrissi- 1606. Diario manoscritto di Carmelitano Teologo Bresciano»: I Diari mo duce Mediolani, et Papiae Giambatista Bianchi.182 1626. dei Bianchi (1600-1741), in Le cronache bresciane inedite dei secoli XV-XIX, tra- commissarii dignissimi, come si scritte e annotate da P. Guerrini, IV, Bre- apprende dal Compendio, o sii di Pietro Lazzaroni, Pisa, GISEM, 1996, scia [ma Pavia, Istituto Artigianelli] 1930 p. 57 e al recentissimo B. Schirg, Pietro (Fonti per la storia bresciana, VI), p. 68. genealogia dell’origine, antichità, Lazzaronis Lobgedicht an den Borgia-Papst e dignità di casa Secca. Di Gi- Alexander VI. (1497), Hildesheim-Zürich- 183. Lo Zamboni trascrive letteralmente New York, Olms, 2016. la nota di Giambattista Bianchi: I Diari dei rolamo Bossi, In Milano 1708, Bianchi (1600-1741), p. 245. La data della nella Stamperia di Giuseppe 180. Brescia, Archivio di Stato, Archivio morte è citata anche in Peroni, Biblioteca Storico Civico, 509, Provvisioni, ad dies bresciana, II, p. 14. Pandolfo Malatesta, in 4°, carta (7 settembre 1486, 11 ottobre 1486 e 14 119.179 Di Pietro Lazzarone, gennaio 1487), citate già in Zamboni, Me- 184. Lo Zamboni si riferisce a Domenico morie intorno alle pubbliche fabbriche, p. Codagli Cronico brevissimo dell’isola, e VI n. 1. I testi delle provvisioni sono pub- monastero di S. Secondo di Venetia. Con 178. Cornelio Cozzando (Cornelio blicati in S. Signaroli, Maestri e tipografi il nome, et cognome di quelle abbadesse e Adro), Historia dell’abbadia di Leno, con- a Brescia (1471-1519). L’impresa editoriale monache, le quali vi fecero vita separata, et tenuta nel codice Brescia, Biblioteca Civi- dei Britannici fra istituzioni civili e cultura de tutti i presidenti, che in essa hebbero il ca Queriniana, C I 10 m 7, ff. 359r-395v umanistica nell’Occidente della Serenis- governo. Tratto da gli scritti non stampati, (in copia interamente autografa di Bernar- sima. Prefazione di L. Gargan. Indici a per opera dello stampatore, stampato in dino Faino, ad eccezione del f. 360r-v). Un cura di E. Valseriati, Travagliato-Brescia, fine a Codagli, Historia dell’isola e mona- diverso titolo si legge a f. 361r: Historia Edizioni Torre d’Ercole, 2009 (Adunanza sterio di S. Secondo di Venetia, In Venetia, dell’abbadia regia di S. Benedetto di Leno, erudita, 1), pp. 104-107. Presso Francesco Rampazetto, 1609 (IT\ terra della diocese bresciana, cavata dalle ICCU\BVEE\045585), f. 49v. scritture di essa dal molto reverendo padre 181. Albertano da Brescia, Opus de Cornelio Adro dell’ordine domenicano l’an- loquendi ac tacendi modo, nec non et de 185. Mi risulta difficile interpretare cor- no 1591. Il codice appartenne alla biblio- quamplurimis notatu dignissimis in quo rettamente questa nota dello Zamboni. Si teca dei padri dell’Oratorio presso Santa mirifice aureeque sententiae et virorum do- potrebbe pensare che egli si riferisse alla Maria della Pace in Brescia. cumenta celeberrima cum omnium pruden- copia del Cronico del Codagli in suo pos- tium maxima utilitate aperiuntur, [Cunei, sesso, che probabilmente era legata insie- 179. Gerolamo Bossi, Compendio, o sii Per magistrum Viotum de Dulcis, 1507 me alla più famosa opera del frate orcea- genealogia dell’origine, antichità, et dignità die 4 decembris] (EDIT16, CNCE 668), no, appunto L’historia orceana. Nella quale dell’illustrissima casa Secca, cavata da consultato nell’esemplare Brescia, Bibliote- si trattano le guerre, et le cose avvenute in diversi historici, da scritture autentiche, e ca Civica Queriniana, Cinq. B 66. questa sua patria, ch’abbracciano quasi due da privilegii de prencipi, In Milano, Nella milla anni. Come pervenne sotto il felicissi- Stampa di Giuseppe Pandolfo Malatesta, 182. Nel proprio Diario Giambattista mo stato de’ Venetiani, et molti casi occorsi 1708, p. 119. Finora non si è recuperato Bianchi annota: «30 Decembre 1606: in diverse parti del mondo. Aggiontevi due alcun testimone di questa opera del Laz- Sabbato. Furono banditi moltissimi Frati annotationi, una copiosissima tavola delle zaroni, sul quale rinvio a L. Pesavento, e Preti d’ogni sorte, fuggiti per non voler cose più notabili, In Brescia, Appresso Gio. L’umanista e il principe. La “Vita ducum” obbedire all’ordini della Serenissima Re- Battista Borella, 1592 (EDIT16, CNCE 63 nerba, Sylva Moralis. Brixiae, Marchetti, 1622, in 12°.190 28, sta una lettera latina di Lu- apud Cominum Praesenium, igi Mondella ad Iosephum Val- 1600, in 8°.186 Sono favolette per pp. 30-31: [Luigi Mondella] danium nella quistione Utrum istruzione della gioventù.187 Aloysii Mundellae Brixiani dia- in lienis affectibus secanda sit [Alessandro Pellegrini] logi medicinales decem, Tiguri vena quae est ad anularem digi- Alessandro Pellegrini, Rubrica apud Froschorerum, mense oc- tum sinistrae manus.193 de quibusdam dubiis occur- tobri, anno 1552, in 4°.191 Dopo rentibus inter celebrantes, seu la dedicazione del Mondella pp. 34-35: [aggiunta dello recitantes divinum Officium Ro- Senatui Brixiano, segue una Zamboni] Andrea Gianetti di manum antiquum diversis locis lettera latina di Martino Agazio Salò, provinciale di Terra Santa, per Alexandrum Peregrinum giureconsulto al Mondella, due dell’ordine de’ predicatori, Rosa- Brixiensem presbyterum et ac- epigrammi latini dello stesso rio figurato della Beata Vergine colitum apostolicum de numero Agazio allo stesso Mondella, Maria, In Venetia, appresso participantium, ac felicis memo- e gli argomenti di ciaschedun Giovanne Varisco, 1578, in riae Pauli III pontificis maximi dialogo, parimenti del medesi- 4°.194 Di nuovo, In Venetia, ap- capellani diligenter excerpta, et mo Agazio. presso Giacomo Vincenti, 1607, in quaestiones redacta, et reso- Aloisii Mundellae epistolae in 4°.195 luta novissime, Brixiae, apud medicinales. Eiusdem annotatio- [Andrea Manente da Coc- Damianum Turlinum, 1566, in nes in Antonii Musae Brasavolae caglio] L’heroiche imprese della 8°.188 multiplicium medicamentorum Serenissima Republica di Ve- examen, Basileae, apud Micha- netia nel glorioso acquisto del pp. 28-29: [Alessio Segala da elem Isingrinium, 1543, in 4°.192 greco impero del padre Andrea Salò] Arte mirabile etc., In Bre- Le lettere sono 24. Manente di Cocaglio, In Brescia, scia, per Francesco Marchetti, Nel libro intitolato: Duae 1660, per Giovan Battista Gro- 1611, in 12° è attribuita al padre quaestiones medicinae etc., Pa- mi, in 4°.196 189 Humile Segalla. Trionfo etc., tavii, ad instantiam Petri Anto- 193. Giuseppe Valdagni, Duae quae- In Brescia, per Pietro Maria nii Alciati, 1567, in 8°, a carta stiones medicae. Altera, utrum in lienis affectibus secanda sit vena, quae est ad anularem digitum sinistrae manus. Ab 12730); In Brescia, Appresso Policreto 190. Alessio Segala, Trionfo delle anime Turlini, ad istanza de Gio. Battista Borella, excellentissimis viris Iosepho Valdanio, Hie- del Purgatorio, distinto in due parti. Nella ronymo Feroldo, Aloisio Mundella, et Bar- s.a., 2 volumi. Oppure possiamo pensare prima si esorta il christiano a sovvenire che lo Zamboni abbia per errore confu- tholomeo Gaiono tractata. Altera utrum con devoti suffragi le anime de’ defonti, in morborum initiis solum cum materia so la Historia dell’isola e monastero di S. per condurle al riposo di vita eterna, dipoi Secondo di Venetia, dietro alla quale il turget, purgantibus medicamentis uti liceat. spiegansi i gran beni che di ciò può egli con- Ab excellentissimo ac celeberrimo Victore Cronico era effettivamente stampato, con seguire, et si risolvono i principali dubbi che la Historia orceana. Trincavellio explicata, Patavii, Ad instan- in questa materia si possono desiderare. Di tiam Petri Antonii Alciati, 1567 (EDIT16, 186. EDIT16, CNCE 63773. nuovo ampliato, e di vaghe figure ornato, CNCE 17788), ff. 28r-32v, datata Brescia, In Brescia, Per Pietro Maria Marchetti, 26 luglio 1555. 187. Peroni, Biblioteca bresciana, II, p. 1622 (Spini, 377), consultato nell’esempla- 210 scrive: «Sono favolette per istruire la re Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 194. Rosario figurato della sacratissima gioventù». 10a B VI 31. Vergine Maria madre di Dio nostra avoca- ta dall’opere del rev. p.f. Luigi di Granata 188. EDIT16, CNCE 66774. Si veda anche 191. Luigi Mondella, Dialogi medicinale dell’ordine de’ predicatori raccolto per il supra la nota di Paolo Gagliardi a p. 27. decem, nunc primum in lucem editi, in qui- r.p.f. Andrea Gianetti da Salò dottore bus multa et varia tum artis theoramata, 189. Alessio Segala, Arte mirabile per theologo dell’istesso ordine et provinciale di tum historiae et experimenta doctissime Terra Santa. De nuovo ristampato et con amare, servire, et honorare la gloriosa explicantur, Tiguri, Apud Froschoverum, Vergine Maria nostra avvocata, con gli alquante belle figure de varie inventioni mense octobri, anno 1551 (VD16 M dalle prime variato, In Venetia, Appresso essercitii praticabili, confirmati da lei nelle 6145). apparitioni fatte a’ suoi divoti, et in fine Gioanne Varisco et Compagni, 1578 [In aggiontavi una pratica utilissima, per far 192. Luigi Mondella, Epistolae medici- Venetia, Appresso Gioanne Varisco et in breve tempo acquisto delle vere, e sante nale, variarum quaestionum, et locorum Compagni, 1578] (EDIT16, CNCE 40731). virtù. Dove in questa ultima impressione insuper Galeni difficilium expositionem 195. Non trovo notizia di questa ristampa è stata accresciuta, e di molti essercitii, et continentes, omnibus qui veram artem dell’opera citata nella nota precedente. mirabili essempi adornata, In Brescia, Per exercere volunt apprime utiles. Eiusdem Francesco Marchetti, 1611 (IT\ICCU\ annotationes in Antonii Musae Brasavolae 196. E.A. Cicogna, Saggio di bibliografia ANAE\037598; Spini, 192), consultato simplicium medicamentorum examen, Ba- veneziana, Venezia, Dalla Tipografia di nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica sileae, Apud Michaelem Isingrinium, 1543 G.B. Merlo, 1847, p. 97 num. 677 avvertiva Queriniana, 10a C VI 2. (VD16 M 6146, 6143). che questa opera aveva altro frontespi- 64 pp. 35-36: [Andrea Maro- città, colla quale supplica di Stava quest’opera del padre An- ne] Andrea Marone di padre poter gettare un volto sopra tonio da Brescia nella libreria da Pordenone friulano. Vedi la una fontana nell’angolo della del sopresso convento di San Biblioteca del Fontanini a carta sua casa a fine di tirare una li- Clemente.202 564.197 nea retta.198 Ebbe per figliuolo [Andrea Moretto] Andrea Orazio, il quale ai 9 di marzo pp. 45-46: [Antonio Ricciar- Moretto ricevette la laurea in del 1602 in qualità di notaio, di] I Commentari del Ricciardi, medicina nell’Università di Pa- pubblica in Rezzato un istro- Venetiis, apud Franciscum dova l’anno 1636 ai 24 d’aprile. mento di liberazione fatta alla Franciscis Senensem, MDXCI, Ebbe per promotore Gian Bat- signora Ottavia Chizzola da tomi II, in foglio.203 tista Soncini bresciano, primo Pietro Bona, venditore alla me- [Antonio Scaino da Salò] professore di medicina pratica desima d’una pezza di terra. L’i- Trattato del giuoco della palla in detta Università. Al suo esa- stromento è nell’archivio della di messere Antonio Scaino da me intervenne il colonnello nobile famiglia Oriani. Salò, In Vinegia, presso Gabriel Giovanni Veslingio da Minden, Giolito, 1555, in 8°.204 Antonio cavaliere e primo ordinario pp. 42-43: [Angelica Baitelli, Scaino era prete, e forse parro- professore d’anatomia, e chi- Annali historici] In foglio.199 co di Salò, come apprendo dalla rurgia. Il Moretti nel privilegio lettera 22 del vescovo Domeni- del dottorato, che ho sotto gli pp. 44-45: [Antonio Urceo co Bollani, esistenti manoscritte occhi, si chiama figliuolo di Codro] La vita di Codro Urceo [sic] presso di me.205 Fu filosofo Marcantonio, cittadino bre- scritta latinamente dal Bianchi- 202. I frati predicatori abbandonarono sciano, e primo consigliere per ni, e le opere dello stesso Co- San Clemente nel 1770, quando fu loro la Nazione lombarda in detta dro, in foglio,200 esistono nella imposto di unirsi ai confratelli di San Domenico. Per la storia del complesso Università. Si dice, inoltre, che libreria del Carmine. conventuale di San Clemente rinvio al aveva date chiare testimonianze [Antonio da Brescia, dome- volume V. Volta, P.V. Begni Redona, R. Prestini, I. Panteghini, La chiesa e il in disciplinis mathematicis ed nicano, autore dei Sermones convento domenicano di San Clemente in era egregiae eruditionis in scien- aurei quadragesimales, Brescia, Brescia. Immagini del Fotostudio Rapuzzi, tiis mathematicis. Intervengono Angelo Britannico, 1503201] appendici a cura di R. Prestini, Brescia, Banca San Paolo di Brescia, 1993. come testimoni de’ bresciani 203. Antonio Ricciardi (Rizzardi), come scolari il conte Enea Mar- 198. Brescia, Archivio di Stato, Archivio Storico Civico, 543, Provvisioni, consiglio Commentaria symbolica in duos tomos tinengo di Villa Chiara, e Pietro speciale del 24 febbraio 1556, confermata distributa, in quibus explicantur arcana dal consiglio generale del 28 luglio 1556. pene infinita ad mysticam naturalem, et Coradello. occultam rerum significatione attinentia, 199. Angelica Baitelli, Annali historici Venetiis, Apud Franciscum de Franci- dell’edificatione erettione, et dotatione del schis Senensem, 1591, 2 volumi (EDIT16, pp. 38-39: [Andrea Rabirio] serenissimo monasterio di S. Salvatore, et CNCE 28518), consultati nella copia Bre- Nelle provisioni della città del S. Giulia di Brescia. Alla S. Sede Apostoli- scia, Biblioteca Civica Queriniana, Salone 1556, 24 febbraio, Consiglio ca, et alla Regia Podestà immediatamente K V 18-19. sottoposto. Contengono il cattalogo delle Speziale, lettera latina di An- santissime reliquie che nelle sue sante chiese 204. EDIT16, CNCE 27111, consultato nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica drea Rabirio alla Banca della riposano. Et tutti li privilegii concessili dalli a sommi pontefici, imperatori, re, prencipi, e Queriniana, 10 Q VII 29. ducchi. Dall’anno della sua fondatione 760 205. Il codice Brescia, Biblioteca Civica zio: Andrea Manente, Le glorie tradite sino al presente secolo 1657, In Brescia, dell’asiatico impero nel triumvirato di casa Queriniana, H III 7 m 7 è costituito da un Per Antonio Rizzardi, 1657 (IT\ICCU\ fascicolo di ff. 39 intitolato da un bibio- Lascari. L’arme pietose de Veneti, e collegati MODE\018033; Spini, 639a). nel glorioso acquisto di Costantinopoli. Le tecario ottocentesco Zamboni Baldassare. magnanime imprese de Veneti medemi, 200. Le opere di Antonio Urceo Codro Spoglio di lettere del vescovo Domenico al mantenimento di quel europeo impero. pubblicate, insieme con la vita dell’autore Bollani. A f. 3r di mano dello Zamboni La ricaduta di quella tradita regia, nelle scritta da Bartolomeo Bianchini, a Bolo- si legge un titolo più analitico: Spoglio di publiche turbolenze d’Italia, In Brescia, gna da Alessandro Platone Benedetti nel lettere originali di monsignor Domenico Per Gio. Battista Gromi, 1660 (IT\ICCU\ 1502 (EDIT16, CNCE 32581) sono già Bollani vescovo di Brescia a monsignor VEAE\002298; Spini, 659). state citate supra, alla nota 116. Giacomo Roveglia prima suo agente in Roma, poscia suo vicario generale e final- 197. Lo Zamboni citava da Giusto Fon- 201. Antonio da Brescia, Sermones au- mente vescovo di Feltre. Sono tutte ligate in tanini, Della eloquenza italiana libri tre rei quadragesimales una cum sermonibus un volume che ha per titolo “Seconda parte novellamente ristampati, In Venezia, Ap- de sanctis, Brixiae, Per Angelum Britanni- delle lettere de persone illustri dall’anno presso Cristoforo Zane, 1737, p. 564. cum, 1503 (EDIT16, CNCE 2105). 1576 fin’al 1577. Le lettere del Bollani sono 65 e teologo per que’ tempi molto 1574, in 4°. La dedica a Iacopo Zamboni] Bartolomeo Rositini, eccellente, e godette il favore Boncompagno, duca di Sora, Le vite de’ filosofi di Diogene di casa Boncompagni, quando gran protettore de’ letterati.209 Laerzio dal greco ridotte in lin- Gregorio reggeva il papato, e gua comune d’Italia dai fratelli di esso si valeva il Bollani nelle pp. 50-51: [Bartolomeo Bartolommeo e Pietro Rositini cose che gli occorrevano dal pa- Arnigio] Le dieci veglie de gli da Pratalboino, In Vinegia, per pa.206 Scrisse quest’opera in età ammendati costumi de l’huma- Vincenzo Valgrisi, 1545, in giovanile, e la dedicò al duca di na vita, In Brescia, appresso 8°.213 E di nuovo: In Vinegia, Ferrara.207 Francesco e Pietro Maria de’ per Domenico Farri, 1561, in La politica di Aristotile ri- Marchetti, 1577, in 4°.210 8°.214 dotta a modo di parafrase da Bartolomeo Baiguera ha Le comedie di Aristofane, Antonio Scaino, con alcune scritto un Itinerario in versi tradutte di greco in lingua co- annotazioni, e sei discorsi sopra latini esametri circa il 1420, mune d’Italia per Bartolomio e diverse materie civili, In Roma, che era posseduto dal canonico Pietro Rositini da Prat’Alboino, nelle case del popolo romano, Gagliardi.211 Vedi la lettera 145 In Vinegia, appresso Vicenzo 1578, in 4°. 208 tomo I di quelle del Gagliardi. Vaugris, 1545, in 8°.215 L’etica di Aristotile a Nicoma- Laudes Comitis Boncii. In I tre libri di Mesue dei sem- co ridotta in modo di parafrase versi esametri e si conserva plici purgativi, e delle medicine da Antonio Scaino con annota- nella Ambrogiana di Milano. composte di Pietro e Bartolom- zioni, e diversi dubbi, In Roma, Vedi l’annotazione alla citata meo Rositini, In Venetia, presso per Giuseppe degli Angeli, lettera.212 Baldassar Costantini, 1559, in 8°.216 92 e il loro spoglio si estende sui ff. 3r-34r. pp. 52-53: [aggiunte dello Compendi di tutta la cirugia I ff. 34v-35v sono riservati allo Spoglio del seguente libro appartenuto al vescovo di Pietro, e Lodovico Rositini, In Giacomo Roveglio, che ha per titolo “Lettere 209. EDIT16, CNCE 27099, consultato Venetia 1630, appresso Lucio et minute diverse cominciando dall’anno nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica 217 1584 nel quale fui fatto vescovo di Feltre”, Queriniana, 7a C II 9. La lunga lettera di Spineda, in 8°. scritto di propria mano dal detto vescovo. dedica a Giacomo Boncompagni è data Bartolomeo Rositino, cioè Continua fino all’ultimo d’agosto 1588. La da Roma, 1 settembre 1574. Questa e la Rositini, da Pratalboino, che lettera 22 del Bollani, data da Cassano il precedente edizione di opere dello Scaino 7 maggio 1576, è regestata brevemente a sono state dettagliatamente indicate nella professava medicina, è accor- f. 14v, ma senza riferimento allo Scaino. lettera del Tartarotti al Gagliardi del 20 dato per fisico dalla spettabile Nel codice Brescia, Biblioteca Queriniana, marzo 1735. B V 31 sono conservate numerose lettere comunità di Gottolengo con di Domenico Bollani al vicario Giacomo 210. EDIT16, CNCE 3082, consultato nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica parte del consiglio speziale 22 Roveglio scritte nel 1577, ma in nessuna di a esse trovo menzionato lo Scaino. Queriniana, 7 F IV 24. novembre 1562 e del genera- 206. Su Antonio Scaino rinvio a Giuseppe 211. Si vedano supra, n. 125 le parole del le 6 decembre di detto anno. Brunati, Dizionarietto degli uomini illu- Gagliardi relative al codice Queriniano A Ma queste parti o non ebbe- V 26 contenente l’Itinerarium di Bartolo- stri della Riviera di Salò considerata qual ro esecuzione, o l’ebbero per era sotto la Repubblica veneta cioè formata meo Baiguera. dalle sei quadre o distretti antichi di Gar- 212. Paolo Gagliardi, Lettere colle poco tempo, perché la stessa gnano, Maderno, Salò, Montagna, Valtene- annotazioni, e un ragionamento intorno se, e Campagna, Milano, Dalla Tipografia agli epistolari di Giambattista Chiara- 213. EDIT16, CNCE 17227, già citato alla Pogliani, 1837, pp. 128-130. Segnalo una monti, I, In Brescia, Presso Pietro Pianta, n. 147. interessante coincidenza tra la nota dello 1763, pp. 315-316 e n. a, lettera CXLV a 214. L’edizione veneziana per i tipi del Zamboni e un brano del Brunati, il quale Giuseppe Antonio Sassi in data di Brescia, Farri (EDIT16, CNCE 17229) data al 1567, a p. 128 scrive che lo Scaino era «famiglia- 19 luglio 1727. Nel codice Milano, Biblo- non al 1561 come scrive lo Zamboni, il rissimo di casa Buoncompagni quando teca Ambrosiana, B 116 sup. sono trascrit- quale probabilmente ripete l’errore di Gregorio reggeva il Pontificato. Anche il te del Baiguera le Laudes inclyti comitis datazione compiuto da Haym, Biblioteca Vescovo Bollani valevasi di lui nelle occor- Boncii domini Iohannis de Aymaricis de italiana, p. 78. Si veda supra, n. 147. renze col Papa». Pensauro potestatis Brixiae, che sono state recentemente pubblicate da M. Zaggia, 215. EDIT16, CNCE 2862, per il quale si 207. Il Trattato del giuoco della palla è de- veda supra, n. 147. dicato ad Alfonso II d’Este con lettera data Libri e cultura nella Brescia malatestiana, da Venezia, 18 agosto 1555. in Nell’età di Pandolfo Malatesta signore 216. EDIT16, CNCE 65441. a Bergamo, Brescia e Fano agli inizi del 208. EDIT16, CNCE 33948, consultato Quattrocento, a cura di G. Chittolini, E. 217. IT\ICCU\TO0E\115258, consultato nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica Conti, M.N. Covini, Brescia, Morcellia- nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Cinq. DD 37. na, 2012, pp. 188-190. Queriniana, 10a S VII 43. 66 comunità con parte del general Dozza, 1655, tomi II, in 4°.222 pp. 56-57: [Bernardino consiglio 16 maggio 1563 tratta Della misura delle acque cor- Faino] Bernardino Faino, Rag- di trovare un altro fisico, come renti, edizione terza accresciuta guaglio istorico della signoria di apparisce dal libro delle parti del secondo libro, e di molte cu- Brescia fino al 1516, In Brescia, della comunità di Gottolengo ai riose scritture, In Bologna, per per li Sabbi, 1658, in 4°.226 suddetti Anni.218 gli Heredi del Dozza, 1660, in Relazione sincera della più Bartolommeo Vitali, Vita 4°.223 vera origine della casa Avvo- di sant’Herculiano vescovo di [Beniamino Zacco] Benia- gadra di Brescia in Lombardia, Brescia, In Brescia, per li Sabbi, mino Zacco, Le grandezze di raccolta da Bernardino Faino 1614, in 4°.219 Il Vitali ha scritta Maria Vergine coll’occasione del l’anno 1671. Manoscritto in fo- questa vita latinamente.220 Ha racconto della sua apparizione glio nella libreria Martinengo, scritto ancora la storia di Ma- nella Valverde di Rezzato, In di poche carte, e di pochissimo derno, che si serba manoscritta Padova, per il Pasquati, 1667, pregio.227 nella libreria Mazzuchelli.221 in 4°.224 Era cavaliere e natio, se non Vita della beata Cristina Se- alla beata Cristina sono state ristampate in La patria e la famiglia della beata Cristina erro, di Desenzano. menzi da Calvisano, In Brescia vergine agostiniana secondo Baldassare 1693, per il Rizzardi, in 4°.225 Zamboni arciprete di Calvisano, Salò, pp. 54-55: [Benedetto Ca- Tipografia Faustino Conter, 1882 (Pel 222. Lo Zamboni si riferiva a Benedetto fausto ingresso alla parrocchia di Cignano stelli] Questa Risposta alle Castelli, Risposta alle oppositioni del di Fondrieschi don Giuseppe i parrochi Opposizioni etc. sta ancora nel signor Lodovico delle Colombe e del signor della vicaria di Maderno in segno di stima ed affetto offrono). In tempi recenti la tomo I delle Opere del Gallilei, Vincenzo di Gratia contro al trattato del si- gnor Galileo Galilei delle cose che stanno su biografia è stata trascitta e messa a stampa in Bologna, per li Heredi del l’acqua o che in quella si muovono, stampa- in Beniamino Zacco, Della serva di Dio ta in Galileo Galilei, Opere. In questa Christina Semenzi detti Giardini da Calvi- 218. Lo Zamboni aveva largamente pra- nuova editione insieme raccolte, e di varii sano tertiaria di sant’Agostino, a cura di V. ticato la storia di Gottolengo con ampie trattati dell’istesso autore non più stampati Prandini, Calvisano, Turini, 1999. esplorazioni negli archivi bresciani e accresciute, I, In Bologna, Per gli Heredi 226. Bernardino Faino, Ragguaglio nell’archivio della comunità locale, come del Dozza, 1655 (IT\ICCU\UFIE\003579). historico, e cronologico della signoria di ben si vede dalle erudite note comprese 223. IT\ICCU\BVEE\022751, consultato Brescia, incominciando dal suo principio nel suo A sua eccellenza il n.u. Gianfran- sin’all’anno 1516 nel quale fu ricuperata ceso Sagredo senatore chiarissimo eletto nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Salone CCC XIV 43 m 1. da Venetiani aggionto alla Brescia antica protettore dalla comunità di Gottolengo. del Nazario, In Brescia, Per li Sabbi, 1658 Ragionamento, In Brescia, Presso Pietro 224. IT\ICCU\UM1E\005879, consultato (Spini, 650), consultato nei due esemplari Vescovi, 1784. Di personaggi illustri nelle negli esemplari Brescia, Biblioteca Civica Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Sa- lettere egli scrive alle pp. 64-65, ma senza Queriniana, 7a C IV 21 e 10a C III 19. lone Z VIII 24 m 2 e 5a G IV 27 m 2. cenno alcuno ai Rositini. 225. L’edizione qui citata dallo Zamboni 227. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 219. Un esemplare di questa edizione, ar- non è mai esistita, né so capire da quale I II 12 m 4, 10 ff. non numerati, preceduti ricchita con note manoscritte attribuibili fonte lo Zamboni ne abbia ricavato la no- da un albero genealogico della famiglia con ogni probabilità all’autore stesso, si tizia. La vita Della serva di Dio Cristina Se- Avogadro. Lo Zamboni compilò un det- conserva nel codice Brescia, Biblioteca menzi detti Giardini da Calvisano terziaria tagliato Indice de’ codici manoscritti della Civica Queriniana, I V 10 m 4. Altra copia di sant’Agostino, composta dall’agostiniano libreria Martinengo, ora conservato nel si conserva nella stessa Queriniana, con la Beniamino Zacco, si conserva unicamente codice Brescia, Biblioteca Civica Queri- segnatura 7a D III 16 m 4. in redazione manoscritta nella imponente niana, H III 6, ff. 1r-20r e a f. 9r, scrivendo 220. Bartolomeo Vitali, De sancto e famosa raccolta agiografica dello stesso proprio di questa operetta, egli commenta: Herculiano episcopo et confessore Brixiae, Zacco e di Bernardino Faino Brescia bea- «Il Faini fa discendere, secondo i pregiu- Veronae, Apud Sebastianum a Donnis, et ta, nella quale si leggono cento e trenta vite dizi del secolo in cui viveva e che non Hieronymum Stringarium, socios, 1584 de’ più scielti servi e serve di Dio di beata era troppo critico, questa famiglia da un (EDIT16, CNCE 25632), consultato ne- o veneranda memoria rilevati con questa Marco Catone consolo e da un Quinto gli esemplari Brescia, Biblioteca Civica compositione alla perpetuità per consola- Martio. Appoggia la sua asserzione all’au- Queriniana, ms I V 10 m 3, con note ma- tione spirituale della patria, codici Brescia, torità della cronica manoscritta di Paolo noscritte attribuibili con ogni probabilità Biblioteca Civica Queriniana, E I 5, ff. e Bonifacio Morelli e di Arcangelo Curni, all’autore, 5a H V 17 m 1, 5a KK VI 5 m 1. 117r-128r (minuta autografa con aggiun- che da tutti è riputata piena di favole, e al te e correzioni), E I 2, ff. 77r-90v (copia catalogo stampato dei martiri di Sant’Afra, 221. Lo Zamboni si riferisce all’opera coeva, nella quale il nome di battesimo è che in questo proposito non fa guari più intitolata Rerum Maternensium et privi- divenuto Christina). Nel codice Brescia, autorità. Ben è vero che proccura di con- legiorum fragmenta, per la quale rinvio Biblioteca Civica Queriniana, E I 13, ff. ciliar fede a questi scrittori nella risposta a Brunati, Dizionarietto degli uomini 6r-45r si contengono interessanti materiali alle obbiezioni che fa in fine di questa illustri, pp. 146-147. Non sono riuscito a relativi al Processo et altre notizie aspettan- breve scrittura, ma uno che sia solamente trovare traccia di questo esemplare dell’o- ti alla vita della b. Cristina da Calvisano, iniziato all’arte critica facilmente s’accor- pera che lo Zamboni poté consultare in in buona parte autografi di Bernardino gerà della leggerezza delle sue soluzioni. casa Mazzuchelli. Faino. Le pagine dedicate dallo Zamboni La conferma coll’autorità dell’Atlante 67 pp. 58-59: [aggiunta dello Di Cesare Ducco si legge un Antonio Bozzola, 1607, in 8°.237 Zamboni] Bernardino Valla- epigramma latino nel principio bio, Cronichetta della città di del libro De venatione Natalis pp. 72-73: [Desiderio Belle- Brescia, In Brescia, appresso Comitis cum scholiis Hieronymi grandi, del quale il Cozzando Vincenzo Sabbio, 1584, in 8°.228 Ruscelli, Venetiis 1551, in 8°.231 cita la Refectio spiritualis sacer- Di nuovo: Aggiuntevi le cose dotum, stampata a Brescia dal successe dall’anno 1584 fino al pp. 66-67: [Cipriano Ve- Rizzardi nel 1669]238 E di nuovo 1630 da Giovan Pietro Violi, In rardi] Il Pellegrinaggio al cielo, Brixiae 1672, apud Ricciardos Brescia 1630, per gli Britanici, In Brescia, appresso Damiano Impressores Episcopales, in 8°. in 12°.229 Turlino, 1569, in 12°.232 Questa è la terza impressione, Carlo Barbieri Bresciano, L’Armonia della repubblica nella quale è aggiunta di nuovo: Rime pescatorie per le nozze di cristiana, In Brescia, appres- Expositio super Psalmum 42 sue eccellenze Girolamo Loreda- so Vincenzo Sabbio, 1571, in et Expositio super medietatem no, e Catterina Cornaro, dedi- 12°.233 Psalmi 25 a carte B20 e seguen- cate a sua eccellenza Lionardo La creanza cristiana, In Bre- ti.239 Loredano fratello dello sposo, In scia, appresso Vincenzo Sabbio, Brescia, dalle Stampe di Giaco- 1574, in 12°.234 pp. 74-75: [Domenico Co- mo Turlino, 1728, in 8°.230 dagli] Historia dell’isola di San pp. 70-71: [Daniele Cereto, Secondo di Venetia, In Venetia pp. 62-63: [Cesare Ducco] del quale il Cozzando cita il 1609, Presso Francesco Rampa- Panegirico in distici elegiaci in zetto, in 4°.240 stampato in Amsterdam in tre tomi l’anno 1640 e di Francesco Sansovino, scrittori lode di Brescia] È stampato in viventi, forestieri e che dell’opinion loro foglio Brixiae, apud Petrum Ve- pp. 78-79: [Eugenio Rai- non recano fondamento alcuno. Vuole che 235 alla prima fosse detta Scaligera e poscia scovi, 1778. mondi] Delle caccie libri IV, in Advocata dall’impegno di difendere la [Davide Podavini] In Ioannis 4°, senza alcuna nota, ma la de- Chiesa, e finalmente Avogadra. Ciò che dice dell’etimologia del nome Avogadro è Delphini episcopi Brixiae adven- dicazione è in data di Venezia, affatto verisimile e si può confermare dal tu oratio per Davidem Podavi- 14 settembre 1630.241 sapersi che questa famiglia era veramente num, Brixiae, apud Vincentium Advocata della chiesa bresciana». Questa 236 237. IT\ICCU\BVEE\037325; Spini, 114, breve scrittura del Faino fu mandata a Sabium, 1579, in 4°. consultato nella copia Brescia, Biblioteca stampa: Bernardino Faino, Relatione [aggiunta dello Zamboni] Civica Queriniana, 10a Q VII 19. sincera della più vera origine dell’insigne casa Avogadra di Brescia, In Brescia, Per Decio Celere, Sommaria de- 238. Desiderio Bellagrande, Refectio il Vignadotti, 1678, consultato nella copia scrizione dell’heroe, In Brescia, spiritualis sacerdotum hoc est praeparatio Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, ms ac Missae gratiarum actio, sive Psalmorum F II 11, ff. 39-46, appartenuta a Giulio An- appresso Giovan Battista, et ante, et post sacrum persolvendorum lit- tonio Gagliardi. teralis, mystica ac moralis expositio. Cum aliis monitis omnibus Christi fidelibus 228. EDIT16, CNCE 58755, consultato 231. Si tratta dell’edizione uscita a Venezia, praecipue sacerdotibus necessariis. Secunda nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica presso i figli di Aldo Manuzio, nel 1551 editio ab auctore correpta, Brixiae, Apud Queriniana, SB B VIII 26 m 1. (EDIT16, CNCE 13162), consultata nella Ricciardos, Impressores Episcopales, 1669 229. Bernardino Vallabio, Breve cro- copia Brescia, Biblioteca Civica Querinia- (IT\ICCU\CAGE\022915; Spini, 701), a nichetta dilettevole nella qual si narra il na, 5 H IX 6 m 3. consultato nella copia Brescia, Biblioteca a principio di questa città di Brescia. Con la 232. EDIT16, CNCE 79142. Civica Queriniana, 7 C VI 12. maggior parte delle ruine, guerre, et sacchi 233. EDIT16, CNCE 30280. 239. Si tratta della tertia editio auctior et che essa ha avuto. Cavate dalle antiche, et correctior dell’opera identificata nella nota moderne croniche, insieme con molte altre 234. EDIT16, CNCE 30756. precedente (IT\ICCU\PBEE\005069). cose successe in diversi luoghi. Di nuovo ricorretta, et aggiontovi le cose più notabili, 235. Daniele Cereto, De foro et laudibus 240. Per questa opera del Codagli si veda successe dall’anno 1584 fino al presente Brixiae ad magnificum Ludovicum Marti- supra, n. 184. 1630, In Brescia, Per gli Britannici, ad nengum libellus. Accedit de vita et scriptis istanza di Gio. Pietro Violi, 1630 (Spini, Danielis Cereti opusculum ex Italicis 241. Eugenio Raimondi, Delle caccie 498), consultato nella copia Brescia, Bi- scriptoribus comitis Io. Mariae Mazzuchelli libri quattro aggiuntovi ’n questa nuova blioteca Civica Queriniana, 5a G IV 27 m desumptum, Brixiae, Ex Typographio Petri ’mpressione altre caccie che sperse in altri 9. Vescovi, 1778. libri andavano, [s.n.t., 1630] (IT\ICCU\ UFIE\000955), consultato nell’esemplare 230. IT\ICCU\PUVE\015197, consultato 236. EDIT16, CNCE 61008, consultato Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 3a nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica C V 3. La lettera di dedica ad Alvise Valla- Queriniana, 7a D III 2 m 18. Queriniana, 5a G VI 13 m 6. resso data da Venezia, 14 settembre 1630. 68 Novissimo passatempo politi- fatte a maniera di tragedia. Il Ad abbates sancti Benedicti in co, istorico, et economico, in cui primo ne contiene sei, e tutte Concilio Tridentino congregatos. si vede tutta la morale filosofia, sono stampate in Venezia 1634 V) Epitaphium in obitu Basilii In Venetia, appresso i Bertani, appresso Tommaso Ginami. Leonis Mantuani. VI) Conso- 1639, in 4°.242 Quelle del secondo per diversi latoria ad amicum in mortem [Fabio Glissenti] Teatro dei stampatori, in 12°.246 uxoris.247 viventi, e trionfo della morte, In [Floriano Canale] Floriano Venetia, appresso il Prati, 1605, pp. 84-85: [aggiunta dello Canale, De’ secreti universali in 8°.243 Zamboni] Flavii Alexii Ugonis etc., In Brescia, Per Bartolomeo Discorsi morali contra il nobilis, civis Brixiani de ma- Fontana, 1613, in 8°.248 dispiacere del morire, con un ximis Italiae atque Graeciae trattato della pietra de’ filosofi calamitatibus, In Academia pp. 86-87: [Francesco Ar- con figure, In Venetia, appresso Veneta 1559, in 4° È un dialogo. rigoni, del quale il Cozzando Bartolommeo degli Alberti, Contiene inoltre: I) De Christi cita il Panegirico dedicato al 1609, in 4°.244 pace, ac civili concordia. II) comune di Brescia] Per questo Il mercato, favola morale in De dignitate atque praestantia panegirico ottiene l’Arrigoni verso, In Venetia 1610, appresso reipublicae Casinensis. III) Ad un regallo di lire 100 di pla- Marco Ginami, in 12°.245 cardinalem Polum epistola. IV) netti dalla città, come consta Favole morali tomi 2. Sono da provisione del Consiglio 246. Le precise indicazioni sui due volumi speziale 29 ottobre 1508249 e fornite dall’autore mi fanno pensare che 242. Eugenio Raimondi, Il novissimo del generale con parte dei 19 passatempo, pollitico, istorico, et eccono- egli avesse davanti agli occhi due volumet- mico. Ordinato sotto a’ i suoi proprii capi, ti appartenuti alla biblioteca Martinengo, novembre di detto anno. Il quali contengono documenti saggi, et utili, oggi conservati a Brescia, Biblioteca a Consiglio speziale inoltre con ricordi, et essempi memorabili, avvertimen- Civica Queriniana, 10 M VII 19-20, che ti, et concetti politici, In Venetia, Appreso pur non corrispondendo completamente parte dei 18 decembre 1508 lo i Bertani, 1639 (IT\ICCU\TO0E\003086), all’indice che ne fa lo Zamboni, vi si con- conduce ad publice legendum consultato nell’esemplare Brescia, Bibliote- formano in modo alquanto prossimo. Il ca Civica Queriniana, 7a C II 7. primo dei due volumi, che raccoglie sei in Latinis et Graecis literis cum favole del Glissenti, reca sul frontespizio stipendio librarum planetorum 243. Fabio Glissenti, Teatro de viventi, il titolo manoscritto L’Andrio, cioè Huomo e trionfo della morte diviso in due parti. Virile Glissenti. T. I e comprende: Fabio Dove si ragiona, e discorre con molto pro- Glissenti, L’Andrio, cioè l’huomo virile. fitto della salute di tutta la somma della Favola morale, In Venetia, Appresso Tom- 247. EDIT16, CNCE 23102, già identifica- morale, e christiana filosofia, che insegna il maso Ginammi, 1634. Glissenti, L’An d r o - ta supra, n. 132. bene, e virtuoso vivere, In Venetia, Appres- too, cioè l’huomo innocente. Favola morale, so il Prati, 1605 (IT\ICCU\BVEE\031972), 248. Floriano Canale, De’ secreti univer- In Venetia, Appresso Tommaso Ginammi, sali trattai nove. Ne’ quali si hanno rimedii di cui ho consultato l’esemplare Brescia, 1634. Glissenti, Lo spensierato fatto pen- Biblioteca Civica Queriniana, 10a A V 12. per tutte le infermità de’ corpi humani, soroso. Favola morale, In Venetia, Appres- come anco de’ cavalli, bovi, et cani. Con 244. Fabio Glissenti, Discorsi morali so Gio. Antonio Ginammi, 1634. Glis- molti secreti appartinenti all’arte chemica, contra il dispiacer del morire detto athana- senti, Il mercato, overo la fiera della vita agricoltura et caccie. Novamente posti in tophilia. Divisi in cinque dialoghi, occorsi humana. Favola morale, In Venetia, Presso luce, In Brescia, Per Bartolomeo Fontana, in cinque giornate. Ne’ quali si discorre Bartolomeo Ginammi, 1643. Glissenti, 1613 (Spini, 218), consultato nella copia quanto ragionevolmente si dovrebbe desi- La sarcodinamia, cioè la possanza della Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 10a derar la morte, et come naturalmente la si carne. Favola morale, In Venetia, Presso I VIII 36. vada fuggendo. Con trenta vaghi, et utili Bartolomeo Ginammi, 1644. Glissenti, ragionamenti, come tante piacevoli novelle La giusta morte. Favola morale, In Venetia, 249. Brescia, Archivio di Stato, Archivio interposti, cavati da gli abusi del presente Appresso Bartolomeo Ginammi, 1634. Il Storico Civico, 521, Provvisioni, consiglio viver mondano, et un molto curioso tratta- secondo volume, che reca sul dorso il tito- speciale del 29 ottobre 1508, confermata to della pietra de’ filosofi. Adornati di bel- lo manoscritto La Ragione Sprezzata. Glis- dal consiglio generale del 16 (non 19, lissime figure, a i loro luoghi appropriate, senti. T. II, contiene quattro opere: Fabio come scritto dallo Zamboni) novem- In Venetia, Appresso Bartolameo de gli Glissenti, La ragione sprezzata. Favola bre 1508. Già il consiglio speciale del Alberti, 1609 (IT\ICCU\UM1E\007782), tragica morale, In Serravalle di Venetia, 24 settembre 1508 aveva formato una di cui ho consultato l’esemplare Brescia, Presso Marco Claseri, 1606. Glissenti, commissione di pubblici ufficiali con il Biblioteca Civica Queriniana, 10a A V 7. Il bacio della giustitia e della pace. Favola compito di valutare i nonnulla opuscula morale, In Venetia, Per Angelo Salvadori in laudem civitatis Brixie che Francesco 245. Fabio Glissenti, Il mercato, overo la Libraro a San Moisè, 1629. Glissenti, Il Arrigoni aveva offerto alla comunità di fiera della vita humana. Favola, In Vene- diligente, overo il sollecito. Favola morale, Brescia. Zamboni, Memorie intorno alle tia, Appresso Bartolomeo Ginammi, 1643 In Venetia, Appresso Gio. Alberti, 1608. pubbliche fabbriche, p. VI, n. 1 cita questi (IT\ICCU\VEAE\000105), di cui ho con- Glissenti, La morte innamorata. Favola stessi documenti, che sono stati pubblicati sultato la copia Brescia, Biblioteca Civica morale, In Venetia, Appresso Gio. Alberti, in Signaroli, Maestri e tipografi a Brescia Queriniana, 10a M VII 19 m 4. 1608. (1471-1519), pp. 154-156. 69 150 singulo anno.250 [In corrispondenza dell’ope- Il suo testamento, e diversi atti ra Prodromo dell’arte maestra spettanti a lui stanno nel Regi- pp. 88-89: [aggiunta dello del Lana, stampato dal Rizzardi stro D della Cancelleria della Zamboni] Francisci Facci, Car- nel 1670 a Brescia, lo Zamboni città verso il fine.257 mina selecta habita in solemni chiosa] In foglio.254 triumpho divae Mariae Mag- pp. 100-101: [Iacopo Bon- dalenae celebrato ab alumnis pp. 92-93: [aggiunta dello fadio] Oratione in difesa di Iuliani Mariolis, Brixiae, apud Zamboni] Il padre maestro Milone, tradotta di latino in vol- Sabios, 1632, in 4°.251 Fogari da Trenzano minor gare da Giacomo Bonfadio, In [Francesco Terzi Lana] 1687. conventuale ha stampato un Vinegia, in Casa de’ Figliuoli di Adì 26 Febbraio. More il padre volume in foglio De certitudine Aldo, 1554, in 8°.258 Francesco Terzo Lana gesuita honestatis etc. È morto ai 3 di [Giacomo Lantieri de Para- nostro bresciano, omo di gran agosto 1702. È stato onorato tico] Due libri del modo di fare dottrina d’anni 56. Continua- in morte d’una orazione fune- le fortificationi alle città, e alle zione del Diario manoscritto di rale recitata dal abate Iacopo castella per fortificarle; e di fare Giovan Battista Bianchi.252 Capitanio, che poscia riuscì così i forti in campagna per gli L’abate Cristoforo Pilati ha proposto di Pralboino. Si vegga alloggiamenti degli eserciti: come fatto stampare, tradotta di lati- la continuazione del Diario ma- anco per andar sotto ad una ter- no, un pezzo di storia naturale noscritto di Giovanni Battista ra e di fare i ripari nelle batterie, dell’agro bresciano del padre Bianchi all’anno citato.255 In Vinegia, appresso Bolognino Lana.253 Zaltieri; e in fine per Francesco pp. 94-95: [Francesco San- Marcolino, 1559, in 4°.259 250. Brescia, Archivio di Stato, Archivio son] Giacomo Melga nel suo Storico Civico, 521, Provvisioni, consiglio speciale del 18 dicembre 1508, citato già Diario manoscritto a carte 117 Tommaso Mercanda e contenente il Chro- in Zamboni, Memorie intorno alle pub- tergo dice che il Sansonno era nicum di Cristoforo Soldo, il Chronicum bliche fabbriche, p. VI, n. 1 e pubblicato in 256 di Giacomo Melga, un terzo Chronicum Signaroli, Maestri e tipografi a Brescia picenino, et rossetto in faza. incerti auctoris e alcune note storiche dello (1471-1519), pp. 164-166. stesso Mercanda: la citazione prodotta 254. Francesco Lana Terzi, Prodromo dallo Zamboni si legge a f. 117r. Si veda 251. Francesco Facci, Carmina selecta overo saggio di alcune inventioni nuove l’edizione in Cronaca del notaio Iacopo Francisci Facci habita ab eodem in solemni premesso all’arte maestra, In Brescia, Per li Melga in Le cronache bresciane inedite dei triumpho divae Mariae Magdalenae cele- Rizzardi, 1670 (IT\ICCU\UBOE\006155; secoli XV-XIX, trascritte e annotate da P. brato ab alumnis r.a. Iuliani Marcioli et ab Spini, 711), consultato nelle due copie Guerrini, I, Brescia, Editrice «Brixia sa- eodem Facco dicata d.d. Georgio Serinae possedute dalla Biblioteca Civica Queri- cra», 1922, p. 37. cathedralis ecclesiae Brixiensis canonico niana, segnate 1a G III 24 e 10a R II 3. poenitentiario protonotario apostolico, 257. Brescia, Archivio di Stato, Archivio Brixiae, Apud Sabbios, 1632 (Spini, 499), 255. «Adì 3 Agosto more il Padre Maestro Storico Civico, 1526, Registro D, ff. 62r- consultato nella copia Brescia, Biblioteca Fogarini [sic] da Trenzano, di S. France- 64v. Sul Sanson si vedano A. Zanelli, Civica Queriniana, 10a Y III 10 m 4. sco, vecchio ottuagenario, uno dei più in- Maestro Francesco Sanson. Notizie e docu- signi in Teologia della Religione. Ha dato menti, «Bullettino senese di storia patria» 252. La citazione letterale della nota obi- alle stampe un grosso volume de Certitu- 4 (1897), pp. 83-100; i vari contributi rac- tuaria del Lana corrisponde a I Diari dei dine Honestatis ove prova non esser lecito colti nel volume Frate Francesco Sansone Bianchi (continuazione e fine: 1630-1743), seguire un’opinion probabile in compet- «de Brixia», ministro generale dell’ordine in Le cronache bresciane inedite dei secoli tenza del più probabile. Alle sue essequie OFMConv (1414-1499). Un mecenate XV-XIX, trascritte e annotate da P. Guer- ebbe l’onore l’Abbate Sig. D. Giacomo francescano del Rinascimento, a cura di G. rini, V, Brescia, Via Grazie 15, 1932 (Fonti Capitanio di farli l’orazion funebre, che Baldissin Molli, Padova, Centro Studi per la storia bresciana, VII), p. 37. fu bellissima»: I Diari dei Bianchi (con- Antoniani, 2000 (Quaderni del Museo tinuazione e fine: 1630-1743), pp. 61-62. Antoniano, 4) e Signaroli, Maestri e ti- 253. Lo Zamboni si riferisce alla Storia L’opera a cui si fa riferimento è France- naturale del Bresciano del padre Francesco pografi a Brescia (1471-1519), pp. 34, 125, sco Antonio Fogari, De certitudine ho- 128, 164. Terzi-Lana presa da un manoscritto inedito nestatis in actibus humanis ad conscientiae del medesimo, stampato in Cristoforo securitatem operanti necessaria tractatus 258. EDIT16, CNCE 12321, consultato Pilati, Saggio di storia naturale bresciana, theologicus, Brixiae, Apud Io. Mariam Ric- nelle copie Brescia, Biblioteca Civica I, In Brescia, Per Giambatista Bossini, ciardum, 1697 (IT\ICCU\BRIE\002125), Queriniana, Cinq. H 47, appartenuto a 1769, pp. 13-32 (IT\ICCU\LO1E\030850), consultata nell’esemplare Brescia, Bibliote- Giulio Antonio Gagliardi, e 10a Y VI 15 m consultato nella copia Brescia, Biblioteca a a ca Civica Queriniana, 7 A f I 1. 3, proveniente dalla raccolta Martinengo Civica Queriniana, 7 G I 15. Il testo in- da Barco. completo del Lana Terzi era stato segnala- 256. Si comprende senza dubbio che lo to e trascritto al Pilati da Celso Boni, che Zamboni cita dal codice ora Brescia, Bi- 259. EDIT16, CNCE 38156, consultato ne aveva curato anche la traduzione dal blioteca Civica Queriniana, K VI 23, finito nella copia Brescia, Biblioteca Civica Que- latino (p. 51). di copiare il 20 aprile 1545 dal bresciano riniana, 5a Z IV 41 m 1. 70 Dialoghi II di Iacopo Lantieri speciale. Vivea Iacobus de Mal- pp. 106-107: [Giovanni de Paratico Bresciano, del modo vetiis, ed era salariatus pro uno Britannico] 1482, 25 gennaio. di disegnar le piante delle fortez- fisico.264 Consiglio speciale. Avendo ze secondo Euclide, e del modo [Giacomo Tribesco o Trebe- Giovanni Britannico dedicato di comporre i modelli, e torre schi] I colloqui angelici, In Bo- alla città i suoi commentari in disegno le piante delle città, logna, per Alessandro Benaci, sopra le satire di Persio, il Con- In Venezia, presso il Valgrisi, 1585, in 8°.265 L’edizione ha il siglio speciale gli assegna in 1557, in 4°.260 ritratto del Tribesco, e attorno regallo 25 ducati, il che è appro- Questi dialogi sono l’opera si dice, che era di età di 74 anni. vato dal Consiglio generale ai recata dal Cozzando sotto al 24 di ottobre di detto anno.269 titolo Delle offese, e difese delle pp. 104-105: [aggiunta dello 1518, 26 novembre. Essendo città della stampa del Meietti Zamboni] Ioannis Andreae 56 anni, che Giovanni Britanni- 1601, in 4°. E l’edizione del Astezati, Commentariolum de co faceva scola di grammatica e Meietti in qualche esemplare si obsidione Brixiae Evangelistae di rettorica in Brescia, ed essen- dice fatta in Venetia 1601 pres- Manelmi notis illustratum, do 44 anni innanzi stato am- so Tomaso Baglioni.261 Brixiae, Typis Ioannis Mariae messo alla cittadinanza, suppli- Ricciardi, in 4°.266 ca che possa egli e suoi posteri pp. 102-103: [Giacomo [Bongianni Grattarolo] promosso ad omnes dignitates, Malvezzi] Nelle provisioni 2 Polissena. Tragedia in versi di honores, et officia huius civitatis; decembre 1433 Iacopo Mal- Bongianni Gratarolo, In Vine- e la supplica gli viene ammessa vezzi, con cinque altri medici gia, appresso Altobello Salicato, nemine discrepante, dummodo ottengono che nessun fisico 1589, in 8°.267 E di nuovo: In etc.270 non possa medicare, se non è di Brescia 1728, in 8°. Edizione collegio. Consiglio generale.262 seconda con figure in rame fat- pia Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 7a H VI 45. Lo stesso Zamboni, La libreria 1434, 15 gennaio. Consiglio ta nella stamperia, che il conte di sua eccellenza il nobil uomo il signor generale. Iacopo Malvezzi, es- Faustino Avogadro aveva eretta Leopardo Martinengo patrizio veneziano, sendo 30 anni, che esercita la in propria casa.268 p. 27 ricorda questa contraffazione fatta realizzare dall’Avogadro. medicina in Brescia, e inoltre 264. Brescia, Archivio di Stato, Archivio 269. Brescia, Archivio di Stato, Archivio essendo carico di una numero- Storico Civico, 487, Provvisioni, Consiglio Storico Civico, 507, Provvisioni, Consiglio sa tenera figliolanza, è provvi- speciale del 29 (non 28) marzo 1435. Que- speciale del 25 gennaio 1482 e Consiglio sionato per medico della città ste tre provvisioni del comune di Brescia generale del 24 ottobre 1482, citati in erano già state intercettate e regestate Zamboni, Memorie intorno alle pubbliche coll’onorario di fiorini 72 da dallo Zamboni nei suoi appunti autografi fabbriche, p. VI, n. 1 (che data erronea- soldi 32 pro quolibet floreno.263 contenuti nel codice Brescia, Biblioteca mente la prima provvisione all’8 gennaio Civica Queriniana, H III 4 m 2, pp. 112, 1482 e pubblicati in Signaroli, Maestri 1435, 28 marzo. Consiglio 114. e tipografi a Brescia (1471-1519), pp. 94- 95, 183-186. Lo Zamboni aveva trascritto 265. Giacomo Tribesco, Colloquii angeli- per intero la provvisione fra gli spogli 260. EDIT16, CNCE 39108, consultato ci. Opera divina del sacro Antico Testamen- autografi contenuti nel codice Brescia, nella copia Brescia, Biblioteca Civica Que- to di libro in libro scielta. Detta colloquii Biblioteca Civica Queriniana, H III 4 m riniana, 5a Z IV 41 m 2. angelici, utilissima a ciascuno fidele, che 2, p. 117. Il dono disposto dal comune brama salute, et di invaghirsi nella cogni- a favore del Britannico ricompensava la 261. IT\ICCU\BVEE\045254, consultato tione di quelle antiche attioni, In Bologna, nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica dedica alla città di Brescia del commento a Per Alessandro Benacci, 1585 (EDIT16, alle Satyrae di Persio compilato da Gio- Queriniana, 7 C II 14 m 1. Non ho trova- CNCE 67412). to traccia di copie che rechino l’attribuzio- vanni Britannico, messo a stampa per la ne della stampa a Tommaso Baglioni. 266. Manelmo, Commentariolum. prima volta nel 1481 a Brescia per i tipi di Gabriele di Pietro e di suo figlio Paolo: 262. Brescia, Archivio di Stato, Archivio 267. Bongianni Grattarolo, Polissena. Giovanni Britannico, In Persii satyras Storico Civico, 486, provvisione del Con- Tragedia, In Vinegia, presso Altobello commentarii, Brixiae, Per Gabrielem Tar- siglio generale del 2 dicembre 1433. Gli Salicato. Alla Libraria della Fortezza, 1589 visinum et Paulum eius filium, 1481 die altri cinque medici citati nella provvisione (EDIT16, CNCE 21650). XIIII novembris (HCR 3987 = HC 12729; sono Taddeo da Crema, Francesco Schili- IGI 2171; BMC VII, 965; GW 5556; ISTC ni, Francesco Castiglioni, Baldassare Della 268. Si tratta di una edizione licenziata ib01213000), per cui si veda Signaroli, Torre e Taddeo Vacchi. dalla stamperia di Faustino Avogadro: Maestri e tipografi a Brescia (1471-1519), Bongianni Grattarolo, Polissena. ad indicem. 263. Brescia, Archivio di Stato, Archivio Tragedia, In Brescia, [stamperia di Storico Civico, 486, provvisione del Con- Faustino Avogadro], 1728 (IT\ICCU\ 270. Brescia, Archivio di Stato, Archivio siglio generale del 15 gennaio 1434. NAPE\009912), di cui ho consultato la co- Storico Civico, 527, Provvisioni, Consiglio 71 Figura 5. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Di Rosa 28, p. 110 Nel margine di p. 110 nota autografa di Paolo Gagliardi. Sul foglio aggiunto Baldassarre Zamboni ha trascritto l’iscrizione di Giovanni Taverio. Le prime tre righe sono autografe di Luigi Arici

