Mrrursrpno pnn r BrNr Cur-runlr,r B ANlsrENrA.Lr ARCHIVIO DI STATO DI

QUADERNI DI STI]DI STORICI E ARCHIVISTICI N'1

ATTI DEMANIALI (1807-1869)

INVENTARIO

A cura di ORSOLA CAMPANILE

u llrclA,NoD{toRE

1994 Mnusrnno rBn r BENI Cutrurul,l n ANlsrrNrA,Lr ARCHIVIO DI STATO DI CASERTA

QUADERNI DI STUDI STORICI E ARCHIVISTICI N" I

ATTI DEMANIALI (1807-1869)

INVENTARIO

A cura di ORSOLACAMPANILE

V IIJCIA,I.IOEXIORE Mmrsrnno pnn r BrNr Cur-runlr,r r AurreNtar-r ARCHIVIO DI STATO DI CASERTA

QUADERNI DI STUDI STORICI E ARCHIVISTICI No1

COMITATO DI REDAZIONE:

De Gennaro Elodia Di Biasio Aldo Fiori Amaldo Franzese Paolo Stella Remo Taccone Antonio PRESENTAZIONE

Nel presentare l'importante lavoro che ha trovato collocazione nel voÌume inaugurale dei Quaderni di Studi storici ed archivistici dell'Ar- chivio di Stato di Casena, credo sia opportuno fomire qualche cenno illustrativo sulla sua genesi e sulle varie fasi che hanno portato alla sua rcalizzazione. Anni fa, avendo intenzione di allestire una Mostra sul territorio della Provincia storica di Tera di Lavoro, nel quadro delle iniziative collegate a tale progetto, affidai ad una valente archivista, la dott'ssa Orsola Campanili l'incarico di predisporre un inventario del fondo relativo agli atti demaniaii prodotti nel periodo 1807-1869 in Terra di Lavoro' L'opera di ìchedatura doveva essere svolta, in maniera da rendere possibile, in una successiva fase, l'informa tizzazione dei dati con la òreazione di un archivio elettronico, che rendesse più celere il reperimento dei documenti e la consultazione dei dati: un ulteriore servizio da offrire agli studiosi, per valorizzare sempre più quel vero e proprio patrimonio cÉe custodisce una parte cospicua della memoria storica del nostro territorio. Progetto che spero prima o poi possa concretizzarsi' Dopo la prematura scomparsa della dott.ssa Campanile, perché non andasse in qualche modo vanificato o addirittura perduto il lavoro da Lei svolto con tanta precisione, con una passione pari a1la competenza nel1a ricerca archivistìca, suggerii al dr. Paolo Franzese, funzionario presso l'Archivio di Stato di Napoli, di completare il lavoro di riordinamento e inventariazione del fondo. L'opera che in questi giomi vede la luce fa nascere pertanto in me contraitanti sentimenti: da un lato 1'ammirazione per un lavoro portato avanti,tranotevolidifficoltà,daunafunzionariasorrettadagrandidoti per \a di intelligenza e professionalità, dall'altro il dolore e 1'amarczza scomparsa della Collega, sottratta atutti noi da queìl'arcano mistero della mote all'età di appena trentotto anni. La pubblicazione dell' inventario, inoltre, è per me motivo di grande soddisfazione, giacché è un'opera che certamente potrà riuscire utile a quanti si dedicheranno a ricerche storiche su1le qu otizz.tziori demaniali e sulle vendite dei beni ecclesiastici e dello Stato attuate in Terra di Lavoro nel periodo 1807- I 869, in uno dei momenti cruciali della storia del Mezzogiorno, che giustamente attira l'interesse di tanti studiosi. In conseguenza delle leggi eversive della feudalità adottate dai Fran- cesi nel 1806, cominciò un processo storico di enorme importanza, che vide la defeudali zzazione dellavecchia aristocrazia e il lento formarsi dei nuovi ceti possidenti borghesi, che - com'è noto - rappresentarono la classe sociale dominante nel Mezzogiorno al momento dell'Unificazio- ne. Sono gli anni in cui nelle regioni meridionali si assiste alla nascita e alla crescita economica di uomini come il Gesualdo Motta verghiano e alla contemporanea decadenza di tanti nobili, che o non riuscirono a sopravvivere dopo 1a scomparsa, voluta dai Francesi, dei diritti feudali esistenti nell' ancien régime, o furono costretti ad imborghesirsi, acqui- sendo una menralità prima sconosciura. Proprio per l'tmpofianza del tema connesso all'opera svolta dalla dott.ssa Campanile, si è pensato di arricchire il lavoro con un saggio scritto dal prof. Aldo Di Biasio, che illustra il problema demaniale nel Decennio francese con chiarezza e con numerosi ed opportuni riferimenti bibliografici. Il dr. Franzese, ha curato un'ampia introduzione che contiene una minuziosa esposizione delle misure amministrative e legislative adottate dal 1806 fino al 1869, in relazione alla divisione dei demani, allo scioglimento di promiscuità, alle usurpazioni, alle azioni di reintegra. A conclusione del lavoro c'è un'utile appendice curata dal sig. Antonio Taccone, contenente tutta la normativarelativa alla toponomastica dei comuni di Terra di Lavoro, nonché all'istituzione - e alle modifiche intervenute nel corso degli anni - dei distretti, dei circondari e dei comuni che ne facevano parte.

Remo Stella IL PROBLEMA DEMANIALE NEL DECENNIO FRANCESE

di Aldo Di Bictso

Le truppe di Napoleone entrano a Napoli nel febbraio del 1806 e se ne vanno dopo dieci anni, nel 1815. Napoleone in un primo momento insedia sul trono il fratello Giuseppe e successivamente, nel 1808, il cognato Gioacchino Murat. Non c'è dubbio alcuno che ci troviamo innanzi ad un'occupazione militare. Nonostante 1e resistenze di Giuseppe, prima, e di Gioacchino Murat, dopo, i quali si compenetrano appieno nel ruolo di re, Napo- leone considera il regno di Napoli come un territorio di supporto del- l'impero francese. Egli tuttavia ò soprattutto "il soldato della rivolu- zione", per usare un'espressione cara a Soboul, e durante il suo impe- ro le truppe francesi portano nei territori di occupazione con il vessillo della rivoluzione le sue grandi conquiste. La cosa vale per gran pafte dell'Italia, ma soprattutto per il regno di Napoli, dove in effetti r Francesi in pochi anni sbaraccano completa- mente le antiche sftutture politiche, sociali, economiche ed ammini- strative dell'azcien regime ed awiano un generale processo di modernizzazione degli apparati della società e dello stato, anche se di esso per una questione di tempo non riescono a cogliere i frutti. Appare evidente anche ad un osservatore poco addentro alle cose napoletane che le fondamentali innovazioni del Decennio si collocano nella prospettiva già indicata, spesso con gratde chiarezza, dai rifor- matori del Settecento e che difficilmente i Borboni sarebbero stati capaci solo di progettare un così complesso piano di riforme. Non a caso i timidi interventi riformatori esperiti nella seconda metà del XVIII secolo in comparti specifici e particolari non sono riusciti nean- che a mettere a fuoco gli obbiettivi. La grande stagione dell'illuminismo napoletano non trova rispondenza nei provvedimenti legislativi di rias- setto della società, dell'economia e dello stato. La JilosoJia non va in soccorso dei governi, per dirla con Gaìasso sull'esempio di Gaetano Filangieri. In questo contesto le espressioni "occupazione militare" per indica- re il Decennio /roncese, che pure trova indubbia rispondenza con la realtà, ed "usurpatori" per definire i re Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, utilizzate con intenti denigratori dai restauratori e dai borbonici di antica e nuova data, appaiono scolorite e senza contomi precisi. Quel gran maestro che è Pasquale Villani ha notato che il Decennio francese è da annoverare tra gli anni "più sconvolgenti e drammatici della storia deÌ regno di Napo1i", durante i quali tuttavia si definisce una nuova dimensione dell'uomo e si ridisegnano i contorni della fisionomia politica, economica, sociale, amministrativa ed anche cul- turale della società e dello stato. "È difficile - ha noraro ancora Villa- ni - separare i due aspetti: le strutture di un nuovo ordinamento statale e le fondamenta di un nuovo ordine sociale vengono costruite durante f infierire di un costante stato di guerra" ed in presenza del brigantaggio. Il nuovo modo di essere dello stato con la creazione dei ministeri e delle intendenze, la riforma dell'amministrazione dei comuni e delle province con la nascita dei consigli provinciali e distrettuali, nonché dei decurionati cittadini, che danno voce anche in sede locale ai pro- blemi della borghesia, la nuova configurazione amministrativa, le in- novazioni della politica finanziaria e fiscale, la riforma giudiziaria e quella della pubblica istruzione e l'introduzione dei codici completano il quadro delineato dai fondamentali provvedimenti connessi all'eversione della feudalità, alla vendita dei beni ecclesiastici ed alle quotizzazioni demaniali, nonché ai provvedimenti relativi alla necessi- tà di rimettere in moto il motore dell'economia attorno al nuovo prota- gonista della vita economica, poiitica e sociaÌe, la borghesia, anche attraverso le Società economiche e l'Istituto d'incoraggiamento. È difficite dire quali di questi provvedimenti siano da considerare più importanti giacché gli uni completano gli altri, configurandosi come i tasselli dello stesso mosaico, e tutti assieme delineano un nuo- vo ordine politico, economico e sociale e consacrano anche a Napoli la borghesia quale nuova classe comunque egemone. l0 L'abolizione della feudalità, la vendita dei beni nazionali e le qùotizzazioni demaniali sono pietre importanti di questo complesso edificio. Con i tre fondamentali provvedimenti i Francesi danno corpo alla nuova configurazione economica e sociale della società, awiano la trasformazione della vecchia nobiltà in borghesia fondiaria, cercano di affiancare al grande latifondo un consistente numero di piccoli pro- prietari e sottraggono alla manomorta ecclesiastica grandi estensioni prima inalienabili per introdurle in un circuito economico produttivo. Con i provvedimenti eversivi della feudalità il Decennio pone fine alla giurisdizione civile e penale del feudatario ed ai proventi annessi, che entrano nella legislazione del regno. Essi, inoltre, aboli- scono le prestazioni personali senza compenso ed i cosiddetti diritti proibitivi, prevedendo un equo riscatto in caso di comprovato posses- so legittimo. Restano agli ex-feudatari divenuti borghesi le prestazionr reali delle quali sono in grado di esibire i titoli originali di proprietà. In una parola i grandi possessi feudali diventano grandi possessì borghesi. In sostanza i provvedimenti francesi inducono i baroni a "divenire cittadini" e la nobiltà a confluire nella borghesia e "a non distinguersi più dagli altri se non pel possesso di grandi proprietà", come nota Afan De Rivera, i1 quale conclude che in assenza della legge agraria, che presuppone un generale attentato alla proprietà pri- vata, "non manca che l'abolizione dei fedecommessi per pareggiare in qualche modo le fortune, smembrando le grandi possessioni". In realtà anche l'abolizione dei fedecommessi rientra inizialmente nei piani generali francesi di riassetto dell'economia e della società del regno ed è sanzionato nel 1806 con apposito provvedimento, che però risulta revocato nel 1809. Evidentemente, lo nota Demarco, i rappofti di forza sono tali che il maggiorasco sia ristabilito "per dare alla nobiltà il lustro e la dignità che le convengono", assicurandole "il corredo di una conveniente fortuna". Del resto da Rambaud sappiamo che il problema si è presentato con gli stessi parametri già nel corso della discussione preparatoria della generale abolizione dei fedecommessi nel 1806. Non è un caso che anche nel Decennio la nobiltà conserva il diritto det titolo acquisito legittimamente e quello di trasmetterlo alìe generazioni successive. E sui rapporti di forza esistenti, che nel complesso, in linea generale,

11 in termini di potere e di ricchezza non consentono di togliere alla nobiltà più di quanto in realtà le venga effettivamente tolto, insiste Villani. La vendita dei beni nazionali sull'esempio di quanto è accaduto nella rivoluzione francese e, altrove, nell'esperienza del 1799, rispon- de innanzitutto ad inderogabili esigenze finanziarie dello stato, che deve far fronte ai gravi e non procrastinabili problemi del debito pub- blico, ma si ripropone anche I'obbiettivo di rimettere nel ciclo produt- tivo della proprietà borghese e nel mercato le grandi estensioni fondiarie degli enti religiosi, sulle quali già si era posata l'attenzione dei rifor- matori dei Settecento. L'operazione accresce i patrimoni fondiari dei grandi possidenti giacché i contadini sono ben lontani dalla possibilità di concorere concretamente all'acquisto dei beni messi in vendita. Il solito Villani mostra che le vendite si risolvono a vantaggio soprattut- to dei grossi proprietari ex-feudali, i quali acquistano i\ 65% dei beni nazionali venduti, per cui è possibile notare con Demarco che f inter- vento negli acquisti di borghesi commercianti, di alti funzionari dello stato e di generali non modifica "il carattere ed i1 significato dell'ope- razione". In effetti le ritsure francesj nel complesso creano le condizioni per una migliore gestione dell'azienda agraria. Non è un caso, quindi, che i Borboni ritornati sul trono le conservino quasi integralmente, benché si ponga il problema di restituire ai legittimi possessori i beni naziona- li rimasti ancora invenduti. La borghesia nel corso della prima metà del XIX secolo, manife- stando fiducia alla monarchia restaurata dopo la parentesi francese, accorda il proprio consenso allo stato ed alle istituzioni create nel Decennio. I provvedimenti de1 Decennio, in effetti, specie se considerati nel lungo periodo accrescono in un modo o nell'altro il numero dei pro- prietari e compoftano un riassetto proprietario della terra, o almeno cambiano la natura del possesso. A dire il vero! per quanto riguarda l'assetto proprietado, nelf im- mediato dopoguerra Vincenzo Ricchioni ha notato "come notevol- mente diffusa" la proprietà privata ancora prima delle rrforme francesi ed i successivi studi sul catasto onciario hanno fornito valido supporto alle sue tesi.

t2 ,.matrice Villani nel 1962 ha confermato la feudale,,delÌa grande .,a borghesia fondiiuia, ha notato nel Settecento fianco dei possessi feudali ed ecclesiastici" la contemporanea presenza della ,.piccolissi_ ma proprietà conradina, (del)la proprietà dei borghesi, (defle grandi proprìetà comunali e (del)le terre comuni,, ed ha evidenziato, in una .,della fase ancora di chiaro predominio delle terre aperte, I'inizio lotta per la chiusura e per la dissoluzione del regime comunitario (...) per l'individualismo agrario,,. Poi il Decennio/ra ncese conle generali leggi eversive della feudalità .,la assicura "il trionfo dell,individualismo agrario,, e dissoluzione dei vincoli feudali (...) e del regime comunitario delle terre e degli usi civici". Senonché lo stesso Villani ha messo in evidenza anche che la ,.che dissoluzione delle terre comuni e degli usi civici, pure risponde (...) al concetto borghese della proprietà e tende (...) alla iormazione di .,non una piccola borghesia rurale,,, sa di paternalismo e risponde (...) alla reale situazione dei rapporti di forza nelle campagne meridionali,,. .,condizioni Secondo lo studioso napoletano sono le stesse del suolo .,al che non consentono di sostituire latifondo un vitale ceto di piccoli e medi proprietari". In questo contesto vanno inseriti i prowedimenti francesi relativi alle qluotizzazioni demaniali. Già i riformatori del Settecento hanno fatto sentire con forza la propria voce contro le terre comuni e gli usi civici, i quali, noterà Afan De Rivera nella prima metà del secolo successivo, "ritraggono al vivo lo stato delle barbarie in cui gli uomini non riconoscono il diritto di proprìetà,, e dei quali egli percepirà appieno il carattere arcaico e lesivo dell,economia nazionale perché essi non consentono \a valorizzazione dei fondi con l,investimento del capitale necessario ad una coffetta gestìone economica del territorio e, quindi, alla valorizzazione dei doni che ha la natura iargamente conceduto al regno delle Due Sicilie. Il problema demaniale offre lo spunto per un ricco dibattito tra i protagonisti della vita politica napoletana nel corso di tutta Ia prima metà del XIX secolo, ma esso accompagnerà le discussioni sulla con- dizione dei contadini ben oltre l,Unificazione italiana, e le pagine di Giustino Fortunato ne sono un esempio. Chi sostiene la necessità di un problematico ritorno al passato superando la legislazione del Decennio

13 si scontra con quanti, invece, ritengono necessario liberare la terra dai vincoli degli usi civici per immettere i demani nel circuito di un'eco- nomia più produttiva, incentivando l'individualismo agrarìo. specie della piccola azienda contadina, che non a caso Pietro Bevilacqua definisce "la filosofia di fondo" che negli ultimi secoli ha guidato gli uomini "nell'opera di espansione e conquista di nuovo spazi agricoli, di rimodellazione dei paesaggi ereditati dal passato". Del resto già Marc Bloch ha mostrato per tempo quanto moderne siano le sollecita- zioni intomo ad una riconsideraz ione dei problemi connessi alle terre comuni ed agli usi civici. Nel quadro delle leggi emanate per l'ammodernamento della socie- tà e dello stato napoÌetano, il governo francese cerca di risolvere il problema delle tere demaniali con una complessa normativa, che pre- vede innanzitutto 1a ripartizione in massa dei beni tra le comunità ed i baroni che di essi si sono appropriati, quasi sempre in modo illegitti- mo, e successivamente la qtotizzazione tra i contadini, dietro paga- mento di un lieve canone. Del provvedimento è possibile seguire f iler amministrativo e poli- tico nelle pagine di Franzese, che seguono. Del resto 1a letteratura storica sul problema, da Winspeare aÌle recenti opere di Cestaro e Villani, è notevole. Qui basti dire che una valanga di opposizioni ostacola già la prima fase delle operazioni, che di conseguenza segna- no il passo. Inoltre nella seconda fase, per l'impossibìlità materiale di dividere i terreni ancora non ripartiti in massa e, quando possibile, per l'estrema povertà dei beneficiari che non possiedono i mezzi per mi- gliorare i fondi e talora per pagare le quote, le operazioni non determi- nano i risuÌtati sperati. La legge impronta il problema ma non 1o risolve nei tempi previsti. Ne deriva, e accade anche questo, che quando le quote non siano girate direttamente agli accaparratori, "che in tempo di penuria aveva- no somministrato soccorso ai poveri contadini", come nota Afan De Rivera, ritornano al comune per essere di nuovo qùotizzate. Vale la pena di seguire da vicino le considerazioni di un riformato- re illuminato del primo Ottocento, Afan De Rivera, il quale evidenzia con forza che nel mondo modemo le terre comuni e gli usi civici non rispondono più alle esigenze di vita degli stessi contadini. Certo è t4 ..gara ingenuità e, forse, demagogia la sua opinione relativa alla tra gli antichi e nuovi piccoli possessori,,, creati con le operazioni demaniali, .,dai per migliorare i fondi, imitati possessori delle tenute di mediocre .,grossi e vasta estensione" con l,impiego di capitaÌi,,. È alfettanto vero, però, che alle operazioni di quotizzazione del demanio comunale i Francesi affidano il compito di legare i contadini alla terra e, quindi, al nuovo ordine di cose. Va anche notato, sempre con Afan De Rivera, che la necessità inderogabile di abolire gli usi civici per favorire l,individualismo agrario avrebbe dovuto indurre anche a varare provvedimenti idonei a fornire ai contadini i mezzi finanzietri necessari a coltivare le terle quotizzate. Non averlo fatto, nel tempo, ha condannato al fallimento le operazio_ ni, anche nei casi in cui esse appaiono inizialmente riuscite. In effetti, ò sempre Afan De Rivera che parla, il più delle volte è successo che "quelle povere genti, cosfette a ricorrere agli usurai per avere i mezzi da coltivare la propria quota, al primo scarso raccolto furono espropriate del loro piccolo podere e, quindi, è quasi intera_ mente lallito 1o scopo della ripartizione delle tene,,. Ecco perché si impone la necessità di venire concretamente incontro ai contadini, fornendoli dei mezzi necessari a lavorare Ìa tena. In questo contesto appare necessario pone fine alla vergogna del contratto alla voce, che stritola i contadini, ancora tanto diffuso nelle campagne napoletane dell'Ottocento, sul quale si è lungamente soffermato paolo Macry e sul quale a suo tempo è tomato spesso Afan De Rivera, e si impone il potenziamento dei monti frumentari, che, nota ancora Afan De Rivera, ma anche qui non manca un pizzico di ingenuità e di demagogia, sot_ traggono "dagli artigli degli usurai i poveri agricoltori prestando lo- ro quasi gratuitamente la sementa per le seminagioni de' loro campi',. E un caso, ma anche del capitale dei monti frumentari si sono indebitamente appropriati "i più influenti del paese,,, i galantuomini, come è accaduto per i demani comunali. A notarlo, ancora una volta, è Giustino Fo(unato. Ma il giudizio complessivo sulle mìsure relative all,eversione della feudalità non può essere negativo. Mette conto concludere con una considerazione di Villani: "Conviene ribadire che la questione demaniale era solo un aspetto, sia pure rilevante, della eversione della

