EUT EDIZIONI UNIVERSITÀ DI TRIESTE

Bollettino della ASSOCIAZIONE ITALIANA di CARTOGRAFIA 2016 (158), 156-166

ISSN 2282-572X (online) DOI: 10.13137/2282-572X/20745 ISSN 0044-9733 (print) http://www.openstarts.units.it/dspace/handle/10077/9933

Il processo di “costruzione” della provincia di e la geografia storico-paesaggistico-culturale del Sannio attraverso le fonti documentarie e cartografiche* The “construction” process of the province of Benevento and the historical- landscape-cultural geography of Sannio through the documentary and cartographic sources

Angela Cresta, Ilaria Greco

Università degli Studi del Sannio, [email protected][email protected]

Riassunto Abstract

Il patrimonio storico, paesaggistico e culturale del Sannio è la traccia The historical, landscaping and cultural heritage of the Sannio is the materiale dell’alternanza di numerose dominazioni sul territorio fin material trace of alternation of many dominations in the territory dall’antichità, ma è anche il risultato evidente di un processo storico- since ancient times, but it is also the obvious result of a historical and politico che ha interessato la provincia e che ha contribuito alla sua political process that has affected the province and that has contrib- trasformazione, crescita e sviluppo nel tempo. uted to its transformation, growth and development over time. Una storia, quella del Sannio, che inizia, ovviamente, molto prima del The story of Sannio begins long before its recognition as a province suo riconoscimento come provincia, ma che, a partire dal Decreto isti- and the Decree of 1860 provides a plane for the construction of tutivo del 1860, è segnata da un progetto di costruzione, anche carto- the administrative district that has defined irreversibly, the “form” grafica, della circoscrizione amministrativa che ne ha definito irrever- (boundaries and extension) but also the “contents” (communities, set- sibilmente, la “forma” (confini ed estensione) e i “contenuti” (comunità, tlements and resources). risorse e insediamenti). Considerato che, ad eccezione di pochi studi di With the exception of a few studies on synthesis and some very spe- sintesi su alcune e ben determinate aree ed epoche storiche, manca a cific areas and historical eras, still lacks a study which overall realize tutt’oggi uno studio complessivo che renda conto delle trasformazioni the transformation and reconstruction of cultural-landscape system e delle ricostruzioni del sistema paesaggistico-culturale sannita, sulla of Sannio, according to the approach “Landscape Archaeology”. This scia della disciplina ora usualmente definita Landscape“ Archaeology”, contribution aims to highlight, through the study of documentary, ar- il presente contributo si pone l’obiettivo di evidenziare, attraverso lo chives and cartographic sources of historical and geographical ma- studio delle fonti documentarie, archivistiche e cartografiche di matri- trix of Sannio end of ‘800, heritage of the State Archives of Benevento ce storico-geografico del Sannio di fine ‘800, patrimonio dell’Archivio (ASBN), as the process of defining policy of the province has contrib- di Stato di Benevento (ASBN), quanto il processo di definizione politica uted to the current configuration of the historical, natural and cul- della provincia sannita abbia contribuito alla attuale configurazione tural Sannio. del patrimonio storico, paesaggistico e culturale del Sannio.

Parole chiave Keywords

Cartografia storica, Valenza culturale e politica della carta, Patrimo- Historical Cartography, Cultural and political value of cartography, nio paesaggistico – culturale Natural and cultural heritage

* Il presente lavoro è frutto di una riflessione , tuttavia le singole parti sono così attribuite: Angela Cresta Introduzione e paragrafo 1, Ilaria Greco paragrafo 2 e conclusioni.

