ANICA

ANICA CITAZIONI

03/11/2014 La Sicilia - Nazionale 4 Lo schermo che verrà

01/11/2014 ItaliaOggi 6 CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA

ANICA SCENARIO

03/11/2014 Il Messaggero - Nazionale 9 Dal "Corvo" a "Terminator" a Hollywood dilaga il reboot

03/11/2014 Il Piccolo di Trieste - Nazionale 10 "Sette piani", domani il casting per il corto ispirato a Buzzati

03/11/2014 Il Tirreno - Nazionale 11 L'affascinante viaggio cinematografico dei fratelli Taviani

03/11/2014 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale 12 Film in rassegna per i cento anni dello «Spadaro»

03/11/2014 Eco di Bergamo 13 Le piccole sale colpite dal virus del pixel

03/11/2014 Eco di Bergamo 14 Santa Caterina chiude il cinema Ma riparte dall'alleanza con Redona

03/11/2014 Il Mattino di Padova - Nazionale 15 Il film "Carlo Goldoni" ( produzione padovana) in versione giapponese

03/11/2014 Il Giornale - Nazionale 16 Sesso, droga e violenza Ecco il «Padrino» del soul

02/11/2014 Corriere della Sera - Milano 18 «Noi, il volto buono della cinematografia»

02/11/2014 La Stampa - Asti 20 Presentato Asti Film Festival 2014 Madrina sarà Paola Minaccioni

02/11/2014 La Stampa - Nazionale 21 "The Book of Negroes" tutto l'orgoglio delle radici 02/11/2014 Il Messaggero - Roma 22 "La verità nascosta" a Ostia film su Pasolini

02/11/2014 Il Messaggero - Nazionale 23 La svolta comica di Laura Morante «Ora ho voglia di farvi ridere»

02/11/2014 Il Sole 24 Ore 25 Una terrazza su Cuba

02/11/2014 La Gazzetta di Parma 27 Corrado: «The Space parla inglese»

02/11/2014 Avvenire - Nazionale 29 CINEMA Il protagonista? È lo spettatore

02/11/2014 Il Tempo - Nazionale 31 Interstellar senza confini Viaggi spazio-temporali evitano l'estinzione umana

02/11/2014 La Gazzetta dello Sport - Nazionale 33 Oscar tra le stelle Star McConaughey «In orbita ho capito chi sono davvero»

02/11/2014 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Nazionale 35 La vecchia arena torna a vivere

01/11/2014 La Stampa - Asti 36 Gli astigiani sul set "In un posto bellissimo"

01/11/2014 Il Messaggero - Roma 37 Raoul e Sarah assedio al set

01/11/2014 Il Gazzettino - Pordenone 38 Jodorowsky attacca l'industria del cinema

01/11/2014 Il Piccolo di Trieste - Nazionale 39 Jodorowsky: «A 85 anni faccio cinema per lasciare un mondo migliore»

01/11/2014 Il Tempo - Nazionale 41 Gabriele Salvatores con Ficarra e Picone tra i protagonisti dell'evento

01/11/2014 Il Tirreno - Cecina 42 Chiude anche l'ultimo cinema

01/11/2014 La Sicilia - Nazionale 43 Jodorowsky: « Cinema non è più arte è soltanto business»

01/11/2014 Il Foglio 44 Popcorn Dracula

01/11/2014 Libero - Nazionale 45 Il film su Califano boicottato da Marino per motivi politici 01/11/2014 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Nazionale 46 NARDÒ "Pianeta Cinema " riapre dopo tre mesi di stop

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2 articoli 03/11/2014 La Sicilia - Ed. Nazionale Pag. 23 (diffusione:64550, tiratura:80914) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Lo schermo che verrà Con i fondi disponibili possiamo sostenere soltanto una parte delle sale

lo schermo cinematografico di una multisala MARIA LOMBARDO La digitalizzazione delle sale cinematografiche in Sicilia non è stata ancora completata e non dipende dalla Regione se non in parte. La copertura finanziaria è parziale, è vero, ma ci sono norme da rispettare a causa delle quali molte sale aspiranti al finanziamento, sebbene entrate in graduatoria, non possono averlo perché non sono in regola: eppure senza l'adeguamento tecnologico (da gennaio 2014 l'uso della pellicola è stato cancellato) i cinema sono condannati alla chiusura - alcuni lo sono - con danni economici (posti di lavoro), sociali (vitalità dei centri storici) e culturali (distribuzione di film di qualità solitamente negata dai blockbuster e dai multiplex). Fra il 2011 e il 2013 la Sicilia Filmcommission ha investito 9.898.831 euro per l'audiovisivo nella regione. Con bandi pubblici sono stati cofinanziati lungometraggi (€ 3.963.300,00), fiction e cortometraggi (€ 322.600,00), documentari (€ 2.092.351,00) e 69 schermi sono entrati nella prima graduatoria per la digitalizzazione con investimento di 2.865.031,74 euro. I fondi destinati al network di festival cinematografici sono stati invece 575.580,00 euro. «Originariamente - afferma Pietro Di Miceli, direttore della SiciliaFilmCommission - erano stati destinati 5 milioni e mezzo di euro alla riconversione delle sale. Ne ho avuti a disposizione meno di 3 perché gli altri 2 e mezzo sono stati rifinalizzati in altre iniziative». Col decreto dello scorso aprile la Regione ha reso pubblica la graduatoria definitiva della prima tranche (69 sale, copertura finanziaria 2 milioni 865.031,74 euro) e della seconda, (altre 40 sale) per la quale i finanziamenti non ci sono ancora. Tra i più virtuosi nell'eseguire i lavori e presentare documentazione completa figurano il Capitol di Bagheria che ha già riscosso la cifra assegnatagli e il King di Palazzolo Acreide. Nella graduatoria figurano come priorità - tra gli altri - il multisala Grivi di Enna (priorità 1 perché unico della città), nonché le sale a schermo unico come Galilei di Barrafranca (Enna) e Spadaro di Acireale e i cinema con più schermi, tipo l'Apollo di Messina, il Metropolitan e l'Aurora di Palermo, il Planet Vasquez di Siracusa, l'Alfieri, il Lo Po e l'Ariston di Catania dove uno schermo ha precedenza sugli altri (giusto per consentire il proseguimento dell'attività). Sulla graduatoria per punteggio si attua il beneficio dello scorrimento. In caso di rinunce, ritardi, irregolarità amministrative da parte degli esercenti, il beneficio passa alla posizione successiva. Se Piemonte, Lombardia e Toscana che hanno quasi ultimato l'operazione, la Sicilia con le difficoltà finanziarie che si ritrova è anche fortunata ad essere arrivata fin qui. «Con i fondi disponibili - dice Di Miceli - possiamo finanziare solo una parte delle sale. Il bando prevedeva punteggi premiali per monosale o cinema storici, in zone svantaggiate. L'assegnazione ha tenuto conto di queste priorità. Ma sono ancora poche le pratiche che abbiamo potuto liquidare, quindi a fine anno sarà eseguito il monitoraggio e sarà avviato lo scorrimento della graduatoria». In sostanza chi indugia o non è in regola con la documentazione dei lavori eseguiti, perde il beneficio o deve incrociare le dita perché vengano reperiti altri fondi. «Si deve andare avanti. La prima parte dell'operazione deve essere conclusa a fine aprile 2015». «Le difficoltà e i ritardi della maggior parte delle sale - aggiunge Di Miceli - sono dovuti all'applicazione del decreto Maroni sulla tracciabilità dei flussi finanziari. Per tutte le amministrazioni pubbliche, la fattura quietanzata non basta più. Alcuni gestori hanno difficoltà ad effettuare i lavori anticipando le cifre, in secondo ordine si registrano in qualche caso problemi interni alle strutture e modifiche delle compagini societarie. Obiettivo è assicurare la continuità nella gestione del cinema. Non si tratta di vantaggi per il gestore». Fra i requisiti richiesti il Durc (documento unico di regolarità contributiva): chi ha debiti con Equitalia, con l'Inps o l' Inail, non può ricevere i finanziamenti. «Noi - dice il direttore della SiciliaFilmCommission - siamo costretti a interrogare Equitalia. Tutto questo rappresenta un ritardo enorme. Anzi Equitalia è veloce ma Inps e Inail fanno passare 20-30 giorni per rispondere. Anche quando le aziende dichiarano di non avere dipendenti noi dobbiamo ugualmente interrogare Inps e Inail». Esaurita che sia la

ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 4 03/11/2014 La Sicilia - Ed. Nazionale Pag. 23 (diffusione:64550, tiratura:80914) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

graduatoria delle prime 69 sale, per digitalizzare le rimanenti serviranno - afferma Di Miceli - almeno un altro milione di euro. «Bisogna capire di questi 69 quanti ne arrivano al traguardo. Una percentuale fisiologica la perderemo per strada a causa dei motivi suddetti. Le ragionerie della Regione non accettano più mandati di pagamento all'inizio dicembre. Tra una decina di giorni faremo il bilancio di quanti sono in regola per la liquidazione delle somme». E gli altri? «Entro il 2015 si potrà arrivare al finanziamento globale di tutti gli ammessi». Si tratta di coprire la seconda tranche. C'è la copertura finanziaria? «Verrà dallo stesso Apq (Accordo di programma quadro) o da altre fonti che stiamo verificando». L'Apq in questione, Sensi contemporanei, opera tramite il ministero dello sviluppo economico, dipertimento per le politiche di sviluppo e coesione presieduto da Alberto Versace, con attività finalizzate alle imprese e attività anche in ambito culturale e artistico nelle Regioni del Sud d'Italia. «Manca alla Sicilia il fondo di rotazione per investimenti che alcune regioni hanno. In questo momento - conclude Di Miceli - con la crisi legate al credito sarebbe auspicabile una riforma dell'attuale legislazione. Ho previsto una legislazione dal punto di vista dell'esercente. La Sicilia non aveva mai avuto norme sull'esercizio cinematografico. Ho aperto l'aministrazione agli apporti delle associazioni di categoria: Agis, Anec, Anica». 03/11/2014

ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 5 01/11/2014 ItaliaOggi Pag. 4 (diffusione:88538, tiratura:156000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA

RaiWay: ok della Consob alla quotazione. Via libera da parte dell'autorità di controllo della Borsa al prospetto per la quotazione di RaiWay a piazza Affari. L'offerta avrà per oggetto 83 milioni di azioni massime, corrispondenti a circa il 30,51% del capitale sociale della società e partirà il prossimo 3 novembre per concludersi il 13 novembre, salvo chiusura anticipata o proroga. Includendo la greenshoe, la percentuale del capitale sociale di RaiWay detenuta dal mercato a seguito dell'offerta sarà pari a circa il 34,93%. Il prezzo delle azioni sarà fra i 2,95 e i 3,5 euro. Patuano: Telecom in trattativa con Mediaset. «C'è una trattativa, su questo non abbiamo nulla da dire». Così l'a.d. di Telecom, Marco Patuano, ha risposto ieri ai giornalisti sui colloqui tra Telecom e Mediaset, a margine di un convegno a Pisa. L'accordo riguarderebbe, ha spiegato Patuano, lo sviluppo «delle offerte di pay tv di qualità», un modo «per raggiungere i clienti in modo effi ciente e a basso costo, ed alta performance». Sulle parole spese l'altroieri in merito dal vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, che aveva parlato di tv on demand sulla banda larga, Patuano ha commentato: «è sicuramente vero quello che ha detto il dottor Berlusconi, che si tratti di una combinazione industrialmente molto convincente. Poi ci sono tanti modi per farlo». Nuova Mediaset Premium prende corpo. Un totale di circa 300 persone, con 44 giornalisti sportivi. Con questa dotazione, proveniente dalle altre società del gruppo, farà i primi passi la nuova Mediaset Premium che vede la partecipazione di Telefonica con 11,1%. Indiscrezioni di stampa parlano anche del possibile vertice, con l'a.d. Franco Ricci, il direttore dei contenuti Yves Confalonierie la guida della redazione sportiva ad Alberto Brandi. Parte dei giornalisti di Sport Mediaset, quelli dei motori e del web, resteranno peròa Mediaset all'interno di Videonews. Anica valuta il ricorso contro la deroga sulla programmazione italiana a Disney. L'Associazione nazionale industrie cinematografi che audiovisive e multimediali sta valutando una impugnativa al Tar contro le delibere dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sulle deroghe agli obblighi di programmazione e investimento. La decisione è arrivata dopo una deroga in particolare, quella all'obbligo di programmazione di contenuti prodotti in Italia a Disney per due anni. Instagram, arrivano i video pubblicitari. Il social network fotografi co di proprietà di Facebook includerà nelle proprie pagine anchei video pubblicitari, alla stregua di quanto fa la controllante. Gli spot che scorreranno sul usso delle foto dureranno 15 secondi. L'azienda di Zuckerberg ha deciso di far cassa anche su questa piattaforma. L'attenzione è ora puntata su WhatsApp, il sistema di messaggistica per i telefonini, sempre acquistato da Facebook e utilizzatissimo nel mondo. Anche qui, molto probabilmente, ci saranno da attendersi cambiamenti in grado di migliorare il conto economico del colosso dei social. Il premio di giornalismo Cutuli a Lynsey Addario, Amalia De Simonee Andrea Tuttoilmondo. Decima edizione per il Premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli, l'inviata del Corriere della Sera uccisa con altri tre colleghi in un agguato in Afghanistan, il 19 novembre del 2001. Lynsey Addario, Amalia De Simone e Andrea Tuttoilmondo sono i tre giornalisti vincitori quest'anno rispettivamente per Stampa estera, Stampa italiana e Giornalista siciliano emergente. Sarà conferito inoltre un premio speciale del presidente della Fondazione, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli,a Laura Anello. Il Premio si svolgerà in due momenti: a Santa Venerina il 21 novembre, mentre sabato 22 novembre si terrà la cerimonia di premiazione fi nale al Teatro Sangiorgi di Catania: interverranno il presidente della camera dei deputati, Laura Boldrini, de Bortoli, l'inviato del Sole 24 Ore, Alberto Negri, sul tema «Quello che non capiamo della minaccia jihadista». Gli Stati generali dell'informazione a Pescara il 29 novembre. Si svolgeranno il prossimo 29 novembre a Pescara gli «Stati generali dell'informazione abruzzese», promossi dal Consiglio regionale, dall'Ordine dei giornalisti d'Abruzzo e dal Sindacato dei giornalisti Abruzzesi. Ieri, sempre a Pescara, la manifestazione per protestare contro la chiusura dell'edizione Abruzzo-Molise del Tempo. Agcom: in sei mesi 108 istanze di violazioni del diritto d'autore online. Il consiglio dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha esaminato il bilancio dei primi sei mesi di applicazione del regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di

ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 6 01/11/2014 ItaliaOggi Pag. 4 (diffusione:88538, tiratura:156000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

comunicazione elettronica. Nel periodo aprile-settembre sono pervenute 108 istanze. Di queste il 22% ha riguardato violazioni massive o di particolare gravità esaminate con procedura d'urgenza. Nel 39% dei casi le istanze sono state archiviate per adeguamento spontaneo. In alcuni casi, inoltre, «le rimozioni spontanee dei contenuti», informa l'Agcom, «hanno riguardato siti di cyberlocker con server localizzati all'estero, circostanza questa particolarmente signifi cativa in quanto abitualmente tali soggetti non rispondevano alle richieste di rimozione dei titolari dei diritti. Sempre nell'arco del periodo considerato, i provvedimenti di enforcement, con relativo ordine agli Internet service provider (Isp) di disabilitare con blocco del Dns l'accesso ai siti illegali, sono stati il 18% del totale».