15 perché' non riuscì ad feudalità, che non si può considerare fallita solo ripartizione della terra ai assicutare il successo delle quotizzazioni e la approfit- p.*.1. Aspettarsi che della rovina de1 baronaggio G1i eredi più o meno ".riJ.itassero i càntadini poveri è per lo meno ingenuo' tà non i galantuomini' cioè i legittimi dei baroni non potevano """t" uii ,t.uti della borghesia rurale e urbana de1 regno"'

B iblio grafia e s senziale

Joseph Bonaparte.1806 ) 808'Paris'-l9l.rl; Rambaud J., sous o(l Da*urao D., L"economia e la società nel regno nrcrtdtondte N;;;;;;;ù,;' Nifiuon, t'tt"ria, Atti del Convesno tenuto a Roma' " dei Lincei' 1973' II' pp' s-i'tottoU." tSO9, Éoma, Accademia Nazionale 171 sgg.; La struttura sociale' Demarco D.,1l cr ollo clel Re gno delle Due Sicilie' Università degli Studi' 1966: Naoolt.""É#.h,;t;.' Sicilie'acuta itori'o d,tl' fina'ze del Regno delle Due di* De Rosa L., NaPoli, 1971 ; - Murat re rti Napoli: amministrazione e iiiitpi'G.,'Gioacchino a' XIV' ,,rn|Àn iìLio*iche l80s-lBli. in "Nuova Éivista Storica"' pp'.124 sgg r 1930. d. pp. 538 sgg : a' XV' l93l' l-2' -'"nlv.-dic. 1965; v"À," e-'c iàichino ùìiat l'Italia meridionale' Torìno' " regno di Giuseppe Clerici F., Le Jinanze napoletane durante il Roma, 19361 BonaDarte, 1806- ""';ii;;:;.'. ;l"niii ani u"ni detto stato net Regno di Napoli 1815, Milano, 1964; '" regime.e laricostruzio' vilil P., b;, seppe Zurlo,la crisi dell'antico t'o e rivoluzione' Bari' ne dello stato, in n"^, tnl'zàiii*o 'ipr*"- t9'74; rio' P an orama di storia Y illaniP., Feutlalità rifornrc capitalismo a |ra e Ottocento' Barl' 1906; ""sociale -vììi*i italiana tra Setlecetio P., hatia napoleonica' Napoli' 1974: (Xvlil xX secolo)' Napoli' Villani P., Società rurarc e liii iiig'n'i 1989; Mezzogiomo'lY lll' Il Villani P., Il tlecennio francese' in Storia del ,ngni iigti A"gioini ai Borboni' Napoli' 1986;

16 Scirocco A., Dalla seconda Restaurazione alla fine del regno, dagli Angioini ai Borboni, Napoli, 1986; Galasso G., Laf losofia in soccorso dei govemi. La cultura napoleta- na del Settecento, Napoli 1989; Macry P., Mercato e società nel regno di Napoli. Commercio del grano e politica economica del '711,Napoli, 1974: Massafra A., (a cura di), Il Mezzogiomo preunitario. Economia, società e istituzioni, Bari, 1988; Soboul A., Napoleone e I'Italia, ou "la rèvolution manquèe", in AA.YY., Les pays sous la dominationfranEaise 1799-18Ld,Pari,s,1968; Trifone R., Feudi e demani. Eversione della feudalità nelle province napoletane, Napoli, 1909; Winspeare D., Storia degli abusi feudal/, Napoli, 1883; Romeo R., Momenti e problemi della Restaurazione nel Regno delle Due Sicilie, in Idem, Mezzogiorno e Sicilia nel Risorgimento, Napoli, 1963: Di Biasio A., 1n g e4nneri e territorio nel Regno di Napoli 1800-1860. Carlo Afan De Rivera e il Corpo dei Ponti e Strade, Latina, 1993; Di Biasio A., 1/ Passo del Garigliano nella storia d'ltalia. Il ponte di Luigi Giura, Minturno, 1993; Lepre A, Storia del Mezzogiorno d'ltalia,I-Il, Napoli, 1986; Ostuni N., Fzn an za ed economia nel regno delle Dua Slcllje, Napoli, t992; Bevilacqua P., (a cura di), Storia dell'agricoltura italiana in età contemporanea. I. Spazi e paesaggl, Venezia, 1989; Cestaro ,A.., Aspetti della questione demaniale nel Mezzogiomo, Brescia, 1963; Cingari G., Mezzogiomo e Risorgimento, Bari, 1970; Feola R., La monarchia amministrativa. Il sistema del contenzioso nelle Due §icille, Napoli, Jovene Editore, 1984; Feola R., Dall'illuminismo alla restaurazione. Donato Tomasi e la legislazione delle Sicilie, Napoli, Jovene Editore, 1982; De Martino A., La nascita delle intendenze. Problemi dell'ammini- strazione periferica nel Regno di Napoli 1806-1815, Napoli, Jovene Editore, 1984; D'Elia C. (a cur a di), I l M e zzo g io rno a gli in izi de l l' 8 0 0, B arj, Laterza, 1992t Palmieri W. (a curadl),Il Mezzogiorno agli iniTi della Restaurazione, Bor| Laterza, 1994.

17 PREMESSA

L'impostazione del lavoro che ha condotto alla redazione di questo inventario si deve essenzialmente al lavoro ed all'impegno di Orsola Campanile, mia moglie, che nel corso del 1992, appena entrata in servizio come archivista presso l'Archivio di Stato di Caserta, intraprese la schedatura del fondo. La rilevazione dei dati è stata condotta sulla scorta di un modello base, funzionale all'informatizzazione degli elementi utili alla descrizione dei documenti ed allaredazione di ordinamenti sulla cafta, in modo da fornire strumenti preziosi al ricercatore, senza modificare I'ordinamento del fondo. Mi preme sottolineare che questa impostazione ho inteso rispettare, trasferendola nel presente inventario a stampa, a cui allora non si era pensato. L'inventario, com'è ormai noto, non può e non deve sostituire la consultazione dei documenti, ma piuttosto offrire gìi strumenti neces- sari allo studioso per condurre efficacemente le sue ricerche, senza privilegiare o escludere alcuna particolare direzione di indagine e di studio. Voglio sottolineare perciò quanto le stesse modalità di schedatura riflettano la capacità di coniugare l'esigenza de1la concisione, con quella della chiarezza esplicativa e allo stesso tempo della completezza e del rigore nella ricognizione dei dati essenziali. Con dolore e con rimpianto allora ho raccolto, per suggerimento del dott. Remo Stella, direttore dell'Archivio di Stato di Casefia,la schedatura quasi completa effettuata da Orsola Campanile, scomparsa iÌ 27 luglio 1993, all'età di soli 38 anni. Per onorarne il ricordo e valorizzarne il Iavoro, condotto, in condizioni personali assai difficili, ma sempre con f intelligenza, la passione per la ricerca archivistica e la professionalità, frutto al contempo dell'esperienza, dello studio e del proficuo confronto

19 con gli altri, che l'hanno contraddistinta, ho deciso di proporre la pubblicazione del presente inventario e ringrazio sentitÀente tutti coloro che con il loro incoraggiamento o con la loro collaborazione mi hanno aiutato a portarlo a compimento.

Paolo Franzese

20 I INTRODUZIONE

La legge napoletana del 2 agosto 1806 sull'eversione della feudalità produsse effetti limitati e contraddittori rispetto alle intenzioni dei Ìegislatori, ma diede inizio ad una secolare vicenda di tensioni e .onflittualità sociali, che coinvolsero rilevanti e consistenti gruppi della s_ocietà meridionale, spinti damai sopite e sempre riemergentiaspirazioni ,li Iiberazione dellaproprietà della terra da antichi ed anacronistici vincoli _eiuridici e di riforma agraria. La questione demaniale si rivelò un grave problema poÌitico e di pubblica s icurezza. Nella nota del 7 giugno 1g63 con cui trasmetteva al Ministero di agricoltura, industria e òommercio i rilievi deiprefetti meridionali sull,andamento delle operazioni demaniali, ,.una il Ministro dell'interno dichiarava che era ormai riòonosciuto che delle ragioni permanenti di malcontento, di minacce e disinvolture nelÌe province napolitane è la questione de, demani comunali,,, al punto che spesso si erano viste "accendere sanguinose collisioni ed a stento si è attutito il bollore di una plebe ignorante, che istigata dai partiti ostili, minaccia tutto sconvolgere o manomettere,,ì. La storia delle rii,endicazioni demaniali èperò segnata anche dal susseguirsi di frequenti provvedimen_ ti istituzionali, che accrebbero le funzroni delle autorità iompetenti in materia e ridisegnarono più volte I'apparato amministrativo e gli stru- menti giuridici, con cui 10 Stato cercava di far fronte all,emergenza di un problema che, mai veramente risolto, si rivelava sempre fattore di importanti implicazioni sull'assetto generale della società meridionale. In sostanza la legislazione oscillò sempre fra la scelta di assegnare i

I Atcsrvro »t SrATo Dr NApoLr (d'ora ìn poi ASN). Mhisterz di agricoltura, iruiustria e contmercio (.d'ora rn poi MAIC). fs. 729.

21 delicati compiti in materia di divisione dei demani, 1e terre di proprietà baronale o ecclesiastica, soggette agli usi civici, ai rappresentanti de1 governo nelle provincie oppure a speciali commissari nominati ad hoc. La legge aveva essenzialmente la finalità di "emancipare i fondi feudali da servitù", "dividere tra molti 1a ricchezza teriera, e formare un largo ceto di piccoli proprietari"2, ripartendo le terre fra i cittadini de1 regno. Dinanzi alle difficoltà di applicazione, che presto si rivelarono in tutta laloro ampiezza, ed allaresistenza degli stessi organi amministrativi localir, il Ministero dell'intemo si propose di far fronte al frequente ritorno ai comuni di quote assegnate a persone tanto miserabili, che, "senza tirarne alcun vantaggio, han finito per abbandonarle". Fu ribadito allora agli intendenti che scopo principale della legge era proprio "eleva- re al rango di proprietari la classe indigente dei cittadini" e in particolare "cittadini nonproprietari edindustriosi, che sappiano apprezzare il vaÌore della proprietà, e tirarne i maggiori vantaggi"4. La letteratura storica più recente5 fa risalire la scarsa fortuna della legislazione in materia demaniale alla volontà di rispettare i pretesi diritti reaii dei baroni, alla difettosa definizione di quelli dei comuni e delle modalità necessarie per la soluzione delle inevitabili controversie che ne sarebbero derivate. Preannunciata dalla legge del 2 agosto 1806, quella del 1 settembre dello stesso anno sottopose al parere dei consigli d'intendenza la riparti- zione dei demani, mentre con il decreto deÌl'8 giugno 1807 si distinsero le divisioni demaniali fra baroni, luoghi pii e università e 1a suddivisione fra g1i abitanti dei beni assegnati alle università. Le teffe in tal modo assegnate diventavano "proprietà libere dei cittadini, sotto il peso del canone". La legge stabiliva infatti che "i demani di qualsiasi natura, feudale o di chiesa, comunali o promiscui, saranno ripartiti ad effetto di essere posseduti come proprietà libere di coloro, ai quali toccheranno"'

VALENrE.Cioaccl tino Mural e meridionole.'foi\o,Einaudi, 1976,p 24' '? A. l'ltali| r A. Cssreno, Aspexi della questione deuaniale nel Mezzogiomo. Linee dt una ricerca ambientale dal 1750 al /875, Brescia, Morcelliana, 1963, cap. II. o Ancuvro or STAro DI CASERTA (d'ora in poì ASCI Atti demaniali, as 124, circolare del Ministero dell'intemo del 29 geIulaio 1812. s G. C,{NoH-oRo, StorÌa deLl'ltalia modetna,l, Milano, Feltrinelli, 1978, pp 330 e sgg'

22 "I demani promiscui" invece dovevano essere divisi fra le università o altri possessori che "vi rappresentano diritticivici". Fu istituitaperciò con il decreto 11 novembre 1807, una Commissione feudale con il compito di giudicare "tutte le cause introdotte avanti il 2 agosto 1806 fra le universitàed i baroni di qualunque naturaesse sieno e non ancora decise". Il successivo decreto del 27 febbraio 1809 precisava che la commissione avrebbe dovuto giudicare "de1le cause di qualunque natura tra i comuni e gli ex baroni (...) e specialmente delle controversie nascenti dai diritti' redditi e prestazioni territoriali, così in danaro, come in derate, che siano stati conservati con la legge dei 2 agosto 1806". Davide Winspeare, nella sua qualità di procuratore regio presso 1a commissione feudale, aveva poi l'incarico di "procurare 1'esecuzionedi tutte le sentenze dellacommissio- ne" e di "vegliare all'esecuzione delle leggi e dei decreti abolitivi della feudalità, a difendere le ragioni dei comuni", con la facoltà di segnalare ai ministri della giustizia e dell'interno e agli intendenti i casi di mancata applicazione delle norme vigenti. Con il decreto 20 agosto 1810 le competenze della commissione furono trasferite poi ai tribunali ordinari. Della sistemazione di tutte le terre demaniali furono incaricati in un primo momento gli intendenti, in virtù del decreto del 3 dicembre 1808, e successivamente speciali commissari ripartitori, a cui il decreto del 23 ottobre 1809 affidava il compito di "terminare col mezzo della concilia- zione tutte le contese" che risultassero dalle operazioni demaniali' Nei confronti delle decisioni era arrmesso ricorso al Consiglio di Stato. Commissario ripartitore per 1a provincia di Terra di lavoro fu Giacinto Martucci. Dopo una proroga, 1e competenze di questi commissari furono trasferite, con il decreto 27 dicembre 181 1, agli intendenti delle rispettive province, conf incarico di ultimare "lo stralcio delle operazioni demaniaÌi e feudali"6. L'esecuzione de1le ordinanze era affidata invece ai sottoin- tendenti, mentre si dava facoltà agli intendenti di trattare direttamente gli affari o di delegarne l'esame a consiglieri d'intendenza. Il decreto 3 dicembre 1808, che stabiliva le modalità con cui si doveva provvedere alla suddivisione dei demani, diede agli intendenti la facoltà di nominare agenti circondariali o distrettuali, a cui affidare importanti funzioni nell'ambito delle operazioni demaniali, e in particolare il

6 ASC. Atti denaniati, fs. 124, circolare del Ministero dell'intemo del 28 dicembre l8l l'

23 I compito di redigere, insieme con i decenzionati, lo stato di tutte le teffe comunali, distinguendo fra quelle suscettibili di coltivazione e quelle invece boscose, paludose e troppo scoscese. Alfonso perrella, illustran- ..significato do, attraverso citazioni di pareri di giuristi, il storico o giuridico" di alcuni termini specifici del diritto demanialeT, spiega che agli agenti demaniali erano affidati delicati compiti sussidiari nei con- fronti dei consigli d'intendenza. Questi tecnici il cui salario, determinato dagli intendenti, era a carico di proprietari e comuni, istruivano ,,le diverse questioni che si potevano sollevare,', anche ricostruendo, ,.or coll'esame di un gran numero di documenti, or colla quasi totale mancan- ,.questio- za di essi, la storia de' demani" e proponendo la soluzione delle ni di diritto"s. Irapporti con questi speciali incaricati non dovettero essere sempre facili e limpidi.Il ministro dell'interno infatti comunicò all,inten- ,.gli dente della provincia di Terra di lavoro l' 1 1 marzo 18 12 che agenti demaniali sono diventati inutili anzi pericolosi, perché possono cercare di aumentare le spese". Invitava quindi a farsi consegnare i documenti in loro possesso, a licenziarli e servirsi invece dei sottointsndenti, ..in qualità di suddelegati", il cui operato restava comunque soggetto al- 1"'approvazione definitiva" dell' intendentee. D,altra parte diffidenza e sospetti turbarono ben presto anche i rapporti fra i diversi organi dell,am- ministrazione. Un grave sospetto di irregolarità, in occasione della causa di confinazione fra i comuni di S. Giovanni Incadco e pico, fu solÌevato addirittura nei confronti del Martucci da parte del direttore del demanio di Tema di lavoro, che con unalettera del 15Ìuglio 1812 epoiconun,altra del 19 agosto'0 invitava l'intendente ad aprire un,indagine, allo scopo di difendere gli interessi del demanio. Il decreto dell'8 giugno 1807, sulla base dei principi enunciati dalla legge del 1 settembre 1806, stabilì che si sarebbe dovuto procedere da un lato alla ripartizione dei demani feudali "tra il barone o altro possessore ed il corpo morale dell'università", dei "demani promiscui fra le comuni

7 A. PERRELLA,I erer.r ione della feudalità del napolitano. Dottrine che vi prelusero, storia, legislalone e giurisprzderrja, Campobasso, i909 (risr. BoÌogna, Fomi, 1974), capo XV. * Ibid.. pp.932-933. e ASC, At demaniali. fs. 124. to lbid.,fasc.186.

24 e gli altd possessod" e "dei demani altresì appartenenti ai luoghi pii, ed ai religiosi soppressi o esistenti, e le università", dall'altro alla "suddivi- sione individuale della parte dei demani sopradetti spettata a ciascun comune"rr. Come ha sostenuto Manfredi Palumbo, il legislatore intende- va assegnare ai comuni parte dei demani feudali in proporzione agli usi civici esercitati daglì abitanti. La legge infatti, sulla base della conside- razione, da parte della giurisprudenza, deil'uso civico come esercizio di una facoltà naturale, presumeva l'esistenza di questi diritti su tutti i demani feudali. Il comune, ripartite le quote, poteva disporre invece delle zone non coltivabili, ma adatte al pascolo degli animali e che potevano essere concesse in fida, termine con cui si indicava il corrispettivo dell'affittor'z. Il decreto fissava anche le norme per la ripartizione e per 1a quotizzazione dei demani. Dellaprima erano incaricati i consigli d'inten- denza, che si pronunciavano sulla base del parere di arbitri nominati dalle parti interessate, per valutare i terreni e determinare i rispettivi diritti. Proprio laripartizione dei demani ela suddivisione in quote o censuazione fra gli abitanti, ad esclusione delle zone che sarebbero dovute rimanere a bosco, diedero luogo a numerose e interminabili vertenze spesso fra le stesse università, che avevano in comune usi civici e promiscuità di diversa natura, che per legge dovevano essere sciolte defìnitivamente. Giorgio Candeloro spiega la maggior lentezza con cui procedette la quotizzazione in epoca borbonica, con le difficoltà tecniche dell'opera- zione "per la grande quantità di terra daripartire, per il gran numero degli aventi diritto e per l'incerta situazione giuridica di parecchi demani", oltre che a causa dei "moltissimi abusi che in vaste zone permisero ai borghesi o ai nobili di ingrossare le Ìoro proprietà o addirittura di formarsi nuovi latifondi a spese delle teme che avrebbero dovuto esser divise tra i contadini"r3. In sostanza, mentre la borghesia teriera trasse vantaggio dalle leggi eversive della feudalità, anche perché controllava le ammini- strazioni comunali dei centri rurali, le condizioni dei contadini peggiora- rono, perché questi persero anche i tradizionali diritti d'uso, senza che 1a

rr M. Peruvoo, I Comuni meidionali pima e dopo le leggi evenù,e della feudalità,ll, Cerignola, 1916, p. 156. t2 Ibid.,p.133. rr G. CrNoer-oao, .ioria dell'ltaLia modema, II, p. 317.

25 Ioro proprietà teriera si accrescesse in modo significativora. Antonio Cestaro sottolinea che i decurionati, "formati in gran parte di proprietari terrieri, spesso, anziché collaborare con i commissari ripartitori, si adoperarono in ogni modo per insabbiare, far rimuovere o volgere a proprio vantaggio le operazioni di quotizzazione dei demani per un certo mal celato interesse a mantenere indivisi i demani per le esigenze della pastorizia o per sottrarre aÌla divisione i migliori terreni"r5. Lo stesso Ministero degli intemi, con la circolare del 31 dicembre 1810, avvisava gli intendenti dell'interesse di membri dei decurionati a tutelare gli usurpatori dei demani universalil6. Anche i prefetti deÌle provìncie meridionali nelRiassuntodei rilievi sullo stato delle op erazioni demaniali, presentato nel 1863 al ministro dell'agricolturarT, fra gli "ostacoli" che rallentavano i lavori, segnalarono proprio la coincidenza di interessi e spesso persino di persone fra usurpatori dei demani comunali ed ammi- nistratori dei comuni, i quali cercavano "con tutti i mezzi possibili opporsi al celere andamento delle operazioni di verificaed ostacolano per quanto possono gli agenti che sono spediti ne' Comuni dalle prefetture". Sindaci e decurioni poi non avevano interesse a creare nuovi propdetari, "i quali mettendo a coltura i tereni ripartiti fanno diminuirne gli estagli de' propri fondi". Le procedure per lo scioglimento delle promiscuità, che i1 Palumbo definisce "azioni scambievoli di usi civici sui rispettivi'demani universali .,un e feudali", e distingue dalle servitù, in quanto si tratta di diritto creato d'accordo tra comuni"i8, erano fissate dai decreti del 3 e del 6 dicembre 1808. A questo istituto giuridico era connesso quelto del compascolo o compascuo, che consisteva nel diritto vicendevole di pascolo sulle rispettive terre, compresi gli appezzamerii a coltura dei demani, dopo i raccolti o durante l'eventuale maggesere. Questo diritto si distingueva

ta 1àid, V, p. 47. Si rinvia, a questo proposito, anche al volume di G . Gro*ce]fl, Contadini e proprietari ne ' I tulia moderha,'forino, Einaùi, 191 4, pp. 243-258. 15 A. CEsrARo, Arperd della questione denaniale.._ cit.,p.41. 16 M. Per-uuao, 1 Coz uni meridionali... cit., pp. 161- 162. n ASN, MAIC, fs. 729, nota del minisrero dell'interno deÌ 7 giugno 1863. 13 M. P.rruuao, 1 Com uni meridionali-.. cjt., p.256. L A. PERRELLA, a'everJione della feudalità... cit.,p.952.