Satyrae Iunii Iuvenalis cum communicarvi l’iscrizione del Taberio, che commentariis Ioannis Britanni- pp. 110-111: [Giovanni qui sotto trascriverò. Fu essa da me copia- ta da lapida bianca che serve di antelimi- ci, Venetiis, per Ioannem Tacui- Taverio] Lapida sepolcrale di nare ad un uscio d’una casetta in Rovato num, 1512, in foglio.271 Giovanni Taverio, che attual- in certa stradetta presso la chiesa paroc- mente tura la cloaca della casa chiale. Mi ricordo che allora esortai quel signor dottor Reotti a redimerla da quel speciale del 26 novembre 1518, citata da di Francesco Chiarello nel Zamboni, Memorie intorno alle pubbli- luogo, e trasferirlasi in casa propria, onde che fabbriche, p. VI, n. 1 e pubblicata in terzo viottolo a monte dopo la non abbia a perire un qualche dì. Non so però se l’abbia fatto. Eccola adunque: Signaroli, Maestri e tipografi a Brescia contrada nel Castello di Ro- (1471-1519), pp. 167-169. IOANNES TABERIUS / RHETOR BRIX vato. IOANNES TABERIVS / / UTRIUSQ: PHILOLOGIAE / DOC- 271. Decimus Iunius Iuvenalis, Opus TOR : SIBI : ET SUCCESSORIBUS /V.P. quidem divinum antea impressorum vitio RETOR . BRIX. / VTRIVSQ: / MDIIII. Avverto che tutta è in caratteri tetrum, mancum et inutilem, nunc autem PHILOLOGIAE / DOCTOR: grandi, come a dire IOANNES etc., né a viro bene docto recognitum, adeoque dili- dopo Brix v’ha punto veruno» (Lettere di genti castigatione excultum, ut ne punctus, SIBI: ET SVIS / V P cioè vivens Lodovico Ricci curato di Chiari coll’appen- coma, seu interrogatiuncula, tum in textu, posuit / M D IIII.272 dice di alcune lettere scritte al medesimo cum in commento deficiat, ut facile legenti- colle annotazioni dell’abate Germano Iaco- bus videre est. Scribente Ioanne Britannico CNCE 34809), consultato nella copia Bre- po Gussago, Brescia, Tipografia Franzoni, viro eruditissimo. Una cum figuris suis scia, Biblioteca Civica Queriniana, Cinq. 1812, pp. 47-48). La precisa indicazione locis apte dispositis. Nec non elegantissima C 75. topografica e la diversa trascrizione mi tabula noviter revisa, quae omnia secun- rendono certo che lo Zamboni abbia visto dum alphabeti ordinem mirifice complec- 272. Ludovico Ricci scriveva allo Zamboni e copiato direttamente l’iscrizione, la qua- titur, Venetiis, Per Ioannem Tacuinum de da Chiari il 6 settembre 1766: «Se non mi le fu pubblicata dal Ricci nelle sue Notizie Tridino, 1512, die XVIII augusti (EDIT16, giungeva la carta, io non era sì puntuale a intorno alla vita ed alle opere di m. Giovita 72 [Luigi Arici aggiunse di pp. 118-119: [Aggiunta dello Stoa d’essere graziato della cit- suo pugno la seguente nota: Zamboni] Ioannis Baptistae tadinanza di Brescia, che è am- «Un eloggio del contrascritto Ziletti, Volumen omnium trac- messa, e confermata dal Con- Giovanni Taverio vedesi fatto tatuum criminalium, Venetiis, siglio generale ai 26 d’agosto di da frate Batista Mantovano apud Haeredes Ioannis Mariae detto anno.279 in fine del suo panegirico di Bonelli, 1570, in 4°.277 Il Ziletti Brescia»].273 (Figura 5) era dagli Orzinovi. pp. 120-121: [Gianfrancesco [Aggiunta dello Zamboni] Consiliorum, seu responso- Conti Quinziano Stoa. Nell’e- Giovanni Antonio Cesare- rum ad causas criminales recens lenco delle opere il Cozzando no, Apparatus literarius, quo editorum tomi II, Venetiis, apud cita, al n° 28, i Metamorphosion exceptus illustrissimus ac reve- Franciscum Zilettum, 1582, in libri octo. Lo Zamboni annota] rendissimus dominus Ioannes fogl(io).278 28. Metamorphosion, Brixiae, Franciscus Maurocenus epi- [Gianfrancesco Conti Quin- apud Polycretum Turlinum, scopus Brixiae, cum primum ziano Stoa] 1522, 9 augusti. 1589, in 8°.280 Academiam Assiduorum inivit, Consiglio speziale. Supplica di opera Ioannis Antonii Caesareni Giovan Francesco Quinziano pp. 122-123: [Giovan Fran- academici, cognomento Inde- cesco Fiorentini] Vita di san proprio dalla raccolta Martinengo da Bar- fessi collectus, et in lumen edi- co. Nell’Indice de’ codici manoscritti della Fiorano martire con l’antichità tus, Brixiae, apud Vincentium libreria Martinengo lo Zamboni cataloga della chiesa, o convento posti (senza più, ma forse doveva l’opera del Nazari conservata in questi nel sito, dove è stata eretta una manoscritti e aggiunge: «La Storia non è aggi‹u›ngersi Sabii) 1586, in terminata, ma giunge solamente all’asse- chiesa in honor dello stesso san- 4°.274 dio secondo di Brescia fatto da Niccolò to, del dottor Giovan Francesco Piccinino, e la narrazione di questo è pure imperfetta. Il Nazari oltre ad un’opera sul- Fiorentini, In Brescia 1612, Per pp. 114-115: [Giovanni Bat- la trasmutazione metallica ha pubblicato Francesco Comincini, in 8°.281 ancora la Brescia antica. Nella Storia pre- tista Nazari] L’Istoria di Brescia sente l’ha fatta da semplice raccoglitore, Series antistitum Brixiano- del Nazari manoscritta in tomi non avendo detto nulla di più di quello rum manoscritto, In foglio, che 4 in foglio sta nella libreria del- che scrissero gli altri istorici ed abbrac- esiste nella libreria della Pace. ciando racconti che non reggono gran fat- 275 la Pace, e in quella del nobil to alle regole d’una prudente critica. Copia Il Fiorentino è morto rettore di uomo conte Leopardo Marti- di questa Storia esiste pure nella libreria Saiano.282 de’ padri dell’Oratorio» (codice Querinia- nengo da Barco.276 no H III 6, ff. 4v-5r). 279. Brescia, Archivio di Stato, Archivio Rapicio, p. 117 n. 111. 277. Giovanni Battista Ziletti, Volu- Storico Civico, 529, Provvisioni, consiglio men praeclarissimum ac in primis omnibus speciale del 9 agosto 1522, confermata dal 273. Il carmelitano Battista Spagnoli iurisperitis pernecessarium, ac utilissimum. consiglio generale del 26 agosto 1522. (Battista Mantovano) dedicò gli ultimi Omnium tractatuum criminalium nunc ab 280. I Disticha in fabulas Publii Ovidii 52 esametri del suo lungo Panegyricus in omnibus mendis expurgatum ac omnino Brixiam dictus alle lodi di Ioannes Rova- Nasonis metamorphoseon dello Stoa sono correctum, et longe diligentius, accuratius stati pubblicati dal Turlini nel 1589 in tensis, vale a dire il Taverio, vir Socraticus, ac foelicius quam unquam antea, in lucem formare iuventam doctus. Si veda Signa- una raccolta di testi favolistici in linguae proditum. Nam praeter omnes tractatus, latina: Aesopi Phrygis, et aliorum fabulae. roli, Maestri e tipografi a Brescia (1471- qui sunt antea in hac materia editi, hoc 1519), pp. 54-55. His accesserunt, nonnullae aliae lepidae, et volumine quamplurimi alii tractatus aurei, elegantissimae. Addita sunt Ioannis Fran- 274. EDIT16, CNCE 10938, consultato et pene divini, et omnibus aliis utiliores, cisci Quintiani disticha in fabulas P. Ovidii nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica continentur, Venetiis, Apud haeredes Io- Nasoni Metamorphoseon, Brixiae, Apud Queriniana, 5a H VII 7 m 10. annis Mariae Bonelli, 1570 [Venetiis, apud Polycretum Turlinum, 1589 [Brixiae, haeredes Ioannis Mariae Bonelli, 1570] Apud Polycretum Turlinum, 1589] 275. Il codice con Giovanni Battista Na- (EDIT16, CNCE 26336), consultato nella (EDIT16, CNCE 405). zari, L’historia di Brescia nella quale si veg- copia Brescia, Biblioteca Civica Querinia- gono i principii, e fatti e le fortune di essa na, 10a G III 8. 281. Spini, 205, consultato nell’esemplare città nel spatio di 3350 anni. Raccolta da Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 5a quanti sopra ciò hanno scritto appartenuto 278. Giovanni Battista Ziletti, Consi- H IX 14 m 10. alla biblioteca dell’Oratorio presso Santa liorum seu responsorum ad causas crimi- Maria della Pace a Brescia è l’attuale Bre- nales recens editorum ex eccellentissimis 282. L’opera dal titolo Series antistitum scia, Biblioteca Civica Queriniana, C I 11. quibusque iureconsultis et veteribus et no- Brixianorum è conservata in autografo vis, Venetiis, Apud Franciscum Zilettum, nel codice Brescia, Biblioteca Civica Que- 276. Lo Zamboni si riferisce a L’historia di 1582, 2 volumi (EDIT16, CNCE 13905), riniana, E I 12, ff. 99r-153v, proveniente Brescia di Giovanni Battista Nazari, divisa consultati nell’esemplare Brescia, Bibliote- dalla biblioteca dei padri oratoriani presso in quattro tomi segnati Brescia, Biblioteca ca Civica Queriniana, 10a G I 5, che rilega Santa Maria della Pace a Brescia. Notizie Civica Queriniana, I II 2-4, provenienti i due tomi in un unico volume. sul Fiorentini si leggono anche in [Zam- 73 [Luigi Arici su Gianfran- del 1561, ove nel frontespizio si pp. 124-125: [Giovan Mario cesco Gambara aggiunse] Del diceva tradotto novamente per Mazzio] Opinionum libri III contrascritto Giovan Francesco Francesco Sansovino,285 queste etc. Adcesserunt aliquot carmi- Gambara si può agi‹u›ngere ciò parole sono state cancellate, e a na cum brevi libello de ortho- che dice Agostino Gallo nella penna in margine sostituito le graphia, Alexandriae Statiellae, sua opera intitolata Le venti seguenti: Rubbato al conte Gio- ex Officina Herculis Quintiani, giornate dell’agricoltura, e de’ van Francesco de Gambara che kalendis maii 1598, in 4°.286 piaceri della villa, nella giornata lo corregeva da diversi testi an- XIX, parlando del conte Giovan tichi volgari, siccome scrisse esso pp. 126-127: [Aggiunta Francesco Gambara, esso lo Pietro, avendolo prima fatto in dello Zamboni] Giovan Maria chiama «nobilissimo spirito, il forma di centone, in parole lati- Cristoni, Ambasceria alla dea quale non solamente è dotato di ne da gli autori antichi. E questa dell’immortalità in nome della buone lettere in più facoltà, ma fu la opinione del detto conte città di Brescia per l’illustrissimo ancora di prudenza, di bontà e Giovan Francesco, sicché Pietro et eccellentissimo signor Nicolò di liberalità. Oltre che stando al Cresenzio scrisse veramente in Donato suo capitanio grande, In suo Pralbuino continuamente, quella lingua ancorché si mostri Brescia 1640, Per Antonio Riz- si diletta della musica, dell’agri- la sua versione in latino. E del zardi, in 4°.287 coltura (essendo stato il primo rubamento io ho una lettera di che ha introdotto in questo mano sua, che avendo mandato pp. 128-129: [Giampaolo paese la floridissima erba detta il suo coretto ad uno stampator Gallucci] Giovan Paolo Gal- medica), della caccia, dell’uc- di Fossombrone et essendo il lucci uno de’ fondatori della cellare, del pescare etc. […]283 detto stampator morto, il libro seconda Accademia venezia- non mancando mai di studiare cascato in mano del Sansovino, na stabilita agli 21 di giugno le sue determinate ore; compo- che se l’ha atribuito, come sua 1593288 oltre alle cose rammen- nendo, correggendo qualche traduzione, così che mentì (Fi- tate dal Cozzando stampò: De buon libro, come al presente ha gura 6). fabrica et usu novi horologi sola- ridotto a buon porto e non sen- ris, lunaris, et sideralis, Venetiis za gran fatica quello di Pietro 285. Pietro de’ Crescenzi, Pietro Cre- 1592, apud Ioannem Baptistam Cresenzio, il quale era talmente scenzio Bolognese tradotto nuovamente per Francesco Sansovino. Nel quale si trattano scorretto, che non vi era uomo gli ordini di tutte le cose che si apparten- 286. Giovanni Mario Mazzio, Opinio- che potesse cavare costrutto gono a comodi et a gli utili della villa. Con num libri tres. In quibus plurima loca auc- 284 le figure delle herbe et de gli animali poste torum Latinorum et Graecorum hactenus alcuno». Devo sogiungere a suoi luoghi. Con un ampio vocabolario a nullo tractata, aut non recte exposita ex- di più a lode del contrascrit- delle voci difficili che sono in questa opera, plicantur aut conrupta emendantur. Adces- to conte Giovan Francesco et con i disegni de gli stromenti co quali serunt aliquot carmina. Cum brevi libello si cultiva et si lavora la terra, In Venetia, de orthographia, Alexandriae Statiellae, Ex Gambara che avendo io Luigi 1561 [In Venetia, Per Francesco Sansovi- Officina Herculis Quintiani, kalendis maii Arici un’edizion del Cresenzio no] (EDIT16, CNCE 13741), consultato 1598 [Alexandriae Statiellae, Apud Hercu- nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica lem Quinctianum, 1598] (EDIT16, CNCE volgare di stampa di Venezia Queriniana, 1a H IX 48. Questo volume, 36230), consultato nell’esemplare Brescia, che Luigi Arici affermava essere di sua Biblioteca Civica Queriniana, 10a N V 15. boni], A sua eccellenza il n.u. Francesco proprietà, passò poi nella collezione di Lu- 287. S. Barelli, Gli opuscoli in prosa Sagredo, pp. 65-66 n. a, in cui fissa la data igi Lechi, il quale trascrisse per intero (con della sua morte al 14 agosto 1637. Il Fio- della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano, alcune differenze ortografiche) questa 1538-1850. Inventario e studio critico, Bel- rentini era stato destinato alla parrocchia nota nelle sue Della tipografia bresciana di Saiano nel 1633. linzona, Edizioni Casagrande, 1998, p. 93 nel secolo decimoquinto, Memorie, Brescia, num. 319. 283. La sospensione è nel manoscritto. Tipografia Venturini, 1854, p. 101 n. 4. G. Melzi, Dizionario di opere anonime e 288. La vicenda della fondazione della 284. Cito da Agostino Gallo, Le vinti pseudonime di scrittori italiani, o come che seconda Accademia veneziana «non è giornate dell’agricoltura, et de’ piaceri della sia aventi relazione all’Italia, III, In Mila- notizia, se non di pochissimi» scriveva villa. Nuovamente ristampate. Con le figure no, Coi Torchi di Luigi di Giacomo Pirola, Apostolo Zeno nelle Annotazioni al Fon- de gl’istrumenti pertinenti, et con due tavo- 1859, p. 24 cita quasi per intero la nota tanini: Giusto Fontanini, Biblioteca le: una della dichiaratione di molti vocabo- trascritta dall’Arici e dà notizia del passag- dell’eloquenza italiana con le annotazioni li, et l’altra delle cose notabili, In Venetia, gio del volume nelle mani di Luigi Lechi. del signor Apostolo Zeno, istorico e poe- Appresso Camillo, et Rutilio Borgomineri, Purtroppo non risulta che questo volume ta cesareo, cittadino veneziano, II, Venezia, al Segno di San Giorgio, 1575 (EDIT16, sia pervenuto in Queriniana insieme al Presso Giambatista Pasquali, 1753, p. 87 CNCE 20252), pp. 358-359. resto della raccolta Lechi. n. a. 74 Nova fabricandi horaria ad omnem latitudinem ratio nuper excogitata, Venetiis, 1596, apud Bernardum Basam, in foglio.291 De fabrica et usu hemisferii uranici , Venetiis 1596, apud Bernardum Basam, in foglio.292 Coelestium corporum expli- catio, Venetiis, apud Iacobum Antonium Somascham, 1605, in 4°.293 Della fabrica et uso di diversi stromenti di astronomia, et co- smografia, In Venetia, appresso Ruberto Meietti, 1597, in 4°.294

tus, Venetiis, Apud Io. Baptistam Ciottum Senensem, ad signum Minervae, 1592 (EDIT16, CNCE 20291), consultato nella copia Brescia, Biblioteca Civica Querinia- na, 10a I IV 17 m 2. 291. Giovanni Paolo Gallucci, Nova fabricandi horaria mobilia, et permanen- tia, tam acu magnetico, quam sine acu ad omnem latitudinem, ratio nuper excogita- ta, et nunc primum in lucem edita, Veneti- is, Apud Bernardum Basam, ad Solis insi- gne, 1596 [Venetiis, Gratiosus Perchacinus excudebat, 1596] (EDIT16, CNCE 20296), consultato nell’esemplare Brescia, Bibliote- ca Civica Queriniana, 10a R III 16. 292. Giovanni Paolo Gallucci, De fa- brica et usu hemisphaerii uranici, tractatus in tres partes distributus, quo instrumento nuper excogitato ea omnia observantur, quae in coelis phenomena dicuntur, una cum horis cuiuscunque generis per solem, lunam et stellas, quae praesertim non mul- tum ab eclyptica distant. Nunc primum in lucem editus, Venetiis, Apud Bernardum Basam, ad Solis insignem 1596 (EDIT16, CNCE 20294), consultato nella copia Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 10a Figura 6. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Di Rosa 28, p. 123. Foglio I III 1. aggiunto con nota autografa di Luigi Arici. 293. Giovanni Paolo Gallucci, Coele- 289 stium corporum, et rerum ab ipsis penden- Ciottum, in 4°. De fabrica et usu cuiusdam tium accurata explicatio per instrumenta, instormenti [sic] ad omnia rotulas, et figuras, quibus totius civilem actionem deductae, et ea, quae sola mente 289. Giovanni Paolo Gallucci, De horarum genera describenda, percipi poterant, ante oculos ponuntur, fabrica, et usu novi horologii solaris, luna- Venetiis 1592, Apud Ioannem et ipso digito tanguntur. Opus astrologis, ris, et sideralis, in parva quadam pixide Baptistam Ciottum, in 4°.290 medicis, philosopho, navigantibus, et agri- conscripti. In qua omnia horarum genera colis utilissimum, Venetiis, Apud Iacobum ad omnem latitudinem cernuntur, et multa Antonium Somaschum, 1605 (IT\ICCU\ alia, tum ad navigationem, tum ad cosmo- 290. Giovanni Paolo Gallucci, De CFIE\032360), consutato nella copia Bre- graphiam peropportuna. Tractatus in duas fabrica, et usu cuiusdam instrumenti ad scia, Biblioteca Civica Queriniana, 10a I partes distributus, nunc primum Latine omnia horarum genera describenda, ad III 29. versus, in lucem editus, Venetiis, Apud Io. omnem latitudinem peropportuni, quod Baptistam Ciottum Senensem, ad Signum diversis rationibus describitur, et quo 294. Giovanni Paolo Gallucci, Della Minervae, 1592 (EDIT16, CNCE 20292), modo pro horologio uti possimus, traditur. fabrica et uso di diversi stromenti di astro- consultato nella copia Brescia, Biblioteca Tractatus in duas partes distributus, nunc nomia et cosmografia, ove si vede la som- Civica Queriniana, 10a I IV 17 m 1. primum Latine conscriptus, et in lucem edi- ma della teorica, et pratica di queste due 75 Discorso intorno al formare De aristocratiae Venetae lau- zini bresciano con annotazioni, uno squadrone di gente, e di ter- dibus et serenissimi in ea princi- In Roma, nella Tipografia Me- reno. Sta a carta 366 della Rac- pis Andreae Gritti laudibus Io- dicea per Iacopo Luna, 1595, in colta intitolata Fucina di Marte, vitae Rapicii oratio, Impressum 4°.300 In Venetia, appresso i Giunti, Venetiis 1534, mense maio, in [Giuseppe Riccio. Il Cozzan- 1641, in 4°.295 4°, senza nome di stampatore.298 do cita la sua opera Rerum Itali- Speculum uranicum, in quo carum sui temporis narrationes; vera loca orturae spherae, et pp. 134-135: [Aggiunta dello lo Zamboni integra il titolo] ab septem planetorum colliguntur, Zamboni] Girolamo Feroldo anno 1613 ad 1653.301 etc. Venetiis, apud Damianum ha due lettere, la prima a carta Zenarium, 1593, in foglio.296 7, e l’altra a carta 11 con la data pp. 146-147: [Elia Capriolo] Brixiae, 25 iulii 1555 intorno Chronica de rebus Brixianorum pp. 130-131: [Giovita Rapi- alla prima quistione nel libro Heliae Capreoli. Opus Brixiae cio] In nobilissimae, atque pu- Duae quaestiones medicae, alte- diligenter impressum per dicissimae iuvenis dominae Po- ra: Utrum in lienis affectibus se- Arundum de Arundis hortatu, lixenae Attendae oratio a facon- canda sit vena, quae est ad anu- et auspicio Francisci Bragadini dissimo, celeberrimoque oratore larem digitum sinistrae manus. urbis et agri Praetoris, in foglio. domino Iovita Rapicio Vicetiae Altera: Utrum in morborum Il Bragadino era podestà di habita, Venetiis, per Mattaeum initiis, solum cum materia fuge- Brescia l’anno 1505.302 Vitalem Venetum, 1526, mense ret, purgantibus medicamentis Fatte volgari da Patrizio Spi- aprili, in 8°.297 uti liceat, Patavii, ad instantiam ni coll’aggiunta fino al 1585, In Petri Antonii Alciati, 1567, in Brescia, appresso Pietro Maria nobilissime scienze, In Venetia, Appresso 8°.299 Nella prima quistione vi Marchetti, 1585, in 4°.303 Ruberto Meietti, 1597 (EDIT16, CNCE 20298), consultato nella copia Brescia, sono alcune lettere di Giuseppe Di nuovo. Con due altri libri Biblioteca Civica Queriniana, Salone CCC Valdagno a Girolamo Feroldo, del Cavriolo tratti in volgare da XIV 44. che ha fatta la raccolta, e l’inti- Giacomo Maria Rossi, col Sac- 295. Fucina di Marte, nella quale con tola a Gian Paolo Peroni. A car- co di Brescia di messer Cesare mirabile industria, e con finissima tempra d’instruzioni militari, s’apprestano tutti gli ta 35 tergo poi il Peroni ha una Anselmi, In Brescia, appresso ordini appartenenti a qual si voglia carico, lettera latina, che serve come essercitabile in guerra. Fabbricata da’ mi- di prefazione ad altra lettera di 300. EDIT16, CNCE 3454, consultato gliori autori, e capitani valorosi, ch’abbiano nella copia Brescia, Biblioteca Civica Que- scritto sin’ora in questa materia, In Vene- Vittore Trincavello nella secon- riniana, Salone Q VII 4. tia, Appresso i Giunti, 1641 [In Venetia, Appresso i Giunti, 1641] (IT\ICCU\ da quistione. 301. Giuseppe Ricci, Rerum Italicarum UM1E\002687). Il Discorso di Gio. Paolo sui temporis narrationes quibus omnia Gallucci intorno al formar uno squadrone bella, eventa, notabiles casus continentur, di gente et di terreno, fatto fra esso auttore pp. 140-141: [Giulio Mazzi- quae ab anno 1613 usque ad annum 1653 et il capitano Gio. Francesoc Segala si legge ni] I libri XIII delle Confessioni in Italia acciderunt, Venetiis, Apud Tur- alle pp. 366-374. di santo Agostino, tradotti di rinum, 1655 (IT\ICCU\TO0E\001214), consultato nell’esemplare Brescia, Bibliote- 296. Giovanni Paolo Gallucci, Specu- latino in italiano da Giulio Maz- ca Civica Queriniana, 10a E IV 24. lum uranicum in quo vera loca tum octa- vae sphaerae, tum septem planetarum mira libretto rarissimo, né avendosene alcun 302. Questa edizione è già stata identifica- facilitate ad quodlibet datum tempus ex esemplare altrove, per quanto ci sia noto, ta supra, n. 98. prutenicarum ratione colliguntur, una cum fuorché nella Zeniana, del quale il padre reliquis fabricandi duodecim coeli domicilia 303. Elia Capriolo, Delle historie bre- Paitoni [scil. Iacopo Maria Paitoni] ci ha sciane libri dodeci, ne’ quali si vede l’origine ex Regiomontano, et Alcabitio, et dirigendi gentilmente favorito a farne trar copia, di significatiores ad promissiores sequentes, et antichità della città di Brescia, come fu cui ora ci serviamo». Infatti i moderni re- delle prime che venisse alla fede, il numero Venetiis, Apud Damianum Zenarium, pertori ignorano questa edizione. La nota 1593 (EDIT16, CNCE 20293), consultato de martiri, et de vescovi canonizati, le guer- del Ricci è stata copiata integralmente da re, i sacchi, e le rovine di quella, tutti i suoi nella copia Brescia, Biblioteca Civica Que- Gussago, Biblioteca clarense, pp. 221-224. riniana, 3a D I 22. signori, et come pervenne sotto il felicissimo 298. EDIT16, CNCE 49195, consultato Dominio venetiano, fatti volgari dal molto 297. La citazione è sostanzialmente iden- nella copia Brescia, Biblioteca Civica Que- reverendo don Patrizio Spini, In Brescia, tica a quella che Ludovico Ricci ne ha riniana, 5a H VII 26 m 12. Appresso Pietro Maria Marchetti, 1585 [In fatto nelle sue Notizie intorno alla vita ed Brescia, Appresso Pietro Maria Marchetti, alle opere di m. Giovita Rapicio, pp. 116- 299. Lo Zamboni si riferisce all’opera di 1585] (EDIT16, CNCE 9281), consultato 118, in cui si descrive meticolosamente Giuseppe Valdagni già identificata supra, nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica il contenuto della stampa «essendo il n. 193. Queriniana, 10a E V 7. 76 Giovan Battista Bacchi, 1630, [Lelio Zecchi] De civili et Martinengo.313 in 4°.304 christiana institutione liber La- Confini della città di Bre- Aggiunta di due altri libri elio Zeccho Brixiano theologo et scia d’ordine dell’eccellentis- alle Historie bresciane tradotti iuris utriusque doctore auctore, simo Senato descritti l’anno da Giacomo Maria Rossi, In Brixiae, 1598, apud Petrum 1643 da Lodovico Baitelli. Brescia, 1630, appresso France- Mariam Marchetum, in 4°.309 Manoscritto in foglio esi- sco Tebaldino, in 4°.305 Oratio synodalis habita in stente nella libreria Mazzu- [Ippolito Chizzola. Il Coz- synodo diaecesana Veronensi die chelli.314 zando cita l’opera Prediche mo- iovis 14 mensis aprilis anni san- [Aggiunta dello Zam- rali sopra li Vangeli; lo Zamboni ctissimi Iubilei 1575. Manoscrit- boni] Ludovici Cattanei, così integra e completa la cita- ta presso di me. Era in allora Tractatus basilicae Urcearum zione] In Venezia, per Andrea arciprete di Desenzano.310 Novarum, Bixiae, apud Ric- Arrivabene, 1562, in 4°.306 pp. 156-157: [Leonardo 313. Posso affermare con certezza che lo Zamboni si riferisce al codice Brescia, pp. 150-151: [Lattanzio Cozzando. Il Cozzando fra le Biblioteca Civica Queriniana, I III 9, pro- Ranfoldi] Misteriosi significati proprie opere cita una Lettera a veniente dal legato Martinengo da Barco e identificabile con certezza grazie alla delle parole, gesti, e cerimonie Ludovico Casale, medico ber- dettagliata memoria che ne fece lo Zam- della Messa, In Venetia, appres- gamasco, che dice pubblicata a boni stesso. Infatti nell’ Indice de’ codici so Francesco Ziletti, 1581, in Brescia da Antonio Rizzardi. Lo manoscritti della libreria Martinengo l’ar- 307 ciprete descrive dettagliatamente la copia 12°. Zamboni completa la nota con] di questa opera appartenuta alla biblioteca 1669, in 4°.311 Martinengo da Barco con queste parole: «Historia del moto della plebe di Brescia pp. 154-155: [Lelio Mangia- per l’ingresso del Maggior Consiglio nel vino] De holocausto humani pp. 158-159: [Ludovico 1644. Manoscritto in foglio. Sul rovescio sta scritto Sterco d’oro. In fronte di questa cordis ad Deum per paraphrases Baitelli] 1635. In quest’anno storia v’è un catalogo di diverse persone, le in septem Psalmos poenitentia- Lodovico Baitelli gentiluomo quali erano quelle per avventura che pre- les, interprete domino Laelio nostro bresciano giudice del tendevano di entrare nel Gran Consiglio, e al catalogo è premesso questo titolo: Libro Mangiavino Brixiensi doctore Collegio di Brescia, fu dal no- di sterco detto di oro. Comunque non ap- theologo ex Patavino collegio, stro serenissimo principe eletto parisca il nome dell’autore, è certo non per tanto che esso fu Lodovico Baitelli, dottor Brixiae, apud Petrum Mariam consigliere di stato. Continua- di leggi, gran legista di quei tempi, cavalie- Marchettum, 1603, in 8°.308 zione del Diario manoscritto re e consultore della Serenissima Repub- 312 blica di Venezia ed uno de’ sei ambasciato- del Bianchi. ri mandati dalla città a Venezia per questa 304. IT\ICCU\UBOE\001555 (Spini, Istoria del moto della plebe di causa. La storia è descritta con tutta 491a), consultato nella copia Brescia, Bi- Brescia per l’ingresso nel Mag- l’esattezza e comprende l’origine, il ma- blioteca Civica Queriniana, 10a E IV 5. neggio e l’esito della causa, i vari consigli gior Consiglio nel 1644. Mano- tenuti, gli ordini, gli arrenghi etcetera. Il 305. IT\ICCU\BVEE\055064 (Spini, scritto in foglio nella libreria Baitelli è stato molto benemerito della sua 491b), consultato nella copia Brescia, Bi- patria e tra le altre cose descrisse i confini blioteca Civica Queriniana, 10a E IV 6. della città e territorio di Brescia d’ordine dell’eccellentissimo Senato l’anno 1643, 306. Ippolito Chizzola, Discorsi per 309. EDIT16, CNCE 28332, consultato confutar le particolari heresie, In Vene- che esiste nella libreria de’ signori conti nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica Mazzuchelli. Copia della presente Istoria tia, Appresso Andrea Arrivabene, 1562 Queriniana, 2a GG IX 1. (EDIT16, CNCE 12123), consultato nell’e- esiste manoscritta presso di me ed è me- semplare Brescia, Biblioteca Civica Queri- 310. Non ho trovato traccia di questo glio scritta della presente» (Codice Queri- niana, 4a D VIII 28. testo. niano H III 6, f. 4v). Il codice contenente la Historia del Baitelli recante il singolare 307. Lattanzio Ranfoldi, Misteriosi 311. Leonardo Cozzando, Lettera all’ec- titolo copiato dallo Zamboni corrisponde significati delle parole, gesti, cerimonie, cellentissimo signor Lodovico Casale 1669, al codice ora Brescia, Biblioteca Civica et altre cose appartenenti al santissimo In Brescia, Per Gio. Maria Rizzardi, [1669] Queriniana, I III 9, cartaceo del sec. XVII, sacrificio della Messa, con la sommaria (Spini, 707), di cui ho esaminato l’esem- che riporta il titolo Libro di sterco, detto dichiaratione del simbolo, delle prefationi, plare Brescia, Biblioteca Civica Querinia- d’oro all’esterno del piatto anteriore e a f. del canone, et dell’ordine domenicale. Rac- na, 5a G IV 15 m 4. Lo stampatore non è [5]r. Nei ff. 6r-16r il copista ha trascritto colta da molti celebri dottori, In Venetia, dunque Antonio Ricciardi, ma Giammaria l’elenco alfabetico dei cittadini aspiranti Appresso Francesco Ziletti, 1581 (EDIT16, Rizzardi. all’ingresso nel Consiglio maggiore. CNCE 40397). 312. Citazione letterale da I Diari dei 314. Non sono riuscito a rintracciare que- 308. IT\ICCU\BVEE\039024 (Spini, 63), Bianchi (continuazione e fine: 1630-1743), sto manoscritto appartenuto alla bibliote- consultato nell’esemplare 5a S III 24. pp. 5-6. ca Mazzuchelli. 77 ciardos, 1697, in 4°.315 nengo] Lucillo Martinengo, Se- Venetiarum, Brixiae, ad instan- stina con la isposizione; canzoni, tiam Ioannis Baptistae Bozolae, pp. 160-161: [Aggiunte dello sonetti, et settine in lode della 1563, in 4°.323 Zamboni] Lorenzo Avanzino Sacra Sindone, In Brescia, ap- [Marco Civile] Questo Mar- da Lodriano, Calendario istori- presso Policreto Turlini, 1590, co Civile fa la prefazione ai dia- co, In Venetia, nella Stamperia in 8°.319 loghi di santa Catterina da Sie- del Rampazzetti, 1583, in 12°.316 Della vita di Maria Vergine na in latino stampati in Brescia Lorenzo Bonocchio da in sacro poema ridotta, In Bre- per Bernardinum de Misintis Chiare, Breve ed universal riso- scia, appresso Policreto Turlini, 1496, in 8° diretti al padre Pao- lutione aritmetica per ritrovare 1595, in 4°.320 lo Zanchi domenicano.324 qualsivoglia sorte di misura di Vita di santa Pelagia detta terra senza far conto, all’uso Margherita ridotta in ottava pp. 172-173: [Mattia Bellin- bresciano, In Brescia, appresso rima, canti V. Con quattro can- tani] La vita del beato Felice sta Vincenzo Sabbio, 1597, in 4°.317 zoni, e la loro isposizione, In a carta 210, tomo 4 Acta San- Brescia, appresso Pietro Maria ctorum mensis maii dell’edizio- pp. 162-163: [Aggiunta dello Marchetti, 1592, in 8°.321 ne di Venezia.325 Zamboni] Luca Rosettini, Ora- Vita di santa Margherita tione di Luca Rosettini da Salò detta Pelagia, ridotta in ottava pp. 174-175: [Nestore Mar- correttore delle stampe di Vene- rima canti X. Con una sestina, tinengo] Ricordi a suoi figliuoli zia della Serenissima Signoria e sua ispositione, In Brescia, ap- del conte Nestore Martinengo. In persuadendo l’Accademia delli presso Policreto Turlini, 1590, Padova, per Pietro Frambotto, Laboriosi all’elezione di protetto- in 8°.322 re di lei, recitata dall’istesso, In 323. EDIT16, CNCE 27123, consultato Venezia, presso i Varisci, 1620, pp. 166-167: [Lucrezio Tira- nella copia Brescia, Biblioteca Civica 318 Queriniana, Cinq. EE 20 m 22. La cita- in 4°. boschi] Oratio habita ad patres zione bibliografica dello Zamboni copia in Concilio Tridentino quarta perfettamente quella compilata da Iacopo pp. 164-165: [Lucillo Marti- dominica Quadragesimae anno Tartarotti nella lettera al Gagliardi del 20 marzo 1735. Domini 1563 per reverendum 315. Ludovico Cattaneo, Radius lucis 324. Caterina da Siena, Libro della di- aeternae ecclesiae insignis archipraesbyte- patrem Lucretium Tiraboscum vina dottrina, trad. lat. di Raimondo de ralis, canonicalis, et collegiatae munitis- Asulanum theologum apud Vineis. Eadem, Orazioni scelte, a cura di simi oppidi, ac regalis fortilitii Urcearum Marco Civile, Explicit dialogus dive ac Novarum consecrata ultimo sub titulo reverendissimum patriarcham seraphice Catharine de Senis cum certis Assumptionis Deiparae Virginis Mariae die orationibus per eam factis, accuratissime XIX octobris anno Domini 1383, antiquitus 319. EDIT16, CNCE 35628, consultato impressus ac emendatus in alma civitate sub titulo Sancti Laurentii de Bigolio anti- nella copia Brescia, Biblioteca Civica Que- Brixie per Bernardinum de Misintis de Pa- quissimae cathedralis, ac etiam de prasenti riniana, Lechi 20. pia die quintodecimo mensis aprilis 1496 vocatae il Domo, Brixiae, Apud Ricciardos, (HC 4693; IGI 2595; BMC VII, 990; GW [1696] (Spini, 901), consultato nell’esem- 320. Lucillo Martinengo, Della vita della Santissima Nostra Signora la gloriosa 06226; ISTC ic00285000). Ai ff. a2r-a4e si plare Brescia, Biblioteca Civica Querinia- legge la dedica di Marco Civile al dome- na, 10a E III 6. Vergine Maria in sacro poema ridotta, In Brescia, Appresso Policreto Turlini, [In nicano fra Paulo Sanchez: Marcus Civilis 316. Lorenzo Avanzini, Calendario Brescia, Appresso Policreto Turlini, 1595] Brixianus fratri Paulo Sancheo Aragonensis historico secondo l’anno novo di papa Gre- (EDIT16, CNCE 35634), consultato nell’e- sacri observantis predicatorum ordinis gorio XIII. Nel quale si contengono tutte le semplare Brescia, Biblioteca Civica Queri- S.P.D. Su Marco Civile si può utilmente cose notabili occorse nel mondo di giorno niana, Salone P XIII 18. consultare da ultimo E. Sandal, Un uma- in giorno fino al 1583, con un lunario nista fra pietà e amministrazione. Per una perpetuo per trovar il far d’essa luna, et 321. EDIT16, CNCE 28575, consultato biografia di Marco Civile, «Commentari nella copia Brescia, Biblioteca Civica Que- dell’Ateneo di Brescia» per l’anno 2008, pp. con la qualità delli pesci, delle carni et delli a uccelli che servono all’uso humano di mese riniana, 7 G VII 19 m 4. 221-287. in mese, In Venetia, Nella Stamperia de’ 322. EDIT16, CNCE 35629, consultato 325. Lo Zamboni si riferisce alla Vita di Rampazetti, 1583 (EDIT16, CNCE 3498), nella copia Brescia, Biblioteca Civica san Felice da Cantalice, festeggiato dal consultato nella copia Brescia, Biblioteca Queriniana, 7a G VII 19 m 1. Lo stesso Martirologio romano il 18 maggio, scritta Civica Queriniana, 10a Y VII 1 m 4. Zamboni, La libreria di sua eccellenza il dal cappuccino Mattia Bellintani da Salò 317. EDIT16, CNCE 7018, consultato nobil uomo il signor Leopardo Martinengo e pubblicata in Acta sanctorum maii, IV, nell’esemplare Brescia, Biblioteca Queri- patrizio veneziano, pp. 102-105 passa in Quo continentur dies XVII, XVIII, XIX et niana, Salone V VII 16. rassegna le opere a stampa di Lucillo Mar- XX, Venetiis, Apud Sebastianum Coleti et tinengo, fra le quali sono comprese le qui Io. Baptistam Albrizzi Hieron. Fil., 1740, 318. IT\ICCU\VEAE\138869 elencate. pp. 210-234. 78 Figura 7. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Di Rosa 28, p. 179 Note autografe di Paolo Gagliardi nel margine di p. 179 Sul foglio aggiunto le prime tre righe sono autografe di Baldassarre Zamboni, il resto è autografo di Luigi Arici