156 A. CRESTA, I. GRECO Il processo di “costruzione” della provincia di Benevento

Introduzione forzando il senso di appartenenza. La carta va vista «sia come veicolo di diffusione della sua partizione ammini- Negli ultimi decenni diverse discipline, quella geogra- strativa, sia come strumento indispensabile a conforma- fica in primis, hanno rivalutato e riconsiderato il con- re il territorio a quei principi che ispiravano il progetto» tributo che la cartografia storica dà alla conoscenza, (Boria et al., 2011), perché ogni produzione cartografica alla progettazione e al governo dei territori, come con- rimanda ad un soggetto committente, ad una istituzione seguenza delle moltiplicate potenzialità di ricerca della che, attraverso la stessa, veicola messaggi strumentali al geografia storica: in questo processo di rivalutazione mantenimento di funzioni commerciali, amministrative, e riconsiderazione, se gli storici hanno guardato alla militari, di controllo, ecc. (Harley, 2001). cartografia «con una mentalità diversa da quella che Se la funzione politica della carta affonda le sue aveva dominato fino agli anni Cinquanta, con un più radici nel passato più remoto, nonostante la costante avveduto uso degli strumenti critici, con metodologie di sua attualità, essa oggi si arricchisce di nuovi contenu- indagini più fine e penetranti» (Gambi, 1984, p.10), i ge- ti, perché la rappresentazione consente di interpretare e ografi sono stati stimolati a cercare nuove strutture me- comprendere meglio il paesaggio del passato e i processi todologiche e nuovi paradigmi scientifici di riferimento storici, economici e sociali che l’hanno generato. La car- (Harley, 1987 e 2001; Baker, 2003 e 2005). tografia storica, quindi, esprime una valenza culturale Le fonti cartografiche, pertanto, non sono da consi- perché rappresenta e trasmette valori simbolici e iden- derarsi solo come reperti impolverati da conservare negli titari del paesaggio; contestualmente è anche supporto archivi e da osservare come opere d’arte per le tecniche alle attività progettuali finalizzate alla rivalutazione e utilizzate, per gli elementi raffigurati, per i loro autori, alla valorizzazione di sistemi paesaggistico-culturali, in ma sono testimonianze storiche rilevanti anche per la quanto «serbatoio di informazioni al quale attingere» società che le ha generate, per le ragioni culturali e po- (Poli, 2001, p. 216), non solo riguardo alle risorse esi- litiche che le hanno determinate, per le finalità con cui stenti, ma anche e soprattutto riguardo alle relazioni tra sono state usate, per gli effetti che hanno prodotto. La le stesse che, all’interno dello spazio economico, con- carta, al pari di qualsiasi altro documento scritto, è un tribuiscono alla determinazione delle strutture e delle modo per rappresentare le informazioni, ma anche per organizzazioni territoriali. descrivere fatti ed eventi, per visualizzare nuove orga- Alla luce di queste brevi considerazioni teoriche, nizzazioni spaziali e nuove forme di governo territoriale. il presente contributo si pone due obiettivi: il primo è Storicamente la cartografia, ha avuto un elevato va- quello di leggere le fonti cartografiche relative alla pro- lore politico perché è stata di supporto alla delimitazione vincia sannita del periodo pre e post Unità d’Italia al fine politico-amministrativa di stati ed imperi: oggi la lettura di ricostruire i momenti salienti del processo politico di quelle carte trasmette l’immagine di entità politiche provinciale che hanno fatto sì che Benevento diventasse ben definite, dai confini certi, con una rappresentazio- una provincia autonoma; il secondo è quello di eviden- ne a volte eccessivamente semplificativa della realtà; di ziare il ruolo propositivo, costitutivo e veicolativo che fatto essa è espressione di un esercizio di potere, di una la carta ha avuto nella “creazione della Provincia”. Se, conquista politica ed è uno strumento amministrativo infatti, numerosi sono gli scritti che approfondiscono la che legittima forme di controllo e di gestione del ter- funzione di legittimità che la carta dà al progetto politi- ritorio, perché «Là ove esiste un potere, qualunque sia co-amministrativo, soprattutto con riferimento al perio- d’altronde, c’è una cartografia» (Raffestin, 1987, p. 26). do risorgimentale, «meno indagato […] è l’altro versante, Una volta realizzata, e ad ogni scolarità, la carta, soprat- quello che precede l’indipendenza» (Boria et al., 2011) e tutto quella più nazionalistica (si pensi all’Unità d’Italia, che pone in evidenza il ruolo che la carta ha avuto nella ma anche al più recente processo di balcanizzazione), fase di costruzione e diffusione dell’idea nazionale. svolge una funzione di legittimazione della nuova realtà Inoltre, considerato che i documenti cartografici, ten- costituita, favorisce il processo di identificazione della dono, nel tempo, a produrre geografie culturali (perché popolazione coinvolta con la partizione proposta, raf- all’interno di confini più o meno labili rappresentano i