26 però dagli usi civici, perché era esercitato su fondi privati. Abolito il òompascolo con il decreto del 3 novembre 1808, una circolare del 26 agosto 1812 dispose che gli intendenti prowedessero alla chiusura dei fòndi privati. Il decreto del 6 dicembre 1808, mentre avocava ai tribunali "tutte le liti antiche dei confini di territorio nelle quali si tratti parimente del solo interesse civico o universale dei comuni"20, affidò ai consigli d'intendenza il compito di procedere "in via puramente economica ed amministrativa" nelle "forme stabilite col decreto 8 giugno i807" alla separazione e confinazione dei demani indivisi e promiscui, inviando al ministro delf interno il proprio parere in merito, affinché fosse sottoposto all'esame del Consiglio di Stato. I consigli d'intendenza erano chiamati ad occuparsi anche del1e aggregazioni di tenitori ex feudali o del riesame di aggregazioni già effettuate. NeÌ caso di mutazione di confini "sia per nuorà agg."gurioni, sia per decisione di controversia di promiscuità di tenimenti. e di limiti controversi di alcun comune", il ministro dell'inter- no riferiva a quello delle finanze sulle confinazioni decise ed ultimate, in modo da consentire l'aggiornamento dei ruoli della contribuzione fondiaria. Erano invece escluse dalla quotizzazione le colonie perpetue costitu- ite sui fondi feudali poiché su di esse si considerava giàL avvenuta una quotizzazione di fatto prima della legge. Le istruzioni del 10 marzo 1810 prescrivevano che invece questi terreni andassero assoggettati soltanto ad un canone dacorrispondere al comune. La giurisprudenza considerava perpetuo e quindi inafirovibile il colono che avesse coltivato senza interruzione per un decennio il fondo affidatogli, corrispondendo al proprietario il terratico in tempo di semina A loro volta gli ex baroni erano tenuti a versare ai comuni, f importo della bonatenenza, calcolata a partire dall'impianto del catasto, ovvero la tassa dovuta ai comuni, ma di fatto sempre evitata. Poiché la ìegge stabiliva che alle università si dovessero assegnare terre già feudali in proporzione degli usi civici di cui avevano goduto 91i abitanti, conseguentemente costituiva un limite al diritto delle università alla formazione di un proprio demanio l'esistenza di terre costituite in

:o M. P,nruMso.1 Coar ni ,neri.lionaLi. cil.,p 31.

27

I "difesa" dagli ex baroni, allo scopo di impedire gli usi civici. La pratica di chiudere le terre aperte era andata diffondendosi insieme con la messa a coltura di sempre nuove terre concesse a coloni o in cambio di canoni censuari enfiteutici o a1le università, mediante contratti per 1o più novennali. Difronte a questo assalto ai demani, le università assunsero la difesa ad oltranza degli usi civici e del sistema comunitario della proprietà'?r. Fu 1o stesso Winspeare a definire primacon le circolari del 29 agosto 1807 e poi con quelladel5 settembre 1810Ie difese come "teritori chiusi in tutto l'anno, in cui niuno, in niun tempo, può esercitare diritti di usi civici" 22. L'istituto fu quindi disciplinato con le istruzioni del 10 marzo 18 10, che stabilirono che le difese costituite sul demanio univer- sale, in mancanza di specifica sanzione sovrana, dovessero essere consi- derate usurpazioni. Per quelle esistenti su demanio feudaÌe o ecclesiasti- co, si stabilì che l'estensione corispondente agli usi civici rappresentati nel restante demanio dovesse essere resa all'università, mentre il resto del fondo sarebbe rimasto al possessore23. Di queste difficoltà si avvide ben presto il Ministero delf intemo, che con diverse circolari fece pressione sugli intendenti perché comumcasse- ro l'elenco degli affari "non ancora ultimati e pendenti"2a e sui commis- sari, affinché dessero esecuzione immediata aÌle decisioni dellaCommis- sione feudale, "senza bisogno di altra aùtotizzazione"25. L'insistenza del ministero si fece ancora più pressante, quando con la circolare del 1 maggio 1813, facendo seguito ad un precedente sollecito a non lasciar "nulla di indefinito", invitava ancora una volta I'intendente a compilare e trasmettere "un prospetto degli affari pendenti" e poi ogni 15 giorni "un dettaglio di quelliche avete definiti e delle suddivisioni eseguite"26. A sua volta l'intendente di Terra di Lavoro esponeva i1 "metodo con cui ho

21 A. Crsrrno, Aspetri della q ue s tione detnatliale... cit., pp. 24-26. ?2 M. Pr-uueo, / Comuni meridionali... crt.,250. '?3Ibid., p. 251. )a ASC, Atti demaniali, fs. 124, circolari del Ministero dell'interno del 25 aprile 181 1 e del4 gennaio 1812. 25 lbid.,ts. 123, circolaÌe del Ministero dell'intemo del 6 novembre 1811. 16 lbid.,fs. 124.

28 stimato espediente attuarsi il travaglio in modo che alla massima possi- bile celerità fosse portato a compimento"2T. Ii funzionario spiegava "che osservatosi 10 stato incompleto di alcun affare, ritirate le carte, che forse all'uopo esistono in mano agli agenti demaniali, indi mi si respingano col progetto analogo, risultante da' lumi e cognizioni acquistate sopra luogo, onde da me pronunziarsi Ì'ordinanza, 1a quale versi o sull'esecuzione da darsi a qualche sentenza della Commissione non ancor eseguita, o a troncar de' dubbi insorti in occasione di eseguirsi le ordinanze de' passati commissari o ad approvare in ultimo risultato le esecuzioni già date". Altre pressioni erano esercitate invece dal ministro delle finanze, che a sua volta invitava f intendente a curare gli interessi dei comuni e quindi del fisco, già danneggiati "per mancanza di scritture e titoli"28, mentre il direttore dell'amministrazione dei demani sottolineava f importanza di un'attenta sorveglianza anche sulle proprietàL dei monasteri e delle mense vescovili2e. La legge del 12 dicembre 18 16 confermò sostanzialmente le compe- tenze in materia affidate agli intendenti provinciali, disponendo che questi agissero alle dipendenze del Ministero dell'interno. Agli intenden- ti fu attribuita anche l'importante potestà giurisdizionale su tutte le con- troversie sorte dalle divisioni dernaniali, sulle quali era chiamato a pronunciarsi il consiglio d'intendenza. Abolito il Consiglio di Stato, istituito durante il decennio francese, i ricorsi contro le ordinanze in materia demaniale furono di competenza della Gran Corte dei Conti, fino alla legge sull'unificazione ammrnistrativa del Regno d'Italia del 20 marzo 1865, che ne affidò l'esame alle Corti d'appello. Le promiscuità dovevano essere sciolte e i demani comunali divisi ed assegnati ai cittadini in libera proprietà, mediante 1a prestazione di un annuo canone. Veniva anche definita una procedura per \a quotizzazione, in base alla quale l'agente ripartitore convocava il decurionato per la nomina dei rappresentanti comunali e dei periti agronomi. La relativa deliberazione era trasmessa per Ì'approvazione alf intendente, nella sua qualità di commissario ripartitore. Si davano poi le necessarie istruzioni al perito

17 /biri., nota del Ministero delÌ'inremo del 29 aprjle 1812. rB /rirl., ti. 123, nota deÌ Ministero delle finanze, maggio 1811. " 16i1.. nota de1 direttore dei demani del 5 luslio 18I I

29 per 1a misurazione del tereno e la formazione delle quote. Redatta la pianta con la confinazione delle quote, l'agente doveva convocare nuovamente il decurionato per l'approvazione del canone proposto dal perito. Approvata dall'intendente, la delibera era finaÌmente pubblicata sul bando della quotizzazione. Predisposte due urne, in cui erano collo- cati rispettivamente i numeri delle quote segnate nella planimetria, e l'elenco dei concorrenti alla quotizzazione, si procedeva all'estrazione dei quotisti. Le competenze in materia demaniale furono poi nuovamente sottratte agli intendenti con il decreto del 30 giugno 1818, che attribuì invece ad un consigliere provinciale il compito di predisporre I'attuazione delle decisioni della Commissione feudale non ancora eseguite3o. Tuttavia 1'anno successivo, con il decreto del 1 settembre 1819 furono restituite tutte 1e funzioni agli intendenti. La situazione non mutò fino a1l'Unità, quando con i1 decreto del luogotenente generale del re nelle province napoletane deÌ 1 gennaio 1861 furono ripristinati i regi commrssari ripartitori. I1 provvedimento sottolineava che g1i incaricati avrebbero dovuto adoperarsi in qualità di "arbitri ed amichevoli compositori" per giungere, anche con la collaborazione di agenti demaniali da loro scelti, alla conciliazione fra i comuni "e gli attuali occupatori de' demani comunali, siaperi giudizi giàin corso e non ancora espletati, siaperquelli da istituire", sottoponendo i relativi progetti all' approvazione del Mini- stero dell'interno. In caso di mancata autorizzazione ministeriale, i commissari avrebbero dovuto promuovere celermente il relativo giudi- zio presso i tribunali competenti. Come meglio precisato dal successivo decreto luogotenenziale del 3lugÌio 186i, i commissari avevano essen- zialmente il compito di provvedere allo scioglimento delle promiscuità, alla divisione in massa dei demani ex feudali o ecclesiastici, alle reintegre dei demani comunali usurpati ed allaqrotizzazione delle partì dei demani spettati o reintegrati ai comuni o già appartenuti ad essi. Mentre veniva ridotto il ruolo dei consigli di prefettura a fornire un parere facoltativo e non vincolante, i commissari erano invece tenuti a sentire quello dei consigli comunali ed a consultare, prima di emettere ordinanze, due

r0 C. LeNot,lsrirn;loni di diritto pubblico del Regno delle Due Sicilie ( 18,/5'1861). II, Miìano, Giuffré, 1977, p. 1063.

30 à

:-:nzionari di prefettura, di cui menzionare l'avviso ed il nome nel a:,1\'\'edimento. Il prefetto doveva presentare al commissario ripartitore .. hsta degli agenti demaniali e di rutti i periti ed esperri di campagna. Qlesti tecnicr dovevano provvedere alla misurazione ed alla valutazione ::l demanio divisibile, disegnando le relative piante planimetriche. Per :quidare i compensi spettanti agli agrimensori, il governatore, poi :refetto, doveva consegnare al commissario uno specifico regolamento. Perizie e piante, verbali di confinazione e ordinanze andavano trasmesse .l \linistero dell'interno, al quale le pafii interessate dovevano inviare tre Jopie dei "titoli che sostengono Ìe loro deduzioni", una delle quali si doveva conserviue nell'archivio della prefettura, erano anche tenuti a trasmettere ai direttori delle contribuzioni dirette copia delle loro ordi- nanze definitive, riguardanti le quotizzazioni. I commissari dovevano preliminarmente prendere "cognizione di tuni i giudizi pendenti e di tutte le conciliazioni intraprese, per menarli al fine" e adoperarsi per "compor- re le parti ad amichevoli accordi", da sottopore poi all'approvazione del Ministero dell'interno. Speciali cautele poneva la legge alla facoltà di procedere alle reintegre di terre a favore dei comuni, stabilendo una serie di casi in cui i commissari si sarebbero dovuti limitare a far determinare i canoni ai periti e a predisporre "progetti di transazione" da far approvare al ministero. Criteri particolari valevano per i terreni boscosi, le cui porzioni non dissodabili non potevano essere sottoposte a quotìzzazione. Un'indagine fu condotta nei primr mesi del 1862 sull'opportunità di trasferire le competenze dei commissari ripartitori ai prefetti. Il regio commissario straordinario nelle provincie napoletane propose alÌora al Ministero dell'interno di prorogare le funzioni dei commrssari fino a tutto il 1862r' e dello stesso awiso furono tutti i commissari, fra cui quello di Terra di Lavoro fece presente che gli affari in corso si sarebbero potuti espletare soltanto entro il 1863. Invece già con il decreto del 16 marzo 1862 furono soppressi i commissariati e le loro funzioni assegnare ai prefetti, iÌ cui ruolo politico ed amministrativo nel nuovo Stato unitario era stato precisato già a partire dal 1861- La superiore direzione delle

rr ASN, N,lAlC, fs. 728 bis, nora del 4 fèbbraio 1862 comprendente la Classirtcazione delle prttposle dei rr. contttlessari tlemaniali dal ntas:itno al nùino del ten4to che si ò da loro richiesto ftrIeJl'1,ta t?utu d, cli alJ.t ttt .ia\ t nftoviIcì0.

3l quello di agricoltura' operazioni passò dal Ministero dell'interno a prefetti la qualità di industria e commercio. Lo stesso decreto attribuì ai di ,"gi""À.i*.i ripartitori. Il prefetto, "co1 concorso. del consiglio prefettura o prEi"n .u", pot"ru d"l"gu." sottoprefetti' consiglieri. dl 'aggiunti, "peì io eseguimento delle operazioni" demaniali' che determina 'ii zo ugà*o 1862 iu inviato ai prefetti "un regolamento principali ed certe ed uniformi le competenze degli agenti ,*É per lo "o,t"f;;i n"Ie operarioni demaniali, le quali competenze.erano di ciascu- innunri turrut" .àn metodi differenti, secondo 1a consuetudine far fronte alla ;; Ne1 i863 i prefetti proponevano. che per ;;i;;;;.' agenti demaniali, si scarsa solerzia riscontrata nella còndàtta degli previsto da1 loro on incentivo economico maggiore di quello dipendenze del L"g"l"."ri""àn."d"rr. i"f 1862 e si istituisse un assessore che' alle Prop-onwano anche ili;i;;, seguisse e dirigesse il lavoro degli agenti' ih" for.".o-unrrllate le alienazioni e le loòazioni fatte dalla Commissio- ,"aal"bonifiche,istituitanel1840alledipendenzedelMinistero di prosciugamen- dell'interno che, invece di provvedere a proficui lavori che avrebbero dovuto essere ,o, ur"ru touru,io ai comuni ingenti temeni' cominciò effet- qr.,i, zazione. Con il decr"to 6 giugno 1863 r"ù"iri" commis- iir'u-."r," ù ,"rtituzione ai comuni dei demani posseduti dalla costituire degli uffici ,i".". Si, da1 1861 poi si stava prowedendo a straordinari de1 demaniali, sulla base delle direitive di commissari presso le prefet- rtairirì"i" ai industria e commercio' inviati e diretto da1 "gricoltura,1'ufficio era composto da cinque dipendenti ture33. A Caserta Lo Àìia"i .fr" ricopriva anche 1a qualifica di "assessore demaniale"' a costituire ."rt" i ia"i anàora ne1 18673a àttolineava che continuava sociale' deri- o, g.ur" ostacolo alle operazioni demaniali f insicurezza da cui p?::t*'11-T]i* iuni" autU pro.rimità del confine pontificio' aveva gta oivisione demaniaie dellaprefettura di Caserta "ì.". "ggJ.I-"

al la suprema tlireziotte tli essi fu atttìhuita 11tb\d,., St(tto degti affari demaniali, tlopo che fiittistero di tSricohura, industf ia e cottutxercto' v lbid.. di generale' it specialità su quellì di Terra 1! lbid.. Menorandum sugli affari demaniali it Iavoro , l'l oltobrc 186'1 . 15 Ibid..ls.'728.

32 --

fatto presente al Ministero di agricoÌtura con un rapporto del l0 settembre 1863 che si era dovuto istituire una scorta armata per consentite agli agenti demaniali di svolgere ii loro lavoro35- Sull'assetto istituzionale ritornò il Filidei, che con tn Memorandum sugli affari demaniali in generale, in specialità su quelli di Tetra di lavoro del i7 ottobre 186716 consigliò di ripristinare i commissari demaniali, in quanto meno gravati di impegni rispetto ai prefetti. Il funzionario spiegava anche che il provvedimento si rendeva particolar- mente urgente nelle provincie "in cui gli affari a risolversi sono più gravi e ntimerosi". Il Filidei proponeva anche di destinale "alla dipendenza dei prefetti, funzionari, che per onestà, solerzia ed espertezza in queste materie, ispiran 1a maggior fiducia, non esclusi gli stessi dirigenti degli uffizi demaniali". Tuttavia il quadro generale rimase immutato fino all'istituzione dei commissariati per la liquidazione degli usi civici nel i924. Soltanto negli anni 1894- 1899 le funzioni furono espletate da un inagistrato della Corte di Cassazione di Roma, Enrico Casella, coadiuvato da assessori-magistrati, con sede in Caserta e competenza su alcune province vicine. Nonostante i considerevoli sviluppi legislativi, le opera- zioni di quotizzazione e scioglimento di promiscuità alla fine o risultava- no fallite o restavano ancora da condurre a termine3T. Tuttavia, nella sua relazione sul lavoro compiuto negli anni 1924-1930' il commissario per 1a liquidazione degli usi civici delÌa e del Molisers dichiarava nel 1931 che si erano definite questioni "che s'agitano da decenni, e qualche volta da secoli, senza aver trovato mai soluzione, appunto per la 1òro complessitàe per la difficoltà di definirle". Alcune "interferenze" fra comuni risalivano addirittura "ad epoca remotissima". Persino "1a deter- minazione delle consistenze demaniali, aggiungeva il commissario, si è presentata spesso ardua, per mancanza o sparizione di documenti' per insuificiente indicazione rlei titoli, per mutate denominazioni di località' A volte si tratta di interi corpi demaniali non potuti neppure identificare

16 lbid.. fasc.72'7. 37 Enciclopetlit tlel di).itlo, XLV, Milano, Giuffré' 1992' p. 93'1' BoLlettino t/Vlll (agosto 1931)' 's BoLlettitto degli usi citici, sLtpple»tento.lel feuddle, e nel Molise' Relazione deL r. conmressnrio per la liqLtitlazione tlegli nsi civici nella Campania 1921-t930.

13 dagli esecutori dei demanio"3e. I commissariati istituiti con i1r. d. de|22 maggio 1924, n.751, su1 "Riordinamento degli usi civici nel regno", nominati con regio decreto, su proposta del ministro per l'economia nazionale, dovevano procedere, su istanza degli interessati, ma anche d'ufficio, all'accertamento, alla valutazione ed all'affrancazione dei diritti di promiscuo godimsnto delle terre spettanti agli abitanti di un comune o di una frazione di un comune, e alla reintegra e ripartizione delle terre. Dopo aver espletato l"'esperimento di conciliazione", aveva- no il compito di decidere le questioni insorte nello svolgimento delle operazioni e delle relative controversie. Le circoscrizioni territoriali di ciascun commissariato furono deterrninate con il r.d. del 16 giugno 1927, n.1255, che assegnò al commissariato residente a Napoli la competenza sulla Campania e sul Molise. Ai commissari furono affidati poteri molto ampi sia sotto il profilo amministrativo che giurisdizionale. Il procedi- mento che doveva portare al riordinamento ed a1la liquidazione degli usi civici prevedeva a1 suo inizio una verifica della qualità delle terre e dell'esistenza di possessi privati, qu olizzazioni e censuazioni precedenti, delle eventuali usurpazioni, attraverso un ruolo degli occupatori. Appro- vato dal commissario, i1 ruolo serviva di base per i provvedimenti di reintegra delle terre accertate di natura civicaa0. Le "carte demaniaii" della provincia di Tera di Lavoro costituiscono una fonte certamente notevole per lo studio della divisione dei demani dalla legge sull'eversione de1la feudalità fino al 1869. Dalf intestazione delle camicie dei fascicoli, risulta che provengono dall'intendenza borbonica e dal governatorato, poi prefettura, mentre alcuni degli incar- tamenti degli anni 181 1- 18 i6 appartengono a1la commissione dei dema- ni. Sistemato in fascicoli, il fondo è conedato da un elenco di versamento compreso nel generale elenco degli atti versati dalla prefettura, denomi- nato "atti dell'antica Intendenza di Terra di Lavoro". Ciascun fascicolo vi è segnalato con il proprio numero progressivo, il nome del comune di cui traitano i documenti, I'oggetto dell'affare ed il numero complessivo delle carte scritte. I fascicoli vi sono elencati inizialmente secondo l'ordine alfabetico del comune, ma, a partire dal n. 115, semplicemente

1' Ibid., p.2250. ao Errciclopedia del dit to... clt., pp.930-952.

