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PREMESSA La presente relazione è finalizzata ad illustrare i contenuti dell’art. 34, comma 20, del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla L. 17 dicembre 2012, n. 221, per quanto riguarda l'affidamento dell'appalto del servizio di igiene urbana nei comuni limitrofi di Montebello di Bertona (PE), Farindola (PE), Civitella Casanova (PE), Villa Celiera (PE), mediante unica gara e servizio gestito in convenzione, ai sensi dell'art. 30 del D.L.vo 18/08/2000, n. 267 (Testo Unico degli Enti Locali) approvata con deliberazione dei rispettivi Consigli Comunali. In particolare le disposizioni del D.L. n. 179/2012 sopra richiamate prevedono che “ Per i servizi pubblici locali di rilevanza economica, al fine di assicurare il rispetto della disciplina europea, la parità tra gli operatori, l'economicità della gestione e di garantire adeguata informazione alla collettività di riferimento, l'affidamento del servizio è effettuato sulla base di apposita relazione, pubblicata sul sito internet dell'ente affidante, che dà conto delle ragioni e della sussistenza dei requisiti previsti dall'ordinamento europeo per la forma di affidamento prescelta e che definisce i contenuti specifici degli obblighi di servizio pubblico e servizio universale, indicando le compensazioni economiche se previste ”.

CAPITOLO I AFFIDAMENTO DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

1. LA CONCEZIONE DEL SERVIZIO PUBBLICO NELL'ORDIMANETO NAZIONALE E COMUNITARIO - CENNI Uno degli aspetti più problematici attinente i servizi pubblici investe la verifica del suo fondamento che, come evidenziato dai più autorevoli studiosi, è di notevole importanza al fine di comprendere se l'istituzione e l'organizzazione sia materia riservata completamente ad un ente pubblico ovvero possano essere aperte anche all'iniziativa privata. Da tale presupposto pertanto è necessario partire al fine di consentire al lettore un'analisi più completa dell'argomento. Secondo un primo orientamento, oramai superato, la nozione di servizio pubblico era determinata in base a un criterio residuale: ogni attività svolta dalla Pubblica Amministrazione, che non fosse pubblica funzione, era pubblico servizio. L’elemento comune di queste attività, spesso profondamente diverse tra loro, era dunque l’elemento soggettivo. Si affermò così la concezione soggettiva del servizio pubblico. Pertanto poteva considerarsi pubblico il servizio che era assunto, organizzato ed erogato da un soggetto pubblico. Successivamente tale concezione venne ridimensionata ammettendo comunque l'iniziativa privata ma solo dietro un provvedimento da parte della Pubblica Amministrazione di natura concessoria. Il definitivo superamento della concezione soggettiva si ebbe con l'entrata in vigore della Costituzione Repubblicana e, in particolare, dall'interpretazione della previsione contenuta dall'art. 43 della Costituzione, che ha dunque aperto la strada ad una concezione c.d. oggettiva del servizio pubblico, in base alla quale sarebbe non la natura (pubblica o privata) del soggetto che ne assume la gestione ma la presenza oggettiva dei connotati propri appunto del servizio pubblico ad assumere valore decisivo. Tale assunto sembra aver trovato una prima conferma proprio in una previsione che riguardava gli Enti Locali (art. 22 della L. n. 142/1990, poi confluita nel D.L.vo n. 267/2000). In tal senso comunque, l'aspetto soggettivo, anche se secondario, non regredisce del tutto in quanto una riconduzione al soggetto pubblico vi è comunque: indirettamente per effetto di rapporti concessori (e, secondo recenti orientamenti, anche di altra natura come vedremo in seguito) ovvero direttamente mediante partecipazione all'assetto organizzativo dell’Ente. Per completezza si segnala in questa sede che vi è anche chi ritiene, in dottrina, che, per delimitare la nozione di servizio pubblico, possa considerarsi superata la contrapposizione tra la concezione c.d. soggettiva , che guarda alla natura pubblica del soggetto che eroga il servizio, e quella c.d. oggettiva , che guarda invece al destinatario del servizio. Il servizio è considerato pubblico perché rivolto al pubblico degli utenti, per la soddisfazione continuativa dei bisogni della collettività, e perché, a monte, un soggetto pubblico lo assume come doveroso, anche se poi materialmente sia gestito da un privato. Nel diritto comunitario invece, si trova la definizione di servizio di interesse economico generale (SIEG) che ricomprende tutte le attività immediatamente rivolte agli utenti ma anche quelle che rispondono finalisticamente ai bisogni collettivi della società (cfr. art. 106, par. 2, artt. 14 e 26 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea). L’articolo 14 del TFUE, in particolare, riconosce a questi servizi un’importanza fondamentale per i valori comuni dell’Unione Europea, nonché un ruolo di promozione della coesione sociale e territoriale, attribuendo all’Unione e agli Stati membri la competenza a provvedere “ affinché tali servizi funzionino in base a principi e condizioni, in particolare economiche e finanziarie, che consentano loro di assolvere i propri compiti ”. Le disposizioni dei Trattati, peraltro, lasciano impregiudicata la competenza degli Stati membri a fornire, a commissionare e ad organizzare servizi di interesse generale non economico. Il protocollo n. 26 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, poi, chiarisce che tra i valori comuni dell’Unione, con riguardo al settore dei servizi di interesse economico generale ai sensi dell'art. 14 del Trattato, si individuano: “il ruolo essenziale e l’ampio potere discrezionale delle Autorità nazionali, regionali e locali di fornire, commissionare e organizzare servizi di interesse economico generale il più vicini possibile alle esigenze degli utenti”; “la diversità tra i vari servizi di interesse economico generale e le differenze delle esigenze e preferenze degli utenti che possono discendere da situazioni geografiche, sociali e culturali diverse”; “un alto livello di qualità, sicurezza e accessibilità economica, la parità di trattamento e la promozione dell'accesso universale e dei diritti dell’utente ” (art.1). Come chiarito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 325/2010, “in base alle interpretazioni elaborate al riguardo dalla giurisprudenza comunitaria (Corte di giustizia UE, 18 giugno 1998, C-35/96, Commissione c. Italia) e dalla Commissione europea (in specie, nelle comunicazioni in tema di servizi di interesse generale in Europa del 26 settembre 1996 e del 19 gennaio 2001; nonché nel libro verde su tali servizi del 21 maggio 2003), emerge con chiarezza che la nozione comunitaria di SIEG, ove limitata all’ambito locale, e quella interna di servizio pubblico locale di rilevanza economica hanno contenuto omologo ”. Entrambe le nozioni, infatti, fanno riferimento a un servizio che è reso mediante attività economica (in forma di impresa pubblica o privata), intesa quale attività di offerta di beni e servizi sul mercato, e fornisce prestazioni considerate necessarie, dirette cioè a realizzare fini sociali, nei confronti di una generalità indifferenziata di soggetti. 2. IN PARTICOLARE: L'INQUADRAMENTO DEL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI . Ai sensi dell'art. 177, comma 2 del D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. (Norme in materia ambientale) « La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ". Nell'ambito della gestione dei rifiuti (concetto molto ampio che investe una pluralità di competenze: Ministero, Regioni, Provincie , Comuni, Consorzi tra i predetti enti) l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani (e la riscossione dei relativi tributi) costituisce una funzione fondamentale dei Comuni, a norma dell'art. 14, comma 27, del D.L. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla L. n. 122/2010, così come novellato dall'art. 19 del D.L. n. 95/2012, convertito con modificazioni dalla L. n. 135/2012 . E' agevole dunque comprendere come il servizio oggetto della presente relazione possa a rigor di logica ricomprendersi tra i c.d. servizi pubblici locali a rilevanza economica, a nulla rilevando il fatto che i servizi vengano considerati singolarmente, prendendo a riferimento soltanto la raccolta dei rifiuti e non l'intero servizio dell'igiene ambientale. In tal senso Il Consiglio di Stato, Sez. V, con sentenza n. 911 del 14/02/2013, ha affermato, in relazione al solo servizio di raccolta rifiuti, che "La nozione di servizio pubblico prescelta dal legislatore, quella oggettiva, si fonda su due elementi: 1) la preordinazione dell'attività a soddisfare in modo diretto esigenze proprie di una platea indifferenziata di utenti; 2) la sottoposizione del gestore ad una serie di obblighi, tra i quali quelli di esercizio e tariffari, volti a conformare l'espletamento dell'attività a regole di continuità, regolarità, capacità tecnico- professionale e qualità (Sez. V, sentenza n. 6574 del 12 ottobre 2004)...... A nulla quindi rileva che oggetto dell'affidamento fosse soltanto la raccolta dei rifiuti e non l'intero servizio dell'igiene ambientale, così come non rileva che il gestore fosse remunerato dal soggetto aggiudicatore: quel che conta, infatti, è che l'attività del gestore fosse diretta ad una platea indifferenziata di utenti e che esso fosse destinatario di obblighi funzionali alla destinazione al pubblico dell'attività dovuta" (cfr. sentenza n. 1651 del 22 marzo 2010). Ciò posto, nel caso di specie risulta palese come le prestazioni oggetto della gara rientrino a pieno titolo nel novero dei servizi pubblici locali, definiti dall'art. 112 del D.L.vo n. 267/2000 come i servizi che "abbiano per oggetto produzione di beni e attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali".

3. APPALTO E CONCESSIONE: L'IRRILEVANZA DELLA MODALITA' DI AFFIDAMENTO AI FINI DELLA QUALIFICAZIONE DEL SERVIZIO DI IGIENE AMBIENTALE COME SERVIZIO PUBBLICO A RILEVANZA ECONOMICA Come noto, il servizio pubblico locale di rilevanza economica è disciplinato nell'art. 113 del D.L.vo n. 267/2000 rubricato « Gestione delle reti ed erogazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica» oggetto di numerose modifiche, senza peraltro che al concetto di rilevanza economica venga data una definizione. Il concetto di rilevanza economica del servizio pubblico è, e rimane, di grande importanza, ed è stato oggetto di analisi e di ricostruzione da parte della giurisprudenza sia nazionale che comunitaria. Per quello che rileva in questa sede è utile considerare che secondo l'orientamento consolidato non è possibile fissare e priori un elenco definitivo dei servizi di interesse generale a rilevanza economica in quanto, partendo dalle indicazioni della Corte di Giustizia della CE (sentenza del 22 maggio 2003, causa 18/2001), spetta al giudice nazionale valutare all'origine gli elementi sintomatici verificati i quali il servizio pubblico può considerarsi di rilevanza economica: 1. l'organismo che eroga il servizio persegue uno scopo di lucro; 2. l'organismo che eroga il servizio assume i rischi connessi alla sua attività. Pertanto per ciascun servizio, anche se astrattamente di rilevanza economica, andrà valutato in concreto se le modalità di erogazione, ne consentano l’assimilazione o meno ai servizi pubblici di rilevanza economica. In tal senso anche la recente giurisprudenza del Consiglio di Stato, Sez. V, Sentenza n. 5409 del 23 ottobre 2012, ha approfondito la questione. Secondo i giudici «n on solo vi può essere un servizio che ha rilevanza economica o meno in astratto ma anche uno specifico servizio che, per il modo in cui è organizzato nel caso di specie, presenta o non presenta tale rilevanza economica. Saranno, quindi, privi di rilevanza economica i servizi che sono resi agli utenti in chiave meramente erogativa e che, inoltre, non richiedono una organizzazione di impresa in senso obiettivo (invero, la dicotomia tra servizi a rilevanza economica e quelli privi di rilevanza economica può anche essere desunta dalle norme privatistiche, coincidendo sostanzialmente con i criteri che contraddistinguono l’attività di impresa nella previsione dell'art. 2082 Codice Civile e, per quanto di ragione, dell’art. 2195 o, per differenza, con ciò che non vi può essere ricompreso)». Alla luce di quanto sopra delineato, non può negarsi che l'Ente locale assume un ruolo fondamentale nella qualificazione di un certo servizio pubblico come servizio a rilevanza economica, all'atto della definizione prima e realizzazione dopo degli elementi sopra esposti. Per quello che costituisce oggetto della presente relazione, il servizio di igiene urbana, la cui definizione si desume dall'art. 183, comma 1, lett. d) del D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152 (definito come la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni, nonché il controllo delle discariche dopo la chiusura) proprio per le caratteristiche intrinseche del sevizio stesso e dei soggetti erogatori che operano sul mercato si può annoverare tra i servizi pubblici locali a rilevanza economica (Consiglio di Stato, Sez. V, Sentenza n. 1447 dell’8 marzo 2011; Consiglio di Stato , Sez. V, Sentenza n. 2537 del 3 maggio 2012). Anche la giurisprudenza della Corte dei Conti (Corte dei Conti, Sez. Regionale di Controllo per la Lombardia/531/2012/PAR del 17 dicembre 2012; 20/2014PAR del 14/01/2014), sostiene che “l a natura del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è quella di servizio pubblico locale di rilevanza economica in quanto reso direttamente al singolo cittadino, con pagamento da parte dell’utente di una tariffa, obbligatoria per legge, di importo tale da coprire interamente il costo del servizio (cfr. art. 238 D.L.vo. n. 152/2006 e, prima, art. 49 D.L.vo. n. 22/1997) ”. La natura di tale servizio è stata confermata in tali termini anche da numerose pronunce dell'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato in numerosi pareri. Muovendo ora l'analisi sulle modalità di affidamento, bisogna premettere che, in linea generale, due sono le modalità previste dal D.L.vo 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i. (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE): l'appalto pubblico (di servizi) definito come un contratto a titolo oneroso avente per oggetto la prestazione di servizi; e la concessione dove la controprestazione a favore del concessionario consiste unicamente nel diritto di gestire funzionalmente e di sfruttare economicamente il servizio e che « presenta le stesse caratteristiche di un appalto pubblico di servizi, ad eccezione del fatto che il corrispettivo della fornitura di servizi consiste unicamente nel diritto di gestire i servizi o in tale diritto accompagnato da un prezzo ». Pertanto, mentre nell'appalto si ha un rapporto bilaterale tra amministrazione e operatore economico, nella concessione il rapporto è trilaterale tra amministrazione - operatore economico - utenti. Al riguardo la Corte di Giustizia Europea, nella sentenza del 10 marzo 2011 (causa C-274/09) ha stabilito che deve trattarsi di concessione quando la remunerazione dell’operatore economico è integralmente garantita da soggetti diversi dall’amministrazione concessionaria e tale operatore economico incorre in un « rischio di gestione» , anche se ridotto, inteso come: V rischio di esposizione all’alea del mercato, il quale può tradursi nel rischio di concorrenza da parte di altri operatori; V nel rischio di uno squilibrio tra domanda e offerta di servizi; V nel rischio d’insolvenza dei soggetti che devono pagare il prezzo dei servizi forniti; V nel rischio di mancata copertura integrale delle spese di gestione mediante le entrate; V rischio di responsabilità di un danno legato ad una carenza del servizio. Tale distinzione aveva indotto inizialmente alcuni a sostenere che la modalità di affidamento potesse essere già di per sé idonea a qualificare il servizio pubblico. Difatti è solo con la concessione che l'operatore assume il rischio della gestione economica del servizio che, come visto, costituisce un elemento essenziale della rilevanza economica, mentre nell'appalto si instaura esclusivamente un rapporto « tra amministrazione appaltante ed appaltatore dei servizi, senza coinvolgere la collettività, tant’è che la remunerazione è interamente a carico dell’amministrazione e non grava sugli utenti; ugualmente il rischio per la gestione del servizio è assunto dalla stazione appaltante e non si riflette sull’appaltatore che è remunerato a prestazione » (TAR , L'Aquila, Sez. I, Sentenza 23 giugno 2011, n. 351 proprio in riferimento al servizio di igiene urbana). Tale orientamento non ha trovato conferma nella giurisprudenza del Consiglio di Stato (Sentenza n. 2537 del 3 maggio 2012, cit., giurisprudenza da ultimo richiamata dalla Corte dei Conti, Sez. Regionale di Controllo per la Lombardia, Parere n. 20/2014, cit.). La differenza tra le due modalità di affidamento (appalto e concessione) non rileva in alcun modo sulla natura del servizio e sulla sua qualificazione in quanto, in riferimento al servizio di igiene urbana, « si è in presenza di un servizio pubblico locale di rilevanza economica anche quando l’Amministrazione, invece della concessione, pone in essere un contratto di appalto, (rapporto bilaterale, versamento di un importo da parte dell’Amministrazione) sempre che l’attività sia rivolta direttamente all’utenza e non all’ente appaltante in funzione strumentale all’amministrazione e l’utenza sia chiamata a pagare un compenso, o tariffa, per la fruizione del servizio » (in tal senso anche la sentenza del Consiglio di Stato n. 911 del 14 febbraio 2013, cit.).

4. L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO - PROFILI GENERALI ALLA LUCE DEI RECENTI INTERVENTI LEGISLATIVI E DELLA CORTE COSTITUZIONALE Per quanto riguarda l’affidamento va ricordato che nel corso degli ultimi anni la normativa è stata oggetto di profonde e continue revisioni, delle quali è opportuno ricordare: ‹ l’intervenuta abrogazione, a seguito del referendum popolare del 12 e 13 giugno 2011, dell’art. 23-bis del D.L. 112/2008, convertito in L. n. 133/2008, che racchiudeva la disciplina dei “servizi pubblici locali” (e in particolare, per quello che interessa in questa sede, il comma 2 del medesimo articolo individuava i soggetti al quale potevano essere conferiti i servizi), con la conseguente immediata applicazione nell'ordinamento italiano della normativa comunitaria, ergo l'espletamento di procedure ad evidenza pubblica per gli affidamenti in questione con regole concorrenziali minime, secondo l'interpretazione della Corte Costituzionale. n. 24/2011 ; ‹ il vuoto normativo determinatosi in seguito all’abrogazione referendaria, veniva colmato con un primo provvedimento che, all'art. 4 del D.L. 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla L. 14 settembre 2011, n. 148, racchiudeva la disciplina generale in materia di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali, sul quale è poi intervenuta la pronuncia di illegittimità costituzionale, con sentenza della Corte Costituzionale n. 199 del 20 luglio 2012 ( in quanto le disposizioni dettate nel succitato art. 4 erano sostanzialmente riproduttive della disciplina oggetto di abrogazione referendaria ); ‹ da ultimo, è stato emanato il D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito dalla L. 7 agosto 2012, n. 134 che ha ulteriormente modificato la disciplina dei servizi pubblici di rilevanza locale con le disposizioni recate dall’art. 53, il cui comma 1, lett. b) è stato poi espressamente abrogato dall’art. 34, comma 17, D.L. n. 179 del 18 ottobre 2012. All’azzeramento della normativa contenuta nell’art. 4 del D.L. n. 138/2011, già citato ad opera della sentenza della Corte Costituzionale n. 199/2012, consegue un effetto di semplificazione; con la conseguente applicazione, nella materia dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, oltre che della disciplina di settore non toccata dalla detta sentenza, della normativa e dei principi generali dell’ordinamento europeo (artt. 101 e 102 del Trattato), nonché di quelli affermati dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea e di quella nazionale. Rimangono le tre modalità di organizzazione dei servizi pubblici, o meglio di scelta del soggetto gestore e/o affidatario: a) ricorso al mercato; b) partenariato pubblico-privato istituzionalizzato (cosiddetto PPPI); c) affidamento in house. La prima è il modello della così detta evidenza pubblica, ossia della scelta del soggetto affidatario previa gara, rispettosa del regime comunitario di libera concorrenza. La seconda è il fenomeno delle società miste (che a livello comunitario è conosciuto come quello del PPPI), il quale si realizza attraverso la cosiddetta gara a doppio oggetto (riguardante sia la qualità di socio che la gestione del servizio), in cui la società viene costituita per una specifica missione in base a una gara che ha ad oggetto la scelta del socio e l’affidamento della missione medesima (ipotesi che fa da contraltare a quella, diversa e non consentita, in cui si intendono affidare direttamente ulteriori appalti a una società mista già costituita). Il modello è stato ammesso dalla Corte di Giustizia Europea la quale, a sua volta, ha aderito alla comunicazione interpretativa della Commissione Europea in data 5 febbraio 2008 “sull’applicazione del diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni ai partenariati pubblico-privati istituzionalizzati (PPPI)”. Secondo questo modello “ la scelta del socio, quindi, non avviene al fine della costituzione di una società “generalista”, alla quale affidare l’esecuzione di servizi non ancora identificati al momento della scelta stessa, ma per l’individuazione, mediante gara, del soggetto che dovrà svolgere una specifica e definita attività ” (Consiglio di Stato, Sez. V, Sentenza n. 5214 del 4 agosto 2010). La terza è il cosiddetto in house che consente l’affidamento diretto, senza previa gara, a un soggetto solo formalmente, e non sostanzialmente, diverso dall’ente affidante. Il che è consentito dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea in presenza di tre condizioni: 1) totale partecipazione pubblica; 2) controllo analogo sulla società affidataria a quello che l’ente o gli enti affidanti esercitano sui propri servizi; 3) realizzazione, da parte della società affidataria, della parte più importante della propria attività con l’ente o gli enti che la controllano .