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Figura 1 – Lucchesini I, Prospetto della Pontificia Città di Benevento e suo territorio

Fonte: Borgia S. (1763-69), Memorie Istoriche della Pontificia Città di Benevento, Roma, Vol. II

segni materiali lasciati dalle società nel tempo ma anche costituiva un’enclave pontificia in territorio borbonico, stratificazioni immateriali di lingue, tradizioni, usi e co- un fazzoletto di terra della provincia di Principato Ul- stumi, credenze) si vuole indagare quanto il processo di tra1, con un perimetro di 36 miglia napoletane, pari a definizione della provincia sannita e la sua rappresenta- 66,78 Km e una superficie di 40.000 moggi. zione cartografica abbia contribuito a produrre la “geo- La Provincia di Benevento fu costituita con decreto grafia culturale” del Sannio, e quindi il suo patrimonio del pro-dittatore Pallavicini del 25 ottobre 1860, che storico, paesaggistico e culturale, sulla scia della discipli- all’art. 1 sanciva: «L’antico Ducato di Benevento è di- na usualmente definita “Landscape Archaeology” (Barker, chiarato Provincia del Regno Italiano. Un’apposita leg- 1986; Martìn Civantos, 2006; Cambi, 2003 e 2009). ge determinerà la sua nuova circoscrizione, nel fine di ampliarne il territorio proporzionalmente alle altre Pro- vince» (Rotili, 1958; Mellusi, 1975). È evidente che la Le fonti documentarie e cartografiche della legge, nell’intenzione del pro-dittatore, avrebbe dovuto Provincia di Benevento come lettura di un porre sul tavolo delle decisioni la “questione dei confi- processo storico 1 Il Principato ultra o ulteriore fu divisione amministrativa del Prima dell’Unità d’Italia la delegazione apostolica di Be- Regno di Napoli prima e, quindi, del Regno delle Due Sicilie. Esso nevento si presentava come una suddivisione ammini- comprendeva degli attuali comuni sanniti 29 paesi ricadenti nei Circondari di , , San Giorgio la Montagna, strativa dello Stato della Chiesa, istituita nel 1816 da , Pescolamazza, ; oltre e Cep- Papa Pio VII; derivava dal Principato di Benevento e paloni strappati al Circondario di Altavilla.

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Figura 2 – De Sanctis G. (1843), Delegazione di Benevento rinchiusa nel territorio della Provincia del Principato Ulteriore, Napoli

ni”, perché anche quella sannita avrebbe dovuto avere adeguatamente documentata anche sul piano statistico. una dimensione proporzionale alle altre provincie della (Bencardino, 1991). L’incarico fu dato al geometra Fran- penisola; questo significava che, considerate le ridotte cesco Mozzilli che in breve tempo produsse un «Cenno dimensioni dell’ex-enclave, si richiedeva una riorganiz- di mappa corografica e popolazione approssimativa del- zazione territoriale dei comuni e un ampliamento del la nuova provincia di Benevento, da annettersi al Regno perimetro provinciale. La questione dei confini, però, era di Vittorio Emanuele II, Re d’Italia»2. La peculiarità di stata discussa ancor prima della sua istituzione: infatti, già l’11 Settembre 1860, Nicola Vessichelli, componente del Governo provvisorio invitava Domenico Mutarelli, 2 Il Mozzilli “proponeva” una carta che includeva territori del- le province di Principato Ulteriore, del Contado del , e di anch’egli membro del Governo, a redigere con urgen- , per un totale di 87 Comuni ed una popolazione za una carta topografica di Benevento e suo territorio di circa 230.000 abitanti.

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Figura 3 – Proposta di delimitazione del territorio della Provincia di Benevento presentata al Comitato centrale dell’Unità di Italia e dell’Ordine di Napoli nel 1860”

