Trimestrale di informazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Spedizione in abbonamento postale 70% Poste Italiane S.p.A. - Periodico trimestrale autorizzazione: Tribunale di Trento N 380 R.St. 14/6/82 ISSN 2281-6410

Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori | 2014 della Provincia di Trento ANNO XXXI APRILE-GIUGNO Grande Guerra

1 1 Pubblicazione trimestrale in abbonamento postale Registrazione presso il tribunale di Trento - n. 380 del 14.06.1982 Direttore responsabile Francesca Odorizzi Redazione Silvia Alba Alessandro Carlini Roberta Di Filippo Ivo Fadanelli Mauro Mazzucchi Roberto Salvischiani Chiara Tonelli Paola Zampedri Editore Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Trento Vicolo Galasso 19 - 38122 Trento Tel. 0461 261163- Fax. 0461 264685 e-mail: [email protected] www.tn.archiworld.it Raccolta Pubblicitaria Studio Bi Quattro s.r.l. - Publimedia Via Serafini 10 - 38122 Trento Tel. 0461 238913 - Fax 0461 237772 e-mail: [email protected] Progetto grafico A4, Giancarlo Stefanati Impaginazione e stampa Studio Bi Quattro s.r.l. - Trento Via Serafini 10 - 38122 Trento Tel. 0461 238913 - Fax 0461 237772 e-mail: [email protected] Grande Guerra

2 | 2014 EDITORIALE 4 alberto Winterle La costruzione della guerra dal Consiglio 6 alessandro Franceschini News OPINIONI 32 Rosalba Bentivoglio, 8 a cura di Francesca Odorizzi gabriella Melchiori Intervista a A pietosa ricordanza. Camillo Zadra I monumenti ai caduti 10 a cura di Chiara Tonelli della Grande Guerra Intervista a in e in Val di Non Sandro Flaim 36 graziano Riccadonna Progetto Grande Guerra Futurismo in trincea 14 michela Favero Sguardi I Progetti 38 raaaf & Atelier de Lyon 16 gino Malacarne Bunker 599 Scene dal forte 42 raaaf & Atelier de Lyon Progetto per il recupero Fort Werk aan ‘t Spoel ed il restauro del “Forte 44 markus Scherer con Walter Dietl San Biagio - Werk Colle Recupero del forte delle Benne” di Fortezza 18 francesco Collotti 50 Alessandro Andreolli, La macchina da guerra giorgio Campolongo incompiuta, Area storico-didattica Forte Pozzacchio del “Trincerone- 20 michela Favero Kopfstellung, prima linea Il restauro del Forte della guerra 1915-1918. di Cadine Monte Zugna Un territorio due fronti 22 michela Favero Verso il forte di montagna 56 redazione Forte Corno “Tra i fronti: Passeggiata Nago-“Busa dei Capitani” archivi e -Tagliata 24 a cura della Redazione Trento città Fortezza del Ponale” 27 Alfredo Vanotti, Casimira Grandi 58 Lucia Silli, Alessandra Zanoni Spigolature oltre il tempo Territori condivisi Il progetto la fame dei popoli in guerra che costruisce relazioni 28 a cura di Silvia Alba L’ aeroporto militare In cauda venenum al Cirè di Pergine 62 alessandro Franceschini Valsugana Nel quartiere fantasma dell’archistar 30 claudia Cirina Notizie dell’aeroporto Scritti, fotografi e e disegni impegnano soltanto austro-ungarico la responsabilità dell’autore Autorizzazione del Tribunale di Croviana di Trento N. 380 R.st. 14/6/82 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% NE/TN ISSN 2281-6410

Referenza fotografica di copertina Alessandro Carlini Editoriale

Spesso tali opere sono state realizzate con caratteristiche che avevano sicura- mente come principale obiettivo la resi- La costruzione stenza all’urto ed il funzionamento tecni- co, senza però rinunciare, anche in quelle condizioni estreme di allarme e di emer- della guerra genza, ad una cura estetica complessiva e del dettaglio quasi a voler esprimere una reazione “umanistica” alla brutalità della Costruire protezioni, costruire barricate, schi a Francesco di Giorgio, da Leonardo a guerra. Opere simboliche che dovevano costruire fortificazioni, l’arte della guerra è Michelangelo, tanto da diventare riferimen- rispondere alle esigenze militari ma mo- strettamente connessa all’arte del costru- to sia per l’evoluzione delle tecniche difen- strare allo stesso tempo la solidità e l’inat- ire. Nel corso dei secoli l’uomo ha sentito sive sia per la modalità di costruzione delle taccabilità della società stessa che stava- spesso la necessità di edificare opere di di- strutture di difesa. («Una nuova architettura no proteggendo. Si tratta però di epoche fesa per proteggere una città, una posizio- della fortificazione ha l’origine in Italia nella dove era implicita la cura del progetto, ne, una linea di guerra, in una realtà dove seconda metà del XV secolo. La sua carat- che doveva denunciare una “modernità” i conflitti sembrano essere parte stessa teristica più appariscente è dovuta al fatto proprio in quanto opera nuova e costrui- dell’essere umano. Il nostro Paese vanta un che le sue parti componenti stanno fra loro ta con le più avanzate qualità tecniche ed notevole primato in questo settore, un vero in una relazione analoga a quella delle parti estetiche. È questa una prassi che forse e proprio esempio di ricerca attraverso la di un sistema geometrico. La variazione in- oggi abbiamo dimenticato, dove l’esigenza costruzione di numerose città fortificate trodotta in un punto, si ripercuote sul tutto estetica sembra essere un surplus volu- durante il Quattro e Cinquecento. Un tema solidale, come nel continuum geometrico to dall’architetto o dal committente e non progettuale con cui si sono misurate tutte della prospettiva» - Amelio Fara, La città da parte stessa di un progetto serio e rigo- le maggiori figure dell’epoca, da Brunelle- guerra, Einaudi 1993). roso.

Nella nostra regione ci approntiamo in questi mesi a festeggiare un importante anniversario, cento anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, che ha di fatto trasformato in modo radicale la nostra realtà. In un territorio dedito perlopiù all’agricoltura ed all’allevamento, agli albori del turismo e della scoperta geologica e naturalistica delle nostre montagne, il paesaggio è stato drammaticamente catapultato in una nuova era, trovandosi ad essere, suo malgrado, terra di conflitto in quanto terra di confine. Dopo quella esperienza, che ha segnato con evidenza fisica, sociale e culturale, sia il territorio che la popolazione, il Trentino è passato da una società “arretrata” alla modernità. Una sorta di disincanto ha costretto la popolazione, attraverso un’accelerazione del tempo, a rivedere i propri riferimenti ed a confrontarsi con una nuova e diversa realtà.

4 Di quella particolare fase storica rapporti e non barriere? rimangono oggi molte tracce. Alcuni Non so quale sia la risposta, e non importanti segni fisici che costellano conosco la completa consistenza di tale le linee di confine, come forti, bastio- patrimonio. Anche in questo caso, co- ni, trincee, sono ancora oggi visibili in munque, il costruito, esaurita la propria molte realtà alpine della nostra regione, funzione, è rimasto come testimonianza come «memoria concreta» che permette e memoria di una particolare fase della alla «memoria collettiva» di non assopirsi storia che proprio grazie alla permanen- e di non dimenticare. A queste struttu- za e durata delle strutture difficilmente re si aggiungono anche alcune ulteriori può essere cancellata. opere costruite vicino ai centri urbani, come caserme, depositi e altre struttu- re edificate anche successivamente, nel lungo periodo tra le due guerre, dando Sebbene siano passati cento anni dall’inizio in questo modo continuità ad un infra- della prima guerra, non dobbiamo dimenticare strutturazione militare delle zone alpine di confine. Fortunatamente nella nostra che tutt’oggi vi sono guerre in corso. Abbiamo regione molte di esse, in una guerra di demolito un muro a Berlino ma lo stiamo posizione più che di movimento, sono erigendo altrove, come quello che separa state necessarie logisticamente ma non sono state oggetto di battaglie impor- Israeliani e Palestinesi. Non dobbiamo tanti. Sono opere che per la loro dimen- dimenticare che la guerra della ex Jugoslavia sione hanno segnato il territorio, ma non è stata combattuta meno di vent’anni fa a pochi in modo eccessivamente violento. La necessità di mimesi, l’utilizzo di materiali chilometri da noi. Ricordare quindi la drammaticità del luogo, la costruzione di forme che della guerra, attraverso l’evidenza delle strutture si relazionano con il contesto reinter- rimaste fino a noi, non è solo prioritario ma pretando gli elementi della natura, come gli speroni rocciosi che caratterizzano il assume un ruolo etico e di monito per le nostro paesaggio, hanno reso possibile prossime generazioni. una relazione tra il contesto e queste grandi infrastrutture.

Oggi molte strutture sono in stato Alberto Winterle di abbandono, mentre alcune sono sta- Presidente Ordine Architetti PPC te recuperate, restaurate, e destinate a nuove funzioni. In molti casi l’alta qualità stessa di queste strutture ha permesso una rifunzionalizzazione con interventi contemporanei di assoluta qualità, dan- do quindi un valore aggiunto alle nuove trasformazioni. In questo anniversario ci si pone però la domanda del destino che vogliamo riservare a queste trac- ce. Ripristinare le strutture originarie? Trasformare tutti i forti in musei o spa- zi espositivi? Lasciare che il tempo e la natura cancellino queste tracce di una nostra storia che tutti vogliamo supera- re, in una nuova visione di mondo e di comunità che ci permette di costruire

5 News dal Consiglio

I lavori del Consiglio (1964), Giovanni Leo Salvotti (1956), Alessandro Franceschini Nei primi sei mesi del 2014 il Consiglio Willy Schweizer (1964), Pier Francesco dell’Ordine si è riunito dieci volte, per un Wolf (1963), Giorgio Ziosi (1964). Du- totale di trentasette ore di seduta. Le rante la cerimonia è stato anche ricorda- riunioni si sono tenute nel tardo pome- ta la figura di Giulio Cristofolini, recente- riggio del lunedì, con cadenza quindici- mente scomparso, iscritto all’Ordine dal nale, salvo eccezioni. La partecipazione 1959. Nel corso della cerimonia di rico- media dei consiglieri è stata del 77%. noscimento il presidente Alberto Win- Oltre alle sedute ordinarie si è tenuta terle ha consegnato a ciascun decano un’adunanza generale degli iscritti e tre presente un attestato di merito «come sedute dedicate a questioni di natura segno di stima e di riconoscimento per deontologica. il contributo dato alla crescita e allo sviluppo della professione di architetto Movimento iscritti nella Provincia di Trento». Dal momento Nei primi sei mesi dell’anno si sono iscrit- della loro iscrizione all’apposito elenco, i ti all’Albo 21 nuovi colleghi: Elisa Gadler decani della professione sono esentati 1512, Laura Brugnolli 1513, Massimo dal pagamento della quota associativa Bertoluzza 1514, Pietro Vincenzo Am- annuale. brosini 1515, Roberto Tarter 1516, Chri- stian Lochner 1517, Lorenzo Luchetta Competenze professioni on-line 1518, Renata Munari 1519, Domeni- Al sito www.qarch.tn.it è finalmente atti- co Fogaroli 1520, Riccardo Giacomelli va la nuova vetrina professionale Qarch. 1521, Alessandro Zuanni 1522, Massi- La vetrina, promossa dall’Ordine degli miliano Giori 1523, Chiara Bugna 1524, Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Sabrina Pasquali 1525, Francesca Gio- Conservatori della Provincia di Trento, vannini 1526, Diego Dalprà 1527, Alice consiste in un database dal quale enti Riolfatti 1528 , Gabriele Dellagiacoma pubblici e soggetti privati, correttamente 1529, Claudio Dellai 253, Massimo Plaz- accreditati, potranno consultare i curri- zer 1530, Novella Agostini 1531. culum vitae dei professionisti iscritti al sito, attingendo in questo modo i nomi Nello stesso periodo ne sono stati can- per eventuali affidamenti d’incarico cellati, su richiesta, 19: Ivo Cestari 582, e gare di progettazione. All’iscritto è Sara Schiavon 1336, Valter Fontanari possibile caricare, seguendo un appo- 1310, Marina Casagrande 866, Isaia Ior- sito «frame», il proprio curriculum vitae fida 635, Giuliano Passerini 405 , Luigi (comprese alcune immagini di lavori re- Rodighiero 915, Franco Cramerotti 608, alizzati), rendendolo così visibile e con- Armando Loss 389, Laura Tovazzi 1063, sultabile dentro un’articolata banca dati. Marco Proner 809, Alessandro Bonollo Si tratta di una vetrina pensata per faci- 1214, Barbara Calliari 1109, Piero Ri- litare il mercato dei servizi professionali, cotti 163, Rossana Necchi Ghiri 858, promuovendo le competenze acquisite e Susanna Dell’Ira 1348, Luisa Sartorelli rendendo i curriculum vitae consultabili 1341, Paolo Bolner 1358. da parte di enti pubblici ed altri soggetti autorizzati. Decani della professione Durante l’adunanza generale degli iscrit- Nota congiunta sul Decreto Parametri ti del 28 maggio scorso, sono stati uffi- Bis cialmente iscritti nell’elenco del decani Al fine di una corretta applicazione della professione, come conseguenza delle previsioni contenute nel D.M. della delibera del Consiglio dell’Ordine, 143/2013 (Decreto Parametri Bis) il i colleghi che hanno maturato un’anzia- Consiglio dell’Ordine degli Architetti nità di almeno cinquant’anni di iscrizione congiuntamente con quello degli Inge- all’Ordine. Si tratta di Marcello Arma- gneri ha inviato a tutte le pubbliche am- ni (iscritto dal 1962), Bruno Brunelli ministrazione della nostra provincia una (1962), Fabio Casagrande (1957), Lu- nota nella quale si invitano Provincia, igi de Bonetti (1954), Francesco Cocco Comunità e Comuni a mettere in atto (1964), Sergio Giovanazzi (1959), Fabio la novità legislativa. Il D.M. 143/2013 Odorizzi (1957), Maria Grazia Piazzetta contiene, è scritto nella nota, «i parame-

6 tri da applicare per la determinazione ribile anche sul sito web dell’Ordine degli dei corrispettivi da porre a base di gara Architetti PPC di Trento. nelle procedure di affidamento dei ser- vizi di architettura e ingegneria. Il prov- Formazione professionale/1 vedimento introduce elementi innovativi Prima dell’Adunanza generale degli iscrit- relativamente alla classificazione dei ti, avvenuta il 28 maggio ultimo scorso, è servizi professionali e alla determina- stato effettuato un momento formativo zione dei relativi corrispettivi, stabilendo relativo alla deontologia professionale. l’obbligatorietà dell’uso dei parametri La sala, pur capiente, non ha però po- stessi». In particolare, ai sensi dell’art. 1 tuto soddisfare le numerose richieste: comma 4 del D.M. 143/2013, che sul per questa ragione il corso verrà ripetuto punto dipende dall’art. 9 del D.L. 24-01- dopo la pausa estiva. Si ricorda che ogni 2012 n. 1, dispone che «il corrispettivo iscritto ha l’obbligo di maturare almeno non deve determinare un importo a base 4 crediti all’anno in materie relative alla di gara superiore a quello derivante deontologia professionale. dall’applicazione delle tariffe professio- nali vigenti» in precedenza. Proprio per Formazione professionale/2 il suo carattere cogente, nella missiva si Al fine di orientare meglio le proposte di segnala alle amministrazioni che verrà formazione dell’Ordine con le desiderata «avviata un’attività di monitoraggio dei degli iscritti verrà diffuso un breve que- bandi di gara, con segnalazione all’Au- stionario orientativo. Gli iscritti sono invi- torità Giudiziaria delle procedure rite- tati a compilarlo in tutte le sue parti. nute non rispettose delle disposizioni vigenti». Urbanistica Nel mese di aprile la Commissione Nor- Cercasi collaboratore me e Regolamenti dell’Ordine ha portato Durante l’Adunanza generale degli iscrit- a termine in seno al Comitato Interprofes- ti del 28 maggio scorso è stata decisa, sionale i lavori di stesura di un articolato all’unanimità, l’assunzione di un nuovo documento afferente la semplificazione collaboratore del Consiglio che dovrà della norma e delle procedure in materia sopperire al considerevole impegno or- urbanistico - edilizia. Il lavoro, è stato sot- ganizzativo delle attività e servizi rivolti toposto all’attenzione dell’Assessorato ai propri iscritti dovuto all’introduzione all’Urbanistica della Provincia autonoma dell’aggiornamento e sviluppo professio- di Trento nell’ambito del Tavolo tecnico nale continuo D.P.R. 137/2012. Entro di concertazione - istituito pochi mesi ad- l’estate verrà indetta una procedura di dietro - ed ha raccolto il positivo riscontro valutazione comparativa per titoli e col- del legislatore per la profonda revisione loquio per il conferimento di uno incari- dell’attuale fonte. co di lavoro autonomo esercitato nella forma occasionale (per i possessori di Partita Iva) o di collaborazione coordina- ta e continuativa per attività di suppor- to all’organizzazione dei servizi offerti ai propri iscritti dall’Ordine e in particolare la Formazione Professionale. L’impegno è quantificato in un totale di 10 mesi, con un impegno orario mensile di 80 ore/ mese. Il bando verrà pubblicizzato sul sito dell’Ordine.