5. AMBITI O BACINI TERRITORIALI OTTIMALI: LA PREFERENZA ACCORDATA DAL LEGISLATORE PER IL RICORSO AL MERCATO (ART. 3-BIS DEL D.L. N. 138/2011) - CENNI L' art. 25, comma 1, lett. a), del D.L. n. 1/2012, convertito con modificazioni dalla L. n. 27/2012 , ha inserito l'art. 3-bis al D.L. n. 138/2011. Le disposizioni dell’art. 3-bis di cui sopra, come risultanti dall’inserimento del comma 1-bis ad opera dall’art. 34, comma 23, D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, hanno attribuito l'organizzazione dei servizi a rete di rilevanza economica, ivi compreso i servizi del settore rifiuti, agli enti di governo degli ambiti o bacini territoriali ottimali definiti dalle Regioni (la cui dimensione di norma deve essere non inferiore almeno a quella del territorio provinciale). Per quello che interessa il citato art. 3-bis contiene norme che incoraggiano e favoriscono il ricorso al mercato mediante gare d’appalto e in particolare: V comma 2: « In sede di affidamento del servizio mediante procedura ad evidenza pubblica, l'adozione di strumenti di tutela dell'occupazione costituisce elemento di valutazione dell'offerta» (c.d. clausole sociali di cui l'art. 69 del D.L.vo n. 163/2006); V comma 3: «A decorrere dal 2013, l'applicazione di procedura di affidamento dei servizi a evidenza pubblica da parte di regioni, province e comuni o degli enti di governo locali dell'ambito o del bacino costituisce elemento di valutazione della virtuosità degli stessi ai sensi dell'articolo 20, comma 2, del D.L. 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla L. 15 luglio 2011, n. 111»; V comma 4: « Fatti salvi i finanziamenti ai progetti relativi ai servizi pubblici locali di rilevanza economica cofinanziati con fondi europei, i finanziamenti a qualsiasi titolo concessi a valere su risorse pubbliche statali ai sensi dell'articolo 119, quinto comma, della Costituzione sono prioritariamente attribuiti agli enti di governo degli ambiti o dei bacini territoriali ottimali ovvero ai relativi gestori del servizio selezionati tramite procedura ad evidenza pubblica o di cui comunque l'Autorità di regolazione competente abbia verificato l'efficienza gestionale e la qualità del servizio reso sulla base dei parametri stabiliti dall'Autorità stessa» .

6. LA FORMA DI GESTIONE/AFFIDAMENTO PRESCELTA NEI COMUNI DI MONTEBELLO DI BERTONA, FARINDOLA, CIVITELLA CASANOVA, VILLA CELIERA Come rilevato in premessa, i comuni di Montebello di Bertona, Civitella Casanova, Farindola e Villa Celiera, nel rispetto dei principi generali della corretta attività amministrativa (art. 1 della L. 241/1990 “L'attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di pubblicità e di trasparenza secondo le modalità previste dalla presente legge e dalle altre disposizioni che disciplinano singoli procedimenti, nonché dai principi dell'ordinamento comunitario”), ed in ottemperanza delle prescrizioni dell'art. 14 del D.L. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla L. n. 122/2010 e s.m.i. (che ha previsto l'obbligo per i Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti di esercitare in forma associata, mediante Unione di Comuni o Convenzione, le funzioni fondamentali previste dalla norma), hanno adottato apposita convenzione ex art. 30 del D.L.vo n. 267/2000 per l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio a smaltimento e recupero dei rifiuti urbani oltre alla riscossione dei relativi tributi, secondo le modalità ivi previste e alla quale si rimanda. Oltre ad essere un obbligo di legge, lo strumento della convenzione presenta alcuni punti di forza e in particolare: V la gestione coordinata, mediante unico operatore che svolge il servizio di igiene urbana, permette il raggiungimento di economie di scala; V la gestione coordinata permette una più efficiente utilizzazione di risorse umane e strumentali. Escluso il ricorso al partenariato pubblico-privato istituzionalizzato e all’affidamento in house, entrambi non concretamente realizzabili nel caso di specie, il modello di gestione prescelto è quello del ricorso al mercato con l'individuazione del soggetto contraente (appaltatore) mediante procedura ad evidenza pubblica. L’individuazione del nuovo affidatario del ciclo dei rifiuti, nell’attuale fase di attesa di istituzione delle Autorità d’Ambito e/o deliberazione di affidamento da parte di quest’ultima come visto nel punto precedente, deve necessariamente contemperare due esigenze: V da una parte si deve necessariamente tener conto della istituzione dell’ambito, senza vincolarne le scelte future (tuttavia bandire una gara a livello di singolo Comune o Comuni in convenzione, soprattutto con durata non breve, corrisponde alla non integrazione dello specifico territorio sino a scadenza della procedura bandita dal Comune stesso, e del resto la durata breve di una gara a livello comunale conduce alla concreta valutazione del mancato ammortamento, in senso lato, dell’impegno amministrativo ed economico - tecnico che il singolo ente deve sostenere per elaborare, pubblicare ed aggiudicare la procedura stessa); V dall’altra la necessità di non violare regole di concorrenza, proseguendo il rapporto con le c.d. proroghe tecniche che di fatto si traducono in affidamenti diretti in assoluta violazione dei principi del diritto nazionale e comunitario in materia. Al riguardo la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea ha chiarito che l'intervento pubblico teso a sottrarre alle dinamiche concorrenziali l'intera gestione di una certa attività economica che soddisfi bisogni della collettività è legittimo solo se e nella misura in cui rappresenti una scelta indispensabile al fine di assicurare l'adempimento della missione di interesse generale (Corte di Giustizia Europea – Sentenza del 19 maggio 1993, causa C-320/1991). Al riguardo è utile richiamare la risposta fornita in merito dall’Autorità Vigilanza Contratti Pubblici (AVCP), con il proprio parere sulla Normativa del 24 luglio 2013 - rif. AG 38/13, con il quale si ritiene che il Comune …, «nelle more dell’individuazione di bacini territoriali di riferimento da parte delle Regioni, debba procedere all’espletamento di una procedura ad evidenza pubblica ai fini dell’affidamento del contratto in questione e possa eventualmente concedere una proroga all’attuale gestore esclusivamente per il tempo strettamente necessario allo svolgimento della procedura di gara e alla stipula del nuovo contratto». Anche la Corte dei Conti, Sez. Regionale di Controllo della Lombardia, nel già richiamato parere n. 20 del 14 gennaio 2014, propone analoghe conclusioni: " nelle more dell’istituzione degli ATO permane in capo ai comuni la potestà di gestione del servizi di igiene ambientale (nei termini la Sezione con deliberazioni nn. 531/2012, 362/2013, 457/2013). Tuttavia, l’affidamento in concreto di detto servizio (anche nell’ipotesi di gestione già instaurata) dovrà avvenire secondo i principi di trasparenza, parità di trattamento e concorrenza e, in ogni caso, tramite procedure di selezione comparativa, escluso ogni automatico rinnovo in favore degli attuali affidatari ». A quanto sopra delineato si consideri che la L.R. Abruzzo del 21 ottobre 2013, n. 36 (recante «Attribuzione delle funzioni relative al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alla legge regionale 19 dicembre 2007, n. 45 (Norme per la gestione integrata dei rifiuti) » pubblicata nel BURA 6 novembre 2013, n. 40, nell'individuare un unico ambito territoriale ottimale unico regionale denominato «ATO Abruzzo» e nell'attribuire le attività di gestione integrata dei rifiuti all'autorità per la gestione integrata dei rifiuti urbani (AGIR), prescrive altresì che « I soggetti pubblici e privati esercenti a qualsiasi titolo attività di gestione dei servizi pubblici locali assicurano l'integrale e regolare prosecuzione delle attività medesime ai sensi della normativa comunitaria e nazionale vigente sino all'istituzione ed organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti da parte dell'AGIR» (art. 17, comma 1). La scelta dell’iter procedurale per l’affidamento del servizio pubblico di igiene urbana nei comuni interessati, soggiace ai principi generali contenuti nelle norme che regolano l’attività contrattuale della Pubblica Amministrazione e, precisamente al contenuto dell’articolo 2 comma 1 del D.L.vo 12 aprile 2006 n. 163 (Codice dei contratti pubblici) “L'affidamento e l'esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture, ai sensi del presente codice, deve garantire la qualità delle prestazioni e svolgersi nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza ; l'affidamento deve altresì rispettare i principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, nonché quello di pubblicità con le modalità indicate nel presente codice ”. La modalità di affidamento del servizio associato di igiene urbana nei comuni anzidetti, si concretizza nell'appalto, come quel contratto che ha per oggetto l'esecuzione, a carico del soggetto appaltatore, del servizio di igiene urbana nel territorio dei comuni a fronte del pagamento da parte della stazione appaltante di un canone periodico mensile. La tipologia di procedura ad evidenza pubblica prescelta è la c.d. procedura aperta ex art. 55 del D.L.vo n. 163/2006, in quanto procedura dove ogni operatore economico, in possesso dei requisiti previsti dal bando di gara, può legittimamente presentare un 'offerta. Il criterio di aggiudicazione dell’appalto quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa ex art. 83 del D.L.vo 163/2006 e ex art. 283 del D.P.R. 207/2010, in quanto criterio che si presta all’utilizzo di criteri premianti. La procedura scelta deve rispettare precisi obblighi inerenti la pubblicità del bando e dei relativi avvisi (articolo 66 del D.L.vo 163/2006): V pubblicazione in formato elettronico sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea; V pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie Speciale relativa ai contratti pubblici; V pubblicazione in formato elettronico sul sito informatico del Ministero delle Infrastrutture; V pubblicazione in formato elettronico sul sito informatico dell’Osservatorio; V pubblicità per estratto su almeno due dei principali quotidiani a diffusione nazionale e su almeno due a maggiore diffusione locale nel luogo ove si eseguono i contratti. La procedura d’appalto per l’affidamento dei servizi, di cui alla presente relazione, è stata coordinata con i criteri dettati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel Decreto 13 febbraio 2014 recante «Criteri ambientali minimi per «Affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani» e «Forniture di cartucce toner e cartucce a getto di inchiostro e affidamento del servizio integrato di ritiro e fornitura di cartucce toner e a getto di inchiostro ». L’appalto, che assume la classificazione di “ verde ” quindi soggetto a monitoraggio dell’AVCP, tiene conto dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’Affidamento del Servizio di Gestione dei Rifiuti Urbani redatti sulla scorta degli indirizzi contenuti nel Piano d’Azione per la Sostenibilità Ambientale dei Consumi del Settore della Pubblica Amministrazione ovvero Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement (PAN GPP) .

7. I CRITERI MINIMI AMBIENTALI PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI. L’articolo 1, comma 1126, della Legge 27 dicembre 2006 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale dello Stato – Legge Finanziaria 2007), ha previsto, a cura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’attuazione e il monitoraggio di un Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione. Il Piano prevede l’adozione di misure volte all’integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure d’acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche sulla base dei seguenti criteri: a) riduzione dell’uso delle risorse naturali; b) sostituzione delle fonti energetiche non rinnovabili con fonti rinnovabili; c) riduzione della produzione dei rifiuti; d) riduzione delle emissioni inquinanti; e) riduzione dei rischi ambientali. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con decreto dell’11 aprile 2008, come modificato con decreto del 10 aprile 2013, ha approvato il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione (PAN GPP). Con il citato decreto ha stabilito di fissare con successivi atti specifici obiettivi di sostenibilità ambientale. Per la prima volta è stato introdotto il concetto di “criteri ambientali minimi” che rappresentano le misure volte all’integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure d’acquisto di beni e servizi delle amministrazioni competenti . I criteri ambientali minimi (CAM) sono indicazioni tecniche del PAN GPP, che consistono in indicazioni specifiche di natura ambientale e, quanto possibile, etico-sociale, collegate a diverse fasi che caratterizzano le procedure di gara: la definizione dell’ oggetto dell’appalto ; la selezione dei candidati laddove sia opportuno selezionare gli offerenti in base alla loro capacità tecnica di assicurare migliori prestazioni ambientali durante l’esecuzione del contratto; la definizione delle specifiche tecniche ; i criteri premianti con i quali valutare le offerte che offrono prestazioni o soluzioni tecniche più avanzate rispetto alle caratteristiche definite nel capitolato d’appalto; la definizione delle condizioni di esecuzione dell’appalto/clausole contrattuali . I CAM inoltre includono alcune indicazioni generali volte alla razionalizzazione di acquisti e dei consumi e gli obiettivi settoriali da raggiungere. I CAM sono applicabili nelle procedure d’appalto sopra e sotto la soglia di rilievo comunitario. I CAM si definiscono “minimi” in quanto devono tendenzialmente permettere di dare un’indicazione omogenea agli operatori economici in modo da garantire, da un lato, un’adeguata risposta da parte del mercato alle richieste formulate dalla pubblica amministrazione e, dall’altro, di rispondere agli obiettivi ambientali che la pubblica amministrazione intende raggiungere tramite gli appalti pubblici. Oltre ai criteri ambientali il Piano d’azione si pone l’obiettivo di fornire strumenti operativi utili a favorire l’uso strategico degli appalti pubblici, anche sotto il profilo di tutela sociale, per facilitare un miglior uso dei contratti d’appalto a sostegno delle politiche dell’Unione Europea che nella strategia Europa 2020 si pone l’obiettivo di realizzare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (COM(2010)2020) . L’introduzione di criteri concernenti almeno la selezione dei candidati, le specifiche tecniche, le condizioni di esecuzione dell’appalto e le clausole contrattuali, come sopra citati a titolo esemplificativo, consente di definire l’appalto “ verde ”. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con decreto del 13 febbraio 2014, ha definito i Criteri ambientali minimi per “Affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani” e “Forniture di cartucce toner e cartucce a getto d’inchiostro e affidamento del servizio integrato di ritiro e fornitura di cartucce toner e a getto d’inchiostro”, in esecuzione di quanto previsto nel D.M. 11 aprile 2008 di approvazione del PAN GPP, come modificato dal D.M. 10 aprile 2013. Nell’Allegato I al decreto 13 febbraio 2014 sono contenuti i CAM riferiti alla gestione del servizio rifiuti urbani. La struttura del documento è articolata in due sezioni, la prima relativa ad indicazioni generali sull’appalto (Riferimenti normativi, Appalti verdi e criterio dell’offerte economicamente più vantaggiosa, Indicazioni specifiche per la stazione appaltante), la seconda relativa ai criteri ambientali minimi (Oggetto dell’appalto, Selezione dei candidati, Specifiche tecniche, Condizioni di esecuzione, Criteri premianti). Ancora ad integrazione degli obiettivi fissati con il PAN GPP, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con decreto del 6 giugno 2012, ha approvato la “Guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici” finalizzata a garantire un lavoro dignitoso nelle catene di fornitura della Pubblica Amministrazione, che delinea un approccio sperimentato da pubbliche amministrazioni nord europee e da pubbliche amministrazioni nazionali, finalizzato a verificare il rispetto delle otto Convenzioni fondamentali dell’ILO (International Labour Organization) e delle Convenzioni ILO che fanno riferimento al concetto di lavoro dignitoso nelle catene di fornitura delle commesse pubbliche. La diffusione di questo approccio, consentirà, tanto più è diffuso, di: V migliorare le condizioni di lavoro ove si riscontrano gravi violazioni dei diritti umani e pessime condizioni di lavoro; V ridurre il dumping sociale che determina una perdita di competitività dei sistemi economici più avanzati nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori a causa della concorrenza sleale da parte dei sistemi economici caratterizzati da basse protezioni dei lavoratori; V far emergere le situazioni critiche, penalizzando le imprese che agiscono in dispregio dei diritti basilari e determinanti per la dignità umana, la tutela e la sicurezza sociale del lavoratore; V dare la possibilità alle stazioni appaltanti di evitare l’approvvigionamento di beni prodotti in violazione di tali diritti dei lavoratori; V far si che tramite gli appalti pubblici possano essere valorizzate le imprese virtuose supportando la diffusione delle etichette che garantiscono il rispetto di tali fondamentali aspetti etici. Considerazioni sociali nell’ambito degli appalti pubblici possono riguardare: opportunità di occupazione, lavoro dignitoso, conformità con i diritti sociali e lavorativi, inclusione sociale (inclusione delle persone con disabilità o dei lavoratori svantaggiati come definiti dal Regolamento CE 800/2008 privilegiando i lavoratori inoccupati da lungo periodo e i giovani in attesa di prima occupazione), pari opportunità, accessibilità, progettazione per tutti, considerazione dei criteri di sostenibilità tra cui gli aspetti legati al commercio etico, ecc. L’introduzione di uno o più aspetti sociali, come sopra citati a titolo esemplificativo, consente di definire le pratiche dell’appalto “ socialmente responsabili ”. La guida integra inoltre la vigente normativa in materia di affidamenti di contratti pubblici, nello specifico l’articolo 69 ( Condizioni particolari di esecuzione del contratto prescritte nel bando o nell'invito ) del Decreto Legislativo 12 aprile 2006 n. 163 e s.m.i. il quale recita che Le stazioni appaltanti possono esigere condizioni particolari per l'esecuzione del contratto, purché siano compatibili con il diritto comunitario e, tra l'altro, con i principi di parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, e purché siano precisate nel bando di gara, o nell'invito in caso di procedure senza bando, o nel capitolato d'oneri . Dette condizioni possono attenere, in particolare, a esigenze sociali o ambientali. In tale contesto l’appalto che si andrà ad esperire dovrà obbligatoriamente prevedere il comando, per l’intera durata del contratto di servizio, di n. 4 unità già dipendenti pubblici a tempo indeterminato, di cui n. 1 dipendente di categoria A 4 e n. 1 di categoria B 6 entrambi con contratti a

36 ore settimanali in forza al Comune di Civitella Casanova, n. 2 dipendenti di categoria B 7 a 18 ore settimanali cadauno in forza al Comune di Farindola. Per le ulteriori unità di personale, da impiegare nell’esecuzione dei servizi oggetto di appalto, previste in almeno ulteriori due, oltre quelle sopra citate, il gestore dei servizi dovrà ricorrere al mercato del lavoro privilegiando forme di inclusione delle persone con disabilità, di lavoratori svantaggiati come definiti dal Regolamento CE 800/2008 (privilegiando i lavoratori inoccupati da lungo periodo e i giovani in attesa di prima occupazione), nel rispetto dell’accessibilità e delle pari opportunità tra uomini e donne. La procedura d’appalto per l’affidamento dei servizi, di cui alla presente relazione, è stata coordinata con i criteri dettati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel Decreto 13 febbraio 2014 recante « Criteri ambientali minimi per «Affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani» e «Forniture di cartucce toner e cartucce a getto di inchiostro e affidamento del servizio integrato di ritiro e fornitura di cartucce toner e a getto di inchiostro ». L’appalto, che assume la classificazione di “ verde ” quindi soggetto a monitoraggio dell’AVCP, tiene conto dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’Affidamento del Servizio di Gestione dei Rifiuti Urbani redatti sulla scorta degli indirizzi contenuti nel Piano d’Azione per la Sostenibilità Ambientale dei Consumi del Settore della Pubblica Amministrazione ovvero Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement (PAN GPP) . La procedura, inoltre, è stata coordinata con l’articolo 69 (Clausole Sociali) del Decreto Legislativo 12 aprile 2006 n. 163 e s.m.i. e con la «Guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici - PAN GPP» approvata con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 6 giugno 2012. Le procedure dell’appalto assumono, quindi, la classificazione di “ socialmente responsabili ”.