Fonte: Mellusi A., L’origine della Provincia di Benevento 1860-1861, Benevento

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questa carta era il suo perimetro, secondo alcuni ot- consigliere della Luogotenenza comunicava al Dicastero tenuto tracciando una semplice circonferenza, avente dell’Interno di aver dato incarico al Direttore dell’Uffi- per centro Benevento e il raggio esteso ad abbracciare cio Topografico di far redigere da un ufficiale del Genio Sant’Agata de’ Goti ad ovest e ad est (Cfr. un nuovo progetto, più organico, da sottoporre ai rap- Fig. 3). Tale proposta in realtà non trovò applicazione, presentanti delle province coinvolte e interessate alla come si evince dalla nota a margine riportata da Carlo riorganizzazione territoriale-amministrativa, riuniti in Torre, Governatore della città, il 27 Settembre 1860, cir- una apposita Commissione. In realtà lo stesso Gover- ca un mese prima del decreto istitutivo («Sopra questa natore, prima di ricevere la nota del consigliere aveva pianta fu decretata la Provincia di Benevento, la quale inviato al governo napoletano una nuova carta/propo- doveva formarsi dei paesi di cui in margine evvi nota. sta riducendo le dimensioni della provincia4. Ma i lavori Sennonché gli eventi della guerra non fecero più sotto- della commissione procedevano a rilento, le province scrivere il decreto che restò nella Segreteria di Dittatura. limitrofe confermavano la loro opposizione, le proposte Si alliga questa pianta come documento storico») molto apparivano mutevoli, in continuo divenire: tutto questo probabilmente per le pressioni delle province limitro- animava un clima di indecisioni e di discussioni, tanto fe che rischiavano di mettere seriamente in discussione che il Governo decise di prendere in mano la situazio- l’obiettivo finale perché, a ragione, non avevano alcuna ne e il 17 Febbraio 1861, emanava un nuovo decreto a intenzione di cedere i propri territori alla nascente cir- firma del Luogotenente generale di S.M. nelle province coscrizione sannita. napoletane con il quale si definivano i limiti territoriali Il ruolo propositivo, costitutivo e veicolativo del- della Provincia. L’articolazione mutava ancora una vol- la carta, indispensabile per il progetto politico-ammi- ta5, e ancora una volta andava a ricomprendere all’in- nistrativo, a cui si faceva riferimento nei presupposti terno di un unico perimetro amministrativo territori di scientifici di questo lavoro, si evince ancora di più dalla altre province, che non avevano alcuna relazione geo- risposta del Governatore Torre alla richiesta fatta il 13 grafica tra di loro. Novembre 1860 dal consigliere della Luogotenenza al Che il confine fosse un fenomeno geografico e rap- Dicastero dell’Interno al Governatore di Benevento cir- presentasse «una divisione innaturale di realtà unita- ca un progetto ragionato della Provincia: Carlo Torre il rie […], spesso inadeguato a rappresentare le evoluzioni giorno successivo inviava una nuova pianta topografica socio-economiche di un territorio e pertanto soggetto a accompagnata da una memoria in cui evidenziava an- cambiamenti, raramente stabile o invariato nel tempo» che l’importanza storica della città, il ruolo di coordi- (Buzzetti, 1994, p.40), lo aveva compreso, a sue spe- namento politico svolto anche durante la dominazione se, anche Carlo Torre che, inascoltato, più volte aveva pontificia, l’importanza della sede arcivescovile, la lo- suggerito al Governo un assetto provinciale che con- calizzazione strategica del territorio, ricordando il ruolo siderasse quali elementi di esso «le ragioni topografi- svolto nell’età classica e chiedendo di restituire a Bene- che, i confini naturali, le omogeneità delle tendenze e vento “la funzionalità politico-amministrativa che solo dei caratteri, nonché la comunanza di usi, di abitudini, il grado gerarchico di capoluogo di provincia le avrebbe di interesse» (Torre, 1861). Nel processo di costituzione assicurato” (Bencardino op. cit.). La proposta, quindi, della provincia di Benevento non si era tenuto conto era la “pianta topografica”3. Prevedendo che la proposta dei paradigmi della regionalizzazione propri della se- del Governatore non avrebbe avuto il consenso delle conda metà del XIX secolo, paradigmi che si basavano province limitrofe coinvolte, il 29 Novembre 1860, il 4 La nuova proposta prevedeva 3 Distretti (Benevento, Piedi- 3 La proposta racchiudeva 4 distretti (Benevento, Piedimonte, monte e Colle), per un totale di 107 comuni, 270.000 abitanti e Colle o , Ariano) e 29 circondari, per un totale di 124 una superficie di 2.226,5 kmq. comuni, 32 villaggi, 326.108 abitanti e una superficie di 2.500 5 Questa volta la perimetrazione comprendeva 3 distretti (Be- kmq, un’area molto estesa che comprendeva territori ancora una nevento, Cerreto e ), 73 comuni (di que- volta di Terra di Lavoro, di Principato Ulteriore, della Provincia sti 69 distaccati dalle Province di Principato Ulteriore, di Molise, del Molise. di Terra di Lavoro, di Capitanata) e 250.000 abitanti.