Obbligo del POS A decorrere dal 30 giugno 2014 entra in vigore l’obbligo per i professionisti di accettare pagamenti per i servizi profes- sionali anche mediante l’utilizzo di carte di debito. Il Consiglio Nazionale ha diffu- so un parere legale sull’argomento repe-

7 Opinioni 01 Ci può presentare il museo che lei dirige geografico che economico, diventa in quei Intervista a Camillo Zadra da tanti anni? decenni sempre più importante dal punto di Una prima caratteristica del nostro mu- vista militare. E viceversa: in paesi abitati da a cura di Francesca Odorizzi seo è di essere un ente privato. É nato nel poco più di un centinaio di abitanti, come a 1921, ha circa 300 soci che eleggono un Pozzacchio, arrivano centinaia di operai per consiglio, che a sua volta nomina il presi- costruire una fortificazione dove un intero dente, con un’assemblea approva i bilanci. pezzo di montagna viene destinato ad una Beneficia di contributi pubblici grazie alla struttura del tutto estranea al territorio. Si legge 15 del 2007, che considera alcuni è trattato di una preparazione alla guerra musei non provinciali, tra i quali il nostro, lunga ed invasiva, che ha profondamente componenti integranti del sistema museale sagomato il paesaggio trentino. Oggi, grazie trentino. agli interventi decisi dalla Sovrintendenza Fin dallo Statuto del 1924 il museo ha ai Beni architettonici, molti di questi segni nella propria missione l’attenzione alla storia sono stati recuperati e la memoria fisica di dei conflitti; non è dunque un museo della questa stagione ormai conclusa rimarrà nel Grande Guerra, pur rappresentando quell’e- territorio per i prossimi secoli, come è acca- vento uno dei temi centrali delle sue esposi- duto per i castelli, marcando l’età storica e le zioni. Il nostro non è un museo militare, né il sue diverse stagioni. E quella della Grande museo di una particolare guerra, e nemme- Guerra, in particolare, ha rappresentato una no di un territorio specifico: si pone su una rivoluzione in campo militare e ha cambiato prospettiva più ampia, sia geografica che la storia culturale e politica del ‘900. storico-culturale. Cerchiamo di interpretare Da un punto di vista militare, l’evolu- il nostro ruolo di museo relazionandoci con zione della fortificazione in Trentino ha la comunità in cui siamo inseriti per rispon- portato alla realizzazione di generazio- dere alle richieste che ci vengono rivolte: ni diverse di fortezze, molte delle quali dall’amministrazione comunale che cerca un non hanno avuto un ruolo nella Grande documento relativo al territorio, alla scuola Guerra. Si diceva che queste strutture che chiede una proposta didattica, all’asso- hanno cambiato il paesaggio del Tren- ciazione che è interessata ad una collabora- tino e penso che agli architetti interessi zione per un’iniziativa di tipo artistico, al cit- riflettere sulla destinazione futura di cir- tadino che pensa al museo come al luogo di ca 80 strutture disseminate nel territorio conservazione delle memorie familiari, ad un e collocate in posizioni rilevanti. ponte tra la storia delle persone e quella del- R. Tra il 1870 e l’inizio del 1900 in Euro- la collettività. Purtroppo il dibattito culturale pa la corsa è stata tra fortezze e cannoni, in Italia è povero di momenti di riflessione tra esplosivi e acciaio. Strigno, Vela e Nago sulla funzione dei musei, se non nella misura sono edifici che ricordano le caserme, rifi- in cui possono essere considerati opportu- niti e curati nei particolari, costruiti in pietra nità per il turismo. Bisognerebbe riflettere lavorata, con strutture realizzate per regge- maggiormente sul ruolo dei musei nel con- re i colpi di un’artiglieria di potenza limitata. testo culturale e sociale contemporaneo. Dopo il 1870 vengono inventati nuovi esplo- Per quanto riguarda la Grande Guerra e sivi, viene rivoluzionata la produzione side- le celebrazioni del Centenario, mi pare rurgica: gli Stati si trovano a poter armare che ci sia stata una forte interazione tra milioni di soldati e a disporre di una potenza istituzioni e associazioni di vario tipo per di fuoco prima inimmaginabile. Da quel mo- intervenire sul recupero dei manufatti mento il problema è diventato quanti uomini è del tutto pertinente che una rivista di si potevano mandare al fronte, non più di architettura si interessi di questo tema, visto quanti fucili si riuscivano a produrre. Sono che parlare di Grande Guerra in Trentino gli anni in cui le fortificazioni subiscono una significa riferirsi al grande intervento di co- rapidissima obsolescenza, corrispondente struzione di un paesaggio militare nel perio- allo sviluppo tecnologico. do tra il 1860 e il 1914. La Grande Guerra Allo scoppio della Grande Guerra i progetti è stata preparata da 50 anni di organizza- di fortificazione permanente subiscono una zione del campo di battaglia, con la realiz- brusca interruzione: l’urgenza spinge a rea- zazione di decine di fortificazioni distribuite lizzare, nel 1914-15, un vasto programma di secondo il modello classico che prevedeva fortificazione campale – campi trincerati, ca- Camillo Zadra Direttore MUSEO DELLA GUERRA ITALIANO il conflitto lungo i confini dello Stato. Il terri- sematte, postazioni di artiglieria - che cam- di torio trentino, periferico sia dal punto di vista bia la prospettiva della guerra. Le artiglierie

8 verranno collocate dentro le montagne, pro- mente utilitaristico: è proprio la dimensione Novecento infatti i morti in guerra sono trop- tette da metri di roccia, perché le fortezze in non locale della guerra che qui si è com- po ingombranti per essere trattati come un pietra o in cemento armato non bastano più. battuta, l’idea universalmente condivisa che problema puramente organizzativo, e dall’al- Cosa resta alla fine della guerra di tutto quella guerra sia stata una tragedia tro i Caduti diventano una risorsa per lo Sta- questo enorme sforzo di strutturazione del a milioni di persone, che rende questi luoghi to e l’ideologia nazionalista. I grandi sacrari paesaggio? Un territorio arato da centinaia testimonianze storiche che noi conserviamo monumentali costruiti tra gli anni Venti e di chilometri di trincee, ricoperto da ruderi, ma che non “appartengono” solo a noi. Del Trenta non sono luoghi della commemora- disseminato di crateri. Che fare? resto, l’interesse per la Grande Guerra era zione, ma avamposti di guerre future. Oggi forse dobbiamo pensare al Trentino presente fin dagli anni ‘20, quando reduci Negli ultimi anni si è assistito invece al re- non solo nei termini di una natura partico- e famigliari dei caduti frequentavano questi cupero di numerosi cimiteri di montagna da larmente bella, ma come ad un luogo “meno luoghi e molte persone vi raccoglievano ci- parte di associazioni. Si tratta di una pietas innocente” di quanto non appaia, più coin- meli e reperti. Il nostro museo è cresciuto antica che conferma il fatto che il desiderio volto nella storia e nelle sue tragedie. Quan- anche grazie a questo precoce interesse. di commemorare i caduti è più forte dell’at- do ci imbattiamo nei resti dei terrazzamenti Sul territorio sono presenti anche cap- trazione esercitata dai ruderi delle fortezze. abbandonati occupati dalla vegetazione pelle e cimiteri. Sono rimasta colpita dal Alla fine della Grande Guerra il proble- spontanea, pensiamo ad uno spazio un tem- fatto che nel corso della guerra un gran ma della memoria dei caduti trentini, po occupato dall’uomo ed oggi riconquistato numero di soldati sia morto per malattie militari dell’esercito austro-ungarico, ha dalla natura. Quando vediamo una fortifica- più che per effetto degli scontri. rappresentato un aspetto irrisolto.... zione dobbiamo pensare anche ad una sto- Non dobbiamo pensare che la guerra sia è una delle lacerazioni che la guerra ha ria che non è solo del Trentino, a scenari più stata uguale ovunque. Sul fronte italo- lasciato dietro di sé. Le circostanze hanno vasti, nazionali ed europei. Durante la Prima austriaco, il cuore operativo della guerra voluto che i trentini entrassero in guerra au- guerra mondiale su queste montagne han- sono stati il Carso e l’Isonzo, dove si sono stroungarici e vi “uscissero” italiani e la cosa no combattuto soldati provenienti da ogni concentrati gli sforzi principali. Da noi, se si non è stata semplice. La vicenda dei caduti è parte d’Europa. escludono il Pasubio e gli Altipiani, dove c’è emblematica. I vivi possono farsi una ragione Sulla collina del Brione, tra Torbole e Riva stato un tentativo austriaco di sfondamento, del cambio politico: l’Impero austriaco aveva del Garda, troviamo tutte le generazioni di quasi ovunque la guerra è stata di “posizio- perso la guerra, si era dissolto, in Trentino fortificazioni, dal forte San Nicolò al forte ne”. L’organizzazione militare implicava la c’era da tempo un movimento non maggiori- Sant’Alessandro: un vero e proprio “parco costruzione di strutture e infrastrutture. Die- tario ma diffuso favorevole all’unione all’Italia. storico”; e questo stesso paesaggio lo trovia- tro i soldati in prima linea stavano centinaia Invece i caduti, soldati di un impero e di un mo in numerose altre parti del Trentino. Che di migliaia di persone che dovevano provve- mondo scomparsi, non hanno voce, se non la Soprintendenza abbia selezionato alcune dere a nutrirli, curarli, rifornirli di ogni cosa. quella dei vivi che li ricordano. Per elaborare strutture su cui intervenire, testimonia la La guerra ha determinato l’urbanizzazione di il tragico della morte in guerra, i vivi celebrano volontà di mantenerne la memoria. Nel fon- un territorio prima pochissimo abitato, con i caduti esaltando le ragioni onorevoli della dovalle questi segni sono stati in gran parte la costruzione di baracche, impianti elettri- guerra, il valore di una morte sublimata in sa- cancellati da chi al termine della guerra si ci, acquedotti, linee elettriche, il trasporto di crificio. Questo non è mai stato riconosciuto è reimpadronito delle risorse primarie ed ha tonnellate di materiali. Le persone vennero ai caduti trentini. Lo Stato Italiano, dopo 100 ricominciato a coltivare i campi, a ricostruire organizzate con logica industriale per un anni, non ha ancora trovato né le parole, né gli edifici; sono invece rimaste le strutture là lavoro continuo, specialistico e di manova- le forme per riconoscere a queste persone, dove il territorio era meno sfruttabile. Penso lanza, in cui la dimensione bellica occupava morte troppo presto per essere riconosciu- agli speroni rocciosi su cui sono stati costru- solo una parte del tempo e delle energie. E i te come “italiane” e troppo tardi per essere iti forti come Pozzaccio, Corno, Belvedere. soldati morivano per le pallottole, ma anche “redente”, uno spazio dentro la dimensione Oppure a località come l’“Asmara”, tra Mori di incidenti sul lavoro, di malattie, di frane e nazionale collettiva. Sono stati ignorati per- e Rovereto, dove sta tornando alla luce un di valanghe, per l’inclemenza del clima a cui ché avevano indossato la divisa del nemico, campo trincerato rimasto per quasi cento erano esposti. non ne è mai stato fatto un censimento, è anni nascosto nel bosco, oppure alle trincee Per quanto riguarda i cimiteri, la morte è in stato negato loro lo spazio pubblico. I caduti e ai ricoveri ad alta quota, scavati nella roc- ogni società l’evento attorno al quale si con- trentini sono sepolti in gran parte in Polonia cia, dove si trovano ancora i letti dei soldati. centrano l’esperienza culturale. Nei periodi e Russia, sono state versate le pensioni alle Negli ultimi anni le comunità locali hanno co- di guerra la morte assume aspetti particolari vedove e i contributi agli orfani, ma questa minciato a manifestare una grande attenzio- per le dimensioni numeriche e la familiari- lacerazione non è stata rielaborata. Il nostro ne ai segni della Prima guerra, con una par- tà cui costringe i singoli. La Grande Guerra Museo, a partire dal 2007, ha ricostruito tecipazione straordinaria. Le aspettative nei porta milioni di persone a fare un’esperienza un’anagrafe dei caduti trentini arrivando a confronti di questi segni sono determinate quotidiana con la morte: in Trentino si con- contarne 11.700. Credo che dovrà arrivare da un lato dal desiderio di assicurare una tano più di 1000 cimiteri, grandi e piccoli. il momento in cui la comunità trentina, le sue forma esplicita di continuità con il proprio Alla fine della guerra i corpi vengono spo- istituzioni, lo Stato italiano, istituiscano uno passato, dall’altro dall’idea che tutto questo stati dai piccoli cimiteri a luoghi di raccolta spazio pubblico per il ricordo di questi caduti, lavoro di recupero possa generare flussi tu- più grandi con una sorta di peregrinazione con il riconoscimento della loro partecipazio- ristici. E non si tratta di un pensiero pura- dei morti come mai prima era successo; nel ne ad un’unica grande storia.

9 02 Quali sono i principali strumenti messi crario militare del Tonale, Sacrario militare Intervista a Sandro Flaim in atto dalla Provincia, anche recente- di Rovereto, Sacrario militare del Pasubio, mente in occasione della ricorrenza del Sacrario militare di Bezzecca, Sacrario ger- a cura di Chiara Tonelli centenario della Grande Guerra, per la manico del Sass Pordoi). catalogazione delle numerose opere Infine il Progetto Grande Guerra, militari presenti in Trentino? nell’ambito del recupero e valorizzazione Il primo corposo lavoro d’indagine e delle vestigia del conflitto, ha avviato una studio delle fortificazioni austroungariche campagna di ricognizione, censimento e del Trentino promosso dalla Soprinten- georeferenziazione sistematica delle ope- denza risale agli ultimi anni Novanta e ha re campali, ossia di tutti quei manufatti permesso di localizzare, individuare cata- architettonici di minor rilevanza fisica -ri stalmente e valutare lo stato di conserva- spetto alle fortificazioni vere e proprie, ma zione di ben 114 fortificazioni, comprese di altrettanta importanza strategica, quali quelle di cui rimane traccia solo nella do- le opere di fortificazione campale, che, cumentazione d’archivio e quelle progetta- spesso ormai mimetizzate dall’opera “risa- te ma non realizzate. Sono stati censiti e natrice” della natura, sfuggono al visitatore catalogati ben 114 forti, su 55 dei quali, poco attento: strade, trincee, avamposti, per interesse storico-architettonico, è sta- postazioni per mitragliatrici, fuciliere, tele- ta approfondita la ricerca d’archivio. I dati feriche, etc. sono stati successivamente informatizzati Il censimento delle vestigia, attraverso la ed inseriti nel programma di censimento e loro ricognizione e documentazione, è un’at- georeferenziazione. tività propedeutica alla conoscenza della va- La Soprintendenza, attraverso il lavoro stità e dell’importanza delle vestigia presenti del proprio Centro di Catalogazione archi- sul nostro territorio, al fine di poterne suc- tettonica, ha inoltre avviato da tempo una cessivamente programmare la conservazio- serie di progetti conoscitivi legati ad altre ne, la tutela, la valorizzazione e il recupero particolari testimonianze territoriali del- sulla base di una scala di priorità. la Prima Guerra mondiale quali i cimiteri Con la collaborazione del Museo Stori- militari (austrungarici e italiani), sia quel- co Italiano della Guerra di Rovereto è stata li apprestati nel corso del primo conflitto codificata una metodologia scientifica per mondiale allo scopo di dare una celere la sistematica raccolta dei dati. Il lavoro è sepoltura ai caduti, sia quelli realizzati ne- stato fatto tenendo conto di quanto vigente gli anni del dopoguerra, espressione di una in tema di catalogazione dei beni culturali e volontà di ricordare e onorare i soldati de- soprattutto di quanto proposto nel D.M. 4 ceduti nel corso delle operazioni belliche. ottobre 2002 attuativo della L. 78/2001 La ricerca ha compreso sia i manufatti tut- Tutela del patrimonio storico della prima tora esistenti che quelli di cui, a seguito di guerra mondiale. smantellamenti o spostamenti, rimane oggi Il censimento è preceduto da una fase solo una traccia storica pervenendo ad un di formazione che coinvolge numerosi vo- primo elenco di 605 siti. lontari disponibili a ripercorrere i luoghi del Un altro tema affrontato nel settore conflitto e a rilevare e georeferenziare le della catalogazione dei beni culturali legati numerose tracce ancora presenti sul ter- alla Prima Guerra mondiale è stato quello ritorio. I dati raccolti, riportati in schede di del censimento dei monumenti ai caduti catalogazione corredate da fotografie e eretti dalle comunità a ricordo dei soldati localizzazione geografica con GPS, - ven caduti, espressione della necessità collet- gono inseriti in un’apposita banca dati che tiva di rappresentare e conservare la me- ne consente una gestione informatizzata moria di un tragico periodo storico e che creando un Sistema Informativo Integrato. al contempo si traducono in molti casi in L’obiettivo del censimento è la map- opere architettoniche e plastiche di valo- patura di tutti i beni e delle opere campali re artistico, progettate da figure di primo sparse sul territorio trentino al fine di con- piano a livello nazionale. Contestualmente sentirne ricerche, analisi ed interrogazioni si è disposta la compilazione delle sche- intersecando i dati. de relative ai sacrari militari (Sacrario mi- Il primo progetto pilota di censimento Sandro Flaim delle opere campali, avviato nel 2003, ha architetto, Soprintendente litare e Monumento-Ossario dei Caduti per i Beni culturali della Provincia di Trento austroungarici nel Cimitero di Trento, Sa- interessato il Monte Zugna. A questo pro-