8. GLI OBBLIGHI DI SERVIZIO PUBBLICO NEL SERVIZIO DI IGIENE URBANA NEI COMUNI DI MONTEBELLO DI BERTONA, CIVITELLA CASANOVA, FARINDOLA, VILLA CELIERA. L'ASSENZA DI COMPENSAZIONI. In generale per obblighi di servizio pubblico, generali e specifici, devono intendersi quegli obblighi che il soggetto privato non assumerebbe affatto ovvero non assumerebbe alle stesse misure e condizioni se considerasse esclusivamente il proprio interesse economico e commerciale. Per il servizio di igiene urbana di cui alla presente relazione gli obblighi generali consistono: 1. nell’erogazione del servizio agli utenti con continuità e regolarità e universalità e applicazione di specifici obblighi connessi alla tariffa qualora previsti (es. agevolazioni che si riferiscono ad una determinata categoria di rifiuti direttamente conferita dall'utenza presso i centri di raccolta e/o isole ecologiche); 2. nel raggiungimento dell'equilibrio economico finanziario della gestione (art. 203 del D.L.vo n. 152/2006 e s.m.i.). Gli obblighi specifici inerenti lo svolgimento dei servizi consistono: 1. nel raggiungimento delle seguenti percentuali annue minime di raccolta differenziata dei rifiuti prodotti per singolo comune: almeno il 30% entro il 31/12/2014 e almeno il 45% per ogni anno fino alla scadenza del contratto (la percentuale di raccolta differenziata sarà quella elaborata dai dati CARIREAB e pubblicata ufficialmente dalla Regione Abruzzo) ; 2. nella raccolta, con il sistema domiciliare “ porta a porta ”, con frequenza di due raccolte a settimana, della frazione organica o umida dei rifiuti solidi urbani per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, non domestiche, pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), ubicate nel capoluogo di ciascun comune; 3. nella fornitura e nella consegna in comodato d’uso delle attrezzature alle utenze interessate dal servizio di cui al precedente punto 2 (pattumiere areate da litri 10/12, mastelli da litri 25, sacchi in mater bi da litri 12, contenitori carrellati da litri 120/240/360); 4. nel trasporto, entro un raggio di 140 Km. dal confine di ciascun comune (calcolati come somma del percorso di andata e ritorno), presso impianti autorizzati della frazione organica raccolta nell’ambito del servizio di cui al precedente punto 2, compreso il pagamento degli oneri per le operazioni di selezione, trattamento, recupero e/o smaltimento della stessa; 5. nella raccolta, con il sistema domiciliare “ porta a porta ” multi materiale, con frequenza di una raccolta a settimana, delle frazioni valorizzabili (carta, cartone, plastica, alluminio) dei rifiuti solidi urbani per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, non domestiche, pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), ubicate nel capoluogo di ciascun comune; 6. nella fornitura e nella consegna in comodato d’uso delle attrezzature alle utenze interessate dal servizio di cui al precedente punto 5 (sacchi in polietilene da litri 120, contenitori carrellati da litri 120/240/360); 7. nel trasporto presso impianti autorizzati, senza limiti di chilometraggio, delle frazioni multi materiale (carta, cartone, plastica, alluminio) raccolte nell’ambito del servizio di cui al precedente punto 5, compresi il pagamento degli oneri per la selezione e il trattamento delle diverse tipologie di materiali; l’introito di ricavi derivanti dalla vendita dei materiali selezionati; gli oneri per lo smaltimento di eventuali sovvalli derivanti dalla lavorazione dei citati materiali; 8. nella raccolta, con il sistema domiciliare “ porta a porta ”, con frequenza di una raccolta ogni quindici giorni, del vetro per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, non domestiche, pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), ubicate nel capoluogo di ciascun comune; 9. nella fornitura e nella consegna in comodato d’uso delle attrezzature alle utenze interessate dal servizio di cui al precedente punto 8 (mastelli da litri 40, contenitori carrellati da litri 120/240/360); 10. nel trasporto presso impianti autorizzati, senza limiti di chilometraggio, del vetro raccolto nell’ambito del servizio di cui al precedente punto 8, compresi il pagamento degli oneri per la selezione e il trattamento dei materiali; l’introito di ricavi derivanti dalla vendita dei materiali selezionati; gli oneri per lo smaltimento di eventuali sovvalli derivanti dalla lavorazione dei citati materiali; 11. nella raccolta, con il sistema domiciliare “ porta a porta ”, con frequenza di una raccolta a settimana, della frazione secca residua dei rifiuti solidi urbani per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, non domestiche, pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), ubicate nel capoluogo di ciascun comune; 12. nella fornitura e nella consegna in comodato d’uso delle attrezzature alle utenze interessate dal servizio di cui al precedente punto 11 (mastelli da litri 40, contenitori carrellati da litri 120/240/360); 13. nel trasporto presso impianti autorizzati, entro un raggio di 140 Km. dal confine di ciascun comune (calcolati come somma del percorso di andata e ritorno), della frazione secca residua raccolta nell’ambito del servizio di cui al precedente punto 11, compreso il pagamento degli oneri per le operazioni di trattamento, recupero e/o smaltimento della stessa; 14. nella raccolta differenziata mono materiale , con il sistema di tipo stradale con campane di capacità di litri 2500, con frequenza di raccolta trimestrale, delle frazioni secche valorizzabili dei rifiuti solidi urbani quali la carta, il cartone, la plastica, il vetro, per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, economiche, pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), ubicate nei territori non serviti dal sistema domiciliare di ciascun comune; 15. nella fornitura e il posizionamento sul territorio di campane da litri 2500 occorrenti alla sostituzione di quelle già presenti ma usurate e quelle mancanti, in maniera tale da ricostituire isole da 3 campane (carta e cartone, plastica, vetro); 16. nel trasporto presso impianti autorizzati, senza limiti di chilometraggio, delle frazioni mono materiale (carta, plastica, vetro) raccolte nell’ambito del servizio di cui al precedente punto 14, compresi il pagamento degli oneri per la selezione e il trattamento delle diverse tipologie di materiali; l’introito di ricavi derivanti dalla vendita dei materiali selezionati; gli oneri per lo smaltimento di eventuali sovvalli derivanti dalla lavorazione dei citati materiali; 17. nella raccolta della frazione indifferenziata , con modalità stradale di prossimità o vasta mediante contenitori di capacità variabile tra litri 120 e 700 ca., con frequenza di due raccolte a settimana, per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, economiche, pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), ubicate nei territori non serviti dal sistema domiciliare di ciascun comune; 18. nella fornitura e il posizionamento sul territorio di contenitori per la raccolta della frazione indifferenziata di capacità variabile tra litri 120 e litri 700 ca., occorrenti alla sostituzione di quelli già presenti ma usurati; 19. nel trasporto presso impianti autorizzati, entro un raggio di 140 Km. dal confine di ciascun comune (calcolati come somma del percorso di andata e ritorno), della frazione indifferenziata raccolta nell’ambito del servizio di cui al precedente punto 17, compreso il pagamento degli oneri per le operazioni di trattamento, recupero e/o smaltimento della stessa; 20. nella raccolta selettiva RUP (pile esauste, farmaci scaduti, contenitori etichettati con le sigle T/F) con il sistema stradale dei contenitori specifici presso le utenze economiche che commerciano tali tipologie di rifiuto (es. farmacie, studi medici, esercizi commerciali, strutture pubbliche, ecc.) o in altri localizzazioni stabilite da ciascun comune, con frequenza di una raccolta al mese; 21. nella fornitura e il posizionamento sul territorio di ciascun comune di n. 3 isole composte ciascuna da n. 3 contenitori, della capacità di litri 100 cadauno, per la raccolta delle frazioni: farmaci, pile, contenitori etichettati come pericolosi; 22. nel trasporto presso impianti autorizzati, senza limiti di chilometraggio, dei RUP (pile esauste, farmaci scaduti, contenitori etichettati con le sigle T/F) raccolti nell’ambito del servizio di cui al precedente punto 20, compresi il pagamento degli oneri per le operazioni di selezione, trattamento, recupero e/o smaltimento degli stessi; 23. nella raccolta dei rifiuti ingombranti vari (compresi i RAEE), con sistema a prenotazione e frequenza di una volta al mese; per rifiuti ingombranti e RAEE si intendono in maniera non esaustiva quei rifiuti “voluminosi e ingombranti” prodotti nell’ambito domestico, quali materassi, mobili, divani, reti metalliche, ecc. ed altri ingombranti, comprendenti anche i beni durevoli (RAEE), identificati dall’art. 227, lettera a), del D.L.vo 152/2006 e s.m.i. quali sono i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche che per un corretto funzionamento dipendono dall'energia elettrica e appartengono a una delle seguenti categorie: grandi elettrodomestici; piccoli elettrodomestici; apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni; apparecchiature di consumo; apparecchiature di illuminazione; strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni); giocattoli e apparecchiature per lo sport e per il tempo libero ed altri; 24. nel trasporto presso impianti autorizzati, entro un raggio di 140 Km. dal confine di ciascun comune (calcolati come somma del percorso di andata e ritorno), dei rifiuti ingombranti vari raccolti nell’ambito del servizio di cui al precedente punto 23, compresi il pagamento degli oneri per le operazioni di selezione, trattamento, recupero e/o smaltimento degli stessi; 25. nella raccolta differenziata delle frazioni: organica, carta, cartone, plastica, vetro, secco residuo, con sistema stradale di prossimità in occasioni di mercati e manifestazioni pubbliche ; 26. nella fornitura e il posizionamento sul territorio di ciascun comune di n. 2 isole composte ciascuna da n. 5 contenitori di cui n. 3 della capacità di litri 1100 cadauno, per la raccolta delle frazioni: carta e cartone, plastica e metalli, secco residuo, e n. 2 della capacità di litri 240 per la raccolta delle frazioni: organica e vetro; 27. nel trasporto presso impianti autorizzati, senza limiti di chilometraggio, delle frazioni raccolte nell’ambito del servizio di cui al precedente punto 25, compresi il pagamento degli oneri per la selezione e il trattamento delle diverse tipologie di materiali; l’introito di ricavi derivanti dalla vendita dei materiali selezionati; gli oneri per lo smaltimento di eventuali sovvalli derivanti dalla lavorazione dei citati materiali;

Gli obblighi specifici inerenti il rispetto dei "Criteri Ambientali Minimi" (CAM) di cui l'allegato 1 del D.M. 13 febbraio 2014, sono quelli descritti nella sezione 4, punti 4.1, 4.2, 4.3 (4.3.1 – 4.3.2 – 4.3.3), 4.4 (4.4.3 - 4.4.4 - 4.4.5 - 4.4.6 - 4.4.7 - 4.4.9 - 4.4.10).

Gli obblighi specifici di tutela dell’occupazione creata dalle gestioni esistenti, sia da gestori privati che da gestioni pubbliche in economia, nonché la creazione di nuova occupazione verranno garantite con l’inserimento degli stessi in sede di stesura del Capitolato d’Appalto (clausole sociali). In relazione agli specifici obblighi di servizio pubblico come sopra delineati, al soggetto appaltatore sarà corrisposto, come detto, unicamente un canone periodico mensile. L'appaltatore, inoltre, incamera i contributi/compensi erogati dai consorzi obbligatori/altri soggetti per il recupero di alcune tipologie di rifiuto (carta, plastica, vetro, alluminio, metalli, ecc.). Di tali contributi/compensi si è effettuata una stima ed inserita nel quadro economico dell'appalto in detrazione, ai fini del calcolo del prezzo a base d'asta. A fronte degli specifici obblighi di servizio pubblico non sono previste compensazioni. Come noto, le compensazioni (decisione 2005/842/CE della Commissione) si sostanziano in quelle erogazioni, da parte di una pubblica autorità, che costituisco «l a contropartita delle prestazioni fornite dalle imprese beneficiarie per adempiere obblighi di servizio pubblico» (Corte di Giustizia Europea sentenza del 24 luglio 2003, causa C-280/00. Esempio: compensazione erogata a favore di una impresa concessionaria di trasporto pubblico per la copertura dello svantaggio economico derivante dall'obbligo di garantire il servizio a determinate di categorie quali disabili ecc. a tariffe agevolate o in esenzione tariffaria). Come stabilito Corte di Giustizia Europea nella sentenza del 24 luglio 2003, cit. (nota come sentenza Altmark) é necessario, tra le altre condizioni, che «i parametri sulla base dei quali viene calcolata la compensazione siano stati previamente definiti in modo obiettivo e trasparente », onde evitarne l'inclusione nei c.d. aiuti di Stato vietati ai sensi art. 107, par. 1, del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE). E' agevole comprendere come la previsione di legge che impone l'integrale copertura del costo del servizio con la tariffa, è da sola sufficiente ad escludere la presenza di compensazioni (TARI: art. 1, comma 654 della L. 27 dicembre 2013, n. 147 - legge di stabilità 2014 « In ogni caso deve essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio, ricomprendendo anche i costi di cui all'articolo 15 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, ad esclusione dei costi relativi ai rifiuti speciali al cui smaltimento provvedono a proprie spese i relativi produttori comprovandone l'avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente» ). La durata dell’appalto è fissata in anni 5 (cinque) decorrenti dalla data di stipula del relativo contratto, fatta salva la possibilità di accedere ad una proroga fino ad un massimo di mesi 12 (dodici) necessari per l’eventuale espletamento di nuova gara. Sono previste specifiche penalità per inadempimenti contrattuali a carico dell’appaltatore.

9. CONCLUSIONI Da quanto sopra, si rileva che, ai sensi del comma 20 dell’art. 34 del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni in L. 17 dicembre 2012, n. 221, l'affidamento in appalto mediante procedura ad evidenza pubblica del servizio di igiene urbana nei Comuni di Montebello di Bertona, Civitella Casanova, Farindola, e Villa Celiera: V concerne l’affidamento della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani e assimilati, intesa come raccolta, trasporto e avvio a recupero e/o smaltimento degli stessi; V è conforme ai principi di economicità, di efficacia, di pubblicità e di trasparenza alla base del corretto agire dell’attività amministrativa della Pubblica Amministrazione, nonché ai principi dell’ordinamento comunitario; V è conforme ai principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, nonché quello di pubblicità, in materia di affidamento di servizi pubblici locali sia in ambito nazionale che comunitario; V per il servizio sono disciplinati i contenuti e gli obblighi specifici di servizio pubblico a carico dell'appaltatore; V non sono previste compensazioni economiche.

