"IL LIUTO DI LEONARDO" Musica al tempo di Leonardo da Vinci

Massimo Marchese

liuto "IL LIUTO DI LEONARDO" Musica al tempo di Leonardo da Vinci

Joan Ambrosio DALZA Tastar de corde Recercar dietro Pavana alla ferrarese Saltarello Piva

Francesco SPINACINO Recercare Adieu mes amour Recercare di tutti li toni

Leonardo da VINCI Ricercare sopra tre rebus musicali di Leonardo:

Amore la sol mi fa remirare, sol la mi fa sollecita Sol la fè mi fa sperare L'amore mi fa sollazzare

Francesco da MILANO Fantasie

Vincenzo CAPIROLA Recercar primo Tientalora Padoana a la francese

Francesco da MILANO Fantasie

Pietro Paolo BORRONO Pescator che va cantando Pavana alla milanesa Saltarello della preditta Saltarello "Rose e viole”

Massimo Marchese, liuto a 6 cori (Ivo Magherini, Bremen, 2003) Massimo Marchese - liuto

...As one of the best professional players in on the and , he is now in a position the share his knowledge with the younger generation... , 28 febbraio 2006

Affermato a livello internazionale come uno dei più raffinati interpreti della sua generazio- ne, Massimo Marchese vanta ormai una lunga carriera che l'hanno portato a lavorare e collaborare con alcune delle più famose formazioni di musica antica e ad esibirsi come so- lista in numerose parti del mondo. Con all'attivo oltre 18 pubblicazioni discografiche di cui 8 come solista (RCA, Stradivarius, Tactus, Brilliant, Centaur Records, ecc...), può vantare quindi uno dei curriculum più ampi per il suo strumento.

Si avvicina giovanissimo allo strumento iniziando con il M° Jakob Lindberg e conseguendo il diploma presso il "Royal College of Music" di Londra. Specializzatosi podio con il M° Paul O'Dette e con i M.ri Nigel North e Hopkinson Smith inizia ufficialmente l'attività con- certistica dal 1980 come solista e continuista, lavorando con cantanti come Nigel Rogers e Furio Zanasi, rinnovando la collaborazione proprio con Jacob Lindberg (membro del grup- po "Dodekachordon") e proseguendo con Enrico Gatti, Ottavio Dantone e Flavio Emilio Scogna, solo per citarne alcuni. Delle numerose città toccate dai tour nazionali ed internazionali possono annoverarsi qua- si tutte le principali capitali italiane della musica. All'estero di particolare importanza sono l'attività concertistica per ”Oude Muziek - Festival del Liuto” di Utrecht, Centre National de la Recherche Scientifique - Sorbonne di Parigi, Festival di Musica Sacra di Tenerife e le Settimane musicali di Sofia. Artista in residence dell'Istituto Italiano di Cultura di Osaka per i mesi giugno-luglio 2016, ha partecipato a diverse trasmissioni radiofoniche RAI (radio 2, radio 3 - Piazza Verdi e Radio 3 Suite - La Stanza della Musica) e per la Radio Nazionale Bulgara. Primo liutista al mondo a registrare in disco monografici di F.Spinacino (Tactus, 2006), F. Bossinensis (Tactus, 2004), Joachim van den Hove (Brilliant Classics, 2015) ed aver rea- lizzato l'integrale delle opere in partitura (1682/1686/1716) di Robert de Visée (Brilliant Classics 2011/2015), svolge attività di ricerca musicologica ed ha partecipato con relazioni a diversi convegni, riscoprendo liutisti quali Gabriele Fallamero, del 1584. Docente di liuto presso il Dipartimento di musica antica del Conservatorio "Vivaldi" di Ales- sandria nel 2003 e presidente della s.i.e.m. (Società Italiana per l'Educazione Musicale) di Alessandria dal 1993 al 2000, nel 1997 partecipa ai lavori del "Landeskongress schulmu- sik" di Stoccarda.

Come direttore artistico e consulente musicale ha firmato numerosi festival e rassegne musicali tra cui il C.I.M.A.Al (Centro Italiano di Musica Antica di Alessandria) nel 2004 con il quale organizza e dirige il Festival Europeo di Musica Antica – Piemonte Orientale fino al 2014. ...esperto conoscitore del repertorio vastissimo della musica rinascimentale e barocca... Nigel Rogers, 21 marzo 2006 La musica al tempo di Leonardo da Vinci: La figurazione delle cose invisibili (1452 - 1519)

Il programma del concerto ha come titolo “La figurazione delle cose invisibili”, alludendo ai Rebus per cui è noto Leonardo da Vinci e il tema sarà coniugato con la musica del Rina- scimento italiano attraverso la voce accompagnata al liuto e … . Le più antiche fonti bibliografiche su Leonardo: l’Anonimo Gaddiano, risalente alla prima metà del ‘500, e n breve scritto di Paolo Giovio, databile attorno al 1530, ricordano il Mae- stro di Vinci anche per le sue qualità di improvvisatore alla lira da braccio e cantore. Il ce- lebre matematico Luca Pacioli, che fu amico di Leonardo durante il soggiorno milanese, ne parlò come di un pittore straordinario, abile architetto e musico virtuoso. Giorgio Vasari (“Le Vite…” Firenze 1550) riprese e accreditò questa tradizione che, sebbene risenta di una certa consuetudine agiografica, testimonia il riconoscimento dei contemporanei per le capacità musicali del Maestro. Nel Paragone, che è il prologo del Trattato sulle arti figurative, Leonardo stimò la musica inferiore solo alla pittura e la definì “Figurazione delle cose invisibili”. Sparse nei suoi ma- noscritti si trovano numerose annotazioni corredate da schizzi riguardanti esperimenti di fisica acustica, la progettazione di nuovi strumenti e il miglioramento di quelli già esistenti. Purtroppo Leonardo, adeguandosi alla consuetudine degli strumenti del ‘400, non trascris- se mai le sue improvvisazioni, ma sarebbe certamente stato in grado di farlo, come dimo- strano alcuni Rebus conservati nei fogli della Collezione Windsor. Si tratta di intrattenimen- ti di corte, ideati assai probabilmente durante il soggiorno milanese, che assomigliano a quelli descritti da Baldassar Castiglione ne Il Cortegiano: “Giochi ingegnosi ad arbitrio or d’uno, or d’altro ne’ quali sotto vari velami spesso scoprivano i circustanti allegoricamente i pensieri…” . In almeno 18 Rebus Leonardo utilizzò la notazione musicale combinandola con sillabe, parole o frammenti di parole in modo da formare, sfruttando i nomi delle note, motti o piccole frasi. Tre di questi Rebus musicali: Amore la sol mi fa rimirare sol la mi fa sollecita / Sol la fè mi fa sperare / Amore mi fa sollazzare (Le parti del testo qui grassettate nel manoscritto leonardesco sono costituite da note in chiave di Fa), formano brevi melodie che sono state riunite in un’elaborazione contrappuntista.