10 getto hanno fatto seguito il censimento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. e il forte di Tenna nel comune omonimo. Comune di Giustino, il censimento svolto in Spesso gli interventi effettuati sui ma- Il convegno di settembre organizzato collaborazione con la Soprintendenza dal nufatti hanno previsto un recupero dalla Soprintendenza è incentrato sul Parco di Paneveggio Pale di San Martino, quasi prettamente museale dei sistemi recupero/restauro di alcune strutture il progetto Valli del Chiese e il censimento fortificati; è possibile immaginare inter- difensive della Grande Guerra; qual è il in Val di . Un consistente contributo venti che considerino anche un altro taglio che si intende dare al convegno: al lavoro di censimento viene dato anche punto di lettura? prettamente descrittivo delle opere di direttamente dal Centro di Catalogazio- Il corpo fondante del Progetto Gran- conservazione oppure di approfondi- ne della Soprintendenza che, nell’ambito de Guerra è quello dei “progetti pilota” di mento rispetto ai futuri utilizzi delle dell’attività di tutela e coordinamento, ha recupero e valorizzazione di alcuni forti, strutture? rilevato nel corso di questi anni numerosi individuati per la loro valenza storica, ar- La Soprintendenza per i Beni culturali siti e strutture. chitettonica e paesaggistico-territoriale e della Provincia Autonoma di Trento in col- Quali sono le motivazioni che hanno possibilità di riuso come poli di eccellenza laborazione con il Ministero dei Beni e del- portato ad avviare il procedimento di dell’offerta culturale sul tema della Prima le Attività culturali e del Turismo, il Museo candidatura nella lista del patrimonio Guerra mondiale, come elementi trainanti Storico Italiano della Guerra di Rovereto, Unesco del Sistema Fortificato Trenti- per una visitazione territoriale diffusa e che l’Università degli Studi di Trento - Facoltà no e a che punto si è arrivati? potessero essere considerati come model- di Ingegneria civile, ambientale e mecca- Oltre agli interventi di recupero e re- li di riferimento per altre iniziative a livello nica e l’Ordine degli Architetti Pianificatori, stauro dei manufatti, la salvaguardia dei provinciale. Paesaggisti e Conservatori della Provincia beni culturali è stata affrontata dal Proget- Gli interventi, in parte ultimati ed in parte di Trento, in occasione del Centenario del- to Grande Guerra anche con la valorizza- in via di conclusione, si sono contraddistinti la Prima guerra mondiale sta organizzando zione degli stessi. Nell’ambito della ricerca gli uni dagli altri per l’autonomia metodolo- due giornate di studio e approfondimento la Soprintendenza ha commissionato uno gica adottata nell’affrontare le problemati- sul tema del recupero materiale e della va- studio delle fortificazioni austroungariche che concernenti i temi del restauro, per i lorizzazione delle fortificazioni militari. presenti sul territorio europeo corrispon- temi culturali trattati, per le forme espressi- Gli interventi del convegno, previsto per dente ai confini dell’Impero, che ha - per ve dei diversi linguaggi architettonici all’in- il 19 - 20 settembre 2014, si concentre- messo di pervenire ad una visione globale terno delle singole proposte di intervento. ranno in particolare sui complessi realizzati della vastità del patrimonio fortificato rea- I differenti interventi hanno spaziato nell’arco alpino tra la fine del XIX secolo e lizzato in Europa dall’impero austroungari- dall’interesse archeologico e stratigrafico l’inizio del XX secolo, presentandone alcuni co, del suo stato di conservazione ed uso, della conservazione del rudere, preservan- esempi di restauro e valorizzazione. Il tema fornendo un quadro di grandi numeri: dieci do la memoria dei bombardamenti, delle oggetto di confronto e su cui si concen- i Paesi considerati (Italia, Slovenia, Croazia, riparazioni, delle distruzioni causate dai re- trerà la riflessione sarà il “cantiere”, inteso Montenegro, Repubblica Ceca, Slovacchia, cuperanti e del lavoro della natura nel rina- come spazio di incontro tra progettazio- Ungheria, Austria, Polonia, Ucraina), 32 i turalizzare i luoghi, ad interventi di riadatta- ne, metodologia, procedura di intervento, sistemi difensivi schedati, con un totale di mento e riuso funzionale di alcuni forti, tutti materiali, adeguamento alla normativa in 516 forti catalogati (193 in Italia e 323 in però allo stesso tempo accomunati da una materia di sicurezza, fruizione culturale da Europa), di cui 80 in Trentino. forte attenzione posta al tema della memo- parte dei visitatori. La nostra provincia conserva una fra ria e del rapporto con il contesto territoriale La prima giornata di studio si articolerà le più importanti concentrazioni di sistemi in cui i forti si trovano. in tre sessioni che prevedono un’introdu- difensivi realizzati dall’Impero austro-unga- Il recupero del forte di Cadine – Stras- zione dedicata all’approfondimento dell’a- rico, parte essenziale di quello europeo e sensperre Bus de Vela ha rappresentato spetto legislativo trattando il rapporto tra fortemente integrato con i caratteri morfo- un passo significativo all’interno del - pro intervento di restauro e normativa vigente logici ed ambientali della regione e frutto gramma di recupero del patrimonio storico (L.7 marzo 2001, n.78 Tutela del patrimo- di una visione unitaria di strategia militare, della Grande Guerra sia per l’importanza nio storico della Prima guerra mondiale), ingegneristica, di innovazione tecnologica. del restauro eseguito sia per la creazione alle metodologie di restauro dell’architet- Sulla base di tale ricerca la Provincia di un Centro d’informazione del Sistema tura militare del XIX e XX secolo e infine ha in seguito avviato il procedimento per fortificatorio Trentino. al rapporto tra le strutture fortificate ed il promuovere la candidatura per il ricono- Al recupero di forte Cadine hanno fatto paesaggio. Seguirà la presentazione di in- scimento del sistema difensivo dell’Impero seguito la redazione dei progetti pilota che terventi di recupero di complessi fortificati austroungarico quale patrimonio mondiale hanno portato al recupero, arrivato pres- realizzati sia Trentino che in ambito sovra- dell’UNESCO e di quello difensivo trentino soché alla conclusione, di quattro sistemi regionale. in prima istanza redigendo il Dossier per fortificati, il forte Pozzacchio–Valmorbia Nel corso della seconda giornata è in promuovere la candidatura per il ricono- Werk situato sul confine fra i comuni di programma la visita alla tagliata stradale scimento del sistema difensivo trentino e , il forte Dossaccio a Bus de Vela (forte Cadine), oggetto di re- dell’Impero austroungarico quale patri- Paneveggio nel comune di , il for- centi restauri e riconvertita a centro infor- monio mondiale dell’UNESCO inviato al te San Biagio–Colle delle Benne a Levico mativo sulle fortificazioni trentine.

11 Forte Dossaccio

del forte destinato a diventare la sala all’aperto di un ideale museo delle for- tezze della Grande Guerra, mediante un recupero ambientale dell’area interes- sata dove ripercorrere la memoria dei luoghi L’intervento di restauro e messa in sicurezza della struttura ipogea mira a renderlo agibile creando un percorso di visita al suo interno che con una stra- ordinaria scala permette di risalire dalle caverne alle cupole di tiro.

Forte San Biagio Forte Dossaccio Forte Pozzacchio Il forte San Biagio o “Colle delle Ben- Il forte Dossaccio è uno degli ultimi Il forte, posto a controllo della Val- ne”, possente e compatta opera casa- esempi di forti di montagna, nel quale le larsa, è una delle ultime imponenti ope- mattata in pietra, realizzato durante la tecniche costruttive tradizionali in legno e re corazzate costruite dall’Impero au- terza fase di fortificazione del territorio muratura si integrano con i primi impieghi stroungarico sul Saliente Trentino con Trentino (1884-1900), rappresenta un dei nuovi materiali quali il calcestruzzo e il compito di sbarrare una possibile pe- importante esempio di architettura forti- l’acciaio e relative tecniche costruttive. netrazione italiana verso Rovereto attra- ficata di transizione dai forti in stile leg- Il forte, sito sul monte omonimo nel verso il Pian delle Fugazze e la Vallarsa. gero ai forti di montagna. cuore del Parco Naturale Paneveggio- Spettacolare opera ipogea incom- Situato in cima all’omonimo colle che Pale di San Martino nel comune di Pre- piuta di dimensioni imponenti, quasi di domina il lago di Levico, operava a tena- dazzo, è inserito in un’area ricca di ma- scala paesaggistica, totalmente scavata glia con il forte Tenna posto sul versante nufatti diffusi legati all’evento della Pri- nella roccia del colle a sud-est di Poz- opposto, sbarrava l’accesso alla città di ma Guerra mondiale che contribuiscono zacchio, una delle propaggini del mas- Trento dall’Alta Valsugana nei pressi di significativamente ad identificarla come siccio del Pasubio, era una delle opere Levico e controllava le vie di comunica- “paesaggio di guerra”. In questo contesto più moderne di ingegneria militare. zione - e Levico è stato proposto lo specifico intervento di Oggi i ruderi di quest’opera dalla - Pergine. conservazione del forte Dossaccio, che scala paesaggistica sono parte inte- Praticamente integro nella sua volu- nel processo di ruderizzazione ha stretto grante di paesaggi spettacolari e ambiti metria, il forte San Biagio costituisce una un rapporto simbiotico con la natura cir- di notevole interesse naturalistico. singolare opportunità di conservazione ti- costante, diventando parte integrante con Nel corso del 2014 sono stati avviati pologica e funzionale. Una volta restaurato, il paesaggio. i lavori del lotto conclusivo di recupero gli spazi e i locali interni ospiteranno alle- I lavori di recupero, che si conclude- ranno nel 2015, sono stati incentrati sulla conservazione della stratigrafia della rovi- na, ossia sulla conservazione dei “segni” degli eventi bellici e civili che hanno tra- sformato il forte nelle forme attuali, con- servandone totalmente le strutture ed il degrado non patologico che manifesta il passaggio inesorabile del tempo. Gli inter- venti si limitano ad interventi di conso- lidamento strutturale, alla messa in sicu- rezza dei percorsi interni ed esterni, alla creazione di minimi servizi per i visitatori, senza ricostruire gli impalcati asportati e pertanto non modificando l’attuale assetto architettonico frutto delle spoliazioni subi- te mentre le nuove aggiunte sono state dichiarate mediante l’uso di materiali e tecniche contemporanee.

Busa Verle

12 stimenti relativi soprattutto all’illustrazione delle operazioni di vita quotidiana all’inter- no del forte e dell’evoluzione delle tecniche costruttive e di difesa delle fortificazioni austriache rispettivamente al cambiamento tecnologico delle nuove armi.

Forte di Tenna Il forte, che operava con il forte S.Biagio la chiusura a tenaglia della Valsugana co- prendo anche la piana verso Caldonazzo e controllava l’accesso alla strada di Monte- rovere che portava alle fortificazioni situa- Forte Corno te a e sull’altopiano di Vezzena, rappresenta la breve fase di transizione delle fortificazioni di fine ottocento tra i forti leggeri e quelli della fase matura - forti di montagna. Il manufatto bellico è stato restaura- to, consolidato e messo in sicurezza per garantirne la visitabilità conservandone lo stato ruderale dovuto alle spoliazioni post-belliche nel rispetto delle tecniche costruttive originarie, salvaguardando- ne la storia e le successive “stratigrafie”, modificazioni, aggiunte e spoliazioni che lo hanno portato ai giorni nostri. E’ stato operato un riuso della rovina nel rispetto del carattere del luogo e della tipologia costruttiva originaria. È inoltre in corso il recupero di tutta l’area contermine al forte, allora militariz- zata, ora di proprietà comunale, creando un parco pubblico legato al ricordo degli Cartina eventi bellici: un “parco della memoria”. dei Forti trentini

Schede a cura di Valentina Barbacovi, architetto funzionaria della Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia di Trento

Forte di Cadine

13 Progetto Grande Guerra 01 I progetti di restauro e recupero delle anche causata dalle spogliazioni dei recupe- Progetto Grande Guerra fortificazioni austroungariche, condotte dalla ranti (forte Dossaccio, forte Pozzacchio); sia Soprintendenza per i Beni architettonici, rap- il difficile tema del riadattamento funzionale Soprintendenza per i Beni Architettonici presentano un importante capitolo del “Pro- che impone la trasformazione della potente della Provincia di Trento getto Grande guerra”. macchina bellica in efficiente macchina di ri- La questione del recupero delle fortifica- cettività museale (forte di Cadine, forte San 1 zioni appartenenti alla Prima guerra mondiale Biagio). I Progetti appare oggi in tutta la sua complessità sia I temi, stabiliti nel Documento di direttive Michela Favero, architetto per la definizione dei progetti culturali, sia per (1) per gli interventi pilota, individuano quin- l’approccio teorico relativo ai temi del restau- di non solo le potenzialità di valorizzazione e ro; così anche come per le effettive difficoltà possibilità di fruizione delle strutture fortifica- di esecuzione delle opere e per le concrete te ma, anche, precisi criteri di intervento. problematiche della gestione che le ammini- Il tema prescelto per il recupero di forte strazioni e gli enti preposti alla valorizzazione Dossaccio, nel cuore del Parco di Paneveg- devono affrontare ad opera conclusa. gio Pale di San Martino dal titolo “IL RECU- In questo senso, già nell’elaborazione del PERO SCENICO DELL’ARCHITETTU- Documento di direttive (2), era stato possi- RA FORTIFICATA, OSSERVATORIO bile individuare alcune tipologie di intervento DEL PARCO” propone un modello di re- campione e definire i temi attorno ai quali svi- stauro incentrato sul tema della “stratigrafia luppare i progetti, nel tentativo di affrontare in della rovina”. In altri termini il progetto si pone modo sistematico il problema della tutela e come obiettivo la conservazione dei “segni” valorizzazione dell’importante patrimonio sto- degli eventi bellici e civili che hanno trasfor- rico trentino relativo alla Grande guerra. mato il forte nelle forme attuali. I progetti scelti, che si differenziano in Il progettista, Paolo Faccio, interpre- modo evidente, sia per gli approcci metodo- ta quindi il progetto di restauro con criteri logici relativi al restauro, sia per i temi cultu- di assoluta conservazione delle strutture e rali trattati ma, anche per le forme espressive del degrado non patologico, limitandosi agli che vengono ad assumere i diversi linguaggi interventi di consolidamento strutturale e architettonici all’interno delle singole propo- quindi mantenendo totalmente l’aspetto di ste di intervento, hanno come presupposto rudere del forte; i nuovi interventi sono con- comune lo stesso attento interesse al tema traddistinti dalla chiarezza di un linguaggio della memoria e il forte legame con il conte- architettonico che non vuole in nessun modo sto territoriale di appartenenza. essere frutto di compromessi né di stile né di I lavori presentati al convegno di Lardaro, materia, dando forma ad un risultato eccezio- oggetto di questa pubblicazione, per i quali la nalmente equilibrato. Soprintendenza ha fornito precise linee gui- Questa struttura fortificata è destinata a da e ha richiesto la collaborazione di docenti divenire un’affascinante scena architettonica, universitari e professionisti del settore, si svi- ma anche macchina scenica per l’allestimen- luppano e si caratterizzano attorno all’appro- to di spettacoli teatrali legati sia alle vicende fondimento del tema prescelto e affrontano storiche e di vita quotidiana che coinvolsero in modo volutamente autonomo le proble- direttamente il forte, sia ad altre tematiche matiche concernenti le tecniche del restauro, che possono in qualche modo legare la strut- applicate alle diverse tipologie di fortificazioni tura al suo maestoso paesaggio alpino. austroungariche. Il Forte Pozzacchio/Werk Valmorbia, nei I restauri proposti di queste imponenti comuni di Trambileno Vallarsa, rappresen- “macchine da guerra” si contraddistinguono ta l’ultima grande opera corazzata costruita per l’autonomia dell’impostazione metodolo- dall’Austria Ungheria sul Saliente trentino, gica che va dall’interesse quasi archeologico eccezionale esempio di opera incompiuta di e stratigrafico del rudere, alla riabilitazione dimensioni imponenti totalmente scavata nel funzionale della costruzione nella sua effi- promontorio roccioso di una delle propaggini cienza costruttiva. del massiccio del Pasubio. In questo senso sono proposte alternati- “LA MACCHINA DA GUERRA IN- ve che affrontano sia il tema della conserva- COMPIUTA”: IL TEMA DEL PARCO zione in senso stretto, che si spingono fino STORICO E IL PERCORSO ALL’IN- al mantenimento del degrado non patologico TERNO DELLA MORFOLOGIA IPO- delle strutture e al mantenimento dei segni GEA DEL FORTE. della devastazione non soltanto bellica ma, Questo il tema definito all’interno del do-