J+ secondo il numero d'ordine progressivo dei fascicoli e senza ulteriori

ì ndìcazioni sul comune- Dagli stessi documenti si apprende che ne1 1846I'Archivio pt'ovittcia- le di Terla di Lavoro, che aveva sede in . comunicava alf intenden- te che "le carte demaniali per questa provincia erano andate in buonaparte clìsperse nel 1815 come si conosce dalla ministeriale del real ministeto degli affari interni de' 5 agosto detto anno". Pertanto si chiedeva la consegna delle ordinanze superstiti che si trovavano presso ì'archivio dell'intendenza", in contraddizione de' regolamenti"4r. Nello stesso fascicolo 189 è compreso Ì"'lnventario delle cafie demaniali che dall'in- tendente passano a quello [archivio] provinciale in Capua, giusta gli ordini del sig. intendente in data de' 27 agosto 1846". Ma l'archivio comprende anche testimonianze del passaggio di fascicoli dal commis- sario ripartitore o daÌl'archivio provinciale alla prefettura per I'esame clegli affari. Va fatto presente in proposito che numerosi fascicoli, benché segnalati nell'elenco, sono sostitu:iti in realtà dal promerroria della trasmissione delle carte alla prefettura fra gli anni 1871 e 1884. Questo interesse per i documenti delle istituzioni preposte agli affari demaniali sottolinea quanto fosse importante, ai fini del controllo delle operazioni. avere a disposizione gli atti relativi. Proprio il prolungatsi dei giudizi imponeva alle autorità competenti di procurarsi quanti più elementi di conoscenza dei fatti e dei titoli che le parti intendevano far valere. Così il decreto del 6 dicembre 1808, che affidava ai consigli d'intedenza,il compito di provvedere allo scioglimento delle promiscuità, precisavache il giudizio dovesse essere sempre "motivato sui fatti e sui documenti allegati", tenendo "presenti gli atti precedenti e i decreti profferiti ad istanza delle università e degli ex baroni". Il 4 aprile 1836 l'intendente di Terra di Lavoro inviò ai sottointendenti, ai sindaci ed ai decurionati una circolare "sullo stato delle divisioni e suddivisioni de' demani", con cui chiedeva notizie precise e documentate che integrassero quelle non sufficienti già desunte "dagli archivi dell'intendenza e da quelli provin- ciali". Analogamente nelle istruzioni del 3 Iuglio 1861 si raccomandava ai commissari dernaniali di inziare "le loro operazioni in ciascun comune

at ASC. Atti demaniali, fs. 189, nota del 20 agosto 1846. Vi è citata lacircolare del Ministero delÌ'interno del 5 agosto 1815, 1' divisione, 2" burò. n. 954.

35 prendendo cognizione di tutti i giudizi pendenti e di tutte le conciliazioni intraprese, per menarli a1 fine". L'immediata funzionalità degli atti alla buona riuscita delle operazio- ni demaniali è sottolineata anche dalla decisione di dichiarare ufficiaÌe "l'edizione delle decisioni de1l'abolita Commissione feudale e degli atti relativi alla stessa materia", già intrapresa in base al decreto 27 agosto 1822, e dall'obbligo imposto ai tribunali ed alle pubbliche amministra- zioni di conservare una copia dell'intera opera. Infatti i\ decreto 27 settembre 1836 dichiarava che la pubblicazione sul Bollettino feudale delle sentenze si era rivelata vantaggiosa per i comuni "tanto in riguardo alla storia riunita delle contestazioni avvenute sui propri di Ìoro diritti, che dei risultamenti ottenuti e garentiti dei giudicati". Con una circolare de1 28 febbraio 1838, il Ministero dell'intemo spiegava che la pubblica- zione delle sentenze aveva anche 1o scopo di proteggere sempre più i progressi dell' agricoltura, "promuovendo f industria con la suddivisione delle tene, e liberando queste dalle servitù già tollerate mercé le antiche leggi feudali"a2. Un particolare carteggio con gli intendenti riguardante ia conservazione dei volumi della pubblicazione negli archivi dei comuni si conserva nelle carte Winspe area3. E ancora nel 1846, con una circolare del 27 giugno, il ministro degli affari chiedeva all'intendente di inviare copie delle ordinanze emesse dai commissari ripartitori, perché fossero pubbli- cate "in unanuovaserie ed in appendice degli atti eversivi dellafeudalità" "a fine tanto di conservarsi alla memoria de' posteri, quanto perché vengano a cognizione del pubblico ed ogni cittadino conosca i diritti di cui gode su' demani del comune"a. Scopi analoghi aveva la rivista Giurisprudenza demaniale, pubblicata a partire dal 1866 a cura di Lorenzo Filidei, consigliere delegato della prefettura di Caserta. Il periodico si proponeva infatti di pubblicare "i principi direttivi adottati ivi ed in altre province nel decidere le vertenze demaniali, aggiungendovi avvisi delle autorità superiori"as.

a)ASN, Carte Winspeare, fs. 78, fascicoÌo 8. 41 tbid. 4 ASC, Atti demaniali,fs. 189. a5 A. Psnrcire, I evers ione della feudalità... cit., p. 582.

36 La conservazione dei documenti relativi agli affari demaniali costituì un problema per il commissario demaniale della provincia di Terra di Lavoro, che il 26 agosto 186 I avvertì il segretario generale del Ministero dell'interno di aver dovuto adoperarsi per pome rimedio allo "sperpero e alla confusione degli atti presso l'archivio provinciale"a6. Un rapporto analogo inviò lo stesso funzionario al commissario straordinario per l'interno e polizia il4 dicembre 1861, spiegando che molti processi erano stati "rilevati dal caos in cui giacevano polverosi e confusi presso questo archivio della già intendenza"a?. Ancora il 4 febbraio 1862 lo stesso commissario straordinario, relazionando sulla situazione degli atti demaniali, considerava uno dei fattori che avevano rallentato l,attività proprio "l'infinito disordine", in cui si erano rinvenute le carte demaniali degli archivi delle prefetture e delle provinciels. Si era perciò reso necessario "raccogliere e porre in ordine ed inventariare e cornporre in archivio le carte esistenti e di operare indagini intermrnabili e non ancora compiute sul rinvenimento delle disperse", facendo appello anche ai privuti. ai comuni e agli altri commi\sariari. La documentazione si distingue in due tipologie principali: i fascicoli degli affari demaniali, da un lato, e la corrispondenza dell'ufficio, insieme con i registri, dall'altro. I fascicoli degli affari dei comuni raccolgono, per lo più in filze, gli atti prodotti nel corso delle vertenze fra comuni e fra questi e gÌi ex baro- ni, spesso in relazione al pagamento della bonatenenza a favore dei comuni. All'incartamento è in genere unita la documentazione redatta dai periti, costituita da perizie e piante topografiche generalmente a coÌori, che rappresentano i fondi demaniali oggetto delle controversie. Quando si giunge ad una conciliazione fra le parti, promossa dai commis- sari ripartitori, al fascicolo è unito il verbale di conciliazione con il relativo decreto reale di approvazione. Un'intensa corrispondenza si teneva fra f intendente o il prcfetto ed il Ministero dell'interno, a cuì erano sottoposte le sempre varie questioni che sorgevano nel corso delle divisioni e delle quotizzazioni dei demani. Le decisioni dei commissari

16 ASN, MAIC. Fs. 728. !1 lbid..ls.72''l trs 1ril., ùota del prefirto aÌ Minisrcro deÌl'jnrerno del 4 lèbbrajo i862.

31 davano luogo a1Ìe ordinanze, a cui poteva far seguito il ricorso al Consiglio di Stato. Definiti i rispettivi confini dei demani comunali, si procedeva all'apposizione in loco dei 'lermini lapidei", sui quali si segnavano gli acronimi dei comuni confinanti. Frequenti erano lerichieste di informazioni sullo stato delleoperazioni demaniali che il ministero inviava all'intendenza. Per soddisfare allora questo tipo di richieste venìvano trasmessi gli "stati dei litigi" e quelli delle suddivisioni demaniali e successivamente, a seguito della circ<.rlare prefettizia del 18 luglio 1860, gli "stati dei giudizi e delle pendenze demaniali" e quelli delle conroversie di confine, che si ritrovano nume- rosi per g1i anni 1860-1866. Poiché i sindaci erano tenuti a rispondere anche solo negativamente alìe richieste ministeriali, si apriva per ogni adempimento un fascicolo, che generalmente recava come oggetto "pen- denze demaniali". Con la circolare del 30 sLìttembre l8{rl, il Ministero dell'interno a polizia dispose che i sindaci r:c»npìlassero un prospetto generale d,.:i beni pairirnoniali del loro comune, in cui risultassero la qr.rant ità,la naturaed il valore dei fondi urbani e di quelli rusrici. Lo "stato" dove,,'aquindi essererimesso all'intendente o al goveflÌatoredellaprovin- cia, per essere trirsmesso al ministero. Rilevazioni di cluesto genere erano state compiute oerò già negli anni 1847-1851, pe;' i quali si trovirno numerosi i:tati dimostlativi dei fondi demaniali. Numerosi sono anche i fascicoli che contengono ìa corrispondenza I'ra la commissiorre per la stanlr,;adel Bollettinr:feudale e i\ prefe ttc, acui Èrano richiesti gli atti sulÌe operazioni demaniali conpiute. Analogamente esistono tre iascicoli che raccolgono il carteg-qio iirtercorso fra il prefettc ed i comuni ;:er l'invio di docunrentazione utilc alìa. rivista Giurisprutle;qa denmniule. I rtioli dei cmoni, re(l3tti sirlla base tlclle rilevazjoni elletauate d,tgli agenti e periti demaniali, permettevano poi di esigere il corrispettivo della consegna di quote iri possessori di fondi demi',niali. Volurnirrosi sono gli incartamenti della corrisponCelza con gìi ftgenii demlniaii, ,:he ìn gen:re riguarda le qì.restioni reiative trlla liquidirzir--'ne clelle lr:r:o inrlennità. Il fondo compri:rtde anche rliversi incartarlenti in cui srtao rriccr;lte dispo:;izioni di massirna, i.:lenr:hi dei pcliti ed aflaL'i generali, ri partire dal l8l0eiino:il 1866. Troviarrrr) quindi u fascicolo contenente frùspcrri 1', riassuntivi dÈlle op(rrazioni demaniali ct'ÈttLrii',i: fia i! t tt62 .:l il I 864

te A,SC. Atti denaùali,fs. ll'1.

38 Alf interno della serie di registri necessari al funzionamento della divi- dal sione demaniale del1a prefeitura vanno segnalati quelli di protocollo 1864 al 1867, che forniscono un quadro anche quantitativo dell'attività di esercitata dali'ufficio. È interessante anche 1a presenza del "Registro corrispondenza de1 commissario ripartitore" dal 1861 al.1862' che sottolinea la continuità nella trattazione degli affari, pur nel passaggio delle competenze alla prefettura. Le "carìe demaniali" comprendono affari relativi ai comuni che allora costituivano la provincia di Terra di Lavoro e che oggi sono ripartiti in- vece fra Ìe provìnce dì Beneventoso, Isernia, Napoli, Latina eFrosinone' ll fondo noi esaurisce la documentazione sugli affari demaniali conser- un vata dall'Archivio di Stato di Caserta5r, presso il quale si trova anche notevolefondodibusteVersatedalcommissariatoperlaliquidazione degli usi civici, con documenti a partire dal 1638, e le carte versate propria- dail'Intendenza di finanza di Caserta. Queste per'ò si rifertscono per mente alla gestione del patrimonio demaniale Di grande importanza sono unapiù coÀpleta conosòenza della storia della divisione dei demani luogo le fàti conservate presso 1'Archivio di Stato di Napoli' In primo affa- vanno segnalati I'u..hirio d.l Ministero degli interni, it fondo degli del ri demaniali e feudali, denominato Carte Winspeare e l'archivio Ministero di agricoltura, industria e commercio, che raccogìie disposi- demaniali zioni di massinia, istr-uzioni e corrispondenza relativa agli affari ed al personale impegnato a partire dal 1861, insieme con prezioso provincie del materiale statistico sulle operaiioni compiute nelle varie la documen- Mezzogiorno. Essendo pressoché completamente distrutta delle tazione-del1a commissiòne feudale, risulta prezioso tl Bollettino i già baroni senlenze emanate dalla SLtprema comtnissione per te liti fra Trani a partire etl i Cotnuni,prrbblicata a Napoli dallo stampatore Angelo volumi dei dal 1808, in 8 volumi, a cui feceto seguito dal 1829 i

prefetto di terra di lavoro ?28 Arulat'ttento gettetale del servizio' ttotadd ' ASN, MAIC. fs. . alla nuova provincia di clel l8 aprile 1862 Dal documento emerge che furono consegnati relativi alle operàzioni B"n"r"nto, costiiuita con decreto del 25 ottobre 1860' i documenti Terra di Lavoro' demaniali riguardanti i comunj staccati dalla provincja di denmnia[e \n ][ Mezzogiorrto 5r C. Drlr,r Èrxr. Fo tlti lrchivistiche relative al problema ' M'qssrrn'l Bari' Dedalo' 1988 pp 769- prewtitc 'io, Econonlia, società e istiluzit'tti'a cura di A' ' ' 778.

39 t.-

supplementi. A partire dal 1838 si pubblicò 1l Bu ettino delle ortlinanze de' commissari ripartitori de' demani ex feudali e comunali nelle province napoletane, anch'esso aNapoli da Angelo Trani fra il lg3g ed il 1867 per complessivi 24 volumi. L'inventario riflette la successione dei fascicoli secondo la numera- zione dsultante dall'eÌenco dellaprefettura. In mancanza dell, intitolazione sulìa coperta del fascicolo, si è riportata quella indicata sull,elenco. Oltre agli estremi cronologici, si è ripofiata poi la data di archiviazione degli atti segnata sulla camicia del fascicolo. per meglio specificare il conte- nuto e per fornire ulteriori elementi esplicativi, si è r edatto un ab stract che segnala fra 1'altro la presenza di paflicolari tipologie documentarie. A corredo dell'inventario, per facilitare la ricerca, si è redatto, anche per i numerosi fascicoli rinvenuti vuoti, un indice dei distretti, poi circondari. Poiché le indicazioni, rilevate dalle camicie dei fascicoli, delle circoscrizioni amministrative in cui erano compresi i comuni, sono risultate inesatte, si sono riportati negli indici i dati corretti, riferiti alla data iniziale di ciascun fascicolo. Seguono infine indici dei comuni a cui si riferiscono i documenti, delle parole chiave dell,og getto e dell'abstact, dei toponimi e dei nomi di personacitati nell,inventario. Ai lemmi si sono aggiunti, fra parentesi tonde, elementi identificativi essenziali, quando è stato possibile rilevarli dai documenti. per i nomi di persona si sono segnalati il titolo nobiliare o la professione, quando pertinente alle questioni demaniali.

Paolo Franzese Caserta, luglio 1994

40 Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ARCHIVIO DI STATO DI CASERTA

QUADERNI DI STUDI STORICI E ARCHIVISTICI N°1 ATTI DEMANIALI (1807 - 1869)

BUSTA FASC COMUNE OGGETTO ANNO

I 1 Alife "Ruolo di colonie perpetue per ettari 124.33, n 70 coloni, e 1864 lie 430,78 di annuo canone", 1864

I 2 "Questioni di confini con Faicchio in Provincia di 1864-1868 Benevento", 1864

I 3 "Pendenze demaniali", 1861 1861-1865 I 4 Casalvieri "Quotazione dei demani", 1864 1862-1864

I 5 Brocco "Pendenze demaniali", 1861 1859-1861

I 6 "Verifica di usurpazioni. Permuta di cesine chiesa da 1864-1865 Boccucci, Bisiesto, Biccari", 1865

I 7 Marzano "Pendenze demaniali", 1861 1859-1866 I 8 "Incartamento generale. I° divisione col Duca e Comune di 1860-1866 ", 1861

I 9 Gioia Sannitica "Conciliazione inutilmente sperimentata col duca di 1862-1865 Laurenzana in ordine ai demani Pianoliscio e Campostelle", 1863

I 10 Mondragone "Prolungamento di affitto chiesto dal Barone Ricciardi De 1864-1865 Conciliis per le terre demaniali a quotizzarsi", 1864

I 11 Coreno "Pendenze demaniali", 1861 1859-1863

I 12 S.Pietro in curulis e "Incartamento relativo allo scioglimento di promiscuità tra Roccaguglielma roccaguglielma e S.Pietro in curulis inviato alla Prefettura a' 25 Agosto 1877 n°. 116". (incartamento vuoto contiene solo promemoria della trasmissione delle carte)

I 13 Castelnuovo Parano "Vertenza colla cappella del SS.Corpo di Cristo e Rosario" 1864-1868 I 14 Colle S. Magno "Produzione pe l'avvocato Gaetano Cenci di Cassino, 1857-1868 contenente dimanda per indennità di via, spese e compenso contro il Comune di S.Magno". 1868

I 15 Fontana "Pendenze demaniali", 1862 1857-1866 I 16 Mondragone "Indennità per la quotazione dei demani", 1865 1864-1865 I 17 S. Tammaro "Incartamento generale. Contiene la minuta dell'ordinanza coll'amministrazione di Casa Reale de' 30 gennaio 1866". I 18 S. Angelo di Alife "Conciliazione con Giovanni Ricciardi riconosciuto colono 1866 perpetuo per ettari 1.18 per canone L. 14.69", 1866

I 19 Alife "Usurpazione commessa da Domenico di Franco sul demanio 1865-1868 comunale", 1866

I 20 Piedimonte "Vertenza riguardante anche i Comuni di Castello, S. 1863-1865 Gragorio, S. Potito, contro i sigg. Domenico e Gabriele D'Amore per la spettanza della contrada", 1863.

II 21 Schiavi "Pendenze demaniali", 1861 1857-1863 II 22 "Pel fitto del locale di fabbica esisitente sul fondo appellato 1864-1866 Carde", 1864 II 23 Cancello e Arnone "Quotazioni dei demani. Volumi dei reclami" 1865 II 24 e Brezza "Reintegra dei demani posseduti dalla Commissione delle 1860-1864 bonifiche" II 25 "Incartamento relativo allo scioglimento di promiscuità tra Roccamonfina e S.Pietro in curulis trasmesso alla Prefettura il 25 Agosto 1877"

II 26 Piedimonte e Terelle "Questione sulla proprietà del Bosco Scalzani a di 18 Aprile 1873"

II 27 Cassino "Rilascio spontaneo del demanio circoscritto dall'anfiteatro di 1864 Cassino, fatto da Francescantonio Torrice", 1864

II 28 Capriati "Conciliazione non approvata tra il Comune di Capriati al 1866-1868 Volturno e Raffalla Iacovone nell'interesse degli eredi di Luigi Testa"

II 29 Valle di Prata "Confinazioni a stabilirsi col Comune di Prata" 1836-1857 II 30 "Incartamento riguardante il ruolo delle colonie del Demanio di Pico, rimesso alla Prefettura", 1872. (Incartamento vuoto contenente solo la scheda di trasmissione del versamento del fascicolo)

II 31 Pico "Conciliazione con la Chiesa di S.Antonino per l'usurpazione 1864-1865 in contrada Macchione commessa da Antonio Capparrella", 1865.

II 32 Campodimele "Indennità dell'agente demaniale De Sotis per le vertenze con 1863-1866 De Felice, Itri , Roccaguglielma e S.Pietro in curulis", 1864- 1865

II 33 Campodimele "Conciliazione per rettifica di confini", 1865 1863-1866 II 34 e "Pel fondo Colle di ferro controverso col Duca di 1865 Laurenzana", 1865

II 35 "Vertenza per la reintegra della Selva dei Cipressi contro il 1865-1866 Duca di Laurenzana", 1866

II 36 Capua "Revindica dei demani provenienti da S. Angelo in Formis" 1863-1868 II 37 "Quotazione dei demani", 1865 1863-1869 II 38 Cervino "Richiesta del ruolo dei canoni", 1861 1861-1863 II 39 Cancello e Arnone "Atti per la stampa del Bollettino Feudale 1863", 1863 1848-1864 II 40 Cancello e Arnone "Pendenze demaniali", 1861 1857-1863

III 41 San Vittore "Ruolo di colonie, Quote n° 73 di ettari 20,48 col canone di 1864-1866 lire 109,03", 1866

III 42 Monticelli "Apposizione di termini alle proprietà boschive del comune", 1856-1861 Confini, fra i fondi appartamenti alla Chiesa collegiata di Monticelli e quelli comunali", 1861

III 43 Campodimele "Svincolamento di ducati 701,45 dello stralcio dei lavori 1863-1865 pubblici provenienti da una parte del demanio occupato dal Barone De Felice, e tagliato dalla strada Civita Farnese", 1863.

III 44 Roccaguglielma, "Conciliazione per rettifica di confini", 1865 1863-1865 S.Pietro in curulis e Campodimele

III 45 Pontecorvo "Conciliazione col Sig. Francesco Lucernari del 1864". III 46 S. Angelo in Teodige "Pendenze demaniali", 1861 1862

III 47 Ciorlano e "Vertenza per la proprietà della contrada demaniale detta 1850-1866 Coste del Pozzo di acqua viva" fra i comuni di Ailano, Ciorlano e Pratella, 1865.