1650, in 12°.326 Il Beffa, In Parma, per Set so i Giunti, 1562, in 8°.331 Viotto, 1584, in 8°.328 [Niccolò Tartaglia] Niccolò pp. 176-177: [Niccolò Secco] La cameriera, In Venezia, Tartaglia, Opere cioè quesiti, Il Fontanini a carta 429 della per Cornelio Arrivabene, 1583, Travagliata inventione, nova sua Biblioteca edizione veneta327 in 8°.329 scientia, ragionamenti sopra dà la seguente serie delle com- L’interesse, In Vinegia, per Archimede, In Venetia, al segno medie di Niccolò Secco: Francesco Ziletti, 1581, in 8°.330 del Lione, 1606, in 4°.332 Gl’inganni, In Firenze, pres- 326. Nestore Martinengo, Ricordi 331. Niccolò Secco, Gl’inganni comedia. dell’illustrissimo signor conte Nestore 328. Niccolò Secco, Il Beffa comedia. Recitata in Milano l’anno 1547. Dinanzi Martinengo a’ suoi figliuoli, In Pado- Data in luce per Antonio Maria Garofani, alla maestà del re Filippo. Nuovamente po- va, per il Frambotto, 1650 (IT\ICCU\ In Parma, per gl’heredi di Seth Viotti, sta in luce, In Fiorenza, appresso i Giunti, VEAE\003331). Ho usato l’esemplare ora 1584 (EDIT16, CNCE 39155). 1562 [In Fiorenza, nella Stamperia de’ Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 10a Giunti, 1584] (EDIT16, CNCE 71195). Y VII 9 m 3. Lo stesso Zamboni, La libre- 329. Niccolò Secco, La camariera come- ria di sua eccellenza il nobil uomo il signor dia. Nuovamente posta in luce. In Venetia, 332. Nicolò Tartaglia, Opere cioè que- Leopardo Martinengo patrizio veneziano, [Francesco Ziletti], per Cornelio Arriva- siti, travagliata inventione, nova scientia, pp. 125-126 tratta diffusamente di questa bene, 1583 (EDIT16, CNCE 29868). ragionamenti sopra Archimede, nelle quali opera in questa edizione. copiosamente si spiega, l’arte di guerreggia- 330. Niccolò Secco, L’interesse comedia. re, cosi in mare, come in terra, co ’l modo 327. Fontanini, Della eloquenza italiana Nuovamente posta in luce, In Venetia, appresso di diffendere, offendere, et espu- libri tre, nell’edizione veneziana del 1737, appresso Francesco Ziletti, 1581 (EDIT16, gnare ogni gran fortezza. E l’arte ancora del p. 429. CNCE 40410). perfetto bombardiero, co[n] tutte le cose a 79 Trattato di numeri et misure, senza nome di luogo, o di stam- Optimo Maximo / Octavio tomi III, In Vinegia, per Curtio patore.335 Pacato Brixiensi / Sodalitatis Troiano dei Navò, 1556, in fo- [Luigi Arici aggiunse] È fal- Servorum Observantiae Soda- glio.333 so che Tartaglia fusse chiamato li / Viro antiquae probitatis / Euclide rassettato, et alla da Milano, mentre esso si ritro- Tantique ergo omnes officii / Ut integrità ridotto da Nicolò Tar- vava a Venezia non a Milano, unus in Urbe / Patris cognomi- talea con un’ampla espositione e fu chiamato da quella città a ne coleretur / Augustinus et Io- dello stesso, In Vinegia, per Brescia da certo Aleni che gli annes Antonius Ricciardi / Ha- Venturino Roffinelli, 1543, in promise a nome de’ signori bre- eredes ex testamento / Avun- foglio.334 sciani buona provisione. culo benemerenti / Vixit annos Risposta data da Nicolò Tar- LXXIII. Menses III. Dies XX. / talea Bresciano delle matemati- pp. 178-179: [Aggiunta dello Obiit anno salutis M.D.LXVII. / che professore in Venezia a mes- Zamboni] Padre Ottavio Fio- XIII Calendas Ianuarias. / extat ser Lodovico Ferraro delle dette rentino, Vita della beata Angela in pariete Sanctae Mariae in lettor pubblico in Milano di una Bresciana fondatrice della Com- via. (Figura 7) sua richiesta, over disfida a lui pagnia di Sant’Orsola, In Bre- Excerpta ex epistolis La- mandata l’anno 1547 del mese scia, per Francesco Comincini, tini Latini.338 Ad Andream di febraio, In 4° senza anno, e 1619, in 8°.336 Masium, VII Kalendas apriles [Sullo stesso foglio Luigi 1554. Pater Octavius impuberi quella necessarie, In Venetia, al segno del Arici scrisse la seguente, estesa cardinali custos moderatorque Lione, 1606 (IT\ICCU\UM1E\000250). Ho usato l’esemplare ora Brescia, Bibliote- nota relativa ad Ottavio Panta- additus, quod minime unquam ca Civica Queriniana, 10a R VI 42, prove- gato, che si estende anche sul speravit, ternas quotidie aut niente dalla biblioteca di Leopardo Marti- nengo da Barco. La Queriniana conserva foglio legato fra le pp. 180-181] quaternas horas id aetatis homo dell’opera un secondo esemplare, segnato In inscriptionibus Venetis editis ille operam dare cogitur, quae a 5 Z IV 21. a Gallettio, pagina 98:337 Deo res et mihi et multis incomode 333. Nicolò Tartaglia, La prima [- se- plane cecidit. Annalibus qui- sta] parte del general trattato di numeri, 335. L’opera del Ferraro alla quale lo dem, quos iam ad umbilicum et misure, nella quale in diecisette libri si Zamboni fa riferimento è la seguente: dichiara tutti gli atti operativi, pratiche, et Ludovico Ferraro, Ludovicus Ferrarius fere perduxerat, eiusmodi im- regole necessarie non solamente in tutta Nicolao Tartaleae [Vetus est illa stoicorum, pedimentum attulit, ut nullo l’arte negotiaria, et mercantile, ma anchor et a Zenone usque deducta opinio, sapien- in ogni altra arte, scientia, over disciplina, tem semper sibi similem, atque constantem unquam tempore absolventur. In Vinegia, Per Curtio Troiano de i Nauò, esse, et nunquam mutare sententiam], Nell’iscrizione della lettera si 1556-1560 (EDIT16, CNCE 31550). Ho Mediolani,[Francesco Marchesino], cal. usato gli esemplari ora Brescia, Biblioteca dice “Analli [sic] ecclesiastici”.339 a a aprilis 1547 (EDIT16, CNCE 40960), che Civica Queriniana, 10 R III 12-14 e 10 T leggo nell’esemplare Brescia, Biblioteca Ad eundem, XV Kalendas apri- III 9-11. a Civica Queriniana, 4 H VI 16 m 8. Il Tar- les 1555. In eadem sententia 334. Nicolò Tartaglia, Euclide Mega- taglia rispose con Risposta a messer Lodo- rense philosopho solo introduttore delle vico Ferraro delle dette mathematice lettore sunt pater Octavius, Sirletus scientie mathematice diligentemente reas- publico in Melano, d’una sua richiesta, over et Sighicellus, quos ego hono- settato et alla integrità ridotto per il degno cartello de disputa a lui mandata l’anno professore di tal scientie Nicolo Tartalea 1547 del mese di febrario in Venetia, [s. n. ris tui tum mei etiam causa brisciano secondo le due tradottioni e per t.], [1547?] (EDIT16, CNCE 60395). libenter nomino.340 commune commodo et utilità di latino in 336. Ottavio Fiorentino, Vita della bea- volgar tradotto; con una ampla espositione ta Angela Bresciana, prima fondatrice della 338. Latino Latini, Epistolae, coniectu- dello istesso tradottore di novo aggionta, Compagnia di Sant’Orsola, il cui corpo è talmente chiara che ogni mediocre ingegno, rae, et observationes sacra, profanaque eru- venerato nella Chiesa a basso di Sant’Af- ditione ornatae, ex bibliotheca cathedralis senza la notitia, over suffragio di alcun’altra fra di Brescia, In Brescia, per Francesco scientia con facilità, serà capace a poterlo ecclesiae Viterbiensis a Dominico Magro Comincini, 1619 (Spini, 311). Di questa Melitensi, II, Viterbii, ex Typographia intendere, Stampato in Vinegia, per Ventu- opera esistono due esemplari presso la rino Roffinelli ad instantia e requisitione Brancatia, apud Petrum Martinellum, Biblioteca Civica Queriniana di Brescia, 1667. de Guilielmo de Monferrà et de Pietro con le segnature 5a H IX 14 m 14 e 7a D di Facolo da Vinegia libraro et de Nicolò III 9 m 7. 339. Latini, Epistolae, p. 12, con minime Tartalea brisciano tradottore, nel mese di varianti. Ho collazionato le trascrizioni febraro 1543 (EDIT16, CNCE 18353). La 337. Pierluigi Galletti, Inscriptiones dell’Arici con il testo a stampa delle lettere Biblioteca Civica Queriniana di Brescia Venetae infimi aevi Romae extantes, Ro- e ho corretto innumerevoli imprecisioni conserva tre copie di questa opera, con le mae, Typis Io. Generosi Salomoni Biblio- occorse nella copia. segnature Cinq. AA 58, Cinq. BB 7, 10a polae, 1757, pp. XCVIII-XCIX, esistente Z III 2. in Santa Maria in Via. 340. Latini, Epistolae, p. 26. 80 Ad eundem, sexto idus sep- revocati sunt, non verisimile Burmanno.346 tembres 1555. Pater Octavius modo, sed etiam necessarium suo more valet, idest non sine esse credere.343 pp. 186-187: [Aggiunta dello aliqua cruris molestia, quam Ad eundem, XI kalendas Zamboni] Pietro Buccio Bre- tum ego illi commodissimam septembres 1558, pagina 59. sciano, Orazione al serenissimo esse semper statui. Si quid enim Pater Octavius noster iam ali- principe, et illustrissima Signo- domi sordidum paulatim acer- quot dies non levi sollicitudine ria di Venezia sopra la vittoria vatur, optandum est ut quam laboravit, quonam tandem apo- cristiana contro i Turchi ottenu- minimo sumptu aut incomodo statarum causa ventura esset, ta l’anno felicissimo 1571, a’ 27 fieri potest per occultas vias, vi- nunc publicato decreto contra ottobre, In Venezia, per Dome- lioresque parietes purgetur.341 illos. Patroni mei decreti illius nico Franceschi, 1571, in 4°.347 Ad eundem, pridie idus no- verba diligentissime verissime- vembres 1555. Pater Octavius, que interpretantis auctoritate p. 187: [Patrizio Spini. Il quem Socrati comparas, dispe- fretus aquiescit, sibique licere Cozzando cita l’opera Historia ream si poterat aptius veriusque omnino putat et extra sodalium intiera di Brescia e lo Zamboni cum quoquam conferri; nam, suorum contubernium vivere completa] Sta nella libreria alla ut omittam animum in om- et monasterii olim sibi com- Pace.348 nium virtutum genere similli- mendati fructibus pro suo iure mum, illud etiam si quid tibi ad frui.344 pp. 188-189: [Aggiunta dello rem facere videbitur, observavi [Ottavio Rossi] Di Ottavio Zamboni] Sancti Ephrem Opera ut non longe etiam facies alteri- Rossi si parla nel Diario ma- quaedam mille ducentis iam an- us ab huius facie distet, si modo noscritto di Giovanni Battista nis e Syra in Graecam linguam, quae Socrati signa circunferun- Bianchi sotto all’anno 1622, 29 nunc autem e Graeca in Lati- tur veri Socratis formam aliqua ottobre; 1626, 31 marzo; 1629, nam versa Petro Francisco Zino ex parte referunt.342 8 febbraio, 12, 20 di detto mese; interprete, Venetiis, apud Fran- Ad eundem, 19 kalendas 15 luglio, 11 settembre 1629; februarias 1557. Sed quoniam 1630, 17 marzo, 21 ottobre.345 346. Lo Zamboni si riferisce a Ottavio Rossi, Monumenta Brixiana, seu civitatis patris Octavii nostri sententiam Brixiae antiquitates, in linguam Latinam iudiciumque plurimi, ut par pp. 182-183: [Ottavio Rossi] ex Italica transtulit Alexander Duckerus, accessere postremae huic editioni, praeter est, semper feci teque intelligo Le Memorie Bresciane del Rossi adiectas secundae a Fortunato Vinaccesi non mediocriter cupere quid trasportate in latino, e quanto inscriptiones, ut aliae plures, potissimum e manuscriptis rerum antiquarum civitatis is de ea re sentiat a me certio- alle iscrizioni emendate sopra Brixiae eiusque universi agri memoriae, in rem fieri, accipe paucis quae di un manoscritto sono state Iohannes Georgius Graevius, Petrus Burmannus, Thesaurus antiquitatum et ille mihi longiore oratione poste nella parte I, tomo IV historiarum Italiae, IV, 2 [non 1, come disseruit. Inferri vocabulum Thesauri antiquitatum et histo- scrive lo Zamboni], Lugduni Batavorum, patere primum latius deinde riarum Italiae del Grevio, e del Excudit Petrus Vander Aa, Bibliopola, Civitatis atque Academiae Typographus, nihil adversus leges suas facere 1722. regem, qui gravem commeri- 347. Pietro Buccio, Oratione al serenis- tos penam levissima, vel nulla 343. Latini, Epistolae, p. 53. Nella stampa simo prencipe et illustrissima Signoria di etiam punit, in iis presertim la lettera è datata XIII kalendas februarias Venetia, sopra la vittoria christiana contra 1557. Turchi ottenuta l’anno felicissimo MDLXXI qui ut errorum suorum veniam il settimo d’ottobre, In Venetia, Appresso 344. Latini, Epistolae, pp. 59-60. Domenico de’ Franceschi, 1571 (EDIT16, ab optimo principe aliquando CNCE 7787). Ho usato l’esemplare ora sperare possint, non ante acta, 345. I Diari dei Bianchi (1600-1741), pp. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 5a 167-168 (sabato, 29 ottobre 1622), 228 G IV 18 m 13. sed post agenda vita perficiunt. (31 marzo 1626), 326 (8 febbraio 1629), Quod nos omnino praestitisse 328 (12 febbraio 1629), 330 (20 febbraio 348. Il codice contenente l’opera di Pa- 1629), 357-358 (15 luglio 1629), 366 (11 trizio Spini è l’attuale Brescia, Biblioteca eos qui a Christo in vitam hanc settembre 1629, ma è sfuggita allo Zambo- Civica Queriniana, C I 16, proveniente ni una menzione del Rossi anche al giorno appunto dalla biblioteca dei padri della 341. Latini, Epistolae, p. 40. 8 settembre 1629), 401 (17 marzo 1630); Congregazione dell’Oratorio di San Filip- I Diari dei Bianchi (continuazione e fine: po Neri presso Santa Maria della Pace a 342. Latini, Epistolae, p. 43. 1630-1743), p. 3 (21 ottobre 1630). Brescia. 81 ciscum Rampazetum, 1561, in Salò. Ha alle stampe l’Istoria della La Trigonometria del Moretti 8°.349 Riviera.353 Inoltre Discorso della fu stampata alla prima in Pado- [Pietro Paolo Ormanico] fondazione della chiesa di Monte- va, per Sebastiano Sardi, 1664, Considerazioni sopra l’antica re- castello, citato a carta 45 de’ Fatti in 12°.356 ligione de’ Camuli etc., Brescia, illustri della città di Brescia di Ot- [Aggiunta dello Zamboni] presso Antonio Rizzardi, 1639, tavio Rossi, e Agostino Luzzago Trulleide, overo cento sonetti in 4°.350 manoscritto.354 sopra due racconti di don Trullo, In Brescia, colla data di Cosmo- pp. 190-191: [Publio Fonta- pp. 198-199: [Tommaso Mo- poli, in 12°.357 È fatta alla foggia na. Il Cozzando cita Il sontuoso retti. Il Cozzando cita il suo Trat- della Ciceide, comunque non apparato fatto dalla magnifica tato dell’artiglieria, stampato in così felicemente. Sono d’autor città di Brescia nel felice ritorno Brescia da Giambattista Grumi, o bresciano, e sotto al nome di del signor cardinal Morosini ve- Gromi, nel 1672. Lo Zamboni ha don Trullo si nasconde don scovo, In Brescia, per Vincenzo completato] In 4°.355 Giovanni Battista Signori, ceri- Sabbio, 1591.351 Lo Zamboni moniere del Duomo di Brescia. 353. Silvan Cattaneo, Bongianni completò] In foglio. Grattarolo, Salò e la sua riviera de- scritta da Silvan Cattaneo, e da Bongianni pp. 204-205: [Aggiunta dello Grattarolo colla notizia del nome, e delle pp. 192-193: [Aggiunta dello opere de’ più illustri uomini di essa Riviera, Zamboni] Vincentii Zini Car- Zamboni] Scipionis Tertii de con alcune opere loro, distinto in più tomi, minum libri tres, Venetiis, apud Lanis, Oratio pro electione Do- In Venezia, presso Giacomo Tommasini, Dominicum de Nicholinis, 1745-1750, 2 volumi. Ho usato l’esemplare 358 minici Bollani ad episcopatum ora Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 1560, in 8°. Questi era natio Brixiae, manoscritta presso di 4a D VI 20 m 1-2. da Bagnolo, e la data della dedi- me.352 354. I Fatti illustri, et pompe eroiche del- cazione porta Balneoli III idus la città di Brescia. Compendii historici, principiati da Ottavio Rossi, et ridotti alla novembres. Era inoltre cugino pp. 194-195: [Aggiunta dello perfettione da Agostino Luzzago sono [testo evidentemente incomple- Zamboni] Silvan Cattaneo di conservati nel codice Brescia, Biblioteca to]. Civica Queriniana, C I 18, proveniente dalla biblioteca dei padri oratoriani di San 349. Ephrem, Divina quaedam opera mille Filippo Neri presso Santa Maria della Pace glieria, In Brescia, Per Gio. Battista Gromi, ducentis iam annis e Syria in Graecam a Brescia, dalla quale spesso lo Zamboni 1672 (IT\ICCU\VEAE\002819; Spini, linguam nunc autem e Graeca in Latinam in queste note attinge notizie di opere 718). Ho usato l’esemplare ora Brescia, Bi- versa Petro Francisco Zino Veronensi inedite. Il passo al quale lo Zamboni fa blioteca Civica Queriniana, 10a P V 12. interprete, Venetiis, apud Franciscum riferimento si trova a f. 85r-v (non 45, 356. Tomaso Moretti, Trigonometria de Rampazetum, 1561 [Venetiis, apud Fran- come erroneamente indicato nella nota ciscum Rampazetum, 1561] (EDIT16, rettilinei, et tavole de seni, tangenti, et se- manoscritta) ed è contenuto nel paragrafo canti al raggio diviso in 100000:00, In Pa- CNCE 18130). Ho usato l’esemplare ora intitolato 1283. La vittoria contra il duca a dova, per Sebastiano Sardi, 1664. Ho usato Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 10 d’Austria, in cui si narra di un’azione mili- C V 14, che ho ragione di ritenere copia l’esemplare ora Brescia, Biblioteca Civica tare condotta dal duca di Carinzia, signore Queriniana, 10a R VI 23. donata dallo Zini a Gianfrancesco Stella. di Trento, contro gli abitati di Tremosine e Infatti all’esterno del piatto anteriore della di Limone. Dopo aver citato il Chronicon 357. La Trulleide overo cento soneti sopra legatura originale, in cartone naturale, si di Giacomo Malvezzi, ripreso pedissequa- due raconti di don Trullo, In Cosmopoli legge l’invio: All’eccellentissimo messer Gio. mente nei Chronica di Elia Capriolo, il [Lucca], [s.n.t]. Ho usato l’esemplare ora Francesco Stella mio signore osservandis- Rossi conclude: «oltre alle private scritture Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 10a simo. Il volume appartenne alla biblioteca delli Avogadri, delle quali se ne vedono Y VII 5 m 1, proveniente dalla biblioteca di Leopardo Martinengo da Barco. diversissime copie, hassi inditio di questo di Leopardo Martinengo da Barco. Sul 350. Pietro Paolo Ormanico, Con- fatto precisamente nelle nostre membrane frontespizio di questo esemplare lo Zam- siderationi sopra alcune memorie della et in una cronichetta manoscritta, addotta boni ha scritto la seguente nota: «Don religione antica dei Camuli, o Camuni dal Silvan Catanio da Salò nel discorso Trullo è don Giovanni Battista Signori di Valcamonica, In Brescia, per Antonio stampato che egli fece della fondatione cerimoniere del Duomo di Brescia». Da Rizzardi, 1639 (IT\ICCU\PARE\023566; di quella famisissima chiesa», vale a dire notare che G. Melzi, Dizionario di opere Spini, 536). Ho usato l’esemplare ora Bre- il santuario di Montecastello a Tignale. anonime e pseudonime di scrittori italiani scia, Biblioteca Civica Queriniana, 7a D I Anche Federico Odorici, Storie brescia- o come che sia aventi relazione all’Italia, I, 10 m 5. ne dai primi tempi sino all’età nostra, V, In Milano, Coi torchi di Luigi di Giaco- Brescia, Tipografia Pietro Gilberti, 1856, mo Pirola, 1848, p. 431 confonde titolo e 351. EDIT16, CNCE 9269, consultato p. 230 e n. 1 ricorda questo discorso di Sil- psudonimo rispettivamente con Frulleide nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica van Cattaneo, citando proprio dal codice e Frullo. Queriniana, 7a A f II 9 m 2. Queriniano C I 18. Non ho trovato traccia di questa opera del Cattaneo. 358. Zini, Carminum libri tres, nell’edi- 352. Non ho trovato traccia di questo zione veneziana del 1560 già identificata testo. 355. Tomaso Moretti, Trattato dell’ arti- supra, n. 165. 82 [Aggiunta dello Zamboni] pp. 226-227: [Aggiunta del- [Aggiunta dello Zamboni] Virginii Valsecchi, De Marci lo Zamboni] Andrea Guarini Antonio Sala, Il governante Aurelii Antonini Elagabali tribu- della Riviera di Benaco, Origine dell’arme, In Venezia 1701, per nicia potestate quinta dissertatio di tutte le religioni, e militie di Girolamo Albrizzi, in 4°.366 historico chronologica, Floren- cavalieri, con le croci e segni tiae 1711, apud Iacobum de usati da quelle, In Venetia, per pp. 230-231: [Aggiunta dello Guiduccis, in 4°.359 il Baba, 1665, in 8°.363 Zamboni] Rudimenta poetica Epistola de veteribus Pisanae [Aggiunta dello Zamboni] Aurelii Foresti nobilis Brixien- civitatis constitutis etc. Floren- Antonio Antenori, Ragioni, sis, carmina facere condiscentis, tiae, Typis Regiae Celsitudinis, dottrine, e decisivo invito contro ex demortui cineribus eruta, 1727, in 4°.360 le stampe del d(otto)r Ercole Ca- Brixiae 1669, Ex Typographia predoni, In Padova, senza anno, Iacobi Turlini, in 4°.367 pp. 224-225: [Alfonso Ca- e nome di stampatore.364 prioli. Il Cozzando cita l’opera pp. 240-241: [Camillo Ro- Il sontuoso apparato fatto dalla pp. 228-229: [Aggiunta del- dengo. Il Cozzando cita una sua magnifica città di Brescia nel lo Zamboni] Torino assediato Oratio in funere excellentissimi felice ritorno del signor cardinal l’anno 1706 dell’abate Antonio comitis domini Francisci Altieri, Morosini vescovo, In Brescia, Metelli da Brescia, canonico Bologna 1644. Lo Zamboni com- per Vincenzo Sabbio, 1591. Lo regolare lateranense, In Parma, pletò] Typis Haeredum Victoris Zamboni annotò] Alfonso Ca- per Paolo Muti, 1711, in 12°.365 [sic] Benatii, 1644, in 4°.368 vriolo non fa altro che la dedi- [Camillo Rodengo. Il Cozzan- cazione di questo Apparato, e in qua a r.p.d. Antonini Diana Panormitani do cita la sua Oratio in solemni essa asserisce, che l’autore delle clerici regularis coram s.d.n. Alexandro pompa, quod eminentissimus VII episcoporum examinatoris, et S. Officij inscrizioni e del libro fu Publio Regni Siciliae consultoris, opera omnia Alphonsus cardinalitio pileo insi- Fontana.361 septem partibus comprehensa, Diana, ipso gnitus, Bologna 1666. Lo Zam- committente, et approbante, Antonio vero [Aggiunta dello Zambo- Cotonio alias Ausonio Noctinot. In hac boni completò] L’ultima orazione ni] Andrea Guadagno, Sum- ultima impressione correcta, et emenda- delle tre è stampata Bononiae, ex ma Diana ex operibus patris ta, et addita VIII. IX. X. XI. et XII. parte Typographia Ferroniana.369 a r.d. Andrea Guadagno a Quintiano, Antonii Dianae deprompta a Venetiis, Apud Baba, 1660 (IT\ICCU\ [Camillo Tarello] Ricordo d’a- patre Antonio Cotonio correc- RMSE\104963). Ho usato l’esemplare ora gricoltura di Cammillo Tarello di Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 10a ta, emendata, et aucta a patre A IV 25. Lonato, In Mantova, per France- 370 Andrea Guadagno a Quintiano, 363. Andrea Guarini, Origine, e fon- sco Osanna, 1585, in 8°. Venetiis, apud Baba, 1660, in datione di tutte le religioni, e militie di 362 cavallieri con le croci, e segni usati da 366. Antonio Sala, Il governatore dell’ar- 4°. quelle erette da prencipi diversi in vari tem- me, In Venezia, per Girolamo Albrizzi, 1701 (IT\ICCU\BVEE\040958). Ho usato 359. Virginio Valsecchi, De M. Aurelii pi ristampate per opera del sig. Giacomo Cataneo conte d’ Idumena, et cavalliere l’esemplare ora Brescia, Biblioteca Civica Antonini Elagabali tribunitia potestate Queriniana, 10a P IV 6. quinta. Dissertatio historico-chronologica, della Milizia aureata Costantiniana di San Florentiae, Typis regiae celsitudinis apud Giorgio, In Venetia, per il Baba, 1665 (IT\ 367. Questa opera è stata identificata su- Jacobum de Guiduccis, et Sanctem Fran- ICCU\URBE\002767). Ho usato l’esem- pra, n. 152. plare ora Brescia, Biblioteca Civica Queri- chi, 1711 (IT\ICCU\MODE\020180). Ho a usato l’esemplare ora Brescia, Biblioteca niana, 10 D VI 16. 368. Questa edizione è stata identificata a supra, n. 100. Civica Queriniana, 7 C II 11 m 2. 364. Antonio Antenori, Ragioni, dot- 360. Virginio Valsecchi, Epistola de trine, e decisivo invito contro le stampe del 369. Camillo Rodengo, In publica et veteribus Pisanae civitatis constitutis, Flo- dottor Ercole Capredoni medico chirurgo, solemni actione qua eminentissimus et rentiae, Typis Regiae Celsitudinis, 1727 In Padova, [s.n.t, 1687?] (IT\ICCU\ reverendissimus Alphonsus cardinalis Litta MILE\034668). Ho usato l’esemplare ora archiepiscopus Mediolanensis ab eminen- (IT\ICCU\PUVE\024057). Ho usato a l’esemplare ora Brescia, Biblioteca Civica Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 5 tissimo ac reverendissimo Carolo cardinali Queriniana, 5a H V 5 m 2. H V 18 m 7. Carafa Bononiae de latere legato in templo Sancti Petronii cardinalitium biretum acce- 361. Di questa opera in questa edizione 365. Antonio Maria Metelli, Torino pit oratio, Bononiae, Ex Typografia Ferro- lo Zamboni ha fatto cenno supra, nelle assediato, e soccorso l’ anno 1706, In Par- niana, 1666 (IT\ICCU\UBOE\047049). aggiunte a pp. 190-191 relative a Publio ma, per Paolo Monti, 1711 (IT\ICCU\ Fontana. RMRE\000522). Ho usato l’esemplare ora 370. EDIT16, CNCE 77392, consultato Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 7a nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica 362. Antonio Diana, Summa Diana in E VII 40. Queriniana, 10a S VII 14. 83 [Aggiunta dello Zamboni] [Aggiunta dello Zamboni] presso Antonio Turrini, in 4°.376 Carlo Bellavite residente della Il canto delle Muse. Panegirico Cattedrale di Brescia, Discorso (in versi) di fra Domenico Rosa pp. 248-249: [Aggiunta dello in lode del fu proposto di Sant’A- da Brescia lettor domenicano, Zamboni] Ercole Capredoni, gata Aurelio Polini nella solenne In Brescia, per li Sabbi, 1638, in La verità trionfante. Apolo- funeral funzione fatta dal clero 4°. È per Vincenzo Giustiniani gia seconda contro di Antonio prepositurale pochi giorni dopo vescovo di Brescia, e l’ha com- Antenori, In foglio senza nota la morte di sì degno pastore posto mentre era in carcere.375 veruna di anno, di luogo, e di seguita nel decembre del 1730, stampatore.377 In Brescia, dalle stampe di Gio- pp. 246-246: [Domizio [Aggiunta dello Zamboni] vanni Battista Bossino, in 8°.371 Bombarda] Tributo poetico di Federico Federiga, L’a q u i l a a u - Ha stampato ancora il Rag- Domitio Bombarda bresciano striaca nelle nozze di Leopoldo guaglio della funzione seguita per l’ascesa del serenissimo et imperatore e Margarita di Spa- nella traslazione del corpo di altissimo signor Antonio Priuli gna, epitalamio, In Brescia, per sant’Anatalone primo vescovo di al principato di Venezia. A sua Giovanni Giacomo Vignadotti, Brescia.372 serenità recitato e sagrato in 1666, in * [sic].378 È di stanze di eterna protezione all’Accademia sei versi, e l’autore lo compose, pp. 244-245: [Desiderio Sca- degl’Immaturi dell’inclita città mentre era in presentazione a glia] Desiderio Scaglia ha sette di Vinezia, In Vinezia 1618, ap- Sant’Urbano. sonetti in lode di don Lucillo Martinengo, e stanno in princi- Codagli si veda supra, n. 185. Un Sonetto pp. 252-253: [Aggiunta dello nell’uscita in luce dell’Historia orceana, pio della Vita di Maria Vergine sotto gl’illustrissimi et clarissimi rettori di Zamboni] Orazione di France- poema dello stesso Lucillo.373 Brescia Thomaso Morosini, e Paolo Paruta sco Porcellaga, ambasciatore di di f. Desiderio Scaglia si legge subito dopo Ha inoltre quattro sonetti e la dedica del Codagli al consiglio comuna- Brescia nel rallegrarsi col sere- un madrigale innanzi alla Sto- le di Orzinuovi e subito prima de Le due nissimo principe Marc’Antonio ria orceana del Codagli, e una annotationi aggionte all’Historia orceana Memmo, In Venezia 1613, ap- dall’istesso reverendissimo auttore, fra 379 lettera e un sonetto a Domenico Domenico Codagli predicatore. Nelle quali presso Niccolò Polo, in 4°. Bollani vescovo della Canea, per modo d’epilogo, et d’un breve ritratto si raccogliono forsi dugento, e quaranta sette che sono premessi alle due an- gentil’huomini, ch’ebbero il governo di que- pp. 257-258: [Giannantonio notazioni aggiunte alla Storia sta sua patria, la successione de prencipi, et Rodengo] Orazione all’illustris- 374 le cose che s’erano tralasciate sino all’anno orceana del Codagli. 1592. Con una lettera all’illustrissimo e simo signore il signor Andrea reverendissimo monsignor Domenico Bol- Paruta di ritorno dal capitanato 371. L’edizione è datata al 1731 e si con- lani vescovo della Cania, del reverendo fra serva in due copie presso la Biblioteca Desiderio Scaglia, quest’ultima in data di di Bergamo recitata da Giovanni Civica Queriniana, con segnatura 5a H VII Brescia, 12 marzo 1592 (pp. 3-11). Altro Antonio Rodengo nel palagio a 24 m 2 e 5 I III 16 m 3. sonetto dello Scaglia All’illustrissimo e dell’illustrissimo signor Giovanni reverendissimo monsignore monsignor 372. Carlo Bellavite, La solenne trasla- Paolo Gradenigo capitano di zione di sant’Anatalone primo vescovo di Domenico Bollano vescovo della Canea si Brescia seguita per pubblico decreto nel dì 3 legge a p. 14. Subito prima dell’Historia Brescia alli 31 di luglio 1606, In settembre 1719, In Brescia, Appresso Gio. orceana si leggono, nell’ordine, un distico elegiaco latino Reverendi fratris Desiderii Brescia, per li Figli di Vincenzo Maria Rizzardi, [1719], che ho consultato 380 nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica Scalii Brixiensis ordinis praedicatorum in Sabbio, in 4°. Queriniana, 2a QQ III 50. effigiem auctoris, seguito da un sonetto Dell’istesso reverendo fra Desiderio detto 376. IT\ICCU\BVEE\029728. 373. Lucillo Martinengo, Della vita l’Assetato, nell’Academia de gl’Invaghiti, della Santissima Nostra Signora la gloriosa sopra la nave, impresa dell’autore, da altro 377. Ercole Capredoni, La verità trion- Vergine Maria, identificata supra, n. 320. sonetto Dell’istesso alla patria dell’auttore, fante, Apologia seconda contro di Antonio I sette sonetti dello Scaglia si leggono ai da altro sonetto Dell’istesso alla patria Antenori chirurgo ottogenario in Brescia ff. *5r-*6v. Lo stesso Zamboni, La libreria de gl’Orci e da un madrigale Dell’istesso segnato in progresso con A.A., [s.n.t., ma di sua eccellenza il nobil uomo il signor all’auttore. Estesi appunti autografi dello 1687] (Spini, 847). Leopardo Martinengo patrizio veneziano, Zamboni su Desiderio Scaglia in relazione 378. Spini, 688. Di questa opera la Biblio- pp. 102-103 ricorda la presenza dei sette a Domenico Bollani si leggono nel codice teca Civica Queriniana possiede due copie sonetti di Desiderio Scaglia premessi al miscellaneo Brescia, Biblioteca Civica segnate 7a D III 1 m 11 e 10a M VI 16. poema del Martinengo nell’edizione del Queriniana, H III 4 m 2, f. 3r. 1595. 379. IT\ICCU\PUVE\017245. 375. Non trovo notizia di questa opera e di 374. Per L’historia orceana di Domenico questa edizione. 380. Di questa opera ha già fatto menzio- 84 [Aggiunta dello Zamboni] Zamboni aggiunse] In que- pp. 264-265: [Aggiunta dello Dialogo degli inganni d’alcuni sta Conchiglia si descrive una Zamboni] Ioannis Petri Zopetti malvaggi speciali di Giovanni processione, in cui fu portata Sylva moralis diversis consita ca- Antonio Lodetti, In Brescia, ap- l’immagine di Maria Vergine sibus conscientiae, Brixiae 1737, presso Francesco, e Pietro Ma- creduta di mano di san Luca, apud Marcum Vendramenum, ria Marchetti, 1572, in 12°.381 esistente nella chiesa del Car- in 4°.388 Di nuovo in Padova, per Pietro mine di Brescia. L’edizione è Tozzi, in 12°.382 ornata di vari e bei rami. pp. 266-267: [Giovanni [Aggiunta dello Zamboni] Braccesco] La esposizione di pp. 258-259: [Aggiunta dello Giovanni Battista Seriati, L’a - Geber Philosopho, nella quale Zamboni] Giovanni Battista mor fra nemici. Tragicomedia, si dichiarano molti secreti della de Bonis, Quindici fiori del In Brescia, per Giacomo Turli- natura, col Dialogo nominato giardino, dove si contengono se- no, 1672, in 12°.385 il Legno della Vita, nel quale si creti medicinali, In Brescia, per dichiara, qual fosse la medicina, Francesco Comincini, 1621, in pp. 262-263: [Giampaolo per la quale i primi padri vive- 4°.383 Forzanini da Castenedolo, che vano novecento anni, di Giovan- il Cozzando chiama Fozzanini ni Bracescho da Iorci novi, In pp. 260-261: [Giovanni da Carpenedolo] Giovanni Pa- Vinetia, appresso Gabriel Gioli- Battista Fabri. Il Cozzando olo Forzanini da Castenedolo, to, 1544, in 8°.389 cita l’opera Conchiglia celeste, non Fozzanini da Carpenedolo, stampata a Venezia da Giovan ha stampato ancora: Antichristo pp. 268-269: [Aggiunta dello Giacomo Hertz nel 1690.384 Lo con l’origine sua, et progresso de’ Zamboni] Oratio Georgii Marti- suoi gesti, vita, et fine raccolto nengi in adventu illustrissimi et ne il Gagliardi in una integrazione, per la dagli scritti de’ sacri teologi, et reverendissimi Hieronymi abba- quale si veda supra, n. 103. altri dottori di Sana Chiesa da tis Leni, et comitis Martinengi, 381. EDIT16, CNCE 60792. frate Giovanni Paolo Forzanini Cremonae, in Civitatis Palatio, 382. Giovanni Antonio Lodetto, Dia- da Castenedolo bresciano dell’or- apud Vincentium Cunctum, logo de gl’inganni d’alcuni malvaggi specia- 390 li. Nel quale si scoprono molte frodi, che da dine de’ gesuati, In Mantova, 1562, in 4°. detti speciali sono commesse, a pregiuditio per Francesco Osanna, 1590, sì della vita de gli ammalati, come dell’ho- 386 nor de gli eccellenti medici, In Padova, Per in 8°. Lo dedica al cardinale pp. 270-271: [Girolamo P.P. Tozzi, 1626 (IT\ICCU\BVEE\071589), Costanzo Sarnano,387 colla data Monti] Girolamo Monte fu di cui la Biblioteca Civica Queriniana pos- siede due copie segnate 3a H XIII 18 m 10 del convento di San Girolamo vicario generale del vescovo di e 10a S VII 23 m 5. di Vicenza. Bergamo, come si comprende