14 cumento di direttive (2) attorno al quale si è restaurato, la morfologia e la spazialità inter- corpo del visitatore, … la sua mente, la sua sviluppata la proposta di Francesco Colotti na del forte dovranno riuscire a ritrovare la capacità immaginativa, la sua memoria” (dalla che, oltre al progetto di restauro e messa in propria identità di macchina bellica, ospitan- relazione al progetto degli architetti). sicurezza della struttura fortificata propone do allestimenti relativi alle tecniche di difesa All’interno del sistema vengono quindi un programma di intervento incentrato sulla e alle operazioni di vita quotidiana. definiti i ruoli di forte Corno, nel Comune di riabilitazione funzionale e la risignificazione Gino Malacarne, incaricato del progetto, e di Forte Larino, nel Comune di Lar- estetica del Parco di forte Pozzacchio con propone la ricostruzione, nelle sue parti es- daro, progetti da tempo iniziati e in fase di l’obiettivo di costruire un’azione complessi- senziali, delle strutture del forte: la scelta pro- cantiere che trovano nel contesto progettua- va che preveda l’inserimento di opere d’arte gettuale “ricostruttiva” deriva dall’esigenza di le una forte connotazione e che vengono di all’interno del paesaggio/memoria. rendere assolutamente visibile l’eccezionale fatto a costituire i poli di attrazione di tutto il Molti gli argomenti trattati con particola- tipologia dell’architettura fortificata eviden- sistema. re accuratezza e raffinatezza del linguaggio ziandone gli aspetti morfologici e costruttivi. Il Il progetto pilota di censimento delle ope- architettonico come il tema della “casa nella primo obiettivo che il progetto si pone è, infat- re campali sul monte Zugna rappresenta un Grotta” natura artificiale e personaggi estre- ti, quello della possibilità di visita al forte per progetto che la Soprintendenza intende por- mi nella proposta di ambientazioni interne; le sue qualità di notevole architettura militare tare a termine relativo al censimento delle l’agibilità e la risignificazione delle cupole “monumento nudo della cultura materiale” opere campali. corazzate attraverso la realizzazione di una così come viene definito dall’architetto. L’operazione, viene realizzata con il Mu- straordinaria scala di collegamento, percorso Nel progetto lo spazio interno delle ca- seo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, “viscerale”che dall’interno della macchina ri- sematte, che oggi appaiono prive di solai in che assicura adeguata competenza scientifi- sale verso le cupole. legno, offre l’occasione per la creazione di ca e la selezione di operatori/rilevatori idonei Il forte di Cadine, alle porte della città di allestimenti interni, in cui le scene di vita quo- per competenze storiche e conoscenza del Trento destinato a divenire centro di informa- tidiana del forte e le tecniche di difesa della territorio interessato. zione del sistema fortificato trentino, è stato macchina bellica, vengono mostrate attraver- L’iniziativa in oggetto costituisce una progettato con il fine di renderlo perfetta- so la mediazione del teatro. prima fase operativa i cui risultati potran- mente funzionante come sede museale alta- Si deve compiere un necessario salto di no orientare in modo più corretto il proget- mente specializzata; il progetto di recupero, scala per comprendere le esperienze relative to complessivo di rilevazione dell’esistente, oggi in fase di esecuzione, ha dovuto quindi al recupero del complesso sistema di segni dell’inventariazione della grande quantità e guardare oltre al problema del restauro in del paesaggio fortificato e alla rivisitazione varietà di vestigia presenti in Trentino, ai fini quanto tale e proporre soluzioni direttamente dei luoghi della memoria formati dalle innu- della programmazione del loro recupero e correlate con la sua nuova destinazione co- merevoli gallerie, trincee, baracche, strade valorizzazione secondo una scala di priorità. erentemente con il progetto dell’allestimento militari, luoghi di combattimento, cippi, cimi- Il significato culturale di questa operazio- previsto: la ricostruzione dei brani murari e teri, ecc.. ne viene illustrato in questa pubblicazione delle parti crollate della struttura fortificata, la In occasione del convegno vengono pro- nella relazione “La mappa del labirinto. La riproposizione della morfologia ormai perdu- poste come esempio due esperienze, sem- riscoperta delle trincee della Grande Guerra” ta del paesaggio fortificato storico, di questa pre coordinate all’interno della Soprintenden- di Camillo Zadra. particolare tagliata stradale, rappresentano za, dal taglio completamente diverso. I lavori, presentati a Lardaro, molti non an- quindi la necessità del progetto di ricreare il Il primo è un progetto affidato a Luciano cora compiuti e in fase di definizione, hanno luogo e le forme originali compiute del siste- Semerani e Lamberto Amistadi dal titolo “il consentito un primo momento di confronto e ma fortificato che, una volta riabilitato, deve paesaggio fortificato: progetto per la valoriz- dibattito, anche con altre regioni come il Friuli diventare moderno centro di informazione e zazione del patrimonio storico-monumentale e il Piemonte che da tempo hanno avviato documentazione. dell’Alta valle del Chiese”. iniziative simili e che hanno portato in que- Il forte “Col delle Béne” o San Biagio nel Lo studio che parte da premesse di pro- sta occasione un’importante testimonianza comune di Levico è un’opera interamente re- getti già avviati in zona e ricollega in modo di esperienze concrete, anche dal punto di alizzata in porfido e rappresenta un importan- sistematico le iniziative in atto, si basa sulla vista del recente ruolo che le Soprintendenze te esempio di tipologia di transizione verso le lettura del paesaggio fortificato dello sbarra- sono venute ad assumere con le competen- nuove forme di fortificazione, coerentemente mento di Lardaro e rappresenta un approccio ze della tutela del patrimonio storico della pri- con le tecniche di difesa del periodo. Pratica- innovativo per lo studio e il recupero dei luo- ma Guerra mondiale. mente integro, il forte San Biagio, costituisce ghi della memoria anche attraverso la rivisita- una singolare opportunità di conservazione zione creativa e metaforica dei luoghi. tipologica e funzionale. Nel progetto l’individuazione dei caratteri “L’ARCHITETTURA DELLA FOR- del paesaggio fortificato consente la costru- TEZZA: LE REGOLE TIPOLOGICHE zione di un percorso narrativo costituito da NEL SISTEMA FORTIFICATO DEI LA- elementi, figure, architetture, che riscoprono GHI DI LEVICO E CALDONAZZO”: con e rafforzano l’identità del luogo: “un progetto questo titolo il documento di direttive inten- di architettura del paesaggio, che come un (1): Favero Michela, 2008 - Progetti - In Progetto Grande Guerra, Tutela e valorizzazione dei beni architettonici, espe- deva fornire indicazioni relativamente all’o- canovaccio di un film è costituito da una serie rienze a confronto. A cura di M. Favero, Trento: Provincia biettivo del progetto di recupero: una volta di scene e di azioni, che mettono in moto il Autonoma di Trento; Rovereto edizioni Osiride. pagg 13-15

15 02 “Un edificio non è una collezione per Il suo restauro, costituisce dunque una Scene dal forte archeologi ma un museo della sensibilità singolare opportunità di recupero finalizza- umana”. (Louis Jouvet) to alla conservazione tipologica e alla valo- Progetto per il recupero rizzazione di questo esempio di architettura ed il restauro del “Forte (1) Il “Forte San Biagio - Werk Colle fortificata e del suo paesaggio circostante. San Biagio - Werk Colle delle Benne”, posto su un terrazzamento Il progetto prevede la ricostruzione delle Benne” naturale affacciato su Levico, sul lago e delle parti murarie crollate e un consoli- sul forte Tenna con il quale controllava damento strutturale, non seguendo un im- l’accesso a Trento dall’Alta Valsugana, ha possibile tentativo di ricostruzione stilistica, Gino Malacarne, architetto sempre rappresentato, per posizione geo- ma attraverso un principio di astrazione, di Progetto commissionato dalla Soprintendenza grafica e forma architettonica un avampo- reintegrazione e ripresentazione di un’im- per i Beni Architettonici della PAT. sto per il controllo del territorio. magine evocativa. Coordinamento progetto M. Favero, Il forte è un formidabile esempio di Immagine che il progetto propone me- elaborati grafici studio G. Malacarne architettura militare e in qualche modo diante un intervento di restauro ragione- rappresenta un modello esemplare di ste- vole, animato da un principio di analogia, reotomia che merita di essere ricostruito e e una ricostruzione-finzione delle tecniche protetto. è un’opera in casamatta di pietra di difesa e della vita quotidiana, proponen- scistosa e presenta una caratteristica for- do spazi in cui oggetti e scene vengono ma planimetrica a pentagono irregolare mostrati per “via di allestimento”, attraver- con profondo fossato su tutti i lati in gra- so la costruzione di teatrini interni ai locali do di rispondere alle esigenze poste dai del forte, con l’intenzione di trasformarli in sistemi di difesa in rapporto alle esigenze luoghi dove incomincia il mondo dell’imma- funzionali, strategiche e alla morfologia del ginazione. L’unica possibilità per un lavoro terreno. attivo sulla memoria.

Sezioni e viste

16 (1): estratto da Gino Malacarne, 2008 -Scene dal Forte- In Progetto Grande Guerra, Tutela e valorizzazione dei beni architettonici, esperienze a confronto. A cura di M. Favero, Trento: Provincia Autonoma di Trento; Rovereto edizioni Osiride. pagg 62-64

Cannone rosso Stanza 2

Vista e piante

17 03 Forte Pozzacchio/Werk Valmorbia dei loro insediamenti, gli usi, i costumi, La macchina da guerra è una straordinaria e spettacolare opera l’ambiente e la natura. in-compiuta di dimensioni imponenti sca- Presso il Forte, e per la cura e la di- incompiuta, Forte Pozzacchio vata nella montagna. rezione lavori degli estensori del progetto Pozzacchio (che è paesaggio e non qui illustrato, sono stati già realizzati alcuni Francesco Collotti, architetto solo architettura militare) costituisce la interventi di recupero e valorizzazione che Elaborati grafici di progetto commissionato sala all’aperto di un ideale museo del- costituiscono presupposto di un più com- dalla Soprintendenza per i beni architettonici le fortezze della Grande Guerra posto plessivo intervento sulla paesaggio fortifi- della PAT. Coordinamento progetto M. Favero in terra trentina. cato di Pozzacchio. Come in altri progetti simili, la valoriz- Il progetto prevede un percorso di visi- zazione del significato storico dei luoghi ta coerente con l’originario impianto, rea- si accompagna ad una più complessiva lizzando una scala per le cupole corazzate attenzione volta al recupero ambientale. e ricostruendo come fatti spaziali le origi- Il progetto sottolinea quella memoria dei narie case nella grotta. luoghi che riguarda gli uomini, la vicenda

18 19 04 Il restauro del Forte di Cadine

Michela Favero, architetto

Il restauro del Forte di Cadine “Stras- Oggi è aperto al pubblico e, oltre alla sensperre Bus di Vela” rappresenta un visita della tagliata stradale di Cadine, in- primo passo significativo all’interno del serita nel contesto territoriale della cinta programma di recupero del patrimonio fortificata di Trento, è possibile avere in- storico della Prima guerra mondiale. Co- formazioni su itinerari e iniziative degli al- stituisce infatti la prima occasione per la tri ambiti territoriali del sistema fortificato realizzazione di un centro di informazione, trentino, che spazia in un ambito tempora- coordinamento e promozione di tutte le le che va dalla prima metà dell’ottocento iniziative e di tutti i progetti in corso che al primo ventennio del novecento. riguardano la tutela, la salvaguardia e la La consapevolezza della particolare ec- valorizzazione del patrimonio storico ap- cezionalità del manufatto nella sua straordi- partenente alla Grande guerra. naria forma a ponte a cavallo della forra del

dati

Il forte è di proprietà della Provincia Auto- noma di Trento. Progetto di restauro e direzione dei lavori: architetto Michela Favero Finanziamenti: Soprintendenza per i Beni Architettonici Fotografie: C. Clamer

20 Vela e la sua particolare collocazione alle nazione coerentemente con il progetto porte della città di Trento, ha spinto l’Ammi- dell’allestimento previsto: la ricostruzione nistrazione provinciale, in particolare diretta- dei brani murari e delle parti crollate della mente la Soprintendenza per i Beni Architet- struttura fortificata, la riproposizione della tonici a guardare oltre il semplice intervento morfologia ormai perduta del paesaggio di restauro conservativo del monumento. fortificato storico, di questa particolare ta- Il forte di Cadine è stato progettato gliata stradale, rappresentano la necessità con il fine di renderlo perfettamente fun- del progetto di ricreare il luogo e le forme zionante come sede museale altamente originali compiute del sistema fortificato. specializzata; il progetto di recupero ha Oggi il forte restaurato, è stato affida- dovuto quindi proporre soluzioni diretta- to alla gestione della Fondazione Museo mente correlate con la sua nuova desti- Storico del Trentino.

21 05 Verso il forte di montagna Forte Corno(1)

Michela Favero, architetto

Ripresa aerea Heli Vr DICAM

Montagna di granito e terra. Questa sin- to e il conseguente cedimento strutturale di golare costruzione, realizzata totalmente in alcune parti. Ferite ancor oggi visibili. pietra e ricoperta all’estradosso da ingenti L’ambiguità della costruzione si manife- riporti di terra, fu progettata e costruita fra il sta chiaramente nell’incredibile facciata di- 1882 e il 1890 dall’Impero austroungarico a segnata come un castello in conci regolari potenziamento dello Sbarramento di Lardaro, di granito verso nord e nella metamorfosi posto a presidio del confine con l’Italia. in montagna verso sud, dove si trasforma in Come un castello ricavato all’interno di precursore dei forti blindati d’inizio 900. un’insellatura rocciosa sulle propaggini del L’articolazione volumetrica (più di 25.000 Doss dei Morti, a quota 1082 mt. s.l.m. forma mc.) appare unica, decostruita in copertura una montagna artificiale in continuità con le per la formazione di un tetto che si piega e si ripide coste delle incisioni del torrente Reve- modella a formare decine di falde, in origine gler a nord e Filos a sud. impermeabilizzate da rivestimenti in lamiera Qui la morfologia del luogo e la forma di zinco. della costruzione si fondono e diventano una Progettato su cinque livelli parzialmente potente macchina bellica. scavati nella montagna, presenta un’innovati- Forte Corno, testa taurina, così come va distribuzione funzionale formata da case- nella metafora del progetto degli architetti matte per l’alloggio e i servizi della guarnigio- L. Semerani e L. Amistadi (1), rappresenta ne (160 uomini e 5 ufficiali) ai primi piani, e una singolare espressione tipologica delle da avamposti per artiglieria pesante ai livelli fortificazioni austriache. Appartiene alla terza inferiori. generazione di forti, a superamento degli or- Potente fuoco diretto ai terrazzamenti di mai obsoleti sbarramenti vallivi Thalensperre Praso e Por, progettato del capitano Adolf e dei forti in cosiddetto stile leggero. Si tratta Kroneiser, era armato con sei cannoni dispo- di un forte di montagna o Gebirgsfort che sti in casamatte con scudo corazzato sui tre costituisce un’importante innovazione tipolo- livelli inferiori, e tre obici in cupola corazzata. gica dell’arte fortificatoria legata al nome del Questa temibile fortezza, costruzione Foto M. Favero federmaresciallo Vogl. possente di granito, terra e calotte protettive Le veloci trasformazioni politiche ed eco- realizzate in conglomerato cementizio, non nomiche del tempo e la rapida evoluzione conobbe fuoco nemico e, disarmata e pri- delle tecniche belliche resero, infatti, neces- vata delle potenti cupole, fu utilizzata come sario un radicale adattamento delle tipologie falso bersaglio; successivamente subì l’unico e delle forme difensive. attacco della sua vita nell’estate del 1915 e Il caso di Forte Corno è unico perché rap- del 1918, senza tuttavia riportare alcun dan- presenta una tipologia di transizione, verso il no (2). forte di montagna appunto: rispetta le regole Triste storia, simile a quella di molti al- dati costruttive e di distribuzione funzionale del tri, quella di forte Corno, spogliato del ferro Progetto: architetti Michela Favero, Maurizio nuovo stile ma, porta ancora i segni evidenti e delle lamiere di copertura dai recuperanti, Dallavalle di una ricercatezza formale nell’articolazio- in totale abbandono per anni, fino alla data Rilievo: studio Pedron - elaborazioni grafiche ne compositiva e nella tecnica costruttiva, d’acquisto da parte dell’amministrazione del ing. Fabrizio Schwarz propria della prima generazione, attenta alle Comune di Praso (anno 1997). Direzione lavori: ing. arch. Maurizio Dallavalle regole della trattatistica e dei manuali dell’ar- Il Forte, rudere camaleonte, completa- (Studio associato Dallavalle) te militare. Così come sono anche evidenti i mente ricoperto di vegetazione, non è più Ditta esecutrice delle opere: Moletta Gino segni della sperimentazione e i conseguenti riconoscibile. Al suo interno i percorsi sono Costruzioni Azzolini, FF Restauri inconvenienti che accaddero durante la co- invasi da detriti e le volte ricoperte da uno Committente: Comune di Praso Finanziamenti: Provincia Autonoma di Trento struzione della macchina, causati dall’ecces- spesso strato di calcare venutosi a creare per sivo caricamento delle volte con terra di ripor- le consistenti infiltrazioni d’acqua dalla coper-