III 48 Ciorlano e Fontegreca "Conciliazione per scioglimento di promiscuità e rettifica di 1863-1865 confini fra i due comuni" di Fontegreca, Ciorlano e Pratella, 1864

III 49 Capriati "quotazione dei demani Querceto e Mortine in 39 quote di 1863-1867 ettari 41, 84, 18, col canone di L. 741", 1865.

III 50 Capriati "Reintegra di terreno occupato dal Sig. Filippo Golino a dì 11 agosto 1879"

III 51 "Incartamento relativo allo scioglimento di promiscuità tra Prata Sannita, Ciorlano e Pratella. Rettifica di confini. Rimesso alla Prefettura".

III 52 Capriati "Conciliazione con Michele Andreucci per rilascio di are 1865-1866 3,20 di demanio e per colonia perpetua per altre are10,20". 1866.

III 53 Pico Conciliazione con Alessandro Pompei per la confinazione dei 1865-1867 demani in contrade Fontanelle e Marzi", 1866

IV 54 Pico "Per i dissodamenti nei boschi comunali. Domanda dei 1850-1857 naturali per le terre incolte", 1857 IV 55 Pico "Promiscuità tra il Comune di Pico e la Chiesa madre di S. 1862-1866 Antonio Martire dello stesso comune, definita con conciliazione del 20 aprile 1864".

IV 56 Tora e Piccilli "Compenso chiesto dagli eredi del perito Abatelli per la 1865-1866 divisione tra il comune di Presenzano e Del Balzo". IV 57 Maddaloni "Conciliazione con Giuseppe Tammaro", 1864. 1862-1864 IV 58 S. Felice a Cancello, "Un volume riguardante scioglimento di promiscuità ed e S. Maria a assegno di quote demaniali tra il Comune di Arienzo, Vico S.Maria a Vico e S. Felice a Cancello, rimesso alla Prefettura il 13 luglio 1884 n. 218 dietro note del 10 detto, div. IV, sez. Demaniali, n. 17857"

IV 59 Arienzo, S. Felice a "Liquidazione d'indennità all'agente demaniale Musone per lo 1864 Cancello e S. Maria a scioglimento di promiscuità fra i tre comuni" di Arienzo, S. Vico. Maria a Vico e S.Felice a Cancello", 1864.

IV 60 "Pendenze demaniali", 1861 1860-1861 IV 61 Roccadevandro e "Corrispondenza di Camino riunito a Roccadevandro" 1863-1866 Camino IV 62 S.Pietro in Fine "Revindica del molino e palazzo baronale contro l'ex 1861-1862 feudatario Monastero di Monte Cassino"

IV 63 S.Pietro in Fine "Conciliazione col Comune di S. Vittore per corcoscrizione 1863-1864 territoriale dei due tenimenti", 1863.

IV 64 S.Elia "Conciliazione con gli occupatori di alcuni fondi demaniali", 1863 1863.

IV 65 "Censuazione chiesta da Francesco Apici di una frazione del 1863-1867 demanio Camposfondato", 1865

IV 65bis Vairano e "Per lo scioglimento della promiscuità e la determinazione 1858-1860 dei confini del demanio del Comune di Vairano da quello di Pietravairano".

IV 66 "Corrispondenza fra il municipio e l'agente demaniale", 1861. 1861

IV 67 "Corrispondenza tra il municipio e l'agente demaniale", 1861 1861

IV 68 Ponza Incartamento relativo a pendenze demaniali rimesso alla Prefettura a dì 8 novembre 1876 n° 148 dietro nota del 4 detto Div.4 sez.2 n° 27664, e segnato nell'inventario al n°. 68"

IV 69 Mignano "Ruolo di colonie perpetue e verifica di usurpazioni rimesso alla Prefettura".

V 70 "Questioni di confini e di spettanza del demanio Costarone di 1863-1867 Friento", 1863. V 71 S. Elia "Ruolo di canoni su colonie perpetue", 1863. 1833-1866

V 72 "Separazione in massa coll'ex feudatario Principe di 1863-1867 Colombrano pei demani e Monte Fontana", 1863. V 73 Villa di Liberi "Quotazione del demanio Melito", 1865. 1864-1865 V 74 Pontelatone e Castel "Scioglimento di promiscuità", 1866 1866 di Sasso V 75 Pontelatone "Ruolo di colonie perpetue. Quote n. 38 di ettari 26, 27, 50 1865-1868 pel canone di lire 199, 16", 1866.

V 76 Piana di e di "Incartamento relativo alla vertenza col Principe di Sasso Colombrano nell'interesse dei Comuni di Sasso e Piana".

V 77 Villa di Liberi "Conciliazione per il rilascio spontaneo di terreni usurpati", 1865-1866 1865.

V 78 Pontelatone e Scioglimento di promiscuità in linea conciliativa del demanio 1863-1866 Faeta fra i due Comuni", 1863.

V 79 "Pendenze demaniali", 1861. 1861-1863

VI 80 Macerata "Pendenze demaniali", 1861 1856-1861 VI 81 Portico "Pendenze demaniali", 1861 1856-1864 VI 82 "Vertenza demaniale col Barone De Rosa per la revindica 1834-1868 dimandata da quest'ultimo contro il Comune di moggi 7 di demanio", con documenti del 1813, 1864.

VI 83 Pico "Usurpazione della Fontana di Piedi Pote commessa da 1864 Antonio Carnevale, fu Giambattista. Impugnata la proprietà e pertinenza al Comune dal sig. giuseppe Pompei fu Antonio. Definita la questione la linea conciliativa a favore del Comune".

VI 84 Pico "Conciliazione con Fedele Manna per are 16 del demanio 1864-1867 Pote col comune di L. 1.28", 1864.

VII 85 Calvi e di Atti per la stampa del Bullettino Feudale", 1864. 1863-1864 VII 85bis Calvi "Per la quotazione di un fondo demaniale, per addirsi a 1846-1853 cesine, a favore di quei naturali". VII 86 Vico di Pantano "Copie di ordinanza del 1819, 1828, 1832, 1844, 1848 n. 7". 1819-1848

VII 87 Piccolo "Per un atto intimato ad istanza del marchese di Pallavicino 1849-1856 intorno alla contestazione agitata col Comune sui compensi degli usi civici nei diversi demani feudali presentati dal detto marchese", ex feudatario, 1856.

VII 88 Formia "Conciliazione col Monastero di Monte Cassino per ettari 1864-1865 878", 1864

VII 89 Mondragone "Quotazioni. Vi è l'ordinanza 18 marzo 1865 e il Decreto".

VII 90 "Incartamento generale". Pendenze demaniali, 1861 1860-1864

VII 91 Morrone "Pratica circa la confinazione e la terminazione della montagna Gagliola con De La Valle a 27 febbraio 1867 rimessa alla Prefettura dietro nota de 23 febbraio div.2a" VII 92 Castelmorrone "Suddivisione dei demani"1863 1856-1868

VII 93 "Pendenze demaniali", 1861 1857-1864 VII 94 Caserta "Rettifica di confini tra Caserta e Valle" VII 95 Caserta e Curti "Pendenze demaniali", 1861 1859-1863 VII 96 S. Maria Capua "Pendenze demaniali", 1864 1864 Vetere

VII 97 "Pendenze demaniali", 1861 1857-1863 VII 98 Casanova "Pendenze demaniali", 1861 1856-1863 VII 99 "Pendenze demaniali", 1861 1857-1863 VII 100 Camigliano "Pendenze demaniali", 1861 1861-1864 VII 101 Vitulazio "Pendenze demaniali", 1861 1859-1864 VII 102 Cancello e Arnone "Reintegra dei demani posseduti dalla Commissione delle 1862-1863 bonifiche" 1863

VII 103 Cancello e Arnone "Conciliazione col Sig. Gaetano Crisconio affittatore di un 1863 demanio restituito dalla Commissione delle bonifiche", 1863

VII 104 Casalvieri "Carte ed atti concernenti la verifica dell'usurpazioni nel 1867-1868 demanio le 'Foreste' nel Comune suddetto per reintegrarsi le porzioni usurpate al Comune medesimo, contro Francescantonio Marsella e Clemente Carlesino", 1867

VIII 105 Pico "Questioni di confini colla Chiesa di S. Antonio pel demanio 1864-1856 Mordani", 1865 VIII 106 Frignano Maggiore "Divisione di quote", 1863 1861-1863 VIII 107 Orta e Casapuzzano "Divisione di beni feudali di Casapuzzano col Marchese di 1864-1869 Bugnano e Marchese Colangelo", 1864.

VIII 108 Frignano Piccolo "Vertenza demaniale fra il Comune di Frignano Piccolo e il 1863-1866 marchese Pallavicino", 1864

VIII 109 Liberi "Usurpazione di bosco comunale. Convenzione con Vito 1862-1863 Parrillo di Treglia, mettersi in difesa contrada boscosa Costarone. Suddivisione della contrada medesoma", 1862

VIII 110 Pontelatone e Liberi "Questione per demanio Lenza Longa a dì 25 agosto 1879. Passato alla prefettura dietro nota dei 22 detto".

VIII 111 "Conciliazione col Duca di Forlì circa la divisione dei beni 1849-1865 feudali", 1865

VIII 112 "Atti per la stampa del Bollettino feudale. Bonatenenza", 1856-1864 1865.

VIII 113 Caserta "Conciliazione con Antonio, Andrea e Carlo Bonacci per 1864-1866 l'usurpazione di are 34, 38 di demanio", 1864. IX 114 Caiazzo "Contravvenzione nell'alveo del Voturno a carico di Stefano 1865-1867 De Simone di Caiazzo", 1865.

IX 115 Benevento "Corrispondenza col prefetto di Benevento per operazioni 1861-1862 demaniali", 1861

IX 116 "Riscontri dei giudici di mandamento della provincia, quanto 1861 alla proposta degli afenti demaniali e dei periti in esecuzione della dicasteriale 6 maggio 1861", 1861.

IX 117 "Spoglio dei processi demaniali di tutti i comuni della provincia. Quadri delle operazioni definite o che restano tuttavia a compiersi", 1864.

IX 118 "Disposizioni generali e carteggio coll'agente demaniale Sig. 1810-1811 Silvio Palombo e per la rinuncia fattane, sostituito il Sig. Eugenio Quadrari", 1810.

IX 119 Causa di Brezza e (Raccolta di lettere spedite dall'avv. Francescantonio 1807-1811 Cancello Trimarchi al collega Giovambattista Gugliotti a Capua sulla causa relativa ai comuni di Brezza di Cancello contro il barone Saulle. Il fascicolo contiene anche un prospetto riassuntivo delle lettere)

IX 120 "1) Stato dè litigi di revindiche di proprietà tra i comuni e gli 1825-1851 antichi feudatari; 2) si dimanda dal Ministero dell'interno un lavoro intorno ala divisione e suddivisione di demani ex feudali ed ecclesiastici; 3) si chiede dal ministero uno stato delle operazioni demaniali rimaste a finalizzarsi", 1825-1839.

IX 121 "Ministeriale per lo stato delle divisioni e suddivisioni demaniali della provincia".

IX 122 Roccamonfina Disposizioni generali e carteggio coll'agente demaniale sig. 1810-1811 Andrea Maddaloni".

X 123 "Circolare del ministero dell'interno e lettere dell'intendente 1811-1816 della provincia relative alle ordinanze coll'amministrazione de' reali demani". X 124 Capua "Lettere circolari dell'Interno con la Divisione de' demani 1811-1812

X 125 "Corrispondenza per Gallinaro, ed altri comuni". 1812 X 126 Settefrati "Sull'importo della buonatenenza dovuta dall'ex feudatario al 1847-1851 comune", 1847-1851.

X 127 Comune di S.Pietro in 1847 curulis X 128 Cisterna "Pratica riguardante della quantità dovuta al Comune di Cisterna per bonatenenza rimessa alla prefettura nel dì 23 ottobre 1883 dietro nota del 19 detto". (Incartamento vuoto) X 129 "Comune di Carinola e la Duchessa di Mondragone D.Maria 1858-1859 Rosa Grillo. Pagamento di bonatenenza". 1858-1859.

X 130 Fondi "Pagamento di bonatenenza da parte del principe di Fondi". 1847-1850 1864 X 131 Casalattico "Sulla bonatenenza dovuta al detto Comune dell'ex 1847-1862 feudatario", 1862

X 132 Fondi "Vertenza per bonatenenza. Produzione per la bonifica di 1812-1864 Fondi contro il principe di Fondi". Pagamento della bonatenenza in ducati 19727.18 dovuti per seguito di decisione della commissione feudale, 1812-1850

X 133 Brusciano "Pratica riguardante la bonatenenza dovuta dal duca di Marigliano al Comune di Brusciano, rimessa alla Prefettura nel dì 23 ottobre 1883 dietro nota del 19 detto. Div.4, protocollo n. 26389. (incartamento vuoto)

X 134 "Sulla destinazione di un avvocato per la liquidazione del credito di buonatenenza presso il Consiglio di questa Intendenza contro gli eredi dell'ex feudatario".

X 135 Casal di Principe "Per la buonatenenza dovuta dall'ex feudatario Duca di 1848-1850 Sant'Arpino al Comune suddetto, essendo in pendenza la graduazione dei fondi espropriati dello stesso debitore".

X 136 "Incartamento relativo alla quotazione de' demani del Comune di Rocchetta e Croce. 1865". Reclami per la quotizzazione". (il fascicolo è vuoto) X 137 "Repertorio dell'Ufficio Demaniale" 1864-1866 X 138 Caserta "Invito fatto al Sig. Edoardo Chiodi per prestarsi a lavorare 1861-1862 presso il Commissario demaniale Sig. Giacchi", 1861 X 139 "Corrispondenza col direttore dei dazi diretti", 1861 1861

X 140 "Memoria di atti e documenti riguardanti questioni che il Sig. Del Greco ha tratto dal grande Archivio ed ha ricevuto da Don Giuseppe Siani, impiegato del governo di Napoli ed incaricato della pubblicazione del Bollettino feudale"

XI 141 "Registro di corrispondenza del Commissario ripartitore". 1861-1862 XI 142 "Elenco degli agenti demaniali" - (il fascicolo è vuoto) XI 143 "Stato delle pendenze demaniali. N./". 1861 XI 144 Nola e Piedimonte "Indennità all'ing. Policarpo Ponticelli", perito, 1812. 1812 XI 145 S. Germano e Cervaro "Ordini relativi alla fida dè fondi appartenenti alli soppressi 1809 cassinesi n°. 1267-2413-1443". 1809 XI 146 "Agenti demaniali", 1809. 1809-1811 XI 147 Aversa e casali "Incartamento personale". Bollettino feudale. Aversa e casali 1864-1866 oggi comuni: Carinaro,, Orta, Gricignano, Trentola, Prete, S.Marcellino,Frignano Maggiore, Frignano Piccolo, S.Cipriano, Casal di Principe, Vico di Pantano, Teverola, , Aversa".

XI 148 "Corrispondenza complessiva per la stampa del Bollettino 1856-1866 feudale" XI 149 "Questioni di confine tra provincia e provincia e tra comune e 1861-1862 comune

XI 150 Melizzano "Per la bebatenenza del duca di Melizzano". "Vertenza col 1866-1867 marchese Corsi Salviati".

XII 151 circondario Gaeta "Disposizioni generali e di massima all'agente demaniale nel 1810-1811 circondario di Fratte", 1810. XII 152 Cancello Arnone "Per la quotazione del 1812" 1812-1839 XII 153 circondario Sora "Disposizioni generali sui comuni; Brocco, Campoli, Isola, 1812-1818 S.Donato, Settefrati ed altri", 1810. XII 154 Schiavi di Formicola "Per la compilazione del ruolo dei canoni sulle cesine 1850 demaniali".

XII 155 Caiazzo "Carte che riguardano la dissodazione di un fondo demaniale 1850-1851 che confermano la circostanza di essersi ottenuta la permissione".

XII 156 Castelvolturno "Reintegra al Demanio dei fondi usurpati da Irace ed 1850-1853 Abbamondi, siciliani".

XII 157 Pignataro "Sulla parte spettante al comune pei fondi denominati 1847-1851 Lavandaja e Cerquelli, e sulla parte del compenso nell'altro fondo denominato Facciate di Montecassino".

XII 158 Brezza "Quotizzazione del 1813" 1811-1813 XII 159 circondario Gaeta "Indennità chieste dall'agente demaniale Pietro Lanni contro 1812-1813 diversi comuni", 1812-1813.

XII 160 "Atti demaniali del 1809" 1809-1811 XII 161 circondario Sora "Circoscrizioni del 1815" 1812-1815 XII 162 "Contenzioso amministrativo per d.Nicola Monaco di 1815-1823 Aversa, ufficiale della Difesa Mormile, contro l'Amministrazione del Real Sito di Carditello", 1816-1818

XII 163 Capriati "Capriata. Sulla buonatenenza dovuta dall'ex feudatario al 1847 comune e sullo stato attuale dei fondi accantonati allo stesso comune". XII 164 Parete "Atti relativi alla buonatenenza del descritto comune", 1864 1864

XIII 165 Gricignano "Produzioni tra l'ex Barone Campomele e l'università di 1810-1864 Gricignano", 1810 XIII 166 Gricignano "Atti relativi ai crediti dell'ex feudatario verso il comune ed 1810-1851 al debito di lui per bonatenenza dovute al comune medesimo", 1810-1851.

XIII 167 "Ufficio Segreteria del Consiglio. Rimessiva di documenti 1861 demaniali al commissario ripartitore e corrispondenza relativa." 1861 XIII 168 "Segreteria del Consiglio. Remissiva di documenti demaniali al Commissario riparatore e corrispondenza relativa" XIII 169 Pico, S.Giovanni "Per la indennità dovuta all'agente Lanni dai descritti 1812-1813 Incarico e comuni", 1812 Vallefredda. XIII 170 Circondario di Nola "Indennità all'agente demaniale Sig. D'Anna", 1812 1812-1815

XIV 171 "Corrispondensa per la Giurisprudenza demaniale del 1867 1867-1868 XIV 172 "Corrispondensa per la Giurisprudenza demaniale del 1868 1866-1867 XIV 173 Corrispondenza per la "Giurisprudenza demaniale". 1812-1814 Comprende anche atti relativi al ricorso di Mariano Balsamo, già ricevitore generale della provincia per gli anni 1806- 1807, contro il Consiglio d'intendenza.

XIV 173 bis Affari generali ed affari demaniali diversi. Carteggio con i 1812-1866 comuni, con la Direzione del demanio, con sottointrndenti. Carteggio con l'Archivio provinciale per l'acquisizione di carte demaniali (1866)

XV 174 Sasso "Per la compilazione dello stato dimostrativo dei fondi 1850 demaniali occupati a danno del comune" XV 175 Caiazzo "Indennità ad Abatelli". Provvidenze per gli agrimensori 1810-1812 addetti alla divisione dei demani comunali di Caiazzo e di Raiano.

XV 176 "Controversia sorta tra Sesto ed il pubblico demanio". 1866-1867 "Corrispondenza".

XV 177 Colle S. Magno "Pubblicazione del bando per la censuazione del demanio 1811 comunale di Colle S. Magno", 1811 XV 178 Arpaia e Roccarainola "Verifica di un fondo demaniale denominato Piana Majuli" 1858

XV 179 Frignano Maggiore Controversia fra il Comune di Frignano Maggiore e l'ex 1812-1814 barone Carlo Evoli per la divisione dei beni demaniali. Pagamento delle spese.

XV 180 Conca e Controversia tra i due comuni per lo scioglimento di 1837-1839 Roccamonfina promiscuità

XV 181 Marzano "Marzano. Incartamento generale". Divisione del demanio 1812-1818 comunale. Spese occorrenti.

XV 182 S.Elia "Quote demaniali. Permuta dei fondi demaniali. Ordinanza 1816-1822 del 6 novembre 1812". Renitegra da parte del comune del del possesso di fondi in località Chiusanova e Vicenne e permute di beni ex feudali.

XV 183 Prata "Sulla mancanza del prodotto de' fondi spettante al comune 1847 per gli usi civici, e sulla bonatenenza dovuta dall'ex feudatario", 1847 XV 184 Tora e Piccilli "Per la compilazione del ruolo dei canoni sulle cesine 1850-1851 demaniali", 1850

XV 185 "Volume di atti sciolti antichi e correnti". Carteggio ed atti. 1811-1866 XVI 187 "Registri di carte passate al Consiglio dal 1859" per l' 1859-1866 "avviso".

XVII 188 Registri di spedizione 1864-1867 XVII 189 "Inventario delle carte demaniali che dall'Intendente passano 1846 all'Archivio Provinciale in Capua, giusta gli ordini del Sig. Intendente in data de' 27 agosto 1846". XVII 190 "Carte per la contravvenzione del Sig. Stefano de Simone 1865-1867 nell'alveo del Fiume Volturno", 1867.