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su determinanti di ordine fisico (e si era così smembrata li che da diversi anni, ormai, aspirano a diventare a pieno tra due province la ), né erano state con- titolo risorse turistiche. E di conseguenza, queste risorse siderate le richieste legittime di annessione di comuni non sarebbero oggetto di discussione e di confronto nei che invece si sentivano parte di quel sistema territoriale processi d’implementazione delle strategie politiche loca- (Ariano Irpino rimaneva a Capitanata di Puglia, e San li, in quanto considerate elementi fondanti di un “possi- Martino Valle Caudina, Montefusco, Cervinara, rima- bile” modello di sviluppo turistico della provincia6. nevano al Principato Ulteriore). In maniera artificiosa La storia della provincia sannita inizia ovviamen- si congiungevano o si separavano territori e comunità, te molto prima del suo riconoscimento: l’intero territo- imponendo ad alcuni la “costruzione” di relazioni e di rio provinciale si connota per tutta una serie di risorse socialità inusuali e limitando altri nel senso di apparte- configuratesi nel tempo come elementi organizzatori dei nenza ai luoghi e al tessuto locale. contesti territoriali (centuriazioni, castelli, conventi, chie- La “versione finale” della circoscrizione beneven- se, edifici civili, militari, religiosi, rete dei collegamenti, tana risultava limitata nell’estensione in quanto la più agglomerati urbani). Tali risorse oggi assumono partico- piccola fra le province meridionali e nella sua configu- lare rilievo nella loro valenza sia culturale che paesaggi- razione rispondeva più a criteri di opportunità politi- stica e per le potenzialità intrinseche, considerato che da ca che ad un criterio geografico-storico-culturale: per alcuni anni diventano “luoghi del turismo globale” quei questo e anche perché alcune aggregazioni erano con- territori che con le loro risorse (naturali, storico-culturali, siderate piuttosto arbitrarie, la sua istituzione fu osteg- enogastronomiche, artigianali, ecc.), i loro caratteri (rela- giata dalle province limitrofe e discussa in Parlamento, zionalità, qualità della vita, salubrità, amenità, benessere, con ampio dibattito, con proposte contrastanti e con ecc.) e la loro prossimità fisica ai sistemi urbani di medie richiesta di sospensione del decreto. Il Governo “ratifi- e grandi dimensioni, rappresentano spazi ideali di consu- cò” la provincia il 15 maggio 1861, grazie alla difesa del mo dei “nuovi turismi” (Rocca, 2013). patriota Federico Torre, di Liborio Romano (consigliere La maggior parte del territorio provinciale non è sta- pro-tempore del Dicastero) e all’appoggio di Minghetti, ta interessata dagli intensi fenomeni di urbanizzazio- Ministro dell’Interno e di Cavour, e, nonostante accese ne che nella seconda metà del secolo appena concluso discussioni nelle sedi provinciali nei mesi a venire, la hanno investito molte aree della regione, producendo circoscrizione restò immutata fino al 1927, in seguito compromissioni del patrimonio storico e dei suoi rap- alla soppressione della Provincia di . porti con il contesto locale: ciò ha garantito al Sannio la permanenza di un ricco e significativo complesso di testimonianze storiche, comprendente tipologie di beni Esercizi di landscape archeology: la cartografia relative alle diverse epoche, in contesti di elevato inte- attuale a supporto delle fonti documentarie, resse naturalistico ed ambientale, riconosciuto con l’i- per la lettura del patrimonio storico, stituzione di parchi regionali e/o l’inserimento tra i siti paesaggistico e culturale del Sannio di interesse comunitario (Siti Bioitaly). Una provincia,