CAPITOLO II GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

10. Considerazioni Il mondo dei rifiuti in Italia, dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (comunemente conosciuto come Decreto Ronchi), ha vissuto una prima ma importante fase in cui la gestione ha assunto una propria identità. In linea con gli indirizzi della Comunità Europea il rifiuto non è più visto come il risultato finale del progresso tecnologico di cui disfarsi senza problemi in discariche ma soprattutto senza accollarsi la responsabilità dei danni prodotti all’ambiente. Le problematiche connesse alla gestione dei rifiuti è da sempre una criticità che deve essere affrontata e risolta modificando i comportamenti degli attori principali; da una parte la pubblica amministrazione che fornisce la gestione dall’altra le utenze che al servizio si rivolgono. La parte più importante è svolta dalla pubblica amministrazione che deve possedere un’elevata sensibilità nel recepire le evoluzioni delle tecniche e tecnologie applicabili ai servizi di raccolta dei rifiuti urbani. Tanto maggiore è la sensibilità dell’amministrazione tanto più le utenze saranno disponibili ai cambiamenti. Alla visione del passato che ha privilegiato una gestione dei rifiuti urbani incentrata sul ruolo fondamentale della raccolta indifferenziata a cassonetti stradali, a cui nel tempo è stato affiancato un sistema secondario di raccolta differenziata a campane stradali, deve necessariamente succedere una riconversione complessiva che ponga al centro di ogni cosa il conferimento e la raccolta dei rifiuti urbani in modo differenziato. E’ necessario che le amministrazioni pubbliche facciano propri i principi che sono alla base delle regole di gestione dei rifiuti, come quelli di precauzione, prevenzione, sostenibilità, proporzionalità, responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti, ma cosa fondamentale quello di chi inquina paga , perché una buona gestione dei rifiuti non può prescindere dal rilevare e classificare i comportamenti delle utenze in virtuosi e non, nell’ottica dell’applicazione di una tariffazione puntuale più equa. Una corretta gestione dei rifiuti osserva la seguente gerarchia: 1. la prevenzione 2. la preparazione per il riutilizzo 3. il riciclaggio 4. il recupero di altro tipo come ad esempio il recupero d’energia 5. lo smaltimento Allora concetti come minimizzare la produzione dei rifiuti, massimizzare il riutilizzo dei beni anche attraverso operazioni di preparazione e riparazione degli stessi, massimizzare il riciclaggio ed il recupero di materia, minimizzare il ricorso allo smaltimento in discarica, diventano parole chiavi delle moderne politiche di gestione integrata dei rifiuti. La corsa alle discariche è ormai un concetto superato; lo smaltimento in discarica un’operazione residuale a cui far ricorso dando priorità a quei rifiuti non recuperabili generati nell’ambito di attività di riciclaggio o di recupero e solo dopo aver verificato la impossibilità tecnica ed economica di esperire operazioni di recupero. La possibilità di recuperare e riciclare una parte considerevole dei rifiuti prodotti è un obiettivo cruciale. Per questo che il legislatore comunitario ha introdotto l’obbligo, e non più la facoltà, per i Comuni di provvedere a realizzare la raccolta differenziata dei rifiuti con l’obiettivo minimo di attivare entro il 2015 almeno la raccolta differenziata di carta, metalli, plastica e vetro, e ove possibile, del legno. Inoltre adottano le misure necessarie per conseguire i seguenti obiettivi: a. entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50% in termini di peso; b. entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale definito alla voce 17 05 04 dell’elenco dei rifiuti, sarà aumentata almeno al 70 per cento in termini di peso. Per facilitare o migliorare il recupero, i rifiuti sono raccolti separatamente , laddove ciò sia realizzabile dal punto di vista tecnico, economico e ambientale , e non sono miscelati con altri rifiuti o altri materiali aventi proprietà diverse . Al fine di favorire l’educazione ambientale e contribuire alla raccolta differenziata dei rifiuti, i sistemi di raccolta differenziata di carta e plastica negli istituti scolastici sono esentati dall’obbligo di autorizzazione in quanto presentano rischi non elevati e non sono gestiti su base professionale . Il legislatore nazionale con il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 “ Norme in materia ambientale ”, e quello regionale con la Legge Regionale 19 dicembre 2007 n. 45 “ Norme per la gestione integrata dei rifiuti ”, sono andati oltre gli obiettivi definiti dalla Comunità Europea per il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti. Hanno fissato obblighi più restrittivi in termini di raccolta differenziata. Il D.Lgs. 152/2006 introdusse l’obbligo di assicurare una raccolta differenziata dei rifiuti urbani almeno nelle percentuali minime: • almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006 • almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008 • almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012 Si ripartiva dall’ultimo obiettivo fissato dal D.Lgs. 5 febbraio 1997 n. 22 (Decreto Ronchi), assicurare una raccolta differenziata dei rifiuti urbani nella percentuale minima del 35% entro il 2003. A distanza di tre anni il D.Lgs. 152/2006 formulava nuovi obiettivi partendo dal 35% sicuro che questo fosse un dato ormai consolidato, ma non fu così. Ad aggravare il quadro normativo degli obblighi in teoria posti a carico degli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) e degli organi dal legislatore deputati alla loro gestione, ma di fatto a carico dei comuni, interviene la L. 27/12/2006 n. 296 (Legge Finanziaria 2007) la quale va a colmare gli spazi opportunamente lasciati dal D.Lgs. 152/2006 nel fissare gli obiettivi minimi di raccolta differenziata. Il nuovo quadro, a cui si adeguerà anche la Regione Abruzzo con la L.R. 45/2007, diventerà il seguente: • almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006 (D.Lgs. 152/2006) • almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007 (L. 296/2006 – L.R. 45/2007) • almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008 (D.Lgs. 152/2006) • almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009 (L. 296/2006 – L.R. 45/2007) • almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011 (L. 296/2006 – L.R. 45/2007) • almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012 (D.Lgs. 152/2006) La L.R. 45/2007 vieta lo smaltimento in discarica di partite omogenee di frazioni riciclabili di rifiuti costituite da carta, plastiche, vetro, legno in misura del 70%; tali materiali sono sottoposti ad adeguati trattamenti di recupero, limitando lo smaltimento finale ai sovvalli e scarti di tali processi di trattamento. Obbliga l'attivazione per tutti i comuni con oltre 5.000 abitanti di servizi di raccolta per la valorizzazione e l'ottimizzazione dello smaltimento residuale dei rifiuti ingombranti, nonché la raccolta a chiamata per il ritiro e la valorizzazione dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE). Due sono i quesiti che si pongono nella gestione integrata dei rifiuti urbani. Separare i rifiuti “a monte” o “a valle”? La realizzazione di una efficiente raccolta differenziata si avvale tipicamente di tecnologie organizzative e di strumenti di comunicazione piuttosto che di tecnologie impiantistiche, privilegiando la partecipazione attiva dei cittadini e l’innovazione gestionale. Il riciclo a valle o il recupero di energia, invece, non richiedono la partecipazione del cittadino e privilegiano le innovazioni impiantistiche. Appare evidente che il riciclo a valle soffre nella realtà abruzzese della carenza di una diffusa impiantistica capace, in modo innovativo, efficiente ed economicamente sostenibile, di sostituire il sacrificio chiesto a monte all’utenza di operare una selezione e separazione dei vari materiali in frazioni omogenee. Eppure un sistema basato su una valida impiantistica a valle delle raccolte differenziate, permetterebbe di progettare sistemi in cui prevedere la raccolta separata di due sole frazioni, quella umida e quella secca (multimateriale). Separata la frazione umida e avviata a recupero mediante compostaggio, la restante frazione secca potrebbe essere selezionata in maniera molto più selettiva, relegando alla fase del recupero di altro tipo come quello energetico la restante parte o alla fase residuale dello smaltimento in discarica qualora economicamente più sostenibile. Il vantaggio sarebbe quindi quello di rendere più semplice il conferimento da parte delle utenze e quello di razionalizzare i circuiti di raccolta che verrebbero ridimensionati nel numero e quindi nei costi. Una raccolta differenziata a monte per contro ha diversi vantaggi. Innanzitutto riduce il ricorso ad un impiantistica specializzata posta a valle spesso non disponibile sui territori o non economicamente vicini al territorio in cui i rifiuti vengono prodotti e quindi essa stessa causa di impatti ambientali. Permette di raccogliere separatamente molteplici frazioni quali: la frazione umida, la carta e il cartone commerciale (raccolta monomateriale), gli imballaggi in plastica (raccolta monomateriale o multimateriale leggero associato all’alluminio), gli imballaggi in alluminio (raccolta monomateriale o multimateriale leggero associato alla plastica), il vetro (raccolta monomateriale). In questo modo è possibile aumentare la quantità e soprattutto la qualità delle singole frazioni dei rifiuti raccolte. Gli studi fatti negli anni hanno dimostrato come i migliori risultati in relazione alla qualità dei materiali raccolti vengono raggiunti con i sistemi domiciliari o “porta a Porta”. La raccolta domiciliare ha alla base il coinvolgimento e la partecipazione degli utenti e su verifiche puntuali. Quindi richiede una progettazione accurata, un’esecuzione puntuale, azioni di informazione e sensibilizzazione della popolazione, di promozione dei comportamenti virtuosi ed da azioni di verifica, controllo e di sanzione degli errati conferimenti, tali da scoraggiare comportamenti scorretti. A fronte di un’organizzazione più complessa, la raccolta domiciliare è in grado di fornire flussi di rifiuti di qualità che possono essere collocati sul mercato e produrre un risultato economico elevato. Ciò premesso non bisogna dimenticare che nel progettare le specifiche misure da intraprendere dipendono dal contesto territoriale e che in alcuni luoghi misure quali sistemi di raccolta differenziata spinta possono rivestire carattere di complessità o comportare costi non trascurabili essendo basati sul massiccio impiego di manodopera, veicoli e attrezzature. La raccolta porta a porta deve essere comunque applicata almeno alla frazione residua e a quella umida dei rifiuti domestici. In questo caso rimarrebbe quale obiettivo di miglioramento successivo quello aumentare la qualità della frazioni secche valorizzabili integrando i circuiti esistenti. La raccolta separata della frazione organica è l’obiettivo più importante essendo quella che ha un elevato peso specifico e quindi concorrere a gran titolo alla riduzione dei rifiuti conferiti in discarica, al miglioramento della qualità delle frazione secca, allo sviluppo delle attività di compostaggio di qualità a supporto delle coltivazioni agricole e floricole, al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata imposti dalle norme comunitarie, nazionali e regionali. Altre tecniche di raccolta differenziata sono quelle stradali, più semplici ed economiche da realizzare di quelle domiciliari, ma che non consentono di effettuare controlli sui conferimenti, né sistemi correttivi di tipo sanzionatorio e, attraverso il mescolamento dei rifiuti conferiti da più utenti nello stesso cassonetto, porta alla riduzione della qualità delle frazioni di rifiuti; la conseguenza è il non poter raggiungere i livelli di quantità necessari per alimentare le attività di riciclo e recupero. Senza considerare l’effetto discarica che molto spesso è provocato dai cassonetti stradali, determinato dall’abbandono attorno agli stessi di rifiuti di varia tipologia tra cui quelli ingombranti che non trovano spazio all’interno dei contenitori. Tuttavia la complessità dei sistemi di raccolta domiciliare, e gli elevati costi di avvio, non permette di abbandonare del tutto i più datati sistemi a cassonetti stradali che per questo dovranno ancora coesistere in sistemi di tipo misto.

11. ANALISI PROGETTUALE Nel rispetto della premessa al presente progetto, la stesura dello stesso è stata effettuata procedendo per ciascun comune interessato: alle analisi del quadro normativo di riferimento nazionale e regionale, dei dati di origine, dei territori, delle tipologie di utenze, della stima merceologica e dei flussi di rifiuti, dei costi sostenuti dalle civiche amministrazioni per il mantenimento delle gestioni antecedenti la revisione, della scelta del tipo di servizi da effettuare e sue articolazioni, redazione del quadro economico dei costi e dei ricavi derivanti dall’implementazione della nuova gestione.

11.1. Dati caratterizzanti i territori COMUNE DI MONTEBELLO DI BERTONA Regione ABRUZZO

Provincia

Popolazione al 31/12/2013 990 Famiglie al 31/12/2013 432 Abitazioni (2001) 591 Superficie 21,30 kmq. Densità 46,48 abitanti per kmq Altitudine 615 m s.l.m. Coordinate geografiche 42° 25' 8,04'' N - 13° 52' 22,08'' E Frazioni, località e nuclei abitati Comuni confinanti Villa Celiera (km. 4,2) - Farindola (km. 4,9) Colasante, Farindolese, Tancanera Civitella Casanova (km. 6,0) - Penne (km. 6,2) Utenze Categorie 291 Locali ad uso abitazione 137 Utenti unico residente 120 Utenti non serviti Dati ruolo TARES 6 Uffici pubblici/privati, studi professionali, banche, ambulatori e simili 14 Locali destinati a negozio o botteghe ad uso commerciale ed artigianale 5 Alberghi, esercizi pubblici, osterie, trattorie, ristoranti, ecc. 2 Stabili, enti ed edifici industriali Arroccato su un colle declinante sull'alto corso del fiume Tavo-Saline, serrato dai rilievi del Gran Sasso, il capoluogo comunale si raggiunge con relativa facilità solo da est: in quella direzione, a 8 chilometri di distanza, corre la strada statale n. 81 Piceno-Aprutina, che collega Ascoli Piceno con Casoli nel Chietino; questa scorrevole arteria, inserita in una fitta trama di tracciati viari, stabilisce i fondamentali collegamenti con il casello di Pescara-Villanova dell'autostrada Torano-Pescara (A25) e, attraverso la statale n. 151 della valle del Tavo, con quello di Pescara Nord- Città Sant'Angelo dell'autostrada Bologna-Taranto (A14), entrambi distanti 35 chilometri. La stazione ferroviaria, il porto turistico e commerciale e l'aeroporto "Pasquale Liberi" distano circa 38 chilometri, l'aerostazione di Roma/Fiumicino e lo scalo marittimo di Civitavecchia (RM) rispettivamente 261 e 313 km. Il comune appartiene alla Comunità montana Vestina ed è parzialmente inserito nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga nonché nella Riserva naturale del Voltigno e del Vallone D'Angri. L'economia locale è in grado di assorbire la maggior parte della sua popolazione attiva, mentre per i rapporti con le istituzioni la comunità è costretta a far riferimento a Penne e a Pescara. Il turismo storico-culturale e naturalistico rappresenta il futuro strumento di promozione sociale ed economica di questo comune, che emerge, ancora saldamente radicato nelle tradizioni locali, da un passato di arretratezza. La maggior parte della sua popolazione attiva trova impiego nel settore primario, dedicandosi con la tenacia di sempre alla zootecnia e alla coltivazione di cereali, legumi, olive e frutta. Il comparto secondario e soprattutto il terziario, invece, stentano a decollare: l'industria è quasi del tutto assente; le iniziative nei settori del commercio e dei servizi sono di scarso peso economico; manca un'impalcatura finanziaria in grado di favorire il consolidamento della struttura imprenditoriale locale. L'andamento demografico negativo e la carente dotazione di infrastrutture sono ulteriori fattori regressivi con cui, nel futuro, la comunità dovrà necessariamente confrontarsi. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, difetta di validi strumenti di promozione culturale e delle più tradizionali forme di ricettività. Le sue strutture scolastiche comprendono scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado e il panorama degli impianti sportivi annovera un campo di calcio a disposizione della squadra locale.

COMUNE DI CIVITELLA CASANOVA Regione ABRUZZO

Provincia Pescara

Popolazione al 31/12/2013 1830 Famiglie al 31/12/2013 782 Abitazioni (2001) 1158 Superficie 31,77 kmq. Densità 57,60 abitanti per kmq. Altitudine 400 m s.l.m. Coordinate geografiche 42° 21' 50,70'' N - 13° 53' 19,50'' E Frazioni, località e nuclei abitati Comuni confinanti (km. 2,8) - Villa Celiera (km. 2,9) Baffo, Centelle, Fazio, Fontebruna, Madonna (km. 4,0) - (km. 4,5) Montebello delle Grazie, Mirabello, Pettorano, San di Bertona (km. 6,0) - Penne (km. 10,6) Giuseppe, Santanello, Topanera (km. 10,7) - Ofena (km. 11,2) Utenze Categorie 1044 Locali ad uso abitazione 24 Uffici pubblici/privati, studi professionali, banche, ambulatori 50 Locali destinati a negozio o botteghe ad uso commerciale ed artigianale Dati ruolo TARES 23 Alberghi, esercizi pubblici, osterie, trattorie, ristoranti, ecc. 3 Stabili, enti ed edifici industriali 4 Campeggi, distributori di carburante, zoo parco 1 Associazioni sportive, culturali, sindacali, ricreative, ecc. Questo comune del versante marittimo del Gran Sasso è piuttosto decentrato rispetto alle grandi reti di traffico: 10 chilometri di tracciato stretto e tortuoso separano il capoluogo comunale dalla strada statale n. 81 Piceno-Aprutina, che collega Ascoli Piceno con il centro di Casoli, nel Chietino, attraversando tutto l'entroterra collinare abruzzese -su quest'arteria transita un discreto volume di traffico longitudinale-. Il casello di Chieti dell'autostrada Torano-Pescara (A25) e la stazione, posta sulla linea ferroviaria Roma-Pescara, distano entrambi circa trenta chilometri; si raggiungono con una certa difficoltà anche il porto turistico e commerciale e l'aeroporto "Pasquale Liberi", distanti 47 e 42 chilometri, nonché l'aerostazione di Roma/Fiumicino e l'importante scalo marittimo di Civitavecchia (RM), per via dei 250 e 302 km di distanza. Il comune appartiene alla Comunità montana Vestina ed è parzialmente inserito nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, oltre che nella Riserva naturale del Voltigno e del Vallone d'Angri. La vicina cittadina di Penne rappresenta un importante polo di attrazione per il commercio e per i servizi ma per quanto attiene alla sfera burocratico-amministrativa e all'occupazione la comunità fa riferimento soprattutto a Pescara. Questa comunità operosa e vivace ha saputo rinnovarsi fra mille difficoltà senza smarrire il senso della continuità storica e delle tradizioni. La terra, che con i pascoli e gli estesi boschi delle zone incolte favorisce l'allevamento di bestiame e fornisce legname in abbondanza, dà anche consistenti raccolti di cereali, patate, uva e olive, che a loro volta alimentano le attività di trasformazione. Sono presenti, inoltre, alcuni opifici dell'abbigliamento, numerose imprese edili a carattere artigianale, svariati esercizi commerciali e, fra i servizi, uno sportello bancario e due agenzie assicurative. Il sistema delle infrastrutture si va progressivamente adeguando alle esigenze della popolazione. Attualmente il comune difetta di importanti sedi burocratiche, possiede esclusivamente scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado e non dispone di strutture alberghiere; vanta tuttavia un complesso di impianti sportivi abbastanza vario, composto da una piscina scoperta, una palestra, una piattaforma polivalente, un campo di calcio a disposizione della squadra locale (Civitella Casanova Associazione Sportiva) e superfici attrezzate per il gioco del tennis e della pallacanestro; le strutture sanitarie prestano servizi ambulatoriali e di pronto intervento.

COMUNE DI FARINDOLA Regione ABRUZZO

Provincia Pescara

Popolazione al 31/12/2013 1569 Famiglie al 31/12/2013 710 Abitazioni (2001) 933 Superficie 45,31 kmq. Densità 34,60 abitanti per kmq. Altitudine 530 m s.l.m. Coordinate geografiche 42° 26' 25,91'' N - 13° 49' 24,81'' E Frazioni, località e nuclei abitati Comuni confinanti Bivio Cupoli-Chirachiuccolo, Case Bruciate, Montebello di Bertona (km. 4,9) - Villa Celiera (km. 7,4) Centrale, Chianchiro, Colitti, Cupoli, Falone, Arsita (km. 7,4) - Penne (km. 8,9) – Castel del Monte (km. 11,5) Macchie, Mirri, Rigo, Ronchetti, San Quirico, Ofena (km. 14,0) Santa Maria, Trosciano Superiore Utenze Categorie 819 Locali ad uso abitazione 74 Case coloniche e sparse Dati ruolo TARES 8 Uffici pubblici/privati, studi professionali, banche, ambulatori 30 Locali destinati a negozio o botteghe ad uso commerciale e artigianale 19 Alberghi, esercizi pubblici, osterie, trattorie, ristoranti, ecc. 168 Lavatoi, caldaie, depositi e garage Il capoluogo di questo comune del Gran Sasso occupa una posizione periferica nell'ambito del sistema provinciale dei collegamenti, essendo ubicato nell'alto bacino del Tavo-Saline, che solo a metà circa del suo corso acquista con gradualità le caratteristiche di asse di penetrazione nell'entroterra abruzzese. A 13 chilometri dall'abitato, però, corre un'importante arteria di traffico, la strada statale n. 81 Piceno-Aprutina, che collega Ascoli Piceno con il centro di Casoli nel Chietino. Su questo tracciato viario transitano i veicoli diretti al casello di Chieti dell'autostrada Torano-Pescara (A25), che dista 48 chilometri, e a Pescara, sede di importanti strutture portuali e aeroportuali nonché fondamentale nodo ferroviario a 56 chilometri di distanza. L'aeroporto intercontinentale di Roma/Fiumicino e l'importante scalo marittimo di Civitavecchia (RM) distano rispettivamente 266 e 318 km. Il comune, inserito nella Comunità montana Vestina e nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga nonché nella Riserva naturale del Voltigno e del Vallone d'Angri, risente dell'attrazione del capoluogo di provincia, che si offre come punto di riferimento per la ricerca di lavoro e per i rapporti con le istituzioni. Alcuni importanti sedi burocratiche si trovano nella più vicina Penne. Ritmi pacati regolano il quotidiano svolgimento della vita in questo comune, solo marginalmente sfiorato dal progresso. In seguito all'istituzione del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga è nato il proposito di una radicale riorganizzazione del terziario ma per il momento il trascorrere delle stagioni è ancora scandito dalle occupazioni tradizionali, fra cui l'allevamento di bestiame e la coltivazione di cereali, patate e ortaggi. La debolezza dell'economia farindolese è testimoniata dalla modesta vitalità del commercio e del settore dei servizi, che ha conosciuto una timida affermazione del comparto creditizio. In ultima analisi è da una posizione di svantaggio che questa comunità si accinge ad affrontare i nuovi scenari prospettati dalla crescita del turismo ecologico. Nel comune è possibile frequentare le sole scuole dell'obbligo e l'insieme degli impianti sportivi (un campo di calcio a disposizione della squadra locale Farindolese Polisportiva, uno di bocce e una palestra) tende ad appiattire le inclinazioni individuali; l'apparato ricettivo, tutto sommato soddisfacente, offre servizi di soggiorno e di ristorazione.

COMUNE DI VILLA CELIERA Regione ABRUZZO

Provincia Pescara

Popolazione al 31/12/2013 733 Famiglie al 31/12/2013 331 Abitazioni (2001) 487 Superficie 12,57 kmq. Densità 58,30 abitanti per kmq. Altitudine 714 m s.l.m. Coordinate geografiche 42° 22' 49,84'' N - 13° 51' 34,4'' E Frazioni, località e nuclei abitati Comuni confinanti Civitella Casanova (km. 2,9) - Montebello di Bertona (km. 4,2) Pietra Rossa, San Sebastiano, Santa Maria, Carpineto della Nora (km. 5,4) – Farindola (km. 7,4) Traino Ofena (km. 10,3) - Castel del Monte (km. 10,9) Utenze Categorie 559 Locali ad uso abitazione 110 Abitazioni tenute a disposizione 17 Abitazioni unico occupante 1 Fabbricati rurali abitati da imprenditori agricoli Dati ruolo TARES 1 Associazioni sportive, culturali, politiche, varie 4 Uffici pubblici/privati, studi professionali, banche, ambulatori 2 Campeggi, distributori, locali di lavorazione artigianale 8 Alberghi, ristoranti, osterie, bar, teatri, cinema 14 Negozi, botteghe, rimesse, depositi merci 1 Stabilimenti ed edifici industriali e artigianali Il capoluogo di questo comune del Gran Sasso sorge sulla sponda sinistra dell'alto corso del torrente Schiavone, alle falde del monte Bertona, e i suoi contatti con le grandi reti di traffico risentono dei limiti della sua posizione pedemontana: la strada statale n. 81 Piceno-Aprutina, che collega Ascoli Piceno con Casoli nel Chietino, attraversando longitudinalmente tutto l'entroterra collinare abruzzese, corre a 9 chilometri di distanza dall'abitato e si raggiunge mediante un angusto tracciato viario segnato da curve e strettoie. Si intuiscono quindi le difficoltà dei collegamenti con il casello di Pescara-Villanova dell'autostrada Torano-Pescara, che dista 33 chilometri, con la stazione, punto di incontro delle linee ferroviarie Roma-Pescara e Bologna-Bari, con il porto turistico e commerciale e con l'aeroporto "Pasquale Liberi", distanti rispettivamente 42 e 37 chilometri. L'aerostazione di Roma/Fiumicino e il porto di Civitavecchia (RM), di più ampie dimensioni, si trovano a 245 e 297 km di distanza. Appartiene alla Comunità montana Vestina ed è parzialmente inserita nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga nonché nella Riserva naturale del Voltigno e del Vallone d'Angri. Le strutture burocratico-amministrative a largo raggio di influenza di Pescara non servono in modo efficace questo angolo del montuoso entroterra pescarese, che può far riferimento, entro certi limiti, alla più vicina Penne; il capoluogo di provincia rimane comunque un'insostituibile fonte di occupazione per la manodopera locale. Questa comunità dalle radici rurali non si è ancora del tutto emancipata dai ritardi che imbrigliano la sua economia. L'allevamento di bestiame sui pascoli d'alta quota e la coltivazione di cereali, patate e legumi di montagna non sono in grado di elevare sensibilmente i valori medi del reddito, che rimangono bassi, nonostante il contributo di qualche esercizio commerciale e delle imprese, per lo più a carattere artigianale, attive nel ramo delle costruzioni; i servizi, inoltre, non contemplano l'intermediazione finanziaria e sono di poco sostegno al nascente turismo ecologico. Oltretutto una crisi demografica di vaste proporzioni inibisce la crescita del sistema delle infrastrutture. Il comune presenta un quadro fondamentalmente piatto di servizi amministrativi; con le strutture scolastiche di cui dispone consente la frequenza della scuola dell'obbligo ed è privo del sostegno di strutture culturali; il suo apparato ricettivo difetta di alberghi ma conta un'azienda agrituristica e i suoi impianti sportivi -un campo di calcio a disposizione della squadra locale (Villa Celiera Società Sportiva) e alcune superfici attrezzate per il gioco delle bocce e del tennis, poco concedono all'estro individuale; le strutture sanitarie disponibili si limitano a soddisfare la basilari esigenze della comunità celierota. 11.2. Demografia dei Comuni La demografia che interessa i quattro territori in esame è caratterizzata nell’ultimo decennio da una comune progressiva riduzione della numerosità delle popolazioni residenti che ha assunto un’accelerazione nel triennio 2010/2013. I grafici sottostanti danno un’idea chiara del movimento delle popolazioni a partire dal 2001 ad oggi.