XVII 191 "Stato delle suddivisioni de' demani ordinate dal 1832 e 1844 precedentemente e redatto nel 1844". il

INDICE DEI DISTRETTI, POI CIRCONDARI

Beneyento (in provincia di Benevento) Comune di Aversa fasc. 99 Comune di Benevento fasc. 115 Comune di Aversa e casali fasc. 147 Comune di Melizzano fasc. 150 Comune di Brezza fasc.24

Capua Comune di Caianello fasc. 60 Comune di Brezza fasc. 158 Comune di Calvi Comune di Cancello e Arnone fascc.85,85 bis fasc. 152 Comune di Camigliano Comune di Capua fascc. 66, 100 fasc. 124 Comune di Camino Comune di G cignano fasc. 61 fasc. 166

Comune di Cancello e Arnone Caserta fasc.22

Comune di Arienzo Comune di Cancello e Amone fascc.58,59 fascc. 22,23,39, 40, 42, t1Z, tO3

Comune di Ar?aia Comune di Capua fasc. 178 fasc.36 Comune di Carinaro Comune di Liberi di Formicola fasc. 93 fascc. 72, 109, 110

Comune di Casanova Comune di Macerata fasc.98 fasc.80

Comune di Casapulla Comune di Maddaloni fasc. 97 fasc.3,57

Comune di Casapuzzano Comune di Marcianise fasc. 107 fasc. 82

Comune di Caserta Comune di Mignano fascc. 94, 95, 113, 138 fasc.69

Comune di Castelyolturno Comune di Morrone fasc. 156 fascc.91,92

Comune di Cervino Comune di Orta fasc.38 fasc. 107

Comuae di Cesa Comune di Parete fasc. 79 fascc. 112, 164

Comune di Curti Comune di Pietravairano fasc.95 fasc. 65 bis

Comune di Formicola Comune di Pontelatone fasc. 78 fascc. 70, 74, 75, 78, ll0

Comune di Frignano Maggiore Comune di Ponico fascc. 106, 179 fasc. 81

Comune di Frignano Piccolo Comune di Recale fascc. 87, 108 fasc.90

Comune di Grazzanise Comune di Roccadeyandro fasc.24 fasc.61

Comune di Gricignano Comune di Rocchetta e Croce fascc. 165, 166 fasc. 136

96 j

l Comune di Sasso Gaeta fascc. 74, 76, 174 fasc. 151 Comune di Schiavi fasc. 159 fascc. 72, '13, 77, 109, l1O, 154 Comune di Campodimele Comune di S. Felice a Cancello fascc. 32, 33, 43, 44 fascc.58,59 Comune di Carinola Comune di S. Maria a Vico fasc. 129 fascc.58,59 Comune di Castelnuovo Comune di S. Maria di Capua fasc. 13 fasc- 96 Comune di Conca Comune di Sparanise fasc. 180 fasc.85 Comune di Coreno Comune di S- Pietro Infine fasc. 1l fascc. 62, 63 Comune di Fondi Comune di S. Tammaro fascc. 130, 132 fasc. l7 Comune di Formia Comune di Teverola fasc.88 fasc. 111 Comune di Marzano Comune di Vairano fascc. 7, 181 fascc. 65, 65 bis Comune di Mondragone Comune di Valle di Maddaloni fascc. 6, 10, 15, 89 fasc- 37 Comune di Monticelli Comune di Vico di Pantano fasc.42 fasc.86 Comune di Pico Comune di Villa di Liberi fascc. 30, 31, 53, 54, 55, 83, 84, fascc. 73,17 105, 169

Comune di Vitulazio Comune di Ponza fascc. 67, 101 fasc. 68

97 Comune di Roccaguglielma Comune di Caiazzo fascc. 12, 44 fascc. 114. 155

Comune di Roccamonfina Comune di Capriati fascc.25, 122, l8O fascc. 28, 49,50,52, 163

Comune di S. Giovanni lncarico Comune di Castello fasc. 169 tasc. 20

Comune di S. Pietro in curulis Lomune ol l lorlano lascc.l2, 44 l2i fascc. 34, 47 , 48 Comune di Tora e Piccilli comune di Fontegreca fascc. g, 56, lg4 fascc.35,48 Comune di Vallefredda fasc. 169 Comune di Gioia Sannitica fasc.2,9

Nola Comune di Letino fasc. 125 fasc. 144 Comune di Piana di Caiazzo fasc. 170 fasc. 76

Comune di Brusciano Comune di piedimonte d'Alife fasc. 133 fascc.2O- 26

Comune di Cisterna Comune di prata Sannita fasc. 128 fascc. 51. 183

Comune di Roccarainola Comune di pratella fasc. 178 fasc.34

Comune di S. Angelo d'Alife Piedimonte fasc. l8

Comune di Alano Comune di S. Gregorio fasc.47 fasc.20

Comune di Alife Comune di S. Potito fascc. l, 19 fasc.20

98 il

Comune di Terelle Comune di Piedimonte fasc.26 di S. Germano fasc.26 Comune di Valle di Prata fasc.29 Comune di Pignataro fasc. 157

Sora Comune di Pontecorvo fasc. 45 Iasc. l5J Comune di S. Angelo in Teodice fasc. 46 fasc. 161 Comune di S. Donato Comune di Brocco fasc. 153 fascc. 5, 153 Comune di §chiavi Comune di Campoli fasc.21 fasc. 153 Comune di S. Elia Comune di Casalattico fascc. 64,71, 182 fasc. 131 Comune di Sefiefrati Comune di Casalvieri fasc. 126, 153 fascc. 4, 104 Comune di S. Germano Comune di Cervaro fascc. 27, 145 fasc. 145 Comune di S. Vittore fasc. 41 Comune di Colle S. Magno tasc,c.. 14, L'11

Comune di Fontana fasc. 15

Comune di Gallinaro fasc. 125

Comune di Isola fasc. 153

Comune di Mignano fasc.69

99

il l INDICE DEI COMUNI* (PIEDIMONTE, Ailano P ie d.imont e) Brocco, oggi Broccostella (SORA, Sara) fasc. 47 fascc.5, 153

Alife (PIEDIMONTE, P ie dimont e) Brusciano (NOLA, M arigliano) fascc. l, 19 fasc. 133

Arienzo (CASERTA, Arie n7.o) fascc. 58, 59 Caianello (CASERTA, Teana) fascc. 114, 155 Arpaia (CASERTA, Ailora) fasc. 178 Caiazzo (S. MARIA DICAPUA, Caiazzo) fasc. 175 Aversa (CASERTA, Aversa) Id. (PIEDIMONTE, Caiauo) fascc.99, 147 fascc. 114, 155

Benevento (in provincia di Benevento, Calvi, poi (CASERTA, BENEVENTO, Benevezro) Pignqtaro) fasc. 115 fascc. 85, 85 bis

Brezza (S. MARIA DICAPIJA, Capua) fasc. 119 Camigliano (CASER'I A, Pi gnataro) ld. (CAPUA, Capua) fascc. 66, 100 fasc. 158 Id. (CASERTA, Ccpaa) Camino (CASERTA, M i gnano) fasc. 24 fasc.61

* Accanto alla denominazione del comune, eventualmente seguita dal nome che ha assunto nell'arco cronologico a cui si riferiscono i documenti, o da quello che aveva in precedenza o dalla denominazione attuale, si sono segnati, fra parentesi e rispettivamente in maiuscolo e in corsivo, il capoluogo del distuetto e quello del circondario. Dopo l,Unita, in luogo di distretti e circondari si hanno circondari e me[damenti. per un,iltusaazione dei criteri con sui si è elaborato questo indice, si rinvia att,appendice curata da Anto&io Taccone.

101 Campodimele (GAE IA, Fondi) Casapulla (CASER'IA, S. Maria C.V.) fascc. 32, 33, 43,44 fasc.97

Campoli, oggi Campoli Appennino Casapuzzano (CASERTA, Srccivo) (SORA, .Sara) fasc. 107 fasc. 153 Caserta (CASERTA, C as erta) Cancello, oggi Cancello e Arnone fascc. 94, 95, 113, 138 (S. MARIA DI CAPIJA, Capua) fasc.119 Cassino, già S. Germano (SORA, Cassino) [d. (CAPUA, Capua) fasc. 27 fasc.l52 Id. (CASERTA, Capza) Castello, poi Castello d'Alife, (PIEDI- fascc. 102, 103 MQNTE, Piedimonte) fasc.20 Capdati, oggi (PIEDiMONTE, Capnari) Castelmorrone, già Morrone (CASERTA, fascc.28, 49,50, 52, 163 Cqserta) fasc. 92 Capua (CAPUA, Capaa) fasc. 124 Castelnuovo Parano (GAE'I A, Roccagu- Id. (CASERTA, Capua) glielma) fasc.36 fasc. 13

Carinaro (CASERTA, Aversa) Castelvolturno (CASERTA, Capza) fasc.93 fasc. 156

Carinola (GAETA, C arino la) Cervaro (SORA, Ceruaro) fasc. 129 fasc. 145

Casalattico (SORA, Ariru) Cervino (CASERTA, M addalo ni) fasc. 131 fasc.38

Casal di Principe (C ASER'I A, Trentola) Cesa (CASERTA, Sacciro) fascc. 134, 135 fasc.79

Casalvieri (SORA, Arprno) Ciorlano (PIEDIMONTE, C apriati) fascc.4, 104 fascc. 47, 48

Casanova, oggi (CASERTA, Cisterna, poi Castello di Cisterna (NOLA, S. Maria C.V.) Marigliano) fasc.98 fasc. 128

102 Colle S. Magno (SORA, .Arce) Grazzanise (CASERTA, Capua) fasc. 17'l fasc.24 Id. (SORA, Roccasecca) fasc. 14 Gricignano (s. MARIA DI cApuA, S. Arpino) Conca, poi fascc. 165, 166 (GAETA, Roc camonJina) fasc. 180 Isola, poi Isola del Liri (SORA, Sora) fasc- 153 Coreno, poi Coreno Ausonio (GAETA, Roccaguglielma) Letino (PIEDIMONTE, Capiati) fasc. l1 fasc. 125

Curti (CASERTA, § Maria C.V.) Liberi, già Schiavi (CASERTA, Fonzi- fasc.95 cola) fascc. 72, 109, 110 Fondi (GAETA, Fordi) fascc. 130, 132 Macerata (CASERTA, Marcianise) fasc.80 Fonrana. poi Fonrana Liri (SORA, Arce; fasc. 15 Maddaloni (CASERTA, Mqddaloni) fascc.3,57

Fontegreca r P.[EDtM ONTE. Capriarit fascc.35.4g Marcianise ICASERTA, Marcianise) fasc.82 Formia (GAETA, Gaela) fasc. gg Marzano, poi (GAETA, Roccamonfina) Formicola (CASERTA, Formicola) fascc. 7, 181 fasc.78 Melizzano (in provincia di Benevento,

soloraca r Frignano Maggiore r CASERTA. rrarrola, fTERRE{o' fascc. 106, 179 Mignano' oggi Mignano Frignano Piccolo (GASERTA, zrer ' Montelungo totut (SORA. Cen,arot tascc. g7, I0g fasc.69 Gallinaro (SORA, Alviro) Mondragone (GAETA, Carinola) fasc. 125 fascc. 6, 10, 16, 89

Cioia, poi Gioia Sannitica (pIEDIMON- Monticelli, oggi Monte S. Biagio TE, Piedimonte) (GAE-IA, Fondif fascc. 2,9 fasc. 42

103 Morrone, poi Castelmonone (CASERTA, Portico (CASERTA, Marcianise) Casena) fasc. 81 fasc. 9l Prata, poi Prata Sannita (PIEDIMONTE, Orta, poi (CASERTA, Capriati) Succivo) lascc I I lxl fasc. 107 Pratella (PIEDIMONTE, C ap riati) Parete (CASERTA, T re nt ola) fasc. 34 fascc. 112, 164 Recale (CASERTA, M arc ianis e) Piana di Caiazzo, oggi Piana di Monte fasc. 90 Verna (PIEDMONW, C aiazzo)

fasc. 76 Roccadevandro (CASERT A, M i g nano) fasc. 61 Pico (GAETA, Roc caguglielrul fasc. 169 Roccaguglielma, oggi Esperia (GAETA, Id. (GAETA, Pico) Roccaguglielma) fascc. 30, 31. 53, 54. 55. 83, 84, 105 fascc. 12,44

Piedimonte d'Alife, oggi Piedimonte Ma- Roccamonfi na (GAE'I A, Ro c c amo nfi na) tese (PIEDIMONTE, P ie d.ùnont e) fascc. 25, 122, 180 fasc.20 Roccarainola (NOL A, Cicciano) Piedimonte di S. Germano (SORA, fasc. 178 Cassino) fasc.26 RocchettaeCroce (C ASERT A, P igrutaro) fasc. 136

Pietravairano (CASEF.T A, P ie tr amelara) fasc. 65 bis S. Angelo d'Alife (PIEDIMONTE, Picdi- monte) Pignataro, oggi Pignataro Interamna fasc. 18 (SORA, S. Germano) fasc. 157 S. Angelo in Teodice (SORA,S. Germano) fasc.46

Pontecorvo (SORA, P o nte c o rtto) fasc.45 Sasso, poi (CASERTA, Formicola)

Pontelatone (CASERT A, F o rmic o la) fascc.74,76,174 fascc. 70, 74, 75, 78, 110 Schiavi di Sora, poi Fontechiad (SORA, Ponza (GAI.tA, PonTa) Arpino) fasc.68 fasc. 2l

to4

I S. Donato, oggi S. Donato Val di Comrno S. Maria a Vico (CASERTA, Arienzo) (SORA, Alviro) fascc.58,59 fasc. 153 S. Maria Capua Vetere, già S. Mada di S. E1ia, poi S. Elia Fiumerapido (SORA, Capua e S. Maria Maggiore S. Germano) (CASERTA, S. Maria C. V.) fascc. 64,71, 182 fasc.96

Sesto (in provincia di Campobasso. oggi S. Tammaro (CASERT A, Capua) di isernia, ISERNIA, Venafro) fasc. l7 fasc. 176 S. Vittore (SORA, Cervaro) Senefrati (SORA, Alviro) fasc.41 fasc. 126, 153 Terelle (SORA, Cassltto) S. Felice aCancello (CASERTA,Arier?zo) fasc. 26 fascc.58,59 Teverola (CASERTA, Aversa) S. Germano, poi Cassino (SORA, S. Ger- fasc. I 11 mano) fasc. 145 Tora e Piccilli (GAETA, Roccamonfina) fascc. 8, 56, 184 S. Giovanni Incarico (GAETA, Àocca- guglielma) Vairano, poi Vairano Patenora (CA- fasc. 169 SERTA, ) fascc. 65, 65 bis S. Gregorio (PIEDIMON'[E, Piedimonte) fasc.20 Valle di Maddaloni (CASERTA, Mad- daloni) Sparanise (CASERT A, Pignataro) fasc.37 fasc.85 Valle di hata, oggi (PIE- S. Pietro in curulis (GAETA, Àoccc- DIMONTE, Piedimonte) guglielma) fasc.29 fascc. 12,44, 127 Vallefredda, oggi S. Andrea Vallefredda S. Pietro Infine (CASERTA, Mignano) (G AE'I A, R o c c a gu g I i e lm a) fascc. 62, 63 fasc. 169

S. Potito, poi S. Potito Sannitico (PlEDl- Vico di Pantano, oggi MONTE, Piedimonte) (CASERTA, Trentola) fasc.20 fasc.86

105 Villa di Liberi (CASER'IA, Formicola) Vitulazio (CASERTA, P i nataro) fascc.73,77 I fascc. 67, 101.

106 INDICE DELLE PAROLE CHIAVE OGGETTO

Affitto di fabbrica Bollettino feudale

fasc. 22 fasc.39 Comune di Cancello e Amone Comune di Cancello e Arnone

fasc.85 di Calvi Agenti demaniali Comune Comune di Sparanise fasc.66 fasc. 112 Comune di Camigliano Comune di Parete fasc.67 fasc. 140 Comune di Vitulazio

fasc. 147 fasc. 116 Comune di Aversa e casali

fasc. 142 fasc. 148

fasc. 146 Bonatenenza

Amministrazione dei reali demani fasc. 126 Comune di Settefrati fasc. 123 fasc. 127 Comune di S.Piero in curulis Archivio provinciale di CaPua fasc. 128 fasc. 189 Comune di Cisterna

t07 fasc. 129 Chiesa collegiata di Monticelli Comune di Carinola fasc. 42 fasc. 130 Comune di Monticelli Comune di Fondi

fasc. l3l Circolari Comune di Casalattico

fasc. 124 fasc. 132 Comune di Capua Comune di Fondi

fasc. 133 Comune di Brusciano Circoscrizioni amministrative

fasc. 134 fasc. 161 Comune di Casal di principe

fasc. 135 Commissari demaniali Comune di Casal di principe fasc. 138 lasc. l50 Comune di Caserta Comune di Melizzano fasc. 141 fasc. 163 Comune di Capriati fasc- 168

fasc. 164 Comune di Parete Commissione delle bonifiche

fasc. 166 fasc. 102 Comune di Gricignano Comune di Cancello e Arnone

fasc.l03 Cappella del SS. Corpo di Cristo e Rosario Comune di Cancello e Arnone

fasc. 13 Comune di Castelnuovo Parano Conciliazioni demaniali

fasc.9 Casa reale Comune di Gioia Sannitica

fasc. 17 fasc. 18 Comune di S. Tammaro Comune di S. Angelo d'Alite

108

k fasc. 28 fasc. 111 Comune di Capriati Comune di Teverola

fasc. 31 fasc. 113 Comune di Pico Comune di Caserta

fasc.33 Comune di Campodimele Confinazioni

fasc. 45 fasc.2 Comune di Pontecorvo Comune di Gioia Sannitica

fasc. 48 hsc.29 Comune di Ciorlano Comune di Valle di prata ComuDe di Fontegreca fasc.52 fasc 44 comune di capriati S:ilil 1i§5;:i:rl"iTl,*

fasc. 53 fasc. 70 Comune di Pico Comune di pontelatone

fasc. 57 fasc. 91 Comune di Maddaloni Comune di Morrone

fasc. 63 fasc.94 Comune di S. Pietro Infine Comune di Caserta

fasc. 64 fasc. 105 Comune di S. Elia Comune di pico

fasc.17 fasc.149 Comune di Villa di Liberi fasc. 84 Consiglio d,intendenza (awisi) Comune di Pico fasc.l87 fasc.88 Comune di Formia Contenzioso amministratiyo fasc. 103 Comune di Cancelto ed Arnone fasc. 162

109 Contrawenzione fasc. 56 Comune di Tora e Piccilli fasc. 114 Comune di Caiazzo fasc.72

fasc. 190 Comune di Liberi di Formicola

fasc. 107 Corrispondenza Comune di Orta di Atella Comune di Casapuzzano fasc. 125

fasc. 121 fasc. 139

fasc. 167 fasc. 151

fasc. 176 fasc. 175 Comune di Caiazzo

Disposizioni demaniali fasc. 179 Comune di Frignano Maggiore fasc. 118

fasc. 122 fasc. 181 Comune di Roccamonfina Comune di Marzano

fasc. 153 fasc. l9l

fasc. 173 bis Fida

Dissodamenti nei fondi comunali fasc. 145 fasc. 54 Comune di S. Germano Comune di Pico Comune di Cervaro

fasc. 155 Comune di Caiazzo Giurtsprudenaa demqniale

Divisioni demaniali fasc. 171

fasc.34 fas,c. 172 Comune di Ciorlano Comune di hatella fasc. 173

110 Indennità a periti e ad agenti demaniali fasc.40 Comune di Cancello e Arnone fasc. 16 Comune di Mondragone fasc.46 Comune di S. Angelo fasc.32 in Teodice Comune di Campodimele fasc.60 fasc.59 Comune di Caianello Comune di Arienzo fasc.68 Comune di S. Felice a Cancello Comune Comune di S. Maria a Viccr di Ponza

fasc. 144 fasc.79 Comune di Cesa fasc. 159 fasc.80 fasc. 169 Comune di Macerata Comune di Pico Comune di S. Giovanni Incarico fasc. 8l Comune di Vallefredda Comune di Ponico

fasc. 170 fasc.90 Comune di Recale

Pendenze demaniali fasc. 93 Comune di Carinaro fasc.3 Comune di Maddaloni fasc.95 fasc.5 Comune di Caserta Comune di Curti Comune di Brocco

fasc. 7 fasc.96 Comune di Marzano Comune di S. Maria Capua Vetere

fasc. l l fasc.97 Comune di Corerlo Comune di Casapulla

tasc. tJ fasc- 98 Comune di Fontana Comune di Casanova

fasc. 2l fasc.99 Comune di Schiavi Comune di Aversa

111 fasc. 100 fasc. 92 Comune di Camigliano Comune di Castelmorrone

fasc. 101 fasc. 106 Comune di Vitulazio fasc. 136 fasc. 143 Comune di Rocchetta e Croce

fasc. 152 Permute Comune di Cancello e Arnone fasc,6 fasc. 158 Comune di Mondragone Comune di Brezza

fasc. 177 Quotizzazioni demaniali Comune di Colle S. Magno fasc.4 Comune di Casalvieri Registri di spedizione

fasc. 10 fasc. 188 Comune di Mondragone

fasc. 23 Reintegre demaniali Comune di Cancello ed Arnone

fasc.37 fasc. 24 Comune Comune di Valle di Maddaloni di Grazzanise Comune di Brezza fasc.49 Comune di Capriati fasc.35 Comune di Fontegreca fasc.65 Comune di Vairano patenora fasc.50 Comune di Capriati fasc.73 Comune di Villa di Liberi fasc. 182 Comune di S. Elia fasc. 85 bis Comune di Calvi Risorta Repenori fasc.89 Comune di Mondragone fasc- 137 t12 Rilascio di demanio fasc. 154 Comune di Schiavi di Formicola fasc.2'7 Comune di Cassino fasc.75 Comune di Pontelatone