22 Ripresa aerea Heli Vr DICAM Foto G. Moletta tura; mancano tutte le parti in ferro, i solai in un percorso di visita che consentisse la co- originale. legno, le pavimentazioni. noscenza della straordinaria costruzione. Un nuovo “tetto” dunque, per l’area arche- Nel fossato di gola le rovine dei masto- Il problema dell’arresto del degrado ci ologica. I disegni austriaci precisissimi fino al dontici conci in granito delle porzioni murarie pone immediatamente di fronte alle scelte dettaglio costruttivo e la documentazione fo- crollate. operative: la causa principale del deperimen- tografica storica hanno consentito la proget- L’incarico che mi era stato affidato to delle strutture è essenzialmente attribui- tazione meticolosa del complesso sistema a dall’amministrazione di Praso, per il recupero bile alla mancanza della copertura originaria padiglioni, delle falde: un esempio ecceziona- e la valorizzazione del Forte, non poteva dun- in lamiera di zinco, oltre che all’eliminazione le di architettura libera da ogni schema ge- que non considerare l’evoluzione della storia del sistema dei tiranti in ferro di legatura ometrico totalmente adattata alla morfologia e la trasformazione della potente macchina delle strutture murarie della poterna ai livelli del terreno. Ricostruito come un tempo, con bellica in rudere. inferiori. In un primo momento si è pensato materiale innovativo come la lamiera di Rein- Su questo tema è stato sviluppato il pro- di intervenire attraverso l’impermeabilizzazio- zink, consentirà il restauro delle strutture dei getto di restauro che parte dall’idea della non ne degli ingenti riporti di terreno, ormai invasi paramenti interni. Il progetto di recupero, sud- ricostruzione dello stato originario con l’obiet- dalla vegetazione, nell’intento di non cancel- diviso in due lotti funzionali prevede, inoltre, tivo di riportare la memoria della singolare lare la memoria delle spoliazioni. interventi di consolidamento strutturale come fabbrica della fortezza attraverso la lettura del La difficoltà di esecuzione del sistema la riproposizione della legatura, con tiranti di rudere. Come se si trattasse di una grande drenante e di raccolta dell’acqua in coper- acciaio, della poterna di accesso alle posta- area archeologica dove i brani murari e le tura, causato dalla particolare forma degli zioni avanzate. strutture prive di intonaco mettono piena- accumuli di terra con pendenze notevoli, e Questo progetto è stato in seguito inse- mente in evidenza le tecniche dell’ingegneria l’impossibilità di raccordo delle guaine con i rito nello studio per la valorizzazione del Pae- militare austriaca e le caratteristiche costrut- ripidi paramenti in pietra ma, anche, l’impe- saggio Fortificato del patrimonio storico mo- tive del forte di montagna. gno futuro per le operazioni di manutenzione numentale dell’alta Valle del Chiese, venendo Si doveva dunque mettere a punto un pri- che i rivestimenti in terra ed erba avrebbero in questo modo ad acquisire radici profonde mo urgente progetto di arresto del degrado richiesto, ha inevitabilmente portato ad una nel territorio d’appartenenza ed assumendo delle strutture per consentire la creazione di scelta difficile: il rifacimento della copertura nuove prospettive relativamente alla futura fruizione. Da rudere camaleonte a macchina a reazione poetica, tappa finale del percor- so di guerra che parte dal forte Larino (3): in ogni caso luogo dove, a volte, alla memoria si sovrappone la fantasia creativa stimolata dal- la trasposizione metaforica dei luoghi e degli avvenimenti.

(1) Favero Michela, 2008 - Verso il forte di montagna - In Progetto Grande Guerra, Tutela e valorizzazione dei beni architettonici, esperienze a confronto. A cura di M. Favero, Trento: Provincia Autonoma di Trento; Rovereto edizioni Osi- ride. pagg 40-47. (2) Dati storici desunti dalle schede di catalogazione delle fortificazioni del Centro di catalogazione della Soprintendenza per i Beni Culturali a cura dell’arch. Bardelli e dott. Fontana. (3) “Il paesaggio fortificato: progetto per la valorizzazione del patrimonio storico monumentale dell’alta valle del Chiese”. Progetto coordinato e commissionato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici della PAT al prof. arch. Luciano Se- merani e all’arch. Lamberto Amistadi dell’Università di Archi- tettura di Venezia IUAV. Foto M. Favero 23 Archivi 01 L’esposizione “Trento città fortezza” durante gli anni della guerra con particolare Trento città Fortezza realizzata dal Generale Sciocchetti nel attenzione agli aspetti materiali della vita 2002 per l’Università brasiliana di Itajaì, quotidiana dei soldati e della popolazione. descrive la situazione socioeconomica e Riportiamo alcuni dettagli dalle tavole a cura della Redazione ambientale e militare della città durante originali della mostra, anche particolarmente gli anni della guerra con particolare atten- interessante perché elaborata con disegni e zione agli aspetti materiali della vita quoti- schemi a mano libera da parte dell’autore. diana dei soldati e della popolazione. Riportiamo alcuni dettagli dalle tavole In alcune tavole vengono esposte originali della mostra, anche particolarmente le cronache cittadine di alcune giorna- interessante perché elaborata con disegni e te nell’anno 1915 definite dall’autore “la schemi a mano libera da parte dell’autore. passione della città di Trento). Riportiamo alcuni esempi. Note biografiche Generale Sciocchetti Lunedi’ 10 maggio: continua l’arrivo di Gian Piero Sciocchetti, generale di Bri- interi trenti che trasportano a Trento der- gata dell’Esercito Italiano è stato Direttore rate alimentari occorrenti per creare l’au- dei Lavori del Genio Militare di Trento; ha tonomia della fortezza. Altri trasportano progettato e diretto lavori di ammoderna- munizioni e attrezzature di ogni genere. La mento di infrasfrutture militari in Trentino, piazza e le vie adiacenti la Torre Vanga di- Alto Adige e bellunese. Autorevole esper- vengono un immenso deposito. Tutti i fab- to di edilizia istituzionale asburgica, già di- bri della zona di Trento vengono impiegati rettore del Museo Nazionale degli Alpini per la costruzione di manufatti occorrenti del Doss Trento, consulente dell’Ufficio per la difesa della città. storico dello Stato Maggiore dell’esercito Martedì 11 maggio: tutti gli atti nota- Italiano e membro di numerose società rili dal xiv Secolo in poi dovranno essere scientifiche nazionali. spediti all’ R. Lungotenenza di Innsbruck. Tra le molte mostre sulla Grande Guerra Mercoledì 12 maggio: viene ordina- e sui popoli dell’Impero Asburgico che ha ta la chiamata alle armi di tutti i cittadini curato, l’esposizione “Trento città fortezza” dichiarati abili e che non furono ancora realizzata nel 2002 per l’Università brasi- arruolati. La chiamata interessa gli uomini liana di Itajaì descrive la situazione socioe- dai 18 anni ai 50 anni. Inizino i preparativi conomica e ambientale e militare della città per l’evacuazione della città.

Lo sbarramento della valle dell’Adige della fortezza di Trento nel 1914. In azzurro le fortificazioni italiane, in arancio quelle austriache e in rosso i Forti di Mattarello.

24 Disegno di un Forte. Si nota la particolare cura e precisione dei dettagli

25 26 02 I. Le vicende belliche di tutte le popola- II. Durante la seconda guerra mondiale Spigolature oltre il tempo: zioni in ogni epoca hanno dimostrato i limiti gli alimenti scarseggiavano a causa dell’em- della capacità adattiva degli umani, dove bargo da parte di Inghilterra e Stati Uniti e, la fame dei popoli in guerra nutrizione e sopravvivenza estremizzavano perciò, il governo istituì il razionamento e le l’antagonismo nelle attitudini di adattamento carte annonarie. Accanto ad essi si sviluppò Alfredo Vanotti (LUDES – CH), biologico e culturale allo stress alimentare. il mercato nero dove si potevano acquistare Casimira Grandi (UNITN) La Grande Guerra, posta in una situazio- sia generi di prima necessità sia generi di ne di cesura epocale, ha sconvolto gli uomi- lusso come il cioccolato, ma al quale poche ni anche recuperando la fame atavica degli persone potevano accedere considerati i assedi, seppur affinata in “razioni” e tessere prezzi proibitivi. Certamente a tale categoria annonarie, in proposte alimentari alternative non appartenevano i civili di ceto medio-in- e innovativi surrogati: parole magiche per feriore che abitavano nelle grandi città e che una società in cui i più erano ancora abituati non potevano nemmeno contare su alimenti alla rinuncia come norma di vita, conformata di produzione propria come, invece, faceva- ad una parca aspettativa in ogni settore del no i contadini. vivere quale precetto etico. Nel 1941 il tesseramento garantiva una Anche la gente di “Trento città fortezza” media di 978 Kcal al giorno, mentre alla fine ha conosciuto digiuni e rinunce, è stata con- della guerra di circa 700 Kcal, valore net- dizionata da un quadro dei bisogni e delle tamente inferiore al fabbisogno giornaliero disponibilità alimentari che andava ben oltre medio di un adulto. La qualità del cibo che quanto può apparire dalla documentazione veniva dato era pessima: ad esempio tra gli reperita sull’argomento, aggravata dalle la- ingredienti dei 100 g di pane nero dati nel cerazioni di un conflitto che aveva deportato 1945 era presente la segatura. Altri alimenti molti trentini in terre lontane - e non importa che il popolo riceveva con le carte erano la oltre quali confini. La percezione delle- pri carne, in un quantitativo pari a 100-200 g al vazioni alimentari subiva una contrazione a giorno; l’olio di oliva, inizialmente 300-400 g fronte dei foschi orizzonti politici, che al di al mese, poi, nell’ultimo biennio della guer- sopra di ogni idealità segnavano la fine di un ra, poteva essere comprato solo al mercato mondo e aprivano gli orizzonti dell’incertezza nero; lo zucchero, per un massimo di 400- esistenziale. 500 g mensili fino al 1944, anno in cui ven- Il primato della ruralità (per attività e in- nero distrutti quasi tutti gli zuccherifici e, di sediamento), sostenuto dall’imponenza del- conseguenza, da questo momento si riceve- la “guerra bianca” ha parzialmente offuscato vano 100-150 g; la farina e la pasta. I pro- le sofferenze dei circa 15.000 cittadini di dotti ortofrutticoli, invece, venivano prodotti in Trento città fortezza, soggetti di una situa- abbondanza e, poiché dopo il 1943 vennero zione differenziale che non consente oggi di sospese le esportazioni, divennero il principa- penetrare compiutamente la quotidianità di le alimento in grado di sfamare gli italiani. allora oltre i numeri - forse pure discutibili. Va sottolineato che negli ultimi anni di Lo sviluppo degli studi e una diversa belligeranza le famiglie condividevano quel sensibilità, hanno consentito maggiori cono- poco cibo che avevano con i partigiani e scenze sulle privazioni alimentari durante la numerose testimonianze riferiscono che si seconda guerra mondiale, certamente una mangiava ciò che si trovava, che non c’e- situazione sostanzialmente diversa dalla mi- ra selezione: a volte le saponette venivano tica Grande Guerra e proprio da tali diversi- considerate dei dessert, i gatti sostituivano tà si può ricavare un’interessante riflessione i conigli e le merende dei bambini più for- sulla protagonista assoluta delle guerre ol- tunati erano costituite da una fetta di pane tre il tempo: la fame. raffermo con olio di fegato di merluzzo.

Sovvenzioni rilasciate dal municipio di Trento alle persone bisognose: buoni pasto e buoni in corone valevoli solo per acquisto derrate alimentari da acquistare con la tessera. 27 03 Con l’inizio del primo conflitto mon- dell’impero austro-ungarico e nel corso diale, nel luglio del 1914, divenne chiaro della guerra, soprattutto fino al termine L’ aeroporto militare al Cirè a tutti i contendenti che disporre di un del 1917, si dimostrarono più validi degli di supporto dal cielo poteva essere de- aerei delle altre Nazioni belligeranti. Nel cisivo per risolvere a proprio favore il Sudtirolo (termine che comprendeva il a cura di Silvia Alba conflitto. L’esercito austriaco disponeva, Tirolo dal Brennero a Borghetto) erano all’inizio della guerra, di una flotta poco operanti la X armata, che comprende- Archivio fotografico di Luciano Dellai consistente e datata come del resto va, grossomodo, il territorio occidentale era anche quella italiana. Il comando dell’attuale provincia di Trento, e l’XI che dell’aviazione austriaca si rivolse ed ot- copriva il territorio orientale. Fin dal tar- tenne importanti aiuti dall’aereonautica do 1915 operava il campo di Gardolo a militare tedesca che era impegnata nel nord di Trento, ma già nello stesso anno costruire nuovi e più efficienti aerei. I lo sforzo aereonautico austriaco comin- nuovi apparecchi costruiti su brevetto ciò ad ampliarsi rendendo necessario tedesco furono costruiti nelle fabbriche costruire nuovi campi di aviazione.

Vista della pista verso Pergine

Vista dell’aeroporto verso

Vista della pista verso Civezzano

28 Foto aerea dell’aeroporto La carrozzabile verso Trento e sullo sfondo il paese di Civezzano

Tratto Da “Pergine e la Prima Guerra furerie, gabinetto fotografico: nel complesso che le vittorie aeree furono le più numerose Mondiale a cura di Roberta Groff, Jole Piva 47 baracche attrezzate. (…) In totale al Cirè di tutte le compagnie impiegate nella prima e Luciano Dellai edizioni Associazione Amici vi erano circa 500 militari e una quarantina guerra mondiale. (…) della Storia, Pergine Valsugana 1985 di aerei. La pista di atterraggio era lunga cir- Gli ufficiali aviatori caduti furono- se Fin dalla primavera del 1915 dai tecnici ca 2 chilometri. (…) polti nei due cimiteri militari di Pergine austro-ungarici era stata individuata la zona Nel corso del 1916 gli aerei austro- denominati campo I, che si trovava dietro del Perginese per la costruzione di un aero- ungarici fecero numerose missioni di guer- l’ospedale psichiatrico in località S. Pietro porto a ridosso del confine italiano. Fu scelta ra, specialmente sul fronte degli altipiani di (durante la guerra trasformato in ospeda- la piana del Cirè, dal col del la Roda all’abita- Vezzena, Lavarone e . Era compito le militare) e campo II ubicato sulla destra to del “mas” del conte Manci e casa Dalcol- degli ufficiali piloti localizzare postazioni ne- della strada che portava a Serso. I fune- mo. La piana era coltivata a gelsi in quanto miche e fotografare le fortificazioni italiane. rali venivano celebrati con grandi onori e in quel periodo era fiorente l’industria serica. (...) Dall’aprile all’agosto del 1916 i ricogni- grande cavalleria. In questi cimiteri venne- Furono tagliati tutti gli alberi e spianati i prati tori del Cirè operarono nella zona italiana di ro sepolti anche alcuni aviatori italiani con da ambo le parti della carrozzabile che da Bassano, Vicenza, Padova e Verona foto- gli stessi onori riservati ai piloti austro-un- Pergine conduceva a Trento. In questi lavori grafando le principali città del Veneto. Dal garici. Da parte italiana avveniva la stessa furono adoperate maestranze locali, i cosid- settembre del 1916 all’aprile del 1917 le cosa come fu per il famoso pilota unghe- detti “militarizzati”, uomini e donne tra i 15 zone di ricognizione e di operazioni aeree rese Jòseff Kiss: venne portato a Pergine e i 18 anni reclutati a Pergine e nei paesi furono limitate al solo Trentino e Vene- dal luogo dov’era stato abbattuto, nei cieli vicini.(...) Sorse così un grande aereoporto to settentrionale e precisamente: tutta la sopra Lamon in provincia di Belluno nel per quel tempo, (il più grande del Sudtirolo e Valsugana fino a Bassano, Belluno le zone maggio del 1918. (…) uno dei maggiori dell’Impero) con 6 hangar dell’Adamello e Ortles. (…) Dai rapporti del L’aeroporto al termine della I guerra per il deposito degli aerei e numerose ba- k.u.k. Luftfahrtruppen delle 4 compagnie mondiale fu interamente evacuato e dato racche in legno, officine meccaniche, alloggi che operavano all’aeroporto del Cirè risulta alle fiamme.

Situationplan der flugfeldanlage Pergine Particolare di alcuni edifici e di un angar per il ricovero degli aerei

29 04

Notizie dell’aeroporto austro-ungarico di Croviana

Claudia Cirina

Tra febbraio e marzo 1917 iniziò la due mitragliatrici montate su supporto costruzione del campo di aviazione a contraereo e collocate in postazioni, Croviana e la costruzione di 3 hangar protette da sacchetti di terra. Disloca- come deposito degli aerei e dei mate- te su lati opposti entrambe erano pun- riali di competenza delle X armata. La tate verso l’alta valle e coprivano per struttura fu cintata con più sbarramen- intero lo spettro del campo. Fu istitui- ti di filo spinato con una sola apertura, ta la Fliegerkompanie 73D, dove D sta quella dalla strada diretta a Carbonara, per osservatori, comandata dal tenente pressappoco, nella zona dell’attuale Mu- Rudolf Lassmann, che disponeva di ae- nicipio. Si accedeva al campo aereonau- rei Hansa Brandeburg di fabbricazione tico dalla diramazione sinistra (all’altez- tedesca (costruiti però nelle fabbriche za della chiesa di Croviana) della strada Phoenix di Vienna e Ufag di Budapest) del Tonale. La pista larga 50 m e lunga adatti per tali missioni. L’aereo aveva le 250 m, delimitata da cubetti in legno seguenti caratteristiche: lunghezza 8,45 di colore rosso e bianco, era distinta m, altezza 3,33 m, apertura alare 12,25 in un settore di decollo, pavimento in m, quota massima di volo 5.500 m, peso legno di larice, ed in un settore per l’ a vuoto 820 kg, un’autonomia di volo di atterraggio in terra battuta. Nel campo 400 km e un motore da 160 CV. Erano vi erano anche delle tende per i solda- dotati anche di 2 mitragliatrici, una fron-

Claudia Cirina ti per il Comando e i servizi. Per la di- tale per il pilota e una per il collega, oltre assessore del Comune di Croviana fesa contraerea, il campo disponeva di che di una fotocamera.