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29 articoli 03/11/2014 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 21 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Dal "Corvo" a "Terminator" a Hollywood dilaga il reboot

CRISI DI IDEE Mentre negli Usa le serie tv d'autore con grandi attori conquistano pubblico e critica, Hollywood guarda sempre più spesso al passato. Si moltiplicano infatti i reboot , nuovi avvii di film di successo o remake da trasformare in saghe: da Terminator a La mummia , dai Fantastici 4 a Ghostbusters (stavolta al femminile). Tornerà nel luglio 2015 il cyborg Schwarzenegger nel nuovo inizio di Terminator Genisys di Alan Taylor con Emilia Clarke (nei panni di Sarah Connor), Jai Courtney, Jason Clarke e l'ex Doctor Who Matt Smith. È il primo capitolo di una trilogia, prossime uscite nel 2017 e 2018. Essere nel reboot «è come tornare in tour per i Pink Floyd. Il pubblico vuole sentire le vecchie canzoni» ha detto Smith a Entertainment Weekly . Guardando ai supereroi, dopo il tentativo del 2005, ripartono i Fantastici 4 con il film di Josh Trank, interpretato da Miles Teller (Mr. Fantastic), Kate Mara (La donna invisibile), Michael B. Jordan (Torcia Umana), Jamie Bell (La Cosa), in uscita il 7 agosto 2015. Dopo la sfortunata prova nel 2011 con Ryan Reynolds, si riesuma anche Lanterna verde , ma il film non arriverà prima del 2020. Vista la riluttanza di Will Smith a girare sequel, Io sono leggenda , hit del 2007, ripartirà nell'intenzione dei produttori come base per una saga, con una nuova star ancora da scegliere. Dopo aver riportato in sala il principe dei vampiri con Dracula Untold , Luke Evans sarà l'antieroe dark Il Corvo , nel reboot diretto da F. Javier Gutièrrez tratto dai fumetti di James O. Barr, inizio riprese aprile 2015. Novità anche per Ghostbusters : allo studio un reboot con cast tutto al femminile diretto da Paul Feig. Mentre la Mgm ha in cantiere un film a tecnica mista (animazione e live action per La pantera ros a, diretto da David Silverman ( Monsters &Co, The Simpson Movie ).

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 9 03/11/2014 Il Piccolo di Trieste - Ed. Nazionale Pag. 22 (diffusione:44247, tiratura:212000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato "Sette piani", domani il casting per il corto ispirato a Buzzati cinema "Sette piani", domani il casting per il corto ispirato a Buzzati

"Sette piani", domani il casting per il corto ispirato a Buzzati cinema yyQuesto pomeriggio alle 17, al Knulp di via Madonna del Mare, si parlerà di Simone Cristicchi. Il titolo dell'incontro è "Analisi critica dello spettacolo Magazzino 18" di Cristicchi appunto e Jan Bernas. Partecipano gli storici Claudia Cernigoi, Piero Purini, Sandi Volk e il blogger Marco Barone. Sotto i riflettori, dunque, la carriera e il successo di questo cantautore, divenuto famoso a tutti quando nel marzo 2007 vince il 57º Festival di Sanremo, nella categoria Campioni, con la canzone "Ti regalerò una rosa" il cui testo è ispirato alla sua esperienza di volontario nel centro di igiene mentale di Roma. A ottobre 2013, poi, porta in scena al Rossetti il musical "Magazzino 18", diretto da Antonio Calenda, sul dramma delle foibe e l'esodo.Quello che doveva essere solo un banale ricovero di alcuni giorni, più a causa dell'età che per il quadro clinico, si trasforma lentamente in una spirale dominata dall'inquietudine e dall'impossibilità di reagire a una catena di eventi grotteschi. Non certo giustificati da una semplice influenza, tanto è vero che inizialmente la signora Dotti è stata sistemata in una luminosa stanza al quinto piano, quello per i pazienti "sani", dove conta di rimanere giusto un paio di giorni. Mica come i poveretti giù al primo piano, sinistro e in semi oscurità, dove sono trasferiti i malati senza speranza. Ma per la signora "semi-sana" il giorno delle dimissioni pare insomma allontanarsi sempre di più. Soprattutto, inizia la discesa verso la zona bassa della clinica. Tra intoppi e pretesti burocratici, primari boriosi e diagnosi imprecise, la permanenza nella struttura sanitaria per l'anziana paziente, nonostante il sostegno della grintosa nipote Matilde, si trasforma in una palude che la vuole risputare sotto forma di certificato di morte. È liberamente tratto dal racconto "Sette piani" di Dino Buzzati il cortometraggio "La cura" - soggetto e sceneggiatura di Valentina Burolo, regia di Andrea Andolina, produzione Reef Comunicazione di Trieste - le cui riprese si snoderanno, ultimati i provini per completare il cast a cura di Trieste Casting, nella realistica location della casa di cura Salus tra il 9 e il 14 dicembre. A vestire i panni, anzi, la divisa di paziente e i camici di primario e dottoressa, Ariella Reggio, Fulvio Falzarano e Maria Grazia Plos, mentre l'esuberante Matilde è interpretata da Francesca Cardinale, nipote d'arte di Claudia, icona del cinema italiano. Una decina di comparse di età variabile, due attori adulti, un'attrice tra i 25 e i 30 anni: questi i profili delle figure che verranno selezionati domani pomeriggio alle 16 nella sede di Reef Comunicazione, in via Pozzo del Mare 1. Mentre il 14 novembre il casting si sposterà al Centro di regia sperimentale di Roma che collabora alla produzione dello short movie, la cui anteprima si proietterà al festival Cortinametraggio (18-22 marzo). «Una produzione low budget cui tengo molto per la fiducia riposta nel progetto da Maddalena Mayneri di Reef Comunicazione che ha finanziato "La cura", alla presenza nel cast di professionisti del teatro», spiega Andolina. Gli aspiranti attori e comparse si caleranno nella rilettura di Valentina Burolo del surreale racconto che vede la recalcitrante paziente in ostaggio dei camici bianchi. Il finale è top secret. Patrizia Piccione

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 10 03/11/2014 Il Tirreno - Ed. Nazionale Pag. 45 (diffusione:80832, tiratura:102004) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato L'affascinante viaggio cinematografico dei fratelli Taviani dall'università di pisa al set L'affascinante viaggio cinematografico dei fratelli Taviani

L'affascinante viaggio cinematografico dei fratelli Taviani dall'università di pisa al set di Barbara Baroni «L'opera di Paolo e Vittorio Taviani è certamente fra quanto di più significativo, sul piano culturale e artistico, abbia espresso il cinema italiano del dopoguerra: per la profondità e la serietà del discorso, per la forza espressiva dell'immagine e del racconto, per la capacità di collegare la ricerca di un linguaggio originale con il recupero della tradizione letteraria, figurativa e musicale, come strumento vivo di espressione e di conoscenza». Con queste parole Lorenzo Cuccu introduce il libro "Fratelli di cinema. Paolo e Vittorio Taviani in viaggio dietro la macchina da presa" a cura di Silvia Panichi, introduzione di Marco Filippeschi (Donzelli editore). Si tratta di una raccolta di studi, testimonianze e pensieri intorno all'opera dei fratelli Taviani con una loro "lectio magistralis" e due scritti autobiografici. La prima parte del volume è tutta dedicata a Paolo e Vittorio. Entrambi raccontano degli anni trascorsi all'Università di Pisa e dei pochi esami sostenuti perché è scoppiata, quasi subito, la passione per il cinema: «Questa Università ci ha ispirato Curtatone e Montanara, uno dei nostri primi documentari andato perduto, uno dei pochi da noi amato. Una mattina di sole, con la nostra piccola troupe, occupammo il cortile della Sapienza per piazzare i binari di un lungo carrello». Di fronte a questi due giovani che, anziché essere chini sopra i libri nella austera biblioteca del Palazzo della Sapienza, se ne stavano a fare il cinema, c'era chi approvava e chi scuoteva la testa: «Quel fragore era musica di Mozart per le nostre orecchie. Ci passavano accanto studenti e professori. Alcuni di loro, in passato, avevano incoraggiato la nostra scelta, così irregolare, di fare cinema. Altri avevano scosso la testa e il tono della nostra voce sfiorava la provocazione quando gridammo: azione!». Ma, ancora oggi, con l'entusiasmo di un tempo, ai ragazzi che gli chiedono consiglio per entrare nel mondo del cinema, rispondono: «Scegliete tre o quattro film che più amate. Vedeteli e rivedeteli. E rivedeteli ancora: come ladri che spiano i movimenti di una banca da derubare. A poco a poco, ad ogni nuova visione scoprirete alcuni segreti del vostro amato regista. Non esitate ad abbandonarvi all'ammirazione: è un sentimento umile e forte, vi aiuterà a capire. Poi ricominciate tutto da capo, disfacendo e rifacendo il già fatto. Cercate in voi stessi». La parola, nella seconda parte del volume, passa agli esperti. Remo Bodei descrive il rapporto tra teatro e redenzione in "Cesare deve morire"; Roan Johnson coglie nel loro cinema il seme dell'utopia; Bruna Niccoli descrive il lavoro della costumista fidata, Lina Nerli Taviani; Roberto Perpignani analizza il montaggio come arte di dare forma alle emozioni e infine un amarcord, tutto pisano, scritto da Marco Barabotti. "Fratelli di cinema", più che un libro, sembra una conversazione tra amici ritrovati che discutono di linguaggio cinematografico e di buoni ricordi. Forse è per questo che ne viene fuori, oltre alla dimensione artistica dei due maestri, anche la dimensione profondamente umana. E' il cinema mischiato alla vita (e viceversa) che fa loro scrivere: «Ora siamo più soli, com'è giusto alla nostra età, e proviamo malinconia. Ma quelle ombre - lo vogliamo credere - ci stanno qui intorno ed è come se sentissimo il loro bisbigliare. Alcune parole giungono sino a noi. Dicono: imparate a guardare le cose anche con gli occhi di chi non c'è più. Vi sembreranno più sacre e più belle».

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 11 03/11/2014 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Ed. Nazionale Pag. 30 (diffusione:48275, tiratura:63756) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Film in rassegna per i cento anni dello «Spadaro» Dal 4 novembre al 9 dicembre Il cartellone si chiama «Secondotempo». Appuntamento il martedì alle ore 21

. CENTO ANNI DEL CINEMA S PA DA R O Massafra, una rassegna cinematografica organizzata per celebrare la particolare ricorrenza «Secondotempo» come la scritta che compariva sullo schermo alla fine dell'intervallo, nell'era della pellicola, e che ora non compare più. Riparte domani, il "via g gio" del cineteatro Spadaro di Massafra attraverso i generi e i linguaggi cinematografici. Sei titoli di qualità per il grande schermo , nel cartellone della rassegna "Secondo tempo", in programma dal 4 novembre al 9 dicembre, che si pone come la prosecuzione degli eventi con i quali, nello scorso mese di aprile, si è celebrato il centenario del cinema Spadaro, storico baluardo monosala di provincia, fiero presidio di resistenza al tempo dei luccicanti Cineplex. «Secondotempo» è anche l'inizio di una fase nuova, spiegano i promotori della rassegna, in cui è indispensabile attirare l'attenzione di istituzioni, associazioni, cittadini sull'enor me ricchezza rappresentata da questo luogo. Per fare in modo che ci siano altri cento anni di cinema Spadaro e poi ancora altri cento. Dopo "Arrivano i nostri - loro al cinematornano, e voi?", l'anno del centenario si chiude con un cartellone che spazia dalla graffiante satira politica di Kubrick all'ani mazione stop-motion di Tim Burton, passando per Besson, la commedia italiana di costume firmata De Sica, il legal-thriller ante litteram di Billy Wilder e le visioni futuristiche di Ridley Scott. Da domani, dunque, il martedì sera, alle ore 21, l'appuntamento è al cineteatro Spadaro in piazza Martiri del Risorgimento 10. Il costo del biglietto d'ingresso è di 3 euro, ma c'è anche la possibilità di sottoscrivere un abbonamento per le sei proiezioni al costo di 12 euro. All'iniziativa collaborano le associazioni Il Serraglio, Ambiente H, Fidapa, Alliance Francaise, Rotaract Club Massafra, Leo Club Massafra-Mottola Le Cripte, Max Cavallo e lo staff del Castellaneta Film Fest. Questo il calendario delle proiezioni: 4 novembre, Il dottor Stranamore, ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba di Stanley Kubrick. Con Peter Sellers, George C. Scott, Sterling Hayden, Keenan Wynn, Slim Pickens. Commedia, b/n durata 93 min. - Gran Bretagna 1964. 11 novembre, Ieri, oggi, domani di Vittorio De Sica. Con Sophia Loren, Aldo Giuffré, Marcello Mastroianni, Tina Pica, Tecla Scarano. Commedia, durata 92 min. Italia 1963.18 novembre, Angea A di Luc Besson. Con Jamel Debbouze, Rie Rasmussen, Gilbert Melki, Serge Riaboukine, Akim Chir. Commedia, b/n durata 90 min. Francia 2005. 25 novembre, Testimone d'accusa di Billy Wilder. Con Tyrone Power, Charles Laughton, Marlene Dietrich, Elsa Lanchester, Norma Varden. Poliziesco, b/n durata 118 min. Usa 1957. 2 dicembre Blade Runner di Ridley Scott. Con Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Edward James Olmos, M. Emmet Walsh. Fantascienza, durata 118' min. Usa 1982. 9 dicembre, Tim Burton's nightmare before Christmas (in lingua originale con sottotitoli) di Henry Selick, Tim Burton. Con , Chris Sarandon, Catherine O'Hara, William Hickey, Glenn Shadix. Animazione, durata 76' min. Usa 1993. Info: 099.8801200. [Debora Piccolo]

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 12 03/11/2014 Eco di Bergamo (diffusione:54521, tiratura:63295) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Cronaca Le piccole sale colpite dal virus del pixel

«Maledetta primavera», cantava nel 1981 Loretta Goggi al festival di Sanremo. Maledetto digitale, verrebbe da dire oggi pensando al cinema com'è nato e vissuto fino a quasi centovent'anni e a come s'è rivoltato sossopra in questi ultimi tempi con l'avvento del digitale. È sparita la pellicola - il «film» per antonomasia -, sono sparite le bobine, i proiettori. Addio «Nuovo cinema Paradiso», così come l'aveva mirabilmente e affabilmente rievocato Giuseppe Tornatore nel suo film di 26 anni fa. L'imposizione del sistema digitale ha costretto le sale cinematografiche a cambiare radicalmente le apparecchiature della cabina di proiezione (non più pellicola né proiettori, appunto), sostenendo una spesa non indifferente, non da tutti sopportabile, specialmente dalle piccole sale parrocchiali. Ergo: è il trionfo delle attrezzatissime multisale. Una delle sale ormai purtroppo inattive è quella di Borgo Santa Caterina, in via dei Celestini. Questo cinema ha una lunga storia, legata alla giovinezza di molti di noi che sono cresciuti in questo «Borgo d'oro» e che può ben rimandare al film rievocativo di Tornatore. Era sorto nel 1949 sul viale del Santuario come cinema Excelsior ed era molto frequentato, sia in platea sia in galleria, soprattutto al sabato e alla domenica, anche perché proiettava film di successo. Ma non solo questo. All'Excelsior si tennero anche i primi Cineforum, animati spesso dall'infaticabile don Emilio Majer. Erano i tempi di Ingmar Bergman, Andrzej Wajda, Kenji Mizoguchi, Akira Kurosawa. Al posto dell'abbattuto Excelsior venne costruita un'ampia palestra. Come dire allenamento del corpo (encomiabile, s'intende) al posto della mente. Il cinema del quartiere fu trasferito in via Celestini n. 4, inserito nel complesso parrocchiale dell'oratorio, dove si trova tuttora. In seguito a un referendum tra i ragazzi lo si chiamò inizialmente Lucciola perché - diceva la motivazione - «col suo minuscolo, ma persistente chiarino inviti i ragazzi a non abbandonare mai l'oratorio». Più tardi, nel 1993, il nome Lucciola, che forse poteva essere equivocato, fu tramutato, sic et simpliciter, in Cineteatro di Santa Caterina anche perché la sala - 223 posti a sedere - è provvista di un palcoscenico. E adesso? C'è da supporre, o almeno sperare che, prima o poi si arrivi anche qui al digitale. Ma è ancora cinema questo pixel? Maledetta primavera... • Franco Colombo