Dal 1861 ad oggi il passo è stato breve: quel progetto 6 Nonostante nel Sannio si discuta da anni di un possibile politico, amministrativo e cartografico, per quanto non modello di sviluppo turistico della Provincia, evidenze empiriche supportato dalla mano esperta di un cartografo nella de- raccontano di un modello che nella geografia del turismo si de- finizione dei confini della nuova provincia, ma da una finisce residuale, così declinato non a voler sminuire il valore o l’importanza del turismo nei processi di trasformazione, di cresci- chiara volontà politica di “costruire” la provincia incre- ta e di sviluppo della città, bensì quale modello proprio di un ter- mentando il territorio dell’enclave, ha restituito involon- ritorio in cui “patrimonio culturale” e “identità” sono il risultato tariamente alle generazioni successive un territorio ricco di un processo storico-politico che ha interessato la provincia nel di evidenze storico-paesaggistico-culturali. Se il progetto tempo, espressione dunque di un territorio che si trasforma, che è in fase di transizione e che attraverso la sua storia ha, nei secoli, fosse stato un altro probabilmente il Sannio non si ritro- definito/costruito/plasmato il suo modello di sviluppo turistico verebbe, oggi, con una tale ricchezza di risorse territoria- (Morelli, 2003).

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quindi, che trova una delle sue principali caratterizza- della città8. È da sottolineare, infine, anche una sconfor- zioni proprio nella considerevole presenza di beni cul- tante trascuratezza nella redazione delle analisi storiche turali ed ambientali, su cui molto rimane ancora da fare dei diversi Piani Regolatori Generali presentati dai Co- non solo per richiamare, incanalare e meglio gestire i muni della Provincia, generalmente molto carenti sotto flussi turistici, ma anche per elevare la stessa qualità questo profilo, la comprensione delle cui dinamiche si della vita delle popolazioni residenti. rivelerebbe, invece, di grande utilità soprattutto per la La lettura delle tracce materiali degli avvenimenti programmazione attuale. Poco frequenti anche le attività e delle trasformazioni del territorio restituisce la storia universitarie di ricerca e di documentazione a carattere delle comunità, a testimonianza dei processi insediati- non episodico dispiegatesi entro i confini provinciali o vi e socio-economici che hanno caratterizzato i diversi nelle aree limitrofe, dovuto alla mancanza sul territorio contesti e di cui un’azione di piano non può non tener di centri e luoghi del sapere che facessero da stimolo a conto ai fini dell’interpretazione degli attuali assetti e forme di studio e approfondimento9. dell’elaborazione di strategie progettuali coerenti con Il quadro complessivo delle fonti storiche e storio- l’identità dei luoghi e delle popolazioni. Un patrimo- grafiche, per quanto carente, ci restituisce comunque, nio, quello del Sannio, stratificato, ricco, diffuso, ma di tre sistemi di interesse archeologico prioritari che co- difficile ricostruzione, fatta eccezione per la presenza prono tutto il territorio provinciale, rispetto ai quali il di pochi studi di sintesi su alcune e ben determinate PTCP ha effettuato primi approfondimenti conoscitivi e aree ed epoche storiche. Manca a tutt’oggi uno studio proposto interventi di potenziamento e di valorizzazio- complessivo che renda conto delle trasformazioni del ne (Cfr. Fig.4): sistema insediativo dell’attuale territorio provinciale di