30 Descrizione foto aerea del 1918 dell’aereoporto La foto dell’aeroporto come si legge in alto, fu scattata il 9 maggio del 1918 da un ricognitore italiano SVA della 87^ squadriglia. L’originale è conservato presso l’Ufficio Storico dell’Aeronauti- ca Militare di Roma e se possiamo oggi ammirarla è grazie all’interessamento del sig. Alessio Meuti dell’Associazione di Cultura Aeronautica di Bovolone (VR) che ce ne ha trasmessa copia. Guardando la zona di nostro interes- se si vedono esattamente i due hangar ( che ospitavano complessivamente 8 aerei ) dei quali l’uno, il più vicino alla strada del Tonale, disposto ad essa pa- rallelamente mentre l’altro, più verso il fiume Noce, perpendicolarmente. In mez- zo alle due strutture, in direzione , l’avvio della pista che sappiamo era, in buona parte, fatta di tavole di larice per garantire le migliori condizioni nelle fasi di decollo ed atterraggio. Di lunghezza di circa 250 m, la pista aveva una larghezza massima attorno ai 50 m. Vicino alla stra- da per Carbonara, sempre sul lato del campo di aviazione, si notano due picco- li edifici, strutture certamente di sevizio all’aeroporto.

Le numerose azioni per gli aerei, che partirono da Croviana, furono di fotogra- fare e raccogliere dati sullo schieramento italiano sul fronte del Tonale per studiare le forze e la posizione dell’esercito nemi- co per poi agevolare i reparti a terra nella redazione di piani di attacco o di difesa. E’ stata la testimonianza di Domeni- co Sartori, riportata nel libro “Quando fui sui monti Scarpazi” di A. Mautone1 a far comprendere meglio localizzazione, dimensione e strutture dell’aeroporto. Proprio basandosi su quelle informazio- ni Mautone si spinse sino a tracciare un profilo dell’aeroporto, disegnandone la cartina.

(1) Mautone, A. Quando fui sui monti Scarpai - 1914 - 1918. Ricordi e testimonianze della Grande Guerra in Trentino. Persico Edizioni (CR) 1997.

31 05 I monumenti ai Caduti non furono una novità che nacque con la Prima Guerra A pietosa ricordanza. mondiale, perché a livello europeo, già I monumenti ai caduti dall’Ottocento si era diffusa la memoria della Grande Guerra monumentale, volta alla sacralizzazione in Val di Sole e in Val di Non dei morti in guerra. Con la Prima Guerra mondiale i monumenti ai caduti, nati dal bisogno di trovare forme di elaborazio- Rosalba Bentivoglio, Gabriella Melchiori ne collettiva del lutto, cessano, però, di essere anonimi e su di essi compaiono i nomi dei singoli soldati. Lo storico R. Koselleck afferma che ciò che rende unici i monumenti dedicati ai caduti della Prima Guerra Mondiale è l’ideologia. Essi fecero molto di più che ricordare dei morti; proposero, infatti del- le identificazioni. In primo luogo i caduti furono identificati come eroi, poi come i garanti della fede e del dovere, infine, come i guardiani della patria, dell’umanità Dimaro-Carciato, 1922, Giorgio Wenter Marini e della giustizia. Furono cioè la glorifica- zione dei soldati morti, sacrificatisi per la Patria. come testimonia il monumento di Oth- I monumenti eretti in Trentino a ri- mar Schrott-Vorst , del 1917, al Colle cordo dei caduti della Prima Guerra Tomino di . Mondiale costituiscono un’eccezione a Nell’immediato dopoguerra e per tutti quanto affermato da Koselleck, a causa gli Anni Venti, diverse comunità delle val- dell’appartenenza dei soldati trentini ad li di Non e di Sole eressero monumenti una Patria che non sarà più la stessa a in memoria dei caduti. Se in tutta Italia fine guerra. I combattenti trentini hanno, il dilagare dei monumenti rispondeva ad infatti, vissuto una situazione davvero esigenze non solo di commemorazione, particolare: in quanto sudditi di lingua ma anche di costruzione di una retorica italiana dell’impero austroungarico, han- del vincitore, da parte delle comunità dei no ovviamente combattuto per quella che paesi nonesi e solandri, sembra prevale- era allora la loro patria, ma nel 1918, la re la volontà di ricordare chi rischiava di sconfitta dell’Impero Austroungarico e essere volutamente dimenticato, poiché l’annessione del Trentino Alto Adige al protagonista di una realtà territoriale e Regno d’Italia, a seguito del trattato di politica che si presentava problematica. Saint Germain, li trasforma in soldati che Numerose saranno, infatti, le circola- hanno combattuto per il nemico. ri volte a regolamentare la dislocazione, Come conseguenza di quest’ano- la tipologia dei monumenti e le parole malia, i monumenti eretti ai caduti della usate nelle iscrizioni del ricordo, appa- Prima Guerra diventano significativi e rentemente per ragioni estetiche ed ur- simbolici dell’atteggiamento tenuto in banistiche; in realtà sembrano corrispon- Trentino verso chi aveva combattuto ed dere alla volontà di relegare i monumenti era morto, per ovvie ragioni di apparte- in luoghi poco visibili, nei cimiteri e nelle nenza territoriale, nelle file dell’Impero vicinanze delle chiese, riconducendo così austroungarico. il loro valore ad un significato puramente Sui combattenti trentini della Prima religioso. Pur rispettando, quasi sempre, Guerra mondiale pesa, o almeno ha pe- le indicazioni, tuttavia alcuni si trovano sato a lungo, tanto da indurre ad evitare ad essere situati in aree, strade e piaz- di parlarne per diversi decenni in maniera ze, che hanno anche valenza civile, per esplicita, il dubbio che il loro sacrificio va- esempio a Bozzana di , a Crovia- lesse ben meno di quello degli altri, degli na, a Piazzola di Rabbi, a Flavon, a Revò, italiani. Eroi o traditori? O ex nemici? a Termon e a . Da parte sua l’Impero aveva ricordato Direttamente esposte al pubblico Rosalba Bentivoglio, Gabriella Melchiori, docenti di storia già nel corso della guerra i propri caduti, sono, invece, le opere per i volontari

32 dell’esercito italiano, maggiormente le- so ricordo nei camposanti, senza cerimo- gate ad intenti celebrativi, per esempio nie solenni o pompe” e che “i caduti per la lapide che saluta la vittoria italiana, causa nazionale italiana devono invece murata sulla facciata della casa natale di essere ricordati con ben distinto e sepa- Ergisto Bezzi a Cusiano (1919) e il mo- rato monumento che ne esalti la memo- numento al volontario Silvio Vois a Taio ria. Questi monumenti dovrebbero essere (1922). eretti sulle pubbliche piazze ed inaugura- La circolare n. 56 del 30 agosto del ti con solennità.” 1920, emanata dal Ministero della Pub- La stessa circolare stabiliva i termini blica Istruzione, rappresenta il primo ten- per le epigrafi, esortava a non usare il tativo istituzionalizzato di frenare la diffu- termine “caduti” e ad ispirarsi al pensiero sione incontrollata dei monumenti. leopardiano: Oh misero colui che in terra Vengono istituite apposite commis- è spento/Non per li patrii lidi e per la pia/ sioni per l’esame dei progetti presso consorte e i figli cari,/ma dai nemici al- l’ufficio di Belle Arti del Commissariato trui, per altra gente, e non può dir moren- Civile di Trento. Nel giugno del 1922 il do:/Alma terra natia,/la vita che mi desti Commissario Civile di , dr. Ricci, la- ecco ti rendo. (All’Italia, vv. 54-60) menta le ripetute erezioni di monumenti La gran parte delle epigrafi sui monu- senza la preventiva approvazione della menti dei primi anni Venti, sono piuttosto Commissione. Fatto che, a suo dire, pro- brevi e lineari. I parenti, gli amici, i compa- voca “grave detrimento dell’estetica del esani che non sono tornati dalla Guerra paese e le critiche atroci dei forestieri, sono ricordati, sulla maggioranza dei mo- specie se stranieri. Pertanto verrà vietata numenti, come i “nostri caduti”. E’ forse la nel modo più assoluto l’inaugurazione di parola più sinteticamente diretta, con più monumenti dei quali non sia intervenuta pudore, che sorvola sulla causa per cui l’approvazione di cui sopra o non siano hanno dato la loro vita e che indica con state fatte le modificazioni ordinate”. precisione la causa della loro morte. La circolare, a firma del Questore Pa- La compartecipazione spontanea nini, del 25 ottobre del 1923, dispone ai al dolore per gli uomini, al di là dello punti 2 e 3 che: “ai morti combattendo schieramento in cui gli sfortunati si sono sotto bandiera austriaca, basta un pieto- trovati a combattere e a morire, si può

Taio, 1920, Ermete Bonapace , 1927, Stefano Zuech , 1922, Enrico Odorizzi e installazione Albino Rossi

33 leggere nell’immediatezza con cui sono mossi da comitati spontanei popolari, dai stati eretti, nonostante le difficoltà del parenti, dai parroci, dai reduci, da qualche dopoguerra. Consiglio comunale, dall’Associazione Altre volte sono espressioni, un po’ pro cultura di Flavon 1922, con una con- più private, come “nostri cari”, “figli”, “mor- sistente partecipazione dei fondi degli ti”, “vittime”, più ricercate come “ giovani emigrati in America come a Tret, Tassul- vite spezzate”. Altre ancora sono più ela- lo, Revò, Deggiano, Segno, . borate ed esplicitano che i caduti sono Risulta curiosa la storia del monu- morti tra le fila dell’oppressore: presumi- mento di , la cui costruzione bilmente in osservanza della circolare ci- era stata voluta e finanziata nel 1919 dai tata o forse imposte, magari in paesi che minatori emigrati in America, a cui però invece dimostravano maggior affinità con il Prefetto non concesse l’autorizzazione il vecchio impero o per spirito filo italiano, ed il monumento, con alterne vicende, magari solo del compilatore (difficile sta- verrà inaugurato nel 1968. Anche Pejo, bilirlo): A mesta e perenne ricordanza dei l’altro paese direttamente sul fronte, eri- sottonomati compaesani caduti nell’or- gerà il monumento solo nel 1956. renda guerra 1914-1918 trascinativi no- lenti dal barbaro oppressore i commilitoni La tipologia dei monumenti varia, pre- superstiti in tributo d’affetto e compianto. sumibilmente, a seconda delle disponibi- 1920. lità finanziarie dei comitati e del gusto dei pietosamente ricorda i suoi figli promotori. Troviamo cappelle nel cimitero morti nella guerra mondiale combattendo di Tassullo opera di Enrico Odorizzi, a nelle file dell’oppressore 1914-1918. Dimaro e a di Giorgio Wenter Ai suoi figli morti nella guerra mondia- Marini; molte croci di marmo, (Bianco di le costretti a pugnare tra le file dell’op- Lasa, nero, rosso trentino) talvolta ac- pressore. Malosco redenta. (1925) compagnate da statue; sculture, opere Ruffrè a pietosa ricordanza dei suoi di Fioravante Zuech (, Tret, Ruffrè, cari spenti in guerra ai quali fu negato il Amblar, , Piazzola di Rabbi, sublime conforto di morire combattendo Caldes); di Stefano Zuech (Taio, Den- per la patria. (1925) no, Coredo); di Basilio Brunelli, marmista In tutte si da grande rilievo alla guer- (Cogolo), di Ermete Bonapace (Tuenno e ra nominata come “Grande Guerra” o Taio); del marmista Giuseppe Franceschi “Guerra mondiale”, “Guerra europea” (a (Bozzana); lapidi con i nomi collocate sui Taio) e alla data 1914-1918. muri delle chiese e dei cimiteri o su stele. Sui monumenti di Seio e di , Altri monumenti sono opera di artigia- di Taio si trovano anche le foto accanto ni di cui non è rimasta documentazione. ai nomi. A Malga Paludei, in val del Monte, Ai parenti, ai sopravvissuti non resta Pejo, gli “sitzen” della val d’Ultimo, lì ca- che affidarli In pace domini e rinnovare duti, sono stati ricordati dai loro compa- la fede con Il simbolo cristiano della pace esani con una croce, con coroncina di eterna, che appare, infatti, su alcuni mo- filo spinato. numenti. I monumenti eretti nell’immediato do- poguerra sono, ancora oggi, ben conser- I primi monumenti sono stati eretti vati; sono molto interessanti le soluzioni grazie alla raccolta di fondi a cui ha par- estetiche trovate, sia di quelli più sem- tecipato tutta la popolazione perché pro- plici che di quelli più elaborati e i mate-

34 riali impiegati. Convincenti nella volontà mento verso la cinta del cimitero e l’inte- Si tratta di monumenti più “studiati”, di esprimere l’onore riservato ai caduti, la grazione del monumento originario, del quasi sempre più ricchi, la cui costruzio- dignità e la semplicità di un ricordo dolo- 1927, opera di Stefano Zuech, in una ne è stata resa possibile, ancora una vol- roso e tragico. nuova opera di Albino Rossi, lo ha tra- ta, dalla generosità della popolazione e Altri sono stati rimaneggiati, spostati, sformato in maniera decisiva. A Tassullo, da qualche intervento pubblico. trasformati. Sono cambiamenti non sem- la cappella-monumento, nel corso dei la- Sono costituiti, quasi sempre, da grup- pre gravi o devastanti ma, a nostro avvi- vori del primo ampliamento del cimitero, pi scultorei e caratterizzati dall’impiego di so, tali da compromettere le loro carat- è stata ridimensionata. materiali più ricercati. Parecchi di questi, teristiche originarie, l’assetto, l’equilibrio Diversi sono i monumenti, a ricordo in particolare in Val di Sole, sono opera e, quindi, almeno in parte, il senso. dei caduti della Prima Guerra Mondiale, dello scultore Livio Conta. Gli esempi sono numerosi e diversi edificati a partire dalla fine degli anni Messi a confronto con quelli degli per la natura degli interventi. Tra i più re- 50. La Seconda Guerra mondiale ha co- Anni Venti possono essere letti come centi: a Pejo paese. Il monumento, una stretto a dover ricordare nuove tragiche testimonianza delle diversità sociali e di stele del 1956, è stato lodevolmente perdite. I nomi dei nuovi caduti, talvolta, cultura delle due epoche. conservato nella sua integrità ma, dal quando c’era lo spazio utile, sono sta- Sarà interessante uno studio speci- centro del sagrato è stato spostato a ti aggiunti sui monumenti della Prima fico sugli aspetti architettonici, estetici, ridosso del muro di contenimento, mes- Guerra; in altri casi, le epigrafi originali sull’iconografia dei monumenti ai caduti, so da parte, messo in un angolo, quasi sono state sostituite da quelle che nomi- sulla qualità e il senso degli interventi su nascosto; a Commezzadura, lo sposta- nano i caduti di entrambe le Guerre. quelli degli Anni Venti.

Caldes, 1922,Fioravante Zuech, probabile Flavon, 1922, Roberto Poda 35 06 La partecipazione al Primo conflitto approccio al tema bellico: a loro interessa Futurismo in trincea mondiale da parte dei Futuristi non può la fusione arte-vita, vivere un’esperien- essere ridotta a una generica estensione za totalizzante e totalitaria, senza confini. Graziano Riccadonna per coerenza di patriottismo. Si trattò inve- Così si compie in molti di loro la rivolu- ce di una pratica artistica in tutti i sensi, di zione artistica, isolati sulle cime montane una performance collettiva, terribilmente davanti al Nemico! seria e compiuta. Il gruppo di artisti aderenti al movi- I futuristi entrano in azione dentro il mento futurista intende con la sua par- Corpo Nazionale di Volontari Ciclisti, uni- tecipazione in prima linea alla Grande co corpo di milizie volontarie riconosciuto Guerra, svoltasi esclusivamente sul Mon- dallo Stato con apposita legge. Per campo te Baldo, dare il suo contributo di prima di azione di tali milizie volontarie vengono mano alla guerra intesa come guerra di scelte le rive del lago di Garda e il monte liberazione o IV guerra d’indipendenza. che lo sovrasta, il monte Baldo. Coman- Ma soprattutto come loro esperienza di dante del CNVC è Marinetti. vita e di morte. Ma perché i futuristi appoggiano e Moventi e caratteri di questa parteci- vanno in guerra? Sono sfegatati e guerra- pazione ci sono noti storicamente grazie fondai, prepotenti e insensibili al grido di a quanto hanno lasciato gli stessi prota- pace? Nossignori, la risposta sta nel loro gonisti, quindi le foto dell’archivio di Carlo

Dario Merlo, scrittura tra le ricette della farmacia, 1915

36 Erba, le pagine di Anselmo Bucci, i disegni di Erba, Bucci e Funi. Da questo materiale escono i reali sen- timenti del gruppo futurista in prima linea (paure, angosce, speranze miste a rancori e attese), che sono in grado di renderci più reali questi personaggi, altrimenti con- segnati alla storia coperti da una pesante patina retorica e leggendaria, quasi mitica! Quanto poi a commisurare la reale in- cidenza del gruppo futurista e del CNVC nel suo complesso sulle sorti della guerra, tutti gli storici concordano nella sua reale inconsistenza. Tanto che già l’anno successivo vedrà lo scioglimento del Corpo. Ma ciò non significa affatto svilimento o declassamento dell’esperienza totaliz- zante del futurismo in trincea! I futursti a Dosso Casina, da sin. Marinetti, Funi, Fitz, Boccioni

37 Sguardi a cura di Roberta Di Filippo 01 e Roberto Salvischiani Bunker 599

RAAAF & Atelier de Lyon

Bunker 599

Bunker 599 fa parte della New Dutch Il bunker monolitico, apparentemente in- Waterline (NDW), la linea militare di difesa distruttibile, è stato “affettato”, svelandone il olandese in uso dal 1815 al 1940, compo- cuore cavo di cemento. sta da 700 bunker che costellano il paesag- Un gesto simbolico che mostra l’interno gio che circonda le città di Muiden, Utrecht, che normalmente non è visibile né accessi- Vreeswijk e Gorinchem. bile, consentendo ai visitatori di attraversare Questa linea, costituita da 700 bunker, l’edificio storico e proseguire per i sentieri aveva il compito di proteggere il cuore eco- della riserva naturale adiacente. nomico Olandese provocando inondazioni Una lunga passerella leggera in legno strategiche che trasformavano questa area attraversa il taglio della costruzione massic- in una vera e propria isola. cia e conduce i visitatori nell’area inondata, dati Il bunker 599 è stato oggetto dell’inter- ricordando l’antica funzione del bunker. Luogo: Diefdijk 5 - Highway A2, Olanda vento degli studi di progettazione Rietveld Il taglio del bunker 599 è una della Progetto: RAAAF | Atelier de Lyon, Landscape (Raaaf) e Atelier de Lyon . I pro- azioni appartenenti ad un piano più am- www.raaaf.nl, www.delyon.nl gettisti avevano il compito di rendere l’area pio di riqualificazione e rivalutazione della Committente: Municipality Culemborg | DLG storica attrattiva per le decine di migliaia di NDW, per rendere questa zona, unica nel- (The Dutch Service for Land and Water automobilisti e turisti che transitano sull’au- la storia olandese, accessibile e visibile da Management) tostrada A2 ogni giorno, per rendere i visita- molti visitatori. Anno di realizzazione: completato nel 2010 tori partecipi di oltre un secolo di storia olan- Video (visionabile sul sito): Roberto Rizzo dese. Attualmente la linea di bunker è un Paradossalmente, dopo l’intervento, il Premi: Dutch Design Award 2011, Architectural Review Award 2013 luogo tenuto a distanza che giace in silenzio Bunker 599 è diventato monumento nazio- pur segnando incisivamente il paesaggio. nale olandese.