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 13 03/11/2014 Eco di Bergamo (diffusione:54521, tiratura:63295) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Cronaca Santa Caterina chiude il cinema Ma riparte dall'alleanza con Redona

Il passaggio obbligato dalla pellicola al cinema digitale ha lasciato sul campo vittime illustri con una storia alle spalle. Fra queste il Cineteatro Santa Caterina di via Celestini in città. Come teatro continuerà a operare ma come cinema ha dovuto alzare bandiera bianca. Tuttavia il gruppo di amici, coordinato da Simonetta Paris, che da parecchi anni organizza la rassegna di venti film di qualità - il cosiddetto Cineforum Santa Caterina fondato da don Emilio Majer nel 1960 e che nell'arco di mezzo secolo ha proposto quasi 900 film di qualità - non si è rassegnato e ha cercato una sala alternativa per non disperdere il patrimonio di esperienza, di competenze e di spettatori accumulato in decenni di programmazione e contatto con il pubblico. «Il nostro interesse - racconta Simonetta Paris -si è subito orientato verso il vicino cinema Qoelet di Redona che, grazie anche al contributo dei residenti della zona coinvolti nella campagna di raccolta fondi "Adotta un cucciolo di pixel", è riuscito ad attrezzarsi con la tecnologia digitale». Così, sin dai primi contatti con il gruppo del Qoelet (nato nel 1996), coordinato da Gustavo Martinelli, sono emerse analogie e affinità fra le due realtà di operatori cinematografici: entrambe sono ben radicate nel rispettivo tessuto sociale; entrambe vantano una significativa tradizione di proposte di cinema di qualità e abbinano la proiezione dei film a una presentazione o a un commento finale, affidati a relatori preparati e a docenti universitari. Nel corso degli incontri avvenuti a giugno e luglio si è convenuto sull'opportunità di realizzare una sinergia fra i due gruppi, mantenendone formalmente distinte le identità, ma decidendo insieme programmi, progetti e sperimentazioni. Molte e originali le idee e le proposte emerse e che troveranno realizzazione nei prossimi mesi. «Quest'anno al Qoelet di Redona c'è la novità della proiezione del mercoledì pomeriggio per gli anziani - spiega Gustavo Martinelli -che si aggiunge al cineforum del venerdì e al cinema per ragazzi del sabato pomeriggio. Accoglieremo anche gli anziani autonomi del Don Orione e l'idea è quella di estendere l'invito ai centri anziani di tutta la città». A breve al cineforum sono stati programmati sette film (proiezione unica il venerdì sera, preceduta da presentazione alle ore 20,45). Inaugura la rassegna il 7 novembre «Snowpiercer», maestosa opera di fantascienza del talentuoso regista coreano Bong Joon-Ho, in cui si immagina che, in una nuova era glaciale, i sopravvissuti, divisi in classi sociali, viaggino su un treno spinto da un motore a moto perpetuo. La scelta dei titoli (nel box qui a fianco il cartellone completo fino a dicembre,dopo la pausa natalizia l'attività riprenderà da gennaio a maggio) non è mai affidata al caso. «Nasce da uno scambio di idee - sottolinea Rocco Carbone,responsabile della programmazione del Cineforum -con una scelta qualitativamente medio- alta. Non siamo cassieri delle proiezioni, da noi lo spettatore si ferma spontaneamente per ascoltare, confrontarsi e scambiare opinioni sui temi sollevati dai film». L'alleanza tra Redona e Borgo Santa Caterina va nella direzione di una rinnovata socialità: «La nostra non è un'unione numerica - dicono in coro Paris, Martinelli e Carbone - ma di patrimonio culturale. C'è un recupero della socialità attraverso la cultura. Il cinema d'essai non è fine a se stesso ma è una strategia di recupero delle sale di comunità a fini sociali. Il nostro slogan infatti è: quando si ama la vita, si va al cinema». •

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 14 03/11/2014 Il Mattino di Padova - Ed. Nazionale Pag. 22 (diffusione:30823, tiratura:37705) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Il film "Carlo Goldoni" ( produzione padovana) in versione giapponese a tokyo Il film "Carlo Goldoni" ( produzione padovana) in versione giapponese

Il film "Carlo Goldoni" (produzione padovana) in versione giapponese a tokyo Il film, presentato alla Mostra di Venezia, è prodotto dalla padovana Vip Mediacoml film "Carlo Goldoni. Venezia Gran Teatro del Mondo" (in foto) , per la regia di Alessandro Bettero, presentato alla 64° Mostra del Cinema di Venezia, viene proiettato a Tokyo il 10 novembre in versione giapponese, all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, in concomitanza con le iniziative per la "Settimana dell'Italiano nel Mondo". Il film sarà introdotto dal professor Takada, grande esperto di teatro italiano e già direttore dell'Istituto di Cultura giapponese a Roma; dal direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, Giorgio Amitrano; e da Fabrizio Grasselli, presidente della Società Dante Alighieri di Tokyo. Il film è stato prodotto da Amelia Fiorenzato per la casa di produzione padovana Vip Mediacom. Il film è attualmente distribuito in tutto il mondo dalla statunitense LifeSize Entertainment.

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 15 03/11/2014 Il Giornale - Ed. Nazionale Pag. 22 (diffusione:192677, tiratura:292798) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato SUONI E VISIONI In uscita nelle sale giovedì Sesso, droga e violenza Ecco il «Padrino» del soul Mick Jagger produce il film su James Brown, icona turbolenta della musica nera. La sua salma fu riesumata ben 14 volte COSTOSO OMAGGIO Il leader degli Stones ha investito 25 milioni di sterline per il tributo Cinzia Romani

Ritmo, eros, talento. Mick Jagger, ancora un ragazzo del Kent, pallido e magro, da dietro il sipario li spia fusi in un solo uomo, un ossesso nero così dirompente, sulla scena, che lo chiamano «Mister Dynamite». È il 29 ottobre 1964 e a Santa Monica, California,sulpalcodel CivicAuditorium, James Brown con le sue indiavolate Famous Flames fa vedere chi è all'America del dopoguerra: c'è bisogno della sua energia e i teen ager urlano quanto lui quando canta Night Train , brano che il pugile Sonny Liston ascolta allenandosi. Ragazzi e ragazze neri e bianchi, a fremere insieme al Tami Show, mentre «il Padrino del soul», giacchetta a quadri e ciuffo afro, squaderna un repertorio che generazioni di cantanti gli copieranno, da Michael Jackson a Prince: moonwalking atletico, passi scivolati come sull'acqua, corsa laterale, spalle al pubblico, microfono gettato a terra come lui stesso, in ginocchio davanti al dio rock. Puro stile Rolling Stones, insomma, gruppo che chiudeva quel mitico show. «Esibirci dopo James Brown è stato il più grande errore della nostra carriera», ha ammesso Keith Richards. Però «Nessuno viene prima di James Brown», dettava legge la star R&B, che ha lasciato la sua impronta indelebile sul pop. Adesso, a otto anni dalla morte d'una leggenda della musica del Ventesimo secolo, il leader degli Stones paga il suo debito. E, dopo aver finanziato la serie tv Mr.Dynamite: The Rise of James Brown , regia di Alex Gibney, produce il biopic Get on Up - La storia di James Brown , in sala da giovedì. Regia d'un bianco, tra l'altro, cioè Tate Taylor, che ha rimpiazzato Spike Lee, seguendo per otto anni la gestazione d'un film-tributo da 25 milioni di sterline: tante ne ha messe Mick, che ha voluto la scena madre di quel palco a Santa Monica, quando nascevano due stelle dei Sessanta, Brown e lui medesimo, assetato di carisma. Il protagonista, Chadwick Boseman, non somiglia a Brown, ma viene dalla Carolina del Sud come lui e si muove come una torpedine. «Avevo vent'anni e mi precipitai nel suo camerino, dopo lo spettacolo: James non aveva la minima idea di chi fossi; ma mi trattò gentilmente, non come uno sfrontatello. Certo, gli seccava che avessimo chiuso noi quello show così eccitante: per la prima volta incontrai MarvinGaye, poi c'erano Chuck Berry e le Supremes... Ma la star era Jimmy: tutti ne siamo stati influenzati. Io, Prince, Jay-Z, BrunoMars. Lasuamusicaè incredibilmente importante: ho imparato molto da lui, dal modo in cui si lavorava il pubblico: lo ammireròsempre perquantohafatto e voglio che la gente conosca la sua vita», spiega Jagger, che si è identificato nel grande artista, in privato puttaniere manesco e violento, non solo con la moglie Deedee (Jill Scott). Basato sul lato oscuro di Brown, il film, sceneggiato dall'inglese Jez Butterworth, mostra la nascita d'un uomo abusato e abusante, dai 16 ai 60 anni, e percorre le tappe d'una carriera tormentata da droghe e arresti. «I feel good», allora, picchiando DeeDee con un tubo di piombo, ferendo un operaio col coltello da bistecca, andando a puttane, imbottito di Viagra, verso la fine. E all'inizio rubando macchine, vessando i componenti della band; pretendendo d'essere chiamato Mister Brown da tutti, tranne che dal suo méntore bianco, il produttore Ben Bart (Dan Aykroyd); facendosi di PCP, droga usata in chirurgia comeanestetico. Un'egomania aggressiva, nata da un'«infanzia contadina incredibilmente povera», dice Jagger: partorito nel 1933 in una capanna di legno dalla sedicenne Susie Behling, Brown fu abbandonato dalla madreaquattro anni.Neanche da morto ha avuto pace: la sua salma è stata riesumata 14 volte, per esaminarne il DNA e l'ultima volta hanno dovuto segare una tibia, per estrarne il midollo osseo, tanto i tessuti erano danneggiati dai liquidi usati per imbalsamarlo. C'era da soddisfare l'ultima compagna, Tomi Rae, madre di James jr., mentre gli eredi legittimi-9 figli,dei quali 6 ancora vivi - lottavano per l'eredità: 65 milioni di dollari. E Chadwick Boseman, come ha fatto a calarsi in un ruolo così difficile? «Ho preso un tè con Mick Jagger, sul set di Natchez, in Mississippi. M'ha spiegato che Brown era una bella persona: lavorava 352 giorni all'anno e, nel 1968, a , calmò la folla inferocita, dopo l'assassinio di Martin Luther King. Ho pensato a lui come a un filantropo», spiega l'attore. Nato in una capanna e morto il giorno di Nataledel 2006,

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 16 03/11/2014 Il Giornale - Ed. Nazionale Pag. 22 (diffusione:192677, tiratura:292798) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

ora Mick può santificare ilsuo idolo. Rimettendolo « on the scene, like a sex machine ». Foto: STAR Nella foto grande Chadwick Boseman nei panni di Brown in «Get on Up La storia di James Brown». A destra, in alto il vero James Brown, «il padrino del soul» o «Mr Dynamite», e sotto Mick Jagger

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 17 02/11/2014 Corriere della Sera - Milano Pag. 10 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Le sale del centro e della periferia che lanciano film d' autore Luoghi d'incontro per scoprire pellicole indipendenti e solidali Anche a sostegno delle onlus: «Diamo voce a chi non ce l'ha» «Noi, il volto buono della cinematografia» Elisabetta Andreis

Dalla piccola ma vivace sala di quartiere ai grandi proiettori del centro. Cineteche di zona, cineteatri di parrocchia, cineforum, cinema d'essai. Dal Beltrade al Mexico, dal Palestrina al Centrale, da San Fedele a «I 400 colpi». Come tratto comune, una «personalità» costruita sulla vocazione sociale. Richiamando persone impegnate, mettendole in relazione tra loro, e raccontando storie che mettono al centro chi di solito non ha voce. Sono le «Sale del bene», così si possono chiamare. Quelle che offrono una chance a chi non ce l'ha, proiettando pellicole realizzate dal basso. Ogni quartiere dovrebbe averne una, perché ci sono film fatti bene, indipendenti e non commerciali, senza nomi noti, capaci di smuovere le coscienze e creare nuove solidarietà. Solo che nella grande distribuzione non trovano spazio. Una scommessa che va oltre gli incassi più sicuri del main stream : fare botteghino è l'obiettivo primo, certo, ma il secondo è il tentativo di alimentare il senso civico della città. Come la nuova sala «I 400 colpi», 30 posti, aperta ad Affori nel settembre scorso con l'obiettivo di dare visibilità ad autori meno conosciuti. Solo le opere migliori riescono a costruirsi un mercato e a sfondare. Emblematico è il caso di «Io sto con la sposa», lungometraggio sul tema dell'immigrazione clandestina girato da tre giovani e prodotto grazie a cento mila euro raccolti tramite il crowdfunding più riuscito del cinema italiano. Meno di un mese fa, il film è stato presentato all'Apollo. Grazie al tam tam cittadino si è affermato ovunque: 220 mila euro di incassi in tre settimane. Un record per un'opera del genere, al confine con il documentario, sul viaggio di alcuni profughi siriani da Milano alla Svezia. Dalla proiezione all'Apollo, nacque anche l'idea per un flash mob che soltanto una settimana fa ha fatto vestire da spose duecento cittadine milanesi, mescolate con profughe dal velo sul volto in piazza Duomo. Canti e cartelli («Noi stiamo con la sposa», «No frontiere ma ponti»): è la solidarietà che scende in piazza. E poi ci sono i cinema che si alleano con il Terzo settore. Come nel caso di «Un albero indiano» che il regista Silvio Soldini ha girato con lo scultore non vedente Felice Tagliaferri in sostegno della onlus Cbm Italia. Alla prima proiezione all'Anteo di via Marsala ha esaurito i 400 posti della sala (con numerosi spettatori rimasti in lista d'attesa) e poi ha proseguito allo Spazio Oberdan di viale Vittorio Veneto, in Porta Venezia. Sale che si passano il testimone, solidali anche tra loro. È successo anche a «Se chiudo gli occhi» non sono più qui di Vittorio Moroni con le musiche (splendide) di Mario Mariani, storia non banale che parla di sfruttamento degli immigrati, del rischio di dispersione scolastica e di un ragazzo, Kiko, alla ricerca del suo posto nel mondo. Al Mexico - storico monosala del cinema «indipendente» - prima, e ora anche al Centrale, la sala più antica di Milano. Ancora, pochi giorni fa al parrocchiale Beltrade il film «Container 158» di Stefano Liberti ed Enrico Parenti sulla vita nel campo rom più grande d'Europa ha commosso la platea mentre un gruppo di nomadi, amici dei protagonisti del film, con i volontari della Casa della Carità, avevano cucinato un buffet per gli spettatori. Prove di vicinanza e di integrazione attraverso il cinema. Sullo schermo ma anche in platea, grazie ai ritrovi di quartiere e ai cineforum, sempre più aperti alla cittadinanza, prezioso presidio non solo sociale. Ma anche culturale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Bresso Bollate Rho Settimo Milanese Cusago Gaggiano Rozzano Opera Colturano Mediglia San Giuliano Milanese Cassina de' Pecchi Assago Novate Milanese Sesto S. Giovanni Cologno Monzese Pioltello Cormano Duomo MILANO A8 A4 A50 La mappa degli schermi d'Arco km 1 Centrale via Torino 30 1 Mexico via Savona 57 2 Beltrade via Oxilia 10 3 Palestrina via palestrina 7 4 Ariosto via ariosto 16 5 I 400 Colpi via Palmaria 4 6 San Fedele via Hoepli 3/b 9 Don Bosco via M. Gioia 48 10 Gregorianum via Settala 27 11 Spazio Oberdan v.le V. Veneto 2 12 Apollo galleria De Cristoforis 3 7 Anteo via Milazzo 9 8 1 2 3 4 5 6 7 8 9

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 18 02/11/2014 Corriere della Sera - Milano Pag. 10 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