La struttura per sesso e per età delle comunità può essere rappresentata graficamente per mezzo della piramide delle età . Supponiamo di distribuire per classi di età annuali o pluriennali una popolazione maschile e femminile e di rappresentare la numerosità di ogni classe mediante istogrammi collocati in un sistema di assi cartesiani. La forma che assume la piramide dipende indubbiamente da una combinazione di caratteristiche di mortalità e fecondità, ma è quest’ultima che gioca un ruolo determinante. Una forma triangolare evidenzia una popolazione con alti livelli di fecondità, una popolazione giovane che si rinnova costantemente. Nei comuni esaminati le strutture si somigliano a formare una struttura che presenta un restringimento della base e con un rigonfiamento al di sopra di questa che denunciano una progressiva caduta della fecondità. Le popolazioni non si rinnovano e l’invecchiamento è progressivo.

Così si registrano età medie nell’anno 2012 che vanno dai 48 anni del Comune di Civitella Casanova, ai 49 anni dei Comuni di Montebello di Bertona e Farindola, ai 52 anni del Comune di Villa Celiera. Segnali ancora più importanti vengono dagli istogrammi di seguito riportati che rappresentano come la struttura delle popolazioni si distribuiscono nelle tre grandi classi: 0 – 14 anni, 15 – 64 anni e 65 anni ed oltre. Un indicatore molto semplice è la percentuale di popolazione anziana presente che se superiore al 10% del totale indica una struttura per età “vecchia”. In tutti i casi è pari al 30% e nel solo caso di Villa Celiera arriva a toccare il 36%. Allo stesso modo gli indici di vecchiaia dell’anno 2012 confermano l’invecchiamento generale delle popolazioni; posto che l’indice di vecchiaia non dovrebbe superare il valore di equilibrio 100, Civitella Casanova registra 258, Farindola 286, Montebello di Bertona 296 e Villa Celiera ben 406. Semplicemente significa ad esempio che nel Comune di Civitella Casanova ci sono 258 anziani (65 anni ed oltre) ogni 100 giovani (0 – 14 anni).

I valori sopra esposti devono far riflettere circa le politiche da attuare nel riconvertire i servizi pubblici, non da ultimo quello della gestione dei rifiuti. Le scelte che verranno operate potrebbero avere effetti diversi da quelli sperati. L’informazione delle utenze dovrà essere un vero è proprio momento formativo, le classi a cui si rivolge hanno minore predisposizione ai cambiamenti nello stile di vita quotidiano. Una raccolta domiciliare spinta potrebbe non essere recepita bene o in alcuni casi essere vista come un fattore che incide negativamente sul quotidiano. 11.3. Produzione dei rifiuti I Comuni di Montebello di Bertona, Civitella Casanova, Villa Celiera e Farindola sono accomunati dall’avere implementato sui propri territori una gestione dei rifiuti urbani tipica della metà degli anni ’90, che prevede una raccolta indifferenziata dei rifiuti urbani e assimilati prettamente stradale con cassonetti di capacità variabile di 120 e 240 litri con vuotamento trisettimanale, a cui si affianca un sistema di raccolta differenziata della frazione secca (carta, plastica e vetro) con campane di capacità di litri 2500 a creare isole da 3 contenitori cadauna con vuotamento alla bisogna e comunque almeno trimestrale. L’esperienza fatta dai quattro comuni fino ad oggi fa registrare dati alquanto negativi, in alcuni momenti insignificanti sia sotto l’aspetto delle quantità intercettate che dell’economicità del sistema stesso. Il metodo della raccolta differenziata adottato da questi ha fondamentalmente due grandi limiti; quello di essere un circuito secondario rispetto al ciclo tradizionale di raccolta dei rifiuti e l’altro di tipo fisico insito nei sistemi cosiddetti “ a consegna ” che non riescono ad intercettare i grandi flussi di materiali. Ma vediamo attraverso la proiezioni dei dati relativi sulla produzione dei rifiuti nei singoli comuni dall’entrata in vigore del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 “ Norme in materia ambientale ” e della L.R. 19 dicembre 2007 n. 45 “ Norme per la gestione integrata dei rifiuti ” fino ad oggi (Tabelle 1, 2, 3 e 4 - Grafici 1, 1.1, 1.2, - 2, 2.1, 2.2 – 3, 3.1, 3.2 – 4, 4.1, 4.2). La lettura dei dati disegna un chiaro quadro che è rilevabile in tutti quei comuni con una gestione dei rifiuti incentrata fondamentalmente sulla raccolta stradale della frazione indifferenziata. Basse percentuali di raccolta differenziata (che si attestano intorno al 10%) la quale intercetta parzialmente le sole frazioni secche classiche quali la carta, la plastica ed il vetro, e tralasciando quella umida che rappresenta circa il 30% del peso del rifiuto indifferenziato. Nel proseguire nella lettura emerge una riduzione generale della produzione dei rifiuti legata soprattutto a variabili demografiche quali lo spopolamento che caratterizza i comuni montani, il conseguente invecchiamento della popolazione la quale per cultura non si “ disfa ” dei rifiuti allo stesso modo di una popolazione giovane più tesa ad assumere i comportamenti della società del consumismo. Ad amplificare i dati sulla riduzione dei rifiuti si aggiungono spesso le colpe delle amministrazioni e dei gestori dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti che detengono i dati ma che vengono, in fase di comunicazione e registrazione, viziati da errori che si riflettono inevitabilmente nella successiva elaborazione delle statistiche. La tabella 5 ed il relativo grafico ci dicono come si distribuisce la produzione mensile dei rifiuti. I picchi di produzione sono concentrati nei periodi di aprile/maggio e luglio/settembre, sensibilmente elevati nel caso dei Comuni di Civitella Casanova e Farindola segno di una spiccata vocazione turistica. Tutto questo perde di significato laddove le Amministrazioni Comunali prendono coscienza che è necessario modificare i comportamenti indirizzandoli ad una maggiore tutela ambientale, sia locale che generale, nell’ottica di attuare un circuito virtuoso il cui principio cardine sia quello del “chi inquina paga ” che aiuti a disegnare una politica di equa fiscalità che premi gli utenti meritevoli.

TABELLA 1 – PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI NEL COMUNE DI MONTEBELLO DI BERTONA TABELLA 2 – PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI NEL COMUNE DI CIVITELLA CASANOVA

Anni 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Anni 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Abitanti n. 1067 1059 1052 1063 1061 1021 994 990 Abitanti n. 1992 2013 1985 1968 1947 1858 1830 1821

RUI Kg/a 320500 323510 301940 307620 244930 289160 299810 281200 RUI Kg/a 642000 670000 680410 693870 714450 694700 616360 609630

RD Kg/a 52010 93750 23810 15590 21380 32500 23950 26957 RD Kg/a 58170 48970 26070 28390 18300 20790 22380 14500

RU tot. Kg/a 372510 417260 325750 323210 266310 321660 323760 308157 RU tot. Kg/a 700170 718970 706480 722260 732750 673910 638740 624130

RU pro-cap. Kg/ab/a 349,12 394,01 309,65 304,05 251,00 315,04 325,71 311,27 RU pro-cap. Kg/ab/a 351,49 357,16 355,91 367,00 376,35 362,71 349,04 342,74

RD % 13,96 22,47 7,31 4,82 8,03 10,10 7,40 8,75 RD % 8,31 6,81 3,69 3,93 2,50 2,70 3,50 2,32

Var. RU tot. +/- - 44750 - 91510 - 2540 - 56900 55350 2100 - 15603 Var. RU tot. +/- - 18800 - 12490 15780 10490 - 58840 - 35170 - 14610

Saldo var. +/------76040 Saldo var. +/------64353

TABELLA 3 – PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI NEL COMUNE DI FARINDOLA TABELLA 4 – PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI NEL COMUNE DI VILLA CELIERA

Anni 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Anni 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Abitanti n. 1694 1701 1674 1673 1642 1602 1569 1559 Abitanti n. 802 791 781 769 765 746 733 728

RUI Kg/a 468190 452990 502570 504060 423630 485460 465610 447390 RUI Kg/a 232910 214270 229530 263790 250810 261100 258310 254930

RD Kg/a 88690 78500 42220 34490 30 21780 49740 34378 RD Kg/a 38850 47520 27670 23940 21530 28860 23740 5671

RU tot. Kg/a 556880 531490 544790 538550 423660 507240 515350 481768 RU tot. Kg/a 271760 261790 257200 287730 272340 289960 282050 260601

RU pro-cap. Kg/ab/a 328,74 312,46 325,44 321,91 258,01 316,63 328,46 309,02 RU pro-cap. Kg/ab/a 338,85 330,96 329,32 374,16 356,00 395,58 384,79 357,97

RD % 15,93 14,77 7,75 6,40 0,01 4,29 9,65 7,14 RD % 14,30 18,15 10,76 8,32 7,91 9,95 8,42 2,18

Var. RU tot. +/- - - 25390 13300 - 6240 - 114890 83580 8110 - 33582 Var. RU tot. +/- - - 9970 - 4590 30530 - 15390 17620 - 7910 - 21449

Saldo var. +/------75112 Saldo var. +/------11159

Dati: ISTAT - Popolazione residente al 31 dicembre Dati: Regione Abruzzo – Osservatorio Regionale Rifiuti “ Rapporti sulle raccolte differenziate ” – Anni 2006/2011 Dati: Regione Abruzzo – Elaborazione da CARIREAB – Anni 2012/2013

TABELLA 5 – PRODUZIONE MENSILE DEI RIFIUTI ANNO 2013 (kg.)

Montebello di Civitella Mesi Farindola Villa Celiera Bertona Casanova Gennaio 26.240 46.230 32.630 17.300 Febbraio 16.800 40.400 26.540 14.000 Marzo 21.980 43.760 38.920 17.300 Aprile 23.660 55.560 37.140 20.560 Maggio 35.507 56.400 43.638 22.280 Giugno 20.810 43.220 37.110 23.805 Luglio 25.530 61.460 49.720 25.740 Agosto 32.760 68.600 62.530 28.580 Settembre 26.630 55.440 43.180 24.906 Ottobre 30.740 59.820 37.580 27.990 Novembre 20.000 41.430 34.760 17.910 Dicembre 27.500 51.810 38.020 20.230 TOTALE 308.157 624.130 481.768 260.601

12. Gestioni esistenti e loro costi Il Comune di Montebello di Bertona ha una gestione dei rifiuti esclusivamente esternalizzata mediante affidamento a imprese private. E’ basata quasi esclusivamente sulla intercettazione stradale della frazione del rifiuto urbano indifferenziato. Il territorio è coperto con una distribuzione di tipo vasto di n. 42 contenitori carrellati misti da litri 120 e 240, i quali vengono periodicamente svuotati con l’ausilio di un autocarro compattatore con una frequenza media di 3 volte a settimana. I rifiuti indifferenziati vengono conferiti direttamente ad un impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) dove vengono sottoposti a trattamento e avviati a smaltimento finale in parte con recupero di energia. La raccolta differenziata, con frequenza quadrimestrale, che rappresenta un circuito secondario ed aggiuntivo a quello principale dell’indifferenziato, viene garantita con la dislocazione in modo vasto di n. 24 campane disposte su 8 isole, della capacità di litri 2500 cadauna, che intercettano frazioni secche quali carta mista, plastica e alluminio e vetro. La raccolta dei rifiuti ingombranti e dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche e Elettroniche), è attivata alla bisogna mediante chiamata. La raccolta degli indumenti viene garantita mediante contenitori dedicati stradali svuotati alla bisogna. La gestione dei rifiuti sul territorio del Comune di Montebello di Bertona, nei ruoli dei servizi svolti e nei costi che ne derivano, è rappresentata nel sottostante prospetto:

IMPRESA SERVIZIO AFFIDATO COSTI € raccolta stradale dei rifiuti urbani AMBIENTE S.p.A. – indifferenziati e loro trasporto in impianto di (Pe) trattamento e di smaltimento 44.868,00 DECO S.p.A. – San Giovanni trattamento in impianto TMB e smaltimento Teatino (Ch) dei rifiuti urbani indifferenziati 47.972,00 raccolta differenziata stradale, mediante svuotamento di campane, trasporto e avvio a recupero delle frazioni secche: carta, GEA s.r.l. – L’Aquila plastica e metalli, vetro, indumenti, OLTRE A raccolta, trasporto e avvio a recupero o smaltimento dei rifiuti ingombranti e RAEE 8.296,00 IMPORTO COMPLESSIVO AL LORDO DELLE IMPOSTE 101.136,00 FONTE: Servizi comunali tecnico e finanziario

La gestione del Comune di Civitella Casanova è di tipo opposto a quella precedente. E’ di tipo in economia con la modalità dell’amministrazione diretta (sono in “ economia ” i servizi erogati attraverso l’autonoma organizzazione di mezzi e risorse proprie). La gestione dei rifiuti è basata quasi esclusivamente sulla intercettazione stradale della frazione del rifiuto urbano indifferenziato. Il territorio è coperto con una distribuzione di tipo vasto di n. 226 contenitori carrellati misti di cui n. 112 da litri 120 e n. 104 da litri 240, i quali vengono periodicamente svuotati con l’ausilio di un autocarro compattatore e un veicolo satellite tipo Porter con una frequenza media di 3 volte a settimana. Nel servizio di raccolta dei rifiuti il comune impiega:

V n. 1 unità di personale di categoria A 4 con contratto settimanale di 36 (trentasei) ore;

V n. 1 unità di personale di categoria B 6 con contratto settimanale di 36 (trentasei) ore; V n. 1 autocarro IVECO EUROCARGO 120E21K con sistema di compattazione dei rifiuti: ° motore turbodiesel intercooler Common Rail Unijet, cilindrata 5880 cc. potenza KW 154, conformità alla normativa antinquinamento EURO 3 (2001/27/CE), data immatricolazione: 21 settembre 2005, massa massima a carico ammissibile del veicolo Kg. 11990 (PTT), revisione regolare M.C.T.C. data 12 luglio 2013; ° cassone compattatore allestimento MAZZOCCHIA linea MAC 3 in profilato di lamiera d’acciaio: funzionamento idraulico a ciclo automatico, semiautomatico e manuale, capacità mc. 14 compreso la bocca di carico,volta cassonetti idraulico del tipo DIN 30700 per contenitori da litri 120 a litri 1100, impianto lavaggio ad alta pressione con naspo, lancia a mitra, tubo di 20 metri con arroto latore automatico e cisterna da 300 litri, telecamera posteriore con monitor in cabina conforme alla normativa UNI EN 1501-1; V n. 1 autocarro PIAGGIO PORTER 4x4 con vasca aperta: ° motore DAIHATSU a benzina a trazione integrale, cilindrata 1296 cc. potenza KW 48, conformità alla normativa antinquinamento EURO 3 (2001/1/CE), data immatricolazione: 11 novembre 2005, massa massima a carico ammissibile del veicolo Kg. 1550 (PTT), revisione regolare M.C.T.C. data 9 agosto 2012; ° vasca allestimento MAZZOCCHIA linea JOLLY 12 in acciaio a tenuta stagna: vasca aperta di capacità mc. 2,6, portello laterale destro apribile per carico rifiuti, impianto di sollevamento/ribaltamento del cassone di tipo idraulico per il trasbordo nei compattatori, stabilizzatori idraulici posteriori, volta cassonetti idraulico per contenitori di litri 120/240/360. I rifiuti indifferenziati vengono conferiti direttamente ad un impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) dove vengono sottoposti a trattamento e avviati a smaltimento finale in parte con recupero di energia. La raccolta differenziata, che rappresenta un circuito secondario ed aggiuntivo a quello principale dell’indifferenziato, viene garantita con la dislocazione in modo vasto di n. 15 campane disposte su 5 isole, della capacità di litri 2500 cadauna, che intercettano frazioni secche quali carta mista, plastica e alluminio e vetro. Il servizio di svuotamento dei contenitori, con frequenza quadrimestrale, è eseguito in parte in economia in parte mediante ausilio di impresa privata. A questi si aggiungono 2 contenitori per la raccolta degli indumenti usati il cui svuotamento è affidato senza oneri a carico dell’ente alla HUMANA PEOPLE TO PEOPLE di Pogliano Milanese (MI). La gestione dei rifiuti sul territorio del Comune di Civitella Casanova, nei ruoli dei servizi svolti e nei costi che ne derivano, è rappresentata nel sottostante prospetto:

IMPRESA SERVIZIO AFFIDATO COSTI € COMUNE DI CIVITELLA raccolta stradale dei rifiuti urbani CASANOVA (Pe) – Servizio indifferenziati e loro trasporto in impianto di Tecnico trattamento e di smaltimento 86.141,92 DECO S.p.A. – San Giovanni trattamento in impianto TMB e smaltimento Teatino (Ch) dei rifiuti urbani indifferenziati 126.979,38 COMUNE DI CIVITELLA raccolta differenziata stradale, mediante CASANOVA (Pe) – Servizio svuotamento di campane, trasporto e avvio Tecnico a recupero delle frazioni secche: carta, plastica e metalli, vetro REFRAN s.r.l. – Chieti Scalo 8.296,00 raccolta differenziata degli indumenti HUMANA PEOPLE TO PEOPLE 0,00 IMPORTO COMPLESSIVO AL LORDO DELLE IMPOSTE 221.417,30 FONTE: Servizi comunali tecnico e finanziario

La gestione del Comune di Farindola è di tipo misto. La raccolta dei rifiuti indifferenziati è in parte di tipo in economia con la modalità dell’amministrazione diretta (sono in “ economia ” i servizi erogati attraverso l’autonoma organizzazione di mezzi e risorse proprie) in parte, mediate affiancamento, con l’ausilio di una impresa privata. La gestione dei rifiuti è basata quasi esclusivamente sulla intercettazione stradale della frazione del rifiuto urbano indifferenziato. Il territorio è coperto con una distribuzione di tipo vasto di circa n. 160 contenitori carrellati misti di cui n. 67 da litri 120 e n. 93 da litri 240, i quali vengono periodicamente svuotati con l’ausilio di un autocarro compattatore con una frequenza media di 3 volte a settimana. Nel servizio di raccolta dei rifiuti il comune impiega:

V n. 2 unità di personale di categoria B 7 con contratto settimanale di 18 (diciotto) ore; V n. 1 autocarro IVECO 80 E 18 con sistema di compattazione dei rifiuti: ° motore diesel cilindrata 5861 cc. potenza KW 130, conformità alla normativa antinquinamento EURO 1 (91/542/CEE), data immatricolazione: 5 gennaio 1996, massa massima a carico ammissibile del veicolo Kg. 8000 (PTT), revisione regolare; ° cassone compattatore in profilato di lamiera d’acciaio: funzionamento idraulico, capacità mc. 10, volta cassonetti idraulico del tipo DIN 30700 per contenitori da litri 120 a litri 1100. I rifiuti indifferenziati vengono conferiti direttamente ad un impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) dove vengono sottoposti a trattamento e avviati a smaltimento finale in parte con recupero di energia. La parte dei servizi affidati ad imprese private riguardano le seguenti raccolte differenziate di alcune frazioni del rifiuto urbano. La raccolta differenziata, con frequenza quadrimestrale, che rappresenta un circuito secondario ed aggiuntivo a quello principale dell’indifferenziato, viene garantita con la dislocazione in modo vasto di n. 27 campane disposte su 9 isole, della capacità di litri 2500 cadauna, che intercettano frazioni secche quali carta mista, plastica e alluminio e vetro. La raccolta dei rifiuti ingombranti e dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche e Elettroniche), è attivata alla bisogna mediante chiamata. La raccolta degli indumenti viene garantita mediante contenitori dedicati stradali svuotati alla bisogna. La gestione dei rifiuti sul territorio del Comune di Farindola, nei ruoli dei servizi svolti e nei costi che ne derivano, è rappresentata nel sottostante prospetto:

IMPRESA SERVIZIO AFFIDATO COSTI € COMUNE DI FARINDOLA (Pe) – raccolta stradale dei rifiuti urbani Servizio Tecnico indifferenziati e loro trasporto in impianto di 34.337,47 Consorzio Santa Teresa – trattamento e di smaltimento Farindola (Pe) 30.929,00 DECO S.p.A. – San Giovanni trattamento in impianto TMB e smaltimento Teatino (Ch) dei rifiuti urbani indifferenziati 80.000,00 raccolta differenziata stradale, mediante svuotamento di campane, trasporto e avvio a recupero delle frazioni secche: carta, GEA s.r.l. – L’Aquila plastica e metalli, vetro OLTRE A raccolta, trasporto e avvio a recupero o smaltimento dei rifiuti ingombranti e RAEE 8.228,00 raccolta differenziata degli indumenti HUMANA PEOPLE TO PEOPLE 0,00 IMPORTO COMPLESSIVO AL LORDO DELLE IMPOSTE 153.494,47 FONTE: Servizi comunali tecnico e finanziario

La gestione del Comune di Villa Celiera è esternalizzata mediante affidamento a imprese private. La gestione dei rifiuti è basata quasi esclusivamente sulla intercettazione stradale della frazione del rifiuto urbano indifferenziato. Il territorio è coperto con una distribuzione di tipo vasto di circa n. 150 contenitori carrellati da litri 120, i quali vengono periodicamente svuotati con l’ausilio di un autocarro compattatore e di un autocarro con vasca aperta con una frequenza media di 3 volte a settimana. Unica variante rispetto alla gestione del Comune di Montebello di Bertona è che gli automezzi sopra citati ed impiegati nella raccolta dell’indifferenziato, sono di proprietà del Comune di Villa Celiera che li ha ceduti in comodato all’attuale gestore. I veicoli hanno le seguenti caratteristiche generali: V n. 1 autocarro IVECO FIAT 35 B 1H con sistema di compattazione dei rifiuti: ° motore diesel cilindrata 2500 cc. potenza KW 55, conformità alla normativa antinquinamento EURO 0 (88/77/CEE), data immatricolazione: 12 febbraio 1993, massa massima a carico ammissibile del veicolo Kg. 3500 (PTT), revisione regolare M.C.T.C. data 19 novembre 2013; ° cassone compattatore allestimento C.D.C. CA5 in profilato di lamiera d’acciaio: funzionamento idraulico, capacità mc. 5, volta cassonetti idraulico del tipo DIN 30700 per contenitori da litri 120 a litri 1100; V n. 1 autocarro PIAGGIO con vasca aperta: ° motore diesel cilindrata 1371 cc. potenza KW 28, conformità alla normativa antinquinamento EURO 2 (96/69/CE), data immatricolazione: 6 agosto 2001, massa massima a carico ammissibile del veicolo Kg. 1550 (PTT), revisione regolare; ° vasca allestimento TECNOECOM in alluminio a tenuta stagna: vasca aperta ribaltabile posteriore di capacità mc. 2, stabilizzatori idraulici posteriori, volta cassonetti idraulico per contenitori di litri 120/240/360. I rifiuti indifferenziati vengono conferiti direttamente ad un impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) dove vengono sottoposti a trattamento e avviati a smaltimento finale in parte con recupero di energia. La parte dei servizi affidati ad imprese private riguardano le seguenti raccolte differenziate di alcune frazioni del rifiuto urbano. La raccolta differenziata, con frequenza quadrimestrale, che rappresenta un circuito secondario ed aggiuntivo a quello principale dell’indifferenziato, viene garantita con la dislocazione in modo vasto di n. 15 campane disposte su 5 isole, della capacità di litri 2500 cadauna, che intercettano frazioni secche quali carta mista, plastica e alluminio e vetro. La raccolta dei rifiuti ingombranti e dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche e Elettroniche), è attivata alla bisogna mediante chiamata. La gestione dei rifiuti sul territorio del Comune di Villa Celiera, nei ruoli dei servizi svolti e nei costi che ne derivano, è rappresentata nel sottostante prospetto:

IMPRESA SERVIZIO AFFIDATO COSTI € Comune di Villa Celiera (Pe) 25.586,00 raccolta stradale dei rifiuti urbani Consorzio Santa Teresa – indifferenziati e loro trasporto in impianto di

Farindola (Pe) trattamento e di smaltimento 32.587,00 DECO S.p.A. – San Giovanni trattamento in impianto TMB e smaltimento Teatino (Ch) dei rifiuti urbani indifferenziati 42.911,00 raccolta differenziata stradale, mediante svuotamento di campane, trasporto e avvio a recupero delle frazioni secche: carta, GEA s.r.l. – L’Aquila plastica e metalli, vetro OLTRE A raccolta, trasporto e avvio a recupero o smaltimento dei rifiuti ingombranti e RAEE 2.500,00 IMPORTO COMPLESSIVO AL LORDO DELLE IMPOSTE FONTE: Servizi comunali tecnico e finanziario 103.584,00

13. Perché di un sistema di raccolta differenziata La domanda più ricorrente nel settore organizzativo della raccolta dei rifiuti è “ perché preferire un sistema porta a porta anziché un altro? ”. Fino ad oggi, e di uso ancora corrente, la gestione dei rifiuti urbani è stata improntata esclusivamente nella intercettazione con cassonetti stradali del rifiuto misto indifferenziato. Costi contenuti sia nella raccolta dei rifiuti che nello smaltimento, ampia disponibilità di impianti in cui smaltire i rifiuti (fondamentalmente discariche), semplicità organizzativa dei servizi, scarsa cultura della protezione dell’ambiente. Già con la riforma introdotta dal D.Lgs. 22/97 (cosiddetto Decreto Ronchi), seguita dalla seconda introdotta dal D.Lgs. 152/2006, sono stati riconosciuti i principi fondamentali dettati dall’Unione Europea tra cui il più importante risiede nella necessità di ridurre la produzione dei rifiuti. E’ chiaro che la riduzione della produzione dei rifiuti non investe direttamente le realtà locali, fatte di consumatori finali. Esso deve necessariamente occupare la sfera della programmazione nazionale, la sola a poter incisivamente influire sul mondo dell’economia a cui direttamente afferisce la problematica della sovra produzione dei rifiuti costituita quasi esclusivamente da rifiuti di imballaggi. A livello locale tuttavia è necessario intervenire per regolare i flussi di rifiuto intercettando separatamente le diverse tipologie che lo compongono al fine di convogliarle verso la corretta destinazione di fine ciclo. E’ ormai scientificamente riconosciuto che questo obiettivo non può essere perseguito se non attraverso la separazione a monte dei flussi di raccolta, quindi attraverso la raccolta differenziata, attivabile secondo varie modalità come la raccolta domiciliare o porta a porta, la raccolta stradale (campane o cassonetti), a ritiro per appuntamento, a consegna presso strutture presidiate (stazioni di conferimento, piattaforme, centri di raccolta, ecc.). Esaminiamo velocemente i punti di forza e di debolezza di ciascuno di essi al fine di tentare di superare il dubbio sull’utilizzo di una modalità piuttosto che un’altra. Fondamentalmente i sistemi si classificano in “ a consegna ” e “ a ritiro ” in base alle modalità di conferimento dei rifiuti.

RACCOLTA DEI RIFIUTI URBANI

A CONSEGNA A RITIRO

STRADALE DOMICILIARE

VASTA DI PROSSIMITA’ PORTA A PORTA A PRENOTAZIONE

RACCOLTA A CONSEGNA STRADALE : I sistemi più diffusi di raccolta dei rifiuti urbani sono quelli stradali che siano essi di tipo vasta in cui la dislocazione dei contenitori viene fatta in modo da servire zona a volte anche molto ampie, oppure di prossimità dove i contenitori, di più piccola capacità (solitamente carrellati), vengono distribuiti con una maggiore densità a servire aree sempre più concentrate. In entrambi i casi i contenitori vengono disposti su aree pubbliche che coincidono spesso il bordo delle strade. Essi vengono svuotati periodicamente con autocarri compattatori a caricamento posteriore o mono operatore a caricamento laterale, oppure con autocarri scarrabili muniti di gru (raccolta a campane). PUNTI DI FORZA : V economicità del servizio di raccolta dei rifiuti

PUNTI DI DEBOLEZZA : V scarsa intercettazione dei materiali V scarsa qualità dei materiali intercettati V scarsa disseminazione di contenitori sul territorio V ingombro delle sedi stradali a causa delle dimensioni e del numero dei contenitori V generazione di punti di accumulo e abbandono di rifiuti di qualunque tipologia V assenza di controllo dei flussi da parte del gestore del servizio V inadeguata incidenza sulla riduzione del flusso del rifiuto indifferenziato smaltito in discarica

RACCOLTA A CONSEGNA STRADALE CON ACCESSO INFORMATIZZATO : Una variante a classici sistemi di raccolta stradali è rappresentata da quella ad accesso informatizzato. Nel caso di specie ai cassonetti standard vengono applicati sistemi meccanici a controllo elettronico che permettono il riconoscimento dell’utenza che l’utilizza accedendo mediante card. Il sistema informatico consente di gestire i dati del conferitore al fine di censirne i comportamenti utili all’attuazione di politiche di eco fiscalità. PUNTI DI FORZA : V responsabilizzazione degli utenti V disponibilità continua di flussi di dati sui conferimenti finalizzati sia al controllo che all’applicazione di fiscalità premiante V minori costi del personale addetto alla raccolta rispetto ai sistemi domiciliari V maggiore intercettazione dei materiali

PUNTI DI DEBOLEZZA : V medesimi delle raccolte stradali standard V elevati investimenti in attrezzature V rischio di migrazione ed abbandono di rifiuti V elevati investimenti in termini di comunicazione soprattutto in contesti turistici

RACCOLTA A RITIRO DOMICILIARE o PORTA A PORTA : I sistemi a ritiro sono tipici delle raccolte differenziate domiciliari o porta a porta, in cui gli operatori sono chiamati a ritirare i vari materiali, già separati a monte secondo le specifiche impartite dal Comune, a volte a bordo strada (con svuotamento di piccoli contenitori o raccolta di sacchi) a volte entrando direttamente nelle pertinenze condominiali (con svuotamento di cassonetti o carrellati). Le raccolte domiciliari, quando ben organizzate e gestite, rappresentano il più efficace sistema di intercettazione dei materiali valorizzabili, di responsabilizzazione delle utenze servite, di elaborazione ed attuazione di politiche di tariffazione puntuale. Per contro hanno costi abitante più elevati dato il massiccio impiego di manodopera. PUNTI DI FORZA : V elevata intercettazione quantitativa e qualitativa delle frazioni raccolte V elevata percentuale di raccolta differenziata registrata annualmente V drastico abbattimento dei conferimenti di rifiuto indifferenziato V sistema implementabile anche in presenza di centri storici a viabilità ridotta V elevata efficacia in presenza di territorio a densità industriale, commerciale e terziaria V elevata comodità di conferimento dei rifiuti per l’utenza V elevata flessibilità e personalizzazione del servizio di raccolta V elevato controllo sui flussi conferiti V maggiore visibilità e controllo del servizio V possibilità di effettuare un’informazione continua e permanente V elevata cultura della protezione dell’ambiente V possibilità di elaborare e attuare precise politiche di tariffazione puntuale PUNTI DI DEBOLEZZA : V costi di gestione elevati legati alla caratteristica propria di tali sistemi che prediligono un massiccio impiego di manodopera V disagi per le utenze collegate al fatto di dover gestire contenitori e/o sacchi per la differenziazione dei rifiuti, soprattutto in presenza di condomini V disagi per le utenze legati al fatto di dover esporre i contenitori e/o i sacchi il giorno previsto della raccolta V rischio di migrazione ed abbandono dei rifiuti

RACCOLTA A RITIRO DOMICILIARE SU PRENOTAZIONE : Altra modalità a ritiro è quella che prevede la raccolta, una o più volte in un mese, dei rifiuti a domicilio sulla base di una prenotazione fatta al gestore del servizio tramite telefonata al numero verde o a mezzo mail. Tale servizio è generalmente riservato alla raccolta di quei rifiuti che non rientrano nell’ordinaria gestione domiciliare, parliamo di quelli ingombranti (esempio materassi, mobilio in genere, reti, ecc.), dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche: frigoriferi, congelatori, TV, cucine, lavatrici, lavastoviglie, ecc.), dei materiali derivanti dalla manutenzione dei giardini (sfalci dell’erba, potature, ecc.). PUNTI DI FORZA : V efficace per alcune tipologie di rifiuto (materiali ingombranti, RAEE, scarti di manutenzione del verde, ecc.) PUNTI DI DEBOLEZZA : V non generalizzabile

CENTRO COMUNALE DI RACCOLTA : Una particolare modalità di raccolta a consegna che si sta diffondendo negli ultimi anni è quella in cui l’utente conferisce i propri rifiuti in punti sorvegliati e presidiati. Parliamo dei centri comunali di raccolta anche detti ecocentri, riciclerie, stazioni ecologiche, ecc. In tali aree i cittadini possono conferire, in giornate ed orari stabiliti, qualsiasi tipologia di rifiuto appartenente al circuito urbano. Generalmente i centri sono dotati di sistemi di riconoscimento delle utenze e di pese per garantire i limiti di conferimento prescritti e la contabilizzazione. PUNTI DI FORZA : V elevata flessibilità d’uso V impatto positivo sulle utenze V elevata possibilità di intercettazione dei materiali V elevata qualità dei materiali intercettati V possibilità di elaborare e attuare precise politiche di tariffazione puntuale

PUNTI DI DEBOLEZZA : V elevati costi di investimento V rischio di conferimenti impropri fuori dei giorni e degli orari di apertura

RACCOLTA MEDIANTE CENTRO MOBILE : Una variante al centro di raccolta fisso è rappresentata da quello mobile. In giorni ed orari stabiliti il gestore dei rifiuti urbani posiziona in punti ad elevata urbanizzazione una struttura mobile costituita da un container attrezzato ad accogliere i conferimenti delle varie frazioni differenziate consegnate dalle utenze. PUNTI DI FORZA : V elevato impatto comunicazionale V elevate intercettazioni qualitative dei materiali conferiti V possibilità di posizionamento in aree differenti del territorio in base alla densità della popolazione residente PUNTI DI DEBOLEZZA : V elevati costi di investimento rispetto alle quantità intercettabili V possibilità di conferimento solo in giorni e orari rigidamente stabiliti V limitazione alle sole tipologie di rifiuto di volumi ridotti

RACCOLTA MEDIANTE WASTEMAT : Ulteriore variante al centro di raccolta fisso e mobile è rappresentata da quello denominato Wastemat. Queste sono strutture, aventi tipicamente le caratteristiche e le dimensioni di un container, dotate all’interno di circa 6 cassonetti uno per tipologia di materiale conferibile. L’accesso al deposito nei cassonetti è regolato dall’esterno mediante un sistema di aperture comandate da sistemi meccanici ed informatici. L’utente, dopo essersi fatto riconoscere solitamente mediante un card personale, chiede alla struttura di poter conferire una o più tipologie di materiali. Una volta conferito il materiale, il software di gestione ne rileva il peso e lo associa all’utente. Un sistema di videosorveglianza controlla sui comportamenti dell’utente.

PUNTI DI FORZA : V economicità del servizio di raccolta dei rifiuti V responsabilizzazione degli utenti V disponibilità continua di flussi di dati sui conferimenti finalizzati sia al controllo che all’applicazione di fiscalità premiante V minori costi del personale addetto alla raccolta rispetto ai sistemi domiciliari V maggiore intercettazione dei materiali rispetto ai sistemi di raccolta stradali V possibilità di elaborare e attuare precise politiche di tariffazione puntuale

PUNTI DI DEBOLEZZA : V elevati costi di investimento rispetto alle quantità intercettabili V limitazione alle sole tipologie di rifiuto di volumi ridotti V scarsa disseminazione di contenitori sul territorio V ingombro delle aree pubbliche a causa delle dimensioni e del numero dei contenitori V rischio di migrazione ed abbandono di rifiuti

A conclusione di questo breve esame delle possibili metodologie e tecniche applicabili alle raccolte dei rifiuti urbani e assimilabili, emerge chiaro che le raccolte domiciliari sono quelle più efficaci e quelle che maggiormente si predispongono allo studio e l’implementazione di politiche di tariffazione puntuale. Le raccolte stradali sono più economiche ma sono caratterizzate da basse prestazioni ambientali; l’intercettazione quantitativa e qualitativa dei materiali sono basse e non permettono l’attuazione di politiche tariffarie. Le raccolte stradali ad accesso controllato (cassonetti informatizzati, wastemat, centri mobili) hanno un valore se affiancate ai sistemi di raccolta domiciliari in quanto permettono di affrontare e risolvere criticità specifiche come quelle che si presentano nei grandi condomini, nelle grandi utenze come le attività economiche legate al turismo (strutture ricettive). Le raccolte domiciliari su appuntamento hanno il limite di essere applicabili a specifiche categorie di rifiuti (es. ingombranti, RAEE, verde, ecc.), quindi vanno ad affiancare i comuni sistemi domiciliari. I centri di raccolta, pur essendo strutture strategiche nella gestione dei rifiuti, integrano i sistemi domiciliari stessi.