Benevento nel corso delle diverse epoche e non risulta- 8 Si dispone: di alcuni brevi accenni di Amedeo Maiuri, e suc- no pubblicazioni di ricerche effettuate per la ricostru- cessivamente delle numerose opere di Mario Rotili, fra cui una zione dei paesaggi antichi, sulla scia della disciplina ora guida di sintesi alla provincia beneventana, Benevento e la pro- usualmente definita Landscape Archaeology a cui in- vincia sannitica; dei resoconti periodici delle attività della So- printendenza Archeologica di Salerno, Avellino e Benevento, nanzi si faceva riferimento. responsabile della tutela per l’area beneventana (anni ’60); di Oltre alle notizie e alle discussioni presenti nelle opere pubblicazioni preliminari e ad alcune presentazioni al pubblico in sulla topografia dell’Italia antica, edite nel clima rinasci- mostre a seguito gli scavi sistematici della necropoli caudina (da- gli anni ’70); di indagini archeologiche su alcune aree delle valli mentale di riscoperta delle fonti classiche, e ad eccezione del Tammaro (Morcone, ), del Miscano (Casalbore, Buo- di opere a carattere locale frutto per lo più dell’erudizione nalbergo), e caudina (Montesarchio, S. Agata dei Goti), e relative settecentesca, le prime pubblicazioni sul territorio pro- pubblicazioni preliminari, opere di sintesi sulla città di Benevento vinciale, come raccolta generale delle evidenze antiche, (anni ’80 e anni ’90). note o supposte, risalgono al secolo XIX7. Negli anni ’30 9 Tra i pochi scritti, si deve menzionare il Programma di ricerca sugli insediamenti antichi, coordinato da Carlo G. Franciosi, pres- e ’40 si registrarono sporadici incrementi nella bibliogra- so l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, attivo sin dagli anni fia archeologica dell’area provinciale beneventana, men- ’70 e che ha raccolto, schedato ed elaborato un’impressionante tre gli anni del dopoguerra furono occupati soprattutto quantità di informazioni, a partire soprattutto dalle valli Caudina, Telesina e del Sabato. Per la città di Benevento e per le aree limi- dalle ricerche legate alle distruzioni belliche all’interno trofe della provincia di Avellino si sono avuti nel corso degli ultimi decenni le numerose attività di scavo e documentazione, relative 7 Cfr. il Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli soprattutto al periodo medievale, ad opera di Marcello Rotili, ed del Giustiniani pubblicato in più tomi a Napoli a partire dal 1797, attualmente le attività in corso con la Seconda Università degli l’opera del Cirelli Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, I Studi di Napoli finalizzate alla creazione del parco archeologico Comuni della Provincia di Benevento di Alfonso Meomartini. Nella di Benevento. Per le aree attraversate dal Regio Tratturo si deve seconda metà del secolo XIX e nei primi decenni del XX, tuttavia, ricordare il progetto Per Itinera Callium eseguito nel 1995 dall’U- si registra lo sforzo di una raccolta sistematica delle emergenze niversità di Lund sotto la direzione di Barbro Santillo Frizell. Per archeologiche da parte della Direzione Centrale degli Scavi e Mu- l’Alta Valle del Tammaro si deve menzionare, infine, la pluriennale sei, dipendente dal Ministero della Pubblica Istruzione, che con il presenza ed attività dell’Università degli Studi di Perugia, con i sistema degli Ispettori Onorari alle Antichità che si sostanziava in lavori di scavo e di ricognizione nell’area sepinate, limitrofa alla una sorta di schedatura delle antichità già note o via via rinvenute. Provincia di Benevento, diretti da Maurizio Matteini Chiari.

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Figura 4 – Sistemi di interesse archeologico prioritari a scala provinciale

Fonte: Tratto da PTCP. Benevento, Luglio, 2010, Tav. B 2.2

– il sistema insediativo sannitico costituito dalle città – il sistema insediativo romano caratterizzato: da con- di , , Telesia e Benevento con del- sistenti strutture urbane (Caudium, Telesia, Bene- le consistenti emergenze di carattere urbano, sacro e ventum, , Ligures Corneliani); dai sepolcrale e dalle cinte fortificate a controllo del Ma- nuclei insediativi territoriali (pagi e vici); dagli inse- tese. Le strutture più appariscenti appartengono all’e- diamenti rustici (villae e fattorie); dal sistema stra- poca sannitica: cinte fortificate in opera poligonale dale e infrastrutturale (diramazione della via Lati- che risalgono ai momenti dello scontro con i Romani, na, via Appia, via Aufidena-, via funzionali al controllo delle vie d’accesso al territorio Traiana, tratturi e centuriationes individuabili nelle sannita e alla formazione di più ampi sistemi difen- zone di Benevento, Valle Caudina e Valle Telesina; sivi, dove la visibilità reciproca agevolava le comu- ponti e acquedotti); nicazioni. Nella Provincia di Benevento resti di cinte – il sistema insediativo altomedievale (longobardo) fortificate sono visibili nella Valle Telesina, presso S. caratterizzato da un’organizzazione gastaldale con Salvatore Telesino, , Telese e , nuclei amministrativi facenti capo ad un centro for- e nell’alta Valle del Tammaro, a Morcone e Toppa S. tificato (castelli e cinte murarie) e con la presenza di Barbara presso S. Marco dei Cavoti. chiese sul territorio.