383. Giovanni Battista De Bonis, Li 385. Spini, 719, consultato nella copia da alcuni versi di Publio Fran- bellissimi quindeci fiori raccolti da frut- Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 10a cesco Spinola a lui indirizzati.391 tuosissimo giardino. Dove si contengono M VII 16. famosissimi, et esperimentati secreti me- dicinali, non mai più stati divulgati, che 386. EDIT16, CNCE 42794, consultato 388. IT\ICCU\LO1E\033906, consultato sono molt’utili, et necessari per ogni corpo nella copia Brescia, Biblioteca Civica Que- nella copia Brescia, Biblioteca Civica Que- humano, In Brescia, Per Francesco Co- riniana, 3a G XIII 11 m 6. riniana, 10a A III 17. mincini, 1621 (Spini, 344), che ho consul- 389. EDIT16, CNCE 7405, consultato tato nella copia Brescia, Biblioteca Civica 387. Il minore conventuale Costanzo da a Sarnano fu creato cardinale del titolo di nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, 10 I IV 5, appartenuta alla Queriniana, 10a I VI 32. biblioteca Martinengo da Barco. In effetti San Vitale il 14 gennaio 1587 da papa l’opera è dedicata dall’autore a Giam- Sisto V, trasferito al titolo di San Pietro 390. EDIT16, CNCE 60946, consultato battista Martinengo da Barco e lo stesso in Montorio il 20 aprile 1587, morì il 20 nell’esemplare Brescia, Biblioteca Civica Zamboni, La libreria di sua eccellenza il dicembre 1595. G. van Gulik, C. Eubel, Queriniana, 4a H VI 15 m 12. nobil uomo il signor Leopardo Martinengo Hierarchia catholica medii et recentioris patrizio veneziano, p. 79, n. a, cita proprio aevi sive summorum pontificum, S.R.E. 391. Spinola, Opera, nell’edizione vene- questa opera. cardinalium, ecclesiarum antistitum se- ziana del 1563 identificata supra, n. 65, riem, III, Saeculum XVI ab anno 1503 dedica a Girolamo Monti, vicario del car- 384. Giovanni Battista Fabri, La consi- complectens. Editio altera quam curavit dinale Alvise Corner, vescovo di Bergamo, glia celeste, Venetia, Presso Gio. Giacomo L. Schmitz-Kallenberg, Monasterii, il Carmen I, 25 (Ad Hieronymum Mon- Hertz, 1690 (IT\ICCU\CFIE\006648), di Sumptibus et Typis Librariae Regensber- tium iuris consultum Brixianum, Aloysii cui ho consultato la copia Brescia, Biblio- gianae, 1923 (Patavii, Apud Basilicam Cornelii cardinalis Bergomi vicarium elec- teca Civica Queriniana, 1a H III 6. Sancti Antonii, 1960), p. 51. tissimum, pp. 24-26), il Carmen I, 32 (Ad 85 pp. 272-273: [Giulio Anto- zia, a carta 323.396 di Brescia, In Brescia, per Pietro nio Averoldi] Le scelte pitture [Marcantonio Martinengo. Il Maria Marchetti, 1614, in 4°.401 di Brescia di Giulio Antonio Cozzando cita la sua opera Tra- Averoldi, In Brescia 1700, dalle montana a Maria e lo Zamboni pp. 296-297: [Teologo senza stampe di Giovan Maria Riz- aggiunse] In Venetia 1629, ap- nome] Questo teologo è il pa- zardi, in 4°.392 presso Lorenzo Griffo, in 4°.397 dre Pietro Giustinelli, di cui si parla in questa seconda parte a pp. 274-275: [Aggiunta dello pp. 282-283: [Michelangelo carta 289. Vedi il numero 2 del- Zamboni] Giuseppe Ruggeri, Mariani. Il Cozzando cita l’o- le sue opere.402 Alcune allegazioni in favore di pera La Francia nei primi anni Alberto Carpedoni accusato di di pace stampata in Venezia da pp. 298-299: [Vincenzo Me- gravi delitti, in foglio, senza Giacomo Zattoni nel 1667.398 telli] Vincenzo Metello ha an- alcuna nota di anno, luogo, o Lo Zamboni aggiunge] La cora Oratio in funere Matthaei stampatore.393 Francia etc. di nuovo, In Vene- Advocati.403 [Aggiunta dello Zamboni] tia 1673, presso Giovanni Gia- Arte per amare e servire Maria como Hertz, in 4°.399 Vergine del padre Humile Se- L’Erafilo aspirante alla Glo- APPENDICE gala. S’aggiunge la pratica per ria, In Venetia 1664, per Fran- acquistare la santa vita, In Bre- cesco Armanni, in 12°.400 Paolo Gagliardi a Iacopo Tar- scia, per Francesco Marchetti, Michelangelo Mariani fu tarotti 1611, in 12°.394 figliuolo di Francesco, e nac- Brescia, 27 febbraio 1735 que in Palazzolo ai 4 di ottobre pp. 278-279: [Aggiunta del- 1627, come si ha da’ libri del Pubblicata in Gagliardi, lo Zamboni] Lodovico degli battesimo di detta parrochia. Lettere, II, pp. 120-125. Orcinovi canonico regolare ha pp. 286-287: [Aggiunta dello 401. Ottavio Cortese, Vita et miracoli di renduto dal latino in italiano i Zamboni] Padre Ottavio Cor- san Titiano vescovo di Brescia il cui corpo, sermoni di sant’Efrem stampati tese, Vita di san Titiano vescovo et reliquie si conservano nel monasterio de’ Santi Cosma et Damiano in Brescia, In in Vinegia al segno del Pozzo Brescia, Per Pietro Maria Marchetti, 1614 395 396. Fontanini, Della eloquenza italiana (Spini, 238). 1545, in 8°. Vedi la Biblioteca libri tre, nell’edizione veneziana del 1737, del Fontanini edizione di Vene- p. 323. 402. A p. 290 il Cozzando cita del Giusti- nelli l’opera Antidoto contro le cattive con- 397. Marcantonio Martinengo, Trat- versationi, e le parole impudiche, Milano Hieronymum Montium, Brixianum, iuris tato pio, e necessario per chiunque desidera 1612, ma dai repertori non risulta alcuna utriusque peritorum meritissimum, Bergo- condursi alla vera divotione della gran edizione milanese datata al 1612 dell’An- mensis episcopi vicarium, p. 31), un epi- Madre di Dio Maria, nel quale, oltre gli tidoto contra le compagnie cattive, parlar gramma Ad Hieronymum Montium iuris ammaestramenti accomodati per appren- dishonesto, comedie, rappresentationi, e utriusque consultum, Brixianum, Aloysii derla, si spiegano della stessa le principali libri poco honesti. Con un breve trattato Cornelii cardinalis Bergomi vicarium, trat- grandezze, ed eccellenze. Opera utilissima del modo di ben studiare e far profitto nelle to dal libro I (p. 26). a’ predicatori, et ad ogni stato, e conditione lettere per i studenti. Diviso in cinque parti. di persone, In Venetia, Appresso Lorenzo Posto nuovamente in luce da un religioso 392. Si tratta della celebre guida artistica Griffo, 1629 (IT\ICCU\UMCE\015546), teologo bresciano allievo delli reverendi composta da Gulio Antonio Averoldi (IT\ che recita nell’antiporta Tramantona alla padri della Compagnia di Giesù, di cui ICCU\RMLE\008482), consultato nell’e- servitù alla Santissima Vergine Maria No- si conoscono le edizioni In Milano, Per semplare Brescia, Biblioteca Civica Queri- stra Signora. l’herede di Pacifico Pontio, et Gio. Battista niana, 10a P III 23. 398. Michelangelo Mariani, La Fran- Piccaglia, Stampatori Archiepiscopali, 393. Non trovo traccia di questa opera. cia ne’ primi tre anni di pace con il più 1608 (IT\ICCU\BVEE\053524); In Mila- curioso e memorabile. Con il sommario de no, et in Modena, Per Giulian Cassiani, 394. Segala, Arte mirabile per amare, ser- gli avvenimenti, e l’indice delle cose notabi- 1609 (IT\ICCU\BVEE\053210); In Vi- vire, et honorare la gloriosa Vergine Maria, li, In Venetia, Appresso Giacomo Zattoni, cenza, Appresso Dominico Amadio, 1616 già identificata supra, n. 189. 1667 (IT\ICCU\BVEE\042353). (IT\ICCU\RMLE\017597). 395. Ephraem, Sermoni devotissimi del 399. Lo Zamboni si riferisce alla seconda 403. Vincenzo Metelli, Oratio in fu- beato Efrem monaco della chiesa di Edessa edizione veneziana del 1673, identificata nere Matthaei Advocati habita, Brixiae, città di Siria. Nuovamente dal greco nella con il codice IT\ICCU\NAPE\010356. [Damiano Turlini], 1547 (EDIT16, CNCE volgar lingua a consolatione de’ pii et reli- 57787), di cui la Biblioteca Civica Queri- giosi christiani tradotti, In Venetia, Al se- 400. Nei repertori non trovo traccia di niana possiede tre esemplari con le segna- gno del Pozzo, 1545 [Stampati in Vinegia, questa opera, né in questa, né in alcun’al- ture Cinq. F 24 m 4, 4a H VI 17 m 2, 5a G 1544] (EDIT16, CNCE 18128). tra edizione. IV 18 m 6. 86 nel raro, com’io ho ravvisato in de’ manoscritti.411 Tornando Il Saggio della biblioteca più d’un luogo, e specialmente al conte Niccolò d’Arco, ella tirolese,404 favoritomi da vo- nell’elogio del conte Niccolò giustamente lo ha restituito al stra signoria illustrissima con d’Arco, dove produce quel libro Tirolo, che è sua patria, ed il tanta gentilezza, è uno di que’ Biga librorum rariorum ec. e simile farò io pure del Bonfa- libri che in pochi fogli ben fa quell’altro pure Nuovo libro di dio, se mai compirò e pubbli- conoscere quanta sia la cogni- lettere ec.,409 che sono o novità cherò le mie Notizie de’ letterati zione e quale il giudizio di chi letterarie di ottimo gusto, o li- bresciani,412 giacché egli pure, lo ha scritto, servendo anche bri di tal rarità che capitano alla tanto in quella raccolta de’ poe- la scarsezza della materia ed il cognizione di pochi e alle mani ti veronesi pubblicata in Padova confine limitato dell’argomento poi di pochissimi. da’ signori Volpi,413 quanto dal a maggiormente dimostra- Nell’elogio di Giovenale di signor marchese Maffei nel- re l’abbondanza dei lumi e la Val di Non ho veduta una nota la sua Verona illustrata viene estensione dell’intendimento in intorno al nome di essa valle, attribuito a Verona,414 e pure chi n’è l’autore. Io l’ho letto ben detta in Anaunia regione,410 che riconosce per sua patria Salò, tosto con mio distinto piacere e si sarebbe potuta illustrare e o per meglio dire Gazani, che mi è paruto venire non da una confermare con un passo sin- sono senza alcun dubbio posti penna ancor giovane, com’ella golare di san Gaudenzio a carta nel distretto di Brescia. Nell’elo- dice, ma da scrittore già consu- 191 della edizione di Padova, gio di Girolamo Bertondelli415 mato e provetto ne’ studi delle dove parlando anch’esso de’ me- ella distingue ottimamente le buone lettere. Mi è somma- desimi santi Sisinnio, Martirio di lui opere manoscritte dalle mente piaciuto il particolare e Alessandro dice quos nuper in stampate, il che parmi sarebbe della lettera del Partini preposta Anaunia venerandae religionis stato bene di fare anche altrove, all’Apologia del Mattioli, fatto cultui inhaerentes gens interfecit come a dire a c. 19 in Alber- che da niun altro poteva di- sacrilega, ed è ben curioso lo to Alberti, dove principiando lucidarsi con tanta chiarezza, sbaglio della volgata lezione, dal titolo Latinane linguae com’ella ha fatto;405 ed ho godu- ivi da me corretto col soccorso sicilimenta non si dice se que- to altresì in vedere la memoria sta e le seguenti opere siano ravvivata di Nobile Socio,406 (Gilasco Dodoneo P.A.), Della biblioteca volante di Gio. Cinelli Calvoli. Continuata 411. Sanctus Gaudentius Brixiae epi- sfuggito al nostro Cozzando, da Dionigi Sancassani, Scanzia XXI ag- scopi, Sermones qui extant. Nunc primum come gliene sono sfuggiti tanti giunta da Gilasco Dodoneo Pastore Arcade, ad fidem manuscriptorum codicum reco- con una lettera latina non più stampata gniti, et emendati. Accesserunt Ramperti, et altri, parte de’ quali io ne ho di Girolamo Negri, contra Pietro Alcionio, Adelmanni venerabilium Brixiae episcopo- segnati e raccolti,407 parte me ne In Rovereto, Presso Pierantonio Berno rum opuscula. Recensuit, ac notis illustravit Libraio, 1733. Paulus Galeardus canonicus Brixianus, ha suggeriti il nostro dignissi- Patavii, Excudebat Iosephus Cominus, mo padre maestro Ruele nella 409. Tartarotti, Saggio della biblioteca 1720, p. 191 e n. 2. tirolese, pp. 87-93. Le due opere a cui 408 sua Scanzia XXI. Ella pesca il Gagliardi si riferisce sono in ordine: 412. Il riferimento è alle inedite Notizie Biga librorum rariorum, quorum I. Cho- di alcuni letterati bresciani, inedite e in- 404. Tartarotti, Saggio della biblioteca rographia Austriae W. Lazii. II. Historia compiute, conservate nel codice Città del tirolese. Gothica Aen. Sylvii, hucusque inedita, et Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, inter eius scripta nunquam commemorata Vaticano latino 9273, ff. 297r-302v, su cui 405. Tartarotti, Saggio della biblioteca in lucem protulit a.r.d. Raymundus Duel- si veda Antonioli, Notizie su letterati bre- tirolese, pp. 34-35 disserta su una lettera lius, c.r. qui etian praefationem praemisit, sciani nelle carte Mazzuchelli, p. 92 e n. 39. attribuita a Francesco Partini, ma compo- Francofurti et Lipsiae, [s.n.t.], 1730, pp. sta in realtà da Pietro Andrea Mattioli. 413. Girolamo Fracastoro, Poemata 61-62. Nuovo libro di lettere de i più rari omnia, nunc multo, quam antea, emen- 406. Tartarotti, Saggio della biblioteca auttori della lingua volgare italiana, di datiora. Accesserunt reliquiae carminum tirolese, p. 39 scrive dell’amicizia fra Fran- nuovo, et con nuova additione ristampato, Ioannis Cottae, Iacobi Bonfadii, Adami cesco Partini e Nobile Socio. In Vinegia, Per Paolo Gherardo, 1545 [In Fumani, Nicolai Archii, poetarum Veronen- Venetia, Per Comin da Trino di Monferra- sium, Patavii, Excudebat Iosephus Comi- 407. Queste aggiunte al catalogo di autori to, ad instantia di messer Paolo Gherardo, nus, 1718, pp. 209-223. e di opere bresciani elaborate dal Gagliar- 1545] (EDIT16, CNCE 25761), ff. 9r-10r: di sono da identificare nelle note apposte lettera di Marcantonio Flaminio a Niccolò 414. Maffei, Verona illustrata. Parte se- al codice Di Rosa 28. d’Arco in data di Verona, 15 giugno 1542. conda, col. 150. 408. Giovanni Cinelli Calvoli, Dioni- 410. Tartarotti, Saggio della biblioteca 415. Tartarotti, Saggio della biblioteca gi Andrea Sancassani, Mariano Ruele tirolese, pp. 84-87 n. tt. tirolese, pp. 57-61. 87 manoscritte o stampate, come nel Tesoro del Grutero, che ho Elogi non fa menzione alcuna bensì dice di quella lettera dello qui sotto agli occhi,419 né so di Andrea Planero, ma bensì di stesso alla venerabile Giovanna vedere che possano in qualche Giovanni Planerio da Quinza- Maria della Croce;416 e in Bar- forma giovare al suo intento; no nostro letterato bresciano, tolommeo Tachello a car. 30 maggiori lumi potrebbe alla affatto dal suddetto Andrea non si esprime se l’Amaranta forse ritrarre dalla raccolta delle diverso, ed ella ha benissimo colle altre che sieguono sieno opere del Velsero stampate in fatto ad avvertire l’equivoco manoscritte o stampate. Così un grosso tomo in Norimberga, del Cozzando,421 tutto che da a car. 51 si registra all’orazione nelle quali oltre all’istoria rerum lui medesimo riconosciuto e di Giovanni Tuilio in funere Boicarum e quella rerum Au- corretto. A questo luogo mi dell’Acquapendente il luogo gustae Vindelicorum, si trovano occorre pregarla favorirmi della stampa e l’anno e giorno uniti diversi monumenti d’an- nota de’ Bresciani tralasciati della morte di esso Acquapen- tichità profana ed ecclesiastica, dal suddetto Cozzando e delle dente, ma l’uno e l’altro manca che per avventura le saranno di loro opere,422 acciò possa ve- poi nell’orazione in funere dello qualche utilità.420 Il Rossi negli dere quelli che io non mi sono Spigelio, che tosto succede; incontrato ad osservare; così 419. Inscriptiones antiquae totius orbis come mancano altresì a car. 49 i Romani in absolutissimum corpus redactae io pure, se mi darà sotto gli testimoni della corrispondenza olim auspiciis Iosephi Scaligeri et Marci occhi qualche documento o del Tuilio coi letterari ivi addot- Velseri industria autem et diligentia Iani memoria toccante la famiglia Gruteri. Nunc curis secundis eiusdem Gru- ti; tutte piccole diligenze bensì, teri et notis Marquardi Gudii emendatae et di Castelbarco, o che in altro ma che si rendono tanto più de- tabulis aeneis a Boissardo confectis illustra- modo possa servire a quanto tae, denuo cura viri summi Ioannis Georgii siderabili in un’opera scritta con Graevii recensitae. Accedunt adnotationum ella va ricercando, non man- tanto giudizio ed esattezza.417 appendix et indices XXV emendati et cherò di fargliene avere pronta locupletati, ut et Tironis Ciceronis lib. et L’elogio di Alberto Alberti si sa- Senecae notae, I, Amstelaedami, Excudit ed esatta notizia. In questo rebbe forse potuto ampliare al- Franciscus Halma, Typographus, 1707, p. punto mi giungono le grazie quanto più con quello che di lui CCLVII. stimatissime del padre maestro ne dice il Papadopoli al tomo II 420. Il riferimento è alla monumentale Ruele colla sua Scanzia XXI in- raccolta di Marcus Welser (marcus 423 della sua istoria, o sia Gymna- Velserus), Opera historica et philologica tera e perfetta, di che la prego sium Patavinum,418 ma io per sacra et profana. In quibus historia Boica, avventura son troppo ardito e res Augustana, conversio et passio sancto- 418) e Antiqua monumenta peregrina quae rum martyrum Afrae, Hilariae, Dignae, meminerunt Augustae Vindelicorum, Rhe- troppa confidenza prendo con Eunomiae, Eutropiae, vitae sancti Udalrici, torum, Legionis III Italicae (pp. 419-436). lei, benché le cose che ho det- et sancti Severini, narratio eorum, quae Un passaggio nella risposta del Tartarotti contigerunt Apollonio Tyrio, tabulae Peu- in data 20 marzo 1735 fa capire che il ro- te abbiale dette piuttosto per tingerianae integrae, epistolae ad viros il- veretano conosceva e aveva usato l’opera mostrare che ho letto diligente- lustres Latinae Italiceque, et Proteus satyra del Welser: si veda infra, n. 433. continentur. Accessit P. Optatiani Porphyrii mente il suo libro, che per biso- panegyricus, Constantino M. missus, ex 421. Tartarotti, Saggio della biblioteca gno ch’ella abbia de’ miei sugge- optimo codice a Paullo Velsero divulga- tirolese, pp. 20-25. Gli Elogi del Rossi tus, una cum Spicilegio critico Christiani sono da identificare, naturalmente, con rimenti. Inscrizioni spettanti a Daumii. Praemissa his fuit praefatio ad Ottavio Rossi, Elogi historici di bresciani Trento poche se ne incontrano lectorem, de singulis scriptis nunc recusis, illustri. Teatro, In Brescia, Per Bartolomeo iuxta virorum eruditissimorum sententias. Fontana, 1620. Nec non vita, genus, et mors auctoris nobi- 422. Il Tartarotti accompagnò queste noti- 416. Tartarotti, Saggio della biblioteca lissimi. Accurante Christophoro Arnoldo, tirolese, pp. 13-20. zie bibliografiche con la lettera indirizzata Norimbergae, Typis ac sumtibus Wolfgan- al Gagliardi da Rovereto il 20 marzo 1735. 417. I vari riferimenti corrispondono ri- gi Mauritii, et Filiorum Iohannis Andreae, spettivamente a Tartarotti, Saggio della Endterorum, Anno 1682, in cui sono 423. Cinelli Calvoli, Sancassani, biblioteca tirolese, pp. 28-31 (Bartolomeo stampati i Rerum Boicarum libri quinque Ruele (Gilasco Dodoneo P.A.), Della Tachello) e 44-54 (Giovanni Tuilio). historiam a gentius origine ad Carolum biblioteca volante di Gio. Cinelli Calvoli. Magnum complexi (pp. 1-161) e i Rerum Continuata da Dionigi Sancassani, Scanzia 418. Nicolò Comneno Papadopoli, Augustanarum Vindelicarum libri octo XXI. Secondo quanto scrive Giambattista Historia Gymnasii Patavini post ea, quae (pp. 162-343), completati questi ultimi Chiaramonti, il carmelitano Mariano Rue- hactenus de illo scripta sunt, ad haec nostra da tre notevoli sillogi antiquarie intitolate le «ebbe lunga corrispondenza col nostro tempora plenius, et emendatius deducta. rispettivamente Antiqua quae Augustae Gagliardi, ma le lettere da esso scrittegli Cum auctario de claris cum professoribus Vindelicorum extant, et ad ea Marci Velseri sono miseramente perite cogli altri suoi tum alumnis eiusdem, Venetiis, Apud Se- Matthaei filii notae (pp. 357-404) e Anti- manoscritti»: Gagliardi, Lettere, II, p. bastianum Coleti, 1726, 2 volumi. qua agri Augustani monumenta (pp. 405- 352 n. 27. 88 Figura 8. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Di Rosa 28 Giacopo Tartarotti a Paolo Gagliardi, Rovereto, 20 marzo 1735, recto del primo foglio. Autografa 89 ringraziarlo divotamente, come gliardi nota poi intorno alla Val di Non altresì dei sensi di parziale bon- Rovereto, 20 marzo 1735 avrei volentieri riportato il luo- tà ch’egli ha per me. Sarà pon- go di san Gaudenzo, dove nelle tualmente servito di quanto mi Brescia, Biblioteca Civica edizioni ordinarie si leggeva, ordina e visitata che avrò questa Queriniana, Di Rosa 28, due fo- non so come, in ara Agathi- libreria de’ padri carmelitani e gli non numerati e ripiegati più ni, o, secondo il Baronio, in fatte le necessarie diligenze per volte per adeguarli alle dimen- ara Anauni;426 ma, dubitando, rinvenire gli opuscoli morali sioni della legatura. Originale, come infatti è stato, che vostra del celebre Battista Mantovano, autografa, inedita, legata in signoria illustrissima nelle sue gliene darò compito raggua- fine al volume. Sono autografi dottissime illustrazioni avesse glio. Se si potrà avere la lettera di Paolo Gagliardi le note bi- detto qualche cosa sopra quelle dell’Alitofilo, la vedrò volentieri, bliografiche scritte nell’angolo parole e scoperto l’errore, né ma non vorrei che ciò fosse con superiore sinistro e l’indirizzo avendo alle mani la sua edi- troppo disturbo del padre ma- scritto nell’angolo inferiore si- zione, non lo feci. Questa è la estro, che mi figuro bastevol- nistro al recto del primo foglio fatalità di cui soglio spessissimo mente occupato da imbrogli ed (Figura 8). lagnarmi, esser in un paese ov’è affari, senza incaricarsi di più somma carestia de’ libri buoni e anche di cotesta briga per mia Illustrissimo signore signore necessari. Ciò che è stato cagio- cagione.424 Io tengo pronti alcu- padron colendissimo ne che quel mio libretto è resta- ni miei libricciuoli per inviarli to imperfetto in più d’un luogo, a vostra signoria illustissima, a’ Rovereto, li 20 marzo 1735 come ho ancora accennato quali unirò anche Siccome non senza gran nella prefazione, e che pur ora la Scanzia imperfetta da esso rossore ho letto la prima parte non posso lavorar dietro all’o- padre maestro primamente in- della gentilissima lettera di vo- pera come vorrei. Così non ho viatami, con che facendo a tutti stra signoria illustrissima delli mai potuto vedere la storia del due ben divota riverenza, mi 27 scorso425 troppo abbondante Papadopoli,427 ch’è di quella spe- protesto senza fine. di lodi, ch’io ben conosco di zie di libri ch’io leggo con in- non meritare, così con sommo credibile avidità; non ho potuto Brescia, 27 febbraio 1735 piacere ho letto l’altra parte, aver alle mani le orazioni del dove ella s’è compiaciuta di Tuilio, ove non esprimo l’anno additarmi le mancanze del e ’l luogo della stampa;428 non Iacopo Tartarotti a Paolo Ga- mio libretto: e le confesso inge- ho saputo se l’opere accennate nuamente che, quantunque mi dell’Alberti429 e del Tacchello430 424. Scrivendo al Tartarotti da Brescia il diletti il sentir compatire le mie sieno stampate o manoscritte, 23 dicembre 1734, il Gagliardi chiedeva: «Se mai o in mano di vostra signoria il- debilezze principalmente da’ avendole solo trovate nomina- lustrissima o del padre Ruele si trovasse letterati suoi pari, non pertanto te nelle altre loro opere. Fino, una qualche copia superflua della lettera dell’Alitofilo mentovata a pag. 17 della assai più cari mi riescono i loro però, che non mi ridurrò in Scanzia suddetta, e da me sinora cercata saggi e fruttuosi avvertimenti, qualche città ove sia ogni sorte invano, le confesso il vero che la vedrei volentieri e la riceverei per una grazia quali sono stati appunto quelli di libri, m’accorgo che potrò far distinta» (Gagliardi, Lettere, II, pp. 119- di vostra signoria illustrissima, 120). Lo pseudonimo di Alitofilo identifica 426. Si veda il commento alla lettera del Giovanni Stefano Granara e la lettera alla per cui mi protesto d’esserle 27 febbraio 1735, n. 410. quale il Gagliardi si riferisce è la Copia molto tenuto, e Dio volesse che 427. Papadopoli, Historia Gymnasii Pa- di lettera scritta da un certo Alitofilo ad tutti quelli a’ quali ho inviato tavini, citata nella lettera del 27 febbraio un amico, nella quale si contengono varie 1735. osservazioni critiche pertinenti all’istoria quella opericciuola m’avessero romana, scritta in lingua francese da’ pa- favorito in simil maniera. Nella 428. Tartarotti, Saggio della biblioteca dri Catrou e Rouille della Compagnia di tirolese, pp. 44-54. Gesù, [s.n.t., ma dopo 1725] (IT\ICCU\ 429. Tartarotti, Saggio della biblioteca BRIE\008499), di cui il Ruele dà notizia 425. Il Tartarotti risponde alla lettera del tirolese, pp. 13-20. nella citata Scanzia XXI, pp. 17-18 (con Gagliardi in data di Brescia, 27 febbraio l’indicazione corretta del nome dell’auto- 1735, alla quale rinvio per i numerosi rife- 430. Tartarotti, Saggio della biblioteca re). rimenti ai vari aspetti eruditi ivi contenuti. tirolese, pp. 28-31. 90 poco. Le aveva motivato delle fra Trento e Bolgiano,433 ma è inscrizioni, credendo che in co- piuttosto fra Trento e Roveredo, Opere tralasciate dal padre teste parti, come confinanti col perché è nel palazzo del princi- Cozzando Trentino, se ne avesse scoperta pe di Trento detto dalle Albere, alcuna oltre le accennate nel ch’è fuori delle mura della città Antonio Scaino, pagina 46, Grutero, che facesse per la sto- verso Roveredo. parte 1, edizione 1694. ria di Trento, siccome in queste Con questa le mando quelle L’Etica d’Aristotile a Nicoma- ne sono alcune che parlano di poche opere e scrittori trala- co, ridotta in modo di parafrase Brescia e de’ Bresciani, come si sciati dal Cozzando, ch’io ho con varie annotazioni sopra conosce dalla tribù Fabia. Ed io osservati per accidente e che diversi dubbi, in Roma, per ne ho due di questa sorte, che per avventura saranno anche a Giuseppe degli Angeli, 1574, in stimo inedite,431 come lo sono lei noti. Veramente so di averne 4°. Lo stesso fece della Politica quasi tutte quelle del Trentino, veduti degli altri nel rivolger del medesimo con annotazioni che parecchie n’ho raccolto, diverse librerie de’ particolari, e discorsi.436 L’edizione insieme avendo solo veduto pubblica- che allora tralasciai di notare, con la suddetta è citata nella ta quella di Valerio Mariano ma credo che mi veranno an- Biblioteca italiana dell’Aim, Trentino,432 che il Velsero dice cora alle mani e li manderò a pagina 198, che vostra signoria vostra signoria illustrissima, illustrissima avrà già veduto.437 431. Paolo Gagliardi trascrisse questi due la quale farà cosa da suo pari reperti epigrafici entro una piccola silloge di iscrizioni romane distesa su un bifoglio e utilissima alla Repubblica Bernardino Paterno, pagina attualmente legato, senza numerazione, letteraria in dar compimento e 57. nel codice Brescia, Biblioteca Civica Que- riniana, Di Rosa, 12: «Nel muro esteriore pubblicare le Notizie degli scrit- Explanationes in pri- della chiesa di Lomàs in Giudicaria nel ter- tori bresciani,434 che accresce- mam partem primi canonis ritorio di Trento. SILVANO AUG. L. SEP- 438 TIMIUS L.F. FAB. MACRINUS EQUO ranno lo splendore alla patria e Avicennae, opera citata dal PUB. PRAE. IUR. D. Altra: IOVI L. la gloria a lei, perché in verità Riccobono De Gymnasio Pata- CALLONIUS LEI F. FAB. PRIMUS DEC. una città tale merita altra penna vino, pagina 47,439 ove si hanno ALAE I. CAFANATIUM DEC. BRIXIAE NOMINE SUO ET FILIORUM PRIMI ET e altra diligenza di quella del molte belle notizie del Paterno PATERNI F.I. LEBUSIUS. CAPITO. FAC. Cozzando. E qui alla sua da me tralasciate dal Cozzando. CUR. Queste due inscrizioni, che si sono trscritte in quella maniera appunto che stimatissima grazia raccoman- sono state mandate, mi sono state comu- dandomi, riverentemente mi nicate dal signor Giacopo Tartarotti, de- dichiaro gliardi, il quale ha annotato sul recto del gnissimo letterato della patria di Rovereto, primo foglio: «Paulus Guidellus medicus credendosi ancora non pubblicate (in sua physicus Tridentinus, Scanzia 11, pagi- lettera 20 marzo 1735). Mandata al signor Di vostra signoria illustris- na 138. Giovan Paolo Stabe da Cassina, Muratori li 19 aprile 1736». Da quanto filosofo e medico, gentiluomo di Trento, il Gagliardi scrisse al Tartarotti nella ri- sima Scanzia 14, pagina 13; Scanzia 19, pagi- sposta in data di Brescia,12 aprile 1735 si na27; Scanzia 20, pagina 80». comprende che il Roveretano inviò il testo delle due iscrizioni su un foglio allegato Devotissimo e obbligatissimo 436. Notizia dettagliata su queste due ad una lettera successiva, probabilmente a servitore vero edizioni dello Scaino è stata distesa dallo noi non pervenuta, e che da questo foglio Zamboni: vedi supra, nn. 208, 209. il Gagliardi le abbia trascritte nella piccola 437. Haym, Biblioteca italiana, p. 198, silloge del codice Di Rosa 12 e che l’origi- Giacopo Tartarotti num. 9-10. nale del Tartarotti sia stato distrutto subito dopo. La lettera che il Gagliardi scrisse 438. Bernardino Paterno, Explanationes a Lodovico Antonio Muratori in data di Signor canonico Gagliardi in primam Fen primi Canonis Avicennae Brescia, 19 aprile 1736 è stata pubblicata 435 habita Patavii, dum primum theoricae or- in Gagliardi, Lettere, II, pp. 96-99 ed Brescia dinariae locum teneret. A Bernardino Gaio ora in Muratori, Carteggi con Gabriello 433. Welser (marcus Velserus), Opera medico Veneto in lucem editae, Venetiis, da San Fulgenzio ... Gentili, pp. 41-43, qui historica et philologica sacra et profana, p. Apud Franciscum de Franciscis Senen- correttamente integrata (pp. 42-43) dallo 431 colloca l’iscrizione inter Bauzanum et sem, 1596 [Venetiis, Apud Franciscum stesso allegato antiquario di cui il Gagliar- Tridentum. de Franciscis Senensem, 1596] (EDIT16, di fece copia nel codice Di Rosa 12. La pri- CNCE 28666). ma iscrizione corrisponde a CIL, V, 5007; 434. Si veda l’accenno che il Gagliardi ha InscrIt, X, 5, 1102; la seconda corrisponde fatto a questa sua fatica erudita nella lette- 439. Antonio Riccoboni, De Gymnasio a CIL, V, 5006; InscrIt, X, 5, 1101. ra del 27 febbraio 1735, supra, n. 412. Patavino commentariorum libri sex, Pa- tavii, Apud Franciscum Bolzetam, 1598 432. CIL, V, 5036; ILS, 5016; Suppl. It., 6. 435. L’indirizzo è autografo di Paolo Ga- (EDIT16, CNCE 25902), f. 47v. 91 Bongianni Grattarolo, pagina 105. Lucrezio Tirabosco, pagina Carlo Valgulio, pagina 62. L’Al t e o tragedia, Venezia 166. Ho le sue traduzioni dal 1556, in 8°,440 con l’altre due già La sua orazione fatta al greco con questo titolo: Si bono note.441 Conciglio, che ho alle mani, ha litterarum studio delectaris, questo titolo: Oratio habita ad suavissime lector, volumen istud Girolamo Fenarolo, pagina patres in Concilio Tridentino lectioni tuae saepius occurrat fa- 135. quarta dominica Quadragesi- cito eo enim continentur. Clemo- Il Ruscelli ne’ tre discorsi mae anno Domini 1563 per re- edis de contemplatione orbium contra il Dolce, pagina 245, verendum patrem Lucretium Ti- excessorum disputatio; Aristidis dice ch’era per uscire in breve raboscum Asulanum theologum et Dionis de concordia orationes; un’opera di questo, che com- apud reverendum patriarcam Plutarchi praecepta connubialia; prendeva tutte le favole greche Venetiarum, Brixiae ad instan- eiusdemque de virtutibus mo- e latine, e principalmente quelle tiam Ioannis Baptistae Bozolae, rum. Quae omnia legentis ani- d’Ovidio.442 Il Sansovino, Ve- 1563, in 4°.444 mum et praecipue delectant, et nezia descritta, pagina 276,6 maximopere exornant, eumque dell’edizione del 1581, lo pone, Ubertino Posculo, o Pusculo, perbelle, optimeque componunt. non so perché, tra gli scrittori pagina 200. Vale. In fine poi si legge: Im- veneti.443 Scrisse in versi latini il mar- pressum Brixiae per Bernardi- tirio del beato Simone Trentino, num Misintam sumptibus Ange- 440. Bongianni Grattarolo, Altea. citato da Ambrogio Franco nel li Britannici civis Brixiani anno Tragedia, In Vinegia, Per Francesco Mar- 445 447 colini, 1556 (EDIT16, CNCE 21648), con- martirio del medesimo. Non 1497, die 3 aprilis, in 4°. Nel sultata nell’esemplare Brescia, Biblioteca so se sia stampato.446 principio degli opuscoli v’ha il Civica Queriniana, 5a F VIII 29. nome del Valgulio traduttore. 441. Si tratta della Polissena, per la quale si «raccolse molte favole così da’ Greci, come Nella dedica al cardinale Cesa- veda supra, n. 267, e dell’Astianatte. Trage- da’ Latini, in versi volgari, co’ loro sensi et dia, In Vinegia, Presso Altobello Salicato, significati a instruttione de’ lettori». re Borgia dice d’aver tradotto Alla libraria della Fortezza, 1589 (EDIT16, dal greco i libri di Plutarco De CNCE 21649). 444. La stessa citazione bibliografica è sta- ta usata da Baldassarre Zamboni nella sua tuenda corporis valetudine e 442. Girolamo Ruscelli, Tre discorsi a aggiunta a pp. 166-167. messer Lodovico Dolce. L’uno intorno al De philosophia morum, e de- Decamerone del Boccaccio, l’altro all’osser- 445. Ambrogio Franco, Martirio del dicati al pontefice Alessandro vationi della lingua volgare, ed il terzo alla beato Simone trentino, Stampato in Trento, tradottione d’Ovidio, In Venetia, 1553 [In per li fratelli Gelmini da Sabbio, [1586?] Sesto. Avanti l’orazione di Ari- Venetia, Per Plinio Pietrascanta, 1553] (EDIT16, CNCE 19800). Nel controfron- stide v’ha una lettera di Pietro (EDIT16, CNCE 34649), p. 245: «uscirà tespizio, fra gli Autori da’ quali si ha cava- con l’aiuto di Dio in brieve uno a tutti gli to l’historia di questo martirio, il Franco Gravina con queste parole: studiosi gratissimo libro di monsignor ricorda che«Ubertino Posculo parimente Petrus Gravina Carolo Valgu- Girolamo Fenaruolo, nel quale in lingua a quei dì lo scrisse minutamente in verso lio Brixiano Aristidi Romano nostra et in prosa ha comprese con queste latino». d’Ovidio tutte l’altre favole, che nelle anti- cognominato salutem; e in fine che carte greche et latine si truovano». 446. Ubertino Posculo, Duo libri Symonidos. De Iudaeorum perfidia, quo v’è un epigramma di Giovan 443. Francesco Sansovino, Venetia domo Ihesum Christum crucifixerunt, Francesco Ducco bresciano a città nobilissima et singolare, descritta in divos Ricardum Parisiensem, Symonem XIIII libri. Nella quale si contengono tutte Tridentinum afflixere martyrio supliciaque Girolamo Calzaveglia in lode le guerre passate, con l’attioni illustri di dedere, [Impressum in Augusta Vindeli- del Valgulio. molti senatori. Le vite de i principi, et gli corum per magistrum Iohannem Otmar scrittori veneti del tempo loro. Le chiese, suis in aedibus extransverso sacelli Sancte fabriche, edifici, et palazzi publichi, et pri- Ursule intra rivos Lici, Anno 1511, III Tomaso Ferazzo, pagina 198. vati. Le leggi, gli ordini, et gli usi antichi et ydus aprilis] (VD16, P 5414), di cui ho In un’edizione di alcune ope- moderni, con altre cose appresso notabili, consultato l’esemplare Brescia, Biblioteca et degne di memoria, In Venetia, Appresso Civica Queriniana, 5a H VII 7 m 7. Per re del Cepolla stampate in Lio- Iacomo Sansovino, 1581 [Stampata in questa opera del Posculo si veda ora E. ne 1543 in 8° v’ha il libro citato Venetia, Appresso Domenico Farri, 1581] Valseriati, Ubertino Posculo tra Brescia (EDIT16, CNCE 31176), f. 286v non fa e Costantinopoli, in Profili di umanisti bre- del Ferrazzo con questo titolo: alcun cenno a Girolamo Fenaroli. Si può sciani, pp. 228-230, ma l’intero contributo Cautelae iuris utriusque doctoris immaginare che il Tartarotti sia stato trat- del Valseriati (pp. 163-230) serve come to in inganno da ciò che il Sansovino scri- vasta e organica ricostruzione del profilo 447. HC 5450*; IGI 3039; BMC VII, 991; ve a proposito di Giovan Mario Verdizotti: culturale del Posculo. GW 7122; ISTC ic00741000. 92 eminentissimi domini Thomae in Trento, per il Zanetti, in 8°. Methodus scientiarum Hie- Ferratii de Advocatis de Brixia Scrisse anche la Relazione del ronymi Brisiani Salodiensis incipiunt.448 Sono però andato Tirolo, opera da lui nominata medici, Venetiis, ex Officina pensando se questo potesse nella prefazione del suddetto Damiani Zenarii, 1588, in 4°, è essere della famiglia Avogadra, libro.451 Ed io tengo la Descri- dedicato a Ferdinando arciduca che tal volta s’è chiamata anche zione di Rovereto manoscritta, d’Au s t r i a . 455 de Advocatis, e Advocati, come tratta da detta Relazione.452 osserva il padre Astezati nelle Scrittori tralasciati annotazioni al Manelmo,449 ma Vicenzo Gabbiano, pagina vostra signoria illustrissima 299. Batista Guarini di Brescia. saprà se in Brescia v’ha la fami- I gelosi, comedia lodata dal Fece delle aggiunte al trat- glia Ferrazzi. Doni nella Libreria, 1.453 Ha tato di Rolandino Rodolfino composto anche altre comedie, intitolato Flos testamentorum, Parte seconda. come accenna in una sua lettera ch’è nella Summa totius artis scritta al Bembo, ch’è la prima notariae, Venetiis, apud Iuntas, Giovanni Bracesco, pagina del libro 5 delle lettere di diver- 1546, in foglio.456 265. si scritte al Bembo, raccolte dal Ebbi già alle mani il suo Sansovino, nella quale nomina Bartolommeo Silvano da libro intitolato, se non erro, L’a l - Il talento.454 Salò. bero della vita, ove si chiamava Hammonii Hermeae in degli Orci Nuovi. È lo stesso Girolamo Brisiano, pagina con l’Esposizione di Geber citata 269. 455. Si tratta dell’opera del salodiano nella Biblioteca italiana, pagina Girolamo Bresciano, Methodus scien- 450 451. Michelangelo Mariani, Il glorioso tiarum ubi quaecumque ad scientiarum 205. infante s. Simone. Historia panegirica, In pertinet conscriptionem, docte, ordinatim, Trento, Per il Zanetti Stampator Episcopa- ac distincte pertractantur, Venetiis, Ex Michel Angelo Mariani, pagi- le, 1668 (IT\ICCU\UBOE\093512). A p. 1 Officina Damiani Zenarii, 1588 (EDIT16, L’Autore a chi legge avverte «Appena hebbi CNCE 7520). na 281. finita la Relatione del Tirolo qui a Trento, 456. Rolandino de’ Passeggeri, Summa Il glorioso infante san Simo- dove mi fermai di passaggio, doppo il ritorno d’Inspruck, che il dottor collegiato totius artis notariae in eandem summam ne. Historia panegirica di don Gio. Benedetto Gentilotti, sindico et eco- luculentissimus apparatus, qui Aurora per Michel Angelo Mariani, 1668, nomo della chiesa parochiale di S. Pietro, excellentiam dicitur, ita exacte, mature, toltomi per venutiere, mi fa in ogni modo et eleganter pertractans, quicquid ad ta- cominciar la vita e martirio di s. Simone bellionatus artem pertineat, ut nihil iam l’Innocentino». sit amplius desiderandum. Flos testamen- 448. Si tratta del Tractatus cautelarum torum, sive ultimarum voluntatum. De ultra dominum Bartholomaeum Cepollam 452. La Descrizione di Rovereto è ora di- iudiciis et ordine iudiciorum. Notularum composto dal bresciano Tommaso Ferraz- sponibile in edizione moderna grazie a tractatus. De officio tabellionatus in villis zo (o sarebbe più corretto dire Ferrazzi) C. Antonelli, Rovereto nella relazione vel castris operando. Cum additionibus Avogadro. La stampa di Lione per i tipi di inedita di Michel’Angelo Mariani. 1670/72, et solemni iudiciorum apparatu Petri de Benoît Bonyn su commissione di Giaco- «Civis», 30 (1986), pp. 173-191. Unzola iurisconsulti Bononiensis in flore mo e Francesco Giunti, 1544 (Pettegree- autem testamentorum. Accesserunt etiam Walsby, 62498) è solo una delle numerose 453. Anton Francesco Doni, La libraria divisa in tre trattati, In Vinegia, Appresso Baptista Guarinus de Brixia, et Bartholo- edizioni che il Tractatus del Ferrazzi ebbe maeus ad Horario Patavus. Cum notis et nel corso del XVI sec., per cui basti il rin- Gabriel Giolito de’ Ferrari, 1557 (EDIt16, CNCE 17701), p. 103. accuratissimis additionibus Petri Aldobran- vio al repertorio di Pettegree-Walsby, dini Florentini iureconsulti nunc primum 62480, 62491, 62499, 62502, 62503, 454. Delle lettere da diversi re, et principi, excusis. Baldi de Perusio tractatus de tabel- 70462-70466 e all’EDIT16, CNCE 12575, et cardinali, et altri huomini dotti a monsi- lionibus, cum additionibus Martini de Fano 12576, 12581, 18834, 39656, 40986. gnor Pietro Bembo scritte primo volume. Di nusquam antea impressus. Philippi Decii 449. Manelmo, Commentariolum, passim. nuovo stampato, riveduto, et corretto per consilium de reprobatione instrumenti. Francesco Sansovino, In Venetia, Appresso Iacobi Butrigarii renuntiationes iuris civilis 450. Giovanni Bracesco, La espositione Francesco Sansovino, et compagni, 1560 in contractibus occurrentes. Ioannis Iacobi di Geber philosopho nella quale si dichiara- [In Venetia, Appresso Francesco Sansovi- Canis libellus de tabellionibus. Petri de Bo- no molti nobilissimi secreti della natura, In no, et compagni, 1560] (EDIT16, CNCE atteriis in summam praedictam expositio Venetia, Appresso Gabriel Giolito di Fer- 16616), ff. 85v-86v: Vincenzo Gabbiano a seorsum accessit, Venetiis, Apud Iuntas, rari, 1544 [In Venetia, Appresso Gabriel Pietro Bembo, Brescia, 10 luglio 1538. Il 1546 [Venetiis, Apud Haeredes Lucaean- Giolito di Ferrari, 1551] (EDIT16, CNCE talento è stata la prima commedia che il tonii Iuntae Florentini, 1546 mense iulii] 7406), consultato nell’esemplare Brescia, Gabbiano dice di aver composto e ha deci- (EDIT16, CNCE 26877). Il Flos testamen- Biblioteca Civica Queriniana, 10a I VI 32. so di inviarla in lettura al Bembo su consi- torum con le aggiunte di Battista Guarini Haym, Biblioteca italiana, p. 205, num. 3. glio e sollecitazione di Camillo Caprioli. (Guerini) si trova a ff. 238r-272v. 93 praedicamenta Aristotelis com- questa negli Annali di Piacen- Explicatio eorum, quae per- mentarii per Bartholomaeum za di Antonio da Rivalta, che tinent tum ad qualitates sim- Sylvanum Salonensem nuper sono nel vigesimo tomo degli plicium medicamentorum, tum Latine conversi ad reverendis- Scrittori delle cose d’Italia, fu ad eorumdem compositionem simum optimumque principem copiata quasi di peso.461 Lo stes- a Vincentio Casali Brixiano Christophorum Madrutium Tri- so Mariani nella descrizione di excepta ex decretis Ioannis Bap- denti episcopum, Venetiis, apud Trento dice che nella chiesa de’ tistae Montani physici Veronen- Hieronymum Scotum, 1541, in padri agostiniani di Trento v’ha sis, 1553, in 8°, senza luogo.463 foglio.457 So d’aver veduto anche il deposito del Tiberino con in- altre sue traduzioni dal greco, e scrizione.462 Raffaello Stella, che stimo mi par di Galeno.458 bresciano. Vicenzo Casali bresciano. Brixiae antiqua monumen- Bernardino Gianuario da ta. Ch’egli abbia tratto questa indirizzata Magnificis rectoribus, senatui Gargnano. populoque Brixiano e datata Brescia, 4 raccolta si cava dal seguente Oratio per Bernardinum Ia- aprile 1475, che conobbe una vastissima epigramma di Publio Francesco fortuna sia in forma manoscritta sia a nuarium Brixianum de Gargna- stampa. Si veda ora G. Bolpagni, Giovan- Spinola milanese, ch’è nel primo no presbiterum concinnata ac ni Mattia Tiberino. L’itinerario culturale libro degli epigrammi stampati di un medico umanista, in Profili di uma- per Agamennona Maraschotum nisti bresciani, pp. 282-286, ma l’intero con l’altre sue opere Venetiis, ex mirae indolis adolescentulum contributo della Bolpagni (pp. 231-300) officina Stellae Iordani Zileti, publice recitata, in qua floren- si raccomanda per aggiornata e ampia 1563, in 8°.464 sintesi generale sulla figura del Tiberino. tissimi studii Bononiensis, ac Le parole «fu uno dei due medici ... ed è sacrosanctarum legum laudes stampata nel Surio, Vite de’ Santi» sono De Brixiae antiquis monumentis state copiate da Germano Iacopo Gussago continentur, senza luogo, anno, in una nota a commento della lettera scrit- a Raphaele Stella unum in volu- e stampatore, in 4°, è dedicata a ta da Lodovico Ricci a Camillo Agliardi in men congestis data di Chiari, 26 settembre 1787: Lettere Galeazzo Marescoto cavalier. E di Lodovico Ricci curato di Chiari, p. 74, nella dedica dice che fu recitata n. 33. Il riferimento al Surio coincide con Brixia te evexit Raphael ad ae- l’anno 1510, da che si può cava- Laurentius Surius, De probatis sancto- thera doctus, rum vitis. Martius. Hac postrema editione 459 re quando fiorì l’autore. multis sanctorum vitis auctus, et notis mar- conscribens Lati- ginalibus illustratus, Coloniae Agrippinae, is marmora prisca notis, Sumptibus Ioannis Kreps et Hermanni Giovan Matteo Tiberino. Mylii, 1618, pp. 246-247: Martyrium Si- ut tuas cognoscant omnes moni- Bresciano, medico, fu uno monis innocentissimi pueri Tridentini, a menta priusquam Iudaeis crudeliter necati, authore Iohanne dei due medici deputati alla Matthia Tiberino. ad superos redeat Stella co- revisione del corpo del beato 461. Antonio da Ripalta, Alberto rusca deos. Simone di Trento, come scrive da Ripalta, Annales Placentini ab anno il Mariani nella storia del suo 1401 usque ad 1463 conscripti, ac deinde Gio. Brunoro Gambara. continuati usque ad annum 1484. Nunc martirio, ove lo chiama “scrit- primum in lucem proferunt e manuscripto Il suddetto Spinola scri- tor insigne”. Scrisse una lettera codice Placentino, in Rerum Italicarum ve a questo il seguente Scriptores, XX, Mediolani, Ex Typographia 465 al Senato, e popolo di Brescia, Societatis Palatinae in Regia Curia, 1731, epigramma: in cui gli racconta tutta la storia coll. 945-949. Girolamo Tartarotti, fra- tello di Giacopo, scrivendo a Benedetto della morte del suddetto in- Bonelli da Rovereto il 28 novembre 1740 Ad Ioannem Brunorium Gam- fante, ed è stampata nel Surio, ricordava la cronaca del Ripalta in meri- Vite de’ santi.460 Osservai che to alla vicenda di Simonino da Trento e 463. EDIT16, CNCE 9795. Ho consultato usava parole analoghe a queste usate dal l’esemplare Brescia, Biblioteca Civica Que- fratello minore: «è tratta quasi ad verbum riniana, 5a H IX 27 m 3a-b. 457. EDIT16, CNCE 1599. da quella del Tiberino». La lettera è pub- 458. Per altre opere del medico salodiano blicata in N. Cusumano, Ebrei e accusa di 464. Questa edizione è stata identificata Bartolomeo Silvani si veda Brunati, Di- omicidio rituale nel Settecento. Il carteggio supra, n. 65. L’epigramma dello Spinola a zionarietto degli uomini illustri, p. 136. tra Girolamo Tartarotti e Benedetto Bonelli Raffaele Stella, tratto dal primo libro degli (1740-1748). Prefazione di M. Caffiero, Epigrammata, è stampato a p. 18. 459. Di questa stessa opera scrive il Ga- Milano, Edizioni Unicopli, 2012, p. 227. gliardi supra, n. 120. 465. Anche questo è tratto dal primo libro 462. Mariani, Trento con il sacro Concilio, degli Epigrammata nella edizione citata 460. Il Tartarotti si riferisce alla relazione p. 130. alla nota precedente, p. 20. 94 baram, comitem illustrissimum, avuto alle mani, e posso ancora Antonio Codro,470 di cui, se le de carminibus suis veder questo libro, come anche piace, le ne darò un’altra volta il comento di Plauto del Pilla- contezza. Contigit ut magno, Brunori de468 (la qual opera, non so per- docte, Tibullo ché, il signor marchese Maffei Pone poi il nostro Cozzan- mille colent numeros secla dica che non è venuta a notizia do, pagina 34,471 tra li bresciani futura tuos, del Cozzando, quando egli la il medico Andrea Gallo, forse mille canent iuvenes; equi- pone tra le altre composizioni per essere in Brescia tal fami- tem dat Roma poetam, di esso Pillade, se pure non la glia, ma egli senza dubbio fu di aeternum generat Brixia ad tralasciò nella prima edizione Trento, per testimonio del Ge- alta virum. della Libreria)469 e le opere di snero472 e del Mattioli,473 che in più luoghi della sua opera sopra Nelle opere poetiche di di Giacomo Vitali da Brescia per la cura Dioscoride per tale lo nomina, dei testi di Bartolomeo da Montagnana questo Spinola, a pochi note, si e la presenza dell’opera del Cavalli nella e di cui fu collega nella corte trovano molti altri epigrammi stampa mi fa pensare che il Tartarotti dell’imperadore; e poscia io ho avesse alle mani la seguente edizione: ed elegie indirizzate a letterati Bartolomeo da Montagnana, Consi- ciò ricavato da documenti di e nobili bresciani già noti, con lia. Tractatus tres de balneis Patavinis. De questo archivio, che non falla- compositione et dosi medicinarum. Anti- molte belle curiosità e notizie. dotarium. Antonio Cermisoni, Consilia. no. Avrei, però, caro sapere se 474 Francesco Cavalli, Tractatus de the- ne fa menzione il Rossi. V ’è Gioseffo Milio Voltolina di riaca. Cum tabula consiliorum et numero pur da dire con Bartolommeo foliorum recenter addita, Ad laudem et Salò. gloriam summi Omnipotentis Dei eiusque Corsetti, nato in luogo di giuri- Hercules Benacensis Iosephi gloriosissimae Matris hoc opus feliciter sdizione non bresciana.475 explicit Lugduni, impressum in edibus Milii Voltolinae Salonensis de- honesti viri Iacobi Myr calcographi, anno cem Concordis Academiae pro- salutis nostre 1525, die vero 28 mensis Cozzando nella prima edizione della Li- martii, che a ff. †1v-†2r riporta la lettera braria bresciana nuovamente aperta, In tectoribus, Brixiae, apud Vin- di dedica di Giacomo Vitali a Gerardo Brescia, Per Gio. Maria Rizzardi, 1685, pp. centium Sabium, 1575, in 8°. I Boldieri veronese (Gerardo Bolderio Vero- 71-72, alla voce Brocardo Pilade non fece cenno delle fatiche plautine del Boccardo. protettori di questa Academia nensi tanquam patri observandissimo Ia- cobus de Vitalibus Brixiensis S.P.D., senza 470. Per le opere di Antonio Urceo Codro son già nominati dal padre ma- data), seguita dalla risposta del Boldieri al si veda supra, n. 116. estro Ruele nella sua Scanzia. In Vitali (Geradus Bolderius physicus Vero- nensis acutissimo doctori Iacobo de Vitali- 471. Cozzando, Libraria bresciana, p. 34. principio v’ha un epigramma bus Brixiensi S.P.D., senza data). Su queste 472. Di Andreas Gallus Tridentinus scri- di Pietro Alberti Ad praeclarum due lettere si veda ora C. Marcon, Intor- vono Conrad Gesner, Josias Simler, poetam Iosephum Aemilium no ad Alvise Bellacato (1501-1575), medico Johannes Jacob Frisius, Bibliotheca e docente: carriera, famiglia, testamento, instituta et collecta primum, deinde in epi- Voltolinam , poi segue Brevis «Quaderni per la storia dell’Università di tomen redacta, et novorum librorum acces- chorographia Riperiae Salodii e Padova», 41 (2008), p. 139 e n. 9. sione locupletata, tertio recognita, et in du- poi il poemetto in versi esame- 468. Si tratta della edizione plautina curata plum post priores editiones aucta. Iam vero da Giovan Francesco Boccardo Pilade e postremo aliquot mille, cum primorum tum 466 tri. mandata a stampa da Giovanni Britannico novorum authorum opusculis, ex instruc- nel 1506: Titus Maccius Plautus, Lec- tissima Viennensi Austriae imperatoris tor optime scito hac comoedias viginti Plau- bibliotheca amplificata, Tiguri, Excudebat Giacopo de Vitali di Brescia. tinas ex quibus Pylades Buccardus duo- Christophorum Froschoverus, Anno 1583 Fece l’edizione, e illustrò i deviginti solerti diligentia correxit atque (VD16, G 1705), p. 44. consigli medici di Bartolom- ex iis quinque elegantissime interpretatus 473. Si veda, ad esempio, Pietro Andrea est a Iacono Britannico Brixiae impressas Mattioli, I discorsi ne i sei libri della meo Montagna, ov’è anche un’o- fuisse omni adhibito studio ne ab archetypo materia medicinale di Pedacio Dioscoride pera di Francesco Cavalli.467 Ho aberraret anno salutis 1506 tertio kalendas Anazarbeo. Con i veri ritratti delle piante decembres (EDIT16, CNCE 47452), con- et de gli animali, nuovamente aggiuntivi sultato nell’esemplare Brescia, Biblioteca dal medesimo, In Vinegia, Nella Bottega 466. L’edizione citata con precisione dal Civica Queriniana, Cinq. C 88. Sul lavoro d’Erasmo, appresso Vincenzo Valgrisi, Tartarotti e il riferimento alla Biblioteca plautino del Boccardo si veda da ultimo et Baldassar Costantini, 1557 (EDIT16, volante Scanzia XXI del Cinelli sono già S. Signaroli, Plauto nel cimento della CNCE 39111), pp. 388, 618. alla n. 122. filologia umanistica: Brescia, Bologna e la tipografia dei Britannici, in Viaggi di testi e 474. Rossi, Elogi historici, non ne fa cen- 467. L’opera del bresciano Francesco Ca- di libri, pp. 95-100. no. valli è da identificare con il De theriaca (o De animali theriaca), per cui rimando alla 469. Cozzando, Libraria bresciana, pp. 475. Su Bartolomeo Corsetti, nativo di n. 69. Il riferimento preciso all’intervento 60-61. Il Tartarotti aveva visto bene: il Valvestino, si veda Brunati, Dizionarietto 95 Fa pure bresciano Bernar- vorrebbe che fossero di Vigilio pag. 138)482 ed in un Giovan dino Partenio, ch’è furlano, vescovo di Brescia,480 ma vo- Paolo Stabè da Cassina, filo- come si cava dal Sansovino, stra signoria illustrissima saprà sofo e medico gentiluomo di Cronica universale, ed egli ne’ meglio di me che non v’ha si- Trento (Scanzia 14, pag. 79),483 suoi comenti sopra Orazio476 si curezza alcuna che sieno pur di de’ quali vedo aver ella fatto chiama furlano di Sbilimbergo questo. motto nell’indice della prima [sic].477 Io tengo i suoi libri della parte della sua Biblioteca;484 imitazione poetica al molto re- pure quando mai non avesse verendo ed illustre monsignor Paolo Gagliardi a Iacopo Tar- osservati i luoghi del Cinelli, Melchior Biglia, In Vinegia, tarotti ho stimato bene accennarglie- apresso Gabriel Giolito de’ Fer- Brescia, 12 aprile 1735 li. Le traduzioni del Valgulio rari, 1560, in 4°.478 omesse dal Cozzando erano Ho anche il titolo dell’edi- Pubblicata in Gagliardi, a mia notizia, benché non le zione de’ libri contra Eutichio Lettere, II, pp. 126-130. abbia egli veramente omesse, ascritti a san Vigilio, vescovo ma piuttosto accennatele al suo di Trento,479 che il Cozzando Rispondo alla cortesissima solito con mal garbo, e molto sua lettera segnata li 20 del ca- grata mi è stata la cognizione degli uomini illustri, pp. 61-62. duto marzo,481 ringraziandola della bella edizione fattane in 476. Bernardino Partenio, In Q. Horatii Flacci carmina atque epodos commentarii come debbo per le belle e co- Brescia del 1497 colla lettera del quibus poetae artificium, et via ad imitatio- piose notizie che de’ nostri Bre- Gravina, cose che non sono sta- nem, atque ad poetice scribendum aperitur, sciani ella si è compiaciuta invi- te note al suddetto Cozzando. Venetiis, Apud Dominicum Nicolinum, 1584 (EDIT16, CNCE 22753), ristampata armi. Vorrei poter corrisponde- Di Giovan Brunoro Gambara a Venezia nella bottega di Aldo Manuzio il re alla molta sua gentilezza con sono molto rare e pregevoli le Giovane nel 1585 EDIT16, CNCE 22757). In entrambi i frontespizi egli si dichiara altrettante intorno agli scrittori notizie che ella mi ha favorite, Spilimbergensis. tirolesi e trentini, de’ quali tanto e di esso null’altro dice il Rossi, 477. A questo punto il Gagliardi annota: degnamente ha vostra signoria se non che fu creato cavalie- «Biblioteca Volante, Scanzia 15, pagina illustrissima impreso a scrivere, re da Filippo II dell’ordine di 9», con riferimento a Giovanni Cinelli Calvoli, Della biblioteca volante Scanzia ma trattando io questa messe Calatrava e che morì nel fiore XV, In Padova, Nella Stamperia de gl’E- molto alla leggiera e, per così dell’età sua.485 Antonio Codro, redi Frambotti, 1703, p. 9: vi si segnala l’opera Bernardino Partenio, In divi dire, sol di passaggio, di poco soprannominato Urceo, è mala- Henrici tertii Galliae, ac Poloniae regis potrò servirla. Non mancherò mente ascritto dal Cozzando a christianissimi, ac felicissimi, ad urbem Ve- netam adventum, Venetiis, Ex typographia tuttavia di usare attenzione, car. 44 tra i bresciani, come si è Guerraea, 1574 (EDIT16, CNCE 47258), quando mi accada d’incontrar veduto nel Giornale de’ letterati sul frontespizio della quale l’autore si pro- clama Spilimbergensis. cose che possano esserle d’uti- d’Italia, tomo XIII, pag. 303, le, come appunto nel rivedere 478. Bernardino Partenio, Della imita- tione poetica, In Vinegia, Appresso Gabriel le Scanzie del Cinelli, mi sono 482. Giovanni Cinelli Calvoli, Della Giolito de’ Ferrari, 1560 [Venezia, Gabrie- abbattuto in un Paolo Guidello biblioteca volante Scanzia XI, In Modona, le Giolito de’ Ferrari] (EDIT16, CNCE Per Bartolomeo Soliani stampator ducale, 26304). Ho consultato l’esemplare Brescia, medico trentino (Scanzia 11, 1695 [In Modona, Per Bartolomeo Soliani Biblioteca Civica Queriniana, 4a S III 19. stampator ducale, 1696], p. 138, dove si dà notizia del breve scritto in forma epistola- 479. Il Tartarotti poteva avere sotto gli re Illustrissimo Ioanni Suarer Paulus Gui- occhi diverse edizioni del Contra Eutychen dellus medicus physicus Tridentinus S.P.D., di san Vigilio, a partire dalla viennese va stampato insieme ad opere di Joachim Brixiae, Apud Ludovicum Sabiensem 1563 del 1528 per i tipi di Johann Singriener il Vadian nell’edizione di Zurigo, Christoph (EDIT16, CNCE 22366). vecchio e per cura di Johann Ludwig Bras- Froschauer il vecchio, 1539 (VD16 V 32, sicanus (VD16 V 1186, 1190); Tubinga, V 1187). 483. Cinelli Calvoli, Sancassani, Della Ulrich Morhart il vecchio, 1528, curata da biblioteca volante Scanzia XX ed ultima, 480. Cozzando, Libraria bresciana, pp. pp. 79-80. Caspar Churrer, che la dedica al principe 204-205. vescovo di Trento Bernardo Cles con una 484. Tartarotti, Saggio della biblioteca lettera in data di Tubinga, 29 novembre 481. Si tratta della lettera precedente del tirolese, pp. 97, 99 rispettivamente, con la 1527 (VD16 V 1185); Colonia, Arnold 20 marzo 1735, della quale il Gagliardi sola citazione dei nomi, senza altre notizie Birckmann il vecchio, 1555 (VD16 V riprende puntualmente numerosi spunti erudite. 1184, C 1387); Lipsia, Ernst Vögelin, 1575 critici e alla quale rinvio per i riferimenti (VD16 V 1188). Il Contra Eutychen si tro- bibliografici. 485. Rossi, Elogi historici, p. 285. 96 essendo egli nativo di Spilim- si prendano briga d’impugnare della chiesa, essendo terminato bergo.486 Intorno al comento del chi gli ha attribuiti a Vigilio il corso della Quaresima, avrò il Pilade sopra Plauto, il marchese vescovo bresciano, mentre oggi comodo di servirlo nella ricerca Maffei è stato ingannato dalla non vi è più tra noi chi voglia di quegli opuscoli del Manto- prima edizione del Cozzando, sostenere o difendere una tale vano, ch’egli suppone trovarsi in cui l’aveva omesso, e saprei sciocchezza. Le due inscrizioni in questa libreria de’ padri car- volentieri se l’edizione che vo- trentine che parlano di Brescia melitani.492 Con questa oppor- stra signoria illustrissima ne e de’ Bresciani, ch’ella crede tunità soggiungo che un mio ha alle mani sia quella in foglio inedite, mi saranno carissime, fratello tiene raccolte diverse fatta dal Britannico l’anno 1506, quando abbia la bontà di voler- notizie riguardanti lo stesso au- in fine di cui vi si legge: Lector mele favorire.489 tore e che, s’egli comanda, gliele optime, scias has comoedias Suppongo a quest’ora le pos- invierà prontamente.493 Con che viginti Plautinas, ex quibus Py- sa essere stato consegnato un distintamente riverendo l’uno lades Buccardus duodeviginti involto con entro alcuni miei li- e l’altro di loro mi protesto con solerti diligentia correxit atque bricciuoli, ch’io ho inviati costà tutto rispetto. ex iis quinque elegantissime giorni sono per la via di Tosco- interpretatus est ec.487 Quando lano, addirizzati a vostra signo- Brescia, 12 aprile 1735 cotesta edizione sia la stessa, se ria illustrissima per mezzo del vi fosse apertura, io ne farei vo- signor conte Giuseppe Peltri,490 lontieri acquisto o per cambio, che prese l’assunto di spedirli. 492. Già nella citata lettera del 27 febbraio 1735 il Gagliardi comunicava che avrebbe o con prezzo onesto. Di Andrea Tra essi ritroverà una copia cercato le opere del padre Battista Spa- Gallo malamente adottato dal imperfetta della Scanzia XXI, la gnoli Mantovano presso la biblioteca dei Cozzando, il Rossi non parla. quale mi farà grazia di ricapi- carmelitani bresciani. Una nota dettagliata delle opere di Battista Spagnoli conservate Quanto ai libri di Vigilio vesco- tare in mano del padre maestro nella libreria de’ padri carmelitani in Bre- vo contro ad Eutichio, io ho già Ruele,491 divotamente riveren- scia, autografa del Gagliardi e datata die 23 aprilis 1736, si legge a f. 323r-v del codice avvertiti i Bollandisti nelle mie dolo in nome mio, e gli dica che Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica annotazioni all’Ughelli della ora che sonsi allungate alquan- Vaticana, Vaticano Latino 9273, fra le No- 488 tizie d’alcuni letterati bresciani composte impressione veneta che non to più le giornate e ch’io mi dallo stesso Gagliardi. trovo più libero dalle funzioni 493. Fra il materiale erudito raccolto nelle 486. Si veda supra, n. 115, in cui si dice proprie miscellanee da Giulio Antonio che Antonio Urceo Codro era nativo di coll. 528-529 e n. 7. Gagliardi, il fratello di cui Paolo Gagliardi Rubiera, non di Spilimbergo, come invece fa cenno al corrispondente roveretano, si poteva dire di Bernardino Partenio, 489. Si tratta delle due iscrizioni citate oggi trovo solamente due fugaci riferi- con il quale certamente il Gagliardi lo ha supra, n. 431. menti allo Spagnoli, e relativi ad altro confuso. 490. Non ho trovato notizie relative a que- che alle sue opere, nel codice Brescia, 487. Per questa edizione si veda supra, n. sto personaggio. Biblioteca Civica Queriniana, D VI 9, 468. MDCCXXIX-MDCCXXX. Miscellanea VII 491. Cinelli Calvoli, Sancassani, MS di G.A. Gagliardi, pp. 25, 27. 488. Ferdinando Ughelli, Italia sa- Ruele (Gilasco Dodoneo P.A.), Della cra sive de episcopis Italiae et insularum biblioteca volante di Gio. Cinelli Calvoli. adiacentium. Editio secunda, aucta, et Continuata da Dionigi Sancassani, Scanzia emendata, cura et studio Nicolai Coleti, IV, XXI, di cui il Gagliardi scriveva nella lette- Venetiis, Apud Sebastianum Coleti, 1719, ra da Brescia, 27 febbraio 1735.