14. ASPETTI DELLA RACCOLTA DOMICILIARE L’implementazione di un servizio di raccolta domiciliare o porta a porta determina per la collettività interessata una fase di disorientamento che fa percepire questo come un ulteriore quanto inutile sacrificio chiesto dall’Amministrazione Pubblica ai suoi cittadini. Tale cambiamento ha effetti sia sulla popolazione interessata che sugli operatori che vedono trasformato un comportamento routinario. E’ chiaro che la buona riuscita di un simile servizio passa attraverso tre regole fondamentali: 1. predisporre un’efficace comunicazione 2. predisporre un’efficace formazione del personale addetto alla raccolta 3. organizzare un servizio puntuale allo stesso tempo flessibile La prima fase di un’efficace sistema di comunicazione passa attraverso una campagna di informazione che partendo dalle scuole presenti sul territorio, esca dal nucleo centrale della città e interessi i singoli territori interessati. Particolare attenzione deve essere posta, da parte del gestore del servizio, nella fase dell’avvio del servizio. Il personale dovrà essere formato e motivato adeguatamente e pronto a rispondere alle richieste, che in massa, perverranno dalle utenze. In effetti, dopo la fase preparatoria dei kit delle dotazioni da consegnare alle utenze, il personale addetto effettuerà la materiale consegna porta a porta. Questa costituisce una fase estremamente delicata in quanto è a questo punto che l’utenza, colta da mille dubbi riversa sull’operatore tutte le domande e cerca risposte che riducano lo stato di ansia che si genera, spesso in maniera ingiustificata. Ed è proprio in questa fase che l’operatore dovrà utilizzare il giusto approccio e tranquillizzare il cittadino. Questa rappresenta la seconda fase della comunicazione istituzionale, forse la più importante perché capillare, non è importante se l’operatore, nel consegnare il kit, impiega 5 minuti anziché uno. E’ importante che il risultato sia quello di aver ridotti le criticità e le possibili conflittualità successive all’attivazione del servizio. Per ultimo un buon servizio è quello che viene reso puntualmente in maniera flessibile. I servizi domiciliari non sono servizi rigidi, ma estremamente flessibili. Successivamente alla loro attivazione devono poter predisporsi ad eventuali assestamenti in corso. D'altra parte, come già detto, l’iniziale disorientamento dell’utenza, se opportunamente recepito e fronteggiato, viene gradualmente superato una volta assimilato e messo a regime. E’ ovvio per esperienza che tali assestamenti possono interessare il primo mese di avvio del servizio, entro il quale l’abilità dell’organizzazione riesce a superarlo ponendo in essere i dovuti accorgimenti. I risultati ottenibili dall’implementazione di un sistema di raccolta domiciliare sono molteplici: riduzione del rifiuto conferito in discarica; incremento dell’avvio a recupero dei materiali valorizzabili; migliore qualità, rispetto ad altri sistemi di raccolta, dei rifiuti raccolti in maniera differenziata; incremento dell’intercettazione dei rifiuti pericolosi e di quelli ingombranti; responsabilizzazione individuale con presa di coscienza della propria produzione di rifiuti; educazione ambientale della cittadinanza al rispetto dell’ambiente; crescita occupazionale; offerta di un servizio sistematico e puntuale che permetta all’utenza di conferire il proprio rifiuto comodamente senza dover scendere in strada alla ricerca del contenitore; contatto diretto con gli operatori e il gestore del servizio; riduzione della spesa di smaltimento in discarica; maggiore efficienza del servizio; possibilità in futuro di adottare un sistema di tassazione col sistema tariffario puntuale; concretezza e visibilità dell’Amministrazione Comunale sui temi ambientali; incremento ed attendibilità delle informazioni in possesso dell’amministrazione in materia di gestione dei rifiuti. Affinché un sistema di raccolta differenziata domiciliare produca i migliori risultati possibili, partendo dal presupposto che una corretta gestione dei rifiuti osserva la seguente gerarchia: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo come ad esempio il recupero d’energia, smaltimento, ciascuna Amministrazione Pubblica dovrebbe valutare la possibilità di: V implementare un sistema di informazione e sensibilizzazione continui verso la diffusione della cultura della prevenzione; V realizzare strutture cruciali per l’efficacia e l’efficienza delle raccolte domiciliari come i centri di raccolta dei rifiuti e i centri del riuso; V promuovere accordi con la grande distribuzione presente sul territorio per realizzazione di sistemi per l’intercettazione differenziata degli imballaggi e di altri materiali; V porre a carico del gestore del servizio di raccolta dei rifiuti, parzialmente o in toto, il costo dei conferimenti alla discarica, ad impianto di smaltimento finale e ad impianto di trattamento prima dello smaltimento finale; in tal caso si dovrebbero valutare con attenzione le tariffe a cui si affidano tali servizi al gestore affinché non siano ne troppo alti ne troppo bassi in quanto il mercato dello smaltimento dei rifiuti ci ha abituati a continue oscillazioni a volte incontrollabili; l’ideale sarebbe far coincidere il gestore della raccolta con la titolarità dell’impianto di trattamento e smaltimento; ma anche in questo caso non si avrebbe la garanzia della corretta gestione del ciclo dei rifiuti in quanto spesso i canoni dei servizi riescono a stento a coprire i costi degli stessi; V far incassare direttamente al gestore il ricavato della vendita alle piattaforme di conferimento delle varie frazioni della raccolta differenziata ed i contributi eventualmente versati dal CONAI; V riservare al gestore premialità direttamente collegate al raggiungimento di elevati valori di qualità delle frazioni di raccolta differenziata o al graduale raggiungimento di obiettivi di aumento delle percentuali di raccolta differenziata; V riservare alle utenze premialità collegate al minor conferimento dei rifiuti indifferenziati e ad una maggiore qualità di quelli differenziati.

15. ANALISI PROGETTUALE Nel rispetto della premessa al presente progetto, la stesura dello stesso è stata effettuata procedendo preliminarmente per ciascun comune interessato: alle analisi del quadro normativo di riferimento nazionale e regionale, dei dati di origine, dei territori, delle tipologie di utenze, della stima merceologica e dei flussi di rifiuti, dei costi sostenuti dalle civiche amministrazioni per il mantenimento delle gestioni antecedenti la revisione. Successivamente alla scelta del tipo di servizi da effettuare, l’analisi delle caratteristiche, redazione del quadro economico dei costi e dei ricavi derivanti dall’implementazione della nuova gestione. Come già detto in precedenza non bisogna dimenticare che nel progettare le specifiche misure da intraprendere dipendono dal contesto territoriale e che in alcuni luoghi misure quali sistemi di raccolta differenziata spinta possono rivestire carattere di complessità o comportare costi non trascurabili essendo basati sul massiccio impiego di manodopera, veicoli e attrezzature.

16. SCELTA DEI SERVIZI DA IMPLEMENTARE Nel caso specifico ci troviamo di fronte a territori tipicamente pedemontani, con limiti forti alla viabilità che li collega ai centri di maggiore interesse, architetture tipiche dei centri agricoli con un capoluogo, coincidente con i centri storici, e abitati molto disseminati e sparsi. A ciò bisogna aggiungere un fattore molto importante che influisce sulla scelta e il dimensionamento dei servizi, le scarse risorse economiche a disposizione delle amministrazioni comunali. La raccolta porta a porta, come detto in precedenza, deve essere comunque applicata almeno alla frazione residua e a quella umida dei rifiuti domestici. In tal caso è d’obbligo procedere alla copertura territoriale almeno del 70%. In questo caso rimarrebbe quale obiettivo di miglioramento successivo quello aumentare la qualità della frazioni secche valorizzabili integrando i circuiti esistenti. Tuttavia coprire una percentuale così alta del territorio con una raccolta secco/umido, vedrebbe coinvolti grandi porzioni dei rispettivi territori scarsamente urbanizzati con costi elevati nei servizi rispetto ai benefici ricevuti in termini di materiali differenziati raccolti (soprattutto per ciò che concerne la frazione organica del rifiuto). In tali contesti è necessario, per poter razionalizzare i costi e ottimizzare i servizi, far in modo che tipologie diverse di servizi coesistino in un unico progetto di gestione ambientale, che si predisponga alla flessibilità di future revisioni. La scelta della nuova gestione dei rifiuti, in prima istanza, subentrerà al contesto attuale con l’inserimento della modalità di raccolta porta a porta limitata ai soli capoluoghi dei comuni, della raccolta sull’intero territorio dei comuni dei beni ingombranti con modalità a prenotazione, la raccolta selettiva di rifiuti urbani pericolosi (piccoli accumulatori e farmaci scaduti). Non contemplerà la realizzazione e la gestione di centri di raccolta. Nello specifico vediamo come saranno articolati i servizi scelti e che dovranno essere gestiti da un unico soggetto in maniera associata:

RACCOLTA DIFFERENZIATA DOMICILIARE (porta a porta) Aree servite Descrizione dei servizi Raccolta Raccolta Raccolta Raccolta domiciliare domiciliare delle domiciliare del domiciliare e della frazione frazioni multi vetro presso le trasporto della organica materiale utenze frazione secca presso le valorizzabili del domestiche e residua utenze rifiuto urbano quelle (indifferenziato ) domestiche e (carta e cartone, economiche. presso le utenze quelle plastica e metalli ) domestiche ed economiche presso le utenze economiche. domestiche e quelle Aree economiche. alta Capoluogo Sono Sono comprese le Sono comprese Sono comprese le densità comprese le attrezzature da le attrezzature attrezzature da attrezzature consegnare alle da consegnare consegnare alle da consegnare utenze: mastelli alle utenze: utenze: mastelli alle utenze: da litri 40 – mastelli da litri da litri 40 - mastelli da litri sacchetti in 40 – sacchetti in contenitori 10 - mastelli polietilene da litri polietilene da carrellati da litri da litri 25 - 120 - contenitori litri 120 - 120 sacchi in carrellati da litri contenitori e da litri240 mater-bi 120 e da litri 240 carrellati da litri 120 e da litri 240 Frequenze di raccolta 2 gg./7 gg. 1 gg./7 gg. 2 gg./30 gg. 1 gg./7 gg.

La raccolta della frazione organica o umida dei rifiuti solidi urbani per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, non domestiche, quelle pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), verrà garantita con il sistema domiciliare “porta a porta”, mediante prelievo, nei giorni e nelle ore fissati da calendario, del sacchetto dai contenitori assegnati in dotazione alle utenze stesse e da queste esposti, che avverrà al piano terra di ogni stabile, nella parte esterna della recinzione lungo il marciapiede o la strada o in spazi autorizzati dal servizio comunale competente ovvero all’interno dell’area condominiale in appositi spazi dove trovano collocazione i contenitori per le varie frazioni merceologiche all’uopo predisposti dall’impresa previo accordo con i condomini stessi. Per il corretto funzionamento del servizio, a ciascuna utenza domestica verrà consegnato, con la formula del comodato d’uso gratuito, un kit composto da: un sottolavello areato da litri 10/12 e un mastello da litri 25. Inoltre verranno annualmente consegnati almeno n. 208 sacchetti in mater-bi da litri 12. A ciascuna utenza economica interessata al conferimento della frazione organica verrà consegnato un contenitore carrellato da litri 80 e annualmente almeno n. 208 sacchetti in mater-bi da litri 100. Ciascun utente avrà l’obbligo di custodire le attrezzature consegnate e di provvedere alla pulizia dei contenitori a questo assegnati per il conferimento del rifiuto.

La raccolta del vetro per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, non domestiche, quelle pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), verrà garantita con il sistema domiciliare “porta a porta”, mediante svuotamento, nei giorni e nelle ore fissati da calendario, dei contenitori assegnati in dotazione alle utenze stesse e da queste esposti, che avverrà al piano terra di ogni stabile, nella parte esterna della recinzione lungo il marciapiede o la strada o in spazi autorizzati dal servizio comunale competente ovvero all’interno dell’area condominiale in appositi spazi dove trovano collocazione i contenitori per le varie frazioni merceologiche all’uopo predisposti dall’impresa previo accordo con i condomini stessi. Per il corretto funzionamento del servizio, a ciascuna utenza domestica verrà consegnato, con la formula del comodato d’uso gratuito, un mastello da litri 40. A ciascuna utenza economica interessata al conferimento del vetro verrà consegnato un contenitore carrellato da litri 120 o da litri 240. Ciascun utente avrà l’obbligo di custodire le attrezzature consegnate e di provvedere alla pulizia dei contenitori a questo assegnati per il conferimento del rifiuto.

La raccolta delle altre frazioni valorizzabili quali la carta, il cartone, la plastica, l’alluminio e la banda stagnata, con il metodo del conferimento multi materiale leggero, per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, non domestiche, quelle pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), verrà garantita con il sistema domiciliare “porta a porta”, mediante prelievo, nei giorni e nelle ore fissati da calendario, dei sacchi o svuotamento dei contenitori assegnati in dotazione alle utenze stesse e da queste esposti, che avverrà al piano terra di ogni stabile, nella parte esterna della recinzione lungo il marciapiede o la strada o in spazi autorizzati dal servizio comunale competente ovvero all’interno dell’area condominiale in appositi spazi dove trovano collocazione i contenitori per le varie frazioni merceologiche all’uopo predisposti dall’impresa previo accordo con i condomini stessi. Per il corretto funzionamento del servizio, a ciascuna utenza domestica verranno consegnati annualmente n. 52 sacchetti in polietilene da litri 120. A ciascuna utenza economica interessata al conferimento delle frazioni valorizzabili verrà consegnato un contenitore carrellato da litri 120 o da litri 240. Ciascun utente avrà l’obbligo di custodire le attrezzature consegnate e di provvedere alla pulizia dei contenitori a questo assegnati per il conferimento del rifiuto.

La raccolta della frazione secca residua per tutte le utenze domestiche residenti e turistiche, non domestiche, quelle pubbliche (uffici pubblici, strutture pubbliche, istituti scolastici, mense, ecc.), verrà garantita con il sistema domiciliare “porta a porta”, mediante svuotamento, nei giorni e nelle ore fissati da calendario, dei contenitori assegnati in dotazione alle utenze stesse e da queste esposti, che avverrà al piano terra di ogni stabile, nella parte esterna della recinzione lungo il marciapiede o la strada o in spazi autorizzati dal servizio comunale competente ovvero all’interno dell’area condominiale in appositi spazi dove trovano collocazione i contenitori per le varie frazioni merceologiche all’uopo predisposti dall’impresa previo accordo con i condomini stessi. Per il corretto funzionamento del servizio, a ciascuna utenza domestica verrà consegnato, con la formula del comodato d’uso gratuito, un mastello da litri 40. A ciascuna utenza economica interessata al conferimento del secco residuo verrà consegnato un contenitore carrellato da litri 120 o da litri 240. Ciascun utente avrà l’obbligo di custodire le attrezzature consegnate e di provvedere alla pulizia dei contenitori a questo assegnati per il conferimento del rifiuto. Sono esclusi dai circuiti sopra descritti i rifiuti speciali non assimilati e i rifiuti speciali pericolosi di cui al comma 3 dell’art 184 del D.L.vo n. 152/2006 e s.m.i. provenienti da attività produttive e commerciali ovvero originati dal circuito di produzione non domestica, i quali debbono essere smaltititi a totale carico del produttore/detentore, esclusi quelli prodotti dalla attività interne di manutenzione dei beni di proprietà degli Enti.

RACCOLTA STRADALE DEI RIFIUTI Aree servite Descrizione dei servizi Raccolta Raccolta e trasporto Compostaggio differenziata e della frazione domestico ove trasporto delle indifferenziata del praticabile, comprese frazioni valorizzabili rifiuto urbano da le attrezzature del rifiuto urbano conferimento (compostiera da litri Aree a (carta e cartone, stradale in 300) da consegnare bassa Frazioni plastica e metalli, contenitori carrellati alle utenze densità vetro) da da litri 120 e da litri conferimento 240 di prossimità selettivo stradale in campane da litri 2500 Raccolta e trasporto Compostaggio della frazione domestico ove indifferenziata del praticabile, comprese rifiuto urbano da le attrezzature Aree vaste Campagne conferimento (compostiera da litri stradale in 300) da consegnare contenitori carrellati alle utenze da litri 120 e da litri 240 Frequenze di raccolta Trimestrale 2 gg./7 gg. -

Nelle restanti aree classificate come a bassa o scarsa densità, come le frazioni e le località più popolose dei rispettivi comuni, e aree vaste o campagne, verranno mantenute per quanto possibile le medesime tecniche già in atto in ciascun territorio.

La raccolta differenziata della carta e del cartone, della plastica e del vetro , verrà garantita col metodo stradale a campane da litri 2500 già dislocate. Le campane esistenti sui territori dei comuni verranno svuotate, per singola tipologia di materiale, mediante autocarro con gru e cassone. Sarà compito degli addetti al servizio provvedere alla pulizia dell’area circostante al punto di conferimento ed alla raccolta di tutti i rifiuti che per qualsiasi motivo (intemperie, atti di vandalismo, animali randagi, residui caduti durante le operazioni di svuotamento delle campane,

ecc.) si trovassero sparsi sul suolo.

La raccolta della frazione indifferenziata mista , verrà garantita col metodo stradale a contenitori carrellati da litri 120/240 presenti sui territori dei rispettivi comuni. I contenitori verranno svuotati mediante ausilio di autocarro compattatore e trasportati presso gli impianti di trattamento/recupero o smaltimento individuati dai comuni stessi. Sarà compito degli addetti al servizio provvedere alla pulizia dell’area circostante al punto di conferimento ed alla raccolta di tutti i rifiuti che per qualsiasi motivo (intemperie, atti di vandalismo, animali randagi, residui caduti durante le operazioni di svuotamento dei contenitori, ecc.) si trovassero sparsi sul suolo.

In tali aree, ove praticabile, è opportuno promuovere la pratica del compostaggio . La pratica del compostaggio non fa altro che riprodurre ciò che avviene quotidianamente in natura. Le sostanze organiche prodotte e non più utili alla vita (come le foglie secche, le feci, le spoglie animali, ecc.), vengono decomposte ad opera di microrganismi e insetti presenti in natura. Nel compostaggio ciò viene riprodotto in maniera controllata e con tempi ridotti. L’utilità di tale pratica, se correttamente posta in essere, rappresenta un buon contributo alla riduzione dei rifiuti da trattare e smaltire, alleggerendo il carico ambientale determinato dai processi industriali degli impianti stessi e dallo smaltimento mediante impiego di discariche. Quindi gli scarti delle cucine, foglie secche, fiori appassiti, piante morte, sfalci d’erba, rametti, trucioli, segatura, cortecce, potature, ecc. possono essere impiegati in questo ciclo. Nel compostaggio domestico attrezzatura principe è il composter , un contenitore dotato di coperchio, in alto, utile al caricamento del materiale da compostare e di uno sportellino laterale, in basso, da cui si può prelevare il compost maturo. Le pareti solitamente sono fessurate in modo da garantire sempre la giusta circolazione dell’aria al suo interno; è fondamentale che i materiali da compostare siano sempre ben ossigenati in modo tale da permettere ai microrganismi di lavorare in condizioni ottimali. L’uso del composter ha degli aspetti positivi quali: la possibilità di compostare quantità anche piccole di materiale, il processo risente meno degli abbassamenti della temperatura, è posizionabile anche in spazi ridotti, la formazione del compost avviene in tempi brevi. Utilizzando il composter, nell’arco di un anno si possono prevedere due cicli di compostaggio. Uno da settembre a marzo (7 mesi di ciclo invernale) e uno da aprile ad agosto (5 mesi di ciclo estivo). Al termine di questi due periodi di potrà svuotare completamente il contenitore e sottoporre il contenuto a vagliatura. Il compost vagliato potrà essere utilizzato negli orti e nei giardini. Il compostaggio domestico potrà essere agevolmente implementato in quanto individuati ciascun ente è stato individuato dalla Provincia di Pescara tra i comuni assegnatari di contributi ricadenti nelle aree C e D del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti 2011/2015 per la promozione del compostaggio domestico e di comunità (deliberazione della Giunta Provinciale n. 78/2012).

RACCOLTA COMUNE ALL’INTERO TERRITORIO Aree servite Descrizione dei servizi Raccolta selettiva Raccolta domiciliare, Raccolta differenziata e stradale delle previa prenotazione trasporto delle frazioni frazioni urbane telefonica, e organica, valorizzabili pericolose quali pile trasporto dei rifiuti (carta e cartone, plastica (piccoli ingombranti (RAEE, e metalli, vetro) e secca accumulatori) e materassi, mobilio, residua (indifferenziato), farmaci scaduti, reti, grandi comprese le trasporto e oneri di imballaggi, ecc.), attrezzature (carrellati smaltimento, verde (scarti della da litri 120 e litri 240) da Territori Comunali comprese le manutenzione dei posizionare in occasioni attrezzature giardini privati e dei mercati settimanali (contenitori da litri aree pubbliche) 10 per pile e da litri presso le utenze 80 per i farmaci) da domestiche ed collocare negli economiche esercizi commerciali e strutture pubbliche Frequenze di raccolta Mensile Mensile Specifiche esigenze

La raccolta selettiva di tipo stradale ha come obiettivo intercettare quei rifiuti urbani classificati pericolosi in quanto contenenti sostanze inquinanti e pericolose. Ci si riferisce ai farmaci scaduti e non, pile domestiche e piccoli accumulatori, gli imballaggi e contenitori sul cui retro vengono apposte delle etichettature particolari ad indicare il contenuto di sostanze pericolose per l’ambiente e la salute umana, corrosive, irritanti, infiammabili, ecc. Il servizio consta dello svuotamento periodico di contenitori stradali muniti di sistemi che consentano il conferimento dei rifiuti in totale sicurezza e impediscano che gli stessi possano essere facilmente estratti dagli stessi. In ciascun territorio vengono previste le installazioni di due punti a costituire isole ecologiche multi raccolta, dotate di contenitori da litri 100 separati per ciascuna tipologia di rifiuto raccolto.