38 Il taglio

Schemi della Dutch Waterline (NDW): Dighe ad ovest Fortezze Bunkers Punti di controllo 80 km Linee Dighe ad est la New Dutch Waterline diventa un parco per il 21° secolo nell’acqua di aree libere di accesso

39 40 Inaugurazione

Schema dell’intervento

Bunker 599, inverno

41 02 Fort Werk aan ‘t Spoel è un monumento design unitario che si ispira al ricco passato Fort Werk aan ‘t Spoel nazionale risalente al 1794. Fa parte della del forte senza storicizzarlo. New Dutch Waterline, la linea militare di di- Il nuovo forte può essere inteso come RAAAF & Atelier de Lyon fesa olandese in uso dal 1815 al 1940. un’enorme scultura in erba che integra ele- L’intenzione del Comune di Culemborg menti nuovi e storici: i bunker, gli edifici a e della Fondazione Werk aan ‘t Spoel era prova di bomba, le vecchie serrande per gli quella di vedere la fortezza abbandonata allagamenti, la nuova “Fort house” e l’ anfite- diventare un’attrazione pubblica. Nella sua atro. Il progetto riunisce diverse attività locali nuova funzione, il forte avrebbe dovuto ac- e regionali, costituisce un esempio di nuo- cogliere una grande varietà di eventi e attivi- vo pubblico dominio e ha il potenziale per tà. Rietveld Landscape (Raaaf) e Atelier de diventare una delle attrazioni più importanti Lyon hanno tradotto queste ambizioni in un della vecchia linea di difesa olandese.

Foto dell’intervento di Rob ‘t Hart

Planimetria

dati

Luogo: Lek dike - Culemborg, Olanda Progetto: RAAAF | Atelier de Lyon, www.raaaf.nl, www.delyon.nl Design Fort house: Gent & Monk Architects Military historian: Douwe Koen Committente: Municipality of Culemborg Anno di realizzazione: completato nel 2011

42 Layers dell’intervento: Alberi Nuovo muro Viste Anfiteatro Scultura d’erba fortificato

43 03 Recupero del forte di Fortezza

Markus Scherer con Walter Dietl

Fotografie di Renè Riller

Ortofoto

Forte di Fortezza, costruita tra il 1833 e impianti elettrici e antincendio. Inoltre sono il 1838 da Ferdinando I, è composta da tre state portate tutte le infrastrutture e i servizi unità autonome: Forte Basso, Medio e Alto. igienici. Costruzioni posticce sono state ri- Nel 2008 è stato recuperato il livello inferiore mosse. della fortezza, con oltre 3600m² di superficie Due torri in calcestruzzo, gettato in strati espositiva. La conservazione degli edifici sto- irregolari di 30-70cm, con un fine strato di rici, il mantenimento del carattere di fortezza sabbia tra le fasi di getto, firma un disegno di e l’aura del luogo erano fondamentali per il fughe irregolari orizzontali ottenute dilavando progetto. Tutti gli edifici sono stati dotati di questo strato. Elementi nuovi come parapetti,

44 Piazzale d’ingresso corrimani, porte, e due ponti di collegamento roccia alla base degli edifici del forte medio si tra i due corpi del cortile inferiore sono sta- è permessa l’accessibilità a questa parte del ti realizzati in acciaio zincato e patinato con forte altrimenti raggiungibile solo attraverso acidi per ottenere un colore grigio antracite. la ripida scala storica. Una nuova scala si Nel 2009 è stato recuperato invece il li- inerpica quindi dello scavo con una comples- vello medio con 1500m² di superficie espo- sa struttura composta da setti di cemento ar- sitiva. Collegando due tunnel preesistenti mato collegati uno sopra l’altro a formare una ad una nuova galleria verticale scavata nella spirale strutturale.

Planimetria forte basso 3 Ex-piazza d´armi - Nuova piazza antistante l´ingresso 4 Ex-piazza principale - Piazzale pubblico d´ingresso 5 Ex-comando - Edificio espositivo, amministrazione, locali per bambini 6 Ex-infermeria - Cassa, guardaroba, shop 8 Nuovi corpi scale-ascensore 9 Ex-mensa ufficiali - Bar-bistro´ 10, 12, 13 Ex-batteria - Edifici espositivi 11 Ex-edificio per l’approvvigionamento - Edificio espositivo 14 Ex-polveriera - Aula didattica 15 Nuovi ponti 16 Ex-casa di guardia - Edificio espositivo 25 Nuovo collegamento con il forte medio 26 Ex-tunnel dell´”oro” - Tunnel di collegamento per il forte medio

45 dati

Luogo: Fortezza (Bz) Committente: Provincia Autonoma di Bolzano Concorso: 2006 Anno di realizzazione: 2007-2011 Progetto definitivo ed esecutivo:A rch. Markus Scherer (Merano), www.architektscherer.it Progetto generale: Arch. Markus Scherer, Arch. Walter Dietl, www.walterdietl.net Direzione lavori: Arch. Markus Scherer, Ing. Klaus Plattner Collaboratori: Arch. Elena Mezzanotte, Arch. Heike Kirnbauer Progetto statico: Baubüro_Bolzano Ing. Klaus Plattner Responsabile sicurezza: Ing. G.Rienzner (Bolzano) Progetto impianto termoidraulico ed elettrico: Planconsulting_Postal (Bolzano) Coordinatore di progetto: Hbpm ing. Julius Mühlögger (Bressanone) Responsabile di progetto: Dr. Arch. Josef March, Geom. Hans Peter Santer (Provincia Autonoma) Premi: Südtiroler Architekturpreis 2009, premio Città di Oderzo 2010, progetto esposto alla 12° Mostra di architettura - Biennale di Venezia - padiglione AILATI, nominato per il premio “Mies van der Rohe Award” 2011, nominato per il premio “Swiss architectural Award 2010”, premio Dedalo Minosse 2010/2011, premio internazionale “best architects”2013 vince la medagli d’oro per la categoria “altri edifici” Nuovi Ponti tra gli edifici espositivi.

Nuovo collegamento tra forte basso e forte medio Sezione e pianta B-B

46 Scala di collegamento tra il forte basso e forte medio

47 Nuovi Ponti tra gli edifici espositivi

48 Interni

Nuovi corpi scale-ascensore

Nuovi Ponti tra gli edifici espositivi

49 04

Area storico-didattica del “Trincerone-Kopfstellung, prima linea della guerra 1915-1918. Monte Zugna

Alessandro Andreolli, Giorgio Campolongo

Fotografie storiche: Museo Storico Italiano della Guerra - Rovereto (MGR – foto n°) Fotografie attuali, di progetto; fotografie ed elaborazione modelli; disegni, altre elaborazioni grafiche: Alessandro Andreolli

Il “Trincerone” italiano Il restauro del manufatto con reintegro di parte della testa verso nord; sullo sfondo, Trento Veduta interna del Trincerone - 1918 (foto MGR 161/132)

dati

Luogo: Monte Zugna, Rovereto Committente: Fondazione Parco Botanico del Cengio Alto, Rovereto Proprietà: Comune di Rovereto Anno di realizzazione: 2009-2011 Progetto architettonico, esecutivi e direzione lavori: Arch. Alessandro Il progetto è intervenuto sul “sistema to irriconoscibile, nascosto dai detriti e dalla Andreolli storico” del Monte Zugna, uno degli ambiti vegetazione. Progetto architettonico, assistenza a (storico, geomorfologico, geologico, pale- In accordo con il Museo Storico Italiano esecutivi e direzione lavori: Arch. Giorgio ontologico, antropico, botanico, letterario) della Guerra di Rovereto si è deciso di in- Campolongo determinanti l’unità estetico/figurativa del tervenire, in questo primo progetto, sull’area Consulenza tecnica: Museo Civico paesaggio della montagna. delle prime linee, rappresentativa del mag- di Rovereto, Sott.sa Fabiana Zandonai, La strategicità dello Zugna, dal quale si giore interesse storico del sito. Il progetto ha Direttore Dott. Franco Finotti controllavano Val Lagarina e Vallarsa, ha de- perseguito due obiettivi: uno, funzionale, ha Consulenza storica: Museo storico italiano della guerra, Rovereto, Sig. Tiziano Bertè, terminato, da parte degli eserciti contenden- permesso di recuperare i manufatti e visi- provveditore Dott. Camillo Zadra ti, la costruzione di un “paesaggio fortifica- tare il luogo attraverso un percorso didatti- Individuazione e identificazione manufatti to” che si è sovrapposto a quello “naturale” co; l’altro, “estetico”, ha cercato, attraverso il storici: Sig. Tiziano Bertè assumendone i caratteri. La sua importanza progetto, di leggere nuovamente il paesag- Collaborazione tecnica: custode forestale non sta nella valenza dei singoli elementi ma gio della montagna. Dott. Alessandro Macchiella, autorità forestali nel complesso gerarchicamente strutturato Nel luogo così identificato, è stata- de Rovereto che essi formano, imperniato sull’asse del- finita “per sottrazione” (tolto l’”artificiale”- il Coordinamento sicurezza: P.ind. Enrico la strada che sale alla cima. Percorrendo la bosco- per liberare il “naturale” -i manufatti) Fasanelli strada (ex strada militare) si attraversano la figura di progetto, i cui limiti (bordi) sono Consulenza statica: Ing. Donato Mutinelli, Tecnolab Trento, Ing. Pierantonio Zanoni i due opposti schieramenti, dalle retrovie definiti dalle opposte linee militari a nord e a Rilievi topografici: Geom. Gianluca e Daniele alle prime linee: qui l’estrema vicinanza dei sud mentre ad ovest e ad est dalla geogra- amoroso, Geom. Damiano Andreolli contendenti, a poche decine di metri l’uno fia del luogo, i profili delle valli. Gli interven- Rilievi gallerie: gruppo grotte “E. Roner”, dall’altro, rende unico questo luogo su tutto ti progettuali si sono basati su una rilettura Cai-sat Rovereto l’arco del fronte italo-austriaco. critico-interpretativa (ri-cordare, ri-cuperare: Manufatti recuperati: 29 di cui 18 Il termine della guerra ha determinato la tornare a vedere) delle immagini proprie del austro-ungarici e 11 italiani progressiva “dimenticanza” del “sistema for- luogo e dei manufatti; la distanza temporale Premi: nel 2013 il progetto è tra i vincitori tificato” che a causa delle distruzioni post- e culturale dalla Guerra ne ha comportato un del premio “Costruire il Trentino 2009/2012” belliche ma, soprattutto, per l’operazione necessario ripensamento, mediante la loro organizzato dal Citrac assieme all’Ordine degli Architetti di Trento “artificialmente” naturale di piantumazione trasposizione in un contesto nuovo. Questo del bosco operata negli anni ’60, è divenu- ha determinato un ribaltamento di significa-

50 to che ha trasformato questo sito da “luogo La segnalazione dei tracciati nell’asfalto della strada Camminamento vs l’avamposto italiano di destra dal quale nulla poteva essere visto” a “stanza (foto MGR 161/132) all’aperto” dalla quale tornare a fissare il pa- Segnalazione del tracciato del camminamento mediante un esaggio. inserto in calcestruzzo nella strada Gli interventi progettuali hanno cercato di evitare intenti nostalgici di “finto” ritorno ai tempi della guerra o ricostruttivo-imitativi di forme e materiali, rendendo sempre evidenti le aggiunte dalle preesistenze. La prima operazione ha riguardato il ta- glio della vegetazione, massimo tra le oppo- ste prime linee, diradamento sulle retrovie. Liberata l’area tra le prime linee sono apparsi, dopo 100 anni, i manufatti, che sono torna- ti nuovamente a guardarsi tra loro e verso il contesto circostante. Questi sono stati iden- tificati, ripuliti dalla vegetazione e dai detriti; nei punti dove le trincee e i camminamenti tagliavano la sede stradale, ne è stato messo in evidenza il tracciato, mediante un inserto di calcestruzzo nell’asfalto della strada. Per i manufatti che rappresentavano le due linee contrapposte e che definivano la “terra di nessuno”, è stato progettato un intervento differente. Il “Trincerone” italiano, prima dell’interven- to, giaceva, irriconoscibile, nascosto da detriti e vegetazione. Sulla base della documenta-

51 Modello, scala 1/100.000. contesto geografico; la sagoma dello Zugna in rapporto al bordo pedemontano, al lago di Garda e alla Val Lagarina; in evidenza, i tracciati delle due prime linee zione storica e dai rinvenimenti effettuati sul posto, si è progettato il suo restauro. Attra- verso una accurata pulizia, sono stati riportati alla luce i brani di muratura esistenti, raggiun- gendo il piano di calpestio originale; la mura- tura esistente è stata consolidata e, sopra di essa, per un tratto del muro, si è riproposta la parte mancante. L’aggiunta è stata stac- cata e differenziata dall’esistente per mezzo di una rientranza nella muratura e mediante l’utilizzo di un calcestruzzo nuovo. L’intervento ha permesso di riconfigurare l’immagine del manufatto che la sola pulizia, la limitatezza dei tratti di murature rinvenuti e la posizione del manufatto, soprelevato rispetto al sistema fortificato, non avrebbero consentito. Opposta al Trincerone, la prima linea au- stro-ungarica del Kopfstellung: se del settore ovest (“Sassi Bianchi”) permangono, dopo la pulizia, le emergenze dei capisaldi principali, nel “Baracchino”, ad est, esisteva un manu- fatto costruito in legno misto ad acciaio del quale non è rimasto più nulla. Nella sua sede Modello, scala 1/50.000. contesto geografico; vista zenitale si è realizzato uno spazio didattico-informati- (ideazione e impostazione grafica vo pensato nella forma, dimensioni e propor- Alessandro Andreolli; elaborazione zioni della trincea originale. Nelle nuove pareti dati e stampa 3d Fabio Pasini) sono state predisposte due tipi di feritoie: una Prima linea austro-ungarica dei “Sassi Bianchi”; sullo sfondo, la prima linea italiana del “Trincerone”, - simbolica - che guarda alla storia attraverso visibile in seguito al taglio del bosco i pannelli didattici; l’altra - reale- guarda, gra- zie all’assenza del bosco, verso il suo obietti- vo, la linea italiana. L’intero sito è ora visitabile mediante un percorso ad anello che si sviluppa all’interno di trincee e camminamenti, accompagnati da tabelle didattiche. Tra queste, le immagini panoramiche permettono una costante con- nessione tra la singolarità del sito e il conte- sto generale nel quale esso è inserito.

(1) Questo primo intervento, commissionato dalla Fonda- zione Parco Botanico del Cengio Alto, sostenuto dal Co- mune di Rovereto, si è avvalso, tra le altre, della consulenza storica del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, della consulenza scientifica della Fondazione Museo Civi- co di Rovereto e di quella tecnica della custodia e autorità forestali di Rovereto e Gruppo Grotte “E.Roner” Cai-Sat di Rovereto. Nella sua impostazione, il progetto riprende una iniziale identificazione dei manufatti storici ad opera dell’esperto del Museo della Guerra di Rovereto sig. Tiziano Bertè, poi tradotta nel piano paesaggistico per le aree del Monte Zugna da parte dell’arch. Giovanni Marzari.