10 11 12 Foto: Il film «Container 158» sulla vita in un campo rom proiettato gratuitamente al Beltrade sul sito Internet milano. corriere.it Foto: Talent scout Il proprietario del più vecchio cinema di Milano, il Centrale, Alberto Massirone; gli organizzatori della cineteca «I 400 colpi» ad Affori; e, a destra, il titolare del Mexico , Antonio Sancassani

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 19 02/11/2014 La Stampa - Asti Pag. 49 (diffusione:309253, tiratura:418328) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Presentato Asti Film Festival 2014 Madrina sarà Paola Minaccioni valentina fassio

Mentre in città si fa cinema, l'Asti Film Festival prepara il suo «red carpet»: a dicembre anche Asti avrà la sua passerella di attori e registi, con presentazioni di lungometraggi, corti e documentari. La 4ª edizione del festival ha vissuto la sua anteprima venerdì sera al Cinema Lumière: ospite d'eccezione l' attore Vinicio Marchioni, ad Asti per presentare il film «Il Sud è niente» di Fabio Mollo, in concorso nella sezione «La prima cosa bella». «E' un film a cui sono molto affezionato - ha detto Marchioni - complicato, girato in uno dei quartieri più disagiati della periferia di Reggio Calabria». La serata è stata occasione per presentare l'edizione 2014 del Festival che, dal 9 al 13 dicembre, vedrà in concorso 9 lungometraggi (sezione «La prima cosa bella»), 8 documentari (Asti Doc) e 9 corti (Asti Short), affidati alla valutazione delle giurie, mentre l'associazione Creative assegnerà il premio speciale per la migliore sceneggiatura. Nel programma anche proiezioni per le scuole, l'omaggio a Monicelli e altro: «Ci saranno gli incontri con gli autori Erri De Luca, Ivan Cotroneo e Paolo Ruffini che sarà al festival con il documentario "Resilienza" - ha spiegato Riccardo Costa del circolo Sciarada, ideatore e direttore del festival - Tanti gli ospiti, attori e registi. Come Pippo Delbono che il 10 dicembre presenterà il suo film "Amore Carne". Gli astigiani Andrea Bosca (con il suo corto "A tutto tondo") e Lucio Pellegrini che presenterà "Ris Sicilia Connection", fiction interpretata da Fabrizio Bentivoglio. Madrina del festival, l'attrice Paola Minaccioni». Intanto, in attesa dei giorni clou del festival, continuano le anteprime al Lumère: mercoledì alle 21 sarà presentato «L'arbitro» di Paolo Zucca con Stefano Accorsi, con il corto «Buio» di Jacopo Cullin. Il festival è organizzato dal circolo Sciarada con Vertigo, Creative, Comune, Biblioteca, patrocinio di Provincia e Regione.

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 20 02/11/2014 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 26 (diffusione:309253, tiratura:418328) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Anteprima "The Book of Negroes" tutto l'orgoglio delle radici L' ATTORE PREMIO OSCAR «Barack Obama ci ha dato prestigio ma i nostri figli devono conoscere quel che accadde con la Rivoluzione» La serie tv sulla schiavitù nel 1700, protagonista Cuba Gooding Jr. MICHELA TAMBURRINO INVIATA A CANNES

Ritrovare l'orgoglio per le proprie radici. Recuperare un passato contraddittorio e negato. Elevare il dolore a epopea. Al Mipcom di Cannes, il più grande mercato al mondo dell'audiovisivo, la tendenza «Negroes», l'Odissea degli africani in America carica di passione e figlia di una storia non certo limpida, è esplosa in tutta la sua potenza. Tanti i titoli che scandagliano i soprusi e le violenze cui sono stati sottoposti gli schiavi, su tutti, la miniserie, Book of Negroes presentata in anteprima mondiale al Palais du Cinema gremito all'inverosimile. La storia magistralmente girata e prodotta da Canada e South Africa, dalla Entertainment One e Idlewild Films, la si vedrà in televisione il prossimo anno ed è molto piaciuta ai compratori italiani di Rai e Sky. Non poteva essere altrimenti. L'affresco, tratto dal romanzo best seller e pluripremiato del canadese Lawrence Hill, racconta la storia di una donna, Aminata Diallo, rapita in Africa a 11 anni e tradotta come schiava nell'America ancora occupata dagli inglesi: la vita terribile delle catene e dei soprusi, l'uccisione della famiglia, la speranza della rivoluzione americana, le promesse rimangiate degli inglesi, la vita grama in Sierra Leone e finalmente la libertà in Inghilterra. In effetti, The Book of Negroes è un documento storico che raccoglie i nomi e le descrizioni dei 3000 afroamericani fuggiti ed evacuati dagli inglesi, portati in Nuova Scozia come esseri liberi. In fiction il libro è redatto in anni di lavoro da Aminata. Nel cast la bravissima Aunjanue Ellis, ( The Help ) il premio Oscar Cuba Gooding Jr. ( Jerry Maguire ) e Lou Gossett Jr. Regista e co-produttore, Clement Virgo ( L Word ). La speranza di una vita possibile di una donna che cerca eroicamente l'affrancamento per se stessa e per i suoi figli, separa questa serie da quella di Radici e di 12 anni schiavo che invece a tutta prima richiama. Tra le figure chiave, c'è quella di un uomo buono e astuto interpretato da Cuba Gooding Jr. presente a Cannes: «Una storia così umana che mi ha fatto quasi soffrire. Un soggetto non facile per una piattaforma commerciale. Un film molto fisico e passionale, una storia magica. A pelle, mi ha colpito il rispetto verso le donne, la sensibilità con la quale si racconta di Aminata. Una vicenda che trattiene sempre una sua freschezza e sono stato felice di partecipare a questo progetto che può servire alla conoscenza del mio popolo. Essere stati afroamericani allora ha significato dolore. Abbiamo parlato del primo documento americano della storia delle colonie, che racconta di un mondo controverso che giurava libertà per tutti invece la si negava ai negri. Oggi sembra tutto lontano e dimenticato, Barack Obama ci ha dato prestigio, ci ha elevato su un piano altissimo. Ma è importante che i nostri figli sappiano, che tutta la società non dimentichi e che si impari a leggere quel periodo». Aunjanue Ellis ha fortemente voluto il ruolo principale: «Ho letto e riletto il libro e tutti gli episodi della serie. E ho pensato fosse una delle letture più importanti della mia vita. Ho lavorato sull'accento e ho immaginato nella mia stanza, nella mia casa, tutte le opportunità che io ho avuto e che mi arrivano dalle tante Aminata che hanno sofferto per noi. Una lezione di vita in sei ore». «È stato un viaggio nella storia e nella nostra vita - dice il premio Emmy Lou Gossett Jr. - abbiamo girato in diciassette Stati diversi, coperti con lunghi viaggi, da Cape Town al Canada. Una sfida e un'opportunità». Foto: La saga Aunjanue Ellis e Cuba Gooding Jr. protagonisti della serie in sei puntate The Book of Negroes in anteprima mondiale al Mipcom di Cannes Si racconta del primo censimento dei negri d'America Registrato nel 1783 in 150 pagine è un documento di enorme importanza

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 21 02/11/2014 Il Messaggero - Roma Pag. 46 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

"La verità nascosta" a Ostia film su Pasolini Francesco Alò

L'EVENTO Volete vedere un attore italiano interpretare meglio di Willem Dafoe lo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini? Stasera alle 18 presso il Teatro del Lido di Ostia verrà proiettato alla presenza del regista Federico Bruno Pasolini , la verità nascosta , film realizzato nel 2013. Non è mai stato distribuito, forse perché troppo a ridosso del più blasonato Pasolini diretto da Abel Ferrara e interpretato da Dafoe in Concorso a Venezia lo scorso settembre e già uscito nelle sale romane. Il film di Bruno racconta l'ultimo anno di vita dell'artista, da gennaio a novembre del 1975. Le riprese di Salò, gli amici (dalla Callas ai più intimi Moravia, Maraini e Betti), i viaggi, le polemiche. L'idea di Bruno è che l'omicidio compiuto all'Idroscalo di Ostia la notte tra il 1 e 2 novembre non sia stato casuale ma anzi meticolosamente programmato. Incredibile la prova di Alberto Testone nei panni di Pasolini. Nel fisico, nella parlata (nonostante sia romano), nella capacità di convincerci alla prima inquadratura. La sua presenza è così magica e rilassante da restituirci un Pasolini semplicemente indimenticabile. Vale la pena di dare un'occhiata a questa pellicola un po' maledetta diretta con problematica personalità da Bruno. Foto: LA BAND Al Crossroads, martedì concerto degli Spyro Gyra

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 22 02/11/2014 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Il personaggio La svolta comica di Laura Morante «Ora ho voglia di farvi ridere» Gloria Satta

Satta a pag. 21 L'INTERVISTA Un accenno di baffi, guance divorate dalla couperose, abiti trasandati, capelli incolti: cosa ha spinto Laura Morante, raffinata (e spesso tormentata) musa del cinema d'autore, a ridursi così? «La voglia di far ridere», risponde allegra l'attrice che vedremo prossimamente nella commedia Ogni maledetto Natale di Ciarrapico, Torre e Vendruscolo. Accanto a Corrado Guzzanti, Marco Giallini e Alessandra Mastronardi, Laura interpreta ben due ruoli esilaranti di suocera: una «trucidissima» proveniente dalla campagna e l'altra «svalvolatissima» rappresentante del generone romano. Questa commedia in arrivo a dicembre (può essere definita un cinepanettone sui generis) non è il solo film a segnare la svolta comica di Laura: c'è anche l'imminente Se Dio vuole in cui l'attrice fa la mamma di un aspirante prete ed è sposata con Giallini, ancora lui, che non a caso ha scelto come interprete della sua prossima regia, Assolo . A Firenze, ospite d'onore del Festival "France Odeon" diretto da Francesco Ranieri Martinotti, dove ha celebrato Alain Resnais (con il quale aveva girato Coeurs ) e ricevuto il Premio Ferragamo, Laura racconta la sua nuova vita cinematografica. All'insegna del buonumore e del coraggio. E' nuova la voglia di far ridere? «La commedia è un genere che mi piace da sempre, a condizione che parta da temi seri e non dimostri un'eccessiva connivenza con il pubblico. Insomma, non dev'essere basata su un umorismo facile. Altro requisito fondamentale: gli attori devono avere il coraggio di esporsi al ridicolo, come faccio io. Perché la commedia è l'arte più onesta». Cosa intende? «La distanza dalla realtà è dichiarata. Il dramma invece prevede la simulazione: il confine tra recitazione e verità è molto più ambiguo, c'è una mancanza di pudore che mi imbarazza». Sarà una commedia anche "Assolo"? «Sì, certo. Comincerò le riprese ad aprile e interpreterò una donna che rimane single suo malgrado. Niente più uomini, i figli sono andati via e a cinquant'anni deve reimparare a vivere da sola. A parte Giallini, ci saranno Silvio Orlando, Donatella Finocchiaro, Piera Degli Esposti. Dopo Ciliegine non vedo l'ora di tornare sul set». Lei ha mai conosciuto la solitudine? «Mai, nemmeno per sbaglio. Sono la sesta di otto fratelli e quand'ero piccola ogni pasto radunava l'immensa tribù, alla quale si aggiungevano parenti, visitatori, ospiti. Oggi la mia casa è il punto di riferimento di tre figli, numerosi animali, tanti amici. Con i miei ex Daniele Costantini e Georges Claisse mantengo rapporti affettuosi». E il suo attuale marito, l'architetto Francesco Giammatteo, non è geloso? «No, per niente. Sul set di Ciliegine ho riunito i miei tre amori: i due ex mariti come sceneggiatori, Francesco come produttore. Riesco a vivere in armonia con tutti perché ho sposato uomini che stimavo». Ha un modello tra i grandi registi che l'hanno diretta? «Più che ai maestri del cinema, io mi ispiro al disegnatore Schultz e ai suoi Peanuts. E in questo periodo, per prepararmi alle riprese di Assolo , riguardo le grandi commedie del passato». Che ricordo ha di Resnais? «Girare con lui è stata una delle esperienze più belle della mia vita professionale. Avrei voluto stare su un suo set anche senza recitare: era un universo a sé in cui anche gli attori che lavoravano da sempre con lui, come Dussollier e Azéma, alla fine delle riprese erano addolorati. Dopo l'ultimo ciak, Alain regalava a tutti noi un trofeo». Cosa farà? «Un film di Pupi Avati per la tv, Con il sole negli occhi , in cui interpreto un avvocato divorzista: quando il marito l'abbandona, incontrerà un ragazzino siriano profugo che le cambierà la vita. Poi interpreterò una storia drammatica con la regista Emanuela Pirovano e avrò accanto mia figlia Eugenia Costantini». Lei, che lavora anche all'estero, che giudizio dà del cinema italiano? «Potrò darne un'opinione solo quando la smetteremo di ragionare in termini d'incassi. Il denaro definisce il business, ma non ha mai fatto la qualità in nessun campo dell'arte». Come si sente in questo periodo? «Sono felicemente stupita di avere tanto lavoro. Ero pronta alla pensione e invece giro un film dietro l'altro. Un motivo in più per sorridere alla vita». Gloria Satta Foto: «Non ho mai conosciuto la solitudine Sono la sesta di sette fratelli» POLIEDRICA In alto un'immagine di Laura Morante. Qui sopra, l'attrice con Andre' Dussollier nel film "Coeurs" di Alain Resnais: «Con lui sarei

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 23 02/11/2014 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

stata sul set anche senza recitare»

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 24 02/11/2014 Il Sole 24 Ore - Domenica Pag. 42 (diffusione:334076, tiratura:405061) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato campo lungo Una terrazza su Cuba «Ritorno all'Avana» di Laurent Cantet è finalmente un film «politico» nel miglior senso del termine Goffredo Fofi

Ritorno a L'Avana di Laurent Cantet che nell'originale si chiama con qualche forzatura poetica Ritorno a Itaca, è uno dei pochi "film politici" degni di questo nome che capita di vedere da tempo, e se ha qualche affinità con il miglior documentarismo o semidocumentarismo internazionale di questi ultimi anni non ne ha nessuna con il cinema politico all'italiana. La nostra sinistra o la fu nuova sinistra non ha mai osato niente del genere; se si escludono in cinema alcune efficaci «commedie all'italiana» (La Cina è vicina di Bellocchio, La terrazza di Scola-Age-Scarpelli) offrendoci solo le imbarazzanti confessioni per riciclarsi di alcuni Pci e qualche sprofondamento da psicanalisi. Abbiamo avuto un cinema politico narcisistico, sempre autoassolutorio, e le cose non sono andate meglio in letteratura nonostante ci siano stati buoni libri di storia ai quali riferirsi; il peggio è però da trovare nelle memorie di chi c'era, e ha fatto più disastri che rivoluzione, in quei «formidabili» anni... Laurent Cantet ha raccontato il mondo della scuola (superiore) per mostrare le contraddizioni del suo Paese in La classe, il suo film più noto, ma anche Risorse umane e A tempo pieno, i suoi primi film, avevano una sostanza politica, se per politica s'intende la preoccupazione per la cosa pubblica, per le storture del potere, per le difficoltà di reagire allo «stato delle cose» di un'epoca di scarsa speranza in un mondo migliore e di crisi profonda del modello democratico. Ha incontrato uno scrittore cubano, Leonardo Padura Fuentes, che insiste nei suoi romanzi (in Italia editi da Marco Tropea, e quasi sempre dei thriller) sulle difficoltà della sua generazione, oggi oltre i cinquanta, cresciuta nella Cuba castrista, che ha vissuto l'entusiasmo degli anni Settanta ma ha dovuto confrontarsi con la gravissima crisi di un'economia; a causa dell'embargo statunitense ma esplosa davvero quando l'Unione sovietica è crollata ed è cessato il sostegno che forniva all'isola, indispensabile e nello stesso temo costrittivo. I cinque personaggi che Padura ha immaginato e costruito insieme a Cantet sono resi da attori che sembrano recitare se stessi, perché anche loro (tutti verso i 60) hanno vissuto simili speranze di gioventù rivelatesi mere illusioni, stroncate da un regime non migliore di altri sul piano delle libertà civili, dove si faceva carriera nei soliti modi e se non si accettavano le regole e le ipocrisie obbligate, si finiva tra gli emarginati e i perseguitati. Anche coloro, come Aldo, il nero del film, che sanno meglio dei bianchi di aver ottenuto dalla rivoluzione il rispetto di cui non godevano. Solo Eddy ha saputo entrare nel giro giusto dei funzionari, ma a che prezzo? Amadeo, il protagonista, ha scelto l'esilio in Spagna e torna a Cuba - dove la moglie è morta di cancro - dopo 16 anni, e in una lunga notte tropicale, su una calda terrazza non lontano dal mare, vicino a uno stadio in cui si disputa un match importante, in mezzo ad altre terrazze dove capita che si macelli un maiale e sopra strade dove capita che coppie litighino senza pudore - un proletariato o sottoproletariato che sembra rimediare col chiasso all'infelicità - l'incontro con i quattro amici di un tempo si trasforma ben presto, alternando i momenti di malinconia ai momenti di rabbia, in un gioco della verità che si accosta pian piano al nucleo più sincero e doloroso della delusione di ognuno. Cantet e Padura trattano la loro scena, il loro film, come fosse teatro (e viene perfino in mente, per banali affinità ambientali e da Actor's Studio, il teatro di Tennessee Williams, pur nelle sue diverse componenti narrative!), e seguono i personaggi secondo una progressione drammatica eminentemente teatrale, ma lasciando agli attori ampio spazio per un'improvvisazione resa facile dal l'identità o vicinanza delle storie di ognuno di loro alle storie dei personaggi che incarnano. Amadeo, messo sotto accusa da Tania per aver lasciato sola la moglie, ne svela le ragioni, che sono tutte e solo politiche: le richieste della polizia segreta che l'avrebbero portato a tradire gli intellettuali suoi amici e uno in particolare, che è poi uno dei cinque della terrazza. Tania, oculista, soffre di avere i figli lontani, che hanno