97 Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, A I 11, Ottateuco, XI secolo, proveniente dall’abbazia di Leno. Grande iniziale figurata

98 Prospetto della Giostra tenuta in Brescia a’ 3 di Febraio 1766

Pietro Lorenzotti Bibliofilo, esperto in Bibliografia bresciana

Abstract. The Author presents a rare edition, which contains the report of a knightly joust held in Brescia in 1766, with a great participation of noble knights and ladies.

olio (Fig. 1) con incisione riprodotte a pag. 1136 e 1137 manifestazione. in rame, cm 20, 28, folio della Storia di Brescia, vol. IV. A Brescia si disputarono F ripiegato in tre perché La stampa si trova nel volume giostre dal 1473, spesso tratto da La Giostra Brescia nelle stampe del Sinistri, ogni anno, prima in dell’Anello di Antonio Brognoli, I edizione, p. 100, n. 151; II Piazza del Mercato Nuovo, stampata a Brescia dal Rizzardi edizione, p. 115, n. 240. successivamente in Piazza nel 1766, dove si trova inserito, La Giostra o torneo o disfida Grande, divenuta in e mai sciolto. In basso a destra è uno scontro o una gara tra seguito Piazza della Loggia, Cagnoni sc., a sinistra Scalvini cavalieri che si lanciano armati opportunamente cosparsa del., che riproduce una sua l’uno contro l’altro, cercando di sabbia e ghiaia, dove dagli pittura (Fig. 2). di colpire il contendente con steccati, dalle tribune, dalle Nel lato inferiore dopo il la lancia e spada e ferire, finestre e balconate cittadini titolo: Dichiarazione. N° 1: anche a morte, o disarcionare e ospiti assistevano a giochi Palco de’ Signori Giudici. 2: l’avversario. di destrezza, come la Corsa Signor Marescial di Campo. Col mutar dei temi, la dell’Anello, cui partecipavano 3: Cavalieri giostranti e loro Giostra vede i guerrieri far di cavalieri con il volto coperto rispettivi Padrini. 4: Astante del se stessi mostra non in crudele da una mascherina di velluto Signor Maresciale. 5: Cavaliere spettacolo sanguigno, ma in alla veneta, per non essere Giostrante. 6: Suo padrino. agevole e gioconda corsa. La riconosciuti fino al momento 7: Cavalli da maneggio de’ Giostra dell’Anello, secondo della proclamazione del Signori Giostranti. 8: Cavalli da la descrizione che ne fa vincitore. Maneggio del Signor Marescial Fappani nella sua Enciclopedia La più spettacolare fu di campo. 9: Schiere de’ Bresciana, vol. V, p. 297, quella del 1497, per la quale Sonatori. 10: Anello, o sia meta consiste nell’infilare un anello vi sono testimonianze della Giostra. appeso a un palo con l’asta dettagliate in prosa e in poesia La Giostra è raffigurata in che il cavaliere imbraccia, al dell’avvenimento storico per una pittura di Pietro Scalvini galoppo. Ad ogni giro dell’arena solennizzare il passaggio a conservata alla Pinacoteca l’anello è rimpicciolito ed al Brescia di Caterina Cornaro, Tosio Martinengo con il titolo vincitore spetta un premio regina di Cipro, in visita La Giostra dell’Anello di Pietro e un bacio della dama che al fratello Giorgio Corner, Scalvini. Stampa e pittura sono generalmente presiede alla podestà di Brescia. Il 10 99 Prospetto della Giostra tenuta in Dichiarazione: N. 1. Palco de SSig.Giudici e Sig. Marescial di Campo 4. Astante del Sig. Maresciale. 5. Cavaliere Giostrante. 6. Suo Padrino. da Maneggio del Sig. Marescial di campo. 9.Schiere de’ Sonatori. 100 Brescia à 3 di Febraio del 1766 3. Cavalieri giostranti e loro rispettivi Padrini 7. Cavalli da maneggio de Sig.ri Giostranti. 8 Cavalli. 10. Anello o sia meta della Giostra. 101 settembre si tenne per tre tale occasione. Milano l’8 gennaio 1797, è tra i giorni la giostra in Campo Il Brognoli nel suo più importanti incisori italiani Grande, probabilmente quella Canto illustra lo sfarzo e la del Settecento, attivissimo che oggi è Piazza della Loggia, sontuosità dell’evento, la grande a Brescia, collaborò con gli opportunamente inghiaiata, partecipazione di popolo, la editori Bossini e Rizzardi, preparata ed adibita con baldanza dei cavalieri che chiamato per la fama a Milano, coreografia spettacolare; vi partecipano alle tre prove lavorò anche a Parma con il parteciparono 22 contendenti; della corsa e di cui illustra, Bodoni per la Stamperia Reale. si fece luce Giulio Averoldi, per alcuni, la data della casata, Brognoli Antonio. Brescia, ma la gara fu vinta dai l’avvenenza di Bianca Grimani 21 dicembre 1723-13 febbraio gentiluomini milanesi di che presiede la manifestazione, 1817, letterato e scrittore Giangaleazzo Sanseverino. di buon costumi albergo, moglie prolifico su diversi argomenti. La Giostra della nostra del capitano veneto Francesco, Membro di tutte le Accdemie, stampa è esaltata da Antonio e delle altre donne bresciane, dell’Ateneo, della Queriniana, Brognoli nella sua Giostra cui i cavalieri rendono Partecipò alla vita di Brescia, dell’Anello fatta da Cavalieri omaggio, prima di scendere in avendo ampie risorse Bresciani il Carnovale dell’anno lizza per contendere il premio finanziarie. Ebbe varie cariche 1766. Canto di Antonio al vincitore, alloro in lettere cittadine prima e dopo l’arrivo Brognoli. O gran contrasto d’argento su serico aurato dei Francesi. in giovanil pensiero, Desir di nastro, dopo la proclamazione Rizzardi Gianmaria. Brescia, laude ed impeto. Ariost. Cant. dei due esimi giudici Fenaroli 1700-1774, terzo di questo 25, St. 1. Al frontespizio (Fig. e Contarini, sotto nomi ripresi nome, il più famoso esponente 3). Vol. in 4°, cm 21×14, 40 dai paladini dell’Ariosto, della famiglia originaria di pagine non numerate, al fine probabilmente identificabili Asola, allora in territorio la consueta, ma insolita fastosa in primo Andreate, secondo bresciano, e la cui attività è ben vignetta grafica delle stampe Camillo Poncarale. Ben illustrata nei meritori volumi di di Giammaria Rizzardi, con altro dalle attuali fasulle Giuseppe Nova sugli stampatori licenza dei superiori. In Brescia, manifestazioni folcloristiche. bresciani. Dal 1730 ebbe una MDCCLXVI (Fig. 4), 107 strofe Scalvini Pietro. Brescia, abbondante produzione, la di otto versi in rima (Figg. 5 e 1718-1792, detto il Tiepoletto sua stamperia fu ritenuta la 6) bresciano, pittore fecondo, migliore del suo tempo ed La Queriniana possiede dipinti in molte chiese, attivo egli fu definito il principe dei cinque esemplari, due senza anche come disegnatore per tipografi bresciani, fino al 1774, la stampa come quello incisori quale il Cagnoni ed allorché di salute cagionevole proveniente dal Legato anche in alcune opere incisore cedette l’azienda. Martinengo. A volte è unita a egli stesso. cura del Brognoli Raccolta di Cagnoni Domenico, di poetici componimenti usciti in origine veronese, morto a

102 Legature italiane barocche su testi liturgici

Federico e Livio Macchi Bibliofili, esperti in Legature Storiche

Abstract.

Italian baroque book-bindings on liturgical texts XVII th century Italian book- bindings on liturgical texts, widely referable to ceremonies proper to a given cult, are proposed, featured by in-folio format, red goatskin leather over pasteboard, one or more concentric frames, central wheel or a couple of opposite bows, post-fanfare style composed of richly adorned compartments sometimes underlined by colored paste or leather on-lay margins, smooth spine or raised bands, ornamental clasps where available, gilt-tooled edges, finger tabs, marbled end-leaves. They have been partly produced in , not infrequently aimed to express catholic Church’s recovered influence due to Counter-Reformation.

el corso dei secoli sono stati stampati innumerevoli N libri di argomento religioso: non poche delle coperte, testimoni di un’attività artigianale, fanno parte della storia della legatura. In questo scritto, provenienti dal mare magnum della produzione religiosa, sono presentate alcune legature italiane su libri liturgici del secolo XVII, impressi a Venezia, Roma e Anversa. Figura 1. Legatura bolognese in cuoio di capra marrone su cartone decorato La liturgia riguarda in oro. Cornici concentriche caratterizzate da rosette entro cerchi fogliati, l’ordinamento tradizionalmente ampi motivi a pizzo. Mezzo ventaglio negli angoli interni dello specchio fissato per le manifestazioni ripetuto sotto forma di rosone centrale munito della Madonna a piena figura del culto pubblico; in senso con il Bambino in braccio. Tracce di due fermagli. Dorso liscio. Tagli dorati e più ristretto, gli atti di culto incisi. Milano, collezione privata, Missale romanum, Venetiis, apud Nicolaum e le formule che riguardano Pezzanam, 1659, 365x235 mm. 103 provviste di vistosi fregi fitomorfi e/o a pizzo che inquadrano lo specchio provvisto di ventagli e di un rosone centrale (Figura 1) oppure di due archi contrapposti (Figura 2, 3), si affianca un tipo di decoro francese detto post-fanfare (Figura 4, 5, 6) utilizzata nel XVII e nel XVIII secolo in tutta Europa. Esso prende a modello lo schema munito di scompartimenti multipli dello stile à la fanfare, in uso dal 1560 al 1630 circa prevalentemente a Parigi, termine riferito alle pubblicazioni che presentano uno stilema analogo a quello che il bibliofilo Charles Nodier fece eseguire nel 1829 al legatore parigino Joseph Thouvenin, imitando un modello antico, su un volume impresso nel 1613 intitolato Les fanfares et courvées abbadesques des Roule- Bontemps de la haute et basse Cocquaigne et dependences, Chambéry, 1613, oggi conservato al Museo del Petit Palais di Parigi. L’imitazione ottocentesca ha così fatto ricadere retroattivamente sui suoi modelli originali un nome suggerito occasionalmente dal titolo di un’opera. Figura 2. Legatura veneziana in cuoio di capra rosso su cartone decorato in oro. Cornici concentriche caratterizzate da crisantemi entro fogliami stilizzati, L’archetipo è caratterizzato fregi a pizzo, volute caudate, motivi fitomorfi. Nello specchio delimitato da una da nastri intrecciati, alcuni dei coppia di archi raccordati, rosone centrale provvisto del Crocifisso. Dorso a quali a forma di «8», talora sette nervi. Tagli dorati e incisi. Milano, collezione privata, Missale romanum, rilevati a colore, che delimitano Venetiis, apud Nicolaum Pezzanam, 1688, 410x270 mm. numerosi scompartimenti, inizialmente vuoti, quindi, una parte determinata delle evangeliari, libri d’ore, all’acme dell’evoluzione, cerimonie liturgiche. martirologi, vite di santi, interamente colmati da volute, Si connotano messali, pontificali) di formato girali, fregi filigranati, spirali conseguentemente come in-folio che hanno tenuto caudate. libri liturgici quelli in uso viva la fede e raccontato la Nella versione post-fanfare per la celebrazione dei riti storia sacra: la sontuosità transalpina compare l’impianto sacri, qui in particolare quelli dell’apparato ornamentale adottato utilizzato nella prima della Chiesa cattolica. Essi evidenzia un felice momento metà del XVIII secolo anche riguardano pubblicazioni della legatura in Italia nel sotto forma di grossolane (antifonari, bibbie, breviari, periodo barocco. placche, per libri da messa e cerimoniali, esercizi spirituali, Alle cornici concentriche almanacchi stampati fra il 1727 104 e il 1752. Le caratteristiche volute caudate che compaiono in queste piastre settecentesche si riallacciano ai loro più lontani modelli: alcun altro fregio tra i restanti motivi, sembra ricordare gli ornamenti cinquecenteschi. Con questo sciatto genere di ornamento si spegne in Francia in modo misero la fanfare, iniziata quasi due secoli prima. In Italia si manifesta uno schema di tipo geometrico con ampie caselle e larghi inquadramenti delineati da filetti diritti e curvi. Una fitta decorazione affolla la superficie della coperta con volute, volute fogliate, spirali, stelle, palmette. A Roma in particolare, compaiono verso il 1590 caratteristici ferri di gusto locale: grottesche, perle degradanti, fiori di arum. Nei manufatti così caratterizzati, l’ornamento si snoda con uniforme, scintillante profusione, rispetto ai prototipi transalpini nei quali appare fitto e minuto: si tratta di uno stilema di maggior spessore che ricorda i soffitti lignei a cassettoni rilevati con motivi in policromia (Legatura romana barocca 1565-1700, Roma, Edizioni Carte Segrete, 1991, p. 20). Le legature barocche Figura 3. Legatura romana in cuoio di capra rosso su cartone decorato in oro. liturgiche di particolare pregio Cornice ornata con motivi a pizzo. Scompartimenti caratterizzati dalle estremi- possono presentare questo tà arcuate, ingentiliti da seminati di grottesche e di losanghe azzurrate. Nello stilema, affiancato al centro specchio delimitato da una coppia di archi raccordati, le armi prelatizie costitui- dei quadranti dalle armi del te dallo scudo provvisto di cinque spighe di grano rilevato in corame nocciola. Dorso liscio. Tagli dorati. Milano, collezione privata, Canon Missae, Venetiis, committente o del dedicatario: apud Cieras sub signo Europae…, 1643, 420x285 mm. dopo la metà del secolo XVII, compaiono pure agli angoli, oppure di bazzana di qualità, blocco dei fascicoli un tempo lungo i lati, o al centro dello conciati in marrone o in in pergamena (materiale specchio i ferri a lancetta, rosso su cartone, anche se igroscopico che tende ad componenti primi delle l’apprezzabile peso del blocco amplificare di volume), nel composizioni a ventaglio e a richiede occasionalmente Seicento oramai diventato rosone, congiuntamente agli quelli lignei. Brillano cartaceo: laddove presenti, angolari e umboni in argento. solitamente per l’assenza, hanno funzione meramente Questi manufatti i fermagli: non servono ornamentale. Il dorso, liscio utilizzano materiali di pregio: oltre a tenere compresso il o suddiviso in numerosi in genere il cuoio di capra 105 Figura 4. Legatura romana in cuoio di capra rosso su cartone decorato in oro. Inquadramento con piccoli ferri entro monticelli e decoro a dente di topo. Scompartimenti geometrici caratterizzati da seminati di fregi tetralobati fitomorfi di varia ampiezza, coppie di grottesche affrontate, ventagli. Al centro del piatto anteriore, entro la casella ottagonale spiccano quattro ovali fogliati dai quali si dipartono a raggiera numerosi vasi fioriti; su quello posteriore, agli angoli, ampia placca in argento con motivi fogliati mossi, mentre al centro campeggia la piastra in argento con incisa l’immagine a piena figura in tunica di un santo affiancato dalla scritta in caratteri capitali «BENEFA DI ROMA». Tracce di due fermagli argentei. Dorso a sei nervi rilevati: nelle caselle ricco decoro costituito da motivo romboidale centrale. Tagli dorati. Milano, collezione privata, Missale Romanum, Antverpiæ, ex Officina Plantiniana Balthasari Moreti, 1686, 360x230 mm. Legatura attribuibile alla vaticana bottega degli Andreoli. 106 scompartimenti, è riccamente ornato: suo è il compito di conferire rilievo al manufatto collocato in verticale nella teca di destinazione. Variegata la tipologia dei capitelli. caratterizzati da fili mono- e/o policromi in canapa, lino, seta intrecciati a spina di pesce o avvolti su anima circolare. L’indorsatura ove presente, può essere realizzata tramite alette cartacee orizzontali collocate in ciascuna casella. I tagli sono solitamente dorati, anche incisi; non mancano segnalibri in seta policroma, talora cuciti al fusello (minuto cilindro in cartone, pelle o legno ricoperto in seta, oppure in metallo lavorato, di lunghezza latamente pari allo spessore del volume, posto in corrispondenza della cuffia superiore), fissato in corrispondenza del capitello di testa. I risguardi sono in carta marmorizzata policroma nelle varie, caratteristiche tipologie del tempo quali quelle a pettine, a foglia di quercia, a chiocciola, caillouté e/o in carta bianca. Il testo latino in caratteri dal rilevante corpo, alternati in rosso e in nero, è delineato lungo i margini, da capilettera ornati e da illustrazioni Figura 5. Legatura romana in cuoio di capra rosso su cartone decorato in calcografiche a piena pagina. oro. Inquadramenti muniti di fregi a culla addossati e monticelli dentellati. Produzioni di questo Specchio suddiviso in scompartimenti geometrici delimitati da nastro smaltato in nero ornati con ventagli, rosoni, grottesche, cerchielli pieni, fregi fitomorfi, genere non sono passate rami fronzuti, seminati di losanghe puntinate. Simboli araldici agli angoli. inosservate, tanto da comparire Armi cimate al centro entro coppia di cherubini alati, volute perle degradanti. in apprezzate esposizioni Dorso liscio. Tagli dorati. Milano, collezione privata, Missale Romanum, e cataloghi quali Legature Antverpiae, ex officina Plantiniana Balthasaris Moreti, 1672, 400x270 mm. papali da Eugenio IV a Paolo Legatura attribuibile alla bottega degli Andreoli. VI a cura di Luigi Michelini Tocci, Città del Vaticano, 1977; ipotizzare l’atelier di Legatura romana barocca l’impressione del già visto, provenienza grazie alla 1565-1700, Roma, Edizioni una indefinibile sensazione, peculiarità dei ferri e della Carte Segrete, 1991; Legature spesso non sostenuta da precisi composizione stilistica, al preziose a Montecassino, a cura elementi di riferimento che può confronto con esemplari di Lorenzo Montenz, Abbazia tuttavia suggerire la mano di di accertata attribuzione, di Montecassino - Fondazione un legatore o di una bottega. alla datazione del testo, Dominato Leonense, 2007. Nella città eterna in particolare, alle armi del committente: Tra esse è possibile fioriscono in questo evo 107 L’Urbe della Controriforma costituisce in tale periodo il centro politico, economico e culturale più importante della Penisola. Il solenne aspetto di questi esemplari muterà nei secoli successivi allorché prevarrà la decorazione propria del tempo: man mano si ridurrà il fastoso ornamento a piatto pieno e scompariranno le borchie in argento, queste ultime meramente ornamentali considerata la sistemazione del volume, solitamente avulse dal manufatto per evitarne lo sfregamento lungo il corame dei volumi contigui. Lo stato di conservazione anche ottimo registrato in taluni esemplari ne testimonia. talvolta, il mancato utilizzo liturgico, circostanza usualmente connotata dal cuoio e dai supporti stanchi, la cerniera indebolita se non fessa al piatto anteriore, l’ornamento sbiadito lungo il margine inferiore dei piatti in corrispondenza della porzione di corame ripetutamente entrata in contatto con le mani dell’officiante, i cavalieri strappati per il diuturno utilizzo volto a selezionare il capitolo prescelto nello svolgimento liturgico. Al crepuscolo dell’esaltante Figura 6. Legatura romana in cuoio di capra rosso su cartone decorato in avventura, non saranno oro. Cornice provvista di motivi a pizzo, fitomorfi, a perle degradanti alternate più impresse nel centro dei a cuspidi sormontate da corolla stilizzata. Campo diviso da nastro smaltato quadranti le vistose insegne di nero in scompartimenti ovali, polilobati spezzati, colmati da grottesche araldiche prelatizie, mute affrontate, perle degradanti, stelline a cinque punte, ovali filigranati, rami testimoni di una Chiesa fronzuti e, per nove volte, da un leopardo rampante riferibile alla casata dei trionfante, risorta dopo il Bonaccorsi, ripetuto nell’ottagono centrale. Dorso a sei nervi. Tagli dorati. travagliato periodo della Roma, collezione privata, Breviarium romanum, Antverpiae Ex Officina Plantiniana Balt. Moreti, 1655, 415x275 mm. Legatura attribuibile alla bottega Riforma: faranno posto alla degli Andreoli (Legatura romana barocca 1565-1700, 1991, n. 56). Croce, l’universale simbolo della liturgia cristiana. numerose, qualificate botteghe e degli Andreoli. Rimane aperta di legatoria: tra queste ad la speranza per i bibliofili: esempio quelle del bibliopega anche se in via di rarefazione, enigmatico così connotato per questi volumi rimangono i ferri utilizzati, enigmatici per ancora reperibili sul mercato l’appunto, vaticane dei Soresini librario 108 Luoghi, e senso dei luoghi, nella narrativa di Giorgio Bassani

Giuseppe Magurno Professore di Lettere presso il Liceo Ginnasio “Arnaldo” (Brescia)

Abstract Ferrara has always been for Bassani the “place of the soul”, as well as the city in which he spent most of his life. Thanks to a thorough reading of the “Romanzo ferrarese”, the Author draws a suggestive portrait of Ferrara as was expe- rienced by Bassani.

l tema dei luoghi è ideativo e genetico, con tutti i sicuramente centrale risvolti storici e simbolici del I nella narrativa di Giorgio caso. Bassani (1916-2000), «uno Si può partire, per scrittore da ritrovare»1 dopo esemplificare, da due citazioni le incomprensioni critiche poetiche dello stesso Bassani, dei primi anni Sessanta, in il quale amava definirsi ‘poeta’ tempi di neoavanguardia piuttosto che narratore o e di sperimentalismo. Ed è romanziere (e sempre scrisse centrale non soltanto in chiave poesie, prima durante e dopo identitaria e antropologica, la sua esperienza di prosatore). se si pensa a Ferrara, la sua La prima è tratta dalla lirica La città d’origine, ma anche (e porta Rosa, che appartiene alla soprattutto) dal punto di vista raccolta Epitaffio, del 1974.