Riunione di demani fasc. 184 Comune di Tora e Piccilli fasc.61 Comune di Roccadevandro Comune di Camino Scioglimento di promiscuità

fasc. 12 Curulis Rivendica di proprietà demaniali Comune di S. Pieto in Comune di Roccaguglielma fasc.36 Comune di Capua fasc. 25 Comune di Roccamonfina fasc.62 Comune di S. Pietro Infine fasc.55 Comune di Pico fasc.82 fasc.58 Comune di Marcianise Comune di S. Felice a Cancello Comune di Arienzo di S. Maria a Vico Ruoli di canoni e di colonie Comune

fasc. I fasc. 65 bis Vairano Comune di Alife Comune di Comune di Pietravairano fasc. 30 fasc. '7 4 fasc.38 Comune di Pontelatone Comune di Cervino Comune di Sasso

fasc. 4l fasc.78 Pontelatone Comune di S. Vittore Comune di Comune di Formicola fasc.69 Comune di Mignano fasc. 180 Comune di Conca fasc. 71 Comune di Roccamonfina Comune di S. Elia Stato dei fondi demaniali occupati

113 fasc. 174 fasc. 183 Comune di Sasso Comune di prata

Stati delle operazioni demaniali Usurpazioni demaniali

fasc. 117 fasc. 19 Comune di Alife fasc. 120 fasc.83 Comune di Pico Svincolo di somma di denaro per ri sarcimento danni fasc. 104 Comune di Casalvieri fasc.43 fasc. 109 Comune di Campodimele Comune di Liberi

fasc. 156 Usi civici Comune di Castelvolturno

fasc. 87 Comune di Frignano piccolo

1,14 INDICE DELLE PAROLE CIIILVE ABSTRACT

Agenti demaniali Badia di S. Angelo in Formis

fasc.5 fasc. 36 Comune di Brocco Comune di Capua

fasc. 67 Comune di Vitulaz io Bollettino feudale

fasc. 151 fasc. 112 Comune di Parete fasc. 159 fasc.147 Comune di Aversa e casali fasc. 167

fasc. 148 Agenti demaniali (elenco) Bonatenenza fasc. 116 fasc.126 Comune di Settefrati Arbitrato fasc. 129 fasc.47 Comune di Carinola Comune di Ciorlano Comune di Ailano fasc. 130 Comune di Fondi

Archivio provinciale di Capua fasc. 135 Comune di Casal di PrinciPe fasc. 173 bis fasc. 150 fasc. 189 Comune di Melizzano

115

!1.,r- fasc. 164 fasc.52 Comune di pa_rete Comune di Capriati

fasc.64 Circosc zioni tenitoriali Comune di S. Elia fasc. 161 fasc.70 Comune di pontelatone Colonie perpetue tasc. / / Comune tasc. J di Villa di Liberi Comune di Maddaloni fasc.78 fasc.8 Comune di pontelatone Comune di Formicola Comune di Tora e piccilli

fasc. 18 fasc. 103 Comune di Comune di S. Angelo d'Alife Cancello e Arnone

fasc. 19 fasc. 105 pico Comune di Alife Comune di

fasc.20 fasc. l1 I Comune di piedimonte Comune di Teverola

fasc. 2l fasc. 113 Comune di Schiavi Comune di Case a

tasc. 5 / Comune di Maddaloni Confinazioni C

fasc. 2 Commissari demaniali Comune di Gioia Sannitica

fasc. 168 fasc.63 D Comune di S. pietro Infine

Commissione feudale fasc, 115 Comune di Benevento fasc. 163 Comune di Capriati fasc. I49

Conciliazioni demaniali Consiglio d'intendenza

fasc.33 fasc. 134 Comune di Campodimele Comune di Casal di principe DJ

116 Consiglio d'intendenza. Registri fasc. 155 Comune di Caiazzo fasc. 187

Divisioni demaniali Contenzioso amministrativo fasc. 121 fasc. 165 Comune di Gricignano fasc. 175 Comune di Caiazzo fasc. 166 Comune di Gricignano fasc. 179 Comune di Frignano Maggiore

Contestazioni fasc.l23

fasc.34 fasc. 152 Comune di Piedimonte Comune di Cancello e Arnone

fasc- 62 fasc. 153 Comune di S. Pietroinfine

fasc. 158 fasc. 107 Comune di Brezza Comune di Orta Comune di Casapuzzano fasc. 191

Corrispondenza Fida

fasc. 141 fasc. 145 Comune di S. Germano Disposizioni demaniali Comune di Cervaro

fasc. 118 Giurisprudenza demoninle fasc.l22 Comune di Roccamonfina fasc.172 fasc. 173 fasc. l'24 Comune di Capua fasc. 171

Dissodamenti nei fondi demaniali Gran corte dei conti di Napoli tt7

I fasc.9 Liquidazione delle spese processuali Comune di Gioia Sannitica fasc. 14 Comune di Colle S. Magno Grande Archivio di Napoli

fasc. 36 Opcupazione di beni demaniali Comune di Capua fasc.3 Incanto pubblico Comune di Maddaloni

fasc. 4 fasc.43 Comune di Casalvieri Comune di Campodimele

Indennità a periti e ad agenti demaniali Operazioni demaniali

fasc. 16 fasc. 117 Comune di Mondragone

fasc.59 Ordinanze Comune di Arienzo Comune di S. Felice a Cancello fasc. 40 Comune di §. Maria a Vico Comune di Cancello e Arnone

fasc. 144 fasc. 125

fasc. 146 fasc. l.t0

fasc. 160 Pendenze demaniali fasc. 170 fasc. 8 fasc. 181 Comune di Tora e Piccilli Comune di Marzano fasc. 11 fasc. 185 Comune di Coreno

fasc. 12 Ispezione Comune di S. Tammaro

fasc. 85 bis fasc. 17 Comune di Calvi Comune di S. Tammaro P

118 . fasc. 66 f^sc.32 Comune di Camigliano Comune di Campodimele

fasc.79 fasc.56 Comune di Cesa Comune di Tora e Piccilli

fasc.80 fasc.72 Comune di Macerata Comune di Liberi di Formicola

fasc.81 Comune di Portico Permute

fasc. 90 fasc. 182 Comune di Recale Comune di S. Elia

fasc. 93 Comune di Carinaro Pianta geomehica

fasc. 95 fasc. 190 Comune di Caserta Comune di Curti Quotizzazione demaniali fasc. 96 Comune di S. Maria Capua Vetere fasc.7 Comune di Marzano fasc. 97 Comune di Casapulla fasc.8 Comune di Tora e Piccilli fasc. 98 Comune di Casanova fasc. 13 Comune di Castelnuovo Parano fasc.99 Comune di Aversa fasc. 15 fasc. 100 Comune di Fontana Comune di Camigliano fasc.22 fasc. 101 Comune di Cancello e Arnone Comune di Vitulazio fasc.23 fasc. 143 Comune di Cancello e Amone

fasc.37 Perizie tecniche Comune di Valle di Maddaloni

119

I fasc. 39 fasc. 139 Comune di Cancello e Amone fasc. 35 fasc. 54 Comune di Fontegreca Comune di pico

fasc. 6l Ruoli di canoni e di colonie Comune di Roccadevandro Comune di Camino fasc.38 Comune di Cervino fasc.73 Comune di Villa di Liberi fasc.71 Comune di S. Elia fasc.82 Comune di Marcianise fasc. 75 Comune di Pontelatone fxc.92 Comune di Castelmorrone fasc. 154 Comune di Schiavi di Formicola fasc. 106 fasc. 184 Comune di Frignano Maggiore Comune di Tora e piccilli fasc. 177 Colle S. Magno Scioglimento di promiscuita

fasc.44 Raccolta del cotone Comune di Roccaguglielma Comune di S. Pietro in curulis fasc. 10 Comune di Mondragone fasc.60 Comune di Caianello Reclami dei quotisti per il canone fasc.'14 fasc.49 Comune di Pontelato[e Comune di Capriatì Comune di Sasso

Registri di spedizione fasc. 180 Comune di Conca fasc. 188 Comune di Roccamonfina

fasc. 85 Reintegre Comune di Calvi

120 Comune di Sparanise Usurpazioni demaniali

fasc. 1 Stato dei fondi demaniali occupati Comune di Alife

fasc. 174 fasc.6 Comune di Sasso di Formicola Comune di Mondragone

fasc. 27 Stato dei fondi patrimoniali Comune di Cassino

fasc. 127 fasc.27 Comune di S. Pietro in curulis Comune di Cassino fasc- 131 Comune di Casalatdco fasc. 31 Comune di Pico fasc- 157 Comune di PignaLro di fasc.41 S. Germano Comune di S. Vittore

fasc. 183 fasc.84 Com'Jne di Prata Conrune di Pico

fasc. 104 Tribunale di S. Maria C.V. Comune di Casalvieri

fasc. 169 fasc. 109 Comune di Pico Comune di Liberi Comune di S. Ciovanni Incarico Comune di Vallefredda fasc. 114 Comune di Caiazzo Ufficio del registro

fasc. 137 fasc. i56 Comune di Castelvoltumo

Usi civici

tasc,8 Verifica di proprietà demaniali Comune di Tora e Piccilli iasc. 178 fasc. 48 Comune di Arpaia Comune di Ciorlano Comune di Roccarainola Comune di Fontegreca

121 INDICE DEI NOMI DI LUOGO*

"Da sopra al Commone" o Calverino Bosco Scalzani

fasc. 57 fasc. 26 Comune di Maddaloni Comune di Piedimonte Comune di Terelle

Bosco Verdesca

fasc. 121 fasc. 65 bis Comune di Vairano Comune di Pietravairano Airola e Castelluccio (contrada sul Matese) Campello (feudo) fasc.20 Comune di Piedimonte fasc.33 Comune di Campodimele

Amorosi Campobasso fasc. 190 fasc.56 Comune di Tora e Piccilli Aurno (bosco)

fasc. 82 Campola (demanio) Comune di Marcianise

* L'indice segnala anche nomi di comuni indicati nella descdzione di fascicoli relativi ad altri comuni.

123 fasc. 113 Coccagna Comune di Caserta fasc.98 Comune Camposfondato di Casanova

fasc. 65 Comune di Vairano patenora Coda di Savone (parco)

fasc. 10 Capua Comune di Mondragone

fasc. 189 Colle di feno

Carde (fondo) fasc.34 Comune di Ciorlano fasc. 22 Conune di Pratella Comune di Cancello e Arnone

Cortolongino Castellone di Caeta

fasc.88 fasc. 11 Comune di Formia Comune di Coreno

Castelmorrone (feudo) Costarooe (contrada boscosa)

fasc. 139 fasc. 109 Comune di Liberi

Chiaia fasc.4 Comune di Casalvieri Coste del Pozzo di acqua viva (contrada) Chiusanova fasc.47 fasc. 182 Comune di Ciorlano Comune di S. Elia Comune di A.ilano

Ciorlano DifeÀa de' Mormili (Cantitello) fasc. 51 Comune di Prata Sannitica fasc. 162

124 Foreste (demanio) fasc. 157 Comune di Pignataro fasc. 104 Comune di Casalvieri Macchione (contrada)

fasc. 31 Comune di Pico fasc. 151

Marzi Frigento {bosco in localiÈ Cosrarone) fasc. 53 fasc.70 Comune di Pico Comune di Pontelatone

Melito

fasc. 73 fasc.37 Comune di Villa di Liberi Comune di Valle di Maddaloni Mignano

fxc. 62 Fusaro o Lagno detto "Mezzaluna" Comune di S. Pietro Infine

fasc. 107 Comune di Orta Molise Comune di Casapuzzano Gagliola (montagna) fasc. 176

fasc.91 Comune di Morrone Montagna Zecchinosa

fasc.92 Comune di Castelmorrone

fasc. 32 Comune di Campodimele Monte Faeta

fasc.78 Lavandaja Comune di Pontelatoae

1,25

[., Comune di Formicola Pisciarello

fasc.2 Monte Valdese Comune di Gioia Sannitica

fasc. 85 bis Comune di Calvi Pote (in contrada Raverossa)

fasc. 84 Montepizzuto Comune di Pico

fasc.61 hatella Comune di Roccadevandro Comune di Camino fasc. 48 Comune di Ciorlano Comune di Fontegreca Mordani (demanio) Presenzano

fasc. 105 fasc. 8 Comune di pico Comune di Tora e Piccilli Palma

fasc.144 Querceto

fasc. 49 Piana Majuli Comune di Capriati

fasc. 178 Comune di Aryaia Raiano Comune di Roccarainola fasc. 175 Comune di Caiazzo Pianoliscio

Renali (contrada) fasc. 9 Comune di Gioia Sannitica fasc. 28 Comune di Capriati al Volturno

Piedi Pote Roccamonfina fasc.83 Comune di Pico fasc. 160

126 S. Angelo in Formis Schiavi (feudo)

fasc.36 fasc. 158 Comune di Capua Comune di Brezza

S. Cesaria Selva (in contrada Forcella)

fasc.58 fasc. 13 Comune di S. Felice a Cancello Comune di Castelnuovo Parano Cornune di Arienzo Comune di S. Maria a Vico Selva dei Cipressi

fasc.35 S. Germano Comune di Fontegreca

fasc.46 Comune di S. Angelo in Teodice Selvapiana (contrada)

fasc. 18 S. Maria C.V. Comune di S. Angelo d'Alife

fasc. 169 Comune di Pico Sora Comune di S. Giovanni Incarico Comune di Vallefredda fasc. 161

fasc. 173 S. Nicola

fasc.55 Teano Comune di Pico fasc. 66 Comune di Camigliano S. Pietro in curulis

fasc.25 Tora e Piccilli Comune di Roccamonfina fasc, 7 Comune di Marzano S. Vittore Vantro (feudo presso Cervaro) fasc. 63 Comune di S. Pieto Infine fasc. 118

127

liirl, Varricella (contrada) Vittoria (villaggio)

fasc. 19 fasc.38 Comune di Alife Comune di Cervino

Veccia Yolturno (fiume)

lasc. 12 fasc. 114 Comune di Liberi di Formicola Comune di Caiazzo

Vico di Pantano

fasc. 185

128 INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Abbamondi Giuseppe Balsamo Mariano (ricevitore generale della pr6vincia) fasc. 156 Comune di Castelvolturno fasc. 173

Abbatelli Pasquale (agrimensore) Boccucci Nicola

fasc. 175 fasc. 6 Comune di Caiazzo Comune di Mondragone

Andreucci Michele Bonacci Antonio

fasc.52 fasc. 113 Comune di Capriati Comune di Caserta

(casa reale) Antonio Caparrella Borbone fasc- 62 fasc. 31 Comune di S. Pietro Infine Comune di Pico

Bovino (duca di) Apici Francesco fasc.90 fasc.65 Comune di Recale Comune di Vairano Patenora

Bugnano (marchese di) Baja (famiglia di S. Prisco) fasc. 107 fasc. 36 Comune di Orta Comune di Capua Comune di Casapuzzano

t29

,l Cameraro (duca di) Caruso Francesco Antonio (agente demaniale) fasc. 65 bis Comune di Vairano fasc. 151 Comune di Pietravairano

Cedronio (barone)

Capone Luigi fasc.61 Comune di Roccadeva[dro rasc. _zl Comune di Camino Comune di Cancello e Arnonc

Cenci Gaetano (avvocato) Carafa Nicola (duca di Forlì e conte di fasc. Policastro) 14 Comune di Colle S. Magno

fasc. 1l I Comune di Teverola Chiodi Edoardo

fasc. 138 Caramanico (principe di) Comune di Caserta

fasc. 158 Colletta Pietro (legato staordinado) Comune di Brezza fasc.3 Comune di Maddaloni Cardi Francescantonio fasc.8 fasc. 16 Comune di Tora e Piccilli Comune di Mondragone Colombrano (principe di)

Camevale Antonio fasc.72 Comune di Liberi di Formicola fasc.83 Comune di Pico fasc. 76 Comune di Piana di Caiazzo Comune di Sasso Camevale Gaetano Corsi Salviati (duca di Melizzano) fasc. 105 fasc. 150 Comune di Pico Comune di Melizzano

130 Crisconio Gaetano fasc. 166 Comune di Gricignano fasc. 103 Cornune di Cancello e Arnone De La Valle

D'Amore Domenico fasc. 91 Comune di Morrone fasc.20 Comune di Piefimonte De Rosa (barone)

D'Amore Gabriele fasc.82 Comune di Marcianise fasc.20 Comune di Piedimonte De Simone Stefano

fasc. 114 D'Anna Aniello (agente demaniale) Comune di Caiazzo

fasc. 170 fasc. 190

De Conciliis Ricciardi Nicola De Sotis Giovanni (agente demaniale)

fasc. 10 fasc. 32 Comune di Mondragone Comune di CamPodimele

De Felice Antonio Del Balzo (duca) (barone di Campodimele) fasc. 56 fasc. 19 Comune di Tora e Piccilli Comune di Gricignano

fasc.33 Del Balzo Pasquale Comune di Campodimele fasc. 8 fasc.43 Comune di Tora e Piccilli Comune di Campodimele Del Greco fasc. 165 Comune di Gricignano fasc. 140

131 Di Franco Domenico Gaetani dell'Aquila d'Aragona Onorato (duca di Laurenzana) fasc. 19 Comune di Alife fasc. 9 Comune di Gioia Sannitica

Di Siena Filippo Gagliardi Luigi (agente demaniale) fasc. 11 Comune di Coreno fasc. 7l Comune di S. EIia

Di Siena Gaetano Gagliardi Luigi (agente demaniale) fasc. 11 Comune di Coreno fasc. 64 Comune di S. Elia

Di Siena Luigi Girardi Nicola (agente demaniale) fasc. l1 fasc.l Comune di Alife Comune di Coreno

Golini Filippo Di Siena Tommaso, fasc. 50 fasc. 11 Comune di Capriati Comune di Coreno

Grillo Maria Rosa (duchessa di Evoli Carlo Mondragone)

fasc. 179 fasc.129 Comune di Frignano Maggiore Comune di Carinola

Fionda Luigi Iacovone Raffaella

fasc. 182 fasc.28 Comune di S. Elia Comune di Capriati

Fondi (principe di) Lami Pieuo (agente demauiale) fasc.132 Comune di Fondi fasc. 159

132 Lanni Pieto (agente demaniale) Marigliano (duca di)

fasc. 169 fasc. 133 Comune di Pico Comune di Brusciano Comune di S. Giovanni Incarico Comune di Vallefredda Marocco Federico

Laurenzana (duca di) fasc. 155 Comune di Caiazzo fasc. 34 Comune di Piedimonte Mamella Francescantonio fasc.35 Comune di Fontegeca fasc. 104 Comune di Casalvieri

Lucemari Francesco

Mennone Giuseppe (architetto) fasc. 45 Comune di Pontecorvo fasc. 70 Comune di Pontelatone Maddaloni Andrea (agente demaniale)

fasc. 122 Monaco Nicola Comune di Roccamonfina fasc.162 fasc. 160

Musone Giuseppe (agente demaniale) Manna, Fedele fasc. 59 fasc. 84 Comune di Arienzo Comune di Pico Comune di S. Felice a Cancello Comune di S. Maria a Vico

Margherita d'Austria (duchessa di Parma e Piacenza) Pallariicino Paolo Girolamo (marchese)

fasc. 12'1 fasc. 87 Comune di S.Piero in curulis Comune di Frignano Piccolo

133

d,, fasc. 108 Sanseverino Pierantonio Comune di Frignano piccolo (principe di Bisignano)

fasc. 39 Comune di Cancello e Amone Palombo Silvio (agente demaniale)

(duca fasc. 1 18 Sant'Arpino di)

fasc. 134 Comune di Casal di Principe Palombo Luigi (editore) fasc. 135 Comune fasc. 171 di Casal di Principe

Tammaro Giuseppe Parillo Giuseppe fasc.57 Comune di Maddaloni fasc. 75 Comune di Pontelatone Testa Luigi

Parrillo Vito fasc.28 Comune di Capriati

fasc. 109 Comune di Liberi Tordce Francescantonio

fasc.27 Comune di Cassino Pompei Alessandro

fasc. 53 Trimarchi Francescantonio Comune di Pico fasc. I '19

Ponticelli Policarpo (ingegnere)

fasc. 144 .

Ricciardi Giovanni

fasc. 18 Comune di S. Angelo d'Alife

134 l.t.t 1.. t a' .,t " 'tt ' '/. ' ':,t r,, I /t-,;:,u )2,,.14.c.--. . -"' - t/" 1

. lti:*, ",1";*,.,,*,.t.,,,,

,l -..,.