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 25 02/11/2014 Il Sole 24 Ore - Domenica Pag. 42 (diffusione:334076, tiratura:405061) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

preferito fuggire dall'isola, ma tutti hanno vissuto e devono vivere esperienze altrettanto brucianti, frustrazioni e insoddisfazioni altrettanto amare. Tutti devono praticare l'arte di arrangiarsi, in un contesto di quotidiana incertezza, mentre Aldo il nero ha un figlio adolescente dalla morale tipica di questi anni, non solo a Cuba, il cui cinismo nasce dalla brutale constatazione delle regole di vita del contesto, prive di prospettive e agganci positivi, anche se sovraccariche di slogan ottimisti. Sogna la fuga, e irride l'umanità del padre. Si delinea attraverso la storia dei cinque e nel contesto di una qualsiasi terrazza aperta sulla città, un discorso che è storico e politico e che riguarda sia il destino e la storia delle rivoluzioni e della sinistra del Novecento ma a partire da un giudizio tutt'altro che positivo su una in particolare, la cubana, o meglio, come per le altre, sui suoi esiti. C'è stata tutta una gran parte della sinistra, in Italia, che si è schierata con la Cuba di Castro, ma ce n'è stata anche una, molto minoritaria, che ha saputo prenderne le distanze molto presto, con dolore ma con decisione. Il caso Padilla, le memorie di Carlos Franqui, le riflessioni di italiani che seguivano le vicissitudini dell'isola con partecipazione e attenzione come Saverio Tutino, le fughe da Cuba di personaggi stimati come Cabrera Infante, come la grande etnologa Lydia Cabrera, come l'omosessuale Reynaldo Arenas e cento altri, la persecuzione e carcerazione di chi in patria osava pensare diversamente e la sudditanza sovietica (esito del ricatto economico) e il consolidamento di una burocrazia autoritaria e corrotta, hanno allontanato nel tempo tanti che della rivoluzione cubana si erano entusiasmati proprio perché terzomondista e lontana dai modelli della Terza Internazionale. Da molto anche a Cuba si possono ascoltare voci libere, anche se nelle arti e non nella politica, e tornare a L'Avana fa bene anche a noi, per guardare di nuovo con solidarietà non equivoca ai problemi e alle difficoltà dei suoi abitanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: malinconico|Foto di gruppo di «Ritorno all'Havana» di Laurent Cantet

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 26 02/11/2014 La Gazzetta di Parma Pag. 28 (diffusione:42090, tiratura:51160) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato CINEMA Corrado: «The Space parla inglese» Il presidente e ad del principale circuito italiano spiega gli effetti della vendita alla britannica Vue per 105 milioni di euro: «Il brand made in attira ancora. Ora avremo grandi opportunità» Evento a Parma «L'anteprima nazionale della nuova commedia di Neri Parenti» Gli obiettivi «Più tecnologia, poltrone sempre più comode e prezzi vantaggiosi»

Filiberto Molossi The Space d ' ora in poi parlerà inglese: ma a guidarlo sarà sempre un parmigiano d ' ado zione - Giuseppe Corrado - lo stesso che l ' ha portato a essere il principale circuito cinematografico italiano. La notizia è di questi giorni: i 36 multiplex (362 schermi) di The Space sono stati acquistati per 105 milioni di euro dall ' inglese Vue, il più qualificato gruppo di sale europeo, leader in Gran Bretagna e in Germania, un colosso da oltre 1.700 schermi sparsi nel mondo. Un passaggio di consegne nel segno della continuità: «In 5 anni The Space - spiega Corrado - è diventato un marchio fortissimo; Vue, che è la società più prestigiosa del vecchio Continente nel campo delle sale cinematografiche, ci considera il brand più cool d ' Eu ropa. Il loro interessamento ci deve lusingare: significa che il brand targato Italia attrae ancora. Non si tratta di colonizzazione, ma di una grande opportunità: questa acquisizione rappresenta l ' ulteriore conferma della bontà dei risultati e del del valore del nostro circuito e la migliore garanzia di continuità per tutti quelli che ci lavorano e per il mercato nei cui riguardi la strategia aziendale di crescita proseguirà con la stessa determinazione. Sotto il profilo imprenditoriale, infine, significa aver saputo capitalizzare valore e potere affermare, con orgoglio, di avere soddisfatto alla perfezione l ' inte resse di tutti gli azionisti , il fondo 21 Partner (di Alessandro Benetton, ndr) e Mediaset oltre che il sottoscritto che ha investito inizialmente nel progetto». Ma per Parma, dove siete presenti con 19 schermi, le cose c a m b i e ra n n o ? «Solo in meglio: Parma per The Space ha rappresentato e rappresenta una delle più belle e significative realtà del circuito. E ' il The Space Giuseppe Corrado. A destra Gigi Proietti che verrà a Parma modello ottimale di riferimento per quanto riguarda sia i risultati che le iniziative. A Parma si registra quasi il 50% in più di frequentazione al cinema rispetto alla media nazionale. Le ragioni di questo successo? Sicuramente c ' è grande tradizione, cultura: ma conta molto anche il fatto che The Space a Parma è il cinema. A livello locale siamo monopolisti, qui c ' è una situazione ideale: abbiamo una multisala in centro, qualcosa di più unico che raro, e una al Campus che è uno dei cinema più moderni d ' Europa. Su Parma non a caso abbiamo richieste costanti di eventi: c ' è grande fermento». Cosa avete in serbo per la nostra città? «Nell ' immediato una sorpresa, un regalo di Natale: faremo venire per l ' anteprima nazionale tutto il cast di " Ma tu di che segno sei? " , la nuova commedia di Neri Parenti con tra gli altri Gigi Proietti, Ricky Memphis, Massimo Boldi e Vincenzo Salemme». The Space in questi anni ha conquistato la leadership di presenze sul mercato: ora che obiettivi si pone? «Fondamentalmente tre: maggiore tecnologia, più comodità, prezzi vantaggiosi. Per quanto riguarda la tecnologia, faremo un upgrade: l ' obiettivo è quello di potere fare accedere gli spettatori al cinema direttamente con un codice a barre sul cellulare. Vogliamo creare i presupposti per eliminare le file. Ma investiremo anche sulla comodità con poltrone sempre più confortevoli e sedute vip. Mi piacerebbe anche creare una sala esclusiva: 35/40 posti dove si può anche mangiare prima del film, una specie di sala-salotto. Poi, grande attenzione anche ai prezzi, che saranno sempre più vantaggiosi tramite serate speciali, forme d ' abbonamen to, happy monday. Metteremo in campo un numero sempre maggiore di promozioni: a nessuno deve essere vietato di andare al cinema perché non ha abbastanza soldi». Cosa serve per far sì che il cinema in Italia raggiunga i livelli di presenze degli altri Paesi euro p e i ? «Per far funzionare al meglio il cinema servono film di qualità, sale moderne e confortevoli e una comunicazione efficace che informi gli spettatori e faccia percepire il valore di ogni singolo film. Spesso in questi ultimi mesi non sono mancati i buoni film ma una buona comunicazione che permettesse al pubblico di sapere cosa poter scegliere. Auspico anche una maggiore strategia per le uscite: i distributori devono smettere di farsi la guerra se vogliamo fare crescere il cinema. E l ' estate in Italia resta un problema: non si può lavorare solo 9 mesi. Anche per questo

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 27 02/11/2014 La Gazzetta di Parma Pag. 28 (diffusione:42090, tiratura:51160) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

The Space ha cominciato a distribuire anche i film». Cosa ti aspetti per il futuro? «Mi aspetto che il cinema vada fortissimo: il 2015 e il 2016 saranno anni che potrebbero essere addirittura storici per la produzione cinematografica. Film come " 50 sfumature di grigio " , il cui trailer è il più scaricato di sempre, il nuovo «Guerre stellari» e gli italiani come Zalone, ma anche Sorrentino, Moretti e Tornatore potrebbero fare toccare o superare i livelli record di box office del 2010. E naturalmente Parma, come sempre, sarà al centro di tutte le iniziative e degli eventi più importanti che riguarderanno la programmazione dei prossimi mesi».

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 28 02/11/2014 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 25 (diffusione:105812, tiratura:151233) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato AGORÀ spettacoli/ La tendenza CINEMA Il protagonista? È lo spettatore Idee anti-crisi, dopo il crowdfunding l'ultima frontiera è la distribuzione dal basso: la gente decide la sala in cui proiettare il film desiderato. Il caso "Terra di Maria" EMANUELA GENOVESE

Soldi. Crisi. Molto cinema e pochi spettatori. Arriva il tradizionale autunno e le sale si riempiono di film dopo l'estate di sole e sale vuote: storie commerciali ed eventi per il grande pubblico continuano a fagocitare gli spettatori come I guardiani della galassia e il concerto degli One Direction. In un autunno che segna, rispetto all'anno precedente, una crescita del 7% di affluenza in sala, non possiamo non parlare di quelle iniziative che fanno poco rumore ma che sono una forza formativa delle nostre città. Negli anni, il lavoro di sensibilizzazione è cresciuto in quei circuiti minori, come le sale di comunità e il parco sale di Microcinema, con la sua variegata offerta di film di finzione e documentari. A novembre un'altra idea si fa strada: lo spettatore può scegliere la sala per vedere il film che vorrebbe. È il caso di Terra di Maria , il doc dello spagnolo Juan Manuel Cotelo distribuito dalla società InfinitoMasUno, responsabile dei diritti del film in Italia, già in sala a Firenze a metà settembre e il prossimo 5 novembre al cinema Adriano di Roma, in una proiezione che ha già fatto il tutto esaurito. Un film che intreccia realtà e finzione, e pone, attraverso un personaggio dalla fede vacillante (interpretato dallo stesso Cotelo), alcuni interrogativi: davvero pregano e chi pregano i cristiani? La società, che già aveva distribuito L'ultima cima di Cotelo, ha trovato il suo posto nel mercato cinematografico, imparando dal metodo del crowdfunding, con una soluzione semplice, una distribuzione "dal basso". «Ovvero scelgono gli spettatori se vogliono vedere il film in una determinata città, in un cinema o in proiezione privata», racconta Francesco Travisi, responsabile della InfinitoMasUno. « Terra di Maria ha totalizzato in Spagna 80mila presenze mentre in Polonia il doc è ancora in sala con un totale di 100mila spettatori». Un'iniziativa piena di speranza che ha dato frutti: il film ha già ottenuto 10mila richieste da tutta Italia. Da tenere in conto però un dato. La dispersione dei desideri del pubblico non rafforza né la domanda di cinema né la conseguente offerta, perché la fidelizzazione del cliente per la sala nasce dalla identità della stessa sala e del circuito d'appartenenza. Lo sa bene il cinema milanese Mexico, raro nella sua tenacia e offerta di qualità filmica. Dal 2005 la sala guidata da Antonio Sancassani (che insieme ad alcuni soci ha appena rilevato la gestione del Palestrina, sala della comunità milanese che in passato ha avuto al suo attivo film di difficile tema come Katyn di Andrzej Wajda) non sbaglia un colpo: e se per due anni consecutivi Il vento fa il suo giro , l'esordio alla regia di Giorgio Diritti, girato in occitano, è stato l'unico film proiettato nel cinema milanese sempre affollato, così anche Io viaggio sola di Maria Sole Tognazzi, ha resistito per oltre 150 giorni in sala. Esempi isolati, ma non troppo. Lo dimostra il successo de Il giovane favoloso di Mario Martone. Digiuno di premi al recente Festival di Venezia, il film interpretato da Elio Germano ha superato, dopo oltre un mese di presentazione dalla Mostra, i 3 milioni di euro in 20 giorni di programmazione. Un evento, un caso, un cambio di prospettiva improvviso? Dal trailer accattivante (e per farlo serve contenuto) e dal cast forte (e non basta la presenza di attori famosi perché belli) si evince una certezza: il buon cinema, anche se non per tutti i palati, esiste. Come esiste, ed è vivo, lo spettatore, anche giovane, che sceglie al di là del film commerciale. I problemi, nonostante i fuochi d'artificio, però continuano a esserci. Le sale di città chiudono, la pirateria rovina qualitativamente il palato del consumatore, e gli eventi come l'opera lirica, i balletti e i concerti relegati ai giorni feriali, dal lunedì al mercoledì, sembrano voler rubare l'abituale spazio del fine settimana, destinato all'uso tradizionale dei film. In più un'altra "minaccia" (o un'opportunità?) sembra arrivare da Hollywood: Netflix, la piattaforma di film online, ha stretto un accordo con Miramax per l'uscita estiva contemporanea tra sala e piattaforma web del sequel de La tigre e il dragone . Una rivoluzione che ribalta le regole del mercato distributivo dell'audiovisivo, che in qualche modo ha tutti i numeri per raggiungere quello spettatore svogliato della sala ma che guarderebbe comodo e in compagnia il film al computer o in televisione. La creatività nelle proposte è un bene non da soffocare, ma da valorizzare

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 29 02/11/2014 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 25 (diffusione:105812, tiratura:151233) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

se si vuole rispondere all'attacco della pirateria e alla variegata fruizione di cinema, intrattenimento e musica. Se in Italia si osasse di più, anche dal punto di vista produttivo - esempi ne abbiamo: i produttori de La grande bellezza spaziano dall'Oscar a Paolo Sorrentino al format web tv Una mamma imperfetta , venduto in molti Paesi - leggendo i dati (il numero di copie per un film, la media per ogni sala) per quello che sono realmente si eviterebbe di costruire commedie monotono, con cast e titoli sempre uguali, storie senza spessore. E forse una via nuova si potrebbe sperimentare. Che sia il crowdfunding, che sia la scelta di film "diversi" decisa dal fruitore, il vuoto culturale, attaccato da idee e rischi collettivi, avrà poco spazio di conquista. Foto: PROIEZIONE. Una scena del film di Juan Manuel Cotelo "Terra di Maria", mercoledì prossimo in sala al cinema Adriano di Roma. C'è già il tutto esaurito