«Quando mi rimproveri di non occuparmi nei miei libri che di Ferrara e del territorio immediatamente limitrofo Giorgio Bassani Reno e Po a sud e a nord non osando 1916 - 2000 io varcarli che di rado e di straforo e l’Adriatico ad est non facendocela in pratica i personaggi del Romanzo di giammai a raggiungerlo Ferrara, ‘summa’ della sua dovresti ricordarti della nostra gita produzione narrativa, e ne dell’estate scorsa alle rovine di perimetra, come un geometra, Velia …». l’estensione complessiva, con i relativi punti cardinali: a sud Epitaffio, del 1974 il Reno, a nord il Po, fiumi di ben diversa portata d’acqua, 1. Cfr M. I. Gaeta (a cura di), Giorgio varcati soltanto raramente Bassani. Uno scrittore da ritrovare, Roma, In questi versi Bassani e casualmente dall’autore; Farheneit 451, 2004. Si tratta degli Atti del delinea la mappa dei luoghi convegno eponimo, tenutosi nella Capitale e poi, l’Adriatico, quasi a febbraio-marzo del 2003. in cui si muovono e agiscono 109 irraggiungibile, e mai raggiunto di Bassani, lo scopo del suo degli ebrei (anche fascisti), (anche se ciò non corrisponde continuo, inesorabile, ‘fatale’ all’interno della stessa comunità pienamente a verità: vedi alcuni (in qualche modo) lavoro di israelitica di Ferrara; certa personaggi del Romanzo di scavo nella memoria, la sua diffusa indifferenza; la voglia Ferrara in vacanza a Riccione e quella collettiva, per più di rimuovere in fretta, post e sulle spiagge romagnole, di cinquant’anni (ventimila eventum, le atrocità e gli orrori oppure a caccia come e più giorni). Tale lavoro di commessi3, per voltare pagina e Limentani, nell’Airone, sul delta scavo, doloroso come ogni inaugurare un futuro diverso. del Po, di fronte al ‘salso mare’). rievocazione memoriale (tanto E si serve, per questa più nel caso di questo scrittore, E in un’intervista4 rilasciata rampogna indirizzata - in segnato da una immedicabile ad Anna Folli nel 1979, Bassani ultima analisi - a se stesso, di ferita d’origine per la sua ribadiva con forza questa un ‘tu’ ben delineato, di sesso diversità, ebraica e culturale) necessità di ricordare: «… il femminile («alta e bionda e ha luogo a Ferrara, città che pericolo che incombe sui giovani straniera e di roseo sangue si configura metaforicamente d’oggi è che si dimentichino di / pura»),2 che si lamenta come un (ungarettiano) ‘porto ciò che è accaduto, dei luoghi dell’angustia geografica e sepolto’, dove lo scrittore si donde tutti quanti siamo venuti. spaziale dei libri dello scrittore, immerge per riportare alla luce, Uno dei compiti della mia arte sempre contrassegnati da una nuovo palombaro, storie, volti e (se l’arte può avere un compito), stessa, monotona topografia. luoghi su cui il tempo potrebbe, lo considero soprattutto quello altrimenti, depositare una di evitare un danno di questo Pertinenti al nostro assunto, patina di oblio definitivo. tipo, di garantire la memoria, e programmatici dal punto Ciò che egli vuole il ricordo. Veniamo tutti quanti di vista della ‘poetica’ dello scongiurare è appunto l’oblio, da una delle esperienze più scrittore, risultano anche i versi l’inaccettabile dimenticanza terribili che l’umanità abbia mai finali della medesima lirica: di fatti e vicende che hanno affrontato. Pensi ai campi di sterminio. Niente è stato attuato di più atroce e di più assoluto. Ebbene i poeti sono qua per «Non lasciarmi solo a scavare nella mia città a resuscitare far sì che l’oblio non succeda. Un’umanità che dimenticasse grado a grado alla luce Buchenwald, Auschvitz, Mauthausen, io non posso ciò che di lei sta sepolto là sotto il duro accettarla. Scrivo perché ci se ne ricordi». spessore di ventimila e più giorni» La seconda citazione è cavata dalla poesia Dove vivi?, Da questi versi emerge mostrato il volto orrendo del che appartiene alla raccolta, In l’ethos della ricerca narrativa «male radicale» (i lager e lo gran segreto, del 1978. sterminio degli ebrei, anche 3- Cfr., per tale aspetto, Una lapide in via 2. Cfr., per l’aggettivazione e il di quelli ferraresi), cause e Mazzini, dove il ritorno del sopravvissuto riecheggiamento specifico, Purg., III, responsabilità comprese: il Geo Josz è un elemento perturbante e 107: biondo era e bello e di gentile aspetto, fascismo, le leggi razziali, la impedisce la rimozione del ricordo dei con riferimento a Manfredi. La «donna lager, proprio mentre si sta collocando la bionda» è, nella fattispecie, Anne-Marie guerra; ma anche la connivenza lapide del titolo su un muro della sinagoga Stelhein, di origine americana ma ebraica. residente a Parigi, conosciuta da Bassani e la complicità della borghesia in America, negli anni ’70, durante un locale con i carnefici; la 4. Cfr. In risposta (VI), in Giorgio soggiorno come “visiting professor” e sua Bassani. Opere, a cura e con un saggio focosa amante per pochi anni, in Italia: a sottovalutazione del pericolo di R. Cotroneo, I Meridiani, Milano, Roma e a Maratea. che si addensava sulla testa Mondadori, 1998, pp. 1325-1326. 110 In tale testo, articolato in (l’altro ieri) e mai veramente e tomba, con una letterale e tre strofe di diversa lunghezza abbandonato: Ferrara. simbolica sovrapposizione di (rispettivamente, 3, 3, 6 vv.) Notevole è, per il nostro ruoli.7 Ferrara è, quindi, un elemento di identità (anche «Dove vivi? – mi chiede corrugando la funebre), ovvero ricerca fronte e stringendo le palpebre – Dov’è e consapevolezza delle che diavolo stai? radici dello scrittore, il quale dichiarava nel corso A Roma? A Ferrara? Laggiù dell’intervista sopracitata:8 a Maratea? Oppure nuovamente «Se non sono condizionato altrove? dalle mie radici, da che cosa dovrei esserlo? Ogni artista vero, Nessuno pensando a te saprebbe darti oggi il più ogni poeta, non può non fare i piccolo posto un po’ tuo – conclude – proprio tu che fino conti con le proprie origini, con all’altro ieri soltanto le proprie budella. La città del non ne hai abitato in fondo che Castello di Kafka non è Praga, uno». d’accordo, ma d’altronde cosa potrebbe essere mai se non In gran segreto, del 1978. Praga?». Alla luce di tutto ciò, e in riferimento alla distinzione sfilano alcuni dei luoghi dove lo discorso, la differenza tra tra vivere e abitare, giusta scrittore è vissuto o ha abitato ‘vivere’ e ‘abitare’: il primo l’indicazione della poesia in anni diversi e per periodi di verbo ha a che fare con ciò che citata, si può provvisoriamente differente durata: Roma, dal è effimero, caduco, provvisorio, concludere nel modo seguente: 1943 al 2000; Ferrara, dal 1916 e costituisce, come la vita Bassani ha ‘vissuto’ a Roma, a al 1943; Maratea5, dal 1967 al terrena, un’esperienza destinata Maratea e in altri luoghi (tra 1981, in tempo d’estate. C’è a finire; il secondo si connette cui Napoli e New York), ma inoltre - sia pure con la ripetuta invece a un’idea di stabilità, ha ‘abitato’ soltanto a Ferrara, formula interrogativa - lo di permanenza, perfino di anche quando ha dovuto snobistico, continuo spostarsi eternità, se ci si riferisce ai allontanarsene (nel 1943) del poeta, ebreo errante, che morti, i quali «non vivono per ragioni politiche, dopo non riesce ad accasarsi in modo nei cimiteri, ma li abitano», l’esperienza della prigione in via definitivo e cerca sempre un come ricorda la studiosa Paola Frangipane e il suo impegno altrove, dopo l’unico posto Frandini6. Ella aggiunge che, precedente, e successivo, tra gli percepito come veramente «se è possibile guardare senza antifascisti e nella Resistenza. suo, fino ad epoca recente vedere, è possibile vivere senza Di Roma e Maratea si dirà abitare»; e poi, citando Joseph 5. Mentre Ferrara e Roma sono, 7. Ibidem. In particolare, la rispettivamente, le città della formazione Roth, in Hotel Savoy («Noi, sovrapposizione dei ruoli tra casa e del successo letterario dello scrittore, dovunque siamo, abbiamo e cimitero è evidente nel romanzo Maratea (PZ) costituisce il locus Il Giardino dei Finzi Contini, con la amoenus della senilità, un porto di quiete la patria dove sono i nostri prossimità tra la magna domus e il affacciato sul mar Tirreno, temporaneo morti»), sottolinea che la monumentale cenotafio, tarlato dal tempo, e rigeneratore dopo le fatiche urbane. città d’origine diviene, per dell’illustre famiglia ebrea. Ovviamente Qui, tra Campania e Calabria, Bassani non è senza significato, da tale punto di aveva comperato una casa, nel 1967, per Bassani, oltre che per altri suoi vista, neppure il prologo dell’opera, con la le sue vacanze estive: una casa bianca, personaggi, culla e bara, casa visita alla necropoli etrusca di Cerveteri adeguatamente ristrutturata, nel centro e il collegamento tra gli antichi Tirreni e del paese, in alto, e suo protettivo «nido gli Ebrei. d’aquila» per circa 15 anni (oltre che luogo 6. Cfr. P. Frandini, Giorgio Bassani e il di provvisori convegni amorosi con Anne- fantasma di Ferrara, Lecce, Manni, 2004, 8. Cfr. In risposta (VI), in Giorgio Bassani. Marie Stelhein). p. 25. Opere, cit., p. 1323. 111 brevemente in seguito, perché con un chiaro valore simbolico. io si trattava di una città luoghi - entrambi - estranei alla È infine il «limen», soglia o intensamente devota al Regime: narrativa di Bassani e affacciati, «confine, tra spazio visibile al punto che le poche persone soprattutto (o esclusivamente), e memoria invisibile, e tra che fasciste non erano, vivevano nella sua produzione poetica, io e mondo», come sostiene ai margini, non avevano alcun più legata al presente,9 anziché Cristiano Spila nella sua rapporto con gli altri, coi più». alla storia. post-fazione a Il romanzo di Quegli stessi ebrei ferraresi che Ferrara è dunque, per tutto Ferrara.10 poi sarebbero finiti in gran quello che è stato detto, il Interessante è, al riguardo, numero nelle camere a gas soggetto e il luogo dei romanzi quanto afferma lo stesso naziste, erano stati in gran parte e dei racconti di Bassani, a Bassani sulla personale fascisti …». partire dal titolo (Il romanzo di modalità rappresentativa della Si vedranno meglio, tra Ferrara, appunto) che l’autore sua città: poco, alcuni particolari di tale volle dare, nel 1980, a quanto «Come narratore, la mia rappresentazione di Ferrara, aveva scritto, e riscritto in ambizione suprema è stata con riferimento al reticolo delle prosa, nel corso di un lungo quella di risultare attendibile, sue vie e ad alcuni elementi arco di tempo: dal 1937, credibile, insomma di garantire topici12 e ricorrenti della sua anno del primo abbozzo di al lettore che la Ferrara configurazione urbana (le Lida Mantovani, una delle di cui riferisco è una città mura, i muri, la casa, l’orto, il prime storie ferraresi, alla vera, certamente esistita. giardino, il cimitero). realizzazione della sua opera Intendiamoci: non è che non Qui basti dire che la città ommia in prosa, nel 1974. mi sia permesso delle libertà: il d’origine è, per la sua continua Ferrara è inoltre, in virtù di giardino dei Finzi Contini, per presenza, l’ossessione narrativa questo titolo e delle vicende esempio, non è mai esistito in di Bassani, il «fantasma» narrate, l’eroe eponimo del fondo a corso Ercole I d’Este … ricorrente, che ospita altri romanzo, la protagonista Sulla sinistra, poco di qua dalle fantasmi, tra cui le ombre dei assoluta, che vive gli stessi casi, Mura, esisteva però lo spazio suoi cittadini: ombre (ovvero, gli stessi accidenti, le stesse verde di cui ho scritto, l’area che umbrae, eidola), di cui lo disgrazie dei suoi abitanti. avrebbe potuto accoglierlo …. scrittore diventa testimone, e Risulta perciò uno spazio Mi sono permesso anche qualche ne racconta la storia, quasi a animato, non un semplice modifica nel tessuto urbano, pacificarle in modo definitivo, contenitore urbano; e sempre è vero. Alcune strade, alcune a impedire loro di aggirarsi accende il fiat creatore, avvia piazze, ho dovuto inventarmele. lungo le vie e le piazze ferraresi. l’azione e interagisce con i Penso tuttavia di essere stato Per questo realizza il libro personaggi, di cui rispecchia onesto, di essermi sforzato di unico, compatto, solidamente stati d’animo e psicologia. Si restituire, della Ferrara di cui strutturato13, come si addice configura come un luogo reale, ho scritto, un’immagine il più a un luogo unico, il solo che perfettamente riconoscibile per possibile reale, concreta».11 le sue caratteristiche storiche, E ancora, nella stessa 12. Per la disamina specifica ci si avvarrà, prevalentemente, del saggio di S. Nezri- topografiche e toponomastiche, intervista: Dufour, Lo spazio bassaniano:metafora e e contemporaneamente come «la Ferrara di cui mi sono concretizzazione di un’idea dell’esistenza, Croniques italiennes web 28 (2/2014), pp. un luogo dell’immaginazione, occupato scrivendo è soltanto la 234-248. Ferrara dell’epoca del fascismo 9. Cfr. A. Berardinelli, Un’altra storia in 13. Cfr. quanto scrive R. Cotroneo, versi, in M. I. Gaeta (a cura di), Giorgio [ma l’Airone è ambientato nel Introduzione, in G. Bassani, Opere, cit., Bassani.Uno scrittore da ritrovare, cit., 1947!]. Per quel che ricordo p. LIII: « … Bassani ha concepito la sua p. 46: «Uno dei nostri prosatori più produzione narrativa come un’unica pazientemente devoti al passato, uno opera, fatta di fili che si intrecciano, anche dei più attenti, ossessivi custodi della 10. Cfr. G. Bassani.Il romanzo di Ferrara, per poco, quanto basta per far tornare memoria, si era trasformato [con le Milano, Feltrinelli, 2012, p.780. alla mente un personaggio, un angolo raccolte Epitaffio e In gran segreto]in un di Ferrara, un pensiero di un racconto sacerdote del puro presente». 11. Cfr. In risposta (VI), cit., p. 1322. precedente». 112 Bassani abbia veramente propendeva per il superamento rimaneggiamenti e riscritture abitato, che è Il romanzo di della tradizionale distinzione - Dentro le mura (1973) e Ferrara. dei generi letterari: inclusa, con tale titolo, ne Il Il libro (o macrotesto), al «… è ora di finirla con questa romanzo di Ferrara (1980). E, a di là dell’etichetta di genere, distinzione – che può essere conclusione del ciclo narrativo, certamente impropria nella utile, a patto di non crederci si presenta - preceduta sua accezione vulgata perché troppo -, tra narratori, poeti, dall’aggettivo «ferraresi» - con accoglie testi diversi (racconti, teatranti, saggisti, eccetera. il nome proprio (Ferrara) e il novelle, saggi, romanzi), non I poeti si esprimono sempre peso di una lunga tradizione è neppure ‘unico’ in senso attraverso le cose che fanno, letteraria e culturale, che va da letterale, perché comprende sei attraverso i versi, i romanzi, Ariosto a Tasso a De Pisis. libri, indicati in successione con le opere teatrali. Racine è un Investigare tale città il rispettivo ordinale (I, Dentro grande poeta non perché scrive è dunque necessario per le mura, II, Gli occhiali d’oro, III, andando a capo, cioè in versi coglierne gli aspetti reali e Il Giardino dei Finzi Contini, … ma perché aveva una cosa metaforici, con attenzione IV, Dietro la porta, V, L’a i r o n e , profonda da esprimere. Lo particolare ai suoi spazi topici, VI, L’odore del fieno); ma è stesso si dica per Alfieri, per che ricorrono con regolarità in certamente un caso unico14 di Goldoni, eccetera, tutti grandi tutto il Romanzo di Ferrara, al generi narrativi in contatto, poeti. Quanto a me, io non sono pari dei personaggi. Ma, poiché la cui sintesi può essere un romanziere, o un rimatore, non è possibile proporne - in costituita dall’unico oggetto o o un saggista. Sono un poeta, questa sede - una disamina personaggio, che compare nel sostanzialmente un poeta». E esauriente e puntuale, ci si titolo (Ferrara) e rappresenta i poeti, premetteva, devono limita a qualche accenno l’ostinata quête di Bassani, il parlare «di ciò che ricordano».16 significativo e si rimanda, per suo viaggio nella memoria. In Alla rappresentazione il resto, all’ampia bibliografia termini pittorici, un concetto di Ferrara l’autore giunge, specifica.17 equivalente può essere veicolato comunque, per progressive Ferrara è innanzitutto dalla parola ‘polittico’, il dipinto approssimazioni. Essa compare rappresentata entro il cerchio in legno, articolato in più tarsie per la prima volta in Una città delle sue mura, come una a rappresentare individualità di pianura, il testo giovanile sorta di «Fiorenza» dantesca tematiche (o iconiche che dir pubblicato nel 1940, con la (ma meno pacifica, «sobria si voglia), e tuttavia organico e semplice iniziale F, seguita dal e pudica»).18 In essa ci sono coerente nel suo insieme. punto fermo o dall’asterisco (e mura e muri. «La cerchia L’autore d’altra parte, non facilmente riconoscibile antica» garantisce protezione definendosi poeta e storicista15, in questa forma abbreviata, e, contemporaneamente, o reticente, un po’ manzoniana). alternativamente, costituisce 14. Utili risultano a riguardo anche In seguito fa la sua epifania, con una prigione, che rinserra le considerazioni di P. Frandini, in G. Bassani e il fantasma di Ferrara, cit., p. 77: caratteristiche proprie e note, l’individuo nel fortino del «Il romanzo di Ferrara è romanzo perché in Lida Mantovani, tormentata suo isolamento e della sua organismo perfettamente conchiuso, con una sua logica interna. La sequenza nella narrazione d’esordio delle esclusione. Lungo «la Mura quale sono state disposte le storie riflette Cinque storie ferraresi (1956), la volontà dello scrittore di configurare 17. Si vedano almeno, oltre agli studi un corpo attivo, ove i singoli episodi, poi Storie ferraresi (1960), citati, G. Oddo De Stefanis, Bassani entro ognuno nel ruolo che gli compete, sono divenuta infine - dopo vari il cerchio delle sue mura, Ravenna, Longo, indispensabili alla radiografia di un tutto». 1980; AA.VV., Bassani e Ferrara. Le diciamo sentimentale, ma c’è la volontà intermittenze del cuore, Atti del Convegno, 15. Cfr, Intervista a Bassani di dello storicista. Si ricordi che io sono a cura di A. Chiappini e G. Venturi, A. Geraldini, L’inquietante Micòl anche un saggista e dunque al romanzo Ferrara, Corbo, 1995; Giorgio Bassani: la non è dunque esistita?, «Corriere applico le pretese del saggismo, della poesia del romanzo, il romanzo del poeta, d’informazione», Milano, 1962: «Si, … io filologia». a cura di A. Perli, Ravenna, Giorgio Pozzi sono uno storicista. Volevo fare la storia. E editore, 2011. allora uno storicista se non bada al tempo, 16. Cfr. Un’intervista inedita (1961), in G. ai giorni, alle date… Certo c’è l’afflato, Bassani. Opere, cit., pp. 1346-1347. 18. Cfr. Par., XV, 97 ss. 113 degli Angeli» accadono spesso rientra in essa, attratto di successiva emersione. Tra di comunque fatti importanti per dal proprio carcere familiare. esse sembrano particolarmente i vari personaggi di Bassani: Sicché, in definitiva, la vera funzionali quelle della galleria, David e Lida Mantovani, liberazione è rappresentata della tana, della caverna, del ad esempio, passeggiano soltanto dalla morte, dal pozzo, del corridoio. lungo i bastioni; e lungo le suicidio (si uccidono, infatti, sia Ad esempio, via Borso mura si muove anche Bruno Athos Fadigati, negli Occhiali d’Este è presentata, Negli ultimi Lattes con Clelia Trotti. Nel d’oro, sia Edgardo Limentani, anni di Clelia Trotti, come perimetro pentagonale della nell’Airone). un budello rettilineo, che ha cinta muraria si snoda, poi, il Lo spazio, simultaneamente come meta il camposanto. Ha reticolo delle vie, dei viali, dei reale e simbolico, ha dunque connotazione funebre, corsi, delle piazze: reticolo che nel Romanzo di Ferrara al pari del cunicolo buio, dove rappresenta il ‘fuori’, l’esterno, un’importanza superiore Giorgio lascia la bicicletta, cui si contrappone il ‘dentro’, al tempo, che lo scrittore quando si reca per la seconda l’interno, con i muri, le camere, struttura in forma geometrica volta da Micòl, Nel giardino dei le case, le aule. (spaziale, appunto). Esso avvia Finzi Contini. Quel cunicolo I muri includono, recludono, e sviluppa la successione degli è simile all’ipogeo dei Matuta, segregano, e mettono in avvenimenti, e fagocita, in nella necropoli etrusca del evidenza la solitudine e la qualche modo, anche il tempo, prologo, e permette al giovane sofferenza (fino alla morte) di assorbendolo dentro di sé. di conoscere meglio l’erede chi vive in spazi chiusi. Così Consuona, inoltre, con lo stato (Micòl) dei Finzi Contini e di avviene per il protagonista d’animo dei personaggi e con scoprirne l’alterità insuperabile. di Dietro la porta, dove i la loro evoluzione psicologica. Nell’Airone, oltre alla botte muri dell’aula e delle case (di E può essere rappresentato per la caccia, alle stanze che il Carlo Cattolica e dello stesso attraverso alcune metafore, protagonista conosce dentro protagonista) rappresentano un ‘autorizzate’ (in parte) e fuori Ferrara, e alla baracca confine invalicabile per lui, che dall’autore. Una di queste è la stretta e buia di Gavino, il rimane sempre sulla soglia. E sfera; un’altra, quella dei cerchi suo aiutante venatorio, che così avviene anche per Edgardo concentrici. La prima richiama richiamano situazioni di Limentani, nell’Airone, il quale la configurazione circolare delle angoscia e immagini di morte, è rinserrato in varie stanze e mura di Ferrara; la seconda, il c’è la presenza del pozzo, prima risulta, infine, prigioniero di destino immutabile di alcuni in accezione metaforica e poi in questi luoghi claustrofobici e personaggi, che girano da senso letterale. Esso è metafora della sua inettitudine. Ma sorte una parte senza incontrare, in delle buie viscere e segnala, con non diversa tocca alla stessa questo moto di rotazione, gli il suo movimento discendente, Micòl, nel Giardino dei Finzi altri, che si muovono invece l’incoscienza iniziale (o il Contini, dove la giovane donna in direzione opposta. Fermo è mancato scavo interiore) del appare ‘murata’ nella propria il perno, ma parallele le sfere, protagonista ‘sonnambulo’, camera, da cui non esce mai se senza possibilità di convergenza e la disperazione finale, che non per raggiungere il giardino, (vedi il caso di Geo Josz, conduce - dopo l’immersione che è a sua volta recinto, hortus l’ebreo sopravvissuto al lager di nel pozzo dell’Io - al gesto conclusus. Buchenwald, ma escluso dalla estremo, alla soppressione di sé. Non c’è dunque via d’uscita o comunità di partenza, che evita Il corridoio è, infine, il possibilità di evasione per molti ogni incontro con il reietto). passaggio stretto, lungo e personaggi bassaniani, anche Altre metafore hanno a buio che tutti i personaggi, per quelli animati dal desiderio che fare con immagini di e lo stesso Bassani, hanno in di spezzare le catene della loro angustia spaziale, di oscurità, qualche modo attraversato. reclusione. E chi vuole o tenta di immersione nel pozzo della Per i primi esso è metafora di uscire fuori dalla prigione, coscienza o della memoria e della vita e acquisizione 114 di consapevolezza; per il Nella seconda (Napoli), dove dove ancora aleggia lo spirito di secondo, viaggio à rebours Bassani rimase per pochi anni, Parmenide, ad est. nella memoria e ricerca della la concentrazione era per lui E tuttavia, benché Bassani verità. Come scrive lo stesso impossibile. Cercò di lavorare abbia completato e sistemato autore, Nell’odore del fieno: alla storia di un partigiano, ma in modo definitivo (nel 1980) «Recuperare il passato dunque il progetto non ebbe seguito, l’edizione ne varietur della è possibile. Bisogna, tuttavia, nonostante i consigli di Mario sua produzione in prosa, se proprio si ha voglia di Soldati, che gli raccomandava dedicandosi, per il resto, recuperarlo, percorrere una di girare poco in bicicletta e soltanto al presente, fuori dal specie di corridoio ad ogni di sedere a lungo dietro una «corridoio» della memoria, istante più lungo. Laggiù, in scrivania (raccomandazione i ricordi della sua Ferrara fondo al remoto, soleggiato che egli accettò soltanto per continuano ad aggallare anche punto di convergenza delle la narrativa di ispirazione dai versi e non l’abbandonano nere pareti del corridoio, sta la ferrarese). mai. Significativa è, da tale vita, vivida e palpitante come Nella terza località, di cui punto di vista, la lirica Rolls una volta, quando primamente è traccia - come si è visto - in Royce,22 nella quale l’autore si produsse. Eterna, allora? Epitaffio e In gran segreto, egli prefigura (in qualche modo) Eterna. E nondimeno sempre trascorse anni inizialmente il suo funerale e immagina più lontana, sempre più felici, dapprima in dolce di ritornare, post mortem, sfuggente, sempre più restia a compagnia e poi in solitudine, nella sua città d’origine, con lasciarsi di nuovo possedere». fino al nuovo mènage con un’autovettura di lusso e uno A conclusione, due Portia Anne Preby, che vivrà chauffeur inguantato, elegante. considerazioni ‘extravaganti’ su con lui dal 1978 alla morte Egli ripercorre, così, luoghi e Roma, Napoli e Maratea, luoghi dello scrittore, ben dopo strade ben noti,23 ridisegnando non intrinseci ai testi narrativi l’alienazione (agli inizi degli per l’ennesima volta la di Bassani e suscettibili di un anni Ottanta) della casa di mappa di Ferrara, con soste e diverso gradimento da parte Maratea.20 ripartenze, fino alla casa natia, dello scrittore. Questa bella cittadina della in via Cisterna del Follo, e alle Nella prima non gli piaceva Lucania è descritta, in alcune «strade» fuori Porta, «ampie e vivere, nonostante i lunghi poesie21 che la riguardano, come deserte /, prive affatto di tetti anni (circa un sessantennio) un luogo reale e incantato, ai lati e affatto / sconosciute», di residenza in loco. Troppo con il mare, il porto, il lungo meta conclusiva di questo grande, Roma, troppo caotica promontorio di Palinuro, a visionario tour postumo. per un provinciale inurbato sud; la corona delle montagne, Ciò dimostra che il fantasma come lui: una città «straniera», Trecchina, (un paese vicino), di Ferrara è divenuto, ormai, con i suoi marmi in superficie Lagonegro, il monte Pollino, uno ‘spettro’, che incalza il e suoi ipogei sotterranei, che a nord; e la non remota Velia, poeta come l’ombra di Banquo, davano inquietudine. E i e non tollera che il legame con suoi saliscendi, i suoi colli, i 20. Sui rapporti di Bassani con Ferrara e quella città venga reciso. Maratea è stato realizzato un importante suoi spazi pianeggianti, cosi convegno di studi nei giorni 10-11 agosto diversi dalla configurazione 2012. Tale convegno, intitolato G. Bassani. 22. La lirica fa parte della raccolta morfologica di una città Due città nel cuore: Ferrara e Maratea, Epitaffio, ora in G. Bassani. Opere, cit., pp. si è svolto nella cittadina lucana, presso 1430-1432. di pianura, come Ferrara. Villa Tarantini, ed è stato accompagnato e Nell’Urbe perfino il sole e la seguito da una mostra sullo scrittore. Dei 23. I luoghi ferraresi evocati sono, in lavori delle due giornate resta soltanto una successione: il castello Estense, corso luna sono «neri, e la fronte della registrazione al magnetofono, di cui però Giovecca, la chiesa di San Carlo, quella città «non splende di grazia».19 non ho potuto avvalermi, nonostante la dei Teatini, il marciapiede Folchini (con disponibilità, verbatim, della prof. Tina relativa pasticceria), via Madama, via Polisciano, organizzatrice del convegno. Cisterna del Follo, il Montagnone. 19. Cfr., in particolare, le poesie Valle dell’Aniene (da Te lucis ante) e Saluto a 21. Cfr., oltre a quelle citate infra, Lettera, Roma (da Storie di poveri amanti). Sul Pollino, I grandi (da Epitaffio). 115 Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Commedia B.I.19, Dante Alighieri, Commedia, XV secolo. Pagina riccamente miniata, con lo stemma della famiglia Martinengo

116 Roberto Mussapi

La piuma del Simorgh

Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo Classico “Arnaldo” di Brescia; Socio dell’Ateneo di Brescia.

Abstract Roberto Mussapi has just published a new volume of poems, “La piuma di Simorgh”, in which we find suggestions from Horace and , through which he expressed his poetic world. Mussapi is also inspired by Marco Polo in “La via per Xanadu”, where exotic world and poetic inspiration live together.

oberto Mussapi ha detto una volta per sempre”, il presentato il suo più Fato), e ‘phàino’, “porto alla R recente volume di poesia, luce, rendo visibile, evidente” «La piuma del Simorgh» e, al medio, “mi mostro, (Milano, Mondadori, collana risplendo” (donde ‘phàos’, “Lo specchio”, pp.101) “luce”, poi contrattosi in nello studio milanese di ‘phòs’, genitivo ‘photòs’: da Marco Nereo Rotelli (in via qui i derivati moderni), parola Stendhal 36, sede del gruppo e luce mirabilmente raccordati Art Project, da lui fondato, nel versetto 130 del Salmo 118: che raccoglie giovani artisti «la tua parola, nel rivelarsi, e architetti, diretti da Elena illumina,/ dona saggezza ai Lombardi; con loro Rotelli semplici». realizza interventi e progetti Tutto attorno, infatti, di installazione urbana): si mostravano in luci e un’occasione per riflettere lettere le opere di Rotelli, sull’unità delle arti, visive nelle quali è protagonista e auditive, sul rapporto tra la scrittura, con i caratteri che pulsano anche nelle suono e immagine, parola latini di vari generi e lingue, sue installazioni, da quella e colore, luce e musica, che o greci, o gli ideogrammi che veneziana per il Molino Stucky trova il suo archetipo nella giungono dalle più lontane alla Giudecca alla recente corradicalità, in greco e forse propaggini dell’umanità: i inaugurazione, a Ramallah, anche in alcune delle più glifi rongorongo, il sistema del Palestinian Museum; antiche lingue orientali (a detta comunicativo di Rapa Nui, nel prossimo futuro c’è una di Giovanni Semerano), tra l’Isola di Pasqua, dove Rotelli, performance a Tucson, sui ‘phemì’, “io dico” (con l’idea veneziano e quindi con il mare linguaggi dei nativi indiani della parola irrevocabile e nel sangue, ha soggiornato più per l’interpretazione simbolica potente, come nel latino ‘fari’, volte e a lungo; e, all’opposto, dell’acqua, sinergica tra arte, donde ‘fatum’, “ciò che è stato lampeggianti scritte al neon, poesia e musica navajo/ute. 117 Simorgh era, secondo la storicamente in concordia mitologia persiana, l’uccello discors, sono citati da Mussapi che viveva sull’albero dei stesso, con Pierre de Ronsard, semi, da cui erano generate in nota a pp. 100-101), e le sementi di tutte le piante l’andamento frammentario, i selvatiche, posizionato accanto “rerum vulgarium fragmenta” all’albero dell’immortalità. ... de «La piuma del Simorgh» il mistico sufi ‘Attar lo celebra costruiscono, pagina dopo nel suo poema La lingua degli pagina, un poema unitario al uccelli come il signore degli quale pongono mano e Cielo e uccelli, di tutto ciò che sta tra terra, un itinerario che muove la terra e il cielo, dio generante dalla peregrinazione ulissiaca, e cultmine dell’Amore. Lo infera, un lungo sogno tra incontrai, come entità divina acqua e fuoco, della sezione ispirante e inattingibile, iniziale, “La via per Xanadu”, nell’opera appena citata di alla meditazione enigmatica ‘Attar, da molto tempo entrato della luce opalescente, nella mia costellazione, e purgatoriale, delle due brevi divenuto una delle fonti di sezioni successive, “Il poema Con «La piuma del ispirazione del mio poema della perla” e “Poesie dalle Simorgh» Roberto Mussapi L’incoronazione degli uccelli grandi fiabe”, fino a giungere e ha scritto, orazianamente, il nel giardino (Salani).». appagarsi della contemplazione suo IV libro dei Carmina: Conversando con Marco Nereo assoluta, sfolgorante, edenica come il libro conclusivo Rotelli, Mussapi ha precisato: nei conclusivi “Frammenti delle Odi di Orazio, anche il «il Simorgh è di più della dall’esistenza di Maria”, la volumetto mussapiano è una Fenìce; da una sua piuma parte del libro preesistente ripresa in estrema sintesi di nacque il mondo, e chi conosce (edita a Rimini da Raffaelli, motivi e percorsi già esperiti le trame di quella piuma, può nel 2012, conclude «La piuma nelle precedenti raccolte, capire il mondo.» del Simorgh» come, haec si perché il passare del tempo, licet componere, la canzone e la necessità di risalirlo, lo Poeticamente c’è una 366 “Vergine bella” conclude i rendono nuovo, inesplorato, ripresa della forma allusiva, di Rerum vulgarium fragmenta e illuminato da nuova luce, meditazione lirica, interiore, l’inno alla Vergine conclude il ricordo di anni ancora non propria delle prime raccolte Paradiso). nati, di fatti accaduti e ancora di Mussapi, e il primo titolo Un IV libro oraziano, da compiere, in un processo che mi si affaccia alla mente è quindi, ma anche una ricerca di autogenerazione sempre «Gita meridiana» (Mondadori, virgiliana dell’antica Madre, perfetto e sempre fecondo di 1990; poi Jaca Book, 2009 la perla di gran pregio, per novità, come il Simorgh, nella con postfazione di Francesco acquistare la quale è saggio mitologia persiana un fratello Napoli), ma l’esperienza epica vendere tutto (Matteo, 13, maggiore dell’araba Fenìce: che informa gran parte della 45-46: «Il regno dei Cieli è «presente nei titoli di due sua scrittura poetica successiva simile ad un mercante che poesie (La piuma del Simorgh non va perduta, semplicemente va in cerca di perle preziose. e Il sogno del Simorgh), il è riconquistata dalla volontà di Trovatane una di gran pregio, primo dei quali coincidente raccordare le due grandi linee va, vende quantoha e la con il titolo del libro, è -come della poesia italiana, quella di compra.»), perché tutto può annota l’Autore a pag. 99- ascendenza dantesca con quella essere ritrovato, centuplicato figura centrale in quest’opera. di ascendenza petrarchesca in valore già hic et nunc, (Petrarca e Dante, come sempre alla luce unica della Perla, 118 sfaccettata da Mussapi (come dopo aver percorso tante altre precisa nella nota a p.101) in terre; guide virgiliane in questa quattro riscritture, due da opere catàbasi e anàbasi sono, oltre scritte, il «Canto della perla» ai già ricordati grandi poeti di Gawain Poet (un anonimo del passato, Wole Soyinka, del secolo XIII) e l’«Inno della Ezra Pound e soprattutto Yves perla» dagli «Atti apocrifi Bonnefoy, morto a Parigi, dell’apostolo Giuda Tommaso» all’età di 93 anni, l’1 luglio (databili tra III e IV secolo), e 2016, pochi giorni dopo la due da opere non ancora scritte, presentazione de «La piuma «pura invenzione su due miti del Simorgh», nella quale era per me -continua Mussapi- stato affettuosamente ricordato centrali, quello del pirata da Mussapi per i loro scambi Henry Morgan, di Panama e di poesie e di traduzioni della Santa Rossa, e quello di reciproche (cfr. la nota a La Marco Polo». Bellezza), per il suo consiglio di non cercare l’immaginazione Marco Polo è la fonte ma il duro della pietra, la cosa, poesia de La via per Xanadu anche del toponimo Xanadu, la realtà, infine per la serenità ha un legame specifico, che dà il titolo, La via per dimostrata nell’accingersi di parole immagini idee, Xanadu, alla prima e più ampia all’ultimo viaggio, partecipata con la successiva, finché sezione de «La piuma del agli amici più cari tramite l’ultima, anche nella dedica Simorgh»: 23 componimenti e-mail, dettate alla figlia al Simorgh, si ricollega alla che coprono circa metà libro, Beatrice, di commiato e di prima e chiude perfettamente incorniciati dai due sopra citati, calma meditazione sulla il cerchio. Sarebbe bello intitolati al Simorgh, sospesi bellezza presente anche in quel specificare e giustificare questa tra Marco Polo e Colombo, momento. asserzione, esaminando i tra Venezia, porta d’Oriente, Un’ultima annotazione, legami poesia per poesia, come e Genova e l’Atlantico che mi si è presentata con pure commentarne almeno e le Indie Occidentali. evidenza alla prima lettura qualche brano, ma potrebbe Anche Mussapi, con le lineare de La via per Xanadu risultare anche stucchevole e sue ascendenze genetiche (ma chissà se l’Autore se pretenzioso; è meglio perciò e culturali tanto veneziane n’è accorto?): l’unità anche lasciare questo bell’impegno quanto liguri, vuole, come formale della sezione è alla buona volontà del lettore. Cristoforo Colombo, “buscar assicurata da un sistema che el levante por el poniente”, ricorda le “coblas capfinidas” giungere all’estremo Oriente della poesia trobadorica e per la via dell’Occidente, dei suoi continuatori (ogni metaforicamente all’Origine strofa è legata alla successiva passando attraverso la Fine, tramite la ripresa, nel primo alla nascita accettando e verso, di una parola o un assumendo la morte come concetto dell’ultimo verso passaggio, trovare oltre la Terra della precedente), naturalmente dell’Ombra la luce che risorge, senza la meccanicità troppo oltre il buio subacqueo (come stringente e astratta del il Tuffatore di Paestum) la modello medievale (possibile luminosità della Perla; e, come in un repertorio di temi, ma Marco Polo, da Xanadu tornare anche di vocaboli, rigidamente a Venezia, ritrovare la patria predeterminato), tuttavia ogni 119 Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, A.V.26, Ovidio, Heroides, XV secolo. Pagina con iniziale e fregio decorati, stemma di Bartolomeo Palazzi

120 PEPITE QUERINIANE: Rubrica di scoperte bibliografiche

Vino per tutte le stagioni: la lettera Della qualità dei vini di Sante Lancerio, bottigliere pontificio

Ennio Ferraglio Direttore del Sistema Bibliotecario urbano, Socio dell’Ateneo di Brescia

Abstract This short article presents a well-known Letter “Della qualità dei vini” (The wine quality) by Sante Lancerio, famous bottler of Pope Paul III. The letter is a precious document about the consumption of wine on the table of a Renaissance Pope. Paul III was a very careful drinker: he chose the wines with great care, taking into account, as well as his personal health and the doctors’ prescriptions, also other elements like the season of the year, the climate, the place and the parti- cular therapeutic effects.

a lettera che Sante Lancerio, bottigliere di papa Paolo III (1468-1549), indirizzò a metà L Cinquecento al cardinale Ascanio Sforza intorno alla natura e qualità dei vini può essere considerata il primo testo della letteratura enologica italiana. Di ciascun vino preso in considerazione, il Lancerio analizza l’aspetto esteriore, il profumo, il sapore e la persistenza sul palato, il retrogusto, la gradazione alcolica, l’attitudine al trasporto e alla conservazione, la mutevolezza delle caratteristiche in base alla stagione o periodo dell’anno, gli abbinamenti con le vivande e l’idoneità al consumo in base alle diverse ore del giorno, stagioni dell’anno o condizioni fisiologiche del bevitore. Il nostro sommelier ante-litteram prende in considerazione, con una terminologia molto simile a quella adottata dagli enologi contemporanei, un buon numero di vini, molti dei quali presenti sulla mensa pontificia e provenienti da Toscana, Sicilia, Liguria, Piemonte, Lazio, Campania, Calabria, Francia e Spagna. Un aspetto molto particolare e interessante della Lettera è che vengono riferiti i gusti del pontefice, che, nell’ambito della scelta dei vini, si apprende essere particolarmente attento alle 121 prescrizioni dietetiche dei particolari vini in ragione che soddisfacente al gusto, era medici e poco incline – se dell’età avanzata o dello status considerato utile “per bagnarsi non per rari casi – al puro e sociale. gli occhi ogni mattina et anco semplice soddisfacimento Si possono fare alcuni per bagnarsi le parti virili”; il del gusto personale. Paolo III esempi: del Moscatello ligure papa accompagnava invece un prediligeva, infatti, vini giovani Sua Santità “non voleva bere buon bicchiere di Rossese con e freschi d’estate e vini dolci e per conto alcuno” perché dei fichi sbucciati e zuccherati, forti, considerati di natura più considerato vino “da osti e per perché “gran nodrimento calda, nella stagione invernale, gli imbriaconi per scaldarsi”; il alli vecchi”. La predilezione mentre beveva o rifiutava Greco di Somma, invece, oltre assoluta andava, però, al 122 Sante Lancerio

Nobile di Montepulciano, infine, il consumo di vini e per la ricerca dei possibili dal Lancerio considerato particolarmente dolci e potenti, abbinamenti tra vini e cibi. “perfettissimo”: di questo le cui caratteristiche non Leggendo, inoltre, i menu vino il papa non solo beveva si adattavano alla persona dei grandi cuochi dell’epoca, volentieri, ma anche faceva del papa, quali il rosso di si apprende come fosse già omaggi e doni di gratitudine a Terracina, prediletto dai codificata la progressione chi glielo offriva. cortigiani, e soprattutto del che andava dai vini bianchi e Tra i vini “da signori”, Mangiaguerra, adatto ad osti, leggeri per gli inizi del pasto, inoltre, il Lancerio annovera il ubriaconi, lenoni e cortigiane ai rossi per gli arrosti, ai vini Mazzacane, che il papa beveva “per incitare la lussuria”. corposi e forti per i dessert, per per dissetarsi quando faceva Conclude la lettera un lungo chiudere con i vini aromatizzati molto caldo, il Lacrima Christi, elenco di vini, semplicemente con le spezie. il rosso di Ivrea, il bianco dei citati per nome ma non La lettera del Lancerio Colli Albani, la Vernaccia di S. descritti, che naturalmente il può essere letta in edizione Gimignano. papa non beveva in nessun moderna, con il titolo Della Altri vini, invece, non conto e che il Lancerio sapeva qualità dei vini, in L’arte della venivano considerati adatti essere vini “cotti et arrosti cucina in Italia. Libri di ricette per signori e prelati, ed erano et arsi e matrosi e grassi”, e trattati sulla civiltà della perciò destinati ai domestici e e dunque “da lassarsi ai tavola dal XIV al XIX secolo, alla servitù: il Greco di Torre contadini”. a cura di E. Faccioli, Torino e quello d’Ischia, il Corso La lettera del Lancerio 1987, pp. 331-355. d’Elba, indistintamente tutti i costituisce una testimonianza vini francesi e spagnoli (“sono preziosa per l’attenzione che vini da lasciarli bere a loro”). si andava sviluppando, a metà Decisamente sconveniente, Cinquecento, per la qualità 123 Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, A.V.17, Salterio, secolo XIV, A sinistra, pagina con il calendario liturgico del mese di dicembre. A destra, grande miniatura con il re Davide che suona la cetra, grande iniziale figurata con Madonna e bambino.