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Questi sistemi insediativi hanno consegnato alle comu- come «un progetto ragionato» di costruzione politica nità locali numerose risorse. Tra queste l’architettura ci- prima e cartografica poi (nonostante la richiesta fatta vile (palazzi, edifici, ville, case) costituisce la tipologia al Governatore Torre): le evidenze raccontano che in più diffusa e tra quelle più documentate, presente in pre- un momento storico particolarmente delicato e strate- valenza all’interno degli insediamenti urbani. Edifici di gico per il futuro della nazione, la cartografia non ri- interesse storico-architettonico, vincolati o meno, ma an- sponde all’esigenza di rappresentare materialmente un che centri e nuclei storici, parte integrante del patrimonio progetto politico ragionato e condiviso, non si produce storico-culturale della provincia, sono stati identificati a valle di un processo partecipato, ma è essa stessa l’e- nella maggior parte dei comuni e si segnala un discreto lemento decisorio, il deus ex machina, che concretizza numero di presenze, oltre che nel capoluogo, a Sant’A- la volontà politica di “riempire di territori” (e quindi di gata dei Goti, Cerreto Sannita, . I comunità) una provincia costruita e istituita a tavoli- materiali, le tipologie, l’articolazione dei tessuti confe- no. La peculiarità di questo processo si riscontra, quin- riscono anche all’edilizia minore un particolare valore di, nelle logiche “altre” che l’hanno ispirato. Non te- sia urbanistico-architettonico che ambientale; di pregio nendo conto delle relazioni che all’interno dello spazio risultano anche le testimonianze dell’edilizia rurale stori- economico contribuiscono alla determinazione delle ca, un patrimonio finora poco conosciuto e documentato strutture e delle organizzazioni territoriali, il progetto che ha avuto un ruolo significativo nella formazione del politico ha assommato territori e comunità segnati da paesaggio agrario. Diffusa, inoltre, nei vari insediamenti: percorsi politico-istituzionali diversi ma, soprattutto, l’architettura militare (complesso di mura e di torri o ca- con un diverso milieu territoriale: ciò ha contribuito in stelli, castelli, torri) che interessa numerosi comuni, tra i maniera significativa quanto inconsapevole all’attuale quali Benevento, Montesarchio, Sant’Agata dei Goti, Ai- configurazione del patrimonio storico-paesaggistico- rola, Castelvetere in Val Fortore, , , Bo- culturale. nea, , Reino, , etc.; l’architettura L’esame retrospettivo delle fonti, però, per quanto religiosa (monasteri, abbazie, conventi, chiese, cappelle scarse e manchevoli da non consentire un esaustivo ap- private), soprattutto a Benevento e Sant’Agata dei Goti; proccio stratigrafico e geografico, porta ad affermare i punti o i percorsi panoramici soprattutto nell’area del che pur a fronte di un patrimonio storico-paesaggistico- Fortore – Alto Tammaro (S. Marco dei Cavoti, , culturale di pregio, il modello di sviluppo economico di San Giorgio La Molara), testimonianze di tradizioni ed riferimento ancora non riconosce il “patrimonio cultu- identità locali, quali edifici produttivi, opifici, botteghe, rale” e la “identità territoriale” come elementi fondanti taverne e manufatti di interesse storico documentario. Un e sostanziali dell’economia locale e come fattori pro- patrimonio culturale inestimabile inserito in un contesto duttivi impiegati all’interno di un processo di cresci- paesaggistico di pregio10. ta e di sviluppo territoriale. Tale considerazione apre a nuove ricerche ed approfondimenti volti ad indagare se la causa di questo mancato modello di sviluppo del Conclusioni Sannio debba essere ricercata nell’incapacità politica dei governanti di riconoscere la valenza del patrimonio La ricostruzione del processo di definizione della cir- locale o nelle origini della provincia sannita, ovvero in coscrizione amministrativa sannita porta senza ombra quel processo storico-politico che in maniera artificiosa di dubbio a concludere che esso non debba essere letto e non spontanea ha legato territori e comunità.

10 Rientrano nel perimetro provinciale tre aree parco, oasi WWF, SIC e ZPS e numerosi percorsi fluviali e lacuali.

ISSN 2282-572X (online) AIC 2016 (158), 156-166 165 ISSN 0044-9733 (print) A. CRESTA, I. GRECO Il processo di “costruzione” della provincia di Benevento

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