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 30 02/11/2014 Il Tempo - Ed. Nazionale Pag. 21 (diffusione:50651, tiratura:76264) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Cinema Dal 6 novembre in sala l'attesa pellicola di fantascienza Interstellar senza confini Viaggi spazio-temporali evitano l'estinzione umana Il cast Spicca McConaughey nel ruolo di un padre eroico La trama Un cambiamento climatico colpisce agricoltura e umanità Dina D'Isa

In un futuro imprecisato, ma non troppo lontano, un drastico cambiamento climatico colpisce duramente l'agricoltura: un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità. Il viaggio, attraverso un portale interdimensionale, conduce gli esploratori a una destinazione che trascende la conoscenza scientifica. In questo mondo sull'orlo del collasso Cooper, interpretato da Matthew McCounaughey, è un ex-pilota e ingegnere della NASA che, dopo una missione andata male e la morte della moglie, si ritira a fare il coltivatore di mais, una delle pochissime colture ancora possibili sul pianeta morente. Grazie a una serie di misteriosi eventi Cooper si troverà a capo di una missione spaziale segreta per cercare un possibile nuovo pianeta da colonizzare, unica soluzione apparente per salvare i suoi figli e l'intera razza umana dall'estinzione. Il regista visionario della trilogia de «Il Cavaliere Oscuro» e «Inception», che con i suoi film ha rinnovato più di ogni altro la cinematografia contemporanea, si misura questa volta con un film sospeso tra sci-fi e space opera, dirigendo, come sempre, un cast eccezionale, con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Michael Caine, Mackenzie Foy e Casey Afleck. «Interstellar» punta alla salvezza del genere umano, con una pellicola spettacolare, ma a volte didascalica e severa. Inizialmente doveva trattarsi di una storia scritta per Steven Spielberg, uno di quegli artisti spesso tirati in ballo dal regista nelle svariate interviste in cui ha ripetuto più e più volte le stesse dichiarazioni: «Sono cresciuto nell'epoca d'oro dei grandi blockbuster, gli anni di Spielberg e Lucas e sono cresciuto in un'epoca in cui diventare astronauta era il sogno di ogni bambino, grazie a blockbuster come "Incontri ravvicinati del terzo tipo" che parlavano di altre forme di vita intelligente. L'esplorazione dell'universo e la tensione verso diverse frontiere mi hanno sempre affascinato come uomo e regista. Con Kip Thorne (famoso astrofisico nonché uno dei produttori) abbiamo cercato di non allontanarci troppo dalla verità scientifica, ma per me è ancora più importante il percorso emotivo dei protagonisti: è una storia universale che parla di sentimenti, di padri e figli, doveri e sacrifici». Insomma, Nolan gioca a fare Nolan con virtuosismi visivi, aggiungendo però alla trama ciò che era sempre mancato nei suoi precedenti lavori: il cuore e i sentimenti, da parte di un regista un po' troppo distaccato, qual è lui. «Interstellar» è invece la storia di persone normali in circostanze estreme e, sotto la patina da kolossal fantascientifico dedicato a una umanità sull'orlo del baratro, la pellicola racconta la storia di un padre e dei suoi figli e il padre in questione è un Matthew McConaughey ancora una volta in stato di grazia. Il film di Nolan gioca sulla caratteristica tipica del cinema "affettivo" e si lascia accompagnare dalla partitura di un magnifico musicista come Hans Zimmer, oltre che da uno sterminato flusso di sequenze capaci di lasciare senza fiato per la loro bellezza e perfezione. Un film, quindi, che rappresenta appieno lo stile cinematografico di Nolan ma, allo stesso tempo, è diverso da qualsiasi altro suo lavoro e dà vita ad un kolossal fantascientifico di grandi ambizione e ispirazioni, che fa però anche riflettere su un futuro incombente e apocalittico. Il motivo che ha spinto il regista britannico a ereditare il progetto, inizialmente scritto dal fratello per Steven Spielberg, è abbastanza eloquente: «Ho deciso di fare questo film per almeno due ragioni, due temi chiavi - ha detto Nolan - Il primo è senza dubbio il rapporto tra un padre e i suoi figli, che io stesso ho sperimentato ed è molto potente, ma c'è anche il fatto che la storia parla di una potenziale evoluzione della nostra specie. Per questo, ho cercato di creare qualcosa che seguisse questi stessi temi in termini narrativi». E spettacolari.

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 31 02/11/2014 Il Tempo - Ed. Nazionale Pag. 21 (diffusione:50651, tiratura:76264) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Foto: Attori Sopra, Jessica Chastain e sotto McConaughey nel ruolo di un padre che lotta per salvare l'umanità diretto dal regista Christopher Nolan Foto: Kolossal Una scena del film «Interstellar» che unisce al genere postapocalittico il dramma sentimentale e familiare

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 32 02/11/2014 La Gazzetta dello Sport - Ed. Nazionale Pag. 42 (diffusione:368484, tiratura:513197) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato altri mondi Oscar tra le stelle Star McConaughey «In orbita ho capito chi sono davvero» L' attore Usa protagonista nel nuovo film di Nolan «Insegna a spingerci sempre oltre i nostri limiti» Mi chiamassero davvero a salvare il nostro pianeta, avrei anche io questo coraggio CLAUDIA CATALLI

ROMA «Se questo Pianeta merita di essere salvato? Certo, è il migliore dei mondi che conosco!». Ha sempre voglia di scherzare l'attore premio Oscar Matthew McConaughey. Eppure nel kolossal sci-fi Interstellar di Christopher Nolan, uno dei film più attesi dell'anno che esce giovedì in 600 sale, mette da parte ogni traccia di umorismo per calarsi nei panni di un eroico astronauta, deciso a salvare l'umanità. Con lui una squadra di star, da Anne Hathaway a Jessica Chastain e Casey Affleck. Un ruolo costato duro allenamento fisico ed emotivo all'attore texano, come ha detto ieri su una terrazza romana fronte Colosseo. Difficile scrollarsi di dosso un personaggio simile: «Ci ho pensato: mi chiamassero per una missione salva-Terra, avrei pure io quel coraggio». È vero che al primo incontro con il regista avete parlato di tutto tranne che del film? «Confermo: anziché parlare dello sforzo che avrei fatto a muovermi tutto il giorno in una tuta pesante, sudando come un pazzo, abbiamo discusso su cosa significhi essere padri. Tenevo a conoscere l'uomo, prima del professionista». Che cosa le ha fatto scattare la voglia di interpretarlo? «Il messaggio che le nostre aspettative devono sempre essere più grandi di noi. Più lontano ci spingiamo, più cose impariamo. Io l'ho provato sulla mia pelle: ho capito meglio la mia famiglia e il mio Paese stando altrove. Mi sono ritrovato quando mi sono perso». Come si è preparato? «Ho parlato con l'astrofisico Kip Thorne, ponendogli mille domande. Lì per lì capivo, ora me lo sono già dimenticato». Il film traccia una linea tra essere esploratore e essere guardiano: lei a chi somiglia? «Ho entrambe le anime. Magari con tre figli non vado più da solo un mese in Africa, come un tempo. Sono diventato più guardiano: pianifico ogni viaggio coi miei figli, che hanno già passaporti strapieni. Quando posso li porto con me: durante le riprese di Interstellar abbiamo vissuto tra i campi di grano per due mesi, memorabile». Quante lacrime sul set? «Tante, certe scene erano forti emotivamente. Provavo ansia, spesso si batteva un solo ciak. Però il mestiere dell'attore consiste nel rilassarsi e ricevere: dopo un bel pianto ti rilassi, è liberatorio» . © RIPRODUZIONE RISERVATA cinema spaziale Foto: 2001: Odissea nello spazio Il capolavoro di Stanley Kubrik uscì nel 1968 e vinse soltanto un Oscar Foto: Apollo 13 Nel film del 1995 Ron Howard dirige Tom Hanks e Kevin Bacon: arrivano due premi Oscar Foto: Gravity Clooney e Sandra Bullock nello spazio nel film di Alfonso Cuaron che conquista sette Oscar nel 2014

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 33 02/11/2014 La Gazzetta dello Sport - Ed. Nazionale Pag. 42 (diffusione:368484, tiratura:513197) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Foto: Matthew mcConaughey attore americano Foto: Interstellar Anne Hathaway, 32 anni, Matthew McConaughey, 44, premio Oscar 2014, in una scena di «Interstellar», il film di Nolan in uscita giovedì

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 34 02/11/2014 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Nazionale Pag. 35 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Iniziano domani a Otranto le riprese del film "L'età dell'oro" con Laura Morante che sarà girato anche a Monopoli La vecchia arena torna a vivere A Fasano il ciak del corto "Mattia sa volare"

d Iniziano domani a Otranto le riprese del nuovo film della regista torinese Emanuela Piovano "L'età d'oro" con Laura Morante, Lunetta Savino e il salentino Lamberto Probo. C'è anche Monopoli tra le location, dove la regista ha trovato una vecchia arena con terrazza sul mare, che è un po' il simbolo stesso del film sulla passione per il cinema della protagonista che tra mille difficoltà gestisce un'arena cinematografica in un paesino del Sud. Una sala che durante la seconda guerra mondiale era stata utilizzata per proiettare film ai soldati alleati. Quando il medico comunica alla donna che ha un male incurabile e che le resta ormai poco da vivere, decide di chiamare accanto a sé il figlio e i suoi vecchi amici perché non vuole che quel "piccolo sogno" a lungo coltivato scompaia insieme a lei. Produzione Kitchenfilm, "L'età dell'oro" sarà girato fra Otranto e Monopoli fino al 6 dicembre. Con un finanziamento di 65.148,50 euro del fondo Apulia National & International Film Fund il film è una delle tre opere finanziate nel corso della seduta del 29 ottobre 2014 del consiglio di amministrazione della Fondazione Apulia film commission. Al film si aggiungono infatti due cortometraggi finanziati sempre con i fondi Apulia National & International Film Fund: "Tu non c'eri" di Cosimo Damiano D'Amato e "Mattia sa volare" di Alessandro Porzio. Diretto dal regista pugliese Cosimo Damiano D'Amato, "Tu non c'eri" ha per protagonisti Piero Pelù, Bianca Guaccero e Marco Brenno Placido e racconta il mancato rapporto tra due uomini, due generazioni diverse, padre e figlio. Il padre è stato a lungo in prigione per aver fatto parte di una banda armata negli anni Ottanta, il figlio è cresciuto senza di lui. Girato tra Altamura e l'altopiano delle Murge, il mediometraggio della Fanfara Film ha ottenuto un finanziamento di 20mila euro. Un altro regista pugliese, il giovane Alessandro Porzio, dirige "Mattia sa volare" con Giovanna Maggipinto e Angela Curri, sulla travagliata storia d'amore di due ragazzi affetti dalla sindrome di Down. Il cortometraggio, che si girerà da domani al 7 novembre tra Fasano, Alberobello e Locorotondo, ha ottenuto 14.451 euro. Come da regolamento, la valutazione consultiva della qualità artistica delle opere presentate è stata affidata a due critici cinematografici, Massimo Causo e Giuseppe Gariazzo (al consiglio di amministrazione di Afc spetta, invece, il giudizio complessivo). Tutti e tre i progetti sono stati presentati per i finanziamenti 2014 dell'Apulia National & International Film Fund (fondo per le produzioni cinematografiche da realizzarsi in Puglia), bando a sportello che garantisce sostegni automatici e aperti tutto l'anno, fino a esaurimento della dotazione finanziaria per un totale di 99.600 euro per un impatto sul territorio pari a 314.880 euro. A sinistra Laura Morante e sopra Bianca Guaccero attese domani a Otranto e ad Altamura

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 35 01/11/2014 La Stampa - Asti Pag. 50 (diffusione:309253, tiratura:418328) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Gli astigiani sul set "In un posto bellissimo" valentina fassio

«Silenzio. Motore, azione». E via Garibaldi si sveglia con le voci del set. Ieri le riprese del film «In un posto bellissimo» si sono concentrate nel centro storico, con esterni nella via e con le scene ambientate nel negozio Mazzoni e al Bar Garibaldi. Sul set i protagonisti Isabella Ragonese (Lucia), Alessio Boni (Andrea), Michele Griffo (il figlio Tommaso), molte comparse e la nutrita troupe armata di telecamere e microfoni. Un fermento che non passa inosservato e cattura immediatamente l'attenzione dei passanti . Una curiosità silenziosa ma irrinunciabile, per scoprire cosa succede dietro la telecamera, per vedere da vicino la «magia del cinema» e i suoi protagonisti. Impossibile non restare affascinati: molti si fermano ai lati della via, qualcuno sbircia da dietro le vetrine dei negozi, altri si affacciano a finestre e balconi. Intanto si preparano le scene. C'è il tempo del lavoro instancabile e il tempo per la meritata, breve, pausa. Intanto la storia di Lucia e Andrea inizia a prendere forma, seguita da un cast tecnico d'eccellenza. La regista Giorgia Cecere (anche autrice di soggetto e sceneggiatura con Pierpaolo Pirone) è affiancata da Claudio Cofrancesco (direttore della fotografia), Annalisa Forgione (montaggio), Giorgio Barullo (scenografia), Daniela Ciancio (supervisione costumi), Roberto Sestito (suono in presa diretta), Simone Gregoris (trucco), Flaminia Proietti Sperati (acconciature), Donatello Pisanello (musiche). Al lavoro anche un nutrito gruppo di astigiani: Simone Rosso (aiuto regia), Mariachiara Squassino (assistente), Francesca Barbagallo (ispettore di produzione), Marcello Ferraris (video assist), Giacomo Graziano, Lorenzo Canepa, Gabriele Pezzoni, Cristian Vicidomini e Valerio Mirzac. Le telecamere resteranno in città anche nei prossimi giorni, mentre mercoledì sera si erano spostate di pochi chilometri, per raggiungere la Birreria Q120 a San Damiano. Anche lì la macchina del cinema ha coinvolto altre comparse, e nell'elenco c'è anche una rock band astigiana. La storia continua, «In un posto bellissimo».