124 LE RIVISTE DEI BIBLIOFILI

Rime e poesie in guerra

Antonio De Gennaro Responsabile dell’Emeroteca della Biblioteca Civica Queriniana

Abstract By a wide research in the newspapers of the years of the First World War, the Author is able to publish several poems, ballades, sonnets and popular songs inspired by the wild and dramatic life under the bombs and in front of the enemies, waiting for the final bullet, or hoping a quick return to the normal life.

a Grande Guerra non è stata di Giovanna Inverardi, in questo percorso illustrativo, raccontata solo dai grandi sono esposte in Emeroteca ma anche il sarcasmo nei L letterati, ma anche da uomini Queriniana le riproduzioni di confronti del nemico e dei comuni, che attraverso le versi e rime composti dai nostri potenti, lo spirito di corpo e di loro parole affidate a lettere, soldati al fronte, o dai loro cameratismo. diari o altro, narravano familiari, e inviati ai quotidiani Un attento osservatore di l’esperienza apocalittica che li dell’epoca per essere poi quanto avveniva nelle nostre allontanò dai loro mondi, dai pubblicati. trincee fu un giovane capitano loro affetti. Non sono però solo i toni medico, il trentasettenne In questi mesi, a cura drammatici ad accompagnarci Agostino Gemelli che, ordinato 125 sacerdote il 14 marzo 1908 sono che usanze, credenze, manifestazioni, così come a Rezzato per l’ordine dei superstizioni, canti ecc., nel clan dei popoli primitivi francescani, partecipa come già comuni a tutto il popolo l’isolamento permetteva lo medico e sacerdote al primo italiano, o a quello di alcune stabilirsi di pratiche, di forme conflitto mondiale, dedicando regioni. Il soldato porta da di linguaggio, di usanze la sua attenzione, tramite un casa sua questi canti, queste proprie di quel clan… laboratorio psicofisiologico, da pratiche superstiziose. Ma essi Evidentemente, tutto lui fondato presso il comando nella vita militare assumono questo materiale merita di supremo dell’esercito, alla una nuova fisionomia per essere raccolto per venire un psicologia dei soldati. un processo d’adattamento giorno studiato. Si raccolgono Preziose sono le sue analisi al nuovo ambiente. Così i da chi va in guerra cimeli di comparse su una rivista che nostri alpini hanno canti, valore assai inferiore, armi, promosse, con altri intellettuali superstizioni, modi di dire, proiettili, indumenti, lettere. del periodo, e che vide la che sono propri della vita Si raccolgono documenti di luce il 1 dicembre del 1914 dei contrabbandieri, o dei valore assai più scarso anche Vita e pensiero, rivista che cacciatori, o dei montanari dal punto di vista storico, e divenne, nel giro di pochi anni, di determinate valli, si trascura di por mente a uno dei punti di riferimento manifestazioni che nella vita questo materiale prezioso di dell’editoria cattolica italiana, militare, assumono, in tutto o studio, del quale nulla o ben nonché la rivista ufficiale in parte, un nuovo contenuto poco resterà domani, quando dell’Università Cattolica del riferentesi alla nuova vita. i soldati, sciolti dalle unità Sacro Cuore che padre Gemelli Inoltre il soldato presenta alle quali appartenevano, creò nel dicembre del 1921. una capacità meravigliosa ritorneranno alle case loro. di trovare motti, espressioni, Che più! Ogni giorno esso Leggiamo cosa scrive sul canti per esprimere una si muta e si trasforma e non primo numero della rivista del situazione. E il motto, il canto, ne rimane traccia alcuna, se 1917: e l’espressione, passano di si eccettua qualche racconto bocca in bocca fra i soldati di di giornalisti o di soldati, Il prolungarsi della guerra un determinato gruppo. La vita nel quale incidentalmente, a e le condizioni speciali nelle comune prolungata per mesi quando a quando è fatto cenno quali essa si sviluppa a causa e mesi, il fatto che, ciascuna di questi usi, di questi canti, di dei metodi tecnici che oggi unità vive una propria vita questo linguaggio. essa impiega, favoriscono tra quasi autonoma – il che vale Insomma per noi non è nata i nostri soldati lo svilupparsi specialmente per le truppe ancora la preoccupazione di usi, il formarsi di tradizioni, alpine – fa sì che fra i soldati di studiare questo prezioso di leggende, di pratiche e di di quelle date unità una materiale, che ha in sé credenze superstiziose, l’uso parola, un canto, una pratica un’importanza assai grande da di forme convenzionali di superstiziosa acquistino in vari punti di vista… linguaggio, il sorgere insomma breve tempo diritto completo I soldati si trovano nelle di manifestazioni varie che di cittadinanza, tanto che condizioni ideali per la conferiscono alla vita psichica anche con gli estranei, senza formazione di un gergo. E del soldato una sua particolare avvedersi che questi non lo studio della lingua del fisionomia. capiscono, fanno uso dello soldato merita il più attento Non è difficile comprendere stesso modo di dire. ed accurato esame, perché come possano avere origine L’uniformità e la costanza attraverso vocaboli e modi di queste varie manifestazioni dell’ambiente, la relativa dire, più che attraverso altre dell’anima del nostro soldato. uniformità delle azioni, il manifestazioni, vi è modo di Una gran parte di queste mutarsi relativamente lento scrutarla sua anima. usanze, o pratiche, o credenze, dei compagni, permette Naturalmente non si o forme di linguaggio, non lo stabilirsi di queste può parlare di una sola lingua 126 militare, perché si hanno evidente di rendere più rapide, Sono passati cento anni e forme e modi di esprimersi che più facili le comunicazioni, non si può che condividere variano da regione a regione senza richiedere un dispendio pienamente l’intento, le del fronte e da regione e di energia, là dove già ve ne è analisi e la preoccupazione regione di origine dei soldati. un gran consumo. Inoltre alle dell’oblio di un periodo storico Così certi modi di chiamare volte il gergo è l’espressione e delle sue manifestazioni alcuni oggetti sono propri e di un bisogno di cameratismo, più popolari che muovevano solo di un’armata e non si di espansione affettiva, che le considerazione di padre usano nelle armate vicine o anima gli uomini che vivono Agostino Gemelli. si usano solo nei territori di insieme nello stesso pericolo. Il ruolo di contenitori retrovie di quella armata. E È un legame di amicizia, che della memoria collettiva nemmeno vi ha stabilità nella permette di dire molte cose, che biblioteche o archivi “lingua del fronte”. Ogni mettendovi una certa dose di svolgono rimane, quindi, una giorno apporta un nuovo sentimento, anche se questo delle missioni da celebrare vocabolo, un nuovo modo di sentimento permette una nota quotidianamente. esprimersi. di ironia o di scherzo. È però Le fonti alle quali vengono da notarsi, come fu accennato Ma torniamo al prezioso attinti questi vocaboli sono sopra, che il soldato volentieri lavoro fatto da Giovanna le più varie. Modi di dire scherza, celia ed è ironico; Inverardi che, con la sua antiquati, dialettali, scambi di ma non è cattivo nella celia, meticolosa ricerca, ha riportato sillabe, di vocali, immagini, e quando fa della blague alla luce decine di poesie, rime, modi metaforici, contrasti di per mostrare che è forte, canti che furono pubblicati pensiero, ecc. Frequenti sono che sopporta il pericolo e il sulle pagine di quotidiani e queste parole per designare sacrificio, vi mescola una nota riviste bresciane del periodo un superiore, un inferiore, di bonomia, di bontà, che rende 1915-1918, ideale trait d’union un compagno, oppure per il suo linguaggio piacevole. tra la trincea e la retrovia, tra designare oggetti e per Il linguaggio del soldato è il soldato e la sua famiglia e i denominare i nemici. I soldati l’espressione di una filosofia suoi affetti. di alcune regioni sono più fatta di rassegnazione e di abili nella fabbricazione di sereno ottimismo. Esso ci Ma andiamo a vedere alcuni queste parole. L’uso di questo fa quindi comprendere ed esempi di poesie. gergo è frequente soprattutto apprezzare il suo carattere, che nel servizio ed ha lo scopo ci viene svelato dal linguaggio.

127 Eccone una, interventista, scritta prima che l’Italia entrasse in guerra…

Lo sghignazzo 23 gennaio 1915, pag. 2

I GUERRIERI DELL’ “AQUARIUM”

Senza zaino sul dorso noi gridiam Viva la guerra fin che siamo qua sul Corso niun di noi cadrà a terra.

Con cartelle e silabari con pomate e biberon toglieremmo agli avversari quel che aspetta alla Nazion.

Gli infami socialisti son carne da cannon solo i nazionalisti han cuore di leon.

Addio mia bella addio l’ armata se ne va ma io faccio il possibile per rimanere qua.

Polesso

A maggio del 1915 l’Italia è entrata anch’essa in guerra e non tutti sembrano dimostrare grande entusiasmo…

Il tranvai 3 luglio 1915, pag. 3

L’ EROE Ma nel veder le spade i cannoni e altri Lasciando l’ Università già laureato, accidenti prima d’ andare a casa dalla mamma, decisi di star qui tra vasi e unguenti. andai a iscrivermi quale ufficial soldato perché sentiva in me forte la fiamma L’ amor di patria ed altre cose belle di combatter non sul mar, per terra, le predicava quando non avea timore, ma ben inteso… quando non c’ era guerra. ma ora per paura della pelle, lascio agli altri tutto il grande onore. E appena giunto qui, ognuno il sa, E duri pur la guerra anche in eterno, dissi ch’ ero ufficial pronto al cimento mi basta il telegramma del capo del governo. e che al primo squillo sarei stato là ad infilar gli austriaci a cento a cento. Lancite 128 Il soldatino in trincea tra paura e idealità…

Brixia: illustrazione popolare bresciana 1 1 luglio 1915, pag. 5 Al soldato Moscatelli Serafino

MA CHE PORA!!!

(Lètera d’ on artiglier bressà)

Che diset? Se gom pora dei sucù? Sé ciao! Noalter? Noalter artiglier? Set miga che gom ché dei bu canù che te jà spàsa via a miér a miér?

Quand che vedom, enfont a quàc valù o sura i moncc, o por per quàc sentér a spontà i pignatì de quac sucù, ghe tirom dènter prope de piasér.

Te sentèset, che raza de sunàda quand che se dopra i noscc bei canunsì! E come jè brai de tegner nèt la strada!

Ma che pora! Che lur i sé difent? Pensa piotòst che de che a un misitì no’ piantarom el triculur so Trent.

Giuseppe Moreschi

Gli inverni al fronte sono lunghi e il freddo ma tra i larici gialli, a sfida, getta invade il corpo e i cuori… l’ abete intatto il suo bel verde eterno.

Illustrazione camuna 21 novembre 1916, Pur tra gli uomini infuria il verno; i cuori pag. 1 son freddi e chiusi, e già le menti umane son fatte amiche ai più ferini orrori; MORTE E VITA ma dalla morte qualche vita avanza, La neve ormai s’indugia in ogni vetta ma nella selva di ferocie strane e, a valle, nasce e muore in mondo alterno; pur verdeggia un augurio, una speranza! niveo gigante, immoto, erto il Civetta sonnecchia già nel manto suo d’ inverno. Alto Zoldo, ottobre 1916 Fortunato Rizzi Fischia la brezza fredda, e per la stretta m’ urta il nevischio sì ch’ io più non scerno; 129 La provincia di Brescia 22 dicembre 1916, pag. 2

L’ arpie d’ Asburgo parlano di pace? Nel sangue sono stanche di sguazzare? Del sogno lor non brilla più la face? Tante… vittorie a lor non fan sperare? Per voi cademmo e l’ alma più non tace? Sauro e Battisti qui sono a vegliare. Or d’ ogni s’ alza un grido: Pace? “Mai!” vibra l’ eco dal Trentino al mare! Mai! Fin che l’ Austria la sua forca paghi, Fin ch’ ogni Eroe col sangue sia scontato, Fin che d’ Italia tutto il sogno appaghi! Già scocca sul quadrante insanguinato L’ ora d’ Asburgo e tutti i sogni… vaghi Cadon nel dì che “Pace” ha supplicato!

Ringraziando vivamente dev.mo Capitano Ruggero De Bianchi

La Valcamonica 8 giugno 1918, pag. 4

AL VALOROSO FANTE

Nelle più dure prove dell’ ardua e cruda guerra, il primo sei che atterra, che vince l’ oppressor!

Mai non sei stanco, e sempre sereno negli affanni offri in sul fiore gli anni senza rimpianto alcun!

Brillan negli occhi tuoi coraggio speme e vita ed il destin t’ invita a sempre nuovi allor!!

Rita Trombini

130 Prestine, maggio 1918 La sirena: giornale per la maestranza bresciana 14 settembre 1918, pag. 2

IL SOLDATO ITALIANO

E’ bello, forte e audace se mai non lotta invano, se pugna per la pace il soldato italiano.

Aspetta ancora Trento, Trieste aspetta e spera; ad esse come il vento verrà l’ itala schiera.

Tu pur di là del mare aspetta e ti consola; attendi nozze care o bella, e forte Pola!

Per voi l’ antica storia non ha parlato invano; vita daravvi e gloria il soldato italiano

Conti Mario Caporale IV Squadrone Cavalleria Genova

131 132 VISTI IN LIBRERIA

Rubrica di recensioni librarie

Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo Classico “Arnaldo” di Brescia; Socio Ateneo di Brescia

Per i libri ricevuti ringrazio, come sempre, l’Ateneo di Brescia, nelle persone del Presidente Sergio Onger e del Segretario Pierfranco Blesio, l’editrice Mondadori e la Fondazione Valla; un particolare ringraziamento a don Franco Bontempi e alla Società per lo studio della storia ebraica, per il volume «Analisi del Potere – Commento al libro di Daniele» che inaugura la collana “Studi biblici” della suddetta Società; per il comodato d’uso di tutti gli altri libri ringrazio di cuore la Libreria Resola. I libri recensiti qui di seguito sono poca cosa, rispetto ai molti degni di nota che anche un visitatore di librerie e pagine d’informazione sulle novità librarie, ormai saltuario come il soprascritto (obtorto collo! Ma è molto difficile resistere senza danni alla società dello stress e dei senecani “occupati otiosi” e soprattutto agli impegni burocratici, validissimi aiuti per chi voglia perder tempo: “tota vita elabitur aliud agentibus”, dice ancora Seneca), riesce a vedere; ho cercato di concentrarmi sui temi più scottanti, in sinergia con l’editoriale: la crisi e la necessità di un ritorno ai Classici e alla lettura meditativa e costitutiva della Persona, perché la cultura resta l’unica via di scampo dallo sfacelo incombente. L’ordine delle recensioni è vagamente cronologico per argomenti, e finisce “in gloria” con un omaggio a Umberto Eco, scomparso a Milano il 19 Febbraio 2016, con una discrezione signorile, senza accanimenti terapeutici o massmediatici, che mi ha colpito e commosso.

Rinnovo ulteriormente ai cortesi lettori l’invito, anzi l’esortazione ad acquistare i libri in libreria (e in particolare gli insegnanti, che devono farsi rilasciare ricevuta per quei famosi 500 euro loro accreditati, anche se è ormai prossima la scadenza: speriamo in un rinnovo di questo ottimo provvedimento anche per l’anno scolastico 2016/2017); anche la presa di posizione in favore del Liceo Classico mira alla salvaguardia della cultura libraria: senza i classici e il gusto per la lettura dei classici, il libro muore, muore la possibilità di rinnovarlo e restano solo «laidi libercoli perditempo e ammazzacervello, romanzucoli senza capo né coda, che fanno morire l’anima per anoressia e lasciano il campo a un solo pensiero: viviamo nel migliore dei mondi possibili, non c’è bisogno né di cambiare né di pensare; “tutto va ben, madama la marchesa!”»

Mi ripeto? Sì, ma quando in gioco ci sono i libri veri e ciò che significano, “creberrime repetita permaxime iuvant”!

Nello scorso n° 44 di “Misinta” questa rubrica si apriva con l’Edizione Nazionale delle Opere di Giuseppe Cesare Abba: dedico queste righe al commosso ricordo di chi allora ne presiedeva il Comitato Scientifico, Luigi Amedeo Biglione di Viarigi, recentemente scomparso; la sua vita dedicata alla cultura, la sua operosità generosa per l’Ateneo cittadino, che ha perso un socio di rara umanità, restano tuttavia nel cuore di tutti quelli che l’hanno conosciuto. 133 antologia di brani riguardanti Aristotele, Politica, il problema del governo del introduzione di Luciano popolo da Omero sino all’epoca Canfora e Richard Kraut, di Alessandro Magno.» traduzione di Roberto Radice e Tornando alla Politica di Tristano Gargiulo, commento Aristotele, i suoi otto libri sono di Trevor J. Saunders e Richard animati, sotto la descrizione Robinson (vol. I), David Keyt e scientifica e apparentemente Richard Kraut (vol. II), Milano, distaccata dello status Fondazione Lorenzo Valla quaestionis nella storia – Arnoldo Mondadori, 2015- della politica e del pensiero 2016, pp. CXLVI + 466 (vol. politico greco, da una serrata I), XLV + 558 (vol. II), € 30 confutazione delle concezioni ciascuno: è l’opera di apertura filosofiche in materia espresse di un progetto grandioso, da Platone principalmente a cura di Piero Boitani e nella Repubblica, nel Politico, con la revisione generale di nelle Leggi e nelle Lettere VII e VIII (quest’ultima non da tutti attribuita a Platone): decadenza irreversibile di Tristano Gargiulo, dedicato Platone (428 o 427 - 348 Sparta di fronte alla Macedonia, alla «Democrazia in Grecia», o 347 a.C.), per dirla con ma anche l’involuzione elaborato insieme a Biennale Popper, è un pensatore grande dispotica del regno macedone Democrazia e alla Compagnia ma, in politica, tendente al (Aristotele è in stretti rapporti di San Paolo, così presentato totalitarismo, certamente anche sia con Filippo che con dal medesimo Boitani all’inizio per influsso degli eventi, che Alessandro) e in generale la del volume I: «La democrazia avevano visto ai tempi suoi crisi della politica greca nella non è il più piccolo dei doni che la vittoria di Sparta, il primo seconda metà del IV secolo a.C. la Grecia antica ci ha lasciato, regime totalitario della storia, La Politica di Aristotele un dono sempre problematico sulla democrazia ateniese e è quindi una ricerca della e precario, e mai universale, sul resto della Grecia, ridotta miglior soluzione possibile, come le stesse vicende storiche sotto l’egemonia di Sparta dopo ma rimanendo nell’ottica delle della Grecia classica ci narrano. la Guerra del Peloponneso città greche ormai destinate E’ importante perciò ricordare (404 a.C.); nonostante nell’età a gravitare nell’orbita di ai lettori di oggi il travaglio provetta egli avesse visto Sparta grandi potenze imperiali che ha condotto al parto sconfitta in battaglia campale come l’impero di Alessandro della democrazia greca e la dai Tebani a Lèuttra (371 a.C.), Magno, del quale Aristotele riflessioni, spesso contrastanti, l’effimera durata del tentativo vede l’irresistibile successo e che l’hanno interessata, già tebano di egemonizzare la il rapidissimo frantumarsi, in antico, sulla forma dello Grecia (371-362 a.C.) e il dopo la sua morte (323 a.C.), Stato e sui modi di governo. lento avvio dell’ascesa di nei regni ellenistici, dei quali Pubblichiamo in primo luogo, Filippo il Macedone (che intuisce l’inevitabile instabilità in due volumi, la Politica sale al trono nel 359 a.C.) lo (Aristotele muore un anno di Aristotele; a seguire, in indussero a rimanere fedele a dopo, nel 322 a.C.): la città un volume, la Costituzione una concezione politica che ideale di Aristotele (descritta degli Ateniesi dello Pseudo- continuava a vedere in Sparta nei libri VII e VIII) è governata Senofonte e l’opera dello la più compiuta e vincente da un sistema temperatamente stesso titolo tradizionalmente espressione del pensiero democratico che egli chiama attribuita ad Aristotele. Gli politico greco. politèia (il termine ‘democrazia’ ultimi due volumi della serie Ben diversa è la vicenda era, per i greci, sinonimo di consisteranno di una grande di Aristotele, che vede la sistema dominato dalla massa 134 e dai suoi eccessi), dove prevale Libro di Daniele, che si colloca la classe media, che coniuga il alle origini del genere letterario potere con la responsabilità, apocalittico (la redazione e ha come obiettivo il definitiva è datata attorno al II Bene Comune, che implica secolo a.C.): una rivelazione un’attenzione precipua dello (apokalypsis) di origine divina Stato all’educazione dei futuri degli eventi futuri (“E degli cittadini (alla quale è dedicato anni ancor non nati/ Daniél l’intero libro VIII). si ricordò”, diceva il Manzoni Come ognun vede, è una ne La Risurrezione). E anche il soluzione degna ancor oggi di libro di don Franco Bontempi attenta considerazione! è profetico perché, pur essendo stato pubblicato nel 2010, Franco Bontempi, Analisi anticipa nella sostanza alcune del Potere. Commento al libro posizioni assunte dall’attuale di Daniele, Brescia, Società Papa; contiene quindi una per lo studio della Storia profezia già adempiutasi, Ebraica, 2010, pp. 720, s.i.p.: l’indispensabile superamento premetto che ho solo scorso, della Chiesa costantiniana, politica cristiana, era ormai soffermandomi su alcuni 1700 anni esatti dopo l’Editto palesemente impraticabile capitoli e soprattutto sugli di Milano, con la rinuncia nel nell’Era Atomica). Don excursus (il mito di Babilonia, 2013 di papa Benedetto XVI Bontempi così conclude il simbolismo del re tra ordine e l’elezione di papa Francesco, la Prefazione: «Il libro di e caos, l’albero cosmico, la che porta a maturazione Daniele è la risposta alla simbologia deli animali, ma completa l’autonomia politica globalizzazione e, più si anche le origini della moneta del papato rispetto alle Potenze conosce il suo contenuto, e delle tasse, lo schiavismo più o meno formalmente più si solleva il valo di Maia, nell’economia ellenistica, il cristiane (un processo in corso che rende incomprensibile la rapporto tra legge e potere, da sempre, nella Chiesa dopo realtà del nostro tempo. … Il ecc.), questo monumentale Costantino, ma costantemente libro di Daniele ... offre una volume, frutto di un lavoro più marginalizzato e represso buona notizia per il presente che trentennale, sul versante fino a poco più di mezzo e non è un polveroso volume giudaico, e poi cristiano secolo, più precisamente dal del passato. … Di fronte della teoria sociopolitica che 1958, quando papa Giovanni alla confusione attuale, … sul versante greco-romano XXIII, superando la politica la risposta si trova in coloro abbiamo appena visto con dei concordati applicata dai che cercarono altre fonti e Aristotele; spero in un suoi predecessori, inaugurò trovarono strade diverse per prossimo futuro di avere il una politica aperta al dialogo vivere la libertà, in un mondo tempo per una lettura meditata con tutti e pose non solo che vuole omologare tutti. e di proporne poi una sintesi. come fine, ma già come Una spiegazione non è l’ultima Ma già così, penso che abbia metodo fondamentale della parola su una composizione un grande valore riflettere sulle prassi politica internazionale sacra. Altri commentatori «radici della evoluzione della la pace e la diplomazia della eserciteranno, nel futuro, cultura e delle forme sociali» pace, rifiutando anche solo giustamente, la loro abilità per a partire dai «primordi della la possibilità della guerra approfondirne il significato. tecnica», nel IV millennio a.C., clausewitziana «continuazione Tuttavia il commento per esporre una meditazione della politica con altri mezzi»: restituisce, ogni volta, al lettore sul Potere che va fino ai nostri l’antica dottrina del bellum uno scritto vitale, senza il quale giorni e oltre, in coerenza con iustum, già nel Diritto romano l’umanità annaspa nel buio, alla un testo veterotestamentario, il e poi assunta dalla filosofia ricerca disperata della luce.» 135 base a ciò che richiede l’intero contesto», concretizzando così quella «centralità del testo» enunciata nella Prefazione: «Il singolo enunciato non rappresenta uno strumento di mera applicazione in cui si estrinseca l’arida precettistica, che procede per “etichettamenti”, ma è uno specchio della realtà linguistica intrinseca allo studio del latino e della sua civiltà. Le parole riflettono un tipo di mentalità e sono foriere di messaggi subliminali, che possono provocare vitali trasalimenti Luca Bernabè, Il caso o traumatiche cadute. Ogni non mi sembra condivisibile nominativo nella sintassi latina, lingua è chiaramente diversa l’affermazione apodittica Piacenza, Youpubly - Ediprima, dalle altre ed esprime un di Francesco Piazzi, nella 2016, pp. 127, € 12,50 (il libro particolare modo di pensare e Presentazione, a proposito è acquistabile anche dal sito di sentire, in quanto l’universo della centralità del testo, www.youpubly.com): è un di discorso fa inevitabilmente principio che sarebbe stato esempio concreto di lavoro emergere i dati della coscienza. «completamente disatteso intellettuale ed editoriale Come ebbe a sostenere Giorgio nel campo dell’insegnamento nella prospettiva delineata Pasquali, sapere il latino delle lingue classiche. Dove dall’editoriale di questo significa intendere, interpretare non è mai stato centrale il numero (e cfr. l’VIII libro e godere le scritture latine.» testo, ma sempre e solo la della Politica di Aristotele), Nella stessa prospettiva sono grammatica». Che la tradizione già presente in sintesi nella le successive Minime note scolastica pecchi di eccessivo citazione iniziale da Seneca: linguistiche e la Definizione grammaticismo (e “purus «Le arti liberali non riescono del caso nominativo, che grammaticus, purus asinus”!) a elevare l’animo fino alla riflettono sull’etimo e sul è un fatto, limitato però quasi virtù, ma ve lo dispongono». Il concetto di nomen. Seguono esclusivamente al biennio delle volumetto spiega che cos’è (al gli esempi, tradotti e, se del superiori; comunque anche presente, perché i libri latini caso, commentati, raggruppati il più arcigno insegnante di sono ancor vivi finché c’è chi per le principali funzioni del ginnasio, quando può, legge li legge) il caso nominativo, nominativo, gli usi liberi, i in traduzione ai suoi studenti con una collezione completa doppi nominativi, videor con qualche passo d’autore per la di esempi, rigorosamente note di grammatica storica, bellezza del messaggio, non per d’autore e completi di fonte, e le costruzioni notevoli le regole delle quali è portatore. per tutti gli usi attestati dai (nominativo e infinito, verba testi (e il gioco di parole non è iubendi/vetandi, ecc.); infine Valentino Volta, Carteggi casuale!), tradotti spesso con l’esaustivo indice analitico. fantoniani d’area camuno- due proposte di traduzione, Il pregio forse maggiore del sebina e della Franciacorta, «perché ci si renda pienamente libro, già prezioso in sé, è Brescia, Ateneo di Scienze conto che, quando si traduce, l’equilibrio tra la dimensione Lettere ed Arti, 2015, pp. ci si trova in presenza di un didattica e quella scientifica, 202, s.i.p.: meritoria ricerca e certo numero di alternative, che lo rendono accessibile sia ai interpretazione di documenti tra le quali bisogna scegliere in docenti che ai discenti; perciò inediti, esce come volume XIX 136 nella collana “Monumenta sponde del lago d’Iseo, Brixiae historica – fontes”. con i relativi collegamenti «E’ uno spaccato di vita economici. Le opere citate quotidiana di laboratorio- nel carteggio sono in gran bottega di artisti dell’intaglio parte ritrovabili nelle chiese ligneo nel settore dell’altaristica delle aree interessate e le loro barocca» lo definisce Francesco presenze sono tutt’oggi beni Lechi nella Presentazione, e collocabili nel repertorio di prosegue: «Nello stesso tempo celebri ma anche di sconosciuti la lettura del carteggio apre un capolavori del secolo d’oro ampio scenario che abbraccia della Controriforma Cattolica. una vasta area prealpina L’apparato scientifico lombarda: dalla Valseriana, allargato aiuta il lettore nel luogo di snodo della maggior riconoscere la trama degli parte delle missive, alla scambi di informazioni che Valcamonica, al Sebino sia riguardano l’arredo fisso dei anche perché gli pare un bresciano che bergamasco ed monumenti delle due province, locus amoenus rispetto alla infine alla Franciacorta, con i percorsi culturali e gli più movimentata e nervosa qualche “allungo” alla Pianura scambi di contenuti culturali Paneropoli-Milano. E così (Castrezzato, Oriano, Ostiano e professionali in un tempo in infatti, come una sorta di ora nel Cremonese, Inzano cui gli oggetti d’arte e la “posta” oasi felice, la conserverà nella Bassa Bergamasca …) venivano recapitati con mezzi nella memoria, dopo averla Si tratta per lo più di lettere incredibilmente precari.» abbandonata definitivamente.» “commerciali” che alludono E Brescia è generosa di a rapporti di committenza Fabio Danelon (a cura amicizie con Foscolo (non tra la Bottega Fantoni e le di) “A egregie cose”. Studi sui sempre, poi, altrettanto parrocchie, confraternite, «Sepolcri» di Ugo Foscolo, generoso nel conservarle), e soprattutto di grande Venezia, Marsilio, 2008, pp. spesso di notevole spessore interesse, con altri laboratori 338, s.i.p.: «All’inizio d’aprile anche culturale, immersa coinvolti nella confezione del 1807» scrive Fabio Danelon com’è in «un neoclassicismo di apparati chiesastici di nella Prefazione «esce a Brescia di pregevolissima qualità, primaria rilevanza per la storia per i tipi di Nicolò Bettoni aperto a un senso vivo e forte dell’arte, dell’intaglio ligneo la prima edizione del carme della passione civile». «E’ e della scultura lapidea. Sono Dei Sepolcri di Ugo Foscolo. qualcosa di più d’una semplice chiamati in causa la bottega dei In quasi perfetta coincidenza coincidenza che gli epistolari di Silva di Riva di Solto, assidui di data la città, grazie Foscolo e Manzoni comincino spalleggiatori dei Fantoni, all’iniziativa dell’Ateneo di con i nomi di due bresciani gli scultori bresciani Pietro Brescia – Accademia di Scienze -rispettivamente Gaetano Dossena, i Calegari ed altre Lettere e Arti, dell’Università Fornasini e Giambattista importanti realtà rezzatesi Cattolica – Sede di Brescia Pagani- come ama ricordare dell’altaristica (Baronzino, e del Comune di Brescia, ha uno dei più appassionati cultori Bombastone, Ogna, Calegari celebrato, il 20 e 21 aprile 2007, e conoscitori di tale stagione, … ), senza escludere apporti la ricorrenza del bicentenario Amedeo Biglione di Viarigi.» dalla Valdintelvi e dalla della pubblicazione con un In questa temperie maturano Svizzera italiana. Ne esce così convegno di studi al quale i Sepolcri, «documento d’un una estesa panoramica storica hanno partecipato alcuni tra incrollabile materialismo» in in cui si muovono artisti, i maggiori esperti dell’opera cui «si esprime la fede laica, procacciatori di commesse, foscoliana.» Dalla medesima frutto d’illusione consapevole, faccendieri, trasportatori, Prefazione riporto quanto nella necessità d’un ordine servizi portuali tra le due segue: «Brescia piace a Foscolo umano d’affetti e d’istituzioni 137 Insomma, un libro in cui rispettivamente al Corpus si fondono “egregiamente” Christi College nel novembre le prospettive degli studi di del 1914 e all’Exeter College sfondo locale, italiano ed nel febbraio del 1915: ne sono europeo in un momento storico conservate una brutta copia magico e tragico, gravido di manoscritta e una incompleta lutti e di speranze. bella copia dattiloscritta, ora pubblicate entrambe in John Ronald Reuel questo libro, sempre con la Tolkien, La storia di Kullervo. traduzione italiana a fronte Traduzione e commento, e le note. Il centro poetico a cura di Verlyn Flieger, de La storia di Kullervo è traduzione di Luca Mannini la presenza soverchiante e Stefania Marinoni, Milano, del male nel mondo, che si Bompiani, 2016, pp. 244, € manifesta nell’odio e nella che al definitivo buio e 19: è la storia, giovanile e violenza all’interno della stessa silenzio della morte possa largamente incompiuta, in famiglia, tra parenti stretti, tenacemente opporsi.» Infine, cui si rivela il lato oscuro del sia in forme premeditate, «all’interno della fervida genio creativo di Tolkien, che sia inconsciamente, com’è attività culturale e letteraria poi maturerà nella saga tragica per l’incesto tra fratello e bresciana di primo Ottocento» di Tùrin Turambar, l’epos sorella che, palesatosi, porta si colloca «la ragguardevole notturno de I figli di Hùrin. al suicidio la parte femminile caratterizzazione intellettuale Proprio questa incompiutezza e al furore distruttivo e della figura e dell’opera richiede non solo ampi autodistruttivo sia Kullervo dell’editore Nicolò Bettoni», apparati critico-esegetici, sia Tùrin; il senso di queste con un’impressionante ma anche la riproposizione tetre tragedie è la meditazione serie di volumi usciti dai filologica dei testi scritti da sull’assurdità trionfante: suoi torchi bresciani nel Tolkien, tutti accompagnati sono gli anni del primo quinquennio aureo 1805 dalla traduzione italiana a conflitto mondiale, l’inutile -1810: oltre ai Sepolcri, seguiti fronte. La curatela complessiva strage, per vilissimi motivi dall’Esperimento di traduzione dell’edizione originale inglese di supremazia economica, dell’Iliade del Foscolo, la e della presente italiana sono tra nazioni e culture celeberrima traduzione di Verlyn Flieger, Professore dell’Europa, soprattutto centro- dell’Iliade di Vincenzo Monti, Emerito di Mitologia e Studi settentrionale, che Tolkien e altre due sue opere di grande Medievali presso l’Istituto di sentiva come profondamente successo a quei tempi, Il Anglistica dell’Università del affratellate da una comune beneficio e Il Bardo della Selva Maryland, «ed è considerata la storia plurimillenaria. Un Nera; di Alessandro Manzoni il maggiore studiosa di Tolkien copione grondante sangue che Bettoni stampò l’editio princeps a livello mondiale insieme a ritroviamo, a pezzi ma esteso approvata dall’autore dei versi Tom Shippey». La storia di all’intero pianeta e alla sua In morte di Carlo Imbonati (la Kullervo è tratta dal Kalévala, stessa sopravvivenza ecologica, prima prova poetica di rango la raccolta epico-mitologica nei nostri tempi. del giovane Manzoni; una di canti o runi della tradizione precedente edizione, uscita a finlandese, pubblicata in inglese Gennaro Sangiuliano, Milano, era “pirata”), infine mentre Tolkien era ancora Putin. Vita di uno zar, Milano, la tragedia Alceste di Vittorio studente, e divenuta una delle Mondadori, 2015, pp. 279, Alfieri (il tutto illustrato e sue prime fonti d’ispirazione € 22 e Giulietto Chiesa, documentato da una mostra poetica e narrativa, tanto che Putinfobia, prefazione di e da un contributo al volume ne ricavò materiale per due Nicolai Lilin, Milano, Piemme, a cura di Ennio Ferraglio). conferenze, tenute a Oxford 2016, pp. 188, € 17,50: non 138 uscire dalla crisi mondiale. Decisivo è stato anche il giudizio, sostanzialmente positivo, di uno dei maggiori esponenti del dissenso antisovietico, Aleksandr Solzenicyn, il Premio Nobel autore di Arcipelago GuLag, la più famosa requisitoria contro lo stalinismo e i suoi successori; ma Solzenicyn criticò anche il materialismo senz’anima dell’Occidente e, appena possibile, rientrò nel 1994 dall’esilio negli USA per collaborare alla ricostruzione della Russia postcomunista anche con c’è né il tempo né lo spazio Putin, tanto che alcuni per una disamina puntuale tramontata l’URSS, la potenza aspetti virtuosi dell’operato dei due volumi, che ho letto militare assoluta americana politico di Putin possono soltanto cursim et properate, ha piuttosto fomentato che essere ricondotti al pensiero cioè a pezzi e bocconi, come si calmato conflitti di varia a agli scritti di Solzenicyn; a dice in buon volgare, ma una intensità e guerre vere e pag. 181 Sangiuliano scrive cosa balza evidente: Putin non proprie, in parte, purtroppo, inoltre: «Putin, del resto, riesce è più l’Orco Mangiabambini ancora in corso. ad attirare simpatie anche della pubblicistica occidentale dall’intelligencija riformista di stretta osservanza stelle- Ermanno Olmi, L’apocalisse … il sostegno più autorevole e-strisce, e i suoi nemici, per è un lieto fine, Milano, Rizzoli, è quello che gli viene da esempio Ceceni e Ucraini, 2013, pp. 264, € 18: è vero, Aleksandr Zinov’ev, colui non sono più tutti Fulgidi apocalisse significa svelamento, che, insieme a Sacharov, è e Patentati Difensori del togliere il velo che nasconde stato l’intellettuale dissidente Diritto e della Giustizia (in il futuro e rendere visibile la antisovietico più rilevante. “Il quelle regioni sventurate il meta alla quale tutto tende, neo premier” afferma lo storico Male, tra Stalin e Hitler, ha che non è il nulla, ma la “è il primo serio tentativo imperversato per lunghi anni pienezza dell’Essere, la Nuova della Russia di resistere e ha lasciato strascichi tuttora Gerusalemme. Finalmente all’americanizzazione e alla attivi di neonazismo, rafforzato un libro che non trasuda globalizzazione che emerge dal più recente integralismo pessimismo e non trasmette dalle tendenze interne al pseudoislamico): con toni disperazione, benché parta Paese.”» In effetti, il confronto diversi, più disteso e ottimista dalla crisi in corso, la più grave secolare con gli USA porta ad Sangiuliano, più nostalgico della storia dell’umanità non amare riflessioni: è un dato di dell’«andava meglio quando solo per l’estensione su tutti fatto, per esempio, che anche in URSS si stava peggio» i continenti, ma soprattutto nei momenti più cupi dello Giulietto Chiesa, ritorna perché mette a repentaglio stalinismo, in URSS esisteva una lettura storico-critica la sopravvivenza stessa un sistema di sanità pubblica ponderata di un protagonista dell’umanità con il rischio e gratuita, di ferie, pensioni e della storia attuale e del suo di un dissesto ecologico altri diritti dei lavoratori che grande Paese, la Russia, che irrimediabile. Olmi ha ben nella democratica America non appare comunque decisivo per presente questo scenario, e si sono mai visti; d’altra parte, con il solido buonsenso del 139 bambini, ed è per lui «il film che avrei voluto fare e non ho fatto», e spiega il titolo del libro: «Chi sono dunque i quattro fratellini coraggiosi? Che siano loro stessi i quattro Cavalieri dell’apocalisse? E allora, per tutti gli umiliati della Terra, per l’innocenza dei bambini e quelli senza colpa, per le madri che portano la vita, i Cavalieri dell’apocalisse chinano il capo dinanzi all’umanità dei retti e puri di cuore. Non vi sarà più contadino bergamasco, invece notte e non avranno più bisogno di imprecare contro il destino di luce di lampada, né di luce cinico e baro (e furbescamente di sole, perché il Signore Dio mettersi al servizio della li illuminerà e regneranno nei Grande Finanza in cambio di secoli dei secoli (Apocalisse 22, via sul male e sulla sofferenza un po’ più di successo ...), si 5) L’apocalisse è un lieto fine degli innocenti, sul peccato e rimbocca le maniche e cerca Non vi sarà più la morte, né sulla morte delle persone care, possibili uscite di sicurezza, lutto, né lamento, né affanno, sulla fame e sui miracoli, ma anzitutto ripercorrendo perché le cose di prima sono anche sul ballo e sul gioco del la propria esperienza di passate (Apocalisse 21, 4)» calcio. ultraottantenne (è nato nel 1931): i ricordi dei tempi della Jorge Mario Bergoglio, guerra e della ricostruzione, le L’amore prima del mondo. Papa Vittorio Sermonti, Il vizio amicizie e l’amore di sua moglie Francesco scrive ai bambini, di scrivere, Milano, Rizzoli, che l’ha guarito da un morbo Milano, Rizzoli, 2016, pp. 2015, pp. 660, € 23: come la invalidante raro e pericoloso, 80, € 17: più precisamente lettura, così la scrittura è un il contatto con la natura, la sono lettere scritte al papa vizio, inguaribile, e produce, saggezza e la scienza alleate, dai bambini di ogni parte del col tempo (Sermonti è nato nel le lezioni offerte e imparate, mondo, anche di Paesi che 1929), zibaldoni e colloqui con soprattutto dalle persone più attraversano momenti più o se stessi, dai quali, anche dopo semplici, nella sua vita di meno difficili (Siria, Nigeria, la pubblicazione, si possono uomo di cinema e di cultura, India, Kenya, Zimbabwe, ma trarre ulteriori estratti, come riflessioni a partire da testi anche Belgio, USA, Russia, la grappa distillata dal vino: altrui (ce n’è uno, bellissimo, Italia, Polonia, Argentina, dopo Il vizio di leggere (2009), di Indro Montanelli, a pp. 240- Perù, Filippine, Albania), Il vizio di scrivere ripresenta 241, che nessuno attribuirebbe con domande al tempo stesso assaggi da opere lontane, come mai al laico e mangiapreti semplici e difficili, che non La bambina Europa, e più Indro, e un altro, a pp. 236- consentono scorciatoie, alle recenti, come Il tempo fra cane 237, pieno di preoccupazione quali il papa risponde con il suo e lupo, ma anche le interviste e di speranza, di Hans Jonas, stile solito, chiaro e profondo: immaginarie a Marc’Aurelio e che presentiva la situazione che cosa faceva Dio prima di Giulio Cesare, le rivisitazioni di attuale già nel 1993); il finale creare il mondo? Premesso che, Nathan il saggio e del Tartufo si apre al sogno: un sogno di con sant’Agostino, il mondo è (in settenari, talvolta anche Federico Fellini, che lo disegnò stato creato con il tempo e non rimati!) di Molière, il monologo e lo regalò all’amico Olmi, nel tempo, Dio “prima” di ogni Giacomo mio, salviamoci!, per sull’umanità salvata da quattro possibile “prima” ama; e così il bicentenario della nascita 140 di Leopardi, e tante altre che un libro, è un oggetto di prose e poesie su svariatissimi culto, uscito giusto pochi giorni spunti, ma tutte godibili, dopo la dipartita del Maestro, avendo il tempo per leggerle, che non ha fatto in tempo, fino al gruppo finale, i 204 quaggiù, a goderne il successo, «detti memorabili e storielle ma dall’Altra Parte (si veda esemplari» de La morte non l’intervista rilasciata a Vittorio esiste: «un libro che non esiste Messori nel lontano 1982, e non esisterà mai. Sono poco reperibile in rete), regolate meno di vent’anni», spiega poche formalità burocratiche Sermonti «che, quando capita con san Pietro grazie e ho una matita a portata, mi all’intervento di quel gran appunto quello che mi passa buontempone di san Filippo per la testa e qualche buffo Neri, suo estimatore e collega siparietto che mi passa sotto in umorismo, pare che il Nostro gli occhi o dentro gli orecchi; è sia stato subito ingaggiato come probabile che non siano grandi freelance dalla Gazzetta degli cose, ma purtroppo non ho Angeli (c’è anche l’edizione dell’italiano, della storia -la di meglio». Eccone qualche internazionale, ovviamente in geografia è già stata giubilata-, esempio: «Le mie nostalgie latino, Angelorum Ephemeris) della filosofia e soprattutto del mi annoiano. Figurarsi quelle per uno dei suoi soliti, greco e del latino, prima ridotte degli altri»; «La timidezza è la ghignosissimi pezzi, dedicato a opzioni in orari impossibili, clava dei timidi»; «Quando lo questa volta all’ecomanìa, la per leggere quattro misere legge una persona volgare e moda degli adulatori di Eco paginette, già tradotte in scema, ogni libro è volgare e che non hanno letto neanche Il italiano, e poi eliminate, perché scemo, chiunque l’abbia scritto» nome della rosa, ma che ora si non ci stanno più nell’orario), (ricorda un epigramma di atteggiano a custodi della sua indispensabili per affrontare la Marziale, recato in dialetto da memoria, e la tradiscono. società del futuro”. Angelo Canossi, che comincia, Un esempio per tutti è il Quella stessa “società mi pare, “Caro el me Burtulì proseguimento del «processo liquida” contro la quale Eco ...”); «Niente di più perbene al Liceo Classico», svoltosi a mette in guardia i lettori di d’una penultima avanguardia»; Torino il 14 novembre 2014, Pape Satàn aleppe! Il libro, «Gli stiliti elettronici: pandemia in cui la sapiente difesa di che raccoglie il meglio delle di solitudine»; «La scrittura Eco -la sostanza critica dello sue Bustine di Minerva -a è spesso puro esercizio studio dei classici- è stata, nel detta dello stesso Eco: “ho autobiografico. La lettura, convegno «Il Liceo Classico del ritenuto che alcune fossero sempre»; «E se la storia non futuro» (28-29 Aprile 2016: cfr. ancora ricuperabili”- apparse fosse che la formalizzazione l’editoriale di questo numero) settimanalmente sull’Espresso periodica del male?»; «Se distorta fino allo snaturamento, tra il 2000 e il 2015, è tutto Silicon Valley non riesce a con la scusa dell’innovazione: da leggere, perché Eco è un obliterare l’ISIS, lo giustifica»; il Classico “dovrà aprirsi alle autore molto più complesso «Mi domandi se Dante è innovazioni, abbandonare e persino autocritico (lo attuale? Per cominciare a certe rigidità d’impostazione stesso Nome della rosa è al risponderti dovrei sapere se (leggi ‘la fatica e la bellezza tempo stesso fortemente sono attuale io». del tradurre’) e affiancare allo autobiografico e autocritico), studio dei classici altre materie di quanto non si pensi; Umberto Eco, Pape Satàn (leggi ‘le inevitabili sociologia, anche se vengono in mente aleppe. Cronache di una società psicologia, fumoseria, paragoni notevoli, da Luciano liquida, Milano, La nave di economia, diritto astronautico e di Samosata a Voltaire, la sua Teseo, 2016, pp. 470, € 20: più tuttologia’, ovviamente a scapito ironia resta impareggiabile, 141 per ampiezza della cultura e non piangere) di «No, non è la umana sensibilità, e la misura polluzione. Sono le impurità breve di questi suoi “scritti dell’aria» (un’antologia di corsari” mette lui e il lettore al citazioni citabili del presidente riparo dal rischio dell’eccessiva USA Bush junior, dalla scienza complessità che è invece il -“Non è la polluzione che limite dei romanzi di Eco (e, minaccia l’ambiente, sono le con le dovute limitazioni e impurità dell’aria e dell’acqua”- aggiustamenti, lo accomuna alla storia contemporanea: “... al Pier Paolo Pasolini poeta e da un secolo e mezzo America narratore). e Giappone hanno formato Dalle meditazioni alte una delle più grandi e durature «Sull’odio e sull’amore» (“La alleanze dei tempi moderni. nostra propensione alle delizie Da questa alleanza è sorta dell’odio è così naturale che un’era di pace nel Pacifico”, con ai reggitori di popoli risulta buona pace di Pearl Harbor e facile coltivarla, mentre Hiroshima! pp. 425-428), Pape all’amore ci invitano solo Satàn aleppe è la summa di esseri scostanti che hanno Umberto Eco. ma assai istruttive sui tempi che la disgustosa abitudine di Alcune “bustine” corrono. baciare i lebbrosi.” p.247), andrebbero riproposte Concludo con una «Dov’è andata la morte?» pari pari su «Misinta», raccomandazione che è anche (la spettacolarizzazione come «Ma ne abbiamo una confessione (non so come dell’orrore e la disumanità inventate davvero tante?» (la la prenderà Eco lassù, ma dei media), «Il diritto alla reinvenzione del libro e della spero che apprezzi comunque felicità» (una dura critica al matita, e la speranza che non la sincerità): raccomando mito americano del benessere), scompariranno, pp. 19-21) vivamente, dopo tristi «Le radici dell’Europa» (“Io e l’ultima, «Gli imbecilli e esperienze personali, di non non vedrei inopportuno, la stampa responsabile»: “I leggere Pape Satàn aleppe o in una Costituzione, un giornali … dovrebbero invece Come viaggiare con un salmone riferimento alle radici greco- dedicare almeno due pagine o altre simili crestomazie romane e giudaico-cristiane ogni giorno all’analisi di siti echiane in luoghi pubblici, per del nostro continente, unito Web (così come si fanno esempio treni o spiagge (l’estate all’affermazione che, proprio recensioni di libri o di film) incombe): ci sono pagine in virtù di queste radici, indicando quelli virtuosi e che non è possibile scorrere così come Roma ha aperto segnalando quelli che veicolano senza ridere, anche in modo il proprio Pantheon a dei bufale o imprecisioni. Sarebbe sguaiato e quasi frenetico, d’ogni razza e ha posto sul un immenso servizio reso altre che commuovono trono imperiale uomini dalla al pubblico e forse anche un profondamente, altre ancora pelle nera (né si dimentichi motivo per cui molti navigatori che inducono a manifestare che sant’Agostino era nato in rete, che hanno iniziato a entrambe le emozioni, e nel in Africa), il continente è snobbare i giornali, tornino a nostro tempo politicamente aperto all’integrazione di ogni scorrerli ogni giorno.” corretto e anglofilamente altro apporto culturale ed Idem per Umberto Eco, asettico, destereste l’universale etnico, considerando questa Come viaggiare con un salmone, riprovazione. disposizione all’apertura Milano, La nave di Teseo, 2016, una delle sue caratteristiche pp. 206, € 10, che raccoglie culturali più profonde.” p.261), anche testi più antichi (dal alle risate aristofanesche (id est 1975 al 2004) sul tema delle quando si ride e si fa ridere per Istruzioni per l’uso demenziali, 142 L’ANGOLO DELLA LEGATURA