52 Realizzazione modelli: Alessandro Andreolli, Giorgio Campolongo

Dall’avamposto italiano di destra verso le linee austro-ungariche. Sullo sfondo, il Monte Stivo sopra: 1918 (foto MGR 297/209) centro: 2009 sotto: 2011

Modello. Sezione della montagna: sistema in superficie e sotterraneo Modello. bassorilievo; il costone dello Zugna con le tracce delle prime linee Realizzazione modelli: Alessandro Andreolli , Giorgio Campolongo

53 Il “Baracchino” Vista del Baracchino, realizzato. 2011

Carta fronte italo-austriaco, 1917, (da: L’esercito italiano nella Grande Guerra - vol. IV - tomo 2° ter - Roma, Ussme). Con bollino verde, la posizione dello Zugna

54 Verso la Val Lagarina e il Monte Baldo

Il “Baracchino” Esempio tipologico di trincea con sostegni metallici e lignei Realizzazione

55 Un territorio due fronti 01

“Tra i fronti: Passeggiata Nago-“Busa dei Capitani” e Riva del Garda-Tagliata del Ponale”

A cura della Redazione

foto di Roberto Salvischiani e Chiara Tonelli

56 Il giorno 10 maggio 2014 la redazione, accompagnata da Giovanni Mazzocchi e Donato Riccadonna, ha percorso due dei venti bellissimi itinerari illustrati nella guida dal titolo: Sentieri di confine. L’alto Garda e Ledro nella Prima guerra mondiale. Perso- naggi da conoscere e percorsi da rivivere, edita nel 2008 a cura di Donato Riccadonna e Mauro Zattera

57 02 La valle di Loppio, culla condivisa dai terrazzato che lo contraddistingue, nei ma- comuni di Mori, Nago-Torbole, nufatti bellici che lo hanno lacerato, nei ca- Territori condivisi e Ronzo-Chienis, è caratterizzata da una pisaldi abbandonati che segnano punti un Il progetto che costruisce narrazione stratificata nella quale tempo e tempo strategici ed ora panoramici, nei per- relazioni spazio, paesaggio spontaneo ed artificiale si corsi delle antiche strade romane e nei molti confondono facendo emergere la bellezza sentieri che come una rete lo abbracciano. ed armonia del lavoro della natura e dell’uo- Lucia Silli, Alessandra Zanoni mo. Dalla lettura dell’aspetto morfologico La presa di coscienza da parte delle Co- architetti emergono una serie di figure: in sè la valle e munità di evitare la perdita di queste testi- le sue pendici formano un elemento unitario monianze ha portato negli ultimi dieci anni e racchiuso ma ad uno sguardo più ampio si alla realizzazione di numerosi interventi di configurano come porta di accesso al ba- recupero di luoghi e opere campali presenti cino del Lago di Garda o come fenditura tra sul territorio. In accordo col Museo Storico due ampie catene montuose, Monte Baldo Italiano della Guerra di Rovereto per l’appro- e , punto di rottura della continu- fondimento culturale e le visite didattiche, e ità. L’aspetto antropico suggerisce letture con il supporto del Servizio Conservazione diverse. Un territorio costellato da piccole della Natura e Valorizzazione Ambientale comunità, raccolte in paesi con un’accen- per la realizzazione di tratti di sentieri, asso- Vista degli interventi di messa in sicurezza delle postazioni militari di Monte Corno di Nago. tuata tendenza allo spopolamento, periferi- ciazioni e gruppi di volontari come gli Alpini La rete di progetto permette in primo luogo di ampliare il pro- co rispetto agli interessi dei quattro comuni di Mori e di Nago hanno riportato alla luce getto complessivo di rilievo dell’esistente e della catalogazione delle opere campali presenti in Trentino al fine del loro recu- che lo contengono. Un territorio dove la pre- caposaldi militari (Nagià-Grom, Doss Alto di pero e valorizzazione, per poi inserirsi come variante all’interno senza dell’uomo con il suo lavoro ha lasciato Nago, etc.) e lunghi tratti di trincee di en- del sistema di percorsi conosciuti come Sentiero della Pace, importanti testimonianze nel fitto paesaggio trambi i fronti italiano ed austro-ungarico. allo scopo di integrare l’ampio territorio della Valle di Loppio in un circuito ricreativo già conosciuto ed apprezzato.

58 Vista sul Lago di Garda dalla postazione Perlone Tavola di progetto della sentieristica Un territorio due fronti con posizionamento della segnaletica tipo S.A.T., tabellonistica sul Monte Corno di Nago. informativa e gruppi di arredo. L’idea di progetto vuole superare il semplice Il tracciato circolare si attesta su una quota media di 700 m slm. e collega tra loro i maggiori centri abitati di valle, Mori e recupero dei percorsi storici, apportando il valore Nago, con le numerose località di versante: Manzano, Nomesino, Pannone, Valle S. Felice, Besagno, Castione, Brentonico aggiunto della valorizzazione di un territorio diviso e e Ronzo-Chienis. I percorsi sono tipologicamente vari: vengono privilegiati sentieri e mulattiere storiche che collegano i vari periferico, delle sue comunità e paesi, delle tracce paesi, tratti in trincea o di accesso alle opere campali e collegamenti su sentieri S.A.T. e Sentiero della Pace, oltre a tratti e memorie storiche con la finalità di diffusione della ripuliti e manutentati da associazioni di volontari in prossimità dei capisaldi Monte Nagià Grom, Monte , Doss Alto di conoscenza come relazione tra abitanti, territorio Nago, Doss Casina e Monte Corno di Nago. Dal percorso principale partono le diramazioni per gli altri punti notevoli come e storia. Monte Faè, Asmara di Ravazzone, Talpina, Monte Creino e Monte Biaena.

59 Il progetto Un territorio due fronti si in- Secondo il principio del minimo inter- tato il lavoro di pulizia eseguito dai volontari serisce, quindi, in un contesto dinamico con- vento, il segno distintivo dell’architetto è rendendo agibili e mettendo in sicurezza centrandosi sull’idea di unificazione, con- volutamente appena percettibile: la scelta tratti di sentieri di collegamento tra i luoghi giungimento, armonizzazione dell’insieme di utilizzare un linguaggio consueto accre- di interesse. In accordo con la Soprinten- dei molteplici aspetti ed interventi che ca- sce al fruitore la percezione della valenza denza per i beni Architettonici gli interventi ratterizzano il territorio. La circolarità di idee, urbanistico-territoriale e storico-ambientale. di pulizia delle opere campali e le opera- realizzazioni e percorsi diventa il cardine del- Il valore del progetto è nella capacità di rias- zioni di manutenzione delle strutture ri- la progettazione. Le finalità si concretizzano sumere la molteplicità delle percezioni emo- spettano le tipologie costruttive in modo da nella progettazione di un percorso sentieri- tive e degli interventi per costruire un nuovo non alterarne le caratteristiche originarie e stico di 36 km, anello di congiunzione fisi- paesaggio costituito dal coordinamento del- consistono principalmente nella rimozione co ed emotivo delle comunità, che collega le relazioni tra gli elementi presenti. di massi e materiale franato, sistemazione luoghi e caratteri identitari: paesi, campagne dei piani di calpestio, puntuali e minimi in- terrazzate, capisaldi militari ma anche punti Alla definizione dei percorsi è seguita terventi di consolidamento di muri in pietra panoramici, elementi botanici, forme geolo- una prima fase di interventi a cura del Ser- e di centinatura metallica di alcuni tratti di giche. vizio Conservazione N.V.A. che ha suppor- gallerie.

Tavola di progetto per la messa in sicurezza del caposaldo Asmara a Ravazzone di Mori. Per permettere la fruizione in sicurezza sono previsti inter- venti puntuali di posizionamento di parapetti metallici nei tratti esposti, griglie di protezioni a fori e finestre in acciaio corten, centinatura metallica di alcuni tratti di gallerie e minimi interventi di consolidamento di muri in pietra e tratti crollati di gallerie con integrazione cementizia di medesima cromia ma diversa finitura e composizione granulometrica.

60 Collegamento Naranch-Nago P.A.T. – SERVIZIO CONS. DELLA NAT. E VAL. Busa dei Capitani AMBIENTALE P.A.T. – SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI

Trincee Creino S.A.T. VAL DI GRESTA Stützpunkt Preda Busa P.A.T. – SERVIZIO CONS. Trincee Loc. Poia Castagneto Stützpunkt Perlone DELLA NAT. E VAL. Monte Biaena ASS. CASTAGNETO Loc. Tre Croci AMBIENTALE S.A.T. VAL DI GRESTA MONTE CORNO DI NAGO SCHÜTZENKOMPANIE ARCO CACCIATORI DI RONZO-CHIENIS

Trincee Castel Gresta Monte Faè Castel Penede A.C.R.S. PANNONE E VARANO A.C.R. CASTEL GRUPPO CULTURALE Loc. Segrom FRASSEM Collegamento Manzano Pannone NAGO-TORBOLE S.A.T. RIVA DEL GARDA A.C.R.S. PANNONE E VARANO BICINAGO A.N.A. NAGO Asmara Nagià-Grom Trincea Nagià – Manzano Loc. Paternoster SCHÜTZENKOMPANIE A.N.A. MORI AMICI DI MANZANO A.N.A. NAGO DESTRA ADES Loc. Madonna del Faggio Doss Alto di Nago COMITATO A.N.A. NAGO Trincee Mori-Nagià-Grom CARNEVALE Casermetta Kitzbühel DI NAGO S.A.T. MORI MASCI Doss Casina NOI ORATORIO A.N.A. NAGO

Loc. Garbegne Dos Del Mosca S.A.T. RIVA DEL Collegamento Bordina-Nago AGESCI RIVA GARDA P.A.T. – SERVIZIO CONS. DELLA NAT. E DEL GARDA 1 VAL. AMBIENTALE Monte Giovo A.N.A. BRENTONICO S.A.T. BRENTONICO FORESTALE Stützpunkt Talpina VOLONTARI TIERNO

Mappa delle associazioni coordinate da Un territorio due Per permettere la percorrenza dell’anello corso fisico, dall’altra organizza le forze che fronti. La finalità di Un territorio due fronti è la creazione di una rete di sentieri è stato elaborato il progetto della ne consentono la realizzazione e la manuten- di collaborazione a scala territoriale che coinvolga in ottica segnaletica che si avvale della tipologia stan- zione. Delineando gli obiettivi comuni delle interdisciplinare non solo i comuni interessati dall’area dei dard di segnavia bianca e rossa, collocata aree interessate ma divise dal punto di vista due fronti austro-ungarico ed italiano, Mori, Nago-Torbole, Brentonico e Ronzo-Chienis, ma anche associazioni ed enti lungo i percorsi principali e nelle deviazioni amministrativo, nel 2013 è stata fondata l’as- culturali (Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, verso i luoghi di visita. Il posizionamento della sociazione Un territorio due fronti che, attra- Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambien- tale P.A.T, etc.), allo scopo di creare una serie di percorsi di segnaletica, autorizzato dal Servizio Urbani- verso la collaborazione tra associazioni volon- interesse culturale e didattico appoggiati da una rete di servizi stica e Tutela del Paesaggio, é stato concor- taristiche ed enti pubblici e privati, permette offerti dalle diverse comunità interessate dal progetto. dato con la S.A.T. Società degli Alpinisti Tri- la gestione organica del patrimonio storico dentini sui sentieri di loro competenza e con e culturale apportando risorse e competen- il Servizio Conservazione N.V.A. per i tratti in ze che permettono la sostenibilità su lungo prossimità del Sentiero della Pace. Nei punti periodo. Nel coordinamento confluiscono di partenza e arrivo dei circuiti minori, preva- persone ed amministrazioni che nel territorio lentemente piazzole di sosta in prossimità hanno il loro senso di appartenenza: 5 Comu- degli abitati e nei centri storici dei quattro ni, oltre 24 associazioni, 271 soci e aziende comuni, è stata prevista la cartellonistica in- private. La collaborazione a scala sovracomu- formativa tipo bacheca 75x200cm in acciaio nale con enti pubblici e privati come il Museo corten per i beni culturali della Prima Guer- Storico Italiano della Guerra di Rovereto, la ra Mondiale sulla base della convenzione Fondazione Museo Storico del Trentino, la del Progetto Grande Guerra, che mostra la Comunità della Vallagarina, A.P.T. Rovereto mappa dell’anello totale di percorsi e fornisce e Vallagarina, Ingarda, Rete Trentino Grande informazioni storico-culturali-naturalistiche Guerra etc. promuove l’integrazione sociale, dell’area e dei servizi presenti. culturale, turistica ed economica favorendo l’attuarsi di progetti partecipati a livello asso- Il progetto, se da un lato individua il per- ciazionistico ed istituzionale.

61 In cauda venenum

Esattamente un anno fa, l’8 luglio hanno pensato di valorizzare gli alloggi Nel quartiere fantasma 2013, il nuovo quartiere «Le Albere» di facendoli «firmare» da uno degli architet- dell’archistar Trento, firmato da Renzo Piano, veniva so- ti più affermati del momento. Ma i trentini lennemente inaugurato, in una serata indi- hanno fatto spallucce. Ovvero: nella città di menticabile, fatta di concerti, spettacoli e Trento non esiste un gruppo sociale così Alessandro Franceschini con tantissima gente riversata nelle strade numeroso – una «borghesia» avremmo e nelle piazze. Un anno dopo il quartiere detto qualche decennio fa – interessato a si presenta, però, in tutta la sua desolazio- farsi vanto di abitare in una casa pensata ne. Gran parte dei suoi alloggi, verrebbe da un’archistar. Anzi: «l’understatement» ti- da dire la quasi totalità (si parla del 90%), pico dei trentini, che non ostentano mai il sono vuoti, evidentemente rimasti inven- proprio status sociale, si è rilevato come un duti. Anche gli esercizi commerciali previsti vero e proprio limite della struttura urbani- a pian terreno – salvo alcune eccezioni – stica e architettonica, che avrebbe potuto sono ancora inutilizzati. Dal tardo pomerig- funzionare in tantissime altre città italiane, gio, quando il parco pubblico annesso si ma non in quella del Concilio tridentino. svuota, il quartiere rimane deserto e le fol- Infine, la terza questione, direttamente le della serata inaugurale, durante la quale legata alla precedente. L’intero progetto è Trento sembrava finalmente una città eu- stato elaborato nello studio di Renzo Pia- ropea, sono solo un lontano ricordo. no. In una provincia che conta più di mille A distanza di dodici mesi dal taglio del architetti e più di tremila ingegneri, non è nastro, il quartiere sta lentamente diven- stata costruita una operazione culturale tando un bubbone dentro la città, sempre capace di integrare conoscenza interna- più incontrollabile, i cui esiti sociali ed ur- zionali con professionalità locali. Nessun banistici sono ancora tutti da determina- ingegnere o architetto è stato coinvolto re. I motivi di questo fallimento fino ad nella progettazione, dando all’intera opera- oggi elencati riguardano sostanzialmente zione il sapore di un prodotto che viene da aspetti di natura economica. I prezzi de- lontano, imposto, calato dall’alto, incapace gli alloggi sono alti, si è soliti dire, la crisi di creare ricchezza – intesa anche come economica sta mordendo le famiglie e le «know-how» – sul territorio. banche non fanno più credito. Si tratta di Che fare adesso, allora? Prima che la problemi sicuramente reali, ma che non situazione si avviti ancor più su se stessa coprono l’intero spettro delle cause che occorre che la politica, prima ancora degli hanno portato ad una simile emergen- investitori, s’interroghi sul futuro del quar- za. Ecco perché, sulla scorta di questa tiere delle Albere. È giunto il momento di esperienza, può essere interessante fare individuare un altro target di possibile abi- alcune riflessioni di natura urbanistica e tante. Aprendo le porte a fasce sociali fino culturale. ad oggi ignorate e che possono essere La prima questione è quella del sito ge- interessate ad una modalità nuova dell’a- ografico. «A pochi minuti a piedi da piazza bitare – non più una classe medio-alta, ma Duomo» diceva un soddisfatto Renzo Pia- studenti, ricercatori stranieri, giovani cop- no durante uno dei primi sopralluoghi. Già. pie. Naturalmente prevedendo al contem- Ma anche in uno dei luoghi meno ospitali po degli affitti capaci di adattarsi a tasche della conca di Trento, collocato proprio sot- meno capienti. Ecco allora: trasformare to le pendici del Monte Bondone, dove il «Le Albere» in un quartiere «cool». Un luo- sole tramonta ben prima della fine naturale go di artisti e di pensatori. Di intellettuali e delle giornate. Un sito sul quale non era mai di studenti. E, probabilmente, di non-tren- stata edificata residenza, un luogo urbano tini. Forse è l’unico modo per uscire dallo periferico che i nostri padri avevano, forse scacco in cui ci troviamo. E per evitare che, saggiamente, relegato a sito produttivo e quello che doveva essere il nuovo cuore non a spazio di relazione e abitativo, come della città, si trasformi progressivamente in è avvenuto nel caso delle «Albere». un buco nero, in un luogo sconosciuto ed Il secondo tema è quello dell’architet- irriconoscibile, lontano dal nostro immagi- tura «griffata». I promotori dell’operazione nario, stretto tra la ferrovia ed il fiume.

62 Recupero del forte di Fortezza - Nuovi Ponti tra gli edifici espositivi. Foto di Renè Riller 63