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 36 01/11/2014 Il Messaggero - Roma Pag. 48 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Bova e la Parker girano a Dragona "Tutte le strade portano a Roma" riprese blindate per l'incontenibile entusiasmo della folla di fan Raoul e Sarah assedio al set Giulio Mancini

IL FILM Il ciak è sotto i ponti ma i protagonisti sono stellari. Sul set nella zona industriale di Acilia-Dragona, a due passi dal campo nomadi e con nelle narici il grasso delle officine meccaniche dei dintorni, gira una coppia di attori inedita e amatissima: si tratta di Raoul Bova e Sarah Jessica Parker . Un set letteralmente blindato per sfuggire al gioioso ma quasi incontenibile assedio dei fan e dei curiosi, in via Charles Lenormant, la strada che taglia a metà la zona industriale e artigianale di Acilia-Dragona, tra Roma e il mare. Sotto la direzione della regista svedese Ella Lemhagen (salita alla ribalta internazionale con "I gioielli della Corona") Sarah Jessica Parker e Raoul Bova, al centro delle attenzioni delle centinaia di entusiasti spettatori, sono i protagonisti del film "All Roads Lead to " ovvero "Tutte le strade portano a Roma". Nella terza settimana di riprese la pellicola, scritta da Cindy Meyers è prodotta da Silvio Muraglia della Paradox Studios di Mikael Wiren e dall'Ambi Pictures di Andrea Iervolino e Monika Bacardi , ha scelto una location che ben si attanaglia al ruolo del bel Raoul, quello di Luca, avvenente scultore romano che riaffiora dal passato di Maggie, interpretata dalla Parker, una mamma single di New York che compie un viaggio in Italia insieme alla figlia diciassettenne, Summer. Ad indovinare dalle sequenze che è possibile scorgere da lontano, in un'officina ricavata sotto il viadotto Zelio Nuttal è stato ambientato il laboratorio dello scultore, sulla soglia del quale si affaccia anche una pattuglia della polizia oltre che l'attrice, diventata una planetaria icona glam per il suo ruolo da protagonista della serie cult americana "Sex and city". Nell'aria si respira l'odore di grasso e solventi delle officine che affollano l'area oltre che i rumori del contiguo campo-nomadi di via Ortolani, ma le due star, professionalissime, non ne sembrano minimamente condizionate. È veramente un cast stellare quello che anima la commedia sentimentale diretta dalla Lemhagen. Anche se non si sono (ancora) notate a Dragona, ne fanno parte Rosie Day, Paz Vega e Claudia Cardinale. E proprio dal ruolo della 75enne attrice italo- tunisina arriva una sorpresa: la Cardinale, infatti, interpreta una nonna hippie, madre di Luca-Raoul. Per l' attore, bersagliato da foto e gesti d'affetto da parte delle sue infinite ammiratrici, si conferma una stagione cinematografica particolarmente prolifica visto che "All Roads Lead to Rome" è il quinto film per il grande schermo interpretato nell'ultimo anno. Foto: Accanto, Raoul Bova sul set e, a destra, Sarah Jessica Parker al trucco In alto: a sinistra, la regista Ella Lemhagen (col cappello nero) dà le ultime istruzioni alla Parker e a Bova e, a destra, i due attori nella scena con una "volante" della polizia

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 37 01/11/2014 Il Gazzettino - Pordenone Pag. 27 (diffusione:86966, tiratura:114104) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Sabato 1 Novembre 2014, Jodorowsky attacca l'industria del cinema

Ci sono illustri nomi insigniti dell'Urania d'Argento, il premio alla carriera del Festival Science + Fiction, come quelli di Joe Dante o George Romero. E quest'anno la manifestazione mantiene altissimo il livello della qualità, premiando Alejandro Jodorowsky, il cineasta conosciuto per capolavori come "El Topo". Dopo 23 anni di assenza dalle sale cinematografiche ritorna con "La danza de la realidad", presentato proprio ieri in Sala Tripcovich. Lui, Jodorowsky, non assume l'atteggiamento da sciamanico dell'arte, nonostante le sue posizioni siano sempre piuttosto integraliste, ma emana quella simpatia e vitalità necessarie a smorzare ogni forma di retorica. Perché, appunto, Jodorowsky non ci è mai andato leggero a proposito di ciò che pensa intorno all'industria cinematografica. «Sono mancato dalle scene non per snobbismo - spiega - ma semplicemente perché non riuscivo a trovare i soldi per fare un mio film». Da lì il passo è breve per uno spietato resoconto sull'industria dell'intrattenimento. «Ormai il cinema teme l'arte, anzi è piuttosto terrorizzato ci possa essere un film artistico. Quello che l'industria cinematografica vuole è produrre film d'intrattenimento, film che rilassino e rendano idioti, ma anche l'alcol o una sigaretta sono in grado di rilassare, per cui ho capito che Hollywood è una grande impresa per vendere alcol e tabacco». L'arte invece è in grado di stimolare. «L'artista - sottolinea - deve lasciare il mondo meglio di come l'ha trovato perché l'amore esiste, la bellezza esiste, non come in quei film illusoriamente consolatori». La pellicola che gli ha cambiato la vita? «La strada di Fellini», risponde. La capacità di essere diversi lui la chiama: atto poetico. Naturalmente Jodorowsky sottolinea come l'artista debba rischiare tutto se stesso, tirare fuori il bello di sé e comunicarlo agli altri. Ci vuole forza e determinazione: «la stessa che mi ha fatto risparmiare per 23 anni, quando ho capito che nessuno mi avrebbe aiutato». E in 23 anni il regista ha accumulato 400 mila dollari. «Ai quali si sono aggiunti quelli di un'idealista messicano e infine quelli della produzione francese». Ora sta girando l'Italia in prima persona per diffonderne la distribuzione del nuovo film. Un tour di successo a giudicare dalle nutritissime presenze a Roma come a Napoli o Firenze. «La mia battaglia è far capire all'industria culturale che non deve aver paura dell'arte, anzi, che l'arte vera ha un suo pubblico e vende». © riproduzione riservata

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 38 01/11/2014 Il Piccolo di Trieste - Ed. Nazionale Pag. 37 (diffusione:44247, tiratura:212000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Jodorowsky: «A 85 anni faccio cinema per lasciare un mondo migliore» SCIENCE+ FICTION »IL PERSONAGGIO Il regista cileno, premiato con l'Urania d'argento alla carriera, ha presentato ieri La danza de la realidad in una sala Tripcovich stracolma Jodorowsky: «A 85 anni faccio cinema per lasciare un mondo migliore»

Jodorowsky: «A 85 anni faccio cinema per lasciare un mondo migliore» SCIENCE+FICTION »IL PERSONAGGIO Il regista cileno, premiato con l'Urania d'argento alla carriera, ha presentato ieri La danza de la realidad in una sala Tripcovich stracolma di Paolo Lughi wTRIESTE Vitalità contagiosa nonostante gli 85 anni d'età, piena consapevolezza del suo status di guru della controcultura anni '70, Alejandro Jodorowski sorride quando gli ricordiamo che "Ritratto dell'artista da giovane" è stato scritto da James Joyce proprio a Trieste. «È stato uno dei miei libri preferiti - ricorda commosso - Nel paese dove sono cresciuto, Tocopilla, nel Nord del Cile, non avevo nessun amico, e ho passato la mia infanzia chiuso in biblioteca a leggere tutti i libri che c'erano». Jodorowski ha ritirato ieri sera a Trieste l'Urania d'argento alla carriera di Science+Fiction, in omaggio al fatto di essere stato a lungo venerato dagli amanti della fantascienza per il potere delle immagini di film come "El Topo" e "La montagna sacra", mitici per un paio di generazioni all'incrocio della cultura beatnik. Personaggio istrionico, anche fumettista, scrittore, poeta e conoscitore dei tarocchi, oltre che regista di culto con pochissimi titoli al suo attivo, è tornato al cinema dopo 22 anni con "La danza della realtà", che sta promuovendo in diversi città d'Italia e che ha presentato in una Sala Tripcovich stracolma. Un film esplicitamente autobiografico, anche se la scrittura rimane fantasmatica e onirica. Jodorowski è un fiume in piena - per lo più contro la "dittatura" culturale di Hollywood - se gli si chiede il perché di questo suo ritardo ventennale nella regia cinematografica. «Non ho mai lasciato il cinema, ho continuato a vedere film ogni sera - sbotta -. È che il cinema è stato colonizzato dagli Stati Uniti d'America. E il cinema americano non è più arte, ma industria dell'intrattenimento. A Hollywood non c'è più nessuna aspirazione umana, semplicemente si investe denaro per avere denaro. Così il poeta cinematografico sparisce, perché l'industria cinematografica vuole farlo sparire. Anche la pubblicità è stata colonizzata. La promozione di un film hollywoodiano nel mondo costa ormai quanto il film stesso. Anche le sale sono state colonizzate, e i gestori sono diventati codardi. Se sentono parlare di un film 'artistico' si mettono a tremare. Per avere un "Iron Man" devono acquistare altre nove pellicole idiote. Dov'è l'espressione umana nel cinema di Hollywood? A cosa serve il cinema industriale? È come un 'cigarillo' (una sigaretta) o come l'alcool: ti rilassa per un po', passi un buon momento, ma poi resti uguale a prima. Hollywood è solo una grande impresa di pubblicità per vendere sigarette e alcool». E lei come pensa oggi di contrastare Hollywood? «Non mi illudo ma ci provo. Non tutti vogliono vedere o fare cinema industriale. La collaborazione umana esiste, l'amore disinteressato esiste, le persone esistono. Perché ho voluto fare ancora cinema a 85 anni? Per lasciare il mondo forse un po' migliore di come l'ho trovato. Questa mia "Danza della realtà", che racconta la mia infanzia, sta riempiendo le sale italiane dove viene proiettata, anche se è girata contro tutte le convenzioni del cinema industriale. Ad esempio le immagini non hanno il solito contrasto d'ombre dei film americani. E non è un film di genere, né una commedia, né un film dell'orrore o di fantascienza. L'industria tende a dividere le esperienze e le emozioni, ma nella vita non è così, tutto è simultaneo». Ma a parte Hollywood, il cinema mondiale è tutto da buttare? «Il cinema che mi ha affascinato di più negli ultimi anni dal punto di vista formale è il cinema cinese. Solo che i cinesi ci mettono un anno di lavoro comprese le domeniche per fare un film, mentre io sono obbligato a girare al massimo in sette settimane». E come riesce a realizzare i suoi film? «Il problema è che il cinema è una guerra. È caro, e anche per piccoli film come i miei ci vuole un esercito. Nella mia adolescenza avevo risparmiato giorno per giorno dei soldi per fare il cinema, raggiungendo la somma di 400mila dollari. Non poco, ma non avrei combinato nulla se non avessi incontrato un idealista messicano che ne mise accanto altri 500mila, solo perché voleva

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 39 01/11/2014 Il Piccolo di Trieste - Ed. Nazionale Pag. 37 (diffusione:44247, tiratura:212000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

finalmente vedere un film 'artistico'. Questa mia 'Danza della realtà' è costata 4 milioni di dollari, mentre 'Avatar' è costato 400 milioni. Ma i miei film durano molto di più, come hanno dimostrato 'El Topo' e 'La montagna sacra'. Sono come tartarughe confrontate a delle lepri». Lei ha dichiarato che 'La montagna sacra' è stato capito solo dopo trent'anni, ma io ricordo che negli anni '70, almeno qui a Trieste, era un film di culto proiettato molto spesso. «È accaduto principalmente in Italia, dove 'La montagna sacra' ha avuto un successo secondo solo ai film di James Bond! Del resto l'Italia è un paese particolare per quanto riguarda la controcultura, e io le devo molto. Intanto nella mia città, Tocopilla, mi chiamavano Pinocchio per la pelle bianca e per il mio naso a punta. Figlio di emigranti ebrei russi, gli altri ragazzi mi vedevano come una specie di mutante e mi rifiutavano. Poi, a quattordici anni, ho visto il film che mi ha cambiato la vita, 'La strada' di Fellini. Quando molti anni più tardi, dopo i miei primi lavori, andai a Roma e lo dichiarai in un'intervista, il maestro mi chiamò sul set de "La voce della luna" per incontrarmi. Quando mi vide urlò: 'Jodorowski!'. E io: 'Papà!'. Ma c'è stato anche un altro italiano fondamentale nella mia formazione, Filippo Tommaso Marinetti col suo manifesto futurista, dove scrive: 'La poesia è un atto'. Un'affermazione formidabile. Ecco, da lui ho imparato che più di cinque anni di psicanalisi conta un abbraccio, perché è un 'atto'. E il cinema è la forma poetica più vicina all'atto». È stato un "atto" anche questo suo ultimo film? «'La danza della realtà' non è solamente un film, ma anche una forma di guarigione familiare, perché tre dei miei figli ci recitano dentro. Torno nella sorgente della mia giovinezza, nel luogo stesso dove sono cresciuto, per reinventarmi. È una ricostruzione che parte dalla realtà. Ma mi permette di cambiare il passato. Abbiamo girato il film proprio nel paese della mia infanzia, Tocopilla, cittadina povera del Cile, che non è cambiata da 80 anni a questa parte, nella via dove si trovava la bottega dei miei genitori. I quali mi lasciavano sempre solo a casa per andare al cinema. Così nella vita ho fatto film anche per 'incontrare' mio padre, che andava sempre al cinema"». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 40 01/11/2014 Il Tempo - Ed. Nazionale Pag. 21 (diffusione:50651, tiratura:76264) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Cinema e tv Oggi a «Lucca Comics & Games» l'anteprima del remake della fiction sul Doctor Who, a Natale su Rai4 Gabriele Salvatores con Ficarra e Picone tra i protagonisti dell'evento Novità Warner Proiettati spezzoni del film «Interstellar» Din. Dis.

Sarà una giornata di grandi ospiti quella di oggi all'area Movie di «Lucca Comics & Games», anche quest'anno a cura di Qmi. Tra i nomi più attesi, il regista Keiichi Sato, che presenterà in anteprima al pubblico di Lucca la rivisitazione cinematografica «I Cavalieri dello Zodiaco», accompagnato dal compositore delle musiche Yoshihiro Ike e dal produttore del film Yosuke Asama (Cinema Astra, alle 21). La pellicola, rivistazione del classico d'animazione firmato Toei, approderà nelle sale italiane il prossimo febbraio distribuita da Lucky Red. Tra i protagonisti anche il Premio Oscar Gabriele Salvatores, che incontrerà il pubblico del festival per presentare per la prima volta una serie di immagini del suo atteso film «Il ragazzo invisibile», alla presenza del giovane protagonista Ludovico Girardello e degli sceneggiatori Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo (Cinema Astra, alle 14). All'evento parteciperanno anche Federico Dè Robertis (musicista e compositore della colonna sonora originale del film) e i tre vincitori del concorso, Marialuna Cipolla, Luca Benedetto e il gruppo Carillon, i cui brani sono stati inseriti nella colonna sonora del film «Il ragazzo invisibile» (prodotto da Indigo con Rai Cinema) e dal 18 dicembre nelle sale. Saranno a Lucca anche Ficarra e Picone che presenteranno il loro ultimo film «Andiamo a quel paese», dal 6 novembre al cinema con Medusa (Cinema Moderno, alle 10.30). Warner Bros. presenterà le novità della prossima stagione con contenuti di «Interstellar», «Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate», «Jupiter - Il Destino dell'Universo» e «Mad Max». La Disney proietterà invece «Guardiani della Galassia» e alcune anticipazioni dei titoli Marvel nel 2015: «Avengers: Age of Ultron» e «Ant-Man». Per gli amanti delle serie tv, appuntamento imperdibile con l'anteprima di «An Adventure in Space and Time», film scritto da Mark Gatiss che ricostruisce la produzione della prima serie di Doctor Who, avviata nel 1963: «An Adventure in Space and Time» sarà trasmesso a Natale su Rai4 in prima visione assoluta per la tv. A presentare l'anteprima assoluta della premiére della terza stagione di «Continuum», che andrà in onda su Axn Sci-Fi, Victor Webster, uno dei protagonisti della serie. Foto: Regista Il Premio Oscar Gabriele Salvatores Foto: Comici Ficarra e Picone

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 41 01/11/2014 Il Tirreno - Cecina Pag. 17 (diffusione:80832, tiratura:102004) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Chiude anche l'ultimo cinema Restauro per la nuova sala a Castiglioncello. Film al teatro Solvay? Solo un'ipotesi Chiude anche l'ultimo cinema

Chiude anche l'ultimo cinema Restauro per la nuova sala a Castiglioncello. Film al teatro Solvay? Solo un'ipotesi di Chiara Castaldi wCASTIGLIONCELLO Giorni contati per l'avvio dei lavori per il complesso che accoglierà il nuovo cinema Castiglioncello. «Se non ci sono intoppi - assicura l'assessore Margherita Pia - i lavori dovrebbero iniziare già a metà novembre. Fra il 6 e il 7 novembre infatti scadono i sessanta giorni dall'invio del progetto alla Sovrintendenza, che costituisce l'ultimo passaggio istituzionale. In questi giorni - prosegue - la committenza, di concerto con l'ufficio edilizia del Comune, sta mettendo a punto il progetto esecutivo che probabilmente sarà presentato appena possibile vale a dire all'indomani della scadenza dei tempi legati al pronunciamento della Sovrintendenza». Dopo anni di attesa, dunque, il progetto del nuovo cinema dovrebbe andare in porto. Sui tempi di realizzazione l'assessore non si sbilancia. «Non so dire quanto dureranno i lavori - dice Pia - certo la committenza ha interesse affinché siano veloci il più possibile». Si tratta, tuttavia, di lavori di una certa portata che richiederanno tempi nell'ordine dei mesi. A questo proposito l'interesse si focalizza sulla contestuale chiusura del cinema. La programmazione del cinema Castiglioncello dovrebbe spostarsi nella sala del cinema-teatro Solvay di Rosignano di proprietà dell'omonima Società, anche se al momento è solo un'ipotesi e non c'è ancora un accordo formale. «Da parte dell'Azienda - fanno sapere dall'ufficio stampa di Solvay - c'è piena disponibilità a dare in gestione la sala del cinema-teatro di Rosignano alla famiglia Michetti». Famiglia che è proprietaria del cinema Castiglioncello e titolare del progetto. «Al momento opportuno - proseguono dall'ufficio stampa - occorrerà sederci a un tavolo e trovare un accordo sulle condizioni». Da parte sua la Famiglia Michetti fa sapere di essere «già d'accordo con Solvay che appena avremo il via libera ufficiale per avviare i lavori contatteremo la Società per trovare un accordo formale». Nei fatti la certezza di una programmazione cinematografica nel comun di Rosignano Solvay nei prossimi mesi (o comunque in coincidenza della chiusura del cinema di Castiglioncello) ancora non c'è e l'attesa di questo passaggio formale qualche disagio l'ha già provocato. Il progetto di cinema nelle scuole "Lanterne magiche", promosso da Centro Studi Commedia all'italiana di Castiglioncello e Fondazione Sistema Toscana, al momento è congelato per mancanza di certezze sulla disponibilità di sale di proiezione nel comune di Rosignano. Il progetto è stato attivato solo su Cecina.