Le legature francesi di Paolo Giordano Orsini d’Aragona Storia di un personaggio e di una legatura

Federico e Livio Macchi Bibliofili, esperti in Legature Storiche

Abstract A recent Paolo Giordano Orsini’s (soldier, by no means bibliophile) volume discovered in a Milanese street mar- ket allows to trace his life, update and comment his now 24 (20 previously) listed second-half XVIth century Parisian book-bindings, mainly produced by the Wotton’s C binder, christened according to his major customer and bibliophile Thomas Wotton (1521-1587).

na legatura alle armi di Paolo Giordano U Orsini (1541-1585) è inaspettatamente spuntata in un mercatino di libri milanese. Riconosciuta e recuperata, ha fornito lo spunto per una breve ricerca sullo storico gruppo di legature rinascimentali francesi appartenute ad un personaggio italiano tristemente noto per le vicende personali e politiche. Paolo Giordano Orsini d’Aragona (Figura 1), duca di Bracciano, membro di una Figura 1. Ritratto di Paolo Figura 2. Ritratto di Isabella de celebre e potente famiglia Giordano Orsini (1541-1585) Medici (1542-1576) romana dal Medio Evo al Rinascimento che nel corso (Piccarda Quilici, Legature dei secoli ha generato papi, Papa Paolo IV, per persuadere antiche e di pregio, Roma, 1995, cardinali e condottieri, Enrico II ad allearsi con lui I, n. 340), provvisto dell’abituale compare in un’ambasceria a contro la Spagna. Dal sovrano, decorazione dei volumi di dono Parigi durata due mesi, da a St. Germain- en-Laye (Île- di Enrico II: gigli di Francia giugno a settembre del 1557, in de France), riceve le insegne agli angoli esterni, faretre qualità di gentiluomo al seguito dell’Ordine di S. Michele con frecce a quelli interni e del Cardinale Carlo Caraffa, oltre al libro contenente gli lungo i lati, le armi dei re di incaricato di una missione statuti dell’Ordine stesso, ora Francia, circondate dal collare diplomatica in nome dello zio custodito in Roma presso la Biblioteca Casanatense dell’Ordine, sormontate da 143 poetessa e musicista, terza Orsini per difendere l’onore figlia, favorita, del Granduca della famiglia, si dice, più Cosimo I di Toscana. verosimilmente per questioni Isabella ha vissuto quasi di eredità, a sua volta poi sempre separata dal marito, strangolato per ordine della rendendosi protagonista di Repubblica di Venezia. diverse avventure galanti. Paolo Giordano Orsini è Deciso per ragioni di Stato, stato un personaggio fosco, il matrimonio sembra in arido di sentimenti, violento qualche modo sopravvivere, e scialacquatore: le sue finché Orsini innamoratosi sanguinose vicende hanno di Vittoria Accoramboni, a ispirato poeti e drammaturghi sua volta sposata, intende come John Webster, autore disfarsi della moglie: nel della celebre tragedia The Figura 3. Armi di Paolo Giordano Cinquecento risulta piuttosto White devil, originando Orsini facile eliminare le consorti, leggende legate ai fantasmi di tanto che confessa il suo Giordano e di Isabella vaganti due «H» poste ai lati di una intento al cognato Francesco tra la Toscana e il castello di mezzaluna: non reca alcun I de Medici, Granduca di Bracciano. simbolo araldico degli Orsini Firenze che, pare, sia stato Se alcuna legatura circostanza per la quale, tacitamente consenziente. italiana alle armi di Paolo pur essendo francese, non è Isabella, che nel frattempo ha Giordano Orsini (Figura 3) stato incluso nell’omogeneo allacciato una relazione con è nota, se ne conoscono per e caratteristico gruppo delle il cugino Troilo Orsini, nutre contro almeno 24 francesi. legature storiche orsiniane. dei sospetti; nel 1578 si ritira L’interesse, da tempo riservato Sulla risguardia anteriore, si nella villa di Cerreto Guidi in agli esemplari provvisti delle legge in una nota «Memoria cui Orsini prepara la trappola: sue armi fondamentalmente come el S:r Jordano Ursino fù/ il duca di Bracciano finge di dovuto all’importanza della fatto Cavalier de l’ordine del re abbracciare la moglie, ma il provenienza e alla qualità dei Henry/secondo lanno. 1557. cappio la stringe a morte. Il manufatti, si è accresciuto Li giorni della/festa del Re.a. Granduca Francesco crede in nel tempo a causa della loro san germano in Lahie/el detto apparenza ad una improvvisa, accertata rarità. Si tratta di un millesimo al costume d’italia». grave malattia; Papa Gregorio ristretto gruppo di libri, a lui Giordano Orsini combatte XIII non perdona tuttavia il unicamente appartenuti, legati poi in Italia, in Corsica per marito assassino che a lungo a Parigi, provvisti di un’affine Enrico II, e dopo la pace di rimane privo di cariche alla decorazione che rispecchia i Cateau-Cambrésis nel 1559 Corte pontificia e a più riprese moduli ornamentali del tempo: che pone fine ad una lunga ne impedisce le nozze con questa raffinata bibliopegia, serie di guerre tra la Francia, Vittoria. Nel 1583 Orsini ordina emersa nel corso delle guerre la Spagna e l’Inghilterra, di assassinare lo sposo della d’Italia (1494-1525), è stata torna in patria ponendosi al sua amante, Francesco Peretti, introdotta in Francia, nazione servizio della Repubblica di nipote del futuro Papa Sisto in cui particolari e favorevoli Venezia: in qualità di capitano V. Dopo quest’altro omicidio, condizioni quali l’interesse di delle milizie venete partecipa inseguito dalla giustizia facoltosi bibliofili e di munifici valorosamente nel 1571, alla pontificia e dai sicari del regnanti, consente nell’arco di battaglia di Lepanto ove rimane Granduca di Toscana, si rifugia pochi decenni, la fioritura di ferito. Fidanzato ufficialmente con lei in Veneto sposandola prestigiose realizzazioni. nel 1553, si sposa nel 1560 con nel 1585, anno in cui scompare: Gli esemplari emersi, Isabella de Medici (Figura 2) nel medesimo anno la vedova tranne quello custodito alla vissuta tra il 1542 e il 1576, viene assassinata da Ludovico Trivulziana (lista infra n. 4), 144 verosimilmente opera del legatore parigino dell’arco di Cupido attivo verso la metà del Cinquecento così connotato per la caratteristica forma di uno dei suoi ferri, ad arco di Cupido, sono stati attribuiti al Wotton’s C binder, artigiano il cui eponimo è derivato dal committente inglese Thomas Wotton (1521-1587) per il quale lavora attorno al 1550, protetto dai sovrani e favorito dalla liberalità di Caterina de Medici, si specializza nelle produzioni riservate a personaggi stranieri in visita alla corte di Francia. I manufatti riferibili a questo lavorante sono caratterizzati dal materiale di copertura in cuoio di capra o di vitello, decorati in oro a piatto pieno con filetti destinati a formare nastri rettilinei e curvi: questi, ornati a colore, si intrecciano variamente in elaborate composizioni geometriche, associate a piccoli fregi vuoti o azzurrati. Il rilievo è solitamente in nero: congiuntamente alla puntinatura, sembra costituirne una delle caratteristiche. La coloritura in alcuni degli esemplari è stinta, in alcuni Figura 4. Legatura rinascimentale francese alle armi di Paolo Giordano altri in parte scomparsa. Orsini, oggetto della nota (n. 19 dell’elenco) L’ornamento forma, al centro, una cartella pronta ad e al piede rilevati in verde. Al l’antico stemma dei Medici accogliere monogrammi o centro le armi orsiniane (Figura al cui capo non compare il insegne araldiche. 3) sormontate da elmo cimato, bisante caricato dei tre gigli di arricchite da mascheroni Francia concessi nel 1464 da Legatura proposta (Figura addossati lungo il bordo dello Luigi XI a Pietro de Medici il 4) scudo partito: al I° caricato gottoso. Lo scudo è circondato Cuoio di capra marrone su di una rosa sostenuta da una dall’iscrizione in caratteri cartone ornato in oro a piatto divisa, a sua volta caricata da capitali «PAVL IORDAN campito: inquadramento una fascia ondulata, e da tre VRS. D’ARAGON»: gli scudi, con doppio filetto e schema bande (arme propria degli impressi su entrambi i piatti ornamentale a nastri intrecciati Orsini); al II° l’arme dei Medici fuoriescono lievemente ai lati caratterizzati dal residuo colore con sei bisanti disposti nella dello spazio disponibile. Tracce nero. Minuti fogliami in testa sequenza 3-2-1. Da segnalare di due lacci. Dorso (Figura 5) 145 restaurato provvisto di cinque nervi rilevati e di una catenella in testa e al piede; capitelli di restauro. Negli scompartimenti, delineati da filetti dorati, ampie rosette stilizzate di foggia quadrangolare. Tagli dorati e incisi caratterizzati da disegni ad arabeschi (Figura 6). Filetti e motivi fitomorfi ai labbri. Il testo réglé presenta numerosi capilettera ornati; difetta il frontespizio. La coperta riveste Li Commentarii di Caio Giulio Cesare tradotti in volgare per Agostino Ortica della porta Genovese, In Venezia, per Comin da Trino de Monferrato, Nelli anni del nostro Signore, 1541, 160x100 mm.

A completamento, l’elenco delle legature alle armi di Paolo Giordano Orsini, in biblioteche, aste, cataloghi, collezioni private.

Legature in biblioteche pubbliche 1. Genève, Musée d’Art et d’Histoire, Boccaccio, Giovanni, Genealogia di tutti gli Dei, Venezia, 1547. 2. Manchester, John Rylands, Abravanel, Venezia, 1545. 3. Milano, Trivulziana, Figura 5. Dorso di cui alla Figura 4 Triv.G.48, Boccaccio, Giovanni, Il Decamerone, in Vinegia Figura 6. Taglio di testa dorato e inciso a raffigurare motivi cuoriformi nella casa d’Aldo et d’Andrea di cui alla Figura 4. Asolano, 1522, in-quarto. 4. Milano, Trivulziana, Firenze, 1550. Triv.L.3655, Polieno, Gli 7. Roma, nazionale, Beroso, stratagemmi, Venezia, Giolito, I cinque libri de le antichità 1552, 168x105 mm (Figura 7). di Beroso sacerdote caldeo, 5. Paris, Petit Palais, Venezia, 1550, 160x101 mm Collection Dutuit, Des. (Mostra della legatura, Firenze, Erasmus, Adagia, Basilea, 1551. 1922, n. 212). 6. Paris, nationale de France, 8. Roma, nazionale, Biondo, La vita di Consalvo Ferrando, Flavio, Roma trionfante tradotta 146 da Lucio Fauno, Venezia, Michele Tramezzino, 1549, 161x100 mm (Mostra della legatura, Firenze,1922. n. 211).

Legature in aste, cataloghi, collezioni private 9. Chartres, Sourget, Patrick, libraire, Catalogue XII, 1995, tav. 30, Appiano, Delle guerre civili, Venezia, 1550, 126x105 mm (Figura 8). 10. Chartres, Sourget, Patrick, libraire, Catalogue XII, 1995, tav. 29, Xenophon, L’opere morali, Venezia, Gabriele Giolito, 1547, 170x100 mm. 11. Collezione Tammaro De Marinis, Francesco Marcolini, Lettere scritte a Piero Aretino, Venezia, 1551, in-ottavo. 12. Francia, collezione madame Belin, Marco Aurelio, Venezia, 1553, 215x150 mm (Mostra della legatura Firenze, 1922, n. 215). 13. Francia, collezione James-Édouard de Rothschild Cornazano, Venezia, 1536 (Émile Picot, Catalogue de la bibliothèque James de Rotschild, I, 1884). 14. Genève, asta Kundig, 27.3.1950, n. 112, Giovio, Paolo, Le vite, Venezia, 1547. 15. Libri, Guglielmo, Figura 7. Legatura rinascimentale francese alle armi di Paolo Monuments inédits, London, Giordano Orsini (n. 4 dell’elenco) 1864, tav. XVII, Vitruvio, Venezia, 1535. 16. London, Quaritch, 19. Milano, collezione dell’articolo. Catalogue of bindings, 1897, privata, Caesar, Gaius Iulius, 20. Morgand, Bulletin, n. 38, Procopius, Guerra di Li Commentarii di Caio Giulio 40650, Capella, Galeazzo Giustiniano, Venezia, 1547. Cesare tradotti in volgare per Flavio, Commentarii, Venezia, 17. London, Sotheby’s, asta Agostino Ortica della porta 1539. Arthur Kay, 26.5.1930, n. 412, Genovese, In Venezia, per 21. Morgand, Bulletin N.S., Giovio, Paolo, Istoria del suo Comin da Trino de Monferrato, V, 97, Boccaccio, Giovanni, Il tempo, 2 tomi, Firenze, 1533. Nelli anni del nostro Signore, Philocolo, Venezia, 1538. 18. Milano, collezione 1541, 160x100 mm (Maggs 22. New York, Bradley, privata, Bembo, Le prose, Bros., London, Catalogue 1234, Martin, asta 14.16.1990, n. Venezia, Marcolini, 1533. 1997, n. 24). Esemplare oggetto 3373, Bibbia italica, Venezia, 147 London, British Library, I, pp. 139-155) in merito al legatore di Thomas Wotton (1521- 1587), bibliofilo e committente inglese, dalla stessa ritenuto il principale esecutore delle legature alle armi di Orsini. Un’inchiesta condotta da T. De Marinis nell’archivio Orsini in Roma, allo scopo di reperire notizie circa l’attività di Paolo Giordano in veste di bibliofilo, non ha fornito alcun lume: solo un generico interesse per le antichità. Questi lavori in cuoio di colore marrone, nero, rosso, verde oliva su cartone sono caratterizzati da ricchi ornamenti dorati di gusto orientaleggiante, costituiti dal complesso di intrecci di nastri colorati o meno, con radi ferri figurati, prodotti a placca e a mano libera. Sussiste per quest’ultima modalità esecutiva, una totale inadempienza rispetto ai modelli geometrici fino Figura 8. Legatura rinascimentale francese alle armi di Paolo allora in uso: gli incroci Giordano Orsini (n. 9 dell’elenco) geometrici, caratteristici dello stile Grolier, sono sostituiti 1547. Dudley Hobson che ne ha da composizioni meno 23. Paris, Catalogue individuato una ventina, ne preordinate e più sontuose. Al Théophile Belin, Livres du XVI ha riferito in un articolo del centro, nel cartiglio, compaiono siécle, 1936, tav. 46, Corio, 1931 (Une reliure au Musée d le insegne araldiche degli Bernardo, L’Historia di Milano, Art et d’Histoire, in «Bulletin Orsini accollate a quelle dei Vinegia, Giovanni Maria du Musée d’Art et d’Histoire de Medici, in considerazione del Monelli, 1554, in-quarto. Genève, 9, pp. 204 -207»), T. matrimonio di Paolo Giordano 24. Roma, collezione ing. G. De Marinis nel 1940 (Appunti con Isabella de Medici Cizerza, Paolo Giovio, Vita di e ricerche bibliografiche, U. nel 1560: è da presumere Leon decimo e d’Adriano sesto, Hoepli, Milano, 1940, p. 110 e che lo scudo bipartito sia Firenze, 1549, 174x103 mm ss.), Anthony Hobson nel 1953 stato da lui utilizzato solo (Mostra della legatura, Firenze, (French and Italian Collectors dopo tale data, almeno tre 1922. n. 214). and their Bindings,illustrated anni dopo il soggiorno in from Examples in the Library of Francia. La frequente non Questo omogeneo gruppo di J. R. Abbey, Roxburghe Club), corretta impressione dello legature francesi della seconda più recentemente Mirjam Foot scudo araldico, quasi mai metà del Cinquecento è stata nel 1978 (The Henry Davis Gift. perfettamente centrato e oggetto di ricerche: George Thomas Wotton and his binders, da cui talvolta lievemente 148 fuoriesce, come nel manufatto meno numerosi (solitamente ritenute di fattura italiana; segnalato, testimonia inoltre 3 in relazione al medesimo trattano argomenti di varia che le legature non sono state formato) e meno rilevati, natura quali storia, storia originariamente eseguite oppure nervi rilevati alternati locale, letteratura, biografia o per il possessore indicato ad altri apparenti. L’indorsatura senza alcuno specifico indirizzo dalle insegne araldiche ma appare realizzata tramite culturale. successivamente aggiunte: alette di rinforzo cartacee G. D. Hobson ha affermato orienta in tal senso la diversa orizzontali o a trapezio, proprie essere poco probabile che doratura rispetto a quella queste ultime delle creazioni queste legature siano state circostante. Le coppie di galliche dei secoli XVI-XVIII. commissionate ed eseguite lacci in tessuto colorato Almeno due produzioni hanno nei due mesi di permanenza impreziosiscono i manufatti, conservato le guardie originali del destinatario a Parigi, con anche se non assolvono ad con filigrane che, anche se non riguardo a un giovane di alcun compito funzionale: riprodotte nell’opera Charles 16 anni che non aveva mai il blocco è cartaceo, non Moïse Briquet, Les filigranes. dimostrato alcun interesse per membranaceo che invece Dictionnaire historique des la bibliofilia: potrebbe sembrare tende ad amplificare anche marques du papier dès leur più ragionevole ritenere che vistosamente di volume. apparition vers 1282 jusqu’en questi libri, opportunamente I labbri evidenziano fregi 1600, Amsterdam, Ed. Allan scelti dal suo segretario, siano fitomorfi interrotti da filetti. Sui Stevenson, 1968, appartiene stati portati in Francia per tagli in oro compaiono anche al gruppo delle lettres esservi legati, considerata la incisioni non infrequentemente soudées, n. 9740 e seguenti, fama di cui godevano in quel raffiguranti motivi cuoriformi. incontestabilmente francesi. periodo i legatori parigini. Le cuciture sono conformi Il contenuto può essere réglé, Nell’ultimo ventennio alla tecnica transalpina impostazione secondo la quale quattro sue legature si sono del tempo, connotata esso è incorniciato con sottili aggiunte ai 20 esemplari dall’apprezzabile numero di filetti usualmente eseguiti in inizialmente individuati: la nervi (5) piuttosto rilevati inchiostro rosso. I 24 scritti ricerca ha ricostruito la storia lungo il dorso arrotondato, sono in italiano, tranne gli di un raro esemplare, di recente più minute in corrispondenza Adagia di Erasmo in latino, 20 ricomparso, testimone di un della catenella collocata nella editi a Venezia, 3 a Firenze, 1 personaggio e di un prestigioso porzione superiore e inferiore, a Basilea, tra il 1522 e il 1554. momento di bibliopegia. a fronte di quelle italiane che in- quarto o in-ottavo, le cui presentano in genere, nervi coperte sono state a lungo

149 Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, H.IV.9, Mariegola degli speziali, 1433. Grande iniziale figurata con san Giovanni Battista, fregio miniato e stemmi di San Marco, della città di Brescia e del paratico degli speziali

150 DIARI BRESCIANI MISINTA

Proposta da Misinta di rilettura dei classici e di cultura libraria in collaborazione con Enti Pubblici

Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo Classico “Arnaldo” di Brescia; Socio dell’Ateneo di Brescia.

Proposta per l’Università del del Novecento; la proposta nazionali, si pone a fondamento Garda - Desenzano del Garda di quest’anno (il corso è dell’Umanesimo europeo all’attenzione dell’Assessorato autunnale, in sette lezioni, di e assurge alla dimensione alla Cultura della Città di solito al venerdì pomeriggio, mondiale come terza letteratura Desenzano del Garda tra ottobre e l’inizio di classica, dopo la greca e la dicembre) riguarda Petrarca latina. Da più di tre lustri ormai e Boccaccio, da rileggere Di questa assunzione l’Assessorato alla Cultura alla luce del loro grande italiana a modello classico della Città di Desenzano predecessore Dante. internazionale, ma anche del Garda propone, tramite Informazioni più dettagliate della sua opera di salvataggio l’Università del Garda, una saranno disponibili, dal e traduzione “sub specie meritoria e ampia scelta di settembre 2016, presso aeternitatis” delle precedenti iniziative culturali, accessibili l’Ufficio Cultura di Desenzano. letterature classiche e previa una piccola quota (cultura@comune. postclassiche, e della tradizione d’iscrizione a residenti e non desenzano.brescia.it) giudaico-cristiana che le aveva residenti (fino ad esaurimento traghettate attraverso i secoli posti), nelle più svariate RILEGGIAMO dal V al XIV, sono “auctores discipline: dall’informatica PETRARCA E BOCCACCIO augusti” Francesco Petrarca al cinema, dalla cultura TRA DANTE E L’EUROPA (1304 - 1374) e Giovanni cinese alla foto digitale, dal Desenzano, autunno 2016 Boccaccio (1313 - 1375) che, corso base di maglia a quello con Dante, sono perciò detti “le di acquerello, dal corso di Dopo l’incursione tra tre corone fiorentine”. arte a quello di osteologia le inquietudini del primo e Il rapporto con Dante archeologica; in particolare secondo ‘900, riprendiamo è fondamentale punto di per il corso di letteratura, il discorso delle fondamenta partenza per comprendere tenuto dal prof. Giuseppe della letteratura italiana e, in entrambi: Petrarca, che nella Magurno e, da alcuni anni, senso lato, della sua storia sua vastissima opera non cita dallo scrivente, sono stati letti culturale che, nel passaggio tra mai il nome di Dante, se non alcuni tra i principali Autori Medioevo ed Età Moderna, tra per criticarlo, in una minuscola, della Letteratura Italiana, XIII e XVI secolo, raccoglie celebre (almeno tra gli addetti fino a Dante (tre annualità l’eredità delle letterature ai lavori) ed errata postilla per le tre cantiche della medievali, latina e nelle lingue “nota contra Dantem” (in “Comedìa”) e alla letteratura d’oc e d’oil, supera i confini realtà, su quel particolare della 151 geografia, mi pare, virgiliana, e dalla volontà di emularlo là fa scuola a tutta l’Europa, o ha ragione Dante, e Petrarca ha dov’era più debole, per motivi meglio la declinante Cristianità torto!) sul ms Ambrosiano H 14 contingenti, cioè nel rapporto occidentale, percorsa da inf, che Giuseppe Billanovich con i classici. guerre, pestilenze e scismi, dimostrò essere apografo di E qui Petrarca trova inaugurando la ricerca, il un analogo ms appartenuto la propria strada e assurge ad restauro filologico e la rimessa al Petrarca, e che lo scrivente una dimensione europea che in circolazione dei grandi ebbe l’onore -e l’onere-, a Dante fu preclusa proprio classici antichi, soltanto su incarico del medesimo dal suo capolavoro, perché latini (Livio e Cicerone Billanovich (forse il più l’elaboratissimo, polifonico e anzitutto, e poi i poeti, a grande, certo tra i più grandi, polisemico volgare letterario partire dal suo mirabile studiosi di tutti i tempi dei due della Comedìa, cavato fuso e Virgilio ora all’Ambrosiana suddetti autori e in generale fucinato dal fiorentino e da tutti di Milano), perché, con suo della filologia medievale e gli altri dialetti e lingue noti grande rammarico, “Omero umanistica), di studiare per al poeta, è per la sua sublimità gli rimase muto” (Petrarca si trarne la tesi di laurea; Petrarca difficile da cogliere per chi non era procurato, a caro prezzo, che scrive la sua unica opera sia almeno italiano, se non nato qualche mss di Omero e in volgare, oltre al Canzoniere in ripa d’Arno: Petrarca invece, Platone, ma non riuscì mai a (o, più precisamente, Rerum già da vivo, e poi per quasi trovare chi gli insegnasse il vulgarium fragmenta, due secoli, fino alla seconda greco antico, benché abbia “frammenti di cose in volgare/ metà del ‘500 (ma in Italia è profuso tempo e denari dimolti volgari, popolaresche”, già ritenuto superato nel ‘400, nell’impresa): Petrarca è il d’ora in poi Rvf) cioè i per effetto dell’Umanesimo primo umanista, il primo Trionfi (anche qui il titolo ormai maturo), in tutta che cerchi di superare la è latino, Triumphi), per far Europa è letto e studiato come cultura tardo-medievale, concorrenza alla Comedìa modello di humanitas classica nella quale si forma, superare (sempre in latino, anzi in greco e cristiana, ma limitatamente il Medioevo stesso, troppo latinizzato) dantesca (altri alle opere latine, nelle quali epico, assoluto, dantesco, per esempi simili non mancano: ripropone e attualizza i generi tornare agli antichi e alla loro Rvf 366 è una “canzone alla letterari e stilistici classici, capacità di introspezione, Vergine” parallela all’analoga con i suoi epistolari (Ad siano essi i classici latini o i di Paradiso XXXIII), e familiares, Seniles), le sue Padri della Chiesa, Agostino fallisce miseramente, perché, opere ascetico-filosofiche sopra tutti, in opposizione a parte qualche squarcio (Secretum, De vita solitaria), alla tarda Scolastica dei suoi lirico, non riesce a scrivere in il suo incompiuto poema contemporanei (e il discorso stile elevato dei grandi temi epico (Africa), l’incompiuta non finirebbe più, per cui ... e problemi eterni dell’uomo raccolta di biografie di eroi facciamo punto e passiamo ad e dell’umanità, ma i suoi sei antichi anche biblici (De altro), per ridare all’Occidente trionfi (di Amore, Pudicizia, viris illustribus), con la vita in crisi d’identità un ‘ubi Morte, Fama, Tempo ed di Scipione l’Africano come consistam’ etico, l’unità morale Eternità) non vanno oltre lo punto di maggiore impegno, della ‘Res Publica’ dei dotti, stadio dei frammenti, scadendo con ben tre redazioni, senza mentre va in pezzi il duplice spesso a noiosi elenchi eruditi arrivare a concluderla, e tante ideale unitario, sacro e civile, di personaggi, testi e temi altre opere (che vedremo del binomio Chiesa-Impero. classici, da contrapporre alle molto cursoriamente), raccolte, ... perché Petrarca non ben più efficaci, anche se meno nel ‘500, nella monumentale finisce qui: superato come dotte, citazioni dantesche; del edizione di Basilea (in folio, modello di latino nel XV sec. resto, tutta l’opera di Petrarca è 1554 e 1581). in Italia e nel XVI in Europa, in sovrastata dall’ombra di Dante Soprattutto il Petrarca quel medesimo secolo risorge, 152 per mano ed opera di un di conoscere) e fonda la prosa fino all’esercizio dell’usura, manipolo d’intellettuali italiani, narrativa, racconto e romanzo, ma non dimentica giammai capitanati dal cardinal Pietro ma anche il teatro, commedia de l’acciar de’ cavalieri, Bembo, come modello, italiano e tragedia, per l’Europa e per della gestione integerrima ed europeo, di castissima e il mondo, come principale, del bene pubblico e, se lo platonica lirica amorosa; e se non unico, tramite tra la richiede l’onore, del duro tutta Europa petrarcheggia, narrativa biblica (di quella calle dell’esilio; Francesco tra sospiri “ond’io nudriva il classica latina è sopravvissuto di ser Petracco di tradizione cuore” che fa rima con “primo poco, ma Boccaccio conosce notarile, cancelleresca e giovanile errore” e “chiare bene e saccheggia con sapienza clerical-prebendaria, poeta fresche e dolci acque” e bionde Apuleio), la tradizione lirico, esploratore degli abissi chiome e sguardi che feriscono medievale, che alla Sacra del cuore, politico elastico ed perché son frecce scoccate Scrittura, al romanzo e alla ecclesiastico per convenienza, da Cupìdo, fino a Torquato storia antica si abbevera, e studioso puro per inconcussa Tasso (“dolci nell’ira, or che la prosa d’arte narrativa e vocazione, Latinorum sarìan nel riso?”) e oltre, la drammaturgia moderne; auctorum sectator acerrimus attraverso i molti barocchi e Boccaccio ha inoltre un ruolo et piissimus; Boccaccio figlio gli arcadici rococò (complice chiave in quel particolare illegittimo di grande famiglia Metastasio), fino ai Neoclassici tipo di narrativa che è l’epica e cultura mercantesca, abituato e ai grandi classici tra XVIII cavalleresca rinascimentale fin da giovane agli eccessi della e XIX secolo (Foscolo, “d’un e successive imitazioni buona e dell’avversa Fortuna, velo candidissimo adornando, (soprattutto satiriche, fino alla narratore sublime della realtà rendea nel grembo a Venere Marfisa bizzarra di Carlo concreta, erudito grecofilo Celeste”; ma anche Goethe e Gozzi e ai Paralipòmeni (dal Filòcolo al Decameròn) Leopardi e poi i loro seguaci della Batracomiomachìa di a volte un po’ pasticcione (il risentono della lezione lirica Giacomo Leopardi), perché suo Buccolicum carmen con petrarchesca), tanto che tutta la a lui si deve l’invenzione del due c’!), ma insigne tra tutti per poesia moderna (dal XVI-XVII metro tipico di questi romanzi la grande umiltà intellettuale, secolo al XXI) mondiale si può in versi, l’ottava rima (ab ab che gli permette di essere al scindere in due grandi campi, ab cc), impiegata per la prima tempo stesso discepolo ideale dei Dantisti epici (con i loro volta nel suo Filòstrato (“vinto del Padre Dante, che commenta numi tutelari Omero, Virgilio, d’amore”, sempre il greco- e legge sul finire di sua vita, Dante) e dei Petrarchisti lirici latino del giovane Boccaccio!), e discepolo reale e amico del (con Orazio, ma anche un certo del 1336 (tesi autorevolmente Petrarca (e di entrambi scrive Virgilio, i lirici e gli elegiaci sostenuta dal grande Carlo mitizzanti biografie), con il latini e, per chi li riesce a Dionisotti, all’alto sentire del quale condivide gli ideali della leggere, greci). quale pieghiamo riverenti il ‘restauratio antiquorum’. E Boccaccio? ginocchio; nunc autem alii Basterebbe dire che, tramite aliter sentiant, si velint). Chaucer (Londra ca 1343 - SETTE INCONTRI 1400), ispira Shakespeare, “et Ma ‘sat bibere prata’; le parti sarìen pari”: Boccaccio concludiamo! Tre fiorentini o Di ciascun incontro traduce in prosa d’amore e comunque nati in Toscana (ad preparerò la scelta di letture dai di sapienza mercantesca i Arezzo, Petrarca; a Certaldo, Rerum vulgarium fragmenta cento canti della Comedìa forse, Boccaccio) di fiorentin (o Canzoniere), da leggere e con le cento novelle del sangue gentile: Dante epico commentare per quel che il Decameròn (“dieci giornate”, poeta sacro, costruttore di tempo mi permetterà, come ed è proprio greco, che il mondi, rampollo della piccola pure le vicende biografiche giovane Boccaccio millanta nobiltà decaduta, forse umiliata e letterarie dei due autori, 153 con l’aiuto di immagini IV^ LEZIONE: Novelle (iconografia) e testi (tra i quali I^ LEZIONE: Origini VI, 2 (Cisti fornaio) e 3 alcune delle pagine più belle ed educazione dei giovani (Chichibio). e sapide delle opere latine di Petrarca e Boccaccio; lettura Sonetti, canzoni e passi entrambi) da proiettare sullo delle novelle (del Decameròn, scelti da Rvf 161-220 circa. schermo, affinché tutti possano citate per n° ordinale romano seguirli; consiglio comunque della giornata e numero arabo V^ LEZIONE: Novelle l’acquisto del Canzoniere del della novella) I, 1 - 2 - 3 (ser VI, 9 (Guido Cavalcanti) e 10 Petrarca e del Decameròn di Ciappelletto, Abraam giudeo; (Frate Cipolla). Boccaccio nell’edizione della Melchisedech giudeo). Sonetti, canzoni e passi BUR (Biblioteca Universale Sonetti, canzoni e passi scelti da Rvf 221-270 circa. Rizzoli, il primo costa poco più scelti da Rvf 1-50 circa. di 11 euro, il secondo 13,50) VI^ LEZIONE: Novelle X, o in qualsiasi altra edizione, II^ LEZIONE: Maturità, 2 (Ghino di Tacco e l’abate di purché integrali; di Petrarca incontri e “vita pubblica” di Clignì) e 7 (Lisa innamorata dovrei forse anche riuscire a entrambi, sullo sfondo dei del re Pietro). trovare qualche testo musicato; travagli europei coevi; novelle Sonetti, canzoni e passi d’altro canto il sottofondo II, 5 (Andreuccio da Perugia) e scelti da Rvf 271-315 circa. musicale spero che sarà a cura, III, 2 (Agilulfo, Teodolinda e il come sempre, dell’ottimo prof. palafreniere). VII^ LEZIONE: Novelle X Domenico Mantelli; invece Sonetti, canzoni e passi 9 (il Saladino e messer Torello) le letture dal Decameròn scelti da Rvf 51-100 circa. e 10 (la Griselda). saranno interpretate e Sonetti, canzoni e passi dialogate dai nostri bravissimi III^ LEZIONE: L’ultima scelti da Rvf 316-366 circa. lettori, Maria Luisa Buson stagione, Petrarca nonno e e Aurelio Tagliabue (anche Boccaccio povero e pio prete qui spero Mantelli compreso, di campagna; novelle V, 3 come già sperimentato), (Nastagio degli Onesti) e 10 più precisamente secondo il (Federigo degli Alberighi). seguente schema: Sonetti, canzoni e passi scelti da Rvf 101-160 circa.

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