:.f,,,.":..t ,,.ti /,t .,: t...,, /',/.,.t /]/,., ? ''-. .7 .,/, /",t:.. ,/:?, /,. .,,,..1 " ( .'.r1.....r-,..- .. l.-,.t. 'il .....

Ancnrvro Dr SrATo Dr Clsrnrr, Axi demaniali, fasc. 13. Regio decreto del27 gennaio 1867. Conciliazione fra il Comune di Castelnuovo Parano e la Cappella del SS. Corpo di Crisro.

r35 ì :r-' . r

i I ." .r i

§:.§r t\,

\.\

'.L..\ .:

{

\

Ancutvrcr or Sr.qro »r Cesenre, Atti demaniali, fasc. 105. Pianta della con- finazione e distacco dei Jòndi della Chiesa di Pico e degli eredi del Sig. Gae- tano Carnevole.

137 Arcnrvro or Sr.c.ro or Cnssnte, Ani demaniali, fasc. 55. Pianta dei fondi ceduti al Comune di Pico dnlla chiesa di detto comune.

t39 :':'..

AncHrvro »r Srero or Cesenrr, Atti demaniali, fasc.31. pianta della usur_ pazione commessa pico dalla chiesa di nelln contrad.a Macchione di dema_ nio comunale.

141 AncHrvro or Srero or Casrnre, Atti demaniali, fasc. 190. pianta dimostrativa di un tronco del fiume Voburno presso Amorosi.

t43 l,i' t-

105. Demani chiesastici slI(NSddv Circoscrizioni amministrative e denominazione dei comuni

Le copertine di archiviazione delle pratiche demaniali (quelle che con orribile termine archivistico sogliono chiamarsi le "camicie" dei fascico- li) riporlano quasi sistematicamente, nell'intestazione, l'indicazione del comune cul 1a pratica si riferisce e del suo "cilcondario" di appartenenza. Quasi sistematiòamente tali indicazioni sono sbagliate; ma poiché qual- che volta esse sono esatte, il quadro che ne risulta è, se possibile, ancor più contraddittorio e confuso. Queste cosiddette "camicie", essendo coeve ai documenti che conten- gono, sono esse stesse formalmente dei "documenti" (come ta1i, esse sono oggetto di culto da parte di non pochi addetti ai lavori e ciò che vi sta scritto assume poco meno che il valore di un dogma). Nella fattispecie, ciò che esse "documentano" è il disorientamento e lo stato confusionale cui andarono incontro gli archivisti e i burocrati dell'epoca, per 1'effetto combinato di due lattori contingenti.Il fatto è che la maggior parte dei fascicoli demaniali, anche quando recepiscono pratiche di epoca anterio- re o seguono gli sviluppi di vertenze già in atto da decenni, sono stati formati, nella loro veste attuale, nei primissimi anni dell'epoca unitaria, subito dopo i1 trapasso dal Regno borbonico a1 Regno d'Italia. Ora, mentre per la legislazione bolbonica ogni provincia del Regno era suddivisa in distretti e questi in circondari, nell'Italia unita le province si trovano innanzitutto divise in circondari, e questi a loro volta in mandamenti; e poiché poco o nulla venne innovato nella effettiva configurazione di tali circoscrizioni, ne consegue che dopo il 1861 si intese come "circondario" esattamente ciò che in precedenza veniva chiamato "distretto", dando invece il nome di "mandamento" aquello che prima era il "circondario". Per effetto di questi mutamenti, che incideva- no direttamente sulla terminologia burocratica corrente, gli scnvan.i e

149 forse anche i funzionari dell'epoca fecero per parecchio tempo una certa confusione, scrivendo abbastanza spesso "Distreuo" per "Circondario" e viceversa; di modo che, a guardare come sono intestate certe "camicie" di fascicoli demaniali (come anche di altre serie e sottoserie provenienti dalla Prefettura), il lettore po[ebbe farsi f idea che, poniamo, Sparanise era nel "circondario" di Pignataro e Pignataro era a sua volta nel "circondario" di Caserta (dove il termine "circondario" è usato una volta alla vecchia maniera e un'altra nella sua nuova accezione); per poi scoprire addirittura che Caserta era nel "circondario" di Capua, nell'ipo- tesi che un fascicolo degli anni 1812-1818 abbia ricevuto una camicia ed un'intestazione tardive. A ciò si aggiunga la vera e propria raffica di mutamenti che intervennero nelÌe denominazioni di parecchi comuni negli anni 1862-63 (con lo scopo dichiarato di eliminare le numerose omonimie esistenti su scala nazionaÌe), e che a sua volta furono fonte di confusione, per effetto della quale i documenti di quegli anni dicono talora Roccaguglielma e talaltra Esperia, una volta San Germano ed un'altra Cassino (parlo di documenti fra loro contemporanei). Così, per unapratica iniziata prima del cambiamento di denominazione e prosegut- ta anche dopo, si sceglie, in copertina, il nome vecchio o il nuovo con un qualche margine di arbitrio, senza attenersi ad un criterio costante ed univoco. Questo problema è emerso nel momento in cui si è trattato di compilare un indice dei comuni e dei circondari, a corredo del presente inventario. Indice che da principio si era concepito sulla base delle indicazioni archivistiche originarie (secondo una prassi diffusa e "sco- lasticamente" ortodossa) e che poi, appunto a causa delle loro incongruenze, si è preferito impostare con riferimento alla reale configu- razione amministrativa della provincia; perché può anche essere com- prensibile che uno scrivano d'altri tempi potesse essere frastornato dalle troppe novità, ma questo dato di fatto non può divenire un "alibi" per noi e non ci esime dal dovere di presentare all'utente (per quanto egli debba presumersi perfettamente edotto di quanto sopra) qualcosa che assomigli ad uno strumento di ricerca piuttosto che ad un rompicapo enigmistico. Un computer, suppongo, avrebbe mantenuto l'impostazione primitiva - per questo i computer non corrono mai il rischio di sbagliare in proprio, limitandosi casomai ad "elaborare" le informazioni sbagliate che ricevo- no -, ma è appunto per ragioni di questo genere che il cervello umano non

150 è ancora andato in pensione. Anche qualche professore di archivistica forse avrebbe dìfeso i'impostazione primitiva (su questioni di tanta profondità e gravità sogliono scontrarsi - ò la parola giusta - due scuole di pensiero...), ma allorché la "scienza" debba essere acquistata a prezzo del buon senso c'è chi preferisce mantenere il buon senso. Di tanto il lettore doveva essere informato per tre buone ragioni' Innanzitutto, è bene che egli sia avvertito in partenza che I'indice dei comuni e quello dei circondari, nella loro attuale redazione, non sono in alcun modo collegati con le diciture poste sui documenti (o in copertina agli stessi): se egÌi si prendesse la briga di confrontare ciò che risulta dàlf indice con ciò che si rileva dalle carte, riscontrerebbe non poche discrepanze, ed è opportuno che ne conosca il motivo. In secondo luogo occorre rendergli conto dei criteri seguiti, e cioè: a) si è prefàrìto, per evitare altre confusioni, mantenere ai termini "distretto" e "circondario" un significato uniforme per tutto l'arco di tempo considerato (1806-1870), indicando costantemente col primo termine la circoscrizione più ampia nell'ambito della provincia e col secondo la circoscrizione minore. Non si tratta in questo caso di unasvista del redattore, ma di qualcosa che si è "convenuto" a scopo di omogeneità e di chiarezza, sembrando sufficiente per rispetto della verità l'aver precisato già in premessa che a partire dal 1862 debba intendersi i'mandameìto" dove è scritto "circondario" e "circondario" invece dov'è scritto "distretto"; b) anche in questa nuova veste può accadere che l'indice riporti un medesimo sotto circondari diversi (e/o sotto denominazioni diverse), non"o.rn" sincronicamente ma diacronicamente, a seconda dell'epoca cui si riferiscono volta per volta le cafte. Al riguardo è da precisare che si è fatto riferimento sempre alla data iniziale della singola pratica, senza tener conto delìe eventuali variazioni intervenute ne1 corso de1 suo svolgimento. Pioprio perché veniva meno l"'alibi" che è insito (oggettivamente) nella scelta di riportare fedelmente le inesattezze già esistenti "al1a fonte", il rifacimènto dei due indici ha fatto sorgere la necessità di verificare casopercaso la dataesatta (giorno, mese ed anno) in cui un dato comune è purruto du ,no ad altro circondario, o la data esatta in cui ha assunto u;a denominazione nuova, fomendo occasione - nei limiti cronologici sopra precisati - per una rassegna analitica di tutta la legisla-

151 zione in materia. Non è questa la sede per esporne i risultati, considerata anche la mole del materiale raccolto: 1'assetto territoriale della provincia è andato incontro, a partire dal 1806, a continue e spesso rilevanti modifiche, ed un'esposizione ragionata di tutti questi provvedimenti Ìegislativi (magari estesa alle epoche successive) potrebbe tranquilla- mente formare oggetto di una pubblicazione a sé stante, mentre non sarebbe affatto pertinente nel presente contesto. Tuttavia, dal momento che una tale ricognizione è stata compiuta proprio in funzione di un intervento "redazionale" su quest'inventario ed in relazione a problemi che per esso si erano posti, non sembra fuori luogo fornire qui allo studioso un primo orientamento sommario, poco più che una mera elencazione delle leggi e dei decreti susseguitisi nel tempo a questo proposito. Chi volesse saperne di più potrà consultarne i testi nella "Raccolta dr Leggi e Decreti", conservata presso quest'Archivio di Stato.

A) LEGGI E DECRETI RIGUARDANTI L'ASSETTO TERRI- TORIALE DELLA PROVINCIA

L'assetto territoriale di partenza è quello delineato e via via precisato da tre leggi successive, che definiscono 1a circoscrizione territoriale di tutto il Regno (e quindi anche dell'intera provincia): la Legge 8 agosto 1806, n. 132, che divide il Regno in tredici province, determinando di ciascuna i1 capoluogo e i distretti; quella dell'8 dicembre 1806, n.272, che specifica, nell'ambito di ogni distretto, il numero dei circondari (in questa sola legge venogno chiamati "Governi") e i loro capoluoghi; e infine quella del 19 gennaio 1807, n. 14, che ripartisce, nell'ambito di ogni circondario, i singoli comuni. In base a questa normativa, la provincia di Tera di Lavoro ha per capoluogo Santa Maria di Capua (detta, in que1lo stesso periodo, anche S. Maria Maggiore) e comtpende i tre distretti di S. Maria, Gaeta e Sora, con un totale di 40 circondari (per i1 "dettaglio" della loro configurazione si rinvia alla Raccolta di Leggi e Decreti). L'assetto così definito subisce qualche lieve ritocco con i Decreti de1 13 maggio 1807, n. 128 (riguardante il comune di Ca- stellonorato), e dell' 1 1 marzo 1810, n. 598 (concernente le isole Pontine). Più importante è il Decreto 8 giugno 1810, n. 661, con cui viene istituito il distretto di Nola (di qualche interesse è anche il Decreto 3 giugno 1809,

152 n. 397, che, pur riferendosi a circoscrizioni giudiziarie, prefigura in termini molto precisi il riassetto propriamente amministrativo del circon- dario di Capua, che avrà luogo nel 1811). La circoscrizione territoriale della provincia (come quella di tutto il Regno) viene interamente ridisegnata dal Decreto 4 maggio 181 1, n. 922, in vigore dal successivo 1o luglio: esso pefianto non si limita a modificare in qualche punto l'assetto precedente, ma annulla e sostituisce ogni disposizione anteriore. Le innovazioni di maggior rilievo sono Ìe seguen- ti: a) Capua diviene "Capitale" de1la provincia, nonché capoluogo del suo distretto, in sostituzione di S. Maria Maggiore; b) viene istituito il distretto di Piedimonte, portando così a cinque i distretti della provincial c) i due circondari di Caivano e Giugliano e parte cii quello di S. Arpino (compreso il capoluogo) passano alla provincia di Napoli; d) in compen- so, entra a far parte di Teffa di Lavoro il circondario di S. Agata dei Goti, che prima appafieneva alla provincia di Principato U1tra. Per ogni altro particolare rinvio alla Raccolta di Leggi e Decreti. Modificando in qualche singolo punto le disposizioni precedenti, il Decreto Io Agosto 1812, n. 1447, sopprime il circondario di Durazzano, ridefinisce "in toto" quello di S. Agata dei Goti ed istituisce quello di Airola. Per la terza volta, nel giro di un decennio, la Legge I" maggio 18 16, n. 360, ridetermina "ex novo" la circoscrizione amministrativa di tutto il Regno, cancellando tutta la precedente legislazione in materia. Tuttavia, i distretti della provincia restano immutati. nel nome e nel numero. Si formano, invece, tre nuovi circondari: (nel distretto di Capua), Pico (distretto di Gaeta) e Guardia Sanframondi (distretto di Piedimonte). II comune di Poggiomarino passa alla provincia di Napoli. Numerose altre innovazioni riguardano singoli circondari o comuni. L'assetto territoriale definito da quest'ultima legge rimarràr, nelle grandi linee, quello definitivo della provincia: tutti i successivi decreti faranno riferimento ad esso, apportandovi modifiche circoscritte e par- ziali. Importante è quello del 15 dicembre 1818, n. 1416, per effetto del quale Caserta diviene capoluogo della provincia (e quindi anche del suo primo distretto) in sostituzione di Capua. Da segnalare anche il Decreto 25 gennaio 1820, n. 1876, in materia di riunione/separazione fra vari comuni. Per i1 resto del periodo borbonico, sarà sufficiente segnalare ie località (comuni o circondari) cui i singoli decreti si riferiscono.

153

I 19 ott. 1829, n. 2634: comune di S. Agata dei Gori 28 set. 1830, n. 320: circondari di Arienzo ed Airola 6 giu. 1832, n. 1266: comuni (riuniti) di 18 dic. 1832, n. 1269: circondario di Roccasecca 3 gen. 1833, n. 1315: comuni di Fratte e Castelnuovo 25 ago. 1833, n. 1714: comuni di Atina ed Agnone 18 mag. 1835, n. 2738: il Comune di Paolise (proveniente da Principato Ultra) entra a far parte. della provincia aggregandosi al circondario di Airola 19 set. 1836, n. 3677: comune di Visciano 10 ott. 1836, n. 3699: comuni di Avella e Sperone 3 mag. 1840, n. 6080: comuni di Pozzilli e Filignano 10 dic. 1840, n. 6490: comuni di Palma e S. Gennaro 2'7 mar. 1849, n. 766: comuni di Castellone e S. Vincenzo (distretto di Piedimonte) 3 mar. 1851, n. 2152: comune di Bellona 3 mar. 1851, n. 2154: comuni di Maranola e Castellonorato 26 set. 1851, n. 2529: comuni di Terelle e Belmonte 5 nov. 1855, n. 2644: circondari di Mignano (nuovo), Cervaro e Roccamonfina 6 giu. 1856, n. 3168: comuni di Teverola e Carinaro 15 giu. 1858, n.5052: comuni di Vallerotonda e S. Biagio 24 mat.1859, n. 5618: comuni di Roccadevandro e S. Ambrogio 11 lug. 1860, n. 36: comune di S. Germano

Il periodo unitario si apre con un enigma. Com'ò noto, Pontecorvo si sollevò contro il dominio pontificio il 7 dicembre 1860 proclamandosi indipendente, ed ottenendo poi quasi subito l'annessione al Regno d'Italia; già in documenti dei primissimi giorni dell'anno successivo la cittàrisulta aggregata aliaprovincia di Tena di Lavoro (distretto di Sora), costituendo, nel suo ambito, un circondario a sé stante. Ma, per quante ricerche si siano fatte, non si è trovata traccia di alcun provvedimento che "ufficializzi" tale situazione. L'annessione, formale o soltanto di fatto, si colloca verosimilmente nella seconda metà del dicembre 1860. Col decreto luogotenenziale del 17 febbraio 1861, n. 260, 1a provincia viene mutilata di una suaporzione ragguardevole: i circondari di Cerreto, t54 Cusano, Guardia Sanframondi, Solopaca, Airola e S. Agata dei Goti passano al1a "nove11a provincia di Benevento"; i circondari di Baiano e Lauropassano allaprovincia di Molise (del circondario diVenafro, il solo comune di Presenzano sarà riaggregato a Terra di Lavoro nel 1878)' Restano da menzionare pochi altri decreti. 27 mag. 1866, n. 2959: comune (già "colonia") di S. Leucio 1 1 ago. 1867, n. 3869: comune di Saviano 14 nov. 1867, n. 4057: comune di Esperia (già Roccaguglielma) 29 ott. 1868 n. 4707: comuni di Alvito e Vicaìvi.

B) CAMBIAMENTI DI DENOMINAZIONE DEI COMUNI

Fra il marzo 1862edi1luglio 1863, per effetto di 13 successivi decreti, oltre sessantacomuni dellaprovincia assumono una nuova denominazio- ne. In parecchi casi il toponimo originario riceve soltanto un'aggiunta espolicativa, ma in molti altri il cambiamento è sostanziale. Se ne dà qui di seguito I'elenco completo (dove il sengo = sta per "diventa"): Fratte = Ausonia; Belmonte = Belmonte Castello; Calvi = Calvi Risorta; Campoli = Campoli Appennino; Capriati = Capriati al Voltumo; Coccagna (più Carbonara = Carbonara di Nola; Casanova = Casanova e tardi diventerà Casagiove); S. Germano = Cassino; Campagnano = ; Cisterna = Castel di Cistema; Sasso = Castel di Sasso; Castàltuccio = Castel di Sora (più tardi diventerà Castel Liri); Castello = Castello d'Alife; Morrone = Castelmonone; Castelnuovo = Castelnuovo Parano; Conca = Conca de1la Campania; Coreno = Coreno Ausonio; (di Camigliano = Camigliano e Gallo; Fontana = Fontana Liri; Schiavi Arpino) = Fontechiari; Fossaceca = Fontegreca; Mola e Castellone = Isola Foimia; Giano = ; Gioia = Gioia Sannitica; Isola = presso Sora (nel 1869 diventerà Isola Liri); Schiavi (di Formicola) = Liberi; Macerata = Macerata Marcianise (più tardi diventerà ); Marzano = Marzano Appio; Monticello = Monte S' Vito e poi Monte S. Biagio (la denominzione cambia due volte nel giro di quattromesi); Orta= OrtadiAtella; Palazzolo =Palazzolo di Castrocielo: (più tardi diventerà Éalma = Palma Campania; Piana = Piana dt Caiazzo PianadiMonteVerna); Piedimonte (neldistrettoomonimo) =Piedimonte d'Alife (più tardi diventerà ); Piedimonte (presso

155 Cassino) Piedimonte S. Germano; pignataro pignataro = (presso Cassino) = Interamna; Pignataro (nel mandamento omonimo) = pignataro Maggio_ re; Portico Portico prata prata = di Caserta; = SannitÉa; Rocchetta = Rocchetta e Croce; Raiano = ; S. Ambrogio = S. Ambrogio sul Garigliano; S. Andrea = S. Andrea Va efredda; §. Angelo = S. Angelo d'Alife; S. Cipriano = S. Cipriano d,Aversa; S. Donato _- S. Donato Val di Comino; S. Elia = S. Elia Fiumerapido; Santeramo = S. Erasmo; S. Felice S. Felice = a Cancello; S. Giorgio = S. Giorgio a Liri; Masserie = S. Marco Evangelista; S. Maria Maggiore = S. Mària Capua Vetere; S. Paolo S. Paolo Belsito; potito potito = S. = S. Sannitico; S. Vittore = S. Vittore del Lazio; Spigno = Spigno Satumia; Vairano = Vairano patenora; Valledi Prata = Valle Agricola; Valle = Valle di Maddatoni; Agnone = Villa Latina; Villa= Vitla S. Lucia; Viticuso = Viticuso e Acquafondata. Nell'ottobre .. del 1864 si registrano ancora due mutamenti: S. Biagio diviene S. Biagio Saracinisco e Sessa diviene . Nel novembre del 1867 Roccagugliema, nel momento stesso in cui si fonde con il comune limitrofo di S. pietro in Curulis. assume il nome rli Esperia.

Infine, nel giugno i869 Isola presso Sora (che si chiamava così a partire dal luglio del'63) prende il nome di Isola Liri.

N,B. - La presente rassegna, pur fermandosi all,anno 1g70, può dirsi qLesicompleta pet quanto concerne la circoscrizione territorialè, poiché dal 1871 fino alla soppressione della provincia nel l92j intervennero solo poche modifiche di dettaglio. euanto alle variazioni di denomina_ zione basti segnalare, fra quelle che esorbitano dal nostro ambito crono- logico,le seguenti: Borgo di Gaeta = Elena;Traetto = Minturno; Frignano pantano Piccolo = ; Vico di = Villa Literno.

Antonio Taccone

156 INDICE

Presentazione pag. 7 Il Poblema demaniale nel decennio francese 9

Premessa >) t9 lntroduzione )> 2l Inventario 4L Indice dei Distretti, poi Circondari 95 Indice dei Comuni 101 Indice delle parole chiave oggetto LO1

Indice de1le parole chiave Abstract 115 Indice dei nomi di luogo 123 Indice dei nomi di persona t29 Appendice 147

157