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 42 01/11/2014 La Sicilia - Ed. Nazionale Pag. 26 (diffusione:64550, tiratura:80914) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Jodorowsky: « Cinema non è più arte è soltanto business»

Alejandro Jodorowsky, 85 anni, icona del cinema underground e della controcultura degli Anni ... Francesco De Filippo Trieste. Frizzante, contro l'industria cinematografica, irriducibilmente a favore di una «ispirazione umana, spirituale», memore di un cinema che era «una favola meravigliosa», così distante dalla «colonizzazione degli Stati Uniti» che ha ridotto quest'arte a un «sistema per fare soldi». Se qualcuno pensava che dopo 23 anni di silenzio l'icona del cinema underground e della controcultura anni '70, il regista Alejandro Jodorowsky, a 85 anni si fosse arreso, si sbagliava. Arriva a Trieste per il XIV Festival della fantascienza Trieste Science+Fiction, nel mezzo del 2014 Italian Tour, cominciato il 26 ottobre a Bari. Non un rocker incanutito ma un ironico regista che, del tutto estraneo allo star system, se ne va in giro a presentare il proprio film, La danza de la realidad insieme con il distributore Antonio Bertoli e il produttore Salvatore Pecoraro. Lo aveva già fatto per vendere il suo libro, all'epoca però aveva molti anni di meno. Ma il tempo non ha scalfito lo spirito del cileno, convinto anzi delle sue visioni dal sorprendente successo: «Oggi ci saranno 900 persone, a Bari erano 700, a Bologna hanno fatto tre proiezioni, a Roma 500». Una goccia rispetto agli incassi di un Trasformers o di un Iron Man, «Davide contro Golia», ammette, ma, se «la battaglia è far capire che esiste un pubblico che vuole un cinema reale», il piccolo eroe rischia incredibilmente di vincerla. Ottantacinque anni, non vecchio e ancora innamorato della vita: «L'arte ha due possibilità, essere migliore o essere differente. Non so se io sono il migliore, certo sono diverso». Scrittore, fumettista, saggista, drammaturgo, regista teatrale, Jodorowsky se ne è stato in silenzio per 23 anni, il tempo di accumulare 400 mila dollari, «denaro sacro che ho deciso di sprecare»; altri 500 mila li ha messi un «idealista messicano», Frank Pavich; e altrettanti il francese Michel Seydoux e via, La danza de la Realidad è una realtà. Non un film qualunque, ma questo chi conosce il regista de La montagna sacra, lo sapeva: «I film hanno tutti la stessa trama e la stessa fotografia, nel mio non ci sono le solite ombre, il dettaglio estetico, l'abbellimento. In ogni momento si deve vedere che è cinema, senza inganni». Non certo il supereroe che vince contro il Male ma «come la vita, quel dolce che contiene tutto e simultaneamente». D'accordo, «va inventato un altro sistema, il cinema vero deve cercare altre modalità», ma intanto lui si diverte e ricorda, tra il serio e il faceto, che ha «fatto cinema per incontrare» suo padre. Era piccolo, e i suoi dopo aver lavorato in negozio fino a tardi, la sera lo «legavano alla culla e se ne andavano al cinema». Pinocchio, come veniva chiamato, oggi ricorda il suo maestro, Fellini: «Saputo che lo consideravo tale, mi invitò sul set, a Roma. Tremavo, quando mi vide mi venne incontro e aprendo le braccia disse: "Jodorowsky". E io: "Papà". E ci abbracciamo». E ieri sera, nella folla di fan, gli è stato consegnato il premio alla carriera Urania d'Argento. Felicitaciones Alejandro. 01/11/2014

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 43 01/11/2014 Il Foglio Pag. 15 (diffusione:25000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Popcorn Dracula

Giù le mani da Dracula. Giù le mani dal succhiasangue dandy che quando il sole è alto riposa nella bara foderata di raso e sul far della esce per mordere sul collo le fanciulle. Era elegantissimo nel suo mantello nero, o nella redingote grigia che indossa nel film di Francis Ford Coppola, quando si aggira per Londra con gli occhiali neri e il cappello a cilindro (va anche al cinema, per ammazzare il tempo: gli immortali si annoiano anche più degli umani). Era bello, era sexy, era sfaticato. Era una delle creature - assieme al mostro dello scienziato Victor Frankenstein - nate durante una tempesta sul lago di Ginevra. Correva l'anno 1816, il tempo era schifoso per l'eruzione di un lontano vulcano, Shelley e la moglie Mary erano in villeggiatura con Lord Byron, ognuno si mise a scrivere per gioco un racconto dell'orrore: la notte più generosa di incubi nella storia della letteratura. Non si vede perché fare di Dracula un guerriero che in tre notti e poco più (in quel poco più sta l'inghippo, e il punto di non ritorno) stermina un esercito di turchi. La folle idea si deve al regista irlandese Gary Shore, che evidentemente ha visto troppi film di supereroi. Siccome i personaggi della Marvel costano, e siccome la Marvel ha deciso di sfruttare senza intermediari i propri giacimenti - il prossimo ad arrivare sullo schermo sarà Doctor Strange, nel film diretto da Scott Derrickson con Benedict Cumberbatch - ha vampirizzato Dracula. I diritti del romanzo di Bram Stoker sono ormai scaduti: non era così ai tempi di F. W. Murnau, che cambiò il nome del principe in Nosferatu, ma gli eredi gli fecero causa lo stesso e la vinsero (solo una copia si salvò dalla distruzione). Vengono in soccorso gli studiosi che, da quando l'irlandese pubblicò il suo romanzo, indagano sui legami tra il signore con i canini appuntiti e Vlad III principe di Valacchia, detto l'Impalatore. "Dracula Untold" è il titolo del film, dall'altro ieri nelle sale. Lo si potrebbe tranquillamente ribattezzare "La vera storia di come i turchi non conquistarono Vienna". Scopriamo che il principe Vlad ne ha combinate di tutti i colori, per conto degli ottomani che lo rapirono ragazzino e ne fecero una macchina da guerra. Ora però ha il suo castello, la sua bella moglie, il suo figlioletto da educare alla pace. Ma i turchi si rifanno vivi, e Vlad chiede aiuto a un mostro scovato in una grotta: l'ur-vampiro, che non vede l'ora di passare la maledizione a qualcun altro. In cambio trasforma il principe transilvano in un'arma micidiale, la bomba atomica del secolo XV. Ne esce un film tanto scombinato e ridicolo che potrebbe perfino diventare di culto. I dialoghi sono tra il sublime (ricercato in sceneggiatura) e il ridicolo (ottenuto sullo schermo ). Scopriamo che i primi tre giorni da vampiro sono di prova, se si resiste al sangue umano ancora la trasformazione è reversibile. Croci, argento, paletti nel cuore hanno diritto ognuno alla propria - involontaria - gag. Regista e sceneggiatori hanno dimenticato soltanto le teste d'aglio.

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 44 01/11/2014 Libero - Ed. Nazionale Pag. 1 (diffusione:125215, tiratura:224026) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Il film su Califano boicottato da Marino per motivi politici CHIARA PELLEGRINI

Il film su Califano boicottato da Marino per motivi politici a pagina 27 «Franco Califano paga le sue scelte politiche, la droga e il carcere». Dal 6 novembre arriva nei cinema Non escludo il ritorno , pellicola diretta da Stefano Calvagna che racconta aneddoti e dietro le quinte degli ultimi dieci anni divita del cantante, interpretato da Gianfranco Butinar, imitatore e amico fraterno del "Califfo". Butinar, il film è stato escluso dal Festival internazionale del film di Roma. Marco Müller, direttore artistico della kermesse, come ha motivato questa scelta? «La lettera che ci ha inviato è bellissima, quasi commovente, ridicola. Scrive che il film è adatto ad un'ambientazione di livello internazionale ma che, per farla breve, al festival non poteva essere accolto. Se ci fosse stato Alemanno, e non perché sia stato un sindaco esemplare, di danni ne ha fatti, sarebbe stato diverso. Con Ignazio Marino non c'era posto per Franco Califano». Calvagna non ha pensato alla sezione fuori concorso? «Anche questa ipotesi è stata scartata da Müller. E pensare che Calvagna aveva scelto Roma certo che nella città natale di Franco sarebbe stato accolto bene. E invece il direttore artistico ha pensato che fosse più pertinente un film sugli Spandau Ballet che non su un poeta della canzone italiana ». Forse un rifiuto dettato dal respiro locale e non internazionale della pellicola? «Califano non era conosciuto soltanto in Italia. Tutt'altro che provinciale Pensi che nel 1992 l'Università di New York gli ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia per la canzone "Tutto il resto è noia"». Quali altri festival erano in ballo? «Per esempio Venezia. Dove il regista, Calvagna, ad ottobre ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera. Comunque il 4 novembre ci sarà un'anteprima ad Ostia, il 6 presenteremo a Roma il film con tutto il cast». Chi sarà presente alla proiezione oltre al regista e ai protagonisti? «Abbiamo invitato Federico Zampaglione, Fiorello, Max Tortora». Lei è un imitatore e nel film cesella un Califano invidiabile, nonostante la parrucca e la differenza di età. Che ne pensa delle imitazioni di Fiorello e di Max Tortora? «Quella di Max Tortora è ben fatta, divertente, anche se a suo dire è migliore la mia. Quella di Fiorello, invece, non mi è mai piaciuta». Perché? «Limitativa per descrivere il mondo di Califano. Anche se a Fiorello Franco deve un ritorno di immagine pazzesco negli ultimi anni della sua vita, dopo il tonfo di Sanremo e le comparsate televisive». Lei non è soltanto Califano nel film ma è stato un suo amico, una persona vicina. Come era? Dell'immagine irruenta che poteva dare di sé, del romano apparentemente greve, cosa c'era in realtà nella vita privata? «Nulla. Franco lo conoscevo dal 1991. Era una persona estremamente umile. Un uomo galante, che scendeva ad aprire lo sportello alla donna con cui usciva, qualunque fosse». Perché hanno scelto lei per interpretare il Califfo? «Sono stato chiamato e mi hanno detto solo tu lo puoi fare, solo tu! Io non volevo, perché non è il mio mestiere, però interpretare Califano, è stato quasi un moto di egoismo e di orgoglio. Volevo che nessun altro lo facesse». Cosa c'è di vero nel film? «Tutto. Dalla caduta artistica di Sanremo alla rinascita, alla voglia di restituire calci all'umiliazione di un'intervista estorta da Mario Luzzatto Fegiz alle 3 di notte, quando era già malato. "Califano richiede la legge Bacchelli". Non sapeva nemmeno cosa fosse». La frase più significativa per lei di Califano? «Vive chi vive e non chi c'è». Franco Califano. Sotto, Gianfranco Butinar [LaPresse] AMICI Marco Müller, direttore artistico della kermesse, mi ha scritto una lettera bellissima, quasi commovente, ridicola. Scrive che il film è adatto ad un'ambientazione di livello internazionale ma che, per farla breve, al festival non poteva essere accolto. Se ci fosse stato Alemanno, e non perché sia stato un sindaco esemplare, di danni ne ha fatti, sarebbe stato diverso. Con Ignazio Marino non c'era posto per Franco Califano

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 45 01/11/2014 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Nazionale Pag. 20 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La lunga pausa segna il passaggio dalla pellicola al digitale. Per adesso saranno funzionanti 2 delle 5 sale NARDÒ "Pianeta Cinema " riapre dopo tre mesi di stop

di Giuseppe TARANTINO "Pianeta Cinema" riapre oggi dopo tre mesi di chiusura per ristrutturazione. Addio alle "pizze" di celluloide, si passa al digitale. La prima parte dei lavori di adeguamento tecnologico è terminata e la cooperativa che gestisce la multisala di Nardò, la prima costruita in provincia di Lecce, riapre oggi le prime due sale, con la proiezione di "Confusi e felici" e "Dracula", dopo una lunga (troppo lunga) pausa estiva che in città aveva fatto temere il peggio circa l'esistenza futura della struttura. Possono tirare un sospiro di sollievo, dunque, i neritini e i cittadini dei paesi vicini che negli ultimi due mesi avevano davvero temuto la chiusura definitiva della multisala di via Lecce. Le porte del cinema, infatti, si erano chiuse all'inizio del periodo estivo, ufficialmente per un aggiornamento tecnico. Sui tabelloni luminosi del cinema, invece delle locandine dei film, dei grandi manifesti comunicavano un periodo di ferie e la riapertura a fine agosto. Una pausa ormai tradizionale per "Pianeta Cinema" che in estate non richiama mai tanti spettatori attirati piuttosto dalle sale situate a Gallipoli o Lecce, se proprio hanno voglia di andare al cinema. Quest'anno, però, tra la popolazione il dubbio che la multisala potesse non riaprire più ha cominciato a serpeggiare agli inizi di settembre, dopo che la data di riapertura, prevista proprio in quei giorni, è slittata. Le speranze, poi, sono quasi andate perdute, quando la chiusura è stata prolungata sino a fine settembre. Nei giorni scorsi, invece, la notizia di una ormai imminente ripresa delle proiezioni. A causare la lunga pausa, infatti, sono state le operazioni di sostituzione dei grandi proiettori. Perché - ed è proprio questa la novità Pianeta Cinema ha cambiato la tecnologia di proiezione, passando dalla tradizionale pellicola di triacetato di cellulosa, avvolte nei caratteristici rocchetti a "pizza", al moderno formato digitale. Anche sul "Pianeta Cinema", dunque, si apre l'era digitale. Le proiezioni riprenderanno, però, solo in 2 delle 5 sale originarie, almeno fino a quando i nuovi proiettori non saranno montati anche nelle altre sale. Continua a rimanere ancora vivo, così, il sogno di Carmine De Benedittis, il produttore cinematografico neritino, pioniere del grande cinema a Nardò, che per primo nel 1997, tra mille difficoltà, portò nel Salento, direttamente da Roma, l'idea della Multisala "Pianeta Cinema" (1725 metri quadrati, 5 sale cinematografiche da 1200 posti in totale, atrio, bar, biglietterie e un grande parcheggio gratuito) che prese forma nel 2000, diventando punto di riferimento non soltanto per i neritini ma anche per gli abitanti di Galatone, Galatina e frazioni (le vicinissime Collemeto e Santa Barbara) e Copertino. Dopo tre mesi riapre i battenti "Pianeta Cinema"

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 01/11/2014 - 03/11/2014 46