La raccolta domiciliare dei rifiuti ingombranti e dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) si intendono quei rifiuti “voluminosi e ingombranti” prodotti nell’ambito domestico, quali materassi, mobili, divani, reti metalliche, ecc. ed altri ingombranti, comprendenti anche i beni durevoli (RAEE), identificati dall’art. 227, lettera a), del D.L.vo 152/2006 e ss.mm.ii. quali sono i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche che per un corretto funzionamento dipendono dall'energia elettrica e appartengono a una delle seguenti categorie: grandi elettrodomestici; piccoli elettrodomestici; apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni; apparecchiature di consumo; apparecchiature di illuminazione; strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni); giocattoli e apparecchiature per lo sport e per il tempo libero ed altri. Il servizio verrà reso, previa prenotazione telefonica o tramite mail da parte dell’utente. La richiesta dell’utenza per singolo ritiro non potrà eccedere il numero di tre pezzi (si considera pezzo unico ad esempio un materasso, una rete da letto, un armadio anche se smontato in più parti, un comodino, un comò, un tavolo, una sedia. Una cucina componibile a parete è da considerarsi già formata da almeno tre pezzi). Oltre i tre pezzi l’impresa concorderà con gli Enti una tariffa per il pagamento degli ulteriori ritiri da comunicare alle utenze. La limitazione al numero delle quantità prelevabili a domicilio è opportuna al fine di garantire che tutti gli utenti in lista possano beneficiare del servizio nel modo più efficiente possibile. E’ previsto che il ritiro venga eseguito direttamente presso l’abitazione dell’utente a piano strada; qualora per problemi legati all’orario del servizio non fosse possibile reperire l’utenza, verrà richiesto il deposito dell’ingombrante sul suolo stradale in adiacenza all’abitazione. In questo caso farà parte del servizio la pulizia del punto di conferimento.

In ciascun capoluogo dei comuni interessati sono attivi mercati settimanali che si tengono rispettivamente:

Montebello di Bertona Civitella Casanova Farindola Villa Celiera DOMENICA DOMENICA VENERDI MARTEDI

Il servizio di igiene dovrà essere improntato alla raccolta differenziata delle medesime frazioni raccolte nei capoluoghi porta a porta. All’uopo, per ciascun comune, verrà allestita almeno un’isola ecologica, munita di almeno n. 5 contenitori: • un contenitore da litri 1000 per carta e cartone • un contenitore da litri 1000 per plastica e metalli • un contenitore da litri 240 per l’organico • un contenitore da litri 240 per il vetro • un contenitore da litri 1000 per il secco residuo Il servizio di raccolta dei rifiuti nelle aree dei mercati dovrà essere garantito tutto l’anno, avendo cura di eseguirlo al termine delle attività di vendita ed a zona di mercato sgombra. Al termine dei mercati, oltre la raccolta dei rifiuti, occorrerà garantire anche la raccolta, mediante spazzamento manuale o meccanico, dei rifiuti eventualmente giacenti nelle aree interessate dagli eventi.

17. TRASPORTO E CONFERIMENTO A SMALTIMENTO/RECUPERO DEI RIFIUTI Tutti i rifiuti destinati allo smaltimento o al recupero dovranno essere trasportati e conferiti agli impianti di stoccaggio e/o trattamento/smaltimento concordati con il Comune o fissati dall’Autorità d’Ambito Territoriale o altro organismo sovra comunale, nel rispetto degli orari e delle disposizioni impartite dai gestori degli impianti stessi. Il trasporto ed il conferimento agli impianti comprende l’onere della pesatura ed ogni qualsivoglia onere e/o prestazione necessaria ad eseguire perfettamente il servizio. Se i trasporti sono effettuati all’interno del territorio dell’Autorità d’Ambito di appartenenza (comunque definita), o se all’esterno di detto territorio, entro un raggio di 140 km. (calcolato lungo la strada più breve e considerandosi inclusi i percorsi di andata e ritorno) dal confine del territorio comunale, il trasporto e la consegna sono sempre da intendersi compresi nel corrispettivo del servizio. Oltre tale distanza scatterà una compensazione con l’importo espresso in tonnellata/km. Gli oneri di trasporto delle frazioni valorizzabili (carta, cartone, plastica, alluminio, metalli, vetro) indipendentemente dal bacino e dalla distanza, sono compresi nel prezzo forfetario del servizio. Sono a carico di ciascun Ente le spese di smaltimento e recupero dei seguenti rifiuti: frazione organica, frazione secca residua, ingombranti (esclusi RAEE), scarti verdi, legno diverso da quello proveniente dalle manutenzioni di parchi, giardini e vie pubbliche, pneumatici, inerti. Sono a carico/ricavo della gestione tutti gli oneri e/o i ricavi, nessuno escluso, per il trasporto, la selezione, lo smaltimento e/o il trattamento degli altri rifiuti oggetto del presente appalto recuperabili e non recuperabili (RUP). Sono a carico della gestione anche i costi di smaltimento di eventuali sovvalli derivati dalla lavorazione dei rifiuti di cui al comma precedente. Spetta alla gestione l’incasso dei corrispettivi derivanti dalla cessione delle frazioni recuperabili sulla base della sottoscrizione delle convenzioni previste nell’ambito dell’accordo quadro A.N.C.I./CONAI.

18. COMPOSIZIONE DEI RIFIUTI Si consideri che la composizione merceologica dei rifiuti urbani (in peso e in volume) sta cambiando negli ultimi anni con la crescita delle frazioni secche (carta, plastica, vetro, metalli) rispetto alla frazione organica. Da un confronto di diverse analisi sulla composizione in peso dei rifiuti, l’organico rappresenta circa il 30%, la plastica e gomma rappresentano circa il 11-15%, la carta-cartone il 20-25%, il vetro il 7-10% e i metalli rappresentano il 3-5% dei rifiuti urbani. L'analisi della densità e del volume medio delle diverse tipologie di rifiuti produce una differenza sostanziale di presenza dei diversi materiali registrati nei cassonetti: la plastica rappresenta circa il 55% in volume del totale del volume di RSU, mentre la carta circa il 18%. Complessivamente la carta e la plastica rappresentano il 70% del volume dei rifiuti alla raccolta. All'opposto, l'organico, che in peso è circa il 30% degli RSU, in volume occupa circa il 10%; il vetro, che in peso rappresenta il 9%, occupa in volume solo l'1,5%. Si rileva però anche come nella dinamica temporale e dunque nelle variazioni percentuali medie annuali siano proprio la plastica e l’alluminio i materiali che hanno avuto una crescita maggiore, superiori ai cellulosici (che comunque contano un significativo 42% di crescita) e al vetro (14%) che tende verso una stagnazione. In generale è da rilevare come a parità di peso crescano i volumi perché aumentano gli ingombranti, i materiali leggeri, i prodotti “usa e getta” e si abbassa la densità media del rifiuto (da 100 a 80 Kg/mc). Ai fini del presente progetto e per le analisi dei flussi di rifiuto si sono presi a riferimento i valori di composizione dei rifiuti riportati nella tabella seguente e desunti da esperienze in territori similari e confrontati con le ipotesi dei piani regionali e provinciali di gestione rifiuti del territorio.

Analisi Produzione rifiuti (kg./anno) Tipologia di rifiuto merceologica MONTEBELLO CIVITELLA FARINDOLA VILLA CELIERA (%) DI BERTONA CASANOVA Frazione organica utenze domestiche 28 86.283,96 174.756,40 134.895,04 72.968,28 Frazione organica utenze non domestiche 2 6.163,14 12.482,60 9.635,36 5.212,02 Frazione organica da auto compostaggio 5 15.407,85 31.206,50 24.088,40 13.030,05 Verde 5 15.407,85 31.206,50 24.088,40 13.030,05 Carta utenze domestiche 8 24.652,56 49.930,40 38.541,44 20.848,08 Carta servizi pubblici 2 6.163,14 12.482,60 9.635,36 5.212,02 Cartone commerciale 5,5 16.948,64 34.327,15 26.497,24 14.333,06 Plastica 10 30.815,70 62.413,00 48.176,80 26.060,10 Vetro 8 24.652,56 49.930,40 38.541,44 20.848,08 Alluminio 1 3.081,57 6.241,30 4.817,68 2.606,01 Tessili 2 6.163,14 12.482,60 9.635,36 5.212,02 Metalli 5 15.407,85 31.206,50 24.088,40 13.030,05 Legno 5 15.407,85 31.206,50 24.088,40 13.030,05 Ingombranti 2 6.163,14 12.482,60 9.635,36 5.212,02 RAEE 2 6.163,14 12.482,60 9.635,36 5.212,02 RUP (pile, farmaci, T/F) 0,5 1.540,79 3.120,65 2.408,84 1.303,01 Inerti 1 3.081,57 6.241,30 4.817,68 2.606,01 Accumulatori al piombo 0,5 1.540,79 3.120,65 2.408,84 1.303,01 Pneumatici 0,5 1.540,79 3.120,65 2.408,84 1.303,01 Sottovaglio e altri 7 21.570,99 43.689,10 33.723,76 18.242,07 TOTALE 100 308.157,00 624.130,00 481.768,00 260.601,00

19. OBIETTIVI Obiettivo del nuovo sistema non è quello di eguagliare il limite minimo di raccolta differenziata fissato dalla normativa vigente al 65%. Le criticità dei contesti territoriali già esaminati e la scarsità di risorse finanziarie da investire per la riconversione delle gestioni esistenti, pongono quale obiettivo non più quello normativo quanto uno di carattere ambientale. Così il territorio interessato da tale rivoluzione si limita ai centri urbani principali, coincidenti con i capoluoghi di ciascun comune, e la percentuale da perseguire viene rivista al ribasso e fissata al 45%. Le politiche comunitarie e nazionali in tema di rifiuti si concentrano sempre più sugli obiettivi della prevenzione e riduzione degli stessi, così i territori sparsi che si più si prestano vengono interessati dall’implementazione della pratica del compostaggio domestico diffuso. Per arrivare a stabilire un obiettivo veritiero è stata fatta una attenta analisi del territorio, con particolare riferimento alla produzione dei rifiuti ed ai risultati di raccolta differenziata già ottenuti. Sulla base dei dati disponibili viene stimato il grado di intercettazione dei materiali in ciascun territorio comunale. Da tali dati viene poi calcolato il flusso di materiali attesi e quindi le percentuali di raccolta differenziata conseguenti per l’intero territorio, come riepilogato di seguito. Premettiamo che il compostaggio domestico, che sarà attivato da subito in particolare nelle aree rurali, viene computato come diminuzione del quantitativo conferito a discarica. Nella tabella seguente riportiamo la struttura di calcolo per la stima degli obiettivi di intercettazione nei singoli comuni.

Obiettivo Produzione rifiuti (kg./anno) Tipologia di rifiuto intercettazione MONTEBELLO CIVITELLA FARINDOLA VILLA CELIERA (%) DI BERTONA CASANOVA Frazione organica utenze domestiche 40 34.513,58 69.902,56 53.958,02 29.187,31 Frazione organica utenze non domestiche 15 924,47 1.872,39 1.445,30 781,80 Frazione organica da auto compostaggio 100 15.407,85 31.206,50 24.088,40 13.030,05 Verde 70 10.785,50 21.844,55 16.861,88 9.121,04 Carta utenze domestiche 30 7.395,77 14.979,12 11.562,43 6.254,42 Carta servizi pubblici 70 4.314,20 8.737,82 6.744,75 3.648,41 Cartone commerciale 50 8.474,32 17.163,58 13.248,62 7.166,53 Plastica 30 9.244,71 18.723,90 14.453,04 7.818,03 Vetro 30 7.395,77 14.979,12 11.562,43 6.254,42 Alluminio 20 616,31 1.248,26 963,54 521,20 Tessili 60 3.697,88 7.489,56 5.781,22 3.127,21 Metalli 70 10.785,50 21.844,55 16.861,88 9.121,04 Legno 60 9.244,71 18.723,90 14.453,04 7.818,03 Ingombranti 80 4.930,51 9.986,08 7.708,29 4.169,62 RAEE 80 4.930,51 9.986,08 7.708,29 4.169,62 RUP (pile, farmaci, T/F) 60 924,47 1.872,39 1.445,30 781,80 Inerti 60 1.848,94 3.744,78 2.890,61 1.563,61 Accumulatori al piombo 90 1.386,71 2.808,59 2.167,96 1.172,70 Pneumatici 100 1.540,79 3.120,65 2.408,84 1.303,01 Secco residuo e Indifferenziato misto 0 169.794,50 343.895,62 265.454,16 143.591,15 TOTALE 308.157,00 624.130,00 481.768,00 260.601,00

20. COSTI DEI SERVIZI Per l’espletamento dei servizi contemplati nella presente relazione, sull’intero ambito comprendente i comuni interessati, si è stimato l’impiego delle seguenti risorse umane e strumentali:

TIPO SERVIZIO RISORSE UMANE RISORSE STRUMENTALI Raccolta differenziata n. 4 operatori livello 2B n. 4 autocarri a vasca aperta da mc. 3 porta a porta patente B Raccolta differenziata, n. 1 autocarro compattatore mc. 14 indifferenziata stradale, n. 2 operatori livello 3B n. 1 autocarro scarrabile raccolta ingombranti patente C munito di gru vari n. 1 autocarro con pianale

Si è ipotizzata la presenza di almeno 2 punti di trasbordo dei materiali, supporto necessario per la razionalizzazione dei circuiti. Quali impianti di riferimento sia per l’avvio a recupero delle frazioni riciclabili/recuperabili ed a smaltimento delle frazioni residue e non differenziabili, si è preso a riferimento quelli ricadenti entro un raggio di 70 km. da confini amministrativi dei rispettivi comuni. I turni annui di raccolta sono rispettivamente:

TIPO SERVIZIO TURNI Raccolta differenziata porta a porta 104 della frazione organica Raccolta differenziata porta a porta 52 del multi materiale leggero Raccolta differenziata porta a porta 24 del vetro Raccolta porta a porta della 52 frazione secca residua Raccolta stradale della frazione 104 indifferenziata mista Raccolta differenziata stradale a 4 campane Raccolta selettiva pile, farmaci, T/F 12 Raccolta domiciliare ingombranti, 12 RAEE

QUADRO ECONOMICO DEI SERVIZI DESCRIZIONE MONTEBELLO DI BERTONA CIVITELLA CASANOVA FARINDOLA VILLA CELIERA UTENZE DOMESTICHE SERVITE PaP 200 300 300 110 UTENZE ECONOMICHE SERVITE PaP 30 30 30 30

Raccolta porta a porta frazione organica 18.302,25 34.186,56 27.437,38 16.610,56 Raccolta porta a porta multi materiale 7.294,38 11.436,45 9.555,09 6.310,12 Raccolta porta a porta vetro 4.545,06 8.319,84 5.936,26 3.939,36 Raccolta porta a porta frazione secca residua 9.173,74 17.796,32 12.631,91 8.305,28 Raccolta stradale frazione indifferenziata 14.021,14 35.902,56 29.329,24 16.981,22 Raccolta differenziata stradale a campane 5.000,00 6.000,00 6.000,00 5.000,00 Raccolta domiciliare rifiuti ingombranti vari 2.000,00 4.000,00 3.000,00 2.000,00 Raccolta selettiva dei rifiuti urbani pericolosi 300,00 300,00 300,00 300,00 SOMMANO COSTI PER SERVIZI 60.636,57 117.941,73 94.189,88 59.446,54 Ammortamento attrezzature 3.851,94 5.553,57 5.474,62 3.439,35 Campagna di informazione e sensibilizzazione 2.000,00 4.000,00 3.000,00 2.000,00 SOMMANO ALTRI COSTI 5.851,94 9.553,57 8.474,62 5.439,35 Spese generali e utile d’impresa 2.551,85 6.104,61 4.803,70 2.001,67 Oneri per la sicurezza 1.212,73 2.358,83 1.883,80 1.182,93 TOTALE COMPLESSIVO al netto dell’I.V.A. 70.253,09 135.958,74 109.352,00 68.070,49

QUADRO ECONOMICO DEI RICAVI DALLA VENDITA DI MATERIALI VALORIZZABILI (a finanziare la voce utilie d’impresa) DESCRIZIONE MONTEBELLO DI BERTONA CIVITELLA CASANOVA FARINDOLA VILLA CELIERA Frazioni valorizzabili (Kg./a) CARTA 11.709,97 23.716,94 18.307,18 9.902,83 CARTONE COMMERCIALE 8.474,32 17.163,58 13.248,62 7.166,53 PLASTICA 9.244,71 18.723,90 14.453,04 7.818,03 ALLUMINIO 616,31 1.248,26 963,54 521,20 VETRO 7.395,77 14.979,12 11.562,43 6.254,42 ALTRI METALLI 10.785,50 21.844,55 16.861,88 9.121,04 TOTALE Kg./a 48.226,58 97.676,35 75.396,69 40.784,05 Sovvallo Kg./a 567,01 1.148,40 886,45 479,51 Calcolo oneri di selezione (€) Oneri della selezione materiali e smaltimento sovvallo (€ 160,00/t) 1.757,73 3.560,04 2.748,01 1.486,47 Calcolo ricavi da cessione a consorzi di filiera (€) Corrispettivi di cessione: Carta 351,30 711,51 549,93 297,08 Cartone 762,69 1.544,72 1.192,38 644,99 Plastica 2.033,84 5.055,45 3.902,32 1.563,61 Alluminio 184,89 374,48 289,06 156,36 Vetro 221,87 449,37 346,87 187,63 Metalli 754,99 1.529,12 1.180,33 638,47 TOTALE RICAVI € 4.309,58 9.664,65 7.460,89 3.488,14 Saldo a finanziare l’utile d’impresa 2.551,85 6.104,61 4.803,70 2.001,67

QUADRO ECONOMICO DEI COSTI DI RECUPERO/SMALTIMENTO DESCRIZIONE MONTEBELLO DI BERTONA CIVITELLA CASANOVA FARINDOLA VILLA CELIERA Rifiuto Tariffa €/Kg. Kg. € Kg. € Kg. € Kg. € R.U.I. 0,140 169794,51 23.771,23 343895,63 48.145,39 265454,17 37.163,58 143591,15 20.102,76 ORGANICO 0,130 35438,06 4.784,14 71774,95 9.330,74 55403,32 7.202,43 29969,12 3.895,99 INGOMBRANTI 0,180 4930,51 887,49 9986,08 1.797,49 7708,29 1.387,49 4169,62 750,53 LEGNO 0,040 9244,71 369,79 18723,90 748,96 14453,04 578,12 7818,03 312,72 VERDE 0,040 10785,50 431,42 21844,55 873,78 16861,88 674,48 9121,04 364,84 Sommano nette 30.244,07 60.896,36 47.006,10 25.426,84

QUADRO ECONOMICO COMPLESSIVO - DATI AGGREGATI MONTEBELLO DI B. CIVITELLA CAS. FARINDOLA VILLA CELIERA SERVIZI 70.253,09 135.958,74 109.352,00 68.070,49 SMALTIMENTI 30.244,07 60.896,36 47.006,10 25.426,84 Totale netto 100.497,16 196.855,10 156.358,10 93.497,33

QUADRO ECONOMICO – IMPORTO ANNUO A BASE D’ASTA PER SERVIZIO ASSOCIATO SERVIZI SICUREZZA MONTEBELLO DI BERTONA 99.284,43 1.212,73 CIVITELLA CASANOVA 194.496,27 2.358,83 FARINDOLA 154.474,30 1.883,80 VILLA CELIERA 92.314,40 1.182,93 Importo complessivo annuo dei servizi, al netto dell’I.V.A., soggetto a ribasso d’asta 540.569,40 Importo complessivo annuo per oneri della sicurezza, al netto dell’I.V.A., non soggetto a ribasso d’asta 6.638,29

Sommano netto complessivo del progetto 547.207,69 I.V.A. 10% su € 540.569,40 54.056,94 I.V.A. 22% su € 6.638,29 1.460,42 IMPORTO COMPLESSIVO DEL PROGETTO 602.725,05

Dott. Stanislao D’ARGENIO